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Tabella 102: Azioni da effettuare nel corso dell’intervento in campo
B – INTERVENTO IN CAMPO
In questo tipo di evento è di fondamentale importanza individuare ed intercettare quanto prima i materiali contaminati a seguito della fusione; ciò sia allo scopo di individuare subito i siti più critici presso l’azienda, che per avviare, appena possibile, le azioni necessarie per recuperare il materiale contaminato eventualmente già allontanato dal sito. A questo scopo, appena giunti sul sito, è necessario relazionarsi con il responsabile dell’azienda e, se presente, con l’esperto in radioprotezione, per ricostruire la dinamica degli eventi e individuare i possibili punti di accumulo del materiale radioattivo, anche sulla base del processo produttivo in atto presso l’azienda al momento della fusione e del tipo di sorgente coinvolta. Nella tabella sotto riportata sono riassunte le azioni da effettuare all’arrivo sul luogo dell’evento, ulteriormente dettagliate nei successivi paragrafi:
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Tabella 102: Azioni da effettuare nel corso dell’intervento in campo
INTERVENTO IN CAMPO AZIONI PRELIMINARI
Parcheggiare in una posizione a distanza tale da ritenere ragionevolmente ininfluente la presunta sorgente. Individuare gli Enti e gli operatori presenti sul campo, identificarsi ed individuare le figure di riferimento per il coordinamento delle operazioni Accendere gli strumenti di misura, e fare per ognuno le operazioni preliminari necessarie (calibrazione, verifiche, stabilizzazione ecc.) secondo quanto previsto dai manuali d’uso. Avvicinarsi al punto sospetto, tenendo acceso uno strumento di misura di irraggiamento gamma. In base ai rischi prevedibili dalle informazioni acquisite durante la chiamata, indossare i DPI appropriati. Durante le fasi di vestizione e svestizione, porre particolare attenzione nel proteggere la strumentazione e l’attrezzatura utilizzando teli di plastica monouso e pellicole trasparenti e nel rispetto dei percorsi sporco-pulito.
CONFRONTO CON GLI ALTRI ENTI/OPERATORI PRESENTI SUL LUOGO DELL’INTERVENTO
Verificare/individuare le eventuali misure di messa in sicurezza e/o le eventuali misure restrittive già adottate Aggiornare/verificare le informazioni acquisite preliminarmente all’arrivo sul luogo dell’intervento Anche in funzione di quanto indicato nella Tabella 99, individuare a priori i principali punti di accumulo della radioattività (forni di fusione, magazzino prodotto finito, magazzino scorie, sistema di abbattimento fumi, etc.) su cui concentrare le prime rilevazioni strumentali. Acquisire ulteriori informazioni, corredate da report fotografico, per ampliare ed approfondire il quadro conoscitivo dell’evento.
RILIEVI E ATTIVITÀ DI PRELIEVO (VEDASI PARAGRAFI B.2.1 E B.2.2)
Effettuare misure di fondo gamma in aria e di contaminazione superficiale di fondo. Durante l’avvicinamento al punto sospetto: se si rileva un livello di irraggiamento superiore al fondo ambientale, eseguire una rapida mappatura della zona circostante per individuare le eventuali aree da delimitare secondo i criteri di cui al punto successivo. Mettere in atto tutte le azioni necessarie per evitare il diffondersi ulteriore della contaminazione, sia presso l’azienda che nei confronti dell’ambiente esterno. Per questo motivo, è di norma necessario provvedere a richiedere il fermo immediato dell’impianto: questa azione ha di norma anche il positivo effetto collaterale di ridurre il volume dei materiali contaminati. Documentare l’evento e tutte le operazioni in atto con opportuni verbali, atti e documentazione fotografica
VALUTAZIONE DELLA NECESSITÀ DI ATTIVAZIONE DI ALTRE STRUTTURE DI SUPPORTO SPECIALISTICO
A seguito del sopralluogo e del primo confronto con gli altri operatori presenti in campo, il responsabile dell’intervento valuta la necessità di attivazione di altre strutture di supporto specialistico, secondo le modalità previste dalle singole Agenzie.
B.1 SUPPORTO DECISIONALE La pianificazione di questo tipo di interventi è di solito regolata a livello provinciale dai Piani di emergenza in caso di rinvenimento di sorgenti orfane o di materiale metallico contaminato, ai sensi dell’art. 187 del DLgs 101/2020. Molto spesso questi piani non si limitano a regolamentare le modalità di intervento nel caso di misure anomale di radioattività all’interno di carichi con rottami metallici ma, visto il progressivo aumento dei controlli anche su altre tipologie di rifiuti, ricomprendono al loro interno indicazioni valide per ogni tipologia di rinvenimento. In essi sono sempre ben delineate le responsabilità di azione dei vari soggetti che intervengono sul posto. Nella fattispecie di questo scenario, il rinvenimento diventa infatti implicito anche quando si riscontri solo una contaminazione importante in varie matrici.
B.1.1 QUADRO DELLE RESPONSABILITÀ DI AZIONE Il modello organizzativo previsto nei Piani di intervento è basato di norma sulla centralità dell’azione di coordinamento del Prefetto e sul ruolo svolto dal Comando provinciale dei Vigili del fuoco, dal Servizio di emergenza sanitaria 118, dalla Questura e da ARPA, ASL/ATS, Direzione Provinciale del Lavoro. In questo tipo di emergenza è necessario addivenire ad un rapido coordinamento in campo fra gli enti e le istituzioni preposte alla gestione dell’emergenza stessa; a tal fine può essere utile individuare una funzione - denominata Unità di crisi locale (UCL) - che ha il compito di gestire gli interventi di soccorso, sin dalla prima fase di emergenza. Generalmente le squadre d’intervento ordinarie e NBCR dei Vigili del Fuoco, appena giunte sul luogo dell’incidente, definiscono in prima battuta una Zona di cautela, successivamente rivalutata e riclassificata come Zona di danno (Zona Rossa, Zona Arancione, Zona Gialla) e/o Zona di sicurezza (Zona Bianca) sulla base delle misure radiometriche che saranno effettuate. Rispetto alla suddetta Zona di cautela, i Vigili del fuoco dispongono il riparo al chiuso delle persone presenti al suo interno oppure il loro rapido allontanamento al di fuori della Zona stessa, nonché l’interdizione alle persone non autorizzate e/o non adeguatamente protette. Si riporta di seguito un esempio di Organigramma del Sistema di comando e controllo ripreso dal “Piano di intervento per la messa in sicurezza in caso di rinvenimento o di sospetto di presenza di sorgenti orfane nel territorio della provincia di Brescia” della Prefettura competente.