13 minute read
Sale controllo, non più solo trasporti e sicurezza
Chiara Benedettini
Un settore in grande evoluzione
Dall’accelerazione impressa dal lavoro ibrido alla parcellizzazione delle sale, dalla crescente abitudine a servizi software based alla servitizzazione: le Sale Controllo sono al centro di un grande cambiamento, di metodo come di mercato, con l’allargamento a nuove applicazioni in settori verticali. E altrettante opportunità
Fino a pochi anni fa le Control Room erano considerate un mercato a sé e piuttosto specifico rispetto al “resto” delle applicazioni dell’Integrazione di Sistemi: erano utilizzate nei trasporti per monitorare e controllare la viabilità, o in ambito Security per visualizzare in contemporanea diversi luoghi tramite sistemi di videosorveglianza, per esempio, e un “grande classico” sono state – e sono ancora – le sale delle forze dell’ordine ma anche della sorveglianza privata. Più recentemente le applicazioni si sono ampliate al mondo della connettività e dell’energia, quindi alla possibilità di monitorare il consumo e i servizi all’interno di un edificio, di una fabbrica, di un complesso di uffici, sfociando in maniera fluida nel mondo della
Building Automation.
Ma è stata proprio la pandemia a imprimere un ulteriore sviluppo alle Control Room, reso possibile dall’evolversi delle tecnologie: il concetto di sala controllo si è affrancato, per così dire, dalle sue storiche applicazioni per divenire più versatile, ovvero un ambiente dove è possibile monitorare, comparare, valutare e, in alcuni casi controllare, grandi quantità di dati, di qualunque natura e tipo. Molto facilmente si è giunti alle infinite applicazioni odierne, dalla gestione delle sale riunioni al mercato Finance, dai servizi al Revenue Management, fino al mondo IoT. Un’evoluzione tecnologica comune a tutto il mondo dell’Audio Video professionale, d’altronde: la progressiva e inesorabile adozione dell’Over IP per il trasporto dei segnali. Anche se non ancora completamente accolta. Ci siamo fatti accompagnare in questo percorso da Fabrizio Ponzo, Large Videowall&Control Room, Territory Manager di Barco, e da Maurizio Vacca, Direttore Vendite di 3G Electronics, che lavora nel settore da un trentennio. Maurizio Vacca: “Il settore delle Control Room è per sua natura conservatore, in molti casi semplicemente non ci si può permettere che le cose non funzionino o i servizi non siano affidabili, per questo i committenti sono molto cauti nell’innovazione e spesso preferiscono, almeno adesso, un approccio ibrido, cioè l’uso dell’IP e dell’analogico allo stesso tempo. Così capita di avere una sala già esistente
cablata con cavi analogici, i segnali che vengono da telecamere digitali in rete, e diversi software di gestione”. Dal punto di vista del mercato le due grandi tendenze per le Control Room sono quindi la parcellizzazione delle sale, che diventano più piccole e distribuite, e la cosiddetta servitizzazione, cioè la conversione dal concetto di prodotto a quello di servizio.
La parcellizzazione delle Sale Controllo...
Le Control Room di pochi anni fa erano ambienti grandi e complessi, dove si tendeva ad accentrare il monitoraggio di flussi di segnali. Negli ultimi anni, anche grazie alla maggiore efficienza delle tecnologie di trasporto dati, al Cloud e alla progressiva conversione dei servizi basati su hardware verso quelli basati su software, è stato possibile distribuire e delocalizzare agevolmente le sale anche in luoghi dove fisicamente non si svolgono i processi. In poche parole, oggi è più facile pensare di avere una Control Room separata dagli uffici e magari in outsourcing, lontana dalla stazione che si monitora, o anche semplicemente molte postazioni distribuite ma collegate tra loro. Magari in coordinamento con altri colleghi che si stanno occupando di un’altra porzione del lavoro, e sotto la supervisione del proprio capo, che potrebbe avere il proprio ufficio su un altro piano o in un’altra sede. “Se fino a qualche anno fa – ci racconta Fabrizio Ponzo - la sala controllo era appannaggio di grandi realtà pubbliche/private o del settore interforze per il controllo di infrastrutture sensibili, vediamo ora un aumento capillare di punti di comando e controllo in molte, moltissime realtà aziendali.”
… E la servitizzazione
Si tratta della italianizzazione del termine servitization, e indica un modello di business che si incentra sulla trasformazione dalla vendita di un prodotto alla vendita di un servizio. L’aspetto principale è legato al passaggio da un’economia che prevede il possesso (ovvero acquisto, detenzione, manutenzione del bene, ecc…) allo sfruttamento del servizio che deriverebbe dal possesso. L’argomento è valido sia nei casi dall’outsourcing del servizio provvisto dalla Control Room (il controllo di un sito produttivo a cura di un fornitore esterno, per esempio) sia della decentralizzaizone della Control Room stessa. Inoltre, il concetto è fortemente connesso alla progressiva tendenza verso l’adozione di sistemi software, quindi anche al progredire della tecnologia e della digitalizzazione e, in particolare proprio in caso delle Control Room, all’introduzione del servizio in affiancamento al cliente come parte integrante della vendita, necessario considerata anche la complessità delle sale di oggi. Un servizio che in questo campo può prevedere assistenza h.24 nelle situazioni più a rischio, oppure nel giorno lavorativo successivo in casi meno critici, con pezzi di ricambio, assistenza da remoto o sul posto, ecc. I fornitori possono così realizzare una sala di controllo da cui monitorare il parco installato presso i loro clienti in tutto il mondo: questo consente nuovi modelli di business e ricavi, tra il quali la servitizzazione è in prima linea. Sono molti i fattori che rendono questa trasformazione vantaggiosa: una maggiore vicinanza e fidelizzazione dei clienti, più capacità di prevedere e gestire le esigenze di manutenzione e supporto, la creazione di servizi evoluti; il tutto fornendo all’utente finale strumenti con cui migliorare la produttività, l’efficienza, la sostenibilità. In pratica, la servitizzazione rappresenta una opportunità per i fornitori, e la Control room è uno strumento essenziale per abilitarla. Una Control room evoluta, che monitora e gestisce proprio i servizi tecnologici forniti alle aziende clienti, significa tante cose insieme: connessione remota, realtà aumentata, gemello digitale, manutenzione predittiva e a distanza. Dalla stessa Control room si visualizzano macchine installate in più siti di diverse aziende clienti, con la possibilità di monitorare la flotta di stabilimenti, impianti e imprese diverse.
AV/IT, System Integrator e IT Manager
Se l’ibridazione tra il mondo AV e IT è sempre più stretta, questo è a maggior ragione vero per il mondo delle Control Room, dove la rete informatica è particolarmente sotto pressione per la grande quantità di dati, continuativi e, spesso, critici. Nelle commesse l’interlocutore del System Integrator è molto spesso l’IT Manager, come ci fa presente Maurizio Vacca: “in relazione alla criticità dei dati veicolati, e per non addentrarsi in ambiti come l’AV che gli IT Manager non sempre padroneggiano, spesso questi ultimi tendono a fare scelte conservative e molto prudenti. Sappiamo bene che è molto più probabile che l’AV vada verso l’IT piuttosto che il contrario e, in questi casi, cerchiamo di trovare noi per primi delle proposte che riflettano questo approccio: sicurezza totale, strumenti e soluzioni consolidate ma già IP ready.” “Una delle tematiche che richiama maggiormente l’attenzione in quest’ultimo periodo – aggiunge Fabrizio Ponzo - è sicuramente il tema della Cyber Security: tutte le aziende con infrastrutture sensibili si sono dotate o si stanno dotando di sale controllo NOC1 e SOC2 , per affrontare tematiche di questo tipo. I recenti cambiamenti geo-politici hanno fatto emergere l’importanza del dominio cyber e di quanto sia importante attuare prevenzione e protezione aziendale a tutto tondo. Anche il diffondersi di smart & remote working ha fatto emergere potenziali rischi legati alla cyber security: più oggetti sono connessi, più le informazioni si trasformano in “big data” da analizzare e controllare, e in questo caso l’intelligenza artificiale viene in soccorso, applicata molto bene per esempio alla video-analisi.”
Le nuove applicazioni
Con Maurizio Vacca a Fabrizio Ponzo abbiamo esplorato i filoni più interessanti delle nuove applicazioni per le Control Room. Tra di essi il comparto finanziario, specialmente quello che viene definito Revenue Management, affrontato in maniera sempre più scientifica e basata su dati, che devono quindi essere raggruppati, letti e interpretati. Rispetto alle applicazioni legate ai trasporti e alla sicurezza, si rileva la tendenza a distribuire molto i punti di visualizzazione, perché l’importante non è avere un colpo d’occhio completo su tutta la situazione, ma semmai la possibilità di visualizzare e condividere i dati con altri operatori e altri uffici o sale riunioni. Quindi, al posto della sala dotata di grandi superfici di visualizzazione, avremo piccole sale o addirittura singoli punti di visualizzazione connessi tra loro.
1 Netowork Operations Center – sistema che monitora le prestazioni della infrastruttura di telecomunicazioni 2 Security Operations Center - rilevare tempestivamente ogni problema di sicurezza o potenziale minaccia. monitorare la sicurezza del sito, raccogliere informazioni sulle minacce, guidare i team di risposta o prevenire attacchi informatici.
Connessa a tutto questo, la tendenza a creare Dashboard sempre più elaborate per visualizzare e interpretare dati di tutti i tipi: vendite, risultati, mercato, ecc.. “La decentralizzazione del segnale – spiega Maurizio Vacca - ha portato a dover gestire un flusso di dati visualizzati su singoli display, dove si valuta un “riassunto” di essi, con tanti punti di visione supplementari. Quindi si tende ad avere software, player e apparecchi di distribuzione separati dalla Control Room.” Ed è proprio il concetto di Dashboard a creare un ponte con altri due importanti ambiti della visualizzazione e gestione dei dati tramite apparecchiature AV: in primis il mondo delle Meeting Room, piccole e grandi, sia per la gestione della sala in sé, ma soprattutto per l’ibridarsi di questi due ambienti – Meeting Room e Control Room - e dei rispettivi servizi e necessità. “L’esigenza è in forte aumento – spiega Fabrizio Ponzo -: se prima si parlava quasi esclusivamente di sala controllo e sala crisi, declinate in moltissimi modi, la nascita di nuovi ambienti di controllo multi-purpose impone la necessità di trasferire dati e relative analisi verso ambienti decisionali come Meeting e Board Room dove troviamo la fusione con tecnologie di trasporto AV-over-IP, di presentazione e soluzioni BYOD (Bring Your Own Device). Integrazioni per noi abbastanza comuni grazie all’ampia gamma di prodotti e soluzioni che abbiamo a portfolio ed alla vasta interoperabilità tra le componenti”. In effetti, una volta aggiornata la propria sala riunioni perché supporti adeguatamente le necessità del lavoro ibrido o asincrono, con soluzioni BYOD e BYOM, perché non rendere visualizzabili anche i dati da analizzare, disponendo del servizio e dei software adatti a interpretarli, senza doversi spostare altrove? Da qui il passo verso il Digital Signage è altrettanto breve: “Il Digital Signage cos’è? È la possibilità di visualizzare contenuti su una molteplicità di schermi e postazioni, tra questi ci sono anche siti Web, Dashboard e Link http…cioè anche in questo caso dei dati. Se poi questi dati devono essere visualizzati in più postazioni, e/o in una sala di lavoro comune, eccoci tornati al concetto di Control Room”. Forse è più difficile immaginarsi un mix tra DS e Control Room quando si parla di messaggistica promozionale in un supermercato, ma quando si comincia a pensare alla profilazione dei fruitori di questi stessi messaggi attraverso sensori e telecamere, ma anche all’uso della messaggistica digitale per la gestione delle sale di un centro congressi che comporti anche la raccolta dei dati rispetto all’uso delle sale stesse (gli orari nei quali sono più utilizzate, la presenza media, ecc.), anche qui possiamo pensare a una interessante ibridazione. Vorremmo continuare parlando di quella che ci sembra la meno definita ma anche la più promettente tendenza: il mix tra Control Room e IoT; il mondo degli oggetti connessi, anch’esso in fortissima evoluzione in tutti i settori di business, porta con sé una enorme mole di big data da analizzare. Dai consumi energetici ai check sulle scorte di materiali e beni, fino alle realtà produttive: “L’industria 4.0 ha fornito un forte impulso in questo senso, – precisa Fabrizio Ponzo - favorendo l’integrazione con software e sistemi dedicati a machine learning, intelligenza artificiale, hyper automation e cybersecurity, permettendo non solo di misurare in modo analitico le performance degli impianti, ma anche di monitorarne lo stato da remoto e di poter approcciare tematiche legate alla manutenzione predittiva”. Infatti, il dato in sé se non aggregato e contestualizzato risulta di difficile interpretazione, diventa così fondamentale sfruttare tecnologie di IA per automatizzare tutte le fasi di analisi e aggregazione dei dati, pur mantenendo un approccio umano-centrico a favore della corretta ergonomia di visualizzazione, sfruttando le nuove competenze a disposizione degli operatori delle nuove generazioni di Control Room. La predizione degli eventi è la prossima frontiera: i dati raccolti provenienti dalle diverse fonti, opportunamente confrontati, potranno offrire un
quadro delle tendenze e delle probabilità. “L’interconnessione di strumenti e macchinari nel mondo civile e industriale – ci fa notare Fabrizio Ponzo - permette di abilitare e gestire le analisi predittive, attività che consentono, se ben implementate, di identificare i trend e il possibile insorgere di anomalie, evitando rischi di downtime e ottimizzano le attività di manutenzione su asset critici”. La logica della Control Room ormai si sta espandendo a moltissimi settori ‘insospettabili’, chiudiamo con uno spunto che ne dà evidenza: “Di applicazioni strane ne abbiamo fatte diverse – conclude Maurizio Vacca - ma la più singolare è quella per il monitoraggio delle merendine dei distributori automatici negli aeroporti. Il sistema di controllo segnala e visualizza quando i prodotti sono esauriti, in che data e dove, in modo che l’operatore possa rifornire i distributori a colpo sicuro… tanto utile da risultare un modello profittevole per chi lo ha implementato”.
L’operatore al centro
Prima di chiudere, un pensiero va all’operatore, e all’importanza di metterlo in condizione di svolgere il proprio lavoro al meglio. L’aumento esponenziale dei dati da interpretare in virtuù delle nuove tecnologie presenti in campo, fanno sì che l’input di dati in una Sala Controllo diventi rilevante. Una massa di big data da gestire, interpretare e archiviare davvero imponente. Ovviamente, pretendere che un operatore sia in grado di monitorare dashboard e sorgenti di ogni tipo, finendo nel visualizzarle decine contemporaneamente, non sia la strada dell’efficienza: partendo dalle cose basiche, è opportuno che la sala sa silenziosa e che la postazione risulti comoda ed ergonomicamente corretta. Venendo alla parte tecnologica, l’ordine della postazione, l’assenza di periferiche e di cavi di collegamento a vista, la centralizzazione delle operazioni tramite una sola tastiera/mouse/pad tramite una workstation virtualizzata, dovrebbero rientrare negli elementi di base. L’utilizzo di software di analisi, machine learing, IA per il filtraggio e interpretazione dei dati è l’ultimo tassello degli aspetti fondamentali. Un nuovo ingrediente si aggiunge tuttavia, proveniente dalla crescente abitudine, e altrettanto crescente aspettativa da parte dei lavoratori delle nuove generazioni, di poter lavorare in modalità ibrida: in questo caso c’è anche l’urgenza di collegare la postazione decentralizzata (domestica o di uno studio esterno), ove possibile, a quella principale e ricevere il flusso delle informazioni con un livello adeguato di sicurezza in termini di protezione sia dei dati sia della rete stessa. Le Control Room, in linea con tutto il settore dell’AV, stanno affrontando il passaggio verso il mondo IP, già possibile dal lato tecnico ma frenato dalla prudenza collegata a un lavoro per sua natura business critical. Lo stesso sta avvenendo sul piano delle apparecchiature utilizzate, con la possibilità di virtualizzare e di passare a una struttura software based. Ma non tutti sono d’accordo, ed ecco un piccolo riepilogo dei principali pro e contro: Hardware base - Maggior sicurezza, anche psicologica, di avere un sistema fisico - Maggior sicurezza informatica Software base - Riduzione dell’hardware necessario a un server e semplificazione della manutenzione circoscritta a pochi apparecchi - Aggiornamento automatico senza sostituzione di apparecchiature - Scalabilità - Operatività da qualunque luogo e a qualunque orario - Soluzione svincolata dai problemi di shortage
Hardware and Software based
The Control Rooms, in line with the entire AV sector, are facing the transition to the IP world, already possible on the technical side but held back by the prudence associated with a work that is by its very nature business critical. The same is happening in terms of the equipment used, with the possibility of virtualising and switching to a software-based structure. But not everyone agrees, and here is a small summary of the main pros and cons: Hardware based - Greater security, even psychological, of having a physical system - Greater IT security Software based - Reduction of the hardware needed by a server and simplification of maintenance limited to a few devices - Automatic update without replacement of equipment - Scalability - Operation from anywhere and at any time - Solution released from shortage problems