Fascicolo on line allegato a: Amico BalĂš Su ali di carta Coloratissimo
Classe Quarta
ITALIANO
ASCOLTARE, PARLARE manolito Ascolta questo racconto e rispondi alle domande. La storia che ti racconto in questo capitolo della mia vita non raccontarla a nessuno, perché qui piango e i capitoli dove piango mi fanno vergognare. Il nonno dice che quando uno ha tanti libri sulla sua vita è normale che ogni tanto il protagonista (io, per esempio) pianga per una terribile disgrazia: il nonno dice che al lettore piace un sacco quando succede una cosa così, e il lettore si mette anche lui a piangere come se la disgrazia fosse capitata a lui. Che lettore strano. I lettori che conosco io, e che tra l’altro abitano tutti a Carabanchel Alto, ogni volta che il protagonista se la vede brutta ridono a crepapelle, soprattutto se quel protagonista sono io. Il bullo del mio quartiere, Yihad, dice che i libri sulla mia vita che gli piacciono di più sono quelli in cui cado, o quando mia madre mi da una sberla, o quando lui mi rompe gli occhiali. Yihad, oltre a essere un bullo, è un bugiardo, perché sua madre un giorno mi ha detto: «Non dargli retta, Manolito; questo qui non apre un libro nemmeno se parla di lui.» Lindo E. “Manolito e imbecille” Mondadori • Che tipo di testo è?
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Espositivo Descrittivo
Narrativo Regolativo
• Come è scritto?
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In prima persona
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In terza persona
• Perché l’autore vuole che questa storia non sia raccontata a nessuno?
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Perchè non gli piace Perché lo fa piangere
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Perché è brutta Perché sono segreti
• Cosa pensa, invece, il nonno? F ❑ ❑ F ❑ ❑ Che non c’ è nulla di male se ridono. F V ❑ ❑ Perché Manolito non doveva preoccuparsi di Yihad? ...............................................
Che tutti ridono quando leggono le disavventure del protagonista. V Che a tutti dispiace quando al protagonista capitano guai. V
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Ascoltare, visualizzare, memorizzare Ti verrà letta un’intera frase per volta; cerca di cogliere il senso generale, immaginando di vedere la scena senza soffermarti sulle singole parole. Alla fine dell’ascolto di ciascuna frase, riscrivila nel modo più fedele possibile. • Come procedono i lavori di ristrutturazione della casa? • I ragazzi di quarta si impegnano tanto durante le verifiche. • Il treno rapido per il Brennero non ferma in questa stazione. • Quando l’orchestra concluse l’esibizione il pubblico applaudì a lungo. • Il cane di Federico è stato portato dal veterinario per il vaccino. • Non ho voglia di uscire, preferisco rimanere in casa. • Mario indossava una maglia larga a strisce rosse e blu.
Ascolta attentamente i cinque elenchi di parole che trovi scritti qui sotto. Ma attenzione: per ogni elenco, le parole non verranno dette nell’ordine in cui sono scritte. Scrivi i numeri corrispondenti all’ordine in cui verranno lette. (L’insegnante legge un elenco per volta, cambiando l’ordine delle parole).
❑ ascesa ❑ contesa ❑ fesa ❑ offesa ❑ pesa ❑ ❑ osso ❑ addosso ❑ percosso ❑
scosso
❑ ingrosso
❑ baco ❑ opaco ❑ ubriaco ❑ macaco ❑ caco ❑ adagio ❑ plagio ❑ contagio ❑ naufragio ❑ randagio ❑ esca ❑ saracinesca ❑ pesca ❑ scolaresca ❑ tresca
Teresa
Ascolta la descrizione di Francesco, completa lo schema e, aiutandoti con questo, racconta ai tuoi compagni com’è Francesco. Vi parlo allegramente e sinceramente di me Io mi chiamo Francesco, sono simpatico, allegro. Per la mia età sono un po’ basso. So fare tante cose: sciare, nuotare, arrampicarmi, andare in bicicletta e, quindi, mi ritengo un bambino molto sportivo. Nei giochi sono sempre il più scatenato. I miei compagni di classe sono gentili con me e anch’io cerco di esserlo con loro. Mi piacciono molto le mie maestre perché sono simpatiche e scherzano con noi. Ho parecchi amici a scuola e anche in cortile. A casa cerco di comportarmi bene anche se qualche volta faccio arrabbiare i miei genitori. Con i miei fratelli invece litigo molto; però a volte giochiamo e scherziamo insieme. Io vivo in una famiglia allegra.
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Francesco
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Sciare .................... ................................. ...............................
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Le sue maestre sono............. .................................................
a casa
con i fratelli ...............…… ......................................…
con i genitori ............… ......................................… Ora prova a descrivere te stesso.
ESSERE GRANDI Leggi questo raccontino e prova a ripetere quello che ricordi ai tuoi compagni. Essere buoni e bravi è noioso e faticoso! Se stai seduto troppo a lungo, senza muoverti, ti viene il formicolio; se ti sforzi di mangiare la carne con il coltello e la forchetta, la carne ti schizza dal piatto... I grandi dicono ai bambini: - Mettiti il golfino! - Lavati le mani! - Metti a posto i tuoi giocattoli! - Non mangiarti le unghie! Io, se fossi grande, sarei diverso. Ecco che cosa farei: accarezzerei i cani randagi, andrei a tavola con le mani sporche, mi mangerei le unghie fino alla radice, lascerei tutto in disordine... Che bello quando sarò grande! Ma perché i grandi si lavano le mani, perché non si mangiano le unghie, perché mettono a posto la roba? Perché? Glielo chiederò, una volta o l’altra.
(Èva Janikovszky, Se fossi grande, Bombiani)
Ora discuti con i tuoi compagni in circle time cosa vuol dire diventare grandi. Discuti con i tuoi compagni sulle regole che gli adulti impongono aiutandoti con queste domande: • A che servono? .................................................................................................................................... • Loro le rispettano sempre? .................................................................................................................................... • Perché facciamo fatica a rispettare le regole? .................................................................................................................................... • Le regole tolgono la libertà? .................................................................................................................................... • Che differenza c’è tra libertà individuale e libertà altrui? .................................................................................................................................... • Dove finisce la mia libertà? ....................................................................................................................................
A chi parlo? Devi raccontare ad un tuo amico che ieri hai incontrato una ragazzina o un ragazzino che ti piace al campetto. Che TONO userai? Formale
Salve, ieri per caso mi imbattei in …….……………………………… La cosa mi fece tanto piacere perché, sa, quella ragazzina mi piace assai…
Informale
Ehi, sai chi ho incontrato ieri? ………............……………………! Caspita quanto mi piace! Vorrei trovare il modo di parlarle ma, ho una fifa. Tu che cosa mi consigli?
Prova ad inventare un’altra situazione dove puoi usare il linguaggio formale e quello informale. Riempi i fumetti.
............................................................. ............................................................. ............................................................. ............................................................. ............................................................. Formale
............................................................. ............................................................. ............................................................. ............................................................. ............................................................. Informale
Leggi i brani e rispondi alle domande. Che cosa? Che cosa hai fatto? emittente Chi parla?………………………….. Stai scherzando, vero? Oh, no, ………………………………………. come hai potuto lasciare Tommi Perché parla?…………………….. al centro commerciale da solo? E ...................................................... perché non me l’hai detto prima? Adesso potrebbe essere troppo ...................................................... tardi. Dobbiamo agire imme- destinatario A chi parla?…………………......... diatamente. Prendi il cappello e …………………………………….... il cappotto, dobbiamo correre. …………………………………….... Svelto, adesso, svelto! Ci siamo resi conto che il com- emittente Chi parla?………………………….. portamento di suo figlio non è, beh, diciamo, non molto adegua………………………………………. to. Solo pochi giorni fa ha litigato Perché parla?…………………….. con un altro bambino in cortile. ...................…………………........... E ai nostri richiami ha risposto ……………………………………... con un’ alzata di spalle, quindi è destinatario stato ripreso con più forza. È così A chi parla?…………………......... anche a casa? È successo qual…………………………………….... cosa? Ci potete aiutare a capire …………………………………….... meglio vostro figlio? Le sto dicendo che l’ho sentito. emittente Chi parla?………………………….. Su in solaio. È cominciato come ………………………………………. un gemito basso e lamentoso, poi è diventato sempre più forPerché parla?…………………….. te e sempre più stridulo. Fino a ...................…………………........... che si è trasformato quasi in un ……………………………………... urlo. Poi si è fermato. Del tutto. Sono salito a vedere, ma non destinatario A chi parla?…………………......... c’era nulla. Nemmeno la polvere …………………………………….... è stata smossa. È là, le dico. È …………………………………….... ancora là.
Pronto? Chi parla? Chi? Samanta? Samanta Connors? Ma non è possibile... Che cosa hai fatto tutto questo tempo? Perché non ci vediamo? Ma è… che dici… è molto tardi...? Ma no, io sono ancora sveglia. Vieni a trovarmi? Mi farebbe tanto piacere, dai ti aspetto?
emittente
Chi parla?………………………….. ………………………………………. Perché parla?…………………….. ...................………………….......... …………………………………..... destinatario A chi parla?…………………......... ……………………………………... ……………………………………....
Veronica Ciao, io mi chiamo Veronica e ho una grande passione per gli animali. Mi piacciono tutti, anche quelli che a mia sorella Valentina fanno schifo, tipo ragni, topi, lucertole, lei dice che ha paura per colpa mia. Ma mia sorella è una perfida, perché Tippi, nel suo letto, non ce l’ho messo io, c’è andato da solo. Io ho solo aperto la gabbietta per fargli fare una passeggiatina perché aveva la faccia triste. Così mi sono messa a guardarlo mentre correva per la camera. Comunque, mentre guardavo la mia cavia, la mamma mi ha chiamato e io sono uscita. Quando sono tornata, Tippi era sparito. Lo stavo cercando sotto il letto quando, dalla camera di mia sorella, sono usciti degli urli che sembravano quelli di un film dell’orrore. Mi sono precipitata da lei: Valentina era tutta rannicchiata sul cuscino, con la bocca spalancata, mentre la coperta del letto si muoveva come se qualcuno le facesse solletico. Ho capito subito. Mentre lei gridava: - Il topo! Che schifo, m’è salito sulle gambe, avrà fatto la cacca nel letto! Che schifo! Io ho infilato la mano per riprendere Tippi. Ma mi ci è voluto un pochino, perché quella strega di mia sorella con quegli strilli lo aveva talmente “sordato”che non capiva più niente.
Angela Nanetti, Veronica,
Signum
Racconta ai tuoi compagni un fatto divertente che è capitato a casa tua. Raccontalo come se fosse un’avventura, come ha fatto Veronica. Segui questo schema. 1. Presentazione di te stesso.
2. Le tue passioni, i tuoi amori. 3. Racconta un fatto. 3. Presenta un familiare con il quale litighi spesso. 4. Inventa anche tu una parola per definire una caratteristica di quel familiare.
Per leggere La carta Leggi il brano e segna poi la risposta esatta. Se dovessimo elencare tutti gli usi della carta, otterremo una lista quasi interminabile. Tuttavia ci fu un tempo in cui questo prodotto era prezioso e raro e il foglio di carta che ora si getta tanto facilmente nel cestino una volta sarebbe stato acquistato a prezzo elevato e conservato con cura. In realtà, per molti secoli nella storia degli uomini, la carta non fu conosciuta e si scriveva su pelle di pecora o di capra trattata in modo speciale e chiamata pergamena. Circa duemila e duecento anni fa, i Cinesi scoprirono come fabbricare la carta con pasta di legno. Più tardi, il segreto giunse in Europa. Ma, per molti anni, la carta venne fabbricata a mano, un foglio dopo l’altro. Quindi era una cosa rara e costosa e solo i ricchi potevano usarla. La prima macchina per fabbricare la carta fu inventata da un francese di nome Louis Robert. Era una macchina primitiva, in confronto ai modelli attuali. Da allora in poi, molti inventori europei e americani hanno contribuito al perfezionamento delle efficienti macchine ora in uso. Ai tempi nostri la carta è usata in tutto il mondo.
Adatt. Dal Fascicolo 7 del Piano IEA
1) Molto tempo fa la gente scriveva sulla pergamena perché: ❑ La pergamena era di lunga durata ❑ Non si conosceva la carta ❑ Era più facile preparare la pergamena 2) Il processo di fabbricazione della carta fu scoperto: ❑ Dai Cinesi ❑ Da un Francese ❑ Dagli Americani 3) La fabbricazione a mano rendeva la carta: ❑ Di cattiva qualità ❑ Rara e costosa ❑ Difficile da fare 4) Con l’invenzione di Robert la carta divenne: ❑ Meno utile ❑ Più rara ❑ Più economica 5) Lo scopo dell’autore di questo brano è quello di: ❑ Divertire ❑ Spiegare la storia della carta ❑ Far pubblicità alla carta
PIPPI CALZELUNGHE I capelli di Pippi, color carota, erano stretti in due treccioline rigide che se ne stavano ritte in fuori, di qua e di là dalla testa; il naso pareva una patatina ed era tutto spruzzato di lentiggini. E sotto il naso sorrideva una bocca decisamente grande con una fila di denti bianchissimi e forti. Originale era il suo vestito: Pippi se l’era cucito da sola. Veramente la sua idea sarebbe stata di farlo blu, ma poi, non bastandole la stoffa, era stata costretta ad applicarvi qua e là delle toppe rosse. Un paio di calze lunghe, una color marrone e l’altra nera, copriva le sue gambe magre. Infine non bisogna dimenticare le sue scarpe nere, lunghe esattamente il doppio dei suoi piedi: gliele aveva comperate suo papà nel Sud America, grandi così, perché i piedi di Pippi potessero crescervi a loro agio, e lei non aveva mai voluto calzarne delle altre.
da: Pippi Calzelunghe, Le Monnier
Rispondi alle domande. • Qual è l’aspetto fisico di Pippi? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Come viene descritto il suo abbigliamento? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Quale caratteristica del fisico la rende più simpatica? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Come pensi possa essere il carattere di questa bambina? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... .......................................................................................................................................
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La «Giornata del vigile» Nella loro giornata i vigili non fanno contravvenzioni, ma impartiscono lezioni molto gentilmente. Ecco un pedone che fa l’atto di attraversare la strada, quando ancora c’è il semaforo rosso. - Scusi, signore - gli dice il vigile, - ha famiglia? - Sì, perché? - Perché penso al dolore che stasera avrebbero i suoi figli sapendolo all’ospedale. Non sa che col disco rosso non si può attraversare? C’è pericolo di essere travolti... Ed ecco un ciclista che non tiene la sua mano. - Scenda un momento, per favore - gli dice il vigile. L’altro scende e il vigile gli gira al contrario la bicicletta: - Salga pure e buona passeggiata. - Ma io devo andare dall’altra parte! - No, signore - ribatte calmissimo il vigile - la sua parte è questa, secondo la mano giusta. Ecco un’automobile a grande velocità. Il vigile fa cenno di fermare. I freni stridono e le ruote slittano sull’asfalto. - Che cosa c’è? - chiede accigliato il guidatore. - C’è al suo fianco una signora alla quale non posso lasciare il passo. - Una signora? - esclama meravigliato l’automobilista, guardandosi al fianco. - Qui non c’è nessuno. - No, lei viaggia in compagnia. - In compagnia di chi, se sono solo? - In compagnia della morte. L’automobilista capisce. Sorride. (Piero Bargellini da: Avvenire, Vallecchi) Rispondi alle domande. • Quali sono i personaggi incontrati dai vigili del racconto? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Quali infrazioni hanno commesso? …....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Secondo te il vigile si è comportato in modo giusto? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Se fossi stato il vigile cosa avresti fatto? ....................................................................................................................................... .......................................................................................................................................
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L’ACCA IN FUGA C’era una volta un’Acca. Era una povera Acca da poco: valeva un’acca, e lo sapeva. Perciò non montava in superbia, restava al suo posto e sopportava con pazienza le beffe delle sue compagne. Esse le dicevano: - E così, saresti anche tu una lettera dell’alfabeto? Con quella faccia? - Lo sai o non lo sai che nessuno ti pronuncia? Lo sapeva, lo sapeva. Ma sapeva anche che all’estero ci sono paesi, e lingue, in cui l’acca ci fa la sua figura. - Voglio andare in Germania - pensava l’Acca, quand’era più triste del solito. - Mi hanno detto che lassù le Acca sono importanti. Un giorno la fecero proprio arrabbiare. E lei, senza dire né uno né due, mise le sue poche robe in un fagotto e si mise in viaggio con l’autostop. G. Rodari, da: // libro degli errori, ed. Einaudi, Torino
Rispondi alle domande. • Come si sentiva l’acca del racconto? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Perché le sue compagne la prendevano in giro? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Tutte le acca erano considerate di poco conto? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Secondo te, è vero che l’acca è una lettera dell’alfabeto poco importante? Prova a scrivere delle parole togliendo l’acca che dovrebbero avere. ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Perché, secondo te, l’autore ha inventato una storiella su questa lettera dell’alfabeto? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Completa la storia. ....................................................................................................................................... .......................................................................................................................................
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I GUARDIANI Leggi il brano e rispondi. Mago Sabino e Perticone erano i soprannomi che noi ragazzi frequentatori dei giardini pubblici avevamo regalato ai due guardiani. Il Perticone, si capisce subito, era un uomo lungo lungo, magro magro, una vera pertica. E il mago Sabino? Questo era l’uomo terribile, lo spauracchio di tutti noi. Visto di fronte, aveva veramente l’aspetto di un mago. Un barbone nero, enorme; due baffi lunghi e folti che si ripiegavano all’insù a doppio giro, o meglio a chiocciola: due veri punti interrogativi disposti orizzontalmente ai lati della bocca: insomma due baffi da baubau. Portava un gran cappello calato sugli occhi e nella mano destra, ahimè! un gran bastone.
C. Bertolazzi, da: // Corriere dei piccoli
• Cogli le caratteristiche fisiche che rendono particolare Perticone. ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Cogli ciò che rende originale mago Sabino. ..…....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Finisci il racconto inventando un equivoco divertente tra i due personaggi. .................................................................. .................................................................. ................................................................... .................................................................. ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ...................................................................
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La cascata di cioccolata • Scrivi negli spazi vuoti le parole riportate in basso. Sotto la cascata, cosa ancor più…………….…, c’era una grande matassa di enormi ……………di vetro che pendevano dall’alto sin quasi a sfiorare la superficie dell’acqua. Il diametro di quei tubi era veramente notevole. Ce n’erano almeno una dozzina e risucchiavano l’………….. densa e marrone per portarla poi chissà dove. Siccome erano trasparenti, si poteva seguire il turbolento percorso del ……………… al loro interno. Sopra il rombo della …………… si sentiva il continuo succhia-succhia dei tubi che aspiravano senza posa il liquido. Lungo le sponde del fiume crescevano bellissimi alberi e arbusti, salici piangenti e ontani circondati da alti ……………..di rododendri pieni di fiori rosa, rossi e lillà. Nei prati occhieggiavano a migliaia i ranuncoli. «Guardate là!» esclamò il signor Wonka saltellando su e giù e indicando con il suo bastone dal manico d’oro il grande fiume……………... «È tutta cioccolata! Ogni goccia che scorre in quel fiume è …………… fusa della migliore qualità. Della massima qualità, direi! In quel …………….. c’è abbastanza cioccolata calda da riempirci tutte le vasche da bagno del paese! E anche tutte le …………….! Non è fantastico? E guardate i miei tubi! Risucchiano la cioccolata e la trasportano negli altri locali della………………. dove serve la materia prima! Centinaia di migliaia di litri all’ora, cari i miei ragazzi! Centinaia e centinaia di migliaia di litri!» I ……………. e i loro genitori erano rimasti troppo stupiti per riuscire a dire alcunché. Se ne stavano lì attoniti, a …………. aperta, con gli occhi fuori dalle orbite e ammutoliti. Non riuscivano a riprendersi. Roald Dahl, La fabbrica di cioccolato, Salani
ragazzi cioccolata stupefacente bocca piscine fiume tubi marrone
cespugli fabbrica
cascata liquido acqua
Che tipo di testo è?
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narrativo fantastico
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narrativo realistico
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❑
descrittivo
Rubeus Hagrid Rubeus Hagrid è il guardiacaccia del castello di Hogwarts e sorveglia il bosco che sta sopra la scuola. Esperto di creature magiche, è un gigante. Veramente. Non è solo basso e grosso, ma appartiene alla razza dei giganti. Probabilmente è un nano, visto che più o meno arriva ai due metri, due metri e venti, ma nondimeno è un gigante. Hagrid è il primo personaggio di Hogwarts ad incontrare Harry, sia da adulto (è lui infatti che lo recupera dopo lo scontro tra Voldemort e i Potter e lo porta dai Dursley) sia da bambino. È sempre lui che riesce a superare l’approvazione dei Dursley e a nascondere a Harry l’invito a Hogwarts. E ancora lui il primo a rivelare a Harry qualcosa sul suo passato, sui suoi genitori, sull’eredità che gli hanno lasciato, e sul passato che lo aspetta. Rubeus è un vero nemico per Harry e nutre un sincero affetto per il ragazzo. Potremmo vederlo come uno zio un po’ balzano, ma tutto sommato è premuroso. Il suo unico difetto è di avere un senso estetico assolutamente personale. Per Hagrid infatti non c’è nulla di più bello di un Drago, e farebbe di tutto pur di averne uno da potere uccidere. J. K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, Salani Editore
In questo brano ci sono delle cose che non vanno, che sono incongruenti; segnale e cambia le parole in modo da rendere logico il testo.
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Leggi il testo e poi rispondi alle domande. Il pappagallo burlone Avevo comperato un bellissimo pappagallo che, in breve tempo, era diventato assai vivace e birichino, tanto da combinarne di tutti i colori. Un giorno mio padre stava dormendo sulla sedia a sdraio, in giardino. All’improvviso lo vidi rientrare in casa, tenendosi la pancia con le mani e imprecando come un turco. - Ti senti male? - gli chiesi preoccupato. - Macché male! - urlò. - Mentre dormivo, quel maledetto pappagallo mi ha beccato via tutti i bottoni dei pantaloni! • Come viene descritto il pappagallo? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Qual è l’equivoco che dà origine alla situazione divertente? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Perché l’uomo rientra con le mani sulla pancia? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Cosa avrebbe potuto fare il pappagallo per creare un’altra situazione divertente? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... .......................................................................................................................................
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I tontoli La cosa più importante che dovreste sapere dei Tontoli è questa: sono molto, molto, molto stupidi. Prendiamo ad esempio la notte in cui vanno a caccia, il martedì. È una Tradizione. Qualsiasi tempo faccia, ogni martedì essi sfilano fuori dalla loro grotta senza curarsi delle intemperie e scorrazzano nel bosco dal tramonto a mezzanotte sperando di catturare qualcosa. Il problema è che non ci riescono mai: tutti sanno che i Tontoli sono fuori di martedì, e così chiunque abbia un minimo di buon senso rimane ben tappato in casa e va a letto presto. I Tontoli si meravigliano sempre di trovare il bosco completamente deserto, ma non passa loro nemmeno per l’anticamera del cervello di cambiare notte, scegliendo, per esempio, il giovedì, in modo da prendere tutti alla sprovvista. Ecco, a questo punto avrete capito quanto sono stupidi. Il fatto è che sarebbe facile perdonarli per la loro stupidità, se non fossero così terribilmente brutti. Dopo la loro inutile caccia, i Tontoli fanno sempre una festa. La festa è sempre un fiasco, poiché non c’è mai niente da mangiare, e invariabilmente finisce tutto in una gran baruffa. Ai Tontoli piace molto picchiarsi. D’altra parte, la cosa si addice alla loro stupidità, e le Botte del Martedì ormai sono diventate anche loro una Tradizione. Si può obiettare che è una Tradizione stupida, ma d’altronde tutte le loro Tradizioni sono stupide. Eccovene alcune, tanto per darvi un’idea: Pitturare Le Trappole Di Rosso Fuoco; Cantare A Squarciagola Canzoni Di Caccia Camminando In Punta Di Piedi; Scorrazzare In Giro In Pieno Giorno Con Le Facce Annerite Col Carbone Per Non Farsi Notare; Portare Cappelli Bitorzoluti Anche In Giornate Caldissime, Per Impedire Al cervello Di Congelarsi; Fare II Tradizionale Buco Sul Fondo Del Carniere Cosicché Qualsiasi Cosa Vi Venga Messa Dentro, Ne Esce Immediatamente. Ecco, penso che queste notizie generali sui Tontoli vi possano bastare. Umansky Puzzy: La strega sudiciona, Mondadori
Rispondi ora a queste domande. • Che tipo di testo è?
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testo umoristico testo espositivo
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Perché secondo te l’autore ha chiamato Tontoli questi personaggi? Qual è la prima cosa sciocca che fanno i Tontoli? E la seconda? Spiega il significato di TRADIZIONE per i Tontoli:
❑ Una cosa che si ripete sempre uguale. ❑ Un fatto piacevole. ❑ Un fatto straordinario. ❑ Un fatto che si ripete senza sapere il perché.
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testo narrativo testo descrittivo
UN VIAGGIO NELLO SPAZIO Un bel mattino partirono dalla Terra, da tre punti diversi, tre astronavi: sulla prima c’era un americano, sulla seconda un russo, sulla terza un nero. Tutti e tre volevano arrivare primi su Marte, perché ognuno desiderava mostrare agli altri di essere il più bravo. Il russo e l’americano non si volevano bene perché dicevano “buongiorno” in una lingua differente, e tutti e due non amavano il nero perché aveva la pelle di un colore diverso. Siccome erano tutti e tre bravi, arrivarono su Marte nello stesso momento. Scesero dalle loro astronavi e si trovarono davanti un paesaggio stranissimo: canali d’acqua verde, alberi blu, uccelli mai visti. Poi venne la notte: tutto era avvolto in uno strano silenzio e la Terra brillava nel cielo come se fosse una stella lontana. I tre cosmonauti si sentivano tristi e sperduti. L’americano chiamò la mamma: - Mamie. E il russo gli fece eco: - Marna. - Mbamba - disse sottovoce il nero. Tutti e tre compresero subito che avevano pronunciato la stessa parola e che provavano gli stessi sentimenti. Si sorrisero, si avvicinarono, accesero insieme un focherello e ciascuno cantò le canzoni del proprio Paese. Così i cosmonauti si fecero coraggio e, attendendo il nuovo giorno, impararono a conoscersi.
“I tre cosmonauti”, E. Carmi, U. Eco
Rispondi. 1. In che ambiente vivono gli astronauti prima di giungere a destinazione? …………………………………………………………………………………………………... …………………………………………………………………………………………………... 2. Qual è il pianeta sul quale giungono? …………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………... 3. Come viene descritto questo pianeta? …………………………………………………………………………………………………... 4. Come appare la Terra agli astronauti? …………………………………………………………………………………………………... …………………………………………………………………………………………………... Metti una crocetta sulla risposta esatta. II pianeta Marte, così com’è descritto nel racconto è:
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un luogo reale
un luogo di fantasia
Cerca notizie relative al pianeta Marte e trascrivile sul tuo quaderno.
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UNA SCOPERTA IMPORTANTE Gray e io parcheggiammo la Land-Rover sul pendio di un canalone. Perlustrammo a lungo la zona senza trovare nemmeno un fossile. Ma proprio mentre ce ne stavamo andando, notai qualcosa a terra, a metà strada del pendio. “Quello è un pezzo di braccio di ominide” dissi. “Impossibile. Troppo piccolo. Dev’essere di una scimmia.” Ci inginocchiammo per esaminarlo. Io scossi la testa:“Ominide.” “Perché ne sei così sicuro?” “Quel pezzo lì, proprio vicino alla tua mano, anche quello è un ominide.” “Numi!” fece Gray. Lo prese. Era la parte posteriore di un piccolo cranio. Un metro più in là c’era parte di un femore, l’osso della coscia. Ci alzammo in piedi e cominciammo a vedere altri frammenti di ossa sparpagliati: un paio di vertebre, parte di un bacino, tutti di ominidi. Quel pomeriggio tutto l’accampamento era nel canalone, per prepararsi al lavoro di raccolta. Le ossa ritrovate appartenevano a un singolo individuo. Quella notte nessuno si sognò neppure di andare a letto. Bevemmo una birra dopo l’altra, mentre il registratore suonava una canzone dei Beatles: Lucy in the sky with diamonds. A un certo punto, di quella notte indimenticabile, il nuovo fossile assunse il nome di Lucy e da allora in poi Io si è conosciuto sempre con questo nome. D. Johanson, M. Edey, “Lucy, le origini dell’umanità”. Ed. A. Mondadori
I PERSONAGGI (segna con una X). 1) I protagonisti di questa storia sono:
❑
degli archeologi
❑
dei cacciatori
❑
inventati dalla fantasia
2) Sono dei personaggi:
❑
realmente vissuti
3) Scoprono le ossa di: ❑ una scimmia
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un ominide
4) I due ricercatori sono:
❑
eccitati per la scoperta
❑
indifferenti
Rispondi sul tuo quaderno. 1) Come festeggiano la scoperta? 2) Come chiamano l’ominide e perché? 3) Hai mai sentito parlare di un ominide chiamato in quel modo?
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UN rito babilonese Leggi il brano e poi rispondi. In occasione della festa per il Nuovo Anno il re veniva condotto nel tempio, spogliato delle sue insegna regali e fatto inginocchiare; allora gli si faceva pronunciare l’atto di penitenza in cui venivano ricordati tutti i doveri del sovrano, doveri che egli doveva avere assolto. Dopo l’atto penitenziale il sommo sacerdote gli dava uno schiaffo, quasi a ricordargli il suo stato d’essere umano, e, se piangeva per il dolore, allora il dio Marduk avrebbe benedetto il suo popolo garantendo prosperità e successo per il nuovo anno; se, invece, non avesse pianto era segno di eventi nefasti. (ad. da Giovanni Pettinato, Babilonia, Rusconi, Milano, 1994)
1) Qual era il motivo di questo rito? …………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 2) Cosa rappresentava, per il sacerdote, il sovrano? ............................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... 3) Per quale motivo il re doveva essere schiaffeggiato?............................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... 4) Secondo te, perché il suo pianto era di buon auspicio?..................................... ....................................................................................................................................... .......................................................................................................................................
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Che bocca grande che hai! È il cattivo per eccellenza delle fiabe, l’astuto predatore che non si ferma di fronte a nulla... In realtà in Italia era quasi del tutto scomparso (agli inizi degli anni ’70 ne erano rimasti solo un centinaio, ma adesso sta tornando a ripopolare i nostri boschi). Prima di tutto occorre sfatare un mito; il lupo non è cattivo: è un mammifero predatore che nel corso dei secoli ha fatto concorrenza all’uomo, sia perché andava a caccia delle sue stesse prede, sia perché in mancanza di queste si avventava sui greggi. E in effetti, ora che è tornato, qualche timore continua a suscitarlo. I bambini, invece, hanno del lupo un’immagine positiva e sanno distinguere il lupo delle fiabe dallo splendido animale dal pelo folto, cangiante, lungo e grigiastro in inverno, corto e marrone-rossiccio in estate. Il lupo è un grande comunicatore, per mezzo dei suoi guaiti, ringhi, uggiolii, ululati. A proposto, l’ululato ha diversi significati. Quando è isolato serve a segnalare la propria posizione, mentre il branco ulula per darsi la carica prima di un assalto, per festeggiare la riunificazione con i compagni e per affermare l’occupazione di un territorio. Dimmi cosa mangi. Solo in un caso le dicerie sul lupo hanno un fondamento: è un vorace carnivoro. Le sue prede preferite sono il cervo, il capriolo e cuccioli di cinghiale. Ma sa accontentarsi anche di animali domestici: come capre, maiali (ricordate le fiabe del lupo e dell’agnello, del lupo e i sette capretti, dei tre porcellini), ma anche cavalli e mucche. Il branco attacca la preda e rimane nei pressi dell’animale finché non ha consumato tutta la carne. Quando le prede scarseggiano i lupi mettono in dispensa, cioè sotto terra, pezzi di carne, che mangiano anche dopo mesi.
Che tipo di testo è?
❑ ❑
a cura di F. Degl’Innocenti
testo umoristico testo informativo
❑ ❑
testo narrativo testo descrittivo
Elenca le informazioni che il testo ti dà: 1) …………………..................................
Diamo i numeri!
2) …………………..................................
Il lupo è lungo dai 100 ai 140 cm.
3) .................................………………..
Pesa dai 25 ai 45 chili. La sua coda e lunga da 30 a 35 cm.
4) .................................…………………..
In Italia ci sono circa 500 lupi.
5) ............................………………………
La gestazione dura due mesi.
6) ………..........................……………….
Mamma lupa partorisce dai 3 ai 6 lupacchiotti. Un branco è composto in media da 6-7 lupi.
7) …...........................……………………. 8) …..........................…………………….
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Il tempio delle mille porte Purpuree ondate di luce scendevano lente lungo le pareti e scorrevano sul pavimento della stanza. Era un locale esagonale, che ricordava molto da vicino la cella di un enorme favo di api. Una parete sì e una no aveva una porta, le altre tre erano dipinte con immagini quanto mai singolari, paesaggi e creature favolose, che potevano essere per metà piante e per metà animali. Entrando da una delle porte, Bastian si era trovato ad avere le altre due una a destra e l’altra a sinistra, la forma delle porte era identica, solo, quella di sinistra era nera e quella di destra bianca. Bastian si decise per quella bianca. La stanza in cui entrò era anch’essa esagonale come le precedenti, ma immersa in una luce azzurra. Qui le due porte avevano la stessa forma, ma erano di materiale diverso, una di legno, l’altra di metallo. Bastian si decise per quella di legno. È impossibile descrivere tutte le porte e le stanze per cui Bastian dovette passare durante il suo pellegrinaggio attraverso il Tempio delle Mille Porte. C’erano portali a forma di enormi buchi di serratura e altri che somigliavano all’ingresso di una grotta; c’erano porte dorate e altre arrugginite; ce n’erano di imbottite e ferrate; di sottili come carta e di grosse e spesse come le porte di una cassaforte; ce n’era una che aveva la forma della bocca di un gigante ed un’altra che si apriva come un ponte levatoio; una che pareva un gigantesco orecchio e un’altra invece che andava sbottonata. E ogni volta le due porte che conducevano fuori da una stanza avevano qualcosa in comune, o la forma o il materiale, o la grandezza o il colore, ma c’era sempre anche qualcosa che le differenziava completamente l’una dall’altra.
Segna V o F.
da M. Ende, La storia infinita
• II locale aveva una forma quadrangolare. • Le altre tre pareti erano dipinte. • La forma delle porte era identica. • La stanza in cui entrò Bastian era esagonale. • Le porte erano entrambe di metallo. • I portali erano a forma di piccoli buchi di serratura. • C’erano porte argentate e altre di bronzo. • C’era una porta che aveva la forma di un gigante... • ... e un’altra che si apriva a ponte levatoio.
V F ❑ ❑ V F ❑ ❑ V F ❑ ❑ F V ❑ ❑ V F ❑ ❑ V F ❑ ❑ V F ❑ ❑ V F ❑ ❑ F V ❑ ❑
Le frasi sottolineate sono una sequenza di descrizioni alla rinfusa, come degli scatti fotografici in successione. è una tecnica espressiva che si chiama accumulo di immagini e serve per rendere più incisiva la descrizione.
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LEGGERE PER RIASSUMERE Leggi il brano e cerca le parole chiave, cioè le parole più significative che aiutano a capire quello che c’è nel paragrafo.
Un celebre direttore d’orchestra salì una sera sul podio e batté tre volte la bacchetta sul leggìo, per cominciare una famosa sinfonia. Poi fece un profondo respiro, alzò la bacchetta e l’abbassò con decisione. Gli archi dei violini subito si tesero e scoccarono trenta note così acute che si piantarono nel soffitto, facendo cadere calcinacci. I piatti furono battuti uno contro l’altro e naturalmente si ruppero in cento pezzi. Le viole appassirono tutte insieme per il gran rumore e il piano suonò forte, mentre alcune scale musicali cadevano con gran fracasso sopra i tamburi. L’ocarina faceva qua qua appollaiata sul corno, e intanto dal sassofono cadde il sasso sui piedi del suonatore che urlò, stonatissimo. Allora il celebre direttore, per la rabbia, ruppe la sua bacchetta in tanti pezzettini.
La bacchetta si era rotta in cinque pezzettini: “bac”, “eh”, “e”, “t”,”ta”; e siccome era una bacchetta magica tornò subito intera, ma urtò contro una “r” che girava per l’aria e divenne una barchetta, scivolando via sulle onde “sonore, mentre la “c” che era stata urtata si impigliò nelle corde dell’arpa che divenne una carpa e si mise a guizzare. Il direttore allora se ne andò sbattendo la porta.
Il riassunto è la riduzione di un testo: riferisce il contenuto essenziale di ciascuna sequenza di un testo di partenza. Saper riassumere è un’abilità importante, che occorre esercitare spesso. Per poter riassumere occorre aver capito a fondo il contenuto del testo.
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Leggi attentamente il brano poi rispondi alle domande. IL miele dell’eremita Un eremita viveva in penitenza sui monti della Brianza e teneva alcune casette delle api dalle quali ricavava del buon miele. Avvenne che un anno ci fu una grande carestia di miele ed egli conservava il suo in un vaso che guardava con gioia. La carestia durò alcuni mesi e tanto durò che di miele non se ne trovava più. Una mattina, mentre l’eremita rifaceva il letto e sbatteva le coltri con un ruvido bastone, alzati gli occhi al vaso che teneva su un asse, disse così: - Quando sarà pieno questo fiascone di miele, ne ricaverò tanto da comprarmi dieci pecore, che in capo a un anno saranno raddoppiate. Allora ne venderò la metà e comprerò alcune vacche. Mi farò mercante, guadagnerò, comprerò possessioni e con le rendite acquisterò castelli e ville. Quando sarò diventato un potente signore, avrò servitori e camerieri. Dovranno essere savi e disciplinati e, se saranno cattivi, li punirò. Anzi darò loro delle bastonate con questo stesso bastone, così... E nell’alzarlo diede un gran colpo a quel fiascone di miele ...che si ruppe in mille pezzi. Anton Francesco Doni
• Dove viveva il protagonista? ........................................................................................ • Cosa faceva? ................................................................................................................ • Cosa successe un anno dopo? .................................................................................. • Cosa pensò guardando il suo vaso di miele? ........................................................... • Che azione fece pensando di punire i suoi servitori? ............................................... ........................................................................................................................................... Ora riporta solo le frasi più importanti del brano, togli tutto ciò che puoi senza perdere il significato. Ricorda che nel riassunto non puoi usare il discorso diretto. Comincia così: Un eremita aveva delle api che gli davano del miele.............................................. ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ......................................................................................................................................
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IMPARIAMO A STUDIARE Trova le parole chiave e completa lo schema. GLI SCALIGERI (1311-1387) Nel 1311 Marostica e Vicenza, ad eccezione di Bassano, passano sotto la dominazione dei Della Scala, Signori di Verona. Ai tempi del più famoso degli Scaligeri, Cangrande, (anni 1312 e successivi) il conquistatore di Vicenza, risalgono le due costruzioni civili e militari più significative della città: il Castello Inferiore, detto anche Castello Da Basso, (è probabile che sia stato inizialmente costruito solo il Mastio in quanto il Castello-recinto apparterebbe ai tempi di Mastino II) ed il Castello Superiore. Le mura, con i suggestivi rivellini e torrioni, sono posteriori alla costruzione dei due Castelli: vennero iniziate da Cansignorio il 1 marzo 1372, come ci tramanda Conforto da Costozza, un cronista del tempo. Di età scaligera, e precisamente del 1383, è la Chiesa di S. Antonio Abate che, alle origini, aveva dimensioni di semplice cappella. Con gli Scaligeri, Marostica assume il volto attuale di città murata, fortificata in modo possente, razionale ed ordinato. Da allora il centro politico e civile della città è diventato proprio quello all’interno dell’armoniosa cinta muraria. Nel 1311 gli Scaligeri di Verona conquistarono Marostica. Costruirono....................................... ........................................................ Poi ................................................. ........................................................
Nel 1383 costruirono....................... ........................................................ Marostica divenne ........................ ........................................................
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Marostica in geografia Dividi il testo in sequenze e collegale con le parole chiave. Qualcuno in passato ha definito il Veneto un “sogno a colori” per la varietà dei suoi paesaggi. Certamente è una delle poche regioni al mondo che nel raggio di un centinaio di chilometri può offrire centri storici di straordinario valore, montagne tra le più amate, spiagge attrezzate, una lunghissima sponda del lago più grande d’Italia, il Garda, un polo termale tra i più vasti e qualificati, strutture in grado di accogliere ogni specialità sportiva e, particolare non trascurabile, una vasta scelta di rinomate specialità gastronomiche. Marostica si trova proprio nel cuore di questa regione, in una posizione climatica particolarmente favorevole, a metà strada tra la pianura e la fascia collinare che segna l’inizio delle Prealpi e conduce all’Altopiano di Asiago. Gran parte del territorio di Marostica è in collina. Partendo dal centro della città bastano pochi minuti in direzione nord-ovest per arrivare alle varie frazioni, che offrono scorci suggestivi sulla Pianura Padana fino ad arrivare all’altopiano di Asiago e, prolungandolo sguardo si può ammirare il monte Grappa. Il cuore di Marostica è la celebre Piazza dominata dalla mole dello scaligero castello inferiore. La fortezza comprende un mastio alto più di trenta metri. Stimolante una visita ai saloni del castello, complesso che conserva ancora intatti molti dei suoi tratti originali. L’interno però non è da attribuirsi interamente al periodo scaligero, essendo il risultato di interventi succedutesi nei secoli: nel 1936 sono stati compiuti gli ultimi restauri. È di questo periodo la trasformazione dei merli da guelfi a ghibellini oltre all’aggiunta di mattoni in molte delle tessiture murarie. Tutte le principali sale del castello sono visitabili.
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• Marostica si trova proprio nel cuore del Veneto.
• Il cuore di Marostica è la celebre Piazza.
• Cosa offre il Veneto.
• Scorci suggestivi della Pianura Padana.
• Tutte le principali sale del castello sono visitabili.
• A metà strada tra la pianura e la fascia collinare.
RISPETTO PER L’AMBIENTE Leggiamo il testo, invitando gli alunni a cogliere i passaggi più significativi.
Arrivano in branchi, invadono boschi, prati, spiagge con le auto e le motorette, calpestano gli alberi, strappano i fiori, disturbano gli animali selvatici, spargono cartacce e sacchetti di plastica e, infine, se ne vanno lasciando un tappeto di rifiuti e di immondizie. Così ogni giorno di festa. Un vile attentato continuo alla natura, ai monumenti, al paesaggio. Un chiaro esempio di diseducazione civica che non fa onore al nostro Paese. C’è chi propone di chiudere, di recintare, di impedire l’afflusso al pubblico nei luoghi più belli, di proteggere l’ambiente creando dei veri e propri musei della natura. Non si deve però credere che la salvaguardia dell’ambiente possa essere affidata solo allo stato. È il cittadino stesso con il suo comportamento che può realizzare un‘efficace e diretta azione di rispetto che armonizzi l’interesse del singolo con quello della comunità. Tutti perciò possono dare il buon esempio facendo in modo: - di non lasciare rifiuti sul terreno, ma di riporli negli appositi contenitori; - di non rompere, per divertimento o calpestandoli, alberi che stanno crescendo, perché togliere la punta a un albero può voler dire la sua morte; - di non cacciare e uccidere animali innocui, che hanno anch’essi diritto alla vita, e che fanno parte dell’equilibrio della natura che ci circonda; - di non accendere per nessun motivo fuochi all’aperto, perché possono essere con grande facilità motivo d’incendio di boschi; - di non fare troppi schiamazzi e rumori, che impauriscono gli animali e turbano la quiete che ciascuno ha diritto di godere per il suo riposo; - di non raccogliere fiori, strappando magari anche le radici o i bulbi: chi ama la natura le lascia le sue piante e i suoi fiori. Ogni giorno possiamo fare qualcosa: la difesa del nostro paesaggio dipende in gran parte da noi.
Tratto da G. Barbieri, Noi toscani, Ed. Sansoni
Individua il problema e sottolinea in blu. Trova la causa e sottolinea in arancione. Cerca le conseguenze e sottolinea in verde. Sottolinea in rosso le soluzioni. Completa lo schema. PROBLEMA ……………………………...
1
CAUSA …………………………...... …………………………….. ……………………………...
CONSEGUENZA …………………………...... …………………………….. SOLUZIONI …………………………...... ……………………………... …………………………….. ……………………………... ……………………………...
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PRENDERE APPUNTI Saper prendere appunti è alla base del processo di acquisizione di un metodo efficiente di studio. Prendere appunti da un testo letto è un’abilità particolarmente complessa perché richiede una molteplicità di operazioni: • analisi: riconoscere e selezionare le informazioni essenziali in un testo; • sintesi: cogliere i collegamenti tra le informazioni; • riorganizzazione: ordinare e schedare gli appunti scegliendo la rappresentazione grafica più efficiente. Quando il telefono non c’era Ascolta la lettura e prendi appunti utilizzando alcuni segni (vedi sotto). Le tribù africane usavano un sistema molto efficace per comunicare a grandi distanze. Gli uomini di queste tribù costruivano speciali tamburi che emettevano suoni molto potenti. Erano chiamati «tamburi parlanti». Essi servivano infatti a inviare messaggi nei posti più lontani. I Pellerossa, o Indiani d’America, facevano dei segnali con il fumo. Agitavano una coperta su un fuoco quasi spento. Allora le nuvole di fumo salivano alte nel cielo e potevano essere viste anche da molto lontano. Gli aborigeni australiani possedevano un altro sistema ancora. Incidevano il loro messaggio su aste di legno: era un sistema di tagli posti a distanza variabile. Uno degli uomini della tribù, scelto tra i più abili e veloci, si incaricava di portare il messaggio a destinazione. II compito di questo messaggero era sacro; nemmeno i membri di qualche tribù nemica potevano fermarlo.
S. Caveney, Macchine e messaggi, Penguin Books
Alcuni esempi di segni. > maggiore
qto questo
< minore
qllo quello
= uguale
+/- più o meno
X perchè
Xò però
es. per esempio
Dove
! importante
Sx sinistra
? non ho capito bene, punto oscuro
Dx destra
min. minuto
positivo
h ora
xché perché
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negativo
GLI SCHEMI
Lo schema trasforma la struttura lineare del testo (una frase dopo l’altra) in una forma gerarchica, nella quale le frasi appaiono una sotto l’altra: è un grafico che ci aiuta a mettere in evidenza i concetti essenziali e i legami logici in ordine di importanza. Ecco alcuni modi grafici per riassumere e ricordare: • nelle mappe al centro del foglio si mette l’argomento principale attorno al quale vengono inserite a raggiera le informazioni particolari, dalle quali possono diramarsi altri concetti secondari; • lo schema ad albero serve per evidenziare relazioni tra fatti e fenomeni; • lo schema lineare è utile per fare riassunti; • la tabella a doppia entrata è un mezzo per sintetizzare concetti di Scienze e di Geografia: vi vengono inserite le modalità di due caratteristiche, l’una nelle righe e l’altra nelle colonne, e nel punto di intersezione si leggono i risultati.
Mare chiuso
Oceano
Può essere
Coste
Che cos’è?
Cosa fa l’uomo nel mare
Alte Basse Sabbiose Rocciose Golfi Baie
Il mare
Le specie di pesci che lo abitano
Influenza il clima
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Un altro tipo di schema per raccogliere dati o per il testo descrittivo è il grafico ad albero o a cornice. ……………………………… ……………………………… ………………………………
Aspetto
Gatto
……………………………… ……………………………… ………………………………
Armi d’attacco
……………………………… ……………………………… ………………………………
Modo di cacciare
Anche le mappe concettuali sono uno strumento grafico per raccogliere e collegare concetti. La pianta
È formata
Radici
Fusto
Ha bisogno di
Foglie
Aria
Acqua
Luce solare
Che assorbe attraverso Osserva come si possono trasferire in una mappa le informazioni contenute nel seguente testo: “Una pianta è formata dalle seguenti parti: radici, fusto,foglie. La pianta, per vivere, ha bisogno di aria, di acqua, che assorbe attraverso le radici, e di luce solare.”
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SCRIVERE Una scoperta sensazionale Il famoso archeologo Ginnario Imma, dopo anni di ricerche, ha finalmente realizzato il suo più grande desiderio: il ritrovamento delle rovine dell’antica città Zurad. Ritornato a casa, incontra il suo amico Tato Inven, anche lui archeologo e gli racconta il percorso fatto per arrivare al luogo dove sorgeva Zurad.
Fai finta di essere il famoso archeologo e, con la mappa davanti, racconta realmente ai tuoi compagni il percorso che hai compiuto.. “Dopo aver attraversato l’oceano blu, sono arrivato…” Ora scrivi questo racconto: ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ • Hai usato le stesse parole di quando hai parlato? • Il linguaggio parlato è uguale al linguaggio scritto?
❑ ❑ ❑ ❑ sì
no
sì
no
• Secondo te, è più difficile parlare o scrivere? ..................................................
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Lo studio è più importante Mentre Valeria stava facendo degli esercizi al pianoforte Filippo accese il televisore. In tal modo, però, si disturbavano l’uno con l’altro: Valeria non riusciva a concentrarsi e Filippo, a sua volta veniva distratto. Presto incominciarono a bisticciare, ma nessuno dei due vuole cedere. Valeria si rivolse a me per far valere le sue ragioni, osservando che doveva studiare; ma anche Filippo fece valere le sue, dicendo che aveva pur diritto di rilassarsi un po’. Io li ascoltai entrambi, cercai inutilmente di metterli d’accordo, e alla fine, non riuscendoci, diedi ragione a Valeria perché secondo me, lo studio è comunque più importante dello svago. • Riscrivi il testo pensando di essere Filippo. Mentre mia sorella Valeria stava facendo gli esercizi al pianoforte, io .……............ ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Ora pensa di essere la mamma e racconta dal suo punto di vista. Mentre stavo cucinando la cena sentii Valeria che mi chiamava. Andai dove i miei figli stavano litigando e ascoltai ………………………………………………................ ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... • Rivolgiti ai tuoi compagni e racconta un litigio con un fratello o con un tuo amico. ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... .......................................................................................................................................
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Dai un ordine alle idee prima di cominciare a scrivere Quando ti trovi con un titolo di testo davanti, alle volte ti spaventi. Prova a produrre uno schema dell’argomento di cui vuoi parlare. Prova a scrivere le idee come ti vengono senza pensare all’ordine. Devi, per esempio, raccontare i giochi in palestra: riempi questa mappa o ragnatela di idee. Rileggi: ci sono tante idee, ma confuse. Alcune sono importanti, altre meno…
Ieri, dopo ricreazione
Tutti in fila Chiacchiere e rumori
La maestra ha proposto un gioco a squadre
In palestra
La maestra che richiedeva attenzione
Io ero con ………………......... Pensavo a ………………………
Siamo scesi come un gregge di pecore Finalmente è toccato a me
Mi sono sentito come …………....... ................................. ................................ Poi …………........... ................................ ................................. ................................
Alla fine ……........... ................................ ................................. ................................
…………………………........ …………………………........ …………………………........ …………………………........
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COME INIZIARE? Se devi raccontare di una giornata particolare scegli tra questi inizi. Potresti provare con l’inizio atmosferico... • Era un giorno come tutti gli altri... • Era una giornata uggiosa, mai avevo visto tanta nebbia... • Sembrava un giorno tranquillo... Forse ti riesce meglio quello che descrive le caratteristiche di un personaggio... • Non sono uno che si impressiona facilmente, io... • Non ho mai avuto paura di girare da solo in campagna ... • Ci sono certi rumori che ti ricordano qualcosa... O quello che introduce subito un dialogo... • - Buongiorno, tesoro - mi disse la mamma aprendo la finestra... • - Non senti anche tu uno strano silenzio? - chiesi alla mamma... • - Che cosa sta succedendo? - gridò papà entrando in camera... Potresti sperimentare l’inizio che descrive il luogo dove si svolgerà la storia... • Una casa piccola la mia, che neanche si vede quando si gira l’angolo di via … • La mia stanza era quella di tutte i giorni prima di andare a scuola: un disordine indescrivibile regnava in ogni angolo... • Il mio è un letto comodo, comodo, dove la sera sprofondiamo a turno. • Quando io vado a letto, che non lascerei mai al mattino... Potresti iniziare informando... • Se si tengono gli occhi ben aperti, si sentono e si vedono cose meravigliose... • Non ho mai creduto a fatti straordinari, ma quel giorno... • È vero che, a volte, succedono cose... Puoi anche cominciare con: Per quanto... Per... Benché... Purtroppo... Sebbene..
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LA CONCLUSIONE E ora proviamo a concludere in modo efficace. La conclusione-conclusione, che mostra come finisce la storia. «E così la principessa andò a passeggiare nel bosco e non smetteva mai di guardare le piante e i fiori e gli uccellini e gli scoiattoli.» La conclusione-commento, con l’interpretazione personale dei fatti. «Così, senza nemmeno dirselo fra loro, avevano preparato tutte un fantastica torta di cioccolata. Che buone, care nonne!» La conclusione-domanda, che si rivolge direttamente al lettore. «E così, mentre io lavavo quell’ interminabile pila di piatti, mia sorella se ne stava beatamente sprofondata nel divano. Ma vi pare giusto?» La conclusione-immagine, che attraverso una similitudine o una metafora, lascia nel lettore un ricordo particolare. «Anche le guglie del Duomo ormai erano diventate bianche, come se fossero di zucchero filato.» La conclusione non conclusa, che riapre la storia per continuarla. «Quel bagno di mezzanotte ho deciso di farlo. Ci sto andando proprio adesso. Però mi viene un dubbio!» Nel racconto che segue manca la conclusione. Sul quaderno inventa una storia per ciascuna di quelle sopra elencate. Il ciclista correva e correva. Correva a piedi, la bicicletta aveva dovuto venderla. Adesso correva dietro al gatto che gli aveva portato via la bistecca dal piatto. Quella che si era comprato dopo aver venduto la bicicletta. Corri e corri, il ciclista inciampò nel gatto, il gatto inciampò nel ciclista e caddero tutt’e due lunghi distesi. Quando si rialzarono videro che la bistecca era sparita. La finestra si era aperta ed era entrato un cane. Aveva rubato la bistecca e se n’era andato. Siccome non potevano mangiare nient’altro, non avevano altro, se ne andarono a dormire. Il ciclista si distese sul letto e il gatto si raggomitolò contro di lui... (Pinin Carpi, II libro delle storie corte, Nuove Edizioni Romane)
A volte è utile rivedere l’introduzione e la conclusione alla fine, quando è già stato svolto il resto del testo...
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Il RACCONTO REALISTICO è un testo narrativo: in esso puoi quindi individuare la struttura (introduzione, sviluppo, conclusione) e gli elementi (personaggi, luoghi, tempo, azioni). Il racconto realistico si ispira alla realtà: gli episodi narrati sono realmente accaduti oppure è possibile che accadano. Nei racconti realistici troverai la descrizione di luoghi e personaggi realistici e di un tempo ben definito, ma puoi anche trovare qualche elemento fantastico sognato o immaginato dai personaggi.
I capelli corti L’avevo detto mille volte che non volevo andare dal parrucchiere! Ma la mamma continuava a insistere che i miei capelli erano troppo lunghi e disordinati! E invece erano bellissimi e riuscivo a farmi un’infinità di pettinature diverse. Ma la mamma vuole avere sempre ragione e così mi ha convinta a tagliarli. Appena arrivate, si è subito messa a parlottare con la parrucchiera senza neanche consultarmi. Non ho fatto in tempo a dire niente né a ribellarmi, perché mi sono ritrovata bloccata sulla sedia, mentre quella ha incominciato subito a tagliare come una furia scatenata. E zac!... Zac!... Ero preoccupatissima. Chissà quante risate avrebbero fatto i miei compagni di scuola?! Alla fine mi sono guardata allo specchio: la mia faccia era diventata improvvisamente larga e tonda come una luna piena. Ero orribile: un vero mostro!!! Il giorno dopo ero di pessimo umore e temevo che i miei compagni mi prendessero in giro. In classe ero pronta a litigare con chiunque avesse osato fare dei commenti su di me. Invece Francesca mi ha consolato perché ha capito che ero giù di morale. È proprio la mia migliore amica! E sapete cosa è successo il giorno dopo? Una cosa incredibile! Francesca mi aspettava davanti alla scuola con i capelli corti come me! (Giuliana Maldini, Rivoglio i miei capelli!, Franco Panini Ragazzi)
• Dividi il brano in tre parti:
inizio sviluppo conclusione
• Sottolinea in giallo le parti narrative e in verde le parti descrittive del racconto. • A te è mai capitato di dover fare qualcosa che non volevi fare? Se sì, quando? Racconta. L’avevo detto tante volte che non volevo ................................................................. ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ......................................................................................................................................
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UNA MATITA SPECIALE Nei racconti fantastici si possono trovare personaggi, che sono persone, cose o animali, con qualità straordinarie. Camilla esce da scuola. Ha nove anni e un piccolo problema: deve inventare per il giorno dopo il finale di una storia che l’insegnante ha cominciato. È una storia di cavalieri e di tornei. La bambina corre verso casa e comincia a immaginare le avventure di messer Roberto, uno dei cavalieri. A un tratto Camilla scivola su qualcosa di duro e di tondo e, in men che non si dica, si ritrova a gambe all’aria. - Accidenti! - esclama. - Una matita! Quasi quasi mi rompevo la testa! Raccoglie la matita, la mette in tasca e riprende la corsa. Ma una vocetta la fa sobbalzare: - Senti un po’! Credi che sia bello ritrovarsi in fondo a una tasca tutta appiccicosa e piena di briciole? Camilla si volta. Ma non c’è nessuno, la strada è deserta. Sta per rimettersi in cammino, quando la vocetta si fa sentire di nuovo: - Allora, mi tiri fuori sì o no!? Soffoco qui dentro! Camilla, perplessa e anche un po’ preoccupata, si domanda se ha sentito bene. - Non aver paura, sono io che ti parlo, la matita. Sono magica. La ragazzina tira fuori la matita e la guarda diffidente: è rossa, con una gomma all’estremità... Proprio niente di speciale... E tuttavia Camilla deve arrendersi di fronte all’evidenza: parla! - Sono una matita magica - ripete la matita. - Perché, sai parlare? - chiede Camilla che poco a poco sta abituandosi all’idea che non è un sogno. - Oh, non solo - risponde la matita dandosi un’aria importante. - I disegni che faccio diventano veri. - Come sarebbe, veri? - Beh, se mi fai disegnare una caramella, per esempio, la caramella esce e puoi mangiarla. - Come? - Sì, sì! Hai capito bene. Camilla spalanca gli occhi meravigliata... (H. Bichonnier, Camilla e la matita magica, Einaudi)
Rispondi.
• Che cosa sa fare di incredibile questa matita magica?
.............................................................................................................................. .............................................................................................................................. • Che cosa farà Camilla con la matita magica?
.............................................................................................................................. .............................................................................................................................. Inventa e scrivi il finale del racconto nel tuo quaderno. Prima, però, individua la situazione iniziale e lo sviluppo.
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Questo schema ti può essere utile ogni volta che scrivi un racconto. Nel titolo devi far capire ciò di cui vuoi parlare.
TITOLO
Le prime frasi devono assicurarti l’attenzione di chi deve leggere.
INTRODUZIONE
Introduci il protagonista della tua storia, chi agisce.
CHI? CHE COSA?
Il racconto deve essere collocato nel tempo.
QUANDO?
Trova uno spazio, un ambiente dove si svolge il fatto.
DOVE ?
Racconta come si è svolta la vicenda.
COME?
......................................... .........................................
Spiega perché si è verificato il fatto.
PERCHè ?
......................................... .........................................
Racconta come si è concluso oppure fai una riflessione, un commento.
CONCLUSIONE
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IL vampiro Era ormai sera e Antonio era solo in casa. Smise di leggere e accese la televisione. Gli venne sete. Attraverso il corridoio buio raggiunse la cucina e prese la bottiglia di succo di mele dal frigorifero. Subito si rese conto che c’era qualcosa di strano. Si fermò e si mise in ascolto... All’improvviso capì: la voce dell’annunciatrice non si sentiva più. Qualcuno era entrato in camera sua e aveva spento il televisore? Antonio sentì il cuore fare un balzo e cominciare a battere all’impazzata; uno strano pizzicorino gli salì dallo stomaco fino in gola... Aprì lentamente la porta della camera. Nella stanza c’era uno strano odore: un tanfo di muffa simile a quello di una cantina. In quel momento udì uno strano fruscìo che sembrava provenire dalla finestra: dietro la tenda non c’era forse un’ombra che si profilava al chiarore della luna? Lentamente, con le ginocchia tremanti, si avvicinò, poi si fermò impietrito: sul davanzale, davanti alle tende svolazzanti nella corrente, c’era qualcosa che lo fece rimanere a bocca aperta. Era qualcosa di così spaventoso che Antonio stava per cadere stecchito. Due occhi venati di sangue lo fissavano da un volto bianco come un lenzuolo, e una grande bocca rossa si aprì e si chiuse con un suono terrificante, rivelando i denti, bianchissimi e appuntiti come pugnali. Antonio sentì i capelli rizzarglisi sulla testa; il sangue gli si gelò nelle vene. La cosa sul davanzale era un vampiro! (Angela Sommer-Bodenburg, Vampiretto, Salani)
Ricerca e sottolinea la descrizione del vampiro, disegna la scena principale nello spazio sotto e continua poi il racconto, immaginando che cosa succederà.
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caro diario Il diario segreto ha lo scopo di ricordare avvenimenti, persone, ma anche quello di dare sfogo ai propri sentimenti, alle proprie riflessioni personali. È quindi un testo soggettivo, che riflette la personalità di chi scrive, perché la realtà è come filtrata dai sentimenti e dalle sensazioni personali. Scrivere una pagina di diario è un po’ come scrivere una lettera ad un amico immaginario. “È aprire il proprio cuore in ogni sorta di cose, la carta è più paziente degli uomini”. (Dal diario di Anna Frank)
Martedì 12 gennaio Caro diario, sono le sette e mezza e fra poco viene la mamma a svegliarmi. Scusa se ti devo disturbare di mattina presto, a quest’ora, ma non ho molti altri momenti liberi per scriverti. L’insegnante di italiano è fissato con i testi e ci fa scrivere quasi tutti i giorni. Ormai gli ho raccontato tutta la mia vita un paio di volte, descritto gatti, cani... e gite al mare e non so più cosa scrivere. Insomma, fra storia, scienze, geografia, matematica e italiano, al pomeriggio ho tanti di quei compiti che a volte ci metto ore a farli tutti. Ieri poi di tempo ne ho avuto ancora meno del solito perché la mamma mi ha portato a fare la mia prima lezione di nuoto in piscina. Non è che ne avessi una gran voglia, visto che il martedì e il venerdì vado a pianoforte e il mercoledì e il sabato a danza. Per di più ho anche quasi rischiato di affogare! Ho detto alla mamma che a me nuotare in piscina non piace e che non ci volevo venire più. Lei si è messa a ridere e mi ha risposto che nuotare piace a tutti i bambini e che fra un po’ piacerà un sacco anche a me. Sarà, ma ci credo poco. Ciao, diario, sono veramente troppo occupata. Ti saluto. Martina Martina parla con il suo diario perché:
❑ ❑ ❑ ❑
vuole sfogarsi non ha amici nel diario ha trovato un vero amico non sa parlare, sa solo scrivere
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il mio diario Hai un diario? Se ti interessa averlo scegli un bel quaderno e quando lo desideri scrivi i tuoi pensieri e gli avvenimenti più importanti. Puoi personalizzarlo con disegni, brevi testi delle tue letture preferite, fotografie... Saranno momenti tutti per te.
Naghib è arrivato in Italia 15 febbraio Oggi è venuto in classe un ragazzo nato nel Marocco. Si chiama Naghib e si è trasferito in Italia da poco. Ha quasi tredici anni, ma sembra molto più grande. È alto, magro e ha due occhi che pungono. Quando è entrato nell’aula si è seduto in un angolo e si è messo a fissare il piano del banco. - Mi comprendi quando parlo? - gli ha chiesto il maestro. Naghib lo ha guardato negli occhi e non ha risposto. Sembrava che volesse essere lasciato in pace. E così nessuno gli ha rivolto la parola. Una volta in cortile, però, si è intrufolato fra i maschi che giocavano a pallone, e ha fatto capire che voleva far parte di una delle due squadre in campo. A quel punto, tutti hanno preso a disputarselo, perché alto e slanciato com’è, Naghib faceva gola a entrambe le squadre. E lui ha subito dimostrato di essere abilissimo, sia nell’impossessarsi della palla, sia nel segnare. - Sembra un professionista - ha commentato Mario alla fine della partita. (A. Petrosino, Jessica e gli altri, Sonda)
Rispondi a queste domande. - Chi scrive questo testo? ………………………………………………………………… - Di chi parla? ……………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… - Quali sono secondo te le emozioni provate da Naghib?…………………………… …………………………………………………………………………………………………
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La casa dei suoni Sono stato un bambino molto fortunato, perché sono nato in mezzo alla musica. Mio padre faceva un bellissimo lavoro: suonava il violino. Studiava in una camera lontana da quella in cui io giocavo; mi ricordo che una volta, ancora piccolissimo, sono stato attirato dalla magìa che usciva da quella stanza; mi sono avvicinato in punta di piedi e ho visto, dalla porta socchiusa, il papà che faceva parlare il suo violino in una lingua a me sconosciuta; doveva essere molto difficile, ma era straordinariamente bella. Sono rimasto ad ascoltarlo per tanto tempo in silenzio, senza farmi vedere, perché avevo paura di interrompere l’incantesimo di quel discorso. Come ho saputo più tardi, mio padre stava suonando un pezzo di musica di Bach, grandissimo compositore vissuto trecento anni fa. La nostra casa era piena di strumenti (c’erano perfino due pianoforti!), di allievi della mamma, che insegnava il pianoforte, e di amici del papà che suonavano con lui. Avevo sette anni quando andai per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano. Quando mi sono affacciato al parapetto del loggione, che è la fila di posti più vicina al soffitto, ho visto, dall’alto, piccolissimi e lontani, tanti musicisti come nel sogno, ed un uomo che, agitando il suo ditino, scatenava suoni meravigliosi. Claudio Abbado, La casa dei suoni, Vallardi
• L’autore del brano racconta:
❑ ❑
una storia inventata. un episodio della sua vita.
• Come ha scritto il testo?
❑ ❑
In prima persona singolare. In terza persona singolare.
• Racconta un episodio della tua infanzia.
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IL MONDO DI UNA BAMBINA Venni al mondo nel 1940 a Fez, città marocchina del nono secolo, cinquemila chilometri a ovest della Mecca e mille chilometri a sud di Madrid, una delle temibili capitali cristiane. Mio padre diceva che con i cristiani, e con le donne, i guai nascono sempre quando non vengono rispettati i sacri confini. Al tempo in cui nacqui, si era in pieno caos, perché né donne né cristiani volevano accettare i confini. Sulla soglia di casa le donne dell’harem si accapigliavano con Ahmad, l’uomo a guardia della porta, mentre per strada sfilavano i soldati stranieri. Secondo mio padre, non era un caso che Dio avesse separato uomini e donne, e messo un mare tra cristiani e musulmani. L’armonia esiste quando ogni gruppo rispetta i limiti dell’altro. La mia infanzia è stata felice perché i confini erano di una chiarezza cristallina. Il primo fu la soglia che separava il salone di casa dal cortile. Uscire in quel cortile non mi era permesso fintanto che mia madre non si alzava, e ciò significava che, dalle sei alle otto, dovevo giocare senza far rumore. Potevo sedermi sulla soglia di marmo, ma non unirmi ai giochi dei cugini più grandi. - Ancora non sai difenderti - mi spiegava la mamma - anche giocare è una guerra. E io, che avevo paura della guerra, me ne stavo seduta sulla soglia, giocando a «passeggiare seduta». Per giocare occorre starsene immobili, avere un posto per sedersi e trovarsi in una disposizione di umiltà tale da accettare che il proprio tempo non valga niente. Il gioco consiste nel contemplare superfici familiari come se fossero estranee. Stavo lì a sedere sulla soglia e osservavo casa nostra come se non l’avessi mai vista. Fatima Mernissi, La terrazza proibita, in Claudia Maria Tresso e Mariangela Antifora (a cura di), Racconti Arabi, Edizioni il Capitello
Questa bambina ha raccontato la sua storia. Racconta una tua giornata e confronta le tue attività con le sue.
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Leggi il brano e rispondi brevemente alle domande a lato. Chi ? ........................... .........................
Quando ? ........................... .........................
Cosa fa ? ........................... .........................
Cosa succede alla fine? ........................... ...........................
IL CAPPELLO C’era una volta un tizio con un cappello. Un cappello molto buffo, diverso da tutti gli altri cappelli. Si diceva che fosse un cappello magico, anche se nessuno l’aveva visto mai fare qualche magìa. In realtà quel tizio usava il cappello per tenere la testa al caldo, e basta. Un giorno però attraversando un ponte sentì gridare:- Aiuto! Aiuto! Si sporse a guardare e vide che un pescatore era scivolato nel fiume dall’argine melmoso. Il poveretto stava per annegare. Subito quel tizio si tolse il cappello e lo lanciò in acqua, come un salvagente. Che ci crediate o no, la cosa funzionò così bene che quello che stava per annegare si afferrò al cappello e si lasciò portare dalla corrente. Il proprietario del cappello rimase così a testa scoperta e si prese il raffreddore. (da Comefuché di Guido Quarzo)
Cosa si pensava del cappello? ........................... ........................... ............................ ............................ Che cosa accade? ........................... ........................... ............................ ............................
............................
Mettendo insieme le varie risposte componi e riscrivi il brano qui sotto. ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... .......................................................................................................................................
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Testo POETICO Trasforma questo testo poetico, raccontando con le tue parole ciò che dice la poesia. Poesia
Parafrasi
Febbraio Questo è febbraio: tipo di neve corto e amaro, spesso scortese. Folate fredde taglian la faccia, agli usci aperti danno la caccia; van brontolando dentro i camini, fermano il volo degli uccellini, e, se furiose soffian sul mare, lo fan di spume tutto arricciare. Neanche un fiore sopra la terra… E le rose? Sono di serra. Forse lontano, sotto i bei cieli del mezzogiorno germoglian i meli, ma a tramontana con l’aria greve neppure l’ombra di un bucaneve. È meglio quindi stare al riparo… Questo è febbraio corto e amaro. Folgore Febbraio Febbraio è sbarazzino. Non ha i riposi del grande inverno, ha le punzecchiature, i dispetti di primavera che nasce. Dalla bora di febbraio requie non aspettare. Questo mese è un ragazzo fastidioso, irritante che mette a soqquadro la casa, rimuove il sangue, annuncia il folle marzo periglioso e mutante.
V. Cardarelli da Poesie, Mondadori
Febbraio Febbraio è un mese corto e non sempre facile .......................................... .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. Febbraio Il mese di febbraio è un mese giocherellone. Non ha la calma dell’inverno ................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. ..................................................................
Quale tra le due poesie ti piacerebbe imparare a memoria? E perché? ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................
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Leggi il testo poetico e rispondi alle domande. Conosco una città / Che ogni giorno s’empie di sole // e tutto è rapito/ in quel momento//. Me ne sono andato/ una sera //. Dal bastimento/ verniciato di bianco/ ho visto la mia città sparire/ lasciando/ un poco/ un abbraccio di lumi/ nell’aria torbida/ sospesi. G. Ungaretti
1) Ti sembra che le pause (scansione ritmica /, //) proposta vada bene?
❑ ❑ sì
no
2) Cosa significa “tutto è rapito in quel momento”?
3)
❑ ❑ ❑
che la città assolata sembra immobile, incantata che in quell’ora avviene un rapimento che si crea come una magia
Che cosa significa che la città sparisce?
❑ ❑ ❑
che mentre la nave si allontana non si colgono più i particolari che la città non si vede per le troppe luci che sparisce per un terremoto
4) Come spiegheresti ai tuoi compagni “abbraccio di lumi”? ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... 5) Cosa vuol dire “aria torbida“?
❑ ❑ ❑
aria oscura della sera aria piena di nebbia aria paurosa
6) Prova ad illustrare la poesia. 7) Qual è, secondo te, lo stato d’animo del poeta?
❑
nostalgia
❑
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tristezza
❑
allegria
Leggi i due testi poetici e poi rispondi alle domande. Sentimenti d’autunno II cielo era tutto sereno: di mano in mano che il sole s’alzava dietro il monte, si vedeva la sua luce, dalle sommità de’ monti opposti scendere, come spiegandosi rapidamente, giù per i pendii e nella valle. (Alessandro Manzoni)
Una nebbia leggera, un cielo pallido e molti desideri. Sopra il campo ove l’erba s’è chinata come a un soffio di sogno, s’è posata la leggera rugiada. Questa notte ha sostato qui l’autunno. (I. Andric)
• In quale testo c’è un cielo sereno?
• Quale brano poetico ci mostra l’alba?
❑ ❑
di Manzoni
❑ ❑
di Manzoni
di Andric
di Andric
• In quale brano si dice che la luce del sole dilaga nella valle?
• Quale brano ti sembra più malinconico?
• Quale poesia ti piace di più?
❑ ❑
❑ ❑
di Manzoni
❑ ❑
di Manzoni
di Manzoni di Andric
di Andric
di Andric
• Nel brano del Manzoni c’è l’espressione “de’ monti”, cosa significa quel “de’”? ....................................................................................................................................... ......................................................................................................................................... .........................................................................................................................................
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CONFRONTA TESTI NARRATIVI E TESTI POETICI Leggi il seguente testo poetico. Notte d’estate È una bella notte d’estate. Le alte case tengono aperti i balconi del vecchio paese sulla vasta piazza. Nell’ampio rettangolo deserto, panchine di pietra, siepi ed acacie simmetriche disegnano le loro ombre sull’arena bianca. Allo zenith la luna, e sulla torre la sfera dell’orologio illuminata. Io in questo vecchio paese vo passeggiando solo, come un fantasma.
(A. Machado)
Cogli ora i punti di riferimento spaziale. • Dove si aprono i vari i balconi delle case? ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ • Dove si trovano le panchine, le siepi e le acacie? ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ • Dove si trova la luna? ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ • Dove sta passeggiando il protagonista? ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ • Le scena descritta dalla poesia ti sembra: ❑ immobile, vuota ❑ caotica, disordinata • Quali sensazioni ti comunica la poesia: ❑ allegria ❑ silenzio ❑ confusione ❑ spensieratezza ❑ rabbia ❑ paura ❑ angoscia ❑ solitudine ❑ tristezza ❑ malinconia ❑ pace ❑ serenità • Trascrivi il verso o i versi che ti hanno colpito di più e scrivi perché. ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................
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TESTO POETICO PIANTO ANTICO L’albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde melograno da’ bei vermigli fior, nel muto orto solingo rinverdì tutto or ora e giugno lo ristora di luce e di calor. Tu fior de la mia pianta percossa e inaridita, tu dell’inutil vita estremo unico fior, sei nella terra fredda, sei nella terra negra; né il sol più ti rallegra né ti risveglia amor.
………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… ………………………… …………………………
G. Carducci Da: Poesie e prose scelte, ed. La Nuova Italia, Firenze
• Il poeta paragona se stesso a …………………………………………………………... • Paragona il suo bambino a……………………………………………………………… • Qual è il tema centrale della poesia, cioè l’argomento di cui parla il poeta? ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ • Qual è il messaggio che il poeta vuole esprimere? ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ • Quale differenza cogli tra le prime due quartine e le ultime due? ........................................................................................................................................ ........................................................................................................................................ • Che sentimenti prova il poeta? ❑ nostalgia ❑ gioia ❑ stupore ❑ tristezza ❑ rabbia ❑ angoscia
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❑ ❑
dolore disperazione
LA PARAFRASI Parafrasare vuol dire esporre un testo con parole proprie che servono a chiarirlo. In poesia “fare la parafrasi” vuol dire “fare la prosa” cioè trasformare con le proprie parole ogni verso. Leggi la poesia e cerca di capire il significato dei termini difficili sconosciuti. Poi fa’ accanto la prosa. Nevicata Sui campi sulle strade silenziosa e lieve volteggiando la neve cade. Danza la falda bianca nell’ampio ciel scherzosa poi sul terren si posa stanca. In mille immote forme sui tetti e sui camini sui cippi e sui giardini dorme. Tutto d’intorno è pace; chiuso in un oblio profondo indifferente il mondo tace.
Nevicata ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... .........................................................................................
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RIFLETTERE SULLA LINGUA ELEMENTI DELLA COMINICAZIONE Perché ci sia comunicazione devono esserci i seguenti elementi: EMITTENTE
MESSAGGIO
DESTINATARIO
Da cui parte la comunicazione.
Ciò che si vuol comunicare.
A chi deve arrivare la comunicazione.
Completa la tabella nelle parti mancanti. Messaggio
Emittente
Destinatario
Vorrei un chilo di patate. Suo figlio non sta molto attento a scuola. vigile mamma cliente Vuole il gelato nel cono o in coppetta? Desidero denunciare un furto. medico nonna Prenderò questa penna. cliente
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PEZZI DI PAROLA PRIMA O DOPO I prefissi e i suffissi sono “pezzi” di parole che si mettono prima (PREFISSO) o dopo (SUFFISSO) la stessa parola per formarne un’altra di significato diverso. 1) Con il prefisso puoi trasformare un aggettivo nel suo contrario. Prova e sottolinea il prefisso. ordinato disordinato paziente
felice
……………………
………………… delicato ……………………
ubbidiente ………………… ubbidire …………………… legare ………………… quieto
…………………… successo ……………….. mangiabile …………………… possibile ………………… mettere …………………… capace ………………… responsabile ……………………
2) Sottolinea i suffissi e fa’ come nell’esempio. salumificio da
salame
mobilificio
da ...............................................
panificio
da ...............................................
dentista
da ...............................................
macchinista da ............................................... cameriere
da ...............................................
pompiere
da ...............................................
barbiere
da ...............................................
cassiere
da ...............................................
libraio
da ...............................................
cartolaio
da ...............................................
bigliettaio
da ...............................................
camionista ciclista
da ............................................... da ...............................................
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UN AMICO FEDELE Ricorda che il dizionario oltre a dirci come si scrive o cosa significa una parola ci dà anche molte altre informazioni. • Completa lo schema ricavando le notizie dalla definizione tratta dal vocabolario. Divisione in ……………………. È un ……………........... Antipatico (an-ti-pà-ti-co) (pl.m. – ci, f. – che) AGG. Che suscita antipatia: persone antipatiche; discorso antipatico// usato talvolta con valore di s. m.: non posso ascoltare quell’antipatico. S. odioso, sgradito C. simpatico AVV. antipaticamente.
È il ……………............... È il suo c…………………. Diventa un ……………...
Se vuoi trovare lettino
Devi cercare letto
cantò
…………………
gentilissimo
…………………
fiori
…………………
ciliegie
…………………
cagnolino
…………………
librone
…………………
muri
…………………
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PROPRIETÀ LESSICALE: SINONIMI E CONTRARI I sinonimi sono parole diverse tra loro ma con significato uguale o simile. Si usano per non far ripetizioni. Es. guardare
osservare
1) Inserisci dei sinonimi nelle seguenti frasi. Gianni dice: - Mamma, posso uscire? Gianni ……….......................: - Mamma, posso uscire?
Carla dice alla mamma che ha mal di pancia. Carla ………....................... alla mamma che ha mal di pancia.
Il fruttivendolo dice alla signora: - Vuole delle pesche o delle mele? Il fruttivendolo ………....................... alla signora: - Vuole delle pesche o delle mele?
La mamma dice: - No, più tardi. La mamma ……….......................: - No, più tardi.
Luigi vuole andare a casa. Luigi vuole ………....................... a casa.
2) Sostituisci le parti sottolineate con un sinonimo formato da un’unica parola. Es. Il pulcino viene fuori dall’uovo. Il pulcino esce dall’uovo.
L’uomo viene giù dall’autobus. L’uomo ………....................... dall’autobus.
Il bambino fa tornare dritto un filo di ferro. Il bambino …………………… un filo di ferro.
La zia va su in barca. La zia …………………… in barca.
Il nonno tira via il tappo della bottiglia. Il nonno …………………… il tappo della bottiglia. Il bimbo mano a mano che passa il tempo diventa alto. Il bimbo mano a mano che passa il tempo ……………………
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PUNTEGGIATURA E MAIUSCOLE Metti la punteggiatura esatta e le maiuscole dove servono. 1) mentre andavo dal cartolaio ho incontrato luca e gianni in bicicletta Gianni mi ha chiesto vuoi fare un giro con me io l’ho ringraziato ma gli ho detto che non potevo perché avevo fretta di andare a casa. 2) guarda che bel mare così azzurro così calmo ed invitante vogliamo fare un tuffo assieme sì potremmo anche prendere il materassino e andare al largo 3) vuoi venire a casa mia no non posso devo andare dalla zia poi assieme a lei andremo in piscina va bene allora ci vediamo domani. 4) pronto c’è luigi per favore no è uscito dieci minuti fa allora richiamerò più tardi grazie signora arrivederci ciao carlo saluta la tua mamma 5) quanto costa questo dolce chiede la mamma al panettiere dieci euro bene allora me ne dia due 6) quanti libri hai luca vorrei averne anch’io quello che mi piace di più è quello grosso che parla di animali vi sono illustrazioni a colori e in bianco e nero
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I NOMI
carta Milano felicitĂ dolcezza Luisa leone cartoleria termosifone cespugli libro libraio allegria vento acquario Parigi
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plurale
singolare
femminile
maschile
primitivo
composto
derivato
astratto
concreto
comune
Nome
proprio
Metti la crocetta nelle caselle giuste.
I NOMI ALTERATI Un nome si dice alterato quando, per mezzo di una particolare terminazione, (suffisso, cioè che sta in fondo alla parola) quel nome subisce una modificazione. diventa più piccolo
diventa più grande
diventa più grazioso
diventa più brutto
diminutivo
accrescitivo
vezzeggiativo
dispregiativo
scatolina
portone
cavalluccio
cappellaccio
• Distingui le varie forme di alterazione inserendo i nomi dati nei riquadri. Parolina, casuccia, fanalino, gattino, pietrone, scarpata, casetta, omone, soldatino, fiorellino, ventino, cavalluccio, impaccio, donnone, ragazzaccio, ventaccio, stradina, boccetta, nasone, villetta, fratellino. diminutivi ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ...............................
accrescitivi ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ...............................
vezzeggiativi ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ...............................
dispregiativi ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... ...............................
• Trasforma le seguenti parole in un unico nome alterato. una lacrima grande ……………………… una strada graziosa ……………….......... una stanza brutta ………………………… una voce sgradevole……………….......... una stanza piccola……………………….. un libro grosso………………………......... una stanza graziosa ……………………… un libro brutto……………………………... una scarpa grande ……………………… un ragazzo maleducato………………….. una scarpa graziosa …………………… un bambino grazioso………………..…… una voce piacevole ………………......... un fuoco piccolo ………………………… Ricorda che alcune parole sono falsi alterati perché terminano come se avessero un suffisso alla fine (ino, one, etto, accio), ma hanno un significato diverso. (Es: boccone non è una bocca grande!) • Cerchia in blu gli alterati e in rosso i farsi alterati. Stradina, cannoni, barone, cagnoni, fattaccio, montone, bambino, aquilone, torretta, torrone, bacino, bastone, leoncino.
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L’ AGGETTIVO QUALIFICATIVO E I SUOI GRADI • Trova dei nomi da abbinare agli aggettivi qualificativi dati. ……………............. ……………............. Rovinato ……………............ Freddo ……………............. …………................ ……………............. Leggera Morbida
……………............. ……………............. ……………............. Gustosa ……………............. ……………............. ……………............. ……………............. ……………............. Veloce …………….............
……………............. ……………............. …………….............
• Elimina l’aggettivo qualificativo non adatto al nome. Fiore: profumato - appetitoso - colorato - piccolo. Torta: gustosa - rotonda - accogliente - morbida. Sole: caldo - rovinato - luminoso - splendente. Gatto: furbo - veloce - lussuoso - grazioso. • Forma tutti i gradi dei seguenti aggettivi qualificativi. Cattivo
Comparativo di maggioranza Comparativo di minoranza Comparativo di uguaglianza Superlativo assoluto Superlativo relativo
Amaro
…………................……………. …………................……………. …………................……………. Buono …………................……………. …………................…………….
più cattivo di ……………………......... meno cattivo di …………………........ cattivo come ……………………......... cattivissimo ………………………....... il più cattivo di …………………......... …………................……………. …………................……………. …………................……………. …………................……………. …………................…………….
…………................……………. …………................……………. Lento …………................……………. Saporito …………................……………. …………................…………….
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……................……………... ...…................……………... ....………................……….. …………................………... …………................………...
AGGETTIVI E PRONOMI POSSESSIVI Ricorda che: Aggettivo
Pronome
accompagna un nome sostituisce un nome
• Completa le seguenti frasi con l’aggettivo possessivo adatto. Il lupo si difende con i ………..... denti. La rosa punge con le ………..... spine. La ………..... serenità è più importante della ………..... felicità. A scuola devi aver cura delle ………..... cose. Ogni alunno deve avere i ………..... oggetti scolastici. Devi rispettare le ………..... idee. • Volgi al plurale. Rispetta la sua idea.
.........................................................................
La mia casa è piccola.
.........................................................................
Il tuo gatto è persiano.
.........................................................................
È la penna di tuo fratello.
.........................................................................
Completa il tuo tema.
.........................................................................
• Volgi al femminile e poi al plurale quando è possibile. Il tuo gatto
la tua gatta
i tuoi gatti
le tue gatte
Il suo astuccio
………….........
…………..........
…………..........
Il tuo zaino
…………..........
…………..........
…………..........
Il mio cugino
…………..........
…………..........
…………..........
• Sottolinea in blu gli aggettivi possessivi e in rosso i pronomi possessivi. Io ti dico la mia idea, tu dimmi la tua. La tua casa è più bella della mia. Il tuo vestito è come il mio. I nostri figli conoscono i vostri. Mi presti la tua penna? Il tuo e il mio tema sono interessanti.
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AGGETTIVI E PRONOMI NUMERALI E INDEFINITI Come il termine stesso fa capire, NUMERALI vuol dire che si parla di numeri. Cardinali (come contare): uno, due, tre... Ordinali (come mettere in ordine): primo, secondo, terzo.. • Scrivi nel quaderno delle frasi utilizzando gli aggettivi cardinali ed ordinali. • Sottolinea in blu gli aggettivi numerali ed in giallo gli aggettivi ordinali. • • • • •
Nella gara c’erano trenta alunni, ma alla terza tappa si sono ritirati. Un mese ha trenta giorni, due mesi circa sessanta. Capodanno è il primo giorno dell’anno, l’Epifania il sesto. La mamma ha trentacinque anni, il papà quaranta. Martedì è il secondo giorno della settimana, giovedì il quarto.
Ricorda che: Aggettivo
accompagna un nome
Pronome
sostituisce un nome
Si chiamano INDEFINITI quegli aggettivi e pronomi che non danno indicazioni precise ma indefinite: ogni, ciascuno, ogni, qualche, molto, poco, parecchio, tanto, tutto, quanto, uno, nessuno, alcuno... 1) Inventa delle frasi usando, come aggettivi, le parole del riquadro. 2) Sottolinea in blu gli aggettivi indefiniti ed in rosso i pronomi. • Sull’albero ci sono tanti frutti. • Alcuni alunni sono diligenti, altri disordinati. • Ho molto sonno. • Il tuo abito è molto bello, il mio poco. • Ho aspettato parecchi giorni, ma non è arrivato nessuno. • Tutti i tuoi cugini sono simpatici, nessuno è antipatico. 3) Volgi al plurale.
Io ho qualche quaderno.
Voi……………………….........................
Porto ogni giorno la cartella.
…………………………….......................
Qualche vigile ha dato la multa.
…………………………….......................
Attendo ogni giorno il tuo arrivo.
…………………………….......................
Ogni alunno deve lavorare da solo
. …………………………….......................
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AGGETTIVI E PRONOMI DIMOSTRATIVI Si chiamano dimostrativi perché dimostrano (mostrano ed indicano) di chi parlo (Es. Questo fiore). Ricorda che: Aggettivo Pronome
accompagna un nome sostituisce un nome
Questo Quello Codesto
sta vicino a chi parla e a chi ascolta. è lontano da chi parla e chi ascolta. è vicino a chi ascolta.
1) Inventa sei frasi, usando come aggettivi le parole del riquadro. 2) Sottolinea in blu gli aggettivi dimostrativi ed in rosso i pronomi dimostrativi. • • • • • • •
Questo disordine lo hai fatto tu. Quell’acqua è inquinata. Questa crema pizzica, quella no. Questo zainetto è mio, quello è tuo. Codesta borsa è più bella di quella. Quei fiori sono più profumati di questi. Quel cavallo galoppa meglio di quello.
3) Completa leggendo la consegna. Quella rosa ................... cose ................... alberi ………..... ... monte ……............ zingari
Lontano da chi parla e da chi ascolta.
Questa borsa .................. farfalla ................ .. albergo ................ .. persone ................ .. zaini
Vicino a chi parla e chi ascolta.
Codesta mano .................. luci .................. alberi .................. zoccoli
Vicino a chi ascolta.
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IL PRONOME Ricorda che “pronome” vuol dire che sta al posto del nome; mi servo di esso per non fare ripetizioni. • Completa con il pronome adatto. Lucia gioca spesso con Luca che con …… è sempre gentile. Proprio ieri …….. ha regalato un giornalino. Lucia ……… ha ringraziato e in cambio …….. ha donato delle figurine. Mentre giocavano, la mamma di Lucia……… ha chiamati per pranzare. ……… sono arrivati felici di stare ancora insieme. • Quale nome viene sostituito dal pronome in queste frasi? Carlo ha una bici nuova e non la presta a nessuno......................…………… Il cagnolino di Maria è simpatico e mi piace giocare con lui..................…… Luigi, il tuo vestito è pulito e tu non devi sporcarlo...................
...............…
Se verranno gli zii, chiederò loro un regalo per te...……........... .................. Se arriva Matteo portagli il suo libro. ......................... Mamma, posso offrirti un fiore? ........................….
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PRONOME O ARTICOLO?
gli
(articolo)
le
(articolo)
gli
(pronome)
le
(pronome)
(a lui)
(a lei)
• Completa con gli o le. Scrivi in rosso dove è pronome e in blu dove è articolo. 1) Ho visto ……… zii. 2) Ho incontrato la nonna, …….. ho dato un libro. 3) Ho giocato con Luca e ……… ho regalato la mia palla. 4) Ho giocato con Stefano e ho pensato di donar ……….. il mio pallone. 5) Voglio bene a Lucia e desidero donar ……….. un libro. 6) ……… zii sono ripartiti. 7) ……… farfalle volano del cielo e io …….. ammiro. 8) ……. scarpe rosse mi piacciono tanto. 9) Ho visto la mia amica, ……… ho detto di venire a casa mia. 10) Luigi mi guarda, forse …….. piaccio.
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I VERBI • Volgi al plurale le seguenti frasi e voci verbali. Tu partisti presto
Voi partiste presto
Egli salì in treno
…………………….............
Io non potei ripartire
…………………….............
Il nonno arrivò tardi
…………………….............
Egli vinse la gara
.............……………………
Una bimba pianse tanto
…………………….............
Sarai da me domani?
…………………….............
Studia se vuoi essere brava a scuola
…………………….............
Tu perdi tempo
…………………….............
Rifletti prima di rispondere ……………………............. • Cerchia il tempo che ti sembra più appropriato (passato prossimo o passato remoto?) Questa mattina (studiai oppure ho studiato) tanto. Ieri sera (visitai oppure ho visitato) una mostra di quadri. L’estate scorsa (vidi oppure ho visto) lunghe file di formiche. Da piccolo (ebbi oppure ho avuto) la febbre alta. I primi uomini (scoprirono oppure hanno scoperto) il fuoco. In campagna, diversi anni fa (catturai oppure ho catturato) un colosso grillo. Una settimana scorsa, la maestra (ci parlò oppure ci ha parlato) del mare. • Trasforma nei tempi richiesti le seguenti frasi. Io andare dal nonno. Le rondini volare nel cielo. Tu accendere la luce. I cacciatori uccidere delle lepri. Noi mangiare un grappolo d’uva. Oggi arrivare gli zii da Milano. La pioggia cadere violenta. Il gatto fare le fusa.
Presente ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... .........................................
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FUTURO ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... ......................................... .........................................
IL VERBO • Cerchia in blu i tempi semplici ed in rosso i tempi composti e coniugali. Avendo dormito, vinciamo, siamo, avrei cantato, urlai, leggevi, avevo letto, avrebbe vinto, sareste arrivati, ha incantato, aveste visto, corriamo, danzeremo, sarò, avevate visto. • Sottolinea i verbi che trovi nella seguente favola. Un cane camminava lungo la riva di un fiume e portava in bocca un grosso pezzo di carne. Mentre esso proseguiva, vide nello specchio dell’acqua la sua immagine e credette che un altro cane trasportasse un altro pezzo di carne. Il cane ingordo pensò allora di afferrare anche quello. Ma esso rimase deluso, perché, aprendo la bocca lasciò cadere il suo pezzo di carne e non poté afferrare l’immagine che aveva veduta. • Ora copia i verbi sottolineati mettendo davanti il soggetto che compie quell’azione (può essere un nome o un pronome anche sottinteso). Un cane camminava, egli portava,……………………………………………….................. ……………………………………………………………………………………......................... ……………………………………………………………………………………........................ ……………………………………………………………………………………........................ ……………………………………………………………………………………........................ ……………………………………………………………………………………........................ ……………………………………………………………………………………........................ ……………………………………………………………………………………........................ ……………………………………………………………………………………........................ ……………………………………………………………………………………........................ ……………………………………………………………………………………........................ ……………………………………………………………………………………........................ ……………………………………………………………………………………........................
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Gli avverbi o modificanti Sono detti “modificanti” perché modificano il significato del verbo a cui si riferiscono. Es: Il gruppo dei ciclisti procede
lentamente. velocemente.
• Completa le frasi con gli avverbi adatti. La mia squadra ha giocato
…………............................ …………............................
Il mio giocattolo costa
…………............................ …………............................
Perché sei arrivato così
…………............................ …………............................
II viaggio è terminato
…………............................ …………............................
Esci
……………................. ..............………………
con me.
Io abito
…………..................... …………….................
vicino al fiume.
..........................……………. Lo zio viene a trovarci .........................…………….. .........................…………….. .........................…………….. Andò .........................…………….. a pranzo con Nino. .........................…………….. • Sostituisci le parole sottolineate con un avverbio che scriverai sulla linea tratteggiata a fianco. ...........................………….……………… Ad un tratto si sentì un rumore. Lucia di solito lavora fino a tardi.
...........................………….………………
La pioggia cessò di colpo.
............................................……………..
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ANALISI LINGUISTICA DI UN BRANO • Leggi il seguente brano e sottolinea con colori diversi quanto richiesto dallo schema. Completa infine lo schema dato. A guarigione avvenuta. Una vecchia era malata gli occhi e desiderava fortemente di guarire. Allora chiamò un medico affinché la curasse. Il medico fece parecchie visite alla donna. Ogni volta le applicava un unguento agli occhi. Ad ogni unzione, mentre la vecchia era costretta a tenere gli occhi chiusi, il medico portava via qualche oggetto dalla sua casa. Dopo un po’ le cure finirono. La vecchia era guarita, ma intanto il medico l’aveva derubata per bene e non le aveva lasciato più niente. Quando si trattò di pagare l’onorario del medico la vecchia si rifiutò e fu quindi citata in tribunale. Davanti ai giudici, la vecchia si difese dicendo: - è vero, io dovevo al medico un compenso a guarigione avvenuta come gli avevo promesso. Però io adesso sto peggio di prima. Infatti prima vedevo tutti gli oggetti della mia casa e adesso, dopo le cure del medico, non riesco a vederli più. (Esopo)
Nomi
Aggettivi
Verbi
Avverbi
Preposizioni semplici o articolate
....................................................................................................................
.............................
............................ ............................ ............................ ............................
............................
....................................................................................................................
.............................
............................ ............................ ............................ ............................
............................
....................................................................................................................
.............................
............................ ............................ ............................ ............................
............................
....................................................................................................................
.............................
............................ ............................ ............................ ............................
............................
....................................................................................................................
.............................
............................ ............................ ............................ ............................
............................
....................................................................................................................
.............................
............................ ............................ ............................ ............................
............................
............................ ............................ ............................ ............................
............................
....................................................................................................................
.............................
............................ ............................ ............................ ............................
............................
............................ ............................ ............................ ............................
............................
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I FUNZIONALI: LE PREPOSIZIONI Usa i funzionali completando gli schemi e nota come essi fanno cambiare il senso della frase. Gli zii sono partiti
da Milano. per Milano.
La lettera parte
....… Torino.
La mamma prepara il dolce
per…………………........ con …………………...... in …………………......…
La nonna esce
fra …………………........ con ……………….......... dal ………….......………
Lui è andato
.......……......….. cinema. ………….............. amici. ………......… campagna.
Il treno è partito
……............…. stazione. ……..............… Venezia. ……..............….. ore 18.
Il lavoro è stato eseguito
……..........… precisione. ………................... Luigi. ……...… tempo stabilito. ……….................. fretta.
Il bambino gioca
con .............…………… nel .............……………. a ...............……………..
Il cane abbaia
.........………….....cortile. ..........………….passanti. .........………….mezz’ora.
....… Torino.
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I FUNZIONALI: LE CONGIUNZIONI • Completa con le congiunzioni che ti sembrano più giuste. Il tempo è bello
vado in montagna.
Ho tanto da fare Ti darò i miei giochi
non ho voglia.
tu mi darai i tuoi.
Credevo di avere le chiavi Non so
le avevo dimenticate.
potrò partire domani.
Sembra facile
non lo è.
• Completa gli schemi. Ho tante cose da fare La zia abita così lontano Prendi il motorino Vieni da me nel pomeriggio • Completa mettendo le congiunzioni.
Continua a leggere
Non correre Ci sarà musica Vorrei un gelato
ma ………………..................................... perciò ……………................................... che ……………........................................ che ……………........................................ eppure .……………................................. difatti …………….................................... però ……………...................................... così ....……………................................... e .........……………................................... se …………….......................................... anzi ....................................…………….. oppure ...................................…………..
………......................... non sarai stanca. ……….................................. non troppo. .............................….…….. avrai voglia. ................................……… è pericoloso. ....................................……….. non cadi. ......................................……… va piano. .……............................... ci divertiremo. ……................................. ci annoieremo. ……….........................................vorrete. ....................................... non ho i soldi. .............................…. lo mangi anche tu. ............................................... lo compro.
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