SLOW ECONOMY 03

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SU CARTA PREZIOSA DA COLLEZIONE

ANNO 2 NUMERO 3 Marzo/Aprile 2013

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Sommario

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editoriale

creare valore aggiunto per un territorio a beneficio di tutti

l’industria grafica leader nella slow economy

il Consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia

un papa slow economy

tra prosciutti, salumi e vini: i Renzini

biografie di grandi personaggi italiani: Dante Renzini

tutta l’odontoiatria di qualità al servizio dei pazienti

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Sommario

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Il futuro dell’abito da sposa nella moda italiana

una leccornia slow economy

il petrolio italiano

la via francigena dell’agroalimentare incontra il golf

miss slow economy

punti di distribuzione


Editoriale

er la prima volta in Italia, a livello istituzionale da parte del Ministero per il Turismo, viene elaborato un piano strategico per lo sviluppo del turismo denominato Italia 2020, il cui obiettivo è quello di individuare linee guida per contrastare la perdita di competitività del Paese in questo specifico settore ed al contempo riconquistarne la leadership a livello europeo.

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Lo studio, presentato al Consiglio dei Ministri da Piero Gnudi , Ministro del Turismo e dello Sport nell' esecutivo tecnico formato e guidato dal professor Mario Monti, mette in luce i punti di vulnerabilità dell 'industria turistica che, pur continuando a rappresentare uno dei settori più importanti per il PIL, negli ultimi anni ha perso smalto e si trova ora dietro a Francia e Spagna. Fino ad oggi è mancato uno sforzo di questo tipo, forse anche perché il turismo è materiale di competenza regionale e dunque senza un presidio centrale forte. Si tratta del primo e del più importante aspetto da mettere in rilievo: il settore ha bisogno di una diversa governan-

ce perché è impossibile competere con successo a livello globale attraverso politiche frammentate e non coordinate tra loro. L'Italia è dotata di una quantità di risorse che possono essere valorizzate dal punto di vista turistico senza uguali: si ha dunque un vantaggio competitivo, ma non è possibile pensare di poter continuare a vivere di rendita. Oggi il settore è più complesso che in passato perché i clienti sono molto più diversi tra loro , più sofisticati , la qualità e l'organizzazione dei servizi turistici offerti, di conseguenza, risulta fondamentale poichè altri Paesi hanno compiuto ragguardevoli passi in avanti in tale direzione. Per cogliere tutte le opportunità del settore, che sono innumerevoli compresa quella del turismo golfistico, è necessario dotare il Paese di una strategia unitaria abbinata ad una offerta al passo con i tempi e le esigenze qualitative richieste dai nuovi flussi turistici provenienti dai BRICS. Strategia unitaria non significa però mancata valorizzazione dei diversi terri7


tori, ma piuttosto impiego razionale e coordinato in un contesto di risorse limitate e concorrenza agguerrita. Offerta moderna significa saper confezionare dei prodotti turistici che prendano in considerazione l' esperienza complessiva dell' utente, dal momento in cui inizia la prenotazione al momento in cui torna a casa e viene ricontattato in una ottica di fidelizzazione. Un altro aspetto molto importante è la scelta dei clienti a cui rivolgersi; a livello internazionale il turismo sta crescendo rapidamente, da 280 milioni di viaggiatori nel 1980 a circa 1 miliardo nel 2012 con previsioni di quasi 2 miliardi entro il 2030, e proprio dai viaggiatori internazionali l' Italia può attendersi il più elevato contributo alla crescita. Le azioni contenute nel piano possono portare un cntributo incrementale al PIL per un valore intorno ai 30 miliardi di euro nel 2020, come risultato della tenuta della spesa dei turisti italiani e di un incremento di quella degli stranieri, portando il PIL generato dal settore da 134 a 164 miliardi di euro ed un impatto sulla occupazione di 500mila nuovi posti di lavoro. Il turismo Made in Italy si dovrà rivolgere prevalentemente agli affluent provenienti da Europa, Nord America e Golfo Persico, si tratta di confezionare 8

una offerta coerente con la ricchezza ambientale, storica, culturale ed enogastronomica presente, puntando su quegli utenti che possano generare il maggior valore aggiunto, con una strategia coerente con le attuali e future capacità ricettive e le relative infrastrutture, ma che richiede un grande sforzo in termini di standard qualitativi della proposta venduta. Il piano indica sette linee guida molto precise, governance, rilancio dell' ENIT, offerta moderna, riqualificzione del ricettivo, infrastrutture e trasporti, formazione delle risorse umane ed attrazione di investimenti internazionali. Le azioni sono organizzate per velocità di implementazione e per impatto economico. Per la prima volta l' Italia possiede un piano ben strutturato e coerente, l'unica cosa che però potrebbe mancare, fondamentale per la riuscita dello stesso, è un cambiamento di atteggiamento nei confronti di questo settore da prte degli operatori e non solo. Per una serie di motivi il turismo è sempre stato considerato, implicitamente o esplicitamente, come un settore di serie B e non come un valore inestimabile ed ineguagliabile a livello mondiale sul quale contare per lo sviluppo del Paese. Per valorizzare questo immenso patrimonio, serve un cambiamento di at-

teggiamento, a partire dal Governo, il turismo va posto in cima al programma , sia perché può offrire occasioni di sviluppo impareggiabili, in particolare al Sud ed ai giovani , sia perché dà la possibilità di esaltare i territori e le culture presenti a livello nazionale ed invidiate da tutti. Sarà impegnativo, rchiederà sforzi importanti, ma è fattibile, a patto che il turismo venga preso sul serio, come accade normalmente in altri Paesi moderni e sviluppati. Il piano prevede entro 5 anni 61 interventi su ricettività, infrastrutture, formazione ed investimenti quali incentivi per rottamare i vecchi hotel, la creazione di due nuovi grandi poli turistici , sul modello della Costa Smeralda, nel Sud Italia, la dotazione di un portafoglio al competente ministero, la trasformazione della tassa di soggiorno in una di scopo per il turismo, la defiscalizzazione degli investimenti nelle strutture ricettive e l' impiego di parte degli introiti dei visti per potenziare ambasciate e consolati e rafforzare 30-40 siti italiani di grande valore strategico riconosciuto a livello internazionale. Stefano Masulli Direttore Responsabile “Slow Economy”



Saverio Buttiglione

Creare Valore Aggiunto per un territorio a beneficio di tutti: l’imprenditore Massimo Incagnoli

l dott. Massimo Incagnoli è il General Manager della Trade Management & Consulting con la quale supporta numerose aziende italiane nelle difficili sfide di competizione che

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IL DOTT. MASSIMO INCAGNOLI

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il mercato globale impone per il loro successo (e sempre più frequentemente per la loro pura sopravvivenza economico/ finanziaria). Ora il Gruppo Incagnoli ha

deciso di investire nell’ambizioso progetto Apulia Golf Destination che darà un formidabile valore aggiunto a questa regione, del quale potranno certamente beneficiare tutti, dagli amministratori pubblici alle imprese locali ai comuni cittadini. Questo progetto è la concretizzazione di quello che Slow Economy va predicando da mesi: il gioco del golf è il fil rouge che unisce incoming turistica importante all’offerta delle eccellenze dei territori, a cominciare dall’enogastronomia e dalla moda, in una cornice ambientale che, nel caso della Puglia per esempio, è unica al mondo ed è perciò inimitabile. Pur in un’era di inevitabili cambiamenti degli stili di vita, dovuti al crollo continuo, con effetto domino, delle certezze che ci davano sicurezza negli scorsi decenni, con risultati dirompenti nell’economia reale e quindi nei consumi, l’inizio di questo millennio ha visto lo sviluppo


di un nuovo modo di fare turismo, non più quello di visitare luoghi sconosciuti attratti spesso passivamente dalle offerte pubblicitarie e promozionali, quanto invece la richiesta del nuovo viaggiatore di “fare nuove esperienze”, richiedendo “nuovi prodotti turistici” che contengano qualità culturali, ambientali ed agroalimentari in aggiunta alla ormai scontata qualità, giustamente pretesa nei servizi di ospitalità, e cioè nel vitto, alloggio e nei collegamenti (aeroporti, strade e ferrovie efficenti), L’AGD (Apulia Golf Destination) proposta ai milioni di turisti/sportivi che di questa filosofia del viaggio sono stati pionieri, contiene tutti questi ingredienti che possiamo riassumere nel concetto the Puglia Golf Experience. AGD consolida l’offerta turistica integrata e la valorizzazione dei paesaggi dell’ospitalità con la creazione di un Circuito Golfistico Diffuso nell’”anfiteatro naturale” della Valle d’Itria pugliese, in perfetta armonia con gli archetipi storici rurali. Le Masserie, con la pietra elemento costruttivo primario, anche nei muretti a secco a confine delle

proprietà che tracciano i sentieri delle transumanze tra un pascolo e l’altro, insieme ad ulivi secolari e viti ad alberello, sono gli elementi distintivi dell’offerta turistica identitaria arricchita dal Gruppo Incagnoli con la contemporaneità di linguaggi e rappresentazioni inedite. Naturalmente questa capacità, espressa nel progetto, di coniugare la passione per l’ambiente ed il paesaggio con l’identità dei luoghi, qualificherà il golf come pratica eccellente di valorizzazione e fruizione territoriale. Se consultiamo l’Atlante del Paesaggio predisposto dal Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia l’area del Progetto AGD ricade all’interno dell’ambito di paesaggio n° 7, denominato “murgia dei trulli” , che comprende i territori della valle d’Itria coi suoi splendidi Trulli e la limitrofa piana costiera fitta di ulivi secolari. La caratterizzazione è la “campagna abitata”, rapporto diretto tra residenza (trulli e masserie) e produzione agricola di antica origine, oggi ben spendibile nel gradimento della nuova richiesta turistica. Il brand AGD è quindi un valore aggiunto nel brand Puglia che è già un must

di successo crescente in Europa e nel mondo. Nel progetto infatti sono inserite una decina dimasserie ristrutturate ad uso resort in una rete di circa 20 nuovi campi da golf (attualmente la Puglia conta solo 4 campi da golf a 18 buche!!), Già fruibili prossimamente la Masseria Tenente a Torre Canne (cittadina sul mare a circa 50 chilometri sia dall’aeroporto di Bari che da quello di Brindisi, famosa per le sue terme e vicino all’incredibile sito archeologico di Egnazia, porto d’imbarco, insieme a Brindisi, delle truppe crociate per Gerusalemme terminale della Via Francigena) e Masseria Tarturiello a Ceglie Messapica. Masseria Tenente è dotatata di resort hotel con Salus per Acquam, di residence con ville deluxe, di ristorante e di spiaggia attezzata su sabbia bianchissima, di maneggio e prevede quindi un campo da 18 buche a firma del campione Nick Faldo a ridosso sul mare con un percorso fra gli ulivi secolari. Masseria Tarturiello accanto al corpo centrale è dotata di un gruppo di trulli quasi fosse un borgo della incantevole città di Alberobello (sito Unesco) e pre-

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senta nell’enogastronomia del suo ristorante il “re dei salumi pugliesi”, il “Capocollo di Martina Franca”, che vede Ceglie Messapica fra i maggiori produttori nell’area indicata dal disciplinare DOP. Per comprendere la valenza di Apulia Golf District a beneficio anche dei prodotti tipici della regione e quindi dell’intera economia voglio ricordare che i turisti golfisti nel mondo sono 25 milioni, in Italia 1,8 milioni, per un fatturato mondiale nel mercato turistico di ben 28 miliardi di euro con circa 34.000 campi da golf e 64 milioni di praticanti, in Italia ci sono 385 campi dei 6.741 europei. Chi si sposta per praticare golf è un turista high-profile, con una buona capacità di spesa, e spende in media 74 euro al giorno per l’alloggio, ossia 20 euro in più rispetto al turista toutcourt, e per le attività correlate alla vacanza (visite culturali, escursioni, shopping, wellness, ecc,) genera una spesa media pro capite di 113 euro, a fronte dei 66 euro di media degli altri turisti. Inoltre la pratica del golf incentiva la destagionalizzazione turistica, preferendo luoghi dal clima mite tutto l’anno, come può offrire appunto la Puglia ponendosi in competizione con Marocco e Tunisia che hanno investito molto nella costruzione di nuovi campi da golf. Il turismo golfistico è quindi una leva significativa per 12

il segmento hospitality sia per la copertura temporale di tutto l’anno sia per la permanenza media che si attesta intorno ai 7 giorni per ciascun viaggiatore/ sportivo, posizionandosi inoltre sulla fascia alta da 4/5 stelle. Diventa però anche un volàno per tutta l’economia del territorio, che nel caso della Puglia può offrire prodotti del tessile/abbigliamento di alta sartoria unitamente alle eccellenze agroalimentari tipiche. Puglia Destination è già cominciata con la scoperta del turismo nazionale e poi estero delle favolose riviere marine a partire dal Gargano, per proseguire con la splendida Polignano a Mare e finire con le spiagge del Salento leccese. Ma ultimamente al mare si sono aggiunti, finalmente in periodi diversi dall’estate, luoghi ed eventi sempre più apprezzati dai turisti consapevoli, dalle masserie resort alle masserie di produzione, coi frantoi ipogei e le produzioni casearie e vinicole che, per bontà del prodotto finito e per fascino dei metodi di lavorazione che conservano ancora i cardini dell’artigianalità, incantano i visitatori negli showcooking didattici sempre più richiesti. Sempre più apprezzati sono anche i riti della tradizione popolare come quelli della settimana santa pasquale o dei presepi viventi (splendido quello di Pezze di Greco che più che un presepe è la ricostruzione

di un villaggio del passato con tutte le sue produzioni manifatturiere), quelli dei carnevali pugliesi, quelli della musica folkloristica (basti pensare al successo ormai mondiale ottenuto dalla Notte della Taranta, creata nel paesino leccese di Melpignano, di appena 3.000 abitanti). Già tutto questo sta progressivamente aiutando a risolvere il problema atavico della regione Puglia e cioè l’elevata stagionalità con netta prevalenza dei turismi del mare ed un basso indice di internazionalizzazione. Il golf diffonde nuove forme di turimo motivazionale per una clientela attenta alla componente ambientale ed interessata a vivere in modo mirato la propria passione sportiva in località ad alta potenzialità durante tutto l’anno, invertendo in modo più repentino il vecchio trend di cui si deceva. Infatti al Gruppo Incagnoli hanno già manifestato il proprio interesse due compagnie aeree come Airberlin e Ryanair per l’Apulia Golf Destination. Per l’area sviluppo è stata interessata la Hill & Forrest (in 35 anni ha realizzato più di 100 parchi da golf nel mondo ed è leader in America per la progettazione di impianti ad alto contenuto ambientale e basso impatto paesaggistico) mentre per la progettazione arrchitettonica, con restauro conservativo ed integrazione di nuove strutture secondo


standards di bioedilizia e risparmio energetico anche la Benedetti Golf International con il management dell’architetto Giuseppe Miliè, progettista mondiale di campi da golf ed attuale direttore del Golf Club Parco Roma. In questa operazione il Gruppo Incagnoli ha coinvolto il famoso ed indimenticato direttore spor-

tivo della Ferrari Cesare Fiorio, si è affidata per l’international e-learning alla BIC Puglia guidata da Gianni Tedeschi, ed ha ricevuto plausi e sostegno da parte di ItaliaTurismo e di ENIT. Non è da trascurare infine il dato relativo all’occupazione che un progetto come AGD porterebbe al teritorio con la messa in

rete di circa 20 campi da golf e le relative strutture di hotellerie, ristorazione e beauty centers: circa 2.500 nuovi occupati diretti e 1.000 nell’indotto per i circa 4.500 utenti attesi ogni giorno, quindi 1.089.600 di nuovi turisti high-profile ospitati tutto l’anno. Un buon viatico per una nuova Slow Economy, non c’è che dire!

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tampa Sud, nata nel 1950 da Francesco e Attilio Posa, oggi è una realtà leader nell'industria dei servizi per arti grafiche e nella produzione di stampati commerciali, editoriali e cartotecnici, occupando 65 addetti. L’azienda, con capitale sociale di 1.761.850 euro, nasce e sviluppa la sua attività a Mottola, in un capannone di 5.000 metri quadri ed è interamente posseduta dalla famiglia Posa. La mission dell'azienda, sintetizzata nell'espressione "conosciamo il valore delle tue idee", indica il forte orientamento al servizio e alla tutela dell'idea

di comunicazione del cliente. La relazione con il Cliente è garantita da un reparto commerciale altamente specializzato, che propone un'ampia gamma di servizi per la realizzazione del prodotto stampato. Combinando innovazione tecnologica e consolidato knowhow operativo, Stampa Sud ha creato un flusso di lavoro rapido completo e competitivo, che ne ha determinato il successo quale fornitore di agenzie pubblicitarie, banche, industrie, assicurazioni, tour operator, società editrici e commerciali presenti sul mercato italiano ed

La Redazione

L'industria grafica leader nella "green economy"

europeo (fra i clienti nazionali citiamo Teatro dell’Opera di Roma, CNR, Enel, Infocamere, Provincia di Milano, Avis Autonoleggio, Cressi Sub, Eni, Alenia, Fastweb, Natuzzi, Ferrero, Lindt).

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Dall'acquisizione digitale dei dati, alla distribuzione del prodotto stampato e finito, Stampa Sud si propone quale partner unico per sviluppare in qualità dal più semplice al più complesso progetto di creazione e produzione del prodotto stampato. La scelta di integrare tutte le fasi del processo produttivo, rende Stampa Sud tempestiva nella risoluzione delle esigenze di stampa. "L'azienda sta seguendo un processo di espansione commerciale in tutta Italia ed anche all'estero, spingendo sulla qualità del prodotto e sulle opportunità di offrirlo anche a grandi distanze. Abbiamo inaugurato una sede commerciale a Londra una a Milano, la crisi ha aperto delle opportunità per le aziende che non hanno sbagliato strategia

ed investimenti negli ultimi anni" ha commentato Attilio Posa, amministratore delegato. Nel 2012 Stampasud ha avviato una divisione di cartotecnica denominata Paco, seguendo il trend di crescita dell’export dei prodotti alimentari del mediterraneo. L'azienda è certificata Iso 9001:2000 e dal 2009 ha ottenuto la certificazione FSC con l'ente DNV. Il marchio FSC identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. "Cresciamo perché crediamo

nel futuro, cresciamo perché investiamo nelle persone e nelle idee, cresciamo perché ci prendiamo cura della Terra perché il verde è speranza". In una terra particolarmente sensibile alle tematiche ambientali, come quella di Taranto, ciò fa onore alla Stampa Sud. Per info: www.stampa-sud.it

Saverio Buttiglione ed il presidente di Stampa Sud S.p.A. Piero Posa (al centro) insieme ai suoi figli tutti managers laureati in varie discipline ed impiegati nell'azienda.

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ra i settori trainanti dell’economia pugliese che negli ultimi anni hanno contribuito allo sviluppo economico e all’affermazione di una immagine positiva della regione, il comparto vinicolo e quello turistico sono tra loro molto legati e raggiungono la simbiosi con l’enoturismo, la visita turistica dei territori di produzione vinicola. Molto di recente la rivista americana “Wine Enthusiast” ha inserito la Puglia tra le “Top Wine Destination 2013”, le 10 più interessanti mete nel mondo per gli enoturisti, al fianco di altre destinazioni d’eccellenza come Monterey-California, Willamette Valley-Oregon e Long Island-NY in USA, Rioja in Spagna, Douro in

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Portogallo, Hunter Valley in Australia, Danubio in Austria, Stellenbosch in Sud Africa e Val de Vinhedos in Brasile. Si tratta di un prestigioso riconoscimento che ha premiato la capacità della Puglia di sviluppare e offrire un turismo qualificato e destagionalizzato legato al territorio visto nel suo insieme e avente come filo conduttore uno dei grandi prodotti di questa regione, il vino. E’ la bellissima campagna pugliese a diventare protagonista; un non-luogo vissuto, curato e mantenuto produttivo dai suoi abitanti, che diventa il filo conduttore che unisce il mare e i trulli, i paesi bianchi e le chiese barocche e che esprime tutta la grande l’e-

Sebastiano Decorato

Il Consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia: Speciale Vinitaly

nergia della Puglia. La rivalutazione delle masserie e la loro trasformazione in luoghi di charme, lo sviluppo di una ristorazione di qualità e la riscoperta e valorizzazione dei prodotti tipici locali hanno arricchito l’offerta turistica di una Puglia che condisce i suoi luoghi da cartolina con un’aura rurale che colpisce il visitatore. E in queste campagne che svolgono un ruolo di primo piano delle aziende vitivinicole che, accanto alla produzione di vini di grande qualità e carattere che raccolgono successi di critica e di mercato in tutto il mondo facendo emergere distretti enologici importanti come quello del Salento, della Messapia e di Castel del Monte, sono diventa-

AL LAVORO NELLE CANTINE RIVERA

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te vere e proprie Sentinelle del Territorio, pronte a valorizzarlo raccogliendone le energie e trasmettendole con i propri vini in tutto il mondo fino a diventare poli di attrazione turistica. Le cantine, prima luoghi chiusi di produzione di un liquido affascinante ma misterioso, sono oggi sempre più attrezzate ad accogliere gli enoappassionati e sempre più consce del loro ruolo nella valorizzazione del territorio, prima in modo forse inconscio e singolarmente, oggi comprendendo l’importanza della cooperazione e della necessità di fare sistema. In questo percorso il Movimento Turismo del Vino Puglia da oltre quattordici anni, con eventi di rilievo nazionale come Cantine Aperte, Calici di Stelle o Benvenuta Vendemmia, pubblicazioni, fiere ed eventi in Italia e all’estero, si è reso protagonista di una rivoluzione culturale ed economica senza precedenti ha svolto aggregando i vignaioli pugliesi che che credono nel potenziale del turismo del vino, vogliono sviluppare la cultura dell’accoglienza e si sentono protagonisti di un circolo virtuoso che comincia a produrre effetti importanti sul territorio. Il consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia, federato al Movimento Turismo del Vino Italia, è diventato luogo di incontro, di confronto e proposta di 47 aziende vinicole di tutta la regione, dalla Daunia al Salento. Presidente del 18

Consorzio è Sebastiano de Corato, titolare delle Cantine Rivera di Andria, punta di diamante nell’area di produzione di Castel del Monte e direttore è Vittoria Cisonno, già presidente dell’associazione e attiva protagonista dei successi di questi anni. Il Movimento Turismo del Vino è diventato negli anni punto di riferimento e partner affidabile per gli Assessorati al Turismo e alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia sui temi dello sviluppo del territorio e del turismo. Ecco perché oltre agli eventi istituzionali di stampo prettamente enoturistico, giocano un ruolo fondamentale altre attività promozionali organizzate in collaborazione o con il supporto della regione fra le quali la partecipazione a fiere (Bit, Prowein, Vinitaly), organizzazione di workshop commerciali (Wine&Land in Puglia, Taste&Buy nell’ambito di Vinitaly), realizzazione di prodotti editoriali (GiraPuglia) ed educational rivolti a stampa, opinion leader, buyer e tour operator. Il prossimo appuntamento per il Consorzio sarà la partecipazione al Vinitaly 2013, la fiera del vino italiano per eccellenza e tra le più importanti a livello mondiale che si svolgerà dal 7 al 10 aprile prossimo, con una serie di iniziati a supporto delle aziende vinicole pugliesi. Nell’occasione il Movimento Turismo del Vino Puglia ha in programma un ricco programma di incontri, degustazioni, workshop, laboratori sui

vini da vitigni autocotoni pugliesi, che animeranno gli spazi istituzionali della Regione Puglia. Tra gli appuntamenti più importanti la consegna del Premio giornalistico “Nero di Troia” e il convegno “Puglia: un territorio in cammino”,con la presentazione degli esiti dell’indagine sullo stato e le prospettive dell’enoturismo pugliese condotta dallo staff della prof. Magda Antonioli Corigliano dell’Università Bocconi di Milano. Tra i relatori l’assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, ildirettore generale di VeronaFiere Giovanni Mantovani, la giornalista di Wine Enthusiast Monica Larner, la presidente del Movimento Turismo del Vino Daniela Mastroberardino e il presidente del Movimento Turismo del Vino Puglia Sebastiano de Corato, moderati da Licia Granello, giornalista di Repubblica. Il Movimento Turismo del Vino Puglia ancora una volta darà il suo contributo al successo della sua regione. Sebastiano De Corato Pres. Consorzio Movimento Turismo del Vino


Mercoledì 13 marzo 2013, alle 19.06, il Papa Benedetto XVI da Castel Gandolfo guardava in televisione la fumata bianca dal camino di Piazza S.Pietro, in qualità di “emerito”, perché primo Papa dimissionario dai

PAPA FRANCESCO

tempi di Celestino V (che Dante Alighieri rimproverò per quel gesto tanto che, nella sua Divina Commedia, lo pose fra gli ignavi all’inferno). A quei tempi il conclave si faceva nella città dove

Saverio Buttiglione

Un Papa slow economy: rifiuta l’opulenza del re dei cattolici e si presenta vescovo di Roma e servo dei poveri.

moriva il Papa, e nel 1294 si tenne quindi a Perugia, fu lunghissimo ed i cardinali chiamarono allora un esterno, il monaco eremita Piero Angeleri da Morrone, che aveva 84 anni e prese il nome di Celestino V. Dopo pochi mesi, “disgustato ed impotente” dicono le cronache, fece il “gran rifiuto”, ma il suo fu viltade (come sostiene Dante) oppure gesto di grande coraggio? All’epoca il potere del Papa era anche e soprattutto temporale, e lui vi rinunciò, anche per le pressioni subite dal cardinal Caetani, che infatti gli succedette col nome di Bonifacio VIII, rinchiudendolo nel castello di Fumone e tramando per la vittoria dei Neri a Firenze (favorendo così l’esilio politico proprio di Dante, si spiega forse così il rancore del sommo poeta per Celestino V). Il teologo Ratzinger, primo pontefice ad assistere all’elezione del suo successore (grazie alla TV), ha deciso anche lui con grande coraggio di non 19


avere più le forze (per età più che per malattia) per poter guidare la chiesa di Roma, e questo è stato interpretato dagli osservatori come una sua richiesta per avere un nuovo pontefice “giovane e forte”, all’altezza quindi di affrontare lo sforzo (anche fisico, dovuto ai numerosi viaggi planetari necessari) di una nuova evangelizzazione, sempre più difficile in questi tempi di mutamento di valori e mondanizzazione, per di più in presenza di vere e proprie scosse telluriche interne al Vaticano, dovute agli scandali, da quelli finanziari (della banca vaticana dello IOR) a quelli della pedofilia praticata da alcuni cosiddetti “sacerdoti”. Le previsioni sull’elezione del nuovo Papa erano fra il cardinale di Milano, mentore di “Comunione e Liberazione”, Angelo Scola e quello brasiliano di San Paolo cardinale Pedro Scherer, eventuali outsiders erano indicati il cappuccino di Boston Sean Patrick O’Malley, l’arcivescovo di New York Timoty Michael Dolan ed il francocanadese Marc Ouellet, mentre molte simpatie dell’opinione pubblica italiana andavano al giovanissimo filippino (56 anni) arcivescovo di Manila Luis Antonio Gokim Tagle e all’arcivescovo di Lione Philippe Barbarin (visto in TV nei giorni precedenti arrivare alle congregazioni pre-conclave in bicicletta). pag. 1/8 20

Invece … al secondo giorno, al quinto scrutinio, alle ore 20.12, un’ora dopo l’habemus Papam che lo aveva annunciato, appariva sul balcone vaticano il cardinale argentino di Buenos Aires Jeorge Mario Bergoglio, non giovane (77 anni) e neppure in perfetta salute (operato a 21 anni ad un polmone), sconosciuto ai più. Ma ciononostante le sorprese piacevoli ed emozionanti sono state un crescendo continuo minuto dopo minuto, sin dalla sua apparizione sulla loggia di San Pietro. E’ il primo Gesuita che diventa Papa ma sceglie il nome del Santo dei Santi, (che non appartiene certo al suo intransigente ordine ecclesiastico dei “soldati” della Compagnia di Gesù), del “Poverello di Assisi” Francesco, indicando con ciò un programma politico ben preciso. Padre Bergoglio si presentava alle centinaia di te-

levisioni arrivate a Roma da tutto il globo (persino dalla Cina) con nulla sul capo, men che meno con la tiara (che nelle tre corone d’oro sovrapposte simboleggia i titoli di “padre dei principi e dei re”, “rettore del mondo” e “vicario di Cristo”), e con la pioggia che cadeva sulla piazza gremita da almeno centomila persone, non aveva sull’abito bianco nemmeno la mozzetta, la mantellina di ermellino (sarebbe stata giustificata almeno dal freddo intenso della serata), non aveva le tipiche scarpette rosse da pontefice ed infineal petto si notava una semplice croce di ferro invece che di oro !! Le sue prime parole sono state: Fratelli e Sorelle buonasera! (una discrezione, semplicità ed educazione sconvolgenti se pronunciate da un Papa). Ha proseguito così: Come sapete il compito del conclave era di dare un ve-

LA CAPPELLA SISTINA


scovo a Roma, questi miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Otto anni fà al conclave era stato proprio Bergoglio in lizza con Ratzinger, che era entrato quasi già Papa in conclave, avendo fiancheggiato per anni Giovanni Paolo II, in qualità di massima autorità teologica del cattolicesimo ed avendo recitato poche ore prima dell’Extra Omnes proprio lui l’omelia funebre del Papa “santo subito”. Bergoglio con 40 voti era sostenuto dall’indimenticato cardinale di Milano Carlo Maria Martini, il quale, se non fosse stato già colpito da malattia, tutti sanno che sarebbe stato il favorito unico al posto di Ratzinger. All’improvviso una metà circa di quei voti confluirono sul cardinale tedesco (che non riusciva ad andare oltre i 75 su 115,

come si apprende dal diario anonimo di uno degli elettori, non permettendogli così i 2/3 che consentono la fumata bianca) al 4° scrutinio e diventò perciò Papa chiedendo il nome di Benedetto XVI, ma qualcuno pensa che proprio Bergoglio favorì lo sblocco dell’empasse preferendo tornare fra i suoi poveri di Buenos Aires piuttosto che divenire pontefice, e perciò ora ho interpretato le sue prime parole da eletto “sono venuti a prendermi quasi alla fine del mondo” come se avesse detto “questa volta ci sono riusciti!”. Su questa mia interpretazione ho letto, la mattina seguente, il racconto del cardinale Dolan davanti alle telecamere, che uscendo dalla messa celebrata dal nuovo Papa, raccontava divertito che, mentre i cardinali, poco prima di congedarsi, gli facevano gli auguri, lui invece li faceva a loro aggiungendo:

JORGE MARIO BERGOGLIO NELLA METROPOLITANA DI BUENOS AIRES

“che Dio vi perdoni”. Inoltre a sera prima dal balcone Papa Francesco aveva voluto, come primo atto, invitare tutti a pregare proprio per l’Emerito Vescovo Benedetto XVI (in seguito dal portavoce vaticano padre Federico Lombardi si è anche appreso che gli aveva già telefonato non appena eletto). Ratzinger all’apparenza non avrebbe indicato nel mese precedente nessun nome di successore (ricordo che le sue dimissioni sono state annunciate per il 28 febbraio, il giorno 11), chiudendosi anzi in clausura a Castel Gandolfo, quasi “in punta di piedi”, spostandosi in elicottero, in quanto, se invece fosse uscito dal Vaticano in auto di rappresentanza tra ali di folla esultante, si sarebbe creato “l’evento”. Con questo gesto Benedetto XVI avrebbe mostrato pertanto, di non voler interferire in nessun modo sul conclave, avrebbe semmai espresso solo un gradimento verso un successore che potesse essere “forte e giovane”. Un episodio visto in TV mi ha fatto però riflettere, in aggiunta al repentino strano mutamento del conclave del 19 aprile 2005, e ritenere che il Papa tedesco abbia gradito proprio Bergoglio al suo posto e lo abbia pure comunicato ai cardinali, pur chiusi “cun clavum”, magari attraverso uno speciale messaggero. Infatti quando monsignor 21


Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche vaticane, martedì 12 marzo, nella Cappella Sistina ha pronunciato l’Extra Omnes, il “fuori tutti” per addetti, prelati della curia e cardinali ultraottantenni (e perciò non elettori), l’ultimo ad uscire prima della chiusura e del sigillo della porta di conclave è stato monsignor Georg Gaenswein, proprio il segretario personale di Ratzinger! L’ho notato perché, come tutti sanno, oltre che un uomo di bell’aspetto (biondo, alto 1,80 e con un fisico da sportivo, infatti pratica sci e tennis) di cui per ciò immediatamente si nota la presenza sulla scena, Gaenswein è dal 2003 appunto il segretario privato di Joseph Ratzinger, ma non molti sanno che, a differenza del segretario di Wojtyla monsignor Stanislaw Dziwisz, ora arcivescovo di Cracovia, il qua-

GEORG GAENSWEIN

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le non mancava mai una cena o colazione di lavoro (anche in sostituzione di Giovanni Paolo II stesso), Gaenswein è restìo al mettersi in mostra ed infatti non ha mai partecipato al posto di Ratzinger in occasione di incontri importanti. Pur tuttavia, e nonostante lui sia stato tra i pochi che hanno accompagnato Ratzinger in clausura a Castel Gandolfo, grazie al doppio incarico di Prefetto della Casa Pontificia (è stato fatto vescovo) monsignor Georg nei giorni del conclave è tornato a Roma e lo si è visto presentissimo fra i cardinali, avendo lasciato solo (momentaneamente) il Papa Emerito di cui è segretario. Potrebbe aver quindi portato una volontà di Benedetto XVI nella sua qualità di segretario in quei giorni di congregazioni preconclave, che servivano appunto ai cardinali per

conoscersi fra loro (vengono da tutto il modo),per prendere informazioni sullo stato attuale della chiesa e per farsi un’opinione sui papabili fra di loro. Ricordo poi che la gran parte di loro è stata fatta cardinale da Ratzinger stesso. Ma torniamo al cardinal Bergoglio, tutto si è quindi sbloccato in suo favore al 5° scrutinio ed ancora una volta si è dimostrato che chi entra già Papa in conclave ne esce ancora cardinale. Per Scola e Scherer è stato così, esattamente come fu nel 1978 per Giuseppe Siri e Giovanni Benelli, entrati in conclave favoritissimi. Ma quando alla sesta votazione, in un serrato testa a testa, nessuno dei due riuscì ad ottenere i 2/3 dei voti necessari, spuntarono all’improvviso 4 voti per un cardinale dell’est, anticomunista (ma pure contrario al capitalismo selvaggio), il vescovo di Polonia Carol Wojtyla. Bastarono altre due sole votazioni e, per evidente intercessione dello Spirito Santo (evidente per tutto quello che il Papa polacco ha dimostrato nei 27 anni successivi, evangelizzando il mondo coi suoi innumerevoli viaggi, entusiasmando i giovani ad avvicinarsi alla chiesa, usando la comunicazione in lui naturale talento di empatia, arrivando ad ostentare le sue grandi sofferenze di malato pure in televisio-


ne quando ha abbracciato la croce fino alla morte esattamente come Gesù Cristo, come infatti non ricordare l’ultima Via Crucis da lui seguita proprio in Tv, perché impossibilitato a condurla di persona camminando per strada, in ginocchio ed abbracciato alla croce e ripreso da una telecamera alle sue spalle), alle ore 19.35 di lunedì 16 ottobre Wojtyla fu infatti fatto Papa al posto dei cardinali Siri e Benelli. Padre Bergoglio (come vuol essere chiamato dalla giornalista Stefania Falasco che insieme al marito Gianni Valente, anche lui giornalista, andava a visitare a casa loro quando veniva a Roma, essendo diventati tanto amici che lui li ha persino chiamati sul cellulare dopo l’elezione papale, e solo per salutarli!) spuntato a sorpresa dalla loggia di San Pietro, dopo il saluto ha semplicemente invitato tutti i presenti a pregare con lui sia il Padre Nostro che l’Ave Maria, preghiere che Gesù insegnò al pescatore Pietro quando gli disse: sei pietro e su questa pietra costruirai la mia chiesa di cui ti do le chiavi, ciò che tu legherai su questa terra sarà legato anche nei cieli, ciò che scioglierai in terra lo sarà anche lassù. Al momento di impartire la benedizione Urbi et Orbi a tutti noi, il nuovo Papa, a sorpresa, ha chiesto ai fedeli in piazza sotto la

pioggia “un favore”. Ha chiesto a tutti, prima della sua benedizione, una preghiera su di lui per invocare la benedizione di Dio per questo nuovo vescovo di Roma, ed a quel punto si è quasi inginocchiato verso la folla sotto di lui, piegando il capo verso la gente, con alcuni minuti di silenzio spontaneo ed assoluto della piazza che evidentemente pregava per lui. In questo suo breve ed essenziale primo discorso ha usato sempre il titolo di vescovo di Roma e mai quello di Papa (forse perché rimanda alla figura di un sovrano, quale poi lui nei fatti è divenuto, nella qualità di capo dello Stato Vaticano) ed ha salutato infine tutti con un “buona notte e buon riposo”. La mattina seguente si è recato in Piazza Buenos Aires nella chiesa di Santa Maria Maggiore, per pregare davanti alla Madonna cara agli argentini di Roma, portando lui stesso in mano un mazzo di fiori, e si è fatto accompagnare con una normale auto invece di quella papale, sedendosi inoltre davanti, a fianco dell’autista. Al ritorno si è fatto accompagnare a prendere di persona i suoi bagagli nella stanza dell’albergo di Roma ed ha personalmente pagato il conto, 75 euro a notte. Nella prima messa che ha tenuto più tardi coi cardinali si è recato da Santa Marta, dove alloggiano,

in chiesa insieme a loro in pulmino e non da solo con l’auto di rappresentanza papale. Questo padre Bergoglio ora Papa è figlio di un ferroviere di Portacomaro nell’astigiano, che giovanissimo emigrò dal Piemonte in Argentina. Perciò il nuovo Papa è nato in Argentina, si è diplomato perito chimico e come tutti i ragazzi argentini aveva anche una simpatia per una ragazza con la quale stava per fidanzarsi (come si evince dal capitolo “mi piace il tango” del libro-intervista del 2010 “Il Gesuita” di Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin: ..lei era nel gruppo di amici con cui andavo a ballare, ma poi ho scoperto la vocazione religiosa), ballava il tango ed era tifoso di calcio, è quindi un figlio del popolo e non un principe come molti papi dei secoli passati, e conosce bene la vita dei giovani avendola vissuta (era già adulto quando decise di diventare sacerdote, non essendo quindi stato in seminario sin dall’infanzia ha potuto vivere e sperimentare la giovinezza in prima persona). Laureatosi in filosofia e teologia in Cile, è divenuto vescovo ed in quel ruolo ha fortemente sostenuto che è la chiesa a dover andare nelle baraccopoli, fra la gente, senza “pretendere” che il popolo venga in chiesa, ha infatti sempre sostenuto 23


coi suoi sacerdoti che basta un garage poter dire messa. Da arcivescovo di Buenos Aires, quando fu chiamato da Papa Wojtyla a Roma nel 2001, per essere investito del titolo di cardinale, i suoi numerosi fedeli avevano raccolto del denaro per seguirlo nel viaggio transoceanico e per organizzare la successiva festa, ma Bergoglio volle che restassero a casa, che non si facesse nessuna festa pomposa, si pagò lui stesso il viaggio ed andò da solo dal Papa, ma soprattutto li invitò a devolvere i fondi già raccolti ai poveri di quella città sudamericana. Recentemente l’arcivescovo di Lione Philippe Barbarin, avendo un amico malato proprio a Buenos Aires, che aveva chiesto l’assistenza di un prete a casa, conoscendo il cardinal Bergoglio, gli chiese la cortesia di cercare un sacerdote disposto ad andarci. Come se fosse la cosa più naturale del mondo ci andò Bergoglio stesso perché, disse: abita vicino a quel malato (vive in un semplice appartamento di Buenos Aires piuttosto che nella sfarzosa residenza arcivescovile: in Italia siamo abituati in quasi tutte le città a vedere gli alti prelati abitare invece nel lusso) e ci andò con la metropolitana, esattamente come fa ogni giorno quando esce di casa. Se quindi il buon giorno si vede dal mattino, e se i 24

segni, proprio in una istituzione millenaria che vive di “segni ed esmpi”, come appunto la Chiesa Cattolica, Romana ed Apostolica, questo nuovo Papa Francesco di 77 anni è proprio un Papa di filosofia slow economy, per di più “giovane e forte” come tutti si attendevano. Perché l’appunto sulla sua età avanzata che non consentirebbe la forza fisica della “giovinezza” è controbilanciata dalla sua energia interiore. La qualità anagrafica che in Italia si pretende ormai dovunque, anche in politica, quasi che la gioventù sia la nuova moda taumaturgica per la cura di ogni male o problema, sia perciò l’unica soluzione per sostituire chi detiene il potere e non lo molla mai più, da sola non basta mai. Mi permetto di ricordare che gli uomini anziani hanno il pregio (quando però si tratta di individui che erano intelligenti già da giovani) della “saggezza”, che è dovuta proprio dall’esperienza di vita e quindi dal numero di anni vissuti, ed anche questo è un valore da aggiungere ed affiancare a quello della freschezza intellettuale dei giovani, come ci hanno insegnato anche tanti popoli antichissimi, come ad esempio gli indiani d’America che veneravano e coccolavano i loro anziani fino alla morte. Tuttora in Giappone considerano gli anziani mo-

numenti viventi dai quali attingere ed imparare e quando ne muore uno è come se vada in fumo una biblioteca. Sono perciò certo che Papa Francesco porterà l’evangelizzazione non solo verso gli ultimi ed i poveri, che vanno aiutati anche concretamente oltre che avvicinati alla parola di Gesù (come Bergoglio ha peraltro dimostrato di fare già da vescovo), ma evangelizzerà anche il clero cattolico e soprattutto le persone più abbienti della società, i cosidetti ricchi. Così dimostrò infatti proprio San Francesco che, pur in disaccordo con il potere temporale e l’opulenza della Chiesa, non si chiuse in un ghetto di protesta senza dialogo e dando solo il buon esempio con il suo stile di vita morigerato, ma cercò un rapporto proprio col Papa, che era appunto fra i più ricchi del suo tempo, ed arrivò persino a recarsi a Roma per chiedere proprio a lui il riconoscimento ufficiale dell’ordine da lui fondato e della relativa Regola di povertà, una cosa che a noi potrebbe sembrare un controsenso. La ricchezza infatti non è un male in sé, se viene conseguita col lavoro e con etica sociale (prima ancora che nello spirito della fede religiosa per chi ci crede), per ciò Papa Francesco può far molto in questo senso dal pulpito di Roma, che è tuttora molto ascoltato sia in Ita-


lia che nel mondo (come dimostrato dalla presenza dei potenti della terra arrivati per il suo insediamento), soprattutto quando da quello scranno le parole vengono proferite con dolcezza ed umiltà, come abbiamo visto fare a questo prete argentino. Sarà utile una evangelizzazione consapevole ed entusiasta delle persone più abbienti e ricche della società proprio nell’ottica di una più equa e giusta distribuzione delle ricchezze, visto che la pazza e veloce (fast) economia che abbiamo conosciuto negli ultimi decenni non funziona ormai più neanche dal punto di vista più laico ed economicista, quando il numero dei poveri aumenta vorticosamente mentre si riduce quello degli abbienti che diventano sempre più ricchi, con la conseguenza che se il denaro non circola più fra la massa della popolazione si fermano tutti i consumi e di conseguenza le produzioni ed il lavoro, con danno evidente per tutti, anche per gli imprenditori e le persone più ricche. Se l’ultima triste conseguenza è che neppure il “lavoro”, che rende libertà e dignità all’essere umano, serva più a nulla (quando si evince la contraddizione che persino chi un lavoro ce l’ha non sia più in grado di autosostenersi), allora la società tutta si blocca e questo è molto grave e non si è mai verificato nella storia umana.

Perfino un economista come il prof. Luigi Paganetto dell’Università Tor Vergata di Roma si è espresso speranzoso in questo Papa, perché appunto è ormai necessaria una generale redistribuzione della ricchezza nella società, e Papa Francesco sembra in grado di esercitare una forte moral suasion. Il default finanziario che proprio l’Argentina ha subito dodici anni fa, mandando al fallimento addirittura una intera nazione, è stato vissuto di persona da questo nuovo Papa che viveva lì, e sarà senz’altro un’esperienza utile alle sue azioni, così come l’aver vissuto il comunismo in Polonia segnò certamente le azioni di Papa Wojtyla, a cui tutti attribuiscono molti meriti nell’aver contribuito a far crollare il muro di Berlino nel 1989 in maniera non cruenta. Subito dopo quel crollo la Germania dell’Ovest si accollò le miserie di quella dell’Est con enormi sacrifici economici, ciononostante ha saputo portare la sua economia a trainare tutta la zona euro, con aziende tedesche oggi ben ancorate all’economia reale, con soddisfazione sia dei propri dipendenti che dei conti pubblici tedeschi, basti vedere per esempio che, mentre in tutta Europa il comparto dell’auto soffre irrimediabilmente la crisi, la Volkswagen tedesca ha ultimamente raggiunto utili pari al PIL

della Finlandia, continuando al contempo a pagare salari più che dignitosi ai propri dipendenti ed a portare pure denaro nelle casse dello Stato (con le tasse) invece che chiederne per potersi salvare dal fallimento come sucede purtroppo in altri paesi. Perciò Papa Francesco potrebbe essere stato proprio un dono dello Spirito Santo per tutti noi, anche per i laici non credenti. Nell’ora intercorsa tra l’Habemus Papam e la sua apparizione sul balcone, intrattenuti in TV da Aldo Maria Valli inviato della RAI in piazza, con i commenti in studio precisi e puntuali dello storico (esperto soprattutto del ConcilioVaticano II) Alberto Melloni, ospite sia nel TG24 che nel TG1 da Giorgino, mentre il cardinal Bergoglio si preparava nella cosidetta “stanza delle lacrime”, sotto la loggia vaticana, fra la basilica di San Pietro e la enorme folla, si sono schierati i picchetti d’onore delle Guardie Svizzere Vaticane e quelli dei Carabinieri, della Finanza, della Polizia e dell’Esercito, Marina ed Aviazione Italiana con le loro bande che a sorpresa hanno suonato l’inno di Mameli. A quel punto la folla dei fedeli di tutto il mondo, in trepida attesa di vedere questo nuovo Papa Francesco, ha spontaneamente intonato e cantato l’inno italiano. E’ stato un altro segno, di buon auspicio certamente, 25


anche per l’Italia. Il primo giorno del pontificato Papa Francesco ha tratto dal Vangelo, nell’omelia ai suoi fratelli cardinali, il concetto di “movimento”: nel camminare, nell’edificare e nel confessare, ma specificando che sia un movimento “nel segno della croce”. Come gli apostoli bisogna camminare per evangelizzare, edificare la chiesa su solide mura di pietra (e non - ha detto – come i bimbi in spiaggia che fanno castelli di sabbia che inevitabilmente crolleranno), infine confessare a Dio (ma se lo facciamo senza croce – ha ripetuto - cioè senza la costante presenza della certezza che Gesù si sia immolato sulla croce per tutti noi per poi risorgere a Dio, siamo solo preti, vescovi, cardinali e papi ma non discepoli di Gesù !).

PAPA RATZINGER

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Questo gesuita si è poi recato con tutti loro a pranzare, ma sempre in pulmino, e nella mensa si è seduto in un posto qualsiasi fra di loro, nemmeno a capo tavola! Il secondo giorno ha detto ai cardinali: non cediamo mai al pessimismo ed all’amarezza che il demonio ci offre ogni giorno. Nel nome di Gesù che ce lo ha insegnato dobbiamo avere speranza e ottimismo, e lo Spirito Santo ci aiuterà. Ed ancora una volta ha ringraziato l’emerito Ratzinger, sottolineandone una qualità che per decenni nessun osservatore gli aveva attribuito: l’Umiltà. Se il ricco giovane, un po’ scapestrato e donnaiolo come i suoi amici tutti molto ricchi, con la passione per le armi e le guerre, Francesco da Assisi, si spogliò di tutto e

si consacrò all’esempio di Gesù di Nazarhet (a proposito tra i films a lui dedicati, nonostante quello di Zeffirelli sia stato dipinto come uno splendido quadro di Giotto, preferisco quello nel quale la grande regista Liliana Cavani ha scelto il miglior interprete possibile, perché attore irrequieto già nella vita privata e quindi ancor piu credibile in quei panni del Santo dell’Umbria, Mickey Rourke) ma fu sbeffeggiato e deriso e ciononostante è riuscito a lasciare un segno indelebile nei secoli a venire senza nemmeno aver potuto avere, nella sua umiltà estrema, nessun potere di convincimento (tranne che il suo esempio di estremo coraggio, al limite della follia se ci immaginiamo nei suoi panni), immaginiamoci adesso quale traccia possa lasciare, nelle co-


scienze delle persone del terzo millennio, un uomo di potere e quindi molto ascoltato e riverito come un Papa che ne segua gli stessi insegnamenti. Il terzo giorno, sabato 16 marzo 2013, primo incontro pubblico, coi 5.600 giornalisti ed operatori della comunicazione arrivati da giorni da tutto il mondo, ci ha ringraziato per il lavoro svolto, ed ha spiegato perché abbia scelto il nome di San Francesco, lo ha fatto proprio

pensando ai poveri ed ha aggiunto: “Ah come vorrei una chiesa povera e per i poveri”. Ci ha tutti meravigliato dicendo poi: “voi che fate comunicazione usate le “parole”certamente grazie allo studio, alla sensibilità ed all’esperienza ma alla fine sopratutto esprimete Verità, Bontà e Bellezza. La Chiesa esiste per comunicare proprio questo: Verità, Bontà e Bellezza in persona!” Nella sua infinità umiltà e

col suo incredibile rispetto per chiunque, alla fine ha detto di voler impartire la benedizione in silenzio ben conscio della presenza in piazza di persone non cattoliche oppure nemmeno credenti, ma per lui tutti comunque figli di Dio, e così ha fatto, imponendo le mani verso la folla di giornalisti in silenzio. Grazie nuovo Papa Francesco, buon lavoro.

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Adriano Bottaccioli

TRA PROSCIUTTI, SALUMI E VINI I Renzini: la storia recente di un’antica dinastia di Mastri norcini.

Cultura del lavoro e rispetto delle tradizioni familiari. apita sempre più raramente che le aziende si identifichino così profondamente con il loro fondatore e mantengano inalterata nel tempo la sua impronta, come accade per le imprese che fanno capo al cav. Dante Renzini, imprenditore umbro che opera da oltre cinquant’anni nel settore della norcineria con prodotti che si distinguono per l’alta qualità e, in tempi più recenti, anche nel campo enologico con i vini prestigiosi della cantina-museo Albea di Alberobello. Fondamento essenziale delle famiglie patriarcali di un tempo, il capofamiglia oltre a provvedere alle necessità dei congiunti e a guidarne le scelte organizzava il lavoro che consentiva il loro sostentamento; un modo di vivere che sta purtroppo tramontando perché l’ampliarsi delle attività e l’estendersi degli interessi, fanno passare in

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secondo ordine la figura del pater familias, facendo così sbiadire anche l’ impronta che in molti casi aveva contraddistinto le imprese a carattere familiare. È così che il patrimonio di cultura aziendale ed il cospicuo bagaglio di esperienze maturate in tanti anni da chi ha fatto nascere e crescere le società, viene vanificato preferendo magari i suggerimenti di presunti esperti di marketing che, spesso totalmente estranei all’azienda, hanno la presunzione di applicare le loro regole, mutuate spesso da esperienze di tutt’altra natura, a qualsiasi situazione di mercato ed a qualunque tipo di prodotto. Atteggiamento non condiviso da molti imprenditori della vecchia guardia, come il cav. Renzini che, abituato sin da giovane a gestire la bottega di famiglia a causa della prematura morte del padre, è tutt’altro che disposto

a farsi da parte lasciando agli altri l’onere di portare avanti l’azienda che ha costruito ed ha visto crescere mattone su mattone, fino a raggiungere le ragguardevoli dimensioni e la notorietà che ha oggi. Una scelta che si poggia soprattutto sulla convinzione che, pur riponendo la massima fiducia nei suoi collaboratori: i primi sono i due figli Franco e Federico e la moglie Tina, ai quali si deve in buona parte la crescita dell’azienda, non si possono dimenticare o travisare le regole che ne hanno guidato finora le scelte sia in materia di produzione, sia sotto il profilo commerciale. La mission della Renzini e ci si conceda l’uso di questo termine che tanto piace ai guru della comunicazione è stata, sin dalle origini, quella di produrre salumi e generi alimentari di consumo contraddistinti dall’alta qualità delle materie prime e dall’accurata preparazione di tipo arti-


gianale. L’introduzione di moderne tecniche di lavorazione e conservazione, hanno inoltre stimolato la ricerca di prodotti innovativi che comunque si sono sempre ispirati alle antiche tradizioni culinarie umbre. Prodotti tipici legati al territorio Chi conosce l’Umbria infatti, sa bene quanto questo territorio sia legato ai prodotti della terra ed in genere alle attività agricole, un legame che si ritrova soprattutto in settori come la norcineria che vanta tradizioni millenarie ed è sicuramente tra le più antiche al mondo, tanto che Norcia ha finito col dare il nome a tutte le attività che ruotano attorno alla lavorazione delle carni suine. È inutile dire che la norcineria umbra, pur essendosi evoluta nel tempo, si avvale delle stesse tecniche praticate oltre duemila anni fa, usando gli stessi ingredienti naturali e contando sulla vasta esperienza maturata dagli abitanti del luogo nel corso di tanti secoli. “Cambiare tutto, per non cambiare niente” verrebbe fatto di dire prendendo a prestito le parole del protagonista del Gattopardo, ed un esempio pratico è offerto da prodotti come il Prosciutto “LUI”, punta di diamante della produzione della Renzini per la cui preparazione si usano le stesse tecniche di lavorazione artigianali praticate

molto prima dell’avvento dell’Impero Romano e si usano i medesimi ingredienti: sale, pepe ed aromi naturali raccolti nell’ambito del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. A tutto questo va però aggiunto un ingrediente essenziale e cioè l’aria balsamica e pura proveniente dalle vette dei monti e dalle fitte foreste del Parco che raccolgono, come in uno scrigno naturale Norcia e la stupenda Valnerina. Un ambiente incontaminato che contribuisce a conferisce un carattere di unicità

ai prosciutti “LUI” igp della Renzini affinandone il gusto durante il lungo periodo di stagionatura ad oltre mille metri di quota. Peculiarità irriproducibili in altre situazioni, sia perché l’antico palazzo che ospita tra le sue spesse mura migliaia di prosciutti è situato in un piccolo borgo di soli tredici abitanti, sia perché questo luogo è lontanissimo da qualsiasi fonte inquinante. Qui lavorano, nel silenzio assoluto che circonda il piccolo borgo, una decina di esperti mastri norcini

LA FAMIGLIA RENZINI CON DANTE AL CENTRO

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che dopo aver provveduto alla preparazione dei prosciutti ne seguono, giorno dopo giorno, le diverse fasi di stagionatura fino al momento del rigoroso controllo del Consorzio per il Prosciutto di Norcia Igp, che appone il suo marchio decretando l’assoluta qualità del prodotto. Dalla Valnerina all’Alta Valle del Tevere Un altro gioiello della bella azienda faticosamente messa su in oltre mezzo secolo dal cav. Dante Renzini e da quanti lo hanno seguito in questa difficile opera, è rappresentato dallo stabilimento di Montecastelli Umbro, la “casa madre” dell’azienda, posta ad un centinaio di metri dall’antica bottega di famiglia dove il nonno Dante (al quale è stata dedicata la via che porta allo stabilimento) preparava salumi e porchetta per i clienti di passaggio lungo la storica via Tiberina che dalla capitale, attraversando la verde Umbria, portava verso le vicine Toscana, Romagna e Marche. Qui lo sguardo spazia su un altro tipo di paesaggio, meno aspro di quello della Valnerina essendo costituito dall’ampia pianura dove scorre il Tevere e da dolci colline con macchie di querce, faggi e castagni, file ordinate di vigneti ed oliveti ed un fitto reticolo di campi coltivati. Ed è qui nell’Alta Valle del Tevere che Plinio il Giovane definisce come 32

“... un immenso anfiteatro quale solo la natura può crearlo” che gli antenati della famiglia Renzini, a fine Ottocento, diedero il via alla loro attività ed alle loro esperienze raccolte anni dopo, dal loro erede diretto, il cav. Dante che in questi stessi luoghi apprese i primi rudimenti dell’arte della norcineria. A fargli da maestri il nonno ed il babbo Attilio che con la loro esperienza gli impartirono anche le norme non scritte che regolavano i rapporti con la clientela e la volontà di far crescere l’azienda

aprendosi ad un mercato più vasto di quello rappresentato, fino ad allora, dai compaesani e dai clienti di passaggio. Dante infatti cominciò ben presto a frequentare le prime Fiere e Rassegne di prodotti alimentari, rubando con gli occhi ed assimilando con la mente, le tecniche di commercializzazione che aziende più avanzate già adottavano. È così che già dai primi anni di attività l’azienda di Montecastelli si distinse, oltre che per la qualità dei prodotti e per il rispetto della tipicità, anche per l’attenzione

MASTRI NORCIARI AL LAVORO IN UN’ANTICA FOTO DALL’ARCHIVIO RENZINI


posta nel confezionamento, particolarmente curato con una veste riconoscibile che si imprimeva nella memoria. Ma l’intuizione più fortunata fu senz’altro quella di introdurre sul mercato prodotti strettamente legati al territorio umbro come i salumi con carne di cinghiale e quelli caratterizzati dalla presenza del prezioso tartufo: due ingredienti che meglio di ogni altro contribuivano a rendere esclusivi i salumi dell’azienda e ad aprirgli la strada del successo sia nei negozi specializzati, sia nei reparti di nicchia della G.D.O.. Pur distinguendosi per la particolarità dei suoi prodotti tipici, la Renzini cominciò ad essere conosciuta anche per la produzione di salumi che pur non avendo origini regionali, completarono la già cospicua offerta dell’azienda. Nacquero così i prosciutti cotti, le mortadelle e le tante preparazioni gastronomiche come i sughi di selvaggina, le salse a base di funghi e tartufi e mille altre delizie che si sono ampiamente affermate nel tempo, contrassegnate dall’uso di particolari ingredienti e da accurate modalità di preparazione. A presidiare il concetto di tipicità restarono comunque oltre al prosciutto di Norcia, il capocollo, i salumi e le salsicce di suino e di cinghiale e preparazioni di origine antichissima come

la classica Porchetta umbra e gli arrosti di suino, selvaggina ed animali da cortile che sono parte preminente della cultura gastronomica regionale. Salumi e prodotti di alta gastronomia, preparati come migliaia di anni fa “Nell’ Umbria e nella Marca ogni mattino, che sia festivo, in mezzo della piazza, havvi di cotti arrosti un magazzino” così descriveva l’antica consuetudine di preparare i maiali arrosto, l’abate Ferrari di Castelvetro autore del “Trionfo del Porco”. Un uso che ancora molto diffuso nella regione, che considera la Porchetta come uno dei prodotti più apprezzati ed il cui consumo si è ormai allargato a tutta Italia, grazie anche alla Renzini che l’ha fatta conoscere ad una vastissima clientela proponendo nei punti di ristoro dell’Autogrill i panini farciti con la gustosa porchetta alla umbra. Uno dei tanti esempi della lungimiranza commerciale del cav. Renzini, capostipite dell’Azienda che, forte del suo vissuto, è fermamente convinto che anche in questo difficile momento si possa convivere con le difficoltà economiche della gente, adeguandosi alle sue esigenze ed offrendo prodotti di ottima qualità a prezzi più accessibili. Un modo come un altro per non arrendersi alle avversità e tirare i remi in barca ed una prerogativa per i tanti imprenditori che

ricordano le tante difficoltà affrontate e vinte in passato, con la consapevolezza che anche questo difficile momento è destinato a passare. Dante Renzini, così come molti altri imprenditori del settore, di battaglie ne ha vinte tante sia quando queste erano combattute per mantenere in piedi un’azienda ancora giovane come il suo fondatore, rischiando di naufragare per le scarse risorse economiche, sia quando si è trovato a proporre ai suoi collaboratori l’acquisizione di aziende che, per affinità e caratteristiche, potevano entrare a far parte del gruppo Renzini. Sempre alla ricerca del meglio: dai salumi umbri ai vini pugliesi Questo è accaduto ad esempio quando gli si presentò l’occasione di acquistare i due prosciuttifici in Valnerina e, anni più tardi, la storica Cantina Albea di Alberobello: decisioni importanti ed al limite del rischio, perché pur vantando peculiarità notevoli, si trattava di aziende praticamente dismesse ed ormai prive di quella vitalità commerciale che poteva riportarle alle antiche glorie. Premesse che non hanno certo fermato il cav. Dante che gettandosi a capofitto nell’impresa e coinvolgendo tutta l’azienda, non solo le ha riportate in breve tempo agli antichi fasti, ma le ha valorizzate grazie alla scelta 33


di collaboratori validissimi e di una intelligente opera di promozione dei prodotti. Se l’efficace recupero strutturale e commerciale dei prosciuttifici di Norcia ed Abeto in Valnerina è ormai storia passata, quello della Cantina Albea, pur essendo cosa più recente ha dato risultati più che lusinghieri e lo dimostra il fatto che i vini prodotti dopo il cambiamento della gestione, hanno avuto ampi e qualificati riconoscimenti dai massimi esperti di enologia, con conseguente affermazione sul mercato. L’impulso maggiore lo si deve soprattutto alla scelta di un enologo di alto livello quale Riccardo Cotarella protagonista della nuova stagione della cultura enologica italiana,

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molto del merito va condiviso con le esperte maestranze della Albea guidate dal responsabile della cantina,l’enologo pugliese Claudio Sisto che, pur ancora giovane, si è perfettamente integrato nel suo ruolo. Inutile aggiungere che anche in questo caso il “territorio” ha avuto il suo notevole peso, perché parlando di vini non si può certamente prescindere dalla millenaria storia che lega la produzione vinicola alla Puglia; una serie di vicende che per certi versi hanno molte affinità con quelle della norcineria umbra e lo dimostra il fatto che come questa si avvalse delle conoscenze trasmesse dai monaci benedettini in materia di anatomia, oltre che di

preparazione di salumi, lo stesso accadde in questa regione per merito dei monaci Basiliani, soprattutto per quanto atteneva le conoscenze sulla coltura della vite e la trasformazione dell’uva in vino. A questo proposito va ricordata un’altra coincidenza, senz’altro casuale ma non per questo meno importante e cioè il fatto che se in un’antica Abbazia in Val Castoriana nei pressi di Norcia, vengono venerati i monaci di origine siriana Sant’Eutizio, San Fiorenzo e Santo Spes (maestro di San Benedetto), anche la Basilica di Alberobello è dedicata a due santi medici, Cosma e Damiano, provenienti anch’essi dalla Siria ed oggetto di una devozione secolare come protettori


di malati e sofferenti. Storie comuni che meriterebbero di essere approfondite, anche perché altri sono i punti in comune tra le due regioni, come la sorte dei loro principali prodotti e cioè il prosciutto per l’Umbria ed il vino per la Puglia considerati per secoli di importanza secondaria rispetto ai prodotti provenienti da altre parti della nostra Italia. Il Prosciutto di Norcia veniva infatti definito fino a qualche decennio un generico “prosciutto di montagna”, mentre il prestigioso vino delle generose terre pugliesi era considerato come un prodotto comune e di poco pregio destinato a dare sostanza e gusto a vini più conosciuti, ma privi di nerbo inviandolo in molte cantine italiane e fino alla lontana Francia. La necessità di rivalutare questi prodotti anche sotto il profilo culturale ha fatto sì che il cav. Dante Renzini si è sentito in dovere, una volta acquisita la Cantina di Alberobello di prendere una lodevole iniziativa destinando parte dei locali dell’edificio che ospita la cantina Albea, perfetto esempio di architettura industriale dei primi del Novecento, al Museo del Vino “G.De Santis” trasformandolo in un suggestivo punto di riferimento culturale per la Città dei Trulli. Un esempio ulteriore di come si possano conciliare gli interessi delle aziende, con altri aspetti della

vita meno apparenti ma altrettanto importanti per la comunità. Un mondo che ruoti solo attorno agli interessi economici infatti, finirà prima o poi con il disgregarsi mettendo a nudo delle situazioni che mai avremmo immaginato, come quelle che ci hanno pesantemente coinvolti in questi tempi colpendo l’Italia ed il resto d’Europa lo dimostra,. L’unica strada da percorrere ci sembra quindi quella

intrapresa da imprenditori come il cav. Dante Renzini che hanno ancora il coraggio e la determinazione per affrontare un futuro pieno di imprevisti, con la consapevolezza che prima o poi tutto passerà lasciandoci rafforzati da questa esperienza negativa invitandoci a percorrere strade nuove alla ricerca di orizzonti migliori. Adriano Bottaccioli

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Biografia di Dante Renzini Personaggio vulcanico ed imprenditore tenace e caparbio, è riuscito a dare forma concreta ai suoi sogni di adolescente, erede di un’antica dinastia di norcini Nato a Montecastelli Umbro, un piccolo borgo in comune di Umbertide nell’Alta Valle del Tevere nel 1946, Dante Renzini è il primo di tre figli nati dall’unione tra il padre Attilio e la madre Olga Lanzi. Gli stessi possedevano un’antica bottega di alimentari, con annessa macelleria, dove la famiglia Renzini lavorava da generazioni, producendo prosciutti e salumi di suino, oltre che succulente “porchette” che venivano vendute direttamente sulla strada ai paesani ed ai tanti viaggiatori di passaggio (la Tiberina era un tempo l’unica strada che collegava l’Umbria con il resto d’Italia). Inevitabile quindi che Dante, pur essendo ancora piccolo, venisse coinvolto nell’attività di famiglia ed iniziasse a collaborare con il padre nella preparazione dei salumi: un’arte antica che si può apprendere solo con la pratica e con l’esperienza che i vecchi norcini sono in grado di tramandare. Fu una scuola dura, perché Dante dovette alternarla a quella

obbligatoria delle elementari e delle medie, scuole tradizionali che contro i suoi desideri, dovette lasciare troppo presto a causa della morte prematura del padre. Da quel momento in poi, a soli quattordici anni e con grande senso di responsabilità, si dovette dedicare a questa attività a tempo pieno, fidandosi delle pur brevi esperienze passate e del buon senso che gli derivava dalla pratica dibottega. Più tardi, si parla dei primi anni settanta, confortato anche dal successo che continuava ad avere con i

suoi salumi (che preparava e stagionava anche per altri negozi), pervenne alla decisione di ampliare il giro di affari e creare un piccolo laboratorio più adeguato alle nuove esigenze. Non solo, ma cominciando a frequentare le prime Mostre e Rassegne di prodotti di gastronomia, dapprima in Italia e poi all’estero, si convinse che la maniera migliore per emergere sul mercato, sarebbe stata quella di proporre salumi tipici e specialità di cinghiale, parente prossimo del maiale che era tornato a popolare, dopo secoli, i boschi

IL PICCOLO DANTE CON LA PRIMA BICI

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umbri. Intuizione più che felice, visto e considerato che le grandi industrie salumiere disdegnavano questi tipi di prodotti (troppo impegnativi per una grande azienda) e le piccole attività artigianali non avevano il coraggio di allargare la loro produzione a prodotti così particolari e pregiati. Dante Renzini, invece, da quel tipo vulcanico ed inarrestabile che era ed è a tutt’oggi, si avventurò su questa strada senza riflettere sui pericoli che poteva presentare e fidando solo sulle sue capacità e su quelle dei suoi collaboratori diretti tra i quali l’instancabile moglie Tina .che nel frattempo pensò bene di dargli anche due figli maschi, Franco e Federico, che già da alcuni anni si stanno facendo le ossa nell’industria familiare. Non furono tempi facili, perché alla tanta voglia di lavorare ed alla sicurezza di aver portato sul mercato prodotti eccezionali per qualità e bontà, non corrispose a volte l’onestà di clienti che provvedessero a saldare i debiti nei tempi convenuti, mettendo più volte in crisi la giovane azienda, ma non demolendo la ferma convinzione di Dante di essere sulla strada giusta e di volerla seguire a tutti i costi. A più di cinquant’anni di distanza bisogna riconoscere che le speranze del Cavaliere erano ben riposte e che la sua lungimiranza era andata oltre

ogni ottimistica previsione. Il segreto? Continuare a produrre salumi di ottima qualità, offrendo tutte le garanzie che il cliente, oggi più che mai, ha il diritto di esigere e cioè: qualità degli ingredienti: materie prime eccellenti e selezionate, cura meticolosa e grande professionalità nella lavorazione dei prodotti, massima igiene durante tutto il processo di preparazione e stagionatura! Non solo, ma un’azienda moderna come questa creata dal cav. Dante, non può dimenticare la sana tradizione salumiera norcina, pur proponendo prodotti innovativi che si allineano con le istanze della moderna dietetica e dei principi salutistici suggeriti dai nutrizionisti. E’ così che il cav. Dante (noto ai più, nelle vesti televisive di “Mastro Dante”), non dimentica mai di raccomandare ai suoi clienti la massima attenzione nell’acquisto dei prodotti alimentari, che se preparati con ingredienti scadenti e non ben conservati possono risultare dannosi per la nostra salute. Consigli utili perché provengono da una fonte qualificata che come la sua che ha fatto tesoro delle lezioni impartitegli anni fa dal nonno e dal padre. Dante Renzini è oggi a capo di un gruppo produttivo (operante esclusivamente nel settore alimentare) che consiste tra gli altri nella “casa madre” della Renzini S.p.A. e cioè

lo stabilimento di Montecastelli Umbro, nel comune di Umbertide in Alta Valle del Tevere, situato in aperta campagna ed ad un centinaio di metri dalla vecchia bottega di famiglia, dove si producono salumi di suino, di cinghiale ed altri prodotti di norcineria, oltre a sughi e salse ed altre specialità gastronomiche. A questo stabilimento fanno da corollario i due prosciuttifici posti all’interno del Parco dei Monti Sibillini e cioè ad Abeto di Preci ed a Norcia, il ristorante e spaccio di prodotti aziendali “La Taverna di Mastro Dante” a Promano di Città di Castello, l’ormai famosa Cantina-Museo Albea di Alberobello ed altre attività commerciali strettamente connesse all’alta gastronomia. Dante Renzini, che può ritenersi a diritto una vera autorità in campo alimentare e soprattutto in quello della salumeria, ha ottenuto numerosissimi riconoscimenti ufficiali e viene spesso chiamato dalle maggiori emittenti TV nazionali, per offrire i suoi preziosi suggerimenti ai consumatori. Il gruppo che dirige, affiancato come sempre dalla moglie Tina e dai figli Franco e Federico, oltre che da numerosi e valenti collaboratori; può essere considerato tra i più prestigiosi in campo nazionale nel settore delle specialità gastronomiche e questo privilegio 37


viene rinsaldato di anno in anno e cioè ogni qualvolta la Renzini presenta i suoi nuovi prodotti, oltre a quelli tradizionali, nel corso di Rassegne in Italia e nel resto del mondo. Una storia lunga ed un percorso di vita complesso e spesso difficile, ma più che soddisfacente per un tipo caparbio ed instancabile come il cav. Dante Renzini, che è stato sempre consapevole tanto delle sue qualità, così come dei suoi limiti. Limiti ed ostacoli che hanno contribuito a dargli la giusta formazione manageriale che unita alle sue qualità innate, gli hanno consentito di raggiungere il successo da sempre desiderato e cioè sin da quando, ancora bambino seguiva il lavoro del padre e del nonno, sognando tra le quattro mura della modesta bottega di paese, un futuro allora certamente impensabile, ma poi pienamente realizzato. Oltre ai numerosi impegni in campo lavorativo e sociale, il cav. Dante Renzini è attualmente in carica come vice presidente del Consorzio del Prosciutto di Norcia i.g.p. con delega alla promozione dei prodotti del Consorzio. Mastro Dante Dante Renzini è stato per anni personaggio fisso, nelle vesti di “Mastro Dante”, della seguitissima trasmissione Tv “La Vecchia Fattoria” condotta da 38

Luca Sardella e Ianira Maiello. Nel corso di tale trasmissione è stato chiamato a descrivere i vari prodotti di norcineria, parlando delle loro origini, dei metodi di preparazione, della loro stagionatura, del loro utilizzo in cucina come ingredienti di ricette tipiche o innovative oltre che dei metodi di conservazione in casa. Per la sua lunga ed approfondita esperienza in materia, è stato più volte chiamato dai conduttori delle più popolari trasmissioni televisive; tra queste “Uno Mattina” , la “Vita in Diretta”, “Occhio alla spesa” etc. dove, nel corso dei suoi interventi, ha avuto modo di parlare diffusamente dell’evoluzione in positivo dei prodotti di salumeria. Questo anche per offrire chiarimenti sui salumi il cui consumo era considerato, a lungo andare, dannoso per la salute a causa della presenza di grassi, sale, spezie ed additivi chimici; opinione che va radicalmente modificata perché – come il cav. Dante ha avuto più volte modo di dimostrare anche nel corso delle ultime puntate di “Uno Mattina Estate” - sia la qualità delle carni suine (molto più magre e sane di un tempo), sia la diminuzione in percentuale di sale, sia la soppressione di alcuni additivi chimici, hanno fatto sì che tali prodotti risultino più sani di tanti altri in commercio. Il cav. Dante Renzini usan-

do un linguaggio appropriato, argomentazioni ineccepibili e soprattutto usando assoluta imparzialità di giudizio, ha profuso i suoi consigli destinati al consumatore familiare, oltre che ai gestori di ristoranti, non solo consigliandoli nella scelta oculata dei prodotti, ma fornendo anche notizie utilissime sulla conservazione ed utilizzazione dei salumi. Pur essendosi notevolmente rallentata a causa dei continui impegni di lavoro in Italia ed all’estero, Mastro Dante la sua presenza sugli schermi televisivi è ancora richiesta dai conduttori di trasmissioni Rai, Mediaset e di altre reti regionali.

Prof. Adriano Bottaccioli

I GENITORI DI DANTE RENZINI IL GIORNO DEL LORO MATRIMONIO



Enrico Deodato

SPECIALE ODONTOIATRIA

PUGLIA

TUTTA L’ODONTOIATRIA DI QUALITÀ AL SERVIZIO DEI PAZIENTI Il dottor Deodato spiega i “segreti” per una bocca sana e bella

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a bocca non serve solo per respirare e mangiare, ma è anche un importante organo di comunicazione, pertanto non stupisce che, denti bianchi, splendenti e regolari, sono riconosciuti come un segno di vitalità e di salute del corpo; inoltre, un sorriso accattivante influenza in modo decisivo la fiducia in se stessi. Oggi il paziente pretende dal suo dentista non solo un risultato funzionalmente perfetto del trattamento, ma anche e sempre di più un miglioramento del proprio aspetto. Chi ha dei denti belli sorride più spesso e più volentieri di chi sa di avere dei denti inguardabili e preferisce nasconderli. Come tutti sanno, la perdita di uno o più denti compromette sia la funzione masticatoria sia l’estetica del sorriso e del viso. La cura della malattia parodontale (piorrea) è un pilastro essenziale per la salute del cavo orale, mentre le protesi sostituiscono gli elementi persi o compromessi garantendo la corretta masticazione. Tutto ciò è realizzabile sia grazie alle protesi fissa su denti naturali e impianti, ma anche grazie all’impiego di nuove tecnologie come l’implantoprotesi computer assistita e materiali di elevatissima qualità estetiche come le ceramiche integrali. Dottor Deodato, cosa si intende per malattia parodontale? La parodontologia è una branca dell’Odontoiatria che si occupa della diagnosi e terapia delle malattie che interessano il parodonto (organo di sostegno del dente). Queste vengo-

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no chiamate genericamente malattie parodontali, parodontopatie, parodontiti o piorrea (termine storico oggi ancora utilizzato nella popolazione). Che cosa è la parodontite o piorrea? La piorrea è un’infezione cronica delle strutture parodontali. Essa viene causata da particolari tipi di batteri, in parte anaerobici (viventi in assenza di ossigeno), e decorre solitamente in modo asintomatica. Se l’igiene orale è trascurata, i batte-

ri formano la cosiddetta placca batterica o dentale, uno strato appiccicoso, nel quale i batteri possono facilmente moltiplicarsi in maniera indisturbata. Le tossine prodotte da questi batteri portano dapprima alla gengivite che si manifesta con gengive che sanguinano quando spazzoliamo i denti. Se la gengivite perdura più a lungo, l’infiammazione può estendersi dalle gengive all’apparato parodontale sottostante fino a distruggere le fibre


parodontali e l’osso alveolare che sorreggono i denti, creando la malattia parodontale o piorrea. Si formano allora delle tasche prima gengivali, poi ossee (tasche intraossee), che nascondono al loro interno residui di tartaro e placca batterica automantenendo la patologia. La malattia parodontale, se trascurata, inevitabilmente progredisce, portando alla completa distruzione dell’organo di sostegno dei denti con comparsa di mobilità fino alla perdita dei denti. Si può curare? Oggi la piorrea si può prevenire e curare efficacemente, purché non la si trascuri fino a portarla agli ultimi stadi. È importante però conoscere cos’è e come si manifesta negli stadi iniziali. I progressi fatti in questa branca permettono oggi di conoscere la predisposizione individuale a sviluppare la malattia e di diagnosticarla precocemente. Cos’è l’implantoprotesi computer assistita? Entrare dal dentista senza denti e uscire, solo dopo poche ore, con una protesi fissa su impianti. Oggi questo è possibile grazie alle nuove tecnologie e a una nuova procedura clinica chiamata “implantoprotesi computer assistita”. Si tratta di una moderna tecnica computeriz-

UN’IMMAGINE DELLO STUDIO

zata che agevola il lavoro del dentista e offre molti vantaggi al paziente. In pratica, si utilizza un nuovo e moderno programma informatico, che permette di progettare al computer tutto l’intervento chirurgico e sapere, in anticipo, senza dover tagliare e aprire le gengive, dove posizionare gli impianti. Si può così costruire una protesi fissa provvisoria

prima dell’intervento, che viene applicata sugli impianti appena inseriti (carico immediato). La mini-invasività degli interventi e il carico immediato fanno dell’implantoprotesi computer assistita, il sistema per la pianificazione implantare unico nel suo genere. L’immediato comfort percepito dai pazienti, la precisione e la predicibilità, inoltre, rendono questo protocollo clinico idoneo per la riabilitazione dei pazienti, sia totalmente che parzialmente privi di denti. Che funzione hanno le corone in ceramica integrale? Le ceramiche integrali si distinguono per la loro eccellente estetica, dato che la luce non viene solo riflessa ma, come nei denti naturali, esiste una vera trasparenza (la luce attraversa il dente). Questo effetto rende la corona di ceramica integrale specialmente adatta per i denti frontali, di cui permette anche piccole correzioni di forma e posizione. Un ulteriore vantaggio è che i bordi delle corone in ceramica non devono per forza essere posti nella zona sub gengivale, in questo modo si evitano irritazioni e retrazioni della gengiva causate dal bordo della corona. Le ceramiche integrali sono materiali estremamente biocompatibili, che non hanno potenzialità allergeniche. Per i pazienti allergici ciò può essere un vero vantaggio.

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Gianpiero Lippolis

Il futuro dell’abito da sposa nella moda italiana

ispondendo non sempre in modo positivo alle sollecitazioni e alle opportunità del mercato globale. Molte imprese italiane ed europee hanno spostato produzione delocalizzazione verso l’area asiatica, disperdendo competenze di elevato livello progettuale,

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stilistico e sartoriale per rincorrere benefici tattici di contenimento dei costi. Pochi colleghi, e tra questi mi onoro di esserci, hanno invece mantenuto le proprie radici in Italia e in Puglia senza perdere la fiducia che si può competere e vincere dall’Italia puntando sulla creatività, sulla quali-

tà e innovazione di prodotto e processo. E’ una sfida difficile ma possibile se affidata a imprenditori onesti, volenterosi e in grado di circondarsi di giovani talenti unitamente a competenze tecniche e manageriali di alto profilo. La discesa verso gli inferi della competizione sul prezzo è accelerata dalla perdita di potere d’acquisto dei consumatori. Il matrimonio resta un sogno meraviglioso ma le difficoltà delle famiglie comunque richiedono nuove e pratiche risposte senza intaccare la magia di un momento così importante della vita. In futuro il compito dei marchi più vicini al proprio pubblico e più innovativi sarà quello di creare valore, con il coinvolgimento emotivo e, pur sempre, con risposte incisive, pratiche, alla ridotta propensione d’acquisto. In questo scenario oggi più che mai è necessario il riposizionamento della moda

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italiana ed in particolare di quella pugliese attraverso il recupero del ‘saper fare’ e quindi di tutta quella alta artigianalità che ci ha reso unici nel mondo. “La moda italiana si distingue grazie alla sua antica tradizione sartoriale e artigianale, ma a renderla unica al mondo sono soprattutto la creatività e l’innato gusto per la bellezza che da secoli caratterizzano il nostro paese”, Silvia Venturini Fendi Le prospettive per il nostro mercato sono da ricercare attraverso due strade la prima: l’internazionalizzazione delle nostre imprese adattando i sistemi di offerta ai nuovi mercati, puntando sull’innovazione e la qualità dei prodotti, senza trascurare l’importanza della comunicazione. La seconda accorciando la catena di distribuzione promuovendo la realizzazione di negozi diretti in Italia ed all’Estero contenendo i costi di distribuzione ma soprattutto incoraggiando l’acquisto del Made in Italy riposizionando le imprese direttamente sui mercati di riferimento. Se in Italia nel 1980 gli occupati nel settore erano più di 1 milione, e rappresentavano il 5 per cento degli occupati totali, oggi il loro numero più che dimezzato, in prospettiva, ritengo che le tendenze di ristrutturazione settoriale proseguiranno verso una progressiva espulsione di manodopera. 44

Meno occupazione uguale a meno clienti, meno clienti uguale a minor commercio e spesa per investimenti a breve, a medio e a lungo periodo, meno contributi pagati per casse previdenziali e tasse sanitarie ma soprattutto ci rende tutti, anche gli occupati, più poveri. In questa situazione diventa importante chiedersi, prioritariamente, che ruolo si intenderà attribuire al settore tessile nel futuro dell’economia italiana e Pugliese sicuramente saranno necessarie politiche di orientamento al tessile/ abbigliamento che possano contribuire a mantenere vive e a formare professionalità indispensabile per qualsiasi ipotesi di rilancio.

In oltre sarà necessario un rinnovato impegno di promozione e di valorizzazione della qualità e del marchio, capace di rafforzare, con politiche di internazionalizzazione mirate e con partecipazioni collettive e significative a mostre e fiere qualificate, il Made in Italy : uno strumento ancora formidabile per i nostri prodotti, che deve però essere assolutamente potenziato quelle liberato dalle ambiguità che già oggi ne deteriorano e che in futuro potrebbero offuscarne l’immagine. Ci sarà ancora da lavorare, e tanto, con energie nuove e con giovani talenti! Gianpiero Lippolis Presidente Giovanna Sbiroli Sposa


na squisitezza gastronomica che proviene dalle antiche tradizioni della cucina cosidetta “povera”, perché nutriva i poveri contadini del sud, ma che 60 anni fa fu portata agli onori della cronaca grazie al medico/ricercatore statunitense Ancel Keys, il quale indagando su sette contrade del pianeta indi-

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viduò proprio nel sud Italia la dieta migliore per vivere più a lungo ed anche al riparo da molte malattie, ora diventata patrimonio Unesco col nome di Dieta Mediterranea, è il tarallino. Putignano in Puglia è famosa per il carnevale più antico (nato più di seicento anni fa) e più lungo (comincia il giorno dopo Natale) del mondo, ma ol-

tre che essere epicentro da decenni del distretto del tessile abbigliamento di qualità, come le confezioni per bambini e gli abiti da sposa, offre 3 prodotti agroalimentari tipici ed inimitabili nati proprio in questa cittadina: la “Farinella”, che da il nome alla maschera simbolo del carnevale, farina di ceci ed orzo buono per amal-

Saverio Buttiglione

Una leccornia slow economy: tarallini olio e vino bianco Farinella.

UN PIATTO DI TARALLINI FARINELLA

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gamare il sugo dei primi piatti, le “Mozzarelle”, prodotte col latte delle masserie sparse sulla murgia collinare ed i “Tarallini”. La leggenda narra di una mamma putignanese che, non avendo nulla per sfamare i propri figli, impastò la farina con quel poco che le era rimasto nella dispensa, direttamente prodotto dalla sua famiglia in campagna dove viveva: olio di oliva extravergine, vino bianco e sale che il marito aveva portato dalle saline di Margherita di Savoia barattandolo col latte delle proprie mucche. La donna formò con l’impasto così ottenuto dei piccoli cerchi per rallegrare i bambini e poi li fece cuocere nel grande forno a legna della masseria ubicata tra Putignano e Gioia del Colle, nacquero i Tarallini! Esattamente come per le orecchiette pugliesi anche i tarallini di Putignano hanno un segreto di Pul-

cinella: combinazione tra semplicità, materie prime di qualità e gusto. A Putignano nel 1983 Domenico Egizio avvia un piccolo laboratorio artigianale con forno a legna per la produzione di prodotti dolci e salati, è la terzagenerazione di panificatori della sua famiglia, la mamma gestiva il forno di fronte la splendida chiesa di San Domenico. Questo infaticabile lavoratore custode di un’antica tradizione nel 1987 ebbe l’idea di adottare quale logotipo della sua azienda proprio la maschera simbolica del Carnevale di Putignano, “Farinella”, dando così vita all’attuale “Biscottificio Panificio FARINELLA”, che si trova ora nella moderna zona industriale di Putignano. Facendo perciò tesoro di antiche ricette tramandatesi negli anni e sempre con metodi di lavorazione

artigianali, affiancati ora anche alle più avanzate tecnologie, realizza insieme ai suoi figli, Emilio e Francesco ed ai loro dipendenti, tutti maestri di questa tradizione, prodotti tipici apprezzati anche all’estero, a partire da Mosca e dalla Germania, proprio per la qualità delle materie prime adoperate negli impasti. Ai tarallini si sono aggiunte le friselline ed i crostini stuzzichini, in diversi gusti con l’aggiunta anche di spezie e con stili di packaging accattivanti, sempre nel rispetto delle disposizioni igienico a norma delle leggi nazionali ed europee. Questi prodotti, grazie al consenso dei moderni consumatori consapevoli, sono ora presenti in tutta Italia, distribuiti per esempio nelle COOP della Puglia e della Basilicata come pure nelle GDO dell’Emilia Romagna e di Triveneto, Lombardia, Lazio, Molise e Calabria. Infatti non solo a Putignano o in Puglia, ma dovunque ormai, quando le persone perbene vogliono trovare un accordo anche sulle questioni più spinose che li dividono, usano far terminare le dispute “a tarallucci e vino”, con quelli di Farinella è meglio!

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Paco è la divisione Packaging di StampaSud. Nasce con l’obiettivo di portare il know-how di stampa e di nobilitazioni apprese in oltre 60 anni di attività, nel settore della cartotecnica. L’azienda si estende su una superficie di 5.000 mq e offre un ciclo di produzione completo, dalla progettazione, alla stampa ed alle nobilitazioni, alla fustellatura, accoppiatura e piega-incolla. Paco è attiva nella produzione di astucci in cartoncino teso ed in carta accoppiata al microonda per i settori Food, Cosmesi e Farmaceutico. In particolare nel settore Food risulta determinante l’attenzione alle normative in vigore sui prodotti alimentari, il cui rispetto è garantito, oltre che da un impegno etico, anche dalle certificazioni ISO 9001. L’azienda è, inoltre, specializzata nella produzione di espositori di piccolo e grande formato.

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Saverio Buttiglione

Il petrolio italiano è il patrimonio Culturale, Ambientale ed Artistico “inimitabile e non delocalizzabile”

a crisi economica ha sviluppato dei paradossi anche in Italia: non è tollerabile che avere un lavoro non precario sia un lusso, non è possibile che chi lavora non riesca a vivere dignitosamente fino alla fine del mese, non è possibile che acquistare il necessario, cibo di qualità innanzitutto, sia diventato un lusso! Eppure è così. Allora bisogna prendere il coraggio a due mani e darsi da fare, l’Italia può farlo, per due ragioni: il talento e la creatività di un popolo che li possiede nel proprio DNA, come ha dimostrato nella sua storia, con punte di eccellenza espresse da persone come Leonardo Da Vinci o Enzo Ferrari, Giorgio Armani oppure Rita Levi da Montalcini in tempi più recenti e poi per la ragione che possiede un patrimonio culturale, ambientale ed artistico, per qualità e quantità, unico al mondo e perciò spendibile sotto il profilo del marketing globale.

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Recentemente negli USA una ricerca sui brands ha

stabilito che il marchio più noto, riconoscibile ed em-

LA MASCHERA DI PUTIGNANO FARINELLA INSIEME AD ECCELLENZE AGROALIMENTARI PUGLIESI


VETRINE DEL PALAZZO DEL PRINCIPE ROMANAZZI A PUTIGNANO ALLESTITE DA FOOD&MODA PER PROLOCO

patico è quello del Cavallino Rampante di Modena, ben prima della CocaCola o di altri must multinazionali di ogni campo. Infatti proprio in tempi di crisi economica e finanziaria epocale la Ferrari ha chiuso il 2012 con un sostanziale incremento di vendite rispetto al 2011. Ma una vettura Ferrari è il vero lusso, un sogno agognato da chi spera di aver successo nella vita, è una delle bandiere del “fatto in Italia”, non è possibile che invece, soprattutto per il mercato interno, siano diventati un lusso anche il prosciutto di Parma, il formaggio parmigiano/reggiano, i culatelli del signor Vernizzi che li produce di fronte alla casa di Giuseppe Verdi a Busseto, oppure il vino negramaro di Puglia o la pasta di Benagiano

di Santeramo in Colle o il salame capocollo di Martina Franca che Giuseppe Santoro porta ad Harrods di Londra come se fosse un gioiello non più alla portata delle tasche dei suoi conterranei. L’italiano non può e non deve accontentarsi di nutrirsi con olio spacciato per extravergine d’oliva quando questo viene venduto a meno di 3 euro a litro, perché si tratta di un tarocco, alle volte pure pericoloso per la salute, gli italiani hanno diritto a molti dei beni che stanno diventando un lusso come quelli che ho appena citato. Ma nel frattempo è bene vendere questi prodotti agli stranieri che possono permetterselo, perché almeno si consente alle nostre aziende di sopravvive-

re considerando che quasi tutto il manufatto italiano è di qualità e quindi di lusso, d’altronde la storia economica recente ci ha insegnato che la rincorsa al prezzo sempre più basso è perdente nel medio/ lungo periodo, presuppone inoltre scarsa qualità che non è nell’indole del “fare italiano”. Abbiamo però il problema di incentivare il nostro mercato interno di questi “prodotti di lusso”. Se ognuno farà la sua parte, qualunque sia il lavoro che svolge od il potere che detiene, tutto il Belpaese, cioè la nostra penisola italica, potrà guidare un nuovo sviluppo del vecchio continente, aumentando in maniera consistente il nostro PIL e quindi il benessere degli italiani. A livello di amministrazio49


ABITI DEL CARNEVALE DI CRISPIANO FRA ECCELLENZE ENOGASTRONOMICHE DELLA PUGLIA

ne della Cosa Pubblica spero che il nuovo governo immetta nuovo denaro, già abbondantemente raccolto con le tasse (che da noi raggiungono un prelievo molto alto dalla ricchezza prodotta dal lavoro dei cittadini, sia in maniera diretta che indiretta con iva, accise, ecc.), innanzitutto nella scuola e nella università, perché la formazione dei giovani è il primo investimento che una nazione debba fare e poi perché “con la Cultura si mangia eccome !!” Poi sarebbe necessario cantierizzare opere pubbliche infrastrutturali di base (completare per esempio l’alta velocità ferroviaria collegando anche Puglia, Calabria Sicilia, Basilicata e Sardegna ed estendere 50

assolutamente a tutto il territorio nazionale la larga banda), e porre in atto almeno 3 progetti che diventino permanenti (necessiterebbero addirittura di 3 Ministeri ad hoc): a) la manutenzione idrogeologica dell’Ambiente (fiumi e montagne soprattutto) b) il restauro e la manutenzione dei siti architettonici (dai siti archeologici, tipo Pompei o Egnazia, ai castelli, chiese e cattedrali, con il concorso dei privati, come è stato fatto per il Colosseo insieme alla famiglia Della Valle) e delle opere d’arte, in quota parte insieme ai Comuni c) l’incentivazione, con sgravi fiscali e con l’in-

tegrazione fra industria e centri di ricerca universitaria , della produzione di fonti energetiche alternative e rinnovabili, cominciando dall’energia del sole e dai territori del Mezzogiorno d’Italia (che ne sono riscaldati per quasi tutto l’anno). Su questa base gli oltre ottomila comuni italiani dovrebbero perciò redigere nuovi programmi locali di valorizzazione dei tesori ambientali, artistici e culturali presenti capillarmente su tutto il territorio italiano, che costituiscono il vero petrolio della nostra penisola e che potrebbero essere un formidabile “volàno” per la promozione e la vendita sia dei prodotti manifatturieri, sia di quelli agroalimentari e


turistici, perché sono prodotti che, uniti in maniera indissolubile ai territori di appartenenza (che non sono imitabili e non sono delocalizzabili in altre parti del mondo), come è già stato provato, quando dimostrano nella tracciabilità in etichetta il luogo di nascita vengono apprezzati e pagati il giusto in tutto il mercato globale, che invece giustamente pretende prezzi bassi per la gran parte della produzione mondiale quando questa diventa sempre più uniforme ed omologata, ovunque venga lavorata.

dai cattolici ma ancor di più dai popoli slavi di religione ortodossa, a cominciare dai russi che costantemente visitano la città in ogni periodo dell’anno), un santo che nella trasfigurazione iconografica dei popoli del nord Europa è diventato addirittura Sancta Klaus (Babbo Natale). Per esempio io ho guardato con attenzione il progetto della Via Francigena, presieduto dal prof. Pietro Guerra dell’Accademia di Belle Arti di Torino, che

promuove le vecchie vie medievali che attraversavano tutta l’Europa per imbarcare a Brindisi o Egnazia in Puglia sia le truppe degli eserciti crociati che i pellegrini in viaggio perGerusalemmme e la terra santa. Già a quei tempi tutte le località attraversate generavano commerci che portavano importanti ricchezze alle popolazioni locali, nonostante i mezzi di locomozione fossero lenti

I GAL, Gruppi di Azione Locale, voluti dalla Comunità Europea proprio per investire i denari comunitari su territori omogenei per cultura e geografia, di concerto con i comuni, potrebbero essere lo strumento ideale deputato a questo nuovo sviluppo. Se poi si ha l’intelligenza di sfruttare anche i nuovi progetti graditi dalle masse di attenti consumatori e consapevoli viaggiatori, come per esempio quelli sul turismo religioso (che coniugano la fede con la visita ai territori), tutte le economie locali attraversate ne ricaverebbero un beneficio. Pensiamo a Bari, in Puglia, che è la Porta d’Oriente per l’Europa, perché ospita le spoglie del Santo vescovo Nicola da Myra nella basilica del suo centro storico (un santo venerato

VETRINE PROLOCO PUTIGNANO DURANTE IL CARNEVALE 2013

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e scomodi rispetto a quelli del ventunesimo secolo. Per questo motivo ho apprezzato molto l’iniziativa della Proloco di Putignano in provincia di Bari, una cittadina già nota per le importanti aziende del comparto tessile abbigliamento (dalle confezioni per bambini agli abiti da sposa) e per il Carnevale più lungo (incomincia il giorno dopo Natale) ed antico del mondo. Questa Proloco ha recentemente valorizzato una grotta carsica dedicata all’arcangelo San Michele, proprio il Santo che proteggeva i crociati del medioevo ed i cui luoghi di culto, da Mont Saint Michel in Francia alla grotta sul Gargano (famosa per essere stata anche un luogo di

preghiera di San Francesco d’Asssi), erano disseminati lungo tutta la via Francigena. In questa azione promozionale Putignano è stata così inserita nella “nuova via Francigena” e la Proloco ha sfruttato il celebre carnevale per far conoscere ai turisti la sua splendida grotta di San Michele. Ho aiutato perciò con entusiasmo questa Proloco, condotta dal nuovo presidente Giuseppe Cosacco, ad allestire nella piazza centrale del centro storico di Putignano alcune vetrine del palazzo del Principe Romanazzi per ospitare i manichini con gli abiti dei carnevali di altre città pugliesi, insieme ad alcune eccellenze enogastronomiche della regione, esempio in piccolo del progetto

“Food & Moda”, showroom permanente a Milano in vista di Expo 2015. Questa iniziativa è stata molto visitata ed apprezzata dai turisti nel loro tour 2013 Carnevale/Grotta di San Michele a Putignano. Ma visto che, parlando delle opportunità che l’intera nazione italiana, unica al mondo per quantità e qualità, ha nella cultura, nell’ambiente e nelle opere d’arte, mi ritrovo a fare esempi riguardanti la mia regione di nascita, la Puglia, non posso qui trascurare di menzionare lo sforzo che, insieme all’architetto romano Giuseppe Miliè, progettista internazionale di campi da golf, il nostro direttore responsabile prof. Stefano Masullo, direttore anche di “Golf

INGRESSO PROLOCO PUTIGNANO DA SINISTRA IL PRESIDENTE COSACCO, FOTOGRAFO NARDONE, IL CAPO ELETTRICISTI MIKE STASI ED IL PRODUTTORE TV BUTTIGLIONE

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People Club Magazine”, sta facendo per dotare questa regione di un congruo numero di nuovi campi da golf e per incrementare uno sport che è in via di espansione in tutto il mondo, uno sport che, come dimostrato nel dossier pubblicato nel numero di gennaio/febbraio di Slow Economy, porterebbe i turisti del nord Europa già ben disposti a diventare clienti di manufatti, di prodotti agroalimentari e di servizi turistici offerti da questa regione. I turisti golfisti, da Mosca alla Siberia, dalla Svizzera all’Inghilterra, possiedono, come è noto, buone capacità di spesa ed è dimostrato che durante i loro viaggi spendono il 70% delle somme nel territorio (per ristoranti, alberghi ed acquisti) dove sono insediati i campi da gioco che settimanalmente frequentano. Se consideriamo i manufatti (abiti di alta sartoria per esempio) ed i prodotti enogastronomici della Puglia appartenere ormai alla categoria del lusso perché siamo in un periodo di crisi dei consumi di massa, anche se, per la loro qualità intrinseca (pensiamo all’olio extravergine d’olive degli ulivi secolari piuttosto che ai vini salentini o di Castel del Monte oppure alla pasta di grano duro di Altamura fatta con trafile in bronzo e lenta essiccatura), que-

sti prodotti hanno prezzi semplicemente adeguati al loro valore aggiunto (ma comunque difficili in periodi di crisi economica generalizzata), gli sportivi del golf potrebbero risultare fra i clienti più appropriati. Il direttore Masullo ha creato collegamenti costanti con questi turisti/sportivi speciali creando corrispondenti della sua testata di golf da ogni città. dell’Europa. Recentemente è stato insignito di un importante riconoscimento sotto questo profilo. Già direttore responsabile di Trend On Line (www. trend-online.com, la più importante testata italiana digitale dedicata alla finanza operativa con oltre 2 milioni di visitatori annui) Masullo è uno dei massimi esperti di finanza islamica in Italia, è consulente per la gestione di importanti patrimoni mobiliari ed immobiliari, è docente universitario (autore di ben 22 bestsellers aziendali, di cui uno è stato adottato come libro di esame obbligatorio alla Università Commerciale Bocconi di Milano. Come è noto Masullo è anche direttore responsabile di Golf People Club Magazine (www.golfpeople. eu, il sistema editoriale integrato del golf italiano dove i golfisti si ritrovano per consolidare le conoscenze avviate sul green, che ha una diffusione

tra la versione digitale e quella cartacea di oltre 250.000 copie), ed è socio fondatore e segretario generale di Assoconsulenza - Associazione Italiana Consulenti di Investimento (www.assoconsulenza.com, la prima ed unica associazione di categoria dei Consulenti di Investimento riconosciuta a livello istituzionale, la più rappresentativa, esclusiva, importante e prestigiosa, fondata a Milano nel 1996). STEFANO MASULLO, dicevo, è stato ora nominato responsabile per l’area strategica che riguarda il “TURISMO SPORTIVO di Alta Gamma e Lusso”, con nomina ratificata a Roma durante l’ assemblea ordinaria del 12 Dicembre 2012 in seno al Comitato Promotore per la costituzione della BANCA POPOLARE DEL TURISMO. Voglio ricordare che Assoconsulenza di cui il nostro direttore è segretario generale è l’organizzazione professionale autoregolamentata dei Consulenti di Investimento, fondata a Milano nel 1996 e presente dal 2006 sull’ Annuario ABI, prima ed unica associazione dei Consulenti di Investimento accreditata e riconosciuta a livello istituzionale in Italia, membro ufficiale della Consulta delle Professioni Emergenti del CNEL – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro. Assoconsulenza, conta at53


tualmente oltre 700 associati in rappresentanza delle più importanti istituzioni finanziarie nazionali ed estere, si pone come organismo di riferimento e di confronto per intermediari finanziari, autorità politiche monetarie e di borsa, organi di stampa, istituzioni accademiche, associazioni di categoria, ordini professionali sia a livello italiano che a livello internazionale quali SIM, Società Quotate, Istituti di Credito, Fondi comuni, SICAV, Società di gestione, Fondi Pensione e Chiusi, Merchant Bank, Consob e Banca d’Italia, Ministero del Tesoro e del Bilancio, Ministero dell’Industria, Ministero delle

Finanze, Commissione Europea, Parlamento Europeo, Banca Centrale Europea, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale. Non possiamo quindi che essere lieti di avere il milanese Stefano Masullo nel ruolo di Direttore Responsabile di SLOW ECONOMY, e da pugliesi siamo ulteriormente contenti di averlo anche quale stimolo per l’incremento del gioco del golf in questa regione del Sud Europa, una regione vocata per sua

FUNERALE DEL CARNEVALE DI PUTIGNANO IN PIAZZA PLEBISCITO

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natura culturale, geografica, climatica, ambientale, storica ed architettonica a grandi traguardi.


I

© Foto Videa

l messaggio di Gesù di Nazreth, anche per i non credenti, da ogni punto di vista ha cambiato la storia dell’uomo, che nell’arte e nell’architettura ha espresso il meglio della propria creatività ma ha pure scatenato i propri istinti primordiali di prevaricazione quando, in nome di Dio, ha scatenato guerre e censurato il pensiero dei propri simili per esempio con la Santa Inquisizione, cose per le quali il grande Papa Giovanni Paolo II ha chiesto scusa. Come in ogni cosa dell’umana attività, in nome della fede. è

stato espresso tutto il bene e tutto il male possibile, esattamente come le due facce opposte di una moneta. Certamente fra le positività c’è da annoverare che il Cristianesimo, voluto e sancito dall’imperatore Costantino per tutto l’impero romano, dopo che era stato perseguitato dai suoi predecessori per 3 secoli, divenne quasi un “testimonial” di nuovo progresso per una civiltà che aveva dominato il mondo ma che si avviava alla decadenza nei suoi valori primari, fu dunque una sorta di staffetta per un nuovo sviluppo, anche economico. Per noi oggi è difficilmente immaginabile che i pellegrini percorressero a piedi tutta l’Europa per raggiungere i tre luoghi che ritenevano sacri, Santiago de Compostela, Roma e Gerusalemme. Invece i Romani costruirono apposta delle strade che presero il nome di vie Francigene, ed attraverso di esse, Il presidente della Proloco di Putignano Pinuccio Cosacco ed il prof. Pietro Guerra nella Grotta di San Michele a Putignano che partivano da

Saverio Buttiglione

La Via Francigena dell’agroalimentare incontra il golf. Canterbury, vi fecero transitare anche gli eserciti, per imbarcarli nei porti delle Puglie alla riconquista dei luoghi di nascita di Gesù, la Gerusalemme contesa dalle tre religioni monoteiste. Significative tappe obbligatorie per queste masse in movimento erano i luoghi di culto dell’Arcangelo San Michele, infatti lungo tutti gli itinerari francigeni vi sono chiese o addirittura antiche grotte dedicate al Santo che in special modo proteggeva le armate dei crociati. Famosa la grotta di San Giovanni Rotondo sul Gargano perché nel medioevo vi si recò apposta in preghiera San Francesco da Assisi. Attraverso le vie Francigene, come è facile intuire, si svilupparono di conseguenza anche importanti traffici economici ed i prodotti dell’agroalimentare erano naturalmente quelli più scambiati fra persone di ceti e nazioni così diverse che si muovevano molto “slow” perché a piedi oppure a cavallo. Oggi, dopo tanti secoli, nuovi pellegrini iper tecnologici, magari col tablet ed il gps, stanno riscoprendo queste antiche vie, conoscendo al contempo luoghi e prodotti tipici dell’enogastonomia che, dopo decenni di viaggi in autostrada o in aereo, erano stati dimenticati.

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Torre Maizza

Torre Cocca

Al sud Italia, a partire da Roma, la strada francigena si divideva in due, diventando la Traiana che costegginando il mare Adriatico, portava all’imbarco per l’Oriente pellegrini e soldati nei porti di Barletta, Bari e soprattutto Brindisi, mentre la via Appia attraversava la Murgia collinosa e impervia per arrivare (attraverso il canale naturale noto per l’attraversamento del generale Pirro coi suo esercito a cavallo di elefanti) al porto di Egnazia, ora sito archeologico di immenso valore per l’integrità dei reperti ritrovati. A poche centinaia di metri da-

gli scavi di Egnazia, proprio sul mare, sorge ora uno splendido campo da golf fra le masserie fortificate Torre Maizza e Torre Coccaro. Mi sembra così che i nuovi pellegrini tecnologici possano percorrere le vie Francigene, gustando in maniera “slow” paesaggi e cibi tipici, per raggiungere una mèta sul mare dove poter praticare uno sport fra la natura, in silenzio (sui campi da golf è vietato persino tenere acceso il cellulare) e senza stress, e quelli sensibili alla religiosità potranno sentire certamente la

Consegna di "Slow Economy" edizione in tiratura limitata da collezione; da sinistra mastro Andrea Benagiano, l'assessore Provincia di Bari Vito Gianpetruzzi, il presidente Proloco Putignano Pinuccio Cosacco, l'assessore Comune di Santeramo in Colle Gianni Sportelli

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presenza di Dio in questi momenti di meditazione. Ho ospitato con piacere, sul secondo numero di Slow Economy (gennaio/febbraio), un ottimo articolo sulle vie Francigene del dott. Roberto Bianco, già assistente al Parlamento Europeo e Presidente della Fondazione Carnevale di Putignano. L'articolo è’ consultabile sia nelle pagine seguenti che nella versione "online" consultabile a pagina 108 al link: http://issuu.com/sloweconomy/docs/se02_150dpi Il presidente della Proloco di Putignano Pinuccio Cosacco ha invitato il professor Pietro Guerra, docente presso l'Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino e presidente della Via Francigena, a visitare la splendida grotta di San Michele in Putignano affinché sia inserita nel moderno itinerario da lui presieduto. Io li ho poi invitati a Santeramo in Colle, nell’antico pastificio Benagiano, dove sostò Giuseppe Garibaldi 150 anni fa a gustare la pasta fatta con le trafile in bronzo e la lenta essiccatura, e davanti


Saverio Buttiglione e Marilù Dragone consegnano una copia "Slow Economy" a Francesco Caputo all'assessore della Provincia didi Bari alle Risorse Agroalimentari Grotta Monte Sant'Angelo

Grotta di Monte Laureto a Putignano stato scoperto da uno staff scientifico guidati dall’architetto veneziano Fiorentino e dal frate Ignazio Fraccalvieri. A dimostrazione che persone dotate di intelligenza messa a servizio della collettività appartengono a tutti gli schieramenti politici, anche il responsabile nazio-

nale per l’Agricoltura del partito democratico, già vice presidente della Commissione Europea a Bruxelles, Enzo Lavarra, è venuto a Santeramo in Colle per informarsi sui benefici che il progetto “vie Francigene” possa portare alle risorse agroalimentari tipiche dei luoghi da esse attraversate.

© Rocco Lamparelli

ad un piatto di penne cucinate personalmente da Mastro Andrea e condite solo con olio extravergine d’oliva pugliese, l’assessore della Provincia di Bari Vito Gianpetruzzi e l’assessore del comune Gianni Sportelli, hanno reso noto l’esistenza di una grotta ipogea dedicata a San Michele, come è

Da sinistra: Pietro Sportelli preside e presidente consiglio comunale Putignano, Saverio Buttiglione il direttore editoriale di "Slow Economy", " Enzo Lavarra presidente di "PugliaEuropaMed", " il presidente Proloco Putignano Pinuccio Cosacco

Il cantante Albano Carrisi ed il prof. Francesco Schittulli (Presidente della Lega Italiana per la lotta ai tumori) inaugurano, nel cortile del palazzo della Provincia di Bari, la mostra di costumi Angioini “In...vestiti d’arte”, del centro studi Nundiae di Gravina Il cantante Albano Carrisi ed ilRievocazioni prof. Francesco Schittulli della Lega Italiana la lotta (Presidente ai tumori) inaugurano, in Puglia e del Consorzio Europeo Storiche, alla(Presidente presenza dell’ingegnere Lucaper Montrone di Telenorba), nel cortile deluna palazzo Provincia di Bari, la direttore mostra di Saverio costumiButtiglione Angioini "In...vestiti d'arte", del centro studi Nundinae di Gravina ricevendo tutti copiadella di Slow Economy dal e dall’architetto Beppe Germano. in Puglia e del Consorzio Europeo Rievocazioni storiche

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Miss Slow Economy 2013 MANUELA SISTO, COMMESSA DI SUPERMERCATO E MODELLA

MARILÙ BARNERIO, ATTRICE E BALLERINA

il corso alla MED (Mediterranean E n t e r p r i s e Development) dell’Universus CSEI di

Miss "Slow Economy" Al fine della selezione utile alla pubblicazione di miss "Slow Economy" per ogni numero della rivista, inviare CV e foto figura intera e primo piano (ad alta risoluzione) all'indirizzo mail: sloweconomy2012@gmail.com

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Miss Slow Economy 2013

MARILÙ BARBERIO, ATTRICE E BALLERINA, IN PISCINA AL GOLF CLUB IL DIRETTORE EDITORIALE SAVERIO BUTTIGLIONE TRA PRISCILLA LAGIOIA E ALESSIA PICCINNI

NICOLE MICHITIUC PER NEW MODEL AGENCY, PHOTOPARTNER DI “GOLF MATE IN TOUR”

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Miss Slow Economy 2013 Belle e Brave!!! "Miss Slow Economy" sceglie ragazze che impiegano talento e studi nella dedizione al lavoro, nella tutela dell'ambiente come nelle risorse energetiche rinnovabili, nelle nanotecnologie come nell'agroalimentare tipico, nella moda e nel turismo, con una filosofia di "Economia Lenta", invertendo la rotta da anni imposta dalla fast economy.

PAOLA TATEO, STUDENTESSA IN MEDICINA

In questo numero di Slow Economy, abbiamo dedicato la rubrica MISS SLOW ECONOMY alle ragazze che si sono presentate al “G LOUNGE” di Putignano per lo shooting fotografico, tenuto dal fotografo di moda Donato Cellamare della New Fashion Model, necessario alla scelta delle “Gold Mate in Tour” nei campi da golf dell’Apulia Golf District. MARICA CHIANURA

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Miss Slow Economy 2013

ALESSIA PICCINNI SUL GREEN DI GOLF CLUB TORRE COCCARO

DA SINISTRA L’ARCHITETTO BEPPE GERMANO DIRETTORE APULIA GOLF DISTRICT, LA MODELLA PRISCILLA LAGIOIA ED IL PRODUTTORE TV E PROJECT MANAGER DI “MILANO FOOD&MODA” SAVERIO BUTTIGLIONE

ALESSIA PICCINNI, STUDENTESSA DEL CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE

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Punti di Distribuzione

S

low Economy - Golf in tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo lo trovi anche in queste 65 eccellenti locations. Bruxelles • Petit rue au beurre, 12 Ristorante La Capannina a due piani nel centro storico, strada che immette nella fantastica “Grand Place” della città belga sede del Parlamento Europeo, con cucina italiana rivisitata al gusto francese e clientela internazionale, primo ristorante italiano in città fondato 50 anni fa da una giovanissima e tenace Anna Bianco emigrante da Noci in Puglia.

Dublino • 208 Lower Rarhmines Road, Dublin 6 - ristorante pizzeria "Il Manifesto". Infotel: 353 1 496 8096 e-mail: manifestorestaurant@ gmail.com website: www. manifestorestaurant.ie. In Irlanda una vera pizza napoletana, fatta da Salvatore di Salerno che, se è in vena, fa pure il giocoliere con l’impasto, è un miraggio che pure in Italia sarebbe raro.

• Lower Ormonde Quay, Dublin 1 - ristorante pizzeria "Bar Italia". Infotel: 353 1 874 1000 e-mail: info@baritalia.ie website: www. baritalia.ie. Fa onore alla cucina

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italiana nel mondo, ottimi primi, ottima pizza, squisita la frittura di calamari e gamberi

• Upper Merrion Street, Dublin 2 - "Merrion Hotel" website: www. merrionhotel.com. Nel centro storico si nota l’eleganza già dal portale d’ingresso, di fronte al palazzo di governo irlandese. Creato dalla fusione di 4 antiche case in stile georgiano si sviluppa attorno a 2 giardini del XVIII secolo.

Torino • via Santa Chiara, 54 - Ristorante "Asian Fusion". infotel: 338 8194846. Nel quadrilatero romano non lontano dalla Mole Antoneliana ottime cucine tipiche malese, cinese, giapponese ed Italiana, con pietanze fedeli alle tradizioni ed ai gusti originali, crocevia culinario tra oriente ed occidente. Cuneo • Santuario di Vicoforte Ristorante albergo CioccoLocanda - via F. Gallo,19. infotel: 0174 563312. Del grande artigiano della cioccolata Silvio Bessone, ogni stanza dedicata ad un paese del mondo che produce cioccolata, un museo incredibile. Milano • Esclusiva Golf Club House del presidente Maria Grazia Borelli

• Fiat Lounge Cafè - via Alessio di Tocqueville, 3. Meta della movida meneghina • Ristorante l’Osteria dei Pirati - via Fogazzaro, 9 del noto presentatore TV Marco Predolin che offre fantastici menù a base di pesce con musica dal vivo

Hotel Madison (4 stelle) - via Gasparotto, 8. Fra Stazione Centrale e nuovo grattacielo Regione Lombardia, si affaccia sulla chiesa di Sant’Agostino e sul complesso di scuole dei Salesiani (dalle primarie ai licei) • Residence Abbadesse Resort - via Oldofredi e via Abbadesse antico monastero fra i grattacieli del nuovo Quartiere della Moda, Isola di Porta Nuova, ben diretto dal proprietario ing. Antonio Savia. • Residence Pola - via Pola. Suites ed appartamenti di fronte al nuovo Pirellone. • Ristorante Churrascaria Barbacoa - via delle Abbadesse, 30. Primo in Europa dopo Sao Paulo, Campinas, Salvador, Manaus, Tokyo, Osaka, propone carne tipica brasiliana Camisano Vicentino (VI) • Ristorante Locanda alla Torre da Zemin - via Torerossa, 39/41 locale n.407 zona 4est infotel: 049 9065621. Nella torre di avvistamento del 1270 sul confine Vicenza/Padova, nei due piani della locanda un incredibile Gianfranco Zemin propone una cucina solo con prodotti di stagione e ingredienti del territorio, dalla “piramide di tartare di tonno su battuta di mango e avocado con salsa di limoni caramellati” alla “suprema


d’Italia (Carpi), all’incrocio fra l’autostrada adriatica nord/sud e l’autostrada del Brennero che collega l’Austria ed il nord Europa Quattro Castella (RE) • Ristrante Albergo La Maddalena - via L.Pasteur, 5. Emilio ed Emiliano Montanari accolgono con simpatia ospiti da tutta Italia deliziandoli con salumi parmensi e formaggio Parmigiano Reggiano San Polo d’Enza (RE) • Ristorante La Grotta - via della Resistenza, 2/B. Sulla collina reggiana, fra stalattiti e stalagmiti in grotta con cucina tipica reggiana Quattro Castella (RE) • Resort B/B Quattrocolli - Via Lenin, 81. Sulla collina tra Parma e Reggio Emilia offre una discreta raffinata ospitalità di lusso Copia di cortesia

di faraona”, indimenticabili i suoi risotti. Se lo si prega Gianfranco, forse, racconterà la storia di Occhi d’Oro e del cavaliere misterioso. Padova • Q Bar - vicolo dei Dotto, 3 infotel: 049 8751680. Nella centralissima piazza Insurrezione è elegantissima meta della movida chic padovana, anche ritrovo preferito dei calciatori del Padova calcio. Dinner&Dance, cucina mediterranea e sofisticata musica live • Osteria Barabba - via Vicenza, 47. Marco offre la cucina delle osterie venete in un lounge space, a cominciare dall’ora dell’aperitivo, memorabile quello del mercoledì con ricco buffet, ottimo winebar infotel: 049 8716845 Parma • Ristorante I Tri Siochett strada Farnese, 74/a. Squisiti “tortelli all’erbetta” piatto tipico parmense (grandi ravioli ripieni di spinaci annegati in burro fuso con parmigiano) e torta fritta (detta anche “gnocchi fritti” nel modenese e nel reggiano, di origine longobarda, semplici sfoglie di pasta per pane fritte in olio che si gonfiano come panzerottini vuoti all’interno) ottima per accompagnare il salame di Felino, il culatello di Zibello ed il prosciutto di Parma, oppure il Parmigiano Reggiano sorseggiando Lambrusco di alta qualità (per es. di Cantine Ceci). Collecchio (PR) • Agenzia Viaggi Tra le nuvole via Giardinetto, 6/I. Condotta con competenza e professionalità da Elena Bizzi Città di Castello (PG) • Ristorante La Taverna di Mastro Dante - via Montecastelli Umbro/ Promano in località Coldipozzo, 45. E' la patria dei prosciutti di montagna di Norcia infotel: 075 8648133 Soliera (MO) • Hotel Carpi - via Modena/Carpi, 81. Situato tra la patria dell’aceto Balsamico e la più bella piazza

SE Slow Economy Golf in Tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo SU CARTA PREZIOSA DA COLLEZIONE

Italian Style

ANNO 1 - NUMERO 2 Gennaio/Febbraio 2013

Roma • Golf & Country Club “Parco di Roma” - quartiere Cassia, via dei due ponti, 110. Progettista P.B.Dye per un 18 buche “par72” infotel:06 33653396, direttore architetto Giuseppe Miliè, progettista di campi da golf in tutto il mondo • Ristorante Ristovino quartiere Prati - via Durazzo, 19. Nei pressi dell’emittente televisiva nazionale LA7, è anche caffetteria per ottime colazioni mattutine ed enoteca ben fornita per pranzi o cene che vanno dai tipici piatti romani come gli “gnocchi freschi ai 4 formaggi” a quelli napoletani

tipo gli ottimi “rigatoni fatti a Gragnano preparati alla genovese con sugo napoletano”. Sant’Agata sui due Golfi (NA) • Ristorante albergo “Don Alfonso dal 1890” - corso Sant’Agata, 11/13. Nel cuore della penisola sorrentina si affaccia sul Golfo di Salerno ed è considerato tra i primi dieci migliori ristoranti d’Italia, condotto da Alfonso Iaccarino, chef internazionale, che vi ha aggiunto un prestigioso albergo e la scuola di cucina con frequenti eventi di showcooking Orsara di Puglia (FG) • Piano Paradiso ristorante. Peppe Zullo noto chef internazionale, riceve ospiti da tutto il mondo infotel: 0881 964763 Torre Canne (BR) • Masseria San Domenico e Golf Club. Struttura composta dalla prestigiosa masseria San Domenico e da Borgo Egnazia, resort di alta qualità apprezzata anche da importanti clienti arabi e russi e dai divi di Hollywood, è munita di campo da golf a 18 buche fra gli ulivi secolari ed è affacciato sul mare Bari • Barialto Golf Club. Storica club house pugliese con importante campo da golf • Hotel Boston - via Piccinni, 155. Albergo a 5 minuti dal centro storico e dalla Basilica di San Nicola, meta da Mosca di pellegrini cristiani ortodossi e, nel quartiere Palese hotel Parco dei Principi, di fronte al nuovo aeroporto Karol Wojtyla, modernissimo e dotato di tutti i confort per clientela business, entrambi della famiglia del vicepresidente Federalberghi di Bari, Antonio Vasile • Villa Romanazzi Carducci - via Capruzzi, 326. Albergo resort elegante e con architettura di prestigio circondata da splendido parco in pieno centro cittadino, direttp dalla famiglia dell’imprenditore ing. Lorenzo Ranieri, è dotato di suggestive sale convegni sparse nel giardino

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Modugno (BA) • Gruppo Logistica Trasporti Futura Enterprise - SS.98. Il Gruppo della famiglia di Pietro Conserva opera in tutta Europa con una flotta di 1.000 autotreni Monopoli (BA) • “Tartarella Gold” - via Baione, zona industriale. Concessionaria Alfa Romeo è la prima concessionaria della Puglia per Alfa Romeo infotel: 080 2462400 Polignano a Mare (BA) • Resort & SPA Borgobianco -

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Copia di cortesia

ed offre la cucina del noto chef prof. De Rosa • Ristorante Terranima - via Putignani. Nella strada delle banche e della movida, in pieno centro, è l’unico ristorante che conserva l’architettura antica, dalle “basole” del pavimento alla coorte che ricorda le piazzette degli artigiani dei secoli scorsi (presenti ancora solo nel centro storico) offre l’inimitabile cucina tipica barese, dalle "strascinate alle patate e cozze", dalle mozzarelle ai dolci caldi con crema “sporcamuss” • Radicci Automobili S.p.A. - Via Amendola, 146. Concessionaria Ferrari e Maserati per il Sud Italia ora Concessionaria anche per la dorsale adriatica con la nuova sede di Ancona. Il Gruppo Radicci a Bari, in altra sede, è anche prestigiosa Concessionaria Jaguar e Land Rover. • Hotel Oriente, nel centralissimo Corso Cavour al numero 32, un 4 stelle di lussuosa eleganza, ospita da gennaio 2013 la Golf Club House "Porta d'Oriente", punto d'incontro al Sud Italia di giocatori ed eccellenze della moda e dell'enogastronomia.

SE Slow Economy Golf in Tour gustando Moda, Agroalimentare e Turismo

Contrada Casello Favuzzi. Moderni arredi interni in una struttura esterna a masseria, intonacata a calce bianchissima che si specchia su di una immensa piscina con idromassaggio, che compone la “Salus per acquam” insieme al centro benessere interno “Unica”. Cinque stelle meritate come meritata è stata l’elezione a presidente “Associazione Albergatori Polignano” di Roberto Frugis socio e marketing manager. Tel:080-8870001 • B&B dei Serafini - piazza Vittorio Emanuele, 43. Riduttivo chiamarlo B&B perché si tratta di un eccezionale albergo diffuso nel centro storico della città di Domenico Modugno. Sporgendosi dalle case costruite sulla scogliera a picco sul mare sembra proprio di ascoltare “Volare” o “Nel blu dipinto di blu” onde sonore che da Polignano hanno raggiunto ogni angolo del globo. Altamura (BA) • Condotta Slowfood Murge - Via Cappelle della Via Crucis, 77. Fiduciario medico veterinario Michele Poligneri, esperto in ricerche sulle carni e promotore del grano Senatore Cappelli e del famoso Pane DOC di Altamura. Santeramo in Colle (BA) • Pastfico Benagiano - corso Italia,134. Da 160 anni produce la pasta che gustò Giuseppe Garibaldi, con trafile in bronzo e lenta essiccatura. • Dolci Pensieri - Corso Italia, 95/97. Pasticceria e caffetteria, produce le “tette delle monache”, soffici e squisitamente ripiene di crema chantilly. • Gastronomia Arcimboldo corso Italia, 103. Enoteca ed alta gastronomia italiana tipica selezionata da Cristina Schiavarelli

Putignano (BA) • Proloco - piazza Pebliscito,1. Nel centro storico della città patria degli abiti da sposa e del Carnevale più antico e lungo del mondo. • Fondazione Carnevale di Putignano via Conversano, 3. • Agenzia ViaggiNetti - via Tripoli, 63. La signora Netti organizza viaggi in tutto il mondo, pur in tempi del “fai da te via internet”, con una costante ricerca del prezzo più basso col massimo della qualità e della garanzia, facendo inoltre incoming turistica in Puglia con educationals tours, showcooking ed itinerari guidati in posti unici ancora sconosciuti ai grandi tours operators. Noci (BA) • Ristorante L’antica Locanda - via S.Santo, 49. In una “gnostra” del centro storico meta di turismo internazionale a novembre per “Bacco nelle gnostre”, di Pasquale Fatalino, chef noto in trasmissioni RAI, che prepara orecchiette con fave e cime di rape ed incantevoli braciole di carne al sugo. indimenticabili come dimostrato dai personaggi del mondo dello spettacolo che lo raggiungono apposta in ogni momento dell’anno. • Ristorante "Il falco Pellegrino" in località Montedoro a Noci, immerso nella campagna della Murgia pugliese, fra antiche masserie, nel quale lo chef Natale Martucci prepara primi indimenticabili, secondi di pesce fresco o tagliate di manzo podolico, con attenta scelta dei migliori vini regionali. Conversano (BA) • Ristorante Savì - via San Giacomo. Condotto dallo chef Nicola Savino, già chef a Dallas dove ha servito al presidente


Bush ed al famoso cantante Frank Sinatra le polpette al sugo pugliesi. A conversano ha inventato le crepès pugliesi, panzerottoni (dolci o salati) ripieni di leccornie regionali. Turi (BA) • Ristorante Menelao - via Sedile, 46. A Santa Chiara in un palazzo signorile del 1600 nella cittadina custode dell’”oro rosso”, la Ciliegia Ferrovia. Aperto da Michele Boccardi che dopo la laurea in economia e commercio e l’abilitazione di commercialista è diventato Marketing Manager alla Scuola di Economia & Turismo di Londra. Visto il successo ottenuto dall’aver trasformato la masseria fortificata di famiglia “Menelao”, sulla strada per Rutigliano, in eccellenza per la banchettistica, i ricevimenti, le cene di gala ed i meeting, con “Santa Chiara” affronta la sfida della cucina di alta classe internazionale. Dispone di un’ottima cantina di vini ed offre prodotti tipici, sia nazionali che d’oltremare, dai cappelletti con cicoriella campestre su letto di fave alla costata di manzo podolico della Murgia non disdegnando però il salmone Balik norvegese o la costata di manzo della val di Chiano della Toscana. Infotel: 080 8911897. Castellana Grotte (BA) • Palace hotel Semiramide - via Conversano. Affascinante albergo immerso nella natura, accanto al parco dei dinosauri in cartapesta, ospita anche la sede italiana dell’Università Europea per il Turismo, a cinque minuti dalle famose Grotte che richiamano visitatori da tutto il mondo per gli affascinanti percorsi carsici sotterranei lunghi chilometri, famose per le eccezionali stalattiti e le stalagmiti della “grotta bianca”. • Ristorante e braceria Le Jardin Bleu Belle - via Firenze. Affascinante struttura in legno

costruita su quella in pietra dell’antico bar della villa comunale, creandone un unico ambiente che guarda dalle vetrate le cime degli alberi che la circondano mentre si gustano squisiti piatti tipici pugliesi. Alberobello (BA) • Ristorante Casanova - via Monte San Marco, 13. Ricavato in un antico frantoio ipogeo sotterraneo in pieno centro fra i trulli patrimonio UNESCO. I soci Ignazio Spinetti (presidente Associazione Ristoratori Alberobello) e lo chef Martino Convertino offrono l’ottima cucina tipica pugliese indescrivibile a parole perché semplicemente da gustare in silenzio. • Museo del vino Antica Cantina Albea - via Due Macelli, 8. Unico completo museo del vino pugliese produce vino anche per il Vaticano, è la storica cantina che prima dell’unità d’Italia inviava, dalla vicina e collegata stazione ferroviaria, i propri vini per tagliare e migliorare quelli di Bordeaux in Francia. Produce “Lui” negramaro in purezza affinato in barrique primi 12 mesi. • Condotta Slowfood “Alberobello e Valle d’Itria” - via Sisto Sante, 5. Fiduciario Francesco Biasi, promotore dei presidi “salame Capocollo di Marina Franca” (ingrediente delle famose “bombette”), “Cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti” e “Pomodorino di oasi protetta Torre Guaceto”. • GAL Terra dei Trulli e di Barsento - Via Bligny, 23. Il primo Gruppo di Azione Locale fra quelli in cui, per zone omogenee, è stata diviso il territorio d’Europa, ad essere partito operativamente con gemellaggi in tutto il continente. I GAL sono un’iniziativa UE, che li finanzia col programma “Leader”, al fine di valorizzare le potenzialità dei territori integrando produzioni agricole, artigianali e di piccola industria per uno sviluppo sostenibile.

Questo GAL comprende i comuni di Alberobello, Putignano, Castellana Grotte, Turi, Sammichele, Noci, Gioia del Colle. Andria (BAT) • Ristorante "Antichi Sapori" contrada Montegrosso. Pietro Zito importante chef internazionale offre la cucina tradizionale pugliese e le antiche erbe ed ortaggi riscoperti e curati nell’immenso orto che ha costruito e nel quale lavora tutta la contrada. • Cantina Rivera con annessa sala di degustazione, condotta dal presidente di “Movimento Turismo del Vino” Sebastiano De Corato, produce il famoso “Falcone Rivera”. Corato (BA) • Cantina Torrevento condotta dal prof. Francesco Liantonio presidente della “Strada dei vini Castel del Monte” guarda lo splendido maniero ottagonale dell’imperatore Federico II di Svevia “Stupor Mundi” patrimonio UNESCO e produce eccellenti vini pugliesi. Crispiano (TA) • Masseria Resort Quis Ut Deus. Una delle inimitabili “Cento Masserie di Crispiano”, affascinanti masserie in pietra e tufo, ristrutturate per resort di livello e aziende agricole di prodotti tipici quali olio extravergine d’oliva e prodotti caseari Fasano (BR) • Tenuta Monacelle - Selva di Fasano. Antico monastero di monache del 1700 fatto di trulli, ognuno adibito a stanza d’hotel, con affianco parco nel quale sono ricavate modernissime stanze d’albergo costruite in tufo. Si affaccia dal monte Selva sui sei milioni di ulivi secolari che lo distanziano dal mare di Fasano Savelletri di Fasano (BR) • Masseria Resort Torre Coccaro contrada Coccaro, 8. Infotel.:080 4827992. Bianca e splendida sul mare, antica torre di avvistamento della linea difensiva dalle scorribande

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dei Saraceni del XVI secolo, che andava dal Gargano al “finibus terrae” Santa Maria di Leuca. Non ci sono parole per descriverla, guardare sul web! La stessa famiglia Muolo possiede la collegata Masseria Torre Maizza infotel: 080 4827838. Un hotel a 5 stelle con campo da golf 9 buche executive “par27” costruito fra gli ulivi secolari ed affacciato sul mare. A Coccaro Golf Club il 4 novembre, festa della Vittoria dell’Italia nella grande guerra, l’Apulia Golf District dell’architetto Giuseppe Germano e Do You Golf di Ester Monacelli hanno organizzato per il Circuito “Eccellenza di Puglia 2012” la 2a edizione della gara

Pitch&Putt, 18 buche stableford con 18 squadre e 36 giocatori. Il buffet preparato dagli chefs della struttura è stato inimitabile. Masseria Torre Coccaro è risultata per il 2012 tra i migliori 10 Beach Hotel nella classifica di “Conde Nast Travel”. Ostuni (BR) • Grand Hotel Masseria Santa Lucia SS.39, km 23.5 località Costa Merlata. Incantevole resort sul mare sotto la città bianca di Ostuni, diretto da Bartolo D’Amico, presidente ADA Puglia, associazione direttori d’albergo. Cellino San Marco (BR) • Cantina Tenuta Albano Carrisi. Prestigioso albergo e ristorante ricavati nella masseria del padre del famoso cantante, don Carmelo, che da il nome al vino più prestigioso prodotto dall’azienda. Cellino San Marco (BR) • Cantina Due Palme. Con avveniristica sala convegni ricavata nella bottaia produce vini ormai famosi nel mondo e vincitori di primi premi al Vinitaly di Verona come il “Selva Rossa”

Salice Salentino (BR) • Cantina Conti Leone De Castris. Cantina ricavata nel palazzo dei conti Leone De Castris, dove è nato il primo vino rosè del mondo settant’anni fa,il "Five Roses". E' annessa al prestigioso albergo e ristorante di proprietà della famiglia. Lecce • Acaya Golf Resort - Strada per Acaya,km.2 località masseria S.Pietro. Infotel: 0832 861385. Splendido campo da golf rivisto e ristrutturato, anche agronomicamente, dallo studio di architetti “Hurdzan Fry” per un 18 buche “par71” di 6192 metri, con ben sette ettari di specchi d’acqua, accanto al “Castello di Acaya”, costruito seguendo le nuove esigenze fortificatorie dell’epoca dovute all’affermarsi delle armi da fuoco ed ora esempio di moderno restauro. L’albergo resort della catena Hilton è costruito nel ricordo stilistico degli antichi monasteri con una grande piscina esterna ed un’importante SPA di ben 1200 metri quadri.

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anche in TV e sul Web il magazine “SLOW ECONOMY” con indagini nelle filiere della Moda, Enogastronomia, Turismo e Golf Slow Economy è un format multimediale integrato nel progetto “Milano Food&Moda”


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