Frati della Corda - Aprile 2012

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Frati della Corda

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Notiziario della Custodia di Terra Santa Aprile | 2012

01 marzo 2012 Lettera del Ministro Generale Pasqua 2012 18 marzo 2012 La celebrazione della festa di San Giuseppe a Nazaret 30 marzo 2012 Commemorazione dei Sette Dolori della Beata Vergine Maria

Gerusalemme, 31 marzo 2012

Verso Gerusalemme... Verso la Pasqua Aprile | FdC | 1


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INDICE santa sede

Appello alla Preghiera e alla Carità per la Terra Santa Santa Sede ed Ebrei a confronto sulla crisi economica

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curia generalizia GPIC: Incontro Continentale d’Africa Visita del Ministro Generale alla Provincia di Egitto Lettera del Ministro Generale - Pasqua 2012

patriarcato latino

Mons. Lahham accolto al Patriarcato Latino di Gerusalemme

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Curia Custodiale

Comunicazioni 16 Passaggio di Istituto 18 Agenda del Custode 19

Sorella Morte

fray Ovidio Dueñas 20

Cronaca custodiale

Attentanto in Siria 22 Il nuovo sito internet della Casa francescana del Fanciullo a Betlemme: al servizio del futuro della Terra Santa 26 Le solenni celebrazioni della seconda settimana di Quaresima a Gerusalemme 27 I cristiani come cittadini della Terra Santa. Il Custode protagonista dell’incontro organizzato dall’UCID a Treviglio 34 Il ruolo importante delle religioni per tornare alla centralità dell’essere umano 38 Il pianto di Gesù per la città amata: peregrinazione quaresimale al Santuario del Dominus Flevit 39 Le solenni celebrazioni della terza settimana di Quaresima a Gerusalemme 41 La Custodia di Terra Santa lancia il nuovo sito web della Basilica del Santo Sepolcro 50

Vicini a Gesù nella Sua agonia al Getsemani: seconda peregrinazione quaresimale a Gerusalemme 52 Le solenni celebrazioni della quarta settimana di Quaresima a Gerusalemme 54 La fede dell’”uomo giusto”: la celebrazione della festa di San Giuseppe a Nazaret 58 “Ho presentato il dorso ai flagellatori”: terza peregrinazione quaresimale a Gerusalemme 64 “Io sono la risurrezione e la vita”: peregrinazione quaresimale a Betania 67 Nasce: libreriaterrasanta.it, la prima libreria cattolica online su pellegrinaggi e cammini di fede 68 “Rallegrati, Maria, tu sei piena di grazia”: la Festa dell’Annunciazione a Nazaret 69 Le solenni celebrazioni della quinta settimana di Quaresima a Gerusalemme 73 Gesù porta la nostra croce, il peso dell’essere uomini: peregrinazione quaresimale al Litostroto, in commemorazione Viae Crucis 74 Serbò la sua unione col Figlio sino alla croce: solenne commemorazione dei Sette Dolori della Beata Vergine Maria 76 Al via il nuovo sito del Franciscan Media Center, un mezzo in più per portare la Terra Santa nei cinque continenti 77

In Breve Notizie dal FMC 78

Varie Messaggio dall’Africa 80 Restauración de la Iglesia Ntra. Sra. de la Merced de Sion 81 La Biblioteca Custodiale di Terra Santa 84

Fraternitas Aprile 2012 100

REDAZIONE Direttore Editoriale

Fra Silvio R. De La Fuente ofm, Segretario di Terra Santa

Progetto grafico

Luisa Coglio

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Tipografia

S. Naomi Zimmermann Doni Ferrari

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Contatto

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FRATI DELLA CORDA

Notiziario della Custodia di Terra Santa Edizione n. 4 - Aprile 2012

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Santa Sede vaticano, 01 marzo 2012

Appello alla Preghiera e alla Carità per la Terra Santa Il cardinale Sandri invia una lettera a tutti i Pastori della Chiesa Universale

Il momento storico attuale richiede di pregare con più impegno ed intensità per la Terra Santa. Lo ha affermato il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, in una lettera indirizzata ai Pastori della Chiesa Universale. “L’attesa quaresimale della Pasqua del Signore – ha esordito Sandri - è una occasione propizia per sensibilizzare l’intera Chiesa Cattolica a favore della Terra Santa, promuovendo particolari iniziative di preghiera e di carità fraterna”. Da quando Gesù Cristo si è immolato per l’umanità intera nella Città Santa di Gerusalemme, “ogni cristiano ritrova se stesso in quella Città e in quella Terra”, ha aggiunto il porporato. Il cardinale Sandri ha inoltre rammentato la “costante richiesta” di papa Benedetto XVI affinché sia “generosamente sostenuta la missione della chiesa nei Luoghi Santi”. Si tratta di una missione “specificamente pastorale”, senza trascurare l’“encomiabile servizio sociale” che questa offre. Questo apostolato permette la crescita di quella “fraternità” in grado di abbattere “le divisioni e le discriminazioni per inaugurare sempre di nuovo il dialogo 4 | FdC | Aprile

ecumenico le collaborazione interreligiosa”, ha proseguito Sandri, ricordando l’apprensione del Santo Padre in modo particolare per la Terra Santa e la Siria, e il suo appello al cessate il fuoco in quest’ultima nazione. Il Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali ha inoltre rammentato che il Venerdì Santo è anche il giorno della Collecta pro Terra Sancta e che quest’anno, tale data “sembra interpretare ancor più le necessità dei pastori e dei fedeli, le quali sono racchiuse nelle sofferenze di tutto il Medio Oriente”. L’odio che i cristiani devono patire è il “pane quotidiano che alimenta la fede” e fa “risuonare l’eco del martirio in tutta la sua attualità”. Di qui la loro emigrazione, acuita dalla “mancanza di pace”. La generosità dei cristiani di Terra Santa, come l’evangelico “chicco di frumento” (cfr Gv 12,24) ha dato molto frutto e “prepara senz’altro un domani di bene”. Vanno tuttavia sostenute oggi “scuole, assistenza sanitaria, necessità abitative, luoghi di aggregazione”. Conforta, ha detto Sandri, prendere atto della robustezza della fede tra i giovani, “desiderosi di testimoniare le

beatitudini, amando i loro Paesi nell’impegno per la giustizia e per la pace con i mezzi della non violenza evangelica”. Una


fede la cui testimonianza arriva da “chi proferisce parole di riconciliazione e di perdono, sapendo di dover rispondere in tal modo alla violenza e talora al sopruso”. “Abbiamo il dovere di restituire il patrimonio spirituale ricevuto dalla loro millenaria fedeltà alle verità della fede cristiana - ha proseguito il porporato -. Lo possiamo e lo dobbiamo fare con la nostra preghiera, con la concretezza del nostro aiuto, con i pellegrinaggi”.

L’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI rappresenterà quindi l’occasione “per muovere i nostri passi verso quella Terra, peregrinando ancor prima col cuore tra i misteri di Cristo in compagnia della Santa Madre del Signore”. “Il prossimo Venerdì Santo – ha proseguito Sandri - attorno alla Croce di Cristo, ci sentiremo insieme a questi nostri fratelli e alle sorelle: la solitudine che talora si affaccia fortemente nella loro esistenza sia vinta dalla

nostra fraternità”. In conclusione il cardinale ha dichiarato che la Congregazione da lui presieduta, “si fa portavoce della gratitudine che Papa Benedetto XVI esprime ai pastori, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai giovani e a quanti si prodigano per la Terra di Gesù. Ed è sicura di interpretare il grazie della Diocesi patriarcale di Gerusalemme, della Custodia Francescana e delle locali Chiese Orientali Cattoliche”.

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Santa Sede vaticano, 30 marzo 2012

Santa Sede ed Ebrei a confronto sulla crisi economica La delegazione del Gran Rabbinato ricevuta in Vaticano

Prospettive religiose a proposito dell’attuale crisi finanziaria: considerazioni per un giusto ordine economico, è stato il tema della XI riunione della Commissione bilaterale delle delegazioni del Gran Rabbinato d’Israele e della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo. L’incontro, riferisce un comunicato congiunto di Santa Sede e Gran Rabbinato, si è svolto a Roma dal 27 al 29 marzo ed è stato presieduto dal Rabbino Shear Yashuv Cohen e dal Cardinale Peter Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Il Rabbino Shear-Yashuv Cohen, co-moderatore da parte della delegazione ebraica, ha aperto la riunione ringraziando Dio per il cambiamento storico nelle relazioni cattolico-ebraiche a partire dal Concilio Vaticano II (1962-1965), e per l’istituzione della Commissione bilaterale tra il Gran Rabbinato d’Israele e la Santa Sede dopo la storica visita di Papa Giovanni Paolo II in Israele. Il Cardinale Peter Turkson, nuovo co-moderatore da parte della delegazione cattolica, ha risposto esprimendo riconoscenza al suo predecessore, il Cardinale Jorge Mejía, e ha dato il benvenuto alle delegazioni, in particolare ai nuovi membri della commissione bilaterale. Il Cardinale J. Mejía con il Cardinale George Cottier, già membri emeriti della delegazione cattolica, accompagnati dal Cardinale Kurt Koch, Presidente della Commissione della S. Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo, hanno reso visita alle delegazioni e hanno manifestato la loro gioia per la continuità di quest’opera,

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che costituisce una benedizione per entrambe le comunità e per l’umanità. Ospite d’onore alla serata inaugurale è stato il Professor Ettore Gotti Tedeschi, Presidente dell’Istituto per le Opere di Religione vaticano, che ha esposto un’analisi delle cause della crisi finanziaria e ha proposto possibili vie per superarla. Il Dottore Meir Tamari, già capo economista della Banca d’Israele, e il Professore Stefano Zamagni, del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bologna, hanno presentato le relazioni sul tema. Alle presentazioni e alla discussione hanno fatto seguito le considerazioni principali qui riportate. Benché molti fattori abbiano contribuito a causare la crisi finanziaria, alle sue radici sta una crisi di valori morali, nella quale il primato del possedere, riflesso in una cultura di avidità, ha oscurato il primato dell’essere; in tale situazione, nell’attività economica è venuto a mancare gravemente il valore della verità, praticata con onestà e trasparenza. Al cuore delle visioni ebraica e cattolica per un giusto ordine economico, sta l’affermazione della sovrana provvidenza del Creatore del mondo, dal quale ha origine ogni ricchezza, donata all’umanità per il bene comune. Ne consegue che scopo dell’ordine economico è di servire al benessere della società, affermando la dignità umana di tutti, creati a immagine di Dio. Questo concetto della dignità umana, che afferma il valore di ciascuna persona, è opposto all’egocentrismo, piuttosto esige la promozione del benessere individuale in relazione alla comunità e alla società, sottolineando perciò gli obblighi e le responsabilità degli uomini, e quindi affermando la loro solidarietà e fraternità. Ciò comporta l’obbligo di garantire la soddisfazione di bisogni umani fondamentali, quali la protezione della vita, il sostentamento, il vestito, la casa, la salute, l’educazione e il lavoro. Per questo motivo occorre riservare un’attenzione particolare alle persone deboli – poveri, orfani, vedove, malati e disabili – e agli stranieri, che nella società attuale sono specialmente presenti come migranti e lavoratori stranieri, le cui condizioni sono un segnale della buona o cattiva salute morale della società, e del grado di solidarietà all’interno


di questa. Inoltre, così come il dono divino della ricchezza pone, per chi lo riceve, un obbligo nei confronti di chi è materialmente meno fortunato, altrettanto i Paesi con economie sviluppate hanno l’obbligo, specialmente in quest’epoca di globalizzazione, di riconoscere le loro responsabilità e doveri nei confronti dei Paesi e delle società che si trovano in condizioni bisognose di aiuto. Al fine di promuovere un più giusto ordine economico sono stati sottolineati i concetti riguardanti la destinazione universale dei beni della terra, una cultura del limite che implica un livello di autolimitazione e di modestia, uno spirito di servizio responsabile, un sistema etico di distribuzione di risorse e di priorità, l’importanza determinante dell’onestà, della trasparenza, della gratuità e della responsabilità. Così come la crisi ha richiesto una parziale remissione di debiti ai livelli nazionale e internazionale, altrettanto occorre fare nei confronti delle famiglie e dei singoli individui, per la loro riabilitazione economica. I membri della commissione bilaterale hanno sottolineato il ruolo che le comunità di fede devono svolgere per contribuire a un ordine economico responsabile, e l’importanza del loro impegno in questa direzione presso governi, istituzioni educative e con gli strumenti di comunicazione sociale. Le comunità religiose, oltre alla saggezza etica tratta dai loro patrimoni spirituali, sono parte integrante della società civile, che insieme con l’attività politica e sociale deve svolgere un ruolo centrale nell’assicurare la sussidiarietà necessaria per un giusto ordine sociale ed economico. La crisi ha rivelato ancor più la grave carenza di componente etica nel pensiero economico. Ne consegue la necessità che istituti e accademie di studi economici e di formazione socio-politica includano nei loro

curricoli la formazione etica, analogamente a ciò che in anni recenti si è fatto nel campo dell’etica medica, e che consultazioni etiche siano anche incluse in rapporto alle decisioni che vengono prese a livello nazionale e internazionale. La riunione si è conclusa con la preghiera rivolta alla Fonte di ogni benedizione, affinché si compiano le parole del Salmo 84: “Misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. / La verità germoglierà dalla terra, e la giustizia si affaccerà dal cielo. / Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto. / Davanti a Lui camminerà la giustizia, e sulla via dei Suoi passi la salvezza”.

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Curia Generalizia nairobi, 12 marzo 2012

GPIC: Incontro Continentale d’Africa

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L’incontro si è svolto dal 15 al 18 febbraio 2012, presso il Centro Porziuncola a Nairobi, in Kenya. Hanno partecipato otto frati, in rappresentanza di sette delle undici Entità dell’Africa e Terra Santa. Erano presenti: Ilidio Maluleque dal Mozambico; Gerry O’Reilly dal Sud Africa; Xavier Mukupo dallo Zimbabwe; Renato Chiumento da Guinea Bissau; François Lare dall’Africa occidentale; Bienvenue Ibara dal Congo Brazzaville; Joe (Ehrhardt) Masumbuko dall’Africa orientale, e Louis Bohte dalla Terra Santa. Fabio L’amour e Joe Rozansky dall’ Ufficio GPIC di Roma; ha inoltre partecipato, Richard Kakeeto, francescano secolare che lavora presso l’Ufficio GPIC d’Africa a Nairobi. Quattro Entità non erano rappresentate: Angola, Marocco, Repubblica Democratica del Congo (DRC) e Egitto. La prima parte dell’incontro è stata dedicata alla condivisione delle situazioni e delle sfide di ogni animatore/entità. La seconda parte è stata dedicata all’ultimo Sinodo dei vescovi africani, dove abbiamo approfondito tre temi del documento: Ecologia, Riconciliazione e Giustizia e Pace. Dopo le discussioni di gruppo e di lavoro plenario, il gruppo ha riflettuto sui modi per migliorare la comunicazione e il lavoro di GPIC, e come affrontare i problemi comuni che affliggono il continente. L’ordine del giorno comprendeva anche un workshop sulla costruzione della pace e la riconciliazione. Infine, i partecipanti hanno visitato alcuni progetti della Famiglia Francescana in Kibera, una delle più grandi baraccopoli in Africa.

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Nairobi, 19 febbraio 2012

Visita del Ministro Generale alla Provincia di Egitto

I

I giorni 20, 21 e 24 di marzo, il Ministro generale, Fr. José Rodriguez Carballo, che si trovava in Egitto per incontrarsi con la Conferenza africana, ha fatto la visita fraterna alla Provincia della Sacra Famiglia in Egitto. Come d’abitudine, il Ministro si incontrò con il Definitorio provinciali, tutti i frati della Provincia, i frati in formazione iniziale (postulanti, novizi e professi temporanei), con le Sorelle Clarisse, con la Famiglia Francescana e con il Vicario Apostolico. Durante la visita, il Ministro è stato accompagnato da Fr. Vincent Zungu, Definitore per Africa. Per incontrarsi con i confratelli hanno visitato le case di San Giuseppe, in Cairo, Mukata, e Alessandria. La Provincia di Egitto è una Entità birritualista: copto e latino. Attualmente conta con 89 professi solenni, 20 professi temporanei, 5 postulanti e 3 novizi. L’età media è di 45 anni. Il lavoro principale dei confratelli è nelle parrocchie e nelle scuole.

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Curia Generalizia

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Non abbiate paura! Andate e testimoniate: è risorto! Carissimi Fratelli e Sorelle: il Signore vi dia Pace!

È

Pasqua, il giorno che ha fatto il Signore (cf. Sal 117). Colui che è stato appeso ad un albero, Dio lo ha risuscitato. A noi è stato affidato il compito di predicare e testimoniare quanto è accaduto (cf. At 10,39-40.42). Questa è la nostra missione, annunciare a tutti la grande notizia che ha cambiato le sorti della storia: Gesù patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto, al terzo giorno è risuscitato e vive per sempre.

N

el prossimo mese di ottobre la Chiesa terrà un nuovo Sinodo dei Vescovi, a cui avrò il piacere di partecipare a nome dell’Unione dei Superiori Generali. Questa volta il Sinodo si occuperà della nuova evangelizzazione. Facciamo un po’ di storia. Il tema dell’evangelizzazione fu già oggetto di riflessione sinodale nel 1974, quando i padri si occuparono dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo. Frutto di quel Sinodo fu l’esortazione apostolica Evangelii nuntiandi di Paolo VI, uno dei più grandi documenti pontifici del secolo XX. In questo documento, in particolare nel capitolo secondo, il Papa si chiedeva: che cosa significa evangelizzare? Alla domanda rispondeva nel numero 24, affermando che si tratta di un cammino complesso, fatto di vari elementi: «rinnovamento dell’umanità, testimonianza, annuncio esplicito, adesione del cuore, ingresso nella comunità, accoglimento dei segni, iniziative di apostolato. Questi elementi possono apparire contrastanti e persino esclusivi. Ma in realtà sono complementari e si arricchiscono a vicenda. Bisogna sempre guardare ciascuno di essi integrandolo con gli altri». L’evangelizzazione continuò ad essere una delle attenzioni prioritarie del pontificato di Giovanni Paolo II, che, preoccupato dal fenomeno della secolarizzazione, ha coniato l’espressione nuova evangelizzazione: «nuova nell’ardore, nuova nei metodi, nuova nelle sue espressioni» (Haiti 1983). Nell’esortazione apostolica Pastores dabo vobis il Papa ritorna sul tema, affermando che la nuova evangelizzazione esige nuovo ardore, nuovi metodi, nuovo linguaggio per annunciare e testimoniare il Vangelo. Benedetto XVI, ricevendo il testimone dei suoi predecessori, ribadisce il tema della nuova evangelizzazione, istituendo, con il motu proprio Ubicumque et semper, un nuovo dicastero al fine di promuovere un’evangelizzazione rinnovata nei paesi di antica tradizione cristiana che vivono una secolarizzazione progressiva ed una «eclisse di Dio». E si giunge così al Sinodo del 2012. Come ho detto, si occuperà della nuova evangelizzazione. Da qui sorge la domanda: come ci prepariamo a questo avvenimento ecclesiale e come, in qualche modo, partecipiamo attivamente ad esso?

I

l Capitolo del 2009 ci ha invitato a restituire con la vita e la parola il dono del Vangelo. Nel documento, Portatori del dono del Vangelo, il Capitolo ci ha ricordato come «fin dai primi giorni la Fraternità si scopre chiamata ad annunciare quello che vive» (n. 7), il Vangelo, dono che sta alla sua origine (cf. n. 6). Ci ha rammentato che siamo chiamati «ad accogliere il dono del Vangelo e a restituirlo creativamente [...], camminando per le strade del mondo come Frati Minori evangelizzatori con il cuore rivolto al Signore» (n. 10). Ci ha fatto presente che l’immobilismo e lo stallo, «che minacciano di paralizzare ogni dinamismo evangelizzatore», a volte possono indicare «una crisi di fede che tocca alcuni di noi» (n. 12). Ci ha richiamato al fatto che dobbiamo porci in cammino (cf. n. 11); attraversare ogni tipo di frontiere antropologiche, culturali, religiose e geografiche; secondo la logica del dono (cf. n. 12) essere creativi (cf. n. 9); parlare un linguaggio comprensibile che tenga conto dei codici comunicativi del mondo attuale e rendere intelligibile il messaggio che vogliamo trasmettere (cf. n. 16); avere simpatia per il nostro mondo (cf. n. 7) e tenere presente la realtà socio-culturale dei nostri popoli (cf. n. 14), così da poter «incarnare il messaggio evangelico nei diversi contesti in cui viviamo» (n. 16). Ci ha ricordato, infine, il quadro all’interno del quale dobbiamo situare la nostra evangelizzazione. Questa deve essere sostenuta da una forte esperienza di Dio, deve essere fatta dalla e come Fraternità, in collaborazione con i Laici e la Famiglia Francescana, privilegiando i chiostri disumani, le zone difficili, rischiose e la vicinanza con i più poveri, i sofferenti e gli esclusi (cf. Mandato 13). Tutto un programma ed una metodologia. Seguitiamo, però, a domandarci: questo che cosa comporta?

S

intetizzando molto, direi che la nuova evangelizzazione esige, soprattutto, la passione per la Parola. «Guai a me se non annuncio il Vangelo!», scrive Paolo (1Cor 9,16). L’evangelizzazione non è qualcosa di facoltativo, ma mi riguarda di persona. Non posso essere cristiano, non posso essere religioso senza evangelizzare. Chiunque abbia incontrato il Signore ed abbia fatto un’esperienza del Risorto, non può tenere per sé questa esperienza, ma sente il bisogno di comunicarla, di restituirla agli altri. La nuova evangelizzazione parla, pertanto, di un’esperienza intensa che qualifica la propria identità, coinvolge tutta la persona e comporta il sentirsi e comprendersi solo a partire da tale servizio. È tutto questo che conduce alla passione, alla scoperta che in questo ministero si nasconde il vero io, quello che sono, e quello che sono chiamato ad essere. E se c’è passione, allora l’evangelizzazione sarà portata avanti sia nella vita apostolica che nel ritiro claustrale, con creatività, con fantasia, con totale dedizione e generosità, in qualsiasi fase della vita, anche nella malattia e debolezza fisica, sebbene in modi diversi.

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Curia Generalizia In questi giorni un Frate, che fino a poco tempo fa lavorava in un territorio di missione, mi ha detto: «ho sempre pensato che la mia vita fosse per la missione. Ora che sono tornato a causa della malattia, ho scoperto che il Signore mi chiama a rimanere missionario nell’attuale situazione. Voglio continuare ad essere missionario. Offro la mia vita e le mie sofferenze per le missioni, per la diffusione del Vangelo». Questo Frate, come Paolo, ha scoperto che l’evangelizzazione è la sua vita. Quanti Frati ho incontrato in questi anni che hanno fatto la stessa scoperta! Per tutti questi non smetto di rendere grazie al Signore.

L

a nuova evangelizzazione, come ogni missione, scaturisce da un fatto di relazione e non da un fatto puramente auto-referenziale. Rispondere alla chiamata della nuova evangelizzazione vuol dire sentirsi chiamati, conquistati ed esortati dal Signore che, come tanti profeti, ci tira fuori dal nostro piccolo mondo, fatto di piccole o grandi sicurezze, e ci pone di fronte ad un mondo mendicante di senso, di sete di pienezza, con l’unica certezza che Egli ci precede: vedi, io ti mando, non temere, io sarò sempre con te. In questi anni di servizio alla Fraternità universale ho incontrato Frati che, cercando l’auto-realizzazione nei diversi compiti dell’evangelizzazione, alla fine hanno trovato soltanto un profondo vuoto interiore ed una forte sensazione di aver perso tempo. Allo stesso tempo ho incontrato Frati che, coscienti di obbedire ad una chiamata, si sono impegnati senza riserve alla restituzione del dono del Vangelo, ai vicini e ai lontani (cf. Ef 2,17) e, pur sentendosi servi inutili, come ogni lavoratore nella vigna del Signore (cf. Mt 20,1-16), hanno visto come il Signore stava facendo crescere il seme del Vangelo fino a portare frutti abbondanti (cf. Mc 4,8). Nella nuova evangelizzazione non può mancare la coscienza di essere inviati. È allora che la passione per il Vangelo sarà vissuta come urgenza, come un vero imperativo esistenziale che porta a mettere l’intera vita al servizio della passione di Dio per l’umanità. Solo da questa consapevolezza, la stessa vita, sostenuta da una forte esperienza di Dio che “spinge” ed “obbliga” a mettersi in cammino, si trasforma in evangelizzazione, e il credente diventa, come Francesco, il “Vangelo vivente”, l’«esegesi vivente della Parola di Dio» (Verbum Domini 83). Solo dalla profonda convinzione di essere inviato, l’evangelizzazione cesserà di essere una semplice “operazione” pastorale, o un puro gesto filantropico, e si risolverà in un grande amore e preoccupazione per l’altro che lo condurrà a condividere il tesoro che egli stesso ha trovato (cf. Mt 13,44).

N

on si sottolineerà abbastanza la necessità di una forte esperienza di Dio per essere dei veri evangelizzatori. Solo attraverso un contatto permanente con Lui, solo quando la Parola brucia le nostre viscere, come nel caso dei discepoli di Emmaus, si correrà ad annunciare la Buona Notizia (cf. Lc 24,32-33). Solo quando ci lasciamo incontrare dal Vivente, allora le nostre porte, sbarrate per

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la paura o per una fatale rassegnazione (a volte ho sentito dire: non c’è nulla da fare in questa situazione), si spalancheranno. E senza timore verso chi può uccidere il corpo ma non l’anima (cf. Mt 10,28), con nuovo ardore, audacia e coraggio, obbedendo a Dio anziché agli uomini (cf. At 4,19), daremo testimonianza di Lui che, dopo la passione e la morte, è stato posto alla destra del Padre e vive per sempre (cf. 3,15). Ed allora, i nuovi metodi esigiti dalla nuova evangelizzazione non si faranno attendere. Quando mi soffermo sulla bella e grande epopea missionaria dell’Ordine, particolarmente nell’Estremo Oriente e nelle Americhe, e quando penso ai Frati che nella propria cultura o altrove si impegnano instancabilmente nell’opera dell’evangelizzazione, non posso non pensare ad uomini intensamente innamorati di Gesù. È stato quest’amore che li ha portati a farsi, come Paolo, «tutto per tutti» (1Cor 9,22). È dall’amore per Gesù, da una profonda esperienza spirituale segnata dall’incontro personale con Lui, dal sorgere di una vera e profonda motivazione che uno è portato ad agire per la redenzione dei fratelli e a dedicarsi interamente all’evangelizzazione.

P

assione per Cristo e passione per l’umanità, ecco che cosa richiede la nuova evangelizzazione. Né la prima senza la seconda, né la seconda senza la prima. La passione per Dio porta necessariamente alla passione per l’uomo, figli del cielo e figli della terra, come spesso diciamo. Sento il bisogno di ricordare l’urgenza di uscire dal nostro rachitismo spirituale. È giunto il momento di risvegliarsi dal sonno, di dare senso pieno alla nostra vita, di sperimentare la salvezza: è l’ora di una nuova evangelizzazione che inizia con il lasciarsi abitare dal Vangelo, consentendo che esso cambi il nostro cuore, come cambiò il cuore di Francesco e di tanti nostri fratelli e nostre sorelle. Si dice che la gioventù di oggi sia una gioventù seduta e rinunciataria. Questo è ciò che dicono gli adulti. Che cosa dicono i giovani di noi? Non diranno per caso la stessa cosa che diciamo di loro? Credo che in molti giovani, anche tra i giovani Frati e le giovani Sorelle, ci sia sete di spiritualità, di verità, di autenticità, di coerenza; ci sia sensibilità verso i grandi valori e ricerca di nuovi valori, passione per Cristo e passione per l’uomo e la donna di oggi. Come sono anche convinto che tutto ciò si trovi in molti adulti. Ma sono altrettanto convinto che negli uni e negli altri c’è troppo realismo asfissiante, stanchezza, routine.

R

itengo che sia urgente sentirsi destinatari di una nuova evangelizzazione, di un annuncio rinnovato del kerigma, del primo annuncio, per poi provvedere, in modo sistematico, non solo puntuale, ad annunciarlo agli altri. Ritengo che sia necessario trovare noi per primi parole di speranza, motivi per continuare a camminare, con passo leggero e senza lacci ai piedi (cf. 2LAg 12), per poi proporre agli altri questo stesso cammino di speranza. Ritengo che sia necessario fare noi per primi espe-


rienza del Dio rivelato da Gesù, per poter offrire a coloro che Lo cercano, e sono tanti, risposte vissute, e non solo grandi risposte dottrinali, ma povere di vita. La nuova evangelizzazione non può realizzarsi con slogan o con parole confezionate da altri, ha bisogno di testimoni che comunichino quello che hanno visto, udito, toccato (cf. 1Gv 1,1-3); ha bisogno di testimoni che non si uniformino al contesto sociale attuale per paura di essere rifiutati, perché rischierebbero di essere invisibili o difficilmente identificati come discepoli e missionari, inefficaci e poco incisivi, poco profetici e poco missionari.

C

’è bisogno di costruire sentieri di iniziazione alla fede, senza escludere noi stessi da questi itinerari o dare per scontato ciò che non può esserlo. Come dice Benedetto XVI nel motu proprio con cui ha convocato l’anno della fede, «il presupposto [della fede] non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato» (Porta Fidei 2). La «crisi di fede ha toccato molte persone», continua il Papa; possiamo aggiungere, qualche volta alcuni di noi. In questo contesto non possiamo permettere che il sale diventi insipido e la luce rimanga nascosta (cf. Mt 5,1316). Chiamati ad evangelizzare, dobbiamo prima lasciarci evangelizzare noi stessi. Solo allora potremo vedere la società secolarizzata non come una minaccia, ma un’opportunità, un nuovo areopago per annunciare il Dio vivo, quel Dio che, sconosciuto da molti, tuttavia costituisce il senso ultimo, pieno e definitivo di ogni essere umano. Nel contesto secolarizzato in cui viviamo e che certamente va al di là dell’Europa, come annunciarLo? Ecco alcune tracce: – facendoci eco della Parola di Dio. Nella nuova evangelizzazione dobbiamo parlare con Dio, parlare di Dio e dar voce ad un Dio che sembra rimanere in silenzio e molte volte sembra non ascoltare. – Diventando silenzio eloquente. Parola e silenzio sono complementari nell’evangelizzazione. Il pericolo tra noi è parlare molto di Dio ed ascoltare poco Dio, parlare molto agli uomini ed ascoltarli poco. Ci fa paura il silenzio e tuttavia è necessario; fuggiamo l’ascolto ed invece è più importante che mai. Il mistero di Dio, come ci dice

sant’Agostino, si suggerisce, si propone, si gusta e si fa gustare. È inutile cercare di coprirlo con la parola. Dobbiamo, quindi, coltivare di più il silenzio abitato che ci apre al mistero di Dio, rivelato in Cristo e che fa tacere le nostre manipolazioni di Dio. – Essendo immagini e testimoni significativi, narrazioni e simboli rilevanti. Dobbiamo apprendere l’arte di presentare i contenuti dottrinali in modo narrativo ed iconico. L’agente della nuova evangelizzazione introduce gli altri nel mondo dei simboli, della Parola fatta narrazione, della celebrazione. – Diventando apostoli della gioia. Leon Bloy dice che «la gioia è il segno infallibile della presenza di Dio». Se il Vangelo è la buona notizia, la nuova evangelizzazione verrà fatta con il sorriso, non con il volto da “venerdì santo”. L’Apostolo ci ricorda che il Figlio di Dio è il «sì» di Dio (cf. 2Cor 1,18ss). I messaggeri del Vangelo non possono essere un «no». – E tutto avvenga in Fraternità. Per ogni religioso, soprattutto per un francescano, nessun progetto di evangelizzazione è individuale. È sempre la Fraternità quella che evangelizza. La nuova evangelizzazione deve essere fatta, pertanto, con la testimonianza della vita fraterna.

L

’annuncio del Vangelo oggi si colloca tra la missio ad gentes e la nuova evangelizzazione. È innegabile la crisi di fede. Questa si manifesta a volte nell’indifferenza, altre volte nella lontananza della comunità dei credenti. È anche vero, però, che tra quelli che si dicono agnostici ed atei ci sono molti che cercano Dio. Questo ci dà speranza e forza per continuare ad annunciare il Vangelo, senza paura e senza trionfalismi, ma fiduciosi nella potenza di Colui che annunciamo risorto e presente in mezzo a noi, e nella verità del suo messaggio. La nuova evangelizzazione è un invito a conoscere, amare e servire non una cosa, nemmeno una dottrina, ma una persona: la persona di Gesù. È pasqua, andate, Fratelli e Sorelle, annunciate e testimoniate la buona novella del Vangelo, ai vicini ed ai lontani, con nuovo ardore, nuovi metodi e nuove espressioni! Cristo è risorto! Sì, è veramente risorto! Felice Pasqua di risurrezione!

Roma, 19 marzo 2012, Solennità di San Giuseppe Fr. José Rodríguez Carballo, ofm Ministro generale, OFM

Prot. 102711

www.ofm.org

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Patriarcato Latino gerusalemme, 12 Marzo 2012

Mons. Lahham accolto al Patriarcato Latino di Gerusalemme

L

Lunedì 12 marzo, Mons. Lahham è arrivato al Patriarcato latino di Gerusalemme, accolto dal Patriarca Mons. Fouad Twal e da Mons. Shomali, Vescovo ausiliare di Gerusalemme. Numerosi sacerdoti come pure il personale del Patriarcato Latino erano presenti per dare il benvenuto al nuovo Vicario Patriarcale della Giordania. Mons. Lahham ci confida le sue impressioni. 1 Dal Suo insediamento a Vicario Patriarcale di Amman il 24 febbraio, giunge oggi per la prima volta a Gerusalemme. Quali sentimenti prova? In realtà ritorno a casa mia, nella mia Diocesi. Sono molto contento di essere là e pure contento di rivedere molti amici qui. Ho urgenza di ritornare al Santo Sepolcro, perché mi manca. Sono come un bambino, pieno di gioia nel vederlo di nuovo. 2 Domani parteciperà alla Sua prima Assemblea Generale dell’AOCTS*. Trasmetterà un messaggio particolare agli altri capi religiosi di Terra Santa? Al momento non ho un messaggio particolare, mi reco a questo primo incontro soprattutto per ascoltare e imparare. Non si giunge mai in un posto nuovo con un programma già fatto, non si tratta di una campagna elettorale. Mi è stato chiesto di intervenire per quanto riguarda la formazione permanente dei sacerdoti ed è ciò che farò. Ma vado soprattutto a proporre la mia piena collaborazione ai membri dell’AOCTS che conosco per la gran parte. 3 Il giorno della Sua nomina ci aveva già confidato di voler “seguire i sacerdoti”. Perché questa priorità? Sì, vorrei insistere sul sacerdote e sulla sua formazione permanente. Io sono sempre stato parroco e quando non lo ero studiavo e insegnavo teologia pastorale e catechesi. A Tunisi ero come un “parroco”, e così mi chiamavano. Per me la priorità consiste veramente nella formazione dei sacerdoti. Io ho formato molti giovani preti (ndr: in quanto superiore del seminario di Beit Jala) e sono felice

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vedendo che ¾ dei sacerdoti della Giordania sono miei vecchi allievi. E’ importante andare ad incontrarli, a visitarli, a parlare personalmente con loro. 4. E’ insediato da qualche settimana, quale obiettivo ha già percepito importante per il Vicariato in


Giordania? Veramente non esercito il mio ministero sacerdotale in Giordania da 24 anni e perciò sto riscoprendo la realtà pastorale della Giordania. Le parrocchie, gli scouts, la Caritas, i movimenti, hanno assunto una diffusione straordinaria. Ne fanno parte centinaia di giovani, di famiglie, di giovani coppie, si tengono molti incontri … Ogni giorno scopro cose nuove e non mi meraviglio di tutta questa vitalità! 5. Lei si è trovato a vivere, da Arcivescovo di Tunisi, l’inizio delle “rivoluzioni arabe”: qual è la Sua

analisi della situazione attuale in Siria e specialmente della sorte dei cristiani? Ciò che è accaduto in Tunisia è molto diverso da quello che sta avvenendo in Siria. In entrambi i casi, vi è una gioventù araba colta che controlla i mass-media e che non tollera più di avere la museruola, di vivere in condizioni di non libertà. In Tunisia questo passaggio è avvenuto in relativa tranquillità e per questo è diventata per gli altri paesi una sorta di “laboratorio”. In Siria la situazione è più delicata. E’ molto difficile sapere chi sta dicendo la verità. Quel che è certo è che ci sono molte vittime innocenti. E ciò è intollerabile, orribile e insopportabile. Tutto questo deve finire. Non so chi resisterà: il regime o la strada. Sappiamo che il regime è forte, e che l’esercito sembra essergli fedele, malgrado qualche defezione. E’ difficile capire cosa accade e intuire cosa accadrà. Malgrado cerchi di leggere e di informarmi, non riesco a capire. Mi auguro che tutta questa violenza cessi, e naturalmente mi auguro che qualcosa cambi. Non si può continuare così. Ora dire se è bene per i cristiani o no, non so…. Non credo che se cade il regime i cristiani saranno perseguitati come in Iraq, anche se comprendo che le minoranze hanno paura. Penso tuttavia che l’Iraq sia un caso a parte. 6. Vedete dei siriani arrivare in Giordania per sfuggire alla situazione del loro paese? Non molti al momento. I cristiani siriani, quelli di Aleppo, di Homs, vanno piuttosto in Libano. Qui non si vede esodo siriano. Ci sono molti iracheni e libanesi, ma al momento non vi è in Giordania l’esodo dei siriani. Io amo la Siria. Penso che sia il paese arabo più arabo, in un certo senso il cuore del mondo arabo. Insh’allah: cessi questa situazione dolorosa, insh’allah. Intervista di Amélie de la Hougue

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Curia Custodiale comunicazioni Prot. CA-73-CL/12

Gerusalemme, 14 marzo 2012

A tutti i superiori, guardiani, responsabili dei vari servizi Oggetto: volontariato in Custodia di Terra Santa Cari fratelli Pace e Bene! Con la presente desidero comunicarvi alcune decisioni prese riguardo il servizio di volontariato, così prezioso e utile per la Custodia, ma nello steso tempo impegnativo e complicato da gestire. Le persone disponibili a prestare servizio di volontariato in Custodia sono fra le più variegate, giovani e meno giovani; comunque persone generose che mettono a disposizione il proprio tempo e la propria energia per servire, là dove i bisogni sono più evidenti, a prescindere da qualsiasi soluzione proposta o impegno loro richiesto. A volte capitano anche casi di persone spinte da desideri irrazionali o attratte dal fascino della terra in cui viviamo. Sta a noi comprenderne lo spirito e le motivazioni. Riceviamo, quasi ogni giorno, proposte, ma non sempre siamo in grado di rispondere positivamente. Da anni, tanti di voi mantengono lodevolmente rapporti con le proprie province o città di origine, avvalendosi dell’aiuto di volontari, che non gravano sull’economia della Custodia ma, al contrario, vanno considerati come un valore aggiunto. Queste persone giungono a noi per fare esperienza della Terra Santa, per aiutare con spirito di servizio i frati che spendono qui la loro vita, per essere di aiuto nei vari bisogni della Custodia. I volontari però portano con sé anche un bisogno di accompagnamento e di gratitudine, che bisogna sapere esprimere. Spesso, infatti, insieme alla richiesta di esperienza di volontariato, c’è anche un desiderio di approfondimento e di discernimento, di carattere spirituale o anche vocazionale. Questo aspetto non è sempre tenuto in debita considerazione. È bene, inoltre, anche fare alcune considerazioni riguardanti la loro accoglienza. Ogni volontario ha un costo: vitto, alloggio, spese mediche, assicurazioni, trasporto… È ingenuo pensare che volontario sia sinonimo di lavoro donato gratuitamente e che quindi non ci siano spese. Spesso si accolgono nelle nostre case e/o attività, persone che poi ci si accorge di non riuscire ad accompagnare propriamente, lasciando poi alla “Custodia” di risolvere gli eventuali problemi. Per questa ragione è stato approntato un testo di riferimento, che servirà come criterio per accogliere nel futuro i volontari presso le nostre strutture. È necessario, insomma, chiarire la situazione attuale per stabilire alcune regole, volte a migliorare e uniformare le procedure di accoglienza e il trattamento dei volontari, che arrivano per supportarci nel nostro lavoro. Ogni Convento e/o realtà della Custodia dovrà essere indipendente, nell’individuazione dei bisogni, nella selezione dei volontari e nella loro totale gestione (viaggio, ospitalità, affidamento dei compiti, affiancamento spirituale). Alla presente viene allegato un modello di linee guida, con preghiera di volersi attenere alla prassi suggerita. Al Segretario di Terra Santa, fra Silvio R. DE LA FUENTE (e collaboratori), è affidato il compito di seguire le fasi burocratiche per i permessi di soggiorno e la stipula delle polizze assicurative. Per quanto riguarda i volontari che prestano servizio a Gerusalemme (Convento di San Salvatore, Curia, SBF, Biblioteca, Magnificat, ATS, FMC, ecc.), normalmente ospitati a Maria Bambina, anticipiamo che le condizioni, al momento applicate, avranno validità fino e non oltre il prossimo dicembre 2012. È sottinteso che a Maria bambina resteranno sempre disponibili gli spazi riservati all’accoglienza di 16 | FdC | Aprile


pellegrini a piedi, gruppi di pellegrini e/o giovanili, in visita alla Terra Santa, con poche risorse economiche. Il coordinamento degli spazi di Maria Bambina è delegato a Ettore SORANZO che risponderà alle vostre richieste. In ogni caso, prima di definire la scelta del volontario, sarà buona cosa segnalare al Custode e alla Segreteria Custodiale una breve scheda informativa affinché si possano verificarne le caratteristiche e confermarne il gradimento. Fraternamente. Fra Silvio R. De La Fuente, ofm Segretario di Terra Santa

Fra Pierbattista Pizzaballa, ofm Custode di Terra Santa

Trattamento volontari Il volontariato in supporto alla Custodia di Terra Santa, presuppone la condivisione degli ideali francescani e il desiderio di sostenere la loro missione in questa terra. Per il volontario potrà essere strumento di arricchimento spirituale e culturale. La giornata lavorativa prevede sei ore per cinque giorni la settimana da lunedì venerdì più mezza giornata il sabato. Ogni volontario deve avere un suo referente, cioè un religioso della Custodia che se ne faccia carico e che sia disposto ad accompagnarlo per tutto il tempo della sua permanenza in Terra Santa. Il religioso referente definirà con il volontario l’orario in funzione della mansione da svolgere. Il volontario impegnato per lungo periodo potrà concordare, con il proprio referente, periodi di vacanza per escursioni o ritorni in patria. Tale accordo dovrà essere riportato nella lettera di conferma. La selezione e la gestione del volontario nella sua attività sono di competenza del referente invitante. Al Custode spetta la decisione ultima per la scelta del volontario e firmare (o controfirmare) la lettera di conferma/accettazione del volontario. Il Segretario della Custodia di Terra Santa, con lo staff della Segreteria di Terra Santa, provvederà alle pratiche burocratiche per il rilascio dei visti e la stipula della polizza sanitaria (solo per i volontari che svolgeranno un servizio superiore ai tre mesi). La Custodia e le realtà a essa legate s’impegnano a fornire al volontario: Per periodi da un mese a tre mesi: Alloggio presso strutture adiacenti ai conventi Pranzo e cena in refettorio del convento (se questo è concordato con la comunità) o in altra sede definita precedentemente. Per chi alloggia a Maria Bambina, pasti presso Casa Nova. In alternativa è possibile preparare i pasti nelle cucine della casa con un contributo da definire. Per periodi superiori a tre mesi: Alloggio presso strutture adiacenti ai conventi (Maria Bambina se Gerusalemme) Pranzo e cena in refettorio del convento (se questo è concordato con la comunità) o in altra sede definita precedentemente. Per chi alloggia a Maria Bambina, pasti presso Casa Nova. In alternativa è possibile preparare i pasti nelle cucine attrezzate della casa, con un contributo da definire. Pocket money pari a $ 150 mensili Assicurazione sanitaria Rimborso biglietto aereo A/R Importo massimo del biglietto aereo: $ 550, per volontari europei; da definire per provenienze diverse. Nel caso la permanenza superi nove mesi si possono individuare soluzioni ad hoc.

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Curia Custodiale Prot. CA-85-RT/12

Gerusalemme, 21 marzo 2012

Carissimi fratelli Pace e Bene! Con la presente desidero comunicarvi che la Santa Sede ha approvato la Riforma Liturgica per la Settimana Santa al Santo Sepolcro. Ringraziamo il Signore per il sostegno elargito, anche in questo gravoso compito, affidatoci dalla Sede Apostolica, che ci ha impegnato per molti anni. Pur consapevole che il risultato non è quello sperato, ma il massimo che abbiamo potuto ottenere, data la situazione imposta dallo Status Quo. Ritengo utile e istruttivo ripercorrere, in breve, il cammino finora compiuto. Nel 1955, a seguito della Riforma Liturgica della Settimana Santa, la Custodia di Terra Santa cercò di introdurre i nuovi riti nella Basilica del Santo Sepolcro; purtroppo senza successo, causa gli orari delle comunità conviventi nella Basilica, regolati dallo Status Quo. Su richiesta del Custode di allora, la Santa Sede concesse l’indulto per celebrare secondo il vecchio rito. La situazione, comunque insoddisfacente e poco agevole per tutti i soggetti coinvolti, ha portato, lentamente, a mischiare i riti vecchi con quelli nuovi ottenendo una sorta d’ibrido liturgico. Dal 1986, la Commissione Liturgica della Custodia di Terra Santa, ha lavorato per adattare la liturgia della Settimana Santa ai nuovi libri liturgici, alla particolarità del luogo, alle tradizioni proprie della liturgia di Gerusalemme, alle esigenze pastorali del nostro tempo. Perciò, riti e ordini dei nuovi libri liturgici, furono adeguati a orari e spazi celebrativi, senza mai rinunciare ai diritti della Chiesa Cattolica nel Santuario. Questo lavoro ha comportato il coinvolgimento, non solo di diversi esperti, ma anche della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, del Delegato Apostolico e del Patriarca Latino. Il progetto della riforma della Settimana Santa, predisposto in tre volumi (Messale, Lezionario e Uffici) fu approvato dalla Commissione Liturgica l’11 marzo 1996, alla presenza del Custode. Il 28 marzo 1996 fu presentato al Patriarca Latino e, il 16 dicembre 1996, fu inoltrato alla Santa Sede. Il 5 marzo 1997, il Segretario di Stato, Cardinal Angelo Sodano, comunicò alla Custodia l’approvazione concessa, ad experimentum, al Progetto e, in un allegato, una serie di modifiche richieste dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Il 23 di marzo 1997, in coincidenza con la Domenica delle Palme, fu inaugurato il nuovo Ordo della Settimana Santa. Il 15 febbraio 2010, trascorsi gli anni di sperimentazione, la Commissione incaricata, inviò alla Santa Sede le informazioni del caso (corredate da aggiunte, suggerimenti e correzioni), insieme alla richiesta di approvazione definitiva della riforma. Il 12 ottobre 2011 il Segretario di Stato, Cardinale Tarcisio Bertone, comunicava l’approvazione perdurante dello Status Quo per le “Celebrationes Hebdomadæ Sanctæ in Sancto Sepulcro Domini Nostri Jesu Christi” (Missale-Lectionarium-Officia). Lieti di questo risultato, uniti nella preghiera, potremo percorrere insieme il cammino di fede che ci conduce alla Pasqua di Resurrezione. Fra Pierbattista Pizzaballa, ofm Fra Silvio R. De La Fuente, ofm Custode di Terra Santa Segretario di Terra Santa

Passaggio di istituto Si informa che Peter Asante nato a Sefwi Asafo (Ghana), alunno della Custodia di Terra Santa, è stato definitivamente accolto all’Ordine Ospedaliero di san Giovanni di Dio della Provincia dei Fatebenefratelli di Castilla, Spagna, il giorno 21 aprile 2012 con l’emissione della professione solenne. 18 | FdC | Aprile


Agenda del Custode Maggio 2012 25/05 – Cafarnao: Capitolo zonale Galilea 24/05 – Emmaus: Capitolo zonale Giudea 18-23/05 – Gerusalemme (S. Salvatore): Visita Canonica 15/05 – Beit Hanina: Visita Canonica 14/05 – Betania: Visita Canonica 12/05 – Nola (Italia): Incontro con Azione Cattolica Italiana 09/05 - Bruxelles: Incontro presso la Commissione Europea e conferenza presso COMECE 07/05 – Gerusalemme (S. Sepolcro): Solennità del ritrovamento della S. Croce 01-08/05 – Visita ufficiale del Ministro generale e Definitorio generale

Aprile 2012 28-30/04 - Visita ufficiale del Ministro generale e Definitorio generale 26/04 - Gerusalemme: Discretorio di Terra Santa (IV Sessione annuale) 23-25/04 - Galilea: Visita alle fraternità 19-21/04 - Montefalco (Italia): Visita Canonica 17/04 - Gerusalemme: Scambio di auguri con le comunità ortodosse 17/04 - Gerusalemme: Incontro con i direttori Scuole di Terra Santa 16/04 - Urbino (Italia): Incontro con gli studenti dell’Università 15/04 - Fabriano (Italia): Giornata diocesana di Terra Santa 11/04 – Pellegrinaggio della diocesi di Valencia; Consegna della copia del Santo Graal 09/04 - Emmaus: Lunedì di Pasqua. Peregrinazione 2-8/04 - Gerusalemme: Settimana Santa 01/04 - Gerusalemme: Processione delle Palme

Marzo 2012 27-29/03 – Roma: Incontro Pontificia Commissione per il dialogo religioso con l’Ebraismo 22/03 – Nazareth: incontro con Superiori ed Economi locali di Galilea 21/03 – Gerusalemme: incontro con Superiori ed Economi locali di Giudea

19/03 – Nazareth: Solennità di S. Giuseppe 13-14/03 – Nazareth: Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa 7-9/03 – Rodi (Grecia): Visita Canonica 3-5/03 – Milano / Trevigno / Cassano D’Adda/ Bergamo: Conferenze varie

febbraio 2012 27-29/02 – Roma, Delegazione di Terra Santa: Visita Canonica 19-21/02 – Gerusalemme: Seconda sessione annuale del Discretorio di Terra Santa 14/02 – Tel Aviv (università): Conferenza sul contributo della Custodia nella storia dell’arte e dell’architettura della Terra Santa 13/02 – Urbino (Italia): Incontro con gli studenti dell’Università 12/02 – Fabriano (Italia): Giornata diocesana di sensibilizzazione Pro Terra Sancta 08-11/02 – Roma, Montefalco, La Verna: Incontri vari con i responsabili della formazione iniziale della Custodia 06/02 – Assemblea straordinaria degli Ordinari di Terra Santa 01-04/02 – Gerusalemme: III Congresso Internazionale Commissari di Terra Santa

Gennaio 2012

30/1-04/2 – Gerusalemme: Terzo Congresso Internazionale dei Commissari di Terra Santa 26/01 – Gerusalemme: Prima sessione annuale del Discretorio di Terra Santa 23-25/01 – Flagellazione, Gerusalemme: Visita canonica 20/01 – Monte Tabor: Incontro guardiani e superiori di Galilea 19/01 – Gerusalemme: Incontro guardiani e superiori di Giudea 18/01 – Betfage: Visita Canonica 17/01 – Tabgha: Visita Canonica 16/01 – Cafarnao: Visita Canonica 15/01 – Cana di Galilea: Commemorazione dell’inizio del Ministero di Gesù e posa della prima pietra dell’erigendo centro parrocchiale e scuola 11/01 – Giaffa, Chiesa di S. Pietro: Incontro di formazione

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Sorella Morte fray Ovidio Dueñas ofm n. Villandiego (España) 21 de febrero de 1941 † Jerusalén (Israel) 14 de marzo de 2012 Nuestra Señora de Regla «La muerte de los justos es “preciosa” a los ojos de Dios (Sal 116,15), que nos visita con la vida y con la muerte. En el dolor nos lacera pero también nos reconstruye. Lo mismo que Job, debemos mantener larga batalla de preguntas… hasta que se hace la luz. Ese día exclamaremos: sólo de oídas te conocía, pero ahora te han visto mis ojos” (Job 42, 5) »(O González de Cardenal) Un Hermano competente, responsable, piadoso, supo cuidar de la hacienda que se le encomendó sin descuidar el trato y la amistad; su sencillez y su sonrisa le granjearon el aprecio y la amistad de todo tipo de gentes a los que acogió en sus 41 largos años de Jerusalén. El cáncer (en realidad eran tres: en la tiroides, en los pulmones y en el cerebro) acabó con su vida en la madrugada del día 14 de marzo de 2012 en la enfermería de San Salvador. Acababa de cumplir 71 años de edad, y sumaba 52 años de profesión religiosa, 42 (41 y medio) de los cuales los vivió como misionero en la Custodia de Tierra Santa. Había nacido en Villandiego, Burgos, el 21 de febrero de 1941, en el seno de una familia trabajadora en la que sus padres, Bienvenido y Alicia, inculcaron a sus hijos profundos valores cristianos. De hecho su hermano Emiliano, menor que él, estuvo también entre nosotros hasta el prenoviciado, del que salió por una enfermedad que acabó con él en el año 1963. Fue bautizado, en la parroquia de Santa María, de Villandiego, el día 21 de marzo de 1941. En su pueblo cursó también sus estudios primarios. A los 11 años ingresó en el Colegio Seráfico de San Pantaleón, de donde pasó a Martos para continuar el bachillerato. En su adolescencia, debido a una enfermedad, perdió el ojo canónico, motivo por el cual dejó la formación clerical y continuó como hermano laico. Ingresó en el noviciado en Lebrija el 3 de octubre de 1959. En la fiesta de San Francisco de 1960 hizo la profesión simple. Su primera etapa trascurrió en Chipiona, excepto un año que estuvo destinado en la antigua residencia estudiantil de Granada. Eran años de vacas flacas, pero era una persona muy trabajadora y además un buen cocinero, lo cual le permitió servir con solvencia la comida a sus Hermanos en aquella comunidad de Regla entonces muy numerosa. A los 29 años solicitó incorporarse a la misión de Tierra Santa. Llegó a Jerusalén el 11 de septiembre de 1970 en compañía de un grupo grande de estudiantes que se incorporaron ese mismo día al seminario mayor de San Salvador. De entrada se le encomendó la cocina del convento de San Salvador, era también vice-administrador de la casa y encargado de la granja de Betfagé. Con los años se le encomendaron diversas ocupaciones más, como por ejemplo el refectorio. Por entonces comenzó también a trabajar en el Almacén de Objetos Religiosos como ayudante. Fr. Ovidio llenaba muchas parcelas de aquella comunidad tan grande. Y todo ello sin abandonar la oración, la atención a los peregrinos, las liturgias del Santo Sepulcro, etc. No podemos pasar por alto su capacidad de acogida con la colonia española; nuestros estudiantes de entonces le llamaban “la madre” por las atenciones y detalles que tenía con ellos. José Mª Gironella, en su libro “El escándalo de Tierra Santa”, explica cómo dio con “la celda de Fr. Ovidio, anárquica, caótica, pero con calor de hogar y entre cuyas paredes el bostezo está prohibido”. Y en la página siguiente le retrata así: “Fray Ovidio sonríe, sonríe siempre, con sus mofletes de sacristán adaptado a su puesto, nacido para servir a los demás”. Como tantos otros frailes de la Custodia, se ofreció para el servicio activo a los santuarios, y fue enviado a Nazaret, donde se le encomendó la sacristía, concretamente era el encargado de la gruta. Pero aquello fue un breve paréntesis; en San Salvador había dejado un hueco muy grande y tuvo que volver. A los tres meses se incorporó de nuevo a la que fue su casa de toda la vida, el Convento de San Salvador. “¡A trabajar!”, esta era una de sus frases, la repetía tanto que la aprendieron incluso los empleados de la casa (en español, aunque fueran árabes). Y es que fue siempre una persona muy trabajadora; ponía manos a la obra sin quejarse, ni protestar, pues estaba convencido de que lo hacía para la gloria de Dios y por el bien de los Hermanos. Otro perfil muy suyo fue la alegría, vivió siempre con aquella sonrisa suya cautivadora; ni siquiera los sufrimiento de sus últimos años arrancaron la sonrisa de sus labios. Este modo suyo de ser, unido a servicialidad y generosidad que ponía en todo lo que emprendía, le granjearon el aprecio de sus Hermanos Franciscanos y de los muchos peregrinos a los que atendió personalmente. El 1981 los su-

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periores le encargaron la dirección del Almacén, una gran responsabilidad que ejerció con honradez y con espíritu de servicio. Una necrológica de agencia (Ompress) le describía como un “fraile simple”. Nada más lejos de la realidad, fue una fraile sencillo, eso sí, pero muy inteligente, que gestionó con competencia el almacén; una hombre con gran capacidad de trato y de comunicación, siempre cercano y de buen humor, precisamente por eso era uno de los frailes más popular y famoso de la Custodia. También en esto fue fiel a otra de sus frases: “Cuanto más se da, más se recibe”. Parece que tanto abrir y cuidar de la Quinta Estación se le pegaron las actitudes del Cirineo. Supo llevar las responsabilidades encomendadas y entregó su tiempo y sus fuerzas para atender a las personas, de cualquier grado y jerarquía, (de cualquier formación política o social) pues por aquel despacho pasaron frailes de todos los sitios, obispos y cardenales, y peregrinos en general. A todos se les dispensaba una acogida calurosa, y para los más cercanos había también tapitas y refrigerios, pues solía repartir con la Comunidad y también con sus “invitados” los frutos ibéricos” que le llevaban los mismos peregrinos cuando volvían a Tierra Santa. Los cuales no faltaban nunca porque la Providencia divina ha sido siempre generosísima con Ovidio. Su jornada comenzaba de madrugada antes de la salida del sol; a las 4 de la mañana ya estaba en el Santo Sepulcro ayudando a los sacristanes. Allí, ante la tumba vacía, hacía su oración matutina, pues fue siempre una persona piadosa, un hombre de oración. Y todos los días participaba en la primera misa del Calvario. Después de desayunar comenzaba su actividad en el almacén. Allí se ponía de acuerdo con los proveedores, despachaba correspondencia con los comisarios de todo el mundo, y atendía directamente a los peregrinos que buscaban allí sus recuerdos. Esto le permitió hacer grandes amistades pues fue siempre una persona de trato fácil y abierto. Cuando venía de vacaciones le buscaban agradecidas gentes de todos los sitios que hacían muchos kilómetros para echar un rato con él. Le relajaban en su actividad sus pajarillos “Bul Bul”, que tanto gustaban a los que entraban allí. Los viernes, bajaba con la Comunidad a la Vía Dolorosa para hacer el Viacrucis con los peregrinos. Ese día seguía también al Señor en sus ayunos; los miércoles de cuaresma eran también para él jornadas de ayuno. Hace ya unos años se le declaró un cáncer, que primero le interesó la garganta, después los pulmones y finalmente la cabeza. En estos años pasó tiempo en el hospital de Haifa donde le practicaron diversas intervenciones y se sometió también a la radioterapia. Fue una enfermedad larga, que él supo llevar con fe y buen humor. En realidad no abandonó su trabajo hasta las últimas navidades. Sin duda su oración cotidiana ante la tumba vacía le ayudó a llevar su pasión particular y sus horas bajas: la experiencia del Señor Resucitado, a quien adoró tantas veces en el Sepulcro, le hizo asimilar el mensaje del ángel a las mujeres: “¿buscas al Crucificado?, no temas… “(Mt 28,5). Pues como dice Pablo a los Romanos (8,18) “los sufrimientos del tiempo presente no son comparables con la gloria que se ha de manifestar con nosotros”. El sepelio tuvo lugar en la iglesia de San Salvador. Su despedida fue impresionante. El cuerpo fue bajado en procesión desde la enfermería a la iglesia, que estaba abarrotada. Había más de 120 frailes franciscanos, y muchos otros religiosos y religiosas de Jerusalén. Concelebraron 75 sacerdotes. Presidió el funeral el Vicecustodio, Fr. Artemio Vítores, a quien acompañaban en la presidencia el Custodio y Teodoro López. La homilía fue una reseña de la vida y obra del difunto; hizo un retrato muy completo en el que glosó su laboriosidad, responsabilidad, honradez, generosidad, alegría, minoridad, sencillez; incluso en sus últimas semanas era un hombre que transmitía paz. Concluido el sepelio muchos de los presentes acompañaron el féretro hasta el Monte Sión. Unos 70 frailes, en doble fila, recorrieron las calles estrechas de la ciudad vieja hasta el cementerio donde sus restos aguardarán la Resurrección. Descanse en la paz del Señor. Seguro que en la Jerusalén Celestial fue recibido con la misma sonrisa que él recibía a cuantos acudían a él.

Fra Ovidio tenía 71 años de edad, 51 de profesión y 41 de servicio. A norma de nuestros Estatutos Particulares, cada sacerdote aplique 3 Misas e los otros frailes participen cada uno a 3 Misas. Cada uno de los frailes participe a 3 Via Crucis. En cada fraternidad se celebre una Santa Misa en común. Recordemos con solicitud a este hermano en la oración, agradecidos al Padre que nos lo ha donado, hasta que nuestra unión fraternal sea plena, en la luz del Señor. San Salvador, 14 de marzo de 2012

Fr. Silvio R. De La Fuente ofm Secretario de Tierra Santa Aprile | FdC | 21


Cronaca Custodiale Attentato in Siria

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Cronaca Custodiale

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CronacaCustodiale Custodiale Cronaca Gerusalemme, 01 Marzo 2012

Il nuovo sito internet della Casa francescana del Fanciullo a Betlemme: al servizio del futuro della Terra Santa Testo di Caterina Foppa Pedretti

È

È attivo il nuovo sito internet della Casa francescana del Fanciullo - Franciscan Boy Home (http://www.fbhome.ps/), in lingua italiana, inglese ed araba. Si tratta di uno strumento prezioso e snello che consente a chiunque sia interessato di accostarsi alla realtà della Casa del Fanciullo, un importante progetto residenziale realizzato dalla Custodia di Terra Santa a Betlemme a partire dal 2007, allo scopo di offrire un ambiente comunitario accogliente e sano a quei bambini tra i 6 e i 18 anni che, a causa di condizioni di forte disagio familiare e sociale, necessitano di un sostegno e di una cura particolari. Un’idea di grande valore, in un contesto, quello dei territori palestinesi, caratterizzato molte volte da situazioni difficili e disfunzionali sotto molteplici aspetti, alle quali i più piccoli sono inevitabilmente più esposti. La Custodia francescana, da sempre sensibile ai bisogni della popolazione locale e, in particolare, delle famiglie cristiane di Terra Santa, ha voluto anche in questo caso impegnarsi con un gesto concreto, trovando la solidarietà delle Suore Francescane Missionarie di Maria, che hanno messo a disposizione la struttura d’accoglienza per i minori, e della Franciscan Foundation for the Holy Land, che ha fornito i finanziamenti necessari alla ristrutturazione dello stabile, all’avio del progetto e all’assunzione di un’equipe educativa ed assistenziale professionale a tempo pieno. Il nuovo sito, corredato da alcune foto dei giovani ospiti ritratti nei diversi momenti della loro quotidianità alla Casa del Fanciullo, offre, con un linguaggio semplice ed essenziale, tutte le informazioni utili a conoscere questa preziosa iniziativa: la presentazione del progetto, che illustra le ragioni e le necessità che hanno portato alla nascita di questa struttura; la mission, che mette 26 | FdC | Aprile

a fuoco le linee valoriali e religiose ispiratrici dell’attività d’accoglienza e di assistenza offerta dalla comunità e le finalità educative e di recupero che essa intende perseguire; la visione, ossia la contestualizzazione del progetto nell’ambito di un territorio dai bisogni complessi e plurimi, dove il disagio è diffuso e dove perciò la Casa francescana del Fanciullo rappresenta un’iniziativa pionieristica, che può diventare modello per altre realtà analoghe ed incentivare la consapevolezza e la partecipazione da parte della comunità locale, sviluppando la sussidiarietà e il self care dei singoli e dei gruppi; i valori che fondano e supportano l’attività formativa e pratica quotidiana, con l’attenzione ai diritti e ai bisogni personali, alla cura materiale e alla crescita culturale e spirituale, all’accoglienza e al rispetto dell’altro, al lavoro d’equipe; gli obiettivi di promozione personale integrale e di sviluppo relazionale e sociale dei giovani ospiti, offrendo loro un ambiente psicologicamente sano e propositivo ed un autentico clima familiare, che li aiuti a superare i problemi comportamentali connessi all’ambiente disfunzionale di provenienza, a coltivare le proprie qualità ed i propri talenti, ad acquisire le necessarie competenze per affrontare le difficoltà quotidiane e per assumere un ruolo sociale e culturale positivo nel proprio contesto di vita; le attività che scandiscono la quotidianità e sostanziano il progetto educativo della struttura, mostrando il valore della sua intenzionalità formativa e promozionale, quali l’accudimento, le attività didattiche e di studio, l’animazione spirituale e religiosa, le attività sportive e artistiche, il divertimento, i campi estivi; l’ospitalità, con le indicazioni dettagliate riguardo agli spazi di cui la struttura dispone; i contatti, per tutti coloro che desiderano conoscere più da vicino la Casa del Fanciullo e sostenerne concretamente l’attività. Un nuovo strumento divulgativo, dunque, al servizio di un progetto di grande pregio, che rappresenta un autentico motivo di gioia per la Custodia francescana che, con sensibilità e attenzione, lo gestisce e lo sostiene e che costituisce un effettivo, valido investimento per il futuro dei giovani accolti in comunità e per la Terra Santa alla quale essi appartengono e di cui sono preziose risorse.


Gerusalemme, 03-04 Marzo 2012

Le solenni celebrazioni della seconda settimana di Quaresima a Gerusalemme Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di fra Jerzy Kraj e fra Adelmo Vasquez

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Nel sabato e nella domenica di questa seconda settimana di Quaresima la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme torna ad essere il centro vivo della comunità cristiana in cammino verso la S. Pasqua del Signore. Si è rinnovata in questo Santo Luogo, infatti, la liturgia quaresimale settimanale che scandisce il periodo di penitenza e di preghiera che deve predisporre e preparare il cuore di ogni cristiano a vivere con profonda consapevolezza il mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. Nel pomeriggio di sabato, dunque, la comunità francescana della Custodia di Terra Santa, unendosi a fra Fergus Clarke, guardiano del Santo Sepolcro, e a fra Artemio Vitores, Vicario custodiale, ha nuovamente accolto S. E. Mons. William Shomali, Vescovo Ausiliare del Patriarca Latino di Gerusalemme, che ha compiuto l’ingresso solenne in Basilica, rendendo subito dopo omaggio alla Pietra dell’Unzione, che ricorda il luogo in cui il corpo del Salvatore fu deposto, dopo la Sua morte

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Cronaca Custodiale

in croce, per essere preparato per la sepoltura. Successivamente, Mons. Shomali ha guidato la Processione quotidiana in forma solenne, con l’accompagnamento dell’organo, all’interno della Basilica, alla quale hanno partecipato i frati francescani della comunità del Santo Sepolcro, numerosi altri frati della Custodia, molti religiosi e molte religiose delle congregazioni residenti in Terra Santa, una rappresentanza del Sovrano Militare Ordine di Malta, diversi membri della locale comunità cristiana di lingua araba e tanti pellegrini di diversa provenienza, giunti in questi giorni così speciali al Sepolcro del Signore e desiderosi di prender parte alle intense celebrazioni che qui si svolgono. A partire dalla Cappella del Santissimo Sacramento, o dell’Apparizione di Gesù Risorto a Maria, Sua Madre, la processione ha percorso le quattordici stazioni che ne compongono l’itinerario all’interno della Basilica, accompagnando ogni sosta con toccanti momenti di canto e di preghiera. Intanto, anche le altre comunità cristiane davano inizio, in successione, agli ingressi solenni in Basilica e alle rispettive celebrazioni quaresimali. Alla sera tardi si è ripetuto l’appuntamento della veglia notturna che, partire dalle 23.30, ha di nuovo raccolto presso la Basilica del Santo Sepolcro i frati francescani della Custodia, insieme ad alcuni esponenti del clero locale e a un buon numero di 28 | FdC | Aprile


pellegrini. La liturgia è stata presieduta dal Vicario custodiale, fra Artemio Vitores, e, dopo la prima parte celebrata nella Cappella dell’Apparizione, gremita di gente, con l’Inno quaresimale, la recita dei Salmi, l’Ufficio delle Letture e i Cantici dell’Antico Testamento, si è fatta nuovamente Memoria della Risurrezione del Signore, con la tipica processione verso il Santo Sepolcro e il giro attorno all’edicola, mentre fra Artemio portava l’Evangeliario ed i fedeli una candela accesa. Dopo aver introdotto l’Evangeliario nel Sepolcro e aver sostato brevemente in preghiera sulla Tomba vuota di Gesù, fra Artemio, innalzando l’Evangeliario, ha impartito la benedizione solenne ai presenti. La veglia è poi proseguita con il ritorno dell’assemblea alla Cappella dell’Apparizione, dove è stato letto il Vangelo della risurrezione, si è tenuta la solenne acclamazione del Signore risorto e sono stati celebrati i riti di conclusione. Infine, fra Artemio ha presieduto la celebrazione della S. Messa presso il Calvario, alla quale ha partecipato un significativo numero di religiosi e di fedeli, terminando così, in profondo raccoglimento, questo secondo appuntamento notturno quaresimale. La mattina successiva, seconda domenica di Quaresima, alle 8.30, seguendo la tradizione liturgica latina, la comunità dei fedeli si è ancora una volta ritrovata presso l’altare dedicato a Santa Maria Aprile | FdC | 29


Cronaca Custodiale

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Cronaca Custodiale Maddalena, nella Basilica del Santo Sepolcro, in occasione della S. Messa cantata e solennemente concelebrata, preceduta dalla preghiera delle Lodi. Anche in quest’occasione i frati francescani, lasciando il Convento di San Salvatore, hanno raggiunto la vicina sede patriarcale ed hanno accompagnato in processione Mons. William Shomali ed il suo seguito alla Basilica, affinché il Prelato potesse assistere alla celebrazione domenicale, come previsto dal programma liturgico. Un’assemblea davvero numerosa è intervenuta, con speciale devozione, a questa solenne cerimonia quaresimale, svoltasi a pochi passi dall’edicola del Sepolcro del Signore. Accanto a fra Artemio Vitores, fra Fergus Clarke, fra Silvio De La Fuente, segretario custodiale, e ai molti francescani della Custodia, erano presenti religiosi e religiose delle tante congregazioni di Terra Santa, diversi membri della locale comunità cristiana e molti pellegrini giunti qui dai più diversi luoghi. La S. Messa è stata presieduta da fra Stephane Milovitch, guardiano della Basilica della Natività a Betlemme, mentre l’omelia, pronunciata dall’ambone accanto all’altare, è stata tenuta da fra Sebastiano Eclimes, guardiano del Santuario del Dominus Flevit, sulle pendici del Monte degli Ulivi. Nella sua riflessione, fra Sebastiano ha tratto particolare ispirazione dal brano del Vangelo di S. Matteo sulla trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor (17,1-9), proposto dalla liturgia, episodio nel quale ai discepoli si fa manifesta la gloria perfetta di Gesù Cristo, alla quale ogni uomo è chiamato ad essere partecipe dalla Grazia del Creatore, mettendosi fin d’ora in cammino per crescere nella vocazione umana ed avvicinarsi alla perfezione, secondo le proprie capacità. Il tempo quaresimale richiama ciascuno, in modo particolare, a questo importante compito, a conformarsi sempre più a Gesù, modello indicato dal Padre nel Battesimo al Giordano e di cui ha rivelato la gloria perfetta al Tabor. Con le parole “Questi è il mio Figlio prediletto. Ascoltatelo”, Dio Padre esorta ogni uomo a seguire Gesù da vicino, a lasciare tutto per aderire alla Sua proposta di vita, ad accogliere le Sue parole e a metterle in pratica nella quotidianità, a convertire il cuore alla carità, 32 | FdC | Aprile

alla misericordia e al perdono. Perché Dio si manifesta davvero nell’amore, nella misericordia e nel perdono ed il Suo messaggio è conforme a questa Sua natura d’amore e di comunione perfetta, lontano dalla violenza e dalla vendetta a cui gli uomini tante volte cedono, anche in nome della religione. La sfida, a cui la Quaresima più intensamente ci richiama, è proprio quella di tornare ad ascoltare la vera voce del Signore, in mezzo a tanti falsi messaggi, a proposte fuorvianti e ad ingiustizie manifeste. Al termine della S. Messa, i frati francescani hanno di nuovo accompagnato in corteo Mons. Shomali ed il suo seguito all’esterno della Basilica e lungo le strette vie della Città Vecchia di Gerusalemme, fino al Patriarcato latino, poco distante dalla Porta di Giaffa.


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Cronaca Custodiale TReviglio, 03 marzo 2012

I cristiani come cittadini della Terra Santa. Il Custode protagonista dell’incontro organizzato dall’UCID a Treviglio Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di Alessio Rivoltella

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Si è svolto nel pomeriggio di sabato 3 marzo, presso l’Auditorium del Centro Salesiano don Bosco di Treviglio, l’incontro con il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, sul tema Cattolici e altre comunità cristiane in Terra Santa: pellegrini o abitanti come ebrei e musulmani? L’iniziativa, che ha ricevuto il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Città di Treviglio, è stata promossa e organizzata dall’UCID - Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti. L’UCID è un’associazione apartitica di imprenditori, dirigenti e professionisti che si propone la formazione morale e spirituale dei suoi membri, così da incentivarne l’etica personale e professionale, attraverso la conoscenza e il rispetto di principi morali, cristiani e della dottrina sociale della Chiesa. L’UCID si preoccupa anche di sensibilizzare la comunità su temi e problemi di particolare interesse, grazie a conferenze pubbliche che affrontino le questioni in modo autorevole, competente ed approfondito. In questo contesto si colloca anche l’incontro dello scorso sabato a Treviglio, che ha visto protagonista il Custode di Terra Santa. In una bella sala gremita di gente, tra cui molti membri dll’UCID provenienti da diverse zone della Lombardia, sono stati davvero tanti gli amici che hanno accolto fra Pizzaballa al suo arrivo. Molti dei presenti conoscevano il Custode da lungo tempo, essendo egli originario di Cologno al Serio (BG), una località di queste stesse terre lombarde; altri sono venuti a contatto con lui in Terra Santa, dove fra Pizzaballa vive ormai da molti anni, diventando

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amici o collaboratori della Custodia francescana. Tra tutte le persone che si sono strette con affetto attorno al Custode, vi era anche la sua famiglia, orgogliosa e commossa. Preso posto al tavole dei relatori, insieme a Mons. Roberto Ziglioli, Consulente dell’UCID di Treviglio e Rettore Emerito del Santuario di Santa Maria del Fonte di Caravaggio, don Ettore Guerra, Direttore del Centro Salesiano di Treviglio, e all’arch. Italo Scaravaggi, Presidente della sezione UCID di Treviglio, il Custode ha tenuto una relazione molto interessante ed articolata, basata su un’analisi acuta ed esaustiva della condizione, del ruolo e delle prospettive dei Cristiani in Terra Santa. Con una breve introduzione, fra Pizzaballa ha chiarito come l’espressione “Terra Santa” possieda una connotazione religiosa, con la quale i cristiani si riferiscono alla geografia della fede, ai luoghi precisi in cui Dio si è rivelato all’uomo e si è compiuta la storia della salvezza, i luoghi a cui, perciò, tutti apparteniamo e che hanno dato origine alla nostra fede e alla nostra cultura. Il Custode ha poi continuato il suo intervento fornendo alcuni dati numerici relativi ai diversi gruppi cristiani che vivono in Terra Santa, informazioni necessarie a comprendere meglio le dinamiche nelle quali i protagonisti sono coinvolti. Dei circa 170.000-175.000 cristiani di Terra Santa, che costituiscono l’1% della popolazione complessiva, la maggior parte appartiene alle Chiese ortodosse orientali (greca, armena, copta...), mentre 40.000-45.000 circa sono cattolici e i gruppi rimanenti costituiscono, per la loro esiguità numerica, delle presenze simboliche. Il 60% dei cristiani vive nello Stato di Israele, il 40% nei territori palestinesi e a Gerusalemme Est. Quest’ultima possiede una fisionomia particolare per quanto riguarda la composizione demografica: la città ospita infatti circa 500.000 ebrei, 260.000 musulmani e circa 12.000 cristiani arabi palestinesi. Esiste poi la piccola comunità dei cristiani di origine ebraica (circa 5.000 persone), rinata dopo molti secoli, quando venne istituito lo Stato di Israele, e che comprende per la maggior parte cristiani evangelici, ma conta anche qualche centinaio di cattolici. Infine, vi è il gruppo dei lavoratori stranieri cristiani, che soprattutto negli anni più recenti, è diventato assai numeroso in

Israele, contando più o meno 350.000 persone, soprattutto filippini, indiani, sudamericani. Fra Pizzaballa ha proseguito con l’esame della condizione dei cristiani rispettivamente nello Stato di Israele e in Palestina, sottolineando le specificità e le diversità delle due situazioni. In particolare, lo Stato di Israele, pur avendo la vocazione di garantire una patria agli ebrei, è essenzialmente democratico e garantisce a tutti i cittadini il riconoscimento dei diritti civili e sociali fondamentali.

In questo contesto il principale problema concerne l’identità dei cittadini, specialmente delle minoranze non ebraiche poiché, mancando un concetto di laicità di tipo occidentale, l’appartenenza religiosa definisce anche l’appartenenza sociale, culturale e civile della persona. La fede che ciascuno professa, quindi, ha una chiara funzione pubblica e civile. Nei territori palestinesi, segnati da una grave frammentazione territoriale e sociale, la situazione è invece più delicata, mancando spesso i quadri sociali e professionali intermedi e non essendo ancora garantita l’assistenza socio-sanitaria.

Il perdurare del conflitto aggrava certamente la fragilità della situazione. Mentre nello Stato di Israele la Chiesa svolge una funzione soprattutto ecclesiale e pastorale, in Palestina essa assolve anche molti dei compiti propri dello Stato sociale: offre lavoro, assicura l’educazione e la formazione scolastiche, garantisce l’assistenza sanitaria ed economica ai soggetti e alle categorie sociali più Aprile | FdC | 35


Cronaca Custodiale deboli. In questo contesto, l’autorità religiosa rappresenta anche un importante riferimento sociale. Il Custode ha precisato come, al centro di questa complessa funzione che la Chiesa assolve in Terra Santa, si collochi l’attività educativa, promossa soprattutto attraverso la rete delle scuole cristiane. Nell’ambito di un contesto formativo centralizzato e assai ideologico, le scuole cristiane assolvono una duplice funzione: si occupano della formazione dell’identità dei cristiani, con una tradizione educativa antichissima e molto apprezzata; promuovono il dinamismo delle relazioni interculturali e del dialogo interreligioso, accogliendo generalmente anche molti studenti musulmani, più raramente ebrei, che hanno così la possibilità di crescere insieme e di integrare più facilmente anche la minoranza cristiana. Esiste poi, ha proseguito fra Pizzaballa, la dimensione del rapporto intracristiano, ossia del dialogo tra le diverse comunità cristiane, ciascuna delle quali desidera mantenere un proprio spazio ed una propria presenza in Terra Santa. In tale contesto il dialogo e il confronto non toccano tanto i grandi problemi teologici, ma si misura piuttosto con le questioni più concrete dell’appartenenza, dell’identità e della particolare lettura della storia, da cui dipendono la possibilità della convivenza, della custodia di un patrimonio condiviso, della costruzione di un linguaggio comune. I cristiani, ha concluso il Custode, sono dunque cittadini della Terra Santa, al pari di ebrei e musulmani, ed il carattere cristiano della Terra Santa è parte integrante del territorio, per cui esiste uno stile cristiano di vivere in questa realtà. Pur avendo scarso rilievo politico, a ragione dell’esiguità numerica e delle divisioni interne, i cristiani di Terra Santa costituiscono una fondamentale presenza culturale, non soltanto perché ai pellegrinaggi cristiani si lega oltre il 66% dell’intenso turismo che tocca questi luoghi, ma anche perché essi hanno l’importantissimo compito di essere una testimonianza di vita e di azione nonviolenta, propositiva, capace di attivare iniziative di crescita comune, di costruire microponti di pace, di superare pregiudizi e paure, di contrastare la mentalità violenta che tende a riprodursi in famiglia, a scuola, nelle relazioni più 36 | FdC | Aprile

ampie, spesso ferite e compromesse. In questa realtà molto complessa, nel crogiuolo bello e affascinante della Terra Santa, dove non si può mai prescindere dalla relazione con l’altro e con il diverso, ci sono anche tante presenze di pace, singoli, gruppi, associazioni, movimenti che creano quotidianamente piccoli mondi di pace. La conferenza è stata seguita da un intenso e vivace dibattito con molti dei presenti in sala. Alle 18.30, presso la Basilica di San Martino, nel centro di Treviglio, fra Pizzaballa ha presieduto la celebrazione eucaristica prefestiva, a cui hanno preso parte la sua famiglia, i molti amici e conoscenti, numerosi membri dell’UCID e la locale comunità cristiana. La giornata si è conclusa con una cena, offerta dall’UCID, presso lo stesso Centro Salesiano che aveva ospitato l’incontro del pomeriggio.


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Giornata mondiale dellaterra santa 2012

La Custodia di Terra Santa

Avviso sAcro

IN CIFRE

285 missionari

(provenienti da 39 nazioni),

50 santuari, 24 parrocchie, 15 scuole,

4 case per malati e orfani, 4 case per pellegrini, 3 istituti accademici, 1 centro ecumenico, 2 case editrici, oltre 1.320 posti di lavoro, oltre 500 appartamenti per famiglie bisognose,

oltre 350 borse di studio annuali per studenti

foto M. Gottardo

universitari.

Aderisci alla Colletta del VenerdĂŹ Santo promossa dalla

Nelle foto: i Frati Minori durante un momento di preghiera nella basilica del Santo Sepolcro. A destra, la Pietra dell’unzione all’ingresso della chiesa.

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Cronaca Custodiale Gerusalemme, 06 Marzo 2012

Il ruolo importante delle religioni per tornare alla centralità dell’essere umano Testo e Foto MGS

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“Un libro pieno di buon senso e ricco di umanità”. È così che Massimo Pazzini, decano dello Studium Biblicum Franciscanum (SBF), ha definito il libro di Vannino Chiti, vice-presidente del Senato italiano, presentato ieri sera nel convento di San Salvatore. L’evento, organizzato in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II e ACLI che non sono certo nuove a iniziative che coinvolgono i paesi del Medio Oriente, ha lasciato particolarmente soddisfatti e incuriositi tutti i presenti, fra i quali numerosi studenti dello stesso SBF. A far da “padrino” della serata, fra Ibrahim Faltas, l’economo della Custodia, che in nome della sua amicizia con i presenti e della lunga collaborazione con varie associazioni toscane per la Terra Santa, ha dichiarato di essere felice di aver potuto ospitare l’evento e rappresentare la Custodia in assenza anche del Padre Custode. Contributo importante dell’Italia sul tema del dialogo interreligioso, della pace in Medio Oriente e della libertà religiosa, per citare il Console Giampaolo Cantini, “Religioni e Politica nel mondo globale” è un libro di straordinaria apertura che indaga e propone punti chiave per un efficace dialogo tra la politica e le religioni in un mondo globalizzato e in continuo cambiamento. Un tema questo del dialogo fra le religioni e fra religione e politica, particolarmente caro alla Custodia per la complessità che caratterizza la realtà in cui opera. Secondo P. Pazzini, infatti, il punto forte del libro è l’accento che continuamente pone sulla persona umana in quanto punto di partenza imprescindibile 38 | FdC | Aprile

di ogni dialogo. Presente anche Mons. Franco Agostinelli, vescovo di Grosseto, che ha ripercorso alcuni degli spunti più interessanti del libro: l’invito a trovare le convergenze tra religione e politica, la necessità di un nuovo ruolo della religione nella più ampia dimensione pubblica e sociale, la concezione di “nuovo umanesimo” inteso come consapevolezza di trovare spazio anche per l’aspetto più spirituale dell’uomo e per il suo costante bisogno alla trascendenza. Temi di grande attualità, come torna a sottolineare anche Andrea Olivero, presidente nazionale delle ACLI, per i quali bisogna “ripensare” il modo stesso di far politica, nell’ottica di ritornare ad una visione comune e collettiva, per costruire le basi per una più ampia progettazione. È l’etica condivisa di cui parla, infine, lo stesso autore, una visione e un percorso comuni che si allontanano da binomi di separazione e inconciliabilità come amico-nemico e da fondamentalismi sterili che portano alla violenza. Una bella sfida per la società contemporanea che trova qui in Terra Santa un terreno fertile e un laboratorio ideale in cui iniziare a lavorare.


Gerusalemme, 07 Marzo 2012

Il pianto di Gesù per la città amata: peregrinazione quaresimale al Santuario del Dominus Flevit Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di Fra Adelmo Vásquez Díaz Nel pomeriggio di mercoledì 7 marzo si è svolta la tradizionale peregrinazione quaresimale al Santuario del Dominus Flevit, che significa “il Signore pianse”, posto sulle pendici del Monte degli Ulivi. Questa piccola chiesa, così originale per la sua forma che ricorda una goccia e così suggestiva per lo splendido panorama della Città Santa che si gode dalla vetrata posta alle spalle dell’altare maggiore, è stata costruita dall’architetto Antonio Barluzzi nel 1955 sui resti di una chiesa bizantina, della quale si conservano sul pavimento alcuni mosaici del VII sec. La tradizione associa a questo luogo l’episodio descritto nel Vangelo di S. Luca del pianto di Gesù su Gerusalemme (Lc 19,41-44), “che non seppe riconoscere il tempo in cui fu visitata” e “non seppe comprendere ciò che porta alla pace”. Per lungo tempo i Francescani della Custodia di Terra Santa hanno coltivato la pratica delle peregrinazioni, come particolare atto devozionale che consiste nel raccogliersi e pregare insieme proprio nei luoghi della passione e morte di Gesù, narrati nei Vangeli e consolidati dalla tradizione cristiana.

La liturgia quaresimale presso la Chiesa del Dominus Flevit prevede la celebrazione della S. Messa solenne e cantata, preceduta dalla preghiera dei Vespri, ed è erede di riti e pratiche devozionali antichi di secoli. La S. Messa è stata presieduta da fra Artemio Vitores, Vicario custodiale, attorno al quale si è raccolta, assai numerosa, la comunità francescana della Custodia. Molti anche i religiosi e le religiose appartenenti alle diverse congregazioni di Terra Santa che hanno preso parte alla suggestiva celebrazione, insieme ad alcuni cristiani locali e ad un piccolo numero di pellegrini. Il pellegrinaggio quaresimale dei Francescani, che proseguirà ogni settimana facendo tappa in un diverso santuario, comincia proprio dal luogo in cui il Signore, vedendo la straordinaria bellezza della città amata, pianse per il suo destino di sofferenza e di divisione. Questo pellegrinaggio, dunque, è innanzi tutto un cammino interiore di approssimazione al mistero della salvezza, la possibilità di immergersi, con Gesù, in tutti i momenti e in tutte le espressioni della Sua sofferenza, fino al culmine della Sua morte in croce, da cui si risolleverà, vittorioso e risorto, la mattina di Pasqua.

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Cronaca Custodiale

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Gerusalemme, 10-11 Marzo 2012

Le solenni celebrazioni della terza settimana di Quaresima a Gerusalemme Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di fra Giorgio Vigna

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Proseguono gli appuntamenti quaresimali alla Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Anche in questa terza settimana di preparazione alla S. Pasqua, si sono svolte le solenni celebrazioni che hanno visto protagonista la comunità francescana della Custodia di Terra Santa, insieme alle autorità del locale Patriarcato latino. Nel pomeriggio di sabato, S. E. Mons. Kamal Batish, Vescovo Ausiliare emerito del Patriarca latino di Gerusalemme, ha nuovamente compiuto l’ingresso solenne in Basilica, accolto come di consueto da fra Fergus Clarke, guardiano del Santo Sepolcro, fra Artemio Vitores, Vicario custodiale, e fra Silvio De La Fuente, segretario custodiale, con innumerevoli altri frati francescani di Terra Santa.

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Cronaca Custodiale Dopo aver reso omaggio alla Pietra dell’Unzione e alla Tomba vuota del Signore, Mons. Batish ha guidato la Processione quotidiana in forma solenne, con l’accompagnamento dell’organo, partendo dalla Cappella del Santissimo Sacramento, o dell’Apparizione di Gesù Risorto a Maria, Sua Madre, e lungo le quattordici stazioni che compongono l’itinerario devozionale all’interno della Basilica, scandendo ogni sosta con momenti di raccoglimento, canto e preghiera. Insieme ai moltissimi religiosi delle varie congregazioni di Terra Santa e ai cristiani locali di lingua araba, hanno partecipato alla celebrazione anche numerosissimi pellegrini i quali, man mano che si avvicina la Settimana Santa, giungono in quantità sempre maggiore, ciascuno con la propria sensibilità, la propria curiosità e la propria attesa di salvezza, a visitare questi luoghi speciali in cui ogni cosa si è compiuta. Accanto ai latini, come ogni settimana, anche le altre comunità cristiane hanno celebrato le proprie liturgie quaresimali. La sera tardi, a partire dalle 23.30, la comunità francescana della Custodia, unitamente a molti membri del clero locale e a piccoli gruppi di pellegrini, si è ancora una volta raccolta presso la Basilica del Santo Sepolcro per la veglia notturna. Presieduta da fra Artemio Vitores, la veglia è cominciata, come nelle settimane precedenti, nella Cappella dell’Apparizione, proseguendo poi con la processione che fa memoria della Risurrezione del Signore e che prevede di girare attorno all’edicola del Santo Sepolcro, portando l’Evangeliario e le candele accese. Dopo aver brevemente pregato sulla Tomba vuota di Gesù, fra Artemio ha impartito ai fedeli presenti la benedizione solenne. La veglia è quindi proseguita nella Cappella dell’Apparizione, con la lettura del Vangelo della risurrezione, la solenne acclamazione del Signore risorto ed i riti conclusivi. Infine, fra Artemio, circondato dai confratelli e da altri religiosi, ha presieduto la celebrazione della S. Messa presso il Calvario, concludendo in preghiera questo ulteriore appuntamento notturno quaresimale. Infine, alla mattina di domenica, terza di Quaresima, alle ore 8.30, presso l’altare dedicato a S. Maria Maddalena, nella Chiesa del Santo Sepolcro, si è tenuta la celebrazione eucaristica 46 | FdC | Aprile


cantata e solennemente concelebrata, preceduta dalla preghiera delle Lodi, che ha di nuovo richiamato in gran numero i frati francescani di Terra Santa, molti religiosi e cristiani locali e tantissimi pellegrini di diversa provenienza. Accompagnato in processione dai Francescani della Custodia fin dalla sede patriarcale, vicina alla Porta di Giaffa, S. E. Mons. Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme, ha compiuto il suo ingresso solenne nella Basilica del Santo Sepolcro, allo scopo di presenziare alla S. Messa domenicale, come stabilito dal programma liturgico. Accolto da fra Fergus Clarke, Mons. Twal ha reso omaggio alla Pietra dell’Unzione e alla Tomba vuota, prendendo poi posto di fronte all’altare di S. Maria Maddalena, a pochi passi dall’edicola del Santo Sepolcro. Accanto al Vescovo, insieme ai molti sacerdoti concelebranti, erano presenti fra Fergus Clarke e fra Silvio De La Fuente, segretario custodiale. L’omelia, pronunciata dall’ambone accanto all’altare, è stata tenuta da fra Simon Herro, vicario parrocchiale della Chiesa

di San Salvatore. Ha assistito alla S. Messa anche il sergente maggiore Johnny Kassabri, ufficiale del sub-distretto di polizia della Porta di Giaffa a Gerusalemme, incaricato delle relazioni con le comunità cristiane. Terminata la celebrazione, Mons. Twal ed il suo seguito hanno lasciato la Basilica, ancora una volta accompagnati in corteo dai frati francescani, ed hanno fatto ritorno al Patriarcato, attraversando il Quartiere Cristiano della Città Vecchia di Gerusalemme.

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Cronaca Custodiale

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Cronaca Custodiale Gerusalemme, 12 Marzo 2012

La Custodia di Terra Santa lancia il nuovo sito web della Basilica del Santo Sepolcro

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Il sito, dalla grafica rinnovata, offre numerosi contenuti aggiornati e di qualità in quattro lingue -italiano, inglese, spagnolo, francese-, affiancati da una ricca offerta di immagini e foto scaricabili della Basilica del Santo Sepolcro. Gli argomenti, organizzati a tema in modo semplice ed intuitivo, accompagnano il visitatore alla scoperta e alla comprensione del luogo più importante di tutta la cristianità. Il Virtual Tour fotografico del Santo Sepolcro, elemento di forza del sito, accompagnato da brevi testi esplicativi, diventa strumento di notevole suggestione che consente a tutti di visitare la Basilica immergendosi negli spazi architettonici e

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nella stessa sacralità del luogo. Il player in Home Page consente di seguire la Pasqua 2012 a Gerusalemme grazie ai contributi video realizzati dal Franciscan Media Center. Inoltre attraverso il box di notizie è possibile rimanere sempre informati sulle ultime News dalla Custodia e dalla Terra Santa. L’uscita del sito del Santo Sepolcro è la prima tappa di un più ampio Progetto di rinnovamento dei siti internet dei Santuari, iniziativa pensata e dedicata ai pellegrini in visita alla Terra Santa che desiderano trovare informazioni sui Santuari. La Basilica del Santo Sepolcro per tutti Vedere e toccare i luoghi toccati e trasformati dalla presenza di Cristo è il desiderio di ogni cristiano. Da sempre i pellegrini giungono in Terra Santa per camminare sulle orme dei discepoli, dietro Gesù. La Custodia francescana di Terra Santa, incaricata nella cura dei Santuari e nell’accoglienza dei pellegrini, oggi desidera accompagnare i fedeli alla scoperta e alla conoscenza dei Luoghi Santi anche attraverso il web. I numerosi contenuti si intrecciano alla “Storia” della Basilica, dalla sua fondazione voluta


dall’Imperatore Costantino all’odierna convivenza tra le comunità cristiane che officiano il Sepolcro. La serzione dedicata alla “Visita” del luogo coinvolge il visitatore virtuale in un’esperienza di conoscenza a 360° attraverso le numerose informazioni e il virtual tour fotografico. La sezione di “Spiritualità”, cuore del sito, consente di ripercorrere i fatti evangelici che portano alla “tomba vuota” del Risorto e le memorie cristiane

custodite all’interno della Basilica. Infine, una serie di passi scelti tra le opere di pellegrini antichi e moderni è raccolta nella sezione “Testimonianze”. Nel prossimo trimestre verranno lanciati i siti dei santuari di Cafarnao, Getsemani, Natività ed Annunciazione. Buona navigazione! www.santosepolcro.custodia.org

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Cronaca Custodiale gerusalemme, 14 Marzo 2012

Vicini a Gesù nella Sua agonia al Getsemani: seconda peregrinazione quaresimale a Gerusalemme Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di fra Giorgio Vigna

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In questo mercoledì della terza settimana di Quaresima, com’è tradizione, si è tenuta la seconda peregrinazione del periodo di preparazione alla S. Pasqua, con una solenne celebrazione alle ore 16 nella Basilica dell’Agonia, nel santo luogo del Getsemani, dove Gesù visse i primi momenti della Sua passione, pregando e soffrendo nella notte del tradimento e dell’arresto nell’Orto degli Ulivi.

La comunità francescana di Terra Santa è intervenuta numerosa in occasione della S. Messa solenne, preceduta dalla preghiera dei Vespri e presieduta da fra Artemio Vitores, Vicario custodiale. Attorno all’altare maggiore, ai piedi del

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quale giace la roccia dell’agonia di Gesù, protetta all’intorno da un basso recinto in ferro battuto, si sono disposti i molti frati francescani e gli altri sacerdoti concelebranti. A lato dell’altare, sul fondo, hanno trovato posto i cantori, accompagnati all’organo da fra Armando Pierucci, direttore del Magnificat, la scuola di musica della Custodia francescana a Gerusalemme. Nella suggestiva Basilica, sempre immersa nella penombra delle sue vetrate violacee, che invitano ad una profonda meditazione, si sono raccolti religiosi e religiose dei numerosi ordini presenti in Terra Santa, diversi cristiani della comunità locale e tanti pellegrini che, in questi giorni di Quaresima, non lontani dalla Settimana Santa, visitano in numero crescente questi luoghi, così importanti per ogni cristiano, partecipando con devozione e fervore alle speciali celebrazioni qui si svolgono. La liturgia della S. Messa propone l’immagine del servo sofferente del Signore, mirabilmente descritto dal profeta Isaia (Is 53,1-7a), e il brano del Vangelo di S. Matteo, sull’agonia di Gesù al Getsemani, nella notte dell’arresto che l’avrebbe in breve condotto fino alla croce (Mt 26,36-46). Nel santo luogo del Getsemani, nel silenzio che l’avvolge mentre scende la sera, nei suoi colori che vanno attenuandosi e nella vicinanza di Dio che qui si sperimenta in modo particolare, le toccanti parole di queste letture acquistano un significato ancor più vivo, facendo percepire con immediatezza l’angoscia di Gesù davanti alla passione che


l’attende, la Sua paura, la consapevolezza della solitudine e della sofferenza a cui è chiamato per la salvezza del mondo. Questa peregrinazione quaresimale, lungo il cammino che ci conduce a ripercorrere i momenti salienti della passione, morte e risurrezione di Gesù, ci fa scoprire e ci pone a contatto con la profonda umanità di Cristo, con i Suoi sentimenti più terreni di paura e di sgomento davanti al dolore e alla morte, con la fatica che anche a Lui costò accogliere fino in fondo la volontà del Padre ed offrire la Sua vita con assoluta umiltà e obbedienza, salendo da solo sulla croce e vedendo disperdersi e fuggire anche gli amici che l’avevano seguito da vicino fino ad allora. Soltanto Maria, Sua madre, e Giovanni saranno ai piedi della croce.

Ma nell’abbandono di Gesù alla volontà del Padre, nella Sua fiducia assoluta nella vicinanza di Dio, si cela la vera grandezza dell’umanità e dell’insegnamento di Cristo, che aprono continuamente alla vita e alla speranza, che legano definitivamente, attraverso l’abbraccio della croce, il destino dell’uomo e del mondo alla vita di Dio.

Al termine della celebrazione tutti i presenti hanno voluto accostarsi all’altare, per toccare la pietra sulla quale Cristo ha sofferto e rivolgere al Signore una breve preghiera, in silenzio, in intimo raccoglimento, proprio come fece Gesù, che qui vegliò pregando con tutte le Sue forze e si preparò, in comunione con il Padre, a donare la Sua vita per la vita di tutti.

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Cronaca Custodiale gerusalemme, 17-18 Marzo 2012

Le solenni celebrazioni della quarta settimana di Quaresima a Gerusalemme Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di fra Giorgio Vigna

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In questo sabato che precede la IV domenica di Quaresima si è ripetuto l’appuntamento liturgico settimanale che scandisce il periodo di preparazione alla S. Pasqua e che vede protagonisti la comunità francescana della Custodia di Terra Santa e il locale Patriarcato latino, impegnati insieme nelle solenni celebrazioni che si sono svolte, come di consueto, alla Basilica del Santo Sepolcro. Nel tardo pomeriggio, nella Cappella del Santissimo Sacramento, o dell’Apparizione di Gesù Risorto a Maria, Sua Madre, sono stati celebrati i primi Vespri. Presieduta da fra Carlos Molina,


cantore solista alla Basilica del Santo Sepolcro, la liturgia ha visto la viva partecipazione della comunità francescana della Custodia, del clero locale e di un buon numero di pellegrini. Alla sera tardi, a partire dalle 23.30, ci si è nuovamente ritrovati presso la Chiesa del Santo Sepolcro per la consueta veglia notturna. Il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, ha presieduto la celebrazione, alla presenza di un folto gruppo di partecipanti, che ha riempito interamente la Cappella dell’Apparizione e lo spazio all’esterno di quest’ultima, davanti ai confessionali e all’altare dedicato a Santa Maria

Maddalena e, ancora, accanto all’edicola del Santo Sepolcro. Insieme al Vicario custodiale, fra Artemio Vitores, la comunità francescana è intervenuta numerosissima, così come i religiosi e le religiose delle molte congregazioni di Terra Santa, i cristiani locali di lingua araba e molti dei pellegrini che, soprattutto in questo periodo di preparazione alla S. Pasqua, animano la Città Santa. Dopo la prima parte della liturgia celebrata all’interno della Cappella dell’Apparizione, si è fatta ancora una volta Memoria della Resurrezione del Signore, con la processione verso il Santo Sepolcro e il giro attorno all’edicola, mentre il

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Cronaca Custodiale Custode portava solennemente l’Evangeliario e tutti i presenti recavano in mano una candela accesa. Accompagnato dal canto e dalla preghiera dell’assemblea, fra Pizzaballa ha visitato la Tomba vuota del Signore, introducendo l’Evangeliario e sostando brevemente in meditazione. Uscendo dall’edicola del Sepolcro, il Custode ha impartito ai fedeli la benedizione solenne. L’assemblea è poi tornata alla Cappella dell’Apparizione, dove si è celebrata l’ultima parte della veglia. A seguire, presso il Calvario, è stata celebrata la S. Messa. La mattina seguente, IV domenica di Quaresima, secondo la tradizione liturgica latina, la comunità dei fedeli si è nuovamente raccolta presso l’altare di Santa Maria Maddalena, nella Basilica del Santo Sepolcro, per assistere alla S. Messa cantata e solennemente concelebrata, preceduta dalla preghiera delle Lodi. La IV domenica di Quaresima è definita, secondo il Calendario liturgico della Chiesa cattolica, Domenica Laetare, dal latino gioire, rallegrarsi. Il popolo ha infatti motivo di gioire per l’arrivo ormai imminente della sua redenzione, nella S. Pasqua del Signore. L’antifona all’ingresso recita: “Rallegrati, Gerusalemme,

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e voi tutti che l’amate, riunitevi./ Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza:/ saziatevi dell’abbondanza della vostra consolazione” (Is 66,10.11). si avverte questo senso di allegrezza per l’avvicinarsi della liberazione anche grazie alla simbologia liturgica: i sacerdoti celebranti, infatti, indossano la casula, ossia la veste sacra, di colore rosa, anziché viola. Al viola, infatti, che rappresenta la penitenza quaresimale, si può sostituire il rosa, colore meno cupo, più solare, che lascerà presto il posto al bianco puro e sfavillante della domenica di Pasqua. Ancora una volta i frati francescani della Custodia hanno raggiunto in processione la sede del Patriarcato latino, poco distante dalla Porta di Giaffa della Città Vecchia, ed hanno accompagnato solennemente S. E. Mons. William Shomali, Vescovo ausiliare del Patriarca latino di Gerusalemme, fino alla Basilica del Santo Sepolcro, affinché il prelato potesse assistere alla celebrazione domenicale, come previsto dal

programma liturgico. Insieme a fra Silvio De La Fuente, Segretario custodiale, fra Stephane Milovitch, guardiano della Basilica della Natività a Betlemme, i quali hanno trovato posto accanto a Mons. Shomali, e a fra Fergus Clarke, guardiano del Santo Sepolcro, la comunità francescana di Terra Santa è intervenuta numerosissima alla solenne celebrazione. Molti anche i religiosi e le religiose delle altre congregazioni, i fedeli locali, i pellegrini delle diverse parti del mondo. La S. Messa è stata presieduta da fra Carlos Molina, mentre l’omelia, pronunciata dall’ambone accanto all’altare, è stata tenuta da fra Nerwan Nasser Al-Banna, parroco della Parrocchia latina di Gerusalemme. Al termine della S. Messa, i frati francescani hanno riaccompagnato, in processione, Mons. Shomali ed il suo seguito, lasciando la Basilica e percorrendo le strette vie del quartiere cristiano della Città Vecchia, fino alla sede patriarcale.

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Cronaca Custodiale nazareth, 18-19 marzo 2012

La fede dell’”uomo giusto”: la celebrazione della festa di San Giuseppe a Nazaret Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di Miroslaw Jadlosz

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In questa domenica sera che introduce alla festa di S. Giuseppe, sposo della Vergine Maria, Patrono della Chiesa universale e padre putativo di Gesù, la cittadina di Nazaret in Galilea è stata protagonista della cerimonia solenne che ha aperto questa importante ricorrenza.

Qui, infatti, si trova la Chiesa di San Giuseppe, che sorge a poca distanza dalla Basilica dell’Annunciazione, nella quale si trova la grotta

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che ricorda, con le parole “Verbum caro hic factum est” ai piedi dell’altare, il luogo dell’annuncio fatto dall’angelo a Maria e che apre all’incarnazione della Parola di Dio nel suo grembo. Il santuario dedicato al Santo sposo della Vergine è detto anche della Nutrizione, perché Gesù vi fu cresciuto ed educato fino all’età adulta, imparando il mestiere del padre. Il luogo in cui esso sorge doveva certamente essere abitato fin da tempi remoti, poiché in occasione dei lavori di edificazione della Basilica attuale furono ritrovate grotte, cisterne, parti delle abitazioni primitive e una vasca mosaicata con gradini, che probabilmente servì come antico bagno rituale e come fonte battesimale del periodo giudeo-cristiano. Nel XVII secolo, padre Francesco Quaresmi riferì di un luogo “chiamato dai locali Casa e Officina di Giuseppe... dove un tempo c’era una bella chiesa dedicata a San Giuseppe”. La prima costruzione, probabilmente di epoca bizantina, fu distrutta nel corso dl XII secolo e sui suoi resti venne poi edificata una chiesa crociata. Il luogo fu acquistato dai Francescani nel 1754 e, tra il 1911 e il 1914,


fra Wendelin Hinterkeuser vi costruì l’attuale Basilica a tre navate, sulle rovine delle precedenti chiese. Consacrato nel 1914, il santuario ricorda la chiamata di Giuseppe a diventare partecipe del progetto di Dio per la redenzione del mondo e ad essere testimone e custode della vita della Sacra Famiglia. In questo luogo, alle 17.00, il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, ha presieduto la S. Messa solenne della vigilia della festa di San Giuseppe. Giunto con un poco d’anticipo rispetto all’inizio della celebrazione, il Custode è stato accolto sul piazzale antistante la Basilica dell’Annunciazione da una folla festante di fedeli e di pellegrini e dai gruppi scouts locali. Compiuto il rito della vestizione all’ingresso della Chiesa dedicata al Santo, fra Pizzaballa ha raggiunto in processione l’altare maggiore, per celebrare l’Eucaristia in latino ed arabo, affiancato da fra Riccardo Bustos, guardiano della Basilica dell’Annunciazione e della Basilica di San Giuseppe a Nazaret, e da fra Amjad Sabbara, parroco di Nazaret. Presenti alla cerimonia solenne

i frati francescani della comunità di Nazaret, insieme a molti altri francescani giunti da altre zone della Galilea e da Gerusalemme. A riempire interamente le navate della chiesa numerosi religiosi e religiose delle varie congregazioni di Terra Santa, tanti cristiani della locale comunità araba e molti pellegrini di diversa provenienza. La celebrazione, animata dal coro di Nazaret, ha seguito la S. Messa composta in onore di San Giuseppe da fra Armando Pierucci, organista della Custodia e direttore del Magnificat, la scuola di musica francescana a Gerusalemme. All’inizio della celebrazione, fra Pizzaballa ha compiuto un breve atto devozionale, scendendo nella cripta della Basilica, meta di venerazione per i pellegrini di tutto il mondo. Qui si trova appunto la vasca usata anticamente come fonte battesimale, il cui mosaico riproduce la simbologia del battesimo con l’acqua e alla quale si discendeva con una scaletta di 7 gradini, che rappresentano i 7 cieli ed i 7 doni dello Spirito Santo, ma che significano anche la morte redentrice di Gesù, da cui poi si risale a nuova vita. Sempre nel mosaico, la pietra

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Cronaca Custodiale

nera che vi è raffigurata simboleggia Cristo, pietra angolare della vita umana. Tornato all’altare, il Custode ha rivolto, in inglese, alcune parole di saluto a tutti i partecipanti, venuti a celebrare la vigilia di questa importante festa nella città di Maria e Giuseppe. “Giuseppe - ha sottolineato fra Pizzaballa - aveva i suoi progetti, ma Dio gli chiese di cambiare quei progetti e lo chiamò ad accogliere una nuova missione e a diventare padre terreno di Gesù. E Giuseppe accettò responsabilmente questo compito, nel silenzio e nell’obbedienza alla volontà di Dio”. Questa è “la scuola” della Sacra Famiglia di Nazaret. La figura e l’esempio di San Giuseppe sono stati anche al centro dell’omelia pronunciata in arabo da fra Amjad Sabbara. Ispirandosi al brano evangelico proposto dalla liturgia (Mt 62 | FdC | Aprile

1,16.18-21.24a), nel quale appunto è descritta la chiamata di Giuseppe in sogno da parte di Dio e la disponibilità del primo, che “fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore”, fra Amjad ha mostrato come, nel Vangelo, Giuseppe venga presentato con un unico titolo, quello di “uomo giusto”. Come Gesù, Figlio di Dio, che pure è stato educato nella famiglia di Nazaret ed ha imparato certamente molte cose da quest’uomo giusto, così anche noi siamo chiamati a seguire umilmente il modello di questa Sacra Famiglia. E quando, nel Padre Nostro, si recitano le parole “sia fatta la Tua volontà”, non si può dimenticare che San Giuseppe ha davvero vissuto fino in fondo questa preghiera, mettendo la sua vita a disposizione del progetto di Dio. La vocazione dell’uomo, infatti, non è quella di un’esistenza ordinaria, mediocre, bensì di vivere la chiamata di Dio, di ascoltare la Sua Parola, di conoscerLo e vivere in comunione con Lui. Perciò, chi cerca la pace del cuore, deve porsi alla scuola di San Giuseppe, “uomo giusto”, che ha saputo vivere in pienezza i comandamenti di Dio e riconoscere i segni dei tempi. Fra Amjad ha poi invocato l’intercessione di San Giuseppe, affinché, in questo giorno speciale, egli assicuri la sua protezione alle famiglie e resti un vivido modello per tutti i padri di famiglia, aiutando così le famiglie a sperimentare la pace e la comunione che regnavano nella Famiglia di Nazaret. Infine, il parroco ha presentato, a nome della Custodia, le condoglianze alla Chiesa copta di Terra Santa, il cui Patriarca è stato chiamato alla casa del Padre la notte precedente. Al termine della S. Messa, si è svolta la tradizionale processione con cui il Custode, seguito da centinaia di fedeli, ha portato solennemente l’icona di San Giuseppe dal Santuario a lui dedicato, che ricorda il luogo in cui egli visse e lavorò, alla Basilica dell’Annunciazione, deponendo l’immagine nella grotta, nella parte inferiore della Chiesa, dove sorgeva un tempo l’abitazione di Maria. Un itinerario consueto, che avrà certamente unito i due santi sposi anche duemila anni fa. Nella grotta è stato letto il brano del Vangelo di S. Luca che narra l’annuncio rivolto alla Vergine di Nazaret dall’Arcangelo Gabriele (Lc 1,26-31). Inginocchiato davanti alla grotta, il Custode ha poi rivolto la supplica a nome di tutta la Chiesa,


chiedendo l’intercessione di San Giuseppe e della sua Sposa Immacolata ed innalzando una speciale preghiera per la Custodia francescana di Terra Santa, chiamata a custodire i Luoghi Santi, dove si sono compiuti i misteri della Redenzione, e a servire la Chiesa, i Santuari, i cristiani locali e i pellegrini di tutto il mondo. Infine, fra Pizzaballa, tenendo l’icona di San Giuseppe tra le mani, ha impartito la benedizione solenne alla numerosa comunità intervenuta alla suggestiva cerimonia. A seguire, il tradizionale bacio dell’icona. Una figura preziosa, quella di San Giuseppe, per

l’intera Cristianità. Un culto diffuso in tutto il mondo, che trova le sue radici a Nazaret, dove i primi cristiani conservarono il ricordo della Sacra Famiglia e della sua semplicità e santità di vita. Una devozione profonda, che trovò la sua prima consacrazione ufficiale proprio da parte dei Francescani. Nel 1399, durante il Capitolo Generale dell’Ordine ad Assisi, essi decisero di celebrare ogni anno la festa di San Giuseppe fissandola al 19 marzo, scelta che trovò poi la conferma di Papa Sisto V, anch’egli appartenente alla famiglia francescana. Fino a Papa Giovanni Paolo II che, il 15 agosto 1989, indirizzò alle comunità cristiane l’esortazione apostolica Redemptoris Custos, riguardante appunto la figura e la missione di San Giuseppe. Un uomo semplice, ma coraggioso, che seppe fare della sua casa e della sua famiglia una vera scuola del Vangelo, custodì e penetrò il senso profondissimo della presenza di Gesù nel mondo ed offrì il primo umile fondamento alla Chiesa universale, della quale è ancor oggi custode e patrono.

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Cronaca Custodiale Gerusalemme, 21 marzo 2012

“Ho presentato il dorso ai flagellatori”: terza peregrinazione quaresimale a Gerusalemme Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di fra Giorgio Vigna

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La peregrinazione quaresimale di questa settimana si è tenuta alla Chiesa della Flagellazione, presso il Convento francescano che è situato lungo la via Dolorosa, non lontano dalla Porta di Damasco della Città Vecchia di Gerusalemme. La tradizione cristiana colloca qui due momenti della Passione di Gesù: la flagellazione e la condanna a morte. I due santuari dedicati a questi episodi sono annessi al convento francescano, che è anche sede, dal 1923, dello Studium Biblicum Franciscanum, la Facoltà di Scienze bibliche e Archeologia della Custodia di Terra Santa. Qui, si situa anche la seconda stazione della via Crucis, L’imposizione della croce, indicata sulla parete esterna del Santuario della Condanna, all’inizio della via Dolorosa. Sul Litòstroto, di cui si conservano ancora alcune pietre nel pavimento della Chiesa della Condanna, e sul Pretorio di Ponzio Pilato, dove Gesù fu giudicato, venne edificata nel V secolo, dopo un periodo di abbandono, una chiesa poi detta di Santa Sofia. Con gli anni, di questo santuario si persero le tracce e il ricordo del Litòstroto si fissò dapprima sul Monte Sion e, dalla fine del XII secolo, nei pressi della

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fortezza Antonia, che, ai tempi di Gesù, dominava il Tempio da nord. La Chiesa della Flagellazione fu costruita dai crociati nel XII secolo e rimase poi in abbandono per molti secoli. Nel 1838 fu acquistata dai Francescani e riaperta al culto. Successivamente, nel 1929, l’architetto italiano Antonio Barluzzi la restaurò, mantenendone lo stile medioevale. Nell’attuale santuario si possono ammirare le belle vetrate disegnate dall’artista Duilio Cambellotti, raffiguranti il giudizio di Pilato, la flagellazione di Gesù e la liberazione di Barabba. In questo santo luogo, nel pomeriggio di mercoledì 21 marzo, alle 17.00, la comunità dei fedeli si è raccolta per commemorare solennemente la flagellazione del Signore, con una S. Messa preceduta dalla preghiera dei Vespri. La celebrazione è stata presieduta da fra Najib Ibrahim, Guardiano della Flagellazione e Professore di Esegesi neotestamentaria presso lo Studium Biblicum. Accanto a lui, fra Artemio Vitores, Vicario custodiale, e fra Massimo Pazzini, Decano dello Studium Biblicum e Professore di Ebraico biblico e Siriaco. La famiglia francescana


di Terra Santa è intervenuta numerosa a questo appuntamento, unitamente a molti religiosi e religiose delle varie congregazioni locali, ad un buon numero di cristiani di lingua araba, ad amici e collaboratori della Custodia. Per i partecipanti che non hanno potuto trovare posto nel piccolo santuario, gremito di gente, sono state disposte alcune panche all’esterno della chiesa, nel chiostro antistante l’ingresso. La liturgia propone dapprima, con le suggestive parole del profeta Isaia (Is 50,4-10), l’immagine del servo del Signore, che “ha presentato il dorso ai flagellatori,/ la guancia a coloro che gli strappavano la barba;/ non ha sottratto la faccia/ agli insulti e agli sputi”. Il brano del Vangelo di S. Giovanni ripercorre poi i momenti in cui Gesù compare di fronte a Ponzio Pilato, il quale, pur non trovando in Lui alcuna colpa, istigato anche dalla folla, consegna Gesù ai soldati per farlo flagellare (Gv 18,38-19,5). Scrive Papa Giovanni Paolo II:

“Alla condanna iniqua si aggiunge l’oltraggio della flagellazione. Consegnato alle mani degli uomini, il corpo di Gesù è sfigurato. Quel corpo ricevuto dalla vergine Maria, che faceva di Gesù “il più bello tra i figli dell’uomo”, che dispensava l’unzione della Parola - “dalle tue labbra fluisce la grazia” (Sal 45,3) -, viene ora crudelmente lacerato dalla frusta.

Il volto trasfigurato sul Tabor è sfigurato nel pretorio: volto di chi, insultato, non risponde; di chi, percosso, perdona; di chi, reso schiavo senza nome, libera quanti giacciono nella schiavitù. Gesù avanza risolutamente sulla via del dolore, compiendo nella carne viva, fatta viva voce, la profezia di Isaia. [...] Profezia che si apre a un futuro di trasfigurazione”.

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Cronaca Custodiale

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Betania, 22 marzo 2012

“Io sono la risurrezione e la vita”: peregrinazione quaresimale a Betania Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di fra Giorgio Vigna

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Nella mattina di giovedì 22 marzo un nuovo tratto di cammino quaresimale è stato percorso dalla comunità cristiana latina di Terra Santa, che si prepara a rivivere la passione, morte e risurrezione del Signore Gesù, nei particolari luoghi che costituirono lo scenario di questi eventi, più di duemila anni fa.

Si è fatta oggi memoria della resurrezione di Lazzaro, amico di Gesù e protagonista di questo fatto straordinario, insieme alle sue due sorelle, Maria e Marta, nel piccolo villaggio di Betania, poco distante da Gerusalemme, lungo la strada che dal Monte degli Ulivi scende verso Gerico. Qui si trovano il Santuario francescano che ricorda la casa degli amici del Signore e il luogo della tomba di Lazzaro. La chiesa, costruita dall’architetto italiano Antonio Barluzzi nella prima metà del Novecento, sorge sul alcuni resti bizantini e crociati che nascondevano edifici precedenti, nei quali è ravvisabile l’antica presenza di un piccolo gruppo di abitazioni, la cittadina dove viveva la famiglia di Lazzaro, Maria e Marta. Infatti, verosimilmente, i ruderi celano la casa di Marta dove, come si legge nel Vangelo, Gesù veniva in molte occasioni a riposarsi e a godere del calore dell’amicizia umana. La chiesa attuale, con forma di croce greca, presenta al centro una cupola ricoperta di mosaici dorati che, insieme ai fasci di luce che provengono dall’alto, proiettano verso una prospettiva aperta, com’è stato per la

vicenda di Lazzaro, il quale ha potuto gustare la vera Luce da cui si riceve la vita eterna. Sulle quattro pareti della croce greca, che proseguono nella cupola, spiccano dei bei mosaici raffiguranti gli episodi evangelici relativi alla famiglia di Betania: la preziosa ospitalità di Maria e Marta, la risurrezione dell’amico Lazzaro, il tenero e profetico gesto di Maria che versa olio profumato sui piedi del Signore e poi li asciuga con i suoi capelli, e le parole che caratterizzano il santuario: Io sono la risurrezione e la vita (Gv 11,25). Questi episodi ricostruiscono quel clima di familiarità, di accoglienza e di amicizia che anche Gesù, nella Sua vita terrena, volle sperimentare. Dopo la prima S. Messa tenutasi alle ore 6.30 nel luogo indicato come la tomba di Lazzaro, che dista una cinquantina di metri dal Santuario francescano, alle ore 7.30 è stata celebrata, presso la Chiesa di Betania, la S. Messa solenne cantata e preceduta dalla preghiera delle Lodi. La cerimonia è stata presieduta da fra Artemio Vitores, Vicario custodiale, accanto al quale era presente, come concelebrante, fra Jerzy Kraj, attuale direttore del Franciscan Media Center, il Centro Multimediale della Custodia di Terra Santa. La comunità francescana locale è intervenuta numerosa all’appuntamento, insieme a tanti religiosi e religiose delle diverse congregazioni di Terra Santa, ad amici, volontari e collaboratori impegnati in Custodia e ad alcuni cristiani della locale comunità di lingua araba. Al termine delle celebrazioni, dopo un semplice momento conviviale nel convento francescano annesso al Santuario di Betania, si è tenuta la tradizionale processione che, scandita dalla lettura di brani del Vangelo, canti e preghiere, è partita dalla zona antistante il sepolcro di Lazzaro ed è proseguita per il Monte degli Ulivi, con soste all’Edicola dell’Ascensione del Signore e alla Chiesa del Padre Nostro. Qui la peregrinazione si è conclusa con un intenso momento di preghiera comune, durante il quale è stata ricordata in modo particolare la difficile situazione che la popolazione della vicina Siria sta attraversando in questi mesi. Si legge nel Vangelo di San Giovanni: “Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena” (Gv 12,12). Scrive Papa Benedetto XVI: “Il racconto Aprile | FdC | 67


Cronaca Custodiale Milano, 07 Marzo 2012

Nasce: libreriaterrasanta.it la prima libreria cattolica online su pellegrinaggi e cammini di fede

evangelico conferisce un intenso clima pasquale alla nostra meditazione: la cena di Betania è preludio alla morte di Gesù, nel segno dell’unzione che Maria fece in omaggio al Maestro e che Egli accettò in previsione della sua sepoltura. Ma è anche annuncio della risurrezione, mediante la presenza stessa del redivivo Lazzaro, testimonianza eloquente del potere di Cristo sulla morte. Oltre alla pregnanza di significato pasquale, la narrazione della cena di Betania reca con sé una struggente risonanza, colma di affetto e di devozione; un misto di gioia e di dolore: gioia festosa per la visita di Gesù e dei suoi discepoli, per la risurrezione di Lazzaro, per la Pasqua ormai vicina; amarezza profonda perché quella Pasqua poteva essere l’ultima”. Seguiamo dunque il Signore sulla strada che da Betania lo condurrà presto di nuovo a Gerusalemme, per i giorni della passione, fino alla gloria della risurrezione, di cui le parole e gli avvenimenti che si compirono a Betania sono annuncio ed anticipazione. 68 | FdC | Aprile

È nato il sito www.libreriaterrasanta.it, il portale della Libreria Terra Santa di Milano: la prima libreria cattolica online dedicata ai pellegrinaggi e ai cammini di fede. La Libreria Terra Santa è finalmente online. Da oggi, accanto ai tradizionali canali di acquisto via telefono (02 34 91 566) ed e-mail (libreria@ edizioniterrasanta.it), per i libri e i supporti multimediali (cd e dvd) si aggiunge l’ordine online con carta di credito sul nuovo sito www. libreriaterrasanta.it: qui potranno essere ordinati sussidi e guide per pellegrinaggi e cammini di fede, ma anche libri su storia e spiritualità francescana; saggistica e letteratura su Medio Oriente e dialogo tra le religioni; archeologia biblica, patristica e orientalistica cristiana; Sacra Scrittura, teologia, liturgia, riviste. La Libreria Terra Santa è la libreria delle Edizioni Terra Santa, ramo editoriale della Custodia francescana di Terra Santa. Accanto ai libri, nel punto vendita propone anche un vasto assortimento di oggetti in legno di ulivo e madreperla realizzati da artigiani cristiani palestinesi: tante idee per realizzare bomboniere “solidali” (per matrimoni, anniversari, ricorrenze specifiche) contribuendo nel contempo a sostenere i fratelli cristiani del Medio Oriente. Libreria Terra Santa via G. Gherardini 2 – 20145 Milano Tel. 02 34 91 566, fax 02 34 77 54 libreria@edizioniterrasanta.it www.libreriaterrasanta.it


Nazareth, 24-25 marzo 2012

“Rallegrati, Maria, tu sei piena di grazia”: la Festa dell’Annunciazione a Nazaret Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di Miroslaw Jadlosz

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Sabato 24 e domenica 25 marzo la cittadina di Nazaret di Galilea si è vestita a festa per celebrare la solennità dell’Annunciazione del Signore, una ricorrenza particolarmente cara alla popolazione locale, che da lunghissimo tempo commemorano gli eventi essenziali della storia cristiana proprio nei luoghi in cui essi trovarono compimento.

Nazaret significa “germoglio” e rievoca le parole del profeta Isaia: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,/ un virgulto germoglierà dalle sue radici” (Is 11,1). Il germoglio annunciato dal profeta è Gesù, che visse a Nazaret nel nascondimento e poi, a Cafarnao, cominciò ad annunciare il Vangelo della salvezza. Secondo Papa Paolo VI, i tre grandi insegnamenti che provengono da Nazaret sono il valore del silenzio, l’importanza del lavoro e la centralità della vita della famiglia. Ma il Vangelo di redenzione è partito da Nazaret, già nel momento in cui l’Angelo portò l’annuncio a Maria dell’incarnazione del Signore nel suo grembo. Con l’Annunciazione la storia umana viene cambiata per sempre, grazie al “sì” al progetto di Dio pronunciato da Maria, l’opera più bella e riuscita di tutta la creazione. Secondo il Protovangelo di Giacomo, l’Angelo si manifestò una prima volta a Maria presso la fontana, dove ella abbandonò la brocca, ed una seconda volta nella sua abitazione, dove si compì l’annuncio. I resti della casa di Maria sono ancora conservati nella

Grotta dell’Annunciazione, l’ampia cripta scavata nella roccia che si trova nella parte inferiore dell’attuale Basilica. Le pietre di questa umile dimora, che fino ad oggi si possono ammirare, parlano del silenzio di Dio, della Sua delicatezza e del Suo rispetto per la Sua creatura, una giovane e semplice donna di Nazaret. Nelle parole del saluto dell’angelo, “Rallegrati, Maria, tu sei piena di grazia”, riecheggia la gioia messianica annunciata dal profeta Sofonia: “Gioisci, figlia di Sion,/ esulta, Israele,/ e rallegrati con tutto il cuore,/ figlia di Gerusalemme! [...] In quel giorno si dirà a Gerusalemme:/ “Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!/ Il Signore tuo Dio in mezzo a te/ è un salvatore potente./ Esulterà di gioia per te,/ ti rinnoverà con il suo amore,/ si rallegrerà per te con grida di gioia,/ come nei giorni di festa” (Sof 3,14.16-18). Vi è l’invito alla gioia: “Rallegrati con tutto il cuore”; vi è l’accenno alla presenza del Signore: “Re d’Israele è il Signore in mezzo a te”; vi è l’esortazione a non aver paura: “Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia”; vi è infine la promessa dell’intervento salvifico di Dio: “Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente”. Il racconto dell’Annunciazione ci consente di riconoscere in Maria la nuova “figlia di Sion”, invitata da Dio a una grande gioia. Ella, chiamata ad essere Madre del Figlio di Dio, accoglie il messaggio a nome dell’intera umanità, per la salvezza universale. Maria è la Vergine dell’alleanza che Dio stabilisce con l’intera umanità. Anche ai Cristiani di Terra Santa, che oggi spesso temono per il loro futuro, il messaggio dell’Annunciazione ripete: “Non temere. [...] Il Signore è con te”. Nel pomeriggio di sabato 24 marzo il Patriarca

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Cronaca Custodiale

Latino di Gerusalemme, S.E. Mons. Fouad Twal, insieme a S.E. Mons. Kamal Batish, Vescovo Ausiliare emerito di Gerusalemme, e a S.E. Mons. Giacinto Boulos Marcuzzo, Vescovo Ausiliare di Nazaret, ha compiuto l’ingresso solenne nella Basilica dell’Annunciazione a Nazaret. Ad aprire la processione con cui il Patriarca ed il suo seguito hanno raggiunto la piazza antistante la Basilica, percorrendo le strade cittadine, vi erano le locali bande dei giovani scouts arabi. Accanto a Mons. Twal, le autorità civili e religiose della regione, il parroco di Nazaret, fra Amjad Sabbara, un’ampia rappresentanza della comunità francescana della Custodia di Terra Santa, religiosi e religiose appartenenti a diverse congregazioni, numerosi cristiani locali e gruppi di pellegrini. Il Patriarca è stato solennemente accolto all’ingresso della Basilica da fra Ricardo Bustos, guardiano francescano dei Santuari dell’Annunciazione e di San Giuseppe a Nazaret. Scendendo nella parte inferiore della Basilica, Mons. Twal, con il suo seguito e con la numerosa rappresentanza francescana, ha reso omaggio alla Grotta dell’Annunciazione, inginocchiandosi brevemente davanti al piccolo altare, ai cui piedi sono impresse le parole che segnano l’ingresso del Figlio di Dio nel mondo, Verbum caro hic factum est. Successivamente, nella parte superiore della Basilica, gremita di gente, il Patriarca ha presieduto i Primi Vespri in forma solenne, affiancato da Mons. Batish, Mons. Marcuzzo, fra Bustos e fra Sabbara. La celebrazione è stata animata dal Coro della Basilica dell’Annunciazione. Al termine della preghiera, tutti i presenti hanno potuto salutare le autorità, porgendo l’augurio di buona festa.

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Il Santuario dell’Annunciazione sorge appunto sul luogo in cui, secondo la tradizione cristiana, l’Arcangelo Gabriele annunciò a Maria l’incarnazione di Gesù nel suo grembo. Già nel primo secolo, i discendenti della famiglia della Madonna costruirono sul luogo un edificio sacro. La prima basilica fu realizzata nel V secolo, secondo lo stile bizantino. Nel secolo XI venne ricostruita in stile romanico l’antica basilica in decadimento. Anche questo edificio andò poi distrutto e venne salvata soltanto la Grotta Santa. Nel 1620 la Custodia di Terra Santa ottenne la concessione dei resti della basilica. Nel 1730 fu edificata un’altra chiesa, ampliata nel 1871 e poi abbattuta nel 1955, per la costruzione della basilica attuale. Con gli scavi archeologici compiuti tra il 1955 e il 1959, durante i lavori di fondazione della nuova basilica, vennero alla luce i resti delle due precedenti chiese, bizantina e crociata, e addirittura i resti del primitivo edificio giudeocristiano, di epoca molto anteriore alla costruzione bizantina. L’attuale basilica fu edificata negli anni 1960-69 e consacrata il 25 marzo 1969 dal Card. Gabriele Garrone. Fu costruita su disegno dell’arch. Giovanni Muzio, con il rivestimento esterno in pietra del luogo. La facciata principale porta in alto la statua in bronzo del Redentore, sotto la quale vi è la scena dell’Annunciazione e, più in basso, i quattro Evangelisti. La facciata sud, dedicata a Maria adolescente, porta l’iscrizione della “Salve Regina” ed è orientata come la chiesa francescana del 1730. Sulla sinistra si notano ancora un troncone di un muro crociato e le tre absidi crociate. L’interno è costituito da una basilica inferiore e da una superiore. Quella inferiore, con lo stile di una cripta, custodisce la Grotta dell’Annunciazione - Casa di Maria. Quella superiore è dedicata all’esaltazione della Vergine Madre del Dio fatto uomo. Il tetto dell’ampia cupola ha la forma di un giglio rovesciato, a simboleggiare la purezza di Maria. Il grande mosaico dell’altare maggiore, ispirato alla tradizione teologica francescana di Maria mediatrice di Grazia e alla proclamazione del Concilio Ecumenico Vaticano II di Maria Madre della Chiesa, svolge il tema “Unam Sanctam Catholicam et Apostolicam”, scritto sull’alto del mosaico stesso. Al centro sta la figura di Cristo,


con vicino San Pietro e la Vergine incoronata, circondati dalla Chiesa carismatica e gerarchica, pellegrina sulla terra, in cammino verso Cristo. Le due cappelle laterali sono dedicate una al SS. Sacramento, l’altra all’ordine francescano e in particolare alla Custodia di Terra Santa. La tradizione popolare della devozione alla Madonna è presente sulle pareti della costruzione ove, a forma di stendardi processionali, sono state inserite policrome raffigurazioni dei diversi santuari mariani sparsi nel mondo, quelli più significativi di ciascuna nazione o popolo. La sera di sabato, fra Ricardo Bustos, insieme a Mons. Twal, agli altri Vescovi e alla numerosa comunità francescana, ha guidato una suggestiva fiaccolata, a cui hanno preso parte centinaia di fedeli. La statua di Maria è stata portata in processione fin dentro la Basilica e deposta nella parte inferiore, poco distante dalla Grotta dell’Annunciazione. A seguire, la solenne adorazione eucaristica nella Cripta della Basilica, anch’essa intensamente partecipata dai religiosi, dai

cristiani locali e dai pellegrini. Domenica mattina, alle ore 10, nella parte superiore della Basilica, splendidamente adorna di fiori bianchi, il Patriarca latino, Mons. Twal, ha presieduto la S. Messa solenne della Festa dell’Annunciazione. Hanno concelebrato in questa speciale occasione, accanto al Patriarca, Mons. Kamal, Mons. Marcuzzo, un Vescovo italiano ospite e fra Ricardo Bustos. Decine gli altri sacerdoti e religiosi concelebranti, tra cui moltissimi francescani. Migliaia i fedeli che hanno riempito la Basilica per assistere alla celebrazione, giunti non solo da Nazaret e dalle diverse zone della Galilea, ma anche da Gerusalemme, da Betlemme e da molte altre località della Terra Santa, unitamente a numerosi gruppi di pellegrini di diversa lingua e provenienza. La liturgia è stata animata dal Coro Magnificat della Custodia, diretto da Hania Soudah Sabbara, e dal Coro della Basilica del’Annunciazione, che hanno cantato la S. Messa dedicata a San Giuseppe composta da fra Armando Pierucci, organista della Custodia e direttore del Magnificat, la scuola di musica dei francescani a Gerusalemme. Fra Pierucci ha accompagnato all’organo la celebrazione. La liturgia ha seguito le letture della V domenica di Quaresima, con il brano del profeta Geremia 31,31-34, il Salmo 50 e il brano della Lettera agli Ebrei 5,7-9, a cui è però seguita la lettura dell’Annunciazione contenuta nel Vangelo di San Luca 1,26-38. Mons. Twal ha aperto la sua omelia, pronunciata in lingua araba, rivolgendo un saluto ed un caloroso benvenuto a tutti i presenti, i Vescovi che l’hanno accompagnato, il guardiano e il parroco dei Santuari di Nazaret, la comunità francescana della Custodia, i sacerdoti e i religiosi concelebranti, i fedeli di Terra Santa, tutti i fedeli che hanno potuto seguire la celebrazione in diretta televisiva in Europa e in Medio Oriente, la comunità Fatebenefratelli di Nazaret che ha celebrato il suo giubileo d’argento, il nuovo Centro Internazionale Marie de Nazaret per approfondire la conoscenza della figura di Maria, i moltissimi pellegrini di ogni lingua e provenienza. Nell’annuncio dell’angelo a Maria, ha proseguito Mons. Twal, si rivela per la prima volta Dio come Trinità: lo Spirito Santo, infatti, scenderà su Maria, la potenza di Dio Padre la coprirà con la Sua ombra, il Figlio si incarnerà nel suo seno. Dio cerca Aprile | FdC | 71


Cronaca Custodiale la comunione con l’uomo per realizzare il Suo progetto di redenzione e l’umanità entra davvero in comunione con il Signore grazie alla risposta di Maria, che accetta di entrare nell’economia della salvezza, sente la sua vocazione e la responsabilità a cui è chiamata. E questo non è un fatto personale, ma aperto a tutta l’umanità: Gesù è nato e morto per tutti gli uomini e noi apparteniamo alla Sua Chiesa, perché la salvezza ha carattere ecclesiale e comunitario, ci richiama continuamente alla relazione con gli altri. Come nell’esperienza di Maria, la Parola di Dio ci interpella ancora oggi, illumina gli eventi inaspettati della nostra vita e i sacrifici che ci sono richiesti. Dobbiamo allora riflettere sulla nostra capacità di accogliere il messaggio e le richieste di Dio, sul modo in cui riceviamo i visitatori e i pellegrini in Terra Santa, sulla disponibilità a far loro sperimentare un autentico arricchimento umano, culturale e spirituale. Dopo l’incontro con l’angelo, infine, Maria parte in fretta per recarsi dalla cugina Elisabetta, per aiutarla e assisterla nella gravidanza che sta portando avanti in tarda età. Nelle parole del Magnificat Maria glorifica la presenza di Dio

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nella sua vita, con espressioni di benedizione e di ringraziamento. Anche noi, dunque, siamo chiamati a farci prossimi, senza indugio, a familiari, amici, conoscenti, quando un evento importante, lieto o drammatico, tocca la loro vita, aiutando a rafforzare la fede e manifestando spirito di unità e di appartenenza alla famiglia terrena e religiosa. Il Patriarca ha concluso la sua omelia con una delicata riflessione sulla situazione dei Cristiani in Medio Oriente, che provano ansia e timore di fronte all’instabilità politica e all’incertezza della regione. Ha quindi rivolto un appello ai governanti, perché siano illuminati dal’esperienza di amore e di comunione della Sacra Famiglia e si allontanino dalla violenza e dagli interessi personali. Si è poi appellato ai fratelli di religione musulmana, con i quali i Cristiani di Terra Santa convivono da lungo tempo, perché insieme si persegua la pace per amore di Dio e del prossimo, si collabori nel costruire la patria comune, progredendo nella cittadinanza, nella libertà di fede e nella tutela dei diritti umani. L’ultimo appello è stato a Maria, affinché aiuti la comunità cristiana mediorientale a vivere la Parola di Dio, ad affrontare le difficoltà di questa terra, ad essere sempre esempio di amore e di tolleranza. Che Maria porti la pace in tutti i cuori e in tutte le famiglie, benedica i giovani, le madri, gli anziani, la Galilea e tutta la Terra Santa, il mondo intero. Al termine della liturgia eucaristica, il parroco di Nazaret, fra Amjad Sabbara, ha dato all’assemblea il felice annuncio che, il prossimo anno, la comunità cattolica celebrerà la S. Pasqua con la comunità ortodossa, un passo di grande importanza per lo sviluppo dell’ecumenismo in Terra Santa. Al canto dell’Ave Maria di Nazaret, i Vescovi e i sacerdoti concelebranti hanno compiuto una breve processione all’interno della Basilica per la commemorazione dell’Incarnazione del Verbo di Dio, durante la quale sono stati letti il Prologo del Vangelo di San Giovanni 1,1-18 e il brano dell’Annunciazione del Vangelo di San Matteo 1,18-25. Mons. Twal ha concluso la celebrazione solenne con la recita dell’Angelus Domini e impartendo la benedizione apostolica con la concessione dell’indulgenza plenaria.


gerusalemme, 24-25 marzo 2012

Le solenni celebrazioni della quinta settimana di Quaresima a Gerusalemme Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di fra Giorgio Vigna

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Anche questo sabato e questa domenica V di Quaresima si sono ripetuti, presso la Basilica del Santo Sepolcro, le solenni celebrazioni in preparazione alla S. Pasqua che vedono protagonisti, ogni settimana, la comunità francescana della Custodia di Terra Santa e il Patriarcato latino di Gerusalemme.

Nel tardo pomeriggio di sabato, nella Cappella del Santissimo Sacramento, o dell’Apparizione di Gesù risorto a Sua Madre, sono stati celebrati i primi Vespri, presieduti da fra Miron Sikiric. Molti i Francescani che hanno preso parte alla liturgia, insieme a numerosi membri del clero locale e ad un buon numero di pellegrini. La sera tardi, a partire dalle 23.30, si è rinnovato l’appuntamento presso la Basilica del Santo Sepolcro per pregare insieme durante la veglia notturna. La celebrazione è stata presieduta dal Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, al quale si sono uniti fra Artemio Vitores, Vicario custodiale, fra Fergus Clarke, guardiano del Santo Sepolcro, ed un’ampia rappresentanza della comunità francescana. Presenti anche diversi religiosi e religiose delle varie congregazioni di Terra Santa, alcuni cristiani locali di lingua araba e piccoli gruppi di pellegrini. Come di consueto, la prima parte della veglia è stata celebrata nella Cappella dell’Apparizione, dopodiché si è fatta nuovamente Memoria della Resurrezione del Signore, con la processione verso il Santo

Sepolcro e il giro attorno all’edicola, mentre il Custode portava solennemente l’Evangeliario e tutti i presenti, cantando e pregando, recavano in mano una candela accesa. Fra Pizzaballa ha poi visitato la tomba vuota del Signore, deponendovi l’Evangeliario e spendendo qualche momento in intensa meditazione. All’uscita dall’edicola del Sepolcro, il Custode ha impartito all’assemblea la benedizione solenne. Sempre in processione, i fedeli hanno fatto poi ritorno alla Cappella dell’Apparizione, dove è stata celebrata l’ultima Aprile | FdC | 73


Cronaca Custodiale parte della veglia. Al termine, presso il Calvario, si è tenuta la prima S. Messa. La mattina di domenica, alle ore 8.30, come vuole la tradizione liturgica latina, la comunità dei fedeli si è nuovamente raccolta attorno all’altare dedicato a Santa Maria Maddalena, presso la Basilica del Santo Sepolcro, per assistere alla S. Messa cantata e solennemente concelebrata, preceduta dalla preghiera delle Lodi. Anche in questa occasione, i frati francescani della Custodia, guidati da fra Artemio Vitores, si sono recati in processione alla sede del Patriarcato latino, poco distante dal Convento di San Salvatore, lungo la strada che conduce alla Porta di Giaffa, ed hanno accompagnato S.E. Mons. William Shomali, Vescovo ausiliare del Patriarca latino di Gerusalemme, fino alla Basilica del Santo Sepolcro, perché il prelato potesse presenziare alla solenne celebrazione domenicale, come previsto dal programma liturgico. Accolto da fra Fergus Clarke all’ingresso del Santuario, Mons. Shomali ha reso omaggio alla Pietra dell’Unzione, che ricorda il luogo dove il corpo di Gesù, deposto dalla croce dopo la morte, è stato preparato per la sepoltura, e alla tomba vuota del Signore. La comunità francescana ha preso parte numerosa alla S. Messa, animando la liturgia con il gruppo dei cantori della Custodia. Presenti anche molti membri del clero locale, diversi cristiani di lingua araba e numerosi pellegrini di diversa provenienza. L’omelia, pronunciata dall’ambone accanto all’altare, è stata tenuta da fra Badie Elias, animatore vocazionale della Custodia per IsraelePalestina. Al termine della S. Messa, i frati francescani, con fra Stephane Milovitch, guardiano della Basilica della Natività a Betlemme, hanno riaccompagnato, in processione, Mons. Shomali ed il suo seguito fino alla sede patriarcale, attraverso le strette vie della Città Vecchia di Gerusalemme.

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gerusalemme, 28 Marzo 2012

Gesù porta la nostra croce, il peso dell’essere uomini: peregrinazione quaresimale al Litostroto, in commemorazione Viae Crucis Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di fra Giorgio Vigna Proseguono, in questa settimana di Quaresima che introduce alla Settimana Santa, le peregrinazioni con le quali la comunità cristiana di Terra Santa si prepara a vivere gli eventi della passione, morte e risurrezione del Signore Gesù. Nel pomeriggio di mercoledì 28 marzo, alle ore 17.00, si è svolta la solenne commemorazione della Via Crucis, presso la Cappella della Condanna che, insieme alla Chiesa della Flagellazione, fa parte del Convento francescano situato lungo la via Dolorosa, nella Città Vecchia di Gerusalemme. Qui, dal 1923, si trova anche la sede dello Studium Biblicum Franciscanum, la Facoltà di Scienze bibliche e Archeologia della Custodia di Terra Santa. La tradizione cristiana colloca in questo luogo due momenti particolari della Passione di Gesù: la flagellazione e la condanna a morte. Il Santuario della Condanna fu ricostruito nel 1904 da fra Wendelin Hinterkeuser, sui resti di una chiesa di epoca medioevale, venuta casualmente alla luce pochi anni prima. Di questa basilica originaria non si conosce il nome, ma quella nuova che venne edificata fu dedicata al ricordo della condanna a morte di Gesù a causa del pavimento a grandi lastre, che prosegue anche nel sotterraneo del vicino convento dell’Ecce Homo e che è considerato parte del Litòstroto, il luogo in cui


Ponzio Pilato stabilì il suo seggio per il giudizio di Gesù e da cui Gesù uscì portando la croce. Le vetrate della cupola e le opere lungo le pareti del Santuario raccontano alcuni dei momenti più drammatici della vita di Gesù, sottoposto a giudizio, flagellato, condannato e caricato della croce. Proprio qui si situa anche la seconda stazione della via Crucis, L’imposizione della croce, indicata sulla parete esterna del Santuario della Condanna, all’inizio della via Dolorosa. In questo santo luogo, dunque, molti fedeli si sono ritrovati per partecipare alla S. Messa solenne, preceduta dalla preghiera dei Vespri, in commemorazione della Via Crucis, il cammino doloroso sotto il peso della croce, che condurrà Gesù, condannato a morte, fino al Calvario. La celebrazione è stata presieduta da fra Gregor Geiger, Professore di Lingua ebraica e aramaica allo Studium Biblicum Franciscanum, con il quale hanno concelebrato fra Artemio Vitores, Vicario custodiale, e fra Najib Ibrahim, Guardiano della Flagellazione e Professore di Esegesi neotestamentaria presso lo Studium Biblicum. La comunità francescana ha preso parte in gran numero a questo appuntamento, così come i religiosi e le religiose delle molte congregazioni di Terra Santa. Tanti anche i cristiani locali di lingua araba, gli amici, i volontari e i collaboratori della Custodia francescana. Riempita la piccola chiesa, alcuni dei partecipanti hanno trovato posto anche all’esterno, nel bel chiostro del convento, assistendo da lì alla suggestiva celebrazione. La liturgia propone, nella prima lettura, le parole davvero toccanti del quarto canto con cui il profeta Isaia presenta il Servo del Signore (Is 53,1-10), “disprezzato e reietto dagli uomini [...], trafitto per le nostre colpe [...] Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo”. Ma dentro questo mistero di sofferenza, di solitudine e di abbandono è già contenuta la promessa della redenzione per tutti, che passa proprio per la Passione di Cristo: “Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore”. Il brano del Vangelo di S. Giovanni

(Gv 19,16-22) racconta proprio il momento in cui Gesù, presa su di sé la croce, si avvia verso il Golgota per essere crocifisso. Qui, sotto lo sguardo di molti, “perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città”, è messo a morte, recando scritta in alto, sulla croce, la motivazione della Sua condanna: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”. Gesù non ha posto limiti al Suo amore: “Avendo amato i suoi, li amò sino alla fine” (Gv 13,1) e, obbediente al Padre, ha amato Dio e compiuto la Sua volontà interamente. Scrive Papa Giovanni Paolo II: “Gesù, colui che viene deriso e che porta la corona della sofferenza, è proprio per questo il vero re. Il suo scettro è giustizia (cfr. Sal 45,7). Il prezzo della giustizia è sofferenza in questo mondo: lui, il vero re, non regna tramite la violenza, ma tramite l’amore che soffre per noi e con noi. Egli porta la croce su di sé, la nostra croce, il peso dell’essere uomini, il peso del mondo. È così che egli ci precede e ci mostra come trovare la via per la vita vera”.

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Cronaca Custodiale gerusalemme, 30 marzo 2012

Serbò la sua unione col Figlio sino alla croce: solenne commemorazione dei Sette Dolori della Beata Vergine Maria Testo di Caterina Foppa Pedretti Foto di Doni Ferrari

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La mattina di venerdì 30 marzo, alle 8.00, secondo l’ora solare che viene mantenuta alla Basilica del Santo Sepolcro, la comunità francescana della Custodia di Terra Santa ha celebrato la solennità Septem Dolorum Beatae Mariae Virginis (I sette dolori della Beata Vergine Maria), presso l’altare dell’Addolorata che, al Calvario, separa la Cappella di proprietà dei Greci ortodossi e la Cappella latina della Crocifissione. Qui, la suggestiva raffigurazione a mezzobusto di Maria, con il cuore trafitto da una spada, avvera le parole rivolte alla Madonna dall’anziano Simeone, in occasione della presentazione di Gesù al tempio: “E anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2,35).

Secondo quanto stabilito dal programma liturgico, il Vicario custodiale, fra Artemio Vitores, ha presieduto la S. Messa solenne, preceduta dalla preghiera delle Lodi. Accanto a lui, come concelebranti, fra Fergus Clarke, Guardiano del Santo Sepolcro, e fra Noel Muscat, Discreto di Terra Santa. La famiglia francescana ha preso parte numerosa a questa celebrazione che, ormai a pochi giorni di distanza, immette definitivamente nel clima e negli eventi drammatici della Passione di 76 | FdC | Aprile

Gesù, a cui Maria, Sua Madre, ha profondamente ed intimamente partecipato. Presenti a questo importante appuntamento anche molti religiosi e molte religiose delle diverse congregazioni di Terra Santa, tanti fedeli della locale comunità cristiana, amici e collaboratori della Custodia francescana e molti pellegrini di varia provenienza, che cominciano presto, ogni mattina, ad affollare la Basilica del Santo Sepolcro per visitarla e scoprirla, con devozione, interesse e attesa. Nella liturgia, la lettura tratta dal libro del profeta Baruc (4,5-12.27-29,36-37) parla dei lamenti e delle speranze di Gerusalemme la quale, presentata come una madre che “ha nutrito i suoi figli con gioia”, li deve ora “lasciare con lacrime e gemiti”, vedendoli condotti in schiavitù per i loro peccati, per aver deviato dalla legge di Dio. Perciò, si strugge Gerusalemme, “Dio mi ha mandato un grande dolore”. Ma la sofferenza non è davvero l’ultima parola: Gerusalemme esorta i suoi figli a tornare verso Dio, a cercarlo nuovamente, “perché chi vi ha afflitti con tante calamità vi darà anche, con la salvezza, una gioia perenne”. Il brano del Vangelo di S. Giovanni (19,25-27), prima della proclamazione del quale l’assemblea ha intonato lo Stabat Mater, ripropone uno dei drammatici momenti di Maria ai piedi della croce, associata alla Passione di suo Figlio, straziata dal dolore, eppure salda nella fede e nell’abbandono fiducioso a Dio. E su questa disposizione incrollabile di Maria a donare a Dio la sua vita si fonda anche la sua vocazione ad una maternità spirituale, proclamata da Gesù sulla croce, nei riguardi di tutti i credenti, rappresentati dal discepolo prediletto.


Giovanni accoglie Maria nella sua casa, l’unica comunione della Chiesa di Cristo. Nella costituzione conciliare Lumen Gentium si legge che “soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata, Maria serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla Croce”. Scrive Papa Giovanni Paolo II nella Lettera enciclica Redemptoris Mater: “Mediante questa fede Maria è perfettamente unita a Cristo nella sua spoliazione. Infatti, «Gesù Cristo, ... pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini»: proprio sul Golgota «umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce» (Fil 2,5). Ai piedi della Croce Maria partecipa mediante la fede allo sconvolgente mistero di questa spoliazione. È questa forse la più profonda “kenosi” della fede nella storia dell’umanità. Mediante la fede la madre partecipa alla morte del Figlio, alla sua morte redentrice”.

gerusalemme, 31 Marzo 2012

Al via il nuovo sito del Franciscan Media Center, un mezzo in più per portare la Terra Santa nei cinque continenti Raccontare la Terra Santa, attraverso le immagini, per dare voce e visibilità alla Chiesa Madre di Gerusalemme, ai cristiani locali e ai Luoghi Santi. Da oggi, all’indirizzo www. fmc-terrasanta.org è on-line il nuovo sito del Franciscan Media Center (FMC), il centro televisivo e multimediale della Custodia di Terra Santa in grado di offrire l’immagine storica, culturale, umana e spirituale della terra di Gesù. Per raccontare, in mezzo al frastuono di una cronaca che parla solo di paura, divisione e conflitto...“un’ altra storia”. Attraverso il nuovo sito internet, consultabile in sei lingue (italiano, portoghese, inglese, francese, spagnolo e presto arabo), l’FMC sarà ancora più vicino ai tanti cristiani, e non, che vogliono conoscere, seguire o rimanere in contatto con la Terra di Gesù. Direttamente attraverso il sito web, gli utenti potranno connettersi per rimanere aggiornati sulla Terra Santa anche alle pagine Facebook, Twitter e Youtube. Archeologia, attualità, cultura, eventi, pellegrini, ecumenismo, dialogo interreligioso, fede... Tanti i temi raccontati nelle videonews che - pubblicate quotidianamente sul nuovo sito - compongono anche il “Terra Santa News”, l’ormai noto TG settimanale a diffusione televisiva, trasmesso in diverse lingue dalle più importanti emittenti cattoliche del mondo. Buona navigazione! www.fmc-terrasanta.org

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In Breve Amman accoglie il nuovo Vescovo Un caloroso benvenuto, ad Amman, per monsignor Maroun Lahham, il nuovo Vicario partriarcale per la Giordania.

Sr Marie Emilienne, Giusta fra le Nazioni Settant’anni dopo aver sfidato i nazisti e salvato la vita a due bambine ebree francesi, suor Marie Emilienne e’ diventata “Giusta tra le Nazioni”. L’ atto eroico della suora francese, celebrato a Gerusalemme con la cerimonia solenne al Museo dell’Olocausto.

Aiutaci, sostieni la Terra Santa “La fatica dei cristiani di Terra Santa prepara un domani di bene, ma chiede oggi di sostenere scuole, assistenza sanitaria, necessità abitative”. Cosi’ recita la lettera ai Vescovi del Cardinal Sandri, che ricorda la consueta Colletta del Venerdi’ Santo.

Vannino Chiti presenta il suo nuovo libro Al convento di San Salvatore per presentare il suo nuovo libro. Il vice presidente del Senato italiano Vannino Chiti ha parlato di religione e politica, anche rispetto ai delicati cambiamenti di tutto il mondo arabo.

Cardinali indiani pellegrini in Terra Santa Due cardinali indiani in visita nei luoghi di Gesu’. Per compiere un pellegrinaggio e visitare i tanti compatrioti che hanno scelto di venire a vivere in Israele.

Pellegrinazione al Dominus Flevit “Le lacrime di Gesu’, manifestazione dell’amore per Gerusalemme”. Dal santuario del Dominus Flevit, dove si fa memoria del pianto del Signore sulla Citta’ Santa, hanno preso il via questa settimana le pellegrinazioni quaresimali dei francescani.

Le Veglie quaresimali al Santo Sepolcro La Veglia notturna, uno dei piu’ affascinanti tra i riti quaresimali al Santo Sepolcro, cuore delle liturgie che accompagnano alla Pasqua tutti i cristiani di Gerusalemme.

Al Getsemani, “vegliate e pregate” La Veglia notturna, uno dei piu’ affascinanti tra i riti quaresimali al Santo Sepolcro, cuore delle liturgie che accompagnano alla Pasqua tutti i cristiani di Gerusalemme. 78 | FdC | Aprile


Jean Vanier a Betlemme Il fondatore dell’Arca a Betlemme per parlare di se’. Al centro congressi Dar Annadwa Jean Vanier ha raccontato per un’ora e mezza il suo lavoro con i giovani disabili, un’esperienza che dura da 47 anni.

Shenouda III, le condoglianze dei cattolici di T. S. ai Copti “Uomo del dialogo, protettore dei cristiani, grande saggio”. Le condoglianze dei Cattolici di Terra Santa ai Copti ortodossi per la morte del Patriarca Shenouda III.

Il nuovo sito del Santo Sepolcro E’ online, a cura della Custodia di Terra Santa, il nuovo sito Internet del Santo Sepolcro. Storia, approfondimenti, e un virtual tour fotografico per entrare nel luogo santo per eccellenza, anche da casa.

A Betania, luogo dell’amicizia A Betania, con il miracolo di Lazzaro, conosciamo il cuore di Gesu’, che resuscita l’amico con un atto d’amore. Qui, con i francescani, hanno fatto tappa le pellegrinazioni quaresimali.

Magic Lamp, esprimere se stessi con la musica La musica come possibilita’ di espressione di se’... Passa anche attraverso Magic Lamp, concerto di canzoni arabe inedite per bambini promosso dalla scuola di musica della Custodia, il sostegno all’educazione delle giovani generazioni.

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Varie Messaggi dall’Africa Nella struttura del nostro Ordine la posizione della Custodia di Terra Santa è una speciale. In altre regioni dell’Ordine le singole entità sono state integrate in conferenze. In questo modo esiste sempre la possibilità di avere uno scambio dei vari aspetti della nostra vita a livello di conferenza. La Custodia è un’entità e una conferenza ad instar nello stesso tempo, e in questo modo non c’è sempre la possibilità di avere scambi. Perciò, nel campo della Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GPIC) ho partecipato con la Conferenza Africana che mi sembra la connessione più logica per quel che riguarda la GPIC. La Conferenza Africana include l’Egitto e il Marocco. L’incontro è stato organizzato dall’ufficio per la GPIC a Roma, mentre sono venuti altri frati da altre zone del mondo per il loro incontro annuale come rappresentanti delle Conferenze. Questo incontro annuale dei delegati della GPIC della Conferenza Africana è stato organizzato il 14-18 febbraio. Lo scambio tra i frati provenienti da diversi paesi dell’Africa ha dimostrato il progresso in atto in questo continente. Potrebbe allargare i nostri orizzonti riguardo a quello che sta succedendo nel nostro mondo. Uno dei temi principali riguardava la riconciliazione. Questo tema è importante ma non facile, a causa delle diverse guerre in atto in questo continente. Era chiato che è più facile riconciliare singole persone che intere tribù. Un altro tema riguardava il ruolo di compagnie dai cosiddetti paesti BRIC: Brasile, Russia, India e Cina. Almeno una dei queste compagnie ha attirato l’attenzione dei delegati. Da un lato queste compagnie insegnano alla gente dell’Africa come lavorare, e li fanno lavorare anche la sera e la notte, se necessario. Dall’altro lato tali compagnie non dimostrano cura veso l’ambiente. Costruiscono su terre fertili e ambienti acquatici, che sono importanti per vari speci di uccelli. Questo abuso diventa possibile, perché essi riescono a creare una situazione in cui vincono sempre: dall’Africa traggono materie prime per la Cina e nello stesso tempo sviluppano l’infrastruttura dei paesi Africani. I politici corrotti dell’Africa rendono possibile tale situazione. Un altro aspetto dell’ambiente riguarda la distruzione delle foreste. Questa non è soltanto una questione che riguarda il modo in cui compagnie estere trattano l’ambiente, come fanno i cinesi. Ha anche a che fare con il bisogno di popoli per legna per cucinare. In questo modo le foreste scompaiono. Si piantano nuovi alberi, ma questo non è sufficiente. I delegati hanno dimostrato l’importanza ai valori Africani e a come farne uso per risolvere problemi. Un problema sempre crescente è quella dei ragazzi abbandonati a sé stessi nelle strade. Lo sfondo di questo problema non è stato discusso, ma probabilmente la morte dei genitori a causa dell’AIDS gioca un ruolo. Le famiglie hanno paura di prendere cura dei propri figli. Un tema generale riguarda la “Universal Periodic Review”. Questa indagine viene organizzata dal Consiglio dell’ONU per i Diritti Umani. Ogni quattro anni il Consiglio guarda al livello di rispetto per i diritti umani in tutti i paesi che fanno parte dell’ONU. Per questa indagine si chiede ai governi rispettivi di produrre una relazione riguardo allo stato dei diritti umani nei loro paesi. Oltre a questa relazione il Consiglio chiede alle Organizzazioni Non-Governative di presentare anche essi una relazione. Tale relazioni saranno discussi durante l’incontro annuale del Consiglio a Ginevra. In giugno di quest’anno si organizzerà l’incontro Rio 20+. Nel 1992 si era organizzato a Rio de Janeiro l’incontro sul cambiamento climatico. Quest’anno, some seguito di tali iniziative, si farà un altro incontro ONU riguardo al protocollo di Kyoto sull’emissioni di sostanze che producono l’effetto serra, e anche sul cambiamento climatico. Il Franciscans International è stato invitato a partecipare a questo incontro formale. Ci sarà anche un incontro informale della gente comune su questo tema, al quale parteciperanno anche membri della famiglia Francescana. L’incontro è stato di ispirazione e anche utile per una connesione più intima tra i frati Africani e il resto del nostro Ordine. Louis Bohte of 80 | FdC | Aprile


RESTAURACION DE LA IGLESIA NTRA. SRA. DE LA MERCED DE SION. BUENOS AIRES ARGENTINA A poco tiempo de mi llegada a Buenos Aires, Argentina, en noviembre de 2007, advertí rápidamente cual sería , una de las tareas más importantes, a realizar en el tiempo de permanencia en este país. Como siempre, las cosas urgentes fueron desplazando a las importantes y en consecuencia, los planes que tenía pensados a corto , mediano y largo plazo ,tanto para el convento como para el colegio de la Custodia fueron siendo modificados a medida que pasaba el tiempo. Sin embargo, siempre estuvo como prioridad la restauración de la Iglesia de Nuestra Señora de la Merced de Sión que había sido fundada el 27 de octubre de 1882. Al tratarse la restauración de una obra de gran envergadura se programó la misma en cuatro etapas conforme al proyecto presentado al Reverendísimo Custodio de Tierra Santa.

permanencia del techo , toda vez que se encontraba soportando un sobrepeso mas de 20 toneladas de desechos. En el techo, entonces, además de su construcción a nuevo, se repusieron los pre moldeados faltantes, se rehicieron las cornisas, se impermeabilizó el mismo en su totalidad y se realizó para asegurar su durabilidad una protección final con hidro repelente.SEGUNDA ETAPA Luego de la terminación de esta primera etapa, se cotizó la restauración del campanario ,tareas que comenzaron en febrero de 2011 ,empezando con un trabajo de hidrolavado de la torre en sus cuatro lados, posterior revoque de toda la superficie .Luego se procedió a la eliminación total de la pintura y el retiro de los azulejos que lo cubrían por ser de imposible reposición las piezas faltantes. Por ello , colocaron cerámicos de igual color al original en la totalidad del campanario, volviendo a lucir como al momento de su inauguración que fue 10

PRIMERA ETAPA El agua y el paso de los años habían deteriorado seriamente la edificación.A mediados de 2010 se comenzaron los trámites preliminares para la restauración del templo, citando a empresas constructoras , quienes luego de relevar el trabajo a realizar ,participaron de un concurso de precios, y comenzando las obras con la restauración del techo.La humedad existente en la cubierta había ocasionado filtraciones de larga data ,por lo que a fin de dar solución a las mismas era necesario el reemplazo de la cubierta en forma integral dado que en su origen estaba constituida por tejas a la que se le superpuso, a lo largo de las décadas membranas las que también presentaban un deterioro visible.Se hizo, en consecuencia el reemplazo total del techo , incluyendo la nave principal y la cúpula que estaba realizados en teja francesa ,cambiándolo por uno de chapa y la correspondiente estructura de apoyo.Aunque resulte increíble la cantidad de membranas sobre tejas fisuradas y sueltas pusieron en peligro la Aprile | FdC | 81


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años después de la inauguración de la iglesia, esto es 1892.Se pintó además la cruz metálica existente en su parte superior como así también , la reja perimetral.TERCERA ETAPA En el mes de septiembre de 2011 se iniciaron los trabajo en el interior de la Iglesia. Quizás podría decirse que fue la etapa más ardua de lo que hasta aquí se lleva hecho en el templo.Una vez resuelta la causa de la humedad, se curaron los muros y se retiró el revestimiento plástico de poliuretano expandido que se había colocado en sus arcadas. Se repararon todos los desprendimientos en cielorrasos y se procedió a los revoques de paramentos y pilastras.Se realizó toda la instalación eléctrica nuevamente y se incorporaron artefactos de iluminación adecuados tanto para el altar mayor, los altares laterales y la nave en su totalidad. Se reubicaron cuatro arañas en el sector de debajo del coro. También se instaló todo el sistema de sonido a nuevo. 82 | FdC | Aprile

Se pintó la totalidad de las paredes interiores , toda la carpintería y las barandas de hierro.Los mármoles que revestían las paredes se encontraban muy desmejorados ,presentando un escamado avanzo por la presencia de sales activadas por la humedad y anteriores reparaciones no adecuadas. Para la resolución de ello es que se ha cambiado este material u se ha colocado en su lugar piezas de mármol bardiglio ,igual al utilizado en el zócalo del resto del templo.Se han bruñido y reparado las molduras y capiteles de mármol en las pilastras y en todos los altares que presentaban un deterioro habitual como consecuencia del paso del tiempo , gran acumulación de hollines grasos, degradación por cristalización de sales, es que se ha procedido a su limpieza , y abrillantado y posterior protección acrílica.En el solado de mármol de los altares ha sido reempastinado en sus juntas y fisuras y ha sido pulido al igual que el resto del piso de la totalidad de la nave.En el atrio se realizaron dos piezas de carpintería faltantes , y ha sido lustrada y plastificada, cubrien-


do los vidrios existentes en las mismas con policarbonatos con la cruz de Tierra Santa y el de las puertas laterales con el saludo que nos caracteriza a los franciscanos de Paz y Bien.Previa restauración de los mismos, se reubicó a los confesionarios en la nave, en los espacios en donde se encontraban en sus orígenes. Los mismos son totalmente tallados a mano y obra del artesano Stillo, y habían sido construidos e instalados en la iglesia en 1902.Mas de cincuenta bancas de madera fueron restauradas a nuevo. El altar Mayor ha sido construido con seis placas de mármol travertino turco, separadas entre sí ,con iluminación entre dichas placas, en donde se destaca la imagen de la patrona de la iglesia y la cruz de Tierra Santa.Se completa el altar mayor con la cruz del Calvario traído desde España en 1915 al cumplirse el 25 aniversario del colegio Tierra Santa.Estas tres etapas fueron inauguradas el sábado 25 de febrero de 2012 , en la Santa Misa celebrada con la participación de numerosos feligreses y con

representantes de las empresas constructoras que intervinieron en la puesta en valor del templo,. CUARTA ETAPA: Falta realizar la fachada y la restauración de la cripta existente donde se encuentran los restos de varios hermanos franciscanos, trabajos que se iniciarán próximamente a los fines de realizar la inauguración conjuntamente con la celebración de los 130 años.Conclusión: “Ve y reconstruye mi Iglesia” es un llamado que se repite a lo largo de los siglos desde que San Francisco lo escuchara allá lejos ….Cientos de años después,hoy, resuena, en cada uno de nuestro corazones este mismo llamado. Es tu decisión personal responder con generosidad a esta invitación del Señor. fray Rafael Sube Jiménez ofm

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Varie La Biblioteca Custodiale di Terra Santa Libri Ponti di Pace! Fondare biblioteche è un po’ come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire. Margherite Yourcenar Le parole dell’intramontabile Yourcenar, nel magistrale romanzo Memorie di Adriano, ci pongono dinanzi quasi una definizione della biblioteca, una descrizione oculata e intelligente che ci ricorda la sua indispensabilità per la crescita in umanità. La cultura non è un concetto astratto. Quando si entra in una biblioteca si può ben dire che la nozione di cultura prende forma e si modella, si specifica, si abbellisce di miriadi di ‘sottotitoli’ che ne ricordano l’indispensabilità del suo ‘conoscersi’ per la vita stessa dell’uomo. Il rapporto cultura/biblioteca - libri, sussidi, collane, enciclopedie, dizionari - diviene consequenziale, tanto da far affermare a Edmondo De Amicis che il destino di molti uomini dipese dall’esserci o non esserci stata una biblioteca nella loro casa paterna. Oggi possiamo anche trovarci dinanzi a degli scaffali ripieni di libri per moda o per estetica, per arricchire i nostri salotti e le nostre ‘stanze’ da studio. Peggio, a mio modesto parere, oggi si snobba il cartaceo visto che l’informatico lo soppianterà, si dice, anzi si ha quasi la certezza che questo scomparirà nelle future generazioni, figlie delle nuove ere informatiche. Dispiace dissentire, nonostante tutto! Da quando nella prima decade del lontano quindicesimo secolo (1445-1448) Gutenberg, a Magonza, diede inizio alla stampa, cioè alla riproduzione di un testo con mezzi meccanici in molteplici esemplari, iniziò la storia del libro moderno, di cui la cultura è debitrice per la sua stessa diffusione. In un intervento, apparso sull’Osservatore Romano del 26 agosto 2009, il cardinale Tettamanzi ricordava che le biblioteche religiose “hanno salvato dalla distruzione i documenti fondamentali della cultura e della tradizione” e sviluppava un pressante invito affinché i bibliotecari di queste istituzioni culturali a carattere religioso possano “favorire comuni strategie educative per la formazione. In questo modo le biblioteche religiose adempiranno allo scopo per cui furono fondate. Per la formazione e la crescita integrale dell’uomo”. Un compito e una responsabilità non secondari o indifferenti! I Frati Minori non possono dimenticare come gli studi, la preoccupazione culturale, le università, e dunque le biblioteche, facciano parte del proprio patrimonio sia culturale che religioso; anzi in una piena simbiosi tra cultura e fedeltà al carisma francescano si sono moltiplicati, nella storia di ben otto secoli, centri di studio e vere e proprie ‘oasi protette’ dove poter attingere gli strumenti per lo stesso studio, come furono, sono e saranno le biblioteche religiose e specializzate. Se da una parte all’inizio del cammino dell’Ordine ci si interrogò sull’opportunità o meno di usare e dunque possedere i libri, bisogna pur dire che nella Regola di san Francesco, quando si parla della necessità di prepararsi alla predicazione per annunziare l’Evangelo, questa evenienza diventa scontata e necessaria. “Che l’Ordine dovesse impegnarsi in una preparazione intellettuale solida e seria non costituiva un dubbio, come non lo era il dovere-diritto di recitare l’ufficio divino, due attività che allora rendevano necessario e, dunque, legittimo, l’utilizzo dei libri”. Non per nulla fra Giovanni da Parma, sesto successore di san Francesco alla guida dell’Ordine (12471257), ribadiva che “l’Ordine dei Frati Minori andava costruito su due pareti: i buoni costumi e la scienza”. Affermazione che diede i natali al motto in doctrina et sanctitate, cioè ‘nella preparazione dottrinale e santità di vita’; motto che ancora oggi campeggia come effige della più prestigiosa istituzione culturale dei Frati Minori, ovvero la Pontificia Università Antonianum di Roma. 84 | FdC | Aprile


La Custodia di Terra Santa si pone sulla scia di questa tradizione culturale annoverando, ormai con consolidata esperienza, un centro di studi teologici, biblici e archeologici. Sedi accademiche che hanno trovato, nella loro storia recente, riconoscimenti non secondari anche da parte delle stesse autorità della Chiesa. L’ultimo in ordine di tempo lo scorso 30 novembre [2011] quando alla presenza del cardinale Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Consiglio di coordinamento tra le Accademie Pontificie, il cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, consegnava il Premio delle Pontificie Accademie alla Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, per il suo impegno nel campo dell’archeologia cristiana. Uno dei segreti di ogni istituzione culturale, in relazione alla possibilità della ricerca e dunque dell’approfondimento e della stessa storia a essa relativa, è la biblioteca! Da una parte possiamo vantare una biblioteca specializzata di prim’ordine in scienze bibliche e archeologiche presso lo Studium Biblicum, fondata nel 1929 tramite un fondo proveniente dal Convento di San Salvatore, che in questi ultimi anni ha visto una sempre maggiore attenzione, aggiornamento e modernizzazione, sia per i sussidi che per la sistemazione delle strutture, al fine di essere un valido e moderno aiuto, come si diceva, per la ricerca e lo studio, per uomini e donne che la frequentano da tutto il mondo. Dall’altra, bisogna ricordare e parlare della Biblioteca Custodiale di Gerusalemme, adesso sita nel convento di San Salvatore, ma che ebbe i suoi natali con gli inizi stessi della presenza dei Frati Minori in Terra Santa. Fa una certa impressione leggere, da alcune informazioni dei compilatori del Jerusalem Pubblic Lending and Reference Libraries, che le biblioteche più antiche di Gerusalemme sono quella del Patriarcato greco Ortodosso fondata nel 1865, quella dell’École Biblique dei padri Domenicani fondata nel 1890, quella dell’Università Ebraica fondata nel 1892. E ancora quella dell’American School fondata nel 1901. Restando esclusi, come è ovvio, i materiali degli archivi. Ma pochi forse sanno che a Gerusalemme esiste una biblioteca che ha quasi 500 anni di vita! Se è già assai difficile trovare istituti bibliotecari, in Occidente ma non solo, che possano vantare una così lunga e continua tradizione, ancor più sorprendente è imbattersi in una realtà simile a Gerusalemme, città da sempre crocevia di popoli, religioni, culture, ma anche luogo di aspre contraddizioni e di perenni conflitti che sembrano insanabili. Eppure i libri conservati oggi presso il convento francescano di San Salvatore, nel cuore della Città Vecchia, testimoniano questa lunga e ininterrotta storia. Per quanto riguarda Gerusalemme, bisogna ricordare che, verosimilmente nel 1335, venne fondato il convento del Monte Sion, che in breve diverrà il cuore della già radicata presenza dei Frati Minori, attestata fin dal 1219 ancora vivente san Francesco, in queste terre d’Oltremare! Dopo l’affidamento dei Luoghi Santi da parte della Santa Sede, tramite papa Clemente VI nel 1342, ai Frati Minori, la Custodia ebbe nel Convento del Cenacolo, del Monte Sion appunto, il suo centro propulsore e la sua sede principale e ciò fino al 1551 quando, per forza maggiore, i frati dovettero abbandonare la loro Casa Madre. È proprio qui che si hanno le tracce sicure di una prima biblioteca francescana: le note di possesso, risalenti alla prima metà del Cinquecento, che si rinvengono su alcuni antichi libri ancora oggi appartenenti alla Custodia, rimandano esplicitamente alla collocazione di questi volumi nel convento del Monte Sion e attestano l’esistenza di una organica biblioteca a uso dei frati che lì abitavano. Anzi, si può andare ancora più indietro. La prima attestazione si trova nell’edizione delle Opere di sant’Agostino, pubblicata a Basilea, dai celebri editori Johann AMERBACH, Johann PETRI e Johann FROBEN, nel 1506. Si tratta di un’edizione in undici volumi, di cui attualmente la biblioteca conserva solo il I, il IV, il VI e il X. Ebbene, su tutti questi volumi compare una nota manoscritta coeva del teologo Johann HENNIGK de Haynis, che donò l’opera ai frati del Monte Sion affinché pregassero per lui, datata 1521. Certamente, dunque, in quegli anni del XVI secolo già esisteva una biblioteca francescana a Gerusalemme. Tra l’altro, com’era tradizione dei frati, la presenza dei Francescani al Sion è attestata con riferimento “al culto, allo studio e all’assistenza dei pellegrini”: siamo dunque Aprile | FdC | 85


Varie Dopo la forzata uscita dal Monte Sion, i Francescani si insediarono, presso il nuovo convento di San Salvatore (allora chiamato della Colonna, in arabo deir el-’Amud) dove ancora oggi si trova il centro della vita della Custodia. Con molta cura durante gli anni 1560/61 fu trasferita la biblioteca al nuovo sito, da allora i libri non si sono più mossi dalle mura del convento e sono lì, ancora oggi, a testimoniare una plurisecolare tradizione culturale, teologica, religiosa e di vita vissuta. Dapprima sistemata sopra il piccolo chiostro del convento primitivo, che è tutt’ora visibile, annesso alla chiesetta di allora, restò in quei locali sino alla fine del secolo XIX, quando fu costruita la nuova biblioteca (la cosiddetta odierna sala madreperla) a est dell’attuale sagrestia, in un ampio locale che in precedenza, insieme ad altri, era stato adibito ad abitazione del Patriarca latino della città. Ancora oggi molti frati, dei più anziani, ricordano come in appositi scaffali di legno, che artigiani del luogo sotto le indicazione dei frati avevano splendidamente predisposto, si potessero vedere le migliaia di volumi già allora esistenti.

La biblioteca nella precedente ubicazione prima dell’attuale, nel sito dell’odierna sala madreperla del Convento di San Salvatore - foto 1960 La decisione del Discretorio di Terra Santa, allora guidato dal rev.mo padre Custode Maurilio Sacchi, decise di trovarle una nuova, più capiente e adatta, sistemazione che, dopo i lavori che si protrassero dal 1975 al 1977, si preparò presso i locali a piano terra del convento, adiacente alla rampa di scale che sale in chiesa. Una bella e spaziosa sala di m. 28,20 di lunghezza e, mediamente, m. 13,80 di larghezza, più due stanze sulla sinistra, per una superficie totale di poco più di 200 metriquadri. Il trasloco dalla primitiva biblioteca alla nuova non fu scevro di problematiche tecniche e lungaggini istituzionali: il bibliotecario di allora, il padre Sabino De Sandoli, annotava, anche con un certo rammarico, che “per ben trenta mesi i libri rimasero ammucchiati nelle stanze” prima di essere risistemati; così, come 86 | FdC | Aprile


candidamente riferisce, a dispetto di coloro, che, pur pensandosi addetti ai lavori li intralciano, il lavoro in biblioteca è improbo, anche se affascinante, e richiede pazienza e anche molte volte ripetitività di lavoro manuale: sempre il De Sandoli ricorda infatti che fu “costretto a rimuovere due o tre volte i libri da uno scaffale all’altro” per una più equa e congeniale distribuzione degli stessi in vista della catalogazione che si iniziò a fare con cura e attenzione, realizzando un nuovo catalogo cartaceo per autore, per titolo e per soggetto.

La sede del bibliotecario e la sala di lettura della nuova sede della Biblioteca - foto 1977

Nuova scaffalatura in metallo: i libri sono stati sistemati dal padre De Sandoli - foto 1977

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Varie Dall’anno 1977 a oggi la Biblioteca Custodiale, sita nei vani sotto la chiesa di San Salvatore, ha fatto notevoli passi in avanti. Dopo il lavoro attento e preciso del padre De Sandoli circa il rifacimento dello schedario cartaceo, ancora esistente, è arrivata l’era delle tecnologie informatiche. Si deve al bibliotecario padre Franco Valente e ai suoi collaboratori aver effettuato la schedatura informatica del patrimonio librario. Sul programma di catalogazione già in uso allo Studium Biblicum Franciscanum della Flagellazione si è portata avanti la catalogazione del materiale librario, cercando di colmare i vuoti precedenti, anche alla luce delle novità librarie acquisite nel tempo. È storia più recente quella che vede il responsabile della Biblioteca, negli ultimi sei anni, nel padre Marcello Badalamenti. Il ricevere in eredità una responsabilità di preservazione e di aggiornamento del materiale librario della Biblioteca Custodiale ha dato adito a un interesse precipuo specie per l’aggiornamento e la risistemazione di tutto il fondo che, secondo anche adeguate procedure biblioteconomiche, si richiedeva per una realtà così importante. I volumi che la biblioteca contiene oltre al loro pregio storico e raro che fanno la storia di un’istituzione tra le più antiche del genere presenti in Terra Santa, richiedono, come è ben comprensibile, aggiornamento e cura. Se nel XVI secolo si potevano contare in sede, dopo il trasferimento dal Convento di Monte Sion nei nuovi locali del nuovo convento di San Salvatore circa 2.500 libri, nella metà del diciannovesimo secolo se ne contavano ben 12.000. E ancora, secondo un censimento indicativo, negli anni Trenta del secolo scorso si arrivava a 20.000 volumi e nel 1960 se ne annoveravano “più di 30.000 di grande pregio”. Alla fine del servizio come bibliotecario del padre Valente, nel 2007, se ne conteranno 40.000. In una lettera che presentava il progetto per il triennio 2007-2009 il bibliotecario, padre Badalamenti, annotava, tra l’altro: Una biblioteca non è un museo e dunque pur avendo questo tesoro inestimabile del patrimonio dei nostri padri, una biblioteca è tale se è viva, cioè fruibile al pubblico, aggiornata, moderna, specializzata. A questo proposito pur riconoscendo l’infaticabile lavoro del nostro predecessore, specie nella catalogazione di quasi tutto il materiale cartaceo in essa contenuta, siamo addivenuti, avendo anche avuto un colloquio col padre Custode, di proporre il seguente progetto di rivisitazione della biblioteca stessa, riguardante opere, testi, strutture, strumenti. Comprendiamo, visto la possibilità di attuarsi dello stesso, che ciò ha bisogno di tempo, braccia e mente; da parte nostra non faremo mancare questi elementi vitali, specie quello della mente, mi auguro che si possano trovare anche altre persone, anche laici, o religiose, come attualmente v’è l’ottima presenza di Suor Aracoeli, per un futuro migliore, sia per quel che riguardi i lavori di sistemazione del patrimonio stesso che di catalogazione. Il progetto riguardava una possibile rivisitazione dei locali o almeno degli strumenti per la conservazione dei volumi (scaffalature, armadi, attrezzature tecniche), e la ricerca di nuovi spazi. Immediatamente si comprese che si potevano far ‘risorgere’, è il termine più adatto da usare, alcuni locali collocati dietro il piccolo atrio che dava luce alla sala di lettura, creando dei depositi per i numerosi volumi in calce e che negli anni si erano già accumulati in vista di una cernita e risistemazione più appropriata. I lavori si fecero con successo e nell’anno 2008 si ebbero i locali richiesti e si risistemò in modo più confacente la sala di accoglienza e la sala di lettura. Il tutto in vista, si ventilava già allora, di un possibile trasferimento in altra sede più capiente.

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Planimetria dei locali della biblioteca nel 1977 Planimetria dei locali della biblioteca con i nuovi spazi acquisiti a nord per deposito libri - 2008 Ma oltre alle problematiche strutturali da subito ci si interessò della fisionomia della biblioteca come Biblioteca Custodiale. In quanto tale essa ha di per sé un carattere generale, nel suo complesso, come le svariate branche di materiale librario presente già attestavano, ma dall’altra si annoverava come una biblioteca specializzata, per ciò che riguardava gli itinerari dei Luoghi Santi e tutto ciò che concerneva la Terra Santa. Inoltre si ebbe, grazie all’interessamento e alla costante cura nel sostenere l’opera da parte dell’attuale Custode padre Pierbattista Pizzaballa, e del suo Discretorio, la possibilità di specificare la biblioteca di un’altra caratteristica, quella relativa al Francescanesimo, e di poter aggiornare, con un prosieguo che continua, le varie sezioni. Lavoro che si è svolto in questi ultimi anni. Annotava sempre il Bibliotecario, padre Badalamenti, nella presentazione del progetto triennale inoltrato dopo il Congresso Custodiale del luglio 2010: Situazione attuale L’ottimo lavoro che in questi anni, almeno oggettivamente parlando, si è attuato deve porre il necessario plauso alla disponibilità e attenzione che hanno avuto, costantemente, sia il padre Custode, sia il padre Economo, che il Governo precedente. Tale disponibilità ha potuto far attuare sia i notevoli acquisti di nuovi testi e collane, sia la ristrutturazione di alcuni locali deposito vicini a quelli attuali, sia la possibilità di ricollocare una dipendente, dopo il trasferimento della precedente in altra sede, nella persona di suor Myriam, religiosa delle Pie Discepole del Divin Maestro, attenta e competente, sia la preziosa collaborazione dei volontari laici per gli svariati lavori di riordino e risistemazione dei volumi. Dopo confronti e colloqui vari si è pervenuti alla scelta di continuare la specificazione della biblioteca, che, se pur sempre rimane una biblioteca generale e dunque con la presenza di un patrimonio librario molteplice e variegato, continua la sua peculiarità circa il fondo Terra Santa, con tutto quello che riguarda i relativi apporti attinenti alla storia, geografia, architettura, archeologia, politica, scienza, letteratura, Aprile | FdC | 89


Varie religioni; ed inoltre si decide di aprire un nuovo fronte di specializzazione relativo al fondo Francescanesimo e a tutto ciò che ad esso si riferisce, filosofia, teologia, storia, spiritualità, letteratura. Unitamente a questa scelta si è adempiuto, con non poco sforzo, una totale risistemazione del patrimonio delle riviste e dei periodici, ponendo in essere quelli che si sono ritenuti più attinenti e in deposito quelli ormai desueti; incrementando notevolmente, con l’acquisto di arretrati e nuove testate, l’organigramma attestandosi, attualmente, su più di 200 riviste e periodici. Queste spaziano, oltre alle specificazioni di cui sopra, su tutti i campi del sapere umano e teologico, con almeno una rivista per argomento, tanto che possiamo ritrovare in esse la rivista di storia della chiesa come quella di liturgia, quella di attualità e di psicologia come quella di teologia e politica, quella di filosofia come quella di bibliografia. Un notevole sforzo che possiamo dire compiuto in questi anni e che vede la biblioteca custodiale senz’altro all’avanguardia nell’aggiornamento e nella possibilità di fruizione del suo pubblico. Anche se la lingua dei testi prevalentemente rimane l’italiano, nell’acquisto di nuove testate si è tenuto conto di arricchire il patrimonio presente specie tramite apporti di lingua inglese e francese, notevoli sono anche le riviste di lingua spagnola già presenti, come anche di altre lingue come il tedesco, il polacco, il greco, l’armeno e l’arabo. Notevole inoltre è stato l’incremento e l’aggiornamento del patrimonio librario della biblioteca, sia in relazione ai fondi acquisiti in questi anni, tra i quali il più prestigioso, donato in parte, è stato senz’altro il ‘fondo Piccirillo’, sia per via di acquisti di opere di primo ordine, di attualità in vari campi e specie nei settori delle specificazioni; la biblioteca si è dotata inoltre di tutto ciò che riguarda la pubblicazione di testi riguardanti le grandi opere e gli studi sul francescanesimo. In quest’impegno si è avviata, dopo la risistemazione delle riviste, la rivisitazione e risistemazione del patrimonio librario secondo parametri attinenti alla scienza biblioteconomica e dunque si è iniziato, e speriamo si possa portare a termine nei prossimi anni, il riordino del patrimonio, nella schedatura e posizionatura delle opere, secondo la suddivisione in collane e, per il restante patrimonio, secondo gli argomenti scelti; un lavoro che richiede tempo, competenza e nuovi spazi. Prospettive Il triennio che si apre potrebbe, a mio parere, dare ancora più e meglio un orientamento alla biblioteca riguardante, aggiornamento, competenze, fruibilità, tramite nuovi ambienti, moderne possibilità di utilizzi per il pubblico, iniziative culturali attinenti alle non poche pubblicazioni delle nostre edizioni di Terra Santa. Bisogna proseguire l’aggiornamento del patrimonio librario e delle possibili annate di riviste ancora non adempiuto; unitamente a ciò è necessario anche dotare la Biblioteca di una sezione informatica di opere, che, già presenti in alcuni settori, darebbe una moderna ed attuale possibilità di fruizione; un impegno che potrebbe specificarsi, nel nostro caso, oltre che con l’acquisto di materiale già posto in commercio, col pensare di porre noi, tramite un legame con alcune università italiane specializzate, un vademecum cartaceo e magnetico dei testi rari che sono nel nostro patrimonio librario antico, in vista di una possibile ricezione del pubblico interessato. Legato all’aggiornamento è l’attuazione del progetto, già più volte ribadito, di unificare la biblioteca dello studentato con la biblioteca custodiale cosi da verificare la notevole mole di nuove opere che in questa prima si trovano per darne la possibilità di una fruizione più estesa; ciò significherà attuare anche il progetto di una risistemazione dei locali dell’attuale biblioteca custodiale. Allo stato attuale possiamo dunque ben comprendere l’enorme sforzo che, specie in questi ultimi anni, si è effettuato, soprattutto per quanto riguarda l’aggiornamento e l’ammodernamento della Biblioteca Custodiale. Oggi in essa si trovano, come si accennava sopra, 200 periodici/riviste in corso e un altro centinaio tronche o esaurite, diverse migliaia di volumi di pregio storico e contenutistico, sommate a edizioni antiche che vanno dagli incunaboli (ovvero i libri stampati fino al 31 dicembre 1500) alla fine del ’700. In tutto si possono contare circa 60.000 volumi catalogati o in fase di catalogazione, con un patrimonio librario altrettanto consistente formato da testi da verificare e discernere, per via di fondi arrivati in questi ultimi anni da altre biblioteche della Custodia dismesse e che hanno bisogno, come ben si può capire, di 90 | FdC | Aprile


un lavoro non indifferente di verifica, in riferimento a possibili doppioni, ed eventuale catalogazione. *** Questo notevole accrescimento è dovuto a diverse cause. La principale è la preoccupazione costante di arricchimento dei fondi librari da parte dei responsabili. Tra questi si devono menzionare, nella storia, fra CIPRIANO da Treviso († 1883), lo storico fra Girolamo GOLUBOVICH († 1941), fra Agustín ARCE († 1984 o 1986?), fra Sabino DE SANDOLI († 2001). Il reperimento dei fondi, anche se non totali, dei padri Michele PICCIRILLO († 2009) e Lino CIGNELLI († 2010), a cui si devono aggiungere i numerosi altri avuti precedentemente da frati, noti e meno noti, della Custodia. Il lavoro non manca e ciò che ricordava il padre de Sandoli, per i suoi tempi, si può benissimo ribadire: “I collaboratori sono stati veramente pochi forse per l’abitudine di voler trovare le cose di propria utilità già preparate, e lasciare il responsabile a vedersela da solo in un lavoro immenso che purtroppo non ha apparenze esteriori”. Oggi, grazie anche a diversi volontari che offrono il loro tempo e le loro competenze per la Custodia, dobbiamo elevare un vivo ringraziamento a tutti coloro che da diverse regioni del mondo, specie dall’Italia, hanno prestato il loro utile servizio manuale e tecnico per la Biblioteca Custodiale. Presento alcune foto che illustrano la biblioteca allo stato attuale: marzo 2012.

Sala di lettura a sinistra entrando - 2010 Orario di apertura al pubblico della biblioteca

Sguardo d’insieme della biblioteca con il mobile delle riviste - 2010

Spazi adibiti al bibliotecario e agli addetti - 2010

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Varie

Veduta di un corridoio del deposito libri - 2010

Vista dall’interno di alcuni dei depositi recuperati dopo i lavori del 2008

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Eccoci arrivati a dire qualcosa, adesso, sulla nuova sede della Biblioteca Custodiale che, secondo programma in atto, entro quest’anno 2012 dovrebbe venire alla luce nei locali dell’ex ferreria e falegnameria siti nel primo chiostro entrando a nord dell’ampio complesso di San Salvatore. Il Discretorio di Terra Santa, su proposta del padre Custode e dopo aver ascoltato il Bibliotecario custodiale per i bisogni necessari, decide di effettuare i lavori di risistemazione in quest’ampia parte del convento sita a pianterreno, che spazia per tutto il lato est del sovrastante Seminario, locali che erano ormai adibiti a depositi di materiale vario.

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Vista dall’interno di alcuni dei depositi recuperati dopo i lavori del 2008 92 | FdC | Aprile

Planimetria dei locali adibiti a nuova Biblioteca Custodiale - 2012


Come si può ben comprendere (basta uno sguardo alla planimetria) il luogo è molto più capiente del precedente e si presta anche a ulteriori ampliamenti. In esso dovranno confluire oltre all’attuale Biblioteca Custodiale anche la biblioteca dello studentato e dell’istituto Magnificat, in vista di un unico luogo di raccolta del patrimonio librario sito in loco e dunque da poter rendere fruibile a tutti coloro che ne facessero richiesta. I lavori di sistemazione dei locali dismessi sono iniziati nel mese di gennaio del 2012 e si spera che possano concludersi, con l’arrivo e la collocazione dei nuovi scaffali compattatori, acquistati in Italia, entro il mese di maggio, per poter, entro la fine dell’estate, effettuare i dovuti traslochi. La nuova biblioteca sarà strutturata in quattro blocchi per i depositi libri, due sale di lettura, una sala di accoglienza con dependance e due sale una per il Bibliotecario custodiale e un altra per addetti ai lavori. Le misure, notevolmente aumentate rispetto alla sede precedente, coprono un vano di ben 460 metriquadri, così suddiviso: - area lettura e consultazione: 67 m2; - area reception, dependance e uffici: 88 m2; - area depositi libri e riviste: 310 m2.

Lavori di sistemazione degli ambienti per la nuova biblioteca - 2012

Lavori di sistemazione degli ambienti per la nuova biblioteca - 2012

Un notevole impiego di spazi e forze al fine di ben conservare e rendere a tutti accessibile e fruibile il patrimonio librario della Custodia che, come abbiamo percorso in queste note, ha ben 500 anni di storia. Proprio per non far perdere questa storia si sta lavorando a un primo progetto, in vista di una sempre più proficua collaborazione, che potrà far conoscere quello che il tempo ci ha donato, come un ricordo che perdura e attende nuovi risvolti. Lavori di sistemazione degli ambienti per la nuova biblioteca - 2012

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Varie L’oggi per il domani! Il progetto Libri Ponti di Pace. È stato proprio il fascino di questa storia a far nascere, di certo in modo provvidenziale, il progetto Libri Ponti di Pace. L’idea viene dalla constatazione che costruire luoghi di cultura e di studio, anche in situazioni così complesse come può essere quella di Gerusalemme, rappresenta in realtà un investimento che dura efficacemente nel tempo e contribuisce all’incontro, al dialogo e alla conoscenza reciproca tra i popoli, le culture, le religioni. Insomma, i libri, e le biblioteche che li custodiscono, possono essere davvero dei luoghi e dei ponti per costruire la pace. Il progetto è stato ideato ed è ora portato avanti dalla Custodia di Terra Santa e dal Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca (CRELEB) dell’Università Cattolica di Milano, con il sostegno di ATS pro Terra Sancta e di altre istituzioni italiane quali Brevivet, l’Università Cattolica di Milano, la Società Bibliografica Toscana e l’Associazione Bibliofili Bresciani “Bernardino Misinta”. I lavori sono stati avviati nel 2011 e si suddividono in più livelli di intervento, tutti con l’obiettivo di valorizzare al meglio il patrimonio librario, antico e moderno, delle biblioteche della Custodia di Terra Santa. Catalogazione dei fondi antichi Il primo livello riguarda i fondi librari antichi della Biblioteca Custodiale di Gerusalemme. Dopo un minuzioso e specialistico lavoro di più di un anno, nel corso del 2012 verrà pubblicato a stampa, edito dalle Edizioni Terra Santa, il catalogo degli incunaboli e delle cinquecentine conservati nelle due più importanti biblioteche francescane di Gerusalemme, quella di San Salvatore e quella dello Studium Biblicum Franciscanum della Flagellazione. Si tratta di un catalogo analitico riguardante un fondo significativo, comprendente circa seicento edizioni, molte raccolte in volumi miscellanei, la maggior parte delle quali si trovava presso il convento di San Salvatore fin dalla sua fondazione. Qualcuna di queste addirittura, come si è accennato sopra e come emerge, sia dalle coeve note di possesso sia dalle testimonianze di alcuni pellegrini che ne parlano nei loro diari, era già custodita nella biblioteca del convento francescano del Monte Sion. Emerge, dunque, una prima ma abbastanza precisa fisionomia di una delle più importanti biblioteche francescane della Terra Santa nel XVI secolo. Si pensa senz’altro di poter continuare il progetto di catalogazione dei fondi antichi in futuro, con la catalogazione delle edizioni del Sei e del Settecento. Un discorso a parte meritano, invece, i manoscritti. Anche solo presso la Biblioteca di San Salvatore sono conservati manoscritti, antichi e più moderni, in numerose lingue, non solo il latino, ma l’ebraico, l’arabo, il turco, il siriaco, l’armeno… Tale varietà linguistica e grafica impone che l’opera di catalogazione sia affidata a specialisti che siano in grado di leggere anche i testi contenuti in questi manufatti. Impresa tutt’altro che scontata! Anche se già si ha un censimento e un primo studio sui firmani, che continua per le cure degli addetti all’Archivio della Custodia di Terra. Fondi speciali Il secondo livello del progetto Libri Ponti di Pace prevede specifiche indagini su particolari fondi, antichi e moderni. Al momento è stato avviato un progetto, che si svolgerà nel corso del 2012, per la realizzazione di un apposito catalogo, in formato elettronico e si spera anche cartaceo, di uno dei fondi più importanti e più caratteristici della Biblioteca Custodiale, quello dedicato agli Itineraria o ai resoconti di viaggio in Terra Santa pubblicati a stampa dal Quattro al Novecento. Il fondo, che è suddiviso tra le biblioteche di San Salvatore e della Flagellazione risulta di particolare interesse non solo per il numero e la rarità dei pezzi che lo compongono, ma anche e soprattutto per il fatto di essere conservato proprio nei luoghi che descrive. Si tratta di una fonte importante per ricostruire non solo la storia dei pellegrinaggi e dei viaggi in Terra Santa, ma anche l’iconografia dei luoghi, divenendo così la 94 | FdC | Aprile


testimonianza di come si sono trasformati nel tempo i santuari e tutte quelle località, testimoni di eventi biblici e della vita di Gesù, divenuti mete di pellegrinaggio e di devozione fin dall’epoca apostolica. La maggior parte di tali edizioni, infatti, presenta illustrazioni più o meno fedeli dei luoghi santi, delle città toccate nel viaggio, delle curiosità che si possono incontrare per via: un ricco repertorio che ben si presta all’organizzazione di una mostra, sia essa virtuale e disponibile online, o bibliografica. Anche questo sarebbe certamente un modo di promuovere la biblioteca, i suoi servizi e il suo patrimonio. Un altro fondo particolarmente interessante, ma su cui al momento non sono stati ipotizzati progetti specifici, è quello delle opere di medicina, comprendente testi a stampa dal Quattrocento in poi, il cui uso è da ricollegare alla presenza, presso il convento di San Salvatore, di una farmacia, com’è documentato nel Museo sito alla Flagellazione circa la stanza della farmacia di san Salvatore. Ci si trova di fronte a una traccia importante per ricostruire la storia della presenza francescana a Gerusalemme, attraverso documenti di vita vissuta e di un’attività che era a servizio dei frati e, forse, non solo. Studiare la storia di questi fondi, allora, diventa un modo anche per ripercorrere la storia degli uomini che li hanno creati, ma soprattutto che li hanno usati. Il lavoro da fare, come si può immaginare, è tanto e i progetti da sviluppare sono di grande fascino e di estremo interesse, e non solo per la Custodia. Sarà il tempo e la Provvidenza a far vedere i risultati. Resta comunque valido un principio di fondo: anche queste iniziative, nella loro serietà ma anche semplicità, vogliono essere un piccolo contributo a seminare, attraverso la cultura del libro e della lettura, germogli di pace. Al termine di queste note non possiamo che fare nostre alcune considerazioni di uno studioso e caro amico. Possano essere da stimolo a farci riflettere sul senso e l’importanza della biblioteca e sull’imprescindibile cura che dobbiamo averne per il futuro nostro e di chi si attende che, anche tramite il nostro apporto, si possa far memoria dell’arte della cultura come arte del vivere. “Nel sentire comune la biblioteca è un luogo riservato, freddo, silenzioso, arcano, frequentato da persone abituate a viaggiare tra le nuvole. In una sua lettera Plinio scriveva che nelle biblioteche loquuntur defunctorum immortales animae, [nelle biblioteche parlano le anime di molti che son morti (ma che nei loro scritti han fermato i loro pensieri)]; con ciò intendendo che in esse si danno convegno innumerevoli artisti, scienziati, storici, filosofi, teologi, letterati, tutti intenti a trasmettere al potenziale lettore ciò che hanno consegnato nei loro scritti. La biblioteca sarà viva e operante solo se riuscirà a far sentire la voce dei suoi ospiti, divenendo, in tal modo, autentico luogo di ascolto. E tuttavia ci si chiede: perché l’erezione di una biblioteca? Era proprio necessario impegnarsi in un’opera di cui non si conoscono i benefici e che, al tempo presente, è ineluttabilmente votata alla dimenticanza? Non è forse residuo, anche se nobile, di un’era già tramontata e di un mondo ormai disfatto? Al fondo della questione, e senza ricorrere a tanti inutili chiacchiericci, sta il problema della funzione del libro e della lettura. Le cause di disaffezione al libro e alla sua lettura non hanno lontane radici, ma costituiscono un fenomeno che si è accompagnato al benessere sfacciatamente vistoso in cui comodamente ci siamo adagiati e che pervicacemente cerchiamo di mantenere e aumentare. Tra le tante spiegazioni di una così deleteria involuzione preferisco indicare quella scritta anni or sono da uno dei più grandi storici del secolo scorso. In Memorie di uno studioso Roberto Ridolfi [Firenze 2002, t.I, p. 150] annotava: Un tempo pochi scrivevano e, in proporzione, molto leggevano, e, avendo poco da leggere, leggevano bene; oggi molti scrivono e pochissimi leggono, né quei pochi badano gran che a quello ch’è scritto. Più che assaporare le parole, le ingoiano come pillole: più che un leggere, il loro è uno scorrere gli occhi lungo le righe e le pagine per vedere dove vada a parare il discorso. Resterebbe da ricercare se siano piuttosto i frettolosi scrittori a fare i lettori frettolosi, o, versa vice; ma, sebbene meglio mi piaccia la prima alternativa, sembra più giusto dividere la colpa in due parti, sia pur Aprile | FdC | 95


Varie diseguali; anzi in tre, la maggiore delle quali è da attribuirsi al progressivo imbarbarimento cui il progresso della civiltà fatalmente conduce la specie umana. Affinché la nostra civiltà non si imbarbarisca ulteriormente è necessario rieducare alla scelta di buoni libri e alla loro meditata lettura. E se siamo pronti a sborsare la somma equivalente di una ‘pizza’ per comprare qualche libro, il pericolo è quello di riporlo accanto agli altri nello scaffale del salotto buono per farne ‘bella mostra’. Vecchie abitudini di impenitenti fannulloni che Seneca, Petronio e Luciano di Samosata bollavano come ignoranti collezionisti di libri che compravano non per leggerli ma per decorarsi le pareti. Ma sono anche note le stoccate di san Giovanni Crisostomo e di san Girolamo indirizzate agli aristocratici cristiani che si accaparravano lussuosi vangeli non per leggerli e praticarli ma, si direbbe oggi, come status symbol. Bisogna tornare al libro e tesserne l’elogio? La risposta a tale interrogativo, non stupido né superfluo, è un argomento inesauribile, qui soltanto sfiorato. È certo che di fronte all’ottusità di certi acerrimi avversari del libro è da contrapporre l’elogio che ne fece Romano Guardini in uno scritto di poche pagine, ma ricco di acume e di dotta sapienza: Riflettendo sulla sua natura mi è apparso che il libro costituisce un argomento inesauribile. In esso si ritrova assolutamente tutto ciò che l’uomo ha creato. In esso si esprime il suo proprio essere. Anzi – posso parlare così in quanto ogni panegirico si basa su una sorta di entusiasmo, al quale è concesso dire cose che altrimenti sembrerebbero esagerate – il libro pare essere addirittura simbolo in assoluto della nostra esistenza, tanto ampia è la sua natura e al tempo stesso tanto complessa, tanto mutevole e d’altra parte tanto maneggevole nel senso proprio della parola. E a proposito della Bibbia annotava: «Il libro per eccellenza è la Bibbia. Essa è la raccolta delle scritture sacre, ‘biblia’; è il disegno dal quale, in maniera sempre nuova, la rivelazione parla all’uomo come parola di Dio. Parla a ogni uomo, poiché, anche se è stata scritta in epoche determinate, essa viene tuttavia dall’eternità e perciò è sempre contemporanea». Se alcuni cristiani - ma penso che siano un’eletta e numerosa schiera - non vogliono proprio saperne di libri, è affar loro! Non si può far entrare l’asino per la coda! E se molti sono convinti che la cultura, considerata, a torto, frutto della vita pratica, può fare a meno dei libri, padronissimi di credere a queste favole! Fischiettare, come fanno i merli, non è vietato! Se poi si vuol dire che oggi manca il tempo per leggere, tale giustificazione è comprensibile se detta da bambini che, per la loro età, sono portati più ai giochi che alla serenità degli studi. Eppure la lettura è un ‘luogo teologico’. Il sociologo Ivan Illich, nello studiare le miniature del XII secolo, ha fatto rilevare che se a esse si accosta una candela, acquistano una radiosità propria. Non è la candela a far vedere la miniatura, ma è la stessa miniatura che proietta una propria luce. L’icona orientale è stata creata dall’artista in modo che la figura impressa possedesse una luce propria e fosse, quindi, sorgente di luce. Questa tecnica è stata trasferita nella composizione delle miniature che decorano le pagine dei codici medievali. Tale creazione artistica non è fine a se stessa. Al contrario intende significare che la pagina possiede una luce e che questa luce è immanente alla pagina e ha la funzione di cercare gli occhi che su di essa si posano. Evidenti sono le radici teologiche della lettura: non semplice diletto, non sterile passatempo, ma illuminazione dell’anima e godimento della verità. Fr. Marcello BADALAMENTI ofm, Bibliotecario Custodiale Luca RIVALI, Università Cattolica di Milano Gerusalemme, 19 marzo 2012, solennità di san Giuseppe.

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Bibliografia AGUSTÍN ARCE, La Biblioteca Central de la Custodia de Tierra Santa, in Tierra Santa 38 (1963) n. 411, pp. 25-30. ID., The Central Library of the Custody of the Holy Land Jerusalem, in Miscelánea de Tierra Santa, III, Jerusalem, Franciscan Printing Press, 1974, pp. 444-456. ID., La Bibliothèque Centrale de la Custodie de Terre Sainte, in Miscelánea de Tierra Santa, IV, Jerusalem, Franciscan Printing Press, 1982, pp. 423-432. ID., Libros antiguos de medicina en la Biblioteca de San Salvador, in Miscelánea de Tierra Santa, I, Jerusalem, Imprenta de Tierra Santa, 1950, pp. 251-317. ID., Itinerarios raros y preciosos de Palestina. Extractos, aportaciones y notas criticas, Jerusalem, Franciscan Printing Press, 1963. PIERO ANTONIO CARNEMOLLA, Libri e santità, in «Quaderni Biblioteca Balestrieri», 1 (2002) n.1, pp. 135-143. SABINO DE SANDOLI, La nuova Biblioteca Custodiale, in «Acta Custodiae Terrae Sanctae», 22 (1977), pp. 17-22, Tav. 5.6. NOËL GOSSELIN, La bibliothèque des Frères de la Corde au Mont Sion, in «Acta Custodiae Terrae Sanctae», 30 (1985), pp. 377-400. ROMANO GUARDINI, Elogio del Libro, Brescia, Morcelliana, 1985. IVAN ILLICH, Nella vigna del testo. Per una teologia della lettura, Milano, Cortina, 1994. IV Centenario di San Salvatore. Dati e statistiche, in «Acta Custodiae Terrae Sanctae», 5 (1960), pp. 228230. PIETRO MARANESI, Nescientes litteras. L’ammonizione della Regola francescana e la questioni degli studi nell’Ordine (sec. XIII-XVI), Roma, Istituto Storico dei Cappuccini, 2000. VINCENTIO MISTRIH, Catalogue des manuscrits arabes du couvent de St. Sauveur des Frères Mineurs à Jérusalem, in «Studia Orientalia Christiana Collectanea», 33 (2000), pp. 115-226. STÉPHANE OPPES, Il libro: idealità e funzionalità nell’Ordine francescano, in «Quaderni Biblioteca Balestrieri», 1 (2002) n.1, pp. 37-50. FRANCO VALENTE, La Biblioteca centrale della Custodia di Terra Santa, in http://it.custodia.org/default.asp?id=372.

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Fraternitas

FRATERNITAS

Ita. Vol. XLV. Nr. 186 — OFM Roma — E-mail: fraternitas@ofm.org — 01. 04. 2012 FRATERNITAS | OFM | DOCUMENTI | ALBUM

Italia – Napoli, 36ª Assemblea della Famiglia Francescana

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al 5 al 10 marzo u.s. si è tenuta a Napoli la 36ª Assemblea generale dell’Unione delle Conferenze dei Ministri provinciali della Famiglia Francescana d’Italia, nel 40° della sua fondazione. In quei giorni si è riflettuto sull’attualità del messaggio di santa Chiara, dato l’VIII centenario della sua vocazione e della Fondazione dell'Ordine delle Sorelle Povere. La riflessione è stata facilitata dall'apporto di valenti relatori: Fr. Paolo Martinelli, OFMCap (Maschile e femminile nella vita consacrata) e il Prof. Marco Bartoli (La provocazione di Chiara oggi); e da una tavola rotonda, guidata dal Vice Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della CEI don Ivan Maffeis, ed animata dalle Presidenti delle Federazioni Clarisse d’Italia: Sr. Diana Papa, Sr. Patrizia Nocitra e Sr. Stefania Monti. Particolarmente significativa è stata la Concelebrazione eucaristica, presieduta dal card. Crescenzio Sepe, a cui hanno partecipato i quattro Ministri generali, le Presidenti delle Federazioni clariane, le Sorelle del Monastero di S. Chiara e una calorosa folla di laici francescani. L’Assemblea, infine, si è caratterizzata per i tempi riservati ai Ministri del-

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le rispettive Famiglie Francescane. La COMPI ha dedicato del tempo anche all'ascolto del Segretario nazionale per la Formazione e gli Studi, Fr. Massimo Fusarelli, che ha riferito sul cammino di revisione della formazione iniziale, e di Fr. Federico Gandolfi, che ha presentato il prossimo EuroFraMe che si terrà a S. Anna in Polonia nell’estate 2012.

diffusione di un modello di santità

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Pasqua, il giorno che ha fatto il Signore. Colui che è stato appeso ad un albero, Dio lo ha risuscitato. A noi è stato affidato il compito di predicare e testimoniare quanto è accaduto. Questa è la nostra missione, annunciare a tutti la grande notizia che ha cambiato le sorti della storia: Gesù patì sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto, al terzo giorno è risuscitato e vive per sempre. (Dalla lettera del Ministro generale per Pasqua 2012)

Agenda del Ministro generale

Spagna - Convegno su Santa Chiara

i è svolto tra il 24 e 26 febbraio 2012 nella Casa di Spiritualità "Cristo del Pardo" Madrid (El Pardo), un Convegno per commemorare gli 800 anni della consacrazione della Santa. È stato organizzato dalla Scuola Superiore di Studi Francescani e ha contato sul sostegno di Fr. Mauro Jöhri, Ministro Generale ofmcap, di Fr. Severino ofm Calderon, Presidente dell’Interfrancescana della Penisola Iberica e Suor Mara Alegria Zarroca, osc, Presidente della Confederazione delle Clarisse di Spagna. I principali argomenti di studio ruotavano intorno a sei conferenze centrali: 1. Il Caso di Chiara: nascita

Felix Alleluia!

(Marco Bartoli), 2. Cento anni di studi sulla Regola di S. Chiara (Fr. Fernando Uribe ofm), 3. L'altissima povertà: Grazia e opzione di Chiara (Fr. Leonard Lehmann ofmcap), 4. Chiara di Assisi Fondatrice? Origini e diffusione del suo carisma in ambito Ispano (XIII) (Maria del Mar Grana), 5. Francesco e Chiara d'Assisi: innamorati, amici, alleati? Interpretazione di alcuni esperti sulla relazione tra i due santi (Fr. Niklaus Kuster ofmcap), 6. Santa Chiara nell'arte (Antonio Oteiza). C'erano anche quattro interventi in relazione ai vari aspetti legati allo stile di vita del Secondo Ordine e due tavole rotonde, insieme ad altre attività di carattere religioso e culturale. Il gran numero

►01-09 aprile: Settimana Santa. ►10-11 aprile: Partecipazione al Capitolo delle Stuoie delle Provincie del Nord Italia (Verona – Italia). ►12-16 aprile: Partecipazione all’Assemblea della Fondazione di Russia (Gerusalemme – Israele). ►17-18 aprile: Partecipazione al Capitolo delle Stuoie delle Provincie della CONFRES in processo di ridimensionamento (Madrid – Spagna). ►19-21 aprile: Visita alla Provincia S. Croce (Slovenia). ►22-26 aprile: Incontro con la COTAF (Bonn - Germania). ►28-30 aprile: Inizio degli Esercizi Spirituali del Ministro generale e del suo Definitorio in Terra Santa (Gerusalemme – Israele). dei partecipanti al Congresso ha superato tutte le aspettative. Vedi: http://www.escuelafranciscana.galeon.com/


Regula et vita Minorum Fratrum haec est, scilicet Domini nostri Jesu Christi sanctum Evangelium observare (RB I,1)

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Assisi – Ritorno alla Porziuncola

el contesto del Centenario della Consacrazione di Santa Chiara, avvenuta 800 anni fa, la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola ospiterà, a partire dal 26 febbraio 2012, nei locali delle memorie francescane e del Museo della Porziuncola, un’interessante mostra ad lei dedicata. L’esposizione si pone il fine di celebrare una donna che ha lasciato un segno non indifferente nella cultura, nella spiritualità e nell’arte, il cui carisma ancora oggi coinvolge migliaia di consacrate e il cui nome è tuttora ovunque venerato. La mostra raccoglie oggetti d’arte provenienti da Monasteri di Clarisse, da Conventi francescani e dagli archivi del Museo della Porziuncola, ma soprattutto è tesa a descrivere la grandezza di Chiara e della sua visione profetica, attraverso riproduzioni grafiche di miniature antiche, le parole degli antichi suoi biografi e quelle significative di Papa Benedetto XVI e del Beato Giovanni Paolo II. Al centro della mostra risalta la Tavola del Maestro di Santa Chiara, eccezionalmente esposta per l’occasione di questo felice anniversario. Si tratta di un’opera di valore imponderabile per l’arte medioevale e che possiamo definire il punto di riferimento, il paradigma, di ogni modo di rappresentare la Vergine di Assisi e di descrivere l’importanza della sua figura per la spiri-

Colombia – Cali, Incontro internazionale dei Frati Minori per il dialogo tra le religioni

Oggi uno dei modi migliori e più necessari per vivere il francescanesimo è quello di sentire realmente il mondo come il “nostro chiostro”, con tutte le sue multiformi pluralità religiose, culturali, sociali, economiche, politiche, etniche, così da rafforzare la ricerca e la costruzione del dialogo ecumenico e interreligioso». Con queste parole Fr. Roberto Giraldo ha voluto descrivere lo spirito dell’incontro annuale della Commissione «Servizio per il dialogo» dell’Ordine dei Frati Minori, che si è tenuto a Cali, in Colombia, dal 20 al 24 febbraio 2012. Lo scopo era di approfondire la dimensione del dialogo nella vita quotidiana delle Fraternità francescane, per condividere le esperienze vissute in vari luoghi del mondo, in modo da deli-

neare delle possibili collaborazioni a livello internazionale. Nell’incontro di Cali, che precede quelli che si terranno in Africa (2013) e in Europa (2014), si è posto l’accento sulle nuove realtà religiose che caratterizzano il presente di gran parte dell’America Latina; si è riflettuto sulle forme del dialogo con il mondo delle culture in chiave francescana, soprattutto dopo la celebrazione del 25° anniversario dello "spirito di Assisi"; si è avuta la possibilità, per i Membri della Commissione, di visitare alcune comunità afroamericane e di incontrare delle realtà ecumeniche della Colombia, così da rafforzare il legame tra la riflessione dell’Ordine a livello universale e la partecipazione quotidiana dei Francescani al dialogo.

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l 13 gennaio 1962 il Beato Giovanni XXIII erigeva la Prelatura "Gesù e Maria", El Nayar, affidandola alla cura pastorale dei Frati Minori della Provincia dei Santi Francesco e Giacomo in Messico. Per ricordare i 50 anni di tale evento, il Vescovo Prelato, Mons. José de Jesus Gonzalez Hernandez, OFM, ha indetto l'Anno Giubilare, che è iniziato il 15 gennaio 2012, con una Eucaristia solenne e l'apertura della Porta Santa della Cattedrale, e che si concluderà il 13 gennaio 2013. In questo periodo tutti possono lucrare l'Indulgenza Plenaria del Giubileo nei tempi e nei luoghi designati dalla Penitenzieria Apostolica: ogni giorno in Cattedrale e nel giorno della festa patronale in ogni Parrocchia, secondo le condizioni stabilite dalla Chiesa. Tale evento è anche l'occasione per ricordare l'affidamento della Prelatura "Gesù e Maria", El Nayar, ai Frati Minori e, pertanto, anche per sollecitare la collaborazione dei Frati dell'Ordine. Le "porte" ed i cuori sono aperti per accogliere tutti coloro che desiderano essere missionari in questa Prelatura grandemente bisognosa di "operai"! Vedi: http://www.prelaturadelnayar.com/

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Capitolo delle Stuoie in Spagna

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al 15 al 18 aprile 2012 si celebrerà a El Escorial (Madrid), il Capitolo delle Stuoie dei Frati Minori delle sei Province e di una custodia della Spagna che sono in processo di unificazione. Nel Capitolo parteciperanno anche i Provinciali e alcuni altri fratelli provenienti dal resto delle Province della Conferenza Iberica; il Ministro generale terrà una conferenza dal titolo "Ristrutturare per rivitalizzare" e presiederà alcune celebrazioni; il Definitore generale di questa Conferenza (CONFRES), Fr. Vicente Felipe, Fr. Giacomo Bini che parleranno sul tema "la nostra identità in cammino" e Fr. Francesco Patton che presenterà ai partecipanti il processo di unione che stanno seguendo le sei Province del nord Italia. Saranno giorni per celebrare il dono della nostra vocazione, e crescere nella conoscenza reciproca e rafforzare i legami fraterni vitali, necessari per affrontare la nuova realtà che è già in corso. Il giorno 17, parteciperanno all’incontro le Sorelle Clarisse di tutte le Federazioni della CONFRES per festeggiare insieme l’VIII Centenario della consacrazione di Santa Chiara e della fondazione dell'Ordine delle Sorelle Povere di Santa Chiara.

F R A T E R N I T A S

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tualità e la vita religiosa. Osservando il modo esemplare in cui l’anonimo Maestro di Santa Chiara ha offerto l’effigie della santa alla nostra contemplazione, al fine dell’imitazione della sua vita, risulterà più eloquente comprendere quanto l’arte cristiana sia stata frutto della spiritualità del tempo e insieme ne abbia influenzato in modo decisivo gli esiti. Insieme alla grande tavola istoriata, sono poi esposte alcune opere di “devozione” dedicate a Santa Chiara che provengono anch’esse da Monasteri e da Conventi francescani. Due artisti contemporanei, Aurelio Bruni e Piero Casentini, sensibili alla spiritualità francescana, si sono impegnati infine nel cercare di pensare Chiara, nei fatti salienti della sua vicenda umana in relazione alla Porziuncola e nella sua icona di riferimento, e di farlo con occhio contemporaneo. In un’epoca d’incertezza iconografica si tratta di un tentativo plausibile e lodevole e il cui risultato è oltremodo pregevole. La mostra, che rimarrà aperta fino all’11 agosto 2012, è stata inaugurata domenica 26 febbraio.

Messico – La Prelatura Francescana compie 50 anni

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Fraternitas Regula et vita Minorum Fratrum haec est, scilicet Domini nostri Jesu Christi sanctum Evangelium observare (RB I,1)

Slovenia – Missione al popolo con la radio Ognjišče

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n gruppo di Frati della Provincia della Santa Croce, Slovenia, ha animato una missione al popolo, attraverso la radio cattolica Ognjišče, in preparazione della Santa Pasqua. La missione si è svolta nei giorni 25-31 marzo 2012, con il motto: Svegliati uomo, che dormi. Ogni giorno ci sono state tre conferenze: due al mattino (10.15 e 13.00) ed una nel pomeriggio

(17.00). Ogni sera, dopo la recita del Rosario (19.30), i missionari hanno risposto alle chiamate in diretta. Venerdì 30 marzo è stato dedicato alle confessioni: ciò è avvenuto in tutte le chiese della Slovenia e, in particolare, nei santuari. Sabato 31 marzo si è conclusa la missione con una concelebrazione solenne, presieduta dal vescovo Jurij Bizjak, nel santuario Mariano di Strugnano, che quest'anno celebra il 500° anniversario

Segnalibro francescano

sia nel campo della formazione che nella didattica.

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►Évêque chez Kadhafi. Mgr. Giovanni Martinelli avec Samuel Lieven, Bayard 2011, pp. 128. È uscito il volume di Mons. Giovanni Martinelli, Vescovo da Gheddafi, con la collaborazione di Samuele Lieven. Mons. Giovanni Martinelli, sacerdote francescano e vescovo, lavora in Libia da più di quarant'anni. Impregnato fin dalla gioventù della cultura del deserto e fine conoscitore delle realtà libiche, Mons. Martinelli ha stabilito con il popolo locale forti legami di amicizia. Ha vissuto la fine del regime Ghedaffi accanto ai libici ed ora offre uno sguardo singolare su queste ore drammatiche. Mons. Martinelli continua, con un nuovo entusiasmo, la sua opera al servizio della Chiesa, dei libici, specialmente dei più poveri, e del dialogo interreligioso. ► Temi teologici francescani. Per una presenza francescana incisiva nell’oggi teologico e culturale, Giovanni Iammarrone in collaborazione con Stanisław Bazyliński, Casa Editrice Miscellanea Francescana, Roma, 2011, pp. 342. Il volume consta di una raccolta di scritti pubblicati negli ultimi anni sulla rivista "Miscellanea Francescana". L'in-tento dell'Autore è di mettere a disposizione di una più larga fascia di lettori riflessioni teologiche che hanno lo scopo di mostrare come l'esperienza cristiana di Francesco e la spiritualità e la riflessione teologica scaturite da essa, se rilette e attualizzate nell'orizzonte di sensibilità culturali e di orientamenti filosofici e teologici contempo-ranei, possano

apportare un contributo significativo e peculiare alla missione che l'intera Chiesa ha di testimoniare all'uomo di oggi il mistero di Dio, dell'uomo e del mondo alla luce di Cristo. ► Słowo Pokoju. Alfabet cystersko-franciszkański (La parola di pace. Alfabeto cistersensefrancescano), Bruno Paterewicz OCist, Symeon Masarczyk OFM, Katowice-Panewniki 2011, pp. 153 Gli Autori Bruno Paterewicz – cistercense e Symeon Masarczyk – frate minore, hanno proposto con un linguaggio del tutto giovanile ed entusiasta la lettura delle principali questioni della vita e della spiritualità francescana e cistercense nello stesso volume. Come mai questo? Li ha spinti e ispirati la quotidianità della vita da studenti (chierici) sotto lo stesso tetto di una Fraternità formativa nella Provincia della BVM in Polonia. Infatti, da alcuni anni, sia i monaci, sia i frati minori studiano insieme, e anche condividono lo stesso spazio per la preghiera, per il gioco e per diverse attività. Senza dimenticare le relazioni che crescono, che si approfondiscono e che spesso diventano amicizie. Il libro offre la doppia lettura di voci dal punto di vista di Bruno (cistercense) e di Symeon (francescano). Il loro lavoro non è soltanto molto divertente, ma soprattutto fa vedere che i giovani, pur vestendo diversi abiti e seguendo diversi carismi, sono capaci di varcare le solite (a volte secolari) frontiere. È una questione di necessità, di urgenza? O forse è un profetico annunzio di vera e nuova collaborazione nella vita religiosa?

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► Leer a Francisco y Clara de Asís: sus escritos. Introducción general e inducción metodológica, (Leggere Francesco e Chiara d'Assisi: i loro scritti. Introduzione generale e induzione metodologica), Fernando Uribe, Ediciones Franciscanas Arantzazu, 2012, pp. 255. Leggere Francesco e Chiara d'Assisi: i loro scritti. Introduzione generale e induzione metodologica Non c'è dubbio che la migliore bussola per addentrarsi nella mente e nel cuore di San Francesco e Santa Chiara d'Assisi sono gli scritti usciti direttamente dalle loro mani. Essi costituiscono il punto di riferimento obbligatorio per conoscere il pensiero, la fisionomia spirituale e i principali ideali evangelici chiave che hanno guidato i due grandi luminari di Assisi. Ma accade che, quando leggiamo o ascoltiamo i loro scritti, non sempre riusciamo a sviscerare il significato profondo che in essi è racchiuso. Il motivo è perché sono stati composti circa otto secoli fa, in un linguaggio e un contesto diverso dal nostro. Ciò solleva la necessità di una preparazione adeguata per capire meglio ed essere in grado di estrarre tutta la ricchezza che contengono. Questo libro si propone di risolvere questa difficoltà doppia. Da un lato, porta l'introduzione generale agli scritti dei fondatori offrendo tutte le informazioni necessarie per una migliore comprensione degli stessi. Ma come è stato dimostrato che l'introduzione teorica non è sufficiente per prendere tutta la ricchezza che è in loro, questo volume offre una guida metodologica con varie proposte di lettura e un insieme di esercizi pratici che saranno di grande utilità soprattutto per chi lavora con i gruppi

delle apparizioni. Tutte le conferenze possono essere scaricate dal sito della radio: http://radio.ognjisce.si/


Regula et vita Minorum Fratrum haec est, scilicet Domini nostri Jesu Christi sanctum Evangelium observare (RB I,1)

Grandi/piccole notizie

► Un chiostro della Basilica di Santa Maria degli Angeli a Santa Chiara: nell’ambito del Centenario della Consacrazione, L’Opera della Porziuncola ha intenzione di dedicare un chiostro della Basilica di Santa Maria degli Angeli a Santa Chiara. Il progetto prevede l’installazione di sette opere d’arte, dipinte su tavola dall’artista Aurelio Bruni, che descri-

► Cantemus Domino - Corso di Canto Gregoriano alla Porziuncola Assisi 2-7 luglio 2012: su questa linea si pone il primo anno del Corso triennale di Canto Gregoriano alla Porziuncola. Patrocinato dal Pontificio Istituto di Musica Sacra, vuole essere un contri-

buto alla formazione degli operatori musicali nella liturgia, di religiosi, sacerdoti, laici e cultori del genere, che intendono unire formazione liturgica e studio del repertorio in base ai libri di canto attuali, alle acquisizioni scientifiche e musicologiche più recenti, come attuazione pratica del Gregoriano nella Liturgia, secondo i dettami del Concilio Vaticano II. Per informazioni circa il programma, il soggiorno, i costi e le iscrizioni consultare il sito www.porziuncola.org oppure telefonare al numero 075/8051430 nel seguente orario feriale: 9.00-12.30/15.0018.00. ► Croazia, Spalato – Presentati 10 numeri della Rivista „Počeci“: il 3 marzo 2012 tre Redattori della Rivista „Počeci“ –

hanno presentato agli Studenti della Provincia francescana del Ss.mo Redentore i numeri 1-10, che parlano della vita e del lavoro dei Frati studenti negli ultimi 15 anni. Per saperne di più, clicca qui. ► Premiato Fr. Victor Melícias, Ministro Provinciale del Portogallo e membro del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), ha ricevuto il 10 marzo del 2012, a Barcellona, in Spagna, la "Croce Europea d’Oro" attribuita dall’Associazione Spagnola di Promozione Europea (AEFE) in riconoscimento della sua attività nella promozione dei "valori europei", quando era Presidente dell’Unione dei Frati Minori d’Europa (UFME), "Personalità che nel suo percorso si è distinta per il suo impegno a favore dei Valori Universali e i Diritti Umani nella unione dei popoli e delle persone". ► Santuario della Verna, Italia – Gendarmeria e i Vigili del Fuoco in Ritiro: La Gendarmeria ed i Vigili del Fuoco della Città del Vaticano hanno partecipato ai corsi di Esercizi spirituali, tenutisi presso il Santuario della Verna nei giorni 26-27 febbraio, 28-29 febbraio e 1-2 marzo 2012. Animati da Fr. Sandro Guarguaglini, hanno partecipato ai corsi degli Esercizi, suddivisi nei tre turni, 177 membri del Corpo della Gendarmeria e dei Vigili.

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► Seminario di ricerca dedicato all’opera filosofica di Edith Stein: dall’autunno 2011 si svolge, all’Ecole Normale Supérieure di Parigi, un seminario di ricerca dedicato all’opera filosofica di Edith Stein. Diretto dal Prof. Jean-François Lavigne, il seminario ha accolto il Prof. Francesco Alfieri OFM, della Provincia dell’Assunzione della B.V.M. in Italia, tra i più prominenti specialisti italiani del pensiero antropologico di Edith Stein. Formatosi alla scuola della professoressa e filosofa Angela Ales Bello, della Pontificia Universitas Lateranensis, il Prof. Alfieri insegna all’Università degli Studi di Bari e alla Pontificia Universitas Lateranensis. La conferenza del Prof. Alfieri, presso l’Ecole Normale Supérieure, è stata dedicata al tema – essenziale nel contesto dell’opera steiniana – della “Singolarità dell’essere umano”. L’Autore ha messo in rilievo il contributo fondamentale del primo saggio di E. Stein alla fenomenologia della relazione interpersonale, ed ha mostrato come l’“entropatia” faciliti la conoscenza dell’insostituibile singolarità della propria persona. Grazie al suo studio comprensivo delle opere della Stein, il Prof. Alfieri ha potuto mostrare che ogni relazione interpersonale richiede, per essere stabile e feconda, la “presa d’atto” di questo dato fondamentale dell’assoluta singolarità, di essenza e di essere, dell’Io, soggetto del “Geist” e oggetto del “fühlen” entropatico. Senza questa “presa d’atto”, la persona viene esposta a rischi esistenziali maggiori. Da lì, l’oratore trae diverse prospettive “per una rifondazione del concetto di persona (“Person”) e di comunità (“Gemeinschaft”)”.

vono i momenti salienti della consacrazione di Santa Chiara presso la Porziuncola, e di una scultura al centro dello stesso chiostro, opera dell’artista Piero Casentini. La donazione di una quota prevede l’invio di una riproduzione artistica di una delle opere d’arte. Per saperne di più visita: http://www.assisiofm.it/un-chiostroper-santa-chiara-1685-1.html

Fraternitas - OFM - Roma Redattore: Robert Bahčič

Fr. Joško Kodžoman, Fr. Šimun Bilokapić, Fr. Domagoj Runje –

http://www.ofm.org/fraternitas http://fraternitasofm.blogspot.com/ E-mail: rbahcic@ofm.org

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www.custodia.org

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