Lotta alla criminalità

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Lotta alla criminalità Legalità come principio fondamentale del nostro agire. Se la nostra ambizione è quella di rappresentare i diritti, l’uguaglianza e la salvaguardia dei beni comuni per lasciare un futuro alle nuove generazioni, non possiamo che partire da qui. La legalità è il fondamento necessario per la vita di ogni comunità. Senza regole condivise, senza il rispetto delle funzioni dello stato e delle leggi, si scivola nel caos, nella barbarie. Viviamo in una repubblica democratica, in cui ci sono mezzi e strumenti per cambiare le regole della civile convivenza. La costituzione italiana contiene non solo l’esercizio delle libertà individuali e collettive ma anche un profondo senso di fiducia nei cittadini che diventano, nei suoi articoli, soggetti del loro futuro. Il nostro paese vive un momento tristissimo. Il parlamento è stato bloccato per mesi sulle sorti di Silvio Berlusconi, uomo che ha piegato le istituzioni con le leggi ad personam per difendere i propri interessi e le lobby dei potenti vicini a lui, alimentando la cultura dell’abuso e del dispregio delle regole, introducendo ed inoculando il principio che chi è potente può trasgredire le regole. Questo sentimento è cresciuto come la gramigna. Berlusconi è decaduto ma non è decaduto il berlusconismo. Le nostre istituzioni, dai Comuni fino al Parlamento, marcano una presenza troppo consistente di persone condannate con giudizi in primo grado per gravi reati (corruzione, concussione, e persino frequentazione con soggetti della criminalità organizzata). Noi dobbiamo essere quelli che con forza ci proponiamo garantisti soprattutto nei confronti del paese, stimolando con tutti i mezzi possibili Partiti e Movimenti, a vigilare con la massima severità sulle candidature, perché il dovere di adempiere alla funzione pubblica con disciplina ed onore (art. 54 della costituzione) non sia incrinato da nessuna ombra. Si potrebbe aprire una grande campagna nazionale con raccolta di firme su questi temi, discussioni pubbliche e sottoscrizioni di mozioni nei


contesti istituzionali nei quali siamo presenti. Facciamone un elemento di differenza tra noi e quanti si trincerano in un garantismo rigido che spesso nasconde connivenze. Dobbiamo essere consapevoli che chi si mette a disposizione dello stato in rappresentanza dei cittadini, non può avere ombre. L’illegalità diffusa ha favorito, nel corso degli anni, la crescita della criminalità organizzata. Dove c’è l’abuso la criminalità trova terreno fertile. Alcuni territori, che un tempo pensavamo al riparo, oggi sono occupati da queste organizzazioni. Il Lazio, purtroppo, è uno di questi. C’e stata negli anni una sottovalutazione politica di questo fenomeno, oggi le varie mafie sono accreditate nei vari territori. ELENCO: La mappa è aggiornata sulla base delle ultime inchieste delle procure antimafia di Roma,Napoli,Reggio Calabria e Catanzaro. Provincia Roma: Roma clan Casamonica, clan Senese (derivazione camorra), clan Alvaro, Bruzzaniti,Morabito, Palamara, Pelle,Nirta, Gallace (‘ndrangheta),clan Rinzivillo e Tomasello (cosa nostra), clan dei casalesi, clan Anastasio, clan Moccia (camorra), criminalità organizzata autoctona derivata dalla ex banda della magliana. Ostia: clan Fasciani, Spada e Triassi, Pomezia:clan Santapaola (cosa nostra catanese) criminalità organizzata autoctona, Fiumicino clan Casamonica, clan Senese, Ciampino clan Casamonica ; Ardea: clan Alvaro e Gallace clan Santapaola (cosa nostra catanese);Anzio Nettuno: clan Gallace,clan dei casalesi (camorra) criminalità organizzata autoctona; castelli romani: criminalità organizzata autoctona, clan Casamonica, Civitavecchia clan Gallo Cavaliere (camorra), criminalità organizzata autoctona; Provincia di Latina: Latina clan Ciarelli Di Silvio (criminalità organizzata autoctona),clan Baldascini (clan dei casalesi); Aprilia criminalità organizzata autoctona, clan dei casalesi e clan Alvaro, Terracina: clan dei casalesi, criminalità organizzata autoctona, clan Mallardo,Fondi clan Tripodo Trani (‘ndrangheta), clan Zizzo, clan dei casalesi, Formia clan dei casalesi, clan Bardellino e clan Mallardo, Gaeta clan dei casalesi e clan Mallardo, Minturno clan dei casalesi, clan Moccia e clan Mallardo.


Provincia Frosinone: Frosinone:clan Spada, clan Di Silvio e clan dei casalesi, Cassino clan dei casalesi. Provincia Viterbo: clan Casamonica, clan Nucera (‘ndrangheta), Fabbrica di Roma Mammoliti. La Provincia di Rieti risulta ancora indenne da infiltrazioni mafiose, almeno stando alle carte giudiziarie pubbliche. Si sa che le maggiori attività che rendono ricche potenti le mafie sono: lo spaccio di droghe, il riciclaggio e l’usura. In alcuni territori praticano altre particolari attività. Cito alcuni esempi: a Roma e provincia ci sono anche forti attività di scommesse clandestine e non. Ancora nella provincia di Roma, Latina e Frosinone, il clan dei casalesi fa sentire la sua mano pesante sugli appalti. Potremmo dire ancora molte cose. La situazione è particolarmente grave nella litoranea e nel sud del Lazio, fino allo scioglimento di alcuni comuni per infiltrazioni mafiose (FONDI, NETTUNO), ma anche dove questo non è accaduto ci sono gravi abusi che fanno crescere questi poteri (es. urbanizzazioni selvagge dei territori). Inoltre che dire delle vicende tornate alla ribalta negli ultimi mesi sull’inquinamento ambientale a causa di materiale interrato, altamente tossico, nella provincia di Latina, già segnalato da Carmine Schiavone pentito di mafia nel ’97? Ora abbiamo una buona occasione: Il CONGRESSO, per riprendere i fili del nostro lavoro. Non bastano leggi più severe per combattere il cancro della criminalità, anche se sono importantissime, anzi indispensabili. Bisogna creare una rete di ascolto e di servizi, sostenere in tutte le forme possibili quanti, quotidianamente, si oppongono a queste organizzazioni. Per avere cittadini liberi bisogna avere conoscenza del fenomeno e strumenti per combatterlo. Bisogna togliere le persone dall’indigenza, creando lavoro sano, pulito. Pensiamo che la Regione Lazio debba ridare valore e competenza, mezzi e strumenti alla commissione consiliare lotta alla criminalità oggi accorpata alla commissione Affari Istituzionali.


Pensiamo che il Comune di Roma debba anch’esso istituire una commissione speciale che sia in grado di studiare il fenomeno romano, altre città lo hanno fatto (es. Torino e Milano). Per fare tutto questo, dobbiamo essere severi con noi stessi e recuperare il tempo perduto.


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