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Il monitoraggio degli interventi di rigenerazione
mezzi per conseguire l'obiettivo di consumo di suolo netto pari a zero; - utilizzare l’obiettivo dell’azzeramento del consumo di suolo netto come principio portante della pianificazione urbanistica e territoriale, concentrando gli interventi sul suolo già consumato; - la decadenza dei diritti edificatori attribuiti dai piani urbanistici; - il calcolo del contributo di costruzione con l’incremento nel caso di interventi che comportino consumo di suolo e la riduzione nel caso di interventi di riuso di aree già impermeabilizzate di edifici degradati o abbandonati. Inoltre, in caso di edifici abbandonati da 10 anni, dare ai comuni la possibilità di acquisire gli immobili in questione e prevedere facilitazioni economiche per le imprese che acquisiscono fabbricati al fine di recuperarli e riqualificarli.
IL MONITORAGGIO DEGLI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE
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La previsione di criteri prestazionali da monitorare e da valutare nel corso del tempo attraverso sistemi tecnicamente e scientificamente riconosciuti potrebbe indirizzare maggiormente gli interventi di rigenerazione verso il raggiungimento degli obiettivi ambientali. Il monitoraggio dovrebbe essere effettuato e garantito da un soggetto tecnico che, per quanto riguarda gli aspetti ambientali, viene già individuato dalla L.132/2016 nel Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA). Ad oggi, con riferimento al testo in discussione in Parlamento, è possibile identificare molti obiettivi ambientali25 che andrebbero monitorati per valutare la reale efficacia degli interventi e della norma. Il monitoraggio dovrebbe essere assicurato attraverso un sistema basato su diversi livelli di analisi, che si propone possano essere suddivisi nei 4 macro ambiti riportati di seguito con i rispettivi indicatori di riferimento. 1. Obiettivi di azzeramento del consumo di suolo netto e di miglioramento della permeabilità dei suoli In linea con gli orientamenti a livello europeo e globale è sempre necessario verificare che sia possibile evitare di impermeabilizzare il suolo e solo in caso di assenza di alternative e di interventi non realizzabili su aree già impermeabilizzate, attivare pratiche di mitigazione e, quindi, di compensazione, arrivando a un bilancio nullo delle superfici impermeabilizzate e perseguendo il saldo zero del consumo di suolo. In questo ultimo caso si ritiene necessario seguire un ordine temporale che dia precedenza all’intervento di compensazione (de-impermeabilizzazione, ripristino e naturalizzazione), che verrà monitorato durante i lavori, e successivamente procedere con la nuova impermeabilizzazione di superficie non superiore all’area ripristinata. Indicatori da utilizzare per questo ambito potrebbero essere: - consumo di suolo (componente permanente; fonte
ISPRA-SNPA); - consumo di suolo (componente reversibile; fonte
ISPRA-SNPA); - consumo di suolo netto (componente permanente; fonte ISPRA-SNPA); - consumo di suolo netto (componente reversibile; fonte ISPRA-SNPA); - impermeabilizzazione del suolo rispetto alla superficie complessiva (fonte ISPRA-SNPA); - area di ripristino (fonte ISPRA-SNPA); - consumo di suolo su suolo utile (fonte ISPRA-
SNPA). 2. Copertura del suolo e presenza di vegetazione La dotazione di coperture a verde naturale, seminaturale o agricolo in ambito urbano rappresenta un elemento centrale per mantenere la qualità ambientale e la fornitura di servizi ecosistemici. Le aree a verde naturale, seminaturale o agricolo dovrebbero, pertanto, essere considerate oltre che per la loro fruizione e proprietà, anche, e soprattutto, per la loro funzione ecosistemica, da calcolare al netto della presenza di coperture artificiali al loro interno (aree pavimentate, edifici, etc.). Si potrebbe
25 Nel testo unificato si fa esplicito riferimento ai seguenti obiettivi: sostenibilità ambientale, permeabilità dei suoli, invarianza idraulica, mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, sostenibilità ecologica, presenza di aree verdi, rimboschimento, isole di calore, eventi metereologici estremi, dissesto idrogeologico, biodiversità, sviluppo ecosostenibile, "saldo zero" del consumo di suolo, pareggio di bilancio dei servizi ecosistemici, rinaturalizzazione, de-impermeabilizzazione e bonifica.
introdurre un criterio idoneo ad assicurare una corretta dotazione territoriale di verde con funzione ecosistemica e andrebbe valutato l’indice di copertura arborea, considerando il rapporto tra la superficie coperta da alberi e la superficie territoriale al netto della copertura artificiale (si vedano, ad esempio, i dati elaborati per l’intero territorio nazionale da ISPRA) ed ulteriori parametri di valutazione della qualità e funzionalità. Si propongono quindi i seguenti indici con le fonti attualmente già disponibili: - indice di copertura arborea sull’area di riferimento (fonte: ISPRA); - indice di incidenza di aree vegetate (fonte: ISPRA); - indice NDVI su base multitemporale (fonte: Copernicus); - indice di forma (Edge Density) sull’area di riferimento (fonte: ISPRA); - indice di frammentazione medio sull’area di riferimento (fonte ISPRA). 3. Invarianza idraulica L’invarianza di permeabilità assicura già le principali condizioni per assicurare un corretto equilibrio idrologico, tuttavia non è sufficiente per la sicurezza dei beni dagli effetti di alluvioni e allagamenti. Rispetto agli eventi di piena sarebbe dunque necessario adottare il criterio della invarianza idraulica/idrologica. Il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA), predisposto in attuazione del D.lgs. 49/2010 di recepimento della Direttiva 2007/60/CE (cosiddetta “Direttiva Alluvioni”), è stato approvato con DPCM 27 ottobre 2016 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 30 del 6 febbraio 2017) e prevede tra le misure di prevenzione quella di associare alle aree che risultano allagabili un’idonea normativa d’uso del territorio. Molte Regioni italiane hanno emanato atti di tipo normativo e/o tecnico-amministrativo (a titolo esemplificativo Regione Lombardia, Regolamento regionale 23 novembre 2017, n. 7 (Regolamento recante criteri e metodi per il rispetto del principio dell’invarianza idraulica ed idrologica, di recente aggiornamento Regolamento regionale 19 aprile 2019 - n. 8). Anche rispetto a questo tema è dunque necessaria la considerazione delle diverse previsioni regionali. 4. Pareggio di bilancio dei servizi ecosistemici Gli indicatori possono essere integrati da un’analisi quantitativa di alcuni servizi ecosistemici e con l’utilizzo di proxy di qualità ecologica che possono essere analizzati prima e dopo l’attuazione dell’intervento, al fine di verificarne lo stato, che dovrebbe essere invariato o migliorato. Il principio dell’invarianza o del miglioramento si dovrebbe applicare a tutti gli indicatori, senza una struttura gerarchica e senza compensazione tra indicatori diversi. In particolare, il monitoraggio può essere effettuato attraverso l’individuazione di metriche per la valutazione del pareggio di bilancio non economico dei servizi ecosistemici. Tra i servizi ecosistemici utili a quantificare l’impatto degli interventi di rigenerazione urbana ci sono sicuramente i servizi di regolazione e di approvvigionamento, quali l’assorbimento di carbonio, la regolazione del microclima, la qualità dell’aria, la regolazione del ciclo idrologico, la produzione agricola e la qualità degli habitat che possono essere misurati utilizzando indicatori quantitativi specifici, supportati da strumenti cartografici per il monitoraggio della copertura del suolo. Possibili indicatori sono: - l’assorbimento di carbonio, calcolato attraverso l’applicazione di coefficienti specifici di ogni tipologia di copertura del suolo (ISPRA); - il servizio di miglioramento della qualità dell’aria, valutato con la misura della dimensione della chioma di specie sempreverdi e caducifoglie (ISPRA); - la regolazione del ciclo idrologico, valutata attraverso l’analisi del rapporto tra superfici permeabili e non permeabili (ISPRA); - la produzione agricola, stimata con l’analisi delle superfici potenzialmente utilizzabili da uso agricolo e da quelle con presenza di colture permanenti e temporanee (ISPRA); - la qualità degli habitat è calcolata attraverso indici di frammentazione (metriche di paesaggio come mean patch size ed edge density) che considerano il mantenimento delle dimensioni medie delle patch vegetate (ISPRA);