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Abitare

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Premessa

Premessa

Abitare Unitè d’Habitation du grandeur conforme, Le Corbusier, Marsiglia, 1952

Se da un lato l’Unitè d’Habitation ridimensiona lo slancio utopico manifestato nell’Immeuble-Villas, per il semplice fatto che sia stata realizzata, dall’altro è proprio la sua realizzazione a rendere il progetto ancora più interessante. Il binomio individuo-collettività prende forma in un blocco in calcestruzzo armato galleggiante su pilotis che ospita al suo interno 337 appartamenti, ai quali offre servizi essenziali come palestra e asilo, ma anche servizi secondari come negozi, supermercati o uffici postali.

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La vita degli abitanti si trasforma qui in una quotidiana promenade architecturale dallo spazio privato a quello pubblico. Cellula e organismo sono indissolubilmente legati e l’abitazione stessa diventa un logement prolongé, poiché vive necessariamente di ciò che l’edificio-città può offrirle.14 L’individuo non è mai costretto tra le pareti della casa poiché ha la possibilità di delocalizzare alcune sue attività nel resto dell’edificio, potendo quindi abitare l’intera architettura e rendendo la vita collettiva estensione di quella individuale. In questa sua riforma del modo di abitare lo spazio pubblico, Le Corbusier non dimentica l’importanza del momento individuale. Nell’abbandonare la rue intérieure, buia e ostile, la porta di ogni alloggio si apre su uno spazio luminoso e accogliente che invita l’abitante a ritirarsi in una solitudine quasi spirituale, nella quale l’occupante può dedicarsi al suo spazio personale in compagnia solamente del paesaggio circostante. Ogni cellula si estende lungo l’intera sezione trasversale e può godere della vista verso Est, sui monti, e verso Ovest, sul mare.

Individuate le necessità fondamentali dell’abitare, ossia la calma individuale, il sole, l’aria e il paesaggio, Le Corbusier sviluppa un modello di casa e delle regole per riprodurlo in serie. L’appartamento è assimilato a una bouteille parfaite che è possibile riprodurre e infine inserire in un portabottiglie.15 L’edificio è quindi un mobile, la cui griglia in calcestruzzo armato di modulo 4,19 m permette di alloggia-

14. SBRIGLIO, Jacques. Le Corbusier L’Unité d’Habitation de Marseille, nella collezione Monographies d’architecture. Services communs et prolongements du logis, p. 96-99. (Marsiglia, Editions Parenthèses, 2013) 15. SBRIGLIO, Jacques. Le Corbusier L’Unité d’Habitation de Marseille, nella collezione Monographies d’architecture. La Cellule: Contenant/Contenu, p. 71-73. (Marsiglia, Editions Parenthèses, 2013) 15

re al suo interno l’oggetto-casa. Sulla struttura primaria, infatti, si poggia una sottostruttura secondaria in acciaio e in legno che sorregge i solai delle singole cellule. Tale struttura poggia su blocchi in piombo che rompono il propagarsi delle vibrazioni acustiche, così che ogni cellula sia tecnologicamente e acusticamente indipendente dall’altra e permetta di raggiungere il completo isolamento.16 L’organismo accoglie in maniera seriale un oggetto che, attraverso la tecnologia e la costruzione, mantiene la sua unicità e indipendenza. L’idea di società si realizza, qui, attraverso l’architettura.

16. MILLAIS, Malcom. A critical appraisal of the design, construction and influence of the Unité d’Habitation, Marseilles, France, in Journal of Architecture and Urbanism, Volume 39(2): 103–115. (2015)

Sezione, pianta e alzato da SBRIGLIO, Jacques. Le Corbusier L’Unité d’Habitation de Marseille, nella collezione Monographies d’architecture. La Cellule: Contenant/Contenu, p. 71-73. (Marsiglia, Editions Parenthèses, 2013) e da LE CORBUSIER. OEuvre complete Volume 6: 1952-1956. L’Unitè d’Habitation de Marseille (Basel, Birkhauser, 2006) 17

01 Casa per sei scrittori Laboratorio di Progettazione Architettonica 1

In questa piccola abitazione a Chia, nel viterbese, sei scrittori si trovano a condividere temporaneamente lo spazio abitato per dedicarsi allo studio e alla scrittura. L’edificio risulta molto introspettivo se osservato dall’esterno, per via della sua geometria compatta che si apre solo episodicamente verso il paesaggio. Dall’interno, però, è attraversato da una spaccatura longitudinale che richiama il carattere delle forre locali e che offre l’opportunità di aprire lo spazio rendendolo fluido e continuo. In questo modo, il piano terra è dedicato ai momenti collettivi che si intrecciano senza necessariamente categorizzarsi in funzioni precise; il piano superiore è, invece, riservato allo studio, alla concentrazione individuale e allo sguardo verso l’esterno. Sei celle disposte longitudinalmente sono posizionate di fronte alla biblioteca, alla quale è possibile accedere attraverso tre balaustre. Ogni scrittore vede la propria cellula prolungarsi nella sua postazione dedicata ed è incoraggiato a scandire la sua quotidianità in un continuo muoversi dallo spazio individuale a quello collettivo.

2018-2019 Primo anno, secondo semestre Luogo: Chia, VT Docente: Prof. Arch. Marco Burrascano Studentesse: Sofia Manieri, Sofia Moscoloni

A sinistra: Sezione prospettica A-A’ A destra: Planivolumetria

A sinistra: Prospetto sud Pianta del piano terra A destra: Spaccato assonometrico

A sinistra: Prospetto ovest Sezione B-B’ Pianta del primo piano A destra: Fotografie del modello finale

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