football scottish numero:1
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EDITORIALE Ed eccoci col primo numero, dopo le belle parole ricevuto ed il successo del numero zero. In questo numero si farà un viaggio storico e non, si inizia dal Dens Park, rivivendo il Dundee-Hearts del Maggio 1986, dove all’ultima giornata gli Hearts, getteranno al vento il titolo. Una vera disfatta, in un periodo, gli anni ‘80, che videro la crisi dell’Old Firm, tanto che fu il periodo del New Firm (Aberdeen-Dundee United). Andremo da un club di Non League, che non merita di stare li, ma il suo posto è in Scottish Football League, ovvero il Clydebank, una storia tormentata, fatta di fusioni e fallimenti. Con dei tifosi attacchi alla maglia, nonostante tutto seguono ancora il loro club. Ed ecco la novità, il racconto di Fabio dei Lombardia Hearts, ha assistito alla semifinale della League Cup, vivremo in prima persona, questa esperienza. Chiunque può mandare il suo racconto in terra scozzese, sarà pubblicato al 100%. Basta scrivere a scottishfootballstation@gmail.com Buona lettura
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CUORI INFRANTI di Simone Galeotti
Il cuore è l’organo più importante dell’ apparato circolatorio. Il cuore è un muscolo involontario, al cuore non si comanda. Per trovarlo bisogna lasciarsi guidare dal rumore dei battiti. Cardiaci, profondi. Bisogna scendere lungo la sua arteria principale,.. Gorgie road, deviare per una vena laterale, Mc Leod street, e siete arrivati. E’ da lì che partono le pulsazioni. Tyncastle Park. Heart of Midlothian F.C.. Edimburgo. Ci sono tutti quel sabato mattina. La mattina del 3 maggio 1986. Intere generazioni di tifosi “maroons” pronti a partire. Bus, auto, mezzi di fortuna. Tutti al Dens Park, tutti a Dundee per l’ultima di campionato. Una marea di gente emozionata, trepidante, vociante. Impiegati, operai, disoccupati, l’anima dell’Edimburgo protestante, quella di St. Giles e John Knox. Un popolo che aspetta un titolo di campione di Scozia dal 1960. Dai tempi di manager Tommy Walker, e del trio terribile Conn, Bould, Wardaugh. Per qualcuno un ricordo indelebile, una carezza nella memoria, per molti sono solo foto ingiallite e filmati di repertorio. Ma ora, ventisei anni dopo sembrava la volta buona. Non serviva nemmeno vincere, alla fine sarebbe bastato un pareggio per alzare il trofeo, per guardare almeno un altra volta “quelli di Glasgow” dall’alto in basso...
“Il 13 Jimmy, perché porta male..?! “ E smettila di fare lo scemo.. dai si sale su.” “Oh when the Hearts, Go marching in, Oh when the Hearts go marching in, I want to be in that number, Oh when the Hearts go marching in... “ E dire che non era cominciata affatto bene. Cinque sconfitte nelle prime otto giornate, lasciavano spazio a uno scetticismo dilagante. La formazione di manager Alex Mc Donald e del presidente Mercer sembrava destinata addirittura a lottare per la permanenza in Premier Division. Perdere fuori casa con Rangers e Aberdeen ci può stare, prenderne sei dal St Mirren e cedere a due minuti dal termine contro il Clydebank molto meno. Invece, lentamente, la chimica di squadra incomincia a migliorare, arrivano prestazioni e vittorie convincenti. Fra i pali c’e Henry Smith 44 presenze a fine torneo, in difesa spicca Craig Levein, che in futuro avrà l’onore e l’onere di guidare anche la nazionale, a centrocampo emerge il talentuoso Sandy Jardine (eletto poi giocatore scozzese dell’anno) insieme all’altro Sandy ,(Clark) 12 centri, mentre in attacco si distinguono due attaccanti anch’essi con lo stesso nome (John). Si tratta di Col-
“Andy, ma dove diavolo hai trovato quella sciarpa.. dire che è oscena e farle un complimento!” “Ehi, sei sempre il solito Jimmy, mai una volta che ti andasse bene qualcosa, comunque se proprio ci tieni a saperlo è un regalo di mia sorella..” ”Beh, ho solo detto che non mi piace, era molto meglio quella che hai portato tutto l’anno.., non vorrei che portasse male proprio all’ultima giornata..” “Adesso Jimmy sei anche diventato superstizioso..? se ti sente il vecchio Hutchinson non ti fa più entrare nemmeno in chiesa.” ”E chi se ne frega, per quanto ci tengo alla religione. Oggi la mia unica fede sono gli Hearts, c’mon Maroons! Ma quanto ci impiega Steve.. doveva essere già qui..”
quhoun e del prolifico Robertson, idolo assoluto del club di Tyncastle. “Che meraviglia gente sembra davvero di giocare in casa.”
“ Stai tranquillo lo sai che è sempre in ritardo, ti ricordi quella volta con l’ Aberdeen che arrivò alla fine del primo tempo perché si era addormentato sul divano”
”Ehi Steve mi raccomando tieni quella radiolina all’orecchio e avvertici se per caso ci sono novità sulla partita del Celtic..”
“Ma, sarà, ma il pulman non lo aspetterà e io nemmeno!” “Troppo nervoso Jimmy, vedrai che stasera festeggiamo.”
“Andiamo Jimmy non avrai mica paura di perdere?, il Celtic non avrà certo problemi a sbarazzarsi di quei brocchi del St Mirren.. anche se con noi sembravano dei leoni quel giorno.., il titolo oggi dipende solo esclusivamente dalle teste dei nostri undici.
“Ah eccolo, riconosco l’immancabile cappellino..”
“Già, vuoi che perlomeno non la pareggiamo questa partita..”
” Eccomi ragazzi ci sono, scusate ma ho dovuto dare una mano ai miei se volevo raccattare qualche sterlina per le birre di stasera.”
“No, no, che diamine altro che pareggio, oggi si vince senza problemi!”
“Ecco bravo Steve stasera offri te, stasera Edimburgo è nostra..”
” Ragazzi mio padre mi ha raccontato dei festeggiamenti del ‘60, furono giorni di grande festa a Tyncastle..”
“Mamma mia quanti siamo, Andy qual’è il nostro autobus?”
“Si, è vero, è stasera toccherà a noi ripetere la storia!”
”Andy stanno entrando in campo, giochiamo con la maglia grigia.. mmm” ” E basta con queste profezie da due soldi, dai invece è il momento di cantare” “Have you heard of the Heart of Midlothian? Have you seen them in “Marone”? Have you heard of the Heart of Midlothian? They’re the greatest team I know...” Albert Kidd si specchia nell’acqua dell’Oceano Indiano. Ogni tanto ci vede riflessa la faccia che ogni tanto qualcuno riconosce. La cosa può agevolarlo nel lavoro, ma non è detto. Alle volte sorge una specie di incredulo imbarazzo. Un ex giocatore non dovrebbe aver bisogno di lavorare. Proprio come i nobili di una volta. Molta gente lo considera uno status acquisito per sempre. Lavorare vuol dire scendere dalla carrozza, andare a piedi e confondersi con il resto del mondo. La faccia riflessa sull’acqua turchese è la sua. Anche lui la riconosce. Si riconosce. Non è poco alla fine. Oggi vive in Australia e l’oceano ha riempito i suoi giorni. Ha lasciato il suo paese nel 1987 per non tornarci più. Kidd è nato a Brechin in Scozia il 19 ottobre 1961, capelli scuri e baffi scaltri. Un istrione, sonnacchioso e ironico. Ha alle spalle una modesta carriera di calciatore iniziata con il Brechin City, poi ci sarà l’Arbroath e successivamente il Motherwell. Nel 1985 Archie Knox lo porta a Dundee sponda “dees”, nel fango e nella pioggia del Dens Park. In totale 115 presenze e 12 reti. Ma saranno gli ultimi due centri a ricordarlo per sempre. Non per tutti allo stesso modo. Croce per qualcuno, delizia per altri. Al minuto ottantadue di Hearts- Dundee FC, Knox lo manda in campo al posto dello spento Tosh Mc Kinlay. Alla prima occasione scaturita da un calcio d’angolo, Kidd è il più lesto di tutti. Sembra posseduto da un antico dio dal furor guerriero e porta in vantaggio i suoi. Passano solo sei minuti e trotterellando in contropiede si insinua nell’area dei cuori e raddoppia. Esulta, si abbraccia con i compagni, ride, con una faccia così volitiva e quasi malinconica che sembra uscita da un libro di Emily Bronte. Per gli Hearts l’appuntamento con la storia è rimandato, per lui si aprono le porte del tempio della devozione dei tifosi dell’ Hibernian, tanto da essere ribattezzato “Sir”.. L’acqua dell’Oceano è di un turchese cristallino. Ma può essere anche blu. Dipende dal fondale, dai giorni. Da come la guardi. Dal cielo spazioso d’Australia. Quel ricordo non si incresperà mai nella sua mente. Il ricordo del 3 maggio 1986. Lo vede, l’acqua ora è liscia, perfetta. “Jimmy, abbiamo perso.. non ci credo!” “E’ finita ragazzi, è finita maledizione..” “ La colpa è di tutti, hanno corso in campo come delle buste di nylon trascinate dal vento.. “ Andy che fai piangi?” “Si, Steve, ho solo voglia di tornare a casa..” “Dai ragazzi ci sarà un alta possibilità, un giorno. Dobbiamo continuare a crederci, a sostenere
questo club.” “Steve ha ragione, ci riproveremo e comunque adesso ho voglia di una birra e di cantare..” “Hearts, Hearts, Glorious Hearts, It’s down at Tynecastle they bide, The talk of the toon are the boys in maroon, And auld reekie supports them with pride...
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UNA VITA TORMENTATA
Clydebank FC (1888-1895, 1899-1902) Il primo club in città è stato fondato nel 1888, giocava le sue partite interne al Hamilton Park, hanno partecipato diverse volte alla Scottish Cup, la loro ultima apparizione è avvenuta nel 1893/94. In aggiunta sono stati membri della Scottish Federation (1891/1893). Il club nel 1895 è sparito, ma quattro anni più tardi è ritornato, giocando sempre al Hamilton Park. Ha mantenuto sempre l’adesione alla Scottish Federation, prima di sparire definitivamente nel 1902. Clydebank Juniors F.C. (1899–1964) Il club junior era nato nel villaggio di Duntocher(ora nel distretto di Clydebank), nel 1899 con il nome di Duntocher FC. Questo è il risultato di una fuga di un altro club junior il Duntocher Hibernians, che hanno cambiato nome nel 1900, quando il Clydebank Juniors e si trasferì in città. kilbowie Giocavano al Kilbowie Park, prima della costruzione di un nuovo impianto spesso chiamato “New Kilbowie”, nel 1939. In quegli anni era un club tosto nella Junior, vincendo nel 1942 la Scottish Junior Cup. Il club ha continuato la sua attività fino al 1964, quando ci fu una fusione tra mille polemiche con East Stirlingshire, portandolo nella Scottish Football League, per la prima volta. Nella stagione 1949/50 hanno vinto anche la West of Scotland Cup, con capitano il centrocampista Joe Gallagher ALBO D’ORO * Scottish Junior Cup: o Winners (1): 1941– 42 * West of Scotland Cup: 1929–30, 1949–50 * Intermediate League: 1929–1930 * Central League: 1934–1935, 1940–1941, 1941–1942, 1944–1945, 1949–1950 * Glasgow Dryburgh Cup: 1929–1930, 1932–1933, 1934–1935 * Pompey Cup: 1951–52, 1960–61 * Evening Times Cup: 1934–35, 1940–41, 1941–42, 1944–45, 1949–50 Clydebank FC (1914-1931) Il primo club a rappresentare Clydebank, durante il “boom” economico, in questo momento nel campionato senior c’era il Clydebank FC, di recente formazione eletto nella Division Two, 1914. Sfortunatamente per loro, l’anno dopo causa Prima Guerra Mondiale, la divisione chiuse, ma dopo due anni giocarono nella West League, ma la fortuna ha girato dalla loro parte e sono stati ripescati nella massima seria, causa a rinuncie da parte di alcuni club del nord-est, ma con costi elevanti per le trasferte L’impulso economico della guerra, che ha avuto ottimi effetti sui cantieri navali e fabbriche, sono state un vantaggio per il Clydebank FC. Il club rimase per cinque stagioni, prima di retrocedere nel 1922. Il purgatorio è durato solo un anno, sono ritornati in Division One, ma sono subito riscesi. La recessione economica, avvenuta a metà del 1920, ha avuto effetti anche sul club, nel 1929 ha dato le sue dimissioni dalla Football League. Hanno deciso di continuare, ma la situazione si faceva sempre più difficile e nel 1931 hanno deciso di chiudere ALBO D’ORO Scottish League Division Two: * Secondo posto (2): 1922–23 , 1924–25
East Stirlingshire Clydebank FC (1964-1965) Nel 1964, i fratelli Steedman, proprietari dell’East Stirling, con molte polemiche hanno fuso il loro club con il Clydebank Juniors. Il nuovo club (il cui nome è stato abbreviato in ES Clydebank) ha eridato il posto dell’East Stirling in Division Two, giocava le partite casalinghe al Kilbowie. Dopo un anno, una sfida legale da parte dei tifosi dell’East Stirlingshire, hanno ottenuto di riportare il club allo vera identità e di ritornare soprattutto a casa a Falkirk. Gli Steedman, hanno deciso di rimanere a Clydebank per creare un nuovo grande club. Clydebank FC (1965-2002) Il secondo Clydebank FC è stato costituito nel 1965 dai fratelli Steedman, facendo parte della Scottish Football League, convinti del potenziale presente in città, nonostante fosse fallita la fusione. Anche se era un piccola ripresa del Clydebank Juniors, tecnicamente si presentava un club nuovo di zecca. Per un anno ha dovuto giocare nella Combined Reserve League, affrontando Jordanhill Training College, Glasgow Corporation Transport, e il Third XI’s of the Old Firm, prima di ritornare nel 1966 nella Scottish League. Nei 35 anni di Scottish Football League, sono notevoli i successi. Hanno trascorso tre stagioni in Premier League, diventando il primo club a giocatore in tutte le divisioni, dopo la riforma del 1975. Nel 1990, quando erano in Division One, hanno raggiunto la semifinale di Scottish Cup, persa contro il Celtic per 2-0.clydebank-1991-1992-d Sono stati il primo(ed ultimo club) del nazionale scozzese Davie Cooper, ha vestito anche le maglie di Rangers e Motherwell. Morì nel marzo del 1995, per emorragia celebrale era tornato a vestire per l’ultima volta la maglia dei Bankies. Tanti altri giocatori, poi avuto grossi successi, hanno iniziato con il Clydebank, possiamo ricordare Gary Teale dopo Ayr United, ha avuto fortuna in Inghilterra col Derby County. Altri famosi per aver ad un certo punto della loro carriera vestito la maglia del Clydebank sono l’attaccante irlandese Tommy Coyne(ex Celtic e Dundee United) e l’eroe del Partick Thistle Chic Charnley. Recentemente ex punta dei Rangers Alan Gow. Declino e decaduta Le fortune del club cominciarono a scendere, quando nel 1996, i fratelli Steedmans, vendettero il New Kilbowie, promettendo uno stadio nuovo, cosa mai avvenuta. Il Clydebank ha trascorso sei anni a giocare in “casa” di altri, in primo momento fu Boghead Park, Dumbarton, poi Cappielow Park, Greenock, con l’inevitabile declino di pubblico. Durante il loro periodo al Boghead, i fratelli Steedmans, cedettero il club al dottor John Hall, uomo d’affari con la sede legale nelle Bermuda. I soldi della cessione del New Kilbowie, sono stati investiti in America per la costruzione di scuole per lo sport. Gli sforzi combinati dell’ United Supporters Clydebank, la Football Association of Ireland, la Scottish Football Association e la Scottish Football League, hanno permesso che il club non venisse trasferiti a Dublino, i proprietari hanno cercato di cedere il club in franchigia a diverse città tra cui Galashiels e Carlisle. Nel 2002, ci fu la definitiva morte. Dopo la liquidazione dell’Airdrieonians FC, un gruppo guidati da Jim Ballantyne, presentavano domanda per il posto vacante in SFL, formando un club da zero, il nuovo Ardrie. L’affare non ebbe un buon esito, ma il nuovo club ha deciso di comprare i pochi beni del Clydebank e trasferire il club ad Ardrie, cosi nel 2002/02 nacque Ardrie United. ALBO D’ORO Scottish Football League First Division: * Secondo Posto(2): 1976–77 , 1984–85 # Scottish Football League Second Division : * Vincitori (1): 1975-76 * Secondo Posto (1): 1997-98 # Spring Cup :
* Secondo Posto (1): 1975–76 # Stirlingshire Cup: * Vincitori (2): 1978-79, 1979-80 Rinascita: il presente Clydebank FC (2003 -) Durante la stagione 2003 i tifosi del Clydebank non avevano una squadra da seguire, la trasformazione dell’Ardrie United è avvenuta troppo vicino alla nuova stagione, non lasciando il tempo necessario per piani alternativi. Nei mesi seguiti la UCS, hanno deciso di rifondare il Clydebank FC, un campo fu trovato in condivisione con il Drumchapel Amateurs a Glenhead Park, Duntocher. Nel 2003/04 il Clydebank Football Club entra a far parte della West Region, Scottish Junior Football Association. Il club ha vinto subito ha vinto subito la Central Second Division, giocando davanti a 1,000 spettatori a partita, nel 2004/05 sono arrivati terzi in Division One, perdendo la promozione all’ultima giornata, per un solo punto. Nel 2005/06 l’entusiasmo era aumentato con una folla di 1,150 spettatori per la sfida in Scottish Junior Cup, contro il Tayport, finita 1-1, ma la sconfitta arrivò dal dischetto. Nel giugno 2008, i Bankies e il Drumchapel hanno deciso di interrompere il loro rapporto di condivisione, il Clydebank decise di ritornare in città dividendo con il Yorker Athletic, Holm Park. Il 2008/09 è stata la stagione migliore da quando fu rifondato. In Scottish Cup dopo aver eliminato squadre del calibro di Pollok e Petershill, arrivarono in finale contro il Auchinleck Talbot FC, purtroppo persero 2-1. Ma al Rugby Park di Kilmarnock ben 4,000 tifosi cercarono di spingere i Bankies alla vittoria. In totale ci furono 8,122 spettatori il secondo più grande risultato di presenze per la finale di Scottish Junior Cup nell’ultimo decennio Nel 2011 sono promossi nella West Super League Premier Division ALBO D’ORO * Central League Division Two: 2003–04 * Division One Secondo: 2006-07 * Sectional League Cup Finalista: 2006–07 * Scottish Junior Cup Finalista: 2008–09
«Believe it, ‘cause it’s Hearts»
Dalla prima spedizione LHSC a Edimburgo del 2014, cronaca di una giornata ad Easter Road
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SEMIFINALE LEAGUE CUP CRONACA DI UNA GIORNATA A EASTER ROAD
«Cannae believe it…» è questa la prima frase che dico al mio amico Ray non appena lasciamo, con gli occhi bassi e l’amaro in bocca, il nostro posto nell’East Stand dello stadio di Easter Road. La sua risposta è serafica: «Believe it, ‘cause it’s Hearts». Ma andiamo con ordine. Sin dal nostro risveglio la giornata si era presentata bene, con un Sole alto e splendente che per un attimo ci ha fatto dimenticare di essere in Scozia ai primi di Febbraio. Il contingente italiano del Lombardia Hearts Supporters Club si è ritrovato davanti ai tornelli dell’East Stand per unirsi ai quasi diecimila tifosi Hearts pronti a sostenere la loro squadra in una difficile semifinale contro l’Inverness Caledonian Thistle, quarto in classifica. I Jambos arrivano a questa sfida nella miglior condizione atletica e psicologica possibile, dopo le due importanti vittorie al Victoria Park contro il Ross County e al TyneCastle contro il St. Mirren; l’Inverness invece ha subito una sconfitta al Rugby Park contro il Kilmarnock senza riuscire a segnare nemmeno un goal. Siamo ad Easter Road, tana dei nostri acerrimi rivali cittadini dell’Hibernian, ma questo non ci condiziona e l’atmosfera sugli spalti è quella giusta: un boato accoglie le due squadre al momento dell’entrata in campo agli ordini dell’arbitro John Beaton. Con i nostri cappellini LHSC e le sciarpe maroon al collo, cominciamo subito a sostenere i nostri ragazzi e proviamo a riscaldare l’atmosfera di una soleggiata ma gelida giornata del Midlothian. Subito una sorpresa per noi, Gary Locke decide di lasciare in panchina Ryan Stevenson e il neo–acquisto Paul McCallum, fresco di prestito dal West Ham United. Fin dai primi minuti la partita si mette su un binario di prudenza, le due squadre giocano molto a centrocampo e solo di tanto in tanto assistiamo ad un’azione d’attacco. Jamie Hamill è ispiratissimo e fa subito sentire i suoi tacchetti agli avversari. Ma è l’Inverness ad avere la prima nitidissima palla goal, una leggerezza di capitan Wilson dopo solo due minuti di gioco innesca il contropiede dell’I.C.T. che porta alla conclusione Ross Draper da dentro l’area di rigore, solo il recupero di Dylan McGowan impedisce all’attaccante di prendere la mira e fa sì che la sua conclusione finisca ben alta sopra la traversa. Ma va bene così, sapevamo che ci sarebbe stato da soffrire, l’importante è riuscire a reggere la pressione.
Bisogna aspettare il 14’ minuto per la prima azione degna ti tal nome da parte dei Jambos che portano McGowan al cross in area ma Dale Carrick non riesce ad indirizzare il suo colpo di testa in porta. Pian piano gli Hearts prendono coraggio, il pubblico si infiamma facilmente, le fasce laterali funzionano bene con Callum Paterson che si rende protagonista di alcune serpentine indecifrabili per la difesa avversaria; al 33’ una buona occasione capita anche al giovanissimo Sam Nicholson ma il portiere avversario Dean Brill non si fa sorprendere sul suo potente tiro dai 25 metri. La palla goal più nitida del primo tempo è dell’I.C.T., però: è il 40’ minuto, Ross Draper con un lungo lancio pesca in area William McKay che si libera della marcatura di Brad McKay e colpisce a botta sicura a pochi passi dal portiere. Ma Jamie MacDonald non si fa intimorire e dimostra di meritare appieno il titolo di “LHSC Player of the Season 2012/13” con una parata spettacolare e soprattutto importantissima per andare al riposo sullo 0–0. Gli umori sugli spalti durante l’intervallo sono contrastanti, la partita è aperta e i nostri ragazzi non stanno affatto demeritando nonostante il maggior tasso tecnico degli avversari in maglia blu. Al rientro in campo Gary Locke ci da un ottimo motivo per scatenarci nel tifo: negli spogliatoi rimane David Smith per far spazio all’osannato Ryan Stevenson che entra sul terreno di gioco a passo di carica e subito dispensa consigli e indicazioni tattiche ai suoi giovani compagni di squadra. Ma l’avvio di ripresa è tutto di marca Inverness: è il 53’ minuto quando capitan Shinnie batte una rimessa laterale, sui cui sviluppi Scott Robinson tenta il rinvio con il pallone che finisce sul braccio molto largo di Aaron Doran, ma per l’arbitro è tutto regolare e l’azione continua portando al tiro da quasi 30 metri Greg Tansey il quale pesca il jolly con un missile che termina la sua corsa nell’angolo alto alla destra di un tutto sommato incolpevole MacDonald. Infuriano immediatamente le proteste dei Jambos ma l’arbitro Beaton è irremovibile ed ammonisce anche il nostro portierone per proteste. Il goal è regolare e per noi tifosi è un colpo che sa di condanna. I fantasmi delle gare di campionato perse pur giocando un buon calcio cominciano ad affacciarsi dagli spalti di Easter Road. Gli Hearts si gettano a capofitto nella metà campo avversaria e per poco al 61’ Paterson non pareggia dopo un pasticcio tra due difensori in maglia blu che lo smarca solo davanti a Brill il quale però si dimostra all’altezza del suo collega MacDonald ipnotizzando il diciannovenne nato a Londra. Al 64’ Gary Locke getta nella mischia anche il nuovo attaccante McCallum richiamando in panchina un McGowan piuttosto sottotono. Neanche cinque minuti dopo, la svolta: il difensore dell’Inverness Gary Warren, già ammonito, stende Nicholson proprio al limite dell’area di rigore. L’arbitro non ha dubbi, secondo giallo ed espulsione per il difensore ventinovenne che lascia il campo evidentemente contrariato. È il 67’ minuto, sul pallone ci sono Stevenson e Hamill con Kevin McHattie pronto alla battuta di potenza. Ma è uno schema: McHattie si disinteressa del pallone, Stevo la tocca morbida per Hamill che non da il tempo alla barriera di staccarsi e indirizza il pallone nell’angolino basso alla destra di Brill che non può far altro che raccogliere il pallone dal fondo della rete. Ironia della sorte, l’ultimo tocco che spiazza il portiere dell’Inverness è proprio di Gerg Tansey. I tre quarti degli spettatori di Easter Road esplodono, abbiamo pareggiato e ora possiamo sfruttare quasi mezz’ora di gioco con l’uomo in più. Ma le emozioni non sono affatto finite perché appena due minuti dopo l’arbitro assegna un nuovo calcio di punizione dal limite dell’area per gli Hearts. Ancora Stevo, McHattie e Hamill sul pallone ma stavolta è il numero 7 a disinteressarsi della sfera
e Jamie batte di prima mandando il pallone ad infilarsi nell’angolino alto alla sinistra di Brill che lo sfiora ma non può impedire la rete. Hamill corre ad abbracciare un entusiasta Gary Locke ricevendo poi i complimenti di tutti i compagni. A poco più di venti minuti dalla fine, ribaltiamo il risultato e la gioia sugli spalti è incontenibile ma tra i membri LHSC siamo ben coscienti che la partita è ancora lungi dall’esser conclusa e che ci sarà inevitabilmente ancora da soffrire. Al 73’ l’Inverness beneficia di un corner che viene battuto da Tansey e sul quale si avventa Josh Meekings che di testa colpisce a botta sicura ma ancora una volta Jamie MacDonald smanaccia oltre la traversa scatenando l’ovazione del pubblico di fede Hearts per lo scampato pericolo. I minuti passano, gli Hearts reggono e l’I.C.T. comincia inevitabilmente a scoraggiarsi. Intorno all’80’ minuto, il generosissimo Nicholson si procura un infortunio alla spalla e viene portato fuori in barella. Gary Locke manda al suo posto in campo Callum Tapping che è sicuramente più difensivo dello sfortunato numero 28. Siamo al 90’ e l’arbitro assegna ben cinque minuti di recupero che tutto sommato sono apparsi un tantino eccessivi ma che comunque a conti fatti potevano starci. Inevitabilmente i tifosi maroon pensano di aver la partita in pugno quando al 91’ l’I.C.T. rimane in nove uomini a causa dell’espulsione per rosso diretto di Meekings, reo di aver falciato Robinson che l’aveva dribblato in scioltezza con la collaborazione di McCallum. È ormai quasi scoccato il 94’ minuto. Proprio quando ormai si attendeva solo il fischio finale, accade l’impensabile. Stevenson si porta alla battuta di un calcio d’angolo a poco più di 90 secondi dalla fine ma invece di chiamare un compagno per tenere quanto più possibile il pallone vicino alla bandierina e guadagnare secondi preziosi, tenta di mettere frettolosamente in mezzo un pallone che finisce facile preda del portiere Brill. Dal suo rilancio lungo, con l’I.C.T. completamente sbilanciato nella metà campo degli Hearts, l’azione si sviluppa e porta James Vincent a mettere in mezzo un pallone che viene arpionato dall’attaccante Nick Ross (subentrato all’87’ al posto del difensore David Raven) il quale fa perdere il tempo per l’intervento a Hamill prima e a McKay dopo e di destro incrocia sul primo palo alle spalle di MacDonald che tocca ma non riesce a respingere. È 2–2 e l’I.C.T. a pochi istanti dal fischio finale agguanta i supplementari. Mani nei capelli per Locke. Tre quarti di Easter Road sono completamente ammutoliti. Mentre i tifosi di fede Inverness fanno festa, un brivido comincia ad attraversarci… anche se commentavamo noi LHSC, adesso avremmo da giocare mezz’ora in 11 vs 9, in teoria dovrebbe essere un monologo maroon. Anche se è inevitabile che il morale dei giocatori degli Hearts è sotto i tacchi e quello dei giocatori dell’I.C.T. è a mille. Con le facce più scure delle cupe nuvole che cominciavano ad addensarsi sul cielo sopra Easter Road, ci apprestiamo a seguire il primo tempo supplementare che si apre con un gran bel goal del liberissimo Paterson per la testa di McCallum il quale colpisce bene ma Brill si supera e toglie la palla dall’incrocio dei pali. È solo il 91’ ma l’I.C.T. difende a pieno organico lasciando agli Hearts quasi totale libertà di manovra ma erigendo una barricata davanti all’area di rigore contro la quale si infrangono i tentativi dei ragazzi in maglia bianca. Paterson comincia a perdere fiato e lucidità col pallone tra i piedi, Hamill tenta di organizzare qualche azione salendo in cabina di regia ma trovandosi di fronte una muraglia non è facile veramente per nessuno. I giocatori dell’Inverness mor-
tificano ogni tentativo degli Hearts spazzando via qualsiasi pallone senza nemmeno preoccuparsi di controllare se ci fosse qualche uomo in maglia blu là davanti. Stesso copione nel secondo tempo supplementare, unica azione degna di nota è una bella combinazione tra Carrick e Hamill al 117’ che porta quest’ultimo ad effettuare un bel cross sul quale si fionda McCallum ma il suo colpo di testa finisce alto sopra la traversa. Si va ai rigori. In un’atmosfera drammatica, MacDonald neutralizza il rigore di capitan Shinnie ma subito dopo McCallum si fa ipnotizzare da Brill e fallisce il rigore del vantaggio. McKay per l’Inverness spiazza MacDonald e porta in vantaggio i blu, raggiunto subito da Carrick. L’autore del goal del pareggio Ross tira un ottimo rigore contro MacDonald che intuisce ma non può arrivarci. Tocca al Man of the Match Hamill che però sbaglia clamorosamente coprendosi il volto con la maglia. Segna il suo rigore anche Tansey per l’I.C.T. così come Robinson subito dopo che spiazza Brill. Il rigore decisivo è affidato a Ross Draper che si presenta sul dischetto concentrato e manda a vuoto MacDonald insaccando e regalando ad un I.C.T. ridotto in nove uomini per tutti i tempi supplementari un’impresa su cui onestamente pochi avrebbero scommesso. Tanto rammarico per gli Hearts, si sa che i rigori sono e saranno sempre una lotteria ma quel che fa rabbia è il non esser riusciti a sfruttare la mezz’ora di gioco con addirittura una doppia superiorità numerica a disposizione. La finale di League Cup contro l’Aberdeen è sfumata a pochi secondi dal 90’ e Gary Locke e i suoi ragazzi avranno molto da interrogarsi sul come possano esser riusciti a gettare via una partita già saldamente in cassaforte. Ma si sa, il calcio è bello per questo, noi LHSC abbiamo assistito ad un incontro all’ultimo respiro dove nessuna delle due squadre ha mai tirato indietro la gamba. Siamo soddisfatti dello spirito dimostrati dai nostri ragazzi, purtroppo è andata male ma obiettivamente, nella situazione attuale esser arrivati in semifinale di League Cup è e rimane senza dubbio un gran bel risultato. Una piccola nota a margine. Nessuno degli spettatori di fede maroon presenti sugli spalti di Easter Road ha lasciato le tribune prima che anche l’ultimo dei giocatori fosse rientrato negli spogliatoi, tributando un caloroso applauso ai propri beniamini ma soprattutto ai giocatori dell’Inverness C.T. che hanno compiuto quella che non si può esitare a definire una vera e propria impresa, come sottolineato dalle commoventi lacrime di gioia a fine partita del loro manager John Huges. Nel bene e nel male… C’MON THE HEARTS!!!
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LE COPPE 2013-2014 SCOTTISH CUP - LEAGUE CUP - JUNIOR CUP
SCOTTISH CUP A febbraio si è giocato il quinto turno della Scottish Cup. Celtic eliminato in casa dall’Aberdeen. I bianco verdi passano subito in vantaggio ma i Dons vincono la partita segnando una rete per tempo. Assaporano il calcio che conta i Rangers, Pars strapazzati ad Ibrox ed adesso i Gers sognano in grande. Fatica più del previsto l’Inverness, costretto al replay dallo Stranraer. Dopo la prima partita pareggiata in recupero. Gli Highlanders vincono la ripetizione semza grossi patemi. Passeggia il St. Johnstone sul campo del Forfar, mentre l’Hibernian colleziona l’ennesima delusione stagionale contro il Raith Rovers. Passano il turno anche Dundee United, Dumbarton e, a sorpresa, l’Albion Rovers vera cenerentola del gruppo dei superstiti. Nei quarti spicca la partita tra Inverness e Dundee United, unico scontro tra squadre di Premiership, interessante anche la partita tra Rangers ed Albion Rovers, si confrontano la voglia di riscatto dei Rangers e le ambizioni dei più piccoli.
Quinto turno 7 8 8 8 8 8 8 9 18
February February February February February February February February February
2014 2014 2014 2014 2014 2014 2014 2014 2014
Rangers 4 – 0 Dunfermline Athletic Celtic 1 – 2 Aberdeen Hibernian 2–3 Raith Rovers Alloa Athletic 0 – 1 Dumbarton Stranraer 2 – 2 Inverness Caledonian Thistle Albion Rovers 2 – 0 Stenhousemuir Forfar Athletic 0 – 4 St. Johnstone Dundee United 2 – 1 St. Mirren Inverness Caledonian Thistle 2 – 0 Stranraer
Quarti 8 8 9 9
March March March March
2014 2014 2014 2014
Raith Rovers – St. Johnstone Aberdeen – Dumbarton Inverness CT – Dundee United Rangers – Albion Rovers
football scottish La finale di Scottish League Cup, in programma il 16 marzo, si giocherà al Celtic Park. Hampden Park, tradizionale location dell’evento non è disponibile a causa di lavori in corso. La federazione ha così accontentato i due club che chiedevano la disponibilità di un impianto capace di ospitare i tifosi. Si prevede un’affluenza di almeno 40.000 spettatori.
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JUNIOR CUP Torneo ancora tormentato dal maltempo, pioggia e ghiaccio sono i veri vincitori del quinto turno. Da segnalare il cammino del Dundonald Bluebell che, a parte il bellissimo nome, ha messo a segno 18 reti in quattro partite
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