SLOW ECONOMY 09

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Vino e olio d’oliva: gli ambasciatori del Made in Italy

ANNO 3 - N° 9 NOV - DIC 2014

Speciale ExtraDiVino 2014

EXTRA DiVINO

Comune di Bari

Progetto realizzato con il contributo della Regione Puglia - Area Politiche per lo Sviluppo Rurale


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Sommario 4

Il turismo enogastronomico italiano: un tesoro da tutelare che tutto il mondo vuole scoprire

10 Vergine ed extravergine 20 Il New York Times contro l’olio d’oliva italiano 22 Una storia di vino e viti 30 ExtraDiVino sceglia Bari in vista di EXPO 2015 36 ExtraDiVino 2014: cronaca di un successo 44 Olio extravergine d’oliva e risonanza magnatica nucleare 48 Confartigianato per il rilancio del sistema Italia 56 La valorizzazione del paesaggio culturale agricolo: il complesso monumentale di Villa Bertoldi 62 Occorre un piano per la tutela dei trulli pugliesi 66 Il Consorzio “Movimento Turismo del Vino Puglia” 70 Il futuro della nostra economia 72 Punti di distribuzione 78 Miss Slow Economy: Elisabetta Ferrara Slow Economy - Golf in Tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo - Anno 3 - Numero 9 - Novembre 2014 - Editore: Stampa Sud - Reg. Tribunale in corso Direttore Responsabile: Stefano Masullo - Direttore Editoriale: Saverio Buttiglione - Art Director: Daniele Colzani - Segretaria di redazione: Emanuela Cattaneo Hanno collaborato: Peppino Palumbo - Cesare Feiffer - Piero Liuzzi - Chiara Parolo - Francesco Sgherza - Francesco Paolo Fanizzi - Sebastiano De Corato

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di Stefano Masullo

Editoriale

Il turismo enogastronomico italiano: un tesoro da tutelare che tutto il mondo vuole scoprire

L

a crisi del turismo italiano, ha fortunatamente, delle eccezioni, una di queste è rappresentata dal turismo enogastronomico che è cresciuto anche nel 2013, registrando un incremento del 12%, trainato dalle presenze straniere, con una spesa media di oltre 190 euro per ogni viaggio enogastronomico e con un giro d’affari complessivo che viene stimato tra i 3 ed i 5 miliardi di euro, a seconda del tipo di valutazione . Il turismo enogastronomico è quella forma di turismo volta all’esplorazione delle realtà enogastronomiche di una particolare regione, tra le altre attività, questo tipo di turista, presterà particolare attenzione nel frequentare ristoranti che propongono piatti, prodotti tipici e vini del territorio e nel visitare cantine e azien-

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de agroalimentari aperte al pubblico. L’Italia, grazie al proprio variegato e ricco patrimonio enogastronomico, è una delle nazioni in cui questo tipo di turismo è maggiormente praticato e praticabile . Tra i più rinomati distretti enogastronomici si trovano : le Langhe, il Chianti, la Franciacorta e la Valpolicella In Italia esiIl Direttore Responsabile di Slow Economy Prof. Stefano Masullo stono oltre 200 operatori specializzati nella pone, dalla Germania all‘Unvendita di pacchetti turistici gheria e soprattutto ai 4 terrigourmand che operano preva- tori che possiedono la maggior lentemente con 19 Paesi che propensione ai viaggi del gusto spaziano dalla Russia al Giap- e cioè Francia, Stati uniti, Gran Bretagna ed Olanda. Tali tour operators sono consapevoli che vino e cibo rappresentano il 17% delle motivazioni per mettersi in viaggio, in particolare in Italia. Il Piemonte che guida grazie al Cuneese la classifica delle 20 mete a più alta vocazione enogastronomica d’Italia sta per rilanciare la propria candidatura ad ospitare l’Osserva-


torio Nazionale del Turismo Enogastronomico all’Unesco dei paesaggi vitivinicoli per le zone di Langhe, Roero e Monferrato . A supporto di iniziativa vi è anche l’indice Travel Sat che conferma come l’enogastronomia sia il prodotto turistico che rende il Piemonte più competitivo a livello europeo. Un prodotto che consente, tra l’altro, di destagionalizzare l’offerta turistica, non concentrandola solo nei mesi invernali o estivi. Anche perché, con la crisi in atto, ci si rende conto che non è più possibile vivere con soli 3 – 4 mesi di turismo. Come dimostrano le iniziative enogastronomiche del capricorno, a Sauze d’Oulx. Ma l’importanza dell’enogastronomia italiana come elemento turistico è dimostrata dalle iniziative straniere. Con Georgia e Kazakhistan che si rivolgono all‘enologo

piemontese Donato Lanati per rilanciare vigne e vini, con la Bretagna cha a Torino apre una sorta di ambasciata del gusto dei prodotti del mare francese, con la Carinzia che arriva a proporre piatti tipici per attirare turisti, così come ha fatto l’Irlanda. Una sfida a 360 gradi, con il Piemonte come punto di incontro e confronto. Un Piemonte che coinvolge anche la Liguria invitandola come regione Ospite e rilanciando le antiche Vie del sale che univano i due territori .

Vi sono anche le Strade del Vino che rappresentano percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli, lungo i quali insistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole singole o associate aperte al pubblico; esse costituiscono strumento attraverso il quale i territori vinicoli e le relative produzioni possono essere divulgati, commercializzati e fruiti in forma di offerta turistica . In Italia sono state istituite nel 1999 e di seguito si tro-

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vano elencate alcune delle più note e meglio strutturate : - Strada del vino dell’Alto Adige / Südtiroler Weinstraße - Strada della Terra dei Forti - Strada del vino Erice DOC - Strada del Barolo - Strada dei vini del Cantico - Strada del vino Colli dei Longobardi - Strada dei Colli piacentini - Strada del vino dei Colli Euganei - Strada del Prosecco e Vini dei Colli di Conegliano Valdobbiadene - Appia dei vini - Strada del vino di Aquileia - Strada del vino Nobile di Montepulciano - Strada del vino Terre Sicane - Strada del vino Soave - Strada dei vini dell’Etna. La strada del vino in Alto Adige In lingua tedesca Südtiroler Weinstraße, è una strada che scorre parallela alla valle dell‘

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Adige, nell’ Oltradige, a partire da Nalles, attraversa la pianura che si estende sul versante est della valle a sud di Bolzano proseguendo verso sud fino a raggiungere Cortina sulla Strada del Vino, nei pressi di Salorno, una strada lunga circa 70 km che si snoda attraverso 15 comuni altoatesini

La strada del vino è stata fondata nel 1964 ed è uno dei percorsi più antichi del vino in Italia, con 4250 ettari di vigneti, su un totale di 5114 in Alto Adige, la strada rappresenta l’84% dei vigneti in Alto Adige . Rientrano a far parte del-

la strada del vino le seguenti località : Andriano, Appiano, Bronzolo, Caldaro, Cortaccia, Cortina, Egna, Magrè, Montagna, Nalles, Ora, Salorno, Terlano, Termeno, Vadena e la città di Bolzano . Nell’ambito dell’attività di internazionalizzazione e promozione turistica di un territorio finalizzato a incrementare l’ incoming di visitatori e di conseguenza di consumatori sicuramente una attività che contempli il Golf tra Gusto & Turismo è sicuramente strategica e foriera di ottimi risultati poiché verrebbe sfruttata come potente leva e polo di attrazione la tipicità territoriale ovvero la cucina mediterranea e le particolari strutture ricettive di cui è ricchissima l’ intera penisola, basti pensare solamente ai trulli ed alle masserie presenti in Puglia . A tale proposito si cita un esempio innovativo ed eccellente che nel corso del 2014 ha caratterizzato il Piemonte e la città di Torino, lo scorso


15 Marzo è stata inaugurata la stagione golfistica con una formula del tutto nuova, l’appuntamento d’apertura del golf club torinese, è stato celebrato con la prima edizione del “Grand Season Opening”, un evento che ha uito sul campo solidarietà ed eccellenze gastronomiche del territorio . L’iniziativa nata da un’idea del Royal Park I Roveri e Assopiemonte Dop e Igp (Consorzi Bra Dop, Castelmagno Dop, Murazzano Dop, Raschera Dop, Robiola di Roccaverano Dop, Toma Piemontese Dop, Crudo di Cuneo Dop e Riso di Baraggia Dop), in collaborazione con la Regione Piemonte, l’Enoteca Regionale del Barolo, l’Istituto di Marketing Agroalimentare Ima Piemonte, l’Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero e il Coni Regionale . La giornata è stata caratterizzata da un un programma ricco di iniziative che si è sviluppato in maniera articolata, durante la mattinata si è disputata la gara a 18 buche a

coppie che ha visto scendere sui due course un totale di 200 partecipanti durante la quale golf e enogastronomia hanno dato viata ad un evento sportivo per veri gourmet . Per l’oc-

casione infatti è stato allestito un corner di degustazione dove sono stati proposti 18 Cru di Barolo in abbinamento a 8 pregiate DOP del Piemonte quali Bra Dop, Castelmagno Dop, Murazzano Dop, Raschera Dop, Robiola di Roccaverano Dop, Toma Piemontese Dop, Crudo di Cuneo Dop e Riso di Baraggia Dop. Gli stessi prodotti sono stati i protagonisti della premiazione finale e dell’evento serale di charity, vero valore aggiunto

del Grand Season Opening, la migliore selezione di etichette DOP del Piemonte è stata, infatti, battuta in un’asta di beneficienza condotta per l’occasione da Marco Berry, noto volto dello spettacolo ed ottimo golfista . L’intero ricavato dell’evento è stato devoluto alla Società Sportiva Dilettantistica “Volare”, impegnata nella promozione la pratica dello sport per persone disabili . Il Grand Season Opening nasce dalla volontà di creare un evento annuale coinvolgente e di ampio respiro che possa, sotto il segno della solidarietà, valorizzare le potenzialità turistiche del territorio attraverso le sue eccellenze. Golf e gastronomia rappresentano infatti un binomio vincente dal quale ripartire per sviluppare nuovi progetti di accoglienza, rivolti a un target qualitativamente selezionato in grado di cogliere l’unicità dell’offerta che il territorio, in questo caso quello, piemontese rappresenta .

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L’evento è stato realizzato con il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Torino e del Comune di Fiano. Alla luce del successo ottenuto sarebbe veramente auspicabile che anche in Puglia, regione che non ha assolutamente nulla da invidiare in termini di patrimonio, culturale, storico, golfistico ed enogastronomico a tutto il resto del Paese, eventi di tale portata possano nascere, svilupparsi e consolidarsi in maniera massiccia . In chiusura è interessante ricordare come le radici che accomuna chi possiede la pas-

sione per il Golf , che si formò con società golfistiche per lo più legate a logge di origine massonica, che amavano il buon vino, l’ottima tavola, condita di discorsi e convivialità tipiche dei gruppi sociali che cercano la condivisione di comuni passioni, per dare importanza anche alle relazioni sociali . Il Golf allora, aveva una importanza secondaria, essendo pretesto per farsi venire l ‘ appetito, la sete e fare qualche scommessa ; nei documenti dei primi circoli di Golf, a dire il vero assai scarsi data la segretezza delle logge, si leg-

gono si leggono menu di quelle riunioni conviviali, altri invece contengono elaborati dibattiti sul menu della riunione in corso e di quella successiva ….. e solo 10 parole sul Golf . A tal proposito si cita un menù dell‘epoca: “Due portate di montone, maiale in salamoia ,un haggis (piatto tradizionale scozzese composto da interiore di ovino e spezie cotte in interiore di montone) 12 bottiglie di whysky, 36 bottiglie di champagne“ questo pasto fu consumato da 27 soci nel maggio del 1833 . Come si potrà notare non proprio una merenda leggera...

quali Procuratore di Borsa, autorizzato con delibera CONSOB, presso lo Studio di Agenti di Cambio Leonzio Combi, costituito a Milano nel 1903 e reputato uno dei più importanti in Italia. Nel 1995 fondatore, presidente e azionista qualificato, per oltre 11 anni, del gruppo di consulenza ed intermediario finanziario non bancario ex articolo 106 T.U.B., autorizzato dall’Ufficio Italiano Cambi, Opus Consulting S.p.A., capitale sociale 625.000 euro,

in seguito alla cessione della struttura avvenuta nel 2006 è diventato azionista ed amministratore delegato della holding di investimenti e partecipazione Euro Sopa SpA, capitale sociale 800.000 euro. Già Rappresentante alle Grida alla Borsa Valori di Milano e Broker registrato al NASD a New York è specializzato nella consulenza e gestione di patrimoni mobiliari ed immobiliari,nella finanza di impresa,nella pianificazione fiscale,nella comunicazione finanziaria e nella formazione. Socio fondatore e tuttora segretario generale ASSOCONSULENZA Associazione Italiana Consulenti di Investimento la prima ed unica associazione di categoria dei consulenti di investimento riconosciuta a livello istituzionale in Italia, fondata nel 1996 che ha registrato oltre 700 iscritti, è inoltre socio fondatore e segretario generale ASSOCREDITO Associazione Italiana Consulenti

Biografia di Stefano Masullo

Stefano M. Masullo, classe 1964, laurea in Scienze Economiche e successivi Master di Specializzazione in Comunicazione, Marketing e Finanza, opera nel settore finanziario dal 1984, ha iniziato il proprio percorso professionale nella società Consulenti Finanziari SpA, controllata dal finanziere commercialista Pompeo Locatelli, in seguito, ha collaborato per oltre un lustro, con mansioni e incarichi crescenti

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di Credito Bancario e Finanziario di cui è presidente Luigi Pagliuca, già presidente del Collegio di Milano e Lodi dei Ragionieri Commercialisti, oltre 3.000 membri. Docente universitario, autore di oltre 300 pubblicazioni e di 22 best sellers aziendali, di cui uno adottato, nel 1998, come testo d‘esame all‘Università Bocconi di Milano, opinionista presso le più importanti testate giornalistiche e televisive specializzate di settore, quali RAI, CNBC Class Financial Network e Bloomberg Television, è stato chiamato a tenere relazioni e conferenze in Italia ed all’estero organizzate da prestigiose istituzioni quali Marcus Evans, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università Commerciale Luigi Bocconi, IUAV Università di Venezia, Università Statale di Pavia, Fondazione Banca Europa. Nel 2002 ha realizzato il primo manuale pubblicato in Italia dedicato al ruolo professionale del Consulente di Investimento. Autore nel 2001, venti giorni dopo il drammatico attentato alle Torri Gemelli di New York, del primo libro pubblicato in Italia dedicato alla finanza islamica, di cui

è reputato uno dei maggiori esperti in Italia, intitolato Le Guide Operative ai Mercati Finanziari dei Paesi Arabi: Bahrein. Nel settore editoriale ha ricoperto importanti ruoli quali direttore editoriale delle prime due ed uniche riviste italo elvetiche dedicate alla finanza dei Paesi Mediorientali ed a quella islamica, denominate rispettivamente Finanza Araba e Shirkah Finance, vice direttore del patinato dedicato al lusso World & Pleasure Magazine, direttore responsabile ROSSIA, magazine di lifestyle in duplice lingua, italiano e russo, direttore editoriale Family Office Patrimoni di Famiglia primo periodico italiano dedicato alle aziende di famiglia ed alla tutela dei patrimoni familiari.

Attualmente è direttore responsabile, fin dalla fondazione, avvenuta nel 2000 della testata on line di finanza operativa www. trend-online.com e direttore responsabile della rivista multimediale di settore denominata Golf People costituita da portale internet, web television e trimestrale cartaceo. Magnifico Rettore della Libera e Privata Università di Diritto Internazionale ISFOA di Lugano e legalmente autorizzata con delibera del Consiglio di Stato e Repubblica del Cantone Ticino. Ha operato con incarichi di direzione o di consulenza presso importanti gruppi bancari, assicurativi, finanziari, industriali quali: Norwich Union, CIM Banque, Broggi Izar, Henderson Investor, Fleming, Corner Bank, Lemanik, Nationale Nederland, Banca Popolare Commercio Industria, Prudential Vita, Banca Popolare di Milano, Cassa di Risparmio di Cento, Cassa di Risparmio di Perugia, Socièté Bancarie Priveè, Liberty Financial, FMG Fund Marketing Group, Credito Italiano, ING Group, Colomba Invest SIM, MPS Banca Personale SOFIA SGR, 81SIM.

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di Saverio Buttiglione

Olio protagonista

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Vergine ed extravergine

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ono nato nell’era della televisione, della plastica e del petrolio. Chi è nato dopo di me si trova nell’era della comunicazione globale e della crisi economica planetaria, della plastica (l’innovazione principale del secolo scorso) e del petrolio (il grande traguardo dell’energia facile del secolo scorso) ne riceve le conseguenze negative in termini di disastro ambientale. Quando la metà degli studi professionali di ogni genere usava ancora solo penna e calcolatrice, prima di occuparmi di comunicazione e marketing, il mio primo lavoro, per anni, è stato programmatore analista su grossi computers (mainframes) IBM nel Consorzio Nazionale Informatica (CNI), perciò

intuii subito dove saremmo andati a parare e che alcune generazioni sarebbero state nelle condizioni in cui si sentiva Dante Alighieri, di passaggio tra un’epoca e l’altra, ma nemmeno io potevo immaginare che persino il valore ed il prezzo del cibo in tutto il pianeta, come per il grano o per il latte, un giorno si sarebbe potuto determinare anche con speculazioni di Borsa proprio grazie ai computers, che in pochi nanosecondi acquistano e vendono titoli online. Chi nasce oggi si trova invece nell’era della trasformazione biologica del genere umano in piena estensione nelle sue capacità sensoriali, con protesi del nostro fragile corpo sempre più sofisticate e fatte di materiali più resistenti.

Edifici che da case si trasformano in estensione della pelle, auto e aerei in estensione delle gambe, computers, tablet e smartphone in estensione della vista e dell’udito, resterà forse intatto il palato per gustare i cibi, sempre che sapremo conservarli degni di essere apprezzati per gusto e salubrità. Gli scienziati stanno progettando anche nuove protesi di quasi tutte le parti interne del


corpo, che potranno sostituire quelle malate in maniera anche più efficace di quelle originali, alcuni di loro dicono che si arriverà anche a trasferire tutto l’insieme dei dati dei singoli cervelli in una macchina (in casi estremi). La TV della mia epoca viene sostituita da Internet, la plastica per fortuna da quella biodegradabile (la produce proprio in Italia la emiliana Bio-On di Marco Astorri), il petrolio dalle fonti energetiche pulite e rinnovabili (proprio la mia Puglia è la maggiore produttrice in Europa di eolico e solare). Questi esempi suggeriscono che la crisi economica planetaria potrebbe essere risolta se tutti, ciascuno per le proprie competenze a tutti i livelli, usassimo più intelligenza e creatività mettendo in campo nuove idee realizzandole, a volte rischiando l’insuccesso. Ma alcuni prodotti che derivano dal passato ritengo debbano essere salvaguardati ed anzi ancor di più valorizzati. Mi riferisco senz’altro ai prodotti culturali ed artistici, che nella nostra penisola significano monumenti e ritrovamenti archeologici i quali, uniti alle opere d’arte scultorea e pittorica, rendono l’Italia il paese primo al mondo nella filiera della cultura, che ci renderebbe incredibilmente ricchi se la sapessimo vendere adeguatamente al resto del mondo, e l’occasione dell’EXPO 2015 a Milano da maggio a ottobre potrebbe essere una chance irripetibile.

Mi riferisco poi ai prodotti agroalimentari, anch’essi unici al mondo per gusto e salubrità, se è vero che anche l’Unesco ha riconosciuto la Dieta Mediterranea, scoperta più di sessant’anni fa dal medico Ancel Keys e da lui studiata nel suditalia a Pollica, degna di essere

dante ed alla fine in qualunque minestra è pure ottimo al gusto, persino su di una semplice fetta di pane. Perciò alto e rumoroso deve essere il grido di allarme per la tutela del vero olio d’oliva, ormai sofisticato e taroccato da potenti multinazionali.

riconosciuta Patrimonio dell’umanità. In questa particolare dieta alimentare, che il medico americano dichiarò eccellente dopo aver studiando le popolazioni di sette regioni del mondo, indagando l’età media di vita e le malattie degli abitanti di ciascuna di esse, la fa da padrone l’Olio di Oliva. Per ultimo il noto oncologo Francesco Schittulli ha accertato anche le proprietà antitumorali dell’olio d’oliva. L’Olio d’Oliva sappiamo essere anche un ottimo antiossi-

Il consumatore trova l’extravergine a 2,5 euro a litro nei supermercati, non è olio extravergine d’oliva, e bisogna dirglielo. Quello italiano, dalle colline toscane alle pianure della puglia, con i suoi alberi secolari, ormai è un “brand” famoso nel mondo e perciò anche le etichette degli olii tarocchi vengono taroccate usando il nome “Italia” e le immagini dei nostri luoghi di produzione. Anni fa Luigi Veronelli chiamò Cino Tortorella, che me lo ha riferito, e lo portò con sé a

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Brindisi, convocò la stampa e la televisione, fece arrivare da Altamura il pane, distribuendolo dopo avervi versato il vero olio extravergine d’oliva, mentre nel porto attraccava una nave cargo estera con olio taroccato. Ne parlò il New York Time con stime di questo traffico simile a quelle del traffico di cocaina, in Italia ne parlò solo il quotidiano Repubblica.

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Sono perciò stato contento della inchiesta fatta in prima serata dalla RAI nella trasmissione di “Presa diretta” del 10 marzo. L’olio può essere ricavato da semi di varia natura (girasole, mais) oppure dalla spremitura delle OLIVE, è contenuto nei lipovacuoli del mesocarpo (polpa). Si estrae la fase liquida dalle

cellule, si separano le frazioni solide lipidica (oleosa) da quella acquosa. Gli olii d’oliva vergini si distinguono da altri olii per la materia prima, rappresentata dalla polpa delle olive e per il metodo di estrazione con processi di natura esclusivamente meccanica (non chimica dunque), con l’urto, la pressione, la centrifugazione, la decantazione, la filtrazione, la tensione superficiale ed il trattamento meccanico delle emulsioni, meglio se a freddo anche se è ammesso il riscaldamento con temperature “moderatamente” alte al fine di incrementare la resa in olio. I metodi fisico/chimici sono invece processi


attuati in impianti industriali per rettificare olii non commestibili. L’Olio Extravergine è il prodotto migliore del mercato degli olii da olive e le sue analisi chimiche e fisiche devono soddisfare una lunga serie di parametri richiesti per legge (regolamenti CE 2568/91,1989/03, 640/08) tra i quali l’acidità (acidi grassi liberi) che deve essere inferiore allo 0,8% e all’esame organolettico effettuato da gruppi di assaggiatori selezionati riuniti in panel test, devono rilevare l’assenza di difetti e la presenza del “fruttato”, come ho personalmente sperimentato quando fui chiamato in una giuria di Olio Biologico nella masseria Quis Ut Deus di Crispiano. Il Fruttato dell’olio d’oliva è l’insieme di sensazioni olfattive e gustative (flavor) che ricor-

da l’odore ed il gusto del frutto sano (che deriva dal terreno dove sono impiantati gli alberi d’oliva e dalla cultivar (la genetica) dell’albero stesso), fresco e colto al punto ottimale di maturazione. Se un olio all’assaggio presenta difetti, non sa di fruttato oppure le sue analisi chimiche

non soddisfano i parametri richiesti dalla legge per gli extravergini, anche se è stato prodotto in frantoio e ottenuto da olive e solo con procedimenti meccanici, non può essere catalogato come “extravergine”, ma come “vergine” o “lampante”. L’olio lampante non è commestibile, perché ha elevati livelli di acidità e/o risulta sgradevole al gusto e all’odore e si chiama così perché centinaia di anni fa era impiegato come combustibile per le lampade, dopo la scoperta del fuoco da parte dell’uomo fu la prima fonte di energia per ottenere luce e calore, veniva e viene usato anche nella cosmetica. Purtroppo l’olio lampante, pur degno prodotto genuino, trattato in raffineria (deodorato), una volta tolti odori e sapori

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cattivi, viene miscelato con olio extravergine e poi spacciato per esso. Ecco perché si trovano in commercio olii cosiddetti extravergini venduti a 3 euro per litro. Carlo Petrini, con la sua organizzazione Slow Food, si sforza con ogni mezzo di salvare l’equo sostenibilità (soprattutto economica dei contadini produttori) dei prodotti agroalimentari, la loro salubrità e gustosità, soprattutto la loro biodiversità, ma diventa tutto inutile davanti ad un prezzo di extravergine di tre euro a litro, chiaramente non può essere olio. Nella puntata di “Presa diretta” l’ottimo Riccardo Iacona ha fatto parlare da Siena Franco Bardi del Consorzio “Terre di Siena olio DOP” che ha mostrato come, nella sua azienda “La Carraia” per esempio, anche la raccolta delle olive viene fatta a mano per evitare gli urti che generino “ematomi

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interni alla polpa prima di essere messa in pressa”. Anche il senese Luigi Fanciulli, Fanciulli giovane olivicoltore, ha sostenuto l’impossibilità di competere in qualità con le multinazionali dell’olio, con i loro prezzi impossibili quando si vuole perseguire la qualità, non trattandosi spesso di economie di scala derivanti dalla massiccia produzione (che giustamente genera prezzi più bassi), ma proprio di truffe o di prodotti scadenti, col l’indicazione del “nome Italia” in etichetta (il cosiddetto “italian sounding”). Carlo Alberto Bindi, nella sua Antica Fattoria “La Romita” di Montisi di Siena si è preso la briga di collezionare i manifesti pubblicitari degli olii taroccati che invogliano i consumatori coi bassi prezzi, ed anche tutte le locandine di promozione della GDO che gli fanno concorrenza sul prezzo. Grande olivicoltore il Bindi, nel laboratorio i suoi esperti chimici

hanno messo a punto un’analisi a raggi ultravioletti che mostra immediatamente una variazione di colore rosa quando nella provetta è contenuto un olio extravergine, invece un colore bianco quando in provetta vi è un olio vergine “raffinato”. Il giornalista svizzero Andrea Smartz, che ha deciso di vivere a Siena fra gli olivi, a causa delle suoi articoli contro le grandi marche di olio che truffano i consumatori, è stato minacciato e poi anche denunciato per diffamazione, poi in tribunale i giudici gli hanno dato ragione, davanti alla puzza dell’olio rancido portato in prova (evidente anche ai non esperti). Il programma di Iacona ha parlato a lungo per esempio della multinazionale italiana Valpesana, il cui amministratore Francesco Fusi è indagato per truffa, ed ha intervistato l’avvocato del Consorzio “Olio DOP Terra di Bari”, una delle


tante parti civili offese costituitesi in processo. Tutto è nato da una semplice ispezione fiscale della Guardia di Finanza che trovò per caso degli appunti su “strane miscelazioni”, per le quali si sono ipotizzate 2 tipi di frodi, come ha spiegato il colonnello intervistato, si tratta di ottomila tonnellate di olio sequestrato, un’inchiesta seguita dal PM Aldo Natalini. L’inviata di “Presa diretta” ha seguito le vie dell’olio deodorato nelle grandi raffinerie della Spagna, a Malaga ed in Andalusia dove le industrie del colosso “De Olio” per giornalisti e telecamere sono più impenetrabili del Pentagono degli Stati Uniti.

La beffa è che queste costose raffinerie sono impiantate in mezzo a sterminate praterie di alberi d’ulivo, dove i contadini devono accontentarsi di vendere le olive a prezzi da fame. Dalla Spagna in genere arriva nell’Italia grande produttore di olio gran parte di quello estero, anche buono, specie nel porto di Livorno (20.000 tonnellate nel 2013) ed infatti alcuni marchi storici come Carapelli e Bertolli sono stati acquistati da “De Olio”, anche se gli spots pubblicitari relativi mostrano pur sempre paesaggi toscani. Cerchiamo perciò di salvare il nostro olio italiano, cominciando dai piccoli produttori, acquistando da loro al giusto prezzo, e guardiamo bene quello che è

scritto sui prodotti alimentari che scegliamo anche nei supermercati. Una recente legge europea impone in etichetta anche il luogo di raccolta delle olive, oltre a quello di trasformazione, speriamo che possa servire, anche se alla fine è sempre e solo il consumatore che sceglie in tutta libertà. Ma se si ha la certezza dell’origine delle olive e della loro trasformazione corretta in olio, se poi questo è biologico, se poi gli alberi sono stati piantati addirittura prima della nascita di Gesù Cristo, come hanno verificato i ricercatori dell’Università di Bari, analizzando col carbonio 14 pezzi di radici fossili prelevate sotto gli stupendi Ulivi della Masseria Brancati di Ostuni in Puglia, tenuti in vita ben produttivi dopo 2000 anni grazie a passione, amore, tempo e sacrifici, il prezzo non può essere tre euro a litro! Il biologico ha formidabili caratteristiche di salubrità, dall’azione antiossidante alla regolazione del colesterolo cattivo a favore del colesterolo buono, con grandi benefici a livello car-

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diocircolatorio, ma deve essere prodotto solo da olive locali, autoctone (senza che siano mischiate con olive importate e quindi di origine incerta e non rintracciabile) coltivate con totale assenza di sostanze chimiche di sintesi (concimi e pesticidi), poi trattate in frantoio con tecniche che non alterino le loro proprietà salutari ed organolettiche. La raccolta delle olive deve avvenire, a seconda delle condizioni atmosferiche e del luogo, tra fine ottobre e novembre, quando cominciano a passare dal colore verde al nero, ritardandola l’olio aumenta l’acidità per cui diventa più dolce ma meno fruttato. Deve avvenire sulla pianta per garantire le migliori caratteristiche organolettiche e preferibilmente a mano, sempre su reti e mai a terra. Il trasporto in frantoio deve essere sollecito per evitare le fermentazioni ed in cassette sfinestrate

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per garantire una buona aerazione, poi anche in frantoio bisogna evitare l’ammasso sul piazzale o nei sacchi. Bisogna defoliare e lavare le olive prima di molirle entro 48 ore dall’arrivo, meglio con macine o molazze da frantoio (anche se più ingombranti e discontinue nell’azione) che con frangitori (a cilindro o a martello) che portano al surriscaldamento delle paste deteriorando le caratteristiche dell’olio.

La gramolatura, che nella pasta di olive ottenuta separa l’olio dall’acqua, favorendo l’aggregazione delle singole gocce di olio, non deve superare i 27 gradi centigradi. Gli incrementi di temperatura e la durata di questa operazione (che aumenterebbe la resa in olio) influiscono negativamente sul tenore degli antiossidanti naturali aumentando il numero di perossidi mentre la prolungata permanenza della pasta all’interno della gramola manda i benefici polifenoli incontro ad una elevata ossidazione, determinando una passaggio dalla fase oleosa a quella acquosa, creando un impoverimento dell’olio relativamente a questi componenti. L’estrazione dell’olio dalla pasta oleosa per “pressione” si fa ancora in alcuni antichi frantoi con presse manuali, più spesso con presse idrauliche. L’estrazione per “percolamento” invece consente la separa-


zione attraverso lamelle di acciaio inossidabile alle quali l’olio aderisce più dell’acqua cadendo poi in un apposito contenitore, questo procedimento ha tempi lunghi quindi costi maggiori, ma l’olio ottenuto ha caratteristiche organolettiche superiori. Altra tecnica di estrazione è per “centrifugazione”, con costi di mano d’opera bassi, maggiore resa d’olio e minor durata del processo. Tra i tre sistemi di estrazione si riscontrano più valori antiossidanti, cioè maggiori quantità di sostanze come i polifenoli ed i fenoli, nell’olio biologico ottenuto per pressione o per percolamento, mentre non si notano grandi differenze da un punto di vista organolettico (gusto e profumo dell’olio). La conservazione dell’olio è infine tutt’altro che margina-

le (il biologico per non più di un anno), perché assorbe facilmente le sostanze odorose, volatili e liposolubili, aumentando caratteristiche organolettiche sgradevoli. Ci possono essere cessioni di metalli da parte delle superfici che contengono l’olio, sia nello stoccaggio che nel confezionamento, bisogna perciò evitare alterazioni con materiali non idonei ed ossidative, oltre che da contatto prolungato con impurezze acquose. Questi problemi sono esclusi quando lo stoccaggio avviene in serbatoi di acciaio inox ed il confezionamento in bottiglie di vetro evitando le lattine metalliche. Le alterazioni ossidative dell’olio derivano dall’autossidazione che può essere ritardata con opportune tecniche ma non evitata, non esponendolo alla luce, all’aria ed a temperature superiori a 15/20 gradi centigradi. Le alterazioni da contatto con l’acqua di vegetazio-

ne (morchia) che, anche se in minima quantità, resta ancora anche dopo l’estrazione, derivano dai processi fermentativi a carico delle sostanze idrosolubili presenti in questo strato acquoso. Se questo contatto si prolunga l’olio presenterà un difetto di morchia (tipico odore delle acque di vegetazione fermentate), un difetto di putrido (la fermentazione anaerobica dei fondami), un innalzamento dell’acidità libera dovuta all’azione lipolitica degli enzimi che ci sono nella fase acquosa. Questi inconvenienti si evitano allontanando subito i fondami dall’olio ricorrendo ai travasi ed a operazioni di filtrazione con prodotti idrofili. Può quindi un vero olio extravergine di oliva, per di più italiano e biologico, costare tre euro a litro? Sono stato sul Gargano, a San Giovanni Rotondo, ospite del dott. Angelo Marino che, oltre che presidente della locale Proloco e promotore

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L'Olio Biologico in regalo al Drettore Editoriale Saverio Buttiglione

del Consorzio Gargano, amministra il frantoio “L’Olio Ritrovato” della moglie, l’avvocato Mariaelena Ritrovato. Mi sono innamorato di questa azienda, perché coltiva biologicamente una sola cultivar (100% Ogliarola del Gargano), ne ricava un olio extravergine inimitabile (mettendo la bottiglia controluce mi sembra miele) con il metodo tradizionale di spremitura a freddo, un olio buono e dalle alte capacità salutistiche.

Per questo motivo ne ho regalato una bottiglia ad ognuna delle indossatrici che sfileranno quest’anno durante i galà di Extra Divino nei castelli d’Italia sulle passerelle di “il Vino si sposa Extravergine”, perché a queste ragazze così giovani e belle, questo olio consentirà certamente di crescere in salute, così come olii d’oliva di questa qualità aiutano anche gli sportivi, gli anziani e tutti noi. Ho ricambiato l’invito portando il dott. Marino e l’avvocatessa Ritrovato, insieme al professore dell’Accademia alle Belle Arti di Torino, presidente delle “Vie Francigene” Pietro Guerra, in un posto particolare. Nell’osteria “Chi va piano” a Putignano dove tutto è “slow”, poi al museo del Carnevale e della Cartapesta, pregando il prof. Pietro Sisto, docente all’Università di Bari, di fare da “Cicerone”. L’amico Albano Carrisi, che viene osannato anche e soprattutto dai giovani quando canta nei teatri di Mosca, fa-

L’Olio Biologico alla modella e insegnante di danza Roberta Debellis durante le prove d’abito

moso per le sue cantine di vino a Cellino San Marco in Puglia, produce anche lui un ottimo olio extravergine, per competenza quindi, e non solo perché famoso divo della canzone, ha accettato di essere testimonial delle giornate della LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori) insieme al testimonial Olio e perciò gli faccio i miei complimenti insieme alla redazione di “Slow Economy”. Come dicevo all’inizio, parlando del passato dell’umanità, mi

Il Direttore Editoriale di "Slow Economy" Saverio Buttiglione in compagnia di Albano Carrisi

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Il Direttore Buttiglione accarezza un grande e bel vecchio, un Ulivo nato prima di Gesù nella masseria Brancati

ni invivibili in quel continente dove si era evoluta. La glaciazione di circa 70.000 anni fa ridusse lo spazio marino tra Africa e penisola Arabica da circa 30 chilometri ad 11 e permise questo passaggio pericoloso. Per i pochi che ce la fecero l’acqua fresca, fornita dai fiumi Tigri ed Eufrate, dal Karun e dal Wadi Baton con sorgenti sotterranee di acqua dolce e potabile, si rivelò un rifugio ideale in mezzo ai deserti che circondavano questa oasi, un santuario

di vita nell’Era Glaciale, quando dovunque la terra fu resa inabitabile a causa dell’iper aridità, ed infatti quella la zona fu chiamata Eden (paradiso), nome poi ripreso nella Bibbia. ha colpito la notizia apparsa su Il futuro dell’umanità, dicono Current Antrhropology, dove gli scienziati, potrebbe essere il dott. Jeff Rose, archeologo un ipercervello, con memoe ricercatore dell’Università di rie gigantesche che conservi Birmingham, sostiene che la le capacità e le esperienze di specie umana, potrebbe esognuno di noi, trasferite nel sere partita dall’Africa, per poi computer di un robot, che poespandersi su tutta la terra, al trebbe viaggiare nell’Universo nord del mondo mutando gequando la Terra fosse resa inoneticamente in biondi con ocspitale del tutto, una macchina chi azzurri, proprio quando era che non avrebbe bisogno di spinta da necessità di condiziocibo come energia vitale. Ma tutti noi vogliamo e dobbiamo preoccuparci soprattutto del presente nel quale viviamo, e quindi cerchiamo di usare al meglio le capacità del nostro caro cervello biologico, anche nel scegliere ciò che mangiamo, controllando che sia salubre e tracciato, oltre che buono, soprattutto quando scegliamo l’Olio Da sinistra: il prof. Guerra, il presidente della Proloco di Putignano Cosacco, il dott. d’Oliva da acquistare. Marino, il prof. Sisto e il direttore Buttiglione

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della Redazione

Polemiche

U

Il New York Times contro l’olio d’oliva italiano

na infografica interattiva a cura di Nicholas Blechman, sulla base del testo di un blogger, Tom Mueller, accusa il nostro extravergine d’oliva di essere troppo spesso adulterato e mescolato con olii meno nobili. L’articolo postato sul sito del giornale, è intitolato ‘Extra Virgin Suicide’, una parafrasi del titolo del primo film di Sofia Coppola, ”The Virgin Suicide”, tradotto in italiano ‘Il giardino delle vergini suicide’. Quindi un macabro simbolo del veleno, ma al posto del classico teschio, una oliva, con accanto due ossa incrociate. E poi, come sottotitolo: ”L’adultera-

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zione dell’olio d’oliva italiano”. L’infografica sostiene, senza citare alcuna fonte ufficiale, che “gran parte dell’olio venduto come italiano viene in realtà da Spagna, Marocco e Tunisia. Quindi che viene ‘tagliato’ con olio più scadente e persino con clorofilla per il colore, colorante e beta-carotene per il sapore, e trasportato al porto di Napoli, dove viene mescolato con altri olii scadenti, non di oliva. Quindi le bottiglie vengono marchiate con il simbolo dell’Extra vergine’ e del ‘Made in Italy’.” In America, secondo il Nyt, circa il 69% dell’olio arriva ‘adulterato’. Il giornale ricorda che esiste un corpo speciale dei

Carabinieri specializzato nella lotta alle frodi alimentari. Tuttavia sostiene che i test di laboratorio sono facilmente falsificabili e che la Polizia si basa sul semplice odorato. ”Gli agenti regolarmente fanno dei raid contro queste raffinerie per cercare di mettere a regola il settore, tuttavia – sostiene il giornale - i produttori, grazie alle loro connessioni con politici potenti, sono raramente indagati dalla legge”. ”Tutte queste frodi - conclude - hanno così fatto precipitare il prezzo dell’olio d’oliva. Produttori corrotti hanno rovinato se’ stessi, commettendo di fatto una sorta di suicidio economico”.


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L’oro verde della terra di Bari Tutelare, promuovere e valorizzare: è questa la mission del Consorzio di tutela dell’olio extravergine di oliva a Denominazione di Origine Protetta Terra di Bari con quasi 700 soci e oltre 7 milioni di bottiglie confezionate nell’ultimo anno. Il Consorzio garantisce il consumatore sulla grande qualità dell’olio extravegine di oliva frutto della vocazione naturale degli olivicoltori della Terra di Bari. Il Consorzio è protagonista di una grande sfida: puntare sull’informazione per diffondere una cultura del consumo consapevole di olio extravergine di oliva di qualità. L‘olio a D.O.P. Terra di Bari è ottenuto principalmente da olive ottenute da tre varietà di ulivi coltivati su oltre 15.000 ettari nei territori di tutta la provincia di Bari e parte del territorio della provincia Barletta-Andria-Trani e cioè la Coratina, l’Ogliarola Barese o Cima di Bitonto e la Cima di Mola. Tre eccellenze dello stesso territorio, la Terra di Bari, in Puglia. La denominazione Terra di Bari è accompagnata in etichetta da una delle seguenti menzioni geografiche aggiuntive Castel del Monte, Bitonto e Murgia dei Trulli e delle Grotte, così come previsto dal disciplinare di produzione approvato dalla Comunità Europea con il regolamento n. 2325 del 24 novembre 1997. L’olio extravergine di oliva a DOP Terra di Bari nelle sue tre varianti, è un concentrato di gusto, genuinità e benessere, grazie alle sue eccellenti proprietà salutistiche e può accompagnarsi a qualunque tipo di pietanza.

www.oliodopterradibari.it

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di Saverio Buttiglione

Testimonianze

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Una storia di vino e di viti

e vicende della vita fanno spesso fare ai suoi protagonisti lunghi giri, per riportarli però a quei valori essenziali e fondanti che un personaggio come Giuseppe Palombo ha sempre respirato e vissuto. Il suo percorso universitario lo aveva intrapreso in quel di Roma iscrivendosi alla facoltà di Filosofia, ma a seguito della prematura scomparsa del papà ,dovette occuparsi dell’azienda e della cantina di famiglia, che produceva vini base da tagliare e imbottigliare a Nord Italia. Le idee del nostro protagonista sono sempre state il frutto possibile solo della straordinaria sensibilità di una mente disallineata dalla immediatezza storica; così curioso e alla continua ricerca del modo migliore per valorizzare il territorio Pugliese e le sue ricchezze fondò assieme a un gruppo di “menti illuminate” (Prof. Liuni, Prof. Calò, Prof. Iannini, Dott. Stramaglia), un’azienda “speculativa”

( in cui si faceva ricerca), in agro di Minervino Murge: la Torrebianco. Qui nel 1985 vennero impiantati su ampie superfici, per la prima volta in Puglia, vitigni internazionali, e usate tecniche enologiche e di coltivazione innovative. Nel 1998 la Gancia cedette la proprietà Torrebianco Giuseppe Palumbo, A.D. di Tormaresca al Marchese Piero Antinori, dando vita al da circa di circa 500 ha, di cui primo nucleo della realtà Tor- circa la metà vitati. maresca. Passione, coraggio e fiduNel 1999 il Marchese Pie- cia nell’enorme potenziale ro Antinori, su suggerimento qualitativo che la Puglia, ed in degli A.D. di Tormaresca Ren- particolare le zone di Castel zo Cotarella e Giuseppe Pa- del Monte e del Salento, poslumbo, acquistò nell’alto Sa- sono esprimere, sono stati gli lento a San Pietro Vernotico, elementi che hanno spinto gli Masseria Maime, costituita Antinori ad investire in questa regione. Il territorio Pugliese ha inoltre saputo dimostrare una grande versatilità nella produzione di vini d’eccellenza sia con vitigni internazionali che con quelli tradizionali. La superficie prevalente di Tormaresca è coltivata a Primitivo, Negroamaro, Fiano, Aglianico, Nero di Troia e


Chardonnay. Nel Salento a San Pietro Vernotico Tormaresca produce i vini I.G.T “Masseria Maìme”, “Torcicoda”, “Roycello”, “Calafuria” e “Fichimori”. Questa tenuta è un esempio d’innovazione e tradizione: coesistono, infatti, antichi sistemi di allevamento delle uve, classici in Puglia, come l’”alberello”, tecnica volta soprattutto a ridurre al minimo il consumo di acqua, e nuovi vigneti con impianto a spalliera, perfetto compromesso tecnico ed economico per ottenere vini di ottima qualità. Nella proprietà è situata una Masseria seicentesca, al centro della quale si trova un ampio cortile, anticamente utilizzato per l’ammasso del grano e per le attività di vinificazione. All’esterno delle mura è situata una piccola cappella gentilizia, denominata S. Pasquale a Maìme e risalente al XVII secolo.

Il cuore della tenuta è costituito dalla “Cantina Tormaresca”, una struttura dalle caratteristiche innovative, che re-interpreta in stile contemporaneo le forme tipiche della vegetazione del Salento, come le curve sinuose delle foglie d’agave e degli alberi di ulivo. La Tenuta Bocca di Lupo di Minervino Murge (a circa 250 metri s.l.m.) già dal 1996 iniziò un ciclo virtuoso che la portò a produrre in regime di agricol-

tura biologica e a oggi potrà vantare la produzione Bio per l’intera produzione enoica delle D.O.C Castel del Monte “Bocca di lupo”, “Pietrabianca”e “Trentangeli”, e la D.O.C. Moscato di Trani “Kaloro. La vicinanza all’antico vulcano Vulture, il clima, caratterizzato da una notevole escursione termica tra giorno e notte, e la composizione dei terreni, hanno una notevole influenza sui vigneti (130 ha). Costruita secondo i canoni delle tipiche masserie della Murgia con la sua struttura “fortificata” e i luminosi muri bianchi in tufo. All’interno della cantina, la barricaia, con volta in tufo a crociera, contiene circa 1000 barriques di rovere; Non solo l’azienda Tormaresca, ma tutta la viticoltura pugliese, ed italiana, deve un grazie al “filosofo” Peppino Palumbo se si sono fatti grandi passi nel mondo nell’autorevolezza dei nostri vini.

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Seduto, il dott. Peppino Palumbo

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Filosofia produttiva di Antinori in Puglia Produrre grandi vini da vitigni autoctoni :il Primitivo, il Negroamaro, il Fiano, l’Aglianico ed il Nero di Troia Passione, coraggio e fiducia nell’enorme potenziale qualitativo che la Puglia nelle zone di Castel del Monte e del Salento può esprimere, sono gli elementi che hanno incoraggiato gli Antinori ad investire in questa regione. La maggior parte dei vitigni coltivati in azienda sono tradizionali, alcuni dei quali risalenti alla civiltà della Magna Grecia, e fortemente radicati nel territorio. Queste varietà, spesso non adeguatamente valorizzate ed apprezzate sono capaci di regalare vini di grande personalità, tipici, strutturati ma al tempo stesso moderni e piacevoli .

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La “Masseria Maìme” è stata acquisita nel 1999 a San Pietro Vernotico (BR) - IGT Salento e la filosofia produttiva di Tormaresca è di produrre grandi vini da vitigni autoctoni pugliesi: Primitivo, Negroamaro, Fiano, Aglianico e Nero di Troia

Il Marchese Antinori e il dott. Peppino Palumbo

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di Saverio Buttiglione

Eventi

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ExtraDiVino sceglie Bari in vista di EXPO 2015

a città di Bari ha scelto la prestigiosa Sala Murat nella centralissima piazza del Ferrarese per l’inaugurazione del programma “Extra DiVino“, progetto di marketing territoriale e tavolo di lavoro che porterà da maggio a ottobre 2015 le eccellenze agroalimentari, culturali e della moda, in un sistema integrato con le bellezze architettoniche e paesagistiche, anche per una migliore “incoming turistica futura di qualità”, a Milano in occasione di EXPO2015. Nella forma di start-up il taglio del nastro è avvenuto martedì 30 settembre davanti l’opera a parete di sala Murat “Wall Drawing” del padre del Minimalismo americano Sol Lewitt, così come concordato con il nuovo Assessore alla Cultura, al Turismo e Marke-

ting Territoriale Silvio Maselli, già direttore della Puglia Film Commission, per una tre giorni dedicata a pubblico e turisti convenuti a Bari anche per i mondiali femminili di pallavolo. Alcune eccellenze produttive della Puglia hanno esposto nella sala Murat, a pochi metri dalle strade della moda barese, L’assessore alle Risorse Agroalimentari della via Sparano e via Regione Puglia, Fabrizio Nardoni Argiro, i propri corners integra- Gina Pignatelli. Il programma è ti fra le opere d’arte delle pittrici proseguito nel “Fortino S.Andel capoluogo pugliese Grazia tonio”, sui bastioni del lunIacobbe, Maria De Pasquale e gomare di Bari, mercoledì 15 ottobre con il Convegno Extra DiVino, al quale hanno partecipato prestigiosi relatori e buyers di livello internazionale, e giovedì 16 ottobre con il Galà televisivo “Premio Puglia: unici e protagonisti” giunto alla sua 5a edizione. Le tappe successive di Extra DiVino prevedono la visita di stake holders e buyers esteri nei siti attrattori turistici della Regione Puglia (i siti Unesco Alberobello e Castel del Monte, le Masserie, i Castelli Federiciani) e nei luoghi di pro-


duzione delle eccellenze manifatturiere dell’agroalimentare, del tessile e dell’abbigliamento. Extra DiVino prende a estimonials della Regione Puglia Olio Extravergine d’oliva e Vino perchè è terra vocata da secoli a queste eccellenze che incarnano saperi, sapori, luoghi, culture, architetture della regione di cui Bari è capoluogo e porta d’Oriente per l’intera Europa, grazie al filo diretto con Mosca sopratutto, dovuto alla ospitalità dei pellegrini dell’Est che vi vengono a venerare le reliquie di San Nicola, vescovo cattolico ma anche santo dei cristiani ortodossi. Bari da gennaio diventerà “città metropolitana” comprendendo l’attuale Provincia, pertanto alla inaugurazione ha aderito anche questo Ente con la presenza dell’Assessore

alle Risorse Agroalimentari Franco Caputo, mentre la Regione ha sostenuto l’iniziativa tramite l’assessore alle Risorse Agroalimentari Fabrizio Nardoni. Questa la sua intervista nell’occasione della Campionaria in Fiera del Levante, pochi giorni prima di Extra DiVino. Dott. Nardoni, anche in veste di coordinatore del tavolo nazionale degli assessori re-

gionali, in Fiera del Levante lei ha presentato l’Agroalimentare quale una delle poche ma formidabili risorse, insieme al Turismo di qualità, per creare una inedita spinta propulsiva al Paese Italia, ci spiega perchè? Perché partiamo da test riusciti e da casi di successo. Le faccio un esempio. Quando nelle Fiere internazionali o negli appuntamenti di set-

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tore presentiamo i nostri vini spesso e volentieri proponiamo al probabile acquirente un condensato di territorio, una fetta di storia produttiva, ma anche economica, sociale, storica e antropologica che racconta della Puglia. Persino i nomi delle nostre etichette evocano il patrimonio che Sparta, piuttosto che Bisanzio o Federico II hanno lasciato qui. E persino i colori dei nostri vini rossi, rosati e bianchi hanno le sfumature della terra che li ha generati, in quel concentrato di biodiversità animale e vegetale che è la Puglia. Se il nostro paniere è così variegato viene normale pensare ad una regione rigogliosa, ma anche ad una tradizione produttiva e gastronomica che ha saputo nobilitare tante culture e farla diventare una sola. Così da anni lavoriamo in simbiosi con l’Assessorato al Meditererraneo promuovendo un turismo persino legato alla stagionalità dei nostri raccolti: dal grano, all’uva, dalle ciliegie ai giardini di cozze nei nostri mari.

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La Puglia grazie al suo predecessore avv. Stefàno, che ha voluta la nascita del marchio per la qualità e tracciabilità “Prodotti di Qualità Puglia” ed alle politiche sull’incoming turistica di qualità portate avanti dalla prof. ssa Godelli, è ormai Brand di destinazione riconosciuta e ambita nel mondo intero, quali sono le sue prossime mosse strategiche affinchè diventi realmente la “California d’Europa” di cui si parla da decenni? Non parlerei di California e non perché non ambisco ad un

successo ma perché la Puglia ha un altro potenziale di sviluppo, molto più slow e molto più autentico. Dobbiamo continuare ad avere questa idea per la mente. Ciò vuol dire che va conservato il patrimonio rurale e l’habitat naturale dove si conserva la Puglia dall’alto valore aggiunto. Per fare ciò occorre innanzitutto avere la stessa sensibilità dimostrata in questi anni. In questa direzione va la politica di rigore inaugurata da questo Governo regionale che ha guardato alla tradizione e all’autenticità della proposta. Siamo diventati ferrei ad esempio nelle regole di ospitalità che riguardano gli agriturismo pugliesi che hanno l’obbligo di servire in tavola solo produzioni territoriali, meglio se a chilometro zero. E abbiamo pensato alla vacanza in Puglia come una esperienza di viaggio eco-sostenibile: a bordo di bici (Puglia Taste & Bike) o a bordo di pescherecci così come delineato nel recente disegno di legge su pesca e itti turismo. Questo


significa per noi proporre il territorio, con le sue bellezze artistiche, architettoniche, naturalistiche o culturali, ma consentire anche al turista di entrare in contatto con l’azienda che produce un caciocavallo podolico infinitamente buono o un olio extravergine d’oliva di qualità introvabile altrove. Lei ha parlato della chiusura del cerchio nelle filiere dell’agroalimentare pugliese ora che ha esteso il marchio “Prodotti di Qualità Puglia” anche ai ristoranti, ci racconta in cosa consiste? Anche questo progetto fa parte del lavoro che abbiamo promosso in favore dei regimi di qualità. L’allargamento della certificazione alla ristorazione ci consente di dare valore aggiunto al nostro paniere di produzioni a marchio. Ciò vuol dire che per fregiarsi di questa etichettatura si dovrà fare riferimento solo a produzioni di assoluta tracciabilità e sottoposti a disciplinari ferrei sia in termini di valori produttivi che etici. Chi mangia pugliese d’ora in

avanti dovrà esser certo che quello che sta nel suo piatto è stato coltivato o allevato con amore, nel rispetto della natura, ma anche senza sfruttare il lavoro di nessuno. E’ una sfida che i nostri produttori hanno accettato e che dimostra al mercato che la qualità, l’eticità e l’eco-sostenibilità costano, ma sono un valore collettivo che poi si risparmia in termini sanitari, sociali e persino di mercato. Su questo credo che il tema dell’educazione alimentare potrà fare molto spingendo verso una spesa regolata sul ciclo delle stagioni e non sui valori di import da paesi terzi dove tutti questi valori sono completamente sconosciuti. La sinergia, in un’ottica di

ne e la cultura come elemento di snodo per il futuro sviluppo della Puglia. Educare alla ruralità, recuperare radici e identità, prepararsi alla sfida del mercato globale presentandosi migliori,sono i mantra di alcuni capisaldi del prossimo programma di Sviluppo Rurale. Puntiamo molto sulla formazione ed è normale che l’Azienda Russoli, da poco annoverata nel circuito delle Masserie a scopo didattico, è un piccolo esempio di come l’economia rurale si possa muovere anche stimolando il mondo della ricerca e dell’innovazione. Qui come Regione (la Masseria è azienda regionale – ndr) stiamo misurando nuovi paradigmi di sviluppo mettendo insieme alla conservazione ge-

“Sistema Puglia” tra Turismo, Agroalimentare e formazione delle nuove generazioni di studenti, potrebbe essere la rete delle Masserie Didattiche. Lei ha individuato fra queste la Masseria Russoli di proprietà della Regione dov’è ubicato l’allevamento del Asini di Martina Franca, perchè la ritiene l’esempio più calzante di una strategia vincente? Ho appena citato l’educazio-

netica di una razza autoctona (l’Asino di Martina Franca), la messa a regime di programmi di sostenibilità energetica e di diversificazione produttiva con iniziative legate ad esempio ai percorsi turistici o all’utilizzo degli asini per progetti di onoterapia. L’azienda agricola del futuro dovrà lavorare di ingegno e dovrà essere innovativa e sociale. Due aggettivi su cui nel prossimo

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PSR ci giochiamo parte della sfida futura. Il progetto Extra DiVino, tavolo di lavoro e di marketing territoriale, voluto dal Comune di Bari per poi esportarlo anche a Milano per EXPO2015, fa bene a considerare vino e Olio quali Testimonials, insieme ad altre eccellenze come carne podolica, prodotti lattiero caseari e Pane DOP di Altamura, del “Made in Puglia”? In provincia di Bari c’è un alto concentrato di eccellenze e l’Expò è una vetrina eccezionale perché chi ha una proposta strutturata che sia in grado di intercettare l’imponente flusso di visitatori che per l’occasione arriverà in Italia. I nostri testimonial da sempre sono tutti i prodotti

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che voi avete individuato nella vostra strategia di marketing e non posso che augurarmi che il progetto possa tradursi in ritorno per produttori e per mercato turistico regionale. Nel frattempo spero vivamente che tutto l’impegno che c’è dietro la vostra startup possa concretizzarsi anche con il mercato russo, attualmente oggetto di un embargo da risvolti davvero drammatici per molti comparti della nostra agricoltura, anche perché interviene in un mercato che come nelle vostre linee progettuali fa particolare attenzione alla qualità, ma anche al contesto in cui quella qualità viene prodotta. Cosa pensa dell’immediato futuro economico del regione Puglia e del Mezzogiorno ?

Il futuro è già oggi. Lo dice l’ISTAT: a guidare l’export del Sud è la Puglia che con un +9,4% è la prima regione italiana per crescita percentuale. Il resto è spesso il lacunoso racconto di chi non riesce a vedere una terra che è cambiata, ed è cambiata in meglio, negli ultimi dieci anni. Possiamo solo andare avanti proseguendo su politiche che non siano solo rigore, ma siano anche opportunità, sviluppo e fiducia. Di questo ha bisogno il comparto che mi onoro di rappresentare, e di questo ha bisogo una nuova generazione di pugliesi che alla terra sta tornando ma con un bagaglio culturale e di conoscenze straordinario. Non saremo la California. Saremo l’inimitabile e bella Puglia!


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Eventi della Redazione

ExtraDiVino 2014: cronaca di un successo

Saverio Buttiglione e la pittrice Grazia Iacobbe (foto di Francesco Guida)

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xtra DiVino è un progetto/evento di marketing territoriale per EXPO 2015 organizzato con il dott. Peppino Palumbo A.D. Tormaresca (dei marchesi Antinori di Firenze), con il Comune di Bari, il patrocinio della Provincia di Bari e realizzato con il contributo della Regione Puglia-Area Politiche per lo Sviluppo Rurale A Bari nella prestigiosa Sala Murat di piazza del Ferrarese è stata realizzata la presentazione alla stampa ed alle TV (RAI, Telenorba, Antennasud, ecc.) con alcuni corners delle eccellenze agroalimentari della Puglia esposti davanti

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alla celebre opera murale del padre del Minimalismo americano Sol Lewitt, e fruita nei giorni successivi dal pubblico dei turisti a Bari per i Mondiali Femminili di Pallavolo. Al Fortino Sant’Antonio sul lungomare i giorni 15 e 16 ottobre si è svolto il Convegno televisivo “Antiche Architetture, Enogastronomia e Ambiente: il marketing territoriale di BARI Extra DiVino per EXPO2015” al quale hanno partecipato nella veste di relatori: Peppino Palumbo, amministratore delegato Cantine Tormaresca, Peppino Barile, presidente Consorzio DOP Pane di Altamura, Maria

Pia Locaputo, commissario LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori), Cino Tortorella, giornalista enogastronomo e regista RAI e Mediaset, Vito Giampetruzzi, agronomo e professore, e la Serata di Gala Televisiva ad invito per autorità, giornalisti ed aziende, con la presenza anche del noto giornalista di “Striscia la Notizia” Mingo, nella quale l’arredo della sala del Fortino è stato realizzato da alcuni degli Enti e delle Aziende partecipanti al programma Extra DiVino con propri corner espositivi perfettamente armonizzati tra i quadri delle pittrici Iacobbe, De Pasquale e Pignatelli e con il buffet alla fine dell’Evento per gli ospiti

Uno scorcio della sala Murat allestita per ospitare Extra DiVino


presenti realizzato coi propri prodotti agroalimentari. Hanno esposto e fatto degustare i loro prodotti le seguenti Aziende/Enti: 1) Consorzio Pane DOP di Altamura 2) Consorzio Qualità tipica Puglia “Cipolla Rossa di Acquaviva delle Fonti” 3) Consorzio Sapori Mediterranei 4) Gal Terre dei Trulli e di Barsento 5) Gal Sudest Barese 6) LILT – Lega Italiana Lotta ai Tumori 7) Ristorante “Terranima” Bari 8) Ristorante “Savì” Conversano 9) Antico Panificio di Altamura “La Maggiore” 10) “Tarallificio Farinella” 11) “Pastificio Sbiroli” 12) Cantine “Tormaresca” 13) Cantine “Coppi” 14) Cantine “Albea”

Il project manager Buttiglione con l’hostess Carmen Abbinante

ingresso di Sala Murat con l’hostess Marika Insalata

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Opere d’arte ed eccellenze enogastronomiche pugliesi ad Extra DiVino

15) Frantoio “Mada di Puglia” 16) Liquorificio “Beltion/Merak” 17) Azienda di Cosmetici PDT con la linea da vino e olio Phisio Natura 18) Oleificio Olio biologico Ritrovato Alla fine si è svolto la 5a edizione del Premio Puglia: Unici e Protagonisti: per l’ “Impegno Sociale” il giornalista di “Striscia la Notizia” Mingo, per la “Dieta Mediterranea” il giornalista enogastronomo e regista RAI Cino Tortorella, per la “Qualità della vita” l’oncologo e presidente della LILT Francesco Schittulli, per il “Marketing Territoriale” il direttore di Puglia Film Commision (ora assessore del Comune) Silvio Maselli, per la

Pane e vino davanti l’opera di Sol Lewitt

Corner Mada di Puglia davanti l’opera di Sol Lewitt

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Vino Albea e Cosmetici DPT con la linea da olio e vino Physio Natura ad Extra DiVino


“Viticoltura” l’amministratore delegato di Cantine Tormaresca dei marchesi Antinori di Firenze Peppino Palumbo, per lo “Spettacolo” la cantante di “Io Canto” di Canale5 Gabriella Aruanno, per la “Moda Tessile Abbigliamento” il presidente del Distretto moda Regione Puglia Mario Totaro, per l’”Agroalimentare” il presidente del Consorzio DOP Pane di Altamura Peppino Barile, “Chef 2014” Nicola Savino , “ristorante 2014” Terranima di Piero Conte, “Tarallificio Farinella”. Sono intervenuti il dott. Gioacchino Leonetti della BNL - Banca Nazionale del Lavoro per Telethon e la dott.sa Rossella Ressa capo delegazione FAI - Fondo Ambiente Italiano.

Tarallificio Farinella in Sala Murat

Da sinistra le pittrici Maria De Pasquale, Gina Pignatelli e Grazia Iacobbe, Domenico Egizio a.d. Biscottificio Farinella, Vito Farella marketing manager Tormaresca e Mada Maggio a.d. Mada di Puglia

Mimmo Egizio e Cino Tortorella al Fortino Sant’Antonio per Extra DiVino

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Taglio del nastro Extra DiVino sala Murat piazza del Ferrarese Bari (foto FVS): da sin. il project manager Saverio Buttiglione, l’assessore alle Risorse Agroalimentari Provincia di Bari Franco Caputo, l’A.D. Tormaresca Peppino Palumbo, l’assessore al marketing territoriale, turismo e cultura Comune di Bari Silvio Maselli, l’A.D. PDT Cosmetici Mariantonietta Plantone

L’A.D. del Biscottificio Farinella Mimmo Egizio

Lo chef Nicola Savino, proprietario del ristorante di Conversano “Savì”

Il proprietario del ristorante di Bari “Terranima” Piero Conte

La segretaria del Consorzio DOP Pane di Altamura Nicla Florio ritira il premio per conto del presidente Peppino Barile

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Gli assessori della Provincia di Bari Vito Giampetruzzi (Bilancio) e Franco Caputo (Risorse Agroalimentari) ritirano il premio per conto del presidente Francesco Schittulli, Premio Puglia: unici e protagonisti 2014 per “Qualità della Vita” grazie alla sua opera di oncologo e presidente nazionale LILT per la quale ha scelto l’olio extravergine d’oliva quale testimonial


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L’A.D. Cantine Tormaresca Peppino Palumbo L’inviato di Striscia la Notizia ritira il premio per la sua attività a favore del sociale

La presentatrice Flavia Nanna ed il project manager Saverio Buttiglione premiano il regista RAI e Mediaset Cino Tortorella per il suo lungo impegno a favore della Dieta Mediterranea e dell’Olio Extravergine d’Oliva Pugliese in particolare

Il presidente del Distretto Moda Regione Puglia e A.D. della MAFRAT Mario Totaro

Il nuovo Assessore alla Cultura, al Turismo Marketing Territoriale Silvio Maselli, già direttore di Puglia Film Commission

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Saverio Buttiglione e Gabriella Aruanno, protagonista della manifestazione canora di Canale 5 “Io Canto”


ExtraDiVino: extra virgin olive oil and wine international week

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xtra DiVino an international event and exhibition of Olive Oil & Wine in the city of Bari, Italy with b2b meetings between buyers and local sellers, tourism promotion and an educational tour in Apulia. Extra DiVino is not only an event, but also a working platform in order to promote the 2 excellences of the region Apulia in South-eastern Italy, oilve oil and wine. The Vinitaly exhibition in Verona is an international wine show of great success and recently it started shocasing also olive oil in a new department called “SOL”. Vinitaly is surely the best exhibition in this field in terms of audience, media, press, companies and business. The region Apulia is beco-

ming ever more well-known wolrd-wide for is wine and food industry and it is now the protagonist of the Vinitaly both for wine and for oil. The quality of wine has been certified and awarded on a global scale and the soil of Apulia boasts about 60 thousands millions olive trees. Apulia has plenty of beautiful historical and architectural sights and it is the land of the castles. Apulian castles are the perfect location to host its 2 main products, olive oil and wine, now the simbols of Apulian execellence and attractiveness in the world. Tourism in Apulia is booming and our land has a lot to offer to wine and food lovers. Tourists can enjoy not only art, architechture, sunshine, seaside but they can also taste olive oil, wine, cheese, pasta, seafood and muuch more. Many events promoting Apulian wines are taking place in Apulia: “Calici di stel-

le”, “Cantine aperte” etc. The Extra DiVino event would like to invite you to participate in this very 1st international event promoting wine and olive oil of Apulia in Bari, Apulia, Italy. The organisation will host you and provide for all expenses: flights, accommodation and meals. It will be a pleasure to have you here in Apulia!

EXTRA DiVINO 45


Dr. Francesco Paolo Fanizzi - Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali Università del Salento

Tecnologie

Olio extravergine di oliva e risonanza magnetica nucleare

è

possibile fotografare gli alberi di ulivo nel loro contesto naturale? Si nei paesaggi di Puglia e Toscana spesso li troviamo immortalati. E l’olio extravergine che da essi si ottiene? Beh la risposta a questa domanda non è semplice. Che cosa significa fotografare un olio? Forse fotografare la bottiglia che lo contiene, magari catalogarne il colore o il grado di trasparenza che lo contraddistingue. Si può pensare di fare delle analisi specifiche che accompagnino la fotografia della bottiglia e servano a chiarire se si tratta di un extravergine o di un olio di minor valore.

Ma il punto è: si può fotografare un olio nel suo contesto naturale, ovvero si può certificare la sua provenienza geografica? Al momento esiste uno specifico regolamento della Comunità Europea, che obbliga all’etichettatura con l’indicazione di origine geografica chi imbottiglia olio extravergine.

Il Prof. Francesco Paolo Fanizzi

Piattaforma di metabolomica dell’Università del Salento. Spettrometri NMR 400 (a sinistra) e 600 (a destra) MHz

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La stessa Comunità Europea, però, non ha ancora chiarito come dirimere le controversie in caso di contestazione dell’autenticità dell’origine dichiarata. Solo per gli extravergini a denominazione di origine protetta esistono delle procedure di certificazione che legano il prodotto ad una determinata area geografica. Anche in questo caso, comunque, la garanzia è solo su base cartacea. Non ci sono metodi scientifici ufficialmente riconosciuti dalla Comunità Europea (e nemmeno dalla legislazione italiana) per dirimere le controversie in caso di contestazione. E’ per questo che molti chimici che si occupavano di alimenti ma anche di tutt’altro hanno cominciato, una ventina di anni fa, ad analizzare campioni di olio con la risonanza magnetica nucleare (NMR dall’inglese Nuclear Magnetic Resonance).

Schema di acquisizione di un segnale NMR protonico: eccitazione, rilassamento e registrazione di uno spettro 1H NMR

Questa è una tecnica d’avanguardia, oggi nota per le immagini che riesce a dare delle parti molli del corpo umano ma nata proprio per “fotografare le molecole”. E così anche all’olio extravergine di oliva possiamo assegnare oggi una carta di identità con tanto di “foto”, il tutto utilizzando qualche decina di microlitri di olio. Esattamente come avvenuto per l’identificazione delle persone che è passata dalla descrizione sommaria dei lineamenti del volto nei passaporti rilasciati prima dell’avvento della fotografia al passaporto elettronico con tanto di foto a colori e chip che contiene tutti

Tubi NMR inseriti nell’autocampionatore ed utilizzati per l’esecuzione degli esperimenti di risonanza magnetica nucleare (NMR).

i dati dell’individuo comprese le sue impronte digitali. Ed esattamente come fa la polizia a riconoscere qualcuno analizzando una banca dati di foto segnaletiche si possono riconoscere gli oli e la loro provenienza dalle loro fotografie “molecolari”. Queste fotografie o “profili metabolici” si ottengono con la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare e rappresentano l’insieme di tutte le molecole che contiene un olio. Proprio tutte, non solo quelle che uno cercherebbe con le classiche analisi di laboratorio. E così, come in una fotografia, dopo anni, uno può accorgersi sempre di un dettaglio trascurato, anche in uno spettro di risonanza magnetica di un olio si può esaminare, dopo anni, qualsiasi dettaglio, qualsiasi molecola di interesse. I profili metabolici ottenuti con gli spettri di risonanza magnetica nucleare sono caratteristici non solo delle cultivar delle olive utilizzate per produrre un olio ma anche dell’ambiente in cui quelle cultivar sono cresciute. Olive coratine coltivate in Toscana producono un olio diverso da quelle della stessa cultivar coltivate in Puglia perché risentono delle cosiddette “condizioni pedoclimatiche” di-

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verse (crescono in un clima ed un terreno diversi). Ciò esattamente come nel caso di due gemelli omozigoti che pur avendo lo stesso DNA avranno plasma o urine diversi se seguono diete diverse. Immaginate le differenze tra la ”fotografia” di un olio spagnolo, greco o tunisino ed uno italiano. Saranno dovute non solo a cultivar diverse ma anche ad effetti pedoclimatici diversi. Le differenze sono tutte facilmente evidenziabili e costruendo delle banche dati o “album fotografici” di tali oli sarà anche semplice verificare a quale album può appartenere la “fotografia” di un olio incognito. Le “fotografie” dell’olio ovvero i profili metabolici che si ottengono utilizzando la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare sono, come le moderne foto digitali, ad altissima risoluzione. Altre tecniche spettroscopie, magari più comuni e disponibili, danno risultati molto meno soddisfacenti, proprio come avveniva con le prime macchine fotografiche digitali a bassa risoluzione. E veniamo al dunque, l’Italia è il secondo produttore al mondo di olio extravergine di oliva e la produzione è essenzialmente concentrata nel mezzogiorno in Puglia Calabria e Sicilia che da sole producono circa il 90% del totale (la Puglia è prima con circa il 40%). Nel nostro paese gli elevati livelli di import (l’Italia è primo importatore al mondo di extravergine) ed export (siamo i

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secondi esportatori al mondo dopo la Spagna) rendono necessaria la tracciabilità del prodotto 100% italiano per la difesa degli interessi di produttori e consumatori. Il problema della tracciabilità dell’olio di oliva extravergine italiano e della sua autenticità è stato sollevato recentemente in una famosa serie di vignette del New York Times in cui si denunciava che su dieci bottiglie di olio italiano presenti sul mercato solo tre, forse, lo erano davvero. Gli Stati Uniti di America, i maggiori clienti extra UE dell’Italia per l’olio di oliva extravergine, hanno fatto rilevare una domanda interna, per

questo prodotto, che ha superato quella della Grecia e che è in continua crescita. Metodi analitici basati sulla risonanza magnetica nucleare (NMR) e analisi statistiche sono stati messi a punto, da tempo, anche presso l’Università del Salento nel gruppo di Metabolomica del Professor Francesco Paolo Fanizzi ordinario di Chimica Generale ed Inorganica ed utilizzati per identificare la qualità e l’origine geografica dell’olio extravergine.

I risultati ottenuti in Puglia, in particolare anche su oli extravergini venduti come italiani sul mercato americano, sono stati sottolineati anche in occasione della polemica suscitata dal New York Times. In una mail indirizzata all’autore delle vignette satiriche sulla autenticità dell’olio extravergine italiano si evidenziava che i metodi per risolvere i problemi di corretta attribuzione dell’origine geografica non solo esistono ma sono già pubblicati da tempo nella letteratura scientifica e si possono usare (se si vuole). Il vignettista del New York Times rispose con un tweet dicendo di aver ricevuto dall’Italia mail che parlavano di risonanza magnetica nucleare ma di essere, appunto, solo un vignettista. L’11 giugno scorso Il governo Italiano ha accolto l’ordine del giorno del M5S (ODG 9/01864A/008) che prevede la creazione di una banca dati per confrontare le produzioni di olio extravergine di oliva su tutto il territorio nazionale utilizzando nuove tecnologie. Questi moderni metodi si basano sulla NMR (spettroscopia di risonanza magnetica nucleare) e sono complementari alle analisi convenzionali attualmente previste dai regolamenti dell’UE. Gli stessi metodi possono essere applicati per altri prodotti per tutelare tracciabilità ed origine in campo agroalimentare.


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li Stati Uniti d’America, i maggiori clienti extra UE dell’Italia per l’Olio di Oliva Extravergine, hanno fatto rilevare una domanda interna, per questo prodotto, che ha superato quella della Gracia e che è in continua crescita. Il problema della tracciabilità dell’Olio Extravergine d’Oliva Italiano e della sua autenticità è stato sollevato recentemente in una famosa serie di vignette del New York Times, perciò un grosso buyer statunitense, “CertifieldOrigins”, si è rivolto proprio al team guidato dal professor Francesco Paolo Fanizzi per assicurarsi la tracciabilità incon-

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futabile dell’Olio Biologico acquistato per i propri clienti. Infatti i metodi analitici basati sulla risonanza magnetica nucleare (NMR) e le analisi

statistiche sono stati messi a punto ed applicati proprio per identificare la qualità e l’origine geografica dell’Olio Extravergine d’Olliva. I risulytati ottenuti in Puglia da tempo sono stati sottolineati anche in occasione della polemica suscitata dal New York Times. Naturalmente gli stessi metodi possono essere applicati per altri prodotti agroalimentari al fine di garantire con assoluta certezza tracciabilità ed origine contrastando efficacemente, qualora il consumatore ne venga informato, l’”Italian Sounding” (commercio di prodotti falsi e taroccati).


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di Francesco Sgherza – Vicepresidente Nazionale Confartigianato

Punti di vista

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I

Confartigianato per il rilancio del sistema Italia

primi sessantacinque anni della nostra associazione dovranno necessariamente essere un buon ricordo ed esperienza ma diversi dagli anni che ci aspettano vista la crisi epocale economico/finanziaria che stiamo vivendo e nel futuro di profondo cambiamento che la società in tutti i suoi comparti dovrà operare il nostro sistema associativo dovrà essere anch’esso oggetto di una profonda riflessione. Nella cosidetta prima repubblica anche le associazioni di rappresentanza della piccola impresa erano identificate come un partito politico al quale infatti esse si sentivano di

appartenere e che contribuivano a sostenere anche in termini di consenso elettorale. In quell’epoca non lontana il ruolo dei partiti era difatti proprio quello di produrre una sintesi nella rappresentanza degli interessi multipli, sia geografici che sociali. Il venir meno dei partiti storici per come li abbiamo tutti vissuti finora, intorno ai quali dopo l’ultima guerra si era organizzata la democrazia, ha indotto Confartigianato ad accentuare il proprio ruolo di rappresentanza degli interessi delle imprese associate, stemperando progressivamente quello della rappresentanza politica, sino

Francesco Sgherza, Presidente Regionale Confartigianato Puglia

all’approdo della creazione di Rete Imprese Italia che è costituita, ed a turno rappresentata, di ben cinque Associazioni che sino a qualche anno fa erano


schierate su opposti fronti politici. Quello a cui assistiamo ora è il consolidarsi di partiti d’opinione che hanno perso quasi del tutto la capacità di rappresentare interessi economici organizzati, con la conseguenza che anche l’azione politica dei Governi che si sono succeduti negli ultimi anni era fatta “nell’interesse generale dello Stato” o perché “ce lo chiedeva l’Europa” oppure perché “dobbiamo realizzare riforme rivoluzionarie per la modernizzazione dello Stato”. Si è pertanto affermata l’illusione di poter creare un rapporto diretto tra decisori pubblici e cittadini, mediato dalle comunità virtuali, che genera invece forme di neo liderismo supportato da inedite modalità di comunicazione con la pretesa di semplificare i problemi

trovando soluzioni dirette a domande complesse. In questo nuovo schema semplificato il ruolo e l’azione delle rappresentanze e dei corpi intermedi della società viene di conseguenza continuamente messo in discussione addirittura in relazione alla necessità di esistenza ed anzi viene vissuto con fastidio de-

legittimandolo alla stregua di un retaggio fossile. Ritengo al contrario che ciò di cui il nostro Paese Italia ha grande mancanza è proprio la capacità collettiva di fronteggiare la lunga fase recessiva dell’economia. In assenza di questa condivisione si registra la parcellizzazione degli interessi e la radicalizzazione della difesa di quel poco che ancora individualmente si possiede e che, a mio avviso, trova la sua più chiara espressione nella difesa del particolare messa in campo da alcune forze sindacali, che non riescono più ad elaborare strategie di medio/lungo periodo, come ad esempio le vicende Alitalia e Opera di Roma testimoniano. Un altro sintomo di impoverimento della condivisione col-

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lettiva delle priorità è la scomparsa del “tema” Mezzogiorno (anche in qualità di “problema da risolvere”, quando dovrebbe essere affrontato quale “risorsa per l’intero Paese”) dall’agenda del Governo, sintetizzato nel dimezzamento del cofinanziamento statale dei Fondi Europei (così facendo rinunciando alla metà delle risorse di cui avremmo diritto), cosa che inevitabilmente produrrà una perdita di ben 8 (otto) miliardi in Campania, Calabria e Sicilia (dove le Amministrazioni Regionali hanno dalla loro dimostrato una sostanziale incapacità di gestire i Fondi per lo Sviluppo, sia nei progetti propedeutici che l’Europa richiede sia nella fase di realizzazione delle opere), zone del Paese che mai come ora avrebbero bisogno di ossigeno in termini

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di investimenti pubblici e privati. Per ora la Puglia dovrebbe essere riuscita a sottrarsi a questo destino di declino delle Regioni del Sud, ma solo perché ha centrato gli obiettivi della spesa Comunitaria anche grazie all’affiancamento da parte di Confartigianato e delle altre associazioni di partenariato nell’azione amministrativa regionale. E’ però doveroso fare una netta distinzione tra soggetti come Confartigianato che si impegnano allo spasimo nel rappresentare interessi collettivi e soggetti aggregativi che invece tutelano semplicemente posizioni dominanti soprattutto all’interno del pubblico apparato opponendosi incredibilmente alla modifica dell’esistente. Voglio essere più esplicito

per mettere a fuoco il ruolo di Confartigianato: da più parti, e sempre più di frequente, e noi siamo fra questi in prima linea, viene sollecitata la realizzazione della “già programmata” linea ad Alta


Velocità tra Bari e Napoli , cosa che unirebbe est ed ovest del Paese diviso longitudinalmente dagli Appennini, oltre che il raddoppio dei binari tra Termoli e Lesina (30 miseri chilometri che nel terzo millennio non si

può tollerare nemmeno nei Pesi del terzo mondo) consentendo così l’alta capacità ferroviaria tra sud e nord, ma la differenza sostanziale tra la nostra Associazione ed altre risiede nel fatto che Confartigianato “non è interessata alla costruzione materiale dell’opera” (quindi non pone veti strumentali ai propri interessi particolari) ma piuttosto al fatto che riteniamo interesse collettivo avere a disposizione un vettore di mobilità pubblica per persone e merci più moderno e rapido e che questo costituisca di conseguenza un miglioramento sostanziale del contesto in cui operano le nostre Imprese, oltre che un avanzamento della qualità di vita dei territori del Sud. Le associazioni di Rappresentanza delle forze impren-

ditoriali come la nostra costituiscono il vero motore dell’Economia di un Paese e devono raccogliere la sfida che il nuovo contesto politico e sociale impone. Confartigianato rinsalderà dunque, ed in alcuni casi ripristinerà qualora affievolito, il dialogo con tutti gli associati per rappresentare le istanze raccolte in presa diretta da coloro che rappresenta. Dobbiamo pertanto spogliarci totalmente di ciò che resta ancora di una rappresentanza ideologica per rafforzare, su base territoriale secondo le esigenze di ciascun distretto, i legami mutualistici con chi rappresentiamo e tra gli stessi associati. Devo a questo punto ringraziare l’ospitalità calorosa dataci in Fiera del Levate per la

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60a giornata dell’Artigianato proprio sul tema del Ruolo delle associazioni di Rappresentanza per il rilancio del Paese Italia, moderata dal direttore del TGNorba24 Vincenzo Magistà (anche lui ha ritenuto surreale che si filosofeggi sul tema delle tutele, cioè delle regole e specie del “totem ideologico” articolo 18 che dovrebbero regolamentare una cosa che non c’è più: il lavoro), e con efficaci interventi dell’assessore Regione Puglia alle Attività Produttive Loredana Capone e del nostro Presidente nazionale Giorgio Merletti. In quell’occasione Alessandro Ambrosi presidente di Camera di Commercio Bari (altro Ente di Rappresentanza che a livello centrale si vorrebbe abolire!), ha sottolineato come anche loro stanno scommettendo sul futuro con i fatti più che con le parole, avendo redistribuito e contribuito al salvataggio di ben 1860 aziende 15 milioni di euro che rappresenta il 40% del raccolto sul territorio, La sua ricetta è la immediata apertura di credito da parte del sistema creditizio ed una forte riduzione di tasse e prati-

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che burocratiche per le imprese Piccole e Medie. Al Presidente Ambrosi piace fare a tal proposito l’esempio di chi deve immediatamente portare in auto verso l’ospedale una persona colpita da infarto trasgredendo semafori e regole stradali aspettandosi poi a suo tempo le giuste sanzioni, con il Governo che dovrebbe investire nonostante lacci e laccioli della Comunità Europea. Dello stesso aspetto si è lamentato il Presidente della Provincia di Bari, il prof. Francesco Schittulli, che bloccato dal patto di stabilità ha grossi

problemi ad espletare le deleghe relative a strade e scuole, con l’assurdo di un attivo di 220 milioni (140 di credito dal governo e solo 5 di debito verso fornitori). Ringrazio infine Il padrone di casa, prof. Ugo Patroni Griffi, non ha fatto il solito discorso di saluti e benvenuto ma una pillola molto gustosa di lezione accademica, l’ultimo libro di suo padre è stato rivolto proprio al lavoro artigiano perciò ritengo che anche lui abbia nel sangue l’amore per la piccola impresa e da professore ha ben spiegato come tutto ruoti intorno alla figura dell’apprendista (se è vero come è vero che la nostra economia si poggia sulla piccola impresa), che va tutelata ed anzi posta in primo piano, non trattandolo da lavoratore ma da studente alla stregua di uno stagista e bisogna metterlo nelle condizioni di “rubare il mestiere” affinchè possa in futuro diventare anch’esso imprenditore, come ci insegnano le mille aziende che negli ultimi vent’anni sono nate nel nordest.


Il Presidente Patroni Griffi ha citato importanti economisti quando affermano che gli shocks asimettrici causati dallo sviluppo di alcuni territori a discapito di altri nella storia dell’uomo sono inevitabili e sono affrontabili solo con una seria politica monetaria comune ma ..... purtroppo, in mancanza di questa, nonostante gli innumerevoli sforzi di Mario Draghi in Italia ed in Europa, (in Italia non possiamo certo dire di possederla come purtroppo da decenni non abbiamo più nemmeno una seria politica industriale forse dai tempi di Enrico Mattei), allora restano solo due strade: migrazione di massa dei lavoratori oppure dialogo con le parti sociali, con un sindacato naturalmente non frammentato e senza una nuova visione unitaria e condivisa. Sono convinto d’altro canto che buoni esempi di mutualità sono numerosi all’interno del nostro mondo: oltre ai Consorzi di Garanzia Collettiva degli affidamenti bancari che hanno avuto un ruolo straordinario nell’attenuazione degli effetti della crisi economica che stiamo attraversando, dobbiamo ricordare gli Enti Bilaterali costituiti da tutte le Parti Sociali, sindacali e datoriali, dell’artigianato e che forniscono prestazioni di welfare integrative, SAN.ARTI che presidia il campo della sanità integrativa ed il Consorzio CAEM che consente ad imprese e famiglie di acquistare gas ed energia a prezzi scontati. Ritengo che le nostre Associazioni territoriali debbano impegnarsi congiuntamente per estendere le reti di mutua-

lità, promuovendo ad esempio Consorzi Acquisti nei diversi settori produttivi, Consorzi per la partecipazione alle gare pubbliche, Reti per l’internazionalizzazione, Reti per l’accesso alle risorse pubbliche per Innovazione e Ricerca, la partecipazione collettiva ad Eventi identitari quali il Fuori expo2015, che Confartigianato sta allestendo in occasione di quell’Evento milanese di rilevanza mondiale. Per conseguire l’obiettivo di estendere quelle che ho chiamato Reti di Mutualità occorre però impegnarsi a fondo per moltiplicare i nodi di contatto territoriale che consentano un maggiore collegamento alle imprese del territorio attraverso azioni programmate di contatto.

Occorre che le nostre associazioni territoriali facciano proprie le modalità di coordinamento, pianificazione, gestione e controllo delle azioni intraprese,valorizzando le tecniche consolidate di “soddisfazione del cliente”. E’ assolutamente chiaro che le azioni di cui parliamo e che intendiamo concretizzare a breve, a partire dai nostri territori pugliesi, costituiscono una vera e propria scommessa: sperimentare, in epoca di social network, un processo di rafforzamento delle reti interpersonali. Un percorso virtuoso di rafforzamento dei legami identitari tra l’associato e la sua Associazione, utilizzando il doppio canale del soddisfacimento di un “interesse economico” arti-

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colato in una pluralità di bisogni e di quello della rappresentanza sindacale di interessi collettivi. Il buon fine di questa scommessa passa attraverso la trasformazione di un approccio organizzativo che veda l’Associazione sempre pronta e disponibile ad occuparsi, su loro richiesta, dei problemi dei soci, per passare ad un più faticoso protagonismo associativo di ricercaattiva delle domande e dei bisogni inespressi dei soci. Gli strumenti di attuazione di questi propositi non possono che essere quelli della formazione e del rafforzamento del capitale umano operante all’interno dei nostri sistemi associativi territoriali, con il coordinamento e la guida della Federazione Regionale Confartigianato che deve assumersi il compito di far progredire contemporaneamente, in tutti i variegati territori, le fasi di realizzazione del progetto. Il capitale umano dell’Impresa Artigiana è la sua più grande risorsa, qualora venga innaffiato e rafforzato costantemente come si fa con le piante, allora dalla vecchia pianta nascono nuovi germogli che nel nostro caso sono i giovani apprendisti. L’aasessore alla Cultura, Mediterraneo e Turismo della Regione Puglia prof.sa Silvia

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Godelli, nel presentare la settimana dei Dialoghi di Trani, a tal proposito si è detta contrariata dal nuovismo a tutti i costi che non vuol certo dire ai giovani che sono invece il nostro futuro perché più freschi e con più tempo di vita davanti, il nuovismo che snobba il passato è un grave errore perché la formazione della mente di ciascuno di noi oltre che dalla genetica arriva dal passato , millenni di cultura accompagnano l’eredità dei geni attraverso l’”apprendimento ambientale” (come insegna Barman, anch’esso ospite dei Dialoghi di Trani). Chi più del giovane artigiano, servendosi naturalmente anche dei nuovi strumenti di lavoro tecnologicamente avanzati, mette in pratica quello che ha detto la prof.sa Godelli? L’assessore alle Risorse Agroalimentari dott. Fabrizio Nardoni proprio in Fiera del Levante faceva notare quanto la Regione Puglia stia puntando sulle Masserie Didattiche, per esempio anche su Masseria Russo che alleva i famosi Asin di Martina Franca. Chi più degli artigiani agricoltori sono stati in grado di trasmettere questi valori

agroalimentari che oggi tutto il mondo apprezza quando ci visita in viaggi di turismo? Ma come Associazione anche i nostri gruppi dirigenti devono farsi carico di nuovi approcci organizzativi per rafforzare una autorevolezza associativa. Potremo così meglio interpretare, a tutti i livelli della pubblica Amministrazione il ruolo della legge 180 del 2011 accompagnando l’azione dei decisori politici e l’effettiva realizzazione delle misure che determinano le condizioni in cui operano imprese e famiglie, agevolandole per un migliore futuro del sistema Italia.


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di Cesare Feiffer con la collaborazione di Chiara Parolo Studio Feiffer & Raimondi

Progetti

La valorizzazione del paesaggio culturale agricolo: il complesso monumentale di Villa Bertoldi a Negrar

L

a compatibilità tra conservazione e valorizzazione dell’architettura storica e del paesaggio è un argomento assai di moda in quasi tutti gli ambienti e latitudini a proposito del quale tutti parlano e appunto... parlano. Certo è giusto parlarne, è fondamentale argomentare, confrontarsi e riflettere ed è sicuramente una maturazione anche la sola presa di coscienza, anche solo assistere a un dibattito e non intervenire costituisce un arricchimento e una crescita intellettuale; ma in questo settore spesso l’analisi la fa da padrona mentre la sintesi operativa, cioè le proposte concrete e le realizzazioni pratiche, sono purtroppo ancora poche, pochissime quelle esemplari. E’ questo un problema molto sentito dall’attuale cultu-

ra, non solo da quella tecnica, e ciò è dovuto principalmente a due fattori: il primo al fatto che professionisti e committenti ritengono per la maggior parte che il problema di tutela del paesaggio si esaurisca con l’approvazione in commissione paesaggistica di Il prof. Arch. Cesare Feiffer con Fulcio, il suo breton un progetto, il che non è perché menti di tal genere il senso del serve solo a superare delle so- paesaggio va inevitabilmente glie amministrative e burocra- perduto. Il paesaggio diventa tiche abbastanza banali. Sono invisibile. Scompare. Fatto di progetti fatti “di simboli grafici, grafismi. Non di alberi, di case, di retini, di linee. … da foto aeree di architetture, di campi coltizenitali o da immagini spaziaIi vati, di monti e nuvole. Tutto che ci dicono molte cose a li- massicciamente visibile ai fini vello regionale… Ma con stru- della cognizione territoriale ma

Nella prima immagine il progetto di conservazione e riuso redatto dallo Studio Feiffer & Raimondi con la collaborazione, per la parte strutturale e impiantistica dello studio dell’Ing Lavarini, si fonda da un lato sul rispetto dell’autenticità dei materiali, sul mantenimento della stratificazione storica e sul rendere il meno invasivo possibile il rapporto con l’aggiunta contemporanea; dall’altro sul rispetto del paesaggio, sulla compatibilità

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invisibile al sentimento del paesaggio”. (E. Turri, Il visibile e l’invisibile nel paesaggio, 1995) Il secondo fattore è che tutt’oggi nell’università, nella letteratura, nei convegni quando si parla di paesaggio si parla, principalmente e quasi esclusivamente, di riprogettazione, modifica, trasformazione del paesaggio. In pratica ci si concentra sul creare un nuovo paesaggio mentre quello esistente diviene solo uno sfondo per contenere quello nuovo; tutto il contrario di come dovrebbe essere. Ciò trova giustificazione in alcuni ambienti, tipo le aree industriali dismesse, in quei ‘paesaggi’ urbani periferici e sconvolti da capannoni, negli svincoli e tra le tangenziali, in quelle zone massacrate e violentate dall’abusivismo, ecc. lì si può parlare di rigenerazione del paesaggio e quindi legittimare, anzi rendere doverosa la modifica compositiva anche di segno forte. Ma per i paesaggi storici e naturali, per quei “paesaggi costruiti” che arricchiscono l’Italia, dove le modifiche ci sono state

Il sito paesaggistico e architettonico di Villa Bertoldi a Negrar è il contesto in cui l’Azienda Agricola della famiglia Recchia ha inteso concentrare le sue attenzioni per far sì che la “terra” e il monumento architettonico facciano da cornice “culturale” al prodotto vino. Puntando sulla connessione tra il vino e gli altri valori storico-artistici-paesaggistici del particolare sito monumentale il binomio ne esce rafforzato così il vino non è solo prodotto da degustare in base alle sue caratteristiche enologiche e gustative, ma è un tutt’uno con i valori della storia, della cultura, dell’arte, dell’architettura e del paesaggio del magnifico contesto della Valpolicella. Immagine aerea del complesso prima dell’inizio dei lavori.

ma solo in modo parziale e limitato, li dove la trasformazione ha modificato ma deve ancora sconvolgere il contesto, l’intervento in questi casi va calibrato e orientato in base ai valori dell’esistente. Bisogna mettere in primo piano la conservazione del paesaggio e in secondo piano la modifica compositiva. Il progetto qui deve partire da

una profonda attenzione e rispetto per le stratificazioni di segni che connotano lo stato attuale, che emergono solo dagli studi conoscitivi preliminari, per orientarsi delicatamente verso la trasformazione compatibile, la sola che produce quella qualità alta che in nostro patrimonio si merita e giustamente pretende.

ambientale e sulla valorizzazione dell’insieme. Nell’immagine è riprodotto il fotopiano del prospetto principale della villa e delle barchesse laterali. La realizzazione di fotopiani nel progetto di conservazione è propedeutica alle fasi di conoscenza e mappatura. Nella seconda immagine le mappature di materiali e interventi di conservazione sul prospetto sud della villa.

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Immagine 1

In un recente seminario di approfondimento sul tema organizzato in uno straordinario borgo tra le colline del barolo si sono confrontate idee concrete idee ed esempi sulla valorizzazione del paesaggio, quello straordinario paesaggio delle colline del Barolo. Ci sono stati molteplici spunti, stimoli, riflessioni, confronti, critiche, problemi, poi un interessante dibattito che spesso ha rilevato l’assenza di finanziamenti

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dall’alto e quindi all’impossibilità di agire ; mentre tutto ciò si accavallava, sovrapponendosi in un calcolato disordine sono uscito per prendere un pò d’aria e per appoggiare lo sguardo su quell’ambiente straordinario dove il vigneto, seppure costituisca innovazione e ”alterazione” di un sito naturale che in origine ne era privo è sicuramente all’interno della trasformazione compatibile. Seduti al bar a pochi metri

Nelle immagini da 1 a 7: complesso di Villa Bertoldi a Negrar (VR), le cui origini risalgono al 1400, costituisce un unicum tra architettura storica e paesaggio dove i segni dell’uomo, della storia e della natura si sovrappongono e si stratificano in uno straordinario sito. La cultura che tracima da ogni pietra, da ogni pianta e da ogni contesto è oggi in simbiosi con l’attività economica che trova vita in quei luoghi e dà vita a quei luoghi all’insegna della compatibilità e del rispetto. L’Azienda Agricola dei f.lli Recchia vuole far risorsa della cultura e per questo si sta impegnando ad attuare il riuso del complesso coniugando conservazione dell’architettura, conservazione del paesaggio e sostenibilità. Nelle immagini sono ritratte le limonaie, le barchesse e gli annessi rustici prima dei lavori, in alcune fasi di cantiere e a lavori quasi conclusi.

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dalla chiesa dove si svolgeva il seminario c’erano una decina di turisti di mezz’età che si ristoravano perché sembravano un pò affaticati; erano discreti, attenti all’intorno, informali, leggevano e analizzavano il contesto ambientale che li avvolgeva, si chiedevano come mai l’i-phone non riconosceva i monumenti del centro storico, ecc.; erano tipi sportivi, diversi in tutto dal turista intruppato e telecomandato che affolla le Immagine 3


città monumentali, davano l’idea di turisti di spessore, quelli intelligenti che decidono loro dove andare e cosa vedere… non l’agenzia di viaggi! Chiedo da dove vengono e come mai son lì e come sono finiti in quel paesino che io stesso non avrei mai visitato o trovato se non mi avesse portato lì un amico. Erano australiani che facevano un bike tour tra le colline del Barolo, organizzato in tutto da una società australiana che s’interessava di proporre i tracciati, organizzare pernottamenti e vitto (comprese le enodegustazioni), trasporto bagagli, ecc. e… faceva pagare circa 600 euro al giorno… compreso tutto. Rientro al convegno e illustro ai colleghi quel caso di “valorizzazione compatibile” e a misura del paesaggio. In effetti, mi spiegano, quello è un turismo in forte crescita che si muove tra i vigneti, i corsi dei fiumi, le dolci vallate, i monumenti, i piccoli borghi e le cantine e sul quale delle società ricavano utili fornendo servizi; in pratica

Immagine 5

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un esempio straordinario di ciò che stavamo dibattendo. I tour in bici, come quelli a piedi sono esempi nuovi e originali di creatività applicata ai beni culturali e paesaggistici; creano e cercano un turista di spessore culturale, propongono esperienze anche sensoriali nel rapporto con il paesaggio allargandone le percezioni , implementano i valori che il paesaggio può offrire, portano flussi di turismo non banale e di massa ma di elite e generano quindi

una filiera lunga economica. Si pensi in questo senso al Cammino di Santiago che è nulla sotto il profilo storico culturale (rispetto al paesaggio italiano) ma è solo spirituale e religioso eppure raccoglie migliaia di pellegrini-turisti ogni anno e migliaia di esercizi commerciali ci lavorano. Questa è appunto la valorizzazione compatibile, (quella sconosciuta ai vertici ministeriali del MiBac) che è micro e diffusa, che produce una crescita progressiva dei soggetti coinvolti, che fa conoscere il territorio e la cultura locale nelle sue articolazioni e nei suoi dettagli, che è ecologica e a misura, che rispetta e conosce, e che è quindi segno di maturità e di sensibilità per i valori del paesaggio. Quanti di questi turismi colti, rispettosi ed ecologici si possono “inventare” nella nostra Italia? Infiniti! Perché infiniti sono i siti, i contesti, i borghi, gli elementi monumentali o paesaggistici che un percorso intelligente di valorizzazione potrebbe connettere. Ci sono la

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natura, i beni culturali, la cultura del bere e del mangiare, l’accoglienza che noi sappiamo offrire. Da citare sono le molteplici iniziative di Angelo Verderosa che con piccoli paesi (https:// piccolipaesi.wordpress.com/ tag/angelo-verderosa/) porta turismo e risorse nei borghi dell’appennino irpino proponendo esperienze di conoscenza che vanno oltre il semplice godimento visivo, perché sono momenti di conoscenza dell’ambiente e che fanno “sentire” il paesaggio in modo completamente diverso e più intenso. Percorrere in pullman o in auto gli stessi luoghi è altra cosa, li non si colgono gli odori, i rumori, le diverse temperature che in ogni tratto il paesaggio presenta, li si è separati da un vetro, si è in ambiente climatizzato così della natura si percepisce solo l’aspetto estetico, come un quadro. Percorrerlo a piedi o in bicicletta consente invece un arricchimento assai più intenso. Queste riflessioni mi portano al caso della famiglia Recchia che, con la Società Agricola Palazzo Bertoldi-Stefani, ha deciso di valorizzare il com-

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plesso di Villa Bertoldi, sito di grande rilievo monumentale e paesaggistico immerso nei vigneti di loro proprietà. Il paesaggio, i giardini, i percorsi e l’edificio erano abbandonati da anni, versavano in avanzato stato di degrado poiché nessuno nel mondo imprenditoriale ne aveva colto i valori, i caratteri peculiari e soprattutto le potenzialità di valorizzazione ampia che il sito conteneva. Questa mancanza di visione delle opportunità che un riuso corretto può conferire al bene storico è purtroppo caratteristica della maggioranza degli operatori privati e pubblici italiani; così il patrimonio deperisce, non tanto per l’assenza di fondi, ma per l’assenza di una

L’arch. Feiffer con alla sua sinistra il sig. Roberto Recchia e a destra il sig. Riccardo Guido Recchia, durante una riunione nel cantiere di Villa Bertoldi.

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visione economica (compatibile) del patrimonio culturale, e per la conseguente mancanza della capacità di coniugare in modo rispettoso cultura storico-architettonico-paesaggistica e il necessario sviluppo commerciale-economico. Lo studio Feiffer & Raimondi, in accordo con la famiglia Recchia, ha studiato e redatto un progetto di conservazione e riuso compatibile del complesso che comprende la realizzazione di grandi volumi interrati utili a dare supporto pratico e funzionale al monumento e che non stravolgono il paesaggio. La Villa, i suoi annessi rustici, le limonaie e i giardini diverranno così la sede e la cornice di attività aziendali e culturali che valorizzeranno l’azienda e i suoi prodotti vinicoli e il paesaggio. Il progetto in corso si configura quindi sia come esempio di riuso conservativo e compatibile di un monumento e del paesaggio che lo racchiude sia di come sia possibile valorizzare e far rendere economicamente i monumenti. L’obbiettivo dell’Azienda è stato per far sì che la “terra”e il monumento architettonico diventassero la cornice “cul-


Immagini 8 e 9: fa parte del complesso monumentale di Villa Bertoldi anche un piccolo oratorio, che, per volontà della proprietà, è stato il primo edificio su cui sono stati effettuati i lavori di conservazione. è stato necessario risanare le pareti, restaurare e integrare gli intonaci esterni e manutenere la copertura. Nelle immagini è visibile la facciata della chiesa prima e dopo i lavori.

turale” dei frutti del loro lavoro; puntando sulla connessione tra il vino e gli altri valori storico-artistici-paesaggistici del particolare sito monumentale il binomio ne sarebbe uscito rafforzato così il vino non sarebbe più stato solo da degustare in base alle sue caratteristiche enologiche e i criteri del gusto (come potrebbe essere per un altro buon vino australiano o californiano) ma sarebbe stato un tutt’uno con i valori della storia, della cultura, della tradizione, dell’arte, dell’architettura di quel magnifico e singolare contesto della Valpolicella. Con il coraggioso investimento economico, di energie, di idee e di tempo nel bene, la proprietà ha pensato di legare l’enologia alle particolarità del paesaggio dei colli veronesi e alla storia dell’architettura che nella vallata hanno prodotto eccellenze monumentali uniche. Il fine è quello di valorizzare il contesto, riusando in modo conservativo e compatibile i monumenti per dare contemporaneamente grande impulso alla filiera lunga delle eccellenze enogastronomiche. Anche la

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visita turistica del sito monumentale s’inserirà a pieno titolo in questo programma di valorizzazione. Il progetto si divide in due fasi: La prima, attualmente in fase di completamento, riguarda la porzione sud del complesso che comprende barchesse, limonaie, barricaia, annessi rustici e il grande parco-terrazza che guarda la valle. La seconda fase riguarda il corpo principale e più antico della Villa monumentale e la realizzazione a nord di questa, di un interrato comprensivo di parcheggio e spazi funzionali di pertinenza dell’attività dell’azienda agricola. A conclusione della prima fase, gli spazi del complesso saranno utilizzati per ospitare eventi di carattere culturale, cene a tema, scuola di cucina, degustazioni enologiche, oltre ad altre attività che tradizionalmente si svolgono nelle ville e nei palazzi storici quali matrimoni

e convegni. Una volta conclusi anche i lavori relativi alla seconda fase del progetto, saranno trasferite a Villa Bertoldi una delle sedi operative aziendali e un punto vendita vinicolo. Completano il disegno del riutilizzo compatibile le attività di accoglienza e ricettività che saranno attivate all’interno degli spazi della Villa, oltre che la possibilità di visitare il monumento e di fruire del paesaggio dal punto di vista privilegiato di cui gode il complesso. A concludere il progetto di valorizzazione del paesaggio, è in fase di studio e di progetto la realizzazione di un percorso pedonale immerso nel verde di boschi e vigneti che collega il complesso monumentale alla sede principale e operativa dell’azienda, sita poco distante. La realizzazione di tale percorso consentirà ai visitatori di muoversi nel paesaggio e di comprenderlo appieno rimanendo in un contesto di turismo enogastronomico sostenibile e compatibile. Immagine 9

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Dott. Pietro Liuzzi, Capogruppo F.I. Commissione Senato Istruzione e Beni Culturali Componente Commissione Senato per le Politiche Unione Europea

Iniziative

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Occorre un piano per la tutela dei trulli pugliesi

L

a Murgia dei Trulli è il singolare luogo delle architetture in pietra a secco. I trulli, incantevoli costruzioni dalla base quadrata e dal tetto conico, sono l’elemento paesaggistico dominante, la chiave di lettura del territorio, la cifra misteriosa che decodifica il linguaggio dei segni. E sono tracce di passaggi storici, antropologici, sociali. I luoghi segnati dalle “chiancarelle” disegnano un’enclave circoscritta a dodici-quattordici centri urbani con relativi

agri. Le “chiancarelle” sono lastre lapidee di roccia calcarea, abbondante nella sub-regione centrale della Puglia. Per la facilità ad essere lavorate con netti colpi di accetta, queste pietre vengono tuttora utilizzate per dare un provvidenziale tegumento ai trulli ed ai tetti delle masserie, dei ricoveri (denominati “jazzi”) degli animali da cortile e da elevamento, alle deliziose cappelle rurali. I santi e le Madonne di campagna si alternano in affre-

Il Senatore Piero Liuzzi

schi, in tele e statue su per i saliscendi delle colline murgiane.


Nei mille paesi della Valle d’Itria - con epicentro Alberobello, Locorotondo, Martina Franca, Costernino, Noci - le chiancarelle coprono anche le falde delle architetture spontanee dei centri storici, che, viste dall’alto, paiono un tramato di viuzze e slarghi improvvisi, un dedalo di vicoli e di piazzette: qui domina il bianco sulle pareti esterne delle case, degli edifici su due-tre piani, con ripide scalinate di accesso, balconi aggettanti barocchi e piante lussureggianti. Tanti fiori alle finestre della valle, quasi un rimmel alle occhiute case linde di calce bianca. A Noci (Ba) l’intrico di casette disegna le corti che

i residenti chiamano “Gnostre” volendo indicare col latino “claustrum” la forgia parzialmente chiusa del sito. Nelle “gnostre” il privato gelosamente custodito si apriva alle confidenze del pubblico, ovvero del vicinato, sempre prodigo a condividere gioie e dolori degli uomini e delle donne, dei piccoli abitanti e degli anziani del popolo. Oggi, i claustri si vanno spopolando, ma tuttora si intravede nella loro conformazione la familiarità delle frequentazioni e l’antica attitudine a socializzare. E sopra ogni cosa, a dominare i panorami dai tetti e dei tetti, si scorgono le tegole-chiancarelle che il tempo ha colorato di grigio e su cui spesso si arrampicano i licheni ed il muschio. Infili lo sguardo nell’orizzonte e di nuovo appaiono i trulli e le candide masserie pugliesi.

Molte sono dirute, cadenti. Altre invece, recuperate e rigenerate, costituiscono centri di produzione agricola. Altre ancora, dalle forme gentili e dai colori pastellati, rappresentano il riuso, la nuova destinazione: turistica, ricettiva, dedita ai soggiorni ecocompatibili. Un mix di finzioni quindi contraddistingue la Murgia dei Trulli, ne segna l’evoluzione funzionale e culturale. In queste contrade finalmente comprendi il valore del binomio città-campagna. Al triste fenomeno dell’abbandono è rivolto il tentativo di attirare l’attenzione delle istituzioni, dallo Stato alla Regione Puglia, dai Comuni alle comunità socio-economiche murgiane. La famosa Alberobello è meritatamente riconosciuta patrimonio universale, sito Unesco e monumento nazio-

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nale dagli inizi del Novecento. Un unicum paesaggistico. Un concentrato di trulli che fanno della cittadina un luogo naturalmente fiabesco, un “topos” di architetture e di relazioni, di esperienze costruttive e di saggezza popolare. Tutto questo va tutelato! All’immenso patrimonio di costruzioni in pietra a secco e’ dedicata l’azione promozionale della conoscenza e

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della salvaguardia attuata all’interno del Senato tramite un “Ordine del giorno” approvato alla fine dello scorso anno e fatto proprio dal Governo su mia iniziativa. In qualità di componente della settima commissione di Palazzo Madama (istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica) ottenni già il beneplacito dell’allora ministro Massimo Bray, mio conterraneo e so-

stenitore della fantasmagorica Notte della Taranta Notte della Taranta con i suoi pirotecnici ritmi di “pizzica”. “Quando il provvedimento di legge arriverà al Senato mi farò carico di segnalare al Ministro l’impegno alla tutela dei Trulli destinando risorse per il censimento, la catalogazione, il recupero e la valorizzazione di questo immenso patrimonio di architetture rurali”. “Occorrerà predisporre un piano, redigere un protocollo di intenti, un vademecum d’uso, coinvolgendo i privati, dando alle soprintendenze l’alta sorveglianza, mettendo in rete le esperienze e le volontà degli abitanti della Valle”. Solo così i coni lillipuziani torneranno a vivere a beneficio dei contemporanei e delle future generazioni


/quorestore www.mafrat.com

I negozi “Quore” sono dei veri e propri “Factory Stores” in cui sono presenti i brand che Mafrat produce e distribuisce.

Il filo diretto tra l’azienda e il consumatore finale assicura maggiore convenienza e garantisce la qualità che da sempre caratterizza i prodotti Mafrat.

Putignano - Altamura - Avellino - Barberino - Barletta - Brindisi - Campobasso - Casamassima Civitanova - Como - Copertino - Fidenza - Foggia - Francavilla - Galatina - Grosseto - Lecce - Lucera Manduria - Manfredonia - Matera - Mesagne - Messina - Monopoli - Milano - Nardò - Paterno’ 73 Pescara - Potenza - Riccione - Rossano - Rovereto - San Benedetto - San Severo - Taranto Termoli - Trani - Valmontone. Prossime Aperture: Gallarate - Gallipoli - Vibo Valentia


di Sebastiano De Corato Presidente Movimento Turismo del Vino Puglia

Sinergie

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Il Consorzio “Movimento Turismo del Vino Puglia”

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ra i settori trainanti dell’economia pugliese che negli ultimi anni hanno contribuito allo sviluppo economico e all’affermazione di una immagine positiva della regione, il comparto vinicolo e quello turistico sono tra loro molto legati e raggiungono la simbiosi con l’enoturismo, la visita turistica dei territori di produzione vinicola. Molto di recente la rivista americana “Wine Enthusiast” ha inserito la Puglia tra le “Top Wine Destination 2013”, le 10 più interessanti mete nel mondo per gli enoturisti, al fianco di altre destinazioni d’eccellenza come Mon-

terey-California, Willamette Valley-Oregon e Long IslandNY in USA, Rioja in Spagna, Douro in Portogallo, Hunter Valley in Australia, Danubio in Austria, Stellenbosch in Sud Africa e Val de Vinhedos in Brasile. Si tratta di un prestigioso riconoscimento che ha premiato la capacità della Puglia di sviluppare e offrire un turismo qualificato e destagionalizzato legato al territorio visto nel suo insieme e avente come filo conduttore uno dei grandi prodotti di questa regione, il vino. E’ la bellissima campagna pugliese a diventare prota-

Sebastiano De Corato

gonista; un non-luogo vissuto, curato e mantenuto produttivo dai suoi abitanti, che diventa il filo conduttore che unisce il mare e i trulli, i paesi bianchi e le chiese barocche e che esprime tutta la grande l’energia della Puglia. La rivalutazione delle masserie e la loro trasformazione in luoghi di charme, lo sviluppo di una ristorazione di qualità e la riscoperta e valorizzazione dei prodotti tipici locali hanno arricchito l’offerta turistica di


una Puglia che condisce i suoi luoghi da cartolina con un’aura rurale che colpisce il visitatore. E in queste campagne che svolgono un ruolo di primo piano delle aziende vitivinicole che, accanto alla produzione di vini di grande qualità e carattere che raccolgono successi di critica e di mercato in tutto il mondo facendo emergere distretti enologici importanti come quello del Salento, della Messapia e di Castel del Monte, sono diventate vere e proprie Sentinelle del Territorio, pronte a valorizzarlo raccogliendone le energie e trasmettendole con i propri vini in tutto il mondo fino a diventare poli di attrazione turistica. Le cantine, prima luoghi chiusi di produzione di un liquido affascinante ma misterioso, sono oggi sempre più attrezzate ad accogliere gli enoappassionati e sempre più consce del loro ruolo nella

valorizzazione del territorio, prima in modo forse inconscio e singolarmente, oggi comprendendo l’importanza della cooperazione e della necessità di fare sistema. In questo percorso il Movimento Turismo del Vino Puglia da oltre quattordici anni, con eventi di rilievo nazionale come Cantine Aperte, Calici di Stelle o Benvenuta Vendemmia, pubblicazioni, fiere ed eventi in Italia e all’estero, si è reso protagonista di una rivoluzione culturale ed economica senza precedenti ha svolto aggregando i vignaioli pugliesi che che credono

nel potenziale del turismo del vino, vogliono sviluppare la cultura dell’accoglienza e si sentono protagonisti di un circolo virtuoso che comincia a produrre effetti importanti sul territorio. Il consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia, federato al Movimento Turismo del Vino Italia, è diventato luogo di incontro, di confronto e proposta di 47 aziende vinicole di tutta la regione, dalla Daunia al Salento. Presidente del Consorzio è Sebastiano de Corato, titolare delle Cantine Rivera di Andria, punta di diamante nell’a-

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rea di produzione di Castel del Monte e direttore è Vittoria Cisonno, già presidente dell’associazione e attiva protagonista dei successi di questi anni. Il Movimento Turismo del Vino è diventato negli anni punto di riferimento e partner affidabile per gli Assessorati al Turismo e alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia sui temi dello sviluppo del territorio e del turismo. Ecco perché oltre agli eventi istituzionali di stampo prettamente enoturistico, giocano un ruolo fondamentale altre attività promozionali organizzate in collaborazione o con il supporto della regione fra le quali la partecipazione a fiere (Bit, Prowein, Vinitaly), organizzazione di workshop commerciali (Wine&Land in Puglia, Taste&Buy nell’ambito di Vinitaly), realizzazione

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di prodotti editoriali (GiraPuglia) ed educational rivolti a stampa, opinion leader, buyer e tour operator.

Il Movimento Turismo del Vino Puglia ancora una volta darà il suo contributo al successo della sua regione.


Slow Economy e Ristorante Aputia sono partner de “La voce del silenzio - The show�

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Punti di vista

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Punti di distribuzione Bruxelles • Petit rue au beurre, 12 - Ristorante “La Capannina” a due piani nel centro storico, strada che immette nella fantastica “Grand Place” della città belga sede del Parlamento Europeo, con cucina italiana rivisitata al gusto francese e clientela internazionale, primo ristorante italiano in città fondato 50 anni fa da una giovanissima e tenace Anna Bianco emigrante da Noci in Puglia.

Dublino • 208 Lower Rarhmines Road, Dublin 6 - ristorante pizzeria “Il Manifesto”. Infotel: 353 1 496 8096 - m a n i f e s t o r e s t a u r a n t @ gmail.com - www. manifestorestaurant.ie - In Irlanda una vera pizza napoletana, fatta da Salvatore di Salerno che, se è in vena, fa pure il giocoliere con l’impasto, è un miraggio che pure in Italia sarebbe raro.

• Lower Ormonde Quay, Dublin 1 - ristorante pizzeria “Bar Italia”. Infotel: 353 1 874 1000 info@baritalia.ie www. baritalia.ie. Fa onore alla cucina italiana nel mondo, ottimi primi, ottima piz-

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za, squisita la frittura di calamari e gamberi.

ogni stanza dedicata ad un paese del mondo che produce cioccolata, un museo incredibile. Milano • Ristorante l’”Osteria dei Pirati” - via Fogazzaro, 9 del noto presentatore TV Marco Predolin che offre fantastici menù a base di pesce con musica dal vivo

• Upper Merrion Street, Dublin 2 - “Merrion Hotel” - www.merrionhotel.com. Nel centro storico si nota l’eleganza già dal portale d’ingresso, di fronte al palazzo di governo irlandese. Creato dalla fusione di 4 antiche case in stile georgiano si sviluppa attorno a 2 giardini del XVIII secolo.

Torino • via Santa Chiara, 54 - Ristorante “Asian Fusion”. infotel: 338 8194846. Nel quadrilatero romano non lontano dalla Mole Antoneliana ottime cucine tipiche malese, cinese, giapponese ed Italiana, con pietanze fedeli alle tradizioni ed ai gusti originali, crocevia culinario tra oriente ed occidente. Cuneo • Santuario di Vicoforte - Ristorante albergo “CioccoLocanda” - via F. Gallo,19. infotel: 0174 563312. Website: www.cioccolocanda.it. Del grande artigiano della cioccolata Silvio Bessone

• Residence “Abbadesse Resort” - via Oldofredi e via Abbadesse antico monastero fra i grattacieli del nuovo Quartiere della Moda, Isola di Porta Nuova, magistralmente gestito dal proprietario ing. Antonio Savia.

“Pola Residence” - via Pola Milano. Di fronte al nuovo grattacielo sede della Regione Lombardia, al centro del nuovo quartiere della moda meneghina, e vicino alla Stazione Centrale


Camisano Vicentino (VI) • Ristorante Locanda “Alla Torre da Zemin” - via Torerossa, 39/41 locale n.407 zona 4est infotel: 049 9065621. Nella torre di avvistamento del 1270 sul confine Vicenza/Padova, nei due piani della locanda un incredibile Gianfranco Zemin propone una cucina solo con prodotti di stagione e ingredienti del territorio, dalla “piramide di tartare di tonno su battuta di mango e avocado con salsa di limoni caramellati” alla “suprema di faraona”, indimenticabili i suoi risotti. Se lo si prega Gianfranco, forse, racconterà la storia di Occhi d’Oro e del cavaliere misterioso. Padova • “Q Bar” - vicolo dei Dotto, 3 infotel: 049 8751680. Nella centralissima piazza Insurrezione è elegantissima meta della movida chic padovana e ritrovo dei calciatori del Padova calcio. Dinner&Dance, cucina mediterranea e sofisticata musica live • “Osteria Barabba” - via Vicenza, 47. Marco offre la cucina delle osterie venete in un lounge space, a cominciare dall’ora dell’aperitivo, memorabile quello del mercoledì con ricco buffet, ottimo winebar infotel: 049 8716845 Parma • Ristorante “ I Tri Siochett” strada Farnese, 74/a. Squisiti “tortelli all’erbetta” piatto tipico parmense (grandi ravioli ripieni di spinaci annegati in burro fuso con Parmigiano) e torta fritta (detta anche “gnocchi fritti” nel modenese e nel reggiano, di origine longobarda, semplici sfoglie di pasta per pane fritte in olio che si gonfiano come pan-

zerottini vuoti all’interno) ottima per accompagnare il salame di Felino, il culatello di Zibello ed il prosciutto di Parma, oppure il Parmigiano Reggiano sorseggiando Lambrusco di alta qualità. Collecchio (PR) • Agenzia Viaggi “Tra le nuvole” - via Giardinetto, 6/I. Condotta con competenza e professionalità da Elena Bizzi. Città di Castello (PG) • Ristorante “La Taverna di Mastro Dante” - via Montecastelli Umbro/ Promano in località Coldipozzo, 45. E’ la patria dei prosciutti di montagna di Norcia infotel: 075 8648133

Soliera (MO) • “Hotel Marchi” - via Modena/ Carpi. Situato tra la patria dell’aceto Balsamico e la più bella piazza d’Italia (Carpi), all’incrocio fra l’autostrada adriatica nord/ sud e l’autostrada del Brennero che collega l’Austria ed il nord Europa . Quattro Castella (RE) • Ristorante Albergo “La Mad-

dalena” - via Pasteur, 5. Emilio ed Emiliano Montanari accolgono con simpatia ospiti da tutta Italia deliziandoli con salumi parmensi e Parmigiano Reggiano. • Resort B&B “Quattrocolli“ - Via Lenin, 81. Sulla collina tra Parma e Reggio Emilia offre una discreta raffinata ospitalità di lusso San Polo d’Enza (RE) • Ristorante “La Grotta” - via della Resistenza, 2/B. Sulla collina reggiana, fra stalattiti e stalagmiti in grotta con cucina tipica reggiana. Roma • Golf & Country Club “Parco di Roma” - quartiere Cassia, via dei due ponti, 110. Progettista P.B.Dye per un 18 buche “par72” infotel: 06 33653396, direttore architetto Giuseppe Miliè, progettista di campi da golf in tutto il mondo. • Ristorante “Ristovino” quartiere Prati - via Durazzo, 19. Nei pressi dell’emittente televisiva nazionale LA7, è anche caffetteria per ottime colazioni mattutine ed enoteca ben fornita per pranzi o cene che vanno dai tipici piatti romani come gli “gnocchi freschi ai 4 formaggi” a quelli napoletani. Sant’Agata sui due Golfi (NA) • Ristorante albergo “Don Alfonso dal 1890” - corso Sant’Agata, 11/13. Nel cuore della penisola sorrentina si affaccia sul Golfo di Salerno, è considerato tra i primi dieci migliori ristoranti d’Italia, condotto da Alfonso Iaccarino, chef internazionale, che vi ha aggiunto un albergo e la scuola di cucina con showcooking.

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Orsara di Puglia (FG) • “Piano Paradiso” ristorante. Peppe Zullo noto chef internazionale, riceve ospiti da tutto il mondo. Infotel: 0881 964763 Torre Canne (BR) • Masseria San Domenico e Golf Club. Struttura composta dalla prestigiosa masseria San Domenico e da Borgo Egnazia, resort di alta qualità apprezzata anche da importanti clienti arabi e russi e dai divi di Hollywood, è munita di campo da golf a 18 buche fra gli ulivi secolari ed è affacciato sul mare

da Mosca di pellegrini cristiani ortodossi e, nel quartiere Palese hotel Parco dei Principi, di fronte al nuovo aeroporto Karol Wojtyla, modernissimo e dotato di tutti i confort per clientela business, entrambi della famiglia del vicepresidente Federalberghi di Bari, Antonio Vasile. • Villa Romanazzi Carducci - via Capruzzi, 326. Albergo resort elegante e con architettura di prestigio circondata da splendido parco in pieno centro cittadino, diretto dalla famiglia dell’imprenditore ing. Lorenzo Ranieri, è dotato di suggestive sale convegni sparse nel giardino ed offre la cucina del noto chef prof. De Rosa. • Ristorante Terranima - via Putignani. Nella strada delle banche e della movida, è l’unico ristorante che conserva l’architettura antica, dalle “basole” del pavimento alla coorte che ricorda le piazzette degli artigiani dei secoli scorsi (presenti ancora solo nel centro storico) offre l’inimitabile cucina tipica barese, dalle “strascinate alle patate e cozze”, dalle mozzarelle ai dolci caldi con crema “sporcamuss”

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Polignano a Mare (BA) • Resort & SPA Borgobianco - Contrada Casello Favuzzi. Moderni arredi interni in una struttura esterna a masseria, intonacata a calce bianchissima che si specchia su di una immensa piscina con idromassaggio, che compone la “Salus per acquam” insieme al centro benessere interno “Unica”. Cinque stelle meritate come meritata è stata l’elezione a presidente “Associazione Albergatori Polignano” di Roberto Frugis socio e marketing manager. Tel: 080-8870001 • B&B dei Serafini - piazza Vittorio Emanuele, 43. Riduttivo chiamarlo B&B perché si tratta di un eccezionale albergo diffuso nel centro storico della città di Domenico Modugno. Sporgendosi dalle case costruite sulla scogliera a picco sul

Bari • Barialto Golf Club. Storica club house pugliese con importante campo da golf.

• Hotel Boston - via Piccinni, 155. A 5 minuti dal centro storico e dalla Basilica di San Nicola, meta

• Hotel Oriente, nel centralissimo Corso Cavour al numero 32, un 4 stelle di lussuosa eleganza, ospita da gennaio 2013 la Golf Club House “Porta d’Oriente”, punto d’incontro al Sud Italia di giocatori ed eccellenze della moda e dell’enogastronomia.

• Radicci Automobili S.p.A. - Via Amendola, 146. Concessionaria Ferrari e Maserati per il Sud Italia ora Concessionaria anche per la dorsale adriatica con la nuova sede di Ancona. Il Gruppo Radicci a Bari, è anche prestigiosa Concessionaria Jaguar e Land Rover.


mare sembra proprio di ascoltare “Volare” o “Nel blu dipinto di blu” onde sonore che da Polignano hanno raggiunto ogni angolo del globo. Putignano (BA) • Proloco - piazza Plebiscito,1. Nel centro storico della città patria degli abiti da sposa e del Carnevale più antico e lungo del mondo. • Fondazione Carnevale di Putignano. via Conversano, 3. • Osteria “Chi va piano” - Via Monache, Putignano, 0802373445 - cell. 3932378898. In un vicolo nascosto di Putignano, Stefano Guglielmi, ex macellaio, ha creato una locanda di eccellenza. Con il suo staff cucina solo teglie di terracotta in un enorme camino utilizzando solo eccellenze enogastronomiche fresche di giornata. Il suo motto è “cibo e vino per andare lontano”.

• B&B “San Domenico” - Estramurale a Levante, 4 - 70017 Putignano (BA) - Cell. 3332284769 - info@bebsandomenico.com. La struttura è in un angolo pittoresco della città, a pochi passi dalla Chiesa di San Domenico con vista sul campanile,

nei pressi di Porta Barsento e dell’interessante centro storico. La struttura è gestita in maniera esemplare da Vincenzo Gigante: la sua gentilezza e le sue attenzioni vi metteranno a vostro agio, facendovi sentire in famiglia. • Agenzia Viaggi Netti - via Tripoli, 63. La signora Netti organizza viaggi in tutto il mondo, pur in tempi del “fai da te via internet”, con una costante ricerca del prezzo più basso col massimo della qualità e della garanzia, facendo inoltre incoming turistica in Puglia con educationals tours, showcooking ed itinerari guidati in posti unici ancora sconosciuti ai grandi tours operators. Noci (BA) • Ristorante “L’antica Locanda” - via S.Santo, 49. In una “gnostra” del centro storico meta di turismo internazionale a novembre per “Bacco nelle gnostre”, di Pasquale Fatalino, chef noto in trasmissioni RAI, che prepara orecchiette con fave e cime di rape ed incantevoli braciole di carne al sugo. in-

Da sinistra: Ignazio Capasso (imprenditore nel campo della plastica), Saverio Buttiglione, lo chef Pasquale Fatalino e Pino Sguera (Presidente di Teleregione) davanti al ristorante Antica Locanda di Noci

dimenticabili come dimostrato dai personaggi del mondo dello spettacolo che lo raggiungono apposta in ogni momento dell’anno.

• Ristorante “Il falco Pellegrino” in località Montedoro a Noci, immerso nella campagna della Murgia pugliese, fra antiche masserie, nel quale lo chef Natale Martucci prepara primi indimenticabili, secondi di pesce fresco o tagliate di manzo podolico, con attenta scelta dei migliori vini regionali.

Conversano (BA) • Ristorante “Savì” - via San Giacomo. Condotto dallo chef Nicola Savino, già chef a Dallas dove ha servito al presidente Bush ed al famoso cantante Frank Sinatra le polpette al sugo pugliesi. Qui ha inventato le crepès pugliesi, panzerottoni (dolci o salati) ripieni di leccornie regionali. Turi (BA) • Ristorante “Menelao” - via Sedile, 46. A Santa Chiara in un palazzo signorile del 1600 nella cittadina custode dell’”oro rosso”, la Ciliegia Ferrovia. Aperto da Michele Boccardi che dopo la laurea in economia e commercio e l’abilitazione di commercialista è diventato Marketing Manager alla Scuola di Economia & Turismo di Londra. Visto il successo ottenuto dall’aver trasformato

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la masseria fortificata di famiglia “Menelao”, sulla strada per Rutigliano, in eccellenza per la banchettistica, i ricevimenti, le cene di gala ed i meeting, con “Santa Chiara” affronta la sfida della cucina di alta classe internazionale. Dispone di un’ottima cantina di vini ed offre prodotti tipici, sia nazionali che d’oltremare, dai cappelletti con cicoriella campestre su letto di fave alla costata di manzo podolico della Murgia non disdegnando però il salmone Balik norvegese o la costata di manzo della val di Chiano della Toscana. Infotel: 080-8911897. Castellana Grotte (BA) • “Palace Hotel Semiramide” via Conversano. Affascinante albergo immerso nella natura, accanto al parco dei dinosauri in cartapesta, ospita anche la sede italiana dell’Università Europea per il Turismo, a cinque minuti dalle famose Grotte che richiamano visitatori da tutto il mondo per gli affascinanti percorsi carsici sotterranei lunghi chilometri, famose per le eccezionali stalattiti e le stalagmiti della “grotta bianca”. • Ristorante e braceria “Le Jardin Bleu Belle” - via Firenze. Affascinante struttura in legno costruita su quella in pietra dell’antico bar della villa comunale, creandone un unico ambiente che guarda dalle vetrate le cime degli alberi che la circondano mentre si gustano squisiti piatti tipici pugliesi. Alberobello (BA) • Ristorante “Casanova” - via Monte San Marco, 13. Ricavato in un antico frantoio ipogeo sotterraneo in pieno centro fra i trulli patrimonio UNESCO. I soci Ignazio Spinetti (presidente

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sostenibile. Questo GAL comprende i comuni di Alberobello, Putignano, Castellana Grotte, Turi, Sammichele, Noci, Gioia del Colle.

Associazione Ristoratori Alberobello) e lo chef Martino Convertino offrono l’ottima cucina tipica pugliese indescrivibile a parole perché semplicemente da gustare in silenzio. • Museo del vino Antica Cantina Albea - via Due Macelli, 8. Unico completo museo del vino pugliese produce vino anche per il Vaticano, è la storica cantina che prima dell’unità d’Italia inviava, dalla vicina e collegata stazione ferroviaria, i propri vini per tagliaree migliorare quelli di Bordeaux in Francia. Produce “Lui” negramaro in purezza affinato in barrique primi 12 mesi. • Condotta Slowfood “Alberobello e Valle d’Itria” - via Sisto Sante, 5. Fiduciario Francesco Biasi, promotore dei presidi “salame Capocollo di Marina Franca” (ingrediente delle famose “bombette”), “Cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti” e “Pomodorino di oasi protetta Torre Guaceto”. • GAL Terra dei Trulli e di Barsento - Via Bligny, 23. Il primo Gruppo di Azione Locale fra quelli in cui, per zone omogenee, è stata diviso il territorio d’Europa, ad essere partito operativamente con gemellaggi in tutto il continente. I GAL sono un’iniziativa UE, che li finanzia col programma “Leader”, al fine di valorizzare le potenzialità dei territori integrando produzioni agricole, artigianali e di piccola industria per uno sviluppo

Andria (BAT) • Ristorante “Antichi Sapori” contrada Montegrosso. Pietro Zito importante chef internazionale offre la cucina tradizionale pugliese e le antiche erbe ed ortaggi riscoperti e curati nell’immenso orto che ha costruito e nel quale lavora tutta la contrada.

• Cantina Rivera con annessa sala di degustazione, condotta dal presidente di “Movimento Turismo del Vino” Sebastiano De Corato, produce il famoso “Falcone Rivera”. Corato (BA) • Cantina Torrevento condotta dal prof. Francesco Liantonio presidente della “Strada dei vini Castel del Monte” guarda lo splendido maniero ottagonale dell’imperatore Federico II di Svevia “Stupor Mundi” patrimonio UNESCO, dove produce eccellenti vini. Crispiano (TA) • Masseria Resort “Quis Ut Deus”. Una delle inimitabili “Cento Masserie di Crispiano”, affascinanti masserie in pietra e tufo, ristrutturate per resort di livello e aziende agricole di prodotti tipici quali olio extravergine d’oliva e prodotti caseari.


Fasano (BR) • Tenuta Monacelle - Selva di Fasano. Antico monastero di monache del 1700 fatto di trulli, ognuno adibito a stanza d’hotel, con affianco parco nel quale sono ricavate modernissime stanze d’albergo costruite in tufo. Si affaccia dal monte Selva sui sei milioni di ulivi secolari che lo distanziano dal mare di Fasano. Savelletri di Fasano (BR) • Masseria Resort Torre Coccaro - contrada Coccaro, 8. Infotel.:080 4827992. Bianca e splendida sul mare, antica torre

di avvistamento della linea difensiva dalle scorribande dei Saraceni del XVI secolo, che andava dal Gargano al “finibus terrae” Santa Maria di Leuca. Non ci sono parole per descriverla, guardare sul web! La stessa famiglia Muolo possiede la collegata Masseria Torre Maizza infotel: 080 4827838. Un hotel a 5 stelle con campo da golf 9 buche executive “par27” costruito fra gli ulivi secolari ed affacciato sul mare. A Coccaro Golf Club il 4 novembre, festa della Vittoria dell’Italia nella grande guerra, l’Apulia Golf District dell’architetto Giuseppe Germano e Do You Golf di Ester Monacelli hanno organizzato per il Circuito “Eccellenza di Puglia 2012” la 2a edizione della gara Pitch&Putt, 18 buche stableford con 18 squadre e 36 giocatori.

Il buffet preparato dagli chefs della struttura è stato inimitabile. Masseria Torre Coccaro è risultata per il 2012 tra i migliori 10 Beach Hotel nella classifica di “Conde Nast Travel”. Ostuni (BR) • Grand Hotel Masseria Santa Lucia SS.39, km 23.5 località Costa Merlata. Incantevole resort sul mare sotto la città bianca di Ostuni, diretto da Bartolo D’Amico, presidente ADA Puglia, associazione direttori d’albergo. Cellino San Marco (BR) • Cantina Tenuta Albano Carrisi. Prestigioso albergo e ristorante ricavati nella masseria del padre del famoso cantante, don Carmelo, che da il nome al vino più prestigioso qui prodotto. • Cantina Due Palme. Con avveniristica sala convegni ricavata nella bottaia produce vini ormai famosi nel mondo e vincitori di primi premi al Vinitaly di Verona come il “Selva Rossa”. Salice Salentino (BR) • Cantina Conti Leone De Castris. Cantina ricavata nel palazzo dei conti Leone De Castris, dove è nato il primo vino rosè del mondo settant’anni fa,il “Five Roses”. E’ annessa al prestigioso albergo e ristorante di proprietà della famiglia. Lecce • Acaya Golf Resort - Strada per Acaya, km.2 località masseria S.Pietro. Infotel: 0832 861385. Splendido campo da golf rivisto e ristrutturato, anche agronomicamente, dallo studio di architetti “Hurdzan

Fry” per un 18 buche “par71” di 6192 metri, con ben sette ettari di specchi d’acqua, accanto al “Castello di Acaya”, costruito seguendo le nuove esigenze fortificatorie dell’epoca dovute all’affermarsi delle armi da fuoco ed ora esempio di moderno restauro. L’albergo resort della catena Hilton è costruito nel ricordo stilistico degli antichi monasteri con una grande piscina esterna ed un’importante SPA di ben 1200 metri quadri. Bari • Eataly Bari - Lungomare, ingresso monumentale Fiera del Levate: Oscar Farinetti ha voluto portare in Puglia Eataly per il sudItalia, affittando e ristrutturando la parte monumentale della Fiera del Levante, facendo affacciare i ristoranti sul lungomare di Bari, offrendo nel capoluogo pugliese le migliori specialità enogastronomiche italiane, così come Eataly fa ormai in tutto il mondo.

Oscar Farinetti tra il Presidente del Consorzio DOP Pane di Altamura Giuseppe Barile ed il direttore Saverio Buttiglione

www.facebook.com/SlowEconomy - www.issuu.com/SlowEconomy 85


della Redazione

Miss Slow Economy

P

Elisabetta Ferrara

erito tecnico industriale, Elisabetta è la nostra Miss Slow Economy di Novembre, sia perchè è una ragazza che si impegna strenuamente nei lavori possibili in tempi di crisi economica epocale, sia perchè dal 2010 al 2013 si è dedicata alla progettazione di impianti tecnologici presso l’azienda “Calor Bari” e specificatamente a quelli per il riscaldamento, la climatizzazione estiva ed invernale, il solare termico ed il fotovoltaico, temi sensibili nella filosofia del nostro magazine che da sempre si spende nell’incentivare lo sfuttamento delle risorse energetiche pulite e rinnovabili. Fra i suoi impegni lavorativi Elisabetta ha fatto la maschera, l’accoglienza e l’assistente

di scena in alcuni teatri di Bari, l’asistente alle vendite in un centro commerciale e come la maggior parte delle sue coetanee è cresciuta tra scuole di danza e di canto, svolgendo

In primo piano Elisabetta Ferrara in compagnia del regista RAI e Mediaset Cino Tortorella e alla hostess Carmen Abbinante

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infine anche il ruolo di indossatrice. Ha collaborato al progetto “BARI Extra DiVino” in qualità di hostess. Attualmente gestice un’agenzia viaggi via web. SERVIZI MAKE UP MAKE UP SPOSA E CERIMONIA CORSI DI AUTOTRUCCO WORKSHOP SFILATE ED EVENTI www.ruthmakeup.it


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BARI - Sala Murat BARI 30 settembre / 1 - 2 ottobre

Extra Virgin Olive oil & Wine International Week 2014

Fortino S. Antonio BARI - Fortino S.Antonio 1515 - 16 - 16 ottobre ottobre

“ExtraDiVino” è un programma di marketing

“Extra DiVino” è un programma di marketing territorialerealizzato realizzatoinsieme insiemea a territoriale Milano Slow SlowEconomy EconomyeealalComune Comune Bari di di Bari con Regione Puglia, conil ilsupporto supportodidi regione Puglia che avrà come obiettivo EXPO 2015. che avrà come obiettivo EXPO 2015

Provincia di Bari

Comune di Bari

Organizzazione

Progetto realizzato con il88 contributo della Regione Puglia-Area Politiche per lo Sviluppo Rurale

Media Partner

Con il Patrocinio di

EXTRA DiVINO

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