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Introduzione

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Abitare

Abitare

Introduzione Idioritmie

La definizione di un territorio – inteso come lo spazio proprio di un individuo, ove questo è in grado di proteggersi dagli intrusi e di governare sulle sue proprietà – ha un’importanza legata non solo alla sicurezza di chi lo occupa, ma anche alla capacità stessa dell’occupante di definirne i margini e i limiti legati alla presenza di un altro individuo.2 Tale capacità è l’essenza più profonda del vivere insieme e investe la sensibilità dell’individuo di rapportarsi con l’altro e di orientarsi nella complessa dialettica tra individualità e collettività, che si realizza nello spazio. Qui, l’individuo naviga per assecondare i propri ritmi e si scontra con quelli dell’altro, generando tensioni.

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Storicamente il conflitto è risolto con l’uso del potere e con l’imposizione di regole – intese come leggi – che annullano i ritmi individuali, appiattendo le eccezioni e le particolarità. Roland Barthes, invece, offre una interessante alternativa che è leggibile nei modi di vivere di alcune comunità monastiche, le quali incorporano il concetto di idioritmia. L’idioritmia è l’incontro di più rhuthmos, ossia di ritmi e movimenti che sono idios, ossia unici, imperfetti, assimilabili al muoversi delle onde, che è mutevole e mai ripetibile. In questo incontro, ogni individuo coinvolto si impegna a preservare la forma del proprio rhuthmos e ad accettare quella dell’altro, senza la necessità di omologarsi e raggiungendo, così, la completa realizzazione di sé stesso.3 La regola si determina come punto di partenza per la risoluzione di questo conflitto; la soluzione al problema, tuttavia, è l’architettura.

È nell’architettura che si riconcilia l’irreconciliabile, ossia la sfera privata e quella pubblica, il personale e l’impersonale, il particolare e il generale.4 Ciò è vero perché non tutti gli individui aderiscono deliberatamente ad una regola e tale condizione rende necessario il ruolo dell’architetto, che, con il suo progetto, comprende le idioritmie e le traduce in spazi vivibili.

2. BARTHES, Roland. How to live together, novelistic simulations of some everyday spaces, notes for a lecture course and seminar at the Collège de France (1976-1977), sezione Règle/Rule, 116-121. (New York, Columbia University Press, 2013) 3. BARTHES, Roland. How to live together, novelistic simulations of some everyday spaces, notes for a lecture course and seminar at the Collège de France (1976-1977), sezione Athos/Athos, 33-36. (New York, Columbia University Press, 2013) 4. SERENYI, Peter. Le Corbusier, Fourier, and the Monastery of Ema, The Art Bulletin, 49:4, 277-286. JSTOR, www.jstor.org/stable/3048487. (1967) 5

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