Smart Building Italia N 12

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N°12 | 2023

PROGETTARE EDIFICI SMART

SMART BUILDING ITALIA

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MAGAZINE N ° 12 NOVEMBRE 2023

Dal green building alla Smart City

TOGETHER Speciale MIBA EDIFICI SMART CASE HISTORY

Architettura e nuove tecnologie


RINNOVABILI: SCENARI E ISTRUZIONI PER L'USO PAD 6P STAND E23

RS485

Colori disponibili

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Colori disponibili

CO2

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VOC

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www.eelectron.com

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SMART BUILDING ITALIA MAGAZINE N° 12 Novembre 2023

SOMMARIO

N°12 | 2023

PROGETTARE EDIFICI SMART

MAGAZINE N ° 12 NOVEMBRE 2023

TOGETHER Speciale MIBA

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Dal green building alla Smart City

Architettura e nuove tecnologie

SMART BUILDING ITALIA

EDIFICI SMART CASEHISTORY

p. 6

Advertising manager: Ilaria Pivato ipivato@pentastudio.it

p. 72

Executive editor: Ilaria Rebecchi irebecchi@pentastudio.it

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Creative director: Graziella Pivato gpivato@pentastudio.it

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p. 16

Fiera Milano Rho

PUBLISHER Pentastudio Srl Presidente: Paolo Dalla Chiara pdallachiara@pentastudio.it Direttore responsabile: Luca Baldin lbaldin@pentastudio.it

Graphic designer: Monica Bassan mbassan@pentastudio.it Hanno collaborato: Luca Baldin, Ilaria Rebecchi, Marco Ventimiglia, Stefano Ferrio, Pasquale Capezzuto, Amedeo Schiattarella, Antonio Sacchetti, Rinnovabili.it, Iulia Popescu, Studio Ambrosetti, Luca Girodo, Massimiliano Magri, Nicola Badan, Rossano Capannini ADVERTISING: Pentastudio Srl Pedemuro San Biagio, 83 36100 Vicenza, Italy Tel. +39 0444 543133 info@pentastudio.it www.pentastudio.it Stampa: Logo srl Borgoricco (PD) SMART BUILDING ITALIA MAGAZINE publication is edited in Italy by Pentastudio (all right reserved) info@smartbuildingitalia.it www.smartbuildingitalia.it Registrazione del Tribunale di Vicenza N. 1/2021 del 04/02/2021 ©2023, tutti diritti riservati. Nessuna parte della pubblicazione può essere riprodotta in qualsiasi forma rielaborata con l'uso di sistemi elettronici senza l'autorizzazione dell'editore. Testi, fotografie e disegni: riproduzione vietata © Tutti i diritti di riproduzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi altro genere di utilizzo è necessaria l'autorizzazione da parte di Pentastudio Srl. Qualsiasi tipo di materiale inviato in redazione, anche se non pubblicato, non verrà in alcun modo restituito. Non si risponde per eventuali attribuzioni, fedeltà nei colori e notizie soggette a variazioni. SMART BUILDING ITALIA

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La Forza delle Sinergie TOGETHER MIBA 2023: quattro mostre per raccontare il futuro di edifici e città

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SMART BUILDING EXPO

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SICUREZZA

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ME-MADE expo

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GEE Global Elevator Exhibition

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Architettura e nuove tecnologie

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Dal green building alla smart city Intervista a Cino Zucchi, archistar

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Rinnovabili.it e Pentastudio siglano un' importante partnership per dare spazio all’innovazione in edilizia nell’ambito dello Smart Buiding Expo

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Las Vegas avrà presto un “digital twin”

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Edifici Intelligenti e il potenziale di trasformazione del parco immobiliare italiano

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Case salubri e green

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La progettazione degli Smart Buildings

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Cyber smart building

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Dai sistemi BACS allo Smart Readiness Indicator

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Batterie europee, le migliori per illuminare un futuro più “Smart”

Smart Readiness Indicator: uno strumento essenziale per la decarbonizzazione del settore building

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IoT Edge Computing: quali opportunità “Smart”? AIBACS - Il Protocollo Matter e l’AI: una Rivoluzione nell’Internet delle Cose (IoT)

Wi-Fi 6, potenza e sicurezza per ogni esigenza di collegamento Nell’UE il futuro delle caldaie è un rebus ancora da risolvere


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NOVEMBRE 2023

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Perché la Direttiva europea sugli edifici cambierà faccia agli immobili italiani

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“La Direttiva rappresenta una grande opportunità. L’UE tenga conto della particolarità dell’Italia”

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Tecnologia e dati tra Smart Building e CER di Iooota

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Il futuro della luce è dove e quando serve

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Distech Controls App per strumenti energetici e gestione dei dati

Le Reti Multiservizi per lo Smart Building

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L’Aeroporto Costa d’Amalfi a Salerno

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Cantina Mori Colli Zugna

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Casa Quattro (LCA Architetti)

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Il progetto DU30 di Padova

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Salewa: un headquarters tra natura, socialità e sostenibilità

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Cellnex Ambiente e sostenibilità Nextome HUB: la piattaforma multiservizi per lo Smart Building che sfrutta l’indoor positioning

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Le nuove soluzioni Loytec per il benessere ambientale ed il risparmio energetico

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Libera la potenza del 5G con D-Link

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Beta Cavi - ‘’A family company”

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Le soluzioni Tecnofiber in fibra ottica per gli impianti multiservizio negli edifici (F.T.T.H.)

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Ottimizzazione degli impianti idronici Alperia

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Maxital e l’nnovazione al servizio del futuro

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StoreLink Inventa ALIS

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Le soluzioni Innovative di Eelectron per gli Smart Buildings di oggi e domani

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Kieback&Peter - Parola d’ordine: innovazione (ma non solo)

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Milano Smart City Conference

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L’architettura “generosa” di Femia Atelier(s)

Il mondo sicurezza di Vimar

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La Rivoluzione della sicurezza integrata di Electronic’s Time per un futuro sicuro e confortevole

Occhi puntati sugli Smart Building

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Sfoglia il magazine su www.smartbuildingitalia.it/magazine

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EVENTI 2024

ROMA INNOVATION HUB

CONVENTION NAZIONALE D E L L E P R O F E SS I O N I T E C N I C H E

ROMA INNOVATION HUB 25-26 Gennaio Roma Auditorium della Tecnica P O W E R E D

B Y

O P I F I C I U M

SMART BUILDING ROADSHOW da Maggio a Giugno (date da definire) Vicenza, Palermo, Bari, Bologna, Milano

www.romainnovationhub.it

FORUM SMART INSTALLER Bari 29 febbraio Centro Congressi Fiera del Levante Bologna 7 marzo - sede da definire

SMART BUILDING LEVANTE 14 - 15 Novembre Fiera del Levante, Bari

SMART BUILDING.EDU 20-22 Marzo Fiera Didacta Firenze Fortezza da Basso

BARI SMART CITY CONFERENCE 13 Novembre Fiera del Levante, Bari 14 Novembre Politecnico di Bari

www.smartbuildinglevante.it

Per approfondire le opportunità di Smart Building Italia registrati alla Newsletter settimanale: www.smartbuildingitalia.it Pentastudio +39 0444 543133

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EDITORIALE

LA FORZA DELLE SINERGIE

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l concetto di “sinergia” sembra quasi in contrasto con la natura di questo Paese e degli italiani, talvolta geniali, quasi sempre profondamente individualisti e legati al proprio campanile. Eppure, proprio le sinergie costituiranno molto probabilmente il principale fattore di successo in un mercato globalizzato, perché le dimensioni sono importanti. Non fa eccezione il mondo fieristico, in Italia frammentato a causa del fiorire di centinaia di micro-quartieri fieristici spuntati come funghi in ogni città capoluogo di provincia, non di rado legati ad una sola manifestazione di qualche peso all’anno, con inefficienze gigantesche e un destino segnato in termini di assoluta irrilevanza nel panorama internazionale. Mettere ordine a questo ginepraio costituisce un’operazione mostruosamente complicata, eppure necessaria, per ridare efficienza e rilevanza ad uno strumento di marketing che, paradossalmente, proprio la crisi dettata dalla pandemia del 2020-2021, ha dimostrato essere ancora fondamentale e, per molti versi, insostituibile, anche nell’era dei nuovi servizi digitali. Quello che presentiamo a Milano in questo mese di novembre, costituisce senza alcun dubbio un segnale di un’inversione di tendenza e per questa ragione abbiamo voluto simbolicamente dedicare le prime pagine del numero di questa rivista al progetto MIBA – Milan International Building Alliance, che mette assieme ben quattro manifestazioni fieristiche tra loro assolutamente complementari, come SMART BUILDING EXPO (SBE), ME-MADE expo, SICUREZZA e la nuovissima GEE (Global Elevator Exhibition). Si tratta di un progetto nato nel 2021, quando il calendario fieristico sembrava impazzito a

Luca Baldin

causa del Covid, con l’occasionale contemporaneità di SMART BUILDING EXPO, ME-MADE expo e SICUREZZA (già coordinate tra loro da anni). Una contemporaneità che ha dimostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che il mercato gradiva la sinergia tra eventi che condividono un pubblico di tecnici e di addetti ai lavori che, anziché vagabondare per i quattro angoli del Paese, possono concentrare in pochi giorni un aggiornamento a 360 gradi sulle novità dell’intero comparto. MIBA è stato l’esito finale di questa presa d’atto, che dava evidenza ad una cosa che, in fondo, come operatori sapevamo da sempre, ovvero che, come accade nel resto d’Europa, è necessario puntare a manifestazioni fieristiche di alta qualità e che questa alta qualità è possibile assicurarla soltanto in alcuni grandi quartieri fieristici, in grado a loro volta di ospitare eventi di grandi dimensioni; e Milano, in Italia, è senza alcun dubbio il primo di una ristretta lista. MIBA nasce quindi con l’ambizione di rappresentare nel futuro l’evento, con la “E” maiuscola, in grado di rappresentare il massimo grado di innovazione in un campo strategico com’è quello dell’edilizia. Costituisce, quindi, una sorta di naturale e tempestiva risposta del e per il mercato, al profondo cambiamento in atto che, con la direttiva europea sulle “Case Green”, pone al Paese, agli imprenditori e ai tecnici obiettivi sfidanti che incrociano tecniche costruttive e tecnologie impiantistiche all’avanguardia e che costituiscono uno scenario evolutivo non di natura congiunturale, ma di medio e lungo termine. Con i colleghi di SICUREZZA, ME-MADE expo, GEE e Fiera Milano, crediamo di aver dato un segnale forte e siamo sicuri che questo sforzo vada nella giusta direzione. ■ SMART BUILDING ITALIA

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TOGET In Fiera Milano dal 15 al 17 novembre 2023 ME-MADE expo fino al 18 novembre

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THER MIBA 2023: quattro mostre per raccontare il futuro di edifici e città Il ruolo dell’edificio sta cambiando e con esso la filiera dell’edilizia e il volto delle nostre città. Il building, infatti, non è più un semplice contenitore, ma un vero e proprio gestore di servizi; presupposto che richiama una collaborazione sempre più stretta dei diversi settori impegnati in progettazione, valutazione dei materiali, mobilità, installazione di impianti e sistemi di sicurezza, con l’obiettivo condiviso di creare ambienti confortevoli, sicuri, accoglienti e sostenibili. Da questa visione nasce MIBA-Milan International Building Alliance, una alleanza strategica che riunisce quattro manifestazioni che permetteranno, con un approccio olistico e trasversale, di scoprire gli ultimi trend nei diversi settori, in un momento in cui il raggiungimento degli obiettivi di innovazione e sostenibilità richiede la convergenza e la cooperazione tra professionisti e mercati vicini. In Fiera Milano dal 15 al 17 novembre si terranno dunque in contemporanea SMART BUILDING EXPO, manifestazione di riferimento in Italia per l’home and building automation e l’integrazione tecnologica, SICUREZZA, manifestazione leader in Italia e tra le più importanti in Europa per security&fire, ME-MADE expo, appuntamento internazionale leader in Italia per soluzioni innovative e sostenibili per le costruzioni e l’involucro (che durerà un giorno in più, fino al 18 novembre), e GEE – Global Elevator Exhibition, il nuovo progetto dedicato alla mobilità orizzontale e verticale. Una opportunità unica, con un importante vantaggio: i visitatori in possesso del titolo di ingresso per una delle quattro fiere potranno visitare, con lo stesso biglietto, anche le altre.

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SMART BUILDING EXPO Più spazio all’innovazione La manifestazione si prepara nel 2023 alla quarta edizione con una ricca offerta di aree speciali ed eventi formativi

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er una filiera dall’enorme potenziale, una manifestazione fieristica in grado di affiancare e formare i professionisti del settore: SMART BUILDING EXPO, la manifestazione della home and building automation e dell’integrazione tecnologica organizzata da Fiera Milano e Pentastudio, proporrà agli operatori una ricca proposta espositiva e numerose occasioni di aggiornamento e formazione preziose per affrontare un settore in evoluzione. Il mercato italiano dello Smart Building vale 130 miliardi di euro: ogni 100 euro direttamente investiti nel comparto se ne attivano a cascata ulteriori 187, con un effetto moltiplicatore sull’economia. Questo significa che oggi lo Smart Building genera 39 mld di valore aggiunto. Anche in termini occupazionali le ricadute sono molteplici: ogni 100 posti di

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lavoro la filiera dell’Edificio Intelligente ne attiva ulteriori 178 per un totale di 278 occupati a tempo pieno (Fonte: European House Ambrosetti, 2023).

L’edizione 2023

La proposta di SBE si sintetizza in innovazione e integrazione. Grazie a una offerta in crescita (+30% di aziende rispetto alla scorsa edizione), la manifestazione racconterà prodotti, soluzioni e tecnologie che oggi consentono a edifici e città di evolvere in chiave smart, trasformandosi da semplici spazi in erogatori di servizi – dalla salute alla formazione, dall’entertainment alla mobilità – offrendo un importantissimo ritorno in termini di efficientamento energetico, sicurezza, comfort, sostenibilità.


Novità di SMART BUILDING EXPO 2023, saranno le 4 Piazze dell’Innovazione, realizzate con il supporto di partner del mondo associativo ed editoriale e nate per fornire un affondo verticale su alcuni mercati che ruotano intorno alla evoluzione del building e delle smart city:

Arena Rinnovabili.it

Affidata alla curatela della prestigiosa testata Rinnovabili.it, l’Arena Rinnovabili affronterà i temi più scottanti della transizione energetica, dal ruolo dell’intelligenza artificiale a quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili nel processo di decarbonizzazione nazionale, per finire all’utilizzo della Geotermia a bassa entalpia.

Arena Home and Building Automation

L’associazione Smart Buildings Alliance Italia, che mira a organizzare la promozione del settore degli edifici intelligenti all’interno della Città Digitale, curerà l’Arena Home & Building Automation con uno spaccato dei temi di attualità: dall’architettura di rete all’infrastruttura digitale d’edificio, con una presentazione del protocollo R2S (ready to service), dall’edge computing al servizio dell’edificio fino al concetto di digital energy.

www.smartbuildingexpo.it

Arena System Integration

Affidata alla curatela dell’associazione AIBACS, l’Arena System Integration approfondirà i temi legati all’utilizzo dei sistemi BMS e BACS per l’integrazione dei principali impianti d’edificio, presentando uno spaccato dei principali protocolli in uso e delle professionalità indispensabili a garantire un funzionamento ottimale di un edificio smart.

Arena AV Playground

Gestiti dalla testata Connessioni, i contenuti dell’arena dedicata al mondo dell’audio-video professionale mirano a stabilire un contatto tra i produttori di tecnologie e di applicazioni e i cosiddetti “end users”, ambiti nei quali i sistemi audio video professionali rappresentano una risorsa importante.

La Formazione

Nelle giornate di SBE si parlerà di Comunità Energetiche, grazie alla collaborazione col Consiglio Nazionale dei Periti Industriali, con un workshop interamente dedicato a un tema che sta rivoluzionando il volto delle città. Unimpresa Impianti proporrà un approfondimento sul PNRR e le misure di finanza agevolata, mentre una riflessione sulla rivoluzione energetica sarà realizzata da Rinnovabili.it e ANIE Rinnovabili. Infine, con ALA Assoarchitetti si parlerà del rapporto tra nuove tecnologie e forma architettonica in un’ottica di edilizia 4.0. ■

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SICUREZZA La manifestazione si conferma, per ricchezza e rappresentatività dell’offerta, il punto di riferimento del mercato in Italia e una delle più importanti in Europa

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na offerta espositiva in crescita, grandi ritorni, nuovi brand, un ricco programma convegnistico: SICUREZZA 2023 è pronta a offrire ai professionisti del settore security&fire – installatori, progettisti, system integrator, security manager – una opportunità unica di aggiornamento, confronto e business networking. In uno scenario tecnologico di grandi cambiamenti, tre saranno le parole chiave della proposta: digitalizzazione, integrazione e professionalità, temi intorno a cui ruoteranno le novità presentate in fiera, sia in termini di prodotti e soluzioni che di proposta formativa.

Confermata anche la Cyber Security Arena che, grazie all’alternanza di Cyber Security Talks (momenti di approfondimento con esperti di settore su scenari attuali e futuri) e Cyber Security Tips (format pragmatico di mezz’ora volto a fornire informazioni concrete) offrirà un’ampia panoramica sulle sfide in materia di sicurezza digitale e data protection. ■

Scenari tecnologici

La digitalizzazione sta guidando il settore verso una profonda trasformazione. Basti pensare alle telecamere smart, alla domotica integrata, ai sistemi antintrusione o antincendio gestibili da APP, all’uso di IOT e intelligenza artificiale, alla manutenzione predittiva o da remoto. Novità che stravolgono anche il ruolo dei professionisti, chiamati a sviluppare un insieme di competenze tecniche sempre più a largo raggio. SICUREZZA 2023 raccoglierà tutti questi impulsi, offrendo una occasione per valutare il meglio delle tecnologie oggi disponibili per i vari ambiti di applicativi, analizzare il contesto attuale e fare il punto sugli scenari futuri.

Ricco programma convegnistico

Punto di forza della manifestazione sarà anche il suo palinsesto formativo, che animerà le tre giornate di mostra con appuntamenti dedicati a nuovi scenari, normative, certificazioni, competenze professionali.

www.sicurezza.it

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ME-MADE expo La building community si ritrova a ME 2023: il futuro delle costruzioni è qui

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razie a una proposta sempre più specializzata e suddivisa in due Saloni, Involucro e Costruzioni, saranno presentate soluzioni e tecnologie all’avanguardia per realizzare edifici che rispondano ai massimi criteri di sostenibilità, efficienza energetica, riduzione dell’inquinamento, integrazione digitale e tecnologica. La presenza di brand tra i più rappresentativi della filiera del building coniugata alla molteplicità di convegni e appuntamenti formativi, costituiranno occasioni di incontro, spazio di confronto e di riflessione sui temi legati al futuro delle costruzioni contribuendo ad orientare scelte progettuali nella realizzazione di edifici che riducano l’impatto ambientale e rimodellino gli spazi abitati sulle esigenze di una società che sta rapidamente modificando le proprie abitudini di vita.

I saloni

ME-MADE expo avrà un chiaro orientamento alla specializzazione espresso nei due nuovi saloni, Costruzioni e Involucro, tra loro integrati dai driver dell’Innovazione e della Sostenibilità. Il Salone Costruzioni presenterà alla building community elementi performanti per costruire e riqualificare, tenendo presente

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che la qualità del costruito risponde oggi a svariate istanze tra loro interconnesse; il Salone Involucro esporrà le migliori soluzioni per il mondo dell’involucro, dei serramenti, dell’outdoor e delle componenti tecniche, in grado di coniugare riqualificazione energetica e comfort e di rispondere adeguatamente alle sfide climatiche e alle ultime esigenze sul piano costruttivo e progettuale.

Ispirazioni, suggestioni, formazione: i grandi eventi di ME-MADE expo 2023

ME-MADE expo propone quattro giornate ricche di incontri, workshop, premiazioni e seminari guidati da esperti e speaker di fama internazionale e organizzati in percorsi tematici specifici, concentrandosi sui trend e sulle prospettive del mercato, nonché sugli avanzamenti dei progetti legati al PNRR e alla qualità dell’abitare. Due voci di altissimo profilo nel panorama architettonico mondiale, Carlo Ratti e Winy Maas, parteciperanno a ME in qualità di ambassador ufficiali. Indiscussi protagonisti del dibattito internazionale i due architetti saranno presenti in manifestazione e a ciascuno dei due sarà dedicata una camera virtuale, Archibox. ■ www.madeexpo.it


L’innovazione e la sostenibilità si incontrano a Fiera Milano, Rho, dal 15 al 18 novembre 2023 per l’appuntamento con ME-MADE expo, la manifestazione italiana leader per il settore costruzioni, che si presenta completamente rinnovata nel concept e nel layout.

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GEE - Global Elevator Exhibition

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ono numerosi i brand italiani e internazionali che hanno confermato la partecipazione alla prima edizione di GEE, Global Elevator Exhibition - la fiera internazionale dedicata alla mobilità verticale e orizzontale, in programma dal 15 al 17 novembre 2023, a Milano (fieramilano – Rho).

GEE si presenta con un format innovativo

Nata dal mercato per il mercato, GEE si presenta con un format innovativo e smart con l’obiettivo di rappresentare e promuovere al meglio la qualità, la sicurezza e gli standard tecnici più elevati. In un contesto fortemente internazionale l’Italia è il secondo Paese al mondo per numero di ascensori, con un

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milione di impianti installati e un fatturato di oltre 2,6 mld di euro di cui il 38% derivante dall’export. (DATI ANIE, anno 2022).

verso il virtuosismo ambientale, il recupero energetico e digitalizzazione.

Opportunità di sviluppo e networking

Tali tematiche verranno approfondite anche all’interno del ricco programma formativo, basato su convegni ed incontri.

GEE risponde, quindi, alla richiesta concreta da parte delle imprese di trovarsi rappresentate in uno spazio di confronto, formazione e aggiornamento di respiro globale, che sappia mettere insieme le opportunità di sviluppo e networking con le tematiche più attuali del settore: sostenibilità, innovazione e tecnologia, anche in linea con le nuove direttive della Comunità EU, che oggi si sta muovendo in questa direzione, sostenendo, attraverso il PNRR, le attività di riqualificazione degli edifici e delle città

Convegni ed incontri

Si parlerà di Efficienza energetica, Intelligenza Artificiale e Iot, Sicurezza, design, manutenzione degli impianti, futuro della progettazione, trend e scenari internazionali; sviluppo di nuovi mercati, con il coinvolgimento dei massimi esperti nazionali e internazionali, esponenti delle principali associazioni di categoria ed enti ricerca. ■ www.globalelevatorexhibition.com


In arrivo il più innovativo hub europeo sulla mobilità verticale e orizzontale

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ALA ASSOARCHITETTI

Architettura e nuove tecnologie Amedeo Schiattarella, www.assoarchitetti.it

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on c’è alcun dubbio che la rivoluzione tecnologica abbia arricchito la professione di architetto di potenzialità inimmaginabili: se da una parte ha facilitato ed aumentato le possibilità di scelta e di verifica da parte del progettista, dall’altra ha elevato il livello di efficienza tecnica ed organizzativa degli studi professionali. Le attività di catalogazione, archiviazione, riproducibilità e trasmissione dei materiali elaborati hanno raggiunto elevatissimi standards, razionalizzando il lavoro e riducendo i tempi e le forme di comunicazione. Dal lavoro artigianale del progetto interamente redatto a mano si è passati all’utilizzo di programmi sempre più evoluti che, non solo sono in grado di sostituire la tradizionale rappresentazione bidimensionale dei progetti (piante, prospetti, sezioni), ma che riescono, collegando tra di loro le informazioni, a rendere possibile sia una modellazione che una visione tridimensionale dello stesso progetto. La rappresentazione statica del progetto si è evoluta ed è diventata dinamica. Oggi è possibile esaminare sia l’intero progetto che le sue parti facendole ruotare, ingrandendole o sezionandole; parallelamente si sono arricchite le possibilità di rappresentazione consentendo, già in sede di progetto, la realizzazione di immagini e di video molto sofisticati che rendono possibile una vera e propria “visita” dell’opera in modo che il progettista/visitatore

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possa entrare al suo interno e percorrerla per intero. Naturalmente meccanismi così complessi hanno resa necessaria una riorganizzazione dei processi di produzione, imponendo un più alto livello di tecnicità e di specializzazione da parte degli operatori ed una evoluzione continua delle conoscenze che deve andare di pari passo con il mutare delle richieste del mercato e degli strumenti messi a disposizione della evoluzione tecnologica. La progettazione sembra essere uscita quindi definitivamente dalla dimensione individuale del progettista demiurgo per trasformarsi in una vera e propria attività imprenditoriale. Oggi viene chiesto agli studi professionali di certificare in qualità la propria attività come avviene in tutti i settori produttivi validando sia le procedure che i livelli organizzativi. Il progetto è sempre più frutto del lavoro coordinato e convergente di settori specialistici diversi che, per rendere efficiente il proprio operato, debbono interfacciarsi ed utilizzare piattaforme e programmi comuni. Tutto ciò rende obbligatorio un controllo di coerenza sull’intero processo progettuale per evitare contraddizioni, incoerenze o addirittura conflitti con conseguenti successive lievitazioni dei costi ed allungamento dei tempi di realizzazione programmati. Allo stesso tempo, però, quelli che erano gli strumenti tecnici per il disegno ed il trasferimento dal pensiero alla carta del pro-


gettista non solo sono diventati sempre più complessi, ma hanno perso gradualmente la loro “neutralità strumentale” essendo sempre più in grado di condizionare, se non di sostituire in qualche caso, lo stesso progettista. I programmi oggi sono in grado di dare, in modo quasi autonomo, risposte programmate alle esigenze dei tecnici. Proprio il cambiamento del ruolo degli strumenti tecnologici nel ciclo di produzione dei progetti ha prodotto una concorrenza serratissima sul mercato tra le ditte fornitrici di hardware e di software che si è risolta con la nascita di una sostanziale condizione di monopolio di alcune aziende, conferendo loro anche il potere di indirizzare anche i

fondamenti logici della cultura del progetto, con tutti i rischi che questo può comportare. Questa radicale trasformazione del sistema produttivo della progettazione è sempre più evidente se si considera che questa evoluzione è andata di pari passo, con la globalizzazione del mercato dell’edilizia essendone allo stesso tempo causa ed effetto (e quindi della pianificazione e del progetto). La crescita degli interessi economici attorno al settore delle trasformazioni fisiche dei territori è diventato tale da acquisire una dimensione planetaria ed ha generato interessi ed attese da parte delle grandi ➝ SMART BUILDING ITALIA

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ALA ASSOARCHITETTI

concentrazioni finanziarie che travalicano gli interessi degli stessi stati nazionali. Sono cambiati i valori economici in gioco, sono cambiate le scale degli interventi e quindi anche la scala dei progetti. Oggi grandi fondi di investimento spostano le loro risorse da una parte all’altra del globo, secondo strategie di tipo finanziario che hanno colto nel settore edilizio una grande opportunità. Le motivazioni che li guidano sono naturalmente indifferenti rispetto al soddisfacimento dei fabbisogni e/o del benessere delle popolazioni, ma seguono le logiche della massimizzazione dei profitti. A servizio di questi enormi interessi il mercato della progettazione si è ristrutturato creando società multinazionali del progetto con migliaia di dipendenti, in grado di affrontare progetti di grande dimensione e dal grande potenziale produttivo ed economico. Questo modello di organizzazione con fenomeno di colonizzazione selvaggia delle culture che si basa sull’equivoco che la contemporaneità si esprima nel virtuosismo tecnologico, nella sfida quantitativa e nei valori della comunicazione e del consumo, ignorando la necessità di agire in modo compatibile con l’ambiente (non solo naturale ma anche culturale) in cui si opera. Oggi a livello mondiale sembra essere stata raggiunta la consapevolezza che l’ambiente naturale è in grande pericolo e che è necessario agire immediatamente per porre riparo ad un uso dissennato del suolo, ma chi ha la consapevolezza che è altrettanto a rischio il senso della storia dell’umanità che è fatta di tradizioni culturali millenarie, di manufatti che esprimono il radicamento dell’uomo nei suoi territori, delle aspirazioni culturali e spirituali di intere comunità, di valori collettivi ed individuali? È la valorizzazione delle diversità identitarie e culturali la chiave per affrontare la sfida di una crescita compatibile; la tecnologia rappresenta uno strumento straordinario, ma solo se è posta al servizio della comunità umana e non può dettare l’agenda delle trasformazioni del nostro pianeta. ■

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SCHERMI LED VIDEOMOBILE PER LE SMART CITY, NEGLI SMART BUILDING

videomobile.it

Smart Building Expo Padiglione 6 Stand H18 G19

Design by Clara Pozzetti SMART BUILDING ITALIA 1 9


INTERVISTA

DAL GREEN BUILDING ALLA SMART CITY Keynote speaker della Milano Smart City Conference 2023, “Le città come network: connettività, energia, servizi innovativi” – 14/15 novembre, Cino Zucchi è uno dei più importanti architetti italiani, anche fondatore dello studio di architettura CZA-Cino Zucchi Architetti, docente di Progettazione Architettonica e Urbana presso il Politecnico di Milano. Membro dell’organizzazione e dell’allestimento di numerose Triennali di Milano, il suo lavoro è stato esposto più volte alla Biennale di Architettura di Venezia.

Ad intervistarlo in esclusiva per il magazine Smart Building Italia è il Direttore, Luca Baldin Cino Zucchi

Architetto Cino Zucchi

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Cerificato LEED Platinum all’Headquarters Lavazza (Ph Andrea Martiradonna)

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rofessor Zucchi, stiamo vivendo una fase di profondo ripensamento della dimensione urbana che, a livello mondiale, non dà comunque segnali di crisi, in termini di processo di inurbamento. Cosa significa, secondo lei, oggi, insegnare Composizione Architettonica e Urbana? I piani di espansione delle grandi città nel diciannovesimo secolo sembravano seguire ancora gli strumenti noti del disegno urbano: strade dai fronti allineati e continui, monumenti, parchi, piazze, prospettive disegnate a tavolino. A loro proposito, si può quindi ancora parlare di “composizione” in senso classico; peraltro, la trasformazione da città a metropoli implica ancora una gradualità radiocentrica tra “centro” e “periferia”. Ma se l’urbanistica funzionalista del secolo scorso aveva cercato di correggere il tiro inserendo nuovi concetti – lo zoning, il sistema autostradale, i “quartiere satellite” immersi nel verde – la vita contemporanea si svolge in maniera ancora diversa. La dimensione territoriale innervata dalle grandi infrastrutture di trasporto pubblico e privato è una rete di relazioni dove la dimensione urbana tradizionale appare e scompare come una balena nell’oceano. Molte delle funzioni principali della città antica – difendere i suoi abitanti, facilitarne gli incontri sociali e gli scambi economici, rappresentarne valori e credenze religiose, educarne la prole – possono oggi essere assolti dalle tecnologie informatiche senza bisogno “tecnico” della prossimità tra le persone. Se parti più o meno estese di urbanità esistono, esse sono conservate o costruite non per assolvere a una funzione tecnica, quanto piuttosto per rispondere a un bisogno di interazione e di stare insieme. Io vedo la città come la trasposizione fisica del “patto sociale” descritto da Hobbes: una volontaria riduzione delle possibilità di azione individuale a favore di una stabilità della dimensione sociale. “Urbanità” è in inglese sinonimo di

“buone maniere”. In fondo, ai miei studenti insegno come l’architettura non sia una mera espressione individuale realizzata attraverso una tecnica, quanto piuttosto una rappresentazione di un fatto sociale complesso e necessariamente condiviso. Per dirla con il titolo della Biennale di architettura a Venezia del 2012, un “common ground” che necessita di continue negoziazioni e accordi tra le persone. La direttiva Europea sulle cosiddette “Case Green” pone obiettivi molto sfidanti, identificando negli edifici e nelle strutture urbane i principali responsabili sia dei consumi energetici che dell’emissione di CO2 in atmosfera. Come si deve porre il mondo della progettazione rispetto a tale

sfida epocale e come cambiano i paradigmi fondamentali della professione, anche in termine di know how? In qualche modo, mi considero un “ambientalista della prima ora”: illuminato e preoccupato dalle previsioni del famoso report I Limiti dello Sviluppo del team di Donella Meadows, ho fatto domanda di iscrizione al M.I.T. di Boston e ho conseguito lì la mia laurea. Tornato in Italia, ho sempre affrontato i progetti a tutte le scale con una grande sensibilità nei confronti dell’ambiente, dell’efficienza energetica e delle tecniche che potevano portare al massimo confort microclimatico. L’edificio Salewa a Bolzano ha conseguito il premio Casaclima “Work and Life” e gli Headquarters Lavazza il certificato LEED Platinum, ma soprattutto hanno ➝ SMART BUILDING ITALIA

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INTERVISTA

Premio Casaclima “Work and Life” all’edificio Salewa a Bolzano (Ph Cino Zucchi)

soluzioni che perseguono questi obiettivi in maniera intelligente e integrata con il resto dell’edificio. Ritengo molto sbagliato separare il concetto di Green building dal resto degli obiettivi che permettono a un edificio di “fare città” e costituire lo sfondo amato della nostra vita. In questo senso, considero durabilità e flessibilità due attributi fondamentali che permettono un edificio di vivere a lungo e ammortizzare l’energia spesa nella propria costruzione – la cosiddetta “embedded energy” su di un tempo lungo. In Italia oltre il 50% del costruito risale a prima del 1970, ovvero prima della prima normativa sul contenimento dei consumi energetici. Tra questi edifici ce ne sono di pregio, ma anche di semplicemente obsoleti. Cosa suggerirebbe alla politica per accelerare un adeguamento alle nuove esigenze del patrimonio edilizio nazionale? Il concetto attuale di “rigenerazione urbana” implica un equilibrio intelligente - da valutare caso per caso -tra la necessità di recuperare edifici esistenti per il loro valore urbano e architettonico e l’altrettanto impellente necessità di sostituzione degli stessi con nuovi elementi capaci di rispondere ai bisogni, ai valori e agli standard energetici di questi nuovo secolo. La politica può far molto a patto che consideri il patrimonio edilizio non

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solo un “materiale” ma anche una sorta di “milieu culturale” che plasma ed è plasmato dalla vita quotidiana. La tecnologia ci sta mettendo a disposizione strumenti sempre più raffinati per monitorare i consumi, gestire con intelligenza l’uso di un edificio e anche per trasformare gli edifici da naturali “consumer” a “prosumer” energetici. Al momento, tuttavia, sembra ancora molto acerbo il dibattito sul rapporto tra forma e funzione, con le tecnologie che tendono a giustapporsi alle architetture e non ad integrarsi con esse (è il caso dei pannelli fotovoltaici, per fare l’esempio più evidente), anche generando nuove forme. Dal suo osservatorio si muove qualche cosa in questa direzione? Come sarà l’architettura del futuro, fatta di edifici ZEB? Molto spesso gli edifici cosiddetti “green” mettono in mostra colori, soluzioni tecnologiche e materiche e dettagli volti a convincere gli spettatori della loro presunta natura benevola. Tuttavia, svariati elementi e criteri dell’efficienza energetica di oggi non differiscono dai principi insediativi tradizionali, animati dalla sapienza antica dei costruttori che sfruttavano ogni raggio di sole, ogni folata di vento od ogni presenza di corsi d’acqua per situare le loro case. Quindi, come non

vedo nessun problema a vivere con un laptop in una villa del Palladio, così non credo necessariamente che un edificio ZEB debba urlare la sua funzione o le sue peculiarità con “neologismi” particolari. Parlando con molti architetti, emerge sempre con forza una “difesa” strenua dell’approccio umanistico alla professione, quasi mettendolo in contrapposizione a quello tecnologico. Ma le due cose non sono davvero conciliabili? Oppure proprio la progettazione dovrebbe dare un segnale di capacità di sintesi, umanizzando la tecnologia, anche grazie ai nuovi processi di elaborazione progettuale favoriti per esempio dall’affermarsi del BIM? Diceva Ludwig Wittgenstein: “non dobbiamo dimenticare che un gioco ha delle regole ma anche un ‘succo’”. In questo senso, il BIM è uno strumento potente messoci a disposizione dalle tecnologie informatiche, ma non un fine in se stesso da applicare senza criterio. Oggi tutti pongono l’accento sul concetto di “qualità”; ma poiché non sanno articolarlo oltre in un insieme coerente, è facile sostituire ad esso le modalità rassicuranti di una procedura stabilita. La tecnologia è un prodotto dell’uomo, e quindi non va “umanizzata” ma semplicemente usata senza usarla come feticcio o strumento di controllo e potere. ■


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INTERVISTA

Batterie europee, le migliori per illuminare un futuro più “Smart” Stefano Ferrio

Il nuovo regolamento favorirà più sostenibilità, meno spese, uniformità di supporti, opportunità di mercato grazie a cui competere sulla qualità con la Cina. Ne parliamo con il relatore che l’ha presentato, l’europarlamentare Achille Variati

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Achille Variati, europarlamentare

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pprovato quasi all’unanimità dal Parlamento Europeo, il nuovo regolamento sulle batterie. e la loro destinazione una volta scariche, segna uno sviluppo importante nell’attuazione di un’economia circolare con cui rispettare le scadenze dell’Agenda Onu 2030. Il primo a esserne consapevole non può che essere il relatore del testo, ovvero il vicentino Achille Variati, europarlamentare del PD. Onorevole Variati, questo nuovo regolamento sulle batterie è stato approvato pressoché all’unanimità dal Parlamento Europeo. Significa che eravamo in piena emergenza senza che la stragrande maggioranza dei cittadini europei se ne rendesse conto? “La transizione energetica è una delle sfide più importanti legate allo sviluppo sostenibile. Ma la transizione energetica passa necessariamente per le batterie e i sistemi di accumulo. Basta questa considerazione per capire l’importanza non solo economica, ma anche geopolitica, del settore. Con questo regolamento, l’Europa avrà le batterie più sostenibili al mondo, e potrà competere con maggiore forza a livello globale. Ma è un regolamento che guarda anche ai diritti del consumatore, perché le batterie fanno parte della vita quotidiana di ognuno di noi:


sarà garantita maggiore trasparenza nelle informazioni trasmesse e ci saranno anche vantaggi dal lato pratico, ad esempio uniformando i caricabatterie che dovranno essere universali. La quasi unanimità, 587 voti a favore e solo 29 tra contrari e astenuti, è un risultato molto importante per dare forza a un regolamento che rappresenta una grande opportunità per l’Europa”. Questo nuovo regolamento definisce obiettivi ben precisi. Con quali responsabilità per le imprese e i cittadini? “Il regolamento ha l’obiettivo di portare benefici a tutti i livelli, dal cittadino alle imprese produttrici, che sono molte anche nel nostro territorio, e sono minacciate dal predominio attuale dell’Asia nel settore e dalle politiche protezionistiche americane. Non si può certo competere a livello di costi con la Cina, e la soluzione non sta nella chiusura protezionistica. Bisogna puntare sulla sostenibilità e sulla competitività. In quest’ottica, sono due gli aspetti centrali: la riduzione dell’impatto ambientale e lo stimolo allo sviluppo, con misure volte a rafforzare il processo di transizione, per creare un vero e proprio mercato europeo delle batterie completamente sostenibile, dalla fase di produzione a quella di riciclo”. E con quali cambiamenti nella vita di tutti i giorni? “Le nostre abitudini stanno cambiando in modo molto veloce. Secondo le previsioni, entro il 2030 saranno almeno 30 milioni i veicoli elettrici ad emissione zero immessi nelle strade europee. L’obiettivo è portare l’Europa al passo dell’evoluzione della domanda. I giornali recentemente hanno parlato del rischio per l’Europa di dipendere sempre più dall’economia cinese per le batterie, replicando la dipendenza dal gas russo, con le conseguenze che abbiamo visto nella vita di tutti i giorni a livello di salassi sui bilanci familiari. Evitare questa dipendenza è la condizione per scongiurare cambiamenti in negativo nelle nostre vite”. Quali sono gli aspetti più innovativi del nuovo regolamento europeo? “Credo che l’aspetto più importante e innovativo sia l’aver preso in considerazione tutto il ciclo di vita della batteria. È stato un lungo e complesso lavoro che ha affrontato aspetti legati alle politiche industriali, ai diritti dei lavoratori, a quelli dei consumatori, all’economia circolare.

Ma se devo scegliere un singolo aspetto innovativo, direi quella riguardante i caricabatterie per gli smartphone, poiché porterà benefici immediati a tutti gli utenti con un’unica tipologia di cavo per tutti i modelli. Risparmieremo un po’ di soldi per non dover acquistare nuovi cavi e magari risparmieremo anche un po’ di tempo perché troveremo molto più facilmente un caricabatterie in prestito quando avremo dimenticato a casa il nostro. E ci guadagnerà anche l’ambiente: un cavo unico significa meno cavi prodotti e meno rifiuti da smaltire alla fine del ciclo di vita. Sul cavo unico, va evidenziato che l’adozione da parte di Apple dello standard imposto dalla UE nel nuovo iPhone è un successo legislativo europeo”. Inoltre, è un provvedimento con cui si batte un colpo (forte) sul fronte dell’economia circolare. Con quali prospettive in ambito europeo e globale? “Penso che tra cento anni i nostri discendenti si chiederanno perché ai giorni nostri venivano prodotti così tanti rifiuti. L’economia circolare non è una scelta, è una strada obbligata per tutti. Perché non è più concepibile una realtà a compartimenti stagni e sarà sempre meno accettabile che venga buttato in una discarica ciò che può invece essere riciclato o riusato. E bisogna partire proprio dai settori che maggiormente interessano le attività produttive e la vita dei cittadini. Il regolamento va decisamente in direzione dell’economia circolare, con la convinzione che sarà un volano anche per la competitività”. Quali business potrà generare una svolta di questa portata? “Il mondo delle batterie è in costante evoluzione e a livello globale ogni giorno si ha notizia di nuove “giga-factory” in arrivo, accordi commerciali internazionali, novità tecnologiche. Recentemente sono stato invitato da Confindustria a parlare delle caratteristiche del nuovo regolamento e ho notato grande interesse da parte degli imprenditori vicentini e veneti, accompagnato però da una certa diffidenza verso l’Europa. Una diffidenza giustificata dalla “lontananza” rispetto alle reali esigenze delle realtà produttive con cui spesso in passato le istituzioni europee sono state percepite. Io credo che anche per questo aspetto il regolamento sia in qualche modo “rivoluzionario”, perché dà risposta a tante questioni in sospeso, evitando di ripetere gli errori del passato: quando, ad esempio, i pannelli solari sono

stati incentivati nel loro acquisto ma non regolati nella produzione e nello smaltimento, finendo per portare benefici solo all’economia cinese. Un errore strategico che non deve essere replicato con le batterie”. Quanto difficile è essere relatore di un regolamento del genere? “Mi sono trovato a essere relatore di questo regolamento di grande complessità appena entrato in carica come europarlamentare. È stata una sfida molto impegnativa, in un periodo in cui il Parlamento Europeo era fortemente scosso dallo scandalo Qatargate. Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le immagini di quelle orribili sacche di soldi simbolo di corruzione, è stato un periodo in cui la credibilità delle istituzioni europee era in grande difficoltà. È stato quindi un lavoro molto impegnativo, ma anche una grande soddisfazione per il risultato raggiunto”. Agenda 2030 dell’Onu, quanta strada c’è ancora da fare per un’Europa più “Smart”? “Molto è stato fatto. Ma c’è ancora tanta strada da fare. Con tanti ostacoli. Quelli materiali, dovuti alla difficoltà di gestire quella che è una vera e propria rivoluzione, a tutti i livelli: istituzionale, comunitario, industriale. Ma ci sono anche gli ostacoli ideologici, che sono i peggiori. In Italia e in Europa incombono visioni politiche miopi, che poggiano le basi sul sovranismo e sul complottismo, e che ignorano la realtà del cambiamento climatico che minaccia il futuro del pianeta. Quella tracciata dall’Agenda 2030 è una strada obbligata, ma è anche una grande opportunità. Strade diverse da questa possono solo portare verso il baratro”. ■

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Soluzioni innovative e su misura per la tua connettività Avere una copertura cellulare multi-operatore, stabile e di qualità, all’interno di centri commerciali, ospedali, borghi storici, stadi, grattacieli, metropolitane e uffici è oggi una condizione imprescindibile. La connettività mobile, inoltre, offre un’efficace terza via di connessione a qualsiasi server aziendale fungendo da back-up della rete fissa. La copertura cellulare diventa così un fattore strategico per la sicurezza e la flessibilità di qualsiasi struttura ed organizzazione. Cellnex è l’operatore indipendente leader in Europa nel settore delle infrastrutture di telecomunicazioni wireless, presente anche in Italia con quasi 11 mila siti e oltre 2 mila nodi multi-sistema e multi-operatore DAS e Small Cells. I sistemi DAS & Small Cells distribuiscono il segnale di tutti gli operatori telefonici tramite mini-antenne a basso impatto elettromagnetico e visivo o celle attive di dimensioni ridotte per aumentare la capacità e le performance delle reti di telecomunicazioni mobili. Cellnex vanta anche una vasta esperienza nel dispiego, manutenzione e operazione di reti multi-tecnologia IoT basate su sistema LoRaWAN. Ad oggi, più di 2 milioni di oggetti sono connessi alle reti IoT di Cellnex. Cellnex Italia è l’operatore neutrale che offre soluzioni innovative, efficienti, sostenibili e su misura.

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IoT Edge Computing: quali opportunità “Smart”? Antonio Sacchetti, Componente WG1 e chairman WG2 - SBA Italia

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er inquadrare il tema dell’Edge Computing, e dell’IoT Edge Computing in particolare, potremmo certamente affermare che si sta facendo spazio in maniera sempre più imponente come tecnologia emergente, collegata da un lato all’IoT, ed alle sue evoluzioni come l’IoE (internet of everything) e l’IIoT (Industrial IoT), dall’altro alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale - quella della digitalizzazione globale e pervasiva (I4.0): tuttavia, già questo preambolo corre seri rischi di apparire obsoleto, o quantomeno incompleto, sei si pensa, ad esempio, che ormai si inizia a parlare di “I5.0” . Poiché in questa breve trattazione vogliamo offrire degli spunti concreti, affinché gli operatori a diverso livello (progettisti, installatori, produttori ed erogatori di tecnologie HW e SW, proprietari, utilizzatori e manutentori di edifici ed Asset in generale) possano concretamente apprezzare le opportunità di sviluppo

SBA (Smart Buildings Alliance for Smart Cities)

Cos’è?

mira a organizzare la promozione del settore degli edifici intelligenti all’interno della Città Digitale, associando tutti gli stakeholder, combinando la trasformazione digitale e la trasformazione energetica a beneficio dell’utente. La missione di SBA è rappresentare l’ecosistema e promuovere lo sviluppo degli edifici intelligenti.

L’edge computing è “un modello di calcolo distribuito nel quale l’elaborazione dei dati avviene il più vicino possibile a dove i dati vengono prodotti”. Gli Edge computers sono “centraline” con a bordo microprocessori e memoria confrontabili con quelli dei personal computers, tali da poterci caricare a bordo Linux (embedded, o sistemi operativi “simili”). Gli IoT Edge Computers sono tali quando hanno a bordo possibilmente più di un protocollo di comunicazione “IoT”, possibilmente sia wireless che cablati, ce ne sono tanti, non li citiamo - tuttavia, almeno uno fra WiFi ed Ethernet è considerato il “minimo sindacale”. ➝

Riunendo gli attori di questo ecosistema e le sue reti di esperti, la SBA consente di mettere in comune le competenze e il know-how dei suoi membri. Vera forza propositiva, pubblica documenti di riferimento e promuove l’uso di soluzioni interoperabili, basate su standard aperti. Stabilisce inoltre il legame tra le diverse componenti dell’edificio, l’integrazione di questi ultimi nel tessuto della Smart City, i servizi forniti ai suoi occupanti e la valorizzazione degli asset indotti da queste innovazioni.

(e quindi anche di business) dell’IoT Edge Computing, tralasciamo gli aspetti generali e proponiamo un percorso sintetico (sfidando il rischio di apparire superficiali), per arrivare all’obiettivo.

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Che dimensioni di mercato ha? Ci sono diverse indagini di mercato professionali, ma non possiamo snocciolarle, fermiamoci agli ordini di grandezza, ai grandi numeri generali: la dimensione del mercato globale dell’Edge Computing è stata valutata a 44.7 miliardi di dollari nel 2022 e si prevede che si supererà la soglia dei 100 miliardi di dollari entro la fine del 2027.

A livello europeo si stima che la spesa di aziende e fornitori di servizi per l’edge computing ha raggiunto i 40 miliardi di dollari nel 2022 e aumenterà significativamente nel periodo di previsione, raggiungendo quasi 64 miliardi di dollari fino al 2025.

Perché si è affermato? Tutte le trattazioni in merito convergono sul

fatto che l’IoT Edge Computing si è affermato per superare i limiti di soluzioni “solo Cloud”, pertanto rispetto ad una architettura “solo Cloud” (e non in contrapposizione all’uso del Cloud) possiamo dire che: utilizzando edge computer si è più robusti ai problemi di alimentazione (se va via l’alimentazione all’edificio, almeno per un po’ continua a funzionare), più robusti verso problemi di connettività (se manca la connessione internet, avendo una sua intelligenza, l’edge tiene in piedi il sistema finché non torna la connessione al Cloud), più veloci (ovvero, con minore latenza: il Cloud può sempre dettare le regole e cambiarle, ma in tempo reale è l’Edge che le attua), più efficienti (l’edge può filtrare i dati prima di inviarli al Cloud, risparmiando così banda ed energia, in termini di comunicazioni, taglia di memoria in termini di storicizzazione). Noi però vogliamo aggiungere, con ferma convinzione e determinazione, che il motivo per cui gli IoT Edge Computers si affermeranno sempre di più è che consentono la maggiore interoperabilità possibile, facendo funzionare qualsiasi dispositivo/macchina con qualsiasi software applicativo!

Quali le opportunità “Smart”? Se è vero quanto abbiamo detto sinora,

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e se è vero che in Smart Building Alliance abbiamo le antenne puntate anche sul mercato, noi non abbiamo dubbi, e sono tutte applicazioni “Smart” per definizione: Smart Building: come potremmo immaginare i nostri edifici intelligenti del futuro prossimo senza un Edge Computer nell’infrastruttura abilitante, se non un Edge Computer per ogni unità immobiliare? I dati devono fluire rapidamente, i sensori e gli attuatori devono parlarsi a prescindere dalla marca e dal modello, le app (ed i software applicativi in generale) devono funzionare senza dover installare decine di centraline e software diversi, deve essere possibile farne l’upgrade con l’ultima versione e gestire la manutenzione anche in remoto.

di casa, rendendoli consapevoli dei risparmi che possono ottenere auto-consumando “collettivamente”, se non con un Edge Computer che consente di far confluire i dati delle produzioni, quelli dei consumi, quelli dello stato della cabina elettrica, quelli del meteo per le previsioni di soleggiamento?

Per essere “smart” l’edificio, devono essere facili da fruire le tecnologie al suo interno! Smart Grid: come potrebbero le reti elettriche evolvere rapidamente per gestire i flussi di energia imprevedibili che, su scala ormai sempre più locale, vedono i nostri piccoli impianti di produzione (ad es. fotovoltaici) fornire energia ai contatori dei nostri vicini

Noi professionisti, enti di normazione, organismi pubblico-privati, imprese attive nei vari segmenti che ruotano attorno al Building (sia software che hardware), all’interno di Smart Buildings Alliance Italia, stiamo lavorando insieme per creare le condizioni affinché le opportunità delle tecnologie emergenti si possano davvero tradurre in

E ancora, se ci mettiamo di mezzo anche le “batterie” (sistemi di accumulo), come poterne gestire i dati di stato e comandarle opportunamente per fornire servizi di bilanciamento locale della rete stessa, se non con un Edge Computer, aperto, interoperabile con tutte le marche e modelli di impianti, di batterie, di sensori ed attuatori?

Quale la Vision di SBA Italia?

benefici per gli utenti (pubblici e privati) e per gli attori. Fra queste tecnologie, c’è l’IoT Edge Computing, per la quale conduciamo azioni di informazione e formazione, ma anche propulsione concreta affinché la caratteristica fondamentale dell’IoT Edge Computing, ovvero l’interoperabilità, possa essere congiuntamente definita, concretamente testata e dimostrata sul campo, ampiamente accettata da tutti gli stakeholder. Per raggiungere questo obiettivo, per definizione siamo una associazione aperta: chiunque si consideri un attore nel segmento dell’IoT Edge Computing e condivide questi obiettivi, può contribuire alle nostre attività. ■ www.smartbuildingsalliance.it

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AIBACS

Matteo Benedetti, Responsabile Marketing di AIBACS

AIBACS Il Protocollo Matter e l’AI: una Rivoluzione nell’Internet delle Cose (IoT)

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’Internet delle Cose (IoT) ha rivoluzionato la nostra vita quotidiana, mettendo dispositivi connessi al centro del nostro mondo. Ma fino a poco tempo fa, la diversità di protocolli e standard ha reso complessa la comunicazione tra questi dispositivi, spesso di marche diverse. È qui che entra in gioco il Protocollo Matter, e il suo potenziale diventa ancora più interessante quando combinato con l’Intelligenza Artificiale. Il Protocollo Matter è una collaborazione tra aziende leader nel settore tecnologico. Lo scopo è chiaro: creare uno standard aperto e interoperabile per dispositivi IoT. In altre parole, il Protocollo Matter consente a dispositivi di marche diverse di comunicare tra loro in modo fluido. Ma c’è di più: “Con il Protocollo Matter, l’IoT diventa finalmente più accessibile per tutti. Questo standard comune semplifica notevolmente la vita degli utenti e apre la strada a un mondo di possibilità.” Dichiara Matteo Benedetti, Responsabile Marketing di AIBACS. “Il nuovo protocollo e il suo paradigma che spinge all’interoperabilità fra sistemi in modo più semplice di quelli del passato, unito alla nuova frontiera dell’Intelligenza Artificiale, svolgerà un ruolo cruciale nell’ottimizzazione dei consumi dei nostri edifici” continua Benedetti. Che aggiunge: “Immaginate una casa intelligente in cui l’AI integrata nei dispositivi Matter apprende le vostre abitudini e regola automaticamente il riscaldamento, le luci e la sicurezza per adattarsi alle vostre esigenze e che autonomamente si ricalibra ad ogni nuovo oggetto inserito nella vostra rete”. Per comprendere meglio come funziona questa combinazione di Protocollo Matter e Intelligenza Artificiale, consideriamo alcuni esempi.

Casa Intelligente Nel contesto delle case intelligenti, il Protocollo Matter consente a dispositivi come termostati, luci e sistemi di sicurezza di comunicare in modo più fluido. L’AI integrata in questi dispositivi può apprendere le vostre preferenze e automatizzare le operazioni quotidiane.

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Healthcare Intelligente Nel settore sanitario, il Protocollo Matter agevola la connessione tra dispositivi medici, semplificando il monitoraggio remoto dei pazienti. L’AI può analizzare i dati raccolti e segnalare condizioni anormali, migliorando la qualità delle cure.

Industria 4.0 Nel mondo industriale, il Protocollo Matter facilita la connessione tra macchinari e sensori. L’AI può essere utilizzata per ottimizzare la produzione, monitorare lo stato delle macchine e prevedere guasti, consentendo la manutenzione preventiva. Combinare, analizzare ed efficientare sono questi in nuovi “infiniti” dell’orizzonte tecnologico. ■ www.aibacs.it


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RINNOVABILI.IT

Rinnovabili.it e Pentastudio siglano un’ importante partnership per dare spazio all’innovazione in edilizia nell’ambito di Smart Building Expo Siglata un’importante collaborazione tra il quotidiano Rinnovabili.it e Pentastudio per sviluppare e diffondere contenuti di valore ed innovazione nel corso della manifestazione Smart Building Expo

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ell’ambito della manifestazione Smart Building Expo il quotidiano Rinnovabili.it ha siglato una partnership con Pentastudio per gestire i contenuti di una delle quattro Piazze dell’Innovazione, novità di questa quarta edizione della manifestazione. Grazie a questo accordo, la prestigiosa testata fornirà contenuti di valore affrontando il cruciale tema della transizione energetica, dell’innovazione e dell’integrazione tecnologica nel settore delle costruzioni. Nel corso dei tre giorni di Smart Building Expo, all’interno della Piazza dell’Innovazione di Rinnovabili.it, verranno presentate le tecnologie più avanzate presenti attualmente nel mercato del green building e della sostenibilità energetica in edilizia. In contemporanea agli eventi della Piazza, nella seconda giornata di manifestazione, si svolgerà inoltre l’importante Convegno organizzato da Rinnovabili.it, dedicato ai “Nuovi Driver del settore Real Estate”, un appuntamento essenziale per conoscere le potenzialità e le opportunità offerte dalla profonda rivoluzione energetica che sta vivendo il settore.

La Piazza dell’Innovazione di Rinnovabili.it

Nell’ambito della manifestazione, saranno organizzati tre giorni di lavori che vedranno protagoniste le innovazioni tecnologiche che legano l’efficienza energetica al processo di decarbonizzazione nazionale degli edifici. Dal ruolo dell’intelligenza artificiale a quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili, soffermandosi sulle potenzialità offerte dalla Geotermia a bassa entalpia e dal Fotovoltaico colorato integrato, fino alle facciate attive quale strumento per assicurare comfort e risparmio energetico agli utenti. Molti i protagonisti presenti che

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animeranno i lavori nella Piazza del calibro di Mitsubishi Electric, Futursun, E.GEO, Anig Hp, Focchi Group, Green Building Council Italia e molti altri. Sempre nella Piazza saranno organizzati due talk per fare il punto, con Istituzioni, Enti pubblici ed operatori, sul tema delle Comunità Energetiche Rinnovabili e sul ruolo dell’intelligenza artificiale e della blockchain nella gestione energetica degli edifici.

Green Building Forum di Rinnovabili.it presenta il Convegno dedicato ai nuovi driver del Real Estate

Un mercato da 130 milioni di euro quello dello Smart Building italiano. In un contesto di tale crescita e sviluppo gli attori prota-

gonisti della filiera delle costruzioni non possono farsi trovare impreparati. È in quest’ottica che, nella seconda giornata di Smart Building Expo, il quotidiano Rinnovabili.it presenterà il convegno “Innovazione tecnologica, decarbonizzazione e qualità dell’abitare - I Nuovi Driver del Settore Real Estate”. Organizzato nell’ambito del Green Building Forum di Rinnovabili.it, l’evento punterà i riflettori sulla profonda rivoluzione culturale che sta vivendo il settore del Real Estate, alimentata da logiche coerenti con i criteri ESG (ambientali, sociali e di governance). Dal comparto residenziale fino a quello terziario, gli investimenti si muovono in direzione dei grandi interventi di riqualificazione edilizia, sviluppate secondo logiche

che pongono la rigenerazione urbana al centro della concezione stessa dell’edificio. Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Milano Giuseppe Sala, introdurrà i lavori il direttore di Rinnovabili.it, Mauro Spagnolo. Si susseguiranno figure del calibro di Federica Brancaccio, Presidente di Ance, Francesco Miceli, Presidente del CNPPC, Paolo Arrigoni, Presidente GSE, Francesco Rossi, Real Estate Manager di Schneider Electric e ancora Fabio Gualandri, B.R. Italia, eQ-3 AG di Homematic IP, Regina De Albertis, Presidente Borio Mangiarotti Spa, Matteo Minardi, Head of Real Estate Italy di ARDIAN e Alberto Pinori, Presidente di ANIE Rinnovabili. ■ www.rinnovabili.it

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AVIXA

Las Vegas avrà presto un “digital twin” Iulia Popescu, Digital Content Coordinator, AVIXA

La crescente accessibilità dell’Intelligenza Artificiale, del Machine Learning e delle funzionalità dell’Internet of Things (IoT) ha aperto la strada alla creazione di “digital twin” urbani. Las Vegas sta per svilupparne uno

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a città di Las Vegas sta sviluppando un suo “gemello digitale”. Per aiutare a modellare gli scenari attuali e futuri, questo “doppio virtuale” comprenderà una sezione di sette chilometri quadrati del centro città. I “digital twin” urbani creano un modello computerizzato realizzabile di una città in

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un determinato momento. Stanno diventando uno strumento popolare per le smart city, che possono sfruttare per studiare i propri impatti. Questo modello del centro città aiuterà i funzionari a definire le politiche e le priorità per affrontare aspetti come l’utilizzo di energia, le emissioni, il traffico, gli spazi


di parcheggio, il rumore e la gestione delle emergenze. Si tratta di una collaborazione tra la città, la piattaforma di digital twin Cityzenith, con sede a Chicago, e la società di dati Terbine, con sede a Las Vegas. “Trasformare la nostra città in un luogo pulito, sostenibile e più attraente da vivere e visitare è un’opportunità fantastica e siamo entusiasti dei progressi fatti finora in questo progetto”, ha dichiarato il fondatore e CEO di Terbine, David Knight. “Quello che stiamo costruendo qui rappresenta un modello per come altre città possono rendere possibile la sostenibilità e una migliore qualità di vita per i loro cittadini”. “Questo strumento può essere utilizzato per modellare scenari che riguardano la sostenibilità, la gestione delle emergenze e la mobilità. Fornirà uno sguardo più sofisticato su come i problemi si sviluppano e possono essere affrontati”, ha aggiunto Michael Sherwood, Chief Innovation Officer di Las Vegas. Che cos’è un “digital twin” e come si utilizza l’IoT? La NASA ha abbracciato per prima questo concetto, dove i mockup in scala reale delle prime capsule spaziali hanno poi portato a repliche digitali. La crescente accessibilità dell’Intelligenza Artificiale, del Machine Learning e delle funzionalità dell’Internet of Things (IoT) ha poi aperto la strada alla creazione di “digital twin” urbani. Un “digital twin” è costruito a partire da input provenienti da sensori IoT su apparecchiature reali. Riproduce un sistema del mondo reale e cambia con quel sistema nel tempo (da non confondere con le simulazioni, che non sempre hanno un’analogia uno-a-uno con un oggetto fisico reale).

Il modello di Las Vegas utilizza dati a livello stradale raccolti in tempo reale attraverso sensori IoT e la rete 5G della città. Gli ambienti ricchi di dati consentono ai pianificatori di osservare i cambiamenti e aiuteranno la città a visualizzare i dati che potrà condividere con altre organizzazioni per la pianificazione e la formazione. Cityzenith ha presentato un primo assaggio dell’innovativo “digital twin” di Las Vegas il 4 gennaio 2022. Qual è il suo scopo? Sebbene il “digital twin” di Las Vegas sia ancora nelle sue fasi iniziali, l’ambizioso progetto è ora nella sua seconda fase. L’obiettivo è quello di raccogliere dati su questioni come la mobilità, la qualità dell’aria, il rumore, le emissioni e il traffico, nella speranza che i proprietari di edifici di Las

Vegas possano passare a emissioni di carbonio nette zero, utilizzando la tecnologia SmartWorld Digital Twin di Cityzenith. Le future parti interessate potrebbero includere proprietari di immobili, ricercatori universitari, architetti e operatori di casinò (ma non solo). Esistono già progetti simili? Tra i luoghi che hanno o stanno progettando dei “digital twin” ci sono Boston e Galveston, in Texas. Mentre gravi tempeste incombono sulla Costa del Golfo del Texas, gli urbanisti, i pianificatori di emergenza, i politici e i cittadini cercano di proteggere le infrastrutture di Galveston e delle zone costiere da danni catastrofici utilizzando i “digital twin”. Cityzenith intende anche lanciare i digital twin net-zero per Los Angeles e Phoenix. ■

AVIXA AVIXA™ è l’Audiovisual and Integrated Experience Association, produttrice delle fiere InfoComm di tutto il mondo, comproprietaria di Integrated Systems Europe (ISE) e associazione di categoria internazionale per il settore audiovideo. Fondata nel 1939, AVIXA ha più di 11.400 associati tra aziende e singoli, tra cui costruttori, system integrator, fornitori e distributori, consulenti, programmatori, aziende di eventi live, technology manager, content producer e professionisti del multimediale in più di 80 paesi. Gli associati di AVIXA creano esperienze AV integrate che generano risultati per i clienti finali. AVIXA è un polo per la collaborazione, l’informazione e la community dei professionisti ed è la risorsa leader per gli standard, le certificazioni, la formazione, la market intelligence e la thought leadership del mondo AV. IULIA POPESCU, DIGITAL CONTENT COORDINATOR, AVIXA Iulia Popescu è content creator, laureata alla University of Central Florida con una specializzazione in Digital Media. Come Digital Content Coordinator di AVIXA scrive articoli su molti e vari argomenti legati alla tecnologia AV. Negli ultimi tempi si è concentrata su progetti legati alla realtà virtuale. Link all’articolo originale: Las Vegas Will Soon Have a ‘Digital Twin’ | AVIXA Xchange

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IL MERCATO DELLO SMART BUILDING

Edifici Intelligenti e il potenziale di trasformazione del parco immobiliare italiano Redatto da Community Smart Building di The European House - Ambrosetti

Il punto di vista della Community Smart Building

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li edifici intelligenti sono oggi un tema di grande attualità all’interno del contesto nazionale ed internazionale, alla luce dei cambiamenti posti in essere dalla transizione energetica, insieme alle conseguenze della pandemia sugli stili di vita dei cittadini e alle opportunità offerte dal PNRR. Innanzitutto, lo scenario geopolitico internazionale richiede di accelerare la transizione energetica e il settore degli edifici è prioritariamente interessato da tale evoluzione. Infatti, in Italia tale settore è responsabile di circa il 28% dei consumi finali di energia e circa il 18% delle emissioni di CO2. In secondo luogo, l’Italia è ancora lontana dagli obiettivi fissati a livello UE per il

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2030 per quanto riguarda le emissioni di gas a effetto serra, la penetrazione di rinnovabili e l’efficienza energetica. Questa dinamica si lega alle criticità del patrimonio immobiliare italiano, che sconta un’alta obsolescenza (l’81% è stato costruito prima del 1990) e ad un basso tasso di rinnovamento (0,85% all’anno) con caratteristiche non in linea con gli standard in evoluzione. Infine, a livello italiano, gli investimenti del PNRR rappresentano un’opportunità per il rinnovo degli edifici, ammontando a 13,9 miliardi di Euro per l’efficientamento energetico degli edifici residenziali privati e pubblici. Tuttavia, tali fondi non sono sufficienti a raggiungere l’obiettivo previsto per il tasso di rinnovo (1,2% stimato vs. obbiettivo 2,1%).


Sulla base di queste considerazioni, nel 2022 The European House – Ambrosetti, insieme ad alcune delle aziende leader e alle associazioni di riferimento della filiera dell’Edificio Intelligente (sono ad oggi partner ABB, ANCE Varese, Bticino, Comoli Ferrari, Kone, MCZ Group, Principe Ares e Tekser), ha fondato la Community Smart Building, una piattaforma di confronto costruttivo e permanente multistakeholder, con la missione di “essere una piattaforma di confronto di alto livello e di produzione di conoscenza sui temi più rilevanti in tema di «edificio intelligente» all’interno di una visione strategica integrata e di un modello operativo condiviso, per favorire il dialogo e le relazioni tra gli attori dell’industria e il sistema istituzionale, producendo contenuti e proposte per promuovere l’evoluzione del parco immobiliare italiano come opportunità di crescita e di modernizzazione del Paese e garantire il miglior contesto normativo e le migliori policy a supporto”. Uno dei principali output realizzati dalla Community è stata la ricostruzione della filiera estesa dell’Edificio Intelligente in Italia, che coinvolge 35 settori e 180 sottosettori. In termini economici, la filiera estesa genera 130 miliardi di Euro di fatturato, 39 miliardi di Euro di Valore Aggiunto, sostenendo 626.000 occupati, contribuendo in questo modo alla crescita dell’intero sistema Paese.

La Community ha riscontrato inoltre una crescita significativa dell’intera filiera degli Smart Building nel periodo 2015 - 2019 , che con un tasso medio annuo di crescita (CAGR) positivo in termini di fatturato (+4,4%), di Valore Aggiunto (+5,1%) e di occupati (+3,5%), registra un performance migliore sia del settore manifatturiero (+2,2% nel fatturato, +2,9% nel Valore Aggiunto e +1,3% negli occupati) sia dell’intera economia italiana (+2,0% nel fatturato, +2,0% nel Valore Aggiunto e +1,8% negli occupati). Fig. 1 Tale filiera abilita inoltre effetti moltiplicativi molto rilevanti: considerando complessivamente gli impatti diretti, indiretti, indotti,

è stato quantificato che per ogni 100 Euro investiti nella filiera estesa dell’Edificio Intelligente se ne generano 187 nella filiera allargata. Muovendo da questa premessa, la Community ha elaborato un modello di simulazione dei benefici connessi all’introduzione delle tecnologie efficienti e intelligenti di un Edificio Intelligente lungo i tre pilastri della sostenibilità (ambientale, economica e sociale). Prendendo in considerazione lo scenario di fattibilità, che considera solo una quota del parco residenziale italiano suscettibile di sostituzione delle tecnologie correnti, i principali benefici ambientali emersi dal modello riportano una notevole riduzione nei consumi energetici (fino al 20-24%

350 mila aziende impiegate lungo tutta la filiera dell’«Edificio Intelligente» Pro-quota relativo agli Edifici Intelligenti

€130 mld.

Fatturato generato dalla filiera dell’Edificio Intelligente

€39 mld.

Valore Aggiunto generato dalla filiera dell’Edificio Intelligente

626 mila

Occupati sostenuti dalla filiera dell’Edificio Intelligente

Figura 1. Risultati economici della filiera estesa dell’Edificio Intelligente in Italia (Euro e unità). Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat e Aida, 2023.

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IL MERCATO DELLO SMART BUILDING

all’anno), idrici (fino al 4-5% all’anno) e di emissioni di CO2 (fino al 19-28% all’anno). Dal punto di vista economico, la riconversione degli edifici porterebbe a un risparmio di 12-14 miliardi di Euro netti all’anno, equivalente al 20-22% delle spese per consumi energetici delle famiglie italiane nel 2022. Oltre a ciò, emergono anche significativi impatti in termini sociali che derivano da un miglioramento del comfort, del benessere e della sicurezza dei cittadini. Fig. 2

La Community Smart Building ha infine identificato le tre condizioni abilitanti per favorire lo sviluppo degli Edifici Intelligenti in Italia e dispiegare i benefici potenziali derivanti dalla trasformazione smart del parco residenziale. In primo luogo, ha sottolineato la necessità di definire nuovi standard associati all’Edificio Intelligente, al fine di poter affermare una definizione univoca di Smart Building. In secondo luogo, la Community

apre alla necessità di sviluppare di un modello operativo per la sostenibilità degli investimenti nel settore, a partire da un modello generale di “obblighi incentivati”, con requisiti minimi di legge associati a schemi di incentivi e misure di accompagnamento. Entrambe le azioni devono essere poi integrate da politiche di supporto delle filiere industriali e degli ecosistemi dell’innovazione nazionali legati alle tecnologie smart per gli edifici, sviluppando le relative competenze. ■

Idrici

Energetici

CONSUMI RISPARMIATI ILLUMINAZIONE E DOMOTICA

~ 52-58% all’anno

IMPIANTI DI RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO E DOMOTICA*

~ 46-51% all’anno

ELETTRODOMESTICI

~ 28-32% all’anno

ELEVATORI

~ 35-39% all’anno

INVOLUCRO E DOMOTICA

~ 8-9% all’anno

EROGATORI DI ACQUA DI RETE

~ 1,9-2,1% all’anno

ELETTRODOMESTICI

~ 2-3% all’anno

~ 20-24% all’anno

~ 4-5%

all’anno

Figura 2. Scenario di fattibilità di risparmio energetico e idrico annuo. (*) Gli HVAC considerati smart ed efficienti sono: sistemi di riscaldamento a pellet, caldaie a condensazione classe A+ con sistema di termoregolazione evoluto, generatori di aria calda a condensazione, pompe di calore, generatori ibridi e microcogeneratori. Fonte: Community Smart Building di The European House - Ambrosetti, 2022.

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Vimar View

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EDIFICI SMART

P R O G E T TA R E E D I F I C I S M A R T

Case salubri e green Ilaria Rebecchi

Il Rapporto Federproprietà – Censis, sottolinea il valore di qualità dell’aria, controllo dei consumi e tecnologia per avere case salubri e sostenibili Abitudini e consumi Vi sono anche abitudini semplici, quotidiane con cui gli italiani promuovono la salubrità delle proprie abitazioni. In particolare:

51,5%

massimo 2 volte al giorno

24,8% per 3-4 volte

23,7% più di 4 volte Inoltre:

36,2%

massimo 2 ore al giorno

28,2% per 3-5 ore

35,7%

per più di 5 ore

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D

all’analisi dei dati emersi dal 1° Rapporto Federproprietà –Censis “Gli italiani e la casa – Come cambieranno valori e funzioni della casa nell’Italia post-pandemia”, è emerso che le abitazioni sono mura che rassicurano, rifugi del presente e del futuro, giardini dove coltivare se stessi e la propria intimità, cortili dove fioriscono le relazioni, specchi che riflettono un sé riconoscibile, senza mai tradirne la personalità, luoghi al contempo fisici e immateriali, capaci di

confermare valori e accogliere le mutazioni di stile di vita. La casa, a dire degli italiani, è un luogo comodo, confortevole, caratterizzato da spazi conformi a utilizzi vecchi e nuovi. Tra le caratteristiche, inoltre, che maggiormente interessano agli italiani, la salubrità e sostenibilità delle abitazioni. Il periodo pandemico e il moltiplicarsi di eventi atmosferici avversi hanno contribuito a focalizzare l’attenzione degli italiani sulla salubrità della propria abitazione.

In generale, il:

84,4%

54%

degli italiani dichiara di impegnarsi a rendere la casa più sostenibile con il controllo dei consumi energetici e altre pratiche quotidiane.

degli italiani è diventato più attento alla qualità dell’aria in casa dopo la pandemia.

La durata crescente della permanenza media delle persone in casa ha necessariamente accresciuto la sensibilità delle persone rispetto all’ecosistema in cui vivono, includendo anche le proprie abitazioni, che di per sé gli italiani percepiscono come funzionale alla buona salute. Infatti, l’88,9% degli italiani percepisce come salubre la propria abitazione e l’86% ritiene che la propria casa abbia un effetto positivo sulla propria salute non solo fisica, ma anche mentale.

71,4%

degli italiani dichiara infatti che in casa ha infissi che evitano la dispersione di calore.

La progettazione degli Smart Buildings

I Pasquale Capezzuto, Presidente Commissione Tecnica UNI 058 “Città, comunità e infrastrutture sostenibili”

l documento IPCC Special Report on Global Warming of 1.5°C indica la necessità per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione degli edifici che essi siano intelligenti, interconnessi, altamente efficienti dal punto di vista energetico e alimentati e riscaldati o raffreddati prevalentemente da energia rinnovabile. L’Unione Europea nella bozza della nuova direttiva EPBD prevede al 2050 la trasformazione degli edifici in “Zero Emission”, confortevoli e convenienti per i loro occupanti. Il framework della transizione verde e digitale e la mission “100 climate neutral and smart cities” spingono verso un sistema energetico decentralizzato (IRENA World Energy Outlook 2023), alla base di una smart city. Le tecnologie digitali, quali l’Internet of Things, l’Artificial Intelligent e il Digital Twin, tramite l’acquisizione dei dati, la

loro elaborazione, analisi in tempo reale e memorizzazione, stanno cambiando il modo in cui gli edifici consumano energia, li abilitano persino a fornire servizi di rete attraverso una maggiore flessibilità della domanda e di comportarsi come un “organismo vivente” acquisendo capacità e prestazioni finora impensabili.

Cosa significa Smart Building Il paradigma dello smart building rappresenta una innovazione nella concezione e realizzazione degli edifici che consente di conseguire gli obiettivi di neutralità climatica posti dall’Unione Europea al 2050 e della costruzione delle smart sustainable cities. Richiamando una recente definizione, unica presente nel panorama normativo internazionale, uno smart building viene definito nel draft della norma ISO 37173, ossia “ edificio in grado di identi➝ SMART BUILDING ITALIA

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EDIFICI SMART ficare e adattarsi ai cambiamenti attesi e non previsti mediante un uso efficace dei dati, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e per migliorare continuamente la previsione e l’azione in risposta alle varie esigenze dei valori degli edifici, delle attività urbane e delle operazioni urbane”.

Dati e strumenti La nuova performance dell’edificio, l’intelligenza, dunque abilita il sistema edificio-impianto ad acquisire la capacità di “sentire” le condizioni esterne e interne, con dati monitorati real time, prestare attenzione al comportamento e alle esigenze degli occupanti e adattarsi in modo “intelligente” dando risposte anch’esse in real time, modificando automaticamente i Milano Bicocca, sede Engie set points dei sistemi edificio-impianto, in modo piu’ evoluto rispetto alla tradizionale regolazione. L’intelligenza dell’edificio, misurabile attraverso l’indicatore di prontezza all’intelligenza o Smart Readiness Indicator (S.R.I.) suggerito dall’Unione europea, si identifica prioritariamente con la capacità di migliorare in tempo quasi reale il benessere e comfort per gli occupanti attraverso la personalizzazione delle condizioni di funzionamento degli impianti e prendendo in considerazione le connessioni e le intera-

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zioni con il contesto esterno dell’edificio, la rete elettrica, la smart grid, la rete I.C.T., gli altri edifici nel distretto, la città, predirne e settarne il funzionamento ottimale. La progettazione di uno smart building deve essere di tipo integrato nei temi e nelle figure professionali, segue un approccio che parte dalla massimizzazione dell’efficienza dell’involucro e la riduzione della domanda di energia, tenendo in conto le tecniche di bioedilizia, considera la produzione di energia di fonti rinnovabili per soddisfare la restante domanda di energia, massimizzando l’autoconsumo anche con sistemi di accumulo di energia, predispone l’edificio per fornire servizi di flessibilità alla rete e attuare la demand response e quindi la partecipazione al mercato elettrico, prevede impianti efficienti e l’elettrificazione dei consumi e una architettura di rilevazione, controllo e ottimizzazione degli stessi impianti e dell’involucro che ne rappresenta l’intelligenza . Tale architettura comprende sistemi di automazione e controllo, (B.A.C.S. -Building Automation and Control Systems), comprendenti sensori, attuatori, controller, una infrastruttura di rete e piattaforme di elaborazione, comunicazione e gestione tecnica (B.M.S.- Building Management System) on premise o in cloud e anche intelligenza distribuita (edge computing).

I sistemi di automazione e controllo degli edifici alla base di uno smart building, sono tutti i prodotti e i servizi tecnici per la regolazione automatica, il monitoraggio, l’ottimizzazione, il funzionamento, l’intervento umano e la gestione, al fine di perseguire l’efficienza energetica, economica e la sicurezza dei servizi degli edifici (UNI/TS 11651). Ricordiamo anche che tali sistemi sono considerati dalle norme CEI come sistemi HBES-Home and Building Electronic Systems, sistemi elettronici per la casa e l’edificio, norme tra le quali segnaliamo la norma CEI 205-27 “Requisiti generali per i sistemi elettronici per la casa e l’edificio (HBES) e sistemi di automazione e controllo di edifici (BACS) – Parte 6-1: Impianti HBES – Installazione e Pianificazione”, che indica le prescrizioni specifiche aggiuntive per i sistemi HBES, in merito alle regole comuni di pianificazione e di installazione dei sistemi di cablaggio delle abitazioni e delle dorsali negli edifici. I sistemi di automazione e controllo attuano l’ottimizzazione del funzionamento degli impianti tecnologici per migliorare le condizioni di comfort e nel contempo riducono i consumi di energia degli impianti soggetti a controllo: riscaldamento, fornitura di acqua calda sanitaria, raffrescamento ventilazione e condizionamento


dell’aria, illuminazione, la gestione delle schermature. I sistemi di gestione tecnica (T.B.M. - Technical Home and Building Management) permettono la gestione integrata degli impianti e dei vari sistemi tecnici e l’ottenimento di informazioni e reportistica agli occupanti. Operativamente una serie di sensori connessi IoT raccoglie informazioni ambientali e dati sulle operazioni e sull’utilizzo di un edificio (Big Data), queste informazioni possono essere elaborate tramite edge computing o inviate a un B.M.S. o B.E.M.S. (Building Energy Management System) centrale in esecuzione localmente o nel cloud. Le informazioni vengono quindi utilizzate per attivare azioni automatizzate che regolano i sistemi HVAC, i sistemi di illuminazione, i sistemi di safety e security e molti altri sistemi e dispositivi all’interno di un edificio.

In parallelismo con il corpo umano, la connettività dell’edificio fornisce lo scheletro per la smartificazione, i dispositivi e le unità di controllo reali formano i muscoli e il B.M.S. il cervello dell’edificio. Questa interazione di componenti intelligenti consente, ad esempio, di controllare la ventilazione in base alla qualità dell’aria interna (I.A.Q.) e ai livelli di CO2 nelle stanze, l’illuminazione può anche essere regolata automaticamente in base alla presenza di persone e a fattori aggiuntivi come la luminosità interna, di monitorare l’occupazione degli spazi e ottimizzarne

il funzionamento degli impianti. Ciò può ridurre significativamente il consumo di energia. Il complesso dei sistemi B.A.C.S. e i B.M.S., B.E.M.S., le piattaforme di controllo, la sensoristica IoT e la connettività consente di conseguire molteplici obiettivi: migliorare l’efficienza energetica e operativa, la predittività dei guasti e della manutenzione, l’ottimizzazione del funzionamento e l’usabilità, l’adattività alle condizioni esterne e ai bisogni e quindi il miglioramento delle condizioni di comfort e benessere e della I.A.Q. Nella visione europea (S.R.I.) l’intelligenza non e’ solo automazione e ottimizzazione ma interazione con gli utenti e l’esterno: la presenza di smart meters e di real time energy monitoring, attraverso la comunicazione e interazione, fornisce all’utente la conoscenza dei consumi e la possibilita’ di far parte di comunità energetiche. L’edificio e’ una parte del sistema urbano, un edificio intelligente consente l’integrazione e interazione negli smart districts, nelle comunità energetiche, nella Città con lo scambio di dati e di energia e la conseguente fornitura di servizi. Oggi la progettazione degli edifici smart deve necessariamente considerare il tema della sostenibilità, declinata in sostenibilità ambientale, sociale e economica, e deve tener in conto in modo olistico e integrato molti altri temi derivanti dalle sfide urbane: eco-sostenibilità materiali, circolarità, gestione del carbonio del ciclo di vita, G.W.P. ( global warming potential), biofilia, verde di edificio, resilienza ai cambiamenti climatici.

Un edificio intelligente è una soluzione oggi per realizzare edifici resilienti e sostenibili Per gli smart buildings è già in atto un’evoluzione tecnologica rappresentata dagli edifici cognitivi (vedi ricerche dell’Università’ di Brescia ed ENEA). In tali edifici l’intelligenza artificiale (A.I.) ne impara il comportamento (deep learning) in base alle informazioni catturate in tempo reale dai numerosi sensori IoT, sparsi all’ interno e anche negli elementi strutturali, elaborando strategie di funzionamento ottimali. Questi smart building sono in grado di auto-organizzarsi nelle funzionalità impiantistiche. I dati reali vengono rilevati da sensori I.o.T., compresi e analizzati dalle piattaforme di machine learning, ad es. le serie storiche dell’energia consumata, ciò rende possibile individuare trend e pattern, oltre che la predizione delle variabili che definiscono il consumo di energia nell’edificio. Si supera in tal modo l’inadeguatezza di modelli e simulatori, attuando una reale interazione del funzionamento dell’edificio con i bisogni dell’occupante e il principio guida della produzione di energia dove serve, quando serve e al minor costo possibile (to deliver energy at the right time, in the right place and at the lowest possible cost.). La commissione tecnica UNI 058 “Città, comunità e infrastrutture sostenibili” sta predisponendo una norma tecnica per guidare i progettisti verso un approccio olistico alla progettazione e gestione di edifici sostenibili. ■

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EDIFICI SMART

Cyber smart building Luca Girodo

Negli ultimi mesi un argomento che prepotentemente è salito alla ribalta in molte interviste è quello della Cybersecurity. Si tratta sicuramente di un tema molto interessante e di effetto, che Luca Girodo, esperto reti IP e docente Securindex Formazione, ha voluto calare nel mondo dello Smart Building e della progettazione/ realizzazione di edifici intelligenti

l

l continuo avanzamento tecnologico nel mondo Smart Building, ed il fervore nello stesso, hanno portato un incremento delle implementazioni e delle proposte di integrazione nell’ambito dei vari progetti.

L’aumento del numero di dispositivi IoT – Internet Of Things - inseriti in un singolo progetto concorre a quello che in ambito Cybersecurity definiamo come “superficie di attacco”, portando dunque un nuovo tema di discussione in questo campo. Nella superficie di attacco vengono identificati diversi punti, chiamati obiettivi o target, che possono essere molteplici e quindi devono essere evidenziati attentamente al fine di poterli adeguatamente proteggere e monitorare.

Scenario super variegato • Ogni prodotto IoT può rappresentare il potenziale punto di accesso • Con il numero crescente di dispositivi IoT in ogni ambiente interconnesso, i punti di ingresso aumentano in modo esponenziale così come le superfici di attacco per le cyber minacce • Con un singolo dispositivo IoT compromesso e violato, se le difese informatiche non sono adeguate, un utente malintenzionato può accedere a una rete molto più ampia o anche all’intera rete IoT Nel mondo della sicurezza informatica gli attacchi possono essere volti alla compromissione di credenziali per ottenere accesso ai dispositivi, oppure tramite l’invio di software malevoli volti a creare punti di accesso nell’infrastruttura. Analizzando uno Smart Building, gli attacchi si svolgono fondamentalmente nello stesso modo. Intercettare le credenziali o i dati che l’edificio utilizza per creare un possibile danno o creare una situazione di pericolo dove poter richiedere un riscatto per consegnare nuovamente le funzionalità, sono due degli aspetti che i Cyber-Criminali stanno perseguendo e che è necessario valutare con attenzione sempre crescente.

Cosa potrebbe succedere oggi • Gli hacker possono utilizzare i punti deboli di uno smart building. Possono essere messe in atto manomissioni e richieste di “riscatto” •Automazioni perimetrali come cancelli, p orte, tapparelle, elettrodomestici connessi in rete sono strumenti utilizzati dagli hacker per compiere sabotaggi •Molti hacker violano i sistemi IoT e riescono a utilizzare le videocamener di sorveglianza per “spiare” case e altri immobili

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Il fatto di poter essere vittima di modifiche alle funzionalità non dobbiamo vederlo solamente come un attacco ad un’unità immobiliare, ad un appartamento o ufficio, bensì un attacco ad un’unità facente parte di un’organizzazione ben più ampia e complessa così come di fatto lo sono l’edificio, il quartiere o il distretto e tutte le interazioni che si trovano all’interno degli stessi. Inoltre, non dimentichiamoci che, all’interno di queste strutture esistono già degli archivi di dati - come ad esempio le immagini video delle videosorveglianze oppure i registri dati dei controlli accessi che sono di fatto già database evidenti - che per legge devono essere sottoposti a controlli di sicurezza e di integrità. A questi database vanno aggiunti tutti gli archivi che si verranno a creare con le interazioni tra i diversi edifici.

Necessità e soluzioni • Fornitori diversi promuoveranno prodotti diversi ma anche soluzioni diverse • Ogni settore verticale (con progetti attuali o futuri) avrà necessità differenti che richiederanno competenze differenti • Il trasporto dei dati tra gli apparati ppotrebbe essere non sicuro (protocolli non criptati

 La progettazione diventa parte integrante della sicurezza dell’impianto  La manutenzione darà programmata e continua anche come aggiornamento software  È necessario un costante monitoraggio delle risorse per poter intervenire prontamente Dobbiamo pertanto pensare che tra breve i building, che prima utilizzavano questi dati prevalentemente al loro interno, cominceranno a scambiarli con frequenza sempre più screscente con la rete esterna degli altri building oppure con reti di fornitori per ottenere ad esempio energia tramite l’accesso alle comunità energetiche. Tutti questi archivi devono essere protetti e tutte le comunicazioni avvenire in maniera sicura e certa oltre ad essere completamente automatici. Ecco perché è necessario parlare in modo puntuale ed approfondito di Cybersecurity in tutto il mondo dello Smart Building. Attenzione però: la Cybersecurity è un processo e non un semplice prodotto che si può acquistare, che deve essere preso in considerazione ed inserito all’interno di un progetto sin dalla fase iniziale; l’inserimento di azioni correttive successive è molto difficile ed in molti casi impossibile, quindi è importante predisporre l’integrazione dei progetti con le norme di sicurezza sin dalle fasi embrionali.

Pertanto, il mercato sarà costantemente alla ricerca di nuove figure professionali per poter implementare la sicurezza di tutti i dispositivi in maniera corretta e a norma di legge. Nuove competenze e nuove specializzazioni ed integrazioni saranno richieste quindi un nuovo mercato che si svilupperà molto velocemente. Il mondo dell’automazione nel campo degli edifici è costellato di molte piattaforme consolidate sviluppatesi negli anni e che utilizzano canali e sistemi di comunicazioni proprietari. In futuro, la tendenza sarà vedere tutti gli apparati inseriti nel nostro Smart Building convergeranno verso le interfacce di rete IP per le loro comunicazioni, così a poter facilitare l’interscambio dei dati. Non solo: il futuro prossimo vedrà edifici intelligenti interconnessi tra di loro, per poter accedere ai nuovi tipi di servizi, e anche questo avverrà tramite comunicazioni standard su IP. Sempre più prodotti IoT, sempre più edifici connessi e sempre più accessi alla rete tramite banda larga, saranno potenziali punti di attacco.

Scenario in sicurezza • La Cybersecurity nello Smart Building deve essere a livello informatico e va pensata e prevista a livelli progettuale/di design sia dei singoli prodotti che dei sistemi in connessione tra loro • Intervenire a livello progettuale è più semplice e funzionale rispetto a cercare successivamente soluzioni alle falle informatiche delle singole apparecchiuature • Sia a livello di singolo prodotto (tecnologico o domotico) sia a livello di progetto specifico è possibile realizzare un’analisi ed una mappa delle potenziali minacce • Adottare le adeguate misure a livello di sicurezza attraverso la realizzazione di un asset delle possibili vulnerabilità esterne e prevederela realizzazione di appositi penetration test sulle strutture per validare quanto valutato negli asset Domotica, Controllo Accessi, Videosorveglianza, Servizi Digitali e molti altri servizi convergeranno verso una sola piattaforma di comunicazione negli Building del futuro, lasciando spazio per nuovi prodotti e nuovi servizi già in fase di sviluppo. Questo porta e porterà sempre più la necessità di prodotti sicuri ed integrati in modo professionale tramite un’attenta scelta tra i migliori fornitori e professionisti che il mercato è e sarà in grado di offrire. Lo Smart Building non è più il futuro, ma già l’oggi e dobbiamo farci trovare pronti. ■

Tecnologie sempre più nuove e sempre più performanti da un lato creano un appeal maggiore mentre dall’altro evidenziano la necessità di una implementazione più attenta e una progettazione più approfondita. Ormai il mondo dei prodotti IoT è diventato il mondo di oggi e continuerà ad essere di primaria importanza negli sviluppi del prossimo futuro, aprendo scenari fino a poco tempo fa neanche immaginati, a patto che questi prodotti siano utilizzati e programmati in modo corretto e sicuro.

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EDIFICI SMART

Dai sistemi BACS allo Smart Readiness Indicator

Le priorità Per quali caratteristiche dell’abitazione le famiglie intenzionate ad acquistare pagherebbero un sovraprezzo

Massimiliano Magri – Coster Group

P

er prima cosa dobbiamo chiederci: cos’è un edificio di valore? Per rispondere a questa domanda dobbiamo fare una lista di possibili caratteristiche interessanti per il mercato, e prima ancora dobbiamo sapere quali sono le priorità di un mercato che e’ cambiato molto in questi anni tra pandemia e una guerra che impatta molto sul tema energia. Le priorità delle caratteristiche abitative Fig.1 sono state pubblicate dal Corriere della Sera “l’economia” il 26.6.23 in un articolo dal titolo: “Prezzi case e la variazione delle quotazioni annuali città per città, le tabelle complete” di Gino Pagliuca1.

Fig.1 – Priorità delle caratteristiche abitative, CDS l’Economia del 26.6.23. Fonte: nomisma

Tasso di inutilizzo delle abitazioni nei centri abitati

Genova

Milano

Verona

Bologna

Torino

Roma

Firenze

Fonte Istat 2021

Come si puo’ vedere da questa ricerca, emerge che la principale caratteristica di interesse del mercato italiano e’ l’alta efficienza energetica. Altra ricerca interessante è quella che emerge dai dati ISTAT 2011, in cui si vede come sia alto il tasso di inutilizzo delle abitazioni nei centri abitati. Fig.2 Questo dato ci dice quanto sia importante legare l’efficienza energetica al reale utilizzo delle abitazioni e, a maggior ragione, anche agli edifici terziari, soprattutto gli uffici, tenendo conto dell’attuale utilizzo ancora molto diffuso dello smart working. Dobbiamo anche tenere conto dei nuovi orientamenti dell’efficienza energetica che viene legata sempre di piu’ all’impat-

Fig. 2 – Tasso di inutilizzo delle abitazioni. Fonte: Istat 2011

to ambientale, non parlando più di edifici ad energia quasi zero (NZEB, Nearly Zero Energy Building) ma di edifici ZESB (Zero Emission Smart Building), cioè edifici SMART ad impatto ambientale assolutamente nullo. A questo punto possiamo stilare una lista di caratteristiche che dovrebbe avere un edificio adatto alle attuali esigenze di mercato e conforme alle norme che stanno per essere nuovamente aggiornate con la direttiva “Case Green” che è la revisione numero 4 della direttiva EPBD del lontano 2010.

Un edificio di valore deve come minimo:

1. soddisfare le esigenze a seconda della destinazione d’uso,

2. essere salubre, 3. essere confortevole quando è occupato, 4. quando non è occupato, deve poter preparare gli ambienti al confort sfruttando i momenti in cui c’e’ disponibilità di energia a impatto ambientale nullo,

5. deve usare tutta e sola l’energia che serve per soddisfare le esigenze mutevoli degli occupanti,

1www.corriere.it/economia/casa/23_giugno_23/i-prezzi-case-scenderanno-milano-napoli-quartieri-migliori-cui-comprare-quotazioni-8497bbbc-11b0-11e-

e-b84a-13dd6917f26f.shtml

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possiamo invece avere edifici sia salubri che energeticamente efficienti.

Fig. 3 – Lo schema logico su cui si basa la nuova ISO 52120-1 che è lo stesso della precedente EN 25232-1, il vero sistema edificio-impianto.

Fig. 4 – Le differenze dei sistemi di efficienza energetica attivi e passivi. Fonte: slide M. Magri, Smart Building Roadshow

3

6. autoprodursi l’energia tramite le rinnovabili,

7. poter cedere al vicinato l’eventuale surplus di autoproduzione,

8. comunicare agli occupanti le sue per-

formance: devono essere coinvolti nella vita dell’edificio. Questa lista non è certamente esaustiva, ma contiene delle novità di cui ora dobbiamo assolutamente tenere conto. Vediamo i punti uno ad uno. Il primo punto è scontato, il secondo lo

dovrebbe essere altrettanto, ma in realtà la VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) spesso non viene installata e quando lo è, di norma viene usato il metodo prescrittivo e non quello prestazionale. Per prescrittivo si intende rispettare costantemente i ricambi aria di legge senza tenere conto della reale IAQ (internal air quality, la qualità dell’aria interna) tramite sensori dedicati. Si tratta della classica logica ON/OFF ad orari quando va bene, se no è addirittura sempre accesa 24h/24. Grazie alla regolazione della VMC a seconda della IAQ monitorata tramite sensori,

Anche il terzo punto è del tutto scontato, ma il quarto invece lo e’ molto meno. Cosa dovrebbe fare un edificio non occupato? Storicamente si tenderebbe a spegnere tutto ciò che può consumare energia, ma oggi le esigenze possono essere piuttosto diverse. Infatti, gli edifici odierni hanno delle trasmittanze medie ben inferiori al passato (la coibentazione delle pareti disperdenti è molto superiore al passato) e quindi possono essere usati come volani termici e, anche se non occupati, climatizzati quando l’energia rinnovabile e’ disponibile, cercando cosi’ di arrivare all’ edificio a zero emissioni di cui si parla nella nuova EBPD già citata. Anche il punto 5 sembra ovvio, ma spesso non è cosi’. E’ proprio l’automazione almeno a livello B della ISO 52120-1 che realizza il sistema edificio-impianto in modo che le utenze siano sempre soddisfatte dai sottosistemi di produzione e distribuzione in maniera efficiente in ogni condizione sia interna che esterna dell’edificio. I punti 6 e 7 riguardano le cosiddette FER (fonti energetiche rinnovabili) e la possibilità di realizzare le CER (comunità energetiche rinnovabili) in cui la comunicazione tra edifici diventa un fattore abilitante ed una condizione necessaria oltre a quella della comunicazione tramite BUS dei servizi interni ad ogni edificio, già obbligatoria dalla classe B della ISO 52120-1. Fig. 3 L’ultimo punto, cioè la parte di comunicazione agli occupanti, anticipa un concetto che sara’ fondamentale nella nuova EPBD che riguarda l’Indicatore di Prontezza all’Intelligenza degli edifici (Smart Readiness Indicator, o SRI), l’SRI è una delle parti di grande attenzione della nuova direttiva “case green” o revisione 4 della EPBD, di cui si parlerà in seguito. Finalmente dovrebbe essere chiaro perché i BACS sono molto importanti per realizzare l’alta efficienza energetica cosi’ richiesta dal mercato. Serve però un metodo di misura delle capacità di cui si è parlato nelle righe precedenti, ci possono essere diversi livelli di automazione di un edificio e la ➝

2Emilia-Romagna Delibera Num. 1261 del 25/07/2022


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norma ISO 52120-1 serve proprio a questo fine, definisce 4 classi: dalla D (minima automazione) alla A (massima automazione). Ricordiamo che la classificazione della automazione degli edifici e’ obbligatoria in caso di edifici non residenziali nuovi o sottoposti a ristrutturazione importante di primo livello. In questi casi il DM “requisiti minimi” del 26.6.2015 impone la classe B, ma ci sono delle regioni come la Emilia-Romagna che impone la classe C anche per tutti gli edifici nuovi residenziali2. Non si esclude che ci siano anche altre regioni che abbiano lo stesso obbligo. La classificazione del livello di automazione degli edifici è presente anche nei CAM (Criteri Ambientali Minimi) in cui la classe B è un obbligo (come detto poc’anzi) e la classe A è un premiante. Nel Decreto Ministeriale del 6.8.20 “requisiti ecobonus”, i BACS sono anche oggetto di bonus fiscali, si tratta dell’ecobonus del 65%, intervento inserito nel super ecobonus 110% come trainato, il requisito è il raggiungimento almeno della classe B della oramai obsoleta EN 15232-1, oggi ISO 52120-1. Su questo tema ANIE CSI ha pubblicato la nuova guida a beneficio di tutti i progettisti che vorranno scaricarla gratuitamente dal sito dell’associazione.

Copertina della nuova guida ANIE CSI dedicata all’ecobonus sui BACS

Finora il focus principale degli interventi per l’efficienza energetica è stato l’involucro e l’impianto di generazione dei termovettori. L’isolamento dell’involucro per evitare la dissipazione è decisamente importante, ma

richiede dei tempi di ritorno molto elevati anche in presenza di incentivi estremamente generosi (che non dovrebbero mai superare l’entità dell’investimento come abbiamo sperimentato) e, come abbiamo visto in precedenza, il tasso di inutilizzo degli edifici è molto alto. Serve quindi un sistema che risponda all’esigenza di adattamento di tutti i sistemi tecnologici al reale uso dell’edificio e quindi legato ai consumi reali piu’ che ai fabbisogni. Gli interventi sugli impianti sono di certo molto utili, ma senza un sistema di regolazione ed automazione di classe elevata (almeno la B) si rischia di ipercoibentare gli edifici e di sovradimensionare i generatori con elevati cicli di ON/OFF e con il conseguente crollo sia di prestazioni che di durata dei generatori anche di ultima generazione. È necessario quindi affiancare ai sistemi di efficienza energetica Fig. 4 passivi, quelli che fino ad ora sono stati maggiormente adottati, anche quelli attivi. Anzi, bisognerebbe procedere cronologicamente proprio al contrario. Prima si attua la parte attiva, in modo da ottimizzare i consumi con dei sistemi non invasivi e poi si può intervenire sulla parte passiva, dimensionando gli interventi con precisi studi sul rapporto costi-benefici che oramai tutti i software di progettazione forniscono secondo la norma EN 15459. Infine, i sistemi attivi sono perfetti per il patrimonio di edifici storici di cui l’Italia è fortemente dotata. I sistemi BACS possono utilizzare reti di comunicazione anche senza fili e questo li rende perfetti per chiese, musei, ecc. La conoscenza dei BACS e della loro misura è fondamentale per la comprensione del nuovo SRI, l’indicatore di prontezza all’intelligenza degli edifici che sara’ presente nella nuova EPBD, grazie alla quale4, i BACS entreranno nel calcolo del nuovo APE che la direttiva ha intenzione di aggiornare orientandolo anche ai consumi e non solo ai fabbisogni come succede ora. Per questo però dobbiamo aspettare l’uscita ufficiale della direttiva (non prima della fine del 2023) e le conseguenti leggi di attuazione ed i rispettivi decreti ministeriali attuativi che seguiranno.■

3Per approfondimenti link: https://www.youtube.com/watch?v=TETCwRMw44I

4Secondo la bozza attuale, vedi Allegato 1 https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2023-0068_IT.html#title2

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Smart Readiness Indicator: uno strumento essenziale per la decarbonizzazione del settore building Nicola Badan

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el settore building si sente parlare sempre più spesso di Smart Readiness Indicator (SRI), un indicatore che nel 2018 è stato introdotto dalla Direttiva europea della prestazione energetica degli edifici (EPBD, 844/2018) e dal 2020, con la pubblicazione degli atti delegato ed esecutivo, è strumento ufficiale dell’Unione Europea. Si tratta di uno schema di valutazione della capacità degli edifici di accogliere e applicare le tecnologie digitali, essenziali per la sostenibilità del patrimonio edilizio continentale.

Il potenziale delle soluzioni per gli smart building è enfatizzato anche dalle iniziative dell’UE come l’European Green Deal, con il pacchetto Fit for 55, la Renovation Wave e il REPowerEU.

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Le odierne piattaforme digitali, i sistemi e componenti connessi, i servizi innovativi consentono di ottenere in modo rapido efficienza energetica e riduzione dei consumi (e delle emissioni) con la gestione, il controllo e il monitoraggio puntuale dell’edificio e dei suoi sistemi tecnici. Le piattaforme digitali, inoltre, consentono anche di migliorare l’efficienza nella fase di costruzione degli edifici contribuendo alla riduzione delle emissioni incorporate.

Comprendere l’indicatore SRI: fondamentale per il futuro sostenibile degli edifici Comprendere oggi come funziona il modello SRI e come sfruttarlo al meglio per disegnare le migliori strategie di riqualificazione e decarbonizzazione degli edifici è di fondamentale importanza per tutti gli operatori del settore building, commerciale o residenziale che sia, ed anche per le istituzioni pubbliche, che sono chiamate ad assumere un ruolo di guida dando l’esempio concreto attraverso la riqualificazione in chiave “digital & green” del proprio patrimonio immobiliare.

Quattro sfide chiave per gli edifici, oggi

L’urgenza, infatti, è reale: la revisione della direttiva EPBD (Energy Performance of Building Directive), approvata a Marzo dal Parlamento Europeo e attualmente in fase di confronto con il Consiglio dell’Unione e la Commissione europea, alza ulteriormente l’asticella degli obiettivi di decarbonizzazione del settore, richiedendo progressivi miglioramenti della classe energetica negli edifici esistenti - pubblici e privati - entro il 2030, per i non-residenziali, e 2033, per i residenziali; non solo, tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028, mentre quelli pubblici già a partire dal 2026. Il nuovo testo della Direttiva tratta inoltre il tema dello Smart Readiness Indicator imponendo (nella revisione di Marzo del Parlamento Europeo) l’adozione di un atto delegato che prescriva in maniera obbligatoria la sua applicazione ed un atto esecutivo che specifichi l’attuazione efficace dell’indicatore a partire dal 1° gennaio 2025 per gli edifici non residenziali dotati di impianti termici di potenza nominale utile superiore a 290 kW e a partire dal 1° gennaio 2030 per gli edifici non residenziali con impianti di potenza nominale superiore a 70 kW.

EPBD IV - I passi della Direttiva Green per gli edifici del terziario Aumentare il tasso di riqualificazione degli edifici ridurre i consumi e le emissioni entro il 2030 raggiungere la neutralità climatica entro il 2050

Come? Con i sistemi di Building Management (BMS)

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Questi obiettivi si confrontano con una realtà italiana variegata e complessa, con ampia presenza di edifici di carattere storico e in generale di vecchia costruzione. Infatti, come rileva ENEA nel suo ultimo rapporto, il 65% degli edifici del parco edilizio nazionale, ha oltre 45 anni e il 70% degli edifici ha una classe inferiore alla D. Inoltre, il tasso di riqualificazione profonda degli edifici in Italia è solamente dello 0,85% annuo quando invece, secondo la STREPIN – STrategia per la Riqualificazione Energetica del Parco Immobiliare Nazionale, dovrebbe essere decisamente superiore.

Smart Readiness Indicator: la metodologia Lo Smart Readiness Indicator è uno schema comune europeo che valuta la prontezza tecnologica di un edificio sulla base di tre funzionalità chiave: la capacità di garantire l’efficienza energetica e il funzionamento dell’edificio, adeguandone il consumo energetico; la capacità di adattare il funzionamento dell’edificio alle esigenze degli occupanti; la flessibilità del consumo complessivo di energia elettrica dell’edificio e la capacità di integrarsi con la rete.

Lo Smart Readiness Indicator permette dunque di comprendere quanto ogni edificio sia in grado di accogliere le tecnologie che abilitano l’efficienza, la connettività e la sostenibilità attraverso la valutazione di un catalogo di 54 servizi smart suddivisi su 9 diversi domini tecnici che rappresentano i principali sistemi di un edificio (riscaldamento, acqua calda sanitaria, raffrescamento, ventilazione, illuminazione, involucro dinamico dell’edificio, elettricità, ricarica dei veicoli elettrici, monitoraggio e controllo).

Ciascuno dei 54 servizi smart è caratterizzato da diversi livelli di funzionalità, di smartness crescente, e influenzano 7 aree denominate criteri di impatto: efficienza energetica, manutenzione e previsione dei guasti, comfort, comodità e/o efficienza operativa, salute e benessere, informazione agli occupanti, flessibilità energetica e accumulo.

l punteggio dell’indicatore SRI complessivo viene definito come media pesata dei punteggi ottenuti da ciascuno dei criteri d’impatto e può essere espresso sulla base di sette classi corrispondenti a un intervallo del punteggio totale: A (90-100%); B (80-90%); C (65-80%); D (50-65%); E (35-50%); F (20-35%); G (<20%).

Un linguaggio comune per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’edificio Utilizzare come riferimento lo Smart Readiness Indicator permette di creare un linguaggio comune per tutti gli attori della catena del valore del settore immobiliare: dai proprietari ai progettisti, dai fornitori di soluzioni agli attori istituzionali. Un linguaggio da usare per confrontarsi su come rendere gli edifici più intelligenti e capire quali benefici se ne possono trarre, con quali step e quali interventi. Aumentando la consapevolezza dei benefici derivanti dall’utilizzo delle tecnologie intelligenti, l’indicatore SRI rende più tangibile per tutti il valore aggiunto che possono dare le soluzioni per gli smart building. Un valore che è senza ombra di dubbio rilevante e spesso di rapido raggiungimento. ➝

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EDIFICI SMART Ad esempio, tecnologie digitali come termostati smart e controllo intelligente dell’illuminazione ripagano il costo dell’investimento anche entro solo due anni; soluzioni come il controllo automatizzato dell’ombreggiamento, la gestione della ventilazione in base ai dati rilevati da sensori per rilevare la qualità dell’aria aiutano a rendere più salutare l’ambiente e a renderlo più confortevole; una programmazione intelligente dei consumi energetici dell’edificio (ad esempio la ricarica di veicoli elettrici o i consumi di elettrodomestici) può portare a risparmi importanti e anche contribuire al bilanciamento tra domanda di energia e offerta della stessa sulla rete.

Smart Readiness Indicator - principali obiettivi Gli obiettivi principali dello Smart Readiness Indicator sono: • Aumentare la consapevolezza dei benefici derivanti dall’utilizzo delle tecnologie intelligenti • Rendere il valore aggiunto delle tecnologie intelligenti più tangibili agli attori del settore

Proprietari permette di adottare misure come l’efficienza energetica e il comfort degli occupanti e per migliorare la qualità del proprio edificio

Investitori permette di valutare il valore e la competitività a lungo termine degli edifici, incrementando il valore degli assets

Per tutte queste sue caratteristiche, lo Smart Readiness Indicator è uno strumento utile per raggiungere gli obiettivi riguardanti la sostenibilità dell’edificio, promuovendo la riduzione dell’impronta di carbonio, accelerando la transizione digitale ed energetica. Inoltre, supportato da evidenze di progetto sugli obiettivi di sostenibilità, monitoraggio delle prestazioni di efficienza energetica e operativa degli edifici nel tempo, potrebbe risultare uno dei KPI più adatti per guidare progetti finanziati nel settore.

Qual è l’impatto delle tecnologie per gli smart building e dell’indicatore SRI? A livello di edificio implementare un “pacchetto” evoluto di tecnologie smart building può portare a ottenere in media un 30% di risparmi sul consumo finale di energia. Sono stati inoltre valutati diversi scenari di impatto dello SRI a livello europeo, il quale ha il potenziale di aiutare a far risparmiare ogni anno fino a 160 TWh di consumi primari di energia, 23 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, 12,5 miliardi di euro in costi energetici e 1,4 miliardi di euro di costi correlati ai sistemi energetici. Inoltre, potrebbe portare a benefici in termini di benessere e salute delle persone pari a un valore di 6,5 miliardi di euro, e contribuire a creare 76.000 nuovi posti di lavoro.

Smart Readiness Indicator - principali benefici Lo Smart Readiness Indicator è uno strumento utile per raggiungere gli obiettivi riguardanti la sostenibilità dell'edificio, promuovendo la riduzione dell'impronta di carbonio, accelerando la transizione digitale ed energetica - ha il potenziale per risparmiare:

30%

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160

20

Energia finale

min ton CO2/anno

TWh/anno - energia primaria

mld €/anno - costi energetici e benessere

htips:/leneray.ec.europa.eu/system/files/2022-03/SRI-Factsheet-20220313.pdf

Come iniziare a utilizzare l’indicatore SRI per gli smart building? L’Unione Europea ha approntato un pacchetto per la valutazione SRI che può essere richiesto da proprietari di edifici, produttori e attori del mondo della consulenza e tecnologie per la sostenibilità, che contiene uno strumento di calcolo SRI e una guida pratica per iniziare. Inoltre, è disponibile un pacchetto di formazione per condurre una valutazione SRI e vengono organizzati anche webinar per facilitare la comprensione e l’implementazione di questa metodologia. ■

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Wi-Fi 6, potenza e sicurezza per ogni esigenza di collegamento Marco Ventimiglia

La connettività wireless all’interno degli edifici ha acquistato nel tempo un’importanza sempre maggiore e gli standard di rete si sono evoluti costantemente per stare al passo con le crescenti esigenze dell’utenza

È vero, volevo una casa isolata termicamente, ma non una casa isolata da tutto!”: è una battuta che potrebbe fare qualcuno dei molti italiani che hanno efficientato la propria abitazione sfruttando il beneficio del Superbonus. Infatti, oltre a constatare come il nuovo “cappotto” termico riduce drasticamente gli effetti degli sbalzi esterni di temperatura, può capitare di riscontrare una ridotta capacità di agganciare il segnale da parte degli smartphone. In questo caso la spiegazione è assolutamente semplice ed intuitiva, perché qualsiasi ostacolo fisico aggiuntivo, come la coibentazione delle pareti e del tetto, può

influire negativamente sulla ricezione delle reti telefoniche. Per gli ambienti chiusi, quindi, acquisiscono un’importanza ancora maggiore i sistemi Wi-Fi interni che sfruttando la connessione Internet in entrata (ovviamente, ancor meglio se quest’ultima è in fibra) permettono l’accesso al Web, e a tutti i suoi servizi, ai dispositivi collegati alla rete wireless locale. Una modalità di collegamento che fra l’altro si è evoluta costantemente nel tempo per stare dietro alle richieste di prestazioni sempre maggiori da parte dell’utenza domestica e lavorativa. In quest’ambito l’ultimo nato ➝ SMART BUILDING ITALIA

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L’evoluzione con il Wi-Fi 6E

è lo standard 802.11ax, più comunemente conosciuto come Wi-Fi 6.

I vantaggi del Wi-Fi 6 I vantaggi offerti dal Wi-Fi 6 sono molteplici, a cominciare naturalmente da quelli prestativi. Per farsi un’idea, lo standard Wi-Fi 4 lanciato nel 2009 (802.11n) prevede fino a 300 Mbit/s in banda 2,4 e 5 Ghz mentre con il Wi-Fi 5 nato nel 2013 (802.11ac) si arriva fino a 3,5 Gbit/s in banda 5 Ghz. Ebbene, grazie al Wi-Fi 6 la velocità di trasferimento dati viene incrementata fino a 9,6 Gbit/s in banda 2,4 Ghz e 5 Ghz, triplicando o quasi quella

dello standard precedente. Ma lo standard 802.11ax non offre soltanto un rilevante incremento delle performance, poiché permette di realizzare anche dei consistenti miglioramenti in termini di sicurezza e stabilità, oltre che aumentare il tetto massimo del numero dei dispositivi collegabili simultaneamente. Proprio quest’ultimo fattore è particolarmente importante perché l’esperienza ha insegnato che, soprattutto in ambito aziendale, i precedenti standard Wi-Fi si sono non di rado trasformati in dei colli di bottiglia a causa del continuo crescere dei dispositivi collegati alla rete wireless.

In realtà parlare del Wi-Fi 6 come dello standard di connessione wireless più avanzato non è del tutto esatto. Esiste infatti un’evoluzione che prende il nome di Wi-Fi 6E che apporta ulteriori migliorie. La sua peculiarità è quella di poter sfruttare anche la banda a 6 GHz, oltre che le consuete 2,4 GHz e 5 GHz. Ciò vuol dire avere a disposizione un ulteriore incremento di velocità, latenza minore, un miglioramento della sicurezza di rete e un numero ancora maggiore di terminali supportati contemporaneamente. In particolare, lo spettro più esteso del Wi-Fi 6E offre ai suoi utenti più canali non sovrapposti. Ne deriva un supporto ad ambienti IT e Internet of Things (IoT) ad alta densità senza alcun impatto sulle prestazioni. Inoltre, il Wi-Fi 6E consente di ottenere una maggiore efficienza e prestazioni migliori, poiché tutti i dispositivi collegati con questo standard non vengono rallentati da dispositivi più obsoleti che operano a velocità di trasmissione inferiori “agganciando” di solito reti Wi-Fi 4 o Wi-Fi 5. ■

Nell’UE il futuro delle caldaie è un rebus ancora da risolvere Marco Ventimiglia

Il nuovo regolamento è in via di approvazione, ma l’ultima versione oltre alle caldaie a combustibili fossili mette fuori gioco anche quelle alimentate da fonti rinnovabili

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l destino delle caldaie, e più in generale il futuro della climatizzazione domestica, si può definire come una partita nella partita. Infatti, se la Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici rappresenta il provvedimento chiave per la futura transizione energetica del settore edile nel nostro continente, le problematiche relative al riscaldamento degli immobili sono oggetto di un cammino regolatorio autonomo, che al momento alcuni ritengono persino in contraddizione con quanto stabilisce la Direttiva stessa…


Quanto mai opportuno, quindi, esporre lo stato dell’arte e cercare di fare chiarezza sul punto più controverso, ovvero quale tipo di caldaia potrà continuare ad essere commercializzata e utilizzata una volta entrata in vigore la nuova legislazione voluta dalla Commissione Europea. Il punto di partenza si chiama “Regolamento Ecodesign”, ovvero il provvedimento UE varato nel 2013 che disciplina la progettazione ecocompatibile e l’etichettatura energetica dei sistemi di riscaldamento.

Il nuovo Regolamento Ecodesign Un regolamento che è ora oggetto di un complessivo ripensamento, soprattutto per metterlo al passo della transizione energetica del continente. Una prima revisione è già stata “licenziata”, sotto forma di bozza, dalla Commissione Europea a metà primavera. Un nuovo testo che recepisce le raccomandazioni formulate “a monte” dalla stessa Commissione, in primis l’abbandono graduale delle caldaie a combustibili fossili autonome (non assistite da fonti rinnovabili), da concludere entro il 2029 per la commercializzazione e l’anno dopo per l’installazione, insieme al loro declassamento nelle etichette sulla performance energetica. Senonché, la versione aggiornata del Regolamento Ecodesign si spinge ancora più in là, tanto, come detto, da entrare persino in potenziale rotta di collisone con la Direttiva sulle case green. Infatti, il “sistema” ideato dalla Commissione per mettere fuori gioco le caldaie a gas entro il 2029 prevede che per quel termine tutti i sistemi di riscaldamento di nuova installazione nei Paesi Ue dovrebbero avere almeno “un rendimento” del 115 percento. E qui sorge il problema, perché si tratta di un livello di efficienza energetica che non solo metterebbe fuori gioco i modelli alimentati con combustibili fossili ma, di

fatto, anche quelle alimentate con gas rinnovabili, come i modelli a biometano e idrogeno.

Campo libero alle pompe di calore In pratica, la bozza del Regolamento Ecodesign lascia campo completamente libero alle pompe di calore per il prossimo decennio, essendo l’unica soluzione di climatizzazione in grado di rispettare il livello di efficienza energetica richiesto. Pompe di calore che, però, come subito sottolineato da varie associazioni di categoria, hanno dei costi di installazione decisamente più alti di quelli delle caldaie tradizionali. Senza dimenticare che in questo modo si rischia di aumentare la già elevata dipendenze teconologica dell’UE dalla Cina, considerato che quest’ultima è il leader nella produzione e installazione di pompe di calore nel mondo. Si diceva del contrasto con quanto stabilito dalla Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici. Va premesso che quest’ultima condivide con il Regolamento Ecodesign la logica di fondo, ovvero l’eliminazione nel tempo più rapido possibile della commercializzazione e installazione delle caldaie alimentate con combustibili fossili, tanto da prevedere già per l’anno

prossimo l’introduzione del divieto per i Paesi membri di agevolazioni per l’acquisto delle caldaie inquinanti. Però la Direttiva non esclude affatto i modelli a biometano e idrogeno, prevedendo infatti la commercializzazione e installazione di sistemi di riscaldamento ibridi, caldaie certificate per funzionare con fonti rinnovabili e altri sistemi tecnici per l’edilizia non alimentati con combustibili fossili.

Armonizzare i due provvedimenti Per adesso l’evidente contrasto normativo è soltanto potenziale, considerato che né la Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici né il Regolamento Ecodesign hanno ricevuto il definitivo via libera da parte delle istituzioni europee. Ma è evidente il differente approccio su quelli che saranno i sistemi di climatizzazione destinati ad accompagnare la transizione energetica del continente fino alla metà del secolo. Quindi, nei prossimi mesi non c’è alternativa ad un lavoro per armonizzare i due provvedimenti sull’argomento caldaie. Operazione comunque non facile, perché dietro le attuali divergenze testuali ci sono in realtà le differenti posizioni dei Paesi membri UE oltre ai colossali interessi economici in gioco. ■

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Perché la Direttiva europea sugli edifici cambierà faccia agli immobili italiani Redazione Smart Building Italia

In fase di approvazione, il provvedimento sul rendimento energetico degli edifici prevede la progressiva eliminazioni delle classi energetiche peggiori degli edifici

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onsiderato che a oltre tre anni dalla sua introduzione il Superbonus continua a fare notizia, e ad essere indicato come il padre di tutti i dissesti dell’economia pubblica, cominciamo con un eloquente paragone: il Superbonus sta alla Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici (Energy Performance of Building Directive) così come un gommone sta a una portaerei… C’è poi un’altra differenza altrettanto importante: se a creare il gommone Superbonus è stata una libera scelta dello Stato (salvo poi rimpiangerla in continuazione), consentendo così ai cittadini la possibilità di “imbarcarsi”, salire a bordo della portaerei Direttiva sarà invece obbligatorio, una volta che verrà approvata in via definitiva dall’Europarlamento. E dato che l’intervento edilizio necessario avrà, appunto, dimensioni enormemente maggiori di quello generato dal Superbonus, sarà bene cominciare ad attrezzarsi perché non potranno esserci pentimenti di sorta su un provvedimento imposto dall’Unione Europea.

I contenuti della Direttiva Ma perché la Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici è così importante ed impattante sul patrimonio immobiliare degli Stati membri dell’Unione? Iniziamo col dire che per quanto riguarda gli edifici residenziali esistenti, il testo in via di approvazione prevede il raggiungimento

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almeno della classe di prestazione energetica E entro il 2030 per poi raggiungere obbligatoriamente la D entro il 2033. Inoltre, la direttiva precisa che gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche dovranno essere effettuati al momento dell’ingresso di un nuovo inquilino, oppure al momento della vendita o della ristrutturazione dell’edificio. Ancora più veloce il percorso di riqualificazione energetica per quanto attiene gli edifici non residenziali e pubblici, che dovrebbero raggiungere le stesse classi di prestazione energetica, prima la E e poi la D, rispettivamente entro il 2027 e il 2030. In relazione agli immobili di nuova costruzione, dovrebbero essere tutti a emissioni zero dal 2028, con l’anticipo al 2026 per i nuovi edifici pubblici. In

quest’ottica, per tutti gli immobili di nuova costruzione è prevista la dotazione obbligatoria di impianti solari a partire dal 2028, termine che diventa il 2032 per gli edifici residenziali da riqualificare.

Negoziato ancora in corso C’è da dire che tutto quanto è stato appena esposto è ancora in fase di negoziazione fra i Paesi membri e le istituzioni europee, ma se potrà cambiare qualcosa a livello di scadenze, di certo non cambierà la logica della Direttiva, ovvero quella di cancellare le classi energetiche peggiori degli immobili per mettere anche il settore edilizio europeo al passo della transizione energetica che dovrà portare l’intero continente all’obiettivo dell’impatto zero per la metà del secolo. Un’altra certezza riguarda l’impatto enor-

me che l’applicazione della Direttiva avrà sul patrimonio immobiliare nazionale. Una certezza che, molto semplicemente, si ricava da numeri inequivocabili. Infatti, in Italia ben più della metà del patrimonio immobiliare nazionale, il 60,4%, appartiene alle classi energetiche peggiori, G ed F, percentuale che arriva quasi al 75% includendo la classe E. Si tratta di circa 11 milioni di unità abitative che andrebbero quindi efficientate entro il 2033 (ma fra poco occorrerà dire andranno). Si diceva del confronto con il Superbonus, che in tre anni ha portato all’efficientamento di poco più di 400mila unità immobiliari, da qui il paragone d’apertura fra gommone e portaerei…

Le deroghe alla Direttiva In realtà il testo della Direttiva approvato dall’Europarlamento (ma servirà una successiva votazione conclusiva) prevede già una serie di deroghe per venire incontro alle specificità e criticità nazionali. Ad esempio, quella che esclude i monumenti dall’applicazione della nuova regolamentazione, nonché gli edifici di interesse storico e religioso. Deroghe che sono previste anche per le seconde case e per quelle con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati. Inoltre, gli Stati membri potranno introdurre delle esenzioni per l’edilizia sociale pubblica, nel caso in cui la riqualificazione energetica porterebbe ad aumenti del canone d’affitto che non verrebbero compensati dal risparmio in bolletta. Nel complesso, ciascun Paese potrà prevedere deroghe fino a un massimo del 22% del totale del patrimonio immobiliare, che in Italia significa una “tolleranza” di circa 2,6 milioni di edifici sugli 11 milioni da efficientare. Infine, va detto che parallelamente al varo della Direttiva si profila all’orizzonte anche un ripensamento delle classi energetiche, che vengono determinate prendendo in considerazione molteplici fattori, a partire dalla tipologia degli impianti presenti negli immobili ma valutando anche altri elementi. La cosa potrebbe rivelarsi utile proprio all’Italia per via di un “ammorbidimento” delle classificazioni. Ad esempio, gli edifici attualmente in classe E finirebbero per passare alla classe D, quindi senza bisogno di interventi entro il 2033. ■

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“La Direttiva rappresenta una grande opportunità. L’UE tenga conto della particolarità dell’Italia”

che esiste un problema di tempi circa l’applicazione della Direttiva e, soprattutto, che occorre un’adeguata politica di incentivazione fiscale. Le azioni previste dalla Direttiva - sostenute da bonus - devono essere parte di una più ampia strategia che tenga conto dei tessuti urbani storici, che intervenga sul patrimonio edilizio nell’ambito di politiche per la rigenerazione urbana. Questo può fare la differenza per l’Italia”.

Ilaria Rebecchi

La Direttiva prevede una serie di deroghe per “attutirne” l’impatto. Sono sufficienti? “Credo che per quanto riguarda il nostro Paese la mediazione a livello europeo abbia consentito un risultato importante. Mi riferisco al fatto che vengono esclusi dalla Direttiva i monumenti e gli edifici con particolare valore storico e architettonico; le chiese e altri luoghi di culto; gli edifici a uso temporaneo; le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno; le abitazioni unifamiliari di superficie inferiore a 50 metri quadri. Tutto ciò lascia fuori oltre 3 milioni di edifici e preserva il nostro immenso patrimonio storico, artistico e architettonico. È il riconoscimento della nostra particolarità e delle nostre esigenze”.

Intervista a Francesco Miceli, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti

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residente Miceli, quando ha letto il testo della Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici qual è stato il suo primo pensiero? “Rigenerare il patrimonio edilizio europeo e migliorarne l’efficienza energetica è un obiettivo qualificante in quanto indispensabile per la transizione ecologica e, allo stesso tempo, un modo per far fronte alla crisi energetica. La Direttiva “case green”, con la quale l’Unione Europea intende ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere le emissioni zero entro il 2050, può avere un forte impatto sulle nostre città considerato che, nelle principali, ci sono quasi 1,1 milioni di edifici residenziali costruiti tra il 1946 e il 1989 che richiedono urgenti interventi di riqualificazione edilizia e di rigenerazione”. Come valuta complessivamente il testo? “Intanto, per arrivare a un testo condiviso occorre aspettare l’esito del terzo incontro informale tra i rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione europea, tenuto conto che il secondo incontro, svoltosi in estate, non ha affrontato alcuni punti abbastanza dibattuti come quello del miglioramento delle classi energetiche degli immobili e della revisione del sistema degli attestati di prestazione energetica. Va tuttavia considerato che si dovrà attendere presumibilmente il 2025 per l’approvazione da parte di tutti gli Stati per l’entrata in vigore della Direttiva. Finora passi in avanti per arrivare a punti di mediazione ne sono comunque stati fatti”.

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Francesco Miceli

In Italia le reazioni avverse alla Direttiva sono state forti. Le condivide? “La situazione dell’Italia presenta delle significative e specifiche peculiarità ed è sicuramente diversa, sotto molti punti di vista, da quella degli altri Paesi europei. Tuttavia credo che l’opposizione alla Direttiva sia diventata terreno di scontro tra europeisti e non, e che l’allarme lanciato da quest’ultimi circa un attacco al bene primario degli italiani sia inesistente. Né va dimenticato che la Direttiva non inventa nulla di nuovo, è la revisione di un testo già esistente finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo energetico nel settore entro il 2030. Ora si chiede di accelerare questo processo estendendolo ad un numero maggiore di edifici. E questo, probabilmente, ha creato allarmismi”. Quali sono i maggiori elementi di criticità della Direttiva per quanto riguarda il nostro Paese? “Secondo i dati dell’ENEA, circa il 75% degli immobili presenti nei comuni italiani è stato realizzato prima della legge 10/1991, quella che regola i consumi dell’energia negli edifici pubblici e privati, mentre il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11 milioni, apparterrebbero a classi energetiche inferiori alla D, nello specifico il 34% in G, 23,8% in F e 15,9% E. Inoltre, non dimentichiamo che quasi la totalità delle città italiane ha un patrimonio storico da salvaguardare di primaria grandezza. È poi innegabile, a questo riguardo,

Come avvenuto per il Superbonus, la Direttiva potrà creare problemi finanziari per lo Stato ma rappresenta una grande opportunità per il settore dell’edilizia... “La transizione ecologica rappresenta uno dei pilastri del Next Generation EU, il PNRR vi destina circa 71,7 miliardi e l’applicazione della Direttiva è un tassello di questo processo. Può essere indubbiamente una grande opportunità per il settore dell’edilizia ma, se parte di una più generale strategia volta alla realizzazione della rigenerazione delle nostre città, può esserlo soprattutto per migliorare la qualità di vita dei cittadini. Ci troviamo di fronte alla necessità storica di ripensare le nostre città, di proporre nuovi modelli che sintetizzino i criteri di sostenibilità, di inclusione sociale con la qualità degli edifici e degli spazi urbani. Per farlo dobbiamo usare tutti gli strumenti dei quali disponiamo. Sul fronte dei problemi finanziari la Direttiva prevede l’utilizzo dei finanziamenti derivanti dal PNRR - oppure l’implementazione di un apposito fondo l’Energy performance renovation fund ma sarà anche strettamente necessario adottare un piano di incentivazione finanziario e fiscale uniforme per consentire a tutti i soggetti coinvolti di disporre delle risorse necessarie”. ■



EDIFICI SMART

Le Reti Multiservizi per lo Smart Building Rossano Capannini

Le Reti Multiservizi all’interno di uno Smart Building rappresentano l’insieme delle infrastrutture tecnologiche passive abilitanti qualsiasi edificio smart

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rima di entrare direttamente nell’ambito tecnico, si ricordano alcuni aspetti legislativi che spesso non sono a conoscenza, o non sono opportunamente interpretati, dai progettisti di edifici di nuova fabbricazione e di edifici sottoposti a profonda ristrutturazione. La legge 164/2014 è stata redatta per favorire la realizzazione di reti di accesso alle comunicazioni elettroniche a banda ultralarga e definire norme di semplificazione per la realizzazione delle stesse. Nel Testo Unico dell’Edilizia è stato poi inserito un articolo (art.135bis), sulla base della Legge 164/2014, in cui si richiede che tutti gli edifici di nuova costruzione o in profonda ristrutturazione, per i quali le domande di autorizzazione edilizia sono presentate dopo il 1° luglio 2015, devono essere equipaggiati con un’infrastruttura fisica passiva costituita da adeguati spazi installativi e da impianti

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di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica fino ai punti terminali di rete. All’interno dell’art.135bis, per infrastruttura fisica multiservizio interna all’edificio si intende il complesso delle installazioni presenti all’interno degli edifici contenenti reti di accesso cablate in fibra ottica, con terminazione fissa e/o senza fili, che permettono di fornire ad ogni Unità Immobiliare (U.I) l’accesso ai servizi a banda ultralarga (connessione al mondo esterno). Per i nuovi edifici, nonché in caso di ristrutturazione profonda, per i quali la domanda di autorizzazione edilizia sia stata presentata dopo la data del 1° gennaio 2022, l’adempimento dei prescritti obblighi di equipaggiamento digitale degli edifici deve essere certificato da una etichetta di “edificio predisposto alla banda ultra larga”. Tale etichetta deve essere rilasciata da un tecnico abilitato per gli impianti di cui all’art.1, comma 2, lettera b, del decreto del

Ministro dello sviluppo economico 37/08 e secondo quanto previsto dalle Guide CEI 306-2, 64-100/1, 2 e 3, su istanza del soggetto che ha richiesto il rilascio del permesso di costruire o di altro soggetto interessato. Il Comune entro 90 giorni dalla ricezione della segnalazione è tenuto a comunicare i dati infrastrutturali della Rete Multiservizi al Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture (SINFI) ai sensi del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133 convertito con modificazioni dalla legge n. 164 del 2014 (comma introdotto dall’art.5, comma 1, lettera c del d.lgs 207/2021). Si sottolinea che se tutti gli adempimenti sopra riportati non vengono assolti, l’edificio non potrà essere corredato del documento di Agibilità e quindi non potrà essere né utilizzato dai proprietari, né messo sul commercio.


sintetizzati nella Fig.1 di seguito riportata (Fonte CEI 306-2). L’insieme di tutti questi servizi ed eventuali altri possibili, da prendere in considerazione durante la progettazione degli Edifici Intelligenti, non fanno altro che rappresentare la trasformazione digitale in corso nella nostra società, mentre la chiave del successo di questa nuova edilizia risiede proprio nel mettere in comunicazione questi servizi, grazie appunto all’utilizzo all’interno di ogni edificio di una Rete Multiservizi passiva.

Le principali funzioni delle Reti Multiservizi

all’attestazione della Rete Multiservizi e alla connessione con il mondo esterno; • dal Locale Tecnico deve avere origine Le Reti Multiservizi hanno il ruolo fondaun’apposita struttura montante vertimentale di aprire la strada a un futuro cale verso tutte le Unità Immobiliari (UI) completamente connesso. Negli ultimi di Edificio; anni, infatti, il concetto di Smart Building • all’interno del montante verticale devono ha acquisito notevole popolarità, con i proessere installate le dorsali ottiche passive, gressi tecnologici che hanno rivoluzionato che connettono il Locale Tecnico con le UI. il modo in cui vengono progettate, costruite • all’interno di ogni UI deve essere instale gestite le strutture di questi edifici. lato un QDSA (Quadro di Distribuzione dei Quindi lo Smart Building va visto, ormai, Servizi di Appartamento) dove all’interno con tutto l’insieme delle sue funzioni praandranno posizionati i box STOA (Scatola ticamente digitali e come una componendi Terminazione Ottica di Appartamento) te di un macrosistema composto da una La Rete Multiservizi secondo le dove attestare le fibre ottiche di dorsale; comunità, quartiere intelligente (Smart • Il Locale tecnico al Piano Seminterrato, al normative vigenti District), città intelligente (Smart City Piano Terra o nel sottotetto deve consenFacendo riferimento principalmente alla e Smart Road) e sistemi di produziotire l’interconnessione in fibra ottica con normativa tecnica CEI 306-2 ogni tipolone dell’energia intelligente per la Smart l’esterno dello attualmente Smart Building (connesgia diche rete multiservizi richiama l’attenzione sul fatto il presenteimplementata testo non deve è definitivo poiché Greed. AlSifine di progettare un Edificio sione versosostanziali il mondo esterno) per l’utilizzo sottoposto ad inchiesta pubblica tale può subire modifiche, anche avere ele come seguenti caratteristiche in comune: Intelligente, secondo quanto detto sopra, delle connessioni FTTH BUL (Fiber To The • ogni Smart Building deve essere equii servizi digitalizzati verso cui i progettisti Home a Banda Ultra Larga). paggiato con un Locale Tecnico adibito ➝ devono rivolgere la loro attenzione sono

In Figura 3 si riporta uno schema di principio dell’impianto all’interno di un edificio residenziale.

Legenda: Legenda LTE-5G: Long Term Evolution (5 generazione)

STOA:

CSOE:

Centro Servizi Ottici di Edificio

DTT/SAT: Digital Terrestrial Television/Satellite

Scatola Terminale Ottica di Appartamento

ROE:

Ripartitore Ottico di Edificio

STOM:

Scatola Terminale Ottica di Montante

Nota: Il collegamento tra contatori e CSOE è relativo alla possibilità di scambio di dati tra la rete di comunicazione di edificio e la rete elettrica.

p

Figura 1 – I principali Servizi da implementare sulla Rete Multiservizio nello Smart Building Figura 3 – Impianti di comunicazione di edificio

Si ha inoltre un cablaggio dedicato ai servizi di edificio “locali”, come ad esempio, videocitofonia, videosorveglianza, antintrusione, supervisione ecc.… Questi ultimi si basano su SMART BUILDING ITALIA sistemi HBES e sono trattati nella guida CEI 205-14 (6).

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EDIFICI SMART La normativa CEI 306-2, inoltre, guida il progettista verso la scelta delle dimensioni del Locale Tecnico ed il suo equipaggiamento, sulla base del numero di UI dell’edificio. All’interno del Locale Tecnico dovranno, infatti, essere installati: • CSOE (Centro Servizi Ottici di Edificio); • ROE FTTH (Ripartitore Ottico di Edificio); • ROE TV (Ripartitore Ottico di Edificio per la distribuzione passiva dei segnali televisivi Terrestri e Digitali). Il CSOE è il BOX Ottico o l’armadio a cui si attestano tutte le dorsali ottiche che collegano le UI e il sottotetto. Il ROE FTTH rappresenta il BOX dove si fanno arrivare dal mondo esterno le fibre ottiche di operatore che forniranno in FTTH la Banda Ultralarga verso le diverse UI, creando una permutazione tra il ROE FTTH e il CSOE. Ovviamente tutti gli operatori di Telecomunicazioni che offrono servizi di connettività devono poter accedere al ROE FTTH, ma quest’ultimo rappresenta il limite fisico di dove possono arrivare. Una volta che i proprietari di una UI avranno scelto il proprio operatore FTTH per avere i servizi BUL, tramite la permutazione ottica passiva tra ROE FTTH e CSOE si creerà la connessione

fisica vera e propria verso la UI interessata. Il ROE TV è il Box o l’armadio che prende il segnale ottico da una fibra ottica, di solito proveniente dal sottotetto (attraverso la dorsale ottica passiva del sottotetto), dove sul tetto sono installate le antenne di ricezione del digitale terrestre e l’antenna a parabola di norma con più illuminatori. wAll’interno del ROE TV e tramite dei divisori di potenza passivi (Splitter Ottici) si distribuiscono i segnali televisivi a tutte le UI di Edificio. Questo insieme di elementi tutti passivi che servono a fornire connettività e distribuzione di servizi alle varie UI sono quello che compongono la parte basilare della Rete Multiservizi che, se vengono implementate a regola d’arte secondo la CEI 306-2, consentono il rispetto legislativo da un punto di vista dell’infrastrutturazione dello Smart Building. In Fig.2 (Fonte CEI 306-2) si riporta un esempio di Rete Multiservizi passiva di Edificio e il possibile uso degli spazi installativi da definire durante la fase progettuale. In Fig.3 (Fonte CEI 306-2), invece viene riportato un esempio di cablaggio ottico passivo della Rete Multiservizi all’interno degli spazi installativi relativi alla Fig.2.

Figura 2 Rappresentazione schematica degli spazi installativi e dell’accesso al Locale Tecnico di uno Smart Building

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Figura 3 Cablaggio ottico passivo della Rete Multiservizi all’interno degli spazi installativi riportati nell’esempio di Figura 2

Conclusioni La legislazione vigente richiede che ogni edificio di nuova costruzione o soggetto a profonda ristrutturazione deve essere equipaggiato da una Rete Multiservizi passiva in fibra ottica, opportunamente certificata. Questa Rete Multiservizi consentirà la realizzazione di tutte le possibili reti dati attive necessarie per uno Smart Building connesso quali ad esempio LAN (Local Area Network), POLAN (Passive Optical Network), LoRaWAN per la raccolta dati dai sensori, estensori di cella per i segnali 4/5/6G, reti di distribuzione dei segnali Televisivi Ditale Terrestre e Satellitare, nonché reti per le connessioni con il mondo esterno quali reti FTTH BUL. Purtroppo, quello che si riscontra, attualmente, sembra essere la mancanza di una corretta interpretazione legislativa e tecnica da parte degli studi di progettazione edili e architettonici.

Questo, unito al rischio di avere il senso di spese extra, per la predisposizione della Rete Multiservizi passiva, non comprensibile neanche dagli investitori, che non conoscono il basso costo effettivo di questo tipo di rete passive, rispetto all’elevato costo infrastrutturale della parte civile/edile. In tal senso sarebbe opportuno partire dagli Ordini Provinciali degli Architetti e degli Ingegneri, integrando la loro offerta di Corsi di Formazione anche con corsi mirati al dimensionamento delle Reti per lo Smart Building. Non solo limitandosi a una offerta formativa mirata a soli gli aspetti tecnologici dell’Edilizia e della Sicurezza dei Cantieri, per altro fondamentale in questo periodo. Sarebbe opportuno, inoltre, prendere in considerazione a breve termini una modifica ai programmi scolastici degli istituti Tecnici Superiori e dei Corsi Universitari per formare figure tecniche specializzate in grado di guidare il cambiamento verso una società Smart. ■

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I MIGLIORI EDIFICI SMART

L’Aeroporto Costa d’Amalfi a Salerno Ilaria Rebecchi

un paesaggio nel paesaggio 68

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R

ispetto per l’ambiente, integrazione con il territorio, connessione con il paesaggio sono state le linee guida che il team di progetto ha condiviso, conciliando le esigenze tecniche e la modularità, necessaria per una futura estensibilità, con una scelta architettonica armonica con lo scenario dell’entroterra salernitano. “Un paesaggio nel paesaggio”, così l’ha descritto Alfonso Femia, presidente di Atelier(s) Alfonso Femia, che sta sviluppando il progetto insieme a Deerns (mandataria),

Od’A Officina d’architettura, Planeground, Techproject, Sun Flower Engineering. Primo in classifica su tredici società italiane e internazionali, il gruppo capitanato da Deerns, si era aggiudicato la gara per l’espansione dell’aeroporto Costa d’Amalfi, nel gennaio 2022 luogo a circa 20 chilometri dalla città di Salerno, l’aeroporto è insediato lunga la statale Tirrena Inferiore, che collega Salerno a Reggio Calabria, in un territorio a vocazione agricola, nel cuore del Mediterraneo tirrenico che ne è

anche quinta e paesaggio. Tre gli interventi programmati - il nuovo terminal - di circa 16 mila metri quadrati, che si svilupperà su due piani fuori e un piano interrato di 2mila metri quadrati - il cui completamento è previsto per tappe successive; - l’allungamento della pista di decollo fino a 2.200 metri; - l’area di parcheggio e accesso all’aeroporto e un edificio polifunzionale di circa 2.000 metri quadrati Il progetto propone ➝ SMART BUILDING ITALIA

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I MIGLIORI EDIFICI SMART

un’infrastruttura moderna e funzionale in perfetta coerenza con gli aspetti paesaggistici, identitari, ambientali ed esperienziali del territorio.

Architettura

Il nuovo aeroporto, nella sua prima configurazione, accoglierà fino a 3,3 milioni di passeggeri. La proposta progettuale è articolata intorno a una forte identità iconica del terminal, ma risponde anche agli obiettivi di modularità, espandibilità e prestazione energetica (sostenibilità), i tre pilastri progettuali fondamentali. Il nuovo terminal è pensato come aggregazione di spazi funzionali modulari altamente efficienti e collegati tra loro. Una struttura

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modulare è alla base dell’intero progetto e permette al sistema tridimensionale di estendersi e di fondersi con il territorio circostante secondo le esigenze evolutive previste. La struttura modulare, che sottende a tutto l’intervento, è sormontata da una copertura a falde alternate e variabili che è sia espressione architettonica sia dispositivo tecnologico. L’obiettivo è creare uno strumento flessibile nell’arco stagionale ed evolutivo, nelle fasi di ampliamento, con modalità e tecnologia semplice senza limitazioni dell’operatività dello scalo. “L’idea generatrice della proposta progettuale nasce dall’atmosfera, dalle tracce, dalla sapiente messa a valore del territorio naturale e

agricolo dell’ampio contesto paesaggistico di una delle aree più preziose del Mediterraneo. Il terminal deve costituire per il passeggero una parte del viaggio e della scoperta del territorio, inizio e fine di un’esperienza. Deve essere una educazione sentimentale alla realtà e ai nostri doveri per i luoghi che attraversiamo, incontriamo, conosciamo”. ha affermato Femia.

Paesaggio

Nell’aeroporto il tempo si dilata e si comprime in uno spazio fisico che concilia desideri e necessità. Nell’aeroporto “Costa d’Amalfi”, la sintesi dei tempi individuali si esprime nella piazza che precede l’in-


IL TEAM DI PROGETTO Deerns Atelier(s) Alfonso Femia Od’a Officina d’Architettura planeground airport consulting Techproject Sun Flower Engineering

gresso all’edificio, vera e propria interfaccia tra terminal e territorio, collegata al parcheggio. Coperta da un sistema a grandi falde, a geometria variabile, creerà zona d’ombre per proteggere dal caldo dei mesi estivi e sarà caratterizzata da verde diffuso e vaporizzatori d’acqua, anch’essi mitiganti del clima. L’architetto Femia ha spiegato che nel nuovo terminal, calato in un intorno denso di storia, tradizioni e cultura, ogni viaggiatore troverà, nelle suggestioni della materia, nel nuovo paesaggio che mette al centro l’alternanza di spazi chiusi, semiaperti, aperti verso la natura, la luce e il cielo, una sua dimensione identitaria e tipica dell’architettura mediterranea. La luce naturale scriverà i diversi momenti del viaggio e anticiperà tra materia e relazioni prospettiche la dimensione immersiva nel paesaggio.

Rispetto per l’ambiente

In primo piano la scelta d’impianti di ultima generazione che permetteranno di ridurre le emissioni di CO₂ di circa 390 tonnellate/ anno. Nella struttura modulare di copertura a falde alternate e variabili, composta da pannelli microforati e pannelli opachi rivestiti in ceramica policroma, verranno integrati pannelli fotovoltaici. Grande attenzione è dedicata al risparmio idrico: l’acqua meteorica sarà opportunamente raccolta e riutilizzata per gli usi non potabili consentiti (irrigazione e risciacquo

toilette). Doveroso impegno di responsabilità progettuale verso una regione che l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, valuta a rischio desertificazione in un percentuale che oscilla dal 30 al 50 per cento. Per le unità di trattamento d’aria sarà utilizzata una filtrazione avanzata, tanto più che, avendo a che fare con zone particolarmente vicine agli aeromobili, l’aria dovrà essere particolarmente trattata. “Abbiamo realizzato un progetto ambizioso che classificherà l’Aeroporto di Salerno come uno degli scali più all’avanguardia con un mix di tecnologia, innovazione, sostenibilità e arte, grazie a un proficuo lavoro di squadra.” – ha affermato Giuseppe di Bari, Managing Director Deerns Italia

Materiali Mediterranei

L’interior design del terminal è concepito come sequenza di ambienti che alterna interni a esterni, consentendo un’interazione con gli elementi naturali, luce naturale e verde, in un’evocazione calibrata del sistema di corti, tipico dell’architettura mediterranea. I materiali che verranno utilizzati negli spazi alternati delle corti interne si ancorano alla tradizione locale: la ceramica, tra cui quella di Vietri, il cotto. Il paesaggio entrerà nel terminal e il terminal diventerà paesaggio, creando un microclima dove l’aria sarà più salubre e respirabile, proteggendo l’edificio dal vento e mitigandone il carico termico.

I numeri

Committente del progetto di realizzazione dell’ampliamento dell’aeroporto Costa d’Amalfi è Gesac, Società di Gestione dell’Aeroporto di Napoli Capodichino. Il terminal di circa 16mila metri quadrati, nella sua configurazione iniziale accoglierà 3,3 Mln di passeggeri e si svilupperà su due livelli; saranno cinque i nuovi gate che verranno creati; la copertura a falde si svilupperà su una superficie di 17mila metri quadrati di cui 3.400 metri quadrati saranno dedicati alla grande piazza coperta. Complessivamente il terminal si articolerà su un lato lungo di 220 metri e su un lato corto di 80 metri. L’area esterna, dedicata all’arrivo di shuttle bus, autobus di linea, taxi e parcheggi per la sosta breve e lunga coprirà circa 50mila metri quadrati di superficie di cui il 40 per cento sarà trattato a verde attraverso la realizzazione di aree dedicate e alberate e da blocchi inerbiti per gli stalli auto; il restante 60 per cento sarà trattato con superfici drenanti. Alberature e pergole vegetalizzate contribuiranno a mitigare il calore generato dalle grandi superfici asfaltate di parcheggio. La scelta delle specie vegetali è concepita per rispondere alle esigenze di albedo, manutenzione e ridotta irrigazione e conforme all’evoluzione climatica dei prossimi decenni. Le essenze saranno varie e policrome, così da accompagnare i viaggiatori lungo tutto l’arco dell’anno con variazioni cromatiche stagionali. ■ SMART BUILDING ITALIA

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I MIGLIORI EDIFICI SMART

Cantina Mori Colli Zugna Ilaria Rebecchi

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a Cantina era storicamente insediata nel centro urbano di Mori (Trento). La volontà di “liberare” l’abitato da una realtà produttiva di forte impatto, così come il desiderio di rafforzare i legami con l’ambiente agricolo e il paesaggio hanno portato all’idea, nel 2006, di realizzare una cantina totalmente ipogea, restituendo il suolo all’agricoltura tramite il tetto verde vitato, utilizzando la pendenza naturale del terreno per realizzare il ciclo produttivo ‘per caduta’, reinterpretando la morfologia del paesaggio ed ottimizzando le risorse energetiche ed idriche. Il progetto è partito dalla sua componente urbanistica, nella selezione dell’area, della strategia insediativa e dei flussi, anche a scala territoriale, per concludersi con la direzione lavori delle opere fino al disegno degli allestimenti interni.

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Dati dell’opera Ubicazione: Località Formigher - Mori (TN) Concessione ad edificare: agosto 2008. Inizio lavori: febbraio 2009 Fine lavori: dicembre 2011

Committente Cantina di Mori Colli Zugna – Mori (TN)

Il progetto Progetto architettonico, coordinamento e direzione lavori: andrea tomasi & associati- studio di architettura e ingegneria – Trento (arch. Andrea Tomasi, ing. Giovanni Tazzari, arch. Alessia Tomasi - www.tomasieassociati.it Progetto strutture: ing. Adriano Bernardi - Trento. Progetto impianti meccanici: ing. Alessandro Dorighelli – Isera (TN) Progetto impianti elettrici: p. i. Paolo Bianchini – Trento Coordinatore della sicurezza: geom. Stefano Farina – Ponte Arche (TN) Imprese esecutrici: Opere Murarie ed affini: Marsilli Impresa Costruzioni S.p.A. – Rovereto (TN) Impianti Elettrici: Società Consortile Edelzoone a r.l. – Volano (TN) Impianti Meccanici: Tecno Air S.r.l. - Rovereto (TN)

Consistenza dell’opera Superficie complessiva: m2 15.522 su quattro livelli. Volume complessivo v.p.p.: m3 103.600, di cui fuori terra m3 1.600 Costo di costruzione a mq: € 710,28

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Copertura Cantina Mori

La progettazione e la realizzazione Tre sono le sfide che questo progetto intraprende: • l’inserimento armonioso nel paesaggio agricolo di un elemento di così grandi dimensioni; • la realizzazione di un complesso ipogeo in grado di ospitare, anche grazie alla piazza a cielo libero, uffici e luoghi di lavoro pienamente vivibili e salubri; • la compenetrazione delle istanze di sostenibilità ambientale e di funzionalità produttiva. La volontà era quella di immaginare un progetto all’avanguardia, sia sotto il profilo del ciclo produttivo, sia in merito alla sostenibilità dell’insediamento e del processo. Si tratta di una vera sfida, nel momento in cui una grande realtà produttiva – che attualmente occupa 100.000 mc, quasi totalmente interrati per una capacità totale di 100.000 hl di vino - decide di ripensare in toto le modalità di svolgimento del processo produttivo, gli obiettivi e gli strumenti con i quali realizzarli. Questo ha comportato, oltre all’entusiasmo ed al coraggio, tanto un’attenta pianificazione preliminare, non solo di tutti gli aspetti insediativi, quanto la riprogettazione del ciclo produttivo, anche alla luce delle più avanzate tecnologie. L’impostazione “green” coinvolge tutte le diverse variabili del progetto • l’uso del suolo – che prevede la quasi totalità delle coperture a verde ed il mantenimento dell’assetto paesaggistico originario; • l’impostazione energetica – con la realizzazione dei locali produttivi interrati che,

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quindi, non richiedono la realizzazione di impianti di climatizzazione; • l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili - quali il fotovoltaico ed il geotermico; • l’approccio globale al tema dell’acqua - con la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la razionalizzazione dei consumi ed il controllo delle emissioni.

L’acqua La produzione del vino, come tutte le attività del campo alimentare, comporta intrinsecamente un rilevante consumo di acqua, che viene essenzialmente utilizzata per le complesse operazioni di lavaggio. In considerazione di ciò, la Cantina, all’interno di una strategia energetica

Barriques

di più ampio respiro, si è posta essenzialmente tre obiettivi legati al tema delle risorse idriche: •l a limitazione dell’uso dell’acqua potabile dell’acquedotto tramite l’utilizzo, per gli usi consentiti, di fonti alternative di approvvigionamento; • la razionalizzazione nell’uso dell’acqua mediante la discriminazione delle acque di lavaggio, con parziale recupero e reimpiego delle acque pulite; •il controllo delle esternalità, attraverso la depurazione in situ delle acque di processo, che vengono pertanto reimmesse nell’ambiente senza produrre fonte di inquinamento. Questo nella convinzione che l’approccio al tema debba essere il più possibile a 360°, e che debba essere un elemento strategico della progettazione, non solo degli edifici, ma del ciclo produttivo nel suo complesso. La strategia si è sviluppata con un approccio globale. Relativamente al tema dell’approvvigionamento, si è provveduto al drenaggio ed al reimpiego per fini non alimentari delle acque di falda non profonde, intercettate dallo scavo necessario alla costruzione, oltre all’utilizzo dell’acqua proveniente da Consorzio Irriguo –acqua di pozzo. La quasi totalità della copertura della Cantina è inoltre realizzata con il “tetto verde” - parte restituito all’uso agricolo, grazie al reimpianto dei vigneti, parte semplicemente inerbito- contribuendo sensibilmente a mantenere un corretto ciclo dell’acqua nella zona, ed a evitare l’allontanamento artificiale dell’acqua piovana dall’am-


biente circostante. Per quanto riguarda la razionalizzazione dell’uso dell’acqua, l’adozione di tecnologie all’avanguardia è finalizzata alla discriminazione delle acque di lavaggio, che vengono, quindi, in larga misura recuperate, reimpiegate e reimmesse nel sistema, ma anche all’utilizzo di strumenti di pulizia più efficienti, quali le idropulitrici a caldo, o i microjet a pressione. La Cantina, soprattutto in vendemmia, ha esigenze di pulizia e di igiene difficilmente paragonabili ad altre realtà produttive, basti pensare che per lavorare 1qle di uva serve circa 1qle di acque di lavaggio. Nel primo anno di esercizio, in attesa, quindi, di mettere a regime la totalità degli accorgimenti previsti, la cantina ha potuto operare un risparmio dell’uso dell’acqua, in vendemmia, pari circa al 30%, passando da una media – storica - di 250 mc/giorno, a circa 180 mc/giorno. Tale risultato si configura come un vero successo, anche sotto il profilo meramente economico, e, nelle previsioni della Cantina, subirà un ulteriore avanzamento in occasione della prossima vendemmia, grazie alla piena operatività di tutte le strategie progettate. Infine, per quanto riguarda le esternalità, la presenza di un depuratore in situ consente di trattare immediatamente tutte le acque di processo, consentendone la reimmissione nell’ambiente in acque superficiali. Questo consente di ridurre le opere di urbanizzazione primaria e di non gravare sulla rete fognaria pubblica, oltre all’abbattimento dei costi di produzione. L’adozione di una filosofia produttiva improntata alla sostenibilità rappresenta una concezione nuova della produzione vitivinicola, in quanto consente di ripensare un prodotto senza per questo gravare sulla qualità e l’eccellenza. Cantina Mori Colli Zugna vanta una grande tradizione, attraverso la realizzazione di prodotti di punta, legati al territorio ma ampiamente diffusi nel mercato nazionale; non a caso essa è meta del turismo enogastronomico.

Serbatoi Cantina Mori

Tutto questo costituisce una forma di applicazione pratica dei valori della Cooperazione, così radicati nel territorio, che traggono le proprie origini dal senso di responsabilità sociale, declinata nella sua accezione più ampia.

L’immagine della Cantina risulta così indissolubilmente legata all’immagine della sua sede, ove vengono concretizzate le istanze e gli obiettivi di una particolare concezione dell’imprenditoria agricola. ■ www.cantinamoricollizugna.it

Enoteca Cantina Mori

L’adozione di una filosofia globale, basata sul rispetto per l’ambiente, la consapevolezza ambientale, l’amore per il territorio ed il paesaggio, la capacità di mettersi in gioco ed affrontare le grandi sfide, non può non rivelarsi un valore aggiunto, anche sotto il profilo commerciale.

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200 metri quadri, per un progetto targato LCA Architetti – (Luca Compri Architects), Tecnosugheri, SMP Serramenti, Falegnameria Codar e Novello Case. Casa quattro è una casa sostenibile caratterizzata da un'architettura estremamente semplice, costruita a Buscate, in provincia di Milano: un volume semplice, legato forse all’essenzialità rurale dei paesaggi in cui si inserisce.

Casa Quattro (LCA Architetti) Redazione SBI

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La natura

L’edificio si trova ai margini del paese e si affaccia su un piccolo bosco di acacie. L’ elemento portante è il legno, e per l’isolamento sono stati utilizzati la paglia di riso e il sughero, utilizzato anche per la finitura esterna delle pareti opache. Infine, gli arredi e le finiture interne sono a loro volta orientati verso l’utilizzo di materiali naturali come legno di rovere e pietra. Tutto ciò garantisce la possibilità di reimpiegare quasi tutti i materiali presenti a fine vita.

Il progetto

Al piano terra troviamo l’ingresso, la cucina, una camera da letto, uno studio, due bagni, una lavanderia e un ampio soggiorno; al piano rialzato troviamo una piccola palestra, una camera da letto, un bagno e uno studio con affaccio sul soggiorno. Il centro della casa è caratterizzato da uno spazio a doppia altezza pieno di luce naturale, completamente vetrato a nord e parzialmente a sud; al fine di instaurare un dialogo con il paesaggio esterno libero da muri che ne ostacolano la vista. All’esterno, la semplicità della composizione architettonica richiama i piccoli casali e i fienili della campagna lombarda, rendendo la casa un edificio primitivo privo di ogni elemento non essenziale. La natura orienta anche la scelta dei materiali da costruzione: legno per la struttura di base, paglia di riso e sughero come isolanti; le finiture interne e gli arredi sono in pietra e legno di rovere.

Sostenibilità

Le pareti opache della casa, ricoperte in pannelli in sughero, diventano elemento distintivo ed estetico dell’architettura. Questa scelta di progetto è stata orientata dalla volontà di costruire uno spazio abitativo che non fosse solo sostenibile, ma che al contempo potesse aspirare a una qualità estetica che ne definisse i caratteri principali. Un materiale povero e naturale come il sughero è stato valorizzato, acquisendo un aspetto linguistico e compositivo innovativo, caratterizzato da efficienza e durabilità. Il rapporto sostenibile con l’ambiente è declinato anche rispetto al funzionamento della dimora. L’abitazione è infatti stata ideata come un sistema autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie all’azzeramento dei consumi e delle emissioni di CO2, obiettivo è stato raggiunto anche grazie alle scelte dei materiali e all’inserimento di sistemi attivi e passivi che ne garantiscono la funzionalità energetica, a partire dagli apporti solari. Un progetto ecologico e dalla forma architettonica capace di reinterpretare i piccoli casali e i fienili della campagna lombarda. ■

Thanks to: YouBuild www.lcarchitetti.com

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I MIGLIORI EDIFICI SMART

Il progetto DU30 di Padova Ilaria Rebecchi

All’Arcella un nuovo grande centro culturale della città nell’ex palazzo del Coni

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pprovato in Giunta, il progetto definitivo del nuovo centro culturale della città di Padova sorgerà all’Arcella a sostituire l’edificio ex Coni a lato di Piazza Azzurri d’Italia. Si tratta di un edificio datato e la cui ristrutturazione avrebbe comportato vincoli di utilizzo degli spazi e un costo molto elevato: al suo posto verrà edificato un nuovo edificio pari a livello volumetrico ma che permetterà di sfruttare al meglio gli spazi disponibili, per un investimento di 7 milioni di euro, tutti provenienti da fondi PNRR. Il progetto esecutivo vedrà l’assegnazione dei lavori entro il 31 dicembre, come previsto dal PNRR. I cantieri per la demolizione inizieranno a seguire e il nuovo edificio sarà completato entro 20 mesi. La nuova costruzione prevede che l’edificio venga sollevato da terra per ricavare un grande spazio coperto che si va ad aggiungere a Piazza Azzurri d’Italia. Complessivamente saranno ricavati locali per una superficie di circa 1300 mq. Vi si troveranno quindi una sala da 100

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posti e il bar ristorante, mentre al primo piano si svilupperanno gli spazi espositivi e la grande biblioteca da per una superficie di circa 600 mq ai quali si aggiungeranno alcuni locali in appoggio alle attività che lì saranno svolte. Al secondo piano invece si svilupperà una ampia terrazza, gli alloggi dedicati alle residenze artistiche, e uno spazio eventi, mentre la “torretta” ospiterà al terzo e quarto i nove alloggi da 45 mq desinati alla residenza sociale.

Un edificio autosufficiente Il vicesindaco Andrea Micalizzi ha spiegato: “Abbiamo approvato il progetto definitivo dell’edificio del DU 30, i padovani lo conoscono come l’ex CONI che demolito e ricostruito ex novo diventerà il nuovo centro culturale della città. Sarà un edificio autosufficiente dal punto di vista energetico, ospiterà spazi espositivi, spazi di incontro per le attività culturali delle associazioni, una grande biblioteca per adulti e per bambini, ci sarà un bar ristorante. L’edificio diventerà quindi il centro attrattivo di

piazza Azzurri d’Italia, che sarà anch’essa rimodernata”. Così inizia la trasformazione del quartiere Arcella, come sta avvenendo anche in altri quartieri, tra l’area di fronte, ex Valli, giardino fruibile da tutti, la grande piazza Azzurri col Centro Culturale e la nuova sistemazione della piazza saranno un centro di un quartiere che sarà sempre più attrattivo. ■

Il progetto Il progetto è redatto in BIM firmato da un RTP che comprende Settanta7 e da Studio Perillo, vincitori della gara indetta dal Comune. Il nome, DU 30, è il medesimo della seduta del 1954 prodotta da Rima di Gastone Rinaldi ed esposta al MoMa di New York: la sede dell’azienda sorgeva esattamente di fronte all’edificio ex Coni. Il nuovo complesso permetterà quindi di mantenere la memoria storica di un caposaldo della storia del design italiano.


Salewa: un headquarters tra natura, socialità e sostenibilità Ilaria Rebecchi

Si tratta di un edificio a zero emissioni, completamente sostenibile e produttore autonomo di energia.

Foto: Andrea Martiradonna, Oskar Dariz, Alberto Sinigaglia / Rif: Park Associati

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I MIGLIORI EDIFICI SMART

Il progetto

La sede dell’azienda a Bolzano ad oggi è un punto di riferimento per la comunità di appassionati della montagna che qui gravita per allenarsi nella palestra di roccia. Un edificio targato Cino Zucchi Architetti e faccettato e articolato in piastre e torri - la più alta a 50 metri di altezza, che primeggia per altezza in città: l’headquarter Salewa è stato pensato come combinazione di una pelle di rivestimento in alluminio microforato elettrocolorato a protezione delle parti più esposte dell’edificio, e un grande manto cristallino verticale. Pilastri sottili come lamine e delicati layers protettivi, giocano ad intelaiare i fronti completamente trasparenti nel contrasto continuo tra tutto cieco e tutto visibile. Un duplice involucro che determina proiezione della vista interna verso le montagne e sulla città e al contempo consente di proteggere il comfort ambientale interno dall’irraggiamento solare estivo andando nella direzione di un massimo controllo naturale.

Non solo arrampicata

Sul lato est del complesso si apre il boccascena costituito dalla palestra di roccia, con 200 vie di arrampicata facili, intermedie e solo per esperti. La palestra è inoltre affacciata sul verde pubblico e sul bistrot a testimonianza della valenza anche conviviale e pubblica dell’intero complesso. L’edificio è uno strumento di comunicazione tra l’azienda e i suoi fornitori e collaboratori. Il complesso ospita infatti anche lo showroom aziendale, un auditorium, la palestra per i dipendenti e l’asilo. Queste caratteristiche hanno fruttato al progetto la certificazione “Work&Life” dell’agenzia CasaClima per edifici industriali, un riconoscimento che non premia solo gli aspetti puramente energetici, ma anche l’inserimento nel territorio a livello sociale e la qualità della vita nel mondo del lavoro. ■

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Gli headquarters Salewa – brand leader europeo di prodotti per montagna e alpinismo è diventato edificio iconico in tema di architettura del territorio, al limite tra la città di Bolzano, le grandi vie di comunicazione e la natura circostante. I suoi volumi dialogano con le vicine montagne, le sue facciate giocano con il paesaggio assimilandolo o rispecchiandone la luce.

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I MIGLIORI EDIFICI SMART

L’architettura “generosa” di Femia Atelier(s) Stefano Ferrio

Empatia, inclusione e sostenibilità profuse a piene mani concorrono all’unicità di questo studio milanese che dà nuova vita a dismessi edifici urbani. Ne sono esempio gli studentati realizzati a Varese, a Milano e ad Asniéres-sur-Seine, nei pressi di Parigi

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Stefano Ferrio

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i fa presto a dire Social Housing, sorta di formula magica con cui, di questi tempi, si allude a progetti abitativi basati sull’inclusione e la relazione tra singoli e gruppi. Diverso è il caso in cui si sentono dire parole come le seguenti, pronunciate dall’architetto Alfonso Femia, 56 anni, calabrese di Taurianova, a proposito del piano di “social housing integrato” da cui discende la nuova identità urbanistica di Biumo Inferiore, storico quartiere di Varese. “Con questo progetto – spiega l’Alfonso Femia a cui si deve la celebrata riqualificazione dei “Docks” del porto di Marsiglia - abbiamo inteso lavorare sul contesto urbano, favorendo l’interazione di gruppi eterogenei di cittadini, per ottenere risultati di mutuo beneficio nel tempo, mitigando solitudine e isolamento. Responsabilità progettuale e generosità ispirano lo sviluppo del pensiero architettonico per Biumo”. La parola chiave è “generosità”, che infatti è quella che meno ci si aspetta da un qualsiasi discorso inerente l’attualità architettonica, solitamente declinata su standard anche troppo abusati come sostenibilità, riuso, biotecnologie. Biumo Inferiore rivela invece un alto tasso attrattivo nella misura in cui risponde a tre bisogni “empaticamente” espressi dallo studio del territorio: riqualificare energeticamente il sistema degli alloggi popolari, bilanciando la domanda di abitazioni con un’offerta adeguata; trasformare due edifici dismessi e in abbandono in studentati, dando così risposta concreta all’incremento di domanda generato dall’Università dell’Insubria; potenziare il sistema del verde pubblico e i servizi urbani di prossimità a supporto della popolazione del quartiere. Puntando su questi obiettivi, dove la rigenerazione urbana trae linfa linguistica e reale dal termine “generosità”, lo studio Atelier(s) Alfonso Femia - capogruppo di un team che include Sertec engineering consulting, Rosaria Toma architetto, Irides Restauro e Conservazione - è risultato vincitore del concorso a procedura aperta per la riqualificazione di Biumo, con relativa presentazione al pubblico dei cittadini varesotti. Processi empatici, sogno progettuale calato nei colori e nei materiali della realtà, approccio umanistico alla valorizzazione del territorio sono tre elementi che marchiano a fuoco l’attività di Atelier(s) Alfonso Femia. Lo si comprende anche da altri due esempi di rigenerazione urbana di cui dare merito allo studio milanese che ha firmato opere come l’”Antiquarium” museale di Aquileia e il quartier generale del colosso bancario BNL-Paribas, a Roma. Si tratta di due “studentati”: uno ricavato da un edificio anni ‘50 di via Balilla, nel quartiere Gentilino di Milano, e l’altro dislocato in una serie di alloggi approntati ad Asniéres-sur-Seine, Comune dell’hinterland di Parigi. Lo studentato di via Balilla, con un affaccio su strada e uno sulla corte interna, si sviluppa su quattro piani. Con l’obiettivo di una

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riqualificazione energetica, sul lato verso corte è stato realizzato un cappotto con finitura a pittura. Sul fronte che prospetta via Balilla, il cappotto è stato rivestito con piastrelle in ceramica diamantate, pur senza modificare la volumetria di facciata, sono stati prolungati i terrazzi del secondo e del terzo piano. Il Regolamento Edilizio del Comune di Milano vincola a un’altezza superiore a 5 metri qualsiasi intervento sugli aggetti, per questo non è stato possibile adeguare i balconi del primo piano(che si trovano a 4,8 metri).Una griglia metallica, che accoglierà piante rampicanti e vasi anch’essi rivestiti in ceramica, attribuisce carattere alla parte centrale del prospetto e omogeneità al disegno di facciata.“

specificità in una risposta progressiva ed evolutiva delle facciate secondo i loro orientamenti; una reazione agli elementi limitrofi che creano l’identità dell’edificio. In particolare, la residenza studentesca riutilizza l’orizzontalità dei balconi degli appartamenti per creare il dialogo dei volumi. Queste linee guida, che si completano con un partizionamento verticale specifico, creano una composizione per cella; la trama strutturale è rialzata in facciata da uno spessore superiore in calcestruzzo grezzo che fa dialogare facciata e tipologia. Si compone così una scrittura ritmata, alla quale vengono puntualmente aggiunti elementi intermedi per sottolineare la presenza delle verticali e rompere con la longitudinalità dell’edificio.

Abbiamo scelto di interpretare come opportunità i vincoli imposti dal regolamento edilizio milanese – chiarisce Alfonso Femia - attribuendo alla materia ceramica la capacità di disegnare l’architettura in combinazione con la luce. Una natura gentile e domestica trasforma la semplicità di un frame, creando giochi di ombre e colori differenti durante la giornata, le settimane, i mesi”. Ad Asniéres-sur-Seine la volumetria degli alloggi trova la sua

I materiali utilizzati, hanno la stessa tavolozza di colori degli alloggi, mentre la trama è in calcestruzzo grezzo, i pieni sono in calcestruzzo verniciato grigio e i pannelli metallici perforati riprendono la tonalità champagne. Nella continuità del basamento delle abitazioni, il piano terra è trattato in ceramica, materiale privilegiato da Femia Atelier(s) per realizzare un’idea di architettura umanistica, empatica, lucente. In una parola, “generosa”. ■

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Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali (RENAEL)

“Occhi puntati sugli Smart Building” Intervista a Benedetta Brighenti direttrice generale della Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali

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l mercato italiano dello Smart Building vale, secondo una ricerca del think tank The European House – Ambrosetti, 130 miliardi, una filiera che coinvolge 350mila aziende e 626mila occupati una rete del valore complessa e articolata, che coinvolge 35 settori e 180 sotto-settori economici. Gli smart building sono l’elemento base per la costruzione di una smart city, ma le città intelligenti oltre ad essere efficienti sono sempre più ecologiche e sostenibili, grazie a una quantità di informazioni e insight che permettono di perfezionare qualsiasi processo decisionale. Ne parliamo con Benedetta Brighenti, presidente dell’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile e direttrice della Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali, un network che comprende undici agenzie sparse sul territorio nazionale che sarà ospite a Milano Smart City Conference il prossimo 15 novembre. Dott.ssa Brighenti la crisi dell’energia prima, dovuta al conflitto in Ucraina, e quella dovuta ai cambiamenti climatici dopo hanno messo a dura prova anche le città. Parlare di smart city non significa più solo parlare di innovazione tecnologica, ma anche – e soprattutto – di sostenibilità ambientale. Qual è la sua opinione? Viviamo nel secolo delle città, i nuovi centri urbani sono i luoghi più adatti per accogliere le sfide del futuro tra cui quella della sicurezza e sostenibilità energetica. I fenomeni estremi dovuti ai cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti, le città intelligenti devono essere in grado di ottimizzare le infrastrutture e i servizi ai cittadini, rendendoli più efficienti e sostenibili grazie a tecnologie digitali sempre più innovative e d’avanguardia. Qual è il ruolo degli smart building nella trasformazione delle città verso il concetto di smart city, e come possono contribuire all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici? Gli smart building sono elementi cruciali per la creazione di smart cities. Grazie all’uso di tecnologie avanzate come sensori, automazione e monitoraggio energetico, gli edifici possono diventare più sicuri e sostenibili dal punto di vista energetico. Questo non solo riduce i consumi, e di conseguenza i costi, ma anche l’impatto ambientale, contribuendo all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Gli smart building possono migliorare la gestione dell’energia, la qualità dell’aria e la gestione delle risorse idriche, rendendo le città più resilienti e sostenibili.

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Gli smart building sono l’elemento base per la costruzione di una smart city

Parlando di resilienza, quali sfide possono emergere nell’integrazione di tecnologie avanzate negli edifici, specialmente in termini di sicurezza e sostenibilità ambientale? L’integrazione di tecnologie avanzate negli edifici comporta sfide importanti. La sicurezza dei dati e la protezione della privacy devono essere gestite con estrema attenzione. Inoltre, è essenziale garantire che le tecnologie stesse siano sostenibili, in termini di produzione, utilizzo e smaltimento. È importante ridurre l’impronta ambientale delle tecnologie impiegate negli smart building e considerare l’intero ciclo di vita dei dispositivi e delle infrastrutture. La carbon neutrality delle città è un obiettivo chiave nella lotta ai cambiamenti climatici. Come possono gli smart building contribuire a questo obiettivo, e quali sono le iniziative in corso per promuovere la loro adozione su larga scala? Gli smart building possono contribuire in modo significativo alla carbon neutrality. Riducendo i consumi energetici e promuovendo l’uso di fonti energetiche rinnovabili, possono aiutare a eliminare gradualmente l’emissione di gas serra legata agli edifici. Le iniziative in corso includono la promozione di standard energetici elevati per gli edifici nuovi e ristrutturati, l’incoraggiamento dell’adozione di tecnologie a basso impatto ambientale e l’educazione dei proprietari di edifici sull’importanza della sostenibilità. L’innovazione è un elemento chiave nell’evoluzione degli smart building. Quali sono alcune delle tecnologie emergenti che potrebbero rivoluzionare il settore, e come possono essere integrate in modo efficace in edifici esistenti? Alcune tecnologie emergenti che potrebbero rivoluzionare il settore includono l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose (IoT) e la blockchain per garantire la sicurezza dei dati. Queste tecnologie possono essere integrate in modo efficace in edifici esistenti attraverso l’aggiornamento delle infrastrutture e l’installazione di sensori e dispositivi intelligenti. È importante anche promuovere la formazione e l’educazione per garantire

che il personale e i proprietari di edifici siano in grado di sfruttare appieno il potenziale di queste tecnologie. Infine, quali sono i prossimi passi che la Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali sta pianificando per promuovere la crescita degli smart building in Italia e contribuire alla transizione verde delle città? Il primo compito della Rete Nazionale è quello di valorizzare e promuovere il lavoro delle agenzie energetiche locali che svolgono un ruolo di prima linea per la finalizzazione delle politiche energetiche e di sostenibilità. La sfida però è molto ampia e RENAEL si sta impegnando ad allargare l’ambito delle competenze che devono essere ormai trasversali. Proprio in quest’ottica abbiamo, anche, l’obiettivo di creare momenti di formazione e informazione sul tema degli smart building per i tecnici della Pubblica Amministrazione in modo che siano ancora più pronti alle nuove sfide. ■

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SMART TECNOLOGIA BUILDING E MERCATO REPORT

Tecnologia e dati tra Smart Building e CER di IOOOTA

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OOOTA Srl, PMI innovativa che eccelle nel contesto dell’Internet of Things, è nata a fine 2015 con l’obiettivo di rendere gli edifici più intelligenti e sostenibili, gestirli in modo più facile e prevenirne problemi. Nata come startup innovativa, oggi l’azienda conta 8 dipendenti fissi nel team, è tra le realtà di maggior successo e si appresta a chiudere l’anno con oltre 1 milione di euro di fatturato. La soluzione numero uno di IOOOTA Srl si chiama Jarvis, ed è una piattaforma di successo che collega tra loro e gestisce gli oggetti e gli impianti HVAC esistenti in ambito residenziale e terziario, di produttori diversi, con protocolli di comunicazione diversi.

Jarvis nel residenziale

Recentemente l’azienda ha avviato una proficua collaborazione con GabettiLab Smart Building, progetto targato GabettiLab che, grazie alla tecnologia, permette di tenere monitorati tutti i consumi energetici e vivere meglio i propri ambienti.

Gli impianti di uno edificio smart sono gestiti in maniera intelligente ed automatizzata attraverso sensori elettronici ed un controllo digitale. Grazie alla riqualificazione energetica in corso, GabettiLab propone un sistema innovativo che aggiunge un importante tassello per rendere ancora più efficiente sotto il profilo energetico i propri spazi. Attraverso una App dedicata poi, l’utente può tenere sotto controllo, in ogni momento, i principali parametri energetici del proprio ambiente. Il kit è composto da sensori e attuatori elettronici con l’obiettivo di rilevare i principali dati energetici degli ambienti, al fine di mappare ed elaborare i parametri fondamentali della performance energetica dell’appartamento. Il controllo automatico delle temperature stanza per stanza e dei consumi elettrici, consente di risparmiare sui costi energetici evitando inutili sprechi ed aumentare il comfort abitativo. IOOOTA Srl in questo progetto gestisce l’intera parte relativa ai consumi e alla gestione del calore, grazie a Jarvis e all’utilizzo e all’analisi dei dati, in white-label per GabettiLab. La collaborazione è nata oltre 2 anni fa grazie al Superbonus110% e ad oggi sta proseguendo oltre che nel residenziale anche in altri ambiti, come le RSA, l’Hospitality e più in generale con i gruppi di gestione immobiliare del Real Estate.

Jarvis per le cer

Rimanendo ancora nel contesto residenziale, afferma il CEO di IOOOTA Srl Luca Degli Esposti, “Pochi mesi fa abbiamo presentato la platform di gestione Jarvis per le CER, già scelta da Enercom all’interno del loro progetto NexTown. NexTown, attraverso

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l’esperienza pluriennale dei propri fondatori, mette a disposizione dei piccoli e medi comuni il risultato di un continuo processo di ricerca e selezione di soluzioni Smart Town fortemente innovative”.

Jarvis Ed Il Terziario

Jarvis Smart Building è la soluzione IoT plug&play per lo Smart Building che abilita efficienza energetica, comfort, sicurezza ed automazione con un solo punto edge di controllo e gestione anche da remoto e che regola in maniera dinamica ed automatizzata l’esecuzione di regole e scenari basati su eventi e servizi di terze parti, con l’obiettivo principale di ridurre gli sprechi ed i consumi, le emissioni di CO2, il tempo per operazioni ripetitive ed aumentare il comfort degli ambienti, la sostenibilità ambientale ed il risparmio economico. In ambito terziario e nell’efficientamento energetico di edifici esistenti in modo non invasivo, l’azienda sta avviando un primo progetto su due edifici di CIRFOOD, impresa cooperativa italiana leader nella ristorazione collettiva, commerciale e nei servizi di welfare, in quanto azienda vincitrice della prima edizione della call per Startup e Scaleup “CIRFOOD DISTRICT LOVES IDEAS”. “Il contest – continua Degli Esposti - ha permesso a CIRFOOD di entrare in contatto con alcune delle più promettenti realtà italiane in ambito sostenibilità e innovazione ed abbiamo così avuto modo di presentare le nostre soluzioni tecnologiche e di essere selezionati per questo importante progetto aziendale di sensibilità verso i temi di risparmio energetico non invasivo negli edifici”. ■ business.hellojarvis.it


ASSIL – Associazione Nazionale Produttori Illuminazione

Il futuro della luce è dove e quando serve

Aldo Bigatti, Presidente ASSIL

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’illuminazione gioca un ruolo sempre più importante nel creare e progettare luoghi sostenibili. Un corretto uso della luce può favorire nel tempo uno sviluppo capace di guardare sia al benessere delle persone, ma più in generale a tutta la biodiversità. ASSIL – Associazione Nazionale Produttori Illuminazione – che raggruppa le aziende italiane produttrici di apparecchi, componenti elettrici per l’illuminazione, sorgenti luminose e LED, ha commissionato al Politecnico di Milano uno studio dedicato alla luce e al risparmio energetico. Dall’indagine è emerso che l’introduzione di sistemi di controllo avanzato del sistema di illuminazione consente infatti – rispetto all’utilizzo di apparecchi standard – un saving energetico pari al 78% con 664,6 kgCO2/anno risparmiati che sono l’equivalente di 19 alberi. Inoltre, l’utilizzo del giusto sistema di illuminazione non ha un riflesso diretto solo sull’ambiente. Se si considera che casa e ufficio sono i luoghi dove ogni cittadino trascorre più tempo, diventa fondamentale porre attenzione alla corretta posizione e qualità dei punti luce. È dimostrato che essi influiscono, non solo sull’estetica,

ma possono fare la differenza in termini di salute, umore e produttività. Nel campo dell’illuminazione si sta facendo strada un concetto molto importante: quello dell’illuminazione adattiva e intelligente, basata sul principio di illuminare nel modo migliore solo dove e quando serve. In questo modo la luce non viene considerata come una componente fissa, ma diventa dinamica e in grado di mutare a seconda delle esigenze della persona, di un luogo e addirittura di una città. Un modo di ripensare la progettazione della

luce che mette al centro il benessere umano e che ci ricorda come gli effetti della luce non si riducano ad una mera questione visiva, ma incidano anche a livello biologico ed emotivo. In questo scenario – come Associazione – abbiamo il compito di formare e promuovere la figura del lighting designer come professionista che assume un ruolo chiave nel processo di progettazione dell’ambiente domestico e urbano. Per edifici e città sempre più vivibili e sostenibili. ■ www.assil.it

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el 2020 Distech Controls, insieme ad Atrius, diventa parte del gruppo ISG (Intelligent Spaces Group) all’interno del gruppo Acuity Brands. Atrius colma il divario tra l’hardware dell’edificio e il software basato su cloud per offrire visibilità senza precedenti sull’intero portafoglio sulle funzionalità dell’edificio. Scopri i due ultimi sviluppi di Atrius e Distech Controls per aiutare a digitalizzare la gestione energetica. La sostenibilità è stata un fattore trainante per una migliore efficienza energetica, ma i costi energetici continuano ad aumentare; più che mai i progetti di ottimizzazione hanno senso dal punto di vista fiscale ed economico. Atrius Energy, collegandosi direttamente al tuo edificio, è uno strumento di reporting in tempo reale che può entrare nei dettagli di come la tua energia viene utilizzata a un livello molto più particolareggiato. • Pannelli di controllo automatizzati “plug and play” per l’energia e le utenze • Gestione proattiva dell’energia con avvisi e modelli di riferimento predittivi • Maggiore traspareza e coinvolgimento dei responsabili. • Report standard e personalizzati con strutture tariffarie per un monitoraggio continuo • Verifica e monitoraggio dell’investimento utilizzando le opzioni IPMVP A, B e C (Protocollo Internazionale di Misura e Verifica dei Risultati). Il percorso verso la decarbonizzazione non è solo un obiettivo di sostenibilità, ma si aggiunge agli obiettivi economico-finanziari attraverso l’ottimizzazione del consumo energetico. Atrius Sustainability semplifica e automatizza la rendicontazione delle emissioni di carbonio, eliminando le aziende dai fogli di calcolo. • Contabilità automatizzata del carbonio: concentrarsi sulle attività mission-critical assegnando le priorità • Assegnazioni annuali dei fattori di emissione: tariffe preimpostate per i rapporti di fine anno • Libreria delle emissioni: fattori di emissione Scope 1, 2 e 3 del Regno Unito DEFRA, IEA, IPCC, GHGP ed EPA • Maggiore visibilità sui risultati delle emissioni totali: visualizza le tendenze dell’intero portafoglio e riepiloga i report • Quadri di riferimento completi: le emissioni di CO2 in un unico formato soddisfano i requisiti CDP, GRESB, SASB, GRI e TCFD • Assegnazioni a livello di contatore: impostare i fattori di emissione per supportare i requisiti delle emissioni Scope 2. • Soddisfare gli standard di reportistica IPCC: annualizzare i Global Warming Potentials (GWP) per i calcoli di CO2E cumulativi (IPCC: Gruppo intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite. ■ www.distech-controls.com

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Distech Controls

App per strumenti energetici e gestione dei dati Distech Controls, attraverso la lungimiranza tecnologica e dei servizi, connette le persone attraverso le soluzioni di edifici intelligenti


Cellnex Ambiente e sostenibilità

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l settore delle telecomunicazioni svolgerà un ruolo cruciale nella transizione verde voluta da un’Europa che punta a un modello “più ecologico, digitale e resiliente”. Grazie all’avvento del 5G e dell’Internet delle cose (IoT), i consumatori, le aziende e le amministrazioni pubbliche hanno la possibilità di applicare nuove tecnologie che favoriscono modelli di business più sostenibili per raggiungere l’obiettivo di un’economia a zero emissioni entro il 2050.

Nei prossimi dieci anni, l’uso dei dati provenienti dai dispositivi mobili crescerà costantemente, e l’Unione Europea si impegna a diffondere le reti 5G al di fuori delle città, aumentando la copertura anche nelle zone ad alta densità. Questo porterà al raddoppio delle infrastrutture di telecomunicazione. Tuttavia, la costruzione di tali infrastrutture avrà un impatto ambientale a causa dell’uso di materiali ad alta intensità di emissioni di carbonio come l’acciaio e il cemento. È per questo motivo che gli operatori di torri indipendenti svolgono un ruolo cruciale: fornendo servizi condivisi a tutti gli operatori garantiranno un’espansione efficiente e razionale della rete. Ernst & Young ha calcolato che grazie alle sovrapposizioni che questo modello di busi-

Le società delle torri risparmieranno 4 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 nell’implementazione del numero di infrastrutture richiesta dall’UE entro il 2030

ness è in grado di eliminare si eviterà l’emissione di quasi 4 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030. Questo risparmio equivale a togliere dalle strade 200.000 veicoli all’anno, ovvero lo 0,3% dell’obiettivo di riduzione complessivo per l’intera UE.

tonnellate di cemento e 650.000 tonnellate di acciaio. Questa riduzione del numero di torri per fornire lo stesso servizio eviterà quindi non solo l’emissione di 2,1 milioni di tonnellate di anidride carbonica ma limiterà l’inquinamento visivo e i requisiti di manutenzione. Lo studio di E&Y analizza vari casi, tra cui quello di Cellnex, evidenziando come il principale gestore di infrastrutture europeo abbia dato grande importanza ai principi ESG e alle metriche di conformità, implementando soluzioni e programmi innovativi per migliorare l’efficienza ambientale dei suoi processi. In particolare, il rapporto accoglie con favore le soluzioni di autogenerazione di energia solare implementate in quasi 700 siti di Cellnex e il completamento con successo di un programma pilota per testare e convalidare l’uso di batterie alluminio-aria come riserva di energia rinnovabile per le sue torri. ■ www.cellnex.com

Il rapporto di E&Y, intitolato “The sustainability contribution of the European independent towerco sector”, commissionato dall’Associazione europea delle infrastrutture di telecomunicazione (EWIA), sottolinea che uno scenario di sviluppo guidato da società delle torri indipendenti con una quota di mercato del 50% entro il 2030 eliminerebbe la necessità di costruire più di 100.000 torri in Europa e che a loro volta risparmierebbero l’utilizzo di 9 milioni di

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Nextome è un’azienda Software & IOT specializzata in soluzioni di localizzazione e tracking

Nextome HUB: la piattaforma

multiservizi per lo Smart Building che sfrutta l’indoor positioning Positioning, algoritmi di localizzazione per il calcolo della posizione e strumenti per l’elaborazione di metriche per la Business Intelligence nell’ambiente. A questi servizi si accede tramite l’interfaccia web Nextome Hub Web.

A chi si rivolge

In primis alla figura del Facility Manager, per tenere monitorata l’infrastruttura e l’utilizzo del sistema tramite dati in tempo reale e analisi statistiche. L’azienda mira a creare un unico punto di accesso per tutti gli attori interessati alla location e ai dati. La gestione delle mappe e dell’infrastruttura è semplice e flessibile, estendibile ed integrabile anche da terzi. I dati relativi alla gestione dell’infrastruttura e quelli di posizione sono conservati in maniera del tutto personalizzabile in base alle esigenze del cliente.

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uesto è NextoMe, realtà che affianca le aziende e le organizzazioni complesse nell’ottica di migliorare la qualità dei propri servizi e processi, incrementando sicurezza ed efficienza operativa grazie alle nostre soluzioni di Localizzazione e Tracking. NextoMe è tra i pionieri in ambito RTLS con soluzioni brevettate a livello internazionale e clienti e partner come ESA, Stellantis, Hitachi, Cisco ecc.

La tecnologia

Si adatta perfettamente a qualsiasi condizione. Sfruttando hardware BLE Off-The Shelf vengono create soluzioni uniche per ambienti diversi e complessi, con l’integrazione ad infrastrutture di Beacon o Gateways BLE già presenti o ad apparati WI-FI di nuova generazione per abilitare i servizi di localizzazione, riducendo gli investimenti in un’infrastruttura dedicata. È un’unica piattaforma capace di fornire tanti servizi per uno Smart Building: è utile per monitorare in tempo reale oggetti e persone in movimento, la qualità dell’aria, la temperatura e l’umidità grazie all’integrazione di sensori ambientali, anche per ottenere informazioni sull’utilizzo dello spazio, sui servizi più cercati e su altri KPI.

Nextome Hub

È il cuore del sistema e racchiude le informazioni necessarie a gestire un ambiente in cui si voglia attivare un sistema di Indoor

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Case study: digital bloom a Milano

È lo spazio di MIND a Milano dove l’integrazione è la parola d’ordine. Nasce dalla collaborazione tra aziende diverse per uno spazio dove far vivere una integrazione tra tecnologia, design, benessere, sperimentazione, condivisione, contaminazione culturale. Nella sua realizzazione, tra gli attori spicca il nome di Nextome. L’azienda ha fornito la tecnologia proprietaria di indoor positioning composta dall’infrastruttura di Beacon, un’applicazione mobile Digital Bloom ed un applicativo WEB (Nextome Hub) per la raccolta e la visualizzazione dei dati sul traffico dei visitatori, sulla presenza all’interno dello spazio Digital Bloom e sulla qualità dell’aria grazie all’’integrazione dei sensori Nuvap. L’app ha permesso ai visitatori di vivere l’esperienza orientandosi e accedendo a contenuti multimediali geolocalizzati per veicolare informazioni su prodotti e servizi delle aziende coinvolte. La soluzione è tuttora presente e sarà disponibile per 24 mesi presso la sala Digital Bloom del Mind District. Partner di Nextome per Digital Bloom è Lendlease artefice di MIND Milano Innovation District: Domenico D’Alessio, Head of Marketing & Communications di Lendlease, spiega che la presenza di Nextome risulta strategica per MIND, la cui visione è costruire una città del futuro sostenibile, a zero emissioni e inclusiva. Digital Bloom è un ambiente sostenibile ad alto tasso di innovazione, orientato ai valori che servono per navigare nel futuro: benessere, sperimentazione, condivisione, contaminazione culturale, tecnologia. ■ https://nextome.com/


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LOYTEC continua ad innovare i propri prodotti per soddisfare le crescenti esigenze nel campo dell'energia e della sostenibilità ambientale

Le nuove soluzioni LOYTEC per il benessere ambientale ed il risparmio energetico LPAD-7 semplifica la gestione del tuo edificio. I Touch Panel liberamente programmabili LPAD-7 per reti BACnet, EnOcean, LonMark, Modbus, Bluetooth, OPC XML/DA e OPC UA sono ideali per la visualizzazione e il controllo nella building automation (Foto 1). Possono essere utilizzati come pannelli operatore, termostati ambiente e controllori con touch screen capacitivo integrato, adatti a uffici singoli, sale conferenze, camere d’albergo, cabine di navi da crociera e abitazioni private (Foto 2).

Foto 1: Flessibilità nelle opzioni di visualizzazione e comando.

tooth mesh (BLE) e si integra perfettamente con dispositivi LOYTEC Bluetooth come l’LPAD-7 o con altri dispositivi Bluetooth SIG. Questa versatilità rende LOYUNO-L adatto sia per progetti di nuova costruzione che per il retrofit di sistemi BAS/BMS. Foto 2: Scannerizza il codice QR per guardare il nuovo video del touch panel L-PAD in italiano.

LOYUNO-L: La rivoluzione del sensore di qualità dell’aria. LOYUNO-L rappresenta il prodotto ideale per il monitoraggio della qualità dell’aria in ambiente, progettato appositamente per una facile integrazione con i sistemi BAS/BMS. Questo dispositivo rileva e analizza un’ampia gamma di fattori di qualità dell’aria interna, tra cui il particolato sospeso ultrafine, fine e standard (PM1, PM2,5 e PM10), l’anidride carbonica (CO₂), i composti organici volatili totali (TVOC), monitorando anche i livelli di temperatura e umidità (Foto 3).

Controllo totale dell’illuminazione con i prodotti L-DALI. LOY-DALI-SBM1 è la nuova interfaccia DALI-2 per il controllo delle tapparelle che va ad aggiungersi agli altri dispositivi della famiglia L-DALI come i dimmer a taglio di fase o PWM, le interfacce pulsanti, i moduli a relè, i multisensori e i controllori. I controllori, in particolare, sono dispositivi multi-funzionali che offrono il controllo dell‘illuminazione e la funzionalità di gateway tra il protocollo DALI (Digital Addressable Lighting Interface) e i sistemi LonMark o le reti BACnet e supportano inoltre i protocolli Modbus, SMI ed MQTT. (Foto 4). ■

Foto 3: LOYUNO-L, il nuovo sensore di qualità dell’aria

LOYUNO-L garantisce dati accurati e rappresenta un componente fondamentale per il conseguimento della certificazione LEED o WELL per il vostro edificio. LOYUNO-L è dotato di funzionalità Blue-

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Foto 4: Una ricca famiglia di prodotti per le soluzioni DALI

www.loytec.com


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l mondo dell’Industria 4.0, delle Smart City e degli Smart Building continuano ad evolversi, determinando una costante crescita della richiesta di connessioni ad alta velocità e bassa latenza e con delle modalità d’implementazione flessibili. Applicazioni quali il settore manifatturiero, l’industria delle energie rinnovabili, i sistemi di trasporto intelligenti e la sorveglianza nelle città rappresentano solo alcuni esempi di realtà che necessitano di reti efficienti e una connessione stabile anche in aree difficili da raggiungere. Per fornire connettività anche in queste zone difficili, D-Link ha progettato un nuovo dispositivo CPE (Customer Premises Equipment) 5G/LTE Outdoor, che garantisce agli utenti una rete Internet 5G ultraveloce con connessione multi-gigabit.

Libera la potenza del 5G con D-Link Una connettività per esterni ad alte prestazioni, ideale in ogni condizione d’implementazione

Il DWP-1010 è un dispositivo da esterno 5G/LTE ad alte prestazioni che offre una connettività multi-gigabit ultraveloce, garantendo l’accesso wireless fisso (FWA) alle imprese, alle PMI e alle abitazioni nelle aree suburbane e rurali, nonché una vera e propria alternativa alla linea fissa o alla connessione in fibra nelle aree urbane. Dotato di un design compatto e di sei antenne 5G/LTE interne, è facile da installare ovunque per una ottimale ricezione 5G. Il dispositivo dispone di una porta LAN 2,5 Gigabit Ethernet con supporto Power over Ethernet (PoE) per massimizzare la velocità di trasmissione dei dati e può essere alimentato e collegato tramite un unico cavo Ethernet senza dover installare una linea di alimentazione aggiuntiva. Il DWP-1010 è versatile e può soddisfare le esigenze di diverse tipologie di aziende. Per le PMI, il dispositivo può essere utilizzato per il backup o il load sharing con la rete Internet fissa per garantire una connessione sempre attiva e a prova di errore. Garantisce, inoltre, una connettività avanzata per fabbriche o magazzini in luoghi remoti. Con il CPE 5G/LTE Outdoor, inoltre, i service provider possono fornire internet multi-gigabit a più clienti nelle aree rurali senza dover posare costose fibre o cavi. Progettato specificamente per affrontare gli ambienti esterni, il DWP-1010 è realizzato con un alloggiamento impermeabile IP67 che lo protegge dalle condizioni atmosferiche più estreme ed è dotato di opzioni di installazione che si adattano alle diverse esigenze: può essere collocato su pali o a muro su tetti, balconi e pareti esterne per ottenere la migliore ricezione possibile. ■

eu.dilink.com

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Beta Cavi ‘’A family company”

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zienda leader nella produzione e vendita di numerose serie di cavi, per usi ed applicazioni diverse e nei più diffusi segmenti di mercato, Beta Cavi opera grazie ad un Team professionale di ricerca e alla collaborazione con i più grandi produttori di apparati, grazie alla quale l’azienda può offrire ai clienti soluzioni altamente innovative e caratterizzate da una forte innovazione tecnologica. Impegnata da anni nei comitati tecnici per la stesura delle norme, inoltre, Beta Cavi coopera alla diffusione della conoscenza tecnica attraverso seminari formativi e con la partnership dei maggiori players internazionali del mondo delle apparecchiature. Dulcis in fundo, l’importante valore aggiunto che l’azienda garanti­sce, frutto della continua assistenza nella scelta del giusto prodotto da installare a progettisti, installatori e clienti.

Ieri e oggi

Beta Cavi è una realtà tutta italiana fondata a Battipaglia (in provin­cia di Salerno) nel 1975 da Tina Mutarelli e Giuseppe Pontecorvo, ed è oggi capitanata dai figli Simona e Marco. L’unità produttiva si sviluppa in un’area di oltre 14.000 mq e al suo interno vengono prodotti cavi in rame ad elevato contenuto tecnologico per differenti campi applicativi. “Attualmente stiamo realizzando un nuovo stabilimento di circa 9.000 mq completamente dedicato alla produzione di cavi in fibra ottica che entrerà nella fase

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operativa a metà del 2022”, afferma Luca Vittorio Cappelletti - Direttore Commerciale & Marketing dell’azienda. “Gli edifici Smart- continua - si basano su tre pilastri: il comfort, la sicurezza e la sostenibilità. Ognuno di questi segmenti rappresenta un microsistema che inevitabilmente deve dialogare stabilmente con gli altri. Da qui la ricerca di un’infrastruttura per­formante e sicura che permette a tutte le tecnologie coinvolte di integrarsi ed interagire garantendo l’ottimizzazione del flusso dati anche in condizioni critiche o di maggiore stress. E il più grande utilizzatore di dati è proprio l’utente residenziale, motivo per cui l’efficienza della rete risulta essere prioritaria”.

Un’eccellenza italiana

Beta Cavi è ad oggi leader di mercato nel comparto sicurezza: un orgoglio a livello di territorio nel salernitano, che rappresenta una delle eccellenze più innovative della produzione su scala nazionale. L’azienda, infatti, è specializzata nella produzione di cavi per sistemi di comunicazione elettronica, e ad oggi è diventata un importante punto di rife­rimento per le soluzioni cabling in rame e fibra ottica. Quali sono le novità proposte da Beta Cavi? “Per garantire un elevato flusso di dati ad alta velocità abbiamo introdotto da circa un anno una serie di cavi in fibra ottica per il cablaggio di edificio ed applicazioni LAN. La fibra ottica, sia essa monomodale che multimodale, consente il trasferi­mento di un’enorme mole di dati senza essere influenzata da campi elettromagnetici circostanti. La forte spinta tecnologica unita alla fame di infrastruttura, complice anche la condizione pandemica, ha generato una forte domanda di cablaggio in rame ed in fibra ottica e dalle proiezioni del fatturato

si prevede un incremento a doppia cifra per tutto il prossimo decennio”.

Innovazione

L’azienda dalla fondazione è stata contraddistinta dalla missio­ne di offrire sul mercato soluzioni dall’alto tasso di innovazione, performanti ed affidabili nonché volte ad anticipare il settore del cablaggio e le tendenze di crescita e vendita. “In quanto produttori, l’innovazione tecnologica comporta l’investi­mento di capitali molto elevati, motivo per cui le scelte sono tutte ponderate e basate su indicatori di crescita del mercato in funzione dei campi applicativi. L’interoperabilità dei sistemi, tecnologia alla base dello Smart Building, è un grosso volano per la progettazione di cavi di segnale in grido di massimizzare le performance di ap­parati. Pertanto, lo sviluppo di nuovi cavi è possibile solo grazie allo studio di protocolli come ad esempio KNX, CAN BUS, PROFIBUS, MODBUS, alla base della gestione di edificio per i quali si prevede una forte crescita della domanda nei prossimi anni”. Nel corso dell’ultimo triennio, Beta Cavi ha ampliato la proposta al pubblico offrendo soluzioni complete per l’infrastruttura di rete e introducendo una nuova famiglia di prodotti denominata BETANET. Si tratta di prodotti che vanno a ridefinire gli stessi standard del cablaggio di edificio, proponendo soluzioni ottimizzate per un’in­frastruttura affidabile e a prova di futuro. Perché “dove c’è un segnale vogliamo esserci noi”, come afferma lo stesso Cappelletti, e “tutte le nostre attività, sia esse di carattere formativo che normativo, sono rivolte ad un’utenza specializzata e professionale capace di integrare sistemi complessi”. ■ www.betacavi.com


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nche quest’anno, dal 15 al 17 novembre, Vimar sarà fra gli espositori dello Smart Building Expo 2023. Un’occasione importante per presentare le novità nell’ambito della sicurezza e della casa smart, con soluzioni e prodotti che facilitano la vita, rendendola anche più sicura. Per vivere la propria abitazione con la massima serenità, anche quando si è fuori casa, la soluzione è By-alarm Plus: un sistema antintrusione, con certificazione IMQ fino al grado 3 (che certifica la qualità e la conformità dei prodotti elettrici ai requisiti delle norme CEI ed EN) modulare, scalabile e professionale, funzionante stand alone o integrato con altri sistemi Vimar mediante una connessione IP protetta.

È flessibile ed espandibile, anche in radiofrequenza su protocollo ad altissima affidabilità e consente di controllare una serie di dispositivi predisposti, per allarmare diverse zone dell’abitazione senza effettuare opere murarie. Il sistema è dotato di: centrali di controllo per 25, 65 e 125 zone, installazione da parete con scatola plastica, metallo e da incasso con centralino, alimentatori, gateway, schede di espansione di ingressi/uscite, scheda radio, scheda GSM, sirene nelle varianti filare, bus e radio, tastiere da parete nelle varianti con e senza transponder, fornite di display e tasti retroilluminati. L’estetica dei componenti è particolarmente curata: la sirena da esterno, progettata per essere installata anche in luoghi esposti a intemperie, ha una profondità di soli 50 mm, ed è dotata di protezioni antiapertura, antistrappo e antischiuma. La tastiera è semplice e

Vimar presenta a Smart Building Expo 2023 tutte le novità per una vita più semplice e più sicura

Il mondo sicurezza di Vimar

funzionale e si integra negli ambienti e con tutte le serie civili Vimar. Sono disponibili anche 5 kit stand-alone per favorire la base d’impianto per diverse opzioni (25 zone con/senza sensori e per installazione a centralino, 65 zone con sensori, kit per espansione radio), con la flessibilità di creare il proprio impianto su misura. Per una sicurezza a tutto tondo, all’interno e all’esterno della propria abitazione, con il sistema di videosorveglianza Elvox TVCC (integrabile con il sistema antintrusione By-alarm Plus), Vimar offre una gamma di telecamere performanti, ad alta risoluzione fino a 8 Mpx in grado di garantire un controllo anche in zone critiche, basate su tecnologia AHD e IP; le telecamere IP 5 Mpx hanno funzioni di videoverifica e di segnalazione preventiva e deterrenza, con flash e segnali audio. Il sistema include so-

luzioni in grado di distinguere le persone dalle cose, generando allarmi e notifiche precise, limitando al minimo i falsi allarmi e il tempo di ricerca degli eventi. I sistemi di antintrusione By-alarm Plus e di videosorveglianza Elvox TVCC sono integrabili con il sistema domotico By-me Plus. In questo modo, con l’app View si possono gestire tutti gli impianti di casa: si può quindi attivare e disattivare l’allarme, gestire lo stato di attivazione delle zone e visualizzare lo streaming live delle telecamere, sia in locale che da remoto, per poter avere la situazione sotto controllo in qualsiasi momento. Il sistema è coperto da una garanzia di ben 3 anni, 12 mesi in più rispetto a quanto previsto dalla legge, per assicurare ancora maggior tutela ai clienti. ■ www.vimar.com

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La Rivoluzione della sicurezza integrata di Electronic’s Time per un futuro sicuro e confortevole

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n un mondo in costante evoluzione, Electronic’s Time si distingue come un leader nell’integrazione di soluzioni avanzate per la sicurezza. Grazie all’ Intelligenza Artificiale nelle telecamere Bosch, con la capacità di utilizzare 16 algoritmi di videoanalisi contemporaneamente siamo in grado di migliorare notevolmente la capacità di individuare e rispondere a eventi critici tempestivamente. Le nostre soluzioni vanno oltre la sicurezza tradizionale. Attraverso piattaforme di antintrusione come Ksenia, le videocamere diventano sensori di allarme, si possono integrare sistemi di interfonia Commend, migliorando la comunicazione e la sicurezza. Inoltre si può gestire dalla stessa piattaforma anche la domotica sia filare che wireless, offrendo un uso intelligente dell’energia, ottimizzando l’efficienza e riducendo i costi energetici in residenze e ambienti di lavoro. La Cyber Security è una priorità crescente dato l’elevato numero di informazioni online. Electronic’s Time la affronta con la gestione delle vulnerabilità tecnologiche e certificazioni di sicurezza per proteggere i dati da minacce online. Con piattaforme software aperte come Milestone ed IKLAS, Electronic’s Time offre

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sistemi VMS e di centralizzazione aperti per gestire una vasta gamma di applicazioni: telecamere di sicurezza, centrali di allarme e antincendio, IoT e sistemi di segnaletica digitale. Tramite queste tecnologie è possibile effettuare la ricerca forense degli eventi con criteri dinamici, garantendo una risposta rapida ed efficace a situazioni di emergenza. Le nostre soluzioni possono essere integrate per soddisfare diverse esigenze, garantendo una protezione completa e un comfort senza compromessi. Guardando al futuro, esploriamo le ultime tendenze nell’AI, nell’IoT e nella connettività avanzata, promettendo di rendere gli spazi più intelligenti e sicuri. In un mondo in continua evoluzione, Electronic’s Time si pone l’obbiettivo di portare innovazione e integrazione con soluzioni avanzate per la sicurezza e la domotica. Un futuro sicuro, confortevole e intelligente è alla portata di tutti. Scoprite le nostre soluzioni alla Fiera Sicurezza Milano, Padiglione 5, Stand M29 N28. ■ www.electronicstime.it


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Le soluzioni Tecnofiber in fibra ottica per gli impianti multiservizio negli edifici (F.T.T.H.)

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a 35 anni TECNOFIBER è leader nel territorio nelle connettorizzazioni in fibra ottica e dal 2015 con forte specializzazione nella realizzazione dell’impianto FTTH. L’azienda ha rivestito il ruolo da precursore nei sistemi precablati in fibra ottica a maindistributor dell’innovativo sistema di cablaggio strutturato TCK-LAN. Oggi è produttore e distributore a valore aggiunto grazie soprattutto al laboratorio interno che assicura la produzione di bretelle ottiche e cavi ottici precablati.

sizione soluzioni innovative per il cliente finale, nel rispetto dei criteri progettuali descritti nella guida CEI 306-22 e nella Legge 164 dell’11 Novembre 2014.

Ftth: il contesto normativo

QDSA: le caratteristiche

Tutti gli edifici di nuova costruzione per i quali le domande di autorizzazione edilizia sono presentate dopo il 1° luglio 2015 devono essere equipaggiati con un’infrastruttura fisica multiservizio passiva interna all’edificio, costituita da adeguati spazi installativi e da impianti di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica fino ai punti terminali di rete. Gli edifici conformi possono beneficiare dell’affitto o della vendita dell’immobile, dell’etichetta volontaria e non vincolante di “edificio predisposto alla banda larga”, etichetta rilasciata da un tecnico abilitato per gli impianti. • Obbligo di installare l’impianto Multiservizio su tutti gli edifici di nuova costruzione a partire dal 1° luglio 2015 • I Notai confermano che: “l’immobile privo di Impianto Multiservizio non può essere oggetto di compravendita”

QDSA - quadro distribuzione Segnali di appartamento

Il QDSA TCK-LAN viene utilizzato nell’ottica di distribuire i segnali di un impianto di comunicazioni elettroniche (Dati, Telefono e TV) in ambito residenziale. Esso facilita le attività dell’installatore e mette a dispo-

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ottico precablato (n° 8 connettori SC/APC già montati) n° 4 CSOE e n° 4 STOA.

Strumentazione necessaria per eseguire un impianto a regola d’arte

La giuntatrice a fusione per fibra ottica con allineamento su tre assi a doppia visualizzazione che pesa solo 1,2Kg

• Porta in ABS Bianco cieca reversibile, cassetta ad elevata resistenza agli urti. • Cornice esterna e porta in materiale extralucido. • Predisposto per alloggiamento morsettiere. • 2 Barre DIN EN 50022 in acciaio zincato montate su supporto estraibile e regolabile. • 1 piastra portacomponenti dotata di 8 alloggiamenti per prese keystone jack. • 2 mensole di supporto regolabili per sostenere un apparecchio. • Confezionati in cartone singolo. • Colore: RAL 9001 • CE • Grado IP40 • Misure: H 430/L 410/P 80 mm

Giuntatrice Strumento necessario per la giunzione della fibra tramite pig tail Questa giuntatrice di tipo palmare allinea sul core per garantire una giunzione di alta qualita’. Peso contenuto solo 1,2 kg batteria compresa.

STOA (con cavo preterminato)

La STOA preterminata è facile da installare/posare dove le tubazioni sono di diametro adeguato per il passaggio del cavo Power meter Strumento indispensabile per eseguire la certificazione dei link in fibra ottica. Rilascia una stampa dei valori misurati. ■ https://tck-lan.it/


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lperia Sybil HVAC (Heating, Ventilation & Air Conditioning) è il sistema di automazione avanzata sviluppato da Alperia per ottimizzare gli impianti di climatizzazione che utilizzano come vettore energetico l’acqua. Per farlo utilizza modelli predittivi e algoritmi di intelligenza artificiale che conducono i set point dell’impianto verso regioni operative più efficienti, nel rispetto del comfort richiesto. Le principali funzioni di Alperia Sybil HVAC sono: 1. gestione della sequenza ottima delle pompe di calore e funzionamento sul punto di lavoro di massima efficienza attraverso la distribuzione del carico tra le unità, sia in riscaldamento che in raffrescamento. 2. Impostazione del setpoint in base alle condizioni al contorno: carico richiesto in funzione dell’affluenza, temperatura aria esterna, disponibilità altre fonti di energia. 3. Controllo COP (Coefficient of Performance) della pompa di calore misurato con quello di progetto. 4. Auto-apprendimento, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, dell’inerzia termica dell’edificio per attuare strategia di optimum start & stop. 5. Graphic User Interface (GUI) e reportistica per la condivisione delle informazioni con il personale addetto e/o con enti terzi in ottica di smart grid.

Alperia Ottimizzazione degli impianti idronici Migliora le prestazioni del tuo impianto HVAC con la tecnologia Sybil

Alperia Sybil HVAC è ideale per la climatizzazione di edifici quali centri commerciali, centri direzionali, aeroporti e grandi alberghi. Il sistema non è invasivo e si posiziona ad un livello superiore rispetto al BMS (Building Management System) in campo. I risultati ottenuti mostrano un risparmio che varia dal 10% al 35% in base alla configurazione impiantistica in Italia. Il Gruppo opera come multiutility integrata che copre a 360° tutto il comparto dei servizi energetici. Le competenze principali sono: produzione e vendita di energia 100% green, soluzioni per l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni, mobilità elettrica, sistemi di automazione avanzata che prendono il nome di Sybil Solutions. L’azienda ha una storia antica che ha avuto inizio oltre 120 anni fa con la nascita della prima centrale idroelettrica dell’Alto Adige. Oggi Alperia gestisce circa 35 centrali con le quali produce energia rinnovabile e vuole essere al fianco dei suoi clienti per accompagnarli nella transizione energetica. ■ Intelligenza artificiale per la Transizione Energetica | Alperia

Alperia, serbatoio di accumulo del calore

La tecnologia Sybil riduce le oscillazioni del processo e spinge le variabili vicino ai valori di target, ottenendo un significativo risparmio energetico

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ALIS La nostra proposta di BMS (ALIS) è uno strumento di tecnologia avanzata progettata per controllare, monitorare ed ottimizzare gli aspetti critici degli edifici unito al supporto dell’ AI.

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Una delle prove tecnico pratiche effettuate durante il corso di formazione FIBERLAB presso la sede Maxital in provincia di Reggio Emilia.

axital è partita da lontano, quando la tv cambiava la vita di tutti, aprendo le porte a nuovi orizzonti virtuali. Oggi cavalca la rivoluzione tecnologica offrendo al mercato soluzioni avanzate. Un approccio sempre innovativo, consente di sviluppare tecnologie e offrire servizi capaci di valorizzare progetti e impianti di ultima generazione:

Supporto per gli studi di progettazione

FIBERLAB

Maxital e l’nnovazione al servizio del futuro Da oltre 60 anni, uno sguardo ottimista e l’ambizione di poter arrivare ovunque, senza confini

Maxital offre servizi dedicati agli studi di progettazione che desiderano sviluppare progetti SMATV ed abbracciare le potenzialità offerte dalla fibra ottica e dai sistemi FTTH e GPON. Oggi studi di progettazione e system integrator sono in grado di creare soluzioni innovative, migliorando l’efficienza e aumentando la produttività attraverso l’implementazione di tecnologie all’avanguardia. Per ottimizzare la progettazione e garantire l’affidabilità dei sistemi proposti, Maxital mette a disposizione il software CISAT.

Assistenza agli installatori

Maxital comprende l’importanza di un’installazione a regola d’arte. Per questo motivo, tecnici qualificati offrono, sul tutto territorio nazionale, il servizio di preventivazione, messa in funzione e collaudo degli impianti stessi.

Formazione completa e qualificata

Una costante formazione, garantisce la possibilità di rinnovare il proprio business, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie: Dal 2023 è attiva la nuova area formativa FIBERLAB. Presso la sede di Calerno (RE) i professionisti possono accedere ad un’esperienza formativa, intensa e coinvolgente, durante la quale formatori qualificati andranno ad approfondire gli aspetti teorici e pratici, esplorando gli aspetti normativi e sperimentando i sistemi FTTH e GPON in modalità reale per comprenderne appieno il funzionamento e il potenziale. Tutti i dettagli sul sito alla sezione dedicata: www.maxital.it/2023/05/19/corsi/

Parte attiva della rivoluzione tecnologica

Uno dei case studies Maxital: Torre Fara, Edificio storico protetto dalle Belle Arti. Durante la ristrutturazione è stato installato un impianto di distribuzione TV in fibra ottica con infrastruttura fisica multiservizio passiva, future proof. www.maxital.it/download/#casestudies

Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il modo in cui costruiamo e viviamo gli spazi abitativi, il futuro del settore edilizio si basa sulla digitalizzazione degli edifici. Maxital è tra dei protagonisti di questa rivoluzione, avendo contribuito alla realizzazione di infrastrutture multiservizio rivoluzionarie dotate delle più avanzate tecnologie oggi disponibili. GPON

Il futuro è ora, e Maxital è pronta a farne parte. ■

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StoreLink Inventa ALIS Quello di cui hai bisogno per far partire la rivoluzione

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una sfida che è partita un anno e mezzo fa. All’incirca alla ripresa dal COVID, Storelink cercava un prodotto su cui lavorare, che potesse rientrare nel piano di finanziamento della regione Lombardia per l’ambito Tech (POR FESR 2014 – 2020 / Innovazione e Competitività): lo ha trovato, sì, e nell’ambito IOT. L’idea è nata da Savino Cutrona che ha pensato che servisse, sì, un prodotto da lanciare, un prodotto che unisse i dati raccolti da macchine di campo, ma anche un sistema che integrasse l’Artificial Intelligence e che quindi “prevedesse” quando un macchinario si rompe, con tutta la gestione tipica del Facility e Ticketing Management dei building ed impianti, anche industriali. Da allora, sono stati fatti parecchi passi avanti, è stata progettata l’architettura del sistema, e grazie all’aiuto di Emanuele Cutrona è stato progettato e realizzato il sistema back-end per le funzionalità, insieme alla realizzazione di un App per il monitoraggio e il controllo da remoto con infrastruttura cloud. Sono stati coinvolti

Redazione Emanuele Cutrona – MGR StoreLink

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programmatori, ingegneri e sviluppatori di prodotto e di software, senza i quali nulla sarebbe stato possibile. Non pensiamo che il nostro viaggio sia terminato qui, tutt’altro, i grandi progressi che ci sono nel campo della tecnologia ci danno la certezza che non ci arrenderemo: Continueremo ad ingrandire questo sistema al passo dell’ingrandimento della struttura di Storelink, a prevedere caratteristiche e upgrade che sorprenderanno sempre più i nostri utenti e chissà, perché no, anche l’end-user! Ad esempio, si pensi che intendiamo installare lo stesso sistema in posti di prima classe come Ginevra, Londra, Roma e San Francisco, con modifiche che siamo convinti risulteranno vincenti. E non ci basta, quello che ci resta del nostro lungo viaggio, è il viaggio stesso, la continua self-analysis che ci permette di essere partecipi del più brillante dei futuri. ■ StoreLink Tel. 030 601670 - 06 40800163 info@storelink.it www.storelink.it


Le soluzioni Innovative di Eelectron per gli Smart Buildings di oggi e domani

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n un mondo in costante mutamento, con crescente domanda di soluzioni per l’automazione di edifici e residenze, Eelectron si distingue come pioniere nell’offrire soluzioni all’avanguardia che soddisfano le esigenze dei clienti e si adattano alle tendenze di mercato. Approfittando della sinergia tra tecnologie standard, sicure e connesse, quali KNX, DALI, BLE e MQTT, Eelectron sviluppa in Italia dispositivi all’avanguardia, altamente flessibili e progettati per adattarsi a progetti di ogni dimensione, dalla smart home agli spazi commerciali e industriali. Ecco alcuni tra gli ultimi esempi della continua evoluzione del portfolio eelectron: Nuovi Touch Panel dal controllo intuitivo e moderno, Mobile App inclusa Tra le ultime innovazioni si distinguono i nuovi touch panel disponibili in diverse dimensioni (4.3”, 7” e 10.1”), realizzati in plastica o vetro. Questi dispositivi offrono un controllo intuitivo e moderno dell’impianto KNX, e non solo,permettendo agli utenti di gestire l’illuminazione, le tapparelle, il riscaldamento, i media, la sicurezza e altro con facilità. Presentano funzionalità avanzate come la programmazione calendario e il controllo automatico delle luci in casodi assenza dell’utente. Con display ad alta risoluzione e un’ampia gamma di funzionalità, questi touch panel si integrano perfettamente in qualsiasi ambiente e consentono il controllo remoto anche at-

traverso l’app mobile dedicata, garantendo un’esperienza utente continua e senza interruzioni. Bridge KNX e MQTTs per la connessione IP degli edifici: sicurezza e privacy by design per la smart building automation e le nuove applicazioni digitali Il bridge Eelectron rappresenta un notevole passo avanti nell’ottimizzazione dell’efficienza energetica e della comunicazione all’interno degli edifici. Non è solo un alimentatore KNX con interfaccia IP integrata, ma garantisce anche la massima sicurezza con KNX Secure e MQTT Secure. Questo bridge è pronto per la connessione IP degli edifici, utilizzando infrastrutture di rete, compreso il GPON. La compatibilità con MQTT semplifica l’integrazione con altri sistemi, consentendo il monitoraggio e la gestione remota, nonché la comunicazione con una vasta gamma di dispositivi IoT e applicazioni sviluppate per il real estate e il facility management. I dati generati dall’automazione possono essere sfruttati per ottimizzare la gestione degli spazi in base all’occupazione, per la raccolta di dati elettrici e molto altro. Nuova linea pulsanti e termostati da parete: design eccezionale e UX innovativa La vera star del momento è la nuova gamma OL-U appena lanciata a livello globale. Questa linea include termostati, pulsanti e multisensori con un design sorprendente

e funzionalità avanzate, adatti a una vasta gamma di ambienti come case, uffici, ospedali ed edifici commerciali. I dispositivi sono disponibili in diverse finiture e materiali, tra cui plastica, fenix e metallo, e si adattano perfettamente a qualsiasi stile di design d’interni. Questa gamma è concepita nativamente in tecnologia KNX e offre una straordinaria flessibilità, consentendo agli installatori e ai progettisti di personalizzare il design e le funzioni in base alle esigenze specifiche del cliente e all’ambiente circostante, sia durante la fase di realizzazione che successivamente, durante tutto il building lifecycle. Affidabilità e flessibilità si combinano all’Innovazione e personalizzazione “made in Italy” Eelectron è sinonimo di innovazione e qualità nel settore della Building & Home Automation. La capacità di personalizzazione e l’attenzione ai dettagli testimoniano l’impegno costante dell’azienda per l’innovazione e la qualità, consolidando la sua posizione di riferimento con installazioni in Italia e in tutto il mondo. Eelectron è un membro attivo della Smart Building Alliance Italia sin dalla sua fondazione, dimostrando il suo impegno costante nel promuovere l’innovazione nel settore delle costruzioni intelligenti. ■ www.eelectron.com

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Kieback&Peter Parola d’ordine: innovazione (ma non solo)

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ieback&Peter è azienda leader nel settore della Building Automation. Grazie all’utilizzo di innovativi e sofisticati hardware e software, l’azienda è in grado di offrire soluzioni altamente tecnologiche ed evolute per l’integrazione in tema di riscaldamento, ventilazione, climatizzazione, protezione antincendi e altre tecnologie per edifici e per un sistema globale ottimale. Tutto questo guardando ad un sempre costante miglioramento di comfort, efficienza e sicurezza per tutti. Le soluzioni K&P si compongono del software di supervisione Qanteon, che unisce la gestione dell’edificio e l’energy management. Nativo BACnet si integra con le stazioni di automazione DDC4000, complete, sicure e affidabili. A livello di campo K&P offre soluzioni che dialogano in tutti i principali protocolli, in funzione delle applicazioni. K&P integra poi i sistemi speciali: contabilizzazione, illuminazione, rilevazione incendi e sistemi EVAC. Il sistema predittivo MPC2.0 crea grazie all’IA un gemello digitale dell’edificio, ottimizzandone il comportamento energetico.

Umberto Paracchini, General Manager di K&P “Tra le maggiori problematiche di oggi nel mondo della Building Automation si elenca in primis l’imprevedibilità del tempo, con progetti che rischiano di rimanere in stallo per mesi e improvvisamente diventano urgenti, con l’impossibilità di una reale programmazione. In parallelo si sviluppa il paradosso di puntare ad una riduzione dei costi cercando però di mantenere alti i desiderata

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del committente, senza quindi rinunciare agli aspetti tecnologici. D’altro canto, si evidenzia la necessità di incontro e operatività multi-protocollo: nonostante ci siano protocolli standard e di riferimento, ad oggi il settore della Building Automation ha a che fare con tanti diversi protocolli, per specificità e peculiarità”. Paracchini evidenzia un’ultima tendenza, “che ha delle importanti ripercussioni sul nostro operato quotidiano: si tratta della parte di Building Management, relativa al software dell’utilizzatore finale, che diventa sempre più preponderante e centrale. I dispositivi in campo, viceversa, diventano sempre più funzionali e trasparenti per chi li utilizza, benché siano fondamentali nell’ottica operativa degli edifici. Infine, la normativa: “se da una parte le norme sono sempre più attente e centrate in tema dell’evoluzione degli edifici e delle loro tecnologie, d’altro lato la sensazione è che spesso siano poco rispettate e applicate su scala operativa”. Flessibilità, Team e Tempestività Kieback&Peter opera tra multiprotocollo, variabilità e integrazione, e anche a livello di Team, “ampliando e formando costantemente i professionisti del settore e interni all’azienda. Fondamentalmente si tratta di risorse altamente qualificate e sempre più preziose”. L’azienda opera con massima flessibilità nei confronti dei clienti, puntando a dare un servizio di alta qualità, riducendo i tempi e seguendo ogni difficoltà e richiesta: “Possiamo vantare una notevole reattività. che in fase di esecuzione è fondamentale”. Le proposte e soluzioni Dal BMS alla possibilità di operare in cloud, fino al recente sviluppo dell’edge computing (tramite attuatori intelligenti) e in futuro alla realizzazione di impianti più leggeri e con intelligenza distribuita. Sul piano dell’innovazione, il sistema di BEMS Qanteon continua ad evolversi: “Ora, nella versione in Cloud, è accessibile sia via desktop che tramite dispositivi mobili, utilizzando browsers standard, quindi in maniera indipendente dal sistema operativo. In questo modo gli utenti possono accedere a Qanteon CS senza investimenti inziali di installazione ma con un semplice abbonamento mensile.” Con gli attuatori MD 15-BUS, con protocollo integrato BACnet e Modbus, l’intelligenza può essere ora decentralizzata, le modalità di controllo aumentano e diventano più precise ed efficienti, la quantità e il dettaglio dei dati per interpretare il funzionamento dell’edificio aumentano. Per finire propone EN:AIR, un sistema di controllo della ventilazione per ridurre in modo significativo i costi operativi degli edifici, migliorando al tempo stesso il comfort e l’igiene degli ambienti. ■ www.kieback-peter.com/


Una rete agile ed efficiente Gestione della rete semplice, intelligente e personalizzabile, sia in cloud che on-premise, ideale per ogni realtà aziendale

PMI e Enterprise

Retail

Education

Hospitality

Nuclias by D-Link: la soluzione per realtà connesse e integrate La trasformazione digitale è essenziale e ogni azienda ha bisogno di una solida soluzione di rete cablata e wireless in grado di supportare comodamente le ultime richieste di connettività. Che si tratti di una piccola impresa che cerca una soluzione di rete facile e già pronta all’uso o di una grossa enterprise che ha bisogno di funzionalità robuste e controllo completo, Nuclias rappresenta una soluzione di rete facile, intuitiva e flessibile per rendere rapide e semplici la gestione, l’implementazione, la manutenzione e la reportistica dell’attività di rete. Disponibile sia in versione on-premise che in cloud, Nuclias è un software di network management con scalabilità economicamente vantaggiosa ed elevati livelli di controllo.

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Fiera Internazionale dell’Innovazione Impiantistica del Mediterraneo Bari, 14-15 Novembre 2024 Fiera del Levante

SMART BUILDING LEVANTE è l’appuntamento biennale con l’innovazione tecnologica nel campo dell’edilizia e dell’urbanistica per tutte le regioni del Sud Italia con una naturale espansione all’area del Mediterraneo orientale.

Info: Pentastudio Tel. +39 0444 543133 info@smartbuildinglevante.it - www.smartbuildinglevante.it SMART BUILDING ITALIA

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Smart e

14 Novembre 2023

Auditorium Claudio De Albertis Assimpredil ANCE, Milano

15 Novembre 2023

Smart Building Expo - Fiera Milano

La Milano Smart City Conference, giunta alla sua terza edizione, si avvarrà nel 2023 della preziosa collaborazione di ArTec, la Società Scientifica di Architettura Tecnica, forte dei suoi oltre 300 tra docenti e ricercatori universitari italiani, del Cluster Nazionale Smart Communities Tech di Torino, di Renael - Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali e di Assimpredil ANCE, l’Associazione delle imprese di costruzione edili di Milano, Lodi, Monza e Brianza. L’evento costituirà inoltre il primo evento congiunto delle quattro fiere che costituiscono MIBA, la Milan International Building Alliance, che contribuiranno all’evento con i loro originali ma complementari punti di vista. La Milano Smart City Conference rappresenterà un momento di riflessione e approfondimento sui temi cruciali dell’innovazione delle città italiane in chiave smart, con la partecipazione di relatori di altissimo profilo e delle istituzioni. Il focus dell’evento sarà un’analisi e un confronto delle best practices messe in opera dalle principali Città Metropolitane Italiane, che nel loro insieme rappresentano circa il 40% dell’intera popolazione nazionale, in un’ottica di raggiungimento degli obiettivi di digitalizzazione dei servizi e di decarbonizzazione posti dalla Comunità Europea. L’edizione 2023 si articolerà in due sessioni di lavoro: la prima si svolgerà il 14 novembre presso l’Auditorium Claudio De Albertis di Assimpredil ANCE e la seconda, il 15 novembre, costituirà l’evento di apertura ufficiale della fiera nei padiglioni di Milano Rho. Le amministrazioni delle città metropolitane verranno invitate a presentare le loro best practices nei campi caratteristici delle quattro manifestazioni fieristiche, ovvero: - Infrastruttura digitale e digitalizzazione dei servizi - Security - Accessibilità degli spazi - Rinnovamento urbano in chiave green

Info: Pentastudio Tel. +39 0444 543133 info@smartbuildingitalia.it www.smartbuildingitalia.it

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From building to city, la Fiera dell’Integrazione Tecnologica 15 | 16 | 17 Novembre 2023 Fiera Milano

Info: Pentastudio Tel. +39 0444 543133 info@smartbuildingexpo.it www.smartbuildingexpo.it

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MAGAZINE N ° 12 NOVEMBRE 2023

Dal green building alla Smart City

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Architettura e nuove tecnologie


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