SLOW ECONOMY 02

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Copia di cortesia

SE

Slow Economy Golf in Tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo su carta preziosa da collezione

Italian Style

ANNO 1 - NUMERO 2 Gennaio/Febbraio 2013




Sommario Un nuovo sviluppo italiano, l'ereditĂ di Enrico Mattei Addio alla superstizione! Benvenuto 2013 Il Cavallino Rampante corre nel deserto dorato Dall'Homo Sapiens alla nuova cosmetica L'industria grafica leader nella "green economy" Il futuro della nostra economia La metropolitana d'Italia, viaggiare slow... Possiamo provarci davvero? Tre architetti per la Puglia Il Capocollo di Martina Franca sbarca da Harrods Re Barolo e il suo museo: dalla vigna al bicchiere Tecnologia e design per trasparenti seduzioni La forza della musica emergente Golf Club House "Porta d'Oriente" a Bari 4

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Gabriella Aruanno, sarà la nuova Mina? Ridere e sorridere, gustando pugliese, allunga la vita: dalla Svezia a Bari Raffaele Nestola, fotomodello televisivo diventa contadino e presidente di oleificio Sulle strade dei Crociati, da Canterbury a Putignano Miss "Slow Economy" Come sono cambiati gli italiani a tavola La storia d'Italia è servita "À la carte" Punti di distribuzione "Slow Economy"

Slow Economy

Copia di cortesia

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L'"International Ho.re.ca Meeting" concede il bis e guarda oltre la crisi

SE Slow Economy Golf in Tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo SU CARTA PREZIOSA DA COLLEZIONE

Golf in Tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo

SE

Numero speciale - Supplemento al n°03 di FLY Reg. al Tribunale in corso - Editore: Stampa Sud Direttore Responsabile: Stefano Masullo Direttore Editoriale: Saverio Buttiglione Art Director: Daniele Colzani Segretaria di Redazione: Emanuela Cattaneo Consulenza Pre-press: Graphic di Nicola & Giuseppe Genco - Putignano (BA) Stampa: Stampa Sud - Mottola (TA)

Italian Style

ANNO 1 - NUMERO 2 Gennaio/Febbraio 2013

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Editoriale

Tra arte, cultura, moda, enogastronomia e finanza

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ei primi 8 mesi del 2012 una indagine Isnart - Unioncamere stima che il 4,7 % dei turisti, italiani e stranieri, abbia scelto di soggiornare nelle destinazioni italiane per motivazioni enogastronomiche, generando un giro di affari di quasi 3,3 miliardi di euro, il 7,2% sul totale dei consumi turistici nel territorio, in calo del 5 % rispetto ai 3,4 miliardi dell'anno prima, dovuto sostanzialmente alla perdita di domanda domestica. L'Italia rimane la meta ideale per i viaggi all'insegna del wine &

food e in nessun altro Paese il turismo enogastronomico ha assunto una fisionomia così diffusa secondo il Centro Studi del Touring Club, inoltre la rilevanza dei prodotti tipici per l'attrazione degli stranieri risulta ancora maggiore nel Sud Italia e la ristorazione è l'asse portante del turismo enogastronomico, con 126mila ristoranti censiti. L'offerta enogastronomica italiana da sola attira il 5% dei turisti che trascorrono una vacanza in Italia , fonte Isnart , quota che per il solo mercato straniero sale al 7 %, oltre 11 milioni.

Il comparto ha ancora ampi margini di crescita, specie sul target giovane, l'enoturismo deve puntare su di una offerta integrata dei luoghi che abbini alla cultura del vino forme complementari di vacanza . In questa ottica centrali sono gli strumenti del web 2.0. E' aumentato il livello di selezione da parte del cliente, che ricerca benessere, relax e attività che prevedano forme di interazione con il territorio, una incognita allo sviluppo è rappresentato dai finanziamenti regionali, nel corso del 2012 vi è infatti, da registrare un forte ridimensionamento dei

Stefano Masullo e Saverio Buttiglione presentano Slow Economy al "Fiat Open Lounge" di Milano

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programmi di aiuti specifici a causa dei limiti imposti dal Patto di Stabilità. Il Ministero del Turismo segnala che le attività agrituristiche sono finanziate attraverso la misura 311 dei Programmi di sviluppo Rurale delle regioni e Province Autonome. Nel periodo 2007-2013, la dotazione finanziaria è di 650 milioni, più 200 milioni di euro assegnati all'asse IV dei Psr, relativo all'approccio Leader. Le risorse effettivamente spese al 31 Dicembre 2011 nell'ambito della misura 311 sono circa 122 milioni di euro. Un'altro aspetto interessante da valutare è il notevole incremento dei viaggi di lusso, reduce da un 2011 interessante che ha registrato un +19% rispetto al 2010. Le stime effettuate da importanti operatori istituzionali evidenziano un aumento dello 0,5% del tasso di occupazione delle camere nel primo bimestre 2012 per i 5 stelle in Italia; il rendimento per camera disponibile nel segmento lusso cresce del +5% a Roma

con un picco del +29% a Venezia, con una crescita del segmento attorno al 5-6% in termini di occupazione e rendimento, Asia continentale, USA e Nord Europa sono i mercati di provenienza più reattivi. Il Qatar ha rilevato le strutture alberghiere Colony in Costa Smeralda, il Gruppo Statuto ha sviluppato investimenti per 40 milioni di euro al Danieli di Venezia e per 7 Milioni al Four Seasons di Milano, che sarà affiancato, nel 2013 dai nuovi hotel Mandarin Oriental e W Hotel Brera nel cuore della città.

A Bellagio riapre il Grand Hotel Villa Serbelloni mentre Antoitalia rilancia il Golden Palace di Torino e prepara una alleanza internazionale, anche le crociere registrano un buon andamento, MSC sottolinea che il target di lusso offre ottimi risultati con lo Yacht Club, Silversea punta sugli chef stellati a bordo. Cambia la filosofia del lusso, ormai è sinonimo di qualità del soggiorno ed il cliente è più esigente di un tempo, vi è inoltre un crescente desiderio di aggregarsi in piccoli gruppi chiusi di amici o persone accomunate dagli stessi gusti, quali il golf, il valore medio di pratica per persona è di 3.500 euro. In vista dell'estate si riscontra una crescita per le richieste di grandi yacht da 30mila euro a settimana in su. Vi è un importante interesse dei wedding planner cinesi all'organizzazione di matrimoni e viaggi di nozze in Italia per le celebrità del Far East. Stefano Masullo Direttore Responsabile "Slow Economy"

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di Saverio Buttiglione 8

Un nuovo sviluppo italiano, l'eredità di Enrico Mattei

C

inquantacinque anni fa l’ing. Enrico Mattei moriva prematuramente per un incidente aereo, probabilmente per un attentato, aveva infatti molti nemici in tutto il pianeta, proprio perché, da persona corretta, buona, competente e visionaria qual’era, aveva stretto accordi e alleanze, in rappresentanza della sua Nazione, (che veniva fuori perdente e povera da una infausta guerra mondiale e che era pure priva di risorse energetiche primarie), direttamente coi Paesi produttori di petrolio, scavalcando così il “cartel-

lo” delle sette sorelle (le maggiori compagnie di estrazione anglo/americane) e rendendo importante l’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi), la maggiore azienda di stato italiana. Enrico Mattei quindi, pur se prematuramente scomparso, per fortuna aveva già seminato le basi per lo sviluppo economico italiano degli anni sessanta, consentendo la costruzione di moderne autostrade e la mobilità su auto di un intero popolo, che a schiena dritta si rimboccò le maniche e col lavoro dimostrò al mondo intero la bontà dello “stile di vita italiano”, nuovamente apprezzato per la creatività e l’ingegno, dalle auto alla moda, per finire al cibo, in uno s c e n a r i o rappresentato da secoli con quinte di scena architettonica, ereditate dai n o s t r i progenitori, quali le città d’arte e la particolare natura di una penisola a forma di stivale immersa in Enrico Mattei questo mare

del sud Europa, un palcoscenico “da teatro di qualità” per giunta adornato dalla metà delle opere d’arte di tutto il pianeta. Gli anni sessanta italiani arrivarono così perfino a rappresentare per il mondo intero un must di moda, quando nei caffè e ristoranti di via Veneto a Roma, nacque la “Dolce vita”, attirando stars del cinema americano, che perciò divennero inconsapevoli protagonisti di un gigantesco spot pubblicitario dello “stile di vita italiano”. Oggi, insieme a Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda, stiamo soffrendo in Europa più di altri, che pure non se la passano molto bene, come in tutto il pianeta peraltro, a causa di una guerra virtuale, condotta da pochi esseri umani ai danni di sette miliardi di persone, esseri che hanno speculato, usando anche la finanza “creativa”, su ogni bene della vita economica reale, dalle case (con i mutui


nepotismo e della legge della c o r r u z i o n e sistematica, consumando così il denaro pubblico a proprio vantaggio ed ai danni della collettività. Eppure proprio la crisi globale potrebbe essere lo stimolo per far rimboccare le maniche a tutti e rivedere il concetto di “sviluppo” da un altro punto di vista, con una filosofia slow. Diego Della Valle In mancanza di economiche, subprimes emessi 5 anni fa dalle disponibilità quando la nostra classe media banche statunitensi) al grano, al ha sempre meno soldi da petrolio, per arrivare fino spendere per i beni di largo all’acqua. In questa guerra consumo, per quale motivo un apparentemente senza sangue italiano dovrebbe comperare una questi individui sono stati ben nuova autovettura, costruita sostenuti da altri criminali che, in secondo vecchi schemi, vecchio tutte le parti del mondo e con design e soprattutto metodi tipici della mafia, hanno vecchi motori spinti gestito la politica e dai derivati del l’amministrazione della “Cosa petrolio, solo per la Pubblica”, seguendo spesso la soddisfare delusione dell’a.d. filosofia dell’arricchimento personale a tutti i costi, del Fiat Marchionne che lamenta grandi parcheggi aziendali dove restano stoccate le sue auto invendute? Eppure se volesse potrebbe seguire gli esempi tedeschi che hanno già pronte e sperimentate

nuove vetture spinte dall’idrogeno, ad esempio. Per quale motivo un italiano medio dovrebbe indebitarsi per acquistare una nuova casa costruita secondo i vecchi schemi basati solo sull’uso del calcestruzzo, solo per soddisfare le lamentele dei palazzinari che, arricchitisi per decenni col cemento, ora sembrano incapaci di innovare l’edilizia, limitandosi ad avvertire tutti che il fermo di questo settore economico, con l’effetto domino, si ripercuoterà inevitabilmente su tutti gli altri settori del commercio? Eppure i costruttori, se volessero, potrebbero imitare i loro colleghi del nord Europa che stanno già costruendo nuove case nelle quali la domotica e l’autonomia energetica sono massicciamente presenti.

Sergio Marchionne

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Molte aziende del tessile/ abbigliamento lamentano la concorrenza sleale di prodotti extracomunitari che hanno invaso anche il nostro mercato a prezzi bassissimi perché, in un settore saturo come questo, è possibile, purtroppo, produrre da qualche parte del mondo, solo spostando lì le materie prime e le macchine automatizzate, visto che si riesce a sottopagare quelle maestranze, che oggi non necessitano più di una particolare specializzazione. Ma ci sono esempi, anche in Italia, di produzioni eccellenti difficilmente imitabili, proprio grazie allo stile ed all’uso di “ricerca e sviluppo”Trussardi inventa sempre nuovi “jacquard” e Della Valle nuove scarpe Tod's risultando entrambi vincenti nelle proprie nicchie di mercato.

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In alcune università italiane, ad esempio, ed anche al sud, nel Salento, sono stati sperimentati nuovi tessuti contenenti microchips che consentono, quando utilizzati per confezionare gli abiti, prestazioni inimmaginabili anche al più bravo romanziere fantascientifico. In questa crisi di valori e di sistema, con scarsezza di liquidità, la gente, proprio perché è spaventata dal proprio futuro, si sentirebbe masochista se acquistasse oggetti come l’auto o la casa per esempio, che per poi farli funzionare deve pure acquistare un liquido che costa 2 euro ogni litro o aspettare le esose bollette della luce e del gas, quando sa perfettamente che potrebbero bastare l’acqua per l’idrogeno ed il sole per riscaldare le case. Ma i pochi grandi petrolieri o i

magnati russi del gas faranno di tutto perché le cose restino invariate, senza curarsi del fatto che uno sviluppo come quello che abbiamo avuto per decenni non sarà mai più possibile a quelle condizioni, bisogna rivedere il concetto stesso di sviluppo economico. L’imprenditore che invece userà l’italiana creatività e le tecnologie avanzate già disponibili sarà sicuramente ben ripagato nel suo rischio d’impresa con giusti profitti, per giunta dando contemporaneamente impulso ad una nuova ripresa economica che con se porta anche una ripresa dei consumi. Perfino i finanzieri che vorranno scommettere in borsa solo sulla realtà economica delle imprese sane, faranno sicuramente grandi profitti, e per giunta saranno pure moralmente


accettati, ma solo nel momento in cui riusciranno ad emarginare gli speculatori che giocano sporco, con l’inside trading oppure con la creazione di false notizie che generano range di flussi valoriali dei titoli di borsa soltanto virtuali. Se poi le realtà economiche del nostro Paese riusciranno a “far sistema” almeno “per ogni filiera produtttiva”, sicuramente l’impatto su un mercato cosi’ grande, come quello globale, sarà premiante per ogni singolo produttore che si sarà alleato ed integrato coi suoi colleghi. Il governo, da parte sua, potrebbe fare la sua parte investendo parte delle nostre tasse in una ripresa della spesa pubblica nelle infrastrutture, che sono le fondamenta sulle quali da sempre si sviluppano le intraprese private. Il Brasile, che era considerato “paese in via di sviluppo”, sta costruendo nuovi gasdotti, nuove ferrovie, in vista dei mondiali di calcio e delle olimpiadi ben 9 aeroporti, ed ha messo in cantiere una vasta operazione di edilizia residenziale agevolata per i ceti meno abbienti, che cancelli per sempre la vergogna delle favelas. Anche noi probabilmente avremmo bisogno di più ferrovie ed autostrade del mare (ne abbiamo 2 che ci scorrono a destra e a sinistra della penisola) ma pure della larga banda con l’implementazione delle fibre ottiche dovunque. Soprattutto noi avremmo bisogno di spesa pubblica nella tutela dell’ambiente, visto che il

dipartimento della Protezione Civile ha calcolato che il denaro necessario, (che darebbe nuova occupazione e quindi nuova capacità di spesa a questi lavoratori) è di un decimo inferiore a quello che poi siamo obbligati a spendere per riparare alle catastrofi naturali, ormai puntuali, periodiche e causate proprio dall’incuria e dalla mancanza di manutenzione ambientale. Spero infine che le difficoltà causate dalla crisi instaurino un nuovo patto generazionale spontaneo, che faccia fare un

passo indietro alle persone di mezza età, per favorire un ingresso massiccio nel ciclo produttivo dei giovani, perché i loro cervelli hanno una freschezza utile a nuove idee, in alleanza con la generazione anziana, perché l’esperienza e la saggezza accumulata quando si è vicini alla fine della vita, risultano da sempre un “talento” prezioso. In Africa, dove la storia dell’uomo è cominciata, la morte di un uomo anziano viene considerata alla stregua dell’incendio di una biblioteca.

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della Redazione

Campari 2013

Addio alla superstizione! Benvenuto 2013 12


fessionalità, in particolare con il fotografo Kristian Schuller, che ammiro moltissimo. Come attrice, sono spesso chiamata ad interpretare l’”inesplicabile”, proprio come è successo sul set fotografico del calendario. Abbiamo dato vita ad un personaggio dal carattere forte e positivo, pronto ad affrontare fino in fondo ogni superstizione e a sfatare questi miti, incoraggiando le persone ad avere fiducia in sé stesse.

Spero che la gente apprezzi le foto, allo stesso modo in cui noi ci siamo divertiti a creare le immagini.” Il fotografo di moda di fama internazionale Kristian Schuller è l’autore degli scatti della 14ma edizione del Calendario Campari. Noto per raccontare storie curiose attraverso il proprio lavoro, e per la passione per le immagini surreali, Kristian ha perfettamente centrato il tema del Calendario, immortalandolo con il suo stile fotografico d’avanguardia.

Da sinistra: il fotografo Kristian Schuller, l'attrice Penelope Cruz e il Campari CEO Bob Kunze-Concewitz al lancio del calendario 2013

© Getty Images - Fotografo Vittorio Zunino Celotto

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a bella attrice spagnola Penelope Cruz, vincitrice di un premio Oscar (nel 2009 come miglior attrice non protagonista per il film "Vicky Cristina Barcelona"), è la protagonista del Calendario 2013, immortalata dagli scatti intensi del noto fotografo di moda Kristian Schuller. Pronto ad accompagnare il pubblico in uno stupefacente viaggio visivo, il Calendario 2013 presenta la nuova star femminile di Campari in 13 intense immagini che la vedono alla prova con superstizioni intriganti e mistiche, come i gatti neri, gli specchi frantumati, il camminare sotto le scale o sulle crepe. Nel calendario, la Cruz indossa un’ampia collezione di fantastici abiti e scarpe di colore rosso, a firma delle più prestigiose case di moda come Monique Lhuillier e Ferragamo, oltre ai gioielli disegnati da Chopard, che la fanno brillare di luce propria in ogni scatto. Campari coglie l’occasione per infondere sicurezza alle persone di tutto il mondo, basandosi sulla convinzione che la fiducia in sé stessi possa vincere qualsiasi superstizione, permettendoci di assaporare i momenti piacevoli della vita. A proposito della sua partecipazione al Calendario Campari 2013, Penelope Cruz ha dichiarato: "Partecipare al Calendario Campari 2013 è stata un'esperienza fantastica per me e ho trovato estremamente interessante e stimolante il tema della superstizione. E’ stato un piacere lavorare con un team di grande talento e pro-

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- Gennaio Gatti neri: nella storia occidentale, i gatti neri sono sempre stati considerati come portatori di cattivi presagi, e sospettati, nello specifico, di avere un legame con la stregoneria. La maggior parte degli abitanti dell’Europa occidentale e meridionale teme il gatto nero in quanto simbolo di sfortuna. In particolare, l’animale che attraversa la strada davanti a una persona è ritenuto presagio di sventura.

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- Febbraio -

- Marzo -

Il numero 13 come simbolo di sfortuna: la paura del numero 13 è così diffusa che il fenomeno è conosciuto ufficialmente come triscaidecafobia. Questa fobia è da attribuirsi ad una serie di convinzioni, fra le quali: la credenza che i gruppi di streghe siano composti tradizionalmente da 13 membri. Un’antica leggenda secondo la quale la prima persona ad alzarsi da una tavolata di 13 commensali morirà entro l’anno.

Aprire un ombrello in un ambiente chiuso: questa credenza ha origine dall’idea che l'ombrello sia in grado di proteggere dalle tempeste della vita. Se aperto all’interno, gli spiriti a guardia della casa sarebbero indotti a pensare che gli abitanti ritengano inadeguata la loro protezione. Potrebbero quindi decidere di andarsene, non prima però di aver lanciato una maledizione sugli abitanti della casa..


- Maggio -

- Aprile Lo specchio frantumato: sette anni di sventura. Il riflesso della propria immagine in uno specchio viene tradizionalmente considerato come la rappresentazione dell'anima dell'individuo, o del suo stato spirituale. Rompere lo specchio, e quindi il riflesso della persona, comporterebbe un danno all’anima e problematiche di natura spirituale.

Spazzare i piedi di una persona: in passato si credeva che una donna incapace di spazzare adeguatamente il pavimento non sarebbe mai stata una buona moglie e non si sarebbe mai sposata. Se spazzate - o qualcun altro spazza - i vostri piedi, significa che non eravate concentrati o non prestavate attenzione a quello che stavate facendo o che gli altri stavano facendo, e pertanto non siete adatti per il matrimonio.

- Giugno Cappelli sul letto: in passato si credeva che gli spiriti malvagi dimorassero nei capelli e che appoggiando il cappello sul letto, questi sarebbero transitati dai capelli al cappello e infine nel letto. In questo modo, gli spiriti maligni avrebbero potuto farvi del male durante la notte.

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- Luglio -

- Agosto -

- Settembre -

Uccelli che volano all’interno di una casa: In passato, quando si verificavano incidenti inconsueti, si credeva che si trattasse di un messaggio urgente recapitato direttamente dagli dei, nella maggior parte dei casi un presagio di sventura. Il comportamento inconsueto degli animali era conseguentemente causa di preoccupazione, e gli uccelli selvatici che tentavano di entrare all'interno delle case erano ritenuti presagio di morte.

Non rovesciate il sale!: rovesciare il sale era considerato un grave spreco, in quanto si trattava di una merce di grande valore. Il termine “salario” deriva in realtà dall’usanza romana di pagare i soldati con il sale. Secondo la superstizione, inventata specificamente per dissuadere le persone dallo sprecare questo prodotto prezioso, la sventura avrebbe colpito chiunque avesse rovesciato il sale.

Camminare su una crepa: nel corso della storia, questa ben nota superstizione ha subito numerose modifiche, come “se cammini sulla crepa, alla mamma la schiena si piega”, “se cammini su una crepa sarai rapito dagli orsi”. Così come la credenza secondo la quale il numero delle crepe calpestate corrisponda al numero di piatti che si romperanno quel giorno.


- Ottobre -

- Novembre -

- Dicembre -

Il quadro che cade dalla parete: tradizionalmente, un quadro di una persona specifica e/o di particolare significato che cadeva dalla parete preannunciava la morte imminente di una persona conosciuta.

Ferro di cavallo: appendere il ferro di cavallo con le estremità rivolte verso l'alto è da lungo tempo ritenuto di buon auspicio, in quanto l'oggetto funge da contenitore per qualsiasi evento fortunato di passaggio. Tuttavia, appenderlo con le estremità rivolte verso il basso è considerato di cattivo auspicio, in quanto in questo modo non sarà possibile trattenere la fortuna!

Camminare sotto ad una scala: l’origine di questa superstizione è da ricercarsi nelle similitudini esistenti tra una scala appoggiata ad un muro ed una forca. Qualsiasi cosa che possa essere associata ad una forca viene tradizionalmente considerata di cattivo auspicio, quindi camminare sotto di essa - o sotto ad una scala che ne ricordi la forma - non è consigliabile.

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A proposito degli scatti per il Calendario Campari 2013, il fotografo ha dichiarato: “Il Calendario Campari è sinonimo di stile straordinario e avanguardia creativa, e l’essere riuscito a trasformare questi stereotipi generici in immagini magiche, di grande impatto, è stata per me una grande soddisfazione. Quest’anno, il nostro intento era quello di spingerci oltre i limiti della creatività e comunicare il carisma e l'alone di mistero che circondano ognuna delle 12 superstizioni, obiettivo che penso sia stato centrato. Lavorare con Penelope è stato fantastico, ha incarnato perfettamente il tema del calendario, interpretandolo con una sicurezza e passione tali da permetterle di essere la protagonista indiscussa di ogni scatto.” Penelope è l’ultima star in ordine di tempo ad interpretare l ' i c o n i c o Calendario C a m p a r i , aggiungendo così il proprio nome alla lista di alcune delle donne più belle del mondo che h a n n o campeggiato nelle pagine delle precedenti edizioni, come Salma Hayek,

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Il Calendario Campari 2013, Eva Mendes, Jessica Alba e Milla stampato in sole 9.999 copie, Jovovich. Bob Kunze - Concewitz, CEO non sarà messo in vendita, ma del Gruppo Campari, ha distribuito ai fan di Campari in dichiarato: “Per il Calendario tutto il mondo. Il concetto “Dì addio alla 2013, il nostro intento era quello di evidenziare come qualsiasi superstizione” è stato sviluppato difficoltà possa essere superata da BCube - Milano. Andrea Marzagalli, senior art grazie alla fiducia in sé stessi, dicendo addio a superstizioni director e Bruno Vohwinkel, come specchi infranti e gatti neri senior copywriter, hanno lavorato fianco a fianco con il fotografo dai poteri soprannaturali. Schuller per la La nostra missione è quella di Kristian offrire ai fan di Campari un realizzazione del progetto. La produzione è stata affidata a momento intenso e piacevole per celebrare la sicurezza in sé L&A Artist - Milano. stessi e il potere magico del numero 13. L'incredibile personalità e la bellezza di Penelope mostrano come l’attrice si sia rivelata essere la scelta vincente per rappresentare il tema controverso di quest’anno. Kristian ha svolto un lavoro davvero magnifico per trasformare in realtà la nostra idea del Calendario Campari 2013, rendendo le immagini ancora più audaci con il suo approccio ispirato e Alessandro Borghese, il celebre chef di Real Time e la moglie Wilma Oliviero al Cocktail Party Campari contemporaneo.”



della Redazione

Ferrari World Abu Dhabi

Il Cavallino Rampante corre nel deserto dorato 20


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I

l Ferrari World di Abu Dhabi è il primo parco tematico dedicato alla Casa di Maranello oltre che la più grande attrazione di questo tipo, e rende omaggio alla passione, l’eccellenza, le prestazioni ed le innovazioni tecnologiche che Ferrari ha raggiunto nel corso degli anni e che rappresenta oggi. Il suo iconico e sinuoso tetto rosso si ispira direttamente al classico profilo laterale a curva doppia delle scocche Ferrari, con un’estensione di 200.000 m2 e sormontato dal più grande logo Ferrari mai creato.

Ferrari World Abu Dhabi offrirà oltre 20 attrazioni, per adulti e bambini, per un’esperienza Ferrari completa, ognuna studiata per raccontare un aspetto diverso della storia Ferrari. Si parte con le montagne russe più veloci del mondo, che raggiungono i 240 km/ora e che simulano la sensazione mozzafiato di una monoposto Ferrari. Ed ancora l’esperienza di Gforce, con un’eccitante corsa fino ai 62 metri di altezza, oltre il tetto del Parco, per poi tornare fino a terra.

Il parco si trova su Yas Island - destinata a diventare una meta turistica globale con una ampia offerta di strutture - sul lato nord-orientale del territorio di Abu Dhabi che è al crocevia tra Europa, Asia ed Africa. La località araba è stata scelta come location ideale per costruire il parco a tema Ferrari, essendo il mondo delle corse automobilistiche estremamente popolare negli Emirati Arabi Uniti. Ferrari World Abu Dhabi offrirà un divertimento unico ed intenso, insieme ad una vasta gamma di prelibatezze italiane, e, ovviamente, esperienze di shopping esclusive. Il parco è di proprietà di Aldar Properties PJSC, azienda di gestione, investimenti e sviluppo immobiliare leader nel settore ad Abu Dhabi. Farah Leisure Parks Management L.L.C, joint venture tra Aldar Properties PJSC e ProFun Management Group Inc. (azienda internazionale che si occupa della gestione e attività di strutture per il tempo libero) saranno responsabili della gestione e dell’attività di Ferrari World Abu Dhabi. Ogni aspetto del progetto rifletterà i principi fondamentali di Ferrari di eccellenza e prestazioni nell’ambito dell’innovazione tecnologica. Architettura della struttura Ferrari World Abu Dhabi si estende sotto un iconico tetto rosso nel cuore di Yas Island ed è il primo parco a tema Ferrari al mondo, oltre che la più gran-

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il terreno”, stagliandosi dal paesaggio con linee fluenti come una duna di sabbia rossa. La struttura e la forma visivamente caratteristiche coronano il Circuito di Yas Marina, creando uno skyline immediatamente riconoscibile. PRINCIPALI ATTRAZIONI Ferrari World Abu Dhabi presenta le sue fantastiche attrazioni, create per raccontare la storia, la passione, l’eccellenza, le performance e le innovazioni tecnologiche di Ferrari. Oltre 20 giostre di emozioni e divertimento per una completa esperienza Ferrari.
 • Formula Rossa - le montagne russe più veloci al mondo, raggiungono i 240 km/h. • Speed of Magic - il fantasti-

co viaggio in 4-D che riproduce le avventure di un giovane in una caleidoscopica ambientazione da sogno tra natura e pa-

I piloti del team ferrari di Formula 1, Felipe Massa e Fernando Alonso, posano davanti all'ingresso del Ferrari World di Abu Dhabi

© Ferrari World Abu Dhabi (3)

de attrazione di questo tipo: un’intensa esperienza multisensoriale, imperdibile per gli appassionati, i fan e le famiglie. Il Parco rende omaggio alla passione, l’eccellenza, le prestazioni e le innovazioni tecnologiche che Ferrari ha raggiunto nel corso degli anni e che rappresenta oggi. Per ospitare questo modernissimo Parco, è stato realizzato un edificio che riflette la forma sinuosa di una Ferrari, direttamente ispirato al classico profilo laterale a curva doppia della scocca. Data la morfologia dell’isola e la posizione di Ferrari World Abu Dhabi nelle vicinanze dell’aeroporto, l’edificio è stato concepito come una forma molto semplice “che abbraccia

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esaggi eccezionali, dove nessuna Ferrari è mai stata prima. • Made in Maranello - gita virtuale oltre le porte del famoso stabilimento Ferrari a Maranello, attraverso il processo di produzione di una Ferrari. • V12 - l’emozionante percorso su acqua fino al cuore di un motore 12 cilindri. • G-Force - un’eccitante corsa su un sedile ispirato alla Ferrari Enzo, fino ai 62 metri di altezza della torre centrale del parco, per poi tornare fino a terra provando così la vera forza gravitazionale di una Ferrari. • Scuderia Challenge - il simulatore di corse al limite della realtà, simile a quelli usati dai piloti della Scuderia Ferrari durante l’allenamento.

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• Viaggio in Italia - il viaggio aereo virtuale sulle città italiane e i principali monumenti, montagne e coste, seguendo una Ferrari.
 • Fiorano GT Challenge montagne russe dove potersi sfidare fino allo sprint finale su strette curve con Ferrari F430 Spider. • Bell’Italia - la ricreazione in miniatura dei posti più famosi dell’Italia, dalla pittoresca Portofino e la costiera Amalfitana, alla pista di Monza, e ancora il Colosseo di Roma, Venezia e Maranello, il cuore e la casa di Ferrari. • Paddock - riproduzione del motor home Ferrari, dai i garage, ai trasporti, alle stanze dedicate all’ospitalità, con spetta-


• The Racing Legends - una percorso attraverso i momenti più importanti della storia Ferrari, dalle prime corse fino alle vittorie di oggi. • Driving with Champions spettacolo interattivo in 3-D che ricalca le avventure di un

giovane ingegnere - nel suo primo giorno di lavoro allo stabilimento Ferrari - che vive un’esperienza indimenticabile a bordo con un pilota. • Cinema Maranello - è lo spazio dove verrà proiettata la “Coppa di Sicilia”, un cortome-

Il Direttore editoriale di Slow Economy, Saverio Buttiglione, posa accanto alla Ferrari 458 Spider presso il Gruppo Radicci a Bari, concessionario per il sud Italia di Ferrari e Maserati

© Ferrari World Abu Dhabi (2)

coli interattivi che offrono ai fan il gusto della vera azione e i retroscena durante un Gran Premio. • The Pit Wall - il gioco dove mettersi alla prova in realistici scenari da corsa. • Galleria Ferrari - la galleria Ferrari più grande al mondo dopo quella di Maranello, con una gamma esclusiva di Ferrari classiche e contemporanee da tutto il mondo. • Junior GT - una scuola di guida con istruttori esperti dedicata ai bambini, che potranno testare F430 GT Spiders in scala ridotta . • Junior Grand Prix - dopo l’esperienza di guida Junior GT, i giovani piloti possono testare la pista sulle monoposto Ferrari in scala ridotta.

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traggio sulla leggendaria vita di Enzo Ferrari. • Junior Training Camp - area di gioco interattiva dove provare l’autolavaggio, diventare costruttori, salire in tribuna, giocare con macchinine radiocomandate e Ferrari in miniatura sull’acqua e con una vettura di F1 in morbida gommapiuma.
 • Carousel - i prototipi mai visti di alcune Ferrari, basati sui disegni vincitori di un concorso Ferrari. • Ristoranti e Shopping - gli ospiti potranno usufruire della gamma di bar e ristoranti a tema per un’esperienza completa della cucina italiana, e location uniche per lo shopping.

• Il volume racchiuso è di oltre 3.000.000 metri cubi • La superficie della piazza centrale è di 86.000 metri quadrati • La superficie totale dei tre i livelli è 176.000 metri quadrati • L’edificio ha un’altezza di 50 metri sul livello del mare, con passaggio centrale a 62,5 metri, la più alta struttura sulla rotta aerea verso l’aeroporto.
 • La copertura ha un diametro di oltre 700 metri
 • La superficie totale della copertura è 200.000 metri quadrati
 • Il logo Ferrari sul tetto, il più grande al mondo, è di 65 metri e copre una superficie di 3.000 metri quadrati
 Il Presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo • Il terreno complessivo di Ferrari World Abu Dhabi ha una superficie di oltre 700.000 metri quadrati
 • La copertura ha un’altezza di 48 metri, con un grande imbuto centrale in vetrata di 100 m di diametro all’apice e base di 17 metri.
 • Sono 12 le colonne primarie che supportano la copertura, posizionate a formare un modello a stella araba a 12 punte, modello usato per descrivere la geometria primaria dello spazio complessivo del tetto e che si estende ad incontrare la facciata primaria a punta con lo scudetto.

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© Ferrari World Abu Dhabi (2)

I numeri del successo del villaggio



di Saverio Buttiglione

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Dall'Homo Sapiens alla nuova cosmetica

’ultimo dei grandi padri del giornalismo italiano (dopo la scomparsa di Indro Montanelli e di Enzo Biagi), Eugenio Scalfari dice del suo libro “Per l’alto mare aperto” di aver ”…sostenuto la tesi che la modernita’ ha concluso il suo percorso culturale durato mezzo millennio ed ha aperto la strada ai nuovi barbari". Sara’ proprio compito loro porre le premesse dell’epoca nuova, di un nuovo linguaggio artistico che dara’ ad essa la propria impronta, di nuovi significati che motiveranno le nuove istituzioni. I barbari in questa accezione non rappresen-

tano necessariamente una fase oscura ma un’epoca diversa da quella che noi moderni abbiamo costruito e vissuto. Scalfari su “La Repubblica” il 2 settembre 2010, a tal proposito, riprende l’articolo di Alessandro Baricco pubblicato da Repubblica il 26 agosto dal titolo “2026 – la vittoria dei barbari” nel quale sostiene che i moderni inventarono la profondita’ della conoscenza e vi collocarono il senso, mentre i barbari, tra i quali si colloca lui nell’anno 2026, hanno smantellato il concetto di profondita’ sostituendolo con

Eugenio Scalfari

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quello di superficialita’ e li’ vi hanno collocato il senso. “... Baricco - che Scalfari ammira e condivide nelle premesse ma non nelle conclusioni perche’ lo considera un moderno come lui e non un barbaro (pur nella accezione non negativa del termine) - non giudica affatto come negativa questa operazione culturale, anzi ne enumera tutte le positivita’, descrivendo il passaggio alla cultura della superficialita’ - dicendo (Baricco) che: - “...viaggiamo velocemente e fermandoci poco, ascoltiamo frammenti e non tutto, scriviamo

Alessandro Baricco


nei telefoni, non ci sposiamo per sempre, guardiamo il cinema senza piu’ entrare nel cinema, ascoltiamo letture in rete senza piu’ leggere libri e tutto questo andare senza radici e senza peso genera tuttavia una vita che appare sensata e bella. La superficie e’ tutto e in essa e’ scritto il senso.” Ma e’ stupenda l’analisi che Scalfari fa quando dice: ”… I barbari, nella nostra comune definizione, sono coloro che parlano un linguaggio diverso dal nostro". Aggiungo: "rifiutano di conoscere la nostra cultura di moderni, non leggono libri, non leggono giornali, non ascoltano le nostre musiche e vogliono ripartire da zero contrariamente alle generazioni che li hanno preceduti e che pur contestando i valori dei padri ne avevano pero’ appreso i contenuti e i significati.

Il passaggio da un’epoca ad un’altra e’ sempre avvenuto in questo modo; il solco che segna questo salto di civilta’ ha sempre coinciso con la mancata trasmissione della memoria storica. …” Scalfari prosegue dicendo che “….Baricco non e’ e non puo’ essere un barbaro perche’ e’ intriso di memoria storica, conosce perfettamente quanto e’ accaduto, ha studiato i testi, ha ascoltato le musiche, ha addirittura messo in scena l’Iliade e Achille, usa a meraviglia ed anzi insegna il nostro linguaggio. Ha capito che i barbari sono arrivati, questo significa che sa leggere la realta’ nel suo profondo. Del resto tutta la sua analisi sulla sostituzione della superficialita’ alla profondita’ e’ tipicamente profonda, scava fino alla radice per poter affermare che si sta creando una vita senza

radici. Baricco e’ dunque un moderno che in quanto tale constata la fine della modernita’. In questo concordo. Rassegnati, caro Alessandro, siamo due moderni consapevoli. Tu elenchi le caratteristiche della nuova epoca e le riassumi con la parola e il concetto di superficie. In realta’ non stai descivendo la civilta’ dei barbari che ancora non esiste. Ci vogliono molto piu’ di trent’anni. Ricordi la scomparsa della civilta’ greco-romana che duro’ quasi due secoli, da Teodosio fino al regno longobardo? Oggi il tempo corre piu’ veloce ma trent’anni non bastano. In realta’ Baricco non sta descrivendo i barbari ma gli imbarbariti, che e’ cosa profondamente diversa. Gli imbarbariti parlano ancora il nostro linguaggio ma lo deturpano, usano ancora le

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nostre istituzioni ma le corrompono, non vogliono affatto preservare il pianeta dalla guerra, dal consumismo, dall’inquinamento e dalla poverta’ ma, al contrario, vogliono affermare privilegi, consorterie, interessi lobbistici, poteri corporativi, dissipazione di risorse e diseguaglianze intollerabili.

cammino evolutivo che i primati (scimmie insomma) sono riusciti a percorrere sviluppando il loro cervello (per la contrapposizione del pollice al resto della mano permettendo loro di cominciare a costruire utensili) grazie alla “creativita’ “ e’ perche’ anch’io, nel mio piccolo, come il grande Eugenio Scalfari sono ancora un

Il farmacista Giovanni De Tomasi dona a Saverio Buttiglione e a Marilù Dragone, la linea Physio Natura prodotta nella sua azienda PDT Cosmetici

I barbari, quelli che tu ed io vediamo come un’incombente realta’, sono ancora alla ricerca del futuro; gli imbarbariti stanno devastando il presente e contro di loro noi dobbiamo combattere per preservare il deposito dei valori che la modernita’ ha accumulato e dei quali l’epoca futura potra’ usufruire quando avra’ finalmente raggiunto la sua plenitudine e la sua autocoscienza”. Se oggi sono qui a scrivere della nuova cosmetica di Giovanni De Tommaso col gusto di potermi ricordare dell’Homo Sapiens che e’ stata solo una tappa del 30

moderno e ho una memoria storica che vorrei preservare e che considero un valore da trasmettere ai futuri barbari che, se vorranno, potranno usufruirne. Sono un moderno talmente consapevole della fine della modernita’ che, forse per una mia particolare sensibilita’, gia’ ai tempi del liceo, quando si studiava Dante Alighieri, mi riconoscevo nei suoi stati d’animo frustrati di uomo consapevole di essere a cavallo tra due epoche, lui era consapevole di non essere piu’ un medievale ma non conosceva il mondo nuovo e sapeva che non lo avrebbe mai

conosciuto (il rinascimento) pur avvertendo, a pelle, l’arrivo dei “nuovi barbari”, Io ebbi questa sensazione vedendo lo sconvolgimento che stava portando il sessantotto di cui non avevo fatto in tempo, per pochi anni, ad essere protagonista perche’ troppo piccolo ma vedevo che i punti di riferimento che mi aspettavo di trovare da adolescente e poi da adulto, avendo sognato di diventarlo in fretta per imitare quelli piu’ grandi di me, svanivano e non c’era nulla di nuovo gia’ definito a sostituirli. Come per l’Alighieri e’ questo il destino di essere “ne’ carne ne’ pesce”, e penso anch’io che il passaggio di decadenza dell’epoca della modernita’, potrebbe comportare ancora molti anni di decadimento e di imbarbarimento prima che i “nuovi barbari” siano consapevoli di se’ stessi ed impongano nuovi codici di vita nei quali tutti inevitabilmente si riconosceranno. Percio’ nella mia testimonianza storica di moderno in decadenza mi piace oggi pensare e ricordare che l’Homo Sapiens e’ diventato quello che siamo adesso grazie alla sua “curiosita’” ed alla conseguente sua “creatività”. Un matematico, Henri Poincare’, defini’ il processo creativo come la capacita’ di stabilire tra elementi gia’ esistenti, nuove e utili connessioni, creando cosi’ nuovi elementi.


Gia’ l’Homo Sapiens, di fronte ad un problema, analizzava elementi gia’ esistenti e si sforzava di cercare le soluzione con nuove connessioni neuronali della sua mente e cosi’ facciamo sempre e tutti quanti, alleniamo cioè il nostro cervello e quindi evolviamo. Per chi fa’ il mio mestiere di comunicatore e pubblicitario, (dopo precise analisi di mercato e di prodotto che producano un buon piano di marketing) il “processo creativo“ e’ fondamentale ogni giorno ma lo e’ anche nelle arti, nelle relazioni sociali, nelle scienze e nella tecnologia, infine anche nella impresa. Ebbi l’onore di ascoltare il medico Francesco Della Tommasa, storico e ricercatore,

che arrivo’ a collaborare con un gruppo di archeologi di Tiblisi i quali avevano trovato lì una pianta fossile probabile progenitrice della vite. Della Tommasa era da anni alla ricerca dell’origine del mito (era una fede reigiosa quando veniva venerato) del Dio Dioniso. Per altre divinita’ era molto piu’ semplice capirne l’origine, per esempio per uomini primitivi e privi di bagaglio culturale scientifico, di memoria storica appunto, identificare la potenza di un fulmine, che tuona e dona il fuoco, con Una divinità e’ facilmente comprensibile. Ma uomini primitivi che per caso e curiosità a Tiblisi spremevano piccole bacche nere per poi identificare il liquido che

ne ricavavano e che ne bevevano alla stregua di un Dio, per millenni successivi venerato col nome di Dioniso dai pur colti greci e di Bacco dagli ancor meno sprovveduti romani, e’ sicuramente ancor piu’ singolare! Il dottor Della Tommasa mi rivelo’ il segreto ed il mistero delle sue investigazioni come quando si racconta un romanzo giallo creando suspence nell’ascoltatore. Il liquido di quelle bacche, sicuramente per caso lasciato a fermentare, una volta ingerito, provocava a quegli umanoidi della zona di Tiblisi estasi, stordimento e rinnovata eccitazione sessuale, perciò era un Dio, anche perche’ lo si sentiva chiaramente nella propria pancia: si muoveva e faceva calore!

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Il vino, ottenuto spremendo delle semplici bacche ma poi conservato in botti di rovere attraverso il quale l’aria filtra attivando nella fermentazione anche i processi attivi del legno, non sarebbe perciò oggi quell’eccellenza che tutti gustiamo senza la curiosita’ e la creativita’ sviluppatasi sin dall’Homo Sapiens fino all’uomo moderno. Da bambino vedevo gli alberi dal tronco storto e contorto, piegati dal vento perchè posti troppo vicino al mare come in Puglia, che avevano piccole insignificanti bacche verdi ed una volta, assaggiandone una, decisi che brutto era l’albero ed amaro era il piccolo ed inutile frutto che portava! Da adulto, meno ignorante che allora, oggi riconosco con amore sia la bellezza architettonica e decorativa a quei tronchi, cresciuti per centinaia di anni in Puglia, tanto da esser saccheggiati per

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adornare le ville di tutta Europa, sia la bontà di quelle bacche, che s p r e m u t e anch’esse come quelle dell’uva gia’ da tempi antichissimi, producono il nettare d’oro liquido, l’olio d’oliva extra vergine. Le olive spremute in olio hanno proprieta’ organolettiche uniche al gusto dei buongustai, ma possiedono anche numerose sostanze salubri che donano al nostro organismo, perfino quelle antitumorali, come mi ha piu’ volte spiegato il caro amico professor Francesco Schittulli, noto oncologo e presidente della Lega Italiana per la lotta ai tumori. Nella filiera dell’olio, l’estetista Nicole Caputo (per giunta di

Corato, città nota per l’Oliva Coratina), bella e brava truccatrice sui nostri set e conduttrice di quattro puntate televisive con il famoso esperto di cosmetica Diego Dalla Palma in una trasmissione TV da me prodotta, mi ha convinto a visitare la PDT Cosmetici, leader per i prodotti cosmetici che usano l’olio extravergine d’oliva nella linea “Physio Natura”.


PDT e’ l’acronimo di Plantone De Tommasi, Maria Antonietta Plantone e’ infatti l’amministratore ed il farmacista Giovanni De Tommasi ne e’ il direttore scientifico, una coppia, marito e moglie, protagonista della sana imprenditoria familiare italiana, testimone importante di aziende che uniscono alla creativita’ la memoria storica, perché con uno

Giovanni De Tomasi

sguardo alle tradizioni (la cultura e la coltura dell’olio d’oliva, la ricerca galenica degli antichi farmacisti) sviluppano modernamente Ricerca & Sviluppo tecnologico, alzando ogni volta l’asticella del salto in alto nella gara al progresso ponendo le basi per un nuovo futuro produttivo. Il dott. Giovanni De Tommasi, ancor giovane, e’ già un farmacista molto preparato sotto il profilo accademico, con doti di curiosità e creatività unite allo spirito “galenico” come quelli di una volta. Noi tutti ci siamo ormai abituati a vedere le farmacie trasformarsi in negozi che “vendono” di tutto ed i farmacisti divenire più negozianti che dottori esperti di sostanze benefiche.

Anche in questo caso ho il ricordo da bambino che vedeva l’ormai anziano ma brillante farmacista D’Alessandro il quale, quando mangiavo per molto tempo troppa cioccolata e merende varie, e puntualmente mia madre mi mandava da lui in farmacia, mi preparava lui la purga, miscelando magnesia e lattosio sul suo bilancino. A casa poi, unita all’acqua in un bicchiere, nonostante l’odore e l’aspetto mi facessero schifo tanto che mia madre mi dava subito dopo averla ingerita una caramella, l’effetto era liberatorio anche per la scomparsa, per esempio, di eventuali brufoli dalla pelle e per il colore della lingua che da bianca diventava nuovamente vitalmente rossa. Oggi qualora volessi ripetere quell’esperienza in farmacia trovo solo medicinali già confezionati, odorosi e saporosi, ma meno efficaci.

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La preparazione galenica, è fatta dal farmacista sotto il suo controllo e responsabilita’, mentre tutte le “specialita’ medicinali” sono preparate dalla industria che ne è quindi responsabile ed il farmacista in questo caso diventa il semplice venditore. I prodotti galenici hanno una composizione complessa e variabile e si preparano, di solito, con operazioni fisiche e/o meccaniche come per esempio la macinazione, la filtrazione, l’infusione anziche’ tramite le reazioni chimiche. Intervisto Maria Antonietta Plantone: “Lei e’ l’amministratore unico della societa’ PDT Cosmetici srl, come e’ nata l’idea di fare quest’impresa?” Si deve tutto all’entusiasmo di mio marito, farmacista, che ha voluto un laboratorio semigalenico annesso alla farmacia, questo lo ha poi portato alla formulazione

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anche di p r o d o t t i cosmetici, percio’ ha ritenuto giusto di doversi ulteriormente specializzare in uno specifico corso di cosmetologia a Milano. L’ i m p r e s a diventava sempre più importante sotto tutti i punti di vista per cui all’iniziale spazio di 80 mq abbiamo sostituito questa realta’ industriale di circa 1.000 metriquadri. La sua passione e’ stata cosi’ forte che l’investimento e’ stato affrontato solo con proprie forze finanziarie. “Dott. De Tommasi, ci parli allora lei di questa sua passione vulcanica….” Il concetto che ho posto agli albori di questa scommessa che ritengo, visti i risultati premianti, vincente, e’ stato quello di sviluppare il mio ruolo di farmacista operatore e preparatore, che in farmacia e’ molto “palettato” anche sulle preparazioni galeniche per tutta una serie di leggi vincolanti, possiamo preparare solo su prescrizione medica o su ricetta di una farmacopea per esempio. La mia necessita’, invece, di migliorare la mia preparazione in farmacia e’ nata per aumentare il mio bagaglio culturale e poi ho avuto l’intuizione

che il settore cosmetico potesse svilupparsi in maniera importante da quel lontano 1992 anno in cui cominciai. All’epoca il comparto cosmetico era ancora in una fase embrionale legato com’era a concetti di tipo decorativo, soprattutto rivolto ad una clientela femminile, per cui produceva in gran quantita’ rossetti, fard e simili sostanze di ornamento, più con una filosofia dell’effimero che si legava solo alla enfatizzazione della bellezza trascurando, per esempio, di migliorare la salute della pelle. La mia intuizione che la cosmesi poteva essere molto altro ancora, per la salute del corpo, e non solo per quello femminile, era confortata anche dalle leggi europee che identificavano gia’ allora la prepazione cosmetica utile anche a mantenere nelle migliori condizioni possibili il corpo umano.


Rientrava cosi’ nella cosmesi, grazie a quella normativa, tutto cio’ che serve a curare quotidianamente il benessere del nostro corpo. Il detergente, il dentifricio, la crema da barba, le creme per la pelle dei bambini, i protettivi solari, e tanto altro, erano prodotti che, in questa nuova filosofia, rientravano di diritto nel campo della cosmesi. Infatti agli inizi degli anni duemila la cosmetica ha avuto un forte balzo in avanti sotto il profilo delle performances economiche (grazie ai consumi aumentati per una nuova interpretazione di essa da parte della utenza) a livello planetario, proprio come avevo immaginato e sperato dieci anni prima quando ho deciso di diventare imprenditore del settore. Oggi anche la certificazione di qualita’, che noi abbiamo ottenuto

per la nostra azienda, voglio dire senza presunzione che ci pone all’avanguardia in questo settore. “Amministratore Plantone, qual’e’ l’attuale situazione del mercato cosmetico?” Ci fa piacere che la nostra cosmesi, che non riguarda per esempio l’alta profumeria, ma che invece viene considerata dal mercato “prodotto consolatore”, proponendosi con alta qualita’ a prezzi accessibili anche in momenti congiunturali non favorevoli come questo, venga molto apprezzato. Il mercato che affrontiamo con i nostri brand, cioe’ “Physio

Natura” e “Physioform Naturamediterranea” e’ quello dei centri benessere e parafarmacie e farmacie con physioform in Italia, produciamo poi anche per alcuni marchi di aziende del settore che operano all’estero. “Physio Natura” utilizza materie prime come gli olii naturali ed estratti di origine vegetale mentre Physioform Naturamediterranea e’ la linea tutta a base di olio d’oliva. Stiamo studiando anche una sinergia con i prodotti dell’enogastronomia perche’ il turista che visita e soggiorna, per esempio, negli agroturismi cerca, oltre alla marmellata fatta come la faceva un tempo la nonna, anche la crema per il corpo all’olio d’oliva, per esempio. Prodotti ricchi di tocoferoli di vitamina E e di sostanze antiossidanti come le maschere di bellezza, le creme antieta’ che stanno avendo un successo molto importante,le creme idratanti o quelle per le mani ma anche gli shampi e i bagno doccia

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sono sicuramente delle belle scoperte per tutti noi. “Per concludere, dott. De Tommasi, qual’e’ il futuro di questo settore?” Stiamo comunque parlando di beni che sono prodotti voluttuari, la cosmetica non puo’ curare ma solo migliorare l’aspetto, dobbiamo richiamare il cliente per poi trattenerlo, nel senso che chi non richiama non trattiene, la bonta’ del prodotto deve essere ben percepita sia dal punto di vista del packaging che da quello dei messaggi pubblicitari e di comunicazione che lanciamo. Io stesso prima di formulare un nuovo prodotto ascolto prima il mio team di esperti e gia’ a monte di questo processo, previe analisi di mercato, cerco di intuire di cosa abbia bisogno il potenziale cliente e di che tipo di cliente si

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tratti, sia per eta’, che per luogo e clima di appartenenza, quali desideri ed esigenze non soddisfatte lui abbia, affinche’ la qualita’ e la sensorialita’ psicologicamente attesa da lui sia quella che poi otterra’ da noi. In più ricordo che l’imprenditore di una volta impostava l’azienda in senso verticale a piramide, oggi ritengo sia necessaria una trasmissione della comunicazione con i collaboratori e con i dipendenti di tipo orizzontale per utilizzare in modo proficuo tutte le risorse mentali ed esperenziali a disposizione. Importanti saranno infine le leggi sempre piu’ stringenti sulla sicurezza che, sotto questo profilo, avvicineranno i prodotti cosmetici a quelli farmaceutici. Per i prodotti che vanno nelle zone limitrofe agli occhi, in quelle

genitali oppure destinate hai bambini sotto i tre anni d’eta’ ci vuole un’attenzione particolare come gia’ la legge prescrive oggi. Poi il nostro personale futuro prevede anche investimenti in macchinari, noi ci siamo dotati di turbo emulsori, sono apparecchiature che lavorano sotto vuoto, grosse caldaie con turbina che lavorano con camicie riscaldate generando l’emulsione, le creme per intenderci, con caratteristiche tecniche molto sofisticate derivanti da un’ottima progettazione ingegneristica e dalla qualita’ dei materiali che le compongono, perche’ oltre che formulare bene un prodotto cosmetico bisogna anche saperlo e poterlo produrlo bene. Le faccio un esempio. Nelle fasi di raffreddamento delle emulsioni e’ importante che i flussi termodinamici siano uniformi in


tutta la caldaia, e stiamo parlando di cisterne di 500/1000 chili, l’omogeneita’ di tutto il prodotto e’ obbligatoria per ottenere qualità. Per concludere io credo molto nello sviluppo del settore cosmetico secondo una filosofia che unisca la decorativata’ iniziale di questo comparto alla salute del corpo da mantenere e, per quanto mi riguarda, i miei sforzi di imprenditore e di farmacista saranno tutti tesi in questo senso. Alla fine dell’intervista e della visita all’azienda, come chiunque altro, non avrei potuto andar via senza portar con me alcuni prodotti, per testarli

personalmente.Ma invece il test migliore è stato quello avvenuto per caso. In un evento televisivo che ho prodotto in teatro a Bari dal titolo “La slitta incantata” la PDT Cosmetici mi ha pregato di far distribuire dalle hostess, a tutte le signore e signorine del pubblico, un cofanetto regalo con l’immagine di Babbo Natale sulla slitta che conteneva un prodotto esfoliante salino satinante, da usare, per esempio, prima della partecipazione ad una festa. Mi arrivano telefonate entusiaste da parte di chi lo ha già provato che mi chiedono dove trovarlo oppure se sia io il

rappresentante del prodotto e quindi sia nella condizione di fornirlo! Questo significa che se in ogni settore, ognuno applicasse l’italica inventiva, creatività e passione, senza trascurare le esperienze anche culturali già fatte, e senza farsi trascinare “solo” dal profitto a tutti i costi, come succede per esempio con l’agro pirateria che imita eccellenze agroalimentari senza innovare, un nuovo sviluppo sarà possibile secondo una Slow Economy, e l’homo erectus darà ulteriori dimostrazioni di essere anche e soprattutto “sapiens”.

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della Redazione

L'industria grafica leader nella "green economy"

S

tampa Sud, nata nel 1950 da Francesco e Attilio Posa, oggi è una realtà leader nell'industria dei servizi per arti grafiche e nella produzione di stampati commerciali, editoriali e cartotecnici, occupando 65 addetti. L’azienda, con capitale sociale di 1.761.850 euro, nasce e sviluppa la sua attività a Mottola, in un capannone di 5.000 metri quadri ed è interamente posseduta dalla famiglia Posa. La mission dell'azienda, sintetizzata nell'espressione "conosciamo il valore delle tue idee", indica il forte orientamento al servizio e alla tutela dell'idea

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di comunicazione del cliente. La relazione con il Cliente è garantita da un reparto commerciale altamente specializzato, che propone un'ampia gamma di servizi per la realizzazione del prodotto stampato. Combinando innovazione tecnologica e consolidato knowhow operativo, Stampa Sud ha creato un flusso di lavoro rapido completo e competitivo, che ne ha determinato il successo quale fornitore di agenzie pubblicitarie, banche, industrie, assicurazioni, tour operator, società editrici e commerciali presenti sul mercato italiano ed

europeo (fra i clienti nazionali citiamo Teatro dell’Opera di Roma, CNR, Enel, Infocamere, Provincia di Milano, Avis Autonoleggio, Cressi Sub, Eni, Alenia, Fastweb, Natuzzi, Ferrero, Lindt).


Dall'acquisizione digitale dei dati, alla distribuzione del prodotto stampato e finito, Stampa Sud si propone quale partner unico per sviluppare in qualità dal più semplice al più complesso progetto di creazione e produzione del prodotto stampato. La scelta di integrare tutte le fasi del processo produttivo, rende Stampa Sud tempestiva nella risoluzione delle esigenze di stampa. "L'azienda sta seguendo un processo di espansione commerciale in tutta Italia ed anche all'estero, spingendo sulla qualità del prodotto e sulle opportunità di offrirlo anche a grandi distanze. Abbiamo inaugurato una sede commerciale a Londra una a Milano, la crisi ha aperto delle opportunità per le aziende che non hanno sbagliato strategia

ed investimenti negli ultimi anni" ha commentato Attilio Posa, amministratore delegato. Nel 2012 Stampasud ha avviato una divisione di cartotecnica denominata Paco, seguendo il trend di crescita dell’export dei prodotti alimentari del mediterraneo. L'azienda è certificata Iso 9001:2000 e dal 2009 ha ottenuto la certificazione FSC con l'ente DNV. Il marchio FSC identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. "Cresciamo perché crediamo

nel futuro, cresciamo perché investiamo nelle persone e nelle idee, cresciamo perché ci prendiamo cura della Terra perché il verde è speranza". In una terra particolarmente sensibile alle tematiche ambientali, come quella di Taranto, ciò fa onore alla Stampa Sud. Per info: www.stampa-sud.it

Saverio Buttiglione ed il presidente di Stampa Sud S.p.A. Piero Posa (al centro) insieme ai suoi figli tutti managers laureati in varie discipline ed impiegati nell'azienda.

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di Saverio Buttiglione 40

Il futuro della nostra economia

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uando l’Italia ha conosciuto il boom economico tra il 1950 ed il 1960, in Puglia, nel sudest della provincia di Bari, l’unica attività trainante era ancora quella agricola, tranne che nella cittadina di Putignano, dove nacque una importante imprenditoria industriale, la famiglia Laterza intraprese l’editoria per esempio, mentre si ponevano le basi per la creazione di uno dei più importanti distretti del tessile abbigliamento italiano. In questa cittadina di trentamila abitanti, famosa oggi per il carnevale più lungo (comincia il giorno dopo Natale con le “Propaggini” - satira in musica sui potenti) ed antico del mondo (più di seicento anni, da quando i cavalieri di Malta traslarono le ossa di Santo Stefano dal castello di Monopoli (a rischio di incursioni saracene) al loro possedimento in Putignano, e per gli abiti da sposa (il 50% della produzione nazionale), in quegli anni nascevano le tintorie di tessuti Mummolo, Elefante/Genco e Brigio, il berrettificio Dalena, le confezioni Serio, Contegiacomo e Totaro, con centinaia di operaie che acquisirono importanti specializzazioni. Di quelle aziende (oltre alla Dalena) solo la Mafrat della famiglia Totaro oggi esiste ancora ed è diventata anzi una importante company di livello mondiale nella moda per bambini e teenagers, sia con

marchio proprio che con la concessione di importanti griffes nazionali, tanto da “vendere” i propri prodotti persino in Cina. Cugini e nipoti della terza e quarta generazione della famiglia Totaro, con varie competenze, lavorano in Mafrat guidati da Mario Totaro. Per la sua grande abilità manageriale e competenza Mario Totaro è perciò stato eletto Presidente del Distretto Moda della Regione Puglia. Questo è il suo pensiero che ha espresso a Slow Economy sul futuro della nostra economia: "È indubbio che la globalizzazione ha creato degli squilibri tra le diverse economie ed ha generato quella grave crisi economica che stiamo vivendo. Una luce in fondo al tunnel: Siamo "padroni" delle eccellenze che il mondo ci invidia, la Moda, l'Arredo, l'Agroalimentare, fanno dell'Italia il punto di riferimento per quello stile di vita che tutti ci riconoscono. Il turismo internazionale fa da portavoce di queste nostre splendide realtà".

Mario Totaro, Presidente del Distretto Moda Puglia

It is well known that globalization brought about unbalanced economies and the dreadful current economic downturn we are experiencing. A light at the end of the tunnel: we are "master" of the excellence that the whole world envies us. Fashion, Interior Design and Furniture, Food and Agriculture make Italy the reference point for that lifestyle that the whole world looks up to. International turism speaks about those wonderful realities. Mario Totaro



di Saverio Buttiglione

Freccia Bianca

Š Trenitalia

La metropolitana d'Italia, viaggiare slow... 42


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Devo dire che, atleta di velocità da ragazzo nei 100 e 200 metri, patito anche di moto e della Ferrari, la mia vecchia vita “fast” mi ha sempre fatto rabbrividire al pensiero dei viaggi in treno, sia per i lunghi tempi di percorrenza sia per le scarse doti di confort che il treno mi presentava. Quando mi iscrissi alla facoltà di ingegneria dopo il liceo, per percorrere 40 chilometri da casa a Bari ci mettevo un’ora e mai scorderò che rifiutai la seconda licenza durante il servizio militare perché, prima di essere trasferito alla Scuola di Guerra di Civitavecchia, i primi 2 mesi li trascorsi a Trapani e per tornare a casa a Bari ci misi in treno ben ventiquattro ore!! Ma ora che sto scoprendo che uno stile di vita slow forse è più consono alla salute di tutti ed anche alla mia, ero perciò

veramente curioso di scoprire l’attuale situazione delle ferrovie in Italia. Viaggiare in treno inoltre fa evitare lo stress della guida in automobile e rispetto all’autostrada come pure ai voli aerei, “dona” un indimenticabile percorso visivo fra le bellezze uniche di cui è composta la nostra penisola in ogni angolo. Nello stesso giorno della convention di Trenitalia a Bari il competitore privato di Montezemolo e Della Valle, NTV, inaugurava la rotta Torino-Milano col treno ad alta velocità “Italo” e nei TG, per bilanciare l’impatto mediatico e promozionale della notizia, l’amministratore Mauro Moretti spiegava il futuro dell’azienda rivelando che Trenitalia è quella che più ha investito negli ultimi anni, pur in terribili tempi recessivi, in sviluppo e ricerca fra tutte le aziende di © Trenitalia

entre nel centro storico di Bari, il 6 dicembre veniva festeggiato San Nicola e sembrava di essere a Mosca per la folla di pope ortodossi e di ragazze dell’est venuti qui per onorare questo Santo, icona della fede di tante religioni cristiane fino ad esser stato trasfigurato nei paesi del nord Europa addirittura in Sancta Klaus, praticamente Babbo Natale, io ero a pochi metri dalla Basilica che ne conserva le ossa (rendendo Bari la effettiva “Porta d’Oriente” dell’Europa), perchè ospite di una convention nella biblioteca provinciale De Gemmis, nello splendido monastero ristrutturato di Santa Teresa dei Maschi. Trenitalia, compagnia di bandiera ferroviaria italiana presentava proprio quel giorno ai tours operators ed alle agenzie di viaggio le novità per il 2013.

L'Amministratore Delegato di Trenitalia, Mauro Moretti, e l'Onorevole Michela Vittoria Brambilla firmano l’accordo tra la Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente e Trenitalia grazie al quale tutti i cani potranno finalmente viaggiare su tutti i treni

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Stato, ed ha presentando quindi i nuovi vettori che ci trasporteranno nei prossimi mesi. Nella convention barese alcuni titolari di agenzie di viaggio, hanno lamentato che per esaudire le richieste dei viaggiatori/ clienti, informati dalla pubblicità delle offerte di biglietti a bassissimo costo, sono costretti a passare in media allo sportello quasi 10 minuti rispetto ai 5 per ogni cliente calcolato nel passato, con costi elevati per le loro agenzie, ma lo fanno pur di poter soddisfare la curiosità dei loro clienti. Questo però non è conveniente per un biglietto che il più delle volte risulta aver già esaurito il plafond a disposizione e serve soltanto per contrastare le offerte vantaggiose “specchietto per le allodole” della concorrenza. Hanno evidenziato infatti che si dovrebbe evitare questo confronto coi vettori privati come pure quello coi voli aerei low cost, perché dal gruppo Ferrovie dello Stato di cui fa parte Trenitalia la gente aspetta anche e soprattutto un “servizio sociale” in quanto trattasi di

azienda di stato, e quindi, pur lodando l’approccio manageriale del marketing Trenitalia, non sempre si deve a tutti i costi ragionare in termini di mercato e concorrenza. Questi stakeholders del turismo hanno richiesto a Trenitalia di puntare soprattutto alla qualità del servizio ed ai traferimenti notturni con carrozze letto, che per esempio, per le tratte dalla Puglia verso Milano, sono state abolite negli ultimi anni quasi del tutto. Io, alla fine della giornata, dopo aver sentito i funzionari di

Trenitalia ed aver visto i filmati da loro presentati, devo dare atto che il problema della qualità è stato affrontato e risolto. Spero si risolva al più presto quello della comodità dei viaggi a lunga percorrenza potendo tranquillamente dormire ed arrivare ben riposati a destinazione, così come Trenitalia fa con i treni “Thello” Italia/Francia, trasportando i viaggiatori notturni da Milano a Parigi come se fossero in un lussuoso albergo viaggiante. Per quanto riguarda la qualità messa a disposizione anche

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I servizi di bordo, come ho potuto poi verificare imbarcandomi anch’io su Freccia Bianca, sono espletati da personale altamente professionale e preparato con un equipaggio a disposizione dei clienti durante tutto il viaggio per fornire informazioni sui tempi di percorrenza, sulle coincidenze nelle stazioni d’arrivo e sui servizi disponibili. Con il servizio di “Benvenuto e Ristorazione” 
viene dato ai passeggeri di 1a classe sui collegamenti della Torino/MilanoUdine/Venezia/Trieste anche per Frecciabianca un servizio di Benvenuto con un welcome drink, uno snack dolce o salato e, per le partenze della mattina, un quotidiano a scelta tra le principali testate nazionali. Con il nuovo servizio Bar è possibile gustare il perfetto caffè Illy iperespresso (è stata

scelta una eccellenza tutta italiana, la compagnia di caffè italiano triestina) e scegliere tra una vasta gamma di altri prodotti di elevata qualità. A bordo di questi treni Frecciabianca sulle rotte che ho prima menzionato e sulla Torino/Milano/Venezia-Adriatica ol-

© Trenitalia

per la massa dei viaggiatori e quindi a basso costo, con la terza “Freccia” di Trenitalia dopo quelle argento e rossa che già sono di alta qualità, la nuova Freccia Bianca ha risolto il problema, come ho voluto constatare personalmente recandomi in stazione, ed ho trovato un treno moderno che circola ora anche sulle linee tradizionali al di fuori della rete Alta Velocità garantendo lo stesso comfort e servizi di qualità. In questa convention barese sono stati sciorinati i seguenti numeri a dimostrazione dell’attenzione che l’azienda pone alle necessità dei pendolari: ci sono ora collegamenti capillari e frequenti con 84 treni al giorno che collegano 87 centri di medie e grandi dimensioni, ed una partenza in media ogni 13 minuti, dalle 5 del mattino fino alle 21, per cui è assicurata assicurano un’elevata capillarità: 
42 treni con partenze ogni ora (mezz’ora nelle ore di punta), a partire dalle 6 fino alle 21, tra Milano e Venezia e viceversa; 24 treni con partenze quasi ogni ora collegano il Nord Italia e le principali località della costa Adriatica fino a Ancona/ Pescara/Bari/Lecce/Taranto; 12 treni collegano 17 città della costa toscana e ligure con la Capitale, con fermate anche nei piccoli centri e alcune prosecuzioni fino a Milano; 4 treni collegano Roma con le principali stazioni della Campania, della Basilicata e della Calabria; 2 treni collegano Roma con la costa Adriatica (Falconara M.ma, Rimini e Ravenna).


gagli ingombranti, si può accedere ad un servizio che la compagnia di stato ha attivato in accordo con la TNT, affinché i bagagli possano essere spediti direttamente alla destinazione del viaggio (hotel o qualunque altro posto) ed il corriere viene a prenderli direttamente a casa 24 ore prima della partenza. Chiaramente sono disponibili posti per i disabili in ogni carrozza n° 3, all’interno della qua-

© Trenitalia (2)

tre che sui treni Milano-Genova-Roma il servizio di ristorazione è effettuato all’interno di un nuovo e confortevole angolo Bar. Sui treni della Roma-Ravenna, Roma-Reggio Calabria e Genova-Roma questo servizio è effettuato tramite uno spazio Bar dove i clienti possono consumare i prodotti acquistati seduti come in un vero bar. 
 
Infine il Servizio di pulizia 
è finalmente garantito da personale specializzato per una costante igiene delle toilette e del decoro degli ambienti durante il corso del viaggio, facendo dimenticare le cattive condizioni in cui versavano i vecchi treni delle Ferrovie di stato. Ma anche il confort è migliorato di molto eguagliando quello già messo in campo da Trenitalia nei suoi vettori ad Alta Velocità. Ci sono infatti poltrone spaziose e reclinabili con ampia seduta, un moderno (e funzionante) Impianto di climatizzazione, ampi spazi per l’alloggio dei ba-

le è stata attrezzata anche la toilette dedicata, ogni posto è dotato di presa di corrente e sempre nelle carrozze n.3 vi è un utilissimo fasciatoio a ribaltina e cosa molto importante è che l’impianto di diffusione sonora aggiorna in tempo reale sulla marcia del treno, sulle coincidenze nelle stazioni di fermata, sui servizi (e naturalmente sulle promozioni di Trenitalia). Sarebbe a questo punto affascinante caricare bici e sacca da golf su un Frecciabianca, rilassarsi guardando il panorama mentre si è trasportati con puntualità alla stazione più vicina al campo da golf che abbiamo scelto, spegnere il cellulare, lanciare la pallina sul green al solo suono degli uccelli e fare un break gustando enogastronomia locale. Avremmo reso un piacere alla nostra salute psicofisica ed avremmo contributo allo sviluppo di una nuova economia slow.

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N

oi italiani siamo un popolo di santi, poeti e navigatori - ma anche di allenatori della nazionale di calcio e di esperti di turismo. Noi italiani possediamo alcune caratteristiche peculiari: l’essere a digiuno di calcio non ci impedisce di discutere per ore al “Bar dello sport” sulla migliore formazione degli “azzurri”, così come siamo tutti esperti in turismo, forse perchè abbiamo viaggiato un po’ di più di chi ci sta ascoltando. C’è poi una risposta che noi italiani non sappiamo dare: Non lo so! Attenzione, non perchè noi italiani sappiamo tutto su qualsiasi argomento, ma perchè non riusciamo ad articolare queste tre parole neppure dopo una domanda sulle abitudini

alimentari della più remota provincia della Cina o dell’Africa sub-sahariana. Il mix di queste peculiarità è decisamente pericoloso, soprattutto per noi stessi: basterebbe guardarsi attorno per capire quali sono le conseguenze di questo andazzo! Quando noi italiani parliamo di turismo, ci concentriamo naturalmente sulla promozione e poniamo tutta la nostra attenzione sullo slogan più accattivante per attrarre i turisti stranieri. Che poi la nostra offerta sia organizzata male e non riesca a soddisfare il turista che ha deciso di visitare l’Italia, è un fatto secondario: noi italiani non ci occupiamo del servizio postvendita e, invece di fidelizzare il nostro cliente, preferiamo

Salvatore Messina

cercarne un altro e poi ancora un altro. Così facendo, siamo scesi dal podio delle destinazioni turistiche preferite perdendo continuamente posizioni e siamo adesso al quinto posto con una previsione dei “veri” esperti, quelli dell’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, di ulteriore arretramento. © Archivio fotografico Assessorato Turismo Comune di Rimini

di Salvatore Messina - Rettore Università Europea per il Turismo

Possiamo provarci davvero?

Il Grand Hotel di Rimini, dedicato al Maestro Federico Fellini

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© Stefano Zardini

A meno che... A meno che non ci occupiamo di organizzare l’offerta territoriale partendo dal basso, coordinando e rendendo fruibile ciò che già succede, senza inventare nulla. Partiamo da un territorio circoscritto, da un comprensorio dove sia possibile far dialogare insieme pubbliche amministrazioni e operatori privati con l’obiettivo di creare occupazione, argomento che dovrebbe avere un posto centrale nell’agenda di ogni amministratore locale, di ogni operatore economico, di ogni padre di famiglia. E creiamo un atlante del territorio, con le risorse culturali e naturali, con i prodotti enoagroalimentari di qualità delle piccole imprese, con gli eventi organizzati dalle associazioni culturali, e così via. Mentre completiamo l’atlante, analizziamo la domanda, soprattutto quella estera: quali turisti possono essere interessati alle peculiarità della nostra offerta? Come dobbiamo organizzarci per soddisfarli pienamente? È questo lavoro di organizzazione delle risorse, di produzione che nel campo del turismo assume una rilevanza straordinaria per l’infinita possibilità di integrare ogni componente del servizio turistico con le risorse presenti nel territorio, a condizione che siano fruibili. È così che - a mio avviso dovremmo lavorare per dare vita ad un vero sistema turistico locale. Noi ci stiamo provando!

Le spettacolari montagne di Cortina d'Ampezzo

Can we try harded?

W

e, Italians, are a nation of saints, poets and maritime people - but also the coaches of the national football team and the experts in tourism. We Italians possess some particular characteristics: being in complete absence of information on football does not prevent us from long hour discussions at a “Sport Bar” on the best team of “azzurri” , as well as we are all experts in tourism, perhaps because we have travelled a little more than the ones who are listening to us. There is an answer that we Italians do not know to give: I

don’t know! Pay attention, that is not because we Italians know everything on whatever argument, but because we can not articulate these three words even after a question on the eating habits on the most rural district of China or sub-saharan Africa. The mixture of these peculiarities is definitely dangerous, especially for ourselves: one just can have a look around in order to understand what are the consequences of this attitude! When we Italians talk about tourism, we naturally concentrate

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Uno scorcio delle Isole Tremiti

in promotion and pay all our attention in the most appealing slogan for attracting the foreign tourists. In case our offer is not well organized and it can not satisfy the tourist that has decided to visit Italy, this is of secondary importance: we Italians do not deal with the postsale service, and instead of loyalty our client, we prefer to search another one and then another one. Acting this way, we have stepped down the podium of the favourite touristic destinations loosing continuously the position stand and we are now on the fifth place with a forecast of the “real� experts, those at the World Organization of Tourism in the United Nations, of continuous decrease.

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Except if... Except if we take care of the organizing of the territorial offer starting from the bottom, coordinating and making fruitful what just happens, without inventing anything. We start from a territory, from an area where it is possible to have a dialogue between the public administration with the private operators with the objective to create new job places, an argument that needs to be of central attention in the agendas of every local administration, of every operator and every father in a family. This way we create a map of the territory, with the human and cultural resources, with the quality gastronomical product of small enterprises, with the events

organized from the cultural associations, and so on. While we fill in the map, we analyse the demand, above all the external one: which tourists can be interested in the particularity of our offer? How can we organize ourselves in order to fully satisfy them? This kind of organization in the human resources, in the production in the tourism camp assumes an extraordinary significance for the infinite possibility of integrating all the components of touristic service with the resources present in the territory, with the condition that they are accessible. In this way - I think - we should work for bringing to life a real local touristic system. We are trying!



di Saverio Buttiglione

Tre architetti per la Puglia

T

erra di conquista e di passaggio da sempre, tanto che nel DNA degli attuali abitanti sarà rimasto poco degli antichi Peuceti, le Puglie vivono ora il loro momento di gloria. Il “brand Puglia” è diventato di moda, non solo in Italia, per il clima favorevole tutto l’anno, ma anche e soprattutto perché durante l’ultimo secolo di massiccia industrializzazione, per testardaggine o per caso o per fortuna questa regione si è conservata “agricola” in gran parte ed ambientalmente sana. Oggi quindi, in era di postindustrializzazione e proprio nel bel mezzo della crisi economica globale, è un luogo che può offrire proprio quello che cercano

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e chiedono i consumatori ed i viaggiatori del terzo millennio. Non solo il mare del Gargano o del Salento, oppure l’incantevole scenario dei trulli di Alberobello, ma anche le cattedrali sul mare, il barocco di Lecce, i castelli dell’imperatore Federico II di Svevia, a c o m i n c i a r e dall’enigmatico Castello ottagonale del Monte di Andria, e le masserie in pietra, trasformate in relais di lusso quando non sono riutilizzate per le produzioni tipiche enogastronomiche. Ma perché questo brand

sia remunerativo in modo accettabile occorre che l’offerta turistica sia integrata, occorre che le Puglie facciano sistema. Purtroppo qui sta il nodo cruciale, che proprio nel sud d’Italia, generalmente diventa difficile districare, il nodo relativo ad una mentalità troppo individualista di un popolo che, pur se da tutti riconosciuto come molto ospitale e caloroso, quando si tratta di essere pragmatico lo diventa con troppa lentezza. Tre architetti di fama mondiale, alla stregua dei tre


Re Magi della Natività cristiana, avrebbero potuto essere il volàno di uno sviluppo di sistema dietro la bandiera dello sport. Quando Aldo Moro era primo ministro ed io ero bambino ricordo che venne nella mia città Putignano per posare la “prima pietra” della costruzione di un circuito di Formula Uno. Si è costruito un vialone di accesso appunto chiamato tutt’oggi Viale dell’Autodromo, un pezzo di pista ed è nata una discoteca, “Autodromo Club”, ancor oggi meta della movida pugliese, ma le lentezze burocratiche e la distrazione di denaro pubblico hanno purtroppo impedito che il circuito vedesse mai la luce! Se questo autodromo fosse nato, in seguito poi, coi titoli sportivi acquisiti,si sarebbe candidato, in questi ultimi 15 anni nei quali la formula uno è stata sport attrattore di visibilità mondiale, ad essere rimodernato dal grande architetto Herman Tilke, e reso simile ai circuiti che questo progettista ha costruito nel mondo.

L'inconfondibile sagoma di Castel del Monte

E’ stata un’occasione persa che non ritornerà anche perché ormai la Formula Uno ha un numero di appassionati in costante calo. Per i mondiali di calcio lo stadio più bello in assoluto è stato quello costruito a Bari, dal grande architetto ed urbanista Renzo Piano, ma la città, le istituzioni e gli imprenditori, non hanno saputo fare sistema per supportarne la squadra e “la Bari” milita costantemente in serie B con gli spalti di questo gioiello dell’urbanistica desolatamente semivuoti.

Altra occasione persa che non ritornerà perché tutto inizia ed ha una fine, come è successo ai giochi gladiatori del Colosseo, ed anche il calcio ha già cominciato il suo declino, prima con l’avvento della payTV, e continua ora sia per la scarsa disponibilità economica di chi dovrebbe acquistare i biglietti per lo stadio, sia per i costi esorbitanti degli atleti che sono ormai fuori del mondo reale. Ma c’è un terzo architetto di fama mondiale che da quattro anni si è innamorato della Puglia,

Una suggestiva immagine notturna dello stadio San Nicola di Bari

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Giuseppe Miliè

uno dei pochissimi progettisti al mondo “specializzato” in campi da golf, “il “Tilke” di questo sport che sta aprendosi alla fama ed alla fruizione delle masse. E’ incredibile constatare quali risorse alcune importanti aziende multinazionali abbiano investito nei territori nei quali l’architetto Giuseppe Miliè progetta e costruisce i suoi campi da golf. E’ altrettanto incredibile scoprire la sua delusione di questi giorni quando, dopo quattro anni spesi a “regalare” a questa regione un progetto di fattibilità, che avrebbe un costo di parecchie decine di migliaia di euro, sia nuovamente ritornato a Roma dopo che le autorità pubbliche pugliesi lo avevano chiamato per ulteriori riunioni che però non hanno risolto la “cantierizzazione” del progetto! Da pugliese ho chiesto scusa all’amico Miliè e ho giustificato la inefficienza burocratica dei miei conterranei col bizantinismo che ci caratterizza. Ho aggiunto che, se si dona un lingotto d’oro, solo per affetto, ad una persona che non se lo aspetta, e se poi questa persona è addirittura del sud, invece che

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ottenere un ringraziamento si otterrà diffidenza, perché si penserà che il lingotto è rubato oppure che è falso oppure che, peggio, dietro il bel gesto si nasconda qualcosa di losco! Non è vero che, come tutti i politici ed amministratori pubblici dicono in questo periodo di crisi economico finanziaria, non ci siano i soldi per la spesa pubblica. I soldi ci sono perché i cittadini sono dissanguati dalle tasse che versano nelle casse pubbliche, dipende da cosa si intenda per “spesa pubblica”. Non è più una questione di essere politicamente di destra o di sinistra, peraltro categorie ormai superate, ma di cambiare la cultura e la sensibilità nell’amministrare la “Cosa Pubblica”. Se come nei paesi del nord Europa i politici e gli amministratori

governassero praticamente “a gratis, e per poco tempo, e a rotazione”, andando in ufficio in bicicletta (come ho visto fare in Olanda o in Svezia), ritenendosi onorati di essere stati chiamati dal popolo a rappresentarlo e governarlo e considerandolo un fatto di onore e responsabilità, il denaro dei contribuenti ci sarebbe eccome per l’istruzione delle nuove generazioni, per la sanità pubblica, per le infrastrutture architettoniche (strade, aeroporti, porti, parcheggi, centrali energetiche da fonti rinnovabili) e virtuali (larga banda da cablaggio di fibre ottiche). E’ chiaro che poi non ci sono più soldi pubblici da investire se la politica si chiude pure nella casta immutabile “vita natural durante” che conosciamo e si fa pure permeare da una costante corruttela.


Ma l’incredibile è quando addirittura si ostacola, con lungaggini burocratiche, un progetto che porterebbe alla popolazione enormi benefici e questo progetto non richiede denaro pubblico ma solo investimenti privati. Il grande architetto Giuseppe Miliè mi ha risposto così: "Caro Saverio ritorno adesso dalla Puglia dove ho fatto l’ennesimo sopralluogo con l’ennesima spesa... Mi spiace ma per la Puglia al di la della amicizia e simpatia con te e diversi altri amici veri... con il golf non intendo più perdere un minuto del mio tempo in queste condizioni. Pur tuttavia, caro Saverio ,mi fa piacere sentire l’affezione che hai per la tua splendida terra. Ti invio quindi la presentazione tecnica che a suo tempo avevo

discusso anche col Governatore Vendola che pure stimo…. 4 anni fa… 4 anni persi per tutti…! Se poi pensi che ho portato a mie spese altri colleghi architetti, specialisti del golf, tecnici e finanziatori..in ulteriori riunioni con sindaci di tutte le parti politiche, sono stanco perché senza progetti CANTIERABILI… non se ne fa nulla..Come in altre parti del mondo dove ho operato, l’amministratore pubblico DEVE ormai trasformarsi in imprenditore con la stessa mentalità del privato… snellire le procedure e consentire velocità a chi investe, ovviamente con il controllo delle procedure, ma senza mettere il bastone tra le ruote, di continuo, …e se pur in buona fede lo fanno perché non conoscono l’urbanistica, o la base per la lettura di un Business Plan si affidino pure ai loro tecnici di fiducia, purchè siano rapidi poi nelle decisioni, perfino in paesi come il Marocco ho visto molta

più velocità decisionale ed i risultati che stanno ottenendo con l’economia che hanno messo in circolazione grazie al Golf sta dando la giusta ricompensa alle popolazioni da loro governate. Ad ogni modo.. ti allego il documento,..e ti invio anche un DDL che avevo elaborato quando il Ministro del Turismo era la signora Brambilla, la quale si era fatta promotrice di un Disegno di Legge ma dopo gli ostacoli incontrati che aveva incontrato in Parlamento mi aveva chiesto di scriverne gli emendamenti consoni alla nostra costituzione, perciò questo testo è ora valido sotto tutti i punti di vista ed è bipartisan. In questo DDL c’è il potenziale progetto di sviluppo economico, e tutto questo grazie ad uno sport. Un caro saluto. Giuseppe" Slow Economy lo pubblica con grande piacere ringraziandoti Giuseppe.

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DISEGNI DI LEGGE CONGIUNTI N. 2367 - Ministro Brambilla Legge - Quadro per la promozione del Turismo sportivo e per la realizzazione di impianti da golf. N. 1471 - Senatori Filippi e Pittoni - Misure per incentivare e diffondere il turismo attraverso la diffusione del gioco del golf e la realizzazione di impianti golfistici. ART. 1 (Principi generali e obiettivi) 1. La presente legge ha lo scopo di qualificare l’offerta turistica sportiva in ambito nazionale ed internazionale e di promuovere la diffusione del gioco del golf e la realizzazione di impianti golfistici, nel rispetto del riparto delle competenze fra Stato e Regioni. 2. Nel perseguimento delle finalità di cui al comma 1., il Ministro per il turismo, di concerto con il Ministro delle infrastrutture, e dei trasporti, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e il Ministro per i beni e le attività culturali, e d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato , le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, approva il piano di promozione del turismo sportivo, contenente criteri ed indirizzi per la localizzazione, il dimensionamento e l’accessibilità degli impianti, ivi compresi i presupposti e le dotazioni necessarie per la realizzazione degli impianti sportivi dedicati alla pratica del golf. È fatta salva l’applicazione della disciplina vigente in tema di valutazione ambientale strategica. 3. Sulla base dei criteri ed indirizzi del piano di cui al comma 58

1.2, entro due anni dall’approvazione del medesimo, l’ente locale o più enti locali eventualmente consorziati, tali da costituire o promuovere lo sviluppo e la realizzazione di una rete o circuito golfistico, propongono alla regione ed alle province la presa d’atto dell’accordo intrapreso per tale obiettivo, verificando altresì la qualità e la varietà dell’offerta ricettiva ed accertandone eventuali carenze. ART. 2 (Requisiti degli impianti) 1. Gli impianti destinati alla pratica del gioco del golf sono realizzati in conformità alle norme di legge, con particolare riferimento a quelle di tutela ambientale, culturale e paesaggistica, di sicurezza, igiene e superamento delle barriere architettoniche, nonché delle norme tecniche per le costruzioni e delle norme in materia di impiantistica sportiva e di percorsi stabilite dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), dalla Federazione Italiana Golf (FIG), dalla European Golf Association (EGA) e dalla International Golf Federation (IGF). Inoltre, nella realizzazione degli impianti è garantito il ricorso alle tecnologie per il risparmio energetico. 2. Gli impianti di cui al comma 2.1 si inseriscono nel pieno rispetto del contesto ambientale ed integrato con le infrastrutture ed i servizi eventualmente esistenti nel territorio, rispettando le esigenze connesse all’accessibilità e fruibilità dei diversi spazi, in relazione al tipo di destinazione ed utenza previste. 3. In particolare le agevolazioni

di cui all’articolo 3 sono rivolte esclusivamente in favore dei soggetti che realizzino impianti golfistici con un percorso minimo di diciotto buche su un’area di almeno 700.000 mq, rispondendo a criteri di flessibilità che li rendano adatti ai diversi tipi di competizione e di li vello golfistici. La superficie occupata per l’eventuale realizzazione di infrastrutture destinate alla promozione turistica e a residenze e l’area parcheggio può essere ricompresa nella metratura di cui sopra. ART. 3 (Incentivazione alla realizzazione di strutture di ricezione turistica collegate all’impianto golfistico) 1. In caso di accertata carenza di idonea offerta ricettiva, l’ente locale o più enti locali eventualmente consorziati, tali da costituire o promuovere lo sviluppo e la realizzazione di una rete o circuito golfistico, sentite le province e/o le regioni e d’intesa con gli enti parco nazionali, e gli enti gestori nelle aree marine protette, favoriscono la realizzazione di impianti golfistici integrati da strutture di ricezione turistica e residenziale, con gestione connessa a titolo permanente all’esercizio dell’impianto. Le strutture di cui al presente articolo sono rispondenti ai requisiti di cui all’articolo 2, comma 1. 2. Allo scopo di agevolare l’attuazione di un piano strategico di costruzione sul territorio nazionale di impianti destinati, nell’ambito del programma di valorizzazione dei beni paesaggistici e di qualificazione


ambientale, nonché di promozione turistica, i comuni o loro consorzi concedono anche a soggetti privati che realizzino uno o più impianti golfistici rispondenti ai requisiti di cui all’articolo 2, la possibilità di edificare contestualmente alla costruzione del campo da gioco e con un indice di fabbricabilità fondiaria complessiva pari a 0,06 mc /mq di cui minimo 0,02 mc / mq riservato d’obbligo per le strutture turistico ricettive, anche in deroga agli strumenti urbanistici vigenti ed in corso di approvazione e/o delle zone tutelate ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successivo aggiornamento del d.l. n. 63 del 26 marzo 2008. 3. Nel caso in cui all’interno delle aree destinate alla costruzione delle strutture ricettive e turistiche collegate al campo da golf fossero presenti casali, ruderi o strutture con cubaturegià esistenti, queste sono da intendersi aggiuntive rispetto alla volumetria complessiva di cui al punto precedente, al fine di consentirne il recupero e la ristrutturazione. 4. I comuni o consorzi degli enti locali devono specificare la destinazione d’uso, anche in variante rispetto alle destinazioni d’uso correnti, delle aree utilizzate per le strutture ricettive e residenziali di cui al comma 1 al fine di consentire l’utilizzo e lo sfruttamento economico continuativo delle aree medesime, con il vincolo degli indici di cui al comma 2 cui devono attenersi i soggetti costruttori. 5. Le opere necessarie per la realizzazione degli impianti e

delle aree medesime, i cui oneri sono a carico dei soggetti costruttori, possono essere realizzate in base a denuncia di inizio attività ai sensi dell’art. 23 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, e successive modificazioni. Per la realizzazione degli impianti di cui sopra sono introdotte le seguenti deroghe alla normativa statale: a. Gli impianti rispondenti ai requisiti di cui all’articolo 2, possono essere realizzati nell’ambito delle aree sottoposte alle prescrizioni di tutela indiretta di cui all’articolo 45 del codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, previo parere favorevole della competente soprintendenza; b. Gli impianti rispondenti ai requisiti di cui all’articolo 2, possono essere realizzati nell’ambito delle aree naturali protette di cui alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, previo nulla osta dell’ente parco nazionale e dell’ente gestore delle aree marine protette; c. Per la realizzazione degli impianti rispondenti ai requisiti di cui all’articolo 2, in caso di necessaria adozione dell’autorizzazione paesaggistica, si applica la procedura semplificata di cui all’articolo 146, comma 9, del citato codice di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004 e successivo decreto legislativo n. 63 del 26 marzo 2008; d. Gli impianti rispondenti ai requisiti di cui all’articolo 2, possono essere realizzati nell’ambito delle aree ricomprese

nei piani di bacino di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, previo parere favorevole della competente Autorità di bacino. 6. La costruzione delle strutture di ricezione turistica e/o residenziale di cui al comma 1 , si intendono vincolate alla costruzione e al buon mantenimento dell’impianto golfistico rispondente ai requisiti di cui all’articolo 2. Nel caso in cui il campo da golf venisse chiuso per qualsiasi motivo o il soggetto dovesse fallire entro il termine di dieci anni dalla costruzione, tutte le aree riservate alla struttura sportiva e alla ricezione turistica e residenziale e la loro gestione passano nel patrimonio del comune nel cui territorio è ubicato il bene medesimo. 7. È fatto divieto ai soggetti privati che costruiscono le strutture di ricezione turistica e/o residenziale di cui la presente articolo, di vendere sia la totalità sia le singole parti di tali strutture almeno per i cinque anni successivi alla realizzazione del campo da golf, fatto salvo il caso in cui l’acquirente compartecipi finanziariamente alla gestione e al buon mantenimento del campo medesimo. ART. 5 (Entrata in vigore) La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Le disposizioni della presente legge si applicano nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con gli statuti speciali e con le relative norme di attuazione. 59


di Giuseppe Miliè, Architetto e Urbanista, specializzato in Golf Design e Landscaping

Giuseppe Miliè Architetto

Ingegneria e Golf giuseppemilie@yahoo.it +39 3474276065

REGIONE PUGLIA Sviluppo del Territorio e Infrastrutture integrate al GOLF

PUGLIA UNA OCCASIONE LUNGA 365 GIORNI 1

IL MERCATO : Il golf mondiale

64 milioni di golfisti attivi nel mondo - 94 Federazioni nazionali

EUROPA 10.1 milioni (16%)

AMERICA 37.8 milioni (59%)

ASIA 14.3 milioni (22%)

AUSTRALASIA 1.8 milioni (3%) AFRICA 0.4 milioni (1%) Source : Sports Marketing Surveys 2005

60

Elaborazione Cardines srl Milano 2007

2


3

I Megatrend Del Turismo Sportivo • Si stima che solo in Italia il valore del turismo sportivo sia

prossimo ai 10 Mld di Euro. • Un turista su cinque seleziona la propria meta turistica in

funzione della possibilità di fare sport. • Lo sport è al terzo posto nelle motivazioni degli italiani

alla vacanza (8,3% dei soggiorni effettuati) con circa 1.2 milioni di periodi di vacanza effettuate (Isnart 2001). 4

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I Megatrends Del Turismo Golfistico • I 40 miliardi di dollari sono spesi così: • 29% alloggio – 25% trasporto – 21% cibo – 9%

divertimento – 7% spese golf – 5% gadget – 1% lezioni golf (grande importanza all’indotto che genera). • Il tasso di crescita del turismo- golfista dal 2000 fino al 2003 è

stato dell’8%. • Nel 1999 i viaggi di golf effettuati da giocatori europei sono

stati 1.200.000 per un totale di 10,8 milioni di notti in albergo pari a circa 1 miliardo di euro. • Ogni giorno 40.000 golfisti europei sono in vacanza su

qualche campo da golf del mondo.

5

I Megatrends Del Turismo Golfista

• La meta principale del turismo golfista in Europa è il Mediterraneo per le sue condizioni climatico

ambientali.

Il numero dei giocatori in Italia aumenta negli ultimi dieci anni ad una media del 6% annuo (7% nell’ultimo anno) ed in Europa, secondo i dati ufficiali dell’E.G.A., del 5,5% annuo. 6

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I Caratteri Distintivi Del Turista Del Golf • E’ alla ricerca di località dove il clima gli permetta di giocare in tutti i

periodi dell’anno. • Dove possa condividere con piacere la vacanza con amici. • Che gli permetta di godere delle caratteristiche turistiche del luogo. • Ma il turista del golf è per sua natura infedele alle località di pratica:

mediamente il 75% dei giocatori che effettua vacanze all’estero dichiara di scegliere campi sempre diversi. • Il desiderio di provarsi su nuovi percorsi – abbinato alla voglia di

conoscere nuovi paesi o nuove località dello stesso paese – vince sulla comodità del già conosciuto.

7

Il Quadro Competitivo Dell’Area Mediterranea I Paesi del Mediterraneo maggiormente attrezzati per attirare il target del turista del golf sono:  Spagna  Portogallo

 Marocco  Tunisia Turchia

Hanno un clima piacevole in gran parte dell’anno; hanno strutture golfiste di alto livello facilmente raggiungibili; hanno strutture ricettive vicine ai golf adatte a parecchi livelli di spesa. 8

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Sud Francia

Algarve

Marbella

Turchia Tunisia

Marocco

I FLUSSI DEL TURISMO GOLFISTICO IN EUROPA 9

L’Italia nel Golf….. Com’è percepita l’Italia dai golfisti di Gran Bretagna, Germania, Svezia e Francia? I sorprendenti risultati di un’indagine della IAGTO (Intl. Assoc. Golf Tour Operators) Nazioni e golfisti

UK

GER

SWE

FRA

N. giocatori (giocano+ di una volta per mese)

1,600,000

230,000

370,000

270,000

%di giocatori che hanno fatto vacanze di golf

51%

70%

70%

51%

% di giocatori che hanno fatto vacanze di golf lo scorso anno

29%

44%

35%

34%

10

64


…purtroppo non pensano all’Italia e considerano… Per gli inglesi  1 Inghilterra  2 Spagna  3 Scozia  4 Portogallo  5 Francia  6 Usa  7 Irlanda  8 Galles

Per i francesi  1 Francia  2 Marocco  3 Spagna  4 USA  5 Scozia  6 Tunisia  7 Caraibi  8 Irlanda

Per gli svedesi  1 Svezia  2 Spagna  3 USA  4 Irlanda  5 Tailandia  6 Italia  7 Inghilterra  8 Portogallo 11

12

65


RAGGIUNGIBILITA’  RICCHEZZA DEL TERRITORIO  CLIMA VANTAGGIOSO  PATRIMONIO ARCHITETTONICO CULTURALE  PAESAGGIO E AMBIENTE 13

MINORE DISTANZA DALLE PRINCIPALI CITTA’ DI PARTENZA DI FLUSSI GOLFISTICI VERSO DESTINAZIONI E METE GOLFISTICHE… Verso la Spagna

Città di Partenza per i maggiori flussi di golfisti turisti.

Numero di golfisti per Nazione

Numero Di Città di arrivo per le principali Campi per destinazioni Turistiche Nazione golfistiche

Distanza Destinazione Puglia Distan Differ in km. za in enza km. Km.

Stoccolma (Svezia) / Francoforte (Germania)

555.000 380.000

450 534

Malaga (Spagna) Malaga (Spagna)

2983 1819

Bari / Brindisi Bari / Brindisi

2250 1340

-733 -479

Monaco (Germania)

380.000

534

Malaga (Spagna)

1818

Bari / Brindisi

1050

-768

Copenaghen (Danimarca)

80.000

135

Malaga (Spagna)

2468

Bari / Brindisi

1844

-624

Amsterdam (Paesi Bassi)

120.000

120

Malaga (Spagna)

1888

Bari / Brindisi

1695

-193

Oslo (Norvegia)

60.000

89

Malaga (Spagna)

2796

Ba i / Brindisi

2350

-446

Vienna (Austria)

63.000

121

Malaga (Spagna)

2105

Bari / Brindisi

982

-1123

Malaga (Spagna)

1680

Bari / Brindisi

1853

173

2.700.000

2.800

Malaga (Spagna)

2139

Bari / Brindisi

2340

201

270.000

509

Malaga (Spagna)

1457

Bari / Brindisi

1550

93

Londra (Gran Bretagna) Edimburgo (Scozia) Parigi (Francia)

14

66


Verso il Portogallo…..

Città di Partenza per i maggiori flussi di golfisti turisti.

Numero di golfisti per Nazione

Numero Di Città di arrivo per le principali Campi per destinazioni Turistiche Nazione golfistiche

Distanza Destinazione Puglia Distan Differ in km. za in enza km. Km.

Stoccolma (Svezia) /

555.000

450

Lisbona (Portogallo)

2987

Bari / Brindisi

2250

-737

Francoforte (Germania)

380.000

534

Lisbona (Portogallo)

1891

Bari / Brindisi

1340

-551

Monaco (Germania)

380.000

534

Lisbona (Portogallo)

1967

Ba ri / Brindisi

1050

-917

Copenaghen (Danimarca)

80.000

135

Lisbona (Portogallo)

2482

Ba ri / Brindisi

1844

-638

Amsterdam (Paesi Bassi)

120.000

120

Lisbona (Portogallo)

1867

Ba ri / Brindisi

1695

-172

Oslo (Norvegia)

60.000

89

Lisbona (Portogallo)

2739

Ba ri / Brindisi

2350

-389

Vienna (Austria)

63.000

121

Londra (Gran Bretagna) Edimburgo (Scozia) Parigi (Francia)

2.700.000

2.800

270.000

509

Lisbona (Portogallo)

2289

Ba ri / Brindisi

982

-1307

Lisbona (Portogallo)

1590

Ba ri / Brindisi

1853

263

Lisbona (Portogallo)

1965

Ba ri / Brindisi

2340

375

Lisbona (Portogallo)

1456

Ba ri / Brindisi

1550

94

15

16

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Dove arrivare….

I Sistemi “nodali” Aeroporti : BARI - BRINDISI 17

Valutazione dell’impatto sul territorio….  Quanto “occupa” un Polo golfistico?  Quanto impegna delle risorse del territorio?  Quale economia innesca?

 Quante presenze?  Quale stagione?  Quanti posti di lavoro?

18

68


DEFINIAMO IL “SISTEMA GOLF” SUL TERRITORIO…… 19

COSTRUIRE UN “SISTEMA” SUL TERRITORIO… • INDIVIDUAZIONE DI UN’AREA CON LA POSSIBILITA’ DI SVILUPPARE Min. 5 IMPIANTI DA 27 BUCHE DI GOLF • SUPERFICE NECESSARIA PER (1) IMPIANTO = 100 ha. (1 km. X 1 km.) • DISTANZA MASSIMA TRA OGNI IMPIANTO 5 km. • DISTANZA MASSIMA DAL MARE 20 km.

• DISTANZA MASSIMA DAGLI AEROPORTI 45 min.

20

69


Ipotesi di “Comprensorio” golfistico – n. 5 campi

100 ettari

21

Come è la realtà all’estero…..Palm Beach….

22

70


350 campi su una lunghezza di 80 miglia…..!!!

23

Definizione di impianto…  9 buche > 25 ha.  56 giocatori / giorno

 18 buche > 55 ha < 75 ha

 7/10 posti di lavoro

 155 giocatori / giorno

diretti golf  Struttura alberghiera max 70 posti  Necessità occupazione 100%  Attrattività 0,5 % mercato.

 35 posti di lavoro diretti

golf  Struttura alberghiera 200 posti  Necessità occupazione media 60%  Attrattività 5% mercato 24

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Definizione di impianto  27 buche > 90 ha / 100 ha  320 giocatori / giorno  50 /60 posti di lavoro diretti golf

 Struttura alberghiera 400 posti clienti  Residenziale : necessità sviluppo 0,03 mc./mq.

(agricolo)  Necessità occupazione media 50%  Attrattività 20% mercato

25

La Sostenibilità per la destinazione Puglia  Alta stagione da settembre / maggio

 > n. 270 giorni utili al max prezzo

 giugno / agosto golf &

 > n. 90 giorni utili a

mare.  Realizzare n. 5 impianti da 27 buche

tariffa alta  > Sono 320 clienti x 5 impianti =1600 clienti / settimana = 10,6 voli charter /settimana

64.000 clienti in 40 settimane!!! 26

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La Sostenibilità per la destinazione Puglia  IL CAMPO DA GOLF 18 / 27 BUCHE  È il “motore” che attrae per 12 mesi /anno

 L’ALBERGO 250 /400 POSTI  A secondo se riferito ad un campo da 18 o 27

buche

 LE RESIDENZE  Tutti quei turisti che trovano soddisfazione nella

nuova destinazione golf “sognano” di poterci vivere..( così….. è clientela fissa!) 27

La Sostenibilità per la destinazione Puglia

Direttore Front Office Capo Ricevimento Portineria Facchinaggio Receptionist Reception, portineria, facchinaggio Room division Housekeeper Personale ai piani Housekeeper, personale ai piani Food & Beverage Chef Brigata di cucina Maitre Personale sala Barman Chef, maitre, personale sala e barman Sale congressi Responsabile sala Banchettistica Chef Brigata di cucina Maitre Personale di sala Chef, maitre, personale sala SPA e altre facilities Istruttori Massaggiatori Estetiste Kinder zone, animazione Pulizia facilities Caddies golf Pro-shop Istruttori, caddies, pro-shop Servizi generali Amministrazione Commerciale Manutentori Green keepers e tecnici Economato Amministrazione, marketing, manutentori Totale personale fisso Totale personale stagionale

Hotel 1

Golf 1

2 4 6 8 20

2 1 4 7

1 15 16

1

1 8 1 16 6 32

1 3 1 6 3 14

Spa 1

2 2

1

RTA

Totale 3

1 4 6 11

3 10 7 20 40

1 15 16

3 30 33 2 11 2 22 9 46

2

2

1 12 1 24 37

1 12 1 24 37 4

2 4 4

6 4 4 8

8

8 7 5 8 5 25 141 20

6 10 3 23 1 1 2 10 14 60 7

10 3 35

10 1 1 4

13

1 7 34

9 7 14 10 6 46 248 28 27

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La Sostenibilità per la destinazione Puglia  Sono 60 dipendenti golf per ogni impianto = 300 posti di lavoro diretti golf.  Sono 141 dipendenti albergo per ogni

impianto = 705 posti di lavoro diretti albergo  Sono circa 260 posti di lavoro per ogni impianto …… per un totale di 1.300 posti di lavoro per 1 POLO Golf = 5 impianti.

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Conclusioni… cosa bisogna fare…

 Un progetto UNICO coordinato sul territorio  SISTEMA DEL TERRITORIO!!!

 I TERRENI:… Idoneità… vicinanza.. Disponibilità  I PERMESSI: …tipo di strumento..

Cantierabilità…..  I SISTEMI NODALI: adeguamento degli aeroporti… (tempi)  IL COORDINAMENTO DEL TERRITORIO: Formazione delle professionalità …pronti per le apertura..  PRESENTAZIONE AL MERCATO: Programma!

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L’amore per la qualità Il rispetto per la tradizione Benagiano Pastificio srl Corso Italia 138-140/b - 70029 Santeramo in Colle (Ba) Tel. 080-3036036 - E-mail: benagiano@benagiano.it - Website: www.benagiano.it


a cura di Slow Food Alberobello & Valle d'Itria 76

Il Capocollo di Martina Franca sbarca da Harrods

S

iamo orgogliosi che uno dei nostri presìdi si sia posto anche all'attenzione dei consumatori buongustai inglesi, perchè il nostro amico e socio/produttore Giuseppe Santoro ha portato il capocollo di Martina Franca nei magazzini Harrods di Londra. Dopo gli ottimi riscontri e gli interminabili successi sullo scenario enogastronomico internazionale, ultimo in ordine di tempo, il Salone del Gusto Terra Madre di Torino nell’ottobre scorso, il Salumificio Santoro di

Cisternino conquista un’altra importante tappa nella mappa del gusto. Il celebre Capocollo di Martina Franca, prodotto d’eccellenza della Valle d’Itria arriva ai magazzini Harrods di Londra. Harrods rappresenta molte cose: è un grande magazzino di lusso con oggetti, abbigliamento e servizio esclusivo, fa ormai parte delle icone che rappresentano Londra, ed è diventato una vera e propria meta turistica, al di là dello shopping.

Si trova in una delle zone più ricche di Londra, Knightsbridge, nel quartiere di South Kensington. Dodici milioni di clienti ogni anno varcano la soglia di questo paradiso dello shopping per curiosare fra i sette piani e gli innumerevoli prodotti in essi contenuti. Senza eguali il reparto alimentari, infinite le marche di abbigliamento presenti, straordinaria la zona dedicata al Natale (già allestita durante l'estate).


E proprio poco prima del Natale, la mecca degli acquisti di lusso ha scelto di inserire una delle eccellenze che rappresenta al meglio la Puglia ed è ormai entrata nel panorama dei prodotti più apprezzati d’Italia: il Capocollo di Martina Franca. Merito del pregevole posizionamento va appunto al Salumificio Santoro, che si trova nel cuore della regione Puglia e che fin dal principio ha puntato alla qualità come caratteristica distintiva della sua produzione. Rappresentare una perla italiana, ma soprattutto pugliese, all’interno del gotha dell’enogastronomia mondiale, è fonte di enorme orgoglio per questa azienda pugliese, che,

Da sinistra: Giuseppe e Angela Santoro (titolare e Rensponsabile Comunicazione del Salumificio Santoro), il Direttore Editoriale Saverio Buttiglione e Milena Rutigliano

passo dopo passo, cerca di portare i suoi buoni salumi anche fuori dai confini nazionali, tentando di diffondere le

tradizioni del territorio da cui proviene. Per info: www.salumificiosantoro.it

Il Capocollo di Martina Franca • Il prodotto dopo un’attenta mondatura, viene salato a secco per 10 giorni e successivamente lavato e marinato con vino cotto. • In seguito viene insaccato in budello naturale, legato a mano con spago naturale e avvolto come da tradizione in apposite calze in cotone. Infine viene affumicato con scorze di fragno, mallo di mandorla ed erbe della macchia mediterranea. • Il prodotto a questo punto è pronto per la stagionatura, in ambienti naturali, per una durata che varia da un minimo di 100 gg. fino ad un massimo di 180 gg. • Il Salumificio Santoro fa parte dei produttori che Slow Food ha scelto per tutelare questo pregiato prodotto attraverso il riconoscimento del “Presidio Slow Food”, che ci identifica e garantisce che tutti i produttori che apportano questo marchio in etichetta hanno sottoscritto un disciplinare di produzione improntato al rispetto della tradizione e della sostenibilità ambientale. • Il Capocollo di Martina Franca viene definito dall’Associazione "un prodotto tipico del luogo di produzione in quanto legato alla naturalità e alle risorse del paesaggio stesso, dal quale trae profumi ed aromi che solo le essenze di questa terra possono conferire".

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della Redazione

Museo del Barolo

Š Emanuela Cattaneo

Re Barolo e il suo museo: dalla vigna al bicchiere 78


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Una suggestiva veduta del Castello dei Marchesi Falletti

Il Museo di Barolo sarà non solo un’attrazione per gli enoturisti di tutto il mondo ma anche una tappa imperdibile per coloro che in viaggio su queste splendide colline, candidate a diventare Patrimonio dell’Umanità Unesco, vogliano conoscerne a fondo il prodotto simbolo che le ha rese celebri nel mondo e costituirà un adeguato completamento all’offerta enogastronomica di un’area riconosciuta a livello internazionale. Dimenticatevi il classico «museo del vino» con i tini, le botti e le bacheche zeppe di tappi e vecchie bottiglie. Il WiMu non è una statica collezione di memorabilia, ma un viaggio emozionale tra la produzione, la cultura e la tradizione del vino, attraverso un percorso di evocazioni e suggestioni che partono dal

ruolo che il vino come archetipo di vita riveste da millenni nella cultura umana, nelle religioni, nell’immaginario delle arti e della creatività. Il WiMu è pensato per offrire un complemento ludico all’esperienza del turista che da queste parti può godere di un’esperienza indimenticabile che va dalla visita alle cantine e produttori del territorio alla scoperta di un paesaggio punteggiato di castelli medievali, da un sistema ricettivo che spazia dal b&b familiare al resort a cinque stelle a un’offerta enogastronomica fra le più celebrate d’Italia, con i suoi 14 vini D.O.C. e D.O.C.G. e un gioiello come il Tartufo bianco d’Alba. Il percorso di visita è una celebrazione del vino in venticinque sale disposte su cinque piani. Un viaggio emozionale fra buio e luce, suoni e colore, fra

© Emanuela Cattaneo

I

l WiMu - Wine Museum non poteva che sorgere a Barolo. Qui, fra ordinate colline pettinate a vigneto, è nato oltre due secoli fa quello che è riconosciuto come il «re dei vini», nell’Ottocento divenuto vino ufficiale della Corte dei Savoia e oggi fra i più prestigiosi ambasciatori internazionali del made in Italy. Il castello dei marchesi Falletti nel cuore dell’abitato riapre le sue storiche sale per ospitare un museo che aggiunge un importante tassello all’offerta turistica, culturale ed enogastronomica di questa terra acclamata come meta da visitatori e buongustai di tutto il mondo. Il WiMu - Museo del Vino rappresenta una realtà unica al mondo, il cui valore turistico è strettamente connesso con quello enologico e culturale che ruota attorno all’intero mondo del vino. Un viaggio intenso, che parte dal Piemonte per raccontare una storia fatta dei colori e dei profumi della terra e di uomini e donne che hanno dedicato la propria vita alle vigne.


Walter Mazzocchi, Sindaco di Barolo, e l’architetto François Confino

so. Il clima, la terra, i tempi delle stagioni, i colori dell’autunno e i silenzi dell’inverno, la sapienza della mano. Il vino nella storia e nell’arte, in cucina e nel cinema, nella musica e nella letteratura, nei miti universali e nelle tradizioni locali. Il WiMu è anche un omaggio alla storia del castello e ai personaggi illustri che lo hanno abitato. Il marchese Carlo Tan-

credi Falletti e la consorte, la marchesa Juliette Colbert, più nota come Giulia di Barolo. A lei si attribuisce il merito con il quale il barolo divenne “il vino dei Re”: il re Carlo Alberto incuriosito dalla fama del nuovo vino chiese alla marchesa di barolo di poterlo assaggiare. Fu così che notevole cifra di 325 carrà (botti capaci di contenere ben 600 litri di vino) -

Fatica e passione segnano in profondità le mani dei vignaioli: il risultato del loro operato è pura armonia

© Emanuela Cattaneo (2)

realtà e mito attraverso i colori e i suoni delle stagioni, dei tempi del giorno e dell’anno. L’allestimento, nato dalla fantasia di François Confino (autore di numerosi e apprezzati allestimenti museali in tutto il mondo fra cui, a Torino, il Museo del Cinema alla Mole Antonelliana e il restyling del Museo dell’Automobile) mescola rigore scientifico e divertissement puro, citazioni colte e ironiche, trovate a volte spiazzanti ma mai banali. Non un museo dove si «guarda» soltanto, ma dove si viene immersi in atmosfere avvolgenti, colpiti dalle suggestioni di installazioni multimediali, diorami, teatrini e cappellette, macchine e pulsanti che il visitatore può mettere in moto e azionare di persona. Si parte dall’ultimo piano. Una discesa fra buio e luce, fra suono e colore, sopra e sotto le zolle di questo suolo miracolo-

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Una finestra sul paesaggio, i riti, i segreti dei vini del Piemonte scandita dalle immagini emozionali del videoclip appositamente scritto e realizzato da Maurizio Bonino. L’itinerario si conclude nel modo più appagante all’Enoteca Regionale del Barolo, rappresentativa degli 11 paesi dove si produce il “re dei vini” (Barolo, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba e parte dei territori dei comuni di La Morra, Monforte d’Alba, Roddi, Verduno, Cherasco, Diano d’Alba, Novello e Grinzane Cavour), sita nelle antiche cantine marchionali del castello che tennero a battesi-

© Emanuela Cattaneo (2)

una per ogni giorno dell’anno, esclusi i 40 giorni di astinenza della Quaresima, giunsero al palazzo reale su carri trainati da buoi, attraversando il centro della città di torino fra lo stupore dei cittadini. Vi è anche la camera-studio del patriota Silvio Pellico, uno dei grandi protagonisti del Risorgimento italiano, che qui fu bibliotecario. E dopo il vino evocato e narrato, ecco il vino da vivere e gustare. Si scende al Tempio dell’Enoturista dove si scatena la pienezza del piacere sensoriale. Qui incontriamo il Barolo e i grandi vini e possiamo degustarli da soli o sotto la guida di esperti. Impariamo giocando a riconoscerne profumi, aromi, personalità. Scopriamo il legame fra il vino e il suo territorio. E di qui possiamo continuare il nostro viaggio di esplorazione virtuale e reale alla scoperta di una terra ricca e generosa.

mo questo vino leggendario: qui, tra grandi etichette e annate memorabili, potremo scegliere le nostre bottiglie per continuare a rivivere questo magico momento. Per info: www.wimubarolo.it

“La nostra casa nell’universo” passa dalle profondità dell’universo fino ad arrivare alle Langhe, caratterizzate dalle colline pettinate a vigneto

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Sotto il dominio longobardo, Barolo dipende dal Gastaldo di Diano, passando poi con Carlo Magno a far parte della Contea di Alba prima e della Marca di Torino poi. È in questi anni che, per difendersi dalle continue

scorrerie saracene, Berengario I permette l’erezione del nucleo originario del castello. Nel 1233 il territorio di Barolo torna al Comune di Alba che lo amministra fino al 1250: anno in cui la potentissima famiglia dei banchieri Falletti acquisisce l’intero possedimento. Esponenti della nascente borghesia e privi di lignaggio nobile, i Falletti segnano le sorti di Barolo per alcuni secoli grazie soprattutto ad una grande disponibilità economica che consente loro, negli anni intorno al 1300, di controllare circa cinquanta feudi piemontesi. Nel 1486 Barolo entra a far parte dello Stato Monferrino, passando poi nel 1631 ai Savoia con il trattato di Cherasco, stipulato dal Duca Vittorio Amedeo I. Già eretto a Contea nei primi anni del ‘600, Barolo diviene Marchesato nel 1730: il primo Marchese è Gerolamo Falletti, uomo di grandi abilità militari che arriva nel 1731 persino ad ottenere il titolo di vicerè di Sardegna. Dopo Gerolamo IV si incontrano due altri marchesi: Ottavio Alessandro Falletti, più dedito agli studi che alla carriera militare e politica, e Carlo Tancredi.

© Emanuela Cattaneo (2)

La storia del paese di Barolo Il vino Barolo prende il nome dal paese omonimo. E come il suo vino, anche il borgo di Barolo ha origini antiche e profonde. Pare che il primo insediamento sia stato di origine barbarica e che risalga all’alto medioevo. Questa interpretazione è avallata dalla più accreditata spiegazione relativa all’etimologia del nome, originato con buone probabilità dal celtico «bas reul», cioè «luogo basso»: interpretazione sostenuta anche dalla conformazione geografica del territorio, poiché il paese si sviluppa su un altipiano circondato da colline. Nel 1200 il paese è citato con il nome di Villa Barogly, che nel 1600 si trasforma in Barrolo o Barollo.

Siamo già nella prima metà dell’Ottocento, ed è la beneficenza l’attività in cui Carlo Tancredi si impegna maggiormente, in perfetta comunione di intenti con la moglie Juliette Colbert, ultima marchesa Falletti e personaggio di spicco della vita sociale e culturale dell’epoca. Il XX secolo vede il paese di Barolo subire fortune alterne: dopo la II guerra mondiale e, più tardi, in concomitanza con il boom economico, Barolo è investito dal destino che accomuna molte realtà rurali del Piemonte e di tutta Italia in genere: le difficili condizioni di vita prima, l’esodo della gioventù verso le grandi città e le fabbriche poi determinano un abbandono delle campagne e un progressivo impoverimento del territorio e della popolazione. A partire dagli anni ’70 la tendenza si inverte, fino ad arrivare, oggi, ad essere una delle più significative realtà della storia vitivinicola e produttiva italiana e mondiale. 83


della Redazione

Italesse

Š Italesse

Tecnologia e design per trasparenti seduzioni

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di Velvet Glass International azienda top level nella produzione di bottiglie che per prima ha introdotto la freschezza del design in un mercato tecnico e poco creativo - che Italesse intende rafforzare in maniera decisa la presenza sui mercati internazionali e incrementare l’offerta rivolta alle aziende produttrici di distillati, vini, olii e aceti top quality. Realizzate utilizzando linee produttive destinate all’alta profumeria per ottenere un vetro extra bianco dalle proprietà lussuose del velluto, le bottiglie Italesse si distinguono per fondi puri, spessi, pesi ecologicamente equilibrati, stampi realizzati con acciai di qualità superiore ad alta tecnologia.

Accorgimenti tecnico-formali raffinati frutto di processi produttivi all’avanguardia rintracciabili sino la fase finale dello stampaggio e della personalizzazione per bottiglie gioiello di assoluta qualità realizzate in vetro Velvet Glass®, qualità di vetro brevettata. La storia Fondata nel 1979, Italesse individua da subito, in un mercato complesso e difficile come quello delle bevande alimentari, la carenza di articoli professionali destinati a supportare le vendite di brand affermati che fossero nel contempo strumenti di comunicazione e di immagine. Da un’attenta ricerca tecnica nascono così le prime serie di calici, bicchieri, caraffe, decanter, glacette, e con il tempo,

© Italesse

L

'autunno 2012, ha segnato una nuova stagione per Italesse. E' stato Emballage - il Salone Internazionale del Packaging di Parigi del novembre scorso, ad ospitare il lancio ufficiale della nuova collezione di bottiglie di alta gamma griffate Italesse. Alta tecnologia e design saranno le due componenti principali della nuova proposta del brand di beverage e tableware all’insegna di una collezione di luxury design bottles. Coerentemente in linea con l’identità aziendale rivolta ad una fascia di mercato medio/alta, a progetti custom-made per brand quali Veuve Clicquot, Laurent Perrier, Mumm, Ferrari, Absolut e forte di un core business legato al mondo dell’hotellerie e della ristorazione di lusso, è grazie all’acquisizione

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© Italesse (3)

Fasad

una gamma completa ed esclusiva di articoli e bottiglie premium che impongono l’azienda all’attenzione dei più rinomati produttori di vini e champagne aprendo in maniera decisa le porte del mercato internazionale. Veuve Clicquot, Laurent Perrier, Mumm, Bacardi, Ferrari, Absolut, Heineken ed altri diventano i veri promotori di Italesse worldwide. In breve tempo il marchio vede crescere la proprio diffusione grazie anche alla crescente richiesta da parte di hotel, resort, ristoranti che ne decretano il posizionamento anche nel mondo

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Ho.Re.Ca.: mercati strategici di cui Italesse intuisce da subito le grandi potenzialità. Obiettivi chiari, una strategia aziendale coraggiosa e in controtendenza con i tempi che nella produzione di articoli PREMIUM destinati ad una fascia di mercato medio/alta radica un‘identità aziendale forte, ulteriormente avvalorata da un concept produttivo fondante: fare del binomio forma/funzione la base di una costante ricerca tecnica - materiali innovativi, applicazione del colore, forme ergonomiche - e un’altrettanto continua ricerca formale. Fattori che hanno permesso di consolidare la presenza del brand

sui mercati mondiali fin all’apertura, datata 2007, al retail. Un’implementazione naturale - frutto della definizione di un bisogno da parte del mercato portata a termine con successo grazie all'individuazione di figure professionali di comprovata competenza e a un’art direction che ha saputo interpretare il know-how aziendale traghettandolo verso il grande pubblico. A completare il processo di espansione, l’acquisizione nel 2012 della Velvet Glass International, azienda top level nella produzione di bottiglie realizzate con vetro extra white definite ‘luxury design bottles’ che ha consentito a Italesse di rafforzare l’offerta rivolta alle aziende produttrici di distillati, vini, olii e aceti alla ricerca di packaging premium. Uno sviluppo in costante ascesa testimoniato da numeri importanti: presenza in più di 80 paesi - molti dei quali di chiara estrazione vinicola come Italia, Francia, Spagna, altri connotati da un forte orientamento all’hospitality soprattutto nel Far e Middle East, 400 i punti vendita nel mondo, 3 milioni di soli bicchieri prodotti all’anno. Cifre che riconoscono a Italesse il ruolo di azienda leader nel mercato del ‘glassware e tableware design oriented’ grazie ad un’intuizione divenuta oggi più che mai - realtà. Oggi, a più di trent’anni di distanza, Italesse riconferma il ruolo di brand di riferimento dei


più importanti ed esclusivi produttori di vini, champagne e spirits, ristoranti, winebar, hotel e club di tutto il mondo, esigenti nella funzione, affascinati dall’esuberanza emozionale di forme, colori, materiali sempre nuovi, pronta ora più che mai a portare in tutte le case la propria esperienza.

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I materiali fanno la differenza La tecnologia XTREME® è frutto della più avanzata ricerca di Italesse nel campo della produzione automatica dei calici soffiati su una delle problematiche che più hanno sensibilizzato i professionisti dell’HO.RE.CA: il problema delle rotture. Anni di ricerca e sperimentazione ci hanno portato a trovare oggi una formula esclusiva che

rende la nostra “pasta” di vetro decisamente più resistente chimicamente. La resistenza meccanica dei calici in vetro cristallino è anche notevolmente migliorata grazie alla saldatura del piattello in fusione quando il gambo non è ancora stirato e pertanto ha una sezione molto larga. Il POLICRYSTAL® e’ un materiale plastico “tecnologico” frutto della ricerca e dell’esperienza di Italesse nella selezione e nella lavorazione del migliori policarbonati disponibili sul mercato. Il nostro POLICRYSTAL® ha la peculiarità di essere una selezione delle mescole più raffinate di policarbonato, che - abbinate ad un known-how esclusivo sviluppato da Italesse nella produzione danno un risultato straordinario sia in termini di resistenza che di brillantezza.

Tower

Courbe Avveniristica nella forma, unica nella sostanza, grande espressione di design applicato alle bottiglie, Courbe di Luca Nichetto apre la strada ad un nuovo corso nel mondo delle bottiglie. Nata giocando con le linee di un cilindro, modellandone i lati, Courbe ha un lato sagomato per facilitare l’impugnatura, mentre l’altro è piatto per permetterne una facile etichettatura. Fasad Un nuovo concetto per il mondo del vino: una bottiglia che non si identifica con una bordolese né con una borgognotta ma racchiude un design singolare ed innovativo. Fasad, disegnata da Claesson Koivisto Rune, ha una particolare spalla tagliata dalla quale prende ispirazione il suo nome di origine svedese che significa facciata. Un elemento estetico accattivante che diventa funzionale perché conferisce al prodotto una superficie facilmente decorabile ed etichettabile. Tower Forma squadrata e lineare per garantire stabilità e trasmettere sicurezza. Tower, di Italesse, è caratterizzata da uno scalino rientrante sulla base che esalta il suo design minimale e pulito: una zigrinatura laterale conferisce all'oggetto un tocco innovativo e particolare. Le superfici frontali, perfettamente lisce, permettono di avere un’ampia superficie decorabile.

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© Italesse (2)

Color Pro ® Nata dalle esigenze del mondo professionale - dove sono richiesti prodotti altamente tecnici ma allo stesso tempo ricchi di contenuto decorativo - Color Pro® si inserisce perfettamente anche nel mondo casa, dove si ricercano prodottidi design concepiti per emozionare e portare colore. Color Pro® è una particolare vernice organica brevettata (priva di metalli pesanti), caratterizzata da un’elevata resistenza chimico fisica, che viene applicata su alcuni calici e bicchieri in vetro della collezione Italesse. Attraverso una stesura molto regolare della vernice sulla superficie del bicchiere, dona allo stesso una colorazione brillante

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Colo Pro®

e accesa che acquisisce il naturale aspetto della pasta di vetro colorata.

Desire

Color Pro® presenta un’elevata resistenza ad acidi ed alcali, detergenti domestici, grassi, alcool, vapore ed è garantito per più di 700 lavaggi in lavastoviglie (a temperature inferiori ai 65°). I colori inoltre non subiscono alcun tipo di alterazione con la luce. Il calice, così realizzato, porta stile e colore sulle tavole contemporanee, assicurando al contempo la massima resistenza. Desire Una bottiglia da vino che appartiene alla serie disegnata da Luca Trazzi da 75 cl di capacità con base tonda e corpo ovale. Un design morbido e raffinato che incarna perfettamente le esigenze di vivacità e stile per esaltare i marchi dei vini più pregiati. Anche questa bottiglia presenta una faccia di superficie maggiore rispetto alle bottiglie tradizionali e quindi riesce ad essere maggiormente decorabile ed etichettabile. Per info: www.italesse.com



della Redazione 90

La forza della musica emergente

D

a un'idea di due amici, Franco Lazzari (voce storica d'importanti radio italiane come, ad esempio, la mitica Radio Peter Flowers) e Moreno Boselli (musicista, regista e produttore), che ovviamente in comune hanno l'amore e la passione per la musica, nasce il progetto URBAN MUSIC, format televisivo ideato per promuovere gruppi musicali, cantanti, cantautori e cantautrici di qualsiasi genere musicale attraverso i loro Videoclip. In breve tempo e dopo numerosi consensi di adesione al programma, i due amici con grande entusiasmo danno vita ad un nuovo progetto mediatico e tecnologico veramente unico, realizzando la prima piattaforma televisiva dedicata al settore della

m u s i c a emergente sul web: UMTV URBAN MUSIC TELEVISION. Tutto è concentrato ad ottimizzare quanto necessario per la visibilità dei talenti emergenti contribuendo così a farli emergere in modo professionale. Questo impegno mediatico coinvolge non solo i protagonisti primari (musicisti, gruppi musicali, cantautori e cantautrici) ma anche gli operatori del settore che necessitano di un media dedicato. Una WebTV aperta 24 ore su 24 che vuole sempre più rafforzare la volontà di dare attenzione e visibilità a tutti coloro che vogliono cogliere questa opportunità.

La tecnologia Dopo la nascita della fortunatissima trasmissione URBAN MUSIC insieme allo Staff di MEDIASHOW PRODUCTION LTD è stato analizzato il mercato e valutato quale direzione intraprendere per realizzare quella che oggi è diventata URBAN MUSIC TELEVISION. Tecnologia & marketing Non volevamo solo una WebTV come tante, volevamo


Moreno Boselli nello studio di registrazione

uno strumento che ci consentisse di integrare la visibilità del Web con i migliori strumenti di marketing per riuscire a produrre una piattaforma televisiva musicale che riuscisse a colloquiare ed

interagire con tutti ma soprattutto che riuscisse a rendere sempre più visibile la musica emergente. Grazie al grande aiuto dello staff tecnico di Mediashow Production siamo riusciti ad integrare la piattaforma televisiva con strumenti di marketing e distribuire i contenuti sul Web in maniera automatica, attraverso

sofisticate routine di programmazione, tutte le informazione video e non con il risultato di essere più visibili verso i motori di ricerca. Il Player Lo sviluppo del player è stato ideato per essere distribuito su altri siti internet senza aver necessità di scaricare plugin o inserire centinaia di righe di programmazione. UMTV è visibile anche su tutte le piattaforme mobili (Iphone, Ipad, etc.). Al servizio della musica emergente In questa prima fase del progetto viene dato spazio a

tutti gli artisti emergenti pubblicando a rotazione le puntate classiche della trasmissione URBAN MUSIC ma anche i Videoclip dei talenti emergenti, le interviste, i backstage, i concerti live e tutto il materiale che tutti vogliono inviare. Saranno coinvolte tutte le categorie, musicisti, locali, agenzie, società di distribuzione, etichette discografiche, locali, negozi di strumenti musicali, sale prove etc... Insomma tutti avranno la possibilità di essere coinvolti nel progetto che come sempre mette in primo piano gli emergenti italiani.

www.urbanmusictv.it 91


di Saverio Buttiglione

Golf Club House "Porta d'Oriente" a Bari

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o voluto, insieme al direttore di "Golf People Club Magazine", Stefano Masullo, al presidente di "Golf Club House Milano", Maria Grazia Borelli, al presidente dell'"Apulia Golf District", Architetto Germano, al presidente di "YouGolf", dott.sa Monacelli inaugurare a Bari una "Golf Club House" chiamandola "Porta d'Oriente".

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L'abbiamo fatto poco prima di Natale, con l'augurio che nell'anno 2013 sia punto di ritrovo dei giocatori che frequentano i campi da golf della Puglia e delle Eccellenze della Moda e dell'Enogastronomia di questa regione creando un sistema che faccia importante incoming turistica. Abbiamo scelto lo storico e prestigioso Hotel Oriente, a fianco dell'altrettanto noto e famoso Teatro Petruzzelli, accettando l'ospitalità offerta dalla dott.sa Chiara Bosco,

manager di Alpitourworld, proprietario della location. Ho invitato per questo primo evento, che nei mesi più caldi si sposterà nella terrazza dell'albergo che guarda il lungomare di Bari, importanti personalità ed ho chiesto un intervento canoro alla diciottenne Gabriella Aruanno,


capocollo di Martina Franca, mentre l'olio extravergine di Olearia Liberanus è stato spalmato sul pane del Consorzio di Altamura, coi tipici tarallini di Fiore di Puglia, e si è concluso con la ricotta infornata dolce di Sapori dell'Antica Murgia. Nella serata è stato trasmesso un video, realizzato dal mio staff televisivo e post-prodotto da FotoVideo Service,

dell'evento tenutosi pochi giorni prima al "Fiat Open Lounge" di Milano, con la presentazione di "Golf People Club Magazine" e "Slow Economy". Il fotografo di eventi Rocco Lamparelli ha realizzato tutto il reportage della serata. Questo incontro barese e' stato un seme che certamente germoglierà a primavera.

© Rocco Lamparelli

nota per la trasmissione televisiva Mediaset "Io Canto" condotta da Gerry Scotti. L'evento, presentato dalla giornalista e conduttrice televisiva di "Buon Vento" Sabrina Merolla, è stato allietato da un buffet al quale ho fatto partecipare le cantine Albea e Amastuola, il pastificio Benagiano, il salumificio Santoro con l'inimitabile

Da sinistra Raffaele Nestola (Presidente) e Alessandra Baldassarre (Marketing Manager) di Olearia Liberanus, il commercialista Domenico Spaccavento e Saverio Buttiglione

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Da sinistra: Buttiglione, Chiara Bosco (Manager Hotel Oriente), Baldassarre e Nestola

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Š Rocco Lamparelli (2)

Da sinistra: Buttiglione, Mariantonietta Plantone (Amministratore Delegato PDT Cosmetici), Baldassarre e Nestola


Š Rocco Lamparelli (2)

Da sinistra: Buttiglione, Baldassarre, Angela Donvito (Amministratore Delegato Sapori dell'Antica Murgia), Andrea Benagiano (Presidente Pastificio Benagiano), Nestola, Michele Mastrosimini (Consulente Finanziario)

Mastro Dante Renzini, in versione "norcinaro"

I pregiati vini "Raro" e "Il Selva" della Cantina Albea

Cav. Dante Renzini proprietario Cantine Albea

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Da sinistra: Lagioia, Lisi, Germano, Gabriella Aruanno (da Io Canto di Gerry Scotti), Â Buttiglione, Merolla, Casalino

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Š Rocco Lamparelli (2)

Da sinistra: Germano, Merolla, Buttiglione, Bosco, Monacelli



a cura di Eustachio Cazzorla

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L'"International Ho.re.ca Meeting" concede il bis e guarda oltre la crisi

iLunedì e martedì 21 e 22 gennaio 2013 l’Italgrob, (Federazione Italiana distributori bevande) nell’Hotel Marriott Rome Park di Roma, ripresenta l’International Horeca Meeting: evento che riunisce tutti i protagonisti dell’Horeca Italiano e che vede la partecipazione dei distributori italiani e delle più prestigiose aziende del beverage nazionale. “Per guardare oltre la crisi per scoprire l’Horeca che verrà” questo il titolo della seconda edizione, dell’International Horeca Meeting, evento organizzato da Italgrob che si riconferma con la formula innovativa: confronto su più livelli degli operatori del settore; attività di B2B, vetrina e degustazione di prodotti novità. Dunque, non una fiera, nemmeno un classico e ormai superato incontro convegnistico, ma qualcosa di più coinvolgente e utile per un settore che ha

Eustachio Cazzorla

sempre più bisogno d’innovazione e di nuove condivise strategie di mercato. La manifestazione, intende bissare il successo della prima edizione e confermarsi come uno dei più importanti eventi dedicati al Fuoricasa italiano, momento di riflessione e di crescita per tutta la filiera e un irrinunciabile appuntamento per i distributori di bevande, una categoria sempre

L'Hotel Marriott Rome Park

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più condizionata da un mercato che muta repentinamente, caratterizzato da condizioni commerciali sempre meno gestibili, ma che conserva ancora intatto quel fondamentale ruolo che da sempre il mercato le riconosce. Il congresso di apertura, lunedì 21 gennaio, vede la partecipazione dei più autorevoli esponenti della filiera Ho.re.ca. com’è giusto che sia, in un evento di tale importanza. Sempre nel congresso, poi, vi è spazio per un focus internazionale con interventi di manager di caratura internazionale. Presenta e modera gli interventi il giornalista enogastronomico del TG5 e conduttore della rubrica “Gusto” Gioacchino Bonsignore. Nella due giorni del meeting sono inoltre previste 2 tavole rotonde per le quali è già al lavoro uno staff composto dai direttori e dai referenti dei consorzi. La prima tavola rotonda affronta questioni legate al credito e alla finanza, aspetti quanto mai decisivi, in special modo in questi anni di non crescita. Dall’art. 62 ai nuovi e più consoni modelli finanziari, la tavola rotonda vuole proporre spunti e idee per garantire agli operatori Ho.re.ca. una migliore, più efficiente ed efficace gestione economica.


La showgirl Barbara Chiappini

La seconda tavola rotonda vuole ricercare spunti di innovazione attraverso l’uso delle più moderne tecnologie, per coinvolgere in un’azione sinergica tutti gli operatori della filiera e puntare direttamente al consumatore finale. Non manca un incontro confronto finale nella quale produttori e distributori si confrontano a 360° sulle diverse problematiche che insistono lungo la filiera. Madrina della serata inaugurale sarà la showgirl Barbara Chiappini. Fra gli interventi programmati, prevista anche la presenza del giornalista economista Oscar Giannino e di altre personalità del mondo del beverage e dell’imprenditoria. «È una straordinaria occasione - anticipa il Presidente di Italgrob Giuseppe Cuzziol - nella quale prendere coscienza del proprio ruolo e manifestare la volontà di mettersi in gioco nell’intento di rivitalizzare un settore in stasi e frastornato da un disagio globale del cui termine non si riesce ad avere certezza. L’evento è pensato per riunire tutti gli attori

dell’Ho.re.ca. nazionale, per promuovere il confronto, per esplorare nuovi percorsi utili per migliorare i consumi del fuori casa. Quindi è giusto che siano gli oltre mille grossisti che operano in Italia, che Italgrob rappresenta indistintamente, ad evidenziare i punti deboli del comparto, per sottoporli all’indagine e al dibattito che ricerca insieme ai manager dell’industria, le soluzioni e le innovazioni utili all’intera filiera - e poi Cuzziol prosegue -. Questo è quanto farà l’International Ho.re. ca. Meeting, il cui fine è quello di operare al servizio e nell’esclusivo interesse dei veri attori della filiera del fuoricasa: produttori, distributori ed esercenti». Chi è Italgrob La Federazione Italiana dei Grossisti e dei Distributori di Bevande, è l’associazione nazionale di riferimento per il settore della distribuzione di liquidi alimentari nel canale Horeca – acronimo di Hotel, Restaurant e Café - che comprende tutto il circuito dei consumi “fuori casa”. La Federazione, riconosciuta a livello internazionale quale membro dell’associazione europea CEGROBB (Communauté Européenne des Associations du Commerce de Gros en Bières et autres Boissons), riunisce tutti i più importanti consorzi italiani del settore. I membri di Italgrob rappresentano da soli oltre il 50% del mercato Horeca italiano per i liquidi alimentari,

con un giro d’affari complessivo che sfiora l’80% dei traffici globali. Nata nel 1992 per volere dei presidenti dei consorzi fino ad allora costituiti, Italgrob opera a livello ufficiale come un vero e proprio “sindacato” in grado di rappresentare la categoria e le sue istanze di fronte alle istituzioni e agli altri membri della filiera produttiva, contribuendo nel contempo alla crescita e allo sviluppo del settore.

Organi Stauari Italgrob Presidente: Giuseppe Cuzziol Consiglieri: Michele Avena - Di.Al Giuseppe Cuzziol - San Geminiano Giuliano Fusari - ADB Group Paola Giacchero - Horeca.it Franco Tucci - Beverage Network Direttore Generale: Dino Di Marino Executive assistant: Luisa Primiceri

Giuseppe Cuzziol, Presidente Italgrob

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di Saverio Buttiglione 100

Gabriella Aruanno, sarà la nuova Mina?

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el 2003 a soli 8 anni per gioco la invitarono a partecipare ad un concorso canoro ed arrivo’ seconda. Dopo questo risultato nel 2004 inizio’ a frequentare l'Accademia di canto Orfeo di Bisceglie, dove ha anche seguito un corso di recitazione tenuto da attori professionisti dell’Accademia di recitazione di Roma.

Dopo aver vinto diversi concorsi, hanno iniziato ad invitarla in diverse tv locali della Puglia. Ospite fissa nelle varie tappe di “Miss mondo” e “Bellissimo Sud Italia” nel 2005/2006 condotto da Manila Gorio e Mingo di "Striscia la notizia", si e’ classificata 3° nel festival "Giovani Realtà" legato al C.E.T. di Mogol.

Nel cortometraggio con Miloud, premio Unicef 2006 “Miloud nel fantastico villaggio della luna” le viene anche affidata la sigla, in onda poi su Rai1 e l’anno dopo su Rai3. Nello stesso anno nel Castello Martucci di Valenzano, e dinanzi alla Baronessa Matilde p. Martucci ha partecipato con 2 brani alla mostra di beneficenza in onore di Papa Wojtyla intitolata “Un organo per Cracovia”, per l’acquisto di un organo nella Cattedrale di Cracovia. Impegnata nel sociale collabora con “Agebeo - Associazione di bambini affetti da leucemia" e partecipa ad alcuni spettacoli svolti direttamente nel reparto di Oncologia infantile nel Ppoliclinico di Bari e andati in onda su Rai3. Dopo l’invio di un demo è stata invitata per un’audizione da Rita Pavone e Teddy Reno che l’hanno ascoltata personalmente ed inserita nella loro fucina di talenti. All’interno della trasmissione “A sua immagine” su Rai1 in occasione della festa di San Nicola viene proiettata una sequenza del film ”Nicola, li’ dove sorge il sole” dove anche Gabriella ha partecipato. Attualmente sono entrati a far parte del bagaglio di esperienze di Gabriella insegnanti del calibro di Michele Fischietti (vocal coach di Simona Ventura ad "Xfactor 1a edizione") nel ruolo di tecnica


vocale, Irina Arozarena (corista cubana della cantante Spagna) nel ruolo di movimento scenico, Marcello Cirillo (mattatore di "Mezzogiorno in famiglia" su Rai2) nel ruolo di canto e musicalita’ e Angelo Martini (presentatore Rai) nel ruolo di regista vocale. Sotto suggerimento di Grazia Di Michele (insegnante di canto ad "Amici di maria De Filippi"), il produttore e autore Angelo Valsiglio (scopritore di Laura Pausini) l’ha presa nel suo cast e la fa seguire dal maestro mario Castiglia, musicista e stretto collaboratore di Celine Dion. Ha partecipato a tantissime manifestazioni con artisti di fama nazionale, per esempio ha cantato con Silvia Mezzanotte a Napoli e con Annalisa Minetti al Teatro Parioli di Roma. Durante uno stage, il dott. S. Candelaresi noto’ il suo talento e la propose come ospite nel programma “Numeriuno”, anteprima del Festival del Cinema di Venezia. Proprio li’ Mario detto Mariano (autore e compositore di Adriano Celentano) rimase pure lui entusiasta della sua voce,

nonostante la giovanissima eta’ di appena 13 anni. Il programma ando’ in onda su Rai1 il 20 dicembre 2008 durante la settimana del “Leone d’Oro”. Dopo un ulteriore provino fatto a Milano, Gabriella Aruanno fu chiamata a far parte della trasmissione “Io canto” condotta da Gerry Scotti in onda su Canale 5 (gli autori conosciuto il grande bagaglio di esperienze di questa ragazzina non erano molto favorevoli alla sua esibizione). Ma questa fu fortemente voluta sia dal regista Roberto Cenci che dal Maestro Maurizio Pica, e cosi’ Gabriella si e’ esibita a fianco della cantante Elisa, e nel coro con Renato Zero.

A settembre 2010, ancora 15enne ha partecipato a “Sanremo Lab”, il laboratorio musicale del Festival di Sanremo con il brano inedito ”A tempo di danza” scritto dal Maestro G. M. Ferilli, autore di successi come “Un amore cosi’ grande” e “Rumore” . Nel 2011 il maestro Bruno Santori, direttore dell’orchestra sinfonica di Sanremo e direttore artistico di Area Sanremo, l’ha chiamata a far parte del tour “Autopalco”. Cosi’ apprezzata da tutti non resta che ascoltarla cantare e viene spontanea una domanda: Gabriella Aruanno sara’ la Mina del terzo millennio ?

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di Saverio Buttiglione

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Ridere e sorridere, gustando pugliese, allunga la vita: dalla Svezia a Bari

nnanzitutto gustare agroalimentare della Puglia, come scoperto decenni fa dal medico ricercatore americano Ancel Keys nel suo celeberrimo “Seven Countries Study” per la “Dieta Mediterranea”, ora pure decretatata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, allunga la vita. Se poi, come conclamato dal presidente della Lega Italiana per la lotta ai tumori Francesco Schittulli, il condimento è l’olio extravergine d’oliva, magari proprio quello ricavato dai sessanta milioni di alberi secolari

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pugliesi, allora si vive a lungo pure in salute. Ma poi, proprio in un periodo di grave crisi economica, serve sorridere ed anzi ridere, anche se sembra un controsenso ai tanti che sono ormai sulla soglia della povertà e preferirebbero invece piangere. Recentissimi studi medici hanno stabilito che ridere aiuta ad aumentare le nostre difese immunitarie evitando di aggiungere l’insorgenza di altre malattie che vengono psicosomatizzate con l’ansia e/o

la depressione. L’ho pure sentito dire in uno speciale della RAI nel TG in un’intervista fatta all’endocrinologo dell'Università Cattolica di Roma professore Salvatore Corsello. Anche ridere ci fa produrre le importanti endorfine. Avete mai considerato che fra tutti gli animali solo l’uomo possiede la capacità di ridere? E’ una risorsa che la nostra evoluzione ci ha regalato per difesa ed infatti Aristotele nella sua "Poetica" era ben consapevole della forza del


ridere, tanto che l’oscurantismo medievale che deteneva il potere con la Santa Inquisizione usando la “paura” per ottenere rispetto ed obbedienza, mise al bando questo libro, come Umberto Eco ha ben rappresentanto nel romanzo (e poi nel film) “In nome della Rosa”. Esilarante e stupendo poi sentire Gigi Proietti a proposito della risata salutistica, cominciata forse, secondo lui, la prima volta che un umanoide, che camminava su 4 zampe, si è rizzato sulle due “gambe” e gli altri, nel vederlo, ridevano a crepapelle gridando in romanesco: "Anvedi quello"! Ma per gustare il cibo e ridere anche nelle disgrazie occorrono i denti, sia per una corretta occlusione delle mandibole sia per un senso estetico di chi ci guarda, e molte persone invece soffrono proprio per problemi odontoiatri o per la mancanza totale di denti.

Curare i propri denti, quando le proprie patologie sono diventate importanti, può richiedere mesi di interventi. Ho avuto la fortuna di essere stato invitato a Bari nel 2007, nello studio del dottor Michele Bux e del dottor Roberto Carlaio, quando, con una tecnica innovativa, che si basa su di una mascherina fatta al computer, ideata in Svezia dalla Nobel Biocare, in base ai dati inviati dallo studio medico grazie ad

una TAC, sono intervenuti chirurgicamente su entrambe le mandibole di una signora (che non aveva più vita sociale per questi problemi) e guidati con precisione millimetrica hanno inciso l’osso mandibolare per inserirvi i perni sui quali avvitare l’intera arcata dentaria (quasi fossero pilastri di un edificio) e questo senza lacerare le gengive … tutto in una sola mattinata! Se non l’avessi fatto filmare dalla mia troupe televisiva quel

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L'odontotecnico Giammario Spinelli riferimento pugliese Nobel Biocare

giorno in cui fu fatto appunto il primo intervento di questo tipo in Puglia, io stesso non ci crederei tutt’oggi. Ho voluto quindi ascoltare, a distanza di 5 anni, i due riferimenti principali di questa tecnica svedese in Puglia, il laboratorio odontotecnico di Putignano di Giammario Spinelli e lo studio dentistico di Bari del dottor. Enrico Deodato, chirurgo specialista in odontostomatologia ed esperto implantoprotesista. Giammario Spinelli è un odontotecnico che, dopo aver collaborato in importanti laboratori di Bari, ha fondato il

suo nel 1990, approfondendo già dal 1984 le tematiche di precisione nella protesi fissa e implantare, raggiungendo le forme naturali del dente da costruire lavorando sul contrasto equilibrio armonia. Sposata sin dall’inizio la tecnica Nobel Biocare, Spinelli fornisce i migliori studi dentistici della Puglia col suo lavoro odontotecnico innovativo e naturalmente anche quello del dott. Deodato, ormai un luminare nella tecnica della implantoprotesi computer/assistita. Alle tre domande che farebbe qualunque paziente ha così risposto: Cos’è la implantoprotesi assistita dal computer? Parliamo prima di implantoprotesi convenzionale. La perdita di denti (edentulia) è una patologia frequente e può avvenire per piorrea, carie, traumi, ecc., e noi dentisti possiamo trovarci di fronte a quella parziale o a quella totale, cioè ai portatori di dentiere.

Prima dell'intervento la nostra inviata TV Flavia Nanna e a destra il dott. Michele Bux

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Il Dott. Roberto Carlaio, Dottore in Odontoiatria e Protesi Dentaria

L’implantoprotesi è quella branca dell’odontoiatria che ha l’obiettivo di inserire nelle ossa mascellari radici dentarie artificiali sulle quali vendono poi posizionate le protesi dentarie preferibilmente fisse. Quella assistita dal computer permette a noi clinici di posizionare gli impianti nelle ossa mascellari del paziente in maniera rapida, precisa e con pochissimo trauma. Cosa deve fare il paziente che accetta questa tecnica? Dedica un solo appuntamento per la presa delle impronte e delle registrazioni intermascellari. I dati vengono inviati al laboratorio in Puglia che esegue una previsualizzazione del futuro lavoro protesico attraverso una “dima radiologica” che una volta costruita il paziente posiziona nella cavità orale per eseguire una TC del mascellare corrispondente. I files di questa tomografia computerizzata, contenenti sia le informazioni sull’osso mascellare che sul volume della futura protesi li inserisco nel computer ed il software specifico mi consente di effettuare la pianificazione implantoprotesica.


I dati vengono trasformati in immagini tridimensionali sia dell’osso che della futura protesi consentendomi di decidere quanti impianti inserire, dove posizionarli, il diametro e la lunghezza, con una filosofia di lavoro “guidata”. Finita questa fase invio i files ottenuti in Svezia all’azienda ideatrice del programma la quale, dopo pochi giorni, mi invia una “dima chirurgica”, per mezzo della quale posso trasferire la pianificazione che avevo effettuato al computer nel cavo orale del paziente. Inserisco poi gli impianti che andranno ad ubicarsi precisamente nel punto dove l’avevo posizionati nella pianificazione al computer. Avvito quindi la protesi fissa provvisoria agli impianti appena inseriti. Qual è quindi il vantaggio per il paziente? Il ridottissimo trauma che subisce rispetto al trattamento convenzionale. Il protocollo di questa tecnica prevede infatti la tecnica transmucosa, che non necessita dell’incisione e dello scollamento delle gengive ma solo un piccolo foro che le attraversa. Si riducono così le manifestazioni post-chirurgiche,

dal gonfiore agli ematomi, con un decorso più tranquillo, che consente al paziente di tornare immediatamente in attività. Un altro vantaggio è dovuto al posizionamento della protesi fissa immediatamente dopo l’inserimento degli impianti con “carico immediato”. Un terzo vantaggio deriva dalla riduzione del tempo globale del trattamento. In breve tempo il paziente recupera una corretta estetica e la funzionalità dell’apparato dentario senza la schiavitù che aveva derivante dalle protesi mobili. Nello stile Slow, quindi, “innovativo, lento senz’ansia ma al contempo rapido nell’operatività decisionale”,

penso che sia una tecnica che consenta di gustare e ridere a chi pur volendolo fare, non può.

Lo studio odontoiatrico Bux/Carlaio durante l'intervento con tecnica Nobel Biocare

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di Saverio Buttiglione

Raffaele Nestola, fotomodello televisivo diventa contadino e presidente di oleificio.

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ello e giovane, con importante esperienza televisiva da fotomodello, esempio virtuoso di nuova Slow Economy, Raffaele Nestola ritorna a Leverano nel Salento, si rimbocca le maniche e conduce l’Olearia Liberanus, riunendo da Presidente ben 1400 soci produttori olivicoli. Producono in 2000 mq di stabilimento (su oltre 15000 mq di superficie) con le fasi di selezione, spremitura ed imbottigliamento l’Oro Salentino,

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marchio di cui si fregia con vanto l’Olearia Liberanus. L’Oro Salentino è perciò la vera punta di diamante di tutta la loro produzione, grazie anche alla sapiente e consolidata esperienza ormai acquisita dal giovane Raffaele nel campo oleario, che con dedizione e accuratezza ha saputo trovare il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione, proponendo un prodotto dal gusto particolare e ricercato, perchè tale è la selezione delle cultivar di olive di

questo territorio. Ricavano un “Olio Extra Vergine” che si colloca fra i m migliori olii di pregio italiani, e quindi tra le Eccellenze della Puglia. Le tipologie prodotte dalla Olearia Liberanus sono due linee a tiratura limitata per la ristorazione di qualità ed una linea commerciale, insieme agli aromatizzati (limone, peperoncino ed erbe di bosco). La linea oro “Raffaele” è un Fruttato Intenso, un olio prodotto


© Rocco Lamparelli

da olive sane, fresche al punto ottimale dell’invaiatura, che donano un colore verde con riflessi dorati. Può definirsi piccante, questa sensazione di gusto pungente acerbo, caratterizzato da olii ottenuti da olive ancora verdi, e dovuto alle sostanze fenoliche nelle terminazioni del nervo trigemino, che si estendono a tutta la cavità orale. Il tempo di raccolta delle olive, comincia a metà ottobre fino a metà novembre. La linea argento “Alessandra” è un Fruttato Leggero, un olio prodotto tutto dalle cultivar del territorio salentino, tipicità quali il “Leccino”, l’”Ogliarola Leccese” ed il “Frantoio”.

Baldassarre e Nestola

Ha un gusto fruttato leggero, dal sapore dolce e delicato. Il tempo di raccolta delle olive, comincia a metà novembre finendo a metà dicembre. Raffaele Nestola ed Alessandra Baldassarre sono due importanti figure della Olearia Liberanus, e con la loro passione e dedizione puntano a ritagliarsi importanti spazi di mercato, proponendo le eccellenze olearie che curano monitorando personalmente ogni fase di produzione; la forza dei loro prodotti sta infatti nella genuinità del frutto che selezionano a monte, nei monovarietali dei cultivar scelti e nella certosina e segreta ricetta dei nuovi blands. L’Olearia Liberanus è quindi una importante risorsa dell’agricoltura leveranese, in provincia di Lecce ed anzi di tutto il territorio salentino. Il prodotto, a detta di competenti ed imparziali

esperti (soprattutto chefs di ristoranti) non teme confronti con altre eccellenze dell’olio extravergine d’oliva. Terra, Sole ed Aria di queste terre conferiscono la saggezza climatica che comporta un valore aggiunto che nessun pur bravo tecnico potrà mai congegnare. L’Olearia Liberanus, ha sede in Leverano, a pochi chilometri dalle rinomate e suggestive località balneari della costa Ionica. La zona di produzione ricade in larga parte nell’area già nota per conferire le uve di vitigni blasonati ed utilizzati nella produzione del “Salice Salentino” o del “Leverano Doc”. Il paesaggio dove nascono e crescono le olive che utilizza l’Olearia Liberanus, è caratterizzato da pianure battute dal sole, nel verdi ed incontaminate, e qui il microclima risulta ideale proprio per produzioni olivicole e vitivinicole di pregio, perché garantisce profumazioni intense nei prodotti della terra. Per info: www.liberanus.it Tel. 0832.923253

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di Roberto Bianco - Segretario ProLoco Putignano e GAL Terra dei Trulli e Barsento 108

Sulle strade dei Crociati, da Canterbury a Putignano

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ra tutte le forme di turismo “slow”, certamente i cammini della fede rappresentano la prima ed insuperata forma di viaggio che offre un’approfondita conoscenza di luoghi, popoli e culture. Assieme al cammino di Santiago di Compostela, la Via Francigena, che inizialmente da Canterbury portava a Roma è un itinerario della storia, una via maestra percorsa in passato da migliaia di pellegrini in viaggio per Roma.

Fu soprattutto all'inizio del secondo millennio che l'Europa fu percorsa da una moltitudine di anime "alla ricerca della Perduta Patria Celeste". Questa via attesta infatti l'importanza del pellegrinaggio in epoca medioevale: esso doveva compiersi prevalentemente a piedi (per ragioni penitenziali) con un percorso di 20-25 chilometri al giorno e portava in sé un fondamentale aspetto devozionale: il pellegrinaggio ai Luoghi Santi della religione cristiana.

Non a caso vi fu un naturale prolungamento a Sud della Francigena, da Roma verso Gerusalemme, passando da Campania e Puglia, con tappa obbligata alla grotta di San Michele a Monte S. Angelo (dove si recò in devozione anche San Francesco d'Assisi), tra basolati romani ed antichi tratturi, templi pagani, imponenti cattedrali e santuari cristiani, dolci panorami collinari e aspri passaggi montani. Ma è negli ultimi anni, fra una ritrovata esigenza di spiritualità e


appunto una maggiore attenzione al turismo “slow” che questi cammini hanno trovato nuovi sviluppi e inedite forme di interazione e promozione, abbinando alla intramontabile “scarpinata” anche le nuove tecnologie come il QR code perché il protagonista moderno dei cammini non rinuncia certo al suo I-phone pur immergendosi nello spirito devozionale e culturale di un cammino della fede. Ma le innovazioni non sono solo di tipo tecnologico, in quanto nuove forme di cooperazione si stanno avviando anche fra siti del culto di San Michele, soprattutto in Puglia, grazie al dinamismo di alcuni presidenti Pro Loco che interpretano la loro funzione non

slo come punti informativi ma soprattutto come motori dello sviluppo turistico ed economico del territorio. E così, un importante percorso di collaborazione fra le Pro Loco

di Monte S. Angelo e Putignano è stato lanciato da poche settimane nel corso di un incontro pubblico finalizzato a mettere in rete i luoghi del culto Micaelico delle due cittadine pugliesi.

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Grotta di Monte Sant'Angelo

L’impegno della Pro Loco di Monte S. Angelo, nella persona del suo presidente prof. Pietro Guerra, docente dell’Accademia delle Belle Arti di Torino è teso all’elaborazione di un itinerario turisticamente fruibile della via Francigena del Sud Italia sulle tracce dei pellegrini che nel medioevo si mettevano in cammino verso la Terra Santa. L’itinerario punta al riconoscimento ufficiale del Consiglio Europeo, così come è stato come detto per il tragitto della via Francigena che da Canterbury in Francia arriva a Roma. L’itinerario prevederà inoltre una forte connotazione tecnologica, attraverso l’uso del QR code (risposta rapida) che consente la visualizzazione di contenuti (testi, foto, video) attraverso la lettura di un codice da parte di un telefonino, i-pad ecc. Il protocollo di collaborazione è stato definito all’interno della grotta santuario putignanese in località Monte Laureto, dove sono intervenuti il sindaco di Putignano Gianvincenzo Angelini De Miccolis, Don Battista Romanazzi, Elisabetta Nardelli (Comita-

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to San Michele Arcangelo), Francesco Fidanza (Università LUMSA), Claudio Grenzi (Editore), Federico Massimo Ceschin (Vie Francigene) ed il prof. Pietro Sisto (Università di Bari), che ha annunciato il lavoro in corso con Raffaele Nigro per un nuovo libro sul sito di San Michele in Monte Laureto. Il presidente della Pro Loco Putignano, Giuseppe Cosacco, da anni impegnato sia come operatore del famoso carnevale di Putignano sia come promotore della cultura turistica, ha assicurato il massimo impegno per l’inserimento di Putignano nella via Francigena, con una particolare attenzione anche al coinvolgi-

mento di artigiani artistici così come richiesto dal prof. Guerra. L’obiettivo, partendo dalla sapiente maestria dei maestri cartapestai putignanesi, è proprio quella di produrre forme di artigianato tradizionale sacro di qualità (per esempio in cartapesta) che possa offrire ai viaggiatori del cammino della via Francigena una scelta di souvenir autentici e unici e non certo, come adesso, prodotti in serie in qualche paese orientale, unendo a ciò anche prodotti enogastronomici delle filiere di eccellenza locali. Nella prossime settimane è prevista la visita di scambio a Monte S. Angelo fra le due delegazioni per una prima ricognizione dei passaggi compiuti. Per info: Associazione Turistica Pro Loco Putignano - Piazza Plebiscito 1 - 70017 Putignano - BA (Italy) - Tel: 080 2475697www.prolocoputignano.blogspot. com - prolocoputignano@gmail. com

Grotta di Monte Laureto a Putignano


www.liberanus.it olearialiberanus@legalmail.it infotel.: 0832.923253


di Mister Slow

Miss Slow Economy 2013

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• Regina Salpagarova •

egina nasce in Russia nel 1980 e risiede a Milano. E' un mix di origini russe e greche, una bellezza globale. Miss Grecia del Nord nel 2000, Men’s Health Girl, Playmate nell’edizione greca di Playboy nel mese di luglio del 2002, ha partecipato in tv al Festival di Sanremo, a Markette, a Scorie e CD Live. Gente le ha dedicato uno straordinario servizio sensuale e ironico come lap-dancer sulla metropolitana di Milano ed è diventata un’icona di bellezza statuaria nel circuito del wrestling: è stata infatti, l’unica modella europea salita sul ring tra i campioni di questo sport. Parla quattro lingue (russo, italiano, greco e inglese) Ha sfilato in passerella e ha prestato la sua immagine per fiere e marchi commerciali in tutto il mondo.

Belle e Brave!!! "Miss Slow Economy" sceglie ragazze che impiegano talento e studi nella dedizione al lavoro, nella tutela dell'ambiente come nelle risorse energetiche rinnovabili, nelle nanotecnologie come nell'agroalimentare tipico, nella moda e nel turismo, con una filosofia di "Economia Lenta", invertendo la rotta da anni imposta dalla fast economy.

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Bellezza, intelligenza, ironia Quando ha interpretato ruoli sexy in televisione, come al Saturday Night Live, non ha mai rinunciato a una buona dose di humour. E ho un’esperienza come modella di oltre dieci anni”. Guardiamola e riguardiamola allora la nostra Regina, abbracciamola con gli occhi

perché lo merita. E prepariamoci a ritrovarla presto anche in tv. Regina ha anche un bel sito web personale, naturalmente tutto da vedere: www.reginasalpagarova.eu. E' l’unica modella scelta per partecipare a due puntate di Striscia la Notizia. Modella da copertina su: - Play Boy 2002; - Golf People Magazine;


© Francesco Francia

Salute, Vero Viaggi, Vip, Eva 3000, Gente, etc... Regina è anche testimonial di numerosi marchi, tra i più importanti ricordiamo: - Tisanoreica; - Jungle Feever;

- That’so Sun Make Up; - TheSuite Air; - Red Bull (le foto di Regina sono comparse in tutto il materiale cartaceo riservato a tutti i locali e nelle riviste di beverage).

© Francesco Francia (3)

- Pleasure of Luxury: - DiTutto. Regina Salpagarova è comparsa nelle principali testate italiane: Men’s Healt, Novella 2000, Panorama, Vero, Top, Stop, Di Tutto, Top Salute, Vero

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Miss Slow Economy

otevamo non scegliere Priscilla Lagioia quale "Miss Slow Economy" di questo numero? Fast Reading: se ce la fate, leggete ora tutto d’un fiato … Lei, per hobby, si dedica solo al modellismo, alla pittura e decorazioni su vetro e tessuti, crea nuovi modelli di abiti per l’atelier “Vinci Lagioia” di Bari e pratica null’altro che il pattinaggio artistico, la danza, il nuoto, la palestra, lo sci nautico, il windsurf, l’equitazione, il trapezio ed il tennis-tavolo (ping pong). Per lavoro non ha ancora fatto molto tranne che l’attrice per il cortometraggio “Dracula, domani è un’altra notte”, l’accoglienza degli ospiti alPacha di Ibiza ed a Forte dei Marmi, ha sfilato al Matignon erealizzato uno shooting fotografico alla Torre Eiffel a Parigi, ha fatto la comparsa per “Beautiful” e con Jo Squillo in “TV Moda” l’assistente di produzione, la fotomodella al Colosseo quadrato, la ballerina nel video clip “Stufa di te”, la fotomodella in ”Dive e divi, vizi e virtù” di Bruno Oliviero, i servizi giornalistici su Sky 800, l’attrice per il film di Massimo Ceccherini “La mia mamma suona il rock”, l’hair model, la hostess-promoter per “Birra Peroni”, l’assistente alla regia televisiva e alla redazione in Telenorba dopo aver fatto la stagista al Visual Art University di New York (con interviste agli attori principali di Broadway per approfondimenti

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sulle tecniche di recitazione presso gli studi televisivi “CBS”). Ma pure la guida turistica per MSC Crociere (italiano/inglese) e la receptionist presso l’Hotel St. James Residence di Ginevra

(nella capitale svizzera, nel “tempo libero”, anche l’hostess al “Salone internazionale dell’auto” per la Mercedes BenzMc Laren), non disdegnando in seguito di lavorare come addetta

© Bruno Oliviero

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• Priscilla Lagioia •


alle vendite nello showroom “Sass & Bide” per la Victoria Gallery di Sidney in Australia… A dire il vero, quindi, ci sembrava, letto il curriculum, perfetta più per il titolo di “Miss Fast Economy” che per il nostro, poi, per aver già fatto tutto questo po’ po’, pensavamo che avesse almeno 70 anni! Invece, avendola conosciuta di persona, l’abbiamo scelta fra le tante candidate perché vogliamo che metta a frutto in maniera più “Slow” la sua laurea in “Scienze Politiche”che ha conseguito dopo la maturità classica, il master in“E-

government e management nella pubblica amministrazione” conseguito alla facoltà di Giurisprudenza, il corso “recitazione, laboratorio di formazione, linguaggio del teatro e tecniche dell’interpretazione”, il corso “improvvisazione teatrale e teatro comico" con l’insegnante canadese Ian Algie, il workshop teatrale in lingua inglese sull’interpretazione e recitazione di estratti e sonetti di Shakespeare, il corso alla MED (Mediterranean E n t e r p r i s e Development) dell’Universus CSEI di

Bari con stage presso la University “Science Park” di Patrasso in Grecia e quello in “Regia Multimediale” all’istituto di formazione Di Cagno Abbrescia di Bari, per finire con quelli in “Marketing Internazionale per le Piccole e Medie Imprese” e di “Marketing della Moda” a Londra. Sopratutto vogliamo che concentri il suo talento nel nuovo sviluppo economico necessario al nostro Paese. Perciò auguri e Buon vento Slow, piccola Priscilla (ha meno di trent’anni).

Miss "Slow Economy"

Al fine della selezione utile alla pubblicazione di miss "Slow Economy" per ogni numero della rivista, inviare CV e foto figura intera e primo piano (ad alta risoluzione) all'indirizzo mail: sloweconomy2012@gmail.com

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Consumi e tradizioni In collaborazione con Assolatte

Come sono cambiati gli italiani a tavola

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ome si comportano gli italiani a tavola? Mangiano più formaggi freschi o stagionati? Più pane o pasta? Il pranzo è ancora il pasto più “importante” oppure è stato sostituito dalla cena? È possibile trovare una risposta a queste e molte altre domande in una monografia stilata dall’INRAN, l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione; leggendola, si scoprono molte interessanti novità. Vediamone alcune, con i relativi commenti di Raffaela Piccinelli, nutrizionista dell’INRAN, e Laura D’Addezio, statistica dell’INRAN, che hanno collaborato a questa indagine.

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Latte e mozzarella: il “must” Per quanto riguarda il latte, il consumo medio giornaliero è risultato pari a 116 gr., quello di yogurt alla frutta (il più consumato) 10 gr., seguito dallo yogurt bianco (7 gr.) e dallo yogurt di altri tipi (2,5 gr.). Riguardo ai formaggi, il primo posto è occupato dalla mozzarella vaccina (23 gr.) seguita dal parmigiano (7 gr.), dalla mozzarella di bufala (4 gr.), dalle caciotte (3 gr.) e poi via via dagli altri. • Commento: “Gli alimenti appartenenti al gruppo “Latte e derivati” sono stati consumati dalla quasi totalità del campione (99%).


Considerando il consumo di alcuni di questi alimenti per classi di età possiamo notare che nei bambini fino ai 9 anni il consumo di “latte” è superiore ai 250 gr. in media al giorno, ma questo consumo diminuisce a partire dall’adolescenza e che gli adulti e gli anziani hanno un maggior consumo di “yogurt e latti fermentati”. Per quanto riguarda i “formaggi” sono gli adolescenti e gli adulti a consumarne di più (più di 60 gr. in media al giorno).”

Carne: più rossa che bianca Uno dei dati più significativi riguarda il consumo di carne rossa, pari a circa 700 gr. (peso a crudo) alla settimana. In particolare, la carne di bovino è ancora saldamente in testa (43 gr./die). Quella bianca di pollame è al secondo posto ma ben distanziata, visto che la quantità media giornaliera è pari a circa la metà.

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• Commento: «Un po’ preoccupante è la preferenza verso la carne rossa (manzo, vitello, suino, ovino e di cavallo, incluse le carni trasformate, quali insaccati, affettati, ecc.) che viene consumata in quantità ancora eccessive rispetto a quelle consigliate da World Cancer Research Fund e American Institute for Cancer Research, per la prevenzione di alcuni tumori (non più di 400-450 gr. di carne rossa alla settimana). È importante ricordare inoltre che il consumo di carne bovina è quello con il maggior impatto ambientale in termini di emissioni di gas ad effetto serra e di consumo di risorse idriche, sarebbe bene quindi cominciare a sostituire la carne rossa con quella bianca e con i legumi”.

Pesce e legumi Nei tre giorni di indagine, circa i 2/3 del campione ha consumato pesce (in media 45 gr. al giorno) con il merluzzo in testa, seguito dal tonno in scatola a pari merito con i crostacei. Riguardo ai legumi, invece, poco più di una persona su tre ne ha consumati: 11 gr. al giorno è il consu-

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mo medio giornaliero riferito al totale del campione, con i piselli al primo posto, seguiti dai fagioli. • Commento: «Per comodità molti consumatori scelgono di consumare pesce sotto forma di merluzzo (bastoncini o filetti congelati) o di tonno in scatola. Per questo gruppo alimentare così come per gli altri sarebbe bene variare la scelta e in particolare stimolare il consumo di piccoli pesci azzurri (alici, sardine, etc) che sono un’ottima fonte di acidi grassi polinsaturi, sono generalmente meno contaminati dei grandi pesci carnivori e il cui consumo ha un minor impatto ambientale. Invece i legumi, pur rappresentando una valida alternativa alla carne, soprattutto se mangiati insieme ai cereali, ed essendo un alimento base della dieta mediterranea, vengono consumati da pochi e in quantità ben al di sotto di quelle consigliate. Non facciamoli sparire dalle nostre tavole”.


Più pane che pasta Fra i cereali e derivati, il pane di frumento resta ancora sovrano incontrastato (94 gr./die), al secondo posto la pasta di semola (50 gr./die), mentre il consumo di riso è di circa 16 gr.. Fra i biscotti, al primo posto si trovano quelli secchi, i più semplici, seguiti dai cornetti e dai frollini. Meno graditi i prodotti integrali: fra biscotti e pane si superano appena i 4 gr. al giorno. • Commento: “Ogni giorno dovremmo mangiare anche pane, pasta o altri prodotti a base di cereali, meglio se integrali, ricordando anche in questo caso di non aggiungere troppi condimenti” recitano le Linea Guida per una Sana Alimentazione Italiana, ed effettivamente nel nostro studio è emerso che il consumo di pane e pasta costituisce oltre la metà dei “cereali” consumati dall’intero campione. Anche se il modello di consumo alimentare nella popolazione italiana sta cambiando, questo risultato conferma in larga parte ancora l’aderenza al modello alimentare mediterraneo con i ce-

reali come alimenti base, l’olio di oliva come condimento e il vino come bevanda alcolica”.

Mele, pomodori & lattuga Riguardo alla frutta e alla verdura, il consumo è risultato pari a 418 gr. al giorno. Per la frutta, il primo posto va alla mela (59 gr.), fra la verdura la lattuga (17 gr.). è la prima, dopo i pomodori, molto utilizzati oltre che a crudo come conserva. • Commento: “Nel loro insieme i consumi medi giornalieri del campione totale di frutta e ver-dura risultano, anche se di poco, al di sopra del minimo raccomandato dall’OMS, che indica come obiettivo minimo il consumo di circa 400 gr. al giorno tra frutta e verdura. Ma non è così per tutte le fasce di età: la frutta e verdura sono promosse dagli anziani e bocciate dai giovani. Grazie agli anziani, che fedeli alla nostra tradizione mediterranea, ne mangiano di più (circa 500 gr./die: 260 gr. di frutta e 240 gr. di verdura), i consumi medi della popolazione risultano ancora in linea con le raccomandazioni internazionali”. 119


Cosa beviamo a tavola? A parte l’acqua (minerale 452 g/die + 196 di rubinetto), è il caffè la nostra bevanda preferita (81 gr/die) seguito, seppure a distanza, dal te (27 gr./die) a pari merito con i succhi di frutta e quindi dalle bevande a base di cola (19 gr./die). Per quanto riguarda le bevande alcoliche, il preferito è il vino rosso (50 gr./die) seguito dalla birra (25 gr./die) e dal vino bianco (14 gr./die). • Commento: “È utile richiamare l’attenzione sull’acqua: gli italiani, pur avendo a diposizione per dissetarsi un’alternativa poco costosa ed a basso impatto ambientale come l’acqua di rubinetto, continuano ad essere i primi consumatori in Europa di acque minerali”.

Dieta “fai da te” per il 30% Il 16% del campione ha seguito una die-ta nell’arco dell’anno precedente l’indagine, più le femmine che i maschi. Per quanto tempo? Il 20% per 1-3 settimane, il 34% per 1-4 mesi, il 42% per più di 4 mesi. Il motivo? Circa 2 su 3 per perdere peso.

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Nel 30% dei casi la dieta è stata fai da te, e questa percentuale sale al 64% fra gli adolescenti. Infine, qual è il rapporto degli italiani con gli integratori? Un’abitudine poco diffusa: l’82% degli italiani, infatti, non ne assume. • Commento: “Ad una analisi più attenta è emerso che coloro che hanno scelto una dieta “fai da te” sono in maggioranza persone normopeso, mentre chi risulta obeso si rivolge per lo più al medico generico oppure allo specialista. Se è positivo che coloro che si trovano in una situazione di sovrappeso o obesità affrontino il problema rivolgendosi al proprio medico o ad uno specialista, ci deve far riflettere il fatto che le persone normo-peso optino spesso per una dieta “fai da te” perché potrebbero correre inutilmente dei rischi”.

per stare in famiglia. Ancora, oltre il 90% definisce ”mediterraneo e tradizionale” il proprio stile alimentare, mentre solo l’1% si dichiara vegetariano, vegetaliano, vegano. E il cibo etnico? Quasi la metà degli italiani non ne vuole sapere e solo l’8% degli intervistati ha espresso apprezzamento nei confronti dei cibi “non mediterranei”. • Commento: “Una delle regole fondamentali per una sana alimentazione è quella di fare sempre una prima colazione ed è importante che questa fornisca un adeguato apporto calorico per iniziare nel migliore dei modi la giornata. È interessante notare che anche se il 98% del nostro campione ha fatto questo pasto, l’apporto calorico che ne deriva è sottodi-mensionato (11% delle calorie giornaliere contro il 20% consigliato). A questo si associa un eccessivo apporto calorico dalla cena (38% delle calorie totali contro il 30% consigliato). I pasti però vengono quasi sempre consumati davanti alla televisione accesa. Gli italiani intervistati ritengono dunque di mantenere uno stile alimentare tradizionale e mediterraneo. Alcuni indicatori ci fanno, però, pensare che la realtà sia un po’ diversa da quella desiderata e che, in media, ci stiamo allontanando da questo modello”.

A tavola vince la tradizione Dal punto di vista calorico, il pranzo resta il pasto più ricco della giornata (circa il 43% delle calorie), contro il 38% della cena, l’11% della colazione, l’8% degli spuntini, ed è ancora la propria casa il luogo abituale in cui si mangia. La cucina tradizionale risulta ancora quella preferita dal 70% dei rispondenti, e quasi uguale è la percentuale di coloro che considerano i pasti come un modo 121


La storia d’Italia è servita “À la carte”

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ilenzioso protagonista dell’evoluzione storico-culturale della civiltà gastronomica. Testimone eloquente di grandi avvenimenti, di illustri personaggi e delle occasioni conviviali che caratterizzano la vita politica di uno Stato. E’ il menù: documento indispensabile per conoscere i gusti di un’epoca, seguirne l’evoluzione attraverso le differenze nella preparazione delle vivande e comporre quel vastissimo mosaico di usi, costumi e tradizioni propri di una Nazione. Partendo da questa angolazione, del tutto nuova, l’Accademia Italiana della Cucina - Istituzione Culturale della Repubblica Italiana - ha voluto contribuire all’anniversario dell’Unità

d’Italia con il libro “I menu del Quirinale”: 150 anni di storia italiana raccontati attraverso l’inedita collezione dei menu dei 4 re d’Italia e degli 11 Presidenti della Repubblica. Dal Re Vittorio Emanuele III al Presidente della Repubblica in carica Giorgio Napolitano, il momento conviviale diventa espressione dell’identità culturale del Paese, vero e proprio filo conduttore dei valori culturali e gastronomici della nostra storia. La raccolta di menù, che costituisce l’opera, proviene dalla collezione dell’Accademico Maurizio Campiverdi ed è integrata da alcuni menu messi a disposizione dagli Accademici Franco Chiarini, Giovanni Chiriotti, Domenico Musci e dall’Archivio Storico del Quirinale.

Una suggestiva immagine del Salone delle Feste del palazzo del Quirinale

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© Quirinale

in collaborazione con Accademia Italiana della Cucina

Tavole nascoste


Il cerimoniale dei pranzi di Stato Il pranzo tra Capi di Stato al Quirinale costituisce - al pari della cerimonia militare all’Altare della Patria - il momento più solenne di ogni visita ufficiale. Si tratta di un evento curato nel minimo dettaglio, a partire dall’abbigliamento tramandato dalla consuetudine del cerimoniale: cravatta nera per gli uomini, con decorazioni a rosetta, e abito lungo per le signore, con decorazione a fiocco. Ogni visita che si rispetti prevede che prima di sedersi a tavola, i due Capi di Stato si incontrino - alla presenza di pochi intimi - nella Sala del Brustolon per scambiarsi i doni e le onorificenze. Seguono poi le presentazioni ufficiali nella Sala dei Corazzieri, dove tutti gli invitati a tavola - annunciati dal Capo del Servizio del Cerimoniale di Palazzo - sfilano di fronte ai due Capi di Stato e alle loro consorti Il vero e proprio banchetto ha invece luogo nel Salone delle Feste,

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

© Quirinale

Il Re d’Italia Vittorio Emanuele III

dove gli ospiti prendono posto a tavola rispettando l’ordine di posto già assegnato. L’inizio di ogni pranzo viene poi sancito dai brindisi dei due Capi di Stato che vengono distribuiti in traduzione scritta a tutti i commensali. Al termine del convivio, con le rispettive consorti, seguiti dagli invitati, i due Capi di Stato ritornano nel Salone dei Corazzieri, dove vengono serviti caffè e liquori e dove avviene il congedo. In occasione dei pranzi di Stato, il numero dei convitati può raggiungere e talvolta superare il centinaio, dato che comporta una attenzione particolare alle temperature dei cibi. La scelta del menù deve assecondare il più possibile i gusti degli ospiti e soprattutto considerare le possibili esigenze dietetiche di qualche commensale. Bisogna tener conto inoltre delle prescrizioni religiose (si pensi ai cibi kosher per gli israeliani o alla assoluta assenza di alcolici sulle mense per i più intransigenti musulmani) e delle richieste di eventuali vegetariani e/o celiaci. 123


I servizi di cucina e di sala La “Cucina Grande” del Quirinale è stata completamente restaurata agli inizi degli anni Novanta nel rispetto dei canoni di funzionalità richiesti da una cucina moderna. L’intero ambiente è stato suddiviso in aree, ognuna delle quali riservata alle varie fasi che compongono il processo lavorativo. Dal locale destinato al ricevimento e al controllo delle merci si passa all’area riservata alla lavorazione e alla preparazione delle materie prime, fornita di abbattitori di temperatura per garantire la corretta predisposizione della catena del freddo per la conservazione degli alimenti. Separata, per esigenze termiche, troviamo la zona destinata alle preparazioni di pasticceria e gelateria, attrezzata con planetaria, pastorizzatore, mantecatore, temperatore, conservatore in negativo, forni. Degno di nota, all’interno della cucina, è l’imponente girarrosto in ghisa, risalente probabilmente alla fine dell’Ottocento o ai primissimi anni del Novecento, restaurato e lasciato nella sua collocazione originaria a memoria di un passato professionale che, anche senza la tecnologia attuale, è stato vissuto con la stessa passione di oggi dai colleghi predecessori. L’“arte della cucina” trova poi il suo coronamento nell’unione con la passione e la compe-

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tenza dimostrate dal personale destinato al servizio di sala. Nulla deve essere lasciato al caso: dal posizionamento della tavola alla perfezione della tovaglia, dal controllo accurato delle stoviglie, alla scelta degli elementi decorativi appropriati. Grande attenzione viene prestata al protocollo già nella fase preparatoria. I camerieri provano la sfilata per l’ingresso e il servizio degli ospiti - nel Salone delle Feste vengono ospitate in genere 120 persone e le portate del pranzo sono tre - che dovrà avvenire contemporaneamente e in maniera piuttosto veloce (circa 45 minuti) per lasciare agli invitati la possibilità di intrattenersi tra loro. Infine una curiosità sugli addobbi. I fiori che abbelliscono la Sala provengono dai mercati specializzati, dalle serre del Quirinale o, stagione permettendo, dalla tenuta di Castelporziano. Non devono essere eccessivamente profumati per non interferire con gli aromi delle vivande. Si preferiscono i colori rosa, rosso o arancione che meglio s’intonano all’arredo della sala. Gli addobbi floreali vengono sistemati dagli addetti, ai piedi dei candelabri di bronzo dorato che ornano la tavola ed accesi dieci minuti prima del pranzo.


Paco è la divisione Packaging di StampaSud. Nasce con l’obiettivo di portare il know-how di stampa e di nobilitazioni apprese in oltre 60 anni di attività, nel settore della cartotecnica. L’azienda si estende su una superficie di 5.000 mq e offre un ciclo di produzione completo, dalla progettazione, alla stampa ed alle nobilitazioni, alla fustellatura, accoppiatura e piega-incolla. Paco è attiva nella produzione di astucci in cartoncino teso ed in carta accoppiata al microonda per i settori Food, Cosmesi e Farmaceutico. In particolare nel settore Food risulta determinante l’attenzione alle normative in vigore sui prodotti alimentari, il cui rispetto è garantito, oltre che da un impegno etico, anche dalle certificazioni ISO 9001. L’azienda è, inoltre, specializzata nella produzione di espositori di piccolo e grande formato.

www.pacoitalia.it


Punti di distribuzione

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low Economy - Golf in tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo lo trovi anche in queste 65 eccellenti locations. Bruxelles • Petit rue au beurre, 12 Ristorante La Capannina a due piani nel centro storico, strada che immette nella fantastica “Grand Place” della città belga sede del Parlamento Europeo, con cucina italiana rivisitata al gusto francese e clientela internazionale, primo ristorante italiano in città fondato 50 anni fa da una giovanissima e tenace Anna Bianco emigrante da Noci in Puglia.

Dublino • 208 Lower Rarhmines Road, Dublin 6 - ristorante pizzeria "Il Manifesto". Infotel: 353 1 496 8096 e-mail: manifestorestaurant@ gmail.com website: www. manifestorestaurant.ie. In Irlanda una vera pizza napoletana, fatta da Salvatore di Salerno che, se è in vena, fa pure il giocoliere con l’impasto, è un miraggio che pure in Italia sarebbe raro.

• Lower Ormonde Quay, Dublin 1 - ristorante pizzeria "Bar Italia". Infotel: 353 1 874 1000 e-mail: info@baritalia.ie website: www. baritalia.ie. Fa onore alla cucina

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italiana nel mondo, ottimi primi, ottima pizza, squisita la frittura di calamari e gamberi

• Upper Merrion Street, Dublin 2 - "Merrion Hotel" website: www. merrionhotel.com. Nel centro storico si nota l’eleganza già dal portale d’ingresso, di fronte al palazzo di governo irlandese. Creato dalla fusione di 4 antiche case in stile georgiano si sviluppa attorno a 2 giardini del XVIII secolo.

Torino • via Santa Chiara, 54 - Ristorante "Asian Fusion". infotel: 338 8194846. Nel quadrilatero romano non lontano dalla Mole Antoneliana ottime cucine tipiche malese, cinese, giapponese ed Italiana, con pietanze fedeli alle tradizioni ed ai gusti originali, crocevia culinario tra oriente ed occidente. Cuneo • Santuario di Vicoforte Ristorante albergo CioccoLocanda - via F. Gallo,19. infotel: 0174 563312. Del grande artigiano della cioccolata Silvio Bessone, ogni stanza dedicata ad un paese del mondo che produce cioccolata, un museo incredibile. Milano • Esclusiva Golf Club House del presidente Maria Grazia Borelli

• Fiat Lounge Cafè - via Alessio di Tocqueville, 3. Meta della movida meneghina • Ristorante l’Osteria dei Pirati - via Fogazzaro, 9 del noto presentatore TV Marco Predolin che offre fantastici menù a base di pesce con musica dal vivo

Hotel Madison (4 stelle) - via Gasparotto, 8. Fra Stazione Centrale e nuovo grattacielo Regione Lombardia, si affaccia sulla chiesa di Sant’Agostino e sul complesso di scuole dei Salesiani (dalle primarie ai licei) • Residence Abbadesse Resort - via Oldofredi e via Abbadesse antico monastero fra i grattacieli del nuovo Quartiere della Moda, Isola di Porta Nuova, ben diretto dal proprietario ing. Antonio Savia. • Residence Pola - via Pola. Suites ed appartamenti di fronte al nuovo Pirellone. • Ristorante Churrascaria Barbacoa - via delle Abbadesse, 30. Primo in Europa dopo Sao Paulo, Campinas, Salvador, Manaus, Tokyo, Osaka, propone carne tipica brasiliana Camisano Vicentino (VI) • Ristorante Locanda alla Torre da Zemin - via Torerossa, 39/41 locale n.407 zona 4est infotel: 049 9065621. Nella torre di avvistamento del 1270 sul confine Vicenza/Padova, nei due piani della locanda un incredibile Gianfranco Zemin propone una cucina solo con prodotti di stagione e ingredienti del territorio, dalla “piramide di tartare di tonno su battuta di mango e avocado con salsa di limoni caramellati” alla “suprema


di faraona”, indimenticabili i suoi risotti. Se lo si prega Gianfranco, forse, racconterà la storia di Occhi d’Oro e del cavaliere misterioso. Padova • Q Bar - vicolo dei Dotto, 3 infotel: 049 8751680. Nella centralissima piazza Insurrezione è elegantissima meta della movida chic padovana, anche ritrovo preferito dei calciatori del Padova calcio. Dinner&Dance, cucina mediterranea e sofisticata musica live • Osteria Barabba - via Vicenza, 47. Marco offre la cucina delle osterie venete in un lounge space, a cominciare dall’ora dell’aperitivo, memorabile quello del mercoledì con ricco buffet, ottimo winebar infotel: 049 8716845 Parma • Ristorante I Tri Siochett strada Farnese, 74/a. Squisiti “tortelli all’erbetta” piatto tipico parmense (grandi ravioli ripieni di spinaci annegati in burro fuso con parmigiano) e torta fritta (detta anche “gnocchi fritti” nel modenese e nel reggiano, di origine longobarda, semplici sfoglie di pasta per pane fritte in olio che si gonfiano come panzerottini vuoti all’interno) ottima per accompagnare il salame di Felino, il culatello di Zibello ed il prosciutto di Parma, oppure il Parmigiano Reggiano sorseggiando Lambrusco di alta qualità (per es. di Cantine Ceci). Collecchio (PR) • Agenzia Viaggi Tra le nuvole via Giardinetto, 6/I. Condotta con competenza e professionalità da Elena Bizzi Città di Castello (PG) • Ristorante La Taverna di Mastro Dante - via Montecastelli Umbro/ Promano in località Coldipozzo, 45. E' la patria dei prosciutti di montagna di Norcia infotel: 075 8648133 Soliera (MO) • Hotel Carpi - via Modena/Carpi, 81. Situato tra la patria dell’aceto Balsamico e la più bella piazza

d’Italia (Carpi), all’incrocio fra l’autostrada adriatica nord/sud e l’autostrada del Brennero che collega l’Austria ed il nord Europa Quattro Castella (RE) • Ristrante Albergo La Maddalena - via L.Pasteur, 5. Emilio ed Emiliano Montanari accolgono con simpatia ospiti da tutta Italia deliziandoli con salumi parmensi e formaggio Parmigiano Reggiano San Polo d’Enza (RE) • Ristorante La Grotta - via della Resistenza, 2/B. Sulla collina reggiana, fra stalattiti e stalagmiti in grotta con cucina tipica reggiana Quattro Castella (RE) • Resort B/B Quattrocolli - Via Lenin, 81. Sulla collina tra Parma e Reggio Emilia offre una discreta raffinata ospitalità di lusso Roma • Golf & Country Club “Parco di Roma” - quartiere Cassia, via dei due ponti, 110. Progettista P.B.Dye per un 18 buche “par72” infotel:06 33653396, direttore architetto Giuseppe Miliè, progettista di campi da golf in tutto il mondo • Ristorante Ristovino quartiere Prati - via Durazzo, 19. Nei pressi dell’emittente televisiva nazionale LA7, è anche caffetteria per ottime colazioni mattutine ed enoteca ben fornita per pranzi o cene che vanno dai tipici piatti romani come gli “gnocchi freschi ai 4 formaggi” a quelli napoletani tipo gli ottimi “rigatoni fatti a Gragnano preparati alla genovese con sugo napoletano”. Sant’Agata sui due Golfi (NA) • Ristorante albergo “Don Alfonso dal 1890” - corso Sant’Agata, 11/13. Nel cuore della penisola sorrentina si affaccia sul Golfo di Salerno ed è considerato tra i primi dieci migliori ristoranti d’Italia, condotto da Alfonso Iaccarino, chef internazionale, che vi ha aggiunto un prestigioso albergo e la scuola di cucina con frequenti eventi di showcooking Orsara di Puglia (FG) • Piano Paradiso ristorante. Peppe

Zullo noto chef internazionale, riceve ospiti da tutto il mondo infotel: 0881 964763 Torre Canne (BR) • Masseria San Domenico e Golf Club. Struttura composta dalla prestigiosa masseria San Domenico e da Borgo Egnazia, resort di alta qualità apprezzata anche da importanti clienti arabi e russi e dai divi di Hollywood, è munita di campo da golf a 18 buche fra gli ulivi secolari ed è affacciato sul mare Bari • Barialto Golf Club. Storica club house pugliese con importante campo da golf • Hotel Boston - via Piccinni, 155. Albergo a 5 minuti dal centro storico e dalla Basilica di San Nicola, meta da Mosca di pellegrini cristiani ortodossi e, nel quartiere Palese hotel Parco dei Principi, di fronte al nuovo aeroporto Karol Wojtyla, modernissimo e dotato di tutti i confort per clientela business, entrambi della famiglia del vicepresidente Federalberghi di Bari, Antonio Vasile • Villa Romanazzi Carducci - via Capruzzi, 326. Albergo resort elegante e con architettura di prestigio circondata da splendido parco in pieno centro cittadino, direttp dalla famiglia dell’imprenditore ing. Lorenzo Ranieri, è dotato di suggestive sale convegni sparse nel giardino ed offre la cucina del noto chef prof. De Rosa • Ristorante Terranima - via Putignani. Nella strada delle banche e della movida, in pieno centro, è l’unico ristorante che conserva l’architettura antica, dalle “basole” del pavimento alla coorte che ricorda le piazzette degli artigiani dei secoli scorsi (presenti ancora solo nel centro storico) offre l’inimitabile cucina tipica barese, dalle "strascinate alle patate e cozze", dalle mozzarelle ai dolci caldi con crema “sporcamuss” • Radicci Automobili S.p.A. - Via 127


Amendola, 146. Concessionaria Ferrari e Maserati per il Sud Italia ora Concessionaria anche per la dorsale adriatica con la nuova sede di Ancona. Il Gruppo Radicci a Bari, in altra sede, è anche prestigiosa Concessionaria Jaguar e Land Rover. • Hotel Oriente, nel centralissimo Corso Cavour al numero 32, un 4 stelle di lussuosa eleganza, ospita da gennaio 2013 la Golf Club House "Porta d'Oriente", punto d'incontro al Sud Italia di giocatori ed eccellenze della moda e dell'enogastronomia.

Modugno (BA) • Gruppo Logistica Trasporti Futura Enterprise - SS.98. Il Gruppo della famiglia di Pietro Conserva opera in tutta Europa con una flotta di 1.000 autotreni Monopoli (BA) • “Tartarella Gold” - via Baione, zona industriale. Concessionaria Alfa Romeo è la prima concessionaria della Puglia per Alfa Romeo infotel: 080 2462400 Polignano a Mare (BA) • Resort & SPA Borgobianco Contrada Casello Favuzzi. Moderni arredi interni in una struttura esterna a masseria, intonacata a calce bianchissima che si specchia su di una immensa piscina con idromassaggio, che compone la “Salus per acquam” insieme al centro benessere interno “Unica”. Cinque stelle meritate come meritata è stata l’elezione a presidente “Associazione Albergatori Polignano” di Roberto Frugis socio e marketing manager. Tel:080-8870001 • B&B dei Serafini - piazza Vittorio Emanuele, 43. Riduttivo 128

chiamarlo B&B perché si tratta di un eccezionale albergo diffuso nel centro storico della città di Domenico Modugno. Sporgendosi dalle case costruite sulla scogliera a picco sul mare sembra proprio di ascoltare “Volare” o “Nel blu dipinto di blu” onde sonore che da Polignano hanno raggiunto ogni angolo del globo. Altamura (BA) • Condotta Slowfood Murge - Via Cappelle della Via Crucis, 77. Fiduciario medico veterinario Michele Poligneri, esperto in ricerche sulle carni e promotore del grano Senatore Cappelli e del famoso Pane DOC di Altamura. Santeramo in Colle (BA) • Pastfico Benagiano - corso Italia,134. Da 160 anni produce la pasta che gustò Giuseppe Garibaldi, con trafile in bronzo e lenta essiccatura. • Dolci Pensieri - Corso Italia, 95/97. Pasticceria e caffetteria, produce le “tette delle monache”, soffici e squisitamente ripiene di crema chantilly. • Gastronomia Arcimboldo corso Italia, 103. Enoteca ed alta gastronomia italiana tipica selezionata da Cristina Schiavarelli Putignano (BA) • Proloco - piazza Pebliscito,1. Nel centro storico della città patria degli abiti da sposa e del Carnevale più antico e lungo del mondo. • Fondazione Carnevale di Putignano via Conversano, 3. • Agenzia ViaggiNetti - via Tripoli, 63. La signora Netti organizza viaggi in tutto il mondo, pur in tempi del “fai da te via internet”, con una costante ricerca del prezzo più basso col massimo della qualità e della garanzia, facendo inoltre incoming turistica in Puglia con educationals tours, showcooking ed itinerari guidati in posti unici ancora sconosciuti ai grandi tours operators. Noci (BA) • Ristorante L’antica Locanda - via S.Santo, 49. In una “gnostra” del

centro storico meta di turismo internazionale a novembre per “Bacco nelle gnostre”, di Pasquale Fatalino, chef noto in trasmissioni RAI, che prepara orecchiette con fave e cime di rape ed incantevoli braciole di carne al sugo. indimenticabili come dimostrato dai personaggi del mondo dello spettacolo che lo raggiungono apposta in ogni momento dell’anno.

• Ristorante "Il falco Pellegrino" in località Montedoro a Noci, immerso nella campagna della Murgia pugliese, fra antiche masserie, nel quale lo chef Natale Martucci prepara primi indimenticabili, secondi di pesce fresco o tagliate di manzo podolico, con attenta scelta dei migliori vini regionali. Conversano (BA) • Ristorante Savì - via San Giacomo. Condotto dallo chef Nicola Savino, già chef a Dallas dove ha servito al presidente Bush ed al famoso cantante Frank Sinatra le polpette al sugo pugliesi. A conversano ha inventato le crepès pugliesi, panzerottoni (dolci o salati) ripieni di leccornie regionali. Turi (BA) • Ristorante Menelao - via Sedile, 46. A Santa Chiara in un palazzo signorile del 1600 nella cittadina custode dell’”oro rosso”, la Ciliegia Ferrovia. Aperto da Michele Boccardi che dopo la laurea in economia e commercio e


l’abilitazione di commercialista è diventato Marketing Manager alla Scuola di Economia & Turismo di Londra. Visto il successo ottenuto dall’aver trasformato la masseria fortificata di famiglia “Menelao”, sulla strada per Rutigliano, in eccellenza per la banchettistica, i ricevimenti, le cene di gala ed i meeting, con “Santa Chiara” affronta la sfida della cucina di alta classe internazionale. Dispone di un’ottima cantina di vini ed offre prodotti tipici, sia nazionali che d’oltremare, dai cappelletti con cicoriella campestre su letto di fave alla costata di manzo podolico della Murgia non disdegnando però il salmone Balik norvegese o la costata di manzo della val di Chiano della Toscana. Infotel: 080 8911897. Castellana Grotte (BA) • Palace hotel Semiramide - via Conversano. Affascinante albergo immerso nella natura, accanto al parco dei dinosauri in cartapesta, ospita anche la sede italiana dell’Università Europea per il Turismo, a cinque minuti dalle famose Grotte che richiamano visitatori da tutto il mondo per gli affascinanti percorsi carsici sotterranei lunghi chilometri, famose per le eccezionali stalattiti e le stalagmiti della “grotta bianca”. • Ristorante e braceria Le Jardin Bleu Belle - via Firenze. Affascinante struttura in legno costruita su quella in pietra dell’antico bar della villa comunale, creandone un unico ambiente che guarda dalle vetrate le cime degli alberi che la circondano mentre si gustano squisiti piatti tipici pugliesi. Alberobello (BA) • Ristorante Casanova - via Monte San Marco, 13. Ricavato in un antico frantoio ipogeo sotterraneo in pieno centro fra i trulli patrimonio UNESCO. I soci Ignazio Spinetti (presidente Associazione

Ristoratori Alberobello) e lo chef Martino Convertino offrono l’ottima cucina tipica pugliese indescrivibile a parole perché semplicemente da gustare in silenzio. • Museo del vino Antica Cantina Albea - via Due Macelli, 8. Unico completo museo del vino pugliese produce vino anche per il Vaticano, è la storica cantina che prima dell’unità d’Italia inviava, dalla vicina e collegata stazione ferroviaria, i propri vini per tagliare e migliorare quelli di Bordeaux in Francia. Produce “Lui” negramaro in purezza affinato in barrique primi 12 mesi. • Condotta Slowfood “Alberobello e Valle d’Itria” - via Sisto Sante, 5. Fiduciario Francesco Biasi, promotore dei presidi “salame Capocollo di Marina Franca” (ingrediente delle famose “bombette”), “Cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti” e “Pomodorino di oasi protetta Torre Guaceto”. • GAL Terra dei Trulli e di Barsento - Via Bligny, 23. Il primo Gruppo di Azione Locale fra quelli in cui, per zone omogenee, è stata diviso il territorio d’Europa, ad essere partito operativamente con gemellaggi in tutto il continente. I GAL sono un’iniziativa UE, che li finanzia col programma “Leader”, al fine di valorizzare le potenzialità dei territori integrando produzioni agricole, artigianali e di piccola industria per uno sviluppo sostenibile. Questo GAL comprende i comuni di Alberobello, Putignano, Castellana Grotte, Turi, Sammichele, Noci, Gioia del Colle. Andria (BAT) • Ristorante "Antichi Sapori" contrada Montegrosso. Pietro Zito importante chef internazionale offre la cucina tradizionale pugliese e le antiche erbe ed ortaggi riscoperti e curati nell’immenso orto che ha costruito e nel quale lavora tutta la contrada. • Cantina Rivera con annessa

sala di degustazione, condotta dal presidente di “Movimento Turismo del Vino” Sebastiano De Corato, produce il famoso “Falcone Rivera”. Corato (BA) • Cantina Torrevento condotta dal prof. Francesco Liantonio presidente della “Strada dei vini Castel del Monte” guarda lo splendido maniero ottagonale dell’imperatore Federico II di Svevia “Stupor Mundi” patrimonio UNESCO e produce eccellenti vini pugliesi. Crispiano (TA) • Masseria Resort Quis Ut Deus. Una delle inimitabili “Cento Masserie di Crispiano”, affascinanti masserie in pietra e tufo, ristrutturate per resort di livello e aziende agricole di prodotti tipici quali olio extravergine d’oliva e prodotti caseari Fasano (BR) • Tenuta Monacelle - Selva di Fasano. Antico monastero di monache del 1700 fatto di trulli, ognuno adibito a stanza d’hotel, con affianco parco nel quale sono ricavate modernissime stanze d’albergo costruite in tufo. Si affaccia dal monte Selva sui sei milioni di ulivi secolari che lo distanziano dal mare di Fasano Savelletri di Fasano (BR) • Masseria Resort Torre Coccaro contrada Coccaro, 8. Infotel.:080 4827992. Bianca e splendida sul mare, antica torre di avvistamento della linea difensiva dalle scorribande dei Saraceni del XVI secolo, che andava dal Gargano al “finibus terrae” Santa Maria di Leuca. Non ci sono parole per descriverla, guardare sul web!

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La stessa famiglia Muolo possiede la collegata Masseria Torre Maizza infotel: 080 4827838. Un hotel a 5 stelle con campo da golf 9 buche executive “par27” costruito fra gli ulivi secolari ed affacciato sul mare. A Coccaro Golf Club il 4 novembre, festa della Vittoria dell’Italia nella grande guerra, l’Apulia Golf District dell’architetto Giuseppe Germano e Do You Golf di Ester Monacelli hanno organizzato per il Circuito “Eccellenza di Puglia 2012” la 2a edizione della gara Pitch&Putt, 18 buche stableford con 18 squadre e 36 giocatori. Il buffet preparato dagli chefs della struttura è stato inimitabile. Masseria Torre Coccaro è risultata per il 2012 tra i migliori 10 Beach Hotel nella classifica di “Conde Nast Travel”. Ostuni (BR) • Grand Hotel Masseria Santa Lucia SS.39, km 23.5 località Costa Merlata. Incantevole resort sul mare sotto la città bianca di Ostuni, diretto da Bartolo D’Amico, presidente ADA Puglia, associazione direttori d’albergo. Cellino San Marco (BR) • Cantina Tenuta Albano Carrisi. Prestigioso albergo e ristorante

ricavati nella masseria del padre del famoso cantante, don Carmelo, che da il nome al vino più prestigioso prodotto dall’azienda. Cellino San Marco (BR) • Cantina Due Palme. Con avveniristica sala convegni ricavata nella bottaia produce vini ormai famosi nel mondo e vincitori di primi premi al Vinitaly di Verona come il “Selva Rossa” Salice Salentino (BR) • Cantina Conti Leone De Castris. Cantina ricavata nel palazzo dei conti Leone De Castris, dove è nato il primo vino rosè del mondo settant’anni fa,il "Five Roses". E' annessa al prestigioso albergo e ristorante di proprietà della famiglia. Lecce • Acaya Golf Resort - Strada per Acaya,km.2 località masseria S.Pietro. Infotel: 0832 861385. Splendido campo da golf rivisto e ristrutturato, anche agronomicamente, dallo studio di architetti “Hurdzan Fry” per un 18 buche “par71” di 6192 metri, con ben sette ettari di specchi d’acqua, accanto al “Castello di Acaya”, costruito seguendo le nuove esigenze fortificatorie

dell’epoca dovute all’affermarsi delle armi da fuoco ed ora esempio di moderno restauro. L’albergo resort della catena Hilton è costruito nel ricordo stilistico degli antichi monasteri con una grande piscina esterna ed un’importante SPA di ben 1200 metri quadri. Terranova di Pollino (PZ) • Trattoria Luna Rossa - via Marconi, 18. Sulla montagna del Pollino incastonata tra Puglia, Basilicata, Calabria e Campania il "cibofobo" Federico Valicenti, giustamente divenuto personaggio televisivo premiato anche dal Gambero Rosso, ama raccontare la genesi delle sue leccornie. Dalla pasta tipo "orecchie di prete" che diventa "petali di rose" condita con crema di cacio e peperoni bruschi sbriciolati, alle tagliatelle di 5 farine in crema di noci con pan grattato fritto, all'arista di maiale in salsine di castagne e melograno accompagnata da un ottimo vino Aglianico del Vulture,. Per finire al dolce natalizio "cuscinetto di Gesù bambino", ripieno di crema mista a farina di ceci e spezie, decorato ed aromatizzato con melassa di mele cotogne.

www.facebook.com/SlowEconomy 130



anche in TV e sul Web il magazine “SLOW ECONOMY” con indagini nelle filiere della Moda, Enogastronomia, Turismo e Golf Slow Economy è un format multimediale integrato nel progetto “Milano Food&Moda”


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