Frati della Corda Febbario 2013

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Frati della Corda Notiziario della Custodia di Terra Santa

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Febbraio | 2013

PAGINA 7 Benedetto XVI lascia il pontificato PAGINA 10 Lettera a tutto l’ Ordine, in occasione della Giornata della Vita Consacrata PAGINA 40 Ma i Francescani digiunano durante la Quaresima ? Gennaio 2013 | FdC | 1


Indice santa sede

Sorella morte 32

Messaggio del Santo Padre
 Benedetto xvi
 per la Quaresima 2013 3 Benedetto xvi lascia il pontificato 7 Il futuro di Dio 8 Lo “Stato di Palestina” debutta in un testo della diplomazia pontificia 9

Curia generalizia Lettera a tutto l’Ordine, in occasione della Giornata della Vita Consacrata Grazie Santo Padre!

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Quaresima 2013

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patriarcato latino Lettera degli Ordinari a Papa Benedetto XVI 16 Come i libri scolastici possono alimentare il conflitto israelo-palestinese 18

Curia Custodiale Dal Cile all’Italia, la lunga trasferta del Custode Agenda del Custode Solennità pasquali di rito latino

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Frati della Corda Notiziario della Custodia di Terra Santa

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regione san paolo Tra Siria e Libano il conflitto sconfina

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Cronaca della custodia Il convento di S. Francesco Ad Coenaculum riapre ai pellegrini Vita consacrata: testimoniare, in mezzo al mondo, Colui che viene Notizie da Betlemme Unzione degli infermi: a San Salvatore, festa dei viventi! La Custodia ripercorre attraverso immagini di repertorio il viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa Ma i Francescani, digiunano durante la Quaresima? Prima Domenica di Quaresima al Santo Sepolcro Ritiro domenicale al Santo Sepolcro Come pregare al Santo Sepolcro nonostante l’affluenza di pellegrini e turisti? Reazioni in Medio Oriente alla rinuncia di Benedetto XVI Colletta del Venerdì Santo 2013 Gesù piange sulla “città santa”: pellegrinaggio al Dominus flevit Inaugurate le nuove sedi della Biblioteca Generale e dell’Archivio della Custodia di Terra Santa Relazione sulla progressione dei lavori nella Biblioteca Generale Custodiale

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varie 56 Fraternitas 72

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Frati della Corda

Notiziario della Custodia di Terra Santa PAGINA 7 Benedetto XVI lascia il pontificato PAGINA 10 Lettera a tutto l’ Ordine, in occasione della Giornata della Vita Consacrata PAGINA 40 Ma i Francescani digiunano durante la Quaresima ? Gennaio 2013 | FdC | 1

FRATI DELLA CORDA Notiziario della Custodia di Terra Santa Edizione n. 02 Febbraio 2013 CONTATTi Segreteria Custodia di Terra Santa St. Francis 1 Jerusalem - POBOX: 186 - Israel custodia@custodia.org STAMPA Franciscan Printing Press fpp@bezeqint.net

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Santa Sede Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Quaresima 2013 Città del Vaticano - Roma, 15 OTTOBRE 2012 Credere nella carità suscita carità «Abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16)

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ari fratelli e sorelle, la celebrazione della Quaresima, nel contesto dell’Anno della fede, ci offre una preziosa occasione per meditare sul rapporto tra fede e carità: tra il credere in Dio, nel Dio di Gesù Cristo, e l’amore, che è frutto dell’azione dello Spirito Santo e ci guida in un cammino di dedizione verso Dio e verso gli altri. 1. La fede come risposta all’amore di Dio Già nella mia prima Enciclica ho offerto qualche elemento per cogliere lo stretto legame tra queste due virtù teologali, la fede e la carità. Partendo

dalla fondamentale affermazione dell’apostolo Giovanni: «Abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4,16), ricordavo che «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva... Siccome Dio ci ha amati per primo (cfr 1 Gv 4,10), l’amore adesso non è più solo un ”comandamento”, ma è la risposta al dono dell’amore, col quale Dio ci viene incontro» (Deus caritas est, 1). La fede costituisce quella personale adesione – che include tutte le nostre facoltà – alla rivelazione dell’amore gratuito e «appassionato» che Dio ha per noi e che si manifesta pienamente in Gesù Cristo. L’incontro con Dio Amore che chiama in causa non solo il cuore, ma anche l’intelletto:

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Santa Sede

«Il riconoscimento del Dio vivente è una via verso l’amore, e il sì della nostra volontà alla sua unisce intelletto, volontà e sentimento nell’atto totalizzante dell’amore. Questo però è un processo che rimane continuamente in cammino: l’amore non è mai “concluso” e completato» (ibid., 17). Da qui deriva per tutti i cristiani e, in particolare, per gli «operatori della carità», la necessità della fede, di quell’«incontro con Dio in Cristo che susciti in loro l’amore e apra il loro animo all’altro, così che per loro l’amore del prossimo non sia più un comandamento imposto per così dire dall’esterno, ma una conseguenza derivante dalla loro fede che diventa operante nell’amore» (ibid., 31a). Il cristiano è una persona conquistata dall’amore di Cristo e perciò, mosso da questo amore - «caritas Christi urget nos» (2 Cor 5,14) –, è aperto in modo profondo e concreto all’amore per il prossimo (cfr ibid., 33). Tale atteggiamento nasce anzitutto dalla coscienza di essere amati, perdonati, addirittura serviti dal Signore, che si china a lavare i piedi degli Apostoli e offre Se stesso sulla croce per attirare l’umanità nell’amore di Dio. «La fede ci mostra il Dio che ha dato il suo Figlio per noi e suscita così in noi la vittoriosa certezza che è proprio vero: Dio è amore! ... La fede, che prende coscienza dell’amore di Dio rivelatosi nel cuore trafitto di Gesù sulla croce, suscita a sua volta l’amore. Esso è la luce – in fondo l’unica – che rischiara sempre di nuovo un mondo buio e ci dà il coraggio di vivere e di agire» (ibid., 39). Tutto ciò ci fa capire come il principale atteggiamento distintivo dei cristiani sia proprio «l’amore fondato sulla fede e da essa plasmato» (ibid., 7). 2. La carità come vita nella fede Tutta la vita cristiana è un rispondere all’amore di Dio. La prima risposta è appunto la fede come accoglienza piena di stupore e gratitudine di un’inaudita iniziativa divina che ci precede e ci sollecita. E il «sì» della fede segna l’inizio di una 4 | FdC | Gennaio 2013

luminosa storia di amicizia con il Signore, che riempie e dà senso pieno a tutta la nostra esistenza. Dio però non si accontenta che noi accogliamo il suo amore gratuito. Egli non si limita ad amarci, ma vuole attiraci a Sé, trasformarci in modo così profondo da portarci a dire con san Paolo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me (cfr Gal 2,20). Quando noi lasciamo spazio all’amore di Dio, siamo resi simili a Lui, partecipi della sua stessa carità. Aprirci al suo amore significa lasciare che Egli viva in noi e ci porti ad amare con Lui, in Lui e come Lui; solo allora la nostra fede diventa veramente «operosa per mezzo della carità» (Gal 5,6) ed Egli prende dimora in noi (cfr 1 Gv 4,12). La fede è conoscere la verità e aderirvi (cfr 1 Tm 2,4); la carità è «camminare» nella verità (cfr Ef 4,15). Con la fede si entra nell’amicizia con il Signore; con la carità si vive e si coltiva questa amicizia (cfr Gv 15,14s). La fede ci fa accogliere il comandamento del Signore e Maestro; la carità ci dona la beatitudine di metterlo in pratica (cfr Gv 13,13-17). Nella fede siamo generati come figli di Dio (cfr Gv 1,12s); la carità ci fa perseverare concretamente nella figliolanza divina portando il frutto dello Spirito Santo (cfr Gal 5,22). La fede ci fa riconoscere i doni che il Dio buono e generoso ci affida; la carità li fa fruttificare (cfr Mt 25,14-30). 3. L’indissolubile intreccio tra fede e carità Alla luce di quanto detto, risulta chiaro che non possiamo mai separare o, addirittura, opporre fede e carità. Queste due virtù teologali sono intimamente unite ed è fuorviante vedere tra di esse un contrasto o una «dialettica». Da un lato, infatti, è limitante l’atteggiamento di chi mette in modo così forte l’accento sulla priorità e la decisività della fede da sottovalutare e quasi disprezzare le concrete opere della carità e ridurre questa a generico umanitarismo. Dall’altro, però, è altrettanto limitante sostenere un’esagerata


supremazia della carità e della sua operosità, pensando che le opere sostituiscano la fede. Per una sana vita spirituale è necessario rifuggire sia dal fideismo che dall’attivismo moralista. L’esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio per poi ridiscendere, portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio. Nella Sacra Scrittura vediamo come lo zelo degli Apostoli per l’annuncio del Vangelo che suscita la fede è strettamente legato alla premura caritatevole riguardo al servizio verso i poveri (cfr At 6,1-4). Nella Chiesa, contemplazione e azione, simboleggiate in certo qual modo dalle figure evangeliche delle sorelle Maria e Marta, devono coesistere e integrarsi (cfr Lc 10,38-42). La priorità spetta sempre al rapporto con Dio e la vera condivisione evangelica deve radicarsi nella fede (cfr Catechesi all’Udienza generale del 25 aprile 2012). Talvolta si tende,

infatti, a circoscrivere il termine «carità» alla solidarietà o al semplice aiuto umanitario. È importante, invece, ricordare che massima opera di carità è proprio l’evangelizzazione, ossia il «servizio della Parola». Non v’è azione più benefica, e quindi caritatevole, verso il prossimo che spezzare il pane della Parola di Dio, renderlo partecipe della Buona Notizia del Vangelo, introdurlo nel rapporto con Dio: l’evangelizzazione è la più alta e integrale promozione della persona umana. Come scrive il Servo di Dio Papa Paolo VI nell’Enciclica Populorum progressio, è l’annuncio di Cristo il primo e principale fattore di sviluppo (cfr n. 16). È la verità originaria dell’amore di Dio per noi, vissuta e annunciata, che apre la nostra esistenza ad accogliere questo amore e rende possibile lo sviluppo integrale dell’umanità e di ogni uomo (cfr Enc. Caritas in veritate, 8). In sostanza, tutto parte dall’Amore e tende all’Amore. L’amore gratuito di Dio ci è reso noto Gennaio 2013 | FdC | 5


Santa Sede

mediante l’annuncio del Vangelo. Se lo accogliamo con fede, riceviamo quel primo ed indispensabile contatto col divino capace di farci «innamorare dell’Amore», per poi dimorare e crescere in questo Amore e comunicarlo con gioia agli altri. A proposito del rapporto tra fede e opere di carità, un’espressione della Lettera di san Paolo agli Efesini riassume forse nel modo migliore la loro correlazione: «Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo» (2, 8-10). Si percepisce qui che tutta l’iniziativa salvifica viene da Dio, dalla sua Grazia, dal suo perdono accolto nella fede; ma questa iniziativa, lungi dal limitare la nostra libertà e la nostra responsabilità, piuttosto le rende autentiche e le orienta verso le opere della carità. Queste non sono frutto principalmente dello sforzo umano, da cui trarre vanto, ma nascono dalla stessa fede, sgorgano dalla Grazia che Dio offre in abbondanza. Una fede senza opere è come un albero senza frutti: queste due virtù si implicano reciprocamente. La Quaresima ci invita proprio, con le tradizionali indicazioni per la vita cristiana, ad alimentare la fede attraverso un ascolto più attento e prolungato della Parola di Dio e la partecipazione ai Sacramenti, e, nello stesso tempo, a crescere nella carità, nell’amore verso Dio e verso il prossimo, anche attraverso le indicazioni concrete del digiuno, della penitenza e dell’elemosina. 4. Priorità della fede, primato della carità Come ogni dono di Dio, fede e carità riconducono all’azione dell’unico e medesimo Spirito Santo (cfr 1 Cor 13), quello Spirito che in noi grida «Abbà! Padre» (Gal 4,6), e che ci fa dire: «Gesù è il Signore!» (1 Cor 12,3) e «Maranatha!» (1 Cor 16,22; Ap 22,20). La fede, dono e risposta, ci fa conoscere la verità 6 | FdC | Gennaio 2013

di Cristo come Amore incarnato e crocifisso, piena e perfetta adesione alla volontà del Padre e infinita misericordia divina verso il prossimo; la fede radica nel cuore e nella mente la ferma convinzione che proprio questo Amore è l’unica realtà vittoriosa sul male e sulla morte. La fede ci invita a guardare al futuro con la virtù della speranza, nell’attesa fiduciosa che la vittoria dell’amore di Cristo giunga alla sua pienezza. Da parte sua, la carità ci fa entrare nell’amore di Dio manifestato in Cristo, ci fa aderire in modo personale ed esistenziale al donarsi totale e senza riserve di Gesù al Padre e ai fratelli. Infondendo in noi la carità, lo Spirito Santo ci rende partecipi della dedizione propria di Gesù: filiale verso Dio e fraterna verso ogni uomo (cfr Rm 5,5). Il rapporto che esiste tra queste due virtù è analogo a quello tra due Sacramenti fondamentali della Chiesa: il Battesimo e l’Eucaristia. Il Battesimo (sacramentum fidei) precede l’Eucaristia (sacramentum caritatis), ma è orientato ad essa, che costituisce la pienezza del cammino cristiano. In modo analogo, la fede precede la carità, ma si rivela genuina solo se è coronata da essa. Tutto parte dall’umile accoglienza della fede («il sapersi amati da Dio»), ma deve giungere alla verità della carità («il saper amare Dio e il prossimo»), che rimane per sempre, come compimento di tutte le virtù (cfr 1 Cor 13,13). Carissimi fratelli e sorelle, in questo tempo di Quaresima, in cui ci prepariamo a celebrare l’evento della Croce e della Risurrezione, nel quale l’Amore di Dio ha redento il mondo e illuminato la storia, auguro a tutti voi di vivere questo tempo prezioso ravvivando la fede in Gesù Cristo, per entrare nel suo stesso circuito di amore verso il Padre e verso ogni fratello e sorella che incontriamo nella nostra vita. Per questo elevo la mia preghiera a Dio, mentre invoco su ciascuno e su ogni comunità la Benedizione del Signore! BENEDICTUS PP. XVI


Benedetto XVI lascia il pontificato Roma, 10 febbraio 2013

L

a sede vacante a partire dalle ore 20 del prossimo 28 febbraio Pubblichiamo le parole con cui Benedetto XVI, al termine del Concistoro ordinario pubblico tenuto lunedì mattina, 11 febbraio, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico, ha annunciato la decisione di “rinunciare al minstero di vescovo di Roma”. Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro

non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio. BENEDETTO PP. XVI (©L’Osservatore Romano 11-12 febbraio 2013)

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Santa Sede Il futuro di Dio Roma, 11 -12 febbraio 2013

È

un avvenimento senza precedenti, e che di conseguenza ha subito fatto il giro del mondo, la rinuncia di Benedetto XVI al papato. Come lo stesso Pontefice ha annunciato con semplice solennità davanti a un gruppo di cardinali, dalla sera del 28 febbraio la sede episcopale di Roma sarà vacante e subito dopo verrà convocato il conclave per eleggere il successore dell’apostolo Pietro. Così è specificato nel breve testo che il Papa ha composto direttamente in latino e che ha letto in concistoro.La decisione del Pontefice è stata presa da molti mesi, dopo il viaggio in Messico e a Cuba, e in un riserbo che nessuno ha potuto infrangere, dopo “aver ripetutamente esaminato” la propria coscienza “davanti a Dio” (conscientia mea iterum atque iterum coram Deo explorata), a causa dell’avanzare dell’età. Benedetto XVI ha spiegato, con la chiarezza a lui propria, che le sue forze “non sono più adatte per esercitare in modo adeguato” il compito immane richiesto a chi viene eletto “per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo”.
Per questo, e soltanto per questo, il Romano Pontefice, “ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà” (bene conscius ponderis huius actus plena libertate) rinuncia al ministero di vescovo di Roma affidatogli il 19 aprile 2005. E le parole che Benedetto XVI ha scelto indicano in modo trasparente il rispetto delle condizioni previste dal diritto canonico per le dimissioni da un incarico che non ha paragoni al mondo per il peso reale e l’importanza spirituale.È risaputo che il cardinale Ratzinger non ha in alcun modo cercato l’elezione al pontificato, una delle più rapide nella storia, e che l’ha accettata con la semplicità propria di chi davvero affida la propria vita a Dio. Per questo Benedetto XVI non si è mai sentito solo, in un rapporto autentico e quotidiano con chi amorevolmente governa la vita di ogni essere umano e nella realtà della comunione dei santi, sostenuto dall’amore e dal lavoro (amore et labore) dei collaboratori, e sorretto dalla preghiera

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e dalla simpatia di moltissime persone, credenti e non credenti.In questa luce va letta anche la rinuncia al pontificato, libera e soprattutto fiduciosa nella provvidenza di Dio. Benedetto XVI sa bene che il servizio papale, “per la sua essenza spirituale”, può essere compiuto anche “soffrendo e pregando”, ma sottolinea che “nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede” per un Papa “è necessario anche il vigore, sia del corpo, sia dell’animo”, vigore che in lui va naturalmente scemando.Nelle parole rivolte ai cardinali, prima stupiti e poi commossi, e con la sua decisione che non ha precedenti storici paragonabili, Benedetto XVI dimostra una lucidità e un’umiltà che è innanzi tutto, come ha spiegato una volta, aderenza alla realtà, alla terra (humus). Così, non sentendosi più in grado di “amministrare bene” il ministero affidatogli, ha annunciato la sua rinuncia. Con una decisione umanamente e spiritualmente esemplare, nella piena maturità di un pontificato che, fin dal suo inizio e per quasi otto anni, giorno per giorno, non ha smesso di stupire e lascerà una traccia profonda nella storia. Quella storia che il Papa legge con fiducia nel segno del futuro di Dio. g.m.v. (©L’Osservatore Romano 11-12 febbraio 2013)


Lo “Stato di Palestina” debutta in un testo della diplomazia pontificia Roma, 31 gennaio 2013

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er la prima volta, la Santa Sede ha fatto riferimento allo «Stato di Palestina» in un comunicato congiunto emesso al termine di una sessione di colloqui bilaterali svoltasi a Ramallah, in Cisgiordania, il 30 gennaio. I colloqui mirano a raggiungere un accordo complessivo che regolamenti e promuova la presenza e le attività della Chiesa cattolica nei Territori Palestinesi, rafforzando così gli speciali rapporti tra Santa Sede e Palestina. Si tratta di dare applicazione all’Accordo fondamentale tra la Santa Sede e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) firmato nel 2000. Il testo sottolineava il sostegno della Sede apostolica al riconoscimento dei diritti dei palestinesi e toccava questioni di interesse comune tra le due parti. Il comunicato bilaterale diffuso il 30 gennaio dopo i lavori a Ramallah afferma che i colloqui «si sono realizzati in un’atmosfera aperta e cordiale, espressione dei buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina». Particolare attenzione è stata dedicata al Preambolo e al Primo capitolo dell’accordo allo studio. «Le Delegazioni – prosegue la dichiarazione comune

– hanno espresso l’augurio che i negoziati siano accelerati e giungano ad una rapida conclusione. È stato così concordato che si riunirà un gruppo tecnico congiunto per darvi seguito». Fino ad oggi nei suoi testi diplomatici la Santa Sede aveva abitualmente menzionato l’interlocutore palestinese come Olp. In Vaticano era stata accolta con soddisfazione la risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu che il 29 novembre scorso aveva riconosciuto la rappresentanza diplomatica palestinese presso di sé come Stato osservatore non membro. Papa Benedetto XVI aveva espresso l’auspicio che il voto potesse servire da sprone alla comunità internazionale per trovare una soluzione al conflitto israelo-palestinese. Durante la riunione del 30 gennaio le autorità palestinesi hanno anche espresso gratitudine alla Santa Sede per il suo contributo di 100 mila euro da destinare al restauro del tetto della basilica della Natività, a Betlemme. Le due delegazioni erano presiedute dal ministro degli Esteri dello Stato palestinese, Riad Al-Malki, e da mons. Ettore Balestrero, sottosegretario per le relazioni con gli Stati in rappresentanza della Santa Sede. www.terrasanta.net

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Curia Generalizia Lettera a tutto l’Ordine, in occasione della Giornata della Vita Consacrata Roma, 2 febbraio, 2013

I

n occasione della celebrazione della Giornata della Vita Consacrata, il Ministro generale ha scritto una breve lettera a tutti i fratelli cn l’invito a rendere grazie a Dio per il dono della vocazione a cui siamo chiamati e rinnovare la nostra consacrazione al Signore . Nella lettera di Fr. José Rodríguez Carballo, OFM, ha dedicato un ricordo speciale per i fratelli che vivono in Libia, Siria ed Egitto che stanno attraversando un momento difficile.

A TUTTI I FRATI NEL GIORNO DELLA VITA CONSACRATA 10 | FdC | Gennaio 2013


A TUTTI I FRATI NEL GIORNO DELLA VITA CONSACRATA

Cari Fratelli, pace e bene!

O

ggi, 2 febbraio, è il giorno della Vita Consacrata, e il nostro ricordo va a tutti i consacrati, particolarmente a quanti abbiamo professato la Forma di vita che ci ha lasciato il Padre san Francesco. In questo giorno, mentre rendiamo grazie al Signore per averci chiamato ad abbracciare la vita francescana e per sostenerci in questo santo proposito, accogliamo l’invito che ci fa la Chiesa e rinnoviamo la nostra consacrazione a Colui al quale abbiamo promesso di seguirlo ‘più da vicino’ (cf. CCGG 5,2); a Colui che, seguendo l’esempio di Francesco, desideriamo ardentemente scoprire come il TUTTO nella nostra esistenza (cf. LodAl, 4); a Colui che confessiamo come “bene pieno, ogni bene, tutto il bene, vero e sommo bene” (Rnb 23,9).

D

avanti alla Tomba dell’Apostolo Pietro, dove avrò la grazia di concelebrare con il Santo Padre, pregherò per tutti voi, miei cari fratelli, perché possiate continuare consolidandovi ‘nel santo servizio che avete intrapreso con ardente desiderio’ (1LAg 32), possiate continuare ‘crescendo di bene in meglio, di virtù in virtù’ (1LAg 32), affezionati ‘con il più profondo del cuore a Colui il cui affetto appassiona’(4LAg 9.11). Pregate anche voi per me affinché, con voi, raggiunga la stessa mèta alla quale tutti siamo stati chiamati.

I

l mio pensiero e la mia preghiera oggi vanno specialmente ai fratelli che lavorano e testimoniano il Vangelo in situazioni di frontiera, in modo

particolare in Siria, Libia ed Egitto. Attraverso le notizie che possiedo, i fratelli che vivono in questi Paesi stanno fisicamente bene, però la situazione che attraversano è molto difficile, specialmente in Libia e Siria. Dio non voglia, ma per ciò che sappiamo si attendono momenti molto difficili.

L

a decisione dei fratelli di rimanere in quei Paesi, gravata dalle minacce che stanno ricevendo alcuni di loro, è una manifestazione chiara del loro amore per Gesù e per i più poveri. La loro testimonianza s’impone e ci interpella tutti. Mentre a nome di tutto l’Ordine manifesto loro una immensa gratitudine per questo servizio alla frontiera della missione, assicuro loro la preghiera di tutti noi. Non siete soli, miei cari fratelli. Con voi siamo tutti noi, fratelli sparsi per il mondo intero, ma con voi sta soprattutto Gesù che non vi abbandonerà. A voi dico ciò che il Serafico Padre diceva ai suoi figli: ‘Confidate in Dio ed Egli avrà cura di voi’. E con il Beato Junípero Serra, missionario e apostolo della California, di cui celebriamo in questo anno il III centenario della sua nascita, vi dico: AVANTI, SEMPRE AVANTI!

C

ari fratelli: preghiamo per la pace e la riconciliazione in questi Paesi e in tutto il mondo. Preghiamo per i nostri fratelli in Libia, Siria ed Egitto. Il Signore sia la loro sicurezza, custode e difensore (cf. LodAl 4.5). Tutti vi accompagni la benedizione del Padre san Francesco che vi imparto di cuore.

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Prot. 103559

Vostro fratello, ministro e servo.

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Roma, 2 febbraio 2013

Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro generale, OFM www.ofm.org

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Curia Generalizia Grazie Santo Padre! 13 febbraio 2013, Mercoledì delle Ceneri

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l giorno 11 di questo mese, mentre mi trovavo in visita nella Provincia di Michoacán (Messico), alle 4:00 del mattino circa, attraverso una chiamata del mio segretario personale, ho appreso delle dimissioni del Papa da Vescovo di Roma, Successore di San Pietro. Confesso che la notizia mi ha causato una grande tristezza. Oggi, di nuovo a Roma, a distanza di due giorni, accolgo questa decisione con rispetto e con molta ammirazione. Quanta umiltà, libertà, senso di responsabilità! Quanto amore per la Chiesa! GRAZIE, BEATISSIMO PADRE! In questo momento mi sembra importante rivolgermi, cari fratelli, a tutti voi con questa breve lettera. Lo faccio, in primo luogo, per esprimere, a nome mio e di tutto l’Ordine, la gratitudine a Sua Santità Benedetto XVI per tanta vicinanza e affetto verso la mia persona e verso l’Ordine. Con lui mi sono incontrato molte volte: in occasione dei quattro Sinodi in cui ho partecipato, ai due incontri che ha avuto con il Consiglio Esecutivo dell’Unione dei Superiori Generali, in occasione della V Conferenza dei vescovi dell’America

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Latina, per la canonizzazione dei santi francescani, e in alcune Visite Pastorali, su invito personale. Sono molto vive in me le tre udienze private concesse a me e nelle quali ho potuto condividere temi di interesse generale per l’Ordine. In tutte ho percepito in Benedetto XVI una persona umile, e con grande capacità di ascolto e comprensione, così come ho sperimentato il suo grande amore per il nostro Ordine e la sua conoscenza profonda della nostra spiritualità. Vive nella mia memoria sono le visite del Papa alla Terra Santa e Assisi. In Terra Santa è stata per me una grazia poterlo ricevere sul Monte Nebo, a Nazareth, nel Cenacolo e al Santo Sepolcro; e ad Assisi poterlo accogliere alla Porziuncola e in San Damiano. Del suo pellegrinaggio in Terra Santa ricordo con particolare gratitudine le parole di apprezzamento per il servizio che l’Ordine offre alla “perla delle missioni”, manifestate in particolare sul Monte Nebo, nel Cenacolo e nelle parole improvvisate nel refettorio a Nazareth. Di Assisi ricorderò sempre le parole di ammirazione per San Francesco. Inoltre, tutti ricordiamo che era stata programmata la sua


visita al Santuario della Verna che non si è potuta realizzare a causa delle intemperie meteorologiche. So quanto gli è costato averci rinunciato. In ogni caso, in quella occasione ci ha lasciato un bel messaggio di cui ancora oggi continuiamo a fare tesoro. Per tutti questi gesti di attenzione paterna: GRAZIE, SANTO PADRE! In molte altre occasioni Benedetto XVI ha mostrato il suo amore per il francescanesimo e la sua conoscenza della nostra tradizione. In questi anni ci ha lasciato molti testi che meritano di essere riletti e meditati con attenzione. Oltre a numerosi riferimenti fatti alla nostra forma di vita in diverse occasioni, ci lascia le sue catechesi su San Francesco, Santa Chiara, Sant’Antonio, San Bonaventura, il Beato Giovanni Duns Scoto e altri autori della Scuola francescana. Per il magistero francescano che ci lascia: GRAZIE SANTITÀ! L’ultima volta che l’ho incontrato è stato il 2 di questo mese, in occasione della Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Dopo la concelebrazione con lui, ho avuto il piacere di salutarlo personalmente. Appena mi ha visto e riconosciuto, mi ha detto: il

Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori! e ha aggiunto: San Francesco, che grande santo e come è attuale, come è attuale il suo carisma! Poi gli ho chiesto la sua benedizione apostolica per me e per tutti i fratelli e lui benignamente l’ha concessa. Oggi, miei cari fratelli, vi trasmetto questa benedizione. Lo faccio pieno di gratitudine verso il Successore di Pietro. Nella mia mente e nel mio cuore rimarrà impressa l’immagine di un uomo nel cui volto e cammino si intuiscono le tracce di un lavoro senza riposo per la Chiesa e il Vangelo, nelle cui mani si palpa il corso degli anni, e nel cui sguardo, timido, profondo e penetrante, si intravede il cuore di un padre che ama veramente e senza finzioni. Così lo ricordo io e così vi chiedo che lo ricordiate anche voi, miei cari fratelli, al di là dei molti “ritratti” che ci hanno presentato i mezzi di comunicazione, spesso molto lontani dalla realtà. Facendo un bilancio di questi anni in cui l’ho conosciuto e durante i quali l’ho incontrato, posso dirvi, miei cari fratelli, che il Signore ci ha benedetti con il dono di Benedetto XVI, e che i rapporti con l’Ordine sono stati eccellenti.

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Curia Generalizia

GRAZIE, SANTO PADRE! Caro Santo Padre, ora che il Suo pontificato si conclude con un gesto profetico e coraggioso, frutto della preghiera, di grande lucidità, di profonda umiltà e del Suo amore per la Chiesa, a nome mio e di tutto l’Ordine, Le dico: GRAZIE. Grazie per averci confermato nella fede con il suo Magistero ricco di sapienza, chiarezza e fermezza evangelica. Grazie per averci avvicinato a Cristo mediante la Sua parola semplice e profonda allo stesso tempo; e attraverso i Suoi scritti, sempre puntuali e chiarificatori. Grazie per il Suo sguardo attento al mondo e alla società attuale, come mostra 14 | FdC | Gennaio 2013

nelle Sue encicliche e in molteplici discorsi. Grazie per il Suo amore per la Chiesa, che l’ha portato a cercare la purificazione e a chiedere perdono per il peccato dei suoi membri. Grazie per il Suo amore per la vita consacrata e per averlo manifestato in molte occasioni, in particolare volendo presiedere la recente Giornata della Vita Consacrata, lo scorso 2 febbraio. Grazie per il gesto della Sua rinuncia che riceviamo con tristezza e al tempo stesso con ammirazione. All’inizio del Suo pontificato, ci ha detto che si considerava un semplice, umile lavoratore nella vigna del Signore. Se l’umiltà è la misura della grandezza di una persona, la


confessione pubblica che ci ha fatto l’11 febbraio conferma la verità di quelle parole e la Sua grandezza, Santità. Grazie per averci insegnato, dalla cattedra della vita, che l’autorità nella Chiesa è servizio. Grazie per il bel regalo che ci lascia con l’Anno della Fede. GRAZIE, SANTO PADRE, per tutto ciò. Cari fratelli, in questo momento, accogliamo con fede la decisione del Santo Padre. Preghiamo per Benedetto XVI perché possa continuare a servire la Santa Chiesa con tutto il cuore, con una vita dedicata alla preghiera, così come è suo desiderio. Oltre alla preghiera per la Sua persona, il nostro miglior omaggio a questo Uomo di Dio e grande Pontefice, sarà di fare tesoro del suo alto Magistero, attraverso lo studio e la riflessione orante dei suoi scritti. Preghiamo anche per la Chiesa perché lo Spirito del Signore illumini il cuore e le menti degli elettori del nuovo successore di San Pietro. Vostro fratello, Ministro e servo Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro generale, OFM

Quaresima 2013

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bbiamo iniziato la Quaresima cammino verso Cristo nostra Pasqua. Con il cuore rivolto al Signore, desideriamo camminare con tutta la Comunità Cristiana, avvicinando questo mondo al Regno di Dio, mossi dalla fede, dalla speranza e dalla carità. Papa Benedetto XVI, nel suo messaggio, quest’anno ci invita a unire fede e la carità nell’ unica speranza di questa Quaresima 2013: “credere nella carità suscita la carità“. Vi offriamo alcune schede semplici, per ravvivare lo “spirito di orazione e devozione”, a partire dalla lettura orante dei Vangeli Domenicali di questo ciclo C, per ascoltare la voce di Papa Benedetto, pregare con San Francesco d’Assisi e pregare con la liturgia della Quaresima. Questo materiale può essere scaricato dal link sotto questa lettera e verrà riproposto ogni Domenica di Quaresima. La celebrazione della Quaresima, nel quadro “dell’Anno della Fede” ci offre una nuova occasione per meditare sul rapporto tra fede e carità: tra credere in Dio, il Dio di Gesù Cristo, e l’amore, che è frutto dell’azione dello Spirito Santo, e ci guida in un cammino di donazione a Dio e agli altri, nella dinamica della “nuova evangelizzazione”. Invito tutti a vivere questa Quaresima come un pellegrinaggio spirituale all’incontro con Dio, come San Francesco, maestro nella ricerca della fede e della pratica della carità, per essere ogni giorno “portatori del dono del Vangelo “, in cammino verso la Pasqua. Con la mia benedizione Fr. José Rodríguez Carballo ofm Ministro generale ofm

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Patriarcato Latino Lettera degli Ordinari a Papa Benedetto XVI CITTà DEL VATICANO, 14 FEBBRAIO 2013

Pubblichiamo di seguito la lettera scritta dagli Ordinari Cattolici di Terra Santa che testimonia la loro riconoscenza ed il loro affetto al Santo Padre.

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Sua Santità il Papa Benedetto XVI Santo Padre,

gli Ordinari Cattolici di Terra Santa si inchinano di fronte alla decisione di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, successore dell’Apostolo San Pietro, che Lei ha preso abbandonandosi alla volontà di Dio in tutta libertà. Le assicuriamo la nostra preghiera ed il nostro sostegno in questo passo. La notizia della Sua rinuncia ha percorso la Terra Santa in un lampo, suscitando prima incredulità e stupore, per poi salutare un atto di coraggio e di fede. In ginocchio come Gesù al Getsemani ripetiamo con Lui: Padre, non la mia volontà, ma la tua. Santo Padre, Gli Ordinari Cattolici di Terra Santa desiderano esprimere la riconoscenza di tutti gli abitanti di Israele, Palestina, Giordania e Cipro, di tutti i fedeli che vi vivono, ebrei, cristiani, musulmani, drusi. Tutti i cristiani, siano essi cattolici, ortodossi, anglicani o protestanti e soprattutto i fedeli delle nostre diocesi ed eparchie La portano nel loro cuore. Le siamo riconoscenti di aver visitato a due riprese 16 | FdC | Gennaio 2013

– nel maggio 2009 e nel giugno 2010 – i paesi che compongono geograficamente la Terra Santa e di avervi incontrato i credenti delle religioni monoteiste invitandoli con urgenza a vivere nell’amore gli uni per gli altri e in armonia gli uni con gli altri. Lei ci ha invitato a non avere paura di camminare nella libertà e nella verità sui cammini che passano attraverso la porta stretta che conduce ad una cultura di pace che si costruisce con dei gesti reali di perdono reciproco e di riconciliazione dei cuori. Insieme ai nostri fedeli siamo colmi di gratitudine per averci incoraggiato al Cenacolo ad essere delle candele accese che con la fede ed il fervore illuminano i luoghi santi e per averci fortemente invitato ad essere un ponte di dialogo e di cooperazione costruttiva soprattutto quando i nostri passi si imbattono nei muri e quando i grandi orizzonti aperti sono chiusi dall’altezza di questi stessi muri. Santo Padre, Ci sarà difficile dimenticare la Sua fede autentica, il Suo ‘sentire cum Ecclesia’, il Suo senso del dovere realizzato nella fedeltà e nella dedizione, il Suo esempio di onestà intellettuale e la Sua grande semplicità e profonda umiltà. Noi, con i Rappresentanti Pontifici, Le chiediamo di continuare a pregare per la Terra Santa e a benedire i suoi abitanti. Sia sicuro che da parte nostra benediremo sempre il Signore per il dono di averLa avuta come Pastore supremo della Chiesa Cattolica. + Fouad TWAL Patriarca di Gerusalemme dei Latini Presidente Assemblea Ordinari Cattolici + Giorgio LINGUA Nunzio Apostolico per la Giordania + Giuseppe LAZZAROTTO Delegato Apostolico a Gerusalemme e Palestina Nunzio Apostolico per Israele e Cipro + Michel SABBAH Patriarca emerito dei Latini


+ Elias CHACOUR Arcivescovo Melkita Cattolico di Akka Vice presidente A.O.C.T.S.

+ Giacinto-Boulos MARCUZZO Vicario Patriarcale latino / Israele

+ Yaser Al-AYYASH Arcivescovo Melkita Cattolico di Petra e Philadelphia

+ William SHOMALI Vicario Patriarcale latino/Gerusalemme e Palestina

+ Jean B. SLEIMAN Amministratore Apostolico ‘sede plena’ di Petra e Filadelfia

+ Kamal-Hanna BATHISH Vescovo Ausiliare emerito

+ Joseph SOUEIF Arcivescovo Maronita di Cipro

Mgr. Joseph KELEKIAN Esarca Armeno Cattolico / Gerusalemme

+ Mussa El-HAGE Arcivescovo Maronita di Haifa e Terra Santa Esarca Maronita di Gerusalemme e Giordania

P. Pierbattista PIZZABALLA, O.F.M., Custode di Terra Santa

+ Boutros MOUALLEM Arcivescovo Emerito Melkita Cattolico di Akka + Joseph Jules ZEREY Vicario Patriarcale Melkita Cattolico di Gerusalemme + Gregoire Pierre MELKI Esarca Siro cattolico – Gerusalemme

+ Maroun LAHHAM Vicario Patriarcale latino / Giordania

+ Selim SAYEGH Vescovo Ausiliare emerito

P. David NEUHAUS, S.J. Vicario Patriarcale Vicariato di espressione ebraica P. Raymond MOUSSALLI Vicario Patriarcale Caldeo / Giordania P. Pietro FELET,scj Segretario generale http://it.lpj.org

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Patriarcato Latino Come i libri scolastici possono alimentare il conflitto israelo-palestinese Uno studio iniziato nel 2009, non firmato dal Consiglio delle istituzioni religiose di Terra Santa (composto da ebrei, cristiani e musulmani), è stato reso pubblico lunedì 4 febbraio 2013. Finanziato dal Dipartimento di Stato americano, esso indica come sia i libri palestinesi che i libri israeliani mostrino solo un lato della storia con degli avvenimenti selezionati. D’altra parte i manuali non conterrebbero delle demonizzazioni reciproche.

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er tre anni tre esperti hanno studiato, esaminato e analizzato i manuali scolastici dei due popoli, israeliano e palestinese: i professori Sami Adwan, dell’Università di Betlemme, Daniel BarTal, dell’Università di Tel Aviv e Bruce Wexler, dell’Università americana di Yale. In totale non meno di 640 manuali (492 israeliani, 148 palestinesi) e più di 3000 testi in arabo e ebraico sono stati passati in rassegna per permettere ai ricercatori una lettura incrociata dei contenuti insegnati nelle scuole israeliane e palestinesi,

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pubbliche e private, laiche e religiose per vedere in quale modo le loro posizioni alimentino le percezioni reciproche del conflitto. Alla fine lo studio “Vittime delle nostre stesse narrazioni?” (vedi sotto) mostra che i manuali scolastici delle due parti sostengono l’immagine di un mondo molto manicheo. Senza peraltro demonizzare gli uni o gli altri. Storia e Geografia I ricercatori constatano in effetti che i libri di

storia offrono un solo punto di vista: “I libri, sia israeliani che palestinesi, presentano una narrativa nazionale unilaterale. Gli avvenimenti storici sono presentati in maniera selettiva per rafforzare ciascuna delle narrative nazionali” affermano gli autori dello studio. D’altra parte, “Tutti i fatti insegnati agli allievi sono veritieri, ma non rappresentano che l’aspetto negativo dell’altro popolo e praticamente niente di positivo”. Il rapporto mostra che la presentazione negativa dell’altra comunità, l’assenza di informazioni a suo proposito e la presentazione positiva della propria comunità sono più pronunciate nei manuali scolastici delle scuole ultraortodosse e palestinesi che nei manuali delle scuole di stato israeliane. I libri di geografia offrono una conclusione interessante. I ricercatori hanno studiato 83 carte geografiche usate nelle scuole palestinesi e circa 200 carte geografiche studiate in Israele. Solo il 4% delle carte geografiche dei manuali palestinesi fanno figurare uno Stato chiamato “Israele” e le linee corrispondenti ad una frontiera. D’altra parte solo il 13% dei libri scolastici israeliani menzionano i Territori palestinesi e la loro linea di demarcazione. “La mancanza o l’assenza di informazioni sull’altro servono a rendere illegittima la sua presenza” sottolinea lo studio. In definitiva, se l’Autorità palestinese approfitta di questo studio per annunciare un miglioramento del suo sistema educativo, Israele, da parte sua, accusa lo studio di essere non professionale e parziale. In ogni caso per gli autori: “In generale c’è molto da fare nel sistema educativo, in particolare con riguardo ai manuali scolastici, se le due parti decidono di avviarsi sul cammino della pace”. Testo: Christophe Lafontaine http://it.lpj.org

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Curia Custodiale La lunga trasferta del Custode, inizia in Cile, per continuare in Italia

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ra il 3 e il 9 di febbraio, a Santiago de Cile, si è tenuto presso il Convento di San Francisco de la Alameda l’VIII Congresso dei Commissari di Terra Santa dell’America Latina. Al Congresso hanno partecipato Fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra santa e Fra Giorgio Maria Vigna, Direttore dell’Ufficio di Collegamento dei Commissari con la Custodia. Ai lavori della Congresso, presieduti da Padre Rafael Sube Jiménez, Commissario dell’Argentina, hanno preso parte sedici commissari provenienti dalla Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Honduras, Messico, Paraguay, Venezuela e Madrid. Tra i principali argomenti trattati, il Vademecum per i Commissari, la collaborazione dei laici con la Custodia, le vocazioni e la Colletta per la Terra Santa. Fray Ivo Müller è stato eletto Presidente della Conferenza dei Commissari dell’America Latina e Fra Carlos Arturo Restrepo Segretario. Il IX Congresso si terrà nel mese di febbraio 2015 in sede da definire. Venerdì 8 febbraio, il Custode è approdato in Italia, a Genova, alla Commenda de Pré, antica sede degli ospedalieri dell’Ordine di Malta dove erano curati i pellegrini di ritorno o in partenza per la Terra Santa. “Condivisione di territori e convivenza – s’in/tenda!”. Questo l’argomento,

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molto attuale e estremamente interessante, trattato davanti a una platea attenta convenuta per ascoltare i relatori. Da tempo i promotori dell’iniziativa aspettavano di avere a Genova il Custode di Terra Santa per discutere nell’ambito degli incontri “In/ tendiamoci” da Abramo le tre religioni monoteiste” sul tema condivisione di territori e convivenza in Terra Santa. Ad accogliere fra Pizzaballa è stato Mons. Marco Doldi, Vicario Generale Arcidiocesi di Genova, che in ambito genovese ben conosce le problematiche della convivenza e dei rapporti tra le varie religioni essendo stato per nove anni parroco della Basilica di Nostra Signora delle Vigne nel centro storico genovese, una esperienza


significativa che riscontra l’apertura degli abitanti che vivono il quartiere. L’incontro è stato introdotto da Pierangelo Campodonico, Direttore del Mu.MA, che ha sottolineato come seppur in maniera diversa il complesso della Commenda sia vicino alla Terra Santa come quando è nato. Nicola Galleani d’Agliano, consigliere dell’ordine dei Cavalieri di Malta, ha sottolineato come, da circa un millennio, i Cavalieri agiscono e fondano il loro operato in difesa della fede ed al servizio dei poveri e dei sofferenti e ciò, ancora oggi, si concretizza nel lavoro volontario presso strutture assistenziali, sanitarie e sociali. “In Terra Santa viviamo tutti l’uno accanto all’altro, eppure ci conosciamo ancora poco. Per abbattere i muri e le paure, bisogna conoscerci e incontrarci, creando occasioni concrete di incontro. La mia esperienza dice che questo è possibile anche nella Terra dei Conflitti”. È la conclusione dell’intervento del Custode cui fanno seguito quelle dei tre massimi esponenti religiosi locali che hanno riportato le loro esperienze genovesi di convivenza.

sul tema: Come «abitare la crisi» nei luoghi della cristianità alla luce del Vangelo.” Il Custode ha testimoniato la sua esperienza personale di vita vissuta in Medio Oriente. Un’occasione per riflettere ad alta voce, sui modi e i tempi per trovare il centro reale e riflettere sulla dignità dell’uomo di fronte a una realtà di crisi tangibile e quotidiana. Il Custode, ha illustrato al pubblico, la realtà della Custodia e la sua evoluzione durante i secoli.

Domenica 10 febbraio a Perugia, nel Convento di Monteripido dopo la celebrazione della Messa fra Pierbattista Pizzaballa ha partecipato all’incontro

A Milano, nella mattinata di venerdì 15 febbraio, padre Pierbattista Pizzaballa, ha raccontato la situazione dei cristiani nella terra che ha visto Gennaio 2013 | FdC | 21


Curia Custodiale

nascere il Cristianesimo, presentando il volume di Andrea Avveduto e Giovanni Zennaro, Aggrappati alle radici. Storie e volti dei cristiani in Terra Santa. L’incontro, organizzato dalla Direzione di Sede e dal Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca (CRELEB), con il sostegno e la collaborazione di ATS pro Terra Sancta, si è svolto presso la sede di via Nirone, aula NI110, per l’occasione gremita di studenti, giornalisti, volontari della Custodia e semplici curiosi. A presentare l’iniziativa il prof. Edoardo Barbieri, ideatore del progetto “Libri Ponti di Pace”, che da un paio di anni vede affiancate la Custodia e l’Università Cattolica nella valorizzazione del patrimonio librario delle biblioteche francescane di Gerusalemme. In questa realtà, ha affermato il Custode, «storia e presente si mischiano. Nel senso che il passato influisce sul presente», complicando ulteriormente una situazione così densa dal punto di vista culturale e religioso. Il Custode ha poi presentato la realtà dei cristiani di Terr Santa e del Medio Oriente, le difficoltà e le prospettive in questi tempi di difficile ma importante cambiamento. In chiusura dell’incontro, padre Pizzaballa e gli autori del volume hanno risposto alle domande dei presenti, in un dibattito ricco di curiosità. Se alla fine i numerosi presenti se ne sono andati con più dubbi e meno certezze, l’incontro avrà raggiunto il suo scopo. Perché in Terra Santa è così: quanto più si crede di aver capito, tanto meno si è compresa questa realtà che è davvero il cuore del mondo. Alla sera di Venerdì 15 febbraio, è l’Auditorium del Conservatorio Cantelli di Novara a ospitare la seconda presentazione: 250 persone per ascoltare gli interventi degli autori e del padre Custode. Copione identico a quello della Cattolica: più di un’ora e mezza per discutere del fascino – innegabile – della Terra di Dio. E per parlare della piccola minoranza che abita – a volte con tanta fatica – vicino ai luoghi santificati dal passaggio di Cristo. 22 | FdC | Gennaio 2013

Il giorno dopo, sabato 16 febbraio, il Custode a Bassano del Grappa presso la Libreria CEDISCOMUNITAS ha partecipato all’incontro su “Il Dialogo Interreligioso nella Terra di Gesù. La vita delle comunità cristiane oggi in terra santa.” Sempre a Thiene, dopo la santa Messa celebrata alle 19,30 nella Parrocchia di Rozzampia, cena e incontro comunitario presso la parrocchia del Santo di Thiene. Lunedì 18 febbraio il Custode è a Imola. Ospite della Comunità parrocchiale di Santo Spirito ha partecipato all’incontro dal titolo: “Cristiani in Terra Santa: Testimoni di una Presenza. L’anno della Fede nel luogo del Vangelo”.


VIII CONGRESO Santiago de Chile, 3 al 9 de febrero de 2013 COMISARIOS Y VICE COMISARIOS DE LA TIERRA SANTA E N AMÉRICA LATINA Se contó con la presencia del Reverendísimo Padre Pierbattista Pizzaballa, OFM., Custodio; el Director de la oficina de Enlace entre la Custodia y los Comisarios Fray Giorgio Maria Vigna, OFM., igualmente nos acompañó Fray Emérito Merino Abad, OFM., Comisario de Tierra Santa en Madrid.

El Congreso lo presidió Fray Rafael Sube Jiménez, OFM., Comisario de Argentina, Presidente de la Conferencia y se tuvo la participación de otros 16 Comisarios: Fray Miguel Chuvirú Pesoa, OFM., Bolivia; Fray Ivo Müller, OFM., San Pablo y Río de Janeiro, Brasil; Fray Jorge Egídio Hartmann, OFM., Porto Alegre, Brasil; Fray Francisco Alexandre Viana, OFM., Belo Horizonte, Brasil; Fray Edilson Rocha Da Silva, OFM., Santarém, Brasil; Fray Luis Augusto Lessa, OFM., San Antonio, Brasil; Fray Domingo Nicomedes Tapia Gutiérrez, OFM., Chile; Fray Ramiro

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Curia Custodiale

VIII CONGRESO Santiago de Chile, 3 al 9 de febrero de 2013

Rafael Acosta Cárdenas, OFM., Colombia; Fray Carlos Arturo Restrepo Giraldo, OFM., Colombia; Fray Luís Arcesio Gallardo Loja, OFM., Ecuador; Fray Francisco Mauricio Espinoza Fernández, OFM., Honduras; Fray Carlos Hernández Covarrubias, OFM., Guadalajara, México; Fray Fernando Comparan Aguilar, OFM., Guadalajara, México; Fray Luis Nevárez Lara, OFM., de ciudad de México; Fray José María Zubizarreta Soraluce, OFM., Paraguay, y Fray Miguel González Naranjo, OFM., Venezuela. El primer día de trabajo Fray Rafael Sube Jiménez, OFM., dirigió las palabras de bienvenida y a su vez agradeció la respuesta tan positiva por el número de participantes. Manifestó la alegría de tener al M.R.P. Fray Santiago Segundo Andrade Triviño, OFM., Vicario provincial de la Provincia de la Santísima Trinidad de Chile, quien estuvo compartiéndonos una reflexión sobre el año de la fe, también resaltó la presencia de Fray Giorgio Maria Vigna, OFM., Director la oficina de Enlace entre las Comisarías y la Custodia y de Fray Emérito Merino Abad, OFM., quien vino procedente de Madrid, España, para compartir su vasta experiencia sobre las peregrinaciones a Tierra Santa. Acto seguido Fray Santiago Segundo Andrade Triviño, OFM., nos hizo una valiosísima exposición sobre el año de la Fe, esto con el fin de tener toda la mañana como un espacio formativo. En horas de la tarde Fray Giorgio Maria Vigna, OFM, procedió a informar sobre el Vademécum para los Comisarios, el cual se trabajó en el III Congreso Internacional en el año 2012 en Jerusalén, en 5 aspectos: 1Génesis e historia; 2- Estructura; 3- Relaciones; 4- Contenidos y 5Conclusión. En horas de la noche, se celebró la Eucaristía con la asistencia de los fieles del Templo de san Francisco de la Alameda, presidida por el M.R.P. Fray Jorge Enrique Concha Cayuqueo, OFM., Ministro provincial, de la Provincia de la Santísima Trinidad, quien manifestó la inmensa alegría por haber elegido a Chile y a la Provincia, para realizar el Congreso. Dio la bienvenida y exhortó a los Comisarios para seguir trabajando con mucho amor, por la Tierra del Salvador de la humanidad.

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VIII CONGRESO Santiago de Chile, 3 al 9 de febrero de 2013

El segundo día el Reverendísimo Padre Pierbattista Pizzaballa, OFM., Custodio, trató los siguientes temas: La colaboración de los laicos para la Custodia, quienes son personas enamoradas de la Tierra Santa, enfatizando que son los que vienen a alargar la misión. La labor del Comisario, éste no es un funcionario, es un misionario. Explicó todo el procedimiento relacionado con la colecta pro Tierra Santa. Expuso lo relacionado con las vocaciones para la Custodia; nos referenció lo pertinente al Vademécum y a los Estatutos particulares, para la Conferencia de Comisarios de América Latina. Al finalizar la exposición el Padre Custodio, acto seguido Fray Jorge Egídio Hartmann, OFM., Comisario de Tierra Santa en Porto Alegre, Brasil, compartió su experiencia con relación a la revista Tierra Santa, en portugués, de la cual es el Director. Al caer de la tarde del segundo día y gran parte de la mañana del tercer día, Fray Emérito Merino Abada, OFM., nos hizo una pormenorizada exposición de su vasta experiencia, por veinte años de llevar peregrinos a la Tierra Santa y otros lugares en Europa. Subrayó varios puntos a tener en cuenta en las peregrinaciones: Hay un resurgir de las peregrinaciones, la gente necesita algo más, necesita lo espiritual; es vital convertirla en camino de evangelización. Compartir la fe, la realidad común a los cristianos. Una figura clave es el guía franciscano. Cuando Fray Emérito culminó, se debatió sobre la importancia de tener una revista en castellano para América Latina. En horas de la tarde se iluminó un poco más sobre el tema y se acordó elegir un Equipo ejecutivo para que complemente y realicen todos los estudios necesarios para la revista. Como coordinador se eligió a Fray Carlos Hernández Covarrubias, OFM., de México y como Asesores a: Fray Fernando Comparan Aguilar, OFM., de México y Fray Ramiro Rafael Acosta Cárdenas, OFM., de Colombia. Posteriormente el Presidente de la Conferencia de Comisarios de América Latina, Fray Rafael Sube Jiménez, OFM., ilustró a la Asamblea para la elección del Presidente y Secretario de la Conferencia; después de una tercera ronda resultaron electos:

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Curia Custodiale

VIII CONGRESO Santiago de Chile, 3 al 9 de febrero de 2013

Presidente Fray Ivo Müller, OFM., de Brasil y como Secretario Fray Carlos Arturo Restrepo Giraldo, OFM., de Colombia. Una vez culminó la votación, se solicitó a los hermanos Comisarios que propusieran el país para realizar el IX Congreso. Después de escuchar diferentes opiniones, se determinó que sea en uno de los siguientes países de Centro América: Honduras, Nicaragua, Panamá, Costa Rica y/o el Salvador. Quedó delegado Fray Francisco Mauricio Espinoza Fernández, OFM., Vice Comisario de Honduras, para que dialogue con el Ministro Provincial, cuál sería el país más indicado; también se acordó que en el mes de febrero del año 2015, se realice el Congreso. Para dar por terminada la parte teórica, los participantes concluimos: 1-) Que se realice el curso para guías de peregrinos. 2-) Se tendrá como plazo un mes, para enviar los comentarios y sugerencias sobre el Vademécum, a la oficina de Enlace, en Jerusalén, dirigida por Fray Giorgio Maria Vigna, OFM. 3-) Los Estatutos de la Conferencia, serán revisados y reenviados al 4

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VIII CONGRESO Santiago de Chile, 3 al 9 de febrero de 2013 Custodio, para que en el próximo discretorio de la Custodia los puedan estudiar. 4-) Fray Ramiro Rafael Acosta Cárdenas, OFM., de Colombia, se encargará de diseñar una página virtual, para registrar lo concerniente a las peregrinaciones de la diferentes Comisarías de América Latina, Posteriormente se hizo la evaluación, en general se registró el Congreso como muy positivo por los temas tratados, la convivencia fraterna, la acogida magnífica por la Provincia de la Santísima Trinidad en cabeza del Ministro provincial Fray Jorge Enrique Concha Cayuqueo, OFM., y la excelente organización logística del Comisario Fray Domingo Nicomedes Tapia Gutiérrez, OFM. Se valoró mucho la presencia del Reverendísimo Padre Pierbattista Pizzaballa, OFM., Fray Giorgio Maria Vigna, OFM. y Fray Emérito Merino Abad, OFM., quienes con los temas expuestos enriquecieron mucho el Congreso. También se indicó que la reflexión sobre el año de la fe, dirigida por Fray Santiago Segundo Andrade Triviño, OFM., fue bastante conveniente. Para cerrar oficialmente el Congreso, el Presidente Fray Rafael Sube Jiménez, OFM., agradeció a todos los Hermanos Comisarios por su participación, subrayó que efectivamente Fray Domingo Nicomedes Tapia Gutiérrez, OFM., Comisario anfitrión, en asocio con el Ministro Provincial Fray Jorge Enrique Cocha Cayuqueo, OFM., fueron el motor principal para que tuviera éxito este Congreso. También exhortó a seguir trabajando con mucho amor por la Tierra Santa, la patria de Jesús nuestro Salvador. El jueves 7, en horas de la mañana asistimos al funeral de Fray Osvaldo Iván Barría García, OFM., quien descansó en la paz del señor el día martes 5, religioso perteneciente a la fraternidad de san Francisco de la Alameda, donde se estaba realizando el Congreso. También registramos con mucho pesar el fallecimiento el día jueves 7, de la señora María Aurelia Covarrubias García, mamá de Fray Carlos Hernández Covarrubias, OFM., de Guadalajara, México. El viernes 8 tuvimos un paseo por el Eremitorio el Toral, y las ciudades de Valparaíso y Viña del Mar.

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Curia Custodiale

VIII CONGRESO Santiago de Chile, 3 al 9 de febrero de 2013 El s谩bado 9, se inici贸 el proceso de regreso a los pa铆ses de origen. Inform贸,

Fray Carlos Arturo Restrepo Giraldo, OFM., Secretario de la Conferencia

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A tutti i religiosi della Custodia Loro Sedi gerusalemme, 27 febbraio 2013 Carissimi confratelli Il Signore vi dia Pace! “Frate Francesco promette obbedienza al Signor Papa e alla Chiesa Romana (Rb I, 2)”. Con queste parole della nostra regola viene espressa l’attenzione del Serafico Padre verso la Santa Sede e il Signor Papa. Grande è l’attenzione che Papa Benedetto XVI ha avuto per la terra Santa e la Custodia. Ha visitato i territori della nostra missione ben due volte (in Terra Santa, nel 2009 e a Cipro nel 2011). Ricordiamo tutti molto bene quanto ci ha detto a Nazareth, poco prima della sua partenza “..vi ringrazio per quello che avete fatto, per quello che fate …e per quello che farete…”. Come Frati Minori di Terra Santa, vogliamo rivolgerci al Signore, con la preghiera di lode e intercessione, per le intenzioni di Papa Benedetto XVI e per la Chiesa. In tutte le fraternita della Custodia il Giorno 28 febbraio nella preghiera comunitaria si pregherà per le intenzioni di Papa Benedetto XVI. La prima messa nel Santo Presepio, nel Calvario, nel Santo Sepolcro, nella Casa di Pietro a Cafarnao, nel Primato di Pietro a Tabgha, e Nazareth, siano secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Si pregerà in modo particolare per la santa Chiesa, nel periodo di sede vacante, nell’ora Santa dei Santuari di Nazareth e del Getsemani, nella processione quotidiane di Betlemme e il Santo Sepolcro, nella Via Crucis del venerdì a Gerusalemme. Il giorno precedente all’inizio del Conclave si terrà una messa votiva allo Spirito Santo nel Cenacolino presieduta dal Guardiano del Monte Sion, il Custode di Terra Santa. Approfitto per auguravi una proficuo tempo di Quaresima.

Fra Pierbattista Pizzaballa, ofm Custode di Terra Santa

Agenda del custode MARZO 2013

12-13/03 Gerusalemme. Assemblea Ordinari Cattolici (AOCTS)

02/03 Gerusalemme, Romitaggio del Getsemani Lectio Divina

19/03 Nazareth, San Giuseppe, Messa solenne

05/03 Nazareth. Presidente della terza sessione del Concorso Biblico nazionale

20/03 Ricevimento Capodanno Bahay

07/03 Gerusalemme, San Salvatore, Discretorio

01/04 Emmaus (Qubeibeh), Lunedì dell’Angelo

24-31/03 Gerusalemme: Celebrazioni Settimana Santa

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Curia Custodiale

SOLENNITA’ PASQUALI DI RITO LATINO NELLA BASILICA DEL S. SEPOLCRO DI N.S.G.C.

22 Marzo

VEN. B. MARIA VERGINE ADDOLORATA

Ore

S. Sepolcro (Calvario): Messa solenne.

8.00

16.00

23 Marzo

SAB. DELLA V SETT. DI QUARESIMA

Ore

S. Sepolcro: Messa solenne. Betfage: Messa solenne.

7.00 9.00

13.30 14.50 23.40

E IN ALTRI

SANTUARI DI TERRA SANTA

DOMENICA DELLE PALME

Ore

S. Sepolcro: Processione delle Palme e Messa stazionale a Santa Maria Maddalena.

6.30

Betfage: Processione delle Palme. S. Sepolcro: Processione quotidiana.

25 Marzo

LUNEDI’ SANTO

Ore

Cappella della V Stazione: Messe fino alle ore 8.00. S. Sepolcro (Calvario): Messa parrocchiale (lingua araba). S. Sepolcro: Messa solenne quotidiana. S. Sepolcro: Processione quotidiana.

6.00 6.00 7.00 16.00

26 Marzo

MARTEDI’ SANTO

Ore

S. Sepolcro: Messa solenne con il canto della “Passione”. Santuario della Flagellazione: Messa solenne con il canto della “Passione”. S. Sepolcro: Processione quotidiana.

7.00 8.00

30 | FdC | Gennaio 2013

S. Sepolcro: Ingresso solenne. S. Sepolcro: Processione solenne. S. Sepolcro: Celebrazione vigiliare della domenica.

24 Marzo

14.30 16.00

ALLELUIA! Gerusalemme 2013

S. Sepolcro: Processione quotidiana.

16.00


27 Marzo

MERCOLEDI’ SANTO

Ore

S. Sepolcro: Messa solenne con il canto della “Passione” e Processione quotidiana. Getsemani (Basilica dell’Agonia): Messa solenne con il canto della “Passione”. S. Sepolcro: Venerazione della Colonna della Flagellazione nella Cappella dell’Apparizione. S. Sepolcro: Ufficio.

7.00 7.00 9.00 15.00

28 Marzo

GIOVEDI’ SANTO

Ore

S. Sepolcro: Messa della Cena del Signore (Lavanda dei piedi) e Processione solenne. Al termine della liturgia (verso le ore 11.00) si chiudono per tutta la giornata le porte della Basilica. S. Sepolcro: Si aprono e si richiudono subito le porte della Basilica. Ingresso. Adorazione al Santissimo e Ufficio. Dopo l’ufficio (verso le ore 17.00) si aprono e si richiudono subito le porte della Basilica. Pellegrinaggio al S. Cenacolo e alla Chiesa di S. Giacomo Apostolo e S. Marco. (Partenza da San Salvatore alle 15.10). S. Sepolcro: Si aprono le porte della Basilica e si richiudono subito alle 19.05. I Frati di san Salvatore entrano per l’adorazione notturna. Getsemani: (Basilica dell’Agonia): “Ora Santa”. (22.0024.00: Preghiera silenziosa privata).

7.00

13.45

15.30 19.00

21.00

29 Marzo Ore

8.00 8.15 11.30

16.00 20.10

VENERDI’ SANTO S. Sepolcro: Si aprono (solo per la celebrazione, non per visita) e si richiudono subito le porte della Basilica. Calvario: Celebrazione della Passione del Signore. Dopo la liturgia le porte resteranno aperte. Via Crucis per la Via Dolorosa. S. Sepolcro: Ufficio. S. Sepolcro: Processione “funebre”.

30 Marzo

SABATO SANTO

Ore

S. Sepolcro: Veglia Pasquale. S. Sepolcro: Ingresso e Processione solenne. S. Sepolcro: Vespri di fronte all’Edicola. S. Sepolcro: Liturgia della ore a S. Maria Maddalena.

7.30 15.15 18.00 00.30

31 Marzo

DOMENICA DI PASQUA

Ore 9.30 9.45 17.00

S. Sepolcro: Ingresso. S. Sepolcro: Messa stazionale e Processione solenne. S. Sepolcro: Processione quotidiana.

1 Aprile

LUNEDI’ DI PASQUA

Ore

S. Sepolcro: Messa solenne quotidiana. Emmaus (Qubeibeh): Messa pontificale con benedizione del pane. Emmaus: Esposizione eucaristica solenne. S. Sepolcro: Processione quotidiana.

8.00 10.00 14.30 17.00

CHIESA PARROCCHIALE LATINA DI S. SALVATORE 24 Marzo

DOMENICA DELLE PALME

Ore

10.00 Processione e Messa (in lingua araba).

28 Marzo

GIOVEDI’ SANTO

Ora 17.30

Messa “In Cena Domini” (lingue latina e araba).

29 Marzo

VENERDI’ SANTO

Ore 16.00

Celebrazione della Passione del Signore (lingue araba).

30 Marzo

SABATO SANTO

Ora 19.00

Veglia Pasquale (lingua araba).

31 Marzo

DOMENICA DI PASQUA

Ore

9.00, 11.00 e 18.00 Messe in lingua araba.

Ore

10.00 Messa in lingua latina.

Franciscan Printing Press - Jerusalem

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Sorella Morte

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Regione San Paolo Tra Siria e Libano il conflitto sconfina 18 febbraio 2013

L

a crisi siriana continua a coinvolgere pericolosamente il vicino Libano, rischiando di travolgere anche sciiti e sunniti libanesi nello scontro. Secondo fonti della sicurezza libanese, riprese da tutti i maggiori media arabi, tre militanti del movimento sciita libanese Hezbollah e dodici ribelli siriani sono stati uccisi in combattimenti nella cittadina siriana di Qusayr, a cinque chilometri dal confine con il Libano. La battaglia è stata la più cruenta di quelle combattute vicino al confine con il Libano da quando in Siria governo e opposizione si affrontano sul campo. Qusayr si trova nella regione di Homs, in un’area su cui sorgono circa 20 villaggi siriani e risiedono almeno 30 mila sciiti di origini libanesi. Gli scontri si sarebbero intensificati a partire da venerdì. Durante la battaglia, i militanti di Hezbollah avrebbero cercato di prendere il controllo delle abitazioni abbandonate dai residenti scappati, a causa del conflitto, verso il Libano. Secondo la fonte libanese, inoltre, due razzi sparati dalle forze ribelli siriane hanno raggiunto la città libanese di Qasr, vicino al confine con la Siria, senza tuttavia provocare danni. La morte di combattenti Hezbollah libanesi in Siria ha infiammato le polemiche. L’ambasciatore siriano in Libano, Ali Abdel-Karim Ali, provando a gettare acqua sul fuoco, ha smentito che Hezbollah sia coinvolto in alcun modo nella crisi siriana, sostenendo che i morti sarebbero in realtà libanesi residenti in Siria costretti a difendersi dai ribelli. L’opposizione siriana, dal canto suo, ha accusato Hezbollah di «intervento militare» in Siria. Secondo la versione rilasciata da Hadi Al Abdallah, membro della Commissione generale della rivoluzione siriana, la battaglia sarebbe iniziata sabato, quando militanti di Hezbollah avrebbero tentato di porre sotto la propria influenza altri tre villaggi sunniti nelle vicinanze, oggi sotto il controllo del Libero esercito siriano.

Secondo i ribelli, gli sciiti avrebbero attaccato muovendosi a piedi, con la copertura dell’areonautica di Assad. Il Libero esercito siriano avrebbe utilizzato per difendersi due carri armati catturati all’esercito. Secondo i ribelli, inoltre, i morti da parte di Hezbollah sarebbero almeno venti. Malik al Kurdi, colonnello del Libero esercito siriano, ha sostenuto inoltre che quanto è accaduto dimostra «la profonda collusione del governo di Beirut, perché la città di Qasayr è stata bombardata dall’interno del territorio libanese. Sappiamo come trattare con Hezbollah a cui risponderemo per tempo. Respingeremo ogni loro attacco e li tratteremo come dei mercenari». Il coinvolgimento libanese nella crisi siriana non riguarda però solo la parte sciita. Lo scorso venerdì nella città libanese di Arsal, nella valle della Bekaa, sono scoppiati scontri tra l’esercito regolare libanese e i manifestanti subito dopo la preghiera musulmana della sera. Durante la protesta tre soldati sono rimasti feriti. I manifestanti contestavano le rigide misure di sicurezza a cui la cittadina era stata di recente sottoposta per limitare il contrabbando di armi e beni verso la Siria; ma soprattutto per l’arresto di undici persone (tra cui quattro di nazionalità siriana), per possesso di armi e in relazione all’attività di contrabbando. Gli scontri sono scoppiati dopo che importanti capi salafiti della città, Dai al-Islam al-Shahhal e Mustafa alHujeiri, avevano chiamato a raccolta i fedeli di fronte al municipio cittadino. «I sunniti del Paese costituiscono l’avanguardia della lotta contro la tirannia e l’oppressione dell’alleanza siriano iraniana», ha affermato Sheikh Dai al-Islam alShahhal nel corso della manifestazione. Carlo Giorgi www.terrasanta.net

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Custodiale Cronaca della Custodia Il convento di S. Francesco Ad Coenaculum riapre ai pellegrini Gerusalemme, 1 febbraio 2013

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a oggi, 1 febbraio 2013, i pellegrini potranno tornare a celebrare la messa presso la chiesa del convento di San Francesco Ad Coenaculum, sul Monte Sion, familiarmente conosciuto come Cenacolino, a due passi dal Cenacolo, dove si fa memoria dell’Ultima Cena e della Pentecoste. Ed anche i frati francescani potranno tornare a vivere nel loro convento, ora completamente rinnovato. I lavori di ristrutturazione, iniziati nel marzo 2012, prevedevano inizialmente una ristrutturazione solo parziale dell’edificio. Già dopo il primo mese di demolizioni e di rimozione di amianto, è apparso chiaro che i lavori si sarebbero rivelati molto più impegnativi del previsto. La dedizione e la costante cura del Padre Presidente del convento, e dell’Economato della Custodia di Terra Santa, hanno permesso all’Ufficio Tecnico Custodiale, incaricato della realizzazione dei lavori, di non lasciare nulla d’intentato per migliorare ogni aspetto della struttura, in termini funzionali e estetici. In tutto il complesso si sono quindi applicate tecnologie d’avanguardia, in

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particolare per ridurre l’umidità di risalita dal terreno, e si sono realizzati impianti e soluzioni tecniche che consentiranno un notevole risparmio energetico. L’intervento ha permesso, inoltre, di recuperare molti spazi prima inutilizzati. 
Nei prossimi mesi continueranno i lavori di rifacimento del giardino e della cappellina inferiore del convento, che verrà impreziosita con vetrate artistiche disegnate dal maestro Canzoneri. Il restauro del convento e la riapertura della chiesa che permette di celebrare accanto al Cenacolo, luogo di fondamentale importanza per i tanti pellegrini che giungono a Gerusalemme sulle tracce della vicenda terrena di Cristo, è parte del più ampio progetto intitolato “Gerusalemme, Pietre della Memoria”. Attraverso questo progetto, la Custodia di Terra Santa con il sostegno di ATS pro Terra Sancta si fa carico della manutenzione e del restauro di santuari e conventi, oltre che di molte abitazioni per i cristiani della Città Santa. www.proterrasancta.org

Foto: fra Enrique Bermejo


Vita consacrata: testimoniare, in mezzo al mondo, Colui che viene Gerusalemme, 2 febbraio 2013

S

abato 2 febbraio, Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, il Custode di Terra Tanta, fra Pierbattista Pizzaballa, ha presieduto l’Eucarestia nell’affollata Chiesa di San Salvatore a Gerusalemme. Infatti, l’Unione delle religiose ha invitato tutte le Congregazioni a ritrovarsi, per render grazie a Dio del dono della vita consacrata. Molte le religiose hanno risposto all’invito. Forse, qualcuno si è meravigliato dell’assenza dei religiosi – partiti per Nazareth a festeggiare lo stesso avvenimento – ci si domanda come la Chiesa di San Salvatore avrebbe potuto accogliere un maggiore numero di persone. 
Nella sua omelia, il Custode ha posto riflettuto sia sulle figure di Simeone e Anna, sia su quelle di Maria e Giuseppe. Simeone e Anna, la cui paziente attesa è stata ricompensata dalla contemplazione di Gesù, proprio alla fine della loro vita: «Luce per rischiarare le nazioni pagane e gloria di Israele, suo popolo». L’attesa, la disponibilità allo Spirito Santo che «scomoda, sconvolge, fa avanzare, rinnova», la santità in mezzo al mondo in una vita apparentemente banale che, al contrario, deve testimoniare la tensione verso Colui che è intento alle cose del Padre Suo. Questa, in sintesi, la riflessione del Custode. Alla fine della Messa, celebrata in varie lingue, rispecchiando i differenti impegni delle religiose che vivono nella realtà locale; l’assemblea si è riunita nella sala parrocchiale per condividere un momento fraterno. Le religiose hanno condiviso l’altro, importante, aspetto della vita consacrata: «Ecco com’è bello vivere insieme» (cf. Sal 133). www.custodia.org

Foto: Nadim Asfour

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Custodiale Cronaca della Custodia Notizie da Betlemme Betlemme, 2 febbraio 2013

C

on la visita alla Casa di San Giuseppe e la gita nelle belle montagne della Giudea, i Parrocchiani di Santa Caterina in Betlemme hanno potuto, in questi ultimi tempi, partecipare con piacere a due avvenimenti dai cui trarre forza per vivere con più coraggio la propria vita di ogni giorno, qui in Terra Santa. Primo evento, è il nuovo gemellaggio siglato con una Parrocchia francescana della Polonia; l’altro è l’emozionante celebrazione per ricordare la Giornata Mondiale degli ammalati. Il 27 Gennaio il Parroco, fra Marwan Di’des, accompagnato da un parrocchiano in rappresentanza della Comunità di Betlemme, si è recato a Katowice, coperta dalla neve come tutta la Polonia. Al termine della Messa, solenne e molto partecipata, Padre Alan, Parroco di “San Re Ludovico” e Fra Marwan hanno firmato il

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Gemellaggio di collaborazione e amicizia tra le due Parrocchie. Il Gemellaggio, è una forma per vincolare fratelli che condividono la stessa fede, a volta di diversa nazionalità o appartenenza etnica. Primo scopo del Gemellaggio è di aumentare la fede di ognuna delle due parti, nella speranza che in un futuro, molto prossimo, si possano organizzare insieme incontri di preghiera e pastorale evangelica; affinché questo incontrarsi nella fede si possa rendere concreto secondo le intenzioni del Gemellaggio. L’unione tra due culture, la condivisione di esperienze e conoscenze di vita delle due comunità, sarà il legame per aiutarsi scambievolmente; arricchimento scambievole per gli uni e gli altri. Strumento fondamentale per vedere il mondo in maniera più ampia e condividere la vita, in maniera concreta, con le persone che vivono nella sofferenza e nel bisogno.


L’accoglienza, offerta al Parroco di Betlemme è stata fraterna e calorosa, colma d’affetto, nonostante il freddo di Katowice, a conferma dell’amore di un popolo che ha sempre donato alla Custodia di Terra Santa tanti frati per il servizio ai Santuari e ai cristiani locali. La Giornata mondiale degli Ammalati, invece, si è svolta tutta all’interno della Parrocchia di Santa Caterina a Betlemme. Più di 250 inviti sono stati spediti a persone che vivono in sofferenza fisica e non, partendo dai bambini di appena un anno di età, fino a chi di anni ne ha 87. Bambini, giovani, adolescenti, adulti e anziani, ognuno con la propria sofferenza, hanno partecipato alla Celebrazione Eucaristica di domenica 10 febbraio, in una chiesa affollata come nelle grandissime occasioni. La numerosa partecipazione, durante la lettura della bella preghiera scritta per loro e per la loro guarigione, ha segnato la celebrazione per questa Giornata di speranza in cui tutte le sofferenze e i dolori si sono uniti per chiedere al Bambino Gesù la tenerezza e il sollievo del suo sorriso. Un semplice dono distribuito a ciascuno, la condivisione – graditissima – del pranzo offerto a Casa Nova a conclusione della Messa, sono i gesti che hanno prolungato la gioia di trovarsi insieme. Con giochi e attività di animazione, premiati con piccoli doni, si è esaurito in un crescendo di gioia l’incontro. Il bello di questa Giornata non è, tuttavia, solo il

raduno di queste persone che spesso non possono uscire da casa, o la partecipazione dei loro cari che con tanto affetto ed emozione hanno vissuto questa domenica, ma sono piuttosto i semi di speranza che siamo riusciti a seminare nei loro cuori. La speranza per un futuro più sereno dove la sofferenza diventa dono, condivisione alle sofferenze di Gesù Cristo; testimonianza di fede che trasforma il dolore e aiuta tutti a credere che nella risurrezione di Cristo saremo salvati, sarà salvata la speranza dei giovani, della gente che vive qui, saranno salvati i campi e le loro case, la loro terra. Si è anche potuto vivere la bellezza di coinvolgere e trovare 20 volontari, giovani e pieni di vita, che hanno lavorato per amore del Signore, occupandosi del trasporto dei malati e prestando servizio durante la Messa. Poi hanno pranzato con noi regalando allegria a tutta la giornata, conclusa riportando a casa gli ammalati. Tutti siamo stati ampiamente ripagati dalla commozione che ha suscitato una signora che alzandosi e piangendo ha detto: “Erano ben 10 anni che non uscivo da casa mia!”. Betlemme è sempre generosa e presente; il Signore che qui è nato e dalla Santa Grotta continuerà a richiamarci e far splendere la luce e la forza dell’amore di Dio. Testo: Giovanna

Foto: Issa Sahleh

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Custodiale Cronaca della Custodia Unzione degli infermi: a San Salvatore, festa dei viventi! Gerusalemme, 10 febbraio 2013

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omenica 10 febbraio, anticipando la Giornata Mondiale del Malato (istituita da Giovanni Paolo II ventuno anni fa), la Parrocchia di Gerusalemme e la Comunità francescana di San Salvatore si sono riunite per la celebrazione della santa Messa. Una folla numerosa è accorsa per accompagnare le persone della Comunità la cui salute è più fragile. L’assemblea presente ha circondato con la propria preghiera e tanto affetto fra Basilio Talatinian ofm e fra Gabriel Baireyre ofm; il primo ha celebrato i suoi 100 anni e il secondo 99. Erano presenti anche gli altri frati francescani ospiti nell’Infermeria custodiale, venuti per ricevere il Sacramento dell’Unzione dei malati. Nella sua omelia, il Parroco, fra Feras Hijazin ofm, ha ricordato che il Sacramento dell’Unzione dei malati non deve far paura; non è, infatti, il sacramento dei morti, ma dei vivi; un sacramento per la guarigione del corpo e dell’anima. Un tale

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incoraggiamento ha spinto la maggioranza dei fedeli a mettersi in fila per riceverlo, facendosi ungere la fronte e le mani di olio santo. Secondo fra Artemio Vìtores, Vicario custodiale e Guardiano di San Salvatore: «Questa celebrazione è stato un atto religioso e sociale insieme. Tutta la Comunità parrocchiale si è unita ai malati per pregare con loro. Persino i bambini!» Al termine della celebrazione, tutte le Istituzioni della città che si occupano di persone ammalate (Itituzioni


cristiane di tutte le confessioni, ebraiche e musulmane), sono state onorate con una targa commemorativa in ringraziamento per il loro operato a favore dei più deboli. La maggioranza delle comunità religiose cristiane ha inviato i propri rappresentanti: le Figlie della Carità, le Suore di Madre Teresa, le Suore di Dom Polski, le Figlie di Nostra Signora dei Dolori d’Abu Dis, le Suore di San Giuseppe dell’Apparizione degli Ospedali di San Luigi e San Giuseppe, le Suore Francescane del Cuore di Gesù, che lavorano all’infermeria custodiale e tante altre persone. Era presente anche una piccola delegazione dell’Ospedale israeliano Hadassa del Monte Scopus. La celebrazione, molto raccolta, è stata caratterizzata da sentimenti di fraternità e gioia. Tutta la gioiosa assemblea è stata, poi, invitata a recarsi – per la prima volta – in Infermeria per

condividere la torta di compleanno di fra Basilio e fra Gabriel. «È un bel momento di comunione ecclesiale e d’universalismo francescano. Tutti hanno potuto recarsi all’ultimo piano del Convento, che sovrasta Gerusalemme, per condividere questo momento fraterno. È questo, tra l’altro, il prolungamento normale di una celebrazione che deve sempre essere accompagnata da un momento fraterno» ha spiegato fra Artémio. All’ora di pranzo, nell’intimità della Fraternità di San Salvatore – che conta un’ottantina di frati – i francescani hanno festeggiato nuovamente il centenario di fra Basilio e i 99 anni di fra Gabriel, senza dimenticare il compleanno di fra Armando Pierucci (76 anni). www.custodia.org

Testo e foto: MAB

La Custodia ripercorre attraverso immagini di repertorio il viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa

A

ppresa la notizia della rinuncia di Papa Benedetto XVI all’incarico Pontificio, il Franciscan Media Center (FMC) propone di riascoltare dalla sua viva voce, ferma e chiara, la lettura allora pronunciata. Soprattutto FMC intende ricordare, attraverso le immagini, il viaggio compiuto da Sua Santità nel maggio 2009. La Custodia ringrazia Papa Benedetto XVI per il sostegno costante alla comunità cristiana locale e l’incoraggiamento per la particolare missione dei Francescani di Terra Santa. Grazie Santo Padre. Per vedere il video http://www.fmc-terrasanta.org/it/attualita-eventi-e-societa. html?vid=3614 www.custodia.org

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Custodiale Cronaca della Custodia Ma i Francescani, digiunano durante la Quaresima? Gerusalemme, 13 febbraio 2013

Q

uest’anno a San Salvatore, il rito delle Ceneri per la comunità convenutale è stato celebrato alle ore 6,30 anziché al solito orario vespertino. Fra Marcelo Cichinelli, Vicario conventuale, ha presieduto la Messa solenne e cantata, concelebrata dai sacerdoti della comunità di San Salvatore. 
Durante la cerimonia, alla presenza di numerosi fedeli, religiosi e religiose, sono state benedette le ceneri utilizzate in tutte le messe celebrate nella giornata d’inizio Quaresima. Mancavano soltanto i frati del seminario, partiti lunedì scorso al termine degli esami, per trascorrere alcuni giorni alla scoperta del Nord del Paese. Alcuni dei frati hanno poi partecipato, in ordine sparso, alla varie celebrazioni. Alcuni alla Messa celebrata in infermeria, altri a quella delle 8,30 con la Scuola di Terra Santa per i ragazzi, altri ancora a quella della Scuola delle ragazze, alle 9,30.

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La Parrocchia invece è stata invitata, alle 17,00, alla messa celebrata alla settima Stazione della Via Crucis; causa i lavori in corso nella Chiesa di San Salvatore. Fra Artémio, Vicario custodiale, partecipando alla Messa della Scuola, è rimasto colpito dal gesto di qualche bambino che: «Dopo aver ricevuto le ceneri, hanno teso un panno o un fazzoletto, per prendere le ceneri per il nonno o un altro parente impossibilitato che si trova a partecipare alla messa». Ma i Francescani digiunano durante la Quaresima? «La Quaresima è un periodo di 40 giorni di preparazione al mistero pasquale, ricorda fra Artémio, imitando in un certo senso i 40 giorni di digiuno fatti da Gesù dopo il Battesimo. Questo periodo è un tempo di conversione per rinnovarsi in Cristo e nell’ascolto della Sua parola, specialmente


in quest’anno della Fede. È anche un tempo di digiuno e di astinenza. A San Salvatore, digiuneremo tutti i venerdì e faremo astinenza dalle carni ogni mercoledì e venerdì. In quei giorni, non berremo né vino, né liquori; i pochi frati che fumano, sono invitati ad astenersi dal fumo. I soldi risparmiati saranno donati al Parroco per i poveri della Parrocchia. Inoltre, i frati sono sollecitati a donare parte dei pochi soldi di cui dispongono personalmente, alla stessa causa». «Questo è il minimo che intendiamo fare. Mentre ogni frate agirà secondo la propria volontà. Siamo consapevoli che i cristiani delle altre Chiese, penso particolarmente agli Etiopi, digiunano quasi la metà dell’anno. Mentre gli Ortodossi, che per tradizione molti dei nostri cristiani imitano, fanno astinenza di carne, uova e latticini, durante tutta la Quaresima». Interpellato sulla stessa questione, il Guardiano di Betlemme, fra Stéphane, precisa: «In una Comunità internazionale, è difficile chiedere di seguire una regola comune. Ciò che per uno sembra una privazione, non lo è sempre per l’altro. Ogni frate è invitato, liberamente e in coscienza, a fare uno sforzo d’astinenza e di digiuno, anche in base alle sue forze. Io constato che alcuni dei miei frati rispettano un digiuno stretto. Per altro,

tutti sono invitati a unirsi alle peregrinazioni della Quaresima». Ecco un’altra considerazione di fra Artémio: «La partecipazione alle peregrinazioni, che si svolgono ogni mercoledì, è fondamentale. Com’è richiesta, in modo particolare, la partecipazione alla Via Crucis e a tutte le funzioni della Quaresima che si svolgeranno al Santo Sepolcro durante i sabati e le domeniche. È davvero uno sforzo perché, se le entrate solenni hanno luogo all’inizio del pomeriggio, l’ufficio delle letture è fissato alle 23,40 al Santo Sepolcro e chi assiste anche alla messa al Calvario, rientrerà in Convento verso le 2 o le 3 del mattino, per partecipare il giorno dopo, alla Messa delle 8,30. Questi sacrifici sono un mezzo per seguire, fisicamente e spiritualmente, il cammino intrapreso da Cristo stesso». Il Vicario custodiale ha inoltre rilevato che la partecipazione ai riti della Quaresima dev’essere accompagnata dall’amore e dal servizio verso i fratelli. Un’altra iniziativa, offerta ai cristiani di lingua italiana in Terra Santa, è il ciclo di Lectio divina proposto dal Romitaggio del Getsèmani. www.custodia.org Testo: MAB

Foto: Nadim Asfour

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Custodiale Cronaca della Custodia Prima Domenica di Quaresima al Santo Sepolcro Gerusalemme, 16 febbraio 2013

I

l tempo liturgico della Quaresima a Gerusalemme segna la preparazione prossima alla Pasqua di Risurrezione, con celebrazioni particolari nella Basilica del Santo Sepolcro. Sabato 16 febbraio ha aperto la celebrazione della prima Domenica di Quaresima con il solenne ingresso del Patriarca Latino Fuoad Twal nella Basilica accompagnato da padre Artemio Vítores, Guardiano di San Salvatore, con tutti i frati. Il Patriarca ha poi assistito alla processione solenne alla quale partecipano molti frati, pellegrini e cristiani della Chiesa di Gerusalemme. I Francescani sono tornati in Basilica alle 23.30 per la celebrazione dell’Ufficio vigiliare della Domenica e la commemorazione della Risurrezione del Signore. La celebrazione è stata presieduta dal Vicario Custodiale, padre Artemio Vítores, il quale ha poi celebrato la Messa sull’altare della cappella Latina del Calvario. Il mattino di Domenica, alle ore 08.30, il Patriarca ha assistito alla Messa solenne, celebrata da padre Noel Muscat sull’altare dell’Apparazione di Gesù Risorto alla Maddalena. Durante la Messa ha tenuto l’omelia il parroco di San Salvatore, padre Feras Hejazin. Queste celebrazioni quaresimali al Santo Sepolcro uniscono insieme i cristiani locali e i pellegrini, secondo una tradizione plurisecolare secondo la quale i Francescani dedicano il tempo da sabato pomeriggio alle prime ore della domenica vegliando in preghiera nella Basilica del Santo Sepolcro. Anche se le celebrazioni assumono il carattere liturgico quaresimale, non manca la nota della gioia pasquale nelle processioni intorno all’Edicola del Sepolcro, dove addirittura si continua a cantare l’Alleluia nell’antifona del Benedictus e dove si legge il racconto della Risurrezione del Signore durante la celebrazione notturna. Fra Noel Muscat Foto: Fra Jerzy Kraj

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Ritiro domenicale al Santo Sepolcro Gerualemme, 17 febbraio 2013

« L

a Quaresima è un tempo di conversione e convertirsi vuol dire rivolgersi a Cristo e al suo Vangelo attraverso le pratiche quaresimali del digiuno, dell’elemosina e della preghiera», ha ricordato padre Artémio Vitores, Vicario custodiale. Tra le “pratiche quaresimali”, fra Artémio menziona anche, per i francescani di Gerusalemme, la partecipazione agli uffici e alle celebrazioni del Santo Sepolcro, come anche ai pellegrinaggi della Quaresima. Ma con ciò non bisogna pensare che le celebrazioni del Santo Sepolcro siano così faticose da costituire una “penitenza quaresimale”!

Certo, il ritmo è fitto ed esigente. Al contrario, bisogna riflettere sul fatto che le liturgie della Quaresima al Santo Sepolcro sono concepite, nella pedagogia della liturgia, come delle tappe della salita per una comunione più grande col mistero pasquale. Le domeniche del tempo di Quaresima sono particolarmente rappresentative. Il patriarca stesso è invitato dai Francescani a fare un ritiro al Santo Sepolcro. I Francescani, custodi dei luoghi, vanno a prenderlo al patriarcato per invitarlo ad assistere a una messa, che egli non presiede e durante la quale non predica. Gennaio 2013 | FdC | 43


Custodiale Cronaca della Custodia

Questa domenica 17 febbraio, è fra Feras Hijazin, Parroco della parrocchia di San Salvatore che ha predicato l’omelia della prima domenica di ritiro quaresimale. È là, dove noi siamo nel mondo così com’è, con le sue tentazioni, che dobbiamo, sull’esempio di Cristo, fare il dono generoso delle nostre persone al Signore; questo in sostanza le sue parole. L’omelia è stata pronunciata in arabo, come il Vangelo, pocp prima è stato proclamato e cantato in arabo dal Diacono fra Sandro Tomašević. I suoi fratelli seminaristi hanno bevuto dalle sue parole che, anche se per la maggior parte, non comprendono, sono state un incoraggiamento. La curiosità dei seminaristi del Patriarcato è stata appagata e anche il Patriarca ha mostrato una particolare attenzione alla voce di questo Diacono. Infatti, fra Sandro è croato. È stato inviato a Gerusalemme dalla sua Provincia francescana per terminare il Seminario. Arrivato in settembre 2010, fra Sandro non ha tardato a imparare i rudimenti della lingua araba con i giovani della parrocchia. «Nel mio paese, ho fatto parte della gioventù francescana. Arrivando qua, (aveva 26 anni), ho voluto incontrare i giovani dell’Azione Cattolica. Incontrarli nella loro cultura.» Ed è poco dire che fra Sandro ha un dono per le lingue. Oltre il croato, la sua lingua materna, egli parla correntemente l’italiano, l’inglese; ha buone basi di spagnolo e di tedesco e solo da due anni sta imparando l’arabo dialettale, ma cerca di praticarlo il più possibile con i giovani della parrocchia, che sono tutti incantanti dal suo sorriso, dal suo buon 44 | FdC | Gennaio 2013

umore, dal suo ardore pastorale e dalle note della sua chitarra. Questa domenica è la terza volta che fra Sandro ha proclamato il Vangelo leggendolo in arabo. Forse era un po’ teso al suo arrivo in chiesa. «Ho dovuto ripeterlo per 5-6 giorni.» E quando è andato a sedersi per ascoltare l’omelia era ancora concentrato nel suo ruolo di Diacono. Ma il sorriso dei fratelli di seminario e quello dei fedeli arabi presenti, hanno salutato la sua audacia. Per fra Sandro la gioia è duplice: quella di essere Diacono, di poter proclamare il Vangelo per la prima volta al Santo Sepolcro e poterlo fare nella cultura del posto, qui dove Dio l’ha chiamato. La velocità con cui fra Sandro ha imparato l’arabo senza appartenere alla Provincia della Custodia merita di essere menzionata. Anche se i frati della Custodia sono abituati alla cosa. Infatti, numerosi frati italiani e spagnoli conoscono l’arabo e a volte anche l’ebraico. Fra Athanase, texano, è stato in Parrocchia in Siria. Se durante gli ultimi anni gli sforzi per imparare le lingue locali si erano indeboliti, l’attuale Custode di Terra Santa ha istituito un anno linguistico. Ogni giovane frate della Custodia deve dedicare un anno del suo iter di studi francescani per imparare una lingua della Custodia: arabo, ebraico o greco di preferenza, ma è possibile anche imparare o perfezionare anche un’altra lingua. Così i frati della Custodia si preparano a servire il maggior numero di persone nelle loro rispettive lingue. www.custodia.org Foto: MAB


Come pregare al Santo Sepolcro nonostante l’affluenza di pellegrini e turisti? Gerusalemme, 23 febbraio

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e strade della Città Vecchia, questo secondo sabato di Quaresima, brulicano di turisti e di pellegrini. Il corteo dei francescani, partito per prendere il Patriarca – rappresentato oggi da Mons. Kamal Bathish – cerca di aprirsi una strada tramite i Kawas che sbattono il loro bastoni sul lastricato. La folla, bene o male, si sposta. La polizia israeliana ha preceduto l’affluenza e installato delle barriere sul sagrato per canalizzare la folla, molto felice di assistere a questo «numero». «La Quaresima è un tempo speciale, non soltanto di digiuno ma anche di preghiera. Noi lo sottolineiamo qui al Santo Sepolcro, spiega il guardiano, Fra Fergus Clarke, tramite una particolare solennità. Dopo l’ingresso nella basilica, la solennità prosegue con la processione che ci fa rivivere la Passione di Gesù. Noi francescani, custodi dei luoghi, accogliamo il patriarca in quanto vescovo di Gerusalemme e lo circondiamo di segni particolari di rispetto quando entra qui.» Nella basilica si parla in tutte le lingue, ma al passaggio della processione tutti fanno silenzio per lasciar posto alla preghiera dei Frati. «Questa processione, noi l’adempiamo tutti i giorni, spiega Artémio Vìtores, vicario custodiale. Per quanto riguarda gli ingressi solenni, ne facciamo vari all’anno, per accogliere il Custode o

il Patriarca. Per esempio, per la Celebrazione del Corpus Domini o della Santa Croce, e anche in Quaresima. Un volta questi ingressi solenni erano costituiti dall’accoglienza solenne dei pellegrini al canto del Te Deum, prima di accompagnare i frati durante la processione. Durante la Quaresima, la processione è solenne e la maggior parte degli 80 frati di San Salvatore sono presenti. I Frati vanno a prendere il Patriarca come pellegrini del tempo quaresimale, e uno di loro resta al suo fianco durante tutta la processione.» Fra Artémio prosegue spiegando: «I tre momenti più forti della processione sono: al calvario, il canto del Vexilla Regis, l’inno fondamentale della crocifissione; davanti alla tomba, il grande organo annuncia che siamo passati a un altro livello, quello della gioia della Resurrezione; infine alla cappella dell’Apparizione, il canto dedicato a Maria Maddalena: “Non temere, colui che hai visto morto è risorto.” Certo, in Quaresima non cantiamo l’Alleluia, ma non per questo non proclamiamo la Resurrezione di Cristo.» Particolarmente bella quando è solenne, la processione quotidiana dei Frati al Santo Sepolcro è il modo più sicuro, quando vi si partecipa, di poter pregare al Santo Sepolcro nonostante la numerosa affluenza di turisti e pellegrini. www.custodia.org

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Custodiale Cronaca della Custodia Reazioni in Medio Oriente alla rinuncia di Benedetto XVI

Colletta del Venerdì Santo 2013 Gerusalemme, 27 febbraio 2013

Gerusalemme, 25 febbraio 2013

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egli ultimi dieci giorni, dopo la decisione di Papa Benedetto XVI di rinunciare al ministero pietrino, il Franciscan Media Center, dipartimento video della Custodia, ha prodotto un certo numero di servizi per rendervi partecipi delle reazioni che un tal gesto ha suscitato in Terra Santa. Abbiamo messo insieme per voi i vari link sull’argomento nelle diverse lingue.

Vi invitiamo a frequentare regolarmente il sito internet del Franciscan Media Center che diffonde numerosi altri video su argomenti tutti concernenti la Terra Santa Le reazioni alla dimissioni di Benedetto XVI in Medio Oriente Mons Giuseppe Lazzarott Delegato Apostolico in Gerusalemme e Palestina e Nunzio Apostolico in Israele “Lo consideriamo ancora come il nostro padre” Fr. Artemio Viìtores, vicario custodiale: “La Terra Santa è con lui, è la sua casa” Benedetto XVI, il grazie della Terra Santa Il Papa e il Medio Oriente Benedetto XVI mi disse: ‘Se sei fedele alla Torah, non c’è nulla di falso in tè www.custodia.org

Può spiegare ai nostri lettori perché è importante la colletta del venerdì santo? Nel 1974 Paolo VI, in linea con i suoi predecessori, rese evidente il lavoro e la storia dei francescani in Terra Santa; in particolare il ruolo sociale, culturale, caritativo che noi frati da secoli svolgiamo. Paolo VI esortò tutta la Chiesa a una maggiore cooperazione e attenzione alla Colletta del Venerdì Santo, consentendoci, in questo modo fino ad oggi, non solo di mantenere i luoghi santi, ma di sostenere ogni attività pastorale, educativa e sociale, rivolta ai cristiani, assistere i pellegrini e intensificare le opere apostoliche. La Custodia di Terra Santa riceve il 65% della Colletta, mentre il rimanente 35% viene devoluto dalla Congregazione delle Chiese Orientali (ovvero dalla Santa Sede), ad altre Istituzioni della Terra Santa e del Medio Oriente. La Colletta è per noi un importante sostegno economico, indispensabile per la tutela dei Luoghi Santi e per la cura della Comunità Cristiana in Terra Santa. Noi, Frati Francescani, ci occupiamo di sostenere le famiglie cristiane, che vivono disagi economici, sociali e sanitari a causa della complessa situazione politica. Da secoli lavoriamo per conservare la presenza Cristiana nei Luoghi Santi, mantenendo viva la liturgia nei luoghi di culto. La nostra priorità è quella di far rimanere i cristiani in Terra Santa. Anche se minoranza: sono le Pietre Vive della Chiesa. Esiste una “classifica” dei donatori della colletta? Quale nazione dona di più? Come ci “comportiamo” noi italiani? Di anno in anno le nostre donazioni crescono, sono costanti o diminuiscono? Non esiste una “classifica”. Tutti contribuiscono ad aiutare i cristiani di Terra Santa. È veramente

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Intervista con Fr. Ibrahim Faltas ofm, Economo Custodiale

una Colletta che coinvolge tutte le chiese e tutta la Chiesa. Paesi ricchi e Paesi poveri, di tutte le culture, persone di tutte le età, contribuiscono alla vita dei Luoghi Santi e dei cristiani che abitano in Terra Santa. È un aspetto molto bello e significativo e, forse, non abbastanza considerato. Inevitabilmente, causa le oscillazioni economiche mondiali che hanno colpito molti Paesi negli ultimi anni, le offerte sono diminuite. Da parte nostra, va il sentito ringraziamento a tutti coloro che, nonostante le fatiche quotidiane da affrontare, si ricordano dei fratelli della Terra Santa. Quali progetti della Custodia saranno finanziati dalle offerte raccolte nel 2013? Ce ne può raccontare almeno uno in particolare? Realizziamo molti progetti, poiché le necessità dei cristiani sono innumerevoli. Prima esigenza tra tutte il bisogno di una casa. Molte famiglie hanno il reddito talmente basso che non riescono a pagare l’affitto. Quindi, come accennavo prima, per aiutare i cristiani a rimanere, abbiamo iniziato la realizzazione del progetto delle abitazioni. Partendo dal lungo lavoro di ristrutturazione delle case nella Città vecchia di Gerusalemme, abbiamo ottenuto

il permesso di costruire, nel Quartiere cristiano di Beit Hanina, altri 24 appartamenti. In Galilea stiamo lavorando alla realizzazione di un Centro parrocchiale e di una Scuola nella piccola cittadina di Cana, dove si trova la Chiesa che ricorda il miracolo di Gesù delle “Nozze di Cana”. La Parrocchia di Cana era l’unica sprovvista di un Centro parrocchiale. A Nain, dove Gesù ha resuscitato il figlio di una vedova, abbiamo restaurato e riaperto il Santuario. La seconda fase per il completamento del restauro prevede, tra poche settimane, l’inaugurazione della Chiesa e la posa della prima pietra per la costruzione del Convento che ospiterà un ordine religioso femminile. I pellegrini che arriveranno in Terra Santa, troveranno tanti cantieri aperti. Infatti, dopo anni è diventato urgente restaurare molti Santuari e Conventi, per fermarne il deterioramento. Quali progetti della Custodia sono stati finanziati dalle offerte raccolte nel 2012? Nel 2012 sono stati portati a compimento numerosi progetti e opere culturali rivolti innanzitutto ai giovani delle comunità locali. Sono state finanziate centinaia di borse di studio universitarie, distribuite tra le diverse Università: Betlemme, l’Università ebraica di Gerusalemme e Haifa, Bir Zeit e Amman. Abbiamo attivato un Progetto per sostenere piccole imprese artigiane, creando nuove opportunità di lavoro. A Betlemme, dove la situazione di chiusura della Città dal “Muro di separazione” rende difficile la quotidianità di tante persone, sosteniamo il Consultorio familiare e la Casa Francescana del fanciullo, che ospita bambini tra i 6 e i 12 anni. A Gerusalemme, prosegue il progetto della Scuola di musica del Magnificat, dove i corsi sono frequentati da molti studenti di culture diverse che partecipano attivamente a manifestazioni culturali a livello locale e internazionale; rappresentando un Gennaio 2013 | FdC | 47


Custodiale Cronaca della Custodia

esempio di dialogo e di percorso di pace attraverso l’amore comune per la musica. Investiamo molto anche nella ricerca archeologica, realizzata dallo Studio Biblico Francescano, poiché è importante proseguire la conoscenza storica della Terra Santa e dei suoi luoghi. Attraverso il Franciscan Media Center, centro di produzione multimediale, diffondiamo in tempo reale, le notizie della Terra Santa e degli eventi legati ai Luoghi Santi di culto cristiano, per aprire una finestra al mondo su tutto ciò che accade in Terra Santa. Abbiamo diffuso il testo sacro della Bibbia in lingua araba, traducendola e stampandola presso la nostra Tipografia, per rendere più facile ai nostri fedeli, la conoscenza delle Sacre Scritture. A Betlemme, Gerusalemme, Jaffa e Nazareth, son state profuse molte energie per completare i restauri o la ricostruzione di tanti alloggi destinati ai poveri e alle giovani coppie che finalmente potranno formare una famiglia. Particolare attenzione è stata rivolta ai progetti delle Comunità parrocchiali. A Beit Hanina, vicino a Gerusalemme e a Nazareth sono state costruite nuove aree sportive all’interno dei Centri parrocchiali, per consentire soprattutto ai bambini e ai giovani, di ritrovarsi in un luogo di aggregazione per giocare e praticare attività sportive. Lo sport, infatti, da sempre aiuta e favorisce il percorso di crescita del bambino in relazione con gli altri. Abbiamo terminato il Teatro nel Terra Sancta School femminile e restaurato le scuole di: Gerusalemme, Betlemme, Gerico, Ramle. I Francescani, da quando sono arrivati in Terra Santa, vicino ad una Chiesa hanno sempre costruito una Scuola, con lo scopo di educare culturalmente e cristianamente la gioventù secondo i dettami e le direttive della Dottrina della Chiesa. Date le circostanze e le necessità insite nel territorio della missione, da più di duecento anni le Scuole 48 | FdC | Gennaio 2013

francescane di Terra Santa accolgono anche studenti non cristiani, al fine di aiutare e incrementare il bene spirituale e culturale di tutti gli allievi. Investiamo molto sull’istruzione e la cultura perché riteniamo sia importante gettare le fondamenta per la crescita di ogni bambino e la sua formazione culturale e sociale. Oltre ai progetti per sostenere le Comunità giovanili e le famiglie, in quest’ultimo anno ci siamo occupati di salvaguardare le strutture di tutti i Luoghi Santi, inclusi i lavori di piccola manutenzione quotidiana e le grandi opere effettuate per promuovere e sviluppare i servizi dedicati alla Comunità cristiana residente e ai pellegrini; oltre i lavori per la conservazione del patrimonio storico che i luoghi santi rappresentano per l’umanità. All’interno della Basilica del Getsemani, stiamo restaurando i mosaici che raccontano, attraverso le loro immagini, i momenti della Passione di Gesù prima del suo arresto nell’orto degli ulivi. Abbiamo ristrutturato il Convento di Betfage, luogo della partenza di Gesù per il suo ingresso messianico a Gerusalemme. Anche il Convento del Cenacolino, sul Monte Sion, costruito dai frati vicino al Cenacolo è stato ristrutturato e riaperto da poco. In questo luogo Cristo istituì l’Eucarestia e il Sacerdozio e la Chiesa nacque e fece i suoi primi passi. Tuttora non è


consentito il libero culto cristiano. A Nazareth, nella Basilica dell’Annunciazione, stiamo lavorando per salvare la Grotta dal deterioramento dovuto all’umidità e dall’ingresso di milioni di pellegrini che, inevitabilmente, alterano il fragile equilibrio della struttura rocciosa. A Carfanao, la Città scelta da Gesù per irradiare il suo apostolato, si lavora nel sito archeologico. Al Monte Tabor, dove avvenne la Trasfigurazione di Gesù, stiamo restaurando la Basilica e realizzando un parcheggio per i pellegrini. Sul Monte Nebo, in Giordania, nel Santuario del Memoriale di Mosè, stiamo completando una

grande opera di restauro iniziata da Padre Michele Piccirillo, che scoprì importanti mosaici e resti della prima chiesa bizantina. Per i francescani è importante salvare la memoria storica nella terra di Gesù, assicurando la continuità della presenza francescana in Terra Santa per impedire la scomparsa dei Luoghi Santi e delle Pietre Vive che qui vi abitano. La nostra forza, in un momento così difficile, è l’unità e la collaborazione di tutti al fine di poter svolgere serenamente la missione francescana in Terra Santa e nel mondo. www.custodia.org

Gesù piange sulla “città santa”: pellegrinaggio al Dominus flevit Gerusalemme, 27 febbraio 2013

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ercoledì 27 febbraio 2013, in fine pomeriggio, si è svolto il pellegrinaggio di Quaresima dei Francescani al santuario Dominus Flevit, «il Signore piange». Sul Monte degli Olivi, il santuario a forma di goccia d’acqua commemora le lacrime che Gesù versò sulla villa santa. È il vangelo di Luca (19,41-44) che riferisce l’avvenimento: «alla vista della città, egli pianse». Questo episodio del vangelo avvenne quando Gesù entrò a Gerusalemme, acclamato come Messia, il giorno delle Palme. Fra Marcello Cichinelli, che ha presieduto la messa, ha dato una spiegazione di questo passaggio del vangelo. A posteriori, il brano può essere letto come un annuncio della distruzione di Gerusalemme, e specialmente del Tempio, per

la mano dei Romani. Infatti, Gesù disse: «[i tuoi nemici] non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata!» Ma nel testo, si può anche riconoscere in Gerusalemme la Chiesa. Il testo è allora un richiamo alla conversione indirizzato ai cristiani. È il senso di questo pellegrinaggio quaresimale : «un esercizio spirituale di preparazione alla Pasqua», asserisce fra Marcello. Costruita da Antonio Barluzzi nel 1955 sui resti di un santuario bizantino, di cui rimangono dei mosaici del VII secolo, la cappella presenta una vetrata dietro l’altare. Numerosi i religiosi e le religiose di varie congregazioni di Terra Santa che si sono uniti alla celebrazione dei Frati, dei Cristiani

locali e di un piccolo gruppo di pellegrini. Attraverso la vetrata, chi assiste alla messa può farsi un’idea della veduta scorta da Gesù quando pianse, anche se la città è cambiata da allora. La liturgia quaresimale prevede la celebrazione di una Messa solenne cantata alla chiesa del Dominus Flevit, preceduta dalla preghiera dei vespri. Essa è l’eredità di una lunga tradizione. Quest’anno, data l’attualità, sono state recitate preghiere per il Papa e per il Conclave. I pellegrinaggi di Quaresima dei Francescani continueranno ogni settimana, con tappe nei diversi santuari. La settimana prossima, sarà la volta del Getsèmani. d.c. www.custodia.org

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Custodiale Cronaca della Custodia Inaugurate le nuove sedi della Biblioteca generale e dell’Archivio della custodia di Terra Santa Gerusalemme, 28 febbraio 2013

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iovedì 28 febbraio, presso la Sala “Immacolata” del Convento di San Salvatore a Gerusalemme, è stata inaugurata la nuova sede della Biblioteca Generale e dell’Archivio Custodiale della Custodia di Terra Santa. La giornata si è aperta con la presentazione della nuova Biblioteca Generale. Padre Marcello Badalamenti, Bibliotecario Custodiale, ha ricordato nel suo intervento che di certo, sin dall’inizio del XIII secolo, i francescani insediati in Terra Santa dovevano possedere dei libri e senz’altro una biblioteca da quando ottennero, a metà del XIV secolo, la custodia dei luoghi legati alla vita di Gesù. Non c’è però documentazione certa. Invece, uno dei volumi qui conservati assicura che dal 1521, quando i frati erano ancora insediati nel convento del Monte Sion, esisteva una biblioteca alla quale un professore tedesco regalò alcuni suoi libri. Negli ultimi anni è stato svolto un profondo rinnovamento della biblioteca del convento di San Salvatore, dove ha sede la Custodia di Terra Santa, che ha portato al suo trasferimento in nuovi locali e all’organizzazione di un nuovo catalogo online. In occasione dell’inaugurazione, oltre a mostrare la nuova disposizione delle raccolte librarie, è stata allestita una mostra nella quale sono stati esposti alcuni volumi di due dei fondi più preziosi di cui è stato recentemente portato a termine il catalogo: il fondo degli incunaboli e delle cinquecentine (studiato dal dott. Luca Rivali) e quello degli Itinera ad loca sancta (studiato dal dott. Alessandro Tedesco). Ne ha discusso il dott. Alessandro Tedesco, che ha anche curato anche il catalogo della mostra, pubblicato dalla Società Bibliografica Toscana, in collaborazione con ATS pro Terra Sancta. Il lavoro svolto sulla biblioteca, oltre all’impegno dei due giovani ricercatori, ha visto l’attività di diversi altri volontari, molti gli studenti e gli ex studenti dell’Università Cattolica, che sono stati coinvolti in un progetto complesso ma affascinante.

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Come ha spiegato il prof. Edoardo Barbieri, direttore del CRELEB, si tratta di un piccolo ma reale contributo per far sì che la Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa diventi sempre più un luogo di incontro per studiosi di origini diverse, capace di documentare – questo è anche il titolo dato al progetto - come i libri possono essere davvero “ponti di pace”. È poi seguita la presentazione di quanto è stato fatto presso l’Archivio Custodiale: un lungo lavoro di sistemazione, riorganizzazione e inventariazione del posseduto che si è concluso con l’edizione del primo catalogo a stampa dei documenti conservati


presso lo stesso (L’Archivio storico della Custodia di Terra Santa, a cura di Andrea Maiarelli, Milano, ETS, 2012, 3 v.). In una breve introduzione, padre Narcyz Klimas, Archivista Custodiale, ha parlato della storia dell’archivio, della sua formazione, ma soprattutto della sua importanza come memoria storica della vita dei francescani nei Luoghi Santi e del loro ruolo di Custodi. I frati si sono sempre preoccupati di raccogliere ogni documento e testimonianza utile per raccontare sia i grandi eventi sia le vicende di tutti i giorni e l’Archivio Custodiale è solo uno dei tanti archivi presenti presso singoli conventi sparsi per tutta la regione mediterranea. Il prof. Andrea Maiarelli, dell’Istituto teologico di Assisi, ha poi illustrato, in un denso intervento, il nuovo catalogo e la fisionomia dell’archivio, con i suoi diversi fondi e i documenti ivi contenuti. A seguire, le dott.sse Maria Cominancini, Tiziana Nandesi e Valeria Vestrelli hanno raccontato la loro esperienza presso l’Archivio Custodiale, il lavoro di catalogazione e le non poche difficoltà affrontate.

A chiudere la mattinata, l’intervento del padre Custode Pierbattista Pizzaballa che, parlando dei lavori svolti e delle forze investite in essi, ha sottolineato come «è necessario mettere a fuoco la nostra identità, avere chiara la percezione della realtà, essere capaci di visione, darsi prospettive» perché «nei libri, nei documenti, negli archivi, in poche parole nella nostra storia vi è anche il nostro futuro». Emilia Bignami

Foto di Paolo Brandolisio

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Custodiale Cronaca della Custodia Relazione sulla progressione dei lavori nella Biblioteca Generale Custodiale

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ell’ambito delle attività del Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca (CRELEB) dell’Università Cattolica di Milano, dal 29 gennaio al 12 febbraio 2013 sono stato a Gerusalemme con gli studenti Alessandro Italia e Gabriele Legramandi per collaborare alla sistemazione della nuova sede della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa. Il volo è stato offerto dalla Università Cattolica, l’alloggio presso S. Maria Bambina dalla Custodia, le spese del vitto dalla Società Bibliografica Toscana, il tutto con il sostegno di ATS. Le pagine che seguono spiegano il contributo dato e individuano alcune linee future. In sintesi, abbiamo lavorato a) alla sistemazione dell’archivio editoriale della Franciscan Press presso la nuova Biblioteca; b) alla selezione dei volumi da trasportare nella nuova sede dalla vecchia, che deve essere sgombrata con

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una certa urgenza. Abbiamo quindi individuato alcune prospettive di lavoro a medio (entro l’estate) e lungo termine. Al di là dei giorni necessari per il viaggio, di uno dedicato ad alcuni incontri e colloqui con p. Marcello Badalamenti per coordinarsi sui compiti da svolgere, dei fine settimana, abbiamo lavorato molto densamente (anche con l’aiuto di alcuni volontrari dell’Associazione Gelmini – Anna, Silvano e Silverio – e di alcuni operai messici a disposizione da Ettore Soranzo) seguendo le priorità segnalateci da Emilia Bignami e collaborando con suor Gabriella Schiavone e con Alessandro Tedesco.

Creazione della sezione “Archivio Pubblicazioni Editoriali - Franciscan Press” (APE-FP) nella Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa Sono state sistemate sugli scaffali 3 e 4 dei compact posti nella zona

riservata del deposito “Rari e preziosi” della nuova Biblioteca le scatole contenenti le pubblicazioni “Franciscan Press” dall’anno 1847 al 2005, inizialmente poste da alcuni giorni in disordine sugli scaffali e nella zona antistante il deposito. Tali scatole derivano in parte dal lavoro compiuto da p. Agustín Arce al fine di raccogliere materiale utile alla ricostruzione della storia della suddetta tipografia; l’APE-FP è stato poi negli anni portato avanti dai responsabili della tipografia. Era stato riposto, e un po’ dimenticato, in alcuni armadi nel deposito della tipografia situato nei magazzini sotterranei del convento di S. Salvatore: la sua valorizzazione è collegata al lavoro svolto nell’autunno 2012 da Margherita Camorani, collaboratrice del CRELEB, e che dovrebbe concretizzarsi nella sua tesi di laurea magistrale. È stato poi sistemato in scatole nominate


«varia» altro importante materiale (piuttosto diversificato sia nel formato sia nel contenuto), in parte proveniente da scatole che si sono probabilmente rotte nel trasporto: è sicuramente necessaria una accurata analisi di tali scatole, che tenga conto sia degli anni di pubblicazione sia delle lingue utilizzate, non solo occidentali ma anche orientali (tra cui greco e arabo). Le scatole della serie principale, contrassegnate per singolo anno o per successione di anni, sono state disposte in ordine cronologico sugli scaffali 3 e 4 solo sui ripiani privi di sbarre trasversali, per poter sfruttare appieno l’intera profondità dei due fronti degli scaffali semoventi. Le scatole denominate «varia» sono state invece poste in successione sui ripiani lasciati vuoti. Esistono poi degli involti recenti dotati di indicazioni manoscritte di p. Arce, da lui realizzati per conservare anche materiale “minore” (libretti, fogli, schede, etichette…) stampato dalla Franciscan Press. Questi involti non si sono conservati nella loro integrità: una parte è stata comunque individuata da Margherita ed è ora entrata a far parte dell’APE-FP. È stato anche sistemato nello scaffale 4 l’archivio fotografico della tipografia, organizzato per schede riportanti la riproduzione della fotografia utilizzata nelle varie pubblicazioni, soggettazione della stessa per la creazione di una successione alfabetica, indicazione della segnatura di collocazione delle relative lastre zincografiche; tale archivio è forse incompleto di alcune scatole. Durante i lavori presso la vecchia sede della Biblioteca sono stati individuati

alcuni gruppi di materiale che sono stati inseriti in APE-FP, mentre si sono trovate più sparse copie delle pubblicazioni della FP recanti annotazioni circa il numero di copie tirate, esemplari probabilmente facenti parte della documentazione editoriale: durante l’ulteriore selezione del materiale da catalogare andranno scorporati e fatti confluire in APEFP. Nonostante le scatole siano piuttosto polverose e in alcuni casi danneggiate, il materiale in esse contenuto è sostanzialmente integro e di grande valore storico. Nei giorni successivi, durante la sistemazione di una parte degli scatoloni ammassati nei locali della ex biblioteca, si son reperiti alcuni tronconi dell’archivio di APE-FP (in particolare sezioni degli involti di p. Arce), che sono stati trasferiti nell’APE-FP. Per cui attualmente al materiale già indicato si deve aggiungere un certo numero di buste e involti. Dopo questo lavoro di sistemazione, quali prospettive per il fondo? Almeno per un anno si può mantenere questa sistemazione, ma essa si presenta decisamente inadeguata alla consultazione. In primis, diventa necessaria la sostituzione delle attuali scatole con altre omogenee fra loro e di dimensioni adeguate alla larghezza e all’altezza degli attuali scaffali; in secondo luogo, occorre ridistribuire il materiale contenuto nelle scatole «varia» in base al loro anno di pubblicazione secondo la suddivisione cronologica. Si può valutare che, una volta sistemato, APE-FP occuperà uno spazio inferiore a quello attuale. Considerata la grande importanza culturale e storica di un archivio

editoriale che conserva 150 anni di proprie pubblicazioni, si ritiene utile alla valorizzazione del fondo l’inventariazione dei materiali presenti1. Si ritiene necessaria quindi l’assegnazione di una persona a tale compito, che si ritiene possa essere portato a termine con l’impegno di circa 12 mesi-uomo. Vista anche la massiccia presenza di testi in lingua araba, risulta fondamentale a questa operazione la collaborazione con un catalogatore che conosca tale lingua.

Lavoro nella vecchia biblioteca

Nei giorni tra il I e l’11 febbraio, ci si è dedicati alla questione degli scatoloni attualmente impilati nei locali della ex biblioteca. Come è noto, si tratta di centinaia di scatoloni contenenti libri (e altro materiale) di varia provenienza: in parte si tratta di materiale precedentemente collocato in alcuni magazzini della biblioteca, in parte di altro materiale confluito anche in tempi più recenti. Seguendo una procedura individuata nel settembre scorso, alcuni volontari avevano già iniziato una selezione del materiale che individuasse i doppi della biblioteca che avrebbero così potuto essere ceduti o scambiati. Purtroppo tale procedimento, piuttosto laborioso, non ha potuto essere svolto per l’estensione che si era immaginata, cosicché all’inizio dei lavori ci si è trovati di fronte a un gruppo abbastanza limitato di una ventina di scatoloni di doppi, senza peraltro poter esattamente capire quale materiale fosse stato fino ad allora esaminato. Molte altre scatole recano una precedente (risalente a un quindicennio fa?) dicitura di “Doppi”, ma occorre una puntuale

Su questo argomento si vedano Gli archivi degli editori. Studi e prospettive di ricerca, a cura di Gianfranco Tortorelli, Bologna, Pàtron, 1998; Gli archivi degli editori toscani. Materiali dal censimento regionale, a cura di Luca Brogioni e Aldo Cecconi, Pisa, Pacini, 2010; Gli archivi storici delle case editrici, a cura di Dimitri Brunetti, Torino, Centro Studi Piemontesi, 2011.

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Custodiale Cronaca della Custodia verifica del loro contenuto perché si tratta nella maggior parte dei casi di materiale anche già catalogato, ma poi scartato in quanto doppio della biblioteca, senza usare però un criterio adeguato: si è trovato un incunabolo scartato, oltre a libri del cinque, sei e settecento, o a libri otto-novecenteschi scartati nonostante fossero le copie personali di p. Arce, anche interamente da lui annotate... Tali scatole erano comunque suddivise già, nella maggior parte dei casi, per argomento. È stata però necessaria l’apertura delle suddette scatole al fine di eliminare i libri e gli opuscoli non consoni alla presenza in una biblioteca e soprattutto al fine di controllarne gli anni di pubblicazione, dividendo i libri stampati nell’Ottocento (oltre che molti dei Sei e Settecento) da quelli più recenti. È stata privilegiata la suddivisione cronologica su quella contenutistica, considerando la necessaria e futura opera di catalogazione dei libri stessi. Le numerose riviste trovate sono state riposte in zone apposite, in vista del loro controllo e dell’eventuale scarto. Onde eliminare i problemi relativi a una eccessiva confusione del materiale e a lasciare una chiara traccia del lavoro svolto, così da permettere la sua prosecuzione il più possibile lineare, si è cercato di operare una razionalizzazione dei dati e dei materiali, che sono pertanto stati suddivisi tra: • Scarto da eliminare costituito da libri o riviste deteriorati, libri senza valore di cui si conservavano numerose copie, fascicoli singoli di riviste, opuscoli difficilmente catalogabili, cianfrusaglie finite negli scatoloni, appunti moderni su fogli e quadernetti, etc. • Materiale alienabile costituito da sicuri doppioni, volumi di cui si conservano copie multiple anche

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nuove (evidentemente la Custodia acquistava molte copie degli stessi volumi, oppure si tratta di più copie di volumi pubblicati dalla FP): tale materiale potrebbe essere utilmente posto in vendita ovvero scambiato • Riviste da controllare costituito da numeri sciolti o rilegati di periodici che andranno conservati confrontandoli con il posseduto (si tratta di un lavoro che richiede grande attenzione, onde poter completare anche collezioni di periodici fin qui incomplete), sia tra le riviste ancora in vita sia tra quelle chiuse • Materiale selezionato per un suo possibile inserimento nella biblioteca. Purtroppo si è dovuto privilegiare un criterio di rapidità, per cui non si è potuto effettuare un sistematico controllo sul catalogo della biblioteca circa i doppi. Tale materiale, già in larga parte trasportato nei depositi della biblioteca, dovrà essere ulteriormente selezionato all’interno di un progetto organico che individui ulteriori possibili scarti, e poi catalogato. Si è trovato anche materiale già catalogato e segnato, non doppio, rimasto ancora negli scatoloni... • Volumi antichi dal Quattro all’Ottocento (nonché alcuni manoscritti, non solo moderni...), che sono stati selezionati e in gran parte già ricongiunti con l’altro analogo materiale della biblioteca • Scatoloni da selezionare, quelli che non si è fatto in tempo ad aprire Si tenga anche conto della presenza di almeno tre schedari cartacei a schede (due di dimensioni molto limitate, uno di circa 4 cassetti) non relativi alla biblioteca, ma piuttosto costruiti per i lavori delle diverse riviste della Custodia. Si è deciso di conservarli perché sono organizzati semanticamente e possono fornire un inizio di soggettario (con anche spoglio di riviste) relative al tema

CTS. Per uno sguardo sintetico si veda, nella pagina a finco, la planimetria dei locali della vecchia biblioteca. I lavori da svolgere sia nella biblioteca vecchia sia nella nuova sono molteplici. Se ne elencano alcuni, che potrebbero ciascuno corrispondere a un progetto, anche pluriannuale... • Dopo il riversamento del vecchio catalogo elettronico nel nuovo opac on line, occorre bonificare tutte le schede, rivedendole una a una, per eliminare eventuali imperfezione generatesi automaticamente e implementare i dati descrittivi e semantici • Assegnazione di nuova segnatura ad alcune sezioni (per es. CTS, ART, etc.) per le quali è stato necessario adottare una sistemazione di tipo bibliometrico • Terminare la procedura di primo scarto degli scatoloni ancora non aperti conservati nella vecchia biblioteca • Procedere alla selezione del materiale ora allocato nella biblioteca ma non ancora entrato a farne parte, eliminando doppi non utili o pubblicazioni obsolete. • Avviare la catalogazione del pregresso, che verrà realizzata nel nuovo programma Koha • Mettere mano alla catalogazione dei fondi speciali dei libri del Seicento, del Settecento, dell’Ottocento, della collezione di Farmacopea e medicina, della raccolta dei manoscritti. • Realizzare l’inventario della APEFP, indispensabile strumento per la ricostruzione della sua gloriosa storia. La collaborazione iniziata tra la biblioteca e il CRELEB, ormai avviata da circa due anni e mezzo, sta portando i suoi frutti. Il principale è certo la creazione del catalogo on line ora disponibile all’indirizzo La biblioteca sta


Vecchia biblioteca

da buttare riviste da controllare libri da controllare scatole da trasportare in biblioteca materiale inalienabile

1. scatoloni vuoti da recuperare o buttare 2. materiale scartato da eliminare 3. scaffale con riviste da controllare 4. bancale con riviste da controllare 5. scaffali con libri da controllare 6. scaffale con riviste da controllare 7. scatoloni con riviste da controllare 8. scatoloni con materiale già scelto da portare in biblioteca 9-10. scatoloni da controllare 11. libri alienabli

sempre più assumendo una sua caratteristica, oltre che di servizio allo studio di frati e seminaristi, di biblioteca di studio e conservazione con un ricco patrimonio bibliografico antico. Siamo convinti che proprio la valorizzazione di tale materiale costituisca il proprium del progetto “Libri ponti di pace”: il giorno in cui utenti cristiani, ebrei e musulmani si troveranno a studiare, gomito a gomito, questo ricco materiale, avremo realmente ricreato un luogo in cui lo studio e la cultura sanno vincere le diffidenze e le difficoltà di convivenza. Un segno che la Custodia può porre nella città santa di Gerusalemme. A breve avremo a stampa il catalogo di incunaboli e cinquecentine, dovuto a Luca Rivali; tra poco sarà on line il catalogo degli itinera ad loca sancta, realizzato da Alessandro Tedesco, che potrà anche avere una sua traduzione cartacea; entro breve sarà terminato

il lavoro di Margherita Camorani che costituirà un primo abbozzo della storia del primo secolo di vita della FP. Il contributo che il CRELEB può in prospettiva fornire, oltre a uno studio dei diversi aspetti delle problematiche in gioco, è nella selezione di giovani che possano collaborare sia per brevi periodi, sia nell’ambito degli stage di ATS (almeno 3 mesi), sia del servizio civile italiano all’estero. Oltre alla presenza di Emilia Bignami, che si tratterrà fino a giugno concentrandosi soprattutto nella bonifica del catalogo, dovremmo aver selezionato già per questa primavera Nicola Pensa che, proseguendo un lavoro già avviato relativo ai periodici in corso, potrebbe occuparsi prima della creazione di un inventario delle riviste cessate già in possesso della biblioteca, poi della verifica di quelle ancora nella vecchia biblioteca e da ultimo della

integrazione delle collezioni, così da rendere poi possibile la creazione del catalogo delle riviste per il nuovo catalogo on line. Non diversamente sarebbe utile progettare una serie di “eventi in biblioteca”, capaci di valorizzarne il patrimonio bibliografico richiamando utenti esterni: presentazioni di libri (senz’altro il catalogo in stampa di Rivali [incunaboli e cinquecentine] e quello progettato di Tedesco [Itinera]), conferenze sui diversi fondi della biblioteca, piccole mostre bibliografiche aperte per più giorni (dai libri scolastici a quelli scientifici, dai libri di geografia e cartografia alle raccolte omiletiche, dai libri illustrati alle legature antiche). Si tratterebbe di una serie di iniziative “laiche” capaci di avvicinare il mondo degli studiosi locali, da tenersi, oltre che in italiano, tendenzialmente in inglese. Edoardo Barbieri

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Cronaca Custodiale Varie

Al Romitaggio del Getsemani Lectio divina di Quaresima “IO SONO LA PORTA” (Gv 10,9 )

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12 febbraio 2013 Come ogni anno riprende, al Romitaggio del Getsemani, il ciclo di Lectio Divina per la Quaresima. Programma SABATO 16 FEBBRAIO

Fr. Daniel Attinger, Comunità di Bose SABATO 23 FEBBRAIO

Elisa Chiorrini, Or. Vir. SABATO 2 MARZO

Fra Pierbattista Pizzaballa, OFM SABATO 9 MARZO

Fra Frédéric Manns, OFM SABATO 16 MARZO

Fr. Lorenzo Ravasini, Fam. Visitazione

Dalla Terra Santa: Benedetto XVI fine interprete del dialogo e uomo di pace Da Gerusalemme è il patriarca latino Fouad Twal a dar voce ai sentimenti dei cattolici di Terra Santa rispetto alla rinuncia al soglio pontificio pronunciata ieri mattina in Vaticano da Papa Benedetto XVI. Nel sito web del patriarcato l’arcivescovo fa pubblicare un commento affettuoso che rievoca i viaggi del Santo Padre in Terra Santa nel 2009 e a Cipro nel 2010 «eventi con un forte simbolismo per i cristiani, ma anche per gli ebrei e per i musulmani» - ed esprime gratitudine per l’esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente. Il comunicato termina ringraziando «dal profondo del cuore Benedetto XVI per il suo affetto paterno ed il suo impegno per la pace in Terra Santa e augura al Santo Padre che la Vergine Maria lo accompagni in questa decisione e nel tempo di riposo che lo attende». In serata è giunto anche il commento del presidente israeliano Shimon Peres che si è detto «rattristato dalla decisione di Papa Benedetto XVI di dimettersi». «Gli auguro una vita lunga e in salute» che ha riconosciuto al Pontefice «la profondità di un grande pensatore, la sincerità di un grande credente, la passione di un costruttore di pace e la saggezza di porsi in relazione con i mutamenti storici senza cambiare i propri valori». Sotto la guida di Ratzinger, ha osservato Peres, «il Vaticano ha alzato chiara la sua voce contro il razzismo e l’antisemitismo e in favore della pace». Secondo Peres al termine di questo pontificato le relazioni tra Israele e Santa Sede sono buone quanto mai prima. Il rabbino capo askenazita di Israele, Yona Metzger, riconosce a Ratzinger il merito di aver approfondito i legami con l’ebraismo, ma anche con l’Islam. «Gli siamo grati - ha aggiunto il rabbino - per essere rimasto fedele alla strategia del suo predecessore nel rafforzare i legami col popolo ebraico e con il rabbinato di Gerusalemme. Papa Benedetto XVI ha fatto molto per impedire e ridurre l’antisemitismo e ha sempre avuto particolarmente a cuore la pace israelo-palestinese».

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Cronaca Custodiale Varie

Dal Cairo Ahmed al Tayyeb - il grande imam di al Azhar, la più importante istituzione teologica sunnita – si è detto «scosso» per le dimissioni del Papa. Anche l’ebraismo italiano tributa rispetto e onore al Pontefice. Con le parole del presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, «gli ebrei italiani vogliono esprimere la loro vicinanza e il loro rispetto a Papa Benedetto XVI per la sofferta e coraggiosa decisione presa in queste ore. Estremamente significativi, nel corso del suo magistero, i passi compiuti per l’avvicinamento tra ebrei e cristiani nel solco dei valori comuni: la visita ufficiale in Israele, la preghiera per la pace al Muro del Pianto, le parole pronunciate al Memoriale dello Yad Vashem. E ancora l’incontro con gli ebrei romani al Tempio Maggiore (la principale sinagoga della capitale - ndr)». Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha reso omaggio a Josef Ratzinger definendolo un interlocutore «attento, prezioso e sensibile». Testo: Giamnpiero Sangiorgi www.terrasanta.net

Un grande Papa: Benedetto XVI Lunedi 11 Febbraio 2013, sicuramente sarà una data che entrerà nella storia, perché tutto il mondo è stato scosso dal coraggioso messaggio di Benedetto XVI che annuncia la sua rinuncia a proseguire il Suo Pontificato, al termine della seduta in Concistoro. Sorpresa, incredulità, smarrimento penso siano i sentimenti che invadono i cuori di tutti noi. Ma sicuramente, questa decisione di Benedetto XVI, induce tutti ad una riflessione approfondita suIla vita della chiesa e sulla vita di ogni cristiano. Dopo otto anni, d’intenso pontificato, in un contesto mondiale che ha subito radicali cambiamenti, Benedetto XVI, ha rappresentato per tutti noi una certezza, un pilastro saldo per la chiesa, investita anche da grande sofferenza. In un mondo nel quale l’uomo sembra vivere una dimensione virtuale e di onnipotenza, questo grande uomo, ha avuto il coraggio e la libertà di porsi davanti a Dio, e per amore della Chiesa di mettersi da parte, per lasciare spazio a chi dopo di lui avrà anche la forza fisica di affrontare il futuro per il bene dell’umanità. Benedetto XVI, ha indetto questo anno “ L’anno della Fede” e con la sua decisione ha dato al mondo una testimonianza unica della parola “FEDE”, consegnandoci forse la Sua Enciclica piu’ importante, scritta con la sua stessa vita e che indica all’umanità di ripartire da un profondo esame di coscienza per potere avviare la Chiesa verso il terzo millennio. Fra Ibrahim Faltas ofm

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Some news from Franciscan Foundation for the Holy Land

Thirty One New Students Chose Fr. Pierbattista Pizzaballa, Custos and Chairman of FFHL recently announced the names of the recipients who were notified of being chosen to receive a four year scholarship grant from the Franciscan Founda-

tion which includes full tuition and books. “The Custody’s Foundation” said Fr. Pierbattista, “has done a marvelous work in laying the groundwork by providing concrete hope for this new generation of Christians

George Sabat resides in Bethlehem with his parents and two brothers and sisters. He plans to attend Jerusalem University and to major in engineering. His sponsor is Ms. Dolores McDonnell of New York

Ghayda Abut Aita resides in Bethlehem with her parents and one younger brother. She is planning to attend Bethlehem University and to major in science. Her sponsor is Cramer/ Austin Distribution Co. of Amarillo, Texas.

Husam Barham lives in Beit Sahour, a suburb of Bethlehem with his parents and one younger brother. Husam is planning to attend Birzeit University in Ramallah and to major in science. His sponsors are Mr. and Mrs. Tom Carroll of Atlanta, Georgia.

Wasim Nasser resides with his parents and his younger brother in Nazareth. He plans to study medicine at Technion Institute of Technology in Haifa. His sponsors are Dr. and Mrs. Vasquez of Brooklyn, New York.

Ihab Razzouk is from Beit Hanina and attended Bethlehem University and graduated in 2006 with a B.A. in accounting. He is presently married and has a good position as Finance Manager for Helen Keller School of Finance. He will be attending Hebrew University for a M.A. in accounting. His sponsor is FFHL.

Janan Abu El Assal lives with her parents in Nazareth and has two older sisters. She plans to attend Technion Institute of Technology in Haifa and to major in medicine. Her sponsor is FFHL.

Yara Abed Rabbo resides in Jericho with her parents and her older brother and sister. Yara is planning to attend Bethlehem University and to major in accounting. Her sponsors are Mr. and Mrs. Gene Alfonsi of Dublin, Ohio.

Linda Rofa lives with her parents and her older brother and sister in Jerusalem. She is planning to attend Birzeit University in Ramallah and to major in law. Her sponsor is Cindy Williams of Dallas, Texas.

Reem Khader resides with her parents and one brother in Beit Hanina outside of Jerusalem. She plans to attend Birzeit University in Ramallah and wishes to major in law and social studies. Her sponsors are Mr. and Mrs. J. Stephen Simon of Dallas, Texas.

Nadine Jildeh resides with her mother and two younger siblings in Jerusalem. Nadine graduated with honors from Bethlehem University in 2011 with a B.A. in business. She will now be attending the same university for a M.A. in the field of business administration. Her sponsor is FFHL.

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Cronaca Custodiale Varie Scholarships (Cont’d from page 7)

Domiana Jasser lives with her parents and two younger siblings in the Christian Quarter of Jerusalem. Domiana is planning to attend Hebrew University in Jerusalem in the field of commerce. Her sponsor is FFHL.

Elias Yanaki resides with his parents in Ramleh outside of Jerusalem and is planning to attend Technion University in Haifa in the field of electrical engineering. His sponsor is FFHL.

Anton Michel lives with his parents and three younger siblings in Bethlehem and is planning to attend Jordan University in Amman in the field of architectural engineering. His sponsor is FFHL.

Fadi Saba resides in the Old City of Jerusalem with his parents and one younger sibling. Fadi plans to attend Hebrew University in Jerusalem in the field of engineering. His sponsor is FFHL.

Johny Ashkar lives with his parents and two younger siblings in Nazareth. He is planning to attend Technion University in Haifa and majoring in medicine. His sponsor is FFHL.

Dalal Zananiri lives with her parents and two younger siblings in Beit Hanina and is planning to attend Birzeit University in Ramallah to study journalism. Her sponsor is FFHL.

Mary Salem resides with her parents and two younger brothers in Bethlehem and is planning to attend Birzeit University in Ramallah majoring in political science. Her sponsor is FFHL.

Nataly Shaheen lives with her parents and one younger brother in Jericho. Nataly is planning to attend Al-Quds University in Jerusalem and to major in physical education. Her sponsor is FFHL.

Amanda Asfour resides with her parents and three younger brothers in Jerusalem. She is planning to attend Birzeit University and to major in law. Her sponsor is FFHL.

Attallah Kasis lives in Bethlehem with his parents and two younger siblings. He obtained his B.A. in Hotel Management from Bethlehem University in 2011 and will be attending the same university for a M.A. in business. His sponsor is FFHL.

Shibli Sleibi resides in Bethlehem with his parents and has three older siblings. He is planning to attend Al-Quds University in Jerusalem and to major in medicine. His sponsor is FFHL.

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Orlando Chapter Creates a Lasting Bond with the Boys Home in Bethlehem Members of the Orlando Chapter of the Franciscan Foundation for the Holy Land were recently blessed to return to the Holy Land on pilgrimage. The pilgrimage was led by Faith Libbe, OFS, Regional Representative for the FFHL and guided by Fr. Peter Vasko, OFM. The Spiritual Assistant for the pilgrimage was Fr. Mark Wajda, Parochial Vicar, Annunciation Catholic Church. Fr. Wajda is also the Chaplain for the Orlando Chapter of the FFHL. The Chapter looked forward to walking in the footsteps of our Lord with fellow pilgrims once again, but were also returning with a sense of “mission”. In addition to offering the opportunity to walk in the footsteps of our Lord, Mrs. Libbe had it on her heart to also offer the pilgrimage group of 35 an opportunity to share God’s love with the local Christian community. Months before the pilgrimage, Mrs. Libbe contacted the Director of the Franciscan Boy’s Home, Fr. Rami Asakria, OFM, and asked if the boys had any needs that the pilgrimage group might be able to provide. Fr. Rami expressed that the boys were in need of winter jackets. The Chapter then sponsored a Lenten project that raised the necessary funds to purchase 34 jackets – one for each of the boys. Once the jackets were purchased, they were distributed amongst pilgrims that were willing to pack a few in their luggage, to hand carry to the Holy Land. In addition to agreeing to hand carry the jackets, many of the pilgrims also were committed to packing other items for the boys, such as socks, under wear and school supplies. All 34 jackets arrived safely along with the other supplies! The pilgrimage group visited the Boy’s Home on June 2nd, at which time the jackets and other supplies were delivered. It was a very joyous day! Pilgrim’s hearts were warmed to see the smiling faces on all the

boys as they entered the home where all the boys and staff personally greeted them in a reception line. The pilgrims were treated to a tour of the facility and also a reception given in their honor. The reception provided a wonderful opportunity to visit with the boys and the staff and to learn more about the facility, while enjoying homemade cake and soft drinks. Mrs. Libbe received a beautiful gift – an olive wood votive candle holder, hand crafted by one of the boys. Some of the pilgrims commented that the visit to the Boy’s Home was a true highlight of their pilgrimage. The Orlando Chapter extends their sincerest gratitude and thanks to all who helped make this opportunity to build bridges of love with the Franciscan Boy’s Home possible. The smiling faces of the boys will be etched in our hearts forever!

The Jerusalem Cross has long represented the Franciscans in the Holy Land

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The meaning for which the Franciscan Custody adopted it lies in its evocation of the Passion of Christ and his universal supremacy. For many, the number of crosses (four small ones plus a large one) symbolizes the five wounds of Jesus on the cross. The cross, which has always been a cosmic symbol of the number four referring to the four cardinal points and to the infinite, represents the cosmic presence of the Divine Power.

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It is more probable that the Jerusalem cross evolved from a Greek cross with dots in place of the small crosses used by the very first Christian community in the Middle East in Roman times, a thousand years before the Crusades. Indeed, many of the signs found in different places in the Holy Land are reminiscent of the Jerusalem cross, including some mosaics where it is identical to the current one. This is the link underlying the basis for the adoption of the symbol by the Franciscans of the Holy Land.

Meaning

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There is no reliable information on the origins of the famous symbol. The sign that many have been associated with the kingdom founded by the Crusaders in 1099, actually appears on coins, seals and flags, which have nothing to do with the world of the Crusades. However, it is true that with the Crusades, the Jerusalem cross took on a political meaning, alongside its religious meaning, as well as one of territorial identity.

Sa

Origins and History

The Jerusalem Cross served as the inspiration of the FFHL logo. 9

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Cronaca Custodiale Varie

Hebron, Cisgiordania 2 febbraio 2013

I ragazzi del circo

Pomeriggio del 2 febbraio 2013. La sala è piena di bambini e i cinque attori sul palco scatenano le loro risate con acrobazie e capriole. La Palestinian Circus School fa tappa nella città di Hebron con lo spettacolo Kol Saber!, a un mese e mezzo dalla morte di Mohammed Zaid Awwad Salayam. Mohammed aveva 17 anni ed era uno degli studenti della scuola circense. Il 12 dicembre scorso, giorno del suo compleanno, stava andando a comprare una torta per festeggiare in famiglia quando è stato freddato da un colpo di pistola sparato da una soldatessa israeliana vicino al check-point della Moschea di Abramo, che divide Hebron in due parti: H1 e H2, la prima sotto il controllo civile e militare israeliano e la seconda sotto quello palestinese. Mohammed era nei pressi del check-point quando ha avuto un diverbio con i soldati: secondo l’esercito israeliano aveva in mano una pistola giocattolo che avrebbe spaventato i militari. Secondo alcuni testimoni, il ragazzo aveva preso le difese di un bambino. Molti tra i bambini e i ragazzi di Hebron che il 2 febbraio assistono allo spettacolo del circo erano compagni di acrobazie di Mohammed. «Quando è stato ucciso, eravamo in tournée in Belgio – ci racconta Shadi Zmorrod, fondatore e amministratore della Palestinian Circus School – .Per noi è stato uno choc: Mohammed era un ragazzo solare, divertente. Andremo a far visita alla famiglia. La Scuola non si è mai fermata, ad Hebron i corsi proseguono nel ricordo di Mohammed». In Palestina è difficile dimenticarsi dell’occupazione militare. La questione irrompe con forza anche quando si sta su un palcoscenico a fare acrobazie o a giocolare con clave e cerchi: «Il 62 | FdC | Gennaio 2013

titolo del nostro spettacolo, Kol Saber!, significa «Mangia il cactus!» o, metaforicamente, «Mangia la pazienza!». Lo show che stiamo portando in giro per la Palestina e l’Europa – ci spiega uno degli attori, Fadi Zmorrot – parla di questo: del rapporto tra oppresso e oppressore, del modo in cui le persone agiscono e si trasformano quando si trovano in una posizione di potere». Fadi ha 32 anni, vive a Gerusalemme e da otto anni è attore e insegnante alla scuola circense. Ha iniziato quasi per caso, incuriosito dal progetto messo in piedi dal fratello Shadi: «Prima l’unico modo in cui esprimevo la mia creatività era attraverso la pittura. Ora, facendo l’attore, è molto più facile. Recitando cambio ogni volta, maturo, cresco. E questo grazie all’interazione continua con il pubblico e i miei compagni. Anche l’idea della Palestina cambia continuamente, cambia la percezione di terra, di patria». Shadi si sta preparando allo spettacolo, tra pochi minuti si va in scena. Occhi azzurri, corpo atletico, sorride mentre ci parla in italiano, imparato nei due anni trascorsi alla scuola di circo di Torino. «Il messaggio che vogliamo inviare con lo spettacolo è il ruolo che l’oppressione ha nella vita delle persone, le dinamiche che l’autorità produce. E questo accade in tutto il mondo. Si tratta di un messaggio applicabile a qualsiasi realtà». Sul palcoscenico, l’attenzione degli attori e del pubblico è catturata da due giacche: una dorata a rappresentare il sogno, la seconda nera con i gradi sulle spalline, ovvero il potere. I cinque attori saltano, corrono, si arrampicano e camminano sui fili: tutto per accaparrarsi la giacca dell’autorità. E se quella dorata li unisce, avvicina i personaggi fisicamente e mentalmente perché foriera di un sogno comune, quella nera li allontana, crea


distanze e ruoli gerarchici. «L’idea di Kol Saber! è nata dalle esperienze comuni di noi attori – spiega Fadi –. Ognuno ha portato la sua personale idea di autorità che, parlando, si è fatta comune, collettiva. Nello spettacolo non parliamo mai se non alla fine. La parola limita il messaggio, lo rende assoluto. Recitando solo con il corpo, lasciamo allo spettatore (e prima ancora agli attori) la possibilità di interpretare il messaggio, di farlo proprio, di utilizzare l’immaginazione. Lo show cambia in relazione al pubblico: bambini o adulti, palestinesi o internazionali». Un obiettivo, quello di istigare all’immaginazione, che la Palestinian Circus School porta avanti da otto anni. Era l’agosto del 2006 quando Shadi Zmorrod e una manciata di altri sognatori fondarono in Palestina la prima scuola di circo, un’arte distante da quelle tradizionali arabe. «Faccio teatro – ci racconta - da quando avevo 12 anni, a Gerusalemme, ma durante la seconda intifada me ne sono allontanato. Non volevo spartire la mia arte con attori israeliani. Poi qualcosa è cambiato: sono andato in Belgio dove ho lavorato con circensi di tutto il mondo. E ho capito che l’arte ha il merito di mettere insieme le persone, di annullare le differenze. Sono tornato in Palestina e ho fondato la Scuola». La sede principale è a Birzeit: qui si insegna l’arte circense a tre livelli, dal principiante al professionista. Ci sono poi i Circus Club, lezioni di circo settimanali in diverse città della Cisgiordania: Ramallah, Hebron, Jenin e il campo profughi di Al Fara’a. Vi prendono parte 178 studenti: 96 maschi e 82 femmine dai 10 ai 27 anni d’età. Imparano la giocoleria, le acrobazie, i tessuti, l’acrobatica, ma anche a fare teatro.

«Ho iniziato a studiare circo nel marzo del 2008 – racconta Noor Fawaz Abu AlRob, 21 anni, di Jenin –. All’epoca non avevo idea di cosa fosse il circo. Ho scoperto che non ci si limita a un particolare tipo di sport o di arte, ma ci si apre a tutte le culture. È la sola cosa che voglio fare, il mio sogno era diventare insegnante e ci sono riuscito». In pochi anni, la Palestinian Circus School è diventata una realtà consolidata: spettacoli nei teatri, per le strade, ai festival palestinesi. Ma non solo: la Scuola gira l’Europa, tante le tournée organizzate in Belgio e in Francia. La dimensione artistica ed educativa del circo per combattere le ingiustizie, l’occupazione, l’oppressione fisica e mentale in cui sono costretti bambini ed adulti, costantemente sottoposti ad umiliazioni e quindi a rabbia e frustrazione. «Abbiamo un doppio obiettivo – ci spiega il manager Shadi –. A livello locale, la società palestinese accusa spesso l’occupazione israeliana di ogni tipo di mancanza o restrizione. Sicuramente è così, ma dobbiamo imparare a lavorare su noi stessi, all’interno della nostra cultura, cambiarla e migliorarla, in particolare nel rapporto tra i sessi. Per questo il nostro target sono i bambini: sono loro i futuri leader della Palestina e, una volta adulti, saranno stati influenzati dalle energie negative introiettate da piccoli. Dobbiamo dare loro energie positive». «E a livello internazionale, il nostro scopo è aprire le porte della Palestina a chi non la conosce o a chi si ferma a triti stereotipi: il mondo ci guarda ma non ci conosce. Attraverso il circo mostriamo loro il nostro vero volto». Un volto creativo, profondo, originale, solare. Come solo un circo sa essere. Testo: Emma Mancini

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Servizio Civile al termine: il racconto di Giuseppe Questa settimana termina l’esperienza del Servizio Civile per i quattro giovani italiani, che durante quest’anno sono stati impiegati in diversi modi presso i progetti di ATS pro Terra Sancta, grazie a un accordo con l’Università di Bari. Hanno messo a frutto le loro competenze e le loro conoscenze, ma soprattutto hanno imparato tanto, e tornano a casa arricchiti da un’esperienza umana e professionale unica. Ecco il racconto di Giuseppe Schiavariello, impegnato presso il Museo Archeologo dello Studium Biblicum Franciscanum nell’ambito del progetto “Raccontare la Terra Santa“. “Quando si va a Gerusalemme si piange due volte: quando si arriva e quando si riparte. Questo riadattamento della più celebre frase tratta dal film ”Benvenuti al Sud” può servire a spiegare in maniera molto sintetica la fine di un anno di servizio civile in Israele. Sono partito con molta gioia, consapevole che i mesi in Terra Santa mi avrebbero portato belle e piacevoli novità, ma non si può neppure nascondere la tanta paura che ho avuto nell’affrontare questo viaggio: una nuova casa, nuove persone ”estranee” con cui avrei dovuto vivere per tanti mesi… Ci sarei riuscito? Sarebbe stato tutto bello? Ci sarebbero stati problemi, litigi? I mesi poi sono trascorsi tra alti e bassi, passando dal caldo al freddo, anzi finendo con la neve! E senza accorgermene è arrivata anche la data del ritorno in Italia, un ritorno definitivo che ha portato tante lacrime, un immenso dispiacere legato al fatto di dover lasciare quei luoghi e quegli amici. Sono stati mesi intensi, difficili da riassumere e da descrivere in poche righe: le emozioni e le esperienze vissute, gli insegnamenti ricevuti, i tanti pensieri maturati faranno per sempre

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parte di me, saranno un bel ricordo che la Terra Santa mi ha lasciato e costituiranno un punto fermo da cui ripartire ora, al mio ritorno in Italia. Le immagini dei luoghi, il calore delle persone che ho incontrato, i volti degli amici che si sono alternati nei mesi di vita in Israele mi accompagneranno sempre e costituiranno senza dubbio un piacevole ricordo nei momenti in cui la nostalgia per quei luoghi e quelle persone mi assalirà. Spero di poter tornare un giorno a Gerusalemme e rivivere, assieme agli amici che lì ho incontrato, altre entusiasmanti avventure”. www.proterrasancta.org

le parole di Alessandro Al termine dell’esperienza di Servizio Civile riportiamo il racconto di Alessandro, uno dei quattro giovani italiani che durante quest’anno sono stati impiegati in diversi modi presso i progetti di ATS pro Terra Sancta, grazie a un accordo con l’Università di Bari. Alessandro è stato impegnato in particolare presso la Biblioteca


del convento di San Salvatore, nell’ambito del progetto “Libri, Ponti di Pace“. “Al termine di quest’anno in Israele non posso che tornare ai primissimi giorni trascorsi a Bari, prima della partenza, quando ancora nulla di tutto questo era iniziato e stavamo preparandoci per questa esperienza seguendo il corso di formazione al servizio civile. Corso che di per sé mi sento di considerare come parte integrante di quest’anno, infatti, tutti noi e quattro ragazzi destinati a Gerusalemme abbiamo imparato a conoscerci e a conoscere anche i giovani che, avviati come noi al servizio civile, sarebbero andati a svolgere il loro servizio in Perù. Partiti in quattro dall’Italia per Gerusalemme, già ci portavamo dietro gli otto ragazzi che sarebbero andati a Lima: seppur sentendoci sporadicamente, a causa di difficoltà logistiche (quali

il fuso orario per esempio), sapevamo di avere dei compagni dall’altra parte del mondo che molte volte sono stati al centro delle nostre conversazioni durante quest’anno fuori dall’Italia. Da questo punto di partenza questo piccolo “gruppetto” di dodici si è andato ampliando: altre persone lungo il cammino, persone che, lungo l’arco di questi mesi di volontariato, si sono avvicendate numerose, lasciando delle tracce importanti sul nostro cammino. Rimangono sicuramente i tre compagni di avventura: Giuseppe, Davide e Nando che, nonostante le litigate, le incomprensioni e le divisioni incontrate lungo la strada, sono i soli con cui posso dire di avere condiviso, fino in fondo, questa esperienza di servizio civile nella Città Santa; ragazzi la cui amicizia, volente o nolente, sarò ben felice di coltivare e far germogliare negli anni venturi.”

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Betlemme, 19 febbraio 2013

Tenace come il bambù, la scuola dei 400 beduini di Abu Hindi Raggiungere il piccolo villaggio beduino di Wadi Abu Hindi, ad est di Gerusalemme, non è affare da poco. Sulla strada principale che collega Betlemme e Ramallah, appena dopo il Container check-point (posto di blocco israeliano che divide il Nord e il Sud della Cisgiordania), si incontra a destra una strada sterrata che dà accesso a una discarica di rifiuti. Quindici minuti più tardi, superati quintali di immondizia e terra, si spunta nella vallata desertica che ospita i 400 beduini di Abu Hindi, una delle circa 40 comunità jahalin dei Territori Palestinesi. Una comunità stretta tra le colline occupate dalle colonie israeliane di Ma’ale Adumim e Qedar. All’ingresso del villaggio – una ventina di baracche di ferro e legno che punteggiano la valle di terra rossa

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– sorge la scuola di bambù dove studiano più di cento bambini: 77 maschi e 45 femmine. Nelle nove classi disposte intorno al cortile si inizia alle 7.45, si canta, si prega, si fa ginnastica e poi lezione fino alle 13. A rendere speciale la comunità di Abu Hindi è proprio questa scuola di bambù. Un progetto che va al di là della mera architettura alternativa e che è espressione della ferma volontà del villaggio di godere a pieno del diritto allo studio. Negli ultimi due mesi la scuola è stata rinnovata: al posto del vecchio magazzino sono state costruite due classi in più, la numero dieci e la undici, muretti a secco nel cortile e un parco giochi con scivoli nuovi di zecca. «Il progetto della scuola di bambù – ci spiega Alberto,


che ne è il responsabile – è partito dall’ong italiana Vento di Terra, in collaborazione con la cooperativa italiana ARCO’-Architettura e Cooperazione Per Abu Hindi. Abbiamo istituito cinque progetti diversi nel corso degli ultimi due anni. I finanziamenti iniziali sono giunti dalla Conferenza episcopale italiana (Cei), dal Comune di Pavia e dall’architetto Mario Cucinella: 40 mila euro con i quali abbiamo costruito interamente l’istituto con materiali del tutto naturali. I lavori successivi - come il rinnovamento degli uffici, l’installazione del sistema fotovoltaico e le nuove aule - sono stati finanziati dal Comune spagnolo di Gijòn, dall’Ocha (l’Ufficio dell’Onu per il coordinamento delle questioni umanitarie), dalla Cooperazione belga e dall’Unicef». La scuola di bambù risale all’ottobre del 2010; a gennaio di quest’anno sono state completate le due nuove aule. Alberto prosegue: «Le pareti sono costruite con mattoni di argilla e paglia tra una struttura di legno chiusa con lamiera all’interno. All’esterno abbiamo poi ricoperto tutto con il bambù, proveniente dalla città di Gerico. Il tetto, inclinato per permettere la circolazione dell’aria, è stato isolato con dei pannelli. In questo modo l’edificio resta caldo d’inverno e fresco d’estate». Non solo: il tocco in più sono i pannelli solari, un impianto fotovoltaico che permette alla scuola di avere l’elettricità. «Hanno lavorato all’allargamento della scuola nove operai – soggiunge Alberto –. Tutti della comunità di Abu Hindi, un nucleo che vive di pastorizia, ma che vede anche molti dei uomini lavorare nel settore dell’edilizia». L’Amministrazione israeliana che gestisce l’Area C dei Territori Palestinesi Occupati non ha autorizzato i lavori di allargamento. Al villaggio non è permesso costruire alcuna nuova struttura né allargare il perimetro di quelle esistenti. Ma i bambini sono tanti e c’è bisogno di più classi

per coprire anche gli ultimi due anni delle elementari: «Per questo abbiamo costruito le nuove due classi, mantenendoci dentro il perimetro stabilito. Le aule hanno preso il posto di un magazzino già esistente». «Nella scuola di Abu Hindi abbiamo quindici insegnanti – ci spiega il direttore Daud al-Asmar –. È stata riconosciuta dall’Autorità Nazionale Palestinese, che paga gli stipendi. Insegniamo matematica, inglese, scienze, arabo, storia e religione. In genere i maschietti si fermano alle scuole medie, le ragazze invece proseguono fino alla maturità e a volte fino all’università». Hanno ottenuto risultati che potrebbero apparire incredibili se si pensa che gli alunni studiano in case di ferro, senza elettricità e spesso senza una scrivania né una sedia: «Siamo fieri dei nostri studenti – continua al-Asmar –. Una di loro si è laureata con il massimo dei voti in medicina e ora insegna all’università». Fino a quindici anni fa, a Wadi Abu Hindi non c’erano scuole, né classi, né professori. C’erano solo tanti bambini, costretti a percorrere a piedi o a dorso d’asino parecchi chilometri per raggiungere la scuola del villaggio più vicino, El Azariya. Un viaggio che spesso nei mesi invernali era reso impossibile dalla pioggia, dai fiumi d’acqua e immondizia provenienti dalla discarica, dal freddo pungente. Ad avviare il primo embrione di scuola è stato il mukhtar, il capo tribù, una sorta di sindaco eletto dal resto dei cittadini. Mohammad Hammadin, chiamato da tutti Abu Yousef, ha costruito con le sue mani la prima scuola di Wadi Abu Hindi. Realizzata in lamiera, fu subito demolita dalle autorità israeliane. Dopo la prima, nel 1997 è giunta la seconda demolizione. I beduini di Abu Hindi non si sono fatti scoraggiare, hanno ricostruito la scuola e contemporaneamente presentato alla Corte Suprema israeliana una petizione che la salvaguardasse da future

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distruzioni. Attraverso la consulenza di avvocati israeliani, la comunità ha raggiunto l’obiettivo: la Corte ha vietato all’esercito israeliano di distruggere nuovamente la scuola, unico strumento di istruzione per la comunità. Ma il diritto all’educazione non è l’unico ad essere precluso a Wadi Abu Hindi. In piena Area C, circondato da colonie, tra cui l’imponente Ma’ale Adumim, il villaggio è completamente privo di servizi essenziali: le autorità israeliane che esercitano il pieno controllo non assicurano né elettricità, né acqua corrente. Una tubatura porta l’acqua al villaggio e riempie i serbatoi delle famiglie, ma in modo insufficiente e a un costo a volte proibitivo: pur trattandosi di acqua che scorre sotto i piedi delle comunità beduine, Israele e la compagnia privata Mekarot la rivendono a costi esorbitanti ai villaggi palestinesi. La stessa acqua che i coloni sparsi negli insediamenti israeliani in Cisgiordania ricevono in abbondanza e pagano a tariffe agevolate. «La nostra comunità vive sotto la costante minaccia di un trasferimento forzato», ci spiega il mukhtar Abu Yousef. Non sarebbe la prima volta: prima di spostarsi nella vallata, il villaggio di Wadi Abu Hindi sorgeva sulla collina accanto. Oggi al suo posto c’è una colonia israeliana, Qedar. «Ci hanno cacciato per far posto ai coloni e ora vorrebbero costringerci a spostarci di nuovo

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– prosegue Abu Yousef –. L’obiettivo è rinchiuderci nelle città. Non abbiamo alcuna intenzione di farlo: perderemmo le nostre tradizioni, il nostro stile di vita». L’amore per questa vita semplice e a contatto diretto con la natura lo si coglie con forza nei beduini di Abu Hindi. Vivono in condizioni che un europeo definirebbe quantomeno precarie e inospitali, ma con grandi sorrisi ti aprono la loro casa, ti offrono tè alla menta e caffè arabo. È la loro vita, la loro tradizione. www.terrasanta.net Testo e foto: Emma Mancini


Sulla Via della Croce Un percorso che ci guida alla scoperta dei luoghi dove Gesù camminò nei tre giorni della sua Passione. Una mostra didattica per vivere (o rivivere) il pellegrinaggio a Gerusalemme, nella città in cui il Signore abbraccia la propria croce, morendo e risorgendo per noi; uno strumento pastorale che ha lo scopo di avvicinare i visitatori, piccoli e grandi attraverso le scritture, l’arte e la storia - alla conoscenza della Passione di Gesù. Le tappe in cui è suddivisa la mostra corrispondono ai luoghi storici - ancora visitabili a Gerusalemme - in cui si consumò, passo dopo passo, il triduo del Signore. Si parte dal Cenacolo, la sala in cui Gesù consumò con i suoi l’ultima cena, per passare al Getsemani, il giardino d’ulivi dove si affidò al Padre, al luogo della flagellazione e della condanna a morte. Una seconda serie di pannelli è dedicata alla via crucis, che milioni di pellegrini percorrono ogni anno, al

Calvario e al Santo Sepolcro. Ciascuno di questi luoghi viene presentato a partire dalla lettura del Vangelo; l’approfondita descrizione artistica e storica aiuta a cogliere la ricchezza incommensurabile di duemila anni di devozione cristiana. Una mostra didattica per vivere (o rivivere) il pellegrinaggio a Gerusalemme, nella città in cui il Signore abbraccia la propria croce, morendo e risorgendo per noi; uno strumento pastorale che ha lo scopo di avvicinare i visitatori, piccoli e grandi attraverso le scritture, l’arte e la storia- alla conoscenza della Passione di Gesù. Per informazioni e richieste di prenotazione: Edizioni Terra Santa - Ufficio mostre eventi@edizioniterrasanta.it Telefono +39 02 34592679 www.edizioniterrasanta.it

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Cronaca Custodiale Varie

Domenica 17 Febbraio 2013

Salendo in Israele…

Cia Lakin, Dama del Santo Sepolcro da Michigan (USA), ha trascorso una settimana visitando il mondo delle comunità cattoliche di lingua ebraica in Israele insieme con suo marito Sandy. Qui il suo racconto della visita. I due discepoli…gli dissero: “Rabbi, dove abiti?” Egli disse loro, “Venite e vedete” (Giovanni 1,37-39). Quando ho ditto ad un sacerdote gesuita che saliamo di nuovo in Israele dopo così tanti anni ha espresso stupore. Gli ho chiesto che cosa potessi portargli dalla Terra Santa ed egli ha risposto “Portami un’occhiata di Dio”. Mi sono stupita di come Dio possa essere trovato in una società identificabile dalla frenesia, secolare, moderna, colorata e complicata come quella israeliana ed ho desiderato che mi avesse chiesto un altro souvenir. Per prima cosa ho cercato Dio nei luoghi più ovvi, nei luoghi santi per ebrei, cristiani o mussulmani. Questi luoghi sono uno attaccato all’altro, particolari delle tre religioni monoteiste sono costruiti uno sull’altro e mischiati. Ragionevolmente questi luoghi sacri avrebbero dovuto contenere tracce di Dio, ma a quanto pare sarebbe stato più facile trovare le ceneri del roveto ardente. Siamo saliti a Gerusalemme per visitare padre David Neuhaus S.I., dopo averlo incontrato in Indiana (USA), alla riunione annuale della nostra regione dell’Ordine equestre dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, nel settembre 2012. Prima che ne parlasse ai Cavalieri non sapevamo nulla delle comunità di cui si occupa e volevamo imparare di più sui cattolici di lingua ebraica. Ci ha invitato a venire e vedere. Più presto che abbiamo potuto siamo partiti per Israele. Con grande generosità padre David e gli uomini nella sua casa ci hanno accolto nella loro casa e nelle loro vite. Ci siamo uniti a loro nella preghiera mattutine e nella Messa serale, ai pasti, agli studi. Abbiamo cantato con loro, riso con loro, e cercato disperatamente di imparare un po’ di ebraico. Padre David, padre Piotr e Benny di Bitonto di hanno accompagnato a visitare

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ed esplorare Betlemme, Gerusalemme, Haifa, Giaffa, Tel Aviv e Beer Sheva. Kirill si è occupato di noi e dei nostri bisogni. Abbiamo pregato con alcune delle comunità e ci siamo uniti a loro nella Messa. All’inizio della Quaresima abbiamo ricevuto le ceneri con la comunità di Beer Sheva. Ora siamo tornati a casa in Michigan dopo una settimana intensa che abbiamo trascorso a conoscere le persone ed i luoghi dei cattolici di lingua ebraica in Israele. Ho trovato uno sguardo di Dio-non nelle antiche pietre o nei meravigliosi e solenni luoghi santi. L’ho trovato tra la gente che si riunisce nelle comunità per pregare ed adorare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, Dio unico. La loro fede, la loro gentilezza, amore e pazienza ci sono state mostrate ad ogni incontro. Desidero ritornare presto a loro ed alla casa del Vicariato. www.catholic.co.il

Tiberiade, 15-16 febbraio 2013

Quinto fine settimana delle famiglie a Tiberiade Venerdì 15 e sabato 16 febbraio 2013, ventisei famiglie, rappresentanti le comunità cattoliche di lingua ebraica in Israele, si sono incontrate a Tiberiade per continuare le loro discussioni sulla vita familiare e sulla trasmissione della fede ai nostri bambini. Famiglie rappresentanti tutte le comunità di lingua ebraica si sono riunite presso la Casa Nova di Tiberiade, vicino alla chiesa parrocchiale san Pietro. Qui sono state nuovamente accolte calorosamente dalla comunità che anima il luogo, la Koinonia Giovanni Battista. Questa volta si sono aggiunte al gruppo tre famiglie che non avevano ancora partecipato. Circa cento persone (metà


adulti e metà bambini) hanno partecipato all’incontro. Venerdì sera è stato consacrato ad un’introduzione iniziale al fine settimana. Gli adulti si sono incontrati con padre David, Vicario delle comunità di lingua ebraica, mentre i bambini hanno iniziato il fine settimana di attività animate da Kirill della comunità del Vicariato di Gerusalemme, assistito da Lioba e Sinead della comunità di Tiberiade e da cinque membri di Fiore del deserto, il gruppo giovani del Vicariato. Dopo la cena alcuni hanno guardato un film mentre altri sono usciti sulla bella passeggiata di Tiberiade lungo le rive del Lago di Galilea. Ciò che è stato particolarmente impressionante è la crescita del livello delle acque dopo le piogge invernali, buona notizia per il Paese. Le discussioni sono iniziate presto nella mattinata di sabato. Dopo la preghiera mattutina e la colazione, padre David ha introdotto il giorno di riflessione per i genitori. Inutile dire che all’inizio si è dedicato del tempo al tema delle dimissioni di Papa Benedetto. Co sono state diverse domande e molti ringraziamenti per la saggezza, il coraggio e l’umiltà del Santo Padre. Il tema principale sono state le Letture della Messa domenicale. Dall’ultimo incontro, le famiglie hanno ricevuto le Letture settimanalmente. L’intero giorno di discussioni è stato consacrato a come prepararsi con

queste Letture alla liturgia domenicale. La giornata è stata animata da tre oratori: padre David ha dato un’introduzione generale alle Letture come anche ad alcune particolari difficoltà a comprenderle e a prepararle con i nostri bambini. Nella seconda parte della mattina, Michal, una delle madri, ha offerto uno sguardo su come vengono scelte le Letture e come devono essere lette. Nel pomeriggio, Eitan, uno dei padri, ha introdotto la pratica ecclesiale della “Lectio divina”, proponendo un metodo che può essere utilizzato in famiglia con i bambini. Durante il giorno ci sono state opportunità di dividersi in piccoli gruppi e provare i metodi proposti e discutere i temi. Mentre gli adulti proseguivano con il loro programma, Kirill ed i suoi assistenti hanno seguito i bambini. Uno dei progetti principale è stata la produzione di rosari colorati che i bambini hanno orgogliosamente portato ai loro colli. C’è stato tempo per giochi ed un film ed alla fine della giornata i bambini hanno danzato per i genitori riuniti. Sono iniziate e rafforzate amicizie. Questa è stata una degustazione del campo per i bambini che si terrà nel tempo di Pasqua. Al termine del giorno le famiglie hanno espresso la loro gratitudine per il tempo trascorso insieme ed hanno fissato la data per il prossimo incontro in dicembre. Il tema suggerito per questo incontro è come vivere la nostra fede. Tre persone si sono offerte di preparare qualcosa sulla vita di santi nella storia della fede per illuminare il tema. Il fine settimana è terminato con una gioiosa Messa nella chiesa, riempita completamente in questo sabato sera per la celebrazione della prima domenica di Quaresima. La Messa è stata celebrata da padre David insieme con padre Sergey, responsabile dei fedeli di lingua russa nel nord. Questa è stata una magnifica maniera di iniziare insieme la Quaresima, volendo crescere in santità come discepoli di Cristo. www.catholic.co.il

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Fraternitas

FRATERNITAS

Ita. Vol. XLVI. Nr. 196 — OFM Roma — E-mail: fraternitas@ofm.org — 01. 03. 2013

Felix Alleluia!

La Verna – 800 anni della donazione del monte a S. Francesco

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l 2013 è l'anno in cui si ricorda l'ottavo centenario della donazione del monte della Verna a San Francesco.

La storia del monte della Verna è legata a un episodio significativo nella storia del territorio, la donazione a Francesco d'Assisi del monte della Verna da parte del conte Orlando, avvenuta nel 1213 dopo il loro incontro nel castello di San Leo. Nelle Fonti Francescane leggiamo: "E infine disse questo messere Orlando a santo Francesco:' Io ho in Toscana uno monte divotissimo il quale si chiama il monte della Verna, lo quale

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è molto solitario e selvatico ed è troppo bene atto a chi volesse fare penitenza, in luogo rimosso dalla gente, o a chi desidera vita solitaria. S'egli ti piacesse, volentieri lo ti donerei a te e a' tuoi compagni...' " (FF 1898) Da allora, Francesco si recò più volte alla Verna con i suoi fratelli, fino al 1224 quando vi ricevette le stimmate. Grazie alla generosità di messere Orlando, Francesco ebbe in dono questo monte che i Frati Minori della Toscana da 800 anni custodiscono come il luogo dove il Poverello da Cristo prese l'ultimo sigillo.

Iquitos, Perù – Incontro delle presenze francescane in Amazzonia

al 2 al 6 giugno 2013 si terrà a Iquitos, città nel cuore dell’Amazzonia del Perù, un incontro per i missionari della grande regione amazzonica, con la presenza del Ministro generale, sul tema

generale per Pasqua 2013)

Agenda del Ministro generale

La presenza francescana in Amazzonia. Proposto dalla Fra-

ternità missionaria di Requena, con l'adesione della Conferenza Bolivariana, dell'UCLAF e l'approvazione del Definitorio generale, è stato convocato dal Ministro generale, Fr. José R. Carballo. Vi parteciperanno i Missionari OFM della Pan-Amazzonia, i Vescovi dei Vicariati affidati al nostro Ordine e situati in questa regione, alcuni Ministri provinciali, alcuni rappresentanti di altre Famiglie Francescane, i due Definitori generali per l’America Latina, il Segretario generale per le Missioni e l’Animatore generale per l’Evangelizzazione, il Direttore dell’Ufficio per GPIC. Gli obiettivi sono fondamentalmente

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empre mi ha colpito che i cristiani d’oriente in questo periodo si salutano con le seguenti parole: “Cristo è risorto!”, al quale si risponde “Sì, è veramente risorto”. Sì, è risorto. Questa confessione di fede la facciamo in quest’occasione nel contesto dell'Anno della fede, voluto da Benedetto XVI “perché la Chiesa rinnovi l’entusiasmo di credere in Gesù Cristo, unico salvatore del mondo, ravvivi la gioia di camminare sulla via che ci ha indicato, e testimoni in modo concreto la forza trasformante della fede” (Benedetto XVI, Udienza 17/10/2012). (Dalla lettera del Ministro

tre: 1. fare memoria della presenza francescana in Amazzonia sin dal secolo XVI; 2. condividere la vita e le sfide delle presenze attuali; 3. cercare delle linee comuni per la presenza francescana in Amazzonia per l’oggi e per il futuro. La metodologia che verrà seguita sarà quella del vedere/ contemplare, giudicare/meditare, attuare/restituire. Inoltre, sono previsti delle Relazioni, soprattutto spazi per il dialogo e la condivisione, e momenti per la preghiera, la lettura orante e la celebrazione. Il tutto verrà preparato da una Commissione "ad hoc".

►01-03 marzo: Incontro con i frati giovani in formazione della Conferenza Sud-slavica (Zagabria - Croazia). ►04-08 marzo: Partecipazione al Seminario delle Nuove Forme di Evangelizzazione (Greccio – Italia). ►09 marzo: Partecipazione al Senato Accademico PUA. ►11-22 marzo: Tempo forte del Definitorio in Curia Generale (Roma – Italia). ►19 marzo: Onomastico del Ministro generale. ►24-31 marzo: Settimana Santa. ►25 marzo: Incontro con la Conferenza della Famiglia Francescana (Roma – Italia).


Regula et vita Minorum Fratrum haec est, scilicet Domini nostri Jesu Christi sanctum Evangelium observare (RB I,1)

Dom Aloísio A. Dilli, OFM, Vescovo di Uruguaiana in Brasile

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l Vescovo Aloisio A. Dilli è Vescovo della Diocesi di Uruguaiana, all’estremo sud del Brasile, confinante con l'Argentina e l’Uruguay. «Sono l’unico francescano in quella Chiesa locale», ha esclamato, aggiungendo con un sorriso: «meno male che il Ministro generale ci ha detto che "dove c’è un Vescovo francescano, lì c’è l’Ordine”». Alla richiesta di descrivere un po' il suo servizio pastorale, ci ha risposto di essere un "itinerante", anche se deve pensare al lavoro in Curia. Infatti, bisogna andare tra la gente nelle parrocchie, comunità, scuole, nei movimenti, tra i poveri..., per ascoltare, condividere, insegnare, evangelizzare, celebrare. Alla richiesta di parlarci delle sue gioie e speranze come Vescovo francescano, ci ha detto: «la gioia più grande è di vedere che Dio realizza "opere grandi" nella nostra piccolez-

za (minorità) e, attraverso di noi, a tanti altri nel ministero episcopale e sacerdotale. Il "prendersi cura" dell'altro, della gente, questa è l'attività del pastore, è un atteggiamento tipicamente francescano. Pertanto, spero che vengano tra noi dei Frati Minori. Riflettendo brevemente su quali sono le gioie e le speranze presenti nella sua Chiesa locale, ha ricordato la celebrazione del centenario della Diocesi nel 2010, con il comunitario rendimento di grazie e la celebrazione della riconciliazione tra la gente di quella Chiesa. Inoltre, ha aggiunto, la Diocesi ha un suo avvenimento particolare: il pellegrinaggio a Nossa Senhora Conquistadora, patrona della Diocesi. «Nel 2010 – ci ha detto con po' di orgoglio – eravamo circa 40 mila persone», concludendo: «la speranza è di riuscire a costruire un Santuario e una Chiesa viva di discepoli missionari». I Confratelli, Frati Minori, come possono essergli vicini e di aiuto nel ministero? «Attraverso le comunicazioni dell’Ordine, come già avviene, la continuazione degli incontri dei Cardinali e Vescovi francescani e l'arrivo dei Frati Minori nella mia Diocesi. Cosa questa che potrebbe accadere nel 2013!».

Bruxelles, Belgio – Un corso di formazione speciale

tro, di progetti di solidarietà, di sviluppo a favore delle popolazioni locali o delle Entità, di come e a chi chiedere un aiuto concreto. È stata anche un'occasione per una migliore conoscenza reciproca. Foto: Visita della Commissione economica e sociale europea. Fra Vittorio Melicias, Ministro provinciale del Portogallo e Membro della Commissione, con i partecipanti al Corso di formazione.

Come confratello dei circa 14 mila Frati minori sparsi in tutto il mondo, cosa si sente di dirci per vivere appieno la novità di questo momento, secondo il nostro carisma proprio? Occorre sempre ritornare allo spirito delle origini. A come Francesco viveva e proponeva il Vangelo. Al cuore della sua predicazione: Gesù sofferente, povero ed umile. Al suo spirito di orazione e devozione, alla sua preghiera continua, una preghiera contemplativa che di giorno in giorno gli dava gli stessi occhi di Dio, per vedere le cose con gli occhi di Dio. La prima cosa è proprio questa: ascoltare e meditare la Parola del Signore per poter vedere come vede Dio. Se si perde questo contatto e questa modalità propria del contatto francescano, allora non si vede più bene, ed anche la missione perde il fuoco interiore. Vorrei dire poi ai miei confratelli che la missione rinnova sempre la Chiesa, dà nuova fecondità all’Ordine. Oggi ovunque è terra di missione: uscire, andare, cercare le persone là dove vivono, per offrire loro il Vangelo di Gesù. Personalmente quando visito le famiglie, non vado solo come amico, ma anche come frate minore e ascolto la loro vita e cerco poi di illuminarla con la luce del Vangelo. Infine penso che vada recuperata una buona pastorale vocazionale: andare in piazza, sì anche internet è una specie di piazza, ma la presenza è sempre migliore, scendere in campo, osare, portare ragioni di quella speranza che vive dentro il nostro cuore.

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ratelli provenienti da diverse Entità o da Paesi francofoni (Terra Santa, Marocco, Repubblica Centrafricana, Congo RDC, Congo/Brazzaville, Africa Occidentale, Burundi, Ruanda, Madagascar, Isola Maurizio, Quebec, Francia) si sono ritrovati nella Fraternità "N. S. delle Nazioni" di Bruxelles dal 7 all'11 gennaio, per una sessione di formazione, sostenuta da MZF. In tale circostanza si è parlato, tra l'al-

Intervista al Card. Claudio Hummes OFM sulla Nuova Evangelizzazione

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Fraternitas Regula et vita Minorum Fratrum haec est, scilicet Domini nostri Jesu Christi sanctum Evangelium observare (RB I,1)

Segnalibro francescano ► Journey into God by St. Bonaventure. Itinerarium Mentis in Deum, Translated by J. Raischal OFS & A. Cirino OFM, Tau Publishing, 2012, pp. 128. Sembra che Bonaventura possa aver avuto in mente una prospettiva pastorale per il suo lavoro. Molti degli uomini che si univano all’Ordine nel 13° secolo erano illetterati; quindi erano incapaci di leggere l'Itinerarium. Bonaventura ha tessuto la struttura dell’Itinerarium negli accadimenti della vita di San Francesco, che ha raccontato nella Legenda Maior di San Francesco. In realtà, molti credono che la Legenda Maior che è stata composta poco dopo potrebbe in realtà essere letta come un commento all’Itinerarium. ► Evangelho da criança. Ilustrações em marchetaria e comentários de frei Raul Ribeiro de Mello, OFM, (Vangelo dei bambini. Illustrazioni in intarsi e commenti di Fr. Raul Ribeiro de Mello, OFM), Divinópolis – MG, 2012, pp. 105. Con caratteristiche popolari brasiliane a arte Fr. Raul ci presenta, scene bibliche in circostanze attuali. Anche se le facce mai si ripetono, i principali temi del cristianesimo sono spesso rappresentati come il Natale, la morte e la crocifissione di Cristo, i miracoli, ecc. Ogni opera è un nuovo insegnamento, che guida lo spettatore per il cammino di Gesù, comunicando vita, gioia, amore, fede, fraternità, speranza francescanesimo. La vocazione sacerdotale e la sensibilità di Fr. Raul sono dislocate lungo tutto il corso della sua vita, il frate artista ha fatto del legno il suo pulpito per predicare la Parola di Dio e dal quale, come egli ha affermato, ha fatto i migliori sermoni.

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► Vivere il Vangelo con Francesco d’Assisi. Temi e figure della fraternità minoritica, Wieslaw Block, EDB (Teologia spirituale), Bologna 2013, pp. 384. Coloro che hanno conosciuto personalmente il santo di Assisi sono rimasti così colpiti dal suo messaggio evangelico da rimanerne segnati in modo profondo. L'autore illustra il percorso spirituale della prima fraternità minoritica formatasi intorno a Francesco: si tratta di un'esperienza legata al periodo sorgivo del carisma francescano, caratterizzata da una forte carica motivazionale, basata prevalentemente su un'intensa vita di fede, intessuta di umiltà, docilità spirituale, servizio evangelico, fino al desiderio del martirio. In quel gruppo di frati troviamo ogni genere di personalità, accomunate dall'impegno sincero a vivere secondo la «perfezione del Santo vangelo». La prima parte dello studio presenta le principali caratteristiche della vita spirituale della giovane fraternità minoritica, situandola nel suo ambiente storico e culturale, mentre la seconda prende in esame alcune figure di frati la cui vocazione è stata segnata in modo singolare dall'incontro con san Francesco: Bernardo da Quintavalle, frate Leone, Cesario da Spira, Egidio d'Assisi, Tommaso da Celano, Rizzerio da Muccia, Simone da Collazzone, Giordano da Giano, Giovanni da Pian del Carpine, Antonio di Padova. La scelta di queste figure è dettata primariamente dalla presenza di testi scritti dai protagonisti o dagli agiografi che consentono di descrivere i tratti salienti della loro spiritualità. L'esperienza raccontata è tuttora attuale e offre riflessioni importanti non solo per formare i fratelli e le sorelle minori sul modello di Francesco. ► Come pellegrini e Forestieri. Chiara d'Assisi Forma di Vita delle Sorelle Povere: Un modello spirituale di trasformazione, Edith Van den Goorbergh, (Traduzione di Rafaël Maria Theuvenet, Sr. M. Laura Hammel, OSC e Sr. M. Pacelli Millane, OSC). Media House Delhi 2013, pp 283. L'interesse per le regole monastiche è in

crescita. Le Regole monastiche sono oggi scoperte come fonti di spiritualità. Cosa troviamo in loro? Le Regole monastiche nascono da un’esperienza vissuta: da un modo di vita. Anche se a volte centenari, questi testi sono spesso la base di un’esperienza umana e ci offrono delle linee guida per la nostra vita oggi. Le persone alla ricerca di senso nella loro vita quotidiana troveranno in questi testi sapienza e armonia con i loro desideri più profondi. Chiara d'Assisi è la prima donna nella storia che ha composto una Forma di vita dell'Ordine delle Sorelle Povere. Questo testo è il documento più importante dell’eredità spirituale dell'Ordine delle Sorelle Povere di Santa Chiara. Fino ad oggi ci sono donne in tutto il mondo, che orientano la loro vita contemplativa secondo questa forma di vita. Qual è il suo segreto? Questo è ciò che troverai in questo libro. L'autore esplora la sapienza nascosta nella vita di Chiara. Si avvicina al testo come un modello spirituale per la trasformazione. Si tratta di un riflesso di una vita evangelica vissuta, il Vangelo di Gesù Cristo. E’ da questa sapienza del vangelo che la Forma di vita riceve la sua forza trasformante. Alcune domande alle quali tentiamo di rispondere sono: come possiamo orientare la nostra vita di oggi secondo l'ispirazione originale di Chiara e delle sue sorelle? Il libro è scritto come linea guida per le persone che cercano di conoscere di giorno in giorno la spiritualità di Chiara e delle sue sorelle e di orientare la propria vita di oggi secondo questa ispirazione originaria. ► Fonti Clariane, a cura di G. Boccali, Edizioni Porziuncola, Assisi 2013, p. 1472. Un motivo dell’importanza di tale libro è che mostra come, contrariamente a quanto spesso si afferma, nella storia della Chiesa vi sono numerose donne che hanno avuto un ruolo di primaria importanza. Tra queste certamente figura santa Chiara d'Assisi: infatti, come si può vedere nelle Fonti Clariane appena edite, la sua corrispondenza con Agnese di Praga è uno dei casi più unici che rari di corrispondenza femminile medievale a noi giunto. Inoltre la sua Regola, confermata da papa Innocenzo IV, è il primo caso di una regola per donne, per di più opera di una donna. Anche una delle sue biografie è scritta da una donna, suor Battista Alfani, una clarissa del secolo XV che ha anche tradotto in italiano, con estremo rigore filologico, il Processo di canonizzazione di Chiara d'Assisi. Questi sono solo alcuni motivi che indicano l'importanza delle Fonti Clariane, che costringono a rivedere diversi giudizi sul ruolo della donna nella Chiesa e di conseguenza un suo presunto maschilismo. Visita: http://www.franciscanpublications.com/ Visita: http://www.libreriafrancescana.it

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F R A T E R N I T A S

► Il potere necessario. I vescovi di Roma e il governo temporale da Sabiniano a Zaccaria (604-752), Andrea Lonardo, Edizioni Antonianum, Roma, 2012, pp. 603. Se la Donazione di Costantino è chiaramente un falso, nondimeno lo spostamento della capitale dell’Impero a Costantinopoli avviò un processo di enorme importanza che manifestò pienamente le sue conseguenze nel VII e nell’VIII secolo d.C. Come appare dall’analisi del Liber pontificalis, una cronaca redatta e costantemente aggiornata dallo scrinium lateranense dell’epoca, la lontananza del potere imperiale, costretto ad affrontare prima la minaccia persiana e poi quella araba, generò una situazione nella quale Roma con il territorio circostante si strinse sempre più intorno all’autorità pontificia.

Il Vescovo di Roma, pur dovendo attendere fino a Zaccaria - il primo che ne sarà esente - un’autorizzazione imperiale per essere consacrato, divenne di fatto l’arbitro degli eventi romani, dalla gestione degli affari amministrativi ed economici alla difesa dell’urbe. Nella seconda metà dell’VIII secolo l’imperatore sottrasse, spinto anche dalle discussioni teologiche sul monotelismo e poi sull’iconoclastia, il sud della penisola dalla dipendenza da Roma. Quando Ravenna cadde in mano longobarda nel 751, si levò ormai solo il pontefice a difendere l’antico territorio bizantino.


Regula et vita Minorum Fratrum haec est, scilicet Domini nostri Jesu Christi sanctum Evangelium observare (RB I,1)

Grandi/piccole notizie ►Petrópolis, Brasile – Francobolli per le missioni - il Centro Filatelico Francescano opera da 50 anni nel convento “Sagrado Coração de Jesus” nella città di Petrópolis, Brasile. Lo scopo principale è quello di sostenere le missioni francescane in Africa. Il Centro raccoglie francobolli nuovi e usati, o collezioni, provenienti dal Brasile e da altri paesi, li vende a collezionisti e il ricavato viene inviato ai missionari in Angola, che lo utilizza nelle parrocchie, nei progetti sociali, nell'orticoltura, ecc. Pertanto, donare francobolli o buste intere o ritagliate vuol dire aiutare le missioni in Angola, in fase di ricostruzione dopo la recente guerra. Si prega di inviare i francobolli, o le buste con i francobolli, al seguente indirizzo: Centro Filatélico Franciscano, Igreja/Convento do Sagrado Coração de Jesus, Rua Montecaseros, 95 – Centro, Petrópolis – RJ – Brasil, Cx. Postal 90023.

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al 14 al 16 gennaio 2013 si è tenuto un incontro delle Chiese cristiane del Myanmar per discutere sulle "Opportunità e sfide emergenti in un nuovo Myanmar: la risposta della chiesa alla costruzione della nazione e riconciliazione". Hanno partecipato le Chiese delle 16 Diocesi cattoliche, le 14 Chiese che fanno parte del Consiglio delle Chiese, le Congregazioni religiose, maschili e femminili, che lavorano con i 135 gruppi etnici. Si è trattato di un evento storico, ma anche di un punto di partenza per l'Unione delle Chiese in Myanmar e, soprattutto, per la partecipazione dei cristiani al processo di costruzione della nuova Nazione. All'Incontro era presente Fr. Soosai Raj, Francescano indiano, che di recente si è unito alla Fondazione. Per saperne di più, ci si può rivolgere a Fr. Soosai Raj: soosairajofm@gmail.com

L'Incontro Internazionale della GiFra 2013

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'Incontro Internazionale della GiFra si terrà nella città di São João del Rey dal 19 al 22 luglio 2013; al termine si uniranno alla celebrazione della GMG dal 23 al 28 luglio 2013. Per sapere di più visita: http://ciofs.org/

Ringraziamento

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opo sei anni e dieci mesi di servizio alla Curia generale e all’Ordine, come guardiano nei primi 3 anni e, contemporaneamente, per tutto il periodo della mia permanenza in Curia, come direttore di Fraternitas e direttore dell'Ufficio Computer, desidero ringraziare tutti i collaboratori e in particolare i traduttori di Fraternitas per il loro grande servizio e anche per il loro aiuto. Ora torno alla mia Provincia di Santa Croce in Slovenia. A tutti auguro ogni bene nel Signore e in San Francesco: Pace e bene! Fr. Robert Bahčič

Nuovi Visitatori generali ►Fr. Mario Favretto, della Provincia di Sant’Antonio di Padova, in Italia, è stato eletto Visitatore generale del Collegio Internazionale di Sant’Antonio, in Roma. ► Fr. Francisco ó Conaire, della Provincia di Nostra Signora di Guadalupe in Centro America e Panama, è stato eletto Visitatore generale per la Provincia di San Giovanni Battista, in USA. ►Fr. Thomas Luczak, della Provincia dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, in USA, è stato eletto Visitatore generale della Provincia di Nostra Signora di Guadalupe, in USA.

Nuovi Ministri provinciali ► Fr. Bernardo de Sousa Brandão Neto è stato eletto Ministro provinciale della Provincia di Nostra Signora dell’Assunzione in Brasile. ► Fr. Francisco Gómez Vargas è stato eletto Ministro provinciale della Provincia di San Paolo Apostolo in Colombia. ► Fr. Astijus Silvestras Kungys è stato rieletto Ministro provinciale della Provincia di S. Casimiro in Lituania.

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F R A T E R N I T A S

► Missione itinerante nel Vicariato di Requena: dal 6 gennaio al 6 febbraio 2013 si è svolta una missione itinerante nella parrocchia di Sant'Elena e nella comunità presso il Fiume Tapiche. La parrocchia appartiene al Vicariato di Requena ed è senza assistenza permanente di alcun sacerdote. La missione è stata animata dai frati della fraternità del progetto Amazzonia: Eugenio Ortiz, Atilio Battistuz, Ademir Francisco Matilde con l’aiuto di altri frati che dimostrano interesse per l'Amazzonia e sono possibili candidati per essere missionari in quella realtà.

Myanmar – Incontro delle Chiese cristiane

Fraternitas - OFM - Roma ► Redattore: Robert Bahčič ► http://www.ofm.org/fraternitas ► http://fraternitasofm.blogspot.it/ ► E-mail: rbahcic@ofm.org

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www.custodia.org

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