Frati della corda

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Frati della Corda Notiziario della Custodia di Terra Santa

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Marzo | 2013

PAGINA 8 Il Papa nomina il ministro generale dei Frati Minori segretario della Vita Consacrata PAGINA 18 Lettera del Visitatore a tutti i religiosi della Custodia PAGINA 48 Domenica di Pasqua: come Pietro e Giovanni, vedere la tomba vuota

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Indice santa sede

regione san paolo

Una Chiesa povera e per i poveri

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Curia generalizia Il Papa nomina il ministro generale dei Frati Minori segretario della Vita Consacrata

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El Ministro General saluda a la Orden

8

patriarcato latino Il saluto al Papa del Patriarca di Gerusalemme 12 P. Garret Edmunds, nuovo Vicario patriarcale a Cipro 12

Curia Custodiale Estratto dal verbale – seconda sessione Discretorio

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Lettera del Custode a tutti i religiosi della Custodia

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La gioia della Custodia francescana di Terra Santa per l’elezione di Papa Francesco La voce del Custode: benvenuto Papa Francesco Lettera del Visitatore a tutti i religiosi della Custodia Preghiere per il Capitolo Custodiale Preghiere per la pace in Medio Oriente Messaggio del Padre Custode

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Messaggio del Padre Custode al nuovo segretario per la Congregazione per la Vita Consacrata, mons. Carballo, attuale nostro Ministro Generale Agenda del Custode

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Terrasanta pubblica un reportage dal campo profughi di Za’atari

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Una comunicazione di padre George Abu Khazen

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Cronaca della custodia L’arte culinaria può diventare ponte verso le Casa Nova di Terra 26 Santa? I Francescani in preghiera al Cenacolino per l’apertura del Conclave

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Il nuovo progetto per il Terra Sancta Museum

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Habemus papam Franciscum

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Messa per Papa Francesco: un anticipo di gioia pasquale!

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Sui passi di Maria per imparare a vivere la Settimana Santa

38

Con San Francesco per vivere la stessa regalitĂ  di GesĂš

39

Iniziata la Lunga Settimana a Gerusalemme con la festivitĂ  delle Palme

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La settimana Santa

42

Domenica di Pasqua: come Pietro e Giovanni, vedere la tomba vuota

48

Il Santuario di Emmaus, gremito di fedeli e pellegrini

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varie 55 Fraternitas 68

Frati della Corda Notiziario della Custodia di Terra Santa

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Marzo | 2013

PAGINA 8 Il Papa nomina il ministro generale dei Frati Minori segretario della Vita Consacrata

Frati della Corda

PAGINA 18 Lettera del Visitatore a tutti i religiosi della Custodia PAGINA 48 Domenica di Pasqua: come Pietro e Giovanni, vedere la tomba vuota

Notiziario della Custodia di Terra Santa FRATI DELLA CORDA Notiziario della Custodia di Terra Santa Edizione n. 03 Marzo 2013

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Santa Sede Una Chiesa povera e per i poveri ROMA, 16 marzo

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ome vorrei una Chiesa povera e per i poveri!». Quasi una confessione quella di Papa Francesco davanti ai rappresentanti dei media internazionali, ricevuti nella mattina di sabato 16 marzo, nell’Aula Paolo VI. Non a caso il Pontefice ha colto l’occasione dell’incontro con i giornalisti per spiegare da dove è nata l’ispirazione del nome scelto, Francesco: «Alcuni - ha spiegato infatti - non sapevano perché il vescovo di Roma ha voluto chiamarsi Francesco». Dunque bisognava soddisfare la curiosità della gente. E cosa c’era di meglio se non parlarne proprio ai giornalisti? «Io vi racconterò la storia» ha detto con quella semplicità alla quale ha subito abituato i suoi interlocutori. È così che il Pontefice ha confidato emozioni e sentimenti condivisi in conclave con il cardinale che gli sedeva accanto, il brasiliano Cláudio Hummes, suo amico personale. Da lui ha raccontato di aver ricevuto conforto e incoraggiamento. E quando quel 13 marzo la sua elezione divenne sicura - ha detto - «lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri”». Quella parola «è entrata qui», ha detto indicando la testa. E dunque il pensiero è andato a Francesco di Assisi, che «per me è l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi - ha sottolineato - abbiamo con il creato una relazione non tanto buona». Poco prima il Papa aveva ringraziato i giornalisti per il lavoro svolto, soprattutto «quanti hanno saputo osservare e presentare questi eventi della storia della Chiesa tenendo conto della prospettiva più giusta in cui devono essere letti, quella della fede». Gli avvenimenti della storia «chiedono - ha spiegato - quasi sempre una lettura complessa, che a volte può anche comprendere la dimensione della fede. Gli eventi ecclesiali non sono certamente più complicati di quelli politici o economici! Essi però hanno una caratteristica di fondo particolare: rispondono a una logica che non è principalmente quella delle categorie, per così dire, mondane, e proprio per questo non è facile interpretarli e comunicarli ad un pubblico vasto e variegato». Per questo bisognerebbe

sempre tenere presente che «siamo tutti chiamati non a comunicare noi stessi, ma questa triade esistenziale che conformano verità, bontà e bellezza». Infine, al momento di impartire la benedizione, ha detto che lo avrebbe fatto «con il cuore e in silenzio» per rispettare la coscienza di quanti, tra i presenti, non erano cattolici o erano non credenti. Ben convinto tuttavia «che ciascuno di voi è figlio di Dio». I rappresentanti dei media internazionali che hanno seguito il periodo della sede vacante e del conclave sono stati ricevuti in udienza da Papa Francesco nella mattina di sabato 16 marzo, nell’Aula Paolo VI. Dopo il saluto iniziale dell’arcivescovo Claudio Maria Celli, il Pontefice ha pronunciato il seguente discorso.

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Cari amici, sono lieto, all’inizio del mio ministero nella Sede di Pietro, di incontrare voi, che avete lavorato qui a Roma in questo periodo così intenso, iniziato con il sorprendente annuncio del mio venerato Predecessore Benedetto XVI, l’11 febbraio scorso. Saluto cordialmente ciascuno di voi. Il ruolo dei mass media è andato sempre crescendo in questi ultimi tempi, tanto che esso è diventato indispensabile per narrare al mondo gli eventi della storia contemporanea. Un ringraziamento speciale rivolgo quindi a voi per il vostro qualificato servizio dei giorni scorsi - avete lavorato, eh! avete lavorato! -, in cui gli occhi del mondo cattolico e non solo si sono rivolti alla Città Eterna, in particolare a questo territorio che ha per “baricentro” la tomba di San Pietro. In queste settimane avete avuto modo di parlare della Santa Sede, della Chiesa, dei suoi riti e tradizioni, della sua fede e in particolare del ruolo del Papa e del suo ministero. Un ringraziamento particolarmente sentito va a quanti hanno saputo osservare e presentare questi eventi della storia della Chiesa tenendo conto della prospettiva più giusta in cui devono essere letti, quella della fede. Gli avvenimenti della storia chiedono quasi sempre una lettura complessa, che a volte può anche comprendere la dimensione della fede. Gli eventi ecclesiali non sono certamente più complicati di quelli politici o economici! Essi però hanno una caratteristica di fondo particolare: rispondono a una logica che non è principalmente quella delle categorie, per così dire, mondane, e proprio per questo non è facile interpretarli e comunicarli ad un pubblico vasto e variegato. La Chiesa, infatti, pur essendo certamente anche un’istituzione umana, storica, con tutto quello che comporta, non ha una natura politica, ma essenzialmente spirituale: è il Popolo di Dio, il

Santo Popolo di Dio, che cammina verso l’incontro con Gesù Cristo. Soltanto ponendosi in questa prospettiva si può rendere pienamente ragione di quanto la Chiesa Cattolica opera. Cristo è il Pastore della Chiesa, ma la sua presenza nella storia passa attraverso la libertà degli uomini: tra di essi uno viene scelto per servire come suo Vicario, Successore dell’Apostolo Pietro, ma Cristo è il centro, non il Successore di Pietro: Cristo. Cristo è il centro. Cristo è il riferimento fondamentale, il cuore della Chiesa. Senza di Lui, Pietro e la Chiesa non esisterebbero né avrebbero ragion d’essere. Come ha ripetuto più volte Benedetto XVI, Cristo è presente e guida la sua Chiesa. In tutto quanto è accaduto il protagonista è, in ultima analisi, lo Spirito Santo. Egli ha ispirato la decisione di Benedetto XVI per il bene della Chiesa; Egli ha indirizzato nella preghiera e nell’elezione i Cardinali. È importante, cari amici, tenere in debito conto questo orizzonte interpretativo, questa ermeneutica, per mettere a fuoco il cuore degli eventi di questi giorni. Da qui nasce anzitutto un rinnovato e sincero ringraziamento per le fatiche di questi giorni particolarmente impegnativi, ma anche un invito a cercare di conoscere sempre di più la vera natura della Chiesa e anche il suo cammino nel mondo, con le sue virtù e con i suoi peccati, e conoscere le motivazioni spirituali che la guidano e che sono le più autentiche per comprenderla. Siate certi che la Chiesa, da parte sua, riserva una grande attenzione alla vostra preziosa opera; voi avete la capacità di raccogliere ed esprimere le attese e le esigenze del nostro tempo, di offrire gli elementi per una lettura della realtà. Il vostro lavoro necessita di studio, di sensibilità, di esperienza, come tante

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Santa Sede

altre professioni, ma comporta una particolare attenzione nei confronti della verità, della bontà e della bellezza; e questo ci rende particolarmente vicini, perché la Chiesa esiste per comunicare proprio questo: la Verità, la Bontà e la Bellezza “in persona”. Dovrebbe apparire chiaramente che siamo chiamati tutti non a comunicare noi stessi, ma questa triade esistenziale che conformano verità, bontà e bellezza. Alcuni non sapevano perché il Vescovo di Roma ha voluto chiamarsi Francesco. Alcuni pensavano a Francesco Saverio, a Francesco di Sales, anche a Francesco d’Assisi. Io vi racconterò la storia. Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il cardinale Cláudio Hummes: un grande amico, un grande amico! Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: «Non dimenticarti dei poveri!». E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero... Ah,

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come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Dopo, alcuni hanno fatto diverse battute. «Ma, tu dovresti chiamarti Adriano, perché Adriano VI è stato il riformatore, bisogna riformare...». E un altro mi ha detto: «No, no: il tuo nome dovrebbe essere Clemente». «Ma perché?». «Clemente XV: così ti vendichi di Clemente XIV che ha soppresso la Compagnia di Gesù!». Sono battute... Vi voglio tanto bene, vi ringrazio per tutto quello che avete fatto. E penso al vostro lavoro: vi auguro di lavorare con serenità e con frutto, e di conoscere sempre meglio il Vangelo di Gesù Cristo e la realtà della Chiesa. Vi affido all’intercessione della Beata Vergine Maria, Stella dell’evangelizzazione. E auguro il meglio a voi e alle vostre famiglie, a ciascuna delle vostre famiglie. E imparto di cuore a tutti voi la benedizione. Grazie. Les dije que les daba de corazón la bendición. Como muchos de ustedes no pertenecen a la Iglesia católica, otros no son creyentes, de corazón doy esta bendición en silencio, a cada uno de ustedes, respetando la conciencia de cada uno, pero sabiendo que cada uno de ustedes es hijo de Dios. ¡Que Dios los bendiga! Vi avevo detto che vi avrei dato di cuore la mia benedizione. Dato che molti di voi non appartengono alla Chiesa cattolica, altri non sono credenti, imparto di cuore questa benedizione, in silenzio, a ciascuno di voi, rispettando la coscienza di ciascuno, ma sapendo che ciascuno di voi è figlio di Dio. Che Dio vi benedica.


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Curia Generalizia Il Papa nomina il ministro generale dei Frati Minori segretario della Vita Consacrata Roma, 6 aprile

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mportante nomina ai vertici della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, dove Papa Francesco ha chiamato a ricoprire la carica di segretario del dicastero il ministro generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori, il 59.enne padre José Rodríguez Carballo, elevandolo in pari tempo alla dignità di arcivescovo. Spagnolo di Lodoselo, il nuovo presule ha iniziato la sua formazione religiosa a Santiago de Compostela, quindi per alcuni anni ha perfezionato gli studi a Gerusalemme, presso la Custodia di Terra Santa. A Nazareth, nel 1977, è stato ordinato sacerdote nella Chiesa di San Salvatore. Rientrato in Spagna, ha svolto numerosi incarichi, tra cui quello di guardiano e rettore del Convento di San Francesco in Santiago de Compostela e di maestro dei Frati di Professione Temporanea. In questo periodo ha anche svolto compiti di docenza, insegnando anche Teologia della Vita Consacrata. Nel 1992 è stato eletto ministro provinciale di Santiago de Compostela, mentre dal ’93 al ’97 è stato anche presidente dell’Unione dei Ministri Provinciali Francescani d’Europa. Il 5 giugno 2003 è stato eletto ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, come 119.mo successore di San Francesco di Assisi, nomina riconfermata nel 2009 per altri sei anni. A fine 2012, inoltre, è stato anche eletto presidente dell’Unione dei Superiori Generali. Membro delle Congregazioni per l’Evangelizzazione dei Popoli e per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha partecipato ai Sinodi dei Vescovi del 2005, del 2008 e del 2012, e a quello per il Medio Oriente nel 2010. Ha preso parte anche alla V Conferenza Generale dell’Episcopato LatinoAmericano di Aparecida nel 2007. È autore di numerosi articoli sulla Vita Consacrata e Religiosa, sulla Teologia Pastorale, sulla Sacra Scrittura e sulla spiritualità francescana. Al suo attivo la pubblicazione di alcuni libri. Poliglotta, parla lo spagnolo, l’inglese, il francese, l’italiano, il portoghese e conosce il latino, il greco biblico e l’ebraico biblico. www.news.va

El Ministro General saluda a la Orden

Il Ministro Generale saluta l’Ordine

Queridos hermanos: ÂĄEl SeĂąor os dĂŠ la Paz!

Carissimi Fratelli, il Signore vi dia Pace! Quando leggerete questa Lettera, sarà stata già pubblicata la mia nomina, da parte di Sua Santità il Papa Francesco, a Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Desidero, pertanto, condividere con voi alcuni sentimenti. Il primo sentimento è di immensa gratitudine al Padre delle misericordie per la bontà che mi ha manifestato in tutti questi anni. Dalle sue viscere materne mi ha scelto e mi ha eletto. Mi ha donato dei genitori, Ángel e Celia, ai quali devo non solo la vita, ma anche l’educazione alla fede. Ciò mi ha permesso, fin dalla fanciullezza, di sentirmi chiamato alla vita francescana

Cuando os llegue esta carta ya se habrå hecho público mi nombramiento de Secretario de la Congregación para los Institutos de Vida Consagrada y Sociedades de Vida Apostólica, por parte de Su Santidad el Papa Francisco. Quiero, en estos momentos, compartir algunos sentimientos con vosotros, mis queridos hermanos. El primer sentimiento de inmensa gratitud va al Padre de las misericordias por la bondad que me ha manifestado durante todos estos aùos. Desde las entraùas maternas me eligió y me llamó. Me dio el regalo de unos padres, Ángel y Celia, a los que no

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solo debo la vida, sino tambiĂŠn una educaciĂłn en la fe, lo que permitiĂł que, desde muy joven, me sintiese llamado a la vida franciscana y sacerdotal y que me permitiĂł responder con gran entusiasmo y generosidad a dicha llamada. Ellos, con su ejemplo de trabajo y de amor por el SeĂąor, me sostuvieron siempre en este camino y fueron verdaderos formadores en el seguimiento de Cristo. A ellos se unieron mi hermana, mi cuĂąado y mis sobrinos, a los cuales debo tanto en mi vida humana, franciscana y sacerdotal. MĂĄs tarde, desde cuando tenĂ­a diez aĂąos y medio, el SeĂąor me dio los hermanos franciscanos que me acogieron y me formaron, primero en mi Provincia de origen, Santiago de Compostela, y luego en la Custodia de Tierra Santa. Los hermanos de mi Provincia me mostraron su confianza al asignarme oficios de gran responsabilidad, principalmente en el campo de la formaciĂłn y de gobierno, luego los hermanos de la Orden harĂ­an otro tanto, eligiĂŠndome Definidor, Secretario general para la FormaciĂłn y los Estudios, y Ministro general. Y en todo este tiempo no dejĂŠ de sentir la mano del SeĂąor que me protegĂ­a y la confianza de los hermanos que no vino a menos, a pesar de mis debilidades. Por todo ello no cesarĂŠ de agradecer al SeĂąor su bondad y misericordia para conmigo. Un gracias particular quiero dar a los hermanos

e sacerdotale, e di rispondere con grande generosità ed entusiasmo a detta chiamata. Essi, con l’esempio di lavoratori e la testimonianza dell’amore per il Signore, mi sostennero sempre in questo cammino e furono veri formatori nella sequela di Cristo. Ad essi si unirono mia sorella, mio cognato e i miei nipoti, ai quali devo molto nella mia vita umana, francescana e sacerdotale. Più tardi, da quando avevo 10 anni e mezzo, il Signore mi diede dei Fratelli francescani, che mi accolsero e mi formarono, anzitutto nella mia Provincia di origine, S. Giacomo di Compostela, e poi nella Custodia di Terra Santa. I Frati della mia Provincia mi mostrarono grande fiducia, affidandomi compiti di grande responsabilità, soprattutto nel campo della formazione e di governo, poi i Frati dell’Ordine fecero altrettanto, eleggendomi Definitore, Segretario generale per la Formazione e gli Studi e Ministro generale. In tutto questo tempo ho sempre sentito la mano del Signore proteggermi e la fiducia dei Fratelli che non è venuta mai meno. Continuerò, pertanto, a ringraziare il Signore per la sua bontà e misericordia nei miei confronti. Un grazie particolare desidero esprimerlo ai Frati che mi hanno formato, molti dei quali sono già nella casa del Padre, e a quelli con i quali ho condiviso la responsabilità dell’animazione e del governo, prima nella mia Provincia e poi nell’Ordine. Grazie, caro fratello Giacomo Bini per la tua vicinanza ed la tua amicizia in questi anni. Da te ho appreso molto! Grazie a voi, fratelli Definitori del primo e del secondo sessennio del mio servizio come Ministro. Con voi non mi è stato difficile collaborare. Siete stati sempre comprensivi con i miei limiti ed avete avuto sempre fiducia in me. Grazie ai miei Segretari particolari, particolarmente a Fr. Francisco Arellano, fedele fratello

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Curia Generalizia

que me han formado, muchos de ellos ya en la casa del Padre, y a aquellos con los cuales he compartido responsabilidades de animaciĂłn y de gobierno, primero en mi Provincia y luego en la Orden. Gracias a ti, querido hermano Giacomo Bini por tu cercanĂ­a y tu amistad, en estos aĂąos. ÂĄDe ti aprendĂ­ tanto! Gracias a vosotros hermanos Definidores del primer o segundo sexenio de mi servicio como Ministro. Con vosotros no me resultĂł difĂ­cil colaborar. Siempre habĂŠis sido comprensivos con mis limitaciones y siempre confiasteis en mĂ­. Gracias a mis secretarios particulares, principalmente a Fr. Francisco Javier Arellano, fiel hermano y colaborador, y a los hermanos de la Curia general, sin los cuales me hubiera sido imposible la animaciĂłn y gobierno de la Fraternidad universal. Gracias a vosotros hermanos todos de la Orden. Con vosotros he sufrido y con vosotros he gozado. Con vosotros he sobrellavado las fatigas y las alegrĂ­as de nuestra vida. ÂĄQuĂŠ gran alivio ha sido para mĂ­ saberme acompaĂąado de los casi 15.000 hermanos de la Orden! Tal vez haya sido mucho lo que os he dado en estos 10 aĂąos de Ministro y 6 de Definidor y Secretario para la FormaciĂłn y los Estudios, pero ciertamente mucho, muchĂ­simo mĂĄs, ha sido lo que de vosotros he recibido. ÂĄGracias de verdad! ÂĄHabĂŠis sido para mĂ­ un gran regalo, un gran don! Ahora que me separo temporalmente de vosotros, os lo suplico, besĂĄndoos los pies, seguid siendo para mĂ­ soporte y bendiciĂłn con vuestra oraciĂłn y con el don de vuestra fraternidad y amistad. Con la acciĂłn de gracias no puedo menos de reconocer mis limitaciones. Si es verdad, y lo es, que al que mucho se le dio mucho se le pedirĂĄ, en estos momentos siento mĂĄs fuerte que nunca el peso de mis debilidades, por lo que pido perdĂłn. Primero a Dios, que me ha de juzgar y que me conoce mejor de lo que yo me conozco a mĂ­ mismo, y luego a vosotros, mis queridos hermanos a los que prometĂ­ servir desde la lĂłgica del don sir reservas. Perdonadme cuantas veces os haya podido ofender. Poniendo mi vida ante el SeĂąor os puedo asegurar que nunca he querido faltaros y que nunca he querido caer en favoritismos.

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e collaboratore, e ai Frati della Curia generale, senza i quali sarebbero stati impossibili l’animazione e il governo della Fraternità universale. Grazie a voi, Frati dell’Ordine: con voi ho sofferto, con voi ho gioito; con voi ho sopportato le fatiche e le gioie della nostra vita. Quale sollievo è stato per me sapere di essere accompagnato da quasi 15.000 Frati dell’Ordine! Probabilmente ho dato molto in questi 10 anni di Ministro e 6 anni di Definitore e Segretario per la Formazione e Studi, ma certamente molto, moltissimo è stato quello che ho ricevuto da voi. Grazie mille! Siete stati per me un grande regalo, un grande dono! Ora che mi separo temporaneamente da voi, vi supplico, baciandovi i piedi, di continuare ad essermi di sostegno e di benedizione con la vostra preghiera e con il dono della vostra fraternità ed amicizia. Accanto al rendimento di grazie non posso non riconoscere i miei limiti. Se è vero, e lo è, che a chi molto è stato dato, molto verrà richiesto, in questo momento sento forte più che mai il peso delle mie debolezze, per le quali chiedo perdono. Anzitutto a Dio, che mi giudicherà e che mi conosce meglio di quanto mi conosca io stesso; poi a voi, miei amati fratelli, ai quali ho promesso di servire secondo la logica del dono senza riserve. Perdonatemi per tutte le volte che vi ho potuto offendere. Ponendomi davanti al Signore, vi posso assicurare che mai ho voluto offendervi e che non ho mai voluto cadere in favoritismi. Se l’umiltà è la verità, vi posso assicurare, con grande umiltà, che sempre e in ogni momento ho cercato il bene dell’Ordine, senza pensare a me né a quello che gli uni o gli altri avrebbero potuto dire. Confesso anche che ho sempre inteso fare io stesso quello che vi chiedevo di fare. Se ciò non è avvenuto, mi affido alla misericordia di Dio e alla vostra comprensione fraterna. In questo momento sento nel cuore un doppio sentimento: di gioia e di tristezza. Di gioia, perché il Signore continua ad avere fiducia in me e perché il Santo Padre, il mio «Signor Papa» Francesco, mi ha affidato una grande responsabilità al servizio della vita religiosa e consacrata, segno anche della sua


Si la humildad es la verdad, os puedo asegurar, con gran humildad, que siempre y en todo momento he intentado el bien de la Orden, sin pensar en mí ni en lo que pudieran decir unos y otros. También confieso que siempre he intentando hacer yo mismo lo que os pedía que hicierais. Si no lo he logado, me confío a la misericordia del Señor y a vuestra fraterna comprensión. En estos momentos siento en mi corazón un doble sentimiento: de alegría y de tristeza. Alegría porque el Señor sigue confiando en mí y porque el Santo Padre, mi “Señor Papa” Francisco, me confía una gran responsabilidad al servicio de la vida religiosa y consagrada, signo también de su confianza en mi persona y en la Orden. Tristeza porque os voy echar de menos, mis queridos hermanos. Me vais a faltar. Me faltará vuestra compañía en la oración, en el recreo, en las comidas, en todo momento. Me faltarán vuestros sabios consejos y vuestra mano tendida en cualquier necesidad. Os voy echar de menos… Me consuela que seguiré trabajando por la vida que amo, porque es la mía: la vida religiosa y, por lo tanto, también por la vida franciscana. Sentidme a vuestro servicio. En cualquier ocasión que lo consideréis conveniente no dudéis en recurrir a mí y, dentro de mis limitadas posibilidades, me encontraréis disponible, aunque solo sea para caminar con vosotros. Mi ordenación episcopal está prevista para el 18 de mayo, víspera de Pentecostés. Será en Santiago de Compostela. Me ordenará Su Eminancia el Cardenal Tarcisio Bertone, Secretario de Estado de Su Santidad. Me gustaría ese día teneros a todos físicamente conmigo. Sé que no es posible. Por ello os pido un recuerdo en la Eucaristía y en vuestra oración. La necesito. Orad por mí, como yo oro por vosotros. Es mi última carta firmada como vuestro Ministro y siervo. Con ese sentimiento, y con profunda emoción, os bendigo en el Seráfico Padre.

fiducia nella mia persona e nell’Ordine. Tristezza, perché mi mancate, cari fratelli. Infatti, mi mancherà la vostra compagnia nella preghiera, nella ricreazione, nel desinare, in ogni momento. Mi mancheranno i vostri saggi consigli e la vostra mano tesa in qualsiasi necessità. Sì, mi mancherete… Ma mi consola il fatto che continuerò a lavorare per la vita che amo, perché è la mia: la vita religiosa e, pertanto, anche per la vita francescana. Sentitemi a vostro servizio. Ogni volta che lo crederete opportuno, non abbiate timore di ricorrere a me e, secondo le mie possibilità, mi troverete disponibile, se non altro per camminare con voi. La mia ordinazione episcopale è prevista per il 18 maggio, Vigilia di Pentecoste. Avverrà a Santiago de Compostela e mi ordinerà Sua Eminenza il Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità. Mio piacerebbe avervi tutti fisicamente presenti. So che non sarà possibile. Vi chiedo, allora, un ricordo nell’Eucaristia e nella vostra preghiera. Ne ho bisogno. Pregate per me, come io prego per voi. È la mia ultima Lettera firmata come vostro Ministro generale e servo. Con questa consapevolezza e con profonda emozione vi benedico nel Serafico Padre. Fr. José Rodríguez Carballo, ofm - Ministro Generale, OFM

Fr. JosĂŠ RodrĂ­guez Carballo, ofm - Ministro General, OFM

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Patriarcato Latino Il saluto al Papa del Patriarca di Gerusalemme 14 marzo

“L

a Terra Santa attende con emozione e impazienza di avere l’onore e la gioia di accoglierLa nella Terra in cui si è compiuta la salvezza”. Mons. Fouad Twal ha rivolto queste parole al nuovo successore di Pietro. Anche il patriarca di Gerusalemme ha gioito dopo l’Habemus Papam. S. B. Mons. Fouad Twal Patriarca Latino di Gerusalemme “Lui ha rotto tutto il protocollo, che sia lui a chiedere l’appoggio e la benedizione del popolo. Questo ci ha messo fuori gioco tutti quanti, è la verità. È uno umile: al massimo è il caso di dire “vox populi, vox Dei”. È vero, è verissimo, abbiamo noi bisogno dei nostri fedeli come i nostri fedeli hanno bisogno di noi. Questa armonia deve essere un programma di vita nell’affetto, nella collaborazione e nel perdono reciproco, si arriva anche a questo. In Argentina ero alloggiato nella nunziatura apostolica ma, come si deve fare, la prima visita è stata all’Arcivescovo Cardinale, al Santo Padre quando ancora non lo era. Lui aveva un’idea indiretta della Terra Santa e del Medioriente, nel vedere il flusso dei cristiani palestinesi che sono emigrati da qui a là. Lui capiva che non vengono tutti come turisti, era una situazione difficile e lui l’ha capita molto bene. Anche lui amerà e ama la Terra Santa, e questa è la prima cosa che daremo a lui. Forse lo inviteremo anche a venire, forse è troppo presto dopo l’arrivo del Papa Benedetto, però lo inviteremo a venire anche in Terra Santa. Spero che seguirà, certamente seguirà l’esempio dei suoi predecessori che, in tutti gli interventi e in tutte le circostanze, hanno sempre fatto cenno alla Terra Santa e alla nostra situazione».

P. Garret Edmunds, nuovo Vicario patriarcale a Cipro 11 marzo Il Patriarca latino di Gerusalemme S.B. Mons. Fouad Twal ha annunciato all’inizio di marzo la nomina di P. Garret Edmunds, ofm, a nuovo Vicario patriarcale per Cipro. Egli succede a P. Evenzio Herrera Diaz, ofm. Nato il 16 ottobre 1950 a San Francisco (Stati Uniti), P. Garret Edmunds è entrato nel settembre 1977 nella provincia francescana di Santa Barbara in California. È stato ordinato sacerdote l’11 settembre 1982 ed è entrato al servizio della Custodia di Terra Santa nel 1998. È stato nominato Vicario patriarcale il 23 gennaio 2013.

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Il Vicariato di Cipro è composto da circa 7000-8000 cristiani cattolici di rito latino suddivisi in questo modo: 1700 ciprioti e 6000-7000 stranieri la cui maggioranza è composta da migranti filippini, indiani, singalesi o africani. Il Patriarca latino di Gerusalemme, i suoi Vescovi ausiliari e tutti i sacerdoti e fedeli della diocesi di Terra Santa esprimono le loro felicitazioni al nuovo Vicario, P. Garret Edmunds. Gli assicurano la loro preghiera e gli rivolgono i loro migliori auguri per la sua nuova missione al servizio dei cristiani dell’isola di Cipro. http://it.lpj.org


Curia Custodiale Estratto dal verbale – seconda sessione Discretorio 7 marzo 2013

N

ella prima parte, il Discretorio è stato aggiornato su alcune questioni riguardanti l’attività della Curia negli ultimi due mesi e sulla salute di alcuni fratelli ammalati. A. La salute di fra Luigi Luciano, da qualche anno ospite dei nipoti a Palermo, sta peggiorando. Padre Luigi ha perso quasi del tutto la lucidità e deve essere assistito continuamente. La Custodia ha organizzato con la famiglia il modo migliore per la sua assistenza. Il Discretorio ha valutato anche la situazione futura di altri confratelli che, da tempo, vivono presso le rispettive famiglie. Il Custode ha informato il Discretorio su questioni che si protraggono da tempo: gli ultimi sviluppi della questione French Hill; alcune questioni personali; la situazione nella Regione S. Paolo, il Cenacolo; le conclusioni dell’accordo con la Diocesi di Porto S. Rufina (Roma), riguardo al rogito per la vendita di una parte del complesso di Casalotti. B. La sessione di febbraio/marzo è stata in gran parte dedicata, come consuetudine, alla verifica del cammino di formazione iniziale nella Custodia di Terra Santa.

Il Segretario per la Formazione e gli Studi, ha presentato la situazione della formazione iniziale della Custodia, nei diversi ambiti e gradi. In particolare, si è preso atto del cammino di coscientizzazione raggiunto in questi anni, consentendo di comprendere le possibilità reali della Custodia in ambito formativo. Il Discretorio ha apprezzato il lavoro, non sempre gratificante, svolto con dedizione dai tanti fratelli che collaborano a questo settore importante, ringraziando tutti per il loro servizio. Per quanto riguarda le prime tappe, tra le altre cose, si è valutato: il bisogno di un maggior coordinamento tra gli animatori vocazionali regionali; la distinzione tra animazione giovanile e promozione vocazionale; il bisogno di uniformare, per quanto possibile nei tempi e nei contenuti, la preparazione dei candidati nelle diverse case di accoglienza (magari prolungando i tempi di preparazione); la questione dei candidati over 35 e le modalità per la loro accoglienza; il ruolo della Fraternità di Betlemme. Il Discretorio, letta con attenzione la relazione riguardante il postulato, ha preso atto con soddisfazione, del cammino svolto. La situazione dei novizi è serena.

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Curia Custodiale

Molto tempo è stato dedicato al Seminario di Gerusalemme. Anche in questo caso si è preso atto del cammino svolto e delle difficoltà attuali dovute a: numero elevato; provenienza sempre piÚ eterogenea; permanenza per molti anni nello stesso Convento con differente metodo di approccio tra chi giunge dal noviziato e chi si appresta a concludere la propria esperienza formativa; curriculum di studi

impegnativo; impegni liturgici e fraterni, ecc. Tutto questo, a volte, crea difficoltà di gestione, ma ciò nonostante il clima rimane sereno e positivo. Il Discretorio, considerata l’esperienza di questi anni, ha maturato alcune conclusioni riguardo la possibilità di proporre nuovi aggiornamenti e cambiamenti, al prossimo Governo custodiale, dopo il Capitolo. È stata analizzata la situazione personale di alcuni

Elenco dei candidati presenti nelle case di accoglienza e formazione 1. Elenco degli Aspiranti – aggiornato il 04.03.2013 Italia (5) Domenico (attualmente a Betlemme per volontariato) Leonardo (attualmente a Betlemme per volontariato) Marco (attualmente a Betlemme per volontariato) Andrea (già fatto esperienza in TS) Marcello Magoni (già fatto esperienza in TS) Polonia (1) Lukasz (attualmente a Betlemme per volontariato) America Latina (2) Luigi (Panama) (attualmente in accoglienza ad Ain Karem) Fabio (Colombia) (attualmente in accoglienza ad Ain Karem) Israele (1) Ayman (Galilea) (attualmente in accoglienza ad Ain Karem) Nigeria (1) Francis (attualmente in accoglienza ad Ain Karem) Regione San Paolo (Casa di Accoglienza di Harissa) (5) Said (Giordania) Claude (Turco nato in Libano residente in Siria) Lukas (Siria) Toufic (Libano) Un altro Siriano Washington (3) Di tutti questi, 4 hanno superato i 35 anni di età.

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2. Elenco Postulanti a Montefalco Alfredo Emanuel Diaz (Argentina) Ernesto Luis Lopez Minoli (Argentina) Javier Ignacio Jubal Lazo (Cile) Jorge Armando Cadavid Piedrahita (Colombia) Kemal Kemal (Cipro) Paulo CĂŠsar JosĂŠ Paulista (Brasile) Vicente Avelino Barrios De la Lastra (Spagna) George Jamal (Siria) 3. Elenco Novizi alla Verna Elie Al-Sayed (Libano) Marco Carrara (Italia) Jeries Ghatas (Israele) 4. Seminario Francescano Internazionale di S. Salvatore Attualmente il Seminario di San Salvatore comprende una comunitĂ  di 41 studenti, cosĂŹ divisi: 6 studenti professi temporanei nel 1 anno di filosofia; 2 studenti professi temporanei nel 2 anno di filosofia; 3 studenti professi temporanei nel 1 anno di teologia; 2 studenti professi solenni nel 1 anno di teologia; 5 studenti professi temporanei nel 2 anno di teologia; 4 studenti professi temporanei nel 3 anno di teologia; 7 studenti professi solenni nel 3 anno di teologia; 1 studenti professo temporaneo nel 4 anno di teologia; 8 studenti professi solenni nel 4 anno di teologia, dei quali 6 sono diaconi; 1 studente professo temporaneo nel 2012 fuori corso (giĂ  fatto teologia);


professi; di chi sta terminando la filosofia e deve intraprendere l’anno di formazione francescana; di chi termina gli studi; di chi deve accedere alla professione solenne e agli Ordini Sacri. Infine, il Segretario per la Formazione e gli Studi, ha aggiornato il Discretorio riguardo gli studenti che frequentano i corsi di specializzazione a Roma e altrove. Al termine, il Custode ha chiesto di votare per le

ammissioni alla professione solenne e gli Ordini Sacri dei seguenti candidati:

1 studente professo temporaneo nel 2009 fuori corso (già fatto teologia); 1 studente professo temporaneo nel 2013 fuori corso (per un’esperienza di un anno). 36 di questi studenti vivono a San Salvatore, 2 diaconi sono destinati alla comunità del Cenacolino, e altri 3 professi solenni, uno dei quali è diacono, vivono nel convento di S. Giovanni ad Ain Karem. Ci sono da aggiungere 3 studenti della CTS che studiano a Roma: 1 diacono che studia alla Pontificia Università Salesiana; 1 diacono che studia alla Pontificia Università Lateranense; 1 professo solenne che studia alla Scuola Cinema Cinecittà Roma – Acta Multimedia.

Fra Pius Baranowski: Antico Testamento (Pentateuco) e antico oriente, Toronto State University, Toronto, Canada. Dottorato. Fra Aquilino Castillo: Master Predottorale in relazioni IslamicheCristiane, Università di Saint Joseph, Kaslic, Libano. Fra Alessandro Coniglio: Scienze Bibliche, Pontificio Istituto Biblico, Roma, Italia. Dottorato. Fra Tomasz Franciszek Dubiel: Diploma di Formazione Biblica, Studium Biblicum Franciscanum, Gerusalemme. Fra Jairo García López: Diploma di Formazione Biblica, Studium Biblicum Franciscanum, Gerusalemme. Fra Samhar Ishak: Scuola Cinema Cinecittà Roma – Act Multimedia. Fra Bahjat Karakach: Antropologia Teologica, Istituto Teresianum, Roma, Italia. Dottorato. Fra Jihad Krayem: Pastorale Giovanile e Catechetica, Università Pontificia Salesiana, Roma, Italia. Fra Feras Lutfi: Teologia Biblica, Pontificia Università Gregoriana, Roma, Italia. Licenza. Fra Oscar Mario Marzo: Licenza in Scienze Bibliche, Studium Biblicum Franciscanum, Gerusalemme. Fra Agustin Guadalupe Pelayo Fregoso: Licenza in Studi Francescani, Istituto Teologico, Assisi, Italia. Fra Ibrahim Sabbagh: Dogmatica, Pontificia Università Antonianum, Roma, Italia. Licenza. Fra Carlos Alberto Thomas: Master Counceling Educativo-Relazionale, Scuola Superiore di Analisi Transazionale, Seminari Romani di Analisi Transazionale Roma, Italia.

Il Seminario Francescano Internazionale a Gerusalemme è un caso unico nell’Ordine. Anche se non è l’unico seminario internazionale, sta di fatto che in nessun’altra entità esiste una ricchezza di varietà nazionale, linguistica e culturale come nel caso del Seminario della CTS. Oltre agli studenti provenienti da 12 entità diverse dell’Ordine (vedi titolo sotto) gli stessi studenti della CTS, contando i tre che stanno a Roma, sono già un realtà internazionale, provenienti dai seguenti paesi: Italia (5); USA (2); Argentina (1); Canada (1); Brasile (1); Colombia (1); Messico (1); Giordania (1); Israele (1); Libano (2); Siria (1); Polonia (1); Russia (1). 5. Frati che fanno studi superiori (Anno Accademico 2012-2013) [Elenco da confermare e completare] Fra Rami Asakrieh: Licenza in Gestione Educativa, Università di Betlemme, Palestina. Fra Usama Bahbah: Teologia Pastorale, Pontificia Università Lateranense, Roma, Italia. Licenza.

Ordinazione Presbiterale: Fra Sergey Loktionov; Fra Sergio Galdi; Fra Jihad Krayem; Ordinazione Diaconale: Fra Samhar Ishak Professione solenne: Fra Luai Bsharat, fra Tony Choucry, Fra Tomasz Dubiel, Fra Alberto Pari, fra Ulises Zarza.

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Curia Custodiale Lettera del Custode a tutti i religiosi della Custodia Gerusalemme, 9 marzo

Carissimi confratelli Il Signore vi dia Pace! “Frate Francesco promette obbedienza al Signor Papa e alla Chiesa Romana (Rb I, 2)”. Con queste parole della nostra regola viene espressa l’attenzione del Serafico Padre verso la Santa Sede e il Signor Papa. Grande è l’attenzione che Papa Benedetto XVI ha avuto per la terra Santa e la Custodia. Ha visitato i territori della nostra missione ben due volte (in Terra Santa, nel 2009 e a Cipro nel 2011). Ricordiamo tutti molto bene quanto ci ha detto a Nazareth, poco prima della sua partenza “..vi ringrazio per quello che avete fatto, per quello che fate… e per quello che farete…”. Come Frati Minori di Terra Santa, vogliamo rivolgerci al Signore, con la preghiera di lode e intercessione, per le intenzioni di Papa Benedetto XVI e per la Chiesa. In tutte le fraternità della Custodia il giorno 28 febbraio nella preghiera comunitaria si pregherà per le intenzioni di Papa Benedetto XVI. La prima messa nel Santo Presepio, nel Calvario, nel Santo Sepolcro, nella Casa di Pietro a Cafarnao, nel Primato di Pietro a Tabgha, e Nazareth, siano secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Si pregerà in modo particolare per la santa Chiesa, nel periodo di sede vacante, nell’ora Santa dei Santuari di Nazareth e del Getsemani, nella processione quotidiana di Betlemme e il Santo Sepolcro, nella Via Crucis del venerdì a Gerusalemme. Il giorno precedente all’inizio del Conclave si terrà una messa votiva allo Spirito Santo nel Cenacolino presieduta dal Guardiano del Monte Sion, il Custode di Terra Santa. Approfitto per augurarvi un proficuo tempo di Quaresima.

Fra Pierbattista Pizzaballa, ofm Custode di Terra Santa

La gioia della Custodia francescana di Terra Santa per l’elezione di Papa Francesco 14 marzo

P

articolare l’emozione per l’elezione di Papa Francesco nella Custodia francescana di Terra Santa. Giancarlo La Vella ha intervistato il custode, padre Pierbattista Pizzaballa: «Non possiamo nascondere la sorpresa ma nemmeno la gioia, soprattutto

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per l’elezione così veloce, un Papa che viene dal Nuovo Mondo e poi il nome – Francesco: per tutti e in modo particolare per noi francescani, naturalmente». La comunità francescana di Terra Santa si sente particolarmente felice, ora che c’è un Papa di nome Francesco? «In questo momento ci sentiamo sicuramente molto incoraggiati e insomma… gongoliamo un po’, ecco …» La scelta del nome di un Santo importante che mai era stato utilizzato da alcun Pontefice: … «… sì: segno di novità, sicuramente. E poi, Francesco – sia che ci si riferisca, come immagino, al Francesco di Assisi, ma anche a Francesco Saverio: sono santi che sono venuti qui, in Medio Oriente, hanno voluto


La Voce del Custode Benvenuto Papa Francesco 14 marzo Il primo Papa latinoamericano, il primo Papa gesuita ma anche il primo Papa che prende il nome di Francesco… con quale emozione è stata accolta questa elezione e con quale emozione la si vive, il giorno dopo? “Con molta sorpresa, come tutti penso. In genere si dice che la Chiesa cattolica sia una istituzione ferma, inamovibile… invece abbiamo visto in poche settimane cambiamenti enormi e capacità di rinnovamento enormi. Un Papa che lascia, cosa che non eravamo preparati a ricevere, poi un nuovo Papa che viene dal Nuovo Mondo, gesuita, che si fa chiamare Francesco, nel cui nome c’è tutto un programma. Francesco è il santo della povertà, della semplicità, dell’amore ai poveri. Un Papa che si presenta con molta semplicità al popolo di Roma, come Vescovo di Roma. Tante sorprese in una volta sola che ci dicono che lo Spirito Santo alla fine, come sempre, non cessa mai di sorprenderci”. Come francescano che parla dalla Terra Santa, che cosa sente, che cosa prova, che cosa spera? “Innanzitutto tanta gioia. Vedere un Papa che si chiama Francesco e che quindi si richiama un po’ incontrare, evangelizzare e comunque, poi, sono i santi che richiamano il Santo – San Francesco – che richiama alla povertà, alla semplicità… Quindi, è un programma…» Il Papa Francesco da cardinale ha mostrato attenzione e sensibilità per i problemi della Terra Santa e in genere per il Medio Oriente … «Siamo certi che sarà sempre attento a ciò che accade in Medio Oriente, alla voce dei cristiani del Medio Oriente, della Terra Santa in particolare. Sappiamo che è sempre stato anche una voce molto importante, in Argentina, di dialogo sia con l’ebraismo sia con l’islam. Per cui, siamo sicuri, fiduciosi che sarà un Papa ci darà una chiara indicazione per il futuro, anche a noi in Medio Oriente». http://it.radiovaticana.va/news

anche alla nostra spiritualità e a quello che dovrebbe essere anche il nostro stile di vita. E poi tanta attesa, perché nel nome c’è anche una grande responsabilità e sarà anche compito nostro, non solo come francescani ma come Chiesa, sostenere il Vescovo di Roma”. È un po’ ardito sperare che il Vescovo di Roma, entro la fine dell’Anno della Fede, possa venire a visitare la Terra della Fede? “Così presto credo che sia difficile, ma non mettiamo limiti alla Provvidenza, sicuramente verrà, la questione è solo quando. Ormai credo sia chiaro che il Papa deve incontrare le realtà della Chiesa nel mondo e se non la Terra Santa, quale?” La Chiesa di Terra Santa e i problemi della Terra Santa cosa si aspettano in questo momento dalla Chiesa? “Credo che noi nei nostri problemi ci saremo sempre … perché dove ci sono le persone ci sono dei problemi… Quindi non dobbiamo aspettare soluzioni messianiche. Quello di cui abbiamo bisogno noi, come qualsiasi altra chiesa del mondo, è qualcuno che ci aiuti ad andare oltre i nostri problemi, ad avere visione, che ci parli non solo dei nostri problemi ma anche della speranza che è in noi e sappia scaldare i nostri cuori. Sono convinto che Papa Francesco lo farà”. L’ha già fatto forse nel primo discorso di ieri, cosa l’ha colpita di piu’? “Mi ha colpito la semplicità con la quale si è rivolto al popolo di Roma. Mi ha colpito che abbia insistito molto sul suo essere Vescovo di Roma, e parlare al popolo di Roma e in quanto Vescovo di Roma presiedere alla carità con tutte le altre chiese. Credo che sia un’indicazione molto chiara di quello che vuole essere il suo stile di servizio”. www.fmc.terrasanta.org

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Curia Custodiale Lettera del Visitatore a tutti i religiosi della Custodia Gerusalemme, 27 marzo

Fratelli Carissimi, il Signore vi dia pace! Al termine del periodo delle elezioni per il Capitolo Custodiale e iniziando l’ultima fase di preparazione a questo momento importante della vita della fraternità, ritengo sia ormai tempo di iniziare a pregare in modo speciale, e come fraternità, per il prossimo Capitolo della Custodia di Terra Santa. Dopo l’ottava di Pasqua, dalla Domenica in Albis, prego perciò tutte le comunità di iniziare a pregare comunitariamente per il Capitolo. È una buona tradizione che certamente trova piena rispondenza nel cuore di ognuno di noi. Per questo affido ad ogni Superiore e Guardiano il foglietto che reca le preghiere da recitarsi, inserite nella preghiera canonica delle Lodi e dei Vespri, chiedendovi di distribuirle ad ogni religioso e - dove può considerarsi un gesto fraterno di condivisione - ad ogni persona, studenti e sacerdoti ospiti, volontari - chepregano con la fraternità conventuale.Il testo sarà inviato a tutti anche in formato elettronico. Lascio alle singole fraternità di decidere le modalità di inserimento delle preghiere per il Capitolo con le preghiere per la pace in Siria, che non è certo meno necessaria. Che la preghiera assidua e concorde ci aiuti tutti ad attendere serenamente e a vivere con fiduciosa speranza il Capitolo Custodiale. Sicuro della vostra collaborazione, saluto tutti cordialmente.

Fr. Renato Beretta ofm Visitatore Generale Fr. Noel Muscat ofm Pro-Segretario di Terra Santa

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Preghiere per il Capitolo Custodiale

Preghiera per la pace in Medio Oriente

LODI

LODI

Nelle formule rivolte al Padre O Padre, manda il tuo Spirito Santificatore, luce dei cuori e maestro di santitĂ , perchĂŠ possiamo accogliere il tempo di preparazione al Capitolo Custodiale come un momento favorevole nel quale tu vieni a visitarci con il tuo amore e la tua grazia.

Nelle formule rivolte al Padre: Guarda i popoli sofferenti della Terra Santa e della Siria, e trasformali in costruttori coraggiosi del Tuo Regno di giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.

Nelle formule rivolte al Figlio O Cristo, che hai promesso di mandarci lo Spirito di vita, di amore e di fortezza, fa che noi, tuo corpo, possiamo ricevere, mediante il lavoro di preparazione al Capitolo Custodiale, un nuovo soffio vitale, per vivere con pienezza il tuo Vangelo e con passione testimoniarlo agli altri.

Nelle formule rivolte al Figlio: Tu, Risorto dai morti, hai lasciato alla tua Chiesa il dono della pace, fa’ di noi testimoni di questo dono per operare con verità in mezzo alle sofferenze che affliggono i popoli della Terra Santa e della Siria.

VESPRI

Vespri

Nelle formule rivolte al Padre O Signore, infondi su tutti noi e sul Capitolo Custodiale lo Spirito Paraclito, perché possiamo sentire l’urgenza e il bisogno di ancorare la nostra vita sulla tua Parola e sull’Eucaristia, nutrimenti indispensabili per la nostra vita spirituale.

Nelle formule rivolte al Padre: Tu che, nel Tuo Figlio, ti sei mostrato Padre di tutti gli uomini, a qualunque popolo, lingua o cultura essi appartengano, infondi il Tuo Spirito su coloro che hanno in mano la sorte del popoli, perché promuovano veramente la concordia, la giustizia e la dignità dell’uomo.

Nelle formule rivolte al Figlio Cristo Gesù, in questo tempo di profonde trasformazioni, dona lo Spirito di sapienza e di discernimento ai Padri Capitolari, perché possano trovare con saggezza nuove forme di evangelizzazione sull’esempio di San Francesco e a servizio della Terra Santa.

Nelle formule rivolte al Figlio: GesĂš, Parola di VeritĂ  e Testimone fedele, che hai accolto la sofferenza e la morte per salvarci, donaci il Tuo Spirito, perchĂŠ, in mezzo alle violenze che affliggono i popoli della Terra Santa e della Siria, possiamo testimoniare con coraggio Te, Unica VeritĂ  che ci fa liberi.

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Curia Custodiale Messaggio del Padre Custode Gerusalemme, 29 marzo

Pace e bene! In questo giorno che commemora la passione di Gesù, ci viene menzionato per l’ennesima volta di ricordarci, nella preghiera, dei nostri fratelli e sorelle che sono in Siria. Loro forse non potranno celebrare solennemente come abbiamo la grazie di fare noi qui in Terra Santa. Sono però uniti alla Sua sofferenza in ben altro modo. Che il Signore dia forza ai nostri confratelli, soprattutto ad Aleppo e nei villaggi. È possibile che qualcuno almeno per un periodo limitato possa/ debba andare a dare una mano e/o a sostituire qualche fratello affaticato dalla tensione. Confido nella vostra comprensione. Un forte abbracio e un sincero augurio di Buona Pasqua a tutti.

Peace and good! On this day in which we commemorate the Passion of Jesus, we are asked again to remember in prayer our brothers and sisters who are in Syria. They may not be able to celebrate solemnly as we do here in the Holy Land. But they are united to His suffering in a very different way. May the Lord give strength to our brothers, especially those who live in Aleppo and in the villages. It might be possible that someone at least for a limited period can/should go to help out and/or replace some of the brother fatigued from tension. I count on your understanding. Sincere wishes for a Happy Easter to all. Fr. Pierbattista ofm Custos

Fr. Pierbattista ofm Custode

PS Riporto sotto un passaggio di una comunicazione del Ministro Regionale riguardo a Ghassanieh.

PS Here a short passage of a communication of the Minister Regional about the situation of Ghassanieh

Rev.mo padre Custode Buona Pasqua, a voi e a tutti i frati. Oggi verso mezzogiorno il padre Hanna mi ha telefonato, mi disse che il padre Filippo gli ha mandato un messaggio pregandolo di venire urgentemente a Ghassanieh. Che sembra che la situazione sta peggiorando a Ghassanieh. I rivoluzionari hanno bastonato il Mukhtar capo del villaggio. […] Sembra che questo Calvario non ha fine. Di nuova buona Pasqua.

Dear Fr. Custos, Today around noon Hanna’s father called me, told me that father Philip sent him a message begging him to come urgently to Ghassanieh. It seems that the situation is worsening Ghassanieh. Revolutionaries beaten on the head of the village Mukhtar. [...] It seems that this Calvary has no end. New happy Easter.

fr. Halim Noujaim

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fr. Halim Noujaim


Messaggio del Padre Custode al nuovo segretario per la Congregazione per la Vita Consacrata, mons. Carballo, attuale nostro Ministro Generale Jerusalem, Saturday, 06 April 2013 Prot. AA-27-MG/13 Sua Ecc. Rev.ma Mons. José Carballo, ofm - Segretario della Congregazione per la Vita Consacrata - Roma Eccellenza Reverendissima, Carissimo fratello José, desidero esprimerti a nome mio personale e di tutta la Custodia di Terra Santa gli auguri e le congratulazioni per la tua nomina a Segretario della Congregazione per la Vita Consacrata. Certamente in questa nuova posizione, potrai aiutare la Chiesa a comprendere il ruolo importante che la Vita Religiosa riveste, ma soprattutto potrai aiutare la Vita Religiosa nella chiesa a riprendere vigore. Siamo anche certi che il tuo amore alla Terra Santa, sempre chiaro e tangibile, continuerà ad esprimersi in tante nuove forme. La Custodia di Terra Santa resterà sempre la tua casa, dove sarai accolto come fratello amato ed apprezzato. Il Padre San Francesco ti sostenga in questa tua nuova missione a servizio della Chiesa. Fraternamente. Fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa

Agenda del custode APRILE 2013

04/01 Emmaus (Qubeibeh): Lunedì dell’Angelo 04/02 Gerusalemme: Scambio d’auguri con le Comunità ortodosse 04/08 Gerusalemme: Incontro con Delegazione Cavalieri SS. Sepolcro di Polonia 04/09 Gerusalemme: Incontro con Delegazione Ufficiale Chiesa Cattolica Ucraina 04/10-12 Harissa (Libano): Capitolo Zonale con i frati della Regione 04/13 Gerusalemme: Incontro col Card. O’Malley, ofmCap 04/15-17 Parigi (Francia) Chateau de Versailles: Inaugurazione Mostra Le Trésor du Saint Sépulcre. Inaugurazione nuova sede Commissariato 04/29-30 Gerusalemme: Commissione Pontificia per il Dialogo Religioso con l’Ebraismo Convegno su Papa Giovanni XXIII Marzo 2013 | FdC | 21


Regione San Paolo Terrasanta pubblica un reportage dal campo profughi di Za’atari marzo 2013

Z

a’atari è un luogo non-luogo sospeso tra Siria e Giordania. Un limbo di arrivi e di partenze, di gioia e di dolore, di vita, di morte e di rinascita. È la prima tappa di centinaia di migliaia di profughi che scappano dalla cruenta guerra che dilaga in Siria da quasi due anni. Un’immensa tendopoli che sorge su un infinito altopiano desertico nel nord della Giordania, a poco più di 10 chilometri dal confine siriano. I primi ricoveri di fortuna sono stati eretti alla fine di luglio 2012, ma ormai Za’atari è una vera e propria città di tende e caravan. Le strade e le diverse aree del campo hanno già un nome, come in una qualsiasi altra città del mondo. Nel campo di Za’atari vivono stipati oltre 50 mila profughi siriani. La maggior parte è gente che scappa dal sud del Paese, da Dar’a, da Damasco, da piccoli villaggi intorno alla capitale. Sono tutti ricercati dalle autorità siriane perché hanno preso parte alle anifestazioni contro il regime di Bashar alAssad o perché parenti di membri dell’opposizione. «Le milizie governative sapevano che mio fratello era contro il regime - racconta un ragazzo di Dar’a che vuole restare anonimo e che chiameremo Abu Mohammad (un nome di fantasia, come del resto tutti gli altri che compaiono nel testo - ndr). Ci accoglie nel suo piccolo e freddo caravan in cui si è appena trasferito: «Ci hanno distrutto la casa, hanno sbattuto con le spalle al muro mio figlio chiedendogli dov’era suo zio, mi hanno minacciato e costretto a chiudere il negozio dove lavoravo. Non avevo altra scelta se non quella di fuggire». C’è anche chi è scappato per cercare cure mediche. «La casa vicino alla nostra è stata bombardata, le schegge hanno ferito quattro delle mie figlie, due delle quali sono disabili dalla nascita». Fatima non ha nemmeno quarant’anni ma sembra molto più anziana. Vive nel campo da un mese e racconta la sua terribile storia con un sorriso sulle labbra. «Abbiamo dovuto trasportarle fino all’ospedale di Dar’a ma lì il nostro dramma non è finito. Ci son

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stati scontri tra le truppe governative e l’esercito libero siriano proprio fuori dall’ospedale e i soldati sono entrati nella clinica minacciando pazienti e medici. Siamo scappati». Si entra nel campo di Za’atari attraverso un doppio sistema di cancelli controllati dalle autorità giordane. La strada principale è asfaltata e da lì si diramano piste in terra battuta che conducono alle tende. Dopo aver superato gli ospedali da campo gestiti da diverse organizzazioni internazionali e poco prima di arrivare alla scuola gestita dall’Unicef, ecco che, ai lati della via centrale, inizia un piccolo suq. «Frutta fresca, pomodori, zucchine, carote», urlano i venditori invitando i clienti a comprare la loro merce. «Ogni mattina i commercianti giordani entrano a Za’atari e portano i prodotti alla gente del campo che a sua volta li rivende per le strade», spiega Abu Hassan, un rifugiato siriano che vive a Za’atari da più di cinque mesi. «Ma i prezzi qui sono molto cari e solo chi ha soldi può permettersi di comprare le merci al mercato». Ra’ed è scappato senza riuscire a salvare nulla. Si era appena trasferito, con la moglie e i suoi 5 figli, in una casa di tre piani nelle campagne intorno a Dar’a. «Avevamo un giardino, alberi da frutto di ogni tipo, una casa grande, costruita coi risparmi di tutta una vita. Ce l’hanno distrutta, non ci è rimasto nulla. Ora dipendiamo dagli aiuti dell’Alto


commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (l’Acnur, l’agenzia Onu che si occupa tra le altre cose della distribuzione del cibo all’interno del campo - ndr). All’inizio ci davano due pasti caldi al giorno ma non appena il numero di rifugiati ha iniziato a salire tutto è cambiato. Ora ogni due settimane riceviamo riso, pane, lenticchie, qualche scatola di tonno e poco altro. Non è sufficiente, ma non possiamo permetterci altro». Fame, freddo e dure condizioni di vita sono le principali sfide che i rifugiati siriani devono affrontare nel campo di Za’atari. Le tende di plastica non proteggono dalle intemperie e dalle basse temperature della notte e la distribuzione degli aiuti non sempre riesce a stare al passo con l’enorme numero di arrivi giornalieri. «Non abbiamo la bombola a gas, non abbiamo nemmeno le coperte per la notte». Rana gira per il campo in cerca di aiuto. È sconvolta, spaesata. È arrivata da pochi giorni a Za’atari e la sua tenda si trova nel cosiddetto mukheiyem sa’oudi (letteralmente il «campo saudita»), la parte più nuova di Za’atari – con tende donate appunto dall’Arabia Saudita - dove vengono sistemati i nuovi arrivati. Ogni giorno, ci mette almeno un’ora per arrivare all’ingresso del campo dove le organizzazioni internazionali distribuiscono i beni di prima necessità. «Anche oggi sono andata a vedere se potevo avere le coperte, sono stata due ore in coda ma non si è visto nulla – continua –. Di notte fa freddo, non riusciamo a dormire, i miei figli si sono già ammalati, hanno la febbre, la tosse». Tuttavia, con il continuo aggravarsi della crisi siriana, il numero dei rifugiati che scappano verso la Giordania sta crescendo in modo esponenziale. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Acnur (aggiornati al 31 gennaio 2013), in Giordania ci sono quasi 230 mila rifugiati, di cui almeno il 20 per cento vive a Za’atari. Nelle ultime settimane, ad esempio, c’è stata una media di 2.500 nuovi arrivi giornalieri all’interno del campo. Dopo una notte nel settore di registrazione dell’Acnur, alle

famiglie viene data una tenda e alcuni beni di prima necessità. In ogni area ci sono delle cucine, dei bagni comuni e delle cisterne di acqua potabile. E man mano che un’area si riempie, vengono allestite nuove tende e nuovi caravan. Proprio come in una città: con l’aumento della popolazione, la città si espande, nascono nuovi quartieri. Camminare nel mukheiyem sa’oudi significa incontrare persone che fino a pochi giorni prima stavano vivendo il dramma della guerra. Si vedono famiglie sedute sulle proprie valigie in attesa di una tenda; uomini che camminano disorientati senza meta; donne per strada, con volti scavati e sguardi impauriti. «Se avessi saputo che la situazione era così terribile non sarei venuta qui», racconta Jamila, un’anziana madre scappata dalla periferia di Damasco per salvare i figli. “Mio marito è stato ucciso qualche mese fa, ora qui sono sola coi miei figli. Il più grande è disabile, ha bisogno di una sedia, ma

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Regione San Paolo

qui non ci hanno dato nulla ed ora è disteso su un materassino al freddo. Non riesco a portarlo in bagno, non riesco nemmeno a cambiargli i vestiti. Che ne sarà di noi?». Anche Malak è ancora sconvolta e non vuole abituarsi all’idea di vivere in una tenda. «A Damasco avevo una casa, un lavoro, una bella famiglia. Qui non ho più nulla, ho perso tutto. Ho paura, paura di morire soffocata dentro una tenda, com’è successo qualche giorno fa quando un fornello ha dato fuoco a un gruppo di tende e una bambina di due anni è morta ustionata». Diverso invece è l’umore di coloro che ormai hanno trascorso diversi mesi all’interno del campo. La guerra è un ricordo più lontano e nella precaria situazione di Za’atari cercano di trovare la loro normalità rendendo meno dure le condizioni di vita. C’è chi si è fatto un allacciamento elettrico; chi si è comprato la televisione, la lavatrice, il fornello per cucinare; chi ha trovato un lavoro all’interno del campo; chi ha costruito un forno per fare il pane;

e chi ha fatto una piccola sala per caffè e narghilè all’interno della tenda. E Za’atari è diventato un luogo di vita, di lenta rinascita. Come per ‘Abdallah, che si è sposato con la sua vicina di tenda. Come per il piccolo Ghassan, che è venuto al mondo agli inizi di dicembre, in uno degli ospedali del campo. Come per la bella Maram che sorride felice mentre mostra i suoi quaderni di scuola. Nonostante tutto, a Za’atari la vita continua. E forse tutti coloro che camminano all’interno dei confini del campo, lungo la distesa deserta di terra gialla, non ancora allestita con tende, sono alla ricerca di uno spazio infinito a cui volgere lo sguardo, per colmare almeno psicologicamente quel desiderio di libertà e di spazio di cui sono stati privati. Forse sperano di riuscire a scorgere la Siria sulla linea dell’orizzonte, quella terra che sono stati costretti ad abbandonare e alla quale bramano di poter presto far ritorno. Con la consapevolezza, però, che niente sarà più come prima. www.terrasanta.net

Una comunicazione di padre George Abu Khazen

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uona Pasqua a tutti, ad Aleppo abbiamo potuto celebrare tutte le funzioni della Settimana Santa, Vigilia Pasquale e Domenica di Pasqua con grande afflusso di gente, le due fraternita’ d’Aleppo e col Vescovo. Ma e stata una settimana di Passione per la comunita cristiana della citta: i dissidenti hanno occupato, il Venerdi Santo, il quartiere confinante con i nostri cimiteri cristiani,mettendo a ferro e fuoco il quartiere! La gente e’ fuggita solo con i vestiti che avevano addosso, tra questi le 350 famiglie cristiane del quartiere; anche gli abitanti di altri due quartieri a maggioranza cristiana, hanno dovuto abbandonare le loro case perche’ esposte a mortai, razzi e cecchini… Al mattino del Sabato Santo il guardiano del nostro cimitero latino, ancora la’, e’ stato colpito da un cecchino ed e’ morto sul momento; l’hanno seppellito li’ per li’, senza sacerdote e non c’era mezzo per avvisare. Ora non si puo arrivare ai cimiteri; 4 morti sono stati sepolti sotto le chiese ed un bambina nel giardino delle FMM. Il governatore ci ha messo a disposizione momentaneamente un pezzo di terreno per seppellire i nostri morti. Dal Sabato Santo siamo senza luce (usiamo il generatore solo per poche ore al giorno), poca acqua, i telefoni possono funzionare alle volte come pure il NET che oggi pomeriggio ha funzionato e non continuamente.... Tutti i frati stiamo bene cerchiamo di fare il nostro meglio e essere un segno di speranza alla gente che ora per paura vogliono fuggire. Unione di preghiera. Auguri di Pace e Bene.

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appy Easter to all! In Aleppo we were able to perform all the functions of Holy Week, Easter Vigil and Easter Sunday with great participation of people, with the two franciscan communities of Aleppo together with the bishop. But really it was a week of passion for the Christian community of the city: the rebels occupied on the Good Friday the district bordering our Christian cemeteries, putting fire to the neighborhood! People escaped with only their clothes , including 350 Christian families in the neighborhood; the inhabitants of other two districts with a Christian majority, have had to leave their houses because were exposed to mortars, rockets and snipers‌ In the morning of Holy Saturday the guardian of our Latin cemetery, that was still there, was shot by a sniper; they buried him there, without a priest because there was no way to inform anybody. Now we cannot get to the cemeteries; four dead were buried in churches and a girl in the garden of the FMM. The governor made available at the moment a piece of land to bury our dead. From Holy Saturday we have no electricity (and use the power generators only for few hours every day), little water; phones only sometimes and internet not continually .... All the brothers are ok and we try to do our best and be a sign of hope to the people who now want to escape for fear. In union of prayer. Greetings of Peace and Good.

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Cronaca Custodiale della Custodia L’arte culinaria può diventare ponte verso le Casa Nova di Terra Santa? Gerusalemme, 9 marzo 2013

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i è conclusa in questi giorni, a Casa Nova, la seconda tappa del progetto iniziato novembre scorso con l’Istituto Alberghiero “Perotti” di Bari. L’iniziativa contiene un messaggio speciale, che va oltre l’arte culinaria per diventare ponte che unisce culture diverse e, intessendo nuove relazioni, semina germogli di pace e speranza tra i giovani e i meno giovani che per tutti questi giorni hanno regnato nella cucina di Casa Nova. A Gerusalemme, dove diverse religioni, lingue, culture s’intrecciano ogni giorno, l’arte della buona cucina saprà trovare i giusti ingredienti che, ben dosati, potranno diventare strumento aggregante. Non a caso il progetto è stato realizzato a Casa Nova, struttura della Custodia di Terra Santa, depositaria della missione di custodire e sostenere

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non solo i Luoghi, ma anche le Pietre Vive che qui vi abitano. Questo è il messaggio, un po’ provocatorio ma assai stimolante, che fra Raffale Caputo, ispiratore del progetto, lancia agli Istituti Alberghieri; non solo italiani, ma di tutto il mondo affinché, in futuro, possa essere abbracciato e condiviso. L’idea nata da fra Raffaele Caputo, direttore della casa di accoglienza francescana per pellegrini, è stata sostenuta dalla sempre lungimirante attenzione di fra Pio Dandola, Commissario di Terra Santa delle Puglie. Ingredienti locali, elaborati con sapiente maestria, esperienza professionale, curiosità e tanta voglia di lavorare insieme hanno fatto il resto! Durante le settimane trascorse in cucina Angelo, Danilo e Gianluigi, gli studenti di Quinta, prossimi alla maturità, sotto gli occhi vigili dello chef Domenico Maggi e dal maître d’hôtel Michele Ciliberti, hanno cucinato e spiattato, insieme al personale di Casa Nova, deliziose e coloratissime pietanze. Insalata di gamberi, mele e sedano, Crepes con salmone e verdure miste, Rotolo di celestina con tonno e pomodoro, Capresine con feta e mozzarella, Messicanine alla Casa Nova, Assiette di Gerusalemme, Melanzanine e farcite e gratinate, Frittelle, Focaccia e Pizza al pomodoro, cipolla e bianca… .Pasticcio di lasagne al forno, Crepes con bolognese, Fusilli con fagiolini e pomodoro fresco, Pennette alla pizzaiola, Maccheroncini ai quattro formaggi. E…. dulcis in fundo, l’angolo pasticceria curato da Angelo con la Coppa Perotti, una mousse al melograno, Sfogliatelle con crema pasticcera, panna e fragole, Fagottini di pasta filo con mele, Pastiera di ricotta, Crostate di marmellate assortite, preparata da suor Luss gusti, Frangipane. Che acquolina in bocca! Una vera fortuna, per gli ospiti di Casa Nova, gustare tante leccornie. Se la mattina era cadenzata dai ferrei ritmi di lavoro, il pomeriggio è stato dedicato alla visita dei


luoghi Santi di Gerusalemme. Studenti e insegnanti, accompagnati dai frati e da Luigina, volontaria tutto fare di Maria Bambina, ex orfanatrofio femminile della Custodia dove i giovani erano ospitati, hanno potuto svolgere le escursioni al Mar Morto, Betlemme e in Galilea, per conoscere la storia di questa Terra e scoprire le origini del nostro essere cristiani. Angelo, Danilo e Gianluigi, Michele e Domenico, arriveranno a Bari, stanchi dai ritmi insoliti della Terra Santa, per riprendere le proprie abitudini. Certamente saranno più ricchi di nuove esperienze da raccontare in famiglia, a scuola, negli ambienti che normalmente frequentano. Non mancherà loro il tempo per ritornare e rafforzare questi nuovi legami. Ieri, a sorpresa la visita gradita del Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, mente lo staff era all’opera;

un’occasione per incontrare e conoscere gli italiani, salutare il personale di Casa Nova, gustare i cibi in preparazione. Peccato che pizza e focaccia fossero ancora da cuocere! www.custodia.org

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Cronaca Custodiale della Custodia I Francescani in preghiera al Cenacolino per l’apertura del Conclave Gerusalemme, 12 marzo

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artedì 12 marzo, il Custode di Terra Santa, Fra Pierbattista Pizzaballa, attorniato da molti frati e alcuni fedeli, ha presieduto la messa al Cenacolino per accompagnare i padri del Conclave riuniti a Roma. Nella Custodia, come in tutte le comunità cattoliche di Terra Santa, le preghiere si fanno ancora più intense in questo giorno in cui si apre il Conclave che darà alla Chiesa un nuovo Papa. Preghiere per invocare lo Spirito Santo affinché guidi i Cardinali nella loro scelta. A pochi metri dalla “Sala Superiore”, dove il Santo Spirito discese sugli apostoli, i Francescani hanno ripreso i testi della festa di Pentecoste. « Noi siamo qui nel luogo più vicino al Cenacolo, uniti alla Chiesa di Gerusalemme, spiega il Custode, per invocare lo Spirito Santo: perché assista i Cardinali nella scelta del Papa secondo la volontà di Dio. Come religiosi e credenti, pregare è la cosa migliore che possiamo fare.» Nella sua omelia, il Custode ha sottolineato che qui al Cenacolo è nato tutto il popolo di Dio nella sua universalità di Chiesa Una e indivisibile. Noi possiamo farne l’esperienza vedendo i pellegrini venire dal mondo intero a Gerusalemme per pregare. E, se tutta la cristianità si volge verso Gerusalemme, Gerusalemme si volge verso Roma, poiché Gerusalemme ha bisogno di Roma e di Pietro.

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«Dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, gli apostoli non hanno fatto delle dichiarazioni comuni, né prodotto comunicati stampa. È Pietro che ha parlato facendo una rilettura di tutta la storia della rivelazione. Se il mondo intero deve guardare a Gerusalemme per avere la visione dell’Universalità della Chiesa, Gerusalemme deve guardare verso Roma e la sede di Pietro che garantisce tale universalità.» Proseguendo la meditazione, il Custode ha insistito sull’amore fraterno e la comunione in Cristo. «Anche se l’unione, l’unità, sono difficili da realizzare a Gerusalemme, esse sono un appello lanciato costantemente alla Chiesa. L’unità nell’amore scambievole, poiché solo l’amore può trasformare i cuori, solo l’amore può far crescere. Anche quando è ferita, la Chiesa rimane la Chiesa di Cristo. Oggi noi dobbiamo pregare affinché i Cardinali votino secondo la volontà di Dio e, ovunque nel mondo, qui a Gerusalemme o a Roma, noi possiamo collaborare affinché il Regno d’Amore inaugurato qui a Gerusalemme divenga tangibile, visibile, attraverso le nostre vite, le nostre opere. Non si tratta di una strategia, si tratta di testimoniare la vita nuova ricevuta in Cristo. Ciò è chiesto al successore di Pietro, ma anche a ciascuno di noi, nella misura che gli è propria. » www.custodia.org


Il nuovo progetto per il Terra Sancta Museum Gerusalemme, 13 marzo

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el 2015, nel cuore della Città Vecchia di Gerusalemme, nascerà il Terra Sancta Museum, l’unico museo al mondo sulle radici del Cristianesimo e la conservazione dei Luoghi Santi. Un’esposizione permanente, voluta dalla Custodia di Terra Santa, per scoprire la storia di questa terra straordinaria in cui da millenni s’intrecciano, in modo misterioso, i destini di molti popoli che convivono nei luoghi sacri delle tre grandi religioni monoteiste. In questo particolare e delicato momento storico è di fondamentale importanza far conoscere al mondo intero la storia della presenza cristiana in Terra Santa, per favorire una maggiore consapevolezza delle nostre radici, contribuire all’unità della “famiglia umana” e diffondere un messaggio di pace nel mondo.

Domenica 10 marzo Fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, ha rilasciato al Franciscan Media Center, centro multimediale della Custodia, la prima intervista relativa alla nascita del Museo, spiegando le molte e profonde ragioni che hanno spinto i frati della Custodia a sostenerlo e promuoverlo. “Il Terra Sancta Museum vuole ripercorrere le radici del cristianesimo e di questa terra, perché questo paese ha una storia in cui la presenza cristiana è evidente, come quella ebraica ed islamica, ma ha bisogno di essere mostrata e fatta conoscere meglio, in maniera organica. I cristiani pur essendo una piccola minoranza sono sempre stati e sono ancora oggi una presenza culturalmente molto vivace e ricca, che ha contribuito in maniera enorme a costruire relazioni, non soltanto con la popolazione

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Cronaca Custodiale della Custodia PIANTA museo ARCHEOLOGIC0

locale, ma anche con le tante società nel mondo. Questa realtà è giusto che oggi venga e conosciuta e divulgata. Il progetto nasce dal desiderio più generale, di investire sulla cultura e sulla storia, ma anche da un desiderio più nascosto di conoscere il nostro passato, per avere un migliore senso di appartenenza, una identità più definita. A Gerusalemme questa necessità si percepisce in maniera evidente. Abbiamo bisogno di rileggere e di conoscere la nostra storia per poter vivere il presente in maniera più serena. Se ci rendiamo conto di come gran parte dei fenomeni attuali – sociali, politici, religiosi – siano già stati vissuti dai nostri padri e dai nostri nonni, possiamo ridimensionare i problemi, metterli nelle giuste dimensioni, prendere le distanze, in modo da trovare la forza per costruire e investire nel futuro. Il Museo sarà fonte di sviluppo sociale o economico anche per la popolazione locale. Musei, archivi, biblioteche, non sono solo depositi dove si mette materiale, ma sono istituzioni culturali che hanno una conseguenza economica e creano opportunità di lavoro anche per la comunità residente, non solo di religione cristiana. Questo d’altro canto è uno dei compiti che la Custodia assolve da diversi secoli in questo territorio. Nei luoghi dove sorgerà il Museo un tempo vi erano la calzoleria, la falegnameria, la ferreria ecc. Oggi queste realtà non esistono più perché sono cambiati i tempi, ma l’idea è di continuare, di crearne altre, di portare avanti questo

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legame, questa relazione – anche economica – con questa terra.” Con l’apertura al pubblico di un moderno complesso museale, i francescani della Custodia intendono valorizzare il patrimonio artistico, archeologico, culturale, conservato durante gli otto secoli trascorsi in queste terre, per custodire il Luoghi dove Gesù ha vissuto. Il criterio-guida espositivo prescelto è di tipo geografico-evangelico per il Museo Archeologico, determinato in parte dalla storia e dalla natura stessa degli scavi archeologici che qui vengono documentati, ma anche dall’interesse del pubblico cui si rivolge il museo. Per quello storico si è scelto un criterio storico-tematico, assecondando ed evidenziando le missioni storiche della Custodia di Terra Santa e le sue relazione con gli Stati Europei. Agli innumerevoli pellegrini e visitatori, provenienti dal mondo intero, sarà proposto un percorso culturale flessibile, metodologicamente rigoroso e suddiviso in tre distinti momenti, distribuito nella Città Vecchia di Gerusalemme e, in futuro, esteso ad altre sedi della Terra Santa. Un unico complesso espositivo, composto da tre musei (Archeologico, Multimediale e Storico) distribuiti in due sedi esistenti poco distanti, ubicate vicino alle principali mete di pellegrinaggio e turistiche di Gerusalemme (Il Santo Sepolcro, il Muro del Pianto, la Spianata delle Moschee). (Segui l’intervista sul sito: www.fmc-terrasanta.org, www.terrasanta.net)


PIANTA museo storico

Convento della Flagellazione Museo Archeologico. I luoghi evangelici in Palestina Museo Multimediale. Gerusalemme e il Santo Sepolcro: da Erode ai giorni nostri

Convento di San Salvatore Museo Storico. La Custodia francescana in Terra Santa Ente Fondatore è la Custodia di Terra Santa, fraternità di religiosi (Frati Minori) che custodisce i luoghi della Redenzione, in concerto con lo Studium Biblicum Franciscanum, Istituzione scientifica per la ricerca e l’insegnamento accademico della Sacra Scrittura e dell’archeologia dei paesi biblici, con sede sempre a Gerusalemme. Il Comitato scientifico è guidato da Eugenio Alliata, Direttore del Museo Archeologico Studium Biblicum Franciscanum. Capo Progetto e Promotore: ATS Pro Terra Sancta. Direzione museologica: Gabriele Allevi. Progettazione architettonica e museografica: Studio GTRF Tortelli e Frassoni Architetti Associati. Dal prossimo mese si terrà al Chateau de Versailles una grande mostra dal titolo Le Trésor du Saint-Sépulcre (16 aprile - 14 luglio 2013). La maggior parte delle opere prestate dalla Custodia di Terra Santa, torneranno a Gerusalemme per essere esposte in maniera permanente nell’erigenda sede museale.

L’evoluzione dei lavori potrà essere seguita sul sito www.terrasanctamuseum.org attivo da fine marzo 2013. Altri siti utili: www.custodia.org www.proterrasancta.org

COORDINAMENTO COMUNICAZIONE STRATEGICA Doni Ferrari, Segreteria Custodia di Terra Santa Uffici stampa ETS Edizioni Terra Santa Giuseppe Caffulli, Direttore, www.terrasanta.net Carlo Giorgi, ufficio stampa Tel +39 02 34592679, +39 3478101823, giorgi@terrasanta.net Studio Pozzi Alessandra Pozzi, Tel +39 02 76003912 +39 338 5965789, pozzicomunicazione@gmail.com

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Cronaca Custodiale della Custodia Habemus papam Franciscum gerusalemme, 14 marzo

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a Custodia di Terra Santa gioisce, con la Chiesa Universale, per l’elezione del nuovo Papa. Questa elezione, che ha ribaltato tutti i pronostici, ha sorpreso soprattutto i Francescani per la scelta, da parte del nuovo Papa, del nome di Francesco con un chiaro riferimento a San Francesco d’Assisi, loro fondatore. «Sono rimasto molto sorpreso quando ho sentito il suo nome – dichiara il Custode di Terra Santa, Pierbattista Pizzaballa. Non me lo aspettavo e ho avuto uno choc. Il giorno prima, ne parlavamo con il Nunzio apostolico in Giordania, che augurava che il nuovo Papa prendesse un nome come Giuseppe o Francesco, per porre così un gesto profetico per il futuro. Ed è stato così! Infatti, io credo che in questo nome ci sia tutto un programma.» Un programma che i Francescani di Terra Santa conoscono bene, perché lo vivono. Un programma cui questo gesuita si è già ispirato, poiché egli è noto per la sua vicinanza alla gente, per la sua semplicità, per il suo amore verso i poveri. Avendo la Custodia di Terra Santa un convento a à Buenos Aires, fra Pierbattista ha già avuto l’occasione di incontrare Papa Francesco quando era il cardinale Jorge Mario Bergoglio ed è stato toccato dalla sua umiltà e dalla sua semplicità. «Buenos Aires è una delle più grandi città al mondo. E incontrando un cardinale ci si aspetta un certo protocollo. Ma è lui che viene ad aprire la porta, a indicare come parcheggiare la macchina nel cortile del vescovado ed è ancor lui a preparare il caffè!» Il padre Custode ricorda anche la sua umanità e la sua attenzione alla vita religiosa. «Qualche anno fa, abbiamo avuto delle preoccupazioni a Buenos Aires e ci si era chiesti se non era opportuno chiudere il Convento della Custodia lì. Il cardinale ci ha pregato di rimanere e di mantenere la presenza francescana di Terra Santa; e per questo si è impegnato. Ha guardato ai problemi che incontravamo, ha studiato la questione, ci ha aiutato a prendere le misure necessarie, pensando costantemente al bene delle persone e alla loro difesa. Ho incontrato un vero credente.» Vista dalla Terra Santa, l’elezione di

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un Papa che arriva dall’altra estremità del mondo, può fare interrogare sulla percezione che egli potrà avere del Medio Oriente. Certo è stato ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina, ma ci si può chiedere: cosa saprà della situazione di questa regione del mondo? Secondo il Custode di Terra Santa «L’America latina e l’Argentina sono veramente lontane dal Medio Oriente. Ci vorrà del tempo perché lui possa prendere conoscenza delle realtà di queste terre. Ma è anche venuto il tempo di preoccuparsi del continente dove si trova la metà dei cattolici del mondo. Anche questo è importante per l’universalità della Chiesa. L’Europa è un punto di riferimento importante per la cultura, ma non è il solo. È tempo di darci anche un punto di riferimento che ci permetta di andare avanti in un modo diverso.» Al contempo, prosegue il Custode «il nuovo Papa, conosciuto per essere attaccato ai principi della fede, è anche molto aperto al dialogo con tutti. Ha mantenuto delle relazioni eccellenti con la comunità ebraica argentina, ma anche con la comunità musulmana, che ha una presenza importante nel paese.» «Le realtà del Medio Oriente sono lontane dagli Americani del Sud, che hanno le loro problematiche, ma essi sono molto interessati alle questioni della pace e della giustizia.» Un punto in comune con i cristiani del Medio Oriente www.custodia.org


Messa per Papa Francesco: un anticipo di gioia pasquale! Gerusalemme, 18 marzo Celebratio euCharistiCa episCopi FranCisCi

pro romani

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ministerii petrini initio

gustare con una gioia particolare essa per Papa Francesco: un die 18 martii 2013 la scelta del nome fatta dal nuovo anticipo di gioia pasquale! La sanctissimi sepulcri Papa, riferita al padre fondatore tradizione di celebrare la messa in Francesco d’Assisi. occasione dell’elezione del nuovo I Patriarchi delle Chiese Ortodosse Papa è stata raddoppiata quest’anno di Gerusalemme, insieme ai da una gioia nuova. rappresentanti delle autorità civili I Francescani della Custodia, il 1 locali, invitati alla celebrazione, Custode, il Presidente del Sacro hanno risposto con la loro Sepolcro e tutta l’assemblea, partecipazione. hanno invitato al Santo Sepolcro Custodia Terræ Sanctæ I testi scelti per la messa, il Delegato apostolico, il Patriarca presieduta dal Patriarca Fouad latino, tutti gli Ordinari di Twal, erano quelli della festività di Pasqua; ciò ha Terra Santa, i Consoli generali dei quattro Paesi permesso al Custode di dichiarare nella sua omelia: denominati «protettori dei Luoghi Santi» ed, «Tutta la Chiesa anticipa – se si può dire così – la eccezionalmente, gli Ambasciatori d’Argentina festa di Pasqua, con questa gioia incontenibile che presso Israele e la Palestina, oltre tutti i fedeli di caratterizza tutti noi. Per avere avuto un nuovo Gerusalemme desiderosi di unirsi alla messa, per . “Presidente” del Santo Sepolcro è il termine ufficiale per designare il “Guardiano” o, ancora più comunemente, il “Superiore” della fraternità francescana del Santo Sepolcro. 1

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Cronaca Custodiale della Custodia

Vescovo di Roma, un nuovo Successore di San Pietro, un discepolo di Ignazio di Loyola, che ha voluto essere anche un po’ figlio di San Francesco. La semplicità con la quale il Papa si è presentato, ha già conquistato tutti.» Infatti, sia prima sia dopo la celebrazione, in tutti i commenti si comprendeva l’elogio di questa semplicità e gioia comunicate da Papa Francesco in ogni suo intervento. Se tra i Francescani tutti gioiscono per il nome scelto, i fratelli dell’America Latina accolgono il nuovo Papa con una gioia particolare: «Il primo Papa di lingua spagnola, un Papa capace di portare le speranze di un continente intero». Secondo fra Ulysses: «In Argentina, noi viviamo una realtà ecclesiale molto viva. Come Arcivescovo, Papa

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Francesco ha mostrato un’attenzione all’esigenza particolare per l’evangelizzazione. Ciò che ha operato nell’Arcidiocesi può servire da esempio al mondo. Si è impegnato, in nome della Diocesi e personalmente, per i poveri e noi vediamo che desidera continuare in questa direzione.» Una preoccupazione pastorale che tocca particolarmente i Francescani. Dopo il canto del Te Deum, inno di ringraziamento liturgico per eccellenza e prima della benedizione, il Nunzio per Israele e Delegato apostolico per la Palestina e Gerusalemme, Mons. Giuseppe Lazzarotto, ha preso la parola per salutare, a sua volta, il dono che Dio ha fatto alla Chiesa nella persona di Papa Francesco. «È un momento di grande gioia. Il suo invito alla preghiera è un appello alla responsabilità di ciascuno, non solo nel


sostenerlo nel suo ministero, ma anche nell’assumere la propria responsabilità di fronte ai bisogni della Chiesa e nel camminare come testimoni gioiosi e generosi del Signore risorto.» S.E. Mons. Lazzarotto ha anche espresso la sua «speranza di accogliere il Papa in Terra Santa, qui dove Pietro ha ricevuto il mandato di confermare i suoi fratelli nella fede. E nell’attesa di questo momento, noi dobbiamo continuare a sostenere Papa Francesco con il nostro affetto, il nostro amore e anche con la nostra

preghiera, impegnandoci in modo concreto per rendere reale la grande novità che lo Spirito Santo ha donato alla Chiesa, poiché lo Spirito è forza rigeneratrice e crea sempre delle cose nuove.» Domani, i Fratelli della Custodia che potranno, si uniranno nuovamente alla preghiera di Roma, quando Papa Francesco celebrerà la “Santa Messa d’inizio del Ministero Petrino di Vescovo di Roma”, attorniato dal Ministro Generale dei Gesuiti e dal Ministro Generale dei Frati francescani minori. www.custodia.org

L’omelia del Padre Custode Gerusalemme, 18 marzo (Vangelo, Gv 20, 1-9)

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ome per tutta la Chiesa nel mondo, anche per noi di Terra Santa, queste ultime settimane sono state intense, colme di sorprese, di eventi, di gioia. Raramente come in questi giorni possiamo sperimentare concretamente, quasi fisicamente, il soffio dello Spirito di Dio, che fa nuove tutte le cose, che ci sorprende con la sua fantasia, che ci sprona a guardare avanti con fiducia, che ci mostra come veramente è il Signore che conduce la Sua chiesa e che non dobbiamo mai avere paura o, come già ci ha detto Papa Francesco, non dobbiamo cadere nel pessimismo e nella sfiducia, che sono potere di Satana. Sono appena state proclamate le letture del giorno di Pasqua, pur essendo nel pieno del cammino quaresimale. In questo Luogo ogni giorno si celebra la festa di Pasqua. Ma possiamo ben dire che giustamente tutta la Chiesa anticipa – se si può dire così – la festa di Pasqua, con questa gioia incontenibile che caratterizza tutti noi. Per avere avuto un nuovo Vescovo di Roma, un nuovo Successore di San Pietro, un discepolo di Ignazio di Loyola, che ha voluto essere anche un po’ figlio di San Francesco. La semplicità con la quale si è

presentato ha già conquistato tutti. Dai suoi primi gesti e dai suoi primi discorsi, semplici e diretti, abbiamo già ricevuto abbondanti indicazioni sul suo programma. Mi limito qui, con semplicità, a richiamare solo due considerazioni, ben sapendo che tutti abbiamo nel cuore tantissime riflessioni e che vorremo dire ed ascoltare di più. 1. Nel nome Francesco, come già è stato abbondantemente analizzato dalla stampa e dai diversi commentatori, vi è un programma. Per tutti il nome Francesco richiama immediatamente: amore ai poveri, semplicità, umiltà, nelle relazioni e nelle visioni di vita. E questo non può che affascinare. Quando ha spiegato ai giornalisti nella prima udienza le motivazioni legate alla scelta del nome e del suo desiderio di avere una chiesa povera e per i poveri, l’applauso è stato immediato e spontaneo. Tuttavia, Francesco, il santo dei poveri e dei semplici, degli umili, è innanzitutto il santo innamorato di Cristo, povero e crocifisso. Anche questo Papa Francesco ha spiegato molto bene nella sua prima omelia ai Cardinali. Non siamo un’organizzazione, ma una comunità di fede,

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Cronaca Custodiale della Custodia

maniera astratta, non semplicemente come generici valori comuni, ma come conseguenza immediata del nostro amore a Cristo crocifisso. Dobbiamo chiederci come e quanto Gesù illumina le nostre scelte? A volte, si corre il rischio che i bisogni delle nostre innumerevoli attività determinino anche le nostre scelte, mentre dovrebbe essere il contrario e, cioè, dovrebbero essere le nostre scelte o, meglio, la nostra scelta fondamentale – Cristo Crocifisso – a illuminare la risposta ai nostri bisogni di pace, giustizia e amore ai poveri.

innanzitutto. L’amore ai poveri e alla giustizia, se slegate dall’amore a Cristo povero e crocifisso, possono condure ad ideologia. Mentre noi non seguiamo un’idea, ma una persona: Cristo. E, se non seguiamo lui, significa che seguiamo Satana. Da questa semplice considerazione riceviamo anche una grande lezione per la nostra Chiesa di Terra Santa, immersa in innumerevoli attività di carattere sociale, assistenziale, formativo; dove l’anelito alla giustizia non è una teoria astratta, ma un bisogno concreto, immediato, urgente e forte. Noi, insomma, che stiamo qui, in questi Luoghi che fanno memoria di Cristo crocifisso e risorto, dobbiamo chiederci continuamente, senza stancarci, cosa significhi testimoniare in mezzo ai fratelli di altre fedi l’amore ai poveri e alla giustizia, non in

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2. Come seconda considerazione vorrei richiamarmi al suo primo discorso rivolto ai Cardinali, quando ci ha ricordato che siamo e dobbiamo sempre essere in cammino, insieme. Il camminare e lo stare insieme sono due momenti contemporanei. Non ci può essere l’uno senza l’altro. La Chiesa è un’Istituzione viva, che ha un’origine – Cristo – e una mèta, lo stesso Cristo. La ricerca di Cristo è lo scopo e il contenuto di questo cammino. Che deve essere fatto insieme. Non si incontra Cristo da soli. Non lo possiamo incontrare se non in comunità, riconoscendoci in Lui. Decidersi per Cristo significa riconoscersi Chiesa e non ci si può riconoscere Chiesa se non ci si decide per Cristo. Anche questa è un’affermazione semplice, eppure così impegnativa, per la nostra Chiesa di Terra Santa. Le nostre antiche tradizioni i diversi Status Quo, le tante particolarità di ciascuna delle nostre Chiese e Istituzioni, a volte non aiutano i credenti a considerarci come un corpo in cammino. Sembriamo legati e impediti da tanti lacci, da piccole e grandi paure, da qualche gelosia, dal timore di perdere parte del nostro, se pur terreno e vacuo, potere. Eppure proprio questo Luogo ci dice che bisogna saper perdere, che guadagniamo la vita solo quando la perdiamo. Papa Francesco, con pochi gesti, ha sciolto strati di consuetudini e costumi dandoci una grande lezione di libertà, che faremmo bene a imitare. La pagina del Vangelo che abbiamo ascoltato ci


richiama proprio a questa libertà. Curiosamente in questo episodio che ci annuncia la resurrezione, Lui, Gesù, non compare, ma rimangono solo i segni della resurrezione: le bende ripiegate. Al centro, protagonista, c’è la tomba vuota, questa che vediamo qui accanto a noi e i teli che avevano avvolto il corpo di Gesù. Prima di incontrare il Risorto, i discepoli incontrano questa tomba, questi teli. Giovanni dà così tanta importanza a questa tomba e a questi teli; tanto che al discepolo amato bastano perché creda: “vide e credette” (v 8). Le bende e il sudario sono il segno della sepoltura, della morte. Li troviamo nell’episodio della risurrezione di Lazzaro (11, 44) che esce dal proprio sepolcro “con i piedi e le mani legati con bende e il viso avvolto da un sudario”. Lazzaro era tornato in vita, ma era ancora legato dalle bende e avvolto da un sudario, cioè era ancora sotto il potere della morte. In questo brano, le bende e il sudario sono ripiegati su di sé, non avvolgono più nessuno. La morte, con i suoi segni, è stata sconfitta. Dunque non solo questo

sudario non avvolge più il corpo del Signore, ma addirittura avvolge se stesso. La morte non ha più nessuno da avvolgere e, ora si trova lí, da parte, ripiegata su di sé. Dunque, questo è ciò che i discepoli vedono, ciò per cui credono. Vedono dei teli che non servono più a niente, vedono una tomba che non racchiude più nessuno. Prima di vedere il Risorto, i discepoli fanno esperienza di una morte che è stata vinta. L’elezione di Papa Francesco, con semplicità e libertà, ci ricorda che apparteniamo ad una comunità viva, rinnovata dal perdono, che ha bisogno di guardare a Cristo, a questa tomba vuota. Siamo una comunità che nuovamente vede e crede. Le tante paure che spesso ci paralizzano i bisogni che ci appesantiscono. Insomma le tante ombre di morte, i sudari e le bende, non ci devono avvolgere più. Siamo stati liberati. Pietro è il garante di questa libertà e se n’è fatto primo annunciatore e testimone. Papa Francesco, successore di Pietro, aiuterà anche la nostra piccola Chiesa di Terra Santa a camminare, insieme, all’incontro con Cristo. Fra Pierbattista Pizzaballa ofm
Custode di Terra Santa

Tutti i video dell’elezione del nuovo Papa

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l Franciscan Media Center (FMC) ha prodotto in questi giorni vari servizi video riguardanti l’elezione del nuovo Papa e l’accoglienza riservatagli in Terra Santa. Ecco tutti i link La Voce del Custode – Benvenuto Papa Francesco http://www.fmcterrasanta.org/it/attualita-eventi-e-societa.html?vid=3958 I francescani salutano Francesco http://www.fmc-terrasanta.org/it/ attualita-eventi-e-societa.html?vid=3977 Vivere a Gerusalemme l’elezione del nuovo Papa http://www.fmc-terrasanta.org/it/attualita-eventi-e-societa.html?vid=3970 Il saluto al Papa del Patriarca di Gerusalemme http://www.fmc-terrasanta.org/it/attualita-eventi-e-societa.html?vid=3971 L’entusiasmo dei Gesuiti gerosolimitani http://www.fmc-terrasanta.org/it/attualita-eventi-e-societa.html?vid=3989 Gli auguri del rabbino Rosen al nuovo Papa http://www.fmc-terrasanta.org/it/attualita-eventi-e-societa.html?vid=3991 La messa al Santo Sepolcro per il nuovo Pontefice http://www.fmc-terrasanta.org/it/cristiani-di-terra-santa-e-vita-della-chiesa.html Marzo 2013 | FdC | 37


Cronaca Custodiale della Custodia Sui passi di Maria per imparare a vivere la Settimana Santa Gerusalemme, 22 marzo

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enerdì 22 marzo, al Santo Sepolcro, la cappella della Crocifissione ha accolto tante persone quante ne può contenere. Inaugurando il programma della Settimana Santa, la festività di Nostra Signore dei Sette Dolori è stata celebrata solennemente dalla Custodia di Terra Santa con la presidenza del vicario custodiale Fra Artemio Vítores. Alla vigilia della Settimana Santa, i Frati del seminario francescano, una ventina di sacerdoti e tantissimi religiosi e fedeli, presenti per imparare alla “scuola” della Vergine Maria e vivere, seguendo il suo esempio, i misteri della Passione e della Resurrezione di Gesù. Là, nel posto in cui la Madre dei credenti ha sostato ai piedi della Croce di suo Figlio, hanno potuto vedere, sollecitati dall’omelia di Fra Artémio, come Lei ha vissuto nella fede ciò che i profeti avevano annunciato. Citando Papa Paolo VI, che ha visto in Maria, «la discepola più perfetta di Cristo, del Concilio e del Catechismo della Chiesa», Fra Artémio ha proposto di rivolgersi verso colei la cui vita è stata attraversata dai dolori, ma che ha sempre saputo vivere nella Speranza e nella fiducia della Fede. In quest’Anno della Fede, l’assemblea ha potuto comprendere la fede incrollabile della Vergine Maria, simile a quella di Abramo, anche se il Signore non ha fermato il suo braccio nel momento del sacrificio del Figlio Suo. Ma, come Abramo, nella fede, Lei sapeva che tutto è possibile a Dio. Tutto lo spirito della solennità odierna è contenuto nella prima preghiera della Messa: «Tu hai voluto, o Signore, che la Madre del Figlio tuo, in piedi presso la croce, fosse associata alla sue sofferenze; accorda alla tua Chiesa di unirsi, anche lei, alla passione del Cristo, per aver parte alla sua resurrezione.» La Custodia di Terra Santa augura a tutti una bella Settimana Santa.

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I Sette dolori della Vergine Maria • La profezia di Simeone sul Bambino Gesù. (Lc 2, 34-35) • La fuga della Santa Famiglia in Egitto. (Mt 2 13-21) • La perdita di Gesù al tempio, durante tre giorni. (Lc 2, 41-51) • L’incontro di Maria con Gesù, sulla via crucis. (Lc 23, 27-31) • Maria contempla la sofferenza e la morte di Gesù in Croce. (Gv 19, 25-27) • Maria accoglie nelle sue braccia il suo Figlio morto, al momento della discesa dalla croce. (Mt 27, 57-59) • Maria abbandona il corpo del Figlio suo al momento della sepoltura nella tomba. (Gv 19, 40-42) www.custodia.org

La Lampada Magica: “Zecchino d’Oro” in versione araba 22 Marzo

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enerdì 22 marzo alle ore 18 presso l’Auditorium del convento di San Salvatore a Gerusalemme ha avuto luogo la nona edizione della “Lampada Magica” (The Magic Lamp), l’annuale concerto di canzoni arabe per bambini, interamente prodotto e realizzato dall’Istituto Magnificat di Gerusalemme. Da nove anni l’Istituto Magnificat di Gerusalemme organizza “La Lampada Magica”, una sorta di “Zecchino d’Oro” arabo di cui la scuola di musica della Custodia di Terra Santa cura tutti gli aspetti: dalla composizione delle canzoni (affidata a maestri ed amici del Magnificat) fino all’esecuzione dal vivo in concerto. La pubblicazione degli spartiti, armonizzati da P. Armando Pierucci, viene incontro alla necessità di costituire un repertorio per bambini da divulgare nelle scuole arabe. Gli spettatori che venerdì 22 marzo affollavano l’Auditorium di San


Con San Francesco per vivere la stessa regalitĂ  di GesĂš Betfage, 23 marzo 2013

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Betfage, questo sabato 23 marzo, i Francescani della Custodia di Terra Santa hanno terminato i loro pellegrinaggi quaresimali nei santuari di Gerusalemme legati alla Passione di Cristo, compiuti di solito i mercoledì di Quaresima. Quest’ultimo pellegrinaggio si è svolto invece il sabato che precede la domenica delle Palme, al fine di celebrare qui l’eucarestia. Infatti, domani, la solenne messa delle Palme sarà celebrata in mattinata al Santo Sepolcro, mentre nel pomeriggio, dal santuario di Betfage partirà la lunga processione a piedi che condurrà i pellegrini fino alle porte della Città Santa. La messa concelebrata è stata presieduta da Frà Artémio Vìtores, vicario custodiale, attorniato da Frà Frantiszek Wiater, Guardiano del santuario, da Frà Marcelo Cichinelli, cerimoniere della Custodia, Salvatore a Gerusalemme, hanno apprezzato i variopinti vestiti tradizionali palestinesi dei bambini, ma soprattutto la freschezza dei canti, eseguiti dallo Yasmeen Buds Choir, il coro dei più piccoli allievi del Magnificat diretto da Miriam Younan, accompagnati dalla Magnificat Spring Orchestra, diretta da Robert Canetti con la partecipazione dei maestri Bella Pogosov, Fabienne Van Eck e Evgeni Ratner. Anche i giovani cantanti solisti si sono fatti valere. Il direttore artistico della Lampada Magica è il maestro Hani Kreitem, che ha anche suonato il pianoforte. Le canzoni sono state animate con scenette affidate ad altre scuole di Gerusalemme, come la Terra Santa School, la St. Joseph School e la Pilàr Sisters School. I temi sono quelli particolarmente legati alla vita dei bambini: la mamma, i giochi, la scuola, la natura, la sicurezza stradale, e la pace, un argomento qui particolarmente sentito. E ogni anno c’è sempre qualche novità. Oltre l’orchestra, che sempre si arricchisce di nuovi membri e nuovi strumenti, questa edizione, per la prima volta, ha visto la partecipazione di un presentatore ufficiale, la nota giornalista Eman Al Kassem Sulemain. www.custodia.org

e da una ventina di altri sacerdoti; presenti i Fratelli del seminario e i fedeli che si sono uniti a loro. Le letture e l’omelia di Frà Artémio hanno invitato l’assemblea a meditare su come Gesù ha inteso vivere la sua regalità. Egli, il re «senza trono, senza corona, senza ermellino», ha scelto l’abbassamento e l’umiltà. «Cosa gli rimane degli attributi della regalità?» ha chiesto Frà Artémio: «il servizio e l’amore». «Il servizio perché ha dato la sua vita per noi, identificandosi ai più poveri, ai più piccoli.» «L’amore, l’unica forza di Dio.» Quando Egli arriva seduto su un asino, gli abitanti di Gerusalemme non riconoscono la regalità di Gesù. «Non basta – ha proseguito Frà Artémio – prendere dei ramoscelli e cantare “Osanna, o figlio di Davide.” Bisogna, come lo ricorda Paolo “avere gli stessi sentimenti che furono nel Cristo Gesù”» (Fil 2,5). Vivere da cristiani è servire e amare i propri fratelli. L’amore si manifesta nell’accoglienza, nell’accompagnamento, nell’apertura del cuore, nella dignità resa a ogni uomo. Il vivere da cristiani si manifesta nel perdono e nella misericordia. Dobbiamo seguire l’esempio di Cristo che «è passato facendo il bene» (Ac 10,38). È un esempio che San Francesco ha lasciato ai suoi discepoli, un esempio che Papa Francesco rinnova per la Chiesa. Questo stesso giorno, finché non inizia la messa al santuario di Betfage, una comunità cristiana ha già inaugurato la processione delle Palme: quella dei lavoratori immigrati indiani residenti in Israele. Approfittando dello Shabbat, loro giorno di congedo settimanale, si sono riuniti in varie centinaia, sull’invito di Frà Jay, il loro cappellano, per andare a piedi fino in città. Domani, inizierà a Gerusalemme la Grande settimana, la Santa settimana. In comunione con la Chiesa universale, la Custodia di Terra Santa prosegue il suo cammino verso Pasqua mettendo i suoi passi nei passi di Cristo, in senso proprio e figurato. www.custodia.org

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Cronaca Custodiale della Custodia Iniziata la Lunga Settimana a Gerusalemme con la festivitĂ  delle Palme Gerusalemme, 24 marzo

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ora mattutina della celebrazione di quest’anno non ha scoraggiato i numerosi pellegrini dall’unirsi alla benedizione e alla Messa delle Palme tenute stamane al Santo Sepolcro. Alle 6,30 il patriarca latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine Mons. Fouad Twal, preceduto dai Francescani della Custodia di Terra Santa e dai seminaristi del Patriarcato, ha fatto il suo ingresso solenne nella basilica dove lo aspettava, alla pietra dell’unzione, il superiore francescano Fra Fergus Clarke. L’orario mattutino ha permesso all’assemblea di assistere alla benedizione delle Palme davanti alla Tomba vuota, cui è seguita la bella processione sulle note degli «Osanna al Figlio di Davide». Dopo i tre giri intorno all’edicola, l’assemblea si è diretta verso l’altare dell’apparizione a Maria Maddalena per lasciare la zona nei pressi della tomba, alle

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confessioni cristiane ortodosse che, secondo il calendario giuliano, celebrano oggi la prima domenica di Quaresima. Con grande stupore dei pellegrini presenti, la Passione, cantata in latino da tre frati francescani, è stata in parte coperta dal suono delle campane armene e, poi, dal canto dei copti. Nonostante ciò, grazie ai libretti liturgici distribuiti in gran numero, i numerosi sacerdoti e fedeli hanno potuto seguire attentamente e raccogliersi al momento della celebrazione della messa. Nel pomeriggio migliaia di pellegrini, 35.000 secondo la polizia, si sono ritrovati sui pendii del Monte degli Olivi per vivere la tradizionale processione delle Palme che commemora l’ingresso messianico di Gesù nella Città Santa. Nella settimana dal 25 marzo al 1° aprile, il


Ministero del Turismo israeliano stima che gli ingressi di pellegrini nel Paese per le festività della Pasqua, saranno superiori ai 150.000. Domani, 25 marzo, inizia anche la Pasqua ebraica, la festa di pellegrinaggio più importante dell’anno. La processione delle Palme è iniziata alle 14,30 al Santuario francescano di Betfage. Il Patriarca latino, accompagnato dal Nunzio apostolico, diversi Vescovi e Ordinari di Terra Santa, dal Custode di Terra Santa, cui seguivano i Consoli Generali delle Nazioni protettrici dei Luoghi Santi e altri diplomatici. «Non siate mai uomini e donne tristi! Il cristiano non deve esserlo.” È la dichiarazione di Papa Francesco questa mattina a Roma durante la sua omelia in piazza San Pietro. Il messaggio è giunto a Gerusalemme, bastava veder sfilare la folla colorata dei fedeli, venuta dal mondo intero, che ha danzato, cantato, riso. Giunti a Sant’Anna, luogo d’arrivo della processione, Sua Beatitudine Mons. Twal si è rivolto

alla folla numerosa “venuta dall’intera Palestina e Israele, oltre che dal resto del mondo intero.” “Noi siamo qui da discepoli; rifiutiamo di essere semplici spettatori, ma scegliamo d’incoraggiare e assumendoci il nostro ruolo nella missione di portare un nuovo messaggio d’amore e di pace.” “Gesù, Principe della Pace, entra in Gerusalemme, la città che non ha mai conosciuto la pace. La nostra processione non deve fare paura: non ci sono soldati, né carri armati, ma soltanto credenti che portano in mano ramoscelli d’olivo e palme, simboli di pace e di gioia.” “Gesù vuole essere accompagnato da credenti e fedeli che amano la pace e la giustizia.” “Semplicità, umiltà, pace e gioia sono il segno del nostro rifiuto alla violenza.” “Tutti insieme continuiamo a pregare per la pace in Terra Santa.” La gioia della giornata si è prolungata con la sfilata dei gruppi scout, di tutte le confessioni cristiane, lungo le mura della Città Vecchia, tra la Porta dei Leoni e la Porta Nuova. www.custodia.org

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Cronaca Custodiale della Custodia La settimana Santa Gerusalemme, 25-31 marzo 2013

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Francescani della Custodia vivono la Settimana Santa con una particolare solennità nei Santuari di Terra Santa che custodiscono. Questo martedì, a Gerusalemme, due celebrazioni mattutine hanno permesso ai frati e ai fedeli, che si sono uniti a loro, di ascoltare per la seconda volta il canto della Passione. Dopo la Domenica delle Palme, all’altare dell’Apparizione a Maria Maddalena, oggi al Santo Sepolcro, davanti alla tomba vuota, la Passione secondo Matteo si è alzata durante la Messa solenne, verso le volte dell’edificio. La melodia, particolarmente suggestiva e ben cantata, è risuonata nella Basilica quasi vuota e silenziosa. La bellezza del canto, ha invitato al silenzio alcuni gruppi che stavano entrando, fermandosi qualche minuto prima di proseguire silenziosamente la loro visita. La messa è proseguita nella stessa atmosfera di sereno raccoglimento. Lo stesso canto è risuonato, in modo non meno solenne, al Convento della Flagellazione. Fra Claudio Bottini, ha presieduto la Messa concelebrata dal Vicario custodiale, Fra Artemio Vìtores e dal Maestro dei novizi, Fra Noël Muscat. La Messa era servita dai frati del Seminario, arrivati numerosi per unirsi alla Comunità dello Studium Biblicum Franciscanum. Alcuni fedeli locali e pellegrini, a Gerusalemme per vivere la Settimana Santa con la Custodia, hanno potuto prendere posto nella cappella e al suo esterno, dove erano stati preparati alcuni banchi per accoglierli. Dopo uno spuntino fraterno, ciascuno è ripartito, impregnato dalla dolce melodia della Passione, per continuare il suo cammino verso la Pasqua.

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ercoledĂŹ Santo, la Custodia ha proseguito il suo cammino verso il Triduo Pasquale recandosi al Getsemani per ascoltare ancora una volta il canto della Passione. Per accogliere i frati, le campane della Basilica hanno suonato a tutto spiano. Dopo aver attraversato il giardino degli ulivi, nella

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penombra della Basilica, davanti alla pietra su cui si ricorda il tempo di preghiera e d’angoscia di Gesù, ma anche la consegna della sua volontà a quelle del Padre suo, si è svolta la messa. L’Eucaristia è stata presieduta da Fra Marcelo Cichinelli, cerimoniere della Custodia e concelebrata dal Vicario custodiale, Fra Artemio Vìtores, dal Visitatore canonico, Fra Renato Beretta insieme a una trentina di sacerdoti. Presenti alla celebrazione numerosi frati francescani e un centinaio persone


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Cronaca Custodiale della Custodia

tra fedeli locali e pellegrini. Al momento del canto della Passione secondo Luca, dopo la menzione dell’agonia di Gesù, il narratore si è chinato verso la roccia per baciarla. Poter far memoria, durante la Settimana Santa, degli avvenimenti della Passione di Gesù proprio dove si sono compiuti, è una grazia legata ai Luoghi Santi. Una grazia che conferisce

La venerazione della colonna Gli inni dei fedeli si levano nella Cappella dell’Apparizione al Santo Sepolcro. Lo spazio è gremito in questo mattino speciale a Gerusalemme: è il mercoledì che precede la Pasqua e qui, come da secoli, si venera la colonna ritenuta da una certa tradizione come quella della flagellazione di Gesù. Francescani e pellegrini si mettono in coda e attendono uno ad uno il proprio turno per baciare questa colonna, preziosa reliquia della Passione di Cristo. La liturgia, presieduta da Vicario Custodiale P. Artemio Vitores, è intensa e solenne. Dopo i canti è il silenzio a ricordare uno dei momenti più dolorosi del Vangelo qui, a pochi passi dalle strade della Via Dolorosa. La venerazione della colonna si svolge alcune ore dopo la celebrazione della Passione al Getsemani e al Santo Sepolcro ed è un rito antichissimo. La prima a darne notizia è nel IV secolo la pellegrina Egeria, secondo la quale la liturgia della colonna si celebrava allora il Venerdì santo al Cenacolo. Solo nel XIV secolo la colonna venne spostata al Santo Sepolcro. www.custodia.fmc.org

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alla preghiera una densità particolare. Questo gesto di venerazione sulla roccia, nel cuore del Santuario, è stato compiuto, in silenzio, anche dai numerosi fedeli e pellegrini alla fine della celebrazione. Questo pellegrinaggio al Getsemani è talmente importante che il Giovedì Santo, i momenti essenziali della giornata saranno dedicati alla Messa che commemora l’istituzione dell’Eucaristia, celebrata con Il Patriarca insieme ai numerosissimi sacerdoti nel Santo-Sepolcro e, più tardi, nel pomeriggio con un pellegrinaggio al Cenacolo. La serata del Giovedì Santo, la Chiesa di Gerusalemme si riunirà di nuovo al Getsemani, per vivere l’Ora Santa.

Dal Cenacolo a San Marco, passando dalla cattedrale di San Giacomo

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a San Salvatore, i frati della Custodia si sono recati al Cenacolo, in processione insieme al Padre Custode. I tradizionali kawas aprono il passaggio nelle strade molto animate di Gerusalemme poiché, anche gli ebrei festeggiano questa settimana la loro Pasqua, Pessah. Al Cenacolo, eccezionalmente affollato, dopo la lettura della lavanda dei piedi, il Custode si è inginocchiato per lavare i piedi di dodici bambini della parrocchia di San Salvatore, riproducendo i gesti del Salvatore, accompagnato dal canto dei numerosi fedeli presenti. Poi, tutti si sono recati nella Cattedrale armena di San Giacomo poi nella chiesa armena di San Michele Arcangelo. Il padre Artemio ne ha approfittato per ricordare i legami che uniscono i francescani alla Comunità armena, che, nel 1551, ha accolto per otto anni i francescani espulsi dal Cenacolo. Infine, il corteo si è incamminato verso la Cappella siriana di San Marco, dove i siriani ortodossi situano il luogo della Pentecoste: il solo luogo dove furono commemorati gli avvenimenti legati al Cenacolo, negli anni che seguirono l’espulsione dei frati.


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Cronaca Custodiale della Custodia

L’Ora Santa al Getsemani

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lla gioia del pellegrinaggio è seguita, al calar della notte, la gravità dell’Ora Santa al Getsemani. La Basilica non ha potuto accogliere la grande folla di fedeli che desiderava «vegliare con Gesù», nel luogo in cui, la vigilia della Passione, Egli fu assalito dall’angoscia. Fedeli di tutti i continenti hanno preso posto nella basilica delle Nazioni, le letture, come le preghiere, sono state pronunciate in più di dieci lingue. La lettura dei passi del Vangelo è stata alternata da periodi di silenzio e da preghiere fatte in grande raccoglimento. A conclusione di questa veglia di preghiera, alcuni fedeli sono rimasti per proseguire la loro preghiera. Mentre una grande folla si è recata in processione, alla luce delle torce, attraverso la Valle del Cedron, fino a San Pietro in Gallicantu, dove Gesù fu

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imprigionato prima di essere consegnato a Pilato. Il silenzio è nuovamente sceso nella notte di Gerusalemme.

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Gerusalemme, il Venerdì Santo si fa memoria della Passione e della Morte di Cristo nel luogo detto Golgota, ora all’interno della Basilica del Santo Sepolcro. Davanti alle reliquie del legno della Croce, esposte, sfilano in silenzio, celebranti fedeli e pellegrini. È un momento affollato ma raccolto, in cui la Chiesa, contemplando la Croce, commemora la propria missione di estendere al mondo gli effetti salvifici del sacrificio di Cristo. Venerdì è anche il giorno della Via Dolorosa. Le strade della Città Vecchia di Gerusalemme sono percorse, a tutte le ore, dai gruppi che ripercorrono le quattordici stazioni della Passione, camminando sui passi di Gesù sulla strada della croce. Un rito


antico, una tradizione che risale ai primi secoli del cristianesimo. Un’eredità raccolta dai francescani che ogni venerdì mantengono viva questa tradizione. Anche quest’anno, come ogni Venerdì Santo, numerosi pellegrini e fedeli si sono uniti ai frati della Custodia per seguire attraverso le stradine tortuose e affollatissime della Città Vecchia, la processione e commemorare la Passione di Cristo, lungo la Via Dolorosa e fino al Santo Sepolcro. Al ritorno dalla Via Crucis, nel Convento di San Salvatore, ciascuno vivrà il silenzio della morte di Gesù a modo suo, preparandosi a ritornare al Santo Sepolcro la sera per celebrare l’ufficio del Funerale di Cristo, presieduto Custode di Terra Santa e partecipato da una folla impressionante. www.custodia.org www.custodia.fmc.org

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Cronaca Custodiale della Custodia Domenica di Pasqua: come Pietro e Giovanni, vedere la tomba vuota Gerusalemme, 31 marzo

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omenica 31 marzo. Migliaia di persone, secondo i dati della Polizia, hanno assistito alla Messa solenne di Pasqua al Santo Sepolcro presieduta dal Patriarca Latino, Sua Beatitudine Fouad Twal; la maggior parte pellegrini venuti per l’occasione. Mentre i fedeli arabi di Gerusalemme si sono uniti alla gioia della Resurrezione durante la Messa parrocchiale nella Chiesa di San Salvatore. Dopo l’entrata solenne, il Patriarca ha concelebrato la Messa, insieme a Mons. Kamal Batish e Mons. Ilario Antoniazzi (ordinato Vescovo di Tunisi lo scorso 16 marzo), ai sacerdoti di Terra Santa altri venuti in pellegrinaggio. Questa Pasqua, la più tranquilla dopo anni, sempre secondo la Polizia, come tradizione è stata celebrata in latino, i canti sono stati animati dal coro del Magnificat. Il Patriarca, dopo aver proclamato il Vangelo, durante l’omelia, ha parlato di quanto la

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fede sia essenziale. «La tomba vuota, così come si vede oggi, segna l’inizio del cammino di fede. Questa fede – la nostra fede – si appoggia sulla testimonianza degli Apostoli. A noi è chiesto di credere senza vedere: “Beati coloro che hanno creduto senza vedere.” (Gv 20,29.)» Ma a Gerusalemme, i cristiani possono trovare la Tomba vuota, lasciandosi prendere dall’«assenza reale» del Cristo, che la morte non ha potuto trattenere. Un’esperienza unica, come ha sottolineato il Patriarca. Pur nella gioia di Pasqua, la Custodia di Terra Santa non dimentica i suoi fratelli della Siria, molto provati, come l’intera popolazione, dal conflitto che insanguina il Paese. Con grande emozione i Frati hanno ricevuto, dai confratelli che vivono in Siria, gli auguri di Pasqua insieme a brevi notizie. Citiamo la frase scritta da Padre Halim Noujaim: « Sembra che questo calvario non abbia fine » ma che termina: «Di nuovo auguri di Buona Pasqua.» La Custodia, particolarmente unita in preghiera per la situazione della Siria, non può che far sue le

parole di Papa Francesco pronunciate nel messaggio Urbi et Orbi di questa mattina, in cui chiedeva la pace per tutti i paesi in conflitto, specialmente per il Medio Oriente: «E così domandiamo a Gesù risorto, che trasforma la morte in vita, di mutare l’odio in amore, la vendetta in perdono, la guerra in pace. Sì, Cristo è la nostra pace e attraverso di Lui imploriamo pace per il mondo intero. Pace per il Medio Oriente, in particolare tra Israeliani e Palestinesi, che faticano a trovare la strada della concordia, affinché riprendano con coraggio e disponibilità i negoziati per porre fine a un conflitto che dura ormai da troppo tempo. Pace in Iraq, perché cessi definitivamente ogni violenza, e, soprattutto, per l’amata Siria, per la sua popolazione ferita dal conflitto e per i numerosi profughi, che attendono aiuto e consolazione. Quanto sangue è stato versato! E quante sofferenze dovranno essere ancora inflitte prima che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi?». In comunione di fede, i Frati della Custodia, augurano ai lettori di queste pagine, una buona e Santa festa di Pasqua! www.custodia.org

L’omelia del Patriarca per la Messa di Pasqua Gerusalemme, 31 marzo Eccellenze, Cari confratelli nell’episcopato e nel sacerdozio, Cari amici, Buona Pasqua a tutti! Cristo è veramente risorto! Alleluia! Pasqua è una festa di luce: il Signore risorto ci illumina, dona ai nostri cuori una gioia immensa ed una grande speranza, riempiendoli con il suo amore. Oggi il vangelo ci mette di fronte alla corsa di Pietro e Giovanni, che seguono Maria Maddalena,

verso la tomba dove era stato deposto il corpo di Gesù. Ma là trovano la tomba vuota, le bende e il sudario, piegato in un luogo a parte. Subito Giovanni “vide e credette” che Gesù non era stato portato via, ma che era risorto. La fede è un dono ed è allo stesso tempo personale. Per nutrire, alimentare la nostra fede abbiamo bisogno di curare la nostra personale relazione con Dio. La fede si alimenta grazie alla preghiera nel segreto del cuore, davanti ad una “presenza assente”, testimoniata dalla tomba vuota. La tomba

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vuota, come si vede oggi, è il cammino di fede che inizia. Questa fede – la nostra fede – si basa sulla testimonianza degli Apostoli. Ci viene chiesto di credere senza vedere “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno” (Gv 20, 29). La risurrezione è il centro della fede cristiana: “Se Cristo non è risorto, vana è la nostra fede” (cfr. 1 Cor 15,17). Tuttavia, cattolici, ortodossi e protestanti celebrano la Pasqua in date diverse. Sappiamo che la divisione non viene da Dio. È per questo che nella nostra Diocesi di Terra Santa abbiamo deciso, con l’eccezione di Gerusalemme e di Betlemme, di considerare la data di Pasqua dei cattolici secondo il calendario giuliano affinché le famiglie di confessioni miste possano celebrare questo mistero insieme. Come gà avviene in Giordania, in Siria e in Egitto. Una celebrazione comune solenne

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e gioiosa della Risurrezione del Signore da parte di tutti i cristiani in Terra Santa può divenire una testimonianza credibile ed autentica dell’appello di Cristo alla comunione, e della nostra risposta a questa chiamata … Non è una decisione facile quella di unificare la data della Pasqua, tuttavia è un primo passo verso la piena unità che dobbiamo avere sempre a cuore nelle nostre preghiere. In questo Anno della fede, che si presta molto bene a questa sfida, c’è bisogno di ravvivare la nostra fede e il nostro entusiasmo. L’evangelizzazione, attraverso la carità, l’amore per il prossimo e la semplicità, sembra essere una priorità anche per il nostro nuovo Papa Francesco. Il nostro Papa argentino viene da un continente che conta il 40% dei cattolici di tutto il mondo, in cui però la posizione della Chiesa è contestata


da gruppi evangelici e i rapporti con il mondo politico sono un po’ tesi. Lo Spirito Santo che ha sconvolto tutte le previsioni, ci ha donato un Papa la cui opera si trova da diversi anni in linea con gli orientamenti dell’ultimo Sinodo sulla “nuova evangelizzazione”. Nel suo primo discorso ai fedeli, il Santo Padre ha chiesto di “intraprendere un cammino di fratellanza, di amore e di evangelizzazione”. Egli avrà modo di ritornare sulle conclusioni del Sinodo sulla nuova evangelizzazione, preparandone il documento finale. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù ci dice che Egli è la luce; chi segue il Signore “non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). Il Signore invita noi cristiani ad essere luce per il mondo, a portare la luce della speranza in mezzo alla violenza, alla sofferenza, alle guerre, alle ingiustizie. Egli ci invita a portare la luce della fede nella nostra regione del Medio Oriente, lì dove il cristianesimo è nato, dove è nata la Chiesa Madre di Gerusalemme – dove è nato ogni cristiano. È per questo che la nuova evangelizzazione, per essere moderna ed efficace, deve ripartire da Gerusalemme: - Ripartire dalla prima comunità cristiana, assidua nella lettura della Parola di Dio, nello spezzare il pane e nella solidarietà. - Ripartire dalla prima comunità radicata nella persona di Cristo, che aveva una causa per cui essere disposti ad affrontare ogni sacrificio fino al martirio. A tutti i pellegrini del mondo rinnovo così il mio invito a venire in Terra Santa, in primo luogo a Papa Francesco, che sarà il benvenuto. Venite anche voi come Pietro e Giovanni a vedere la tomba vuota. Il pellegrinaggio ai Luoghi Santi e alle “pietre vive” è un ottimo modo per ravvivare la nostra fede e quella dei pellegrini. Consente una migliore conoscenza del quadro culturale, storico e geografico, in cui si sono compiuti i misteri in cui noi crediamo, il più importante dei quali è la

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solennità che si celebra oggi: la risurrezione. Il pellegrinaggio in questi luoghi è un’occasione di incontro personale con Gesù. In questo senso, i cristiani di Terra Santa sono la memoria collettiva vivente della storia di Gesù. E devo dire anche che i cristiani di Terra Santa hanno bisogno degli altri credenti, delle loro preghiere e della loro solidarietà; la presenza dei pellegrini è in effetti una reale testimonianza di fede e di comunione con la nostra Chiesa del Calvario. La nostra Chiesa vive in un Medio Oriente che soffre. L’Anno della Fede risponde così a problematiche specifiche. In primo luogo, penso a tutte le vittime e a tutti i rifugiati siriani fuggiti nei paesi vicini ed in particolare, per quanto riguarda la nostra Diocesi, in Giordania, ma anche a tutti i cristiani di Terra Santa che sono tentati di emigrare. Al nostro “piccolo gregge” desidero ripetere ancora una volta che la festa della risurrezione è un motivo di speranza per un mondo afflitto da profonde tragedie spesso causate dalla violenza umana. A Pasqua le croci della nostra vita non sono sparite. Dio non le ha eliminate, ma ha aperto un cammino in mezzo alla sofferenza e vuole aprirlo ogni giorno per noi. Vivere da cristiani in Medio Oriente non è una scelta, ma una vocazione. Si deve passare attraverso la croce per conoscere la risurrezione. “Spesso la Croce ci fa paura, perché sembra essere la negazione della vita. In realtà, è il contrario! Essa è il ‘sì’ di Dio all’uomo, l’espressione massima del suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna. Infatti, dal cuore di Gesù aperto sulla croce è sgorgata questa vita divina, sempre disponibile per chi accetta di alzare gli occhi verso il Crocifisso”, ci ha detto Benedetto XVI durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid. Dal mattino di Pasqua, la speranza cristiana è senza limiti. Non c’è notte così oscura che non possa essere illuminata da Colui che è il Vincitore del sepolcro. Non ci sono più terre da riconquistare, ma i cuori. Cuori che devono essere educati a quella

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pace che il Signore ci dona e che ci rende persone di pace. Invito ancora una volta la comunità internazionale a non limitarsi ai discorsi e alle visite, ma a prendere decisioni concrete ed efficaci per trovare una soluzione giusta ed equilibrata alla causa palestinese, che è all’origine di tutti i problemi del Medio Oriente. Nel novembre 2010, ho incontrato personalmente il Papa in Argentina e abbiamo potuto ricordare la situazione della diaspora dei cristiani del Medio Oriente in America Latina. L’Argentina ha accolto molti emigrati dal Medio Oriente. Il Papa era ben consapevole del problema costituito dall’emigrazione dei fedeli dalla Terra Santa, anche perché allora era ordinario per i fedeli di rito orientale residenti nel suo paese. Sono convinto che il Santo Padre continuerà con forza e determinazione il lavoro di Benedetto XVI in favore della pace in Terra Santa, e di un avvicinamento tra i popoli e le religioni del mondo. Qui in Terra Santa, profonda è la nostra comunione con il Santo Padre ed assoluta la nostra fiducia. Conosciamo personalmente tutto l’interesse e tutti gli sforzi per la pace portati avanti dalla Santa Sede in favore del nostro Patriarcato e della Terra Santa. In quanto cristiani, siamo uomini e donne di speranza. “Non c’è niente di nuovo sotto il sole”, ci dice il primo capitolo dell’Ecclesiaste … Qui tuttavia Colui che fa nuove tutte le cose (cfr Ap 21, 5) e che era morto, è risorto: Egli ha vinto la morte ed ha aperto per tutti gli uomini il cammino verso l’eternità. Cari fratelli e sorelle, vi esprimo i miei più cordiali auguri di Buona Pasqua, di una Pasqua gioiosa: sia l’occasione di una bella risurrezione di noi stessi, delle nostre Chiese e della nostra Terra Santa. Che in questo mattino di Pasqua possa germogliare una nuova primavera. Che questa festa piena di luce della Risurrezione di Cristo vi porti la benedizione del Signore! Amen. Fouad Twal, Patriarca


Il Santuario di Emmaus, gremito di fedeli e pellegrini Gerusalemme, 1 aprile

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ome ogni anno, gli abitanti d’Al Qubeibeh, l’Emmaus biblica, sono stati sorpresi di vedere tanti autobus e automobili parcheggiati in prossimità del Santuario. Centinaia, i fedeli locali, giunti da Gerusalemme e varie località della Cisgiordania e Israele, oltre a pellegrini provenienti da diversi Paesi – Spagna, Italia, Polonia, Francia …– riuniti per celebrare l’ultimo giorno delle celebrazioni pasquali, proprio nel luogo in cui Gesù, dopo la sua passione e morte, apparve a due discepoli, affinché anche loro comprendessero che la voce messa in circolazione fosse vera: Egli era veramente risorto! La Chiesa era gremita di fedeli e pellegrini venuti per assistere alla tradizionale Messa solenne celebrata dal Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa. Nonostante le moltissime sedie sistemate intorno alla navata, tanti fedeli hanno dovuto seguire in piedi la cerimonia; ma l’allegria di questa giornata pasquale, ha alleviato la fatica di assistere, un po’ scomodamente, all’Eucaristia.

Nel vecchio seminario minore francescano, trasformato per l’occasione in refettorio, è stato servito un pranzo molto semplice, condiviso da frati e fedeli rimasti. Comunione fraterna, di cui il luogo stesso è simbolo. Per molti pellegrini, questa Messa ha concluso il pellegrinaggio iniziato, una settimana prima, con la domenica delle Palme. Prima di lasciare Al Qubeibeh direttamente per l’aeroporto, hanno potuto gustare il picnic nei giardini del Convento. Qualcuno ha approfittato della bellezza del posto, situato su una collina, per godere il panorama o passeggiare nei dintorni. Dopo pranzo i fedeli sono rientrati nel Santuario, dove nessuno, è rimasto in piedi per la celebrazione dell’Ufficio dei Vespri. Una celebrazione simbolica, in cui, alla fine dei cantici è succeduto il commovente suono delle campane che ha risuonato per tutta la vallata. Terminato l’Ufficio, il Custode di Terra Santa, salito nella macchina che lo riportava a Gerusalemme, è

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Cronaca Custodiale della Custodia Lunedì dell’Angelo ad Emmaus Qubeybeh

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l giorno dopo Pasqua non è una gita fuoriporta per i tanti cristiani che vanno ad Emmaus Qubeybeh. Questo luogo, in cui si fa tradizionalmente memoria del manifestarsi del Signore dopo la Resurrezione è oggi, a differenza di un tempo, particolarmente difficile da raggiungere. Tutti hanno avuto bisogno di un permesso per superare il check point… e giungere fin qui. E cosi’ oggi e’ una grande festa soprattutto per i tre francescani che abitano qui e che non vedono fedeli per tutto l’anno: le porte del convento, diventato ormai una clausura, come ci dicono sorridendo i frati, si aprono per accogliere centinaia di persone. Padre Fadi, guardiano del santuario, saluta i numerosi ospiti, ricordando come quello dei discepoli di Emmaus con Gesù rappresenti l’incontro con un avvenimento. La celebrazione presieduta dal Custode di Terra Santa si conclude con la consegna del pane: 800 pagnotte consegnate una a una a frati, pellegrini o semplici fedeli, che attraverso questo gesto si sentono “ardere il cuore” come accadde duemila anni fa. Donna araba “È la prima volta che vengo qui. Quando sono entrata in chiesa, ho sentito sobbalzare il cuore. Dopo aver sentito la storia di questo luogo, mi sono inginocchiata”. Uomo italiano “Ringraziamo il Signore oggi per questo luogo che i francescani hanno gelosamente custodito e che continuano con fedelta’ e con perseveranza a mantenere” E la gioia della festa cresce in questo luogo che sopravvive a una storia recente così martoriata. Un luogo ormai inaccessibile a pellegrini e cristinani locali, come ricorda padre Pierbattista Pizzaballa, ma un luogo che continua a parlare: “Ci dice questo posto, nonostante tutte le difficoltà, che dobbiamo continuare a spezzare il pane”.

stato salutato con festosi applausi. L’automobile del Custode, seguita dalla carovana di autobus, sfruttando l’autorizzazione concessa dall’amministrazione civile del Ministero della Difesa israeliano, ha potuto passare dal check-point militare di Al Tib, accorciando il tragitto del ritorno a Gerusalemme. Passare dal check-point di Qalandia, passaggio principale tra Cisgiordania e Gerusalemme, avrebbe allungato il viaggio di qualche ora. La celebrazione di Emmaus, è un giorno di festa gioioso, che consente ad ognuno di sperimentare, in modo personale, la Resurrezione e la riapparizione pubblica di Gesù. Segnati da questa irripetibile giornata, al momento della partenza, numerosi pellegrini si sono proposti di incoraggiare familiari,

amici e conoscenti a venire in Terra Santa l’anno prossimo per vivere, a loro volta, un’esperienza così piena di emozioni.

Rivivi la Settimana Santa a Gerusalemme seguendo i servizi video del Franciscan Media Center 54 | FdC | Marzo 2013

Julio de la Guarda www.custodia.org


Varie I francescani salutano Francesco alcune testimonianze Papa Francesco e la gioia dei francescani di Terra Santa, in particolare di chi condivide con il nuovo Santo Padre le proprie origini. P. Carlos Gabriel Molina, ofm - Argentina “Una gioia perchè ama molto i francescani, una gioia perchè ama molto la Terra Santa, una gioia perchè è un religioso, un gesuita … e anche una gioia per noi argentini, un Paese una volta così cristiano … ma credo che, come in tutto il mondo, la religione stia passando un momento forte e aiuterà moltissimo i nostri cristiani, la spiritualità del nostro Paese e i nostri politici che hanno bisogno di riflettere perchè, questa non è stata un’elezione umana o materiale ma un’elezione divina e questo ci dovrebbe aiutare a capire come dobbiamo comportarci, non soltanto con Cristo ma anche con il popolo, con la gente, tra di noi” Fra Hugo Castro, ofm - Messico Nei giorni della sede vacante, i francescani hanno riservato all’elezione del Pontefice una invocazione speciale nella Via Crucis del Venerdì e celebrato una messa per invocare la discesa dello Spirito Santo sul Conclave, proprio presso il Cenacolo, dove lo Spirito scese sugli Apostoli. Fra Gil Abad Noriega, ofm - Messico “Ovviamente siamo molto contenti, tutti coloro che appartengono all’America Latina perchè, come sappiamo, per la prima volta il papa è di madrelingua spagnola. Tutti ci auguriamo un rinnovamento, un cambio nella Chiesa. Siamo con il Papa in preghiera e nell’evangelizzazione” “Abbiamo visto il suo atteggiamento dall’inizio, molto umile. Ci ha chiesto prima la preghiera per lui, anzichè dare la benedizione prima. Siamo sorpresi anche dal nome, Francesco. Gli auguriamo tutto il bene e continuiamo a pregare a vicenda, come lui ha chiesto” Si è pregato insieme per Papa Francesco anche nella pellegrinazione quaresimale, nuovo passo del cammino verso la Pasqua, che questa volta ha portato frati e fedeli a Betania, dove si fa memoria della Resurrezione di Lazzaro. Anche padre Giorgio Vigna che ha presieduto la celebrazione, ha sottolineato l’umiltà del suo inchino al popolo di Roma e la sua richiesta di preghiera vicendevole. Mentre il Vicario della Custodia, più tardi, ci ha raccontato il suo legame con la Terra Santa.

P. Artemio Vitores , ofm Vicario Custodia di Terra Santa “Il nostro desiderio è che il Papa possa sentire che la sua casa è anche qui, in Terra Santa. La Chiesa nasce qui, a Gerusalemme, sul Calvario e nel Cenacolo e la nostra Custodia, in fondo, non è altro che la custodia dei Luoghi Santi in nome del Papa. Per questo, in un certo senso, noi siamo tutti suoi figli e servitori e saremo al suo servizio e al servizio della missione della Chiesa”. www.fmc-terrasanta.org

Papa Francesco I un intellettuale umile “Una giornata di perfetta letizia” In questi giorni di attesa per la nomina del Pontefice, nella mattinata di ieri, ho ricevuto una telefonata in cui si chiedeva il mio parere: da che parte del mondo poteva cadere la scelta del nuovo pontefice? Io risposi: dal Sud America! Il mio interlocutore mi chiese: si chiamerà Francesco? La risposta a questa domanda è giunta al termine di mercoledì 13 marzo 2013, una data che passerà alla storia, perché la Santa Romana Chiesa ha proclamato il 266 Pontefice: Jorge Maria Bergoglio, argentino, Papa Francesco I. Papa Francesco ha scelto un nome semplice e di grande testimonianza evangelica, come lo è stato San Francesco d’Assisi che, con il dialogo, la preghiera e la carità ha diffuso l’annuncio del Vangelo e il francescanesimo nel mondo. Dal termine del pontificato del grande Papa Benedetto XVI, il mondo intero e la stampa internazionale, ha fatto mille supposizioni diverse, ma tutti concordi nel dire che la Chiesa aveva bisogno di rinnovamento, di un segno forte. Penso che lo Spirito Santo, abbia veramente illuminato la scelta dei Cardinali riunitisi in Conclave, poiché il nome dell’argentino Bergoglio, Papa Francesco non era mai stato accennato. La Santa Chiesa di Roma per la prima volta ha un Papa che arriva dal Sud America, dall’Argentina, lontana terra quasi alla fine del mondo! Per la prima volta un Gesuita, e per la prima volta un Papa che si chiama Francesco! Il saluto del nuovo Pontefice Francesco, ha colto di sorpresa il mondo intero, poiché non pronuncia alcun discorso, ma semplicemente, rivolgendosi alla folla riunita in trepida ed emozionata attesa a Piazza San Pietro, ringrazia tutti, chiede umilmente di pregare e, insieme a tutti i presenti in piazza e tutti quelli davanti ad uno schermo, o in ascolto alla radio, riparte dalla preghiera invocando il Padre Nostro e mettendo la Chiesa sotto la protezione della Vergine Maria. Parole semplici, che toccano il cuore e fanno subito

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Cronaca Varie Custodiale trapelare il grande carisma di Francesco; creando immediata sintonia e dialogo con il mondo intero, ripartono dalla preghiera, senza dimenticare Benedetto XVI. Papa Francesco, è conosciuto e amato in Argentina, per la sua attenzione ai problemi sociali e alla povertà, come testimonia il nome che ha scelto. Quando fu eletto Cardinale, convinse centinaia di fedeli argentini a non seguirlo a Roma per le celebrazioni, suggerendo di devolvere il denaro che avrebbero speso per il viaggio, ai poveri. In un’intervista trasmessa ieri sera dall’Argentina, una signora di Buenos Aires, ha dichiarato che Papa Francesco, quando era Cardinale a Buenos Aires, utilizzava i mezzi pubblici e, vestito semplicemente da sacerdote, andava in ospedale a trovare gli ammalati. Credo che, dopo il lungo e sorprendente pontificato di Giovanni Paolo II, dopo Benedetto XVI che, con le sue dimissioni, ha lasciato al mondo e alla storia un grande segno di umiltà e di amore per la Chiesa, Papa Francesco aprirà una nuova pagina, una nuova era per la Chiesa. In ogni angolo del mondo, oggi si vive una crisi senza precedenti: la rivoluzione araba ha sconvolto molti Paesi senza trovare una soluzione pacifica; la crisi a Betlemme, rinchiusa dal muro di separazione, persiste ormai da molti anni; la persecuzione dei cristiani dall’Africa, all’India; la pericolosa situazione politica ed economica in cui versano molti Paesi europei e di oltre Oceano… Tutto sembra concentrarsi in un grande bisogno dell’umanità di ripartire da Dio. Oggi, l’uomo ha bisogno di un altro Francesco e lo Spirito Santo ha realizzato questo sogno donando alla Chiesa il nuovo Papa Francesco. Concludo lasciandovi con il canto francescano di San Damiano che, a mio parere, sembra interpretare il semplice augurio di Buon riposo, con cui Papa Francesco ieri ha salutato il mondo intero. Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno, con amore ed umiltà potrà costruirlo Se con fede tu saprai vivere umilmente Più felice tu sarai anche senza niente Se vorrai ogni giorno con il tuo sudore Una pietra dopo l’altra in alto arriverai Nella vita semplice troverai la strada che la calma donerà al tuo cuore puro. E le gioie semplici sono le più belle Sono quelle che alla fine sono le più grandi Dai e dai ogni giorno con il tuo sudore una pietra dopo l’altra in alto arriverai. Fr. Ibrahim Faltas, ofm

Gli auguri del rabbino Rosen al nuovo Papa Nemmeno il Rabbino David Rosen, direttore dell’Anti Defamation League di Gerusalemme, nasconde di essere stato colto di sorpresa dall’elezione di Papa Francesco I. Nell’ottica del rapporto tra Cattolici ed Ebrei, è certamente una sorpresa positiva - racconta Rosen ai nostri microfoni - che parte dalla Città Santa, ma affonda le proprie radici “quasi alla fine del mondo”, in Argentina. “Nella prospettiva della relazione tra Ebrei e Cattolici è una grande gioia, perché lui ha avuto un ruolo importante attraverso l’impegno con la vivace comunità ebraica a Buenos Aires. Il cardinal Bergoglio a Buenos Aires ha partecipato alle celebrazione della comunità ebraica e ad alcune commemorazioni per ricordare la Notte dei Cristalli: da vescovo ha mostrato una profonda solidarietà quando Hezbollah fece un grande attentato alla comunità ebraica che - come ricorderete – ha provocato un gran numero di vittime; ha scritto un libro insieme a un rabbino, di cui è amico personale. È un uomo per cui il rapporto tra cattolici ed ebrei è parte di ciò che lo costituisce, e questo è grande motivo di ottimismo. Penso che ci sia una grande somiglianza tra Giovanni XXIII e Francesco I. Alcuni colleghi americani mi hanno chiesto un parere, e che titolo avrei dato ai miei pensieri. Ho risposto: un “Papa del popolo”, perchè penso che sia veramente il Papa della gente. Un uomo con cui tutti all’interno della Chiesa possono identificarsi, e un uomo dal quale proviene un messaggio di semplicità, che la vita non deve essere complicata, la vita non deve essere elaborata quando si trova la bellezza e la semplicità della fede, dell’integrazione e della moralità. Dobbiamo lavorare molto in Israele, perché tanti ebrei non capiscono quanto grandi, significativi e positivi siano stati i cambiamenti. Per questo sono state così importanti le visite di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI; la maggior parte della gente non legge, o non legge abbastanza, non si documenta. Ma vedono la televisione, guardano le immagini e questo è molto importante. Spero e sono fiducioso che Papa Francesco segua le gesta dei suoi predecessori e che venga in Terra Santa in pellegrinaggio, che incontri la gente, che vada nella sinagoga di Roma, per riaffermare questo speciale e unico legame”.

David Rosen Direttore Anti-Defamation League - Gerusalemme www.fmc-terrasanta.org

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Continua la pietà quaresimale Padre Piotr, responsabile della comunità di Gerusalemme, racconta della Messa in ebraico nella Tomba di Cristo nella Chiesa della Risurrezione (Santo Sepolcro). Nove membri della comunità di Gerusalemme ed un ospite da Giaffa si sono riuniti mercoledì 6 marzo 2013 nella Basilica della Risurrezione per celebrare l’Eucarestia in ebraico. La santa Messa si è tenuta nella Cappella del Sepolcro. Uno dei partecipanti racconta: “Centinaia, forse migliaia di persone visitano questo luogo ogni giorno. Normalmente i pellegrini devono rimanere in fila per mezz’ora o più per entrare per pochi secondi. Noi abbiamo avuto la possibilità di essere nel sepolcro di Gesù per un lungo tempo e di celebrare qui l’Eucarestia. La porta è stata chiusa dietro di noi e l’intero posto era solo per noi. Veramente è un’esperienza rara. Abbiamo pregato per noi stessi e per i nostri cari. La tomba vuota ci deve ricordare che il nostro destino non è la morte. Chi ha fede vive in eterno”. Padre Piotr ha promesso che quest’esperienza si terrà una volta al mese. Tutti gli interessati possono esprimere il loro desiderio di partecipare direttamente a lui e ricevere il calendario dettagliato. www.catholic.co.il

Camminare insieme la Via della Croce Membri delle comunità di lingua ebraica di Gerusalemme e Giaffa hanno percorso insieme la Via della Croce, guidati da padre Apolinary, responsabile della comunità di Giaffa. Sabato 2 marzo 2013, membri delle comunità di Giaffa e Gerusalemme hanno partecipato alla Via Crucis. Questa preghiera tradizionale è un pellegrinaggio attraverso le quattordici stazioni che narrano gli ultimi passi della vita terrena di Gesù (vedi le stazioni qui). Il gruppo di circa 30 persone adulti è bambini si è riunito presso il monastero francescano della Flagellazione per iniziare la preghiera quaresimale speciale. Le meditazioni individuali sono state preparate e lette dai membri delle comunità (sette da Giaffa e sette da Gerusalemme). Le strade affollate della Città Vecchia non sono facili di percorrere, ma il gruppo si è tenuto unito ed si è mosso con determinazione. Il punto finale della preghiera è stata la Chiesa della Resurrezione (Santo Sepolcro), che era pieno di centinaia di pellegrini e turisti. Padre Apolinary ha spiegato qui alcuni momenti della storia della basilica. Questo è stato un altro, ma non l’ultimo, evento della preparazione di quest’anno alla festa della Resurrezione. www.catholic.co.il

cisgiordania 5 marzo

Divisi sul bus

In Cisgiordania monta la protesta contro la creazione da parte di una compagnia israeliana di due nuove linee di autobus per «soli passeggeri palestinesi». Iniziativa che a molti, anche dentro Israele, è parsa un atto di segregazione. Le nuove corse della Afikim hanno iniziato il loro servizio domenica mattina; lunedì notte nella cittadina palestinese di Kfar Qassem (a due passi dal check point di Eyal, che separa Israele e Territori Palestinesi) un incendio ha divorato due autobus della compagnia di trasporti. Non ci sono prove che il rogo sia stato di origine dolosa. Tuttavia la società Afikim opera sulle due nuove linee volute dal ministero dei Trasporti israeliano e il check point di Ayal è proprio il capolinea scelto per gli autobus. Anche per questo, in via precauzionale, la Afikim ha ordinato ai suoi autisti di non far sostare i propri mezzi in città arabe. Era stato il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, alcuni giorni fa, a dare la notizia che il ministero dei Trasporti israeliano aveva annunciato l’istituzione di due linee adibite al trasporto esclusivo di lavoratori palestinesi dai Territori Occupati in Cisgiordania verso Israele. Secondo il ministero la scelta era finalizzata ad alleggerire l’affollamento degli autobus di linea già utilizzati da ebrei e palestinesi. Sulla carta sembrava trattarsi dunque di un semplice «potenziamento» del servizio; tuttavia, molti autisti di autobus intervistati da Yedioth Ahronoth hanno dichiarato che – pur non potendo obbligare nessuno a scendere dall’autobus – avevano avuto istruzioni di chiedere comunque di scendere a tutti i viaggiatori palestinesi che eventualmente fossero saliti sulle vecchie linee «miste», indirizzandoli alle nuove linee; e che, per evitare tensioni, la selezione dei passeggeri sarebbe comunque stata fatta all’entrata degli autobus. Nonostante ufficialmente il ministero sostenga che le nuove linee istituite siano «ordinarie», Yedioth Ahronoth ha anche scoperto che la diffusione della notizia dei nuovi bus sarebbe stata fatta solo attraverso volantini in lingua araba, appesi solo nei villaggi palestinesi toccati dagli autobus. I volantini suggerivano ai palestinesi di recarsi al check point di Eyal (vicino alla città palestinese di Qalqilya) per prendere gli autobus in questione. Dagli uffici ministeriali israeliani difendono il progetto

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Cronaca Varie Custodiale

dicendo che si tratta della risposta più efficace alle lamentele per il sovraffollamento degli autobus fino ad oggi in servizio, sui quali si verificavano tensioni tra passeggeri ebrei e arabi. Una fonte del ministero riferisce che alcuni passeggeri avrebbero temuto per la propria sicurezza; altri denunciavano il fatto che, proprio per l’affollamento dei mezzi, spesso gli autisti saltavano alcune fermate lasciando a terra i passeggeri in attesa. Inoltre, il fatto che le attuali corse non fossero sufficienti a far fronte alla domanda, avrebbe generato la nascita di servizi non ufficiali di pullman che offrivano il servizio prezzi esorbitanti. Infine, sempre stando al ministero dei Trasporti israeliano l’istituzione delle nuove linee sarebbe stata fatta in completo accordo con le autorità palestinesi. Sia come sia, lo scontento resta palpabile: lunedì mattina una rissa è esplosa presso il capolinea di Eyal, dopo che numerosi palestinesi non sono riusciti a salire sugli autobus della Afikim per recarsi al lavoro. Altri si sono lamentati del fatto che il nuovo capolinea è scomodo da raggiungere e lontano dalle abitazioni di molti lavoratori; i nuovi autobus, oltretutto, costituiscano ora l’unica scomoda possibilità di ingresso in Israele. www.terrasanta.net

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Nono incontro per la coordinazione della pastorale dei migranti Martedì 5 marzo 2013 coloro che sono coinvolti nella pastorale della Chiesa cattolica con i migranti si sono incontrati presso il Patriarcato latino di Gerusalemme. Erano presenti coloro che lavorano presso i filippini, gli indiani, gli eritrei/etiopi, gli africani di lingua inglese e di lingua francese, coloro che lavorano con le ONG che si occupano dei richiedenti asilo e due rappresentanti della cappellania carceraria. Era presente anche il parroco di Giaffa. Due sacerdoti hanno partecipato per la prima volta: un francescano indiano ed un prete africano di lingua francese. L’incontro è stato animato dal coordinatore per la Pastorale dei migranti, padre David Neuhaus, Vicario patriarcale per i cattolici di lingua ebraica.

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L’incontro è iniziato con un momento di preghiera guidato da padre Ramzi, parroco di Giaffa.È seguito uno scambio sulle novità dei tre mesi trascorsi dall’ultimo incontro. Questo è stato un momento di condivisione profonda: le gioie ed i dolori di coloro che lavorano con il figli della Chiesa più ai margini. La discussione si è incentrata su diversi temi: • la deportazione/arresto di diversi africani e la dura atmosfera nelle comunità africane, • I criteri per il discernimento dell’opera pastorale tra i migranti: vivere poveramente, inculturazione, servire tutti senza distinzione etnica e linguistica e lavorare in coordinazione, • le dimissioni del Papa e le preghiere nelle comunità dei migranti per il nuovo Papa, • una discussione in preparazione della Pasqua, • un resoconto dalle comunità sull’Anno della Fede e sulle attività che vengono organizzate nelle diverse comunità • I continui sforzi per offrire lezioni di catechismo ai figli degli immigranti, integrati completamente nella società israliana ebraica e di lingua ebraica • la promozione di corsi in preparazione alla Cresima per adulti che non sono stati cresimati • promozione di un’attenzione alla natura sacra del matrimonio e preparazione di coloro che chiedono la benedizione della Chiesa del loro matrimonio. Il prossimo incontro è stato fissato per il mese di giugno. Al termine dell’incontro ognuno dei più di venti partecipanti ha pregato il Padre Nostro nella propria lingua, una bella armonia nella diversità a lode di Dio. www.catholic.co.il


Due mostre sulla scienza presentate a Betlemme, nell’ambito del progetto educativo sostenuto da ATS pro Terra Sancta e AVSI Grazie alla collaborazione di ATS pro Terra Sancta e AVSI, con il patrocinio della Cooperazione Italiana allo Sviluppo, sono state inaugurate l’11 marzo all’Università di Betlemme due mostre scientifiche – già presentate al meeting di Rimini – che raccontano un modo nuovo e appassionato di vivere la matematica e l’astronomia. Le mostre, che rimarranno aperte fino al 15 marzo, si intitolano “Da uno a Infinito. Al cuore della matematica” e “A che tante facelle? La Via Lattea tra scienza, storia e arte”. L’iniziativa fa parte del progetto del Ministero degli Affari Esteri “Sostenere l’emergenza educativa nei Territori dell’Autonomia Palestinese”, sostenuto da ATS pro Terra Sancta e Fondazione Avsi, e proprio l’istruzione è stata protagonista assoluta della giornata di inaugurazione. A presentare le mostre sono stati Michael Sansur, Vice Presidente Esecutivo dell’Università di Betlemme, Davide La Cecilia, Console Generale Italiano per i Territori Palestinesi, Alberto Repossi, responsabile dei progetti per la Fondazione AVSI e Luca Montecchi, Preside del liceo scientifico Sacro Cuore di Milano

e curatore delle mostre. Ognuno di loro ha tenuto un discorso di presentazione e di ringraziamento a tutte le parti coinvolte, ricordando come la scienza sia uno strumento con il quale l’uomo può indagare la realtà che lo circonda e porsi anche delle domande esistenziali sulla propria realtà. Ad ascoltare i discorsi introduttivi, prima di visitare le due splendide esibizioni, erano presenti molti studenti dell’università di Betlemme e anche diversi presidi di scuole secondarie locali, i cui studenti verranno in seguito a visitare le mostre oltre a rappresentanti del Ministero dell’Educazione di Betlemme e Gerusalemme Est. Conclusi gli interventi, dopo una citazione di Pio XII sulla scienza che “quanto più avanza, tanto maggiormente scopre Dio, quasi Egli stesse vigilando in attesa dietro ogni porta che la scienza apre”, è stato tagliato il nastro, e studenti e invitati hanno potuto seguire le due mostre. L’educazione per questi ragazzi e ragazze è uno strumento fondamentale per la loro libertà sui cui, è evidente, bisogna continuare a scommettere. http://www.proterrasancta.org

Obama in Terra Santa Il presidente americano Barack Obama ha visitato la Terra Santa questa settimana. Un tour di tre giorni che l’ha portato in Israele e nei Territori palestinesi. E per tre giorni Gerusalemme è diventata una città serrata; imponente lo spiegamento di forze di sicurezza israeliane e americane, come non si vedeva da tempo neanche in questa zona di conflitto. Dopo gli incontri con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente israeliano Shimon Peres e quello palestinese Mahmoud Abbas, venerdi’ mattina Obama ha visitato uno dei simboli piu’ importanti della cristianita’: la chiesa della Nativita’ di Betlemme. Il Custode di Terrasanta, Padre Pierbattista Pizzaballa, ha accompagnato il presidente americano nel tour della chiesa di Santa Caterina, l’ala cattolica della basilica. Padre Pizzaballa ha descritto Obama come “una persona molto alla mano” e ha raccontato che al momento di congedarsi il presidente ha chiesto di pregare per lui. Insieme a Pizzaballa, ad accogliere Obama a Betlemme erano presenti anche i rappresentanti della chiesa greco-ortodossa e di quella armena insieme al presidente palestinese Mahmoud Abbas e al sindaco di Betlemme, Vera Baboun. Obama aveva già visitato la Terra Santa nell’estate del 2008, ma quello di venerdi’ e’ il suo primo viaggio a Betlemme. www.terrasanta.net

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Cronaca Varie Custodiale

L’esperienza di Beryl e il suo sogno per i cristiani cinesi Lo scorso 14 dicembre è arrivata a Gerusalemme dalla lontana Hong Kong una nuova volontaria: Beryl Chan. La ragazza, di religione cristiana, ha sempre nutrito un grande interesse per lo studio della bibbia; una passione che l’ha condotta due anni fa a seguire un Master Degree in Biblical studies, geography, history and archaeology presso il Jerusalem University College (JUC), istituzione accademica presso la quale si è laureata. Accanto allo studio dei testi biblici ha partecipato a numerosi scavi e a spedizioni archeologiche in collaborazione con la Hebrew University di Gerusalemme a Tiberiade, nella biblica Azor e tra le rovine dell’antica Ir David accumulando una grande esperienza nello studio dei reperti archeologici datati tra l’età del bronzo recente e l’età del ferro. Terminati gli studi, poco prima di ripartire per la sua terra natia, Beryl decise di visitare il museo dello Studium Biblicum e ne fu subito impressionata per i materiali esposti, ma soprattutto perché poté vedere molti degli oggetti studiati nei libri. Decise, quindi, di chiedere al direttore del museo, padre Eugenio Alliata, di poter tornare per rendersi utile e sfruttare al meglio le sue conoscenze. Nei primi tre mesi di collaborazione Beryl si è occupata dell’inserimento delle immagini dei reperti all’interno del database multimediale provvedendo anche ad un suo successivo riordino. Durante questo periodo ha approfondito l’esplorazione di Gerusalemme, una città che le piace molto per l’importanza sia storica, sia

religiosa. Vivere e studiare qui rafforza la comprensione dei testi evangelici, lo studio mentale si trasforma in conoscenza visiva dei luoghi e delle realtà in cui ha predicato Gesù. Una testimonianza, questa di Beryl, che porta l’attenzione sui paesi lontani dal mediterraneo dove non è sempre facile dichiarare e vivere come cristiani. Proprio l’amore congiunto per questa terra e per il suo paese l’ha portata ad immaginare un percorso di studi, qui a Gerusalemme, pensato proprio per i cinesi, un corso nella loro lingua per rafforzare le conoscenze e la loro identità di cristiani. Auspichiamo possa essere uno stimolo importante per un maggiore interesse nei confronti dei cristiani provenienti dalla Cina; una realtà che come attestato dal flusso di pellegrini proveniente da questa terra, soprattutto durante il periodo di quaresima, è in rapida crescita. Bollettino SBF

Finisce un’avventura e ne comincia un’altra: il racconto di Davide, giovane ex-volontario di Servizio Civile. Per un anno impiegato presso il Museo Archeologico, nell’ambito del progetto “Raccontare la Terra Santa”, Davide Bianchi è tornato a Gerusalemme per continuare a mettere a disposizione le sue competenze di archeologo, al servizio dei Luoghi Santi. Ecco il suo racconto, che esprime la gioia di tornare e la voglia di iniziare questa nuova avventura: “É difficile in poche righe riassumere le meravigliose esperienze e avventure che ho vissuto durante quest’anno. Dai primi timidi momenti tra le sale del

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Museo, ricche di numerosi reperti da catalogare, all’affascinante avventura delle missioni archeologiche di scavo in Giordania presso la Basilica del Memoriale di Mosè sul Monte Nebo. L’avventura del Servizio Civile mi ha regalato tanti incontri, sorprese e regali. Proprio uno di questi è stata la possibilità di ritornare a Gerusalemme, e più dell’anno passato vorrei scrivere cosa ha rappresentato per me il ritorno qui dopo la meravigliosa esperienza che ho vissuto. La Città Vecchia all’imbrunire, i soliti vicoli odorosi di spezie


Santo Sepolcro: un intervento di manutenzione straordinaria nella cappella del Santissimo Sacramento

e brulicanti di pellegrini al ritorno dai Luoghi Santi, ormai prossimi alle celebrazioni pre-pasquali, i volti noti di persone sconosciute. Il portone di legno: casa “Maria Bambina”, le scale di pietra, la porta, la luce accesa… Nando che resta fino alla prossima estate! Il saluto, l’abbraccio! Per un istante il sentore di un tempo lontano. Poco dopo la consapevolezza di stare continuando a rivivere la stessa esperienza, nonostante tutto di essere ancora qui. Un mese, questo di febbraio, strano: segnato da partenze, da silenzi e da attese. A marzo nuovi volontari che arrivano, e la Pasqua, che qui significa fibrillazione ovunque. Il primo giorno, quasi infinito, con la visita al Museo fatta a un gruppo di studenti italiani, studenti di archeologia alla Sapienza. Quella gioia tutta mia di rapirli per due ore guidandoli tra le sale piene di anticaglie e dare loro una voce, raccontare della loro provenienza e soffermarmi sulla commozione di una ragazza dopo la spiegazione del Santo Sepolcro: sorridendo, capire di essere riuscito nel mio intento.
É calata la sera, e come un vecchio esploratore ho fatto ritorno a casa. Tra le strade vuote, deserte, di notte la Città Vecchia vive di una calma irreale, tra il misterioso e il mistico. In attesa di essere risvegliata tra poche ore dal canto del suo muezzin, che la prima notte – dopo la pausa italiana – ha svegliato anche me”.

Collocata all’interno del santuario del Santo Sepolcro, la cappella del Santissimo Sacramento (chiamata anche cappella dell’Apparizione di Gesù a sua Madre), ricorda l’episodio dell’incontro tra il Cristo risorto e la Vergine, non riportato nei Vangeli canonici ma tramandato dalla tradizione. Nel mese di gennaio l’Ufficio Tecnico Custodiale vi ha svolto un importante intervento manutentivo per limitare le infiltrazioni d’acqua dalla copertura, che avevano nel tempo rovinato parte del soffitto e delle pareti della cappella francescana dove, tra l’altro, si venera la Colonna della Flagellazione. Dopo aver eseguito le riparazioni della copertura, gli operai del team di manutenzione hanno provveduto alla sistemazione dell’ambiente interno, ritinteggiando soffitto e pareti e cogliendo l’occasione per eseguire piccoli lavori di manutenzione straordinaria sull’impianto di illuminazione. Fondamentale al fine dell’esecuzione dei lavori in sicurezza è stato l’utilizzo del ponteggio messo a disposizione gratuitamente dalla Ditta Ars Aedificandi di Villa d’Adda (BG). L’intervento è stato realizzato all’interno del progetto “Gerusalemme, Pietre della Memoria” attraverso il quale ATS pro Terra Sancta sostiene il restauro di santuari e conventi francescani nella Città Santa, nonché la ristrutturazione di numerose abitazioni per i cristiani locali. www.proterrasancta.org

www.proterrasancta.org

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Cronaca Varie Custodiale

“Gerusalemme, Pietre della Memoria” e la storia di Feras In un appartamento a due passi dal Santo Sepolcro di Gerusalemme vivono Issa e Nahla, un’anziana coppia che condivide la casa con il più giovane dei loro cinque figli, Feras. Quest’ultimo ha perso una gamba in un incidente e non può lavorare. La famiglia si trova quindi in gravi difficoltà economiche, e l’appartamento in cui abita è in pessime condizioni. Si rende necessario un intervento di ristrutturazione degli ambienti, con particolare attenzione al risanamento delle murature soggette a infiltrazioni di umidità dall’esterno, che rischiano di peggiorare la salute di Issa, Nahla e Feras. La storia di questa famiglia è solo una tra le storie della comunità cristiana che abita la Città Vecchia di Gerusalemme. Permangono infatti situazioni di grave disagio, in particolare causate dall’alta densità di popolazione, dalla mancanza di manutenzione delle strutture comuni e dall’assenza di servizi di base igienico-sanitari. Molti gruppi e nuclei familiari vivono

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attualmente in uno stato di forte abbandono e povertà, e tale disagio genera anche situazioni di instabilità sociale, aumentando i rischi legati al consumo e traffico di droga e alla criminalità organizzata, soprattutto da parte dei più giovani e vulnerabili. Tramite il progetto “Gerusalemme, Pietre della Memoria”, ATS pro Terra Sancta fa fronte al bisogno concreto di molte famiglie di avere case dignitose nella loro terra, rispondendo a una vera e propria emergenza umanitaria e abitativa. In questo modo si intende allo stesso tempo dare un giusto volto a questa città, da tutti considerata il centro del mondo. Qualche esempio concreto dei costi necessari per realizzare gli interventi, sempre considerando che ogni lavoro ha storia a sè e presenta condizioni logistiche e costruttive molto diverse: 6 euro: un sacco di cemento; 40 euro: un rubinetto per lavabo; 50 euro: stipendio per una giornata di lavoro di un operaio; 60 euro: 10 m2 di piastrelle; 270 euro/m2: per interventi in appartamenti situati in edifici più recenti (in cemento armato e mattoni di cemento); 370 euro/m2: per interventi in appartamenti situati in edifici storici (in pietra, con


volte di copertura). 2.500 euro: rifacimento dei servizi igienici in un appartamento. Il progetto permette inoltre un sempre maggiore coinvolgimento della popolazione locale, soprattutto per quanto riguarda la formazione di operai locali, sotto il coordinamento dell’Ufficio Tecnico della Custodia di Terra Santa. Ai tecnici, infatti, vengono affiancati esperti, con il duplice obiettivo di creare lavoro nel breve periodo e di investire nel futuro: la formazione di nuovi operai specializzati permetterà di creare un vero e proprio patrimonio di esperienza e conoscenza riutilizzabile per futuri interventi. Per maggiori informazioni sul progetto: www.jerusalemstonesofmemory.org

Sabastiya: una nuova guida per raccontare la storia e la bellezza del villaggio della Samaria Poco più di settanta pagine per raccontare Sabastiya: una guida colorata, semplice, arricchita da fotografie e dai disegni di Sandra Borgogno, è stata realizzata per raccontare le bellezze e la storia di Sabastiya, e aiutare i visitatori nella scoperta. La guida, disponibile in inglese, italiano e arabo, è stata pubblicata nell’ambito del progetto “Sabastiya, i Frutti della Storia e la memoria di Giovanni Battista” sostenuto da ATS pro Terra Sancta grazie al contributo della Fondazione Cariplo. Visitatori e pellegrini la possono trovare presso il Christian Information Center a Gerusalemme e presso l’Information Center e i negozi di souvenir di Sabastiya.

Buenos Aires, 28 marzo 2013

Papa Francesco e i francescani della Custodia a Buenos Aires Il nuovo Papa tra i fedeli in piazza San Pietro

(Buenos Aires) – L’elezione di Papa Francesco è una benedizione per il mondo, per la Chiesa, per l’Ordine francescano e, in modo speciale, per la Custodia di Terra Santa e ancor più per il Commissariato di Terra Santa a Buenos Aires, in Argentina. Il mondo, che ora si sorprende e magari in qualche caso dubita della sua umiltà, deve sapere che questo Papa è essenzialmente e autenticamente umile. Per molti argentini è anche il protagonista di una smisurata sorpresa. Mai nessun connazionale, nel giro di poche ore, aveva raggiunto un livello così alto. Ora per noi tutto è cambiato. Qui a Buenos Aires il Commissariato ha dovuto far fronte a varie difficoltà nel corso degli anni, tanto che più volte la Custodia ha preso in considerazione l’idea di chiudere l’Istituto Terra Santa e di richiamare i suoi frati dall’Argentina. Vorrei però anzitutto rievocare il primo contatto che ebbi con Papa Francesco. Per me fu sorprendente e sarebbe stata solo la prima di una serie di sorprese che mi sono occorse in questo mio soggiorno a Buenos Aires. Era ora di pranzo e squillò il cellulare. Rispondendo, mi sentii dire: «Ciao, sei tu il nuovo superiore messicano della comunità?» con un tono tanto allegro e amabile che mai avrei pensato di attribuire all’arcivescovo Bergoglio. Non riuscivo proprio a immaginare tanta semplicità da parte di un cardinale argentino. Risposi così con un semplice «Ai suoi ordini!». Quando il mio interlocutore si qualificò rimasi senza parole. Sin da quel momento mi resi conto che sarebbe stato lui a sapere cosa dire o cosa fare per noi. Per questa ragione l’elezione di Francesco ci dà tanta gioia, perché è precisamente grazie al nuovo Papa che il nostro Commissariato di Terra Santa continua ad operare alacremente, nonostante le difficoltà. Le sue parole di conforto, il suo incoraggiamento e il suo appoggio sono stati decisivi per la permanenza della Custodia di Terra Santa in Argentina. Si è sempre tenuto in contatto con il padre Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, e durante le visite di

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Cronaca Varie Custodiale

quest’ultimo in Argentina si sono visti varie volte. Io stesso sono testimone dei loro incontri dell’aprile 2009, gennaio 2011 e luglio 2012, occasioni nelle quali ho accompagnato il Custode agli appuntamenti, anche se poi non prendevo parte ai colloqui privati. Al momento del congedo c’era sempre una parola gioiosa e fraterna del cardinale. Un «Comportati bene, che ti tengo d’occhio!» detto col tono di un padre che vuole che il figlio faccia bene le cose. L’interesse del cardinal Bergoglio per la Custodia non è stato semplicemente protocollare. Era al corrente di ciascuno dei frati che lavorano nel Paese o che vi sono passati. Ogni anno ha incoraggiato con calore la generosità dei fedeli per la Colletta del Venerdì Santo e la curia della sua arcidiocesi è sempre stata la prima a versare i fondi raccolti. Ci ha incoraggiati a continuare con il lavoro di riordino dell’Istituto Tierra Santa preferendo che restasse in mano ai frati della Custodia invece che trasferito al vicariato (per l’Educazione della diocesi) di Buenos Aires. Ha visitato l’istituto quand’era primate della Chiesa cattolica in Argentina lasciando la testimonianza di questo passaggio con una pergamena che fa bella mostra di sé nella sala riunioni. Dopo la crisi (economica) che l’Argentina attraversò nel 2001, l’attuale Papa Francesco inviò un messaggio alla comunità educatrice nel quale suggeriva di scommettere sull’educazione per crescere in un momento tanto decisivo. Scriveva nell’aprile 2002: «Il figlio del gaucho, il migrante che dalle campagne si trasferiva in città, lo straniero che approdava in queste terre trovarono nell’istruzione di base quegli elementi che permisero loro di trascendere la particolarità delle proprie origini per cercare ciascuno il suo posto nella costruzione di un progetto comune. Anche oggi, nell’arricchente pluralità delle proposte educative, dobbiamo tornare a scommettere sull’istruzione». Era forse proprio questo pensiero ad ispirarlo a incoraggiarci nel dare continuità al nostro amato Istituto Tierra Santa, fondato quasi 130 anni fa. Il suo amore per i Luoghi Santi si è sempre manifestato non solo nelle sue omelie della Settimana Santa, ma anche in modo speciale nei momenti di particolare conflitto. Così, davanti al clima di tensione e alla situazione di violenza che affligge il Medio Oriente soprattutto negli ultimi mesi, e in special modo la Siria, sul finire dell’anno scorso l’allora cardinal Bergoglio invitò il popolo di Dio, e i fratelli credenti e non

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credenti, a unirsi in preghiera e ad invocare con intensità la pace, il 21 novembre 2012, nella cattedrale. Diceva in quell’occasione: «Animati dalle parole di Papa Benedetto XVI che chiedono pace per il Medio Oriente, esortiamo tutti gli uomini e donne di buona volontà a pregare e a invocare la pace per i nostri fratelli che soffrono il flagello della guerra e della desolazione». Il nostro Papa attuale, con questo suo carisma di «umiltà audace», di «umiltà autenticamente francescana», da vero gesuita al cento per cento francescano ci riempie di gioia e speranza. Noi frati della Custodia abbiamo perseverato nel lavoro e nella permanenza in Argentina nonostante le difficoltà grazie alla sua presenza e intelligenza. Ci ha insegnato a guardare insieme verso l’alto e a cercare la trascendenza. Anche noi vogliamo continuare «camminando, edificando e confessando Gesù Cristo crocifisso». Fra Rafael Sube Jiménez, OFM| Commissario di Terra Santa a Buenos Aires

Dal 1890 una scuola francescana targata Terra Santa Oltre a svolgere le attività consuete per ogni Commissariato di Terra Santa, a Buenos Aires i frati della Custodia si occupano anche dell’animazione vocazionale e gestiscono un complesso scolastico – l’Istituto Tierra Santa – con un’offerta formativa, ispirata al francescanesimo, che va dalla scuola materna al diploma di istruzione secondaria. Gli edifici destinati ai frati della Custodia cominciarono a sorgere a partire dal 1878 nel nascente quartiere di Almagro, situato nella parte occidentale della capitale argentina, dove all’epoca andavano concentrandosi numerose famiglie di migranti che si inurbavano e dove tra l’altro si conobbero - a Messa - i genitori di Jorge Mario Bergoglio (come ha raccontato lui stesso nella sua lunga intervista a carattere biografico appena pubblicata in italiano). La scuola fu inaugurata nel 1890 come istituto maschile. Oggi accoglie allievi maschi e femmine e continua a proporre percorsi e attività – anche extracurriculari – che mirano alla formazione culturale, umana e cristiana degli studenti.

http://www.terrasanta.net


Dear brother, Peace and all Good. For Frati della Corda I received an email from a friar in Kenya, Nairobi about the time of Apartheid, the work friars did at that time, and about African culture. See below. Fraternally, Fr. Louis Bohte, ofm

Franciscan contribution to eradicate the intrinsically evil “apartheid system” The friars of the formally English Province protested at the government removal of the people of Lime hill by standing in the road blocking police and bull dozers from getting to the people. The friars were arrested and remover before the removal could take place and in the years that followed their protests led to ten friars being deported back to the UK. The Irish friars like Fr Peter Shannon were deported after the Sharpville shooting of 69 protesters against the infamous “pass book” law that demanded that all black South Africans carry their “pass books” with them at all times. This was to control their movement and especially keep all farm workers and their descendents on the farms working for a pittance at almost slave conditions. A young white boy who could write could give the black adult person permission to travel anywhere in the country for a specified time thereafter the black person had to return to the place his “pass book” had him/her resident. The Third order Franciscans gave the greatest witness to the lie and intrinsic evil of the apartheid system of separation of the people by race. The members of the SFO now called the OFS order Franciscan secular would meet across colour lines and would welcome members of other race and back ground into their homes and treat one another as brothers and sisters.

On Franciscan feast days the celebrations would reflect the vibrant cultures of all present. The dancing and singing by the black South Africans in their various languages especially Zulu, Sotho, and Xhosa greatly enriched the celebrations. There was great mirth as cultural differences were openly discussed and we learned from one another. To many of the European South Africans when a black person would not look them in the eye while talking were considered shifty and dishonest but in African culture “ukuhlonipha” the word in Zulu for “respect “ it would be bad manners to look an elder person or someone in authority in the eye. This misunderstanding of one another’s cultures led to many problems in the past so easily solved by open and fraternal discussion. In black African culture to show that one comes in peace one would immediately enter and sit down without invitation to show this and many whites would view this as gross bad manners and lack of respect. The only way in which we could all live in peace and harmony with one another was to learn ard respect these different customs of culture. The obvious ease with which the members interacted gave me a sign of the future “rainbow nation” created by FW de Klerk and Nelson Mandela. The friars from St John Vianney Seminary especially Fathers John Heggerty and Hyacinth Ennis were the Spiritual assistants for Pretoria and together with people like Sr. Thora Walter SFO established at least four fraternities in the surrounding black townships. Before and after the 16th June protest that is the turning point of the end of “apartheid” the brothers and sisters black and white cross visited one another ignoring the law that forbad white people to be in a black township without written permission of the police thus risking arrest for mixing and showing that this forced segregation was intrinsically evil. Attending many of the days that the third order organized together where they stood out as a beacon of Christian love and showed that intermingling was not only possible but brought a richness of the sharing and understanding of the different cultures present. Nellie Dhlamini was a colourful vibrant participant who also worked hard to break down these walls of separation.

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Cronaca Custodiale Varie some news from cyprus SIGNING OF MEMORANDUM BETWEEN THE UNIVERSITY OF CYPRUS AND TERRA SANTA COLLEGE

The signing of the memorandum on Monday 28th of January 2013 formalised the cooperation between the University of Cyprus and the oldest educational institution of Cyprus, the Terra Santa College.

FOR THE OPERATION OF THE “EDUCATIONAL MODEL OF A SECONDARY SCHOOL OF THE UNIVERSITY OF CYPRUS”. The memorandum provides for the development of Terra Santa College as the “Educational Model of a Secondary School of the University of Cyprus” starting in the coming school year 2013-2014. This process will be applied gradually, beginning with the first form of Gymnasium for the school year 2013-2014. It will proceed to the next form each year, unless there is a mutual decision between the two parties to accelerate the process in order to apply to other forms too. According to the Dean of the University of Cyprus, Professor Constantinos Christofides, the University of Cyprus will collaborate with the Terra Santa College aiming at implementing educational principles which will lead to the creation of a Model Secondary School. In our case, this cooperation will bring the University of Cyprus even closer to the different religious groups of Cyprus, Armenians, Latins and Maronites, while at the same time it will facilitate the diffusion of knowledge and experience to the society at large. The head of the Custodian of the Holy Land Jerusalem Rev. Padre fra Pierbattista Pizzaballa ofm, stated, on behalf of the Terra Santa College, that the agreement was of immense significance. Through the exchange of experience and knowledge the University of Cyprus, as the most important educational institution in Cyprus, will not only assist students but also the broad educational system in general. He stressed that no one can bring positive changes on his own, but rather, a collective effort is needed. Cooperation is the key and together we can contribute to the betterment of the educational system, he added. The cooperation of the University of Cyprus with the Terra Santa College will be bilateral and during the early stages it will focus on the following:

The University of Cyprus will:

•Provide help to the teaching staff of the school in areas of pedagogical and scientific fields in specific subjects, which are included in the school curriculum. •Appoint experts who will visit the school, in order to have meetings with the teaching staff, students and parents to give proper guidance as far as activities and courses are concerned. •Provide the opportunity for students of the Terra Santa College to attend various activities at the University. •Whenever possible, use its Admission Staff who will visit the school to provide guidance regarding entry to the University, and also discussing with them academic and professional issues.

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The Terra Santa College will:

•Provide help to the University for the development of the curriculum and other educational activities, that will ensure the quality of education, including the participation of the school in educational projects and research activities in the area of education. •Provide to the University the possibility to use its premises for activities necessary to implement the agreement. •Provide any help, including economic support in research programmes of the University, provided that there are surpluses in the budget of the school that could allow such support. The Terra Santa College has a long history of contribution to education in Cyprus that goes back to 1646. The school primarily aimed at helping the local population that lived under the yolk of the Ottoman rulers at the time. Nowadays, the college aims to offer knowledge and all-round development to its students. The policy of the school is expressed with the slogan VIRTUE, DILIGENCE and CREATIVITY (VIRTUS, STUDIUM et CREATIO).

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Fraternitas

Fraternitas

VOLUME XLVI • EDIZIONE 198

APRILE 2013

Notiziario Internazionale OFM

L

Papa Francesco

FRATERNITAS Edizione Speciale

F R A T E R N I T A S

Questa edizione speciale continua con l’elezione di Papa Francesco, e, pertanto, vi presentiamo anche una breve biografia con alcune foto della sua missione pastorale in Argentina. Abbiamo pubblicato anche le lettere che il Ministro generale ha scritto in questa occasione speciale, sia come Ministro generale che come Presidente dell’Unione dei Superiori Generali (USG). Questa Edizione speciale è disponibile in quattro lingue: inglese, spagnolo, italiano e francese.

a Speciale Edizione che è stata pubblicata pochi giorni fa si concentra sul rapporto che il Papa Emerito Benedetto XVI ha avuto con l’Ordine Francescano. In primo luogo abbiamo presentato una biografia molto breve. Poi ci sarà la lettera di ringraziamento del Ministro Generale inviata in questa occasione, alcune riflessioni dall’Ultima Udienza, insieme con alcune foto sulle varie occasioni che il Papa ha incontrato e vissuto con l’Ordine Francescano. Abbiamo presentato anche i tre Cardinali Francescani con una breve biografia.

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letteRA di PAsquA sullA Fede Può sembrare strano che dedichi questa lettera di Pasqua al tema della fede. Alcuni potrebbero pensare che la fede è un presupposto ovvio nella vita di un religioso e francescano. Io non credo così. Realmente la fede non si può dare mai per scontata, particolarmente nel nostro tempo dove “una profonda crisi di fede ha toccato molte persone” (PF 2). Penso di non allontanarmi dalla verità se affermo che la crisi di fede che si vive dentro la Chiesa, come molte volte ha denunciato il Papa, è palpabile anche in mezzo a noi. Nell’affermare questo non penso ad una fede teorica e di nozioni, ma a una fede celebrata, vissuta e confessata nella vita quotidiana. Senza negare che la maggior parte dei fratelli danno quotidianamente, senza bagliori, senza applausi e senza grandi asserzioni, una testimonianza umile

di una fede confessata, vissuta e celebrata, rimanendo fedeli contro ogni speranza e facendo della loro vita un abitudine del mistero pasquale. Fede e vita si richiamano a vicenda e sono sostegno l’un l’altro. Credere suppone, innanzi tutto, un dono con il quale siamo graziati immeritatamente: il dono della fede. La fede, però, è anche impegno personale per conservarla e farla crescere. Per questo Benedetto XVI ci propone che durante questo Anno della fede facciamo “memoria del dono prezioso della fede” (PF 8). Come Frati Minori e seguaci di Francesco, è importante fermarsi, anche se brevemente, sul cammino di fede e le sue manifestazioni Miei cari fratelli e sorelle: Buona Pasqua di Risurrezione! Felice cammino in quest’Anno della Fede!

Agenda del

Ministro generale 02 Apr - (Madrid – Spagna) Relazione del MG alla Settimana di Vita Religiosa.

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MinistRO GeneRAle

09-20 Apr - (Tapei - Taiwan) Visita alla Provincia Regina della Cina e alla Custodia dipendente di Hon-Kong. 23-25 Apr - (Canindé – Brasile) Partecipazione al II Congresso Latinoamericano delle Missioni. 28 Apr - (Malta) Partecipazione al 50° anniversario della coronazione di San Giuseppe. 29-30 Apr - (Lione – Francia) Partecipazione al Capitolo dell’unione delle Provincie di Francia.

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ALTRE NOTIzIE

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Congresso sul dialogo con l’islam in Africa

KENYA - Organizzato dal Servizio OFM per il Dialogo, ha avuto luogo dal 18 al 22 febbraio 2013, a Nairobi. Insieme con i membri del Servizio per il dialogo erano presenti anche i Segretari delle Missioni della Conferenza OFM Africana. Ciò è stato fatto all’interno delle linee del mandato 28 del Capitolo generale del 2009, l’obiettivo di questo incontro era quello di indicare le linee guida per la formazione e la missione al dialogo dei Frati Minori con l’Islam. il Presidente d’irlanda visita il Collegio s. isidoro ROMA - Venerdì, 8 febbraio 2013, il Presidente dell’Irlanda, Michael D. Higgins, nel corso di una visita ufficiale in Italia, ha fatto una breve visita al Collegio S. Isidoro, fraternità internazionale dipende dal Ministro generale. Visita del Ministro Generale al india

stinte culture dell’India, riti con i quali si offre il benvenuto agli ospiti. In ciascuna delle Entità ha potuto incontrare tutti i fratelli, i giovani in formazione e i loro formatori, così come il popolo di Dio e più particolarmente la Famiglia Francescana. Nell’ultimo giorno, il Ministro ha anche incontrato le Suore Clarisse dei cinque monasteri del Secondo Ordine. Riunione della Commissione per la Contemplazione

seminario sulle nuove Forme di evangelizzazione in europa ROMA - Dal 4-8 Marzo 2013, si è svolto il IV Seminario sulle nuove forme di evangelizzazione in Europa a Greccio. Il seminario è stato patrocinato dall’Ordine tramite il Segretariato Generale per le Missioni e l’evangelizzazione di Roma. Il tema su cui hanno riflettuto è stato: Nuove Forme e Nuova Evangelizzazione da una prospettiva Francescana. Formare per la missione

ROMA - Dal 25 febbraio al 28, 2013, i Frati OFM, che sono membri della Commissione per la Contemplazione, si sono riuniti presso la Curia generale. I membri della commissione sono: Fr. Julio Cesar Bunader, Definitore generale, Fr. Bienvenido Baisas, Fr. Eugenio Barelli, Fr. André Cirino, e Fr. Mihael S. Vovk. Si sono incontrati in uno spirito di preghiera e di fraternità, al fine di studiare le risposte ricevute in merito all’esperienza-incontro, “Sedersi insieme” (Fioretti XV) dei Frati Minori e delle Clarisse. Inoltre, è in preparazione una bibliografia sulla preghiera da offrire sul sito dell’Ordine per affrontare le sfide di cui parla il Mandato 9 del Documento finale del Capitolo generale del 2009. incontro con i professi semplici della Conferenza sud slavica

INDIA - Dal 16 al 26 febbraio 2013, il Ministro generale, Fr. José Rodriguez Carballo, ofm, accompagnato da Fr. Paskalis Syukur, ofm, Definitore generale, ha visitato le tre Entità dell’Ordine dell’India: la Provincia di Santo Tommaso Apostolo, la Custodia dipendente della Madre di Dio e la Fondazione missionaria San Francesco di Assisi. In tutte le tre Entità, il Ministro è stato ricevuto con i riti tipici delle di-

anche i Formatori e i Ministri provinciali della Conferenza. Il numero dei partecipanti era di circa170 frati.

CROAzIA - Dal 28 Febbraio al 3 Marzo 2013, si è tenuta una riunione a Samobor, zagabria tra il Ministro generale, Fr. José Rodríguez Carballo, OFM, ed i frati professi temporanei della Conferenza Sud Slavica (vale a dire, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Slovenia). Ad accompagnare il Ministro generale c’erano Fr. Ernest Siekierka, OFM, Definitore generale, Fr. Vidal Rodriguez Lopez, OFM, Segretario generale per la Formazione e gli Studi, e il suo vice-segretario, Fr. Sergiusz Baldyga, OFM. Insieme ai giovani Frati, erano presenti

ROMA - Mercoledì 6 marzo 2013, si è tenuto un incontro di formazione presso la Fraternità Francescana Internazionale “Padre Gabriele M. Allegra, OFM”, sul tema “Formare per la missione”, tenuto da Fr. Massimo Tedoldi, OFM, Segretario Generale per la Missione ed Evangelizzazione, e Fr. Vidal Rodriguez Lopez, OFM, Segretario generale per la Formazione e gli Studi. Il lavoro congiunto tra formazione e missione desidera essere uno sviluppo del mandato n. 1 del Capitolo generale OFM di Assisi del 2009, che ha chiesto di articolare le priorità da una prospettiva evangelizzatrice. Formazione in quaresima OFM.ORG - Durante la Quaresima abbiamo offerto un po’ di materiale per le Fraternità nel quadro dell’Anno della Fede. Questo ci offre una nuova opportunità per riflettere sul rapporto tra la fede e la carità e tra il credere in Dio, il Dio di Gesù Cristo, e l’amore, che è il risultato dell’azione dello Spirito Santo. Offriremo anche del materiale per il Tempo Pasquale.

Avete informazioni che vi piacerebbe condividere con altri riguardanti eventi accaduti nella tua provincia? Inviateci tutte le informazioni tramite e-mail: comgen@ofm.org alla categoria: Fraternitas.

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Fraternitas SEGNALIBRO FRANCESCANO libri Francescani Klara-quellen. die schriften der Heiligen Klara, Zeugnisse zu ihrem leben und ihrer Wirkungsgeschichte(Fonti clariani. Gli scritti di Chiara d’Assisi, testimonianze più importanti sulla sua vita e sulla storia come sono state recepiti), ed. Johannes schneider OFM e Paul Zahner OFM, (Verlag und Butzon Bercker) Kevelaer 2013 (isBn10: 3766616226).

La Cronaca dei 24 Ministri Generali presenta la storia dell’Ordine dei Frati Minori, dalla sua fondazione; da San Francesco d’Assisi (1182-1226) al Generale Leonardo di Giffoni e l’inizio dello scisma d’Occidente (1378). Questa traduzione è il frutto di tre anni di lavoro, e si basa su l’edizione critica Latina. La Cronaca è stata pubblicata in latino dagli studiosi francescani e Quaracchi Editori nel 1897, nel volume 3 di Analecta Franciscana, e copre 575 pagine di testo, oltre 134 pagine di appendici. A causa della sua natura voluminosa, la Cronaca intera è stata tradotta in 5 sezioni che coprono, rispettivamente, i seguenti periodi storici: (1) San Francesco e la prima fraternità francescana; (2) I generali da frate Elia come vicario (1227) a San Bonaventura ( 1274); (3) I generali da Girolamo di Ascoli (1274) a Michele da Cesena (1328); (4) I generali da Gerard Eudes (1329) a Leonardo di Giffoni (1378); (5) Appendici alla Cronaca. La traduzione è arricchita da note e spiegazioni sui vari eventi storici narrati e sui personaggi della cronaca. lettera di Pasqua in formato ebook. La Lettera di Pasqua del Ministro generale a tutto l’Ordine oltre alla versione stampata e la versione on line (pdf ) è disponibile anche in formato digitale in 11 lingue. Disponibile gratuitamente su iPhone, iPad o iPod touch.

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Avete qualche frate della vostra provincia che ha pubblicato un libro o un ebook? inviateci tutte le informazioni su e-mail: comgen@ofm.org alla categoria: Fraternitas.

Disponibile gratuitamente su iPhone, iPad o iPod touch.

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La selezione copre il periodo che va dal 13° al 15° secolo e considera principalmente - oltre alla letteratura latina - le tradizioni vernacolari (dialetto) sia nella lingua romana che tedesca. In questo modo, gli ultimi risultati sulla ricerca di Chiara e il movimento delle donne religiose nel Medioevo sono state ancora una volta riprese. E’, quindi, uno strumento essenziale e indispensabile per lo studio di Chiara d’Assisi.

Cronaca dei Ventiquattro Generali dell’Ordine dei Frati Minori. Noel Muscat, OFM.

F R A T E R N I T A S

Tutte le principali fonti di Chiara d’Assisi e la storia di come sono state ricevute, sono state raccolte per la prima volta in un unico volume in tedesco. Con l’eccezione degli scritti di Chiara e le testimonianze più importanti della sua vita, il libro contiene un gran numero di diverse fonti di cronache, testi liturgici, o di tipo politico-religioso e spirituale.

eBooks Francescani

l’icona di santa Chiara. Sergiusz Marek Bałdyga, OFM Il libro è un invito a conoscere la figura straordinaria di Santa Chiara d’Assisi. In otto scene viene narrata la storia della vocazione della giovane. E in quattro di esse viene mostrato il carisma del volto femminile del francescanesimo. La “Pianticella” di San Francesco è una donna nuova - madre, abbadessa, legislatrice. La lettura dell’icona permette d’avvicinarsi alla persona di Santa Chiara, e di attingere al suo eccezionale dono della contemplazione. Chiara ci insegna come scoprire nello spirito del Signore la volontà di Dio. L’esempio della Povera Sorella Chiara é ancora affascinante, e capace di suscitare ammirazione e insegnare con umiltà e semplicità ad amare Gesù – lo Sposo, nonché ogni uomo. Disponibile in due lingue, gratis su iPad. 3

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PICCOLE NOTIzIE ROMA - La Fraternità Francescana Internazionale “Beato Fr. Gabriele M. Allegra OFM”, ha celebrato diverse attività spirituali, formative e fraterne: 13 febbraio, Santa Messa del mercoledì delle ceneri, presieduta da Ministro Generale OFM, Fr. José Rodríguez Carballo;

F R A T E R N I T A S

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16 febbraio, giornata di ritiro nella Quaresima, animata da Fr. Massimo Tedoldi ofm, Segretario Generale per la Missione e l'Evangelizzazione; 6 marzo, incontro “formare per la missione”, presentato da Fr. Vidal Rodríguez López ofm, Segretario Generale per la Formazione e gli Studi e Fr. Massimo Tedoldi ofm, Segretario Generale per le Missioni e l'Evangelizzazione; 20 marzo, incontro fraterno del Ministro Generale con i frati studenti nella prossimità della Pasqua. GeRusAleMMe - Convento S. Salvatore, 28 febbraio 2013, inaugurazione della nuova sede della Biblioteca Generale e dell’Archivio della Custodia di Terra Santa, Convento di S. Salvatore. MuRCiA (Spagna), dal 3 al 8 marzo 2013, XXVI Giornate di Teologia “A 50 anni del Concilio Vaticano II”, nell’Istituto Teologico di Murcia OFM, affiliato alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum.

Buona Pasqua a tutti i nostri lettori

ROMA - 12 marzo 2013, Giornata di studio “Dalla Terra Santa alla Terra di Cina. Bilancio e prospettive di ricerca”, organizzato dalla COMMISSIO SINICA, Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum. ROMA - Nella Pontificia Università Antonianum, presentazione il 20 marzo 2013 del volume di Angela Ales Bello e Shahid Mabeen Lineamenti di antropologia filosofica: fenomenologia della religione ed esperienza mistica islamica, pubblicato da Editrice Apes. L’incontro è organizzato dalla Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Antonianum in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” e il Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche. VeneZiA - 22 marzo 2013, convegno: La Chiesa del Vaticano II: rilettura dalla Lumen gentium, da Ecclesiarum orientalium e da Unitatis redintegratio, organizzato dall’Istituto di Studi Ecumenici “S. Bernardino”, incorporato alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum. ROMA - Il Libro di Famiglia della Curia Generalizia é stato pubblicato per il secondo anno sucessivo. Per saperne di più si può scaricare dal nostro sito. (Curia Sezioni - Curia generale)

Prescrizione Master in Formazione. Nell’anno accademico 2013-2014 l’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum proporrà l’ottava edizione del master in formazione. Per partecipare alla selezione dei venti studenti che frequenteranno il master è necessario presentare la domanda di preiscrizione entro il 30 aprile 2013.

Guardando Avanti Una parola di ringraziamento: Vorremmo ringraziare Fr. Robert Bahčič, OFM per il servizio che ha prestato come editore di Fraternitas. Lo ringraziamo per la dedizione avuta in ogni numero uscito di Fraternitas e gli promettiamo la nostra preghiera per l’inizio del suo nuovo servizio nella sua provincia. Proseguimento: D'altra parte vorremmo che Fraternitas continui ad essere uno strumento, ovviamente, fianco a fianco al nostro sito web dell’Ordine (ofm.org) e continui a rafforzare i legami tra le Fraternità nell'Ordine, nel rispetto della libertà e delle differenze con cui Dio ha creato tutti e ciascuno. Ogni Provincia continui a inviare le informazioni che possono essere di interesse internazionale e che possono essere inserite in Fraternitas. Vorremmo anche ricordare che gli articoli devono essere brevi e soggetti a modifica. Vogliamo che Fraternitas continui ad essere la voce di coloro che non hanno un facile accesso a Internet per far loro conoscere che cosa sta accadendo nella vita e missione dell'Ordine e nelle province. Ci auguriamo di poter continuare ad offrire questo servizio ogni mese. Quindi chi tra voi ha informazioni, notizie, nuovi libri o ebooks pubblicati da frati o qualche suggerimento, non esiti a mandare una email a: comgen@ofm.org alla categoria ‘Fraternitas’. Grazie a tutti per la collaborazione.

Fraternitas notiziario internazionale OFM editore: Fr. Joseph Magro OFM eMail: comgen@ofm.org tel: +39 0668491 339 http://www.ofm.org/fraternitas www.fb.com/ofm.org www.twitter.com/ofmdotorg

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Marzo 2013 | FdC | 71


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72 | FdC | Marzo 2013


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