Cjosul - Ottobre

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CJOSUL mensile friulano di informazione sportiva

Formula 1

Maxi & Co.

OTTOBRE 2017 N.07

APUMANIA

Bianconeri a caccia dei primi punti stagionali

SINGAPORE: RIPERCORRIAMO LA SCENA DEL “CRIMINE”

LAMOTTA, SCORSESE, DE NIRO

STORIA DI UN “TORO DEL BRONX”

LA MIGLIOR SALVEZZA È L’ATTACCO


CJOSUL Par furlan, cjosul e je chê peraule che si dopre cuant che ti mancjin lis peraulis.

Simone Narduzzi simone.narduzzi@cjosul.it Gianmaria Monticelli ilmiticomonti@libero.it Mattia Meroi mattia.meroi32@gmail.com Alessandro Poli alessandropoli97@gmail.com Tommaso Montanari tommaso.montanari@hotmail.it Alberto Zanotto albyzan81@gmail.com Enrico Arcolin leopoldoarcolin@alice.it Tommaso Nin tommaso.nin@gmail.com Marco Michielis michielismarco@gmail.com Mirco Gazziola mircogazziola@gmail.com

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Un attrezzo, una pietanza, un pennarello oppure un libro. Cjosul è quel termine che in friulano può assumere diverse connotazioni a seconda della situazione in cui esso viene impiegato. Nel nostro caso, Cjosul è una rivista, una rivista digitale a cadenza mensile che si propone di raccontare lo sport dagli occhi di chi lo vive in prima persona e in tutte le sue sfaccettature: calcio, basket, cinema o fumetti. Ogni aspetto della nostra vita può essere toccato dallo sport che amiamo. Ogni aspetto della nostra vita può diventare Cjosul. La redazione di Cjosul è composta in gran parte da studenti che vogliono avvicinarsi al mondo del giornalismo sportivo e lo vogliono fare all’interno di un ambiente giovane, in cui ogni proposta è accolta con entusiasmo. Rodato o ancora acerbo, ogni aspirante giornalista è il benvenuto in Cjosul. Il nostro obiettivo? Una crescita del gruppo che comporti inevitabilmente la maturazione professionale di ogni singolo partecipante.


SOMMARIO

ottobre 2017 CJOSUL

fischio d’inizio

UNA ZEBRA A POIS 04

GOL PER TUTTI, VENGHINO PORTIERI!

di Simone Narduzzi

IL RAMARRO RAMPANTE 08

RALLENTARE SI, MA VIETATO FERMARSI di Alessandro Poli

PRIMAVERA IN GOL 10

PRIMAVERA 1: IL RESPONSO DEI PRIMI 360’ DI GIOCO

di Alberto Zanotto

FOCUS SERIE A 14

TALENTO ED ESPERIENZA PER UN TORO FORMATO EUROPA di Enrico Arcolin

FANTACJOSUL 16

DICA 66: A CACCIA DI BONUS PUNTANDO ALLA ROSA IDEALE. ECCO TOP E FLOP DI SETTEMBRE. di Mattia Meroi

18 UNO SGUARDO OLTRECONFINE

NEYMAR, CAVANI E QUEL RIGORE DA UN MILIONE DI EURO di Tommaso Nin

22 SOLO COTONE

L’APUMANIA È GIÀ ESPLOSA. ORA SI CERCA LA PRIMA VITTORIA. di Gianmaria Monticelli

24 MAGIC IN THE AIR

COSA BOLLE NEL CALDERONE A POCHI GIORNI DALLA LEGA QUIDDITCH di Tommaso Montanari

28 LE DONNE, I CAVALLIER, L’ARME, I MOTORI UN BOTTO DI PUNTI di Mirco Gazziola

32 STORIE DI SPORT

TORO SCATENATO: IL FILM CHE DIPINSE UNA VITA E NE SALVÒ UN’ALTRA di Marco Michielis

Primavera 1: il responso dei primi 360’ di gioco


UNA ZEBRA A POIS

Foto Petrussi

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CJOSUL | SE T TEMBRE 2017

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UNA

ZEBRA A POIS

UNA ZEBRA A POIS

Simone Narduzzi

simone.narduzzi@cjosul.it

Gol per tutti, venghino portieri! 5

CJOSUL | OT TOBRE 2017


UNA ZEBRA A POIS >> SEGUE

Incontrovertibile evidenza in barba a critiche d’ogni sorta: che vinca o che perda quest’Udinese la butta dentro. Dodici infatti le reti messe a segno finora dai bianconeri dopo il poker rifilato alla Sampdoria di Marco Giampaolo.

Un 4-0 toccasana, iniezione di fiducia all’ambiente, e non soltanto per il clean sheet contro una squadra in buon stato di forma. La vittoria più larga della gestione Gigi Delneri, infatti, è riuscita a dare risalto ad un aspetto passato in sordina lungo le gare precedenti infarcite di errori da Oscar. Dal Chievo ai blucerchiati, con Milan e Roma in trasferta: ogni portiere che si sia trovato sul campo di fronte ai friulani ha visto, in un modo o nell’altro, la sua rete bucata almeno in un’occasione. D’accordo, il 3-1 della bandiera firmato da Stryger Larsen nella performance disarmante andata in scena all’Olimpico non regge di certo il confronto col gol vittoria di Jankto sul Genoa oppure il tris di rigori servito ad una Samp versione harakiri. Marcature diverse e prestazioni altalenanti, reti comunque in grado di segnare un punto a favore del potenziale offensivo mostrato sin qui dai bianconeri. Se poi si sblocca il puntero arrivato a suon di mugugni il valore del dato in oggetto assume toni ancor più incoraggianti.

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El Galina c’è. Penalty e scavetto, due colpi esibiti con classe: Maxi Lopez ne ha fatti un paio, bel punto da cui iniziare. A segnare con regolarità, a trascinare con esperienza i suoi lungo il difficile mese di ottobre che attende l’Udinese al rientro dalla pausa nazionali. Fiorentina in Toscana, Juventus al Friuli: non proprio due match agevoli prima di affrontare il Sassuolo a Reggio Emilia ed ospitare l’Atalanta all’ombra dell’arco dei Rizzi. Attenzione – e tanta, tantissima – dietro, cinismo sotto porta, il resto poi lo farà il gruppo al servizio di Gigi da Aquileia. Un gruppo unito, compatto attorno alle idee del proprio allenatore. Se il gioco allora non esalta, il collettivo non è in discussione. Si pensi alla spartizione dei rigori contro la Samp o alle parole di stima spese dai vari Fofana e De Paul in favore di mister Delneri nel post-gara di quel medesimo incontro. Anche il talento, sulla carta, non è poi da scartare. Quel che serve, forse, è una maggior intesa a livello tattico e la fiducia dei singoli nei propri mezzi. Senza dubbio, al netto di questi aspetti, non guasta mai una spintarella da parte della buona sorte, che ad assumerne le vesti sia un portiere in giornata no – la

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didascalia


CJOSUL

spintarella, in tal caso, è del blucerchiato Puggioni su Maxi Lopez – o un centrocampista avversario in vena di farsi espellere – più di qualcuno si è chiesto se, in 11 vs 11, Udinese-Samp sarebbe terminata con i tre punti per i friulani. Attenzione dietro. Troppi i gol subiti in queste prime giornate, vuoi per sviste di un giocatore, mancanza di cattiveria, leggerezza nei disimpegni o poca concentrazione. Queste le cause principali che han portato a far traballare la panchina di mister Delneri. Col successo sulla Doria Gigi può dirsi momentaneamente salvo. Ma per quanto? Dopotutto, nonostante, alle volte, la colpa

non fosse imputabile a lui, in tempi di crisi il primo a risponderne è proprio l’allenatore.

Giampaolo, il giovane ivoriano potrebbe presto tornare ai livelli pre-frattura del perone del campionato scorso.

Cinismo sotto porta. Maxi a Roma, Kevin in contropiede su passaggio di Kuba Jankto. Le reti non mancano, ma avremmo potuto godercene almeno un paio in più. Non preoccupano, in ogni caso, là davanti i bianconeri, e questo anche grazie ai gol di centrocampo e difesa. Nuytinck e Larsen han già trovato i loro primi centri italiani, mentre Seko Fofana sembra in crescita dopo la partenza a singhiozzo dovuta all’infortunio subito la passata stagione. Inserito nella ripresa a tagliare in due il team

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Alessandro Poli

Foto: http://www.corrieredellosport.it/news/calcio/lega-pro-serie-d/lega-pro/2017/10/05-31836788/serie_c_pordenone-gubbio_2-2_magnaghi_la_riprende_in_extremis/

alessandropoli97@gmail.com

Rallentare sì, ma vietato fermarsi QUALCHE PAREGGIO DI TROPPO E UN CAMPIONATO AL DI SOPRA DELLE ASPETTATIVE COMPLICANO LA CORSA DEI RAMARRI, MA IL SOGNO SERIE B RIMANE PIÙ CHE VIVO

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CJOSUL IL RAMARRO RAMPANTE

In un girone che in questo inizio stagione appare equilibrato anche più di quanto si potesse pensare, il Pordenone ce la mette tutta per non tradire le aspettative e, seppur con non poca sofferenza, si destreggia bene nei vertici della classifica. Il primato risulta però ancora difficile da raggiungere: troppe sono le pretendenti al primo posto, unica possibilità di promozione diretta in Serie B.

Dopo la vittoria corsara contro il Santarcangelo, ottenuta in zona cesarini, nel primo scontro casalingo di domenica 3 settembre è ancora successo, stavolta ben più netto, per i friulani sui bolzanini del Sudtirol. Nonostante lo svantaggio iniziale, firmato all’8’dal difensore Cia, i neroverdi rimediano prima con Gerardi (26’) e poi con Martignago (41’), ribaltando il risultato già nel primo tempo per poi chiudere le marcature al 51’ con la rete di Patrick Ciurria. La settimana successiva riporta la terza (sesta, contando anche la Coppa Italia) ma ultima vittoria di fila: sul difficile campo di Fano, anche a causa

del maltempo, la partita è sbloccata solo al 70’ da Giulio Parodi e termina con quest’unica rete. Il 17 settembre è il Bassano Virtus, attuale capolista, la prima squadra a strappare ai ramarri un pareggio: in questa trasferta sono i neroverdi i primi a passare in vantaggio, con Ciurria (3’) e Gerardi (10’), ma vengono ben presto raggiunti dalle reti al 25’ di Laurenti (ma l’ufficialità decreta autorete di Formiconi, per una sua sfortunata deviazione) e al 40’ di Diop. La partita si decide in quest’unico tempo, non regalando troppe emozioni nel secondo, e termina quindi col risultato di 2-2. Il Pordenone mantiene ugualmente la vetta alla pari col Vicenza, condannata allo 0-0 dal Padova. La vetta solitaria arriva per i ramarri nella quinta giornata di campionato, dove la squadra torna a vincere al Bottecchia contro il Teramo in un 4-2 che vede degna di nota la doppietta dell’esordiente Danza, mentre il Vicenza rallenta ancora, pareggiando anche contro la FeralpiSalò. L’inizio di ottobre non è certo più semplice: lunedì 2 i friulani perdono subito il primo posto, ancora per merito della corazzata FeralpiSalò, che li ferma in un pareggio con gli occhiali neutralizzando anche un rigore di Burrai, mentre la sorprendente Renate s’impone sulla Triestina passando in testa. Infine nel posticipo del turno infrasettimanale di giovedì 5 il Pordenone non riesce a sfruttare il turno di riposo della squadra brianzola, e, anche dominando il gioco nello scontro casalingo con il meno quotato Gubbio, si trova costretta ad acciuffare negli ultimi minuti il pareggio: dopo una prima mezz’ora ricca di marcature, che vedeva in vantaggio gli umbri per 2-1, è Magnaghi, con il suo primo gol stagionale, a rimettere in piedi il risultato in pieno recupero. Terza capolista in tre giornate consecutive diventa, come detto, il Bassano. Insomma, la lotta per il primato è dura anche più di quanto ci si potesse immaginare e gli avversari sono molti, ma la squadra di Colucci non dà segni di cedimento, rimanendo tra l’altro ancora imbattuta, e guarda a un nuovo mese dove ogni singolo match sarà fondamentale per le sorti della classifica. E, come si sa, solo chi l’ha dura la vince.

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Le altre È discreto l’inizio di campionato per la neopromossa Triestina, che, dopo aver osservato il turno di riposo nella prima giornata, esordisce il 3 settembre in un pareggio interno per 1-1 contro la Reggiana e alla successiva giornata asfalta il campo di Ravenna vincendo 5-1, con tutte le reti segnate nel solo primo tempo. Alla quarta giornata è ancora 1-1 al Rocco contro il Sudtirol, mentre nessun punto è raccolto nei due successivi match: domenica 24 sul campo del Mestre la sconfitta arriva quasi allo scadere per 2-1 e la settimana dopo è la Renate a trionfare al Rocco per 1-0. Parziale riscatto si ha mercoledì 4, col pareggio senza reti contro l’Albinoleffe. In serie D il cammino di Cjarlins Muzane e Tamai inizia come preannunciato: entrambe le squadre punteranno a rimanerci, l’una arrivando da una storica promozione, l’altra da una salvezza conquistata solo ai playout, spareggi che peraltro avevano costretto alla retrocessione i “cugini” del Cordenons. Cinque sono i punti accumulati in altrettante gare per le due squadre, che rimangono perciò in bassa classifica. È infine da segnalare che sta per chiudersi un’altra edizione del Campionato Carnico, il quale ci ha accompagnato anche durante quest’estate: lo scudetto è ormai matematicamente nelle mani del Cavazzo, capace di una sola sconfitta in tutta la stagione e di un distacco per questo notevole – ad oggi di dieci punti – dalla seconda classificata Villa, unica in grado di impensierirlo e di sconfiggerlo, sia in campionato sia nella finale di Coppa Carnia. Chiuderà ufficialmente la stagione proprio lo scontro tra queste due squadre il 13 o 14 ottobre – la data non è ancora stata ufficializzata – per la conquista della Supercoppa Carnia. CJOSUL | OT TOBRE 2017


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PRIMAVERA IN GOL Alberto Zanotto

albyzan81@gmail.com

Primavera 1: il responso dei primi 360’ di gioco. Il campionato Primavera 1 è ufficialmente cominciato! È partita, quindi, una stagione che ci accompagnerà fino a giugno: week-end per week-end seguiremo le partite principali e soprattutto i match dell’Udinese, cercando di scovare, anche quest’anno, nuovi talenti pronti per il calcio che conta. Questo mese analizziamo l’inizio di stagione – le prime quattro giornate – di tutte le squadre del Campionato Primavera 1.


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ATALANTA I bergamaschi, fino a qui, hanno rispettato le attese. La squadra di mister Brambilla ha infatti portato a casa nove punti in queste prime quattro gare. Dopo il primo incontro, da dove è uscita sconfitta contro un’ottima Fiorentina, la Dea ha subito cambiato mentalità ed è riuscita a portare a casa tutti i punti in ballo nelle tre partite successive contro Torino, Sampdoria e soprattutto Inter, quest’ultima battuta 2-0 grazie alle marcature di Melegoni e Barrow, due fra i giocatori più interessanti della lega. Il secondo è anche al comando della classifica marcatori con cinque gol in quattro partite.

BOLOGNA Una squadra partita senza troppe ambizioni e che, al momento, si trova al penultimo posto con un solo punto racimolato nella trasferta di Torino contro la Juve. Nei match successivi, giocati contro Hellas, Milan e Roma, la squadra di Troise ha trovato molti problemi nella fase offensiva – un solo gol realizzato, alla quarta giornata contro la Roma – forse causati dalle assenze di capitan Okwonkwo, più volte chiamato in prima squadra da Donadoni. Lì davanti si è fatto ben notare Negri, esterno classe ‘99: ma un giocatore non può bastare, serve l’apporto dell’intera squadra.

CHIEVO VERONA Gli otto punti nelle prime quattro giornate per la squadra clivense devono far sorridere mister D’Anna, il quale ha sempre messo in campo una squadra equilibrata. La velocità di Rivi non ha reso facile la vita agli avversari, infatti il classe ‘99 è riuscito a mettere a segno già due reti in queste prime uscite. Il punto forte di questa squadra, però, è sicuramente la solidità difensiva. Non a caso a scendere in campo là dietro sono stati sempre i soliti Kaleba, Sbampato, Polignano e Michelotti: solo due i gol subiti per l’estremo difensore Pavoni.

FIORENTINA Squadra fantastica lo scorso anno, sembra in grado di ripetersi anche in questa stagione. La Fiorentina, seconda in classifica dopo le prime quattro giornate, si candida sin dall’avvio ad occupare le zone nobili del campionato. Tre vittorie contro Atalanta, Sampdoria e Lazio che parlano da sole. Il nuovo allenatore Bigica ha già fatto vedere CJOSUL | OT TOBRE 2017

cosa è capace di fare con questi ragazzi. Miglior attacco per la Viola, trascinata dalle giocate di Sottil e Gori, che fino ad ora han messo a segno due gol e due assist il primo e tre gol il secondo. Unica nota dolente di questo inizio la sconfitta contro l’Hellas nella seconda giornata. Nonostante questo piccolo passo falso, i gigliati rimangono ugualmente una squadra da tenere d’occhio

Tre pareggi con Bologna, Genoa e Chievo, e una sconfitta pesante subita in casa contro la Roma. In queste prime partite non ha mostrato la sicurezza e la continuità di risultati che negli ultimi anni ha sempre fatto vedere su tutti i campi. Forse c’è stato un calo di talenti nella rosa rispetto agli anni scorsi, ma la Juve è la Juve ed è chiamata dunque al più presto a cambiar mentalità.

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GENOA

LAZIO

Il settimo posto dopo quattro giornate è un buon risultato per il Grifone, sapendo che quest’estate molti dei big se ne sono andati. Sette punti portati a casa nelle partite contro Napoli, Juventus, Lazio e Sassuolo. I primi match non sono andati benissimo. Nelle prime due gare, infatti, la squadra di Sabatini ha racimolato un punto – sconfitta col Napoli e pareggio con la Juventus. Dopo quest’inizio un po’ claudicante, i rossoblù hanno rialzato la testa facendo bottino pieno contro Lazio e Sassuolo grazie anche alle due reti messe a segno da Micovschi.

Altra nota stonata la Lazio di mister Bonatti: un punto per gli aquilotti nelle gare contro Chievo, Genoa, Udinese e Fiorentina. Gli avversari erano ostici e con qualità superiori a quelle dei biancocelesti, ma un gol fatto in quattro gare è un dato che non può soddisfare il club. Servirà qualcosa in più per creare qualche grattacapo alle altre squadre del campionato.

INTER Un ottimo inizio di campionato quello dei campioni d’Italia con due vittorie nei primi due match contro Udinese e Milan. Un calo poi per la squadra di Vecchi che ha abbassato il ritmo racimolando un solo punto contro il Chievo e restando a bocca asciutta di fronte all’Atalanta. Nonostante tutto abbiamo visto una buona Inter, con i neo-acquisti Zaniolo e Odgaard inseritisi alla perfezione negli schemi del Biscione: un gol per il primo, tre gol e un assist invece per il secondo.

JUVENTUS Assolutamente la delusione di questo inizio di campionato. I tre punti portati a casa in queste quattro uscite non possono di certo soddisfare Dal Canto e la società torinese.

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MILAN Aveva cominciato male la stagione il nuovo Milan targato Gattuso, con due sconfitte nelle prime due uscite contro Sassuolo e Inter per 5-1 e 3-0. Tuttavia, dopo una partenza decisamente sottotono, i diavoletti si son rimessi in carreggiata con due vittorie nelle due gare successive. 2-0 a Bologna e 1-0 in quel di Milanello, avversario il Napoli. La qualità c’è, vedremo se Ringhio riuscirà a farla emergere.

NAPOLI Una vittoria e tre sconfitte per i giovani partenopei. Non è bastato un ottimo attacco capitanato da Palmieri, realizzatore di tre delle quattro reti del Napoli, per evitare tutte queste sconfitte.


ROMA

SAMPDORIA

UDINESE

La squadra che negli ultimi anni ci ha fatto più divertire si conferma anche in questo inizio di stagione. Dopo quattro gare, infatti, i giallorossi sono di nuovo al comando della classifica con dieci punti. Una squadra con buoni prospetti in tutti i ruoli, soprattutto in attacco, dove Celar, Coly e Antonucci stanno dimostrando di avere grandi qualità. La difesa barcolla, ma sicuramente un allenatore come De Rossi saprà come perfezionare anche la fase difensiva, essendo uno dei coach più longevi e quindi di maggiore esperienza all’interno della categoria.

Fanalino di coda con un solo punto è la Samp, che in questo inizio di campionato non ha messo in mostra le grandi qualità a cui ci aveva abituato nel corso della passata stagione. Balde in attacco non sta trascinando la squadra come suo solito, un problema imputabile al fatto che forse alla punta blucerchiata manchi il giusto sostegno per trascinare la squadra alla vittoria.

Esordio sotto tono quello dei bianconeri contro l’Inter. Cominciare la stagione davanti ai campioni d’Italia, in effetti, è impresa da considerarsi tutt’altro che agevole per chiunque. Dopo la prima sconfitta, tuttavia, la squadra di coach Giulio Giacomin si è subito rialzata portando a casa cinque punti nelle gare contro Lazio, Napoli e Sampdoria. Fanno sorridere, in particolare, le prestazioni di Nabil Jaadi e del neo acquisto Aly Mallè: sugli scudi in queste prime giornate, potrebbero far comodo anche a Delneri in caso di rotazioni in attacco fra i più grandi. Il trequartista marocchino classe ’96 si è reso autore di una doppietta nella goleada a domicilio del Napoli – 2-5 il risultato finale. A bucare i partenopei anche l’ex Granada Mallé, attaccante maliano di diciannove anni in grado poi di ripetersi nella giornata seguente a Manzano, dove al vantaggio Samp la giovane punta ha risposto con la bella marcatura in solitaria – con tanto di dribbling sul portiere – per l’1-1 dei friulani. Nel gioco del nuovo mister si sono dimostrati fondamentali e anche molto cinici sotto porta diversi centrocampisti come Brunetti e Simonetti, che in questo inizio di stagione hanno messo in mostra tutte le loro doti. La squadra c’è, ma il lavoro da fare è ancora tanto per arrivare a livelli da top team… il tempo darà i suoi frutti.

SASSUOLO Qualitativamente una delle migliori rose del campionato, anche se manca la continuità di risultati. Dopo un inizio scoppiettante con il 5-1 al Milan e il pareggio in casa della Roma, infatti, i neroverdi si sono fatti prendere dall’euforia e non hanno reso come nelle partite precedenti, vincendo non senza qualche problema con il Torino e poi perdendo contro il Genoa. È il secondo migliore attacco con nove gol. In effetti con Scamacca e Pierini, lì davanti è tutto più facile!

TORINO Altra squadra in fondo alla classifica è il Torino, che dopo la vittoria contro la Samp nella prima giornata si è spenta. Successivamente sono arrivate le sconfitte contro Atalanta, Sassuolo ed Hellas Verona. I gol del solo Butic – unico giocatore a segno in queste prime quattro giornate – lì davanti al momento non bastano.

VERONA Altra sorpresa è stato il Verona, che dopo quattro giornate si trova a lottare con le grandi per le prime posizioni dall’alto dei suoi nove punti. Esordio difficile per la squadra di Porta contro la Roma, ma poi bottino pieno nelle gare successive. I gialloblù giocano da vera squadra e riescono a mandare in rete sempre giocatori differenti.

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FOCUS SERIE A

Una Serie A tutta da decifrare quella che ci aspetta in questa stagione, un campionato che ha già dimostrato come nel calcio nessuna partita sia scritta in partenza. Diverse le pretendenti al titolo e tante le formazioni con gli occhi puntati sull’Europa: tra queste, a spiccare, il Torino di Sinisa Mihajlovic, il quale sin dalle prime uscite ha dimostrato di poter essere l’inaspettata – ma non troppo – rivelazione 17/18. Nel corso del mercato estivo il presidente Urbano Cairo ha operato in modo sensazionale azzeccando per lo più ogni mossa, prima su tutte quella mirata a trattenere il bomber della Nazionale italiana, il “Gallo” Andrea Belotti. Durante questa sessione, infatti, il celebre duo rossonero Fassone-Mirabelli a lungo ha trattato per il numero nove granata proponendo al giocatore uno stipendio significativo ed offrendo in cambio a Cairo tre discrete pedine come Niang, Paletta e Antonelli più 60 milioni cash. Niente da fare: il massimo dirigente del Toro è stato irremovibile e quindi abile nel trattenere il suo pupillo classe ‘93. Per assestare la difesa traballante dello scorso anno – con molti dei gol subiti forse imputabili al portiere inglese Joe Hart, autore di un’annata decisamente al di sotto delle sue potenzialità – il Torino si è intelligentemente assicurato le prestazioni di Salvatore Sirigu, svincolatosi dal Psg e fin da subito parso pronto al suo ritorno nel campionato italiano. La coppia Moretti-Rossettini garantiva ben poca sicurezza così, ceduto il secondo, il Toro si è subito cautelato portando a vestire la maglia granata il brasiliano Lyanco e Nicolas N’Koulou. Quest’ultimo ha personalità e sa usare bene entrambi

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i piedi, da tempo mancava un centrale così al club di Cairo. Dopo la cessione lampo per più di 25 milioni di euro al Chelsea del laterale Davide Zappacosta nell’ultimo giorno di mercato, il Torino ha a sua volta messo a segno un blitz nel giro di poche ore acquistando dall’Inter Ansaldi e dando così a Mihajlovic un degno erede della fascia destra lasciata orfana dopo la partenza dell’esterno ora al servizio di Antonio Conte.

A centrocampo – confermati i vari Baselli, Obi ed Acquah – si è registrato il trasferimento di Benassi alla Fiorentina: al suo posto ecco l’ex Juve Tomas Rincon. Il venezuelano, tuttavia, al momento non sembra al top della condizione fisica e pare ancora ben al di fuori degli schemi disegnati da Mihajlovic. L’attacco granata potrebbe definirsi uno dei migliori reparti offensivi in circolazione nel nostro campionato, con Adem Ljajic e Iago Falque ad agire alle spalle di Belotti. Ad aiutare ulteriormente il Gallo – al momento infortunato ma già in trepidante attesa per il possibile rientro contro l’Inter a novembre – quest’anno c’è M’Bayè Niang, punta franco-senegalese arrivata

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dal Milan e da cui i granata attendono l’esplosione annunciata da tempo. Un attacco sulla carta strabiliante, capace di coniugare perfettamente forza fisica e fantasia, classe e potenza: il giusto mix per mettere nel mirino l’Europa. I tifosi ci credono, l’ambiente è dei migliori, ci sono tutte le credenziali – recente sconfitta nel derby a parte – per disputare una stagione importante e tornare agli alti livelli raggiunti con Gian Piero Ventura alla guida.


arcolinenrico@gmail.com

Enrico Arcolin

Talento ed esperienza per un Toro formato Europa Foto: http://www.toronews.net/wp-content/uploads/sites/2/2016/08/gazzanet-toro/bologna/GettyImages-597184186.jpg | http://www.calcioweb.eu/wp-content/uploads/2017/10/torino.jpg

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FANTACJOSUL

Mattia Meroi

mattia.meroi32@gmail.com

Dica 66: a caccia di bonus puntando alla rosa ideale. ECCO TOP E FLOP DI SETTEMBRE.

Foto: http://www.sportfair.it/2017/09/inter-spalletti-fa-infuriare-i-tifosi-della-juventus-handanovic-come-buffon-dico-questo/605496/ http://www.goal.com/it/giocatore/k-koulibaly/b1srdmp4cmwl9k768h8a2ixn9 http://www.romagiallorossa.it/rassegna-stampa-as-roma/non-solo-dzeko-ce-florenzi-le-vie-della-roma-sono-infinite.html http://www.goal.com/it/notizie/fifa-18-esultanze-come-fare-la-dybala-mask-la-dab-di-pogba-e/57kog5nqr66k1njdknxzdreyw

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CJOSUL

Seconda sosta di campionato. Ottobre, mese in cui la stagione entra nel vivo e se ne chiude una prima parte. Si iniziano a intravedere le gerarchie della serie A, con obiettivi e speranze per ciascuna delle squadre in ballo. Per molti tifosi, in particolare, è questo il momento di tracciare un bilancio dell’inizio del proprio campionato di fantacalcio. Come sta la rosa? Rendono i giocatori acquistati? Le sorprese stanno venendo a galla? Tanta sfortuna? Parecchi infortuni sul groppone? Queste le domande ricorrenti tra i più affiatati "fantacalcisti" italiani. Chi spera in una rimonta, chi vuole consolidare il primato. Ma per raggiungere il proprio obiettivo è necessario l'apporto dei calciatori. Portieri. Samir Handanovic è il portiere meno battuto della serie A. Il lavoro di Spalletti sulla difesa dell'Inter ha dato i suoi frutti. L'estremo difensore sloveno sicuramente ci mette del suo con interventi d'autore per non avere gol al passivo. Inoltre è un para-rigori. Anche Donnarumma sui rigori avversari ha la parata calda. Ma la fase difensiva del Milan non lo protegge adeguatamente. Qualche rete al passivo in più la incassa Buffon. Dopo la cessione di Bonucci, la sua retroguardia commette qualche disattenzione di troppo. La presenza di una valida alternativa quale Szczesny come riserva gli permette di tirare il fiato ogni tanto. Sull’altra sponda di Torino, Sirigu senza dubbio si augurava di raccogliere meno palloni in fondo al sacco, reti frutto di troppe disattenzioni da parte dei difensori granata. Da registrare, inoltre, le numerose occasioni in cui Allison ha salvato la

porta alla Roma. A Udine il cambio della guardia tra i pali con Bizzarri al posto di Scuffet lascia presagire che il giovane portiere friulano venga custodito da Gigi Delneri in vista di un suo rilancio in un momento più positivo per la squadra bianconera. Difensori. Importanti soprattutto per chi ha introdotto nel regolamento il cosiddetto modificatore. Schierando una difesa a quattro è fondamentale avere voti positivi per far scattare l'aumento del punteggio totale. Koulibaly è già andato a segno in due occasioni. Il suo compagno di squadra Ghoulam garantisce assist in quantità. Nella Juventus, dopo la partenza di Bonucci, Allegri ruota i calciatori a disposizione. E che dire dello stesso Bonucci? In questa prima parte non ha reso certo sui livelli di un tempo. Si sono inseriti bene nel nostro campionato i vari Ricardo Rodriguez e Bram Nuytinck. Il primo calcia anche rigori e punizioni, il secondo ha tempismo nello stacco di testa sui corner. Kolarov ai più era già noto, mentre anche l'atalantino Caldara sta confermando quanto di buono fatto nella passata stagione. L'infortunio di Silvan Widmer ci ha permesso di scoprire Stryger Larsen. Buon difensore con margini di miglioramento. Dà maggiori garanzie in fase di spinta rispetto a quando è costretto a difendere. Sta pian piano ritrovando una condizione fisica accettabile Samir dopo l'infortunio patito nel finale dello scorso campionato. Centrocampisti. Per la Roma e per l'Italia è una bella notizia il ritorno in campo di Alessandro Florenzi. Giocatore duttile; nasce interno di centrocampo, ma può spostarsi indietro per fare il terzino o avanti per agire da attaccante esterno. Sicuramente si sono accorti in molti del primo rigore sbagliato dopo una serie infinita di centri da parte di Diego Perotti. L'esterno giallorosso salta l'uomo in spazi stretti, fornisce palloni d'oro ai compagni, ma finalizza poco su azione. E troppo spesso accusa infortuni. Chi sta rientrando da un problema fisico è Felipe Anderson, sostituito da un grande Luis Alberto, vera rivelazione della mediana nel panorama nazionale. Si è sbloccato nel frattempo Hamsik, arrivato a una sola lunghezza da Maradona nella classifica all-time dei marcatori napoletani. Allan

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e Zielinsky si alternano nel centrocampo di Sarri con ottime gare condite da gol, mentre chi sta crescendo in termini di bonus è Perisic. Contro la Sampdoria sono arrivate notizie confortanti da Fofana. L’ivoriano è apparso in netta ripresa e si è guadagnato due rigori, uno dei quali da lui trasformato. Devastante in fase offensiva, si attendono conferme. Jankto è la solita spina nel fianco per gli avversari. Sta progredendo anche De Paul, che con l'addio di Thereau è diventato il rigorista dell'Udinese. Rodrigo deve trovare continuità. Attaccanti. C'è chi va alla ricerca del capocannoniere e chi punta ad avere un tridente che garantisca reti ad ogni giornata. Per il momento in testa alla classifica delle realizzazioni c'è Paulo Dybala, il quale ha avuto un avvio di stagione spumeggiante. Lo segue Immobile che, terminale offensivo di una grande Lazio, trova la rete con grande frequenza. Il tridente del Napoli è una minaccia per ogni difesa. Mertens ormai ci ha preso gusto e trova con facilità la via del gol, ma anche ai suoi lati Insigne e Callejon si confermano glaciali sottoporta. Dopo un primo anno da dimenticare, il capocannoniere dello scorso campionato Dzeko è sui suoi standard abituali. Chi ultimamente è in leggera flessione dopo un ottimo avvio è Icardi. Un solo sigillo, su rigore, tra Bologna, Genoa e Benevento. In difficoltà Falcinelli al Sassuolo. Ultimamente Bucchi gli ha preferito Matri. Anche Pavoletti a Cagliari fatica a trovare la via della rete. Nel Milan ci sono quattro punte per due posti: Kalinic, Suso, Cutrone e Andrè Silva. Stanno salendo le quotazioni del portoghese, in grado pian piano di convincere Montella a regalargli sempre più minuti. Gomez non si discute, Higuain è tornato al gol. La doppietta alla Samp ha fatto capire che Maxi Lopez può essere molto utile alla causa dell'Udinese. Buono l'apporto di Lasagna da seconda punta. I tifosi bianconeri sono curiosi di vedere all'opera Bajic e si augurano una pronta guarigione per Perica.

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UNO SGUARDO OLTRECONFINE Tommaso Nin

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Neymar, Cavani e quel rigore da 1 milione di euro Nel 2005 Mihajlovic e Adriano si giocavano una punizione a pari e dispari, mentre oggi il PSG offre un milione di euro a Cavani per cedere il posto di rigorista al fenomeno Neymar. Che ne sarĂ del calcio al tempo in cui tutto pare si possa comprare?

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Foto: http://www.repubblica.it/2003/e/gallerie/calcio/contamiha/5.html | http://www.inter-calcio.it/MihajlovicSinisa.htm | http://it.eurosport.com/calcio/ligue-1/2017-2018/psg-tensione-neymar-cavani-dani-alves-ruba-palla-al-matador-e-la-passa-all-ex-barca_sto6338127/story.shtml

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UNO SGUARDO OLTRECONFINE

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Era il lontano 2005: l’anno della prima Juventus di Capello, dell’Inter di Mancini e della Roma trascinata da un inarrestabile Francesco Totti, del Milan dei fenomeni guidato da Carletto Ancelotti. Febbraio 2005, si diceva. Siamo a San Siro, va in scena un big-match, una di quelle sfide da tutto esaurito. Inter e Roma, Adriano, Cruz e Vieri di fronte al tridente Totti, Cassano, Montella. La Roma gioca bene ma non basta, poiché sarà l’Inter, al termine dei 90’, ad assicurarsi i tre punti grazie ad una doppietta di Mihajlovic. Il mancino dei Balcani punisce i giallorossi mettendo a segno ben due

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reti, entrambe realizzate su calcio piazzato, la specialità della casa. La prima è un tiro preciso al 23’ del primo tempo, la seconda arriva all’inizio della ripresa, in un episodio oscillante tra l’esilarante e il grottesco. Sinisa non è infatti l’unico mancino dotato di grande tecnica di tiro, e Adriano, l’imperatore, s’appressa deciso alla palla, seriamente intenzionato ad incaricarsi del tiro. Mihajlovic non ci sta, ma nemmeno il brasiliano intende cedere facilmente al compagno: seguono i soliti battibecchi, fino al colpo di scena che fa scattare il sorriso. I due se la giocano lì, in mezzo al campo, a pari e dispari, fra lo stupore dell’arbitro e gli sguardi interdetti dei giocatori. Vince il serbo, che disegna poi una parabola deliziosa su cui Pellizzoli non riesce ad arrivare.


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Dodici anni e mezzo dopo Oltralpe si gioca PSG-Lione. Unay Emery, tecnico spagnolo, dispone di uno dei tridenti più micidiali d’Europa. Mbappè, Cavani e Neymar formano un trio in apparenza ineguagliabile. È il 10’, e O’Ney è abbattuto al limite dell’area del Lione; Cavani vuole prendere la palla, ma Dani Alves, che è stato più lesto, la nasconde platealmente all’uruguaiano e la consegna direttamente al connazionale numero 10 che, incaricatosi del tiro, non centra il bersaglio. Al 34’ del secondo tempo è invece il giovanissimo Mbappè ad essere atterrato in area di rigore. Sul dischetto questa volta si presenta Cavani, consueto rigorista, almeno nella scorsa stagione, del club parigino. Neymar gli si avvicina, i due parlottano un po’, forse discutono; il numero 9 non si volge verso il compagno, è di poche parole, quasi lo ignora, inamovibile. Il brasiliano si allontana, scuro in volto e per nulla sereno; Cavani sbaglia il rigore, mentre poi, negli spogliatoi, si rincorrono le voci di una rissa sfiorata tra i due attaccanti e di Thiago Silva che, in veste di paciere, si sarebbe frapposto fra i due. Pace fatta? Macché, sui giornali si diffonde la diceria, più che notizia, che il giocatore più pagato della storia avrebbe richiesto addirittura la cessione dell’uruguaiano, reo, a suo dire, di minare la sua leadership nella squadra.

Emery tenta da parte sua di abbassare i toni, mostrando più che altro di volersi smarcare dalle pressioni mediatiche di chi gli ha imputato la responsabilità d’aver affidato a Cavani quello sventurato tiro dagli undici metri, aggiungendo, in modo tanto vago quanto cauto, che sarà lui ad alternarli in futuro. Ci pensa allora il main sponsor di O’Ney, Dani Alves, a riportare tutti

sulla retta via, con una cena a tre che dovrebbe placare definitivamente gli animi. Tutto finito? Non ancora, perché a rendere ancora più assurda quella che sarebbe dovuta rimanere una semplice bagarre da spogliatoio ci ha pensato lo stesso Al Khelaifi, proprietario del club parigino e uomo di poche parole, ma di molti denari. E proprio ai denari ha guardato il qatariota per ridurre Cavani al silenzio e favorire l’asso brasiliano.

Per l’attaccante uruguaiano è infatti previsto un bonus di un milione di euro in caso di vittoria della classifica cannonieri e, si capisce, rigori e punizioni in ciò son decisivi. Al Khelaifi ha pensato bene di anticipare il pagamento del milioncino a Cavani, a patto che questi lasci proprio i rigori e le punizioni al neoacquisto parigino. Il numero 9 ha ben che rifiutato il lauto bonifico, preferendo meritarselo sul campo, sostenuto in questa prova di lealtà anche dai suoi compagni.

oltre all’assoluta mancanza di stile, conferma il timore che anche nel calcio sia ormai passata l’idea che ormai tutto si può comprare.

Al tempo in cui i cartellini raggiungono delle cifre spropositate e in cui i contratti hanno un numero incalcolabile di zeri, di clausole e di bonus previsti, non ci resta che l’emozione di un genuino scontro tra due giocatori che s’azzuffano, metaforicamente e non, per calciare un rigore e tirare una punizione, non ci rimane che il talento come unico giudice di ciò che accadde in campo: perché finché ci sono queste cose e giocatori come Cavani, la magia del pallone è ancora una volta preservata.

Nervi tesi insomma in casa PSG ed equilibri che si fanno sempre più delicati in uno spogliatoio che rischia di spaccarsi per un calcio piazzato rubato ed un rigore sbagliato: come sono lontani i tempi in cui Adriano e Mihajlovic si giocavano una punizione a pari e dispari! Non il denaro di un miliardario né i capricci delle sue stelle, ma solo la sorte dei numeri a dirimere delle dispute che in campo sono all’ordine del giorno. Se i capricci di O’Ney restituiscono l’immagine di un campione assoluto che appare dotato di tutto fuorché dell’umiltà che si confà al vero leader, e la lealtà di Cavani suscita la nostalgia di una cavalleria che ormai è rara, l’arbitrato di Al Khelaifi,

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SOLO COTONE Gianmaria Monticelli ilmiticomonti@libero.it

L’ApuMania è già esplosa. ORA SI CERCA LA PRIMA VITTORIA

Venerdì 28 settembre 2017, al palasport Primo Carnera di Udine, si è giocata la prima giornata di andata del campionato di Serie A2 girone Est tra Apu Gsa Udine e Fortitudo Bologna. Significativo questo primo match al Carnera oltre che per la caratura tecnica dei giocatori a disposizione dei due allenatori, anche per il ritorno del tifo udinese nella sua casa del basket, riconsegnata dalla Giunta comunale durante i campionati nazionali under 18 tenutisi la scorsa estate. Al di là del risultato finale, comunque sempre in discussione nell’arco di tutti i 40 minuti, la giornata è stata entusiasmante sia per i tantissimi appassionati accorsi nel rinnovato impianto dei Rizzi, sia per la prestazione dei ragazzi di coach Lino Lardo, anche loro forse colpiti sul piano delle emozioni in questo esordio casalingo contro una squadra quadrata e ben messa in campo dal suo leader, il tecnico Matteo Boniciolli. Il palazzetto è sold-out o quasi, il pubblico molto caldo, acceso anche dalla storica rivalità con la tifoseria bolognese sponda Fortitudo, aspetto questo che conferisce ancor più atmosfera ad un match che ha tanto da dire. La partita si presenta subito molto combattuta. I due team si sfidano punto a punto. Ad accusare la tensione di un palazzetto così caldo è inaspettatamente Udine, che tiene bene in difesa ma non arriva ad avere buone percentuali al tiro, in particolare dal perimetro. I friulani nel primo quarto si affidano alle belle giocate di Pellegrino e Mortellaro, i quali acchiappano parecchi rimbalzi prendendosi sulle spalle anche il gioco offensivo della Gsa. Le polveri dei migliori tiratori bianconeri come Pinton, Raspino, Benevelli e Veideman sono bagnate e quindi il punteggio stenta a prendere quota. CJOSUL | OT TOBRE 2017

Da segnalare sin da subito invece la buona prova e l'aggressività su ambo i lati del campo del funambolico Kyndall Dykes, che mette in seria difficoltà la difesa bolognese. La squadra di Boniciolli parte sciolta, gioca in tranquillità e trova facilmente la via del canestro grazie ai suoi due stranieri e a un Daniele Cinciarini sugli scudi. La difesa è buona, ma forse sono maggiori i demeriti di Udine nel non trovare la via del canestro. Ecco allora che al decimo il punteggio recita un 12-22 per gli ospiti. Nella seconda frazione Udine gioca con forza, vigore, buona difesa e riesce così a recuperare sino al -3 senza però riuscire a mettere la freccia. Bologna quindi riprende a colpire e spedisce il quintetto di casa nuovamente a -6. Ice Man Veideman prende sulle spalle la squadra con iniziative personali ed assist. Pellegrino fa la voce grossa a rimbalzo, Diop alza la pressione difensiva e sporca tantissime palle. Dykes, nonostante giochi poco perché già in allerta falli, fa il suo con grande energia. All'intervallo lungo Il punteggio indica ancora 35-41 Bologna. Inizia il Veideman show: per lui ben 15 punti nel terzo quarto. Mai doma Udine si rifà sotto fino al -2 grazie un coast to coast del nazionale estone, imprendibile per i difensori felsinei. Come nel secondo quarto, tuttavia, ad uno sforzo bianconero per raggiungere gli avversari corrisponde una reazione che, in questo caso, riporta la Fortitudo a distanza +8 punti. Bologna continua a produrre gioco mentre a Udine manca il tiro da fuori, un difetto che si farà sentire fino allo scattare della sirena conclusiva. Nell'ultimo quarto Udine non molla, la Fortitudo però mitraglia dalla distanza con un Legion infallibile che porta la Fortitudo

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sino al +14, una punizione forse troppo severa per il gioco volenteroso espresso dai ragazzi di Lardo. Sembra finita, e invece no. Udine ha una grande scossa di orgoglio e nel giro di pochi minuti si fa prepotentemente sotto fino al -3. Tutto ciò però prima che il meccanismo si inceppi ancora una volta e la Fortitudo, con un glaciale Cinciarini dalla lunetta, fissi il punteggio sul 71-76. Gsa quindi autrice di una partita di cuore in cui ha dimostrato di avere delle belle opzioni, ottime risorse. Squadra nelle difficoltà, formazione dotata di carattere e voglia di vincere. Bologna ha meritato la vittoria, conducendo sempre il gioco, avendo delle ottime percentuali al tiro e facendo azioni più pulite, la palla rapida da un giocatore all’altro. Boniciolli ha dimostrato di poter guidare una fuori serie, gli avversari della Fortitudo sono avvisati. Nelle prossime partite Udine sarà di scena a Mantova e poi di nuovo al Carnera contro Ravenna – 8 e 15 ottobre. Due gare per nulla facili, essendosi le squadre citate rinforzate dopo l’avventura ai playoff giocati al termine della passata stagione. Un capitolo, quest’ultimo, che speriamo possa esser scritto anche per il gruppo costruito dal duo Alessandro Pedone-Davide Micalich. Serve dunque invertire la rotta per cominciare a rincorrere la zona playoff già a partire dai prossimi incontri. I ragazzi e Lardo son pronti, la parola dunque passa di nuovo al campo. Il calendario di ottobre allora si concluderà tra 20 e 29 con la caldissima trasferta a Roseto degli Abruzzi – ricordate l’espulsione di Allan Ray in quel del PalaMaggetti lo scorso anno? – e l’altro incontro fuori casa a domicilio dell’“eterna rivale” Orzinuovi.


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MAGIC IN THE AIR Tommaso Montanari

tommaso.montanari@hotmail.it

Cosa bolle nel calderone a pochi giorni dalla Lega Quidditch A MODENA NASCE UNA NUOVA SQUADRA MENTRE IL NORD SI PREPARA A DISPUTARE IL GIRONE VERDE 25

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MAGIC IN THE AIR >> SEGUE

Mai inizio di stagione è stato così denso di novità nel panorama del quidditch italiano. Da un giorno all’altro ci siamo trovati ad assistere ad un torneo internazionale e alla nascita di una nuova squadra in Emilia Romagna. Nel quartier generale dell’AIQ, nel frattempo, si continua a lavorare alacremente per i preparativi della Lega quidditch, che vedrà scendere in campo tutte le squadre italiane tra i mesi di ottobre e novembre. Vediamo allora di capire più nel dettaglio cosa ci ha portato questo mese di settembre appena concluso.

DAL CUORE DELL’EMILIA ARRIVANO LE MANTICORE! È emiliano il nuovo team che già da qualche tempo sta dando notizia di sé. Il progetto è di Giovanni Fontana, giovane modenese il quale, dopo aver provato in prima persona il quidditch ad un evento a tema Harry Potter, ha pensato bene di verificare, ma con esito negativo, se Modena fosse in possesso di una sua squadra più o meno ufficiale. Deciso a colmare la lacuna, Fontana arriva alla fondazione dei Manticores Modena, un team fresco che sin dai primissimi esordi conta un buon numero di atleti desiderosi di mettersi in gioco in questa disciplina. Le idee sono chiare e l’intenzione per il fondatore del club è di allenare il proprio team in una polisportiva del luogo per poi iscriverlo all’AIQ in vista del Girone bianco, l’evento della Lega quidditch che interesserà le formazioni del centro Italia. “Saremo contro squadre molto più forti, ma speriamo di vincere almeno una partita”: commenta Fontana senza farsi intimorire dai veterani del quidditch che i suoi dovranno affrontare al Girone. Al nuovo team vanno i nostri migliori auguri!

IL PUNTO SUI VIKINGS POST-LUBIANA Il debutto dei Midgard Vikings al Golden nut tournament di Lubiana del 23 e 24 settembre scorsi non ha portato esattamente ai risultati sperati: l’esperienza slovena ha CJOSUL | OT TOBRE 2017

visto la formazione italiana – unica rappresentanza tricolore – concludere in ultima posizione. Poco importa: fondamentale per gli eventi a seguire sarà il bagaglio di esperienza ottenuto nel corso della manifestazione. Sconfitta quindi solo “numerica” per i nostri che tornano a casa con il morale alle stelle e pronti a far tesoro di quanto imparato nella due giorni di gare. I vincitori? Gli austriaci dei Vienna Vanguards si sono aggiudicati il trofeo grazie ad un perfetto ruolino di marcia: sette partite vinte su sette partite giocate, minor numero di punti incassati e ben cinque boccini acciuffati. Seguono i Bavarian Barbars, cinque vittorie per loro e stesso numero di boccini all’attivo. Terza la squadra ospitante, gli Aemona Argonauts, sul gradino più basso del podio grazie a quattro vittorie, quattro boccini e il numero maggiore di punti totalizzati: ben 880. Nonostante le sei sconfitte su sei, in ogni caso, un boccino se lo sono presi pure i Vikings.

GIRONE VERDE? VICHINGHI PRESENTI! Dopo l’esperienza di Lubiana, la nuova squadra del Nord non poteva di certo esimersi dal prender parte all’imminente Girone di competenza. Ricordiamo che l’evento si terrà il 7 ottobre al Bengals Stadium di Brescia e che chiamerà a raccolta le scope di tutto il Nord Italia: saranno presenti infatti i Green Tauros di Torino, intenti a difendere il loro primato, il Genova Quidditch, i Milano Meneghins, i Midgard Vikings e, ovviamente, i padroni di casa, i Bombarda Brixia. Il roster dei vichingi si è arricchito di nuove leve: nello spirito di unione che caratterizza i Vikings, la squadra ha reclutato due giocatori dei Pink Unicorns, la seconda squadra milanese, che si è vista esclusa dalla Lega per insufficiente numero di persone – lo stesso motivo che ha permesso alla squadra di formarsi. Ecco allora che alla richiesta degli atleti Dennis Rossini e Tommaso Zilioli di unirsi al team, i Vikings non potevano certo tirarsi indietro!

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DI SEGUITO IL ROSTER UFFICIALE PRESENTATO AI VERTICI DELL’AIQ: Tommaso Corcioni

portiere e snitch runner (non certificato)

Alice Sartori cacciatrice

Sara Panico

battitrice, cacciatrice e speaking captain

Viatcheslav Rublev Facchini portiere

Nicolas Hanot

cercatore, coach e snitch runner (certificato)

Mara Colautti battitrice

Serena Imbò

battitrice e cacciatrice

Debora Scapolan cacciatrice

Francesca Irene Blarasin cacciatrice

Tommaso Montanari battitore e capitano

Davide Giovanni Steccanella cacciatore

Dennis Rossini

cacciatore, battitore, cercatore e snitch runner (non certificato)

Tommaso Zilioli cacciatore e cercatore


MAGIC IN THE AIR

Per chi non avesse ancora molta familiarità con i ruoli del quidditch, ricordiamo che i cacciatori sono gli “attaccanti”, ovvero coloro i quali cercano di segnare passandosi la pluffa; i battitori difendono i propri compagni ed anelli lanciando i bolidi contro gli avversari – a mo’ di dodgeball, per intenderci – mentre i cercatori danno la caccia al boccino per far ottenere trenta punti alla propria squadra e concludere la partita. Il boccino è portato in campo dallo snitch runner, che corre in lungo e in largo per non farsi acchiappare dai cercatori. Novità importanti anche dal punto di vista del regolamento: da quest’anno, infatti, per aumentare la sicurezza dei giocatori in campo, sarà obbligatorio l’uso del paradenti in tutti gli eventi ufficiali, pena l’esclusione dal gioco.

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foto: https://timedotcom.files.wordpress.com/2017/09/singapore-crash-hero-image.jpg?quality=85 https://cdn-1.motorsport.com/images/amp/25kWaDN6/s6/f1-singapore-gp-2017-kimi-raikkonen-ferrari-max-verstappen-red-bull-after-the-crash-5630899.jpg

LE DONNE, I CAVALLIER, L’ARME, I MOTORI

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Mirco Gazziola

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Dopo la deludente ma non inaspettata prestazione della Ferrari al GP di Monza, le possibilità per Sebastian Vettel di sfruttare la gara a Singapore per avere un vantaggio nella classifica iridata rispetto a Lewis Hamilton erano alte. Un sabato di qualifiche spettacolare con il tedesco della Ferrari che, pur toccando con il cerchione della ruota il guardrail, riesce ugualmente a segnare il miglior tempo. Tutto è ormai pronto: Mercedes in terza fila su pista sfavorevole, prima curva dopo poche centinaia di metri e pista bagnata. Eppure alla prima curva qualcuno non ci arriverà mai. Raikkonen, Vettel, Verstappen e Fernando Alonso le “vittime” dell’ormai celebre carambola di inizio gara dello scorso 17 settembre. Tralasciando Alonso analizziamo, caso per caso, le azioni dei piloti coinvolti in quello che è senza dubbio l’incidente più importante e rocambolesco della stagione. Kimi Raikkonen parte benissimo, sorpassa in velocità Max a sinistra correndo vicino alla linea della pista senza toccarla, così da evitare il pattinamento delle gomme in fase di accelerazione e mantenendo dritto lo sterzo. Quando ormai la Ferrari numero 7 ha superato l’olandese c’è un contatto tra la ruota posteriore destra di Kimi e quella anteriore di Max. La Ferrari del finlandese va in testacoda e colpisce il compagno di squadra causando ingenti danni ad entrambi. Max Verstappen in partenza non riesce ad avere uno stacco frizione efficace come quello di Raikkonen e si vede subito attaccato anche da Vettel, il

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quale sta proteggendo la sua prima posizione. Max finisce per lottare contro l’asfalto bagnato cercando di limitare il pattinamento delle ruote posteriori e, mentre evita leggermente Sebastian, per la coincidenza del sorpasso di Kimi si ritrova la ruota anteriore vicinissima ai radiatori di quest’ultimo. Sebastian Vettel parte in modo discreto e cerca di difendere la prima posizione spostandosi a sinistra e forzando leggermente Max ad andare verso il muretto. Tutto questo lo fa perché impossibilitato a vedere il suo compagno di squadra che nel mentre sta completando un perfetto sorpasso su Max. Difficilmente durante le fasi della partenza i piloti si ricordano dei punti nella classifica, del gioco di squadra, del giro in cui fare il primo pit stop; la partenza è proprio il momento in cui l’adrenalina è al massimo. È dove conta solo sopravvivere, essere avanti, il più avanti possibile. Per chi almeno una volta nella vita abbia provato a correre con i go kart probabilmente si ricorderà che oltre a non avere specchietti retrovisori, si fatica a capire e a vedere lateralmente chi si stia sorpassando. Ora, provate a immaginare di essere in fase di partenza – ovviamente muniti di una vettura con specchietti retrovisori – ma a velocità molto elevate e con le scie d’acqua generate dagli pneumatici che rendono limitata la visione laterale. Fatto? Ecco, allora vi renderete conto di come sia impresa ardua capire la posizione delle vetture avversarie attorno. Il nostro giudizio finale allora è prossimo a quello sancito dai giudici della FIA: un incidente di gara. Ogni pilota aveva i suoi motivi per essere lì in quel preciso momento; ogni pilota stava disputando al meglio la propria corsa. Kimi che parte bene, Max che cerca di gestire la pessima partenza e di evitare al contempo Sebastian, quest’ultimo intento a difendere la leadership espressa durante le qualifiche. Da questo episodio ne deriva però un pesante zero per la Ferrari e per Vettel, lasciato quindi a inseguire Lewis Hamilton, il quale ora conduce nella classifica piloti.

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foto: https://cinephiliabeyond.org/raging-bull-reason-fell-love-work-martin-scorsese/

STORIE DI SPORT, DI CINEMA, DI VITA

Toro scatenato: IL FILM CHE DIPINSE UNA VITA E NE SALVÃ’ UN'ALTRA Marco Michielis

michielismarco@gmail.com

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Si racconta che al termine della prima proiezione di “Raging Bull” (in Italia “Toro scatenato”), dopo essersi visto interpretare da un De Niro in forma smagliante, Jake La Motta, quasi sessantenne, chiese alla moglie: - Ma sono davvero così? -. E quella, senza esitare, gli rispose che no, lui in realtà era molto peggio. Giacobbe, questo il suo nome di battesimo, era nato e cresciuto nel Bronx. Aveva conosciuto le difficoltà della strada, la durezza del carcere. Anche Scorsese, in gioventù, si era confrontato con un ambiente simile, esorcizzandolo attraverso il cinema, attraverso film come “Mean Streets”. Le vite dei due s'incrociano in maniera sorprendente. Il regista cade vittima

della dipendenza di cocaina; ricoverato in ospedale, pesantemente dimagrito e in crisi, De Niro gli fa numerose visite per convincerlo a intraprendere la realizzazione di una nuova pellicola. Un film che sarà destinato a salvargli la vita e a rilanciare la sua carriera di cineasta. Ovviamente stiamo parlando proprio di “Toro scatenato”. Certo, il film non lo salverà solo perché avrà un grande successo. In esso, nella storia travagliata di La Motta, fatta di alti e bassi, di ascesa e di crollo, Scorsese mette tanto della propria vicenda umana. Un'opera biografica che diventa anche autobiografica, interpretata da quell'attore, all'epoca in stato di grazia, che lo aveva persuaso con la sua testardaggine e la sua insistenza a non lasciarsi andare, a rimettersi in pista, a prendere le redini della regia di “Toro scatenato”. Un intreccio di vite più unico che raro, insomma, da cui scaturirà la forza del film che si trascina e si manifesta ancora ai nostri occhi di moderni spettatori. Jake La Motta, del resto, era un personaggio poliedrico, dai mille talenti – una volta abbandonato il mondo della boxe, si diede al cabarettismo. Fu campione mondiale dei pesi medi e si confrontò con la realtà malata

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della boxe di allora, sulla quale mafia e malavita esercitavano la loro losca influenza. Alcune delle più intense sequenze di “Toro scatenato” restano quelle in cui agli episodi e alle imprese del pugile del Bronx, si accompagna la rinnovata grinta e vigoria di Scorsese. Stiamo parlando, ad esempio, della celebre scena del cosiddetto “massacro di San Valentino”, ossia di quella sera del 14 febbraio 1951 in cui La Motta sfidò per il titolo mondiale Sugar Ray Robinson, uno dei pugili più forti di tutti i tempi. Fu sconfitto dopo tredici round per K.O. tecnico, ma non cadde mai al tappeto, reggendosi con le poche forze che gli rimanevano sulle corde del ring e incassando i colpi del rivale. Difficile non vedere in quel De Niro La Motta che, col volto pesto e ricoperto di sangue, s'avvicina a Ray per ripetergli più volte “you never got me down”. Difficile non vedere Scorsese che, dopo tante, tantissime sofferenze, sputa in faccia all'esistenza e al mondo intero la sua voglia di combattere ancora. Difficile, infine, non commuoversi ora che la morte si è portata via Jake. Dopo 96 anni senza mai cadere al tappeto.

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