Selene Cardaci
1916— 1950
Evoluzione della grafica editoriale. Il libro di Primo Levi come testimonianza
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Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica
Accademia di Belle Arti di Catania
Dipartimento di progettazione e arti applicate DASL06—
Diploma Accademico di Secondo Livello in Progettazione Artistica per l’impresa corso di Graphic design - Editoria a.a. 2017/2018 Candidata
Selene Cardaci Relatore
Gianni Latino Progetto grafico Selene Cardaci
Nessuna parte di questo elaborato può essere riprodotta o trasmessa
in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’Istituzione.
Pubblicazione composta in Palatino, disegnato da Hermann Zapf nel 1948 © Copyright 2018
Accademia di Belle Arti di Catania Selene Cardaci
www.abacatania.it
Selene Cardaci
1916— 1950 Evoluzione della grafica editoriale. Il libro di Primo Levi come testimonianza
Sommario
storia
CAPITOLO 01 —1916/1925
Premessa
13 9
1.0 Introduzione: i primi anni del Novecento
15
1.1 Lo sviluppo del Primo conflitto mondiale
21
1.2 La nascita del Partito Tedesco dei Lavoratori
27
1.3 L’ampliamento del Partito Nazista
35
graphic design
CAPITOLO 02 —1916/1925
49
2.0 Edward Johnston e la metro londinese
51
2.1 Il din e i primi standard di progettazione
57
2.2 La scuola del Bauhaus, un nuovo approccio
59
2.3 Dessau, il secondo periodo del Bauhaus
63
2.4 L’autobiografia di Hitler, il Mein Kampf
65
2.5 Eric Gill e la progettazione di caratteri
71
storia
CAPITOLO 03 —1928/1933
77
3.0 Introduzione: prima metà del Novecento
79
3.1 Elezioni tedesche e rafforzamento di potere
89
3.2 L’eliminazione dei partiti politici in Germania 3.3 La presa di potere del regime Nazista
97 101
graphic design
CAPITOLO 04 —1928/1933
115
4.0 Jan Tschichold padre della Tipografia Moderna
117
4.1 Van de Rohe, il terzo periodo del Bauhaus
125
4.2 La fine del Bauhaus
129
4.3 Torino e la Giulio Einaudi Editore
129
4.4 Campo Grafico, rivista di estetica e tecnica grafica
133
4.5 Studio Boggeri, luogo di progettazione
137
storia
CAPITOLO 05 —1943/1950
143
5.0 Introduzione: metà del Novecento
145
5.1 Gli sviluppi della Seconda guerra mondiale
151
5.2 La fine del conflitto, gli accordi di pace
161
5.3 Il Processo di Norimberga per i crimini nazisti
169
5.4 L’inizio della Guerra Fredda
175
5.5 I nuovi assetti politici e torritoriali
177
graphic design
CAPITOLO 06 —1943/1950
181
6.0 Willem Sandberg, grafico della resistenza
183
6.1 Luigi Veronesi, il progettista grafico italiano
185
6.2 I due fratelli Hans e la Rosa Bianca
188
6.3 Einaudi e la Seconda guerra mondiale
189
6.4 Mostra della ricostruzione: i cln al lavoro
193
6.5 Hendrik Nicolas Werkman
193
6.6 Il Politecnico, Vittorini e Steiner
195
6.7 Gli sviluppi tecnici della progettazione grafica
197
6.8 La casa editrice Longanesi
201
6.9 Max Bill, il rapporto con Jan Tschichold
203
6.10 Penguin Books, l’apporto di Jan Tschichold
207
6.11 Fondazione Fratelli Scholl
211
testimonianze
CAPITOLO 07 —1933/2015
7.0 Gli scritti del prigioniero Fritz Solmitz 7.1 Contesto storico, i primi studi al riguardo 7.2 Hans Beimler, membro della marina imperiale 7.3 Edgar Kupfer, il cronista di Dechau 7.4 Il diario di Viktor Klemperer 7.5 Eugen Kogon e il campo di Buchenwald 7.6 La grafica editoriale di Germano Facetti 7.7 Conferenza Internazionale dei Sopravvissuti all’Olocausto 7.8 L’ampliamento degli studi sul tema 7.9 Le testimonianze del Processo di Norimberga 7.10 Il Diario di Anna Frank
213 215 217 221 223 223 225 225 227 227 231 235
primo levi
CAPITOLO 08 —1947
239
8.0 Se questo è un uomo, Primo Levi
241
8.1 La composizione del libro
243
8.2 Pubblicazione e diffusione del testo
245
8.3 Biografia, tra chimica e testimonienze di guerra
253
8.4 Analisi grafica delle edizioni
257
8.5 Collana «Leone Ginzburg» N.3
259
8.6 Collana «Saggi» N.232
263
8.7 Collana «Collezione di teatro» N.99
267
8.8 Collana «Super Tascabili» N.—
271
8.9 Collana «Super ET» N.—
275
Conclusioni
279
Bibliografia
281
Sitografia
285
11
—Premessa
Eventi storici e graphic design L’influenza del periodo nazista nell’evoluzione della grafica Dei molti periodi che hanno portato allo sviluppo della grafica moderna, in modo particolare quella editoriale, intesa come quella disciplina che si occupa della progettazione di artefatti per la comunicazione visiva, quello che ricopre il lasso di tempo interessato dalla fine della Prima Guerra Mondiale alla dittatura nazista e di conseguenza al Secondo Conflitto Mondiale, è senza dubbio uno dei più interessanti sotto il punto di vista della produzione e della sperimentazione, ma al contempo uno dei piú bui a causa delle limitazioni imposte in primis dai regimi violenti e successivamente dalla condizione precaria economica e politica della popolazione europea. Nonostante gli espedienti adottati fino a quel momento a scopi pubblicitari o semplicemente per gratificazione personale vennero utilizzati, e per certi aspetti anche sviluppati e migliorati, dalla politica del Terzo Reich, questa volta per scopi propagandistici, resta comunque il pesante fardello della censura e dell’omologazione culturale a cui si cercò di assoggettare l’intera classe di progettisti grafici. Quasi tutti i manifesti di propaganda nella Germania nazista, per buona parte a favore degli sport l’aggregazione alla Hitlerjungen, la Gioventù Hitleriana, con il nuovo regime furono caratterizzati dal culto del superuomo di razza ariana e dall’’esaltazione del capo, in queso caso il Führer fino all’idolatria, contribuendo così a diffonedere l’ideologia antisemita in tutto il paese.
13
Così come non si tenne conto dell’importanza culturale di alcuni testi, in quanto prodotti della mente di individui ebrei o simpatizzanti dei partiti comunisti, lo stesso avvenne per i produttori di artefatti comuniticativi ed editoriali. Con l’avvento del regime nazista, infatti, molti furono coloro che si trovarono costretti a fuggire dalle zone poste sotto il dominio tedesco a causa delle persecuzioni. Il presente elaborato ha l’obiettivo di proporre un excursus degli anni compresi tra il 1916, alle porte della Prima Guerra Mondiale, ed il 1950, durante il periodo della Guerra Fredda, indagando ed approfondendo sia gli avvenimenti storici che quelli grafici, tramite la mensione dei maggiori progettisti dell’epoca. In questo contensto, va inserita poi, la breve partensi del fenomeno editoriale che si sviluppò in concomitanza con l’apertura e la successiva liberazione dei campi di concentramento e sterminio nazisti: le testimonianza dei sopravvissuti presentati sotto forma di brevi scritti, diari, appunti, flussi di coscienza. Tra questi è considerato tutt’oggi una pietra miliare il racconto di Primo Levi, Se questo è un uomo, il quale ci offre, anche con i suoi scritti successivi, un panorama dell’intero campo di Auschwitz: architettura, organizzazione, personale, maltrattamenti e condizioni di vita. Dopo un iniziale rifiuto da parte del mercato editoriale, e quindi delle maggiori case editrici, e del pubblico dei lettori, restii ad approcciarsi a questo tipo di genere considerato pesante e drammatico, il libro divenne presto uno strumento di conoscenza per tutti gli individui, senza discriminazioni di età, decisi a non restatare all’ousuro circa uno dei periodi più importanti della storia mondiale.
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— Figura 1 Primo attacco chimico ideato dal chimico tedesco Fritz Haber; Fiandre, 22 Aprile, 1922.
storia
― Capitolo 01 1916/1925
Lo Scoppio del Primo conflitto mondiale e la nascita del Partito Tedesco dei Lavoratori.
17
—1916/1925
Eventi storici 1.0 Introduzione: i primi anni del Novecento Il 28 luglio del 1914 inizia la Prima guerra mondiale con la rinomata dichiarazione di guerra da parte dell’Impero austro-ungarico ai danni del Regno di Serbia; causa l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este (1863-1914) a Sarajevo, avvenuto nel mese di giugno dello stesso anno. Alla fine del conflitto, nel 195, che aveva interessato tutta l’Europa e gran parte delle maggiori potenze, tanto da essere considerata mondiale, l’intera popolazione era stremata da anni di violenza, pestilenze e carestie; la stima totale dei soldati e dei civili caduti, inoltre, era elevatissima, per non contare il bilancio economico del tutto negativo che condusse gli stati interessati a richiedere prestiti alle poche potenze vincitrici. Sotto il punto di vista della progettazione di artefatti comunicativi ed editoriali, nello specifico, è chiaro che l’accelerazione delle tecniche e dei processi di stampa e l’invenzione ed il perfezionamento di nuovi apparecchi tecnici, quali soprattutto le nuove macchine per la produzione di carta e gli apparecchi da stampa, avvenuto in grande misura nell’Ottocento, subirono nel Novecento una battuta d’arresto. Il secolo precedente era stato caratterizzato dalla messa a punto del processo di litografia, o stampa planografica dal momento che sia i grafismi che i contrografismi1 si trovano proprio sullo stesso piano,, ideata da Alois Senefelder (1771-1834) nel 1796, dalla messa a punto
— Capitolo 01
18
1916/1925
— Figura 2 Addestramento militare; Tunnel e trincee nella contea sud-occidentale del Wiltshire.
— Figura 3
— Figura 4
Macchina Monotype; Tipografia Meyer a Wormerveer, 1950.
Macchina Linotype; Un operatore tecnico donna.
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Eventi storici Introduzione: i primi anni del Novecento
di uno dei primi torchi meccanici, azionato a vapore e composto da un unico cilindro che scorreva sul foglio, ad opera di Friedrich Köning (1774-1833) e ancora dall’invenzione, soltanto due anni dopo, della macchina a doppio cilindro che permetteva un’azione di inchiostrazione migliore ed una tiratura maggiore, adoperata per stampare il «Times» di Londra nel 1814; un ulteriore progresso si ebbe con l’invenzione di Louis Nicolas Robert (1761-1828), che consisteva in una macchina in grado di riprodurre un nasto continuo di carta, basandosi sul procedimento manuale, tra il 1798 ed il 1806. Pur riconoscendo l’importanza di queste innovazioni, due furono le invenzioni che caratterizzarono la fine dell’Ottocento: la Linotype, risalente al 1880 messa a punto da Ottmar Mergenthaler (1854-1899), e la Monotype inventata da Tolbert Lanston (1844-1913), e perfezionata successivamente da John Sellers Bancroft, nel 1890. La differenza maggiore consisteva nel fatto che la prima fondeva i caratteri in riga, non permettendo in questo modo nessun tipo di variazione di grandezza e spessore, essendo posto tutto su di un’unica matrice infatti, per esempio, tondo e corsivo dovevano avere la stessa largezza; essa prevedeva un unico meccanismo di composizione e di fusione. La seconda, invece, fondeva i caratteri singolarmente e si basava su due sistemi, una tastiera ed un meccanismo di fusione. Parallelamente al progredire di queste innovazioni si affermò, prima fra tutte in Inghilterra, una chiusura nei confronti di queste ultime portata avanti, in modo particolare, da William Morris (1834-1896), ed in parte anche dal suo socio Emery Walker (1851-1933), all’interno della Kelmscott Press; questo filone, che arrivò fino in America, influenzò
1.
Per grafismo di intende la parte nera della matrice di stampa, ossia quella stampata; per contrografismo, invece, quella bianca.
— Capitolo 01
20
1916/1925
— Figura 5 Pattern di papaveri; Disegnato da William Morris, destinazione tessile.
— Figura 6
― Figura 7
William Moriss; Ritratto fotografico.
Logotipo AEG; Disegnato da Peter Behrens, 1908.
Eventi storici Introduzione: i primi anni del Novecento
parte della produzione del primo Novecento; va precisato, inoltre, che i due collaboratori portavano avanti idee opposte rispetto alla produzione di artefatti del periodo. A questo punto all’interno del panorama grafico europeo si assistette a due tendenze fondamentali: da un lato la continuazione del revival classicista, capeggiato da personalità, però, che non appoggiavano del tutto l’esclusione dell’utilizzo delle nuove tecnologie, e dall’altro uno sperimentalismo spiccato basato sul formalismo, il funzionalismo il semplicismo e l’abolizione di tutti quelli che erano gli elementi decorativi, per lo più floreali. Una considerazione particolare, inoltre, è da fare in relazione al fatto che il mondo, in generale, stava vivendo una situazione di depressione diffusa e i governi nascenti, basati per lo più su forme dittatoriali, non incoraggiavano lo sviluppo di nuove forme estetiche, nonostante, come vedremo, sia singoli individui che organizzazioni tenteranno di attuare cambiamenti e si batteranno per la qualità dei libri e degli artefatti grafici cartellonisti. Un’associazione merita la mensione, in questo caso: nel 1907 venne fondato il Deutscher Werkbund, ʻLega tedesca artigianiʼ, dall’architetto Hermann Muthesius (1861-1927) con lo scopo di nobilitare il lavoro di architetti, artigiani, industriali e scrittori; al suo interno vennero sviluppati alcuni dei principi appartenenti alla grafica moderna, per esempio, il concetto di corporate image messo a punto dall’architetto Peter Behrens (1868-1940) per la società elettrica tedesca AEG.
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— Figura 8 Aereo tedesco; Prima guerra mondiale, vengono lanciate bombe su un treno carico di munizioni.
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—1916
Eventi storici 1.1 Lo sviluppo del Primo conflitto mondiale Sotto il punto di vista politico, sociale, ma soprattutto militare è questo forse l’anno nel quale si verificarono il maggior numero di battaglie nel territorio europeo o, comunque, mondiale. A questa punto l’avanzata di violenza, morte e distruzione stava procedendo sempre più velocemente: dal 7 gennaio, con la battaglia che vedeva come protagoniste le forze dell’Impero Austro-ungarico contro quello Serbo, fino al 23 dicembre, data nella quale i britannici registrarono una vittoria contro gli ottomani, si contano circa sessantatrè battaglie; si stava preparando il terreno per la disfatta della potenza tedesca e di quelle a lei alleate. È di fondamentale importanza aprire una parentesi sul fatto che il Primo conflitto a carattere mondiale si verificò in un momento in cui l’Europa, in generale, usciva da un periodo di prosperità economica, la Belle Époque, che corrispondeva sul piano sociale, artistico e grafico, ad una aumento di scoperte teniche, alla creazione di un numero elevato di opere d’arte e, soprattutto, ad un innalzamento della qualità dei materiali tecnici; a questo va sommato un periodo, ancora più lungo, di stabilità politica. Il ruolo della Germania all’interno del panorama mondiale si stava consolidando già grazie al lavoro svolto da Otto Von Bismarck (1815-1889), il quale si era assicurato alleanze ed intese diplomatiche con l’Italia, l’impero Austro-ungarico e la Russia. Nel momento in cui
— Capitolo 01
24
1916/1925
— Figura 9 Pagina de La Stampa; Mercoledì 29 luglio, 1914, Torino.
— Figura 10 Pagina de «Il Corriere della Sera»; Lunedì 24 maggio, 1915, Milano.
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Eventi storici Lo sviluppo del Primo Conflitto Mondiale
salì al potere Guglielmo II di Germania (1859-1841) la situazione di serenità politica venne meno, a causa del fatto che mancò di rinnovare gli accordi con lo Stato Russo e procedette al riarmo. Dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale, avvenuto, come citato precedentemente, il 28 luglio del 1914, la situazione era la seguente: Germania, Impero Austro-ungarico, l’Impero Ottomano e Regno di Bulgaria vennero definiti ʻImperi centrialiʼ o ʻPotenze centrialiʼ; essi, chiamati così a causa del fatto che si trovano geograficamente tra i territori di Russia, Francia e Regno Unito, sono noti anche con il nome di ʻQuadruplice Alleanzaʼ. Dall’altro lato, invece, si schierarono Francia, Impero Russo ed Impero Britannico, conosciuti con il nome di ʻTriplice Intesaʼ. Un discorso a parte va affrontato per alcuni paesi, tra cui per esempio l’Italia, i quali subentrarono nel conflitto soltanto in un secondo momento, avendo mantenuto inizialmente una posizione di neutralità per tornaconti soprattutto economici. Quest’ultima, dopo esser stata pressata dall’opinione pubblica, scissa rispetto all’entrata o meno della nazione all’interno del conflitto,2 e dopo che alcune organizzazioni politiche avevano intrapreso trattative segrete con entrambi gli schieramenti che si conclusero con la firma di un patto segreto con gli stati della Triplice Intesa, dichiarò inizialmente guerra all’Austria e all’Ungheria e, successivamente, all’Impero Ottomano, al Regno di Bulgaria ed infine a quello Tedesco. La fine della guerra era già iniziata il 28 ottobre del 1918, quando l’impero Austro-ungarico, in seguito al successo italiano nella battaglia di Vittorio Veneto, aveva chiesto alle potenze Alleate di iniziare le
2. I due schieramenti principali erano: i neutralisiti, i quali costituivano la fetta più
ampia di popolazione, e gli interventisti favorevoli all’entrata in guerra dell’Italia.
— Capitolo 01
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1916/1925
— Figura 11 Affiche pubblicitario; Jane Avril, Toulouse-Lautrec, 1839.
Eventi storici Lo sviluppo del Primo Conflitto Mondiale
trattative per un armistizio; l’11 novembre del 1918 entrò in vigore l’armistizio che pose ufficialmente fine al conflitto: la Germania, che usciva già del tutto sconfitta sotto il versante delle perdite umane3, civili e militari, e delle risorse economiche e sociali, in questo periodo si sentiva pressata dall’avanzamento delle truppe britanniche e statunitensi, che erano entrate nel conflitto accanto alla Triplice Intesa. La Germania capì, quindi, che le truppe di difesa non potevano resistere ancora a lungo e che la cosa più convenienete da fare era trattare un compromesso di pace. Fu questo, probabilmente, il momento nel quale venne istillato, nella mente di tutti i tedeschi, il pensiero di essere stati umiliati e trattati ingiustamente durante questi compromessi; pensiero che sarà alla base dello scoppio del Secondo conflitto mondiale e non solo.
3. Le ipotesi più accreditate riportano cifre che vanno dai 15 milioni ai 17 milioni, altre arrivano fino a 65 milioni.
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— Figura 12 Anton Drexler; Politico tedesco e fondatore del dap, ʻPartito tedesco dei lavoratoriʼ.
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—1919
Eventi storici 1.2
La nascita del Partito Tedesco dei Lavoratori Il 28 giugno del 1919 i rappresentanti di quarantaquattro stati si incontrarono presso la Galleria degli specchi del Palazzo di Versailles, in Francia, per decidere quello che sarebbe stato il nuovo assetto territoriale, in seguito alla fine della Prima guerra mondiale, e stilare le condizioni dell’imminente pace. Le disposizioni imposte dagli stati vincitori, tra tutti Inghilterra, Francia e Stati Uniti, non erano soltanto preventive, piuttosto miravano alla vendetta e alla punizione, cosa che si tradusse in ingenti somme di denaro stanziate per riparare i danni causati; queste ultime vennero stabilite da una commissione appositamente creata, la quale doveva determinare le esatte dimensioni delle riparazioni e decretò, nel 1921, la cifra finale, che ammontava a 132 miliardi di marchi.4 Il ʻTrattato di Versaillesʼ, detto anche ʻPatto di Versaillesʼ, divenne quindi un flagello che ricadde pesantemente sul popolo tedesco, e fu da subito considerato uno strumento di offesa morale con il quale la popolazione farà i conti ancora per moltissimo tempo. I problemi che ne derivarono furono spesso indicati da diversi storici e studiosi come la principale causa delle fine della Repubblica di Weimar5 e l’ascesa al potere di Adolf Hitler (1889-1945).
4.
In realtà 132.000.000.000 era la cifra in marchi che lo stato tedesco avrebbe dovuto pagare, successivamente ridotta a 3.000.000.000; cifra, tra le altre cose, mai pagata.
— Capitolo 01
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1916/1925
— Figura 13 Partecipanti alla firma del ʻTrattato di Versaillesʼ; Da sinistra, Lloyd George, Orlando, Clemenceau e Wilson.
— Figura 14
— Figura 15
Tessera del dap; Appartenente ad Adolf Hitler.
Logotipo dap; Denominazione inserita in due cerchi.
Eventi storici La nascita del Partito Tedesco dei Lavoratori
Il trattato, che sancì inoltre la nascita di un’organizzazione governativa che aveva lo scopo di risolvere i conflitti tra le nazioni per evitare lo scoppio di ulteriori guerre, la ʻSocietà delle Nazioni Uniteʼ, voluta dal presidente statunitense Thomas Woodrow Wilson (1856-1924), stilò anche una lista delle colonie che la Germania avrebbe dovuto cedere alla fine del conflitto; tra queste vi era, per esempio, l’Alsazia e la Lorena da restituire alla Francia. A questo punto la situazione politica tedesca vedeva nascere diversi partiti i quali avevano tutti come scopo comune quello di risollevare economicamente il paese in modo da offrire una qualità di vita migliore ai cittadini; va sottolineato però, che la gran parte di essi, sentendosi ancora profondamente offesi dal trattamento ricevuto dalle altre potenze europee durante le trattative passate, covava un desiderio di rivalsa nei loro confronti. Il 5 gennaio Anton Drexler (1884-192), politico tedesco e Michael Lotter, un ex militare, fondano il ʻPartito Tedesco dei Lavoratoriʼ, Deutsche Arbeiterpartei, dap, con sede a Monaco di Baviera. Lo stesso anno Adolf Hitler, politico austriaco e soldato veterano del Primo conflitto mondiale, si iscrisse al partito, pronto ad offrire i propri servigi in qualità di cinquantacinquesimo membro, ottenendo così la tessera numero 555. Il 24 febbraio del 1921 il dap viene rinominato ʻPartito Nazional Socialista dei Lavoratori Tedeschiʼ, in tedesco Nationalsozialistische Deutsche Arberiterpartei, nsdap, con lo scopo di suscitare, in modo particolare all’interno della classe operaia e mercantile, un senso spiccato di patriottismo.
5. In tedesco Weimarer Republik, indica il Reich tedesco nel periodo compreso tra il 1919 ed il 1933, anno della presa di potere di Adolf Hitler.
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— Capitolo 01
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1916/1925
— Figura 16 Partecipanti al ʻPutsch di Monacoʼ, processo per alto tradimento; Tra tutti si riconoscono Hitler, Ludendorff e Röhm, Monaco di Baviera, 1924.
— Figura 17
— Figura 18
Marchio sa; Fulmine, lettera S, lettera A.
Marchio nsdap; Denominazione inserita in due cerchi.
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Eventi storici La nascita del Partito Tedesco dei Lavoratori
Poi, dopo esser stato ferito in battaglia ed aver appreso la notizia della sconfitta, Adolf Hitler cadde nello sconforto più assoluto, al punto da assumersi personalmente l’incarico di rivendicare il suo popolo dalle umiliazioni subite e riunificare sotto un focolare unico i territori germanofili e le regioni dove vi era una prevalenza di individui che parlavano la lingua tedesca. Il 10 luglio dello stesso anno, ottenendo la tessera ʻnumero 1ʼ, Hitler salì a capo del nuovo partito, meglio conosciuto da tutto il mondo come Partito Nazista. Si pone fin dagli esordi come un movimento di estrema destra, anche se la stessa parola ʻnazional- socialismoʼ sembrerebbe quasi un ossimoro, dal momento in cui il principio del nazionalismo comprende un insieme di dottrine che esaltano il concetto di identità nazionale mentre il socialismo, al contrario, predica l’internazionalismo oltre al concetto di eguaglianza e parità di diritti sul piano politico, sociale e soprattutto economico. Il partito, nel frattempo, stava iniziando a dotarsi di corpi armati pronti ad intervenire in qualsiasi situazione, sia essa di attacco o di difesa: il 5 ottobre del 1921 viene costituito il corpo paramilitare, Sturmabteilung, ʻbattaglione d’assaltoʼ, organizzato da Ernst Röhm (1887-1934), politico e militare tedesco e successivamente colonnello generale, conosciuto semplicemente come sa.6 In questo periodo il partito crebbe notevolmente grazie all’abilità oratoria di Hitler che faceva leva sui problemi economici, sulla disoccupazione e sulla debolezza della Repubblica di Weimar. L’anno successivo, nella notte tra l’8 ed il 9 novembre Hitler assieme ad altri
6. Prima organizzazione paramilitare del Partito Nazista; essa viene anche definita ʻCamice bruneʼ a causa del colore della divisa dei suoi iscritti.
— Capitolo 01
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1916/1925
— Figura 19 Heinrich Himmler ed Ernst Röhm; Capo delle ss e capo delle sa.
Eventi storici La nascita del Partito Tedesco dei Lavoratori
leader del Kampfbund, lega di società patriottiche, organizzarono un colpo di Stato conosciuto come ʻPutsch di Monacoʼ; esso sarà poi noto anche come ʻPutsch della birreriaʼ, in tedesco Bürgerbräu-Putsch. Il tentativo non andò a buon fine dal momento che essi non avevano l’appoggio delle autorità locali, ed Hitler insieme al generale Erich Ludendorff( 1865-1937) furono subito arrestati. Il 1 Aprile dell’anno successivo il futuro Führer, viene condannato a cinque anni di prigionia da scontare nel carcere di Landsberg; il 20 dicembre dello stesso anno, però, si procedette alla sua scarcerazione ad amnistia; durante i mesi di detenzione detterà, come vedremo più avanti, a Rudolph Hess (1894-1987), uomo politico anch’egli membro nel nsdap, il Mein Kampf, La mia battaglia.
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— Figura 20 Adolf Hitler; Durante un raduno del Partito Nazista.
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—1925
Eventi storici 1.3 L’ampliamento del Parito Nazista Agli inizi del 1925 l’ondata rivoluzionaria si era placata così come l’indignazione pubblica nei confronti del colpo di Stato; Hitler, nel portare avanti l’operazione di riorganizzazione del Partito, insieme ai suoi collaboratori, cercò di abbandonare le vie dell’illegalità e rendere più malleabile la struttura in modo tale da rifondare l’istituzione sulla base dei suoi ideali: anche se il partito Nazional-socialista non era più un’organizzazione rivoluzionaria paramilitare; egli stava ponendo le basi per una nuova azione dello stesso tipo, rivoluzionaria, ma moralmente corretta agli occhi inconsapevoli dell’opinione pubblica. L’ondata di riassetto dell’organizzazione prevedeva, innanzitutto, l’apertura delle iscrizioni anche alle donne, per supportare la teoria che il Partito era aperto ai bisogni e alle esigenze di qualsiasi tipo di cittadino; successivamente si capì che era meglio fare leva sui valori condivisi: le sa divennero le ʻSquadre sportiveʼ del Partito, al fine di propagandare gli ideali di perfezione fisica e competitività, e le ss,7 fondate nell’aprile 1925 come guardia del corpo dello stesso Hitler e comandate da Heinrich Himmler (1900-1945), anch’egli spietato militare e politico tedesco, si affermarono come gli appartenenti alla scuola filosofica del Partito, la classe di pensatori. 7. Letteralmente ʻSquadre di protezioneʼ o ʻSquadre di salvaguardiaʼ, il loro ruolo cambiò nel campo a seconda delle neceittà del partito stesso.
— Capitolo 01
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1916/1925
— Figura 21 Benito Mussolini; Meglio conosciuto come il Duce, durante una sfilata fascista.
— Figura 22
— Figura 23
Adolf Hitler, Benito Mussolini; Parata, fonte: Istituto Luce.
Fascio littorio; Emblema del Parito Nazionale Fascista.
Eventi storici L’ampliamento del Parito Nazista
Nel 1926 Hilter costituì la ʻGioventù Hitlerianaʼ, in tedesco HitlerJugend, HJ; un’organizzazione che raccoglieva al suo interno i figli dei membri del partito, i quali sarebbero diventati negli anni seguenti, a loro volta membri essi stessi. Il suo scopo principale era quello di indirizzare, sin da bambini, il popolo tedesco gli ideali e ai comandamenti del Partito; scopo secondario, invece, era quello di togliere iscritti a tutte le altre organizzazioni, presenti sul territorio, i cui principi non erano conformi a quelli della dottrina nazista, come per esempio i Boy Scout o le organizzazioni socialiste di qualsiasi tipo. Anche l’assetto interno cambiò: il Partito venne suddiviso in Korps der politischen Leiter, ʻcorpo dei leader politiciʼ e Parteimitglieder ʻassociazione dei membri ordinariʼ. I primi, i quali dovevano prestare giuramento direttamente ad Hitler, svolgevano compiti che riguardavano la sorveglianza, la propaganda e la formazione che prevedeva un orientamento ideologico della popolazione; la loro formazione richiedeva anni, durante i quali essi dovevano oltrepassare determinati step per diventare veri e propri leader, nel corpo e nell’anima. Alla fine della Seconda guerra mondiale questa organizzazione venne sciolta, condannata e decretata ʻorganizzazione criminaleʼ. I secondi, invece, erano normali membri del Partito ed avevano le stesse mansioni di un iscritto qualunque; tuttavia erano proprio loro che andavano a formare il cuore dell’organismo stesso. Nel frattempo, il 21 marzo del 1919, Benito Mussolini (1883-1945) aveva fondato in Italia il ʻFascio Milanese di Combattimentoʼ, formato da centoventi uomini che furono chiamati ʻSansepolcristiʼ dal nome della piazza in cui si era tenuta la riunione di organizzazione. Questi sono proprio gli anni in cui, in seguito alla caduta del governo Nitti e di quello Giolitti, suo successore, e alla presa di potere di Ivanoe
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— Capitolo 01
40
1916/1925
— Figura 24 Adolf Hitler e Benito Mussolini; In occasione della visita di Hilter a Piazza San Marco, Venezia, 1934.
Eventi storici L’ampliamento del Parito Nazista
Bonomi (1873-1951), Mussolini rafforza il suo potere e fonda, nel 1921 il ʻPartito Nazionale Fascistaʼ, con il quale mette definitivamente fine a qualsiasi tipo di tregua stipulata tra i suoi seguaci, dichiaratamente di destra, e gli esponenti del socialismo. Il governo di Luigi Facta (1861-1930), successore di Bonomi, dovette assistere inerme alla ʻmarcia su Romaʼ, avvenuta il 28 ottobre del 1922, tramite la quale il futuro Duce imporrà il proprio potere e quello dei ministri da lui scelti direttamente. Quest’ultimo avvenimento fu d’ispirazione per il golpe del 1923, in quanto lo stesso Hitler considerava un modello di tattica e strategia la marcia fascista sulla capitale; un espediente da imitare nel cammino per garantire al nuovo Partito la presa di potere di tutto lo Stato. Fu proprio in questo contesto che, in occasione di un discorso tenuto intorno al 1922, Hitler menziona per la prima volta la figura di Mussolini, al quale inviò una lettera per chiedere consiglio rispetto alle azioni da compiere in quella circostanza. I due partiti politici, dai quali prenderanno vita le due dittature europee più importanti e più conosciute, si affermano pressochè nello stesso periodo; essi erano coevi. Va comunque sottolineato il fatto che, come dichiarato dallo stesso Führer, le azioni del Partito Fascista, ed in generale tutta la sua struttura organizzativa resteranno un pilastro fondamentale nella costruzione della macchina gerarchica nazista; non a caso, presto i due leader si troveranno a condividere le stesse idee politiche, militari e sociali, arrivando a stipulare accordi importanti durante tutto il corso del Secondo conflitto mondiale. A questo punto iniziano ad affermarsi le personalità più importanti all’interno della nuova organizzazione, le quali saranno responsabili dei crimini che il regime Nazista commetterà durante tutta la sua vita.
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— Figura 25 Joseph Goebbels; Il Ministro della Propaganda del regime Nazista nel suo ufficio, 1933.
Eventi storici L’ampliamento del Parito Nazista
La prima figura di spicco, Joseph Goebbels (1897-1945), si occupò di dirigere tutto ciò che riguardava la comunicazione nazionale ed internazionale, facendo sì che il Partito, e successivamente quello che verrà definito Terzo Reich, si dotasse di un forte ed efficace sistema di ʻimmagine coordinataʼ,8 così da essere riconosciuto nel mondo. Nonostante quest’uomo fosse menomato nel fisico, invalidità che fece poi passare come la causa del fatto che fosse un veterano del Primo conflitto mondiale, fu stimato dallo stesso leader, cosa che andava contro la sua politica ai danni degli invalidi; grazie a lui, o sarebbe meglio dire a causa sua, l’ideologia nazional-socialista divenne il punto di riferimento nella vita di ogni tedesco; egli riuscì, all’apparenza nel modo più corretto possibile, a propagandare gli ideali del Partito. Con la nomina del 1939, poi, Goebbels passò alla guida della neonata ʻCamera della culturaʼ, ed ebbe, così, l’assoluto controllo su tutti i media, e le informazioni trasmesse: cinema, musica, stampa, teatro, radio, arte e televisione. Intanto, nel dicembre del 1920, lo nsdap aveva già acquistato un quotidiano, il «Völkischer Beobachter», che divenne l’organo di stampa ufficiale del Partito Nazional-socialista e, di conseguenza, uno dei pochi se non l’unico che detenesse la licenza di stampa e il monopolio delle notizie circolanti nell’intero stato tedesco, dal momento che i suoi articoli non potavano contrastare la morale nazista o giudicare l’operato dell’interno Partito. Con appositi provvedimenti legislativi venne successivamente stabilito che i giornalisti dovevano rispondere, non più ai direttori, ma all’apparato statale, mentre tutte le agenzie di stampa dovevano essere
8. Anche se è una terminologia utilizzata più che altro per le aziende, il Partito Nazista si rese estremamente riconoscibile tramite l’uso di artefatti grafici.
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— Figura 26 Heinrich Himmler; Il capo delle ss con i suoi uomini.
Eventi storici L’ampliamento del Parito Nazista
assorbite dall’unico organismo consentito dal Parito Nazista, la dnb, Deutschesd Nachrichten Bureau. La seconda personalità a meritare una menzione è senza dubbio Heinrich Himmler, il quale contribuì alla creazione della macchina nazista, soprattutto dopo essere diventato la seconda figura più importante all’interno di questo panorama, dal momento che la caduta in disgrazia di Rudolf Hesse lo portò ad intraprendere una fuga disperata all’estero. Nel corso della storia vedremo che Himmler giocherà un ruolo fondamentale sotto diversi punti di vista: l’organizzazione delle ss, l’instaurazione del ʻnuovo ordineʼ9 nazional-socialista e la soluzione ʻfinale della questione ebraicaʼ. Ancora, Ernst Röhm, politico e militare tedesco e successivamente Stabschef delle sa, ovvero ʻcolonnello generaleʼ, guadagna sin da subito la diretta amicizia di Hitler essendo stato uno dei primi membri del Partito Nazional-socialista Tedesco dei Lavoratori, tanto che nel 1923 presero parte insieme al ʻputsch della birreriaʼ, azione che gli costò un accusa che lo fece figurare tra gli imputati al processo per alto tradimento, ma venne poi liberato successivamente sulla parola. Il suo compito, ricoprendo la carica di ufficiale all’interno dell’esercito tedesco, era quello di adoperarsi per reclutare all’interno del neonato partito quanti più combattenti possibili. Prima della sua promozione a dirigente delle sa, in questo periodo, alcuni disaccordi avuti con lo stesso Hitler lo spinsero a recarsi in Bolivia ed arruolarsi nell’esercito locale, con il compito di istruttore militare dei suoi sottoposti.
9. Insieme di teorie tramite le quali la Germania, essendo un popo di signori, avrebbe
dovuto imporre la propria guida agli altri stati privilegiati dotati di un grande spazio.
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— Figura 27 Adolf Hitler e Rudolf Hess; Hess stava perdendo influenza nella brutale guerra interna attorno a Hitler, 1937.
— Figura 28
— Figura 29
Ernst Röhm; Colonnello generale delle sa.
Rudolf Hess; Reichsleiter, vice di Hitler.
Eventi storici L’ampliamento del Parito Nazista
Infine non meno influente è senza dubbio il gerarca tedesco Rudolf Hess il quale, in seguito alla sua partecipazione al colpo di Stato del 1923 fu arrestato insieme ad Hitler e condannato a diciotto mesi di detenzione, durante i quali contribuì alla redazione dell’opera autobiografica di Hitler, Mein Kampf, La mia battaglia. Lo sviluppo del Partito Nazista, con la corrispettiva espansione e presa di potere che ne derivò, avvenne in un periodo particolare non soltanto per la Germania, ma per il resto dell’Europa. Come ampiamente spiegato lo Stato Tedesco stava ancora facendo i conti con gli enormi debiti derivanti dal trattato di pace che segnò la fine della Seconda guerra mondiale, ed in una situazione del genere fece ciò che veniva più comodo a tutti i governi che attraversano un momento di crisi: stampò più banconote di quante ne servissero per mantenere alto il loro valore, causando così una pesante inflazione: un uovo, per esempio, arrivò a costare circa 320 miliardi. A questo punto, nonostante le pesanti sanzioni imposte, gli stati che erano usciti vincitori dal conflitto, e di conseguenza quelli più benestanti sotto il punto di vista economico, capirono che non era conveniente fare affari con un paese la cui moneta era così tanto svalutata; fu per questo motivo che, primi fra tutti gli Stati Uniti, decisero di aiutare economicamente lo Stato Tedesco, riducendo il peso del pagamento per le riparazioni di guerra; tutto questo disagio politico e sociale, sempre più crescente stava preparando il terreno per la presa di potere di Hitler. È chiaro che la sua resta la figura più importante all’interno dello scenario che precedette la disfatta dell’intera Europa, un’ondata di morte e distruzione. Adolf Hilter nasce a Braunau am Inn, un piccolo comune austriaco, il 20 aprile del 1889. A parte il legame con la madre, i rapporti con il resto della famiglia, quattro fratelli legittimi e due illegittimi avuti dal
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— Figura 30 Adolf Hitler; Durante una parata pubblica, 1940.
Eventi storici L’ampliamento del Parito Nazista
padre da un precedente matrimonio, di cui una sorellastra con la quale intrattenne un legame affettuoso, furono frastagliati. Non è stato facile tracciare un quadro completo dell’infanzia e dall’adolescenza di Hitler in seguito al fatto che il lavoro del padre obbligava la famiglia a spostarsi spesso da una città ad un’altra; le tre città più importanti che vanno ricordate a questo proposito sono Leonding, Vienna, dove egli si avvicinò in modo particolare ai principi dell’antisemitismo10, e Monaco. Ad un certo punto della sua vita, dopo aver beneficiato dei proventi economici lasciati in eredità da una zia si dedicò alla carriera di illustratore vendendo i suoi bozzetti ad acquerelli ad una cerchia di clienti e di acquirenti che erano prevalentemente ebrei, persone estremamente colte ed istruite. Due giorni dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale decise di arruolarsi come volontario, sviluppando un elevato patriottismo tedesco che lo portò ad assimilare e a far proprio tutto il dispiacere, condizione che lo portò a sviluppare le idee politiche e rivoluzionaria che stanno alla base della già citata nascita del Partito Nazista.
10. Forma più violenta di avversione nei confronti dell’ebraismo, o meglio nei
confronti degli stessi ebrei, che spesso sfocia in persecuzione, come in questo caso.
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— Figura 31 Sede della scuola del Bauhaus a Dessau; Architettura funzionale, progetto di Walter Gropius, 1925.
Graphic design
― Capitolo 02 1916/1925
Il disegno del Johnston Sans per la metro londinese e l’apertura della scuola del Bauhaus.
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Progettazione grafica 2.0 Edward Johnston e la metro londinese Il calligrafo e artigiano Edward Johnston (1872-1944) portò a compimento il disegno del carattere lineare che lo rese famoso in tutto il mondo grazie all’utilizzo che ne venne fatto all’interno della metropolitana londinese, il Johnston sans. La storia del disegno del carattere inizia nel 1913 quando, in seguito ad un giro di conoscenze, il direttore dell’azienda incaricata di produrre i cartelloni per la London Underground, Gerard Meynell, aveva presentato Johnston a Frank Pick, direttore commerciale della società di trasporti Pick, la Underground Group. Quest’ultimo, il quale aveva anticipato il carattere sperimentalista dei successivi caratteri ed aveva creduto in un concetto simile a quello che oggi potremmo definire branding image, commissionò a Johnston il disegno di un carattere che rispecchiasse l’evoluzione culturale del tempo, che sintentizzasse le caratteristiche di chiarezza e leggibilità e che si distinguesse dai caratteri utilizzati nelle pubblicità dilaganti di cui i mezzi di trasporto delle metropolitane erano pieni. Il carattere, che subì una variazione di nomi, passando da Underground, Johnston’s Railway Type, fino a diventare semplicemente Johnston, esiste in due versioni: bold, privo di minuscole e normale, motivo per il quale nel corso degli anni si sentì la necessità di effettuare un ridisegno in modo da allargare le famiglie per permettere un migliore utilizzo nell’ambito commerciale ed infografico.
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— Figura 32 Disegno per il simbolo del tondo del London Underground; Disegnato da Edward Johnston.
— Figura 33
— Figura 34
Edward Johnston; Ritratto fotografico nel suo studio.
Johston sans; Disegno di carattere, 1913-1915.
Progettazione Grafica Edward Johnston e la metro londinese
Alla fine degli anni ‘70 infatti, precisamente nel 1979, nel momento in cui gli esperti di marketing ed il settore grafico, iniziarono a sentirsi soffocati da tali ristrettezze, fu affidato a Eiichi Kono, un esperto di ottica che lavorava per la Banks & Miles, il compito di disegnare i pesi mancanti; il lavoro, denominato New Johnston, comprendeva l’implementazione di circa otto pesi differenti tra cui un carattere chiaro ed un minuscolo. Nel 1999 la digitalizzazione ha permesso la pubblicazione di una variante del carattere, ITC Johnston, da parte dell’ International Typeface Corporation, fino ad arrivare ad una versione Open type nel 2002 che ha aggiunto la variante italic ai pesi già esistenti. La caratteristica maggiore è l’utilizzo di forme prettamente geometriche, quali il quadrato, il triangolo ed il cerchio, per il disegno dell’intero carattere, cosa che è possibile riscontrare nella ʻoʼ, perfettamente circolare, e nelle lettere ʻiʼ e ʻjʼ il cui punto fu costruito a partire da un quadrato disposto diagonalmente. Nonostante le maiuscole siano basate sulle Capitalis quadrate utilizzate nell’Impero Romano intorno all’VII secolo, e le minuscole sulla scrittura umanistica del Rinascimento, esse si impongono come una rottura nei confronti dei lineari precedenti, definiti grottesque. Il Johnston sans proviene da un contesto atipico, per il semplice fatto che la formazione del suo disegnatore era del tutto differente: dopo aver studiato i primi manoscritti al British Museum, Johnston inziò a progettare lettere con l’ausilio di un pennino a punta larga; da questi esperimenti nascerà la sua pubblicazione Writing & Illuminating, & Lettering, un manuale sulla calligrafia, edito nel 1906. Nel 1913 Johnston sentiva ancora l’influsso della cultura visiva ottocentesca dominata da William Morris (1834-1896) che prevedeva la devozione nei confronti dell’artigianato, della doppia pagina e dei caratteri neri, e l’abbandono delle forme industrializzate; a questo
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— Figura 35 Infografica London Underground; Cartello informativo fermata di Baker street, Londra.
Progettazione Grafica Edward Johnston e la metro londinese
proposito era attivo nell’ambito editoriale tramite la rivista «The Imprint», periodo che rispecchiava gli ideali sopra citati. Fu proprio per questo motivo che molti dei suoi allievi, ammiratori o semplicemente alcune personalità influenti nell’ambito dell’artigianato e della progettazione visiva non videro di buon occhi la creazione di un carattere lineare espressione del modernismo e della cultura industriale.
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— Figura 36 Georg Christoph Lichtenberg; Fisico e scrittore tedesco, incisione.
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Progettazione grafica 2.1 Il din e i primi standard di progettazione Personalità provenienti da industrie, associazioni, o ancora autorità pubbliche, commercianti e membri di organizzazioni di ricerca, fondarono il DIN (Normenausschuß der Deutschen Industrie), Istituto tedesco di normalizzazione creato senza scopo di lucro. Questo staff si occupò non soltanto di rappresentare gli interessi tedeschi nelle organizzazioni europee e internazionali, ma anche di coordinare l’intero processo di standardizzazione. L’esigenza di stabilire delle norme, infatti, per quanto riguarda la manifattura, si fece più urgente soprattutto in questo periodo a causa del fatto che era necessario incrementare la produzione in un periodo critico come quello della Prima guerra mondiale. In ambito grafico questa esigenza si affermò sotto forma di standardizzazione delle unità di misura, simboli e formati. Per quanto riguarda questi ultimi, nel 1976 il fisico Georg Christoph Lichtenberg ( 1742-1799) aveva proposto una suddivisione dei formati della carta basata sulla proporzione irrazionale di 1,4142 (1:√2). Basandosi su quest’ultima i membri del DIN formularono un sistema di suddivisione che partiva proprio da queste misure, grazie alle quali fu possibile raddoppiare o dimezzare i formati di carta mantenendo le stesse proporzioni di 2:3, 3:4; con lo standard DIN 476 lo studio fu perfezionato e si stabilì che la base di partenza era un foglio di 1 metroquadrato dal quale era possibile ricavare altri formati che
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— Figura 37 Manifesto del Bauhaus statale di Weimar; Joost Schimdt, 1919.
Progettazione Grafica Il din e i primi standard di progettazione
sarabbero dentro la classe A e B per quanto riguarda gli artefatti e C per quanto riguarda invece i contenitori, come per esempio le buste. La proposta immediatamente precedente a questa proveniva da Wilhelm Ostwald (1853-1932) e si basava su un formato di partenza di 1x1,41 cm, rettangolare; sarebbe stata valida se non fosse stato per il fatto che, secondo Jan Tschichold (1902-1974) per esempio, ne risultavano proporzioni errate per quanto riguarda alcuni artefatti come la carta intestata. Il processo di standardizzazione messo in atto in questo anno fu un enorme passo avanti per quanto riguarda la cultura del progetto grafico, il quale si stava pian piano affermando, gettando le basi soprattutto per il ricoscimento del motore di questo processo, il progettista grafico, la cui professione era ancora poco sconosciuta e soprattuto screditata; in ogni caso bisognerà attendere la seconda metà del 1900 per assistere al completamento di questo processo di affermazione, che averrà grazie anche alla diffusione di testi scritti sulla materia e all’apertura di scuole dedicate a tale formazione. 2.2 La scuola del Bauhaus, un nuovo approccio Risale proprio a questa data la creazione di uno dei più grandi progetti attuati nel campo della progettazione di artefatti grafici e non solo: il Bauhaus (1919-1933), punto di riferimento per tutte le linee di azione di design ed architettura, facenti parte del movimento moderno, che si basavano sullo sperimentalismo, il razionalismo ed il funzionalismo. La personalità di spicco all’interno di questo contesto storico è senza dubbio l’architetto Walter Gropius (1883-1969), il quale preparò la strada per la fondazione dell’Istituzione sopra citata circa tre anni prima: egli voleva dirigere la Kunstgewerbeschule, Scuola d’arte applicata di Weimar, ma questa chiuse nel 1915 a causa del fatto che il
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— Figura 38 Walter Gropius; Ritratto fotografico.
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Sigillo del Bauhaus statale; Oskar Schlemmer, 1922.
Alcuni membri del Bauhaus; Kandinsky, Muche,Klee, Gropius, 1926.
Progettazione Grafica La scuola del Bauhaus, un nuovo approccio
suo fondatore e direttore Henry van de Velde era di origini straniere. A questo punto Gropius inviò, nel 1916, di una richiesta al Ministero di Stato del Granducato di Sassonia al fine di creare un istituto scolastico che servisse come centro di consulenza artistica per l’industria, l’artigianato ed il commercio. Soltanto nel 1919 fu concesso a Gropius il via per procedere all’apertura di un Istituto derivante dalla fusione tra l’ex Istituto Superiore di Belle Arti, Höheres Institut der Schönen Künste, e l’ex Scuola d’Arte Applicata del Granducato di Sassonia, ehemalige Kunstgewerbeschule des Großherzogtums Sachsen,: fu il primo passo di un processo che porterà alla convivenza tra artigianato, impersonato dai mestieri e quindi dalle arti minori, e arte, considerata invece una ʻmateriaʼ di rilievo. Nell’aprile del 1919 venne pubblicato il Manifesto e programma del Bauhaus statale di Weimar, la cui copertina conteneva l’incisione di una cattedrale, prodotta da Lyonel Feininger (1871-1956), superata da una torre e tre raggi luminosi che corrispondevano alle materie di pittura, scultura e architettura. Una delle maggiori innovazioni attuate dalla scuola fu senza dubbio la struttura didattica e la suddivisione dei vari corsi: accanto al corso principale, propedeutico, vi erano le ʻofficineʼ, composte da laboratori dedicati ad una specifica attività didattica. All’interno di questa organizzazione gli allievi intraprendevano un percorso di sei anni che li portava da essere apprendisti di primo livello, Lehrling, ad apprendisti di secondo livello, Gaselle, fino ad arrivare ad assumere la carica di giovani insegnanti, Jungmeister; il tutto sotto la supervisione di un maestro-artista affiancato da un maestro-artigiano.
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— Figura 41 Bauhaus; Edificio di Dessau, Walter Gropius.
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Progettazione grafica 2.3 Dessau, il secondo periodo del Bauhaus Il panorama all’interno del quale operava il Bauhaus non fu più quello di Weimar, città la cui opinione pubblica nel frattempo era diventata ostile agli sperimentalismi condotti all’interno dell’istituto, ma quello di Dessau; fino a quel momento, infatti, la struttura era sovvenzionata dalla città stessa ma con l’affacciarsi delle prospettive buie propugnate dal nazional-socialismo, nacquero contrasti con le autorità del luogo, tutti fattori che contribuirono alla sua chiusura momentanea. Questa nuova fase di vita del Bauhaus fu inaugurata con la creazione di un nuovo edificio, progettato dallo stesso Gropius, che si imporrà come il manifesto di una nuova architettura razionalista. A questo periodo risale la creazione di un’officina di grafica pubblicitaria e tipografica; in realtà quest’ultima, denominata «La tipografia per la grafica» era già stata istituita anni prima grazie a Lyonel Feininger, ma fu proprio in questo periodo che ebbe uno slancio qualitativo con la direzione di Herbert Bayer (1900-1985), e successivamente, dopo il 1928 di Jost Smith. Per quanto riguarda il disegno di caratteri si affermarono gli esperimenti tipografici di Josef Albers (1888-1976) e Bayer, espressione di un rigore estremo molto vicino al movimento costruttivista sviluppatosi in Russia; fu proprio in questo periodo, infatti, che venne abbandonata la starada dell’artigianalità e della manualità a favore di un’apertura nei confronti delle avanguardie.
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— Figura 42 Esperimento fotografico; Laszlo Moholy Nagy, 1940.
Progettazione Grafica Dessau, il secondo periodo del Bauhaus
Un’altra decisione fu rivoluzionaria in questo ambito: l’introduzione dell’uso esclusivo delle minuscole, le quali, secondo László MoholyNagy (1845-1946), renderebbero, addirittura, più leggibile e più economica tutto il sistema della nostra scrittura. Per quanto riguarda, invece, l’organizzazione e la struttura della pagina stampata, essa assunse le sembianze di una struttura architettonica all’interno della quale interagiscono, in modo pur sempre rigoroso, chiaro e semplice, tipografia, fotografia ed immagine; il fine dei lavori provenienti da questa officina, infatti, consisteva nell’adattarsi alle tecnologie contemporanee in modo da poter meglio tradurre visivamente i valori, culturali ma spesso anche politici ed economici, dell’epoca. È in questo periodo, tra il 1925 ed il 1930, che vennero ideati da Gropius e László Moholy-Nagy, i Bauhausbücher, quaderni sperimentali di teoriadella progettazione che, avevando l’obiettivo di spiegare il lavoro svolto dall’istituzione, recavano anche le monografie complete e teorie sull’arte contemporanea; dei cinquanta libri previsti ne furono pubblicati, fino al 1930, soltanto quattordici. Nonostante la propensione verso la creazione di artefatti comunicativi, indagini sui media, pubblicità e psicologia della comunicazione, la scuolà riuscì comunque a non privilegiare, in modo particolare, la progettazione grafica; furono prodotti, per esempio, anche oggetti di design industriale che rispondessero agli stessi concetti di design industriale di funzionalità ed ergonomia. 2.4 L’autobiografia di Hitler, il Mein Kampf Il 18 luglio viene pubblicato, dalla casa editrice Franz Eher Verlag11 di Monaco di Baviera, Eine Abrechnung, in italiano «Resoconto», primo volume della biografia personale di Hilter; il secondo Die
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— Figura 43 Poster propagandistico; Pubblicità per l’uscita del Mein Kampf, 1925.
Progettazione Grafica L’autobiografia di Hitler, il Mein Kampf
nationalsozialistische Bewegung, il movimento nazionalsocialista, uscì l’11 dicembre del 1926. Il titolo inziale doveva essere «Quattro anni e mezzo di lotta contro menzogna, stupidità e codardia», Viereinhalb Jahre Kampf gegen Lügen, Dummheit und Feigheit, ma il responsabile della casa editrice, Max Amann, successore del fondatore Franz Eher, lo convinse ad utilizzare semplicemente il titolo di Mein Kampf, corrispettivo italiano La mia lotta o La mia battaglia. Oltre ad affermarsi come un’opera autobiografica, in realtà, il libro consiste in una dichiarazione di intenti circa il suo pensiero politico, sugli affari interni ed esterni, e circa i punti cardine del programma politico del partito nazional-socialista. Inoltre, è curioso il fatto che nel 1930 il libro venne stampato nel formato 12x18,9 cm, lo stesso normalmente adoperato per le edizioni della Bibbia; a questo proposito il «Times», che pubblicò il volume a puntate, lo definì la ʻBibbia laicaʼ. Nella notte tra l’8 ed il 9 novembre del 1923 Adolf Hitler assieme ad altri leader del Kampfbund, lega di società patriottiche, organizzarono un colpo di Stato conosciuto come ʻPutsch di Monacoʼ. Il tentativo di rivolta sociale, economica e soprattutto politica non andò a buon fine, dal momento che non avevano l’appoggio delle autorità locali, ed Hitler insieme al generale Ludendorff furono subito arrestati e detenuti nel carcare di Landsberg am Lech; fu proprio in seguito a questa occasione che il leader del Partito nazionalsocialista inizò il dettato del testo all’amico Rudolf Hess, anch’egli gerarca nazista che diventerà suo vice nel 1933.
11. Editore centrale del nsdap dal 17 dicembre 1920, anno in cui il partito aveva
acquistato la casa editrice, e la libreria ad essa annessa, per circa 115.000 marchi.
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— Figura 44 Mein Kampf; Biografia di Adolf Hitler, Franz Eher Nachfolger GmbH (Eher-Verlag), Monaco, 1934.
Progettazione Grafica L’autobiografia di Hitler, il Mein Kampf
Secondo alcuni studi il cappellano del carcare, Bernhard Stempfle, contribuì alla fase che precede l’uscita del testo, la correzione delle bozze; a causa di questo incarico fu assassinato durante la notte dei lunghi coltelli, avvenuta il 30 giugno del 1934, in quanto il Führer temeva che potesse rivelare alcune delle sue debolezze essendo a conoscenza di particolari della sua infanzia che furono successivamente eliminati dalla stesura. In questa occasione Hitler procedette all’eliminazione fisica dei propri avversari, in questo caso il reparto delle sa,2 in quanto ritenute da lui stesso dei rivoluzionari sociali i cui obiettivi non erano aderenti a quelli del Partito Nazista. In realtà, Il successo politico e la crescita della popolarità di Hitler indussero i vertici delle SA a ritenere ch egli avesse tradito l’originario scopo della rivoluzione nazionalsocialista, per questo motivo si guadagnarono l’ostilità di Himmler, capo delle ss e di Hermann Göring, politico tedesco, che culminò con un violento bagno di sangue. All’interno del testo Hitler stesso, che si proclama Übermensch, ovvero Superuomo, capace di essere superiore a se stesso e ai propri impulsi, in riferimento all’opera Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche (1844-1900), procede nell’esplicitare quali sono alcuni degli elementi su cui la politca del neo partito dovrà basarsi: -Lotta ai due mali gemelli del mondo: comunismo ed ebraismo; -esaltazione della razza ariana pura e superiore; -la creazione del Lebensraum, spazio vitale da acquistare ai danni della Cecoslovacchia e della Polonia; La prima edizione italiana appare nel 1934 ad opera della casa editrice Bompiani, con prefazione inedita dell’autore appositamente per l’edizione italiana, e fu stampata per volontà di Mussolini che ne pagò segretamente i diritti con denaro appartenente al Ministero degli Esteri;
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— Figura 45 Mein Kampf; Biografia di Adolf Hitler, Edizione Clandestine, coll. Highlander, Massa, 2015.
Progettazione Grafica L’autobiografia di Hitler, il Mein Kampf
inzialmente questa versione apparve riassunta per quanto riguarda il primo tono ed integrale per quanto riguarda il secondo. A causa del successo recato venne stampata dalla casa editrice in numerose ristampe fino al 1943, arrivando ad espandera adirriturra anche la prima parte, la quale recava il titolo La mia vita. Dopo la Seconda guerra mondiale le forze alleate provvedettero alla distruzione di gran parte dei simboli nazisti e fascisti, comprese le copie del Mein kampf; proprio a causa dell’enorme successo mediatico che il testo riscuotette presso la popolazione di vari Paesi, in modo particolare dopo il 2015, ricorrenza dei settanta anni dalla morte dell’autore che svincolava qualsiasi proprietà sul diritto d’autore, ogni testo fu dotato di una prefazione. A questo punto ci troviamo davanti ad una ʻmodernaʼ forma di censura, pur tenendo conto del fatto che in quasi nessun paese, ad accezione di pochi, come per esempio la Cina doveil Mein Kampf è vietato ed è consultabile per ricerche solo in poche biblioteche, la pubblicaizone del libro fu ritenuta illegale. Ancora, in Francia, per esempio,la Corte d’Appello di Parigi decise che era legale la vendita del libro ma soltanto per motivi storici o didattici, a patto che il testo fosse preceduto da una premessa di otto pagine; in Germania è stata vietata la vendita e anche la semplice distribuzione del libro, eccetto che in ambito storiografico. 2.5 Eric Gill e la progettazione di caratteri Uno scultore inglese, Eric Gill (1882-1940), disegnatore di caratteri tipografici e incisore di lapidi, associato al movimento dell’Arts and Crafts e cosa non meno importante allievo diretto di Johnston alla Central School, disegna nel 1925 il carattere tipografico Perpetua,12 un serif commissionato dal consulente della Monotype Corporation
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— Figura 46 Stampa religiosa; Gesù nell’atto di lavare i piedi, Eric Gills, 1929.
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Eric Gill; Ritratto fotografico.
Copertina Penguin Books; Dracula, Gill Sans.
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Progettazione Grafica Eric Gill e la progettazione di caratteri
di Londra, Stanley Morison (1889-1967) , con il quale si approccia al mondo della tipografia ed al disegno dei caratteri da stampa. Quest’ultimo aveva bisogno di un carattere romano nuovo, ma nello stesso tempo adatto alla lettura di tutti i tipi di libri; il Perpetua che resta il carattere all’interno del quale è possibile intravedere lo stile del disegnatore per quanto riguarda l’incisione dei caratteri monumentali, si afferma come un carattere di transizione, grazie al contrasto della larghezza del tratto, l’asse razionale e quindi umanistico, e la creazione di una trama omogenea tramite un colore nitido sulla pagina. In un primo momento Gill, su consiglio dello stesso Morison, il quale aveva una concezione differente rispetto a lui circa il disegno dei caratteri, tentò di creare un corsivo che fosse però una versione inclinata del Perpetua, che rientrava all’interno dello stile sloped roman, dove i caratteri non assumo, appunto, le caratteristiche di un alfabeto scritto a mano, e non un ridisegno; successivamente, però, si rese conto che era meglio utilizzare un corsivo più convenzionale e vicino alla tradizione e ridisegnare quindi tutti i tratti del carattere. Il disegnatore di questo carattere, si affermò presto nel panorama inglese degli anni ‘20, ricevendo diverse commissioni che lo portarono a disegnare negli anni successivi altre famiglie quali per esempio Johanna, creato per la stamperia del genero Renè Hague, intorno al 193031, dal nome della figlia minore, utilizzato per comoporre il suo saggio Sulla tipografia all’interno del quale spiegava quali erano gli effetti della meccanizzazione sulla purezza dell’anima, all’interno di un panorama schiacciato dall’industrialismo, ed ancora il Crockerel, il Golden e l’Aries, solo per citarne qualcuno.
12. Prende il nome dalla martire cristiana Vibia Perpetua, un racconto della cui vita fu usata in una delle prime rappresentazioni del carattere.
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— Figura 49 Disegno per Gill Sans; Lettere ʻBʼ, ʻPʼ, ʻRʼ, ʻSʼ, 1932.
Progettazione Grafica Eric Gill e la progettazione di caratteri
Il carattere per il quale Gill riscosse più successo, però fu inciso nel 1927, quando egli iniziò a disegnare un carattere senza grazie che rendesse più semplice la lettura dei cartelli presso il monastero di Capel y ffin, in Galles, al fine di migliorare il loro orientamento. Nel 1928 comparve ufficialmente il carattere, commercializzato ancora una volta dalla Monotype, su scelta di Morison che aveva visto uno schizzo un anno prima, che prese il nome di Gill Sans. Sul piano politico e culturale, pur essendo ancorato alla tradizione Ottocentesca portata avanti da Morris, egli non aveva un legame con il socialismo anarchico, ma piuttosto con il marxismo; situazione che lo portò a prendere le distanze dall’art and craft e ad avvicinarsi al mondo della produzione industriale. Alla fine degli anni ‘90, in seguito ad una biografia redatta da Fiona MacCarthy, che metteva il luce il lato perverso di Gill, che aveva intrattenuto rapporti sessuali con il cane, la figlia e la sorella, parte dei suoi caratteri subirono un boicottaggio e non furono prediletti rispetto ad altri disegni dai suoi colleghi.
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— Figura 50 Adolf Hitler; Ritratto fotografico durante uno dei suoi discorsi.
storia
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La nascita della brutale ʻmacchinaʼ Nazista e l’istituzione dei primi campi di concentramento.
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Eventi storici 3.0 Introduzione: prima metà del Novecento A partire dal secolo XI nelle zone dell’Europa Settentrionale e nei paesi di lingua tedesca, si affermò un tipo di scrittura definita gotica, la quale utilizzava le lettere dell’alfabeto latino. La sua più grande applicazione si trova all’interno della ʻBibbia a 42 lineeʼ composta da Johannes Gutenberg (1390,1493- 1468 ca.), tra il 1450 e il 1455. Da questo momento il carattere gotico si dispiegò in varie forme le quali assunsero con il tempo nomi differenti: Texturalis o Texura, nome che allude alla trama che si forma sulla pagina, Cursiva, Bastarda, Schmbacher e Fraktur. Nel 1457, sulla scia del successo della Bibbia, Johannes Fust (1400 ca.-1466), creditore e successivamente socio di Gutemberg, e Peter Schöffer (1425 ca.-1503) pubblicheranno il Salterio di Magonza, che recherà lo stesso carattere, il Textura, imponendosi come uno degli esempi più riusciti di utilizzo di questo carattere; in questo però esso veniva riprodotto in un corpo molto grande, probabilmente per aumentare la leggibilità, anche se, rispetto alle altre forme, appariva più nitido in quanto recava le lettere più appuntite e meno sfrangiate. Insieme a questi caratteri comparivano spesso punti o altri segni decorativi che servivano ad attenuare agli occhi del lettero il senso di vuoto conferito dai grandi occhielli che si affermerebbero, contrariamente, come dei buchi nella trama del testo, andando a disturbare così l’intera pagina.
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— Figura 51 Esempio di lettere della famiglia Antiqua; Incise intorno al XIII secolo.
— Figura 52
— Figura 53
De oratore, Cicerone; Aldo Manuzio, 1569.
Aldo Manuzio; Ritratto ad incisione.
Eventi storici Introduzione: prima metà del Novecento
L’utilizzo di questo gruppo di caratteri, in modo particolare in Germania, corrispondeva alla diffusione di quelle che erano le virtù ed i pregi del popolo tedesco e contribuiva all’affermarsi della loro tradizione storica e sociale. All’incirca nel 1800 si tentò di creare una grammatica tedesca unificata e coerente e allo stesso tempo di definire quali fossero i valori, in modo particolare culturali, propri della popolazione tedesca. Fino a questo momento, infatti quasi tutti i testi latini venivano impaginati con un carattere romano identificato spesso con il nome di Antiqua; per gli scritti di origine tedesca, si usava invece il gotico, ad eccezione dei termini stranieri. La serie tonda, che nel corso del tempo sarà chiamata anche Romana, Latina o Antiqua; fu incisa per la prima volta nel 1464 a Strasburgo e perfezionata successivamente da Nicolas Jenson (1404-1480) a Venezia, qualche anno più tardi, nel 1470. Alla diffusione di questo carattere contribuì, senza dubbio, Aldo Manuzio (1449,1452 ca.-1515) con la pubblicazione del De Oratore di Cicerone, uno dei libri più stamapati dalle stamperie italiane del tempo, i cui testi furono scritti con un carattere più vicino alla scrittura tonda degli amanuensi rinascimentali rispetto che ai gotici. Alla forma di Jenson si aggiunse una nuova serie, ideata da Francesco Griffo (1450-1518 ca.), disegnatore bolognese che collaborò in più di un’occasione con Manuzio al disegno di svariati caratteri tra cui, per esempio, il Bembo, per l’edizione De Aetna del cardinale Pietro Bembo, basata sulla scrittura cancelleresca, chiamata così in quanto proliferò all’interno della cancelleria papale, ed usata per gli scritti non ufficiali; anche se dapprima si affermò come un carattere indipendente, usato principalmente per attuare un’economia in termini di spazio all’interno dei testi, successivamente divenne complementare al tondo.
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— Figura 54 Esempio di lettere gotiche della famiglia Fraktur; Stile inventato dalla cancelleria boema di Massimiliano I, prime stampe XIV secolo.
— Figura 55
— Figura 56
Bibbia a 42 linee; Johannes Gutemberg, Peter Schöffer, 1455.
Johannes Gutemberg; Ritratto ad incisione, 1394-1468.
Eventi storici Introduzione: prima metà del Novecento
È possibile individuare, parallelamente all’affermazione dei gotici nell’XI secolo, nella zona del sud Europa ed in modo particolare in Italia e Spagna, quella di un carattere che tendeva ad arrotondare le forme gotiche, il Rotunda appunto, uno dei maggiori punti di partenza del processo di creazione dell’Antiqua. In questo contesto si inseriva una disputa, il cui apice si manifestava proprio negli anni dell’affermazione del Partito Nazional-socialista, dove si levavano le voci di coloro che pensavano che in realtà il gotico, e successivamente il Fraktur, componendosi di lettere arabescate, molto simili tra loro e composte spesso senza una giusta crenatura tra di loro, non fosse adatto alla lettura continua, in quanto essa non avveniva in modo fluido; questa tesi era portata avanti, per esempio, da Rudolf von Larisch (1856-1934), un funzionario pubblico e calligrafo austriaco, all’interno del suo libro Sulla leggibilità del lettering ornamentale del 1904. In questo contesto egli fa riferimento ad alcuni esperimenti, sulla leggibilità13 delle parole, condotti insieme ad alcuni suoi studenti, i quali venivano cronometrati durante la lettura dei testi scritti prima in gotico e successivamente con le lettere romane. Anche se inizialmente l’enfasi era posta sulla forma delle lettere, le quali erano troppo somiglianti l’una con l’altra, successivamente ci si concentrò sullo spazio tra di loro: questo doveva essere, in ogni alfabeto, uguale sotto il punto di vista della percezione ottica. A confema di ciò il 4 maggio 1991, la società per l’antica scrittura, che sosteneva il carattere Antiqua, sottopose al Reichstag, la proposta di non insegnare più la Kurrent tedesca nelle scuole e di rendere il carattere romano ufficiale. Gli argomenti a favore del Fraktur, invece,
13. Uno dei primi esperimenti venne effettuato dall’ultimo della dinastia Annisson, che stampò una pagina alla maniera di Didot alla maniera di Garamond.
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— Figura 57 Poster di propaganda nazista; Offre lavoro, libertà e pane, contro le «promesse vuote» dei loro avversari, 1930.
Eventi storici Introduzione: prima metà del Novecento
portati avanti da Adolf Reinecke (1861-1940) in una pubblicazione del 1910, non vertevano solo su motivazioni storiche, ma anche pratiche: esso era, infatti, non solo più leggibile, ma più facile da scrivere. Il carattere gotico ebbe un larghissimo impiego durante il periodo del regime Nazista, ma anche all’interno dello stesso partito vi erano posizioni opposte: l’atteggiamento modernizzatore che volgeva verso lo sviluppo tecnologico, impersonato da Joseph Goebbels e quello radicato alla tradizione portato avanti da Alfred Rosenberg14 (18931946); tutto ciò si rispecchiava anche nel design, motivo per il quale il Partito non aveva ancora un’identità visuale definita e coerente. Nonostante il Fraktur fu propagandato come il solo ed autentico esempio di scrittura tedesca, fu vietato nel 1941 dallo stesso Adolf Hitler e tramite uno Schrifterlass, decreto sulla scrittura, venne dichiarato Schwabacher Judenlettern, scrittura ʻgiudaica Schwabacherʼ. In realtà non è corretto considerare la scrittura gotica propria dei paesi di lingua tedesca, in quanto essa è formata da lettere ebraiche Schwabacher; inoltre, gli ebrei stabiliti nei territori del nord Europa, oltre a essere i detentori delle stamperia, si impossessarono presto delle sedi dei giornali, e di conseguenza di quasi tutti i mezzi di comunicazione che funzionavano tramite la stampa, cosa che determinò il forte influsso di questa tipologia di lettere in quelle zone. Tralasciando il fatto che nei territori occupati non si riusciva a leggerlo, il vero motivo era di carattere pratico: i tedeschi non riuscivano a produrre abbastanza materiale per la costruzione dei tipi di metallo da utilizzare per la stampa e di conseguenza la fornitura di caratteri scarseggiava.
14. Politico, saggista ed infine deologo del Partito Nazista, condannato, per questo motivo, a morte per crimini contro l’umanità e crimini di guerra al Processo di Norimberga.
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— Figura 58 «Vossische Zeitung»; Quotidiano liberale tedesco pubblicato a Berlino, 1 Agosto 1932.
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Negli anni successi all’emendamento vi fu qualche protesta, da parte di alcune istituzioni conservatrici come per esempio la Klingspor, diretta da Karl Klingspor (1868-1950), contro la deposizione del gotico, battendo sul fatto che il gotico è l’unica lingua che riesce al meglio a rappresentare le idiosincrasie proprie della lingua tedesca; è chiaro capire come questi appelli, seppur spesso tecnici, non ebbero successo in una Germania dilaniata dal Secondo conflitto mondiale e dal flagello del Nazismo e del Terzo Reich.
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— Figura 59 Parata del Terzo Reich; Cerimonia di giuramento dei leader politici a Berlino, 1935.
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Eventi storici 3.1 Elezioni tedesche e rafforzamento di potere Dal 1924, lo nsdap aveva partecipato a due tipi di elezioni in Germania:
le ʻelezioni del Parlamento Nazionaleʼ, il Reichstag, e quelle delle ʻLegislature Federaliʼ, i Landtag; esso si era presentato inglobato all’interno di un’istituzione, il Nationalsozialistische Freiheitsbewegung ʻMovimento nazional-socialista per la Libertàʼ che includeva nsdap e dvfp, quest’ultimo era un partito politico tedesco sorto nel 1992 il cui acronimo stava per German Völkisch Freedom Party, un partito nazionalsocialista e antiebraico. In questo contesto la coalizione aveva raggiunto soltanto il 3% dei consensi popolari dimostrando che la campagna elettorale che stavano conducendo non sortiva, senza dubbio, l’effetto sperato. Nel 1928, precisamente il 20 maggio, si tennero le elezioni federali tedesche, che rappresentarono le quinte consultazioni politiche nazionali della Repubblica di Weimar; quest’ultime, al loro compimento condussero ai lunghi e insidiosi preparativi per l’inizio della quarta legislatura del Reichstag. Nonostante in questa occasione l’affluenza di votanti, tra la popolazione che aveva diritto ad esprimere il proprio consenso politico, fosse del 74,6%, soltanto pochi partiti riuscirono a registrare un significativo aumento della percentuale dei voti: tra questi vi erano il Partito Socialdemocratico che aveva totalizzato circa il 30% dei consensi e quello Comunista.
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— Figura 60 Hermann Müller; Ritratto fotografico.
Eventi storici Elezioni tedesche e rafforzamento di potere
Il Partito Nazional-socialista, invece, che nel frattempo aveva abbandonato il raggruppamento precedente, arrivò a totalizzare soltanto il 2,6% di favori, una percentuale che sebbene non fosse di molto minore rispetto al risultato delle elezioni precedenti fece presagire una disfatta della coalizione. In realtà questo non avvenne, in quanto nonostante il largo apprezzamento ricevuto in questa occasione, l’spd, Partito Socialdemocratico di Germania, non riuscì a raggiungere una netta maggioranza, motivo per il quale fu costretto a formare un governo di coalizione guidato da Hermann Müller (1876-1931), politico tedesco che era già stato cancelliere nel 1920, il quale venne scelto proprio dal Partito come guida dell’amministrazione e rappresentante della fazione politica per la sua conoscenza delle lingue straniere. Il neo-gabinetto contava sull’appoggio dell’spd, del Centro Cattolico, del dvp, partito formato dai Liberalconservatori ed infine dei democratici schierati nel dpp; quest’ultimi, però, come era facilmente prevedibile basavano il proprio operato su piccoli tornaconti personali piuttosto che sul benestare generale del governo, motivo per il quale Müller chiese al presidente Paul von Hindenburg (1847-1934) dei poteri straordinari, cosa che quest’ultimo rifiutò decretando così la fine dell’ultimo governo pienamente democratico di Weimar. Nonostante gli scarsi risultati ottenuti dal Partito Nazista esso continuò a crescere e ad espandersi; la grande depressione dell’anno successivo, inoltre, gli avrebbe assicurato la creazione di un’immagine positiva nei confronti delle masse, cosa che corrisponderà ad un largo consenso in termini di voti negli anni '30. Quasi alla fine degli anni '20 la percezione del Partito, insieme ai risultati postivi che vantava in termini di riscontro con la popolazione, fu affidata a quattro personalità, alle quali Hitler aveva delegato
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— Figura 61 Adolf Hitler; Parata del Regime Nazista, Norimberga, 1938.
Eventi storici Elezioni tedesche e rafforzamento di potere
l’amministrazione burocratica dell’apparato: Philipp Bouhler (18991945), Franz Xaver Schwarz (1875-1947), Max Amann (1891-1957) e Gregor Strasser (1892-1934). Il primo, in qualità di capo della Kanzlei des Führers, Cancelleria del Führer, kdf, fu uno dei principali esecutori del programma di eutanasia nazista definito Aktion T4;15 il secondo invece, Schwarz, ha assolto la funzione di Reichsschatzmeister, ʻTesoriere nazionale del Partito Nazistaʼ; a Max Amann, dato che era considerato il primo uomo d’affari del movimento, venne affidata la funzione di amministratore in un primo momento, e successivamente divenne capo della Eher Verlag, la casa editrice ufficiale del partito; l’ultimo, promosso proprio in questo anno a ʻCapo del Dipartimento Propagandaʼ, fu successivamente sostituito con Goebbels in quanto quest’ultimo aveva dimostrato piena lealtà a Hitler, mentre Strasser aveva abusato spesso della posizione di capopropagandista per trasmettere la sua visione di nazionalsocialismo, la quale era più legata a istanze sociali. Furono proprio questi gli anni durante i quali, in concomitanza della sparizione di tutti gli altri Partiti Nazional-socialisti, i quali venivano sciolti o assorbiti dallo nsdap, comunque privati del diritto di eserictare il loro pensiero politico, Hitler ed il suo movimento conquistavano terreno: oltre la tradizionale sede in Baviera, infatti, gli ideali prendevano piede andando a creare roccaforti soprattuto in zone rurali e protestanti come per esempio la Prussia Orientale e la città di Norimberga dove vennero tenuti successivamente i raduni del Partito che avevano l’obiettivo di porsi come vetrina pubblicitaria e accalappiare quanti più simpatizzanti possibili.
15. Il progetto prevedeva l’uccisione di persone affette da malattie genetiche inguaribili e da portatori di handicap mentali.
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— Figura 62 Bandiera nazista; Esposizione sulla facciata di una cattedrale cattolica.
Eventi storici Elezioni tedesche e rafforzamento di potere
Le zone in cui, in questo periodo Hitler ed i suoi seguaci, raccolsero sempre più consensi furono infatti quelle abitate dalla fetta di popolazione di industriali e piccoli imprenditori che, in concomitanza con la crisi degli anni '20, vedevano nel bolscevismo e nell’economia ebraica la causa di tutti i loro problemi economici e spesso anche sociali; è proprio tra questi ranghi che si radicherà un profondo antisemitismo.
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— Figura 63 Adolf Hitler; Tiene un discorso in occasione del ’Grande giorno della Germania‘, Vienna, 1938.
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Eventi storici 3.2 L’eliminazione dei partiti politici in Germania La crisi in cui versava l’economia mondiale tra il 1929 ed il 1930 diede l’opportunità al Partito Nazista di affibbiare il continuo declino dell’occupazione e del benessere sociale ai finanzieri giudaici e bolscevichi16, creando così un capro espiatorio, un colpevole della condizione di malessere nella quale versava la popolazione, in particolare quella tedesca; è improbabile infatti, che senza una crisi di tale portata il Partito arrivasse ad affermarsi come la macchina del terrore che in realtà fu. La situazione sociale, caratterizzata da continui scontri offerti su di un piatto di argento delle milizie naziste, si stabilizzò con le elezioni del 1932 nelle quale lo nsdap, sulla scia di una serie di successi immediatamente precedenti, era riuscito ad ottenere circa il 37,4% dei consensi divenendo così non solo il partito più importante della Germania, ma anche quello che meglio di tutti riusciva ad interpretare i bisogni della popolazione, in un momento di difficile ripresa, e sostenere la lotta contro gli oppositori del regime. La serie di eventi che si susseguirono in questo breve arco di tempo tra cui la vittoria di Paul von Hindenburg, generale e politico tedesco, alle elezioni presidenziali e il successivo incarico di Hitler a cancelliere, 16. Il bolscevismo è una corrente del pensiero politico marxista, il giudaismo, invece, viene utilizzato in modo più generale per indicare la storia del popolo ebraico.
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— Figura 64 Rosa Luxemburg; Politica e rivoluzionaria polacca, fondatrice del kp, Kommunistische Partei Deutschlands.
Eventi storici L’eliminazione dei partiti politici in Germania
Presidente del Consiglio dei Ministri del Reich, portarono alla creazione di una dittatura che ruotava attorno alla venerazione della figura del Führer, che aveva pieni poteri. Nel frattempo seguendo le direttive di Iosif Stalin (1878-1953), il Partito Comunista tedesco, kpd, continuò a vedere nei socialdemocratici del spd il peggior nemico creando così una grave spaccatura nelle sinistre e impedendo di fatto ogni efficace contrasto all’ascesa dei nazional-socialisti.
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— Figura 65 Gioventù tedesca; Giornata onoraria della gioventù tedesca svolta a Norimberga, Reichsparteitag, 1938.
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Eventi storici 3.3 La presa di potere del regime Nazista Nel 1933 inizia ufficialmente il periodo che sarà definito Terzo Reich: «Il popolo tedesco non è più il popolo della vergogna e del disonore. Signore, il popolo tedesco è rinato [...] nello spirito, nella volontà, nella sopportazione di tutti i sacrifici.»17 Il 30 Gennaio del 1933 Adolf Hitler viene nominato cancelliere dal nuovo presidente Hindenburg il quale, capendo di non poter governare senza l’appoggio del Partito Nazista, e pensando di trarne giovamento politico, spiana la strada a quello che sarà il periodo più buio dell’intera storia dello Stato tedesco e non soltanto. Il 27 dello stesso anno si verificherà un evento cruciale che concorrerà a questa affermazione: il palazzo del Reichstag di Berlino, sede delle riunioni del Reichstag, il parlamento del Reich tedesco, viene incendiato tramite un atto doloso. Tramite un’abile mossa strategica, e la fortuna di aver rinvenuto sul posto diverse personalità note per le loro idee comuniste e socialiste, quali Georgi Dimitrov (1882-1942), Blagoj Popov (1920-1992) e Vasil, Hitler e Goering, che nel frattempo era accorso sul posto insieme al Führer, riuscirono ad individuare i colpevoli, a lanciare lo stato di
17. Dal libro: Adolf Hitler, Mein Kampf, Edizioni Clandestine, Trento 2016
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— Figura 66 Adolf Hitler; Durante la parata per il suo compleanno all’Asse Est-Ovest a Berlino, 1939.
Eventi storici La presa di potere del regime Nazista
emergenza e a convincere il presidente Paul von Hindenburg a firmare il Reichstagsbrandverordnung, ʻDecreto dell’incendio del Reichstagʼ abolendo la maggior parte dei diritti civili che erano stati forniti dalla Costituzione del 1919 della Repubblica democratica di Weimar. In seguito si scoprirà che l’incendio fu appiccato da Marinus van der Lubbe (1909-1934), un olandese dalla personalità disturbata che, anche se aveva avuto contatti con il Partito Comunista, si rivelò estraneo a tutti i complotti ipotizzati dal Partito Nazista.. Il 5 marzo, in un clima di terrore ormai consolidato, le elezioni videro trionfare lo nsdap che ottenne il 43,9% dei voti; nello stesso tempo, insieme con gli alleati nazionalisti del dnvp, i fascisti ottennero una maggioranza parlamentare semplice con il 51,8% dei voti. Il passo immediatamente successivo, l’abolizione della separazione tra il potere esecutivo e legislativo, messa in atto con il ʻDecreto dei pieni poteriʼ fu quello che permise l’affermazione della dittatura nazista. Il decreto, che aveva la durata di quattro anni, permetteva al governo, e quindi in sostanza allo stesso Adolf Hitler, di promulgare leggi, stipulare trattati con nazioni straniere e persino apportare modifiche alla Costituzione. Nonostante il Reichstag venne formalmente mantenuto, esso perse in ogni caso tutti i poteri, che nel frattempo si stavano concentrando nelle mani dell’apparato nazionalsocialista il quale, con una serie di abili mosse, riuscì a promulgare delle leggi che permettevano l’abolizione di tutti i partiti esistenti e vietavano, nel contempo, la creazione di nuovi fino al 14 luglio del 1933. Il Partito Nazional-socialista diviene l’unico a detenere la possibilità di operare nel suolo tedesco e la Germania prende le distanze dalle altre potenze, rompendo, in primis il ʻTrattato di Versaillesʼ, e uscendo dalla Conferenza di Ginevra e dalla Società delle Nazioni Unite. Il Reichsrat,
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— Figura 67 Campo di concentramento Nazista di Dachau; Guardia delle ss al controllo del ʻblocco Bʼ.
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l’altra camera tedesca, venne ugualmente mantenuta, così come gli altri corpi legislativi, perdendo però ogni effettivo potere e restando quindi, soltanto un’istituzione di facciata. Il 22 marzo pochi giorni dopo la fine delle elezioni, viene istituito, su iniziativa di Heinrich Himmler, il campo di concentramento di Dechau, destinato inizialmente agli oppositori politici. Questo lager nazista, all’interno del quale transitarono circa 200.000 persone, 41.500 delle quali vi persero la vita, servì come modello di ordine e violenza per tutti i campi successivi. Il 21 marzo, con l’istituzione del Volksgerichtshof, ʻTribunale del Popoloʼ, vgh, inizia un periodo caratterizzato da violenza in seguito all’emanazione di condanne a morte; il tribunale penale speciale aveva il compito di individuare e condannare tutti i reati politici eseguiti contro il regime Nazista. Il mese di aprile vedrà coinvolti nelle azioni di violenza e boicottato tutti gli aspetti della vita della popolazione ebraica: nei giorni tra il 7 ed il 12 aprile del 1933, in concomitanza con la nascita della Geheime Staatspolizei, ʻPolizia segreta di statoʼ, conosciuta come Gestapo18, vengono emanate le prime leggi discriminatorie contro di essi, i quali vengono immediatamente banditi dai pubblici uffici ed esclusi da tutte le libere professioni. Il 1933 viene ricordato anche come l’anno dei Bücherverbrennungen, i roghi di libri, presieduti, a partire dal primo rogo del ‘Opernplatz «Gli ebrei devono portare la stella giudaica; gli ebrei devono consegnare le biciclette; gli ebrei non possono prendere il tram; gli ebrei non possono andare in auto, neanche se è di loro proprietà; gli acquisti dalle 15 alle 17; gli ebrei possono andare solo da parrucchieri ebrei; gli ebrei non possono uscire per
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— Figura 68 Rogo dei libri di Berlino; Soldati e civicili, probabilmente studenti, gettano i libri nel fuoco.
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Rogo dei libri, Berlino; Soldato getta libri nel fuoco.
Piazza dell’Opera, Berlino; Studenti Nazional-socialisti.
Eventi storici La presa di potere del regime Nazista
strada dalle 20 alle 6 di mattina; gli ebrei non possono andare al teatro, al cinema e in altri luoghi di divertimento; gli ebrei non possono frequentare la piscina nè i campi da tennis e di hockey e quelli per altri sport; [...] gli ebrei non possono trattenersi nel proprio giardino, nè in quello di conoscenti dopo le otto di sera; [...] così vivacchiavamo senza poter fare questo e quello.»19
berlinese il 10 maggio, durante il quale vennero bruciati più di 25.000 volumi, dalle autorità della Germania nazista, non corrispondenti all’ideologia del regime. Durante questo episodio, il cui protagonista fu l'ufficio della Stampa e della Propaganda dell’Associazione studentesca della Germania, vennero proclamate una serie di azioni che miravano a distruggere ogni tipo di intervento che recasse uno spirito non tedesco, motivo per il quale questi interessi dovevano essere coltivati tramite una pulizia, Säuberung, della cultura tedesca; il mezzo principale prediletto per questa purificazione doveva essere il fuoco. Queste azioni di violenza e soffocamento del pensiero culturale, artistico e politico, che si affermarono di fatto come una censura statale, vennero condotti su idea di Joseph Goebbels il quale aveva dichiarato che questo era un ottimo modo per eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato. Esse non si imposero nell’immaginario collettivo come delle azioni brutali, piuttosto venivano accompagnate da festeggiamenti, orchestre e fiaccolate che avevano lo scopo di mostrare la fedeltà. Già a partire dall’8 aprile dello stesso anno, quando l’azione studentesca 18. Polizia segreta della Germania Nazista che aveva il compito di investigare e combattere tutte le «tendenze pericolose per lo Stato.»
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— Figura 71 Manifesto di propaganda antinazista statunitense; «I nazisti bruciarono questi libri, ma gli americani liberi possono ancora leggerli».
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aveva emanato le 12 tesi che affermavano che il popolo tedesco avesse bisogno di una propria cultura non infettata da quella delle popolazioni precedenti, erano iniziate le prime rappresaglie che miravano a rastrellare da ogni luogo di cultura, soprattutto le scuole e le università, libri le cui dottrine non recavano teorie portate avanti da studiosi tedeschi o riferimenti al popolo nordico; tra tutti furono preferiti i testi di autori ebrei o socialisti. I centri del sapere furono presto privati degli scritti filosofici, giuridici, narrativi e medici. Tra questi quelli di Karl Marx, Ernest Hemingway, Sigmund Freud, Albert Einstein, Hermann Hesse, Franz Kafka e molti altri ancora. Nonostante non tutti i roghi si svolsero la notte del 10 maggio, come era stato preventivato, le autorità naziste riuscirono comunque a coordinare i roghi nelle piazze di 22 paesi tedeschi, riuscendo poi a compiere questo tipo di atrocità nei giorni seguenti nei restanti centri di raccoglimento delle città che erano sotto il loro completo dominio. Il periodo tra il 1936 e il 1939 comprende gli anni d’oro del regime dove il Fürher mantenne le promesse fatte in precedenza: calò la disoccupazione, migliorarono le condizioni di vita e i lavoratori tedeschi vennero ricompensati tramite crociere e viaggi premio. Gli eventi che si susseguirono fino alla scoppio della guerra mondiale servirono alla Germania ad attuare la propria rivincita. Il 30 giugno del 1934, durante la ʻNotte dei lunghi coltelliʼ Hitler elimina fisicamente gli appartenenti alle sa, la squadra d’assalto che, volendo una rivoluzione sociale, stava finendo per dere consensi al Partito; soltanto poco tempo dopo, nel mese di agosto, grazie alla morte del
19. Una delle maggiori testimonienze sulla condizione degli ebrei degli anni '30. Anna Frank, Diario, Et scrittori, Einaudi, Torino 2015.
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— Figura 72 Bambina ebrea con contrassegno; Campo di concentramento di Loborgrod, Croazia.
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presidente Hindenburg, Hitler riunisce, su di se le cariche di cancelliere e di presidente insieme, affermandosi così come la rappresentazione per antonomasia del potere politico. Un anno dopo, il 15 settembre del 1935 vengono emanate ufficialmente le leggi razziali contro di ebrei cono sciute come ʻLeggi di Norimbergaʼ. Di queste facevano parte a loro volta tre emendamenti: 1. La ʻlegge per la protezione del sangue e dell’onore tedescoʼ; 2. La ʻlegge sulla cittadinanza del Reichʼ; 3. La ʻlegge sulla bandiera del Reichʼ. Con un’abile mossa il 23 ottobre del 1936 la Germania riesce a concludere il patto di alleanza con l’Italia fascista dopo le controversie circa le differenti collocazioni nell’ambito degli schieramenti europei, conosciuto come ʻAsse Roma - Berlinoʼ. La prima conseguenza fu la partecipazione dell’Italia alla Guerra Civile Spagnola, in appoggio alle forze franchiste. Il 16 luglio nasce il campo di concentramento di Buchenwald, nato come luogo di detenzione preventiva per oppositori politici, criminali e testimoni di Geova. Si apriva per la Germania un periodo caratterizzato da espansione economica ed innalzamento della qualità della vita: crollò la disoccupazione e venne riconosciuta, soprattutto, l’importanza del tempo libero. Gli eventi che caratterizzarono il 1938 furono essenzialmente due: l’Anschluss, l’annessione forzata dell’Austria al Terzo Reich, e una notte di violenza, ricordata come la ʻNotte dei cristalliʼ ai danni di centinaia di ebrei in Germania, Austria e Cecoslovacchia da parte delle ss durante la quale Vennero distrutte strade, negozi ed abitazioni e vennero incarcerati molti individui innocenti. Nel 1939, in vista dell’imminente Secondo conflitto mondiale, tutte le maggiori potenze iniziano una corsa per accaparrarsi ognuna
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— Figura 73 Adolf Hitler; Al seguito Himmler e Von Ribbentrop durante una parata.
— Figura 74
— Figura 75
Notte dei cristalli, Kristallnach; Vetrine devastate.
Buchenwald; Campo di concentramento.
Eventi storici La presa di potere del regime Nazista
le simpatie dell’altra; per questo motivo questo viene ricordato come l’anno durante il quale vennero stretti i maggiori patti di alleanza, i quali verranno comunque presto infranti negli anni seguenti sulla base di convenienze economiche, tattiche, sociali e strategiche. Il 22 maggio Germania ed Italia firmarono il ʻPatto d’acciaioʼ, in tedesco Stahlpakt, un’alleanza al contempo sia offensiva che difensiva, in base al quale le due potenze erano tenute ad offire sostegno nel caso in cui una delle due si trovasse in difficoltà; sostegno che prevedeva un riarmo militare nel caso in cui fosse scoppiata una guerra. La durata inusuale, però, di dieci anni e lo sbilanciamento della potenza bellica delle due nazioni forniva alla Germania il potere di iniziativa, cosa che comportò la definitiva soppressione dell’autonomia italiana in campo estero. Contemporaneamente Germania ed URSS stipularono il patto di non aggressione ʻMolotov-Ribbentroppʼ, una forma di accordo che sanciva l’impegno ad evitare la guerra o il conflitto armato tra di essi in modo da risolvere le dispute attraverso negoziati di pace.
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— Figura 76 Giulio Einaudi; Fondatore della Casa editrice Einaudi, alle sue spalle il marchio.
Graphic design
― Capitolo 04
1928/1933
Il concetto di ʻNuova tipografiaʼ e la fondazione della casa editrice torinese Giulio Einaudi.
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—1928
Progettazione grafica In seguito alle dimissioni di Gropius la direzione del Bauhaus passò ad Hannes Meyer (1889-1954), il cui mandato durò soltanto tre anni a causa di manifestazioni di studenti comunisti, i quali rappresentavano la maggioranza degli iscritti, che condussero all’idea che Meyer aveva dato alla scuola un’impostazione filocomunista; per questo motivo, osteggiato da alcuni docenti tra cui Josef Albers (1888-1976) e Vasilij Vasil'evič Kandinskij (1866-1944), fu costretto a rassegnare le dimissioni. 4.0 Jan Tschichold, padre della tipografia moderna Jan Tschichold (1902-1974), tipografo e designer tedesco, pubblica il libro Die Neue Typographie, 1925, considerato il manifesto del movimento modernista dell’Europa Settentrionale, il quale poneva la Germania come punto di riferimento per lo scambio internazionale di sperimentazioni ed idee. All’interno del testo egli esprime quelli che sono i principi costituenti non solo della nuova era della tiporafia, ma anche di un modo di comunicare totalemte rivoluzionario: -La tipografia deve essere funzionale e non più decorativa, deve porsi al servizio del lettore il quale deve ritenere un testo leggibile in tutto e per tutto anche dopo moltissimi anni dalla sua composizione; -Dal momento in cui essa deve avere un fine sociale, deve apparire nella miglior forma possibile: breve, chiara, semplice ed immediata, e soprattutto senza alcun tipo di distrazione;
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— Figura 77 Jan Tschichold; Ritratto fotografico a lavoro nel suo studio.
Progettazione grafica Jan Tschicold, padre della tipografia moderna
-Per presentarsi in questi termini la tipografia deve organizzarsi sia dal punto di vista dei contenuti e della loro presentazione, attuando quindi un’organizzazione interna, sia sotto quello dei mezzi utilizzati; -A questo proposito, per quanto riguarda l’organizzazione interna, un ruolo fondamentale lo gioca la scelta del carattere, il quale, dopo vari esperimenti e dopo varie teorie formulate, doveva essere, secondo Tschichold stesso, privo di grazie ed utilizzato, il più delle volte, nella sua sola forma minuscola, dato che essa non ne limita la comprensione, in modo tale da effettuare un’economia. Solo più tardi si capirà che nonostante esso appaia, apparentemente semplice, in realtà è soltanto una semplicità forzata, adatta per lo più ai bambini, stanca maggiormente il lettore proprio per la mancanza di grazie, le quali non vengono assolutamente identificate come ornamento; -Per quanto riguarda la forma esterna, invece, essa prevede una coerenza basata su tutti gli elementi dell’impaginato, ed in modo particolare la creazione di relazioni tra elementi positivi, dati dal nero e dai vari colori, ed elementi negativi rappresentati dal bianco; -Dati i recenti progressi nel campo della riproduzione di immagini, Tschichold, estremamente razionale e preciso, prevede l’uso di una tecnica riproduttiva più asettica: la fotografia al posto dell’illustrazione. Adesso, visto che le immagini non dovevano più essere relegate in apposite tavole fuori testo composte da carta patinata, il testo doveva essere composto a giustezza dal momento in cui esse dovevano essere inserite al suo interno e spesso anche a due o addirittura più colonne. -Infine, distaccandosi dalla tradizione abbandonerà l’asse centrale, o meglio, la sua parvenza, per dedicarsi all’utilizzo della asimmetria nei confronti dell’impaginato. In realtà, sotto questo punto di vista è difficile definire un libro totalmente asimmetrico, visto che comunque la base su cui ruotano le sue pagine, il dorso, costituisce un asse posto esattamente al centro, e quindi simmetrico.
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— Figura 78 Typographische Mitteilungen; Antologia riepilogativa, Jan Tschichold.
Progettazione grafica Jan Tschicold, padre della tipografia moderna
Inoltre c’è da specificare che raramente un libro può essere totalemte asimmetrico, è probabile ritrovare una parvenza di simmetria nei numeri di pagina o, per esempio, nei titoli correnti. Dal 1927 al 1933 Tschichold viaggia in Germania, Austria, Cecoslovacchia, Svizzera e Francia promuovendo la Nuova Tipografia con mostre, conferenze e pubblicazioni. Durante questo periodo, però, la maggioranza delle pubblicazioni continuano a venire prodotte in modo tradizionale. Diversi incarichi commissionati allo stesso Tschichold - soprattutto quelli per la Insel-Verlag - vengono richiesti con caratteri gotici, ornamenti vari e impaginazione simmetrica. Tschichold non firma queste opere ed è evidente che le abbia considerate come meno rilevanti di quelle in cui poteva applicare in toto i nuovi canoni. Questo suo pensiero era stato in realtà gia espresso nel 1925, in occasione della pubblicazione di una prima antologia ricapitolativa pubblicata sotto forma di numero speciale in Typographische Mitteilungen, stampato in rosso e nero con il titolo di Elementare Typographie; esso riportava nuovi principi sotto il punto di vista tecnico, per tipografi, compositori e stampatori, e presentava le opere di alcuni tra i più grandi artisti. Il testo di Tschichold del 1928 comprendeva non soltanto una parte dove egli citava stampatori passati, come conferma dell’efficienza del suo modello, tra questi i primi stampatori tedeschi o gli stampati di Didot, o ancora la pratica di comporre in due colonne, ma anche un capitolo dove egli etichettava come ʻvecchia tipografiaʼ tutto ciò che aveva preceduto quel momento. La sua condanna verso tutto ciò che riteneva associato alla tradizione lo portò a muovere delle accuse verso tutti i tipografi ʻclassiciʼ, che utilizzavano la tipografia come forma tipica del libro, relegandola solo dentro di esso ed evitandola per tutti gli altri stampati.
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— Figura 79 Disegni per il Sabon; Appunti, Jan Tschichold, 27-08-1965.
— Figura 80
— Figura 81
Asymmetric typography; Jan Tschichold, Faber and faber, 1967.
Poster per the Phoebus-Palast; Jan Tschicold, Monaco, 1929.
Progettazione grafica Jan Tschicold, padre della tipografia moderna
A questo proposito Tschichold vede il loro prodotto come un artificio d’elitè, lontano dai principi socialisti che si stavano facendo largo all’interno della società; per questo motivo critica il loro prezzo ed il loro statuto di oggetti di lusso. Nel 1926, anche se si affermerà ufficialmente lo stesso anno dell’uscita del testo di Tschichold, il 1928, in seguito a queste nuove idee dilaganti nell’area settentrionale dell’Europa, nasce il Ring Neue Werbegestalter, ʻcircolo dei nuovi pubblicitariʼ. Esso era il mezzo di propaganda più attivo, tramite l’organizzazione di mostre tenute dai membri, tra cui Kurt Schwitters (1887-1948), nelle varie zone della Germania ed in Europa. È in larga parte attraverso l’azione di questo gruppo che i principi della Nuova Tipografia, infatti, vengono diffusi in tutta Europa. Nonostante il carattere preferito fosse il Futura, Paul Renner (18781956) non divenne mai un membro effettivo del gruppo.
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— Figura 82 Ludwig Mies van der Rohe; Ritratto fotografico nel suo studio, davanti ad un modello.
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Progettazione grafica 4.1 Van de Rohe, il terzo periodo del Bauhaus Gli anni che vanno dal 1930 al 1932 vedono la direzione di Mies van de Rohe (1886-1969), il cui programma didattico si concentava specificatamente sull’architettura. Dal momento che quest’ultimo credeva che l’Istituto dovesse slegarsi da tutti quelli che erano i concetti politici e dovesse avere come unico obiettivo quello di dare una formazione artigianale, tecnica ed artistica allo studente. In questo periodo gli studenti diminuirono a causa del fatto che, non ricevendo più sovvenzioni da parte dello Stato, il direttore fu costretto ad aumentare le rette; altri sostentamenti provenivano anche dall’acquisto di tutti i nuovi prodotti degli studenti i cui brevetti non utilizzati dovevano essere registrati, per precauzione. Lo stesso anno, nel 1930 Wilhelm Frick20 (1887-1946), membro del Partito Nazional-socialista, venne nominato Ministro degli Interni e della Pubblica Istruzione; quest’ultimo ostile nei confronti dell’arte e della cultura moderna e contemporanea, intraprese un’azione di ʻsmantellamentoʼ nei confronti di tutte le opere moderne presenti nel Museo Regionale di Weimar.
20. Catturato dagli alleati e processato a Norimberga come criminale di guerra, fu giudicato colpevole dei capi d’accusa 2, 3 e 4 e condannato a morte.
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— Figura 83 Ludwig Mies van der Rohe; Ritratto fotografico nel suo studio.
Progettazione grafica Van de Rohe, Il terzo periodo del Bauhaus
Il 12 agosto 1932 il sindaco Hesse mise per iscritto, su richiesta dei Nazisti, la chiusura della scuola del Bauhaus, processo che era già iniziato negli anni immediatamente precedenti con l’eliminazione dei contributi ed il licenziamento dei docenti stranieri. Le attività della scuola cessarono ufficialmente a settembre dello stesso anno, gli unici a votare a sfavore furono i membri del Partito Comunista ed il sindaco stesso.
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— Figura 84 Herbert Bayer; Autoritratto, Sel portrait, 1932.
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Progettazione grafica 4.2 La fine del Bauhaus Nonostante nel 1933 Mies van de Rohe decise di riaprire la scuola a Berlino, finanziandola in modo particolare, tramite le rette degli studenti e la vendita dei brevetti, la presa dei potere totale da parte del Partito Nazionalsocialista ne decretò la chiusura totale, a seguito di una persecuzione avvenuta l’11 aprile dello stesso anno da parte della Gestapo contro l’istituzione. Il Bauhaus resta, comunque, un luogo che permetteva un arricchimento culturale grazie alle variegate personalità che apportarono il loro contributo, tra cui: Herbert Bayer, Johannes Itten, Paul Klee, Oskar Schlemmer e i già citati Laszlo Moholy- Nagy, Josef Alber, Wassilij Kandinsky, Hannes Meyer e Mies van de Rohe. 4.3 Torino e la Giulio Einaudi Editore Il 15 novembre venne iscritta alla camera di commercio di Torino la Giulio Einaudi Editore, successivamente conosciuta semplicemente come casa editrice Einaudi. L’attività vera e propria della casa editrice però, nonostante lo stampo iniziale fosse già quello di un’istituzione attiva nell’ambito culturale e soprattutto politico, si realizzò soltanto un anno dopo, in concomitanza con l’uscita dei primi libri e con l’affluenza di intellettuali illustri quali per esempio Leone Ginzburg (1909-1944), i quali con i loro singoli orientamenti apportarono valore all’istituzione.
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— Figura 85 Italo Calvino; Redattore editoriale Einaudi.
— Figura 86
— Figura 87
Sede Einaudi; Via Biancamano, Torino.
Marchio e logotipo Einaudi; Spiritus durissima coquit.
Progettazione grafica Torino e la Giulio Enaudi Editore
Il marchio utilizzato dalla casa torinese, uno struzzo che reca un chiodo in bocca, accompagnato dal motto latino spiritus durissima coquit, ʻuno spirito forte supera qualsiasi avversitàʼ, fu preso in prestito da una rivista, «La Cultura», assimilata da Giulio Einadi dopo la chiusura avvenuta tra il 1933 ed il 1934. Il campo delle riviste militanti nell’ambito politico, definite non-conformiste, fermentato dall’ascesa del nazional-socialismo in Germania e del fascismo in Italia, sarà presente in tutto il lavoro Einaudi; oltre a questa sopra citata viene ricordata, per esempio, La Critica, di Benedetto Croce (1966-1952) e La riforma diretta da Attilio Cabiati (1972-1950). In realtà la marca editoriale ha origini ancora più antiche in quanto compare in un libro di Monsignor Paolo Giovio (1483-1552), stampato intorno alla seconda metà del 1500, all’interno del quale erano catalogati i simboli, che lui stesso realizzava per i signori dell’epoca, che andavano successivamente cuciti sulle bandiere delle proprie casate, sotto forma di incisione, per lo più calcografica. La storia del marchio, in particolare, fa riferimento al fatto che un certo Girolamo Mattei Romani, intento nell’atto di vendicare il fratello ucciso chiede a Monsignor Paolo Giovio di realizzare un simbolo che ne rappresentasse le sua qualità fisiche e soprattuto morali, da qui la valenza durevole del motto. Nel corso del tempo esso fu soggetta a diversi restyling e fu destinato ad utilizzi diversi: nel 1951, in seguito all’incontro avvenuto tra Giulio Einaudi e l’artista Pablo Picasso (1881-1973), quest’ultimo cedette all’editore, direttamente dalla sua residenza privata delle Antibes, in Spagna, lo schizzo monocromatico di uno struzzo in movimento destinato inizialmente alle illustrazioni delle Naturalis historia di Plinio il Vecchio, e usato successivamente dalla casa editrice, per un breve
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— Figura 88 Galileo Galilei; Piccola Biblioteca Einaudi, PBE, progetto grafico Bruno Munari,1969.
Progettazione grafica Torino e la Giulio Enaudi Editore
periodo, come marchio specifico della collana «I tascabili» caratterizzati da piccoli formati, facilmente trasportabili. La linea grafica intrapesa, in un momento di successiva stabilità, risente del supporto di diversi progettisti grafici tra cui Bruno Munari (1907-1998), Albe Steiner, Max Huber (1919-1992) e Oreste Molina, quest’ultimo definito l’orologiaio a causa della sua estrema precisione. La volontà di rendere i propri libri riconoscibili si esplica tramite la creazione, per la prima volta in ambito editoriale, di un’identità visiva che omologasse tutte le collane presenti all’interno dei cataloghi, ma allo stesso tempo mantenesse distinte le varie pubblicazioni. L’obiettivo viene raggiunto grazie ad una cura nell’uso del colore, il bianco sarà quello predominante, l’uso del carattere, in quanto non volendo usare una font esistente l’Einaudi decide di far ridisegnare il Garamond, creando così il Simoncini Garamond, creato da Francesco Simoncini del 1958, ed infine l’uso delle immagini, le quali attingono spesso ad un repertorio artistico, basti pensare alla collana dei «Coralli» o dei «Supercoralli». A causa della sua produzione, prevalentemente saggistica, lontana dal regime fascista ed a causa di personalità influenti, come Norberto Bobbio, Cesare Pavese, Natalia Ginzburg ed Italo Calvino, il 15 maggio dello stesso anno, in seguito ad una retata, Giulio Einaudi venne arrestato e detenuto, nel circondariato di Regina Coeli; il pretesto fu l’accusa di attività politica clandestina: vennero così soppresse tutte le attività editoriali e la pubblicazione delle riviste culturali e politiche. 4.4 Campo grafico, rivista di estetica e tecnica grafica Con l’intento di divulgare le continue mutabilità di tendenze e di mezzi in questa epoca di feconda progressione nel 1933 nasce «Campo Grafico», rivista di estetica e di tecnica grafica, che diverrà punto di
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— Figura 89 «Campo Grafico»; Nº.12 , Carlo Dradi, Attilio Rossi & Antonio Boggeri, Dicembre, 1934.
Progettazione grafica Campo grafico, rivista di estetica e tecnica grafica
riferimento per la progettazione grafica dell’intera italia ed in modo particolare del settentrione. Carlo Dradi (1908-1982) ed Attilio Rossi (1909-1994), fondatori del mensile, ponendosi come l’antitesi di un’altra rivista, «Il Risorgimento grafico», prodotto editato da Raffaello Bertieri (1975-1991), dal taglio più conservatore ed accademico, perseguivano l’obiettivo di stravolgere le consuetudini e le regole della progettazione grafica del periodo così da ampliare lo sguardo ed abbracciare quelle che erano le sperimentazioni messe in pratica da altre correnti di azione, quale il Bauhaus. La pubblicazione, avvenuta nella misura di 66 numeri cartacei a cadenza mensile con una tiratura di sole 500 copie, fu portata avanti fino al 1939, grazie all’aiuto di grandi personalità del panorama culturale del Novecento italiano, tra cui Carlo Carrà, Luigi Veronesi, Leonardo Sinisgalli e Lucio Fontana. L’articolazione interna, oltre a contenere inserti extra quali per esempio la Rassegna del Brutto, rubrica polemica che mirava a criticare i progetti grafici nei quali non evinceva lo slancio progressista, tipico invece del quotidiano milanese, si articolava su due livelli: sperimentazione tecnica ed impegno pedagogico e culturale. Per quanto riguarda il primo punto i progettisti grafici lavoravano e sperimentavano con caratteri, impaginazione complessiva, immagini, colori e forme, al fine di presentare contenuti diversi in ogni numero rispetto a quelli delle pubblicazioni precedenti; i due elementi fissi restavano l’uso della doppia pagina e quello del modulo quadrato che permetteva di mantenere, tramite l’asimmetria, una sorta di simmetria. Da qui si evince il richiamo alla cultura ed al movimento Futurista, il quale applicava già i principi sopra citati sotto forma di comunicazione visiva moderna ed efficace, basata soprattutto sulle sperimentazioni tipografiche e fotografiche.
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— Figura 90 «Campo Grafico»; Nº.10, Carlo Dradi i & Attilio Rossi, Ottobre, 1937.
Progettazione grafica Campo grafico, rivista di estetica e tecnica grafica
Per quanto riguarda il secondo punto, invece, grazie alla collaborazione attuata con le personalità precedentemente citate fu possibile connotare ogni pagina, in modo particolare per esempio quelle riguardanti la rassegna del brutto, di un valore pedagogico. Tramite i suoi articoli, infatti, campo grafico cercava di sensibilizzare i lettori, e tutti gli appassionati, ad una cultura del progetto grafico; a questo proposito è opportuno citare la pubblicazione di monografie riguardanti artisti e grafici. Sotto questi due aspetti, diviene evidente l’importanza della rivista, la quale non si risparmierà neanche posizioni politiche, nel clima culturale e sociale dell’epoca. 4.5 Studio Boggeri, luogo di progettazione Sulla stessa scia sperimentale, sfruttando l’uso di tagli, fotomontaggi, sovrapposizioni di immagini lettering e doppie esposizioni, lo stesso anno viene fondato a Milano lo Studio Boggeri, ad opera del progettista grafico Antonio Boggeri (1900-1989). Nel momento della sua nascita, oltre a porsi come un punto di riferimento nell’ambito della fotografia sperimentale, ed avere una visione ampia su tutte le discipline inerenti al design, lo Studio Boggeri si affermerà come il primo esempio di moderna agenzia grafica italiana; a questo proposito una delle innovazioni più grandi apportate da Boggeri è la ridefinizione dell’attività progettuale, la quale presuppone, a partire da questo momento, una posizione centrale ricoperta dal progettista grafico, il quale adesso si pone tra il committente ed il tipografo in modo da presiedere meglio a quello che è tutto l'iter del processo comunicativo. La Deberny e Peignot, agenzia parigina, progetterà presto il marchio dello studio: una ʻBʼ rossa, in maiscolo, tra due ʻoʼ. Gettando
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— Figura 91 Antonio Boggeri; Ritratto fotografico.
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L’uovo di colombo; Studio Boggeri, 1933/37.
Studio Boggeri; Deberny & Piegnot.
Progettazione grafica Studio Boggeri, luogo di progettazione
le basi per quello che sarà successivamente definito come graphic team, la nascente società cercherà di dotarsi delle personalità più variegate sotto il punto d vista professionale, dal momento in cui guardava, come punto di riferimento, al panorama europeo, in modo particolare tedesco e svizzero. Un vasto campo d’azione sarà fornito dalla pubblicità dei prodotti industriali, i quali permetteranno di sfoggiare le competenze fotografiche di Boggeri, in modo particolare inerenti allo Still life, come possiamo ricordare l’uovo, oggetto perfetto o le sfere di acciaio. Pur muovendosi in ambito prevalentemente consumistico non saranno pochi gli echi e i rimandi alla cultura visiva artistica: il già citato Bauhaus, dal quale prenderà in prestito il rigore ed il motivo geometrico, o il Futurismo. Sempre lo stesso anno, Imre Reiner21 (1900-1987), il quale sarà fortemente voluto dallo stesso Antonio Boggeri, sarà uno dei primi collaboratori; essendo di orgine ebree, però, sarà costretto ad affrontare la tratta Milano-Lugano, dove viveva appunto a causa della situazione politica e sociale vigente, per risolvere i problemi di progettazione nei quali incappava lo studio. Nello stesso anno, reduce dall’esperienza del Bauhaus, intrapreso negli anni tra il 1924 ed il 1929, il progettista grafico Xianti Schawinsky (1904-1979) ricevette la commissione di un manifesto, galeotto per quanto riguarda la collaborazione intrapresa successivamente con lo studio di progettazione grafica; grazie al suo aiuto furono realizzati non soltanto un numero elevato di manifesti, ma anche l’immagine per aziende prestigiose, tra cui l’Olivetti.
21.
Oltre ad essere uno stimato pittore, l’apporto di Reiner alla progettazione editoriale sarà dettato dal disegno di alcuni caratteri tipografici, circa 15.
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— Figura 94 Max Huber; A lavoro nel suo studio, dietro il logotipo per Rinascente.
Progettazione grafica Studio Boggeri, luogo di progettazione
Tra i suoi lavori ricordiamo un manifesto che promuove l’elezione del partito nazionale fascista all’interno di una rivista: il progetto raffigura il busto del duce, il quale sprigiona severità in seguito allo sguardo volto verso l’alto, trattato con la tecnica del fotomontaggio; Schawinsky riesce a rendere l’idea di personificazione ed immedesimazione: Mussolini è creato dai cittadini stessi i quali in lui confidano come punto di riferimento ed in lui si rispecchiano. La tecnica usata, coerentemente con la linea progettuale utilizzata, è quella del fotomontaggio, dell’ingradimento e dei mezzi toni. Una strada simile è stata intrapresa nello stesso periodo da Luigi Veronesi (1908-1998), il quale utilizza l’immagine fotografica ricavata direttamente tramite l’impressione dell’oggetto sulla carta sensibile o sulla lastra, evitando quindi il mezzo tecnico. Nonostante la collaborazione di personalità molto lontane rispetto a quello che si stava affermando come il nuovo regime dittatoriale, Max Huber, Erberto Carboni, Carlo Vivarelli, Bruno Munari, Marcello Nizzoli ed Albe Steiner, la presenza del regime fascista, soprattutto all’interno dei manifesti pubblicitari era gravosa e continua: la linea politica basata sull’esaltazione patriottica fu poi esasperata con le sanzioni economiche che produssero l’autarchia dei prodotti italiani. Si insinuarono ovunque motivi propagandistici, per esempio, come il fascio littorio o ancora venivano citati scorci che riprendevano l’architettura del periodo.
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— Figura 95 Seconda guerra mondiale; Soldato tedesco durante un attacco nel fronte orientale, 1941.
Storia
― Capitolo 05 1943/1950
La fine Della Seconda guerra mondiale e la creazione di un nuovo assetto politico.
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Eventi storici 5.0 Introduzione: metà del Novecento 55 milioni di morti, due terzi dei quali civili ed oltre 32 milioni soltanto in Europa, intere città rase al suolo da bombardamenti atomici, orfani, vedove e sopravvissuti; inflazione elevata, penuria di generi alimentari e necessità di ricostruire al più presto qualsiasi canale di comunicazione, come strade e ferrovie. Sotto il versante che interessa, invece, in modo specifico le zone europee e le popolazioni interessate dalla crudeltà nazista le valutazioni cambiano; in realtà è difficile riportare una stima precisa delle vittime dell’olocausto, ovvero di tutti quegli individui che, tra il 1933 ed il 1945, persero la vita in conseguenza delle dirette misure di pulizia etnica e di genocidio, messe in atto dal regime nazista del Terzo Reich, o comunque di tutte le vittime, anche tedesche, che subirono una persecuzione razziale e politica. Lo United States Holocaust Memorial Museum calcola che circa 1517 milioni di persone furono uccise come risultato diretto dei processi promossi dal regime nazista; in ogni caso è da tenere presente il fatto che nessun calcolo potrebbe mai essere definitivo per il semplice fatto che è impossibile considerare tutti gli individui che non furono registrati all’arrivo nei campi o tutti coloro che morirono violentemente nei vari luoghi in seguito a rappresaglie non documentate; resta il fatto, che il quadro generale alla fine della Seconda guerra mondiale resta disastroso e pieno di orrori.
— Capitolo 05
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— Figura 96 Fronte orientale, Seconda guerra mondiale; La città di Kharkov è sotto assedio tedesco, 28 ottobre, 1941.
Eventi storici Introduzione: metà del Novecento
L’ambito della comunicazione visiva, inizialmente, fu relegato alle zone meno colpite dal conflitto, in quanto la ricostruzione si basava in modo preponderante sui beni di prima necessità. Successivamente, invece, grazie agli aiuti economici provenienti dalle potenze maggiori, si avverte il passaggio da un’economia basata sulla produzione di beni strumentali ad una basata sulla produzione di consumo; questo fece si che la veste grafica del prodotto, in generale, fosse il suo unico, o quasi, messaggio promozionale; dal prodotto, poi, si passò direttamente alla progettazione di immagini coordinate per agenzie e fabbriche, attraverso lo studio del marchio e di altri supporti di vendita e di comunicazione. Dall’altro lato, la grafica intesa nel suo concetto più ampio, era l’unico mezzo, veloce e relativamente economico, in grado di veicolare valori sociali e culturali propri della fase di ricostruzione postbellica, ed anche, informazioni di interesse generale. Per quanto riguarda il mercato editoriale, la Seconda guerra mondiale causò inizialmente un freno soprattutto nel settore dell’innovazione tecnica dei processi di stampa, cosa che si ripercosse, di riflesso, anche nell’immediato dopoguerra. Parallelamente, dopo l’attacco di Pearl Harbor i Cinesi, ai quali si deve l’invenzione del processo di creazione della carta e l’invenzione della stampa, prima ancora che Gutemberg introducesse in Europa la stampa a caratteri mobili, diminuirono i rifornimenti di carta nel continente Americano, altro motivo per il quale in un primo momento la stampa di periodici e libri subì una battuta d’arresto. Poco dopo però, quasi in maniera inaspettata rispetto a quelle che erano le condizioni sociali ed economiche, si avvertirono due cose: l’aumento della domanda di libri, ed il perfezionamento dei macchinari da stampa e da composizione.
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— Capitolo 05
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— Figura 97 Pearl Harbor; Attacco alla base navale statunitense il 7 dicembre, 1941.
Eventi storici Introduzione: metà del Novecento
A parte alcuni casi isolati di stampatori francesi ed inglesi che avevano una buona riserva di carta pregiata, è chiaro che le restrizioni maggiori su carta e materiali derivano proprio dal continente francese ed americano rispetto che quello statunitense, dove il mercato era addirittura incentivato da una legge che finanziava la riconversione, sotto il punto di vista professionale, di ex combattenti indirizzandoli verso una formazione professionale di loro scelta; non è escluso che molti preferirono la via della produzione dei caratteri e della stampa. In Inghilterra comunque queste restrizioni cessarono quasi subito, intorno al 1949 e si riuscì ad affermare il libro, piuttosto che il giornale, in quanto esso era portatore di conoscenza e speranza, proponendo un’evasione rispetto ai problemi quotidiani. Nonostante non venissero prodotti molti caratteri nuovi, a causa appunto del perfezionamento dei macchinari, essi continuarono comunque ad essere disegnati; in questo periodo in modo particolare si afferma la riscoperta dello stile calligrafico, che scaturisce direttamente dalla pratica della scrittura, il quale viene presentato come un piacere fisico ed intellettuale.
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— Figura 98 Seconda guerra mondiale; Formazione di Savoia Marchetti S.M.79 in volo verso Malta, 1941.
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Eventi storici 5.1 Gli sviluppi della Seconda guerra mondiale L’1 settembre del 1939 la Germania, con la tattica militare della guerra lampo, Blitzkrieg, invade la Polonia, la quale nonostante avesse a disposizione circa un milione di uomini, non si trovò pronta a fronteggiare l’attacco: scoppia la Seconda guerra mondiale. Il destino della Polonia, inoltre, fu segnato dall’entrata in gioco dei carri armati sovietici, i quali stavano rispettando le direttive del ʻPatto Molotov-Ribentropʼ; a proposito di questo argomento vi sono tesi controverse, in alcune viene citato il fatto che in realtà questa fu un’abile mossa di Stalin che non voleva perdere possesso dei territori della Polonia Orientale. Soltanto il giorno dopo, il 2 settembre, il Regno Unito e la Francia inviarono alla Germania un ultimatum che rimase senza risposta, cosa che comportò, il 3 settembre, rispettivamente alle 11:45 e alle 17:00, la loro dichiarazione di guerra ai danni dello Stato Tedesco. Da questo momento in poi si susseguirono una serie di azioni di invasione che videro come protagonisti i maggiori stati europei, impegnati a prendere posizione negli schieramenti: il 9 aprile 1940 la Germania invade la Danimarca e la Norvegia, facendo seguire, a queste, la capitolazione di Belgio, Olanda, Lussemburgo e Francia. All’inizio del 1933, come già ricordato, appare, su uno dei quotidiani tedeschi, il «Münchner Neuesten Nachrichten», il seguente articolo, firmato da Heinrich Himmler, all’epoca presidente della polizia della
— Capitolo 05
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— Figura 99 Campo di concentramento e sterminio di Auschwitz I; Entrata del campo di concentramento, foto di Raymond Depardon, Magnum.
Eventi storici Gli sviluppi della Seconda Guerra Mondiale
città di Monaco: «Mercoledì 22 marzo 1933 verrà aperto nelle vicinanze di Dachau il primo campo di concentramento. Abbiamo preso questa decisione senza badare a considerazioni meschine, ma nella certezza di agire per la tranquillità del popolo e secondo il suo desiderio.» Da questa dichiarazione in poi l’impero nazista, sempre più fortificato, mette a punto un meccanismo che porterà alla creazione di una fitta rete di campi di concentramento, ad ognuno dei quali verrà affidato un compito diverso. L’apice di questo processo venne raggiunto il 22 maggio del 1940 con l’apertura del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz, in tedesco Konzentrationslager Auschwitz o anche kl Auschwitz; essendo uno dei più grandi questo fu dotato di un sistema interno di divisione. Nel caso specifico con questo nome si intende il vasto complesso di campi di concentramento e di lavoro che formarono un sistema concentrazionario situato nei pressi dell’omonima città appartenente della Polonia Meridionale. Tra di questi sono annoverati non solo quarantacinque sotto-campi, costruiti durante il sanguinoso periodo di occupazione polacco, ma anche due campi molto più grandi, per dimensioni, e più efficienti in termini di sterminio di massa. Questi ultimi oltre ad avere un loro nome proprio, derivante generalmente dalla città vicino la quale erano collocati, la cui parola veniva successivamente traslata in lingua tedesca, erano anche identificati con numeri romani progressivi: campo di sterminio di Birkenau, in polacco Brzezinka, Auschwitz II e quello di Monowitz, in polacco Monowice, Auschwitz III; con la sola denominazione di Auschwitz I, invece, era indicato il campo principale. Inizialmente gli internati furono intellettuali e membri della resistenza polacca; più tardi vi furono deportati anche prigionieri di
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— Figura 100 Facciata dell’ambasciata giapponese a Berlino; Esposizione delle bandiere in seguito alla stesura del ʻPatto Tripartitoʼ, 1940.
Eventi storici Gli sviluppi della Seconda Guerra Mondiale
guerra sovietici, criminali comuni tedeschi, prigionieri politici ed ʻelementi asocialiʼ come mendicanti, prostitute, omosessuali, testimoni di Geova ed ebrei. Normalmente vi erano detenute dalle 13000 alle 16000 persone ma nel 1942 si raggiunse la cifra di 20 000 detenuti. Nel frattempo le operazioni militari delle potenze che stavano combattendo la Seconda guerra mondiale continuavano a svolgersi; il 10 giugno 1940, l’Italia, nonostante di fosse dichiarata come stato ʻnon belligeranteʼ all’inizio del conflitto, entra in guerra al fianco della Germania, dal momento in cui Mussolini era rimasto colpito dalla velocità con la quale Hitler stava conducendo le proprie campagne offensive ottenendo conquiste. Le aspettative del Duce, però, furono deluse dal fatto che per l’Italia la guerra si rivelò un completo fallimento: la popolazione era povera, stremata ed impreparata ad affrontare un conflitto di tale portata, ed inoltre, le offensive belliche dell’esercito non furono per niente pianificate sotto il punto di vista strategico. Nel frattempo, se da un lato le forze armate tedesche, Wehrmacht, sfilavano a Parigi, dall’altro lato l’Inghilterra riusciva a sottomettere Lutwaffe, aviazione tedesca. Tra il 1940 ed il 1941 due sono gli avvenimenti più importanti: la nascita di un accordo, il ʻPatto tripartitoʼ firmato il 27 settembre dall’Impero del Terzo Reich, Italia e Giappone, con il quale venivano riconosciute le aree di influenza in Europa ed Asia; l’avvio dell’ʻoperazione Barbarossaʼ con la quale la Germania iniziò le operazioni necessarie per invadere l’Unione Sovietica. Il 7 dicembre del 1941, l’attacco Giapponese ai danni della base statunitense di Pearl Harbor sancisce definitivamente l’entrata degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale; questi avranno un ruolo fondamentale per lo svolgimento degli ultimi anni del conflitto.
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— Figura 101 Sbarco in Normandia; Esercito della marina militare statunitense su una chiatta di fronte a Omaha.
Eventi storici Gli sviluppi della Seconda Guerra Mondiale
Si fa strada uno scenario ancora più sconcertante il cui epicentro è rappresentato proprio dalle maggiori città tedesche: il 20 gennaio del 1942 si tiene la ʻConferenza di Wannseeʼ, la quale aveva lo scopo di pianificare la ʻsoluzione finale del problema ebraicoʼ. A parte la stessa Germania, altre zone alleate al regime, e soprattutto quelle che nel corso degli anni erano state assoggettate, come per esempio Francia, Belgio, Olanda, Lussembrgo, Norvegia Danimarca ed altre divennero territori idonei nei quali far proliferare centri di sterminio; la Polonia, in particolar modo, conterà un elevatissimo numero di campi di concentramento ed un altrettanto elevato numero di vittime tra la popolazione ebraica dal momento in cui al suo interno essa era molto proficua ed ammontava a quasi quattro milioni: la persecuzione dell’uomo nei confronti di un altro uomo stava ora raggiungendo il limite dell’immaginabile. Fu deciso che non erano più sufficienti i rastrellamenti nei ghetti delle varie città europee, le esportazioni, i lavori forzati e le condizioni precarie nelle quali vivevano i prigionieri; era opportuno pensare ad un sistema di uccisione di massa. Gli ultimi due anni del Secondo conflitto mondiale, quelli che vanno dal 1943 al 1945, pongono le basi per un ribaltamento degli ordini e degli schieramenti militari precedenti: la Germania, il 9 settembre del 1943 dopo l’armistizio invade l’Italia; quasi contemporaneamente, nello stesso periodo, il 6 giugno 1944 le truppe Alleate, composte per di più da corpi militari di provenienza americana, sbarcano il Normandia,22 iniziando il lungo percorso di risalita e di liberazione dall’oppressione della violenza nazista.
22. Il nome in codice operazione era ʻNeptuneʼ, e iniziò nelle prime ore di martedì 6 giugno 1944, data conosciuta come D-Day.
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— Figura 102 Sala conferenze della Wolfsschanze; In seguito all’esplosione del 20 luglio del 1944 con la quale si attentò alla vita di Hitler.
— Figura 103
— Figura 104
Soldato tedesco; Mostra i pantaloni di Hitler dopo l’attacco.
Processo ai traditori; Presieduto dal giudice Roland Freisler.
Eventi storici Gli sviluppi della Seconda Guerra Mondiale
Sempre a questo anno risale la cosiddetta ʻOperazione Valchiriaʼ, tramite la quale alcuni politici e militari tedeschi della Wehrmacht, avevano tentato di assassinare Hitler a Rastenburg, in una zona della Prussia Orientale; quest’ultimo il 16 dicembre 1944, soltanto pochissimo tempo dopo, resosi conto dello stato in cui verteva la situazione politica, economica e militare della Germania e di tutta l’Europa intera, tenterà l’ultimo disperato contrattacco nelle Ardenne che passerà alla storia come il ʻColpo di coda di Hitlerʼ: la Germania si stava preparando ad una lunga e dolora disfatta.
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— Figura 105 Berlino; Elicottero si schianta sui palazzi distrutti dai bombardamenti, 1945.
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Eventi storici 5.2 La fine del conflitto, gli accordi di pace Il 9 maggio 1945 la Germania si arrende all’esercito sovietico, il 2 settembre dello stesso anno, arrendendosi formalmente il Giappone pone fine alla Seconda guerra mondiale. Facendo un passo indietro, il 4 giugno 1944, mentre le truppe alleate liberano Roma, le forze anglo-americane furono in grado di colpire la Germania Orientale per la prima volta; da questo momento in poi questi ultimi attaccavano ad Ovest mentre l’Unione Sovietica attaccava ad est. Ha inizio l’ʻOperazione Vistola-Orderʼ, l’offensiva dell’Armata Rossa per muovere verso il cuore della Germania. Per questo motivo, tra il 1944 ed il 1945 i tedeschi cominciarono ad abbandonare i campi di concentramento che si trovavano nelle zone più a rischio trasferendo altrove gli internati e distruggendo tutte le prove delle atrocità commesse: in primis i luoghi individuati come idonee ad essere camere a gas e vari documenti. Questi movimenti forzati di decine di migliaia di prigionieri vennero definiti ʻmarce della morteʼ, in tedesco Todesmärsche, a causa dell’elevato numero di individui che vi morivano in quanto il corpo, già stremato in precedenza dalla fame, dal freddo, dalle malattie e dai traumi perpetrati dai soldati tedeschi, era costretto a percorrere a piedi, spesso nella neve alta, tantissimi chilometri per raggiungere il campo di concentramento individuato come il più sicuro in quel preciso momento storico e bellico.
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— Figura 106 «Il lavoro rende liberi»; Entrata del campo di concentramento di Auschwitz.
— Figura 107
— Figura 108
Scatola di Zyklon B; Concime chimico usato nella camere a gas.
Auschwitz; Veduta dall’alto del campo.
Eventi storici La fine del conflitto, gli accordi di pace
Quando i sovietici si avvicinarono nel campo di Majdanek, in Polonia, così come avvenne successivamente per Belzec, Sobibor e Treblinka, si resero conto che il personale tedesco aveva già smantellato parte del complesso e bruciato i forni crematori, dal momento che avevano già sterminato la gran parte degli ebrei polacchi, anche se alcune camere a gas erano rimaste pressoché intatte. A questo punto due sono gli avvenimenti che segnarono, nella mente dell’opinione pubblica, la fine della guerra e l’inizio di un periodo di serenità caratterizzato dal ristabilimento degli ordini interni di ogni paese ed esteri: il primo fu la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, considerato da sempre il lager per eccellenza, da parte dell’Armata Rossa, il 27 gennaio 1945. Le ss cominciarono ad evacuare il campo a metà gennaio 1945, in questo frangente di tempo migliaia di prigionieri furono uccisi mentre altri, circa sessantamila, furono costretti ad un’evacuazione forzata che li condurrà direttamente ad un’atroce e dolorosa morte, già spiegata ampiamente nel capitolo precedente. «Ci pareva, e così era, che il nulla pieno di morte in cui da dieci giorni ci aggiravamo come astri spenti avesse trovato un suo centro solido, un nucleo di condensazione: quattro uomini armati, ma non armati contro di noi; quattro messaggeri di pace, dai visi rozzi e puerili sotto i pesanti caschi di pelo.»23
Oltre ai pochi superstiti, ridotti in fin di vita, malati e morenti, ad Auschwitz, ma anche in tutti gli altri campi, vennero rinvenuti tonnellate di capelli già pronti per essere venuti alle società tedesche che si occupavano dell’imbottitura degli stivali dell’aviazione tedesca; vestiti, scarpe, protesi, occhiali, gioielli e altri oggetti personali.
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— Figura 109 «The Stars and Stripes»; Copertina del quotidiano delle forze armate statunitensi, 2 maggio, 1942.
Eventi storici La fine del conflitto, gli accordi di pace
Da questo momento in poi molti altri furono i campi di concentramento e di sterminio liberati in questo anno, tra cui, per esempio, quello di Mauthausen il 5 maggio. Il secondo avvenimento è senza dubbio il suicidio di Hitler e di Eva Braun nel bunker della cancelleria, Führerbunker, il 30 aprile del 1945, mediante un colpo di pistola alla testa dopo aver ingerito una capsula di cianuro; a questo seguì, soltanto il 1 maggio, pochissimi giorni dopo, quello Magda e Joseph Goebbels, i quali si tolsero la vita dopo aver assassinato i propri figli. La stessa fine tocco, verso la fine di maggio, ad Heinrich Himmler. Hitler stesso aveva lasciato precise istruzioni che i loro resti venissero portati verso l’uscita di emergenza del bunker in modo tale che successivamente potessero essere cosparsi di benzina e dati alle fiamme con facilità nel giardino della cancelleria del Reich. Nonostante le molte teorie complottiste formulate nel campo circa la non veridicità di questo suicidio, i servizi segreti sovietici del kgb hanno sempre dichiarato il ritrovamento del cadavere bruciato e che l’identità fosse stata confermata grazie all’impronta dentale.24 Nel frattempo, qualche mese prima, precisamente a febbraio, Stalin, Winston Churchill (1874-1965) e Franklin Delano Roosevelt (1882-1945) avevano indetto una prima conferenza a Yalta al fine di pianificare i futuri equilibri mondiali soprattutto per quanto riguarda la spartizione dei debiti di guerra. Il 20 novembre 1945 si apre, fino al 1 ottobre dell’anno successivo il ʻProcesso di Norimbergaʼ, tramite il quale verranno processati e condannati, all’interno del Palazzo della Giustizia, tutti coloro che nel
23.
Dal libro: Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi, Torino 1997
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— Figura 110 «La Stampa»; Copertina del quotidiano italiano, 9 settembre 1943.
Eventi storici La fine del conflitto, gli accordi di pace
corso del tempo hanno preso parte a crimini nazisti. La scelta della città non fu un caso, in quanto Norimberga si era da sempre affermata come un luogo d’eccellenza, insieme a Berlino e a Monaco, nella trasmissione della simbologia e dell’ideologia del Partito Nazista e del suo leader. Questa, inoltre era situazione nel settore di competenza statunitense, visto che la Germania a quell’epoca era divisa in quattro fazioni differenti controllate dalle potenze vincitrici.
24.
Il 1º maggio 1945 la stazione radio Reichssender di Amburgo interruppe la normale programmazione.per dare l’annuncio.
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— Figura 111 Norimberga; Rovine di guerra, 1945.
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Eventi storici 5.3 Il processo di Norimberga per i crimini nazisti Anche se comunemente con tale denominazione si indicano tutti i processi svolti in questo ambito, in realtà le azioni intraprese dalle potenze vincitrici si distinguono due diversi gruppi di processi: uno svolto nei confronti delle personalità più influenti, svolto dal Tribunale militare internazionale, imt, conosciuto come ʻProcesso dei principali criminali di guerraʼ e un altro per tutti coloro che avevano svolto un ruolo marginale, tenuto sotto la Legge numero 10 del Consiglio di Controllo dal Tribunale militare di Norimberga, nmt, quest’ultimo comprese anche il famoso ʻProcesso ai dottoriʼ, primo dei dodici processi secondari. Durante questa occasione furono ascoltati 85 testimoni e esaminati 1471 documenti; i capi di accusa riguardavano per lo più esperimenti condotti, sia su cadaveri che su di esseri umani e feti di donne in gestazione, contro il freddo, la malaria, il gas, l’acqua di mare, o ancora condotti con sulfamidici su ossa, muscoli e nervi;25 e poi trapianto di ossa, sterilizzazione e itterizia. Questa azione vanta radici ancora più lontane: al termine della ʻTerza Conferenza Tripartita di Moscaʼ, le principali potenze dell’Asse con a capo Winston Churchill, Franklin Delano Roosevelt e Stalin, 25. Tra questi quello condotto dal medico Sigmund Rascher, medico maggiore della Luftwaffe, circa la possibilità di salvare un individuo in seguito a cadura da altezze elevate.
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— Figura 112 Processo di Norimberga ai medici nazisti; Il primo in basso a sinistra è Karl Brandt, condannato all’impiccagione.
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stilarono un documento nel quale si impegnavano a a far sì che i criminali nazisti venissero processati secondo le leggi del paese nel quale i crimini fossero stati commessi. Si decise che ognuna nazione fornisse un giudice, un sostituto e diversi procuratori; successivamente questo modo di procedere fu giudicato più volte in quanto non idoneo ad un tema così delicato. Al primo processo, quello principale, vennero presentati gli atti d’accusa contro i ventiquattro principali criminali di guerra e contro sei ʻOrganizzazioni criminaliʼ – la leadership del Partito Nazista, le Schutzstaffel, ss, il Sicherheitsdienst sd, la Gestapo, le Sturmabteilung, sa, e l’alto comando dell’esercito. Le imputazioni principali erano quattro, e furono gestite sulla base di un documento conservato tra i ʻPrincipi di Norimbergaʼ, all’interno del quale venivano elencate le direttive che indicavano cosa costituisse un crimine di guerra e cosa invece no: -Cospirazione per commettere crimini contro la pace. -Aver pianificato, iniziato e intrapreso delle guerre d’aggressione. -Aver commesso crimini di guerra. -Aver commesso crimini contro l’umanità. La somma di due o di tutti questi capi d’accusa prevedeva il decreto di una pena più o meno leggera, fino ad arrivare alla condanna d’esecuzione; tra gli imputati ricordiamo Hermann Göring, colpevole di tutti e quattro i crimini e per questo motivo condannato alla pena di morte, Rudolf Hess, condannato invece all’ergastolo, e quindi al carcare a vita, e Joachim von Ribbentrop, ministro degli esteri durante il governo di Hitler anch’egli colpevole su tutti e fronti e per questo motivo condannato alla pena più alta: la pena di morte. Dei condanni a morte tutti gli imputati condannati a morte vennero impiccati il 16 ottobre 1946, tranne Göring che riuscì a suicidarsi il
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— Figura 113 Processo di Norimberga; Hermann Göring, condannato per i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità.
Eventi storici Il processo di Norimberga per i crimini nazisti
giorno precedente con del cianuro di potassio, e i loro corpi furono successivamente cremati nei forni del lager di Dachau. I processi secondari riguardarono piĂš che alto funzionari e soldati delle ss, buona parte dei quali venne assolta e rilasciata in un tempo relativamente breve grazie alla loro buona condotta.
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— Figura 114 Conferenza di Yalta; Da sinistra: Winston Churchill, Franklin Roosevelt e Joseph Stalin, 1945.
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Eventi storici 5.4 L’inizio della Guerra Fredda Il 1947 diede vita ad un periodo definito prendendo in prestito un termine utilizzato diversi anni prima, nel 1945 dallo scrittore George Orwell (1903-1950) nel suo saggio You and the Atomic Bomb, proprio per descrivere un mondo minacciato dall’imminente pericolo della bomba nucleare: ʻGuerra freddaʼ. Due anni dopo l’espressione servì a descrivere una situazione mondiale dominata da due ideologie politico-economiche: la democrazia-capitalista e il totalitarismo-comunista. Sotto il punto di vista territoriale si tradusse in territori di destra e di sinistra, o meglio Oriente ed Occidente. I due rappresentati furono da un lato gli Stati Uniti e dell’altro l’Unione Sovietica, i quali però non arrivarono mai ad un diretto scontro militare, da qui il termine ʻfreddaʼ; piuttosto la loro fu una competizione sotto vari campi: militare, spaziale, tecnologico, ideologico, psicologico, sportivo, un continuo migliorarsi che portò alla Terza Rivoluzione Industriale. L’inizio fu individuato nell’adozione del Containment, da parte del Governo degli Stati Uniti, il cui scopo era fermare la diffusione del comunismo, da sempre accusato di tentare di espandersi più del dovuto; questa scelta fu presa in seguito alla resistenza dell’Unione Sovietica alle richieste americane relative ai territori dell’Iran, alla Turchia e al Regno di Grecia.
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— Figura 115 C-47 all’Aeroporto di Berlino-Tempelhof; Aerei fermi durante il Blocco di Berlino.
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Eventi storici 5.5 I nuovi assetti politici e territoriali La corsa tecnologica agli armamenti aveva portato, a questa data, alla creazione da parte degli Stati Uniti della bomba ad idrogeno, annunciata dal presidente Harry Truman (1884-1972) il 31 gennio e al rafforzamento delle armi gestite con la tecnologia atomica. Nonostante la popolazione e l’intelligenza statunitense fosse impegnata in questi studi ed in queste scoperte, non aveva placato il dissidio con i membri del Partito Comunista. Parallelamente però si stava assistendo all Rivoluzione Comunista in Cina causata dal fatto che gli Stati Uniti appoggiavano Partito Nazionalista Cinese di Chiang Kai-shek (1887-1975) sconfitto dall‘Esercito Popolare di Liberazione di Mao Zedong (1893-1976). Questa rivoluzione causò il calo, se non la fine, del monopolio statunitense rispetto alle armi nucleari; a questo punto l’amministrazione Truman decise di estendere le politiche di contenimento firmando, intorno al 1950, un documento segreto, il ʻNSC-68ʼ,26 con il quale il Consiglio di Sicurezza Nazionale propose di rafforzare i sistemi di alleanza filo-occidentali e quadruplicare allo stesso tempo la spesa nella difesa statale.
26.
Acronimo per National Security Council resolution 68, formato da cinquantotto pagine che definivano dettagliatamente la strategia da attuare per contrastare l’Unione Sovietica.
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— Figura 116 Missione Apollo 11; L’astronauta Buzz Aldrin sulla Luna, 1969.
Eventi storici I nuovi assetti politici e territoriali
Agli inizi degli anni 1950, poi gli Stati Uniti hanno formalizzato una serie di alleanze con Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Thailandia e Filippine, in particolare il patto ʻANZUSʼ del 1951 e il ʻSEATOʼ del 1954, garantendo così agli statunitensi un certo numero di basi militari. Il primo, è un patto tripartito di sicurezza fra Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti d’America, sancito sotto la presidenza di Harry S. Truman con lo scopo di accerchiare diplomaticamente l’Unione Sovietica nell’ottica delle tensioni della guerra fredda; il secondo, invece, era un trattato per la difesa collettiva sottoscritto da Australia, Francia, Nuova Zelanda, Pakistan, Filippine, Tailandia, Gran Bretagna e gran parte degli Stati Uniti d’America. Nonostante il pericolo maggiore del Secondo Conflitto Mondiale era finito, così come la minaccia nazista, l’Europa, ed il mondo in generale arrancheranno fino alla seconda metà del 1900 per ritrovare quell’equilibrio perso.
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— Figura 117 Albe e Lica Steiner; Ritratto fotografico dei due coniugi, di Ugo Mulas.
Graphic design
― Capitolo 06
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La grafica della resistenza, la progettazione di Albe Steiner e l’apporto delle case editrici.
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Progettazione grafica 6.0 Willem Sandberg, grafico della resistenza Il 27 marzo del 1943 viene bombardato l’ufficio dei documenti pubblici di Amsterdam. A questa operazione prende parte Jonkheer Willem Jacob Henri Berend Sandberg, noto come Willem Sandberg (1897-1984), tipografo e membro della resistenze europea durante il periodo della Seconda guerra mondiale. In questo periodo, grazie alle sue conoscenze nell’ambito della stampa, preparò documenti falsificati per ebrei e altri ricercati dalla Gestapo; da li a poco, però, i nazisti cominciarono a esporre i documenti falsi confrontando i nomi con quelli del registro locale della popolazione, motivo per il quale vi era bisogno di ostacolarli distruggendo le prove rimaste. Da quel momento in poi Sandberg passò oltre quindici mesi, tra il 1943 ed il 1945, in clandestinità, riuscendo però comunque a produrre diciotto brevi manoscritti in formato A5, conosciuti come Experimenta typographica, all’interno dei quali dava forma, tramite testi, ad alcuni elementi tipografici, dimostrando la loro efficacia. Nonostante volle allontanarsi, con le sue pubblicazioni, da quella che era la perfezione tecnica promulgata nell’area tedesca in questi anni, che ricordava la rigidità del sistema dittatoriale nazista, usando, per esempio, materiali poveri come scatoloni da imballaggio, continuò ad usare i formati din ed una serie di caratteri limitati ma ben affermati nella tradizione tipografica.
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— Figura 118 Luigi Veronesi; Ritratto fotografico durante una sessione di progettazione.
Progettazione grafica Luigi Veronesi, il progettista grafico
6.1 Luigi Veronesi, il progettista grafico falsario Lo stesso ruolo viene svolto, in ambito italiano, dal progettista grafico Luigi Veronesi (1908-1998), il quale mise la sua capacità artistica a servizio nel movimento di liberazione nazionale; in questo periodo, infatti, grazie alle manipolazioni condotte precedentemente in ambito fotografico, grafico e scenografico, riuscì a fotoriprodurre documenti falsificati ultili ai membri dei vari partiti della Resistenza; motivo per il quale è riconosciuto spesso come il ʻFalsarioʼ. Esaurito l’ondata di impegno civile diretto, non cessò comunque la collaborazione con i progetti dei gruppi che facevano riferimento al Partito Comunista Italiano. Pur mantenendosi sulla scia delle sperimentazione artistiche possiamo ricordare pubblicaizoni come la celebrazione delle date importanti per il movimento operaio internazionale, in modo particolare il 14 luglio ed il 25 aprile, usando l’espediente dell’elencazione comparata dei caduti. 6.2 I due fratelli Hans e la Rosa Bianca Il 22 febbraio 1943 I fratelli Hans e Sophie Scholl e Christoph Probst furono processati, ingiustamente, presso il tribunale speciale, Volksgerichtshof, tribunale del popolo; Le accuse che li condussero lo stesso giorno alla ghigliottina riguardavano l’incitamento al sabotaggio degli armamenti tedeschi tramite la distribuzione di volantini che propagandavano idee contro il regime, diffamando in modo volgare direttamente la stessa figura, quasi sacra, del Fuhrer. Gli altri membri del gruppo, conosciuto come Weibe rose, la rosa bianca, nato con lo scopo di opporsi in modo non violento alle brutalità
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— Figura 119 Fratelli Hans; Studenti all’Università Ludwig Maximilian di Monaco, membri della Rosa Bianca.
Progettazione grafica I due fratelli Hans e la Rosa Bianca
del regime Nazista, Alexander Schmorell, Willi Graf, Kurt Huber, furono processati condannati colpevoli il 19 aprile dello stesso anno, per poi essere decapitati nei mesi successivi. «Forse, alcuni protesteranno che un Tribunale del Popolo possa comportarsi in modo così brutale, un uomo che ha semplicemente distribuito volantini, un professore universitario e due studenti, accusati del medesimo misfatto, giustiziati! Ma in fondo, se essi fossero andati al fronte, sarebbero probabilmente già stati uccisi. È il rischio che quotidianamente corrono i nostri soldati!»27
Fu con questo parole che Hitler commentò l’uccisione dei membri del gruppo, le cui ideologie, che si rifacevano ai principi cristiani di tolleranza giustizia, erano espressi in sei opuscoli, ve ne era anche un settimo mai distribuito a causa del fatto che cadde nelle mani della polizia nazista, Gestapo. Inizialmente, poiché i membri ritenevano che la Germania meridionale fosse più attiva nell’organizzazione di gruppi antirazzisti, e più ricettiva nei confronti del loro messaggio, gli opuscoli vennero spediti in massa presso diverse città della Baviera e dell’Austria; a causa della mancata risposta, e del lungo periodo di inattività, gli ultimi due furono distribuiti personalmente, da porta a porta, da persona in persona, ed erano accompagnati da slogan anti hitleriani sui muri e el porte delle case di Monaco.
27.
Dal libro: La guerra di Hitler, Edizioni Settimo Sigillo, Roma 2001, traduzione di M. Spataro.
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— Figura 120 Cesare Pavese; Ritratto fotografico di un illustre studioso.
Progettazione grafica I due fratelli Hans e Sophie Scholl
Nel febbraio del 1943, in coincidenza alla fine delle lezioni presso l’Università Ludwing Maximilian di Monaco, il sesto opuscolo Venne distribuito agli studenti i quali raccolsero gli ultimi volantini lanciati a Sophie in cima alle scale dell’atrio; tale azione fu ben individuata da un bidello simpatizzante Nazista che la consegnò insieme al fratello alla polizia di Regime del Terzo Reich. Questa vicenda rappresenta, forse, una delle testimonianze più importanti del ruolo svolto dalla tipografia negli anni della resistenza contro il regime Nazista. 6.3 Einaudi e la Seconda guerra mondiale Nel mese di luglio, in seguito ad un pesante bombardamento avvenuto ai danni della città di Torino, venne distrutta l'intera sede della casa editrice Giulio Einaudi. Il periodo più difficile per la casa, non soltanto sotto il punto di vista lavorativo ma anche per quanto riguarda la sicurezza e l’incolumità dei dirigenti, furono gli anni compresi tra il 1935 ed il 1945, data che sancisce la fine della guerra. In questo frangente, infatti, oltre a fronteggiare sotto il punto di vista culturale una generazione cresciuta sotto l’influsso del Fascismo, della guerra e soprattutto della violenza, e di conseguenza non aperta alle idee riformiste che propagandava la casa editrice, si trovarono in una situazione sociale instabile. In seguito al bombardamento appena citato la sede delle casa venne aperta subito dopo in uno stabilimento provvisorio, grazie al fatto che furono salvati numerosi manoscritti e verrono recuperati quasi tutti gli archivi, essenziali per la continuazione del lavoro. Quando anche il secondo stabilimento venne distrutto da un ulteriore bombardamento il lavoro riprese grazie ad individui attivi
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— Figura 121 Leone Ginzburg; Ritratto fotografico di un illustre studioso.
Progettazione grafica Einaudi e la Seconda Guerra Mondiale
sotto il fronte della resistenza il cui scopo era garantire un livello di informazione elevato nonostante la desolazione causata dal conflitto. Poco dopo però si pensò di spostare la sede nella capitale, dal momento in cui questa doveva essere una delle prima città da liberare in seguito all’avanzata delle forze armate alleate, pur continuando a mantenere uno stabilimento dislocato a Torino. Durante la guerra la comunicazione tra le due sedi fu pressocchè assente e ci vollero parecchi sforzi per riprendere il ritmo della produzione e per fomentare la creazione di nuove testate sociali e politiche, prima tra tutte «il Politecnico». Nel frattempo lasciavano la casa editrice personalità fondamentali, quali Leone Ginzburg, e ne arrivavano di nuove, tra cui Giulio bollati e Luciano Foà, operanti in un periodo durante il quale l’obiettivo principale era valorizzare lo sviluppo della cultura locale; obiettivo che si declina sotto la direzione di Cesare Pavese.
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— Figura 122 Manifesto, Mostra della ricostruzione: i cln al lavoro; Albe e Lica Steiner 1945.
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Progettazione grafica 6.4 Mostra della ricostruzione: i cln al lavoro. A cura del Comitato di liberazione Nazionale della Lombardia, all’ex Arengario, in Piazza Duomo viene allestita la Mostra della ricostruzione: i CLN al lavoro. Per l’occazione Albe Steiner (1913-1974), esperto affermato nel campo della progettazione visiva e partigiano oppositore del regime fascista, progetta un manifesto intriso di valori etici e culturali: un traliccio posto in diagonale, segno della rinascita italiana, posto su fondo tricolore; va precisato che con l’aiuto della moglie, Lica Covo Steiner (1911-2008) sua collaboratrice professionale e progettuale, e di altre personalità illustri dell’epoca, tra cui Vico Magistretti e Remo Muratore, mettono a punto l’intero sistema espositivo. Stava vedendo alla luce un tipo di progettazione, latente per molti anni, che aveva come dovere morale quello di tradurre in artefatti comunicativi una situazione poco documentata, una situazione violenta che aveva avuto fulcri e sviluppi diversi: stava vedendo la luce la grafica della resistenza. 6.5 Hendrik Nicolaas Werkman Il 10 aprile del 1945 nella foresta vicino a Bakkeveen, nei Paesi Bassi, veniva fucilato, insieme ad altri nove compagni Hendrik Nicolaas Werkman (1882-1945), tipografo e stampatore olandese; l’accusa dell’arresto, che inizialmente era un presunto uso eccessivo di carta,
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— Figura 123 «Il Politecnico»; Rivista diretta da Elio Vittorini, n.1, 29 settembre, 1945.
Progettazione grafica Hendrik Nicolaas Werkman
si trasformò in un accanimento nei confronti della sua tipografia, che adesso era giudicata non convenzionale. Imponendosi nel panorama della grafica di resistenza nord Europea, Werkman, dal 1923 al 1926, fondò e diresse una piccola rivista d’avanguardia, «The Next Call», che aveva lo scopo di accogliere e premuovere sperimentazioni soprattutto in ambito tipografico. Poco tempo prima aveva fondato una piccola tipografia, basata sulla tradizione manuale a dispetto dei recentissimi influssi della nuova tipografia di Tschichold, la quale venne forzatamente chiusa intorno al 1943. Successivamente si dedicò ad innovazioni tecniche: sviluppò un nuovo metodo di stampa, applicando il rullo inchiostrato direttamente sulla carta e si impegnò nella produzione di disegni astratti usando la macchina da scrivere. Nel pieno dei fermenti politici, nel 1940, decise di porsi al comando di una tipografia clandestina, De Blauwe Schuit, la quale contava all’incirca più di 40 pubblicazioni, molte delle quali dopo essere state confiscate dalla Gestapo furono perse nell’incendio scoppiato durante la battaglia della città, tutte progettate e illustrate dallo stesso Werkman.
6.6 Il Politecnico, Vittorini e Steiner «Non più una cultura che consoli nelle sofferenze, ma una cultura che protegga dalle sofferenze che le combatta e le elimini.».28 Sono queste le parole con le quali esordisce Elio Vittorini (1908-1966), scrittore ed intellettuale siciliano, nel primo numero della rivista «Il 28. Dal libro:
Albe Steiner. La costruzione civile del progetto, Officina edizioni, 2003.
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— Figura 124 Superga; Marchio e logotipo, 1962.
— Figura 125
— Figura 126
Manifesto, Comitato Int. per la Pace; Albe Steiner, 1945.
Disegno; Albe Steiner, 1924.
Progettazione grafica Il Politecnico, Vittorini e Steiner
Politecnico», rivista di cultura e politica di cui era direttore, pubblicata, per la prima volta il 29 settembre 1945 ed edita da Einaudi. Nel formato iniziale, 42,5x57,5 cm viene utilizzata un’impostazione a nove colonne, una stampa a due colori, nero e rosso, come avveniva per i quotidiani delle avanguardie del tempo, filetti di separazione spessi, che richiamavano l’architettura degli anni ‘30, e foto accuratamente scelte, cosa che testimonia che la presenza di Steiner non si limitava soltanto ad una consulenza grafica ma piuttosto svolgeva il ruolo, relativamente nuovo, di grafico redattore. Dal momento che l’obiettivo principale della rivista era quello di effettuare una ricerca ed una riflessione circa la situazione sociale, politica, ed artistica del tempo, caratterizzato da condizioni avverse, è facile compredere come al suo interno siano inseriti anche esempi di lavori grafici effettuati, per esempio, da El Lissitzky (1890-1941) e Vladimir Vladimirovič Majakosky (1893-1930). I temi venivano discussi e poi scelti dalla commissione, Franco Calamandrei, Franco Fortini, Vito Pandolfi, durante riunioni settimanali, alle quali partecipavano anche Albe e Lica Steiner. Seppure il Politecnico si afferma come un settimanale caratterizzato non soltanto dal rigore compositivo, che produce uno slancio verticale, ma anche espositivo, non si rintraccia un sistema modulare fisso alla base della progettazione; al suo interno, infatti, le variazioni e le sperimentazioni sono numerose. 6.7 Gli sviluppi tecnici della progettazione grafica Nonostante esse siano state inventate verso la fine dell’Ottocento, le macchine fotocompositrici entrarono a far parte del mondo della stampa e del mercato editoriale, e quindi ad essere utilizzate in modo preponderante, soltanto molto dopo, in modo particolare nel
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— Figura 127 Pagina di «U&lc»; Pubblicità della Mergenthaler, 1975.
Progettazione grafica Gli sviluppi tecnici della progettazione grafica
periodo subito dopo la Seconda guerra mondiale, per motivi logistici: economici, sociali e soprattutto politici. Questo procedimento, che nonostante utilizzasse i caratteri di metallo, li relegava ad un ruolo di tecnologia marginale; si partiva, infatti, da un disegno, che spostato poi su pellicola, permetteva di ottenere un alfabeto modello; quest’ultima veniva posta successivamente su una macchina in grado di generare lettere scalabili di qualsiasi misura. Tra le motivazioni che portarono allo sviluppo di questo sistema di stampa c’era senza dubbio il miglioramento della tecnica di stampa litografica; Esse pur essendo delle macchine che componevano a freddo, imitavano i principi della tecnologia in metallo sostituendo, però, le matrici con il negativo di immagini fotografiche.
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— Figura 128 Leo Longanesi; Socio della casa editrice Longanesi, ritratto fotografico.
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Progettazione grafica 6.8 La casa editrice Longanesi Nel 1946 la casa editrice Longanesi pubblicò il libro memorie del cameriere di Mussolini, una biografia di Benito Mussolini, la quale presentava un punto di vista insolito in quanto la vita del duce era raccontata dal suo cameriere privato, Quinto Navarra, il quale aveva steso le sue memorie subito dopo la caduta del regime. La neo casa editrice nasce dalla voglia dell’industriale milanese Giovanni Monti, il quale era intenzionato ad entrare nel mercato dell’editoria. Monti cercò inizialmente l’appoggio di Elio Vittorini, costretto già ad una condizione di clandestinità a causa delle sue pubblicazioni e collaborazioni, le cui idee progressiste contrastarono con quelle conservatrici del Presidente. Dopo il fallimento ottenuto dalla collaborazione con Vittorini, Monti chiamò Leo Longanesi il quale divenne, l’1 febbraio, socio di minoranza della società italiana la quale fu presto dotata di una marca editoriale disegnata da Longanesi stesso: due spadini incrociati. Nel 1956, a causa della linea editoriale e politica intrapresa nella sua rivista «Il Borghese», ed in seguito a campagne condotte contro i maggiori centri del potere nati sopratutto nel secondo dopoguerra, Longanesi in persona fu invitato, in modo caloroso, da Monti a staccare il nome del periodico da quello della casa editrice, proposta che non accettò di buon grado e per questo motivo si ritrovò fuori dal consiglio di amministrazione di tutta la società.
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— Figura 129 Manifesto Olimpiadi; Olimpiadi di Monaco di Baviera, Max Bill, 1972.
Progettazione grafica La casa editrice Longanesi
Nonostante negli ultimi anni, sotto la direzione del figlio scrittore Mario Monti, la casa editrice utilizza espedienti quali l’uso di mascotte visive come il gatto dei «Gialli Proibiti» e la coccarda nelle edizioni «Pocket», ancora il gioco di scatole cinesi riprodotto nella copertina di quest’ultimi, essa fu comunque destinata a fallire clamorosamente nel giro di poco tempo. 6.9 Max Bill, il rapporto con Jan Tschichold Max Bill29 (1908-1994), studente del Bauhaus durante il periodo di permanenza a Dessau, e futuro esponente di quella che sarà la grafica del rinnovamento all’interno della scuola di Ulm, Hochschule für Gestaltung, pubblica un articolo intitolato Über Typographie, Sulla tipografia, nel quale attacca Jan Tschichold rispetto al suo ripensamento circa le sue tesi formulate negli anni Venti sulla nuova tipografia; secondo Bill, infatti, un allontanamento dal modernismo corrispondeva ad una regressione dal punto di vista morale e politico. L’accusa era scaturita da una serie di pubblicazioni di Tschichold nelle quali affermava che la nuova tipografia, non tenendo conto della tradizione grafica e tipografica europea, era limitata alle sole applicazioni industriali; tutto ciò era chiaramente visibile nell’eliminazione dei rientri che si trovano ad inizio paragrafo e nell’utilizzo dei soli caratteri sans serif, idonei alle suddivisioni in famiglie, ma non ad un tipo di lettura continua come quella dei libri di testo. In risposta a questo articolo, Tschichold, argomenta il suo cambiamento di rotta muovendo una accusa nei confronti del Regime
29. In qualità di grafico progettò marchi, logotipi, manifesti pubblicitari, impaginazioni di libri; viene ricordato il manifesto per le Olimpiadi del 1972 di Monaco di Baviera.
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— Figura 130 Max Bill; Ritratto fotografico, fermo oppositore del Nazional-socialismo.
Progettazione grafica Max Bill, il rapporto con Jan Tschicold
Nazista ed attuando una comparazione tra situazione politico-sociale e progettazione visuale: l’atteggiamento intollerante della nuova tipografia trova fondamento nell’inclinazione tedesca, affiorata in ogni ambito, all’ordine, al rigore e alla prevaricazione, tutti elementi che hanno portato al ruolo atroce e violento di Hitler all’interno della Seconda guerra mondiale. Nella sua condanna espressa ai danni del regime dittatoriale egli continua dicendo che il problema della progettazione di Bill, così come quello della grafica proliferata negli anni che vanno dal 1924 al 1935, è quello di riporre troppa fiducia nel progresso tecnico, sopravvalutando la macchina produttrice di beni di consumo.
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— Figura 131 The Great Gatsby, F. Scott Fitzgerald Penguin Books, Jan Tschichold.
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Progettazione grafica 6.10 Penguin Books, l’apporto di Jan Tschichold La Penguin Books, casa editrice inglese fondata nel 1935 da Allen Lane30 (1902-1970), assunse come consulente di tipografia e design il progettista grafico Jan Tschichold. Durante il periodo caratterizzato dal Secondo conflitto mondiale, si verifica già un’innalzamento della domanda dei libri, a causa, per esempio, delle lunghe attese che si venivano a creare durante le battaglie o semplicemente per evadare dal contesto informativo caratterizzato da scontri e violenza. Lo stesso fenomeno si verificò nel periodo immediatamente successivo al dopoguerra, nonostante il libro non fosse un bene di prima necessità; fu proprio per questo, caratterizzato da una svalutazione della moneta, che il cittadino ne approfitta e procede all’acquisto di questo specifico prodotto editoriale. È proprio in questo contesto che si inserisce la nuova casa editrice con un’abile mossa economica: offrire un prodotto classico, ad un prezzo accessibile, da qui la collana «Penguin Classics» lanciata con l’Odissea di Omero nel 1946, tramite una rilegatura a brossura, con la copertina flessibile, tipica di un prodotto di poco valore usa e getta.
30.
In realtà la casa editrice fu fondata anche dai suoi fratelli, Richard e John Lane, ed inizialmente si occupava di fiction di massa e saggistica di alta qualità.
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— Figura 132 Schizzi Penguin Book; Jan Tschichold, Inghilterra, dopo il 1947.
Progettazione grafica Penguin Book, l’apporto di Jan Tschichold
Il secondo punto di forza fu l’introduzione da parte di Tschichold delle Regole di Composizione Penguin, Penguin Composition Rules, distribuite su quattro pagine, che si affermeranno subito come sintomo di qualità in un contesto in cui la cura dei prodotti editoriali era l’ultimo elemento di interesse sopratutto per un redattore; Nel frattempo, stava progettando diversi volumi per la casa editrice, i quali ammonteranno a circa cinquecento tra 1947 ed il 1949.
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— Figura 133 Josef Albers; Durante una lezione, 22 maggio 1955, Hans G. Conrad.
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Progettazione grafica 6.11 Fondazione Fratelli Scholl Nasce in quest’anno, ad opera di Inge Scholl, la Fondazione Fratelli Scholl, non soltanto allo scopo di ricordare i fratelli caduti ad opera del regime Nazista, ma anche per mettere in pratica quelli che sono i punti cardinali di un movimento di ricostruzione basato sul revival, per quanto riguarda la grafica e la tipografia. La situazione culturale tedesca era contraddistinta da una frantumazione dei principi che governavano la tradizione artistica unita alla presenza di forze di occupazione che incidevano nel ripristino dell’identità propria del popolo germanico, la quale aveva come obiettivo il ripristinare le connessioni spezzate dopo il 1933. Nel 1953 inizia ad Ulm la costruzione degli edifici, sotto il finanziamento economico del goveno USA e delle industrie tedesche che ospiteranno nel 1955 la fondazione convertita in una scuola: la Hochschule für Gestaltung, scuola superiore di progettazione, meglio conosciuta da tutti semplicemente come la scuola di Ulm. Tra i docenti vengono ricordati Otl Aicher, Max Bill e Tomas Maldonado, tutti attivi nello scopo di sviluppare prodotti industriali ed artefatti di comunicazione visiva, sulla scia degli insegnamenti del Bauhaus il quale articolava le lezioni sulla base del modello ʻmaestri e allievo che collaborano all’interno del laboratorioʼ. Gli anni a venire, segnati da contrasti, porteranno allo sviluppo di una nuova metodologia didattica fondata sull’insegamento di materie nuove.
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— Figura 134 Auschwitz; Entrata della ferrovia del campo di concentramento.
Testimonianze
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Le testimonianze, postume o dirette dei sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti.
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Progettazione grafica 7.0 Gli scritti del prigioniero Fritz Solmitz «Un uomo delle SS altissimo mi pesta i piedi e mi grida in faccia: “Davanti a me ti devi inchinare. Ehi, di’ sì, maiale”. E un altro “Perchè non ti impicchi? così non sarai frustato!”. La serietà di questa minaccia è indubitabile. Dio, cosa farò?»31
Il 13 settembre 1933 il prigioniero Fritz Solmitz, consigliere locale di Lubecca e giornalista ebreo e per di più socialdemocratico, detenuto presso il campo di concentramento di Fuhlsbüttel, ad Amburgo, venne condotto da una grande cella comune ad una cella di isolamento, utilizzata per torturare i prigionieri definiti ‘recalcitranti’, aggettivo che si attribuisce ad un cavallo, per testimoniare il suo stato di agitazione, che punta le zampe anteriori a terra e solleva violentemente le posteriori. Dopo aver resistito alle percosse dei nove uomini, i quali erano ricoperti dal sangue della vittima, lasciarono l’alloggio del prigioniero, ormai privo di sensi, minacciando di tornare il giorno successivo. Al quinto giorno, il 18 settembre, dopo che un’altro gruppo di ufficiali aveva lasciato la cella di Solmitz, egli annotò le frasi sopra
31.
Nikolaus Wachsmann, KL, Storia dei campi di concentramento nazisti, Mondadori, Oscar storia, Trento ,2017.
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— Figura 135 Fritz Solmitz; Prigioniero del campo di concentramento di Fuhlsbüttel.
Testimonianze Gli scritti del prigioniero Fritz Solmitz
riportate su piccoli pezzi di carta nei quali erano avvolte le sigarette, che nascondeva, in modo accurato, nell’orologio. 7.1 Contesto storico, i primi studi al riguardo Oltre a mettere in luce il contrasto inerente alla gestione dei primi campi della rete dei lager nazisti, le annotazioni di Solmitz costituirono da subito una delle testimonianze più considerevoli, una base a partire dalla quale sarà possibile poi ricostruire non soltanto le condizioni di vita dei prigionieri detenuti, ma anche testimoniare il bisogno urgente ed impellente di far si che le loro parole uscissero dai quei luoghi e giungessero l’opinione pubblica del mondo intero. Nonostante il fatto che la necessità di capire e studiare i campi di concentramento nacque subito dopo la diretta offensiva militare e mediatica del 1945, messa in atto dagli alleati nei confronti della Germania Nazista e dei territori direttamente sottoposti al suo controllo, soltanto negli anni 90 del 1900 proliferarono scritti, film, saggi e documentari di successo, autobiografie e studi accademici. Dopo la liberazione dei campi di Dachau, Buchenwald e BergenBelsen iniziò a sgretolarsi il velo di menefreghismo nei confronti del Terzo Reich; va precisato, però, che inizialmente l’Unione Sovietica, la quale aveva giocato un ruolo di primo ordine nella lotta al regime
Nazista, aveva minimizzato la liberazione di Auschwitz. In uno Stato autoritario improntato sul terrore e sulla violenza, come quello che è stato il Terzo Reich, l’informazione di ogni tipo viene unificata e filtrata: tutti i giornali riportano gli stessi articoli, distorti a favore del Regime, le radiotrasmittenti trasmettono sulle loro lunghezze d’onda un segnale di disturbo che fa si che non sia possibile ascoltare programmi radiofonici di paesi stranieri, in modo tale da non fornire varianti all’unica verità imposta.
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— Figura 136 Anne Frank, Diario; Estatto di una pagina del testo originale scritto a mano.
Testimonianze Contesto storico, i primi studi al riguardo
I libri pubblicati, ed in modo particolare quelli tradotti passavano sotto la supervisione dello Stato, motivo per il quale dagli anni ‘20 in poi è facile trovare nei territori di lingua tedesca scritti inerenti alla storia dei popoli Germanici ed alle loro origini, mentre è difficile, se non addirittura impossibile pensare di leggere un libro comunista, un saggio di Marx o uno scritto di un autore ebreo: fino agli anni ‘30, in particolare il 1933 fu l’anno più interessato sotto questo punto di vista, era possibile assistere nelle più importanti piazze tedesche ed italiane ai cosiddetti Bücherverbrennungen, in italiano ʻroghi di libriʼ. È chiaro quindi che in queste condizioni diventa facile manipolare, se non cancellare grossi frammenti di realtà, operazione nella quale Hitler, grazie all’aiuto del suo attento ministro della propaganda Joseph Goebbels, si mostrò molto più abile rispetto all’alleato politico italiano Benito Mussolini. Nonostante quest’uomo fosse menomato nel fisico, invalidità che fece poi passare come la causa del che fosse un veterano del Primo conflitto mondiale, egli fu stimato dallo stesso leader, cosa che andava contro la sua politca ai danni degli invalidi; grazie a questo uomo, di straordinaria intelligenza, l’ideologia nazional-socialista divenne il punto di riferimento nella vita quotidiana di ogni tedesco, il fine a cui ogni ariano doveva immolare la propria esistenza. Il cambiamento decisivo avvenne nel 1939 quando passò alla guida della camera della cultura, ed ebbe, così, l’assoluto controllo su tutti i media: cinema, musica, stampa, teatro, radio, arte e televisione. Fu inoltre stabilito che i giornalisti dovessero rispondere, non più ai direttori, ma all’apparato statale, e tutte le agenzie di stampa vennero assorbite dall’unica consentita, la ndb, Deutschesd Nachrichten Bureau. È un po per questi motivi, un po per il clima di terrore che faceva in modo che tutti in Germania, e al di fuori di essa, sapessero che opporsi ad Hitler era estremamente pericoloso, dato il numero elevatissimo di
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— Figura 137 Hans Beimler; Membro del Partito Comunista Tedesco e prigioniero del campo di Dechau.
Testimonianze Contesto storico, i primi studi al riguardo
prigionieri, anche tedeschi, che furono rinchiusi nei lager fin dai primi mesi del Nazismo, che la popolazione mondiale attraversò, dal 1945 in poi, momenti di totale oscurità, spesso presunta, circa la situazione dei campi di concentramento tedeschi, alternati ad altri, invece, nei quali le testimonianze dei prigionieri erano talmente forti da soppiantare qualsiasi tipo di offuscamento. Va però ancora precisato il ruolo fondamentale che svolsero le case editrici, con i loro orientamenti politici, le tastate giornalistiche e le trasmittenti radiofoniche nel processo che portò l’opinione pubblica alla presa di coscienza circa il processo di distruzione e violenza messo in atto dal Terzo Reich. 7.2 Hans Beimler, membro della marina imperiale Durante il 1933, stesso anno delle testimonianze di Solmitz, Hans Beimler, veterano dell’ammutinamento della marina imperiale che aveva combattuto inizialmente per aprire la strada alla Repubblica di Weimar ed in seguito per la creazione di uno stato comunista tedesco, inviò dalla Cecoslovacchia una cartolina alle ss di Dechau con su scritto: «Baciatemi il culo». Nonostante gli sforzi del comandante di Dachau, il quale, oltre al fatto di essere intenzionato ad ucciderlo personalmente e lo trattava come uno dei prigionieri peggiori detenuti nel campo, recludendolo all’interno di un bunker e frustandolo perennemente, Beimler riuscì in ogni caso, con l’aiuto di due guardie rinnegate delle ss non solo a fuggire dalla finestra posta in alto nella parete della propria cella, ma a superare anche il filo spinato e a dileguarsi nella notte. Arrivato in Unione Sovietica Beimler redasse una delle prime testimonianze tra i resoconti dei testimoni oculari riguardo ai campi nazisti, nello specifico Dachau; il pamphlet fu pubblicato poi lo stesso anno presso una stamperia sovietica in lingua tedesca e uscì a puntate
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— Figura 138 Edgar kupfer, a sinistra; Prigioniero del campo di concentramento di Dechau, con Martin Niemoller a destra.
Testimonianze Hans Beimler, membro della marina imperiale
su di un giornale svizzero. Infine, ebbe talmente tanto successo che l’intera pubblicazione fu tradotta in inglese presso la capitale, e circolò segretamente in Germania. In seguito al suo scritto e ad alcuni articoli che l’ex detenuto pubblicò presso giornali stranieri e che riprese poi nella radio sovietica, venne denunciato dal regime tedesco ed additato come uno dei peggiori spacciatori di storie dell’orrore; dichiarazione seguita poi dalla decisione da parte delle autorità di revocargli, in ultima istanza, la cittadinanza tedesca. 7.3 Edgar Kupfer, il cronista di Dachau Uno dei più diligenti cronisti di Dachau fu senza dubbio il prigioniero politico Edgar Kupfer, grazie al suo ruolo lavorativo, ovvero un ‘impiegato’ nelle mansioni d’ufficio nel complesso delle ss, che gli permise di scrivere circa 1800 pagine a partire dalla fine del 1942. Il suo diario di afferma come una sorta di tuor del campo di concentramento, analizzato in tutto e per tutto senza risparmiare commenti negativi. Nell’estato del 1945 il manoscritto venne battuto a macchina e fu pronto per la pubblicazione con lo pseudonimo di Kupfer-Koberwitz, anche se la versione completa venne mandata in stampa nel 1977. 7.4 Il diario di Viktor Klemperer Allo stesso anno, ancora il 1933, precisamente al periodo autunnale, appartengono i resoconti di Viktor Klemperer, filologo, scrittore, direttore d’orchestra e compositore tedesco, il quale tenne un diario dal momento in cui arrivarono i primi prigionieri a Dachau; va comunque specificato che i campi i concentramento non avevano ancora intrapreso la strada della violenza sistematica nei confronti di tutti i detenuti e dall’omicidio di massa. Le sue riflessioni si affermano, piuttosto che
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— Figura 139 Campo di concentramento di Dachau; Parte dell’edificio.
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Viktor Klemperer; Prigioniero del campo di Dechau.
Eugen Kogon; Prigioniero del campo di Buchnwald.
Testimonianze Il diario di VIktor Klemperer
come memorie, come studi, quasi antropologigi, anticipatori della situazione futura: egli credeva che, in futuro, ogni volta che verranno pronunciate le parole ʻcampo di concentramentoʼ si penserà alla Germania di Hitler, e solo a quella. 7.5 Eugen Kogon e il campo di Buchnwald Nel 1946 vennero pubblicate 1500 copie di uno studio generale sul sistema dei campi di concentramento, prodotto a partire dal campo di Buchnwald, condotto in seguito alle testimonianze di Eugen Kogon, prigioniero politico che riuscì ad influenzare l’immaginario collettivo per gli anni a venire grazie alla sua professione di storico. Avversario dichiarato del Nazismo, Kogon fu arrestato dalla Gestapo nel 1936 e giunto al campo assunse il ruolo che lo portò ad assumere una relazione di fiducia con Ding-Schuler, dottore del campo, il quale lo salvò da un’uccisione di massa prevista prima della liberazione del campo. Il suo editore, fino a quel momento, era stato Roger Straus, il quale quale cambiò idea sulla forza del primo, poichè temeva l’apatia del pubblico nei confronti di questo genere di letture La sua testimonianza fu infine edita con il nome tedesco di Der SS Staat, lo stato delle ss. 7.6 La grafica editoriale di Germano Facetti Infine è doveroso ricordare la testimonianza di un grafico editoriale, Germano Facetti (1926-2006), il quale, si afferma come cronista soltanto nel 1996, quando decide finalmente di raccontare la sua esperienza circa la deportazione nel lager di Mauthausen, in Austria, in seguito ad attività antifascista, tramite il documentario The yellow box. A History of hate, di Tony West.
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— Figura 141 Germano Facetti; Nel suo studio durante le riprese del film The Yellow Box.
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Schizzo di prigionero; Dal tuccuino di Germano Facetti.
Tuccuino di Germano Facetti; Copertina con divisa di Haftaling.
Testimonianze La grafica editoriale di Germano Facetti
La scatola gialla mensionata nel titolo era un contenitore fotografico Kodak all’interno del quale Facetti conservò tutti i suoi ricordi inerenti la reclusione, tra cui fotografie e disegni. Di ritorno, dopo aver frequentato i corsi di grafica e pubblicità collaborò con importanti tra cui la British Olivetti, e successivamente, in ambito editoriale, con la Penguin book, divenendo addirittura art director della casa editrice. 7.7 Conferenza Internazionale dei sopravvissuti all’Olocausto Nonostante il clima di incertezza circa le notizie provenienti dalla Germania annientata, all’indomani della liberazione diversi gruppi di ex detenuti iniziarono a collaborare alle redazione di rapporti dettagliati: uomini, donne, anziani e bambini volevano raccontare ognuno la propria storia, situazione che produsse ʻinterrogatoriʼ da parte di commissioni storiche. Molte di queste testimonianze diedero vita successivamente, nel 1947, alla prima Conferenza Internazionale dei sopravvissuti all’Olocausto, tenutasi a Parigi. Ben presto però la saturazione prodotta dalle ondate dei racconti della prima ora, molti dei quali non rappresentavano solo un racconto oggettivo della situazione vissuta, ma una testimonianza di dolore, causò una diminuzione dell’interesse da parte dell’opinione pubblica di diversi Paesi. Anche se gli ex prigionieri tentavano ancora di parlare, la gente non era più disposta ad ascoltare; aveva questioni più imminenti di cui preoccuparsi: la tensione causata dalla Guerra fredda. 7.8 L’ampliamento degli studi sul tema Un’altra fonte di notizie provenne presto da studiosi, e dalla comunità accademica, che si interessò all’analisi del fenomeno producendo testi
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— Figura 145 Vera Rosenzweig; 83 anni, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz.
Testimonianze L’ampliamento degli studi sul tema
ʻscolasticiʼ piuttosto che testimonianze di storia personale; va precisato comunque che la loro produzione fu lenta. Il problema principale però deriva proprio dal fatto che nonostante i numerosi racconti e, a volte, anche documenti originali, come per esempio fotografie che i detenuti riuscirono a tenere nascoste alle ss, il materiale che avrebbe dovuto costituire le fonti primarie fu distrutto quasi subito dalle guardie prima della fine della guerra; inoltre va precisato che molte personalità influenti morirono prima di essere interrogati, tra questi Heinrich Himmler. A questo proposito, va citato che tra il 1939 ed il 1943 il prigioniero Emil Büge, detenuto a Sachsenhausen, riuscì a copiare alcuni documenti contenenti informazioni confidenziali su carta velina per incollarli, successivamente nella custodia dei propri occhiali; tra queste furono recuperate circa 1500 note. In ogni caso, è proprio per i motivi precedentemente elencati che i tantissimi studi prodotti, basati su testimonianze e sopralluoghi successivi, per costituendo un preziosissimo repertorio circa le condizioni dei prigionieri e l’organizzazione dei campi di concentramento, non permettono di poter padroneggiare a pieno l’argomento e di fare totalmente chiarezza rispetto al regime Nazista. Nell’estate del 1933, durante il periodo della propria detenzione nella prigione di Spandau, a Berlino, Ludwing Bendix, un anziano avvocato tedesco di origini ebraiche, moderatamente di sinistra, riuscì a redigere un trattato di diritto penale, ispirato alle violenze delle quali era stato testimone, che venne pubblicato qualche mese più tardi in una rivista di criminologia. Alla fine degli anni ‘50 comparvero i primi studi specialistici inerenti all’ambito medico, e successivamente, verso gli anni ‘60 e ‘70 furono pubblicati studi circa i singoli campi di concentramento e sul sistema del kl in generale.
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— Figura 146 Sopravvissute ad Auschwitz; Due sorelle comparano i loro tatuaggi con i numeri di matricola.
Testimonianze L’ampliamento degli studi sul tema
Alcuni tra i lavori più influenti furono quelli prodotti da due docenti universitari, Martin Broszat e Falk Pingel, circa lo sviluppo della rete dei luoghi di detenzione e sulla vita al loro interno. In questo ambito negli anni ‘90 la ricerca fece un rapido balzo in avanti, soprattutto all’interno della Germania stessa e grazie a studiosi più giovani e non direttamente influenzati dalle vicende del passato, passando al vaglio i registri dei campi vicini, laddove fossero ancora disponibili; tra questi, per esempio, possiamo ricordare il lavoro di Karin Ort rispetto all’organizzazione dei kl. Tutte queste ricerche culminano, in epoche recenti, nei due grandi volumi che costituiscono due Enciclopedie contenenti studi universitari su ogni singolo campo di concentramento, anche satellite. 7.9 Le testimonianze del Processo di Norimberga Dopo boom mediatico causato dalle prime testimonianze e il successivo declino, l’interesse per la Germania del Terzo Reich, e per le violenze perpetrate ai danni dei prigionieri all’interno dei campi di concentramento, fu riacceso negli anni '60 e '70 in occasione degli ultimi processi ai gerarchi nazisti ancora in vita. I tribunali, infatti, riuscirono a rompere il silezio di questi individui i quali, per ovvi motivi, non potevano tenere nessun memoriale, e preferirono successivamente tenere un profilo basso ed evitare qualsiasi tipo di intervista. Molto tempo prima rispetto alla cessazione della guerra le potenze alleati decisero che tutti coloro che avessero svolto un ruolo all’interno della macchina del regime Nazista sarebbero stato sottoposti a processo; così, dal 1945 al 1946, nella città di Norimberga si tennero due grandi processi, uno svolto nei confronti delle personalità più influenti, svolto dal Tribunale militare internazionale (imt), e un altro per tutti coloro che
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— Capitolo 07
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1933/2015
— Figura 147 Robert Kempner; Ebreo tedesco che ebbe un ruolo nella costruzione delle prove per il Processo di Norimberga.
Testimonianze Le testimonianze del Processo di Norimberga
avevano svolto un ruolo marginale, tenuto sotto la Legge numero 10 del Consiglio di Controllo dal Tribunale militare di Norimberga (nmt), entrambi noti oggi come Processo di Norimberga. Tutti gli imputati dovevano rispondere a quattro capi d’accusa: cospirazione per commettere crimini contro la pace, pianificazione e iniziazione delle guerre d’aggressione, crimini di guerra ed infine crimini contro l’umanità.
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— Figura 148 Anna Frank; Scuola Montessori, Amsterdam, 1940.
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—1947
Testimonianze 7.10 Il Diario di Anna Frank Nell’agosto del 1944 termina la redazione della vicenda autobiografica di una ragazzina di 16 anni, Annelies Marie Frank, detta Anne, presso Amsterdam, nel retrobottega di un magazzino, a causa dell’incursione delle forze armate tedesche. Nel 1947 viene pubblicato, nello stesso paese, lo stesso scritto, sotto forma di una raccolta di testimonianze con titolo originale di Het Achterhuis, Il retrocasa; questa sarà conosciuta come ʻversione Cʼ, compilata dal padre, Otto Frank, unico superstite degli 8 clandestini. La storia, nella ʻversione Aʼ, che va dal 12 giugno 1942 al 1 agosto 1944, B, che comprende fogli volanti e copre il periodo che va dal 20 giugno 1942 al 29 marzo 1944, ed infine nella versione C, che comprende, appunto, correzioni apportate dal padre e quattro episodi tratti da un altro autografo di Anna, i Racconti dell’alloggio segreto, racconta del periodo di reclusione che la sua famiglia, insieme ad alcuni amici, furono costretti a vivere a causa delle persecuzioni attuate del regime nazista nei confronti della popolazione ebraica in varie zone del nord Europa. La divisione in tre versioni cominciò quando Anna, nel 1944, sentì un comunicato proveniente del Ministro dell’Istruzione dei Paesi Bassi, in esilio a Londra, che diceva su Radio Oranje, che dopo la fine della guerra tutte le testimonianze del popolo olandese che stava vivendo nel terrore a causa delle forze armate tedesche, sarebbero state pubblicate.
— Capitolo 07
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1933/2015
— Figura 149 Anna Frank, Diario; Einaudi, «ET scrittori», Torino, 2015.
Testimonianze Il Diario di Anna Frank
In occasione di questo evento, allora, iniziò ad apportare modifiche ai suoi pensieri, che andranno a comporre la ʻversione Bʼ del testo; contemporaneamente continuò il primo diario, chiamata oggi con il nome di ʻversione Aʼ. Dopo l’incursione, due dei loro protettori, Miep Gies e Voskuijl, chiamati da Anne rispettivamente con lo pseudonimo di Anne Van Santen ed Elly Kuilman, conservarono gli scritti della ragazza per poi riconsegnarli, subito dopo la liberazione dei campi ad opera degli alleati, al padre Otto. Le 7 versioni pubblicate in lingua italiana, fatta eccezione per una edita da Mondadori nel 1959, la quale riportava la traduzione di Arrigo Vita, ed una dello stesso anno pubblicata da Cappelli Editore, furono tutte edite dalla casa editrice Einaudi, la quale le collocò nelle collane i «Saggi», i «Tascabili», gli «Struzzi», le «Opere» ed infine «SuperET», fino, circa, al 2015.
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— Figura 150 Primo Levi; Ritratto fotografico del chimico e scrittore.
Primo Levi
― Capitolo 08
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Se questo è un uomo, testimonianza di vita all’interno del campo di sterminio di Auschwitz.
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—1947/2015
Primo Levi 8.0 Se questo è un uomo, Primo Levi «Ma non appena, al mattino, io mi sottraggo alla rabbia del vento e varco la soglia del laboratorio, ecco al mio fianco la comapagna di tutti i momenti di tregua, del Ka-Be2 e delle domeniche di riposo: la pena del ricordarsi, il vecchio feroce struggimento di sentirsi uomo, che mi assale come un cane all’istante in cui la coscienza esce dal buio. Allora prendo la matita e il quaderno e scrivo quello che non saprei dire a nessuno.»32
È con queste parole che Primo Levi, scrittore, partigiano antifascista e chimico italiano, spiegherà, nell’appendice del 1947 scritta per l’edizione scolastica dell’opera, la forza motrice del suo romanzo Se questo è un uomo; nonostante egli fosse perfettamente a conoscenza del fatto che gli appunti da lui scritti, che avrebbero potuto costargli senza dubbio la vita, sarebbero dovuti andare da li a poco descritti, era troppo forte il bisogno di raccontare. Nel giro di pochi mesi, nel 1946, appena tornato a casa, riordinò in modo impellente i propri pensieri ricopiando frettolosamente gli
32.
Dal libro: Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi, Torino 1997
— Capitolo 08
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— Figura 151 Primo Levi; Ritratto fotografico da giovane.
Primo Levi Se questo è un uomo, Primo Levi
appunti che erano così ben impressi nella sua memoria; in questo modo diede vita ad una delle opere più famose nel panorama dell’editoria europea e mondiale. Il libro di Levi, subito, non si presenta come uno scritto di storia, poiuttosto come una testimonianza delle esperienze personali viste e vissute direttamente, escludendo i fatti di cui non aveva avuto esperienza diretta, o quelli appresi successivamente dai media; non era escluso, infatti, che ai ricordi degli ex deportati, nei momenti immediatamente successivi alla scarcerazione, si sovrapponessero storia captate in un secondo momento, testimonianze di amici vicini o di familiari e non esperienze dirette. Ancora, esso non si pone neanche come uno scritto che reca la presuzione di formulare nuovi capi d’accusa o processare i carnefici: all’epoca della stesura dello scritto, precisa lo stesso Levi, il Terzo Reich, con i conseguenti crimini legati al fascismo ed al Nazismo sembravano svaniti nel nulla, sconfitti, e quasi dimenticati, come conseguenza del dolore troppo forte che avevano causato. 8.1 La composizione del libro La testimonianza di cui il libro si fa portatrice comprende un periodo temporale che va dal febbraio 1944, momento dell’internamento nel
campo di Fossoli, destinato agli ebrei, al 27 gennaio 1945, data della liberazione da parte delle forze armate russe, e vede come unico teatro il Lager di Buna-Monowitz, uno dei quarantaquattro campi satelliti del campo di sterminio Auschwitz, in Polonia. All’interno del campo i gerarchi tedeschi intendevano iniziare un’attività produttiva basata sulla produzione di gomma sintetica, il nome Buna deriva appunto dalla fabrica li installata, motivo per il quale Primo Levi, laureato in chimica, venne assunto presso lo stabilimento
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— Capitolo 08
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— Figura 152 Se questo è un uomo; Primo Levi, De silva, coll. «Biblioteca Leone Ginzburg», 1947.
Primo Levi Se questo è un uomo, Primo Levi
in seguito ad un esame e potè garantirsi riparo e riposo dai pesanti e spossanti lavori manuali. La redazione definitiva del libro comprende: una breve prefazione, diciassette capitoli non numerati ed un’appendice, che consiste in un’aggiunta del 1976 e reca le risposte alle domande più frequenti svolte allo scrittore da parte di studiosi, professori, ragazzi e lettori; non appartiene, quindi, all’edizione originale. A causa del bisogno urgente di mettere per iscritto la propria testimonianza e di rendere gli altri partecipi, il libro presenta una stesura frammentaria, ovvero, come precisa lo stesso Levi, i capitoli sono stati scritti non in successione logica, ma per ordine di urgenza. Da questa affermazione è possibile evincere che gli ultimi capitoli siano stati scritti per primi allo scopo di fissare l’ordine dei ricordi, mentre, invece, i precedenti siano frutto di un’organizzazione generale secondaria, svolta al fine di facilitare la comprensione del lettore. 8.2 Pubblicazione e diffusione del testo Nei primi anni del dopoguerra iniziano a proliferare una serie di memorial circa l’argomento, soprattutto in Europa; la maggior parte di questi lavori saranno rifiutati dalle maggiori case editrici e saranno destinati a sparire, almeno per un breve periodo, senza lasciare traccia e senza fare alcun tipo di scalpore. Alcune case editrici già affermate nel panorama editoriale italiano rifiutarono la pubblicazione del testo di Levi, tra cui Einaudi, nonostante fosse dichiaratamente contro il regime fascista e Nazista; la prima edizione, infatti, fu pubblicata da una piccola casa editrice torinese, la De Silvia, ponendosi come il terzo volume della collana «Biblioteca Leone Ginzburg». La casa editrice in questione venne fondata da Franco Antonicelli, saggista e poeta antifascista italiano
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— Capitolo 08
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— Figura 153
— Figura 154
Se questo è un uomo; Traduzione tedesca, dtv, 2005.
Se questo è un uomo; Traduzione polacca, Wydawnictwo Literackie, 2008.
— Figura 155
— Figura 156
Se questo è un uomo; Traduzione catalana, Labutxaca, 2007.
Se questo è un uomo; Traduzione inglese, Bodley Head, 1966.
Primo Levi Pubblicazione e diffusione del testo
che si contraddistinse da subito per aver operato condotto azioni, spesso semplicemente intellettuali, ai danni del partito fascita italiano; in primis fu costretto a scontare un mese di carcere, nel 1929, per aver firmato un una lettera, insieme ad altri, a Benedetto Croce, per testimoniare la propria solidarietà, in seguito al fatto che quest’ultimo era stato definito da Mussolini un «imboscato della storia» visto che si era apertamente opposto in senato ai Patti Lateranensi. Dal 1932 diresse, per la casa editrice Frassinelli, fondata nel 1931 da Carlo Frassinelli, la collana Biblioteca Europea, entrando così a contatto con l’area editoriale italiana, la quale in quegli anni stava subendo uno slancio non indifferente grazie alla partecipazione attiva di intellettuali già mensionati nel caso della casa editrice Einaudi. Ancora, nel 1935 venne arrestato per essere membro del gruppo torinese Giustizia e Libertà riunito nella redazione della rivista «Cultura» edita da Einaudi e del quale facevano parte, tra gli altri, Carlo Levi e Cesare Pavese. Dopo aver fondato nel 1942 la casa editrice Francesco De Silva, prendendo in prestito il nome da un editore piemontese del Quattrocento, venne arrestato nuovamente dai tedeschi e incarcerato a Regina Coeli, in seguito al fatto che si impegnò, sollecitato dal Croce, a favore della riorganizzazione del Partito liberale. È chiaro quindi l’orientamento politico e culturale della casa editrice, le cui edizioni, tra le altre cose, non riportavano, come d’obbligo, le date dell’era fascista sul frontespizio; è probabile che in seguito a problemi di natura economica la fondazione abbia attraversato un periodo di crisi tanto da essere ceduta, nel 1949, alla redazione editoriale de «La Nuova Italia di Firenze». Nel 1947 il libro di Primo Levi, a cui Antonicelli decise di sostituire il titolo originale scelto da levi I sommersi e i salvati, con Se questo è un
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— Capitolo 08
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1947/2015
— Figura 157 Se questo è un uomo; Primo Levi, Einaudi, «Collezione di teatro», 1997.
Primo Levi Pubblicazione e diffusione del testo
uomo, venne stampato in 2.500 copie, ricevendo tra tutte le recensioni autorevoli quella di Italo Calvino, il quale definì il testo come il libro più bello uscito dall’esperienza della deportazione. Nel 1958 Se questo è un uomo viene stampato da Einaudi nelle collane dei «Saggi», i «Coralli», i «Nuovi Coralli» e le «Letture per la scuola media»; a queste seguirono diverse altre edizioni, della stessa casa editrice, fino all’ultima risalente al 2014 inserita all’interno dei «Super Et», editi sempre da Einaudi. Vanno ricordate altre edizioni pubblicate da diverse testate giornalistiche, tra cui: «L’Unità», nel 1992, con la presentazione di Vittorio Foà; la testata «Famiglia cristiana» con l’edizione del 1997 pubblicata all’interno della collana «Novecento italiano». I Grandi della narrativa»; ancora, la «Repubblica» pubblica il testo all’interno della collana «Novecento» negli anni 2000 ed infine la «Stampa» nel 2010 con una postfazione di Cesare Segre. A testimonianza della grande risonanza acquisita dal libro a livello mondiale è possibile citare due raccolte di saggi: la prima a cura di Giovanni Tesio nel 2005 e la seconda a cura di Philippe Mesnard e Yannis Thanassekos nel 2008. In generale, è possibile affermare che le opere di Levi, quasi tutte aventi come tema quello della deportazione e dello studio dei campi di concentramento, anche se in modi diversi, sono state tradotte in 41 lingue, tenendo conto che è possibile che non siano state rintracciate tutte le edizioni possibili all’interno del quadro della cultura mondiale. Dopo il 1984, anno nel quale venne pubblicato Il sistema periodico negli Stati Uniti, si assiste ad un crescente interesse nei confronti del neo scrittore che portò alla tradizione in inglese, francese, tedesco, giapponese, romeno e l’ebraico dell’opera Se questo è un uomo e successivamente anche del la tregua e dello stesso Sistema periodico.
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— Capitolo 08
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1947/2015
— Figura 158 Primo Levi; Ritratto fotografico.
Primo Levi Pubblicazione e diffusione del testo
Senza dubbio, l’esperienza diretta della guerra è stata un fattore decisivo, tanto che si registra un alto consenso favorevole agli scritti di Levi, soprattutto nei confronti di Se questo è un uomo, nei paesi europei direttamente colpiti. Per quanto riguarda il discorso sulle lingue relegate ai confini della vecchia Europa, tra tutte l’ebraico, va citato il fatto che la traduzione di Se questo è un uomo appare soltanto nel 1988 inseguito all’approccio particolare che lo stato d’Isdraele ha avuto nei confronti della storia della Shoah e della netta presa di posizione di Primo Levi contro l’invasione del Libano nell’82, destinata a suscitare vasta eco sia in Israele sia nel mondo ebraico della diaspora. Un fattore di fondamentale importanza che ha concorso al condizionamento della ricezione dello scritto di Levi nei vari paesi del mondo è stato senza dubbio la rimozione della Shoah dall’orizzonte culturale e politico di varie zone, non soltanto europee.
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—1919/1987
Primo Levi 8.3 Biografia, tra chimica e testimonianze di guerra
1919
Nasce a Torino dai genitori Emma Luzzati e Cesare Levi i quali, a loro volta, provenivano da una famiglia piemontese con origini ebraiche;
1934
Primo Levi viene iscritto al Ginnasio-Liceo Massimo d’Azeglio di Torino, il quale era noto per essere stato focolare di dissenso politico nei confronti del regime in quanto aveva annoverato tra i docenti personalità apertamente oppositrici del fascismo quali Franco Antonicelli e Augusto Monti. In quell’anno però il liceo si presenta privo di tali elementi e per questo sottoposto alle rigide regole imposte dal governo.
1937
Si iscrive al corso di chimica presso la facoltà di Scienze dell’Università di Torino dove frequentarà i corsi universitari nonostante l’emanazione delle leggi razziali; il suo diploma però recherà l’iscrizione ʻdi razza ebraicaʼ.
1942
Viene assunto presso una fabbrica svizzera di medicinali con sede a Milano, la Wander, e lavorerà alla produzione di nuovi farmaci contro il diabete. In questi anni stavano fermentando in lui i pensieri circa la situazione politica del
— Capitolo 08
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1919/1987
tempo: lo sbarco degli Alleati in Nord Africa e la resistenza dei russi a Stalingrado porta Primo Levi ad entrare a far parte del Partito d’azione clandestino.
1943
Viene arrestato il 13 dicembre, a causa del fatto che si era unito ad un gruppo partigiano operante in Val d’Aosta, e condotto presso il campo di concentramento di Carpi-Fossoli, in Italia.
1945
Dopo aver svolto per un breve periodo la mansione di infermiere presso un campo di transito sovietico, a Katowice, inizia il lungo viaggio di rientro in patria che durerà 6 mesi.
1946
Tornato in Italia trova lavoro presso la fabbrica di vernici Duco-Montecatini, vicino Torino. Inizia a redigere il testo di Se questo è un uomo.
1947
Levi presenta il manoscritto ad Einaudi, che lo rifiuterà. Lo stesso anno verrà pubblicato dall’editore De Silva. Inizia a lavorare presso la fabbrica Siva.
1947
Se questo è un uomo viene pubblicato da Einaudi.
1961
Se questo è un uomo viene tradotto in diverse lingue: Inglese, Francese e Tedesco
1962
Inizia la stesura del libro La tregua, diario del suo ritorno in patria. Questo scritto si presenta molto diverso dal precedente, più riflessivo e letterario; non nasce più dal bisogno impellente di testimoniare un accaduto.
Primo Levi Biografia, tra chimica e testimonianze di guerra
1967
Raccoglie i racconti precedentemente pubblicati su alcune edizioni de «Il giorno» in un volume intitolato storie naturali, con lo pseudonimo di Damiano Malabaila.
1971
Pubblica un’altra serie di racconti, questa volta con il proprio nome, sotto il titolo di Vizio di forma.
1978
Viene pubblicato il testo la Chiave e la stella, il quale vince il premio strega, nel luglio dello stesso anno.
1981
Giulio Bollati lo invita a preparare un’antologia personale contenente una serie di autori che, nel corso degli anni e della sua formazione di scrittore, avevano contribuito alla sua formazione. Il volume verrà pubblicato sotto il titolo di La ricerca delle radici.
1981
Nel mese di aprile pubblica il testo I sommersi e i salvati che comprende una riflessione matura e completa del campo di concentramento e dell’esperienza all’interno del Lager, sorretta da anni di consapevolezza e maturità personale, storica e letteraria.
1987
Nel mese di Marzo verrà pubblicata l’edizione francese e tedesca del sistema periodico. Morirà lo stesso anno presso la sua casa di Torino a causa di un incidente domestico.
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—Premessa al progetto
Se questo è un uomo 8.4 Analisi grafica delle edizioni Morbida, rigida, con o senza bandelle, di cartone o di pelle; da sempre, nella storia della grafica editoriale e del libro in generale, la parte verso la quale i progettisti grafici cercavano di concentrarsi è stata la copertina in relazione al fatto che i ruoli che svolge sono molteplici: informativi, di protezione e di attrazione. Nel corso del tempo comunque i suoi sviluppi sono andati di pari passo con quelli della progettazione di artefatti editoriali, dal momento che il libro nel suo insieme è stato sempre più considerato un oggetto unico, degno di coerenza. I cambiamenti storici, politici, sociali ed economici hanno fatto si che edizioni dello stesso testo si presentassero con una veste grafica interna ed esterna totalemente diversa rispetto alla precedenti. Lo scopo delle pagine seguenti sarà, quindi, quello di esamiare i diversi approcci lale copertine e alla costruzione interna delle pagine di testo di alcune delle maggiori edizioni de libro Se questo è un uomo di Primo Levi, considerando il peso del tema proprosto. Tutti gli artefatti grafici, infatti, dal contenuto del libro proposto in un determinato contesto storico e sociale; se le prime edizioni, ancora fortemente connesse al periodo postbellico recavano chiari disegni di uomini derisi, violentati e maltrattati, con il passare del tempo si è cercato di evitare questo appriccio diretto servendosi di illustrazioni via via sempre più concettuali.
— Capitolo 08
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1947/2014
—Se questo è un uomo, Primo Levi De Silva, Torino, coll. Leone Ginzburg, 1947.
— Figura 159 Casa editrice De Silva
Collana
Leone Ginzburg
Anno 1947
Formato 13x20 cm
In copertina Carlo Levi
Progetto
Franco Antonicelli
261
Se questo è un uomo Analisi grafica delle maggiori edizioni
—1947
Collana editoriale 8.5 Leone Ginzburg N.3 La Collana editoriale Leone Ginzburg prende il nome da un letterato e antifascista italiano, uno dei principali animatori della cultura italiana negli anni '30, tanto da essere impegnato in varie attività culturali del nostro panorama; si ricordi prima tra tutte le collaborazione con la casa editrice Giulio Einaudi. All’interno della collana compaiono diverse tititolazioni parecchio famose nel mondo, tutt’oggi in vendita, tra cui Democrazia e Cattolicesimo in America di Paul Blansharde e La Rosa Bianca di Inge Scholl, fondatrice della scuola di Ulm e sorella dei fratelli Hans, assassinati dal regime Nazista.
— Figura 160 Prima di copertina; Costruzione piatto La porzione superiore della copertina del libro è occupata dal titolo dell’opera; al centro è presente un’illustrazione ed infine l’angolo inferiore destro è occupato dal nome dell’autore del libro.
— Capitolo 08
262
1947/2014
— Figura 161 Area di testo 8,6x14,5
Margini
Testa 1,8 cm; Piede 3,7cm; Taglio 2,6 cm; Cucitura 1,5.
— Figura 162 Gabbia,
Modulare
Moduli oriz. 3
Moduli vert. 3
263
Se questo è un uomo Analisi grafica delle maggiori edizioni
— Figura 163 Codice colore cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
1,0,5,0
47,38,48,5
1,2,9,0
76,64,68,82
5,6,13,0
Sei tinte nel codici CMYK adatto alla stampa.
11,93,95,2
— Figura 164 Illustrazione Carlo Levi
Tenica
Disegno a matita, carboncino
Foto —
— Capitolo 08
264
1947/2014
—Se questo è un uomo, Primo Levi Einaudi, Torino, coll. Saggi, 1958.
— Figura 165 Casa editrice Einaudi
Collana Saggi
Anno 1958
Formato 15x21 cm
In copertina
Bruno Munari
Progetto
Bruno Munari
265
Se questo è un uomo Analisi grafica delle maggiori edizioni
—1958
Collana editoriale 8.6 I Saggi N. 232 Nel 1937 la casa editrice Giulio Einaudi decide di dare vita ad una collana editoriale di saggistica, soprattutto filosofica e politica, caratterizzata da un forte impegno civile antifascista volto alla comprensione di temi ardui come quello della Shoa. Proprio questa collana, con la quale Einaudi pubblicherà per prima Se questo è un uomo lo aveva già rifiutato nel 1947. La sua impostazione grafica riprende quella di «Cultura storica», a differenza del fondo che li è arancione; quando del 1960 viene rivoluzionata la progettazione alcuni testi curati da Bruno Munari si distaccano continuando a mantenere l’impostazione iniziale.
— Figura 166 Prima di copertina; Costruzione piatto L’intera prima di copetina è occupata da un’illustazione realizzata da Burno Munari; Il titolo ed il nome dell’autore sono nel quadrante inferiore a sinistra ed il logotipo editoriale in basso a destra.
— Capitolo 08
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1947/2014
— Figura 167 Area di testo 11x14,7 cm.
Margini
Testa 2 cm; Piede 4,3 cm; Taglio 2,5 cm; Cucitura 1,5.
— Figura 168 Gabbia,
Modulare
Moduli oriz. 3
Moduli vert. 3
267
Se questo è un uomo Analisi grafica delle maggiori edizioni
— Figura 169 Codice colore cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
16,11,27,0
81,38,0,0
17,12,28,0
8,30,71,0
Sei tinte nei codici CMYK ed RGB.
82,40,62,24
9,84,90,1
— Figura 170 Illustrazione
Bruno Munari
Tenica —
Foto —
— Capitolo 08
268
1947/2014
—Se questo è un uomo, Primo Levi Einaudi, Torino, coll. collezione di teatro, 1997.
— Figura 171 Casa editrice Einaudi
Collana
Collezione di teatro
Anno 1997
Formato 10,5x18
In copertina —
Progetto —
269
Se questo è un uomo Analisi grafica delle maggiori edizioni
—1997
Collana editoriale 8.7 Collezione di teatro N.99 La «Collezione di teatro» è tra le collane editoriali più famose, fondata e diretta da Paolo Grassi e Gerardo Guerrieri, e più tardi diretta da Guido Davico Bonino, stampata presso la casa editrice Einaudi a partire dal 1962 in poi. Essa comprende sia testi di opere appartenenti al panorama teatrale italiano che a quello internazionale, accompagnati dal rigore classicista che contraddistingue l’impaginato e la progettazione di tutte le copertine delle collane einaudi. La sua funziona principale potrebbe prevede facilmente la lettura dei testi teatrali ad alta voce, in compagnia.
— Figura 172 Prima di copertina; Costruzione piatto Il quadrante superiore del libro è occupato da una fotografia e dal nome della collana posta in alto a destra. Sotto, invece, titolo dell’opera, nome dell’autore e marca editoriale della casa.
— Capitolo 08
270
1947/2014
— Figura 173 Area di testo 8x14,3
Margini
Testa 2 cm; Piede 1,7 cm; Taglio 1,3 cm; Cucitura 1,2.
— Figura 174 Gabbia
Gabbia modulare
Moduli oriz. 2
Moduli vert. 2
271
Se questo è un uomo Analisi grafica delle maggiori edizioni
— Figura 175 Codice colore cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
2,1,1,0
51,42,41,6
19,15,14,0
67,52,59,46
Sei tinte nei codici CMYK ed RGB.
24,19,18,0
75,68,77,90
— Figura 176 Illustrazione —
Tenica —
Foto —
— Capitolo 08
272
1947/2014
—Se questo è un uomo, Primo Levi
Einaudi,Torino, coll. Super Et, 2005.
— Figura 177 Casa editrice Einaudi
Collana
Super ET
Anno 2014
Formato 12x19 cm
In copertina
Nicola Mgarin
Progetto 46xy
273
Se questo è un uomo Analisi grafica delle maggiori edizioni
—2005
Collana editoriale 8.8 Super Tascabili N.— Nel 1989 Oreste del Buono fonda la collana economica «Super Et» che conta oggi all’incirca più di 600 titoli. Nel corso del tempo la collana ha subito diverse mofiche, le quali comprendevano anche un cambiamento di formato, e le copertine dei titoli appartenenti ad essa sono state disegnate da diversi progettisti grafici. Nello specifico, la versione contenente il monogramma Einaudi, quasi sempre posto in blu scuro, che occupa parte della prima di copertina e della costa è stata gestita da Mario Piazza; egli lavorerà per la casa editrice per parecchio occupandosi di titoli importanti.
— Figura 178 Prima di copertina; Costruzione piatto L’angolo superiore sinistro presenta il monogramma, quella destro lo struzzo. La copertina reca il titolo ed il nome dell'autore a sinistra, nel quadrante superiore, ed un'illustrazione.
— Capitolo 08
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1947/2014
— Figura 179 Area di testo 10x16,7 cm.
Margini
Testa 1,8 cm; Piede 2,2 cm; Taglio 18,8 cm; Cucitura 1,4.
— Figura 180 Gabbia
Modulare
Moduli oriz. 4
Moduli vert. 6
275
Se questo è un uomo Analisi grafica delle maggiori edizioni
— Figura 181 Codice colore cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
0,0,0,0
61,52,52,22
8,6,7,0
68,62,62,52
Sei tinte nei codici CMYK ed RGB.
97,81,40,34
65,71,66,85
— Figura 182 Illustrazione —
Tenica —
Foto —
— Capitolo 08
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1947/2014
—Se questo è un uomo, Primo Levi
Einaudi,Torino, coll. Super Et, 2014.
— Figura 183 Casa editrice Einaudi
Collana
Super ET
Anno 2014
Formato
13,5x20,7 cm
In copertina
Nicola Mgarin
Progetto 46xy
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Se questo è un uomo Analisi grafica delle maggiori edizioni
—2014
Collana editoriale 8.9 Super ET N.— La collana iniziale conteneva diverse sottocollane, nel 2005, essa ha del tutto rinnovato l’impostazione editoriale e la grafica, dotandosi per la prima volta di un marchio vero e proprio ed abbandonando quindi il monogramma conosciuto da tutti. Ha infatti come marchio uno struzzo privo del motto, inserito in una forma ellettica e riportare quasi sempre in bianco. L’altra versione, citata precedentemente, comprende il monogramma del nome della collana, ET che si snoda sul primo piatto di copertina e sulla costa. Essa si divide in una serie di sotto sezioni.
— Figura 184 Prima di copertina; Costruzione piatto L’angolo superiore sinistro presenta il marchio ellittico ed il logotipo; il centro del piatto presenta il titolo del libro e il nome dell’autore; Il resto della copertina è occupata da una foto.
— Capitolo 08
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1947/2014
—Se questo è un uomo, Primo Levi
Einaudi,Torino, coll. Super Et, 2014.
— Figura 185 Area di testo 10x16,7 cm.
Margini
Testa 1,8 cm; Piede 2,2 cm; Taglio 2 cm; Cucitura 1,5 cm.
— Figura 186 Gabbia
Modulare
Moduli oriz. 4
Moduli vert. 6
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Se questo è un uomo Analisi grafica delle maggiori edizioni
— Figura 187 Codice colore cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
cmyk
9,8,4,0
52,41,28,1
12,9,10,0
55,43,39,6
Sei tinte nei codici CMYK ed RGB.
35,25,20,0
50,57,57,24
— Figura 188 Illustrazione
Nicola Magrin
Tenica
Acquarello su carta, 2013.
Foto
Stefano Magrin.
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—Conclusioni
1916-1950, Evoluzione della grafica editoriale Il libro di Primo Levi come testimonianza Ogni progettista grafico che si trova ad occuparsi di artefatti comunicativi, soprattutto editoriali struttura il proprio lavoro sulla base di: contenuto, contesto ed audience. A questo mix di fattori va aggiunto, infine, l'influsso dettato della politica in vigore in un determinato tempo e della società all'interno della quale si sviluppa il progetto e la produzione dell'arteffato. L'ipotesi sostenuta in queste righe, su cui poggia del resto l'intero progetto di tesi, è confermata dallo studio e dall'analisi delle cinque copertine, diverse per anno e di conseguenza realizzate da progettisti grafici differenti, ma appartenenti tutte alla stessa casa editrice, la Giulio Einaudi Editore, tranne la prima. Quest'ultima, prodotta dalla casa editrice De silva, reca sulla prima di copertina semplicemente il titolo, il nome dell'autore ed una incisione al tratto, in nero, che rappresenta un uomo riverso per terra; man mano che gli anni passano si tenta di utilizzare illustrazioni più suggestive e meno cruente, non vengono più utilizzati, per esempio, uomini doloranti o sofferenti e si cerca di riprendere tonalità più delicate; in alcuni casi si opta addirittura per una rappresentazione grafica tralasciando l'utilizzo di foto ed illustrazioni. La situazione internazionale, invece, resta pressocchè invariata durante il resto del tempo, in quanto l'immagine dell'uomo che testimonia le atrocità subite non viene accantonata.
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—Bibliografia
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285
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—Sitografia
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Wikipedia, l’enciclopedia libera, https://it.wikipedia.org
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https://www.iltascabile.com Italian Ways,
http://www.italianways.com Libreria Marini, Libreria-Galleria d'arte-Editore https://www.libreriamarini.it Il fatto quotidiano
https://www.ilfattoquotidiano.it Il fatto quotidiano
https://www.ilfattoquotidiano.it Avvenire.it
https://www.avvenire.it Google immagini
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Finito di stampare nel mese di settembre 2018 presso Arti Grafiche Leonardi, Catania