FdC
Frati della Corda
11
Notiziario della Custodia di Terra Santa Dicembre | 2011
2 novembre 2011 Commemorazione di tutti i defunti 11 novembre 2011 Card. Angelo Scola celebra la S. Messa al Getsemani 30 novembre 2011 Lo SBF premiato per le sue ricerche in campo archeologico
Gerusalemme, 26 novembre 2011
Ingresso Solenne del
Custode a Betlemme, inizio dell’Avvento Dicembre 2011
1
2
Dicembre 2011
Indice
Cronaca custodiale
santa sede Pace per Gerusalemme e la Terra Santa Quarta giornata internazionale di intercessione per la pace Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI in occasione della seduta pubblica delle Pontificie Accademie Solennità del Natale del Signore: Omelia del Santo Padre
4 5 6 9
curia generalizia Messaggio di Natale del Ministro Generale Comunicato del tempo forte (Set 2011) Comunicato del tempo forte (Nov 2011)
14 18 19
Curia Custodiale Messaggio di Natale del Custode di Terra Santa 23 Dal Discretorio del 15 Dicembre 2011, Amman 24 Uscita dal Postulato 24 Comunicazioni 25 Convento della Flagellazione 27 Agenda del Custode 29
SBF Custodia TS Lo SBF premiato per le sue ricerche in campo archeologico Consigli e Uffici dello SBF/FSBA
Sorella morte
30 33
fra Xavier (John Aloysius) Geiser ofm 36 fra Zdzislaw Siedlecki ofm 23 Il “Dito di Dio” 24 Mio fratello Samir 25 P. Alberto Prodomo 26 Commemorazione del P. Michele Piccirillo OFM 28
“Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita”: la festa di Tutti i Santi a Gerusalemme 38 Dio ci ha creati per vivere sempre: la commemorazione di tutti i fedeli defunti 39 Come una “casa aperta”: la visita di un gruppo di ebrei israeliani al Convento di San Salvatore 44 Il vero volto del frate: S. Messa di commemorazione di fra Giovanni Battistelli a Gerusalemme 46 La visita fraterna in Terra Santa del Ministro provinciale olandese fr. Jan van den Eijnden ofm 47 Davanti al volto di Gesù sofferente: S.E. Card. Angelo Scola celebra la S. Messa al Getsemani 48 Benedizione abbaziale di Dom René Hascoët, abate di Latroun 53 In cerca dei frutti della sapienza sulle orme di S. Alberto Magno: S. Messa per la festa di S.M. Alberto II, Re del Belgio 54 Insegnare ad amare e a conoscere la Terra Santa: il percorso formativo per Animatori spirituali di pellegrinaggi 56 Qui la morte finisce, mentre l’amore dura eternamente: S. Messa di Resurrezione con S.E. Card. Carlos Amigo Vallejo 60 S. Natale 2011: i presepi trentini in Terra Santa. A Gerusalemme una mostra dei presepi più antichi della Valle di Fiemme 62 Il mukhtar e i parrocchiani di Gerusalemme salutano il Custode nel giorno del suo ingresso solenne a Betlemme 62 Dialogando con Dio in attesa che Egli venga: ingresso solenne del Custode a Betlemme e inizio dell’Avvento 63 Trionfo del Magnificat nella stagione concertistica all’Università dei Mormoni 70
Varie I carabinieri festeggiano la Virgo Fidelis 74 Un’altra percezione 76 Avviato l’anno accademico del primo ateneo cattolico in Giordania 76 Parola e Luoghi esercizi spirituali in Terra Santa 78
Fraternitas Dicembre 2011 82
Dicembre 2011
3
Santa Sede Roma, 11 novembre 2011
Pace per Gerusalemme e la Terra Santa L’udienza di Benedetto XVI ai membri dell’Israeli Religious Council. Pace per Gerusalemme e per la Terra Santa: l’ha auspicata il Pontefice rivolgendosi ai membri dell’Israeli Religious Council, ricevuti in udienza giovedì mattina, 10 novembre, nella Sala dei Papi. Ricordando la preghiera da lui stesso composta e inserita tra le pietre del Muro occidentale il 12 maggio 2009, durante la visita a Gerusalemme, Benedetto XVI ha rinnovato l’invocazione al Signore affinché «ascolti la preghiera di tutti gli uomini e di tutte le donne che gli chiedono la pace di Gerusalemme». E ha esortato: «Non smettiamo mai di pregare per la pace della Terra Santa, con fiducia in Dio che è nostra pace e nostro conforto!». Nel suo discorso — preceduto dai saluti indirizzatigli da alcuni dei capi religiosi presenti — il Papa ha sottolineato che oggi «il dialogo fra differenti religioni sta diventando sempre più importante per instaurare un clima di mutuo rispetto e di comprensione che può condurre all’amicizia e alla salda fiducia reciproche». Una prospettiva tanto più urgente «per i leader religiosi della Terra Santa che, pur vivendo in un luogo pieno di memorie sacre alle nostre tradizioni, sono quotidianamente messi alla prova dalle difficoltà del vivere insieme in armonia». Dopo aver richiamato l’incontro dei capi religiosi svoltosi ad Assisi lo scorso 27 ottobre, il Pontefice ha ribadito che «la relazione dell’uomo con Dio vissuta rettamente è una forza di pace». Si tratta — ha aggiunto — di «una verità che deve divenire sempre più visibile nel modo in cui viviamo insieme ogni giorno». Da qui l’invito a «promuovere un clima di fiducia e di dialogo fra i leader e i membri di tutte le tradizioni religiose presenti in Terra Santa», ai quali spetta «la grave responsabilità» di educare i membri delle rispettive comunità a «una comprensione reciproca più profonda» e «di sviluppare un’apertura verso la cooperazione con persone di tradizioni religiose diverse dalla nostra». «Tutti noi — ha rimarcato — siamo chiamati a impegnarci di nuovo per la promozione di una giustizia e di una dignità maggiori, per arricchire il nostro mondo e conferirgli una dimensione pienamente umana». La giustizia infatti — insieme con «la verità, l’amore e la libertà» — è oggi «un requisito fondamentale per una pace sicura e duratura nel mondo». 4
Dicembre 2011
Roma, 14 novembre 2011
Quarta giornata internazionale di intercessione per la pace Il prossimo 29 gennaio la veglia di preghiera giovanile per rispondere all’appello del Santo Padre Pace per Gerusalemme e per la Terra Santa: questo il messaggio in sintesi dell’incontro di papa Benedetto XVI rivolgendosi ai membri dell’Israeli Religious Council, ricevuti in udienza giovedì mattina, 10 novembre, nella Sala dei Papi. Nel suo discorso ha inoltre aggiunto «La giustizia, insieme con la verità, l’amore e la libertà, è un requisito fondamentale per una pace sicura e duratura nel mondo. Il movimento verso la riconciliazione richiede coraggio e lungimiranza nonché la fiducia nel fatto che sarà Dio stesso a indicarci la via». Sulla scia di questo auspicio del Santo Padre, il 29 gennaio 2012 si terrà la Quarta Giornata internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa, una iniziativa di preghiera nata dalla volontà di alcune associazioni cattoliche giovanili che per questa edizione prevedono il coinvolgimento di più di duemila città in tutto il mondo per 24 ore. Come l’anno scorso la Giornata sarà preceduta dalla Settima Preghiera straordinaria di tutte le Chiese che si terrà presso la Chiesa copta-ortodossa di Gerusalemme (alle ore 17 di Terra Santa). La Giornata è promossa, da tre anni, da diverse realtà giovanili: dall’Associazione Nazionale Papaboys (www.papaboys.it), dall’Apostolato “Giovani Per La Vita” (www.youthfl.org), dalle Cappelle di Adorazione Perpetua in tutta Italia e nel mondo, dai gruppi di Adunanza Eucaristica (www.adorazione. org), e dall’anno scorso dall’Associazione per la promozione della Preghiera straordinaria di tutte le Chiese per la riconciliazione, l’unità e la pace, cominciando da Gerusalemme. Facciamo nostro l’invito di Papa Benedetto XVI: «Infatti, non smettiamo mai di pregare per la pace della Terra Santa, con fiducia in Dio che è nostra pace e nostro conforto!».
Dicembre 2011
5
Santa Sede vaticano, 30 novembre 2011
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN OCCASIONE DELLA XVI SEDUTA PUBBLICA DELLE PONTIFICIE ACCADEMIE Al Venerato Fratello il Cardinale Gianfranco Ravasi Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura In occasione della XVI Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie sono lieto di farLe pervenire il mio cordiale saluto, che volentieri estendo ai Presidenti e agli Accademici, in particolare a Lei, Venerato Fratello, quale Presidente del Consiglio di Coordinamento. Rivolgo altresì il mio saluto ai Signori Cardinali, ai Vescovi, ai Sacerdoti, ai Religiosi e alle Religiose, ai Signori Ambasciatori e a tutti i partecipanti a questo significativo appuntamento. L’annuale Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie è diventata, infatti, tradizione consolidata, in cui si offre sia l’occasione di un incontro tra i membri delle diverse Accademie riunite nel Consiglio di Coordinamento, sia l’opportunità di valorizzare, attraverso il Premio delle Pontificie Accademie, istituito dal mio Venerato Predecessore, il Beato Giovanni Paolo II, il 23 novembre 1996, quanti, sia giovani studiosi o artisti, sia Istituzioni, con la loro ricerca e il loro impegno culturale, contribuiscono a promuovere un nuovo umanesimo cristiano. Desidero, perciò, ringraziarLa per l’attenzione che rivolge a tutte e a ciascuna Accademia, e per l’impulso che ha voluto trasmettere ad esse perché siano davvero, e con efficacia, Istituzioni di qualificato livello accademico a servizio della Santa Sede e di tutta la Chiesa. La XVI Seduta Pubblica è stata organizzata dalla Pontificia Accademia Romana di Archeologia e dalla Pontificia Accademia “Cultorum Martyrum”, che vantano entrambe una storia più che secolare, ricca di straordinarie figure di archeologi, studiosi e cultori delle antichità cristiane e delle memorie martiriali. Il tema proposto per questa Seduta Pubblica, “Testimonianze e Testimoni. I martyria e i campioni della fede”, ci offre l’occasione per riflettere su un elemento che mi sta particolarmente a cuore: la storicità del cristianesimo, il suo intrecciarsi continuamente con la storia per trasformarla in profondità grazie al lievito del Vangelo e della santità vissuta e testimoniata. La ricerca storica, e soprattutto quella archeologica, mirano a indagare sempre più accuratamente e con strumenti di ricerca quanto mai sofisticati le memorie, le testimonianze del passato; tra queste rivestono, per noi, un particolare interesse quelle delle antiche comunità cristiane. Si tratta, evidentemente, di testimonianze materiali, costituite da tutti quegli elementi – edifici ecclesiali, complessi cimiteriali, epigrafi e sculture, affreschi e decorazioni, manufatti di ogni genere – che, se studiati e compresi secondo corrette metodologie, ci permettono di riscoprire non pochi aspetti della vita delle passate generazioni come pure della esperienza di fede delle antiche comunità cristiane, che lascia tracce sempre più consistenti nell’ambiente in cui viene vissuta. L’indagine archeologica può oggi avvalersi di straordinari mezzi tecnologici per le diverse fasi dello scavo e della ricerca sul campo, come pure per il recupero di manufatti deteriorati dal tempo e dalle più avverse condizioni di conservazione. Penso, ad esempio, all’uso delle immagini satellitari, che si prestano a molteplici forme di analisi, producendo risultati impensabili fino a qualche decennio fa; o all’applicazione
6
Dicembre 2011
della tecnica del laser per il recupero di affreschi ricoperti da incrostazioni, come è avvenuto recentemente nella catacomba romana di Santa Tecla, dove sono stati riscoperti affreschi di eccezionale valore storico e artistico, tra cui antichissime immagini degli Apostoli. Ma la tecnologia, pur utilissima, da sola non basta. Sono necessarie, innanzitutto, una reale competenza dei ricercatori, maturata attraverso studi approfonditi e tirocini faticosi, e la loro passione autentica per la ricerca, motivata proprio dall’interesse per l’esperienza umana, e quindi anche religiosa, che si cela e poi si rivela attraverso le testimonianze materiali, comprese, appunto, come testimonianze, cioè come messaggi che ci giungono dal passato e che, interpellando la nostra intelligenza e la nostra coscienza, contribuiscono ad approfondire le nostre conoscenze e, in definitiva, anche la visione del presente e della stessa nostra esistenza. Se questo può valere per ogni indagine archeologica, a maggior ragione vale quando si studiano i monumenti cristiani, e particolarmente i martyria, le testimonianze archeologiche e monumentali che attestano il culto della comunità cristiana per un campione della fede, per un martire. Tra i tanti siti archeologici in cui emergono i segni della presenza cristiana, uno eccelle su tutti e suscita un singolare interesse: la Terra Santa, con le diverse località in cui si è concentrata l’attività di ricerca archeologica. Il territorio, già fortemente segnato dalla presenza del popolo di Israele, diviene anche l’ambito per eccellenza in cui ricercare i segni della presenza storica di Cristo e della prima comunità dei suoi discepoli. L’attività di indagine archeologica svolta negli ultimi decenni in Terra Santa, grazie all’impegno di grandi e appassionati ricercatori, come ad esempio Padre Bagatti, Padre Corbo e il compianto Padre Piccirillo, recentemente scomparso, ha portato a notevolissime scoperte e acquisizioni, contribuendo così a definire sempre meglio le coordinate storico-geografiche sia della presenza giudaica sia di quella cristiana. Altro polo strategico dell’indagine archeologica è certamente la città di Roma con il suo territorio, in cui le memorie cristiane si sovrappongono e si intrecciano con quelle della civiltà romana. Qui a Roma, ma anche in molte altre località dove il Cristianesimo si diffuse già nei primi secoli della nostra éra, si possono ancor oggi ammirare e studiare numerosi elementi monumentali, a cominciare proprio dai martyria, che attestano non solo una generica presenza cristiana, ma soprattutto una forte testimonianza dei cristiani e di coloro che per Cristo hanno donato la propria vita, i martiri. Monumenti architettonici, tombe particolarmente solenni e decorate con cura, ristrutturazioni dei percorsi catacombali o addirittura di quelli urbani, così come tanti altri elementi artistici, attestano che la comunità cristiana, sin dalle origini, ha voluto esaltare le figure dei campioni della fede come modelli e punti di riferimento per tutti i battezzati. I numerosissimi interventi monumentali e artistici dedicati ai martiri, documentati appunto dalle indagini archeologiche e da tutte le altre ricerche connesse, scaturiscono da una convinzione sempre presente nella comunità cristiana, di ieri come di oggi: il Vangelo parla al cuore dell’uomo e si comunica soprattutto attraverso la testimonianza viva dei credenti. L’annuncio della novità cristiana, della bellezza della fede in Cristo ha bisogno di persone che, con la propria coerenza di vita, con la propria fedeltà, testimoniata se necessario fino al dono di se stessi, manifestano l’assoluto primato dell’Amore su ogni altra istanza. Se osserviamo con attenzione l’esempio dei martiri, dei coraggiosi testimoni dell’antichità cristiana, come anche dei numerosissimi testimoni dei nostri tempi, ci accorgiamo che sono persone profondamente libere, libere da compromessi e da legami egoistici, consapevoli dell’importanza e della bellezza della loro vita, e proprio per questo capaci di amare Dio e i fratelli in maniera eroica, tracciando la misura alta della santità cristiana. I campioni della fede, lungi dal rappresentare un modello conflittuale col mondo e con le realtà umane, annunciano e testimoniano, al contrario, l’amore ricco di misericordia e di condiscendenza di Dio Padre che in Cristo Crocifisso, il “testimone fedele” (cfr Ap 1,5), è entrato nella nostra storia e nella nostra umanità, non per avversarla o sottometterla ma per trasformarla profondamente e renderla così nuovamente capace di corrispondere pienamente al suo disegno di amore.
Dicembre 2011
7
Santa Sede Anche oggi la Chiesa, se vuole efficacemente parlare al mondo, se vuole continuare ad annunciare fedelmente il Vangelo e far sentire la sua presenza amichevole agli uomini e alle donne che vivono la loro esistenza sentendosi “pellegrini della verità e della pace”, deve farsi, anche nei contesti apparentemente più difficili o indifferenti all’annuncio evangelico, testimone della credibilità della fede, deve cioè saper offrire testimonianze concrete e profetiche attraverso segni efficaci e trasparenti di coerenza, di fedeltà e di amore appassionato e incondizionato a Cristo, non disgiunto da un’autentica carità, dall’amore per il prossimo. Ieri come oggi, il sangue dei martiri, la loro tangibile ed eloquente testimonianza, tocca il cuore dell’uomo e lo rende fecondo, capace di far germogliare in sé una vita nuova, di accogliere la vita del Risorto per portare risurrezione e speranza al mondo che lo circonda. Proprio per incoraggiare quanti vogliono offrire il loro contributo alla promozione e alla realizzazione di un nuovo umanesimo cristiano, attraverso la ricerca archeologica e storica, accogliendo la proposta formulata dal Consiglio di Coordinamento, sono lieto di assegnare ex aequo il Premio delle Pontificie Accademie Ecclesiastiche allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e alla Dott.ssa Daria Mastrorilli. Desidero inoltre che, come segno di apprezzamento e di incoraggiamento, si offra la Medaglia del Pontificato alla Dott.ssa Cecilia Proverbio. Augurando, infine, un impegno sempre più appassionato nei rispettivi campi di attività, affido ciascuno alla materna protezione della Vergine Maria, Regina dei Martiri, e di cuore imparto a Lei, Signor Cardinale, e a tutti i presenti una speciale Benedizione Apostolica. Dal Vaticano, 30 novembre 2011 BENEDICTUS PP XVI
8
Dicembre 2011
vaticano, 24 dicembre 2011
SOLENNITÀ DEL NATALE DEL SIGNORE OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI Cari fratelli e sorelle, La lettura tratta dalla Lettera di san Paolo Apostolo a Tito, che abbiamo appena ascoltato, inizia solennemente con la parola “apparuit”, che ritorna poi di nuovo anche nella lettura della Messa dell’aurora: apparuit – “è apparso”. È questa una parola programmatica con cui la Chiesa, in modo riassuntivo, vuole esprimere l’essenza del Natale. Prima, gli uomini avevano parlato e creato immagini umane di Dio in molteplici modi. Dio stesso aveva parlato in diversi modi agli uomini (cfr Eb 1,1: lettura nella Messa del giorno). Ma ora è avvenuto qualcosa di più: Egli è apparso. Si è mostrato. È uscito dalla luce inaccessibile in cui dimora. Egli stesso è venuto in mezzo a noi. Questa era per la Chiesa antica la grande gioia del Natale: Dio è apparso. Non è più soltanto un’idea, non soltanto qualcosa da intuire a partire dalle parole. Egli è “apparso”. Ma ora ci domandiamo: Come è apparso? Chi è Lui veramente? La lettura della Messa dell’aurora dice al riguardo: “apparvero la bontà di Dio … e il suo amore per gli uomini” (Tt 3,4). Per gli uomini del tempo precristiano, che di fronte agli orrori e alle contraddizioni del mondo temevano che anche Dio non fosse del tutto buono, ma potesse senz’altro essere anche crudele ed arbitrario, questa era una vera “epifania”, la grande luce che ci è apparsa: Dio è pura bontà. Anche oggi, persone che non riescono più a riconoscere Dio nella fede si domandano se l’ultima potenza che fonda e sorregge il mondo sia veramente buona, o se il male non sia altrettanto potente ed originario quanto il bene e il bello, che in attimi luminosi incontriamo nel nostro cosmo. “Apparvero la bontà di Dio … e il suo amore per gli uomini”: questa è una nuova e consolante certezza che ci viene donata a Natale. In tutte e tre le Messe del Natale la liturgia cita un brano tratto dal Libro del Profeta Isaia, che descrive ancora più concretamente l’epifania avvenuta a Natale: “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine” (Is 9,5s). Non sappiamo se il profeta con questa parola abbia pensato a un qualche bambino nato nel suo periodo storico. Sembra però impossibile. Questo è l’unico testo nell’Antico Testamento in cui di un bambino, di un essere umano si dice: il suo nome sarà Dio potente, Padre per sempre. Siamo di fronte ad una visione che va di gran lunga al di là del momento storico verso ciò che è misterioso, collocato nel futuro. Un bambino, in tutta la sua debolezza, è Dio potente. Un bambino, in tutta la sua indigenza e dipendenza, è Padre per sempre. “E la pace non avrà fine”. Il profeta ne aveva prima parlato come di “una grande luce” e a proposito della pace proveniente da Lui aveva affermato che il bastone dell’aguzzino, ogni calzatura di soldato che marcia rimbombando, ogni mantello intriso di sangue sarebbero stati bruciati (cfr Is 9,1.3-4). Dio è apparso – come bambino. Proprio così Egli si contrappone ad ogni violenza e porta un messaggio che è pace. In questo momento, in cui il mondo è continuamente minacciato dalla violenza in molti luoghi e in molteplici modi; in cui ci sono sempre di nuovo bastoni dell’aguzzino e mantelli intrisi di sangue, gridiamo al Signore: Tu, il Dio potente, sei apparso come bambino e ti sei mostrato a noi come Colui che ci ama e mediante il quale l’amore vincerà. E ci hai fatto capire che, insieme con Te, dobbiamo essere operatori di pace. Amiamo il Tuo essere bambino, la Tua non violenza, ma soffriamo per il fatto che la violenza perdura nel mondo, e così Ti preghiamo anche: dimostra la Tua potenza, o Dio. In questo nostro tempo, in questo nostro mondo, fa’ che i bastoni dell’aguzzino, i mantelli intrisi di sangue e gli stivali rimbombanti dei soldati vengano bruciati, così che la Tua pace vinca in questo nostro mondo.
Dicembre 2011
9
Santa Sede Natale è epifania – il manifestarsi di Dio e della sua grande luce in un bambino che è nato per noi. Nato nella stalla di Betlemme, non nei palazzi dei re. Quando, nel 1223, San Francesco di Assisi celebrò a Greccio il Natale con un bue e un asino e una mangiatoia piena di fieno, si rese visibile una nuova dimensione del mistero del Natale. Francesco di Assisi ha chiamato il Natale “la festa delle feste” – più di tutte le altre solennità – e l’ha celebrato con “ineffabile premura” (2 Celano, 199: Fonti Francescane, 787). Baciava con grande devozione le immagini del bambinello e balbettava parole di dolcezza alla maniera dei bambini, ci racconta Tommaso da Celano (ivi). Per la Chiesa antica, la festa delle feste era la Pasqua: nella risurrezione, Cristo aveva sfondato le porte della morte e così aveva radicalmente cambiato il mondo: aveva creato per l’uomo un posto in Dio stesso. Ebbene, Francesco non ha cambiato, non ha voluto cambiare questa gerarchia oggettiva delle feste, l’interna struttura della fede con il suo centro nel mistero pasquale. Tuttavia, attraverso di lui e mediante il suo modo di credere è accaduto qualcosa di nuovo: Francesco ha scoperto in una profondità tutta nuova l’umanità di Gesù. Questo essere uomo da parte di Dio gli si rese evidente al massimo nel momento in cui il Figlio di Dio, nato dalla Vergine Maria, fu avvolto in fasce e venne posto in una mangiatoia. La risurrezione presuppone l’incarnazione. Il Figlio di Dio come bambino, come vero figlio di uomo – questo toccò profondamente il cuore del Santo di Assisi, trasformando la fede in amore. “Apparvero la bontà di Dio e il suo amore per gli uomini”: questa frase di san Paolo acquistava così una profondità tutta nuova. Nel bambino nella stalla di Betlemme, si può, per così dire, toccare Dio e accarezzarlo. Così l’anno liturgico ha ricevuto un secondo centro in una festa che è, anzitutto, una festa del cuore. Tutto ciò non ha niente di sentimentalismo. Proprio nella nuova esperienza della realtà dell’umanità di Gesù si rivela il grande mistero della fede. Francesco amava Gesù, il bambino, perché in questo essere bambino gli si rese chiara l’umiltà di Dio. Dio è diventato povero. Il suo Figlio è nato nella povertà della stalla. Nel bambino Gesù, Dio si è fatto dipendente, bisognoso dell’amore di persone umane, in condizione di chiedere il loro – il nostro – amore. Oggi il Natale è diventato una festa dei negozi, il cui luccichio abbagliante nasconde il mistero dell’umiltà di Dio, la quale ci invita all’umiltà e alla semplicità. Preghiamo il Signore di aiutarci ad attraversare con lo sguardo le facciate luccicanti di questo tempo fino a trovare dietro di esse il bambino nella stalla di Betlemme, per scoprire così la vera gioia e la vera luce. Sulla mangiatoia, che stava tra il bue e l’asino, Francesco faceva celebrare la santissima Eucaristia (cfr 1 Celano, 85: Fonti, 469). Successivamente, sopra questa mangiatoia venne costruito un altare, affinché là dove un tempo gli animali avevano mangiato il fieno, ora gli uomini potessero ricevere, per la salvezza dell’anima e del corpo, la carne dell’Agnello immacolato Gesù Cristo, come racconta il Celano (cfr 1 Celano, 87: Fonti, 471). Nella Notte santa di Greccio, Francesco quale diacono aveva personalmente cantato con voce sonora il Vangelo del Natale. Grazie agli splendidi canti natalizi dei frati, la celebrazione sembrava tutta un sussulto di gioia (cfr 1 Celano, 85 e 86: Fonti, 469 e 470). Proprio l’incontro con l’umiltà di Dio si trasformava in gioia: la sua bontà crea la vera festa. Chi oggi vuole entrare nella chiesa della Natività di Gesù a Betlemme, scopre che il portale, che un tempo era alto cinque metri e mezzo e attraverso il quale gli imperatori e i califfi entravano nell’edificio, è stato in gran parte murato. È rimasta soltanto una bassa apertura di un metro e mezzo. L’intenzione era probabilmente di proteggere meglio la chiesa contro eventuali assalti, ma soprattutto di evitare che si entrasse a cavallo nella casa di Dio. Chi desidera entrare nel luogo della nascita di Gesù, deve chinarsi. Mi sembra che in ciò si manifesti una verità più profonda, dalla quale vogliamo lasciarci toccare in questa Notte santa: se vogliamo trovare il Dio apparso quale bambino, allora dobbiamo scendere dal cavallo della nostra ragione “illuminata”. Dobbiamo deporre le nostre false certezze, la nostra superbia intellettuale, che ci impedisce di percepire la vicinanza di Dio. Dobbiamo seguire il cammino interiore di san Francesco – il cammino verso quell’estrema semplicità esteriore ed interiore che rende il cuore capace di vedere. Dobbiamo chinarci, andare spiritualmente, per così dire, a piedi, per poter entrare attraverso il portale della fede ed incontrare il Dio che è diverso dai nostri pregiudizi e dalle nostre opinioni: il Dio che si nasconde nell’umiltà di un bimbo appena nato. Celebriamo così la liturgia di questa Notte santa e rinunciamo a 10
Dicembre 2011
fissarci su ciò che è materiale, misurabile e toccabile. Lasciamoci rendere semplici da quel Dio che si manifesta al cuore diventato semplice. E preghiamo in quest’ora anzitutto anche per tutti coloro che devono vivere il Natale in povertà, nel dolore, nella condizione di migranti, affinché appaia loro un raggio della bontà di Dio; affinché tocchi loro e noi quella bontà che Dio, con la nascita del suo Figlio nella stalla, ha voluto portare nel mondo. Amen.
Dicembre 2011
11
12
Dicembre 2011
Grotta della Nutrizione Betlemme Dicembre 2011 13
Curia Generalizia
14
Dicembre 2011
C
SPOGLIATI DELLA TUA TRISTEZZA!
ari fratelli: è Natale, la festa del Dio-con-noi, dell’Emanuele. È Natale, la festa del Verbo fatto carne; del Figlio che, senza cessare di esserlo, si fa nostro fratello (cf. 2Cel 198). È Natale, annuncio di pace: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2,14), Cristo «è la nostra pace» (Ef 2,14). È Natale, buona novella per tutta l’umanità: l’Impassibile si sente trascinato da un’immensa passione d’amore. Sì, il Natale ci rivela il carattere passionale dell’incarnazione: rivela la passione di Dio per l’uomo. Il Natale è l’inizio delle nozze tra Dio e l’umanità, l’inizio di un amore che sarà più forte della morte (cf. Ct 8,6). E se è certo che «vi è più gioia nel dare che nel ricevere» (At 20,35), allora il Natale non è solo la festa della gioia dell’uomo perché si sente amato, ma anche la festa della gioia di Dio perché ama. Il Natale è la nascita di Dio in terra, nascita dell’uomo nei cieli. «Vi annuncio una grande gioia» (Lc 2,10). A Natale tutto invita alla gioia. E il motivo di questa gioia è semplice, e a volte umanamente incredibile, comprensibile solo a partire dalla fede: Dio ci ha visitati, la carne di Dio si è fatta solidale con la nostra debolezza. Finalmente l’uomo è abbracciato da chi lo ama. Ma questo avviene in un modo completamente nuovo e inaspettato. Se gli idoli si distinguono per la loro «enorme grandezza», per il loro «splendore straordinario» e per il loro «aspetto terribile» (cf. Dn 2,31), se in altri tempi Dio si è rivelato come un Dio grande, tremendo, potente e glorioso, un Dio che infonde timore (cf. Gn 3,10), ora, al compiersi della pienezza dei tempi (cf. Gal 4,4), Dio manifesta la sua grandezza nella piccolezza di un neonato, il suo splendore affascinante in un bimbo avvolto in panni, e il suo aspetto tremendo in un bimbo che trema dal freddo in una stalla (cf. Lc 1,12). L’Altissimo e Onnipotente Signore, proprio perché è grande, è anche colui del quale non si può pensare niente di più piccolo (cf. Lc 9, 48). Il Dio che ci si rivela a Natale, di fatto, è un Dio piccolo, impotente, che ha bisogno dell’uomo; un Dio fragile e indifeso, che confida nell’uomo (cf. Lc 2,7). E proprio per questo si espone al rifiuto (cf. Gv. 1,11). È la vulnerabilità dell’amore che non può non rispettare la libertà dell’uomo, ma a quanti lo accolgono nella sua povertà, umiliazione e umiltà, a quanti lo accolgono nella sua vulnerabilità, dà «il potere di diventare figli di Dio» (Gv 1,12). Il Natale è sempre la festa dei poveri e dei semplici: infatti, «Dio ama parlare con i semplici» (Volg.
Pr 3,23). Maria è stata la prima a ricevere l’invito alla gioia (Lc 1,28), e il suo Magnificat è l’inno di esultanza di tutti gli umili (cf. Lc 1,46ss). I pastori sono i primi a ricevere la buona novella della nascita del Salvatore (cf. Lc 2,10) e a rispondere con la lode (cf. Lc 2,20). Giovanni esulta di gioia quando è ancora nel grembo della madre (cf. Lc 1,44), e quando Gesù dà inizio al suo ministero, il Precursore «esulta di gioia alla voce dello Sposo» (Gv 3,29). Da parte sua, Francesco, il Poverello, lo stesso che alla fine dei suoi giorni, già quasi cieco e tra le più grandi privazioni, scrive il Cantico delle Creature, considerando l’umiltà dell’incarnazione e contemplando il mistero del Natale, lascia che il suo cuore si sciolga in un’ineffabile gioia (cf. 1Cel 84). È la gioia del Natale comunicata ai poveri, ai semplici, ai puri di cuore, come Maria, i pastori, Giovanni, Francesco. Dio non si rivela ai sapienti e ai prudenti (cf. Lc 10,21), sceglie quello che il mondo disprezza (cf. 1Cor 1,28). Questi non si rallegrano neanche per ciò che Dio fa per loro. Sarebbe come appropriarsi del dono ricevuto. I poveri e i semplici si rallegrano, perché si scoprono pieni di Dio. E ognuno lo accoglie nella misura in cui lo magnifica ed è capace di magnificarlo nella misura in cui cede il posto alla sua grandezza, abbassandosi. Il Natale non solo ci mostra il cammino che Dio ha percorso per trovare l’uomo, ma anche il cammino che l’uomo deve percorrere per accogliere Dio: Lui, essendo ricco si è fatto povero per amore, per arricchirci con la sua povertà (cf. 2Cor 8,9); Lui, «il Pastore grande delle pecore» (Eb 13,20), si mostra agli ultimi, come i pastori, agli umili, come Maria, ai piccoli, come Francesco, a quanti si ritirano per lasciarlo crescere, come Giovanni. La grandezza dell’amore di Dio si manifesta nel farsi piccolo. Allo stesso modo, la grandezza dell’uomo si mostra nel lasciare spazio a Colui per la cui nascita una legione dell’esercito celeste loda Dio dicendo: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà» (Lc 2,14). «Rallegratevi nel Signore» (Fil 4,4) Rallegriamoci, fratelli, perché è arrivato il momento promesso. Rallegriamoci, facciamo festa, partecipiamo alla gioia di Dio! (cf. Sof 3,14-17). Sì, abbiamo ragioni in abbondanza per rallegrarci. Quelli che non sanno leggere i segni dei tempi con gli occhi di Dio, di fronte alle difficoltà che la Chiesta sta attraversando – basti pensare, tra l’altro, agli ultimi scandali –, di fronte alle difficoltà che stanno attraversando il nostro Ordine e tutta la vita religiosa – pensare alla carenza di
Dicembre 2011
15
Curia Generalizia vocazioni –, di fronte alle difficoltà della società – pensiamo alla crisi economica che tocca tutti, in particolare i più poveri, ma anche alla profonda crisi culturale che stiamo vivendo – sono convinti che ci siano molte ragioni per essere preoccupati e si lasciano trasportare dalla tristezza, inducendo gli altri allo sconforto. A molti di loro Dio sembra astratto e anche inutile, a molti altri, senza confessarlo apertamente, pesa il silenzio di Dio. Sono molti quelli che, di fronte ad una realtà come quella che abbiamo descritto, che è certamente dura, stanno vivendo la stessa esperienza dei discepoli di Emmaus prima d’incontrare il Risorto, riflessa in quel «noi speravamo...» (Lc 24,21). Quelli, invece, che sanno leggere tutto attraverso Dio, senza chiudere gli occhi di fronte a queste realtà che abbiamo appena descritto, scoprono mille motivi di gioia. Queste persone assumono la realtà non come una sconfitta, ma come una sfida, un’opportunità e un kairós. E tutto ciò perché sanno che il Signore è venuto per rimanere con noi – «e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14) –; è venuto per camminare al nostro fianco tutti i giorni, fino alla fine dei tempi (cf. Mt 28,21). Non ci potranno più chiamare abbandonati, né potranno più chiamare la nostra terra devastata (cf. Is 62, 4). Siamo stati visitati da chi aspettavamo: il Salvatore, il Messia, il Signore (cf. Lc 2,11). Se la fonte di gioia è nel possedere un bene conosciuto e amato, e nell’incontro e nella comunione con gli altri, a maggior ragione come credenti e come Frati Minori siamo chiamati a sperimentare una grande gioia quando entriamo in comunione profonda con Dio, confessato come il bene supremo (cf. LodAl, 3), anche nel mezzo dell’inverno e della notte oscura attraverso la quale uno può passare. «…perché la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11) In questi tempi delicati e duri è quanto mai necessario testimoniare la gioia. Noi che seguiamo Cristo “più da vicino” siamo chiamati a condividere la gioia dello stesso Gesù: «vi ho detto questo perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). La gioia piena non è una possibilità, neppure un’utopia. Per noi credenti è una responsabilità. Se la gioia «è determinata dalla scoperta di sentirsi soddisfatti» (H. G. Gademer), se la gioia è l’esperienza di pienezza, allora chi ha provato l’amore di Dio e lo ama con cuore aperto e grato, non può non provare questa gioia che nessuno potrà portargli via: né le tribolazioni di qualsiasi tipo né situazioni di grande sofferenza e contraddizione (cf. 2Cor 7,4; Col 1,24). Anzi, scoprirà la necessità di testimoniare questa gioia che inonda il suo cuore in mezzo a chi sta vivendo le stesse situazioni. E la sua vita sarà un canto: il canto di gioia che affonda
16
Dicembre 2011
le sue radici nella certezza di camminare assieme al Dio-con-noi. E il suo canto farà sì che la vita degli altri sia una vita aperta alla speranza. Per noi che crediamo in Cristo, il Natale è un invito pressante ad essere testimoni della gioia in un mondo triste, malgrado le tante distrazioni o, probabilmente, a causa delle tante distrazioni, che lo allontana dalla vera ragione per cui gioire: Cristo Gesù. Cari fratelli: essendo la gioia una responsabilità per noi, in quanto cristiani e in più figli di Francesco, non possiamo privare il mondo della testimonianza di questa ineffabile e gloriosa gioia (cf. 1Pt 1,8-9), che nasce dalla fede in Cristo e che consiste in una vita in Dio. Alcuni potrebbero chiedersi: come, quando e dove testimoniare questa gioia? Per rispondere a queste domande penso che si debba soprattutto mostrare la gioia della nostra vocazione. La vocazione ci è arrivata senza che noi la provocassimo. In un certo senso possiamo dire che abbiamo inciampato in Lui e l’abbiamo scoperta man mano che gli permettevamo di entrare nel nostro cuore, attraverso l’ascolto della Parola e la partecipazione ai sacramenti, e nella misura in cui abbiamo accolto le mediazioni che lo stesso Signore poneva sul nostro cammino per comprendere il suo progetto su di noi. E poco a poco, quasi senza rendercene conto, è andata nascendo una grande passione per Cristo che ci ha portati a seguirlo, assumendo il Vangelo come regola e vita, e abbracciando la stessa vita di Gesù: obbediente, senza nulla di proprio e in castità (cf. Rb 1,1). E allo stesso tempo è nata la passione per gli altri, in particolare per gli ultimi, e la passione per la Chiesa, poiché abbiamo scoperto che non si può seguire Gesù voltando le spalle ai volti di Cristo povero e crocifisso, e che non possiamo amare Cristo al margine della Chiesa. E noi ci siamo dedicati con tutto il cuore a portare il dono del Vangelo agli altri, perché ci sentiamo abitati da Lui. E, come nel caso della samaritana, la sete appagata si è trasformata in annuncio e missione (cf. Gv 4, 1ss). Sono molti i Frati che, anche dopo tanti anni e in mezzo ad ogni tipo di prova, continuano a testimoniare la gioia della loro vocazione. Penso ai Frati che vivono con gioia senza possedere nulla di proprio e per questo sono veramente liberi da tutte gli affanni di potere e di possesso: sono così poveri da avere solo Dio e ciò basta loro, poiché hanno scoperto che è «ricchezza nostra a sufficienza» (LodAl 4). Sono così poveri che sentono la gioia della libertà evangelica. Penso ai Frati che vivendo della logica del dono e superando qualsiasi tipo di barriera culturale, religiosa e geografica, si impegnano incondizionatamente a portare la buona novella del Vangelo a tutti, ai vicini e ai lontani. Penso a coloro che sono provati dalla malattia o che, come Paolo, sen-
tono il dolore di una spina conficcata nella carne (cf. 2Cor 12,7), e, tuttavia, continuano a donare il sorriso e a seminare la gioia tra chi li circonda, perché si sentono amati dal Dio amore (cf. LodAl 4). Penso a coloro i quali, consapevoli di portare la propria vocazione in vasi di creta (cf. 2Cor 4,7), ma sicuri del fatto che nella loro fragilità si manifesta la potenza del Signore (cf. 2Cor 12, 9), continuano, giorno dopo giorno, a sopportare il peso e la calura della giornata, con la mano all’aratro senza guardare indietro, malgrado il suolo da arare si presenti duro e si debbano mettere in conto le molte pietre e le erbacce che mettono in pericolo che il seme fruttifichi. Penso, infine, a quanti accolgono con gioia il dono dei fratelli (cf. Test 14) e, allo stesso tempo, si dedicano con costanza alla costruzione della Fraternità, senza aspettarsi nulla in cambio oltre al bene del fratello. Grazie, Fratelli, per essere missionari della gioia ! Insieme a questi, vi sono altri Frati nei quali il pericolo della routine, della demotivazione, della tristezza, della mediocrità e della mancanza di passione nella dedizione si fa presente nella loro vita, e questo traspare dai loro volti. Soffrono e, senza volerlo, fanno soffrire, poiché non si sentono felici. In tali situazioni, se uno non vuole intraprendere un cammino senza ritorno, è necessario tornare al primo amore, a riscoprire il Diocon-noi. È necessario tornare alla preghiera, fonte da cui scaturisce la gioia dell’incontro con il Signore, fuoco contro il freddo dell’indifferenza, della demotivazione e della tristezza. Quando preghiamo, il nostro cuore si libera di tante scorie e ci libera dai capricci di un umore passeggero. Inoltre, quando entriamo nella nostra stanza e nel segreto preghiamo al Padre (cf. Mt 6,6), proviamo una nuova grande gioia: quella di intercedere per gli altri. Come per Francesco, anche per noi l’esperienza di Dio deve essere la prima fonte di gioia. D’altro canto, è necessario scoprire la bellezza della fraternità aperta alla Chiesa, al mondo e alla creazione
tutta. L’inverno che stiamo attraversando nella vita religiosa e francescana, e nella stessa vita della Chiesa, non deve essere visto come un cammino di morte, ma come un tempo di potatura, il tempo propizio per lavorare alle radici, per tornare all’essenziale, per lasciarci incontrare di nuovo da Dio. Il resto lo farà Lui e la nostra vita tornerà ad essere un canto alla gioia. «Spogliati della tua tristezza!» (cf. Bar 5,1) Fratello, tu che vivi avvolto dalla tristezza, spogliatene, perché già «regna il tuo Dio» (Is 52,7), perché il neonato è l’Emanuele, il Dio-con-noi (cf. Mt 1,23). Voi che state attraversando una notte oscura e pensate che si è giunti al tramonto, «non fate lutto e non piangete [...] perché la gioia del Signore è la vostra forza» (Ne 8,9-10). Il Natale ci interroga nel profondo se stiamo vivendo o meno la gioia del Dio-con-noi. L’umanità ha bisogno di una vita cristiana e francescana che sia trasparenza di Cristo e che si manifesti nella donazione totale, gioiosa e appassionata. Questa sarà una grande proposta vocazionale. Siamo missionari più per ciò che siamo che per ciò che facciamo o diciamo. Essere gioiosi, trasformare i nostri atteggiamenti deprimenti, negativi e disfattisti in atteggiamenti entusiastici, positivi e forieri di speranza, è la condizione sine qua non di una pastorale vocazionale e di un annuncio credibile del Vangelo. Francesco ci mostra il cammino per arrivare a seminare la gioia: lasciare che Cristo entri nei nostri cuori, nella nostra vita, e camminare mano nella mano con gli altri: prima con i fratelli che il Signore ci ha dato, con cui condividiamo vita e missione, e poi con tutti gli uomini amati da Dio, in particolare con gli ultimi e con gli esclusi. Con un abbraccio di Pace e Bene, auguro a tutti voi: un gioioso e felice Natale!
Roma, 8 novembre 2011 festa del Beato Giovanni Duns Scoto
Il vostro fratello, Ministro e servo,
Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro generale, OFM Prot. 102436 copertina: © Julie Lonneman, Trinity Stores
Dicembre 2011
17
Curia Generalizia
COMUNICATO DEL TEMPO FORTE (SET 2011) Il primo Tempo Forte dopo le vacanze estive ha avuto luogo tra il 5 e il 15 di Settembre. Nelle loro sessioni ordinarie presso la Curia Generalizia, il Definitorio ha esaminato una serie di Relazioni presentate dai Visitatori generali; queste comprendono: • Relazione di Fr. LINK FRED sulla Visita della Provincia del Santo Nome, negli Stati Uniti d’America; • Relazione di Fr MAXIMILIAN WAGNER sulla Visita della Provincia di S. Leopoldo, in Austria e Italia; • Relazione di Fr MARKO MRŠE sulla Visita della Provincia dei Santi Cirillo e Metodio, in Croazia; • Relazione di Fr PATRYK OLIKH sulla Visita della Provincia di S. Maria degli Angeli, in Polonia; • Relazione di Fr ULIC TROY sulla Visita della Provincia dell’Immacolata Concezione, in Gran Bretagna; • Relazione di Fr ALDO LA NEVE sulla Visita della Provincia di San Giacomo della Marca, in Italia; • Relazione di Fr EMILIO ROCHA GRANDE sulla Visita della Provincia di Cartagena, in Spagna; • Relazione di Fr. ANDREW BROPHY sulla Visita della Provincia di Irlanda; • Relazione di Fr OSCAR ARMANDO MONTOYA RESTREPO sulla Visita della Provincia Missionaria di San Antonio, in Bolivia; • Relazione di Fr JOSÉ ALIRIO URBINA RODRIGUEZ sulla Visita della Provincia di Santi Francesco e Giacomo, in Messico, dove è stato assistito da Fr RAFAEL JOAQUIN COLOMER BARBER; • Relazione di Fr CELSO TEIXEIRA sulla Visita della Custodia del Sacro Cuore, in Brasile, che è dipendente dalla Provincia del Sacro Cuore, in Italia. Nelle due settimane del Tempo Forte, sono stati nominati alcuni Visitatori generali tra i quali: – Fr EDILSON ROCHA della Custodia di San Benedetto dell’Amazzonia, in Brasile, per la Provincia del Santo Nome di Gesù, anche in Brasile; - Fr EULALIO GOMEZ MARTINEZ, della Provincia dei Santi Pietro e Paolo, in Messico, per la Provincia del Beato Juniper Serra, anche in Messico; - Fr MAURO IACOMELLI SCORZOSO della Provincia di Nostra Signora di Guadalupe, in America Centrale, per la Provincia di San Paolo Apostolo, in Colombia; - Fr SAVERIO BIASI della Provincia di San Vigilio, in Italia, per la Provincia di San Michele Arcangelo, anche in Italia; - Fr WANDERLEY GOMES DE FIGUEIREDO della Custodia delle Sette Allegrezze, in Brasile, per la Provincia della Santa Croce, anche in Brasile. Dall’8 al 11 settembre, il Definitorio si è recato presso la comunità Mondo X, sull’isola di Formica, in Sicilia. Qui ha riflettuto sull’anno precedente del servizio all’Ordine; iniziando a pianificare l’anno di servizio 2011-2012, utilizzando come fondamento i Mandati del Capitolo generale 2009, e gli orientamenti contenuti in: Ripartire dal Vangelo. Rientrato in Curia Generale, il Definitorio Generale ha esaminato più di settanta (70) Plichi (file) da tutto l’Ordine: molti di questi trattavano della ratifica delle elezioni tenute in molti Capitoli Provinciali e Congressi Capitolari celebrati l’anno precedente; molti avevano a che fare con le questioni che riguardano il noviziato in diverse Entità, altri contenevano richieste di dispensa dagli obblighi della professione religiosa e ordine sacro.
18
Dicembre 2011
Fr JAKUB MENTEL, Ministro Provinciale della Provincia di Santa Maria degli Angeli, in Polonia, ha presentato le sue dimissioni al Definitorio generale. Dopo l’accettazione di queste dimissioni, il Definitorio ha eletto i seguenti: Fr. RUFIN MARYJKA, come Ministro Provinciale, Fr. STANISŁAW MAZGAJ, come Vicario Provinciale, e Fr. MARIUSZ DĘBIŃSKI, come Definitore Provinciale. Infine, la sera del 15 settembre 2011, al termine del Capitolo locale, il Ministro Generale e il Definitorio si sono uniti a tutti i Fratelli della Fraternità di S. Maria Mediatrice, a Roma, per una cena in occasione dell’inizio di un nuovo anno insieme in fraternità e per dare il benvenuto ai due nuovi membri della Curia: Fr MICHELE DI FRONZO, della Provincia del Sacro Cuore, a Napoli, Italia, e Fr LAURENTY RYGUŁA della Provincia dell’Immacolata Concezione della BVM, in Polonia. 25 Settembre 2011 Aidan McGrath OFM (Segretario Generale)
COMUNICATO DEL TEMPO FORTE (NOV 2011) Il Ministro generale e il Definitorio si sono incontrati per il Tempo Forte dal 7 al 18 Novembre. Dopo aver condiviso le loro numerose esperienze dopo il Tempo Forte di Settembre, il Ministro ed i membri del Definitorio stessi si sono indirizzati a esaminare diverse questioni importanti che richiedevano attenzione. I Delegati Generali e Visitatori che sono stati nominati sono: * FR MANUEL ANAUT ESPINOSA, della Provincia del Santo Vangelo, in Messico, è stato nominato Delegato Generale per il processo dell’unione delle Province del Beato Pacifico e dei Tre Compagni in Francia e Belgio; * FR ANGEL ESTEBAN TALENS ALBIÑANA, della Provincia di San Giuseppe, Sposo della Beata Vergine Maria, in Spagna, è stato nominato Visitatore della Provincia di Arantzazu, anche in Spagna; *FR RICHARD DZIERZENGA, della Provincia del Verbo Incarnato, in Africa occidentale, e FR NICODÈME KIBUZEHOSE, della Provincia di S. Francesco in Africa, Madagascar e Mauritius, sono stati nominati rispettivamente come Visitatore e Assistente Visitatore per la Provincia di S. Benedetto l’Africano, nella Repubblica Democratica del Congo; *FR PAOLO MASLACH, della Custodia della Sacra Famiglia, negli Stati Uniti, dipendente dalla Provincia dell’Assunzione in Bosnia-Erzegovina, è stato nominato Visitatore Assistente per i frati della Provincia del Santissimo Redentore, in Croazia; * FR ANTONIO RICCIO, della Provincia di Nostra Signora delle Grazie, in Italia, è stato nominato Visitatore della Fraternità del Segretariato Generale per le Missioni Francescane, a Burlington, Wisconsin, USA Nel corso dei mesi precedenti, molte Entità hanno presentato le revisioni degli Statuti Particolari dopo i loro recenti Capitoli Provinciali o Capitoli Custodiali. Dopo la fase di studio da parte della Commissione Giuridica, questi sono stati considerati dal Definitorio Generale. Molti sono stati approvati con alcune correzioni minori, mentre altri sono stati rimandati alle Entità per ulteriori lavori. Gli Statuti venivano dalle seguenti Entità:
Dicembre 2011
19
Curia Generalizia * La Provincia del Santo Nome di Gesù, in Sicilia, in Italia; * La Provincia dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, in Polonia; * La Provincia di San Giovanni Battista, USA; * La Provincia Romana dei Santi Pietro e Paolo, in Italia; * La Provincia di Nostra Signora delle Grazie, in Italia; * La Provincia di Irlanda. * La Provincia del Santo Nome di Gesù, USA; * La Provincia di San Francesco d’Assisi, in Brasile;. * La Provincia di San Giacomo della Marca, in Italia; * La Provincia di San Pietro e San Paolo, in Messico; * La Provincia Serafica di S. Francesco d’Assisi, in Italia; * La Provincia dei Santi Cirillo e Metodio, in Croazia; * La Provincia del Santissimo Redentore, in Croazia; * La Custodia dei Santi Protomartiri dell’Ordine, in Marocco; * La Provincia della Sacra Famiglia, in Egitto. Il Definitorio generale ha quindi esaminato e discusso le relazioni presentate dai Visitatori generali che avevano completato il loro servizio: *Il rapporto di FR. OSCAR ANTE sulla Custodia di San Francesco in Papua Nuova Guinea e Isole Salomone; * Il rapporto di FR. BRUCE MICHALEK sulla Provincia del Sacro Cuore negli Stati Uniti d’America; * Il rapporto di FR. GUILLERMO RODRÍGUEZ RICO dalla Provincia di San Pietro e San Paolo in Michoacán, in Messico. Il Definitorio ha riflettuto su alcuni incontri ed eventi passati, tra cui: * La seconda riunione dei Cardinali, Arcivescovi e Vescovi dell’Ordine, tenuta ad Assisi e Roma (26-29 settembre 2011); * Il terzo incontro dei Vicariati Apostolici affidati all’Ordine in diverse parti del mondo, tenutosi a Roma (29 settembre-2 Ottobre 2011); * Il ritiro con i Definitori Generali dei Conventuali, Cappuccini, e TOR che si è svolto a La Verna (5 – 8 ottobre 2011); * L’incontro del Definitorio generale con la Conferenza di lingua inglese, che si è tenuto in Inghilterra (10-14 ottobre 2011); * Incontro dell’UFME, tenutosi in Portogallo (17 – 22 ottobre 2011); * La celebrazione dello “spirito di Assisi” con Papa Benedetto XVI ad Assisi (27 ottobre 2011). Il Ministro generale e il Definitorio sono poi passati ad esaminare l’approvazione del programma per alcuni incontri futuri: * Un incontro con i frati che insegnano nella PUA (10 dicembre 2011); * Un incontro con i frati che lavorano nei dipartimenti della Santa Sede (12 ° dicembre 2011); * L’incontro annuale con i Ministri e Custodi neoeletti dell’Ordine (15-28 Gennaio 2012); * Il secondo Congresso dei Presidenti delle Federazioni delle Clarisse (05-12 febbraio 2012); * Il secondo Congresso degli Assistenti religiosi alle Federazioni delle Clarisse e Concezioniste Francescane (11-19 febbraio 2012). Come sempre, alcune situazioni particolari all’interno delle Entità dell’Ordine sono state esaminate con le conseguenti decisioni prese. Così, per esempio, il Definitorio ha accettato le dimissioni dalla carica di 20
Dicembre 2011
Ministro provinciale presentata da FR. JUAN TELESFORO ZURIARRAIN URRETAVIZCAYA, della Provincia di Arantzazu, in Spagna, e da FR JORGE GUSTAVO RODRIGUEZ PANIAGUA, della Provincia di San Michele Arcangelo, in Argentina. Il Definitorio, ai sensi dell’art. 170 § 2 degli Statuti generali, si è riservato l’elezione del Ministro Provinciale e Definitorio della Provincia di Nostra Signora, Regina della Pace, in Sud Africa e Namibia. Sono stati eletti: come MINISTRO PROVINCIALE, Fr. DAVID BARNARD, come VICARIO PROVINCIALE, FR. WILLIAM LOVETT, come DEFINITORI PROVINCIALI: FR NKOSINATHI NJOKO, FR VUMILE NOGEMANE, FR ANTHONY THOUARD, FR ASHLEY TILLEK, FR PETER WILSON. Il Ministro generale e il Definitorio hanno nominato come Vice Rettore ed Economo della Fraternità del Venerabile Gabriele Allegra, a Roma, FR. AARON CESAR TIRADO ZUNIGA, della Provincia dei Santi Francesco e Giacomo, in Messico. Nel corso della riunione di due settimane, il Definitorio ha esaminato diverse richieste di assistenza finanziaria presentate da diverse Entità dell’Ordine, così come più di 80 Plichi (file) che concernono una vasta gamma di questioni amministrative. L’Economo Generale ha presentato la prima bozza dei bilanci per la Curia generale e le Case dipendenti dal Ministro generale. Questi sono stati studiati dalla Commissione Definitoriale per gli Affari Economici, prima di essere discussa dall’intero Definitorio generale. Una versione corretta sarà presentata per l’approvazione nel mese di dicembre. Nel frattempo, l’incontro è stato organizzato per il 7 dicembre dove ci saranno i Guardiani ed Economi delle case dipendenti, così come i capi del dipartimento della Curia Generale che si incontreranno con la Commissione Definitoriale per rivedere i bilanci. La seconda settimana del Tempo Forte, dal 14 al 18 novembre, è stata impegnata in gran parte con l’incontro tra il Definitorio generale e dodici fratelli che sono stati nominati Visitatori generali nel corso del 2011. Questo incontro si è concluso il 19 novembre con una visita ai santuari francescani di Fonte Colombo e Greccio. L ultimo incontro del Definitorio generale per quest’anno si svolgerà dal 12 al 16 Dicembre. 25 novembre 2011 Fr. Aidan McGrath, OFM (Segretario Generale)
Dicembre 2011
21
Curia Custodiale
22
Dicembre 2011
Messaggio di Natale del Custode di Terra Santa “Il regno dei cieli è simile a un tesoro, nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo”. (Mt 13,44) Natale, è la storia di un Dio, venuto a nascondersi, in un campo. Nascosto, nel Suo farsi piccolo, figlio di uomo, bambino, come ogni altro bambino. Nascosto, nel Suo nascere in silenzio, a Betlemme. Betlemme, piccolissimo villaggio di un piccolo paese, posto ai margini estremi di un immenso impero, in una terra che allora, come oggi, non conosce la pace. Natale è anche storia di campi e di tesori, di uomini che trovano il campo e il tesoro. A molti, infatti, giunge la notizia che il tesoro è proprio lì, in quel campo! Purtroppo, non tutti lo cercano, non tutti lo trovano, non tutti lasciano tutto per averlo. Per possedere il tesoro bisogna, prima, spogliarsi di tutto. È questa l’unica via! Non basta trovare il tesoro, non basta sapere dov’è. Bisogna giocarsi la vita. Le Scritture sono la storia di questo tesoro, nascosto nel campo, che è il cuore dell’uomo. Perché ogni campo, ogni cuore, può nascondere il tesoro. Le Scritture, sono la storia di tanti uomini, come noi, che si sono giocati tutto davanti a questa scoperta. Abramo, ha lasciato la propria terra, i propri dèi. Mosè, ha perduto le sicurezze del suo piccolo esilio. Davide, si è messo in gioco, con tutto il suo essere, compreso il suo peccato. Giobbe, ha dovuto perdere tutto, per riuscire a conoscere Dio. E poi i profeti, che ci conducono fino ai magi, ai pastori, alla vedova povera, a tutti i piccoli del Vangelo… Tutta gente che non si è tirata indietro. Gente che, di fronte a questa scoperta, a questo incontro, ha capito che l’evento era quello decisivo, senso e cuore di tutto, davanti al quale ogni altra cosa ritrova la giusta dimensione. Il tesoro non lo trovi per caso, non lo possiedi a metà. Il tesoro ha i colori forti di tutto ciò che è radicale, assoluto. Devi perdere proprio tutto, per averlo. Chi ama, perde tutto. Perché amare significa perdere tutto, donare tutto. Il primo ad assumersi questo rischio è stato proprio Lui, Gesù, nascosto nel campo di Betlemme, nella speranza che tutti lo possano trovare. È stato Lui a inaugurare la strada del perdere. Ha perso tutto e ha ritrovato l’uomo. Come l’uomo, che perde tutto, trova Dio. La fede è rischiare di entrare nella strada di chi, come Lui, sa dimenticare se stesso a favore dell’altro e sa indossare gli atteggiamenti che ne derivano: perdono, accoglienza, ascolto, solidarietà. La via del perdere, cadenzata da queste tappe, diventa la via del trovare. Chi la percorre, trova Dio, il fratello, trova se stesso. In questo modo la vita è trasformata. Può darsi - e di solito è così - che al di fuori sembra non cambi nulla, che la storia e, in particolare la storia della nostra Terra Santa, continui a essere la realtà drammatica che vediamo e viviamo: odi, divisioni, paure, sospetti, pregiudizi, paralisi… Ma dentro, cambia tutto! Cambia lo sguardo sulla vita, cambia il modo di starci e - per grazia!- ci si ritrova contenti di questa vita, perché questa vita non è solo un campo, ma è il campo che nasconde il tesoro. L’augurio, per questo Natale, è quello di diventare persone che si perdono, dentro la propria storia, nel cercare Dio. E, nel desiderio di Lui si ritrovano, nella scoperta stupita che questo tesoro abita, davvero, il campo della vita, nostra e di coloro che ci stanno accanto.
Dicembre 2011
23
Curia Custodiale
dal discretorio del 15 dicembre 2011, Amman Il Discretorio si è riunito ad Amman con l’intenzione di incontrarsi per la prima volta con l’intero Consiglio Regionale della Regione S. Paolo, a un anno esatto dalla sua elezione. Oltre a fare il punto della situazione in generale, paese per paese, il Discretorio insieme al Consiglio ha valutato i problemi di personale, la questione del Terra Sancta College di Aleppo e alcune questioni riguardanti il Libano. Particolare attenzione è stata riservata alla delicata situazione in Siria. Il Discretorio ha cercato di capire quale sia la situazione generale, quali i problemi particolari, la situazione dei cristiani e delle nostre parrocchie. Particolare apprensione si è espressa per le condizioni dei nostri villaggi dell’Oronte. Si sono valutate anche le diverse prospettive operative in caso la situazione si aggravasse.
1. attività della curia e stato del personale
Il Custode informa sull’andamento della Visita Canonica nelle diverse comunità di Terra Santa. Si sono valutate alcune situazioni in alcune fraternità, con particolare attenzione alle fraternità dell’isola di Cipro. Fra Pablo Vizcarra è stato trasferito dal convento del Getsemani all’Infermeria Custodiale. Il Discretorio ha preso in esame la situazione del nostro ex Collegio di Casalotti e la convenzione con la diocesi di Porto S. Rufina, al fine di valutare le prospettive per l’intero complesso. La diocesi ha manifestato interesse a comprare solo una parte del complesso. Si sono valutate altre proposte. Nel corso del mese di gennaio si dovranno definire una volta per tutte le migliori soluzioni. Il Discretorio ha poi preso atto delle decisioni che si stanno prendendo nella diocesi di Gerusalemme riguardo alla pastorale per i lavoratori immigrati, specialmente nella zona di Tel Aviv, e ha deciso di impegnarsi ulteriormente in questo importante campo di pastorale. Si è data lettura della richiesta di aiuto da parte dell’Università di Betlemme per alcuni investimenti, necessari per lo sviluppo della stessa Università. Il Discretorio ritiene che la Custodia in questo momento non sia in grado di aiutare ulteriormente. Un gruppo di esperti, guidato da padre Eugenio Alliata dello SBF, ha poi presentato al Discretorio una proposta concreta di progetto di ristrutturazione del Museo della Flagellazione e di realizzazione del Museo della Custodia di Terra Santa, presso S. Salvatore. Il Discretorio ha apprezzato la proposta presentata e l’ha approvata in linea di principio. I lavori, tuttavia, potranno iniziare solo dopo avere trovato finanziamenti per almeno i due terzi del costo dell’intero progetto. Il Discretorio ha approvato l’avvio dell’edizione portoghese della rivista Terra Santa. Il centro amministrativo sarà organizzato dai Commissari brasiliani, mentre il Centro Editoriale di Milano fornirà la copertura giuridica. Il costo iniziale sarà a carico dei Commissari brasiliani.
2. Questioni economiche
Il Discretorio, anche in vista del prossimo convegno dei Commissari, ha studiato attentamente la questione riguardante il 3% del contributo dei Commissari, il suo utilizzo e i criteri di contabilizzazione. Il Discretorio ha approvato l’acquisto di nuove automobili (Ein Karem, Monte Tabor) e l’aggiornamento del contributo mensile ad alcune attività (Magnificat, Status Quo, GPIC).
Uscita dal Postulandato
Il giorno 23 novembre 2011 il postulante Arlés Quevedo ha lasciato la Casa del Postulato. Il giorno 13 dicembre 2011 il postulante Samir Awad ha lasciato la Casa del Postulato.
24
Dicembre 2011
Comunicazioni Prot. CA-201-CN/11
Gerusalemme, lunedì 28 novembre 11
A tutti i religiosi della Custodia di Terra Santa Ai parroci e ai direttori di scuola Ai Commissari di Terra Santa e agli animatori di pellegrinaggi Loro sedi ----------------------------Fratelli carissimi, il Signore vi dia pace! Con la presente vengo ad informarvi in tempo utile di una decisione presa dal Discretorio di Terra Santa qualche mese fa, di cui ormai molti di voi sono a conoscenza, che però desidero ribadire. Considerate le facilitazioni di accesso avvenute in questi ultimi anni e lo sviluppo del luogo anche dal punto di vista turistico, abbiamo deciso di spostare la data della peregrinazione al fiume Giordano. Fino all’anno 2011 la peregrinazione si svolgeva nell’ultimo giovedì del mese di ottobre. A partire dall’anno 2012 la peregrinazione si svolgerà la prima domenica dopo l’a solennità dell’Epifania, nel giorno stesso della commemorazione, quindi. Ciò significa che per l’anno prossimo la peregrinazione si svolgerà non in ottobre, ma tra poco più di un mese, il giorno 8 gennaio prossimo. La Segreteria informerà, come di consuetudine, qualche tempo prima. Uno dei motivi di tale spostamento è quello di consentire alle comunità locali (parrocchie e scuole) di partecipare con maggiore facilità. Prego dunque tutti i parroci e i direttori di scuola di organizzarsi per tempo e di fare il possibile di portare i parrocchiani e gli studenti a questo luogo, bellissimo e particolare, e consentire loro di fare quest’esperienza. Per noi francescani pregare nei Luoghi Santi è parte fondamentale della nostra missione, che svolgiamo con i cristiani locali, insieme ai quali custodiamo la memoria della Redenzione. È importante dunque esprimere concretamente questa nostra missione anche attraverso questi impegni, che indubbiamente rafforzano anche il senso di comunità e di unione tra i cristiani di terra Santa e la loro missione. In attesa fiduciosa della vostra partecipazione, auguro a ciascuno di voi un sereno cammino di avvento. Fraternamente. fra Pierbattista Pizzaballa ofm Custode di Terra Santa fra Silvio R. De La Fuente ofm Segretario di Terra Santa ------------------------------------Gerusalemme, martedì, 13 dicembre 2011 Prot. BA-397-RI/11 RR.PP. Guardiani RR.PP. Superiori Locali RR.PP. Parroci Loro sedi ---------------------------Reverendo Padre, l’8 Gennaio prossimo avrà luogo il tradizionale pellegrinaggio al fiume Giordano, secondo la nuova forma comunicata dal Custode con la lettera Prot. CA-201-CN/11 del 28 novembre 2011. Tutti siamo invitati
Dicembre 2011
25
Curia Custodiale a partecipare. Se Lei è nel servizio di Parroco, la invito a promuovere quest’iniziativa anche presso i suoi fedeli, così da poter organizzare almeno un pullman di partecipanti: questa infatti è l’unica occasione che abbiamo per poter pregare sul luogo del Battesimo del Signore. I Confratelli che intendono partecipare alla Pellegrinazione, se non si uniscono ai gruppi parrocchiali, comunichino il proprio nome al Guardiano di San Salvatore entro e non oltre il giorno 20 corrente mese. Programma del Pellegrinaggio Ore 08.15: Partenza da Notre Dame, Gerusalemme per Gerico, con tutti i mezzi di trasporto. Ore: 09.00: Raggiunto il checkpoint di Gerico una macchina della polizia scorterà il Padre Custode fino al Convento del Buon Pastore. Presso il Convento Latino, un comitato istituzionale (sindaco di Gerico, Parroco, rappresentanti della polizia e della comunità latina) darà il benvenuto al Padre Custode. Ore 09.30: Si lascerà il convento del Buon Pastore di Gerico per raggiungere il checkpoint di Mousa Al Alami, dove una rappresentanza di ufficiali israeliani attenderà il corteo per scortarlo fino a Qasr AlYahud, sito del Battesimo di Gesù. Ore 09.45: Partenza del pellegrinaggio, dall’ingresso del sito di Qasr Al-Yahud alla Cappella sulla riva del fiume Giordano, dove sarà celebrata la S. Messa. Ore 10.00: Celebrazione della Santa Messa Ore 11.00 Dopo la Santa Messa, ci sarà tempo a disposizione per il raccoglimento, la visita al Fiume Giordano e l’incontro con i fedeli. Ore 11.30 c.a: Finito il pellegrinaggio al Fiume Giordano, si ritornerà a Gerico per la visita al Monte della Quarantena e del Monastero greco-ortodosso. Ore 13.00 Pranzo al convento del Buon Pastore, a Gerico. I frati che desiderano partecipare al pranzo, che non appartengano alla comunità di San Salvatore, sono pregati di avvisare il Parroco di Gerico F. Ibrahim Sabbagh (ibrbetofm@yahoo.it). Ore 15.00 Ritorno a Gerusalemme. Mi permetto inoltre di ricordare che: 1. Chi desideri partecipare alla pellegrinazione e non abbia mezzi di trasporto proprio a disposizione, può prenotare un posto sull’autobus della parrocchia (ufficio parrocchiale: 02-6266.613). Per i frati francescani, un autobus partirà dalla Porta Nuova alle ore 8.15. 2. I sacerdoti che desiderano concelebrare dovranno portare con sé il proprio amitto, camice, cingolo e stola bianca e indossarli: il caldo della zona non giustifica la concelebrazione con la sola stola sull’abito. 3. È obbligatorio avere con sé il documento di identità, e gli autobus dovranno portare il cartello con la scritta Custodia di Terra Santa che potrà essere ritirato presso la Segreteria di Terra Santa. Per la migliore riuscita della Pellegrinazione si chiede a tutti precisione e puntualità, e di cercare di mantenere anzitutto il clima di pellegrinaggio e di preghiera che la ricorrenza richiede. Ringrazio per la Vostra collaborazione, a tutti rivolgo un fraterno saluto. fra Silvio R. De La Fuente ofm Segretario di Terra Santa
26
Dicembre 2011
CONVENTO DELLA FLAGELLAZIONE Elenco Telefonico Interno - Settembre 2011 Per chiamare numeri telefonici esterni alla casa digitare prima il numero 9 e attendere il segnale. Per chiamare dall’esterno si compone il numero 6270 + il numero desiderato indicato sotto (ad es., per la casa, 6270444).
Ambienti Ambiente ............................................................... Tel. A Aula I ..................................................................... 474 Aula II ..................................................................... 471 Aula III .................................................................... 470 Aula Magna ............................................................. 469 B BIBLIOTECA: INGRESSO .................................. 473 Biblioteca: Ufficio fotocopie ................................. 472 Biblioteca: Consultazione ...................................... 482 Biblioteca: Fax ............................................... 6270498 Biblioteca: Libri riservati ....................................... 468 Biblioteca: Orientalistica ....................................... 467 Biblioteca: Settore biblico ...................................... 465 Biblioteca: Ufficio direzione .................................. 492 Ufficio acquisti e scambi ....................................... 491 C COMPUTER (II piano) .......................................... 451 Corridoio I piano .................................................... 453 Corridoio II piano .................................................. 452 CUCINA ................................................................ 460 D Deposito ceramica (S. Loffreda) ............................ 478 Direzione SBF (G.C. Bottini) ................................ 490 DIVANO ................................................................ 401 E Edizioni .................................................................. 495 G Garage .................................................................... 481 M Museo: Deposito .................................................... 461 MUSEO: INGRESSO ............................................ 456 Museo: Ingresso privato ......................................... 407 P Parlatorio I (ingresso) ............................................ 413 Parlatorio II (museo) .............................................. 415 PORTINERIA ........................................................ 444 R REFETTORIO ....................................................... 464 Ripostiglio: Materiale ............................................ 417 S Sacrestia Flagellazione ........................................... 463 SALA CAFFÈ ........................................................ 449 Sala Studenti .......................................................... 477 Segreteria SBF (R. Pierri) ...................................... 485 T Terrazzo grande ...................................................... 452 TV I (grande) ......................................................... 454 TV II (piccola) ....................................................... 419 TV III (ripostiglio) ................................................. 417 U Ufficio museo ......................................................... 405 Ufficio tecnico ....................................................... 466 SUORE ........................................................ 459 o 460 Sr. Veronika ........................................................... 486 Sr. Lucja .................................................................. 487 Sr. Vincenta............................................................. 488 PADRE GUARDIANO ........................................ 410 Fax convento ................................................... 6264519 Fax sede accademica ....................................... 6270498
Fraternità COGNOME
A Alliata B Bissoli Bottini Buscemi C Carlino Chrupcała D D’Souza F Figueroa G Geiger Giuliano Goh I Ibrahim K Kaswalder L Loffreda Luca Luna Miranda M Manns Massinelli Munari N Niccacci O Olickal Ondoua Omgba OSPITE OSPITE OSPITE OSPITE P Pappalardo Pazzini Petti Pierri R Ravanelli S Shi V Vuk W Waszkowiak
Nome ...................................... Tel.
fr. Eugenio ..... 440 o 451 o 405 fr. Giovanni ....................... 434 fr. G. Claudio .......... 426 o 490 fr. A. Marcello ................... 414 fr. Massimo ........................ 438 fr. Daniel ........................... 412 fr. Praveen ......................... 418 don Emigdio Duarte .......... 420 fr. Gregor .......................... 406 don Leonardo .................... 425 fr. Lionel ............................ 448 fr. Najib ............................. 410 fr. Pietro ............................ 428 fr. Stanislao ............. 447 o 478 fr. Massimo ........................ 442 don Raúl ............................. 441 fr. Frédéric ........................ 430 fr. Georges ........................ 433 fr. Matteo ........................... 432 fr. Alviero .......................... 450 fr. Mathew ......................... 437 don Jean Paul .................... 431 Cucca P. Mario .................. 439 Penna don Romano............. 445 Cavicchia fr. Alessandro 457 (st. 44) Bartolomeo prof. Pirone .... 446 fr. Carmelo ........................ 422 fr. Massimo ........................ 404 fr. Raffaele ......................... 423 fr. Rosario ............... 416 o 485 fr. Virginio ......................... 402 don Giovanni ..................... 435 fr. Tomislav ....................... 408 fr. Jakub ............................ 421
Dicembre 2011
27
28
Dicembre 2011
Agenda Del Custode Gennaio 2012 30/1-04/2 – Gerusalemme: Terzo Congresso Internazionale dei Commissari di Terra Santa 26/01 – Gerusalemme: Prima sessione annuale del Discretorio di Terra Santa 23-25/01 – Flagellazione, Gerusalemme: Visita canonica 20/01 – Monte Tabor: Incontro guardiani e superiori di Galilea 19/01 – Gerusalemme: Incontro guardiani e superiori di Giudea 18/01 – Betfage: Visita Canonica 17/01 – Tabgha: Visita Canonica 16/01 – Cafarnao: Visita Canonica 15/01 – Cana di Galilea: Commemorazione dell’inizio del Ministero di Gesù e posa della prima pietra dell’erigendo centro parrocchiale e scuola 11/01 – Giaffa, Chiesa di S. Pietro: Incontro di formazione permanente per sagrestani, assistenti di santuari e animatori di pellegrinaggi 09-14/01 – Gerusalemme, Seminario: Incontro con gli studenti 08/01 – Kasser el-Yahud, presso Gerico: Solennità del Battesimo del Signore 06/01 – Betlemme: solennità dell’Epifania 05/01 – Ingresso solenne a Betlemme e Primi Vespri dell’Epifania 01/01 – Gerusalemme, Patriarcato latino: Messa per la Pace in Terra Santa
Dicembre 2011 29/12 – Gerusalemme: Scambio di auguri dei capi religiosi cristiani con il Presidente dello Stato d’Israele 27/12 – Gersalemme: scambi di auguri con le comunità ortodosse 24-26/12 Festività e celebrazioni di Natale 22/12 – Gerico: Visita canonica 20/12 – Betlemme: Tradizionale Concerto per la vita e la pace 19-20/12 – Giaffa: Visita Canonica alle due comunità 16/12 – Ramleh: Visita Canonica 15/12 – Gerusalemme, S. Salvatore: Ottava sessione annuale del Discretorio 14/12 – Cana: Visita Canonica 13/12 – Akko: Visita Canonica 10/12 – San Miniato: Incontro con i sostenitori di Terra Santa 08/12 – Gerusalemme, S. Salvatore: Festa dell’Immacolata 07-09/12 – Nazareth: Visita Canonica 06/12 – Monte Tabor: Visita Canonica
1-4/12 – Malta: Incontri di Formazione Permanente con i Frati Minori e con la Chiesa locale
Novembre 2011
28-30/11 – Betlemme: Visita Canonica 26-27/11 – Ingresso solenne a Betlemme (Chiesa di S. Caterina e inizio d’Avvento) 24-25/11 – Ein Karem: Visita Canonica alle tre comunità 18-22/11 – Washington DC: Incontro con il Board of Trustees del Commissariato di Terra Santa e Visita Canonica 15/11 – Gerusalemme: Incontro con i responsabili dei pellegrinaggi cattolici di Francia (ANDPP) 13/11 – Latrun (abbazia trappista): Ingresso del nuovo abate Rene Hascoet 12/11 – Gerusalemme, S. Sepolcro: Visita Canonica 10/11 – Roma: Incontro di tutti i Capi religiosi di Israele con il S. Padre 09/11 – Gerusalemme, Dominus Flevit: Visita Canonica 07/11 – Gerusalemme: accoglienza e ricevimento Vicent Nichols, Arcivescovo di Westmister, Londra 07/11 – Gerusalemme, Getsemani: Visita Canonica 03/11 – Betlemme: Settima sessione annuale del Discretorio
Ottobre 2011 31/10 - Gerusalemme, Israele: Cerimonia di apertura della 18 sessione ordinaria della Knesset. 27/10 – Kasser al-Yahud, West Bank: Peregrinazione al fiume Giordano 26-27/10 – Amman, Giordania: Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa 21-22/10 – Roma, Italia: Incontro con associazioni e movimenti sostenitori di attività in Terra Santa 18/10 – Mestre, Italia: Incontro con i partecipanti al pellegrinaggio diocesano in Terra Santa 12-16/10 – Vienna, Austria: Incontri di Formazione Permanente con i Frati Minori e altre realtà ecclesiali 10/10 – Gerusalemme, S. Salvatore: incontro con i partecipanti al XIII Consiglio Internazionale per la Formazione e Studi OFM 08/10 – Washington DC: Evento di beneficenza per la FFHL (Franciscan Foundation for the Holy Land) 06/10 – Gerusalemme, S. Sepolcro: Professione solenne di fra Sergio Galdi e di fra Sergey Loktionov 04/10 – Gerusalemme, S. Salvatore: Solennità di S. Francesco
Dicembre 2011
29
SBF Custodia TS Lo SBF premiato per le sue ricerche in campo archeologico Mercoledì 30 novembre si è svolta la “Sedicesima solenne seduta comune delle Pontificie Accademie” durante la quale S. E. Card. T. Bertone ha consegnato il “Premio delle Pontificie Accademie” allo SBF. Hanno partecipato all’evento in rappresentanza della Facoltà il Custode di Terra Santa, M. R. P. Pierbattista Pizzaballa, il Rettore Magnifico della PUA, P. Priamo Etzi, il Decano dello SBF, P. Massimo Pazzini e P. Carmelo Pappalardo. Il premio è stato assegnato ex aequo insieme con Daria Mastrorilli. Nel messaggio indirizzato dal Papa Benedetto XVI al card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura, si legge «Tra i tanti siti archeologici in cui emergono i segni della presenza cristiana, uno eccelle su tutti e suscita un singolare interesse: la Terra Santa, con le diverse località in cui si è concentrata l’attività di ricerca archeologica. Il territorio, già fortemente segnato dalla presenza del popolo di Israele, diviene anche l’ambito per eccellenza in cui ricercare i segni della presenza storica di Cristo e della prima comunità dei suoi discepoli. L’attività di indagine archeologica svolta negli ultimi decenni in Terra Santa, grazie all’impegno di grandi e appassionati ricercatori, come ad esempio padre Bagatti, padre Corbo e il compianto padre Piccirillo, recentemente scomparso, ha portato a notevolissime scoperte e acquisizioni, contribuendo così a definire sempre meglio le coordinate storico-geografiche sia della presenza giudaica sia di quella cristiana». L’esplicito riferimento agli archeologi francescani Bellarmino Bagatti (1905-1990), Virgilio Corbo (1918-1991) e Michele Piccirillo (1944-2008) ha riempito di gioia padre Massimo Pazzini, neo Decano della Facoltà di Scienze bibliche e archeologia della Pontificia Università Antonianum. «Il Premio delle Accademie Pontificie – ha spiegato questa mattina a Terrasanta.net - rappresenta per noi la conferma che stiamo procedendo sulle orme dei nostri predecessori. Si parlava di radici… Devo dire che sono rimasto molto soddisfatto da questa citazione, presente sia nel messaggio del Papa al cardinale Ravasi, sia nel saluto dello stesso cardinale. Il rimando all’operato dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e di alcuni suoi professori suscita sentimenti di gratitudine e ci spinge a guardare al futuro con animo positivo. Il nostro impegno è di continuare sulla strada tracciata da chi ci ha preceduto e a preparare altre persone degne di loro». Personalità come Bagatti e Corbo, ma anche Piccirillo, possono essere considerate dei veri e propri pionieri. Oggi le ricerche archeologiche in Terra Santa, e in particolare nel territorio di Israele, sono entrate in una nuova stagione: molti e ben attrezzati sono gli esperti al lavoro sul campo. Quale ruolo può svolgere in tale contesto lo SBF. Aggiunge Pazzini: «Direi che in buona parte possiamo collaborare alle ricerche in atto. Le faccio un esempio. Noi ci occupiamo di archeologia cristiana, indaghiamo sulle vestigia cristiane e sui ruderi delle chiese in Terra Santa, cioè tutto quello che riguarda le antiche comunità ecclesiali e la loro presenza in Terra Santa. Ebbene, quando ne troviamo di nuove le pubblichiamo. Ma ci sono anche vari ricercatori israeliani che lavorano in questo ambito e pubblicano sulla nostra rivista e nelle nostre collane gli esiti delle loro scoperte. La ricerca è in continuo divenire. Un professore emerito dell’Università di Tel Aviv, Asher Ovadiah, che discusse la sua tesi di laurea negli anni Settanta, all’epoca stilò un catalogo delle chiese antiche (di cui si avevano tracce nella regione): se ne contavano poco più di 200. Ebbene, il prof. Ovadiah, che collabora con il nostro istituto e pubblica sulla nostra rivista Liber Annuus, mi diceva nei giorni scorsi che da allora ad oggi il numero è raddoppiato…». «L’attività accademica dello SBF – conclude il Decano - si rivolge a tutti, ma diciamo che i nostri studenti ordinari sono coloro che domani saranno docenti di Sacra Scrittura e di Esegesi nelle università ecclesiastiche in giro per il mondo. Sono persone interessate a conoscere la Parola di Dio nelle lingue originali e poi trasmetterla ai loro studenti. È nostro intento anche formare buoni pastori in grado di fare una buona esegesi durante le omelie». 30
Dicembre 2011
Pontificia universitas A n t o n i a n u m
Facultas scientiarum Biblicarum et Archaeologiae
Gerusalemme, 21 novembre 2011
Sono lieto di comunicare che in data 17 novembre 2011 il Reverendissimo padre José Rodríguez Carballo, Ministro Generale dell’OFM e Gran Cancelliere della Pontificia Università Antonianum, ha nominato per il prossimo triennio Decano dello Studium Biblicum Franciscanum – Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia padre Massimo Pazzini.
Fr. G. Claudio Bottini Decano emerito dello SBF
M. Pazzini è nato il 29 ottobre 1955; dal 1972 è Frate Minore e dal 1983 presbitero appartenente alla Provincia di Cristo Re dell’Emilia Romagna. A Bologna ha studiato teologia presso lo Studio Teologico OFM S. Antonio e presso lo Studio Teologico Accademico OP. Dopo la Licenza in Teologia Biblica conseguita allo SBF (1985) ha ottenuto il Baccalaureato in Lingua ebraica e Lingue semitiche antiche all’università Ebraica di Gerusalemme (1990) e il dottorato in Lingue e civiltà orientali all’Istituto Universitario Orientale di Napoli (1998). Dal 1991 insegna ebraico, aramaico e siriaco allo SBF. Nell’ultimo triennio ha ricoperto la carica di Vice-Decano e Segretario di Redazione per le pubblicazioni dello SBF. Principali pubblicazioni: Grammatica siriaca (1999); Il libro di Rut la moabita. Analisi del testo siriaco (2002); (con A. Niccacci e R. Tadiello), Il libro di Giona. Analisi del testo ebraico e del racconto (2004); Lessico concordanziale del Nuovo Testamento Siriaco (2004); Il Targum di Rut. Analisi del testo aramaico (2009); Il libro dei Dodici Profeti. Versione siriaca – vocalizzazione completa (2009).
Antonianum – 00185 ROMA - Via Merulana, 124 – Tel. +39/0670373502 – Fax 0670373604 – Email: segreteria@antonianum.eu Studium Biblicum Franciscanum – Flagellation (Via Dolorosa) - P.O.Box 19424 - 91193 JERusAlEM Tel. +972/2/6270490 (Dean) - 6270485 (secretary) – Fax 6264519 – Email: secretary@studiumbiblicum.org
Dicembre 2011
31
32
Dicembre 2011
CONSIGLI E UFFICI DELLO SBF/FSBA 2011-2012 Decano: Pazzini Massimo Senato dello SBF: Pazzini Massimo, Vuk Tomislav, Kaswalder Pietro Consiglio di Facoltà dello SBF: - Alliata Eugenio, prof. straordinario - Bermejo Cabrera Enrique, prof. straordinario - Bottini G. Claudio, prof. ordinario - Buscemi Alfio Marcello, prof. ordinario - Chrupcała Daniel, prof. ordinario - Ibrahim Najib, prof. aggiunto, Moderatore STJ - Jasztal Dobromir, prof. aggiunto, Rappresentante dei proff. aggiunti - Kaswalder Pietro, prof. ordinario - Loche Giovanni, prof. aggiunto, Rappresentante dei proff. aggiunti - Manns Frédéric, prof. ordinario - Massinelli Georges, Rappresentante degli studenti - Pappalardo Carmelo, prof. assistente, Rappresentante dei proff. invitati, incaricati, assistenti - Pazzini Massimo, prof. ordinario, Decano SBF - Pierri Rosario, prof. straordinario, segretario SBF - Vuk Tomislav, prof. straordinario, Vice-decano, Rappr. dei proff. stabili al Senato accademico della PUA Segretario dello SBF: Pierri Rosario Consiglio del Decano: Pazzini Massimo, Vuk Tomislav, Pierri Rosario I CICLO O STJ
II-III CICLO
Moderatore STJ: Ibrahim Najib
Consiglio dei docenti:
Segretario STJ: Loche Giovanni
- Alliata Eugenio, prof. straordinario - Bottini G. Claudio, prof. ordinario - Buscemi Alfio Marcello, prof. ordinario - Geiger Gregor, prof. aggiunto - Ibrahim Najib, prof. aggiunto - Kaswalder Pietro, prof. ordinario - Loche Giovanni, prof. aggiunto - Luca Massimo, prof. assistente - Manns Frédéric, prof. ordinario - Pappalardo Carmelo, prof. assistente - Pazzini Massimo, prof. ordinario - Pierri Rosario, prof. straordinario - Urbani Gianantonio, rappresentante degli studenti - Vuk Tomislav, prof. straordinario
Consiglio dei docenti: - Alliata Eugenio, prof. straordinario - Badalamenti Marcello, prof. incaricato - Bermejo Cabrera Enrique, prof. straordinario - Bissoli Giovanni, prof. invitato - Buscemi Alfio Marcello, prof. ordinario - Castro Esparza Hugo, rappresentante degli studenti - Chrupcała Daniel, prof. ordinario - Ibrahim Najib, prof. aggiunto - Jasztal Dobromir, prof. aggiunto - Klimas Narcyz, prof. aggiunto - Kraj Jerzy, prof. incaricato - Loche Giovanni, prof. aggiunto - Lubecki Seweryn, prof. aggiunto - Luca Massimo, prof. assistente - Maina Claudio, prof. invitato - Milovitch Stéphane, prof. assistente - Muscat Noel, prof. incaricato - Pirone Bartolomeo, prof. invitato - Romanelli Gabriel, prof. invitato - Sgreva Gianni, prof. invitato - Sidawi Ramzi, prof. assistente - Sikirić Miron, prof. invitato - Varriano Bruno, prof. incaricato - Vítores González Artemio, prof. aggiunto - Vosgerichian Haig, prof. invitato
Consiglio del Moderatore dello STJ: N. Ibrahim, G. Loche, S. Lubecki
Gerusalemme, 28 novembre 2011
- Bissoli Giovanni, prof. invitato - Niccacci Alviero, prof. invitato - Cavicchia Alessandro, prof. invitato - Cucca Mario, prof. invitato - Díez Merino Luis, prof. invitato - Garofalo Angelo, prof. invitato - Lopasso Vincenzo, prof. invitato - Mello Alberto, prof. invitato - Penna Romano, prof. invitato - Popović Anto, prof. invitato - Sedlmeier Franz, prof. invitato Bibliotecario: L. Goh Consiglio del bibliotecario: T. Vuk, G. Geiger Economo: M. Luca Consiglio di amministrazione: M. Luca, T. Vuk, L. Goh Segretario di redazione: D. Chrupcała Vice-segretario di redazione: G. Geiger Consiglio di redazione: M. Pazzini, D. Chrupcała, G. Geiger, E. Alliata (Musem) Direttore del Museo: E. Alliata Consiglio del Direttore del Museo: T. Vuk, N. Ibrahim Segretario dell’Ufficio Tecnico: C. Pappalardo Responsabili dell’Ufficio computers: T. Vuk, M. Luca, C. Pappalardo, L. Goh, E. Alliata Il Decano: M. Pazzini Il Segretario: R. Pierri
Dicembre 2011
33
34
Dicembre 2011
I Domenica di Avvento Betlemme Dicembre 2011 35
Sorella morte fra Xavier (John Aloysius) Geiser ofm n. Hamilton, Ohio (Stati Uniti) 23 novembre, 1923 † Gerusalemme (Israele) 11 dicembre, 2011 Custodia di Terra Santa “Ecco, vengo presto e porto con me la mercede…E lo Spirito e la sposa dicono -Vieni!- E chi ascolta dice: -Vieni- E chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l’acqua della vita”. Apocalisse 22:12, 17 Cari fratelli, La mattina della III domenica di Avvento, “Gaudete”, fra Xavier Geiser, ci ha lasciato, affrettandosi a celebrare un nuovo Natale, ormai eterno. Si sarà presentato in cielo, come quando, all’ora di pranzo, arrivava in qualche convento per salutare i confratelli. “No problem!”, diceva. Si adattava facilmente. “Del resto”, confidava in un’intervista di un paio di mesi fa, “Ti assicuro che, dopo la guerra, il mio noviziato e la vita di seminario nell’Ordine Francescano, sono stati rose e fiori, in confronto agli orrori della guerra; la disciplina e l’obbedienza militare, sono cose molto dure da rosicchiare”. Fra Xavier nel giugno del 1944 aveva partecipato allo “Sbarco in Normandia”. Poi nel 1950 era entrato nell’Ordine Francescano, iscritto alla Custodia di Terra Santa nel Commissariato di Washington. Aveva seguito il corso di Studi Filosofici al Duns Scotus College di Cincinnati e, successivamente, il Corso di Teologia al Holy Name College di Washington. Ordinato sacerdote nel 1955. Dal 1963, aveva lavorato nelle molteplici attività della Custodia di Terra Santa: insegnante d’Inglese ad Amman, Nicosia, Nazareth, Ein Karem. Aveva svolto tanti servizi pastorali come parroco, cappellano, catechista a Cipro, Rodi, Galilea. Discreto della Custodia dal 1968 al 1971. Nel 1970 fu nominato Maestro dei Chierici nel Seminario di San Salvatore a Gerusalemme. L’anno dopo prese servizio come Presidente e Parroco a Nicosia in Cipro; dove fu nominato anche Vicario Patriarcale e Rappresentante del Delegato Apostolico di Palestina nella stessa Isola. Resterà nell’Isola fino al 1983, per tornarci nel 1986, una seconda volta per altri tre anni. E una terza volta, dal 1992 al 1995, a Larnaca, come superiore, parroco, cronista. Dal 1983 al 1984 fu Guardiano e Commissario a Washington. Dal 1989 al 1992 prestò servizio a Rodi come parroco ad interim, cappellano per l’isola di Kos. “Prima di farmi francescano”, aveva detto nella suddetta intervista, “pensavo se non fosse meglio condurre una vita senza ideali, disimpegnata, mediocre. A 88 anni, posso affermare di essermi pienamente realizzato, avendo scelto di servire nella pacifica armata di San Francesco di Assisi”. Fra Xavier aveva 88 anni di età, 60 di professione e 56 di sacerdozio. A norma dei nostri Statuti Particolari, ogni sacerdote applichi 3 Messe e gli altri frati partecipino ciascuno ad 3 Messe. Lodevolmente, i singoli frati pratichino 2 Via Crucis, In ogni fraternità una Santa Messa sia celebrata in comune. Ricordiamo con sollecitudine questo fratello nella preghiera, nella gratitudine al Padre che ce l’ha donato, affinché ora la nostra unione fraterna sia piena, nella luce del Signore. San Salvatore, 11 dicembre 2011 Fra Silvio R. De La Fuente, ofm Segretario di Terra Santa 36
Dicembre 2011
Monastero della Quarentena Gerico
Dicembre 2011
37
Cronaca custodiale
Gerusalemme, 1 novembre 2011
“Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita”: la festa di Tutti i Santi a Gerusalemme testo di caterina foppa pedretti
Questa mattina, presso la Chiesa parrocchiale di San Salvatore, la comunità francescana ha celebrato la festa di Tutti i Santi, con Lodi e S. Messa presiedute da fra Artemio Vitores, Vicario custodiale. Alla celebrazione hanno preso parte anche diversi volontari e amici della Custodia, insieme ad alcuni membri della comunità cristiana locale. La festa di Tutti i Santi, ha precisato fra Artemio nella sua omelia, è una delle ricorrenze più importanti dell’Anno Liturgico, perché la santità, prerogativa somma di Dio, contraddistingue anche coloro che sono vicini a Dio. S. Paolo chiama santi i Cristiani, perché essi sono uniti a Dio nel battesimo. Soprattutto i martiri sono partecipi della santità del Padre, poiché hanno sacrificato la loro vita per la fedeltà al Signore. E proprio per la commemorazione collettiva dei martiri, nel corso del primo millennio cristiano, si è venuta affermando la solennità di Tutti i Santi. Già nel 609, a Roma, Papa Bonifacio IV aveva consacrato il Pantheon dedicandolo alla Vergine Maria e a tutti i Martiri, i quali si donano interamente all’amore di Dio e dei fratelli. I santi, tuttavia, non sono soltanto quelli riconosciuti ufficialmente, bensì “una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua” (Ap 7,9), la schiera innumerevole di tutti coloro che “sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello” (Ap 7,14) e che sono così diventati simili al Figlio di Dio. Per questo S. Giovanni
38
Dicembre 2011
afferma che, benché “ciò che saremo non sia stato ancora rivelato”, “quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1Gv 3,2). Gesù, con le parole delle Beatitudini (Mt 5,3-12), ci rivela la via da percorrere per giungere alla santità e per conseguire la felicità autentica, destinata a durare per sempre. Scrive Papa Benedetto XVI: “In verità, il Beato per eccellenza è solo Lui, Gesù. È Lui, infatti, il vero povero in spirito, l’afflitto, il mite, l’affamato e l’assetato di giustizia, il misericordioso, il puro di cuore, l’operatore di pace; è Lui il perseguitato a causa della giustizia. Le Beatitudini ci mostrano la fisionomia spirituale di Gesù e così esprimono il suo mistero, il mistero di Morte e Risurrezione, di Passione e di gioia della Risurrezione. Questo mistero, che è mistero della vera beatitudine, ci invita alla sequela di Gesù e così al cammino verso di essa. Nella misura in cui accogliamo la sua proposta e ci poniamo alla sua sequela - ognuno nelle sue circostanze - anche noi possiamo partecipare della sua beatitudine.” La festa di Tutti i Santi è dunque la festa della Chiesa, chiamata ad essere interamente santa, attraverso la santità di tutti i suoi figli. “Se questi e quelli, perché non io?”, così si esprimeva Sant’Agostino parlando dei Santi. La vocazione alla santità, ossia ad una vita in piena comunione con Dio e con i fratelli, è rivolta a tutti e da sempre, fin dall’Antico Testamento: dall’innocente Abele ad Abramo, “amico di Dio”, il quale “credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia” (Gen 15,6); da Mosè, al quale Dio concede che Gli parli “faccia a faccia, come un uomo parla con un altro” (Es 33,11), a Giovanni il Battista, precursore della Nuova Alleanza (Mt 11,9-15) ed eminente rappresentante della grande mistica; dagli antichi Profeti ai Giusti del Nuovo Testamento; dai martiri dell’inizio del Cristianesimo ai beati e ai santi dei secoli successivi, fino ai testimoni della fede della nostra epoca. Questo stile di vita, nella varietà delle vocazioni e delle modalità in cui si compie, interpreta pienamente l’esigenza del dono di sé attraverso ciò che si ha, fino al limite estremo del
dono della propria vita, con la stessa abnegazione ed obbedienza al Padre con cui Cristo affronta la croce. Perché attraverso la via della croce, la carità della croce che interpreta la responsabilità d’amore verso ciascun uomo, chi cerca la santità colloca il proprio fulcro nella permanenza d’amore di Dio, operante pienamente in Cristo, principio di vita e di senso per ogni credente. E allora davvero egli potrà
sperimentare lo splendore della santità, gustare la dolcezza dell’autentica beatitudine, sentendo nel profondo la verità delle parole del Signore: “Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita” (Ap 2,8-11).
Gerusalemme, 2 novembre 2011
Dio ci ha creati per vivere sempre: la commemorazione di tutti i fedeli defunti testo di caterina foppa pedretti foto di marco gavasso
La Chiesa parrocchiale di San Salvatore, questa mattina, 2 novembre, era gremita di persone in occasione della S. Messa solenne di commemorazione di tutti i fedeli defunti. Accanto a padre Simon, che ha presieduto la celebrazione in arabo, erano presenti come concelebranti fra Artemio Vitores, Vicario custodiale, e fra Narwan, anch’egli molto attivo nell’ambito della parrocchia. Ai lati dell’altare hanno trovato posto i numerosi francescani e sacerdoti che hanno voluto partecipare all’importante ricorrenza. Ad affollare la Chiesa, oltre a numerosi altri religiosi e religiose, moltissimi membri della locale comunità araba cristiana ed anche tanti giovani, tra cui le studentesse cristiane del College de Terre Sainte femminile, una delle scuole della Custodia francescana, gestita dalle Suore di San Giuseppe. Presenti anche i collaboratori, i volontari e gli amici della Custodia, nonché diversi pellegrini di molte parti del mondo. Al termine della S. Messa si è svolta la tradizionale processione ai cimiteri cristiani superiore ed inferiore, posti sul Monte Sion. In un clima di raccoglimento e di partecipazione profondi, tra preghiere e canti in arabo e in latino, la processione ha attraversato le stradine della Città Vecchia di
Dicembre 2011
39
Cronaca custodiale Gerusalemme che dalla Chiesa di San Salvatore conducono al Monte Sion, passando vicino alla Porta di Giaffa e attraversando in parte il quartiere armeno. Dietro la Porta di Sion, nello splendido scenario che disegna i luoghi del Cenacolo e della Chiesa della Dormizione di Maria, un po’ avanti lungo il lato destro, si trova il cimitero francescano, dove riposano molti dei frati appartenuti in passato alla Custodia di Terra Santa. Qui la processione ha fatto una prima sosta per la benedizione delle tombe, sempre accompagnata dalle preghiere e dal commosso ricordo dei vivi. Il gruppo si è poi mosso in direzione delle pendici del Monte Sion, a poca distanza dalla Chiesa di San Pietro in Gallicantu, per la visita ai due cimiteri inferiori, dove molti hanno potuto soffermarsi in preghiera accanto alle tombe dei propri cari e deporvi mazzi di fiori. Mentre fra Narwan passava a benedire il luogo, tutte le persone recatesi al cimitero in questa particolare giornata e che pure non si erano unite alla processione, si sono raccolte nella preghiera comune, partecipando con compostezza a questo suggestivo momento. Com’è tradizione, infine, a tutti i presenti è stato offerto un dolcetto in segno commemorativo di quanti già ci hanno preceduto nella via verso l’eternità. Al termine della cerimonia, prima di accomiatarsi, molti hanno voluto rendere omaggio alla tomba di Oskar Schindler, l’imprenditore tedesco che, durante il nazismo, salvò 1200 ebrei dallo sterminio. Egli, riconosciuto Giusto tra le Nazioni dalla commissione israeliana dello Yad Vashem il 18 luglio 1967, morì in Germania nel 1974 ed il suo corpo fu portato in Israele, nel cimitero cattolico di Gerusalemme. Oggi la sua tomba, interamente coperta da innumerevoli ciottoli, come usano fare gli ebrei, è meta di frequenti visite da parte di cristinai e di ebrei. L’origine della ricorrenza del 2 novembre risale alla fine del primo millennio, nell’ambito del monachesimo benedettino cluniacense. L’estensione di questa commemorazione all’intera Chiesa sembra potersi rintracciare per la prima volta nell’Ordo Romanus del XIV sec., dove il giorno del 2 novembre è indicato come anniversarium omnium animarum. “Siamo usciti dalle mani di Dio, che ci ha creati, per vivere sempre”, diceva Papa Paolo VI. Il bisogno e 40
Dicembre 2011
l’aspirazione all’eternità che ciascuno porta nel cuore sono universali e appartengono all’uomo di ogni tempo. L’uomo non è un “essere-perla-morte”, ma desidera intensamente vivere e perpetuarsi: l’esperienza stessa dell’amore pone di fronte al desiderio dell’eternità e all’incapacità di accettare che tutto venga distrutto in un istante dalla morte. Noi abbiamo un pegno nella bontà di Dio, nella Sua fedeltà e misericordia: Egli ci aspetta
e ci chiama, sostenendoci nel nostro cammino terreno con la certezza dell’incontro finale con Lui. Le nostre opere, tuttavia, sono in rapporto con il nostro destino nell’eternità, sono il segno tangibile della nostra responsabilità impresso nella vita futura. “Siamo noi a formare la nostra fisionomia per l’avvenire”, scrive ancora Papa Paolo VI. E proprio con riferimento alle opere di misericordia
(Mt 25,31-46) saremo giudicati perché, dice il Signore, “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Dunque la misericordia, ossia l’amore solidale che vuole liberare l’altro dalla sua miseria, è l’aspetto che meglio rivela il dono del Padre, rappresenta la condivisione della carità di Dio da testimoniare ai fratelli, specie a
Dicembre 2011
41
Cronaca custodiale quelli su cui la miseria materiale (poveri, oppressi, infermi, sofferenti, abbandonati) o la miseria spirituale (peccatori, corrotti, ciechi, traviati) gravano maggiormente. Dio, nella Sua generosità e nella Sua benevolenza, rende l’uomo partecipe dei Suoi beni più preziosi, fino ad offrire il Figlio, che incarna tutto l’amore e la misericordia del Padre, ma chiede all’uomo un analogo esercizio di carità, non solo nei riguardi di Dio, ma nei riguardi di ogni altro uomo, poiché la carità non esclude nessuno dalla redenzione e si fa più attenta ed intensa laddove la miseria è maggiore. Dio si è fatto vicino, si è rivelato nella Sua essenza più profonda e ci ha “rapiti” nella Sua vita: “Voi infatti siete
42
Dicembre 2011
morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria” (Col 3,3-4). E Dio dà all’uomo, a ciscun uomo, l’unica speranza di cui ha bisogno, quella dell’eternità. Davanti alla morte ogni volta Gesù ci ripete: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io” (Gv 14,1-3).
Dicembre 2011
43
Cronaca custodiale Gerusalemme, 5 novembre 2011
Come una “casa aperta”: la visita di un gruppo di ebrei israeliani al Convento di San Salvatore testo caterina foppa pedretti foto marco gavasso
È stato un sabato speciale, questo, per il Convento francescano di San Salvatore a Gerusalemme, sede della Custodia di Terra Santa. Oggi, infatti, un numeroso gruppo di ebrei israeliani, tra cui molti giovani e famiglie con bimbi piccoli, si è dato appuntamento in Città Vecchia, presso Porta Nuova, per una visita guidata ai locali della Custodia, nell’ambito del progetto Open House Jerusalem. Si tratta di un’attività avviata con successo nel 2007 e che attualmente può contare sulla sponsorizzazione ed il sostegno di numerose realtà amministrative e culturali locali, tra cui la Municipalità di Gerusalemme, il Ministero del Turismo Israeliano, la Jerusalem Development Authority, la Società per la Conservazione del Patrimonio Storico-Culturale Israeliano, l’Israel Antiquities Authority e l’Israel Nature and Parks Authority. Ispirata agli analoghi progetti Open Houses di Londra e New York, l’iniziativa offre la possibilità di visitare oltre un centinaio di edifici significativi sotto diversi aspetti, luoghi pubblici, monumenti storici ed appartamenti di pregio, tutti rilevanti per il loro design e il loro stile architettonico. I numerosi tours permettono dunque di approfondire la conoscenza della città sul piano storico, urbanistico, tecnologico, sociale e culturale, mettendo in luce l’originalità e la preziosità dei tanti luoghi che concorrono a rendere Gerusalemme affascinante ed unica. Anche quest’anno, per la terza volta consecutiva, gli organizzatori hanno chiesto al Convento di San Salvatore di aderire a questo interessante progetto. Il numero dei partecipanti alla visita in quest’occasione è stato davvero eccezionale, arrivando a sfiorare il centinaio di persone. Suddivisi con ordine in due gruppi, guidati il primo da fra Oscar Mario Marzo ed il secondo da fra Alberto Pari, gli ospiti
44
Dicembre 2011
hanno potuto accedere ad alcune significative aree della Custodia. Oltre alla Chiesa parrocchiale di San Salvatore, al refettorio con i suoi bei dipinti e alla Curia custodiale, già resi disponibili alla visita nei due anni precedenti, questa volta ai gruppi è stata aperta anche la cantina custodiale, nella quale sono state ammirate, con evidente soddisfazione, le macchine enologiche e le vecchie e grosse botti che, fino agli anni Cinquanta, hanno permesso ai frati francescani di produrre il vino destinato a tutte le famiglie religiose di Terra Santa. Molte le curiosità e le domande che sono emerse durante la visita e alle quali fra Oscar e fra Alberto hanno risposto con cordialità e semplicità, lieti di raccontare un poco della propria vita e di aiutare ad avvicinare la realtà cristiana e francescana alla società israeliana, che tante volte ancora faticano a comunicare e a conoscersi reciprocamente. Un piccolo contatto tra due mondi complessi, che si incontrano grazie ad una porta di casa aperta e al rispettoso desiderio di entrarvi. Un gesto concreto e universale, che tutti possono comprendere e apprezzare, un gesto di ospitalità e di fraternità silenziose, che fa emergere le infinite sfumature e le molteplici sensibilità di questa terra e di coloro che la abitano, tante volte costretti in categorie stereotipate che feriscono. E in questo giorno speciale il Convento di San Salvatore è diventato davvero una “casa aperta”, arricchendosi di un nuovo orizzonte nella sua vocazione all’accoglienza, grazie al quale grandi e piccoli, anche giunti per la prima volta, si sono sentiti, per un attimo, a casa.
Dicembre 2011
45
Cronaca custodiale Gerusalemme, 6 novembre 2011
Il vero volto del frate: S. Messa di commemorazione di fra Giovanni Battistelli a Gerusalemme testo caterina foppa pedretti foto marco gavasso
Nella Chiesa parrocchiale di S. Salvatore, si è celebrata domenica 6 novembre, alla presenza dei suoi familiari, la S. Messa solenne in ricordo di fra Giovanni Battistelli, già Custode di Terra Santa tra il 1998 e il 2004, deceduto lo scorso 20 ottobre nel Convento francescano di Montefalco, in Italia, all’età di 77 anni. Presieduta dall’attuale Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, accanto al quale, come concelebranti, hanno trovato posto fra Artemio Vitores, Vicario custodiale, e fra Simon Hirro, la cerimonia ha visto la partecipazione di molti membri della comunità francescana di Terra Santa e la presenza commossa e numerosa dei cristiani locali di lingua araba, che hanno gremito la chiesa e che, in gran parte, conservano vivo il ricordo dei gesti e delle opere di fra Battistelli nei molti anni da lui trascorsi in Medio Oriente e in Terra Santa. Hanno preso parte alla celebrazione anche padre Jirayr Tashyian e padre Koryoun Baghdasaryan, sacerdoti della Chiesa armena di Gerusalemme. La S. Messa, in latino e in arabo, accompagnata da suggestivi canti, si è svolta in un clima di profondo raccoglimento e di sincera partecipazione. Nel corso della sua omelia, fra Simon Hirro ha tratteggiato la figura di fra Battistelli mettendone in luce le grandi qualità umane, culturali e pastorali, che sono state alla base del prezioso contributo offerto all’attività francescana e alla vita cristiana in Terra Santa. In particolare, sono state ricordate alcune importanti iniziative di carattere sociale intraprese da fra Battistelli, tra cui l’avvio delle scuole domenicali, l’introduzione delle attività di campeggio vicino ad Akko per bambini in condizioni di svantaggio economico-sociale, il sostegno alle attività culturali, al teatro e alla musica, la cura dei percorsi di crescita vocazionale, la vicinanza e l’aiuto con-
46
Dicembre 2011
creto ai più bisognosi, specialmente quando, negli anni Ottanta, ebbe l’incarico di Direttore della Casa Nova francescana di Gerusalemme. “Egli – ha proseguito fra Hirro – ha rivelato il vero volto del frate, operando concretamente per avvicinare la gente alla Chiesa e ai francescani ed aprendo i conventi al contatto diretto e immediato con le persone e con le loro preoccupazioni”. Quando nel maggio 1998, poche settimane dopo la sua nomina a Custode di Terra Santa, gli fu chiesto nel corso di un’intervista come pensasse di affrontare i problemi che certamente avvrebbe incontrati nella sua missione in questo difficile contesto, fra Battistelli rispose che si sarebbe affidato all’aiuto della Madonna e alla collaborazione dei suoi confratelli. Egli rimane una figura di spicco della vita della Custodia negli anni più recenti, un uomo che ha saputo attraversare, illuminato dalla fede e guidato dal suo alto spirito di carità, alcuni degli eventi più significativi della storia recente della Terra Santa, dal 1978, quando il Presidente egiziano Anwar al-Sadat firmò la prima pace di un Paese arabo con lo Stato di Israele, alla polemica per il progetto di costruzione di una moschea nei pressi della Basilica dell’Annunciazione a Nazareth, dal pellegrinaggio in Terra Santa di Papa Giovanni Paolo II nel 2000, allo scoppio della seconda intifada, con le tensioni e le violenze che l’hanno segnata. Un modello luminoso di vita cristiana ed un esempio perseverante di vocazione francescana che, attraverso numerosi e prestigiosi incarichi comunitari e direttivi, pastorali, culturali e di insegnamento, ha servito la Chiesa e la Custodia di Terra Santa per oltre 50 anni. Al termine della cerimonia di commemorazione le autorità, gli amici e tutti gli intervenuti hanno potuto porgere le condoglianze al Custode e alla famiglia del defunto nella sala parrocchiale di San Salvatore.
Gerusalemme, 11 novembre 2011
La visita fraterna in Terra Santa del Ministro provinciale olandese fr. Jan van den Eijnden ofm testo caterina foppa pedretti
È in visita in questi giorni in Terra Santa fr. Jan van den Eijnden ofm, Ministro provinciale olandese, che per la prima volta ha l’occasione di accostarsi ai Luoghi Santi, di sperimentare la particolare condizione di questa terra e di conoscere da vicino la Custodia di Terra Santa e la sua preziosa attività. “Si tratta essenzialmente di una visita fraterna – precisa fr. Jan -, durante la quale sono ospite di fr. Louis Bohte, che da anni vive a Betlemme e che, come me, appartiene alla Provincia olandese dei Santi Martiri di Gorkum. Insieme a fr. Louis, che conosce bene la realtà locale, ho la possibilità non soltanto di vedere i siti storici e religiosi più importanti per la nostra fede cristiana, ma anche di accostarmi alla vita della gente, di venire a contatto con la loro quotidianità, i loro problemi, le loro speranze”. Un’esperienza profonda, dunque, che da una parte aiuta a capire meglio e più realisticamente una situazione molto complessa, della quale televisione e stampa offrono spesso interpretazioni parziali o superficiali, e, dall’altra parte, fa sorgere nuovi interrogativi e nuove incertezze, che non possono trovare chiarimenti nell’immediato, ma spingono ad una maggiore riflessione e ad una ricerca più assidua del senso delle cose. Mentre si percorre
questa terra e si osserva tutto ciò che vi accade, spiega fr. Jan, si diventa davvero consapevoli di quanto le persone siano profondamente segnate dal peso di una storia difficile e da un presente ancora sofferente e irrisolto. Fr. Louis, grazie anche alla sua esperienza come Presidente della Commissione per la Giustizia, la Pace e l’Integrità del Creato, accompagna il Ministro in questo affascinante percorso che è anche un viaggio interiore. Nel corso della sua visita fr. Jan ha avuto modo di incontrare anche il Custode, fra Pierbattista Pizzaballa. “Il ruolo dei francescani nella conservazione e nell’animazione liturgica di molti Luoghi Santi è di fondamentale importanza – spiega ancora il Ministro olandese – e la figura del Custode possiede una grande autorevolezza in questo contesto e all’interno della Chiesa”. Attraverso il servizio liturgico offerto dai francescani i moltissimi pellegrini che affluiscono in Terra Santa sono aiutati e guidati a vivere e gustare pienamente i luoghi straordinari in cui si trovano. Accanto a quest’opera liturgica e pastorale fondamentale, molte altre sono le iniziative che vedono protagonisti i frati francescani di Terra Santa, tra cui le attività accademiche e scientifiche, quelle educative e scolastiche, quelle culturali e di promozione e integrazione sociale, quelle ecumeniche e volte a favorire il dialogo, tutte sostenute da specifiche e consolidate istituzioni. Un mondo ricco di sfaccettature, potenzialità e contraddizioni che, ci auguriamo, questa prima visita permetterà a fr. Jan di cominciare a cogliere e ad amare, conservandone nel cuore il valore e il mistero immensi, in attesa di un prossimo, rinnovato incontro.
Dicembre 2011
47
Cronaca custodiale
Gerusalemme, 11 novembre 2011
Davanti al volto di Gesù sofferente: S.E. Card. Angelo Scola celebra la S. Messa al Getsemani testo caterina foppa pedretti foto marie-armelle beaulieu
Una giornata di sole quasi estivo accoglie S.E. Card. Angelo Scola al suo arrivo in tarda mattinata all’orto del Getsemani, sul Monte degli Ulivi, per la celebrazione della S. Messa presso la Basilica dell’Agonia. Nello splendido scenario del giardino francescano, con gli ulivi secolari protetti e curati da moltissimo tempo dai frati che qui vivono e custodiscono questo santo luogo, in mezzo ad innumerevoli gruppi di pellegrini e visitatori giunti da ogni parte del mondo, il Card. Scola arriva in un attimo, accompagnato dal suo segretario e da alcuni altri sacerdoti e, con il suo sorriso aperto e luminoso, conquista subito la simpatia di tutti. Da pochi mesi nominato nuovo Arcivescovo per la Diocesi di Milano, dove si è insediato ufficialmente lo scorso mese di settembre, il Card. Scola sta guidando in questi giorni, tra il 5 e il 12 novembre, un pellegrinaggio diocesano in Terra Santa con numerose parrocchie del Patriarcato di Venezia, che egli ha retto per quasi dieci anni. Dopo aver visitato ieri Betlemme e aver celebrato la S. Messa, alla sera, nella Basilica della Natività, oggi il Cardinale viene a presiedere la liturgia al Getsemani, uno dei luoghi più significativi nella storia di Gesù e nella vita di ogni cristiano. Ad attenderlo, all’interno della Basilica, ci sono gli oltre 300 pellegrini della Chiesa veneziana che prendono parte al viaggio diocesano, insieme a religiosi e religiose di diverse comunità presenti in Terra Santa e a molti altri gruppi che desiderano unirsi alla celebrazione.
48
Dicembre 2011
Dicembre 2011
49
Cronaca custodiale Nella Basilica, sempre avvolta nella penombra delle sue vetrate violacee che inducono ad un profondo raccoglimento, le centinaia di persone che affollano le navate restano come rapite in un clima speciale, tra i sentimenti di partecipazione commossa alla passione di Cristo, che proprio qui ebbe il suo drammatico inizio, e i sentimenti di intima riconoscenza per poter essere riuniti in questo luogo alla presenza del Card. Scola. Con una lunga processione, trovano posto sull’altare, attorno alla roccia dell’agonia di Gesù, protetta tutt’intorno da un basso recinto in ferro battuto, i numerosi sacerdoti concelebranti, tra cui molti membri della locale comunità francescana, i sacerdoti promotori del pellegrinaggio diocesano e giunti a Gerusalemme con il Cardinale e diversi sacerdoti appartenenti ad altre famiglie religiose presenti in Terra Santa. La celebrazione, animata da numerosi canti, ripercorre, in un’atmosfera di intensa devozione e partecipazione, il toccante mistero della
veramente che la nostra vita è nascosta in Cristo nel Battesimo, che noi già viviamo nel passaggio verso la vita eterna, che la nostra vita consiste nella realtà in atto della resurrezione. Mentre in questo luogo impressionantemente convincente impariamo a riconoscere a chi e che cosa è costato questo immenso dono di resurrezione, siamo chiamati a pronunciare il nostro “sì”, a porci definitivamente e decisamente con il Signore sulla strada del dono di sé, accettando il sacrificio e riconoscendo che il peccato è il più pesante tra i mali e le miserie umani. E proprio in questo luogo straordinario si comprende la verità dell’affermazione evangelica: “Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 16,25), perché questo è il luogo in cui Gesù ci rivela “come” donare pienamente la vita, attraverso la grandezza della Sua misericordia che prende su di sé il peccato dell’uomo, e “a chi” donare la vita, ossia al Padre, in una relazione di amore e di obbedienza.
Passione, attraverso il canto del servo del Signore (Is 53,2-12) e il brano evangelico dell’agonia di Gesù nel Getsemani (Mt 26,36-46). E nella sua omelia, il Card. Scola richiama con delicatezza e, nel contempo, con grande fermezza, al valore inestimabile di questo santissimo luogo: “Se davvero fossimo consapevoli di ciò che qui è avvenuto, di come quell’evento sia decisivo per la nostra vita e per la nostra salvezza, resteremmo qui ammutoliti e travolti da tanta donazione, resa ancor più inconcepibile perché prende la forma di un’ingiustizia colossale perpetrata nei confronti di Colui che è interamente santo e innocente”. Eppure Gesù conosce la nostra fragilità, vede la nostra distrazione e la nostra incomprensione di fronte alla sua angoscia, sa che “siamo sperduti come un gregge”, che ciascuno di noi, pur all’interno di una Chiesa viva, molte volte “segue la sua strada”. La vera sfida, davanti a questa roccia dove Cristo pianse e sudò sangue, consiste allora nello scoprire
“Anche noi, dunque, - prosegue il Card. Scola – nell’offrire la nostra vita, incontriamo il volto della persona amata, lo sguardo del crocifisso, il volto di Gesù piegato sulla roccia del Getsemani e imperlato di sangue, che è poi il volto sfigurato di ogni uomo nella prova, soprattutto quello dei fratelli nella fede, fino ai più vicini a noi in ordine di tempo, come padre Fausto Tentorio, missionario del PIME, ucciso meno di un mese fa nella sua parrocchia nel Sud delle Filippine”. Perché l’apertura al dono di sé ha sempre una vocazione anche comunitaria, ecclesiale, dove il farsi prossimo deve diventare un reale “approssimarsi” all’altro, scoprire l’altro come compagno sulla medesima strada, com-partecipare alla sua vita, com-partire al di là di ogni distanza, aprendosi al reciproco svelamento e arrichimento, alla reciproca crescita umana, nel cammino di comunione fraterna e di comunione con Dio. Al termine della S. Messa, mentre la lunga fila dei
50
Dicembre 2011
sacerdoti lascia la chiesa in processione, il Card. Scola si ferma per un attimo, solo, davanti alla roccia dell’agonia che sta ai piedi dell’altare, prima di raggiungere gli altri. Un breve intensissimo istante, l’immagine forse più commovente di questa celebrazione, la figura di un uomo che contempla nel suo cuore il volto di un Dio che, per immenso amore, s’è fatto vicino e sofferente e con questa scelta, su questa pietra, ha cambiato la storia dell’uomo. Incontriamo ancora il Card. Scola nel giardino francescano adiacente alla basilica, tra i vecchi ulivi nodosi, per un ultimo saluto e per un messaggio rivolto alla Terra Santa e ai popoli che la abitano. “Questa terra – ci dice il Cardinale – è l’emblema della passione di Gesù, sembra condannata ad un perenne Venerdì Santo. Eppure, noi dobbiamo guardare con speranza anche alla storia dei popoli che vivono in questi luoghi e lavorare per costruire una pace che sia fondata sull’amore, la giustizia e la verità. In questo senso, la presenza dei cristiani è fondamentale e, se essi sapranno davvero radicare il loro stile di vita in Cristo, diverranno realmente
costruttori di pace. Come in molti altri contesti in cui sono minoranza, i cristiani possono portare frutti insperati. Anche quando sembra schiacciata o in difficoltà, una minoranza che ha il coraggio della franchezza nell’umiltà, come testimoniano i martiri, può rappresentare un fattore essenziale nel favorire la concordia e la ricerca di relazioni di giustizia, anche se noi non conosciamo i tempi del loro fiorire. E la pace ci sorprenderà, come un’alba di speranza per l’umanità intera”.
Dicembre 2011
51
Cronaca custodiale
52
Dicembre 2011
Gerusalemme, 14 novembre 2011
Benedizione abbaziale di Dom René Hascoët, abate di Latroun testo e foto marie-armelle beaulieu
Domenica 13 novembre, la Chiesa di Terra Santa ha celebrato la benedizione abbaziale di Dom René Hascoët, quinto abate della comunità dei monaci Trappisti di Latrun. È dalle mani di Mons. Giacinto Boulos Marcuzzo, che Dom René ha ricevuto le insegne della sua carica: la Regola di San Benedetto, la mitria, l’anello e il bastone pastorale. “Questa benedizione è pubblica, ha detto il vescovo Marcuzzo nel suo discorso al nuovo abate, per dimostrare quanto i monaci siano radicati nella Chiesa universale e nella Chiesa locale. È per questo che a farla è il vescovo.” Oltre a Mons. Marcuzzo, erano presenti anche il nunzio apostolico Mons. Antonio Franco e due vescovi delle Chiese orientali cattoliche: Mons. Paul Sayyah dei maroniti e Mons. Pierre Melki dei siriaci cattolici. Arrivati apposta dalla Francia anche i padri abati di SeptFons, abbazia fondatrice di Latrun, di Timadeuc (Francia), dove Dom René arrivò nel 1974 prima di essere inviato a Latrun nel 1992, e di Bricquebec. Ma l’abate e la sua comunità sono stati circondati anche dall’amore e dalle preghiere di altre comunità monastiche di Terra Santa, soprattutto di quelle che vivono secondo la regola di San Benedetto: gli Olivetani di Abu Gosh, i monaci della Dormizione, i Benedettini del Monte degli Ulivi. Anche altri religiosi vicini si sono uniti alla Messa di ringraziamento. “Ci sentiamo parte integrante della chiesa locale, ha tenuto a sottolineare l’abate alla fine della celebrazione, anche se la nostra vocazione ci distingue dagli altri. Il monastero, dice San Benedetto, non deve essere una chiesa isolata, ma il cuore della Chiesa. Ed è quello che vogliamo essere: un focolare di preghiera nel cuore di questa chiesa che amiamo.” I quattordici monaci di Latrun non sono solo uomini di preghiera, ma anche uomini del fare. Nella vera tradizione cistercense, i monaci vivono dei frutti del proprio lavoro manuale: miele, olio d’oliva e il ben noto vigneto di Latrun. I monaci Trappisti sono un gruppo riformato della grande famiglia monastica cistercense che fa riferimento alla Regola di San Benedetto.
Dicembre 2011
53
Cronaca custodiale gerusalemme, 13 novembre 2011
In cerca dei frutti della sapienza sulle orme di S. Alberto Magno: S. Messa per la festa di S.M. Alberto II, Re del Belgio testo caterina foppa pedretti foto marco gavasso
È stata celebrata domenica 13 novembre, presso la Chiesa parrocchiale di S. Salvatore, la S. Messa solenne in occasione della festa onomastica di S.M. Alberto II, Re del Belgio, che ricorre il 15 del mese, con la festa di S. Alberto Magno, Patrono della dinastia belga. La celebrazione è stata presieduta da fra Stephane Milovitch, attuale guardiano della Basilica della Natività a Betlemme, a cui si sono uniti, come concelebranti, fra Artemio Vitores, Vicario custodiale, e fra Christian Eeckhout o.p., padre dominicano dell’Ecole Biblique et Archeologique Francaise di Gerusalemme. Numerosi altri sacerdoti hanno preso parte alla cerimonia, soprattutto membri della comunità francescana di Terra Santa. Presente anche il Console generale del Belgio a Gerusalemme, Geert Cockx. A riempire la Chiesa, molti religiosi e religiose appartenenti a diverse congregazioni presenti in Terra Santa, alcuni membri della locale comunità belga, amici e collaboratori della Custodia francescana e piccoli gruppi di cristiani locali di lingua araba. Nella sua omelia, pronunciata in olandese e in francese, fra Christian Eeckhout si è ispirato alla parabola dei talenti (Mt 25,14-30), proposta dalla liturgia del giorno, per porre in evidenza lo stile con cui S. Alberto Magno seppe mettere a frutto i doni e le qualità ricevuti dal Signore. Egli, preso giovanissimo l’Abito dei Predicatori, divenne un grande professore nel campo della Fisica aristotelica e della spiritualità cristiana del XIII secolo, insegnò con grande onore a Parigi e nei vari Studi Domenicani di Germania, soprattutto 54
Dicembre 2011
in quello di Colonia, da lui fondato e dove ebbe tra i suoi discepoli S. Tommaso d’Aquino. Fu poi Vescovo a Ratisbona, alla cui sede rinunciò per tornare a dedicarsi allo studio, all’insegnamento e alla predicazione, lavorando nel contempo per diffondere la pace tra i popoli e tra le Chiese. Egli, proclamato Santo e Dottore della Chiesa e riconosciuto Patrono dei cultori delle scienze naturali, è proposto dalla Chiesa come “maestro per tutti i credenti che, attraverso l’approfondimento delle scienze, desiderano imparare a conoscere meglio il Signore, nostro Creatore e Padre, e ad amarlo maggiormente”. S. Alberto, dunque, che ha impiegato con abbondante frutto i suoi molti talenti, resta un alto modello della capacità di conciliare “saggezza umana e fede divina” in tutti i campi del sapere: diplomatico, scientifico, filosofico, politico, economico, sociale. Il miglior augurio, specie per i governanti delle Nazioni e, in particolare, per il Re del Belgio, di cui si celebra la ricorrenza, è perciò quello di poter raggiungere quella “cultura della sapienza” di cui parla il Libro del Siracide: “Accostati ad essa come chi ara e chi semina/e attendi i suoi ottimi frutti; [...] Te ne rivestirai come di una veste di gloria,/te ne cingerai come di una corona magnifica.” (Sir 6,19.31). Essa, più di ogni altra conquista materiale, ci aprirà le porte dell’intelligenza di Dio, cosicché godremo appieno della Sua presenza e della Sua conoscenza al termine dell’esistenza terrena. Conclusa la S. Messa, tutti gli intervenuti hanno potuto porgere gli auguri alle autorità e ai membri della comunità belga presso il Divano del Convento di S. Salvatore, dove è stato predisposto per gli ospiti un piacevole rinfresco.
Dicembre 2011
55
Cronaca custodiale gerusalemme, 15 novembre 2011
Insegnare ad amare e a conoscere la Terra Santa: il percorso formativo per Animatori spirituali di pellegrinaggi testo caterina foppa pedretti
Il 15 novembre sono giunti a Gerusalemme i partecipanti al XII Corso per Animatori spirituali di pellegrinaggi, organizzato dalla Custodia francescana di Terra Santa e dallo Studium Biblicum Franciscanum per la formazione dei religiosi e dei sacerdoti che intendono svolgere
56
Dicembre 2011
attività di guida e di accompagnamento culturale e spirituale dei pellegrini. Il gruppo è formato da 37 partecipanti di diversa nazionalità (soprattutto italiani, spagnoli, argentini, ma anche un maltese ed una coreana) e, di questi, ben 28 sono sacerdoti. Vi sono poi alcuni religiosi e consacrati e persino qualche laico particolarmente impegnato in ambito ecclesiale, specie per quanto concerne i rapporti con la Terra Santa. “I pellegrinaggi costituiscono un’attività essenziale per la Custodia – spiega fra Gianfranco Pinto Ostuni, attuale Direttore dell’Ufficio Pellegrinaggi della Custodia di Terra Santa con sede a Roma – e, fin dal 1400, i francescani si occupano dell’accompagnamento dei pellegrini, allora pochissimi, i quali venivano un tempo accolti presso il Convento del Monte Sion, si offriva loro il sacramento della confessione ed erano poi avviati al pellegrinaggio, inteso come atto penitenziale, tanto che spesso i pellegrini
ricevevano in Diocesi una croce – e per questo erano detti “crociati” – che deponevano al loro arrivo al Santo Sepolcro. A Gerico, lungo l’itinerario di visita ai Luoghi Santi, ricevevano anche una palma, assumendo perciò il nome di palmieri. Oggi la Custodia continua, attraverso l’Ufficio Pellegrinaggi, ad organizzare viaggi in Terra Santa e ad affiancare lo Studium Biblicum Franciscanum nella formazione dei futuri animatori di pellegrinaggi, comunicando loro lo stile francescano. E questo è uno stile che ha una fisionomia ben precisa, che nasce dall’esperienza di S. Francesco, il quale desidera vedere e toccare l’aspetto umano di Cristo e, dunque, vedere il luogo in cui Egli è nato, la roccia su cui ha sofferto, il sepolcro in cui è stato deposto. La salvezza dell’uomo, infatti, passa attraverso l’umanità di Cristo, che eleva così l’umanità alla dignità della partecipazione alla vita divina”. I partecipanti all’iniziativa stanno affrontando un percorso importante, iniziato a Roma lo scorso settembre, con alcune giornate formative intense basate sulle lezioni tenute da alcuni professori dello Studium Biblicum Franciscanum e volte a tratteggiare lo scenario storico-archeologico e le tradizioni culturali e religiose presenti in Terra Santa. Il gruppo sta adesso completando il percorso con un periodo di escursioni guidate in Terra Santa, di studio e di approfondimento della realtà locale, partendo dalla Galilea e attraversando la Samaria e la Giudea, fino a Gerusalemme, la cui visita dettagliata, tra il 15 e il 21 novembre, concluderà l’itinerario formativo. Molte le personalità dello Studium Biblicum coinvolte nelle visite guidate, tra cui padre Giovanni Bissoli, professore di Giudaismo e Nuovo Testamento, padre Frederic Manns, professore di Esegesi neotestamentaria e Letteratura ebraica antica, e padre Eugenio Alliata, professore di Archeologia. Ad impreziosire il percorso anche tre significativi incontri serali con il Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, con il Vicario custodiale, fra Artemio Vitores, e con il responsabile dello Status Quo, fra Atanasio Macora. “Il pellegrinaggio costituisce un vero e proprio momento di evangelizzazione – esordisce fra Pizzaballa, rispondendo alle sollecitazioni dei futuri animatori – e il suo valore supera il mero
aspetto devozionale. I turisti religiosi rappresentano oltre il 60% dei visitatori della Terra Santa e giungono da ogni parte del mondo. La guida o, meglio, l’animatore spirituale, diviene una figura di riferimento, dev’essere culturalmente preparata, ma anche coinvolgente sul piano della fede. I pellegrini, infatti, sono profondamente aperti a vivere un’esperienza significativa, ad incontrare una realtà viva, a visitare dei luoghi che facciano davvero sentire la presenza di Cristo. E la guida è chiamata a parlare di Gesù, della storia della salvezza, a compiere una preziosa opera di evangelizzazione. Perciò, noi frati della Custodia, che da lungo tempo ci dedichiamo alla tutela e alla promozione dei Luoghi Santi, ci attendiamo che gli animatori e gli accompagnatori siano persone che amino sinceramente la Terra Santa e che assumano questo ruolo senza ridurlo ad un impegno professionale, ma con la disposizione a trasmettere l’amore per la Terra Santa e ad insegnare ad amare la Terra Santa e a farne intensamente esperienza. La guida ha dunque l’opportunità di lasciare un segno profondo nell’animo dei pellegrini e per questo motivo è fondamentale che le qualità umane, spirituali e culturali che le sono richieste siano elevate”. Un altro aspetto sul quale il Custode ha offerto preziosi suggerimenti riguarda lo stile con cui l’animatore dovrebbe porsi nei confronti della situazione attuale in cui si trova la Terra Santa, con i suoi problemi e le sue contraddizioni, e l’opera di mediazione e di avvicinamento che egli potrebbe mettere in atto tra i pellegrini e la comunità cristiana locale. “In realtà, - afferma il Custode a questo proposito – è praticamente impossibile che non si venga interpellati sulle complesse questioni che toccano la Terra Santa. Tuttavia, è fondamentale lo stile con cui si espongono i contenuti e si affrontano i problemi. In questo senso, l’animatore ha una grande responsabilità, non è chiamato né ad essere artificiosamente neutrale, né ad assumere posizioni platealmente di parte, bensì a mantenere un approccio sereno e a parlare delle diverse questioni con sensibilità e intelligenza. Un’esperienza importante, che può anche aiutare ad entrare meglio in contatto con la realtà del posto, è data dall’incontro con la Chiesa locale. Ciò può avvenire partecipando alla S. Messa domenicale in arabo insieme alla locale
Dicembre 2011
57
Cronaca custodiale comunità cristiana, in uno dei molti santuari di Terra Santa che sono anche Chiese parrocchiali, oppure organizzando degli incontri con i parroci, dai quali si può apprendere molto delle locali attività ecclesiali e pastorali. I Cristiani, che in Terra Santa rappresentano la minoranza, sono però chiamati a dare un’alta testimonianza di fede, ad essere una presenza viva, innamorata della propria storia, a non temere i cambiamenti e gli incontri con le diversità, bensì ad essere aperti, sereni, liberi, positivi e, nello stesso tempo, chiari, radicati nel proprio senso di identità e di appartenenza, propositivi”. Ed è proprio questo lo spirito che anima ed accomuna i partecipanti al corso, spinti dal desiderio di rafforzare le radici della fede cristiana, attraverso la conoscenza del contesto storico, culturale e religioso in cui essa è nata. Nelle parole di don Biagio Grilli, parroco di Manfredonia, e di don Paolo Baldo, parroco di Bellegra nella Diocesi di Palestrina, due dei sacerdoti del gruppo, si avverte l’amore genuino per la Terra Santa, dove il mistero dell’Incarnazione si è attuato in un luogo e in un tempo concreti, e che ha dunque uno straordinario valore per la Chiesa universale ed un’importanza nevralgica per il mondo intero. Attraverso questo percorso formativo, che unisce momenti toccanti e suggestivi, come
58
Dicembre 2011
la celebrazione della S. Messa e la visita alla Grotta della Natività a Betlemme alla sera, in un momento esclusivo di silenzio e di raccoglimento, e la celebrazione della S. Messa solenne con i francescani al S. Sepolcro, alla mattina presto, a momenti di grande arricchimento culturale, come le escursioni guidate dai professori dello Studium Biblicum, i futuri animatori si aspettano di poter offrire ai pellegrini un viaggio più equilibrato e qualificato, una proposta più consapevole e significativa sul piano umano e della fede. E scoprire così insieme l’autentico valore del pellegrinaggio. Come ha detto infatti nella sua omelia fra Benjamin Owusu ofm, che ha presieduto la S. Messa del gruppo al S. Sepolcro, la mattina del 17 novembre, “dopo aver rivissuto tappa per tappa, da Nazareth fino a Gerusalemme, tutti i Misteri che si celebrano durante l’Anno Liturgico, anche noi siamo giunti in fretta, come Maria di Magdala e i discepoli, al sepolcro del Signore. Tuttavia, mentre essi vi giunsero con il dubbio nel cuore per quanto vi avrebbero trovato, noi veniamo in questo Santo Luogo per rafforzare la fede nella resurrezione e per ricevere la forza data a Maria e agli Apostoli di proclamare Cristo Risorto, di annunciare questo messaggio straordinario in tutto il mondo e di condividere con gli altri l’immensa gioia per questo dono di vita”.
Dicembre 2011
59
Cronaca custodiale
gerusalemme, 17 novembre 2011
Qui la morte finisce, mentre l’amore dura eternamente: S. Messa di Resurrezione con S.E. Card. Carlos Amigo Vallejo testo caterina foppa pedretti
La sera del 17 novembre la Chiesa parrocchiale di S. Salvatore ha accolto il gruppo di 150 pellegrini spagnoli della Diocesi di Siviglia, che sono giunti in Terra Santa al seguito di S.E. Card. Carlos Amigo Vallejo, appartenente all’Ordine dei Francescani Minori e, dal 2009, Arcivescovo emerito di Siviglia. Quando, negli anni Settanta, fu nominato Arcivescovo di Tanger, in Marocco, il Card. Amigo lavorò intensamente per promuovere il dialogo interreligioso e l’ecumenismo e favorì l’avvio delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Marocco. Nel 1982 divenne Arcivescovo di Siviglia e fu poi nominato, tra l’altro, membro della Pontificia Commissione per l’America Latina, 60
Dicembre 2011
Presidente della Commissione Episcopale per le Missioni e Cooperazione tra le Chiese e membro del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute). I pellegrini arrivano in Chiesa a piccoli gruppi, affaticati ma contenti dopo l’intensa giornata di visite ai Luoghi Santi di Gerusalemme, e prendono posto nei banchi, in attesa di assistere alla S. Messa celebrata dal Card. Amigo. Accanto al Cardinale, come concelebranti, sono presenti sull’altare i sacerdoti delle parrocchie diocesane che hanno organizzato il pellegrinaggio. La celebrazione, animata da numerosi canti in lingua spagnola, si svolge in un clima di profonda partecipazione e segue la liturgia della S. Messa di Resurrezione, con la lettura del discorso di S. Pietro (At 10,34a.37-43), delle parole di S. Paolo che invita all’unione con il Cristo celeste, principio della vita nuova (Col 3,1-4) e del brano del Vangelo di S. Giovanni sulla Resurrezione di Gesù e la tomba vuota trovata da Maria di Magdala e dagli Apostoli alla mattina di domenica (Gv 20,1-9). Nella sua suggestiva omelia, il Card. Amigo ha posto l’accento sull’immenso valore della resurrezione di Cristo, che proprio a Gerusalemme si avvera e che
spalanca a ciascun uomo le porte della vita. “Come ogni padre, Dio non può accettare che Suo Figlio sia abbandonato alla morte e gli restituisce la vita. Cristo, dunque, vive per sempre ed indica ad ogni uomo il suo destino di vita. Noi abbiamo bisogno di questa fede, ossia di sapere che Cristo è risuscitato dai morti e si è mostrato vivo agli Apostoli. La fede consiste proprio nell’amare e nell’affidarsi a Dio con tutta l’anima, come Maria ai piedi della croce. Perché la morte finisce, mentre l’amore dura eternamente. E la resurrezione di Cristo è la più alta espressione dell’amore di Dio, che svuota il sepolcro e che pone la nostra vita in comunione con la vita di Cristo, vivo per sempre”. Dopo la comunione, uno dei partecipanti al pellegrinaggio intona, con una bella voce tenorile, un canto in latino dedicato alla Madonna. Introdotto da questo toccante momento, il Card. Amigo, prima di concludere la celebrazione, porge i suoi ringraziamenti alla Custodia, che con affetto e disponibilità lo accoglie in occasione del pellegrinaggio in Terra Santa, e ai frati francescani, che da moltissime generazioni conservano e animano i Luoghi Santi, a beneficio della Chiesa e di tutta la Cristianità. Infine, il Cardinale esprime la sua profonda riconoscenza e la sua gioia per aver avuto l’opportunità di celebrare la S. Messa indossando la stola e la veste liturgica portate da S.S. Papa Benedetto XVI durante la sua visita apostolica in Terra Santa nel maggio 2009. Terminata la celebrazione, prima di lasciare la Chiesa, ciascuno dei partecipanti al pellegrinaggio riceve in dono dai frati francescani della Custodia una piccola confezione contenente il volumetto in lingua spagnola La presenza
francescana in Terra Santa, Franciscan Printing Press, Gerusalemme 2011, un ottimo strumento introduttivo per conoscere la storia e le molteplici attività della Custodia di Terra Santa, un opuscolo di presentazione di ATS – Pro Terra Sancta, l’ONG che sostiene le opere e i progetti dei francescani, una brochure informativa delle pubblicazioni e degli strumenti comunicativi di cui la Custodia dispone e un rosario in legno d’ulivo. Un’occasione concreta per avvicinarsi alla vita di fede e all’intenso lavoro che, in gran parte proprio grazie alla presenza francescana, animano costantemente la Terra Santa, un luogo che, ricorda il Card. Amigo, “ci riempie di sentimenti grandi, quando pensiamo alla sua straordinaria importanza per la nostra vita. Il luogo nel quale il Signore si fa intimamente vicino e ci svela che la morte non è l’ultima parola”.
Dicembre 2011
61
Cronaca custodiale gerusalemme, 25 novembre 2011
S. Natale 2011: i presepi trentini in Terra Santa. A Gerusalemme una mostra dei presepi più antichi della Valle di Fiemme Sarà la Terra Santa, culla della cristianità, ad ospitare per la prima volta i presepi del Trentino e dell’Associazione Amici del Presepio di Tesero. Betlemme e Gerusalemme le città in cui i maestri scultori di Tesero allestiranno la Natività del prossimo Natale. L’iniziativa, presentata questa mattina nella sede di Radio Vaticana, prevede dal 18 dicembre l’allestimento a Betlemme del presepe a grandezza naturale che troverà dimora nel chiostro della Basilica di Santa Caterina, collegata alla grotta della Natività. In contemporanea a Gerusalemme, nella sede del Patriarcato Latino e nella Custodia di Terra Santa, due esposizioni metteranno in mostra i presepi più antichi e significativi della tradizione presepistica della Valle di Fiemme. Sempre a Gerusalemme, nella chiesa del Patriarcato Latino, troverà posto anche il grande presepe in stoffa proveniente da Isera, antico borgo poco distante da Rovereto. Nel Trentino e a Tesero l’arte di ‘fare il presepe” è l’espressione di un’antica tradizione rintracciabile già dal 1700, quando i segantini
gerusalemme, 26 novembre 2011
Il mukhtar e i parrocchiani di Gerusalemme salutano il Custode nel giorno del suo ingresso solenne a Betlemme testo fra riccardo ceriani
Il mattino di sabato 26 novembre i rappresentanti della parrocchia di Gerusalemme hanno salutato il Custode di Terra Santa, P. Pierbattista Pizzaballa, e
62
Dicembre 2011
(coloro che lavoravano nelle segherie veneziane) la importarono probabilmente dal Tirolo. Da allora di padre in figlio si tramanda quello che nel tempo è divenuto un rito, custodito gelosamente: rappresentare la Natività intagliando nel legno le figure della Sacra Famiglia e dei pastori. E la devozione per il presepe è tale da costituire un patrimonio di famiglia. La ricostruzione simbolica della nascita di Gesù, attraverso il lavoro manuale dell’intaglio e della scultura, assume un valore così importante per gli abitanti di Tesero da essere elencata persino nei testamenti, diventando così un lascito privato spirituale e patrimoniale. Negli anni scorsi la Provincia di Trento e l’Associazione Amici del Presepio di Tesero sono stati protagonisti di importanti allestimenti: del grande presepe in Piazza San Pietro nel 2006 e 2007, a quello di Cracovia nel 2008, dal presepe per L’Aquila nel 2009 e di Assisi e Istanbul nel 2010. L’iniziativa è organizzata dalla Provincia autonoma di Trento con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme, la Custodia di Terra Santa, il Patriarcato Latino di Gerusalemme. Si è potuta realizzare grazie alla collaborazione di: Rondine Cittadella della Pace di Arezzo, dell’Associazione Amici del Presepio di Tesero, della Regione Autonoma Trentino Alto Adige, del Comune di tesero, del B.I.M. dell’Adige, di Trentino Marketing, dell’Azienda per il Turismo della Val di Fiemme, della Cooperazione Trentina e dell’Arcidiocesi di Trento -Pastorale Ammalati e Pellegrinaggi. l’hanno accompagnato in corteo a Betlemme per il suo ingresso solenne nel giorno della Festa di Santa Caterina. La Festa di Santa Caterina di Alessandria è un avvenimento specialissimo per la vita religiosa e civile delle parrocchie locali. In questo giorno il Custode lascia Gerusalemme e si reca a Betlemme per celebrare la solennità della santa titolare della chiesa, della parrocchia e del convento della Custodia di Terra Santa presso la Basilica della Natività, accolto dalle autorità civili e religiose della città. Da qualche anno, per ragioni pastorali, quando la data della festa (che cade il 25 novembre) è prossima alla prima domenica di
Avvento, l’ingresso viene posticipato al sabato. Il primo momento della giornata del Custode è caratterizzato da un incontro conviviale nella “Sala del divano” del Convento di San Salvatore con i notabili della parrocchia di Gerusalemme, che sono stati ricevuti dal guardiano e vicario custodiale P. Artemio Vìtores, dal segretario P. Silvio De La Fuente e dal vicario parrocchiale P. Simone Herro. I parrocchiani erano guidati dal loro mukhtar sig. Yacob Amer. Nei paesi arabi il mukhtar è il capo del villaggio, la persona che più di ogni altra gode di un’autorevolezza riconosciuta, alla quale si sottopongono questioni sociali e civili, con un diverso grado di funzione giuridica a seconda dei luoghi. Nel nostro caso il sig. Amer è il mukhtar della parrocchia latina di Gerusalemme, nominato dall’allora parroco Domenico Picchi nel 1978. Oltre a presenziare agli eventi sociali di rappresentanza, il mukhtar di Gerusalemme svolge alcune importanti funzioni di carattere civile e amministrativo, come quella di rilasciare le certificazioni di buona condotta richieste per l’ottenimento di diversi documenti, tra cui il passaporto o titolo equivalente; gli atti ufficiali del mukhtar sono riconosciuti sia dallo Stato di Israele che dalla Giordania. Nel suo intervento il sig. Amer ha ringraziato i frati francescani della Custodia per il loro impegno in favore della comunità locale sia sotto il profilo spirituale che in quello materiale, in particolar modo per il sostegno concreto riguardo al problema della casa e del lavoro, con il quale si cerca di porre un freno al fenomeno dell’emigrazione dei cristiani. “Santa Caterina – ha concluso il mukhtar – come martire della fede, sia per noi esempio di testimonianza e di fortezza per sostenere le sfide che i cattolici di Gerusalemme devono affrontare ogni giorno in questa situazione così difficile e complessa”. Rispondendo al saluto, P. Pierbattista Pizzaballa (che ha parlato in italiano avvalendosi della traduzione simultanea di P. Simone Herro) ha ringraziato il sig. Amer e, nella sua persona, tutta la parrocchia di Gerusalemme. “Innanzitutto – ha detto il P. Custode – la prima cosa che dobbiamo curare per rinforzare la nostra fede e la nostra presenza di cristiani nella terra del Signore è la preghiera. Nel tempo di Avvento
si esprimono anche le nostre attese e le nostre esigenze. I problemi legati alla casa, al lavoro e ai ricongiungimenti familiari colpiscono tutti, ma in particolare la comunità cristiana, che è così piccola. Come sapete, la Custodia è impegnata a rispondere a tutte queste problematiche in maniera concreta al fine di sostenere la presenza dei cristiani in Terra Santa. Ho particolarmente apprezzato che il mukhtar abbia citato i nuovi appartamenti realizzati dalla Custodia a Betfage e subito messi a disposizione. Altri progetti sono previsti a Nazaret, a Giaffa e in Siria, che in questo momento vive un periodo di grande difficoltà; senza tralasciare Betlemme e Gerusalemme, dove gli interventi previsti riguardano soprattutto le ristrutturazioni degli stabili. Questo purtroppo comporta grandi spese, tenendo conto che la crisi economica che attanaglia il mondo c’è anche qui. Ringrazio tutti voi – ha concluso il P. Custode – per il vostro attaccamento a questa città, che anche per noi è il cuore della Terra Santa”. Alla fine dell’incontro P. Pierbattista ha salutato distintamente tutti i convenuti. I parrocchiani hanno quindi accompagnato il P. Custode a Betlemme, formando un corteo di auto che, scortato dalla polizia israeliana prima e da quella palestinese poi, ha raggiunto la Basilica della Natività a Betlemme.
Dialogando con Dio in attesa che Egli venga: ingresso solenne del Custode a Betlemme e inizio dell’Avvento testo caterina foppa pedretti foto marco gavasso
Sono giornate davvero intense e speciali per la Custodia di Terra Santa quelle che celebrano l’inizio dell’Avvento e che inaugurano, nello stesso tempo, il nuovo Anno Liturgico. In particolare, la liturgia d’apertura dell’Avvento, ossia i Primi Vespri e l’Ufficio delle Letture celebrati a Betlemme nel pomeriggio di sabato 26 novembre, è stata preceduta, nella mattina dello stesso giorno, dall’ingresso
Dicembre 2011
63
Cronaca custodiale solenne del Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, nella Chiesa di S. Caterina, adiacente alla Basilica della Natività. Infatti da alcuni anni è stato stabilito che, per ragioni pastorali, quando la data del 25 novembre, festa di S. Caterina di Alessandria, titolare della Chiesa, della parrocchia e del convento della Custodia francescana presso la Basilica della Natività a Betlemme, cade in prossimità della prima domenica di Avvento, l’ingresso solenne del Custode che celebra la ricorrenza della Santa venga posticipato al sabato. Dopo l’incontro conviviale con il mukhtar, sig. Yacob Amer, e con i notabili della parrocchia di Gerusalemme, presso il Divano del Convento di S. Salvatore, fra Pizzaballa è partito per Betlemme accompagnato in corteo da diversi membri della Curia custodiale e dalle macchine dei parrocchiani di Gerusalemme. Scortato dalla polizia israeliana lungo le assolate vie della città che, passando dietro il Monte Sion, continuano nella lunga strada che conduce a Betlemme, il corteo ha fatto una sosta presso Mar Elias, il Convento di S. Elia, che sorge come una fortezza a sinistra della strada, sul sito di un antico monastero bizantino, e che ricorda il
64
Dicembre 2011
luogo del riposo del profeta Elia quando, dal Monte Carmelo, per sfuggire all’ira della regina Gezabele, partì in pellegrinaggio verso il Monte Oreb (1Re 19,4-8). In questo punto, che segna la fine della giurisdizione parrocchiale di Gerusalemme e l’inizio della giurisdizione della parrocchia di Beit Jala, il Custode è stato accolto con gioia dalle autorità civili e dalla comunità cristiana di Beit Jala. Dopo gli scambi d’auguri, il nuovo gruppo s’è unito al corteo di macchine, unico caso durante l’anno in cui veicoli provenienti da territori della Cisgiordania e posti sotto il controllo dell’Autorità Nazionale
Palestinese, com’è il caso della cittadina di Beit Jala, possono varcare i confini dello Stato di Israele, spingendosi al di qua del muro di separazione. Seguendo la vecchia strada ufficiale che conduceva da Gerusalemme a Betlemme, resa ora accessibile solo in questa particolare occasione dell’anno, il corteo ha raggiunto l’alto muro in prossimità del sito che ospita la Tomba di Rachele, un santuario oggi difficilmente raggiungibile per via della sua posizione a ridosso della barriera che separa Israele e i territori palestinesi, e, dopo aver costeggiato un tratto del muro, ha superato il punto d’accesso alla
città di Betlemme. Qui, nel punto esatto in cui il varco si apre nella massiccia barriera che segna la brusca separazione dei due popoli, la polizia israeliana e quella palestinese, convenute insieme per questa particolarissima occasione, si sono strette la mano, con un gesto semplice e umano di grande suggestione. Intanto il lungo corteo, ora scortato dai corpi speciali della polizia palestinese, ha attraversato Betlemme, passando per i suoi vecchi quartieri affollati di gente e di bambini in attesa sulla strada di vedere e di salutare il Custode al suo passaggio. Giunto in prossimità della grande piazza di fronte alla Basilica della Natività, il Custode ha proseguito a piedi, accompagnato dalle autorità locali e dal segretario custodiale, fra Silvio De La Fuente. Ad accogliere fra Pizzaballa, nella parte centrale della piazza gremita di gente festosa, i numerosi corpi scouts arabi, schierati sui due lati con le loro divise variopinte, la banda e i giovani suonatori di cornamuse. Al di là della strada che attraversa la piazza, lungo il cortile lastricato antistante l’ingresso della Basilica, erano in ordinata attesa il vicario custodiale, fra Artemio Vitores, con i numerosi studenti
Dicembre 2011
65
Cronaca custodiale dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e molti membri della comunità francescana di Terra Santa, raccoltisi a Betlemme per questa speciale solennità. Una prima volta sulla soglia della Basilica, accanto al basso passaggio che immette all’interno, e poi di nuovo appena entrato, prima di varcare la porta a sinistra che immette nel chiostro della Chiesa francescana di S. Caterina, fra Pizzaballa si è soffermato per salutare cordialmente i religiosi della comunità greco-ortodossa, con la quale i francescani dividono la proprietà del santuario. Attraversato il chiostro, il Custode si è infine fermato all’ingresso della Chiesa di S. Caterina, dov’erano in attesa fra Stephane Milovitch, attuale guardiano della Basilica della Natività, con indosso la veste liturgica viola, il colore che la Chiesa riserva ai periodi di Avvento e Quaresima, attorniato dai chierici e dai cantori francescani guidati da fra Armando Pierucci, direttore dell’Istituto Magnificat di Gerusalemme. Alle loro spalle, la folla dei fedeli riempiva tutta la Chiesa, come accade nelle ricorrenze più significative, raccogliendo religiosi e religiose delle molte congregazioni presenti in Terra Santa, amici e collaboratori della Custodia francescana e tantissimi membri della locale comunità araba cristiana accorsi da luoghi più o meno distanti. All’ingresso della Chiesa si è compiuto per il Custode il rito della vestizione e del bacio della Croce e, quando i cantori ed i fedeli hanno intonato il Te Deum, fra Pizzaballa ha raggiunto l’altare maggiore, prendendovi posto insieme a fra Artemio Vitores, fra Silvio De La Fuente, fra Noel Muscat, Discreto di Terra Santa, e fra Peter Vasko, Presidente della Franciscan Foundation for the Holy Land. A questo punto i rappresentanti dei gruppi scouts locali hanno fatto dono al Custode di uno dei loro fazzolettoni rossi. “Molte sono le divisioni che affliggono questa terra, – ha detto fra Pizzaballa nel suo breve intervento, tradotto in arabo da fra Marwan Di’des, parroco di Betlemme – eppure l’Avvento dovrebbe davvero far respirare una vita nuova. Le divisioni e le incomprensioni ci accompagnano sempre, ma la speranza e la possibilità di costruire una comunità unita risiedono nel cuore di ciascuno di noi. Il mio più sincero augurio è dunque che i Cristiani possano davvero essere una fiaccola accesa di unità e di amore per Betlemme e per tutta la Terra Santa”. Impartita la benedizione solenne, il Custode e il Vicario custodiale si sono fermati nel chiostro per un cordiale e festoso scambio d’auguri con
66
Dicembre 2011
tutti gli amici e i fedeli presenti. Nel primo pomeriggio sono iniziate in forma solenne le celebrazioni del periodo d’Avvento, con i primi Vespri presieduti dal Custode e concelebrati da fra Artemio Vitores, fra Stephane Milovitch, fra Noel Muscat e fra Silvio De La Fuente. Durante la cerimonia si è svolta la tradizionale processione alla Grotta della Natività dove, presso il luogo della mangiatoia posto accanto alla piccola grotta detta “dei Magi”, alla destra dell’altare della Natività, fra Pizzaballa ha attinto con una candela la fiamma con la quale, tornato in Chiesa, ha acceso il primo dei quattro ceri della corona d’Avvento fatta di fronde d’abete e posta accanto all’altare maggiore. Terminati i Vespri, le celebrazioni sono proseguite a metà pomeriggio con l’Ufficio delle Letture, presieduto dal Guardiano della Basilica della Natività, fra Stephane Milovitch. Dopo il canto dei salmi che inneggiano all’ormai prossima venuta del Signore e la lettura dell’inizio del Libro del profeta Isaia (Is 1,1-18) e di un brano tratto dalle Catechesi di S. Cirillo, Vescovo di Gerusalemme, dedicato alla duplice venuta di Cristo (Cat. 15,1-5: PG 33,870874), la cerimonia si è conclusa con la processione alla Grotta della Natività e l’incensazione della stella d’argento che segna il punto della nascita di Gesù e della mangiatoia, mentre tutta l’assemblea, portando ciascuno in mano una candela accesa, cantava il Te Deum. L’indomani mattina, domenica 27 novembre, la principale S. Messa parrocchiale presso la Chiesa di S. Caterina è stata solennemente presieduta dal Padre Custode, che ha così completato, alla presenza di innumerevoli fedeli, le celebrazioni che inaugurano il periodo d’Avvento. La S. Messa, concelebrata da fra Stephane Milovitch e fra Silvio De La Fuente e animata dal coro dei giovani di Betlemme, si è svolta in arabo e l’omelia è stata tenuta dal parroco locale, fra Marwan Di’des. Guardiamo Betlemme animarsi in queste giornate di festa, con la gente del posto che vive e s’ingegna nonostante le difficoltà e i problemi e con i pellegrini che riempiono la piazza del centro, con la sua bellezza antica e la sua gioia umile. Qui, in una piccola grotta, in una notte silenziosa di moltissimi anni fa, si compie tutta la pedagogia d’amore di Dio. E l’Avvento è certamente il tempo della speranza e dell’attesa, del desiderio immenso
Dicembre 2011
67
Cronaca custodiale di scoprire Dio vicino, ma è anche il tempo della preparazione integrale a questo incontro, del cambiamento radicale del cuore che fa conoscere fino in fondo la strada che Dio percorre. Una strada difficile, ma straordinaria, che già si trova tracciata all’inizio del Libro del profeta Isaia, laddove il Signore, dopo essersi adirato contro Israele per la sua ingratitudine e la sua ipocrisia, così conclude: “Su, venite e discutiamo. [...] Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana” (Is 1,18). Di fronte ad un popolo che si allontana dalla comunione con Dio, che rinnega le parole e si espone alla violenza, il Signore vuole risvegliare l’orecchio, riaprire il dialogo, ritornare al cuore e, invece di annientare il Suo popolo ribelle e violento, Egli stupisce con la Sua scelta nonviolenta, fatta d’amore, perdono e fiducia nella discussione. Ecco la modernità di Dio, la modernità del Suo Natale, che porta a compimento la Sua pedagogia di salvezza attraverso l’incarnazione della Sua Parola in Gesù. Questa la strada che viene da Betlemme, questo il senso autentico dell’attesa del S. Natale, questo l’augurio di pace e di vita per ogni uomo, per la Terra Santa, per il mondo intero.
68
Dicembre 2011
Dicembre 2011
69
Cronaca custodiale gerusalemme, 29 novembre 2011
Trionfo del Magnificat nella stagione concertistica all’Università dei Mormoni con Jiries Boullata, Haig Aram Vosgueritchian e il coro Yasmeen diretto da Hania Sabbara PAP Il concerto del Magnificat al Jerusalem Center for Near Eastern Studies, la Brigham Young University, meglio conosciuta come Università dei Mormoni, è da alcuni anni un appuntamento fisso. Da tempo la direzione del Center ha a cuore l’Istituto Magnificat, proprio perché l’attività musicale è molto importante per i Mormoni. Così, il Center di Gerusalemme organizza una stagione concertistica mettendo gratuitamente a disposizione dei musicisti della regione la sua stupenda hall, una sala da 350 posti; pareti di vetro che dall’alto del Monte degli Olivi guardano Gerusalemme. Tutti i musicisti professionisti di Terra Santa, “da Dan a Bersabea”, hanno suonato al Center, ma gli studenti del Magnificat ogni anno hanno la fortuna di una “performance riservata”. Quello di quest’anno, tuttavia, non è stato il concerto degli studenti, ma dei professori del Magnificat. Alcuni anni fa il pianista Jiries Boullata e l’organista Haig Aram Vosgueritchian avevano suonato dai Mormoni, insieme ad alcuni tra i migliori allievi dell’Istituto Magnificat. Ora, superati con 110 e lode gli esami del loro lungo tirocinio, che si è svolto fra Gerusalemme e il Conservatorio di Vicenza, già al secondo anno d’insegnamento, si sono presentati al pubblico degli “aficionados” del Center con un programma di grande impegno: Schumann e Chopin per Boullata, Schumann, Lemmens e Dubois per Vosgueritchian. Come si vede, nonostante la giovane età, i due concertisti hanno scelto delle pagine molto meditative, che poco concedono alla spettacolarità virtuosistica. Boullata ha evidenziato la profondità della sua interpretazione 70
Dicembre 2011
particolarmente nella Fantaisie in fa minor, op. 49, uno dei vertici della produzione pianistica di Chopin; mentre Vosgueritchian ha fatto apprezzare la Fuga sul nome di Bach, op. 60 n.1 e lo Studio in Canone, op. 56 n. 4 di Schumann, due opere che gli organisti evitano di presentare al pubblico, proprio per la severa concentrazione che richiedono. Insieme poi, dopo alcuni canti con cui il coro Yasmeen, diretto come sempre magistralmente da Hania Soudah Sabbara, ha augurato il Buon Natale, i due concertisti hanno eseguito la Marche Triomphale op. 34 di A. Guilmant per organo e pianoforte. E la parola “Trionfale” è quella che più si addice alla serata: un trionfo che ha dato ai due concertisti la consapevolezza dei propri mezzi espressivi e il corrispondente entusiasmo del pubblico; e, al Magnificat, il conforto di una scelta ben fatta, quando ha puntato la carta sulla professionalità accademica e sull’eccellenza interpretativa.
Dicembre 2011
71
72
Dicembre 2011
I Domenica di Avvento Betlemme Dicembre 2011
73
Varie I carabinieri festeggiano la Virgo Fidelis
An
che quest’anno, come negli anni precedenti, la Comujnita’ italiana si e’ unita all’Arma del Carabinieri per festeggiare la loro patrona, la “Virgo Fidelis”. Nella mattinata di sabato 26 novembre 2011 nei dintorni di Betlemme, e precisamente a Beit Sahour, presso il Santuario del Campo dei Pastori, magnificamente preservato dal passare dei secoli dai Frati Francescani della Custodia di Terra Santa, i Carabinieri in servizio in Israele e in Palestina (Territori Palestinesi Occupati), hanno presenziato alla toccante commemorazione religiosa della “Virgo Fidelis”, proclamata nel 1949 patrona dell’Arma dei carabinieri da Pio XII, che fissò la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della sua presentazione al tempio. Alla Santa Messa officiata da Padre Raffaele CAPUTO, direttore di Casa Nova di Gerusalemme e da tantissimi anni impegnato nel seguire la Comunita’ italiana in Terra Santa, hanno partecipato le massime autorità militari italiane e le rispettive famiglie presenti nel territorio israelo-palestinese, tra i quali, sia gli Addetti militari che i Carabinieri in servizio presso l’Ambasciata d’Italia in Israele con sede a Tel Aviv, che quelli del Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme, come pure gli ufficiali in servizio presso la missione delle Nazioni Unite (UNTSO) con sede in Gerusalemme e al confine libanese, sia una folta rappresentativa del contingente italiano di Carabinieri impegnati quali “osservatori internazionali” nell’ambito della missione denominata TIPH2 di stanza ad Hebron, ed anche infine dei Carabinieri in servizio presso la missione dell’Unione Europea denominata EUBAM Rafah dislocata ad Ashkelon. Non è mancata peraltro una nutrita rappresentanza di italiani residenti in Israele e Palestina che hanno gioiosamente partecipato alla celebrazione della Patrona dei Carabinieri. Il ricordo della “Virgo Fidelis” viene così legato alla ‘Battaglia di Culqualber’, evento bellico del 21 novembre 1941, di cui tra l’altro quest’anno si è festeggiato il 70° anniversario, e che rievoca il sacrificio cruento del 1° Battaglione Carabinieri Zaptiè in Africa orientale, per la difesa del caposaldo di Culqualber: quei caduti sono andati a far parte della folta schiera di carabinieri che, in pace e in guerra, hanno saputo compiere il loro dovere fino all’estremo sacrificio, per tener fede al giuramento prestato. Alla Bandiera dell’Arma dei Carabinieri fu conferita, per quel fatto d’arme, la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, dopo quella ottenuta in occasione della partecipazione alla Prima Guerra Mondiale. Dopo la celebrazione della Santa Messa, densa di momenti di commozione generale, è stata effettuata una visita agli scavi archeologici presenti nel complesso del Campo dei Pastori a cura del Prof. Bartolomeo Pirone, ed infine un piacevole momento conviviale svoltosi presso il caratteristico ristorante arabo “The Tent” in perfetto stile beduino. Un particolare ringraziamento a Padre Raffaele CAPUTO che con la sua generosità, disponibilità e ars diplomatica e’ riuscito a riunire tutti gli italiani del territorio israeliano e palestinese in un’unica occasione. Gianluca Antonante 74
Dicembre 2011
Dicembre 2011
75
Varie
Un’altra percezione Lunedì 21 novembre si è tenuto l’incontro mensile di Reut-Sedaka dall’Associazione “Interfaith Encounter”. Questa volta l’incontro è stato speciale, grazie all’input di quattro ospiti dai Paesi Bassi, i quali cercano di costruire la pace nel Medio Oriente dal punto di vista religioso. I quattro ospiti hanno esperienze con diverse religioni nella loro vita. Il primo input importante riguardava la nostra percezione su Ismaele. In genere noi abbiamo un’idea negativa riguardo a questo personaggio, siccome Abramo cacciò via Agar e Ismaele nel deserto. Ma dopo sappiamo che quando Abramo morì, fu sepolto da Agar e Ismaele. Questo significa che c’era stata una riconciliazione tra Ismaele e Abramo durante la vita del patriarca. Vedi Genesi 25,9. Un altro input riguardava la traduzione del testo originale ebraico di Genesi 17,19, dove Abramo chiede a Dio un favore per suo figlio Ismaele. In genere la traduzione dice che Dio disse no, ma nel testo originale Dio non disse no! Un terzo punto riguarda Ezechiele 47,22, dove è scritto che i figli degli stranieri, nati in mezzo al popolo di Israele, hanno diritto ad avere proprietà. C’è stato anche input da due donne Israeliane. La prima perse l’intera sua famiglia durante l’Olocausto. Questa donna, Ruth, sta promuovendo la riconciliazione tra Israeliani e Palestinesi, usando come mezzo di comunicazione la musica. Lei lavora nell’Università di Tel Aviv. Una volta ha chiesto ai suoi studenti di ascoltare musica araba. Quasi metà degli studenti volevano uscira dall’aula. Non volevano ascoltare la musica dei loro nemici. Lei riuscì a convincerli a starci. Ascoltarono la musica. Dopo questo, alcuni di essi le dissero privatamente che avevano apprezzato la musica. Un altro punto sollevato da Ruth riguardava il fatto che, secondo lei, il conflitto è un conflitto generazionale. Le mamme Israeliane sono più a favore dei papà che i loro figli imparassero l’arabo. L’altra donna Israeliana, Hanna, si autopresentava come ortodossa. Suo figlio è anche molto ortodosso e sua figlia vive in un insediamento. Anche lei cerca di offrire il suo contributo alla pace usando la musica. Vuole produrre un CD con ninna-nanne che sono relatate all’Olocausto e altre ninna-nanne relatate alla Naqba, la catastrofe dei Palestinesi. In questo modo lei vuole combinare il peggio che accadde agli Ebrei con il peggio che accadde ai Palestinesi. Durante l’incontro si è parlato della Bibbia Ebraica, della Bibbia Cristiana e del Qu’ran, e del modo con cui questi libri possono contribuire al tema della pace. Ecco i testi: Isaia 2,4 e Michea 4,3: le spade si cambieranno in aratri. Matteo 5,44: Gesù dice: “Io vi dico, amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi perseguitano”. Qu’ran 60,7: Potrebbe darsi che Allah stabilirà l’amicizia tra te e coloro che sono stati i tuoi nemici. Allah è Onnipotente, Allah perdona sempre, Allah è Onnimisericordioso. Questi testi sono positivi e costruttivi. C’è di più: chiunque vuole la pace ha bisogno di alleati. Chi vuole la guerra ha bisogno di nemici. Sta a noi fare la scelta. Che la pace abbia il sopravvento. Louis Bohte ofm
Avviato l’anno accademico del primo ateneo cattolico in Giordania Uno scatto effettuato durante il cantiere per la costruzione dell’Università americana di Madaba. (Milano/c.g.) - Una nuova università ha avviato l’attività accademica in Medio Oriente: si chiama Università americana di Madaba (Uam) ed è il primo ateneo cattolico mai sorto in Giordania. L’Uam è stata inaugurata lo scorso 17 ottobre alla presenza del patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, e di numerose autorità civili e religiose. Il complesso universitario sorge nella storica città di Madaba, a 35 chilometri da Amman, che da sempre 76
Dicembre 2011
accoglie una delle più nutrite comunità cristiane di Giordania. Progettata per accogliere 8 mila studenti, il primo giorno di lezione contava «solo» 200 iscritti, sia musulmani sia cristiani. Nonostante le dimensioni ancora contenute, però, la nascita di un’università cattolica in Giordania è un grande traguardo: un sogno che è stato coltivato a lungo da mons. Michel Sabbah, quando era ancora patriarca latino di Gerusalemme. Il progetto fu autorizzato ufficialmente sei anni fa dal Consiglio superiore dell’Istruzione del Regno di Giordania e appoggiato con forza da Papa Benedetto XVI, che ha donato allo scopo 15 milioni di euro, partecipando nel 2009, in occasione della sua storica visita in Terra Santa, alla cerimonia di posa della prima pietra. «Il fatto che il governo abbia dato al patriarcato la licenza per aprire un’università in Giordania è un omaggio al lavoro delle nostre scuole, che operano in questo territorio dal 1849 - ha spiegato il patriarca Twal -. Abbiamo oltre 100 scuole con 70 mila studenti, e sono aperte a tutti, cristiani e musulmani». «L’Uam non si propone di essere semplicemente una delle tante università giordane - ha spiegato in occasione dell’inaugurazione il professor Victor Billeh, presidente dell’ateneo -. Il nostro obiettivo è semmai quello di costruire un ambiente di insegnamento e apprendimento modellato sui migliori standard internazionali, in collaborazione con le più quotate università straniere, realizzando ricerca ed istruzione di qualità». Infatti, pur essendo un’iniziativa del patriarcato latino di Gerusalemme, si è scelto il nome di «Università americana» in virtù della collaborazione con l’Università del New Hampshire, che ne ha sostenuto fortemente la nascita. Sono inoltre già in corso progetti di cooperazione e interscambio con altre due università americane (Notre Dame e Gannon), cinque italiane (Cattolica e Politecnico di Milano, Pavia, Genova ed Enna) e un’università cattolica ungherese. Dei 200 studenti attualmente iscritti, alcuni sono giordani, mentre altri provengono da Arabia Saudita, Emirati Arabi, Iran, Iraq, Kuwait e Territori Palestinesi. Per l’anno accademico 2011/2012 gli studenti possono scegliere tra 18 specializzazioni, che diventeranno 32 l’anno successivo.
Dicembre 2011
77
Varie
Parola e Luoghi esercizi spirituali in Terra Santa
guidati da p. Massimo Carlino ofm
10-17 febbraio 2012 Parola e Luoghi è un corso di esercizi spirituali suggerito a sacerdoti e religiosi che intendono mettersi in ascolto della Parola di Dio in Terra Santa, Quinto Vangelo. Da Nazaret, santuario del “sì” di Maria, a Cafarnao, la Città di Gesù; da Gerico, santuario dei peccatori pentiti, a Betlemme, Culla della Parola Incarnata; dal santuario del Padre Nostro al santuario del “sì” di Gesù alla Croce; dalla pietra del Calvario, simulacro del sangue redentore, alla tomba svuotata dalla potenza della Risurrezione, «il nostro cuore si volge ora a quella Terra in cui si è compiuto il mistero della nostra redenzione e da cui la Parola di Dio si è diffusa fino ai confini del mondo […]. Le pietre sulle quali ha camminato il nostro Redentore rimangono per noi cariche di memoria e continuano a “gridare” la Buona Novella» (Verbum Domini 89). Parola e Luoghi desidera da una parte accogliere l’invito di Benedetto XVI ad «una nuova stagione di più grande amore per la Sacra Scrittura» (Verbum Domini 72), dall’altro riproporre l’ esortazione di Paolo VI a farsi pellegrini in Terra Santa, perché «i luoghi santi hanno l’alto pregio di offrire alla fede un sostegno» (Nobis in animo). I testi biblici delle meditazioni sono tratti dal Codex Vaticanus Graecus 1209 (B), espressione di una Chiesa vivente del IV sec.
78
Dicembre 2011
programma 10 febbraio venerdì - Roma - Tel Aviv - Nazaret Ritrovo in aeroporto a Roma Fiumicino all’ora concordata, per le procedure di imbarco sul volo di linea diretto all’aeroporto Internazionale Ben Gurion di Tel Aviv. Pranzo in aereo. Arrivo all’aeroporto in Israele. Dopo il disbrigo delle formalità di ingresso ed il prelievo dei bagagli, trasferimento in pulman a Nazaret. Sistemazione e cena nella Casa Nova francescana. Dopo cena Incontro di presentazione del Corso. Pernottamento Casa Nova Nazaret
11 febbraio sabato - Nazaret - Tiberiade Sveglia, colazione. Lodi nella Basilica dell’Annunciazione Meditazione Chiamata di Pietro a pascere la Chiesa Gv 21, 15-25 Partenza per il Lago di Tiberiade. Moltiplicazione dei pani, Tabgha, Beatitudini, Cafarnao (Messa alla casa di Pietro) Rientro a Nazaret e celebrazione del Vespro In serata dopo cena fiaccolata e rosario nella Basilica dell’Annunciazione. Pernottamento Casa Nova Nazaret
12 febbraio domenica - Nazaret Sveglia, colazione. Lodi e Messa, visita alla Basilica dell’Annunciazione Meditazione L’incarnazione del Verbo Lc 1, 26-38 Partenza per il Monte Tabor e visita della Basilica della Trasfigurazione Celebrazione del Vespro sul Tabor Rientro a Nazaret per la cena. Dopo cena rosario davanti alla Casa della Vergine Pernottamento Casa Nova Nazaret
13 febbraio lunedì - Valle del Giordano Sveglia, colazione. Lodi. Trasferimento dalla Galilea in Giudea attraverso la valle del Giordano. Sosta sulle rive del Giordano (Qasr el-Yahùd), memoria del Battesimo di Gesù. Ingresso a Gerico. Meditazione Zaccheo Lc 19, 1-10 Salita a Gerusalemme. Messa nella Basilica del S. Sepolcro. Vespro Pernottamento Casa Nova Gerusalemme
Dicembre 2011
79
Varie 14 febbraio martedì - Betlemme Sveglia, colazione. Lodi. Partenza in pulman per Betlemme. Messa. Visita della Natività. Santuario della Grotta del Latte Meditazione Nascita di Gesù e visita dei Pastori Lc 2, 6-14 Processione con i Frati alla Grotta alla Natività. Vespro Pernottamento Casa Nova Gerusalemme
15 febbraio mercoledì - Gerusalemme Sveglia, colazione. Lodi. Salita al Monte degli Ulivi. Betfage Giornata di Deserto presso l’eremo del Getsemani Meditazione Gli ultimi giorni di Gesù: il complotto contro Gesù - il tradimento di Giuda Lc 21, 37-22,6 Tempo di Adorazione. Messa nella Basilica dell’Agonia. Via Crucis, Vespro Pernottamento Casa Nova Gerusalemme
16 febbraio giovedì - Gerusalemme Sveglia, colazione. Lodi. Meditazione Apparizione del Risorto agli Undici e agli altri discepoli Lc 24, 33-53 S. Sepolcro, Sion. Messa al Cenacolino. Vespro Incontro con la Custodia di Terra Santa. Pernottamento Casa Nova Gerusalemme
17 febbraio venerdì - Gerusalemme Sveglia. Messa alla Tomba di Gesù. Colazione Partenza in tempo utile per il volo di rientro, trasferimento in aeroporto a Tel Aviv. Disbrigo delle formalità e imbarco per il rientro in Italia.
Per maggiori informazioni potete rivolgervi a: DELEGAZIONE DI TERRA SANTA Via Matteo Boiardo, 16 – 00185 Roma tel. 06.77206308 Fax 06.77254142 e-mail: pellegrinaggi@gmail.com 80
Dicembre 2011
Dicembre 2011
81
Fraternitas
FRATERNITAS
Ita. Vol. XLIV. Nr. 182 — OFM Roma — E-mail: fraternitas@ofm.org — 01. 12. 2011 FRATERNITAS | OFM | DOCUMENTI | ALBUM
L
Roma - Atto accademico in onore del beato Giovanni Duns Scoto
'8 novembre 2011, festa del beato Giovanni Duns Scoto, la Pontificia Università Antonianum ha organizzato un atto accademico in onore del Dottore francescano. L’evento, che ha avuto luogo nell’Aula Magna dell’Università, è iniziato con una relazione del nuovo Rettore Magnifico dell’Università, il Prof. Fr. Priamo Etzi. Invitato speciale per l’occasione è stato il Prof. Tobias Hoffmann, docente di filosofia presso la Catholic University of America di Washington, USA. Lo specialista di tematiche riguardanti l’etica, l’epistemologia e la metafisica dei sec. XIII-XIV, ha tenuto una conferenza – «Ripensando la libertà: il contributo di Duns Scoto» – sottolineando il determinante contributo del Dottore Sottile allo sviluppo del concetto di libertà, soprattutto alla luce di alcune problematiche etiche attuali. È seguita, poi, la relazione di Fr. Barnaba Hechich, Presidente della Commissione Scotista, dal titolo: «I Novissimi, ossia le ultime verità della fede nell’attenta e dettagliata valutazione di Duns Scoto». La relazione ha offerto una visione d’insieme dell’insegnamento di Scoto sulle ve-
L
«Vi annuncio una grande gioia» (Lc 2,10). A Natale tutto invita alla gioia. E il motivo di questa gioia è semplice, e a volte umanamenincredibile , te comprensibile solo a partire dalla fede: Dio ci ha visitati, la carne di Dio si è fatta solidale con la nostra debolezza. Finalmente l'uomo è abbracciato da chi lo ama. (Dalla lettera del Ministro generale per il
Natale 2011)
Capitolo Delle Stuoie Dei Frati “Under Ten” 2012
I
n occasione della convocazione del Capitolo Internazionale “Under Ten” che si svolgerà in Messico (Guadalajara-Città del Messico DF) dal 2 al 10 giugno 2012, la Commissione Preparatoria comunica alcune informazioni utili per la partecipazione all’evento. Per ogni necessità rivolgersi alla Commissione Preparatoria: underten2012@ofm.org; http://www.ofm.org/underten12/
Nuovo Consiglio permanente dell’UFME
a X assemblea dell’Unione dei Frati Minori di Europa (UFME) si è conclusa a Lisbona con la elezione del nuovo Consiglio permanente che dovrà animare le Conferenze e preparare la prossima assemblea fra due anni. Sono stati eletti: Presidente: Fr. Carlo Serri, Ministro Provinciale in Abruzzo (Italia). Vice Presidente: Fr. Vitor Melicias, Ministro Provinciale di Lisbona (Portogallo). Consiglieri: Fr. Lovro Gavran, Ministro Provinciale di Sarajevo (BosniaErzegovina); Fr. Filemon Janka, Ministro Provinciale di Poznan (Polonia); Fr. Dominique Joly, Ministro Provinciale di Strasburgo
82
rità ultime della fede, i Novissimi, contenuto nel volume XIV dell’Ordinatio di prossima pubblicazione. L’atto accademico si è concluso con il saluto ed un breve messaggio di Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale e Gran Cancelliere, su «Il beato Giovanni Duns Scoto, doctor subtilis et practicus, cantore dell’infinito» letto dal Segretario Generale per la Formazione e gli Studi Fr. Vidal Rodríguez López.
Et verbum caro factum est
(Francia); e un Delegato delle Province anglofone che si trovano nel territorio dell’Europa. L’assemblea ha inoltre accolto Fr. Paolo Maiello, della Provincia del SS. Apostoli Pietro e Paolo in Roma, come rappresentante delle Province francescane presso le Istituzioni dell’Unione Europea a Bruxelles; ed ha approvato il cammino per i prossimi due anni e lasciato un Messaggio ai Frati Minori che vivono in Europa.
Dicembre 2011
Agenda del Ministro generale ►01-05 dicembre: Visita fraterna alla Fondazione N. Signora dell’Africa (Congo-Brazzaville). ►09 dicembre: Inaugurazione di una Mostra su S. Francesco a Paderborn (Germania). ►10 dicembre: Incontro con i professori della Pontificia Università Antonianum (Roma) ►12-18 dicembre: Tempo forte del Definitorio Generale (Roma). ►17-23 dicembre: Visita alle Congregazioni Vaticane. ►24 dicembre: Celebrazione del Natale in Curia Generalizia (Roma). ►25 dicembre: Celebrazione eucaristica del Natale a Greccio.
Regula et vita Minorum Fratrum haec est, scilicet Domini nostri Jesu Christi sanctum Evangelium observare (RB I,1)
Katowice, Polonia – Cristiani, Ebrei, Musulmani insieme per la pace e la giustizia nel mondo
N
ell’aula della Facoltà Teologica dell’Università della Slesia di Katowice, in Polonia, il 26 ottobre 2011 si è svolto un simposio internazionale dal titolo “Pellegrini della verità, pellegrini della pace”. Al simposio hanno partecipato i Rappresentanti delle tre grandi religioni monoteiste: cristiana, ebraica ed islamica. Hanno animato la riflessione il sindaco di Katowice, Piotr Uszok; don Tadeusz Czakański; don Andrzej Żądło, decano della Facoltà Teologica della Università della Slesia; Michael Schudrich, Rabbino Capo di Polonia; Nedal Abu Tabaq il Mufti, della Lega Musulmana di Polonia e don Krzysztof Wieczorek. Il momento più significativo dell’incontro è stato la lettura nelle tre lingue dell’Appello per la pace. Fr. Witoslaw Sztyk, OFM, ha letto il testo in polacco; Jehoshua Ellis, Rabbino della co-
munità ebraica di Katowice, in ebraico; Abdul Jabbar Koubaisy, Presidente della Lega Musulmana di Katowice, in arabo. Durante la preghiera e la riflessione, il compositore slesiano Józef Skrzek ha eseguito le sue composizioni dal titolo: “Viator” e “Viator – il segno della pace”. L’incontro è stato organizzato dall'Arcidiocesi di Katowice, dall’Università della Slesia, dalla città di Katowice e dai Frati Minori della Provincia dell'Assunzione della BVM di Katowice.
Milano, Italia – Mappe della Terra Santa
I
n occasione dell’apertura della nuova "Libreria Terra Santa" di Milano (Italia), Francesco Pettinaroli, titolare dell’omonima bottega storica in piazza San Fedele, che quest’anno compie 130 anni di attività, ha organizzato negli spazi della libreria una piccola e preziosa mostra su antiche mappe della Terra Santa, dal titolo: «La Terra della Parola. Mappe
di Terra Santa dal Cinquecento al Settecento». L’esposizione è stata
Tetralogia sui Francescani della Croazia orientale
F
r. Emanuel Hoško ha pubblicato l'ultimo volume – Grga Čeva-
pović, Osporavatelj ranog liberalizma [Grga Čevapović, Contestatore del primo liberalismo], Editrice
"Salesiana", Zagreb 2011, pagg. 364 – della tetralogia di quattro Francescani, che vissero dalla metà del XVIII alla fine del XIX secolo e, quindi, nel corso del giuseppinismo e del liberalismo. La tetralogia è finalizzata all'analisi di tali movimenti e della loro influenza nefasta
sulla vita dei Francescani. Finora gli storici francescani – ma anche altri storici – non hanno mai effettuato ricerche su questo periodo. Per questo motivo la tetralogia dell'Hoško rappresenta un contributo alla conoscenza della storia dei Francescani dei secoli XVIII e XIX nella Croazia orientale e nella pianura danubiana in Ungheria, sede della diaspora croata. Ogni volume ha un riassunto in lingua inglese.
F
r. Stefano Troiani, OFM ci ha regalato una autentica preziosa opera, un poemetto intitolato Il Cielo d'Assisi, con cui ha dialogato nel verso con la capace sintesi incisoria dell'arte di Carlo Iacomucci, che ha realizzato una autentica poesia dedicata alla immagine di san Francesco e della sua città, Assisi, e che ha trasfigurato in una cosmologia di simboli così da venir ad essere, la sua incisione, come una sorta di spartito musicale con cui suonare la musica della santità. Queste due opere, in poesia ed in incisione, sembrano uniformarsi ribadendo la "umilitate" con cui il Santo di Assisi cantò il creato, lodando il creato e l’armonia della pace. Ecco perché tale poemetto e tale incisione, meritano di essere viste come unitarie disponibilità al temperamento e all'emozione del carisma francescano ribadito, riproposto. Così che incisione e poesia possono davvero 2 presentarsi per quel che sono: verità di una emozione che giustifica l'arte di Iacomucci e la poesia di Fr. Stefano Troiani. Per info o per prenotare l'edizione cartella d'arte: tel. 347.0008478 (Fr. Stefano) o 320.0361833. Roma - Terzo Capitolo della Fondazione Beato Egidio d’Assisi
N
ei giorni 7 – 10 novembre si è svolto presso la Curia Generale il terzo Capitolo della Fondazione Beato Egidio per il dialogo e la missione. Erano presenti tutti i frati delle due fraternità che ne fanno parte: la “Fraternità internazionale per il dialogo ecumenico ed interreligioso” santa Maria Draperis (Istanbul – Turchia) e la “Fraternità missionaria europea” di Palestrina (Roma – Italia). Sono stati tre giorni di dialogo fraterno nella ricerca di come meglio osservare il Vangelo e servire l’Ordine. Sono stati messi a fuoco un testo di presentazione delle due fraternità e della Fondazione, che verrà inserito nel sito dell’Ordine, e il programma formativo della Fondazione per il postulato. Il Capitolo ha visto anche l’incontro fraterno con il Ministro Generale, e si è concluso con i solenni vespri del 10 novembre in cui sono stati accolti al postulato i primi tre candidati alla Fondazione.
Dicembre 2011
F R A T E R N I T A S
inaugurata l'8 novembre 2011 ed è rimasta aperta fino al 26 novembre 2011. La mostra è stata l’occasione per ammirare una ventina di carte (di Tolomeo, Ortelio, Mercatore, ecc.): da quelle xilografiche più antiche ed essenziali, a quelle più decorative e figurate dell’età barocca. Particolare
attenzione hanno attirato le seguenti mappe: quella del cartografo Martin Waldseemüller, in quanto tratta da una delle più importanti edizioni della celebre Geographia di Tolomeo (Strasburgo, 1513); la mappa proveniente dal Theatrum Orbis Terrarum di Ortelio (nell’edizione stampata ad Anversa nel 1601), primo atlante “moderno” della storia concepito come raccolta omogenea di mappe (prima edizione Anversa 1570); e quella di Gerusalemme edita da Matthäus Seutter, in bellissima coloritura coeva di metà ‘700, che contiene la pianta e la veduta prospettica della Città santa. Alle mappe sono state aggiunte due belle vedute di Gerusalemme, la Città eterna, cuore della Terra. Per maggiori informazioni, vedi: http://www.edizioniterrasanta.it
Sassoferrato, Italia – Una sintesi tra arte e poesia nel segno di S. Francesco di Assisi
83
Fraternitas Regula et vita Minorum Fratrum haec est, scilicet Domini nostri Jesu Christi sanctum Evangelium observare (RB I,1)
I
Turchia - Formazione al Dialogo ecumenico e interreligioso ad Istanbul Insieme ai membri della fraternità d’Istanbul, hanno contribuito alla presentazione dei temi Fr. Frédéric Manns (Gerusalemme), Fr. Thomas Anthony (francescano della Chiesa anglicana), Fr. Alberto Ambrosio, OP (domenicani d’Istanbul), Mustafà Cenap Aydin (ricercatore musulmano), Yusuf Altintaş (Segretario del Gran Rabbinato d’Istanbul), Archimandrita Besarion (Patriarcato greco ortodosso di Costantinopoli), p. Drtat (Chiesa armena apostolica) e i pastori Benjamin Van Resenburg (Union Church) e Engin Yildirim (Chiesa anglicana). Un momento speciale è stato l’incontro fraterno e affettuoso con il Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I. I partecipanti provenivano dall’Argentina, Canada, Italia, Spagna, Messico e Repubblica Ceca.
Segnalibro francescano
Skrifter (Francesco di Assisi, Gli Scritti), Veritas Förlag, Stoccolma 2011 Grazie al lavoro del nostro confratello Henrik Roelvink, OFM, gli Scritti di san Francesco sono adesso pubblicati anche in svedese dalla Casa Editrice delle Suore Brigidine di Vadstena. La Svezia, evangelizzata dai Francescani, fino alla Riforma Protestante ha sempre mantenuto un legame particolarissimo con la spiritualità francescana. In alcune chiese medievali si possono vedere le testimonianze di una presenza mai dimenticata. Due delle principali chiese di Stoccolma oggi sono le antiche chiese dei Francescani (Riddarholm) e delle Clarisse (Klarakyrkan), trasformate, in tempi luterani, in luoghi di preghiera e di accoglienza dei poveri. Il Santo patrono dell’Ecologia è molto amato dal popolo svedese. Fr. Henrik, impegnato nel Centro spirituale delle Suore Brigidine, ha curato una bella traduzione nella lingua locale con un'introduzione e delle note ispirate alle ultime edizioni dei testi francescani.
► COMMISSIONIS SCOTISTICÆ CURA ET STUDIO, B. Ioannis Duns Scoti. Ordinatio. Libe r quartus. A distinctione decima quarta ad quadragesimam secundam (quæstiones de poenitentiæ et matrimonii sacramentis), Typis Vaticanis, Civitas Vaticana MMXI, pp. 567. È uscito il Vol. XIII dell'Edizione critica dell'Opera Omnia di Giovanni Duns Scoto, a cura della Commissione scotista, che conclude le distensioni del Libro IV sui sacramenti. In effetti, nel Vol. XI, dopo le premesse introduttive alle distinzioni 1 e 2, che trattano della definizione dei sacramenti e della loro essenza, soprattutto della causalità attiva della grazia, conferita nei sacramenti, si passa ai singoli sacramenti: così nel volume XI vengono esaminate le questioni sui sacramenti del battesimo e della cresima, nel volume XII le questioni a proposito dell’Eucaristia e, finalmente, in questo volume XIII le questioni sulla Penitenza, l’Unzione degli infermi, l’Ordine sacro e il Matrimonio. ► Gli Scritti di san Francesco in svedese Franciskus av Assisi –
84
► Il Frangiskani Maltin (Ta’ Giezu) 1482-1965 ( sal- Koncilju Vatikan II), Gorg Aquilina, Klabb Kotba Maltin, Malta 2011. pp. 773 + xxxi. La Provincia Francescana Maltese è orgogliosa nel presentare la sua storia completa: corredata di documenti che abbracciano un periodo di circa mezzo millennio, di George Aquilina
Dicembre 2011
Nuovo Ministro provinciale ► Fr. Jorge Concha è stato eletto Ministro provinciale della Provincia di Santa Trinità in Cile.
OFM, storico della Provincia maltese. Il Volume racconta la storia dell’arrivo dei primi francescani a Malta, la storia del movimento della riforma dell’Osservanza Regolare nell’Ordine dei Frati Minori nell’isola della Sicilia, la storia della presenza francescana in Malta durante il periodo dei Cavalieri di San Giovanni, la storia dell’infaticabile e prolungato impegno dei Francescani Maltesi per ottenere l’autonomia dalla Provincia Madre della Sicilia, fino al loro successo nel diventare una Custodia e una Provincia autonoma. ► My Son, Francis, Rosales Antonio-Maria, Franciscan Development Office, Cebu City, Filippine, 2011 pp. 182. "Mio Figlio, Francesco" è la vita di san Francesco di Assisi raccontata dalla madre, Madonna Pica, al suo primo biografo, fra Tommaso da Celano. Contiene anche suggerimenti per le celebrazione del "Transitus" e l'apertura del "Giorno di Perdono", il 2 agosto. Il volume è arricchito dalle fotografie dei quadri sulla vita di San Francesco del convento di San Salvatore a Gerusalemme.
3
F R A T E R N I T A S
l Settimo Corso di Formazione permanente, dal 17 al 31 ottobre 2011 a Istanbul, si è svolto con grande entusiasmo da parte di organizzatori e partecipanti. Sono state due le principali caratteristiche: da una parte i tre settori del corso erano ben strutturati: 1° Visione globale del Servizio del Dialogo nella Chiesa cattolica e nell’OFM e Fondamenti biblici ed antropologici del Dialogo. 2° Dialogo interreligioso, specie islamocristiano e 3° Dialogo ecumenico. Oltre alla visita ai luoghi delle Sette Chiese dell’Apocalisse, si sono tenute due celebrazioni interreligiose: una in occasione del 25.mo dell’Incontro “nello spirito d’Assisi” insieme alla Chiesa locale e l’altra la preghiera con i nostri fratelli ed amici Sufi Dervisci, mistici musulmani che pregano attraverso la musica, il canto e la danza.
Regula et vita Minorum Fratrum haec est, scilicet Domini nostri Jesu Christi sanctum Evangelium observare (RB I,1)
Grandi/piccole notizie ► Disponibile online la nuova guida del pellegrino: “Il Santo Sepolcro”. La nuova guida del pellegrino, disponibile online sul sito di ATS pro Terra Sancta e in versione cartacea presso il Christian Information Center rappresenta un ottimo strumento per la visita al Santo Sepolcro, di semplice lettura ma con informazioni approfondite e dettagliate. La guida è uno strumento utile sia per i pellegrini che per le guide, affinché la visita al S. Sepolcro, che spesso per ragioni di tempo può essere superficiale, sia invece studiata e fruttuosa, grazie a questo semplice libretto. La guida comprende molte immagini del S. Sepolcro, cartine e mappe tridimensionali per permettere da parte del pellegrino un’identificazione dei luoghi che andrà a visitare. Vedi: www.proterrasancta.org/ ► Dottore in Filosofia: Fr. Francisco Xavier Calpe Melendres, della Provincia francescana di San Salvatore da Horta in Spagna, il 18 ottobre ha discusso la tesi di dottorato su Giovanni Duns Scoto nell'opera di Xavier Zubiri. Moderatori sono stati Fr. Manuel Blanco e Fr. José Antonio Merino.
► Pakistan: spirito di Assisi: I Francescani della Custodia di S. Giovanni Battista e Fr. Robert Pascal,
fraternità con tutti, soprattutto con i più bisognosi. Convinto di dover restituire il tesoro che ha ricevuto, il dono della fede che lo anima, Fr. Jacques rende testimonianza con gioia e semplicità, cantando su ritmi popolari contemporanei: salsa, rock, country, romantica, ecc. I temi contenuti nel CD sono: camminare sulle strade con fiducia; la pace tra gli uomini e soprattutto tra le religioni; la solidarietà con i più poveri; la bellezza del Creato; la figura di Maria che ci mostra il Figlio; annunciare la Buona Novella del Vangelo a tutti gli uomini.
► Raduno a Roma dei Visitatori Generali: Dal 14 al 18 novembre 2011 si è svolto, presso la Curia generale, l’annuale incontro tra il Ministro ed il Definitorio generale con i Visitatori generali dell’Ordine. Erano presenti 12 Visitatori che hanno partecipato ai cinque giorni di incontro.
► Onorificenze e Premi ai Francescani: Fr. Edvard Kovač, della Provincia di S. Croce in Slovenia, ha ricevuto dal ministero della Cultura del Governo francese l’onorificenza di Cav a l i e r e dell’Ordine delle Arti e delle Lettere per il suo contributo alla diffusione delle arti e delle lettere tra Francia e Slovenia.
► "ASSISI 1986 – ASSISI 2011: quale eredità?": l’Istituto Francescano di Spiritualità, la Cattedra di Spiritualità e Dialogo Interreligioso, in memoria di mons. Luigi Padovese, organizzano presso la PUA in Roma un ciclo di conferenze in occasione
del 25° anniversario dell'incontro di preghiera per la pace promosso dal beato Giovanni Paolo II con i rappresentanti delle religioni nella città di Assisi. Calendario degli incontri si può vedere qui:
http://www.antonianum.eu/ c u l t u r a l e V i e w . p h p ? lingua=italiano&id=188
► Un nuovo CD francescano: «Andate, Io v’invio...»: Fr. Jacques Jouët è un cantautore ed attualmente vive nella Fraternità di Besançon, in Francia. A partire dalla professione religiosa, 1994, scopre Francesco di Assisi come uomo di umiltà, di benevolenza, di pace e di
Fr. Francesco Alfieri, della Provincia dell’Assunzione della BVM in Italia, il 27 ottobre 2011 ha ricevuto il Premio “Giuseppe Laterza” per avere, con le sue ricerche e i suoi studi, divulgato le opere della filosofa Edith Stein, consentendo così a numerosi studiosi di avvicinarsi ad un pensiero tanto ricco e fecondo. Il Premio gli è stato conferito in occasione dei 70 anni dalla morte della Santa, compatrona d'Europa.
4
F R A T E R N I T A S
► Petrópolis, Brasile – XXo Simposio di Mirmecologia: dal 16 al 20 ottobre 2011, presso l’Istituto Teologico Francescano, si è svolta la 20ª edizione del Simposio di Mirmecologia e il 1° incontro di studiosi di mirmecologia delle Americhe (la mirmecologia è la scienza che studia le formiche). Si è trattato di un evento peculiare, particolarmente perché quest’anno che si è reso omaggio ad uno dei pionieri della Mirmecologia in Brasile, Fr. Thomas Borgmeier, il frate francescano che ha iniziato i suoi studi sulle formiche proprio a Petrópolis. Per saperne di più su questo evento visita il sito: www.myrmeco2011.com.br
Segretario del Segretariato Evangelizzazione e Missione della Conferenza SAAO, hanno organizzato un programma in collaborazione con Karvan-e-Aman per onorare quel giorno. Assieme ai leader di altre fedi hanno pregato per la pace nel mondo e acceso la candela della pace. Hanno partecipato anche i Vescovi della Chiesa cattolica del Pakistan ed hanno consegnato il loro messaggio di pace a tutti i presenti.
Fraternitas - OFM - Roma Redattore: Robert Bahčič
http://www.ofm.org/fraternitas E-mail: rbahcic@ofm.org
Dicembre 2011
85
86
Dicembre 2011
Dicembre 2011
87
www.custodia.org
88
Dicembre 2011