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5.1.1 Monitoraggio della proliferazione di cianobatteri nel lago di Garda: l’esperienza di ARPA Veneto

a. per la valutazione della qualità delle acque di balneazione (D. Lgs.116/2008, recepimento della Direttiva 2006/7/CE, e D.M. 30.03.2010); b. per la valutazione dello stato di qualità ambientale (D. Lgs.152/2006, recepimento della Direttiva 2000/60/CE; D. Lgs. 190/2010, recepimento della Direttiva 2008/56/CE). Il caso qui riportato rientra invece nelle attività pianificate e gestite da ARPA Puglia in seguito all’insorgenza di criticità ambientali. 2. Il campionamento di acqua e sedimento è stato effettuato con asta telescopica dalla battigia e con operatore subacqueo in immersione, rispettivamente. 3. L’analisi quali-quantitativa del fitoplancton è effettuata utilizzando il metodo Utermöhl (UNI EN 15204:2006) tramite microscopia ottica. L’identificazione del M. polykrikoides è stata effettuata su materiale in vivo, il conteggio su campione fissato in soluzione Lugol. L’analisi degli stadi di resistenza nel sedimento è stata eseguita tramite microscopia ottica seguendo la metodica descritta in Montreso.

5.1.5 Monitoraggio della proliferazione di cianobatteri nel lago di Garda: l’esperienza di ARPA Veneto

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Approfondimento a cura di ARPA Veneto: F. Giacomazzi, C. Zampieri

Nel seguito si riporta l’esperienza condotta da ARPAV (UO Biologia Ambientale e Biodiversità, sede di Verona) riguardo la sorveglianza della proliferazione di cianobatteri nel Lago di Garda. Il Lago di Garda, o Benaco, è il più grande bacino d’acqua dolce italiano. Sulla base delle quote batimetriche il lago può essere suddiviso nei bacini occidentale e orientale delimitati da una dorsale sommersa che congiunge la penisola di Sirmione con Punta San Vigilio. Il bacino occidentale è il più grande e più profondo (profondità massima 350m); il bacino orientale è meno profondo (profondità massima 80m). Il bacino occidentale è caratterizzato da intensi venti e significativo moto ondoso. Il Lago di Garda è un lago profondo sudalpino. Una sua importante caratteristica riguarda le modalità con le quali avviene il mescolamento verticale tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. L’estensione del mescolamento verticale costituisce un fattore importante per il controllo della frazione dei nutrienti algali, specialmente fosforo e azoto, che dagli strati più profondi possono essere spostati più in superficie e quindi incidere sullo sviluppo algale. Nel bacino più profondo del lago la completa circolazione delle acque è un processo che avviene solo in coincidenza di inverni molto freddi e ventosi. La valutazione del livello trofico del lago permette di classificare il Garda in una condizione compresa tra l’oligo e la mesotrofia con uno spostamento verso la mesotrofia negli anni di completa circolazione delle acque. Dal 1991 il completo rimescolamento delle acque, sia del bacino orientale che di quello occidentale, è avvenuto nel 1991, 1999, 2000, 2004, 2005 e 2006, 2010 e 2018. L’aumento del livello trofico nei laghi determina una serie di effetti negativi sulla qualità delle acque dei quali il più evidente è l’incremento della popolazione algale ed in particolare l’aumento dei cianobatteri. Questa condizione si verifica anche nel Lago di Garda. Dalla valutazione dei dati storici risulta che il Lago di Garda è un bacino interessato da fioriture algali per il quale è quindi necessario procedere ad una pianificazione delle attività di monitoraggio come previsto dall’allegato B del D.M. 30 marzo 2010 e successivamente aggiornato dal DM 19 aprile 2018. In particolare si attua un monitoraggio sia su stazioni sottocosta nell’ambito del controllo per la balneazione (D.Lgs.116/2008, recepimento della Direttiva 2006/7/CE, e D.M. 30.03.2010) sia su stazioni a centro lago nell’ambito dell’attività di controllo ambientale

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