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Le aree urbane

LE AREE URBANE

Le aree urbane rivestono un ruolo centrale nell’analisi delle dinamiche evolutive e nello studio delle alterazioni degli equilibri territoriali; i processi di urbanizzazione sono infatti tra le principali cause dell’aumento di degrado di suolo e habitat e dell’incremento del grado di frammentazione delle aree naturali, con conseguenze sullo stato della copertura del suolo, sugli ecosistemi, sul ciclo idrologico e in generale sulla capacità dei territori di rispondere positivamente ai rischi connessi con i cambiamenti climatici. Negli ultimi decenni l’evoluzione delle aree urbane è stata caratterizzata da una progressiva accelerazione e da una significativa evoluzione, che hanno portato a una nuova era dei processi urbani. Le aree urbane sono più estese di quanto non lo siano mai state nella storia dell’uomo e mostrano una tendenza inedita all’espansione. Oggi le città ospitano quasi la metà della popolazione mondiale e si prevede che questa quota raggiungerà il 55% entro il 2050 (OECD, 2020). I fenomeni di urbanizzazione avvengono con sempre maggiore intensità ai margini della città consolidata e in contesti agricoli e naturali ad elevata valenza ecologica. Alla tendenza all’addizione successiva dei nuclei urbani consolidati, si associano nuove forme urbane discontinue, eterogenee e frammentate, che generano aree ibride e disperse non definibili propriamente né in termini di area urbana né di area rurale. Tale sfrangiamento dei margini delle aree urbane ne rende più complessa la delimitazione e pone dei limiti alla definizione di un criterio univoco per circoscriverle. In questo senso, sono state portate avanti numerose esperienze nella definizione di criteri per individuare la dimensione spaziale delle aree urbane, con riferimento al contesto italiano ma anche a scala europea e globale. Le diverse metodologie differiscono tra loro in primo luogo per l’approccio utilizzato, in alcuni casi riferito a una caratterizzazione basata sull’osservazione della sola presenza e densità del costruito (come nel caso dei dati Copernicus), mentre in altri casi le informazioni sull’uso e copertura del suolo vengono integrate con dati demografici (come nel caso del dato globale GHS-SMOD) o con informazioni di carattere economico (con riferimento alla mappatura OMI dell’Agenzia delle Entrate). ISPRA propone due diverse metodologie per la rappresentazione delle aree urbane, entrambe basate sulla Carta nazionale del consumo di suolo e sviluppate secondo i due approcci appena descritti. Nel primo caso la delimitazione delle diverse tipologie di tessuto urbano considera esclusivamente elementi legati alla distribuzione spaziale dell’uso e della copertura del suolo, mentre nella seconda rappresentazione vengono presi in considerazione anche dati sulla densità di popolazione. Di seguito è proposta una panoramica dei principali dati disponibili per il territorio italiano e dei due prodotti proposti da ISPRA (Tabella 40).

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Tabella 40. Caratteristiche dei dati utilizzati per la delimitazione delle aree urbane

Dato

Densità delle superfici artificiali Grado di urbanizzazione

OMI

Corine Land Cover

Urban Atlas GHS - SMOD Fonte Formato Copertura Risoluzione spaziale

Frequenza di Aggiornamento

Sistema di classificazione

ISPRA Raster Nazionale 10 m 1 anno 3 classi

ISPRA Raster Nazionale 10 m 1 anno 4 classi Agenzia delle Entrate Vettoriale Nazionale 1:5.000 6 mesi 5 classi ISPRA Copernicus Vettoriale Europea UMM 25 ha 6 anni 11 classi Copernicus Vettoriale Europea UMM 0,25 ha 6 anni 17 classi

JRC Raster Globale 1 km 5 anni 8 classi

Il contesto nazionale ed europeo Eurostat propone una metodologia armonizzata per migliorare la qualità delle statistiche urbane a partire dalla classificazione dell’intero territorio nazionale lungo un continuum urbano-rurale. Lo schema proposto da Eurostat si basa sulla combinazione di dati di popolazione (rappresentanti rispetto a una griglia di 1 km²) e di densità del costruito, con l’obiettivo di superare la tradizionale dicotomia urbano-rurale definendo una classificazione delle aree urbane secondo un sistema di classificazione articolato su due livelli. Al primo livello vengono identificate tre classi: - Centri urbani ad alta densità, con riferimento a celle contigue con una densità di popolazione di almeno 1.500 abitanti per km², una popolazione complessiva di 50.000 abitanti e una superficie artificializzata maggiore o uguale al 50%; - Gruppi urbani a media densità, in cui la densità di popolazione è compresa tra 300 e 5.000 abitanti per km² e una popolazione minima di 5.000 abitanti; - Aree rurali, ossia zone che non rientrano nelle classi precedenti e hanno per lo più una densità di popolazione inferiore a 300 abitanti per km². Il Joint Research Centre (JRC)43 ha implementato la metodologia descritta da Eurostat introducendo, fra il 2008 e il 2011, il concetto di Global Human Settlement Layer (GHSL). Questo progetto produce delle informazioni spaziali, su scala globale, basandosi su due fattori quantitativi: la densità di “Built-up”44 e la densità di popolazione residente. In base alla combinazione di queste due grandezze individua, in primo luogo, le tre macroclassi appena descritte (GHS Settlement Model grid, GHS-SMOD - Florczyk et al., 2019): - Centri urbani ad alta densità, nelle zone con densità di popolazione superiori a 1.500 abitanti per km2 e densità di built-up superiori al 50%, in aggregati di almeno 50.000 abitanti; - Gruppi urbani a media densità, con densità di popolazione di almeno 300 abitanti per km2 e densità di

built-up superiori al 3% o zone con densità di popolazione superiore a 1.500 abitanti per km2 e densità di built-up superiori al 50%, in aggregati di almeno 5.000 abitanti; - Zone rurali, nelle aree che non rientrano nelle precedenti classi. Le classi “Gruppi urbani a media densità” e “Zone rurali” vengono approfondite con maggiore dettaglio tematico al secondo livello di classificazione, introducendo per ciascuna 3 sottoclassi (Figura 72).

Figura 72. Dato GHS- SMOD sull’area di Napoli

Con riferimento ai “Gruppi urbani a media densità” vengono individuati: - Gruppi urbani densi, zone con densità di popolazione di almeno 1.500 abitanti per km2 e una popolazione complessiva compresa tra 5.000 e 50.000 abitanti;

43 Il Centro Comune di Ricerca è il servizio scientifico interno della Commissione Europea. Fornisce un supporto al processo decisionale dell'UE mediante consulenze scientifiche indipendenti. 44 Per “Built-up” viene intesa tutta l’area che include le costruzioni che si elevano oltre il livello del suolo e che vengono usate come riparo per uomini, animali o cose e per attività produttive o economiche (Pesaresi et al., 2013).

- Gruppi urbani semi-densi, zone con una densità di popolazione di almeno 300 abitanti per km² e una popolazione complessiva di almeno 5.000 abitanti; - Aree suburbane o periurbane, zone urbane a media densità che non rientrano nelle precedenti classi; Le “Zone rurali” vengono invece suddivise in: - Zone rurali a bassa densità, aree con una densità di popolazione di almeno 50 abitanti per km²; - Zone rurali a densità molto bassa, aree con una densità di popolazione inferiore a 50 abitanti per km²; - Acqua, aree in cui la metà della cella è coperta da corpi idrici permanenti e sono assenti sia le superfici artificiali che la popolazione. L’analisi della versione 2020 del dato mostra una superficie occupata dai centri urbani ad alta densità di costruito e di popolazione pari all’1,4% del territorio nazionale; queste aree si concentrano prevalentemente nel CentroNord, in particolare in corrispondenza delle principali infrastrutture viarie e nell’area metropolitana di Milano (quest’ultima è la più estesa insieme a quella di Napoli e Roma). Con riferimento alle aree che descrivono il tessuto insediativo intermedio tra i centri urbani densi e le aree rurali, si riscontra una prevalenza delle aree suburbane o periurbane che occupano oltre tre quarti della classe e si sviluppano come tessuto connettivo tra i centri urbani densi e gruppi urbani densi e semi-densi. Le zone rurali interessano il restante 92% del territorio nazionale, con una prevalenza delle aree rurali a densità molto bassa (Tabella 41).

Tabella 41. Composizione delle aree urbane con riferimento al dato CORINE Land Cover, espressa in termini di estensione delle classi in chilometri quadrati e in percentuale rispetto alla superficie nazionale e all’estensione delle aree urbane. Fonte: elaborazioni ISPRA su dati GHS-SMOD

Classe

Centri urbani Gruppi urbani Densi Semi-densi Suburbano o periurbano Zone rurali Gruppi rurali Rurale a bassa densità Rurale a densità molto bassa Acqua Superficie (km²) % tot % classe

4.176 1,4 19.515 6,5 4.033 1,3 20,7 2.529 0,8 12,9 12.953 4,3 66,4 277.749 92,1 7.926 2,6 2,8 45.331 15,0 16,3

222.757 73,9 80,2

1.735 0,6 0,6

I dati Copernicus fanno riferimento a una definizione di area urbana che considera le aree stabilmente popolate e le superfici dominate dall’influenza delle attività umane, escludendo quelle a uso agricolo. Queste aree includono tutte le strutture artificiali (edifici, strade, tutte le infrastrutture e le altre aree pavimentate) e le superfici non impermeabilizzate e vegetate ad esse associate. Il dato CORINE Land Cover (CLC) afferisce alla componente Pan-europea del CLMS e dal 1990 garantisce una mappatura dell’uso e della copertura del suolo con dettaglio spaziale di 25 ettari per l’intero territorio europeo (Figura 73). La classe 1 CLC descrive le “Aree artificiali”, distinguendole in funzione dell’uso prevalente, in: - “Urban fabric”, aree edificate, suddivise in continue (se la copertura artificiale copre oltre l’80% dell’area) e discontinue (se la densità è compresa tra 30 e 80%); - Aree a uso prevalentemente commerciale e industriale e infrastrutture per il trasporto e la logistica (come porti, aeroporti, strade e ferrovie) - Cave, discariche e aree di cantiere; - Aree verdi urbane e strutture ricreative e per attività sportive. A scala nazionale, il dato mostra un’estensione della copertura artificiale pari al 5,48% della superficie italiana

(circa 16.530 km2). Circa due terzi di tali aree sono classificati come “tessuto urbano discontinuo” (62% del totale delle aree urbane CLC e 3% del territorio nazionale), ossia aree a bassa densità di costruito, caratterizzate dalla presenza di edificato a uso prevalentemente residenziale. Significativa è poi l’estensione delle aree ad uso industriale e commerciale, che occupano circa un quinto del totale delle aree artificiali (18%, pari all’1% della superficie nazionale). Il restante 20% delle aree urbane CLC è occupato per circa la metà dalle aree residenziali ad alta densità di costruito e per la restante quota da aree destinate a infrastrutture, aree verdi urbane, cantieri e servizi di pubblica utilità (aree estrattive e discariche; Tabella 42).

Figura 73. L’individuazione delle aree urbane nel CORINE Land Cover a Padova. Fonte: ISPRA-Copernicus Tabella 42. Composizione delle aree urbane con riferimento al dato CORINE Land Cover, espressa in termini di estensione delle classi in chilometri quadrati e in percentuale rispetto alla superficie nazionale e all’estensione delle aree urbane. Fonte: ISPRA-Copernicus

Classe Superficie [km²]

% sul territorio nazionale

% sul totale delle superfici artificiali

Aree edificate continue (>80%) Aree edificate discontinue (<80%) 1.581,34 0,52 9,57

10.343,37 3,43 62,59 Aree industriali e commerciali 3.064,98 1,02 18,55 Infrastrutture viarie 193,56 0,06 1,17 Porti 106,66 0,04 0,65 Aeroporti 228,37 0,08 1,38 Aree estrattive 498,66 0,17 3,02 Discariche 43,32 0,01 0,26 Aree di cantiere 33,07 0,01 0,2 Aree verdi urbane 113,35 0,04 0,69 Strutture ricreative 319,88 0,11 1,94

Totale 16.526,56 5,48 -

Un secondo dato CLMS di rilievo per la descrizione delle aree urbane è Urban Atlas. Il dato afferisce alla componente Locale del CLMS e fornisce una mappatura ad alta risoluzione spaziale per l’uso e la copertura del suolo delle aree urbane funzionali (FUA), definite come l’insieme delle città centrali e delle relative zone di pendolarismo, con riferimento agli anni 2006, 2012 e 2018. Il dato ha una risoluzione spaziale più alta per le aree urbane (minima unità mappabile di 0,25 ettari) rispetto alle aree naturali (1 ettaro). Sono presenti, inoltre, due strati di cambiamento, relativi al periodo 2006-2012 e 2012-2018; anche l’unità minima mappabile varia in base ai flussi di cambiamento, con un dettaglio maggiore per i cambiamenti riferiti alle classi urbane. Urban Atlas adotta un sistema di classificazione a quattro livelli basato su quello CLC, con dettaglio tematico più elevato per le aree artificiali. In particolare, con riferimento alla classe 1 “aree artificiali”, al secondo livello di classificazione vengono distinte: - “Urban fabric”, aree edificate, suddivise in continue (se la copertura artificiale copre oltre l’80% dell’area) e discontinue (se la densità di artificiale è

inferiore all’80%, queste aree sono poi ulteriormente caratterizzate in 4 sottoclassi al terzo livello di classificazione) e edifici isolati; - Aree a uso prevalentemente commerciale e industriale, edifici pubblici e militari e infrastrutture per il trasporto e la logistica (come porti, aeroporti, strade e ferrovie); - Cave, discariche e aree di cantiere; - Aree verdi urbane e strutture ricreative e per attività sportive.

Figura 74. L’individuazione dell’area urbana in Urban Atlas per la zona di Torino. Fonte: elaborazioni ISPRA su dati Copernicus

La versione 2018 del dato fornisce una mappatura dell'uso e della copertura del suolo per 788 Functional Urban Areas (FUA) europee. In Italia il dato è disponibile su 84 FUA, per un’estensione complessiva di 64.805 km2 , pari al 21,5% della superficie nazionale. Analizzando la composizione dell’uso e della copertura del suolo, si osserva che circa il 18% del territorio mappato per le FUA Italiane è occupato da superfici artificiali (classe 1 Urban Atlas). Di queste, circa la metà sono aree edificate ad uso prevalentemente residenziale, con una predominanza delle aree edificate a bassa densità di costruito, che complessivamente occupano il 37% della classe 1 Urban Atlas. Gli usi prevalentemente commerciali, industriali, e infrastrutture per il trasporto e la logistica occupano, invece, oltre il 41% delle superfici artificiali (circa 48.000 ettari; Tabella 43).

Tabella 43. Composizione delle aree urbane con riferimento al dato Urban Atlas, espressa in termini di estensione delle classi in chilometri quadrati e in percentuale rispetto alla superficie delle Functional Urban Areas (FUA) e all’estensione delle aree urbane. Fonte: elaborazioni ISPRA su dati Copernicus

Classe

Aree edificate Continue (> 80%) Aree edificate discontinue dense Aree edificate discontinue medio dense Aree edificate discontinue a bassa densità Aree edificate discontinue a densità molto bassa Strutture isolate Aree a uso prevalentemente commerciale e industriale, edifici pubblici e militari Autostrade e aree artificiali associate Altre infrastrutture viarie Ferrovie Porti Aeroporti Aree estrattive Aree di cantiere Aree in attesa Aree verdi urbane Strutture ricreative Totale superfici artificiali Superficie [km²] % su aree FUA

% su superfici artificiali

609,1 0,9 5,3

1.307,0 2,0 11,3

1.067,0 1,6 9,3

1.104,4 1,7 9,6

830,7 1,3 7,2

747,4 1,1 6,5

2.709,6 4,2 23,5

162,6 0,2 1,4

1.583,1 2,4 13,7 155,5 0,2 1,3 72,5 0,1 0,6 115,0 0,2 1,0 214,4 0,3 1,9 24,0 0,04 0,2 167,1 0,3 1,4 304,2 0,5 2,6 341,3 0,5 3,0

11.514,9 17,8

L’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) dell’Agenzia delle Entrate propone un approccio spaziale per descrivere le aree urbane diverso dai precedenti e basato sulla ripartizione degli ambiti amministrativi comunali in insiemi omogenei in termini di comportamento del mercato immobiliare. In altri termini vengono presi in considerazione i caratteri qualitativi degli insediamenti e la presenza di diversi asset in grado di influenzare il valore economico delle unità immobiliari. In particolare, il primo livello di classificazione offre una mappatura degli ambiti amministrativi comunali in 5 fasce con una precisa collocazione geografica (Tabella 44): - Centrale, è la porzione di territorio comunale coincidente con il centro urbano del comune in grado di attrarre insediamenti limitrofi più ampi e con un aggregato edilizio perimetrabile e distinguibile; - Semicentrale, immediatamente contigua al centro urbano e connessa per servizi, trasporti e infrastrutture. Queste aree sono presenti prevalentemente in corrispondenza delle principali città metropolitane e sulla costa; - Periferica, contigua alla fascia centrale o semicentrale; interessa poco meno del 5% del territorio nazionale; - Suburbana, è la porzione di territorio che contiene le aree urbanizzate separate dall’agglomerato urbano del comune da una barriera naturale o artificiale; - Extraurbana, caratterizzata da un’attività economica prevalentemente agricola, dalla presenza di edifici a carattere rurali o dove l’edificazione è quasi o del tutto assente. Questa classe è la più estesa e occupa l’87% del territorio nazionale L’aggiornamento delle zonizzazioni comunali avviene con cadenza semestrale in aree specifiche che hanno subito cambiamenti strutturali del territorio e/o mutamento del mercato immobiliare locale, oppure a cadenza decennale coerentemente con lo sviluppo urbanistico del territorio. Sebbene il dato offra una descrizione della distribuzione spaziale delle aree urbane, è importante considerare che nell’assegnazione di una porzione di territorio a una determinata fascia vengono presi in considerazione anche fattori che vanno oltre la composizione spaziale del territorio e le dinamiche insediative; tali fattori sono legati ad esempio alla variazione complessiva dei livelli di qualità urbana, i quali possono determinare un mutamento dei valori immobiliari e dei vantaggi ottenibili in termini di rendita fondiaria, incidendo sull’assegnazione ad una determinata classe.

Figura 75. Esempio di classificazione delle aree urbane con i dati OMI

Tabella 44. Composizione delle aree urbane con riferimento al dato OMI, espressa in termini di estensione delle classi in chilometri quadrati e in percentuale rispetto alla superficie nazionale. Fonte: elaborazioni ISPRA su dati OMI

Classe

Centrale Semicentrale Periferica Suburbana Extraurbana Altro Superficie [km²]

% sul territorio nazionale

9.554,9 2.559,8 14.097,6 12.004,7

3,2 0,8 4,7 4,0 262.665,3 87,2 502,9 0,2

Le proposte di ISPRA per la descrizione del continuum urbano-rurale ISPRA ha svolto una caratterizzazione del continuum urbano-rurale secondo due approcci, basati sull’analisi della densità delle superfici artificiali (nel primo caso) e

integrando tale informazione con dati sulla densità demografica (nel secondo). Il primo approccio descrive la densità delle superfici artificiali a partire dalla carta nazionale del consumo di suolo, considerando la densità media del costruito in un raggio di 300 metri. Il territorio nazionale è stato quindi suddiviso in aree urbane, suburbane e rurali, in accordo con le soglie indicate nell’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 11 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In particolare, vengono individuate le seguenti classi di densità: - Artificiale compatto

Contesto prevalentemente artificiale, caratterizzato da una percentuale di suolo consumato maggiore del 50% in un intorno di 300 metri; - Artificiale a media/bassa densità

Contesto a media o bassa densità di suolo consumato: entro una distanza di 300 m la percentuale di suolo consumato è compresa tra il 10 e il 50%; - Artificiale assente o rado

Contesto prevalentemente agricolo o naturale o costruito a bassissima densità: entro una distanza di 300 m la percentuale di suolo consumato è inferiore al 10%. La densità delle superfici artificiali all’interno delle aree urbanizzate è un indicatore importante per descrivere le dinamiche connesse con il fenomeno del consumo di suolo. Nell’ambito dell’obiettivo di sviluppo sostenibile 11 dell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite sono definite delle soglie di densità delle superfici artificiali utilizzabili per distinguere aree urbane (>50%), suburbane (10-50%) e rurali (<10%). Le soglie sono state applicate alla Carta Nazionale del Consumo di Suolo, considerando la densità media del costruito in un raggio di 300 metri e hanno consentito di suddividere il territorio nelle seguenti classi di densità: 1. contesto prevalentemente artificiale: caratterizzato da una percentuale di suolo consumato maggiore del 50% in un intorno di 300 metri (artificiale compatto); 2. contesto a media o bassa densità di suolo consumato: entro una distanza di 300 m la percentuale di suolo consumato compresa tra il 10 e il 50% (artificiale a media/bassa densità); 3. contesto prevalentemente agricolo o naturale o costruito a bassissima densità: entro una distanza di 300 m la percentuale di suolo consumato è minore del 10% (artificiale assente o rado).

Figura 76. Caratterizzazione del grado di urbanizzazione nell’area di Bologna. Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA

L’analisi del dato al 2021 mostra un’estensione delle aree ad alta densità (artificiale compatto) pari al 2,9% della superficie nazionale, mentre le aree artificiali a media/bassa densità coprono il 15,4%. Il restante 81,7% del territorio è occupato da aree rurali con superfici artificiali rade o assenti (Tabella 45). Nel periodo compreso tra il 2006 e il 2021 si è assistito a un’espansione delle aree urbane dense di oltre 800 km2, mentre l’espansione del suburbano ha riguardato quasi 2.500 km2. Quest’ultima classe è quella più dinamica per una serie di cause, prima tra tutte la predisposizione alla trasformazione delle aree libere rimaste incluse nelle aree urbanizzate o intercluse tra gli assi infrastrutturali o in territori che hanno già perso il carattere di diffusa naturalità.

Tabella 45. Grado di urbanizzazione valutato attraverso la densità delle superfici artificiali. Estensione (km2 e percentuale) delle aree nelle classi di densità. Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA

2006 2021

Aree urbane/artificiale compatto (km2) 7.900 8.768 Aree urbane/artificiale compatto (%) 2,6 2,9 Aree suburbane/artificiale a media/bassa densità (km2) 43.975 46.453 Aree suburbane/artificiale a media/bassa densità (%) 14,6 15,4 Aree rurali/artificiale assente o rado (km2) 249.524 246.177 Aree rurali/artificiale assente o rado (%) 82,8 81,7

Analizzando il grado di urbanizzazione a scala regionale (Tabella 46), la Lombardia risulta essere al 2021 la regione con la maggiore estensione delle aree urbane, sia in termini di estensione complessiva (1.749 ettari) che di percentuale del territorio regionale occupato dalla classe. In termini assoluti la Lombardia è anche la regione con la più estesa superficie coperta da aree artificiali a media/bassa densità, mentre la più alta percentuale del territorio regionale classificato come suburbano si riscontra in Veneto (dove occupa poco meno del 30% del territorio). Importante in Veneto anche la presenza di urbano, che occupa il 5,4% del territorio regionale, anche se con valori assoluti pari a quasi la metà di quelli della Lombardia. In Valle d’Aosta, Molise e Basilicata le aree urbane occupano meno dello 0,5% del territorio regionale; bassi i valori anche in Trentino-Alto Adige Umbria, Abruzzo, Calabria e Sardegna, dove l’artificiale compatto non arriva al 2% del territorio. L’artificiale a media/bassa densità supera il 10% della superficie regionale in 15 delle 20 regioni. Dal punto di vista delle variazioni di estensione delle classi verificatesi tra il 2006 e il 2021, si registra in tutte le regioni un passaggio delle aree rurali in aree suburbane e urbane (Tabella 47). La maggiore diminuzione delle aree rurali, sia in termini assoluti che di variazione percentuale, si è verificata in Puglia, dove oltre 500 ettari di territorio hanno assistito a un incremento della densità di coperture artificiali, passando a urbano (+12,8%) e suburbano (+15,4%). L’espansione delle aree a alta densità di costruito ha riguardato soprattutto Lombardia (+146 ettari) e Veneto (+117 ettari), dove si concentra quasi un quarto degli 868 ettari di incremento complessivo della classe.

Tabella 46. Grado di urbanizzazione del territorio regionale. Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA

Regione

Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia

Rurale 2021 (km2) Suburbano Urbano Rurale

2021 (%) Suburbano

Urbano

20.921,24 3.837,00 643,10 82,36 15,11 2,53 3.054,89 193,37 13,90 93,65 5,93 0,43 16.537,77 5.591,65 1.749,26 69,26 23,42 7,33 12.469,56 1.026,51 108,85 91,65 7,55 0,80 11.969,60 5.376,36 991,06 65,28 29,32 5,40 6.176,88 1.478,58 264,14 77,99 18,67 3,34 4.365,03 903,03 151,90 80,54 16,66 2,80 17.424,01 4.266,70 811,23 77,43 18,96 3,61 19.553,47 2.919,86 514,62 85,06 12,70 2,24 7.338,57 1.005,27 110,18 86,81 11,89 1,30 7.724,71 1.403,61 197,28 82,83 15,05 2,12 13.314,41 3.340,61 548,02 77,40 19,42 3,19 9.364,07 1.286,13 146,95 86,73 11,91 1,36 4.059,26 359,16 21,76 91,42 8,09 0,49 9.873,83 3.048,24 677,43 72,60 22,41 4,98 15.498,40 3.182,71 673,86 80,07 16,44 3,48

Basilicata Calabria Sicilia Sardegna

ITALIA

9.376,52 567,36 48,10 93,84 5,68 0,48 13.140,59 1.730,59 211,58 87,12 11,47 1,40 21.632,65 3.445,75 640,46 84,11 13,40 2,49 22.382,13 1.491,25 244,76 92,80 6,18 1,01

246.177,59 46.453,73 8.768,43 81,68 15,41 2,91

Tabella 47. Variazione percentuale del grado di urbanizzazione del territorio regionale. Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA

Regione

Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna

ITALIA Rurale Variazione 2006-2021 (km2) Suburbano Urbano Rurale Variazione 2006-2021 (%)

Suburbano

Urbano

-256,03 189,09 66,93 -1,21 5,18 11,62 -7,89 7,29 0,60 -0,26 3,92 4,54 -297,86 152,18 145,68 -1,77 2,80 9,08 -58,66 48,09 10,57 -0,47 4,92 10,75 -269,38 152,04 117,34 -2,20 2,91 13,43 -69,07 45,82 23,25 -1,11 3,20 9,65 -19,25 12,15 7,10 -0,44 1,36 4,91 -311,57 227,06 84,51 -1,76 5,62 11,63 -108,29 72,46 35,83 -0,55 2,54 7,48 -83,93 66,81 17,12 -1,13 7,12 18,40 -151,92 133,55 18,38 -1,93 10,51 10,27 -242,47 175,02 67,46 -1,79 5,53 14,04 -126,52 110,18 16,33 -1,33 9,37 12,50 -30,95 28,68 2,27 -0,76 8,68 11,67 -171,67 111,85 59,82 -1,71 3,81 9,69 -502,05 425,74 76,31 -3,14 15,44 12,77 -82,64 75,10 7,54 -0,87 15,26 18,60 -145,30 118,14 27,16 -1,09 7,33 14,73 -292,32 227,96 64,36 -1,33 7,08 11,17 -118,69 98,98 19,72 -0,53 7,11 8,76

-3346,46 2478,18 868,28 -1,34 5,64 10,99

Seguendo una procedura simile a quella proposta dal JRC è stata combinata la carta della densità di suolo consumato con la carta della densità di popolazione (v. § Densità e caratteri demografici), ottenendo un prodotto che è stato poi riclassificato in quattro classi di densità di superficie artificiale e di popolazione. In particolare, sono state considerate le tre classi riconducibili a quelle descritte dallo studio del JRC, più una quarta relativa ad aree con elevata densità di costruito e bassa densità demografica: - aree urbane ad alta densità (Classe 1), zone con densità di popolazione superiore a 1.500 abitanti

per km2 e densità di suolo consumato superiori al 50%; - aree urbane a media densità (Classe 2), zone con densità di popolazione comprese tra 300 e 1.500 abitanti per km2 e densità di suolo consumato comprese tra il 10% e il 50%; - zone rurali (Classe 3), comprendono tutte le aree con basse densità sia di popolazione che di suolo consumato; - zone ad alta densità di suolo consumato (superiori al 50%) e basse densità di popolazione (Inferiori a 300 abitanti per km2; Classe 4).

Tabella 48. Composizione delle aree urbane con riferimento al dato grado di urbanizzazione e tipologia di tessuto insediativo, espressa in termini di estensione delle classi in chilometri quadrati e in percentuale rispetto alla superficie nazionale. Fonte: ISPRA

Classe

Aree urbane ad alta densità Aree urbane a media densità Zone rurali Zone ad alta densità di suolo consumato e bassa densità di popolazione Superficie (km²)

% sul territorio nazionale

5.639 1,9

22.183 7,3 274.795 90,3

1.582 0,5

Figura 77. Caratterizzazione delle aree urbane nel comune di Roma. Fonte: ISPRA L’introduzione dell’informazione sulla densità di popolazione consente, in primo luogo, di distinguere le aree ad alta densità di costruito in due classi in funzione della presenza di popolazione residente: la classe 4 individua aree industriali, destinate ad attività produttive, infrastrutture o servizi (ad esempio quartieri fieristici, aree estrattive, aeroporti) o aree di recente costruzione non ancora abitate, tutte caratterizzate da alta densità del costruito e pochi o nessun abitante residente. I poco meno dei 1.600 km2 riconducibili a questa classe possono quindi essere distinti dai 5.639 km2 di aree urbane densamente popolate ed edificate, rappresentative del tessuto urbano denso a uso prevalentemente residenziale. Con riferimento alle aree a media densità si nota una decisa riduzione della superficie interessata dalla classe rispetto al risultato ottenuto considerando il solo grado di urbanizzazione (si passa dal 15,4 al 7,3% della superficie nazionale); in questo senso l’utilizzo del dato di popolazione consente di filtrare le porzioni di territorio nelle quali alla presenza di copertura artificiale non sono associati valori significativi di densità di popolazione.

Figura 78 Panoramica dei principali prodotti disponibili per la descrizione delle aree urbane. Fonte: elaborazioni ISPRA su dati Copernicus, JRC, Agenzia delle entrate e SNPA

Figura 79 Panoramica dei principali prodotti disponibili per la descrizione delle aree urbane. Fonte: elaborazioni ISPRA su dati Copernicus, JRC, Agenzia delle entrate e SNPA

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