INDICE Servizio Civile Internazionale via A. Cruto 43 - 00146 Roma Tel 06.5580644 Fax 06.5585268 e-mail: info@sci-italia.it web: www.sci-italia.it Centofiori n. 65 Direttore Responsabile: Gianni Novelli Redazione e amministazione: Segreteria Nazionale SCI via A. Cruto 43 - 00146 Roma Tel 06.5580644 e-mail: info@sci-italia.it Coordinamento e realizzazione: Segreteria Nazionale SCI Grafica: Laura Basta Testi: Segreteria Nazionale e attivisti SCI Fotografie: Attivisti e partner SCI Stampa: Multiprint via Braccio da Montone 109, Roma Aut. Trib. Roma 86/83 del 5/3/83
4
Editoriale
5 change the future not the climate Introduzione di Susanna Monello 7
PENSIERO AMBIENTALE E AZIONE QUOTIDIANA Gli esempi pratici di GOF! di Cecilia Poggi e Fabrizio Goglia
10 note sparse sulla mia esperienza a hong kong di Alessandro Paolo 12
Aysèn. l’acqua e la vita non si vendono, si amano e si difendono Cronaca del viaggio in Patagonia cilena di Francesco Martino
16 la difesa dell’acqua come bene comune Dal referendum nazionale alle battaglie locali di Laura Boschetto 19 youth for glo-cal sustainable development Un progetto di auto-apprendimento allo sviluppo sostenibile per sfidare la crisi di Emanuela Piccolo 21
“nessun viaggio è definitivo” Un’esperienza di volontariato senior
24
Conclusioni Tanti progetti e la sfida a un gigante. Per fare luce in modo diverso di Francesco Martino
27
Sostieni SCI
28 Cont@tti e gruppi regionali e locali SCI
EDITORIALE
La tutela dell’ambiente è un tema che tocca trasversalmente molti degli ambiti in cui operiamo, dai campi di volontariato estivi, agli scambi ad altre esperienze e progetti svolti in Italia e all’estero. Ogni volta che ci confrontiamo con questo tema, abbiamo l’opportunità di ampliare lo sguardo, e di connetterci con altre problematiche, in quanto difendere l’ambiente porta inevitabilmente a domandarsi quale modello economico possa essere sostenibile per il pianeta, piuttosto che quale tipo di società possa avere un impatto il più leggero possibile sulle risorse naturali. Per questo, impegnandoci nella difesa dell’ambiente in questi anni abbiamo conosciuto nuovi compagni di strada e siamo pure un po’ cresciuti di più noi. In un momento storico in cui la difesa dell’ambiente si traduce spesso in un banale “sostegno alla Green Economy” così come viene propagandata da politici e mass media, abbiamo perciò cercato invece di riaffermare la “Resistenza Ambientale” nel senso profondo del termine, consapevoli di ciò che significa, unendo momenti di approfondimento e di studio con momenti di attivismo sul campo, e sopratutto unendo punti di vista
4
diversi, da Sud a Nord nel mondo. Quest’ultima è stata una sfida vera, per una associazione internazionalista come la nostra. Riuscire a parlare di cambiamento climatico assieme a giovani tedeschi e mauriziani e riuscire a costruire, insieme, azioni contro il riscaldamento globale non è stato sicuramente facile ma sicuramente è l’obbiettivo da perseguire anche in futuro. Proprio il confronto tra esperienze ed esigenze estremamente diverse è stato un ostacolo da superare ma anche motivo di arricchimento, da cui sono nate e possono crescere strategie comuni. Abbiamo pensato a questo Centofiori cercando di raccogliere alcune delle esperienze più importanti svolte dalla nostra associazione negli ultimi due anni nel campo della tutela dell’ambiente, con il desiderio che possano diventare un patrimonio condiviso da tutti. Ripercorrerete quindi il nostro lavoro, nel territorio locale di Roma così come ad Hong Kong o in India o in Islanda, per giovani, per donne, per adulti, per tutt*.
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
Change The Future, Not The Climate! INTRODUZIONE
di Susanna Monello – responsabile area NORDSUD
Dopo anni di lavoro nella promozione di cittadinanza attiva, giustizia sociale, stili di vita e modelli di sviluppo sostenibili, inclusione sociale e interculturalità, sulla scia di COP15, il 15esimo Forum delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico e delle sue contestazioni (2009), lo SCI decide di ampliare il proprio sguardo sulla
tematica: si vuole stimolare una visione più complessiva che tenga conto degli squilibri fra nord e sud del mondo, si vuole stimolare un’ azione che sia globale e che includa Paesi di diversi continenti, si vogliono sperimentare soluzioni che vengano da giovani di diverse nazionalità e passino attraverso il volontariato.
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 5
Nel 2011 viene così realizzato “Grounding Our Future – youth volunteering and the challenges of climate change” che ha coinvolto ragazzi di SCI-Italia, KMGNE (Germania), SCI-India, SVI-MAURITIUS e VPV (Vietnam). Il primo passaggio è stato il training in Germania, dove i partecipanti hanno approfondito la tematica del cambiamento climatico e hanno stabilito insieme le basi per costruire una campagna internazionale di sensibilizzazione. La campagna è stata poi implementata nei diversi Paesi dai partecipanti, arricchendosi cosi’ delle specificità di ogni realtà locale e al contempo del respiro globale dato da chi veniva dagli altri Paesi coinvolti. Gli effetti sono stati molto diversi a seconda del luogo, se in India il lavoro sullo smaltimento dei rifiuti ha avuto grande risonanza mediatica grazie ad una biciclettata per le strade di Chennai, in Vietnam, Germania e in Italia i training sul cambiamento climatico hanno coinvolti moltissimi giovani, mentre alle Mauritius addirittura alcune istituzioni hanno deciso di finanziare successivi corsi nelle scuole sulla sostenibilità ambientale. Soddisfatti dei risultati ottenuti, dopo l’ultimo evento a Roma, abbiamo deciso di proseguire l’esperienza nel 2012 con “A Step Towards Future”, rafforzando il network costruito e spingendoci un pò più in là: si è coinvolta la Cina con SCIHong Kong e Green Sense, allargando cosi’ il raggio d’azione della campagna e la dimensione interculturale. Inoltre si è lavorato di più sul significato di “lotta” al cambiamento climatico, cercando di affrontare sia gli aspetti più legati a scelte individuali di stile di vita, sia di aprocciarci criticamente al sistema più ampio, alle dinamiche economiche, finanziarie, di mercato.
6
Nello specifico quest’anno i partecipanti hanno deciso di concentrarsi sulla questione “cibo e cambiamento climatico” declinando 5 aspetti da approfondire quali: produzione, imballaggi, distribuzione, importazione ed esportazione, buono e cattivo. Hanno fatto ricerche, prodotto video, articoli, organizzato incontri sviluppando la campagna durante tutto l’anno (a partire dal training tenutosi a Roma) nei diversi eventi locali, negli incontri con studenti e attivisti in Italia, Mauritius, Vietnam, con i contadini in India, successivamente ad Hong Kong, dove la parata sugli animali a rischio (in particolare a causa degli usi alimentari locali) ha avuto grande risonanza. Il progetto ora si sposterà in Germania per la fase conclusiva. Tanto lavoro c’è ancora da fare, questi due anni sono stati importantissimi non solo in termini di rafforzamento del network e costruzione di buone pratiche condivise, ma anche per la grande opportunità per giovani provenienti da contesti completamente diversi di In/sContrarsi, di condividere modi di pensare, di essere, di mettersi alla prova, di fare un passo in più per un futuro senza barriere. Change The Future, Not The Climate!
Link utili: www.groundingourfuture.org fb: groundingourfuture e-mail: nordsud@sci-italia.it
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
PENSIERO AMBIENTALE E AZIONE QUOTIDIANA Gli esempi pratici di GOF!
Di Cecilia Poggi e Fabrizio Goglia– attivisti Città dell’Utopia
Da quando la ricerca scientifica ha iniziato a interrogarsi sulle cause del cambiamento del clima (ad esempio “The Stern Review” che ha generato domande su cause e conseguenze del sistema economico, non senza critiche) molte persone, ad esempio gli abitanti di alcune isole del Pacifico, si sono chiesti perché il livello delle acque circostanti alle loro isole si fosse alzato così in fretta. Dopo violente variazioni di stagione, anche i non esperti hanno cominciato a documentarsi sui cambiamenti di temperature che le piante e gli animali subiscono di questi tempi. Si è innescato quindi un effetto “domino” che fa sorgere domande e cercare soluzioni . “Grounding Our Future” (GOF) cerca di porsi alcune di queste domande e creare un dibattito sulle possibili soluzioni. Un progetto che unisce persone dei due emisferi, li fa ragionare insieme su quale sia la più appropriata scala di analisi degli effetti del cambiamento climatico e quali siano alcune risposte che con semplicità si possano attuare per migliorare le nostre vite. Questo progetto ambisce a suggerire possibili vie da seguire per reagire in maniera quotidiana ad alcune circostanze che non erano consuetudine sino a poco tempo fa. Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 7
GOF si sviluppa su due linee guida, pensiero ambientale e azione quotidiana, dove la capacità organizzativa di ogni membro delle sei ONG partecipanti fa in modo che da due anni il messaggio “Change the System, not the Climate” diventi una realtà. Acqua, rifiuti, elettricità, trasporto, coltivazione della terra e riciclo, queste le parole ricorrenti nell’agenda dei paesi coinvolti nel progetto. Nel 2011 questo messaggio è partito da Roma, si è evoluto a Berlino e si è esteso a New Delhi, Hanoi, Bangalore, Port Louis, Moka e Chennai. I temi affrontati sono stati scelti legando la specificità di ciascun paese con le caratteristiche che accomunano tutti. Uno dei temi più ricorrenti della campagna è la consapevolezza delle proprietà delle risorse naturali, di un loro uso consapevole e soprattutto sostenibile e del bisogno di comunicare queste pratiche al fine di ritrovare una sensibilità ecologica soprattutto con le nuove generazioni. Proprio per questo Gof fa leva sui giovani, è costituito da essi e sta sviluppando diversi progetti con vita propria che continuino ad agire anche con altre modalità. Eventi interattivi in scuole e università, città e villaggi, strumenti quali internet, programmi radio e testimonianze video rendono possibile la partecipazione di tutti. Ma facciamo qualche esempio concreto. Alle Mauritius la tradizionale pratica di “Water harvesting” e del compost sono
8
diventate una necessità da riscoprire. Studenti da licei e università promuovono il dibattito tramite l’organizzazione di eventi ed azioni partecipate. Nel sud dell’India, nel Tamil Nadu, abbiamo incontrato piccole realtà rurali che hanno reso alcune pratiche semplici, come il sistema del compost o la produzione di biogas, sia fonte di sussistenza sia resistenza a un’espansione consumistica per nulla sostenibile. Allo stesso tempo i rifiuti diventano problema costante sul quale solo una buona informazione potrebbe dare soluzione e GOF se ne fa promotore. Vicino Moka si riscoprono grotte centenarie seppellite da rifiuti e si chiede alla comunità locale di contribuire alla salvaguardia di un patrimonio naturale oltre che culturale, dove riscoprire un equilibrio tra la natura ed i suoi abitanti. Soluzioni dinamiche ed interattive per il riuso di oggetti diventano parte integrante del progetto GOF. Un buon esempio di
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
pratica partita dal basso è rappresentato dall’ONG Conserve a cui abbiamo fatto visita a New Delhi. Conserve riutilizza rifiuti plastici raccolti per le strade della città per crearne utili oggetti di uso quotidiano o anche vestiti, borse e divani di qualità, costituendo così sia una possibilità lavorativa per gli abitanti delle slums sia un reale esempio di soluzione al problema della cattiva gestione dei rifiuti. Il trasporto urbano e periurbano intasa le città? Perché’ non sensibilizzare sull’uso della bicicletta, come hanno fatto a Hanoi e Chennai i ragazzi GOF? Piccole ed efficaci risposte ai problemi che il cambiamento climatico ci impone di attuare, questo è il messaggio che GOF vuole portare.
Questi sono solo alcuni esempi dei tanti che abbiamo incontrato e che vogliamo far conoscere tramite GOF, cui attribuiamo dei valori etici e comunicativi enormi poiché legati a una sfera locale alla portata di tutti, che se condivisa potrebbe rappresentare davvero parte della soluzione a problemi ambientali di grande portata. Spesso per ottenere una reazione effettiva, i piccoli esempi riescono a essere molto più d’impatto rispetto alla proiezione di scenari climatici apocalittici cui saremmo tutti condannati. Così il progetto porta con sé un messaggio carico di tradizioni da reinterpretare e innovazioni da proporre, stimolandoci a comprendere come il clima stia cambiando e come noi possiamo affrontare il cambiamento con una risposta semplice e diretta.
Link utili:
http://webarchive.nationalarchives.gov.uk/ www.hm-treasury.gov.uk/sternreview_index.htm www.groundingourfuture.org www.conserveindia.org/
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 9
note sparse sulla mia esperienza a hong kong di Alessandro Paolo - Gruppo locale SCI Napoli
La mia storia personale come attivista del Servizio Civile Internazionale è stata legata sin dall’inizio con lo sviluppo di una coscienza ecologista radicale. I vari seminari e campi di volontariato ai quali ho partecipato negli ultimi anni hanno rappresentato occasioni uniche di apprendimento non formale, che combinate ai miei studi in relazioni internazionali hanno arricchito una conoscenza mossa da curiosità e sguardo sistemico: l’assetto mentale necessario per affrontare una rete tanto complessa di problemi sociali, economici e politici. Le tre settimane trascorse ad Hong Kong sono state un’esperienza preziosa e a dir poco indimenticabile. Inizialmente, consumare così tante miglia aeree per un progetto sul cambiamento climatico aveva suscitato in me non poche perplessità, eppure col senno di poi ne è valsa sicuramente la pena per almeno due ordini di ragioni. Innanzitutto, ho avuto la possibilità di conoscere un gruppo stimolante e creativo di giovani volontari provenienti da ogni parte del mondo, con i quali è stato molto piacevole discutere e condividere riflessioni, esperienze e idee in merito alle ripercussioni dell’industria alimentare globale sul cambiamento climatico. Sin dal primo giorno, infatti, il gruppo “A step towards the future”, composto da attivisti provenienti da Germania, Italia, Mauritius, India e Hong Kong ha lavorato a stretto contatto con tre gruppi di volontari (da Ungheria, Belgio, Polonia, Spagna, Scozia, Messico, Ucraina, Irlanda, Francia, Svezia, Taiwan,
10
Svizzera e Stati Uniti) che partecipavano a campi di lavoro concomitanti: più di venti persone in giro per Hong Kong, intente a cambiare ostello ogni tre giorni con tanto di vettovaglie e attrezzature al seguito. Ciononostante, il tempo trascorso insieme è stato altamente proficuo. Abbiamo visto film e documentari tra i quali “We Feed the World”, “The Age of Stupid” e “Soylent Green”, abbiamo scritto articoli sulla dialettica tra sicurezza e sovranità alimentare, sul consumo di cibo ad Hong Kong, sui negoziati sul clima da Rio ’92 ad oggi; e ancora, abbiamo improvvisato scenette teatrali, biblioteche viventi, manifestato per le strade della città contro il commercio e il consumo di specie animali a rischio, visitato impianti per il riciclaggio e consorzi agricoli. In secondo luogo, vivere per tre settimane in un luogo dove l’estrema bruttezza sposa l’estrema bellezza ha alimentato alcune personali riflessioni su limiti e contraddizioni di un sistema ipercapitalista così culturalmente distante. Urbanizzazione selvaggia, con grattacieli
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
residenziali di oltre settanta piani e migliaia di inquilini, case minuscole protette da sbarre, schermi domestici da cui sbirciare l’interno delle ascensori; speculazione immobiliare alle stelle; ritmi di lavoro soffocanti; consumismo sfrenato; stili di vita inquadrati e omologati; idolatria del nuovo, della disciplina e dell’ordine; radicata cultura del fastfood; spreco energetico, inquinamento e gestione miope dei rifiuti sono alcuni dei tratti di Hong Kong che mi hanno colpito in negativo. Il cambiamento che lo SCI Hong Kong sta cercando di infondere tra i giovani è notevole, ma la mancanza di pensiero critico nel sistema educativo nazionale (le persone, per esplicita ammissione di alcuni amici, tendono a chiedersi dove, quando e come, ma a trascurare il perché, sviluppando personalità prone all’obbedienza) contribuisce ad ostacolare la capacità di connettere logicamente fenomeni e dinamiche afferenti a molteplici dimensioni. Senza dubbio, incontrare una razionalità così lontana ha rappresentato per me uno shock culturale non indifferente, nonché la sfida più grande nel rapporto con gli attivisti locali. Aldilà di tali criticità, un’infinità di ricordi positivi si staglia ancora nella mia mente: paesaggi naturali a dir poco meravigliosi (montagne imponenti ricoperte da una foresta lussureggiante,
farfalle gigantesche, deliziosi frutti tropicali, spiagge dorate, baie nascoste, insenature, foreste di mangrovie, granchi, mucche, coralli…); visite a moschee, templi buddhisti, taoisti, sikh; escursioni in barca alla scoperta di villaggi di pescatori galleggianti; il lavoro di gruppo, i giochi nel tempo libero, la tenera cura reciproca nei momenti di difficoltà, le rilassate conversazioni e le canzoni nel cuore della notte… Le problematiche ambientali sono incredibilmente grandi se paragonate alle nostre piccole esistenze individuali, ma per affrontarle efficacemente è necessario affinare una comprensione profonda e disinteressata delle sue cause strutturali reali. Progetti come “A Step towards the future” mirano a costruire questa cornice concettuale comune, consentendo a persone provenienti da contesti estremamente diversi fra loro di acquisire gli strumenti per conseguire un cambiamento radicale sul piano locale. Sarò sempre infinitamente grato nei confronti del SCI-Italia per avermi dato l’opportunità di diventare parte attiva in questa delicata lotta globale. Link utili: http://greensense.org.hk/en http://www.scihkchina.org/
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 11
aysèn
l’acqua e la vita non si vendono si amano e si difendono Report del viaggio in Patagonia cilena
di Francesco Martino - responsabile Comunicazione SCI
Dal 4 al 20 marzo si è svolto il primo viaggio di solidarietà nella Patagonia cilena organizzato dalla campagna Patagonia senza dighe. L’obiettivo era quello di permettere ai partecipanti italiani, 7 giovani da tutto il paese più un’accompagnatrice della campagna, di conoscere le comunità e i territori impattati dal megaprogetto idroelettrico HydroAysèn, portato avanti dalla multinazionale ENEL, attraverso un itinerario di conoscenza e turismo sostenibile. Faccio ancora fatica a descrivere verbalmente un’esperienza di un’intensità e ricchezza fantastiche, a dir
12
poco avventurosa poi. Basti pensare che il viaggio stesso è stato messo a rischio da una mobilitazione senza precedenti iniziata nella regione poche settimane prima della nostra partenza. Gli abitanti della regione di Aysén, hanno dato vita a un movimento sociale trasversale. Stanchi dell’isolamento e dell’ignoranza dei governi verso le loro richieste, hanno elaborato una petizione in 10 punti, che andavano dall’indispensabile abbassamento dei costi dei combustibili (benzina, gas, legna) a
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
richieste di sussidi e servizi educativi, sanitari, fino alla richiesta di referendum regionali vincolanti per l’approvazione di megaprogetti come HydroAysèn. La campagna locale ‘Patagonia Sin Represas’ infatti è stata determinante per la nascita del Movimento, e nonostante le divisioni nella comunità e la presenza nel movimento di componenti favorevoli alle dighe, è stato possibile inserire questo punto nella petizione. Ci apprestavamo ad arrivare quindi in una regione stremata da quasi 3 settimane di blocchi stradali e ristrettezze autoimposte, ma anche di violente repressioni dei carabineros (la polizia locale) alle manifestazioni di piazza, con il rischio di rimanere bloccati in aeroporto senza poterci muovere. Decisi comunque a tentare il tutto per tutto e a conoscere da vicino questa regione in fermento, siamo partiti, mentre nella zona arrivava il ministro dell’Energia per tentare l’avvio dei negoziati. Dopo due giorni, l’inizio dei negoziati consentiva lo sblocco delle strade e l’arrivo di un po’ di carburante. Abbiamo iniziato così la nostra discesa verso sud, nel cuore della patagonia cilena, lungo la leggendaria e polverosa carretera austral. Lo stupore e l’incanto nel solcare quella terra di montagne, ghiacciai, boschi, laghi e fiumi, è qualcosa che le fotografie, scattate ad ogni angolo, possono a malapena testimoniare. A Puerto Bertrand abbiamo fatto conoscenza con il nascente fiume Baker, dalla corrente spaventosa e dal colore blu più intenso che abbia mai visto. Lungo il suo corso è prevista la costruzione di due dighe e una centrale. Pochi chilometri prima di Cochrane incontriamo Carlos, della agrupaciòn ‘Defensores del espiritu de la patagonia”. Mentre tramonta il sole ci illustra il progetto della Central Baker 1, vicino alla confluenza del Baker con il Rìo
Chacabuco. Altezza del muro, ettari inondati, siti di immagazzinamento e di ammasso rifiuti, pericoli e impatti locali, i comportamenti delle istituzioni e dell’impresa. Le descrizioni di Carlos sono minuziose e complete e ci accompagneranno per tutto il viaggio. Da Cochrane ci dirigiamo a Los Ñadis, una valle lungo il Baker che verrà inondata per la costruzione della Centrale Baker 2, provocando lo spostamento di 9 famiglie. Una di queste famiglie ci ospita. Le risposte di HydroAysèn ai tentativi della comunità di opporsi alla ricollocazione sono state arroganti e umilianti, negando la possibilità di spostarsi insieme sulla base di presunte tendenze umane alla socializzazione in nuovi contesti, e riuscendo così a dividere la comunità. Ad oggi, non è ancora chiaro a nessuno dove dovrebbero trasferirsi, nonostante la propaganda dell’impresa faccia sembrare che lo sia. Con un’escursione di 20 km a piedi abbiamo visitato El Saltòn, sito della Central Baker 2, e il giorno dopo siamo di nuovo in marcia. Dopo una breve visita a Caleta Tortel, borgo patrimonio
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 13
dell’umanità Unesco, proseguiamo verso Villa O’Higgins, ultima località urbanizzata raggiunta dalla Carretera Austral. Dopo un intervento alla radio locale di Teresa, nostra accompagnatrice, facciamo una riunione nella sede della agrupaciòn ‘defensores del Rio Pascua’ in cui ci spiegano come tutte le promesse di miglioramento delle infrastrutture viarie e sanitarie non figurano in realtà nella valutazione di impatto ambientale. Passiamo una splendida serata a base di vino e pisco sour, finita a improvvisare musiche e canzoni per una Patagonia senza dighe con chitarra, sax, djembè, armonica e voci! Il giorno dopo comincia la nostra risalita, per la mancanza di benzina per le barche dobbiamo rinunciare al progetto di risalita del fiume Pascua in barca e di visita ai ghiacchiai del Campo de Hielo Sur. Ci fermiamo una notte in prossimità del lago Quetru, per poter vedere da vicino il fiume Pascua, dove sono in progetto 3 dighe. Il giorno seguente, è quasi notte quando rientriamo a Cochrane, e dalla radio giungono cattive notizie: i negoziati con il governo sono saltati. Nel nord, a Puerto Aysén, cuore della protesta dei pescatori, sono riprese le manifestazioni e i blocchi e la repressione delle forze dell’ordine non si è fatta attendere. Ripartiamo, incollati alla radio per le notizie dal nord, destinazione Bahia Murta, ultima tappa del viaggio prima di ritornare a Coyhaique. Su di uno splendido braccio del Lago General Carrera, raggiungiamo la casa di Werner e Ninoska, della agrupaciòn del Rio Murta. Mentre Werner ci illustra la mappa delle concessioni minerarie illegalmente chieste ed ottenute da HydroAysén lungo tutto il percorso della linea di trasmissione, ascoltiamo alla radio una lista di 22 nomi di persone accusate dal governo di aver violato la Ley de Seguridad Interior del Estado, una legge speciale proclamata in occasioni di particolari tensioni sociali
14
e di ordine pubblico. Una sensazione di sdegno ci pervade. Ripartiamo per Coyhaique, dove fortunatamente, nonostante i negoziati saltati, la popolazione non intende ancora reagire alle provocazioni. Il giorno dopo raggiungiamo l’aeroporto di Balmaceda per tornare a malincuore verso l’Europa. Mentre scrivo, leggo che il movimento è riuscito, con la sua determinazione, ad ottenere vari accordi con il governo in materia di costo del combustibile, educazione e sanità, e ci si appresta ad affrontare il punto dei referendum vincolanti per i megaprogetti. Intanto la Corte Suprema ha rigettato gli ultimi ricorsi sull’approvazione delle dighe, ma il dissenso a questo progetto sale e sta raggiungendo in tutto il Cile proporzioni superiori all’80%. Il viaggio
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
Cile, ci fa credere che non è più possibile agire senza consultare le comunità, che la battaglia per l’approvazione della linea di trasmissione elettrica è ancora lunga e che molto ancora si può fare per difendere questa terra da un intervento ormai obsoleto e inutile. La Patagonia cilena, con la sua bassissima densità abitativa e le ingenti risorse naturali, è perfetta per lo sviluppo di un modello energetico alternativo, decentrato, di piccola scala e a basso impatto, che permetta l’approvvigionamento locale senza esosi costi di importazione e lasci intatta la maestosa natura, puntando sulla sua valorizzazione con il turismo ecologico e sostenibile, altra risorsa potenziale per l’economia locale. Da parte nostra, come SCI, partecipiamo alla neonata campagna di pressione su Enel per un nuovo modello energetico, stiamo studiando la possibilità di alcuni progetti di volontariato a lungo termine con alcuni comitati locali e, perché no, altri viaggi assieme alla campagna italiana! è stato ricco di spunti: dal punto di vista dell’attivismo, è stato sorprendente vedere come un movimento nato in una regione storicamente umile e conservatrice, sia riuscito ad unire e a lottare compatto per le rivendicazioni di tutti, anche nelle differenze di opinione, nella consapevolezza che ogni problema di categoria fosse risolvibile solo risolvendo i problemi di tutti. Una dimostrazione di grande maturità politica. Sul fronte delle dighe, il dissenso è apparso alquanto unanime, anche se l’opera di acquisto del consenso portata avanti dall’impresa ha diviso le comunità, e in alcuni prevale l’idea che la forza del governo e dell’impresa sia tale che non ci si possa opporre senza perdere, e che quindi valga la pena tentare di ottenere i maggiori benefici possibili. Ma l’ondata di cittadinanza attiva sollevata dal movimento, che ha fatto eco in tutto il
La cronaca completa del viaggio è leggibile alla pagina http://goo.gl/OsV7Z
Link utili: http://www.patagoniasinrepresas.cl http://patagoniasenzadighe.org http://stopenel.noblogs.org/
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 15
la difesa dell’acqua come bene comune: dal referendum nazionale alle battaglie locali di Laura Boschetto Forum Nazionale Movimenti per l’Acqua
L’esperienza referendaria dello scorso anno è stata ricca, intensa e partecipata ed ha portato il 12 e 13 giugno ad una bella e grande vittoria popolare. Questa vittoria è stata il frutto di un percorso lungo e radicato che i comitati locali diffusi in tutta Italia hanno costruito per anni portando avanti le battaglia per l’acqua pubblica nei diversi territori. Il percorso referendario ha costruito un importante risultato politico e sociale grazie al coinvolgimento e all’attivazione di centinaia di persone e realtà sociali. Ha fatto si che si dichiarasse in modo chiaro e inequivocabile che l’acqua è un bene comune da tutelare, su cui non si possono fare profitti. Questo ha significato che i cittadini hanno messo in discussione che il “privato è meglio del pubblico”, ed hanno dichiarato che la gestione pubblica delle risorse non può essere sottratta ai cittadini per offrirla ai privati e alle speculazioni dei mercati. Purtroppo c’è stata, da parte delle istituzioni, la difesa immediata dell’interesse dei privati in chiave neoliberista ad iniziare dal governo di allora, che dopo appena 2 mesi, con il decreto di ferragosto del 2011, ha dato un rinnovato impulso alle privatizzazioni, cercando di cancellare quanto espresso e sancito con il voto referendario. Anche il governo Monti, facendo leva sulla paura della crisi economica, ha
16
foto di Massimo Lupo
ribadito la linea di assoggettamento del paese ai mercati finanziari. Ma in risposta a questo atteggiamento sordo e presuntuoso delle istituzioni in molti territori d’Italia i comitati si sono nuovamente attivati per difendere il grande risultato raggiunto con il referendum. Per questo alla fine del 2011 è nata la campagna di obbedienza civile “il mio
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
foto di Massimo Lupo
voto va rispettato”, con l’idea che se non sono le istituzioni a far rispettare l’esito del referendum, saranno le cittadine e i cittadini a farlo. Questa campagna è stata chiamata di “obbedienza civile” perché non si tratta di “disubbidire” ad una legge ingiusta, ma di “obbedire” alle leggi in vigore, così come modificate dagli esiti referendari. Il Forum italiano dei movimenti per l’acqua ha quindi invitato i cittadini ad obbedire a quanto dichiarato con il voto referendario e sancito dalla Corte Costituzionale (Decreto del Presidente della Repubblica n. 116 del 20 luglio 2011), e ha proposto di eliminare dalle bollette la percentuale “di remunerazione del capitale” che consentiva ai gestori di fare profitto attraverso la gestione del servizio idrico. Inoltre si è continuato un lavoro attento e puntuale per proporre la ripubblicizzazione del servizio idrico, così come iniziato nel 2007 con la legge di iniziativa popolare consegnata allora in Parlamento e non ancora presa in considerazione. Sono
state denunciate tutte le azioni volte a cancellare la volontà popolare e a spingere verso un’ulteriore privatizzazione del servizio idrico. Anche a Roma nell’ultimo anno l’attivazione dei comitati è stata forte e determinata. Oltre a portare avanti la campagna di obbedienza civile è stata proposta una legge regionale di ripubblicizzazione del servizio idrico attraverso la raccolta firme e l’approvazione di delibere comunali in molti comuni della Regione Lazio. Intenso è stato anche l’impegno per evitare l’ulteriore privatizzazione dell’ACEA (gestore del servizio idrico), un tentativo portato avanti ostinatamente dal Sindaco di Roma Alemanno. Questa battaglia è durata più di 3 mesi ed ha visto il Coordinamento Romano Acqua Pubblica, insieme ad un’ampia coalizione della società civile, costruire la rete “Roma non si vende” che per mesi ha contrastato la delibera voluta dalla Giunta Alemanno per la messa in vendita del 21% di ACEA.
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 17
Questa ampia coalizione sociale si è scontrata con l’arroganza della giunta comunale che nel portare avanti questo provvedimento ha ripetutamente messo in pratica forzature procedurali e ha impedito ai cittadini di seguire la discussione pubblica calpestando la volontà popolare espressa con il referendum dello scorso anno. Ma la lotta iniziata con una grande manifestazione cittadina ha prodotto i suoi risultati, e dopo due mesi di presidio democratico in Campidoglio, prima la Corte Costituzionale e poi il Consiglio di Stato hanno messo fine al progetto scellerato del Sindaco. Infatti il 20 luglio scorso la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo e incostituzionale il provvedimento del governo Berlusconi dell’agosto 2011(cosiddetto di ferragosto) che riproponeva sotto mentite spoglie quanto abrogato dal voto referendario di giugno 2011, provvedimento sul quale il sindaco Alemanno basava la sua battaglia di privatizzazione. Inoltre a pochi giorni di distanza il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dei consiglieri di opposizione contro le forzature procedurali della giunta capitolina dichiarando il provvedimento una violazione dello statuto comunale. La battaglia per l’acqua pubblica e per il rispetto integrale dell’esito referendario al grido di “L’acqua non si vende, l’acqua di difende!” ha portato i suoi frutti e va avanti di fronte ad una politica sorda ed arrogante sempre più distante dai cittadini che dovrebbe rappresentare. Per questo lo slogan “Si scrive acqua, si legge democrazia”, con il quale i comitati per l’acqua hanno conquistato il consenso degli italiani durante il lungo percorso referendario, continua ad essere attuale e centrale in un paese in cui gli spazi di partecipazione e democrazia diretta sono pochi e poco efficaci. La difesa dell’acqua come bene comune continua ad essere una battaglia per la democrazia che necessita dell’impegno
18
di tutti ed è per questo che oggi il movimento dell’acqua difende e rivendica i beni comuni come alternativa politica concreta. Convinti che sia importante portare avanti questo processo con propositività e immaginando percorsi di partecipazione e di ripubblicizzazione, per una riappropriazione di quello che è di tutti e per una nuova gestione del comune.
foto di Massimo Lupo
Link utili: http://www.acquabenecomune.org/ http://www.acquapubblica.eu/
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
youth for glo-cal sustainable development: un progetto di auto-apprendimento allo sviluppo sostenibile per sfidare la crisi di Manuela Piccolo Responsabile Inclusione Sociale SCI Youth for Glo-Cal Sustainable Development è un progetto dello SCI che durante l’estate ha portato a Roma, per un mese, 6 giovani provenienti da periferie urbane e aree rurali – tutte caratterizzate dalla mancanza di stimoli socio-culturali e dalla povertà di risorse - del Belgio, della Spagna, dell’Ucraina e dell’Azerbaigian. Oggi la locuzione “sviluppo sostenibile” - a poco più di vent’anni dalla sua prima comparsa nei documenti delle Nazioni Unite - permea il linguaggio sia scientifico che divulgativo: la sostenibilità è trasversale agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millenium Development Goals
- MDGs); il sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo è stato dedicato alla tematica delle interconnessioni tra ambiente e diritti umani; l’UNESCO ha indetto il Decennio internazionale dell’educazione allo sviluppo sostenibile (2005-2014); nel 2010 l’Unione Europea ha lanciato “EUROPA 2020 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. Tuttavia, malgrado l’enfasi retorica dei documenti e delle posizioni ufficiali di istituzioni nazionali, europee e globali - e le pressioni esercitate dell’attuale
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 19
crisi finanziaria ed economica europea, impercettibili sono i passi compiuti in direzione di un modello alternativo di sviluppo all’insegna della progressiva riconversione dei sistemi produttivi e delle fonti di approvvigionamento energetico in chiave di efficienza e di sostenibilità ambientale, nonché di un’equa redistribuzione di risorse e di ricchezze - a livello sia statale che globale. Anzi, nonostante la crisi scoppiata nel 2007 avrebbe i caratteri per dimostrare l’intrinseca insostenibilità dell’economiamondo così come si è andata configurando nel corso degli ultimi decenni, il vertice sullo sviluppo sostenibile Rio+20 (Rio de Janeiro, Brasile, 20-22 giugno 2012) ha reso evidente quanto la crisi economica abbia fatto arretrare le prospettive di sostenibilità messe all’ordine del giorno dal summit di venti anni fa. E non si tratta, purtroppo, nemmeno di una regressione di soli venti anni: tagli della spesa pubblica, licenziamenti facili, impoverimento dei redditi, estrema compressione dei diritti sociale e deregulation - le “medicine” imposta dai governi per conto degli organismi internazionali - sembrano oggi mettere in discussione diritti fondamentali conquistati nel corso degli ultimi due secoli. E’ urgente, allora, aprire un dibattito su possibilità, potenzialità e modalità di un processo di riconversione radicale promosso “dal basso”, in forma partecipata e, questo è stato l’obiettivo di Youth for Glo-Cal Sustainable Development. Il progetto è stato concepito, infatti, come uno spazio di aggregazione e attivazione dei giovani partecipanti in direzione della promozione di un modello di sviluppo in cui l’obiettivo della sostenibilità ambientale (ovvero dell’abbassamento ad un livello sostenibile e duraturo del
consumo di risorse e dell’ambiente) sia indissolubilmente collegato a quella di una più equa ripartizione della risorse all’interno delle singole società e nel sistema internazionale nel suo complesso. Passando attraverso momenti di autoformazione e dibattito sulla tematica, incontri con produttori locali aderenti alla campagna “Genuino Clandestino. Campagna per la libera lavorazione dei prodotti contadini”, attività negli orti urbani di Roma, laboratori di auto-produzione e, infine, attraverso la partecipazione ad un campo di volontariato internazionale sul tema, i giovani volontari sono diventati loro stessi attori di un modello di sviluppo basato sull’idea di “capitale sociale”, ovvero un modello secondo il quale la ricchezza di un territorio non si misura con indici economici ma sulla sua capacità di produrre coesione sociale, inclusione, solidarietà. Un valore aggiunto del progetto, da sottolineare , è stata l’inclusione di giovani - tutti - provenienti da contesti segnati da ostacoli di ordine socio-economico e geografico, a cui spesso si accompagnano bassi tassi di coscienza critica e partecipazione - per i quali il progetto ha rappresentato uno stimolo all’acquisizione di una maggiore capacità di autorappresentarsi e, dunque, rivendicare i propri diritti e quelli dell’intero pianeta.
Link utili:
http://www.unesco.it/cni/index.php/educazione/sviluppo-sostenibile http://www.un.org/millenniumgoals/ http://genuinoclandestino.noblogs.org/
20
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
“nessun viaggio è definitivo” un’esperienza di volontariato senior Nel 2010/2011 Il Servizio Civile Internazionale ha svolto il progetto di volontariato per adulti denominato “Senior Eco-Action” all’interno del programma europeo “Grundtvig”. Sei italiani hanno svolto un periodo di volontariato in Islanda, e due islandesi in Italia, ed in entrambi i casi l’esperienza è stata una crescita sia personale che per la comunità coinvolta. Entrambi i progetti erano focalizzati sulla protezione dell’ambiente a partire da un lavoro territoriale. Dalle parole di Maria Antonietta, abbiamo qualche immagine di una esperienza importante. 1) Cosa ti ha spinto a cogliere una occasione di volontariato senior? Fino allo scorso anno ero focalizzata su esperienze di volontariato nei Paesi in via di sviluppo e non avevo idea che la Comunità Europea avesse deciso di organizzare scambi di volontari senior per favorire la mobilità. Ritengo che il donare il proprio tempo e mettere le proprie energie al servizio degli altri sia una esperienza sublime. Ho accolto quindi con entusiasmo la possibilità, che credevo circoscritta all’ambito giovanile, di poter visitare un paese europeo e attraverso un percorso di volontariato, avere l’opportunità di mettermi in gioco e scambiare esperienze, conoscenze e buone pratiche. Nonostante i miei 58 anni sento di avere ancora tanto d’ apprendere e da dare ed
è stimolante uscire dai propri confini ed esplorare altri mondi che sembrano così lontani, come l’Islanda, ma che sono Europa e possono essere fonte di arricchimento e gioia per il corpo e lo spirito. 2) Cosa hai più apprezzato di questa esperienza? L’esperienza è stata meravigliosa sotto diversi punti di vista. Non mi soffermerò sulla bellezza di una natura primordiale, pura e irreale, quale quella d’Islanda e sulla magia delle aurore boreali, che ho sempre sognato sin da bambina di poter vedere, vorrei invece parlare dei rapporti umani incredibili e nati sul posto di lavoro. L’esperienza più toccante è stata quella vissuta a Solheimar, il primo eco villaggio del mondo, abitato da circa 70 persone con diversa disabilità, dove ho lavorato
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 21
per 2 settimane nel vivaio insieme a giovani volontari provenienti da diversi Paesi e residenti adulti affetti da gravi disturbi mentali. La sfida è stata quella di entrare nello spirito del luogo, di vincere pregiudizi e di capovolgere il concetto di inclusione sociale, infatti eravamo noi volontari ad essere inclusi nel loro villaggio, noi eravamo chiamati ad adeguarci a loro. 3) Cosa dovrebbe fare, una associazione come lo sci, per promuovere di più esperienze di volontariato per adulti? Oltre a continuare a partecipare ai bandi della Commissione europea, credo che ci siano ancora molti spazi a Roma o in Italia in cui lo SCI potrebbe organizzare progetti di volontariato senior. Sono in molti gli adulti intorno ai ’60 che hanno desiderio di rendersi utili e mettersi in gioco a tutti i livelli e nei diversi settori. Progetti nelle scuole, piuttosto che nelle biblioteche o musei, anche volontariato nell’organizzazione di eventi o festival. Coordinare esperienze di volontariato nelle aziende agricole sociali o iniziative a favore di persone con disabilità. 4) Cosa potrebbe apportare in più, secondo te, all’impegno per la sostenibilità e la difesa dell’ambiente, il volontariato degli adulti? Sarebbe ovvio rispondere che gli adulti hanno un bagaglio di esperienze maggiore dei giovani, quello che invece trovo più interessante è il dialogo intergenerazionale. In ogni progetto credo che la presenza di adulti e giovani contemporaneamente giovi all’impresa, qualunque essa sia. Anche per ciò che riguarda la sostenibilità e la difesa dell’ambiente, ci sono esperienze e antiche abitudini, fatte da
22
adulti prima del boom economico, di una civiltà contadina ormai scomparsa che potrebbero essere trasmesse e unite al grosso potenziale innovativo e visionario dei giovani, facilitare la scoperta di soluzioni, dare risposte concrete. 5) Cosa ti ha spinto, al ritorno in Italia, a proporre un progetto allo SCI1? Il rientro in Italia è stato traumatico. Vivere in un Paese senza inquinamento, dove il consumo di petrolio è minimo, dove si utilizzano quasi esclusivamente energie rinnovabili e dove la Comunità è stata in grado di opporsi al Governo, ha fatto scattare in me la molla per un maggiore impegno in difesa dell’ambiente. Guardandomi intorno ho percepito molta confusione nel settore della Green Economy e un’inadeguata informazione. Sono architetto eppure trovo difficoltà nell’affrontare concretamente certi temi e rilevo continuamente come le nuove tecnologie siano ancora sconosciute a molti. Credo che si debba sviluppare il principio del “KM 0 “ e di una approfondita conoscenza di quello che offre il territorio e diffondere tutte le buone pratiche e iniziative. Tutto questo è materia di corsi e incontri organizzati dalla Città dell’Utopia, di cui ricevo da anni le newsletters. Ho sempre apprezzato il lavoro che i giovani dello Sci fanno e ho ammirato la loro capacità di mettersi in rete, quindi ho pensato che avrebbero potuto capire e condividere il mio progetto. Inoltre provavo un sentimento di gratitudine nei confronti dello Sci per la bellissima esperienza in Islanda e Maria Antonietta, al ritorno dall’Islanda ha proposto allo SCI un progetto per creare mappe digitali del luoghi della sostenibilità nei nostri quartieri. Il progetto, “Green Mapping” è stato approvato dall’agenzia che gestisce i progetti Grundtvig e si svolgerà negli anni 2013 e 2014, tra Roma e Lubiana.
1
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
sono felice che da questa sia nato un bel frutto che spero mi darà la possibilità di continuare un percorso insieme. 6) Cosa diresti ad un tuo coetaneo per stimolarlo a fare una esperienza di volontariato all’estero? Quali sono le paure da vincere, le difficoltà da affrontare? Inizierei con una frase di Josè Saramago “ La felicità ha molte facce. Viaggiare, probabilmente, è una di queste. Affida i fiori a chi sappia badarvi e incomincia. O ricomincia. Nessun viaggio è definitivo”. Poi continuerei col dire che l’esperienza di volontariato fa vivere emozioni e può dare stimoli non paragonabili ai viaggi turistici. Quella che viene offerta è un’esperienza completa, in cui si ha la possibilità di esplorare il mondo esterno e quello interiore, riscoprendo valori e capacità assopite. Si deve avere la capacità di affrontare l’ignoto, di vincere i pregiudizi. La paura può essere quella di non sentirsi adeguato, di non essere accettato o compreso. Qualche volta chi parte vuole subito sentirsi utile e va in crisi se non viene immerso
subito in piena attività. Si deve invece imparare ad attendere, ad osservare per capire l’ambiente che ti accoglie. Si deve avere la capacità di affrontare l’ignoto, di vincere i pregiudizi. Una delle difficoltà può essere la lingua, un’altra è quella di superare una certa diffidenza iniziale e guadagnarsi la fiducia di chi ti accoglie. Altra difficoltà da non sottovalutare è la stretta convivenza con gli altri volontari, per questo è bene che siano occupati in ambienti diversi. Insomma il volontariato senior va inteso non solo come servizio per la comunità, ma come esperienza di conoscenza e crescita reciproca. Video:
http://www.youtube.com/watch?v=ma2r zEQLqeM&feature=plcp
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 23
CONCLUSIONI
Tanti progetti e la sfida a un gigante. Per fare luce in modo diverso
di Francesco Martino
Grounding our future, a step towards our future, patagonia senza dighe. Youth for Glo-cal sustainable development, senior eco-action….Dall’Italia all’Islanda, dalla Patagonia Cilena fino a Hong Kong, passando per l’India e le Mauritius, lo SCI Italia ha provato ad affrontare su scala globale le sfide del cambiamento climatico ma con sguardo sempre locale. La connessione con le comunità locali, infatti, è forse il tratto più importante nel rovesciamento di quel paradigma di sviluppo globale promosso invece dalla sinergia tra multinazionali, governi occidentali e organismi finanziari sovranazionali. Di fronte alla crisi economica globale, alle minacce del cambiamento climatico e alla riduzione delle fonti fossili, gli organismi di potere non vedono altra soluzione che l’incremento della produzione centralizzata di energia attraverso l’aumento dell’estrazione delle risorse naturali, e l’utilizzo di energie cosiddette verdi o rinnovabili solo a fini di mercato, in nome di una cieca ed illimitata crescita, senza considerazione per i costi ambientali e soprattutto sociali di tali investimenti. Le comunità locali sono viste appunto, nel migliore dei casi, come meri gruppi di consumatori a cui vendere energia e sulla cui salute scaricare i costi dell’inquinamento. Nel peggiore direttamente come ostacoli allo ‘sviluppo’, quando si oppongono ai mega-
24
progetti e all’esproprio delle risorse e dei beni comuni. L’opposizione a tale modello di sviluppo imperante, oltre che praticata e studiata nei vari contesti dei progetti attuati, ha trovato concreta espressione politica nella campagna ‘Stop ENEL – Per un nuovo modello energetico’, alla cui nascita lo SCI ha preso parte attiva. La multinazionale ENEL, una delle più grandi d’Europa e con ancora un 30% di partecipazione pubblica, è infatti in prima linea nella promozione nel mondo di questo modello energetico e di sviluppo obsoleto, attraverso progetti ad alto impatto sociale e ambientale nel nostro Paese e all’estero. Forte del retaggio coloniale derivante dall’acquisizione della spagnola Endesa, l’ENEL ha costruito e ha in progetto numerosi mega impianti idro-elettrici in America Latina, mentre continua a costruire centrali a carbone in Italia e nell’Est Europa. Come recita l’appello della campagna, “ciò è possibile grazie ai meccanismi cosiddetti flessibili del protocollo di Kyoto che consentono alle imprese di continuare ad inquinare, assegnando veri e propri permessi di emissione (certificati verdi) in cambio della costruzione di impianti di energie rinnovabili. Ma l’energia può essere considerata verde solo ad alcune condizioni. Non quando rischia di distruggere ecosistemi incontaminati, come nel caso del progetto Hydroaysèn nella Patagonia cilena e dei progetti
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
previsti sulle nostre Alpi, o quando calpesta i diritti, le economie locali e l’accesso all’acqua delle comunità contadine e dei popoli indigeni, come avviene nella regione Ixil in Guatemala, in Colombia e in Cile … L’energia non può essere considerata verde o rinnovabile quando prosciuga le falde acquifere, emette sostanze dannose per la salute dei cittadini o li espone a rischi incalcolabili come nel caso della geotermia sull’Amiata e del nucleare in Slovacchia o in Russia.” Scopo della campagna, oltre la denuncia e il tentativo di fermare i misfatti del colosso energetico italiano, è la promozione di “un altro modello di produzione, distribuzione e gestione dell’energia e di definizione delle priorità. Un modello reticolare, decentralizzato ed efficiente basato su impianti di energia rinnovabile di piccola scala, che avvicini la produzione di energia al consumo, eliminando la necessità di grandi linee di trasmissione, che preveda l’effettiva partecipazione delle comunità locali nei processi decisionali di pianificazione e gestione e che non danneggi la salute delle persone e l’ambiente.” La campagna riunisce i comitati locali di opposizione ai progetti energetici ENEL
della società civile italiana (da Porto Tolle a La Spezia, da Rossano Calabro a Brindisi) ai comitati del Cile, della Colombia, del Guatemala fino all’Albania, la Romania e la Russia. Il 29 aprile si è svolta la prima assemblea internazionale a Roma. Il giorno seguente alcuni rappresentanti delle comunità dell’America Latina sono intervenuti all’Assemblea Generale degli Azionisti, generando grande scalpore, mentre fuori dall’edificio aveva luogo un sit-in, una conferenza stampa e una performance anti-dighe. Sin dall’inizio come SCI abbiamo aderito e contribuito alla redazione dell’appello internazionale, e abbiamo poi organizzato, attraverso i gruppi locali di Napoli, Bologna e il gruppo Piemonte, degli incontri pubblici con i rappresentanti delle comunità mapuche, della Patagonia Cilena e del Guatemala. E pochi giorni fa si è svolta a Civitavecchia la seconda assemblea nazionale della campagna. Hanno suscitato clamore i dati diffusi sui danni alla salute delle centrali a carbone dai comitati No Coke del Lazio, e si è discusso poi di come proseguire nel lavoro di campaigning, alla luce del ricatto salute/lavoro emergente dai casi ILVA e Carbosulcis, e del nuovo
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 25
Piano Energetico Nazionale presentato dal governo Monti. Sulla falsariga dell’operato ENEL, questo governo punta ancora su idrocarburi, gas e presunto rinnovabile senza considerazione alcuna per territori da proteggere e interessi dei cittadini. Le strategie proposte sono tante, dalle alternative locali alla dipendenza dal gestore ENEL, a una campagna specifica contro gli incentivi al finto rinnovabile (Cip6) in bolletta, al sottolineare agli azionisti i costi delle vertenze con le comunità locali, fino alle mobilitazioni e all’attivazione di tutti gli strumenti legali a disposizione delle comunità impattate. Necessario è parso anche decostruire il linguaggio fuorviante e mistificatorio della ‘green economy’ e dell’energia pulita, iniziando a parlare magari di energia giusta, per le comunità, i territori, gli ecosistemi. Cosa può fare lo SCI in termini di attivismo? Qual è il contributo specifico che può dare a questa campagna? Come scrive Emanuela nel suo articolo, uno degli obiettivi dei progetti attuati quest’anno è stato “aprire un dibattito su possibilità, potenzialità e modalità di un processo di riconversione radicale, promosso “dal basso”, in forma partecipata”. La pratica, lo stimolo e l’attivazione di un tale modello energetico alternativo possono essere la strada da percorrere. L’esperienza storica dello
26
SCI e dei movimenti civili ci insegna che non si può demandare la messa in atto di un cambiamento radicale ai soggetti che perpetuano la conservazione del sistema in crisi. L’alternativa può e deve essere costruita dal basso e in forma partecipata, perché le alternative già ci sono. Se è vero che questo modello di sviluppo esige una produzione infinita da risorse materiali finite, l’energia che riceve il pianeta è costante e accessibile a tutti. Le tecnologie che permettono a chiunque di disporre di energia, di consumarla in maniera efficiente e di redistribuirne il surplus alla comunità esistono già, i modelli di produzione e distribuzione sono già stati studiati, le esperienze positive di emancipazione dai monopoli energetici, pubblici o privati, si stanno moltiplicando. Condividere i saperi tecno-ecologici, collegarsi alle esperienze d’indipendenza energetica di cittadini e comunità, diffondere pratiche virtuose vuol dire iniziare a costruire un nuovo modello energetico, in armonia con una nuova consapevolezza civica e politica, inseparabile dalle battaglie in atto per fermare i veri e propri crimini della produzione energetica. E allora andiamo avanti con una nuova stagione di attivismo ricca di green camps, iniziative in ecovillaggi e orti urbani, minicampi di riciclaggio e riuso, compostaggio, autocostruzione di pannelli solari e di scambi con i paesi del sud del mondo, dove forse le potenzialità di un nuovo modello di sviluppo sono tanto notevoli quanto più urgenti e necessarie. - Change the system, not the climate! hanno detto i ragazzi di Grounding our future, consapevoli che il cambiamento necessario è nel modello di sviluppo, e che il futuro può essere immaginato solo cambiando il presente.
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
Sostieni SCI
Diventa Socio SCI
Fai una donazione
E’ sufficiente effettuare una donazione di almeno 20€ sul cc postale n. 79042008 intestato a Servizio Civile Internazionale, via G. Cardano 135 – 00146 Roma, causale: “tesseramento”.
Coordinate bancarie presso Banca Etica
Oppure effettuare un bonifico, intestato a Servizio Civile Internazionale c/o Banca Popolare Etica, EU IBAN: IT69C 0501803200000000101441, inviandoci via mail i tuoi dati.
5xMILLE
EU IBAN: IT69C05018 03200 000000101441 CAUSALE: “Donazione”. Coordinate di conto corrente postale ccp. 79042008 intestato a: Servizio Civile Internazionale via G. Cardano, 135 - 00146 Roma
SERVIZIO CIVILE INTERNAZIONALE
Scegli di destinare il 5xMILLE a sostegno del Servizio Civile Internazionale. Basta indicare il codice fiscale 97004220584 e firmare nell’apposito riquadro dei modelli di dichiarazione. Conferire il 5xMILLE a un ente no profit non comporta la rinuncia alla destinazione dell’8 per mille.
Segreteria Nazionale Via A. Cruto, 43 00146 Roma Tel. 06.5580644 Fax 06.5585268
Il tuo 5xMILLE allo SCI. A te non costa nulla, per noi fa la differenza.
email: info@sci-italia.it
Web: www.sci-italia.it
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 27
cont@tti e gruppi regionali e locali SCI Segreteria Nazionale via A. Cruto 43, 00146 - Roma Tel. 065580644 Fax. 065585268 Email: info@sci-italia.it web: www.sci-italia.it Campi di volontariato: workcamps@sci-italia.it Progetti di volontariato a lungo termine (LTV - SVE): evs@sci-italia.it, ltv@sci-italia.it Progetti e scambi NordSud: nordsud@sci-italia.it Volontariato su Inclusione sociale: inclusione@sci-italia.it Amministrazione: amministrazione@sci-italia.it Informazioni generali: info@sci-italia.it Mailing List Stili di Vita Sostenibili: gaiaitalia@sci-italia.it ABRUZZO Emmanuela Rotondo e-mail: emmanuela.rotondo@gmail.com tel. 3289530402 CAMPANIA SCI Napoli - Alessandro Paolo e-mail: napoli@sci-italia.it Silvia Zarrella (Avellino) tel. 3204743642; e-mail: silvia.zar@libero.it
28
EMILIA ROMAGNA SCI Bologna e-mail: bologna@sci-italia.it tel: 3405633875 (Marco) - 3898014296 Blog del gruppo SCI Bologna: www.scibologna.blogspot.com/ Silvia Ampollini (Parma) e-mail: parma@sci-italia.it FRIULI VENEZIA GIULIA Barbara Gambellin (Pordenone) tel. 3497485226; e-mail: pordenone@sci-italia.it LAZIO Segreteria Nazionale via A.Cruto 43, Roma Tel. 065580644 Fax. 065585268 Email: info@sci-italia.it; web: www.sci-italia.it “La Città dell’Utopia” via Valeriano 3/F, Roma (Metro Basilica S. Paolo) e-mail: lacittadellutopia@sci-italia.it; www.lacittadellutopia.it; tel: 0659648311 LIGURIA SCI Genova email: genova@sci-italia.it Matteo Testino tel. 3396713868 Denise Murgia (La Spezia) tel. 0187414129 ore serali email: laspezia@sci-italia.it
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente
LOMBARDIA SCI Lombardia via Morigi 8, 20123 Milano e-mail: lombardia@sci-italia.it Alessandro Schiano (Milano) tel. 3401364689 Informagiovani Sondrio c/o Policampus Consorzio Sol.Co. Sondrio Via Tirano snc – 23100 Sondrio Tel e fax 0342.518239 Sito: www.policampus.it E-mail: informagiovani@comune.sondrio.it MARCHE Andrea Antinori (Ancona) tel. 3287092982 dopo le h. 20
SARDEGNA SCI Sardegna email: sardegna@sci-italia.it facebook: facebook.com/SciSardegna Mauro Carta (Sassari) e-mail: sassari@sci-italia.it Salvatore Lai (Calagonone/Dorgali (NU) tel. 078493186 SICILIA Giorgio Nasillo e-mail: giorgio.nasillo@sci-italia.it Rosario Scollo (Catania) email: catania@sci-italia.it UMBRIA Jacopo Di Stefano (Perugia) perugia@sci-italia.it
PIEMONTE SCI Piemonte c/o Centro Servizi VSSP via Giolitti 21 (piazza Valdo Fusi) 10123 Torino e-mail: piemonte@sci-italia.it web: www.sci-piemonte.it tel. 392 4377469 Carmen Fiore (Torino) tel. 339 4708757 Valentina Contin (Tortona - AL) tel. 335 5784626 Lisa Lissolo (Ivrea, TO) tel. 345 9739806 Luca Robino (Moncalieri) tel. 347 9734315
TRENTINO ALTO ADIGE Beatrice De Blasi (Trento) tel. 0461391113 (ore pasti) email: trento@sci-italia.it
PUGLIA SCI Bari email: bari@sci-italia.it; Cristoforo Marzocca tel. 3403646421
VENETO SCI Padova email: padova@sci-italia.it Alessandro Marinello (Verona) e-mail: ale.greywolf@libero.it
TOSCANA Informagiovani Pisa via Silvio Pellico 6 - 56125 email: informagiovani@comune.pisa.it Luciano D’Alessandro tel. 05023601; e-mail: luciano.dalessandro@tin.it Matteo Testino (Firenze) tel. 3396713868; email: firenze@sci-italia.it
Glocal eco-actions: tra volontariato e impegno per l’ambiente 29