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Forme urbane e tipologie insediative

FORME URBANE E TIPOLOGIE INSEDIATIVE

Con riferimento alla proposta di descrizione del continuum urbano-rurale presentata nei paragrafi precedenti, è possibile analizzare le caratteristiche morfologiche delle aree urbane sfruttando indicatori basati sulle metriche della Landscape Ecology. Una valutazione su complessità e grado di frammentazione dei margini urbani può essere condotta tramite l’indicatore Edge Density (ISPRA, 2016), calcolato come rapporto tra il perimetro e la superficie del costruito. Informazioni sulla compattezza e la diffusione del costruito possono essere invece desunte dall’analisi degli indicatori LCPI (Largest Class Patch Index) e RMPS (Residual Mean Patch Size), rispettivamente. L’LCPI rappresenta l’estensione del poligono continuo di area urbana più grande, espresso come percentuale rispetto all’estensione totale dell’urbano nell’ambito di riferimento (rappresentato dal limite amministrativo); il RMPS indica la dimensione media dei poligoni di costruito, escludendo quello di dimensioni maggiori.

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Tabella 49. Valori di Edge Density (ED), Largest Class Patch Index (LCPI) e Residual Mean Patch Area (RMPS) per i 19 capoluoghi di regione e i due capoluoghi delle province autonome, per il 2006 e il 2021

Comune ED (m/ha) LCPI (%) RMPS (ha)

2006 2021 2006 2021 2006 2021

Torino Aosta Genova Milano Bolzano Trento

205,74 205,24 80,79 80,41 5,43 5,65 675,46 673,32 89,00 88,56 1,65 1,65 630,56 618,51 84,27 84,07 1,76 1,78 442,15 428,77 93,19 93,23 2,24 2,35 616,78 595,06 38,77 38,58 8,22 8,98 779,89 759,77 67,62 66,93 3,07 3,25

Venezia Trieste Bologna Ancona Firenze Perugia Roma

457,79 438,01 61,43 65,07 4,62 4,63 704,11 695,62 79,25 79,47 2,14 2,23 767,55 749,86 84,06 84,29 1,97 1,94 774,84 758,04 49,84 48,64 3,48 3,45 628,35 621,89 63,89 64,10 3,72 3,83 1195,87 1152,04 24,87 23,31 2,44 2,69 759,59 744,31 35,14 35,18 5,24 5,66

Napoli

394,82 386,65 88,86 88,88 2,91 3,41 L'Aquila 1298,67 1227,58 37,08 38,26 1,94 1,98 Campobasso 1152,59 1133,03 60,47 59,45 1,15 1,18 Bari 609,29 567,02 51,59 50,38 5,92 7,20 Potenza 1224,39 1183,2 67,76 71,95 0,79 0,70 Catanzaro 869,49 770,54 24,83 21,29 3,63 4,74 Palermo 491,14 475,25 91,09 90,87 1,36 1,56 Cagliari 698,82 690,72 88,18 89,84 1,60 1,49 Prendendo in considerazione i valori relativi ai capoluoghi di regione (Tabella 49), si nota una riduzione dell'ED in tutti i comuni, indice di una tendenza alla densificazione dei nuclei urbani. L'analisi congiunta di LCPI e RMPS mostra risultati variabili. A Potenza si verifica il maggiore aumento di LCPI e una delle massime riduzioni di RMPS, attribuibile a fenomeni di densificazione e diffusione del nucleo urbano principale; tale tendenza si riscontra anche a Venezia, Cagliari e L'Aquila, mentre in altri sei capoluoghi l'aumento di dimensione del nucleo urbano principale è marginale. A Catanzaro, viceversa, l'espansione del costruito evidenzia una tendenza alla dispersione e diffusione nelle aree suburbane e rurali, ravvisabile anche a Bari, Palermo e Bolzano. Un ulteriore indicatore utile per caratterizzare il contesto urbano è l’Indice di dispersione (ID); l’ID prende in considerazione la densità del costruito, valutando il rapporto tra l’estensione delle aree costruite a media/bassa densità (suburbane) sul totale di quelle ad alta (urbane) e media/bassa densità (suburbane).

Tabella 50. Indice di dispersione (ID) nel 2006 e nel 2021. Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA

Regione

Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-A.Adige Veneto Friuli V. Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA ID 2006 (%) ID 2021 (%)

Variazione 2006–2021 (%)

86,4 85,6 -0,7 93,3 93,3 0,0 77,2 76,2 -1,1 90,9 90,4 -0,5 85,7 84,4 -1,2 85,6 84,8 -0,8 86,0 85,6 -0,4 84,8 84,0 -0,7 85,6 85,0 -0,6 91,0 90,1 -0,9 87,7 87,7 0,0 86,8 85,9 -0,9 90,0 89,7 -0,3 94,4 94,3 -0,1 82,6 81,8 -0,8 82,2 82,5 0,3 92,4 92,2 -0,2 89,7 89,1 -0,6 84,8 84,3 -0,5 86,1 85,9 -0,2

84,8 84,1 -0,6

Valori elevati dell’indicatore caratterizzano le aree urbane con prevalenza di tessuti urbani a bassa densità, mentre valori più bassi denotano superfici urbanizzate più dense e compatte (Tabella 50). A livello regionale l’indice si mantiene su valori elevati, variando tra il 94,4% del Molise e il 77.7% della Lombardia. Tra il 2006 e il 2021 l’indicatore si riduce in 18 delle 20 regioni, mostrando una tendenza generale alla saturazione delle aree urbanizzate a bassa e media densità. A livello regionale l’indice si mantiene su valori elevati, variando tra il 94,4% del Molise e il 77.7% della Lombardia. Tra il 2006 e il 2021 l’indicatore si riduce in 18 delle 20 regioni, mostrando una tendenza generale alla saturazione delle aree urbanizzate a bassa e media densità.

Figura 80. Grado di urbanizzazione valutato attraverso la densità delle superfici artificiali. Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA

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