SFS Magazine Settembre

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EDITORIALE

anni di digiuno), quanto per l’intero movimento, in modo da attirare in Scozia sempre più tecnici preparati e di alto rango.

di Mino Conenna

COSI’ NON VA PIU’

Il calcio scozzese è ormai in crisi da qualche anno. Perché avviene ciò, soprattutto se paragonato al contesto europeo? Cerchiamo di capirlo assieme.

I

l calcio in Scozia è in crisi. Lo dicono i numeri interni al movimento calcistico, e lo dicono anche i risultati inesistenti delle squadre scozzesi in Europa negli ultimi anni. O meglio: il problema è una vera propria mancanza di programmazione all’interno della Scottish Football League, atta ad innalzare il livello del campionato maggiore, e non solo. Dicevamo, mancanza di programmazione: si perché quando si parla di Scozia, si mette sempre in conto che il campionato sarà una questione tra Celtic e Rangers. Ora, la mancanza prolungata dei Rangers ai vertici del calcio scozzese degli ultimi anni (causa fallimento), poteva essere un occasione per la SFL, per promuovere la crescita del movimento “dal basso”; una crescita che probabilmente avrebbe permesso una maggiore competitività per il campionato scozzese attraverso l’allargamento della Premier Scozzese da 12 a 18 squadre. Invece questo non è stato fatto, anzi. Tutto è rimasto così com’era: campionato a 12 squadre, e un predominio assoluto del Celtic al vertice del calcio scozzese che dura ormai dal 2012. Questa situazione ha avuto delle conseguenze catastrofiche ovviamente nel contesto calcistico scozzese: al “The Paradise” hanno programmato le ultime quattro stagioni con mezzi economici ridicoli, già sapendo che il campionato sarebbe stato vinto senza alcun problema. Un arma a doppio taglio: questa politica di ridimensionamento economico e tecnico, ha portato un allenatore come Ronny Delia a vincere facilmente in Patria, ma a collezionare figure barbine in ambito europeo; ricordarsi per esempio l’infausto girone di Europa League della scorsa stagione, o i preliminari di Champions persi con squadre inferiori nel corso di questi quattro anni. Comunque, il ritorno dei Rangers nella massima serie, potrebbe (e lo sarà sicuramente) un incentivo per tutte le squadre della Premier Scozzese, a dare quel qualcosa in più. Lo sarà sicuramente per l’Aberdeen, che sicuramente non ha nessuna intenzione di lasciare agli uomini dell’ Ibrox, il secondo gradino del calcio scozzese così duramente conquistato attraverso una programmazione seria, efficace, e con mezzi infinetisimalmente inferiori a quelli del Celtic. Un esempio sicuramente da seguire per tutti. Quindi dicevamo: oltre la riforma dei campionati, per accrescere la competitività del calcio scozzese in ambito nazionale ed europeo, altri due passi sembrano necessari : promuovere i settori giovanili, e attirare investitori stranieri. E’ inutile che ci giriamo intorno. Queste due strade sembrano le uniche percorribili per la SFL, in grado di migliorare il livello del calcio scozzese. Oltretutto, anche migliorare il settore tecnico delle squadre, attraverso l’arrivo di professionisti da altri contesti più competitivi, potrebbe essere davvero importante per raggiungere questo tipo di obiettivi. Su questa strada, sicuramente l’arrivo di un allenatore importante come Brendan Rodgers al Celtic, può essere fondamentale prima di tutto per i biancoverdi (qualificazione soffertissima in Champions ottenuta dopo tre

Certo, senza soldi è difficile lavorare. Ecco perché, un altro passo importantissimo potrebbe essere quello di attuare una politica in grado di attirare capitali stranieri in Scozia. Sicuramente darebbe uno slancio, prima di tutto alle squadre acquistate, ma anche a tutto il movimento calcistico scozzese. C’è bisogno di sdradicare una certa mentalità che ormai da troppi anni è insita in chi fa calcio in Scozia, e non solo. Se si vuole rimanere competitivi in ambito europeo, c’è bisogno di soldi e programmazione; cose che sono mancate per tanti anni, forse troppi. Ed è ora che chi gestisce il calcio scozzese a livello dirigenziale lo capisca una volta per tutte, e faccia di tutto per muoversi in questa direzione. Una direzione che porterebbe solo vantaggi.


I OLD FIRM di Gianfranco Giordano

l derby è, come tutti sanno, la partita tra due squadre della stessa città, in modo più esteso può essere anche la partite tra due squadre della stessa area geografica. Un derby è sempre più di una normale partita, poco importa qual è la posta in palio. E’ una partita che spesso sconvolge tutti i pronostici, una partita che si aspetta tutto l’anno se non di più. Tutti i derby sono particolarmente sentiti dai tifosi, spesso anche da chi non segue abitualmente il calcio, tra tutti i derby uno può essere definito senza paura di sbagliare IL derby, stiamo parlando dell’Old Firm. Una partita unica, dai mille significati e dai mille risvolti. Ci sono tante partite, in giro per il mondo, dove le parti sono divise da geografia, religione, razza, classe, politica o chissà cos’altro, l’Old Firm è tutto questo e anche di più. Celtic contro Rangers, cattolici contro protestanti, irlandesi contro inglesi, classi povere contro establishment, mai semplicemente biancoverdi contro blu. Qui cerchiamo di raccontare alcuni aneddoti su questa partita, senza analizzare i tanti aspetti che con il tempo hanno complicato questa sfida, tutte cose peraltro già dette in altre occasioni. I Rangers sono stati fondati nel marzo del 1872 dai fratelli Peter and Moses McNeill insieme ai loro amici Peter Campbell e William McBeath, semplici appassionati del nuovo sport decisi a dare vita ad una squadra, seza nessun altro secondo fine. I quattro erano membri del Clydesdale Amateur Rowing Club dal quale presero i colori azzurro e bianco, la tonalità di blu chiara permetteva di distinguersi dalle altre squadre scozzesi che indossavano una maglia blu di tonalità più scura. Non bisogna farsi trarre in inganno dalla vecchia e bellissima immagine del 1877, dove i giocatori sono immortalati con una maglia bianca impreziosita da quella che sembra una stella azzurra a sei punte, nessun riferimento religioso, si tratta dei due triangoli sovrapposti che rappresentano il club canoistico. Il primo incontro amichevole venne disputato nel maggio dello stesso anno, un pareggio a reti bianche contro il Callander. Venne scelto il nome di Rangers perché ai fondatori era piaciuto il nome di una squadra di rugby inglese, all’epoca calcio e rugby non erano poi così diversi come adesso. A partire dagli anni 20 la maglia dei Rangers divenne lievemente più scura, i calzettoni, prima blu e successivamente neri con risvolto rosso, riprendono i colori del Burgh of Govan, zona della città dove giocava la squadra. Il Celtic venne fondato il 6 novembre 1887 per iniziativa di fratel Walfrid, un prete marista irlandese, durante una riunione tenutasi presso la chiesa di St. Mary’s a Calton, sobborgo di Glasgow. Nelle intenzioni la squadra avrebbe dovuto giocare partite amichevoli per raccogliere fondi da destinare ai poveri di origine irlandese, ad imitazione dell’Hibernian di Edimburgo. La prima divisa era una semplice maglia bianca con la croce celtica verde sul petto, dalla stagione successiva la maglia divenne biancoverde a strisce verticali, finalmente nel 1903 arrivarono le caratteristiche maglie a righe orizzontali. Naturalmente tutta la simbologia del club richiama le origini irlandesi dei fondatori. Per tanti anni il Celtic ha giocato con i numeri sui pantaloncini e non sulla parte posteriore della maglia, questo perché, secondo i dirigenti, i numeri avrebbero rovinato l’estetica dei cerchi. Come dargli torto? Il 5 novembre 1975, per obbligo della UEFA, i numeri sono comparsi per la prima volta sulla maglia, partita di ritorno di Coppa delle Coppe contro il Boavista. La prima partita tra le due squadre venne disputata il 28 maggio 1888, era anche la prima partita in assoluto giocata dal Celtic, che schierò una squadra composta in maggior parte da giocatori dell’Hibernian prestati per l’occasione dal club dei Edimburgo. Vince il Celtic 5-2, era nato l’Old Firm, anche se all’epoca era davvero solo una partita di calcio, senza i particolari significati che cominceranno ad avvelenare l’atmosfera di Glasgow negli anni a seguire. Il fatto stesso che il Celtic abbia deciso di iniziare la sua attività agonistica con i Rangers, dimostra quanto fossero amichevoli i rapporti tra i due club all’epoca. L’ultima partita risale al 17 aprile 2016,


semifinale di Coppa ad Hampden Park. Partita ricca di emozioni con i Gers in vantaggio dopo 16 minuti, pareggio dei Bohys all’inizio del secondo tempo, ai supplementari ancora in avanti i Rangers ed altro pari del Celtic, la partita si chiude dagli undici metri con la vittoria dei Rangers 5-4. In tutto si sono giocate 401 partite tra le due squadre cosi suddivise: 304 in Scottish Premier League, 49 in Scottish Cup e 48 in Scottish League Cup. 145 vittorie del Celtic, 100 in Scottish Premier League, 23 in Scottish Cup e 22 in Scottish League Cup. 159 vittorie dei Rangers, 119 in Scottish Premier League, 16 in Scottish Cup e 24 in Scottish League Cup. 97 pareggi, 85 in Scottish Premier League, 10 in Scottish Cup e 2 in Scottish League Cup. Nel 1894, per la prima volta l’Old Firm si gioca il primo giorno dell’anno. Vincono i Rangers per 5-0, tre reti nel primo tempo e due nella ripresa, a tutt’oggi è la vittoria più importante per i Rangers. I primi scontri avvenuti dopo un Old Firm risalgono al 10 aprile 1909, finale di Scottish Cup, ovviamente ad Hampden, davanti a 70.000 spettatori. La partita finisce in parità sul 2-2 e viene ripetuta sette giorni dopo, sempre ad Hampden, e termina con un altro pareggio, stavolta 1-1. Quando la folla, 60.000 spettatori per il replay, venne a sapere che non ci sarebbero stati i supplementari ma sarebbe stato necessaria una terza partita per assegnare la coppa, e quindi un ulteriore esborso di denaro per acquistare il biglietto, il pubblico si riversò sul terreno di gioco. Per più di due ore la folla, per una volte le due tifoserie rivali fecero fronte comune, danneggiarono l’impianto, i pali delle porte furono divelti, il terreno di gioco distrutto e le staccionate di legno date alle fiamme. Poliziotti e vigili del fuoco accorsi sul luogo sono stati respinti con violenza, si parla di più di 50 feriti tra le forze dell’ordine. A seguito dei disordini, la SFA decise di non programmare una terza partita e la coppa non venne assegnata. Il Queen’s Park Rangers, club proprietario dell’impianto, venne risarcito con 500 sterline dalla SFA ed altre 300 sterline arrivarono dai due club coinvolti. Il primo giocatore straniero, in questo caso si intende non britannico in senso ampio, è il danese Carl Hansen. Notato dai dirigenti dei Rangers durante una tourneè a Copenhagen nel giugno del 1921, nell’ottobre dello stesso anno Hansen arriva a Glasgow per giocare con i Gers. Il 13 dicembre 1921 segna una rete nella vittoria dei Gers contro i Bhoys, risultato finale 2-0. Il 5 settembre 1931 andò in scena una vera tragedia ad Ibrox,

nei primi minuti del secondo tempo il portiere del Celtic John Thompson e l’attaccante dei Rangers Sam English si avventarono sul pallone contemporaneamente. Purtroppo la testa di Thompson si scontrò con un ginocchio di English, il portiere riportò la frattura del cranio e la rottura di un’arteria della tempia destra. Thompson venne trasportato immediatamente al Victoria Infirmary ed operato d’urgenza, purtroppo non sopravvisse e si spense alle 21.25. Per la cronaca la partita finì 0-0. Thompson aveva 22 anni ed era sceso in campo per 211 volte con la maglia del Celtic. 19 ottobre 1957, finale di Scottish League Cup. All’intervallo il Celtic è in vantaggio per 2-0, sembra già una buona giornata per i supporters biancoverdi ma nel secondo tempo arrivano altre cinque reti per un risultato finale di 7-1, la vittoria più importante per il Celtic nell’Old Firm. La partita con il maggior numero di spettatori è la finale di Scottish Cup del 26 aprile 1969 ad Hampden Park, davanti a 132.870 appassionati che videro il Celtic travolgere i rivali per 4-0, tra le fila dei Gers giocava Alex Ferguson in attacco. Il 10 maggio 1980 le due squadre si ritrovano ad Hampden per la finale di Scottish Cup, partita tesa e combattuta decisa al 107’ minuto quando McCluskey devia in rete un forte tiro da fuori area di McGrain. Finita la partita, mentre era in corso la premiazione, le due tifoserie hanno cominciato a lanciare bottiglie di birra ovunque, poi si sono riversate sul campo scontrandosi tra di loro e con la polizia accorsa in forze, anche con cariche a cavallo, per dividere i contendenti. Chi era presente sugli spalti quel giorno parla di un vero inferno, con scena di una violenza unica. A seguito dei violenti scontri, le autorità decisero di vietare la vendita di alcolici negli stadi durante gli eventi sportivi. Difficilmente, in qualsiasi città, un giocatore passa da una squadra all’altra, ancora più rari i casi nell’Old Firm. Prima della seconda guerra mondiale, quando ancora la divisione religiosa non era così determinante, si contano una quindicina di giocatori che hanno vestito le due casacche. Ancora meno i passaggi di maglia dopo la guerra, quando c’era una regola non scritta che im-


poneva di tesserare solo giocatori in base al credo religioso. Questa discriminazione è decaduta successivamente, con il largo impiego di calciatori stranieri da parte dei due club. Il primo giocatore ad indossare sia il blu che il biancoverde nel dopo guerra è stato Alfie Conn, Rangers dal 1968 al 1974 e Celtic dal 1977 al 1979, in mezzo il Tottenham. Il caso più clamoroso è senz’altro quello di Mo Johnston, Celtic dal 1984 al 1987 poi Rangers dal 1989 al 1991, in mezzo parentesi francese al Nantes. Al suo arrivo ad Ibrox ci sono state numerose contestazioni, molti tifosi hanno bruciato le sciarpe dei Rangers ed hanno minacciato di non mettere più piede allo stadio. Per i tifosi del Celtic, Johnston è stato semplicemente rinominato Giuda. Non mancano neanche i fratelli contro, si ricordano in particolare i fratelli McAdam, Colin per i Rangers e Tom per il Celtic, che nelle stagioni tra il 1980/81 e 1983/84 si sono affrontati sul campo da avversari. Il re del gol nell’Old Firm è Robert Hamilton che, tra il 1897 e il 1906, mise a segno 35 reti per i Rangers, tra le fila del Celtic il cecchino è Jimmy McGrory che infilò la rete avversaria 27 volte tra il 1922 ed l 1937. A partire dalla seconda metà degli anni 90 diversi giocatori italiani hanno indossato le maglie di Celtic e Rangers, giocando e segnando nell’Old Firm. Il primo italiano a giocare il derby è stato Paolo Di Canio, che ha giocato con i biancoverdi la stagione 1996/97, sceso in campo il 28 settembre 1996 in una partita persa 2-0. Di Canio è stato anche il primo italiano a segnare una rete nel derby, suo il gol del momentaneo pareggio, partita del 2 gennaio 1997, il Celtic perderà per 3-1. In quella stagione i Rangers vinsero tutte e quattro le partite di campionato, l’unica rete del Celtic è quella segnata da Di Canio. Il Celtic si rifece nella semifinale di Scottish Cup il 6 marzo 1997, vincendo per 2-0 anche in questa occasione con una rete di Di Canio.

NUOVI TALENTI di Jacopo Formia


Souleymane Coulibaly

Kieran Tierney

Souleymane Coulibaly, soprannominato “il nuovo Didier Drogba” dagli esperti di calcio africano, è stato da poco tesserato dal Kilmarnock, dove cercherà di mettersi in mostra a suon di goal per farsi convocare dalla nazionale maggiore della Costa d’Avorio o addirittura dall’Italia. Il classe 1994 dispone infatti della doppia nazionalità, ottenuta per merito del padre che dopo essersi trasferito nel Bel Paese ha sposato un’italiana.

Tierney è nato a Douglas sulla suggestiva Isola di Man, talento precocissimo alla tenera età di sette anni entra già a far parte delle del Celtic. Nel 2012 era uno raccattapalle al Celtic Park nella indimenticabile e storica vittoria dei Bhoys, nel giorno del lo centoventicinquesimo compleanno, contro il Barcellona nei gironi di Champions League. Due anni più tardi è già aggregato alla prima squadra durante una tournée in Finlandia, dove debutta contro il Tottenham Hotspur. Esordisce ufficialmente tra i professionisti nell’aprile del 2015, un brutto infortunio al piede lo costringe però a fermarsi, ripresosi all’inizio di questa stagione diventa uno dei pupilli di Deila, facendosi notare soprattutto nella fase a gironi dell’Europa League.

Coulibaly, arrivato a tredici anni in Italia, comincia la sua carriera da calciatore nelle giovanili del Siena, facendosi subito notare per le sue grandi doti di finalizzatore, tanto da meritarsi la convocazione con la maglia della Costa d’Avorio per i Mondiali Under 17 in Messico nel 2011. In quell’edizione del torneo vive un vero e proprio momento magico, segna infatti nove reti in quattro partite, un gol contro l’Australia, un poker contro la Danimarca, una tripletta contro il Brasile, e un goal nell’ottavo di finale perso contro la Francia. Dopo tale exploit, che lo consacra al mondo come nuovo Didier Drogba, viene acquistato dal Tottenham Hotspur. Ma a Londra Coulibaly non riesce a imporsi e così comincia un lungo girovagare in prestito anche in Italia, dove veste le maglie di Grosseto, Bari, dove però non vede mai il campo, e Pistoiese.

Predilige essere sempre nel vivo del gioco, non ha paura di tenere la palla tra i piedi, Tierney è un ottimo terzino di spinta, che non tralascia comunque la fase difensiva dove non si risparmia e non tira mai indietro la gamba. Dotato di una più che discreta tecnica, ha nei cross dal fondo uno dei suoi punti di forza, oltre ad essere tatticamente perfetto grazie ad una lettura del gioco fuori dal comune per uno della sua età.

Il Drogba di Kilmarnock

Dopo alcune stagioni non proprio esaltanti nelle serie minori inglesi, Coulibaly ha ora l’occasione di dimostrare tutto il suo valore, ricominciando da capo e con umiltà nel massimo campionato scozzese agli ordini di un Lee Clark che lo ha fortemente voluto al Rugby Park. Coulibaly tornerà sicuramente utile alla causa del Kilmarnock, grazie alle sue poliedriche doti che gli permettono di spaziare su tutto il fronte d’attacco e di far bene sia da centravanti che da attaccante esterno. Non è altissimo, 172 cm, ma è dotato di grande forza e sopratutto velocità, si è sempre dimostrato predisposto al sacrificio nei ripieghi difensivi e a giocare per la squadra, tutte caratteristiche ottime per fare bene in un campionato fisico come quello scozzese. Infatti l’inizio di stagione è stato molto importante con due reti in cinque partite di campionato e soprattutto tre reti in quattro gare di League Cup.

Il capitan futuro del Celtic

Legato da un contratto quadriennale agli ormai prossimi campioni di Scozia, Tierney è ormai pronto a diventare un titolare inamovibile della sua squadra del cuore, già ora viene visto dai tifosi come un futuro capitano degli Hoops, anche se viste le abilità e gli enormi margini di miglioramento sarà dura trattenerlo a Glasgow, sono copiosi infatti i sondaggi dei maggiori club europei. Tierney ha un carattere molto pacato e modesto e rifugge il paragone, fatto dai giornalisti in patria, con esterno sinistro di Real Madrid e Brasile, Roberto Carlos, ha tuttavia più volte affermato di aver migliorato la sua tecnica ispirandosi all’ex beniamino del Celtic, Shunsuke Nakamura, che, quando Kieran aveva dieci anni, gli regalò le sue scarpe al termine di uno spot per la Coppa del Mondo 2006.


RENTON FOOTBAL L CLUB

HISTORY di Francesco Beltrami

I

l Renton Football Club era la squadra calcistica del piccolo villaggio omonimo nel West Dumbartonshire. Fondata nel 1872 ebbe un ruolo importante nelle vicende che portarono allo sviluppo del calcio scozzese. Il 18 ottobre del 1873 giocò contro il Klimarnock la sua prima partita, incontro che è considerato il primo mai disputato nella storia della Coppa di Scozia. Il Renton si impose 2-0 nella gara giocata al Tontine Park, il campo di casa, ed ebbe accesso ai quarti di finale dove passò il turno, dopo aver pareggiato 0-0 in una data che non ci è nota col Dumbarton in trasferta e aver poi vinto il replay al Tontine il 29 novembre 1873 per 1-0. La prima avventura in Coppa della formazione del Durmbartonshire si concluse in semifinale dove fu battuta 2-0 all’Hampton Park di Glasgow dal Queen’s Park. L’anno successivo dopo aver superato il primo turno senza giocare per il forfait del Blythswood che non si presentò al Tontine Park per la partita, superò sempre in casa l’Helensburgh per 2-0 approdando così ai quarti di finale, dove si liberò dell’Eastern per 1-0 sempre col vantaggio del fattore campo. Era il 27 marzo del 1875 quando il Renton scese in campo per la semifinale e la pareggiò 0-0 sul campo del Dumbarton, riuscendo poi a vincere per 1-0 il replay il sabato successivo sempre al Meadow Park di Dumbarton. Si aprirono così le porte della finale di Coppa di Scozia e il 10 aprile 1875 all’ Hampden Park di Glasgow c’erano i rivali delle semifinali dell’anno precedente, i giocatori del Queen’s Park ad aspettare il Renton. 7.000 gli spettatori presenti che assistettero alla netta sconfitta dei nostri regolati 3-0 con due reti di MacKinnon e una di Higet, dopo aver resistito un tempo sullo 0-0. Conosciamo anche il nome dell’arbitro, tale A. Campbell. Nel decennio successivo il Renton approdò una sola volta alle semifinali di Coppa, collezionando diverse eliminazioni nei primi turni e anche quattro mancate partecipazioni tra il 1878 e il 1882. E’ nella stagione 1884/85 che il Renton entrerà negli Albi D’Oro del calcio scozzese. La Scotthis Cup era ormai ben sviluppata tanto che furono ben otto i turni di gara. Il Renton debuttò il 13 settembre 1884 superando in casa per 2-1 il Vale of Leven Wanderers, per poi il 4 ottobre successivo a travolgere 2-10 i padroni di casa dell’East Stirlingshire nel secondo turno e il 25 dello stesso mese 9-2 al Tontine i malcapitati rivali del Northern. Eliminato col punteggio di 2-1 sempre in casa il St.Mirren il 15 novembre il Renton ebbe un bye agli ottavi di finale e tornò in campo due giorni dopo Natale per i quarti con quella che sarebbe divenuta una delle due formazioni più blasonate di Scozia, i Rangers Glasgow che però quel 27 dicembre 1884 dovettero soccombere 5-3 al Tontine contro la formazione della piccola città del Durmbartonshire. Il 24 gennaio 1885 all’Eastern Road di Edimburgo andò in scena la semifinale, l’Hibernian gli avversari, superati 3-2. Il Renton torno così in finale di Coppa di Scozia undici anni dopo la prima. Appuntamento all’Hampden Park di Glasgow il 21 febbraio contro il Vale of Leven che in semifinale si era liberato dell’ostacolo Cambuslang


superandolo 1-3 in trasferta dopo lo 0-0 del primo match all’Holm Quarry di Dumbarton. La partita finì 0-0 davanti a 2.500 spettatori. Mille in più assistettero al replay una settimana dopo nello stesso stadio, e fu il Renton, vincitore per 3-1 ad alzare la Coppa di Scozia. Nella stagione seguente il Renton poté passeggiare nei primi due turni, entrambi giocati in trasferta ma superati con estrema facilità: 0-15 col Kirkintilloch Athletic e 2-7 col Dumbarton. Il 24 ottobre 1885 al terzo turno il successo sul campo dell’Albion FC fu molto più sofferto, 0-1, mentre il 14 novembre in occasione del debutto stagionale in Coppa al Tontine Park il Renton superò seccamente 4-0 il Cowlairs FC. Le formule dell’epoca erano particolari e al turno successivo, gli ottavi di finale, si ritrovarono qualificate dieci squadre, quindi per tre delle cinque vincenti delle sfide il turno valse il passaggio diretto in semifinale, fu così anche per il Renton che ce la fece al replay, il 12 dicembre superando 3-0 il Port of Vale, dopo il pareggio 2-2 nella prima partita. La manifestazione riprese nel gennaio 1886 con l’unica gara dei quarti di finale in cui gli Hibs superando il Cambuslang per 3-2 raggiunsero in semifinale Renton, Third Larnak e Queen’s Park. Le semifinali non ebbero storia. Il Queen’s Park si liberò del Third Larnak col punteggio di 3-0, mentre il Renton ebbe la meglio per 2-0 sull’Hibernian all’Eastern Road di Edimburgo. Finale il 13 febbraio 1886 al Cathkin Park di Glasgow, 7000 i presenti e successo dei vecchi rivali del Queen’s Park per 3-1 ad impedire il bis del Renton. Sono comunque gli anni d’oro della squadra, che tra appunto il 1886 e il 1889 vincerà per quattro volte di fila, record assoluto, la Glasgow Merchants Charity Cup, manifestazione riservata alle squadre di Glasgow e delle aree limitrofe, avente come scopo quello di raccogliere fondi per beneficenza, e dopo un’eliminazione al terzo turno subita il 23 ottobre 1886 ad opera del Third Larnak vincitore della sfida per 3-1, nell’edizione 1887/88 per il Renton arrivò nuovamente il momento di fare una cavalcata trionfale in Coppa di Scozia. Nei primi quattro turni non ci furono avversari in grado di impegnare il Renton che si impose 0-6 sul campo dell’Union FC, 4-2 al Tontine Park col solito Dumbarton, poi 0-8 col Camelon FC e sempre in trasferta 1-13 sul terreno del Lindertis FC il 5 novembre 1887. Negli ottavi di finale il Renton è impegnato ancora fuori casa, stavolta col St. Mirren, che si oppone molto più validamente degli avversari incontrati finora, ma alla fine soccombe col punteggio di 2-3. E’ il 3 di dicembre ma c’è ancora il tempo per giocare i quarti di finale, stavolta il sorteggio dice che si può giocare al Tontine Park, e i malcapitati ospiti sono i giocatori del Dundee Wanderers che usciranno sconfitti per 5-1. Anche Abercorn, Cambuslang e il solito Queen’s Park staccano il biglietto per le semifinali, fissate per il 14 gennaio 1888. Il Renton vendica la finale 1886 eliminando il Queen’s Park col punteggio di 3-1, mentre tra Abercorn e Cambuslang il primo incontro si chiude sul pareggio, 1-1, al replay però il Cambuslang avrà la meglio sui rivali addirittura per 10-1. Al Second Hampden Park di Glasgow il 4 febbraio va in scena la finale, ma anche stavolta non ci sarà storia, il Renton si impone 6-1 sul Cambuslang e conquista la sua seconda Coppa di Scozia. Nella stagione precedente, 1886/87 c’era stato il primo contatto del Renton con l’attività inglese, infatti la squadra aveva potuto partecipare alla FA Cup dove era riuscita a superare due turni, superando 1-0 l’Accrington al primo turno e 2-0 al replay dopo l’ 1-1 della prima gara il Blackburn Rovers al secondo, per cedere al terzo 2-0 contro il Preston. La grande sfida al calcio della vicina Inghilterra arriva però proprio nel 1888. Già l’anno precedente era stato lanciato un trofeo dal ridondante nome di “Championship of United Kingdom and the World” destinato ad opporre in una sfida che all’epoca era ragionevole ritenere al vertice mondiale le formazioni vincenti delle coppe inglesi e scozzesi. La prima edizione si era giocata in Scozia e l’Hibernian aveva superato per 2-1 Preston North End ad Edimburgo. Nel 1888 toccò al Renton diventare “Campione del Regno Unito e

del Mondo” superando 4-1 il West Bromwich Albion il 19 maggio a Glasgow. Fu il massimo vertice della storia sportiva del Renton. L’anno successivo la squadra raggiunse ancora la semifinale di Coppa e nel 1890 fu tra i club fondatori della Scotthis Football League, che diede subito vita al primo Campionato di Scozia, nato per trattenere a casa i migliori talenti che stavano tutti emigrando in Inghilterra dove un vero e proprio campionato si svolgeva già da qualche stagione. Anzi era stato proprio il segretario del Renton a scrivere una lettera ai quattordici maggiori club scozzesi per invitarli a una riunione a Glasgow dove si discusse e fondò il torneo. Il debutto del Renton nella nuova competizione fu stellare, 1-4 al Celtic al Celtic Park, l’avventura durò poco però perché dopo solo cinque giornate di campionato il Renton fu escluso, accusato di pagare i giocatori e di aver giocato un’amichevole con gli Edimburgh Saints a loro volta squalificati per professionismo. Riammessi l’anno successivo finirono solo settimi conquistando però l’ennesima semifinale di Coppa. Ormai era iniziato il declino. Nel 1892/93 arrivò un ottavo posto in Campionato e una eliminazione al primo turno in Coppa, nella stagione seguente il decimo e ultimo posto nella neonata Scotthis Division One, massima serie del Campionato, con 1 vittoria 2 pareggi e 15 sconfitte nelle 18 partite e la conseguente retrocessione, e nulla più di un secondo turno in Coppa. Il Renton restò ancora per tre stagioni sul palcoscenico del calcio scozzese giocando sempre in Division Two, dove finì al massimo terzo. Nel 1897/98 fu iniziata la quarta stagione di Division Two ma dopo poche giornate il Renton dovette ritirarsi per gravi problemi economici, riprese negli anni subito successivi nei campionati minori locali, dove sopravvisse fino al 1922, anno in cui si sciolse definitivamente. Prima della fine degli Anni Venti il Tontine Park divenne zona residenziale e vi furono costruite villette. Nel frattempo anche il “Championship of United Kingdom and the World” era terminato, ne furono giocate solo due altre edizioni dopo quella vinta dal Renton, quella del 1895, dopo 7 anni di sosta, andata al Sunderland, unica inglese ad aggiudicarsela, e quella del 1901/02 vinta dagli Heart of Midlothian dopo una doppia sfida andata e ritorno col Tottenham. Il Trofeo è attualmente conservato nel museo dello stadio di Hampden Park. Dei giocatori di quel Renton ci sono arrivati i nomi, qualche fotografia, che potete vedere a fianco del testo, e poche note biografiche, racconteremo magari di loro in qualcuno dei prossimi numeri...


DAL FERRANTI THISTLE AL LIVINGSTON PASSANDO PER IL MEADOWBANK THISTLE

HISTORY di Marco Parmigiani

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a storia di questo club e’ strana.... prima di arrivare al Livingston FC, bisogna conoscere altri due club il Ferranti Thistle e il Meadowbank Thistle Nel 1943 la ditta Ferranti di Edimburgo, fa nascere per i suoi dipendenti la squadra di calcio, dal nome Ferranti Amateurs Gioca nei parchi cittadini della citta’ e partecipa all’Edinburgh Amateur Second Division. Nel 1948 decide di cambiare nome e si chiama Ferranti Thistle e gioca per cinque stagioni nella Edinburgh and District Welfare Association e gioca contro squadre dopo lavoro o di altre industrie come il Ferranti Nel 1953 riesce ad entrare nell’East of Scotland League. Nel 1969 si sposta al City Park, tre anni dopo e’ membro della SFA, puo’ entrare nella Scottish Qualifying Cup, il primo anno di presenza e’ subito un successo, la vince nel 1973 entra’ cosi nella Scottish Cup. Il primo match e’ il 16 Dicembre 1972 contro il Duns in casa vince tranquillamente 3-1, al secondo turno viene eliminato solamente al replay dall’Elgin City. L’anno successivo riesce ad arrivare al Terzo Turno, dove viene sorteggiato contro il Partick Thistle, in una sfida chiamata “Davide vs Golia”. La partita giocata a Glasgow finisce 6-1 per il Partick. Ormai il Ferranti pensa in grande e vuole entrare nella Scottish Football League, nel 1974 arriva l’occassione dovuta al fallimento del Third Lanark. Il Ferranti invio’ la sua domanda per entrare nella SFL insieme a quattro club delle Highland League, Hawick Royal Albert e Gateshead United. Nel Giugno 1974, avvenne la votazione, il Ferranti ottenne 21 voto contro i 16 dell’Inverness. Ci fu grande gioia, una piccola squadra di lavoratori ora entrava nel grande calcio scozzese. Il nome Ferranti non poteva venire usato per motivi commerciali e il City Park era troppo piccolo, non rispettava i criteri della federazione. Intervenne il comune di Edimburgo, che offri’ il Meadowbank Stadium, moderno stadio nato nel 1970. Dopo una campagna lanciata dall’ Edinburgh Evening News, per aiutare a trovare un nuovo nome, il piu’ gettonato fu Meadowbank Thistle l compito piu’ duro era quello di allestire una nuova squadra, il primo Manager fu John Bain, che aveva l’arduo compito di formare una squadra competiva per la nuova stagione. Esordio fu in League Cup in casa contro Albion Rovers, ma il Thistle usci’ sconfitto 1-0. Nei primi anni chiudeva il campionato in fondo alla classifica, ma furono gli anni ‘80 sotto la guida di Terry Christie che inizio’ ad arrivare la fortuna per il Thistle. Nel 1983 venne archiviata la promozione in First Division,con un secondo posto alle spalle del Brechin City. Un anno piu’ tardi hanno scioccato il calcio scozzese, arrivando fino alla semifinale di League Cup, persa contro i Rangers 4-1 a Glasgow ed 1-1 ad Edimburgo.


Nel suo cammino il Thistle elimino’ Morton, Hibernian e St Johnstone. Mentre in campionato fu retrocesso alla fine della stagione 1984/85. Nella stagione 1986/87 vinse la Division Two, venendo promosso in Division One, dodici mesi dopo arrivo’ secondo in Division One, ma causa la riforma della Premier Division, solo Hamilton Accies(che vinse il campionato ando’ in Premier). Con Terry Christie, maestro di scuola durante il giorno, il Meadowbank Thistle era delle uniche squadre alla fine anni ‘80 ad avere i giocatori part-time. Inizio’ una lunga lotta per non retrocedere in Second Division. Ma la fine arrivo’ nel 1993, quando il club divenne una limited company con la ditta di Bill Hunter l’East Lothian che possedeva le quote di maggioranza del club. Hunter riconosceva le difficolta’ del club con due potenze come Hibernian e Hearts, le difficolta’ finanziarie in cui passava il club. Dopo anni di voci di un trasferimento del club ad Est della citta’ verso Portobello o Musselburgh, Hunter a sorpresa, sposto’ il club a 20 miglia da Edimburgo a Livingston. La Livingston Development Corporation offri’ uno stadio nuovo da 4,000 posti, ma a patto che la societa’ si trasferisse, cambiando nome. Questo fece molto infuriare i pochi tifosi che seguivano il Meadowbank, ma le loro proteste furono inutili. Nell’estate 1995 fu il cambio di nome in Livingston FC ed a Novembre entro’ nell’Almondvale Stadium Nella prima stagione il Livingston, datata 1995/96 esordi’ in Division Three. Tre anni dopo 1998/99 arrivo’ la promozione in Division One. Un’altra promozione arrivo’ nel 2000/01 quando finalmente vennero promossi nel top del calcio scozzese, la Scottish Premier League. Dopo solo sei anni d’esistenza, il Livi era arrivano nel punto massimo del calcio scozzese. La prima stagione in SPL, 2001/02, il Livingston chiuse al terzo posto, dietro alle due superpotenze, Celtic e Rangers e si qualifico’ per la prima volta in Coppa Uefa. Al Primo Turno gioco’ contro il Vaduz, riusci’ a qualificarsi grazie solo al pareggio in Liechtenstein (1-1). Al Secondo turno pero’ venne eliminato dagli austriaci del Strum Graz, dopo aver vinto in casa 4-3, ma a Graz subirono un pesante 5-2. La successiva stagione, il club rischio’ la retrocessione, dopo aver chiuso al 9 posto. Dopo questa stagione, Jim Leisham lascio’ il club e fu sostituito dal brasiliano Marcio Maximo, ma si dimise dopo solo pochi mesi, al suo posto arrivo’ Davie Hay. Sotto la guida di Hay, il Livingston vinse il suo primo trofeo nazionale, nel 2004 porto’ a casa la League Cup, superando in finale Hibernian 2-0 con reti di Derek Lilley e Jamie McAllister. Il 3 Febbraio 2004 il club rischio d’entrare in amministrazione controllata, si dovette aspettare quasi un anno, il 13 Maggio 2005 usci’ dall’amministrazione controllata, la squadra fu comprata da Pearse Flynn. Flynn licenzio’ Hay al suo posto venne assunto Allan Preston.

Preston inzio’ subito bene, vincendo all’esordio 3-0 contro Inverness Caley Thistle, peccato che fu l’unica vittoria, a Novembre il Livi era ultimo in classifica. Preston fu cacciato, il suo posto fu preso da Richard Gough, il club si salvo’ all’ultima giornata, pareggiando 1-1 col Dundee e facendo proprio retrocedere i Dark Blue. Ma Gough per motivi familiari lascio’ il club ed il suo posto fu preso da Paul Lambert. Ma Lambert 11 Febbraio 2006, rassegno le dimissioni, dopo sette sconfitte consecutive con il Livingston ultimi in classifica. Venne sostituito da John Robertson. Ma le cose non cambiarono ed il Livingston fu retrocesso per la prima volta con solo 18 punti, ma dieci gli furono tolti per l’amministrazione controllata. Dopo una povera stagione 2007/08 in First Division, John Robertson si dimise il 15 Aprile 2007. Il successore fu nominato il 27 Maggio 2007 dall’ex Manager in Seconda del Hibernian Mark Proctor. Proctor fu affiancato da Curtis Fleming, ma furono esonerati a Giugno 2008, dopo aver chiuso la stagione al settimo posto. Durante l’estate il Livingston fu acquistato dall’italiano, Angelo Massone nel Giugno 2008, come Manager arrivo’ Roberto Landi. Ma dopo cinque mesi fu esonerato, per scarsi risultati, il 3 Dicembre arrivo’ Paul Hegarty, rimase fino ad Aprile 2009, il suo contratto scadeva a fine stagione. John Murphy fu chiamato fino a fine stagione. In quello stesso periodo, il club aveva un debito con il West Lothian Council, riguardante l’affitto dell’Almondvale Stadium. il club fu chiamato a processo ed aveva quindici giorni per pagare il debito, altrimenti sarebbe entrato in amministrazione controllata/ Il 24 Luglio il Livingston entro’ in amministrazione controllata, la federazione retrocesse la squadra in Third Division. Massone aveva deciso di portare il club verso la liquidazione. Il 31 Luglio Massone vendette il club a Gordon McDougall e Neil Rankine. Fu nominato come Manager Gary Bollan, l’esordio fu in Scottish League Cup, dove perse 3-0 contro Albion Rovers. Il 17 Aprile 2010 il club pareggiando 0-0 con il Berwick Rangers hanno vinto il campionato di Third Division e promossi in Second Division. Con 78 punti e ben 15 punti sulla seconda. La successiva stagione, un altro successo, conquistando il secondo titolo, vincendo anche la Second Division e approdando in Division One, la matematica arrivo’ vincendo 3-0 in casa dello Stenhousemuir.


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