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La rivista della cannabis dal 1985

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Questi Stati hanno legalizzato l’erba negli Stati Uniti L’Election Day 2020 ha aggiunto altri quattro Stati all’elenco in continua crescita: New Jersey, Arizona, Dakota del Sud e Montana.

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L’erba è talmente normalizzata in America che quasi quasi non è più cool. Una volta Martha Stewart, Elon Musk e la tua zia, nemmeno quella eccentrica, hanno cominciato a parlare di marijuana come se fosse ibuprofene, sembra che abbia perso il suo glorioso grunge.

legalizzazione della marijuana ricreativa sta lentamente conseguendo vittorie in uno Stato dopo l’altro. Nelle elezioni del 2016, che sono state negative per la maggior parte dei motivi, ma buone per questo, quattro Stati sono saliti a bordo, portando il totale a otto Stati che hanno legalizzato l’erba da quando il Colorado ha

quattro stati si sono aggiunti al gruppo in crescita: Arizona, New Jersey, Montana e Dakota del Sud.

dato il via al movimento nel 2012. Il primo giorno del 2020, l’Illinois è diventato l’undicesimo stato in America a legalizzare l’erba, con code che serpeggiavano nei quartieri per ore e ore il primo giorno. E poi, il giorno delle elezioni del 2020, altri

attingono al lucroso mercato della marijuana). Secondo Politico, circa un americano su tre vive ora dove tutti gli adulti hanno accesso ad essa. Si tratta di 93 milioni di americani. Sembra che anche New York, la Florida e l’Ohio potrebbero approvare la legalizzazione nel 2021.

A questo punto, non c’è da stupirsi che un altro Stato abbia deciso di diventare un paradiso per i consumatori di marijuana (così come per le aziende che

Sono ormai andati i tempi dei bong sporchi, sostituiti da vaporizzatori ad alta tecnologia e prodotti commestibili che vanno dalle stravaganti caramelle al cioccolato alle esperienze culinarie ben curate. Oh, e bong da centomila dollari che sono ambiti come opere d’arte, perché sono arte. I birrai si dilettano con le birre analcoliche al THC e a West Hollywood ha aperto il primo ristorante a servire erba nel Paese, dove si può fumare e cenare in pubblico senza sentire niente di più della normale dose di paranoia. L’erba ha un alone d’oro attorno, dove le paure tradizionali sono state sostituite dall’entusiasmo, per lo meno su vasta scala. Ovviamente, la legalizzazione ha molto a che vedere con questo. Negli Stati Uniti, la

Sembra che l’Europa stia velocemente perdendo terreno...


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coltiva di William Texier

L’idroponica biologica o “Bioponia”: il concetto della “Terra Liquida” Esistono più definizioni al termine “agricoltura biologica”. Tutto il mondo è d’accordo su qualche principio di base quale: niente pesticidi chimici né erbicidi e procedure che rispettino la natura e necessitino un minore investimento energetico. Per quanto riguarda i fertilizzanti, è semplice: per essere ritenuti biologici devono essere di origine naturale (nessuna aggiunta di sali minerali raffinati). Bisogna anche che, al contrario dei fertilizzanti minerali che sono assimilabili direttamente, gli elementi minerali siano introdotti sotto forma di molecole organiche complesse che non siano quindi immediatamente disponibili per le piante, ma che abbiano bisogno di un processo biologico di degradazione per essere trasformati in ioni. Questi, una volta disciolti in acqua, diventano assimilabili. Questa differenza è essenziale nella coltivazione in pieno campo perché il principale rimprovero fatto ai fertilizzanti organici è che i sali non assorbiti rapidamente finiscano nelle falde freatiche trascinati dall’acqua di irrigazione o dalla pioggia.

Il principio va ben oltre la semplice modifica del fertilizzante. La Bioponica è il risultato di svariati anni di ricerca attorno ad un concetto, quello di “Terra Liquida”. In effetti, il fertilizzante biologico non era che l’anello mancante. E combinandolo con certi prodotti già in commercio, possiamo ricreare dentro una soluzione nutritiva tutto quello che la terra contiene di utile per le piante : 1. Il fertilizzante apporta la percentuale di humus e le molecole organiche contenute nel terreno 2. I micro-organismi apportano la vita microbiotica e partecipano al ciclo del carbonio. 3. L’acqua ovviamente c’è, ed anche ossigeno in abbondanza, se il sistema è ben concepito.

In terra, i batteri ed i funghi contenuti nello strato di humus spezzano in due parti le molecole organiche: il carbonio del quale si nutrono, ed i minerali che, in presenza di acqua, diventano disponibili per le piante. Siamo molto lontani dall’idroponica con i suoi sali minerali purificati, disciolti e direttamente assimilabili. E pertanto l’idroponica biologica è agli albori. Il nome proposto per questa tecnologia è “Bioponica”. L’idea è quella di riprodurre in maniera identica la degradazione che avviene in terra, naturalmente, utilizzando un certo tipo di fertilizzante con una miscela particolare di batteri e funghi per digerirlo. Questi micro-organismi separano il carbonio e se ne nutrono, come nel terreno, e liberano i minerali che sono immediatamente disciolti nell’acqua sotto forma di ioni assimilabili. Nelle coltivazioni con radici nude (aeroponica ed aero-idroponica), questi microorganismi vivono in un filtro biologico che gli procura l’ossigeno ed il substrato adatto alla loro riproduzione. In un substrato organico come la fibra di cocco, vivono direttamente nell’apparato radicale. Il brevetto preso da Terra Aquatica ricopre l’utilizzo dei micro-organismi e la formula dei fertilizzanti necessaria al funzionamento del sistema.

SI ottiene allora una soluzione nutritiva che è esattamente equivalente ad un buon terriccio leggero, areato, ricco di nutrimenti e di vita microbica. Non manca niente che sia utile, solo un substrato inerte che ha il ruolo della nostra argilla espansa in idroponica. Evidentemente è indispensabile utilizzare un fertilizzante specialmente formulato per questo strana funzione : fare del biologico senza terra. (Attenzione: i fertilizzanti biologici formulati per la terra non sono utilizzabili in Bioponia. Al contrario, un fertilizzante bioponico darà comunque degli eccellenti risultati in terra). Se l’idroponica raggruppa già sotto una sola parola un insieme di tecnologie a volte molto differenti, la bioponica si smarca da tutte le altre forme di coltivazione fuori dal suolo. Dei parametri tanto primordiali come la conducibilità ed il pH diventano secondari. Visto che abbiamo trasformato la soluzione nutritiva da minerali a biologica e ci abbiamo introdotto la vita, la gestione della coltivazione è più difficile. Anche la resa non è la stessa rispetto l’idroponica tradizionale. Il rapporto è più o meno lo stesso che tra coltivazione biologica e coltivazione minerale in terra: nel range tra 25 e 30% di rendimento in meno. Per compensare, però, si ottiene un forte aumento del tenore di zuccheri e principi attivi.

Bisogna aggiungerci: • Un acido umico o fulvico disponibile sottoforma liquida presso svariate aziende. • Silicate, un prodotto Terra Aquatica, che apporta silicio e l’insieme di metalli e tracce di elementi di ogni tipo contenuti nel terreno.

Esiste anche un aspetto molto interessante di questa coltivazione: si crea pochissima massa vegetale rispetto al rendimento. Per lo stesso rendimento diciamo di 1kg, la quantità di foglie e steli è molto inferiore a quella che ci vorrebbe per raccogliere 1kg in idroponica classica (ed anche in terra!). Questo la rende una coltivazione molto economica visto che i consumi di acqua e fertilizzanti sono decisamente minori

rispetto qualsiasi altro metodo di coltivazione. In terra, i batteri ed i funghi contenuti nello strato di humus spezzano in due parti le molecole organiche : il carbonio del quale si nutrono ed i minerali che, in presenza di acqua, diventano disponibili per le piante. Siamo molto lontani dall’idroponica con i suoi sali minerali purificati, disciolti e direttamente assimilabili. L’idea alla base della Bioponia è quella di riprodurre l’identica degradazione che avviene naturalmente in terra utilizzando un certo tipo di fertilizzante con una miscela particolare di batteri e funghi per digerirlo. Questi micro-organismi separano il carbonio e se ne nutrono, come nel terreno, e liberano i minerali che sono immediatamente disciolti nell’acqua sotto forma di ioni assimilabili. Per avere successo, una coltivazione Bioponica necessita di almeno 3 elementi: 1. Un filtro sulla pompa. È molto importante, soprattutto quando siete in una condizione di radici nude direttamente sospese nella soluzione nutritiva. In effetti, bisogna ben filtrare le particelle più grandi contenute nel fertilizzante perché potrebbero asfissiare le radici, soprattutto da una forte calore. È sempre preferibile non avere che degli ioni assimilabili nell’apparato radicale. 2. Degli organismi viventi La loro presenza permette di riprodurre il processo di decomposizione del suolo. La loro condizione di vita nell’acqua non è molto confortevole perché non hanno attorno a loro la capacità di tampone del suolo per proteggerli da bruschi cambiamenti climatici o di pH. Hanno anche bisogno di “fissarsi”, non possono sopravvivere e moltiplicarsi semplicemente nel corso della corrente. Hanno bisogno di un


8 luogo molto ossigenato lontano dalle correnti creati dalla circolazione della soluzione nutritiva. Devono anche imperativamente restare umidi. Secchi, muoiono. In idroponica possiamo utilizzare svariate tipologie di substrato, fra i quali i più naturali sono l’argilla espansa e la fibra di cocco. Se i batteri possono vivere confortabilmente nella fibra di cocco, non è lo stesso con l’argilla espansa, perché generalmente troppo asciutta. In questo caso, bisogna utilizzare un BioFiltro che è semplicemente un filtro tipo “acquario” che piazziamo nella cisterna. Una piccola turbina pompa l’acqua dalla cisterna al filtro e poi l’acqua torna nella cisterna. Questo filtro è strutturato diversamente rispetto ad un filtro destinato all’acquariofilia. Contiene un pre-filtro, un substrato apposito ed una miscela specifica di micro-organismi per colonizzarlo. 3. Un fertilizzante adatto Come già detto, un qualsiasi fertilizzante biologico non è adatto a questo tipo di coltivazione. Sono in generale formule pensate per degradarsi lentamente in terra, ed alcuni dei loro elementi marcirebbero nell’acqua rilasciando un odore molto sgradevole; infine, bloccherebbero i filtri e gli iniettori. Un fertilizzante bioponico deve essere liquido o perfettamente solubile. Non deve contenere particelle troppo grandi e dev’essere rapidamente degradabile.

Gestione di una coltivazione Bioponica La gestione di una coltivazione bioponica richieda da parte del coltivatore molte più attenzioni che per una coltivazione idroponica traduzionale. Non tanto in termini di tempo speso quanto in termini di esame visivo. La coltivazione bioponica è guidata tanto “ad occhio” quanto seguendo i parametri quali pH e conducibilità. Ciononostante, questi rimangono un’informazione importante. • Il pH Il pH è più difficile da stabilizzare rispetto all’idroponica minerale perché degli eccellenti tamponi non sono iscritti nella

lista dei prodotti certificabili come bio (le regole di certificazione, in certi casi, sono molto arbitrarie !). Il pH avrà sempre tendenza ad aumentare. Tuttavia, non ha la stessa importanza in bioponica. Possiamo lasciarlo variare fino a 7,5 senza constatare problemi. In seguito bisognerà riaggiustare il pH intorno a 6, ma progressivamente, lungo un periodo di qualche giorno. Per essere perfettamente biologico, bisogna che il rettificatore del pH sia ugualmente biologico. Le possibilità sono numerose. Un prodotto che stiamo studiando e sarà molto presto sul mercato. Nel frattempo, tollerate qualche ml di un acido purificato, francamente non altererà di molto il risultato finale. Il pH Down liquido di Terra Aquatica contiene dei tamponi organici. Da evitare assolutamente : acido cloridrico e acido acetico (aceto, ecc...) • I micro-organismi Che siano dentro un Bio-filtro o nel substrato, generalmente non hanno problemi finché il loro ambiente resti ossigenato ed umido. È bene, ovviamente, per proteggerli, di evitare ogni genere di cambiamento brusco nel sistema, che si tratti di temperatura o di pH. Più saranno numerosi e felici, meglio saranno nutrite le vostre piante. Attenzione ad un abbassamento improvviso di pH è un segnale d’allarme che indica con certezza la morte di un gran numero d’organismi. In questo caso bisogna trovare la causa, trattarla e colonizzare di nuovo. • La conducibilità È la parte più complessa visto che le molecole organiche, che non hanno una carica elettrica, non sono visibili dal vostro lettore di conducibilità. Quando diluite il vostro fertilizzante nell’acqua, una piccola porzione sarà trasformata direttamente in ioni, creando una leggera conducibilità. Con una dose da 4 a 5 ml/l di fertilizzante e la normale conducibilità dell’acqua della rete idrica, si ottengono in generali un valore di circa 0.65 (tra 6 e 7) Questa conducibilità è molto bassa e generalmente sufficiente. Aggiungeremo del fertilizzante quando la conducibilità

si abbasserà sotto questo valore. Mano a mano che alcuni elementi sono liberati, altri vengono assorbiti • La conducibilità tende a restare in equilibrio attorno a questi valori. Quando le riserve di materia organica sono insufficienti, si abbassa. È il momento di aggiungere del fertilizzante. Sembra semplice, ma per ottenere un risultato ottimale, bisogna anticipare questo abbassamento ed assicurare una fornitura costante di materia organica. D’altro canto, non bisogna esagerare visto che la loro degradazione è in funzione del calore. I micro-organismi agiscono a velocità incredibilmente differente in funzione della temperatura. Se c’è troppa materia organica nel sistema, un aumento della temperatura potrebbe aumentare la conducibilità ad un livello che ucciderebbe le piante. Non è sempre semplice trovare il giusto mezzo ed è qui che l’occhio del coltivatore informato fa la differenza.

5. P er abitanti di città, persone anziane, o persone che coltivano in spazi ristretti, eliminare la terra rappresenta un risparmio evidente d’energia, di spazi e di sacchi di terra da portare su (e giù) dalle scale. 6. Riduzione del consumo d’acqua 7. Alto tenore di principi attivi.

• Il filtraggio Una semplice schiuma all’ingresso della pompa è sufficiente. Il fertilizzante non blocca il filtro, ma un buon mantenimento è necessario. Il filtro deve essere lavato almeno una volta alla settimana. Bisogna ovviamente fermare il sistema quando si effettua la pulizia.

L’idea dell’idroponica biologica esiste già da diversi anni, ma nessuno trovava il modo di metterla in pratica. Per la sua stessa natura, la coltivazione idroponica si praticava sempre con fertilizzanti minerali. Questo rappresentava un freno molto serio allo sviluppo di questa tecnologia, nella misura in cui c’è una richiesta sempre maggiore di prodotti derivanti dall’agricoltura biologica. La bioponica permette anche di aprire la coltivazione fuori dal suolo verso un nuovo potenziale mercato in piena espansione. Permette anche di riconciliare infine l’agricoltura più tradizionale con le tecnologie di punta utilizzate oggi in serra. Questo potrebbe aprire la via ad una produzione orticola ragionata meglio, come quella che comincia ad essere praticata oggi in campo aperto. Associando la Bioponica a delle tecniche di lotta integrata per combattere contro gli insetti parassiti, possiamo sperare nel futuro, un'orticoltura meno inquinante, più rivolta verso la qualità che verso la produttività, comunque con una resa capace di nutrire una popolazione in espansione continua.

Conclusioni: La bioponica e “Terra Liquida” sono il risultato di lunghi anni di ricerca e di studio. L’obiettivo era semplicemente di ricreare nelle condizioni fuori suolo, un processo normale, che si produce naturalmente nel suolo, e che è alla base della vita. Ma, quali sono i vantaggi, in questo caso, nell’eliminare la terra? Di fatto sono assai numerosi : 4. Conserviamo i vantaggi dell’idroponica : Miglior controllo del nutrimento, miglior contatto tra il nutrimento e le radici, migliore ossigenazione, miglior ripartizione dell’acqua, accesso alle radici per un esame visivo che permette di trattare al più presto i problemi radicali.

In molte zone del pianeta, non ci sono abbastanza terre coltivabili per nutrire la popolazione. I terreni sono troppo acidi, troppo poveri, ed i parassiti come i nematodi sono troppo numerosi. In alcune regioni c’è una sovrappopolazione rispetto alle possibilità di produzione. È il caso di numerose isole e piccoli paesi turistici. È in questi casi che l’idroponica fornisce un’alternativa indispensabile a l’importazione di frutta e verdura. Purtroppo, questa alternativa non poteva, fino ad oggi, soddisfare la clientela che richiede prodotti di origine biologica.



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Banche dei semi Jaypp / Fotos: Sweet Seeds® e Tommy

Cookies (Girl Scout Cookies x Tangie), incrociata con la leggendaria Red Poison Auto® (SWS39), che presenta più forti gradazioni di colore, note più dolci e un’elevata rapidità di fioritura.

Questa la scheda tecnica: Genetica: 60% Indica / 40% Sativa Cannabinoidi: 16-24% THC / 0,1% CBD Resa interna: 450-600 g/m2 Resa esterna: 400-650 g/pianta Fioritura all’interno: 6-7 settimane Periodo di raccolta all’esterno: fine agosto, inizio settembre Una caratteristica importante, immediatamente riscontrabile, è l’alta percentuale di THC (fino al 24%), quantità più che sufficiente per qualsiasi consumatore esperto. Un altro aspetto interessante è la rapidità di fioritura che, unita alla resa elevata, la colloca tra le varietà più richieste nei grow shop.

Tropicanna Poison F1 Fast Version® Una passeggiata ai tropici con Sweet Seeds®

Cari cannabicoltori, è sempre un piacere per me scrivere reportage sui test di coltura condotti sulle sorprendenti varietà Sweet Seeds®, per il successo assicurato degli esemplari ottenuti in ciascuna occasione e la qualità indiscussa delle cime, che si contraddistinguono per aroma, resa ed aspetto. È molto semplice coltivare varietà di questo tipo perché, prima di essere immesse sul mercato, sono state testate accuratamente dai loro stessi selezionatori. Lo scopo di questi test è di osservare il loro comportamento con diverse tecniche di coltura, valutandone l’adattabilità e stabilità. Del resto, se coltivatori come noi riescono a procurarsi semi così speciali, sarà facile apprezzare il tempo dedicato e l’impegno profuso da chi le ha concepite non appena vedremo esplodere le nostre tende di coltura o terrazze di esemplari infallibilmente sani e colorati. Oggi voglio parlarvi di una varietà meravigliosa che è anche un piacere per gli occhi: una delle recenti novità di Sweet Seeds® chiamata Tropicanna Poison F1 Fast Version® (SWS85). Si tratta di una nuova creazione per il 2020 che fa parte dell’ormai leggendaria ‘Red Family’, piante di cannabis dai fiori abbelliti da tonalità violacee, azzurre e rosse. È inoltre una Fast Version® e fiorisce pertanto in un tempo record di 6/7 settimane dall’inizio della fioritura e prima dell’arrivo dell’au-

tunno, per chi coltiva all’aperto. Tra i miei hobby quello che preferisco è coltivare cannabis, ma mi appassiona anche il complesso mondo della micologia. Penso addirittura che il grado di sorpresa e ammirazione che suscita in me un fungo incontrato mentre cammino nel bosco sia comparabile alla sensazione che provo nel vedere una pianta di cannabis come Sweet Seeds® Tropicanna Poison F1 Fast Version® in piena fioritura. Si scatena un istinto primordiale e mi viene l’acquolina in bocca alla vista dei suoi pistilli bianchi, che emergono attraverso calici di color rosso intenso e il luccichio dei tricomi... È una meraviglia della natura, medicinale e gratificante al tempo stesso. Le tinte rosse, blu o viola non sono però un capriccio della natura bensì un effetto diretto degli antociani, speciali pigmenti che colorano le foglie, gli steli, i fiori o i frutti di certe piante per proteggerle dal freddo e dalle radiazioni UV, o anche per attirare gli

insetti impollinatori, che contribuiscono così alla loro riproduzione. Queste piante hanno molteplici proprietà. Secondo studi scientifici condotti presso i consumatori, la loro azione antiossidante è benefica per la salute ed evita la produzione di radicali liberi, che causano varie malattie come il cancro. Svariati effetti positivi sono anche stati riscontrati sulle funzioni neurologiche, l’obesità e il rafforzamento del sistema immunitario. In breve, non è solo una questione di aspetto, ma anche di salute. Infatti, oltre ai molteplici usi medicinali che la cannabis ha di per sé, si rilevano molte altre proprietà benefiche insite nelle varietà pigmentate, come la Tropicanna Poison F1 Fast Version® e tutte le altre piante della Sweet Seeds® Red Family. Le progenitrici di questa pianta straordinariamente attraente sono le varietà "Super Strong" della più famosa famiglia di Cookies statunitensi: la Tropicanna

È particolarmente apprezzata nelle zone piovose e nel Nord Europa, dove prima era impossibile ottenere raccolti soddisfacenti da piante fotodipendenti per il rischio di botrite. Ora, con la Fast Version® di Sweet Seeds®, i raccolti abbondano anche qui! Insomma questa pianta ha tutto ciò che serve per entrare a far parte delle nostre preferite. Ma vediamo ora come ottenere il suo caratteristico “succo” rosso e fruttato sintetizzandone il processo di coltivazione con l’uso di concimi organici per ottenere una pianta dall’ampia gamma di sapori e aromi... Ah, quasi dimenticavo... è la genetica (e non il freddo) a determinare la speciale pigmentazione delle varietà Sweet Seeds® Red Family come questa. Infatti, senza particolari cure o accorgimenti, alla fine della crescita circa l’80% degli esemplari assumeranno queste tonalità particolari.

Come migliorare le qualità di questa straordinaria pianta con la coltura biologica e un’ottimale essiccazione e maturazione Per godere del gusto pieno di Tropicanna Poison F1 Fast Version® e del suo straordinario bouquet di terpeni, la prima cosa da fare è capire come alimentarla. Questa novità Sweet Seeds® è il risultato di una vera e propria impresa perché, per equilibrarne gli aromi, sono stati necessari svariati incroci. È stata una bella soddisfazione per il team di selezionatori di Sweet Seeds®, la cui fama è legata alle varietà ad alta resa, facili da coltivare e con aromi e sapori potenti. Ma l’esito è stato ancor più impressionante per l’elevata sapidità, rapidità di crescita e bellezza di questa straordinaria pianta. La gamma di aromi rilasciati dalle sue cime spazia dalla dolcezza di una resina densa e appiccicosa al mango maturo del corpo, che si staglia su uno sfondo lieve di skunk e legno tropicale e una nota di terra umida dovuta all’alto livello di


11 mircene, noto terpene che, per esempio, permette di alleviare il dolore cronico e gli effetti collaterali della chemioterapia. La nota di acidità in più contribuisce a un sapore complessivo che può essere apprezzato inalando e quindi espellendo il vapore attraverso le vie retronasali. La sua complessità si continuerà ad assaporare nell’aria espulsa dalle narici, intrise di questo gusto così ricco, anche a più di 5 minuti dal consumo.

mix ricco di terpeni, aromi e sapori. Quanto a me, mi diletto a conservare le varietà più disparate nei miei barattoli per notare le peculiarità che differenziano l’una dall’altra; è una esperienza davvero divertente e piacevole. Con ciò non voglio dire che i fertilizzanti minerali non funzionano. Se usati però sarà molto più difficile trovare un giusto equilibrio senza eccedere nelle dosi. Inoltre non tutti i coltivatori hanno l’accortezza di

la classe che la contraddistingue e non mancherà di stupire. Esiste poi il problema delle cime che non hanno ancora raggiunto il giusto grado di essicazione e maturazione. Questo inconveniente si verifica se il coltivatore ha troppa fretta. Del resto, come dargli torto? Vedendo i bud rossi (o violacei) e l’enorme quantità di tricomi prodotti da questa varietà e annusandone l’aroma ricco e complesso, vorrà provarla quanto prima. Ma, attenzione! Non si possono buttare al vento mesi di lavoro: bisogna aspettare. Il mio consiglio è di raccogliere l’intera pianta, senza separare le cime o recidere i rami. Si dovrà piuttosto procedere a rimuovere le foglie grandi prive di resina, evitando di eliminare altro, se il clima lo consente. Quindi gli esemplari andranno appesi a testa ingiù, in un luogo buio, ventilato e non troppo caldo o freddo. Dopo qualche giorno, un test semplice permetterà di valutare se sono maturi: con due dita tentare di spezzare uno dei rami intermedi. Se questo si piega senza spezzarsi, occorrerà aspettare ancora. Se invece si rompe è giunto il momento di preparare un grande tavolo, possibilmente utilizzando anche una rete metallica per estratti

Noi, coltivatori domestici che puntiamo all’autosufficienza, siamo in grado di cogliere anche la minima differenza nelle varietà che coltiviamo. Personalmente ho provato un ampio assortimento di erbe provenienti da altri coltivatori, che per me hanno tutte lo stesso sapore e non presentano sfumature: gusti grossolani, anche fin troppo opachi o, in altri casi, metallici e graffianti. Peraltro, non avendo raggiunto il giusto grado di maturazione, le cime erano ancora verdi. Questo problema, peraltro comune, può essere risolto con una semplice soluzione: usare concimi organici e lasciare essiccare l’erba per bene. I nutrienti organici esalteranno gli aromi delle piante e non si verificheranno problemi di sovralimentazione, saturazione o anche bruciatura degli esemplari, come avviene invece nell’uso di fertilizzanti minerali o preparati annunciati dai produttori come panacee, in grado di produrre piante di taglia più grande e quindi rese superiori del 20, 25 o 30% secondo i casi... Alla fine, non sappiamo nemmeno se funzionano, ma tendiamo a somministrarli per inerzia. Non è solo una questione di soldi spesi; consumando marijuana di questo tipo si rischia di compromettere la salute e, soprattutto, si buttano al vento anni di lavoro minuzioso da parte dei selezionatori, che si sforzano di creare varietà sempre nuove con un

lavare le radici alla fine del ciclo di crescita, riducendo quasi a zero il nutrimento somministrato alle piante. Per valutare se hanno raggiunto il giusto grado di maturazione gli esemplari devono assumere un colore giallo. Una pianta che, essiccata, è di colore verde scuro avrà un sapore prevalentemente metallico e amaro di erba, senza la possibilità di apprezzarne altri terpeni. Bisogna fare molta attenzione quando si coltiva questa varietà dato il più breve periodo di fioritura, insufficiente perché possano assimilare tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno: meglio accorciarlo un po’ questo periodo e non aspettare troppo a lungo. Nel ciclo di coltura successivo il coltivatore saprà già cosa fare in base all’esperienza accumulata. I concimi organici esaltano il gusto del Tropicanna Poison F1 Fast Version®. Vi consiglio di passare al fertilizzante più bio che riusciate a trovare in commercio, o anche di prepararne uno ad hoc. I forum specializzati sul web riportano molte informazioni al riguardo. Una soluzione alquanto semplice è l’uso dell’humus di lombrico per la crescita e del guano di pipistrello per la fioritura, o anche di un terriccio fatto in casa. Qualunque sia la soluzione finale, con un concime biologico questa bella varietà spiccherà fra le altre per

vegetali, dove raccoglieremo tutti quei bei tricomi, che altrimenti andrebbero persi con la manipolazione e, quindi, recideremo le infiorescenze con un paio di forbici. Consiglio di mettere i fiori più grandi da parte, togliendo un po’ di fogliame ma senza esagerare; questo perché le foglie proteggono un po’ i bud dallo sfregamento e allungano leggermente i tempi di maturazione. Conservare i bud in un barattolo di vetro, lasciando all’interno un 15% circa di spazio libero: non pressare troppo per non farli inumidire e perché non perdano resina. Le foglie e i tricomi eliminati ed i bud più piccoli possono essere raccolti a parte ed utilizzati per produrre estratti, burro e olio di cannabis. Aprire i vasetti per un po’ di tempo al giorno, fino a quando i bud non assumeranno una consistenza friabile, pur mantenendo ancora un po’ di gommosità. Devono essere lasciati in un luogo non eccessivamente caldo e tenuti al riparo dalla luce. In questo modo le cime da consumare manterranno nel tempo la loro fragranza e il loro sapore davvero squisito. Invito tutti a sperimentare la coltivazione della meravigliosa Tropicanna Poison F1 Fast Version® di Sweet Seeds®, varietà che raccomando vivamente!


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Storia delle varietà di Barney’s Farm

Liberty Haze

Testo e immagini: Green Born Identity – G.B.I.

Sentirsi liberi e puntare in alto: Il lancio di un razzo mentale Libertà, indipendenza - almeno nel mondo occidentale stiamo vivendo in un’epoca piena di libertà personali: libertà di opinione e di parola, di scelta politica, professionale e del partner, di circolazione e di viaggio (a condizione che non ci sia una pandemia virale in atto...) e per quanto riguarda il consumo privato, libera scelta illimitata di beni in tutto il mondo disponibili via internet. Questo da un lato. Dall’altro lato, ci sono molte cose in questo mondo che non sono libere o la cui libertà viene fortemente messa a repentaglio: società che sono (per quanto possibile) libere dal razzismo, dall’estremismo di destra, dal populismo e dalle ambizioni autocratiche e antidemocratiche dei leader di Stato. Non la solita Haze: un tributo erbaceo alla libertà In questo contesto e in questo momento molti pensieri stanno attraversando la mente di tutti in vista di una varietà chiamata “Liberty Haze”, pensieri sia positivi sia, purtroppo, cupi. Ma questi ultimi verranno spazzati via con ottimismo al più tardi quando si inalerà il fumo o il vapore della Liberty Haze, perché questa varietà euforica di Barney’s Farm è un tributo erbaceo alla libertà - la speranza è verde, la libertà è verde! Geneticamente, questa varietà non è la vostra solita Haze, con un pedigree che è completamente diverso dal classico catalogo delle varietà: la Liberty Haze è una fusione al 60% di G13 a predominanza sativa e di ChemDawg 91, due leggende nel mondo delle varietà di cannabis. Le piante crescono raggiungendo un’altezza media (indoor in genere non raggiungono più di un metro) e con una fioritura piuttosto rapida di circa 8-9 settimane. La resa indoor di Barney’s può raggiungere fino a 600g/m2. Considerata la data in cui la coltura giunge al suo termine, tra la prima e la seconda settimana di ottobre sotto luce naturale, la Liberty Haze viene pubblicizzata come pianta molto adatta anche all’esterno. Le sue cime allungate e densamente serrate acquistano molto peso e spesso mettono in evidenza il loro attraente potenziale dal punto di vista del colore, da rosso a viola.

Con una percentuale di THC che può raggiungere il 25%, la Liberty Haze rientra nella categoria delle varietà superiori alla media ed estremamente potenti. E naturalmente, per quanto sia ricca di THC, il suo effetto tonificante è intenso e di lunga durata, con un’ondata iniziale di euforia. L’interessante aroma della pianta è incentrato su un fresco sapore di limone. All’olfatto si miscelano note di muschio terroso e di puzzola, mentre al gusto si ritrovano aspetti che richiamano il pino, integrati in seguito da note erbacee.

Crescita vegetativa potente e grande vigore delle cime nella fase iniziale della fioritura The Doc, grande appassionato di genetica classica della cannabis, non ha dovuto pensarci due volte quando a testato la Liberty Haze e ha fatto subito germogliare due semi femminizzati. Proprio come tutti i semi di Barney’s Farm che aveva testato in precedenza, anche in questo caso questi sono germogliati in modo perfetto e hanno dato vita a due pianticelle sane a crescita rapida. Sono stati travasati in contenitori da 11 litri dopo 14 giorni in fase vegetativa. Una settimana dopo, The Doc ha dichiarato: “Finora è una varietà bella e che cresce con vigore, con una ramificazione laterale ben costruiti. Ora che le ho messi in fioritura, sono arrivate a un’altezza di 34 cm e 39 cm”. Dopo 28 giorni di fioritura, ha detto:

“Posso già definirmi un fan di questa varietà! Finora si è dimostrata molto stabile - le due piante hanno ancora un aspetto piuttosto uniforme ed entrambe stanno fiorendo come pazze dopo quattro settimane, con una moltitudine di germogli in fiore che si sono aperti e hanno rilasciato innumerevoli pistilli bianchi per formare le cime più promettenti. Inoltre, il rivestimento precoce e denso di minuscole gocce di resina risplende sui giovani calici e sulle

sugar leaves, le piccole foglioline attorno alle cime, che sono già piuttosto appiccicose!”.

Cime solide come il granito con un aspetto zuccherino e una dolce fragranza di limone La formazione floreale ha continuato a svilupparsi in modo sorprendente, come si aspettava The Doc. Dopo 62 giorni di puntuale fioritura e


13 un forte aumento dell’altezza, che le ha portate a 95 cm e 110 cm, le due piante erano completamente mature. Il potenziale dal punto di vista del colore, con toni rossi/viola, si è manifestato solo sugli steli e sulle superfici inferiori delle foglie, ma ha comunque contribuito a dar loro un aspetto piuttosto appariscente. Dotate di un rapporto calice-foglia enormemente elevato, le cime sono diventate grassocce, succose e dense, con una solidità simile al granito. Le cime di testa di grandi dimensioni sporgevano in modo netto dal centro, con un plateau circolare di cime laterali molto maestose al di sotto, che segnava la metà inferiore delle piante. Tutte le cime erano abbondantemente ricoperte di tricomi cristallini e sembrava che qualcuno le avesse generosamente cosparse con fini granelli di zucchero. Dockie, entusiasta, ha detto: “Questa splendida foggia è in effetti gloriosamente completata da un profumo che richiama nettamente il limone e dato il suo aspetto zuccherino, è giusto che sia glassata con una grande cucchiaiata di dolcezza”. Sullo sfondo, un pizzico di speziatura muschiata aggiunge una ricercata complessità alla miscela”.

Un formidabile raccolto essiccato e un’incredibile raffinatezza olfattiva La pesatura della resa essiccata ha rivelato che con un totale complessivo di 195 grammi, la Liberty Haze ha superato di poco i 100 grammi per pianta – “un risultato formidabile, in ogni caso”, ha detto The Doc, in modo lodevole. “E l’aspetto delle cime essiccate rientra senza dubbio nella categoria “libro illustrato”, che comprende i veri e propri pezzi da esposizione che senza dubbio farei partecipare a qualsiasi concorso”. Quel dolce profumo di limone trasmetteva ora un po’ di terrosità e faceva arrivare un pizzico di pepe nero al naso del Doc - una vera e propria raffinatezza olfattiva!”.

La prova della fumata: la Liberty Haze sgancia un razzo mentale Quando le sue cime sono state fumate per la prima volta, con circa 0,75 grammi e un po’ di tabacco avvolti in un’elegante canna, la Liberty Haze, proprio come è stato detto, ha scatenato un effetto kick-start, perché dopo due tiri, una raffica di energia sativa ha invaso The Doc e gli ha dato una spinta euforica, “uno, due, tre, boom!. Questo effetto poteva sfociare in un’unica direzione: verso l’alto! Il mio collo era la base di lancio e la mia testa il razzo, che è decollato con un vero e proprio big bang, emettendo un’enorme

colonna di fumo - attraverso la mia bocca! Non sarei potuto stare fermo un secondo di più e, spinto da una forte voglia di mettermi all’opera, alla fine ho cominciato a piegare un grosso mucchio di vestiti lavati e li ho riposti nell’armadio. E questo anche fischiettando allegramente, perché una delle faccende domestiche che in realtà sono fra le più antipatiche si è dimostrata all’improvviso un’attività divertente dall’inizio alla fine! Dopo di che ho deciso spontaneamente di scrivere un’importante e-mail privata che rimandavo da tanto tempo e la scrittura ha seguito un piacevole flusso, poiché sono passato con facilità da una parola difficile all’altra, cosa che di norma richiede molto più tempo. Qualche altro tiro della canna di Liberty Haze ha fatto in modo che questa sensazione galleggiante non si riducesse e così ho continuato terminando altre faccende di casa. Dopo circa un’ora, però, mi sono sentito stanco e ho cominciato a rilassarmi, anche perché la spinta di freschezza si è sciolta e ha lasciato il posto a una calma serena, così mi sono sdraiato sul divano e ho messo i piedi in alto, con un accogliente percorso di indica da seguire che ha accompagnato una sensazione di profonda soddisfazione per tutte le cose che ero riuscito a portare a termine”. Inoltre, la Liberty Haze si è rivelata tanto gustosa quanto piacevolmente potente, con un tocco rinfrescante di aspra scorza di per le papille gustative di The Doc, una dolcezza iniziale che coccola il palato e un retrogusto terroso e prolungato con

accenti di pino che permane in bocca. “L’ennesima varietà spettacolare di Barney’s Farm che ha dato il meglio di sé in tutti i sensi”, ha detto The Doc parlando della sua esperienza. “E una varietà che, tanto per cambiare, non si basa sulla cosiddetta genetica di

tendenza, ma su leggendari pilastri costruttivi della vecchia scuola - cosa di cui sono sempre felice”, ha detto con un sorriso il veterano della coltivazione.

www.barneysfarm.com

Dati sulla coltura: Genetica

Liberty Haze (G13 x ChemDawg 91)

Fase vegetativa

Tre settimane (dopo la germinazione)

Fase di fioritura

62 giorni / 60-65 giorni in generale

Substrato

Plagron Grow Mix, vasi da 11 litri

pH

6.2-6.6

EC

1.2–1.8 mS

Luce

Fino a 8 x SANlight Q6W = 1720 watt

Temperatura

19-28°C

Umidità dell’aria

40-60%

Irrigazione

A mano

Fertilizzazione

Organic Bloom Liquid di Green Buzz Liquids

Additivi/stimolatori

Living Organics, More Roots, Humin Säure Plus, Big Fruits, Fast Buds e Clean Fruits di Green Buzz Liquids

Strumentazione

Plagron Grow Mix, vasi da 11 litri

Altezza

95 + 110 cm

Resa

195 g in totale


Topic sui fertilizzanti Hai qualche domanda riguardo i fertilizzanti in generale o su come fertilizzare le tue piante? Invia le tue domande a francesco@bionova.nl. In ogni edizione di Soft Secrets verranno pubblicate le risposte a molte dei vostri quesiti. Tutte le altre domande possono essere trovate su bionova.nl & softsecrets.com

“Meccanismi di difesa vegetali e come promuoverli con la fertilizzazione” In natura le piante sono circondate da un elevatissimo numero di potenziali nemici. Praticamente tutti gli ecosistemi contengono una grande varietà di batteri, funghi, nematodi, insetti, mammiferi ed altri erbivori che cercano in diversi modi di vanificare tutti gli sforzi e le attenzioni che abbiamo riservato alle nostre signorine. Non potendo muoversi per evitare questi avversari le piante hanno sviluppato alcune vie biosintetiche per la produzione di un gran numero di molecole di difesa e di barriere protettive sia fisiche che bio-chimiche. Per quanto riguarda le barriere fisiche, la cutina, la suberina e le cere formano strati protettivi contro i patogeni già sulla superficie delle piante e limitano la traspirazione riducendo la perdita d’acqua. Il secondo gruppo di barriere difensive, quelle bio-chimiche, è costituito da una serie diversificata di composti organici che le piante sintetizzano in gran numero. Questi composti autoprodotti sono definiti metaboliti secondari, ovvero composti che apparentemente non sono coinvolti direttamente nei processi primari di crescita e sviluppo. Vi sono tre principali gruppi di metaboliti secondari: terpeni, fenoli e composti contenenti azoto. I terpeni sono composti da unità a 5 atomi di C (carbonio). Fanno parte di questa categoria sostanze generalmente insolubili in acqua sintetizzate a partire da prodotti del metabolismo primario delle piante. Sono delle tossine e dei deterrenti contro fitopatogeni ed erbivori. I fenoli rivestono numerosi e importanti ruoli nella pianta. La lignina rafforza meccanicamente le pareti cellulari mentre numerosi pigmenti flavonoidi schermano le dannose radiazioni ultraviolette e sono importanti agenti attrattivi per l’impollinazione e la disseminazione. In ultimo ma non per importanza questi composti fenolici in aggiunta ad altri servono da difesa contro erbivori e patogeni.

I composti azotati, appartenenti al terzo gruppo di metaboliti secondari, sono principalmente sintetizzati a partire da amminoacidi comuni. Anche questa categoria di metaboliti ha un importante ruolo nella protezione contro animali erbivori. Infatti nella difesa contro gli insetti fitopatogeni le piante inducono la sintesi di metaboliti secondari e molecole segnale che attirano i nemici naturali degli insetti oltre ad avvisare del potenziale pericolo le piante vicine. Contro i microbi patogeni le piante hanno sviluppato meccanismi di difesa ed allarme. Oltre a i metaboliti secondari, alcuni dei quali già presenti, le piante durate l’infezione microbica inducono la sintesi di altri composti come enzimi di parete e barriere fisiche polimeriche che impediscono la penetrazione del patogeno. Come accennato prima, le piante attivano sistemi specifici che permettono il riconoscimento dell’invasore patogeno attivando una rapida e vigorosa risposta difensiva indotta. Alcune piante una volta infettate sviluppano un’immunità a successivi attacchi microbici. Queste caratteristiche intrinseche delle piante possono essere stimolate ed amplificate attraverso l’impiego di prodotti ad azione specifica su pianta o su suolo. Fertilizzanti organici di origine vegetale come Veganics Grow e Veganics Bloom sono ricchissimi in microrganismi benefici come micro-alghe e fitoplancton oltre ad estratti di altri vegetali e forniscono alla pianta molti precursori per la sintesi di metaboliti secondari aumentandone sensibilmente la capacità di sintetizzare composti antiossidanti come i fenoli, altri come i terpeni e i composti azotati. Le piante trattate con The Missing Link sono più pronte a rispondere ad un’eventuale attacco esterno da parte di batteri e funghi fitopatogeni grazie all’esclusiva e

Inviate le vostre domande riguardo I fertilizzanti in generale e/o su come fertilizzare le vostre piante a Soft Secrets: francesco@bionova.nl

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speciale formulazione che avvia nella pianta dopo la somministrazione una risposta di resistenza indotta. Di conseguenza la coltivazione risulta più sana, dinamica e resiliente. Il costante impiego di Silution apporta un altro componente molto importante come il silicio. Questo contribuisce alla difesa meccanica della pianta irrobustendo le pareti cellulari vegetali fornendo un ulteriore barriera contro la penetrazione dei fitopatogeni. Altri prodotti ad azione su pianta come NovaFoliar, composto a base di estratti vegetali, incrementano notevolmente la naturale capacità repellente delle piante nei confronti degli insetti fitofagi. O ancora, impiegando prodotti a base di microrganismi come Microlife infettiamo in modo positivo e mirato, con inoculi di microrganismi benefici, gli apparati radicali in crescita dei vegetali. In questo modo le piante instaurano rapporti simbiotici e mutualistici con funghi micorrizici e batteri della rizosfera che silenziosamente combattono per le piante e con le piante contro i patogeni in cambio di elementi nutritivi, in questo caso zuccheri essudati dalla pianta. I microrganismi inoculati proteggono i vegetali ospiti in diverse maniere, attaccando attivamente i patogeni con la produzione di essudati e composti dannosi ed in maniera passiva schermando la radice grazie alla loro presenza che impedisce ad altri patogeni di insediarsi per mancanza di spazio. In oltre questi tipi di rapporti tra pianta e microrganismi della rizosfera aumentano notevolmente anche la capacità delle piante di reperire anche in condizioni meno favorevoli elementi nutrizionali ed acqua. Per concludere possiamo dire che, già di loro natura le piante hanno messo a punto numerose e diversificate strategie difensive. In aggiunta se noi andiamo ad apportare dei prodotti che stimolano e aumentano la risposta dei vegetali ad esternalità vedremo aumentare le prestazioni produttive anche in presenza di un certo numero di stress esterni sui quali non abbiamo il pieno controllo.

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Cannabis Culture di CBG

Glossario canapicolo Senza pretese di completezza, ecco una lista di termini che è bene conoscere

Questo piccolo glossario sulla canapa mi auguri possa venire utile ai meno esperti, spero inoltre che possa contribuire a far chiarezza una volta per tutte tra le leggende che al giorno d'oggi sono purtroppo ancora presenti quando si parla di canapa. ALVERMAN: Alverman l'artigiano che ha rivoluzionato il cyloom tradizionale indiano trasformandolo nel pregiato manufatto che è al giorno d’oggi. A Brescia, Milano e Bologna ogni consumatore ne aveva uno, fino a 20 anni fa. Più recentemente ha trovato diffusione in tutto il mondo, dalla California a Barcellona, da Israele a Goa, divenendo anche un oggetto da collezione.

BANGER: Il banger è un supporto per vaporizzare, o meglio sublimare, i concentrati di cannabis (come BHO o Rosin). Può essere di vetro, quarzo, ceramica, titanio o in gemme come il rubino. Ciò che differenzia i materiali è la loro capacità di propagazione e ritenzione del calore.

maggior parte dei breeder contemporanei incrocia tra loro esemplari selezionati di canapa.

BUDTENDER Il budtender è la figura dietro al bancone in una qualsiasi attività di somministrazione di canapa. Avere un budtender di fiducia è come andare nel proprio baretto e sapere cosa trovare.

BX (O BC O BACKCROSS): Spesso riportato nei cataloghi di semi di canapa, il backcross è una pratica applicata in genetica per fissare dei tratti genetici nella prole. Si compie un backcross incrociando un "figlio" con uno dei propri genitori.

BATTUTO:

CANAPA:

Dicasi battuto la polvere risultante dalla setacciatura attraverso una maglia con fori di 120 micron circa. È l’hashish, chiamato battuto perché in Marocco si usa battere la materia vegetale per favorire il distaccamento dei tricomi.

Canapa è il nome comune italiano della Cannabis sativa, anche conosciuta col nome di cannabis, marijuana, erba, ganja, weed, eccetera eccetera.

BHO:

I cannabinoidi sono delle sostanze chimiche di origine naturale, presenti in abbondanza nelle piante di canapa, capaci di interagire con i recettori cannabinoidi presenti nel corpo umano. Nella pianta di canapa ne sono stati trovati circa un centinaio finora.

B.H.O. è l’acronimo di Butane Hash Oil. Si tratta di un'estrazione dalle piante di canapa con un solvente, ci permette di ottenere un composto viscoso come il miele e con un contenuto di cannabinoidi molto alto. È una tecnica di estrazione che richiede di maneggiare solventi facilmente infiammabili come il butano. Lo stesso risultato può esser raggiunto anche tramite la pressatura a caldo, questa tecnica permette di estrarre il Rosin (vedi ROSIN).

BLUNT: Il blunt è un sigaro ripieno di canapa. Nasce negli Stati Uniti d'America e la leggenda vuole si usassero i sigari Phillies svuotati e utilizzati come "cartina". Il blunt originale nasce ripieno di soli fiori trinciati, rollati in un sigaro svuotato.

BREEDER: Creatore di nuove varietà di canapa. La

CANNABINOIDI:

CBD: Il CBD è uno dei cannabinoidi presenti in maggior quantità nelle piante di canapa, al giorno d'oggi. Il CBD è noto col nome di cannabidiolo e ha spiccate attività miorilassanti, anticonvulsivanti, antinfiammatorie e analgesiche. Altri benefici indotti dal CBD sono in fase di studio.

CBG: Il cannabigerolo è un cannabinoide. È il precursore di THC e CBD, i due cannabinoidi maggiormente conosciuti. Dal 2020 sono disponibili sul mercato varietà di canapa ricchi solo di CBG. Il CBG è legale in Italia, come il CBD.

CONCENTRATO/ ESTRATTO: Dicasi concentrato o estratto ciò che risulta dalla separazione della resina dalla parte vegetale. Commercialmente sono sinonimi ed indicano le sostanze derivate dalla pianta di canapa ricche di cannabinoidi.

CLONE: Un clone, o meglio talea, è una pianta identica geneticamente ad un altro esemplare dal quale è stata prelevata. La pianta donatrice può anche esser chiamata pianta madre. Si prendono dei rametti dalla madre e si mettono a radicare, a radicazione avvenuta si hanno tante copie identiche alla madre.

CLOSED LOOP EXTRACTION: Una estrazione a ciclo chiuso permette di estrarre cannabinoidi e recuperare il solvente utilizzato, senza sprechi. Queste estrazioni richiedono macchinari complessi e costosi. Questo tipo di estrazioni avviene solo per grandi quantità in quanto il costo e la complessità dell'operazione ne hanno sfavorito la diffusione tra gli hobbysti.

CYLOOM: Il cyloom è una pipa dritta con un filtro grezzo al suo interno. Tradizionalmente usato nel subcontinente indiano, è stato rivoluzionato dagli artigiani italiani negli anni 70 del novecento, fino a divenire oggi uno strumento di artigianato di gran valore.

DABBARE: Dabbare significa aspirare un concentrato di canapa su un banger. La resina sublima

per contatto con il banger incandescente e i vapori vengono inalati. Le pipe per dabbare sono manufatti di vetro anche molto elaborati dal prezzo elevato.

DABBER: Il dabber è l'utensile a punta usato per maneggiare la resina concentrata ed appoggiarla sul banger. Come per le pipe, anche di dabber ne esistono di più tipologie differenti di tutti i prezzi.

DECARBOSSILAZIONE: La decarbossilazione è la trasformazione dei cannabinoidi in forma acida nella loro forma neutra. Sulla pianta si trovano in forma acida ma il corpo umano ne gode degli effetti psicoattivi solo quando si trovano in forma neutra. La decarbossilazione si pratica anche in casa, infornando i fiori grindati per esempio 40 minuti a 115 gradi centigradi.

EDIBLES: Gli edibles sono tutti gli alimenti contenenti i cannabinoidi. Dalle caramelle, ai biscotti, allo sciroppo per esempio. Se i cannabinoidi sono stati decarbossilati allora l'effetto sarà intenso a partire da 0,3 grammi a testa. Gli edibles (edibili in italiano) possono provocare leggere allucinazioni anche ai più forti consumatori, se assunti in grande quantità. Mentre si aspetta l'effetto degli edibles non si deve assumere canapa, né alcool, né altre sostanze perché il tempo di on-set può dilatarsi molto.

FEMMINIZZATI: I femminizzati sono i semi di canapa che daranno piante femmine. Si creano facendo impollinare una femmina con del polline maschile ricavato da


16 piante femminili. Su internet si trovano numerose guide su come produrli anche nel proprio growbox.

IBRIDA:

LIVE RESIN:

SHATTER:

La parola "ibrida" indica una varietà creata incrociando due linee pure.

FENOTIPO:

ICE-O-LATOR:

Dicasi fenotipo l'insieme di caratteristiche di un individuo date dall'interazione del suo genotipo con l’ambiente in cui è cresciuto.

L'Ice-O-Lator è un estratto dalla canapa tramite l'uso di acqua a temperatura tra 0 e 4 gradi. I tricomi in sospensione nell'acqua vengono trattenuti da dei setacci filtranti di differenti misure. È un prodotto facilmente ottenibile anche in casa. Quando la temperatura dell'aria è troppo alta per un battuto, si può usare il trucco dell'acqua e del ghiaccio.

Live resin è qualsiasi estrazione dalla canapa effettuata da materiale congelato al momento della raccolta. Il risultato avrà un profilo aromatico più simile alla pianta viva. A qualcuno piace così, ad altri piace estrarre resina da fiori conciati.

Lo shatter è un concentrato di cannabinoidi e terpenoidi senza la componente lipidico cerosa. Viene estratto e dopodiché microfiltrato per rimuovere le cere. Si presenta come trasparente o comunque non opaco.

FULL SPECTRUM: L'indicazione full spectrum accompagna i preparati contenenti tutto lo spettro di sostanze nella pianta di canapa. Una tintura full spectrum non contiene solo cannabinoidi ma anche i terpenoidi, le cere, i flavonoidi, i vanilloidi eccetera eccetera.

GENOTIPO: Il genotipo è il patrimonio genetico di un individuo.

IDROPONICA: Metodo di coltivazione delle piante senza l'uso del terriccio. Le radici stanno immerse in una soluzione nutriente a pH controllato e non hanno nessuna interazione col substrato.

LANDRACE: Una varietà landrace è una varietà autoctona di un determinato areale. Sono autoctone quelle varietà di canapa non prodotte negli ultimi 60 anni che ancora crescono nel mondo. Per esempio l'Afghanistan, il Pakistan e l'Iran sono pieni di varietà autoctone.

RESINA: Nella pianta di canapa è quella sostanza ricavata isolando i tricomi ghiandolari che ricoprono i fiori durante la fioritura.

SKUNK: Prima o tra le prime varietà moderne di canapa ottenute incrociando landrace di posti molto lontani, i primi incroci sono del 1965 ma la diffusione di massa si ha dai primi anni 80. Sembra non esistere una Skunk univoca ma una famiglia di Skunk alle quali ricondurre tratti comuni.

STRAIN: Variante genetica di una pianta di canapa. Skunk è uno strain diverso da Amnesia Haze.

TERPENI: I terpeni sono molecole di interesse biologico prodotte dalle piante e dagli insetti, nella canapa sono i responsabili dell'odore, del sapore e potrebbero molto probabilmente avere un ruolo nell'effetto dato dai cannabinoidi. Gli studiosi ci daranno informazioni a breve.

THC: Il THC è uno dei cannabinoidi presenti in maggior quantità nelle piante di canapa al giorno d'oggi. È stato per decenni il componente maggiormente ricercato dai breeders. Il THC ha numerose proprietà tra cui antidolorifiche, euforizzanti, antinausea, eccetera eccetera.

TOPPING: Il topping è una tecnica hobbystica di potatura delle piante di canapa e consiste nel rimuovere la sommità delle piante di modo da favorire lo sviluppo dei rami laterali.

TRICOMI:

GRINDER:

INDICA:

Il macinino per fiori e vegetali secchi si chiama grinder. È molto utile con la canapa in quanto facilita la frantumazione delle cime quando si prepara una canna o un cyloom o un bong… Ne esistono di vari tipi, anche per l'hashish.

Termine attualmente in fase di studio, probabilmente ha poco significato. Non esiste un effetto "indica" e la scienza ci darà spiegazioni prossimamente.

HASHISHENE:

Battuto grossolano originariamente prodotto in Marocco e consumato nella pipa tradizionale "Sebsi". La polvere risultante dai grinder pollinator (quelli con la retina sul fondo) può venire anche chiamata kif perché sono la stessa cosa.

Terpene responsabile del tipico aroma di hashish marocchino. Non è presente nelle piante vive perché si forma grazie alla fotodegradazione del beta-mircene ad opera dei raggi UV.

KIF:

Principalmente composta da cere, cannabinoidi e terpenoidi.

Si chiamano tricomi ghiandolari le piccole ghiandole presenti sulla superficie dei fiori, delle foglie e del fusto delle piante di canapa. Sono responsabili della produzione di cannabinoidi e terpenoidi e sono anche l'obbiettivo dei produttori di hashish.

RUDERALIS:

VAPORIZZATORE:

Il termine ruderalis indica secondo alcuni una sottospecie di canapa. Sono in corso studi tassonomici per meglio capire se ha senso utilizzare il termine ruderalis e in riferimento a cosa.

Il vaporizzatore è un apparecchio che permette di assumere canapa inalando dell'aria calda. Se la temperatura viene mantenuta sotto i 200 gradi centigradi, allora non vi sarà presenza di sostanze dannose dovute dalla pirolisi. Vaporizzare canapa non è indolore in quanto provoca inalazione di particolato, affaticando i polmoni. Sicuramente vaporizzare è meno dannoso del fumare, in quanto sono assenti tutti i sottoprodotti dannosi della combustione.

SATIVA: Termine attualmente in fase di studio, probabilmente ha poco significato. Non esiste un effetto "sativa" e la scienza ci darà spiegazioni prossimamente.


Advanced Hydroponics of Holland

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Intervista

Analisi tecnica dettagliata dell’illuminazione

di Stoney Tark

Intervista con SANlight

Di recente la svolta nei nuovi sistemi d’illuminazione per l’orticoltura è in pieno boom. Con la scelta tra fluorescenti, MH (alogenuri metallici), HPS (sodio ad alta pressione), plasma e LED, Soft Secrets ha incontrato Martin Anker di SANlight in Austria, per riuscire a capire tutti gli aspetti che dobbiamo conoscere a proposito dell’illuminazione. L’efficacia, la radiazione fotoattiva, il PPFD e il rapporto che le piante di cannabis hanno con la luce. SSIT: Martin, ci racconti qualcosa del tuo background e di come sei entrato nel mondo della Cannabis? Ho studiato meccatronica e sono un coltivatore appassionato da 20 anni a questa parte. Durante la mia tesi di Master ho iniziato a sperimentare con le fonti LED per la coltivazione e ho fondato SANlight. Sono riuscito così a unire il mio profondo background tecnico alla mia passione. Oggi SANlight è uno dei produttori di luci a LED di maggior successo. Gestiamo diversi laboratori per analizzare l’effetto di diversi spettri di luce sulle piante, occupandoci internamente dello sviluppo e della produzione, ecc. Qual è la differenza di spettro tra ioduri metallici, sodio ad alta pressione e LED? A causa della tecnologia, le fonti ad alogenuri

metallici e le fonti al sodio ad alta pressione hanno uno spettro che presenta punte. Mentre le fonti ad alogenuri metallici emettono molta luce tra 380nm e 580nm (colori blu/verde), le luci HPS sono più focalizzate sulla luce emessa tra 580nm e 680nm (colori arancione/rosso). Con la tecnologia a LED possiamo costruire spettri di luce a banda larga che includono tutto ciò che è compreso tra 380nm e 730nm. Di certo non tutti gli spettri possibili hanno l’efficacia necessaria per costruire un dispositivo a LED a risparmio energetico. Come sono fatte le SANlight e quale tecnologia viene incorporata? Svolgiamo continuamente ricerche sugli spettri luminosi e diamo sempre un’occhiata alla tecnologia a LED più nuova. SANlight

Serie Q Gen2 funziona usando la più recente tecnologia a chip Osram 2mm2. Rispetto ad altri LED, come midpower o COB, la durata di vita è molto più lunga. Ciò significa che un coltivatore può utilizzare la fonte di luce molti anni in più. I nostri chip a LED ad alta efficienza sono coperti da un’ottica secondaria sviluppata in proprio, che punta la luce verso il canopo e protegge i LED dalla sporcizia, ecc. Ci sono colori nello spettro d’illuminazione di cui le piante di Cannabis non hanno necessariamente bisogno? Questa è una domanda complicata. Conduciamo ricerca da 8 anni in questo senso. La risposta di oggi è che la cannabis può usare ogni fotone tra 380nm e 730nm. I fotoni nella regione PAR contribuiscono alle

fotosensibilità, mentre i raggi UV e la luce Far Red aiutano a controllare il contenuto di droga e la morfogenesi. Ma da un lato non tutti i colori della luce possono essere prodotti con la stessa efficacia, mentre dall’altro le piante non gestiscono mai i fotoni con la stessa efficienza quantistica. Creare uno spettro luminoso per la cannabis significa trovare la via di mezzo tra la massima efficacia dal punto di vista elettrico (PPF/J) e la massima efficacia dal punto di vista biologico di pochi. Inoltre, la morfogenesi dovrebbe essere corretta. Quanto deve essere intensa l’illuminazione mentre la pianta è ancora piccola e durante la fase vegetativa con fotoperiodo 18/6? Le intensità si riferiscono allo spettro della


19 In generale la luce far red o meglio la relazione tra la luce far red e la luce rossa incide sull’allungamento della pianta. Ma anche altri colori/lunghezze d’onda influenzano l’andamento dell’allungamento. Inoltre, l’intensità della luce incide in modo deciso sull’allungamento. I coltivatori possono controllare l’allungamento modificando l’intensità della luce a livello del canopo. Se la pianta rimane troppo corta → riducete l’intensità della luce. Se la pianta si allunga troppo → aumentate l’intensità della luce.

luce. Ciò significa che non c’è una risposta del tutto chiara. In generale, si consiglia la radicazione dei cloni con 100 - 200µmol/ m2/s. La pianticella e la fase vegetativa possono invece avvenire con 200 400µmol/m2/s. Di che tipo di luce hanno bisogno i cloni per produrre radici sane? Una grossa parte di luce blu, unita con un buon rapporto far-red/rosso, produrrà radici sane. È importante che uno spettro di “radicazione” non spinga la fotosintesi al massimo, poiché ciò provocherebbe carenze nel clone non radicato. Come si fa a sapere se le piante ricevono troppa o troppa poca luce? La poca luce la si può notare se si osserva l’allungamento in fase vegetativa. Lo sbiancamento è un indicatore di troppa luce. Questo significa che le piante stanno riducendo la clorofilla e le foglie stanno diventando bianche per questo motivo. Cosa è il PAR e perché è importante quando si coltiva la Cannabis? PAR è l’acronimo di Photosynthetic Active Radiation, ossia Radiazione Fotosinteticamente Attiva. È tutta luce compresa fra 400nm e 700nm (blu - rosso). Quanto più elevata è la quantità di luce PAR, tanto maggiore è la fotosintesi. Ma la fotosintesi non è una funzione lineare. Dopo il raddoppio del PAR in genere non raddoppia la fotosintesi. Puoi spiegarci la differenza tra Lumen e PAR? Mentre il PAR è una funzione che non soppesa diversi colori, i Lumen soppesano di più la luce verde rispetto, per esempio, alla luce rossa. I Lumen rappresentano la sensibilità dell’occhio umano, che vede meglio la luce verde. È possibile utilizzare PAR o PPF per qualificare l’impianto d’illuminazione.

Esiste una formula per calcolare il PAR prodotto da una fonte HPS? Di norma per una fonte HPS troverete la PPF prodotta nella scheda tecnica. Ma non ricomprende le perdite da riflettore e ballast. Una buona lampadina HPS da 600W a terminazione unica genera circa 1.100µmol/s. La produzione dell’intero sistema, a seconda dell’efficacia del ballast e del riflettore, è compresa fra 820 e 850µmol/s. Le perdite successive di riflettore e ballast sono comprese fra il 23 e il 25%. Quali sono i punti chiave cui un coltivatore dovrebbe prestare attenzione quando considera la possibilità d’investire in una fonte di luce per l’orticoltura? Ogni luce presenta vantaggi e svantaggi. La domanda è quindi: la mia luce si adatta alle mie esigenze personali? Per esempio, un sistema HPS molto professionale, con ballast e riflettore in un unico dispositivo, è per lo più realizzato per le serre. Ciò significa che funziona molto bene in una serra, ma in una tenda da coltivazione questa lampada assicurerà una distribuzione della luce insufficiente perché è ottimizzata per l’utilizzo a elevata distanza. In generale, un coltivatore dovrebbe esaminare i valori PPF indicati sulla scheda tecnica e la distribuzione della luce. Dato che i dispositivi a LED di buona qualità costituiscono un investimento maggiore, qualcuno dovrebbe controllarne anche la durata di vita. La durata di vita indica per quanto tempo può durare il dispositivo fino a raggiungere il 90% dell'emissione di luce. Ci sono differenze molto importanti. Molti LED esistenti sul mercato hanno perdite che raggiungono il 7% dopo 6.000 ore di utilizzo. Inoltre, è importante controllare se è possibile pulire la luce. I dispositivi a LED senza copertura di protezione o lenti sono difficili da pulire da polline, resina, ecc. Questo significa che il degrado dovuto alla sporcizia è più elevato di quello legato al LED di per sé.

Quali sono i tuoi consigli migliori per la coltivazione in fase vegetativa e di fioritura? L’utilizzo di luci a LED incide in modo significativo sull’umidità nella vostra stanza di coltura. È poi importante controllare con regolarità i livelli di VPD (Deficit della Pressione di Vapore). Dato che avete 6 ore di tempo in più per somministrare fotoni alla pianta in fase vegetativa, l’intensità necessaria potrebbe/dovrebbe essere più bassa. Consigliamo 300 - 400µmol/m2/s a livello del canopo. Man mano che un coltivatore ridurrà la durata del giorno per la fioritura, avrà bisogno di intensità più elevate come 600µmol/m2/s.

Potresti spiegarci cosa provoca l’allungamento delle piante di Cannabis e dirci se esiste un modo per controllarlo?

Grazie per questa interessantissima intervista, Martin!

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Antiproibizionismo

SanPa: l'eredità del metodo Muccioli La docuserie di Netflix ci ricorda che in Italia il dibattito sulle droghe è rimasto agni anni '80

Non è semplice parlare di "SanPa, Luci e Tenebre di San Patrignano" senza rischiare di farne un'ennesima recensione o, peggio, un panegirico manicheo. Di sicuro è il risultato di un lavoro prezioso, che ricostruisce in maniera fedele, con testimonianze e documenti dell'epoca, la storia della più grande comunità di recupero d'Europa. Una comunità che fin dalla sua fondazione, nel lontano 1978, ha suscitato pareri e sentimenti decisamente contrastanti, e che oggi è tornata a polarizzare il pubblico italiano in materia di droghe, tossicodipendenze e recupero. Le cinque puntate di "SanPa" - uscite poco prima di Natale per Netflix, scritte da Carlo Gabardini, Gianluca Neri, Paolo Bernardelli e dirette da Cosima Spender - stanno avendo un grande successo di pubblico e critica e, raccontando un pezzo di storia non così lontana - l'Italia del post anni di piombo - ha confermato come, in materia di droghe e proibizione, il dibattito pubblico e istituzionale sia praticamente rimasto agli anni '80. La narrazione, fatta di testimonianze dirette e servizi di repertorio, mostra fin da subito come quella di Vincenzo Muccioli fosse una risposta personale al rifiuto istituzionale di farsi carico di un nuovo fenomeno che stava letteralmente inondando le strade. Una reazione istrionica, organizzata su basi discutibili ma che segnalava un problema crescente - quello dell'abuso di droghe pesanti - a cui in Italia non si voleva dar risposta che non fosse farsi il segno della croce o imporre la galera. E sono stati molti i giudici che hanno mandato questi ragazzi problematici a San Patrignano, convinti che il metodo Muccioli potesse fare molto meglio delle ricette di Stato. Contro tutti i protocolli di riduzione del danno che si stavano disegnando all'epoca, contro le terapie sostitutive di metadone (sempre e comunque a scalare), contro i primi esperimenti svizzeri del mantenimento grazie alla somministrazione medicalmente controllata e socio-sanitariamente garantita dell'eroina, ma anche contro il carcere per i "tossici", Muccioli imponeva l'astinenza basata sulla disciplina. Una disciplina impartita con metodi da padre padrone a cui, a un certo punto, è sfuggito di mano il proprio prodotto, creando

di San Patrignano. Lo stabilire cos’è "bene" e cos'è "male" e il giustificare qualunque mezzo per raggiungere il fine ultimo ha caratterizzato la figura di Muccioli nei suoi quasi 20 anni di

di Giovanna Dark

che col passare del tempo si trasformò in adulazione personale, strumentalizzazione politica e venerazione messianica da parte di chi riteneva di dovergli la vita. Che fosse medium, ciarlatano, omosessuale, sieropositivo, socialista, fascista o ateo poco importa, è innegabile che Muccioli si fosse inserito in un enorme vuoto politico che aveva lasciato alla strada e in strada migliaia di giovani, salvo poi volerli "recuperare" mandandoli in galera per anni e senza le cure necessarie. Il problema, allora come oggi, è che non è accettabile né tantomeno plausibile che un comparto così delicato come la riabilitazione dalla tossicodi-

un clima di terrore che ha portato a segregazioni, punizioni, suicidi, omicidi e infine processi. Se è facile che la serie Netflix venga interpretata come una biopic del controverso fondatore, il suo pregio è invece quello di mettere all'indice la società italiana di allora e la sua politica. Nelle immagini di repertorio si vedono madri disperate che invocano il nome di Muccioli come quello di un salvatore non solo della famiglia ma quasi della patria, genitori celebri ben felici di inviare i propri figli in una comunità dove si usavano le catene per non fa scappare gli ospiti, ragazzi accampati davanti ai cancelli della comunità per giorni in attesa di potersi disintossicare a San Patrignano: fu soprattutto durante i processi a suo carico, che Muccioli diventò l'uomo simbolo della lotta alla droga; un privato cittadino che poteva anche infrangere la legge, se il fine ultimo era quello di "salvare" i giovani. Dove lo Stato non c'era, c'era Muccioli: l'Italia di quegli anni tormentati dall'eroina e dalla cocaina - nel suo atavico amore per "l'uomo forte" - aveva trovato il suo nuovo eroe. Col passare degli anni l'opinione pubblica italiana può aver cambiato idea circa la legalizzazione della cannabis ma al momento delle scelte, soprattutto in materia di tossicodipendenza e recupero, la politica nostrana resta fossilizzata sul binomio "droga = male". E, nella nostra cattolicissima Italia, chi decide di avere a che fare col male deve esser purificato, possibilmente tramite la sofferenza e il dolore, per poter conquistare la purezza necessaria per poter rientrare in società. Questo era il modus operandi

La locandina della docuserie. © Netflix attività, creando di fatto il modello su cui molte comunità di recupero, create successivamente, hanno fatto riferimento. Pur non avendo le seppur minime competenze professionali del caso, Vincenzo Muccioli si è assunto responsabilità di fronte a un iniziale disinteresse istituzionale,

pendenza, sia affidato ad un'ortodossia, soprattutto se questa è di natura privata e clinicamente discutibile. Lo Stato è mancato negli anni di Muccioli e continua ad essere manchevole nel XXI° secolo: si continua a proibire e a punire, senza voler pensare ad una soluzione, preferendo nascondere lo sporco sotto il tappeto, in attesa dell'arrivo dell'ennesimo "salvatore".



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Coltiva con Jorge Cervantes Di Jorge Cervantes jorge@marijuanagrowing.com

Coltivare in serra Quando dovete decidere quale struttura da coltivazione utilizzare, date prima un’occhiata al vostro budget sia in termini di denaro che di tempo. Le serre possono richiedere lo stesso o un maggior sforzo rispetto a una coltivazione indoor. Iniziate con una piccola serra e studiate i pro e i contro della coltivazione nel vostro clima. Le serre tendono a surriscaldarsi rapidamente quando le colpisce il calore del sole e a raffreddarsi velocemente quando tramonta il sole. Evitare le eccessive oscillazioni della temperatura può essere arduo. Ci vuole esperienza e un po’ di fortuna per padroneggiare la gestione della temperatura. Le serre devono avere: • pieno sole fino a un ombreggiamento parziale a mezzogiorno • corretta circolazione d’aria e ventilazione • buona umidità e controllo dei parassiti • prese elettriche resistenti all’acqua • una canna d’acqua • linee dell’acqua isolate per evitare il congelamento, se necessario • tavoli, panche e luoghi per appendere le piante (se non sono a terra) • un luogo asciutto per conservare fertilizzanti, terriccio e attrezzi Le serre prolungano le stagioni di coltivazione tutelando la cannabis e i coltivatori dalle intemperie.

Introduzione

Coltivare cannabis per uso medico e ricreativo in serra è un metodo efficiente e meno impattante sull’ambiente e sul portafoglio rispetto alla coltura al chiuso sotto fonti di luce. Le serre non riscaldate proteggono le piante dalle intemperie e prolungano la stagione di coltivazione di diversi mesi; aggiungete calore e potrete coltivare tutto l’anno nella maggior parte dei climi.

Le serre possono essere temporanee o permanenti. Le strutture permanenti sono più costose da predisporre e può essere necessaria una licenza edilizia. Le

Il terreno si riscalda in poco tempo nelle aiuole rialzate e nelle piante in contenitore. Le serre possono anche essere dotate di luci per prolungare la fase vegetativa o per aumentare la luce naturale del sole. Le serre “Light Dep” possono essere oscurate per indurre la fioritura con un programma di 12/12 ore di giorno/ notte durante l’estate. Le serre per la privazione della luce sono così diffuse nella California del Nord che ogni anno Garberville celebra i “Golden Tarp Awards”, il riconoscimento i migliori fiori ottenuti in Light Dep. Ho visto molti coltivatori inesperti investire troppo denaro nella loro serra per cose di cui non avevano bisogno o che non utilizzavano. In ogni caso, i coltivatori non avevano pianificato in modo chiaro per iscritto ed erano motivati dall’emozione e non dal buon senso.

Una serra piccola è facile da predisporre e da allestire.

serre temporanee possono essere rimosse quando il tempo lo consente e sostituite, se necessario. Siate realistici. Lo scopo della serra è un hobby o una vera e propria attività? Userete effettivamente la serra tra qualche anno per coltivare piante o si

trasformerà in un edificio per lo stoccaggio? È facile esagerare nella costruzione e nell’acquisto - materiali da costruzione eccessivi ed esageratamente costosi, scarsa pianificazione, acquistare cose per risolvere i problemi dopo il fatto, controller costosi, luci alla moda, voler essere più fichi dei vostri amici perché avete qualcosa che loro non hanno. Togliete le vostre emozioni dall’equazione. I vicini potrebbero odiarla. Controllate prima di cominciare. Il tipo di struttura che scegliete dipende dalle dimensioni e dalla posizione della vostra area di coltivazione, dal vostro budget e da quanto tempo potete dedicare alla vostra coltura. Le piccole serre “pop-up” mobili sono comode e pratiche. Si possono assemblare semplici strutture a freddo e serre utilizzando materiali diffusi quali vecchie finestre a telaio e piccole travi di 5 × 10 cm. Le serre piccole riscaldate e raffreddate sono un po’ più complesse. Le case a telaio sono pratiche ed economiche e facili da installare. Per quanto riguarda le serre commerciali di grandi dimensioni, è preferibile acquistarle e farle installare da professionisti. Una buona serra specializzata può essere utilizzata tutto l’anno nella maggior parte dei climi. Tuttavia, i costi di riscaldamento e raffreddamento variano in relazione al clima e ai cambiamenti climatici stagionali.

Posizionare la serra

Scegliere la posizione perfetta per collocare la vostra serra abbatterà i costi ed eviterà molti problemi potenziali. Quando si trova nella posizione ideale, i costi di riscaldamento e raffreddamento saranno minimi e si potrà utilizzare la geografia circostante per mantenere l’aria circostante e all’interno della struttura. Orientare la serra nella direzione giusta permetterà di sfruttare la traiettoria naturale del sole in modo che tutte le piante ricevano la massima quantità di luce solare diretta. Se il vostro clima di coltivazione è piuttosto ventoso, proteggere la struttura dal vento consentirà di risparmiare su costi di costruzione e stress. La possibilità di guidare un veicolo e di far rotolare un carro e una carriola su un terreno pianeggiante verso la coltivazione rende più facile scaricare i rifornimenti. Un’ubicazione in piano consente inoltre di evitare di scavare il terreno e le rocce prima dell’inizio dei lavori di costruzione. Disporre di una fonte d’acqua accessibile per l’irrigazione è fondamentale. Potrebbe essere necessario anche un approvvigionamento elettrico per far funzionare ventilatori, luci ed elettroutensili. È meglio pianificare in anticipo e assicurarsi di aver sistemato tutto prima di prendere in mano la pala. L’esposizione a sud è ideale e vi assicura che più sole splenda sulla vostra deliziosa coltura al chiuso. Tutto ruota intorno al percorso del sole attraverso il cielo. Dopo il sud, la posizione successiva migliore in relazione alla luce del sole è quella a sud-


23 qua fino alla serra e mettete la canna dell’acqua all’interno della serra. Questo assicurerà anche un’adeguata pressione dell’acqua. L’installazione della canna dell’acqua vicino alla porta principale all’interno della parete è meno costosa e più facile da raggiungere. L’acqua è disponibile sia all’interno che all’esterno della struttura. Assicuratevi che la linea principale verso la serra fornisca più acqua di quanta ve ne serva, in modo tale, se vi servisse, da poter incrementare i metri quadrati in seguito. Interrate la linea abbastanza in profondità in modo tale che il passaggio dei veicoli e il terreno gelato non interrompano la fornitura. Se non è possibile interrare la linea principale, assicuratevi che possa essere drenata quando arriva il gelo.

Le estremità di questa serra sono orientate da nord a sud in modo tale che le piante ricevano il massimo della luce.

est, seguita da quella a sud-ovest, mentre quella a nord è l’ultima. Orientate la serra da est a ovest in modo tale che il sole passi da un’estremità all’altra e non da un lato all’altro. Le ombre sono ridotte al minimo quando la serra è orientata parallelamente alla traiettoria del sole. Orientare la serra in modo tale che le estremità siano esposte da nord a sud comporta un maggior numero di piante all’ombra, il che non va bene. Il calore generato dal sole si raccoglie all’interno delle serre. Idealmente è possibile collocare la struttura all’ombra di un albero caducifoglio in modo tale che la serra riceva ombra durante la fase più calda delle giornate estive. In inverno, quando il sole è più basso nel cielo, gli alberi caducifogli perdono le foglie e lasciano passare la luce direttamente alla serra. Mi piace moltissimo il modo in cui Madre Natura ci rende la vita così facile!

Il vento è una delle preoccupazioni principali. Il costo di costruzione di una serra resistente al vento sale con l’aumentare della velocità dell’aria. Proteggendo la serra dal vento forte si risparmia sulle spese di riscaldamento e raffreddamento. Gli edifici, gli alberi e il fogliame alto intorno alla serra riducono la velocità del vento. La costruzione di una barriera antivento permeabile all’ombra è un'opzione relativamente economica per ridurre la velocità del vento. Una serra con molte crepe e buchi aperti lascia entrare il vento. Il vento succhia la vita dalle piante, facendole seccare in poco tempo, il che aumenta la manutenzione a livello d’irrigazione. Rallenta inoltre la crescita.

Il servizio elettrico può essere necessario per far funzionare ventilatori elettrici, pompe, luci e utensili elettrici. Sarà necessaria una linea elettrica dedicata interrata in un condotto o infilata abbastanza in alto in modo che i macchinari possano passare al di sotto della stessa. Utilizzate solo cavi e guaine elettriche con messa a terra per uso sotterraneo.

Gli spostamenti nel terreno e l’umidità possono interrompere il servizio elettrico. È inoltre necessario usare un cavo dello spessore adeguato. La tensione elettrica diminuisce man mano che l’elettricità si allontana dalla sorgente. Installate un quadro elettrico con interruttori nella serra per interrompere l’elettricità in caso di sovraccarico o cortocircuito. Ventilatori, pompe, utensili elettrici e luci possono assorbire molta elettricità. Il loro consumo elettrico è valutato in ampere e riportato sul rispettivo dispositivo. Sommate il totale di tutti i dispositivi per conoscere il consumo totale in ampere. L’alimentazione elettrica dovrà essere almeno il 20% in più degli ampere totali utilizzati quando tutto è acceso. Vi consiglio di fare in modo che l’alimentazione elettrica sia più elevata di quella che prevedete di utilizzare in modo tale che possiate poi ingrandire la vostra struttura. Consulto sempre un elettricista qualificato per questo tipo di progetti, vi chiedo per fare di fare lo stesso. Consultate la sezione “About Electricity” nel capitolo 21, Lights and Electricity per maggiori informazioni.

Un buon drenaggio del terreno è fondamentale quando si coltiva in contenitori e soprattutto se si coltiva nel terreno della serra. Molta acqua sarà assorbita dal terreno. Se il drenaggio è scarso l’acqua si accumula al di sotto creando un maggior numero di problemi. Il drenaggio naturale è gratis. Costruire un sistema di drenaggio è costoso e richiede tempo. Il terreno pianeggiante vince! Ai vecchi tempi, prima della legalizzazione, eravamo costretti a collocare le serre sui pendii delle colline o nelle zone basse sotto gli alberi, ma non è più così! Dovrete trasportare un sacco di rifornimenti nella serra e il materiale raccolto fuori. Guidare un veicolo su un terreno pianeggiante che rimane asciutto tutto l’anno rende la vita più facile. Evitate di allestire una serra in punti bassi con una falda acquifera alta, su pianure alluvionali e pendii collinari. Tutti questi luoghi vi obbligano a lavorare di più e hanno costi più elevati per la manutenzione.

Questa robusta serra è rivestita di plastica rigida che protegge le piante dai venti forti.

Una buona fonte di acqua pulita è fondamentale. Se possibile, fate passare un condotto sotterraneo principale dell’ac-

Installate un adeguato servizio elettrico per far funzionare luci, pompe e motori. Assicuratevi che sia collegato a terra per evitare shock elettrici.

Questo è un estratto della nuova 7a edizione, non pubblicata, di Marijuana Horticulture (ossia la Bibbia) di Jorge Cervantes. La 7a edizione di Marijuana Horticulture sarà disponibile nel 2021, in autunno. Potete trovare tutti i libri di Jorge su Amazon.


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Interview di Fabrizio Dentini

Da Gottardo al Demone Scimmia

Il diritto a drogarsi ed altro ancora Intervista a Line Beauchesne In questo mondo sempre più complesso che galleggia immerso nella sovra stimolazione sensoriale, dove la Dittatura del Risultato regna indisturbata e dove performance sociali ottimizzate insieme alla luce pallida dell'apparenza diventano ascissa e ordinata dei nostri orizzonti quotidiani, in quale modo l'essere umano contemporaneo cerca di preservare la propria sanità mentale dalle interferenze egemonizzanti della società? Che ruolo spetta alle sostanze stupefacenti? Ha ancora senso la distinzione fra droghe leggere e droghe pesanti? Siamo ancora convinti che la cannabis conduca inevitabilmente al consumo di eroina? Esiste un definitivo diritto a drogarsi? Lo abbiamo chiesto a Line Beauchesne, criminologa canadese specializzata in sostanze stupefacenti e diritto penale. SSIT: Che ruolo hanno le droghe nella nostra società e cosa implica esserne dipendenti? Partiamo dal presupposto che non è detto che una dipendenza sia automaticamente negativa. Tutti siamo dipendenti. Dipendenti da un prestito, dal nostro lavoro, da nostro marito, da nostra moglie o dai nostri figli. Tutti abbiamo delle dipendenze. Come diceva Freud, assumere una qualsiasi droga rappresenta una ricerca d'indipendenza. Attraverso il suo consumo vogliamo fare finta di non avere tutte le altre dipendenze. SSIT: Ha ancora senso distinguere fra droghe leggere e droghe pesanti? Non ha senso isolare una sostanza affermando che sia leggera o pesante in sé. Se racconto che ieri ho bevuto due birre nessuno mi darà importanza, ma se racconto che ieri ho bevuto due birre, prima di andare al lavoro, alle nove di mattina, il discorso è diverso. Parliamo dello stesso prodotto che però svolge due funzioni differenti relative al contesto. È ovvio che ci siano delle sostanze che producano una farmacodipendenza maggiore, ad esempio, non bevo uno whisky alla stessa maniera con cui bevo una birra, ma tutto dipende da come si consuma, dalla relazione con la sostanza e dal contesto in cui mi trovo. Invece che di droghe leggere o pesanti, preferisco parlare di consumo leggero o pesante perché una cosa è un giovane che fuma cannabis dalla mattina alla

sera e ne fa quindi un consumo pesante, un'altra cosa e se lo stesso giovane qualche volta fuma una canna con gli amici per divertirsi o per ridurre l'ansia, alla vigilia di un esame. Siamo d'accordo che il consumo non sia più un consumo problematico. SSIT: Droghe leggere e droghe pesanti, è un limite seguire questa separazione fittizia? La differenza è banalizzante e impedisce di vedere che non sono le sostanze in quanto tali ad essere buone o cattive, ma che, al contrario, la riflessione da approfondire è in relazione al tipo di consumo e soprattutto in relazione al tipo di mercato che inquadra una sostanza. Se il mercato è legale e quindi regolamentato, oppure se è illegale, e quindi si può alterare la qualità dei prodotti e la distribuzione non è controllata. Questi aspetti rendono problematica la gestione di una sostanza e possono complicare la relazione della persona con la sostanza stessa. Le ragioni per le quali abbiamo cominciato a proibire alcune droghe non hanno assolutamente niente a che vedere con la protezione della salute pubblica. Se domani mattina proibissero il caffè sono sicura che si svilupperebbe un mercato illegale dove si potrebbe comprare caffè di ogni tipo, prodotto in maniere non verificabili e quindi potenzialmente pericolose. Il problema, quindi, è il caffè o il suo status di illegalità? SSIT: Cosa ne pensa di chi afferma che il consumo di cannabis conduca a quello delle droghe pesanti? Penso che delle semplici correlazioni vengano trasformate in causalità.

Line Beauchesne

SSIT: In che senso? Si dice che tutti gli eroinomani hanno consumato cannabis e quindi la cannabis porti all'eroina. Questa è una correlazione. Come lo è dire che, quando erano bambini, tutti gli eroinomani hanno bevuto latte. Alla stessa maniera tutti i motociclisti hanno cominciato pedalando sopra una bicicletta, ma non vogliamo mica sostenere che andare in bicicletta conduca per forza alla patente per la moto? Potrei anche arrivare a dire che, forse, ogni volta che bevo un bicchiere d'acqua, qui in Canada, qualcuno si suicida a New York. Forse, statisticamente, può anche essere vero, ma questa resta una correlazione. Può essere che esista una relazione fra questi due comportamenti ma non è di causa, non c'è causalità. Non è certamente il mio bicchiere d'acqua che provoca il suicidio. Nel nostro caso, affinché si tratti di una relazione di causalità, bisognerebbe

che la maggioranza dei consumatori di cannabis consumi anche eroina, ma non è certamente il nostro caso. SSIT: Lei crede esista un diritto a drogarsi? Certo. Questo è uno dei diritti più evidenti. Le nostre vite sono gestite grazie a differenti droghe. Se avete male alla testa, ad esempio, andrete a cercare dell'aspirina. Oppure, se volete, potete bere del vino mangiando o ubriacarvi per svariati motivi. E ancora, prendiamo il caffè tutti i giorni, per cominciare le nostre giornate. Bisogna semplicemente uscire dalle definizioni giuridiche riguardanti le droghe e riflettere sulla definizione medica: una droga è qualsiasi sostanza che agisce sul sistema nervoso centrale. Il tabacco è una droga, il caffè è una droga, le medicine sono droga, la differenza è la loro prescrizione, oppure il loro stato di legalità o illegalità.



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Growing di CBG

Alghe e fermentati Il buono dei fermentati organici

Le citochinine sono composti organici sintetizzati negli apici radicali e, come le auxine, svolgono differenti funzioni sulle cellule vegetali che sono per noi coltivatori interessantissime. Le citochinine stimolano la divisione cellulare e la distensione in senso radiale di quest'ultime, inducono la produzione di germogli ascellari (quindi rendono le piante più simili a cespugli), ritardano la senescenza dei tessuti, aumentano il trasporto effettivo di nutrienti verso i tessuti trattati e inducono una maggiore produzione di fotosintetizzanti così da fornire più vigore alle piante. Le Gibberelline sono un'altra grande famiglia di composti ad azione fitormonale prodotte dalle piante per regolare la crescita stimolando la divisione cellulare, sono capaci di indurre allungamento degli internodi, di regolare la fioritura e di stimolare la germinazione dei semi. Ascophyllum nodosum contiene inoltre polisaccaridi, acidi organici ed amminoacidi che se aggiunti al terreno contribuiscono in maniera effettiva all'attivazione ed allo sviluppo della vita nella rizosfera, nonché al mantenimento della salute e vigoria delle piante. Questo significa che la pianta quando riceve un estratto di questa alga riceve sia nutrienti che stimoli per acquisire vigore sia da clone, che da adulta.

Sette anni fa feci un articolo su quello che era definito il doping per la canapa. Si tratta degli estratti di alghe brune, in commercio vengono chiamati col loro nome inglese "kelp" e specificatamente sono le alghe Ascophyllum nodosum ed Ecklonia maxima. Nel 2021 è un ingrediente usato in molte ricette di super soil, arricchite con questa potente classe di stimolatori. Voglio quindi riproporre questo articolo aggiornato, così da fornire un suggerimento a chi si è avvicinato recentemente alla passione della coltivazione casalinga di canapa. Premetto che ad un principiante consiglierei di usare un mix super soil di quelli che si trovano in commercio e risolvere una buona volta per tutte la maggior parte dei problemi che potrebbero incorrere somministrando fertilizzante alle piante. Sono sicuro che farà piacere leggere queste informazioni a tutti, anche a chi comincia a coltivare con la tecnica del super soil, per capire cosa contiene il proprio mix di ammendante.

L'alga che preferisco e più utilizzerei è l'Ascophyllum nodosum, una alga bruna raccolta soprattutto sulle coste più a nord dell'oceano Atlantico, ma diffusa in tutto il mondo. Gli usi che se ne possono fare sono vari, se ne ricavano fitostimolatori e fertilizzanti per le piante, è una ottima fonte di alginati per l'industria alimentare e finisce anche negli integratori per noi uomini e per gli animali. Quest'alga contiene tracce di macro e micronutrienti, una gran quan-

tità di acidi organici e altri componenti molto interessanti per il corretto mantenimento della pedofauna. In aggiunta contiene fitormoni in grado di stimolare attivamente la canapa, dalla fase di radicazione alla fase di fioritura, dando una spallata al metabolismo delle piante. I benefici espletati dai fitormoni sono numerosi, ad esempio aumentano l'elasticità dei rami così da garantire una maggiore resistenza alle rotture dovute ad agenti esterni (come vento, grandinate, passaggio di animali, etc etc). Inoltre sono responsabili di accelerare la differenziazione e la crescita delle cellule, caratteristica questa utilissima in caso di rotture accidentali o in caso di un eccessivo super cropping (super cropping è la tecnica di HST o High Stress Technique applicata alla cannabis). Ulteriori utilizzi dei fitormoni in agricoltura sono ad esempio le auxine, capaci di ritardare la senescenza dei frutti, di impedire la cascola dei fiori inducendo maggiore resistenza agli stress ambientali e di stimolare la radicazione dei cloni.

Gli estratti di alghe sono in molte formulazioni di stimolanti sul mercato. Leggendo in etichetta lo si può trovare come seed booster o come stimolatore di fioritura oppure aggiunto nei formulati organici. Un bagno in una soluzione contenente alghe, o fermentati derivati dalle alghe, è molto consigliato per le giovani piantine perché le aiuta a superare ogni stress. Personalmente considero obbligatorio Ascophyllum nodosum per via fogliare durante la vegetativa perché aiuta le piante a superare molti stress ambientali e accelera la crescita esponenzialmente. Insieme all'equiseto e all'ortica formano la triade di stimolatori da applicare per via fogliare durante le prime tre settimane di vita. Le alghe stimolano come fa l'ortica e l'equiseto apporta silicati, il tutto però senza scordare di fare sempre prevenzione con fitofarmaci contro eventuali patogeni sempre in agguato dietro l'angolo. In fioritura invece mi fermerei dopo la seconda settimana per evitare di sporcare i fiori con liquidi dal cattivo odore. Spero sia stato utile anche questa volta, buone fioriture e buon anno nuovo a tutti!



Foto: Stoney Tark www.officialstoneytark.com


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Belpaese di Giovanna Dark

Cashback e cannabis legale:

un'accoppiatainedita

Sotto Natale rimborsi fino a 150 euro se la canapa è acquistata in modalità cashless È da qualche mese ormai che non si fa altro che parlare di cashback. La pandemia di Covid-19 e il suo disastroso impatto sull'economia italiana, ha forzato le istituzioni a ingegnarsi su come rilanciare il commercio al dettaglio, forse il più colpito dai continui lockdown. La soluzione dell'esecutivo Conte è stata quella - assolutamente nazionalpopolare e molto casalinga di Voghera - del consumo a punti altresì noto come "cashback". Il cashback, per i pochi che ancora non lo sapessero, è una pratica consolidata dal marketing aziendale e ha il semplice scopo di premiare i consumatori al momento di un acquisto. La parola cashback - tradotta - significa letteralmente “soldi indietro”

e, grazie a questa operazione, è infatti possibile avere di ritorno una parte del denaro speso nello shopping. In soldoni: il consumatore sarebbe più invogliato a comprare perché certo di avere uno sconto; sconto che, anche se non immediato, potrà essere usato in

futuro per fare nuovi acquisti. Dopo una partenza a ostacoli e con diversi problemi, il programma cashback italiano ha raccolto tantissime adesioni: già solo dopo una settimana erano oltre dieci milioni

le transazioni acquisite dal sistema. Il cashback di Natale è partito l'8 dicembre e si è concluso il 31 dello stesso mese. In questo periodo, generando 10 operazioni cashless fino a un massimo di 1.500 euro, è stato riconosciuto il 10% di rimborso (il


31 rimborso sarà quindi di massimo 150 euro). Ogni operazione di pagamento sarà considerata fino ad un massimo di 150 euro. Questo primo round di cashback verrà accreditato a febbraio 2021 sull'IBAN indicato al momento dell'adesione all'iniziativa. E la cannabis cosa c'entra in tutto ciò? Il cashback esclude sempre gli acquisti online, ma li consente, attivando il meccanismo premiante, se il pagamento dell'ordine consegnato a domicilio viene effettuato tramite POS mobile. Confermato che il

di nuovi posti di lavoro ben retribuiti e in un atto di sostegno concreto alla filiera agricola italiana. In più è stato dichiarato che il mercato globale della cannabis light e dei sui derivati sarà protagonista di un aumento clamoroso entro il 2026. L'exploit di questo ramo, fortemente legato all'emergenza sanitaria Covid-19, ha portato vantaggi sotto diversi aspetti. Ciò significa che - se mantenuto e perfezionato - l'avvento del cashback potrebbe rappresentare un aiuto non indifferente per l'accrescimento

Il cashback di Stato è subito diventato un incentivo ulteriore per provare i prodotti totalmente legali e acquistabili con un semplice clic sistema di incasso utilizzato dai riders prevede la partecipazione al cashback di Stato, si è vista una clamorosa impennata di ordini di cannabis legale nelle città servite dal servizio delivery. Un servizio rapido, gratuito e anonimo. Il cashback di Stato è subito diventato un incentivo ulteriore per provare i prodotti totalmente legali e acquistabili con un semplice clic.

ulteriore di questo settore. Una buona parte della popolazione - come già ribadito - ha trovato il bisogno di rifugiarsi in questa sostanza per combattere lo stress e le ansie causate da questo inedito e tragico momento storico. E, a giudicare dai dati forniti dall'azienda di delivery JustMary, anche le vacanze di Natale sembrano aver confermato che la canapa è tra gli acquisti preferiti dagli italiani.

Negli giorni delle festività natalizie grazie al servizio di delivery - sono stati registrati tantissimi ordini di cannabis legale nelle diverse città italiane. Sarà, forse, il forte bisogno di rilassarsi dai continui DPCM? Probabile... Intanto parecchi utenti hanno provveduto all'acquisto di erba legale per i giorni delle festività, da passare in zona rigorosamente rossa.

L'esperimento cashback in Italia non si è fermato con le festività natalizie e continuerà per un altro anno e mezzo. Dopo la prima fase chiusa il 31 dicembre, ci saranno tre fasi della durata di sei mesi ciascuna: 1° gennaio 2021 – 30 giugno 2021, 1° luglio 2021 – 31 dicembre 2021, 1° gennaio 2022 – 30 giugno 2022. Le regole sono le stesse: per ottenere il 10% di rimborso sulle spese effettuate dal 1 gennaio occorrerà, infatti, effettuare 50 pagamenti a semestre. Resta invariata la modalità di pagamento, da effettuare con carta o bancomat e tramite POS. Per partecipare al rimborso di Stato sarà sempre necessario utilizzare l'App Io. Oltre al cashback ordinario, nel 2021, si potrà aspirare anche al super cashback, cioè un premio da 1.500 euro a semestre. Il super cashback, valido dal 1 gennaio 2021 al 30 giugno 2022, sarà solo, però, per i primi 100.000 consumatori che totalizzano il maggior numero di transazioni.

Ma davvero il cashback può salvare la nostra economia? Per quanto riguarda il cannabusiness italiano, c'è da mettere in luce che di recente vari e-commerce specializzati nella vendita di cannabis legale hanno aumentato il loro giro d'affari; questo si è tradotto in migliaia

Certo, suona davvero come una promozione da supermercato anni '80 ma speriamo di cuore che questo escamotage possa in qualche modo alleviare il peso della crisi portato da questa pandemia, da cui tutti - multimiliardari esclusi - siamo stati travolti.


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8/4/19 9:02


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Quiz Selezionatori

1. Cosa indica il termine F1? A. Prime piante a germinare. B. Ibrido di prima generazione. C. Prima pianta selezionata. D. Seme del primo genotipo.

7. Cosa fa l’STS?

14. Cosa è un seme Regolare?

A. Cambia il sesso di una pianta. B. Produce semi regolari. C. Produce semi più forti. D. Cambia l’assorbimento di una pianta.

A. Un seme maschio. B. Un seme femmina. C. Un seme automatico. D. Un seme selezionato in modo naturale.

8. Cosa è un ibrido?

15. Cosa è un seme Femminizzato?

A. Pianta di Cannabis Ruderalis. B. Varietà di pianta sconosciuta. C. Pianta cresciuta da semi da impollinazione incrociata. D. Pianta ermafrodita.

A. Un seme di colore rosa. B. Un seme che germina più velocemente. C. Un seme che genera solo piante femmina. D. Un seme con il 75% di probabilità di produrre femmine.

9. Cosa è un fenotipo? 2. Cosa è il Backcrossing? A. Reincrocio con il progenitore originale. B. Incrocio con una pianta diversa. C. Incrocio con la stessa pianta. D. Incrocio con una sativa.

3. Cosa è il “Selfing”? A. Una pianta che impollina le altre. B. Una pianta che non impollina. C. Una pianta che fiorisce. D. Una pianta che s’impollina da sola.

4. Cosa è una pianta di cannabis landrace? A. Una pianta di cannabis selvatica naturale. B. Una pianta di cannabis coltivata. C. Una pianta di cannabis ibrida. D. Una pianta madre.

5. Quali effetti hanno le piante pesanti di Sativa? A. Incollano al divano. B. Sensazione di sonno. C. Forte effetto fisico. D. Effetto cerebrale euforico.

A. Espressione fisica. B. Un tipo odoroso. C. Un tipo fenomenale. D. La prima pianta selezionata.

10. Di che colore è l’Antera della cannabis? A. Rosa. B. Rossa. C. Verde. D. Gialla.

11. A che famiglia di piante appartiene la Cannabis? A. Briofite. B. Pteridofite. C. Gimnosperme. D. Angiosperme.

A. Palle. B. Pilucchi bianchi. C. Foglie gialle. D. Foglie sottili.

17. Dove si nebulizza l’STS? A. Radici. B. Punta delle foglie. C. Fiori. D. Internodi.

18. Quando si parla di “ermafrodita”? A. Quando una pianta produce semi. B. Quando una pianta entra in fioritura. C. Quando una pianta cambia sesso. D. Quando una pianta si riproduce.

19. Cosa è un genotipo? 12. Cosa indica la sigla STS? A. Silver Turning Solution. B. Silver Thiosulfate Solution. C. Silver The Stems. D. Solution Tower Salt.

A. Tutte le varietà a predominanza Sativa. B. Tutte le varietà a predominanza Indica. C. La composizione genetica di una varietà. D. Una varietà con genealogia ignota.

20. Cosa significa S1?

6. Cosa indica il termine F0? A. I progenitori di un programma di selezione. B. La Prima progenie. C. La predominante Sativa. D. La predominante Indica.

16. Q ual è un elemento caratteristico delle piante di cannabis maschio?

13. Cosa è l’Achenio? A. Un tipo di seme. B. Un tipo di polline. C. Un tipo di pianta. D. Un tipo di fiore.

A. Prima generazione figliale. B. Seconda generazione figliale. C. Terza generazione figliale. D. Quarta generazione figliale.

Risposte a pagina 54


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Growing

Kelp help!

di sudestfam@protonmail.com

Le alghe nella coltivazione di cannabis Da migliaia di anni le alghe sono impiegate nell'agricoltura, le popolazioni delle zone costiere che affacciano sull'oceano da sempre hanno utilizzato le alghe per rendere più fertili i terreni dove coltivavano. Il termine alga è abbastanza generico per indicare un gruppo di organismi eucarioti a cui appartengono oltre diecimila specie. Sono degli organismi con struttura vegetale sia unicellulari che pluricellulari, autotrofi, cioè in grado di sintetizzare le molecole di cui hanno bisogno a partire da sostanze inorganiche, come i minerali, impiegando energia prodotta attraverso la fotosintesi. Il loro habitat varia a seconda della specie, spesso crescono in acque non troppo profonde, sebbene alcune di esse siano state trovate anche a oltre trecento metri di profondità. Alcune varietà prediligono climi estremi, proliferando in acque freddissime mentre altre si sviluppano solo in ambienti dal clima più temperato, crescono sia in acqua salata che in acqua dolce come ad esempio nei laghi. In passato venivano raccolte e bruciate per ottenere dalla cenere alcuni composti chimici come il sodio, lo iodio e il potassio, utilizzati nella produzione di vetro, saponi e fertilizzanti. Proprio come fertilizzante presenta le proprietà più interessanti; le alghe contengono numerosi micro e macronutrienti in piccole quantità, fitormoni, proteine, vitamine, enzimi, amminoacidi, carboidrati e acido alginico. Quest'ultimo è un componente importantissimo per la veicolazione degli altri elementi essenziali. Oggigiorno solo alcune varietà di alghe sono impiegate nel settore dell'agricoltura, in base al contenuto di componenti essenziali naturalmente presenti in esse. Prima di addentrarci completamente nell'articolo, è necessario fare un po' di chiarezza su alcuni termini adottati dal settore; innanzitutto precisiamo che in paesi come l'Australia o gli Stati Uniti, il termine "kelp" nella lingua popolare viene utilizzato per indicare qualsiasi tipo di alga. In realtà kelp è il nome comune di un gruppo di alghe brune facenti parte dell'ordine delle Laminariali. A questa confusione hanno contribuito anche i fabbricanti di fertilizzanti, chiamando con il nome kelp qualsiasi prodotto a base di alghe. Anche il termine "seaweed", che tradotto dall'inglese significa alga, è abbastanza generico.

no quotidianamente alta e bassa marea, perciò le alghe sono continuamente esposte a variazioni climatiche estreme. Si sviluppano abbastanza lentamente e le fronde arrivano a misurare circa due metri di lunghezza. Sono ancorate alle rocce attraverso un peduncolo e la loro distribuzione è talmente densa da avere una resa di alcune decine di chilogrammi per ogni metro quadro. Gli estratti di Ascophyllum nodosum presentano un alto livello di citochinine, un ormone regolatore della crescita che stimola la divisione cellulare e favorisce la crescita delle piante, aumenta la mobilità dei nutrienti e mantiene alti i livelli di clorofilla, infatti frena i processi di senescenza delle cellule cioè del loro invecchiamento. Il livello di citochinine e più in generale degli ormoni contenuti negli estratti di alghe, varia in base alla lavorazione a cui sono sottoposte le alghe durante il processo di estrazione. I prodotti a base di alghe ottenuti attraverso processi di lavorazione meccanica a freddo sono sicuramente i migliori. Gli estratti di Ascophyllum nodosum

Vediamo quali sono le varietà di alghe più utilizzate.

ASCOPHYLLUM NODOSUM Si tratta di un'alga bruna che cresce solo nell'oceano Atlantico, soprattutto nelle zone intertidali vicino alle coste. Le zone intertidali sono dei punti dove si verifica-

Seaweed

oltre a contenere più di 60 minerali in tracce sono anche ricchi di mannitolo, un carboidrato che favorisce l'assimilazione delle sostanze nutritive presenti nel substrato da parte delle piante. La maggior parte degli stimolatori radicali in commercio sono prodotti derivati da alghe del genere Ascophyllum nodosum.

ECKLONIA MAXIMA Appartenente all'ordine delle laminariali, l'Ecklonia maxima è una varietà di alga bruna tipica delle zone costiere dell'estremo sud del continente africano. Cresce molto rapidamente, è ancorata alla roccia per mezzo di un rizoide da cui si innalza verso la superficie un unico gambo lungo che si suddivide in numerose lamine che possono superare anche i trenta metri di lunghezza. Le alghe dell'ordine delle laminariali, conosciute anche con il nome di kelp, hanno un'aspettativa di vita di circa dieci anni.

Le auxine stimolano la proliferazione delle cellule e la formazione di nuovi organi, favoriscono la crescita di radici secondarie e avventizie, cioè di radici nuove che nascono da altre zone della pianta differenti dall'apparato radicale principale. Un esempio di radici avventizie sono quelle che si formano alla base delle talee.

Il kelp è ricchissimo di ormoni regolatori della crescita della classe delle auxine, una tipologia di fitormoni coinvolta in numerosi processi fisiologici della pianta.

I fertilizzanti a base di Ecklonia maxima contengono anche numerosi micro e macronutrienti, amminoacidi, carboidrati e proteine.

Ascophyllum nodosum


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di piante vigorose. Le soluzioni fogliari a base di farina di alghe devono essere filtrate prima dell'applicazione altrimenti gli ugelli si ostruiranno facilmente.

Questo genere di alghe verdi appartiene all'ordine delle Chlorellales, il nome deriva dal greco cloros, che significa verde, e dal suffisso -ella che invece significa piccolo. La clorella è un'alga cosmopolita, cresce in differenti ambienti e condizioni. Al pari delle altre alghe precedentemente descritte, anche la clorella è ricca di minerali, fitormoni, amminoacidi, carboidrati e proteine. Tuttavia questo genere di alga risulta poco diffusa come fertilizzante, infatti sono pochi i produttori di fertilizzanti che la impiegano come base dei loro prodotti. La sua diffusione è frenata anche dalla difficoltà nel reperirla come risorsa.

BENEFICI NELLA COLTIVAZIONE DI CANNABIS L'impiego delle alghe nella coltivazione di marijuana offre molteplici vantaggi. Innanzitutto sono una fonte ricchissima di minerali, infatti le acque oceaniche dove crescono contengono una miriade di elementi essenziali. Le alghe possiedono dei chelanti naturali, di conseguenza molti dei minerali contenuti nelle alghe sono in forme direttamente disponibili per le piante. Gli ormoni regolatori della crescita presenti nei fertilizzanti a base di alghe favoriscono lo sviluppo di un apparato radicale forte che permette di migliorare l'assimilazione delle sostanze nutritive vitali per le piante. Le alghe brune presentano una percentuale alta di polisaccaridi come la laminarina e l'acido alginico; la laminarina stimola le difese immunitarie della pianta e incrementa la produzione di resina, invece l'acido alginico è un composto in grado di trattenere quantità di umidità significative, inoltre stimola la vita nel suolo e favorisce la disponibilità di azoto presente in un substrato di coltivazione.

Gli estratti liquidi di alga possono essere impiegati per la preparazione della soluzione nutritiva e mescolati con la maggior parte delle linee di fertilizzanti presenti sul mercato. La farina di alghe può essere applicata anche attraverso una tecnica denominata top dressing che prevede la concimazione della superficie del terreno di crescita.

Kelp Le alghe risultano essere un ottimo ammendante organico, infatti migliorano la struttura del suolo e aumentano la resistenza delle piante ad affrontare siccità e stress idrici. Gli estratti di alga possiedono proprietà antiossidanti e antibiotiche che proteggono le piante da infezioni e piaghe di vario genere, ad esempio risultano molto efficaci per controllare le popolazioni di nematodi presenti nel terreno. I carboidrati contenuti nelle alghe sono un ottimo alimento per la rete di microrganismi che popolano il suolo, stimolandone la proliferazione; i microrganismi si occupano di trasformare minerali e materia organica in sostanze nutritive prontamente disponibili per le piante. I prodotti a base di alghe contengono numerose vitamine, soprattutto del gruppo B. Di questo gruppo si distinguono la vitamina B1 e B2 per le quantità considerevoli in cui sono presenti; la vitamina B1conosciuta anche con il nome di tiamina tra le sue varie funzioni gioca un ruolo fondamentale nei meccanismi di difesa della pianta, infatti è un attivatore del SAR, acronimo di Resistenza Sistemica Acquisita, un sistema di risposta che coinvolge l'intera pianta a seguito dell'attacco da parte di un agente patogeno.

La riboflavina o vitamina B2 è coinvolta in varie reazioni metaboliche, tra cui la fotosintesi clorofilliana e altri meccanismi di protezione di una pianta.

COME APPLICARE I prodotti a base di alghe includono farina, estratti liquidi e polvere di alghe solubile. La farina di kelp è uno dei principali ingredienti per realizzare un super soil o un living soil, va mescolata con il substrato di coltivazione, nelle dosi di circa 2 grammi per ogni litro di terra. È ottima anche per la preparazione del TCO, ovvero per il tè di compost ossigenato; è uno dei modi migliori per somministrare il kelp alle piante di cannabis, infatti l'attività microbiologica nel tè incrementa la disponibilità delle sostanze nutritive fornite dalle alghe. Il TCO favorisce una crescita esplosiva delle piante di cannabis, noi di Sud Est Family lo somministriamo una volta a settimana alle nostre piante. Le applicazioni fogliari di soluzioni contenenti estratti di alga sono ottime per correggere carenze o per dare una spinta maggiore allo sviluppo delle piante. Polverizzarle con una soluzione a base di kelp, estratto di neem e silicato di potassio, migliora l'assorbimento delle sostanze nutritive e stimola lo sviluppo

Foreste di kelp È consigliato impiegare gli estratti di alghe soprattutto durante tutta la fase di crescita delle piante ma anche durante le prime due settimane della fase di fioritura. L'impiego delle alghe nella coltivazione di marijuana favoriscono una crescita esuberante, sono un ottimo stimolatore radicale, migliorano la resistenza delle piante a stress e malattie, incrementando di conseguenza la resa e la qualità del prodotto finale. Le alghe sono quindi tra i migliori alleati dei coltivatori di cannabis organica.


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Punto Legale

di Giovanna Dark

Il tabù è finalmente caduto?

L'ONU riconosce le proprietà mediche della cannabis ma la legalizzazione non è dietro l'angolo Nel riesaminare una serie di raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla cannabis e sui suoi derivati, la Commissione sugli stupefacenti delle Nazioni Unite (CND) ha deciso di rimuovere la cannabis dalla Tabella IV della Convenzione Unica sugli stupefacenti, dove per 59 anni era stata relegata assieme ad eroina e cocaina. Ma se in molti hanno cantato vittoria, la strada verso la completa legalizzazione della sostanza pare purtroppo ancora lunga. Ripresa e rilanciata dai media, la notizia è stata definita una "svolta", destinata a fare storia nella lotta per la legalizzazione della cannabis. In realtà, però, le raccomandazioni dell'OMS sulla cannabis erano diverse e il recente voto delle Nazioni Unite ha visto l'approvazione di una sola di quelle proposte: quella di togliere la cannabis dalla tabella più restrittiva.

cannabis e della resina di cannabis nella Tabella IV, esclusivamente sulla base del suo valore terapeutico, condannando l'uso ludico/ricreativo (in riferimento al THC in particolare) a rimanere considerato un comportamento pericoloso per la salute pubblica. A votare la proposta favorevolmente - a seguito di due lunghi anni di discussione - 11 paesi su 12 dell'Unione

Convenzione Unica del 1961. 2- È stata fatta salva l'adozione da parte della Commissione della seconda raccomandazione, ad aggiungere il THC alla Tabella I della Convenzione del 1961. L'approvazione della seconda raccomandazione era propedeutica per la discussione di quella successiva. Con tale

di cannabis dalla Tabella I della Convenzione Unica. Sebbene molti valutassero questa proposta di natura unicamente amministrativa, Paesi come il Giappone e Thailandia hanno manifestato apprensione per la finalità alla base della raccomandazione e hanno osservato che la sua attuazione avrebbe potuto generare equivoci, stimolando i cittadini ad abusare di tali sostanze. La Commissione ha comunque bocciato la raccomandazione dell’OMS (24 Sì, 27 No, 2 Astenuti) che mirava ad includere gli estratti e tinture di cannabis nella Tabella I senza dover entrare nello specifico della modalità della sua preparazione, nonostante il voto favorevole dei paesi membri dell'Unione Europea. 4- Non è stata approvata l'aggiunta di una nota a piè di pagina nella tabella I della Convenzione Unica a “Preparazioni di cannabidiolo”, che recita: "Le preparazioni contenenti prevalentemente cannabidiolo e non più dello 0,2% di delta-9tetraidrocannabinolo non sono sotto controllo internazionale". La sola raccomandazione adottata è stata quindi la rimozione della cannabis e delle resine di cannabis dalla Tabella IV della Convenzione Unica, legittimandone l'uso medico legale: significa che la cannabis, tutta quella contenente più dello 0,2% THC, rimane nella Tabella I. In concreto è stata data un'autorizzazione formale per ciò che era già nella pratica: la cannabis non sarà più considerata come droga senza alcun valore terapeutico ma, al contrario, come droga con rischi minori e dal valore terapeutico.

La Commissione però ha fatto i dovuti distinguo e, pur essendo espunta dalla Tabella IV, ha deciso di fare rimanere la cannabis nella Tabella I. Ciò significa che essa potrà essere prodotta, estratta e studiata per uso medico e scientifico ma per tutti gli altri usi non scientifici, la cannabis resta classificata come sostanza a rischio e di conseguenza sotto controllo. Se per gli scienziati e i ricercatori questa è davvero una bella notizia, per tutti gli altri amici di Maria non c'è troppo per cui rallegrarsi.

Europea (escludendo l'opposizione dell'Ungheria), gli Stati Uniti e l'India. Con la maggioranza semplice dei voti (26 Sì, 25 No e 1 astenuto), si è pertanto proceduto ad un semplice atto dovuto, ovvero quello di liberare la ricerca medica sulla cannabis dalla spada di Damocle dell'antidroga. Nessun "liberi tutti" ahinoi.

Il Comitato dell'OMS ha infatti raccomandato l'esclusione della

1- R imuovere la cannabis e la resina di cannabis dalla Tabella IV della

Le raccomandazioni fornite dall'OMS riguardo alla cannabis erano le seguenti:

rifiuto, la commissione non ha potuto esprimersi sulla terza raccomandazione che avrebbe escluso il THC dalla Tabella I della Convenzione del 1971. Questa tabella, elaborata 10 anni dopo quella della Convenzione Unica, include le sostanze che si ritiene possano rappresentare un grave rischio per la salute pubblica e il cui valore terapeutico non è attualmente riconosciuto dalla Commissione sugli stupefacenti. La raccomandazione dell'OMS non è stata discussa. 3- Rimuovere gli estratti e le tinture

La gran parte dei media - in maniera forse un po' troppo naïf - ha invece presentato la vicenda come un enorme balzo in avanti verso la legalizzazione. Ma, come abbiamo visto, per le Nazioni Unite la cannabis non è affatto "meno pericolosa" e deve restare a chiare lettere nella Tabella I. Almeno consoliamoci sul lato burocratico della vicenda: se le Nazioni Unite non avessero approvato questa misura, ogni Paese con un programma medico sulla cannabis terapeutica si troverebbe oggi in piena violazione delle convenzioni internazionali...



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Coltivazione Mr. José / info@mrjose.eu

Coltivare piante madri

Iniziate la selezione con il maggior numero possibile di piante.

Lavorare con la genetica di qualità è un fattore fondamentale quando si produce qualsiasi tipo di pianta. Ciò è doppiamente vero quando si coltiva cannabis per la produzione di fiori. Senza un pool genetico di alta qualità, il valore visivo e quantitativo della coltivazione è inferiore e pertanto la coltura non risulta altrettanto efficace. Una delle modalità collaudate per ottenere qualità ed efficienza stabili è quella di coltivare cloni tagliati dai coltivatori dalle piante madri. In questo articolo parleremo di tutto ciò che è necessario sapere sulla coltivazione di piante madri. Tuffiamoci nell'argomento. Vantaggi delle piante madri Le piante madri possono essere un’ottima fonte di cloni. I cloni o le talee sono pianticelle con informazioni genetiche completamente identiche. Grazie a ciò, potete stare certi che tutte le piante nei vostri campi, nelle vostre serre o nelle vostre colture indoor abbiano una predisposizione del tutto identica per quanto riguarda l’altezza, il tempo di maturazione, la produzione di fiori e di resina e, non da ultimo, i profili di terpeni e cannabinoidi. Non si verifica mai diversità di chemiotipi e fenotipi quando si coltivano cloni da una pianta madre. Questo consente di pianificare non solo il processo di coltivazione secondo i propri desideri, ma anche il funzionamento complessivo della coltura, ivi inclusa la previsione del peso e la qualità del raccolto. Quando si coltiva a partire da seme, si presentano relativamente spesso vari fenotipi, soprattutto nelle varietà meno stabilizzate. E ce ne sono molti non così stabili sul mercato a causa del massiccio aumento di nuove varietà che si è verificato negli ultimi anni.

Prima pianta madre Il viaggio verso una pianta madre di qualità è lungo e tortuoso. Sostanzialmente, ci sono tre punti di partenza. Il primo è quello di ottenere un clone da qualche altra pianta madre che è già stato testata e di cui si sa che porta geni di alta qualità. Questo percorso è ovviamente il più semplice e veloce. È tuttavia necessario conoscere qualcuno che possa fornirvi tale genetica. Il secondo percorso che si può seguire è quello di coltivare la pianta madre da cloni acquistati in un normale negozio. Il lato negativo è che non si può essere certi che tale pianta madre possa effettivamente diventare la pietra miliare ideale di un’efficace produzione a lungo termine. Le aziende che coltivano e vendono cloni cercano di offrire il maggior numero di varietà possibile, ma spesso non hanno le strutture necessarie per eseguire test affidabili e a lungo termine su tutte queste. Il terzo percorso vi conduce alla selezione o autoselezione propria: dovete cominciare a far crescere le piante dai semi e testare i loro cloni gradualmente per poter scegliere la madre più adatta alle vostre esigenze.

Lo svantaggio di questo metodo risiede nel fatto che richiede molto tempo. Nel caso in cui non disponiate di un grande spazio di coltura e la vostra selezione sia costituita da un numero limitato di piante, potreste anche trovarvi nella situazione in cui, anche dopo diversi mesi di coltivazione e test, non avete ancora trovato una pianta adatta alla produzione di cloni. Non potete scendere a compromessi in questo caso e scegliere una madre comune con un rendimento e un aspetto nella media. Dovete usare la migliore genetica possibile. Tuttavia, l’autoselezione è il metodo più affidabile per eliminare gli esemplari inutili e ottenere la genetica che state cercando.

Selezione La selezione è il processo di scelta di una pianta madre da un gruppo più ampio di piante di una determinata varietà. Assicuratevi di selezionare una sola pianta madre da ogni varietà che volete iniziare a clonare. Potete coltivare tutte le piante madri di cui avete bisogno per la vostra produzione a partire dai suoi cloni. Quando tutte le piante di ogni varietà che coltivate portano le stesse informazioni

genetiche, è sempre più semplice sapere cosa vi aspetta durante la coltivazione e quali risultati vi potete attendere. La selezione può essere fatta con un numero più elevato di cloni ottenuti da altri coltivatori oppure acquistati in un negozio. Anche i semi possono essere il vostro materiale di partenza. Quando si coltiva da semi, consiglio di usare semi regolari (non femminizzati), ma c’è da ammettere che al giorno d’oggi è possibile ottenere madri di qualità anche da semi femminizzati. Inoltre, oggi è spesso praticamente impossibile procurarsi semi regolari di molte varietà, quindi l’unico modo con alcune varietà è quello di cominciare il processo di selezione con semi femminizzati. Durante la selezione, monitorate e registrare tutti gli eventi importanti. Assicuratevi di contrassegnare adeguatamente ogni pianta madre coinvolta nel processo di selezione con un codice univoco e valutatela con regolarità. Prima di cominciare, assicuratevi di conoscere esattamente i parametri che dovrebbe avere la vostra nuova pianta madre. Ordinate i parametri per priorità. State cercando una varietà adatta a un sistema verticale a più piani? Allora l’altezza delle vostre piante sarà per voi una priorità assoluta. Contemplate l’ipotesi di coltivare le piante in campo aperto e di piantarle più distanti tra di loro? Allora cercate piante che crescano rapidamente e che abbiano più ramificazione laterale che possa quindi riempire più spazio possibile. Quando coltivate all’aperto, l’idoneità della pianta alle vostre condizioni climatiche, la resistenza alle varie malattie e una maggiore tolleranza alle carenze di nutrienti sono i fattori e le caratteristiche importanti che devono essere presi in considerazione. Vi consiglio di utilizzare un semplice sistema a punti e di valutare le vostre piante secondo tale parametro. È possibile per esempio valutare i parametri monitorati su una scala da uno a cinque, dove cinque sarà il punteggio migliore. I semi che germinano per primi riceveranno cinque punti. Al contrario, l’ultimo a germinare riceverà un solo punto. Le piante che si sviluppano più velocemente riceveranno di nuovo il punteggio migliore e quelle più lente riceveranno una perdita di punti corrispondente. Assegnate poi il punteggio più alto alle piante che crescono nel modo più adatto al vostro sistema di coltivazione. Un momento particolarmente importante per attenervi al punteggio si verifica una volta che iniziate a tagliare i cloni di prova da un gruppo di piante madri che competono per la vittoria - date cinque punti agli esemplari i cui cloni si sono radicati per primi. Quando si realizzano i primi


39 Coltivazione e durata di vita

I cloni di prova mostreranno quanto è buona la rispettiva pianta madre.

cloni (di prova), ci sono due opzioni di selezione. Si possono lasciare fiorire le piante da cui avete creato i cloni, oppure potete provare a far crescere e raccogliere i cloni. Vi consiglio il secondo metodo. Idealmente, si finisce con l’ottenere cinque o dieci cloni di qualità da ogni potenziale pianta madre, che poi si dividono in gruppi e si fanno crescere tutti nelle stesse condizioni fino a quando non sono completamente maturi. Tutto ciò che dovete fare è osservare ogni gruppo nel suo insieme, ma se volete ottenere informazioni più dettagliate, potete osservare ogni pianta in ogni gruppo singolarmente. Ancora una volta, valutate i parametri monitorati fino al raccolto. È indubbio che la resa, l’aspetto e la struttura chimica rivestano un ruolo importante in ogni singolo processo di selezione, pertanto, se ne avete voglia, potete assegnare punti doppi ad alcuni o a tutti i parametri di cui ho parlato. I risultati della coltivazione di un gruppo di piante da cinque a dieci vi fornirebbero informazioni molto più precise sulla qualità complessiva della potenziale pianta madre da cui provengono i cloni del gruppo dato. Quando coltivate semi regolari, assicuratevi di scegliere un numero minore di piante in ogni gruppo, cioè cinque. Una volta che avete individuato i gruppi che provengono da piante maschio, sarete comunque in grado di utilizzare l’area di coltivazione in modo efficiente, poiché non dovrete sbarazzarvi di un numero così elevato di piante. Potete anche smaltire le piante madri i cui cloni sono cresciuti e diventati piante maschio. Tuttavia,

se volete produrre i vostri semi o selezionare le vostre varietà, scegliete anche le migliori tra i gruppi di piante maschio. Non c’è bisogno che vi ricordi che è di fondamentale importanza evitare l’impollinazione durante la selezione. Le piante femmina impollinate creano semi nei fiori, la resa del materiale secco di qualità è inferiore e lo stesso vale per la produzione assoluta di cannabinoidi e terpeni. Ciò che si può fare è anche lasciare i primi cloni di prova in fase di crescita e avviare la fioritura nelle piante madri. In questo modo, potrete presto reperire le informazioni necessarie sulla resa, sull’aspetto o sulla possibile comparsa di maschi. Tuttavia, le informazioni ottenute da una sola pianta non sono sufficienti. Qualsiasi oscillazione nella fertilizzazione, nell’irrigazione o anche nel ciclo di luce può incidere negativamente su una pianta. Ma se si testa un intero gruppo, si otterranno effettivamente dati reali e utili. Valutate attentamente i dati anche dopo il raccolto. Selezionate una pianta della varietà i cui cloni hanno ricevuto il maggior numero di punti durante la selezione. Se alcune piante hanno ricevuto lo stesso numero di punti, scegliete semplicemente quella che vi piace di più. Producete cloni da questa e lasciate che diventino le vostre piante madri per la produzione di cloni. Si consiglia di coltivare più piante madri solo per essere coperti nel caso in cui una pianta madre muoia per qualche motivo. Tenere una sola pianta madre è piuttosto rischioso, soprattutto se ci si impegna così tanto nella selezione.

Mantenete sempre le vostre piante madri in fase vegetativa. Se la coltivazione è idroponica, somministrate una soluzione nutritiva con EC di circa 1,7 e pH compreso fra 6,2 e 6,5. La differenza fra la temperatura diurna e quella notturna de mantenersi fra i 2° e i 4°C, mentre la temperatura diurna non deve superare i 28°C (per lo meno non di molto). Mantenete l’umidità relativa al 60-70%. Se coltivate in terra o substrato, somministrate le sostanze nutritive come nella fase di crescita. Non dimenticate che le piante più grandi devono essere fertilizzate più spesso. Nel caso delle piante madri, le carenze di nutrienti in genere cominciano a manifestarsi nel colore delle foglie, che iniziano a ingiallire. Se questo problema si verifica dopo un periodo più lungo di crescita e produzione di cloni, queste piante madri hanno bisogno di essere rivitalizzate. È possibile spostarle in contenitori più grandi, oppure selezionare il loro clone migliore e più forte dal punto di vista visivo e sostituire le vecchie piante madri con questi. Anche se una pianta madre può vivere per diversi anni, vi consiglio di rinnovarla ogni sei o dodici mesi, a seconda di quanto spesso ne tagliate i cloni. La frequenza ottimale per il taglio dei cloni dalla pianta madre è, almeno per quanto mi riguarda, da due a quattro settimane. In due settimane

Una selezione corretta porta ad ottenere una genetica perfetta.

si formerà un numero sufficiente di germogli adatti per un’altra raccolta. Se non tagliate i cloni, dovreste almeno potarli e regolarne la forma ogni quattro settimane. Quando si mantiene la forma corretta, il taglio dei cloni è più semplice e contribuisce anche a fare in modo che abbiano una dimensione uniforme.


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World Cannabis di Fabrizio Dentini

Focus: Canada e legalizzazione della cannabis Comprare ovunque consumare in nessun luogo. La traiettoria del proibizionismo 2.0

La professoressa Line Beauchesne insegna criminologia all'università di Ottawa dove da 30 anni si occupa di droga e giustizia penale. Nel libro: «La legalizzazione della cannabis in Canada: fra commercializzazione e proibizionismo 2.0» Beauchesne, riportando dettagliatamente le motivazioni che il 17 ottobre 2018 hanno condotto il Canada (primo fra i paesi del G7) a proporre un quadro di legalità per la cannabis e tracciando il contesto politico dei dibattiti precedenti la legalizzazione, propone una riflessione nevralgica per comprendere limiti e potenzialità di un atto legislativo di tale portata. In particolare la professoressa Beauchense ci ricorda che legalizzare la cannabis, senza comprendere che il consumo ricreativo e quello medico spesso si sovrappongono, invece di liberare i consumatori da un odioso stigma, potrebbe concorrere a riformulare gli schemi del proibizionismo in maniera inedita ed anzi controproducente. SSIT: Professoressa Beauchesne, a due anni dalla legalizzazione, può spiegarci quali sono i diritti dei canadesi che consumano cannabis? Tutti i canadesi con più di 18 anni possono acquistare cannabis. In pubblico è legale detenere sino a 30 grammi. Presso il proprio domicilio solo due Province hanno stabilito dei limiti: 150 grammi in Quebec ed 1 chilo nella Colombia Britannica [Ndr. Le Province canadesi corrispondono alle nostre Regioni]. È permessa la coltivazione di cannabis con un massimo quattro piante per abitazione. La polizia, comunque, non cerca i produttori per uso personale, ma quelli che rivendono. Quando non ci sono sospetti i poliziotti non vengono a controllare che le piante siano effettivamente quattro. Al contrario, però, nei contratti di affitto spesso si specifica che non sia permesso coltivare cannabis. Quindi se le forze dell'ordine possono chiudere un occhio questo non è garantito dai proprietari delle case affittate. In generale vige un grande paradosso, quello che si permette di comprare cannabis, ma si proibisce di consumarla in pubblico e spesso anche in privato. SSIT: In Canada le principali motivazioni per le quali si consuma cannabis terapeutica sono il miglioramento del sonno, lo sviluppo dell'appetito e la riduzione dell'ansia. Tre motivazioni che hanno una relazione diretta con il benessere delle persone, inteso come piacere di vivere. Nel suo libro lei spiega che il ruolo di questo piacere è stato omesso dal dibattito precedente la legalizzazione.

Per quale motivo? Perché, al contrario, si è preferito costruire politicamente un consumatore legittimo, quello medico, ed uno illegittimo, quello ricreativo? Al momento di permettere il consumo di cannabis per finalità terapeutiche e sotto controllo medico, tutti i paesi, con l'esclusione di Uruguay ed Alaska, erano in una situazione al di fuori della quale da un lato tale consumo era proibito, ma dall'altro esistevano forti movimenti a favore della legalizzazione generale della cannabis. Anche se si parlava dello stesso prodotto, c'era la necessità di poter distinguere le finalità d'utilizzo separando, di fatto, quello che veniva

dei tribunali, infatti, gli stessi pazienti che desideravano utilizzare cannabis per motivi terapeutici, affermavano di differenziarsi dai consumatori "ricreativi", perché loro consumavano cannabis per motivi di salute. Quindi sono stati i pazienti a fare questa distinzione, ripresa semplicemente in seguito dal Governo. SSIT: Nel concreto, esistono differenze fra queste due tipologie di consumatori? Ad eccezione dei casi dove i problemi di salute sono molto gravi e dove il paziente segue terapie intensive e sotto stretto controllo medico, non esiste una vera differenza fra i due consumatori e quindi fra i due mercati. Parliamo di persone che perseguono il proprio benessere. Alcune preferiscono avere un accompagnamento medico, altre invece seguono un percorso di automedicazione, altre ancora, consumano per divertirsi, ma dire che chi lo fa per quest'ultimo motivo lo faccia esclusivamente per il piacere, un aspetto che nel consumo medico non è presente, è falso. Perché se stiamo male e dopo avere consumato cannabis ci sentiamo bene, proviamo piacere. La frontiera è quindi molto sottile. SSIT: Visto che la maggior parte dei produttori di cannabis ricreativa sono gli stessi che producevano per il mercato medico, quali sono le differenze fra la cannabis terapeutica e quella in vendita libera?

permesso in quanto lecito da quello che veniva proibito in quanto non lecito. I legislatori hanno dovuto dire esplicitamente che il consumo terapeutico era legittimo perché sotto controllo medico e per motivi di salute, al contrario, l'altro tipo di consumo, quello era esclusivamente "ricreativo" e quindi non legittimo. Il Governo, comunque, non è andato troppo lontano a cercare questa terminologia: durante i processi e nelle aule

Alcuni prodotti del mercato terapeutico non sono disponibili in vendita libera semplicemente perché non hanno mercato. Penso, ad esempio, alle supposte alla cannabis o ad altri prodotti, molto specifici dal punto di vista della somministrazione che, normalmente, sono riservati ai bambini nel mercato terapeutico. Direi che la differenza è un po' la stessa che riguarda i farmaci: ci sono quelli che hanno bisogno di una prescrizione e quelli che sono libe-

ramente accessibili. Ma la maggioranza dei prodotti sono gli stessi nei due mercati. SSIT: Di fatto l'industria della produzione per il mercato ricreativo è stata monopolizzata dai produttori già attivi sul mercato terapeutico. Come si è arrivati a questa situazione? Perché il Governo Federale ha favorito i produttori industriali a scapito dei piccoli produttori agricoli? Il Governo non ha escluso questi produttori, ma allo stesso tempo bisogna comprendere che il mercato terapeutico è stato messo in funzione a forza di sentenze di tribunali ed allora le condizioni d'accesso erano molto restrittive. L'industria terapeutica si è sviluppata, lo si dimentica spesso, sotto il Governo dell'epoca che era conservatore. Si era nel 2013 e visto che i pazienti non avevano accesso alla cannabis e che il Ministero della Salute veniva condannato dai Tribunali si decise di occuparsi del problema. Vennero messe delle regole, si scelse di autorizzare solo coltivazioni indoor e di praticare rigide verifiche sulla qualità del prodotto. Le società produttrici subirono controlli severi affinché i loro prodotti fossero sicuri e con dosaggi stabili. Il problema è stato che solo le società più solide, con milioni e milioni di dollari, avevano i requisiti per rispondere a tutte queste norme. Alla fine dell'anno, tra l'altro, per paura che trasmigrassero sul mercato nero, la cannabis non venduta veniva distrutta. SSIT: Quindi, quando il Governo ha deciso di legalizzare totalmente la cannabis, cosa è successo? Quando nel 2015, il governo liberale ha annunciato che avrebbe legalizzato la cannabis, queste società sono andate a visitarne gli esponenti, facendo leva sul loro know how e proponendo d'ingrandire le proprie installazioni e di smettere di gettare il prodotto non venduto, per immagazzinarlo e rivenderlo successivamente con i dovuti permessi per il


42 nuovo mercato. Il Governo ha risposto positivamente accordando loro, in automatico, un permesso per il nuovo mercato. Nei mesi precedenti alla legalizzazione quindi (la legge è passata a giugno ed entrata in vigore ad ottobre) si potevano domandare i permessi, solo che le Province dovevano rifornirsi rapidamente, visto che sarebbe dovuta partire la vendita online, ed hanno stretto accordi con queste grandi società che avevano già in disponibilità un prodotto ad ottimi prezzi. La concorrenza di fatto era impossibile. Quindi queste società si sono accaparrate, de facto, anche il mercato per la vendita libera. Tutto alla luce del sole. SSIT: Come valuta questo procedere del Governo alla luce di quel che è successo? L'idea del Governo era quella di sostenere attivamente lo sviluppo di un'industria nazionale nello scenario di una concorrenza mondiale incredibile. Il problema è stato la valutazione naif del mercato della cannabis una volta legalizzata. Le ditte pensavano che la vendita libera avrebbe fatto guadagnare milioni e milioni di dollari e quindi si sono quotate in borsa sfruttando questo denaro per posizionarsi sul mercato globale. Ma il denaro previsto dalla vendita libera in Canada non è arrivato perché il mercato legale non è lo specchio del mercato illegale. Queste compagnie si aspettavano che da un giorno all'altro i canadesi si precipitassero nei negozi di cannabis, cosa che al contrario non è avvenuta.

SSIT: Per quale motivo? Primo perché i prezzi, nonostante gli sforzi governativi, erano ancora abbastanza elevati. E questo perché i produttori cercavano di rientrare dei grossi investimenti e, non conoscendo ancora con certezza i gusti dei clienti, non producevano su grande scala. Secondo motivo perché gran parte del pubblico, per la paura di un eventuale gestione non discreta delle informazioni personali, ha evitato di comprare cannabis online, tramite la carta di credito, ed ha preferito aspettare

l'apertura di un negozio nella propria zona. I negozi fisici, però, venivano aperti lentamente perché i comuni spesso non ne volevano sul proprio territorio. Terzo e ultimo motivo, in Canada non esiste un turismo che sfrutti questo nuovo mercato anche perché non è permesso fare pubblicità e non esistono luoghi di consumo pubblico modello olandese. Aggiungiamo che poi è arrivato il Covid... SSIT: Quali conseguenze hanno avuto queste criticità sul mercato? I magazzini delle società produttrici strabordavano di cannabis invenduta. Infatti i trasformatori, la parte della filiera autorizzata ad imballare ed etichettare, per preparare il consumatore a conoscere il prodotto, vedendo la reazione del mercato, non compravano i raccolti ai produttori. Così molti investitori iniziali hanno cominciato a ritirare il proprio sostegno finanziario. Per questa ragione abbiamo stimato che durante questi due anni, solo un terzo del mercato illegale sia passato alla legalità. SSIT: Cosa si è deciso di fare per correggere il tiro? A partire dall'inizio del 2020, è stata messa in commercio cannabis con prezzo simile a quello del mercato nero. Poi si è cominciato a comprendere il mercato legale. Ad esempio, un segmento del mercato che comincia a crescere è quello degli adulti di 50 e 60 anni che rappresentano una clientela diversa e

che si concentra su prodotti non da fumo, ma piuttosto su compresse, capsule, estratti e vaporizzatori sublinguali per dormire, per mangiare e per diminuire il dolore. Stiamo constatando che, visto che sui prodotti sono indicati i tassi dei cannabinoidi presenti e visto che il personale di questi negozi è altamente specializzato, questa nuova clientela non compra cannabis per divertirsi, ma piuttosto per una sorta di automedicazione, per rilassarsi, per ridurre lo stress e l'ansia e per stare meglio in generale. Per questo motivo, in attesa che il grande pubblico prenda mag-

giore consapevolezza di questi prodotti, la mia ipotesi è che la parte sostenibile del mercato sarà quella terapeutica, prescritta o no. SSIT: Ci ha detto che il mercato legale non è e non sarà lo specchio di quello legale. Cosa intende? É lo stesso fenomeno che si è notato negli Stati Uniti con la fine del proibizionismo dell'alcol. Durante il proibizionismo non esisteva la birra a 5% né le microbrasserie artigianali. Quello che si trovava era alcol al 90% o alcol adulterato e la gente pensava che quello fosse l'alcol. Invece sbagliava: quello era l'alcol in un mercato illegale. Allo stesso modo la gente fuma cannabis, ma fumare è una maniera di consumare propria del mercato illegale. Esistono molte altre maniere di consumare, ad esempio, negli Stati Uniti il fumo di cannabis è diventato minoritario rispetto ad altre forme di consumo come i vaporizzatori sub linguali, ormai molto popolari, le creme topiche oppure gli olii che si possono vaporizzare sugli alimenti. Sono tutte modalità di consumo che andranno diversificandosi in maniera maggiore e che non erano sfruttate né esplorate a causa dell’illegalità. È strano ricordarsi che qui in Canada, nei dibattiti precedenti alla legalizzazione, si temeva che ci sarebbero stati solo i fumatori di cannabis. SSIT: Tornando alla regolamentazione del mercato, come è stata regolata la tassazione?

La produzione è regolata secondo il modello dell'alcol, a livello federale e con un accise sulla produzione proporzionale al contenuto di THC. Per quel che riguarda la tassazione sulla vendita è amministrata dalle Provincie. Per i primi due anni, il Governo federale temeva una tassazione locale troppo importante, con la conseguenza di vendere cannabis troppo cara rispetto alla concorrenza del mercato nero, e quindi ha fatto un accordo con le Province. È stata concordata una tassazione locale non troppo elevata ed in cambio il Governo ha

attribuito alle Provincie il 75 % delle imposte sulla produzione. SSIT: Come è organizzata la distribuzione e vendita al pubblico finale? Se il sistema di controllo della produzione è federale, quello relativo alla distribuzione e vendita è centralizzato su base provinciale. Se la cannabis è venduta per motivi terapeutici, a seguito quindi di prescrizione, le compagnie che producono hanno licenza di vendere direttamente al pubblico finale. Per quel che riguarda la cannabis in vendita libera (non ha senso parlare di cannabis ricreativa visto che le persone possono farne comunque un consumo terapeutico) per motivi fiscali e di controllo qualità, i prodotti non possono essere venduti al cliente finale, ma i produttori devono venderli alle ditte con licenza di trasformazione e queste alle Provincie. Ciascuna Provincia, poi, è stata obbligata dal Governo Federale, attraverso la leva fiscale, a sviluppare un servizio di distribuzione online e, al contempo, ad approntare una serie di punti di vendita sul territorio in maniera da fornire questi prodotti tramite due modalità, la vendita online e quella locale. Il Governo Federale voleva che la cannabis in vendita libera fosse facilmente raggiungibile e garantita a tutti i cittadini, senza limiti dovuti alla residenza geografica. SSIT: Leggendo il suo libro sembra di capire che la legalizzazione canadese abbia ereditato molti stereotipi proibizionisti. Perché preferisce parlare di proibizionismo 2.0? Per fare accettare la legalizzazione della cannabis il Governo ha scelto di adottare un modello proibizionista, quello del tabacco. Il messaggio è stato: «Legalizziamo la cannabis ma non dovreste consumarla e, se proprio dovete farlo, almeno vi garantiamo che sia di qualità. Ci saranno i consumatori di cannabis, ma non li vedrete». Da noi non esiste un sistema tipo coffe shop olandesi. I proprietari di appartamenti e condomini, per la paura di nuocere alla reputazione dei loro immobili hanno scelto di diramare dei regolamenti restrittivi che proibiscono di coltivare e fumare all'interno delle abitazioni. E la stessa cosa nei quartieri residenziali. Non conosco molte persone che nei giardini interni dei loro condomini la sera si rilassino fumando un joint. Hanno ancora paura che l’odore arrivi ai vicini. Può succedere che non si abbia il diritto di fumare in casa propria, e non avendo il diritto di consumare cannabis all'aperto, ci si può trovare a dover fumare di nascosto nei sottoscala. Esattamente come prima della legalizzazione! Culturalmente siamo ancora ad un livello di proibizionismo che si riflette appunto nella regolamentazione applicata a tutti i livelli. Allo stesso tempo, se entrate in un negozio di cannabis, i commessi vi spiegheranno molto dettagliatamente e con competenza assoluta tutti i prodotti disponibili. Da questo punto di vista la cannabis è assolutamente normalizzata. Abbiamo questi due universi: puoi acquistare cannabis in un contesto molto conviviale e rilassato, ma non la puoi consumare in maniera conviviale e rilassata.


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Testing di CBG

Analizzando la canapa Le analisi sono la garanzia di qualità

La continua ricerca di marijuana della migliore qualità insieme alla sensibilità dei coltivatori sempre più alta nei confronti dell'ambiente, ha aperto la strada a pratiche agricole non convenzionali, ecologiche, applicate a In California i prodotti a base di canapa sono qualitativamente controllati per legge. I consumatori sono quindi tutelati, dal punto di vista igienico-sanitario, quando scelgono di assumere prodotti comprati sul mercato legale. Negli Stati dove invece non esiste tale legislazione diviene

que certi contaminanti e i loro prodotti combusti possono costituire un problema per la salute umana. I laboratori di analisi offrono diverse tipologie di analisi con l'utilizzo di differenti metodologie. Con un microscopio ad

esseri viventi e inoltre hanno un tempo di carenza, al termine del quale si possono considerare estinti gli effetti del pesticida sui prodotti sui quali è applicato. Insieme ai pesticidi ricopre un ruolo importantissimo l’analisi degli eventuali solventi residui nei prodotti derivati dalla canapa. Un BHO deve contenere butano sotto una certa soglia o da concentrato di terapeutiche virtù diventa un veicolo di possibili patologie anche gravi. È interessante far analizzare gli estratti sul mercato per evitare di avvelenare le persone che li consumano. In laboratorio i tecnici analizzano i campioni di estratto e cercano di quantificare la presenza di vari solventi utilizzati dai produttori. Un'ulteriore analisi richiesta spesso dalla legge è l'analisi microbiologica dei contaminanti. In sostanza si tratta di una analisi che permette di individuare ed identificare spore di muffe o colonie di batteri che

più complicato per il consumatore conoscere esattamente cosa sta introducendo nel proprio corpo. Sul mercato nero la garanzia di qualità è affidata alle capacità del compratore di riconoscere eventuali contaminanti grazie ai suoi sensi e alle sue conoscenze. Purtroppo però non è possibile distinguere a occhio nudo alcuni contaminanti che potenzialmente possono trovarsi sulla canapa e sui suoi derivati. Questa è la differenza che c’è in Italia tra una cima di canapa medica e una cima di canapa qualsiasi. La canapa medica proviene da una filiera che garantisce la salubrità del prodotto. La stessa garanzia che in California è richiesta a tutti i prodotti, indistintamente che siano per uso ricreativo o medico. Per la verità, a voler esser precisi, la canapa che in California vendono nei dispensari è solo controllata in laboratorio ma non è anche irradiata come quella medica. I test di laboratorio servono a capire che tipo di prodotto si ha in mano, si analizza tutto: dalla concentrazione di cannabinoidi ai terpeni, alle muffe eventualmente presenti, ai batteri, eventuali residui di lavorazione come solventi o pesticidi. Anche se la maggior parte viene bruciata nelle canne, comun-

esempio viene valutata l'eventuale presenza di corpi estranei che non dovrebbero essere presenti sui fiori e sugli estratti di canapa. È una analisi preliminare che però si può anche compiere in casa con l'utilizzo di una lente, se non si dispone di un microscopio. Dopodiché vengono testati i componenti secondo me di maggior interesse, i cannabinoidi. Con le più moderne tecnologie si indaga la presenza e la concentrazione dei cannabinoidi come THC, CBD e i loro corrispondenti acidi. Inoltre vengono analizzati altri cannabinoidi minori, se sono presenti. In casa si possono compiere qualitativamente il beam test e le TLC, che si trovano su internet in comodi kit pronti all'uso. In laboratorio poi si ricerca la presenza di eventuali pesticidi, andando a verificare che siano assenti o al di sotto della soglia legale. Analizzare un campione cercando di capire di quale pesticida si tratti è lungo e laborioso, ma vengono testate le decine di possibili pesticidi contaminanti conosciuti. I pesticidi ammessi, e la loro soglia massima tollerata, variano in ogni stato. I pesticidi spesso sono prodotti molto velenosi per i mammiferi, ma hanno una soglia al di sotto della quale non arrecano danni agli

possono con la loro presenza scatenare eventuali allergie o intossicazioni o danni collaterali dovuti alla loro assunzione. Vi sono certe spore di muffe che sono pericolose anche se inalate tramite le canne, per questo mi sento di sconsigliare il consumo di cime anche leggermente ammuffite. Tra i soggetti sensibili ci sono persone alle quali può semplicemente capitare una crisi allergica ed altre che invece possono arrivare a richiedere il ricovero d'urgenza per scongiurare complicanze peggiori. Il miglior auspicio per tutti i consumatori del mondo è che si arrivi un giorno ad avere l'obbligo di analisi per la canapa e i suoi derivati destinati al consumo umano. Questo però è solo uno dei vantaggi della legalizzazione, tanto attesa da molte persone che quotidianamente consumano prodotti di dubbia provenienza e senza nessuna garanzia di salubrità. Buone fioriture a tutti!


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Grow Report Di Stoney Tark

Three Blue Kings

Alla fine della 4a settimana sembra che abbia smesso di allungarsi, con un’altezza finale di 129 cm. C’è una quantità enorme di siti di fioritura e da quello che posso già vedere, il profilo della resina è pazzesco con questa cultivar.

Grow Report - Three Blue Kings Grow Report - Three Blue Kings Progenie: Blue Dream x Three Blue Kings Coltivazione: Indoor sotto fonti SANlight LED (Generation 2 Q5 Series)

I prefiori sono abbondanti, tutti ben assiepati e unti di tricomi. Questa signorina comincia a riempirsi e a luccicare e il suo aroma si fa più distinto con la tenda che odora di gas, di carburante, con sentori di frutta e di terra.

Substrato: Coco Nutrienti: House & Garden Aqua Flakes + Multizyme Dimensioni vaso: vaso di feltro da 30L

Il giorno 35 ha fatto follie con la produzione di resina e sembra averla aumentata di un gradino. Le foglie a ventaglio e le foglie circostanti hanno cominciato ad arricciarsi per i tricomi e a intonacare completamente la pianta con un aspetto zuccherino.

Tempo di coltura con regime 18/6: 37 giorni Periodo di fioritura con regime 12/12: 67 giorni Three Blue Kings dopo piegatura e legatura in vegetativa

Fase di coltivazione - 18/6 Dopo aver trapiantato il seme germinato, lascio crescere sotto la mia fonte SANlight LED per 18 ore al giorno con 6 ore di buio. Per i primi 7 giorni, si annaffierà a mano secondo le necessità e, una volta raggiunta una certa altezza, si cimerà e poi piegherà e legherà.

Per il momento sta crescendo manifestando un sano bagliore verde e foglie a ventaglio più corte a predominanza indica. Il decimo giorno è già alta 6,5 cm, quindi una volta raggiunti i 14 giorni, toglierò il germoglio superiore lasciando i germogli ascellari. Questa tecnica aumenterà il numero di cole superiori che la pianta produce, oltre a ridurre l’altezza finale una

volta terminato il periodo di allungamento. Il 21° giorno ha reagito bene al pizzicore e ha davvero spinto fuori i rami laterali. La spaziatura internodale non si sta mantenendo troppo serrata, quindi sembra che sarà un’ottima candidata alla piegatura e legatura della pianta. Ho notato che il suo fusto principale sta diventando spesso e largo e attualmente ha un aspetto corto ma tozzo, con tutte le foglie che si estendono verso la luce. Ha un’altezza di 27 cm e un aspetto ammonticchiato. Quando raggiungo il giorno 30, noto che il super cropping è andato bene e ci sono già evidenti formazioni di nocche che si formano su ogni parte dello stelo principale. Questa signorina sembra essere una pianta dura e resiliente, il che è sempre buona cosa. La sua altezza è aumentata notevolmente arrivando a 54 cm, con foglie a ventaglio a dita larghe che sporgono da tutte le direzioni.

Fase di fioritura - 12/12

Dopo 37 giorni di coltivazione in fase vegetativa, questa cultivar è ora pronta per essere fatta fiorire e per rivelare il suo carattere. Il suo stelo principale è molto grosso e spesso, quindi sembra che possa assorbire le sostanze nutritive e a sua volta mettere su chili. Per le prime 2 settimane, lascerò che questa signorina si allunghi per bene e si sviluppi pienamente.

Durante il flushing finale

Dopo 18 giorni di fioritura, la sua altezza è aumentata di quasi il doppio ed è ora diventata la varietà più alta della stanza. Misuro un’altezza di 89 cm, ma grazie alla piegatura e legatura, è estremamente cespugliosa e larga. Il flusso d’aria che passa attorno al fondo delle piante è perfetto e non devo preoccuparmi di alcun problema di passaggio d’aria.

Dopo il giorno 45 questa signorina si è davvero impadronita della stanza ed è una meraviglia da guardare. L’intera pianta ha mantenuto un colore verde scuro lussureggiante, senza manifestare alcun segno di colore violaceo. Da questo punto in poi comincerò a fare flushing e mi concederò un buon periodo di 14 giorni per farlo. I miei nutrienti passano al solo Multizyme e lei ora riceverà soltanto acqua con soluzione enzimatica.

Una prolifica quantità di tricomi sulla signorina

Il giorno 60 ha un aspetto superbo, glassato da morire e con cime solide che crescono fino in fondo a ogni singolo ramo. Le foglie sono ben assiepate fra le cime e utilizzando una lente d’ingrandimento, noto che la maggior parte dei suoi tricomi sono di un color argento delle nuvole con le strane tonalità dell’ambra dorata. Fra altri 7 giorni verrà raccolta portando così il numero totale di giorni a 67 giorni. È una grande produttrice e funzionerebbe molto bene in una SCROG. Il giorno 67 la tiro fuori dalla tenda e appendo l’intera pianta, tranne le foglie a ventaglio. Dopo 14 giorni sarà farò dry trimming e tutte le foglioline ricche di resina in eccesso saranno messe da parte per la setacciatura a secco. La stanza di essiccatura ha un odore molto forte, con una presenza di odore di carburante persistente e ondate di gas.


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distributori automatici Harvin Azienda d’impronta familiare, leader nazionale nel settore dell’automazione per cannabis light e realtà emergente in ambito europeo, Harvin nasce alla soglia del nuovo millennio con la voglia di fornire al mercato un contributo in termini di efficienza, qualità, usabilità ed attenzione al cliente. Se avete interesse ad espandere gli orizzonti del vostri business, le opportunità servite dalle macchine automatiche di Harvin sono una prospettiva da non sottovalutare. Ne abbiamo parlato con il tititolare Antonio Lonati. Come nasce Harvin e a quale pubblico si rivolge? Il marchio Harvin è nato oltre 20 anni fa ed è stato creato dai soci fondatori che hanno deciso di concentrare in Harvin le lore esperienze nel settore dei distributori automatici. Il nostro cliente è tipicamente l'attività commerciale che vuole espandere il proprio business model oltre che, con il classico negozio, anche con i distributori automatici. Cosa differenzia i vostri distributori automatici dagli altri? Prima di tutto Harvin si distingue ponendosi come un vero e proprio consulente per il cliente. Partiamo analizzando l'area dove

viene collocato il distributore, facciamo una valutazione dei prodotti maggiormente richiesti dal pubblico e solo successivamente proponiamo il modello di distributore automatico da installare. Harvin vanta sicuramente la gamma più estesa che il mercato può offrire per settore della Canapa legale. La differenza è enorme rispetto agli altri. Come siete entrati nel mondo della cannabis light? All'inizio del 2018 abbiamo avuto le prime richieste ed inizialmente conoscevamo poco i potenziali della cannabis light e il suo mercato. L'abbiamo studiato ed abbiamo implementato i nostri distributori automatici per le esigenze specifiche del settore. Anche qua Harvin ha dato il suo contributo e si è subito posizionata come leader di mercato. Volete presentare la linea MAGIC per la cannabis light? La linea Magic di Harvin per il mondo Cannabis light è composta da 6 differenti modelli con almeno 2 versioni disponibili per ogni modello di macchina. Con questa vasta gamma siamo riusciti a coprire tutte le esigenze che questo mercato ci chiedeva, dai distributori entry level fino a quelli combinati a temperatura controllata. Tuttavia Harvin

non si ferma qua, vedremo presto la nascita di un nuovo gioiello che darà a questo mercato un nuovo importante strumento per aprire tutti gli orizzonti di vendita possibili. E' possibile eventualmente customizzare le vostre macchine con le grafiche dei clienti? Certamente, i nostri distributori automatici possono essere customizzati con le grafiche del cliente. Moltissimi clienti hanno scelto questa opportunità e devo dire che il settore si presta moltissimo alle elaborazioni grafiche che con le luci led di cui tutti i distributori sono forniti hanno risultato estetico molto impattante. Quale messaggio volete condividere con i vostri futuri clienti? Come si dice non c'è miglior pubblicita che il passaparola, basta chiedere informazioni a chi ha un Harvin oppure contattarci direttamente tramite il nostro sito o il centralino se preferite. Per quanto riguarda il futuro crediamo che il grande sforzo che abbiamo fatto in passato per poter entrare in questo settore ci stia dando delle grandi soddisfazioni e ci permette di guardare in avanti con grande serenità.

https://harvin.it/


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coltura Bio Bertje

no a crescere bene e sviluppano i primi grappoli di fiori. Per sostenere le piante è stato aggiunto un traliccio standard. Nella settimana 5 di fioritura tutte e 18 le piante stanno sviluppando deliziosi grappoli di fiori. Le 9 piante biologiche crescono un po’ più compatte e dense rispetto alle 9 piante coltivate in Coco. I LED stanno funzionando con il SUNRISEFADE attivato (= luce arancione sul dimmer). Il SUNRISE-fade accende lentamente le fonti di luce e imita l’alba, il che assicura un basso livello di stress per le piante. Tutte le piante fioriscono come pazze, sviluppano nuovi grappoli di fiori dappertutto e iniziano ad avere un buon profumo. Nella settimana 7 di fioritura le piante continuano a crescere INCREDIBILMENTE e adesso hanno cole enormi su ciascuno dei rami principali e laterali. L'odore è forte e ha un tocco dolce e fiorito. La produzione di TRICOMI è a PIENO REGIME e le piante brillano rivestite da un manto di cristalli. Le piante V1 stanno andando molto bene sotto i quattro LED Q6W-Gen.2, molto meglio di quanto mi aspettassi e decisamente meglio che sotto le fonti HPS.

Coltivare cloni V1 con fonti a LED Q6W-Generation2 di SANlight I cloni V1 provengono da una pianta madre sconosciuta, che ho trovato in una coltivazione all’aperto e che aveva delle cime straordinariamente gigantesche. Senza conoscerne il background genetico ho prelevato un clone per una pianta madre e ho fatto il mio primo round indoor. Per conoscere meglio la pianta ho scelto di farla crescere in 2 substrati diversi, con 9 piante in ciascuno, una accanto all’altra in una tenda HOMEBOX R240+. Il lato sinistro è stato piantato su BioBizz Light Mix (in contenitori da 15 litri) e sono state aggiunte tab biologiche Sannie’s (3 tab per vaso) al terreno. Queste tab rilasciano lenta-mente i nutrienti durante l’intero ciclo e quando si irriga, è necessario somministrare SOLO acqua del rubinetto. Queste piante saranno annaffiate a mano. Il lato destro è stato piantato in vasi da 15 litri su un substrato senza terra, Ugro XL Coco Block, e sarà irrigato tramite alimentazione a goccia con nutrienti Mills da un serbatoio da 90 litri. Durante la prima settimana di vegetativa, le quattro fonti a LED Q6W-Generation2 di SANlight sono dimmerate al 40% (= nessuna luce verde sul dimmer) e mantenute a una distanza di 65 cm dalla punta delle piante. Dopo la seconda settimana, le quattro fonti sono state poste a 40 cm di distanza e dimmerate all’80%.

Tutte e 18 le piante si sono sviluppate bene e sono cresciute diventando di un sano colore verde. Il giorno 21 ho preventivamente aggiunto nella tenda un predatore biologico (=Crisopidi) contro i tripidi e i pidocchi e ho passato le piante in fioritura modificando il fotoperiodo a 12/12 ore di luce/buio. Le 9 piante su ogni lato si sviluppano in modo quasi identico e crescono in salute e in modo corretto. Le foglie a dita sottili mostrano il patrimonio di sativa della genetica ignota della V1. In questo momento i quattro LED SANlight sono ancora dimmerati all’80% a una distanza di 40 cm per garantire un allungamento adeguato delle piante. Le 9 piante nel substrato di cocco ricevono il programma completo di alimentazione dei nutrienti Mills, solo Vitalize è mantenuto a metà potenza. Dopo la 4a settimana le piante continua-

Le fonti di luce sono state posizionate ancora più in alto (50-60 cm) per poterle utilizzare al 100% di potenza affinché assicurino una produzione completa di tricomi. Le piante biologiche stanno producendo fiori MOLTO DENSI e sono pesanti da morire, anche le piante coltivate in cocco hanno cime enormi, ma sono un po’ meno dense. Per assicurare un buon flushing, ho smesso di somministrare sostanze nutritive. Dopo alcuni giorni al 100% di potenza delle fonti LED Q6W-Generation 2, le piante iniziano a mostrare segni di sbiancamento da luce. Per questo motivo le dimmero nuovamente all’80% e le mantengo a una distanza di 55-60 cm dal canopo. L’immensa quantità di fiori sulle piante V1 è sorprendente. Le cole si gonfiano e diventano ogni giorno più grandi, la produzione di tricomi è PAZZESCA, tutte le cime sono ora RICOPERTE DI TRICOMI. La dolce fragranza che emanano le piante è sbalorditiva e deliziosa. Dopo 9 settimane di fioritura è finalmente giunto il momento del raccolto. Le 9 piante biologiche hanno dato un raccolto di 784 grammi di cime secche e le 9 piante coltivate in cocco e nutrite con nutrienti Mills hanno dato un raccolto di 820 grammi (il 4,4% in più!). Il raccolto totale è di 1.604 grammi di cime secche di alta qualità. Dal momento che le luci sono state dimmerate per quasi tutto il ciclo, la potenza che hanno utilizzata ha raggiunto l’85% circa della loro intera capacità (=100W x 0,85 = 850 Watt). Se si tiene in considerazione questo aspetto, questa COLTIVAZIONE HA RESO 1,88 GRAMMI PER WATT, il che è un risultato STUPEFACENTE. In media ogni pianta ha reso 89,11 grammi, sono sbalordito dal risultato di questa coltivazione con LED e non posso che RACCOMANDARE CALDAMENTE le fonti di luce SANlight Q6W-Generation2.


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Il Canapaio di Franco Casalone

Cannabis e intelligenza La Cannabis e l'Uomo sono organismi simbiotici, e si sono sempre aiutati reciprocamente per la sopravvivenza... La cannabis è quasi riuscita nel suo intento. Grazie anche al proibizionismo, che ha cercato di dimostrare in tutti i modi (soprattutto bugie...) che fa male, ma che, grazie a decine di migliaia di studi ha dimostrato di essere un alleato prezioso del genere umano, è riuscita a occupare tutte le aree occupabili anche dall'uomo. Dal tempo della fine dell’ultima glaciazione (circa 12000 a.C.) era sopravvissuta in nicchie climatiche ai piedi delle montagne, probabilmente nella fascia che va dalla cordigliera Cantabrica, attraverso i Pirenei, le Alpi, i Carpazi e la penisola Balcanica, il Caucaso, l'Elbrus, fino alla catena del Tien Shan, degli Altai e al Giappone a Nord, attraverso le pendici dell'Himalaya, fino al sud-ovest della Cina e in Indocina a Sud. Poi l'uomo, attraverso il suo utilizzo per le fibre, per il valore alimentare dei suoi semi, per le sue proprietà magico-curative, l'ha sempre portata con sé nelle sue migrazioni. Se il suo utilizzo fosse stato soltanto per vestirsi o per cibarsi, sarebbe rimasta probabilmente in aree particolarmente a lei adatte ma grazie al suo potere curativo ed enteogeno è stata nei secoli utilizzata da qualcuno in modo sempre più diffuso, e da altri confinata o addirittura vessata. Negli ultimi cento anni il tentativo di eliminarla con tutti i mezzi da parte di un potere che non vuole che l'umanità progredisca ha provocato una risposta tenace da parte dei pochi che hanno capito le menzogne e le falsità montatele attorno. Questa risposta ha fatto sviluppare decine di migliaia di studi accademici e non, la maggior parte iniziati per provare qualche pericolosità della cannabis, ma che hanno dovuto ammetterne soltanto benefici. Tante persone si sono interessate a questi studi, alcuni media hanno cominciato a riportare notizie positive; nei campi di tutto

il mondo "che comanda" si è ricominciato a coltivare canapa/cannabis, principalmente per usi alimentari e salutistici; in ogni posto dove arriva la corrente elettrica si coltivano piantine di cannabis... Si sono fatte, e si stanno realizzando, ibridazioni di ogni tipo di canapa/cannabis per adattare al meglio, secondo specifiche richieste, nuove varietà; si stanno studiando sistemi di coltivazione sempre più specializzati; si stanno scoprendo nuovi utilizzi per diversi cannabinoidi minori, e studiando/creando linee genetiche mai esistite prima. E Lei sta ricominciando ad aiutare l’uomo nella sua evoluzione: oltre alle possibilità offerte in campo agricolo-industriale, che permettono un maggior rispetto dell'ambiente, quelle in campo curativo, che sono importantissime e promettono di esserlo ancora di più, negli ultimi anni, a fronte di un utilizzo sempre più diffuso e consapevole, si sta comprendendo il ruolo attivo della cannabis nell'evoluzione della struttura cerebrale degli umani. Nel cervello abbiamo una gran quantità di recettori per la cannabis, soprattutto CB1, quelli con più affinità per il THC (sì, la sostanza vietata...). La cannabis influenza aree importanti della coscienza e dei sistemi più profondi di mantenimento della vita: pensiero, linguaggio, percezione del dolore, concentrazione, umore, personalità, memoria, orientamento spaziale, regolazione della pressione, regolazione del sonno, risposte del sistema immunitario... Il sistema endocannabinoide permea tutto il corpo, e mantiene un equilibrio omeostatico fra i vari sistemi, essenziale per il funzionamento di tutto l'organismo. Le mutate, innaturali condizioni di esistenza della popolazione umana richiedono

un maggiore impegno nel mantenimento dell'equilibrio fra i vari sistemi che compongono il nostro essere... I recettori cerebrali per i cannabinoidi stanno mutando (si stanno evolvendo e aumentando di numero) ad una velocità tre-quattro volte maggiore negli umani che nei topi e negli scimpanzé (Cannabis, evolution and etnobotany. pag.375-376. Merlin & Clarke, 2013. Se conoscete l’Inglese, leggetevi tutto il capitolo). Scoperte relativamente recenti, replicate, dimostrano che il THC favorisce la generazione e la rigenerazione dei neuroni cerebrali. Altre ci dimostrano come, dopo l'assunzione di fitocannabinoidi (o di altri "enteogeni"), i collegamenti fra i neuroni e fra le varie aree cerebrali aumentino in modo notevole. Aumentano così le possibilità di percezione da parte dei nostri organi di senso, e

aumentano le possibilità di "comprensione" dell'universo che ci sta intorno. Può aumentare il senso di identificazione (empatia) con quanto ci circonda, e, di conseguenza, aumenta il rispetto per quanto "al di fuori di me", perché si realizza che in realtà "fa parte di me". La cannabis può aiutarci ad avere un atteggiamento diverso rispetto al mondo, più consapevole e più giusto. Il mondo non ci è dato per essere sfruttato, ma per essere compreso e per farne parte in armonia, se vogliamo continuare ad esistere come specie. È importante un cambio (avanzamento adattativo) di mentalità ed una maggiore “intelligenza” (da intellegere: trascegliere, comprendere, capire). La cannabis probabilmente è stata fra i principali artefici dell'evoluzione dell’uomo fin dal tempo della sua scoperta da parte del genere umano. Adesso è pronta ad aiutarci al "salto". Buon 2021!


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Bahia Grow Shop Torino

OraLegale-concept store®

EverGreen

via Marche 2/e-f-g, 40139 Bologna, italy (+39)051.199.80.424 Email: ora.legale@yahoo.it

Via G. Marconi 87036 Rende (CS) Tel 0984/401984 Cell 3886288734

Lu-ve 09:30–13, 16:30–20 Sabato 10–18 Domenica Chiuso

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Hemporium Cose di Canapa, Vicenza

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Mysticanza, Perugia

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Green Flower – Grow Shop & Smart Gardening

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Growshop Seedshop Headshop “Mescolanza di particolary varietà di ynsalata verde.” (Zingarelly) v. San Francesco, 7 06123 Perugia Tel/wts +39-338-8819198 Shop +39-075-3747740 info@mysticanza.it www.mysticanza.it LUN dalle 15:30 alle 19:30 MAR-SAB dalle 11:00 alle 19:30 pausa 14:00-15:00 DOM chiuso

Via G. Marconi, 14 23875 - Osnago (Lecco) Tel. +39 039 211 03 23 Cel. +39 389 499 64 45 Ass.Tecnica +39 388 98 95 669 www.greenflower-growshop.it info@greenflower-growshop.it I.G: green_flower_osnago FB: Green Flower - Grow Shop Ebay: grnflw Orario: dal Martedi al Sabato dalle 11.00 alle 20.30 Domenica: su appuntamento, Lunedi: chiuso

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Growerline, Pomezia

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Orto Biologico Shop, Cagliari Via Tigello 60 Cagliari Orari di apertura: 09:00 - 13:00, 16:00 - 20:00 Tel. 070-653170 orto_biologico@hotmail.it Sabato sera chiuso

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Orto Biologico Shop

Yerba Santa

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Via Eleonora d'Arborea 65 Cagliari Orari di apertura: 10:30 - 13:00, 16:30 - 20:30 Tel. 070-65990 yerba.santa@hotmail.com Lunedi mattina chiuso

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Dream Planet Smartshop

Do.Is. Growshop Via Pignatelli Aragona, 15 90141 Palermo Telefono: 0916124536 www.doisgrowshop.it info@doisgrowshop.it Orari: dal lunedì al sabato 9:00-13:00 16:00-19:45 facebook: @Doisgrowshoppalermo

10 Bear Bush Botanical Collective Via Cardassi 77 BARI bari@bearbush.it +39 0805536618 +39 3405445453 Via Aurelio Saffi 7 BRESCIA brescia@bearbush.it +39 3939659751 Viale della Rep. 153 CECINA cecina@bearbush.it +39 3421261029


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EverGreen

Domani Smetto Grow & Seeds Shop

Via Figurella 2 ,Catona 89135 Reggio Calabria Tel 0965/301974 Cell 3886288734

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Via Aurelia Nord, 111 - 55045 Pietrasanta (LU) Tel. 0584-1942877 - domanismetto.versilia@gmail.com Dal Martedì al venerdì: 10.00-13.30 e 16.00- 19.30 Sabato 10.00-19.30 - Chiuso Domenica e Lunedì

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17 Jò Bulk Seeds Via Pascoli 60 47841 Cattolica (RN) Telefono: 0541.950533 348 8235174 Email: info@jobulkseeds.com

GREEN FLOWER GROW SHOP &

SMART GARDENING

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Organic-Farm Via Gentileschi 3 56123 Pisa Organic-Farm quando hai bisogno di risultati è la chiave del tuo successo, una scelta chiara sicura come il Sole. Nuovo show room. Orari : tutti i giorni dalle 15 alle 20 chiuso la domenica , mattina solo appuntamento Tel: 350-1104613 www.organic-farm.it Instagram : marcoarmillei12@gmail.com #organicfarmpisa

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New Biogroup Alessandria

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Legalized

New Energy Grow Piacenza

Indirizzo: Via Alberto Scoto, 9/A, 29122 Piacenza PC, Italia Orari: Lu-Sa 11-12.30 e 15-19 Telefono: +39 0523 590953

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Gillyweed Grow Shop Via Chiesanuova 173, Padova (PD) 35136 Cell. 3331864766 gillyweedgrowshop@gmail.com Dal Martedì al Sabato 10:30-13.00 e 15:30-19.30

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W W W. N AT U R A L S T O R E . I T

Naturalstore

GROWSHOP-SEEDSHOPHEADSHOP-HEMPSHOP

Via Cherubini, 6 63074 San Benedetto del Tronto (AP) info@naturalstore.it telefono: 0735 650968

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11 Skunkatania, Favara

Skunkatania, Catania Skunkatania, Ortigia Skunkatania, Modica www.bearbush.it facebook: Bear Bush Botanical Instagram: bearbushbari

CHACRUNA Hemp & Growshop Chacruna TRENTO dal 2003 Corso 3 Novembre 72 – Galleria Al Corso Tel: 0461 922896 Chacruna BOLZANO dal 2013 Via Cavour 3B – Tel. 0471 975106 Chacruna Dispensary e Info Point - dal 2019 Corso 3 Novembre 72 – Galleria Al Corso email: shop@chacruna.it Website: www.chacruna.it FB-INST: ChacrunaShop

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Banche dei semi TricomaTeam (tricomateam@gmail.com)

Strawberry Gum; per chi è

in cerca di Sative a fioritura rapida Un vero piacere per il palato Una fantastica varietà femminizzata, caratterizzata da un buon portamento e un’abbondante resa. Questa varietà appartiene a un ristretto gruppo di sative a fioritura rapida. In poche settimane forma enormi bud ricoperti da una grande quantità di resina. Il suo gusto è una deliziosa miscela di aromi dolci di fragole e frutti di bosco. Produce un effetto immediato, fisicamente rilassante e molto vivace e allegro a livello cerebrale. Spettacolare ibrido a predominanza sativa della banca dei semi Advanced Seeds. Questa meravigliosa varietà risulta dall’incrocio di una deliziosa Bubble Gum e un’altra non meno gustosa Strawberry.. Dalla fusione degli aromi e dei sapori di queste due magnifiche varietà nasce Strawberry Gum, che racchiude alla perfezione tutte le sfumature organolettiche delle sue progenitrici.

favoriscono la formazione di bud enormi e allungati su tutta la pianta, specialmente sulla punta dei rami, mentre il bud centrale crescerà in dimensioni spropositate. Può rendere fino a 500 g/m2 all’interno in poco più di 9 settimane di fioritura e oltre 750 grammi per pianta all’esterno, dove maturerà nella prima quindicina di ottobre. Strawberry Gum produce bud davvero spettacolari, con una concentrazione di THC del 20%. L’effetto è energizzante, creativo e molto cerebrale. A livello corporeo genera una leggera sensazione di rilassamento, senza però rendere inattivi; è quindi possibile consumarla in qualsiasi momento senza avvertire pesantezza. L’aroma e il sapore dei suoi fiori sono alla base del suo successo. Per il gusto intenso e squisito di fragole e frutti di bosco si fa apprezzare specialmente da chi ama i sapori dolci.

Tricomi visibili a occhio nudo. Dai semi di questa varietà si ricavano esemplari con buon portamento, un’abbondante ramificazione e una brevissima distanza internodale: tutte caratteristiche che

Germinazione e crescita Abbiamo messo dieci semi di Strawberry Gum a germogliare tra panni umidi al buio. In meno di 48 ore, la radichetta di tutti i semi era già spuntata. Abbiamo poi piantato le

L’enorme cima centrale.

piantine così ottenute in vasi di poco meno di un litro, con le radici rivolte verso il basso. Successivamente le abbiamo trapiantate inizialmente in vasi da 7 litri e, successivamente, in vasi da 18 litri, dove sono state lasciate fino alla fine del loro ciclo di vita. Le prime foglie sono apparse sopra la superfi-

cie del terreno in meno di un giorno, sotto il calore e la luce potente di lampade al sodio. Nei primi giorni, abbiamo collocato le piantine a circa 80 cm di distanza l’una dall’altra. In seguito, abbiamo ridotto questa distanza a circa 50 cm. La crescita vegetativa di questa pianta è spettacolare. Si innalza forte e robusta, con rami


54 abbondanti e una breve distanza internodale. Per le grandi dimensioni e l’imponente struttura degli esemplari abbiamo dovuto usare le stecche più alte che avevamo. Il lato sativa della genetica era chiaramente visibile nella crescita esplosiva: in circa un mese, tutte le piante avevano raggiunto una statura impressionante. Dopo averle trapiantate nei nostri vasi più grandi da 18 litri, le abbiamo spostate in sala di fioritura, impostando il fotoperiodo a 12 ore di luce e 12 di buio.

Fase di fioritura Durante le prime due settimane di fioritura, i rami hanno continuato a crescere e

raccolto, abbiamo effettuato un buon lavaggio delle radici aspettando con impazienza il “grande giorno”. Dopo quasi dieci settimane di fioritura, tutte le piante, visibilmente mature, sono state recise.

Raccolto Al microscopio abbiamo potuto constatare che i nostri esemplari erano pronti per essere raccolti: ci siamo quindi affrettati a preparare le forbici. Il raccolto è stato molto abbondante. Strawberry Gum è una varietà eccezionale sia qualitativamente che quantitativamente. I suoi bud sono enormi, densi, pelosissimi e resinosi.

Bellissime cime secondarie. aumentare di peso. La distanza internodale si è accorciata sempre più. Quindi, a metà del periodo di fioritura, hanno smesso di crescere per concentrarsi sullo sviluppo dei fiori. Abbiamo cambiato i fertilizzanti e gli stimolatori di crescita con prodotti specifici per la fase di fruttificazione continuando a innaffiare abbondantemente i nostri esemplari ogni due giorni. Si sono formati bud giganteschi e molto pelosi, con pistilli allungati che assumevano tonalità arancioni e si accumulavano, raccogliendosi in enormi infiorescenze su tutta la pianta. Sia la cima centrale che tutte le cime secondarie erano davvero spettacolari. La resina traboccava ed era ben visibile ad occhio nudo. Strawberry Gum è una pianta che non ha bisogno né di cure né di molto nutrimento e si adatta perfettamente a qualsiasi metodo di coltura. Circa due settimane prima del

Il raccolto ha richiesto un po’ di tempo, poiché la resa per pianta era abbondante. Come ci si poteva aspettare, il profumo emanato dai bud ad ogni taglio di forbice era piacevole e dolce. Abbiamo appeso i rami su alcuni scaffali, in una stanza buia e ben ventilata, avendo cura di mantenere la temperatura al di sotto dei 20ºC e l’umidità al 60% circa.

Degustazione di Strawberry Gum Strawberry Gum è una varietà deliziosa, soprattutto per chi apprezza le gomme da masticare dal sapore dolcissimo. Il suo fumo denso riempie la bocca a ogni tiro e il dolce aroma di fragole e frutti di bosco pervade il palato: una vera meraviglia per i sensi! L’effetto è rilassante per il corpo, e molto vivace, gioioso, creativo ed energizzante per la mente. Un’erba fantastica, che delizierà le tue papille gustative in qualsiasi momento, senza lasciarti inchiodato al divano.

Indice pubblicità Nome Pagina

Growerline 50-51

Advanced Hydroponics 17

Happy Life

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Advanced Seeds

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Hemphilia

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Art Genetix

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Hemporium

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Atami 40

HRG

40

Bahia 40

Hydrorobic

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Bahia Growshop

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Idroponica.it

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Barney's Farm

5

Indoorline

37

Bear Bush

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Jò Bulk Seeds

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Bear Bush

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Jorge Cervantes

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Bio Nova

1

Legalized

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Bio Nova

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Linea - Herba

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Buddha Seeds

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Mycologics

45

Campo di Canapa

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Mysticanza

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Canapando 47

Natural Store

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Canna 2

Near Dark

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Chacruna 50-51

New Biogroup

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City Jungle

New Energy

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Cvltvs 45

Ora Legale

50-51

Do.Is.

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Organic Farm

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Domani Smetto

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Orto Biologico Shop

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Dream Planet

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Paradise Seeds

1

Dream Planet

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Paradise Seeds

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Dutch Passion

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Primitiae 1

Dutch Trimming Company

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Procare 45

Evergreen

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Seed Side the

Evergreen

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Skunkatania 50-51

Fior di Canapa

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Sweet Seeds

1

Gea Seeds

1

Sweet Seeds

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Gillyweed Grow Shop

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Terra Aquatica

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Green Flower

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of Holland

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Colofon Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV P.O. Box 362, 5460 Veghel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 e-mail: info@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.com Editore: Cliff Cremer Collaboratori: Franco Casalone, Jorge Cervantes, Clod, Giovanna Dark, Carlos Rafael Esposito, Stoney Tark, Rich Hamilton, Mr. Jose, G.B.I., e tanti altri. Traduzioni: Valefizz

Risposte al quiz a pagina 33 1. B 2. A 3. D 4. A 5. D 6. A 7. A 8. C 9. A 10. D

11. D 12. B 13. B 14. D 15. C 16. A 17. D 18. C 19. C 20. A

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Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: readers@softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 La voce dell’editore: Soft Secrets è una rivista bimestrale gratuita pubblicata nei Paesi Bassi (con il nome di Highlife), Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Cile. A livello mondiale è in corso un processo di relativa liberalizzazione dell'uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi. Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti, come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l'uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale.

L'editore si propone di mettere in luce il processo di normalizzazione dell'uso della cannabis. Questo presuppone che l'editore non sia necessariamente d'accordo su tutto ciò che figura negli articoli e nelle pubblicità che appaiono sulla rivista. L'editore si discosta quindi in modo esplicito da dichiarazioni o immagini pubblicate che potrebbero dare adito a pensare che siano stati approvati l'uso e/o la produzione di cannabis. Nulla della presente pubblicazione potrà essere copiato o riprodotto in qualsiasi formato senza previa autorizzazione dell'editore e di altri titolari del copyright. L'editore non assume alcuna responsabilità in merito al contenuto e/o al punto di vista degli annunci pubblicitari. L'editore non assume alcuna responsabilità per eventuali documenti presentati indesiderati. L'editore ha cercato di contattare tutti i titolari del copyright di fotografie e/o immagini. Coloro che ritengono ancora di avere diritto ai suddetti diritti sono pregati di contattare l'editore.

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2 aprile 2021


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