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La rivista della cannabis dal 1985

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Walter ha vinto la battaglia per l'autocoltivazione medica Il fatto non sussiste. Con questa formula il tribunale di Arezzo ha assolto Walter De Benedetto, quarantanovenne malato di artrite reumatoide, finito alla sbarra con l'accusa di spaccio di stupefacenti per aver coltivato alcune piante di cannabis nella serra di casa. La stessa cannabis che lo Stato avrebbe dovuto fornirgli come terapia. Una grande vittoria per tutti quelli che da anni ormai chiedono a gran voce la possibilità di coltivare la propria medicina. Un'evidente sconfitta per lo Stato e la Sanità nazionale, da tempo messi all'indice per non aver dato un seguito effettivo alle promesse del 2007, anno a partire dal quale - per legge - in Italia è lecito curarsi con la cannabis terapeutica. Ma torniamo al nostro eroe e alla sua storia. All'età di 16 anni Walter ha scoperto di essere affetto da una severa forma di artrite reumatoide, una malattia infiammatoria cronica autoimmune che colpisce in maniera elettiva le articolazioni e che lo costringe in un letto nella sua abitazione a Ripa di Olmo, alle porte di Arezzo. Per sopportare i dolori lancinanti che questa malattia provoca e per evitare gli effetti collaterali dei medicinali tradizionali, Walter ha iniziato dal 2011 ad utilizzare la cannabis a scopo medicinale.

Nel suo piano terapeutico, concordato con il medico, la quantità prevista dalla ASL è di circa un grammo al giorno. Troppo poco per lenire i dolori di Walter, che così decide di sopperire a questa mancanza coltivando piantine di cannabis nella serra adiacente la sua abitazione. Per fare questo si fa aiutare da un amico che si occupa di innaffiare le piante. Nel 2019 una soffiata e conseguentemente il blitz dei carabinieri nell'abitazione di Walter, porterà alla denuncia per lui e per l'amico. Quest'ultimo è già stato processato e condannato ad un anno e due mesi. Il quantitativo di cannabis, scriverà il giudice aretino nell'ordinanza che lo incriminava "non era congruo" per un consumo destinato ad una sola persona e così Walter ha dovuto affrontare un processo lungo quasi due anni per dimostrare come 1 grammo di cannabis al giorno non possa essere "congruo" per la cura di una malattia cronica. Per fortuna non ha dovuto combattere da solo: attorno al caso di Walter c’è stata una grande mobilitazione che ha visto quasi 500 persone digiunare in solidarietà e oltre 20.000 firmare un appello per indurre il Parlamento a rivedere la legge sulla cannabis terapeutica.

Con una sentenza diventata caso politico (davanti al tribunale di Arezzo c'erano infatti parlamentari del M5S, Riccardo Magi deputato di +Europa-Radicali Italiani, rappresentanti dei Radicali Italiani, di Volt, Azione, l'Associazione Luca Coscioni e Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale), sociale (con una mobilitazione social in favore dell'imputato e delle associazioni del malato) e civile (con la riapertura del dibattito sull'uso legale della cannabis a scopo terapeutico e sull'annoso problema delle minime quantità reperibili) la battaglia di Walter ha trovato la sua meritata e giustissima conclusione. Noi di Soft Secrets ci auguriamo che questa sia davvero l'ultima battaglia e che finalmente, grazie a alla sentenza di Arezzo, i malati non debbano più temere ritorsioni giudiziarie quando sopperiscono alle mancanze dello Stato. di Giovanna Dark


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Growing di CBG

I terpeni Sono molto importanti, ma effettivamente ne sappiamo poco, ancora meno sono i coltivatori capaci di produrre piante ricche in terpeni. Questo componente fondamentale delle piante di canapa è molto più importante dei cannabinoidi, che sono le molecole che per anni sono state ricercate dai breeders di mezzo mondo. Oggi finalmente i terpeni sono considerati importanti e la ricerca dei breeders va nella loro direzione.

Cannoli sta conducendo un esperimento sull'evoluzione dei terpeni (e dei cannabinoidi) durante la stagionatura degli estratti. Non appena vedrò i risultati ne scriverò un articolo a commento. Ma torniamo ai terpeni,

aroma particolare alle piante e agli estratti da esse provenienti.Si forma dalla degradazione e riarrangiamento del mircene, ad opera della luce solare. Avete presente quel retrogusto che avevano i fumi marocchini quando

cannabinoidi deve esserci qualche altra molecola che ne influenza l'effetto e queste sono i terpeni. "Entourage" significa gruppo, tutti assieme, e ci aiuta a capire l'influenza che hanno i terpeni su chi assume cannabinoidi.

un dato interessante è la correlazione tra il contenuto di cannabinoidi e terpeni, dovuto probabilmente alla loro sintesi ad opera delle medesime ghiandole. Questo ci porta ad ipotizzare il perché le varietà moderne ad alto contenuti di cannabinoidi siano mediamente più profumate di qualche decennio fa.

provenivano da piante lasciate seccare sulle terrazze delle case al sole? Ecco, pian piano si spiega tutto. Un altro dato che voglio riportare sui terpeni e che sicuramente può interessare i coltivatori è questo: si sono osservati maggiori quantitativi di terpeni nelle piante coltivate con una carenza nutrizionale di azoto nelle fasi finali della fioritura. "Che bella scoperta!" dirà qualcuno ed effettivamente non è nulla di nuovo, ma ne abbiamo ora la conferma. Quindi meno fertilizzante (e meno azoto!) darà infiorescenze migliori.

Sicuramente esisteranno varietà terapeutiche, in un futuro, con numerosi cannabinoidi ad oggi non conosciuti o utilizzati, ma anche varietà dal profilo terpenico conosciuto e perciò mirate verso una particolare malattia.

I terpeni sono composti organici presenti nella canapa, sono i responsabili dell'aroma e dell'effetto dei nostri amati fiori. Chimicamente sono unità di isoprene assemblate a formare molecole più complesse. Possiamo identificare nella canapa due macrogruppi di terpeni, i monoterpeni e i sesquiterpeni, accompagnati dai triterpeni che però sono pochi e raramente diffusi sulle piante. I monoterpeni più famosi sono ad esempio il limonene, il mircene e il linalolo. Ho riportato solo questi tre perché sono quelli che si trovano più facilmente leggendo le analisi del profilo terpenico delle varietà più diffuse al giorno d’oggi. Tra i sesquiterpeni invece voglio ricordare il cariofillene. Se dovessi riportare un elenco esaustivo mi servirebbero due pagine perché sono circa duecento diversi i terpeni che si possono trovare sulle piante di canapa. I terpeni sono i principali responsabili dell’aroma di una particolare varietà di pianta. Il particolare profumo e il sapore sono dati dalla combinazione di numerosi terpeni, che a fine fioritura saranno presenti in diverse concentrazioni tra di loro. Si stima che il 10% del contenuto di resina nei tricomi ghiandolari sia formato da terpeni. Data la loro altissima volatilità ecco che si spiega come mai l'aroma cambi tra la pianta appena tagliata e una cima correttamente essiccata e conciata. D'altronde basta fare una prova e confrontare un Ice-O-Lator Fresh Frozen con un Ice-O-Lator dalle stesse piante però essiccate: il contenuto di terpeni è differente, l'aroma quindi sarà differente. Ci si renderà subito conto di come cambia il profilo terpenico della stessa pianta a seguito dell'essicazione. Non è detto che sia migliore il Fresh Frozen, non disserto su questo perché mi mancano ulteriori prove sul ri-arrangiamento dei terpeni nelle cime conciate e negli estratti. Frenchy

Un noto breeder e ricercatore della canapa, del quale non posso riportare il nome ma sicuramente avrete capito chi è, ha studiato la foto-ossidazione dei terpeni (o meglio dei terpenoidi, molecole affini ai terpeni con una piccola sostituzione al loro interno) a dare altri composti. Tra questi composti derivati dalla degradazione del mircene abbiamo anche quello che viene chiamato oggi hashishene. L'hashishene conferisce un

Le varietà più ricche in terpeni sono quelle che secondo me hanno un futuro migliore tra le varietà mediche, data l'esistenza dell'effetto entourage. L'effetto entourage è la spiegazione del perché alcune varietà hanno effetto diverso rispetto ad altre. A parità di

Il futuro è nei metaboliti secondari della canapa, oltre che nei cannabinoidi. Quindi invito a scegliere con un occhio di riguardo verso i terpeni, soprattutto i coltivatori meno esperti devono essere esigenti quando scelgono il seme o il clone per la nuova stagione. Il costo di un seme non deve fermare dal coltivare varietà superiori, la differenza può essere veramente notevole.

Buone fioriture a tutti!


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Cannabusiness di Fabrizio Dentini

Focus Canada: Cannabis

2.0 le potenzialità degli edibles in un mercato regolato.

Dopo aver permesso lo sviluppo di un sistema di produzione industriale per la cannabis medica, lo scorso 17 ottobre 2018, con la legge C45, il Canada diventa il secondo paese al mondo a legalizzare la produzione, distribuzione e vendita di cannabis al di fuori del circuito terapeutico. Ma perché il Canada sceglie di diventare il primo paese del G7 a legalizzare la cannabis? Essenzialmente per due ordini di motivi. Il primo è quello di creare un mercato controllato e sicuro che possa togliere il controllo degli introiti legati al consumo di questa sostanza alle organizzazioni criminali. Legalizzare la cannabis, quindi, puntando a rassicurare la popolazione riguardo le due principali preoccupazioni emerse nel dibattito previo la legalizzazione: il consumo di cannabis nei giovani e la guida sotto l'effetto di cannabis. La seconda intenzione del Governo, ovviamente, è quella di facilitare la nascita di un'industria canadese della cannabis prospera e all'avanguardia sul mercato globale. Nel 2019, durante il primo anno di legalizzazione, il Canada ha sostanzialmente gestito lo sviluppo di un

mercato emergente ed inedito, cercando di affinare i modelli di distribuzione e vendita, in carico alla Provincie, e comprendere come e con quali politiche di prezzo, sottrarre clienti al mercato nero per farli emergere in quello regolato e garantito dallo Stato. Il 2019 ha visto la nascita del sistema distributivo online, lo sviluppo delle reti di distribuzione locali (private, pubbliche o pubbliche e private) e riconosciuto le potenzialità di un mercato che, per quanto riguarda il primo anno, consisteva fondamentalmente nella vendita delle infiorescenze. Secondo i dati del Ministero della Salute, dal primo gennaio 2019 alla fine del settembre successivo sono stati venduti 72.997 chilogrammi di cannabis per motivi non medici (14.601 chilogrammi per consumo terapeutico). Da ottobre 2018 al settembre del 2019 in Canada il mercato della cannabis, online e offline, ha realizzato vendite per quasi 910 milioni di dollari. Non male per essere il primo anno... Con queste premesse, ed esattamente un anno dopo la data della legalizzazione, il 17 ottobre 2019 si è dato il via libera

alla vendita di tutta una nuova serie di prodotti, derivati della cannabis, che chiameremo cannabis 2.0. I prodotti che rientrano nella categoria cannabis 2.0 sono principalmente gli alimentari commestibili, infusi con estratti di cannabis (oltre oceano chiamati edibles) che raggruppano prodotti da forno, caramelle, chewing gum, cioccolate e bevande. Poi troviamo i prodotti per uso topico, quali le creme, seguiti dai concentrati, estratti ad alta concentrazione di cannabinoidi e dai prodotti per la vaporizzazione. All'interno di queste categorie esiste una miriade di possibilità di scelta che ogni mercato provinciale ha scelto di regolare come meglio credeva, per garantire protezione e sorveglianza al nuovo emergente mercato di consumatori. Perché legalizzazione significa nuovi prodotti e nuovi consumatori. Nel 2020, del campione di 16.467 partecipanti, con più di 15 anni, allo studio condotto da Michelle Rotermann per l'Istituto Statistico canadese, il 41.4%

si è approcciato al mercato nascente della cannabis 2.0 ed in particolare a quello degli edibles. I canadesi intervistati hanno rivelato l'utilizzo di cannabis sotto forma di altri tipi di prodotti, con cartucce di olio di cannabis, vaporizzatori (23.2%), liquidi concentrati (18.9%) oppure hashish (15.9%). Dei prodotti cannabis 2.0, i prodotti commestibili, lanciati nel secondo anno di legalizzazione, se da un lato stanno guadagnando notevole popolarità - in quanto la percezione del loro consumo sembrerebbe più salutare e discreta (no odore, no stigma del fumatore) ed il loro effetto più duraturo rispetto al fumo - dall'altro cominciano ad essere considerati come potenzialmente pericolosi. Questi prodotti possono essere inavvertitamente ingeriti dai bambini, a volte si dimostrano imprevedibili e suscettibili di provocare un consumo oltre i limiti a causa degli specifici meccanismi metabolici di assunzione. A differenza dei principi attivi assunti tramite combustione, infatti, il principio attivo della cannabis assunto tramite ingestione, attraversa il tratto gastro intestinale e, tramite


11 a 31 milioni e 218 mila dollari dello scorso marzo 2021. Solo per il mese di marzo. In questo contesto mensile, e tenendo conto che alcune gocce e tinture anche se consumate oralmente sono incluse nel gruppo degli estratti, il mercato degli edibles ha rappresentato il 6% delle vendite totali dello scorso marzo e quindi quasi 2 milioni di dollari.

l'intestino, passa nel flusso sanguigno e da qui al fegato. Proprio gli enzimi del fegato idrossilano il Delta-9-THC trasformandolo in 11-Idrossi-THC (idrossitetraidrocannabinolo) un potente metabolita psicoattivo che passa prontamente la barriera ematoencefalica. Tutto questo processo rende l'insorgere dell'effetto psicoattivo più lento rispetto al consumo tramite fumo. Gli effetti tramite ingestione affiorano fra i 30 ed i 90 minuti in seguito al consumo ed il picco di effetto si raggiunge, in media, dalle due alle quattro ore in seguito all'ingestione. Per dare un'idea dell'importanza dell'emergente settore cannabis 2.0, all'interno del mercato complessivo della cannabis legalizzata, dal gennaio 2020 al dicembre successivo, gli edibles venduti, come singola unità, sono stati 14.289.676 per uso ricreativo e 386.909 per uso medico, il 20% del totale. Per quel che riguarda invece il mercato degli estratti, che rappresentano il 16% di tutto il mercato, nello stesso periodo di tempo, gli estratti venduti sono stati 12 milioni per uso ricreativo e 2 milioni e 700 mila per uso terapeutico. Concludiamo questo rapido volo sulle singole unità vendute con i prodotti topici che hanno registrato la vendita di quasi 86.000 pezzi senza prescrizione medica e di 4.057 pezzi per uso terapeutico. Come si vede, le potenzialità di questo mercato sono eccezionali e si svilupperanno con il tempo, man mano che l'industria saprà attivarsi per garantire prodotti sempre più sicuri ed equilibrati (nella titolazione dei cannabinoidi presenti) e soprattutto che rispecchino con efficacia i desideri dei nuovi consumatori. Per presentare nello specifico l'interesse costituito dal mercato sorgente della cannabis 2.0 abbiamo deciso di parlarvi di 3 Province canadesi, confrontando i dati emersi in relazione all'importanza di questo settore rispetto al mercato complessivo della cannabis. L'Ontario, con la capitale Ottawa e con 13,5 milioni di abitanti è la Provincia

canadese più popolata, la British Columbia, bagnata dall’Oceano Pacifico, con 4.6 milioni di abitanti è la terza provincia più abitata ed infine l'Alberta, nella regione delle praterie, con 4,1 milioni di abitanti è la quarta della classifica. In totale queste tre provincie rappresentano più della metà della popolazione nazionale. Da questo affresco è stata esclusa la seconda provincia più popolosa, il Quebec, perché la legge che regola la vendita di prodotti edibles è la più restrittiva di tutto il Canada ed in pratica permette la sola vendita di qualche bevanda con infusione alla cannabis, tipo tè. Cominciamo quindi con l’Ontario, Provincia leader nazionale, in cui il mercato della cannabis si è sviluppato fiorente come in nessun'altra delle province. In Ontario il sistema distributivo è misto, il pubblico si occupa - tramite l'Ontario Cannabis Store - della vendita online ed il privato si occupa della vendita nei negozi specializzati che ad aprile 2020 erano 87. Durante l'anno precedente e quindi da aprile 2019 a fine marzo 2020 le vendite online (con 4 milioni e 400 mila visitatori unici) hanno raggiunto la cifra di 71 milioni e 400 mila dollari e quelle attraverso i negozi quella

di 313 milioni e 700 mila dollari. Il tutto a fronte di un totale di 35 tonnellate di cannabis venduta. Durante il primo anno di vendite, con i prodotti cannabis 2.0 non ancora sul mercato, i fiori hanno rappresentato il 79% del volume di vendite. Quando i prodotti di cannabis 2.0 sono stati lanciati, sul finire del 2019, hanno venduto molto bene ma, a causa dell'iniziale poca differenziazione, non si è ancora potuto studiare a pieno il vero slancio per un mercato come questo e le tendenze dei consumatori rimangano quindi ancora poco verificabili. Nonostante tutto, nel periodo di tempo sottoposto ad analisi i prodotti per uso topico sono stati venduti per 40 mila dollari, gli estratti per 300 mila dollari, le bevande per 410 mila dollari, gli edibles per 3 milioni e 800 mila dollari, le capsule microdosate per 11,3 milioni di dollari ed i prodotti per vaporizzazione per 14 milioni e 800 mila dollari. Per quel che riguarda la più occidentale delle Provincie, la British Columbia, dove oltre alle vendite online - con il bccannabisstores - il pubblico interviene nella vendita al dettaglio con negozi propri affianco a quelli privati, che rifornisce, il mercato della cannabis è cresciuto da 2 milioni e 900 mila dollari di vendite all’ingrosso, nel marzo 2019,

I prodotti più venduti del mercato edibles in questa Provincia sono le caramelle gommose alla cannabis, seguite dal cioccolato e poi dalle bevande. In ultimo, i dati relativi all'Alberta, regione di grandi fiumi e miriadi di piccoli laghi. Questa Provincia adotta il medesimo sistema distributivo dell'Ontario, occupandosi delle vendite online - attraverso l'albertacannabis. org - e lasciando al privato quelle nei 547 negozi specializzati. In Alberta il mercato di edibles, estratti e creme ad uso topico rappresenta meno del 10% del mercato della cannabis il che significa che da aprile 2020 a marzo 2021 ha generato più di 30 milioni di dollari. Anche in questa provincia i prodotti più interessanti per il pubblico sono gli estratti, il cioccolato, i chewingum e le bevande. Secondo le cifre in possesso delle istituzioni circa un terzo dei consumatori di cannabis dell'Alberta consumano prodotti tipo edibles e lo fanno perché credono siano un'alternativa migliore rispetto al fumo. Dal primo aprile 2020 all'ultimo giorno dell'anno scorso la vendita di cannabis ha fatturato 335 milioni di dollari. Di tale cifra la vendita di creme ad uso topico ha raggiunto 1 milione e 200 mila dollari, quella delle bevande ha fatturato quasi 4 milioni di dollari, come quella delle capsule microdosate, la vendita degli estratti quasi 8 milioni di dollari e quella degli edibles ha superato gli 11 milioni di dollari. Ultimo dato, gli spinelli pre-rollati hanno venduto per 66 milioni di dollari. E con questo verrebbe voglia di cantare vorrei una casetta piccolina in Canada...


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Barney’s Farm strain story Testo e immagini: Green Born Identity – G.B.I.

Watermelon Zkittlez Infiorescenze elettrizzanti: un tonico ristoratore al melone Da un paio d’anni abbiamo visto emergere dalla West Coast californiana molte varietà dall’aroma straordinario che molto opportunamente portano nomi di famosi dessert e dolciumi. La popolarissima varietà Zkittlez, il cui nome viene dalle famose caramelle multicolore, ne è un bell’esempio. Una tale prelibatezza di cannabis rappresenta naturalmente una tentazione irresistibile per i breeder di tutto il mondo che la vogliono come partner di ibridazione per la creazione di nuove varietà. Per esempio Barney’s Farm, metaforicamente parlando, voleva versare su Zkittlez un getto tonificante di succo di anguria mediante l’incrocio con Watermelon, un altro celebre strain americano. Ciò ha prodotto un ibrido quasi perfettamente bilanciato (55% indica, 45% sativa) che sembra essere un’altra eccellenza creata dagli olandesi: dal punto di vista della coltivazione, Watermelon Zkittlez vanta rese sopra la

media di 550 g/m2 che possono essere ampiamente superate e, nel migliore dei casi, culminare in raccolti di 800 grammi. In non più di nove settimane di fioritura lo strain è tranquillamente in grado di produrre un’enorme quantità di biomassa floreale. Sebbene la crescita sia più di tipo Sativa che Indica, le piante non si allungano troppo verso l’alto e raggiungono altezze medie. Grazie a una difficoltà di coltivazione valutata 2 (su una scala di 5), anche i grower meno esperti dovrebbero essere capaci di fare bene con questa pianta. Essa si comporta splendidamente anche all’aperto, conclude il ciclo di vita già verso la terza o quarta settimana di settembre, producendo 750-1500 grammi per esemplare in condizioni favorevoli. Rendendo onore al suo nome, si dice che il gusto delizioso di Watermelon Zkittlez ricordi l’anguria, ma esso evoca anche il sapore di uva. Altrettanto piacevole è la sua ammaliante

fragranza che fa venire in mente una cesta di frutta tropicale e una gran varietà di bacche dolci. Assaggiare questo tipo di erba dallo sballo istantaneo produce un impatto rinvigorente e attivante, e solleva l’umore del consumatore in modo da “far sparire lo stress e i problemi quotidiani in una nuvola di fumo, come per magia”, secondo Barney’s Farm.

piante hanno ramificato precocemente, con molti rami laterali che spuntavano dallo stelo. Quando Doc le ha passate alla fase di fioritura cambiando l’illuminazione a 12/12, queste vigorose bellezze cespugliose che crescevano di pari passo misuravano 33 e 35 cm.

La fase vegetativa: Crescita simultanea forte e cespugliosa

La fase di fioritura: si apre come un ombrello ed è tempestata di grandi cime fruttate inzuppate di resina

The Doc non poteva (né voleva) resistere a tutte queste tentazioni e si è felicemente lanciato nella coltivazione di due piante femminizzate di Watermelon Zkittlez. Dopo una germinazione facile facile – tipica degli strain Barney’s Farm – le due piantine hanno mostrato una crescita rapida sin dall’inizio, presto seguita dalla comparsa di foglie a ventaglio di color verde scuro piuttosto sottili tendenti verso il lato Sativa dello spettro. Entrambe le

Durante la fase di fioritura hanno continuato a mostrare una crescita impressionante, con la loro impalcatura di rami che si espandeva in modo tale da mostrare la forma di un ombrello rovesciato. Lo stelo si stagliava sempre più alto rispetto al voluminoso raggio di rami laterali al di sotto di esso. Il fattore allungamento nelle prime quattro settimane di fioritura era di circa 2.5. Già c’erano i primi indizi che questo sarebbe


13 stato un altro sviluppo floreale eccellente. Infatti, molto presto, gocce di resina già trasudavano generosamente dalle giovani cime, le quali mostravano anche una formazione molto promettente di fiori succulenti. The Doc ha riferito che, “già alla sesta settimana di fioritura le cime apicali erano avvolte in una veste tempestata di stelle, talmente sfarzosa che già di per sé sarebbe stata un risultato FINALE eccellente per tanti altri strain!” Ma Watermelon Zkittlez ha continuato a pompare ghiandole di resina in modo tale che, nelle ultime tre settimane, quei pesanti strati di tricomi sono diventati ancora più ricchi. Le cime si sono ingrossate fino a raggiungere dimensioni massicce, e i calici, ma anche le foglie resinose a una o più dita e le grandi foglie a ventaglio superiori, erano abbondantemente ricoperte di cristalli – “il che è sicuramente un segno di qualità eccezionale”, ha lodato The Doc. “La fragranza delle infiorescenze di questo strain è un godimento fruttato, un turbinio di tanti aromi di frutta – riesco a percepire anguria, pesca noce, ananas, limone, ribes nero – come se tutti questi frutti fossero stati gettati in un frullatore!”

Uno sprint finale prestabilito conduce a una maturazione più che puntuale Uno sprint finale prestabilito ha sorprendentemente fatto tagliare il traguardo alle due piante di Watermelon Zkittlez un po’ prima di quanto stabilito da Barney’s. Già dopo 60 giorni The Doc ha deciso che era giunto il momento di tagliarle. Grazie alla forma ben ramificata, le due pesanti cime principali erano circondate da non meno di 18 imponenti cime laterali, “un vero e proprio baluardo di cime”, ha detto stupito The Doc. In linea con la descrizione della seedbank i suoi due esemplari di Watermelon Zkittlez non sono schizzati vero l’alto, ma rientrano piuttosto nella categoria “maneggevole” con altezze finali di 80 e 85 cm.

Il risultato: Due “bestione” superano la soglia dei 100 grammi The Doc non aveva dubbi che queste due “bestione” abbondantemente caricate di fiori avrebbero superato la soglia dei 100 grammi essiccati, ed aveva ragione: 106 e 105 grammi sono finiti nei suoi grandi barattoli per una conciatura di un paio di settimane. Alla fine emanavano una straordinaria fragranza così dolce e dalla natura talmente fruttata che The Doc la percepiva quasi come estranea alla specie cannabis: “L’elemento erbaceo è quasi svanito, lasciando il centro della scena a un affascinante spettacolo di frutta secondo a nessuno!”

Fumare Watermelon Zkittlez produce un elettrizzante effetto energetico

L’inalazione di una prima grossa boccata dal suo cannone di 0.5 grammi gli ha lasciato in bocca un sontuoso sapore di melone fruttato meravigliosamente morbido e intriso di dolcezza, proprio come lui si aspettava per via di quella fragranza stupefacente. Dopo aver finito di fumare, l’intensità aromatica era talmente tanta che quando ha passato la lingua sui denti, questi sembravano ricoperti da una pellicola zuccherina. Dopo altri due tiri l’effetto si è manifestato come un formicolio sulla fronte e intorno agli occhi. Dopo un’altra boccata ancora The Doc ha iniziato a sentirsi a proprio agio sia a livello di corpo che di mente: un vibrante brivido di energia si è impossessato di lui, facendolo ripartire dopo una lunga giornata di lavoro che lo aveva completamente scaricato. Watermelon Zkittlez gli ha trasmesso una forte sensazione di euforia e un aumento della lucidità. A metà cannone lui ha realizzato che era semplicemente impossibile continuare la lettura del suo libro in quello stato mentale sovreccitato, aveva sete di azione e aveva bisogno di fare qualcosa di fisico! Quindi, si è messo a passare l’aspirapolvere come una furia in tutto l’appartamento (cosa che avrebbe dovuto fare da tempo). “Se la mia ragazza fosse stata qui, avrei probabilmente speso la mia energia in un’attività del tutto diversa...”, ha detto con un grande sorriso. Poi ha finito la sua canna e, spinto da un’altra ondata di energia, ha cominciato a piegare diverse scatole grandi di cartone da buttare nel contenitore della carta: “Le ho piegate così velocemente ed energicamente come fosse una nuova disciplina olimpica!”, ha detto ridendo il

vecchio maestro coltivatore. Dopodiché ne aveva avuto abbastanza di questo tipo di faccende domestiche. Ora voleva coccolare i suoi sensi e si è messo a cucinare uno speciale risotto con pera, gorgonzola e radicchio. Con la pancia piena di quel pasto delizioso si è poi concesso del relax e si è sentito parecchio a suo agio. “Con Watermelon Zkittlez, Barney’s Farm ha realizzato ancora una

volta un eccezionale lavoro di breeding”, ha concluso The Doc. “È una varietà fruttata altamente produttiva con un periodo di fioritura contenuto e un elettrizzante effetto energetico che la rende la compagna ideale per svolgere svariate attività. Un sublime tonico ristoratore di cannabis al melone!” Green Born Identity – G.B.I.

Dati di coltivazione: Genetiche

Watermelon Zkittlez (Watermelon x Zkittlez)

Fase vegetativa

Tre settimane (dalla germinazione)

Fase di fioritura

60 days / 63 in totale

Substrato

Plagron Grow Mix soil, vasi da 11 litri

pH

6.2-6.6

EC

1.2–1.8 mS

Illuminazione

up to 8 x SANlight Q6W = 1720 watts

Temperatura

19-28°C

Umidità

40-60%

Irrigazione

manuale

Fertilizzanti

Organic Bloom Liquid di Green Buzz Liquids

Additivi/stimolanti

Living Organics, More Roots, Humin Säure Plus, Big Fruits, Fast Buds and Clean Fruits di Green Buzz Liquids

Strumenti

CleanLight Pro per la prevenzione della muffa

Altezza

80 + 85 cm

Resa

106 + 115 g



Quiz sul vocabolario della coltivazione

1. Per che cosa sta la sigla DWC? A. Dry Weight Cannabis. B. Deep Water Culture. C. Double Water Content. D. Dried Without Curing.

2. Lo “Scissor hash” è A. Resina che si raccoglie sulle forbici da rifilatura. B. L’hashish che si crea quando si cucinano prodotti commestibili. C. Un altro nome per i “frantumi” di cannabis. D. Una muffa fungina che colpisce le cime.

3. In cosa consiste l’ “indurimento”? A. Privare le piante dell’acqua. B. Il processo di essiccazione delle cime di cannabis. C. L’eliminazione delle grandi foglie a ventaglio. D. Acclimatare le piante prima della propagazione.

4. Una pianta che cambia sesso è nota come A. Una changeling. B. Una ibrida. C. Una ermafrodita. D. Una rissa da basso.

5. Che cosa è una pianta “Madre”? A. Una pianta da cui si prelevano delle talee. B. La pianta che produce più cime. C. Tutte le piante femmine sono Madri. D. Una pianta di varietà landrace.

6. Che cosa è una “Kola”? A. Radici umide. B. Una pianta delle dimensioni di una bottiglia di cola. C. Un grande fiore/cima. D. La massa radicale.

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7. Tagliare lo stelo principale per far crescere più cime significa A. Tritare. B. Selezionare. C. Diradare. D. Cimare.

14. Che cosa significa “dank”? A. Cime di buona qualità dall’odore forte. B. Cime che sono marcite a causa della muffa. C. Piante di un colore verde molto scuro. D. Un altro termine per Sativa.

8. Per che cosa sta la sigla SOG? A System Of Green. B Seeing Over Green. C. Sea Of Green. D. Super Organic Growth.

15. Un altro nome del sistema “Ebb and Flow” è A. Soak and Drain. B. Wet and Dry. C. Flood and Drain. D. Feed and Flush.

9. Che cosa è il “tip burn”? A. Le punte delle foglie diventano marroni a causa di un eccesso di fertilizzazione. B. Le punte delle radici muoiono a causa di un eccesso di fertilizzazione. C. La crescita è inibita. D. Le luci di coltivazione bruciano le foglie.

10. Le piccole pepite rotonde di erb sono note come A. Pepite di caramelle. B. Pepite di popcorn. C. Pepite di bolle. D. Palle di caramella.

16. Una pianta “ibrida” è A. Una pianta dalla genetica sconosciuta. B. Una pianta che tende all’ermafroditismo. C. Un mix di genetica indica e sativa. D. Una pianta che può essere coltivata solo al chiuso.

17. La polvere raccolta durante la rifilatura è A. Kief. B. Hashish. C. Cristalli. D Frantumi.

11. La sigla NFT sta per A. Not For Trimming. B. Nitrogen Fertiliser Transfer. C. No Further Tilling. D. Nutrient Film Technique.

18. In cosa consiste il “Super Cropping”? A. Eliminare tutti i rami privi di cime. B. Danneggiare gli steli e assicurare la crescita laterale. C. Tagliare i lati cespugliosi per aumentare l’esposizione alla luce. D. Raccogliere le cime una settimana prima.

12. Che cosa è il “Lollipopping”? A. Eliminazione delle parti inferiori che crescono sulla pianta. B. Eliminazione delle foglie attorno a dove crescono le cime. C. Potatura della pianta per darle una forma sferica. D. Far fiorire per 1 settimana in più pe ottenere cime più mature.

19. Che cosa è una pianta “leggy”? A. Una pianta di Sativa. B. Una pianta con rami spessi. C. Una pianta con poche foglie. D. Una pianta con grandi spazi internodali.

13. Che cosa è una pianta “automatica” A. Una pianta garantita come femmina. B. Una pianta che fiorisce in base all'età e non al ciclo di luce. C. Una pianta che ha bisogno di meno nutrimento. D. Una pianta selezionata solo per la coltivazione all’aperto.

20. Che cosa significa “No Till”? A. Nessun nutrimento, solo acqua. B. Riutilizzare e non disturbare il terreno. C. La pianta ha bisogno di 24 ore di luce. D. Alla pianta non è stato fatto flushing.

Risposte a pagina 54


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Shop review

10 anni di Amsterdam Seed Center Il 2021 segnerà il 10° anniversario di Amsterdam Seed Center. Ci saranno grandi festeggiamenti con promozioni PAZZESCHE in arrivo per quest’anno! Alcune promozioni molto speciali in arrivo ora che la stagione di coltivazione sta ricominciando sono: semi promozionali gratuiti, goodiebags gratuiti, gadget gratuiti, offerte di sconto e molto molto altro... Amsterdam Seed Center è stato fondato nel 2011 e punta a essere la prima scelta per ordinare semi di cannabis online. Tutti i loro semi di cannabis sono freschi e conservati in frigorifero, pronti per essere spediti in tutto il mondo. Con oltre 30 anni di esperienza di coltivazione combinata e semi provenienti da oltre 40 delle più note banche di semi disponibili, che offrono più di 1.500 varietà di cannabis, potreste stare certi di trovare il seme giusto per le vostre esigenze. Lo staff ha selezionato il meglio della genetica della cannabis. Sono disponibili alcune delle più note banche di semi degli Stati Uniti e dell’UE: Barney’s Farm, BC Bud Depot, Buddha Seeds, Cali Connection, Dinafem, Dutch Passion, Greenhouse Seeds, Humboldt Seeds, Karma Genetics, Paradise Seeds, Rare Dankness, Royal Queen Seeds, Sensi Seeds, Strain Hunters, Sweet Seeds e molte altre... Oltre ai semi di cannabis di altissimo livello, troverete una grande varietà di vaporizzatori di qualità, prodotti a base di CBD, borse, grinder e altri accessori per fumare, prodotti smart, abbigliamento, libri sulla marijuana e molto altro ancora... Potete ordinare tutti questi prodotti direttamente dall’intuitivo webshop che vi mettono a disposizione (usate il codice promozionale SEEDS4U). Il personale è a vostra disposizione e pronto ad aiutarvi con un’assistenza clienti rapida e affidabile. Tutti gli ordini sono sempre gestiti con attenzione e spediti in modo discreto, una volta ricevuto il rispettivo pagamento. Visitate il loro punto vendita in Gravenstraat 12 ad Amsterdam, che si trova a soli 50 metri da Piazza Dam, proprio nel cuore di Amsterdam. Aperto 7 giorni su 7 dalle 10:00 alle 18:00.

www.amsterdamseedcenter.com



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Banche dei semi

Novità Sweet Seeds 2021: ®

un menu per fini conoscitori della Cannabis

Anche per il 2021 siamo orgogliosi di presentare la nostra nuova collezione di prodotti Sweet Seeds®, augurandoci che questa nuova stagione segni un punto di svolta rispetto all'anno precedente, per poterci finalmente godere i nostri cari, i nostri amici e, perché no, anche i nostri hobby, senza dimenticare quanto siamo fragili e mantenendo vivo il ricordo di tutti i cari che ci hanno lasciato. Sweet Seeds® ha sempre cercato di contraddistinguersi dalle altre banche dei semi, grazie alla sua politica di marketing basata su un rapporto di vicinanza alla sua clientela. Solo così abbiamo potuto offrire, di volta in volta, prodotti di alta qualità, per i quali i nostri clienti non hanno mancato di profondere elogi, di cui ovviamente andiamo fieri. Inoltre, i numerosi premi della Cannabis Cup vinti dalle nostre varietà ne fanno un punto di riferimento fondamentale nel settore: sono riconoscimenti di cui abbiamo bisogno costantemente, per continuare a migliorare la nostra offerta di anno in anno. Questo 2021 non poteva essere da meno e ringraziamo di cuore tutti i nostri consumatori per il favore che continuano ad accordarci.

Il boom che stanno conoscendo le varietà provenienti dal Nord America, dopo la depenalizzazione della cannabis negli Stati Uniti, è ormai risaputo ed è alla base del grande fermento in atto sulla scena mondiale della cannabis. Noi della Sweet Seeds® abbiamo sempre salutato con favore l'arrivo di nuovi cloni e semi dal continente americano per lanciare un laborioso processo di selezione che, per quanto arduo, i nostri breeder stanno portando avanti con grande successo. Lo scorso anno abbiamo operato una sintesi del meglio che poteva passare per le nostre mani, dando forma a 6 nuove piante che arricchiscono il nostro catalogo non solo sul piano quantitativo, ma anche e soprattutto su quello qualitativo. Non v'è dubbio che le nuove varietà da noi lanciate negli ultimi anni hanno ricevuto un'ottima accoglienza, sia da parte dei coltivatori principianti che da quelli più esperti di tutto il mondo. Anche questa volta, possiamo dire che i nostri sforzi sono stati appagati. Come prima offerta del nostro ricco menù, proponiamo la magnifica Runtz XL Auto® (SWS88), deliziosa autofiorente di sesta generazione dal sapore fruttato e dolce, di taglia alta, che promette un raccolto ricco di cime e tricomi straordinari, prodotta

dall'incrocio di una Runtz, varietà molto potente e aromatica della West Coast americana, con la nostra acclamata Sweet Gelato Auto® (SWS76), pianta di medie dimensioni ad alta resa, piuttosto facile da coltivare e praticamente infallibile. Come è facile immaginare, la combinazione di queste strabilianti progenitrici ha dato vita a un ibrido esplosivo!!! Oltre ad essere molto facile da coltivare, questa nuova pianta ha un ciclo di vita molto breve, di sole 8 settimane dalla germinazione. Per chi punta alla rapidità di crescita e alla qualità, la Runtz XL Auto® è la scelta migliore. La quantità di tricomi che si formano sui rami si accompagna alla durezza dei fiori e, naturalmente, a un effetto potente sì, ma molto equilibrato, risultante dal perfetto equilibrio genetico fra indica e sativa al 50%. Altamente raccomandata per le feste e la convivialità, ma anche per godersi un ambiente più rilassato, dove l'immaginazione può correre sfrenata, è una dolce delizia assolutamente da non perdere. Un altro formidabile prodotto che siamo orgogliosi di presentare qui è la nostra bellissima Red Gorilla Girl XL Auto® (SWS89), autofiorente "Super Strong" di colore rosso-viola nell'85% degli esemplari coltivati, che entra a far parte


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della nostra famosa "Red Family". Per creare quest'avvenente varietà, abbiamo incrociato la tanto amata Gorilla Girl XL Auto® (SWS82) con un'altra pianta molto popolare, Bloody Skunk Auto® (SWS44). Vale la pena rimarcare la sua grande taglia e rapidità di crescita, tanto da poter essere raccolta in solo 8-9 settimane dalla germinazione. Invitiamo tutti a degustare questa varietà, sperimentandone il forte high, eccitante e creativo, con alti livelli di THC non adatti a tutti. Un raccolto abbondante di bud densi, appiccicosi, simili a caramelle gommose, rivestiti di un rosso manto di antocianine, la rende attraente per chiunque la coltivi. Siamo sicuri che molti dei nostri fan si innamoreranno di questo fenomeno e ci invieranno una marea di foto sui nostri profili social. Il sapore è molto intenso, con note dolci e

speziate e un fresco sfondo agrumato. Un’altra squisita caramella da coltivare con grande soddisfazione. Continuiamo con più colore nel nostro menù, questa volta con un'altra meraviglia di cui il team di Sweet Seeds® va fiero. Le grandi rese e il sapore pieno e fruttato ricordano le caramelle, la frutta secca e la rucola, che si combinano fra loro per scatenare un'orgia di sapori e aromi. Stiamo parlando della Red Strawberry Banana Auto® (SWS90), varietà rossa autofiorente derivante dall'incrocio di un nostro clone élite di Strawberry Banana con la famosa Red Poison Auto® (SWS39). Questa nuova varietà va ad aggiungersi alla nostra "Red Family", con il 75% di esemplari striati di bellissimi colori rossi e viola nei fiori e nelle foglie. Dal carattere e portamento tipico di un'indica, questa pianta si contraddistingue per

la rapida fioritura (solo 7/8 settimane dalla germinazione) e la formazione di cime di altissima qualità. L'effetto, rilassante, è ideale per la contemplazione e la ricreazione. Se consumata in buona compagnia, le risate sono assicurate. Un altro aspetto importante è la produzione di un gran numero di cristalli di resina, da utilizzare per realizzare un’enorme quantità di estratti dal caratteristico colore rossastro dovuto ai suoi tricomi rosso intenso. Una menzione speciale merita la vigorosa “Super Strong” Bruce Banner Auto® (SWS91), nostra prima autofiorente di settima generazione. Quando il laboratorio di genetica Sweet Seeds® ha dato alla luce questo portento, molti di noi hanno subito pensato che questa pianta avrebbe segnato uno spartiacque, fra passato e presente, nella coltivazione delle autofiorenti. Incrociando l'originale Bruce Banner, proveniente dallo stato del Colorado (USA), con la nostra selezione di Gorilla Girl XL Auto®, il nostro team è riuscito a mantenere intatta la potenza innata che caratterizza queste due progenitrici, esaltandone gli aromi fruttati e floreali con un sorprendente sfondo Diesel e terroso. Per essere un’autofiorente è caratterizzata da una potenza estrema, potendo superare il 25% di THC, senza peraltro essere complicata da coltivare: proprio per questo rappresenta la scelta ideale per il cannabicoltore con poca esperienza. A 9 settimane dalla germinazione, i frutti che produce sono un dono dal cielo: bud duri e stretti, carichi di uno spesso strato di resina che sprigiona un odore selvatico, davvero piacevole. L'effetto, molto esaltante, di felicità ed euforia è di lunga durata. Ma attenzione! Raccomandiamo prudenza a chi ha un basso livello di tolleranza. Veniamo al dessert del nostro menù con un'altra golosa meraviglia, ricca di cime profumate: la deliziosa Sweet Cherry Pie® (SWS92), varietà fotodipendente in cui abbiamo incrociato due “mostruose” genetiche americane: un clone élite di Cherry Pie (Grand Daddy Purple x Durban Poison) con un altro clone della famiglia Gelato (Sunset Sherbet x Thin Mint Cookies). Il risultato è una pianta indica al 75% di media taglia con cime grandi e allungate, ricoperte da numerosi tricomi. Il ricco bouquet di frutta matura, ciliegia e biscotti appena sfornati si abbina a uno sfondo acido e terroso. L'effetto è potente, al limite del 25% di THC, ma allo stesso tempo molto equilibrato e creativo. E c'è di più, alcuni esemplari presentano fiori di colore viola-rossiccio: una gustosa tortina con cui leccarsi i baffi! La nostra straordinaria gamma di prodotti proposti per quest'anno si arricchisce di un'ultima grande varietà, destinata a farsi strada e a vincere molti premi. Dall'incrocio del nostro clone élite di Purple Punch (Larry OG x Grand Daddy Purple) e un altro clone di Star Killer (Skywalker OG Kush x Rare Dankness #2), entrambe genetiche altamente apprezzate nella scena della cannabis, nasce la sorprendente Purple Punch OG® (SWS93), un meraviglioso risultato, frutto del nostro

impegno di selezione mirato a creare un’indica perfetta in tutti i sensi. Molto facile da coltivare, presenta una grande cima centrale e fiori molto resinosi dal forte odore dolce e fruttato, un po' speziato e con note di limone, tipico delle migliori OG Kush. L'alto livello di THC produce un effetto molto rilassante e pacato, perfetto per chiudere la giornata senza stress. È altamente raccomandata per chi cerca pace e sollievo dallo stress. Il tempo di fioritura è di 8 settimane, abbastanza lungo per ottenere più di 500 g per metro quadrato di fiori di alta qualità dai toni violaceo-rossastri, una combinazione perfetta per i coltivatori alle prime armi

che puntano alla qualità e alla qualità in tempi record. Lasciati trasportare da Purple Punch OG® e dal suo dolce stordimento, che ti farà dormire come un bambino! Sweet Seeds®, ti augura raccolti eccellenti con il meglio della sua produzione e, come sempre, una rinnovata energia per affrontare questo nuovo anno al top. Speriamo davvero che questo nostro menù sia di tuo gradimento, che riempia il tuo giardino di tanti colori e che ti faccia trascorrere un anno ancora più dolce, di cui noi tutti abbiamo bisogno. In attesa di una tua visita sui nostri social network e nel tuo grow shop preferito, ti auguriamo dolci raccolti!


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Grow Report

Serious Happiness sotto i LED SANlight Q4WGeneration2

Ho coltivato quattro semi di Serious Happiness di Serious Seeds con due lampade austriache: LED Q4W-Generation2 di SANlight. Questi LED sono attezzati con un control magnetico, venduto separatamente. All’inizio, le lampade erano impostate al 40% e il SUNRISE FADE (che imita l’alba) era acceso. Raccomando questo tipo di impostazione nelle prime fasi (germinazione e vegetativa) per assicurare uno streching sufficiente della pianta. La growbox utilizzata per questo ciclo è una HOMEBOX Ambient R120 della dimensione di 120x90 cm (= 1m2). Ho adottato il programmo completo di MILLS per alimentare le piante. Sino alla seconda settimana le piante sono cresciute dentro piccoli contenitori e quando le radici hanno cominciato a travalicarli, sono state trapiantate in vasi da 11 litri. Rimarranno in questi vasi sino a conclusione del ciclo. Le piante si sviluppano bene ed hanno un bel colore verde salutare. Le due lampade Led sono ancora regolate al 40%, l’opzione SUNRISE attivata e sono appese a una distanza di 60 cm. Tutte le piante crescono con belle e grandi foglie e si sviluppano in maniera appropriata. Dopo avere passato 4 settimane di vegetativa, le piante sono cresciute ad una dimensione accettabile, riempiendo il box, per questo motivo passo a 12/12 ore di luce / buio per

stimolare la fioritura. Sotto i LED Q4WGen.2 le piante si stirano bene (come mi attendevo dalla Serious Happiness). Durante la fioritura le piante continuano a stirarsi crescendo sane e manifestano un vivo colore verde. Il giorno 40, diventa visibile il primo sviluppo di un’infiorescenza. I LED restano regolati al 40% per garantire lo streching, che continua durante la prima fase della fioritura. Per permettere alla luce di essere più efficace tolgo le foglie più grandi ed i rami più bassi che comunque riceverebbero poca luce. Le prime “corone” bianche diventano visibili e la produzione di tricomi comincia lentamente, riesco a vedere i primi cristalli. Il profumo di tutto il cultivo

comincia a diventare forte e la Serious Happiness comincia a produrre un odore dolce e di muschio. Le lampade adesso sono impostate al 60% (= regolate con 2 luci verdi) ed ho spento l’opzione SUNRISE (= regolate senza luce arancione). Le piante continuano ad allungarsi leggermente e producono quotidianamente una quantità incredibile di nuovi fiori. L’aroma della Serious Happiness adesso è pungente e molto dolce e meno muschioso. La produzione di tricomi giunge al pieno apogeo, le piante cominciano a diventare appiccicose. I LED Q4W-Gen.2 adesso sono regolati al 100% per garantire la produzione complessiva di fiori sotto la luce più intensa. Il volume dei fiori sta aumentando in maniera impressionante. Non avevo mai notato una produzione di fiori tanto abbondante. Le cime sono ovunque e quelle principali si stanno gonfiando in maniera enorme. Questi LED sono davvero adatti per la produzione di fiori e ne sono felice. La scheda di alimentazione MILLS funziona bene, tutte le piante hanno un sano colore verde. La fioritura continua in maniera spettacolare, le cime principali si sono convertite in torri con la circonferenza delle braccia e il profumo adesso è veramente intenso. Un dolce odore esonda dalle

piante con note di bacche e con un leggero retrogusto di sottobosco, molto intrigante. I fiori producono tricoma dopo tricoma e tutte le piante brillano come se fossero cosparse da piccole stelle lucenti. Ogni settimana lo sviluppo di queste 4 Serious Happiness mi sorprende. La fioritura prosegue sviluppando nuovi fiori e vedendo crescere quelli esistenti. La produzione di tricomi non smette di incrementare, le piante sono davvero appiccicose! L’aroma dolce di bacche si sta fortificando in maniera deliziosa, viene voglia di mordere la pianta! Le foto mostrano come le cime siano diventate enormi, sembrano mostri ricoperti di tricomi. Dopo una settimana, smetterò di somministrare fertilizzanti per sciacquare la pianta da quelli che contiene e per ottenere un bel prodotto ultimata la concia. Questo ciclo con Serious Happiness di Serious Seeds sotto i NUOVI LED Q4W-Generation 2 dI SANlight è stato fenomenale! Mi ha sorpreso ad ogni passo e non avevo mai visto niente di simile. Le piante producono cime mostruose di altissima qualità che brillano grazie ai tricomi presenti. L’aroma della piante è dolce e molto forte, semplicemente delizioso. La quantità raccolta e seccata è di 550 grammi, quindi stiamo parlando di 1,67 grammi per watt, il mio nuovo record!



ZkittleZ Advanced Seeds www.advancedseeds.com


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Cannabusiness di Giovanna Dark

Arriva la cannabis di cittadinanza JustMary promette cannabis light gratis a chi dimostra di avere un reddito basso JustMary è indubbiamente l'azienda del cannabusiness italiano sulla bocca di tutti. Se durante la prima ondata del virus che ci tiene in ostaggio da più di un anno, complice lo stress diffuso, è assurta agli onori delle cronache per gli strabilianti risultati in termini di crescita e fatturato, ora l'azienda leader del cannabis light delivery ha trovato un altro modo di far parlare di se. "Lanciamo la cannabis light di cittadinanza: marijuana light gratis per gli italiani con ISEE al di sotto dei 40.000 euro". Con queste parole Matteo Moretti, l'amministratore delegato di JustMary, commenta l'iniziativa della società che ha l'obiettivo di regalare cannabis light a tutte le persone che ne faranno richiesta, previa esibizione dei documenti. L'idea del manager è di aiutare chi ne ha più bisogno a combattere lo stress e l'ansia provocati da quasi 18 mesi di lockdown più o meno restrittivi. La "cannabis light di cittadinanza" potrà essere chiesta una volta al mese, con tanto di recapito a domicilio che sfida il coprifuoco: dalle 18 a mezzanotte. Tutto gratis e anonimo ovviamente. La consegna - disponibile a Milano, Torino, Firenze, Roma, Monza e Catania avverrà entro 45 minuti. "Sarà sufficiente inviare la documentazione via chat al nostro sito per ottenere un grammo di cannabis light consegnata a domicilio", ha spiegato nel comunicato stampa Moretti. Altra burocrazia? Appropriazione indebita di dati sensibili? Ma no, non c’è da preoccuparsi: se qualcuno non volesse mandare la copia dell'ISEE, potrà inviare una semplice autocertificazione. Viene infatti da chiedersi se il gioco valga la candela, ovvero, se valga la pena rinunciare ad un pezzo così importante della propria privacy come i dati sul reddito, per avere in cambio un miserrimo grammo di cannabis allo 0,2% di THC. Ma in molti hanno lodato l'iniziativa di JustMary, sottolineando

la nobiltà di intenti della società e guardando oltre quello che a tutti gli effetti è uno stunt pubblicitario bello e buono. Per questa operazione di marketing "solidale", l’azienda ha infatti ordinato ai fornitori mille confezioni da un grammo e la spesa si calcola abbastanza facilmente. Se il valore sul mercato è di 10 euro a confezione, oltre ai 5 per la consegna è come dire che JustMary ha messo sul piatto 150 mila euro, quasi il 10 per cento del suo fatturato (un milione e 600 mila) del 2020. Una spesa considerevole che però - come dimostra questo stesso articolo - ha il suo meritatissimo ritorno di immagine. "Andremo avanti fino ad esaurimento scorte - ha detto l'amministratore delegato di JustMary - Speriamo vivamente di regalare una serata di serenità a chi sta vivendo un momento di difficoltà". Questi ultimi 16 mesi passati a convivere con il Covid_19 hanno infatti visto aumentare le disuguaglianze economiche nella popolazione, con un tasso di disoccupazione in salita, soprattutto fra i giovani, e un'economia in caduta libera. Senza contare l'impatto psicologico delle restrizioni, con molte persone che hanno difficoltà a rilassarsi o che sono alle soglie del burnout. Insomma, una situazione altalenante che lascia poco spazio alla stabilità soprattutto emotiva - e che minaccia la tenuta del tessuto sociale. Quella offerta da JustMary potrebbe apparire come una piccola e mera consolazione di fronte al dramma letterale che molti nel nostro Paese stanno vivendo. Ma l'azienda milanese sta semplicemente mettendo in pratica quanto appreso nei mesi scorsi, aggiungendoci quel tocco di filantropia che non può non piacere. Le settimane di zona rossa in varie zone d'Italia hanno fatto esplodere il business. Per noia o per depressione, o anche soltanto per curiosità, il pubblico ha cliccato spesso

e volentieri i prodotti sulla vetrina di JustMary, perciò perché non estendere la base, facendo allo stesso tempo la classica "opera pia"? Potrà sembrare cinico - e in fondo lo è - ma pensare di poter aiutare chi è in difficoltà con un grammo di cannabis light suona un po' come una forzatura. E il fatto che per poter ottenere questa "briciola" si debba essere sottoposti all'umiliazione di dichiararsi "poveri" con tanto di documenti a corredo - da la misura di come questa buona azione sia

in realtà passabile di autoreferenzialità. La narrazione che JustMary propone da tempo è infatti quella di un'azienda che opera in modo etico, che valorizza il prodotto ma soprattutto la forza lavoro. Moretti ha alzato lo stipendio a dipendenti e collaboratori, garantendo loro diritti che altre realtà attive nel settore delivery continuano a negare, in particolare alla categoria dei riders. E qui a Soft Secrets - lo diciamo senza peli sulla lingua - perferiamo lodare JustMary per questo, piuttosto che per riuscite operazioni di marketing.


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Punto Legale di Giovanna Dark

Dimmi quando, quando, quando... A che punto siamo con l'iter per la legalizzazione della cannabis in Italia? Oltre al ddl Zan contro l’omofobia, si profila in Parlamento un altro scontro caldissimo tra le forze politiche su un tema decisamente "sensibile". Con una calendarizzazione che ha dello straordinario, lo scorso 20 aprile è ripartito in commissione Giustizia alla Camera l'iter delle proposte di legge per modificare l’articolo 73 del Testo Unico sulla droga (DPR 309/90), quello cioè che da oltre trent'anni regola la produzione, il traffico e la detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope in Italia. Si tratta di due proposte agli antipodi: da un lato quella della Lega, a prima firma Riccardo Molinari, che tra le altre cose vuole aumentare le pene per le ipotesi di lieve entità ed eliminare la possibilità di scontare la pena con modalità alternative al carcere; dall'altra quella dell'ex segretario dei Radicali italiani, Riccardo Magi (ora in Più Europa), sottoscritta da oltre una ventina di deputati tra Pd e M5s dell'intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis, a più chiaro indirizzo antiproibizionista. Il 12 aprile, inoltre, è stata presentata una proposta del Movimento 5 stelle, a prima firma Caterina Licatini, che verte sull'uso della cannabis a fini terapeutici e che è stata abbinata d'ufficio alle altre due. In commissione Giustizia alla Camera non tira aria favorevole alla proposta Magi a causa della prevedibile resistenza del centrodestra. Il relatore nominato per l'iter delle modifiche sulla materia è il leghista Jacopo Morrone - che dovrà redigere il testo base - e lo scontro tra le forze di Governo potrebbe mandare all'aria la convivenza forzata instaurata per l'ascesa di Draghi. Ma cosa prevedono le tre proposte sul tavolo della commissione Giustizia?

– La proposta a prima firma Molinari (Lega) è volta ad inasprire le pene per le ipotesi di lieve entità del delitto di produzione, traffico e detenzione di stupefacenti, prevedendo per colui che sia colto in flagranza di tale reato l'arresto obbligatorio. Vengono inoltre abrogate le norme che prevedono un trattamento di favore in caso di reati commessi da persone tossicodipendenti o da assuntori di sostanze stupefacenti o psicotrope.

gravità delle condotte. Per quanto concerne la coltivazione della cannabis, prevede che non è punibile chi, pur privo dell'autorizzazione, coltiva un numero limitato di piante di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, destinate a un uso esclusivamente personale. Viene escluso l'arresto obbligatorio in flagranza per alcune fattispecie di lieve entità. – La proposta Licatini (M5s) introduce

personale non costituisce reato. Al di fuori del Parlamento, c'è poi chi sta provando a sviluppare un discorso consapevole che vada oltre slogan e banalizzazioni. È il caso, ad esempio, di Manifesto Collettivo per la Cannabis Libera: un comitato di 340 associazioni e aziende agricole che hanno sottoscritto una proposta di legge depositata al Senato nel settembre 2019, che parte proprio dal diritto all'autocoltivazione come presupposto per la regolamentazione di un mercato della cannabis che oggi, di fatto, esiste ma è totalmente lasciato in mano al sommerso e al crimine organizzato. Ci sono poi anche iniziative miste come Meglio Legale - di cui abbiamo dato conto su queste pagine -, una campagna che coinvolge "parlamentari e medici, imprenditori e avvocati, giornalisti e semplici cittadini" puntando sugli aspetti terapeutici, di filiera controllata del prodotto cannabis e sulle questioni legali che mirano a liberare i tribunali da una serie enorme di micro-procedimenti legati al possesso della sostanza.

– Nella proposta Magi si fa presente che la dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi "ha reso ancora più urgente la revisione della legislazione sulle droghe e, specificamente, della disciplina di natura sanzionatoria e penale". La proposta riduce complessivamente le pene, riportando il trattamento sanzionatorio in un alveo di proporzionalità dell'offesa. Differenzia il regime sanzionatorio in funzione della diversa natura della sostanza, al fine di graduare il trattamento punitivo in relazione alla

invece nuove disposizioni in materia di coltivazione della cannabis. Si prevede che "quando l'attività di coltivazione della cannabis non sia concretamente idonea né sufficiente a ledere il bene giuridico della salute pubblica, né a favorire la circolazione della droga alimentandone il mercato, non può risultare configurabile il reato di coltivazione di sostanze stupefacenti, costituendo tale attività una condotta inoffensiva, in linea con quanto affermato dalla recente giurisprudenza", che ha stabilito che la coltivazione domestica di cannabis per solo uso

Ora, nonostante il nuovo governo Draghi abbia affidato la delega per le politiche antidroga alla pentastellata antiproibizionista Fabiana Dadone - già Ministra per le Politiche giovanili -, è bene andarci cauti con l'ottimismo. Se è vero che il Paese è più che pronto alla legalizzazione della Cannabis - i sondaggi lo dimostrano già da anni -, la classe politica che ci governa segue un'agenda chiaramente diversa. Ricordate gli oltre mille emendamenti con cui venne letteralmente sotterrata la proposta di legge, approdata in Parlamento solo due anni fa? Ecco, pare chiaro che il dibattito parlamentare italiano sulla legalizzazione sia destinato a restare al palo.


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STONER VIP di Olivier F (Soft Secrets France)

Soft Scrts

Cosa c’è in un nome? Questo rapper lituano e attivista della cannabis è un grande fan della rivista Soft Secrets. Ha scelto Soft Scrts come nome d’arte per il suo progetto musicale trap da solista. Guarda i video di Soft Scrts su YouTube: “Saldu, Saldu” e “Soft Secrets”. argomento e naturalmente ci penso molto. Ci sono anche le mie esperienze personali in questi testi.

Hai anche creato un canale YouTube sulla cannabis, “PUČ YT”... Sì, si tratta di un programma sulla cannabis che ho iniziato 5 anni fa quando il Ministro della Salute lituano Aurelijus Veryga ha detto con un grande sorriso ironico alla televisione nazionale che la cannabis fumata non è mai stata terapeutica! Avevo un vicino e un amico qui a Berlino che riceveva cannabis medica da Apotheke, pagata dall’assicurazione. E sulla confezione c’era scritto che poteva essere usata sotto forma di canna. Ho pensato che avrei dovuto mostrarlo ai miei connazionali lituani, in modo che potessero vedere la verità. È così che ho iniziato.

Saldu, Saldu. Immagine del video.

Puoi presentarti ai nostri lettori? Sono un rapper e cantante lituano, faccio parte di diversi gruppi e progetti. Il mio ultimo progetto da solista si chiama Soft Scrts. Penso che sia uno dei motivi per cui stiamo facendo questa intervista. Come hai scoperto la rivista Soft Secrets? Deve essere stato intorno al 2011 a Berlino, quando ero appena arrivato dalla Lituania. Nel quartiere dove vivo (Wedding), c'è un piccolo grow shop gestito da una famiglia di stoner. Ci andavo per i bong, le foglie...ecc. E per l’appunto prendevo sempre una copia dell’ultimo numero di Soft Secrets. La mia conoscenza del tedesco era davvero scarsa all’epoca e questa rivista è stata davvero utile per imparare la lingua. È molto più facile leggere di un argomento che ti interessa. E, naturalmente, mi piaceva anche la sezione con le ragazze e le piante!

Perché hai scelto Soft Scrts come nome d’arte? Qualche anno fa c’era una battaglia di MCs online in Lituania e volevo partecipare. Ma volevo che la mia partecipazione rimanesse segreta perché ero già conosciuto come rapper in Lituania e non volevo influenzare

i giudici. Quindi mi serviva un nuovo nome d’arte e una voce trasformata per rimanere in incognito. Probabilmente la vostra rivista era proprio sul tavolo in quel momento o forse la parola ‘secret’ ha fatto scattare qualcosa nel mio spirito. Ho pensato che MC Soft Secrets sarebbe stato il nome perfetto.

Soft Secrets è anche il titolo di una delle tue canzoni. Dato che non parliamo lituano, puoi dirci di cosa parla la canzone Soft Secrets?

Vivi a Berlino da 10 anni. Perché hai lasciato la Lituania per venire in Germania? Per diversi motivi uno di questi è stata la cannabis. Qui a Berlino, la cannabis è una cosa davvero normale e puoi fumarti la tua canna ovunque tu vada. Si possono addirittura fumare sigarette e canne nei bar.

Cannabis! Principalmente dell’olio di Rick Simpson e della lotta per la cannabis medica.

Sembra che l’intero album (in uscita il 20 aprile) parli di cannabis. Sei un fumatore o un coltivatore? Sì, Soft Scrts parla sempre di cannabis. Stoner e coltivatore per hobby, direi, ma soprattutto attivista della cannabis.

Perché hai dedicato l’intero album “Paklausyki gėlių” (Ascolta i fiori) a questo argomento? Amo la cannabis e la situazione in Lituania mi rattrista molto. Ho letto molto su questo

Shooting del video Soft Secrets.

C’è un centro culturale e nightclub a Berlino che si chiama “Panke” e io apprezzo questa politica della cannabis libera.

Quando hai cominciato a fare musica? La musica fa parte della mia vita da quando avevo 6 anni. Ho frequentato la scuola di musica, dove suonavo il violino e il pianoforte e cantavo in un coro sin da quando avevo 11 anni. All’epoca ero già nell’hip-hop e il caso ha voluto che trovassi un produttore di grande talento, che aveva il doppio della mia età. Era un genio della programmazione musicale e la sua specialità era la batteria. Con due amici MCs (America e Slam), questo produttore (Serumas) ed io (Liežuvis) abbiamo creato il gruppo “Ganja Cru”.

Ci sono molte persone che fanno uso di cannabis in Lituania?? Il Paese ha 3 milioni di abitanti e direi che ci sono circa 150 / 200.000 persone che ne fanno uso. La cannabis è per lo più importata dall’estero. Venti anni fa arrivava soprattutto dai Paesi Bassi e ora viene importata principalmente dalla Spagna. In pochi coltivano in Lituania.

Quanto costa un grammo di erba in Lituania? Circa 10 euro. Ma la crisi della Corona ha fatto salire i prezzi. Si può arrivare a 12 o anche 15 euro in alcune piccole città, ma con dei buoni agganci si può scendere a 6 al grammo.

La legislazione in materia di cannabis è molto severa in Lituania? Abbiamo appena eletto un nuovo parlamento che è pronto a fare la differenza. Stanno già avviando la liberalizzazione dei piccoli quantitativi di erba. Si verrebbe multati solo di 100 euro anziché rischiare di andare in prigione come accade attualmente. www.instagram.com/soft_scrts/


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Informazioni sulla cannabis

Delta-8-THC della cannabis Diventerà la prossima grande conquista? Il Delta-8-THC è una sorta di fratello minore del più famoso Delta-9-THC. Il Delta-9-THC è quello che assumiamo nel nostro organismo quando fumiamo cannabis ed è ricco dei famigerati sballi psicoattivi. Dall’altra parte, pur non perdendo tutti quei famigerati effetti, il Delta-8-THC è molto più blando nella sua composizione psicoattiva. Comunque sia, non si tratta di un aspetto negativo e per questo viene accolto sempre di più come la prossima grande conquista nell’ambito dei cannabinoidi ricreativi e medicinali. Finora la ricerca ha messo in evidenza come si tratti di un cannabinoide prezioso ed efficace a pieno titolo, con una serie speciale di caratteristiche terapeutiche che offrono agli appassionati di cannabis o ai curiosi un altro modo per sperimentare le proprietà benefiche di questa meravigliosa pianta. Che cos’è il Delta-8-THC? Il Delta-8-THC si forma quando si ossida il Delta-9-THC. Come tutti i cannabinoidi, ha origine da quella che è considerata la “cellula staminale” della cannabis e madre di tutti i cannabinoidi CBGA, ossia la forma acida e grezza del cannabinoide CBG. Il CBGA produce il THCA, il THCA non è psicoattivo e deve essere riscaldato o decarbossilato per attivarsi diventando Delta-9-THC, la sostanza più comune e psicoattiva che attribuiamo alla cannabis. In seguito a questa trasformazione in Delta-9-THC, una quantità molto limitata, circa l’1% o meno, si trasforma ancora una volta per ossidazione, diventando Delta-8-THC, sostanza molto stabile che si rivela ottima per l’utilizzo farmaceutico e anche per i consumatori di cannabis a scopo ricreativo. Quali sono i benefici terapeutici del Delta-8-THC? Il Delta-8-THC è un 50-75% meno potente a livello di proprietà psicoattive rispetto al parente Delta 9. Questo significa che anche ad alti dosaggi è meno probabile che provochi gli effetti collaterali indesiderati e ben noti del THC, come l’ansia, per esempio. In parole povere, il Delta-8-THC presenta tutti gli stessi benefici medici del Delta-9-THC, ma offre il vantaggio di non provocare effetti per cui non si è più in grado di andare avanti con la propria giornata. Può infatti indurre uno sballo molto più evidente che

può effettivamente acuire i sensi e la percezione, rendendo ciò che si fa, che sia esercizio fisico o studio, più piacevole ed energico. È stato inoltre riscontrato come il Delta-8-THC sia particolarmente efficace nell’alleviare la nausea e nel favorire l’appetito, il che lo rende un trattamento molto promettente per i pazienti affetti d tumore che si devono sottoporre a chemioterapia. A causa del livello inferiore d’influenza psicoattiva ha anche un buon potenziale nel trattamento dei bambini sottoposti a chemioterapia. Alcuni studi limitati finora hanno dimostrato che, sebbene i pazienti adulti sentissero ancora taluni effetti psicoattivi derivanti dall’utilizzo del Delta-8- THC, al contrario, i bambini che sono stati trattati con esso non hanno riportato alcun sintomo e sembravano essere immuni da tale effetto collaterale. In cosa differisce dal CBD? Mentre il Delta-8-THC è lievemente psicoattivo, il CBD non lo è affatto, il che significa che chimicamente sono due esemplari diversi. Sono entrambi ricchi di benefici per la salute e il benessere, ma quale si adatta meglio a ciascun individuo dipende dal rispettivo stile di vita. Il Delta-8-THC può essere utilizzato a scopo ricreativo o medicinale, mentre il CBD è più esclusivamente un cannabinoide medicinale. Il Delta8-THC si lega anche a più recettori dei cannabinoidi nell’organismo, il che

significa che può avere più effetti a livello fisico, ma allo stesso tempo è più probabile che risulti in un test antidroga a causa delle sue radici a base di THC e questo può quindi diventare un aspetto decisivo nel decidere quale usare. Si può acquistare? È legale? La bassa concentrazione di Delta 8 presente in natura, con una percentuale inferiore all’1%, costituisce un problema, in quanto è difficile e oneroso da estrarre. Alcuni metodi per convertire il

CBD in Delta-8-THC sono stati scoperti di recente e stanno spianando la strada a un più ampio accesso e a prodotti migliori con concentrazioni più elevate. Gli effetti del Delta 8 sarebbero trascurabili se si cercasse di accedervi fumando il fiore naturale, poiché la quantità prodotta in natura nella pianta è troppo bassa e attualmente è impossibile trovare varietà che ne abbondino. Tuttavia, grazie agli sviluppi innovativi che si raggiungono costantemente nell’industria della cannabis, il Delta8-THC sta diventando sempre più disponibile sotto forma di prodotti da svapo e gocce di olii. La vendita di prodotti Delta 8 “wellness” si sta diffondendo sempre di più ed è più o meno legale a seconda del luogo in cui si cerca di acquistarli, ossia Paesi o stati in cui le normative sulla cannabis sono state allentate. Se avete dubbi in merito, controllate la vostra regione o il vostro Paese, perché ci possono essere numerose zone grigie a livello di normative che si applicano alla cannabis. Si spera comunque che con il proseguire della ricerca e della formazione, i punti di vista e le opinioni sulla cannabis e sul suo effettivo potenziale terapeutico continuino a cambiare e che questo meraviglioso cannabinoide e molti altri simili siano resi maggiormente disponibili per tutti coloro che potrebbero trarne beneficio. Di Rich Hamilton


Photo : R-Weed, Soft Secrets France



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Coltivazione di Sensi Duppy

Allestire una grow room per la vita

Fig.1

Fig.2

Fig.3

Fig.4

Il motto è: se ti piace veramente la Cannabis devi piantartela! Ed è proprio partendo da questa convinzione che finalmente ho convinto un caro amico a fare il grande passo.

Di seguito la lista dei materiali impiegati ed il relativo costo complessivo:

Considerando che il luogo dove andremo ad allestire la grow dovrà essere un locale lontano da occhi indiscreti, vi illustrerò come ottenere un risultato professionale sin dalla prima installazione. Di seguito i requisiti necessari:

• n.4 travetti forati da 50x12x8

• un locale che sia di vostra proprietà

• n.2 sacchi di malta

• Essere in grado di eseguire lavori di muratura (o avere un amico

• n.1 sacchi di cemento per rasato

• n.8 viti da muro 180x6 (e relativi tasselli per ancoraggio travetti

fidato in grado di farlo)

• n.15 mattoni forati da 50x25x8

• n.1 murale legno 10x10x100

Un box tradizionale può andar bene per coltivazioni amatoriali ed occasionali ma se vogliamo alzare il tiro - nel senso che, sapendo già che andremo a coltivare a vita, il box tradizionale non è la migliore delle soluzioni - vi parlerò di un'alternativa molto valida quanto efficace. Abbiamo previsto di coltivare 12 piante su vasi da 14 LT su una superficie di 1,8 m² su un volume di 4,2 m³.

portanti lato porta)

Siamo partiti da una taverna allocata in una piccola palazzina di 4 appartamenti, il locale si presentava diviso da una parete in cartongesso dove, all'interno di uno dei due vani, si è deciso di fare l'installazione. Vedi figura 1.

Il costo totale dei materiali è stato di 70 Euro ma, ovviamente, il costo può leggermente variare in base al tipo di rivenditore.

• n.20 pannelli di polistirolo da 5cm • 1 Lt di vernice smalto brillante bianco

All'interno del vano, abbiamo ricavato uno spazio di 160x110x240 Cm dove allestire la grow room in muratura. Vedi figura 2.

Per l'intelaiatura della porta e la porta ci siamo arrangiati costruendone una con materiali già a disposizione, ottenendo così il primo risultato in figura 3.

Abbiamo deciso di usare il mattone per tre principali motivi: l'insonorizzazione del locale, l'isolamento termico ed in fine - ma non meno importante - i costi economici per la realizzazione.

Da qui la stesura del rasato con relativa predisposizione delle prese d'aria per estrattore e introduttore, e il fissaggio dei pannelli di polistirolo sulle 4 pareti. Vedi figura 4.


31 Abbiamo poi proseguito con l'installazione dell'impianto elettrico e di tutti i componenti necessari. Vedi figure 5 e 6. Di seguito i componenti utilizzati:

• Riflettore ad ali di gabbiano • Lampada Agro 600W + Ballast • Estrattore da 400/800 m³h

SuperSilent + filtro carboni

attivi Fig.5

• Introduttore da 300 m³h +

filtro antipollini

• Ventilatore da parete • Umidificatore da 4 LT • 15 Mt di cavo elettrico da

1,5mm

• N.1 ciabatta elettrica

Fig.6

Abbiamo montato un Ballast da 600 W posizionato all'esterno della room per evitare surriscaldamenti inutili dell'ambiente (vedi fig.5), mentre abbiamo predisposto all'interno una ciabatta dove cablare ventilatore, estrattore, introduttore e umidificatore. Vedi figura 6. Al momento il filtro a carboni attivi non viene installato - anche se abbiamo già predisposto le staffe di fissaggio - in quanto inutile, vista l'assenza di odore per le prime 3/4 settimane di vita delle piante, risparmiando quindi anche sull'efficacia dei carboni. Il risultato finale e la superfice coltivabile si possono vedere alle figure 7 e 8.

Fig.7

Fig.8

Questa soluzione è vantaggiosa per diversi aspetti: è una soluzione eterna, robusta e non soggetta ad usura del tempo. Essendo in una taverna, le temperature sono sempre largamente gestibili, il mattone in combinata con il polistirolo rende l'ambiente isolato termicamente e molto ben insonorizzato, scongiurando così ogni problematica legata all'essere beccati a coltivare a causa di rumori sospetti che possano allertare il vicinato. Abbiamo eseguito un test auditivo in piena notte ed il risultato è stato sorprendente: con l'impianto in funzione ai massimi regimi, non si sente assolutamente nulla! Non ci rimane altro che augurare in bocca al lupo ai nostri nuovi amici coltivatori, sperando possiate produrre tanta erba di ottima qualità!


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Cannacooking

CUCINARE CON LA CANNABIS Il settore dei prodotti commestibili è in piena espansione e le possibilità di utilizzo sono davvero infinite. Partendo dalle basi, vi illustrerò alcune facili tecniche e gustose ricette per assicurarvi che i vostri “alimenti infusi” vi permettano di avere ciò che desiderate a livello di THC e di gusto. Quindi forza, inforniamo! Scegliere la varietà giusta Quando scegliete una varietà per cucinare, pensate a come volete sentirvi e agli effetti che state cercando di ottenere. Usate sempre materiale vegetale fresco di buona qualità. Si sente la differenza tra un fiore di alta qualità e del materiale vecchio e stantio.

Non dimenticatevi di decarbossilare! La decarbossilazione consiste nel riscaldare la cannabis per attivare il THC e gli altri cannabinoidi. Si tratta dello stesso processo con cui la fiamma del vostro accendino riscalda e attiva i cannabinoidi presenti nel materiale vegetale quando fumate. Senza questo calore, non verrà liberato il vero potenziale dei vostri cannabinoidi.

Per decarbossilare la cannabis seguite questi step: • Preriscaldate il forno a 140°C. • Ricoprite una teglia con carta da forno e tagliate il vostro fiore in pezzetti della grandezza di un pisello. • Infornate posizionandola al centro del forno per 20-30 minuti. • Per ottenere i migliori risultati possibili, utilizzate un termometro da forno e mantenetevi nell’intervallo dei 115°C-146°C. • Se si superano i 150°C, i cannabinoidi vengono degradati o distrutti.

Utilizzate tutte le parti del fiore quando effettuate la decarbossilazione, ivi inclusi i gambi e le parti più piccole. Attenetevi a una sola varietà per ottenere risultati affidabili e prevedibili.

Possibilità d’infusione A questo punto, create il vostro infuso. Usare olio o burro è la soluzione migliore perché i cannabinoidi come il THC e il CBD devono legarsi bene ai grassi. Il cannabutter (burro di cannabis) è semplice da produrre e può essere utilizzato in qualsiasi ricetta che abbia il burro fra i suoi ingredienti.

Come produrre un semplice cannabutter Preparate il cannabutter usando del comune burro non salato. Acquistate la migliore qualità che potete permettervi. Il burro di alta qualità ha un sapore migliore e contiene anche meno acqua e più grassi. I cannabinoidi si legano meglio ai grassi, quindi un burro di qualità superiore equivale a un prodotto finale più potente. • Macinate finemente o frullate tutto il vostro materiale vegetale decarbossilato. • Fate sciogliere il burro a fuoco lento in una padella. • Aggiungete il vostro materiale vegetale macinato a poco a poco e mescolate. • Cuocere a fuoco lento per 45 minuti. Mescolare regolarmente per evitare

che il materiale vegetale si bruci. • Togliete la padella dal fuoco e versate il contenuto in un un colino metallico fine per poi riversarlo nel contenitore scelto e filtrare dunque tutti i pezzi di materiale vegetale. Potete usare una stamigna (garza per avvolgere i formaggi) e filtrare a mano per eliminare la maggior parte del materiale. Assicuratevi soltanto d’indossare un guanto perché il burro sarà incredibilmente bollente! • Lasciate raffreddare completamente il burro a temperatura ambiente e poi avvolgetelo/sigillatelo e conservatelo in frigorifero.

partendo da un latticino. Bisogna anche tenere in considerazione la perdita di THC, che si verifica quando il THCA in forma grezza viene convertito nel THC che conosciamo, attraverso la decarbossilazione. Anche usando la stessa quantità di cannabis per ogni lotto di produzione, correrete qualche rischio a causa delle numerose variabili che possono influenzare la potenza finale del burro. Fra queste variabili figurano i livelli di calore, la varietà di cannabis scelta e, naturalmente, la tolleranza della persona che lo mangerà. I prodotti commestibili non sono un peccato di gola a “taglia unica”.

Il cannabutter si conserva per un mese in un contenitore a chiusura ermetica in frigorifero. Il cannabutter può essere congelato e conservato per 3 mesi, sempre in un contenitore a chiusura ermetica. Un vassoio per i cubetti del ghiaccio è un’ottima soluzione se avete intenzione di congelare il vostro cannabutter. Potete preparare delle porzioni singole e poi scongelare solo ciò che vi serve quando ne avete bisogno.

È difficile determinare la potenza di un prodotto commestibile; anche i professionisti fanno fatica in assenza di analisi di laboratorio. Dosare accuratamente i vostri prodotti commestibili a casa è praticamente impossibile. Ad ogni modo, si possono trovare alcune buone pratiche da seguire per fare una stima consapevole di quanto possa essere potente il vostro prodotto commestibile finito.

Dosaggi responsabili

Per esempio:

Preparare il cannabutter è facile; la parte difficile è capire il corretto dosaggio. In media, solo circa il 60% del THC e degli altri cannabinoidi viene estratto dal materiale vegetale quando si produce del cannabutter

Ho 5g di Gelato, con una potenza media di THC del 20% o 200mg di THCA per 1g di Fiore. 200mg x i 5g che ho =1.000mg di THCA in totale. Il tasso di conversione del THCA in THC è 0,88 quindi 1.000mg x 0,88= 880mg. 880mg è la quantità


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massima di THC che verrà estratta durante la decarbossilazione. In linea di massima, si mantiene il 60% di quel THC quando si produce il cannabutter da latticini. Quindi, 880mg x 0,6= 528mg. Questa è la quantità massima di THC che può essere contenuta nel vostro cannabutter finito. Infine, se il tuo panetto di burro pesa, poniamo il caso, 500g, possiamo dividere i 528mg per 500 e ottenere i mg stimati di THC per 1g di cannabutter. In questo caso è 528mg/ 500g = 1,05mg per 1g di burro di cannabis. Potete quindi usare queste informazioni per

dosare le vostre ricette commestibili in modo responsabile. Sostituite semplicemente la giusta quantità di cannabutter al burro comune, a seconda di quanti mg di THC volete che contenga ogni porzione. Queste sono le linee guida generalmente accettate sulla potenza: Utilizzatori novizi /inesperti: 1-5 mg per porzione. Utilizzatori con tolleranza moderata: 5-10 mg per porzione. Veterani esperti dei prodotti commestibili: 10-20mg per porzione. Come detto in precedenza, questo calcolo è ancora solo una stima, e i

vostri risultati possono variare. Pertanto, la cosa migliore da fare è approcciare il tutto sempre con cautela, a prescindere dalla potenza che “pensate” che abbiano i vostri prodotti commestibili. Provate un pezzettino e aspettate 2 ore per vedere quali sono gli effetti prima di andare avanti. Se altri consumeranno i vostri alimenti infusi, assicuratevi sempre di far sapere loro cosa contengono.

I migliori brownie di Betty Un ottimo punto di partenza per i prodotti commestibili fatti in casa è una

classica ricetta per fare i brownie. A tutti piacciono i brownie e sono facili e veloci da preparare. Adoro i brownie ricchi e appiccicosi con la tipica consistenza densa e cioccolatosa e questi lo sono sicuramente, con l’aggiunta di un pizzico di THC! Cosa si può chiedere di più?

Ingredienti • 100g di burro non salato - sostituite la giusta quantità di burro comune con del cannabutter utilizzando il metodo illustrato in precedenza. • 200g di cioccolato fondente tritato • 4 uova • 250g di zucchero di canna grezzo • 100g di farina 00 • 30g di cocco • 1 cucchiaino di lievito in polvere • 100g di cioccolato bianco/al latte a pezzi, tritato.

Procedimento 1 Riscaldate il forno in modalità ventilata a 180°C /160°C/ potenza gas 4. 2 Rivestite una teglia per brownie da 23 cm x 33 cm con della carta da forno. 3 Fate sciogliere lentamente il burro (normale e di cannabis) e il cioccolato fondente nel microonde a bassa potenza. 4 Sbattete bene le uova e lo zucchero. 5 Mettete il composto di cioccolato fuso nel composto delle uova. 6 Setacciate la farina, il cacao e il lievito e mescolate bene. 7 Aggiungete i pezzi di cioccolato bianco e al latte. Potete anche utilizzare delle nocciole o delle noci pecan tritate oppure anche la vostra barretta di cioccolato preferita o dei biscotti. Basta che li tagliate prima in piccoli pezzi. 8 Infornate per 25-30 minuti. 9 Fate raffreddare su una griglia. Sformate, tagliate e servite. I vostri brownie dureranno circa una settimana in un contenitore a chiusura ermetica. Ecco fatto. Semplice. Delizioso. Efficace. Preparatevi a esplodere nel gustoso paradiso del THC! Volete altre idee e tecniche per cucinare con la cannabis? Tornate a trovarmi la prossima volta, parlerò dell’olio da cucina alla cannabis, di come prepararlo e dei diversi modi in cui potete utilizzarlo nelle vostre ricette quotidiane. Betty Green


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Coltiva con Jorge Cervantes

Di Jorge Cervantes jorge@marijuanagrowing.com

Contenitori grandi per coltivare grandi piante Coltivare la cannabis in contenitore richiede una strategia completamente diversa rispetto alla coltivazione della marijuana nel terreno. Quando si pianta nella Madre Terra, molte radici che alimentano la pianta si diffondono nei primi centimetri di terreno, dove si trova la maggior parte delle sostanze nutritive e della vita. Le radici profonde ancorano la pianta nel terreno e cercano i nutrienti sotterrati, portandoli in superficie. Questo ordine naturale viene completamente sconvolto in un contenitore. Le radici colpiscono i lati del contenitore alla ricerca di acqua e nutrienti. Il terreno organico non riesce a fornire nutrienti a sufficienza per la cannabis a crescita rapida. Le sostanze nutritive devono quindi essere somministrate mediante una soluzione nutritiva - fertilizzante diluito in acqua. Il substrato di coltura serve ad ancorare le radici e a fornire un porto temporaneo per l’assorbimento dei nutrienti. Un contenitore limita lo sviluppo del sistema radicale. Le radici non riescono a crescere oltre i lati e il fondo dei contenitori. La quantità limitata di substrato di coltura presente nei contenitori trattiene meno acqua, si scalda e si asciuga velocemente rispetto a quanto non avvenga con la Madre Terra. I contenitori sono fatti di diversi materiali - tutti con diverse caratteristiche che contribuiscono a superare le limitazioni imposte dalle dimensioni. I contenitori in argilla, tessuto, fibra e legno traspirano meglio rispetto ai vasi in plastica. I

Piante piccole che crescono in contenitori piccoli. contenitori in tessuto permettono lo scambio d’aria che controlla lo sviluppo delle radici. I contenitori in plastica rigida possono essere modellati per ottenere

viene posta direttamente nella Madre Terra. I vasi neri assorbono più calore rispetto ai contenitori di colore chiaro. Quando sono posti sotto la luce diretta del sole, i contenitori di colore scuro assorbono così tanto calore che il terreno si scalda raggiungendo livelli pericolosi. Le temperature del substrato di coltura diventano così elevate che le radici arrivano letteralmente a cuocersi! Le pareti spesse e opache non permettono alla luce di penetrare nei contenitori e rallentano la crescita delle radici. Se si coltiva in un contenitore bianco

Questi contenitori bassi e larghi contengono terra a sufficienza per far crescere una pianta robusta con un’altezza di 1,5 metri. numerose forme desiderabili. I vasi in argilla sono pesanti e fragili e assorbono l’umidità dal terreno al loro interno. I contenitori in cemento sono pesanti, ma durevoli e ben adatti a un patio o un giardino dove batte molto sole. I contenitori in metallo, a meno che non siano galvanizzati, si ossidano (ruggine) e da essi si possono quindi staccare elementi e composti nocivi. Non utilizzate contenitori che contengono prodotti petroliferi, prodotti chimici corrosivi e letali. Le dimensioni del contenitore stabiliscono il volume di substrato di coltura che può contenere. Le dimensioni incidono sulla frequenza d’irrigazione e di fertilizzazione, sullo sviluppo delle radici e sulla temperatura e, in ultima istanza, sulla portata del raccolto. L’irrigazione e l’assorbimento dei nutrienti sono di facile gestione nei contenitori. Si può controllare l’esatta quantità di acqua e fertilizzante disponibile. Quando le condizioni del terreno sono tossiche, il substrato può venire privato delle sostanze nutritive. I contenitori possono essere spostati comodamente per evitare le condizioni meteorologiche più inclementi. Le piante piccole hanno bisogno di meno terreno e di contenitori più piccoli rispetto alle piante grandi. Molte piante piccole possono crescere sotto una fonte di luce artificiale ed essere separate e trapiantate.

il fertilizzante per ogni pianta e i vasi possono essere ruotati con regolarità in modo tale che il fogliame riceva un’illuminazione uniforme. Ammucchiate le piante piccole in contenitore insieme sotto le luci di coltivazione; separatele o spostatele all’aperto quando diventano più grandi. Posizionate le piante piccole su blocchi per avvicinarle alla fonte di luce. Le singole piante sono facili da mettere in quarantena. Le piante deboli e malate sono facili da eliminare dalla coltivazione. Le malattie e i parassiti presenti nel terreno si diffondono lentamente tra le piante coltivate in contenitore. Il terriccio nei vasi si scalda più velocemente di quanto non avvenga se il vaso è posto sul terreno e su di un pavimento freddo oppure la pianta

La paglia legata attorno al perimetro di questo contenitore mantiene il terreno fresco in modo che le radici non cuociano durante i giorni caldi. Non posizionate i contenitori sotto la luce diretta del sole o vicino a una fonte di calore. Se la temperatura del terreno sale oltre i 24 gradi C, la crescita può risultarne rallentata e le radici potenzialmente danneggiate. I vasi che si trovano sotto la luce diretta del sole o in un punto caldo dovrebbero essere ombreggiati mediante un pezzo di plastica o di cartone in modo che il terreno nel contenitore rimanga relativamente fresco.

Il drenaggio è una caratteristica comune a tutti i contenitori. Ogni contenitore deve avere un drenaggio per espellere l’acqua e le sostanze nutritive in eccesso.

Aspetti pratici

Si può seguire e muovere ogni singolo elemento se si coltiva in contenitore. È possibile controllare l’irrigazione e

Il trapianto della cannabis in un contenitore adeguato è fondamentale per una crescita rapida e senza ostacoli. Bisogna prestare attenzione a ogni aspetto per evitare ogni tipo di problema nel trasferimento della pianta.


35 o con pareti sottili e le radici attorno alla parte esterna della zolla iniziano a diventare verdi, significa che la luce sta penetrando nel contenitore. Si può risolvere il problema dipingendo l’interno del contenitore con una vernice in lattice non tossica di colore scuro. Dipingere l’interno di un contenitore bianco permette alla luce calda del sole di essere riflessa e di mantenere il terreno più fresco. I contenitori vengono posizionati fuori terra e aumentano l’altezza della coltivazione. Il soffitto delle stanze di coltura deve essere abbastanza alto per compensare l’altezza aggiuntiva. Outdoor, le piante poste in vasi grandi e alti possono crescere superando la recinzione, il che attira in poco tempo l’attenzione dei vicini e dei ladri e si possono infrangere le normative locali. Le radici colpiscono in poco tempo i lati dei contenitori, crescono quindi verso il basso e si ammucchiano intorno al fondo. In molti casi l’ambiente innaturale presente all’interno del contenitore porta allo sviluppo di uno spesso strato di radici lungo le pareti e il fondo del contenitore. Questa porzione della zona radicale è la più vulnerabile allo stress provocato da umidità e calore ed è la più esposta. Una volta legate al vaso, le radici circondano

soluzione nutritiva di fluire liberamente dal fondo del contenitore. I contenitori dovrebbero avere almeno due fori da circa 1,2 cm ogni 930 cm2 di fondo. La maggior parte dei vasi presenta il doppio di questa quantità. I fori di drenaggio devono consentire all’acqua di defluire facilmente, ma non essere così grandi che il substrato di coltivazione venga lavato via sul pavimento. Foderate i vasi con carta di giornale se il drenaggio è troppo veloce o se il terreno viene lavato via dai fori di drenaggio. Questo rallenterà il drenaggio, quindi fate attenzione!

Hydroclay è un ottimo pacciame! l’interno del contenitore per alcune settimane e non dispongono delle sottili radici di alimentazione che servono ad assorbire le sostanze nutritive in modo efficiente. Se lo spazio è un problema, può essere più facile ed efficace buttare via e sostituire le piante che hanno radici in condizioni gravi. Uno strato da 2,5 cm di hydroclay o di ghiaia sul terreno mantiene la superficie umida. Le radici possono così crescere lungo la superficie e il terreno non ha bisogno di essere coltivato. Il pacciame riduce anche l’evaporazione e contribuisce a evitare che l’acqua d’irrigazione danneggi le radici o schizzi. La paglia e le pacciamature simili tendono ad attirare malattie e parassiti indesiderati in un ambiente di coltivazione chiuso. Riutilizzate i contenitori dopo averli lavati con acqua e sapone. Svuotate la miscela senza terra e immergete i contenitori in un grande contenitore di acqua saponata per una notte. Strofinate

Assicuratevi di eliminare l’acqua in eccesso nel sottovaso nel giro di 20 minuti in modo che le radici inferiori non vengano soffocate. ogni contenitore con una spazzola per eliminare i sali accumulati e i possibili contaminanti prima di riutilizzarlo.

Drenaggio

Tutti i contenitori devono avere una qualche forma di drenaggio - fori o tessuto permeabile. Le radici che rimangono in acqua per più di 20 minuti affogano per mancanza di ossigeno. I fori di drenaggio consentono all’acqua in eccesso e alla

Contrariamente alla credenza popolare, uno strato di ghiaia sul fondo dei contenitori non aumenta il drenaggio. Fa esattamente il contrario. La tensione superficiale (idroscopica) creata dalle diverse dimensioni delle particelle di ghiaia e di terreno fa sì che l’acqua venga trattenuta sul fondo del contenitore. Mettete dei sottovasi o dei vassoi sotto i contenitori per raccogliere l’acqua in eccesso quando si rivela necessario. Lasciare i sottovasi pieni d’acqua sotto i vasi spesso trattiene troppa umidità che provoca poi il marciume delle radici. Alzate i contenitori di circa 1,2 cm sui blocchi quando utilizzate i vassoi per evitare che il terreno ristagni e che le radici affoghino.

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Posizionate i contenitori fuori dal terreno per mantenere il terreno più caldo e agevolare il drenaggio.

Questo è un brano estratto dal capitolo Containers della nuova 6a edizione, non pubblicata, di Marijuana Horticulture (ossia la Bibbia) di Jorge Cervantes. La 6a edizione di Marijuana Horticulture sarà disponibile nel 2021, in autunno. Potete trovare tutti i libri di Jorge su Amazon.

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Intervista di CBG

A tu per tu con un canapicoltore microelementi e se necessario integro con un fertilizzante minerale in polvere solubile durante la fioritura. Cerco di stare leggero perché ho notato che le piante, soprattutto in fase vegetativa, crescono molto se hanno tanto azoto a disposizione ma poi rischiano di cadere sotto il loro peso quando poi fioriscono. Ma comunque la canapa è una pianta che sa premiare il coltivatore, quindi se proprio me lo chiedono aggiungo un booster di fosforo e potassio in fioritura. SSIT: Invece di quali trattamenti parlavi poco fa? Temo tantissimo la muffa sul raccolto, perciò consiglio a tutti sempre di prevenire con un buon sistemico contro la botrite, che è il male oscuro per i coltivatori. Lavori tutta una stagione e poi quando tagli ti accorgi che quasi tutto il raccolto è finito in polvere. No, è un incubo che non auguro al mio peggior nemico. SSIT: Che prevenzione quindi consigli contro la botrite? Non voglio fare pubblicità a nessuna marca ma ce ne sono tante, anche per chi volesse seguire i dettami dell'agricoltura biologica. A me piace un sistemico di sintesi che applico una sola volta e non ci penso più per due mesi.

La primavera è alle porte e la stagione di coltivazione outdoor 2021 sta per iniziare. Ho appena terminato una lunga conversazione con un canapicoltore in procinto di rimettersi all'opera e vorrei condividere la sua esperienza con voi lettori di Soft Secrets. SSIT: Presentati ai nostri lettori che vogliono sapere il tuo lavoro e come lo svolgi. Ciao a tutti, il mio nome è Enrico e sono un canapicoltore. Coltivo da due anni e questo sarà il mio terzo anno in campo aperto. Produco fiori di canapa ad alto contenuto di CBD per i negozi italiani. Quest'anno ho in progetto di provare qualche varietà ricca di CBG e spero di ottenere gli stessi buoni risultati dell'anno scorso. Mi impegno a produrre fiori compatti e resinosi come fanno i miei "colleghi" che lavorano indoor anche se la differenza si nota ad occhio nudo. SSIT: Hai anche un impianto indoor? No, coltivo solo in campo aperto e in una piccola serra. Ho un ettaro circa di campo e 50 metri quadri di serra. Non

posso coltivare indoor perché ho fatto dei calcoli e non mi conviene molto. Invece coltivando outdoor sono sicuro di riuscire a portare a casa qualcosa senza dover sostenere le spese altissime di corrente e attrezzatura. SSIT: Come coltivi in campo aperto? Semino nei vasetti di torba biodegradabili nella serra, così quando li interro nel campo non devo trapiantarli ma solo appoggiarli nel buco che ho precedentemente preparato nella pacciamatura. Uso un telo biodegradabile che a fine stagione posso arare nel campo in maniera da arricchire il terreno senza inquinare con la plastica. Sistemo la pacciamatura in filari e irrigo con le ali gocciolanti con un passo di 1,50 metri.

SSIT: Con un passo di un metro e cinquanta vuol dire che le tue piante sulla fila distano esattamente 150 centimetri, e tra le file? Tra le file lascio lo spazio di due metri così riesco a passare in mezzo se succede qualcosa alle linee di irrigazione o per effettuare i trattamenti. L'anno scorso sono stato previdente e quando ho dovuto spruzzare un sistemico contro la botrite sono riuscito ad entrare nel campo molto comodamente con l'irroratore a mano. Mi piacerebbe provare a ridurre lo spazio interfila fino a un metro e cinquanta ma temo di non passarci più in mezzo. SSIT: Che piano di fertilizzazione applichi? Interro con la seconda aratura un concime a lenta cessione ricco in

Cioè nella prima metà di agosto faccio la mia applicazione e sono sicuro che fino a metà ottobre non ci sono rischi, poi raccolgo e ho i miei fiori sani, senza muffa, e puliti, senza residui di farmaco sopra. SSIT: Non ti ho chiesto delle potature, se le fai, e quali. Dipende, ci sono piante piccole che preferisco non potare per vedere cosa sanno fare e altre che invece svettano troppo e allora decido di cimare per favorire la ramificazione laterale. Devo dire però che rimuovo i primi rami più in basso, così l'aria circola meglio e se piove non si sporcano di schizzi di fango le cime più basse. Non è un bel lavoro, perché si fatica a carponi per un mese almeno... ma il risultato si nota da lontano! SSIT: Grazie mille per le tue belle parole, vuoi dire qualcos'altro ai nostri lettori? Queste sono le parole di un canapicoltore italiano, un agricoltore in attesa di una legge migliore che possa permettergli di lavorare meglio e più agevolmente di ora. La filiera della canapa light in Italia non ha certo la regolamentazione migliore, anche se in un futuro prossimo spero migliori. SSIT: Grazie ancora Enrico, buona stagione e buone fioriture ai nostri lettori!


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Coltivazione Mr. José / info@mrjose.eu

La poliploidizzazione come metodo potenziale per ottenere rese più elevate La poliploidizzazione può anche essere indotta artificialmente mediante alcune sostanze chimiche che disturbano il funzionamento dei cromosomi, come la colchicina o la sua alternativa meno dannosa chiamata Orizalin.

I pro e i contro della poliploidizzazione

Coltura di tessuti in vitro.

Sognate di moltiplicare le vostre rese e la quantità di cannabinoidi sostenendo gli stessi costi per la coltivazione? Non siete i soli. Con l’aumento della produzione legale e delle vendite di cannabis, cresce anche l’interesse nell’incremento dell’efficienza della coltivazione. Questo perché oggi una maggiore efficienza equivale a un chiaro vantaggio competitivo. Un metodo possibile per farlo è la poliploidizzazione. In questo articolo, imparerete tutti gli elementi essenziali di questo metodo.

I vantaggi più importanti delle piante poliploidi sono la maggiore resistenza, la crescita migliore e, soprattutto nel caso delle specie commerciali, i raccolti più abbondanti. Quando si parla di cannabis, c’è entra in gioco un altro fattore interessante: una maggiore produzione potenziale di metaboliti secondari, cioè cannabinoidi e terpeni. In parole povere, le piante di cannabis poliploidi possono - in teoria - raggiungere rese più elevate e dare effetti più forti. Grazie a questi vantaggi, vale senza dubbio

quanti più fiori possibile. Ci sono anche problemi a livello cellulare che sono provocati dal maggior numero di cromosomi nella cellula, che in origine è diploide. Gli scienziati stanno ancora affrontando diversi problemi e ci vorrà del tempo per risolverli tutti. Se si riuscisse a selezionare una varietà poliploide stabile, che possa anche essere propagata per seme, si farebbe sicuramente un enorme passo in avanti nell’industria della cannabis.

Metodi per aumentare il numero di cromosomi Come già detto, la poliploidizzazione può avvenire in modo del tutto spontaneo senza interventi dall’esterno. Ogni volta che coltivate partendo da semi, potete potenzialmente ottenere piante poliploidi nella vostra coltivazione. Tuttavia, questo accade raramente nella vita reale. E anche

Diploidizzazione e poliploidizzazione La ploidizzazione indica il numero di filamenti di cromosomi in una cellula vivente. La maggior parte delle cellule umane ha due serie di cromosomi, 23 coppie in totale. Le cellule che hanno due serie di cromosomi si chiamano diploidi. Le cellule che hanno una serie di cromosomi sono aploidi, le cellule con tre serie di cromosomi sono triploidi, con quattro serie sono tetraploidi, ecc. Le cellule poliploidi sono quelle che hanno un numero di filamenti di cromosomi superiore a due. Le cellule di cannabis sono prevalentemente diploidi - come gli esseri umani. Si potrebbero trovare in totale 10 coppie di cromosomi nelle cellule di cannabis. Esiste una vasta gamma di specie poliploidi nel regno vegetale. Tra le più importanti figurano il grano, il mais o il cotone. La poliploidizzazione riveste una funzione fondamentale nell’evoluzione delle piante e almeno

l’80% delle piante da fiore (angiosperme) si è evoluto diventando specie poliploide. Si potrebbe quindi dire che la sua importanza per la sopravvivenza delle specie è davvero enorme. Ora sappiamo dunque che la poliploidizzazione avviene spontaneamente nelle piante. Questi esemplari poliploidi possono essere utilizzati per la riproduzione e l’ulteriore propagazione. Pensate per esempio ai tipi di banana più diffusi: sono triploidi e sono stati selezionati molto prima che l’essere umano fosse in grado di modificare i geni. Le banane triploidi producono solo germi di seme. Quando i coltivatori se ne sono accorti molto tempo fa, hanno semplicemente cominciato a selezionare e hanno continuato a coltivare queste specie mutate. Questo ha portato alla loro massiccia espansione. Le banane diploidi producono semi duri e il loro sapore in genere non è granché.

Gli stomi sono il 30% più grandi nei poliploidi. la pena effettuare una selezione per ottenere varietà di cannabis poliploidi stabili. Tuttavia, c’è anche il rovescio della medaglia. Oltre ai vantaggi citati della poliploidizzazione ci sono anche diversi svantaggi. Prima di tutto il problema nell’ottenere una poliploidizzazione affidabile attraverso fonti esterne. Questo significa che non è facile indurre la poliploidizzazione nelle piante diploidi mantenendo la stabilità genetica degli esemplari poliploidi. Un altro problema è la riduzione significativa della fertilità delle piante poliploidi. Questo può essere risolto con la propagazione asessuata, cioè la clonazione, che è assolutamente diffusa quando si coltiva per ottenere

se appare una poliploide nella vostra coltivazione, non c’è alcuna garanzia che, clonandola, finirete per avere una genetica poliploide per ulteriori cicli di coltivazione. Tuttavia, le piante poliploidi in natura sono un materiale di partenza ideale per la riproduzione. Per i coltivatori commerciali e i selezionatori, è più interessante essere in grado d’indurre la poliploidizzazione in modo mirato e incrociare e stabilizzare gli esemplari poliploidi piuttosto che aspettare che un poliploide compaia in natura per caso. L’utilizzo della colchicina è diffuso nell’induzione artificiale di mutazioni genetiche e può essere applicato anche per indurre la poliploidizzazione.


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La densità dei tricomi riveste una funzione importante nella produzione di resina. Il diserbante Orizalin può essere usato come sostituto con effetti meno dannosi. È stato utilizzato anche in un esperimento di coltivazione interessante che verrà illustrato in seguito.

Esperimenti di coltivazione L’Orizalin è stato selezionato da un gruppo di ricercatori in alcuni esperimenti condotti dal produttore di cannabis legale Canopy Growth Corporation a Smith Falls, in Canada. L’obiettivo dello studio, condotto in collaborazione con la Carleton University di Ottawa e con l’Ottawa Research and Development Center, era quello di testare un metodo efficace per generare la poliploidizzazione nella cannabis, i suoi effetti sulla crescita, la resa e la produzione di metaboliti secondari. I risultati di questa ricerca sono più che interessanti. Trovate l’articolo completo scritto dagli autori dello studio - Jessica L. Parsons, Sara L. Martin, Tracey James, Gregory Golenia, Ekaterina A. Boudko e Shelley R. Hepworth - su https://doi. org/10.3389/fpls.2019.00476. L’esperimento è stato condotto usando due varietà commerciali di cannabis coltivate sotto fonti di luce artificiali. Una delle varietà conteneva una quantità elevata di THC, la secondo presentava un rapporto bilanciato di CBD e THC. I cloni delle piante madri di entrambe le varietà sono stati precoltivati in vitro e suddivisi in otto gruppi. Un gruppo non è stato trattato e gli altri sette gruppi sono stati trattati con una soluzione contenente Orizalin a varie concentrazioni comprese fra 20 e 150 μM. In totale sono stati formati otto gruppi contenenti dieci piante ciascuno. Il team ha ottenuto i risultati migliori a livello di generazione della poliploidizzazione con una concentrazione di Orizalin di 20 μM: il 62,5% delle piante sono infatti sopravvissute al trattamento e nell’80% di questi casi si era verificata la poliploidizzazione. Nelle piante poliploidi, il numero di cromosomi rilevati era il doppio rispetto ai campioni diploidi. Di conseguenza, i ricercatori hanno coltivato

piante madri da esemplari poliploidi e hanno prodotto cloni da queste piante madri anche per una serie di altri esperimenti di coltivazione. In essi, hanno confrontato diverse caratteristiche degli esemplari così come la loro composizione chimica. Nel gruppo poliploide, è stato rilevato un allargamento significativo dello stoma che è arrivato fino al 30%. Con l’aumento delle dimensioni, la loro densità è diminuita di circa la metà. L’allargamento dello stoma è provocato dal maggior numero di cromosomi nelle cellule. La dimensione e la densità degli stomi sulle foglie può essere quindi considerata un segnale affidabile del fatto che ci si trovi di fronte a esemplari poliploidi. Negli esperimenti, le piante poliploidi producevano anche foglie più grandi, soprattutto nella fase di fioritura, rispetto alle piante diploidi della stessa varietà. Sono molto interessanti i dati riguardanti la densità dei tricomi sui petali, in quanto si è verificato un aumento degli stessi del 40% negli esemplari poliploidi. Anche se ci si potrebbe logicamente aspettare che il contenuto di tutti i metaboliti secondari aumenti con l’incremento del numero di tricomi, le analisi chimiche hanno dimostrato che mentre il contenuto di CBD è aumentato del 9%, la concentrazione di THC nei fiori è rimasta sostanzialmente la stessa del gruppo diploide. Si sono verificati numerosi cambiamenti nel profilo terpenico, ma sono stati così variabili a seconda della pianta che non è stato possibile trarre conclusioni chiare al riguardo. Sono state rilevate differenze più frequenti nel profilo terpenico rispetto al gruppo diploide, probabilmente dovute alla ben nota stabilità genetica inferiore dei poliploidi appena creati. Sebbene non si sia verificato un aumento significativo della resa o del contenuto di THC nel gruppo poliploide in questo particolare esperimento, l’incremento della densità dei tricomi e del contenuto di CBD offre un barlume di speranza e un motivo valido per proseguire con la ricerca. Ritengo che l’impegno dei selezionatori porterà alla fine a varietà poliploidi stabili che presenteranno numerosi vantaggi.

Nessuna modifica genetica Anche se ad alcuni può sembrare che la poliploidizzazione artificiale equivalga alla modifica genetica, non è vero. La modifica genetica è una procedura estremamente complicata e onerosa all’interno della quale la struttura del DNA viene deliberatamente interrotta per obbligare il DNA stesso a sostituire i punti danneggiati con parti del codice genetico che gli viene fornito da noi. In questo modo è possibile inserire nel filamento di DNA una parte di un filamento che originariamente non

c’era. Lo scopo della modifica genetica è quello di riprogrammare il DNA (in un modo che molto probabilmente non si verificherebbe spontaneamente in natura) per ottenere proprietà completamente nuove. La poliploidizzazione artificiale mediante sostanze chimiche è invece la semplice induzione artificiale di processi che avvengono in natura. Come già sottolineato, bisogna tenere in considerazione che le piante poliploidi possono anche nascere spontaneamente. Questo è il motivo per cui la poliploidizzazione dovrebbe essere trattata più come un ausilio per ottenere le proprietà desiderate in varietà nuove selezionando esemplari che presentano queste proprietà desiderate. Non credo che le piante poliploidi debbano essere temute o maledette.Numerosi team di ricercatori in tutto il mondo stanno cercando di selezionare poliploidi stabili. Aumentare l’efficienza della coltivazione è un obiettivo molto interessante. Un aumento del 10% circa del contenuto di cannabinoidi può comportare un importante plus dal punto di vista finanziario per i grandi coltivatori commerciali. E tutti vogliono fruirne. Ciononostante, un cambiamento ancora più grande potrebbe essere la potenziale resa più elevata. I poliploidi diventerebbero quindi il nuovo standard nella coltivazione sia per i coltivatori commerciali che per quelli domestici. Questa ricerca sarà coronata dal successo? Vedremo cosa accadrà nei prossimi anni. Voi, lettori di Soft Secrets, potete stare tranquilli perché sarete i primi a conoscere qualsiasi progresso importante che verrà raggiunto in questo settore.


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Il Canapaio di Franco Casalone

MICORRIZE E BATTERI Pensavo che le micorrize - i funghi che vivono in simbiosi con le radici - si sviluppassero principalmente solo su certe specie vegetali, in particolare sulle leguminose. Avevo provato sulla cannabis, diversi anni fa, combinazioni di batteri ed enzimi che avevano dato ottimi risultati. Un amico agronomo mi ha detto che voleva provare un mix di micorrize e batteri benefici sulla cannabis. Queste formulazioni stanno dando speranza ad una viticoltura sempre più costretta ad usare composti chimici tossici per l'agricoltore, per il terreno e per gli utilizzatori futuri dei prodotti, e stimolano maggiore resistenza delle piante ai patogeni, maggiori rese, migliori qualità organolettiche e maggior produzione di metaboliti secondari. A questo mix mi riferirò nell'articolo chiamandolo semplicemente micorrize. Dovevano arrivare delle talee di “canapa light”, e abbiamo deciso di fare una prova preliminare su quelle. Le talee sono arrivate in "jiffy", piccoli contenitori di torba (secondo me troppo corti per un buon sviluppo iniziale delle radici) che si

Pianta con micorrize.

gonfiano a contatto con l'acqua. Abbiamo notato numerose foglie (le più basse) che mostravano segni di marciume: sicuramente, anche se si sono eliminate subito tutte le parti visibili colpite, sapevamo che si sarebbe sviluppata qualche muffa.

non scompare... L'amico agronomo mi consiglia di nebulizzare anche le micorrize: nella vite le stanno utilizzando al posto dello zolfo proprio per combattere l'oidio. Dopo il primo trattamento il miracolo: l'oidio scompare!

Le talee sono state trapiantate rapidamente in vasi da 1,4 litri e si è scelto subito il terriccio definitivo, a grana grossa per contenitori da 35 litri (professionale, bio), per valutare fin da subito il vigore di accrescimento radicale. Su 100 talee di “Italian Kiss” (fenotipo di CS), a 50 sono state aggiunte micorrize nel terriccio del trapianto, le altre 50 sono state trapiantate senza aggiunte e tutte poste sotto ad una lampada CMH da 1000w a 17 ore di luce e 7 di buio. Dopo 3-4 giorni si cominciano a vedere alcune macchie di oidio (muffa bianca). Le piantine vengono immediatamente trattate con raggi UV, ma sono troppo piccole e delicate per insistere con questo trattamento... Il giorno dopo e i successivi vengono nebulizzate con equiseto, propoli e silicato di sodio: l'oidio si riduce ma

Le temperature fredde (l'ambiente di "ospedale" non è ancora riscaldato) ritardano lo sviluppo, ma già dopo una settimana la crescita delle piantine micorrizate è notevolmente superiore a quelle del gruppo di controllo, e la differenza si fa più evidente per ogni giorno che passa. L’oidio è una brutta bestia, le spore sono nell'aria, ed eliminarle è impossibile! Dopo una settimana dal primo trattamento si ripresenta, e si decide di nebulizzare ripetutamente, ogni 2-3 giorni (sempre poco prima o poco dopo lo spegnimento della lampada). Dopo 15-20 giorni le piantine micorrizate sono tutte in ottima salute (meno 3, eliminate) e con un buon grado di sviluppo (nessun nutrimento aggiunto, il terriccio è abbastanza "grasso"...), quelle non micor-

Pianta senza micorrize.

rizate sono stantie, piccole e pallide. Solo circa un terzo di queste ultime si possono avvicinare, come dimensioni e salute, a quelle micorrizate. I trattamenti continuano regolari, e dopo un mese dal primo trapianto le piantine appaiono tutte sane. Sopravvissute: 47 micorrizate (bellissime) e 35 del gruppo di controllo, di cui la metà circa bruttine... Si procede al trapianto definitivo, in altro ambiente. Durante le operazioni di rinvasatura le piante micorrizate si mostrano tutte con i pani di terra pieni di radici, mentre anche le più belle del gruppo di controllo non hanno ancora riempito il contenitore di radici. Al trapianto definitivo (vasi con 35 litri di terriccio) vengono aggiunte micorrize a tutte le piante, e anche il gruppo di controllo reagisce molto bene a questa nuova fase: quasi tutte le piantine (eccetto due, con meno radici) ripartono alla grande e lo sviluppo vegetativo è impressionante.

Continua nel prossimo numero...


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Lifestyle di sudestfam@protonmail.com

CryptoCannabis

Blockchain e criptomonete nella filiera della Cannabis Le criptovalute sono monete virtuali e crittografate, pensate come un mezzo di pagamento per qualsiasi tipo di transazione. È denaro sotto forma di valuta digitale, una delle differenze più grandi rispetto ad una moneta tradizionale è la sua decentralizzazione, infatti il sistema di una criptovaluta non è controllato da un'entità governativa o finanziaria ma è la comunità di utenti che popolano il web a gestire il suo funzionamento. invitati, è passata da poche migliaia di utenti nel 2020 a oltre dieci milioni negli ultimi mesi. In circolazione ci sono migliaia di criptovalute e tra esse la più famosa è certamente il bitcoin; creato nel 2008 come strumento di pagamento on-line, rapido, anonimo e sicuro, è la moneta virtuale di riferimento per l'intero comparto finanziario delle criptovalute. Spesso si parla del bitcoin come un mezzo di pagamento completamente anonimo ma ciò non è del tutto corretto, io preferisco definirlo uno strumento che protegge al 100% la nostra privacy. Il bitcoin è una moneta il cui valore si basa sul meccanismo di domanda e offerta, cioè dalla fiducia che ripongono i consumatori o i detentori in questa moneta. Il valore delle monete tradizionali è deciso da poche entità governative che emettono il denaro e decidono le politiche economiche dei singoli Stati, quindi mantenendo concentrato il potere nelle mani di pochi. Il cambiamento introdotto dal bitcoin e da tante altre criptomonete è proprio questo: l'eliminazione di intermediari e di istituzioni finanziarie di controllo. Ma la vera rivoluzione è la tecnologia su cui si basa il funzionamento delle criptovalute, cioè la blockchain. La blockchain è un registro digitale distribuito su una rete di migliaia di nodi, cioè di server che conservano una copia del registro. Come descritto dal suo nome, la blockchain è una catena di blocchi dove all'interno vengono registrate delle informazioni, come ad esempio delle transazioni. Per generare un nuovo

assistere al congelamento dei conti correnti delle aziende, mettendole nelle condizioni di non poter continuare a lavorare. Le criptovalute si prestano perfettamente a questo modello di business e adottarle come metodo di pagamento offre numerosi vantaggi; innanzitutto le commissioni sono molto più basse di qualsiasi pagamento realizzato con metodi tradizionali, non vi è un controllo da parte di nessuna entità finanziaria e soprattutto ogni acquisto effettuato con criptovalute avviene in forma pseudo-anonima.

Satoshi Nakamoto passport. blocco contenente delle informazioni da aggiungere alla blockchain è necessario che superino un processo di validazione che consiste nella risoluzione di complessi calcoli. Una volta validate, le informazioni devono ottenere il 51% di consenso della rete per essere aggiunte alla catena. Ogni nuovo blocco genera un codice univoco che riassume le informazioni contenute al suo interno; il codice viene scritto sia sul blocco da cui viene generato e sia sul blocco successivo nella catena, in questo modo le informazioni registrate in un blocco restano immutabili nel tempo. Ogni transazione realizzata con criptovalute basate su tecnologia blockchain viene registrata al suo interno come una stringa di numeri e lettere crittografate mettendole al sicuro. La blockchain è liberamente consultabile da chiunque in qualsiasi momento. Una delle possibili applicazioni della tecnologia blockchain è all'interno

Varie criptomonete sul mercato.

dei sistemi di tracciabilità della filiera di un determinato prodotto; è sufficiente scannerizzare un codice QR per poter visualizzare la sua storia completa. Le criptovalute sono la soluzione ai problemi finanziari che affrontano la maggior parte delle aziende che operano nel settore della cannabis, anche della cosiddetta canapa light. Dagli Stati Uniti all'Europa, nonostante in molti paesi sia ormai legale, banche ed istituti di credito spesso si rifiutano di mettere a disposizione i propri servizi e strumenti di pagamento alle aziende coinvolte nel comparto marijuana. Ciò comporta una perdita significativa degli introiti, genera ritardo nell'esecuzione degli ordini realizzati on-line, persuade negativamente i consumatori che al giorno d'oggi sono sempre più abituati a pagare con un click e nel peggiore dei casi abbiamo dovuto

Il numero di imprese che stanno adottando la tecnologia blockchain è in forte crescita; il suo impiego permette un controllo completo sulla filiera di produzione e, nel caso della cannabis, si traduce in una garanzia di qualità. Con la blockchain possiamo sapere con certezza l'origine di un prodotto insieme a tanti altri dettagli, ad esempio il ceppo esatto di marijuana che stiamo fumando, il tipo di coltivazione da cui proviene, le tecniche e i nutrienti impiegati oppure la data di raccolta e di impacchettamento. Sono frequenti i casi di imitazione e plagio di noti brand, loschi personaggi che imbustano marijuana coltivata chissà come, mettono un'etichetta colorata con nomi di strain famosi e la rivendono ad ignari consumatori. Prendiamo il caso delle tantissime persone che fanno uso di cannabis per motivi di salute dove è di vitale importanza la

Il tramonto del dollaro. scelta di un determinato strain che rispetti determinati parametri come il contenuto di THC o di CBD. Questa classe di consumatori ha diritto a delle garanzie sulla qualità della sua medicina. Le aziende che impiegano la blockchain registrano i loro prodotti su questo enorme database a disposizione di chiunque mettendo fine a quest'incubo. Sebbene le prime compravendite di cannabis realizzate in bitcoin si siano svolte su Silk Road - per chi non lo conosce è stato il primo bazar sulla droga apparso sul deep web - queste tecnologie sono in piena espansione e il loro futuro è solo rose e fiori!


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History Cannabis di CBG

L'origine degli strain Purtroppo studiare la canapa è molto difficile, servono permessi particolari nel nostro paese e non è sempre possibile ottenerli. Da pochissimo tempo l'interesse della ricerca sulla canapa è accresciuto, alla luce delle aperture legislative di alcuni paesi, soprattutto in tema di canapa terapeutica e più raramente ad uso ricreativo. Questo ha fatto sì che nel nostro campo si originassero e venissero perpetrati i cosiddetti miti sulla canapa, che altro non sono se non leggende riportateci dall'esperienza soggettiva del pseudo-esperto di turno. Cosa ne sappiamo dell’origine di molti delle varietà di canapa oggi famose? Molto poco e senza certezze. Grazie alla memoria di qualche appassionato più anziano si è potuto ricostruire qualche tassello della storia di alcuni strain, anche se con le dovute incertezze. Qualche volta è stato il bisogno di segretezza o l'eccessiva persecuzione legale ad aver creato il mistero che aleggia sull'origine di certe varietà. Altre volte i testimoni presenti non hanno saputo riportare notizie corrette mentre spesso la bramosia di denaro ha modificato un poco la storia di come sono andate le cose realmente. Addirittura nacquero dispute sulla paternità di alcuni incroci e via il rincorrersi di voci da un forum all'altro, da una cannabis cup all'altra, lungo la scena cannabica mondiale. Come mi piace ricordare e ripetere spesso, ciò che fumiamo noi oggi è dovuto agli sforzi underground di numerosi attivisti appassionati di canapa che hanno saputo compiere ricerca e hanno creato i risultati che ci permettono di godere oggi di un panorama di varietà ben più ampio di solo pochi anni fa. Negli ultimi 50 anni è stato un crescendo continuo di sforzi da parte dei breeder per offrirci infiorescenze migliori, meno fogliose e più forti in sapore ed effetto. La marijuana moderna è l'evoluzione dei primi incroci portati a termine dagli hippie statunitensi desiderosi di consumare fiori diversi da quelli a cui erano abituati: negli Stati Uniti d'America in quegli anni si trovavano le grandi sative autoctone coltivate sul continente americano, quindi sative messicane e sativone colombiane. Poco diffuse erano altre landrace sative provenienti dalle diverse regioni del mondo (se non addirittura portate da veterani di guerra) e quasi per niente si incontravano delle varietà a predominanza indica. E la svolta fu proprio la lungimiranza di voler incrociare due varietà molto diverse tra loro: una dall'aspetto sativa con una dall'aspetto indica. Detto fatto, passò ben poco prima che ci si accorgesse del risultante tra una indica pura e

una sativa pura. Questi nuovi ibridi portavano le caratteristiche di sballo di una sativa con la produttività e la rapidità di una indica. Il grande passo era fatto: da un mondo di landrace si era giunti alla porta della cannabis moderna. La prima varietà che potremmo definire ibrida è la Skunk, un gruppo di piante dal sapore nuovo, produttive e diverse dai genitori. La Skunk originale non esiste, esistono le prime Skunk e per un consumatore moderno potrebbero risultare leggermente "comuni". Gli anni settanta cominciano tranquillamente all'insegna degli ibridi, sino a che nel 1975 il mondo si accorge che in Olanda probabilmente sono sulla via della legalizzazione: sono due anni che sono aperti i primi coffeeshop (nel 1973 il Mellow Yellow è il primo, ad opera del futuro fondatore di Positronics seeds) e la cannabis sembra intravedere un futuro legale in Europa. Nel 1980 nasce la prima seedbank europea, grazie all'importazione in Olanda delle prime genetiche statunitensi. Questi semi portavano nuove piante, nuovi fiori e nuovi sapori ed effetto tanto da rivoluzionare totalmente la scena. La cannabis era ancora illegale, ma vi erano i coffeeshop e le coltivazioni commerciali degli strain moderni come le Haze, le Skunk e la Northern Light tanto per citarne alcuni. A partire della seconda metà degli anni ottanta e i primissimi anni novanta si assistette alla nascita di molti strain, grazie agli incroci nuovi e alla selezione dei primi breeders: Maple Leaf Indica, Hash Plant, Ortega, le varie Skunk, la famiglia Haze sono i primi nomi che ho davanti relativi a quell'epoca e che sono ancora famosi al giorno d'oggi. Tutto o quasi ciò che fumiamo al giorno d'oggi è venuto dopo il 1985. Su internet c'è un sito che si chiama seedfinder. eu e credo sia un'esaustiva fonte per tracciare un poco la storia degli strain moderni e saperne di più sulla storia di ciò che si consuma, sempre prestando

attenzione a cosa si legge perché ancora non si è fatta chiarezza sulla storia degli strain. Ho scritto "tutto o quasi" perché sicuramente da qualche parte c'è stato un coltivatore anonimo e ben nascosto con strain autoprodotti. Quando la

cannabis sarà legale potrà uscire allo scoperto e condividere con la comunità cannabica mondiale i suoi risultati. Vi lascio a una bellissima stagione, buone fioriture!


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NOVITÀ!

di Rich Hamilton

Prodotti commestibili ad azione rapida Attualmente le vendite dei prodotti commestibili alla cannabis stanno superando il resto del mercato legale statunitense. La tendenza sembra essere quella di allontanarsi dalle modalità tradizionali di assunzione, mediante fumo, e di optare per metodi di consumo più discreti come i prodotti commestibili Gli esperti di analisi della cannabis di Seattle, Headset, hanno riferito come l’utilizzo dei prodotti commestibili sia cresciuto del 60%, passando da 767 milioni di dollari nel 2019 a 1,23 miliardi di dollari nel 2020. Si tratta di è un aumento dal 10,65 all’11,07% della quota di mercato. Ci si aspetta che tale tendenza continui, e di conseguenza, si comincia a vedere come il settore dei prodotti commestibili sita diventando un po’ più innovativo e sofisticato. Le aziende del settore della cannabis stanno letteralmente iniettando denaro nello sviluppo di nuovi prodotti per mantenere alto l’interesse e per soddisfare le richieste dei consumatori

i polmoni, provocando gli effetti psicoattivi quasi istantaneamente e un picco che si verifica dopo circa 10

L’imprevedibilità del tempo che ci vuole per fare effetto, la potenza e la durata degli effetti rendono il dosaggio

I cannabinoidi sono formulati in modo tale che reagiscono istantaneament e formano minuscole goccioline microscopiche minuti. Tuttavia, quando si mangia un prodotto commestibile alla cannabis, ci vuole molto più tempo (1-2 ore) per sentirne gli effetti. La cannabis deve viaggiare attraverso lo stomaco e

attuali e potenziali. Fra i nuovi prodotti figurano prodotti commestibili specifici per le varietà e probabilmente la novità più interessante sono i prodotti commestibili ad azione più rapida.

l’apparato digerente fino a raggiungere il fegato ed essere infine scissa. Il fegato converte il Delta-9-THC in una sostanza chimica completamente diversa, l’11idrossitetraidrocannabinolo.

È ben noto che consumare prodotti commestibili e fumare sortiscono due tipi diversi di effetto a livello di sballo, derivanti dal modo in cui l’organismo metabolizza la cannabis. Quando si fuma cannabis, il principale ingrediente attivo Delta-9-THC penetra in poco tempo nel flusso sanguigno attraverso

L’11-idrossitetraidrocannabinolo provoca un effetto psicoattivo significativamente più intenso e molto più duraturo per l’utilizzatore. Se si dovesse assumere cannabis edibile in un dosaggio simile a quello che si fumerebbe, il risultato sarebbe comunque più disorientante, più potente e più lungo.

accurato dei prodotti commestibili molto difficile. È l’unica cosa che scoraggia i potenziali consumatori, soprattutto i novizi della cannabis. Le aziende della cannabis che innovano

hanno comunque trovato una soluzione a questo problema, sotto forma di “prodotti commestibili ad azione rapida”. Sostengono che questi prodotti commestibili non solo funzionano velocemente, ma assicurano un effetto che è maggiormente in linea con l’esperienza che si fa al fumare “Delta-9-THC” e non con la pesantezza di un’esperienza tradizionale con i prodotti commestibili “all’11idrossitetraidrocannabinolo”.

I prodotti commestibili ad azione rapida sono concepiti per essere assorbiti dall’organismi in modi diversi e non attraverso il fegato. Una di queste modalità è la “nano-emulsione”, che consente ai composti della cannabis di diventare più piccoli e maggiormente solubili in acqua, rendendoli più facili da assorbire. I cannabinoidi sono formulati in modo tale che una volta entrati in contatto con la saliva e con gli acidi dello stomaco, reagiscono istantaneamente e formano minuscole goccioline microscopiche piene di cannabinoidi che l’organismo può poi assorbire facilmente e in poco tempo. Fra gli altri metodi figurano lo sviluppo di tinture, piccole caramelle e cioccolatini, che possono essere tenuti in bocca per un breve periodo ed essere lasciati sciogliere o fondersi. I cannabinoidi vengono assorbiti dal flusso sanguigno attraverso le membrane presenti nella bocca e nell’apparato digerente, bypassando il fegato e la creazione d’11idrossitetraidrocannabinolo. Questo è possibile grazie all’utilizzo della lecitina. La lecitina è un tipo di grasso utilizzato per legare ingredienti che di solito non si miscelano bene, come olio e acqua. I cannabinoidi si legano meglio ai grassi, pertanto l’uso della lecitina aiuta i cannabinoidi a essere assorbiti in modo più efficace dal flusso sanguigno dell’organismo, che è costituito principalmente da acqua. Il THC può quindi fare effetto rapidamente e per un lasso di tempo più limitato, simile a quello che ci si aspetta quando si fuma. La lecitina consente anche all’organismo di accedere e digerire il THC in modo più efficace. La sua presenza contribuisce a distribuire i cannabinoidi nel prodotto commestibile in modo più uniforme. Questi prodotti commestibili ad azione rapida offrono un’ottima alternativa a chi non vuole fumare o svapare pur volendo un’esperienza simile. Avere un prodotto commestibile ad azione rapida dosato in modo affidabile con un “effetto” identico per sensazione e durata a quello del fiore fumato è una vera e propria svolta. Svolta che può solo servire ad alimentare ulteriormente la crescita del mercato dei prodotti commestibili.


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Cucinare con la cannabis di Giovanna Dark

Edibles Gourmet

Alla ricerca del miglior cooking show sulla cannabis Uno dei modi più popolari di assumere cannabis è sicuramente quello di ingerirla. Se nei mercati in cui la cannabis è legale i cosidetti "edibles" sono diventati in poco tempo tra i prodotti più ricercati, a noi vittime del proibizionismo non resta altro che mettere letteralmente le mani in pasta e sperimentare con la cannabis nella sicurezza delle nostre cucine. Perché non esistono solo Space Cakes: la cannabis in cucina sta bene su tutto e può essere trasformata in piatti prelibatissimi! Lo dimostrano i tanti cannabis cooking shows che hanno fatto capolino su diverse piattaforme online. Abbiamo raccolto i migliori per voi. "BONG APPETIT" La serie originale "Bong Appetit", creata da Vice Media su YouTube, invitava famosi chef a creare pasti elaborati che incorporassero la cannabis. Condotta da Abdullah Saeed dalla sua creazione nel 2016, "Bong Appetit" ha veramente abbracciato la sua nicchia e si è appoggiata all'idea di produrre contenuti culinari alternativi. Con episodi intitolati "Ganja Grandma" e "Smoking Sativa S'Mores" Saeed ha portato un approccio educativo ma comunque divertente allo show di cucina con l'erba. Molti degli ospiti dello show erano/ sono chef di grande talento e di grande fama, con il risultato di un mix di piatti a base di cannabis accessibili e di creazioni da sogno che gli spettatori possono assaporare (purtroppo!) solo indirettamente.

Best for: Coloro che cercano di saperne di più sull'incrocio tra la cucina gourmet di alto livello e la cucina con la marijuana. "Bong Appetit" si rivolge a coloro che sono interessati alle diverse culture alimentari, sia estremamente tradizionali e ricche di storia, che all'avanguardia e nuove per la scena del cibo - e della cannabis.

"Cooking On High / Strafatti in cucina"

"Cooked With Cannabis / Fatto con la Cannabis "

Creato nel 2018, "Cooking on High" è stato uno, se non il primo cannabis cooking show su Netflix. Con soli 15 minuti per episodio, la serie monostagione si presenta come un veloce game show di cucina. Ospitato da Josh Leyva, ogni episodio di "Cooking on High" ruota intorno a due chef, entrambi abili nel cucinare con la marijuana, in competizione per impressionare i giudici, personaggi di spicco legati alla cannabis. Leyva, gli chef e i giudici sono in grado di chiacchierare e interagire durante ogni breve episodio, facendo sentire gli spettatori come se fossero semplicemente in giro con gli amici in una serata. "Cooking on High" si appoggia sul suo fascino più kitsch e divertente invece di scavare troppo in profondità nel mondo scientifico della cannabis.

"Cooked With Cannabis" è arrivato su Netflix nel 2020, dopo che il già citato "Cooking On High" ha testato le acque del servizio di streaming per i programmi TV sulla cannabis.

Best for: A differenza di alcuni dei suoi omologhi show di cucina su Netflix, "Cooking on High" è perfetto per gli spettatori che stanno cercando di guardare qualcosa di breve e poco impegnativo. Se imparare tutto quello che c'è da sapere sulla cannabis non è proprio l'obiettivo, "Cooking On High" è un'ottima scelta da mettere su mentre ci si concede una rapida sessione di spuntini.

Con una produzione molto più grande, "Cooked With Cannabis" riprende molte delle moderne convenzioni dei cookingshow che gli spettatori conoscono bene, stabilite da programmi come "Master Chef". In breve, lo show presenta tre chef che competono in una serie di round con la speranza di impressionare i giudici e alla fine vincere un premio di 10.000 dollari. Ospitato da Kelis e Leather Storrs, "Cooked With Cannabis" offre ai buongustai amanti della marijuana il programma ideale. Se "Bong Appetit" può sembrare troppo gourmet per alcuni e "Cooking On High" troppo poco, la nuova serie di Netflix trova un compromesso: un programma sulla cannabis diretto, ma di alta qualità

Best for: I buongustai che hanno già visto i classici e vogliono qualcosa di più nuovo e diverso. Chi spera di imparare di più sulla cucina con la marijuana - ma anche sulla cucina in generale può trovare un buon equilibrio in questo originale Netflix.

"Bong Appetit: Cook Off" "Bong Appetit: Cook Off" potrebbe probabilmente essere messo insieme al già citato "Bong Appetit" - sono tecnicamente la stessa serie - ma l'aggiunta di "cook off" riassume abbastanza graziosamente il cambiamento: la serie ora abbraccia un layout più in stile competizione che permette a più chef di mettere alla prova le loro abilità nel cucinare con la cannabis. "Bong Appetit: Cook Off" offre ancora quel bagliore di cucina all'avanguardia come l'originale, ma lo rende ancora più interessante grazie alla competizione. Celebrità che vanno dal rapper Wiz Khalifa alla drag queen Laganja Estranja sono state inserite come giudici, permettendo a diversi attivisti per la cannabis di impegnarsi con il pubblico attraverso intrattenimento e informazione. Lo trovate su Hulu e VICE TV.

Best for: "Bong Appetit: Cook Off" è perfetto per gli spettatori che sono profondamente interessati sia alle creazioni culinarie che alla cultura dell'erba. Rendendo omaggio alle sue prime stagioni, la serie si impegna ancora nel dialogo sulla cannabis al di là della superficie, ma indulge anche nel più classico intrattenimento gastronomico competitivo.


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Coltivazione indoor Ripper Seeds

La marijuana e il viroide latente del luppolo La presenza del viroide latente del luppolo è un problema che si verifica spesso nelle sale di coltura dove sono conservate le piante madri, anche se è poco conosciuto sia negli Stati Uniti, da dove proviene, che in Spagna, dove si sta attualmente diffondendo. La banca dei semi Ripper Seeds ha importato alcune varietà dalla California. Renden-dosi subito conto che questi esemplari erano affetti da un'infezione sconosciuta, è poi riuscita a studiare, identificare e curare questa patologia. Ringraziamo sinceramente la Ripper Seeds per aver concesso a Soft Secrets l’esclusiva su queste informazioni davvero importanti. Che cos’è il viroide latente del luppolo? Il viroide latente del luppolo (HpLVd), come dice il nome, è un viroide (agente infettivo simile ai virus) che infetta le piante. ai159248986434_Anuncio-3.pdf 1 Scoperto per la prima volta nelle varietà

di luppolo, in questa pianta i sintomi che causa non sono molto problematici. Non si può dire altrettan-to per alcune varietà di cannabis, nelle quali gli effetti sono, a dir poco, devastanti, e davvero difficili da risolvere per i cannabicoltori che si 18/6/20 16:17 trovano a fronteggiare questo problema.

Famiglia: Pospiviroidae Genere: Cocadviroide Descrizione: RNA nudo monocatenario circolare di 256 nucleotidi. Con il termine “latente” nella denominazione s’intende indicare che le infezioni naturali si verificano senza indurre alcun sintomo fogliare apparente.

Quali danni provoca l'HpLVd nella marijuana?

Piante madri con steli fragili per la presenza del viroide latente del luppolo.

Già nel 2017 alcuni coltivatori californiani avevano notato una serie di cambiamenti in al-cune delle varietà da loro coltivate: una crescita lenta, malformazioni o clorosi delle fo-glie, steli fragili e una notevole riduzione della produzione di fiori e resina. Inoltre i cloni prelevati da piante con sintomi presentavano un tasso di radicazione molto più basso rispetto a quelli provenienti da piante senza sintomi. Inizialmente questo fe-nomeno era indicato con l’acronimo PCIA (Putative Cannabis Infectious Agent). In se-guito,

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48 le varietà asintomatiche sono state analizzate più approfonditamente e diversi studi hanno rilevato che circa il 35% delle varietà di cannabis della California presentava sintomi di HpLVd. Sono stati prelevati campioni di piante con e senza sintomi ed è stata condotta un'analisi genetica sui campioni, dai quali si è potuto isolare un gruppo di nucleotidi non apparte-nenti alla cannabis sintomatica. La catena nucleotidica è stata poi confrontata con un pool di virus noti e, dalle corrispondenze individuate, si è desunto che quelle varietà di cannabis erano palesemente affetta da HPLV.

Come si propaga il viroide latente del luppolo nella cannabis? La trasmissione del viroide avviene principalmente con le punture di insetti. Nel caso del luppolo, il più comune è il Phorodon humuli, ma nella cannabis qualsiasi afide è in grado di trasmettere il virus. Come si è visto in altri articoli, i parassiti non sono l'unico vettore di trasmissione. Gli at-trezzi da giardinaggio, le lame da taglio e gli altri utensili possono ugualmente trasmette-re l’agente patogeno da una pianta all'altra.

Come si può contrastare l'HpLVd nella marijuana? Alcune aziende californiane stanno implementando un processo di eliminazione del vi-roide attraverso la coltura di tessuti. Sebbene il brevetto per questo processo sia anco-ra in corso di registrazione, la riproduzione in vitro sembra essere la soluzione. Diversi esperimenti di questa tecnica di disinfestazione delle varietà di luppolo sono già in corso in Portogallo. Ad oggi circa trenta varietà di cannabis sono state deviralizzate. Ciononostante, mentre siamo in attesa di un processo alla portata di tutti, l'unica opzione oggi disponibile è la prevenzione e la riduzione della carica virale nelle nostre colture. Tecniche di prevenzione: • Mettere in quarantena tutti i nuovi acquisti fra le piante madri, specialmen te se non ne conosciamo la provenienza • Sterilizzare gli attrezzi di giardinaggio. • Usare guanti per maneggiare le piante. • Cambiare i guanti fra una varietà e l’altra. • Eliminare le varietà infette e tutti gli eventuali residui. • Mantenete il raccolto libero da parassiti, per evitare di infettare altri esemplari.

nell'eliminazione dei microrganismi e degli agenti patogeni che minacciano le nostre sale di coltura. L'H2O2 può reagire con la materia organica e decomporsi in acqua e ossigeno. Normalmente si utilizzano soluzioni comprese tra l'1% e il 2%, ovvero solu-zioni di 10 ml e 20 ml per litro di acqua distillata. Il perossido di idrogeno agisce sule radici delle nostre piante aumentando il carico di os-sigeno, ma è necessario fare molta attenzione alle soluzioni per l'irrigazione, perché possono potenzialmente distruggere la vita microbica nel terreno. È quindi possibile utilizzare l'H2O2 per disinfettare gli strumenti di lavoro. In questi casi, si dovrebbero usare soluzioni comprese tra il 30% e il 50% (cioè 300 ml di H2O2 ogni 700 ml di acqua distillata). Lasciare gli strumenti in ammollo per almeno 10 minuti per neutralizzare eventuali agenti patogeni o virus.

rapida e rigogliosa dei nostri esemplari, oltre a ridurre la carica virale nella sala e a stimolare le difese naturali delle piante. Si è scoperto che, se una pianta si mantiene sana e abbastanza forte da resistere al vi-roide, tutte le talee prelevate dalla stessa saranno meno soggette ai sintomi di questa patologia. Pertanto

si consiglia di effettuare un processo di pulizia, crescita e sfronda-mento ripetuto in successione, per minimizzare al massimo la carica virale nella varietà e quindi aiutare il suo sistema immunitario a sconfiggere il viroide. Non è un compito fa-cile ma, con l'igiene e la perseveranza, si può portare a termine con successo.

- Argento colloidale Nessun batterio, virus, fungo, lievito o microbo può vivere in un liquido in cui sia presen-te anche una sola particella d'argento, poiché questo metallo rimuove per contatto tutti gli infestanti sopra citati in pochi minuti. L'argento colloidale è considerato un super-antibiotico sin dalla metà del XIX secolo. Una concentrazione dello 0,04% è sufficiente per ottenere l'effetto desiderato. - Ricorda: Soluzione da polverizzare: 1 litro di acqua distillata, 10 ml di acqua ossigenata, 0,04g di argento colloidale. Soluzione per la pulizia degli attrezzi: 600 ml di acqua distillata, 400 ml di acqua ossige-nata, 0,04g di argento colloidale.

Cannabis in fase di crescita con viroide latente del luppolo.

Come tentare di recuperare una varietà infetta È difficile sapere se il sistema immunitario della pianta può neutralizzare il virus. In ogni caso, la nostra esperienza dimostra che una buona dieta, una crescita vigorosa e una riduzione della carica virale nella sala di coltura possono eliminare il virus e saremo in grado di arrivare alla data del raccolto senza arrecare alcun danno alla pianta. Dobbia-mo sempre creare condizioni favorevoli per una crescita

Come disinfettare le sale di coltura - H2O2 Dopo alcune ricerche empiriche e molti test con vari prodotti disponibili in commercio, siamo giunti alla conclusione che le soluzioni di H2O2 aiutano molto nella disinfestazione delle piante e, quindi, nel controllo delle infezioni. Il perossido di idrogeno (acqua ragia) ha una forte azione ossidante ed è un grande al-leato

Marijuana con viroide latente del luppolo.

Marijuana in fiore con viroide latente del luppolo.


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Showbizz

Seth Rogen lancia

Rich Hamilton

un’azienda della cannabis, ma con una differenza Seth Rogen è un attore e comico che probabilmente è noto per l’amore che nutre per l’erba quanto lo è per i suoi ruoli cinematografici. Vincitore di due leggendari titoli “stoner dell'anno” di High Times, Rogen è anche l’uomo dietro alcuni dei classici film stoner dei giorni nostri come Strafumati (titolo originale: Pineapple Express). Non ci sono dubbi che sia nell’olimpo degli ambasciatori della cannabis come Snoop Dogg e Woody Harrelson.

varietà di Sativa, Pancake Ice e Diablo Wind. Per garantire l’erba migliore, Rogen e Goldberg hanno testato personalmente centinaia di varietà. “È solo l'erba che amo e che voglio fumare”, ha detto Rogen nelle sue storie su Instagram. Tuttavia, come ci si potrebbe aspettare, l’erba che Rogen “ama” fumare non è per i deboli di cuore, contiene infatti una percentuale di THC molto elevata! La Pancake Ice proviene da una linea di Chem Dog e Mandarin Cookies e ha una percentuale di THC di circa il 33%. La Diablo Wind discende dalla Jack Herer e dalla G-13 Haze ed contiene una percentuale superiore al 25% di THC. Al momento, l’unica varietà di Indica offerta da Houseplant, la Pink Moon, proviene dalla Tangie e dalla Kosher Kush ed si stima che contenga una percentuale di THC compresa che si avvicina o supera di poco il 30%. I prodotti Houseplant hanno già vinto l’oro ai premi Clio Cannabis del 2019 per il packaging e il brand design. L’attenzione al design prosegue con il design e il packaging delle linee di fiori. Le varietà di Houseplants sono vendute in piccole lattine quadrate impilabili, colorate in modo semplice e sobrio, arancione per le varietà di Sativa e viola per l’Indica.

Seth ama l’erba, è infatti noto che ha dichiarato di tutto il giorno e di essere stato fatto praticamente in ogni scena di ogni film cui ha preso parte. Impresa che nemmeno Cheech Marin del famigerato duo stoner del cinema Cheech e Chong può vantare, avendo detto in passato di non essere stato mai sballato mentre lavorava. “Mi sveglio la mattina, preparo una tazza di caffè e rollo una canna”. “Poi continuo a fumare erba fino a quando non vado a dormire. Spesso mi sveglio di notte e faccio ancora qualche tiro se non riesco a dormire bene”. Talvolta l’essere associato all’erba mette in ombra il lavoro di attore di Rogen, ma è una cosa che lui accetta. “A volte la gente si aspetta che io cerchi di fare di tutto per non essere automaticamente identificato come famoso stoner”. "Comunque sia, sinceramente, per me ne vale la pena. Ne vado orgoglioso come di qualsiasi altra cosa”. Rogen ha usato questo amore spudorato per l’erba a suo vantaggio, creando la propria

personale dei fondatori di avere cose belle. Questa passione per il design è il vero fattore differenziante di Houseplant, rispetto a molte altre linee di cannabis/prodotti per lo stile di vita sostenute dai VIP.

Si può notare come Rogen e Goldberg si siano concentrati sulla qualità del design nell’industria della cannabis. Hanno lavorato per produrre un marchio di qualità con un caratteristico look “moderno di mezzo secolo”. I fondatori hanno adottato un approccio disciplinato nell’analisi dei propri consumatori e di quale dovrebbe essere l’esperienza “olistica” ideale offerta da Houseplant.

“Stiamo cercando di considerare chi fuma erba in un modo che non si è mai visto in precedenza”. “L’alcol ha gli shaker da martini, i bicchieri da vino e i cavatappi. Se fumi erba, non c’è nulla di tutto ciò. Ci sono gli accendini Bic e la metà delle volte si scenera in una tazza”.

Il design non è l’unico aspetto che contraddistingue Houseplant dagli altri marchi di cannabis. Hanno anche una coscienza sociale e sperano di fare la differenza nell’industria della cannabis attraverso l’integrità e l’impegno per la giustizia sociale.

A giudicare dai feed sui social media di Seth, ci si rende conto che nutre una passione per la ceramica oltre che per la cannabis. Con la crescita dell’industria legale della cannabis negli Stati Uniti e in Canada, Seth ha individuato una nicchia di mercato per i fumatori che ricercavano soluzioni più sofisticate ed eleganti per i loro articoli da fumatori.

C’è anche un accendino da tavolo e un set di 3 dischi in vinile da 12 pollici, chiamati “Sativa”, “Indica” e “Hybrid”. Ogni vinile è un mixtape preparato appositamente per essere di facile ascolto, a seconda della varietà di erba che si sta fumando. Sempre più prodotti verranno aggiunti con regolarità all’offerta.

Houseplant è nata dalla passione non solo per la cannabis, ma anche per l’arte e per il design. Nasce infatti da un desiderio molto

Per quanto riguarda i fiori di cannabis, al momento del lancio Houseplant offriva tre varietà diverse. Una Indica, Pink Moon, e 2

Sia Rogen che Goldberg, in quanto fondatori, riconoscono come avviare il proprio marchio di lifestyle della cannabis comporti una difficoltà. Modificare la legislazione ingiusta e razzista sulla cannabis che è ancora in vigore oggi. “Ci rendiamo conto di avere la responsabilità di contribuire a rimediare a questi errori e ci impegniamo a creare un’industria della cannabis più varia ed equa”.

linea di cannabis con il partner Evan Goldberg nel 2019. Originariamente, “Houseplant” era una linea di canne pre-rollate e di capsule in gel morbido vendute legalmente in diverse province canadesi. Tuttavia, a partire dall’11 marzo di quest’anno, si sono espansi facendo il loro ingresso nel lucrativo mercato statunitense. Stanno vendendo una selezione di varietà di cannabis conciata e una linea di articoli per la casa che riguardano lo stile di vita della cannabis.

Scoprite Houseplant su Houseplant.com


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FINANCIAL Testo: M-Dog

Il coraggio nonostante la crisi da Coronavirusma con una differenza Per la libera professione e le piccole imprese non è stato un anno particolarmente facile. Al contrario, sin dall’inizio di questa crisi da coronavirus molte microimprese e aziende individuali hanno subito gravi ripercussioni. Alcune attività hanno ormai chiuso i battenti, altre stanno per chiudere. In questo momento di crisi del settore della canapa, come degli altri settori, vi sono imprese che se la passano meglio, altre invece che stanno peggio. Abbiamo chiesto a Philip Steinmetzt (vice amministratore delegato) di raccontarci come è andato questo ultimo anno per lui e la sua azienda. Per cominciare alcune informazioni su Near Dark, per chi ancora non la conosce. Near Dark è stata fondata nel 1988 grazie a un impulso creativo da parte del suo fondatore Ernst Meerbeck, che avviò un paio di head shop con il suo stesso nome prima a Bonn e poi a Dortmund. All’epoca Meerbeck importava dall’estero anche i primi bong. Ben presto le vendite di questi dispositivi hanno conosciuto un forte rialzo e Near Dark si è fatta strada nel commercio all’ingrosso B2B, senza tralasciare le vendite al dettaglio, fornendo ai consumatori tedeschi

tutto l’armamentario e altri accessori particolarmente ricercati per il fumo e il consumo di cannabis.

La vostra azienda ha beneficiato di aiuti statali e, se sì, di quali aiuti si è trattato e quanto hanno inciso?

Come siete riusciti finora a gestire la crisi da coronavirus?

Abbiamo sottoscritto un prestito per ogni evenienza, che siamo riusciti a rimborsare in poco tempo, perché non era strettamente necessario e così abbiamo potuto risparmiarci gli interessi negativi.

Abbiamo parato il colpo rivedendo l’intera struttura e organizzazione aziendale e ottimizzando gli spazi commerciali, in modo da garantire un sufficiente distanziamento. Vendite mirate nelle regioni e nei land meno colpiti hanno permesso di compensare il crollo del fatturato regionale.

Nella primavera del 2020 l’orario lavorativo ridotto ha anche rappresentato un problema per noi. Abbiamo potuto utilizzare la cassa integrazione per circa

due mesi e mezzo, che ha però coperto solo il 5-10% circa dei costi del personale e quindi non ci ha aiutato molto. Molto probabilmente senza il nostro valido team, lo straordinario contributo della nostra filiera e i nostri affezionati clienti Near Dark oggi non esisterebbe più, per questo la risposta non può che essere no. Anche il vostro punto vendita di Hennef è stato chiuso per il coronavirus o la vendita è continuata mediate il ritiro self-service della merce, permettendo ai clienti di


54 prenderla in consegna senza entrare fisicamente nel negozio? Durante il lockdown il nostro punto vendita di Hennef purtroppo è stato chiuso. I clienti all’ingrosso hanno fatto acquisti occasionali con ritiro self-service, ma questo è avvenuto solo in casi rari. E come stanno andando le vendite online durante la crisi? Sono riuscite a compensare il calo di fatturato nei negozi fisici? Certamente. La percentuale di vendite online era già più alta rispetto a quella dei negozi fisici prima della crisi. Purtroppo, direi. Durante la crisi queste vendite sono state costanti, in alcuni casi persino in crescita. Dall’inizio della somministrazione dei vaccini si riesce a intravvedere una luce alla fine del tunnel? Assolutamente no! La somministrazione non è capillare. Il virus muta, esistono diversi vaccini, peraltro in parte troppo insufficienti e così via discorrendo. Inoltre la velocità dei vaccini lascia molto a desiderare. Possiamo immaginare che il problema ci accompagnerà, purtroppo, ancora per diversi anni. Quanti dei vostri dipendenti sono in smart working al momento? Da tre a cinque dipendenti operano, più o meno continuativamente, in smart working. Che contributo ha dato la crisi a Near Dark in termini di nuove idee e nuovi modi di lavorare? Ci siamo resi conto che dobbiamo contare su noi stessi, che siamo anche in grado di farlo e che il nostro settore è uno dei più forti e con una componente umana alquanto pronunciata. La vostra azienda è già stata colpita direttamente dalla Covid-19, insomma, fra i vostri dipendenti c’è qualcuno che si è ammalato?

No, per fortuna non ci sono stati casi di Covid-19, né nella nostra azienda né nella nostra cerchia di conoscenze, sono tutti sani. All’inizio qualcuno dei nostri collaboratori aveva paura; c’era anche chi voleva prendersi qualche giorno di congedo non retribuito per tutelarsi. Questo, però, è avvenuto solo nella fase iniziale, per il panico che il virus ha causato, e oggi non è più un problema. Da noi prevale un senso di solidarietà: ci si rende conto che l’attività, pur essendosi leggermente ridotta, continua. Che misure ha preso Near Dark per contrastare l’epidemia? Ovviamente abbiamo predisposto tutti i presidi di igienizzazione necessari, dotando tutti i nostri dipendenti di mascherine conformi. Curiosamente, grazie ai nostri contatti in Cina e in India, ci sono state offerte mascherine sin dall’inizio della crisi e in parte ci sono state anche spedite spontaneamente. Per questo motivo abbiamo sempre potuto fornirle ai nostri dipendenti. I nostri partner commerciali indiani e cinesi si sono presi cura di noi costantemente, inviandoci spesso aggiornamenti per informarci in merito alle misure di sicurezza necessarie e chiedendoci di restare vigili in ogni momento. Non si può dire che non ci coccolino. Peraltro, grazie allo smart working, abbiamo potuto garantire un sufficiente distanziamento nei nostri uffici, che ora, in buona parte, sono presidiati da una sola persona. Abbiamo ugualmente rinunciato, momentaneamente, alle riunioni con tanti partecipanti in presenza, preferendo le riunioni in audio e videoconferenza. Nella consegna della merce e nei contatti con gli altri fornitori di servizi i nostri dipendenti prestano particolare attenzione alle misure di sicurezza, indossando mascherine e guanti, mantenendo il necessario distanziamento ed effettuando una regolare igienizzazione dei locali.

Indice pubblicità Nome Pagina Advanced Hydroponics

1. B 2. A 3. D 4. C 5. A 6. C 7. D 8. C 9. A 10. B

11. D 12. A 13. B 14. A 15. C 16. C 17. A 18. B 19. D 20. B

50-51

of Holland

5

Growerline

50-51

Advanced Nutrients

1

Happy Life

43

Atami

47

Hemphilia 31

Azienda Agricola Colornese

21

Hemporium

50-51

Bahia

45

Hierba del Diablo

49

Bahia Growshop

50-51

HRG

11

Barney's Farm

6

Hydrorobic

49

Bear Bush

19

Idroponica.it 1

Bear Bush

50-51

Indoorline

14

Bear Bush

50-51

Jò Bulk Seeds

50-51

Buddha Seeds

17

Jorge Cervantes

26

Campo di Canapa

50-51

Legalized

50/51

Canapando

45

Linea - Herba

49

Canna 2

Mysticanza

50-51

Chacruna

50-51

Natural Store

50-51

City Jungle

45

Near Dark

37

Cvltvs

43

New Biogroup

50-51

Do.Is.

50-51

New Energy

50-51

Doctor's Choice

37

Ora Legale

50-51

Domani Smetto

50-51

Organic Farm

50-51

Dottor Bud

14

Orto Biologico Shop

50-51

Dream Planet

37

Paradise Seeds

1

Dream Planet

50-51

Paradise Seeds

35

Dutch Passion

9

Primitiae 1

Dutch Trimming Company

49

Sanlight 37

Evergreen

50-51

Seed Side the

53

Evergreen

50-51

Sweet Seeds

1

Fior di Canapa

49

Sweet Seeds

56

Gea Seeds

1

Terra Aquatica

55

Gillyweed Grow Shop

50-51

The Seed Side SM

1

Colofon Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV Galvaniweg 11, 5482 TN Schijndel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 e-mail: info@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.com Editore: Cliff Cremer Collaboratori: Franco Casalone, Jorge Cervantes, Clod, Giovanna Dark, Carlos Rafael Esposito, Sudestfam, Stoney Tark, Rich Hamilton, Mr. Jose, G.B.I., Tricoma Team e tanti altri. Traduzioni: Valefizz

Risposte al quiz a pagina 15

Greenfield Farm

Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: readers@softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 La voce dell’editore: Soft Secrets è una rivista bimestrale gratuita pubblicata nei Paesi Bassi (con il nome di Highlife), Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Cile. A livello mondiale è in corso un processo di relativa liberalizzazione dell'uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi. Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti, come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l'uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale.

L'editore si propone di mettere in luce il processo di normalizzazione dell'uso della cannabis. Questo presuppone che l'editore non sia necessariamente d'accordo su tutto ciò che figura negli articoli e nelle pubblicità che appaiono sulla rivista. L'editore si discosta quindi in modo esplicito da dichiarazioni o immagini pubblicate che potrebbero dare adito a pensare che siano stati approvati l'uso e/o la produzione di cannabis. Nulla della presente pubblicazione potrà essere copiato o riprodotto in qualsiasi formato senza previa autorizzazione dell'editore e di altri titolari del copyright. L'editore non assume alcuna responsabilità in merito al contenuto e/o al punto di vista degli annunci pubblicitari. L'editore non assume alcuna responsabilità per eventuali documenti presentati indesiderati. L'editore ha cercato di contattare tutti i titolari del copyright di fotografie e/o immagini. Coloro che ritengono ancora di avere diritto ai suddetti diritti sono pregati di contattare l'editore.

L'imperdibile SSIT esce il

22 luglio 2021




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