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5.2.2 Formazione di schiume in mare
from Studio dell'area di influenza per la gestione delle aree di balneazione - Parte 1
by SNPAmbiente
eccesso di sostanze nutritive di varia origine nelle acque marine. Una recente fioritura della microalga rafidoficea Fibrocapsa japonica (Figura 19), avvenuta nell’agosto del 2018 sulla costa meridionale del Lazio (comuni di Ardea, Anzio, Fondi, Sperlonga e Sabaudia), ha determinato una colorazione rosso-marrone delle acque marine costiere, dovuta ai pigmenti caratteristici della specie, che si è protratta per alcuni giorni, generando allarme tra i cittadini e determinando la chiusura del tratto interessato alla balneazione da parte dei comuni.
Figura 19: Fioritura della microalga rafidoficea Fibrocapsa japonica e immagine delle cellule al microscopio. Foto di ARPA Lazio. https://issuu.com/arpalaziopubblicazioni/docs/acque_marine_costiere _del_lazio.
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Un altro esempio è rappresentato da Euglena sanguinea che negli ultimi anni ha generato diverse fioriture nel canale Rio Martino (provincia di Latina) conferendo una colorazione rossa alle acque, con conseguente influenza sulle acque marine costiere prospicienti la foce del canale (Figura 20). Euglena sanguinea è un organismo unicellulare flagellato che possiede un complesso di pigmenti rossi, l’ematocroma, che ha funzione di protezione degli organuli cellulari da elevate intensità luminose. Nelle ore diurne i pigmenti dell’ematocroma si distribuiscono in posizione periferica nelle cellule, a proteggere il loro interno.
Figura 20: Euglena sanguinea nel Canale di Rio Martino (Latina). Foto di ARPA Lazio. https://issuu.com/arpalaziopubblicazioni/docs/acque_marine_costiere _del_lazio.
Quindi, le acque nelle quali si sviluppa una fioritura di Euglena sanguinea appaiono, durante le ore a più intensa illuminazione, interessate da una pellicola rossa in superficie. Nelle ore serali e notturne i granuli di pigmento si concentrano al centro della cellula ed Euglena sanguinea assume colore verde. Le fioriture a carico di Euglena sanguinea avvengono in estate, prevalentemente in acque dolci poco profonde e stagnanti e in concomitanza di elevate temperatura e forte insolazione.
5.2.2 Formazione di schiume in mare
Approfondimento a cura di ARPA Lazio e Arpa Puglia Oltre al problema delle fioriture algali sopra descritto (cfr. par. 5.2.1) anche il problema delle schiume in mare è particolarmente sentito dalla popolazione, soprattutto durante la stagione balneare, poiché spesso viene interpretato come un evento di grave inquinamento delle acque. La loro formazione è dovuta principalmente alla degradazione della materia organica proveniente da organismi vegetali che, soprattutto nei periodi più caldi, si riproducono in abbondanza. Dal punto di vista delle caratteristiche morfologiche il fenomeno si manifesta nella forma di chiazze o strisce di schiume
che si muovono lungo la costa, raggiungendo in alcuni casi la battigia. La formazione di strie e chiazze è il risultato delle correnti superficiali che tendono ad aggregare tutto ciò che galleggia, comprese le schiume, i frammenti di materiale organico provenienti dai fiumi, le plastiche ecc. In Figura 21 è riportato un esempio di formazione ed evoluzione delle schiume, frequentemente osservabili lungo le coste, in particolare durante le stagioni primaverili ed estive.
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Figura 21: Esempio di formazione ed evoluzione delle schiume: a sinistra Civitavecchia, Roma (foto di I.Lisi); a sinistra Minturno, Latina (foto di ARPA Lazio).
Generalmente, se le acque sono interessate da un discreto moto ondoso e da ventosità, le sostanze naturali presenti in mare contribuiscono alla formazione di schiume “bianche”, generalmente soffici e relativamente poco compatte. Schiume di altro colore e consistenza possono avere origine diversa, e devono essere indagate volta per volta. La forte tendenza all’aggregazione delle schiume marine, per la loro stessa natura, da luogo alla formazione di “nuclei di aggregazione” per altri materiali presenti in mare, siano essi di natura organico-biologica (es. frammenti di materiale vegetale, organismi intrappolati nella particolare matrice, batteri) o inorganica e/o antropica (es. sabbia, plastiche). In generale le schiume marine “bianche” non rappresentano una minaccia per la salute umana, a meno della presenza di una fioritura di fitoplancton tossico. E’ buona norma però evitare di bagnarsi direttamente nelle schiume, a causa della potenziale capacità delle stesse di aggregare/concentrare materiale o sostanze indesiderate. In Appendice B si riporta una descrizione del fenomeno delle schiume redatto sulla base della esperienza di ARPA Puglia. Si riporta, inoltre, un esempio di pannello informativo, relativo alla formazione e natura delle schiume, che l’ARPA Lazio ha predisposto ai sensi della normativa sulle acque di balneazione (D.Lgs. 116/08), riguardo l’informazione al pubblico (http://www.arpalazio.gov.it/ambiente/acqua/balneazion e.htm). Un altro fenomeno di interesse per le possibili ripercussioni sulla balneabilità e la formazione dei bloom stagionali di meduse. Gli ultimi 10 anni, infatti, sono stati caratterizzati da un incremento delle meduse in tutto il Mar Mediterraneo, con evidenze di comparsa di nuove specie, migrate dal Mar Rosso o dagli oceani. Tra i motivi principali dell’aumento delle meduse vi sono l’innalzamento della temperatura media delle acque e la pesca intensiva che sottrae predatori importanti (es. tonno e pesce spada) per il mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema. In particolare, l’incremento della temperatura delle acque ha sicuramente agevolato