Scifondo Aprile-Maggio 2015

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N° 213 - APRILE / MAGGIO 2015 - 4,00 Euro - PERIODICO MENSILE

LE MEDAGLIE DI FALUN E KONTIOLAHTI: È INIZIATA LA RISCOSSA?

Photo credit: Engadin Skimarathon

APRILE / MAGGIO 2015

MATERIALI: IL TEST DEGLI SKIROLL 2015


n o i s i v

d l r o w e Th s your n eed

RI RIER / VENTU JULIEN CHO chiali ultraleggeri

- Crédits photos : Jérémy Bernard - Semaphore.

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Sommario N* 213 APRILE / MAGGIO 2015

Photo credit: Engadin Skimarathon

MATERIALI >

10

SKIROLL TEST >

18

IL SISTEMA FIRST DEI NORTHUG

EDITORIALI

3

>

>

RACING >

30

SPECIALE MONDIALI FALUN 2015 L'ITALIA ROMPE IL DIGIUNO IRIDATO

>

>

54 56

MARCIALONGA CYCLING RUNNING

PORTFOLIO

>

33

FALUN 2015 DIETMAR NOECKLER:

6

>

ROLLERSKI WARRIOR

53

CANADA: LE OLIMPIADI DEDICATE AI MASTER

CATERPILLER

8

52

VIOTE - MONTE BONDONE

5

>

50

MILLEGROBBE

>

SNOWOMAN

VASALOPPET 2015

>

FINLANDIA HIITO 2015

ISPO 2015, IL PROSSIMO FONDO

4

>

48

MOONLIGHT CLASSIC

>

19

QUESTIONE DI FONDO >

>

>

24

>

25

>

SPEEDMAX, UNA COLLEZIONE COMPLETA >

LEKI: UN’AZIENDA NATA DALLA GRANDE PASSIONE PER LO SCI >

26

SVECOM, IL PARTNER DELLO SKILAB >

28

METTIAMO UN FRENO ALLO SKIROLL

CI VEDIAMO IN EDICOLA IL 15 OTTOBRE 2015

CON UN NUOVO NUMERO DI SCIFONDO SEMPRE PIÙ RICCO DI NOTIZIE, INFORMAZIONI E INIZIATIVE.

34

STEFANO ARCOBELLI LO SCI DI FONDO SULLA GAZZA

36

L'ALFABETO FALUNIANO >

38

LAMPO DE FABIANI: A LAHTI IL SUO PRIMO SUCCESSO IN COPPA DEL MONDO >

39

KONTIOLAHTI 2015 IL RUGGITO DI KARIN >

>

58

IN VETRINA

44

>

46

>

COMELGO LOPPET

55

HOTEL DEL MESE

>

DOBBIACO - CORTINA >

>

42

ENGADIN SKIMARATHON >

RUBRICHE

60

E-MAIL SCIFONDO

62

WAX ROOM

64

SULLO SCAFFALE

1



QUESTIONE DI

Fondo

Un cambio di marcia. Carlo Brena

La scommessa non è ancora stata vinta. La scommessa è ancora viva. L’inverno che si è appena

concluso ha visto il cambio di proprietà (ma non di gestione) di SciFondo, in un panorama editoriale italiano e internazionale dove le riviste cartacee si avviano alla classificazione di razza in via di estinzione. Era ed è una scommessa ancora tutta da giocare. Abbiamo salvato la testata, ma il lavoro non è ancora finito: crediamo sia necessario un ulteriore cambio, un cambio di marcia. La nostra disciplina ha sempre peccato di un’immagine “low profile”, un’idea di attività sportiva fatta solo di fatica e bava alla bocca, senza mai alzare troppo la voce per non peccare di presunzione e vanità. Abbiamo coltivato per troppo tempo una sobrietà che ci ha relegato all’ombra di sport più appariscenti e magari con contenuti non superiori ai nostri. Forse, è giunto il momento di cambiare marcia, trasformare la nostra regolatezza in un’arma fatta di allegria, colore ed entusiasmo, in grado di attrarre (nuovamente!) forze giovani, sponsor, atleti, media. Ognuno dovrà fare la propria parte, e noi faremo la nostra. In questo cambio di marcia, abbiamo deciso che anche i simboli debbano raccontare la svolta, ed è per questo che abbiamo deciso di rifare SciFondo con un nuovo formato, una nuova grafica e, naturalmente, un nuovo logo. Vi piace? Un logo pieno, di carattere, che dice “Noi ci siamo, esistiamo”. Un logo dinamico con colori vivaci, che attragga l’attenzione di ragazzi e ragazze (e non ci riferiamo solo all’anagrafe) per dire che la festa è qui! Un logo, però, che non perde la sua identità, che richiama il profilo dello sci da fondo alla sua base: perché noi veniamo da lì, non dimentichiamocelo! Quello che state per leggere è un “vecchio SciFondo” in un nuovo SciFondo. Questa estate lavoreremo per dare nuovi contenuti, non solo in termini di articoli e servizi, ma anche con iniziative e attività, perché la nostra rivista sia testimonial di un fatto auspicato da più parti: un cambio di marcia! ¶

3


SNO

n a m o W

il lato rosa dei mondiali Virginia De Martin Tropanin

Beyond expectations, come un mantra mi risuona ancora in testa il motto dei Mondiali di Falun 2015.

4

Photo credit: NordicFocus

Si son conclusi da poco, sono stati non solo l’appuntamento più importante della stagione agonistica, ma un evento grandioso, da record. Un pubblico caloroso e scatenato mi ha regalato l’amore per lo sci di fondo durante ogni competizione, con qualsiasi condizione meteorologica. Abbiamo assistito a grandi imprese e clamorose debacle, tutte accompagnate dal boato di accoglienza nello stadio e da tribune scalpitanti. Ma qual è stato il lato rosa dei mondiali? Per la maggior parte delle competizioni, più che rosa, si è tinto del rosso delle tute norvegesi: a scrivere la storia sono state le solite note protagoniste Johaug e Bjorgen, con la svedese Kalla a dar loro filo da torcere. Sarebbe stato un dominio assoluto, se non fosse stato per l’intervento di particolari condizioni meteo durante la 10 km: una fitta nevicata si è scaricata nel clou della competizione, regalando un finale a sorpresa. La polvere bianca ha incoronato ancora Kalla, ma ha messo sui gradini più bassi del podio due statunitensi, Jessie Diggins e la molto meno nota Caitlin Gregg. Queste due Cenerentola sembrerebbero lontane anni luce dalle regine scandinave, ma non per me. C’è qualcosa che si legge nelle loro pattinate che le accomuna. E non è un dettaglio tecnico. È un atteggiamento comune, che ha a che fare con la grinta e la combattività. Qualità che sono il cavallo di battaglia del team USA, un gruppetto di ragazze che negli ultimi anni ha raccolto ottimi risultati, un piccolo team che si contraddistingue per il forte spirito di squadra e l’attitudine a dare sempre il massimo. Lo sa bene chi gareggia al loro fianco: in gara lottano coraggiosamente e dopo la linea del traguardo si sciolgono in un abbraccio di squadra. Questa dedizione ha fatto sì che le due americane siano riuscite a sfruttare la situazione favorevole raccogliendo uno strepitoso risultato. Ed è la stessa dedizione che si riconosce negli occhi delle scandinave, per le quali ogni competizione è una nuova occasione per dimostrare chi è la più forte. Le Norge fanno del lavoro di squadra, il loro punto di forza è lo stimolo a migliorarsi. Un prezioso insegnamento: nessuna ricetta magica per il futuro, ma coraggio, grinta e lavoro di squadra. Per andare…beyond expectations. ¶


CATER

Piller

Gare si? Gare no? Gare forse…. Pietro Piller Cottrer

Mi guardo indietro e vedo anni e anni spesi ad indossare un pettorale. Quante gare, un sacco

di competizioni. Una vita a battagliare. Però poi arriva il giorno dello stop, e con esso una chiara sensazione: penso di potermi fare portavoce di tutti quelli che dopo l’addio alle gare abbiano avuto un periodo di "crisi da rigetto". Come dire… basta! Dopo tante classifiche e punteggi vari, credo che un periodo sabbatico se lo sia preso chiunque, salvo poi, dopo un intervallo di tempo più o meno lungo, riprendere l'attività, ma badate bene: attività fisica, non agonistica. È dopo questo periodo che torna il piacere di sciare solo per il gusto di sciare, che per noi equivale a stare bene. Io non mi nascondo e per ora il momento di ricominciare la “attività” non è ancora arrivato, ma non manca molto, credetemi. Devo comunque dire che di sci, corsa, bici, skiroll e camminata non sono completamente a digiuno, visto il mio ruolo di allenatore “da campo”, però per delle uscite in solitaria, beh per quelle manca ancora un po'. Ci vuole tempo. Molti mi chiedono di partecipare a questa o quella gara, di indossare quel tal pettorale, di iscrivermi ad una competizione; voglio essere chiaro: al momento lo stimolo viene solo dalla gare non competitive. Lo so può apparire un controsenso, ma non lo è: la mia partecipazione al fianco di Silvio alla Marcialonga dell'anno scorso, ne è un chiaro esempio. In precedenza, e siamo nel luglio 2013, un po' per gioco un po' per sfida, prima fra allenatori poi con gli atleti mi sono cimentato in una gara di skiroll in piano. Risultato? Allenatori e atleti battuti! Beh, devo essere onesto, dicendo che “vivevo ancora di rendita”. La seconda occasione? Una sfida fra tecnici alla Coppa Europa di Rogla 2015. Un giro della gara sprint, tre per nazione. Mentre mi spoglio per indossare il pettorale mi rendo conto che sto rifacendo gli stessi gesti, in un rito ormai acquisito come una prassi quotidiana. Io, Luciano Cardini e Michele Carrara ci siamo difesi: tutto stava andando bene, quando hanno deciso di lasciare me in ultima frazione, e si sa che con me allo sprint il risultato è quasi scontato. Che mi sia tornata la voglia? Nooo! La voglia di mordere (e baciare) gli sci non è quella di un tempo. Giusto così, ovvio. Per fare le gare bisogna essere allenati: credevo di saperlo, ma a volte è necessario mettersi addosso un numero perché qualcuno te lo ricordi. E normalmente sono gli altri, quelli che ti hanno battuto. Maledetti. ¶

5


6

Photo credit: NordicFocus

Portfolio


Chissà in quanti eravamo: quindici, sedicimila, forse diciottomila. Chissà. E chissà quanti pensieri. Quindi, sedici, forse diciottomila pensieri, uno diverso dall’altro. O forse nessuno pensiero: dopo il via non c’è più tempo di pensare, si deve spingere come mai lo si è fatto in vita propria. Una distrazione, una indecisione, una caduta, e tutto è perduto. Si può venire inghiottiti. Ma si può anche superare indenni la partenza, e trasformare la Vasaloppet in un cassetto che si apre, dal quale prendere in mano il proprio sogno.


Portfolio

8

Un tunnel. Graffiti sulle pareti. Una luce proietta l’ombra di un urban warrior, un guerriero cittadino che cavalca due skiroll pronti a volare. Per lui, per noi, il campo di battaglia è l’asfalto. Si scivola o si vola, le ruote piccole ci accompagnano in gradi emozioni. Per qualcuno è sudare, per altri è migliorare. Qualcuno dice che è arte.


Photo credit: One Way

9


Materiali

SKIROLL 2015 LE NOSTRE PROVE Quasi trenta skiroll testati da sette “pro” per un giudizio unanime: la forza di una disciplina sta nella qualità della sua attrezzatura, e nel caso dello skiroll possiamo considerarla come attività adulta ed estremamente affidabile.

10

Sono gli strumenti da allenamento più usati dai fondisti, compagni di ore e ore di spinte su strade in tutto il mondo. Sono semplici ma efficaci. Sono gli skiroll, gli “sci con le rotelle” per spiegarli ai profani. Difficile che non esistano nel garage di un fondista, perché gli skiroll sono indispensabili per allenarsi ma anche per migliorare la tecnica, l’equilibrio, la preparazione in generale. Ma negli anni, il loro impiego si è esteso dall’attività agonistica vera e propria, arrivando all’istituzione della Coppa del Mondo sotto l’egida FIS, fino alla ca-

tegoria “per di porto” destinata alle sole finalità wellness. Insomma, lo skiroll può essere considerato un vero sport, e come tale va analizzato anche sotto il profilo della attrezzatura. È per questa ragione, che abbiamo deciso di istituire una prima sessione di test degli skiroll che possiamo trovare in commercio in Italia, con l’obiettivo non tanto di eleggere il miglior attrezzo che ne ridurrebbe le finalità ad una mera e fredda graduatoria, ma con la volontà di approfondire il tema anche nelle prossime stagioni. Da qualche parte dovevamo iniziare, e così abbiamo fatto. Naturalmente i test di skiroll potranno e dovranno essere potenziati, estendendo le prove ad altri marchi e con prove di laboratorio, ma anche, perché no, con prove aperte al pubblico. La prima volta. Anzi no la seconda. Ce n’eravamo dimenticati, ma poi sfogliando SciFondo dell’annata 2005/06 troviamo un test di skiroll organizzato da Marco Selle e da un gruppo di fondisti della Val di Fiemme. Il parallelismo con numerose voci analizzate durante i test degli sci sulla neve era evidente già dieci anni fa, e natu-

Carlo Brena

ralmente non ci siamo scostati di molto da questa traccia. Quindi, abbiamo invitato 7 aziende produttrici sul oltre 40 che il mercato mondiale offre, chiedendo loro di inviare attrezzi per le categorie “racing” e “performance”: la prima destinata al mondo dell’agonismo, la seconda agli attrezzi per allenamento. Una terza famiglia di prodotti si è affacciata in questi anni, ed è quella dell’off-road, che abbiamo voluto inserire perché crediamo che nel corso dei prossimi anni potrà avere un discreto sviluppo, soprattutto grazie alla crescita delle piste ciclabile su sterrato: un attrezzo destinato alla parte più ludica della pratica skirollistica per il cosiddetto tempo libero. Sulla pista di Cene. In media val Seriana, in provincia di Bergamo, da alcuni anni è stata istituita (con lungimiranza, è bene dirlo) un anello asfaltato di un chilometro nel centro sportivo di Cene, destinato alla locale Scuola di Ciclismo. Un circuito ideale per le nostre prove su strada perché dotato di una salita con curve e controcurve, lunghi rettilinei e asfalto omogeneo. La fortuna, poi,


FIS Rollerski World Championships 2015

Durante le prove di skiroll i nostri sette testatori hanno utilizzato i bastoni Masters: il modello Team 10 è un bastone 100% carbonio con diametro tubo 16 mm e dotato di puntale specifico per lo skiroll. Il bastone è impreziosito dalla nuova manopola Essenza con passamano sganciabile Evolution Click. www.masters.it

ha voluto che il 5 marzo, giorno dei test, sulla Lombardia splendesse un fantastico sole che ha reso la giornata di lavoro, molto vicina alle reali condizioni che si possono trovare durante l’estate. Testatori “top di gamma” Come siamo soliti fare con i test di sci sulla neve, anche per le prove degli skiroll abbiamo chiesto a professionisti del mestiere di aiutarci nel giudicare gli attrezzi. Abbiamo così “convocato” i fratelli Renato e Fabio Pasini, Bruno Carrara, Fabio Santus, Giovanni Gullo, Corrado Vanini e l’unico non bergamasco, Marco Ranaldi. Vederli lavorare e scambiarsi giudizi e opinioni è stato sinonimo di massima professionalità: il continuo confronto durante la sessione di test e l’assoluta indipendenza nell’espressione del voto, ci ha confermato la bontà della scelta fatta. Un primo giudizio. È bene sottolinearlo che un elemento fortemente discriminante nella votazione di uno skiroll è la tipologia della ruota: oltre al profilo (ovvero la forma), ciò che conta

è la durezza perché questa ne determina il rendimento, sia in termini di assorbimento delle vibrazioni che di tenuta durante la spinta. Anche in questo caso si tratta di un “compromesso nordico”: ruote con durezza elevata consentono velocità più alte perché più scorrevoli (ma attenzione al grip), mentre quelle con minor durezza mostreranno una “tenuta” maggiore e anche un comfort più elevato. Parametri di valutazione Abbiamo chiesto ai nostri testatori di esprimere un voto sul comportamento dello skiroll in salita, in piano, in discesa e in curva. Inoltre un giudizio anche sull’aderenza in fase di spinta, sulla conduzione (la tendenza ad andare dritti) e alla morbidezza e assorbimento. Infine, per gli skiroll da allenamento anche la somiglianza con lo sci da fondo. In questa prima edizione di test di skiroll, abbiamo deciso di non mettere la classifica dell’attrezzo migliore, ma preferiamo che i lettori si soffermino sui voti delle singole voci che disegnano meglio il comportamento dello skiroll ¶

Dal 24 al 27 settembre la Val di Fiemme accoglierà il meglio dello skiroll che si contenderanno i Campionati del Mondo 2015 e saranno giornate ad alta velocità. Sciatori su ruota di tutto il mondo calcheranno le strade di Ziano di Fiemme quartier generale dell’evento iridato - e dei dintorni con gare di lunga distanza, prove a squadre e sprint in centro storico, in tecnica classica o libera. Il calendario parte con una Uphill Interval di 10,4 km in passo alternato il primo giorno, cui seguiranno le due gare Sprint in skating, a squadre il venerdì e individuale il sabato. Domenica 27 settembre si chiude con la Mass Start sulla lunga distanza, ancora in tecnica libera. In tutte le giornate saranno al via le categorie Senior e Junior. Info: www.fiemmeworldcup.com

Fabio Pasini

Bruno Carrara

Corrado Vanini

Fabio Santus

Giovanni Gullo

Renato Pasini

Marco Ranaldi

11


Materiali

Tecnica Libera

RACING

SKIROLL TEST

PERFORMANCE

Tecnica Libera

Tecnica Libera

Tecnica Classica 2 ruote

Tecnica Classica 2 ruote

Tecnica Classica 3 ruote

Tecnica Classica 3 ruote

SKIWAY

Progress Gara COMPORTAMENTO

SWENOR

9,0

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

8,7

IN PIANO

9,0

CONDUZIONE

9,1

IN DISCESA

8,9

IN CURVA

8,4

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

6,8

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

7,0 8,3

Alutech R IN SALITA

8,4

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,8

CONDUZIONE

8,4

IN DISCESA

8,9

IN CURVA

8,7

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

7,7

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

6,6 9,0

Fast Classic 2 COMPORTAMENTO IN SALITA

8,6

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,3

CONDUZIONE

8,9

IN DISCESA

8,3

IN CURVA

8,3

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

6,8

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

5,8 6,7

GLOBULONERO CS1 Carbon Race COMPORTAMENTO

12

6,6

IN SALITA

COMPORTAMENTO

SKISKETT

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

IN SALITA

7,9

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

7,9

CONDUZIONE

7,4

IN DISCESA

7,1

IN CURVA

7,1

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

5,9


SKIROLL TEST

GLOBULONERO B1 Carbon Race COMPORTAMENTO

ROLSKI

7,9

IN PIANO

8,4

CONDUZIONE

8,0

IN DISCESA

8,0

IN CURVA

7,7

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

6,9

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

5,6

Gara Light Skate IN SALITA

9,3

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

8,9

IN PIANO

9,4

CONDUZIONE

9,0

IN DISCESA

9,1

IN CURVA

9,3

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

7,5

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

5,3 8,4

Flash Gara IN SALITA

8,7

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,5

CONDUZIONE

8,6

IN DISCESA

8,6

IN CURVA

8,8

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

6,5

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

5,1 8,1

Equipe R2 (78A) COMPORTAMENTO

SKISKETT

8,0

IN SALITA

COMPORTAMENTO

SWENOR

5,4

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

COMPORTAMENTO

SKIWAY

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

IN SALITA

8,1

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,6

CONDUZIONE

8,5

IN DISCESA

8,4

IN CURVA

8,4

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

6,7

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

5,3 8,0

Fast Skate COMPORTAMENTO IN SALITA

8,1

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,5

CONDUZIONE

8,3

IN DISCESA

8,1

IN CURVA

8,0

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

6,5

Tecnica Classica 2 ruote

Materiali

13


Materiali SKIWAY

SKIROLL TEST

Tris Gara

Tecnica Classica 3 ruote

COMPORTAMENTO

SKISKETT

9,4

IN PIANO

9,4

CONDUZIONE

9,6

IN DISCESA

8,4

IN CURVA

7,0

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

7,1

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

6,6

Fast Classic 3 IN SALITA

9,0

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

9,1

IN PIANO

9,1

CONDUZIONE

9,0

IN DISCESA

8,3

IN CURVA

7,0

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

7,1

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

6,2 8,6

Gara Light Classic IN SALITA

8,9

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,6

CONDUZIONE

5,2

IN DISCESA

7,6

IN CURVA

6,6

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

7,4

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

7,3 8,2

GLOBULONERO B1 Carbon Train COMPORTAMENTO IN SALITA

8,6

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,5

CONDUZIONE

8,6

IN DISCESA

8,6

IN CURVA

8,5

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

7,9

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

7,8 7,9

Skate Elite COMPORTAMENTO

14

9,2

IN SALITA

COMPORTAMENTO

SWENOR

6,4

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

COMPORTAMENTO

ROLSKI

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

IN SALITA

8,1

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,4

CONDUZIONE

8,8

IN DISCESA

7,9

IN CURVA

8,1

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

8,6


ROLSKI

SKIROLL TEST

Skate Carbon COMPORTAMENTO

SKIWAY

7,1

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

8,1

IN PIANO

7,5

CONDUZIONE

7,9

IN DISCESA

7,0

IN CURVA

7,4

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

8,4

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

6,4

Speed IN SALITA

8,1

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

7,7

IN PIANO

8,0

CONDUZIONE

8,2

IN DISCESA

7,8

IN CURVA

8,4

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

6,6

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

6,6 7,3

SKISKETT Elite Skate Flex COMPORTAMENTO IN SALITA

7,9

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,0

CONDUZIONE

7,7

IN DISCESA

7,6

IN CURVA

7,9

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

7,8

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

6,4 6,9

Carbonlite Skate COMPORTAMENTO

ELPEX

8,4

IN SALITA

COMPORTAMENTO

FISCHER

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

IN SALITA

6,8

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

7,0

CONDUZIONE

8,0

IN DISCESA

6,8

IN CURVA

6,6

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

8,2

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

5,5 5,9

F1 Composite COMPORTAMENTO IN SALITA

5,3

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

5,4

CONDUZIONE

6,1

IN DISCESA

5,5

IN CURVA

5,1

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

6,1

Tecnica Libera

Materiali

15


Materiali SWENOR

SKIROLL TEST

Fibreglass

Tecnica Classica 2 ruote

COMPORTAMENTO 9,0

IN PIANO

8,8

CONDUZIONE

7,6

IN DISCESA

8,4

IN CURVA

7,6

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

9,9

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

7,8

IN SALITA

8,6

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

8,6

IN PIANO

8,7

CONDUZIONE

8,6

IN DISCESA

8,6

IN CURVA

8,4

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

8,5

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

8,8 5,7

Vasa Road Carbon COMPORTAMENTO IN SALITA

7,8

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,4

CONDUZIONE

7,6

IN DISCESA

8,6

IN CURVA

8,3

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

9,1

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

6,9 8,6

Sport Classic 2 COMPORTAMENTO

SKIWAY

IN SALITA

8,6

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,3

CONDUZIONE

8,2

IN DISCESA

7,9

IN CURVA

7,7

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

6,9

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

7,3 7,9

Twin COMPORTAMENTO

16

8,9

IN SALITA

COMPORTAMENTO

SKISKETT

8,9

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

GLOBULONERO CS1 Carbon Train

ROLSKI

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

IN SALITA

7,3

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,0

CONDUZIONE

6,7

IN DISCESA

7,1

IN CURVA

6,6

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

7,5


Materiali Carbonlite Classic

COMPORTAMENTO

ELPEX

7,6

IN SALITA

6,6

IN PIANO

7,1

CONDUZIONE

7,6

IN DISCESA

7,1

IN CURVA

7,1

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

7,4

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

6,0

Evolution X IN SALITA

5,9

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

6,9

IN PIANO

6,4

CONDUZIONE

5,9

IN DISCESA

6,9

IN CURVA

6,4

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

6,3

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

7,0 8,6

Tris COMPORTAMENTO

SKISKETT

6,0

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

COMPORTAMENTO

SKIWAY

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

IN SALITA

8,9

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

8,4

CONDUZIONE

8,4

IN DISCESA

7,6

IN CURVA

6,2

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

7,3

SOMIGLIANZA CON LO SCI CL.

6,1 7,8

Sport Classic 3 COMPORTAMENTO IN SALITA

7,4

ADERENZA IN FASE DI SPINTA

IN PIANO

6,9

CONDUZIONE

6,4

IN DISCESA

6,4

IN CURVA

5,4

MORBIDEZZA ASSORBIMENTO

5,9

Tecnica Classica 3 ruote

FISCHER

SKIROLL TEST

Aziende presenti al test > Fischer www.fischersports.com

> Swenor www.swenor.com

> Elpex www.elpex.se

> Globulo Nero www.skiroll.eu

> Ski Skett www.skiskett.com

> Skiway www.dkski.it

> Rolski www.monsero.com

> www.masters.it >www.elleerre.it

17


Materiali

Spazzole NORTHUG

IL SISTEMA FIRST DEI NORTHUG Marcello Signorelli

Dalla famiglia del fuoriclasse norvegese, una soluzione semplice ed efficace per lisciare la soletta, grazie a tre “spugne” di diverse gradazioni e una spazzola dotata di velcro. First, questo il nome scelto per il prodotto, è facile e immediato, peccato che non sia anche economico.

Photo credit: NordicFocus

Non c’è di meglio che sviluppare un prodotto in casa, il più forte fondista in circolazione come testimonial, e soprattutto averlo gratis. Un modo ironico per approcciare la descrizione di una novità per preparare al meglio la soletta dello sci. Con un’innovazione studiata, progettata e applicata in casa Northug, si è messo a punto una spazzola senza i tradizionali aghi di nylon, di crine o di bronzo. Una spazzola che, al loro posto, utilizza una sorta di spugna creata in tre diverse densità così da risultare a differente tipo di grana (grossa, media e fine). Il prodotto si chiama First Ski Base Optimizer. Obiettivo, rivitalizzare la soletta dello sci, prepararla all’impronta, renderla più performante e, quindi, pronta per essere meglio sciolinata. La premessa è un passaggio preliminare con il pulitore della soletta per rimuovere ogni traccia di eventuali cere applicate in precedenza. Le tre diverse applicazioni (coarse, medium e fine) vanno passate, all’occorrenza, ciascuna per dieci volte avanti e indietro sulla soletta dello sci. Fissate con una base in velcro alla spazzola (in realtà una struttura ottenuta da una “schiuma” solidificata e dall’impugnatura ergonomica), il trattamento consente di ottenere una soletta molto liscia. E i vantaggi, secondo i loro ideatori, ovvero la famiglia Northug, non sono pochi, applicabili nella creazione della struttura con la soletta che subisce già un pre-trattamento prima dell’improntatura (il che - si legge nel sito northug.no/first, ottimizza il risultato). Graffi ed eventuale “pelo” vengono rimossi, in fase di paraffinatura per la base o applicazione della cera migliora l’adesione alla soletta, e infine, in sci già strutturati, la vecchia impronta viene già smussata, riducendone la consistenza, arrotondandone gli angoli e abbassando l’attrito meccanico durante la nuova improntatura.

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INFOPOINT Per acquistare la First Ski Base Optimizer si deve transitare attraverso il negozio online di famiglia: northug.no/first e cliccare su “Go to Shop”. Il kit completo è in vendita a 799 corone norvegesi (una corona vale circa 11 centesimi di Euro).


ISPO,

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IL PROSSIMO FONDO

Siamo andati a Monaco alla più importante fiera dell’articolo sportivo invernale, per scoprire le novità che troveremo in negozio il prossimo inverno. Dagli sci all’abbigliamento, dagli accessori all’attrezzatura, ecco dove si stanno muovendo i grandi brand internazionali dello sci di fondo

SCI ‘X-IUM SKATING WHITE BASE’ DI ROSSIGNOL In linea con la filosofia “garantire la miglior esperienza sugli sci, ogni giorno!”, Rossignol propone lo sci X-IUM Skating White Base. Dall’elevato livello tecnico, questo sci garantisce prestazioni ottimali su qualsiasi tipo di neve, soprattutto nel caso di alti livelli di umidità. Gli sci X-IUM White Base sono già stati usati dagli atleti in gare di Coppa del Mondo, come ad esempio il biathleta Martin Fourcade. Misure disponibili: 173 – 180 - 186 - 192 www.rossignol.com

POLARTEC POWER WOOL Polartec, il fornitore per eccellenza di soluzioni tessili innovative, annuncia il lancio di Polartec Power Wool, il nuovo tessuto che combina, ottimizzandole, le performance naturali della lana con le fibre sintetiche, in una costruzione brevettata placcata e bi-componente, per un comfort superiore che solo Polartec può offrire. Efficiente e confortevole, il nuovo Eider Wangs ½ Zip è un esempio di applicazione di questo rivoluzionario tessuto, che risulta altamente traspirante, asciuga velocemente, disperde l’umidità ed incentiva un microclima confortevole. www.polartec.com

OCCHIALE JULBO ‘SNIPER L’ Lanciata quattro anni fa, la collezione Julbo dedicata allo sci nordico ha ormai raggiunto un livello qualitativo di fascia alta. Il modello di occhiale Sniper L offre un largo campo visivo e si adatta bene anche ai visi più grandi; disponibile con le lenti iper-reattive Zebra e Zebra Light, permette di passare senza problemi da condizioni d’ombra alla luce. Il comfort è inoltre garantito dall’assenza di punti di pressione sul naso, da un’areazione ottimale ma anche da una protezione dal freddo nelle discese e, ultimo ma non meno importante, dalla lente basculante. www.oberalp.com - www.julbo-eyewear.com MANI CALDE CON GUANTI CRAFT Li ha indossati nei recenti mondiali di Falun e Marit Bjørgen li ha portati sul podio dei campionati. Sono i guanti Podium Leather di Craft, l’azienda svedese di abbigliamento per il fondo che ha sviluppato questi accessori sviluppando soprattutto il grip che il guanto deve avere con la manopola del bastone affinchè tutta l’energia possa essere scaricata a terra.Sviluppato in collaborazione con Marit Bjørgen, Podium Leather Glove è costruito con pelle clarino e silicone stampato sul palmo per fornire una presa affidabile. www.craft.se

LENTI HI-TECH CON BLIZ Lo avete visto indossato da numerosi atleti scandinavi: Bliz, marchio svedese di occhiali e maschere sportive, con 25 medaglie vinte alle ultime Olimpiadi di Sochi e fornitore di atleti del calibro di Marit Bjørgen, presenta una nuova tecnologia per le lenti, BlizUltra Lens Science. Questa tecnologia offre una visione armonizzata in ogni ambiente, incorporando numerose caratteristiche in un’unica lente: curvatura perfetta, lente fotocromatica, oleofobica e idrofobica, massima protezione UV, antigraffio, antiappannamento oltre che essere infrangibile. www.blizeyewear.com

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COLATA D’ORO PER BRIKO AD ISPO Frame essenziale ed unica grande lente per l’occhiale Shot Evoluzione di Briko, vincitore del premio ISPO GOLD Award 2015 per la categoria Outdoor. Dotato di un fit piuttosto avvolgente, è molto adatto per qualsiasi tipo di performance, dallo sci di fondo al ciclismo e per tutte le discipline che implicano la massima velocità. L’occhiale di Briko, ormai divenuto icona dell’azienda, è inoltre estremamente leggero (solo 28 gr.) ed offre la stessa funzionalità di una maschera, in termini di protezione da raggi UV, luce blu e vento in velocità. Lente torica, realizzata con le tecnologie Nastek® e Thrama®, é inoltre interscambiabile, disponibile in un’ampia gamma cromatica e garantisce la massima ampiezza di visuale. Infine, il nasello regolabile e le aste in gomma ruotabili aggiungono dettagli e funzionalità inimitabili, a quest’occhiale dal design unico e deciso. www.briko.com EXEL PROPONE UN BASTONCINO ESCLUSIVO Il bastoncino EXEL Curve, dotato di torsione OEB Valhalla Viking. Secondo i tecnici dell’azienda finlandese, il modello Curve rappresenta il futuro dello sci di fondo. Al di là delle ambiziose presentazioni del produttore, la curva collocata sotto la manopola fornirebbe maggior energia al momento della spinta, come ricordato dal più forte biathleta di tutti i tempi, Ole Einar Björndalen. Sulla stessa curva, Exel ha stampato una frase emblematica: “For victory and glory”. www.exelsports.com

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ISPO 2015 ‘INTELLIGRIP BASE&SKIN’: LA PROPOSTA INTELLIGENTE DI MADSHUS Il sistema IntelliGrip Base&Skin di Madshus, che sarà disponibile dall’autunno 2015, renderà il passo alternato molto più facile e permetterà di concentrarsi solo sulla sciata, senza la preoccupazione di dover sciolinare. Rappresenta infatti un’ottima alternativa alla sciolinatura, per le situazioni in cui la temperatura è intorno agli 0° o quando le condizioni climatiche cambiano mentre si è già in pista. www.madshus.com

ODLO PORTA IL FASHION NELLO SCI DI FONDO Tra i primi produttori di abbigliamento tecnico sportivo, Odlo ha sfruttato il suo consolidato ‘knowhow’ per realizzare una linea d’abbigliamento per lo sci da fondo estremamente tecnica e leggera, ma anche di classe. Dal design elegante, questo completo donna specifico per la disciplina nordica è stato realizzato con la tecnologia Performance Down, che assicura un perfetto isolamento termico e, grazie al concetto di ‘Body Mapping’, è funzionale al mantenimento del maggior calore possibile, nei punti del corpo più soggetti a raffreddamento. Realizzati combinando i materiali più sofisticati, come Windstopper e la tecnologia elaborata dall’azienda LOGIC Windproof, i capi Odlo garantiscono il massimo alla fondista, in termini di prestazioni, stile e comodità. www.odlo.com

‘MAGLIA CAPITAL’ DI KREEZE: UNA PROPOSTA PER INVERNI MITI Kreeze ha saputo interpretare i mutamenti climatici che stanno portando inverni sempre più miti, proponendo una nuova serie di maglie manica lunga che la prossima stagione vestiranno con stile gli sciatori più esigenti. Tra i molti prodotti innovativi, la maglia manica lunga Capital, un ‘second-layer’ molto performante in termini di comfort, elasticità e termicità. Concepita in microfibra di poliammide, questa maglia presenta dettagli particolari come le cuciture piatte, gli elementi riflettenti sulle spalle, la tasca posteriore con cerniera e l’elastico in silicone sul fondo per mantenere la maglia al suo posto. Disponibile in bianco, nero, rosso. Il marchio trevigiano continua a stupire, per la qualità e il design dei suoi prodotti. www.kreeze.com


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ISPO 2015

ALTO LIVELLO TECNICO PER IL BASTONCINO SWIX La tecnologia di Swix ha raggiunto un altissimo livello con il bastoncino per lo sci di fondo Swix Triac 2.0, dal peso ridotto del 5% rispetto al precedente Triac 1.0, la stabilità aumentata del 18% e la trasmissione di potenza dell’8%. Entrambi i bastoni presentano infatti ottime proprietà di oscillazione e bilanciamento, sono dotati di un sistema lacciolo confortevole e indistruttibile, e presentano un puntale in carbonio che garantisce un ottimo supportosula superficie innevata. Swix Triac 2.0 è realizzato con materiali innovativi e con l’esclusiva tecnologia Swix IPM, che permette la profilazione triangolare della sezione, che conferisce maggiore rigidità al bastone. www.swixsport.com CON GARMIN, LO SPORT OLTRE OGNI IMMAGINAZIONE Dotato di display a colori ad alta risoluzione, Forerunner 920XT è lo strumento multifunzionale per il fondista e il triatleta. Per chi gareggia su lunghe distanze, il nuovo GPS da polso di casa Garmin prevede la funzione UltraTrac che disattiva il GPS a precisi intervalli, estendendo la durata della batteria da 24 a 40 ore. Forerunner 920XT è compatibile con i nuovi sensori di velocità e cadenza di Garmin ed è anche in grado di monitorare l’attività fisica quotidiana di chi lo indossa come una vera e propria fitness band, visualizzando il numero di passi compiuti, distanza totale percorsa, calorie bruciate e altro ancora. Dotato della ricezione di Smart Notification, consente di ricevere avvisi di messaggi quali e-mail, notifiche push e sms, oppure di visualizzare le chiamate in arrivo. Disponibile bianco/rosso, nero/blu. www.garmin.com LE SPAZZOLE STAR SKI WAX Star Ski Wax propone un nuovo formato standard per le spazzole rotanti che, essendo cave all’interno grazie al supporto AIR CORE, sono molto più leggere e bilanciate. Il nuovo formato da 70 mm permette di combinare due spazzole su un manico da 140 mm, per operazioni di sgrossatura e finitura. Le spazzole sono disponibili separatamente o in una valigetta da 6 pezzi (Pro Case), da 4 pezzi (Base Case) o da 2+2+2 (Alpine Case). L’utente può ordinare e comporre la valigetta a suo piacimento, scegliendo tra le varie setole disponibili. www.starwax.com

SALICE: NUOVO ‘OCCHIALE 014’ Pensato per le attività outdoor, leggero, avvolgente e di carattere, il nuovo occhiale 014 di Salice é indispensabile per chi ama l’attività all’aria aperta, ma utile anche per l’uso cittadino. Realizzato in Grilamid, materiale altamente resistente e leggero, prevede aste co-stampate con terminali in Megol, morbida gomma anallergica che assicura gli occhiali al volto con una migliore presa. Il modello è disponibile con lenti specchiate Rainbow, in policarbonato e sottoposte a una colorazione multistrato che riduce i raggi riflessi delle superfici abbaglianti o, in alternativa, con la nuova lente tecnica IR Infrared, per una maggiore protezione dell’occhio. Tante le varianti di colore previste, tra cui tonalità accese come l’arancio e il giallo o il nuovo blu ciano; immancabile la versione ITA caratterizzata dal tricolore sul frame. www.saliceocchiali.it

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Materiali GLI SCI ‘SKINTEC’ DI ATOMIC Per ottenere spinta e ottimo scorrimento i fondisti “classic” devono applicare la sciolina giusta, ma non sempre è cosa scontata. Atomic già nel 2011 presentò Skintec: una alternativa all’utilizzo della sciolina di tenuta, e da allora Redster Skintec è diventato il prodotto Atomic più venduto. Per la stagione 2015/16 la gamma Skintec si allarga e i fondisti potranno scegliere fra tre diversi sci: Redster Skintec, Sport Pro Skintec e ora anche Pro Skintec. Redster Skintec rimane l’opzione migliore per i patiti del racing, mentre Sport Pro Skintec è ideale per i fondisti che vogliono migliorare la resistenza, infine Pro Skintec è dedicato a chi pratica lo sci di fondo come una forma di fitness. www.atomic.com

GRANDE NOVITÀ IN CASA FISCHER: ARRIVANO GLI SKIROLL L'alta tecnologia Fischer applicata al mondo dello skiroll. Si presenta così il "rollerski corner" presso lo stand dell'azienda austriaca a ISPO, una proposta basata su modelli destinati all'allenamento e, specifichiamo, non all'agonismo. Inoltre, il progetto Fischer è articolato con bastoni specifici e, soprattutto, con tre modelli di scarpe "estive" che apprezziamo particolarmente. Infatti, ad esclusione dei fondisti professionisti, gli amatori (soprattutto quelli di pianura) spendono molte più ore di allenamento sullo skiroll rispetto a quelle che trascorrono sugli sci, ecco perchè da una semplice analisi di mercato, la proposta di calzature dedicate allo skiroll potrà risultare vincente. www.fischersports.com

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ISPO 2015 ‘CARBON SKATE LAB’ È LA RIVOLUZIONE DI SALOMON Vincitrice dell’ISPO Award, la Carbon Skate Lab è una scarpa davvero rivoluzionaria, che garantisce stabilità, migliori prestazioni ed assoluto comfort. Lo scafo della scarpa Carbon Skate Lab è 100% in carbonio, con suola e scarpetta termoformabili e sostituibili, quest’ultimo fattore esclusivo e unico in tutto il mercato. Massima è inoltre la sua leggerezza, pari infatti a soli 900gr. La trasmissione è assicurata a 360° attraverso la struttura in carbonio, così come il fit superiore grazie alla scarpetta perforata Custom Fit. La scarpa Carbon Skate Lab ha conseguito il prestigioso premio per il fit confortevole, per le alte prestazioni tecniche e per il peso radicalmente ridotto. www.salomon.com

GUANTO ‘TERRO STORMBLOXX’ DI REUSCH Reusch Terro Stormbloxx è un guanto da sci nordico “intelligente” perché studiato appositamente per soddisfare le esigenze tipiche degli sport molto attivi come il cross country. Il guanto dispone di un cappuccio protettivo che può essere infilato sopra le dita e utilizzato in condizioni atmosferiche estreme. La membrana Stormbloxx sul cappuccio rende il guanto resistente al vento e idrorepellente pur garantendo la massima traspirabilità. La spugna tergisudore sul pollice aumenta il comfort, l’applicazione Touch-Tec permette l’uso dei dispositivi mobili mentre la stampa in silicone sul palmo garantisce una presa perfetta dei bastoncini da sci. www.reusch.com

OCCHIALE ONE WAY ‘SNOWBIRD 2’ Novità assoluta di One Way per l’universo dello sci di fondo, è il nuovissimo modello di occhiali Snowbird 2, capace di offrire una comoda calzata, massima visibilità ed ottima areazione. Occhiale multifunzionale, è particolarmente indicato per la pratica degli sport all’aria aperta, oltre ad adattarsi perfettamente a tutti i tipi di viso, grazie al design anatomico. Snowbird 2 viene venduto con due lenti extra per poterlo usare sempre, in base all’intensità della luce e alle condizioni meteo. www.onewaysport.com


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ISPO 2015

LA LINEA ‘RYTHMO’ DI SPORTFUL Sportful propone la linea di abbigliamento tecnico-sportivo Rythmo, dal design giovane, grintoso e colorato per soddisfare la voglia di stile. Per lui, il pantaloncino Rythmo Over Short, realizzato in Soft Shell elastico spazzolato antivento davanti e dietro, perfetto sulla tuta da gara o sulle piste più fredde. Dotato di zip intere laterali, s’infila e sfila in modo facile e veloce; disponibile in nero o arancione. Abbinabile al calzoncino, la Rythmo Puffy è una giacca imbottita a manica corta, dal design completamente nuovo che offre un caldo isolamento e un’eccellente vestibilità. Costruzione tecnica con isolamento Primaloft Silver, maggior mobilità con gli inserti laterali e sulle maniche in Soft Shield stretch, massima traspirabilità. Disponibile in nero e verde acido. Per lei invece, Sportful propone la Rythmo Skirt, gonna tecnica isolante dal taglio fresco e femminile. Realizzata in Warm Shell con Primaloft Silver per un eccellente rapporto calore/peso, è inoltre dotata di cuciture che contribuiscono ad aumentarne la traspirabilità, oltre che conferire uno stile unico al capo. Più corta davanti, con inserti elastici e zip laterale per garantire una maggior mobilità, è più lunga dietro per dare protezione. Disponibile in nero e fucsia. www.sportful.it

ERCOLINA DOPPIA FORZA Allo stand di Mirco Collavo ha fatto bella mostra di sé la nuova ERCOLINA DOPPIA FORZA, una evoluzione rispetto alla precedente versione. Molti gli addetti ai lavori attirati dalle due macchine e dalla loro differente sensazione di spinta: nel caso di Ercolina DOPPIA FORZA si ha più inerzia e quindi per acquistare velocità bisogna spingere con più forza, grazie ai due volani aggiuntivi che impongono un maggiore sforzo nel compiere variazioni di velocità. Naturalmente la scelta di acquistare Ercolina Standard o Ercolina DOPPIA FORZA dipende non solo dal peso e dimensioni dell’atleta, ma anche dalla propria preparazione agonistica. www.upperbodypower.com

BJ GIACCA LEGEND Elegante e pratica la Jacket Legend coprituta proposta da Bj. Si caratterizza per essere un modello sciancrato e realizzato con una tripla trama di materiale elastico. La giacca è particolarmente performante grazie alla membrana impermeabile ed antivento, sulla parte frontale e sulle maniche. Sotto le braccia e nella parte posteriore inoltre, gli inserti di tessuto elasticizzato garantiscono maggiori flessibilità e ventilazione. Apertura completa con zip, due tasche frontali ed una taschina sul petto per iPod. www.bjsport.no

NUOVO SCI NO-WAX DA SKITRAB La valtellinese SkiTrab presenta un nuovo sci no-wax, estremamente rivoluzionario ma anche semplice e soprattutto estremamente efficace. Frutto della combinazione vincente di due tecnologie molto avanzate, la Zero base nella parte centrale e la squama fresata nella zona di tenuta che, con il suo angolo inciso garantisce un’ottima presa sulla neve, lo sci di SkiTrab esalta la scorrevolezza senza però pregiudicarne l’efficacia. Infatti, la squama resta corta, in posizione avanzata, non influisce sulla scorrevolezza e sul passo; la soletta zero conferisce invece un ulteriore grip finale a tutto vantaggio del gesto tecnico, mai così preciso ed efficace. www.skitrab.com

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FISCHER

SPEEDMAX, UNA COLLEZIONE COMPLETA L’azienda austriaca dei ‘tre triangoli’, impegnata nella produzione di attrezzature per le discipline della neve dal lontano 1924, ogni anno propone prodotti sempre più d’alto livello, grazie alla collaborazione tra il settore Ricerca & Sviluppo e gli atleti delle squadre nazionali. La scelta dei fratelli Auckland con Fischer > La forza di Fischer sta nella fusione di tradizione e spirito d’innovazione che la caratterizza e che garantisce attrezzature all’avanguardia, testate e scelte anche dall’élite dello sci di fondo internazionale. Gli ultimi ad entrare nella scuderia Fischer sono i fratelli Anders e Jørgen Auckland, che hanno scelto di gareggiare con il pacchetto completo proposto dal brand: sci e scarpa. Speedmax, una collezione completa > La proposta di punta di Fischer, offerta all’universo racing degli sci stretti per la stagione 2015/16, si chiama Speedmax e già il nome dice tutto. Basati sulla costruzione Cold Base Bonding, tecnologia avanzata di incollaggio a freddo che mantiene inalterate le strutture molecolari originarie della soletta e della struttura interna dello sci, gli Speedmax di Fischer rappresentano un vero e proprio passo verso il futuro. Contrariamente agli sci prodotti con il tradizionale metodo, che prevede l’accostamento dei materiali attraverso l’uso di colle a caldo e pressione in forno, processi che inevitabilmente intaccano la loro struttura molecolare modificandone le risposte, gli sci Speedmax sono un prodotto omogeneo e molto meno soggetto a variabili esterne, quali temperatura e umidità. Dagli sci alla scarpa > Anche per la produzione delle calzature, Fischer ha utilizzato tecnologie di ultima generazione: il sistema Climate Comfort e la membrana Triple-F. La scarpa Speedmax, dotata di una tomaia realizzata con un materiale mesh, consente al sudore di essere trasportato all’esterno, mentre il Cleansport NXT fa sì che i microbi naturali uccidano i batteri, sprigionando acqua e CO2 che vengono espulse tramite la membrana traspirante della scarpa. Tutto ciò assicura piedi caldi e asciutti, oltre che una scarpa sempre fresca come fosse nuova. Fino al bastoncino > Ma non è ancora tutto per la famiglia Speedmax che, al fine di offrire al fondista un pacchetto completo, propone anche un bastoncino esclusivo. Realizzato in carbonio, il modello Speedmax è stato ridotto agli elementi più essenziali per condensare estrema leggerezza, durezza ottimizzata e bilanciamento ottimizzato grazie al corpo in Air Carbon UHM, il nuovo laccio Speed Strap e la rotella Racelite Aero Small completano le caratteristiche del bastoncino.

INFOPOINT Fischer è distribuito in Italia da OberAlp www.oberalp.com Informazioni su prodotti e iniziative: www.fischersports.com

A FALUN, FISCHER È ANCORA LEADER 24

Conclusi i Mondiali di sci nordico a Falun, è tempo di tirare le somme e i risultati di Fischer sono strabilianti: 87 delle 117 medaglie assegnate, sono andate ad atleti del Fischer Racing Team. È davvero impressionante che il 74% degli atleti vincitori di medaglie abbia riposto la propria fiducia in sci Fischer e il 45% abbia optato per attrezzatura completa di sci e scarponi dell’azienda dei ‘tre triangoli’. Il brand austriaco conferma così la sua leadership nella produzione di attrezzature racing per l’universo nordico.


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LEKI

UN’AZIENDA NATA DALLA GRANDE PASSIONE PER LO SCI Passione per lo sci, insoddisfazione per i materiali esistenti e grande forza interiore sono state le forze propulsive di Leki, oggi azienda leader nella produzione di bastoncini e guanti per le discipline della neve. La LEKI Lenhart Srl affonda le sue origini nel lontano 1960, quando il fondatore Karl Lenhart iniziò a produrre in proprio impugnature e rotelle per bastoni da sci. Da allora fino ad oggi, l’azienda è cresciuta, riuscendo ad affermarsi sul mercato internazionale per l’alto livello tecnico, la continua ricerca e innovazione, a cui si aggiunge una consolidata professionalità. La svolta del 1970 > Grande appassionato di sci, Lenhart lamentava tuttavia la scarsa qualità e funzionalità delle attrezzature disponibili all’epoca. Fu proprio dall’insoddisfazione come “utente” che diventò un imprenditore visionario ed amante delle sfide: nel 1970 nasce l’azienda LEKI, nome ottenuto componendo le iniziali del suo inventore ‘LEnhart’ e quelle della prima sede ufficiale, ‘KIrcheim’. I rivoluzionari bastoni LEKI, prodotti in alluminio e con l’utilizzo di altri materiali compositi, vennero così lanciati sul mercato e ben presto riuscirono ad affermarsi nel panorama delle attrezzature per la neve. Concorsero all’immediato successo dell’azienda tedesca vari fattori, fra cui di certo l’avanguardia dei materiali impiegati, ma anche e soprattutto il carisma e la lungimiranza del suo fondatore. LEKI oggi > Negli oltre 40 anni di attività, Leki ha sempre puntato sulla ricerca e sull’innovazione, realizzando oltre 250 brevetti e lavorando con passione per fornire prodotti assolutamente al top. Una filosofia peculiare quella di Leki, che ha saputo unire la sicurezza al comfort, in un design al passo con i tempi, e che ha costantemente collaborato con esperti e atleti professionisti. Il risultato è una vasta gamma di prodotti ‘intelligenti’, che vengono progettati e sviluppati a Kirchheim/Teck nella Svevia e poi prodotti, secondo le più moderne ed ecologiche procedure, nello stabilimento produttivo della Repubblica Ceca. ISPO Award 2015 > A conferma dell’alto livello tecnico-qualitativo dei prodotti Leki, che ormai da 40 anni è uno dei principali espositori della fiera di Monaco, è arrivato un ISPO Award. In particolare, ad aggiudicarsi il prestigioso premio, è stato il guanto Leki Nordic Race Shark, frutto della collaborazione con la vincitrice della Coppa del Mondo di Biathlon 2013/2014, Kaisa Märäräinen. Il guanto, studiato appositamente per le competizioni, si caratterizza per il taglio ergonomico Race Nordic Fit e per il ‘Power Frame’ che permette una ottimizzata trasmissione della potenza. Le dita preformate assicurano inoltre una perfetta ergonomia, mentre il rivestimento esterno Spandex, combinato con Gore Windstopper Liner, garantisce il massimo delle prestazioni. Chi indossa questo guanto, diventa un vero e proprio ‘squalo nordico’.

INFOPOINT All’indirizzo www.leki.com/it_IT/ è possibile accedere al sito web aziendale interamente tradotto in italiano. Qui si potranno trovare tutti i prodotti in collezione e il negozio più vicino.

SPORTY CROSS COUNTRY POLE: L’ECCELLENZA DI LEKI

Tutti i prodotti Leki sono in effetti delle ‘eccellenze’, ma qualcuno spicca particolarmente sugli altri, come l’esclusivo bastone Sporty Cross Country Pole. L’asta, dello spessore di 16 mm, é realizzata per l’85% in carbonio e caratterizzata da grafiche scintillanti. Grazie al comodo sistema Trigger Shark 2.0 Cork Grip e Trigger Shark Active Strap, assicura inoltre un’ottimale trasmissione di potenza.

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SVECOM, IL PARTNER DELLO SKI-LAB L’azienda vicentina, punto di riferimento nel campo delle macchine micro rigatrici, allarga la propria presenza nel comparto delle forniture per i laboratori di sci, con soluzioni tecniche innovative e funzionali. Da alcuni anni ormai l’Italia è uscita dal mercato economico degli sci da fondo, lasciando ad Austria, Francia e alla Scandinavia il dominio del comparto degli sci. Tuttavia, c’è una componente Made in Italy che è protagonista su tutte le piste di fondo: è nascosta perché poco appariscente, ma non per questo meno decisiva nei risultati di un medagliere olimpico o mondiale. Quella di Svecom, azienda vicentina di macchinari di precisione, è una storia di pianura che sale in montagna, e prende il nome di Svecom Ski con la messa a punto della microrigatrice World Cup Evo a controllo numerico, praticamente divenuta il simbolo delle impronte di scorrimento ovunque vincenti. Da oltre vent’anni anni la World Cup è utilizzata nei reparti corse dei costruttori di sci e delle squadre nazionali per ottenere le impronte più veloci e garantirne la ripetibilità al 100%.

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La World Cup Evo è una microrigatrice a controllo numerico per sci alpino e sci nordico con albero conico per il cambio rapido della mola: si sostituisce la mola in un solo minuto consentendo di passare rapidamente da una lavorazione all’altra con il materiale di taglio adatto al lavoro che si desidera svolgere ed alle condizioni ambientali esistenti. Inoltre, è dotata di simulatore grafico dell’impronta singola e in sovrapposizione con software dedicato alla ricerca scientifica delle impronte in Coppa del Mondo di sci. Viene fornita con tre programmi operativi: Easy, World Cup e Research. Da questa esperienza vincente in continua evoluzione nasce la nuova Delta Line per mettere a disposizione di qualsiasi laboratorio e noleggio di sci la qualità, le prestazioni e la durata nel tempo di Svecom Ski con grande attenzione ai costi di gestione. Le macchine Delta Stone e Delta NewEdge sanno combinare prestazioni di alto livello e velocità operativa soddisfando le esigenze di qualunque operatore. Con questa

nuova linea di macchinari, unitamente ad una linea completa di accessori tecnici dedicata agli skiman, Svecom Ski si propone come partner globale di tutti i professionisti della neve che oltre all’elevata capacità operativa hanno bisogno di qualità e prestazioni di alto livello. Oltre la macchina Ma il gruppo di lavoro coordinato da Mirco Marin non si è limitato a creare un gioiello di meccanica, ma si è anche spinto nel mondo dei “servizi” al proprio cliente, costruendo un catalogo di prodotti che hanno in comune la risposta alle esigenze di uno ski-lab moderno. E così nasce HotBox 140 la sciolinatrice manuale a caldo per sci e snowboard dotata di vaschetta intercambiabile e doppia temperatura d’esercizio; di peso (3 kg.) e dimensioni ridotte (205X198x100 mm.) la HotBox 140 lavora ad una temperatura d’esercizio di 110° - 140° C. A fianco di questa strumentazione, A ruota nasce la Moto Brush 2, con la doppia funzione di sciolinatrice e spazzolatrice per uso professionale con una piastra riscaldante e rulli intercambiabili. Un altro attrezzo che non dovrebbe mai mancare in un laboratorio è un affilatore elettrico per spatole in plexiglass: SvecomSki ne propone uno con regolazione della larghezza e trasformatore AC/DC. Leggero (solo 1,5 kg) e di


INFOPOINT SVECOM SVECOM P.E. Srl Via della Tecnica 4 36075 Montecchio Maggiore Vicenza - Tel. 0444.746211 Email svecom@svecom.com Le foto del servizio sono relative all’ultima spedizione di SvecomSki ai Mondiali di Falun, dove il team di Mirco Marin ha collaborato con la nazionale italiana e altri team, fornendo attrezzi dotati di strutture uniche e specifiche per le difficili condizioni di neve della località svedese.

volume ridotto, l’affilatore è facilmente trasportabile. Naturalmente non poteva mancare il banco di lavoro. L’azienda veneta ne ha messo a punto un paio, in base alla disciplina: quello per lo sci di fondo è un tavolo portatile in alluminio con gambe pieghevoli, ed ha la possibilità di applicare differenti profili per sci di fondo. Infine, una volta “lavorati” gli sci vanno riposti in modo ordinato e preciso. Svecom Ski sa perfettamente che basta una piccola distrazione e si pregiudica la funzionalità di uno sci. Ed è

per questa ragione che ha sviluppato un semplice, funzionale carrello portasci,in polizene ed alluminio, specifico per sci di fondo, dotato di ruote leggere. È possibile allocare fino a 48 sci, e il sistema di ruote girevoli permette una facile mobilità. ¶

UN'ECCELLENZA ITALIANA SVECOM SKI è la Business Unit di SVECOM P.E. dedicata al mondo dello sport. SVECOM SKI nasce dall’incorporazione di Mantec nella struttura Svecom, il cui risultato ha portato allo sviluppo e realizzazione di attrezzature ad elevato contenuto tecnologico. SVECOM SKI è certificata UNI EN ISO 9001:2000 a garanzia di qualità, affidabilità, esperienza tecnica e attenzione alle esigenze del singolo cliente. La Business Unit è organizzata con la sede produttiva a Montecchio Maggiore (VI) e la struttura aziendale impiega un organico di oltre 150 addetti tra dirigenti, impiegati tecnici ed operai specializzati, oltre una rete commerciale e di assistenza con referenti in tutto il mondo. www.svecomski.com

Ariete, più forte dello zodiaco Raccogliendo l’esigenza di un mercato sempre più attento alla preparazione fisica, Svecom ha sviluppato Ariete, una macchina multifunzione ad intensità variabile per l’allenamento degli arti superiori. Dotato di guide lineari, Ariete è facilmente posizionabile a diverse altezze per potenziare tutta la parte alta e centrale del corpo, con specifici movimenti. Ariete grazie al suo sistema di regolazione magnetico può essere regolata con un'intesità che varia dai 5 chilogrammi di sforzo fino ad un massimo di 20 kg per braccio La confezione include: borsa per il trasporto, staffa di supporto, binari da muro, ganci e corde elastiche. Ma intorno ad Ariete l’azienda ha sviluppato alcuni optional come una pedana antiscivolo in alluminio con binari lunghi per ottimizzare il movimento dell’atleta durante l’allenamento a secco, e lo ha impreziosito di un computer multifunzione che esprime e monitora diversi valore, come frequenza, potenza e con uno specifico accessorio, anche il battito cardiaco.

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Materiali Carlo Brena

Mettiamo un freno allo skiroll Presentato da Ski Skett un sistema frenante che consente di controllare la velocità quando si è sugli skiroll. Semplice, funzionale ed efficace.

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È il metodo allenante più vicino allo sci di fondo, è lo strumento che ogni allenatore “impone” durante l’estate o quando si è lontani dalla neve. È lo skiroll. Uno strumento affascinante, perché simula la tecnica del fondo in modo efficace e lo rende un oggetto allenante oltre che divertente. Tuttavia, nonostante su tutto il pianeta si contino oltre 40 nomi di aziende che producono skiroll, lo sviluppo della disciplina ha sempre avuto dei grossi limiti, e non è bastata la costituzione di un calendario di gare e persino di una Coppa del Mondo in seno alla FIS, a far decollare l’oggetto in questione. Cos’è che ha frenato la crescita dello skiroll? Parte della risposta sta proprio nella domanda: il freno. O meglio, l’assenza di un sistema frenante che riconducesse l’attrezzo all’uso di una bicicletta. Da una parte il rispetto del Codice della Strada che, con l’articolo 190 e i suoi commi impedisce l’utilizzo dello skiroll sulle carreggiate, e dall’altra un aspetto della sicurezza per se e per gli altri che deve essere prioritario nella nostra attività. Personalmente credo fortemente nella soluzione di un freno soprattutto per i nostri allenamenti in salita. A parte chi ha il pulmino dello sci club che lo aspetta in cima o la moglie veramente innamorata che fa da shuttle al marito, le soluzioni sono le più disparate: dalla mobilità non proprio ecosostenibile che prevede di muoversi in cima con due macchine per poi lasciarne una per il ritorno, alla ricerca di vari autobus di linea che facciano rientro alla base della salita (…ma guai a sbagliare orario), fino al rientro a piedi (ma la corsa in discesa non sempre è un toccasana per le nostre articolazioni).

Quindi che fare? Tra le aziende che si pongono questa domanda da molti anni c’è l’italianissima Ski Skett che ha in collezione lo Speed Reducer, un riduttore di velocità: una rotella che una volta regolata verso il basso preme sulla ruota anteriore e ne riduce la velocità per attrito volvente. Il limite di questa soluzione è naturalmente l’assoluta mancanza di regolazione durante il movimento: se dopo la discesa ci fosse un tratto di leggera pianura lo skiroll è praticamente fermo. Dopo numerosi tentativi ecco che finalmente ha visto la luce Stop&Go, un innovativo ed efficace freno, brevettato da Crestani Sport titolare del brand Ski Skett. Ecco come funziona. Il freno è montato a ridosso della ruota posteriore dello skiroll e il meccanismo è molto semplice: por-

tando in avanti lo skiroll la leva (in lega di alluminio) che appoggia sul polpaccio, si sposta indietro e aziona il tampone che va a frenare la ruota. Indicativamente possiamo dire che l’angolo “di attivazione” è intorno ai 100/105 gradi fino al blocco completo intorno ai 110°, ma per rendere più semplice la comprensione, basterà avvicinare (…quasi allineare) la ruota posteriore dello skiroll frenante con quella anteriore dello skiroll “libero” che resta arretrato. Naturalmente il sistema è regolabile in base alle esigenze di ognuno: lunghezza delle gambe e misura del piede, dimensioni del polpaccio, forza nella pressione di frenata. Il nostro giudizio, al termine della prova sul campo, è assolutamente lusinghiero, nel senso che il sistema frenante risponde alle aspettative del “rallentamento controllato”.


Il freno Stop & Go è una presenza discreta sullo skiroll e non intralcia l’esecuzione dei passi

Il sistema frenante Stop&Go è pratico ed immediato nell’uso, con i suoi 130 grammi è piuttosto leggero e, soprattutto, non ci si accorge di averlo finché non lo si utilizza. Può essere applicato sia a skiroll a tre ruote come quelli a botticella. L’azienda lo propone come oggetto singolo, mentre la nostra sensazione è che, per utilizzi lunghi come la discesa da una salita di una decina di chilometri, sarebbe opportuno avere Stop&Go su entrambi gli skiroll, così da alternare la posizione isometrica tra i due arti inferiori. Stop&Go viene fornito dotato di paraspruzzo utile per non rientrare a casa con le scarpe zuppe di acqua e oltre modo sporche, e come optional, è applicabile la luce a LED rossa con due intermittenze e una fissa. Quest’ultimo accessorio ci permette di essere ancor più visibili nei nostri allenamenti serali (se non notturni per taluni) e qualcuno pensa già alla omologazione dello skiroll come veicolo autorizzato alla libera circolazione: nel parallelismo con la bicicletta lo skiroll avrebbe così un sistema autonomo di propulsione, un sistema frenante e luci di posizione. Manca solo il campanello e poi è fatta!

INFOPOINT SKI SKETT

90°

110°

PROTEZIONE GINOCCHIA

SECURITY FIRST. UN PRINCIPIO. Come gran parte delle aziende di attrezzatura sportiva, anche Ski Skett allarga la propria offerta al comparto dell’abbigliamento, e lo fa introducendo una interessante novità. Durante la prova su strada del freno Stop & Go abbiamo indossato il pantalone tre\quarti in Lycra, dotato di protezioni nei punti più a rischio in caso di caduta. Infatti sono state collocate morbide protezioni sulle ginocchia, sui fianchi e nella zona sacrale, ovvero i tre punti più soggetti a contusioni e abrasioni in caso di accidentale contatto col suolo. Il pantalone è in tessuto Power Stretch estremamente aderente e le protezioni non danno fastidio durante il movimento sullo skiroll. Un ulteriore passo in avanti verso la sicurezza.

BASTONE MASTERS TEAM 10 SKIROLL 2015. Il test di questa doppia pagina ci ha consentito una prova sul campo anche del bastone da skiroll prodotto da Masters, nota azienda che dalla fine degli anni 70 produce bastoncini per tutte le attività outdoor. Per lo skiroll l’azienda veneta propone Team 10, un bastone 100% carbonio con diametro tubo 16 mm e dotato di puntale specifico per lo skiroll. Il bastone è impreziosito dalla nuova manopola Essenza (sviluppata dall’azienda per il settore del nordic walking) con passamano sganciabile Evolution Click. Esame passato ampiamente: ottima rigidità al momento della spinta e buon bilanciamento. Ne sentiremo parlare. www.masters.it

Stop&Go: Prezzo al pubblico 85.00 Euro Pantaloni tre\quarti: Prezzo al pubblico 55.00 Euro Disponibili nei migliori punti vendita In alternativa sull’e-shop www.skiskett.com

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PROTEZIONE FIANCHI E ZONA SACRALE


SPECIALE

Racing

Carlo Brena

Falun 2015:

l'Italia rompe il digiuno iridato Alberto Fumi

Le immagini, i ricordi, le emozioni dei Mondiali di Falun ci rimarranno impresse per molte settimane, mesi, forse anni. La Svezia è patria dello sci nordico, il pubblico è caldo, generoso, sportivo, appassionato e competente, la nazione adora gli sport invernali, in particolare quelli di fatica che piacciono pure alla famiglia reale, quasi sempre presente sulle tribune. E la ciliegina sulla torta è stata questo costante clima da derby tra il paese ospitante e la Norvegia, nazione leader della disciplina che anche quest'anno ha dominato il medagliere. Hanno festeggiato tutti: il re, gli organizzatori, i vincitori e anche gli sconfitti (sempre con onore). La parte del leone l'ha fatta, come da pronostico, la Norvegia, paese dominatore dello sci di fondo (con 9 ori, 2 argenti e 3 bronzi) e del medagliere finale con 20 medaglie (11, 4, 5). Seconda posizione per la Germania che si ferma a quota 8 medaglie (5, 2, 1) e precede proprio la Svezia che raggiunge quota 9 podi (2, 4, 3).

ne con Canada, Giappone e Stati Uniti con un argento e un bronzo. Bottino magro, rispetto ai fasti degli anni passati delle generazioni di fenomeni, ma l'obiettivo di smuoversi da quello zero spaccato rispetto all'ultima rassegna iridata della Val di Fiemme 2013 è stato centrato. L'argento più vivo che mai porta il nome di Alessandro Pittin che va a conquistare la sua prima medaglia iridata (il suo precedente miglior piazzamento era un sesto posto) nella combinata nordica con salto dal trampolino piccolo alle spalle del fuoriclasse tedesco Johannes Rydzek e davanti al transalpino Jason Lamy Chappuis. Il carnico di bronzo all'Olimpiade di Vancouver 2010 aveva fiutato il podio già al termine del salto, prima di dare vita ad una straripante rimonta sugli sci stretti diventata ormai un vero e proprio marchio di fabbrica. Sulla carta, si conoscevano le potenzialità del 25enne di Cercivento, ma il periodo negativo iniziato con l'infortunio alla spalla tre anni fa sembrava non volesse chiudersi mai. In quelle ultime pattinate, Photo credit: NordicFocus

Stadio sempre pieno, gare avvincenti e mai scontate, divise azzurre tornate tra le posizioni che contano. Il Mondiale svedese dominato dalla Norvegia è la base da cui l'Italia prova a ripartire.

Casa Italia > E l'Italia? Il medagliere ci consegna il settimo posto in coabitazio-

I NUMERI DI FALUN 2015 281.600 228.000 70.000 47.670 45.000

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1.600 1.250 701 58 2

spettatori biglietti venduti visitatori alla Medal Plaza “Mi piace” sulla pagina Facebook ufficiale appassionati presenti allo stadio nella giornata delle gare di Skiathlon volontari addetti media accreditati atleti nazioni le medaglie italiane

Chicco Pellegrino impegnato nella sprint di Falun che chiudere alquinto posto. Si rifarà nella team sprint, in coppia con Diddi Noeckler, con uno splendido bronzo.


Photo credit: NordicFocus

Alessandro ha messo dentro tutto: determinazione, energia, abilità tecnica, ma soprattutto la voglia di tornare ai livelli che gli competono ossia sui podi internazionali che contano davvero. Che sprint > Che gli sprinter dovessero stare attenti a Federico Pellegrino, era lapalissiano, considerate le tre vittorie consecutive in Coppa del Mondo alla vigilia dei Mondiali di Falun. Infatti il valdostano ha dato spettacolo nella finale per il titolo individuale in tecnica classica prima di inchinarsi sul rettilineo finale a Petter Northug (che lo ha indicato come l'avversario più temibile in volata) e al resto del plotone meno spregiudicato dell'azzurro che ha terminato al quinto posto. In questo caso, la mancata medaglia ha dato ancora più morale allo sprinter azzurro: recuperate le energie, nella gara a coppie Pellegrino e Dietmar Noeckler hanno conquistato un significativo podio dietro ai padroni norvegesi e alla Russia. Una medaglia costruita, studiata e sudata dai due giovani azzurri, che poteva essere più

Photo credit: NordicFocus

Il volo verso l'argento di Alessandro Pittin: con il friulano siamo tornati protagonisti nella combinata nordica.

preziosa, ma che allo stesso tempo lascia davvero tutti soddisfatti. L'uomo dei campionati > Il titolo virtuale di uomo dei Mondiali va senza dubbio a Petter Northug. Quando esce dalla pista, spesso esce anche dai binari e incappa in errori che è costretto a caro prezzo, ma con gli sci ai piedi rimane ancora un irraggiungibile fuoriclasse. Potenza e forza non gli mancano, astuzia ed esperienza nemmeno: questo è il cocktail che gli consente di mettersi al collo quattro medaglie d'oro, la sprint individuale in classico, il team sprint in tecnica libera, la staffetta 4x10 km e la 50 km in tecnica classica. In ogni occasione ha dominato, ma quando al termine della staffetta ha assunto il ruolo di trascinatore dedicando la vittoria ai compagni più giovani alla prima volta sul podio mondiale ha dimostrato di essere un campione a 360°. Teresina, che coraggio > É norvegese anche la donna dei campionati. Therese Johaug, con i tre successi di Falun (Skiathlon, 30 km tecnica classica e staffetta), sale sul trono immaginario dedicato alla regina dei Mondiali oscurando, seppur parzialmente, la connazionale Marit Bjoergen (a segno nella staffetta e nella sprint individuale) capace di raggiungere la russa Vaelbe a quota 14 ori mondiali. Teresina ha 8 anni in meno di Marit, carattere e coraggio da vendere, struttura apparentemente minuta che invece si rivela perfetta per le gare distance e vorrebbe ricevere il testimone dalla sua compagna di nazionale più in vista; per contro, la Bjoergen, ha ancora fame di vittorie e record, fisico e motivazioni integri anche a 35 anni compiuti e soprattutto vuole ancora essere la primadonna del fondo norvegese. Rivalità, complicità, abbracci e sorrisi. Le donne sono state anche le regine del fair-play in una rassegna iridata indimenticabile che noi vorremmo ricordare negli anni a seguire come il Mondiale del rilancio azzurro. ¶

IL BILANCIO DI SEPP CHENETTI

Buono l'esordio mondiale di Maicol Rastelli, 15° nella sprint e la dimostrazione che possiamo guardare al futuro con ottimismo.

«È stato un buon Mondiale da parte di tutti. Ringrazio i nostri atleti che hanno dato tutto per tutto ad ogni gara. Dobbiamo lavorare per avere in futuro atleti che vogliono raggiungere la vetta e non che si accontentino di partecipare, ma mi pare che siamo su questa strada. Stanno emergendo giovani come Baudin e Rastelli che ci fanno ben sperare per il futuro. Un voto a questi Mondiali? Mi tengo basso, direi un sei e mezzo, perché possiamo e dobbiamo crescere».

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SPECIALE

Racing

Carlo Brena

IL MEDAGLIERE Alberto Fumi

NAZIONE

O

A

B

TOT.

1 Norvegia

11

4

5

20

2 Germania

5

2

1

8

3 Svezia

2

4

3

9

4 Francia

1

2

3

6

5 Austria

1

2

2

5

6 Russia

1

1

0

2

7 Canada

0

1

1

2

Italia

0

1

1

2

Giappone

0

1

1

2

Usa

0

1

1

2

0

1

0

1

0

1

0

1

13 Polonia

0

0

2

2

14 Finlandia

0

0

1

1

11 Rep. Ceca

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È l'uomo dei Mondiali per tanti motivi: oltre ad aver vinto 4 ori, PetterNorthug non ha mancato di punzecchiare i cugini svedesi. Il solito Petter.

Photo credit: NordicFocus

Photo credit: NordicFocus

Svizzera

Diamo tempo al tempo, e vedremo crescere anche qualche fondista italiana. Una per esempio Francesca Baudin: l'iridata Under 23 nella sprint, a Falun non è andata oltre il 15° posto, ma abbiamo gettato le basi per una crescita.


FALUN 2015: LA RIVELAZIONE

Photo credit: Pentaphoto

Il 27enne di Brunico, in coppia con Federico Pellegrino, ha conquistato l'unica medaglia dello sci di fondo azzurro ai Mondiali di Falun della Sprint a coppie. Sogna un podio importante nelle prove distance e intanto si gode il primo podio iridato condiviso con Pellegrino.

DIETMAR NOECKLER: IL FUTURO DELLE DISTANCE, CON IL BRONZO MONDIALE Photo credit: NordicFocus

Alberto Fumi

Noeckler e Pellegrino con il bronzo

Quando si punta a qualcosa di importante, i minuti, le ore, i giorni prima dell'appuntamento clou sono cruciali e la tensione non manca. E la Team Sprint era proprio l'obiettivo importante: una prova difficile, ricca di insidie, ma anche aperta ai colpi di mano degli outsider. Insomma, la specialità in cui si poteva puntare ad una medaglia, a maggior ragione se uno dei due componenti della squadra di chiama Federico Pellegrino ed è reduce da tre vittorie consecutive in coppa del Mondo, da una finale mondiale da assoluto protagonista e appena incoronato da Sua Maestà Petter Northug come lo sprinter più temibile in volata. Team Sprint: due persone, due atleti, due personalità che si fondono per ottenere l'equilibrio perfetto. Dietmar Noeckler, è stata la figura ideale, complementare al leader della nazionale azzurra e dotato di una tenuta da specialista delle distance, ma di un carattere adatto alle sgomitate delle sprint. E da questa alchimia è maturata una strepitosa medaglia di bronzo. Dietmar, che cosa vi siete detti dopo aver tagliato il traguardo di quella fantastica Team Sprint? «Sinceramente non ricordo. Ci siamo abbracciati, abbiamo urlato, eravamo davvero

DELLA TEAM SPRINT AL COLLO felici. Sapevamo che il risultato era importante per noi, ma anche per il resto della squadra: abbiamo portato una bella iniezione di felicità e fiducia e finalmente abbiamo riportato l'Italia sul podio mondiale». E prima della gara che clima si respirava in Casa Italia? «Ammetto che c'era parecchia tensione: sapevamo che sarebbe stata una gara difficile, da interpretare nella miglior maniera possibile, senza commettere errori e confidando anche nella buona sorte». Chi è più agitato prima delle gare tra te e Pellegrino? «Siamo entrambi piuttosto tranquilli. Per affrontare al meglio le gare occorre mantenere la giusta tensione per poter dare il massimo e non perdere la concentrazione: spesso, essere troppo rilassati non giova al risultato finale. Nella giornata della Team Sprint il sole splendeva... doveva proprio essere una giornata memorabile». Quanto è importante avere in squadra un atleta del calibro di Federico Pellegrino? «Per noi è fondamentale: i suoi risultati hanno messo in risalto la nostra squadra, c'è più gente che ci segue e crede in noi. Anche noi siamo più motivati e stiamo crescendo costantemente, basti vedere cosa è riuscito a fare De Fabiani nelle ultime gare». Gare distance o prove sprint? «Sono più portato per le distance, partecipo a tutte le distanze. Per me le sprint individuali sono difficili anche se divertenti, invece nelle sprint a coppie riesco ad esprimermi al meglio perché le doti da specialista delle lunghe distanze sono fondamentali nelle mie frazioni». L'obiettivo primario per il futuro? «Penso già ai Mondiali di Lathi: su quella pista mi trovo bene e vorrei puntare in alto nella 15 km a tecnica classica».

Chi è il tuo esempio sportivo? «Provo molta ammirazione per Roger Federer. Dei miei colleghi apprezzo l'umiltà e la costanza di Dario Cologna e i numeri da fuoriclasse di Petter Northug. Ogni tanto li batto: è davvero una soddisfazione immensa arrivargli davanti». Se non avessi fatto lo sciatore... «Sarei rimasto nel mondo dello sport, credo. Però adesso ho tutto: la mia passione, grazie alle Fiamme Oro, è diventata la mia professione, penso che sia il sogno di tutti. Quando avrò chiuso la carriera, non mi dispiacerebbe partecipare ad un Ironman». Il tuo segreto è condividere passione, professione e quotidianità con una collega fondista? «Da cinque anni ho una relazione con Ilaria Debertolis. Fa parte della nazionale azzurra quindi condividiamo l'intera giornata: oltre al piacere di vivere la quotidianità, è molto bello andare ad allenarsi con lei. Mi regala una tranquillità incredibile e crede in me più di quanto io creda in me stesso». Il tuo miglior pregio? «Sono molto aperto e tollerante». E invece il peggior difetto? «Ogni tanto sono impulsivo, parlo troppo presto senza riflettere a lungo. Seguo l'istinto e ogni tanto mi pento di quello che dico». Ma a questo c'è sempre rimedio. ¶

Dietmar Noeckler Nato a Brunico (Bz) il 29 settembre 1988 Altezza: 182 cm Peso 75 kg Colore preferito: verde Tifoso del Milan Debutto in Nazionale 2007

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IL PERSONAGGIO

Racing

Stefano Arcobelli, lo sci di fondo in punta di penna sulle pagine rosa della Gazzetta

Alberto Fumi

Questa volta parliamo di chi, solitamente, questo sport lo racconta. Stefano Arcobelli, giornalista della Gazzetta dello Sport da oltre 25 anni, è un personaggio chiave del mondo nordico che vive in prima persona e diffonde sulla Rosea dagli anni '90. Un giornalista d'esperienza, polivalente, competente e, passateci la frase fatta, sempre sul pezzo. Si, perché le notizie le va a cercare, scovare, fiutare, oggi come il primo giorno della sua lunga e variegata carriera. Stefano Arcobelli, autorevole firma della Gazzetta dello Sport, è un figlio dell'Etna prestato allo sci di fondo, uno sport che segue come inviato dal dopo Nagano '98, ma di cui scrive dal 1990.

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«Il mio primo incarico legato questo sport risale all'Olimpiade di Albertville: non ero inviato sui campi gara, ma a Pontebernardo di Pietraporzio, un paesino in provincia di Cuneo da cui proveniva Stefania Belmondo. Dovevo fare un servizio su come questo borgo viveva le avventure della loro campionessa. Fu una situazione surreale, dovetti raccontare il silenzio: in paese

erano rimasti la zia della Belmondo e il barista, mentre i compaesani andarono tutti a bordo pista a sostenerla. Dalla stagione '99 in avanti, ho seguito tutte le manifestazioni principali». In sostanza, ha vissuto in prima persona i momenti d'oro del fondo azzurro. «Era un periodo molto proficuo per l'Italia. Ho vissuto l'epoca Belmondo-Di Centa, che hanno ispirato le generazioni successive. La piccola Italia vedeva crescere un talento dietro l'altro, anche in campo maschile: Giorgio Di Centa, Valbusa, Piller Cottrer, ...». Qual è il problema dell'attuale nazionale? «In campo femminile, manca una leader: dopo il ritiro improvviso di Follis e Longa, le giovani non hanno più un vero riferimento. Per quanto la dirigenza e i tecnici possano supportarle, non potran-

no mai sostituire un compagno di squadra. A Falun le ragazze parlavano molto con la Paruzzi, ma è il confronto con un campione con cui magari si condivide la stanza è diverso. Al maschile, Federico Pellegrino è il fulcro di questa na-

La prestigiosa firma del fondo in un momento di relax durante i Mondiali di Falun


Photo credit: NordicFocus

zionale: ha talento e personalità, è un ragazzo vivace ed è ambizioso al punto giusto».

ta, spesso trascurata: non le è mai stato attribuito il valore che merita nell'universo dello sport».

È diventato il leader per i risultati ottenuti o per predisposizione naturale? «Si nasce leader, non si diventa. Pellegrino è la figura giusta: in passato si diventava leader o comunque maturi alla soglia dei 30 anni, ora l'età si è abbassata».

Quale sua vittoria ricordi in maniera particolare? «L'oro olimpico a Salt Lake City: sembrava che la gara si mettesse male per la Belmondo, ma non ha mai mollato. Ha rimontato sulla russa Lazutina, poi squalificata per doping, e l'ha battuta sul campo: un inno agli atleti corretti, allo sci di fondo, alla dedizione di chi è serio e non molla mai».

A proposito di personaggi, chi è stato lo sciatore che più ti è rimasto impresso? «Sono ripetitivo, torno sempre sulla Belmondo. Con Stefania c'è sempre stato un bel rapporto, mi ha regalato tante emozioni, dal mio primo servizio alle grandi vittorie verso la fine della sua carriera. È lei il personaggio più incisivo del fondo perché è stata una campionessa davvero comple-

Hai seguito da inviato 5 edizioni dei Giochi Olimpici invernali e 9 edizioni dei Mondiali: cosa ti appassiona di più di questo sport? «L'ambiente è molto umano, aperto: atleti, tecnici e dirigenti sono disponibili, puntuali e rispettosi e c'è meno protagonismo rispetto

al nuoto, altro sport che seguo da anni e conosco bene. Lo sci di fondo mi rappresenta: le qualità che non possono mancare ad un atleta sono l'umiltà, il rispetto, la dedizione al lavoro, caratteristiche che esprimo nella mia professione». Un capitano che continua a fare il gregario, sempre tra i primi ad arrivare in sala stampa, zona mista o bordo pista, ma sempre tra gli ultimi a spegnere il computer. Se fosse un fondista, sicuramente farebbe la 50 km, si difenderebbe alla grande nello skiathlon, si accontenterebbe di una frazione interna in staffetta senza fare polemica e, nel caso ce ne fosse bisogno, gareggerebbe anche nelle sprint. Per capirlo basta osservare con quanta passione, dedizione, disponibilità e rispetto dei ruoli scrive ormai da oltre due decenni i suoi pezzi sulla Gazzetta. ¶

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Racing

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SPECIALE

L'ALFABETO FALUNIANO Marcello Signorelli

a, come alpino. I mondiali americani di discesa si sono conclusi

con la più cocente delle delusioni: nessun podio per l’Italia e, soprattutto, la sensazione che ci sia ancora molta strada da compiere per ricostruire i fasti d’un tempo. Sfortuna, errori, malanni di stagione non bastano a giustificare zero tituli. Nessuna recriminazione, ma un maggior sostegno non guasterebbe. Coni se ci sei batti un colpo.

b, come Bragagna. Un’influenza lo mette fuori gioco a tre giorni

dal via. Manca solo la domenica, (fortunatamente) e l’assenza del ricco commento si nota subito. Procede spesso con volo pindarico fra atleti, discipline, località e storia dei luoghi, ma il vantaggio è quello di una cronaca ricca e piacevole che non fa addormentare il telespettatore. Un professionista vero che ci ripaga delle banalità ascoltate in passato da altri commentatori.

c, come caldo. Pensavamo di aver visto tutto a Sochi, Olimpiadi

in pieno clima primaverile. Lì forse ci stava, vista la posizione della località russa, ma al Nord, a Falun una grafica che indica +6,6° fa un po’ senso. Siamo tornati col pensiero a Lillehammer dove, se la memoria non tradisce, nel 1994 in occasione delle Olimpiadi, il tempo aveva fatto uno scherzo uguale ma contrario arrivando a -20. Eh… non ci sono più le stagioni di una volta!

d, come digiuno. La fame di medaglie è tanta. Ci pensa un di

nella mischia si sono buttati atleti di nazioni che col fondo poco c’azzeccano. C’è persino un rappresentante di Trinidad and Tobago. Il calcio sarà pure lo sport globale, ma il fascino della neve e degli sci stretti fa scoprire adepti insospettabili.

f, come Falun. Il tempio si dice sia Oslo Holmenkollen, in Norve-

gia, ma è qui nella Regione del Dalarna e di cui Falun fa parte, che si svolge la regina delle granfondo, quella Vasaloppet fra Sälen e Mora e che rappresenta il sogno di molti di noi. Insomma, un posto sacro della neve.

g, come Giorgio Di Centa e come gagliardo. Si butta nella 50 km

con l’entusiasmo di un ragazzino a 42 anni suonati. Dove lo trovate, dopo Maurilio un altro così? L’ucraina Shevchenko, 40enne, non regge il paragone. C’era l’inossidabile Harri Kirvesniemi, che si si ritirò a 43 anni (e la moglie, Maria Lisa, a 39) ma come mai l’acciaio di finlandese non cedesse ce lo rivelarono le poco onorevoli cronache del doping nel 2001.

h, come (c)Harlotte. Bragagna chiama la Kalla alla svedese:

Harlotte, con l’H aspirata e non come la chiameremmo noi alla mediterranea. “Sciarlot”, Charlotte o ‘Harlotte’ nella 10 a skating mostra di che pasta è fatta e sale sul gradino più alto del podio a dimostrazione che il suo ragguardevole palmares non è frutto del caso.

k, come Kowalczyk. Justyna sembra al capolinea, mancano i ri-

sultati e permangono lacune tecniche soprattutto in pattinato. La

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nuovo straordinario Alessandro Pittin nella combinata a servire sul piatto l’entrée, con una rimonta sugli sci che ha del miracoloso. E lo sprint di coppia al maschile ci fa capire poi che cosa significhi il detto «l’appetito vien mangiando».

e, come emergenti. Fa piacere notare la passione con la quale


i, come Italia. L’orizzonte è solo un poco meno cupo al maschile

grazie al fenomeno Pellegrino: meglio un uovo oggi che una gallina domani. È sul versante rosa che abbiamo molto da macinare. Vent’anni fa le azzurre guardavano negli occhi scandinave e russe, oggi le posizioni in classifica sono da ricerca con la lente d’ingrandimento.

l, come Lahti che riceverà da Falun il testimone e per la settima

volta sarà teatro di una manifestazione mondiale. Dopo la Svezia, si va in Finlandia in un’altra nazione in cui il fondo non è solo uno sport popolare ma una religione. Peccato che la blasfemia del doping rovinò quel credo: proprio ai Mondiali di Lahti del 2001, sei atleti finlandesi furono trovati positivi.

m, come Macedonia. No non è la frutta e neppure un diverso

modo per dire che… siamo alla frutta. È proprio il piccolo Stato sorto dalla disintegrazione della Yugoslavia, presente anch'esso a Falun. Sci nordico sempre più globale... ma siamo sinceri, chi avrebbe pensato quindici, vent’anni fa ad una “Vasa” in Cina?

n, come Norvegia. Siamo al cospetto delle maestre e dei maestri.

Non marziani, ma da loro dobbiamo imparare: hanno una marcia in più, anzi due. Se cade è solo un temporaneo stop, risorge subito: l’ha dimostrato.

o, come Olsson. Nella 15 maschile lo svedese parte col pettorale

17 e uno di noi avrebbe toccato ferro. Potrebbe starci nei primi dieci-quindici, invece che ti cucina? Un primo posto inattaccabile quando ancora devono arrivare, penalizzati dalle condizioni della pista, i più quotati per la vittoria finale.

p, come Peyrot. Il commento di Lara, semplice, chiaro, preciso

aiuta chi ha poche basi per districarsi fra scioline di tenuta, paraffine di scorrimento, impronte, ponte e via discorrendo. A Lara il singolare primato degli «assolutamente sì» con i quali attacca, commenta e risponde a tutto fino alla sprint a coppie del 22 febbraio quando ne snocciola diciotto. Calo vertiginoso o assenza totale da allora in poi: astinenza quaresimale?

q, come quindici. Il numero degli skiman norvegesi che si fanno

impallinare prima dalla neve cadente, pochi centimetri nella 10 donne e affondano il giorno successivo nella 15 maschile con una

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stagione è nata storta per la polacca e si allontanano i tempi dei sorrisi smaglianti ad ogni podio. Certo, è possibile che dalla polvere si ritorni all’altare ma l’impressione è che sia iniziata per lei la parabola discendente.

nevaccia umida all’inverosimile. Tra gli atleti si salva Gloeersen, ma è fortuita coincidenza.

r, come Re. Fa senso chiamare Carlo Gustavo XVI, Sua Maestà. Il

glamour delle Monarchie del Nord Europa non è scoperta di questi giorni. Ma vedere Kung Gustav gustarsi lo spettacolo di Falun come un normale spettatore e con una sicurezza discreta pur se molto, molto attenta, dà una sensazione di grande normalità. Anche questo fa piacere, a differenza di stadi trasformati in bunker, l’esatta antitesi dello spirito sportivo.

s, come Svezia. I padroni di casa organizzano senza eccessi sce-

nografici nel perfetto stile di misurata compostezza scandinava, una perfezione germanica spogliata della spigolosità cui a Berlino non sanno rinunciare. Se la Svezia sia poi il paradiso in terra, gli italiani lo dicano dopo aver conosciuto i valori del prelievo fiscale, le pene inflitte a chi fa il furbo con le tasse e le norme draconiane su velocità e alcol alla guida.

t, come Tv pubblica. Nulla da eccepire, dopo lo scandaloso com-

portamento per Sochi, sulla copertura offerta da RaiSport 2. Molto da obiettare sulla sufficienza e, talvolta, sul colpevole silenzio, dei notiziari dei Tg Rai. Inviati a go-go per ripeterci allo sfinimento le banalità del calcio, telegrammi per sport che, nel bene e nel male, muovono l’economia turistica e dei materiali di sei regioni alpine e di una mezza dozzina appenniniche.

u, come USA. Sono la sorpresa della 10 skating femminile, quan-

do tutti sono lì appiccicati al video per assistere forse al solito, noioso dominio norvegese. A metterci lo zampino è la neve che cade durante la gara e dà risalto all'errore nella scelta materiali proprio per le strafavorite Bjoergen e Johaug. Argento e bronzo alle due fondiste a stelle e strisce. Diggins e Gregg non ci credono nemmeno quando le medaglie se le mettono al collo.

v, come Vittoria, quella mancata all’Italia. Verranno tempi mi-

gliori, intanto oggi ringraziamo un combinatista che, nel fondo, ha rotto il ghiaccio e ha spianato la strada all’altra medaglia nello sprint di coppia. Rimane la speranza ma temiamo non basti.

z, come siamo all’epilogo. Non c’è termine di paragone, è vero,

ma la “Z” chiude l’alfabeto e queste valutazioni mondiali. Cala il sipario, si guarda avanti e l’Italia ha tutto il tempo per prepararsi e portare a casa qualche medagliuccia pregiata a Lathi 2017. Più che incrociare le dita facciamo andare i muscoli. ¶

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Racing

Alberto Fumi

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Il valdostano di Gressoney, reduce da un Mondiale non brillante, si riscatta a Lahti: nella 15 km a tecnica classica vince la prima gara di coppa del Mondo della carriera.

Francesco De Fabiani 38

Nato a Aosta il 21 aprile 1993 Altezza 182 cm - Peso 71 kg In nazionale dal 2011 Club: C.S. Esercito

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LAMPO DE FABIANI: A LAHTI IL SUO PRIMO SUCCESSO IN COPPA DEL MONDO

La consacrazione è arrivata. Francesco De Fabiani, dopo un Mondiale avaro di piazzamenti, aveva voglia di riscattarsi e non ha abbassato il tiro: la coppa del Mondo non era ancora terminata, la lotta per la classifica dei giovani era ancora viva e le energie non erano affatto esaurite. Archiviate le gare di Falun, bastava aspettare qualche giorno perché il fiore sbocciasse: nella 15 km in tecnica classica di Lahti (Finlandia), il 21enne di Gressoney, talento puro dello sci di fondo, ha messo a segno il primo centro importante della carriera, diventando il 14° italiano a vincere una tappa di coppa del Mondo. Non è stato un successo qualunque: a 3” è arrivato il russo Alexey Poltorainin, a 4”6 il finlandese Sami Jaohojaervi mentre si sono fermati lontani dal podio Cologna (5°), l'azzurro Noeckler (6°), Northug (7°), Sundby (10°) e Krogh (11°). Nelle categorie giovanili ha vinto tutto, tra i big ormai è un volto noto (ha chiuso al 7° posto le 15 km del Tour de Ski di Oberstdorf e Val di Fiemme) e, di diritto, è etichettato come atleta emergente da tenere d'occhio, ma anche nel momento più alto della sua carriera non ha perso la lucidità e l'umiltà. «Sono stato fortunato perché ho trovato un trenino prezioso come Lukas Bauer ha analizzato il valdostano dell'Esercito a caldo -. La condizione cresceva con il passare dei chilometri, quasi non facevo fatica, ma avevo ancora in testa la 50 km di Falun, la gara a cui tenevo di più. A Lahti è andata diversamente, in tecnica classica sono molto competitivo ma devo consolidare il passo pattinato». Proprio su questo aspetto, riflette Giuseppe Chenetti, tecnico azzurro responsabile della Coppa del Mondo: «Francesco è dotato di qualità tecniche e fisiche particolarmente importanti e questa vittoria conferma che siamo diventati più bravi in tecnica classica rispetto al passo pattinato: ora dobbiamo riprendere ad insegnare lo skating ai bambini, è cambiato rispetto al passato. E attenzione a non volare troppo alto: bisogna continuare a lavorare con umiltà, soprattutto nel prossimo periodo estivo». Il monito è stato raccolto prontamente da De Fabiani: l'età è dalla sua parte e le motivazioni per migliorare non mancano. La 50 km di Oslo-Holmenkollen, l'ultimo appuntamento della stagione, non è andata come voleva, ma la coppa del Mondo Under 23 è comunque sua con 309 punti davanti a Ustiuov, 297 e Turvoll, 267 (13° nella coppa del Mondo distance con 259 punti). Un successo da cui gettare le basi verso la conquista di un posto in prima fila nel fondo che conta. ¶


Racing

Il ruggito di Karin

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KONTIOLAHTI 2015

Alberto Fumi

L'altoatesina Oberhofer conquista la prima medaglia mondiale nella storia del biathlon femminile italiano a Kontiolahti. Bene anche la staffetta donne, sul podio con Germania e Francia, mentre Dorothea Wierer è quarta per mezzo secondo.

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L'ultima giornata, l'ultima possibilità, l'ultima gara, la più attesa: i presupposti per entrare nella storia ci sono tutti. Karin Oberhofer ha una mira infallibile e un fiuto sopraffino per i momenti che possono cambiare la vita, due caratteristiche necessarie per trasformare una normale giornata in una domenica epocale. Mass start, biathlon con la B maiuscola, tutte le atlete schierate, tutti contro tutti, faccia a faccia. In casa Italia, i riflettori sono puntati su Dorothea Wierer, reduce da un quarto posto nell'individuale che ancora scotta, ma stavolta ci ha pensato la sorridente soldatessa di Fledthurns a calarsi nel ruolo di protagonista assoluta conquistando un bronzo che la fa entrare nella storia del biathlon azzurro dalla porta principale: le statistiche recitano che il risultato della 29enne nata a Bressanone è la ventesima medaglia italiana mondiale, la prima conquistata in una gara individuale da una donna. «Oggi mi sono realizzata come atleta - ha detto con la medaglia al collo - il biathlon è la mia vita. C'è tantissimo lavoro dietro a questo risultato, sono veramente felice. Dopo il quarto posto alle Olimpiadi di Sochi mi avrebbe seccato finire nuovamente ai piedi del podio. Questo Mondiale si è concluso nella maniera più bella eppure fino a pochi giorni prima della chiusura sembrava un fallimento: in tre giorni è cambiato tutto».

Karin Oberhofer incredula: è suo il bronzo della Mass Start

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Racing

Le azzurre sul podio mondiale: Lisa Vittozzi, Karin Oberhofer, Nicole Gontier e Dorothea Wierer.

Merita di essere raccontata in dettagli la cavalcata della Oberhofer. Dopo i due errori al tiro ai primi due poligoni, la portacolori dell'Esercito non ha più sbagliato nulla ed è riuscita a dare il meglio di se sugli sci, in particolare nelle ultime fasi di gara. Uscita sesta all'ultimo poligono, è risalita fino a raggiungere, superare e staccare un mostro sacro della disciplina come la bielorussa Darya Domracheva, che si è dovuta inchinare all'allungo dell'azzurra sul rettilineo finale. Karin, terza a 12”6 dalla vincitrice, si gode così questo storico bronzo salendo sul podio iridato in compagnia dell'ucraina Valj Semerenko, medaglia d'oro, e della tedesca Franziska Preuss, argento a 6"2. Festa per quattro > Il digiuno di medaglie ai Mondiali di Kontiolahti era stato spezzato dalla staffetta femminile, terza dietro a Germania e Francia. Due anni dopo il bronzo iridato conquistato a Nove Mesto, Lisa Vittozzi, Karin Oberhofer, Nicole Gontier e Dorothea Wierer non si sono fatte schiacciare dal peso dei pronostici e hanno confermato il terzo posto mondiale. Dopo il lancio perfetto e senza errori della Vittozzi, Oberhofer cambia in testa nonostante le quattro ricariche; stessi colpi per Nicole Gontier, la portabandiera azzurra nella cerimonia di apertura della rassegna finlandese, che cede il testimone alla Wierer in terza posizione che difende al meglio la posizione.

Bilancio azzurro > Merita una sufficienza piena il Mondiale degli italiani. Il bronzo della staffetta addolcisce il boccone amaro ingoiato dalla Wierer nella individuale e nella mass start, prova in cui non è mai stata tra le protagoniste; nella staffetta invece ha tenuto duro trascinando la squadra verso il bronzo. Per la Vittozzi si spalancano le porte del futuro: solida sugli sci e precisa al poligono, ora con un bronzo iridato al collo che dà morale. Anche Federica Sanfilippo, a ridosso della top ten nella 15 km, è promossa a pieni voti mentre la Gontier, appannata nelle prove individuali, ha dato il meglio di se proprio nella staffetta. Tra gli uomini, il migliore è stato Christian De Lorenzi che ha chiuso al 12° posto l'individuale ed è stato l'unico azzurro al via della mass start (18°); Lukas Hofer e Dominik Windisch hanno pagato a caro prezzo gli errori al tiro mentre Thomas Bormolini, 23enne di Livigno, seppur poco preciso al poligono, ha dimostrato grinta e determinazione da vendere. Tirando le somme, si evince di come la nazionale di Fabrizio Curtaz sia un gruppo con molte potenzialità ancora da esprimere: assimilati i Mondiali e terminata la coppa del Mondo, gli azzurri avranno sicuramente il sorriso più largo di qualche mese fa. La base su cui poggiare il lavoro per la prossima è sempre più solida: ora ci sono due luccicanti medaglie di bronzo in più. ¶

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Ci sono volute quasi due settimane per placare la voglia di biathlon dei finlandesi. L'edizione 2015 dei Mondiali ha visto alternarsi a bordo pista 88.300 spettatori mentre il record di presenze allo stadio di Kontiolahti è stato registrato in occasione delle gare di mass start con 12.500 appassionati ad assistere alle gare. La passione per lo sci nordico è sempre accesa: oltre 300mila spettatori hanno partecipato ai Mondiali di fondo e biathlon, numeri che confermano, semmai ce ne fosse bisogno, la forte passione per queste discipline.

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CHE NUMERI!

L'abbraccio tra Lisa Vittozzi e Karin Oberhofer dopo la staffetta


KONTIOLAHTI 2015

IL MEDAGLIERE

Photo credit: NordicFocus

NAZIONE

Dorothea Wierer stremata: la fatica è valsa la medaglia di bronzo

O

A

B

TOT.

1 Francia

3

2

1

6

2 Germania

3

2

0

5

3 Norvegia

1

2

4

7

4 Rep. Ceca

1

2

1

4

5 Russia

1

1

0

2

6 Ucraina

1

0

1

2

7 Slovenia

1

0

0

1

8 Polonia

0

1

1

2

9 Canada

0

1

0

1

10 Italia

0

0

2

2

11 Finlandia

0

0

1

1

LE MEDAGLIE MONDIALI DEGLI AZZURRI Ripassiamo un po’ la storia. Ecco tutte i podi iridati dei biathleti italiani. 1979 Ruhpolding (Ger)

Luigi Weiss

SPRINT M

BRONZO

1979 Ruhpolding (Ger)

Johann Passler

SPRINT M

BRONZO

1986 Holmenkollen (Nor)

Kiem, Taschler, Passler, Zingerle

STAFFETTA M

BRONZO

1990 Kontiolahti (Fin)

Carrara, Pallhuber, Passler, Zingerle

STAFFETTA M

ORO

1991 Lahti (Fin)

Leitgeb, Taschler, Demetz, Pallhuber

SQUADRE M

ORO

Andreas Zingerle

INDIVIDUALE M

ORO

Carrara, Pallhuber, Passler, Zingerle

STAFFETTA M

ORO

Carrara, Leitgeb, Zingerle, Pallhuber

SQUADRE M

ORO

René Cattarinussi

SPRINT M 10 Km

BRONZO

Cattarinussi, Leitgeb, Carrara, Favre

SQUADRE M

BRONZO

Wilfried Pallhuber, René Cattarinussi Cattarinussi, Pallhuber, Favre, Carrara

SPRINT M SPRINT M STAFFETTA M

ORO ARGENTO BRONZO

1999 Kontiolahti (Fin)

Patrick Favre

SPRINT M

ARGENTO

2000 Holmenkollen (Nor)

René Cattarinussi

SPRINT M

BRONZO

2001 Bled-Pokljuka (Slo)

René Cattarinussi

SPRINT M

ARGENTO

2011 Khanty Mansiysk (Rus)

Lukas Hofer

MASS START M

BRONZO

2013 Nove Mesto (R. Ceca)

Wierer, Gontier, Ponza, Oberhofer

STAFFETTA F

BRONZO

2015 Kontiolahti (Fin)

Vittozzi, Oberhofer, Gontier, Wierer Karin Oberhofer

STAFFETTA F MASS START F

BRONZO BRONZO

1993 Borovetz (Bul) 1994 Canmore (Can) 1996 Ruhpolding (Ger)

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1997 Osrblie (Sve)

Christian De Lorenzi, il migliore della squadra maschile

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Photo credit: Engadin Skimarathon

Racing

È SEMPRE GRANDE ENGADIN! Lo scorso 8 marzo si è svolta la 47ima edizione della Engadin Skimarathon che ha visto trionfare l’atleta russo Ilia Chernousov, engadinese di adozione, che ha preceduto nell’ordine il francese Robin Duvillard e lo svizzero Roman Furger. Fra le donne si è imposta la francese Anouk Faivre Picon davanti alla vincitrice del 2014, la finlandese Riitta-Liisa Roponen e l’americana Caitlin Gregg. Sotto un sole splendente ma temperature basse, i tempi sono stati di circa 10 minuti superiori al record. 42

La vittoria per il Ilia Chernousov ha un significato particolare, si tratta della sua prima vittoria in questa classica oltre ad essere stata raggiunta davanti a casa: lo zar vive difatti a S-Chanf, paese di arrivo della Engadin Skimarathon assieme alla moglie biatleta Selina Gasparin e la loro figlia. Una vittoria tutt’altro che scontata, considerato che dopo la partenza Chernousov ha rotto un bastoncino, ma ciò nonostante è riuscito a colmare il gap che si era creato con il gruppo di testa. Nella volata finale si è presentato al terzo posto uscendo per poco indenne dalla caduta generale che si è sviluppata alle sue spalle. La vittoria è stata assegnata al fotofinish, con Duvillard che è stato superato per un solo decimo di secondo. E deve essere stata veramente una gran battaglia nelòle fasi finali se il nostro Fabio Pasini è arrivato dodicesimo a meno di 10 secondi dal russo; bene anche il livignasco Morris Galli sulle code di Pasini. Anche fra le donne il successo si è deciso alla volata finale: la francese Picon, già vincitrice nel 2012, ha avuto la meglio sulla favorita Roponen, vincitrice delle ultime due edizioni. La francese è stata particolarmente brava avendo dovuto fare i conti con una rondella che si è rotta a 15 km dall’arrivo, e che non ha potuto sostituire per non perdere contatto con la testa della corsa.


Photo credit: Engadin Skimarathon

Photo credit: Engadin Skimarathon

47^ ENGADIN SKIMARATHON 8 Marzo 2015 – 42 KM TL UOMINI 1_ CHERNOUSOV Ilia (RUS)

1:34.50,1

2_ DUVILLARD Robin (FRA)

1:34.50,2

3_ FURGER Roman (SUI)

1:34.51,0

DONNE 1_ FAIVRE PICON Anouk (FRA)

1:39.35,3

2_ ROPONEN Riitta-Liisa (FIN)

1:39.36,1

3_ GREGG Caitlin (USA)

1:39.42,9

Photo credit: Engadin Skimarathon

Photo credit: Engadin Skimarathon

Prima delle italiane la nostra inossidabile Antonella Confortola, sesta a poco meno di due minuti dalla prima. La Engadin si conferma come la più amata sulle Alpi, con i suoi 13.331 partecipanti, anche se vi sono state due edizioni nella storia della Engadin Skimarathon, con maggior numero di fondisti. Per tutti una giornata soleggiata contraddistinta da temperatura basse in partenza e da un leggero vento contrario che ha mantenuto i tempi lontani dal record. E che dire del resto? La solita grande ed efficiente organizzazione, ricca di eventi collaterali. Il villaggio degli sponsor rappresenta una occasione per vedere da vicino le novità del prossimo inverno delle principali aziende di sci, oltre che ricevere preziosi consigli dagli esperti delle scioline Swix e Toko.

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Racing Claudio Fontanive

LA DOBBIACO-CORTINA

SI FARÁ O NON SI FARÁ? È davvero un inverno strano: a fine gennaio, la comunicazione dall’organizzazione che l’arrivo della Dobbiaco-Cortina in stile classico non sarà sotto il campanile di Cortina, ma dodici chilometri prima, a Fiames. Tutti alla Nordic Arena di Dobbiaco Poco male, poteva andare peggio e la gara subire una cancellazione a causa della mancanza di neve. E invece, tutti presenti alla Nordic Arena di Dobbiaco, in una fredda domenica di febbraio.

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L’arena del fondo è una magnifica struttura dotata di tutti i comfort, dove l’esercito dei granfondisti si incontra per il ritiro dei pettorali e per i rituali prima della partenza. L’ambiente è così bello, con il magnifico e caldo bar ristorante, da trasformare l’atmosfera del pre gara, tradizionalmente carica di adrenalina, in un ritrovo tranquillo e rilassato, che sembra più un ritrovo serale di sportivi multi etnici. Pronti, partenza, via! Ad un certo punto, il mio amico e cognonimo Riky mi guarda e poi, insieme, guardiamo l’orologio: mancano tre minuti alle dieci, forse è ora. In un attimo di lucidità, i nostri sguardi cadono sulle tute dello sci nordico Sportful che indossiamo e quella frazione di secondo ci serve per capire che la nostra presenza lì, alla Nordic Arena, é effettivamente motivata dall’inizio della competizione in classico della Dobbiaco-Cortina, piuttosto che dalla messa domenicale del paese. La griglia di partenza è proprio a pochi metri dalla struttura. Pronti, partenza, via. È

una gara vera, lì davanti ci sono campioni come Di Centa, Pellegrin, Scola e molti altri. Beh, e poi il paesaggio é meraviglioso. Addentrandoci tra gli splendidi boschi che ci conducono al lago di Dobbiaco e a quello successivo di Landro, notiamo con apprezzamento lo spesso manto nevoso che la natura ci ha finalmente regalato, appena qualche giorno prima. Anche il clima non é male ed é tipicamente invernale. Il vento comincia però a soffiare gelido, così insistente che sembra non darci tregua. Ad ogni metro in più che percorriamo, aumenta la consapevolezza che a Cima Banche ci aspetteranno raffiche che non hanno niente da invidiare alla ‘America’s Cup’ di vela. Ed ora ci si arrampica… La salita é dura, la neve é lenta ma non dà grossi problemi di sciolina. Ma perché la salita ogni anno che passa sembra sempre più lunga? Il pubblico, un po’ infreddolito ma entusiasta, ci incita lungo il percorso gridando i


nostri nomi ed altre espressioni d’incoraggiamento. Tra i concorrenti, vediamo scivolarci a fianco molte, anzi moltissime tute scandinave. Le Dolomiti hanno sempre un grande fascino, e non solo per i nordici! Finalmente siamo a Cima Banche. Il ristoro in quota, allestito e gestito dai bravissimi volontari che non si curano minimamente del vento gelido, non ci invoglia certo a chiedere una lemonsoda. In discesa, un po’ di skating? Piuttosto, sorseggiamo un bel the caldo e poi, sci ai piedi, ci avviamo verso le famose gallerie che ci condurranno a Cortina, attraverso una discesa un po’ lenta e che ci spinge a sciare fuori binario. Ma noi siamo bravi, anche e soprattutto moralmente, e come molti altri concorrenti, non ci lasciamo sopraffare dalla voglia di pattinare ma, non discostandoci più dai binari, ci avviciniamo a Fiames. Un’altro traguardo - Trenta chilometri sembravano più corti ed invece, oggi ce la siamo proprio sudata la medaglia. Per qualche istante, il traguardo s’intravede a fatica poiché il vento solleva la neve farinosa che ci accarezza la faccia e ci fà ‘stringere

ancora di più i denti’ verso il tanto sospirato traguardo. Finalmente, l’inconfondibile voce dello speaker ci annuncia che ‘siamo arrivati!’. Un'altra volta, un'altra Dobbiaco Cortina, un’altra medaglia. Ringraziamo tutti: organizzatori, volontari, atleti, tutti quelli che hanno avuto la forza di non alzare bandiera bianca e che ci hanno permesso di vivere un'altra bella ed emozionante giornata dedicata allo sport. Sotto il tendone poi, il tradizionale ristoro. Atleti italiani e parecchi colleghi stranieri che ormai si conoscono da tempo. Peccato però, non vedere qualche volto nuovo in più, qualche volto giovane soprattutto. Forse lo sci di fondo non é tanto di moda? Non scopro certo l’acqua calda constatando, per l’ennesima volta, quanto la disciplina nordica sia uno sport di nicchia: ma ragazzi, non sapete cosa vi perdete! Ah, complimenti a Di Centa e Pellegrin per lo sprint e, soprattutto, complimenti alla donna in costume che, infilando la corona al collo del vincitore, ha però rimediato una spettacolare caduta che le è semplicemente costata un applauso, ancora più fragoroso del solito, da parte del pubblico.. ¶

DOBBIACO CORTINA LE CLASSIFICHE 30 km Tecnica Libera / 07/02/2015

30 km Tecnica Classica / 08/02/2015

UOMINI

UOMINI

1_ TSCHARNKE Tim (GER)

1:19:12

1_ PELLEGRIN Mattia (ITA)

1:26:03

2_ BING Thomas (GER)

1:19:16

2_ DI CENTA Giorgio (ITA)

1:26:03

3_ BERTOLINA Mirco (ITA)

1:19:23

3_ GARDENER Stefano (ITA)

1:26:12

DONNE

DONNE

1_ ZERNOVA Natalia (RUS)

1:27:36

1_ DISOPRA Francesca (ITA)

1:43:00

2_ ZANON Stefania (ITA)

1:35:14

2_ PELLEGRINI Sara (ITA)

1:43:22

3_ BURDEN Nancy (CAN)

1:37:34

3_ CANCLINI Alice (ITA)

1:47:22

ANCHE UNA PROVA IN SKATING PER LA DOBBIACO – CORTINA Segnava -10° il termometro, nella mattinata di sabato 7 febbraio quando, ai cancelletti di partenza del Fiames Sport Nordic Center di Cortina ben 650 fondisti, provenienti da 20 diverse nazioni, hanno iniziato la loro marcia sugli sci stretti verso Dobbiaco. La prova in pattinato prevedeva una distanza complessiva di 30 km, il medesimo tracciato della prova in classico da percorrere in senso inverso. Fin dall’inizio, sono stati i teutonici Tim Tschranke e Thomas Bing, insieme al lombardo Marco Bertolina, a trainare il gruppo dando il ritmo della pattinata ed infatti, sono loro a salire sul podio della 38a edizione della Dobbiaco - Cortina in skating. In campo femminile, è la russa Natalia Zernova del Team Salomon, a riconfermarsi campionessa di questa prova, dopo il successo dello scorso anno. Anche sul secondo gradino del podio è salita la stessa atleta della passata edizione, la trentina Stefania Zanon; al terzo posoto la canadese Nancy Burden. Gara molto amata e partecipata la granfondo tra Ampezzo e Pusteria che, anche quest’anno, ha registrato una significativa partecipazione anche di atleti stranieri. Ovviamente, il numero più cospicuo è quello dei norvegesi, presenti in 138, seguiti dagli svizzeri che erano 52.

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Racing

COMELGO LOPPET:

Un evento che non solo soddisfa la voglia di competizione dei fondisti ma offre loro un tracciato spettacolare: è il miglior modo per ricordare chi non c’è più e per creare forte senso di comunità. C'è anche la combinata con la Dobbiaco-Cortina

IN UNO SCENARIO BUCOLICO UN’OCCASIONE UNICA PER GAREGGIARE E STARE INSIEME Susanna Camilli

Il piacere del bello > Per chi non è mai stato a Padola di Comelico, piccola frazione di Comelico Superiore proprio nel cuore del Cadore, arrivarci per la prima volta è davvero un’esperienza unica, soprattutto nei mesi invernali quando la conca è ricoperta di neve: un vero e proprio tripudio di bellezze naturali, una meraviglia tutta da gustare. Se poi, oltre ad essere amanti del bello, lo si è anche dello sport e della fatica che solo lo sci di fondo sa regalare, allora Padola è proprio il luogo ideale per soddisfare la voglia di scivolare sugli sci stretti e quella di gareggiare, il tutto circondati dallo scenario mozzafiato delle Dolomiti Bellunesi. Fondo, che passione > Il piccolo borgo alpino vanta in effetti un forte legame con la disciplina nordica, sia per l’ampia offerta di piste che per i grandi campioni del fondo italiano a cui ha dato i natali. Per la gente di Padola, lo sci di fondo è quindi una delle discipline invernali più praticate, oltre ad essere una passione condivisa da molti. E sono certamente la passione e l’amore per questo sport che, dal 2009 ad oggi, hanno spronato i membri dell’associazione

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Comelico Nordic Ski capitanata da Roberto De Zolt, ad organizzare la Comelgo Loppet, granfondo internazionale sugli sci stretti dedicata alla memoria di Riccardo De Martin e valida come Trofeo Trainer. Giunta ormai alla sesta edizione, la ‘Corsa del Comelico’ si è svolta domenica 1° febbraio 2015 su un tracciato di 15 km, con partenza ed arrivo dallo Stadio del Fondo e giro di boa nella suggestiva zona delle terme di Valgrande, da percorrersi due volte in tecnica classica per un totale di 30 km. Il Grillo del Comelico apre la gara > In una domenica mattina nuvolosa, con il termometro fermo a -10°, i circa 200 fondisti iscritti alla Comelgo Loppet si sono riuniti nella piana dove erano stati allestiti la partenza e l’arrivo della granfondo: l’atmosfera era tesa e l’adrenalina tipica di ogni pre-gara impregnava l’aria. Tre, due, uno e alle ore 10 il via ufficiale della 6a Comelgo Loppet, con il Grillo del Comelico Maurilio De Zolt schierato in prima fila ad onorare la competizione. Insieme a lui e ai fondisti amatori accorsi da tutta Europa, ai cancelletti di partenza c’erano anche ex-atleti Olimpici


del calibro di Ulrich Kostner, Silvio Fauner e del collega Tullio Gandelis. Anche tra le concorrenti donne, figuravano nomi importanti dello sci di fondo internazionale come la svedese Claudia Ludwig, Roberta Tarter, Simonetta Carbogno del Team X-Calibur Lill e sua figlia, la giovanissima Chiara De Zolt Ponte. Carabinieri protagonisti > Sono stati i giovani carabinieri Florian Kostner ed Alan Martinelli ad imporsi fin dai primi chilometri, guadagnandosi subito un notevole vantaggio sul resto del gruppo che gli ha permesso di mantenersi in testa per tutta la competizione. Al 20° chilometro la svolta, con l’altoatesino Kostner che è riuscito a staccare di qualche metro il collega lombardo grazie ad una tecnica impeccabile nella spinta delle braccia, che l’ha infine incoronato d’alloro. A seguirlo nella classifica, il collega Martinelli, il quale spiega la durezza della gara per il tracciato selettivo ed aggiunge «abbiamo fatto gara di testa, soprattutto per ricordare il nostro amico Riccardo che è scomparso qualche anno fa e siamo contenti di essere qua». Ha invece occupato il 3° gradino del podio l’atleta locale Michele De Bettin (Val Padola), che chiudeva la prova ad oltre 5 minuti da Kostner. Magnifica Chiara > In ambito femminile, a dominare è stata l’atleta di casa Chiara De Zolt Ponte, diciassettenne dell’Us Val Padola e figlia d’arte: il padre è infatti Roberto De Zolt e la madre Simonetta Carbogno. Prova davvero spettacolare per questa giovanissima pro-

COMBINATA COMELGO LOPPET E DOBBIACO-CORTINA: IN PALIO DUE ERCOLINA UPPER BODY POWER A caratterizzare la Comelgo Loppet 2015, oltre alle decisioni di concentrare l’evento in una sola giornata e di correre l’unica prova in tecnica classica, anche una grande novità: il gemellaggio con la Dobbiaco-Cortina del 7-8 febbraio. Offerte ai partecipanti delle due granfondo, un’iscrizione ed una classifica comune, oltre che la possibilità di essere i vincitori dell’estrazione di una delle due Ercolina Upper Body Power in palio. La macchina per l’allenamento a secco delle braccia e della parte superiore del corpo, nata nel 1996 da un’idea di Mirco Collavo ed oggi utilizzata dai più grandi campioni dello sci nordico, è stata infatti regalata al partecipante uomo e alla partecipante donna, che sono risultati i fortunati estratti per questo esclusivo premio.

messa dello sci di fondo italiano, la quale è stata sempre in testa, nonostante la Comelgo Loppet fosse la sua prima esperienza con le lunghe distanze. Ad oltre un minuto, si è classificata 2a l’atleta dell’US Stella Alpina Corano Roberta Tarter, seguita dalla mamma di Chiara, Simonetta Carbogno che quest’anno sta facendo il pieno di grandi risultati nelle prove di lunga distanza e che era infatti una delle favorite. Dietro le quinte > Come per qualsiasi manifestazione sportiva, ad essere al centro dell’attenzione sono i concorrenti, anzi i vincitori e quindi è un po’ come se la Comelgo Loppet sia iniziata e finita in quella domenica 1° febbraio. In realtà, sono molti di più gli attori coinvolti nello svolgimento e soprattutto nell’allestimento di un evento simile, attori che spesso restano nel silenzio e nell’ombra di chi ha calzato il pettorale, ma senza i quali la manifestazione non si sarebbe mai svolta. Non a caso, a caratterizzare il post-gara sotto il tendone, allestito proprio per l’occasione nelle vicinanze dell’arrivo, sono state l’allegria, la convivialità e la soddisfazione. Non solo quella di chi aveva tagliato il traguardo, anche e soprattutto quella di tutti coloro che con dedizione e forte spirito di comunità avevano lavorato sodo e a lungo, affinché la granfondo potesse aver luogo. «Grazie a tutti i volontari che ci hanno dato una mano in questi mesi e, con particolare intensità, in queste ultime settimane», il commento del coordinatore del comitato organizzatore Roberto De Zolt che, nel premiare la figlia si è anche commosso. Di certo lacrime di gioia le sue, che prima della figlia ha conosciuto la costanza e la tenacia necessarie ad essere un fondista d’alto livello e lacrime sincere, perché lo sci di fondo, anche quando vissuto agonisticamente, è innanzitutto un’occasione per provare emozioni forti ed educarsi a valori puri e genuini. ¶ CLASSIFICA COMBINATA U30 > Alessandra Da Ros 3:38:35 | Alan Martinelli _2:49:08 U40 > Arianna Mazzel _4:00:09 | Florian Kostner_2:44:37 U50 > Arianna D’Agostini _4:25:00 | Toni Barp _3:11:57 U60 > Anna Tasin _4:41:45 | Olivo Antoniacomi _3:18:55 U70 > Patrizia Turchet _5:12:27 | Siro Sagrillo _4:45:56 U80 > Ernesto Gaio _4:21:00

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Racing

Va' dove ti porta la Luna

Roberto Catti

Nulla meglio delle parole della scrittrice statunitense descrivono l’atmosfera percepita nella serata della nona edizione della Moonlight Classic dell’Alpe di Siusi, con la luna piena che scorreva fra le nuvole durante la gara, conquistando totalmente il palcoscenico stellato, giusto per l’arrivo dei primi classificati. Atmosfera magica - Usciti dall’autostrada a Bolzano Nord, mercoledì 4 febbraio, qualche ora prima della gara, il cielo non era dei migliori. Ma man mano che ci si arrampicava verso Siusi, e ci portavamo così sempre più vicino ai magnifici denti innevati dello Sciliar, il cielo si apriva, mostrandoci prima le stelle e poi lei, l’astro argentato che enorme, faceva capolino da dietro le nuvole. Calato completamente il sole ecco che insieme alla luna risplendono le fiaccole, numerose lungo il percorso, e le luci frontali degli atleti, che prima delle 20 vanno a prepararsi sui binari alla partenza. I fuochi dei tronchi accesi fanno il resto, e l’atmosfera che si respira pochi minuti prima del via è magica. Heja Heja Norge! - Finito il count down, subito il via: sono quasi 500 i fondisti presenti e un terzo di essi, è doveroso segnalarlo, sono di origine norvegese. Un orgoglio infinito per gli organizzatori, che sono riusciti a portare all’Alpe di Siusi i clienti dalla forchetta più raffinata a livello mondiale, per quanto concerne lo sci di fondo. «Un dato da non sottovalutare - spiega il direttore di Alpe di Siusi marketing Alex Andreis - è quello climatico, infatti qui per i norvegesi c’è un clima perfetto. Anche d’inverno, c’è sempre il sole, quindi per i norvegesi che spesso vivono in un clima più avverso e con diverse ore di buio, l’Alpe diventa il posto ideale per passare una vacanza e godersi un po’ di sole praticando il loro sport preferito». Motivazioni importanti, che si uniscono all’ampia offerta dell’altopiano più grande d’Europa, che da due anni a questa parte ha deciso di puntare fortemente sullo sci di fondo, come strumento per richiamare turisti da tutta Europa. Una vittoria per tutti - La gara ha visto poi trionfare il poliziotto Dietmar Noeckler e la forestale Antonella Confortola (bis per lei) sul tracciato di 30 km, mentre per quanto riguarda il percorso dei 15 km c’è stata una vera e propria “furia ceca” con i trionfi dei boemi Jiri Rocarek e di Kamila Knopova. Ma i vincitori della serata sono stati tutti, e per averne la conferma è bastato guardare il sorriso di chi tagliava il traguardo che, indipendentemente dalla posizione in classifica, veniva accolto dagli allegri rintocchi dei due ragazzi addetti alle campane che aspettavano ai lati dell’arrivo, da una medaglia da finisher, da un caldo bicchere di tè al mirtillo e dal ricco party con le specialità locali, il tutto condito dalla magia del chiaro di luna. MOONLIGHT CLASSIC DELL’ALPE DI SIUSI > 04/02/2015 - 30 km Tecnica Classica UOMINI 48

DONNE

1_ NOECKLER Dietmar (ITA)

1:17:42

1_ CONFORTOLA Antonella (ITA) 1:31:54

2_ DI CENTA Giorgio (ITA)

1:17:46

2_ SIEGEL Monique (GER)

1:32:30

3_ KOSTNER Florian (ITA)

1:17:47

3_ MORAVCOVA Klara (CZE)

1:32:30


Photo credit: Armin Mayr

Photo credit: Armin Mayr

“Il cielo era di un blu notte e la luna sembrava giacere su di esso come una ninfea che galleggia seguendo una corrente invisibile� Willa Sibert Cather

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Racing

Elevato livello tecnico e tanta soddisfazione per la Millegrobbe 2015, sotto la nuova gestione organizzativa tra Team Futura e Sci Club Millegrobbe, che ha introdotto interessanti novità tecniche per questa 33esima edizione.

Millegrobbe, dica trentatre Susanna Camilli

Un’intensa ed emozionante due giorni agonistica, quella che si è tenuta il 14 e 15 marzo tra i paesaggi degli altipiani di Folgaria, Lavarone, Luserna e che ha visto vincitori assoluti della Millegrobbe, due atleti della Val di Fiemme, Riccardo Mich ed Antonella Confortola. Va dunque in archivio la 33esima edizione. Vediamo cosa è successo. Il sole bacia il cronoprologo > È stata accompagnata dallo splendore del sole e da un clima piuttosto mite, la prima giornata con una prova a cronometro in tecnica classica, sulla distanza di 12 km. Gara inconsueta per gli atleti iscritti, la maggior parte dei quali molto più a proprio agio con le lunghe distanze piuttosto che con competizioni contro il tempo. Partiti a “ondate” in gruppi di quattro con intervallo di un minuto, i partecipanti sono stati sorteggiati alla vigilia senza tener conto dei gruppi di merito. Il Team Futura fa doppietta > Ad aggiudicarsi la crono, è stato Riccardo Mich del Team Futura, tra l’altro l’unico in grado di scendere sotto il muro della mezz’ora. «Ho fatto un po' fatica a trovare il ritmo: sono abituato a stare in scia ai colossi del

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nord, soprattutto nei piani, e fare gara da solo è un'altra cosa» ha commentato l’atleta di Stava, che ha tagliato il traguardo in 29’55’’. Distaccato di ben 9’’ il compagno di squadra Simone Bosin, autore di una prova impeccabile e dal ritmo serrato, che ha infine consegnato la doppietta di piazzamenti alla squadra di Trabalzini. Ha completato il podio, il comasco dell’Esercito Simone Paredi. Per la categoria femminile, come da pronostico la vittoria della veterana Antonella Confortola, che ha distaccato di oltre 9 minuti Arianna Mazzel dello sci club Arcobaleno e Paola Leonardi. La 33 km di domenica > Paesaggio suggestivo per la 33 km in tecnica classica di domenica, che ha sfruttato l’anello di 12 km del giorno precedente, e che si è poi immersa nelle bellissime abetaie dei boschi di Lavarone per correre i successivi 21 km. La gara ha visto la fuga di cinque atleti, Nicola Morandini, Mauro Brigadoi, Riccardo Mich, Simone Paredi e Simone Bosin, una fuga che ogni tanto si animava in prossimità dei traguardi intermedi che davano abbuoni ai fini della classifica generale


Nella volata finale Mich cerca di anticipare il compagno di squadra Nicola Morandini, ma dovrà chiudere al secondo posto.

(...ottima idea contro la sonnolenza di certe granfondo). Prima il tentativo di fuga di Nicola Morandini al km 12, poi quello di Mauro Brigadoi, appena superata la metà del percorso. Il Team Futura trionfa ancora > Taglia per primo la linea del traguardo Nicola Morandini, del Team Futura, seguito da Mauro Brigadoi, e terzo Riccardo Mich che riesce a mantenere la leadership della Millegrobbe, grazie ai 15 secondi guadagnati al 20° chilometro. La classifica assoluta è stata poi completata da Simone Bosin, con 31’’ di ritardo sul vincitore e Simone Paredi, a 42’’. Splendida Antonella Confortola > «Sembrerà strano, ma nonostante io sia trentina è la prima volta che disputo la Millegrobbe e che scio su queste splendide piste. È stata una sorpresa e ho trovato il percorso davvero bello». È sufficiente il commento di Antonella Confortola per rimarcare il fascino di questo territorio e della sua gara. In entrambe le giornate, la veterana che si è ripresa da una tendinite, ha dominato, e non poteva essere altrimenti. ¶

La fuga di Brigadoi con Mich e Morandini a marcare l’uomo

MILLEGROBBE: LE CLASSIFICHE 12 KM Tecnica CLASSICA + 33 KM Tecnica Libera UOMINI 1_ MICH Riccardo (Team Futura)

1:54:17

2_ BOSIN Simone (Team Futura)

1:54:48

3_ PAREDI Simone (GS Esercito)

1:54:59

DONNE 1_ CONFORTOLA Antonella (GS Forestale)

2:17:32

2_ MAZZEL Arianna (SC Arcobaleno)

2:56:25

3_ LEONARDI Paola (APD Lizzanella)

3:15:33

I vincitori del GRANFONDO MASTER TOUR 2015 DONNE _ KASSLATTER Elisa

1000 punti

UOMINI

L’esordio (vincente) di Antonella Confortola alla Millegrobbe

U1 _ SILVERIO Andrea

931 punti

U2 _ KARGRÜBER Reinhard

969 punti

U3 _ CRESTANI Marco

924 punti

U4 _ MASIERO Guido

899 punti

U5 _ PASSERINI Luigi

699 punti

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Racing Gigi Donelli

Lahti 2015: anche per gli ultimi arriva il magic moment La luce in fondo al tunnel? O la fine di un interminabile rettilineo? Un inviato davvero speciale racconta il suo momento magico alla Finlandia Hiito Il mio magic moment è arrivato alla fine di un lungo rettilineo tagliato attraverso la foresta: si sale dolcemente per circa un chilometro, dritti dritti lungo binari lucidi in un paesaggio silenzioso. Con Juhan, Mikko e Pentti siamo ormai da qualche chilometro l’accelerato della speranza: la scattante Tuula, una signora ossuta che con i suoi candidi capelli bianchi mi ricorda la mia mamma, ha

appena fatto capire di essere decisa a soffiarmi il 1947esimo posto in classifica generale. E lo fa. Sento tutta la stanchezza, ma prevale il rispetto. Me la cavo con la solita promessa: l’anno prossimo sarò molto più allenato! È solo un attimo perché improvvisamente dietro una curva secca ecco il colosso che ti fa dimenticare tutto. Si presenta come un palazzo di venti piani nel mezzo del bosco. È Salpausselka il Grande, il trampolino che da quasi un secolo richiama in Finlandia i campioni del salto. Ai suoi piedi il cartello KM-49, amore a prima vista. E allora poi giù per i mille metri più felici della Hihito Marathon edizione numero 42, mille metri di discesa fino all’anello di arrivo dello stadio di Lahti visto tante volte alla tv, con lo speaker che saluta tutti e anche l’ospite arrivato dall’Italia (in tutto eravamo una trentina) facendoti sentire bene anche se hai 50 sfumature di dolore in tutte le parti del corpo.

w.finlandiahiihto.fi Lahti (Finlandia) > ww : 50 km TL > 15 20 ito Hi dia lan La Fin febbraio km TC - Domenica 22 Sabato 21 febbraio: 50

Prima è stato un lungo su e giù per le colline moreniche. In un paese che immagini piatto e dove scopri che le cicatrici lasciate dalla grande glaciazione sono profonde per noi formiche: quando le devi superare sui bastoni non ti sembra più lo stesso piattume. Bellissima la partenza nello stadio dei mondiali, e grazie ai finlandesi che sfilano via l’italiano lento senza mai attaccare la coda o peggio ancora il bastone. Basta solo salire ed ecco l’altopiano e il bosco, e i lunghi tratti nella radura fino allo squarcio nel bosco di Messila dove la vista si apre sul lago Päijänne, gelato fino all’orizzonte. Dopo basta andare avanti, non perdere nessuno dei 5 rifornimenti e aspettare il magic moment di questa Finlandia Marathon 2015, corsa nel segno di un’umidità che non ti aspetti. Sul grande tabellone c’è la conferma. In un mare di bandiere finlandesi il mio contributo è una pennellata di colore. Mi viene da pensare: chissà cosa devono avere dentro i nostri atleti che vengono a vincere quassù nel grande Nord? Non lo saprò mai, ma va bene lo stesso. ¶

Gigi Donelli

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50 anni, milanese, giornalista a Radio24 IlSole24Ore. Fondista, sci alpinista, escursionista, slittinista. Ogni scusa è buona per la montagna.


Racing Si è dovuto sfidare il meteo, imbattibile avversario che sta tiranneggiando l’inverno, ma poi il lieto fine: la sfida è stata vinta e il 22 febbraio 2015 è nata la Viote Monte Bondone Nordic Ski Marathon. Susanna Camilli

IL 2015 INAUGURA LA

VIOTE MONTE BONDONE NORDIC SKI MARATHON Questa granfondo non s’ha da fare? L’inverno bizzarro ha fatto temere per le sorti della prima edizione della Viote Monte Bondone Nordic Ski Marathon, inizialmente programmata per il 6 gennaio 2015 ma in seguito posticipata, a causa della drastica carenza di neve e delle temperature non proprio invernali che hanno interessato la prima parte di gennaio. Programmata quindi per il 22 febbraio, nella speranza che la neve cadesse copiosa, fino all’ultimo gli organizzatori non hanno potuto assicurare lo svolgimento della manifestazione. Neve e nebbia accompagnano la gara Il giorno della granfondo, sebbene la neve non mancasse, il direttore di gara Silvano Berlanda e il resto dello staff organizzativo sono stati costretti ad accorciare leggermente il tracciato e posticipare di un’ora la partenza, per le condizioni meteo ‘siberiane’ che hanno aperto la giornata. La mattina di domenica 22 febbraio infatti, la visibilità sull’altopiano di Lavarone era scarsissima, a causa della nebbia e di una fitta nevicata che hanno accompagnato gli oltre 200 partecipanti, per quasi tutta la gara. I temerari fondisti si sono comunque riuniti al via per prender parte all’edizione inaugurale della Viote Monte Bondone, che si è svolta su un chilometraggio totale di 23 km e che ha interessato tutte e tre le piste del centro fondo delle Viote. Grandi nomi dello sci di fondo internazionale presenti, a partire dal campione trentino Bruno De Bertolis fino ai forti atleti del Team Futura Classic. Anche in campo femminile, la prova ha visto la partecipazione di eccellenze come Simonetta Carbogno del Team X-Calibur Lill e della russa Tatiana Jambaeva. Il Team Futura fa doppietta Ad aggiudicarsi la vittoria maschile è l’alfiere del Team Futura Nicola Morandini

Il vincitore Nicola Morandini e il 2° classificato Bruno De Bertolis

che riesce a battere il campione De Bertolis di qualche centesimo di secondo. Con un ritardo di 1’49’’ sui primi due, il 3° gradino del podio va all’altro giovane atleta del Team Futura Riccardo Mich. Ottimo risultato dunque per la squadra di Trabalzini, che è riuscita ad aggiudicarsi ben due postazioni iridate su tre, confermando l’alto livello tecnico dei suoi atleti. A dominare la gara femminile, è la fiemmese di Carano Roberta Tarter che è partita subito molto forte e, distaccando di parecchio le avversarie, ha corso la prova quasi in solitaria. A circa due minuti, si classifica 2a Simonetta Carbogno, moglie di Roberto De Zolt mentre il 3° posto va alla teutonica Renate Forstner, cha ha tagliato il traguardo con un ritardo di oltre 6 minuti sulla vincitrice. Appuntamento per il 2016 Con grandissima soddisfazione degli orga-

nizzatori, si è quindi chiusa la prima Viote Monte Bondone Nordic Ski Marathon che già guarda al 2016, quando verrà nuovamente proposta, ovviamente con delle novità. Se per quest’anno si è concentrato l’evento in un’unica giornata e si è offerta la possibilità di gareggiare solo in classico, per l’edizione 2016 è già in cantiere la proposta di estendere la manifestazione a due giorni, introducendo anche una prova in skating. Questo richiederà senza dubbio ulteriori impegno e sforzi, ma valutando l’efficienza con cui è stata preparata questa prima edizione, la Viote Monte Bondone Nordic Ski Marathon 2016 si prospetta ancor più vincente. ¶ VIOTE MONTE BONDONE NORDIC SKI MARATHON 24 km Tecnica Classica CLASSIFICA MASCHILE 1_ MICH Riccard

1:17:31

2_ BOSIN Simone

1:23:37

3_ PANISI Gilberto

1:25:03

CLASSIFICA FEMMINILE 1_ DI GALLO Martina

1:45:33

2_ LEONARDELLI Erica

1:49:55

3_ ESPEN Virginia

2:36:37

UN EVENTO CRUCIALE PER L’ECONOMIA DEL TERRITORIO Gli ottimi risultati registrati, in termini di partecipanti e incoming, confermano la valenza sportiva e turistica della Viote Monte Bondone, fortemente voluta dalla Direttrice dell’Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Elda Verones, proprio per valorizzare la località trentina incrementandone il turismo. In effetti, manifestazioni sportive di questo tipo portano un indotto notevole, sia diretto grazie ai pernottamenti e alla permanenza dei turisti sul territorio, sia indiretto generato dalla visibilità mediatica. Si pensi infatti che, già per la prima edizione, il 40% dei partecipanti proveniva da varie zone d’Italia e d’Europa.

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Racing Canada a cinque cerchi: le Olimpiadi dedicate ai Master Quebec, Canada: l’accogliente gelo di una terra da scoprire, ospitale ed organizzata per lo Sci di Fondo Corrado Nichele

Che voglia di Olimpiadi Navigando in rete, scopro che le Olimpiadi Master di sci di fondo, dopo la prima edizione slovena del 2011, quest’anno si sarebbero svolte in Canada e comincia a venirmi una gran voglia di partecipare. Provo a convincere qualcuno a venire, ma senza fortuna, quindi mi iscrivo da solo. Un mese prima di partire, un amico, un atleta ed una persona straordinaria decide di venire con me: si tratta di Roberto Martini, classe '41. Tre giorni prima delle nostre gare, affrontiamo il lungo viaggio verso il Quebec ma, arrivati in Canada, le valigie sono con noi e gli sci sono invece rimasti a Bruxelles: siamo disperati. Temperature polari Il giorno seguente, sebbene con attrezzature noleggiate ed il morale sotto i tacchi, proviamo la pista ma purtroppo gli sci non scorrono anche se ben sciolinati, perché la neve a -26° é troppo asciutta. Nel frattempo, dopo appena 15 minuti sulle piste, invece di essere caldi dobbiamo rientrare dal congelamento, a causa della temperatura proibitiva e del persistente vento gelido, qualcosa che non si può descrivere.

che realizza il sogno olimpico dei Master.

Italy, Italy! Ovunque andiamo, siamo però circondati da un entusiasmo e un calore inaspettati. «Italy, Italy!», ci gridano, e poi foto insieme e due chiacchiere con tutti. Questi canadesi iniziano proprio a piacermi. Ci alziamo presto il giorno della 30 km e subito ricevo un sms con scritto «I vostri sci sono arrivati». La gara è alle 11, quindi prendiamo al volo un taxi e in 10 minuti siamo di fronte all’ufficio ‘Oggetti Smarriti’, che è ancora chiuso. Disperato, spiego alla hostess che abbiamo le Olimpiadi e la giacca ufficiale della Nazionale Italiana fa il resto: chiude il check-in, comincia a correre con il suo pass e ci apre quasi di nascosto. Ritrovare i nostri sci è stata una gioia immensa, Roberto bacia la borsa ed io la ragazza. Le gare Ad aprire le danze delle Olimpiadi Master, una 30 km tecnica libera per le categorie da M1 a M6 (dai 30 ai 59 anni) ed una 15 km tecnica libera per le donne e per le categorie da M7 a M9 (dai 60 ai 75 anni). Ancora -23°, anche se è una giornata di

sole. Devo spalancare con forza gli occhi perché le ciglia non si ghiaccino tra di loro ma riesco comunque a finire la prova e sono 13°. Il mio amico Roberto, categoria M9 (70-74 anni), taglia invece il traguardo come 2° classificato della sua categoria. Il tanto atteso giorno della mia prima staffetta 4x5 km, correrò invece con la squadra R.I.C.A., formata da 1 russo, 1 italiano e 2 canadesi. Sono il terzo a partire, corro la mia frazione al massimo delle mie potenzialità e sono ancora in testa quando do il cambio al russo, che con una prestazione impeccabile, regala alla nostra squadra la vittoria. 3 medaglie per 2 Italiani Campione Olimpico Master: fatico a crederci ma guardo la medaglia d’oro e mi riempio di soddisfazione. Immenso Roberto Martini, che ha corso una prova straordinaria, aggiudicandosi anche il miglior tempo di categoria. Appena finite le premiazioni, scappiamo in aeroporto per tornare in patria, fieri di aver conquistato 3 medaglie in due unici italiani e qui ritroviamo la ragazza del check-in con un collega, entrambi entusiasti di fare foto insieme a noi. I canadesi mi piacciono sempre di più. Ci sediamo finalmente sull’aereo e pensiamo alla prossima avventura olimpica che ci attende tra 4 anni, con la speranza di aver trasmesso anche a voi, la voglia di parteciparvi. Au revoir du Quebec, dal vostro Terapista in Pista. ¶ IN ALTO: Corrado Nichele (secondo da destra) insieme ai compagni della squadra R.I.C.A.

54 Bellissimo primo piano di Corrado Nichele, il nostro Terapista in Pista, con la medaglia d’Oro vinta nella staffetta delle Olimpiadi Master.

Roberto Martini (al centro), 2° classificato nella 15 km della categoria M9 (70-74 anni)


HOTEL DEL MESE

Turismo

Biohotel Stanglwirt: il tempio dell’autenticitá tirolese Situato nel Tirolo settentrionale, il Biohotel Stanglwirt è un cinque stelle che offre servizi eccellenti, ma anche un ottimo rapporto qualità-prezzo. Dalla tipica architettura tirolese, il forte legame con la tradizione si manifesta soprattutto nelle specialità culinarie locali, che vengono servite nelle sue caratteristiche stübe. Aperto 365 giorni all’anno, lo Stanglwirt è perfetto per prendersi qualche giorno di relax all’insegna dello sport e del benessere, in qualsiasi stagione. Circondato dallo scenario mozzafiato delle Alpi di Kitzbühel, è un ottimo punto d’appoggio per gli amanti dello sci di fondo che, in questa bellissima vallata, troveranno oltre 77 km di piste, sempre in condizioni ottimali. E dopo la fatica, il meritato relax nella nuova zona wellness-spa, da poco ampliata con nuove piscine che vanno ad aggiungersi alla preesistente e suggestiva piscina tra le rocce. Per il Biohotel Stanglwirt, il benessere degli ospiti è una priorità assoluta ed è per questo che offre loro la più grande piscina salina interna in Europa, una piscina agonistica, ampia sauna panoramica con accesso diretto al laghetto balneabile naturale, sauna di cembro, bagno turco di marmo, grotta con cascata, zone relax panoramiche con camini e isole relax. www.stanglwirt.com

Hotel Croda Rossa: tra le Dolomiti, un angolo di paradiso A pochi chilometri dal lago di Misurina e a 30 km dal confine austriaco, si trova l’Hotel Croda Rossa, situato proprio al di sotto del Monte Cristallo e di fronte allo spettacolo naturale del Monte Croda Rossa. Composto da due storiche strutture ricettive, Croda Rossa e Santa Caterina, l’hotel dispone complessivamente di 45 camere, tra le quali alcune "family room", dallo stile moderno, sobrio e funzionali a qualsiasi tipo di vacanza, sia in inverno che in estate. L’Hotel Croda Rossa è un piccolo paradiso terreno che offre tutto ciò che si può desiderare in vacanza: cultura, relax, offerta sportiva e natura. Adiacente alla più grande pista da sci di fondo delle Alpi, è il punto di partenza ideale per praticare la disciplina nordica, immersi nelle meraviglie bucoliche dei paesaggi alpini. Non solo questo, anche molti sentieri da percorrere con le ciaspole o percorsi escursionistici da favola, oltre che romantiche gite in slitta trainata da cavalli alla volta del Lago di Misurina. Infine, per gli sportivi che amano anche la cultura e l’arte, nei dintorni si trovano numerosi centri storici ricchi di arte e cultura. www.hotelcrodarossa.com

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Racing

MARCIALONGA CYCLING RUNNING

MARCIALONGA SIGNIFICA SOLO SCI DI FONDO? Negli ultimi dieci anni, Marcialonga ha prima raddoppiato e poi triplicato l’offerta, proponendosi nella versione Marcialonga Running Coop e in quella Marcialonga Cycling Craft: tre occasioni per godere a pieni polmoni delle vallate dolomitiche, in ogni stagione. 56

Marcialonga Cycling Craft > Andando per ordine di apparizione, dopo l’ennesimo straordinario evento invernale a cui quest’anno hanno preso parte quasi 8000 bisonti - così vengono familiarmente chiamati i fondisti al via della ski-marathon - ora tocca alla granfondo su strada del 14 giugno e per gli appassionati delle due ruote la Marcialonga Cycling Craft è ormai diventata un appuntamento classico di fine primavera. Quella di giugno sarà la nona edizione di sempre e lungo i due tracciati Mediofondo e Granfondo si correrà immersi in scenari unici... naturalmente, andando a toccare quote non da poco tra Monte San Pietro, i passi Lavazé, San Pellegrino e Valles, e cavalcando strade dal forte sapore “rosa” visto che da queste parti il Giro d’Italia è transitato più di una volta. Il paese di Predazzo, con il grande campanile della chiesa parrocchiale a fare da alto osservatore, sarà ancora una volta sede di partenza e arrivo di gara e ospiterà anche l’evento MiniCycling dedicato ai più piccoli al sabato. Durante l’intero fine settimana, poi, non mancheranno situazioni di contorno e intrattenimento per concorrenti, séguito e ospiti che intenderanno trascorrere qualche giornata in più immersi nelle Dolomiti di questa parte di Trentino. L’occasione può essere propizia anche per fare qualche escursione nel vicino Parco Naturale di Paneveggio - Pale di San Martino, dove ammirare le foresta


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Per entrambi gli eventi Cycling Craft e Running Coop, le iscrizioni sono in piena corsa. Dal sito ufficiale www.marcialonga.it nelle rispettive sezioni è possibile rintracciare ogni informazione nel dettaglio, e si rimane sempre aggiornati seguendo l’universo Marcialonga anche su Facebook, Twitter e sul canale YouTube. Marcialonga dà l’appuntamento a metà giugno e ai primi di settembre, e per chi ha preso parte alla ski-marathon di gennaio occhio anche alla speciale graduatoria Combinata Punto3 Craft, che somma le performances delle tre gare. Per non pensare mai più che Marcialonga significhi solamente inverno e sci di fondo!

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degli abeti di risonanza amata da musicisti e liutai di tutto il mondo, ma anche il parco dei cervi con numerosi esemplari simbolo stesso di questa zona protetta. Marcialonga Running Coop > Dalle fatiche - sportivamente parlando - delle prove nella prima metà dell’anno, si passa a settembre al terzo e ultimo capitolo Marcialonga, ovvero la Marcialonga Running Coop in programma domenica 6 settembre. E anche in questo caso l’immersione nella splendida natura dolomitica delle Valli di Fassa e Fiemme è totale, dallo start al finish, per tutti i quasi 26 km di corsa tra Moena e Cavalese. La “Fata delle Dolomiti” accoglie i runners di primo mattino e da lì in avanti si lasciano girare le gambe lungo il corso del torrente Avisio, con passaggi tra i caratteristici centri di Predazzo, Ziano di Fiemme e Masi di Cavalese, per citarne alcuni, e anche un veloce attraversamento dei due grandi stadi di Salto e Fondo, fiori all’occhiello della tradizione sportiva della Val di Fiemme “Mondiale” negli ultimi 25 anni. L’arrivo dell’evento podistico di casa Marcialonga è a Cavalese, sullo stesso viale calcato d’inverno dagli sciatori, in pieno centro dove poi si può fare una piacevole passeggiata apprezzando le bellezze storiche del cuore della Val di Fiemme, dal Palazzo della Magnifica Comunità alla Pieve dell’Assunta con il suggestivo parco tutt’intorno per rilassarsi nel dopo gara in maniera completa. ¶

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IN

Vetrina

TWS – The Wonderful Socks

MOLTO PIÚ DI UN BRAND, UN APPROCCIO ALLA VITA

Dalla concezione dello sport come fonte di benessere psicofisico, nasce il marchio TWS - The Wonderful Socks, non un semplice brand ma anche un ‘modo di essere’. L’unione di passione e tecnica ha creato la calza TWS The Giro, il cui innovativo filato, realizzato con Resistex Carbon e Polipropilene, garantisce ottime traspirabilità e isolamento termico, oltre a essere leggerissimo e morbido. La lavorazione diversificata su varie aree del piede assicura inoltre zone a differente compressione e areazione mentre il design ricercato, sia nei disegni che nei colori, offre allo sportivo un prodotto bello, hi-tech e funzionale. Prezzo al pubblico 21,00 Euro > www.thewonderfulsocks.com

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DYNAFIT

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Per gli amanti del ciclismo Garmin propone il proprio GPS Edge 1000, pensato esclusivamente per le due ruote, sia su strada che in mountain bike. Dotato dell’innovativa funzione Segmenti, può identificare tratti significativi di un percorso e raccogliere sfide lanciate da altri ciclisti che hanno percorso lo stesso tratto, alimentando così una classifica virtuale e consultabile sul portale Garmin Connect. Dotato di un display a colori touch screen, Edge 1000 è robusto e resistente all’acqua, con un’autonomia fino a 15 ore. Si integra perfettamente con i sistemi di cambio elettronico Shimano Di2 e, tramite tecnologia ANT+, è compatibile con fascia cardio e misuratore di potenza Vector. Può inoltre essere associato al proprio smartphone (iPhone 4s e successivi), così da ricevere notifiche e-mail ed sms in tempo reale. Prezzo al pubblico, a partire da 499,00 Euro > www.garmin.com

SANTINI

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Aerodinamico, morbido e fresco, un completo 100% italiano che non si vorrebbe mai togliere di dosso. La maglia Photon di Santini realizzata in tessuto Artico è leggerissima e altamente traspirante, con inserti in carbonio, antibatterico e resistente agli odori. Ideale abbinata ai calzoncini Mago, dotati di un taglio strategico ispirato ai professionisti, bretelle a Y in rete e un morbido elastico a fondo gamba che si adatta perfettamente ai movimenti. Il fondello in gel NAT stimola la circolazione e dona un effetto rinfrescante anche dopo ore in sella. Prezzo al pubblico maglia Photon 139,00 Euro Prezzo al pubblico calzoncini Mago 135,00 Euro > www.santinisms.it 59


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DOMANDA “SQUAMATA”

Ciao Carlo, appena tornati da Cogne, divertiti come bambini ma faceva un caldo cane! Meno male che i nostri vecchi Trab squamati hanno retto. Abbiamo sempre con noi gli sci belli da sciolinare ma 1) le condizioni delle piste 2) la nostra avversione alla klister, ci hanno consigliato di lasciarli nelle sacche! Secondo te è possibile far “squamare” degli RCS di una decina di anni fa e dei Madshus Hipersonic un pelo più recenti, ancora in ottime condizioni ma che per i motivi suindicati praticamente non usiamo MAI? Mi dirai di comprare gli RCS Crown ma costano una vera fucilata! Gli sci usati nel test di Passo Lavazè sono commerciabili? Sarebbe un bel motivo in più per accettare il vostro “invito” a partecipare all’Open Day di fine marzo. (Ale) Ciao Ale, in effetti gli sci squamati salvano noi amatori da numerose situazioni di neve difficilmente

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interpretabile. Recentemente un nostro collega ha persino partecipato ad una marathon con gli sci dotati di “scaglie”. E per rispondere al tuo quesito credo che, francamente, sia impossibile “squamare” la soletta degli sci: questa è una procedura che viene realizzata in fabbrica con macchinari a controllo numerico e in larga scala. Ci vediamo all’Open Day Test. SKIROLL DA PIANURA

Vorrei acquistare un paio di skiroll da utilizzare per i miei allenamenti in pianura (abito in una zona avara di salite). Attualmente sto utilizzando degli Ski Skett in fibra un po' datati (direi troppo...) a tre ruote che però sono molto veloci. Premesso che non sono uno specialista degli skiroll, cosa mi potreste suggerire? Cosa si intende per skiroll superlenti? Su quale

Dubbi, quesiti, riflessioni ma anche provocazioni e tutto quello che vi passa per la mente... Scrivete a redazione@scifondo.eu e troverete risposta!

modello mi posso orientare? Grazie per l'attenzione. (Roberto, Ospedaletto Lodigiano) Caro Roberto, fermo restando che lo skiroll è fondamentale nella preparazione a secco per lo sci di fondo, oggi la moderna metodologia di allenamento prevede l’uso diversificato di skiroll, a seconda della tecnica (libera o classica) e del tipo di “lavoro” che si vuole svolgere. In particolare per gli amatori e per chi vive in città, spesso senza salite su cui allenarsi, la soluzione di un paio di skiroll “lenti” rappresenta una soluzione ottimale. Nel dettaglio “lenti” significa che gli skiroll sono dotati di ruote con una mescola di gomma o poliuretano particolarmente morbida, che aumenta l’attrito con l’asfalto e quindi sono meno scorrevoli. A tutto ciò aggiungiamo la soluzione degli skiroll off-road: sono dotati di ruote più grandi e tassellate, ideali per skiroll su sterrato, dove naturalmente la velocità è inferiore a quella della strada. Ogni azienda produttrice può for-

nire skiroll con ruote di diversa mescola in grado di soddisfare l’esigente allenanti di ogni fondista. Per dare una risposta alla tua domanda, abbiamo chiesto a due operatori del settore una loro opinione. Lodovico Nones di Globulo Nero: «Consigliamo il mod. AC4 in alluminio per l’amatore che pratica skiroll saltuariamente, il modello CS1 monoscocca in carbonio per chi ne fa un uso settimanale. Il carbonio conferisce maggior comfort, stabilita e leggerezza. Consigliamo la ruota plus usata dalla nazionale italiana e dal team Coop velocità simile allo sci a 1416 km/h». Maggiori info su www. globuloneroski.eu Carlo Crestani di SkiSkett: «Provenendo da un modello a tre ruote si suppone che il lettore pratichi prevalentemente la tecnica classica; si suggerisce pertanto il modello Sport Classic 3 (ex ALP 3) se desidera rimanere su un modello a 3 ruote, oppure lo Sport Classic 2 (ex BULL) se vuole provare i più attuali 2 ruote. Ambedue molto confortevoli, più stabile il 3 ruote, più manovrabile il 2 ruote. Se desidera passare ad un modello da skating si suggerisce lo Sport Skate Alu, che consente un eccellente passo di pattinaggio pur rimanendo molto stabile. Tutti i modelli suggeriti, in versione standard sviluppano una scorrevolezza simile ad una media sciata su neve; tutti però offrono varianti di ruote sia più veloci che più lente». Maggiori info su www. skiskett.com


SALVARE IL CLASSICO ??!

Ma non era proprio SciFondo a celebrare il ritorno della Tecnica Classica? Difatti le iscrizioni alla Marcialonga si chiudono 6 mesi prima. Analogo problema, tuttora irrisolto, nelle sequenze della marcia, nella quale i forsennati ritmi moderni non consentono di valutare la sospensione o meno. Tutte perfette le osservazioni riguardo alla tecnica modificata a vantaggio della spinta di braccia. Ma il progresso va avanti e vince la gara che va dal punto A al punto B nel minor tempo possibile. Preveggenti biathlon e combinata

nordica quando optarono per la Tecnica Libera: oltre ai casini con il tiro e i salti, immaginate lo sbaglio di sciolina! In Coppa del Mondo tuttavia il problema proprio non esiste: delle belle salite per il momento costringono a sciolinare, la spina di pesce non paga per molti metri. Qui, i nostalgici del classico hanno ottimi esempi di stile. Nelle granfondo è improponibile qualsiasi minimo controllo, a parte il gruppo di testa, a cominciare dalla Vasaloppet, dove si spinge per tutti i 90 km. Alla fine, si spezza una lancia per le ditte di scioline? Si vuole salvaguardare le case produttrici di sci? SciFondo da anni sponsorizza l’Ercolina, dunque? Braccia a tutto spiano. Infine, chiedere a qualsiasi ragazzino che si avvicina al fondo quale stile vorrebbe imparare: skating per tutti. (Roberto T., Pieve di Cadore - BL) Un altro punto di vista, e qui, su queste pagine, noi ospitiamo tutte le libere opinioni. A noi piace il confronto delle idee.

UN'IDEA NON PROPRIO FATTIBILE Riferendomi all'acceso dibattito su come frenare il diffondersi della scivolata spinta nelle gare, soprattutto nelle granfondo, anche tra gli ex-bisonti, mi è venuta questa idea: e se la Marcialonga fosse da Cavalese a Moena? Sai che fatica sarebbe raggiungere Canazei? Forse per i primi non cambierebbe molto, ma per molti bisonti sarebbe un problema... (ma

anche trovare la sciolina giusta sarebbe doppiamente difficile). Voi che ne dite? (Lorenzo R.) Ciao Lorenzo e grazie per la tua mail, ma credo che questa ipotesi non sia percorribile, soprattutto sul piano organizzativo: dopo quaranta edizioni la Marcialonga è rodata e squadra che vince non si cambia.

MARCIALONGA, LIBERI PER TUTTI

Ho appena finito di leggere SciFondo di febbraio/marzo. Volevo fare una mia riflessione sulla tecnica classica, che sicuramente in pochi, o nessuno, condivideranno. In tutti gli sport si usano le tecniche che fanno andare più veloci e vengono abbandonate quelle superate. Solo nello sci di fondo si è voluto continuare ad utilizzare una tecnica obsoleta, con il risultato, veramente orrendo, di vedere gare in tecnica classica dove gli atleti non fanno neanche un passo alternato o un passo spinta. Quindi, secondo me, va bene che si scii ancora in classico, ma quando si fa una gara bisogna usare la tecnica più veloce. Semplice, le gare devono essere in tecnica libera, e se qualcuno le vuole fare in classico faccia pure, però saprà già in

partenza che non vincerà. Sicuro di essermi tirato addosso l'odio di tanti ti saluto. (Roberto Cottarelli) Buongiorno Roberto ci sono alcuni aspetti del suo punto di vista piuttosto condivisibili. A partire dal principio che nello sport agonistico si cerca la massima prestazione (rispettando i regolamenti) altrimenti non sarebbe agonistico, e questo giustifica ampiamente l'uso "smodato" della scivolata spinta.Tuttavia vanno considerati i diversi stili che ne limitano (o ne arricchiscono, a seconda di come la vediamo) l'aspetto tecnico e competitivo. Secondo il suo ragionamento, nel nuoto dovrebbe esistere solo lo stile libero, che cancellerebbe la rana, il dorso e il delfino... e sarebbe un peccato. A presto.

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WaxRoom

Quattro chiacchere da tutto il mondo nella sala di sciolinatura LA GRANDE ESTASI DELL’INTAGLIATORE STEINER

Il 2015 si è aperto con grandi celebrazioni per il Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, che quest’anno festeggia infatti il 90° anniversario di attività del Gruppo Sciatori. In occasione dell’evento celebrativo, tenutosi alla fine di febbraio con l’esclusiva partecipazione del presidente del CONI Giovanni Malagò e di quello della FISI Flavio Roda, si sono anche volute ricordare le storiche medaglie conquistate dagli atleti gialloverdi. Testimonial d’eccezione sono stati Christof Innerhofer, Dorothea Wierer, Arianna Fontana, Martina Valcepina ed Elena Viviani, medagliati agli ultimi Giochi Olimpici di Sochi. Presentato inoltre, durante la giornata di festa, anche il nuovo partner che affiancherà il sodalizio gialloverde nella sua variegata attività: l’Acqua Minerale San Benedetto, azienda nata nel 1956 e subito in grado di affermarsi a livello nazionale ed internazionale. www.fiammegialle.org

Photo credit: NordicFocus

UN ANNO DA RICORDARE PER IL GRUPPO SPORTIVO FIAMME GIALLE

Un film-documentario un po’ datato, un pezzo di storia che riesce ancora ad emozionare. "La Grande Estasi dell’intagliatore Steiner" è un mediometraggio del 1974, diretto dal giornalista Werner Herzog e basato sulla storia vera di uno dei più grandi saltatori di tutti i tempi, lo svizzero Walter Steiner. Condensate in oltre 40 minuti, le riprese reali dei salti e le interviste di Herzog all’atleta, rimasto vittima di un brutto incidente nel 1973 quando ancora non si utilizzavano misure di sicurezza come il casco. Herzog delinea quindi la paura, l’ansia e il timore che appartengono agli atleti di questa disciplina nordica, uomini comuni come Steiner che viene infatti inizialmente presentato come un tranquillo intagliatore. Tutto però cambiava sul trampolino, quando l’intagliatore Steiner diventava simile ad un corvo, dimenticava dell’esistenza di tutto e, rimasto solo nel silenzio, spiccava il volo: nel 1974 a Planica, riuscì ad aggiudicarsi il record mondiale di 179 m saltati che restò poi imbattuto per i successivi 5 anni.

A LIVIGNO SI SCIA ANCHE D’ESTATE !

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Si fa fatica a crederlo, invece è proprio così: a Livigno si scia anche d’estate grazie al Trofeo delle Contrade, evento previsto per la fine d’agosto. La gara di sci di fondo, che si svolge lungo le vie del centro di Livigno, è una tradizione molto sentita dalla gente locale, che infatti ogni anno vi partecipa con grande entusiasmo. Giunto ormai alla 35a edizione, il Trofeo delle Contrade era stato inizialmente previsto per l’inizio della primavera, ma successivamente posticipato proprio per dare una veste estiva a quest’appuntamento, sportivo e d’intrattenimento allo stesso tempo. Saranno principalmente i livignaschi che, giovedì 27 agosto, calzeranno gli sci stretti e difenderanno i colori delle loro contrade a suon di spinte. Di certo, una delle gare più emozionanti dell’anno, che verrà corsa su un tracciato di neve vera, appositamente allestito lungo le vie del centro che solitamente ospitano le passeggiate degli amanti dello shopping. www.livigno.eu

PERCHÉ MOLTI ATLETI CADONO AL TRAGUARDO? Osservando le competizioni di sci di fondo, è facile notare come moltissimi atleti collassino letteralmente a terra, una volta tagliato il traguardo. Il giornalista della FIS Jeff Ellis, incuriosito da quella che sembra essere una tendenza molto comune, è andato ad incontrare alcuni atleti di Coppa del Mondo per scoprire il motivo di queste ricorrenti cadute, talvolta anche piuttosto pericolose. Il fortissimo ‘Norge’ Martin Johnsrud Sundby ammette: “Spesso è solo uno show. Durante una gara diamo tutto, quindi alla fine vogliamo farlo vedere al pubblico.” Conferma questa tesi anche il britannico Andrew Young, il quale rivela che s’impara il metodo per cadere nel modo giusto. Che sia esibizionismo o meno poco importa, di certo lo sci di fondo è uno sport talmente faticoso, nel quale un atleta dà tutte le energie che sembra naturale “buttarsi sulla neve”, una volta finita la gara.


PERCHÉ FARE SCI DI FONDO? Randy Clark, oltre ad essere Manager dell’UW Health’s Pediatric Fitness Clinic di Madison nel Wisconsin, è anche un appassionato fondista. A suo parere, lo sci di fondo è uno dei migliori sport invernali per i seguenti 10 motivi: 1. è il miglior esercizio cardiovascolare conosciuto; 2. permette di utilizzare una notevole percentuale dei muscoli corporei; 3. è un’attività che riduce al minimo i traumi delle articolazioni; 4. permette di migliorare il proprio ‘senso cinestetico’; 5. migliora l’equilibrio, limitando così il rischio di cadute; 6. contribuisce al benessere cardiovascolare; 7. migliora la vista; 8. permette di sentirsi più sani, più felici e rilassati; 9. è un ottimo modo per godersi la natura; 10. un’occasione per socializzare, trascorrere del tempo con parenti o amici e ridurre lo stress. Perché aspettare dunque? È ora di calzare gli sci stretti e iniziare a scivolare sulla neve.

A TUTTO BICI NELLA VALLE TIROLESE DELL’ÖTZTAL La vallata austriaca Ötztal, una delle mete preferite dagli amanti dello sport sia in inverno che in estate, apre la stagione estiva 2015 con tante novità, tutte rivolte agli amanti delle due ruote. Non solo i classici eventi come la Ötztaler Radmarathon o la famosa "Schnitzeljagd“ (caccia al tesoro), che annualmente attirano moltissimi ciclisti in valle, anche una stuzzicante offerta per gli amanti di enduro e trail. Inoltre, la valle accoglierà per la prima volta una tappa del Tour de Suisse, appuntamento di metà giugno per il quale si attendono nomi big del ciclismo internazionale. Per chi ama la mountain bike infine, la vallata è il luogo ideale, con i suoi 900 km di singletrails, percorsi nei boschi e stradine forestali per un totale di 40 percorsi, tutti perfettamente segnalati. www.oetztal.com

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SULLO

Scaffale

I consigli di lettura di SciFondo

MUST HAVE NICE 2 HAVE Frutto della collaborazione tra uno dei migliori organizzatori di eventi sportivi Filippo Bazzanella ed Egon Theiner, communications/operations manager, Must Have Nice 2 Have rappresenta un tentativo di inversione di rotta nell’ambito dell’organizzazione di grandi eventi sportivi. I due autori, che più di tutto accusano la decentralizzazione della sfera umana in favore dei meri guadagni, auspicano quindi ad un rinnovato antropocentrismo, un approccio che significa innanzitutto applicare un metodo sostenibile. Una lettura in grado di rivoluzionare il nostro punto di vista, che fornisce una panoramica dall’interno delle sinergie tra sport, media, politica e business. Il libro documenta infatti gli eccessi e lo spreco di investimenti pubblici, gli stadi abbandonati e le grandi opere pubbliche che sono state fatti negli ultimi anni in nome di eccellenze sportive, ma che hanno causato moltissime controversie. Analizza quindi la tendenza generale del pubblico, in diversi angoli del pianeta, ad un atteggiamento negativo ed ostile verso le richieste di fondi e l’allestimento di eventi sportivi. Basato su interviste, case studies ed esempi di “buona condotta”, il suo principale obiettivo è quello di fornire consigli costruttivi ed esempi pragmatici sui sistemi organizzativi, preziosi strumenti affinché i futuri organizzatori possano limitare gli investimenti e ri-focalizzare l’organizzazione degli eventi sullo sport e i suoi protagonisti, gli esseri umani. MUST HAVE NICE 2 HAVE di Filippo Bazzanella ed Egon Theiner Edizioni Egoth Sport - 232 pp – Prezzo: 19,90 euro > www.egoth.at

SCALARE LA VITA COME FOSSE UNA MONTAGNA “Quante volte ci siamo arresi prima di provarci? Quante volte abbiamo pensato che non ce l’avremmo fatta?” “La vita è bella”, come titola il capolavoro di Benigni, ma è anche faticosa, proprio come scalare una montagna. La salita in vetta come perfetta metafora della vita, perché in entrambi i casi bisogna armarsi di coraggio, tenacia, costanza e mettere in conto che gli ostacoli saranno tanti, quindi il sudore e la fatica saranno i più fidati compagni. Raggiungere una cima è un po’ come realizzare i propri i sogni e Araceli Segarra, l’autrice del libro Scalare la vita come se fosse una montagna, nella vita ne ha raggiunte tante di cime, sia letterali che metaforiche. Diplomata in fisioterapia, è un’alpinista di fama internazionale che ha conquistato le vette più impervie del pianeta, illustratrice di racconti per bambini, docente e modella, ha inoltre tenuto più di 20 conferenze in giro per il mondo ed ha realizzato oltre 25 spedizioni alpine. In questo libro, la cui lettura sarà quasi come parlare con un’amica, ha voluto condividere la sua vita dedicata alla montagna e il suo bagaglio di esperienze come alpinista, ma soprattutto come consulente motivazionale. Più che di un’autobiografia o di un romanzo d’avventura, si tratta quindi di una vera e propria guida per coloro i quali vogliono cimentarsi con una scalata, iniziare un nuovo progetto professionale, formare una famiglia, o semplicemente affrontare con ostinazione la scalata alla montagna più dura: la vita. SCALARE LA VITA COME FOSSE UNA MONTAGNA di Araceli Segarra Edizioni Sonda – 173 pp – Prezzo: 14,73 euro > www.sonda.it Direttore Responsabile Carlo Brena carlo@scifondo.eu Coordinamento Redazionale Alberto Fumi alberto@scifondo.eu Susanna Camilli susanna@scifondo.eu

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