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imperativo categorico
from ForteMagazine 2019
«LA NUOVA CASA per riunire la famiglia durante le vacanze? Dovete comperarla in Versilia». Con questo imperativo categorico da parte dei figli, Paola Testori e il marito, l’ingegnere Mimmo Testori, per lunghi anni a capo dell’azienda tessile di famiglia a Novate Milanese, si sono messi d’impegno nella ricerca di una dimora a Forte dei Marmi e dintorni. Come antefatto, occorre sapere che Paola Testori, sessantacinque anni ben portati, laurea in biologia, alpinista eccezionale, trent’anni di lavoro nell’Unione Europea a Bruxelles, dove ha ricoperto l’incarico di direttore generale per la salute e i consumatori, è una donna sempre pronta a reinventarsi. «Quando, nel 2015, abbiamo lasciato Bruxelles e la nostra bella villa in mezzo a un grande giardino», racconta «ho sentito il desiderio di ricreare un nido familiare in Italia, dove poter riunire i nostri tre figli sparsi in giro per il mondo: Camilla lavora a Singapore, Giovanni a Londra, mentre a Milano vive Benedetta». La Versilia è sembrata a tutta la famiglia il luogo ideale per ritrovarsi. «Oltretutto», aggiunge Paola Testori «Forte e dintorni sono luoghi ambitissimi dagli amici stranieri». Gli anni trascorsi a Bruxelles e le scuole frequentate hanno messo i ragazzi Testori in contatto con il mondo intero. Il sogno, oggi, è poter accogliere al Forte gli amici di sempre, ritrovando così il loro passato. «Tutti – francesi, belgi, inglesi, spagnoli, americani – sono felici di raggiungerci qui». A fare da magnete, la spiaggia, la qualità della vita e la diversità delle cose da fare. Per Paola ci saranno, soprattutto, il tennis e il trekking sulle Apuane. Dopo lunghe ricerche, i Testori si sono innamorati di una villa immersa nel verde della tenuta Varenna, a Motrone, dove Gabriele D’Annunzio scrisse la Francesca da Rimini. «Abituati ai grandi spazi verdi di Bruxelles», racconta la padrona di casa «la villa degli anni ’60, circondata da un grande parco, a duecento metri dal mare, con un cospicuo numero di camere da letto, ci è sembrata perfetta per noi». La residenza, ristrutturata dall’architetto Beppe Zucca del prestigioso studio milanese Caccia Dominioni & Zucca, è ormai pronta per accogliere tutta la famiglia. Alle spalle della Tenuta Varenna, vive un passato affascinante, conosciuto da pochi. Il nome è legato all’imprenditore lombardo Luigi Varenna, che nel 1920 acquistò dal marchese fiorentino Clemente Origo novanta ettari di pineta e campagna, dal lungomare fin oltre l’Aurelia, con villa padronale, fattoria, case coloniche, il singolare studio di scultura del marchese e un’antica chiesina. «Luigi Varenna», spiega la bisnipote Silvia Soresina Garbagnati «acquistò la tenuta con la liquidazione dalla manifattura tessile di famiglia Alfonso Pessina. Il bisnonno ridiede vita alla proprietà, impiantando un vivaio di pini marittimi destinati ai Fori Imperiali di Roma. Oggi, i novanta ettari sono stati in parte lottizzati dagli eredi negli anni ’60, ma resta il ricordo delle meravigliose estati trascorse qui».