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Frati della Corda Notiziario della Custodia di Terra Santa

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Maggio | 2013

PAGINA 3 Mese di maggio contro il “lavoro schiavo” PAGINA 8 Fra Michael Anthony Perry è stato eletto come Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori PAGINA 16 La croce ci ridona la dignità di Figli di Dio

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Indice santa sede Mese di maggio contro il “lavoro schiavo” Il Papa incontra il presidente Sleimann

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Curia generalizia LFra Michael Anthony Perry è stato eletto come Ministro dell’Ordine dei Frati Minorio

Generale

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patriarcato latino L’AOCTS rende omaggio alla missione di P. Vasaturo Visita pastorale nella parrocchia di Gerusalemme

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Curia Custodiale Estratto dal verbale Discretorio - Extract from the minutes

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sorella morte 12-13 regione san paolo Libano - Cooperazione italiana inaugura il sentiero della Quercia Romana nella riserva naturale dei Cedri 14 Siria, la pace si allontana. Ue divisa sulla fornitura di armi ai ribelli 15

Cronaca della custodia La Croce ci ridona la dignità di Figli di Dio Omelia per la solennità dell’Invenzione della S.Croce L’Ascensione, punto di contatto tra Cielo e Terra Festa dell’Ascensione: «Anch’io vedrò il Cielo» Peregrinazione al Monte degli Ulivi Anniversario di P. Giorgio Colombini Sinfonia eucaristica: presentazione DVD Concerto

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Frati della Corda Notiziario della Custodia di Terra Santa

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PAGINA 3 Mese di maggio contro il “lavoro schiavo” PAGINA 8 Fra Michael Anthony Perry è stato eletto come Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori PAGINA 16 La croce ci ridona la dignità di Figli di Dio

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ecumenico a Porta di Giaffa A Betlemme, una bella giornata da condividere con gioia Decima edizione della Preghiera Straordinaria Pentecoste a Gerusalemme: pregustando l’unità Presentato a Milano il progetto Terra Sancta Museum 2015 Un nuovo Ministro Generale per l’Ordine dei Frati Minori Il Corpo e il Sangue di Cristo. Un dono che ci trasforma radicalmente Magificat Open Music Festa della Visitazione: «Eccomi!» La festa del Corpo di Cristo a Beirut:un antico quartiere cristiano riscopre le sue tradizioni

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varie Cremisan, una sentenza difficile Festa di san Giacomo alla comunità di Gerusalemme La comunità di Gerusalemme celebra la festa dell’Ascensione Con l’energia rinnovabile migliora la vita delle comunità palestinesi Dal lago di Como alla Terra Santa Conversazione interreligiosa sulla fine della vita Un Appello per i due Vescovi rapiti in Siria Prendersi cura degli anziani: storie di vicinanza verso gli ultimi e i malati di Betlemme Rapporto Ocse: Israele tra i Paesi membri più impoveriti d alla crisi Khalid, il giovane musulmano che racconta i mosaici delle chiese cristiane di Gerusalemme Betzdata, dove nacque Maria Enrico e lo studio della collezione ebraica Daniela fa rivivere i mosaici dell’antica Zeugma Guide israeliane alla scoperta dei reperti dei francescani È mancato Mario Bianchi, grande amico della Terra Santa

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Frati della Corda

Notiziario della Custodia di Terra Santa FRATI DELLA CORDA Notiziario della Custodia di Terra Santa Edizione n. 05 Maggio 2013 CONTATTi Segreteria Custodia di Terra Santa St. Francis 1 Jerusalem - POBOX: 186 - Israel custodia@custodia.org STAMPA Franciscan Printing Press fpp@bezeqint.net

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Santa Sede Mese di maggio contro il “lavoro schiavo” Roma, 1 maggio 2013

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uesto, prosegue Francesco, “ci richiama la dignità e l’importanza del lavoro. La Genesi narra che Dio creò l’uomo e la donna affidando loro il compito di riempire la terra. Che non significa sfruttare la terra, ma significa custodire tutti i beni della creazione, e in questo modo partecipare all’opera della creazione”. Il lavoro, sottolinea con forza il Papa, “è un elemento fondamentale per la dignità di una persona. Il lavoro, per usare un’immagine, ci unge di dignità, ci riempie di dignità, ci rende simili a Dio che ha lavorato, lavora e agisce sempre. Dà la capacità di mantenere se stessi, la propria famiglia, di contribuire alla crescita della propria nazione”. Subito dopo, l’appello: “Penso alle difficoltà che in vari Paesi incontra oggi il mondo del lavoro e dell’impresa. Penso a quanti - e non solo giovani - sono disoccupati. Molte volte a causa di una

concezione economicista della società, che cerca il profitto egoista al di fuori dei parametri della giustizia sociale”. Desidero rivolgere a tutti, prosegue ancora, “l’invito alla solidarietà, e ai responsabili della cosa pubblica l’incoraggiamento a fare ogni sforzo per dare nuovo slancio all’occupazione. Questo significa preoccuparsi per la dignità della persona, ma soprattutto vorrei dire di non perdere la speranza. Anche san Giuseppe ha avuto momenti difficili, ma non ha mai perso la fiducia e ha saputo superarli nella certezza che Dio non ci abbandona”. Le parole del Papa sono rivolte “in modo particolare” ai giovani: “Impegnatevi nel vostro dovere quotidiano: nel lavoro, nello studio, nei rapporti di amicizia, nell’aiuto verso gli altri. Il vostro avvenire dipende anche da come sapete vivere questi preziosi

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Santa Sede

anni della vita. Non abbiate paura dell’impegno, del sacrificio e non guardate con paura al futuro: mantenete viva la speranza, c’è sempre una luce all’orizzonte”. Ma nonostante questa luce, Francesco dice: “Aggiungo una parola su un’altra particolare situazione di lavoro che mi preoccupa. Mi riferisco a quello che potremmo definire come il “lavoro schiavo”, il lavoro che schiavizza. Quante persone in tutto il mondo sono vittime di questo tipo di schiavitù, in cui la persona è schiava del lavoro mentre deve essere il lavoro a offrire un servizio alle persone, perché abbiano dignità. Chiedo ai fratelli e sorelle nella fede e a tutti gli uomini e donne di buona volontà, una decisa scelta contro la tratta delle persone, all’interno della quale figura il lavoro schiavo”. Per rispondere a questa emergenza, Gesù e la testimonianza della Sua famiglia sono l’aiuto che serve all’uomo: “Nel silenzio dell’agire quotidiano, san Giuseppe e la Vergine Maria hanno un solo centro comune di attenzione: Gesù. Essi accompagnano e custodiscono con impegno e tenerezza la crescita del figlio di Dio, fatto uomo per noi, riflettendo su tutto ciò che accadeva. Nei Vangeli, san Luca sottolinea due volte l’atteggiamento di Maria, che è anche quello di san Giuseppe: custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Per ascoltare il Signore, prosegue il Papa, “bisogna imparare a contemplarLo, a percepire la Sua presenza costante nella nostra vita. Bisogna fermarsi a dialogare con Lui, darGli spazio con la preghiera. Ognuno di noi, anche voi ragazzi e ragazzi così numerosi questa mattina, dovrebbe chiedersi: “Quale spazio do al Signore? Mi fermo a dialogare con Lui?”. Fin da quando eravamo piccoli i nostri genitori ci hanno abituati a iniziare e terminare la giornata con

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una preghiera, per educarci a sentire che l’amicizia e l’amore di Dio ci accompagnano”. “Ricordiamoci di più del Signore nelle nostre giornate - riprende - in questo mese di maggio vorrei richiamare all’importanza e alla bellezza della preghiera del santo Rosario: recitando l’Ave Maria siamo condotti a contemplare i misteri di Gesù, a riflettere cioè sui momenti centrali della Sua vita, perché come per Maria e san Giuseppe Egli sia il senso dei nostri pensieri, delle nostre attenzioni, delle nostre azioni”. Sarebbe bello, conclude Francesco, “se soprattutto in questo mese di maggio si recitasse insieme in famiglia, con gli amici, in parrocchia, il santo Rosario o qualche preghiera a Gesù e alla Vergine Maria. La preghiera fatta insieme è un momento prezioso per rendere ancora più salda la vita familiare, l’amicizia. Impariamo a pregare di più in famiglia e come famiglia. Cari fratelli e sorelle, chiediamo a san Giuseppe e alla Vergine Maria che ci insegnino a essere più fedeli nei nostri impegni quotidiani. A vivere la nostra fede nell’azione di ogni giorno e a dare più spazio al Signore nella nostra vita, a fermarci per contemplare il Suo volto. Grazie”. http://www.asianews.it


Il Papa incontra il presidente Sleimann Roma, 3 maggio 2013

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articolare preoccupazione desta l’ingente numero di profughi siriani che hanno cercato rifugio in Libano e nei Paesi vicini e per i quali, come per tutta la popolazione sofferente, si è invocata una maggiore assistenza umanitaria, con il sostegno della Comunità internazionale. Il “conflitto” siriano, con la richiesta di assistenza umanitaria per i profughi, l’auspicio per una “pronta e proficua” ripresa del dialogo di pace tra israeliani e palestinesi e l’importanza del dialogo tra le diverse realtà etniche, religiose e politiche libanesi sono state al centro della visita compiuta in Vaticano dal presidente libanese Michel Sleiman, che è stato ricevuto dal Papa e ha successivamente incontrato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, insieme con il segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti. “Nel corso dei cordiali colloqui - informa una nota vaticana - si è parlato della situazione nel Paese, sottolineando l’importanza del dialogo e della collaborazione tra i membri delle diversità comunità etniche e religiose, che compongono la società e ne costituiscono la ricchezza, in favore del bene comune,

dello sviluppo e della stabilità della Nazione. A tale riguardo sono stati espressi i migliori voti per la formazione del nuovo Governo, che dovrà affrontare importanti sfide a livello nazionale e internazionale”. “Ci si è soffermati anche sulla situazione regionale, con speciale riferimento al conflitto siriano. Particolare preoccupazione desta l’ingente numero di profughi siriani che hanno cercato rifugio in Libano e nei Paesi vicini e per i quali, come per tutta la popolazione sofferente, si è invocata una maggiore assistenza umanitaria, con il sostegno della Comunità internazionale. Si è auspicata anche una pronta e proficua ripresa dei negoziati tra Israeliani e Palestinesi, sempre più necessaria per la pace e la stabilità della Regione”. “Non si è mancato, infine, di ricordare la delicata situazione dei Cristiani in tutto il Medio Oriente ed il significativo contributo che essi possono offrire alla luce dell’Esortazione Apostolica post-sinodale “Ecclesia in Medio Oriente”, che costituisce un importante punto di riferimento per le comunità cattoliche e per le società della Regione”. Estratto da: http://www.asianews.i

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Santa Sede La solidarietà di Papa Francesco al patriarca copto Tawadros II Roma, 11 maggio 2013

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apa Francesco ha espresso la sua solidarietà alla Chiesa copta ortodossa d’Egitto venerdì 10 maggio nel corso di un incontro storico con il patriarca copto d’Alessandria, papa Tawadros II. Il Santo Padre ha menzionato i forti legami che esistono tra la Chiesa cattolica e quella copta e ha reso omaggio ai martiri copti e a tutti coloro che «per generazioni e generazioni hanno reso testimonianza al Vangelo, spesso in situazioni di grande difficoltà». «Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui», ha soggiunto Bergoglio utilizzando un’espressione della prima lettera dell’apostolo san Paolo ai cristiani di Corinto. Il Papa ha poi fatto riferimento a «un ecumenismo della sofferenza» per il quale «la condivisione delle sofferenze quotidiane può divenire strumento efficace di unità». Da quelle sofferenze condivise, ha continuato il Papa, «possono germogliare, con l’aiuto di Dio, perdono, riconciliazione e pace». I cristiani d’Egitto – in prevalenza fedeli copti – hanno dovuto subire discriminazioni per secoli. La situazione non è affatto migliorata con la caduta del regime di Hosni Mubarak, all’inizio del 2011, e l’elezione, nel 2012, del presidente Mohammed Morsi esponente dei Fratelli Musulmani, movimento vicino agli ambienti islamisti da cui oggi originano nuovi attacchi rivolti ai connazionali cristiani. Solo il mese scorso gravi episodi di violenza sono avvenuti proprio intorno alla cattedrale di San Marco, al Cairo, sede del patriarca copto. Scontri che hanno coinvolto gruppi di musulmani violenti, i cristiani e le forze di sicurezza e che hanno causato alcuni morti. Sono in aumento anche gli attentati dinamitardi, le conversione forzate all’Islam e altri casi di violenze settarie. E tuttavia i riferimenti alla situazione politica egiziana durante gli incontri in Vaticano sono stati ridotti al minimo, nell’intento di non accrescere le tensioni all’interno del Paese nordafricano. Un basso profilo, a quanto sembra, volto anche ad evitare le controversie insorte due anni fa con l’Università Al-Azhar – una delle più importanti istituzioni religiose e accademiche

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dell’Islam sunnita a livello mondiale – i cui vertici reagirono con durezza alle parole di esecrazione pronunciate da Benedetto XVI dopo un attentato avvenuto l’ultima notte del 2010 .contro una chiesa di Alessandria d’Egitto Papa Francesco è solo il secondo vescovo di Roma in 1.500 anni a ricevere una visita del capo della comunità copta. Tawadros II, eletto nel novembre scorso come successore di papa Shenuda III, si è recato in Vaticano prima di tutto per sottolineare il quarantesimo anniversario dell’incontro tra il suo predecessore e papa Paolo VI, avvenuto a Roma il 10 maggio 1973. Quell’incontro portò a una Dichiarazione comune e alla ricomposizione di secoli di tensioni e conflitti tra le due Chiese, incentrate eminentemente su divergenze di ordine teologico. Nel suo indirizzo di saluto Papa Francesco ha detto che quella Dichiarazione rappresenta «una pietra miliare nel cammino ecumenico». La Commissione per il dialogo teologico che prese le mosse da quel documento, ha osservato Papa Bergoglio, «ha portato buoni risultati ed ha preparato il terreno per il più ampio dialogo tra la Chiesa cattolica e l’intera famiglia delle Chiese Ortodosse Orientali, che continua con frutto sino ad oggi». Il Santo Padre ha poi ricordato l’incontro tra il beato papa Giovanni Paolo II e papa Shenuda al Cairo nel 2000 ed espresso gratitudine a Tawadros per i gesti di carità fraterna manifestata nei confronti del nuovo patriarca copto cattolico Ibrahim Isaac Sidrak e del suo predecessore, il card. Antonios Naguib, costretto alle dimissioni, lo scorso anno, dal peggiorare delle sue condizioni di salute. Papa Francesco ha anche sottolineato l’iniziativa del patriarca copto di dar vita a un Consiglio nazionale delle Chiese con queste parole: «Sappia, Santità, che il Suo sforzo a favore della comunione tra i credenti in Cristo, così come il Suo vigile interesse per le sorti del Suo Paese e per il ruolo delle comunità cristiane all’interno della società egiziana, trovano una profonda eco nel cuore del Successore di Pietro e dell’intera comunità cattolica». Nel suo discorso rivolto a Papa Francesco durante l’udienza ufficiale, il patriarca Tawadros ha


auspicato che questa «visita di amore e fratellanza sia la prima di una lunga serie tra le nostre due grandi Chiese. Per questo propongo che il 10 maggio di ogni anno abbia luogo una celebrazione di amore fraterno tra la Chiesa cattolica e la Chiesa copta ortodossa». Tawadros si è anche augurato di poter accogliere presto Papa Francesco in Egitto. Al termine dell’incontro, Francesco e Tawadros si sono trasferiti nella cappella Redemptoris Mater per un momento di preghiera comune. In seguito la delegazione copta ha

incontrato nei loro uffici i responsabili del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e di altri dicasteri della Curia romana. Papa Tawadros ha inoltre pregato sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo. Nei prossimi giorni il patriarca copto si recherà anche a Torino e a Milano per incontrarvi le locali comunità copte. Nel capoluogo lombardo il 14 maggio è anche previsto un faccia a faccia con il cardinale Angelo Scola. www.Terrasanta.net

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Curia Generalizia

Roma, 22 maggio 2013

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r. Michael Anthony Perry è stato eletto come Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori “ad complendum sexennium”. Nato a Indianapolis (USA) nel 1954, Fr. Michael è stato Vicario Generale e Procuratore dell’Ordine. È stato Ministro provinciale della Provincia del Sacro Cuore di Gesù (USA). Ha servito la sua Provincia per la formazione teologica dei giovani frati e per quella dei postnovizi, ha lavorato nella commissione internazionale di GPIC ed è stato missionario nella Repubblica Democratica del Congo per dieci anni. È stato inoltre al servizio del Catholic Releif Services e della Conferenza di Vescovi Cattolici degli Stati Uniti. Il suo curriculum accademico include un Ph.D. in

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Antropologia Teologica, M.A in Teologia, M.Div in Formazione Sacerdotale e B.A. in Storia e Filisofia. Fr. Michael Anthony Perry succede in questo servizio a Mons. Fr. José Rodrigue Carballo, OFM. Nato il: 07.06.1954 Nato a: Indianapolis Paese di nascita: U.S.A. Noviziato: 25.06.1977 Professione temp.: 11.08.1978 Professione sol.: 10.10.1981 Ordinazione: 02.06.1984 Provincia OFM: SS. Cordis Jesu Prov. Paese: U.S.A.


Patriarcato Latino L’AOCTS rende omaggio alla missione di P. Vasaturo Gerusalemme, 20 maggio 2013

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Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa ringrazia P. Arturo Vasaturo, ofm, per la sua missione di Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie per la Terra Santa. Gli succede P. Abdo Abdo, ocd. Carissimo P. Arturo, Dopo parecchi anni di continuato, generoso e meticoloso servizio come Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie per I territori dell’Assemblea degli Ordinari Cattolici, la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ti chiede di passare il testimone ad un altro sacerdote. Per qualche quinquennio consecutivo, hai servito le missioni con amore e passione. Perciò gli Ordinari

Cattolici di Terra Santa ti sono riconoscenti almeno per due motivi: • per il bene che hai potuto fare nel sensibilizzare i nostri fedeli al problema della cattolicità della Chiesa, • nel raccogliere dei fondi che hanno assicurato la partecipazione della Terra Santa alla realizzazione di un progetto a favore di una chiesa locale nel bisogno. Ora, ti chiedo di passare le consegne a P. Abdo Abdo, ocd, nuovo Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie per la Terra Santa. Grazie, Padre, per tutto ciò che hai fatto; il Signore ti ricompensi con le sue grazie. Pietro Felet scj
Segretario generale http://www.lpj.org

Visita pastorale nella parrocchia di Gerusalemme Gerusalemme, 27-31 maggio 2013

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l Patriarca, S.B. Mons. Fouad Twal, ha iniziato lunedì una visita pastorale di quattro giorni nella parrocchia latina di Gerusalemme che comprende la chiesa di San Salvatore (Città Vecchia), la chiesa di San Giacomo a Beit Hanina, la chiesa della Palme a Bethfage e la chiesa di Beit Safafa. Lunedì tutta la parrocchia è andata a prendere Sua Beatitudine al Patriarcato. Gli scouts hanno suonato i tamburi e le cornamuse e guidato tutta la processione con grande brio. Alla testa del corteo venuto a prendere il Patriarca si trovava il parroco della parrocchia - P. Feras Hijazine, ofm - attorniato dai suoi vicari P. Simone Herro, ofm e Nerwan Al-Banna, ofm e da P. Michel Fahim che aiuta la parrocchia nelle sue attività pastorali. Da notarsi che la parrocchia conta anche il primo laico della Chiesa locale ordinato diacono permanente nel 2009, Samir Hodaly. Il numero dei fedeli cattolici latini della parrocchia si avvicina a 5 000 persone.

Immersione Conoscere la propria diocesi, toccare con mano le realtà pastorali e sociali della propria giurisdizione ecclesiale, ascoltare tutti, scambiare le idee con i sacerdoti, religiosi e religiose, gli agenti pastorali laici ed i cristiani in generale, questo è l’obiettivo principale di questa visita. Seguendo il programma previsto, il Patriarca farà il giro delle scuole, visiterà delle persone malate e qualche famiglia, in particolare una famiglia che vive ai piedi del muro di separazione. Questa sarà anche l’occasione per benedire una statua di Gesù nel quartiere cristiano di Gerusalemme, nel cuore del Muristan. P. Firas, come anche il Mukhtar della parrocchia (responsabile dei laici della parrocchia), ha dichiarato al Patriarca in un discorso di benvenuto che “la parrocchia è felice della Sua visita, di pregare con Lei e di conoscersi meglio”. Di fatto, una visita pastorale è un atto importante nella missione del capo della diocesi. È

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Patriarcato Latino

una sorta di “immersione” nella realtà del territorio di una parrocchia che alla fine porta al resoconto delle diverse attività svolte dalla parrocchia con il punto chiave di alcune statistiche (numero dei battesimi e dei funerali per anno, numero degli allievi delle scuole, statistiche della popolazione emigrante, ...). Lunedì la visita pastorale è iniziata con la recita del rosario, seguita dalla liturgia della Parola. Al termine il Patriarca ha spiegato ai parrocchiani nella sua omelia (guarda il video in arabo) il “perché” della sua visita. Egli vuole confortare e incoraggiare tutti coloro che formano la Chiesa del Calvario. Anche per questa ragione questa visita pastorale prevede degli scambi cordiali e dei tempi di preghiera in comune per sostenersi vicendevolmente. Ricordando i bei momenti della messa d’installazione del nuovo Papa

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Francesco e la sua visita al Vaticano con i suoi vicari episcopali, S.B. Mons. Fouad Twal ha ricordato che il Papa è stato più volte invitato a venire in Terra Santa e che la Terra Santa è presente nelle sue preghiere. Felice di trovarsi tra i parrocchiani di gerusalemme, il Patriarca ha sottolineato il ruolo che questa parrocchia aveva nel dare l’esempio della buona convivenza e dell’accoglienza dei pellegrini. In conclusione, il Patriarca ha affidato alla Vergine Maria questa visita pastorale. Venerdì 31 maggio - ultimo giorno del mese consacrato a Maria - il Patriarca parteciperà alla tradizionale processione che ogni anno si svolge nel quartiere cristiano di Gerusalemme. Christophe Lafontaine http://it.lpj.org


Curia Custodiale Estratto dal verbale Discretorio

Extract from the minutes May 30, 2013

30 Maggio

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L’Economo ha presentato il bilancio amministrativo del triennio e dell’anno 2012. Il Discretorio, dopo opportuna discussione, ha approvato entrambi i bilanci.

The Economo presented the budget of the three-year period and of the year 2012. The Discretorium, after appropriate discussion, approved both budgets.

ispondendo alla richiesta dell’Autorità Palestinese il Discretorio ha nominato fra Stéphane Milovitch esperto liaison con l’Autorità Palestinese, con conoscenza tecnico-amministrativa del complesso, per accompagnare il processo di restauro della Basilica della Natività a Betlemme.

esponding to the request of the Palestinian Authority, the Discretorium has appointed Stéphane MILOVITCH liaison with the Palestinian Authority, having technical and administrative knowledge of the Nativity complex, in order to accompany the process of restoration of the Basilica of the Nativity in Bethlehem.

Il Custode ha riferito ha aggiornata sulla situazione della Colletta del Venerdì Santo e il rapporto economico con la Congregazione per le Chiese Orientali.

The Custos has presented a report on the current situation of the Good Friday Collection and the economic relationship with the Congregation for the Oriental Churches.

Si è discussa la possibilità di acquistare una proprietà a Latakiah in Siria per la comunità cristiana, su richiesta del parroco, in seguito all’allontanamento fisico della comunità parrocchiale.

The Discretorium discussed the possibility of buying a property in Latakiah for the Christian community in Syria, at the request of the parish priest, following the physical displacement of the parish community.

Il Visitatore Generale, fra Renato Beretta, Fra Piotr Blajer, Segretario del Capitolo, ha presentato l’andamento dei lavori in preparazione del Capitolo Custodiale 2013 (1-13 luglio). L’apertura del Capitolo si farà al Getsemani e la chiusura al Santo Sepolcro.

The Visitor General, Renato Beretta, Fra Piotr Blajer, Chapter Secretary, presented the progress of work in preparation for the Custodial Chapter 2013 (1-13 July). The opening of the Chapter will be at Gethsemane and the closing of the Holy Sepulchre.

Fra Noel Muscat, ofm Pro-Segretario di Terra Santa

Brother Noel Muscat, OFM Pro-Secretary of the Holy Land

Comunicazioni della Segreteria Custodiale Mercoledì 15 Maggio 2013, nel Convento di San Giovanni in Montana ad Ain Karem, il Padre Custode, Pierbattista Pizzaballa ha ricevuto nel postulato: Don Dariusz Jaros (Polonia) Marlon Trinidad Méndez Pavón (Nicaragua)

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Sorella Morte CUSTODIA TERRÆ SANCTÆ IERUSALEM fra Simone (Dario) ARNALDI OFM Pieve di Teco (Imperia) 7 settembre 1917 † Gerusalemme 8 maggio 2013 Sacratissimo Cuore della Beata Maria Vergine – Ligure (Italia)

Fratelli carissimi, Fra Simone è tornato alla Casa del Padre. Fr. Simone ha trascorso la sua laboriosissima vita pressoché integralmente in terra di Missione. Partito per la Cina all’età di 22 anni, quand’era ancora studente di Teologia, venne ordinato sacerdote e Pechino nel 1942, e rimase missionario nella Missione di Heng-Yang fino al 1950, quando venne espulso dall’avvento del comunismo. Verso il termine dei suoi studi teologici in Cina, la sua ordinazione sacerdotale stava per essere rimandata, a causa del pericolo della guerra civile, che già incombeva. Fu il Beato Gabriele Allegra (a quel tempo vice-maestro del seminario di Heng Yang) che con determinazione portò in treno fra Simone a Pechino dove il Beato Allegra trovò un vescovo che lo ordinò subito sacerdote, nel mezzo della notte. Padre Simone ha sempre ricordato il Beato Allegra per la sua determinazione che gli permise di essere ordinato sacerdote. Tornato in Italia per breve tempo, riprese la via dell’Oriente, e si recò a prestare servizio pastorale e caritativo in Corea, dove fondò un grande lebbrosario a San-Chong e altre istituzioni caritative, come una “Città dei ragazzi”. Altro periodo molto fecondo di servizio caritativo lo passò in Burundi, a Kayongozi, dall’84 al 98, dove fondò un piccolo villaggio per lebbrosi e orfani che è tuttora in piena espansione. Nel 1999 Fr. Simone tornò in Liguria nella sua Provincia del Cuore Immacolato di Maria; presto fu ripreso dal desiderio di varcare ancora una volta il mare. Chiese ed ottenne di vivere nella Custodia di Terra Santa, dove arrivò il 15 agosto 1999. È vissuto nelle fraternità di San Salvatore, di Betlemme, dedicandosi a un’intensa vita di preghiera e all’ascolto delle confessioni. Nell’aprile del 2009 il P. Custode lo assegnava all’Infermeria di San Salvatore; e così gli scriveva; “Vorrei anche che tu considerassi che, con questo, non termina il tuo impegno di servire la Custodia di Terra Santa: abbiamo bisogno di preghiera, e dell’offerta serena al Signore di ogni impedimento fisico, e della stessa sofferenza: sai meglio di me quanto tutto questo valga come il lavoro, o un compito specifico, o un incarico ufficiale. E sappiamo di poter contare su di te, perché davvero la tua obbedienza, la tua fedeltà alla Custodia, il tuo grande amore per la Terra Santa, sono un esempio per tutti”. Siamo grati al Signore e alla Provincia del Cuore Immacolato di Maria per il dono di Fr. Simone. Aveva 95 anni di età, 77 di professione e 71 di sacerdozio e 13 di servizio. Gli convengono in suffragio l’applicazione di 3 sante messe per ogni sacerdote. Gli altri religiosi partecipino a 3 sante messe e facciano 3 Via Crucis. In ogni fraternità una santa messa sia celebrata in comune. Ricordiamo con sollecitudine questo fratello nella nostra preghiera, affinché possa risplendere in lui la gioiosa misericordia del Padre. San Salvatore, 8 maggio 2013 fra Noel MUSCAT OFM Pro-Segretario di Terra Santa

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CUSTODIA TERRÆ SANCTÆ IERUSALEM fra Simone (Dario) ARNALDI OFM Pieve di Teco (Imperia) 7 settembre 1917 † Jerusalem 8 maggio 2013 Sacred Heart of the Blessed Virgin Mary – Ligure (Italy)

Dear Friars, Fra Simone has returned to his Father’s house. Fra Simone spent his laborious life almost entirely in the Missions. He left for China at the age of 22, while still a student of theology, and was ordained a priest in Beijing in 1942; He was a missionary in Heng-Yang until 1950, at which time he was expelled with the advent of communism. While a seminarian in China, Bro Simone's ordination was threatened with delay because of the civil war. It was Blessed Gabriele Allegra (vice-maestro of the seminary in Heng Yang) who decisively brought Bro Simone by train in the night to escape to Beijing where Allegra got the bishop to ordain Bro Simone in the chapel late in the night. Simone has always remembered Allegra for this brave and decisive act which made him a priest. He returned to Italy for a short time, but again took the road going East, engaging in pastoral and charitable service in Korea, where he founded a large leper colony in SanChong and other charitable institutions, including a “Boys’ Town”. From 1984 to 1998, he passed another fruitful period of charitable service in Kayongozi, Burundi, where he founded a small village for lepers and orphans, which continues to grow to this day. In 1999, Fra Simone returned to his home Province in Liguria, the Province of the Sacred Heart of Mary, but was soon taken up by the desire to once again cross the sea. He asked and obtained permission to live in the Custody of the Holy Land, where he arrived in August 15, 1999. He lived in the fraternity of Saint Saviour, and in Bethlehem, engaging in an intense life of prayer and hearing confessions. In April 2009, the Custos assigned him to the infirmary of Saint Saviour, writing him: “I want you to also consider that this does not end your commitment to serve the Custody of the Holy Land; we need prayer, and for you to offer serenely to the Lord your physical impediment, as well as your suffering. You know better than I how much this counts as a job, or a specific task, or an official position. And we know that we can count on you, because in your willing obedience, your faithfulness to the Custody, your great love for the Holy Land, you are an example to all.” We are grateful to the Lord and to the Province of the Immaculate Heart of Mary for the gift of Fra Simone. Fra Simone was 95 years of age, 77 years professed, 71 years ordained and 13 years in service. It is prescribed that each priest offers 3 Masses for the deceased. The other friars will participate in three Masses and pray 3 Way of the Cross. A Mass will be celebrated in common in each fraternal house. We remember this brother with solicitude in our prayers so that he may shine forth in the joyous mercy of the Father. St. Saviour, May 8, 2013 fra Noel MUSCAT OFM Pro Secretary of the Holy Land

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Regione San Paolo Libano - Cooperazione italiana inaugura il sentiero della Quercia Romana nella riserva naturale dei Cedri 29 Maggio 2013

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a Cooperazione italiana in Libano mette a segno un nuovo progetto a favore della popolazione locale inaugurando il sentiero della Quercia Romana all’interno della riserva naturale dei Cedri dello Shuf, nella regione della Bekaa. L’iniziativa rientra in un più vasto intervento finanziato e realizzato dalla Cooperazione italiana per un valore di 135mila euro, con l’obiettivo di coinvolgere direttamente nella gestione della riserva le municipalità della zona, dove resistono ancora forte sacche di povertà.

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Turismo ecosostenibile e valorizzazione del patrimonio culturale Con la realizzazione del nuovo sentiero, il progetto punta a incrementare il numero dei visitatori, dai 68.000 registrati nel 2011, migliorare la qualità dei servizi offerti, promuovere il turismo eco-sostenibile e valorizzare il patrimonio culturale e locale tramite la promozione dei prodotti locali e l’incremento degli introiti economici a beneficio delle comunità limitrofe. http://www.esteri.it


Siria, la pace si allontana. Ue divisa sulla fornitura di armi ai ribelli Gerusalemme, 29 Maggio 2013

R

evocato l’embargo sulle armi ai ribelli siriani da parte dei 27 Paesi membri. Ciascun Paese potrà decidere autonomamente se sostenere o meno gli oppositori al regime di Assad. La decisione lascia tutti scontenti. Mosca da sempre alleata di Damasco, risponde annunciando la fornitura di missili terra-aria al presidente Assad. Israele avverte: “sapremo cosa fare”. E la Coalizione delle opposizioni la giudica una decisione tardiva e insufficiente La decisione dell’Unione europea di non rinnovare l’embargo sulle armi agli insorti siriani in scadenza il primo giugno e di lasciare ai singoli Stati la scelta se fornire o meno armamenti – comunque non prima di agosto - suscita il giorno dopo reazioni contrastanti. Se infatti Londra e Washington cantano vittoria, la Coalizione delle opposizioni teme sia ‘’un passo insufficiente, che arriva troppo tardi’’. Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov la definisce una decisione ‘’illegalÈ’, che mina l’organizzazione della nuova conferenza internazionale, mentre il regime di Assad la bolla come un altro ‘’ostacolo alla pacÈ’.

Il compromesso trovato la scorsa notte inoltre - che non impegna l’Europa a una linea comune lasciando appunto campo libero all’iniziativa dei singoli provoca scetticismo anche in seno all’Unione stessa. ‘’Non è stato un momento glorioso per l’Europà’, ha commentato il capo della Farnesina, Emma Bonino, lamentando una mancanza di ‘’senso di responsabilità comune europeo’’ e preannunciando che comunque proporrà al governo di non procedere alla fornitura di armi. Crescono intanto i timori di un allargamento del conflitto all’intera regione. Salem Idriss, uno dei capi militari del fronte anti-regime, ha affermato in un’intervista alla tv Al Arabiya che se le milizie sciite libanesi di Hezbollah non cesseranno entro 24 ore il loro intervento al fianco delle truppe lealiste, in particolare nella battaglia di Qusayr, i ribelli ‘’li inseguiranno, anche all’inferno’’. Quindi anche in Libano, dove tre soldati dell’esercito di Beirut sono stati uccisi in un agguato di un commando armato ad Arsal, vicino alla frontiera con la Siria. http://www.grr.rai.it

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Cronaca Custodiale della Custodia La Croce ci ridona la dignità di Figli di Dio Gerusalemme, 7 maggio 2013

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ella Basilica del Santo Sepolcro, nel luogo in cui Sant’Elena ritrovò la Croce di Cristo, si fa memoria come ogni anni di quell’avvenimento richiamati a testimoniare, sempre, la misura dell’Amore di Dio Poco lontano dal Calvario, nella Basilica del Santo Sepolcro, una lunga scalinata conduce al luogo del ritrovamento della Croce, passando attraverso la cappella appartenente agli Armeni e dedicata a Sant’Elena. Da qui passa anche la processione dei francescani della Custodia di Terra Santa che ogni anno celebrano nel luogo di questo avvenimento, la solennità dell’Inventio Crucis, il ritrovamento della Croce. È in questa grotta, un’antica cisterna di epoca romana

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che, secondo la narrazione di Eusebio, la croce di Cristo venne ritrovata nel IV secolo da Elena, madre dell’Imperatore Costantino “Donna incomparabile per fede, sincerità di religione e singolare magnificenza”, così la descrive San Rufino che racconta come il riconoscimento della Vera Croce avvenne per mezzo del miracoloso risanamento di una nobildonna in fin di vita. Mentre i venditori del souk aprivano i battenti dei loro negozi nella Città Vecchia e la Basilica accoglieva già numerosi pellegrini, i Francescani della Custodia si sono recati al Santo Sepolcro per celebrare la festa dell’Invenzione della S. Croce. La maggioranza erano slavi venuti per vivere l’Ottava


di Pasqua a Gerusalemme. Sabato scorso, infatti, le Chiese Ortodosse hanno festeggiato la più simbolica delle loro celebrazioni pasquali: il Fuoco Sacro. La Pasqua ortodossa è stata celebrata quest’anno con cinque settimane di differenza rispetto alle Chiese cattolica e protestante; dovuto al modo diverso di calcolare la data di questa festività.

 Ritornata al Santo Sepolcro, una relativa calma, la celebrazione della festa dell’Invenzione della S. Croce, celebrata dai Frati della Custodia nella cripta di Sant’Elena, luogo in cui fu ritrovata, si è svolta con grande raccoglimento.


La data per la festa dell’Invenzione della Croce è stata scelta perché fu proprio nel lontano 7 maggio 351 che « una croce luminosa gigantesca apparve nel cielo, sopra il santo Golgota, estendendosi fino al monte degli Olivi » (lettera di san Cirillo di Gerusalemme all’imperatore Costanzo, 351), come testimonia un affresco nella cappella armena. Questa festa, della Chiesa cattolica di rito latino, è oramai commemorata solo a Gerusalemme. Poiché la cripta di Sant’Elena, non è abbastanza grande da contenere l’assemblea di fedeli locali e pellegrini di passaggio che desiderano unirsi alla celebrazione, molte persone hanno sostato sulle scale e nella cappella armena della S. Croce. 



Non tutti hanno potuto ascoltare la bella omelia del Custode che ha presieduto la celebrazione. Un’omelia, nella quale Fra Pierbattista Pizzaballa ha rinnovato la visione non solo della Croce, ma anche dell’obbedienza.



Ricordando che la Chiesa festeggia quest’anno il 1700°anniversario dell’Editto di Costantino, o Editto di Milano che, autorizzando il culto cristiano nell’impero romano, aprì la strada

alla costruzione della basilica della Resurrezione, il Custode ha scelto di meditare sull’epistola ai Filippesi (Fil 2,5-11). Gesù è presentato come il nuovo Adamo. Ma, mentre Adamo ha perso la condizione di figlio di Dio a causa del peccato, Gesù l’ha restaurata per noi, tramite la sua obbedienza.
Un’obbedienza che rende liberi, che libera dal desiderio di potere che genera violenza e ingiustizia. Una tale obbedienza, segno di fedeltà e di fede, prova dell’amore incondizionato di Dio, fa entrare chiunque la imita in una nuova relazione con il Padre e apre la porta a un nuovo dinamismo di vita. 


La festività, iniziata la vigilia con i primi vespri della festa nel corso della processione quotidiana, ha riunito i frati per l’ufficio delle letture di mezzanotte; concludendosi con tre giri di processione intorno alla Tomba vuota del Signore. Il Custode ha portato la reliquia della vera Croce per essere venerata dai fedeli. www.custodia.org www.fmc-terrasanta.org

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Cronaca Custodiale della Custodia OmeliaOmelia per laper solennità la solennità dell’Invenzione dell’Invenzione della Sdella . Croce S.Croce Omelia per la solennità Gerusalemme, 7 maggio 2013 dell’Invenzione della S. Croce Gerusalemme, 7 maggio 2013

Num. 21: 4 – 9 Ps 95 21: 4 – 9 Num. Phil 2: 5 – 11 Ps 95 Giov 3:513 – 17 Phil 2: – 11

Gerusalemme, 7 maggio 2013

Giov 3: 13 – 17 Anche quest’anno siamo invitati a fermarci qui, al Sepolcro, per riflettere insieme, pregarequest’anno e piegare lesiamo ginocchia davanti a quelqui, pezzettino di legno, che la Tradizione Anche invitati a fermarci al Sepolcro, per riflettere insieme, vuole che sia un resto di quel legno che è stato testimone di la amore di Dio pregare e piegare le ginocchia davanti a quel pezzettino di dell’atto legno, che Tradizione per tutta la creazione, croce diche Cristo, alla quale rivolgiamo il nostro vuole che sia un resto di la quel legno è stato testimone dell’atto dioggi amore di Dio sguardo. In questo atto di riverenza non vi è nulla di idolatrico o di esagerato: nelper tutta la creazione, la croce di Cristo, alla quale rivolgiamo oggi il nostro la croce di Cristo, infatti, c’è tutto ciò in cui crediamo. sguardo. In questo atto di riverenza non vi è nulla di idolatrico o di esagerato: nella croce di Cristo, infatti, c’è tutto ciò in cui crediamo. Quest’anno celebriamo anche il 1700 anniversario dell’editto di Costantino, che ha segnato la storia dell’Oriente e dell’Occidente, che ha marcato l’inizio della Quest’anno celebriamo anche il 1700 anniversarioe dell’editto di Costantino, che costruzione di questa basilica, come abbiamo ascoltato questa notte, propriodella qui ha segnato la storia dell’Oriente e dell’Occidente, e che ha marcato l’inizio a Gerusalemme, dove ci troviamo oggi e proprio a causa del ritrovamento dei resti costruzione di questa basilica, come abbiamo ascoltato questa notte, proprio qui di quella croce. Vidove è uncilegame chiaro l’Edittoadell’Imperatore di 1700 anni fa e a Gerusalemme, troviamo oggi tra e proprio causa del ritrovamento dei resti la quella celebrazione di èoggi: entrambe segnano l’iniziodell’Imperatore del culto pubblico dei anni cristiani di croce. Vi un legame chiaro tra l’Editto di 1700 fa e nelcelebrazione mondo e in di Terra Santa, con lasegnano costruzione della dell’Anastasis. Ed è la oggi: entrambe l’inizio delBasilica culto pubblico dei cristiani giusto che sia il ritrovamento della croce siaBasilica anche il riferimento per nel mondo e incosì, Terrache Santa, con la costruzione della dell’Anastasis. Edla è decisione di erigere la Basilica nel Luogo dove ci troviamo. Nella croce, infatti, noi giusto che sia così, che il ritrovamento della croce sia anche il riferimento per la ci ritroviamo; essa èlalaBasilica misuranel dell’amore con ci il troviamo. quale Dio Nella ci ha croce, amati.infatti, Amorenoi di decisione di erigere Luogo dove cui siamo testimoni fino ad oggi. Nel tempo, essere testimoni di quell’amore e porci ritroviamo; essa è la misura dell’amore con il quale Dio ci ha amati. Amore di taresiamo pubblicamente quelad segno, proprio in Terra è diventato cui testimoni fino oggi. la Nelcroce, tempo, esserequi testimoni di Santa, quell’amore e pormeno scontato e facile. Il simbolo della croce, in questa terra e, come vediamo dai tare pubblicamente quel segno, la croce, proprio qui in Terra Santa, è diventato media quasi ogni giorno, anche in tante altre parti del mondo, non è amato e acmeno scontato e facile. Il simbolo della croce, in questa terra e, come vediamo dai colto da tuttiogni e spesso è oggetto di tante rifiutoaltre categorico. l’amore di ècui la croce è media quasi giorno, anche in parti delMa mondo, non amato e acla misura, nessuno ci può impedire di testimoniarlo. E questo è quanto colto da tutti e spesso è oggetto di rifiuto categorico. Ma l’amore di cui lacelebriacroce è momisura, oggi, qui, nellaci grotta del ritrovamento della E Croce di èCristo: trionfo la nessuno può impedire di testimoniarlo. questo quanto ilcelebriadell’amore di Dio. mo oggi, qui, nella grotta del ritrovamento della Croce di Cristo: il trionfo dell’amore di Dio. Dopo avere passato in rassegna un po’ tutte le letture, negli anni passati e anche le letture abbiamo ascoltatounquesta notte, rimanenegli da contemplare brano Dopo avereche passato in rassegna po’ tutte le letture, anni passati ile anche della lettera ai Filippesi, ascoltato nella seconda lettura. È il bellissimo inno crile letture che abbiamo ascoltato questa notte, rimane da contemplare il brano stologico che cantiamo nei vespri settimanalmente e che conosciamo a memoria. della lettera ai Filippesi, ascoltato nella seconda lettura. È il bellissimo inno criForse proprio per questo prestiamo attenzione ealla profondità. La teolostologico che cantiamo neinon vespri settimanalmente chesua conosciamo a memoria. gia lo prende in considerazione come fondamento per argomentazioni teologiche Forse proprio per questo non prestiamo attenzione alla sua profondità. La teoloimportanti: il Verbo preesistente,come le suefondamento due nature per e l’incarnazione. gia lo prende in considerazione argomentazioni teologiche importanti: il Verbo preesistente, le sue due nature e l’incarnazione. Ma noi non vogliamo qui in questa sede fare speculazioni teologiche, bensì ascoltare il brano biblico con Nell’inno, infatti, è possibile vedere la ascolfigura Ma noi non vogliamo qui semplicità. in questa sede fare speculazioni teologiche, bensì di Gesù sullo biblico sfondo con di quella di Adamo. Gesù qui (come altrove nel NT) èlapresentare il brano semplicità. Nell’inno, infatti, è possibile vedere figura1 tato come nuovo Adamo. Questi fu creato a immagine e somiglianza di Dio, ma 1 cedendo alla tentazione di Satana, volle farsi come Dio e, nella disobbedienza, perse la dignità ricevuta, e con lui tutta la creazione.

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Il Nuovo Adamo, Cristo, che viene presentato in questo inno, invece, fa esattamente il contrario. Egli era non solo a immagine e somiglianza di Dio, ma era “in forma di Dio”, eppure non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente. Svuotò se stesso, prese forma di servo, divenendo simile agli uomini. L’obbedienza di Gesù è arrivata fino alla morte, e, non una morte qualunque, ma quella dei peggiori, morte di croce. La croce, in definitiva, testimonia l’obbedienza e la fedeltà assoluta di Gesù al Padre. Svuotando se stesso, in quell’obbedienza, Gesù annulla, rende vuota la disobbedienza del primo Adamo. Maggio 2013 L’uomo, si dice nell’inno, era in forma di servo, perché il vecchio Adamo con la disobbedienza aveva negato la sua figliolanza con Dio. L’obbedienza di Gesù sulla


di Gesù sullo sfondo di quella di Adamo. Gesù qui (come altrove nel NT) è presentato come nuovo Adamo. Questi fu creato a immagine e somiglianza di Dio, ma cedendo alla tentazione di Satana, volle farsi come Dio e, nella disobbedienza, perse la dignità ricevuta, e con lui tutta la creazione. Il Nuovo Adamo, Cristo, che viene presentato in questo inno, invece, fa esattamente il contrario. Egli era non solo a immagine e somiglianza di Dio, ma era “in forma di Dio”, eppure non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente. Svuotò se stesso, prese forma di servo, divenendo simile agli uomini. L’obbedienza di Gesù è arrivata fino alla morte, e, non una morte qualunque, ma quella dei peggiori, morte di croce. La croce, in definitiva, testimonia l’obbedienza e la fedeltà assoluta di Gesù al Padre. Svuotando se stesso, in quell’obbedienza, Gesù annulla, rende vuota la disobbedienza del primo Adamo. L’uomo, si dice nell’inno, era in forma di servo, perché il vecchio Adamo con la disobbedienza aveva negato la sua figliolanza con Dio. L’obbedienza di Gesù sulla croce, ha restituito all’uomo la forma di figlio. Quell’obbedienza, in definitiva, ci ha consegnato una relazione nuova con il Padre. La tradizione lega la figura di Gesù sulla croce anche a quella di Isacco sul Monte Moria. Quando andremo sul Monte Calvario, tra poco, vedremo che una delle immagini è proprio quella del legamento di Isacco. Anche in quel caso l’obbedienza di Abramo è totale e tramite quell’obbedienza Abramo ritrova in maniera nuova la sua relazione con Dio. Non è più un’obbedienza in prospettiva di una ricompensa, ma un’obbedienza totalmente libera da funzioni e/o attese. Per questo (dιὸ καὶ), per quest’obbedienza (torniamo all’inno), Egli è stato poi innalzato ed è divenuto Kurios, Signore, al quale tutta la creazione è sottomessa. Obbedienza diventa insomma sinonimo di libertà. Non vi è più nulla che si frappone tra me e Dio. Nella croce, Gesù ha cancellato tutto: sete di potere e desiderio di farsi come Dio, ogni forma di menzogna e tutto il resto, non hanno più potere. Ma anche le attese legittime, i desideri sinceri, i progetti e le prospettive che cerchiamo di costruirci, tutto viene tolto. Non c’è più nulla. Rimane solo la relazione con Dio. La croce è tutto questo. Portare la croce non significa solo accogliere la sofferenza, ma entrare in un nuovo modo di relazionarsi con il Padre, che è quello di colui che è disposto, anzi vuole rinunciare a tutto, svuotarsi – come Cristo – per accogliere la relazione rinnovata con il Padre, che ci riempie di vita nuova. La croce ci dice che, se siamo nuova creazione in Cristo e abbiamo assunto dunque la Sua croce, le nostre relazioni, non possono più essere improntate sulla falsariga del vecchio Adamo, cioè nella ricerca della gloria e del potere, del desiderio di farci come Dio o peggio, di non avere bisogno di Lui. La croce ci dice che di tutto possiamo fare a meno, anche della vita, tranne che di Lui e in Lui ritrovare tutto: se stessi, il mondo e la creazione rinnovata, relazioni nuove, libere e piene. È il dinamismo del cristianesimo che Gesù ha inaugurato sulla croce: perdere significa guadagnare, nel consegnare totalmente la vita, la ritroviamo rinnovata.2 Nell’obbedienza otteniamo la libertà, ma non come la da il mondo (che al contrario considera l’obbedienza una negazione della libertà!), ma come ce l’ha consegnata Lui per primo, proprio dalla croce. La croce è segno dell’umanità redenta, di cui siamo testimoni e spero veri annunciatori: la violenza, le ingiustizie e i soprusi che sono conseguenza del desiderio di potere e che non raramente si annidano nelle nostre comunità, come pure al di fuori di essa; come anche nella nostra Terra, martoriata e ferita, lacerata e divisa; in tutto ciò noi cristiani, con le relazioni nuove, toccate e bagnate dal sangue della croce di Cristo, vogliamo dire con la vita che tutto questo è passato e appartiene al vecchio Adamo. Tutto questo non ci coinvolge più. Non siamo più figli della disobbedienza e del desiderio di farci come Dio, della ricerca del potere. Siamo figli dell’obbedienza, desiderosi di vivere semplicemente della vita di Dio e di confessare che “Gesù Cristo è il Signore a gloria di Dio Padre” (Fil 2, 11). Amen.

Fra Pierbattista Pizzaballa, ofm - Custode di Terra Santa

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Cronaca Custodiale della Custodia L’Ascensione, punto di contatto tra Cielo e Terra Gerusalemme, 7 maggio 2013

I

n veglia per l’Ascensione, sulla cima del Monte degli Ulivi le tende preparate dai francescani accolgono fedeli e pellegrini intorno alla pietra da cui Gesù salì al Padre. Dal Santo Sepolcro, invece, le immagini di una celebrazione molto sentita, quella in cui si fa memoria – nel luogo che lo ricorda – del ritrovamento della Croce.

Festa dell’Ascensione: «Anch’io vedrò il Cielo» Gerusalemme, 8 maggio 2013

È

nell’intimità, che i francescani di Gerusalemme, hanno iniziato le celebrazioni per l’Ascensione del Signore sul Monte degli Olivi, alla presenza di un piccolo gruppo di religiose della Città Santa.
Bisogna dire che alla vigilia della festa, le manifestazioni organizzate in occasione del Yom HaYerushalaïm, il Giorno di Gerusalemme, con molte strade chiuse e i conseguenti ingorghi in quelle ancora aperte al traffico, potevano dissuadere tanti che a piedi non sarebbero saliti in cima del Monte.
I Frati, prima chiudessero l’accesso alla Città Vecchia, sono riusciti ad arrivare fin qui, in autobus, per accogliere il Vicario custodiale Artemio Vìtores, al momento della sua entrata solenne nel luogo dell’Ascensione che, dal tempo delle crociate a oggi, è proprietà del Waqf (autorità religiosa musulmana).
Dopo i vespri, seguiti più tardi dalla compieta, la maggioranza dei frati è rientrata al Convento di San Salvatore, a Porta Nuova; ma, uno strascico di manifestanti di Yom HaYerushalaïm aveva causato disordini presso la Porta di Damasco, non lontano dalla stazione degli autobus, costringendo i frati a scendere giusto in quella zona, per poi trovare chiuso l’accesso alla Città Vecchia . 
Rispettosa degli ordini ricevuti e, certamente, non riconoscendo gli abiti religiosi, la polizia non si è lasciata piegare tanto facilmente, finché ha permesso ai frati di entrare in città. 
L’episodio era già dimenticato, quando gli stessi frati si sono nuovamente recati, questa volta di notte, alle 23:00, al luogo dell’Ascensione

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per l’ufficio delle letture. Terminato l’ufficio, cui si erano uniti alcuni pellegrini e religiosi residenti a Gerusalemme, sono iniziate le celebrazioni delle sante messe. Infatti, secondo la tradizione, la notte tra il mercoledì e il giovedì dell’Ascensione, i cattolici possono celebrare l’Eucaristia nella cappella, in cui durante tutto il resto dell’anno è vietato il culto. È un diritto che i Francescani hanno ottenuto presso le autorità ottomane, come ha ricordato Fra Artemio nella sua omelia (leggi il testo in formato PDF).
Da mezzanotte alle 7:30 del mattino, ogni mezz’ora è stata celebrata una messa, i gruppi si sono succeduti sia nella cappella, sia sui due altari portatili installati attorno all’edicola. Tedeschi, indiani, italiani hanno iniziato la preghiera, come sentinelle sulla città. Al primo gruppo si sono poi uniti i cristiani di Nazareth, sempre fedeli a questa celebrazione, accompagnati dal loro pastore, fra Jack Karam, ofm.
L’ultima di queste brevi messe, celebrate nella cappella, è stata quella del Nunzio apostolico. Al termine i fedeli presenti hanno potuto pregare intorno alla roccia che segna, secondo la tradizione, l’ascesa di Gesù

verso il Cielo. 
All’esterno invece, prima della messa solenne del giorno, il parroco di Gerusalemme, Feras Hejazin, ha celebrato per i fedeli della Parrocchia.
Il Vicario custodiale, alla presenza di un centinaio di persone, oltre i frati, ha presieduto la Messa solenne delle 9:30. Nella sua omelia, Fra Artemio ha insistito sulla promessa di vita eterna, professata nel Credo, che la festa dell’Ascensione apre a tutti noi. Poiché il Cristo è salito in Cielo, « anche noi vedremo il Cielo se mettiamo i nostri passi in quelli di Gesù, Lui che è la via, la verità e la vita». Egli ha promesso ai suoi discepoli: «ritornerò e vi prenderò con me affinché dove sono io siate anche voi» (Gv 14,3). Fra Artemio ha incoraggiato l’assemblea a ritornare a Gerusalemme come testimoni di Cristo.
All’uscita della Messa, i fedeli hanno potuto venerare, per un’ultima volta, il luogo dell’Ascensione. Poi, senza più rivolgere lo sguardo al Cielo, ciascuno è ritornato verso Gerusalemme, in attesa della prossima festa, la Pentecoste, che concluderà il Tempo pasquale. www.custodia.org

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Cronaca Custodiale della Custodia Peregrinazione al Monte degli Ulivi PEREGRINAZIONE AL MONTE DEGLI ULIVI Solennità dell’Ascensione del Signore

Solennità dell’Ascensione del Signore

Gerusalemme, 9 maggio 2013 09 Maggio 2013 Fratelli e sorelle:

La presenza di Cristo in mezzo a noi è costituita da 4 avvenimenti o misteri: Incarnazione, Morte, Risurrezione, e Ascensione. Abbiamo celebrato i primi tre. Oggi, sulla cima del Monte degli Ulivi, celebriamo l’Ascensione del Signore. Acclamiamo con San Gerolamo: “Beato chi porta nella sua anima la Croce, la Risurrezione, il luogo della Nascita e dell’Ascensione di Cristo!”. L’Ascensione del Signore è il suo ritorno al Padre. E’ una festa di gioia per noi. Il Verbo di Dio è salito al cielo con la sua umanità, che è anche la nostra! L’Ascensione di Gesù è la sua vittoria, ma è anche la prova sicura della nostra vittoria. Il luogo dell’Ascensione

Siamo oggi sulla cima del Monte degli Ulivi per accompagnare Gesù nella sua Ascensione al cielo “quaranta giorni” dopo la Risurrezione (cf. At 1,3). Era qui? Marco dice soltanto che “il Signore fu elevato al cielo” (Mc 16,19). Luca aggiunge che era “fuori della città, verso Betania” (Lc 24,50); e dice ancora che gli “Apostoli, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia” (Lc 24,51-52). Il ritorno fu “dal monte degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato” (Atti 1,12). All’incirca un chilometro. Non siamo i primi a celebrare la solennità dell’Ascensione. Molti altri cristiani ci hanno preceduto. Alla fine del IV secolo, grazie alla generosità di Pomenia, una rica patrizia di Costantinopoli, peregrina in Terra Santa, si costruisce la Chiesa dell’Ascensione, o chiamata anche “sulla cima” (“Imbomom”) del Monte degli Ulivi. Così lo attesta il vescovo Eucherio nel 440. I resti che vediamo sono del tempo dei crociati: un’edicola senza tetto circondata da una chiesa ottagonale con portici. Il Luogo Santo dell’Ascensione fu trasformato in moschea, ma poteva essere visitato come luogo cristiano, dopo aver pagato. Soltanto si poteva celebrare l’Eucaristia il giorno dell’Ascensione. Il Luogo fu ristaurato dai musulmani nel 1617, ma facendolo pagare ai francescani, come sempre. Il Sultano Mahmoud II, col firmano del 1837, rinnovò ai francescani il permesso di visitare una volta all’anno l’Ascensione e fare le loro ceremonie. E permette anche, alle due comunità, greca ed armena, di entrare nell’Edicola per visitare la “orma sacra”. Esse però devono celebrare il loro culto fuori dell’edicolo, negli altari eretti intorno ad essi. Da sempre sono rimaste nel cuore dei pellegrini le orme “impresse” che qui vediamo e che ricordano dove “si posarono i piedi del Salvatore per l’ultima volta”. L’hanno bacciato ed adorato con amore tanti cristiani come noi: Gerolamo e Paola e altri. Qui, in preghiera e contemplazione, Sant’Ignazio di Loyola passò gli ultimi momenti della sua permanenza in Gerusalemme. E le vediamo e tocchiamo anche noi.

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Cosa significa l’Ascensione del Signore? “Credo nella la vida eterna” Mediante l’Ascensione Gesù “entra nella sua gloria” (Lc 24,26). Siamo nell’Anno della Fede. L’ultimo articolo del Credo dice: “Credo nella vita eterna”. Credo che anch’io posso godere in cielo di una vita che non ha fine. Come succede con Cristo. Egli è uscito dal Padre per vivere in questa terra e, quaranta giorni dopo la sua risurrezione, lasciò la terra per far ritorno al cielo. Anche noi possiamo giungere allo stesso traguardo. L’Ascensione di Gesù è dunque la speranza del cielo per noi, ciò che dà senso alla nostra vita. La “mia carne” è nella gloria. E’ la speranza alla quale siamo stati “chiamati”, come dice Paolo nella lettura che abbiamo ascoltato (Ef 1,17-23). Perché senza la speranza del cielo, la nostra vita di quaggiù non avrebbe senso. Noi tendiamo alla Gerusalemme “di lassù” (Gal 4,25-26), alla città “futura” (Eb 13,14), alla “patria celeste” (Eb 11,14-16), alla “nuova Gerusalemme” (Ap 13,12), alla nostra terra di origine. E siamo sicuri, nella speranza, che, come successe a Cristo, anche noi possiamo arrivare alla meta. Quanto è difficile oggi per molti uomini e donne credere a quest’articolo del Credo! In Gesù e nell’Assunzione di Maria ciò è un fatto sicuro. Gesù, modello di noi pellegrini verso l’infinito

Come si arriva a questo traguardo? Facendo lo stesso che ha fatto Gesù per ascendere al cielo. Il Figlio è sceso “da presso Dio” per farsi “carne” (Gv 1,14) Tutta l’esistenza divina e umana di Gesù è “passare di questo mondo al Padre” (Gv 13,1.3): Cristo è sceso alla terra per ritornare al cielo (cf. Gv 3,13). Anzi è Lui il vero pellegrino, il peregrino perfetto. Dice Gesù: “Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo. Ora, lascio il mondo e ritorno al Padre” (Gv 16,28). Egli è “il cammino, la verità e la vita” (Gv 14,6). Dice Sant’Agostino: “Come Verbo, è Verità e Vita; con la sua Incarnazione, si fa Cammino”. E lo fa per mostrare il cammino all’uomo, la via nella quale è possibile trovarlo. Gesù è il nostro Cammino, la nostra guida ed anche la nostra meta. Le tappe progressive di questa peregrinazione storica si chiamano “i misteri”; il mistero centrale è “il mistero pasquale”, giacché con la sua morte e risurrezione ha dato compimento alla storia dell’umanità. Il cammino di Gesù non finisce però sulla cima del Golgota. La tappa definitiva del suo pellegrinaggio comincia sul monte dell’Ascensione. Il Signore risorto ed elevato al cielo cammina verso la casa del Padre per prepararci “un posto”. “Ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io” (Gv 14,2s). Benedetta la tua Ascensione – possiamo oggi e qui ossannare a Cristo – giacché tu ci insegni il cammino! Anche’io vedrò il cielo Come Cristo è salito in cielo facendo così il suo ritorno al Padre dopo aver percorso le strade di questo mondo, anche l’uomo può arrivare alla stessa meta: “vedrò Dio”. “Io lo vedrò, io stesso e i miei occhi lo contempleranno non da straniero”, aveva desiderato Giobbe (Giob 19,26s). Cosa ci dice oggi questo nostro fratello, che è partito? Una cosa molto semplice: se volete arrivare alla meta, dove io sono, dovete fare come me! Dovete seguirmi!

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Cronaca Custodiale della Custodia L’Anno dell’Evangelizzione L’Ascensione di Gesù al cielo dalla cima del Monte degli Ulivi significa una nuova tappa nella vita del cristiano. Gli angeli ripetono oggi a noi cristiniani le stesse parole che dissero due mila anni fa agli Apostoli: “Perché state a guardare in cielo?” (Atti 1,11). Il credente deve tornare a Gerusalemme per continuare il cammino che Cristo gli ha mostrato, proseguire il suo pellegrinaggio, come fecero gli Apostoli. E’ precisamente nel Santo Cenacolo - diceva Giovanni Paolo II - “dove inizia anche quel cammino della Chiesa, attraverso la storia degli uomini e dei popoli”. E’ il cammino dell’Evangelizzazione. Non è un cammino facile. Anche a noi ci può venire la tristezza. Gesù ci ricorda oggi ciò che disse agli Apostoli nel Cenacolo: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” (Gv 14,19). Perché Egli non ci ha lasciati soli, “orfani”. Ci ha promesso che sarà sempre con noi “tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). E prima di ascendere in cielo, ci promette lo Spirito Santo: “avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi…” (At 1,8), che sarà visibile il giorno di Pentecoste. La compagnia di Cristo si manifesta in modo evidente nell’Eucaristia, “il pane del cammino”. E abbiamo davanti ai nostri occhi il modello di Maria, colei che avanza nella “pellegrinazione della fede”. Fino al ritorno del Signore, Egli ci ha dato un compito preciso: “Andate e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28,19-20). Anche noi dovremmo essere testimoni fedeli di Cristo! Egli ci chiederà conto del nostro lavoro, quando verrà a “giudicare i vivi e i morti”, come dice il Credo. Ci chiederà soprattutto conto del nostro amore cristiano, perché soltanto con l’amore saremo i suoi veri discepoli e tutti, vedendo le nostre opere buone, daranno “gloria al Padre celeste” (Mt, 5,16). Intanto abbiamo piena fiducia nel Signore, e diciamo con la Chiesa: “Maranà tha”, “Vieni, Signore Gesù” (Ap 22,17). Il Signore ci assicura: “Sì, verrò presto!”. Amen (Ap 22,20). Alleluia!

Fra Artemio Vitores, ofm

Vicario Custodia di Terra Santa

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Anniversario di

p. Giorgio Colombini 11 maggio 2009 - 11 maggio 2013 Pace da Gerusalemme! Desideriamo rendervi partecipi dell’Anniversario del passaggio a miglior vita del nostro caro p. Giorgio; in questo anno pastorale in cui il Romitaggio festeggia i suoi 25 anni! Da questo Luogo tanto amato da p. Giorgio e da molti di voi, vogliamo ringraziare il Signore per il dono che è stato per la Chiesa e per questo Luogo –unico!- caro al Signore. Ci sta a cuore continuare il dialogo con l’intuizione vissuta da p. Giorgio riportando alcune parole sue. In una relazione del 1998 esprimeva la sua passione al Custode scrivendo: “Ora è questo il mio servizio: accogliere gli ospiti al Romitaggio, portarli al loro eremo, e poi guidarli in una visita accurata ai santuari del Getsemani. Per quanto mi è possibile, cerco di aiutare gli ospiti nel loro cammino di preghiera [...], il servizio più importante che richiede tempo e serenità è l’accompagnamento spirituale degli ospiti che lo desiderano: celebrazione del Sacramento della Penitenza, colloqui con le singole persone... Posso dire che molti hanno trovato al Romitaggio la luce e la forza per fare scelte importanti per la loro vita; e che questo è frutto certamente della grazia del Luogo, della preghiera e penso anche dell’accoglienza e del supporto che vi hanno trovato”. Il fare memoria di p. Giorgio possa spronarci a fare la nostra parte dove siamo e con chi il Signore ci ha posto vicino. Da questa Valle Santa sabato 11 maggio sentiamoci in comunione nella celebrazione della santa Messa. Ricordiamo ancora con gratitudine la nostra cara Daria, tanti volontari e conoscenti che ci sono vicini nonostante la lontananza. Con affetto, fr Diego Dalla Gassa

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Cronaca Custodiale della Custodia Sinfonia eucaristica: presentazione DVD Concerto ecumenico a Porta di Giaffa Gerusalemme, 16 maggio

I

l Patriarcato greco-ortodosso ha accolto oggi, nella sua libreria a Porta di Giaffa, la presentazione al pubblico del DVD dal titolo: La sinfonia eucaristica. Alla presenza del Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Théophilos III e di Fra Artémio, Vicario custodiale, rappresentante della Custodia, sono stati proiettati vari spezzoni del DVD.

Il DVD, La sinfonia eucaristica, la cui musica è stata composta da Padre Fra Armando Pierucci, riproduce il Concerto eseguito il 22 settembre 2012, nel giardino del Romitaggio del Getsemani. Negli spezzoni presentati si sono alternate performance vocali e scene liturgiche ricche di colore.

Dalla liturgia greco-ortodossa a quella latina, dalla russoortodossa alla melchita, armena apostolica; è stato un susseguirsi di melodie, di almeno dodici tradizioni liturgiche cristiane presenti in Terra Santa, fonte d’ispirazione per la musica di Fra Armando.

In occasione del Concerto Sinfonia svoltosi nel giardino del Getsemani, dodici rappresentanti di queste diverse Chiese, hanno cantato a cappella canti liturgici delle loro tradizioni come introduzione al Concerto. Coro e Orchestra hanno poi eseguito la Sinfonia ecumenica.

Fra Armando, organista del Santo Sepolcro, è anche fondatore e direttore dell’Istituto Magnificat, che ha sede a Gerusalemme, nel Convento dei francescani in Città Vecchia; dove bambini e giovani di diverse religioni ricevono un insegnamento musicale di alta qualità.

La presentazione del DVD è stata organizzata dall’Associazione per la promozione di una preghiera straordinaria delle Chiese per la riconciliazione, l’unità e la pace, insieme alla Fondazione italiana Casa dello Spirito e delle Arti.

“Non è stata soltanto l’esperienza di cantare insieme, ma anche quella di vivere insieme tra rappresentanti delle diverse Chiese”. Spiega Monsignor Jules, l’Esarca per la Chiesa greco - cattolica. E, parlando di un viaggio che il coro ha compiuto in Italia e in Svizzera per un concerto alle Nazioni Unite, aggiunge: “Forse un giorno, noi capi delle Chiese dovremmo vivere uno o due, giorni insieme, anche una settimana; così l’unità

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A GREAT CANTICLE BORN FROM A LOVE FOR THE CHURCH, THE MYSTICAL BODY OF CHRIST

EUCHARISTIC SYMPHONY for baritone and soprano soloists, mixed choir with four voices flute and string orchestra and twelve Church representative singers

by Armando Pierucci

WORLD PREMIERE CONCERT DVD GARDEN OF GETHSEMANE, JERUSALEM, SEPTEMBER 22, 2012 Duni Orchestra and Choir of the Matera (I) Conservatory of Music Director: Carmine Antonio Catenazzo . Baritone: Carlo Rotunno . Soprano: Elisa Balbo Church representative singers: Rev. Fr. Gossan Aljanian, Rev. Archimandrite Aristovoulos Kyriazis, H.E. Archbishop Joseph Jules Zerey, Mr. Mark Braginski, Fra Jad Sara, ofm, Ms. Rimaz Kasabreh, H.E. Archbishop Mar Swerios Malki Murad, Mgr. Joseph Kelekian, Rev. Abba Gebrewold Weldsameel Berhane, Deacon TharwatDaniel, Rev. Fr. Faris Mansoor Jacoob, Deacon Sobhy Makhoul.

A CULTURAL PROJECT BORN IN JERUSALEM INSPIRED BY LITURGICAL PIECES FROM TWELVE DIFFERENT CHRISTIAN MUSICAL TRADITIONS A CALL FOR INCREASED MUTUAL AWARENESS BETWEEN THE CHURCHES AND FOR THE RESPECT OF RELIGIOUS FREEDOM Main Distributors in the Holy Land: Franciscan bookshop, Jaffa gate, Jerusalem – Greek Orthodox bookshop, Jaffa gate, Jerusalem - ATS - Pro Terra Sancta & Christian information center, Jaffa gate, 91142 Jerusalem, tel. +972 2 6271165, Fax +972 2 6286417, ww.ats.custodia.org

diventerebbe più facile”.

Fra Armando Pierucci, esprime in poche parole lo spirito della Corale, affermando: “Noi abbiamo più voci, ma formiamo un unico coro. Noi apparteniamo a varie Chiese, ma formiamo l’unico corpo di Cristo”.

 Cyrille David www.custodia.org


A Betlemme, una bella giornata da condividere con gioia Betlemme, 18 maggio

C

arissimi amici, sabato 18 maggio 2013, insieme al Rev. Padre Custode fra Pierbattista Pizzaballa, al Guardiano del Convento di Santa Caterina fra Stéphane Milovitch, al Direttore Generale delle Scuole per la Galilea fra Abdel Masih Fahim, al Direttore della nostra Scuola, fra Marwan Di’des e al vice Parroco fra Haitham Yalda, insieme agli allievi, professori e collaboratori tutti del Terra Santa College di Betlemme, abbiamo festeggiato insieme il successo educativo risultato di questo intero anno scolastico ormai giunto ai giorni degli esami. Gli allievi hanno quest’anno vissuto una grande offerta formativa: quella di essere coinvolti direttamente in ogni programma svolto nell’anno scolastico, valutando il metodo di insegnamento loro proposto, confrontandosi apertamente con gli insegnanti. Sono stati loro ad indicarci, in un certo senso, quali possono essere o diventare, o migliorare, i metodi di insegnamento, e sempre secondo il loro punto di vista, quale può essere il punto di incontro tra l’insegnante e l’allievo. Con lo stesso impegno la Scuola, tutto il corpo insegnante ed ogni collaboratore, ha abbracciato con fiducia e convinzione l’idea che l’allievo non deve solo apprendere passivamente le nozioni utili al proprio cammino educativo, ma deve anche avere la possibilità di imparare, partecipare ed insegnare attivamente. Una giornata dunque che ha riassunto, presentato e “celebrato” l’adozione di questa scelta educativa impegnativa e condivisa fra insegnanti ed alunni. Ancora, poco prima del pranzo, è stata inaugurata la mostra dei lavori che ogni classe di alunni ha

svolto durante l’anno scolastico. Una vasta esposizione per dimostrare (con fantasia e molto impegno), di sapere realizzare dei bellissimi lavori di arte e di sartoria, partendo in ogni caso dal riciclo dei materiali di scarto. Un percorso di lavoro molto lungo, quello di educare al riutilizzo dei “rifiuti”, che richiede molto impegno da parte degli allievi, ma i risultati sono davvero soddisfacenti e noi siamo molto orgogliosi di ciò che hanno realizzato, facendo ogni cosa che fosse possibile fare… fino a cose giudicate improbabili o impossibili. La fantasia e la volontà dei nostri allievi ci ha ammirati e ha stupito molti visitatori! La giornata si è conclusa con il Festival sportivo che ha coinvolto ben 200 allievi, a partire dalla classe prima elementare fino alla seconda superiore. Si sono esibiti in vari tipi di sport e di prestazioni atletiche (alcune spericolate!), naturalmente in presenza dei professori che hanno lavorato con loro per sovrintendere alla dovuta sicurezza. Ma naturalmente alla presenza dei genitori! emozionati ed orgogliosi dei propri figli. Una giornata speciale, per un fine d’anno impegnativo, che segna un traguardo importante e ci fa guardare con speranza e ancora maggior impegno all’anno prossimo, quando questa stretta integrazione tra il corpo insegnante e ogni allievo, questo “imparare-insegnare-partecipare” che da adesso in poi ogni alunno del Terra Santa College di Betlemme deve mettere in conto per andare a scuola con gioia e con profitto. Buona estate a tutti! (intanto… abbiamo cominciato gli esami!) Giovanna - Terra Santa College di Betlemme

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Cronaca Custodiale della Custodia Decima edizione della Preghiera Straordinaria Gerusalemme, 18 maggio 2013

L

a decima edizione della Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese per la Riconciliazione, l’Unità e la Pace, cominciando da Gerusalemme, si terrà presso la Chiesa Cattolica Siriaca di San Tommaso a Gerusalemme, il 18 maggio 2013 alle ore 18,00 vigilia di Pentecoste. (Calendario Gregoriano). In questi tempi di cambiamenti e di sfide in Oriente come in Occidente, l’urgenza di una preghiera di intercessione per il nostro tempo è più evidente che mai. Con la decima edizione della Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese, la “Chiesa Madre” di Gerusalemme chiama nuovamente tutte le Chiese e comunità cristiane nel mondo a pregare per la riconciliazione, con Dio e gli uni con gli altri, per l’unità e per la pace.
La Preghiera Straordinaria è organizzata dalla Chiesa siro-cattolica in stretta collaborazione con la Chiesa sorella siro-ortodossa. Attingerà ai riti di Pentecoste profondamente spirituali dell’antica tradizione siriaca e verrà tenuta in aramaico, la stessa lingua usata da Cristo, nonchè la lingua liturgica ancora utilizzata dalle Chiese Siriache. Alcune invocazioni della preghiera saranno preparate da Cristiani della Syria, la regione dalla quale, a partire dal Patriarcato di Antiochia, la Chiesa Siriaca si sviluppo’ originariamente: affideranno in questo modo le grandi difficoltà del tempo presente alla preghiera di tutta la Cristianità. La Preghiera Straordinaria sarà anche una occasione per invocare la riconciliazione ed esprimere perdono reciproco; sarà una invocazione piena di fede allo Spirito Santo e alla Divina Misericordia, alla Santissima

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Trinità, per il nostro tempo, cominciando da Gerusalemme.
Come per le precedenti edizioni della Preghiera Straordinaria, tutte le Chiese e comunità cristane di Gerusalemme, in particolare i loro pastori personalmente, sono invitati a partecipare alla celebrazione. La preghiera sarà trasmessa in diretta o in differita da canali televisivi cristiani nel Medio Oriente, Europa, Nord e Sud America, e possibilmente in Australia ed in Asia in sei lingue, al fine di permettere ai Cristiani e a tutte le persone di buona volontà in tutto il mondo di unirsi in comunione spirituale alla preghiera di Gerusalemme. Verrà seguita da un documentario sulla Chiesa ospitante.
La Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese è nata nel 2005 durante una veglia di preghiera al Santo Sepolcro a Gerusalemme tra alcuni consacrati e fedeli laici, ed nasce dall’ispirazione dell’urgente necessità di una preghiera di intercessione per il nostro tempo coinvolgente tutte le Chiese, cominciando da Gerusalemme. A Gerusalemme esse sono infatti tutte presenti, come in nessun altro luogo. Luogo di nascita della Chiesa dal sangue e dall’acqua sgorgati dal lato di Cristo sul Golgotha – specialmente secondo la teologia ortodossa – e luogo originario dell’effusione dello Spirito Santo alla Pentecoste, la Città Santa ha una straordinaria vocazione spirituale ad essere sorgente viva di comunione ecclesiale. La mancanza di comunione nella Chiesa non è soltanto una contro-testimonianza al messaggio di Cristo, ma anche e soprattutto, una realtà spirituale negativa, che indebolisce la sua forza spirituale.
La Preghiera Straordinaria è caratterizzata da uno spirito irresistibilmente gioioso. Dal 2009, cominciando con la prima preghiera trasmessa in diretta televisiva, allora organizzata dalla Chiesa siroortodossa, la Chiesa di Gerusalemme, utilizzando, di volta in volta, le parole di una delle tradizioni cristiane rappresentate nella Città Santa, nel nome di Cristo invita tutte le nazioni “alla conversione per il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme “ (Luca 24, 47). www.custodia.org


Pentecoste a Gerusalemme: pregustando l’unità 19 maggio 2013

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omenica 19 maggio, la Parrocchia latina della Città Vecchia di Gerusalemme e la Comunità dei Francescani si sono ritrovate, la mattina di questa domenica di Pentecoste, per celebrare insieme un’unica messa solenne.
La messa, Presieduta dal Custode di Terra Santa, Fra Pierbattista Pizzaballa, concelebrata insieme al Vicario custodiale, Fra Artemio Vítores e al Parroco Frà Feras Hejazin, è stata particolarmente solenne perché, fin da quando i Francescani furono cacciati dal Cenacolo, è nella Chiesa di San Salvatore che si possono ricevere le indulgenze per questa festività.
Non potendo celebrare l’Eucarestia al Cenacolo, i cristiani latini di Gerusalemme partecipano alla messa di Pentecoste nella Chiesa di San Salvatore. Nella chiesa era affollata di fedeli, oltre alla comunità residente dei francescani, si sono uniti una ventina di frati brasiliani, che hanno preso cantato nel coro.
Nel pomeriggio, la gioia della festa si è prolungata al Cenacolo, sul Monte Sion dove, molti fedeli si erano radunati prima dell’ora dei vespri per raccogliersi nella Sala alta, in via del tutto eccezionale aperta in questo giorno.
È stata grande la gioia di poter pregare, insieme nel Luogo Santo, addobbato con le insegne della Custodia. Oltre alla bandiera della Custodia, si poteva notare, alle spalle del Custode, la riproduzione di uno dei primi sigilli custodiali raffigurante la Vergine Maria e gli apostoli che ricevono lo Spirito Santo e la Lavanda dei piedi.
Più che il ricordo della presenza francescana in questo luogo, è la liturgia della festività a immergere i presenti nel mistero celebrato nel giorno di Pentecoste. Nonostante le diverse provenienze geografiche e culturali dei partecipanti, e l’impossibilità di comprendere le tante e differenti lingue, si è potuta toccare con mano l’unità nella fede comune. 
Infatti, quando ognuno ha pronunciato

il Padre Nostro nella propria lingua, l’armonia si è elevata verso le volte dell’edificio, proclamando in modo polifonico l’unico Verbo divino.
All’uscita della celebrazione, i nuovi discepoli, ricolmi dello Spirito Santo e rinvigoriti di forze nuove, hanno iniziato il tempo ordinario per scoprire nelle proprie vite, ciò che la stessa mattina Papa Francesco ha chiamato “le meraviglie di Dio”. www.custodia.org

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Cronaca Custodiale della Custodia Presentato a Milano il progetto Terra Sancta Museum 2015 Milano, 21 maggio

“I

l Terra Sancta Museum vuole ripercorrere le radici del cristianesimo e di questa terra, perché questo paese ha una storia in cui la presenza cristiana è evidente, come quella ebraica ed islamica, ma ha bisogno di essere mostrata e fatta conoscere meglio, in maniera organica. I cristiani pur essendo una piccola minoranza sono sempre stati e sono ancora oggi una presenza culturalmente molto vivace e ricca, che ha contribuito in maniera enorme a costruire relazioni, non soltanto con la popolazione locale, ma anche con le tante società nel mondo. Questa realtà è giusto che oggi venga e conosciuta e divulgata. Il progetto nasce dal desiderio più generale di investire sulla cultura e sulla storia, ma anche da un desiderio più nascosto di conoscere il nostro passato, per avere un migliore senso di appartenenza, una identità più definita. A Gerusalemme questa necessità si percepisce in maniera evidente. Abbiamo bisogno di rileggere e di conoscere la nostra storia per poter vivere il presente in maniera più serena. Se ci rendiamo conto di come gran parte dei fenomeni attuali – sociali, politici, religiosi – siano già stati vissuti dai nostri padri e dai nostri nonni, possiamo ridimensionare i problemi, metterli nelle giuste dimensioni, prendere le distanze, in modo da trovare la forza per costruire e investire nel futuro. Il Museo sarà fonte di sviluppo sociale o economico anche per la popolazione locale. Musei, archivi, biblioteche, non sono solo depositi dove si mette materiale, ma sono istituzioni culturali che hanno una conseguenza economica e creano opportunità di lavoro anche per la comunità residente, non solo di religione cristiana. Questo d’altro canto è uno dei compiti che la Custodia assolve da diversi secoli in questo territorio. Nei luoghi dove sorgerà il Museo un tempo vi erano la calzoleria, la falegnameria, la ferreria ecc. Oggi queste realtà non esistono più perché sono cambiati i tempi, ma l’idea è di continuare, di crearne altre, di portare avanti questo legame, questa relazione – anche economica – con questa terra.” Segui l’intervista sul sito: www.fmc-terrasanta.org

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T

ra due anni un nuovo museo di archeologia e storia della cristianità, il Terra Sancta Museum della Custodia di Terra Santa, aprirà le sue porte ai pellegrini in visita a Gerusalemme. Si tratterà di un grande polo dove poter ammirare i reperti venuti alla luce in 150 anni di scavi guidati dagli archeologi della Custodia, oltre ai preziosi oggetti donati nel corso dei secoli da regnanti e pellegrini in visita a Gerusalemme. Il progetto di questa nuova istituzione culturale è stato presentato ieri ufficialmente a Milano a una platea di giornalisti, operatori turistici, direttori di musei diocesani, appassionati di Terra Santa. «È giunto il momento, per noi frati della Custodia, di condividere il grande patrimonio di reperti archeologici e opere d’arte che abbiamo raccolto nei secoli - ha spiegato ai presenti fra Renato Beretta, visitatore generale della Custodia di Terra Santa -. La povertà di Francesco è quella di chi non tiene niente per sé ma condivide ciò che ha con gli altri. Gli oggetti che abbiano raccolto, parlano della Storia che ha a che fare con Gesù Cristo: attraverso il nuovo museo, vogliamo condividere con tutti questo patrimonio. Siamo sicuri che sarà apprezzato non solo dai pellegrini, ma anche dai cittadini ebrei e musulmani della regione». Il Terra Sancta Museum dovrebbe essere visitabile entro il 2015. Si tratterà di un unico complesso espositivo di 2.573 metri quadrati - tanto per intendersi un terzo della superficie della fiorentina Galleria degli Uffizi - composto da tre ambiti -archeologico, multimediale e storico -, distribuiti in due sedi, entrambe nella città vecchia di Gerusalemme: il convento della Flagellazione, sulla Via Dolorosa (sede dello Studium Biblicum Franciscanum), e quello di San Salvatore, «quartier generale» della Custodia. Per realizzare il nuovo museo saranno necessari 4,5 milioni di euro; di questi 1,1 milione è assicurato in partenza dalla Custodia, mentre circa 3,5 milioni di euro saranno reperiti attraverso donazioni e attività di raccolta fondi da ATS - Pro Terra Sancta, l’ong della Custodia.


«Perché oggi facciamo un museo? Perché il linguaggio della cultura può dare un apporto importante alla pace - ha affermato Gabriele Allevi, museologo che da due anni sta lavorando al progetto -. Gli oggetti d’arte e i reperti archeologici che abbiamo selezionato e che tra due anni i pellegrini potranno osservare da vicino sono straordinari: si va dal tesoro di Betlemme, ritrovato fortuitamente in un giardino vicino alla basilica solo pochi anni fa, agli ossuari giudaico cristiani del primo secolo, che raccontano la vita della prima comunità cristiana, fino all’oreficeria sacra barocca e rococò della scuola francese, di cui la Custodia conserva esemplari unici, scampati miracolosamente alla distruzione portata dalla rivoluzione francese in Europa». Il Terra Sancta Museum si preannuncia come qualcosa di speciale anche per gli spazi che lo ospiteranno. «Nell’edificio del convento della Flagellazione abbiamo recuperato antiche sale crociate, fino ad oggi chiuse e inutilizzate - racconta Giovanni Tortelli, l’architetto a cui è stata affidata la parte architettonica e museografica del progetto -. Analogamente, a San Salvatore abbiamo recuperato le antiche cantine per l’area ristoro. Le opere saranno esposte in spazi medievali. Per gli oggetti, infine, abbiamo pensato ad allestimenti sobri, molto

semplici, il più possibile coerenti con l’ideale francescano della Custodia». Alla presentazione milanese del progetto, ieri sera, era presente anche Francesco Cappelli, assessore all’Educazione e all’Istruzione del Comune di Milano che ha assicurato il sostegno del comune almeno nel far conoscere in tutte le occasioni opportune ai cittadini il progetto del Museo. L’evoluzione dei lavori del Terra Sancta Museum potrà essere seguita sul sito www.terrasanctamuseum. org. Terrasant.net

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Cronaca Custodiale della Custodia Un nuovo Ministro Generale per l’Ordine dei Frati Minori Roma, 22 maggio

M

ercoledì 22 maggio, a Roma, Fra Michael Anthony Perry è stato eletto Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori.

La carica era vacante dal 6 aprile, data in cui fu annunciata da Papa Francesco, la nomina di Fra José Rodriguez Carballo a Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
 Mons. Carballo, già in carica presso la sede della

Curia Vaticana, è stato ordinato Vescovo dal Cardinale Tarcisio Bertone Sabato 18 maggio 2013, nella Cattedrale Metropolitana di Santiago de Compostela in Spagna.

 Fra Michael Anthony Perry, nato a Indianapolis (Stati Uniti) nel 1954, ha fatto la professione solenne nei Frati Minori nel 1981 e l’ordinazione sacerdotale nel 1984.
Prima di diventare Vicario Generale e Procuratore dell’Ordine è stato Ministro provinciale della Provincia del Sacro Cuore di Gesù (Stati Uniti). 
 Negli Stati Uniti ha ottenuto il Dottorato in Antropologia Teologica e prestato servizio presso il Catholic Releif Services, agenzia internazionale umanitaria della Conferenza di Vescovi Cattolici degli Stati Uniti e per dieci anni missionario nella Repubblica Democratica del Congo. 

La Custodia di Terra Santa è lieta di partecipare i migliori auguri al nuovo Ministro Generale dell’Ordine e a Mons. Carballo per i loro importanti incarichi. www.custodia.org

Il Corpo e il Sangue di Cristo. Un dono che ci trasforma radicalmente Gerusalemme, 29-30 maggio 2013

«O

gni volta che mangiate questo pane e bevete questo calice, annunciate la morte del Signore, finché egli venga » 1 Cor 11,16

Per i fedeli presenti al Santo Sepolcro, giovedì 30 maggio, le parole estratte dalla seconda lettura della messa, son risuonate con particolare intensità, riecheggiando in questo luogo, ancor più che in quello dell’istituzione dell’Eucaristia; poiché riassumono l’intero mistero della Passione del Cristo Gesù.
Infatti, i francescani

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celebrano la solennità del Corpo e del Sangue di Cristo davanti alla Tomba vuota.
Là, dove a Pasqua si proclama la vittoria di Cristo sulla morte; là, dove le ginocchia si flettono davanti al sepolcro vuoto; là, dove l’Assenza reale di Cristo annuncia una vita nuova. In questo stesso luogo celebrano, nella gioia, la Presenza reale e perenne di Gesù nell’Eucaristia.

A tutti quei pellegrini, un po’ disorientati dalla Basilica, o affascinati dal deserto, sedotti dalla Galilea e


dai suoi paesaggi, delusi di non poter vedere con i loro occhi, qui a Gerusalemme, il giardino della Resurrezione; la celebrazione dell’Eucaristia al Santo Sepolcro, come tutte le celebrazioni eucaristiche, ha offerto l’opportunità di vivere una trasformazione radicale.
La celebrazione è stata presieduta da Mons. Shomali. Nella sua omelia ha ricordato il parallelismo fatto da Benedetto XVI, che paragonava il dono dell’Eucaristia a una fusione nucleare (Testo dell’omelia di Benedetto XVI, Colonia 2005).

 Il sacramento dell’Eucaristia, festeggiato oggi, trasforma la morte, la violenza, quella della Passione di Cristo, in un atto d’amore, in una sorgente di energia. È una forza donataci per amare gli altri. Una forza che deve trasformare le nostre vite per fare di tutti noi comunità ricolme d’energia. Il celebrare e il ricevere l’Eucaristia deve manifestarsi nelle nostre vite trasformandoci in profondità.
L’adorazione eucaristica, ha proseguito Mons. Shomali, è prolungamento dell’eucaristia. Adorazione eucaristica che domenica prossima, 2 giugno, Papa Francesco vivrà con i cristiani del mondo intero; invitati a unirsi a questo momento solenne.
 A Gerusalemme, le parrocchie e le comunità animeranno momenti di adorazione in comunione con il Papa dalle 18:00 alle 19:00 ora locale (17:00-18:00 ora italiana), mettendo al centro della loro intercessione la Siria, come ha chiesto espressamente Mons. Shomali.

La celebrazione odierna, è terminata al Santo Sepolcro con la processione del Santissimo Sacramento intorno alla tomba vuota, seguita dalla benedizione.

La festa era iniziata la vigilia con i primi vespri del giorno, presieduti da Mons. Shomali, seguiti dalla processione quotidiana. Mentre,

eccezionalmente, il rappresentante del Patriarca rientrava da solo al patriarcato, scortato soltanto dal Guardiano del Santo Sepolcro, i francescani rimanevano nella Basilica per cantare, davanti all’edicola, l’Ufficio di Compieta presieduto dal vicario custodiale, Fra Artemio Vìtores.

È l’unica volta nell’anno, dopo la riforma liturgica al Santo Sepolcro, che la Compieta è celebrata davanti alla tomba vuota.
I frati sono ritornati in questo stesso luogo a mezzanotte e trenta per l’Ufficio delle letture della festa, presieduto questa volta dal Custode di Terra Santa.

La Festa del Corpo e Sangue di Cristo si svolge con grande solennità, permettendo ai fedeli di celebrare il mistero dell’Eucaristia alla luce della Resurrezione, mentre, il Giovedì Santo, la celebrazione dello stesso mistero è dominata dai toni della Passione.

Questo giorno ha consentito a Mons. Shomali una nuova occasione per presentare i suoi auguri ai sacerdoti che festeggiano il giubileo dell’ordinazione. 
 La Custodia di Terra Santa partecipa agli auguri auspicando per tutti loro una splendida festa.
 www.custodia.org

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Cronaca Custodiale della Custodia

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Festa della Visitazione: «Eccomi!» Gerusalemme, 31 maggio

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d Aïn Karem, luogo dell’incontro di Maria con sua cugina Elisabetta, i frati della Custodia hanno celebrato, venerdì 31 maggio, la festa della Visitazione.
Situato in cima alla collina, il Santuario, che appartiene ai frati dal 1679, offre una vista senza pari su Aïn Karen e l’ambiente tutt’intorno, naturale e verdeggiante. 
Nella chiesa superiore il Custode di Terra Santa ha presieduto l’Eucaristia, concelebrata da Fra Artemio Vìtores, Vicario custodiale e Fra Renato Beretta, Visitatore generale della Custodia.
Fra Renato, ha pronunciato con passione l’omelia, invitando i fedeli a imitare la Vergine Maria, lei, che durante il lungo percorso della sua vita, ha sempre risposto: « Eccomi ». Anche la nostra vita deve essere un susseguirsi di « Eccomi »; risposte puntuali e fedeli alla volontà del Signore.
Questo

« Eccomi », vari frati del Seminario l’hanno pronunciato solennemente durante la celebrazione, al momento in cui sono stati investiti del Ministero di Lettore e di Accolito; i primi hanno ricevuto dalle mani del Custode il Vangelo, i secondi il Calice, come segno del servizio all’altare che ora potranno svolgere.
Terminata la celebrazione, i frati sono usciti dalla Chiesa in processione verso la grotta dove, secondo la tradizione, fu nascosto Giovanni Battista da bambino, durante la persecuzione di Erode (vedi la pagina del santuario).
Dopo la benedizione finale, fra Wladyslaw Brzezinski, Guardiano del Convento, ha invitato l’assemblea a condividere il rinfresco.
 Ma la giornata non era ancora terminata. Nel tardo pomeriggio, i Francescani hanno accompagnato il Patriarca Fouad Twal nella

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Cronaca Custodiale della Custodia

processione che si è snodata lungo le strade del quartiere cristiano; chiudendo così il mese dedicato a Maria. La folla di fedeli locali aveva partecipato, in precedenza, alla messa officiata nella Chiesa di San Salvatore.
Quest’anno, la celebrazione non ha semplicemente concluso il mese mariano, sempre partecipato con devozione dai cristiani di Terra Santa, ma ha anche segnato la fine della visita pastorale di Sua Beatitudine nella Parrocchia di Gerusalemme e in diversi luoghi di culto (San Salvatore e Bethphagé a Gerusalemme, Beit Hanina nella periferia nord e Beit Safafa al Sud della Città).
Nell’omelia il Patriarca

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ha rassicurato la Comunità di essere attento alle loro attese e aspirazioni. Secondo Fra Feras Hijazine, Parroco di Gerusalemme, che si rallegra per la partecipazione dei parrocchiani durante i diversi tempi forti, questa visita pastorale dovrebbe portare buoni frutti . 
 Al cadere della notte, il suono di tamburi e cornamuse ha espresso la gioia di questo giorno, mentre la Città, dopo il tramonto del sole, ha ritrovato un po’ di frescura. www.custodia.org


La festa del Corpo di Cristo a Beirut: un antico quartiere cristiano riscopre le sue tradizioni Beirut, 31 maggio 2013

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er la prima volta, dopo almeno trent’anni, i frati francescani del Convento di Terra Santa a Beirut, insieme ai Padri de La Salle e al Parrocco di San Marone, hanno invitato, ieri (giovedì) la comunità cristiana locale alla celebrazione comune della festa del Corpo e del Sangue di Cristo.
 A Gemmayzeh, nel cuore della città di Beirut, che circa 500 fedeli e allievi si sono riuniti per animare la processione eucaristica nelle strade del quartiere, nonostante la situazione un po’ tesa del Paese.
 La processione, partita dal Convento dei francescani per recarsi, fermandosi in quattro stazioni per preghiere e benedizioni, alla Chiesa parrocchiale maronita; dove la celebrazione si è conclusa con la benedizione solenne. Un abitante del quartiere, che ha preso parte alla processione, ha sottolineato l’importanza di questo rione posto lungo l’antica strada che, da oltre 3000 anni, collega la città di Beirut a quella di Byblos.
In questi ultimi anni Gemmayzeh, il quartiere dove risiedono i cristiani, si è trasformato, poco a poco, in una zona di divertimento notturna, deplorata dalla comunità cristiana. “Le strade non devono servire soltanto per le animazioni o le manifestazioni politiche, ma anche per testimoniare la nostra presenza cristiana nel cuore di questa Città”, ha dichiarato Padre Toufic Bou Merhi, Superiore del Convento di Terra Santa a Gemmayzeh. 
Padre Toufic ha dichiarato che gli abitanti sono particolarmente affezionati a queste processioni. “Le persone che lavorano nei ristoranti e nei bar hanno interrotto il loro lavoro, non soltanto per vedere la processione ma per pregare e ricevere la benedizione” dice Padre Toufic, augurandosi che il Libano ritrovi un po’ di religiosità. 
“Gemmayzeh non è solo un posto per vegliare, ma anche per pregare”: è quanto indica un pannello a forma di cuore portato dagli allievi più giovani del Collegio. La processione della festa del Corpus Domini ne è stata esempio significativo.
 Oggi la Custodia di Terra Santa è presente in Libano

con due Conventi, uno a Beirut, l’altro a Harissa, in ogni convento tre frati assicurano il servizio spirituale, continuando l’opera della Custodia a Beirut, Harissa, Tripoli, Tyr e Deir Mimas. Andrea Krogmann
 www.custodia.org

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Cronaca Varie Custodiale

Cremisan, una sentenza difficile Beit Yala, 1 maggio 2013 Via libera al nuovo tracciato del muro di separazione, che dividerà la Valle di Cremisan. I cristiani di Beit Jala continuano a sperare e pregare, mentre gli Ordinari Cattolici di Terra Santa si dichiarano “delusi da questa ingiusta decisione”. Come ogni venerdì pomeriggio il parroco da Beit Yala, Ibrahim Shomali, officia all’aperto una messa nella bucolica Valle di Cremisan. Cristiani locali e pellegrini stranieri si uniscono alle preghiere per chiedere che il muro di separazione della Cisjordania causi il minore danno possibile. Ma dopo tre anni di liti nei tribunali israeliani, un tribunale di prima istanza di Tel Aviv ha scelto un tracciato che dividerà in due la Valle e anche la comunità salesiana lì presente. L’avvocato che segue il caso ha annunciato che presenterà un ricorso in appello davanti alla Corte suprema, organo giudiziale massimo e garante della divisione di poteri in Israele. Manal Hazzan-Abu Sinni, Avvocato del Centro Cattolico dei Diritti Umani St. Yves Society: “Speriamo che almeno la Corte suprema prenda in considerazione la nostra argomentazione sui diritti umani e capisca che si tratta di una minoranza cristiana che sta diminuendo.” Oltre alla divisione fisica tra il monastero e il convento dei Salesiani, 58 famiglie della Valle vedranno confiscati parte dei propri terreni di coltivazione e potranno accedervi solo mediante alcuni permessi speciali. Per questo i parrocchiani che accorrono tutti i venerdì alla messa, come fa questo giovane cilenopalestinese, rivendicano il loro diritto a continuare a vivere lì e a coltivare la terra dei propri genitori. “Questa decisione non colpisce solo le prospettive di pace, ma avrà anche un effetto immediato contro i palestinesi, specialmente i cristiani di qui. Stiamo parlando di una decisione che esproprierà alla gente di Betlemme, le zone verdi che abbiamo qui in Cremisán.” Dato che la costruzione del muro si pone come inevitabile, i cristiani di Beit Yala chiedono che almeno il suo tracciato corra vicino al quartiere-insediamento prossimo di Gilo. Per potere così continuare a godere dell’ultimo polmone verde che rimane loro dentro l’area autonoma di Betlemme. Da parte sua, padre Ibrahim Shomali incoraggia i fedeli affinché non perdano la speranza.

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FATHER IBRAHIM SHOMALI Parroco di Beit Yala La “nostra gente ha speranza in Cristo, dato che è già venuto per salvarci una volta. Benché essi disperino io, come sacerdote, devo mantenere la speranza e trasmetterla a tutto il mondo. Non si tratta di un qualunque tipo di speranza, bensì della speranza in Gesù Cristo, il Figlio di Dio.” La speranza di giustizia nella Valle è tanto grande che, questo parroco di Beit Yala ha inviato una lettera formale a Papa Francesco, chiedendogli che interceda davanti alle autorità israeliane per salvaguardare il futuro di Cremisan. http://www.fmc-terrasanta.org

Festa di san Giacomo alla comunità di Gerusalemme Gerusalemme, 5 maggio Domenica 5 maggio 2013 i membri della comunità di Gerusalemme ed amici del Vicariato san Giacomo si sono riuniti nella casa dei Santi Simeone ed Anna per celebrare la festa di San Giacomo. Il celebrante principale è stato padre Pierbattista Pizzaballa, capo dei francescani in Terra Santa. La festa di san Giacomo è importante per la Chiesa di Gerusalemme in generale e per le comunità di lingua ebraica in particolare (vedi qui per la festa di


San Giacomo). San Giacomo, guidato dallo Spirito Santo e con gran coraggio, decretò come ebrei e gentili potessero riunirsi in un’unica comunità. Questa decisione ha diretto lo sviluppo della comunità dei credenti in Gesù a diventare un luogo di pace tra il popolo d’Israele e le nazioni del mondo, che si riuniscono alla mensa del Signore e con fede condivisa in Gesù partecipano alla sua cena (vedi qui sul legame tra San Giacomo e le nostre comunità). Diversi amici sono giunti per la celebrazione, riempiendo la cappella e diversi sacerdoti si sono uniti a padre Pierbattista intorno all’altare. All’inizio della celebrazione, padre David, responsabile delle comunità, ha detto: “Non diciamo a padre Pierbattista semplicemente “benvenuto” ma piuttosto “bentornato”, dopotutto lui ha costruito questa casa ed ha coltivato questa comunità per diversi anni”. Nella sua omelia padre Pierbattista ha sottolineato l’importanza dell’unità tra la parola che diciamo e quello che compiamo. Tuttavia ciò che è importante nell’atto ben intenzionato è che sia allineato alla volontà di Dio. Non facciamo il bene per dare onore a noi stessi o perché temiamo ciò che gli altri potrebbero dire. La buona azione non è neppure la conseguenza di una richiesta d’aiuto. Il fare il bene fruttuoso è piuttosto quando Dio agisce attraverso di noi. Dopo l’omelia e le preghiere dei fedeli per le nostre comunità e per coloro che sono nel bisogno, è stata portata al celebrante principale una nuova icona, un’icona ricevuta in dono dal Vicariato san Giacomo da un monaco italiano, Andrea Bergamini, che studia teologia con i francescani e che per diversi anni è

venuto alla comunità di lingua ebraica. Andrea ha “scritto” l’icona che mostra san Giacomo tra gli apostoli e gli anziani al Concilio degli Apostoli a Gerusalemme, descritto nel libro degli Atti degli Apostoli capitolo 15. Durante questa festa, padre Pierbattista ha benedetto l’icona ed al termine della Messa è stata posta sulla parete della cappella. Al termine della Messa i fedeli si sono riuniti nel cortile per prolungare la gioia della festa. Grazie a tutti coloro che hanno aiutato ad organizzare la festa, a padre Piotr, responsabile della comunità di Gerusalemme, a Benny ed ai membri del coro, ad Andrea ed al francescano frà Alberto che lo ha assistito, e specialmente a padre Pierbattista, che è tornato a noi per alcuni momenti per unirsi alla nostra festa. http://www.catholic.co.il

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Cronaca Varie Custodiale

La comunità di Gerusalemme celebra la festa dell’Ascensione Gerusalemme, 9 maggio Giovedì 9 maggio 2013 circa 30 membri della comunità di Gerusalemme sono saliti sul Monte degli Ulivi quando era ancora buio per celebrare una Messa nella festa dell’Ascensione di Gesù al Cielo. Alle 5,00 del mattino, padre Piotr, responsabile della comunità di Gerusalemme, ha celebrato la Messa festiva in occasione della festa ed al suo fianco gli altri tre preti della comunità del Vicariato, padre David, padre Nicola e padre Johannes. I membri della comunità come anche amici invitato per l’occasione si sono raccolti nella piccola cappella sulla cima del Monte degli Ulivi. Nei 30 minuti stabiliti per ogni gruppo, i membri della comunità hanno potuto pregare in queso luogo unico, ricordando il quarantesimo giorno dopo Pasqua in cui Gesù ascese al Cielo davanti ai suoi discepoli. Al termine della preghiera, il gruppo si è diretto a piedi ad un punto panoramico sul Monte degli Ulivi e qui hanno potuto pregare, parlare e gustare la vista meravigliosa. Si sono riuniti poi insieme per cantare il Regina coeli a poi sono stati invitati da padre Piotr ad una colazione in un vicino hotel, grazie al generoso contributo di un benefattore. http://www.catholic.co.il

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Con l’energia rinnovabile migliora la vita delle comunità palestinesi 9 maggio 2013 Una ONG israelo-palestinese migliora la qualità della vita alle comunità di contadini e pastori a sud di Hebron portando energia elettrica attraverso pannelli solari e turbine eoliche. Con l’energia elettrica migliora la produzione di latte e formaggio, aumentano i profitti e le condizioni di una delle comunità palestinesi più povere. Vivono in tende, grotte e rifugi. Sono i pastori e


contadini palestinesi delle colline a sud di Hebron, nella punta meridionale della Cisgiordania. Sprovvisti di luce fino a pochi anni fa, oggi sono connessi alla rete elettrica grazie a moderni pannelli solari e a un sistema di energia eolica fornito loro da Comet, ONG israelopalestinese. Aya Shoshan, Responsabile sviluppo e comunicazione, COMET “Siamo arrivati qui quando abbiamo saputo delle condizioni in cui vivevano le comunità del Sud di Hebron. È una zona rurale nella parte più a Sud della Cisgiordania e ospita una delle popolazione più povere”. La fragilità di queste comunità, che vivono in territorio palestinese sotto il controllo civile e militare di Israele, in una delle zone più contese del conflitto mediorientale, ha spinto Comet a rispondere ad almeno uno dei bisogni più pressanti dei migliaia di contadini e pastori di quest’area. “Vivevano senza alcuna infrastruttura moderna. Quindi abbiamo dato il via a progetti di energia rinnovabile insieme alle comunità. Abbiamo installato pannelli solari e turbine eoliche che forniscono elettricità a intere comunità e negli ultimi sei anni abbiamo costruito 22 sistemi in 22 comunità e ora forniamo energia elettrica a 1.500 persone”. L’elettricità ha consentito ai residenti palestinesi di incrementare e migliorare la produzione di latte, formaggio e burro su cui è basata la loro economia. Sono aumentati i profitti insieme alla qualità della vita. I membri della comunità palestinesi non hanno un telefono fisso, ad esempio, ma grazie alle rete elettrica possono ora ricaricare i cellulari e telefonare in caso di emergenza. Umm Ali, residente: “Abbiamo tratto gran beneficio dalla rete elettrica. La usiamo per l’illuminazione, per guardare la tv, caricare il cellulare e per il resto. In passato usavamo le lampade a olio mentre ora abbiamo l’elettricità.” Il lavoro di Comet è basato su un rapporto diretto e costante con le comunità – la ONG, ad esempio, firma un contratto con i residenti al momento in cui installa i pannelli e le turbine eoliche. In questo modo i pastori e contadini sono direttamente coinvolti, diventano proprietari diretti della rete elettrica e si occupano della sua manutenzione.” http://www.fmc-terrasanta.org

Dal lago di Como alla Terra Santa Maggio 2013 Ecco il racconto di alcune amiche che hanno visitato i nostri progetti Da poco rientrate a casa, dopo un viaggio in Terra Santa, ecco i messaggi delle quattro signore che hanno chiesto un aiuto ad ATS pro Terra Sancta per organizzarsi al meglio. Hanno visitato con noi i progetti di conservazione e di supporto alla comunità locale che portiamo avanti a Gerusalemme, a Betlemme, a Sabastiya, e hanno continuato da sole la loro visita verso il nord. Queste le loro impressioni: “Ho un ricordo bellissimo del mio viaggio, e in particolare degli incontri fatti con ciascuno di voi. Sto dicendo a tutti i miei amici che non si può andare in Israele senza visitare anche i territori palestinesi e senza conoscere anche questa realtà, da noi così poco nota. Nel mio cuore è rimasto il ricordo di tante emozioni, una su tutte: la commozione che ho provato nella grotta della Natività (e io non sono precisamente una cattolica osservante!). Giancarla. “Ahimè siamo di nuovo a casa… volevo ringraziare tutti voi di ATS pro Terra Sancta: avete reso il nostro viaggio davvero particolare e interessante e ci avete permesso di capire qualcosa di quella terra così complessa! Forse può essere utile una nostra “classifica” di quello che abbiamo visto: Dopo Gerusalemme, il posto che ci ha sorpreso di più è stato Sabastiya, la guesthouse e

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che bello! Abbiamo anche mangiato dell’ottimo pesce, con vista mozzafiato sul mare in un suggestivo ristorante. Fantastica e molto interessante Masada, il mar Morto e il solito affascinante paesaggio, così… evangelico! Insomma è stato un viaggio densissimo di emozioni, istruttivo e anche divertente! Grazia. http://www.proterrasancta.org

Conversazione interreligiosa sulla fine della vita Gerusalemme, 9 maggio 2013 gli scavi archeologici, ma bellissime anche Nablus, Masada e il deserto, il Monte Tabor, Acco… Bilancio complessivo: è proprio l’ombelico del mondo!”. Sandra. “È stato anche per me un bellissimo viaggio che ha contribuito non poco, tra l’altro, a chiarirmi parecchio le idee sulla situazione politico-social-economica di quei (di quei?!?) paese, che ho visto con occhi completamente nuovi, senza stereotipi. Ho toccato con mano la durezza della situazione ma se per alcuni versi ho costatato la complessità dei problemi, per altri ho intravisto anche un vago briciolo di speranza, la pace è una necessità quasi ‘fisicà in quei luoghi, prima o poi forse diventerà ineluttabile, chissà… Condivido i giudizi delle mie compagne di viaggio, bellissimo è stato l’incontro con Vincenzo a Betlemme, che ci ha portato proprio nel cuore di una realtà molto difficile ma anche zeppa di umanità e di speranza, bellissima Sabastiya, bravissimo Suhaib che ci ha raccontato molto e fatto comprendere un po’ di più la realtà di Nablus e dei territori, luci e ombre, come sempre del resto! A me è piaciuta moltissimo la zona attorno al lago di Tiberiade, e tutta l’Alta Galilea, Cafarnao in particolare: il luogo ha un fascino incredibile, molto suggestivo ed evocativo, il paesaggio di tutta l’Alta Galilea è quasi incontaminato… che bellezza! Una scoperta fantastica Akko, bellissimo centro storico un po’ veneziano, un po’ bizantino, un po’ crociato, un po’ arabo: respiri convivenza e tolleranza,

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Dott. Etienne Lepicard, della kehilla di Gerusalemme, riferisce della sua partecipazione al Secondo Congresso dipartimentale di medicina palliativa che si è tenuto la settimana scorsa, in Israele Il. Giovedi scorso, 9 maggio 2013, sono stato invitato a partecipare, ad una “conversazione inter-religiosa sulla fine della vita”, in onore della Dott.ssa Hili Gotshal, nel quadro del secondo congresso dipartimentale di medicina palliativa. La serata è stata presieduta dal Prof. Michael Weingarten, vice decano accademico presso la Scuola di Medicina della Bar Ilan University di Safed, e vi hanno partecipato il dottor Izgad Oro, che ha presentato il punto di vista ebraico ed io, che ho presentato il punto di vista cristiano. Anche se il congresso ha avuto luogo presso il Kibbutz Goshrim nel nord del paese, gli organizzatori erano il dipartimento di medicina familiare nella Regione di Dan dei servizi sanitari generali (dove la Dott.ssa Hili Gotshal era una specialista, quando morì prematuramente alcuni anni fa). La medicina palliativa è una branca della medicina che si è sviluppata negli ultimi anni e che cerca, innanzitutto, di ridurre la sofferenza del paziente e della sua famiglia. La speranza di guarigione non è abbandonata, ma vi è una chiara enfasi sulla qualità della vita del paziente fino al suo termine, insistendo, per esempio, sulla continuità della comunicazione tra il paziente e la sua famiglia. Il più delle volte, questo tipo di cura medica è usata nel caso di malattie incurabili


affinché la persona possa godere la vita il più possibile, fino alla fine della vita. Prospettiva cristiana nelle cure palliative Questo congresso è stato speciale non a causa degli specialisti in questo tipo di medicina, ma piuttosto perché il pubblico era costituito da medici di famiglia. Nella mia presentazione della prospettiva cristiana, ho iniziato con alcuni testi del Nuovo Testamento che presentano la mancanza di separazione tra la dimensione fisica della malattia e la sua dimensione spirituale (ad esempio la guarigione del paralitico di Cafarnao, che gli amici calano dal tetto di fronte a Gesù - Vangelo di Marco 2,1-12). Questo testo insieme con la parabola del buon Samaritano (Luca 10,25-37) e l’inizio della Lettera di Giacomo (2,13-16) mi ha permesso di presentare i due sacramenti che ci accompagnano nei periodi di sfida nella nostra vita - l’unzione degli infermi e la confessione. Presentando questi, ho anche sottolineato la differenza tra la tradizione occidentale e la tradizione orientale nel cristianesimo e ho dato alcuni esempi, più personali, delle abitudini che sono collegate alla fine della vita e al rispetto per i morti, al fine di permettere al pubblico di avere un’idea di come un bambino cristiano può vivere questi momenti. In conclusione, ho parlato un po’ delle decisioni di Papa Pio XII, che negli anni ‘50 del secolo scorso, ha stabilito alcune regole sul trattamento dei morenti (anche per quanto riguarda la somministrazione di farmaci per alleviare il dolore che involontariamente potrebbero abbreviare la durata della vita - una decisione ben nota, conosciuta come “doppio effetto”). Il Dott. Gold, che ha presentato il punto di vista ebraico sul tema, ha anche portato esempi dalla tradizione - testi dal Talmud e dal Midrash - e si è conclusa con i testi più moderni toccando la confessione quando la persona sta vivendo i suoi ultimi momenti. Personalmente non sapevo che la questione fosse stata discussa così a lungo nella tradizione ebraica. Dalle reazioni del pubblico, la differenza che esiste tra “sepoltura immediata” dei morti e la tradizione di stare seduti i sette giorni seguenti di lutto, da un lato, e la “veglia prima della sepoltura” nel cristianesimo è stato chiarito. Entrambi ci siamo resi conto quanto sia difficile distinguere tra l’aspetto culturale e ciò che è propriamente religioso. Fonte: Vicariato per i cristiani di lingua ebraica

Un Appello per i due Vescovi rapiti in Siria Gerusalemme, 13 maggio 2013 Noi, i Capi delle Chiese di Gerusalemme, abbiamo in preghiera seguito la violenza in corso, lo spargimento di sangue e il conflitto in Siria, iniziati nel marzo 2011. Tutti i giorni decine, o a volte centinaia di persone vengono uccise a causa del conflitto in corso, e migliaia sono rimaste senza case o ricoveri continuando a muoversi senza meta in cerca di sicurezza, cibo e cure. Un paio di settimane fa, due dei nostri Vescovi Metropoliti di Aleppo, Mar Gregorios Ibrahim della Chiesa siro-ortodossa e Paolo Yazigi della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia, sono stati rapiti e il loro autista è stato assassinato mentre stavano consegnando aiuti umanitari ad alcune famiglie di sfollati nella regione. Questo orribile atto di rapire due anziani sacerdoti è un ulteriore segno della tragica situazione in Siria ed è un fenomeno estremamente pericoloso e nuovo nella nostra regione. I nostri cuori e le nostre menti vanno a tutto il popolo siriano, in particolare alle nostre comunità cristiane e ai loro capi spirituali, che subiscono la sofferenza, la violenza e i maltrattamenti. E facciamo appello a tutte le persone che sono coinvolte nel conflitto affinché cerchino la pace e la stabilità per il bene di tutti i Siriani e pongano fine a questo ciclo di violenza e di spargimento di sangue. Sollecitiamo inoltre l’immediata liberazione dei Vescovi Ibrahim e Yazigi e il loro ritorno sicuro alle loro Chiese e al loro popolo fedele. Uniamo anche le nostre voci a quelle delle nostre Chiese sorelle in Siria e chiediamo alle nostre antiche comunità cristiane di rimanere salde nella loro fede e nella speranza, preghiamo con loro e per loro, in questo momento di tumulto e caos, per la loro sicurezza, la continua presenza e testimonianza. Come S. Paolo scrive ai Romani: “Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore”. (Romani 8,38-39) I Capi delle Chiese di Gerusalemme: +Patriarca Theophilos III, Patriarcato GrecoOrtodosso

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+Patriarca Fouad Twal, Patriarcato Latino +Patriarca Norhan Manougian, Patriarcato Armeno Apostolico Ortodosso +P. Pierbattista Pizzaballa, ofm, Custode di Terra Santa +Arcivescovo Anba Abraham, Patriarcato CoptoOrtodosso, Gerusalemme +Arcivescovo Swerios Malki Murad, Patriarcato SiroOrtodosso +Aba Fissiha Tsion, Locum Tenens del Patriarcato Etiope-Ortodosso

+Arcivescovo Moussa El-Hage, Esarcato Patriarcale Maronita +Vescovo Suheil Dawani, Chiesa Episcopale di Gerusalemme e del Medio Oriente +Vescovo Munib Younan, Chiesa Evangelica Luterana in Giordania e Terra Santa +Vescovo Pierre Melki, Esarcato Patriarcale SiroCattolico +Mons. Joseph Antoine Kelekian, Esarcato Patriarcale Armeno-Cattolico

+Arcivescovo Joseph-Jules Zerey, Patriarcato GrecoMelchita-Cattolico

http://www.lpj.org/

Prendersi cura degli anziani: storie di vicinanza verso gli ultimi e i malati di Betlemme Maggio, 2013 Soli, abbandonati dalle famiglie, malati e senza accesso ai servizi di assistenza: è difficile essere anziani a Betlemme. Essendo il sistema sanitario palestinese dipendente dall’aiuto esterno e dunque non in grado di offrire accessibilità ai servizi essenziali, la popolazione dei Territori palestinesi soffre le conseguenze socio-economiche della malnutrizione, dell’impossibilità di assistenza continua per i malati cronici, della mancanza di medicinali e di strutture adeguate. In particolare, non esistono servizi di alcun tipo per gli anziani non autosufficienti, nè programmi di sicurezza sociale o fondi pensione in grado di alleviare, seppur parzialmente, gli oneri alle famiglie. Tutto ciò porta a un continuo aumento dei casi di anziani che vivono soli nelle loro case, o affidati a centri di accoglienza che per via della crisi non riescono a soddisfarne i bisogni primari e a garantirne le cure mediche di base. ATS pro Terra Sancta, sostenuta dalla Caritas Antoniana di Padova, ha creato un sistema per aiutare gli anziani con malattie croniche ad acquistare i medicinali di cui necessitano senza onere della spesa. Sono tutti casi di anziani rimasti soli al mondo oppure che non hanno alcun sostegno da parte delle loro famiglie. Il Franciscan Social Services Office fa tutto il possibile per coprire mensilmente i costi parziali o integrali delle medicine, aiutandoli a tenere sotto controllo malattie come osteoporosi, ipertensione, diabete, schizofrenia, Alzheimer e molte altre che necessitano un numero alto di medicine.Grazie a questo sistema e all’attenzione che da anni ATS pro Terra Sancta pone nei confronti degli anziani di Betlemme, essi non si sentono più completamente soli al mondo, sapendo che la Provvidenza trova sempre una via per superare l’altezza del Muro e stare vicino ai poveri. http://www.proterrasancta.org/

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Rapporto Ocse: Israele tra i Paesi membri più impoveriti dalla crisi 20 maggio 2013 Il numero dei poveri in Israele è aumentato molto più che nelle altre 33 nazioni sviluppate che fanno parte dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Lo riferisce uno studio Ocse reso pubblico lo scorso 15 maggio, secondo il quale Israele ha oggi un tasso di povertà pari al 20,9 per cento della popolazione, un tasso che supera anche quello del Messico, che si attesta al 20,4. Non è tutto: Israele è anche tra i Paesi nei quali si registra un divario più ampio nella distribuzione della ricchezza. Su questo versante lo Stato ebraico è preceduto da Stati Uniti, Messico, Cile e Turchia. Stando a quanto riferisce il quotidiano Haaretz, tra il 2007 e il 2011 Israele non ha registrato variazioni degne di nota nei divari sociali esistenti al suo interno. E tuttavia più o meno nello stesso arco di tempo la povertà è diminuita tra la popolazione anziana ma aumentata

tra i bambini e i giovani del Paese a un tasso che è tra i quattro più alti nei Paesi Ocse. Il rapporto mostra anche come in generale, per via della crisi economica planetaria, i redditi nei membri Ocse siano in diminuzione, di pari passo con l’aumento delle disparità. Anche Turchia, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Svezia e Germania hanno visto aumentare significativamente i loro tassi di povertà benché con minore intensità. Nel contesto sociale israeliano si registra comunque un lieve incremento dei salari nelle fasce più abbienti e più povere della popolazione. Nonostante una sempre più diffusa povertà, lo standard di vita in Israele rimane alto, se comparato con quello della maggioranza delle nazioni del Pianeta. Nel 2011, il Paese si è piazzato al 17.mo posto (su 194) tra i Paesi classificati in base all’Indice di sviluppo umano elaborato dalle Nazioni Unite. L’indice mostra come Israele abbia sia tra i primi al mondo se si guarda all’attesa di vita alla nascita. La maggior parte di coloro che vivono sotto la soglia di povertà sono famiglie di palestinesi israeliani e di ebrei ultraortodossi. Terrasanta.net

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Khalid, il giovane musulmano che racconta i mosaici delle chiese cristiane di Gerusalemme Gerusalemme, 25 maggio 2013 Originario di Betlemme, Khalid Hamdan si è laureato in storia dell’arte e ora spiega i mosaici della Basilica delle Nazioni alle scolaresche di Gerusalemme. La maggior parte degli studenti sono musulmani e non sono mai entrati in una chiesa. Aiutare i bambini musulmani a conoscere il luogo in cui vivono e soprattutto la storia crea un ponte fra le culture. La speranza di Khalid è che l’iniziativa stimoli la riconciliazione e il desiderio di conoscersi fra i tre popoli della Terra Santa: cristiani, musulmani ed ebrei.I mosaici della basilica del Getsemani sul monte degli ulivi diventano un ponte fra culture e religioni diverse, grazie alla passione di un giovane professore musulmano. Khalid Hamdan, palestinese di Betlemme, è laureato in storia dell’arte e da anni lavora come volontario per Ats Pro Terra Sancta, organizzazione non governativa della Custodia di Terra Santa. Da alcuni anni l’associazione ha dato il via a un programma di restauro di opere musive coinvolgendo sei giovani palestinesi del Mosaic Center di Gerico nel recupero delle volte della basilica del Getsemani. Come confessa lo stesso Khalid ad AsiaNews, sono stati l’amore per l’arte e la bellezza dei mosaici delle basiliche a portarlo ad incontrare le tradizioni religiose millenarie della Palestina: “Per poter vivere insieme cristiani, musulmani ed ebrei devono conoscersi, solo così può nascere un dialogo che coinvolge anzitutto la popolazione”. Con questo desiderio dal novembre scorso, egli spiega ai bambini delle scuole di Gerusalemme est, in gran parte musulmani, l’arte del mosaico e la loro funzione decorativa nella basilica del Getsemani, detta anche delle Nazioni. “Nelle scuole - afferma Khalid - gli studenti conoscono poco le tradizioni delle altre religioni presenti nella Terra Santa”. La maggior parte degli scolari musulmani non è mai entrata dentro una chiesa. “Alcuni - continua - pensano che non possono entrare perché sono

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musulmani, io rispondo che non è vero, le basiliche sono un luogo pubblico tutti possono entrare e ammirarle. Chiese e moschee vivono insieme da secoli”. Fino ad oggi, Khalid ha condotto alla basilica del Getsemani ben 12 scuole, con alunni in gran parte musulmani. “Abbiamo iniziato il nostro progetto spiega - per mostrare e raccontare la storia dei mosaici della chiesa. Lo scopo è far conoscere agli stessi abitanti di Gerusalemme luoghi e tradizioni che per secoli hanno convissuto nello stesso luogo”. In Terra Santa si parlano molte lingue diverse. Cristiani e musulmani, parlano arabo, gli stranieri inglese, gli ebrei l’ebraico o la lingua della nazione di appartenenza. Le scuole sono spesso divise per appartenenza religiosa o linguistica, quindi molti bambini ebrei non conoscono l’arabo o lo praticano poco, e allo stesso tempo molti giovani arabi, non comprendono l’ebraico. A ciò si aggiunge una sorta di isolamento imposto anche da una certa politica, che fomenta lo scontro. Khalid racconta un episodio della sua vita: “Da adolescente lavoravo come cameriere in una reception di un hotel di Gerusalemme e spesso venivano a chiedermi informazioni clienti ebrei. I miei colleghi mi dicevano che questi non erano mai gentili con noi. Io conoscevo un po’ di ebraico e cercavo di comunicare con loro nella loro lingua. Questa mia attenzione alla loro cultura, che è anche la mia, li stupiva e iniziavano a guardarmi in un modo diverso”. Per Khalid il progetto di portare i ragazzi delle scuole a conoscere le origini della loro cultura può diventare nel tempo uno strumento di riconciliazione fra i tre popoli che abitano la Terra Santa: cristiani, musulmani ed ebrei. “Noi viviamo - spiega - l’uno a fianco all’altro e non possiamo ignorarci. Sono i governi che invece vogliono questo e puntano su questa divisione, che è soprattutto ideologica”. Per vedere il video sul restauro della basilica delle Nazioni realizzato dal Franciscan Media Center clicca qui. (.S.C) www.asianews.org


Itinerari LUOGHI DI GESÙ

Betzata dove nacque Maria

A Gerusalemme, tra le vie del quartiere musulmano, la chiesa crociata di Sant’Anna e la piscina probatica, in cui avvenne il miracolo del paralitico di Emanuela Compri

O

asi di pace nel cuore del chiassoso quartiere musulmano, la proprietà di Sant’Anna si apre sulla Via Dolorosa, che Gesù ha affrontato, caricato della croce del suo supplizio, per dirigersi al Calvario. Racchiude la più elegante chiesa crociata di Gerusalemme, dedicata a Sant’Anna, e le rovine della piscina probatica, nelle cui acque si è specchiato il paralitico, incredulo davanti alla sua guarigione. La prima chiesa bizantina costruita in questo luogo ha legato indissolubilmente la nascita di Maria, avvenuta a Gerusalemme – secondo il Protovangelo

di Giacomo – e il primo miracolo di guarigione di Gesù. Si tratta di Santa Maria del Probatico. Realizzato per metà sopra le vasche d’acqua, l’edificio religioso è stato danneggiato e ricostruito fino a quando i crociati, nel 1130, non vi hanno edificato quella ancora oggi visitata. Dopo secoli di abbandono, nel 1856 i turchi l’hanno donata a Napoleone III: affidata ai Padri Bianchi per l’educazione del locale clero Melkita, è stata restaurata e gli scavi archeologici hanno rimesso in luce la dimenticata piscina probatica sottostante.

La porta delle pecore Le antiche vasche, che al tempo di Gesù erano a settentrione della città e fuori le mura, prendono il nome dal quartiere di Betzata. Erano alimentate con l’acqua piovana che scendeva lungo la valle e servivano il vicino tempio di Gerusalemme. È in questo luogo che l’evangelista Giovanni ricorda la guarigione del paralitico (Gv 5,1-18). Salito a Gerusalemme per il pellegrinaggio annuale della festa delle Capanne, Gesù si reca alla piscina di Betzata, vicino la porta probatica, a nord della spianata che il

Edificio crociato La chiesa di Sant’Anna e la piscina probatica accanto si trovano su un territorio di proprietà francese, affidato ai Padri Bianchi

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A Sua Immagine

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Varie Itinerari LUOGHI DI GESÙ

Le feste mariane La data della festività dell’8 settembre compare nei calendari liturgici abbastanza presto: la festa ha avuto origine a Gerusalemme intorno al V secolo, ma è stata fissata ai primi di settembre dalla Chiesa Costantinopolitana,

proprio in corrispondenza dell’inizio dell’anno civile ed ecclesiastico bizantino, a significare che con la nascita di Maria, la madre del Signore, inizia tutta la storia della salvezza. Oggi, in Sant’Anna si festeggia la nascita della

libro di Neemia chiama “delle pecore”. Non era un giorno qualsiasi: tutti gli israeliti si affrettavano ai mikva’ot, le vasche in cui immergersi per la purificazione prima di salire al tempio in occasione della preghiera del sabato, lo Shabbat, il giorno più importante della settimana. Tra le vasche d’acqua ce n’era una molto ampia e profonda, che serviva da serbatoio, dotata di cinque portici: quattro ai lati e uno centrale che la divideva a metà in due bacini gemelli. Ciechi, zoppi e paralitici vi si affollavano in gran numero perché si riteneva che le sue acque avessero potere curativo. L’evangelista Giovanni narra che tra i molti invalidi Gesù vede un uomo, paralitico da 38 anni. Giaceva ai bordi della piscina, disprezzato da tutti: non c’era nessuno che lo immergesse nell’acqua guaritrice. È a lui che Gesù rivolge la parola. Nonostante la risposta dell’infermo (“Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me”), Gesù si accinge a compiere il suo primo miracolo non richiesto: “Alzati, prendi la tua barella e cammina” (Gv 5, 8). All’istante l’uomo guarisce e va via. Ma non è solo la guarigione del corpo che preme a Gesù: rincontrando l’uomo presso il tempio, gli chiede di non peccare più. Con questo primo miracolo di guarigione avvenuto, non a caso, a Gerusalemme nel giorno del riposo sabbatico, Gesù comincia a A Sua Immagine

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Vergine Maria. I francescani, secondo un’antica tradizione, giungono qui partendo in processione dal loro monastero di San Salvatore. Esattamente tre mesi dopo, l’8 dicembre, sempre in Sant’Anna si festeggia

il dogma dell’Immacolata Concezione. Infine, presso la chiesa, ogni anno si conclude, tra danze e canti, uno dei momenti più gioiosi per la comunità cristiana di Terra Santa: la processione della Domenica delle Palme.

Acque miracolose Le vasche erano utilizzate per lavare gli agnelli prima del sacrificio al tempio. Questo dava un alone di santità

svelare il messaggio di salvezza di cui è portatore.

La piscina superiore La piscina probatica, detta anche di Betzeta o Bethesda, è nota fin dall’antichità con il nome di “piscina superiore” (2Re 18,7; Is 7,3). Quando Gerusalemme è divenuta la città pagana di Aelia Capitolina, nel 135 dopo Cristo, per i presunti poteri curativi delle acque i romani hanno costruito presso le vasche un tempio dedicato al dio egizio Serapide. A questa divinità barbuta, dai poteri oracolari e taumaturgici, sono stati donati piedi in terra cotta, figurette di argilla e immagini di serpenti, tutti ex voto. Dopo l’apogeo bizantino e crociato, la piscina ha iniziato a riempirsi di terra e gli edifici cristiani, costruiti sopra

e dentro le vasche, sono crollati, così che se ne perse la memoria storica fino a oltre la seconda metà dell’Ottocento.

Nella casa di Anna e Gioacchino La chiesa di Sant’Anna, voluta dalla moglie di Baldovino I, re crociato di Gerusalemme, è uno degli esempi più significativi dell’arte medievale, perché costruita in forme essenziali che le donano armonia e semplicità. Al suo interno, la cripta racchiude una grotta, da secoli considerata la casa dei genitori di Maria, Anna e Gioacchino, e venerata, a partire dal V secolo, come luogo in cui è avvenuta la nascita della Vergine. Evento raffigurato in un dipinto moderno, dai colori accesi. La grotta è protetta da uno scrigno cro65


Itinerari LUOGHI DI GESÙ

A passeggio nella piscina Oltre il fianco nord della chiesa, la vista si apre su un intricato sovrapporsi di antiche rovine. Sui resti delle vasche, i secoli hanno depositato non solo terra: la piscina, divisa a metà dal porticato centrale, è stata trasformata prima dal santuario pagano di Serapide, poi dalla costruzione della chiesa bizantina e, infine, dalla cappella crociata del paralitico (Moustier). Attraverso il percorso è possibile scendere i 14 metri di profondità che conducono sul fondo della

ciato, scampato alle ondate distruttrici dei secoli scorsi. Allo stesso periodo di costruzione della chiesa risale una cappella, edificata di fianco, tra le mura della piscina, a ricordo del miracolo del paralitico. Caduto il Regno Latino di Gerusalemme, Sant’Anna è diventata sede di una scuola coranica, come si legge nell’iscrizione araba sopra la porta d’ingresso. La scuola è stata usata fino alla fine del XV secolo e poi abbandonata all’incuria del tempo. I cristiani che volevano pregare nella grotta, dovevano farlo calandosi all’interno da una finestrella. Nel 1856, vinta la guerra di Crimea, la chiesa è divenuta il dono del Sultano ottomano alla Francia, a ringraziamento dell’appoggio ricevuto.

piscina: una serie di archi, di cui uno ancora intatto, sosteneva la chiesa bizantina di Santa Maria della Probatica, costruita in parte sopra le vasche. A questa appartengono le basi decorate con la croce e i tronconi mozzi delle colonne. Nella prima piscina, quella settentrionale, si visitano i resti del santuario crociato dedicato al miracolo di Gesù, sviluppato su tre piani e dotato di cripta e di cisterna in cui ci si bagnava a ricordo della guarigione.

Così è ritornata a essere uno dei luoghi più sacri di Gerusalemme. Oggi è apprezzata anche per la perfetta acustica: le nude voci di corali riecheggiano ogni giorno tra le sue bianche pareti.

La Chiesa di Sant’Anna: Maria di Nazaret o di Gerusalemme? Tutti conoscono la versione ufficiale dei vangeli canonici che parlano di Maria come di una giovane donna che nella sua casa di Nazaret, un piccolo villaggio della Galilea, riceve l’annuncio dall’angelo Gabriele. Ma in Terra Santa non sono solo le memorie canoniche a cospargere di santità ogni centimetro di terra. E così, il Protovangelo di Gia-

1 1. Sant’anna - L’interno della chiesa ha forme essenziali 2. Nascita della Vergine - Un variopinto affresco nella grotta in cui vissero i genitori di Maria

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Le vasche – Raggiungono i 14 metri di profondità

como, scritto nel II secolo dopo Cristo da un sapiente narratore, oltre a essere contemporaneo a quelli poi definiti canonici, dà origine a una delle più belle tradizioni legate alla Madonna: quella della sua nascita. È nella chiesa di Sant’Anna che l’8 settembre si festeggia la nascita della Vergine, anche se un’altra tradizione crociata vuole la casa di Gioacchino e Anna a Sefforis, poco distante da Nazaret. Le icone bizantine che descrivono l’evento mostrano Sant’Anna, l’anziana madre di Maria, sdraiata sul letto dopo il parto, in contemplazione. Maria, la “Tutta Pura”, è lavata prima di riposare nel lettino. Gioacchino osserva riconoscente la sua primogenita. Secondo il racconto del Protovangelo, il padre di Maria si ritira nel deserto per 40 giorni per chiedere la grazia della paternità attesa da oltre vent’anni; al suo ritorno, quando l’angelo gli annuncia la nascita, è talmente grande la gioia che ordina ai pastori di preparare un sacrificio per il Signore e un banchetto per i vicini. E così, ad appena tre anni, Maria viene portata al tempio di Gerusalemme e consacrata al Signore. Lì filerà il velo, che si squarcerà alla morte di Gesù. Questo fino ai 12 anni, quando i sacerdoti d’Israele decidono di darla in custodia a un vedovo, Giuseppe, affinché ne preservi la verginità. A Sua Immagine

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Varie

Enrico e lo studio della collezione ebraica

Daniela fa rivivere i mosaici dell’antica Zeugma

Enrico Tromba è arrivato a Gerusalemme per dedicarsi allo studio degli oggetti giudaici presenti nelle sale del museo archeologico. Specializzato in archeologia classica all’Università degli studi di Bari ha iniziato nell’anno 2011 un dottorato di ricerca in storia, letteratura e cultura ebraica presso l’Univerisità Alma Mater di Bologna in cotutela con l’Université Sorbonne di Parigi. A Gerusalemme si è occupato dello studio di un frammento architettonico proveniente dalla città di Gadara nel quale è presente una decorazione con una menorah, uno shofar e il lulav, il caratteristico ramo di palma utilizzato dagli ebrei durante la festa di sukkot. Inoltre ha iniziato la catalogazione degli ossuari rinvenuti presso la necropoli romana del dominus flevit di Gerusalemme. Questi oggetti sono particolarmente interessanti perché danno informazioni sui costumi funerari degli abitanti di Gerusalemme nel periodo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. Oltre alle decorazioni, molti recano i nomi iscritti dei defunti in lingua greca, ebraica e aramaica.

Daniela Massara è tornata a Gerusalemme per dedicarsi allo studio di tre frammenti musivi policromi rappresentanti le personificazioni di tre

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province dell’impero romano. Daniela, specializzata in archeologia classica all’Università degli studi di Milano, collabora con il museo dello Studium Biblicum di Gerusalemme dal 2009, anno nel quale ha iniziato la catalogazione dei reperti archeologici delle sale del museo. Durante il mese di maggio Daniela ha continuato le sue ricerche. I frammenti di mosaico, che raffigurano la Germania, l’Africa e la Mauretania sotto forme di personaggi femminili, facevano parte di un pavimento musivo di una domus romana della città di Zeugma e andrebbero datati tra il II e il III secolo d.C. Dallo stesso pavimento rimango altri sette medaglioni sparsi in vari musei rappresentanti altre province. Nei frammenti conservati nel museo dei francescani rimangono la testa, parte dell’iscrizione esplicativa in lingua greca e alcune decorazioni.

Guide israeliane alla scoperta dei reperti dei francescani Martedì 28 maggio un gruppo di trentatre guide israeliane, impegnate in una giornata di aggiornamento sui Francescani, ha visitato numerosi luoghi identificativi della presenza dei Frati a Gerusalemme. Il gruppo, coordinato dalla sig.ra Yiska Harani, si è recato la mattina al Santo Sepolcro per poi spostarsi all’interno del Convento di San Salvatore. Qui hanno potuto esplorare anche la nuova biblioteca generale della Custodia di Terra Santa da poco oggetto di un importante intervento di rinnovamento. Nel pomeriggio hanno raggiunto il Convento della Flagellazione; grazie alla collaborazione e alle spiegazioni del direttore, padre Eugenio Alliata, le guide hanno visitato le due chiese della Flagellazione e della Condanna e il museo archeologico. L’iniziativa, sicuramente interessante, indica un particolare interesse da parte delle guide israeliane di meglio conoscere e comunicare il complesso, ma molto interessante, patrimonio storico e archeologico connesso con la vita di Gesù, e con l’origine e lo sviluppo del Cristianesimo in Terra Santa. A cura di Davide Bianchi

È mancato Mario Bianchi, grande amico della Terra Santa Como, 25 maggio 2013 La Terra Santa ha perso un grande amico nella persona di Mario Bianchi, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Santo Sepolcro, deceduto a 66 anni di cancro. S.E. Mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, Vicario patriarcale per Israele, ha rappresentato il Patriarca S.B. Mons. Fouad Twal ai funerali che si sono tenuti a Como nella parrocchia di Rebbio, sabato 25 maggio. Mario Bianchi è venuto più di un centinaio di volte in Terra Santa. Italiano, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine del Santo Sepolcro, presidente della sezione Como-Sondrio e direttore dell’agenzia di viaggi e di pellegrinaggi G.T.R. (Gruppo Turistico Rebbiese), Mario Bianchi era senza dubbio un appassionato del paese di Gesù.Con generosità aveva adottato diversi seminaristi e sostenuto numerose scuole e parrocchie. Ha anche aiutato diverse istituzioni religiose, come le Suore di Santa Dorotea. Tra i numerosi cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro presenti, quattro vestiti con le loro tipiche cappe bianche con la croce di Gerusalemme rossa che simboleggia le cinque piaghe di Cristo, hanno fatto la guardia di onore attorno alla salma. La chiesa parrocchiale di Rebbio era gremita di fedeli. Mons. Marcuzzo Vicario di Nazareth ha concluso il suo intervento con queste parole: “L’amico e fratello Mario è stato, è e sarà. È stato una vera persona che credeva e viveva molti valori umani e cristiani. È stato anche un grande amico della Terra Santa ed un grande benefattore del Seminario. Egli è ancora presente con i frutti delle sue opere, tra cui i sacerdoti qui presenti. Egli sarà ricordato e commemorato da noi tutti che labbiamo conosciuto ed amato, perché vogliamo rendere onore alla sua memoria raccogliendo il suo prezioso patrimonio di virtù e di opere, riviverle e trasmetterle”. Mario Bianchi nato a Como, Italia, è morto il 23 maggio 2013 a 66 anni dopo lunghe sofferenze. Partito per la Gerusalemme celeste, lascia la moglie Cristina, il figlio Michel, la figlia Myriam, che lavora presso il Franciscan Media Center a Gerusalemme. Tratto da http://it.lpj.org

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Fraternitas

Fraternitas

VOLUME XLVI • EDIZIONE 199

MAGGIO 2013

Notiziario Internazionale OFM

Il Ministro Generale OFM Fr. José Rodríguez Carballo

Nominato Arcivescovo titolare di Belcastro e Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica

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Piu informazione e foto nella prossima edizione di Fraternitas.

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Il P. José Rodríguez Carballo, ofm, è nato a Lodoselo, Diocesi di Orense (Spagna), l’11 agosto 1953, è entrato nel Seminario minore della Provincia Francescana di San Giacomo di Compostela, a Castroverde de Campos (Zamora) nel 1964; l’anno successivo è passato al Seminario di Herbón (La Coruña); ha poi fatto il noviziato presso il Convento di Ponteareas, concluso con la professione dei voti temporanei il 9 agosto 1971. Ha proseguito con gli studi di filosofia e teologia presso il Centro di Studi Teologici di San Giacomo di Compostela. Dal 1976 ha frequentato lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, conseguendo la laurea in Teologia Biblica nel 1978; iscrittosi poi al Pontificio Istituto Biblico di Roma, nel 1981 ha ottenuto la laurea in Sacra Scrittura. Nel Capitolo Provinciale del 1983 è stato eletto Definitore ed è stato poi nominato Segretario Provinciale per la Formazione e gli Studi, Commissario di Terra Santa e Maestro dei Novizi. Eletto Ministro Provinciale di Santiago de Compostela nel 1992, dal 1993 al 1997 è stato anche Presidente dell’Unione dei Ministri Provinciali Francescani d’Europa. Nel Capitolo Generale dell’Ordine del 1997 é stato eletto Definitore Generale, e in seguito é stato nominato Segretario generale per la Formazione e gli Studi. Il 5 giugno 2003, nel Capitolo Generale, è stato eletto Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, il 119° successore di san Francesco di Assisi e poi nel Capitolo Generale del 2009 è stato rieletto. Il 23 novembre 2012 è stato eletto anche Presidente dell’Unione dei Superiori Generali. Membro delle Congregazioni per l’Evangelizzazione dei Popoli e per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, ha partecipato ai Sinodi dei Vescovi del 2005, del 2008 e del 2012, e a quello per il Medio Oriente nel 2010; ha partecipato anche alla V Conferenza Generale dell’Episcopato Latino-Americano di Aparecida nel 2007.

F R A T E R N I T A S

Il 6 aprile 2013 il Santo Padre Francesco ha nominato Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica il Rev.mo Padre José Rodríguez Carballo, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori (OFM), elevandolo in pari tempo alla sede titolare di Belcastro, con dignità di Arcivescovo.

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ALTRE NOTIZIE

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Programma di formazione ecumenica in direzione spirituale 2013 – 2014 Il programma si articolerà in tre week-end e nove sabati durante l’anno. La prima parte del programma si concentra sullo sviluppo spirituale personale e costruzione di competenze che sarà sviluppata e approfondita nel programma. La seconda parte comprende e guarda alla spiritualità nell’ambito della Chiesa e la comunità. La terza e ultima parte del programma si concentrerà sull’ulteriore sviluppo delle competenze per la direzione spirituale. Per maggiori info: www.franciscans. ac.uk Ritiro Francescano Accompagnato Mercoledì 28 agosto - Giovedi 5 settembre 2013. Il Programma si concentra su una esperienza spirituale positiva in un ambiente bello e tranquillo. Liturgie nella tradizione francescana aiuteranno ad approfondire la vostra preghiera. Esperti Direttori Spirituali vi accompagneranno nel vostro cammino. Il Ritiro francescano avrà inizio con la cena il Mercoledì sera, 28 agosto e terminerà con la Messa nella mattinata di Giovedi, 5 settembre 2013. Per maggiori info: www.franciscans. ac.uk

Il tema “giustizia, pace e integrità del creato a servizio della missione” è stato approfondito dal punto di vista teologico e sociologico, evidenziando come i due aspetti siano inscindibili così come dimostrano la Scrittura e la dottrina sociale della Chiesa. Non c’è, infatti, separazione tra preghiera, giustizia e vita quotidiana. “Fare la giustizia, ha detto Fr. Mike, è ciò che Dio si attende dalla nostra vita come espressione autentica della nostra fede vissuta. Per fare questo è necessario recuperare la dimensione di

Nuovi Provinciali Fr. Michel Laloux, ofm Prov. Du Bienheureux Jean Duns Scot - France-Belgique fede, di Dio, che umanizza la società”. Papa Francesco, ci ha ricordato il Vicario Generale, sfida tutti alla costruzione di “una Chiesa povera per i poveri”, altrimenti si corre il rischio di dimenticare che il Dio nel quale crediamo è Colui che ascolta il grido di sofferenza del suo popolo. La giustizia sociale è allora una dimensione costitutiva della fede e a noi Frati Minori è chiesto di vivere, là dove siamo, la relazione tra vangelo, chiesa e cultura per essere uomini del dialogo e ambasciatori della riconciliazione. Conferenza di Lingua Inglese a Malta

Fr. Maggiorino Stoppa, ofm Prov. S. Bonaventura in Piemonte - Italia Fr. Juan C. Moya Ovejero, ofm Prov. S. José , Esposo de la B.V.M - Valencia-Spagna Fr. Joaquín Zurera Ribó, ofm Prov. Ntra. Sra. de Regla – Granada - Spagna Fr. Manuel Corullón F. ofm Cust. Santi Martiri Marruecos Fr. Felix Junco Jr., ofm Cust. St. Anthony of Padua Philippines Fr. José M. Sainz Jiménez, ofm Prov. San Gregorio Magno Castilla-Spagna

Sessione di Formazione Missionaria Inter-Francescana Dal 1 al 4 aprile 2013 Fr. Michael A. Perry, Vicario Generale dell’Ordine dei Frati Minori, ha animato la Sessione di Formazione Missionaria Inter-francescana, presso la fraternità internazionale “Notre-Dame des Nations” di Bruxelles.

one di primavera presso la Casa di Esercizi Porziuncola in Bahar ic-Caghaq, Malta. La ESC è formata dalle Provincie nordamericane OFM, la Provincia irlandese OFM, la Provincia del Regno Unito OFM, la Provincia Lituana OFM e la Provincia di Malta OFM. Il Ministro della Provincia australiana OFM è stato anche invitato a partecipare alla riunione ed è stato presente. Durante questa settimana i Provinciali e il segretario esecutivo hanno avuto l’opportunità di visitare l’isola in un tour di un giorno. Il prossimo incontro ESC è previsto per l’autunno 2013 e si terrà in San Diego, Stati Uniti, e sarà ospitato dalla Provincia di Santa Barbara OFM.

Dal 8 al 12 aprile 2013, la Conferenza di lingua inglese (ESC), dell’Ordine dei Frati Minori ha avuto la sua riuni-

Avete informazioni che vi piacerebbe condividere con altri riguardanti eventi accaduti nella tua provincia? Inviateci tutte le informazioni tramite e-mail: fraternitas@ofm.org

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Fraternitas SEGNALIBRO FRANCESCANO Libri Francescani AFFERRANdO IL FUOCO, dIVENtANdO FIAMMA: : Una Guida per la trasformazione Spirituale. Albert Haase, OFM

Avete qualche frate della vostra provincia che ha pubblicato un libro o un ebook? inviateci tutte le informazioni su e-mail: fraternitas@ofm.org

Questo libro vorrebbe offrire certe prospettive a ogni persona che ha il desiderio di approfondire questo cammino. Nessuno grande discorso speculativo, ma un incoraggiamento a non si lasciare invischiare nella complessità dei molti aspetti della violenza, un invito a contribuire nella costruzione di relazione che aiutino a crescere nel quotidiano secondo l’esempio e sulle orme di Gesù Cristo. Non basta proclamare che crediamo in Dio se non inseriamo la disappropriazione nel nostro modo di vita e di agire quotidiani.

Il volume propone una lettura delle principali fonti biografiche di san Francesco d`Assisi nel D u e -Tr e c e n t o e costituisce la sintesi più matura del percorso di ricerca dell`autore, che negli ultimi dieci anni ha dedicato all`argomento molteplici studi. L’asserto principale da cui muove l’approccio di Accrocca è la necessità di superare l’ottica sabatieriana. Paul Sabatier, infatti, operò una rigida contrapposizione tra le fonti

Frédéric Marie Le Méhauté, Katia Mickhaël et Alain Richard

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Coloro che visitano Assisi come un luogo turistico, trovano un paesaggio bellissimo e magnifici tesori. Chi vi arriva come pellegrino, viene invitato ad

UN SANtO dI CARtA. Le fonti biografiche di san Francesco d’Assisi. Accrocca Felice

IN dIO NON C’é VIOLENZA. La forza che ci habita

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ASSISI FüR PILGER. Ein spiritueller Reisebegleiter (Assisi per pellegrini. Un compagno spirituale), Verlag Echter, Würzburg 2013. Helmut Schlegel

cosiddette “ufficiali” e le fonti di origine leonina. Accrocca si sforza invece di mostrare che le fonti che vennero progressivamente alla luce nel Corso del Duecento stabilirono tra loro relazioni non antitetiche, ma di complementarietà. Egli ritiene perciò necessario passare dalla contrapposione all’integrazione.

F R A T E R N I T A S

Vi siete mai chiesti perché e come alcune persone diventano fuoco e entusiaste riguardo il loro rapporto con Dio? In trentatré brevi capitoli, Albert Haase offre degli strumenti per preparare la scintilla di Dio nella vostra vita - e poi mostra come fare questo finché non si accende questo incendio. Questo libro si illumina con la saggezza e l’esperienza di un collaudato esperto direttore spirituale nel tempo e condivide i segreti dei santi. Senti freddo? O forse sei solo fumigante? Con i suggerimenti supplementari di lettura e le domande e la riflessione, questo libro sarà come un personale, ritiro spirituale. (www.AlbertOFM.org)

un’avventura spirituale sulle tracce di Chiara e Francesco. Helmut Schlegel riprende questo invito, conducendo il pellegrino sulle orme dei due grandi santi d’Assisi. Si rivolge alla storia e al significato spirituale di questi luoghi, dà impulso ad una vita secondo lo spirito di Francesco e Chiara, offre testi per le celebrazioni liturgiche e la preghiera personale e comunitaria. Una guida spirituale “sul posto” e un ulteriore incoraggiamento a rischiare, nella vita di tutti i giorni, per vivere il Vangelo secondo la testimonianza dei due santi.

eBooks Francescani In difesa dell’indulgenza della Porziuncola Noel Muscat, OFM Presentiamo una traduzione in inglese delle fonti originali latine medievali per l’Indulgenza della Porziuncola, che San Francesco d’Assisi (1182-1226) richiese a Papa Onorio III nel 1216 per la cappella di Santa Maria degli Angeli, conosciuta come la Porziuncola, vicino ad Assisi. La fonte più importante tra questi documenti è il “Tractatus de Indulgentia Portiunculae” di Fr. Francesco Bartholi di Asisisi, composta nel 1334-1335 in difesa della Indulgenza contro i suoi detrattori. Da qui il titolo “In difesa dell’Indulgenza della Porziuncola”. (Disponibile gratuitamente su iPhone, iPad e iPod touch) 3

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PICCOLE NOTIZIE

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GERUSALEMME - 2-5 aprile 2013, Convento di S. Salvare, 38º corso di aggiornamento biblico teologico: La “Porta della fede”… è sempre aperta per noi, riflessioni sulla fede alla luce della lettera apostolica Porta Fidei di Benedetto XVI. Organizzato dallo Studium Biblicum Franciscanum, Facoltà di Scienze Bibliche ed Archeologia della Pontificia Università Antonianum. ROMA - il 15 aprile 2013, giornata di studio sul tema Democrazia, legge “ingiusta”, obiezione di coscienza. Organizzata dalla Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Antonianum in collaborazione con la Cattedra di Diritto Canonico e la Cattedra di Diritto Ecclesiastico della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Roma Tre e con il patrocinio della Consociatio Internationalis Studio Iuris Canonici Promovendo. ROMA - 24 aprile 2013, presso l’Auditorium Antonianum, si terrà la giornata di studio Arte, spiritualità e trasmissione della fede, organizzata dall’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum.

al tema I francescani e la crociata. L’iniziativa è organizzata dal Centro Culturale Aracoeli, in collaborazione con le province di S. Bernardino da Siena e dei SS. Apostoli Pietro e Paolo dell’Ordine dei Frati Minori, la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani e l’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum e il contributo del convento S. Francesco di Greccio. ASSISI - Presso le due sedi del Museo della Porziuncola e della Galleria d’Arte Contemporanea della Pro Civitate Christiana, di una significativa mostra dedicata al rapporto tra la Scrittura Sacra e l’Arte. La Mostra sarà intitolata “Dalla Parola, l’Immagine. L’Arte che legge la Bibbia” e si sta svolgendo dal 20 aprile al 18 agosto 2013. In mostra opere grafiche di Rembrandt, di Dürer, di Chagall, di Dalì, di Rouault, e di straordinari artisti contemporanei come Mimmo Paladino e Sandro Chia, oltre che ad una mostra didattica sulla evoluzione e il significato del testo sacro.

GRECCIO - (Italia) dal 3 al 4 maggio 2013 si terrà a Greccio, presso l’Oasi Gesù Bambino, l’undicesima edizione del Convegno di Greccio, dedicata

Ordinazione Episcopale Fr. José R. Carballo, OFM L’ Ordinazione episcopale di S.E.R. P. José sara il 18 maggio 2013, Vigilia di Pentecoste alle ore 18.00 nella Cattedrale di Santiago de Compostela, Spagna. Sarà ordinato da S.E. il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità.

Elezione del nuovo Ministro generale Il processo per l’elezione del nuovo Ministro generale inizierà con una giornata di riflessione e di preghiera il 21 maggio. La mattina del 22 maggio, i fratelli elettori (Definitori Generali, Presidenti e Vicepresidenti delle Conferenze OFM e il Custode di Terra Santa), si riuniranno in preghiera, a cui farà seguito il processo di elezione del nuovo Ministro generale.

dalla Curia Generale Nuovo Assistente Generale OFS Fr. José Antônio Cruz Duarte, OFM, Assistente generale dell’OFS. Nato a Pederneiras, São Paulo (Brasile), il 14 maggio 1956, entrato nell’Ordine dei Frati Minori il 20 gennaio 1975. Ha fatto la professione solenne il 2 agosto 1979 e ordinato sacerdote il 12 dicembre 1981. Ho concluso gli studi in Pedagogia presso la Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro nel 1988. Nel 1998 ho conseguito il diploma di post laurea in Scienze Religiose presso l’Università Cattolica di São Paulo. Dal 1977 al 2012 si e dedicato alla pastorale giovanile; formazione dei giovani; all’insegnamento superiore nell’Università di São Francisco, Bragança Paulista, São Paolo, in diversi corsi di etica e bioetica. Ha accompangiato l’Istituto Secolare Piccola Famiglia Francescana come Assistente spirituale del cono sud dell’America Latina. É stato Assistente locale di diverse Fraternità dell’OFS. Dal 1988 fino al 2012 ho svolto il ministero di Direttore spiritale di diverse Congregazioni francescane.

Fraternitas notiziario internazionale OFM editore: Fr. Joseph Magro OFM eMail: comgen@ofm.org tel: +39 0668491 339 http://www.ofm.org/fraternitas www.fb.com/ofm.org www.twitter.com/ofmdotorg

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www.custodia.org

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