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Tabella 73: Elementi di valutazione e attività di supporto delle Agenzie alle operazioni di messa in sicurezza dei luoghi
In funzione dell’evento, del luogo di accadimento, della sua estensione e della natura del prodotto sversato, anche trasportato all’interno di colli o container, si possono quindi valutare e proporre azioni ed approcci per la messa in sicurezza dei luoghi, da adottarsi a cura dei diversi soggetti in intervento. Nella tabella seguente sono riportate alcune indicazioni operative per le attività da effettuare e le accortezze necessarie all’intervento di messa in sicurezza.
Tabella 73: Elementi di valutazione e attività di supporto delle Agenzie alle operazioni di messa in sicurezza dei luoghi
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INDICAZIONI UTILI PER LE OPERAZIONI DI MESSA IN SICUREZZA NOTE TECNICHE DI AZIONE - CONSIDERAZIONI GENERALI SUI PRODOTTI CHIMICI SVERSATI/DISPERSI IN MARE E/O GIUNTI SULLA COSTA
La selezione delle tecniche più efficienti per l’arresto della sorgente e il contenimento di quanto fuoriuscito sono correlate al comportamento delle sostanze codificato dal SEBC Code (rif.15, 18) e ai rischi ad esse associati (infiammabilità, esplosività, tossicità, reattività, corrosività, ecotossicità per gli ecosistemi marini) (Tabella 62; rif. 25) Colli contenenti merci pericolose: si registra un pericolo maggiore sia per la navigazione, sia per l’ambiente marino. Se raggiungono la costa sono alti i rischi ambientali e notevoli gli impatti su attrazioni turistiche e strutture recettive, con conseguenze negative per l’economia. Colli contenenti merci non pericolose: creano problemi per la navigazione e per operatori e frequentatori di spiagge e zone costiere. L’impatto per il sito costiero è ridotto rispetto alle sostanze pericolose (rif.15) Sostanze gassose (G) e volatili (E): Se vicino alla costa valutare dispersione in atmosfera e traiettoria della eventuale nube tossica.
SVERSAMENTI DI PRODOTTI CHIMICI CHE MINACCIANO O COLPISCONO LA COSTA
Sulla sorgente a terra, se il rilascio in atto: - verificare l’attuazione e l’efficacia delle misure di contrasto all’inquinamento quali l’arresto della fuoriuscita dalla sorgente e le misure atte a controllare la diffusione nell’ambiente (in base alle caratteristiche del prodotto) quali il contenimento e il recupero del prodotto, quando applicabili, o di ogni altro intervento finalizzato a limitare la dispersione nell’ambiente nell’immediato. - nel caso di evento originato da un impianto costiero, garantire, quando necessario, l’interfaccia con il gestore che, in caso di emergenza situazione di primo stadio (Piano Intervento del MiTE, rif. 4) si fa carico direttamente della attivazione delle operazioni di disinquinamento.
Se l’inquinamento deriva da uno sversamento in CIS o nel suolo, attivarsi per risalire al punto di immissione dell’HNS nell’ambiente. Se la costa è stata raggiunta dal prodotto: - indicare le azioni utili a controllare e limitare la re-immissione in mare di prodotto spiaggiato, anche quando si è in presenza di fusti danneggiati e a rischio di cedimento, strettamente connesse con lo stato fisico e le caratteristiche delle sostanze (rif.15) - considerare la possibilità dell’uso di tecniche di contenimento e recupero, a riva (es. dispiegamento di dispositivi a riva, quando applicabili, principalmente per sostanze “F” non solubili), per limitare il dilavamento dell’inquinante dalla costa contaminata in mare ad opera del moto ondoso e dall’escursione mareale (rif. 7, 8)
SVERSAMENTI DI HNS IN MARE APERTO
Sversamento da nave, in atto, in caso di coinvolgimento da parte della Capitaneria di Porto ai sensi dell’art.19 comma 1 D.lgs. 196/0529 - verificare l’attuazione e l’efficacia delle misure di contrasto all’inquinamento nei termini dell’arresto della fuoriuscita, dell’efficacia delle tecniche di contenimento, quando applicabili - effettuare sopralluogo sulla nave, appurate le condizioni di sicurezza, quando richiesto dalla Capitaneria di Porto l’intervento del “gruppo di esperti”.
29 Attuazione della direttiva 2002/59/CE relativa all’istituzione di un sistema comunitario di monitoraggio e di informazione sul traffico navale” https://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/05196dl.htm
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Tutte le azioni e le attività indicate in tabella sono da selezionare e attuare in base alle necessità determinate dallo scenario emergenziale.
C – ULTERIORI ATTIVITÀ E FUNZIONI SVOLTE IN CONTEMPORANEA CON LE ATTIVITÀ DI CAMPO
C.1 SUPPORTO DA REMOTO Il Responsabile dell’intervento garantisce i continui contatti della squadra in campo con la sala operativa di riferimento (se attivata), con la sede di lavoro, con il supporto specialistico e con le eventuali ulteriori strutture di supporto del SNPA (qualora attivata la sussidiarietà). Al gruppo che interviene in campo viene garantito, per quanto tecnicamente possibile, il flusso di informazioni e gli aggiornamenti per l’opportuna conoscenza della situazione di emergenza. C.2 SUPPORTO A TAVOLI DI UNITÀ DI CRISI E RAPPORTI CON ALTRE ISTITUZIONI COINVOLTE NELL’EMERGENZA In base al livello di emergenza, si costituiscono tavoli e/o coordinamenti a vari livelli (Tabella 40): il Comitato di Coordinamento per l’emergenza, attivato dal MITE; il coordinamento per le emergenze marittime del DPC (COEM), in caso di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale (nella Sala Situazione Italia); il tavolo istituito in prefettura in caso di inquinamento o di minaccia della costa, che è in stretto contatto e agisce coordinandosi con il Capo del Compartimento Marittimo che dirige le operazioni il tavolo istituito in Capitaneria di Porto in caso di inquinamento in mare (rada/porto)
Le Agenzie partecipano solitamente al tavolo istituito in prefettura e/o in Capitaneria di Porto e, come istituzione operativa in campo, è operativa anche in virtù dell’eventuale coordinamento delle operazioni e di gestione dell’emergenza a livello centrale (es. con il tavolo istituito c/o il MITE o con la Sala Situazione Italia, per le emergenze più gravi). In tali contesti, l’Agenzia agisce in raccordo con tutti gli attori coinvolti, fornendo dati ambientali e valutazioni sull’inquinamento in atto utili alla definizione delle attività di campo.
D – ATTIVITÀ IN CHIUSURA DI EMERGENZA
Dal momento della dichiarazione della chiusura dello Stato di Emergenza da parte delle competenti Autorità centrali o locali e/o dell’intervento dell’Agenzia, si procede all’adempimento di una serie di azioni di seguito schematizzate: dichiarazione di fine emergenza (azione interna all’Agenzia): riportare le informazioni necessarie alla chiusura emergenza dichiarata secondo le procedure previste dal Piano di Intervento che è stato attivato o, nell’eventualità, direttamente dall’agenzia: giorno e ora, misure adottate per la risoluzione e eventuale post emergenza; decontaminazione e ripristino delle dotazioni, conferimento/smaltimento rifiuti prodotti nell’espletamento delle attività in campo (a fine turno, se l’emergenza perdura per più giorni); verbalizzazione e reporting: da effettuare a fine emergenza e a fine turno nei casi di emergenza che si prolungano nel tempo. Corredare i verbali e i report delle acquisizioni video-fotografiche dei luoghi e degli
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eventuali campioni (nei casi di emergenza che si prolunga nel tempo, considerare anche report e verbalizzazioni quotidiane).
E - ATTIVITÀ DI POST EMERGENZA Qualora le operazioni di pulizia della costa (clean up) dovessero protrarsi oltre il termine di chiusura dello stato di emergenza, ovvero dell’intervento dell’Agenzia si occupa delle seguenti attività: - valutare il completamento e l’efficacia delle azioni di ripristino della costa contaminata; - effettuare sopralluoghi della costa per individuare eventuali nuovi apporti da mare; - valutare il completamento e l’efficacia delle azioni di ripristino delle acque marine e delle acque per la balneazione. Inoltre, base allo scenario emergenziale appena risolto le amministrazioni locali o statali potrebbero richiedere alle Agenzie un supporto, per le seguenti azioni: definizione di un piano di monitoraggio per valutare lo stato dell’ambiente e l’eventuale recupero ovvero per verificare l’efficacia delle misure di ripristino dei luoghi; supporto per la produzione della documentazione utili alle cause risarcitorie, qualora intentate; supporto finalizzato alla quantificazione del danno ambientale. supporto alla valutazione della corretta attribuzione dei codici CER ai rifiuti prodotti nella risposta all’emergenza Inoltre, a emergenza conclusa, è buona pratica procedere con incontri finalizzati allo scambio di considerazioni, valutazioni e analisi dell’evento e del conseguente intervento, al fine di definire eventuali correzioni e punti di forza delle azioni effettuate (analisi SWOT per gli scenari più gravi). Da considerare anche le peculiarità dello scenario affrontato e trarre indicazioni utili per futuri, possibili, analoghi eventi. Le lezioni apprese da incidenti passati possono essere di riferimento per migliorare la valutazione dei fenomeni e l’attuazione delle azioni di risposta all’emergenza.