ACCADEMIA DI BELLE ARTI FOGGIA
CITTA’ DI FOGGIA
CITTA’ DI FOGGIA ASSESSORATO ALLA CULTURA UNIVERSITA’, BENI CULTURALI, SPETTACOLO E GRANDI EVENTI
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MOSTRA DELLE OPERE ESEGUITE NEL CORSO DI TECNICHE DEL MOSAICO PROF.SSA FLORIANA MUCCI SALA GRIGIA - PALAZZETTO DELL’ARTE - FOGGIA
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI FOGGIA Corso Garibaldi, 35 71100 Foggia tel. 0881 726301 - fax 0881 709072 www.abafg.it CITTA’ DI FOGGIA PALAZZETTO DELL’ ARTE Via Galliani, 1 71100 Foggia tel. 0881 726008 www.comune.foggia.it CITTA’ DI FOGGIA ASSESSORATO ALLA CULTURA UNIVERSITA’, BENI CULTURALI, SPETTACOLO E GRANDI EVENTI
Progetto grafico - impaginazione: ANTONIO NASUTO Catalogo curato da: FLORIANA MUCCI e ANTONIO NASUTO
SOMMARIO
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LAETARE
SAVINO GRASSI
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LA PITTURA FATTA DI PIETRE
MARIA VINELLA
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TESSERE
LOREDANA REA
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LE OPERE
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GENESI
APPUNTI SULL’ ATTUALITÀ DELLA TECNICA MUSIVA
FLORIANA MUCCI
LAETARE Savino Grassi Direttore dell’ Accademia di belle Arti di Foggia
Francesco canta e non ragiona, Chiara s’è recisa la chioma e danza nel chiuso oliveto di S. Damiano, Caterina è una creatura di fuoco e sangue dolcissimo in mezzo ai vigneti di Siena e per tutta l’Europa, e Teresa suona il flauto per consolare una sorella che piange. (David Maria Turoldo)
Una mostra in primavera. E di mosaici! Il titolo poi Tessere è di sicuro impatto: come una rosa con tanti petali, c’è qui una parola dai diversi significati, che aprono ognuno un proprio sentiero. Ce n’è abbastanza per far girare i pensieri. Tessere di forme e natura diverse, pensate, raccolte nelle mani e toccate. In attesa di una forma possibile e di un sottile richiamo, mendicanti di identità, sognano l’armonia. Sparse e disgiunte, immobili, spente, quale sarà il loro destino? Il vento le sospingerà, si consumeranno… A meno che un signore le tocchi e le assegni un posto: così piccole parti in un insieme, illeggibi-
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li consistenze, diventano trama di un disegno, dando vita a forme sinuose e sfuggenti e a lieti e luminosi paesaggi. Le tessere si muovono, sembrano danzare e vibrare, scivolare e fondersi sulla superficie, e poi fermarsi, ognuna in un posticino; ma non credeteci: esse continuano a muoversi, ad ammiccare, e così fino a che avranno vita. Le tessere non si acquietano mai, si lasciano e si prendono nell’instancabile gioco dell’amore. È il loro invisibile movimento a produrre la luce, vibrante letizia degli occhi e del cuore. E noi, sfortunate tessere al confronto, pesanti e impacciate, incapaci di danzare la vita, acquistare colore, cercare nel vento il nostro disegno! Tessere colori, forme, materia… e giorni, canti, pianto e sorriso. La trama ci sostiene nel costante rimando al cantus firmus: cercare il disegno, seguire il richiamo. Nel mosaico ogni tessera ha perduto qualcosa: isolamento, forma, appagamento, sacralità, ma ha assunto relazioni, partecipazioni, ricchezza, molteplicità, e soprattutto leggerezza. Si è spogliata della consistenza della singolarità, ha abbandonato aspetto e destino per librarsi leggera nella luce. Forse la trama, per avanzare, deve alleggerirsi? Tessere ed essere te stesso nella continua spoliazione e rinuncia all’inessenziale. Che sia il vento che guida le tessere, e poi, una volta sistemate, con-
tinua a farle vibrare sino alla fine? Che sia il vento il paradigma dell’arte e della genesi? Instancabile suggeritore spazza via le cose della nostra vita, scompiglia capelli e vestiti e, soffiando forte, ci trascina nella corsa lieta dei bambini, tessere matte nel gioco più bello. “…ha nella mano il ventilabro per mondare la sua aia; raccoglierà il suo frumento nel granaio e brucerà la pula con fuoco inestinguibile” (Mt 3,11). È la raccolta delle tessere, il trascinante gioco dell’amore…, e noi che per anni ci siamo spaventati! Laetentur coeli et exultet terra!... perché il vento si è alzato, il gioco è iniziato, il regno si è fatto prossimo.
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LA PITTURA FATTA DI PIETRE Maria Vinella Critico d’arte e docente di Didattica dell’Arte Accademia di Belle Arti di Foggia
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In Oriente e Occidente. In Islam e India. In Grecia e America precolombiana. A San Marco a Venezia, a Santa Sofia a Costantinopoli, e poi, ancora, a Pergamo, Pompei, Ravenna, Damasco, Palermo, Monreale, Daphni, Kiev… La tecnica musiva ha lasciato opere d’arte di rilevante bellezza in ogni angolo del globo terracqueo che – sin da tempi antichissimi - ha donato all’uomo la magia preziosa di pietre e conchiglie per realizzare ornamenti e decori. Erede di un vasto patrimonio culturale, il mosaico – legato alla civiltà greco-romana e al mondo cristiano e bizantino che lo assunse come mezzo privilegiato di espressione figurativa – costituisce oggi una tecnica artistica desueta. Forse perché è basata su una metodologia complessa e impegnativa: materialmente il suo procedimento si basa sull’impiego di piccoli elementi di materia dura accostata su ampie superfici, pertanto una buona realizzazione presuppone non solo un’attenta fase progettuale ma anche un’accurata fase esecutiva. Caratterizzato sia per le qualità di abbellimento che per le doti di solidità e persistenza, il mosaico richiede pratica di regolarità e minuzia, allenamento visivo nel definire punti di colore e di luce, competenze compositive per costruire equilibri di spazi. Questa tecnica, nata come decorazione per pareti o per pavimenti, formata da tessere più o meno regolari e multicolori, nell’antichità era eseguita con ciottoli o conchiglie e, in seguito, con pietre dure,
marmi, terracotta e, successivamente, con paste vitree, madreperla e smalti. Con forme più o meno regolari di quadrati, rettangoli o triangoli, già le ‘tesserae’ o gli ‘abucoli’ dei Romani, così come gli ‘abakiskoi’ dei Greci, servivano a costruire reticoli geometrici che pian piano assunsero andamenti più curveggianti, sino a diventare sinuosi e funzionali alla decorazione nei mosaici bizantini e medioevali. In pieno Rinascimento, l’equivoco di una ‘pittura fatta di pietre’ affascinava ancora molto artisti come Raffaello che fece riprodurre proprie opere a valenti maestri artigiani (pensiamo a Luigi da Pace, veneziano, che realizzò nel 1516 una composizione del maestro urbinate per la cupola della Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo a Roma). Oggi, dopo la fase di transizione del XIX che vide attivo un iniziale processo d’industrializzazione della tecnica, l’esecuzione musiva si affida a macchinari rapidi e precisi, dove le tessere prodotte con sistemi moderni sono realizzate in materiali similvetrosi. Invece, nell’attuale panorama dell’arte, la tecnica affida il proprio potenziale creativo a pochi artisti che ancora credono fortemente nella seduzione visiva del mosaico. Tra questi, Floriana Mucci, docente del Corso di Tecniche del Mosaico dell’Accademia di Belle Arti di Foggia, sperimenta insieme ai propri studenti nuove possibilità espressive per questo procedimento tanto antico quanto dimenticato.
La ricerca di nuovi materiali e l’uso di nuovi strumenti hanno permesso ai giovanissimi autori di avventurarsi a caccia di insoliti accostamenti materici, di soluzioni compositive alternative, di inconsueti effetti cromatico/luministici, di differenti visioni spaziali. Come afferma la stessa Mucci: “Dietro ogni opera si cela la nostalgia del passato, la sfida al presente e un’apertura al domani. Il mosaico trasforma questi pensieri in tessere, con una propria identità e un proprio linguaggio. Oggi, realizzare un mosaico con materiale sperimentale significa giocare con la differenza e la diversità della materia, significa ridare nuova vita a sassi, a legni, a conchiglie, a semi… Re-interpretando, ri-pensando, ri-creando si sfida se stessi e gli altri.” Alimentati dalla passione della ricerca, i frequentanti il Corso di Tecniche del Mosaico hanno prodotto in queste ultime stagioni di alacre sperimentazione alcuni interessanti risultati che variano dall’omaggio all’arte arcaica e classica (ad esempio all’arte egizia) alla citazione dell’arte moderna (da Kandinsky al Liberty), dal richiamo alla tradizione musiva sacra all’uso di iconografie ‘spericolate’. Ne è un esempio il prezioso Occhio di Horus (in madreperla e marmi policromi su tufina di fondo), l’allusione all’espressionismo astratto (pasta di vetro zigrinato), il tondo con composizione naturalistica (in pasta alimentare dipinta), l’icona religiosa con tessere dipinte a mano, la composi-
zione di figure in vetro Tiffany, la maschera tribale in pepe nero, ceci, vetro e cera, il mosaico figurale in argilla espansa, specchio e corteccia d’albero, il mosaico di denuncia politico-sociale con tessuto giallo e materiale vari, la composizione geometrica in resina sintetica epossidica, e, ancora, le numerose figurazioni e le texture paesaggistiche in sale, sabbia, caffé, mais, terra, sassolini … e fantasia.
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TESSERE APPUNTI SULL’ ATTUALITÀ DELLA TECNICA MUSIVA
Loredana Rea Critico d’arte e docente di Storia dell’Arte Accademia di Belle Arti di Foggia
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Sempre più spesso nell’ultimo decennio l’attenzione della critica si è rivolta alla sperimentazione dei giovani e dei giovanissimi, nell’intento dichiarato di comprendere le problematiche del presente e ipotizzare verso quali territori potrebbero dirigersi le creatività, le progettualità e le sperimentazioni oggi ancora in nuce. Non è un caso quindi che gli appuntamenti espositivi, che vedono esclusivi protagonisti gli orientamenti di ricerca delle nuove generazioni, si siano visibilmente moltiplicati, al punto che sembra impossibile tracciare una mappa degli accadimenti legati all’arte e al suo complesso sistema, senza considerare quanto va emergendo nelle loro esperienze. Il punto di partenza è la volontà di comprendere la contemporaneità, per prevedere verso dove in un prossimo futuro si indirizzino le linee programmatiche della ricerca, mentre l’obiettivo finale è la necessità di relazionarsi costruttivamente con le sperimentazioni dei più giovani, per ricostruire il complesso intrecciarsi di molteplici orientamenti e di sempre differenti contaminazioni linguistiche, elaborati in un momento in cui la tensione verso la globalizzazione si intreccia indissolubilmente con l’esigenza di una profonda riflessione sulla propria identità culturale. In un quadro così delineato, per chi lavora attivamente intorno e dentro le problematiche dell’arte contemporanea, anche una mostra didattica, organizzata per presentare al pubblico i risultati di
percorsi di lavoro elaborati in relazione alle esigenze dell’insegnamento, può, e deve, essere motivo di riflessione, perché è attraverso esperienze come questa che ci si raffronta costruttivamente con le ipotesi progettuali di quanti sono ancora nella fase formativa, quando le difficoltà di elaborare in maniera indipendente le sollecitazioni offerte dai docenti si confrontano con gli stimoli provenienti dalla pratica quotidiana, mentre l’ineludibile desiderio di cambiamento e l’ansia di rinnovamento si rapportano inevitabilmente con la storia e la tradizione del fare arte. Tessere in quanto esposizione didattica è da intendere come momento centrale del programma sviluppato da Floriana Mucci, titolare del Corso di Mosaico dell’Accademia di Belle Arti di Foggia, ma anche come occasione di riflessione intorno al lavoro di quanti ancora si dibattono tra didattica e formazione. Come ogni momento espositivo anche questa mostra offre alcuni spunti per ulteriori speculazioni e, nel caso specifico, l’opportunità per una breve disamina sulle possibilità espressive delle tecniche musive nella pratica artistica contemporanea. Una breve riflessione sul mosaico non può che prendere le mosse dalla lateralità che occupa rispetto agli altri linguaggi dell’arte, come se la sua inconfondibile specificità fosse il segno di una pratica laboratoriale destinata a pochi. Di tutte le tecniche sviluppate nel corso di una lunga e fertile tradizione è certamente una delle
più specializzate e materialmente impegnative, ma contemporaneamente anche quella che con maggior duttilità si è rapportata agli spazi costruiti per esaltarne le qualità plastiche e creare straordinarie emergenze decorative. Il mosaico, infatti, è un particolare tipo di decorazione per pavimenti o pareti, formato da piccoli elementi multicolori più o meno regolari, le tessere, che nella fase più antica erano costituiti principalmente da ciottoli, poi da pietre dure, marmi, conchiglie, terrecotte, madreperle, smalti, paste vitree, accostati gli uni agli altri a formare disegni precedentemente elaborati e messi in posa su di una superficie dura, quindi fissati con mastici e malte cementizie, che ne garantiscono la resistenza all’usura del tempo. Se ne deduce perciò la necessità di un’attenta progettazione e conseguentemente l’esecuzione da parte di maestranze altamente specializzate che fin dalla sua origine - decorazioni musive realizzate con coni di argilla a testa colorata, databili all’inizio del III millennio a.C., sono state rinvenute nella città sumerica di Uruk – l’hanno caratterizzata come una manifestazione tutt’altro che spontanea e diffusa, restringendone l’utilizzo tecnico a circoscritti ambiti culturali: la civiltà greco-romana e il mondo cristiano e bizantino, in cui il rendimento disegnativo, cromatico e chiaroscurale, ma soprattutto il calibratissimo gioco di rifrazione sulle tessere stesse, raggiunge risultati straordinari e spesso non più eguagliati.
L’inevitabile richiesta di specializzazione nella prassi esecutiva e nella sottesa progettazione, in cui devono essere preventivamente studiati i rapporti tra i reticoli delle tessere e gli effetti da ottenere, sono dunque l’inequivocabile indicazione di un linguaggio complesso, inscindibilmente legato alla qualità delle materie scelte, all’intensità di rifrazione e assorbimento della luce, alla studiata tessitura delle superfici cromatiche, che sono l’essenza e contemporaneamente il motivo fondante della sua irresistibile fascinazione. Nel contesto culturale di questi anni, in cui il sistema dell’arte sembra sempre più interessato a porre l’accento sulla spettacolarità delle soluzioni operative ed espressive, che sulla vera sostanza delle progettualità e delle esperienze creative, il mosaico, intrinsecamente caratterizzato da un rigore tecnico-formale che è la sua stessa ragione di essere e che non permette facili mistificazioni, si colloca quindi inevitabilmente in una posizione marginale rispetto alla centralità dei dibattiti e delle riflessioni critiche, anche se esperienze come quella di Roma, in cui artisti di chiara fama e giovani emergenti sono stati invitati a realizzare interventi musivi nelle diverse stazioni delle due linee metropolitane, dimostrano la capacità di questo linguaggio antico di rapportarsi con gli spazi della contemporaneità.
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ACCIARO VINCENZA ARMIENTO ANNALISA AVEZZANO LEONARDO CALDARA ORNELLA CARICONE LUCIA CASIERO FABIO CASTUCCI LUCIA CIAVARELLA MICHELA CONTANGELO VITA COPPOLA ROSSANA CRISTIANO ANTONELLA DE FINIS FRANCESCA DI BENGA SIMONA DI LEO ADRIANA DI SANTO LUCIA FERRARA OLGA FLORIO ELSA FOTI ANTONINO FUIANO ELISABETTA GRECO PAOLO EMILIO LA CAVA EMANUELE LISCIO NICOLINA LUPOLI PAOLO MERLA MICHELA MICIACCIA NUNZIA MONACHESE LUCIA NAPOLITANO LEONARDO NASUTO ANTONIO PADALINO ANNA PALMISANO IDEO PAZIENZA GIOVANNI PELULLO MARIANNA PICCIRILLI STEFANIA PIEMONTESE MARILINA SANTORO ADRIANO VALENTE GIUSEPPINA
LE OPERE
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“L’ ELEMENTO DELLA MOBILITA’ CIRCOLARE
E’
PROPRIO DI QUESTA NUOVA ARTE, NELLA COSTRUZIONE
STESSA DEI RAPPORTI DEI COLORI AL DI FUORI DELLA PUERILITA’ ACCADEMICA DEL FIGURATIVO E DEL NON FIGURATIVO…” (DELAUNAY)
ACCIARO VINCENZA 12
AMMICCANTI GEOMETRIE
CERAMICA Ø 67
13
“LA FIGURA SOSPESA NELL’ ARIA SCIOGLIE LA TENSIONE DEL CORPO CON LA FORZA DELL’ EMOZIONE IN UN’ ESPLOSIONE DI COLORI E MOVIMENTO”
ARMIENTO ANNALISA 14
LA DANZATRICE
VETRO DIPINTO 60 X 70
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“UN INNESTO TRA ARTE E VITA FRAMMENTATO DAL TEMPO”
AVEZZANO LEONARDO 16
L’ ESSENZA DI AVE
VETRO TIFFANY 45 X 35
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“ARGENTEA LA LUCE ACCAREZZA IL QUIETO APRIRSI ALLA VITA”
CALDARA ORNELLA 18
REMINISCENZA
VETRO DIPINTO E CARTA ALLUMINIO 70 X 70
19
“OGNI ESSERE UMANO E’ COME UN FIORE DI UN GRANDE GIARDINO”
CARICONE LUCIA 20
IDENDITA’ DI UN FIORE
TERRACOTTA E VETRO DIPINTO 80 X 100
21
“A RITMO NELL’ ANIMA, PRIMITIVO IDEALE, SCOPRE LE SUE ORME RENDENDOMI UNICA E SOLA PREDA DEL SUO ISTINTO”
CASIERO FABIO 22
EMERSIONE
GESSO ACCIAIO E GRANELLA LAVICA 57 X 140 X 30
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“SE NON FOSSI QUELLO CHE SONO, NON DIPINGEREI; MA, ESSENDO QUELLO CHE SONO, LAVORO SPESSO CON GIOIA…” (VAN GOGH)
CASTUCCI LUCIA 24
ETERNA GIOVINEZZA
VETRO E STOFFA 42 X 37 X 47
25
“CILIEGIE… SEMPLICI CILIEGIE, ASSAPORO TRA LA LINGUA E IL PALATO E MI INEBRIO DI QUESTO ATTIMO … CON LE ALI DEL SAPORE, VIVO IN UN SOGNO DOVE NOI SIAMO SIA IL PECCATO CHE LA CASTITA’ ” ( MY)
CIAVARELLA MICHELA 26
CILIEGE
PASTA E CERA COLORATA Ø 50
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“SALIMMO SU, EI PRIMO E IO SECONDO, / TANTO CH’ I VIDI DELLE COSE BELLE CHE PORTA IL CIEL, PER UN PERTUGIO TONDO; / E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE.” (DANTE)
CONTANGELO VITA 28
COSTELLAZIONI
VETRO FUSIONE 47 X 60
29
“…A COLEI CHE FISSA IL SOLE SENZA ABBASSARE LE PALPEBRE, CHE AFFERRA IL FUOCO SENZA TREMARE E ASCOLTA IL CANTO DELL’ANIMA “UNIVERSALE” FRA LO STREPITO E IL TUMULTO DEI CIECHI.” (GIBRAN)
COPPOLA ROSSANA 30
SOLE
SABBIA E PIGMENTI Ø 76
31
“COM’ E’ PROFONDO IL MARE” (DALLA)
CRISTIANO - MONACHESE - PAZIENZA 32
FONDO MARINO
PIETRE E RESINA EPOSSIDICA 47 X 47
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“I SOGNI RIPRODUCONO I NESSI LOGICI MEDIANTE APPROSSIMAZIONI DI TEMPO E DI SPAZIO, COME IL PITTORE RAPPRESENTA TUTTI I POETI INSIEME SUL PARNASO” (FREUD)
DE FINIS MARIA FRANCESCA 34
SOGNO ZODIACALE
MARMI POLICROMI 120 X 60
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“…LA TERRA E’ NELLA TUA MANO COME TU LI HAI CREATI. SE TU SPLENDI, ESSI VIVONO, SE TU TRAMONTI, ESSI MUOIONO; TU SEI LA DURATA STESSA DELLA VITA… E SI VIVE DI TE…” (TRATTO DA “L’ INNO ALL’ ATON”)
DI BENGA SIMONA 36
IL MISTERO DI HORUS
MADREPERLA E MARMI POLICROMI 47 X 61
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“UN QUADRO MI VIENE DA LONTANO; CHI LO SA DI QUANTO, IO L’ HO INDOVINATO, L’ HO AVUTO, L’ HO CREATO E , TUTTAVIA, IN UN DOMANI IO NON VEDO ME CHE L’ HA FATTO” (PICASSO)
DI LEO ADRIANA 38
MASQUE
MATERIALI VARI SU TERRACOTTA SMALTATA 23 X 26
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“L’ASPETTO DELLE COSE VARIA SECONDO LE EMOZIONI, E COSI’ NOI VEDIAMO MAGIA E BELLEZZA IN LORO: MA BELLEZZA E MAGIA, IN REALTA’ , SONO IN NOI” (GIBRAN)
DI SANTO LUCIA 40
MUNDO DE AZULEJOS
TESSERE IN DAS E PIETRE COLORATE 53 X 53
41
“CHE CI FACCIO QUI?... E PERCHE’ QUESTI ALTRI MI GUARDANO CON ARIA SOSPETTA?”
FERRARA OLGA 42
“TI ARRENDI?”…”MAIS!”
CHICCHI DI CAFFE’ E UNO DI MAIS 42 X 36
43
“…SUL COLONNATO COPERTO TRA LE DUE ALI DEL PALAZZO DI ERODE IL GRANDE, USCI’ IL PROCURATORE DI GIUDEA PONZIO PILATO “ (BULGAKOV)
FLORIO ELSA 44
MANI PULITE
PIETRE E SPUGNA 100 X 61
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“AVVENTATI L’ UNO CONTRO L’ ALTRO DUE GUERRIERI CON LE ARMI HANNO INTASATO L’ ARIA DI SANGUE E DI BAGLIORI. MA LA TENZONE, LO STREPITO DEL FERRO E’ GAZZARRA DI RAGAZZI IN PREDA A UN AMORE CHE VAGISCE!” ( BAUDELAIRE)
FOTI ANTONINO 46
FINE DEL DUELLO
CERAMICA, PIETRA LAVICA E VETRO 110 X 53
47
“FACENDO UN VIAGGIO A RITROSO, TRA GLI ALBORI DEL TEMPO, TRA PEZZI DI VETRO E PIETRE PREZIOSE, HO RIVISTO L’ APOTEOSI DELL’ ARTE ”
FUIANO ELISABETTA 48
LA MADONNA DELLE PIETRE
VETRO DIPINTO E PIETRE 60 X 50
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“SE C’E’ UNA STRADA SOTTO IL MARE, PRIMA O POI CI TROVERA’. SE NON C’E’ STRADA NEL CUORE DEGLI ALTRI, PRIMA O POI SI TRACCERA’ “ (FOSSATI)
GRECO PAOLO EMILIO 50
AFRO VENICE (VIAGGIO TRA VENEZIA E L’ AFRICA)
MATERIALI VARI SU CARTAPESTA 86 X 46
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“I SOGNI CI APRONO PER QUALCHE ISTANTE LA PORTA DELL’ ETERNITA’ SVELANDONE I SEGRETI…” (‘OUFÎ)
LA CAVA - LUPOLI - NAPOLITANO 52
TRA SOGNO E REALTA’
VETRO TIFFANY 180 X 70
53
“IN FODO, SOGNARE VUOL DIRE ESSERE CAPACI DI SVEGLIARSI...” (RESNIK)
LA CAVA - LUPOLI - NAPOLITANO 54
TRA SOGNO E REALTA’
VETRO TIFFANY 180 X 70
55
“ESSERE NUOVI COME LA LUCE A OGNI ALBA COME IL VOLO DEGLI UCCELLI E LE GOCCE DI RUGIADA: COME IL VOLTO DELL’ UOMO, COME GLI OCCHI DEI FANCIULLI, COME L’ ACQUA DELLE FONTI: VEDERE LA CREAZIONE EMERGERE DALLA NOTTE!...” (TUROLDO)
LISCIO NICOLINA 56
VOLO AL TRAMONTO
VETRO TIFFANY E PASTA VITREA 36 X 127
57
“...GLI UOMINI, INSIEME, SULLA BILANCIA, SONO MENO DI UN SOFFIO.” (SALMO 61-62)
MERLA MICHELA 58
SOFFIO
VETRO TIFFANY SU ZINCO 30 X 70 X 30
59
“ … DARE FORMA AL DESTINO… “ (KANDINSKIJ)
MICIACCIA NUNZIA 60
SWINCING
PASTA VITREA 100 X 70
61
“L’ARTE HA LA FACOLTA’ DI CREARE NOSTALGIE DI CUI NON CONOSCEVI L’ ESISTENZA” (DEL VECCHIO)
NASUTO ANTONIO 62
PAESAGGIO
RISO COLORATO 41X 61
63
“NATURA ED ARTE SEMBRANO FUGGIRSI E SI RITROVANO PRIMA CHE S’ IMMAGINI” (GOETHE)
PADALINO ANNA 64
FORMA IN ATTESA
ARGILLA, SABBIA, PIGMENTI E RESINA 19 X 21 X 25
65
“SPESSO E’ INUTILE E VANA LA VOLONTA’ NON DI CHI INTRAPRENDE COSE FACILI, MA DI CHI VUOLE CHE SIANO FACILI LE COSE CHE HA INTRAPRESE.” (SENECA)
PALMISANO IDEO 66
OPUS RETICULARUM (HO ALTI E BASSI E VOLTE BIANCHI E NERI)
LEGNO 16 X 68 X 40
67
“LE COSE NON SONO UN BENE O UN MALE DI PER SE’, MA E’ IL PENSIERO CHE LE RENDE TALI” (SHAKESPEARE)
PELULLO MARIANNA 68
SCUDO MASAI
CERAMICA, GRANELLA LAVICA E RAME 70 X 50
69
“QUEL CORPO DALLE TAGLIENTI MOVENZE CELA I SEGRETI PIU’ RECONDITI E MERAVIGLIOSI DI UN’ ANIMA INFELICE”
PICCIRILLI STEFANIA 70
FRAMMENTI DELL’ ANIMA
VETRI FRANTUMATI 70 X 120
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“IL SASSO CHE LA CORRENTE HA LEVIGATO… IL COLORE CHE IL GESSO HA RESPIRATO… IL LEGNO CHE IL TEMPO HA INVECCHIATO…”
PIEMONTESE MARILINA 72
TRA LA TERRA E IL MARE
GESSO, LEGNO E PIETRE 34 X 24
73
“IL RIGORE DELLA CASUALITA’ “
SANTORO ADRIANO 74
MESCOLANZE
VETRO, PIETRE E CERAMICA 100 X 150
75
“L’ AMORE E’ UNO SPIRITO NON D’ ALTRO COMPOSTO CHE DI FUOCO; NON COSI’ DENSO DA AFFONDARE, MA COSI’ LEGGERO D’ ASPIRARE AD INNALZARSI” (SHAKESPEARE)
VALENTE GIUSEPPINA 76
AMORE
MATERIALI VARI 100 X 50
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GENESI Floriana Mucci Docente di Tecniche del Mosaico Accademia di Belle Arti di Foggia
Tessere, legante, supporto, materiali sì, ma anche componenti fondamentali del nostro essere uomini. Camminiamo frettolosi e assorti senza vedere, senza ascoltare, imprigionati nelle nostre convinzioni, nei nostri schemi…, senza capire fino in fondo quello che tocchiamo, quello che respiriamo. A un tratto qualcosa ci spinge a fermarci. Forse il canto di un uccello ci riporta a qualcosa di già vissuto ma ancora estraneo…, e così ci mettiamo in ascolto. Comincia la ricerca, la raccolta, il comporre. Questi piccoli ricordi vanno a formare un unico grande ricordo… Come nella vita, questo corso ci spinge alla ricerca di nuovi e svariati materiali: ognuno di essi con una propria identità e una storia nuova da raccontare, parole singole di un discorso ancora da comporre. Le raccogliamo queste parole per riportarle a nuova vita, ed ecco che tutto prende forma! Quelle singole parole vengono accomunate ad altre parole, forse straniere, non più solo pietre ma marmi, cotto, ceramiche, legno, cemento, catrame, stoffa, vetro, … Si va delineando qualcosa di nuovo, un nuovo discorso, un nuovo racconto, un nuovo linguaggio, semplicemente componendo parole già dette, parole sussurrate…
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FOTOGRAFIE: ANTONIO NASUTO AUTORI DEI TESTI: SAVINO GRASSI, MARIA VINELLA, LOREDANA REA ALLESTIMENTO MOSTRA: RICCARDO RIGHINI, FLORIANA MUCCI, ANTONIO NASUTO
FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI MAGGIO 2006 PRESSO LEONE EDITRICE - FOGGIA IN 500 COPIE
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“Non sono selvatiche, ma silvestri, profumano di terra, acqua e giunco, hanno in sĂŠ il vento delle paludi e i mormorii del canneto.â€? (Mamerto Menapace)