Fdc11 novembre2013hi

Page 1

FdC

Frati della Corda

11

Notiziario della Custodia di Terra Santa NOVEMBRE | 2013

PAGINA 10 Pubblicata l’esortazione apostolica di papa Francesco che indica il cammino della Chiesa nei prossimi anni PAGINA 23 Fra Georges Abou Khazen nuovo vicario apostolico latino di Aleppo PAGINA 61 Santa Caterina: Ingresso Solenne del p. Custode e liturgie a Betlemme PAGINA 69 Cinquant’anni fa Paolo VI in Terra Santa


Indice SANTA SEDE La carezza di Dio Incontro con i Patriarchi delle Chiese orientali cattoliche e gli Arcivescovi Maggiori Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per le Chiese orientali Conclusa la plenaria della Congregazione. Difficoltà e speranze delle Chiese orientali Cristo è il centro. venerando le reliquie dell’apostolo Pietro Pace in Siria e in Medio Oriente La gioia del vangelo

3 4 5 7 8 9 10

11 15 16

PATRIARCATO LATINO La chiesa cattolica protesta contro la demolizione di una delle sue proprietà Ora siete della Chiesa Madre di Gerusalemme

29

SORELLA MORTE 30

REGIONE SAN PAOLO Un mortaio colpisce la nunziatura di Damasco Esercito avanza, ad Aleppo i ribelli chiamano alla mobilitazione I curdi di Siria annunciano la creazione della loro regione autonoma “Piccoli fiori” di solidarietà nel deserto della guerra siriana Il conflitto in Siria causa altre decine di vittime civili Approvato il piano per le armi chimiche siriane Difficoltà per i profughi siriani in Bulgaria L’Onu punta a una transizione a Damasco A gennaio la conferenza di pace sulla Siria

32 33 34 35 36 37 38 38 39

20 21

CURIA CUSTODIALE Lettera di auguri a p. Abou-Khazen per la nomina a Vicario Apostolico di Aleppo dei Latini Fra Georges Abou Khazen nuovo vicario apostolico latino di Aleppo Invito Santa Caterina Inviti ordinazione diaconale Comunicazioni Segreteria Partecipazione del Padre Custode al CPO 2013

28

Sr Miryam du Coeur Immaculée

CURIA GENERALIZIA Consiglio Plenario dell’Ordine Fra Paskalis, Nuovo Vescovo OFM III Centenario della nascita del Beato Junipero Serra, OFM

Una tre giorni tutta italiana per il Custode di Terra Santa Agenda del Custode

22 23 24 26 27 27

CRONACA DELLA CUSTODIA Terra Santa e Messico Commemorazione dei fedeli defunti Il nuovo Console Generale di Francia visita il Santo Sepolcro Diciotto mesi di lavori e la Basilica del Getsemani è come nuova Memoria del Beato Martín Lozano Tello OFM martire (1900-1936) Ora Santa Curso de Formación en Tierra Santa para Guías de Peregrinos Emergenza Siria ‫םיתב םינפבמ‬, Case dall’interno

40 42 43 44 46 48 50 51 52

I 125 anni della Fraternità Secolare di Betlemme 53 Celebrazione XXV anniversario 54 Commissariato di Terra Santa a Ljubljana - Slovenia Commemorazione nella Chiesa 55 di San Salvatore a dieci anni della strage di Nassirya Apertura anno accademico SBF 56 Chiusura dell’Anno della Fede a Nazareth 57 Insieme canteranno a Betlemme 59 la Messa di mezzanotte Santa Caterina: Ingresso Solenne 61 del p. Custode e liturgie a Betlemme Lectio divina al romitaggio del Getsemani 64

VARIE Proteggere i Luoghi Santi Come il Vangelo arrivò nella terra di Agbar Il restauro dei mosaici del Dominus Flevit “Fiore del deserto” nel deserto Cinquant’anni fa Paolo VI in Terra Santa Un convegno ricorda il 50° dello storico pellegrinaggio di Paolo VI in Terra Santa Un egiziano “Giusto tra le Nazioni” Le traversie dei profughi siriani in Egitto Usciti l’Eco di Terrasanta e la rivista Terrasanta di novembre-dicembre 2013 In distribuzione anche la rivista Terrasanta in lingua spagnola e francese Il Calendario Massolini 2014 è dedicato alla Galilea La Notte di Betlemme spiegata a un topino Ritratti di famiglia La mostra fotografica “Families Interrupted” Abraham Skorka: «Il mio amico Bergoglio» Natale torna alle origini

65 66 67 68 69 69 71 72 73

73 74 75 76 78

FRATERNITAS 80

Frati della Corda

Notiziario della Custodia di Terra Santa FRATI DELLA CORDA Notiziario della Custodia di Terra Santa Edizione n. 11 Novembre 2013 CONTATTi Segreteria Custodia di Terra Santa St. Francis 1 Jerusalem - POBOX: 186 - Israel custodia@custodia.org STAMPA Franciscan Printing Press fpp@bezeqint.net

2 | FdC | Novembre 2013


Santa Sede La carezza di Dio Parlando al Circolo San Pietro il Papa invita all’impegno personale contro la povertà: Tutti i cristiani sono chiamati a essere i nuovi apostoli della carità

«O

gni giorno siamo chiamati tutti a diventare carezza di Dio per quelli che forse hanno dimenticato le prime carezze e che forse mai nella loro vita hanno sentito una carezza». Lo ha detto Papa Francesco rivolgendosi ai soci del Circolo San Pietro, ricevuti in udienza stamane, giovedì 31 ottobre, nella Sala Clementina in occasione della consegna dell’obolo di san Pietro, le tradizionali offerte raccolte dal sodalizio nelle parrocchie romane per la carità del Pontefice. Cari Soci del Circolo S. Pietro, buongiorno! Vi esprimo la mia riconoscenza per la vostra opera a sostegno delle attività caritative della Chiesa in favore delle persone più bisognose. Vi saluto tutti con affetto e ringrazio il vostro Presidente Generale, Duca Leopoldo Torlonia, per le sue gentili parole. Sta per concludersi l’Anno della Fede, provvidenziale tempo di grazia, durante il quale la Chiesa ha rinnovato la fede in Gesù Cristo e ha ravvivato la gioia di camminare nelle sue vie. E una fede vissuta in modo serio suscita comportamenti di autentica carità. Abbiamo tante testimonianze semplici di persone che diventano apostoli di carità in famiglia, a scuola, in parrocchia, nei luoghi di lavoro e di incontro sociale, nelle strade, ovunque... Hanno preso sul serio il Vangelo! Il vero discepolo del Signore si impegna personalmente in un ministero della carità, che ha come dimensione le multiformi e inesauribili povertà dell’uomo.

a diventare una “carezza di Dio” per quelli che forse hanno dimenticato le prime carezze, che forse mai nella loro vita hanno sentito una carezza. Voi siete qui per la Santa Sede e per Roma carezza di Dio! Grazie, grazie tante! Cari fratelli e sorelle, continuate ad essere segno visibile della carità di Cristo verso quanti si trovano nel bisogno sia in senso materiale che in senso spirituale, come pure verso i pellegrini che giungono a Roma da ogni parte del mondo. Oggi vi ringrazio in modo particolare per l’Obolo di San Pietro che avete raccolto nelle chiese di Roma. È la vostra tipica partecipazione alla mia sollecitudine per le persone più bisognose di questa Città. Vi incoraggio a proseguire in questa vostra azione, attingendo l’amore da dare ai fratelli alla scuola della carità divina, mediante la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio. Affido voi, i vostri familiari e le vostre attività alla protezione della Vergine Santa, la Salus Populi Romani, perché vi guidi e vi sostenga, e all’intercessione dei santi Pietro e Paolo. Grazie per essere “carezza di Dio”! (©L’Osservatore Romano 1 Novembre 2013)

Anche voi, cari amici, vi sentite mandati alle sorelle e ai fratelli più poveri, fragili, emarginati. Lo fate in quanto battezzati, avvertendolo un compito vostro di fedeli laici. E non come un ministero eccezionale o occasionale, ma fondamentale, in cui la Chiesa si identifica, esercitandolo quotidianamente. Ogni giorno si presentano situazioni che ci interpellano. Ogni giorno ciascuno di noi è chiamato ad essere consolatore, a farsi strumento umile ma generoso della provvidenza di Dio e della sua misericordiosa bontà, del suo amore che capisce e compatisce, della sua consolazione che solleva e dà coraggio. Ogni giorno siamo chiamati tutti

Novembre 2013 | FdC | 3


Santa Sede Incontro con i Patriarchi delle Chiese orientali cattoliche e gli Arcivescovi Maggiori Sala del Concistoro - Giovedì, 21 novembre 2013 Parole del Santo Padre Francesco: Beatitudini, vi accolgo con gioia e spirito di fraternità in questo incontro, in cui per la prima volta ho l’opportunità di intrattenermi con i Padri e Capi delle Chiese Orientali cattoliche. Attraverso i vostri volti vedo le vostre Chiese, e vorrei anzitutto assicurare la mia vicinanza e la mia preghiera per il gregge che il Signore Gesù ha affidato a ciascuno di voi, e invoco lo Spirito Santo, affinché ci suggerisca quanto insieme dobbiamo imparare e mettere in pratica per servire con fedeltà il Signore, la sua Chiesa e l’umanità intera. Il nostro radunarci mi offre l’occasione di rinnovare la grande stima per il patrimonio spirituale dell’Oriente cristiano, e richiamo quanto l’amato Benedetto XVI afferma circa la figura del Capo di una Chiesa nell’Esortazione post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente: voi siete – cito – «i custodi vigilanti della comunione e i servitori dell’unità ecclesiale» (n. 40). Tale unità, che siete chiamati a realizzare nelle vostre Chiese, rispondendo al dono dello Spirito, trova naturale e piena espressione nell’ «unione indefettibile con il Vescovo di Roma» (ibid.), radicata nella ecclesiastica communio, che avete ricevuto all’indomani della vostra elezione. Essere inseriti nella comunione dell’intero Corpo di Cristo ci rende consapevoli del dovere di rafforzare

4 | FdC | Novembre 2013

l’unione e la solidarietà in seno ai vari Sinodi patriarcali, «privilegiando sempre la concertazione su questioni di grande importanza per la Chiesa in vista di un’azione collegiale e unitaria» (ibid.). Perché la nostra testimonianza sia credibile, siamo chiamati a ricercare sempre «la giustizia, la pietà, la fede, la carità, la pazienza e la mitezza» (ibid.; cfr 1 Tm 6,11); ad uno stile di vita sobrio a immagine di Cristo, che si è spogliato per arricchirci con la sua povertà (cfr 2 Cor 8,9); allo zelo instancabile e a quella carità, fraterna e paterna insieme, che i Vescovi, i presbiteri e i fedeli, specie se vivono soli ed emarginati, attendono da noi. Penso, soprattutto, ai nostri sacerdoti bisognosi di comprensione e sostegno, anche a livello personale. Essi hanno diritto di ricevere il nostro buon esempio nelle cose che riguardano Dio, come in ogni altra attività ecclesiale. Ci chiedono trasparenza nella gestione dei beni e sollecitudine verso ogni debolezza e necessità. Il tutto, nella più convinta applicazione di quella autentica prassi sinodale, che è distintiva delle Chiese d’Oriente. Con l’aiuto di Dio e della sua Santissima Madre, sappiamo di poter rispondere a questa chiamata. Vi chiedo di pregare per me. Ed ora ben volentieri mi metto in ascolto di quanto vorrete comunicarmi e vi esprimo fin d’ora la mia riconoscenza. http://www.vatican.va


Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per le Chiese orientali Sala Clementina Giovedì, 21 novembre 2013 Cari fratelli e sorelle, «Cristo è la luce delle genti»: così esordisce la Costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio Ecumenico Vaticano II. Da oriente ad occidente tutta la Chiesa rende questa testimonianza al Figlio di Dio; quella Chiesa che, come evidenzia in seguito il medesimo testo conciliare, «è presente in ogni nazione della terra […], infatti, tutti i fedeli sparsi per il mondo sono in comunione nello Spirito Santo» (n. 13). «Così – aggiunge poi, citando san Giovanni Crisostomo – chi sta a Roma sa che gli Indi sono sue membra» (Omelia su Giovanni 65,1: PG 59,361). La memorabile assise del Vaticano II ebbe anche il merito di ricordare esplicitamente come nelle antiche liturgie delle Chiese Orientali, nella loro teologia, spiritualità e disciplina canonica «risplende la tradizione che deriva dagli apostoli attraverso i padri e che costituisce parte del patrimonio divinamente rivelato e indiviso della Chiesa universale» (Decr. Orientalium Ecclesiarum, 1). Oggi sono veramente lieto di accogliere i Patriarchi e gli Arcivescovi Maggiori, insieme con i Cardinali, i Metropoliti e i Vescovi membri della Congregazione per le Chiese Orientali. Ringrazio il Cardinale Leonardo Sandri per il saluto che mi ha rivolto e gli sono riconoscente per la collaborazione che ricevo dal Dicastero e da ciascuno di voi. Questa Sessione Plenaria intende riappropriarsi della grazia del Concilio Vaticano II e del successivo magistero sull’Oriente cristiano. Dalla verifica del cammino compiuto, emergeranno orientamenti atti a sostenere la missione affidata dal Concilio ai fratelli e alle sorelle d’Oriente, quella cioè di «promuovere l’unità di tutti i cristiani, specialmente orientali» (ibid., 24). Lo Spirito Santo le ha guidate in questo compito sui sentieri non facili della storia, alimentandone la fedeltà a Cristo, alla Chiesa universale e al Successore di Pietro, anche a caro prezzo, non raramente fino al martirio. La Chiesa tutta vi è davvero grata per questo!

Ponendomi nel solco tracciato dai miei Predecessori, voglio qui riaffermare che «esistono legittimamente in seno alla comunione della Chiesa, le Chiese particolari, con proprie tradizioni, rimanendo però integro il primato della cattedra di Pietro, la quale presiede alla comunione universale di carità, tutela le varietà legittime e veglia affinché ciò che è particolare, non solo non pregiudichi l’unità, ma piuttosto la serva» (Lumen gentium, 13). Sì, la varietà autentica, la varietà legittima, quella ispirata dallo Spirito, non danneggia l’unità, ma la serve; il Concilio ci dice che questa varietà è necessaria all’unità! Stamane ho potuto apprendere dalla viva voce dei Patriarchi e degli Arcivescovi Maggiori la situazione delle diverse Chiese Orientali: la rifiorita vitalità di quelle a lungo oppresse sotto i regimi comunisti; il dinamismo missionario di quelle che si rifanno alla predicazione dell’apostolo Tommaso; la perseveranza di quelle che vivono in Medio Oriente, non di rado nella condizione di “piccolo gregge”, in ambienti segnati da ostilità, conflitti e anche persecuzioni nascoste. Nella vostra riunione state affrontando varie problematiche riguardanti la vita interna delle Chiese Orientali e

Novembre 2013 | FdC | 5


Santa Sede la dimensione della diaspora, notevolmente cresciuta in ogni continente. Occorre fare tutto il possibile perché gli auspici conciliari trovino realizzazione, facilitando la cura pastorale sia nei territori propri sia là dove le comunità orientali si sono da tempo stabilite, promuovendo al tempo stesso la comunione e la fraternità con le comunità di rito latino. A ciò potrà giovare una rinnovata vitalità da imprimere agli organismi di consultazione già esistenti tra le singole Chiese e con la Santa Sede.

vivenza, derubati del futuro, costretti alla condizione di profughi e rifugiati. Oggi, insieme ai Pastori delle Chiese d’Oriente, facciamo appello a che sia rispettato il diritto di tutti ad una vita dignitosa e a professare liberamente la propria fede. Non ci rassegniamo a pensare il Medio Oriente senza i cristiani, che da duemila anni vi confessano il nome di Gesù, inseriti quali cittadini a pieno titolo nella vita sociale, culturale e religiosa delle nazioni a cui appartengono.

Il mio pensiero si rivolge in modo speciale alla terra benedetta in cui Cristo è vissuto, morto e risorto. In essa – l’ho avvertito anche oggi dalla voce dei Patriarchi presenti – la luce della fede non si è spenta, anzi risplende vivace. È «la luce dell’Oriente» che «ha illuminato la Chiesa universale, sin da quando è apparso su di noi un sole che sorge (Lc 1,78), Gesù Cristo, nostro Signore» (Lett. ap. Orientale Lumen, 1). Ogni cattolico ha perciò un debito di riconoscenza verso le Chiese che vivono in quella regione. Da esse possiamo, fra l’altro, imparare la fatica dell’esercizio quotidiano di spirito ecumenico e dialogo interreligioso. Il contesto geografico, storico e culturale in cui esse vivono da secoli, infatti, le ha rese interlocutori naturali di numerose altre confessioni cristiane e di altre religioni.

Il dolore dei più piccoli e dei più deboli, col silenzio delle vittime, pongono una domanda insistente: «Quanto resta della notte?» (Is 21,11). Continuiamo a vigilare, come la sentinella biblica, sicuri che il Signore non ci farà mancare il suo aiuto. Mi rivolgo, perciò, a tutta la Chiesa per esortare alla preghiera, che sa ottenere dal cuore misericordioso di Dio la riconciliazione e la pace. La preghiera disarma l’insipienza e genera dialogo là dove il conflitto è aperto. Se sarà sincera e perseverante, renderà la nostra voce mite e ferma, capace di farsi ascoltare anche dai Responsabili delle Nazioni.

Grande preoccupazione destano le condizioni di vita dei cristiani, che in molte parti del Medio Oriente subiscono in maniera particolarmente pesante le conseguenze delle tensioni e dei conflitti in atto. La Siria, l’Iraq, l’Egitto, e altre aree della Terra Santa, talora grondano lacrime. Il Vescovo di Roma non si darà pace finché vi saranno uomini e donne, di qualsiasi religione, colpiti nella loro dignità, privati del necessario alla soprav-

6 | FdC | Novembre 2013

Il mio pensiero va infine a Gerusalemme, là dove tutti siamo spiritualmente nati (cfr Sal 87,4). Le auguro ogni consolazione perché possa essere veramente profezia di quella convocazione definitiva, da oriente a occidente, disposta da Dio (cfr Is 43,5). I beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, instancabili operatori di pace sulla terra, siano nostri intercessori in cielo, con la Tutta santa Madre di Dio, che ci ha dato il Principe della Pace. Su ciascuno di voi e sulle amate Chiese Orientali invoco la Benedizione del Signore. http://www.vatican.va


Conclusa la plenaria della Congregazione. Difficoltà e speranze delle Chiese orientali

L

o sviluppo delle idee conciliari sull’Oriente cattolico a 50 anni dal Vaticano II è stato al centro della plenaria della Congregazione per le Chiese Orientali, conclusasi venerdì mattina, 22 novembre, in Vaticano. Ha caratterizzato i lavori un clima di armonia e disponibilità all’ascolto sincero della vita, del travaglio e delle speranze delle Chiese orientali cattoliche. Esse vivono difficoltà dovute al contesto in cui sono inserite, con le sofferenze causate da guerre e impedimenti alla libertà religiosa e di culto, dalle persecuzioni di molti dei suoi figli e dal fenomeno della massiccia diaspora, con esempi di accoglienza e sostegno da parte di vescovi latini. Pur con le dovute differenze dal punto di vista canonico, l’esperienza della sinodalità, radicata nella tradizione orientale, ha mostrato la sua fecondità come metodo di lavoro, sempre in quella tensione positiva al dialogo con il Santo Padre, che ha dedicato alla plenaria l’intera mattinata dall’arcivescovo Zygmunt Zimowskii giovedì 21: prima incontrando i patriarchi e gli arcivescovi maggiori, poi ricevendo in udienza tutti i membri e i collaboratori del dicastero. Le varie relazioni hanno consentito di riaprire gli occhi sulla bellezza dell’ecclesiologia conciliare innestando nelle acquisizioni della Lumen gentium, il decreto Orientalium ecclesiarum e la parte relativa agli Orientali di Unitatis redintegratio (14- 17). Il valore della diversità nell’unità è un fecondo paradosso peculiare della Chiesa cattolica e l’esistenza delle Chiese orientali in comunione con il vescovo di Roma è una ricchezza. Il riconoscimento dell’origine apostolica non è un semplice auspicio sentimentale, bensì un’affermazione teologica e giuridica. Il fenomeno migratorio ha fatto sì che molti orientali cattolici si trovino ora in Europa, Stati Uniti, Canada, Sud- America, Paesi del Golfo, Australia. Questo rappresenta una sfida: sia perché pone il problema, ben evidenziato dal Papa, della permanenza dei cristiani in Medio Oriente, penalizzati dagli effetti della guerra in Iraq, dall’attuale situazione in Siria, dall’irrisolta questione israelo-palestinese e dal travaglio per la rinascita di un Egitto plurale; sia perché pone la questione di come la piena dignità delle Chiese patriarcali e arcivescovili maggiori comporti che

i Capi, chiamati anche Padri, possano esserlo realmente ovunque siano i loro figli, ben oltre i confini considerati “propri”. Accanto alla significativa rappresentanza degli arcivescovi latini che sono anche ordinari per i fedeli orientali sprovvisti di un proprio gerarca - come fu lo stesso cardinale arcivescovo Bergoglio a Buenos Aires prima dell’elezione al pontificato - andranno pensate e sviluppate strutture amministrative ecclesiali proprie che, nel contesto della nuova evangelizzazione, animino secondo la relativa tradizione spirituale e liturgica la vita delle numerose comunità nei Paesi di occidente. Inoltre la dimensione ecumenica deve essere sempre mantenuta nella sua grande importanza, assumendo un atteggiamento di autentica fraternità, paziente riconciliazione in presenza di ferite storiche o più recenti, senza però che a essere penalizzati siano quanti con la loro esistenza testimoniano ogni giorno che si può essere in comunione con il Vescovo di Roma, riconoscendone il primato, senza rinunciare al proprio modo di governarsi, di vivere il mistero della liturgia, di comprendere il mistero di Cristo secondo proprie categorie teologiche, pur nell’identica professione di fede niceno-costantinopolitana. L’Oriente cattolico è impegnato inoltre a far sì che il dialogo interreligioso sia vissuto nella quotidianità dei Paesi del Medio Oriente, testimoniando la carità nel campo dell’assistenza e della formazione, per il bene di tutte quelle nazioni nelle quali i cristiani sono cittadini ab origine, dagli inizi dell’evangelizzazione, prima di altri. http://www.vatican.va

Novembre 2013 | FdC | 7


Santa Sede Cristo è il centro Alla presenza dei capi delle Chiese orientali cattoliche il vescovo di Roma ha chiuso l’anno voluto da Benedetto XVI venerando le reliquie dell’apostolo PietrO Città del Vaticano, 24-25 novembre 2013

B

enedetto XVI lo inaugurò l’11 ottobre 2012, presentandolo come «un pellegrinaggio nei deserti dell’uomo contemporaneo»; Papa Francesco lo ha concluso ieri, domenica 24 novembre 2013, ribadendo che la meta finale di quel pellegrinaggio è «l’incontro pieno con Dio». E forse proprio la celebrazione tra due pontificati è stata una delle ricchezze più significative di questo Anno della fede. Non a caso Papa Francesco, all’inizio dell’omelia della messa conclusiva presieduta sul sagrato della basilica di San Pietro, ha citato il suo predecessore, «al quale - ha detto - va ora il nostro pensiero pieno di affetto e di riconoscenza per questo dono che ci ha dato». E subito dopo ha ricordato un elemento che indubbiamente accomuna il loro magistero, la centralità di Cristo: «Cristo centro della creazione, Cristo centro del popolo, Cristo centro della storia». Una meta riproposta lungo tutto questo intenso anno di celebrazioni, da rag-

8 | FdC | Novembre 2013

giungere attraverso l’ascolto, l’incontro e il cammino, i tre pilastri sui quali ha raccomandato a cinquecento catecumeni, incontrati sabato pomeriggio, 23 novembre, di incentrare la loro missione di cristiani nel mondo. Anche durante l’Angelus domenicale recitato dopo la messa, Papa Francesco non ha mancato di dar valore a questo invito rivolgendo il suo ringraziamento a quanti quella missione già svolgono per le strade del mondo: «Il nostro pensiero riconoscente - ha detto prima della preghiera - va ai missionari che, nel corso dei secoli, hanno annunciato il Vangelo e sparso il seme della fede in tante parti del mondo». Ringraziamenti che lunedì mattina, 25 novembre, il Santo Padre ha esteso ai volontari che hanno prestato la loro opera durante le celebrazioni di quest’anno. «Una bella testimonianza di fede» ha definito il loro servizio. (©L’Osservatore Romano 25-26 Novembre 2013)


Pace in Siria e in Medio Oriente Udienza del Pontefice al presidente della Federazione russa Città del Vaticano, 25 novembre 2013

N

el pomeriggio di lunedì 25 novembre, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza il Presidente della Federazione Russa, Sua Eccellenza il Signor Vladimir Putin, il quale ha successivamente incontrato il segretario di Stato, l’arcivescovo Pietro Parolin, che era accompagnato dal segretario per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Dominique Mamberti.

della famiglia.

Durante i cordiali colloqui, si è espresso compiacimento per i buoni rapporti bilaterali e ci si è soffermati su alcune questioni di interesse comune, in modo particolare sulla vita della comunità cattolica in Russia, rilevando il contributo fondamentale del cristianesimo nella società. In tale contesto, si è fatto cenno alla situazione critica dei cristiani in alcune regioni del mondo, nonché alla difesa e alla promozione dei valori riguardanti la dignità della persona, e la tutela della vita umana e

È stata sottolineata l’urgenza di far cessare le violenze e di recare l’assistenza umanitaria necessaria alla popolazione, come pure di favorire iniziative concrete per una soluzione pacifica del conflitto, che privilegi la via negoziale e coinvolga le varie componenti etniche e religiose, riconoscendone l’imprescindibile ruolo nella società.

Inoltre, è stata prestata speciale attenzione al perseguimento della pace nel Medio Oriente e alla grave situazione in Siria, in riferimento alla quale, il Presidente Putin ha espresso ringraziamento per la lettera indirizzatagli dal Santo Padre in occasione del g20 di San Pietroburgo.

(©L’Osservatore Romano 27 novembre 2013)

Novembre 2013 | FdC | 9


Santa Sede La gioia del Vangelo l’esortazione apostolica di Papa Francesco indica il cammino della Chiesa nei prossimi anni Città del Vaticano, 26 novembre 2013

P

apa Francesco ha “un sogno”. Quello di una Chiesa incamminata senza indugio sulla strada della “conversione pastorale e missionaria”: un atteggiamento personale e comunitario “capace di trasformare” nel profondo consuetudini, stili, linguaggio, strutture, orientandoli verso l’evangelizzazione piuttosto che verso “l’autopreservazione”. Quel “sogno” è al centro dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, presentata questa mattina, martedì 26 novembre, nella Sala Stampa della Santa Sede. Un documento di 224 pagine, suddiviso in cinque capitoli, che raccoglie i frutti del Sinodo dei vescovi su “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede” svoltosi in Vaticano dal 7 al 28 ottobre 2012. Ma è evidente che l’intenzione del Pontefice va ben al di là della semplice recezione delle indicazioni dei padri sinodali. Perché quello che viene offerto all’intera comunità cristiana è un testo denso e impegnativo, che - sottolineatura di non poco conto - “ha un significato programmatico e dalle conseguenze importanti”. “Desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani - scrive Papa Francesco - per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni”. Al Pontefice sta a cuore che ogni battezzato porti agli altri con nuovo dinamismo l’amore di Gesù, vivendo in “stato permanente di missione”. Questo invito a “recuperare la freschezza originale del Vangelo” coinvolge ogni fedele, perché “il sogno missionario” del vescovo di Roma è “arrivare a tutti”. E “dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri - puntualizza - devo anche pensare a una conversione del papato”, perché sia “più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell’evangelizzazione”. È necessaria, in questo senso, “una salutare decentralizzazione”, finalizzata anche a uno statuto delle Conferenze episcopali “che le concepisca come soggetti di attribuzioni concrete, includendo una qualche autentica autorità dottrinale”. In ogni caso, non bisogna aver paura di rivedere consuetu-

10 | FdC | Novembre 2013

dini della Chiesa “non direttamente legate al nucleo del Vangelo”, anche qualora risultassero “molto radicate nel corso della storia”. L’appello è a essere sempre “audaci e creativi”, abbandonando una volta per tutte “il comodo criterio pastorale del “si è sempre fatto così”. A partire da queste premesse il documento propone le linee di un percorso dove si ritrovano molti dei temi più cari al magistero pastorale di Papa Bergoglio. Tra questi, l’invito a riscoprire la misericordia come “la più grande di tutte le virtù”, evitando che nella predicazione “alcuni accenti dottrinali o morali” oscurino eccessivamente il messaggio di amore del Vangelo. E la necessità di aprire le porte della Chiesa per “uscire verso gli altri” e raggiungere “le periferie umane” del nostro tempo. Tagliente è il giudizio del Pontefice sugli attuali assetti economico-finanziari mondiali, che moltiplicano diseguaglianze ed esclusione sociale: “questa economia uccide” denuncia, puntando nuovamente il dito contro “la cultura dello scarto” e “l’idolatria del denaro”. Non a caso un intero capitolo si sofferma sulla “dimensione sociale dell’evangelizzazione”, con penetranti sottolineature sulla necessità dello sviluppo integrale dei più bisognosi - “per la Chiesa l’opzione per i poveri è una categoria teologica, prima che culturale, sociologica, politica o filosofica” ricorda - e della promozione del dialogo e della pace. Il nucleo centrale del documento è dedicato espressamente a quanti nella Chiesa lavorano al servizio dell’annuncio evangelico. Per evidenziarne potenzialità e iniziativa, ma anche per metterli in guardia dalle “tentazioni” ricorrenti dell’”accidia egoistica”, del “pessimismo sterile”, della “mondanità spirituale”. In questo senso, grande importanza il Papa attribuisce alla “forza evangelizzatrice della pietà popolare” e alla cura della predicazione da parte dei sacerdoti. LINK al testo originale: http://tinyurl.com/pmz3d6t (©L’Osservatore Romano 27 novembre 2013)


Curia Generalizia Cronaca Consiglio Plenario dell’Ordine Konstancin-Jeziorna (Varsavia), 18-30 novembre 2013 Primo giorno

Secondo giorno

Alle ore 9.00 di lunedì 18 novembre 2013, nel Centro di Animazione Missionaria dei Padri Pallottini a Konstancin-Jeziorna (Varsavia) è iniziato il Consiglio Plenario dell’Ordine con la celebrazione dell’Eucaristia di apertura, presieduta dal Ministro generale, Fr. Michael A. Perry.

Il Consiglio Plenario continua il suo cammino in questo secondo giorno, concentrando il lavoro sulla presentazione e l’inizio della riflessione sull’Instrumentum Laboris, che ha per titolo: “Vino nuovo in otri nuovi (Mt 9, 19).

I 69 Frati provenienti da tutte le Conferenze dell’Ordine (11 Frati del Definitorio generale, 26 Delegati delle Conferenze, 7 Consiglieri designati dal Ministro generale e 25 Collaboratori) hanno iniziato i lavori del CPO accolti dal saluto di benvenuto del Ministro generale e del presidente della Conferenza Nord Slavica, Fr. Rufin Maryjka. In questa prima giornata si è proceduto all’approvazione del Regolamento, all’elezione dei Moderatori delle sessioni e dei membri della Commissione Economica del CPO. Il lavoro si è concluso con la presentazione della relazione di Fr. Michael A. Perry: Vino nuovo in otri nuovi (Mt 9, 17). Il futuro delle nostre strutture e della missione nel mondo di oggi. In essa, dopo aver proposto alcune priorità della nostra fraternità evangelica, il Ministro ha evidenziato la necessità di un cambiamento delle strutture interne all’Ordine.

Fr. Jose María Arregui, Presidente della Commissione per la redazione dell’Instrumentum Laboris, ha presentato il documento, spiegando il suo processo di elaborazione e gli obiettivi che si prefigge. Ha insistito soprattutto sul fatto che il suo fine ultimo è di favorire la riflessione per cercare nuove strutture per l’Ordine, che siano più adatte alla situazione attuale. Queste nuove strutture, in ogni caso, avranno senso solo se il loro contenuto sarà “vino nuovo”, cioè, se queste strutture saranno pensate per rendere possibile una promozione vocazionale integrale dei Frati e del carisma francescano. Ciascun gruppo, raccogliendo queste provocazioni, ha dedicato il tempo dell’incontro di oggi per esaminare le attuali strutture dell’Ordine e come queste stanno rispondendo alle necessità attuali.

Novembre 2013 | FdC | 11


Curia Generalizia dell’Ordine oggi”. Questo studio è stato condotto per incarico della Curia generale ed è stato realizzato in collaborazione con l’Istituto di Sociologia dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Fr. Ambrogio Nguyen Van Si, Presidente della Commissione che si è dedicata a questo lavoro, e il padre Renato Mion, SDB, professore emerito della suddetta Università e coordinatore dell’indagine sociologica condotta tra i Frati dell’Ordine, erano perciò oggi presenti per esporre all’Assemblea i risultati dall’esame dei più di 1400 questionari che i Frati, scelti a campione, avevano compilato. Il risultato di queste riflessioni, preparatorio allo studio delle proposte concrete che ci sarà nella mattinata di domani, è stato presentato nell’incontro del pomeriggio. In tutti è emerso vivo il desiderio di riaffermare la vocazione dei Frati, che costituisce il vero “vino nuovo” che desideriamo comunicare. Terzo giorno All’inizio della terza giornata di riflessione, con l’arrivo di Fr. Gabriel Romero dal Messico, tutti i membri del Consiglio Plenario sono riuniti. Oggi è cominciato il lavoro delle due Commissioni, che hanno iniziato ad elaborare e a dare un contenuto teologico-spirituale e ispirazionale al Documento finale, ma anche a formulare l’elaborazione delle Proposte finali. I gruppi linguistici sono stati impegnati nella riflessione sul punto 2.3 dell’Instrumentum Laboris circa le proposte di cambiamento o di miglioramento delle strutture di animazione dell’Ordine, proponendo eventualmente la formazione di nuove strutture. I tre gruppi si sono sforzati non solo di presentare le loro proposte, ma di spiegarne le ragioni e di proporre criteri che permettano di attuarle. È emerso chiaro da parte di tutti il desiderio di mantenere vivo e vitale il nostro carisma e di cercare le mediazioni che ci permettano di rispondere alle sfide del nostro tempo. Quarto giorno Il lavoro del CPO ha temporaneamente cambiato la sua direzione. Lasciato da parte lo studio dell’Instrumentum Laboris, si è affrontata l’analisi della “situazione

12 | FdC | Novembre 2013

I dati parlano chiaro e costituiscono una vera sfida per il futuro dell’Ordine e per le Proposte che il CPO è chiamato a formulare. Nel lavoro dei gruppi nel pomeriggio si è, quindi, riflettuto su come l’analisi dei risultati emersi dall’indagine sociologica debba incidere sulle proposte finali in vista di una revisione delle strutture e per l’animazione dell’Ordine. Ma l’avvenimento più bello della giornata è stata, certamente, la notizia della nomina di uno dei Consiglieri del CPO, Fr. Paskalis Bruno Syukur, Definitore generale, a Vescovo della Diocesi di Bogor (indonesia). Tutti ci siano stretti intorno a questo nostro Fratello per esprimergli le nostre felicitazioni e augurargli ogni bene per il suo ministero episcopale. Quinto giorno La giornata è iniziata con una benedizione da parte di tutti i Consiglieri a Fr. Paskalis Bruno Syukur, ieri nominato vescovo di Bogor, che è subito rientrato a Roma. Il lavori assembleari sono, quindi, ripresi secondo il programma e la riflessione nei gruppi linguistici


ha occupato la maggior parte del tempo della giornata. Oggi ci si è dedicati allo studio del capitolo terzo dell’Instrumentum Laboris, che tratta specificatamente del numero e del metodo dell’elezione del Definitorio generale. Su questo argomento l’ultimo Capitolo generale ha dato al CPO il mandato di deliberare. Prima del pranzo, abbiamo anche ricevuto la visita di Mons. Tadeusz Pikus, Vescovo ausiliare della diocesi di Varsavia, che ha salutato l’Assemblea anche a nome di Sua Em.za Rev.ma Kazimierz Nycz, Cardinale di Varsavia e ci ha presentato la situazione attuale della Chiesa polacca. Con lui erano presenti il Ministro provinciale dei Frati Minori Conventuali della Provincia di Varsavia, Fr. Wiesław Pyzio, e i Ministri provinciali OFM della Conferenza Nord-Slavica. Dopo il pranzo, condiviso con i nostri ospiti, sono ripresi i lavori nei gruppi, i cui risultati sono stati presentati nella sessione assembleare pomeridiana, ultima di questa prima settimana del CPO. Nel fine settimana ci aspettano momenti di incontri fraterni e di conoscenza della realtà polacca. Sesto giorno Lunedì 25 il CPO riprende i lavori dopo la pausa del fine settimana, che ha permesso ai Consiglieri di avvicinarsi un po’ di più alla realtà religiosa, culturale e sociale della Polonia, ripercorrendo le orme di alcuni degli avvenimenti più importanti della storia recente del popolo e della Chiesa polacca. Tra sabato e domenica si è visitato Niepokalanów, cioè la “Città dell’Immacolata” fondata da san Massimiliano Kolbe, il museo Storico di Varsavia e quello dedicato a F. Chopin, il museo dedicato al beato D. Popieluszko, oltre ai principali monumenti del centro storico di Varsavia. La mattinata di oggi è stata dedicata al lavoro delle due Commissioni del CPO, che hanno elaborato le diverse

proposte da presentare e discutere nella seconda sessione del pomeriggio. Nella prima sessione pomeridiana, invece, Fr. Julio Bunader, Vicario generale, ha presentato la seconda relazione informativa in programma: “Abbandoni – Servizio fedeltà e perseveranza”. Questa è il frutto del lavoro di una Commissione costituita ad hoc dal Governo generale. La giornata si è conclusa con un’adorazione eucaristica, guidata dal Vicario generale, che ci ha riportato a Colui che è la radice, il centro e il fine del nostro essere qui in questi giorni. Settimo giorno Il lavoro del CPO di oggi, martedì 26 novembre, è orientato a definire meglio le proposte definitive, che saranno sottoposte alla votazione dell’Assemblea. Per questo motivo i gruppi linguistici si sono riuniti nella mattinata per cercare, partendo dalle conclusioni ieri presentate dalle due Commissioni, di formulare delle nuove proposte e proposizioni per la parte ispirazionale del Documento e per la modalità di elezione e il numero dei Definitori da eleggere. Il risultato del lavoro è stato, poi, presentato e discusso nella prima sessione pomeridiana e all’orizzonte si è iniziato a profilare un ampio consenso da parte dei Consiglieri. Nella seconda sessione del pomeriggio, mentre le Commissioni continuavano il loro lavoro prendendo in considerazione le proposte dei gruppi riportate in Aula, all’Assemblea è stato presentato il terzo dei blocchi informativi previsti: “Il cammino dell’Ordine dall’ultimo Capitolo generale 2009”. Fr. Vincenzo Brocanelli ha presentato, quindi, i Documenti che l’Ordine ha elaborato in questo periodo; Fr. Vicente Felipe ha illustrato i

Novembre 2013 | FdC | 13


Curia Generalizia Nono giorno Giorno di votazioni. Il CPO è quasi giunto al termine ed è tempo di tirare le conclusioni. La mattinata di oggi è stata occupata dalla votazione delle proposte che comporranno la seconda parte del Documento e che dovranno essere, poi, prese in considerazione nel Capitolo generale del 2015. Le votazioni sono procedute con rapidità grazie al consenso già raggiunto dai Consiglieri nei giorni scorsi e, ovviamente, anche grazie agli aiuti della tecnologia.

risultati del Moratorium; Fr. Roger Marchal ha illustrato quanto finora attuato dei mandati capitolari. A conclusione della giornata si percepisce che il ritmo del CPO si è fatto più intenso… è arrivato il momento di “atterrare” e questa responsabilità si fa pressante. Ottavo giorno Il CPO si avvia verso le prime conclusioni. Il lavoro della mattinata è stato dedicato alla riflessione nei gruppi linguistici sulla seconda parte del Documento del CPO, dedicato alle proposte e agli orientamenti da presentare al prossimo Capitolo generale. Ai lavori di gruppo non hanno partecipato i membri della Commissione che si occupa della redazione della parte spirituale del Documento, che hanno messo a punto la seconda bozza da presentare in Assemblea. La sessione pomeridiana ha visto la prima votazione sulle proposte del CPO riguardo al numero e alla modalità di elezione dei Definitori generali. Il risultato ha permesso di iniziare a delineare, in attesa della votazione finale, la nuova composizione del Definitorio generale. A seguire la Commissione per la redazione della parte ispirazionale del Documento ha presentato la seconda bozza del testo preparata in mattinata. Nella seconda parte della sessione pomeridiana Fr. Giancarlo Lati, Economo generale, e Fr. Nestor Schwerz, Definitore generale, hanno presentato all’Assemblea il terzo blocco informativo del CPO su “Il cammino dell’Ordine dall’ultimo Capitolo generale 2009”, offrendo informazioni sulla situazione economica e sull’identità francescana. Entrambi i temi hanno risvegliato uno speciale interesse nei Consiglieri, dando vita ad un vivace dialogo.

14 | FdC | Novembre 2013

Nella sessione pomeridiana è stata, invece, votata la prima parte del Documento, che, elaborato con passione dai Frati della Commissione, offre la cornice ispirazionale in cui si sono nate le proposte del CPO. A loro, ancora una volta, è andato il sentito grazie di tutto i Consiglieri. La seconda parte del pomeriggio è stata, invece, occupata dalle votazioni delle proposte che non avevano ottenuto i voti necessari per essere approvate durante la prima votazione. Una giornata così intensa non poteva che concludersi con un momento di festa, in cui si è potuto apprezzare un po’ del folklore polacco grazie al gruppo “Mazowsze”, che ha deliziato i Consiglieri con balli e canti tradizionali. A loro e a quanti oggi hanno fatto in modo che il lavoro procedesse speditamente: DZIĘKUJĘ! GRAZIE! Decimo giorno Siamo giunti all’ultimo giorno del Consiglio plenario e i primi Consiglieri hanno già dovuto lasciarci per tornare ai loro luoghi di provenienza. La giornata è stata comunque intensa.


Pallottini, che ci hanno aperto la loro casa. Al termine della mattinata c’è stato anche tempo per l’approvazione delle ultime decisioni e per la presentazione della relazione della Commissione economica del CPO.

La mattina è stata quasi interamente impegnata nella verifica di queste giornate, prima attraverso la condivisione delle impressioni nei diversi gruppi linguistici e, poi, in Assemblea. La valutazione è stata molto positiva sotto tutti gli aspetti: organizzativo, svolgimento dei lavori, contenuti; ma hanno ricevuto il plauso da parte di tutti anche i luoghi per le celebrazioni e l’accoglienza − particolarmente apprezzata − che sono state curate dai Frati della Conferenza Nord Slavica e dai padri

Nel pomeriggio si è tenuta l’ultima sessione assembleare, un tempo per ascoltare la parola del Ministro, per i ringraziamenti e per la consegna di un ricordo di questo CPO a tutti i Consiglieri e ai membri dello Staff. Ma il grazie più grande, e non poteva essere diversamente, l’abbiamo rivolto al Signore nell’Eucaristia vespertina, presieduta da Fr. Michael A. Perry, Ministro generale. La cena è stata il momento fraterno e di festa, che ha degnamente concluso questi giorni di lavoro. Il Signore ci benedica sempre, ci accompagni e moltiplichi il frutto di questi giorni. http://www.ofm.org/CPO2013/

Fra Paskalis, Nuovo Vescovo OFM

Il

Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Bogor (Indonesia), presentata da S.E. Mons. Cosmas Michael Angkur, O.F.M., in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Il Papa ha nominato Vescovo della diocesi di Bogor (Indonesia) il Rev.do P. Paskalis Bruno Syukur, O.F.M., Definitore Generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori a Roma. Rev.do P. Paskalis Bruno Syukur, O.F.M. Il Rev.do P. Paskalis Bruno Syukur, O.F.M., è nato il 17 maggio 1962 a Ranggu, nella diocesi di Ruteng, nell’Isola di Flores (Indonesia). Dopo la scuola primaria, ha frequentato il Seminario minore Pius X di Kisol. Ha compiuto gli studi filosofici preso la facoltà di Filosofia Driyakara di Jakarta, quindi ha proseguito gli studi teologici alla facoltà di Teologia di Yogyakarta. Ha emesso la professione solenne con i Francesca-

ni Minori il 22 gennaio 1989. È stato ordinato sacerdote il 2 febbraio 1991. Ha svolto poi i seguenti incarichi: 1991-1993: Ministero nella par rocchia di Moanemani, diocesi di Jayapura (Papua Occidentale); 1993-1996: Studi per la Licenza in Spiritualità presso l’Antonianum, a Roma; 1996-2001: Maestro dei Novizi a Depok; 1998-2001: Guardiano della Comunità O.F.M. a Depok e Membro del Consiglio Provinciale; 2001-2009: Ministro Provinciale in Indonesia; dal 2009: Definitore Generale O.F.M. per l’Asia e l’Oceania a Roma.

Novembre 2013 | FdC | 15


Curia Generalizia III Centenario della nascita del Beato Junipero Serra, OFM

Il

Beato Fr. Junipero Serra nacque il 24 novembre del 1713 in Petra, Maiorca, Spagna, morì il 28 agosto del 1784 nella Missione di San Carlo Borromeo di Carmelo, dove è sepolto.

alla Vergine Maria o degli Angeli, lungo il cosiddetto “Camino Real”, dal confine con il Messico fino a San Francisco, Santa Rosa e Sacramento, sempre accompagnato da padre Francisco Palou, ofm.

Fu beatificato dal Beato Papa Giovanni Paolo II, il 25 settembre del 1988.

È il grande apostolo dell’evangelizzazione di Sierra Gorda e delle Californie e come tale considerato uno dei “padri fondatori” degli Stati Uniti. La sua statua si trova nel Campidoglio di Washington (USA), tra i “padri” degli Stati Uniti. Quest’anno ricorre il terzo centenario della sua nascita.

È stato il fondatore di ventuno missioni nello stato attuale della California (Stati Uniti), a cui ha dato il nome di un santo (molti francescani) o di un’invocazione

Lettera del Ministro Generale a tutto l’ordine nel terzo centenario dalla nascita del B. Junipero Serra 16 | FdC | Novembre 2013


Missionario in Sierra Gorda e nelle Californie: il

beato Junipero Serra nel terzo centenario della nascita

Miei cari fratelli delle Province francescane di “San Giuseppe” (Valencia-Aragon-Baleares in Spagna), dei “SS. Pietro e Paolo” (Messico), del “Beato Junipero Serra” (Messico) e di “S. Barbara” (California), e a tutti i Frati dell’Ordine: Il Signore vi doni la Sua pace! Mentre celebriamo il terzo centenario della nascita del Beato Junipero Serra, missionario francescano spagnolo in Sierra Gorda e nelle Californie, ricordiamo le parole scritte da Papa Benedetto XV nella sua Lettera apostolica Porta fidei:

derio ardente di tradurre la fede in un linguaggio comprensibile alle persone fra cui viveva ed esercitava il suo ministero. Il Beato Junipero, in uno dei suoi molti sermoni del periodo in cui fu professore di filosofia all’Università Lulliana di Maiorca (1738-1749), parlò del potere della Parola e dell’Eucaristia nella vita di coloro che il Signore Gesù ha portato alla luce della fede.

“La “porta della fede”, che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa, è sempre aperta per noi. È possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita.

Chiunque abbia assaporato la dolcezza del Signore anche solo una volta considera vacui tutti i piaceri e le delizie della vita, ammesso che meritino di essere chiamati così… Coloro che non conoscono affatto tale dolcezza e non la assaporano, non hanno alcun desiderio di essa. Ma chi l›ha provata anche solo una volta scopre di averne crescente desiderio, poiché la trova molto rasserenante. Come dice lo stesso Signore, “Quanti si nutrono di me avranno ancora fame, e quanti bevono di me avranno ancora sete”. (Palma, 1744, tradotto da R.M. Beebe e R. Senkewicz).

Il Beato Junipero ha dimostrato il suo profondo desiderio di rimanere sempre in comunione con Dio con l’esempio della sua vita, sia predicando e insegnando nella sua terra natale di Maiorca, in Spagna, sia come missionario francescano nella Bassa California (Messico) e nell’Alta California (Stati Uniti). Egli si è lasciato plasmare il cuore dalla grazia trasformatrice della preghiera, della fratellanza, della povertà assoluta e dell’evangelizzazione missionaria e da un desi-

Miquel Joseph Serra nacque e fu battezzato nel villaggio di Petra, sull’isola di Maiorca, Spagna, il 24 novembre 1713. Fr. Junipero, nome che adottò in memoria dell’amico intimo di San Francesco di Assisi, morì nella Missione “San Carlo Borromeo”, in California, il 28 agosto 1784. Nel 1730 sentì la chiamata di Dio a diventare un membro dell’Ordine francescano; entrò dai francescani a Palma di Maiorca. Fattosi notare per il suo talento accademico, Serra fu nominato

Novembre 2013 | FdC | 17


Curia Custodiale docente di filosofia scontista (1740-43) e, dopo aver conseguito il dottorato in teologia, occupò la cattedra di teologia solista presso l’Università Lulliana di Palma fino al 1749. Nonostante la sua fama di professore universitario, il beato Junipero avvertì l’ardente desiderio di diventare un missionario e di portare la luce della fede nel Nuovo Mondo, affinché gli indigeni non cristiani del Nuovo Mondo potessero “assaporare la dolcezza del Signore”, che lui stesso aveva assaporato nella sua vita francescana di preghiera, ascesi, umiltà e fraternità e attraverso la sua predicazione e il suo insegnamento a Maiorca. Sebbene non siamo in grado di apprezzare in tutte le sue sfaccettature l’impulso missionario avvertito dal Beato Junipero, possiamo con tutta probabilità dire che egli è stato, per usare le parole del Documento finale del Capitolo generale 2009, Portatori del dono del Vangelo, “messo in movimento perché non (gli era) possibile sentire l’abbraccio infinito di un Dio follemente innamorato perché è amore e solo amore, senza sentire al medesimo tempo l’urgente necessità di condividere questa stessa esperienza con altri” (PdV, 11, Roma, 2009, p. 10). Il beato Junipero partì alla volta della Nuova Spagna, ossia il Messico, per servire come missionario, insieme a fr. Francisco Palóu, fr. Juan Crespi e ad altri trenta missionari francescani. Arrivò il giorno di Capodanno del 1750 al Collegio Apostolico de Propaganda Fide “San Fernando” a Città del Messico. Verso la metà dello stesso anno fu assegnato al Collegio Apostolico de Propaganda Fide “Santa Croce” a Queretaro. Da questo collegio il Beato Junipero iniziò la sua brillante carriera missionaria con fr. Francisco Palóu presso i gruppi indigeni di Chichimecas (Pames, Jonaz) e Otomís, situati nella regio-

18 | FdC | Novembre 2013

ne montuosa della Sierra Gorda, nello Stato di Queretaro, al centro del Messico. Qui fr. Junipero restò nove anni (1750/1759) e fondò cinque Missioni: Jalpán (dedicata a San Giacomo), Conca (dedicata a San Michele Arcangelo), Landa de Matamoros (dedicata all’Immacolata Concezione), Tilaco (dedicata a San Francesco d’Assisi) e Tancoyol (dedicata a Nostra Signora della Luce). In queste zone il beato lavorò con costanza e zelo apostolico, apprese la lingua “Pame” e tradusse in questa lingua le preghiere e i precetti cristiani, diffondendo inoltre la devozione all’Immacolata Concezione. Una volta tornato a Città del Messico (17591767), il beato Junipero riscosse lo stesso successo che aveva sperimentato come predicatore nella sua nativa Mallorca. Le circostanze storiche, quindi, portarono il beato Junipero, dal 1767 fino alla sua morte, a svolgere instancabilmente la sua attività missionaria pressoché popolazioni della Bassa California (Messico) e dell’Alta California, l’attuale Stato della California negli Stati Uniti, dove fondò ben nove Missioni. Lo stile di vita francescano misto a un forte sentimento di entusiasmo e di passione missionaria ispirò nell’animo del beato Junipero un infaticabile impegno ad andare tra i popoli indigeni della California a predicare il Vangelo e a convertire i non cristiani alla fede cattolica. È noto per aver percorso migliaia di chilometri a piedi. I suoi metodi di predicazione miravano a dimostrare la potenza e la forza del Vangelo. Per tutta la sua vita, il suo motto fu “Siempre Adelante!”, ossia “Avanti, sempre!”. Il beato Junipero fu anche un uomo del suo tempo ed è ritenuto uno dei pochi che hanno cercato in ogni occasione di proteggere la popolazione indigena da gravi abusi perpetrai dalle


forze di occupazione civili e militari. Il beato Junipero è anche stato capace di dimostrare grande indulgenza e misericordia. A seguito dell’incendio della missione francescana di San Diego da parte di membri della popolazione locale indiana, il beato Junipero chiese che i colpevoli non fossero puniti. Immediatamente dopo la sua morte nel 1784, il beato Junipero fu ammirato e guardato come un esempio di cultura, fervore francescano e zelo missionario. Fr. Francisco Palóu, un tempo suo studente e poi, per lungo tempo, suo amico e collaboratore, ne registrò i successi più importanti in una biografia pubblicata poco dopo la sua morte. Palóu descrisse le lotte di Serra e soprattutto i suoi successi nel fondare una serie di missioni francescane dal confine meridionale dell’attuale California fino alla Baia di San Francisco a nord: San Diego (1769), San Carlos Borromeo (denominata anche Missione Carmel, 1770), San Antonio e San Gabriel (1771), San Luis Obispo (1772), Missione Dolores (San Francisco) e San Juan Capistrano (1776), Santa Clara (1777) e San Buenaventura (1782). Serra fu beatificato il 25 settembre 1988 da Papa Giovanni Paolo II. La vita e le opere del Beato Junipero Serra continuano oggi ad ispirarci e a stimolarci come cristiani e francescani. In primo luogo, egli fu uno studioso che analizzò in profondità le tradizioni cristiane e francescane al fine di condividere la dolcezza del Signore con i suoi fratelli, i suoi studenti, i laici cristiani e soprattutto con

le popolazioni indigene che non avevano ancora sentito né accolto il Vangelo. In secondo luogo, da persona del suo tempo, il Beato Junipero contribuì allo sviluppo della cultura contemporanea, mentre cercava di servire il Vangelo. In terzo luogo, egli fu appassionatamente devoto a Cristo e pronto ad andare “Avanti, sempre!” (Siempre Adelante!) per proclamare il Vangelo. In onore di questo nostro fratello, il Beato Junipero Serra, noi Frati Minori siamo sempre spronati a esaminare le radici della nostra identità e pratica missionaria, ad essere sensibili al contesto sociopolitico, economico e religioso delle culture e dei popoli in mezzo ai quali siamo inviati, al fine di poter proclamare con più efficacia la Buona Novella attraverso la vivida testimonianza di una vita posta liberamente e pienamente al servizio del regno di Dio. Mentre commemoriamo il terzo centenario della nascita del Beato Junipero Serra, ci ispirino il suo profondo e costante rapporto con il Signore Gesù, i suoi sforzi instancabili per promuovere il Vangelo e la fede cristiana e la sua condivisione di vita e di missione con i suoi fratelli francescani, realtà tutte che dimostrano la forza della fraternità posta al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa. Rinnoviamo sempre la nostra fiducia e speranza nel Signore Gesù. Accogliamo la Sua chiamata a essere uomini del Vangelo, servitori dell’umanità e itineranti al servizio del Regno di Dio, sull’esempio di San Francesco e del Beato Junipero Serra!

Roma, 14 novembre 2013

Vostro fratello in Cristo e Francesco,

Fr. Michael A. Perry, OFM Minister General

Prot. 104379

www.ofm.org

Novembre 2013 | FdC | 19


Patriarcato Latino La Chiesa cattolica protesta contro la demolizione di una delle sue proprietà da parte di Israele Gerusalemme, 5 novembre

Il

Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, martedì ha fortemente protestato contro la demolizione da parte delle forze israeliane di una delle proprietà del Patriarcato latino, che ospitava una famiglia palestinese a Gerusalemme Est. Un caso senza precedenti, secondo lui. “Questo atto è contro la legge, la giustizia e l’umanità, è contro l’idea di costruire la pace. Esso acuisce la segregazione e l’odio”, ha detto Twal, la più alta autorità cattolica in Terra Santa, che si è recato sul posto, insieme ai religiosi di tutte le confessioni cristiane locali, nei pressi del posto di blocco per voler controllare l’accesso alla città palestinese di Betlemme. Le forze di sicurezza israeliane, accompagnati da bulldozer, hanno eseguito la demolizione all’alba di lunedi (anche se lunedì) affermando che la casa è stata costruita senza la licenza edilizia, come riferiscono i residenti, una famiglia musulmana di 14 persone. La famiglia, cacciata via, ha trovato riparo sotto una tenda. Twal ha detto che la proprietà era legale e che il Patriarcato latino (cattolico) non aveva ricevuto ordine di demolizione da parte delle autorità israeliane. “Questo è un sito religioso e lo sarà sempre”. Il Ministero dell’Interno israeliano e il comune (israeliano) di

Gerusalemme sapevano molto bene che questa terra apparteneva al Patriarcato”, si lamenta il prelato che intende tirare in causa la giustizia israeliana e internazionale. Il Ministero dell’Interno e la municipalità di Gerusalemme hanno rifiutato di commentare. La demolizione della dimora si è verificata 48 ore prima di un nuovo tour del Segretario di Stato statunitense John Kerry per rilanciare il precario processo di pace. Kerry dovrebbe incontrare oggi il presidente palestinese Mahmoud Abbas a Betlemme (Cisgiordania). In una dichiarazione rilasciata martedì, l’Associazione israeliana per i Diritti Civili in Israele (ACRI) ha avvertito che il municipio di Gerusalemme aveva notificato in questi giorni a centinaia di famiglie palestinesi di Gerusalemme Est l’ordine di demolizione per il fatto che le loro case erano state costruite senza licenza. L’area di Gerusalemme Est, a maggioranza araba, è stata occupata e annessa da Israele dal giugno del 1967. Questa annessione non è riconosciuta dalla comunità internazionale. Fonte: AFP - Foto di Andrea Krogmann http://it.lpj.org

20 | FdC | Novembre 2013


Patriarcato Latino Ora siete della Chiesa Madre di Gerusalemme Beit Jala, 25 novembre 2013

Il

Patriarcato Latino di Gerusalemme ha quattro nuovi Canonici del Santo Sepolcro. A nominarli è stato ieri 25 novembre, Sua Beatitudine Mons. Fouad Twal. «In questa occasione, professo la mia ferma fede in tutto ciò che contiene il simbolo della fede della santa Chiesa Cattolica ed in ogni suo articolo, come anche in tutto ciò che, con il suo Magistero, la Chiesa Cattolica continua a proporre alla nostra fede».

Dopo aver recitato questa formula, don Orlando Sbicca, sacerdote dell’Arcidiocesi di Perugia, parroco di Panicale, abuna Elias Odeh, sacerdote latino di Reineh, padre Michael McDonagh, incardinato nel Patriarcato Latino e abuna Faysal Hijazen, direttore generale delle Scuole del Patriarcato Latino in Palestina ed Israele, da ieri sono Canonici del Santo Sepolcro. La cerimonia d’investitura è avvenuta nella chiesa parrocchiale di Beit Jala presieduta dal Patriarca, Sua Beatitudine mons. Fouad Twal. Al rito erano presenti i vescovi ausiliari mons. William Shomali e mons. Giacinto Buolos Marcuzzo, oltre ai canonici abuna Adid Zoomot e abuna Jamal Khader, molti sacerdoti del Patriarcato e numerosi seminaristi di Beit Jala. «Essere canonico del Santo Sepolcro – ha detto il Patriarca Fouad – significa appartenere ad una Chiesa cattedrale, e nel caso specifico, alla Chiesa Madre di Gerusalemme, attraverso un legame di sangue che unifica i componenti della stessa famiglia. Ecco, ora siete, a tutti gli effetti, membri integranti della grande famiglia della Chiesa di Gerusalemme».

Da parte loro, i canonici hanno promesso pubblicamente di dedicarsi, con la preghiera, la parola e le opere, al servizio del Santo Sepolcro di Nostro Signore Gesù Cristo e della Chiesa viva di Gerusalemme. Nel corso dell’omelia, il Patriarca si è soffermato, tra l’altro, sull’incontro avuto nei giorni scorsi con il Santo Padre, in occasione della riunione in Vaticano di tutti i patriarchi, arcivescovi e vescovi del Medio Oriente. In particolare, Sua Beatitudine ha ricordato le parole che Papa Francesco ha pronunciato nel corso dell’omelia, a conclusione dell’Anno della Fede: «Desidero anche rivolgere un cordiale e fraterno saluto ai patriarchi e agli arcivescovi maggiori delle Chiese Orientali Cattoliche, qui presenti. Lo scambio della pace, che compirò con loro, vuole significare anzitutto la riconoscenza del Vescovo di Roma per queste comunità, che hanno confessato il nome di Cristo con una esemplare fedeltà, spesso pagata a caro prezzo. Allo stesso modo, per loro tramite, con questo gesto, intendo raggiungere tutti i cristiani che vivono nella Terra Santa, in Siria e in tutto l’Oriente, al fine di ottenere per tutti il dono della pace e della concordia». Al termine della cerimonia di investitura, ha avuto luogo un momento di convivialità in onore dei nuovi canonici. Nicola Scopelliti http://it.lpj.org

Novembre 2013 | FdC | 21


Curia Custodiale

22 | FdC | Novembre 2013


Papa Francesco ha nominato Fra Georges Abu Khazen, ofm Vicario apostolico latino di Aleppo (Siria). 4 novembre 2013

N

ello stesso momento in cui la notizia è stata diffusa, il Custode di Terra Santa ha inviato a tutti i frati della Custodia un comunicato ufficiale per rallegrarsi dei meriti riconosciuti dalla Santa Sede a colui che sarà così elevato alla dignità di Vescovo. Nel comunicato si legge: «Siamo certi che il Signore Gli darà la luce e la prudenza per guidare il gregge affidatoGli in un momento cosi difficile per la Terra che è chiamato a servire». Fra Georges è conosciuto bene dai frati e dai fedeli di Terra Santa poiché è stato parroco di Gerusalemme a due riprese (nel 1975 e dal 1998 al 2004) e di Betlemme (dal 1983 al 1998).

Fra Georges, nato nel 1947 ad Aïn Zebdeh (Libano) di rito maronita, è entrato nell’Ordine dei Frati Minori della Custodia nel 1968. Ha pronunciato i voti perpetui nel 1972 ed è stato ordinato sacerdote nel 1973, dopo aver concluso gli studi presso l’Università di Kaslik (Libano). Ha servito la Custodia in Egitto, in Terra Santa e in Libano. Dal 2004 è in Siria, Parroco della Parrocchia San Francesco di Aleppo, Guardiano del Convento francescano della città e Vicario delegato per il Nord.

È stato amministratore apostolico «sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis» del Vicariato di Aleppo dei Latini, dopo le dimissioni per motivi di età in aprile scorso, di Mons. Giuseppe Nazzaro, ofm, anch’egli della Custodia ed ex-Custode. Fra Georges, dall’inizio della guerra in Siria, è stato anche coordinatore degli aiuti raccolti da ATS Pro Terra Sancta, ONG della Custodia e dell’appello per la raccolta di fondi dal titolo: «Emergenza Siria». L’estate scorsa, in occasione del Capitolo triennale, ha testimoniato insieme agli altri frati venuti dalla Siria, come i quattordici religiosi della Custodia presenti nella Regione siriana abbiano dovuto reinventare, laddove si trovano, nuove risorse per servire le popolazioni residenti, nonostante le immani difficoltà riscontrate ogni giorno. V’invitiamo a unirvi agli auguri che il Custode ha espresso alla fine del suo comunicato: «AugurandoGli ogni bene nel Signore, lo affido alla vostra preghiera, affinché possiate accompagnarlo in questo significativo momento della Sua vita» e a continuare a pregare per la Siria, per tutti i suoi abitanti, affinché gli attori del conflitto sappiano trovare il cammino verso una riconciliazione nazionale nella giustizia e nella pace. www.custodia.org

Novembre 2013 | FdC | 23


Curia Custodiale

La Custodia di Terra Santa

è lieta di invitarVi alle celebrazioni liturgiche del 30 Novembre 2013

Prima Domenica di Avvento – Santa Caterina Basilica della Natività -­‐ Betlemme h. 11,30 Ingresso Solenne del

Rev.mo P. Custode di Terra Santa Fra Pierbattista PIZZABALLA, OFM

h. 13,45 Vespri Pontificali – Chiesa Santa Caterina con incensazione del Presepio h. 15,30 Ufficio delle Letture e seconda incensazione del Presepio Domenica 1 Dicembre h. 10,00 -­‐ Chiesa Santa Caterina S. Messa presieduta dal Rev. mo P. Custode di Terra Santa

24 | FdC | Novembre 2013


The Custody of the Holy Land

is pleased to invite you to the liturgical celebrations of 30 November 2013

First Sunday of Advent – Feast of St. Catherine

Basilica of the Nativity -­‐ Bethlehem 11,30 Solemn Entrance of

the Most Reverend Custos Fra Pierbattista PIZZABALLA, OFM

13,45 Pontifical Vespers – Church of St. Catherine, with the incensing of the Crib 15,30 Office of Readings and second incensing of the Crib Sunday, 1 December 10,00 – Church of St. Catherine Mass presided by the Most Reverend Custos of the Holy Land

Novembre 2013 | FdC | 25


Curia Custodiale Ordinazione diaconale LA CUSTODIA DI TERRA SANTA E LA CUSTODIA DI SANTA CHIARA DEL MOZAMBICO annunciano con gioia l’Ordinazione diaconale di Fra Luai Bsharat e Fra Benjamim Paulino Matipanha per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Fouad Twal Patriarca Latino di Gerusalemme Domenica 15 dicembre 2013, ore 10.00 Chiesa di Santa Caterina, Betlemme

26 | FdC | Novembre 2013


COMUNICAZIONI SEGRETERIA Pace e bene!

Peace and good!

Vi comunico i nuovi numeridella Scuola di Terra Santa di Gerusalemme, così come indicati dal Direttore p. Ramzi Sidawi.

I am forwarding you the contact information for the Terra Sancta Schools of Jerusalem, as indicated by the Director, fra Ramzi Sidawi.

Scuola di Terra Santa - Tel: 02.6209944 02.6282754 - Fax: 02.6263978 Fax2Mail: 02.6209940 Sito internet: www.tscjerusalem.org

Pace e bene!

Peace and good!

Cari fratelli, vi invio i recapiti del P. Guardiano di Amman, così che possiate contattarlo quando desidererete andare in Giordania.

Dear Brothers, I send you the contact details of Fr. Guardian of Amman, so that you can get in touch when you want to go to Jordan.

Fraternamente, Fra Sergio, Segretario

Fraternally, Fr. Sergio, Secretary

Fra Rami Asakrieh, Guardiano di Amman Tel: 00962 (0) 799595816 - ramiasakrieh@hotmail.com

Partecipazione del Padre Custode al CPO 2013

D

al 17 al 30 novembre si è svolto a Konstancin – Jeziorna (Varsavia-Polonia), il Consiglio Plenario dell’Ordine 2013 Il sottotitolo “Ridimensionamento et Ristrutturazione” anticipava gli argomenti trattati durante le giornate d’intenso lavoro vissute presso il “Centrum Animacji Misyjnej”, dei Padri Pallottini. Oltre ad alcune proposte concrete presentate dal Ministro Generale, tra i diversi temi in programma, molti riguardavano la situazione attuale dell’Ordine, tenuto conto dei risultati pervenuti dalle rispettive Commissioni nominate dal Definitorio Generale. Fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra San-

ta, ha partecipato al Consiglio intervenendo più volte durante i lavori. In particolare, mercoledì 27 novembre, fra Pierbattista Pizzaballa ha presentato la situazione attuale della Custodia di Terra Santa entrando nel merito delle questioni attinenti le diverse problematiche. Parlando a 360° il Custode ha illustrato gli innumerevoli progetti in itinere nella Custodia di Terra Santa, realizzati grazie all’aiuto di offerte e donazioni provenienti da ogni dove, evidenziando la fatica, comune a tutti e in tutto il mondo, evidenziando l’impegno a trovare forme sempre nuove nel vivere la tradizione del carisma francescano.

Novembre 2013 | FdC | 27


Curia Custodiale Una tre giorni tutta italiana per il Custode di Terra Santa 2 - 3 - 4 dicembre 2013 Fra Pierbattista Pizzaballa OFM, Custode di Terra Santa sarà a VERONA VICENZA BRESCIA per parlare della vita in Terra Santa e in Medio Oriente e presentare il progetto del Terra Sancta Museum la cui apertura è prevista a Gerusalemme nel 2015 VERONA: Lunedì 2 dicembre 2013, ore 20,45 Palazzo Gran Guardia, Auditorium, Piazza Bra CUSTODI DELL’AVVENIMENTO. La presenza dei cristiani oggi in Terra Santa Il Centro di Cultura Europea Sant’Adalberto, insieme alla Fondazione Giorgio Zanotto e con la collaborazione con il Convento di San Bernardino, ATS, Pro Terra Sancta con il patrocinio del Comune di Verona hanno promosso la conferenza dal titolo “Custodi dell’Avvenimento. La presenza dei cristiani oggi in Terra Santa”, invitando a Verona un testimone d’eccezione della fede e della presenza cristiana in Medio Oriente: padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa. VICENZA: Martedì 3 dicembre 2013, ore 17.00 Salone d’Onore del Palazzo delle Opere Sociali, Piazza Duomo 2 MAGDALA OPEN FIRMA DELL’ACCORDO Il Custode di Terra Santa p. P.B. Pizzaballa e il Vescovo di Vicenza S.Ecc.za Mons. B. Pizziol firmano l’accordo di collaborazione per il progetto “Magdala Open” che porterà all’apertura dell’importante sito archeologico di Magdala sul Lago di Galilea. Un accordo unico nel suo genere che pone la Diocesi di Vicenza a servizio della Custodia di Terra Santa e dei pellegrini di tutto il mondo. Attraverso una rete di volontari la Custodia di Terra Santa, una volta messo in sicurezza e allestito lo spazio, potrà aprire le porte del parco archeologico ai numerosi pellegrini che assieme agli altri Luoghi Santi del lago di Galilea potranno vedere e toccare le pietre santificate dalla Storia della Salvezza.

28 | FdC | Novembre 2013

Alle ore 18.15 verrà presentato il progetto del Terra Sancta Museum 2015 con un intervento dell’Architetto Giovanni Tortelli. BRESCIA: Mercoledì 4 dicembre 2013 Il custode di Terra Santa Fra Pierbattista Pizzaballa sarà ospite eccezionale a Brescia per l’intera giornata di mercoledì 4 dicembre 2013. Ore 11,00 Studio Tortelli Giovanni Frassoni Roberto Architetti Associati, Via Marsala 17 PRESENTAZIONE DEL PROGETTO DEL TERRA SANCTA MUSEUM 2015 Fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa sarà ospite d’eccezione a Brescia per presentare il Terra Sancta Museum 2015, progetto che la Custodia di Terra Santa intende realizzare nel cuore della Città Vecchia di Gerusalemme, unico Museo al mondo sulle radici del Cristianesimo e la conservazione dei Luoghi Santi. Alla presentazione parteciperanno, oltre al Custode, l’ Arch. Giovanni Tortelli e il Museologo Gabriele Allevi. I lavori di ristrutturazione e allestimento inizieranno nel 2014.Il Museo sarà realizzato in due sedi espositive all’interno della Città Vecchia di Gerusalemme: il Convento della Flagellazione e il Convento di San Salvatore, due complessi ottocenteschi, con alcune costruzioni molto antiche, romane, bizantine e medioevali, del periodo crociato. Il primo che si trova all’inizio della Via Dolorosa che porta al Santo Sepolcro (percorso delle “Via Crucis”), ospiterà il Museo Archeologico e il Museo Multimediale. Attualmente è sede del Museo Archeologico dello Studium Biblicum Franciscanum (istituzione scientifica per la ricerca e l’insegnamento accademico della Sacra Scrittura e dell’archeologia dei paesi biblici). Attivo dal 1902 è il più antico museo di Israele e sarà quindi ristrutturato e notevolmente ampliato. Il Convento di San Salvatore invece, sede della Custodia di Terra Santa, si trova nei pressi di Porta Nuova, il punto di ingresso al quartiere cristiano, luogo di passaggio di molti pellegrini diretti al Santo Sepolcro


Qui, sotto le volte a crociera dell’ex biblioteca, sarà collocata la Sezione Storica, ricca di opere d’arte e di documenti rari. Ore 21,00 - Teatro Buffalora, Via Buffalora 95 INCONTRO APERTO AL PUBBLICO: “QUALI SPERANZE PER IL MEDIO ORIENTE?” Il Custode Fra Pizzaballa sarà a Brescia in occasione di una tavola rotonda che approfondirà un argomento di grande attualità: “Quali speranze per i cristiani del Medio Oriente? In molte parti del Medio Oriente gli uomini e le donne di fede cristiana subiscono ancora le pesanti conseguenze

delle tensioni e dei conflitti in atto; Siria, Iraq, Egitto e altre zone della Terra Santa «talora grondano lacrime» – come ha dichiarato pochi giorni fa Papa Francesco davanti alla Congregazione per le Chiese Orientali - e per la comunità cristiana l’incertezza si trasforma facilmente in inquietudine e paura. Il dolore degli indifesi, col silenzio delle vittime, pongono alla comunità, tutta, domande sul futuro dei fedeli cristiani in Medio Oriente. Di questo stringente argomento Fra Pizzaballa dialogherà con Don Antonio Zani, docente alla Facoltà Teologica di Milano ed esperto conoscitore delle Chiese Orientali, e Anna Della Moretta, giornalista. I saluti saranno di Don Sandro Franzoni, Parroco Natività di Maria di Buffalora.

Agenda DEL CUSTODE DICEMbre 2013 15

01

Betlemme: Pontificale d’inizio Avvento

02

Verona: Incontro con la Comunità diocesana 17

03 Vicenza: firma della convenzione con la Diocesi per la cura del sito di Magdala e presentazione Terra Sancta Museum 04 Brescia: presentazione Terra Sancta Museum e incontro con la Comunità diocesana 07 Gerusalemme: Riunione del Discretorio di Terra Santa 10 Gerusalemme: Riunione dei capi delle Chiese Cristiane 14

Ain Karem: Incontro con gli studenti della Custodia

Betlemme: Ordinazioni diaconali Nazareth: incontro e visita con funzionari Ministero di Giustizia

19 Gerico: Inaugurazione nuova Scuola di Terra Santa 24/25 Betlemme, Nazareth: celebrazioni natalizie 26 Gerusalemme: scambio di auguri con i fratelli dell’Infermeria 27/28 Gerusalemme: scambio di auguri con le Comunità ortodosse 30 Gerusalemme: scambio di auguri con il Presidente d’Israele Novembre 2013 | FdC | 29


Sorella Morte Custodia Terræ Sanctæ Jerusalem Suor Mirjam

Aleppo, 13 Febbraio 1927 † Gerusalemme, 4 Novembre 2013

Custodia Terræ Sanctæ Jerusalem Sr Miryam

Aleppo, 13 Febbraio 1927 † Gerusalemme, November 4, 2013 Rest in Peace. Amen

Riposi in Pace. Amen

Dear Friars,

Cari confratelli, la Custodia di Terra Santa partecipa al lutto delle sorelle Clarisse di Gerusalemme per la morte di Suor Miryam du Coeur Immaculée

The Custody of the Holy Land joins the Poor Clares in mourning the death of Sr. Miryam du Coeur Immaculée

ed offre le sue preghiere in suffragio della Defunta, chiedendo al Signore di accoglierla, in attesa della risurrezione, fra i giusti .che vivono alla sua presenza

and offers our prayers for the soul of the deceased, asking the Lord to grant our request, awaiting the resurrection of the righteous who live in His presence.

I funerali si svolgeranno domani, 5 novembre alle h. 16,00, nel Monastero di Santa Chiara di Gerusalemme, ove seguirà l’inumazione.

The funeral willbe held tomorrow, Novembre 5 at h.16,00 in the Monastery of St. Clare of Jerusalem, where the interment will follow.

San Salvatore, 4 Novembre2013.

St. Saviour, November 4, 2013.

fra Sergio Galdi Ofm Segretario di Terra Santa

30 | FdC | Novembre 2013

fra Sergio Galdi Ofm Holy Land’s Secretary


Sr Miryam du Cœur Immaculée

Marie Dagras Aleppo in Siria il 13 febbraio 1927 - † Gerusalemme, 4 novembre 2013 di anni 86, 64 di professione Cari fratelli e sorelle, la nostra amata sr Miryam si è spenta serenamente questa sera 4 novembre, all’ospedale St Joseph di Gerusalemme. Con lei c’era madre Cristiana. Prima di partire per l’ospedale, lunedì scorso, ci ha raccontato ciò che mai si stancava di ripetere: “Una suora di San Giuseppe all’ospedale di Aleppo mi ha messo tra le mani di mia madre quando sono nata”, ed è bello che sotto lo sguardo e la protezione di San Giuseppe abbia compiuto i suoi giorni, sia nata alla nuova Vita. Di nazionalità francese, sr Miryam si presentava sempre dicendo: “Sono nata in Siria e sono cresciuta in Libano!”. Suo padre, infatti - ingegnere che lavorava per le grandi opere in Medio Oriente per conto della Francia - si trovava ad Aleppo con la famiglia quando è nata la sua primogenita Marie, il 13 febbraio 1927 e gli anni seguenti si è trasferito a Beirut dove è stata cresimata il 6 giugno 1937. Sr Miryam ha due fratelli (uno ancora in vita); ha ricevuto dalla famiglia una buona educazione umana e intellettuale. Ricordava le lezioni private in latino, i viaggi con l’Orient Express che le facevano attraversare l’Europa, ma soprattutto ha custodito un amorevole ricordo della ‘santa mamma’ (come la chiamava) e del papà. Nel suo testamento ha scritto: “La più bella eredità lasciata dai nostri genitori Georges et Henriette, è stata l’amore e la pace custodite tra noi. Ci tengo a questo amore fraterno come al più grande tesoro”. Allo scoppio della guerra sr Miryam è rientrata in Francia a Toulouse. Dall’età di 13 anni le è nato in cuore la volontà di lasciare tutto per servire il Signore e, all’età di 20 anni, finalmente, dopo un ritiro dalle clarisse di Mazamet ha deciso di entrare in mon astero il 31 agosto 1947. Con la vestizione il 1 aprile 1948 ha preso il nome di sr Marie du Cœur Immaculée. Ha fatto la Prima professione il 28 aprile 1949 e la Solenne tre anni dopo nel 1952. Sr Miryam ha sempre custodito un grande amore per la comunità di Mazamet, molto numerosa in quegli anni e viva nel rinnovamento che ha preceduto e seguito il Concilio Vaticano II. In particolare per la liturgia aveva un amore e una cura speciale e la sua bella voce le ha fatto fare per diversi anni il servizio di chantre. Nel 1968 vive un periodo di un profondo turbamento, di riflessione, di desiderio di una risposta al Signore più radicale. È stata una lettera di sr Marie de Jesus - sorella di Mazamet che dal 1965 si era trasferita a Gerusalemme - a trovare in lei eco a questo appello. Questo legame – già

forte dai tempi del noviziato – è stato per sr Miryam un segno che le ha fatto risvegliare la ferma volontà di esprimere all’abbadessa il suo proposito: “Reverenda Madre, bisogna assolutamente che il monastero di Gerusalemme continui: le sorelle hanno una testimonianza collettiva, comunitaria da donare, di pace e carità tra ebrei e arabi.... Si è una presenza di donne donate a Cristo che parla in modo eloquente di questa carità che annuncia il vangelo. E sentiamo queste sorelle... davvero povere e ancora più povere dopo gli incidenti di salute di questi ultimi mesi. Reverenda madre, io appartengo a Dio e sono legata dal voto di obbedienza; dunque non mi appartengo più, ma non posso fare ciò che la mia coscienza chiama vigliaccheria e abbandonarle; sono pronta a fare il sacrificio per Gerusalemme, a partire... Sono nella pace. Se Dio lo vuole si farà”. Questo desiderio e questa determinazione nel 1972 si risvegliano con forza e dopo aver chiesto ai Superiori e atteso, finalmente il 14 aprile 1973 arriva nella comunità di Gerusalemme. Dal temperamento vivace, acuto, intelligente, sr Miryam si è fatta amare da tutte le sorelle anche per la sua originalità che nessuno poteva trattenere, nemmeno quando andava sugli alti tetti del monastero con le grandi scarpe da ginnastica a ripulire tutti i canali di scolo. La sua grande passione è da sempre stata il giardino e la cura delle piante da frutto e degli ulivi. Nelle pulizie del monastero poi era impeccabile e di grande disponibilità. Sorella di grande relazione e comunicazione scriveva e riceveva lunghe lettere dalla famiglia, da amici e da qualche sorella di Mazamet. In parlatorio con gli amici e ospiti del monastero si è sempre fatta amare per la sua cordialità e gentilezza nel servire, nel preparare le corone di fiori da porgere sul capo delle festeggiate, preparando sacchetti di limoni o mandorle da donare a chiunque visitava il monastero. La sua grande autonomia l’ha sempre fatta resistere ad ogni cura, ma negli ultimi anni, soprattutto con le sorelle venute dalla federazione umbra, si è affidata con tanta docilità e abbandono. Un anno fa, alla fine di settembre, la rottura del femore e l’impossibilità di essere operata l’ha costretta all’immobilità, ma tra il letto e la sedia a rotelle non ha mai smesso di essere un dono grande per tutte le sorelle, a partire dalle più giovani. Andarla a visitare era sempre motivo di gioia e di edificazione, con il suo senso dell’umorismo, la sua delicatezza, la sua fede. Merci! Il suo grazie sonoro risuona, ora, nel seno del Padre e la Vergine Immacolata Regina che tanto amava non mancherà di accompagnarla nel giardino del cielo...

Novembre 2013 | FdC | 31


Regione San Paolo Un mortaio colpisce la nunziatura di Damasco Damasco, 4 novembre 2013

C

olpita la facciata, una parte del tetto e del cornicione del terzo piano, dove vi sono le stanze da letto. Il nunzio impegnato nella riuscita di una conferenza di pace. La rappresentanza pontificia continuerà a lavorare senza nessuna chiusura o trasferimento. Un colpo di mortaio ha colpito stamane l’edificio della nunziatura vaticana a Damasco. Il tiro ha mirato il terzo piano, dove si trovano la stanza da letto del nunzio, mons. Mario Zenari (v. foto), del segretario, p. Giorgio, e delle suore a servizio della casa. P. Giorgio spiega ad AsiaNews che “grazie a Dio nessuna persona è stata colpita”. Il mortaio ha distrutto parte del tetto, del cornicione dell’edificio e una parte della facciata, dove vi è una veranda. Mons. Zenari è uno dei pochi diplomatici che non ha mai lasciato la sua sede in questi oltre due anni di guerra civile e continua, insieme al papa, a spingere la comunità internazionale per una conferenza di pace sulla Siria, senza alcun veto preventivo sui partecipanti. Il governo siriano e gli oppositori differiscono sulle modalità della conferenza di pace che dovrebbe tenersi verso la fine di novembre. I ribelli accettano di parteci-

32 | FdC | Novembre 2013

parvi solo a condizione che Bashar Assad lasci il potere e hanno minacciato chiunque osa aderirvi. Damasco ha fatto sapere che se rimane questa pre-condizione, esso non parteciperà. Proprio quest’oggi, Lahdar Brahimi, inviato dell’Onu e della Lega araba per preparare la conferenza, si incontra a Ginevra con rappresentanti Usa e russi per mettere le basi della conferenza. La nunziatura non si esprime sulla provenienza dell’attacco. Il fatto certo è che - non essendovi altri bombardamenti - il colpo era mirato. Dopo l’esplosione sono giunti alla sede della rappresentanza vaticana i pompieri, le squadre di emergenza e la polizia. La presidenza siriana ha fatto pervenire la sua solidarietà. Pur avendo subito l’attacco, alla nunziatura non si prevede alcuna chiusura o trasferimento del personale. “Le rappresentante pontificie - ha spiegato p. Giorgio - non vengono mai chiuse. Prenderemo soltanto alcune precauzioni”. www.asianews.it


Regione San Paolo Esercito avanza, ad Aleppo i ribelli chiamano alla mobilitazione Siria, 13 novembre 2013

V

iolenti scontri sono in corso tra l’esercito siriano e combattenti armati dei gruppi jihadisti nel nord del paese: in ballo c’è il controllo su Aleppo, seconda città della Siria, da mesi nelle mani delle forze antigovernative, alle prese una pericolosa progressione delle forze regolari. Lo riferiscono fonti locali confermate in parte della televisione di stato secondo cui un’offensiva dell’esercito è in corso anche nella periferia sud di Damasco.

raq e del Levante (Isil) – segue quello già diffuso lunedì dalle sigle Ahrar al Sham, il Fronte al Nusra e Liwa at-Tawhid. Scontri su vasta scala sarebbero in corso anche a Homs, nel centro del paese. http://www.misna.org

La popolazione civile resta bersaglio dei due contendenti e anche oggi nella capitale, nei centralissimi quartieri di Bab Tuma, a maggioranza cristiano e Zablatani, colpi di obice hanno causato la morte di due persone. I siti dei gruppi islamisti armati hanno diffuso un appello alla mobilitazione contro il governo di Bashar al Assad. L’appello – a firma dello Stato islamico dell’I-

Novembre 2013 | FdC | 33


Regione San Paolo I curdi di Siria annunciano la creazione della loro regione autonoma La decisione presa dopo i successi militari contro gruppi jihadisti che hanno dato ai curdi il controllo delle frontiere con l’Iraq. Ankara reagisce con irritazione, preoccupata com’è dalla sua questione curda. Istanbul, 13 novembre 2013

S

i complica ulteriormente la drammatica situazione siriana. I curdi del Paese, infatti, hanno annunciato la “formazione di una amministrazione civile transitoria per l’area occidentale del Kurdistan-Siria”. La decisione, presa ieri a Qamishli, nel nord-est del Paese, fa seguito a una serie di successi militari dei curdi che hanno preso il controllo delle frontiere con l’Iraq, togliendolo a gruppi jihadisti. L’annuncio del Kurdish Democratic Union party (PYD) è giunto ieri, ma già a luglio il PYD aveva fatto sapere di pensare a un governo autonomo per la regione, che di fatto godeva di autonomia da un anno, da quando l’esercito siriano si era ritirato dalla zona, allo scopo di evitare che i curdi si unissero alle forze ribelli. I curdi siriani rappresentano il 10-15% della popolazione del Paese e sono concentrati nella parte nord-orientale della Siria, accanto alle regioni di Turchia ed Iraq ugualmente abitate da curdi. Le popolazioni delle tre zone sono legate, oltre che da lingua e tradizioni culturali, dal sogno di un loro Stato, che dovrebbe comprendere anche la regione iraniana ugualmente abitata da curdi. Proprio questo sogno ha reso le popolazioni curde oggetto di repressioni da parte

degli Stati nei quali vivono. E se in Iraq oggi l’autonomia curda è riconosciuta e praticamente totale - mentre Iran e Siria hanno usato la mano pesante - è la Turchia il Paese nel quale la questione curda è più sentita e al centro anche del dibattito politico. I curdi turchi sono 18-20 milioni e da decenni Ankara cerca di frenarne mire autonomistiche e soprattutto progetti di unificazione. Ne è prova, da ultimo, il muro che le autorità turche stanno costruendo alla frontiera con la Siria, ufficialmente per impedire lo sconfinamento di combattenti, ma certo anche per rendere più difficili i rapporti tra le due parti della popolazione curda. E significativamente, ieri sera nella sua prima dichiarazione dopo l’annuncio dell’autonomia, il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu ha accusato il PYD di “non aver mantenuto il suo impegno”. “Avevamo detto loro di evitare una dichiarazione che potrebbe dividere la Siria”. Davutoglu si riferiva ai colloqui avvenuti quest’estate con il leader del PYD, Salih Muslim, proprio sulla questione dell’autonomia. Questione complessa per Ankara, sia per i suoi riflessi interni che per il ruolo che la Turchia vuole svolgere in Medio Oriente. Lo sottolinea oggi un editoriale di Hurriyet, autorevole quotidiano turco, per il quale “è ormai evidente che una maggiore autonomia curda è inarrestabile” e che “tale contesto curdo richiede una soluzione urgente della questione curda in Turchia”. La situazione “consente e in realtà richiede alla Turchia l’assunzione di un ruolo di protagonista”. “Ankara potrebbe portare i curdi iracheni e siriani insieme nella sua sfera di influenza attraverso lo sviluppo di integrazione economica, sociale e culturale. Questo sembra il piano di gioco di Ankara”. http://www.asianews.it

34 | FdC | Novembre 2013


“Piccoli fiori” di solidarietà nel deserto della guerra siriana Damasco, 14 novembre 2013

M

ons. Jeanbart, Arcivescovo melchita di Aleppo, e Mons. Mario Zenari, Nunzio vaticano Damasco, descrivono le realtà di carità in questi mesi di conflitto. Ad Aleppo Chiesa e famiglie sostengono migliaia di persone senza casa e lavoro. Un programma di borse di studio consente ai bambini di proseguire la scuola. A Damasco suore, sacerdoti e laici viaggiano per la città portando a domicilio viveri e beni di prima necessità. Nel dramma della guerra siriana crescono “piccoli fiori” del deserto fatti di carità e solidarietà fra la popolazione colpita dai bombe, combattimenti e fame. È quanto emerge dai racconti di due prelati residenti in Siria: mons. Jean-Clement Jeanbart, Arcivescovo grecocattolico di Aleppo, e Mons. Mario Zenari, Nunzio vaticano a Damasco. I due vescovi descrivono una Siria parallela a quella dell’odio e della distruzione trasmessa dai media internazionali. Mons. Jeanbart spiega che “attraverso il lavoro caritatevole la Chiesa cattolica cerca di recuperare il senso di amore e fratellanza fra cristiani e musulmani che la guerra ha distrutto. Noi sacerdoti tentiamo di incoraggiare la popolazione a resistere, ad avere pazienza e speranza per il futuro. Invitiamo la gente a pensare che domani potrà essere un nuovo giorno, ad avere fede anzitutto in Dio”. Il prelato racconta che in questi mesi sono nate ad Aleppo numerose realtà per l’aiuto alla popolazione gestite e dall’arcidiocesi e dalle parrocchie locali. “Grazie alle donazioni - afferma - abbiamo creato un fondo per i giovani padri di famiglia, che a causa della guerra hanno perso il lavoro. Ogni mese doniamo a queste persone il 50% del salario medio di un operaio. In questo modo sosteniamo oltre 400 nuclei familiari”. Al momento le comunità più bisognose sono quelle cristiane, che a differenza dei musulmani, ricevono pochi aiuti dal governo. “La Chiesa - precisa il prelato - cerca però di sostenere tutti e di recente nei locali dell’arcidiocesi hanno trovato ospitalità 35 famiglie musulmane”. il vescovo sottolinea che purtroppo molte persone emigrano all’estero con il rischio di non fare più ritorno. Per mantenere un clima di normalità che freni l’esodo dei siriani, l’arcidiocesi di Aleppo ha creato un programma di borse di studio per bambini e adolescenti.

“A causa del conflitto - racconta il prelato - i più giovani non hanno la possibilità di studiare e proseguire la loro formazione. Una parte dei fondi che riceviamo dall’estero vengono dirottati su corsi scolastici gratuiti aperti a tutti. A tutt’oggi circa 300 studenti godono di questa iniziativa, ma speriamo di poter aumentare in futuro il loro numero”. Ai programmi mirati si aggiunge la quotidiana distribuzione di viveri alle famiglie di sfollati e l’assistenza sanitaria con l’organizzazione di ambulatori stabili e visite a domicilio. “Ogni giorno - spiega il vescovo - oltre 1300 famiglie giungono nei luoghi di raccolta organizzati dal personale della Chiesa in collaborazione con altre realtà e singole persone desiderose di offrire il loro contributo”. In questi mesi Aleppo è stata la città più colpita dal conflitto fra ribelli islamisti ed esercito di Bashar Al-Assad. Nel circondario dominano le milizie dello Stato islamico dell’Iraq e della grande Siria (Isis), il più feroce movimento jihadista attivo nel Paese, il cui obiettivo è creare un califfato islamico dove vige la sharia. Fra agosto e settembre la città è rimasta senza elettricità, telefono e acqua. Ciò ha causato una catastrofe umanitaria le cui dimensioni sono ancora sconosciute. In ottobre l’esercito ha ripreso il controllo di parte dell’area urbana, tuttavia molti sobborghi sono ancora contesi fra i militari e i miliziani dell’Isis. Le rappresaglie dall’una e dall’altra parte sono all’ordine del giorno e colpiscono anzitutto la popolazione inerme. Nei giorni scorsi un colpo di mortaio si è abbattuto sul palazzo arcivescovile e solo per un caso non ha fatto vittime o feriti.

Novembre 2013 | FdC | 35


Regione San Paolo Anche Damasco è diventata negli ultimi mesi teatro di feroci combattimenti, che hanno esposto la città a continui lanci di bombe di mortaio. Lo scorso 11 novembre un ordigno ha colpito uno scuolabus della comunità armeno-ortodossa. La bomba ha ucciso quattro scolari e l’autista, ferendo altre decine di persone. Nelle stesse ore un altro ordigno si è abbattuto sulla scuola S. Giovanni Damasceno della comunità greco-ortodossa, facendo 11 feriti. Mons. Mario Zenari sottolinea che i colpi di mortaio, che hanno preso di mira anche la nunziatura, non fermano l’attività della Chiesa nell’incoraggiare e dare speranza alla gente. “Nella capitale - racconta - vi sono molti esempi di istituzioni cattoliche che aiutano le famiglie porta a porta. Tali attività impegnano la quasi totalità delle suore e dei religiosi residenti a Damasco, ma coinvolgono anche sacerdoti e laici. I più organizzati appartengono al movimento dei Focolari. “Purtroppo - afferma Mons. Zenari - queste storie sono spesso co-

perte dal fragore delle bombe, ma nella tragedia della guerra continuano a sbocciare in modo quasi miracoloso dei ‘fiori del deserto’. Essi però vanno sostenuti. Senza l’aiuto di tutti, in particolare dei cristiani occidentali, rischiano di scomparire”. http://www.asianews.itì

Il conflitto in Siria causa altre decine di vittime civili Damasco, 14 novembre 2013

M

entre gli sviluppi della situazione in Siria confermano profonde divisioni tra i diversi gruppi di opposizione al Governo del presidente Bashar Al Assad, la popolazione civile resta in ostaggio del conflitto che nelle ultime ore ha fatto registrare un inasprimento. Otto civili sono morti e altri sono rimasti feriti ieri in un attacco sferrato da milizie ribelli nella città settentrionale di Aleppo. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale Sana, l’attacco, condotto con razzi, ha colpito i quartieri di Azizyeh e Bulman. In precedenza c’erano state altre azioni dei ribelli a Homs e nella stessa capitale Damasco, dove un’autobomba è esplosa contro un posto di blocco delle forze governative tra i quartieri di Tadamon e Babila,

provocando un numero imprecisato di morti e feriti. A Homs, nel centro del Paese, i morti accertati per un bombardamento sono nove e i feriti sedici. Nel frattempo, la Coalizione nazionale siriana, che raccoglie diversi gruppi di opposizione e che è considerata l’interlocutore in Siria di diversi Paesi, ha dato una dura valutazione della decisione dei curdi del Partito dell’unione democratica (Pyd) di proclamare un Governo autonomo nelle aree al confine con la Turchia e l’Iraq. La zona è sotto controllo curdo da oltre un anno, dopo scontri con milizie di matrice fondamentalista islamica, ma anche con gruppi armati che aderiscono alla Coalizione stessa. «Il Pyd è un gruppo ostile alla rivoluzione - si afferma in un comunicato - e la sua dichiarazione di autonomia equivale a un atto di separatismo che distrugge qualsiasi rapporto con il popolo siriano». Preoccupazione per la nuova entità autonoma, che comprende in particolare il distretto di Afrin, nella provincia di Aleppo, e l’area di Qamishli, in quella di Al-Hasakah, è stata espressa anche dal Governo turco. (© L’Osservatore Romano 15 Novembre 2013)

36 | FdC | Novembre 2013


Approvato il piano per le armi chimiche siriane Si prospetta l’invio di caschi blu dell’Onu in caso di esito positivo della conferenza di pace

L’

A JA, 16. L’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) ha approvato nella tarda serata di ieri all’Aja un piano per la distruzione dell’arsenale siriano. Il piano prevede che le armi chimiche siriane siano trasportate fuori dal Paese per assicurare la loro distruzione nel modo più rapido e sicuro entro il 30 giugno 2014. Le sostanze chimiche più pericolose dovranno essere portate via dalla Siria entro il 31 dicembre e tutte le altre entro il 5 febbraio, eccetto l’isopropanolo (uno dei due agenti del gas sarin). La distruzione degli impianti verrà condotta fra il 15 dicembre e il 15 marzo. L’approvazione del piano è slittata di varie ore dopo che il primo ministro albanese, Edi Rama, aveva annunciato di non voler più permettere la distruzione delle armi chimiche sul suo territorio. Non è ancora chiaro, a questo punto, dove tale distruzione verrà attuata. Sul piano diplomatico non s’interrompono gli sforzi per dare una soluzione negoziata al conflitto siriano. Si fa strada anche l’ipotesi che il Consiglio di sicurezza dell’Onu possa decidere di inviare in Siria una missione di caschi blu, nell’eventualità che si tenga e abbia esito positivo la conferenza internazionale di pace. In questo senso si è espresso Hervé Ladsous, il vice segretario generale dell’Onu responsabile delle operazioni di peacekeeping, intervistato ieri da dall’emittente russa Ekho Moskvy. Sul terreno, intanto, l’esercito siriano ha ottenuto successi sia a Homs, nel centro del Paese, sia ad Aleppo, nel nord. In un comunicato letto ieri sera alla televisione statale da un portavoce dello stato maggiore, si afferma che le truppe governative hanno ripreso il controllo di Mhin, Hiwarein e Hadath, tre località a sud-est di Homs. Milizie ribelli erano riuscite la settimana scorsa a conquistare un importante deposito di armi a Mhin, svuotandolo di gran parte del suo contenuto. In precedenza, sempre ieri, le forze governative avevano rafforzato le proprie posizioni intorno ad Aleppo, strappando alle milizie dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante lo strategico villaggio di Tal Hasel, una decina di chilometri a sud-est della città. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, nei combattimenti sarebbero stati uccisi «un gran numero di terroristi», espressione con la quale il Governo di Damasco definisce tutti i gruppi ribelli, e sarebbe stata confiscata

un’enorme quantità di armi e munizioni. La settimana scorsa i soldati governativi avevano già espugnato le località adiacenti di Al Safira e di Tal Aran, creando una sorta di cintura intorno alla periferia meridionale di Aleppo. Nel frattempo, il Libano e la Giordania, due Paesi confinanti con la Siria e che accolgono circa un milione e mezzo di profughi registrati, hanno avviato in collaborazione con l’Unicef, l’agenzia dell’Onu per l’infanzia, la vaccinazione antipolio di milioni di bambini di ogni nazionalità presenti sui loro rispettivi territori. Lo hanno riferito ieri i ministeri della Sanità dei due Paesi. Quello giordano ha comunicato di aver vaccinato finora due milioni e mezzo di bambini dopo che dieci casi di poliomielite erano stati segnalati nel campo profughi di Zaatari, al confine con la Siria. Le autorità sanitarie libanesi hanno informato che entro la prossima settimana saranno vaccinati tutti i bambini con età inferiore a cinque anni. Analoghe campagne di prevenzione saranno effettuate anche in Turchia, Iraq ed Egitto. (© L’Osservatore Romano 17 Novembre 2013)

Novembre 2013 | FdC | 37


Regione San Paolo Difficoltà per i profughi siriani in Bulgaria Sofia, 23 novembre 2013

A

ntonio Guterres, responsabile dell’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, ieri in visita a Sofia, ha lanciato un appello ai Paesi europei a sostenere la Bulgaria sempre più sotto pressione per il continuo afflusso di profughi siriani. «È molto importante che i Paesi europei tengano aperte le loro porte per i profughi e che l’E u ro p a dia prova di solidarietà in tutte le sue forme, in particolare con la Bulgaria che ha risorse limitate e si trova alla frontiera esterna dell’Unione» ha detto Guterres, sottolineando le condizioni precarie in cui sono costretti a vivere i rifugiati. Dall’inizio dell’anno in Bulgaria si sono riversati circa diecimila profughi, più della metà provenienti dalla Siria. Le autorità bulgare parlano di minaccia alla sicurezza nazionale e hanno costruito una barriera metallica lungo il confine con la Turchia. Sui fronti siriani, intanto, le milizie ribelli hanno sottratto all’esercito governativo, dopo aspri combattimenti,

il controllo della cittadina di Deir Attiyeh, strategica località lungo la strada fra Damasco e Homs. http://www.vatican.va

L’Onu punta a una transizione a Damasco Ban Ki-moon torna a chiedere l’intervento del Consiglio di sicurezza per fermare la guerra Ginevra, 26 novembre 2013

I

l varo di un Governo di transizione in Siria è l’obiettivo dichiarato della conferenza internazionale di pace, conosciuta come Ginevra 2, fissata dopo molti rinvii per il prossimo 22 gennaio. Lo ha detto esplicitamente ieri l’inviato speciale per la Siria dell’Onu e della Lega araba, Lakhdar Brahimi, secondo il quale la formazione di un’autorità governativa di transizione

sarà appunto “uno degli elementi più importanti su cui si dovrà trovare un accordo durante la conferenza”. Sul conseguimento di un tale risultato permangono peraltro molti dubbi. Russia e Stati Uniti - promotori insieme con le Nazioni Unite della conferenza Ginevra 2 - sembrano infatti lontani da una posizione comune. E questo a fronte di una situazione sul terreno segnata da continui inasprimenti delle violenze. Il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, è tornato a chiedere un’azione del Consiglio di sicurezza per fermare quello che ha definito un disastro che minaccia l’intera regione mediorientale. Ma sul tipo di azione da intraprendere le posizioni delle diplomazie internazionali restano distanti, come confermano diversi interventi delle ultime ore. (©L’Osservatore Romano 27 novembre 2013)

38 | FdC | Novembre 2013


A gennaio la conferenza di pace sulla Siria La data decisa nel colloquio tra Brahimi e i rappresentanti di Stati Uniti e RussiA DAMASCO, 25 novembre 2013

L

a conferenza di pace sulla Siria, nota anche come Ginevra 2, è stata fissata il prossimo 22 gennaio a Ginevra. Lo riferiscono oggi fonti delle Nazioni Unite, spiegando che l’incontro sarà «una missione di speranza». L’annuncio arriva nel giorno del vertice tra l’inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba, Lakhdar Brahimi, e i rappresentanti di Russia e Stati Uniti. La conferenza, rinviata numerose volte negli ultimi mesi, dovrebbe riuscire a riunire intorno allo stesso tavolo esponenti del Governo siriano e dell’opposizione per mettere fine alla guerra civile che sta straziando il Paese da circa due anni e mezzo. Pochi giorni fa Brahimi aveva incontrato a Ginevra il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, e il segretario di Stato americano, John Kerry. I punti interrogativi, tuttavia, sono ancora tanti: in primo luogo sulla rappresentanza dell’opposizione, che in effetti comprende una serie di sigle e di gruppi eterogenei. C’è poi l’incognita sulla partecipazione di Iran e Arabia Saudita. Sui fronti interni, intanto, i combattimenti si fanno di giorno in giorno più cruenti. Almeno 160 tra ribelli e soldati sono stati uccisi nelle ultime 48 ore in violenti combattimenti avvenuti nella regione della Ghouta

orientale, a est di Damasco. In base alle informazioni fornite dagli attivisti, i ribelli sono in difficoltà e le forze di Damasco stanno guadagnando terreno. Di fronte al recente successo dell’esercito nella provincia di Damasco, che ha bloccato le forniture nei quartieri meridionali della capitale, i ribelli cercano di difendere la loro roccaforte principale a est e di rompere l’assedio imposto da mesi dalle forze regolari. Fonti degli attivisti riferiscono poi di raid aerei dell’esercito sulla capitale, che avrebbero fatto diverse decine di morti. La notizia, tuttavia, non ha ricevuto ancora una conferma ufficiale. Dalle violenze non vengono risparmiati nemmeno i più piccoli. Secondo un rapporto dell’Oxford Research di Londra, sono oltre undicimila i bambini morti in Siria dall’inizio del conflitto, spesso uccisi da bombe ma anche finiti nel mirino di cecchini e, a volte, persino torturati. Nel frattempo, il governo siriano ha annunciato la decisione di rinnovare le carte di identità di milioni di cittadini, a pochi mesi dalle annunciate elezioni presidenziali previste per il giugno 2014. (© L’Osservatore Romano 25-26 novembre 2013)

Novembre 2013 | FdC | 39


Cronaca Custodiale della Custodia Terra Santa e Messico Erezione della Vice Commissariato di Terra Santa a Monterrey, Messico Monterrey, 13-21 ottobre 2013

A

nome del P. Custodia sono andato nella Provincia dei SS. Francesco e Giacomo, Jalisco, Messico, per l’erezione della Vice Commissariato di Terra Sanata, con sede a Monterrey. Presento qui le mie attività di questa settimana molto intensa, dal 13 al 21 ottobre, il cui tema centrale è stato la Terra Santa. E allo stesso tempo per me un incontro fraterno con tanti confratelli che hanno vissuto nel Seminario Teologico di San Salvatore, dei quali io sono stato loro Maestro e Professore. Il viaggio si è concluso con la visita a mia madre che il 18 ottobre aveva compiuto 96 anni. Certamente mia madre avrebbe meritato più tempo, ma sono riuscito a rimanere qualche ora con lei.

Erezione della Vice Commissaria di Monterrey Il 19 ottobre 2013, con la Santa Messa celebrata nel Tempio di San Francesco, presieduta da P. Ignacio Ceja, Provinciale della Provincia di Jalisco, è stato eretto il Vice Commissariato. Il P. Provinciale ha letto il decreto di erezione e il sottoscritto, nell’omelia, ha presentato il significato dei Commissariati come “ambasciate” della Custodia nella sua missione al servizio dei Luoghi Santi e dei cristiani di Terra Santa, missione che la Chiesa ha affidato all’Ordine Francescano. La celebrazione è stata animata da un gruppo di donne chiamate “guadalupane” e dagli studenti del Seminario Teologico che hanno servito nella Liturgia e nei canti.

40 | FdC | Novembre 2013

Incontro con i Commissari del Messico Il 15 ottobre ha avuto luogo la riunione con i Commissari di TS del Messico. Erano presenti: 1) Per la Provincia di Jalisco: Fra Carlos Hernández, Commissario, Fra Fernando Comparán, Vice Commissario; 2) Per la Provincia de Messico, DF: Fra Luis Nevares, Commissario, Fra Justino Sánchez; 3) Per la Provincia de Michoacán: Fra Jesús Alejando Juárez; 4) Per la Provincia de Fray Junípero Serra: Fra Ernesto Meza; 5) Per la Provincia die S. Felipe de Jesús, Fra Juan Pablo Chávez, non ha potuto venire a causa del cattivo tempo.


Sono stati trattati molti temi come: le difficoltà dell’invio della colletta; la relazione con i vescovi; le peregrinazioni a Terra Santa, la Rivista “Tierra Santa” e il Web uguale per tutti i Commissari. Fra Carlos Hernández è stato eletto Presidente dei Commissari del Messico e Fra Fernando Comparán come Segretario. Incontro con P. Ignacio Ceja, Ministro Provinciale di Jalisco. Il 19 ottobre c’è stato l’incontro con il Ministro Provinciale, che ha ringraziato continuamente la Custodia per il servizio prestato alla Provincia nella formazione degli studenti e si è mostrato disposto a collaborare con la Custodia. I temi sono stati quelli trattati con i Commissari. P. Ignacio Ceja è il Presidente dei Provinciali del Messico e del Centro America. È stata una settimana molto intensa tra viaggi, conferenze, celebrazioni, incontri con i confratelli della zona di Jalisco (Guadalajara, Monterrey, Zapopan, ecc.) e con i cristiani del Messico. Sono state giornate davvero impegnative, ma piene della grazia di Dio. Ho costatato, col cuore pieno di felicità, la pietà intensa del popolo messicano. Era un piacere e una grazia del Signore vedere le chiese sempre piene. La pietà intensa, piena d’amore a Gesù, a Maria e a San Francesco, si traduce in amore ed entusiasmo quando vedono un abito francescano. Quella pietà diventa devozione quando sanno che il frate vive in Terra Santa. Ti chiedono continuamente la benedizione, ti abbracciano … Ti considerano quasi come venuto dal cielo. Coloro che sono stati in Terra Santa diconono che il pellegrinaggio ha cambiato radicalmente le loro vite e vogliono aiutare la Custodia.

È consolante vedere che la Provincia dei SS. Francesco e Giacomo ha tante vocazioni e tanti membri nei diversi stadi della formazione: 52 postulanti e 6 fratelli non sacerdoti a Guadalajara; 19 novizi nel Santuari di Guadalupe a Zacatecas; 32 studenti di filosofia a Zapopan; 33 studenti di teologia a Monterrey, senza contare quelli che stanno a Gerusalemme e in altri posti. Devo dire, e lo faccio con un sincero ringraziamento a Dio e ai fratelli, che questa breve esperienza è stata per me un momento di grazia, giacché sono stato trattato come un fratello e mi ha permesso trasmettere ai fratelli il mio amore per la Terra Santa. Ho partecipato anche a qualche “cena messicana” con i canti dei “Mariachis”. Io conosco bene le canzoni messicane e questo rendeva felici anche coloro che mi ascoltavano. Fra Artemio Vítores, ofm Responsabile Ufficio collegamento con i Commissari

Novembre 2013 | FdC | 41


Cronaca Custodiale Curia Custodiale della Custodia Commemorazione dei fedeli defunti Gerusalemme, 2 novembre 2013

L

a mattina di sabato 2 novembre, francescani e parrocchiani, si sono riuniti nella chiesa di San Salvatore per ricordare la memoria dei frati oltre a quella di parenti e amici defunti.

Il rito, celebrato in arabo e latino dal Parroco, fra Feras Hijazin, è stato occasione di raccoglimento e l’Eucaristia ha permesso ai numerosi fedeli, di esprimere la loro fede nella Resurrezione. Durante l’omelia, Padre Hijazin ha ricordato con fervore la speranza di cui ogni cristiano deve sentirsi ricolmo. L’atmosfera, infatti, era di serena speranza e non di tristezza. I fedeli, con mazzi di fiori in mano, si sono recati in processione da Porta Nuova al cimitero francescano del Monte Sion, dov’è sepolta la maggior parte dei frati della Custodia, per raggiungere poi il cimitero della parrocchia, situato a poca distanza. Sotto il sole di novembre, le tombe sono state benedette e, uniti in preghiera, i fedeli hanno innalzato inni per

42 | FdC | Novembre 2013

ricordare i loro cari defunti. Il pellegrinaggio sulle tombe dei defunti è il solo della liturgia francescana di Terra Santa a non essere legato alla liturgia itinerante dei frati nei Luoghi santi. È invece collegato alla tradizione della Chiesa universale, diffusa dal rito romano nel XIV secolo, che introduce l’abitudine di recarsi in visita ai cimiteri. www.custodia.org


Il nuovo Console Generale di Francia visita il Santo Sepolcro Gerusalemme, 5 novembre 2013 Signor Hervé Magrot, nuovo Console Generale di Francia a Gerusalemme, insieme alla consorte, al personale diplomatico del Consolato, numerosi religiosi e cittadini francesi residenti in Israele ha visitato il Santo Sepolcro.

Il

religiose e quelle culturali, che durante i secoli l’hanno plasmata rendendola un luogo speciale. Evidentemente locale, perché continua a marcare, ancora oggi, l’identità religiosa e culturale dei popoli che vivono in questa Terra”.

Nel discorso di benvenuto, fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, ha evidenziato rilevando il carattere locale e universale della città di Gerusalemme. “Gerusalemme città speciale, carica di storia, simbolicità, culture e religioni diverse; città con un profilo universale e allo stesso tempo locale. Universale, perché da sempre aperta al mondo, per il significato religioso che ricopre per miliardi di credenti e perché racchiude in sé le anime del mondo, quelle

Al termine della benedizione, il Console Hervé Magrot ha sostato nella tomba e, dopo una breve visita della Basilica, ha raggiunto la vicina chiesa di Sant’Anna, gestita dai Padri Bianchi missionari d’Africa; ad attenderlo Mons. Michael Fitzgerald, ex presidente del Consiglio pontificio per il dialogo interreligioso ed ex Nunzio in Egitto. www.custodia.org

Novembre 2013 | FdC | 43


Cronaca Custodiale della Custodia Diciotto mesi di lavori e la Basilica del Getsemani è come nuova Gerusalemme, 5 novembre 2013

D

urante tutta l’estate i pellegrini (cinquemila al giorno) che hanno visitato la Basilica delle Nazioni al Getsemani, non sono riusciti a fare la tradizionale foto davanti alla facciata. In effetti, le impalcature ricoperte da un grande telone nero, la nascondevano quasi interamente. La centenaria Basilica, si stava rifacendo “il look”.

Ma, oltre la facciata esterna, sono stati restaurati tutti i mosaici all’interno della Basilica. Il lavoro di restauro, durato diciotto mesi e realizzato da giovani restauratori palestinesi, è stato sostenuto finanziariamente da ATS Pro Terra Sancta, ONG della Custodia e coordinato dalla storica dell’arte Carla Benelli e dall’architetto Osama Hamdan.

Martedì 5 novembre, le impalcature sono state smontate e i fortunati che si trovavano sul posto hanno potuto ammirarla come nuova; ripulita e restaurata. Il restauro dei mosaici ha richiesto cure particolari. Infatti, tra le infiltrazioni delle piogge invernali e il calore estivo dovuto all’esposizione in pieno sole della chiesa, il cemento che univa le centinaia di migliaia di tessere dei mosaici sono stati messi a dura prova. Qui e là mancavano tessere e altre minacciavano di staccarsi. Inoltre, è stato necessario riparare i segni lasciati dalla guerra del 1967. Le tessere sono state verificate, una ad una, con la precisione e l’utilizzo di strumenti “chirurgici” come testimoniano le immagini.

Carla e Osama, degni eredi di Fra Michele Piccirillo, hanno realizzato questo progetto non solo come tecnici, ma come persone appassionate e desiderose di condividere e trasmettere le loro conoscenze alle nuove generazioni. Per questo il lavoro non è stato affidato a specialisti europei del mosaico, ma a giovani palestinesi, musulmani e cristiani insieme, formati al Mosaic Center di Gerico (creato da Fra Michele).

44 | FdC | Novembre 2013

«Affidare il restauro della basilica adiacente al giardino degli ulivi a giovani musulmani, è stata una bella sfida – spiega Carla – ma, ora, i giovani sono grati e orgogliosi di aver partecipato a quest’opera culturale di conservazione ».


Oltre tutto, non si è trattato degli unici musulmani attratti dalla Basilica in questi ultimi mesi. Infatti, il progetto per il suo valore educativo è stato visitato da più di mille bambini delle scuole situate sul Monte degli Ulivi e nel quartiere di Ras el Hamoud, entrati per la prima volta in questa Chiesa inserita nel loro contesto abitativo, ma di cui non conoscevano nulla. L’afflusso continuo dei pellegrini li incuriosiva, ma scoprire che oltre due miliardi di credenti conoscono questo luogo, li ha veramente sorpresi. Sono rimasti anche stupiti di sapere che il luogo è sempre aperto, al punto che un bambino alla fine della visita ha chiesto nuovamente: «Allora, posso ritornare qui anche con i miei genitori?». Sì, puoi ritornare e tutti possono venire per ammirare questo lavoro! Per maggiori informazioni visita le pagine sul sito di ATS Pro Terra Sancta: http://tinyurl.com/getse1 Per rivedere la Basilica senza recarsi a Gerusalemme, è possibile visitare il nuovo sito web pubblicato lo scorso mese di agosto. http://www.getsemani-it.custodia.org/ http://tinyurl.com/getse2

Si ringraziano: Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme (PMSP - Programma di sostegno delle Municipalità palestinesi) Città di Rovereto, Fondazione Opera Campana dei Caduti, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, tutti i benefattori che hanno versato i loro contributi, anche se modesti, alla Custodia e alla sua ONG, a sostegno di questo progetto. Un grazie particolare ai frati francescani del Getsemani che hanno sostenuto e sopportato i disagi del lavoro di restauro. www.custodia.org

Novembre 2013 | FdC | 45


Cronaca Custodiale della Custodia Memoria del Beato Martín Lozano Tello OFM martire (1900–1936) Gerusalemme, 6 novembre 2013

M

ercoledì 6 novembre 2013 la comunità della Flagellazione ha celebrato la memoria propria del Beato Martín Lozano Tello, ex-alunno dello Studium Biblicum Franciscanum, morto martire durante la Persecuzione spagnola. Nell’Archivio dello SBF si conservano i registri dai quali risulta che il Beato frequentò la scuola biblica appena aperta dalla CTS. Per la celebrazione era stato preparato un sussidio con una breve biografia del Beato e i testi liturgici presi dal Messale Francescano. Il Beato Martín fa parte di un gruppo di 22 martiri, Frati Minori della Provincia di Castilla, la cui memoria è proposta dal Calendario francescano il 6 novembre (Beato Víctor Chumillas Fernández e compagni, martiri della Persecuzione spagnola). Vennero beatificati dal Cardinale José Saraiva Martíns, Delegato di Benedetto XVI, il 28 ottobre 2007. Il Beato Martín Lozano Tello nacque in Corral de Almaguer (Toledo) il 17 settembre 1900. Ancora bambino, perse i genitori Román e Carmen. Nel 1913 entrò nel seminario francescano di Belmonte e il 14 luglio 1916 nel convento di Pastrana vestì l’abito francescano e nello stesso giorno del 1917 emise la professione temporanea.

46 | FdC | Novembre 2013

Ivi studiò filosofia, frequentò il primo anno di teologia e fece la professione solenne il 14 ottobre 1921. Nel convento di Consuegra frequentò gli altri tre anni di teologia. Fu ordinato presbitero il 6 giugno 1925. Negli anni accademici 1925-26, 1926-27, 1927-28, 1928-29 frequentò lo Studium Biblicum Franciscanum. Rientrato in patria, dal 1929 fino alla morte insegnò Sacra Scrittura nel Seminario Teologico di Consuegra, trasferito a Quincy (Illinois-USA) per gli anni 1931-33. Non trascurava la predicazione domenicale e il ministero delle confessioni. Scrisse nella rivista Cruzada Seráfica alcuni articoli per la rubrica Página Bíblica. Padre Martín per natura era molto dotato intellettualmente, di carattere introverso, emotivo e timido nell’affrontare le situazioni conflittuali; ciò lo portò a rinunciare all’incarico di Maestro degli studenti di teologia dopo un anno. Amante dello studio, fedele nel compimento dei suoi doveri, pio, semplice, prudente, evitava dispute e critiche, era indulgente nel valutare gli studenti e sapeva accettare le delusioni che riceveva. Dinanzi alla proposta di lasciare l’Ordine per fare carriera nel mondo, rispose che era “francescano e che voleva morire da francescano”. Nonostante la sua timidezza, era pronto al martirio. Alcuni giorni prima della guerra civile una persona gli disse: “Come puoi andare per la strada vestito da frate? Ti uccideranno”. Egli rispose: “Ho la veste da morto pronta. Quando lo desiderano, possono fare di me quello che vogliono”. Fu ucciso il 16 agosto 1936.


Dal racconto del martirio La comunità francescana di Consuegra fu rinchiusa nel convento il 21 luglio 1936 e poi espulsa dalle autorità locali il 24 luglio. Dal 24 luglio fino alla carcerazione i religiosi furono accolti in case di famigliari e benefattori. Tra la notte del 9 agosto e le prime ore della mattina del 10 tutti i frati furono incarcerati per ordine del Sindaco nella prigione municipale. Secondo il racconto del padre Víctor Chumillas Fernández, Guardiano della fraternità, erano tutti lieti di poter soffrire per Cristo e il ritrovarsi aumentò in loro la gioia fraterna. Il giorno 11 furono trasferiti, insieme al clero e ai religiosi della città, nella Chiesa di Santa Maria trasformata in prigione. Trascorsero i giorni del carcere preparandosi al martirio con la preghiera, la confessione sacramentale,

il perdono reciproco, le esortazioni del padre Chumillas e la rinnovazione della professione religiosa. Poco dopo la mezzanotte del 15 agosto i venti francescani di Consuegra furono presi dalla prigione e condotti con un camion al luogo chiamato Boca de Balondillo (Fuente del Fresno, Ciudad Real). Qui furono fucilati la mattina del 16 agosto 1936 dal Sindaco di Consuegra e altri membri del Consiglio comunale. Lungo la via verso il martirio i francescani pregavano. Scesi dal camion, intonarono il Libera me, Domine. Il padre Chumillas li esortò a morire per Cristo con la certezza di raggiungere il cielo. Le sue ultime parole al Sindaco furono: “Siamo disposti a morire per Cristo”. Morirono gridan-

do: “Viva Cristo Re! Perdonali, Signore perché non sanno quello che fanno!” (da Acta OFM 136, 2007, 513-514). Colletta Signore e Padre nostro, che sei stato glorificato per la vita umile e il martirio dei tuoi servi Martín, Víctor e compagni, concedi a noi, per loro intercessione, di servirti con gioiosa dedizione, per renderci simili a te mediante la croce di Cristo tuo Figlio e porre in essa la nostra gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. P. G. Claudio Bottini Studium Biblicum Franciscanum

Novembre 2013 | FdC | 47


Cronaca della Custodia Ricordo del Mistero del Getsemani

“Vegliate e pregate!” 7 novembre, giovedì, 20:30: Ora santa, seguita da Fiaccolata intorno al Giardino Sacro.

Memory of Gethsemane’s Mystery

“Watch and pray!” November the 7th, Thursday, 8:30 p.m.: Holy Hour and Light Procession around the sacred Garden.

Recuerdo del Misterio del Getsemaní

“Velad y orad!” 7 noviembre, jueves, 20:30: Hora santa y Procesión de antorchas alrededor del Jardín sagrado.

Memória do Mistério do Getsêmani “Vigiai e orai!”

07 de novembro, quinta-feira, às 20h30min, Hora Santa; em seguida, Procissão luminosa ao redor do Jardim sagrado.

Mémoire du Mystère de Gethsémani

“Veillez et priez!” Jeudi 7 novembre, 20:30: Heure sainte et Procession lumineuse au retour du Jardin sacré.

Gedächtnis des Geheimnisses vom Garten Gethsemani

“Wacht und betet!” Am 7. November, Donnerstag, um 20:30: Andacht und Lichterprozession um den verehrten Garten.

Pamiętaj o Tajemnicy w Getsemani

“Czuwajcie i módlcie się!” 7 Listopad, Czwartek 20:30 Godzina Święta, po niej Procesja wokół Świętego Ogrodu.

‫لذكرى سر اجلسمانية‬ »‫«اسهروا وصلوا‬ ‫ املشاركة في الزياح حول البستان املقدس‬،‫ الساعة املقدسة‬،‫ الساعة الثامنة والنصف مساء‬،‫ اخلميس‬،‫ تشرين ثاني‬7

48 | FdC | Novembre 2013


HORA SANCTA Vigilantes Cum Christo In Hortu Getsemani BASILICA DELL’AGONIA DEL GETSEMANI

O

gni primo giovedì del mese nella Basilica dell’Agonia di N. S. J. C. la Fraternità del Getsemani propone l’Hora Sancta, Vigilantes cum Christo in Hortu Getsemani. La peculiarità di questo appuntamento sta proprio nella preghiera: sono i figli di Francesco stessi che si impegnano a vivere ciò che solitamente viene elargito ai gruppi dei pellegrini, testimoniando che siamo tutti in cammino come “Ecclesia peregrinante”. Tutto questo è iniziato il 5 settembre alle ore 20:30 alla presenza di diversi gruppi di nazionalità differenti e con una piccola ma importante presenza di cristiani locali che hanno anche partecipato attivamente.

santo dove si è compiuta e in cui il Signore Gesù si è fatto preghiera e ha offerto Se Stesso, ha una risonanza unica e sempre nuova, come se nell’assoluto silenzio restasse solo la Parola assoluta. Emozionante infine è stata la fiaccolata che ha accompagnato il Ss. Sacramento nell’Orto Sacro simbolo vivo e reale della Presenza misteriosa del Signore Gesù che ancora oggi ritorna a “passeggiare nel giardino” con l’umanità tanto amata. Questo importante momento di preghiera si è concluso con la benedizione solenne nel silenzio della notte, memoria di quella notte lucente in cui tutto è avvenuto.

“Ti adoro devotamente, Dio nascosto che sotto questi segni a noi ti celi…” Col profumo di incenso e al suono di queste parole del canto “Adoro Te Devote” ha avuto inizio l’esposizione del Ss. Sacramento. È il “Pie Pellicane, Iesu Domine” a creare il silenzio e il raccoglimento tra tutti i partecipanti, in comunione anche con il Papa Francesco che proprio in quei giorni aveva indetto la giornata di preghiera e di digiuno per la pace. Era presente anche il Nunzio Apostolico Sua E. Rev. Giuseppe Lazzarotto.

Fra Diego Dalla Gassa, ofm

L’adorazione si è svolta in modo semplice e ordinato, alternata da momenti di silenzio e dalla proclamazione in diverse lingue del passo evangelico peculiare del luogo. Udire quella Parola “QUI nel Getsemani”, nel luogo

Novembre 2013 | FdC | 49


Cronaca della Custodia Curso de Formación en Tierra Santa para Guías de Peregrinos Convento de San Salvador, Jerusalén, 6 de noviembre de 2013

Q

ueridos hermanos Comisarios de América Latina, España, Portugal y demás hermanos interesados, que el Señor, resucitado aqui en Tierra Santa, les conceda paz y bien. Algunos de ustedes me conocen, otros no. Me presento soy fray Marcelo Ariel Cichinelli, Discreto de Tierra Santa por el grupo de frailes de lengua española y portuguesa. Mi servicio en Custodia desde hace tres años es la Formación Permanente, a demás de trabajar por varios años como Ceremoniero de Tierra Santa. En estos dias el Rvdmo. P. Custodio me ha pedido que me ponga a vuestro servicio, en modo que con otros hermanos se lleve a termino el Curso para guias de peregrinos en lengua española programado para inicios del año 2014. Quiero con esta misiva, asegurarles que el Curso de formación para guias, se hará en Tierra Santa y se procederá según habia sido programado con P. Giorgio Vigna. Una de mis principales actividades pastorales en Tierra Santa, ha sido la de guia de peregrinos y el trabajo para con ellos en diferentes ámbitos . Quisiera con esto asegurar a los frailes, que ya se han inscrito para hacer el curso, que entiendo los problemas, exigencia y contestos donde tiene que estar inserido el concepto de peregrinación. Organizar una peregrinación es entrar en un mundo particular de la multiforme pastoral de la iglesia, esto es la pastoral del turismo. A esta pastoral del turismo la iglesia a dedicado varios documentos, porque ha descubierto la potencialidad que hoy esa presenta para para el anuncio del Evangelio al hombre moderno. Entenderán con esto, que el curso que tenemos que preparar, no debe ser encuadrado en las solas situaciones practicas de organización logistica, empresas, agencias, budgets, boucher, hoteles, aviones. El peregrinaje usa de estos medios, pero ha un fin que supera las exigencias del simple acto turistico. El pelegrino y el turista tienen elementos caracteristicos comunes: dejan casa, consagran tiempo para el reposo,

50 | FdC | Novembre 2013

pagan sumas grandes de dinero; al mismo tiempo se diferencian sustancialmente: el turista se queda, en la mayoria de los casos en la experiencia de los sentidos; el pelegrino si bien pasa por la experiencia de los sentidos, está en busca de una concreta experiencia de fe. Ahora bien, el guia de pelegrinos debe tener conciencia de ser un agente pastoral que acompaña un hermano al encuentro de la fe. Para muchos de los peregrinos, este encuentro es el hallazgo del sentido de la propia historia, que señala un antes y un después. Claro es, que el antes y el después en la vida del cristiano, es logrado si se encuentra Jesucristo, como salvador. Bien se entiende, queridos hermanos comisarios, que el curso de formación no se puede quedar solamente en las clases de arqueología o de historia de los Santos Lugares. Exegesis bíblica, historia, arqueología, tendrán que ser parte del curso, pero tenemos que entenderlos como medios no absolutos, para propiciar la calidad


necesaria de nuestra labor de guías. Este conocimiento que van a recibir es necesario acompañarlo con la propia experiencia de fe en Jesús de Nazaret. El peregrino junto al guía hace la experiencia del encuentro con Cristo, en la celebración de los sacramentos de la Iglesia nacida en los lugares santos. La dimensión litúrgica de la peregrinación pone la diferencia fundamental entre los actos de un pelegrino y un turista. La celebración de los sacramentos, sobretodo la eucaristía y la reconciliación hacen efectivo el encuentro con Jesús, la Iglesia, y consigo mismo. Queridos hermanos, no se si llegan a intuir que los Lugares Santos, por su particular gracia de ser los testigos geográficos de la salvación, hacen que este encuentro con Dios sea exclusivamente único. La proclamación de la Palabra de Dios, la celebración de los sacramentos en los santuarios de Tierra Santa, hacen que el mensaje de la Buena Noticia incida con mayor efectividad en el alma del pelegrino, por que aquí en este lugar acaeció aquello que hoy profesamos y celebramos. Ahora entenderán hermanos, porque no se puede borrar en la mente y el corazón la experiencia de fe vivida en la Tierra Santa.

El peregrinar no termina en el encuentro con Jesús. Las lagrimas de conversión, la alegría de la fe, deben ser dirigidas a preparar regreso a del pelegrino, ahora como discípulo. El peregrino al regresar a la propia tierra y la su vida cuotidiana, no teme proclamar aquello, que las propias manos han tocado, aquello que sus ojos han visto, o sea el Señor Jesús, aquí pobre y crucificado, aquí Rey victorioso que ha vencido la muerte y nos ha dado la vida eterna. Terminado este preámbulo, de introducción quiero que estemos en comunicación, haciendo circular toda la información, datos, detalles que poco a poco serán necesarios para el éxito del Curso. En el curso de esta semana, después de haber contactado padre Giorgio Vigna, y otros hermanos, les comunicaré los primeros detalles del programa del Curso. Les saludo con afecto fraterno en la esperanza que San Antonio patrono de la Custodia lleve a éxito nuestros propósitos. Fray Marcelo Ariel Cichinelli, ofm Discreto de Tierra Santa

Siria: è emergenza umanitaria. Cosa puoi fare tu. “Sono rimasti in pochi nel villaggio di Homs, ogni volta che passo davanti alla scuola mi sembra un miracolo che ci siano ancora dei bambini sui banchi e prego che anche oggi possano tornare a casa vivi. In Siria si esce di casa e si corre il rischio di non tornarci. Ma non posso fermarmi, tanti dei nostri assistiti sono già in fila per comprare qualcosa, fare la spesa è diventato un lavoro, devo andare da loro, sicuramente non avranno abbastanza soldi e mi aspettano. Staremo in fila per ore sperando di non dover scappare da qualche bombardamento.. e domani sarà la stessa cosa. Questa è la nostra quotidianità in Siria”. Fra Halim, ofm. http://www.proterrasancta.org

Novembre 2013 | FdC | 51


Cronaca Custodiale della Custodia ‫םיתב םינפבמ‬, Case dall’interno Gerusalemme, 8 novembre, 2013

A

nche quest’anno la Custodia di Terra Santa ha aderito al progetto della Municipalità di Gerusalemme e di altre associazioni culturali il cui nome in ebraico è ‫מבפנים בתים‬, che letteralmente sarebbe “case dall’interno”; lo scopo è quello di dare la possibilità di poter visitare alcuni palazzi e case private importanti della città dall’interno appunto, a chi di solito può ammirarle solo dall’esterno. Il convento di San Salvatore da alcuni anni è inserito nell’elenco di queste abitazioni particolari che in molti vorrebbero visitare e ogni anno, per un sabato, le porte vengono aperte ai gruppi organizzati che alcuni frati accolgono per far loro conoscere meglio chi abita il convento e vedere di persona alcuni ambienti dello stesso, tra i quali il salone della curia (ex stamperia), il refettorio, la chiesa e il terrazzo dell’infermeria. Quest’anno il progetto ha avuto una novità che si è svolta il giorno di venerdì 8 novembre, dal titolo “il monte Sion luogo di incontro e non di conflitto”. A seguito dei vari atti di vandalismo che hanno interessato alcuni luoghi di culto cristiani che si trovano sul monte Sion, in molti israeliani ed ebrei hanno manifestato solidarietà con la comunità cristiana colpita e si sono mossi per promuovere possibili strade di dialogo e di rappacificazione; così è anche nata l’idea di organizzare una mattinata di incontri negli stessi luoghi che hanno subito danni o attacchi. Dalle 11.00 alle 14.00 più di mille persone hanno aderito al progetto e hanno visitato e incontrato i monaci e i religiosi che abitano il monte Sion, così come gli ebrei di alcune yeshivot che si trovano attorno ai conventi e ai cimiteri cristiani. Per la prima volta anche il convento francescano del Cenacolino (Ad cœnaculum) è stato aperto ai gruppi di israeliani che non hanno smesso per un attimo di manifestare gratitudine e gioia

52 | FdC | Novembre 2013

per l’evento. Alcuni di loro hanno detto che da anni visitando Gerusalemme sono passati accanto al convento incuriositi e mai hanno avuto la possibilità di entrare. Lo scopo dell’iniziativa era quello di sensibilizzare la gente a quanto spesso purtroppo accade al monte Sion, ma soprattutto mostrare che è possibile vivere insieme, conoscendosi, incontrandosi e parlando senza chiusure fisiche o mentali. Due giovani frati hanno accolto più di dieci gruppi che ogni mezz’ora si sono radunati davanti all’ingresso del convento per conoscere chi siano i francescani della Terra Santa, perché il monte Sion è importante per loro e infine visitare la chiesa e ammirarne la bellezza e la particolarità. Il giorno seguente, come di consueto, due grandi gruppi hanno visitato il convento di San Salvatore, riempiendo di curiose domande i frati che li hanno accolti, hanno mostrato grande stima e rispetto per la vita dei religiosi e hanno ringraziato per la disponibilità all’incontro e al dialogo. Sarebbe bello che molti più frati potessero partecipare a queste iniziative, anche se la lingua può rappresentare un piccolo ostacolo, fa sempre bene conoscere le persone con cui viviamo in questo paese, perché solo così i pregiudizi cadano e le porte della mente e del cuore si aprono. Fra Alberto Joan Pari, ofm


I 125 anni della Fraternità Secolare di Betlemme Betlemme, novembre 2013

L

a Fraternità di Betlemme dell’Ordine Secolare Francescano festeggia i 125 anni della fondazione, in concomitanza con il Consiglio Internazionale di Presidenza, in pellegrinaggio in Terra Santa. Alla celebrazione solenne nella basilica di Santa Caterina hanno partecipato anche molti fedeli di Betlemme, che ormai da anni vengono sostenuti dai fratelli dell’Ordine. Vivere il Vangelo di Gesù nella quotidianità, mescolandosi alla vita di ogni uomo e di ogni donna. Questa la vocazione dell’Ordine Secolare Francescano, che ha celebrato nei giorni scorsi il 125 anniversario dalla fondazione della Fraternità di Betlemme. Nato per volere di San Francesco, l’Ordine accoglie tutti coloro vogliano seguire le orme del frate di Assisi nella vita secolare. Con circa 140.000 membri in tutto il mondo e quattro fraternità presenti in Terra Santa, a Betlemme, Nazareth, Gerusalemme e Jaffa, i terziari francescani si impegnano a testimoniare con la propria vita l’insegnamento evangelico, offrendo anche un sostegno concreto. Encarnación Del Pozo Ministro generale Ordine Secolare Francescano: “Diamo una mano anzitutto con la presenza dei nostri fratelli in Terra Santa ma tutti i francescani secolari sono anche coinvolti nel sostenere, con la preghiera, con volontari ed economicamente. Ad esempio per la situazione in Siria ci siamo uniti al Santo Padre nella giornata di digiuno e preghiera, e ne stiamo preparando anche un’altra per aiutare e sostenere tutto quello che la Custodia sta facendo. Sarà probabilmente durante il tempo di Avvento, intorno alla festa dell’Immacolata.” Importante la presenza dei terziari a Betlemme, che prestano servizio alla comunità attraverso il volontariato nelle famiglie, nelle case di riposo, ma anche attraverso attività di formazione spirituale e sociale rivolta ai giovani.

ognuno secondo la sua vocazione personale. Con la loro voglia di servire la loro religione e la cristianità, di esserci nella Terra santa.” I 125 anni della Fraternità di Betlemme sono un anniversario tutto particolare, celebrato nella terra che ha assistito all’Incarnazione e alla Passione di Gesù, misteri cari al Poverello d’Assisi, e che ha visto quest’anno anche la coincidenza con l’incontro – proprio in Terra Santa – del Consiglio Internazionale di Presidenza dell’Ordine Secolare. Fra Tony – Custodia di Terra Santa: “È una circostanza rara e molto bella, significativa per i terziari di Betlemme. In Terra santa il Terzo Ordine francescano non esiste in quanto tale, non come in tutti gli altri paesi del mondo. C’è però questa Fraternità che ha sempre conservato, con le altre due a Gerusalemme e a Nazareth, la vita dei terziari francescani. Si può quindi dire che questi terziari di Betlemme sono i fondatori, sono loro il pilastro su cui ci appoggeremo per dare una vera struttura ai terziari di Terra santa.” Alla celebrazione tenuta nella basilica di Santa Caterina hanno partecipato anche molti fedeli di Betlemme, segno di quel “mescolarsi” dei terziari condividendo con ogni uomo e ogni donna i valori del santo di Assisi. http://www.fmc-terrasanta.org

Hanna Anton Ballout Vice Pres. Fraternità di Betlemme: “Chiamiamo tutti, specialmente i giovani che sono presenti in Terra santa, a partecipare all’ordine dei terziari

Novembre 2013 | FdC | 53


Cronaca Custodiale della Custodia Celebrazione XXV anniversario Commissariato di Terra Santa a Ljubljana - Slovenia Ljubljana, Slovenia, 8-10 novembre 2013

I

nviato dal P. Custode ho preso parte alle celebrazioni del 25°anniversario del Commissariato di Terra Santa in Ljubljana, Slovenia. Partito da Gerusalemme il giorno 7 novembre alle ore 22.15 sono arrivato al Convento Ljubljana alle ore 7.30 del giorno seguente. La notte di venerdì 8 e sabato 9 ero alloggiato presso il Convento dell’Annunciazione della B.M. Vergine di Ljubljana, sede della Curia provinciale, del seminario, dei postulanti e dell’infermeria. Venerdì 8, oltre a recuperare un po’ del sonno perduto, abbiamo approfittato per vedere alcune meraviglie di questa città. Le celebrazioni del 25° anniversario hanno avuto luogo sabato 9 novembre, 25 anni dalla data in cui la Provincia della Slovenia ha approvato l’erezione del Commissariato, nominando Fra PETER LAVRIH Commissario; incarico che tuttora continua a ricoprire. L’avvenimento era stato preparato e illustrato in un piccolo libro dal titolo “Jerusalemu”, con l’introduzione di un breve testo del Padre Custode e del sottoscritto. Sono stati due i momenti significativi. Il Primo: la celebrazione dell’Eucarestia a Brezje, nel Santuario Nazionale di Maria Ausiliatrice, gestito dai Francescani. L’Eucarestia è stata presieduta da Mons. Jurij Bizjak, Vescovo ordinario di Capodistria e grande amico dei francescani (ha mangiato spesso nel refettorio di San Salvatore e mi faceva da traduttore dall’italiano allo sloveno quando ricevevo i gruppi del Commissariato). Durante la celebrazione P. Peter è stata imposta

la stola speciale di Terra Santa. A nome del P. Custode e della Custodia, ho indirizzato a P. Peter e tutti i partecipanti un saluto speciale. Presenti alla celebrazione più di 700 fedeli e una ventina di concelebranti, tra cui P. Giuseppe Battistelli, Commissario dell’Umbria e Presidente dei Commissari di lingua italiana e il P. Pio Kalinsky, Commissario di Slovakia. Il secondo: un pranzo speciale a Brdo, presso un ristorante dove imbandiscono pranzi ufficiali. Eravamo 400 persone. Riassumendo, bisogna dire che è stato un avvenimento glorioso. In primo luogo per P. Peter, molto apprezzato e ben voluto da tutti; il padre Commissario in questi anni ha portato in Terra Santa 8.000 pellegrini sloveni. È un numero considerevole, visto che la Slovenia è un piccolo Paese. P. Peter ha diffuso tra i cristiani del suo Paese un amore intenso verso Gesù e la Sua Terra e verso la Custodia Francescana di Terra Santa. Si capiva dall’apprezzamento nei miei confronti, come inviato della Custodia. A prova di tutto ciò ho rilasciato due interviste televisive, una alla televisione nazionale, l’altra per la televisione cattolica Éxodus. Domenica 10 novembre, dopo la concelebrazione con P. Peter nella Chiesa di Sant’Antonio, a Ljubljana, sede del Commissariato, al termine del pranzo fraterno con i francescani del Convento, siamo andati in aeroporto. Alle 14,35 partenza per Istambul e, dopo un’attesa di cinque ore e più, imbarco per Tel Aviv arrivando a Gerusalemme lunedì 11 novembre, alle 2.30 di mattina. Ho dormito soltanto tre ore, perché alle ore 8.00 e alle ore 9.00, mi aspettavano gli studenti per la lezione di Escatologia. In questi tre giorni in Slovenia, intensi e belli, ma sempre accompagnati da “sorella pioggia”, ho notato, nelle persone incontrate, un grande amore per la Terra Santa e un grandissimo apprezzamento per il lavoro dei francescani, rappresentati da P. Peter LAVRIH Commissario di Terra Santa a Ljubljana, in Slovenia. Fra Artemio Vítores, ofm Responsabile Ufficio collegamento con i Commissari

54 | FdC | Novembre 2013


Commemorazione nella Chiesa di San Salvatore a dieci anni della strage di Nassirya Gerusalemme, 12 novembre 2013

M

artedì 12 novembre, il giorno dell’attentato che nel 2003 vide protagonisti militari e civili italiani nella cittadina irachena di Nassiriyya, nella chiesa di S. Salvatore è stata celebrata una santa Messa di commemorazione per i defunti. Dieci anni prima, avvenne il primo grave attentato, al quale ne seguirono altri minori. Alle ore 10:40 ora locale, erano le 08:40 in Italia, un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti alla sede MSU (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri, provocando l‘esplosione del deposito munizioni della base e la morte di diverse persone tra Carabinieri, militari e civili. Alla presenza del Console Generale d’Italia a Gerusalemme, il sig. Davide la Cecilia e un numeroso gruppo di collaboratori del consolato e membri del contingente dei Carabinieri e altre forze dell’ordine italiane in servizio a Gerusalemme, il Segretario di Terra Santa ha presieduto la celebrazione eucaristica commemorativa. Il Console ha proferito alcune parole di introduzione per ricordare

i caduti dell’attentato esaltandone la memoria, e un Carabiniere al termine della celebrazione ha recitato a nome di tutti i commilitoni la preghiera a Maria Virgo Fidelis, protettrice dell’Arma. Durante l’omelia, il p. Galdi ha commentato il brano del libro della Sapienza che provvidenzialmente era proposto dalla liturgia della Parola del giorno. “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero, la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace” (Sap 3, 1-2). La liturgia, sobria e decorosa, è stata la degna occasione per ricordare le tante persone che in diverse parte del mondo spendono la propria vita a servizio della pace, pagando purtroppo il caro prezzo che a volte richiede l’essere coerenti agli alti valori amati e perseguiti. Fra Alberto Joan Pari, ofm

Novembre 2013 | FdC | 55


Cronaca Custodiale Curia Custodiale della Custodia

56 | FdC | Novembre 2013


Chiusura dell’Anno della Fede a Nazareth Nazareth, 17 novembre 2013

I

n Terra Santa, l’Anno della Fede si è concluso a Nazareth domenica 17 novembre con la celebrazione eucaristica festiva ed ecumenica, presieduta da Mons. Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme. La mattina presto, parrocchiani di San Salvatore, frati francescani, seminaristi, religiose, volontari e amici della Custodia di Terra Santa, sono partiti insieme per Nazareth. Dopo due ore, il corteo di autobus è arrivato al Monte del Precipizio; anfiteatro naturale allestito in occasione della visita di Papa Benedetto XVI nel 2009. È in questo luogo, adatto ai grandi incontri, che le Chiese Cattoliche di Terra Santa – latina, melchita, maronita, siriaca, armena – hanno invitato i loro fedeli per celebrare la giornata internazionale della Fede. L’Anno della Fede fu promulgato da Benedetto XVI, l’11 ottobre 2012 a Roma, per commemorare il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. Con questo slancio più di 6.500 persone, venute dalla Terra Santa e da altri Paesi, si sono riunite in questa

domenica di sole autunnale. Lavoratori immigrati cattolici, indiani, filippini, rifugiati eritrei hanno presenziato, come testimonia Belula, vestita con una chamma, toga tradizionale di cotone bianco: “Siamo venuti per manifestare la nostra fede, in mezzo ad altri nostri fratelli, siamo liberi di pregare senza timore; perché chi crede non è mai solo.” Su tutti i volti il sorriso. Uno scout quindicenne, di San Giuseppe di Nazareth, grida: “Evviva Gesù, evviva Nazareth, evviva tutti quelli che sono qui!” La comunità locale è onorata e orgogliosa del lavoro compiuto per preparare questo evento conclusivo. L’impianto di sonorizzazione impeccabile, corale e canti stupendi, processione e liturgia risplendenti. La folla ha risposto entusiasta, all’appello lanciato dai seminaristi del Patriarcato prima della celebrazione, che invitava i presenti a battere le mani e cantare in coro. Alle ore 11, sua beatitudine Mons. Fouad Twal ha fatto il suo ingresso. La cerimonia in varie lingue è iniziata con le parole di Papa Francesco: “ Le radici della nostra

Novembre 2013 | FdC | 57


Cronaca Custodiale della Custodia Fede sono qui, dove vi trovate in questo giorno, nel luogo in cui Maria ha detto Sì.” L’arcivescovo maronita Moussa al-Hage, nel suo discorso di benvenuto alluderà a questo Sì: “La bellezza della Fede, la fede nella gioia è questo Sì, che è la firma del cristiano.” Anche il Patriarca Mons. Fouad Twal consacrerà a questo Sì gran parte della sua omelia. Interrogandosi sul significato di Fede, Mons. Fouad Twal, ha messo in rilievo che la Fede non è una semplice idea, ma una virtù e la decisione di ricevere Dio come segno di appartenenza. Sull’esempio di Maria, di Abramo e del Cristo, Sua Beatitudine ha chiesto nuovamente ai fedeli di testimoniare la propria Fede con la carità quotidiana e l’amore. Invitandoli ad esaminare le loro coscienze e i loro impegni, ha citato la celebre parabola dei talenti (Mt 25,14-30): “ A quale gruppo apparteniamo? Fate parte di questo gruppo che moltiplica i talenti o di quello che li sotterra ? […] Gesù non deve sorprendersi per la nostra poca Fede. La vostra Fede riposa in vasi fragili e vulnerabili?”. Il Patriarca ha posto poi l’accento tra Fede e Pace, ricordando quanto i Cristiani di Terra Santa hanno pregato durante quest’anno della Fede per i loro fratelli di Siria, Egitto, Afganistan e Iraq. Ha spiegato: “La nostra ascensione deve essere verso il Signore e solo verso Lui. Solo il Signore apporterà la pace in questo Paese; la forza delle nostre preghiere vincerà la forza della violenza. Signore, fa che sappiamo riconoscerti nello sguardo del nostro prossimo.” Proseguendo: “Oggi, questo giorno di chiusura dell’Anno della Fede, non segna la fine della nostra Fede, al contrario, siamo chiamati a fortificarla, aspettando l’ora in cui il Signore potrà dirci: sei la gioia del Padre tuo.”

La Fede vissuta apre il cuore alla grazia di Dio e, oggi più che mai, è stato ricordato questo dovere di testimoniare una vita nuova che, trasformata da Dio, apre il cammino all’incontro. E proprio di incontri si è trattato dopo la cerimonia; poiché durante questa giornata della Fede ai vari gruppi sono stati proposti visite e scambi in Galilea. Mentre i parrocchiani di San Salvatore visitavano il Santuario di Nazareth, i frati della Custodia hanno visitato uno dei loro frati, Fra Jacques Karam, nel Convento di Moujeidel, scoprendo un luogo poco conosciuto dal grande pubblico. Un luogo che, senza essere parrocchiale o scolastico, promuove il dialogo ecumenico offrendo un prezioso spazio di incontro. Fra Stéphane Milovitch, Guardiano di San Salvatore, ha sottolineato “l’importanza per i frati di conoscere la varietà e i vari tipi di apostolato della Custodia.” La giornata è terminata a Jaffa di Nazareth, città originaria dei santi apostoli Giacomo e Giovanni. I francescani che, nel 1641 fondarono la Parrocchia di San Giovanni, oggi conservano soltanto la Casa di San Giacomo. Nella piccola cappella, costruita nel 1886 sulle alture della città, la preghiera dei Vespri ha concluso la giornata. Le celebrazioni di Nazareth hanno anticipato di una settimana la cerimonia ufficiale di chiusura dell’Anno della Fede che si terrà in Vaticano domenica 24 novembre. In questo modo i Cristiani di Terra Santa hanno risposto all’appello del Santo Padre ribadendo il loro desiderio di rispecchiare “questo nuovo volto di una Chiesa cattolica moderna” augurato cinquant’anni fa da Giovanni XXII. Emilie Rey www.custodia.org

58 | FdC | Novembre 2013


Insieme canteranno a Betlemme la Messa di mezzanotte Gerusalemme, 26 novembre 2013

S

ono francesi, tedeschi, palestinesi, italiani che, prima di ritrovarsi a Betlemme per la Messa di Natale, cantano insieme alle prove del Coro della Custodia di Terra Santa. La prima volta, si spinge la porta con un po’ di esitazione. Dall’interno si sentono le risate di persone che sembrano conoscersi. Hania Soudah Sabbara, direttrice del Coro, ti viene incontro con un grande sorriso: «Ahlan wa sahlan, welcome, where are you from?»; un benvenuto in arabo, poi in inglese, la lingua comune a tutti i coristi. Grande sollievo: non ci sarà barriera linguistica. Hania dirige il coro dal 1999, prima donna a dirigerlo, dedicando a tale compito tutta la sua pazienza e gentilezza.

Come l’Istituto Magnificat (Scuola di musica della Custodia nata nel 1995 dal progetto «Musica nel Cuore di Gerusalemme»), che vuole essere luogo d’incontro e dialogo pacifico per giovani musicisti di tutte le confessioni religiose, così il Coro Polifonico della Custodia riunisce palestinesi e cittadini di varie nazionalità, animati da un’unica passione: cantare la Gloria di Dio! Alcuni cantano da parecchi anni, altri invece sono solo di passaggio, volontari o stranieri desiderosi di partecipare alla vita parrocchiale della Comunità cristiana di Gerusalemme. Alla domanda sulla mescolanza di livello e di lingua, Hania si affretta a rispondere: «Gerusalemme non è

Novembre 2013 | FdC | 59


Cronaca della Custodia riservata ai Cristiani di Palestina, noi siamo aperti a tutti. Faccio del mio meglio per aiutare ognuno a progredire, qualsiasi sia il suo livello; traducendo, per esempio, in caratteri occidentali i canti in arabo». Procedono con grande fervore le prove per animare le Messe di mezzanotte e dell’Epifania che, seconda la tradizione, saranno celebrate a Betlemme. Astro del Ciel e Gli Angeli dalle campagne risuonano in latino, poi è la volta dei canti in arabo con Lillahi Majdon, cioè Gloria a Dio. Natale sembra subito così vicino e il clima, nonostante la fatica del lavoro, è festoso. È questa diversità che ha fatto decidere, Émilie, volontaria francese arrivata due settimane fa: «Quando ho sentito parlare di un coro misto ho desiderato vivere la mia Fede accanto ai cristiani di Terra Santa, approfittando anche per imparare l’arabo in modo piacevole!» e lancia uno sguardo d’intesa alla sua vicina. Alla sua destra Rowina, una trentenne palestinese cristiana di Gerusalemme, canta sul podio degli alti: «Mi diverto molto, figuratevi che non so leggere la musica, ma sto imparando!» Per Nadia, che con la sua fragile silhouette sorvola il podio dei soprani, è diverso. «Ho studiato musica per vari anni all’Istituto Magnificat e questo Coro è uno dei pochi frequentati da amatori e professionisti. Ho iniziato quattro anni fa perché desideravo incontrare

60 | FdC | Novembre 2013

persone provenienti da tutto il mondo seppure con orizzonti diversi». Andrea invece, giornalista tedesca residente a Gerusalemme da tre anni, vede nel Coro un’occasione «Per dire grazie e rendere servizio alla comunità cristiana che la accoglie». Benedetto XVI ha scritto : «Che l’armonia della musica e del canto, che non conosce nessuna barriera sociale e religiosa, sia un invito per tutti i fedeli e tutte le persone a trovare insieme il linguaggio universale dell’amore». Il Coro della Custodia di Terra Santa rispecchia, ancora una volta, quanto Gerusalemme sia una città da condividere. E.M Per incontrare il Coro, partecipa a una delle prove che hanno luogo, nel cortile della Custodia*, ogni giovedì e ogni sabato dalle 18:00 alle 19:45. * Entrando a Porta Nuova (New Gate), girare subito a sinistra, dopo il portico, in fondo al cortile, l’ultima porta sinistra. Per ulteriori informazioni : choir@custodia. org, o tel. (+972) 02.6266.609 Visita il sito del Magnificat: http://www.magnificat.custodia.org www.custodia.org


Santa Caterina: Ingresso Solenne del p. Custode e liturgie a Betlemme BETlemme, 30 novembre / 1 DICEMBRE 2013

Vi annunciamo che Cristo verrà

M

entre la città di Betlemme si riveste dei colori di Natale, la Custodia di Terra Santa ha celebrato le due giornate che iniziano l’Avvento. Sabato mattina, la comunità latina di Gerusalemme si è unita a quella di Beit Jala e di Beit Sahour per accompagnare il Custode di Terra Santa, Fra Pierbattista Pizzaballa, al suo ingresso solenne nella Città Santa della Giudea. Sulla piazza della Mangiatoia, lo attendevano le Autorità civili e della polizia di Betlemme, oltre a numerosi frati francescani, venuti dai vari Conventi della Regione, fedeli locali e allievi delle Scuole femminile e maschile di Terra Santa, della città. I tanti i pellegrini e turisti, presenti in questo giorno soleggiato, si sono goduti lo spettacolo degli scout che esibivano fieramente i colori della Santa Sede, della Custodia e del loro Paese, la Palestina. Ma, a parte gli aspetti folcloristici di questo ingresso, l’antica celebrazione è soprattutto una manifestazione di fede come ha ricordato il Custode in un’intervista rilasciata al Franciscan Media Center: “Solennità e tradizione qui sono importanti. Le nostre radici sono anche il nostro futuro ed è necessario preservare la nostra identità. Queste antiche celebrazioni non intendono commemorare il passato, ma ricordare al mondo che siamo presenti.”. La solennità è stata caratterizzata da una novità. Infatti, dopo il Capitolo triennale dello scorso luglio, la fraternità di Betlemme ha accolto il nuovo Guardiano, Fra Ricardo Bustos, il nuovo Parroco, Fra Nerwan Nasser Al-Bann, accompagnato dal nuovo Vicario, Fra Badie Elias e da Fra Louai che sarà ordinato diacono il 15 dicembre. Il Custode si è rallegrato per il rinnovamento che, questa nuova compagine parrocchiale piena di entusiasmo,

apporterà alla Parrocchia di Betlemme, così importante per l’intera città. Fra Nerwan che, a nome della parrocchia ha accolto tutte le persone che accompagnavano il Custode per il suo Ingresso, l’ha ringraziato calorosamente per l’attenzione che da sempre la Custodia ha dimostrato per la città di Betlemme, augurandosi che si possano ascoltare anche i nuovi bisogni emergenti. Nel suo ringraziamento, fra Pizzaballa ha annunciato il desiderio della Custodia di ricevere una “nuova luce.” La stessa luce, simbolo di Cristo e dell’inizio dell’Avvento, che il Custode ha cercato inginocchiato davanti alla mangiatoia del Presepe nella grotta della Natività, durante i Vespri della festa. I frati francescani sono rimasti a Betlemme fin dopo l’ufficio delle letture presiedute dal Guardiano Fra Ricardo Bustos. Sempre a Betlemme, il Custode ha celebrato, alla presenza della comunità parrocchiale accorsa in gran numero, la Prima domenica d’Avvento, inizio del cammino verso il Natale. All’uscita della Messa, dopo aver salutato il Custode, numerosi parrocchiani si sono recati sulla Piazza della Mangiatoia, per l’inaugurazione del mercato di Natale. Nella città di Davide regna un’atmosfera festiva: vi annunciamo che Cristo verrà!

Novembre 2013 | FdC | 61


Cronaca della Custodia Betlemme, una Comunità accogliente

I

ncontrando Fra Ricardo Bustos, nuovo Guardiano della Fraternità francescana di Betlemme e Fra Nerwan Nasser Al-Bann, nuovo Parroco, due cose colpiscono: la loro gioia e la somiglianza delle loro espressioni che rendono “accogliente” la Comunità cristiana di Betlemme. Un abitante della Città ha fatto un giorno una battuta: “Non abbiamo accolto la Santa Famiglia duemila anni fa, da allora cerchiamo di recuperare!”. Sembra proprio, ascoltando i nuovi francescani arrivati in Parrocchia, che la sfida sia stata raccolta. Fra Ricardo Bustos, dopo nove anni trascorsi come Guardiano della Basilica dell’Annunciazione a Nazareth, in Israele, sapeva che il Capitolo lo avrebbe nominato altrove. Nonostante ciò, l’annuncio della sua nomina a Betlemme è stata una vera sorpresa. “Non conoscevo la realtà di Betlemme e del suo ambiente. Tutto è nuovo per me, ma sono colpito dal clima di pace, serenità e accoglienza da parte dei fedeli. Un clima di semplicità che mi fa entrare nel mistero dei pastori che hanno accolto l’annuncio dell’Angelo. I pastori che per primi si sono aperti alla novità del Natale. Venire da Nazareth a Betlemme è per me un passaggio. Sapendo che avrei dovuto lasciare Nazareth, mi sono preparato, come quando ci si prepara per intraprendere un nuovo cammino. Quando ho saputo che sarei venuto qui, mi sono sentito come l’asinello che ha portato la Vergine Maria e San Giuseppe da Nazareth a Betlemme. Non si è trattato solo di un passaggio “giuridico”, un cambiamento di nomina dopo il Capitolo, ma veramente di un cammino spirituale. Quando Papa Francesco ha invitato tutti a metterci in cammino, anch’io mi sono sentito

62 | FdC | Novembre 2013

chiamato a farlo, lasciando ciò che conoscevo bene per andare verso il nuovo”. La fraternità di Betlemme conta 17 frati di 13 diverse nazionalità. “La fraternità di Betlemme è una Custodia in miniatura, dice il padre Guardiano. In piccolo, vi sono tutte le opere e la missione della Custodia. Le diversità nella fraternità sono al servizio nell’accoglienza delle persone che giungono a Betlemme dal mondo intero. Questa dimensione di accoglienza è anche una ricchezza spirituale per la Comunità.” Quando riesce a liberarsi dai fedeli che, alla fine della Messa lo sollecitano da ogni parte, Fra Nerwan è contento di parlare del suo nuovo ministero. “Al mio arrivo qui, ho proposto al Custode e al Patriarca, che coordina la pastorale in tutte le Parrocchie della Diocesi, un piano di azione per conoscere la Parrocchia in sei mesi. Il piano, che è stato accettato, prevede che il mattino l’equipe pastorale sia presente negli uffici, per accogliere chi desidera farci visita e ci consenta di ascoltare le esigenze di ognuno. Nel pomeriggio, invece, visitiamo le famiglie nelle loro case non solo per la benedizione, ma ponendo domande, mettendoci in ascolto, chiedendo ai fedeli cosa si aspettano da noi. Personalmente, visito tre famiglie al giorno e lo stesso fa Fra Badie. In questo modo instauriamo un dialogo per conoscerci e camminare insieme. Questo lavoro durerà fino al mese di maggio. Prima di arrivare qui ero Vicario a Beit Hanina (alla periferia di Gerusalemme), ora scopro una realtà total-


mente diversa. La questione per il rilascio dei permessi (NDR: per entrare in Israele dalla barriera di sicurezza), della disoccupazione, le difficoltà causate dalla situazione di chiusura, specialmente nelle famiglie, esprimono un ambiente e una realtà pastorale totalmente diversi. Nello stesso tempo, la popolazione e i nostri fedeli sono veramente buoni (come lo sono i parrocchiani di Gerusalemme, precisa Fra Nerwan). Qui c’è un senso di accoglienza differente; la vita parrocchiale di Betlemme emana un profumo di tradizione. I fedeli sono molto rispettosi dei sacerdoti, li salutano volentieri, li invitano da loro. Una famiglia intera viene a salutare all’uscita della Messa. Il legame che si crea tra la Parrocchia e il suo pastore è molto forte e devo confessare che per me, che vengo da un piccolo paese dell’Iraq, tutto ciò mi trasporta nel mio paese dove viviamo la stessa vicinanza di cuore all’interno della comunità cristiana. Sono qui da due mesi e sono felice.”. Secondo Fra Nerwan, la Comunità latina raggruppa 5.525 fedeli in 1.400 famiglie. Infatti, la Comunità parrocchiale di Betlemme è abbastanza grande e anche molto attiva. Nel servizio pastorale il Parroco è assistito da Fra Badie, della Galilea e Fra Luai della Giordania (che sarà ordinato diacono prossimamente), la cui attività è orientata specialmente verso i giovani.

L’Azione Cattolica, con il suo centro di accoglienza e sportivo, è un luogo nevralgico per le attività parrocchiali. Ogni venerdì 420 bambini, dai 6 ai 10 anni, si ritrovano per il catechismo. Numerosi bambini seguono la preparazione alla prima comunione, altri la preparazione alla cresima. Un altro gruppo riunisce preadolescenti dagli 11 ai 13 anni, un altro ancora i giovani dai 14 ai 18 anni. Inoltre, è assicurato un accompagnamento per gli studenti. La parrocchia conta anche un gruppo del Terzo Ordine francescano e tre gruppi della Legione di Maria. www.custodia.org

Novembre 2013 | FdC | 63


Cronaca Custodiale Curia Custodiale della Custodia “O SAPIENZA DELL’ALTISSIMO,

CHE TUTTO DISPONI CON FORZA E DOLCEZZA:

VIENI AD INSEGNARCI LA VIA DELLA SAGGEZZA” (DALLA LITURGIA DI AVVENTO; ANTIFONE “O”)

LECTIO DIVINA DI AVVENTO AL ROMITAGGIO DEL GETSEMANI sui testi biblici della Domenica (in italiano) i SABATI 30 Novembre, 7, 14 e 21 Dicembre 2013 alle ore 15:30 nella Cappella del Romitaggio Per informazioni: Email: romitaggio@custodia.org . Tel. 02-6266430. NB: Porta con te la Bibbia .

“Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore»” (Is 2,3)

64 | FdC | Novembre 2013


Varie Proteggere i Luoghi Santi Gerusalemme, 30 ottobre 2013

P

roteggere i luoghi santi - il loro valore storico e spirituale - dagli attacchi ingiustificati e dall’ignoranza. È per cercare una nuova via nella salvaguardia dei luoghi di culto – presi di mira negli ultimi anni da atti vandalici - che si sono ritrovati a Gerusalemme i leaders delle comunità cristiane, ebraiche, musulmane e druse di Terra Santa. Proteggere i luoghi santi - il loro valore storico e spirituale- dagli attacchi ingiustificati e dall’ignoranza. È per confrontarsi e cercare una nuova via nella salvaguardia dei luoghi di culto che si sono ritrovati a Gerusalemme i leader delle comunità cristiane, ebraiche, musulmane e druse di Terra Santa.

Per questo il fatto che si uniscano è importante, il fatto che la gente venga intervistata dai media, che coprono questa news e la riportino, pure è molto importante ...”.

“I siti religiosi - dice il Patriarca Greco-ortodosso di Gerusalemme, Theofilo III - sono quelli in cui terra e cielo, umano e divino, si incontrano”.

Vittima di diversi attacchi recenti anche il Monte Sion, di cui il Custode di Terra Santa è il Guardiano. Proprio su questa zona particolarmente sensibile ha relazionato P. Pizzaballa nel suo intervento alla conferenza.

E quindi c’è innanzitutto bisogno di rispetto e dialogo da contrapporre agli attacchi perpetrati contro i luoghi santi negli ultimi anni ... graffiti insultanti, atti vandalici e persino molotov contro chiese, cimiteri e monasteri. P. Pierbattista Pizzaballa, ofm Custode di Terra Santa: “Questa conferenza è molto importante perché parla dell’importanza, del significato dei luoghi santi all’interno della vita di questo paese, che è composto da ebrei, musulmani e cristiani. Spesso i luoghi santi sono visti come luoghi di scontro, di aggregazione delle identità, ma anche come luogo di scontro, l’uno rispetto all’altro. Trovarsi insieme per discutere dell’importanza dei luoghi santi e il comune background è molto importante per dare a questi luoghi, che sono fondamentali per la storia di questo paese, per la nostra identità, anche una prospettiva diversa di incontro e non solo di scontro”. Rabbino David Rosen International Director of Interreligious Affairs - American Jewish Committee: “ ...fino a poco tempo fa i leader religiosi non si trovavano, questo meeting è abbastanza storico. Se tu vai per strada e chiedi alla maggior parte degli israeliani o dei palestinesi se i leader religiosi si uniscono per condannare violenze contro o i musulmani o gli ebrei o contro i cristiani, risponderanno no che non lo fanno.

Su un punto concordano gli oratori: che il rispetto comincia dalla conoscenza dell’altro, della sua religione e della sua storia – dalla consapevolezza che un luogo santo possa essere caro a più religioni, a più confessioni. Come la Spianata delle Moschee – o lo stesso Santo Sepolcro, dove cristiani ortodossi, armeni e cattolici condividono l’intimità ed esperienza della preghiera al Santo Sepolcro.

P. Pierbattista Pizzaballa: “Il Monte Sion è tutto mischiato: cristiani di diverse confessioni, musulmani, ebrei hanno negli stessi luoghi quasi una sorta di regime condominiale, un luogo santo, anzi, è uno solo. Per cui la sensibilità, la paura, il sospetto l’uno rispetto all’altro sono molto alti, con le conseguenze che purtroppo tutti conosciamo, anche di vandalismo”. Gli attacchi, sottolinea però il Custode, sono opera di una minuscola minoranza che può esser portata all’ordine attraverso la forza della legge. P. Pierbattista Pizzaballa: “In genere la maggioranza della popolazione vuole rispettare i luoghi santi, ma ci sono sempre le solite ‘teste calde’. Individuare e isolarle, questo è molto importante”. Ed è soprattutto importante lavorare nell’educazione. I leader religiosi devono avere influenza negli ambienti educativi, educare i rispettivi giovani a rispettare l’altro per quello che è.” L’incontro è stato promosso dall’organizzazione “Search for Common Ground”, impegnata a trovare soluzioni costruttive in zone di conflitto in tutto il mondo.

Novembre 2013 | FdC | 65


Varie Pochi anni fa, in un altra terra di guerre e divisioni religiose, i Balcani, “Search for Common Ground” ha promosso un’iniziativa di successo che il Rabbino, David Rosen, auspica possa servire da esempio anche per la Terra Santa. Rabbino David Rosen: “C’è già un progetto pilota nei Balcani dove cristiani ortodossi e cattolici, insieme ai musulmani e a una piccola comunità ebraica hanno lavorato insieme per assicurare la protezione dei luoghi di culto, per con-

dannare gli attacchi e costruire un fronte unito con i leader religiosi nei posti in cui si sono verificati degli attacchi, coordinando allo stesso tempo con le forze di polizia e con gli educatori. Alla conferenza, tanti i punti di vista, ma un fronte unito nel cercare una soluzione al problema. Perché nonostante abbiamo modalità diverse di rivolgerci all’Alto, siamo tutti figlie e figli dello stesso Dio. http://www.fmc-terrasanta.org

Come il Vangelo arrivò nella terra di Agbar Fede e cultura nell’Oriente siriaco dal II al IX secolo

V

isto da Occidente, l’Oriente appare spesso come una realtà omogenea e dai contorni un po’ sfumati: un insieme di tradizioni abbastanza simili nella loro esoticità, e in ogni caso troppo poco note. Fa forse eccezione il mondo bizantino-slavo, che però rischia di essere considerato rappresentativo dell’intero universo orientale cristiano, non essendone in realtà che una parte, benché tanto significativa. Le Chiese di tradizione siriaca attestano un altro Oriente, antico, ricco di tradizione e con una fisionomia peculiare che ne fa quello che uno dei massimi cultori della materia, Sebastian Brock, ha definito il “terzo polmone” della tradizione cristiana, accanto a quello greco e quello latino. Sebbene le complesse d ispute cristologiche dei primi secoli abbiano contribuito a dividere l’antica Chiesa di espressione siriaca in varie comunità ecclesiali, ragione per cui è più corretto parlare di «Chiese di tradizione siriaca», è nella comunità e nel patriarcato

66 | FdC | Novembre 2013

di Antiochia che tale realtà ecclesiale, nel suo insieme, affonda le proprie radici. Da Antiochia, dove per la prima volta i credenti nel Risorto ricevettero il nome di cristiani (cfr. Atti degli apostoli, 11, 26), l’annuncio evangelico raggiunse la città di Edessa, capitale dell’Osroene, e di qui la Mesopotamia, regioni abitate in massima parte da popolazioni di lingua e cultura aramaica. L’idioma edesseno, variante di aramaico noto come “siriaco”, configurerà dunque queste comunità come “siriache”. La tradizione attribuisce l’evangelizzazione di queste terre all’apostolo Tommaso, che di qui avrebbe raggiunto l’India; e insieme a lui a due discepoli, di nome Addai e Mari, cui la tradizione siro-orientale ascrive una delle più arcaiche preghiere eucaristiche giunte sino a noi. Un’antica leggenda riferisce poi quello che pretende sia stato l’antefatto di tale missione: il re edesseno Abgar Ukkama avrebbe inviato il proprio funzionario Anania da Gesù per offrirgli ospitalità nel proprio regno, al fine di metterlo al riparo dalle insidie tesegli dai capi del suo popolo e per ottenerne in cambio la guarigione da una malattia. Gesù, respingendo l’invito, avrebbe tuttavia promesso l’invio, dopo la sua morte, di un discepolo a Edessa. Intanto, avrebbe fatto dono al re edesseno di una sua lettera o, secondo un’altra versione della leggenda, di una sua immagine miracolosamente impressa su di un telo, da cui deriva la tradizione del mandylion. (©L’Osservatore Romano 7 novembre 2013)


Il restauro dei mosaici del Dominus Flevit Gerusalemme, 8 novembre 2013

S

tudiati e restaurati, pronti per essere esposti e ammirati, i frammenti di uno dei mosaici provenienti dall’antico monastero bizantino su cui oggi sorge il santuario del Dominus Flevit. Un restauratore italiano esperto nel settore del mosaico e al suo fianco i ragazzi del Mosaic Center di Gerico. Un lavoro di restauro per portare nuova luce a uno dei tanti tesori d’arte offerti da questa terra, ricca di un grande patrimonio soprattutto dal punto di vista del mosaico. I lacerti, di recente studiati da una assegnista di ricerca dell’Università di Milano, appartengono al periodo bizantino e provengono da uno degli ambienti di un monastero che sorgeva sul Monte degli Ulivi, in corrispondenza dell’attuale santuario francescano del Dominus Flevit: Daniela Massara - Università degli Studi di Milano: “Si tratta di alcuni frammenti che grazie a una documentazione molto dettagliata, con fotografie di scavo prima dei lavori per l’innalzamento appunto della cappella, abbiamo potuto identificare e quindi riposizionare secondo il sistema decorativo originale. Abbiamo ritrovato anche altri frammenti, da altri due ambienti sempre dal monastero bizantino che ci permettono di leggere in maniera più chiara com’era la decorazione”. Il lavoro è all’interno di un ampio progetto internazionale di catalogazione informatica dei beni archeologici della Custodia di Terra Santa che si sta svolgendo presso il Museo archeologico francescano, promosso dall’Universita’ del Molise in collaborazione con Ats – pro Terra sancta, ong della Custodia e cofinanziato dal Ministero degli Esteri italiano. A dirigere il progetto è la professoressa Fulvia Ciliberto, mentre per i restauri è arrivato a Gerusalemme, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma, il dottor Alessandro Lugari. Alessandro Lugari, Restauratore- Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma: “Il nostro lavoro è stato di prendere i pezzi uno per uno, rimuovere il cemento vecchio, consolidare il mosaico, insomma, la parte antica e ricostituirli su un pannello, cercando di ricostuire lo schema originario. Messi poi

sul pannello tutti insieme con lo schema costruttivo e facendo una integrazione adeguata si può avere una lettura non dico completa ma avere un’idea di quello che era il pattern decorativo”. Un modo per valorizzare questo mosaico, parte del quale è ancora visibile in situ, all’ingresso della chiesa del Dominus Flevit, ma di cui potra’ presto essere esposta e dunque ammirata nel suo insieme anche la porzione di cui fanno parte questi frammenti, che testimoniano l’ottima fattura di questo reperto. Daniela Massara: “Molto interessanti sono quelli della cornice, che ha un motivo a onde e al centro un motivo a nastro attraversato da una linea gialla come un raggio di sole con delle piccole sfere gialle, quindi molto colorato e assolutamente eccezionale”. Alessandro Lugari: “La cosa particolare sono i motivi decorativi interni al centro, perchè sono raffinati, tutti elementi vegetali come fiori, frutta… resi con cartoni raffinati. Ci sono delle maestranze brave che lavorano, che hanno una conoscenza dei materiali e dei cartoni, per il periodo, ecellenti” http://www.fmc-terrasanta.org

Novembre 2013 | FdC | 67


Varie ”Fiore del deserto” nel deserto Domenica 10 Novembre 2013 aniele ci scrive un resoconto dei due giorni che i membri di Fiore del deserto hanno trascorso nel deserto di Giuda, venerdì e sabato 9-10 novembre 2013. Venerdì i membri del gruppo Fiore del deserto si sono di nuovo incontrati, questa volta per trascorrere insieme due giorni nel deserto. Venerdì alcuni di noi sono arrivati al monastero di Giaffa ed altri al Vicariato a Gerusalemme e da qui I due gruppi si sono incontrati nel deserto. Tre nuovi membri si sono uniti a noi questa volta, come anche padre Piotr.

D

Quando abbiamo raggiunto il deserto di Giuda era già sera e ci siamo organizzati per la notte. Abbiamo montato le tende e preparato la cena. Dopo la cena ci siamo riuniti intorno al fuoco con padre Apolinary, per ascoltare la storia della sua decisione di diventare francescano e sacerdote. Dopo l’incontro abbiamo pregato una preghiera della sera preparata da Benny (che non era con noi a causa dei suoi studi) e diretta da Kirill. Così il primo giorno si è concluso ed alcuni di noi si sono ritirati a dormire, mentre altri hanno proseguito a parlare lungo la notte. Abbiamo iniziato il giorno seguente con una breve preghiera mattutina ed una veloce colazione in modo da poter partire presto. Il tragitto è iniziato ovviamente sulle colline, lungo un percorso preparato da padre Piotr e da padre Apolinary. Durante il cammino, nel mezzo del deserto, padre Piotr ha celebrato la Messa con padre Apolinary e verso la fine del tragitto, Claudia ci ha introdotto ad un periodo di “Lectio divina”. Durante la preghiera abbiamo letto un brano dal Vangelo di Luca sui quaranta giorni che Gesù trascorse nel deserto dopo il suo battesimo e come, verso la fine, incontrò Satana, che lo tentò cercando di allontanarlo dalla via su cui camminava (la via di Dio). Ma Gesù fu in grado di restare fermo davanti alle tentazioni e non arrendersi a Satana, e questo grazie alla presenza costante dello Spirito Santo. Dopo la lettura Claudia ha preparato alcune domande per concentrarci ed abbiamo avuto del tempo per meditare su di esse. Dopo aver cercato di comprendere meglio il testo da soli, ci siamo divisi

68 | FdC | Novembre 2013

in tre gruppi, con i padri Apolinary, Piotr e Claudia per condividere le nostre risposte alle domande. Dopo un tempo di preghiera ci siamo rimessi in cammino. L’ultima parte del percorso l’abbiamo trascorsa sulle rive del Mar Morto. Poi abbiamo iniziato a preparare il pranzo sulle rive del mare, trascorrendo un po’ di tempo insieme prima di ritornare a casa. Questa gita nel deserto è stata un’esperienza molto differente dagli altri incontri che abbiamo avuto fino ad ora. Penso che ognuno di noi sia stato in grado di entrare in contatto più profondamente con la nostra fede, ognuno alla sua maniera. Siamo riusciti ad allontanarci per un giorno dalla tecnologia e dei comfort quotidiani che sono parte della nostra routine. Siamo stati in grado di entrare in contatto più profondamente con Dio, abbiamo potuto ascoltare veramente la Sua voce senza il “rumore” costante della vita quotidiana. La sfida che rimane dopo una gita come questa è di cercare di trovare un po’ di “deserto” nelle nostre vite, un luogo dove possiamo allontanarci da tutto ed essere in silenzio con Dio e la Sua Parola. Grazie agli accompagnatori che hanno lavorato duramente per preparare quest’incontro. http://www.catholic.co.il


Cinquant’anni fa Paolo VI in Terra Santa 12 novembre 2013

I

mmagini straordinarie per ricordare il primo Papa pellegrino nella Terra di Dio. A poche settimane dal 50esimo anniversario del viaggio di Paolo VI, i passi del Pontefice possono essere ripercorsi grazie a un documentario prodotto nel 1964 dalla Custodia di Terra Santa, di cui si era persa memoria. Il documentario Ritorno alle sorgenti sarà proiettato in un convegno organizzato

a Milano dall’arcidiocesi ambrosiana e dalla Custodia di Terra Santa, alla presenza del cardinale arcivescovo Angelo Scola. Appuntamento il 15 novembre alle ore 18.00 presso l’Auditorium San Fedele. http://tinyurl.com/paolovi www.terrasanta.net

Un convegno ricorda il 50° dello storico pellegrinaggio di Paolo VI in Terra Santa

A

ll’Auditorium San Fedele a Milano, il cardinale arcivescovo Angelo Scola è intervenuto al convegno “4-6 gennaio 1964. Paolo VI pellegrino in Terra Santa: un evento storico per la Chiesa universale”, con cui l’arcidiocesi e lo stesso card. Scola (suo quarto successore sulla Cattedra di Ambrogio) hanno voluto rendere omaggio ad uno dei suoi più illustri arcivescovi, il card. Giovanni Battista Montini nel 50° anniversario della sua elezione al Soglio Pontificio avvenuta il 21 giugno 1963, sottolineandone in particolare la decisione di recarsi pellegrino in Terra Santa, primo pontefice dopo San Pietro. Un viaggio “storico” che è stato rievocato attraverso il documentario “Ritorno alle sorgenti - Paolo VI in Terra Santa”, prodotto nel 1964 dalla Custodia, restaurato per l’occasione e che verrà proiettato questa sera. Il filmato - riporta l’agenzia Sir - è un documento storico di grande

importanza: mostra una Terra Santa ormai scomparsa, precedente alla guerra dei “Sei Giorni”. Tra le immagini memorabili della pellicola, da segnalare quelle del commovente incontro avvenuto a Gerusalemme, tra Paolo VI e il patriarca ecumenico di Costantinopoli Atenagora. Al convegno ha partecipato anche fra Dobromir Jasztal, vicario della Custodia di Terra Santa. Sono intervenuti don Angelo Maffeis (presidente Istituto Paolo VI di Concesio) e Andrea Tornielli, vaticanista de “La Stampa”. Inoltre, il 10 gennaio 2014, il pellegrinaggio di Paolo VI sarà ricordato presso l’Istituto Paolo VI di Concesio (Bs), alla presenza del Mons. Luciano Monari, Vescovo di Brescia e padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa. http://it.radiovaticana.va

Novembre 2013 | FdC | 69


Varie CUSTODIA TERRÆ SANCTÆ

4-6

gennaio 1964

Paolo VI pellegrino in Terra Santa:

un evento storico per la Chiesa universale L’Arcidiocesi di Milano e la Custodia di Terra Santa promuovono un convegno per ricordare lo storico pellegrinaggio di Paolo VI in Terra Santa, nel 50mo anniversario.

Nel corso della serata viene proiettato il documentario d’epoca:

Ritorno alle sorgenti – Paolo VI in Terra Santa filmato restaurato del pellegrinaggio prodotto nel 1964 dalla Custodia di Terra Santa Informazioni e ufficio stampa: Edizioni Terra Santa, tel. 02-34.59.26.79, mail: ufficiostampa@terrasanta.net

15 NOVEMBRE 2013 Ore 18.00 Auditorium San Fedele Via Hoepli 3/a - Milano

Saluto introduttivo di fra Dobromir Jasztal, ofm Vicario della Custodia di Terra Santa

Relazioni: Paolo VI, da Milano al Concilio Vaticano II don Angelo Maffeis, presidente dell’Istituto Paolo VI di Concesio (BS) Il viaggio di Paolo VI in Terra Santa: evento ecclesiale, ecumenico e mediatico Andrea Tornielli, vaticanista, La Stampa Saluto conclusivo di Sua Eminenza il cardinale ANGELO SCOLA, Arcivescovo di Milano

70 | FdC | Novembre 2013


Un egiziano “Giusto tra le Nazioni” Gerusalemme, 14 novembre 2013 Il Museo dell’Olocausto di Gerusalemme ha da poco nominato l’egiziano Mohamed Helmy come “Giusto tra le Nazioni”. Helmy è il primo arabo ad entrare nella lista di chi coraggiosamente salvò gli ebrei dalla persecuzione nazista. Il medico egiziano a Berlino nascose una ragazza ebrea, salvandole la vita. Un atto eroico, una luce nel buio del Nazismo e della Seconda Guerra Mondiale. La storia comincia in Germania all’epoca delle deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento. E ha per protagonista il medico egiziano Mohamed Helmy, che con immenso coraggio salvo’ la vita a una ragazza ebrea. Mohamed Helmy, scomparso nel 1982, è stato appena nominato “Giusto tra le Nazioni” dal Museo dell’Olocausto di Gerusalemme. È il primo arabo a figurare nella lista di chi rischiò la vita per salvare gli ebrei europei dalla persecuzione nazista. Onoreficenza che però la famiglia del medico egiziano ha deciso di rifiutare perché elargita da Israele, paese che considera ostile. Helmy, arrivato in Germania per studiare medicina, agì senza esitazioni. Irena Steinfeld, Dir. dipartimento “Giusti tra le nazioni”, Museo dell’Olocausto di Gerusalemme: “Nel 1933 i nazisti salirono al potere e Helmy rimase lì, nonostante fosse considerato di una razza inferiore perché non era tedesco, non era di razza ariana. Lui

era fortemente opposto al nazismo e non lo nascondeva. Venne persino messo dentro per via della sua aperta ostilità al nazismo”. Agendo tra mille difficoltà, il medico egiziano decise di prendere sotto la propria protezione la ventunenne ebrea Anna Boros. E si prese cura della salute della famiglia di Anna, che si trovava in un altro nascondiglio. Irena Steinfeld: “Nascose Anna Boros in uno chalet di sua proprietà e quando lui stesso finì sotto inchiesta da parte dei nazisti, portò Anna da amici per metterla al sicuro. Conclusa l’indagine, la riportò nel suo chalet”. Anna Boros e famiglia riuscirono a salvarsi e finita la Seconda Guerra Mondiale emigrarono negli Stati Uniti, ma non dimenticarono mai l’eroismo di Helmy. La storia del medico egiziano è riaffiorata di recente, grazie al lavoro di una ricercatrice tedesca. Helmy, dice Irena Steinfeld, è un modello di umanità che va ben al di là della sua epoca. Irena Steinfeld: “Mentre parlo qui da Gerusalemme e parlo del primo egiziano nominato “Giusto tra le Nazioni” e del significato della sua storia, la nostra speranza è che possa ispirare le generazioni future. Credo, come tutti, che forse Helmy possa diventare un esempio da imitare per noi israeliani e per gli egiziani. E insegnarci qualcosa sulla comprensione reciproca, il dialogo, la pace”. http://www.fmc-terrasanta.org

Novembre 2013 | FdC | 71


Varie Le traversie dei profughi siriani in Egitto 14 novembre 2013

I

rifugiati siriani che raggiungono l’Egitto in modo clandestino - o che tentano di raggiungere l’Europa via mare - vengono arrestati dalla polizia egiziana e detenuti in condizioni estreme fino a quando non accettano di lasciare il Paese. Moltissimi tornano in Siria; altri tentano la traversata del Mediterraneo, verso l’Italia. Ad affermarlo è Human Rights Watch (Hrw), una delle maggiori organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani. Secondo Hrw, l’Egitto ha detenuto in modo arbitrario, per settimane e a volte anche per mesi, oltre 1.500 profughi provenienti dalla Siria, tra i quali almeno 400 palestinesi e 250 minori (inclusi diversi bambini appena nati). Molti di loro sono stati arrestati sulle navi, al largo delle coste egiziane, altri in rifugi in cui si nascondevano vicino alla costa, in attesa di imbarcarsi. Il 17 settembre scorso, ad esempio, una nave carica di profughi siriani è stata raggiunta dalla marina egiziana al largo di Alessandria e due persone sono state uccise dal fuoco dei militari. L’11 ottobre, poco lontano, è colata a picco una nave carica di migranti: 12 sono morti in mare, mentre 116 (di cui 40 siriani e 72 palestinesi) sono stati salvati. Parecchi superstiti sono stati arrestati dalla polizia egiziana. Hrw, che ha visitato due stazioni di polizia in cui sono detenuti i siriani, ha verificato le condizioni di affollamento, sporcizia e povertà in cui sono trattenuti.

Secondo le fonti dell’organismo umanitario con sede negli Usa, i rifugiati non ricevono alcuna spiegazione scritta del loro arresto; e vengono trattenuti in stato di fermo fino a che non accettano di firmare «liberamente» un documento che dichiari la loro decisione di abbandonare il Paese. Molti di loro, essendo fuggiti dalla Siria per mettersi in salvo, accettano di tornare indietro a grave rischio della vita; in alcuni casi i profughi, pur di non tornare in patria, scelgono di imbarcarsi verso l’Italia. In particolare - stando a quanto afferma Joe Stork, vicedirettore dell’area Medio Oriente e Nord Africa di Hrw -, la polizia egiziana si starebbe accanendo contro i palestinesi fuggiti dalla Siria, impedendo loro di chiedere protezione agli uffici Onu per i rifugiati. «L’Egitto – ha osservato Stork - dovrebbe immediatamente rilasciare coloro che ha arrestato e permettere all’Onu di dar loro protezione». Secondo il governo egiziano, sono almeno 300 mila i cittadini siriani residenti in Egitto. Di questi, 125 mila sono arrivati in seguito al conflitto siriano. Sono invece tra i 5 e i 6 mila, i profughi palestinesi giunti in Egitto dalla Siria. Dall’8 luglio le autorità egiziane hanno imposto alcune restrizioni all’ingresso dei cittadini siriani. Oggi, chi arriva, può contare su un visto di un mese, che lascia scadere diventando clandestino. http://www.terrasanta.net

72 | FdC | Novembre 2013


Usciti l’Eco di Terrasanta e la rivista Terrasanta di novembre-dicembre 2013 In distribuzione anche la rivista Terrasanta in lingua spagnola e francese www.terrasanta.net

Buona lettura Rivista fondata nel 1921

Nuova serie Anno VIII ● numero 6 novembre-sicembre 2013 ● euro 5,00

errasanta

In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa - contiene I.P.

P.I. Spa S.A.P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Perugia

rEportAgE Aleppo: tutti contro tutti. viaggio nel cuore della tragedia siriana Esclusivo intervista con il rabbino Abraham skorka: «vi racconto il mio amico Bergoglio»

Cinquant'anni fa Paolo VI in Terra Santa

Ritorno alle SorgenTI Terrasanta

gennaio 2006

Il Calendario Massolini 2014 è dedicato alla Galilea 28 Novembre 2013

L’

idea del Calendario, che ogni anno viene dedicato a un diverso aspetto o regione della Terra Santa e del vicino Medio Oriente, nasce nel 1989 ad opera di Giovan Battista Massolini e Basilio Rodella, con il sostegno della Massolini SPA che continuerà a pubblicarlo fino al 2006. Dal 2006 ad oggi il Calendario è edito dall’Associazione Massolini, in collaborazione con lo Studium Biblicum Franciscanum e ATS pro Terra Sancta. L’Associazione, nata nel 2006 grazie a un sodalizio tra padre Michele Piccirillo e altri amici della Terra Santa, fu fondata per ricordare la figura di Giovan Battista Massolini. Il suo intento è di creare occasioni di conoscenza e approfondimento delle tematiche relative alla Terra Santa, favorendo in questo modo il confronto e il dialogo tra le diverse realtà culturali presenti nella regione. Quest’anno dedicato alle bellezze della Galilea, il Calendario Massolini 2014 è sul sito: http://tinyurl.com/massolini

Novembre 2013 | FdC | 73


Varie La Notte di Betlemme spiegata a un topino Milano, 20 novembre 2013

A

Roma, lungo le rive del Tevere, in una tana calda con papà, mamma e uno stuolo di fratelli, abita Topo Jorge, un roditore curioso e simpatico. Un giorno, nelle sue esplorazioni, raggiunge piazza San Pietro. È una sera particolare: tanta gente che guarda uscire da un comignolo una fumata bianca. Qualche tempo dopo Topo Jorge finisce in Vaticano per fuggire da un gatto che lo insegue. E qui incontra un uomo vestito di bianco (quello stesso che ha visto la sera della fumata apparire su un balcone di una grande chiesa). Un uomo che ha un cuore grande grande ed è persino capace di parlare ai topolini dei bassifondi della capitale. Nasce un’amicizia e una frequentazione, durante la quale Topo Jorge - che deve questo nome al padre, che l’avrebbe sentito da un marinaio al porto di Ostia - scopre che anche l’uomo vestito di bianco si chiama Jorge (anche se tutti lo chiamano ormai Francesco). Lo guarda a lungo pregare, lo vede passeggiare con le sue grandi scarpe nere per i corridoi… I due amici parlano a lungo e Jorge è davvero sorpreso che l’uomo vestito di bianco - lui così importante - sia interessato anche alla vita e ai pensieri dei topolini di Roma…

capanna che gli operai stanno allestendo. Così l’uomo vestito di bianco, con le parole semplici e dirette di cui è capace, racconta al topolino la nascita del presepio di Greccio, voluto da san Francesco. E l’evento che lo ha originato, molto tempo prima: la nascita di Gesù nella mangiatoria di Betlemme, il Dio fattosi bambino proprio per poter parlare d’amore a tutti gli uomini, siano i ricchi magi venuti da Oriente o i poveri pastori abituati a vivere all’addiaccio, nelle notti fredde dell’inverno di Giudea. «Il Dio di Gesù è fatto così - spiega l’uomo vestito di bianco, che ormai Jorge sa essere il Papa -. Sta vicino ai semplici, ai poveri, ai piccoli». Racconto di Natale delicato ed emozionante, Storia di Topo Jorge e del Papa che diventò suo amico si segnala come uno degli eventi editoriali più originali ed interessanti. Scritto da padre Stefano Gorla, direttore del giornale per ragazzi Il Giornalino, ed illustrato con maestria da Ivano Ceriani, è stato pensato per un pubblico infantile (tra i 6 e gli 11 anni). Ma anche gli adulti faticheranno a resistere al garbo e alla magia che sa trasmettere.

Si avvicina intanto il Natale, e in piazza San Pietro si sta allestendo il presepe. La curiosità di Topo Jorge cresce, e non può fare a meno di chiedere cosa rappresenti la

Edizioni Terra Santa, Milano - pp. 56 - 15,90 euro

74 | FdC | Novembre 2013

http://www.terrasanta.net/


Ritratti di famiglia - La mostra fotografica “Families Interrupted” Gerusalemme, novembre 2013

U

na famiglia dietro un vetro incrinato, bambini in fila davanti ad un muro, una donna che si copre il volto. Sono alcune delle immagini raccolte per la mostra fotografica “Families Interrupted”, organizzata dalla Società di Saint Yves – organizzazione Cattolica che si occupa di diritti umani - in collaborazione con Adalah, il Centro per i diritti della minoranza araba in Israele. Una mostra allestita per testimoniare le difficoltà in cui vivono le famiglie dei Territori palestinesi, a causa delle norme restrittive della legge sulla Cittadinanza. La legge, imposta da Israele per motivi di sicurezza, impedisce il ricongiungimento delle famiglie, negando il diritto di un palestinese dei Territori – uomo o donna – a vivere con il proprio coniuge, cittadino israeliano. Passata come Provvedimento Provvisorio nel 2003, è stata di anno in anno riconfermata, assumendo quasi il carattere di legge definitiva.

Avv. Raffoul Rofa Direttore Società Saint Yves: “Ci sono molte famiglie palestinesi che soffrono a causa della legge sul ricongiungimento familiare, che le costringe a vivere nella paura, nell’instabilità, e in varie situazioni anche ad essere divise. È un problema importante, anche se non molto conosciuto. Lo scopo della mostra è proprio quello di aiutare le persone a venire a conoscenza della questione.” Kamal Mohammad Abutaa ci racconta le difficoltà che con la sua famiglia affronta da 15 anni: in quanto cittadino di Gerusalemme ha una carta d’identità israeliana, ma trova comunque difficoltà a chiedere il ricongiungi-

mento con sua moglie, che invece ne è sprovvista. Da 15 anni vivono con il timore di essere divisi. Jenny Nyman, Fotografa: “Siamo arrivati al punto in cui nemmeno le azioni legali portano risultati, perciò abbiamo cercato di trovare un modo alternativo, creativo per portare alla luce il problema. Così è nata l’idea della mostra. La cosa che mi ha colpita di più è stata la paura in cui vivono queste famiglie. È stato molto difficile trovare persone che fossero disposte a venire allo scoperto, a rivelare le loro identità. Per questo abbiamo realizzato una mostra anonima. Speriamo di riuscire a far conoscere meglio il problema e creare una maggiore consapevolezza, così che se ne parli di più.” Ciò che risalta dalle foto è la grande volontà di queste famiglie di essere comunque famiglie, e vivere unite malgrado ogni difficoltà, nella speranza che prima o poi le cose possano cambiare. Avv. Raffoul Rofa: “Speriamo che la mostra riesca a smuovere le coscienze in tutto il mondo, così forse si riuscirà a far sì che questa legge venga abolita.” Segui il video http://tinyurl.com/familint

Novembre 2013 | FdC | 75


Varie Abraham Skorka: «Il mio amico Bergoglio» 27 novembre 2013

V

iene considerato una delle personalità più vicine a Papa Francesco. Ed è fra i pochissimi che possa permettersi di definire il Pontefice «mi querido amigo» («il mio caro amico»). Quando, nel 2009, gli editori di El Jesuita, la biografia-intervista pubblicata da Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti con l’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, chiesero allo schivo cardinale argentino da chi volesse farsi scrivere la prefazione, egli rispose senza esitazione: «Il rabbino Skorka». Il numero di novembre-dicembre 2013 della rivista Terrasanta pubblica una lunga intervista di Manuela Borraccino proprio ad Abraham Skorka. Ne anticipiamo alcuni stralci ai nostri lettori. Rav Skorka, si aspettava che il suo amico Bergoglio fosse eletto Papa? Diciamo che, come si dice in Argentina, nutrivo la speranza che venisse eletto. Lei ha affermato che Francesco sarà il miglior amico che il popolo ebraico abbia mai avuto in Vaticano. Cosa le fa dire questo? Penso innanzitutto all’atto di enorme coraggio spirituale che ha avuto quando gli editori del suo libro-intervista gli chiesero da chi volesse farsi scrivere la prefazione, e lui indicò proprio me. Fu un gesto fortissimo! Penso al programma televisivo fatto insieme, a tutte le conversazioni che abbiamo avuto e ai semi che abbiamo gettato.

Penso a quando, un anno fa, ha voluto conferirmi un dottorato honoris causa all’Università cattolica argentina, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del concilio Vaticano II: è stato un gesto carico di significato e di memoria, con un peso simbolico fortissimo. Sì, per tutto quello che ha fatto vedo in lui un fedele amico del popolo ebraico: perché ha dimostrato con i fatti e con grande coraggio spirituale verso un rappresentante del popolo ebraico il suo impegno verso tutti gli ebrei. Per la prima volta un rabbino passa alcuni giorni a stretto contatto col Papa. Che impressione le fa vivere una situazione senza precedenti? La gioia più grande per me è vedere che la nostra amicizia parla in se stessa: da molti anni non si tratta più solo di dialogo interreligioso. Quando vengo a Roma faccio colazione, pranzo e ceno accanto a lui. E vedo con quanta confidenza ci rivolgiamo l’uno all’altro: non c’è altro che un grande rispetto reciproco, ed un affetto manifestato non solo con le parole, ma anche con i gesti. Ad esempio da quando sono arrivato il Papa ha dato disposizione che possa seguire in tutto le mie regole alimentari, assicurandosi con i suoi collaboratori che io abbia tutto il necessario, che sia verificato come viene cucinato il cibo, mi ha fatto procurare una bottiglia di vino kosher... curando tutti i dettagli con un’attenzione impressionante. Ed io capisco che la grande cura che ci mette, persino come Sommo Pontefice, è un modo per mostrare ai quattro venti, come diciamo in Argentina, «questo è un mio amico». Il fatto stesso che il venerdì sera e il sabato mi accompagni nelle mie orazioni di Shabbat, davanti a tutti i cardinali, vescovi e sacerdoti presenti, è espressione di grande vicinanza. Vuol dire avere fiducia nell’altro: questo è importantissimo. Come guarda al cammino di riavvicinamento avviato dal concilio Vaticano II? È chiaro che la Nostra Aetate ha fatto da spartiacque nella storia delle relazioni fra mondo ebraico e cristianesimo. Dopo il grande ruolo giocato da Giovanni XXIII, l’ispiratore della svolta, l’uomo che ha dato una forte spinta al cambiamento è stato Giovanni Paolo II. Benedetto XVI ha approfondito un po’ tutto questo,

76 | FdC | Novembre 2013


sebbene non nella misura spettacolare del suo predecessore e con dei gesti da parte di Ratzinger risultati ambigui per molti ebrei. A cosa si riferisce esattamente? Penso ad esempio al discorso ad Auschwitz (28 maggio 2006 - ndr). Il Papa si definì «figlio di quel popolo sul quale un gruppo di criminali raggiunse il potere mediante promesse bugiarde […] e con la forza del terrore e dell’intimidazione, cosicché il nostro popolo poté essere usato ed abusato come strumento della loro smania di distruzione e di dominio». Ho l’impressione che il Papa abbia voluto in qualche modo concentrare la colpa su alcuni pochi che dominarono la mente di molti. E questo non mi convince. Non è così. Non penso si possa lanciare un messaggio del genere di fronte all’aberrazione del nazismo. Certo, ci sono persone che esercitano un carisma molto forte, e possono trascinare gli altri. Ma chi resta confuso è perché si lascia confondere: nell’offuscamento c’è un’attitudine totalmente passiva che non possiamo accettare o tentare di giustificare. E da Papa Francesco Lei cosa si aspetta? Che si possa fare un passo avanti del dialogo, che non sia solo una questione di simpatia, di sintonia umana, ma che possiamo davvero impegnarci profondamente con fatti concreti nella costruzione di un mondo migliore, sentendoci veramente fratelli. E nella consapevolezza che le nostre due tradizioni, per quanto diverse, sono generate da un tronco comune. Lei ha affermato più volte che deve esistere uno Stato palestinese accanto a quello ebraico. Come legge la

fine del processo di pace? Non credo che sia finito: in realtà stiamo tornando ai negoziati. L’importante è che ci siano dei colloqui. Quello che spero è che Dio ci aiuti affinché ci sia pace in Israele, come chiediamo tutti i giorni nelle nostre preghiere. Siano benedetti dal Signore tutti quelli che si sforzano di arrivare alla pace dall’una e dall’altra parte! Però tutti quanti dobbiamo aiutare: tutti possiamo fare qualcosa, ciascuno di noi deve sentire questa responsabilità. Ci sono tanti capitoli da discutere, ci sono dei limiti, compromessi da accettare... Ma il sogno degli ebrei è di avere, dopo 2.000 anni, uno Stato in pace. Con la fondazione dello Stato di Israele nel 1948 abbiamo realizzato il 50 per cento del sogno: quello che ci manca adesso è l’altro 50 per cento, che Israele viva in pace. L’inno nazionale israeliano si intitola HaTikvah, la speranza. Ed io sono certo che, così come abbiamo realizzato il sogno di avere uno Stato, Dio ci aiuterà a realizzare la pace. Come dice il Salmo (29, vers. 11 ndr): «Il Signore darà forza al suo popolo; il Signore benedirà il suo popolo con la pace». Pensa che il Papa si recherà in Terra Santa già l’anno prossimo? Io spero proprio di sì. Si lavora per questo e mi risulta che il presidente israeliano Shimon Peres si sia impegnato personalmente con il Papa per fare tutto il possibile nella ripresa dei negoziati con i palestinesi e nel garantire la massima collaborazione con le autorità palestinesi, perché il viaggio possa compiersi nel modo più proficuo possibile per tutti. http://www.terrasanta.net

Novembre 2013 | FdC | 77


Varie

A Natale

ritorna alle origini.

Con il tuo contributo puoi aiutare i frati francescani che operano in Terra Santa a far fronte ai bisogni di bambini, giovani famiglie, anziani. A Natale scegli di sostenere chi si occupa di costruire situazioni di pace in una terra che è crocevia di amore, servizio e necessità .

Sostieni la Custodia di Terra Santa a Betlemme. www.proterrasancta.org/aiutaci Banca Popolare Etica IBAN: IT67 W050 18121010 0000 0122691 Conto corrente postale 1012244214 intestato a: Associazione di Terra Santa

78 | FdC | Novembre 2013




 

    

                                                                            

   

 

Novembre 2013 | FdC | 79


Fraternitas

Fraternitas

VOLUME XLVI • EDIZIONE 206

DICEMBRE 2013

Notiziario Internazionale OFM

tro generale ha presentato delle proposte concrete riguardo ad altre strutture. Nel prossimo numero ci saranno piu informazioni. Tutto il materiale si trova nel sito dell’Ordine: www.ofm.org/CPO2013

Ha trattato e approfondito diverse tematiche. Queste hanno riguardato soprattutto la situazione attuale dell’Ordine. Il tema centrale è stato il numero e il metodo di elezione dei Definitori generali (cfr. Capitolo 2009, Mandato 45). La decisione del Consiglio plenario su questo tema aveva forza deliberativa ed entrerà in vigore, ad experimentum, nel prossimo Capitolo generale 2015 (cfr. Capitolo 2009, Mandato 45 e 46). Altri temi su cui ha riflettuto il Consiglio Plenario, hanno riguardato la situazione attuale dell’Ordine, tenendo presenti i risultati pervenuti dalle rispettive Commissioni nominate dal Definitorio Generale, secondo i mandati del Capitolo generale 2009 (cfr. Mandati 14 e 48). Inoltre, il Minis-

W W W . O F M . O R G

l Consiglio plenario dell’Ordine si è tenuto in Polonia, dal 17 al 30 novembre 2013, a Konstancin – Jeziorna (Varsavia), presso il “Centrum Animacji Misyjnej”, dei Padri Pallotini.

-

I

F R A T E R N I T A S

CONSILIUM PLENARIUM OFM

Agenda del

Ministro generale Dicembre: 1-6: Colombia 6-10: Istanbul 10-15: Sudafrica 17-20: Tempo Forte 24: Incontro MG della Fam. Francescana 25: Greccio 26-30: USA 30-31: Singapore 1

80 | FdC | Novembre 2013


ALTRe NOTIzIe

F R A T E R N I T A S

-

W W W . O F M . O R G

Celebrato il centenario della presenza francescana

La Diocesi di Terni ha voluto ricordare gli 800 anni dell’arrivo di san Francesco nella zona di Terni con due appuntamenti di profondo interesse culturale e spirituale: 1. Una mostra iconografica e documentaria, presso la sala Farini della Biblioteca comunale di Terni, dal titolo “Laudato sie, mi Signore”. Sulle orme di Francesco d’Assisi. Inaugurata il 25 settembre con gli interventi di Pietro Messa, ofm, e di Paolo Leonelli, la mostra è rimasta aperta fino al 26 ottobre. 2. Un momento di riflessione – attraverso i contributi dei Proff. Felice Accrocca, Mario Sensi, Andrea Maiarelli e il concerto del trio Laudar Vollio – su San Francesco allo Speco di Narni. Questo momento si è tenuto il 28 settembre presso il Santuario dello Speco di S. Urbano. Giornata di studio su Margherita da Cortona

La Provincia OFM di Firenze, la Rivista “Studi Francescani”, la PUA hanno organizzato una Giornata di studio su «Margherita da Cortona». La Giornata si è tenuta nel Convento di San Francesco, Stanza delle Laudi, il 26 ottobre 2013. Il programma prevedeva interventi di vari specialisti sulla Santa (scrittrice, linguaggio, iconografia...) e dintorni (religiose donne nel sec. XIII, strutture politiche-economiche-ecclesiastiche, aspetti civi-

ci del culto di Margherita da Cortona, conclusioni...). Premio a Fr. Marco Guida A conclusione del 41° Convegno internazionale di Studi francescani, il 20 ottobre ad Assisi, è stato conferito il prestigioso Premio “Paul Sabatier” a Fr. Marco Guida, professore di agiografia presso la Pontificia Università Antonianum in Roma. Motivo della premiazione è lo studio MARCO GUIDA, Legenda Sanctæ Claræ Virginis. Analisi storico-critica di una fonte della spiritualità medievale (Subsidia hagiografica, 90), ed. Société des Bollandistes, Bruxelles 2010. Pr e c e d e n t e mente – nella 5ª del 2008 – tale premio era stato conferito ad un volume pubblicato dall’Antonianum: FILIPPO SeDDA, Veritatem sapientis. Testo fraticellesco sulla povertà contro Giovanni XXII. Studio ed edizione Critica, Roma, edizioni Antonianum, 2008. Ciò è espressione dell’apprezzamento del mondo accademico per la ricerca, pubblicazioni e docenza svolta dalla Pontificia Università Antonianum in Roma. Fra le righe: incontri con l’Autore «L’Opera della Porziuncola», in collaborazione con la Libreria Internazionale Francescana, promuove una serie di appuntamenti con autori ed artisti, che si sono lasciati interrogare da san Francesco, dalla sua vita, dalla sua visione del mondo e di Dio. Per ulteriori informazioni, vedere www. assisiofm.it Un Frate Minore dichiarato Cittadino onorario Al termine della sua missione in Belgio, vi era giunto nel lontano 1973, e prima di tornare nella sua Provincia religiosa delle Marche, Fr. Nicola Iachini, OFM, è stato dichiarato dal Sindaco di Sambreville «Cittadino d’Onore di Sambreville» per la sua multiforme e prolungata attività a fa-

vore della comunità della Basse-Sambre. Ciò ha permesso a Fr. Nicola di vivere – in dialogo, in amicizia e in fraternità – non solo con gli italiani, ma anche con tante persone di differenti nazionalità. Oltre ai servizi religiosi, assistenziali, umanitari e ricreativi svolti nell’ambito della Missione Cattolica, fr. Nicola ha fondato – ed ora lascia come sua eredità – l’Associazione “Centro d’Animazione Italiana Basse-Sambre” divenuta poi “Centro d’Animazione Interculturale Basse-Sambre” (C.A.I.B.S) che s’interessa alla valorizzazione e scambio di diverse culture, all’autonomia di persone di origine straniera, alla riconoscenza come cittadini a parte intera, alla lotta contro le inegalità sociali. Il Sindaco di Sambreville lo ha voluto onorare per il suo protagonismo “nella storia popolare e collettiva locale”. Inizio dell’Anno fraterno Collegio Allegra

Mercoledì 16 ottobre 2013, la fraternità francescana Internazionale “B. Fr. Gabriele M. Allegra OFM”, a Roma, Casa dipendente del Ministro generale, ha celebrato il primo capitolo locale del corso avviando cosi l’inizio ufficiale della vita fraterna del Collegio, essendo presente Fr. Vidal Rodríguez ofm, Secretario Generale per la Formazione e gli Studi. La fraternità è composta di 106 frati minori, dei quali 3 sono l’equipe Responsabili e 103 sono frati studenti, 33 di loro sono nuovi. Di questi nuovi

2

Novembre 2013 | FdC | 81


Fraternitas SeGNALIBRO FRANCeSCANO Libri Francescani Mandolini Giancarlo, La beata Mattia: il suo monastero, la sua gente, Grafostil Editrice, Matelica 2013, pp. 265. L’Autore “dipinge” la Beata Mattia, figlia di Francesco e Chiara d’Assisi, descrivendo non solo la sua cornice spirituale e carismatica, ma anche il suo contesto storico, culturale e geografico.

Xavier Seubert e Oleg Bychkov, Beyond the Text, Franciscan Institute Publications, N.Y. 2013 Questo libro, abbondantemente illustrato, è un efficace strumento per capire l’arte francescana come fonte di teologia e spiritualità.

CD Rom

Distribuzione per Centri di Studio: 58 frati nella Pontificia Università Antonianum, 12 frati nella PUG, 10 frati nell’UPS, 8 frati nell’AA, 6 frati nell’IPAu, 2 frati nel PIL, nel PIB, nella PUL, 2 nel PIMS, nel PISAI, e un frate nell’IVC. Per disciplina di studio: Pontificia Università Antonianum: 24 frati, T. Spirituale; 11 frati, T. Dogmatica; 10 frati, Diritto Canonico; 6 frati Master per Formatori; 6 frati, Filosofia; 1 frate Sacra Scrittura. PUG: 4 frati, T. Fondamentale; 4 frati, Teologia Biblica; 4

frati, Storia della Chiesa. UPS: 2 frati, Psicologia; 2 frati, T. Biblico Liturgica; 1 frate, Lettere Classiche. AA: 6 frati, T. Morale. IPAu: 6 frati, Patrologia. UPL: 2 frati, Pastorale. PIL: 2 frati, Liturgia. PIB: 2 frati, Sacra Scrittura. IPMS: 2 frati, Musica. PISAI: 2 frati, S. Arabi e Islamologia. IVC: 1 frate, T. Vita Consacrata. Nella distribuzione per ciclo di studi: 29 frati studiano per dottorato, 66 frati per licenza, 6 frati per master, 2 frati per baccalaureato. 81 frati studiano con borsa del Segretariato Generale per la Formazione e Studi OFM. Inaugurazione dell’Anno Accademico all’Antonianum Nella Basilica “S. Antonio” in Laterano, alle ore 10.30 del 23 ottobre 2013 si è celebrata l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2013-2014. Per l’occasione si è tenuta una solenne Concelebrazione eucaristica, Presieduta dal Ministro generale e Gran Cancelliere, Fr. Michael A. Perry, al cui fianco c’erano Fr. Julio C. Bunader, Vicario generale e Fr. Martín Carbajo Nuñez, Vice

W W W . O F M . O R G

frati arrivati, 21 frati studiano nella Pontificia Università Antonianum, 6 frati nella PUG, 3 frati nell’UPS, 2 frati nel PISAI, 1 frate all’AA, 1 frate all’IPAu. L’insieme dei frati proviene da 29 entità OFM e di 31 nazioni. Distribuiti per continenti: 37 frati dall’europa (20 entità OFM e 8 nazioni), 32 frati dall’America (14 entità OFM e 9 nazioni), 19 frati dall’Africa (8 entità OFM e 9 nazioni); 18 frati dall’Asia (7 entità OFM e 5 nazioni).

-

Quand Dieu prend visage d’homme. Approche franciscaine, Editiones Franciscaines, Paris 2013. pp 255. L’autore risponde a questa domanda: quando si celebra la Natività ogni anno, siamo veramente coscienti dell’enormità di questo avvenimento che divide la storia tra un prima e un poi?

F R A T E R N I T A S

Fr. Giambattista Montorsi • Francesco e Chiara: Tentativo di una documentazione con diapositive. santuariograzie@rimini.com

Rettore. Hanno concelebrato Decani, Presidi, Professori, Ufficiali della PUA. Hanno partecipato alla Concelebrazione Studenti e Studentesse ed Ufficiali. I canti sono stati animati dal Coro della PUA. Atto Accademico alla PUA Nel giorno della memoria liturgica del beato Giovanni Duns Scoto, la Pontificia Università Antonianum ha organizzato in onore del Dottore Sottile un Atto accademico, che si è svolto nell’Aula Magna dell’Università. Dopo il saluto di benvenuto ai presenti da parte del Segretario generale, Fr. Mareck Wach, il Vice Rettore, Fr, Martín Carbajo Núñez, ha tenuto la sua Relazione sull’anno accademico 2012-1013. 3

82 | FdC | Novembre 2013


ALTRe NOTIzIe È seguita la prolusione del Prof. Guido Alliney su «Contingenza e libertà in Giovanni Duns Scoto: fondazione ontologica e implicazioni etiche». È intervenuto, poi, Fr. Josip Percan, Vicepresidente-Coordinatore della Commissione Scotista per presentare l’ultima opera edita dalla Commissione: il volume XIV dell’Ordinatio. L’Atto accademico si è concluso con l’intervento e il saluto finale del Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori e Gran Cancelliere della PUA, Fr. Michael A. Perry.

F R A T E R N I T A S

-

W W W . O F M . O R G

«Fedeltà e Perseveranza»

Promossa dalla PUA, dalla Facoltà di Teologia ed in particolare dall’Istituto Francescano di Spiritualità, dalla Commissione “ad hoc” «Fedeltà e Perseveranza» dell’Ordine dei Frati Minori, per l’attuazione del mandato 48 del Capitolo generale 2009, si è tenu-

ta il 29 ottobre 2013, nell’Auditorium Antonianum, una Giornata di Studio su «Fedeltà e perseveranza vocazionale in una “cultura del provvisorio”». Durante la mattinata, moderata da Sr. Mary Meloni e presieduta dal Card. João Braz De Aviz, Prefetto della CIVCSVA, sono intervenuti Fr. Michael Perry, Ministro generale OFM, Fr. Martín Carbajo, OFM, Vice Rettore della PUA, Fr. Paolo Martinelli, OFMCap, Preside Dell’Istituto Francescano di Spiritualità. Hanno tenuto le loro relazioni: Mons. José R. Carballo, OFM, Segretario della CIVCSVA, «La fragilità vocazionale, quale responsabilità per le istituzioni di vita consacrata?», e Amedeo Cencini, FdCC, che ha sviluppato il tema: «Modelli di lettura e risposte formative riguardo all’abbandono della vita consacrata». Nel pomeriggio, moderato da Fr. Albert Schmuchi, OFM, si è avuta una tavola rotonda a cui hanno partecipato: Massimo Reschiglian, OFM, Sergiusz Bałdyga, OFM, Kevin O’Laode, OFM, Alcide Lindor Tofful, OFMConv, Gloria Wirba, TSF, Benedict Vadakkekara, OFMCap. Dopo un breve dibattito, ha tirato le conclusioni della Giornata di Studio il sociologo Giovanni Dal Piaz, OSBCam.

Nuovo Vicario Apostolico di Aleppo dei Latini, Siria

Il Santo Padre ha nominato Fr. Georges Abou Khazen, O.F.M., Vicario Apostolico di Aleppo dei Latini (cattolici: 13.000; sacerdoti: 42; religiosi: 258), Siria. Il Vescovo eletto è nato nel 1947 ad Aïn zebdeh (Libano), ha emesso i voti perpetui nell’Ordine dei Frati Minori nel 1972 ed ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1973. È stato inviato come vicario parrocchiale ad Alessandria d’egitto ed in seguito a Gerusalemme presso la parrocchia del Santissimo Salvatore, della quale è divenuto parroco nel 1975. Dal 1983 al 1998 è stato parroco a Betlemme e poi nuovamente a Gerusalemme fino al 2004. Da allora è guardiano e parroco di S. Francesco in Aleppo e Vicario Generale per il Nord della Siria. È stato finora Amministratore Apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis del medesimo Vicariato.

Fraternitas notiziario internazionale OFM editore: Fr. Joseph Magro OFM eMail: comgen@ofm.org tel: +39 0668491 339

Formuliamo a tutti gli amici di Fraternitas, i migliori

Auguri di Buon Natale

http://www.ofm.org/fraternitas www.fb.com/ofm.org www.twitter.com/ofmdotorg

4

Novembre 2013 | FdC | 83


www.custodia.org


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.