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Premessa
Nel tentativo di ripercorrere il percorso formativo degli ultimi tre anni, propongo qui una riflessione sull’importanza della figura dell’architetto come professionista in grado di interpretare le suggestioni offerte dal mondo circostante e di concretizzarle in spazi fisici. In particolare, sulla sua capacità di formulare un problema e di attribuirgli una soluzione specifica, che è lo spazio costruito e poi abitato. Le conseguenze del suo operare si manifestano nei modi di vivere che ogni individuo sviluppa e fa propri, sia con sé stesso sia con l’altro. È proprio qui che giace il senso dell’immaginare e del realizzare uno spazio costruito: garantire la massima espressione dell’individuo ma anche l’armonia e la fecondità dei rapporti interpersonali, che dipendono necessariamente dai luoghi in cui questi si verificano. In questo senso, figura esemplare è quella di Le Corbusier, il quale dedica parte della sua ricerca alla comprensione e alla risoluzione del conflitto tra individualità e collettività. Per questa ragione, parte della sua opera è qui oggetto di analisi e, nella sua rilettura, è interessante soffermarsi non solo sulla soluzione al problema che egli propone – ossia il prodotto architettonico – ma anche sulla formulazione stessa del problema e sul processo che ne è alla base. L’incontro con la Certosa di Ema e con l’ordine dei certosini, che il giovane architetto visita nel 1907 e nel 1910, ha dato un contributo non poco rilevante a questo processo risolutivo e permette, qui, una migliore comprensione del risultato. Nondimeno, l’ordine dei certosini e il loro modo di vivere insieme offrono già di per sé spunti interessanti al discorso più generale del vivere collettivo.
“In questa prima impressione di armonia, nella Certosa di Ema, il fatto essenziale, profondo mi è apparso solo più tardi: la presenza, l’istanza dell’equazione da risolvere affidata alla perspicacia di uomini: il binomio individuo-collettività.”1
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1. TALAMONA, Marida. L’Italia di Le Corbusier, Fondazione MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, p. 63. Milano, Mondadori Electa, 2012. Riporta una citazione di Le Corbusier dal libro di PETIT, Jean. Le Corbusier lui-même, cit. p. 44. 3