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Dalla parte del club il caso After Caposile

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Fuorisalone 2022

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Dalla parte dei club: il caso After Caposile

Raffaele Pavoni

Come sta evolvendo il mondo del clubbing? Quali sono le soluzioni audio più indicate, le problematiche ancora da risolvere, i mercati di riferimento? Lo staff di After Caposile, locale nato nel 2015 a pochi chilometri da Jesolo e divenuto nell’arco di pochi anni un punto di riferimento nazionale per il panorama della musica elettronica underground contemporanea, non ha dubbi: il focus è e deve essere la qualità, intesa in senso sia artistico sia tecnologico

After Caposile è un club che si compone di due spazi, il garden estivo e l’inside room invernale. Per capire l’importanza di questo case study crediamo sia necessario mettere in rapporto il suo successo, e il successo del clubbing in generale, con la crisi del settore delle discoteche, dovuto in parte all’attualità economica e in parte, forse, a un cambiamento dei costumi nell’era post-pandemica, con cui dobbiamo ancora fare i conti. Da parte dei gestori, la scelta di aprire un club comporta un volume minore di spese e di incassi, ovviamente, ma anche – ci spiega Mattia Ganni Cuenca, organizzatore del locale - una minor urgenza di raggiungere un pubblico generalista, e una maggior settorializzazione: “Nei club il pubblico riesce a spendere meno e ad avere una sensazione più esclusiva, all’interno di un genere musicale più definito”. Guardandola dal lato nostro, se questo trend verrà confermato anche i produttori e distributori di sistemi audio, e di tecnologie in generale, dovranno adeguarsi a un mercato in rapida crescita. Il progetto After Caposile, in questo senso, dà forma e sostanza a queste nuove tendenze: la connessione all’interno di un club tra artisti, clubbers e tecnologie deve dare vita a un tutto unico. In questo senso, come afferma Mattia, “la tecnica audio riveste un ruolo chiave, e la settorializzazione del mercato del clubbing è sicuramente un forte stimolo per un ripensamento generale dell’offerta”. Vediamo di scendere più nel dettaglio.

Il rinnovamento tecnologico

Il reclutamento del fonico Andrea Giannelli, con alle spalle anni di esperienza nel campo degli eventi live, non è casuale. La strada per il salto di qualità è stata rapidamente tracciata: sostituire, progressivamente, il vecchio impianto audio, reinvestendo i profitti iniziali in nuovi diffusori e controller. Dopo vari test sia all’interno del locale che presso i siti dei fornitori, la scelta è ricaduta su d&b audiotechnik, attraverso il sales partner di Verona Musical Box Rent (scelto anche per la vicinanza al locale, essenziale in caso di interventi dell’ultimo minuto). Due sono i parametri che hanno convinto lo staff di After Caposile: la qualità e l’uniformità del suono. L’esiguità degli spazi dei club, infatti, a differenza di quanto avvenga per discoteche o eventi live, non solo impedisce di disporre gli speaker in line array verticali, ma configura un pubblico che spesso si trova a ballare a un metro dal diffusore, contro i 10-15 metri degli eventi live. A ciò si aggiunga la necessità di ingombri limitati, e diffusori esteticamente adeguati per una pista da ballo di simili dimensioni. In definitiva, lo spazio del club detta il tipo di prodotto, in termini sia volumetrici che di fruizione del pubblico. Dal punto di vista qualitativo, invece, la scelta del sound è stata fatta assecondando in parte i generi suonati all’interno del locale (house, deep-house, tech-house), in parte il gusto dello stesso Gianelli che, con l’esperienza di 13 anni di clubbing (soprattutto in tournée con nomi del calibro di Gabry Ponte), si è orientato verso un sound morbido, soprattutto nei toni medio-alti. Come precisa Andrea, “in un contesto dove l’inquinamento acustico è sempre più problematico, abbiamo due alternative: minor volume o maggior controllo della dispersione. E da questo punto di vista, d&b audiotechnik ha sviluppato forse le tecnologie più avanzate”. La scelta di After Caposile è orientata a ottenere un sound rotondo, non aggressivo, che punti sulla timbrica dei diffusori e sulla loro capacità di raggiungere l’audience in maniera uniforme e coin-

volgente. Il fatto che nel locale si tengano party lunghi fino a 18 ore, con conseguente necessità di un approccio sonoro emotivo, “da concerto”, sembra confermare la bontà della scelta.

L’installazione: problematiche e soluzioni

Nel garden estivo la pista, di 10x7 m, è al centro di due aiuole posizionate davanti alla consolle. I diffusori principali sono stati installati a destra e a sinistra del DJ, in maniera orizzontale rispetto al mixer, molto bassi e prossimi al pubblico; 5 metri più avanti c’è una struttura che serve a sorreggere le luci, mentre nelle strutture a destra e a sinistra c’è un delay che prosegue nella copertura della pista. Per quanto riguarda i prodotti d&b, sono stati usate due Vi7P come main e due Vi10P come delay, sei ViG-SUB come subwoofer e, come amplificatori, due D80. La Serie V è composta da diffusori point source passivi a tre vie da utilizzare stand alone, ovvero singolarmente, ma anche in combinazione con i moduli line array della medesima serie, nelle più varie casistiche e installazioni. Il tutto è stato coordinato con una matrice ad architettura aperta Xilica Solaro fr1, con I/O analogico e AES/EBU. Per proteggere rete, access point e processore gli organizzatori hanno optato per un UPS EAST power a doppia conversione, mentre per il monitoraggio è stata utilizzata una d&b C6, con finale di potenza D12, il tutto controllato da un unico PC in remoto.

I gestori attraverso un dispositivo connesso alla rete chiusa di controllo (e con IP filtrati), attraverso l'applicazione XTouch di Xilica possono controllare autonomamente alcuni parametri base e monitorare l'attività del processore. Per quanto riguarda l'esterno, il progetto della sonorizzazione è stato realizzato in modo da limitare la dispersione di energia al di fuori dell'area interessata, cercando di ridurre il più possibile anche la pressione sonora nelle zone del bar, per permettere al personale di lavorare tranquillamente. Un allestimento semplice, e tutt’ora in progress: come ci spiega Andrea, “mancano ancora i sei subwoofer di d&b audiotechnik: quattro saranno utilizzati come diffusione principale, con un leggero arco, e due come ritardo”. Il progetto, in linea di massima, è avere due setup, uno per l’inverno e uno per l’estate; nel primo, il vecchio impianto verrà allestito all’esterno e il nuovo impianto d&b, con i sub in arrivo, all’interno. Mattia chiarisce la questione: “abbiamo dovuto posticipare l’acquisto dei subwoofer: all’inizio abbiamo installato solo gli altri diffusori e gli amplificatori, tarandoli e modificando i cablaggi, e allineando i nostri vecchi subwoofer al nuovo sistema. Andrea è riuscito a fare il possibile, ma si trattava comunque di una soluzione provvisoria”. Da qui la scelta, rivelatasi vincente, di provare i nuovi subwoofer non nella location del rivenditore, ma direttamente

LISTA DEI MATERIALI

Audio: d&b Vi7P loudspeaker d&b Vi10P loudspeaker d&b Vi-GSUB subwoofer d&b D80 amplifier d&b C6 loudspeaker (monitoraggio) d&b D12 amplifier (finali) Matrice ad architettura aperta Xilica Solaro fr1 con IO analogico e AES/EBU con applicazione cTouch per controllo da remoto UPS EAST power doppia conversione

Luci interno: - Centralina Erreti Elettronica Led ArtNet 32 universi DMX - 960 Piexel Led Erreti Elettronica RGBW - Software Madrix/Mad Mapper

Luci esterno: - Centralina Erreti Elettronica Led ArtNet 32 universi DMX - 160 Piexel Tube 24 canali Led Erreti Elettronica RGBW - Software Madrix/Mad Mapper

all’interno del club, cogliendo al balzo l’occasione di un party con ospite David Morales. “Lo stesso Morales”, dichiara Mattia, “ci ha detto chiaramente di voler suonare da noi a una cifra contenuta, a patto però di avere un ottimo impianto. È andata benissimo”. La disposizione finale dell’impianto prevede le Vi7P come diffusori principali e le Vi10P utilizzate per la linea di ritardo, per quanto si tratti di un delay molto limitato, visti gli spazi, mentre fuori avviene il contrario. A quel punto, l’impianto vecchio verrà messo fuori, e la consolle stessa sarà riposizionata. I sei sub verranno collocati tutti a destra dello spazio, un rettangolo 15x10 m, a una distanza di 30 cm l’uno dall’altro. Considerando i pannelli insonorizzanti nella sala interna, la scommessa è che il risultato finale sarà qualcosa di molto vicino a uno studio musicale.

Il controllo da remoto

Insomma, una concezione diversa rispetto al clubbing di venti anni fa, nel quale tutte le casse erano orientate verso il centro della pista. È una decisione artistica che ha influenzato anche le soluzioni tecniche adottate. I diversi set up sono controllati da remoto tramite un processore Xilica Solaro, che consente di gestire contemporanemente top, subwoofer e monitor, sia all’interno che all’esterno, a prescindere da come questi siano cablati.

Un mercato in evoluzione

Allo stato attuale, queste soluzioni sembrano essere di nicchia, soprattutto nel contesto nazionale; ma qual è, quindi, il fattore frenante? Andrea non ha dubbi: uno dei problemi è la mentalità degli organizzatori. In Italia manca la cultura dell’ascolto, e accade che l’audio sia preso in considerazione per ultimo dopo luci effetti ecc.. Nel mettere a fuoco l'impianto giusto, è specialmente importante il rapporto con gli spazi;,cioè la soluzione per quello specifico locale in parte rispettando gli equilibri preesistenti, in parte mettendoli in discussione. Eppure, finalmente, adesso il vento sta cambiando, e i gestori di club fanno sempre più spesso scelte dettate non tanto dall’avere il massimo volume possibile, quanto dalla qualità timbrica e dall’uniformità di copertura. Nel caso di studio specifico, i subwoofer con delay del garden, posizionati all’esterno, assolvono precisamente a questo scopo: uniformare il sound che, inevitabilmente, sulla distanza tende a degradarsi. Dal punto di vista della tecnica audio, conclude Andrea, “è importante riuscire ad aggiornare il modo di pensare di alcuni gestori di club, quindi ripensare i target del lavoro e i focus dei singoli progetti”. In questo senso, il case study di After Caposile non è solo significativo di una tendenza in atto:

rappresenta un esempio virtuoso e replicabile, che guarda alla nicchia senza per questo rinunciare a investimenti importanti, e anzi, trovando proprio in tali investimenti un collante tra l’offerta musicale, il pubblico di riferimento e gli artisti. Già, gli artisti: spesso sono loro a essere attratti da un determinato sound system, e a prediligere certi tipi di locali. “Se la differenza tra una discoteca e un club è la qualità”, argomenta Mattia, “nel caso dei club conta la qualità degli impianti, degli artisti e del pubblico. I frequentatori sono per la maggior parte Dj, che vengono qui da tutto il mondo anche per la qualità del nostro audio. Ad esempio, a differenza delle discoteche noi lavoriamo molto con il vinile, e anche in digitale esigiamo rigorosamente file in WAV, o in AIFF, mentre discoteche più commerciali e dal gusto più radiofonico spesso usano mp3”. La scelta di un impianto simile, insomma, rappresenta da parte di After Caposile uno scatto in avanti per cercare di accontentare non solo il pubblico generalista, ma anche l’orecchio di qualsiasi persona addetta ai lavori: nicchia, sì, ma intesa non come un limite, bensì come uno standard di qualità. Questo è il guanto di sfida che lanciano i club. Il mercato sarà in grado di raccoglierlo? 

After Caposile

After Caposile è un club ricavato in un agriturismo in campagna, nell’omonima località, ad appena dieci minuti da Jesolo. Aperta nel 2015, l’obiettivo non era quello di fare party dalle 11 di sera alle 5 di notte, come in una normale discoteca ma, al contrario, di lavorare dalle 7 della mattina alle 22:30 di sera. In seguito, sono stati organizzati degli afterhours che hanno portato a una parziale rimodulazione degli orari; andando avanti con gli anni, il locale ha iniziato ad avere ospiti internazionali, ottenendo una risonanza sempre maggiore. Nel corso del tempo, parallelamente, gli organizzatori hanno investito, sia sugli elementi strutturali che sull’impianto audio e luci (fondamentali, queste ultime, per cercare di valorizzare le ultime ore di party durante la stagione estiva). Prima del 2019 è stato aperto anche un locale invernale, sempre all’interno dell’agriturismo: si tratta di una sala di 250 mq, capace di contenere 150-200 persone, a fronte delle 500 del garden estivo. In entrambi gli assetti, l’imperativo resta il solito: puntare non sulla quantità ma sulla qualità dell’offerta, in termini sia tecnici che artistici.

After Caposile is a club housed in a farmhouse in the countryside, in the locality of the same name, just ten minutes from Jesolo. Opened in 2015, the goal was not to party from 11 pm to 5 am, as in a normal disco but, on the contrary, to work from 7 am to 10:30 pm. Later, afterhours were organied which led to a partial rescheduling of timetables; as the years progressed, the restaurant began to have international guests, obtaining an ever-greater resonance. Over time, at the same time, the organisers have invested both in structural elements and in the audio and lighting system (the latter are fundamental to try to enhance the last hours of the party during the summer season). A winter room was also opened before 2019, again inside the farmhouse: it is a room of 250 square metres, capable of holding 150-200 people, compared to the 500 in the summer garden. In both assets, the imperative remains the same: focus not on quantity but on the quality of the offer, in both technical and artistic terms.

Nicchia sì, ma intesa non come un limite, bensì come uno standard di qualità. Questo è il guanto di sfida che lanciano i club

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