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Tipologie di suolo
TIPOLOGIE DI SUOLO
I suoli sono corpi naturali che, essendo il risultato dell’interazione di diversi fattori ambientali (morfologia, substrato, copertura del suolo, organismi, clima, vegetazione) nel tempo, sono estremamente variabili nello spazio (e nel tempo). Risolvere cartograficamente questa variabilità richiede approcci differenziati a seconda della scala di rappresentazione e dei fenomeni che si intende mettere in luce e nel nostro Paese permane un quadro conoscitivo lacunoso dei suoli. A scala nazionale il primo elaborato pubblicato è la carta Ecopedologica d’Italia, realizzata con un progetto del Ministero dell’Ambiente (MATTM) con la collaborazione del Joint Research Centre e di alcune regioni (Rusco et al., 2003). Successivamente è stata elaborata dal CREA la Carta dei Suoli d’Italia (Costantini et al., 2012) nella quale vengono rappresentati i principali paesaggi pedologici italiani. La carta è un prodotto derivato dal progetto “Carta dei Suoli d’Italia a scala 1:250.000” (finanziato dal Ministero per le Politiche Agricole negli anni 1999-2006), che ha definito degli standard di riferimento dal punto di vista delle scale e dei relativi contenuti informativi e ha prodotto carte dei suoli in scala 1:250.000 in diverse regioni italiane. Nella Carta dei Suoli d’Italia le 10 regioni pedologiche (RP) rappresentano il primo livello della gerarchia dei pedopaesaggi nazionali. I fattori fondamentali per la determinazione delle regioni sono le condizioni climatiche e quelle geologiche; si presuppone infatti che tali elementi caratterizzino lo sviluppo di diversi processi pedogenetici così da dar luogo a differenti suoli dominanti. Mantenendo il significato di contenitore pedogeografico complesso, in cui un insieme di paesaggi è legato da relazioni funzionali relative ai fattori della pedogenesi e alla gestione dei suoli, all’interno delle regioni pedologiche sono state individuate 47 province pedologiche (PP) che si differenziano per fisiografia e caratteristiche geomorfologiche. A scala di maggior dettaglio, i sistemi e sottosistemi di suolo differenziano i diversi pedopaesaggi. Le unità cartografiche della carta contengono molti tipi di suolo con caratteristiche tra loro molto diverse, che tuttavia si ripetono con pattern spaziali tipici. Sovrapponendo la carta del suolo consumato aggiornata al 2021 si ottengono i dati riportati in Tabella 105. Se si considera il suolo consumato in ettari, la RP maggiormente coinvolta è la D e subito dopo con valori molto simili tra di loro, troviamo la L e la G. Queste prime tre RP comprendono la quasi totalità dei terreni pianeggianti italiani. All’interno della RP D “Suoli della pianura padana e colline associate”, si trovano i suoli tra i più fertili di Italia, dove è concentrata molta della produzione agricola nazionale. Circa 690.291 ettari sono stati consumati, ed il consumo interessa prevalentemente i suoli migliori (PP 21, 22, 23, 24). La RP L, “Suoli delle pianure e basse colline del centro e sud Italia”, comprende altre importanti pianure costiere ed interne della penisola, dove circa 245.855 ettari sono stati consumati complessivamente. Anche in questo caso il consumo si concentra sui suoli migliori per l’agricoltura: il Campidano in Sardegna, la pianura di Metaponto in Basilicata, la piana di Catania, la zona del Tavoliere della Puglia (PP 47). Considerando il valore percentuale di suolo consumato all’interno delle RP, la D risulta consumata per il 14,47%, in particolare nella pianura lombarda vicino a Milano (PP 19) e nelle zone di alta pianura piemontese, veneta e friulana (PP 21). Appena dopo abbiamo la RP L che identifica i “Suoli delle pianure e basse colline del centro e sud Italia” con circa il 9,18 % di suolo consumato. Notevole è anche la RP H “Suoli delle colline del centro e sud Italia su depositi vulcanici e su calcari”, la quale ha perso per consumo di suolo gran parte del territorio. Il consumo arriva in questo caso a poco meno del 7%, che si concentra però in zone dove sono presenti suoli di origine vulcanica di particolare pregio (intorno a Napoli). La RP I “Suoli delle colline e dei terrazzi marini del sud Italia su sedi-menti calcarei”, arealmente più limitata, comprende zone dove sono diffusi suoli tipici dell’area mediterranea, come le terre rosse mediterranee (PP 42 e 44) di Sicilia e del Salento, importanti oltre che sul piano agricolo per colture di qualità, come vite ed olivo, anche sul piano paesaggistico.
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Tabella 105. Suolo consumato (2021) e consumo di suolo annuale (2020-2021) per Regione Pedologica. Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia MIPAAFT e SNPA
Regioni pedologiche Suoli: gruppi principali Suolo consumato 2021 (ha) Suolo consumato 2021 (%) Consumo di suolo 202021 (%) Densità di consumo di suolo 2020-21 (m2/ha)
A Suoli delle Alpi e Prealpi
B
C
D
E
G
H
Suoli degli Appennini a clima temperato Cambisol, Leptosol, Phaeozem, Luvisol, Calcisol 126.094 3,59 0,22 0,77
Suoli delle colline del nord Italia su sedimenti marini neogenici e su calcari Cambisol, Regosol, Luvisol, Calcisol 62.780 5,84 0,14 0,80
Suoli della pianura padana e colline associate Cambisol, Calcisol, Luvisol, Vertisol, Fluvisol 690.291 14,47 0,38 5,51
Suoli degli Appennini centrali e meridionali Cambisol, Regosol, Calcisol, Luvisol, Umbrisol 108.555 3,64 0,24 0,87
Suoli delle montagne della Sardegna e Sicilia su rocce ignee e metamorfiche Leptosol, Cambisol, Umbrisol, Andosols, Luvisol 34.375 2,64 0,14 0,38
Suoli delle colline del centro e sud Italia su sedimenti marini neogenici e su calcari Cambisol, Regosol, Calcisol, Phaeozem, Luvisol 235.236 4,96 0,25 1,26
Suoli delle colline del centro e sud Italia su depositi vulcanici e su calcari Cambisol, Regosol, Andosol, Leptosol, Luvisol 107.420 6,79 0,50 3,37
Suoli delle colline e dei terrazzi marini del sud Italia su sedimenti calcarei Luvisol, Cambisol, Regosol, Phaeozem, Vertisol 116.615 6,71 0,30 2,04
Suoli delle pianure e basse colline del centro e sud Italia Cambisol, Luvisol, Calcisol, Vertisol, Regosol 245.855 9,18 0,34 3,08
Cambisol, Leptosol, Phaeozem, Luvisol, Podzol 154.324 3,09 0,17 0,53