Grinding Halt Concerti presenta
PETER DOHERTY
Giovedì 21 Febbraio - Vicenza - Totem Venerdì 22 Febbraio - Brescia - Latte+ Sabato 23 Febbraio - Monte Savino (AR) - Le Mirage Info, Orari e Prevendite: www.grindinghalt.it
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Sound and Vision Magazine Dir. Responsabile: Stefano Rossi - Editore: Daniele Pensavalle
Anno 9 - N° 101 Febbraio 2013 - Aut. Trib. Bassano d. G. N° 8/03 del 3.09.2003 QUESTO NUMERO È STATO REALIZZATO GRAZIE AL CONTRIBUTO VOLONTARIO DI
Giorgio Mari (VI) - Antonio Lo Giudice (VI) - Francesco Nicolli (VI) - Luca. Sartor (VE) - Fox (VI) Fabrizio Consoli (MI) - Enrica Sampong (VI) - Emanuela Virago (TV) - Lara Lago (VI) - Laura. Moneta (PN) Chiara Fantinato (VI) - Alice Lago (VI) - Marika Zorzi (VI) - Daniele Pensavalle aka DJd (VI) Viola Serena Reginato (VI) - Davide Visentin (TV) - Annalisa Tonini (TV) - Marco Poles (PN) Stefania Bordignon (VI) & Stefano Mazzocchin (VI) - Matteo Gasparetto (TV) - Francesca Del Moro (BO) Alberto Visentin Casonato (PD) - Tobia Downass (VI)
FOTOGRAFI di S&V Mag Daniele Pensavalle, Viola RE, Michela Del Forno, Luca Latini
Grafica: Daniele Pensavalle WebMaster: Massimo Fornasier - Web Marketing: Emanuele Femia
INFOLINE 349.1970263 www.soundandvision.it facebook: email: info@soundandvision.it
soundandvisionmagazine
Live Review
di Fabrizio Consoli
EUROSONIC FESTIVAL 2013 definito, spesso declinato nella sua peculiare impronta e vi rimane fedele piu' o meno lungo tutto l'arco della sua carriera. Insomma se ne parla poco, ma quella del musicista e' a ben vedere una missione. Proprio nel senso originale di dedizione costante e instancabile ad una unica attivita' per anni e anni, anche a fronte di frustrazioni e rinunce a volte ingombranti. Ben al di la' della visione sbiadita ed un po' age' della rockstar anni ottanta con la sua liturgia di eccessi, la vita della maggior parte dei musicisti oggi e' La fate facile voi: animo eccitato? Play su un brano dei Justice. Vi sentite pronti per una session di parkour? Daft Punk a tutto volume. All'amore fate schifo ma poi vi rifate con le coccole? Katie Melua vi viene in aiuto (solo sulla seconda parte ovviamente). La vita e' una merda? Magra consolazione, ma a sentirli parrebbe che nemmeno agli XX le cose girino granche' bene. Tra i vari discorsi che periodicamente si affrontano sulla tema, a due a mio avviso non viene data abbastanza rilevanza. Il primo: l'ascoltatore medio e' generalmente disattento e la musica viene utilizzata come un accessorio a supporto di altre attivita' o ad amplificare stati d'animo esistenti. Frequentemente nelle vita quotidiana la musica ha la stessa presenza discreta e scontata della luce elettrica alla sera. La seconda: la pluralita' di voci e la naturale bio-diversita' di generi e stili che chiunque di noi ascolta e' meno scontata di quanto non si pensi, laddove ogni artista abbraccia solitamente un genere
decisamente piu' prosaica e facilmente comprende una doppio lavoro, in una delicata alchimia di tempi e sforzi, ognuno necessario a rendere l'altro pensabile. I percorsi di un naturale ricambio generazionale fanno ulteriormente luce sulla dimensione di questa missione per gli artisti emergenti, apprendisti di un culto complicato che ha perso oramai pressoche' del tutto i privilegi di cui ha goduto per anni. Per i neo-ministri di questa strana confessione diventare professionisti e' prima di tutto un esercizio di cocciuto ottimismo. Solo per alcuni tra loro, la ricompensa si presenta puntuale ogni gennaio a Groningen, nel profondo nord dell'Olanda. La ventisettesima edizione del festival Eurosonic ha invaso anche quest'anno la cittadina universitaria col primato comunitario di sale da concerti per abitante, per riversarci il meglio della musica emergente europea, sotto gli occhi attenti di talent scout e di un pubblico eterogeneo quanto
di Fabrizio Consoli “french touch�. Ed e' una sensazione davvero di raro conforto poter girare per decine di club approdando ogni volta a concerti di grande livello, a dimostrazione del buon momento che, nonostante tutto, la musica sta vivendo oggi. Da qualunque parte ci si affacci poi, la rivoluzione avvenuta appare chiara. La qualita' artistica non e' infatti l'unica caratteristica trasversale agli interpreti: tutte le band dimostrano curioso. Circa trecento band si avvicendano ad ogni ora per quattro giorni e quattro notti, fornendo una panoramica del tutto esaustiva sulle tendenze musicali in Europa. Il focus dell'edizione di quest'anno e' la musica finlandese, che al di la' dei nasi che ora immagino arricciati, vanta davvero diverse perle: French Films, premiati come una delle migliori band del 2012, Death Hawks, o ancora Phantom, originale cortocircuito tra Sigur Ros e Radiohead, sino ad arrivare al duo acustico Eva & Manu, protagonista una coppia lui parigino lei di Helsinki, che hanno attraversato l'Europa con un camper componendo brani dal forte contenuto evocativo. Parlando di nasi arricciati poi, i francesi si confermano decisamente a loro agio quando si parla di musica elettronica. Complice con ogni probabilita' il momento favorevole per molti dj d'oltralpe, assistiamo a set decisamente infuocati, primi tra tutti i C2C – collettivo composto da quattro dj dal groove a dir poco contagioso, fino ai piu' delicati Juveniles, degnissimi interpreti del pluridecorato
uno spiccato quanto naturale atteggiamento fai-date, forse conseguenza diretta proprio di quella democratizzazione tecnologia di cui la loro arte e' spesso effetto. Quella delle nuove leve e' dunque di sicuro una battaglia vinta. La battaglia che vede prevalere un'irrefrenabile forza propulsiva, l'urgenza di raccontare e raccontarsi, noncurante delle privazioni e dell'inerzia di un presente difficile, nell'ascesa ad un Olimpo le cui divinita' sono state oramai quasi tutte umanizzate da tempo.
SOUND AND VISION & VINILE CLUB presentano
VENERDI’ 22 MARZO
LIVE
+ DownToGround (live) after Rock DJSET by DJD No One Here Gets Out Alive
INFO: WWW.SOUNDANDVISION.IT - WWW.VINILECLUB.NET
Live Review
Foto e testo di Emanuela Virago
Maya & Messico. Altro che fine del mondo.
“There is no coincidence that the tribe will gather in Tulum during the Winter Solstice to witness the beginning of a new Era for Humankind”. I Maya la sapevano lunga in fatto di musica e festeggiamenti. Per chiudere il 2012, anno fatidico - a lettura del loro calendario - di fine del mondo, hanno pensato bene di proseguire la tradizione. Di seguito quello che vi siete persi nella favolosa Riviera Maya tra fine
dicembre e inizio gennaio. Protagonista tanta buona musica, atmosfere quasi ibizenche, le bellissime spiagge di sabbia bianca e caratteristiche 'cabanas' in paglia a Tulum e l'animata Playa del Carmen, calderone di iniziative e melting pot di gente. Il 21 Dicembre proprio a Playa, nel giorno programmato della fine, si è tenuto A DAY ZERO FESTIVAL: in una location esclusiva poco fuori città, ai piedi di antiche
Foto e testo di Emanuela Virago
rovine Maya mai messe a disposizione per un evento del genere, hanno suonato i canadesi Art Department, Damian Lazarus, Jamie Jones, Thugfucker, Totally Enormous Extinct Dinosaurs e Trentemoller per 24 ore consecutive di musica, installazioni e riti spirituali con la promessa di un nuovo inizio – “crosstown Rebels will together with Sacbe, and Sila Sveta create a natural vibration as we set speed into the unknown, into the abyss, into Day Zero. This is the end of the world. This is a new beginning. This is Day Zero” –. Nello stesso giorno si è festeggiato anche a Tulum al TIME & SPACE FESTIVAL dove nella spiaggia ai piedi del famoso El Castillo di Tulum, che staglia sull'oceano Atlantico, il duo femminile Blondi:sh e con Guy J, Troy Pierce, Ambivalent, Ellen Allien hanno calcato lo stage. Senza sosta ci sono susseguiti: ZAMA THE AWAKENING, il 25/26/27 Dicembre sempre nella bella Tulum, a Playa Santa Fe poco distante dalle rovine, con attività di camping, yoga e massaggi oltre a musica elettronica suonata da artisti nazionali; a Playa intanto prendeva piede l'HEINEKEN WINTER BEACH, dal 27 Dicembre 2012 al 3 Gennaio 2013, con nomi famosi come Aviici, David Guetta, Tiesto e un grande palco in classico stile Heineken sulla spiaggia del Mamitas Beach Club. Poi THE BPM FESTIVAL, arrivato in pronta sostituzione il 4
Gennaio per ben 14 giorni di musica nei beach club più famosi della città: Mamitas, Coco Maya, Canibal Royal e i migliori club notturni: La Santanera e lo storico Blue Parrot; la line-up? In puro stile Ibiza con le serate di Luciano, Sven Vath, Marco Carola e pure il collettivo Circo Loco DC10 al completo nella serata del 7; nel frattempo il 5 e 6 gennaio a Tulum si ballava sulla sabbia per BEYOND SOMEWHERE FESTIVAL con Magda, Nina Kraviz e Tiefschwarz. Il mio preferito? La serata FLYING CIRCUS, la notte di Capodanno con DOP, M.A.N.D.Y., Audiofly. Altro che fine del mondo.
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Punk, HC e Dintorni DAGLI ANNI OTTANTA CON FURORE TORNANO
GLI INDIGESTI
Il 2012 è stato l'anno delle reunion e di certo il punk hardcore non poteva restare immune. Così, dai famigerati anni ottanta torna in pista una band che ha segnato la storia di questo genere musicale: gli Indigesti. In occasione del trentennale dalla formazione, Rudy, Enrico, Massimo ed il nuovo bassista Mattia, hanno decido di tornare sui palchi di tutta Italia per riproporre i successi dei loro sette album che li ha portati alla ribalta fino a farli diventare uno dei gruppi culto dell'hc. A supportarli nella data di Montecchio Maggiore i vicentini Armenta (l'altro gruppo, i Carlito, per problemi di salute di uno dei componenti non ha potuto esserci). Gli Armenta, attivi ormai da un po' di anni e con un nuovo batterista, sono una conferma per l'hardcore vicentino che negli ultimi anni ha visto molte band sciogliersi e poche formarsi. Hanno appena pubblicato il demo di tre pezzi che speriamo porti presto ad un lavoro completo. Arriviamo
di Marika Zorzi
dunque agli Indigesti. Le reunion a me mettono sempre la puzza sotto il naso. Capita spesso che gruppi che un tempo erano considerati innovativi, vent'anni dopo perdano lo smalto che li aveva contraddistinti. Così non è per vercellesi che a Vicenza hanno decisamente stupito. Il suono potente, i ritmi mozzafiato che accompagnano i testi introspettivi sono rimasti vivi nel tempo. Ovvio, i ragazzi non hanno più vent'anni ma la loro formula iniziale resta la stessa: veloci, intensi e assolutamente minimali nel classico stile che li contraddistingue. Predicatori del verbo hardcore americano già all'inizio degli '80, gli Indigesti sono nati dalle ceneri dei Sorella Maldestra, una punk band demenziale nel cui carnet figura la cassetta Cadavere (Harpo's Music 1979). Un primo organico – di cui faceva parte tra gli altri, il chitarrista Roberto Vernetti (futuro Aeroplanitaliani) – ha avuto vita breve e travagliatissima, lasciando a posteri solo un 7ep senza titolo realizzato insieme ai milanesi Wretched (1982). Gli Indigesti si sono riformati alla fine del 1984 con una nuova line up comprendente i fondatori Medea e Giordano e il bassista Silvio Bernelli, ex Declino; il nastro Sguardo/Realtà del 1985 ha quindi gettato le basi per il devastante Osservati dall'inganno, indiscusso capolavoro del punk italiano che ha aperto la strada a lunghe tournées negli Stati uniti e in Europa ma non ha purtroppo avuto seguito a causa del definitivo scioglimento del gruppo avvenuto nel 1987. Capaci di influenzare centinaia di band in tutto il mondo con uno stile personale, iconoclasta e violento, contaminato da suggestioni malinconiche e visionarie, gli Indigesti sono un gruppo che può definirsi lungimirante e capo fila di molti gruppi che negli anni li hanno succeduti.
LIVE REVIEW
di Davide Visentin
ASIAN DUB FOUNDATION
Colmare la mia ignorantia, riavvicinarmi al mondo dei cciovani da cui l'anagrafe cerca di strapparmi: è con questo spirito che in una piovosa serata invernale mi lancio, direzione Marghera, verso un centro sociale che frequentavo 10 anni fa e con tutt'altro spirito. Quale evento mi strappa alla flanella soffice del rivestimento invernale del divano? Il sound system degli Asian Dub Foundation – of course – la band inglese che con il suo groove resistente e impegnato ha calcato palchi importanti, spalleggiando mostri come RATM, Cure e Radiohead: gente che, piaccia o no, eccelle e brilla come mama santissima nel proprio genere elettronico. Insomma, mi son detto, se non
live @ CS Rivolta 18.01.13
sai niente di filosofia inizi con Platone; se non sai una fava di pittura , sai almeno che con una mostra su Van Gogh non sbagli; se con l'elettronica sei fermo al 2006 e “Dubstep” hai imparato ieri a pronunciarlo giusto – sigh, true story – forse questo è il concerto giusto per cercare di metterti in pari. Con questo spirito raggiungo il Rivolta ed assisto all'opening dei The Villains, che non saranno certo i Cypress Hill, ma ce la mettono tutta per scaldare la folla. La base elettronica pompa fisso e i volumi dei microfoni sono esagerati: bella mossa per un gruppo che basa gran parte del suo impatto su testi impegnati e critiche sociali feroci. L'unica frase che si capisce è “non
di Davide Visentin
importa come lo suoni, rimane sempre hip-hop”, cui il sedicenne patito dei DelaSoul che ho dentro risponderebbe volentieri con una sonora pernacchia, tanto più che non si sente una mazza. E mentre la pista si riempie - di persone e di aspri aromi che mi riportano a giuvenil memorie – le star della serata guadagnano il palco e danno vita ad una session intensa e a tratti molto divertente. Per più di due ore infatti si alternano sui piatti nuovi brani e pezzi classici del repertorio come “New Way new life”, “Fortress Europe”, “Rebel Warriors” o “Black white”. Sun-J ai piatti è indiavolato, così come Cyber saltellando a destra e a sinistra con i suoi tamburi. Gli Mc sparano le loro liriche arrabbiate sul pubblico, che scatenato ringrazia. Tolto il chiodo di pelle e vestiti i panni del giovane hipster radical chic , la verità è che questo convulso mashup è l'ideale per il dancefloor. Da una parte ritmi jungle, sitar indiani e grattatissimi riff cyberpunk campionati; dall'altra melodie e testi aspri di un rappato che per velocità di esecuzione è effettivamente più vicino al raggamuffin che al hip-
hop canonico: non è il mio genere, ma musica elettronica molto ben strutturata. Nulla a che vedere con un assolo jazz di chitarra che ti fa dubitare sull'effettiva mortalità del chitarrista in questione, ma pur sempre un cross-over interessante di archetipi molto distanti tra loro che, mescolati assieme in maniera violenta, formano un sound particolare che è difficile non apprezzare. Non avrà “sentori di sottobosco e di grafite” – citando un grande sommelier da rubrica tv di qualche anno fa – ma alla gente piace ruvido e posso capire perché. Del resto morto un genere eccone in auge un altro: è successo alla classica, al soul, al funk, al metal e, questo è certo, al mio amato rock 'n roll. Il tempo degli elfi è terminato: il tempo degli umani è giunto. Ed è evidente che uno che chiude una recensione con Tolkien non può esser preso sul serio quando parla di Dubstep… Stay tuned, stay dub…
BEDROOM REVOLUTION
di Sir Taylor
LINTON KWESI JOHNSON : FORCES OF VICTORY UK LP island rec. ilps 19566 1979
Il mondo casca a pezzi, il mondo va a rotoli , niente è come prima. E tra poco si potrà scegliere se essere il problema o la soluzione. Ma se la devo dire tutta non sono molto ottimista, agli appuntamenti importanti il popolo si è sempre girato dalla parte sbagliata pur continuando a lamentarsi. Stai a vedere che mi tocca dare ragione a Sgarbi quando chiama il suo prossimo capra! Bheeee allora non c'è niente di meglio che ascoltare uno dei dischi più politici e rivoluzionari degli ultimi anni e tornare ai bei suoni reggae della london 1979 alla fine degli anni del chaos, anarchia e distruzione (..il punk per chi non ha afferrato ). Lui un vero genio. Un grande poeta. Un politico molto particolare perché ha sempre pensato che la musica fosse un mezzo per cambiare il mondo, un mezzo per
far pensare la gente e migliorare le cose. Matto ! L.K.J.è anche uno dei pochi artisti giamaicani-inglesi di cui tengo i dischi in duplice copia temendo il consumo… ( matto !). Non che i suoi album siano particolarmente rari e supercostosi. Le prime stampe sono facilmente reperibili su ebay o discgos e manco a dirlo ,dopo un rapido controllo sul vostro effettivo gradimento via youtube,consiglio di servirvi. Esiste pure la stampa italiana che ogni tanto emerge nei posti più impensati. E poi nel nord-est il reggae è una musica che piace, senza contare che il mister venne a suonare a Mestre nei primi anni ottanta. Il nostro poeta vanta una militanza nelle Black Panther inglesi, laurea in sociologia ed è il secondo poeta di colore a poter vantare libri pubblicati nella serie Pinguin
Modern Classic. La prima uscita discografica peraltro raccomandata dal sottoscritto fu per la Virgin rec nel 1978 con il nome di «Poet and the Roots» ( album: Dread an'Blood ), un collettivo di poeti e batteristi che lascia subito il segno con il singolo «All we doin is defendin» (etichetta azzurra, scritta rossa: il mix arriva dritto a 80$ / 50-60 gbp tranquillamente essendo maledettamente raro ed avendo versioni dub esclusive dei brani del lp) adorato dai giovani punk e dalla crescente comunità rasta inglese. La sua tecnica canora è molto minimale e scarna ,si riallaccia al toasting che in parole semplici è stata la tecnica che ha aperto la strada al rap americano (un cantato recitato a tempo). Qui pero' le parole a differenza del rap tagliano senza essere volgari, banali,scontate e hanno un gran senso .Sono storie di violenza su immigrati di colore, storie di razzismo, isolamento ,incomprensione. Con l'aiuto di musicisti del peso di Dennis Bovel o Dick Cuthell (tromba/trombone) e Jah Bunny (percussioni e batteria) la musica arriva a livelli cosmici (pochi gruppi danno il botto nei dischi come LKJ, direi forse Steel Pulse, Aswad , Culture…) La sua musica è intrisa di tecniche dub e jazzy che rende ancora più interessanti i suoi lavori. «Sonny Lettah» (poema anti sus) ovvero lettera dal carcere Londinese sullef forze di polizia anti sommossa, «Want fi goh raye», «Fite dem back» e «Reality poem» sono dei gioielli indimenticabili. Ineguagliati ad oggi in bellezza ,intensità e melodia . Le cose più costose del nostro sono i mix 12”, in particolare «Sonny's Lettah» con le sue bonus dub tracks e «Reality poem» (in un anno ne ho viste solo un copia in vendita), notare che i mix, peraltro senza
copertina, hanno versioni differenti dai 45 che per contro anno la cover. Per l'album in condizioni ottime ci si ferma ai 30$ o alle 20/25gbp essendo i suoi dischi relarivamente collezionati ed avendo avuto una discreta distribuzione, per i singoli e mix la musica cambia di brutto –sono comunque tirature limitate della island -e bisogna aspettare il proprio turno ; vi puo' andare bene e con 20/30 gbp l'uno vi prendete i singoli, ma si puo' andare molto più su. Sappiate che i soldi sono spesi bene - come per tutte le cose che espandono la mente o sono classificabili realmente sotto la voce cultura – ad ogni modo i suoi dischi non si rivendono e non sono un vero investimento in termini collezionistici. I suoi dischi si consumano, si buttano e si ricomprano ma lasciano un valore aggiunto dentro endente a infinito.
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DjSet by Sir Taylor
Exclusive Dinner and Live Music per info e prenotazione : 340 9419433 - gala.asolo@libero.it - Via Canova 288 - Asolo (TV)
LIVE REVIEW
DIAFRAMMA
Locomotive BO, 11 gennaio 2013
Dopo la bella sorpresa degli Staré Mesto, che ci deliziano con le loro sonorità corpose e variegate di impronta post punk, il concerto dei Diaframma comincia con “Siberia”, una delle canzoni più belle della storia del rock italiano. Un tuffo al cuore fin dalle prime note, un pezzo meraviglioso che ti scende dentro come una nevicata depositando parole algide e preziose. Dopo “L'odore delle rose”, “Diamante grezzo”, “Blu petrolio” e “Adoro guardarti”, arriva uno dei momenti più alti della serata: “Madre superiora”, il pezzo forse più bello dell'ultimo album. Un crescendo ammaliante che
di Francesca Del Moro - Foto di Patrizia Ferrarini
tocca l'apice con i versi “Io vorrei bere il tuo dolore, semplificarti la vita, per ogni tuo dispiacere”, un'invocazione che si ripete facendosi di volta in volta più viscerale fino a scorporarsi dalla canzone per diventare un urlo che ritroviamo dentro di noi, che tutti ci accomuna. Segue la sognante, amatissima “Labbra blu” e si va avanti per oltre due ore spaziando nella sterminata discografia dei Diaframma, che in tutto ci offrono 30 canzoni, di cui ben sette nel bis. Si susseguono “Oceano”, “I giorni dell'ira”, “Vaiano”, “L'orgia”, “Un giorno balordo”, “Spazi immensi”, “Elena”, “Boxe”… senza mai un calo di tensione, con poche parole rivolte al pubblico e nessuna pausa. Quanta energia possiede Federico Fiumani, affascinante cinquantenne dallo sguardo magnetico, che salta avanti e indietro per il palco, abbozza spaccate in aria e instilla dosi massicce di energia in ogni brano con la sua voce sincera, avvincente e ricca di sfumature emotive, mentre spazia dal crooning all'urlo hardcore. Rispetto alle versioni da studio i brani suonano più vigorosi, e la bilancia pende decisamente a favore della vocazione rock rispetto agli elementi pop e agli echi del cantautorato italiano anni 60-70 che si avvicendano e più spesso si combinano nella produzione della band. A un certo punto qualcuno dal pubblico suggerisce “Endorfina” e Federico, com'è sua abitudine, lo invita a salire sul palco e a cantarla. Ma lo spettatore si schermisce e parte “Tre volte lacrime”: “La mia malattia ha un volto perfetto e un corpo da sogno… ” è un verso indimenticabile e i Diaframma ce ne regaleranno moltissimi stasera. Versi suggestivi, spesso ironici, graffianti, evocativi, universali come quelli dei grandi poeti. Che ci spingeranno a riflettere non appena ci saremo ripresi da questa “botta di energia del rock”. “Nessuno sa cos'è” canta Federico nell'ultimo disco, ma secondo me lo sa benissimo.
VEN 1 MARZO - SERATA EVENTO
DAVID BOWIE NIGHT Grande Serata Omaggio a D. Bowie ed al Pop Inglese . Nel Mese in cui il Duca Bianco
uscirĂ con il suo nuovo disco dopo 10 anni d'attesa da parte dei suoi fans verranno nterpretati molti pezzi che hanno fatto la storia di questo grandissimo artista . The Ghostway Band per l'occasione con Enrico Andreatta & Beppe Piol alle voci & chitarra, Sebastien Andreis alle Tastiere & Cori e Marco Carlesso alla Batteria . Imperdibile !
LIVE REVIEW Garrincha loves Vinile 11 Gennaio 2013
Ebbene sì, la Garrincha Dischi è venuta ad amare un po' anche il Vinile per una serata memorabile. Una veste completamente diversa al locale di Rosà, e che dire, ben gli si addice: un mini festival con due palchi e sette gruppi dell'etichetta bolognese. L'atmosfera è incantevole sin da subito, palloncini a forma di cuore ma soprattutto facce nuove, gente diversa, sorrisi diversi e inoltre la presentazione del libro di Mauro Pigozzo, Pane e Fragole. Ore 21.45 si parte con i ManzOni. A loro poco frega se il locale ancora non è completamente pieno e iniziano pure in anticipo. L'eccentrismo di Luigi Tenca è subito evidente e anche chi non conosce il gruppo si avvicina al palco per osservare, per ascoltare; fuori dal palco si è già posizionato con un leggio alla Max Collini (cantante degli Offlaga Disco Pax) ma con decisamente il quadruplo della grinta. E con gli altri quattro componenti, ci presenta sei brani densi, densissimi, che lui stesso ci tiene ad enfatizzarli in maniera che lascia un po' tutti perplessi: a fine brano accartoccia il testo e lo lancia verso il pubblico; e un gesto del genere
di Enrica Sampong - Foto di Michele Bresolin è solo un invito a leggerli, magari a portarli a casa e a farlo con calma, ed è quello che ho fatto. L'ultimo brano "La strada", son quasi 11 minuti di una storia, di una storia complicata, fitta di pensieri ma soprattutto di emozioni. Quando Tenca non recita, ci pensano le batterie e le chitarre degli altri componenti a immergerti in quel che vorresti fosse la vita, pura armonia. Successivamente nel palco grande si presenta L'Orso. Sono in quattro e apparentemente trasmettono spensieratezza e allegria, alle spalle tre EP con un unico filo conduttore: narrare la storia di un adolescente nel periodo della crisi economica mondiale. Le voci di Mattia Barro e Tommaso Spinelli ci raccontano cosa significhi "Avere vent'anni", cercando di trovare un senso nel lavoro da stagisti e nell'essere sottopagati. Insomma, così spensierati non lo sono, esprimendo invece la triste realtà italiana che abbiamo tutti sotto gli occhi. Gaia D'Arrigo, l'unica presenza femminile, con il suo violino, dona al gruppo un tocco di delicatezza melodica, contrastando la batteria di Giulio Scarano. Di seguito i Chewingum, una scoperta decisamente interessante: i loro veri nomi non ci sono dati da sapere, li conosciamo per Ragazzo Italiano, Carta e Mr. Non: tre ragazzi che puntano tutto sul sound: chitarra acustica-elettrica, basso, groove box, synth e l'omnichord hawardun, tutto il necessario per creare un mix di pop, funk, wave ma anche molto altro. Ci presentano principalmente brani del loro ultimo lavoro, Nilo, uscito nel febbraio 2012. I loro pezzi trasmettono sempre suggestioni differenti, dai suoni reggae in “Svastiche” all’influenza afrobrasiliana di “Sambamara”. I Chewingum sono proprio uno di quei gruppi che non vanno capiti, ma vanno semplicemente ascoltati.
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THE SOCIAL NOTEWORK QUANDO LA MUSICA E’ RIBELLE
di Annalisa Tonini
La bicicletta bianca dei PROVO(catori) “La bicicletta bianca è sempre aperta. La bicicletta bianca è il primo mezzo di trasporto collettivo gratuito. La bicicletta bianca è una provocazione contro la proprietà privata capitalista, perchè la bicicletta bianca è anarchica”. Happening provo, estate 1965.
Contestatori anarchici? Ecologisti incalliti? Artisti politicizzati? I provo sono la sintesi di tutte queste definizioni. Nell' Olanda puritana degli anni' 60 riescono a spingersi talmente oltre da far scoppiare la cosidetta “questione provo”. Come suggerisce il nome, si tratta di giovani provocatori che nonostante l' età, dimostrano di avere le idee molto chiare in materia di ambiente, politica e arte. Non hanno intenzione di cedere al potere, tanto meno all' autoritarismo delle forze dell'ordine ed anche se la loro voce è decisamente fuori dal coro, si impegnano a scuotere le coscienze per risvegliare il grigio borghese dal torpore consumistico. La “pappa per gatti” che propina la pubblicità delle multinazionali non fa per loro. Ritenevano fosse svilente per l' essere umano vivere seguendo quei modelli.
Cominciano ad attaccare in primis l'industria del tabacco. Per opera loro, compare la scritta CANCRO sui manifesti della réclame delle sigarette. Sostengono che il consumatore passivo di nicotina vada liberato dall'influsso malefico della pubblicità. Era inaccettabile per l'epoca, specie per un settore tanto potente, ma quel sabotaggio era solo il primo di una lunga serie... I provo si riuniscono in happening, la prima forma di esperienza collettiva. Inizialmente nasce come espressione artistica. L' arte, dalla galleria, dilaga sulle strade. Esplodono party spontanei che coinvolgono migliaia di persone e che celebrano una nuova ondata anarchica, dove c'è spazio per idee di innovazione sociale, artistica e politica. Durante queste manifestazioni si pratica il body painting, il travestismo, il baratto, gli scontri con
la polizia e la piromania. Appiccano il fuoco nelle principali piazze di Amsterdam, allo scopo di prendere le distanze dalle aziende del tabacco per dimostrare quanto fosse stupido e pericoloso generare del fumo passivo. Quei ragazzi e la loro ironica contestazione danno uno scossone agli olandesi. Sono dei veri maestri della disobbedienza civile. Ecologisti ante-litteram, escludono ogni forma di violenza e anche per questo, precedono di qualche anno la contestazione del '68. La guerriglia anti-fumo ben presto, attacca l' altro simbolo del boom economico: l'automobile. Ma oltre all' inquinamento che ogni auto produce, c'è un altro dato che allarma i nostri agitatori. Una statistica elaborata in Olanda nel 1965 rivela che il 74% delle vittime della strada sono pedoni. I provo rivendicano il diritto a camminare per le strade senza sentirsi minacciati dagli automobilisti. Si riuniscono regolarmente in piazza Spui urlando il loro disprezzo nei confronti delle quattro ruote, mettendo in evidenza il lato oscuro del progresso. “L'automobiledicono- è un mezzo di trasporto socialmente irresponsabile e irragionevolmente legale, che scarica nell'atmosfera una quantità di sostanze tossiche pari al suo peso”. Ecco che nell'estate del '65, nella medesima piazza, spuntano i Piani Bianchi. Si tratta di progetti di ingegneria sociale, pensati per proteggere Amsterdam dalla speculazione edilizia, dall' inquinamento, dal traffico e dall' ottusità del potere. Era il 1-9-6-5!! La lungimiranza dei provo mi lascia senza parole, la loro concretezza e la capacità di sottoporre alla comunità delle proposte alternative alla contestazione nelle piazze è qualcosa che da italiana reputo quasi fantascientifico! Quei piani erano destinati a conquistare gli scettici, toccando da vicino il cuore della cittadinanza. Bellissima l'idea della bicicletta bianca ( diventato poi il simbolo dei provo), un mezzo collettivo, gratuito e
senza lucchetto. A riscuotere successo c'erano poi l'eliminazione del traffico automobilistico, l'occupazione delle case sfitte, l'assistenza agli anziani. Tuttavia in una società dove vigeva la proprietà privata, quello che viene offerto gratuitamente diventa illegale. I tentativi di reprimere i provo fanno aumentare la loro popolarità e il centro dei loro happening (piazza Spui) diventa da centro di animazione, un punto di sovversione. Nel frattempo, l' utilizzo delle bici bianche si estende in varie università europee e anche americane. Il bianco diventa il colore dei provo, del loro stile di vita. Salutisti senza macchia, bevono bottiglie di latte e preferiscono fumare artigianali rotolini di erba. Vivono in piccole comuni, rivendicano il diritto alla sessualità, compresa quella omosessuale. In un loro manifesto affermano che: “ [...] L'omosessualità è largamente diffusa in natura e fa parte di un preciso disegno contro il quale non si può andare senza alterare l'ordine del creato”. Poi, all' apice della carriera, i provo decidono di sciogliersi per non scadere in una polemica fine a se stessa. Nonostante le provocazioni, avevano trovato una controparte disponibile al dialogo, quindi il terreno era pronto per ricevere i loro semi. La tolleranza della società olandese ha permesso che le loro battaglie non fossero dimenticate e le ha accettate in un programma di riforme. Chapeau!
VINYL ADDICTED
di Antonio Lo Giudice
DEL PERCHE' STARE AL MONDO: Il vinile
Ormai sono passati più di tre anni e quindi posso ammetterlo con tranquillità: posto che già convivevo da un po' con la mia bella, i principali motivi per cui ho convolato a giuste e riparatrici nozze sono stati A) un sontuoso viaggio di due settimane in Islanda, B) dare finalmente occasione a qualcuno di regalarmi un impianto stereo con piatto per ascoltare dischi in vinile. Sempre amati, io, i padelloni: ogni volta che mi trovavo al compianto Italian Juxe Box di San Giuseppe, li passavo in rassegna pur sapendo di non poterli comprare (all'epoca, la mia cameretta vantava a mala pena un mangiacassette). Adoravo le copertine ampie e l'odore di cartone che, anche se all'epoca non me ne rendevo conto, fungeva da trait d'union con la mia passione da bimbo/adolescente per i fumetti che avrebbe, in futuro, perso terreno a
favore di musica e cinema. Come tutti i ragazzi della mia generazione, tranne quelli eccessivamente “avanti” (ovviamente non io, che ho difficoltà a prendere l'iniziativa di aprire l'ombrello quando piove, figuriamoci rivalutare il vinile in anticipo sui tempi), la musica era una questione di CD o cassette e il mio unico ricordo d'infanzia legato ad un giradischi era la puntina costantemente rotta (leggi: mai sostituita) a casa dei miei. Comunque, dal 5 giugno 2009, faccio parte dell'esercito dei cosiddetti “audiofili”, anche se, nel mio caso, l'audio centra davvero poco: quello che mi affascina del vinile è la forma, l'odore, la bellezza delle cover (che il formato CD giocoforza svilisce), la ritualità della scelta, del posare il disco sul piatto e del dare l'input alla puntina di solcare il disco. Diciamocelo: da quando Napster ha reso la musica gratuita e digitale, i CD sono buoni come sottobicchieri. Li compri quasi tanto al chilo, ormai… l'acquisto di un vinile, invece, resta qualcosa di unico ed emozionante, come un bel libro. Arrivi a casa e, prima di metterlo su , passi un po' di tempo a rimirare la copertina e l'ascolto ha un che di sacro. Esagero? Provate voi a non commuovervi davanti al collage di “Revolver”, al campanile di “Great Complotto Pordenone” oppure, il più Graal di tutti i calici, le colonne stilizzate di “Eneide”. Quando me le trovai davanti (prezzo proibitivo, ovviamente) ad un mercatino di Montebelluna, mi si velarono gli occhi e piansi come un coglione. Fortuna che la gente lì attorno dava l'impressione di capire! Ecco, io amo i vinili, anche per la gente lì attorno.
LIVE REVIEW
di Luca Sartor
ENNIO MORRICONE
Il pubblico è quello delle grandi occasioni . Del resto il maestro Ennio Morricone può essere tranquillamente definito un monumento della musica italana e a 85 anni non sono molte le sue uscite in pubblico. Del resto mi raccontano i tecnici del service, l'uomo puntualmente ogni mattina presto và in studio di registrazione per uscirne la sera molto tardi. Questa è la sua vera dimensione: un indiscutibile genio della composizione che ha
@ Palafabris Padova
c re ato m e l o d i e i n d i m e nt i ca b i l i , m u s i ca d'avanguardia difficilissima (vedi Gruppo Consonanza Popolare), arrangiamenti pop per hits internazionali (sua l'invenzione del basso pizzicato in sapore di sale di G.Paoli) : alla fine l'Oscar per musica da film alla carriera ci stà pure un po' stretto allargando la visone.E proprio le centinaia di colonne sonore composte gli hanno regalato la meritata fama.Musiche funky, bossa, rock
di Luca Sartor
progressivo, perfino country con delle geniali intuizioni come l'introduzione di strumenti etnici vari per dare dei suoni indimenticabili ( vedi lo scacciapensieri o arpa a bocca ne 'il clan dei siciliani'). Il suo segreto poi è anche la sua passione: la musica barocca del fine 600 con le tecniche del contrappunto e una sequenza di accordi che sono il suo marchio di fabbrica e lo rendono quasi istantaneamente riconoscibile.Sì lui avrebbe voluto magari fare la nuova musica classica del il nuovo secolo, e forse c'è riuscito, ed è quello che ha fatto quando a potuto ( sono pochi titoli e rari ma esistono delle raccolte in cui il maestro dirige un'orchestra classica ) tuttavia.. tuttavia non è quello che come detto lo ha reso memorabile. Torniamo al pubblico delle grandi occasioni che và ad omaggiare il monumento della musica italiana : ma purtroppo siamo in un palasport (non alla Fenice) in cui si sono fatti dei gran lavori di insonorizzazione -peccato che i teloni pubblicitari incollati ovunque sui pannelli annullino l'effetto assorbente rovinando tutto il lavoro fatto . Poi mi domando quanti conoscano bene i suoi lavori musicali ( e mi fermo qui..) Il biglietto è costoso , quasi proibitivo ma bisogna considerare che ci sono oltre cento persone sul palco , comunque siamo al tutto esaurito- non si vedono posti liberi. Sono le 21.30 e la celebrazione comincia con una suntuosa suite che riassume molti dei temi musicali propri delle musiche del maestro. Grande spazio ed enfasi viene data a 'C'era una volta in America' e 'Mission'. Le suite del far west 'per un pugno di dollari/il bello il brutto e il cattivo/giù la testa' sono piallate
proprio da arrangiamenti eccessivamente classici. Dell'ultimo rimane il bellissimo solo vocale (non c'è Edda dell'Orso la giovane new entry non la fa rimpiangere troppo). Metti una sera a cena diventa un'altra cosa perdendo tutta la sua stupenda melodia vocale per degli inserimenti strumentali che ho trovato insipidi, 'here for you/sacco e vanzetti' suona un po' troppo clericale con un finto hammond che appesta il tutto. Il poderoso coro sul palco è utilizzato al minimo rispetto ai violini. Alla fine mi sembra che la proposta risulti molto autocelebrativa e poco di effetto (mi sono commosso molto di più ai concerti di Alessandronichitarra e fischio delle musiche di Morricone- o a quello di Micalizzi meno dotato compositivamente ma travolgente sul palco). Non vorrei sembrare saccente o criticone : nessuno mette in dubbio le qualità direttive e compositive o la grande performance di orchestra e coro ma il risultato finale mi è sembrato tutto fuorchè memorabile. Pochi i momenti veramente indimenticabili con delle scelte di repertorio forse discutibili , se lo scopo di questa serata doveva rappresentare un omaggio alla carriera del maestro. Forse era anche l'ambientazione un po' fredda che non dava niente in più alla musica. Autografi finali assolutamenti proibiti se non sei il politico di turno, con un servizio d'ordine impeccabile che forse è più adatto alle partite di basket che ad un concerto… Per quelli che non c'erano : con i tanti soldi che avete risparmiato compratevi 'Giù la testa' o 'il clan dei siciliani' o ancora 'l'orca asassina' il divertimento è assicurato.
Via PrA’ Bordoni 43 - ZanE’ (VI) - Tel 0445.315514
KINOTERAPIA
di Matteo Gasparetto
FURYO Regista: Nagisa Oshima Anteprima nazionale: 1983 Musica: Ryuichi Sakamoto Premi: BAFTA alla migliore colonna sonora, National Board of Review Award al miglior attore
Giava, 1942. Il giovane capitano Yonoi, con l'aiuto del sergente Hara, regge un campo di prigionia giapponese. Il tenente colonnello inglese Lawrence, anch'egli prigioniero, fa da tramite tra i soldati occidentali reclusi, e i comandanti orientali. L'arrivo dell'ufficiale britannico Jack Celliers porterà scompiglio nel campo: Yonoi non riuscirà a mascherare la sua attrazione sessuale verso Celliers, e comincerà a perdere il controllo dei prigionieri. Il film si sviluppa attorno al confronto tra due civiltà e culture: da un lato la rigida concezione dell'onore giapponese, incarnata dal capitano Yonoi, dall'altra la visione occidentale, più casuale e più “morbida” della vita. A ciò si aggiunge il tema dell'omosessualità: l'orientale Yonoi, ripudiando il disonore che comporta la sodomia, nasconde anche a se stesso la sua latente inclinazione. All'arrivo di Celliers, però, il capitano comincia a comportarsi in
modo gentile e sospettoso con il neo-detenuto, incapace di resistere alla sua fascinosa aura. Il tutto crea amaro dramma sull'assurdità della guerra e dei suoi precetti, e sull'irrazionalità delle passioni e delle pulsioni umane. Oshima cerca di dotare l'opera di un linguaggio mai banale e, ad atmosfere di violenza e brutalità, contrappone una colonna sonora raffinata ed emozionante, frutto del genio di Ryuichi Sakamoto, qui anche nelle vesti di attore (Yonoi). A lui si aggiungono l'icona nazionale giapponese, Takeshi (Hara), allora ancora poco famoso, e David Bowie (Jack Celliers) che offre in questo film una delle sue interpretazioni più conosciute e apprezzate. Bowie recita con gli occhi: i suoi sguardi sono pregni di rabbia e gelo, come anche di dignità e fascino. Le sue espressioni piene di eleganza. Assolutamente da vedere per gli amanti del Duca Bianco (ma non solo).
FRAMMENTI INSOLITI DI VITE ORDINARIE DIARIO DI UN TOSSICO VENDETTA - La stanza era immersa nella penombra, l'unica fonte di luce proveniva dalla finestra le cui imposte erano scostate quanto bastava a rivelarne lo squallore: assenza di mobilio, qualche vecchia rivista spiegazzata abbandonata sul pavimento polveroso faceva compagnia a mozziconi e bottiglie dal contenuto indefinibile, cartacce e spazzatura varia. Marco era impegnato ad armeggiare sul ripiano della finestra e senza girarsi disse: “Allora, com'è?”. Concluse meccanicamente le operazioni che da lungo tempo cadenzavano le sue giornate. E si voltò. Abbaiò una bestemmia. Luca era seduto a terra, con le spalle appoggiate alla parete, la spada a terra fra la sporcizia e la testa che pencolava in avanti. Marco iniziò a scuotere Luca tentando di rinvenirlo mentre pensava: “Ecco cosa succede quando si è puliti e ci si lascia riprendere dal richiamo della foresta. Vaffanculo a te e pure a me che non me ne sono stato per i cazzi miei”, ma Luca non dava segno di ripresa, nemmeno dopo qualche ceffone e vari tentativi di rianimarlo. “Sono nella merda”, disse tra sé Marco. Finché meditava sul fatto che avrebbe dovuto chiamare il pronto soccorso, un ricordo si fece strada nella sua mente. Molti anni prima, con Luca e Franco aveva riunito un po' di grana e, saliti nella sua auto, i tre si erano diretti nella vicina città a prendere qualche grammo di roba. Sulla via del ritorno, ad affare concluso, una pattuglia della polizia li aveva palettati e da un controllo erano spuntati due coltelli: uno da boy
ste
scout che lo stronzo di suo fratello aveva dimenticato nel portadocumenti. E poi una sberla a scatto con una spanna di lama che Luca, alla vista della polizia, aveva fatto sparire sotto il sedile. Morale della favola: lui era finito dentro per una settimana, dal momento che l'auto era sua, mentre gli altri se ne erano tornati a casa con la roba che erano riusciti ad imboscarsi addosso e che, naturalmente, si erano sputtanati prima che lui uscisse di galera. Non gli era mai andata giù quella storia. Come non gli era andata giù di pagare per il coltello di Luca; e ciò anche se alla fine dentro ci sarebbe finito lo stesso per il coltello del fratello e non aveva senso pagare in due quando poteva farlo uno. Ma lui era fatto così, la vedeva come un'ingiustizia. In seguito Marco e Luca erano quasi venuti alle mani per quella faccenda. E Marco era uno che sapeva portare rancore. Si riscosse da tutti questi pensieri e constatò che Luca non si era ripreso. Raccolse le sue cose, scese le scale e all'uscita controllò bene che nessuno lo vedesse. Poi si incamminò. Non avrebbe fatto nessuna telefonata
Brano consigliato per la lettura: “Heroin” Velvet Underground http://youtu.be/ffr0opfm6I4
a cura di ste
SOUND AND VISION NIGHTCLUBBING
LA GUIDA AL VOSTRO DIVERTIMENTO NOTTURNO
I locali che trovate in questa sezione sono stati scelti e selezionati grazie ad una attenta valutazione che considera: ambiente, programmazione proposta, originalità e qualità dei servizi offerti. Tutti i locali sono stati selezionati e visitati dal nostro staff. Vi invitiamo quindi a frequentarli e fare di questi i vostri locali preferiti.
Legenda Simboli Musica: LIVE MUSIC SOFT & JAZZ
LIVE MUSIC ROCK
DJ SET
DISCOTECA
BRUSCHETTE PANINI
PIATTI FREDDI
Tipologia Locale: COCKTAILS
WINEBAR
BIRRERIA
Altro: smoking area MOSTRE
WIRELESS
GIARDINO ESTIVO
AREA FUMATORI
CLUB CON TESSERA
MEGA SCHERMO
SERVITO MEZZI PUBBLICI
ACCESSO DISABILI
CERCACI SU FACEBOOK
AMICI DEGLI ANIMALI
DISCOTECHE DISCOBAR BIRRERIE WINE BAR
NIGHTCLUBBING a Vicenza
SARTEA
Locale storico di Vicenza che da anni allieta e propone importanti novità. JND Festival Electronic Music, che ha portato il Sartea a livelli internazionali grazie ad una selezione ricercata di djs di ottimo livello provenienti dai Clubs di Berlino, New York e Londra. Ambiente liberty, affascinante e ricercato che risalta la qualità del servizio. Chiuso Lunedì C.so S. Felice 362 - VICENZA - Tel 0444.563725 www.sartea.it - www.facebook.com/bar- sartea
BARBIE MUSIC CLUB
NIGHTCLUBBING a Vicenza
l Barbie Music Bar è ormai punto di riferimento dell'ovest Vicentino per quanto riguarda la musica "live".Niente di banale, un continuo alternarsi di Band locali e non...con attenzione particolare alla musica d'autore,dj set molto vari nel genere variando dal hip hop all' house music...! Vasta gamma di birre Artigianali alla spina e in bottiglia, una grande varietà di cocktails , panini bruschette e molto altro ancora....wi-fi gratuito, mega schermo per seguire tutti gli sport..! Barbie Music Bar...non è la solita musica !
Via Bottego 20 - Arzignano - VICENZA Info FB. Barbie bar - Barbie music bar
MOC Montecrocetta
NIGHTCLUBBING a Vicenza
C'E' VITA SU MOC: immersi nella verde collina del Parco, prepariamo bruschette, piatti freddi ed insalatone con particolare attenzione alla qualità e freschezza dei prodotti...ampia scelta anche per una dieta vegetariana. Aperitivi in musica, iniziative culturali,serate DjSet...e concerti live domenica pomeriggio. Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 02.00 Email: montecrocetta@gmail.com
Via Rivana 7 Bassano d. G. Info Tel. 377.4196772 - FB: moc_montecrocetta
VINILE
NIGHTCLUBBING a Vicenza
Vinile classe 1976 punto di riferimento per artisti e promoter fuori dagli schemi della maggior parte dei locali presenti sul territorio. Recentemente rinnovato propone Live music & dj set con feste a tema o party di tendenza. Locale con sala fumatori disponibile per feste private & happening... smoking area
Via Capitano Alessio 94 - Rosà www.vinileclub.it - Tel 347.1601429
MARAKELLA
NIGHTCLUBBING a Vicenza
Sulla statale che collega Vicenza a Padova esattamente a Grisignano si trova il Marakella. Nato dall’idea di unire il dolce e il salato in un unico ed accogliente ambiente. La ciliegina sulla torta? La musica! Che accompagna gli affollatissimi aperitivi domenicali dalle 18 in poi. Da provare a tutte le ore! Marakella vi aspetta!
Via Mazzini 6 - Grisignano di Zocco Info: Roberto 349.3198097 NEW
QUBO’
NIGHTCLUBBING a Vicenza
QUBO' ristorante, music bar. Aperto tutti i giorni dalle 7:30 alle 2:00, la domenica dalle 17:00 alle 2:00 Serate con musica: mercoledì, venerdì, sabato, Domenica. Cucina: internazionale e rivalutazione del territorio.
Via Meucci 44 Costabissara - VI Tel 0444 971845
BIRRERIA AL PEDON
NIGHTCLUBBING a Vicenza
Nuova gestione e locale completamente rinnovato per lo storico Pedon di Marostica. Bruschette, panini, toast, insalatone e "spuncioti", Kebab e Tagliata al rosmarino con patate; 5 varietà di birra alla spina (Guinness compresa) e bottiglie di birra da tutto il mondo. Una birreria dal sapore sixties, dove ascoltare musica psichedelica e garage, senza tralasciare il nostro beat... I posters dei concerti di Bill Graham per il Fillmore (U.S.A.) sono in vendita e già incorniciati; come anche il juke box e i flipper perfettamente funzionanti!
Via S. Antonio 12 Marostica - VI Info Tel. 348 6070213 - Chiuso Dom Matt e Lun
BAR SMERALDO
NIGHTCLUBBING a Vicenza
Nel centro storico di Vicenza, in Campo Marzo, il parco più malfamato del Veneto, un locale di grande atmosfera per cuori forti. Se i peggiori bar di Caracas vi fanno una pippa lo Smeraldo fa per voi!
Campo Marzo - VICENZA INFO - Facebook: barsmeraldo
NEW
MAMA L’OCA
NIGHTCLUBBING a Vicenza
Il Mama L 'Oca é ormai un punto di riferimento per quanto riguarda la musica live e rock dj set.Vasta scelta tra aperitivi, birre artigianali alla spina e in bottiglia.Ottime bruschette, insalate e panini.Locale ufficiale Guinness.Wi-fi gratuito, Sky e Mediaset Premium.Aperto dalle 7.30 alle 02.00
Via S.Carlo 10 Costabissara Vicenza Facebook: Mamaloca Info 347.5035098 Cristiano
food music&drink
NEW
RANDOM PUB
NIGHTCLUBBING a Vicenza
Il nuovo pub vicentino per la musica dal vivo! Accogliente e perfetto per la degustazione di birre selezionate e ottima cucina. Tappa fissa per l' Happy hours dalle 17 alle 19 con 3 euro per la vostra birra preferita.
Strada Statale Pasubio 421/E Vicenza - info 348.3158069
CAFFE’ COLONNA
NIGHTCLUBBING a Padova
Nuova gestione e nuovo look per il Caffè Colonna di Piazzola sul Brenta, storico locale immerso nella splendida cornice di Piazza P. Camerini (fronte Villa Contarini).Moderno ed elegante punto d'incontro per colazioni, pranzi (primi piatti, panini, piadine, toast, tramezzini) e aperitivi, offre ottimi vini e cocktails. Ora INCOLONNATEVI all'ombra dei portici!!!!
48, Via Roma - 35016 Piazzola Sul Brenta (PD) tel: 049 5598120 - FB: caffecolonna
NEW AGE
NIGHTCLUBBING a Treviso
New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nord-orientale della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante stagione di live allo stato puro!
Via Tintoretto 14 - Roncade - TV Tel 0422.841052 www.newageclub.it
DE GUSTO
NIGHTCLUBBING a Treviso
It's kinda funk! La Gusteria tipica de'Gusto jezza, funkeggia e gioca al chilometro zero. Nella fantastica atmosfera di Villa Barbaro a Maser, Rosti, Giulio e Mc ti aspettano per farti rilassare, bere, mangiare e musicare. Il territorio messo in vetrina per essere gustato. Il de'Gusto è il locale per tutti e di tutti, dalla mattina alla sera escluso il lunedì allieta le tue giornate e si propone come l'alternativa alla noia del quotidiano. Il passato è passato, il presente è passato, ma il futuro deve ancora passare. Vieni a trovarci.
Villa Barbaro 4 - Maser - Treviso www.de-gusto.com - Tel 0423.565603
ROCK CAFE’
ROCK CAFE
NIGHTCLUBBING a Treviso
Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che (scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più. Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo posto. Dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00
St. dei Colli - Castelcucco - Tel 349.6027294 www.rokkafe.com
Vi consigliamo inoltre... Via Fonderia 73 - TV tel. (+39) 0422 697086 www.homerockbar.com HOME è aperto dal 2008. è stato eletto per come miglior dj bar d'Italia per 4 anni consecutivi. Il locale è stato concepito per ricreare quella sensazione, quella vibrazione, quella emozione, quel mood, quel giusto mix di semplicità, accoglienza, comfort, tranquillità e spensieratezza che potete trovare nella vostra casa. Home è un punto di ritrovo, di ristoro e di intrattenimento. E' un luogo che ha come fondamenta la musica rock. Adesso dovete solo provarlo!
HOME ROCK BAR
DEPOSITO GIORDANI
Via Via Prasecco, 13 Pordenone www.depositogiordani.it
Via Commerciale 12 Villa del Conte/Abbazia Pisani - PD Info: www.rickyspub.com Hot spot per chi ama la musica live di qualità grazie ad una crew e ad un programma bilanciato,si conferma uno dei locali più gettonati. Il meglio delle rock cover band,dell'alternativo ed indipendente, i tributi più leggendari. Dal grunge al postrock, dall'acustico al metal, dall'indie alla new wave! OPENPARTY con i migliori djs in campo rock, crossover, indie, electro! Se cercate un'alternativa al solito music pub con karaoke e cotillons, l'avete trovata.
RICKYS PUB
CHALET DE LA MOT
Baselga di Pinè - Trento Tel 380.7325710
Il Deposito Giordani offre al vasto pubblico giovanile ed all'area degli organizzatori culturali, un'opportunità in più di utilizzo di un contenitore polivalente e polifunzionale. La divisione del sito in sale e la dotazione di impianti audio, video e luci residenti permettono un accesso facilitato per promuovere e produrre serate musicali, teatrali, conferenze, corsi, feste private ed altre iniziative.
Nuova anima per il Chalet de la Mot, oltre a riaprire come pub con 6 splendide spine di selezionata birra e ospitare numerosi live e dj set, vi delizierà con il ristorante aperto dal martedì alla domenica dalle 18 alle 24.
Via Alto Adige 164 Gardolo - TRENTO Tel 0461 993261 Oltre Trento verso nord in zona Gardolo troviamo un nuovo locale “Officina Gambrinus”. Locale a 360° che offre ottimi piatti sia a mezzogiorno sia alla sera. Potete gustare sia pizze che piatti tipici trentini. Una programmazione musicale di qualità, accompagnerà i vostri weekend con i djset al Venerdì e musica live al Sabato sera. Non vi resta che provare le emozioni dell’Officina Gambrinus!
JACK THE RIPPER
OFFICINA GAMBRINUS
Via Nuova 9 - Roncà - VR Tel 045.9971260 www.jacktheripper.it
Un vero tempio del rock! Un punto d’incontro obbligatorio per la buona musica. Da qui sono passate le migliori band underground del pianeta. E se Elvis fosse ancora vivo dopo Las Vegas avrebbe scelto questo posto per esibirsi. Il Jack the Ripper è alternativo, fuori da mucchio, inossidabile, una garanzia di qualità e continuità. Rochenrol!!!
RISTORANTINO_WINE BAR_JAZZ CLUB CENA CON CONCERTINI JAZZ AND WORLD MUSIC
WWW.RIVEJAZZCLUB.IT
o i a r b b e F
VEN 8 FEB SASHA TORRISI Ex Voce TIMORIA
VEN 15 FEB TRIO ESTRANGEIRO Rock, samba, bossanova
VEN 22 FEB FROZEN FARMER Rock morbido e acustico con amorevoli, fuggitivi sguardi al folk
VEN 1 MAR ASUMA BRASILIAN 4et Evoluzioni Jazz Bossanova...
OSTERIA RIVE - VIA RIVE 14 CARTIGLIANO - INFO: 348.8265815
o n i t n e l a V n a S z z a J e v e l Ri a c i s u M a n e C 4 1 Giov