SOUND AND VISION Luglio2013

Page 1



SOUND AND VISION

D L R WO

SOUND & VISION

SOUND & VISION

SOUND & VISION

E MAGAZIN

INTERNET

WEBTV

100%ULTURE

IL BELLO DI POTER SCEGLIERE!

E AZION E INFORMSTENIBIL ECO SO

WWW.SOUNDANDVISION.IT

SIC

BIOMU


Live Review

di Francesco Nicolli

Sound and Vision Magazine Dir. Responsabile: Stefano Rossi - Editore: Daniele Pensavalle

Anno 9 - N° 106 Luglio 2013 - Aut. Trib. Bassano d. G. N° 8/03 del 3.09.2003 QUESTO NUMERO È STATO REALIZZATO GRAZIE AL CONTRIBUTO VOLONTARIO DI

Giorgio Mari (VI) - Antonio Lo Giudice (VI) - Francesco Nicolli (VI) - Luca. Sartor (VE) - Fox (VI) Fabrizio Consoli (MI) - Enrica Sampong (VI) - Emanuela Virago (TV) - Lara Lago (VI) - Laura. Moneta (PN) Chiara Fantinato (VI) - Alice Lago (VI) - Marika Zorzi (VI) - Daniele Pensavalle aka DJd (VI) Viola Serena Reginato (VI) - Davide Visentin (TV) - Annalisa Tonini (TV) - Marco Poles (PN) Stefania Bordignon (VI) & Stefano Mazzocchin (VI) - Matteo Gasparetto (TV) - Francesca Del Moro (BO) Alberto Visentin Casonato (PD) - Tobia Downass (VI)

FOTOGRAFI di S&V Mag Daniele Pensavalle, Viola RE, Michela Del Forno, Luca Latini

Grafica: Daniele Pensavalle WebMaster: Massimo Fornasier - Web Marketing: Emanuele Femia

INFOLINE 349.1970263 www.soundandvision.it facebook: email: info@soundandvision.it

soundandvisionmagazine


C.SO SAN FELICE E FORTUNATO - VICENZA TEL 0444.563725 - EMAIL BAR_SARTEA@YAHOO.IT


Live Review

BUZZCOCKS SAN VITO DI LEGNAGO (VR ) – 08/06/2013

I Buzzcocks nella Bassa Veronese: bello. Una zona che mi piace, distese di campi e risaie, strade larghe tre metri, un paesetto ogni tanto che ti chiedi dove vanno i ragazzi al sabato sera se non andare al bar di ritrovo. E' proprio nella piazza di uno di questi paesetti che si incontrano nelle vicinanze di Legnago (San Vito) che si sono esibiti i Buzzcocks. Favoloso: ti giri a sinistra e c'è la chiesa e il mini centro del paese, mentre di fronte hai una delle band più significative del punk rock tutto, ma oserei dire anche di quella cosa chiamata rock. L'occasione è di quelle grosse ed organizziamo una macchinata di cinque elementi. L'attesa scorre via liscia annaffiata da

di Antonio Visentin Casonato

diverse birre e qualche discussione sul calciomercato che verrà. A mezzanotte finalmente i quattro salgono sul palco per un set che personalmente mi aspetto esplosivo, visto l'affetto musicale che provo verso i mancuniani. La prima volta li vidi dieci anni giusti fa alla Gabbia di Bassano del Grappa: ubriachissimi, con Pete Shelley che ogni 3 x 2 si girava a fare l'occhiolino a due tardone a lato del palco e con bottiglie di spumante sopra gli ampli. Questa volta mi sembrano più sul pezzo e macinano che è un piacere: “Boredom”, “Fast cars” e “I don't mind” il trittico iniziale che non lascia scampo. Volumi altissimi, energia che tra il pubblico (almeno per chi è coinvolto) si potrebbe tagliare a fette. Dell'ultimo album “Flat Pack Philosophy”, uscito oramai nel 2006, non eseguono neanche un brano, privilegiando una scaletta che risulta essere praticamente un best of dell'intera produzione; evidentemente i Buzzcocks hanno capito che dopo trentacinque anni dalla fondazione possono permettersi di suonare in giro senza dipendere dal meccanismo “album – tour di supporto”, anche se comunque un nuovo album verrebbe senz'altro accolto con gioia da chi li segue come il sottoscritto. Da segnalare un capitombolo che vede coinvolto il chitarrista Steve Diggle che ad un certo punto inciampa su un filo cadendo alla grande per terra e suscitando un applauso di viva simpatia da parte dei


presenti. A metà spezzano con le lunghe suite quasi meccaniche di “Moving away from the pulsbeat” e “Nothing's left”, in cui ne approfitto per fare circa un litro di piscio in mezzo ad un campo. Uno sguardo ai quattro: Pete Shelley ha addosso una camicia a maniche corte (già vista in qualche foto abbastanza recente), che nella grafica sembra richiamare dei concetti di grafica postmodernista a cui i Buzzcocks dedicarono parecchia attenzione nella prima fase di carriera (1976/1981) per quanto riguarda le copertine dei dischi e le grafiche in generale: la voce sembra ancora quella dei tempi d'oro e questo basta. Steve Diggle è il mod del gruppo: vestito b e n e , p u l i t o, e l e ga n t e , U n i o n J a c k nell'amplificatore con sopra disegnato il simbolo della pace. Gli altri due (bassista e batterista) mi sembrano belli in forma, fanno il loro e anche visivamente contribuiscono alla buona riuscita dell'insieme. Al termine della prima fase la doppietta “Promises” – “What do i get” ti lascia senza fiato. Dopo una breve pausa, il finale è affidato a “Harmony in my head”, “Ever fallen in love” e “Oh shit”, roba da restarci sotto. Giusto dieci anni fa avevo il Ciao e sul casco avevo scritto con l'adesivo “Oh shit” in omaggio ai grandi Buzzcocks. Il tempo passa veloce, però se sai che ci sono in giro canzoni come quelle dei Buzzcocks e soprattutto hai modo di vederli ancora calcare il palco, non puoi che tirare una conclusione positiva.



Live Review

PERTURBAZIONE & PALETTI

SherwoodFestival - Padova 21.06.2013 Capita di andare ad un concerto soprattutto per il gruppo di supporto: a me è successo questo venerdì a Padova, nella cornice del Castello dei Carraresi cortile interno, quello a suo tempo adibito a gabbio – dove il progetto di Pietro Paletti (cognome secco “Paletti”, un po' come “Morrisey”…ok, esagero!) apre per i Perturbazione. Per coloro che non sanno di chi parlo, si tratta dell'ex bassista/cantante dei grandi Record's, che, dopo un EP preparatorio, ha esordito con l'ottimo “Ergo Sum” e, nel suo fitto tour, si avvale della collaborazione di una band minimale, ma estremamente affiatata nella quale spicca il bravo, fantasioso e mio cugino Davide Livornese alla chitarra. L'atmosfera della serata è particolare: pochi posti a sedere e un gran vento che spazza il cortile. Siccome nei palazzi attorno c'è gente che deve dormire, il concerto inizia alle 21.30 spaccate. La proposta di Paletti è un pop intelligente reso vario da diverse influenze che colorano la struttura dei brani senza essere, però, mai soverchianti (in alcuni casi ci sono accenni di reggae, in altri di elettronica…). Ovviamente i pezzi forti della scaletta sono i due singoli “Senza Volersi Bene” e “Cambiamento”, assolutamente efficaci e dotati di testi a dir poco caustici, ma le preferite del sottoscritto sono la martellante, seppur indiscutibilmente melodica, “Adriana” e la ballata rarefatta “Fantasmi”. Mentre

di Antonio Lo Giudice

ascolto il concerto, ho un nome sulla punta della lingua che non esce fuori…qualcun altro che seppe coniugare in passato ugualmente bene attitudine alternativa a sonorità pop: mi viene in soccorso la cover che chiude il concerto, cioè “La Crisi” dei Bluvertigo (non so se qualcuno se li ricorda - quel gruppo geniale che, in pieni anni '90 ebbe l'ardire di attingere a mani basse dal decennio precedente before it was cool e che era capitanato da un frontman tanto talentuoso quanto veloce a ridursi a patetica macchietta televisiva non appena raggiunto il vero successo). Mentre mi trovavo nel backstage e non riuscivo ad aprire la porta del bagno, vedo nel corridoio i Perturbazione prepararsi al concerto con una specie di training di gruppo stile squadra di calcio (“Dai ragazzi forza..uno..due …tre”). Ora, io sono un mostro di cinismo, ma devo dire che questo atteggiamento mi ha fatto una profonda simpatia, così come la convinzione espressa sul palco dal cantante Tommaso Cerasuolo (che tra un brano e l'altro sparava dei lunghi monologhi in cui perdeva il filo almeno tre, quattro volte e in cui ripeteva “patto narrativo”come un tormentone da personaggio di Mai Dire Gol): peccato che in veste così minimalista (solo voce, chitarra e violoncello) o hai gran canzoni o stracci le balle facilmente. E loro hanno qualche canzone bella, qualche canzone carina e parecchie canzoni mediocri. Insomma, al secondo bis (o tris) avrei rinunciato volentieri, ma mi rendo conto di essere in minoranza, visto il calore che riservato dal pubblico padovano. Che, insomma, il gruppo piemontese si merita tutto, quantomeno per l'atteggiamento.


SOUL

A GREAT MIX OF THE BEST SOUL, MOD and FUNK from 60/70 by dj d

FUN K

100 % PUR VIN E YL

BACK TO BLACK cco - TV) u lc e t s a C ( OCKAFE’ R @ 9 ssano - VI) 1 a N B E ( V a ic r f Back 2 A SAB 20 @ (Vicenza) A E T R A S VEN 26 @ co - TV) O c u T lc S e t O s a G C A OCKAFE’ ( R @ 6 1 N E V icenza) V ( A E T R A VEN 30 @ S

LUGLIO



BEDROOM REVOLUTION

di Sir Taylor

The Doors : Absolutely Live EKS 9002 USA 2LP elektra rec 1970

D'estate in Italia scoppia la concerto terapia. Ovvero dopo un più o meno lungo e pigro inverno, vuoi per la mancanza di appropriate strutture prontamente sostituite con la bella stagione dalle piazze, vuoi per la comprensibile scarsa propensione al rischio dei privati, vuoi perché due soldi per il divertimento le amministrazioni comunali in qualche modo malgrado la crisi riescono ai trovarli, diventa difficile scegliere dove spendere i due soldi rimasti per il tempo libero tra tutti i festival e manifestazioni che nascono e muoiono ogni estate. Oggi va così, anche perché come già spiegato in questa rubrica in passato, oggi gli artisti senza i concerti non campano. Con un mercato discografico ridotto al lumicino grazie alla rete e frazionato in mille protagonismi senza un vero mainstream il concerto diventa indispensabile: non è più il disco che promuove il concerto ma viceversa. Ecco questa situazione mi ha portato a pensare ai grandi dischi dal vivo

pubblicati e disponibili, veramente tantissimi (legali o illegali-leggi bootlegs) più o meno famosi. Sono veramente pochissimi i gruppi o o gli artisti che nella loro carriera hanno saputo resistere alla tentazione di autocelebrazione che il live offriva o alla possibilità di fotografare per così dire un tour, un momento di grazia artistica o addirittura per limitare i danni causati dal mercato illegale delle registrazioni pirata dei concerti. Mi vengono in mente i Beatles che i live li hanno pubblicati a scioglimento avvenuto e su grossa insistenza della casa discografica. Di tutti i live, tra tutte le band, uno spicca per importanza, bellezza e unicità: 'Absolutely live' è oltre che una celebrazione di una delle più grandi rock band di sempre l'istantanea di una grande stagione di creatività sui palchi di mezzo mondo. Senza addentrarmi in dettagli sulla carriera dei Doors di cui ho già scritto a proposito del primo omonimo album, voglio semplicemente sottolineare come la dimensione 'live' per i Doors


di Sir Taylor

fosse indispensabile. La band di Jim Morrison e soci è stata unica nel coniugare- senza grandi trucchi scenici ma semplicemente grazie alla presenza fisica del suo cantante- il rock psichedelico blueseggiante (lontano da quello più legato al barocco e il folk europeo) che con la poesia del teatro greco o del romanticismo europeo di cui Jim era appassionato conoscitore. L'improvvisazione poetica e recitativa perfezionata o appresa al 'living theatre' sostenuta da un trio musicalmente impattante è ad oggi unica (solo i Joy Division su altri territori si sono avvicinati in concerto ai Doors, a mio avviso), ma ben immortalata in quello che è stato a lungo il loro unico album dal vivo. Ben ricco di stupendi inediti raccoglie il meglio del tour del 1970 che segnava il ritorno della band alle origini della formula originale blues+rock psichedelico+recitazione che aveva subito un grosso stop dopo i famosi fatti del concerto di Miami dove Morrison fu platealmente arrestato sul palco. Al di là del valore dell'album doppio, non particolarmente elevato (dai 30 ai 70$) e facilmente rintracciabile in una delle numerose edizioni europee o americane voglio evidenziare la bella e importante iniziativa della band di pubblicare tutto o quasi il materiale live inedito custodito negli archivi della Elektra o della band stessa rendendo quasi intile la ricerca dei rari e pochi bootlegs della band pubblicati negli anni 70. Iniziando con il 'live at Matrix' del 67 edito dalla Rhino rec con delle versioni embrionali del

repertorio dei primi tre album e qualche cover inedita si passa al bellissimo 'live at Holliwood bowl' del 68 uscito in vinile doppio-con labls simil originali e grafica curatissima- /dvd e cd. Stpenda poi la serie di cd che raccogli le date del tour del 1970 dalcofanetto di 6cd registrato a N.York al live di Vancouver, Boston.Detroit, Philadelphia,Los Angeles. Oggi alcuni di questi cd, pubblicati in sordina dal 2000 ad oggi ,arrivano a quotazioni ben superiori ai 120$. Probabilmente in futuro saranno pubblicati i live del tour europeo del 68 (svezia,danimarca,uk, germania-per lo più trasmissioni radio o tv) e il sonoro del concerto di Wight del 70 che fu anche filmato. Un bel libro a riguardo è 'Doors on the road' di Greg Shaw – sì prorpio quello della Bomp record- che racconta data dopo data l'avventura sui palchi americani ed europei della band e raccoglie le impressioni di band e pubblico su ogni concerto,scaletta dei brani suonati, contesto storico, biglietti e locandine. Sul versante bootleg ad oggi interessanti rimangono prorprio il live all'isola di Waight del 1970 (flesh of first eden) con un buon sonoro e il mitico' Critique' che raccoglie le registrazioni dello spettacolo televisivo in cui i Doors eseguono Soft Parade in versione'essenziale' cioè senza orchestrazione. Per i live europei consiglierei i dvd ,ormai semilegali, che offrono un sonoro spesso superiore a quello dei vinili usciti ad oggi e delle immagini indimenticabili di un jim Morrison da sogno.




THE SOCIAL NOTEWORK QUANDO LA MUSICA E’ RIBELLE

di Annalisa Tonini

Trecce guerriere:

i Rasta

Estate = mare, sole, feste in spiaggia e reggae. Tradizionalmente a questo tipo di musica associamo atmosfere super rilassate, allegre, sonnolente, all'insegna del "Peace and Love". Questo è l' ennesimo fraintendimento. L'immagine che l' industria discografica ci restituisce del "Rasta" si accosta ad una versione contemporanea del mito del buon selvaggio, o giù di lì. Per la verità, non c'è niente di più falso e distante dalla realtà. Esiste un lato sovversivo nella cultura Rastafari che non esita a fare ricorso alla violenza e che fonda le sue

radici in epoche distanti in cui erano necessarie le maniere forti per liberarsi dalla schiavitù coloniale. Il culto nasce in Giamaica negli anni ' 30 ispirato dalle profezie di Marcus Garvey, un visionario confuso, oggi sindacalista incallito e domani imprenditore dell' ultima ora. Aveva concepito un network economico e politico teso ad unire tutte le comunità nere del mondo con l'intento di organizzare un ritorno in massa in Africa. Per lui era inconcepibile l'integrazione tra bianchi e neri o il meticciato e riteneva che i neri dovessero riacquistare fiducia in se stessi


di Annalisa Tonini

come popolo. Fonda la Black Star Line, una sgangherata compagnia di navigazione con equipaggio nero, forte dal punto di vista simbolico, ma flop totale dal punto di vista commerciale. Non si scoraggia e si butta nell'import export, si trasferisce negli States dove crea imprese, giornali, cooperative agricole, compagnie teatrali con personale esclusivamente afroamericano. Fino a quando viene arrestato per frode fiscale. Espulso dagli Usa, torna in Giamaica dove lo precede la sua fama da Lenin nero. Lì continua a lottare per i diritti civili del suo popolo e in un momento di estasi annuncia il prossimo arrivo di un Messia nero che sarà incoronato imperatore e libererà il popolo nero dalle catene dei colonialisti inglesi. In realtà questa visione aveva delle fondamenta reali. Negli anni ' 30, i Ras etiopi per la prima volta nella storia del popolo africano avevano vinto contro un esercito coloniale, sì…quello italiano. In Giamaica Garvey e la sua gente leggono questo fatto come il riscatto della razza e vedono in Hailè Selassiè, incoronato imperatore di Etiopia una guida spirituale e politica. Attorno a questa vittoria nasce il Rastafarismo e l'annuncio del regno del Leone. E' un movimento messianico che vanta una corte pittoresca ed un esercito di guerrieri i quali inaugurano un nuovo modo di portare i

capelli. I dreadlock (ciocche terribili) sono un tributo alle grandi trecce dei guerrieri Masai, un simbolo della loro forza, ma è anche un' acconciatura rituale nata da un' interpretazione fantasiosa delle Sacre Scritture…"Nessun rasoio tocchi la testa di un fedele". I Rasta considerano le loro ciocche gorgoniche delle antenne per comunicare con la divinità e per questo non possono interferire con la loro crescita. Alle volte arrivano a pesare troppo o si usurano, quindi cadono. Un evento temuto che si traduce in cattivo auspicio. Per questo li proteggono dentro ampi berrette di lana che portano i colori della bandiera etiope:


THE SOCIAL NOTEWORK QUANDO LA MUSICA E’ RIBELLE rosso, verde, giallo. La comunità si stabilisce nelle zone interne dell'isola per sfuggire alla polizia coloniale con cui nel frattempo si apre un atroce conflitto. Si sostengono grazie alla coltivazione e al commercio di ganja, la pianta che il culto Rasta considera sacramentale, un balsamo per l' anima benedetto da Dio che nella Genesi e nell'Esodo raccomanda ad ogni uomo: …"Tu mangerai l'erba dei campi"…" Mangia qualsiasi erba della terra"… Il governo inglese non apprezza. I Rasta fumano ossessivamente, non pagano le imposte, non mandano i figli a scuola e usano la violenza per saccheggiare le fattorie e il loro raccolto. Li disperdono e molti di loro finiscono in città ad ingrandire le fila del proletariato urbano. Sono molto vivaci culturalmente, ma anche micro-criminali provetti e finiscono rapidamente nel mirino dei poliziotti. Basta portare i dreadlock per finire in prigione o in manicomio. Finiscono per essere malvisti anche dai neri ligi e bigi, vittime del lavaggio del cervello coloniale che aspirano ad aderire al modello occidentale, nonostante le loro lotte per liberare la loro terra dai coloni. Negli anni '60, quando la Giamaica è ormai indipendente la loro presenza diventa improvvisamente inoffensiva. Il loro stile di vita li porta nel gradino più basso della società, simili a dei paria. Dal loro punto di

di Annalisa Tonini


THE SOCIAL NOTEWORK QUANDO LA MUSICA E’ RIBELLE

di Annalisa Tonini

vista, i Rasta si considerano una delle tribù perdute di Israele, per questo non riconoscono l'autorità dello stato e si rifiutano di contribuire al suo sostentamento. Non usufruiscono di nessun suo servizio, né della sua istruzione o sanità, non stringono la mano a chi non è Rasta e non vogliono possedere una dimora fissa. Sono vegetariani e seguono una dieta rigidissima. Evitano sale, carne, latte vaccino e cibo confezionato. Niente alcol, solo cannabis. Sono misogini ed antifemministi. Alle loro donne è proibito il trucco e devono starsene alla larga dagli uomini durante il periodo mestruale, che è un tabù. Le peggiori offese rasta fanno riferimento al sangue mestruale. Nonostante le follie di una tribù con evidenti limiti sociali, i Rasta ci hanno lasciato un'eredità inestimabile: la musica raggae e la dub. Senza grandi mezzi e senza educazione musicale sono riusciti a creare un modo di concepire il suono che ha avuto eco in tutto il mondo. Le tecniche del mixaggio in studio si sono trasformate in espressioni di creatività, un taglia-cuci di effetti, echi e suoni che venivano ri-arraggiati e fatti ascoltare subito grazie ai sound system che giravano per strada su furgoncini sgangherati. Un approccio che ha visto nascere le figure del Dj e del produttore e che ha generato tanti stili che vanno dall' Hip Hop all' Elettronica.


ALBUM REVIEW VASCO ROSSI LIVE KOM 013

Bologna, 26 Giugno 2013 - Foto e testo di E. Virago

Vasco, o lo ami o lo odi. Ma ognuno ha una frase di una sua canzone che in qualche modo rappresenta un pezzo della propria vita. Ed è per questo che quando Vasco canta “Siamo qui, siamo vivi” nella sua amata e gremita Bologna, è un momento emozionante, dove il testo ha una grande forza evocativa. E ancora “Sembrava la fine del mondo, eppure sono ancora qua”, sottolineato da un'ovazione. Sicuramente la lirica simbolo del suo ritorno sul palco. Perché Il Blasco nel 2013 è davvero tornato. Esattamente dopo 20 anni (era il lontano 12 giugno 1993, 'Gli Spari Sopra' tour, Udine: quanti di voi c'erano?) mi faccio incantare di nuovo assieme ad altri 35.000 che

di Emanuela Virago

lo attendono trepidanti allo stadio Dall'Ara, per un concerto sold out. L'atmosfera è sempre quella, di quando Vasco riempiva gli stadi negli anni '90 come solo certe band straniere sapevano fare, con gente di tutte le età e provenienti da mezzo stivale. 2 ore e mezza di concerto con un Vasco instancabile, che si muove su un palco scenografico pieno di luci col suo classico stile scanzonato e l'empatia di sempre. I fans vanno in delirio già alla prima canzone 'L'uomo più semplice' che apre alle 21 precise il Live Kom 013. In scaletta non mancano gli attesissimi vecchi successi con i suoi amati cavalli di battaglia come 'Albachiara', 'Siamo solo noi' e 'C'è chi dice no' che sono insostituibili. Ci sono anche rarità come 'Non l'hai mica capito': “Questa l'ho scritta quando avevo 15 anni, oppure ho ancora 15 anni e l'ho scritta ieri”, dice Vasco. Roba che risale a tempi in cui buona parte del pubblico presente al Dall'Ara quella sera non era nemmeno nato ma che nel frattempo l'ha imparata dai genitori (come la ventenne vicino a me) e cantata a squarciagola. C'è una grande elettricità allo stadio e il rocker di Zocca ha la carica dei tempi migliori, con quel cappellino con visiera all'indietro, gli occhiali scuri, i gesti espliciti: a 61 anni Vasco ha ancora voglia di essere l'eterno ragazzino ribelle di 'una vita spericolata'.



NEXT Le 10 strategie della manipolazione mediatica "L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche. 1 - La strategia della distrazione. L'elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l'attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell'inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l'interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell'economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l'attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”). 2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel

di Francesca Del Moro - Foto di Serena Rossi

pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici. 3 - La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po' di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni '80 e '90: uno Stato al minimo, p r i vat i z za z i o n i , p re ca r i età , f l e s s i b i l i tà , disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta. 4 - La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un'applicazione futura. E' più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all'idea del cambiamento e di accettarlo con


NEXT rassegnazione quando arriverà il momento. 5 Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”). 6 - Usare l'aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l'inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…. 7 - Mantenere la gente nell'ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell'educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall'ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”). 8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi,

di Francesca Del Moro - Foto di Serena Rossi

volgari e ignoranti... 9 - Rafforzare il senso di colpa. Far credere all'individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l'individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l'inibizione ad agire. E senza azione non c'è rivoluzione! 10 Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell'essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l'individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.



Via PrA’ Bordoni 43 - ZanE’ (VI) - Tel 0445.315514



KINOTERAPIA

di Matteo Gasparetto

LA GRANDE BELLEZZA GENERE: Drammatico REGIA: Paolo Sorrentino SCENEGGIATURA: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello ATTORI: Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Roberto Herlitzka, Isabella Ferrari, Giorgio Pasotti, Vernon Dobtcheff, Serena Grandi

Jep Gambardella, giornalista scafato e scrittore mancato, conduce una vita dissoluta in una Roma sfacciata e volgare, cinica e decadente. Egli ci fa da Cicerone e ci conduce alla scoperta delle sue abitudini da “re dei mondani”, come si autodefinisce, da compiaciuto egomane ed edonista, da persona che insegue il successo e l'importanza, in un contesto, però, in cui queste due qualità divengono dei vizi. Così, Roma influisce negativamente sul protagonista e ne accentua la meschinità; e lo fa ospitando il fulcro della vita sociale, mediatica e politica del Bel Paese che Sorrentino descrive senza mezzi termini, estremizzando le mediocrità e caratterizzandone presuntuosamente i comportamenti. La società contemporanea viene ampiamente criticata dal regista attraverso tutti (o quasi) i personaggi del film, e tramite un senso d e l l ' h u m o u r d a l g u sto g ro tte s c o e

intellettualmente sbeffeggiante. Sorrentino non mostra pietà, non cerca di redimere i suoi personaggi; è un narratore assai pretenzioso e il film è intellettualmente difficile, non foss'altro che per le notevoli e frequenti citazioni letterarie che Jep semina nei propri discorsi. La feroce voce del burattinaio Sorrentino è sempre presente e molto aspra, ed è proprio questa una delle obiezioni principali mosse dalla critica. A mio parere l'opera è sì presuntuosa e giudicante, alta e pretestuosa, ma questi aggettivi non vanno a scapito della riuscita del film, anzi, ne costituiscono la forza ed il merito. Inoltre, Sorrentino appartiene a quella categoria di “autori” che caratterizzano le proprie opere con peculiarità, imprimendone la propria firma, come i Coen, gli Allen, i Burton del caso, ed il suo codice stilistico va valorizzato e compreso, non criticato. Per gli appassionati del regista napoletano, un film che non delude.


SOUND in THE WORLD

di Lara Lago

Sound&Vision AntiCrisi,

storie di giovani che spaccano il mondo

Non geni, non extraterrestri. Ma ragazzi comuni che hanno scelto di credere nelle passioni e nei sogni per continuare a scivolare nell'arcobaleno quando invece sarebbe più comodo imbrigliarli in un tunnel. Da sempre Sound&Vision sostiene il "Be yourself and Do what you want" e lo fa ancora, oggi più che mai.

In cucina per caso - quando i sogni si leccano i baffi. Tazzine biscottose che racchiudono un semifreddo alla ricotta, cookies al cioccolato bianco, crostata al limone e basilico ma anche torta di pane agli asparagi e cioccolatini ripieni al caffè. Quando Giulia Marin, 29enne di origini bassanesi ma triestina a tutti gli effetti, decise di fare ordine tra i suoi post-it sparsi di ricette usando internet, mai avrebbe potuto immaginare quanto fosse corposo l'esercito di golosi pronti a seguirla. Nessuna necessità di ricavarsi un posto al sole nella jungla dei blog di cucina che ogni giorno vengono sfornati da annoiate casalinghe: Giulia ha le mani in pasta con la vita, fa la traduttrice e da sempre considera la dolcezza del suo carattere un ingrediente fondamentale. Giulia in cucina, come dice il nome del blog, ci arriva per caso. "Vivevo per conto mio e come tutti mi mettevo alla prova con ricette trovate qua e là. Ma essendo estremamente disordinata scrivevo tutto su foglietti volanti che puntualmente perdevo, senza contare il fatto che non mi ricordavo mai se una

ricetta fosse venuta bene o no." Così apre un blog, si scrive per bene le ricette e scatta foto da acquolina in bocca. Il suo archivio personale all'inizio è solo uno spazio privato, poi arrivano i primi utenti e passano quattro anni. Oggi Giulia ha comprato il suo dominio personale, ha 2000 visitatori unici al giorno, il 10 per cento sono stranieri perchè traduce tutte le sue ricette anche in inglese, ma ciò che dà un sapore speciale al tutto è l'anima che scorre in ciò che scrive. Gli ingredienti della ricetta di Giulia sono la spontaneità quando spiega perchè ha scelto proprio quel dolce da fare, la simpatia nel mettersi alla portata di tutti, un pizzico di incanto dell'infanzia, quando il papà impastava dolci bellissimi da vedere, e due bei marron (glacè ovviamente) perchè per trasformare un hobby in un quasi lavoro servono tenacia a etti e caparbietà a chili. In tempi di giovani senza armi se non la disillusione, la passione e i sogni riescono a ripagare ancora, soprattutto se sono sogni da leccarsi i baffi. www.incucinapercaso.com


SOUND AND VISION NIGHTCLUBBING

LA GUIDA AL VOSTRO DIVERTIMENTO NOTTURNO

I locali che trovate in questa sezione sono stati scelti e selezionati grazie ad una attenta valutazione che considera: ambiente, programmazione proposta, originalità e qualità dei servizi offerti. Tutti i locali sono stati selezionati e visitati dal nostro staff. Vi invitiamo quindi a frequentarli e fare di questi i vostri locali preferiti.

Legenda Simboli Musica: LIVE MUSIC SOFT & JAZZ

LIVE MUSIC ROCK

DJ SET

DISCOTECA

BRUSCHETTE PANINI

PIATTI FREDDI

Tipologia Locale: COCKTAILS

WINEBAR

BIRRERIA

Altro: smoking area MOSTRE

WIRELESS

GIARDINO ESTIVO

AREA FUMATORI

CLUB CON TESSERA

MEGA SCHERMO

SERVITO MEZZI PUBBLICI

ACCESSO DISABILI

CERCACI SU FACEBOOK

AMICI DEGLI ANIMALI

DISCOTECHE DISCOBAR BIRRERIE WINE BAR


NIGHTCLUBBING a Vicenza

SARTEA

Locale storico di Vicenza che da anni allieta e propone importanti novità. JND Festival Electronic Music, che ha portato il Sartea a livelli internazionali grazie ad una selezione ricercata di djs di ottimo livello provenienti dai Clubs di Berlino, New York e Londra. Ambiente liberty, affascinante e ricercato che risalta la qualità del servizio. Chiuso Lunedì C.so S. Felice 362 - VICENZA - Tel 0444.563725 www.sartea.it - www.facebook.com/bar- sartea

BARBIE MUSIC CLUB

NIGHTCLUBBING a Vicenza

l Barbie Music Bar è ormai punto di riferimento dell'ovest Vicentino per quanto riguarda la musica "live".Niente di banale, un continuo alternarsi di Band locali e non...con attenzione particolare alla musica d'autore,dj set molto vari nel genere variando dal hip hop all' house music...! Vasta gamma di birre Artigianali alla spina e in bottiglia, una grande varietà di cocktails , panini bruschette e molto altro ancora....wi-fi gratuito, mega schermo per seguire tutti gli sport..! Barbie Music Bar...non è la solita musica !

Via Bottego 20 - Arzignano - VICENZA Info FB. Barbie bar - Barbie music bar

MOC Montecrocetta

NIGHTCLUBBING a Vicenza

C'E' VITA SU MOC: immersi nella verde collina del Parco, prepariamo bruschette, piatti freddi ed insalatone con particolare attenzione alla qualità e freschezza dei prodotti...ampia scelta anche per una dieta vegetariana. Aperitivi in musica, iniziative culturali,serate DjSet...e concerti live domenica pomeriggio. Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 02.00 Email: montecrocetta@gmail.com

Via Rivana 7 Bassano d. G. Info Tel. 377.4196772 - FB: moc_montecrocetta

VINILE

NIGHTCLUBBING a Vicenza

Vinile classe 1976 punto di riferimento per artisti e promoter fuori dagli schemi della maggior parte dei locali presenti sul territorio. Recentemente rinnovato propone Live music & dj set con feste a tema o party di tendenza. Locale con sala fumatori disponibile per feste private & happening... smoking area

Via Capitano Alessio 94 - Rosà www.vinileclub.it - Tel 347.1601429


MARAKELLA

NIGHTCLUBBING a Vicenza

Sulla statale che collega Vicenza a Padova esattamente a Grisignano si trova il Marakella. Nato dall’idea di unire il dolce e il salato in un unico ed accogliente ambiente. La ciliegina sulla torta? La musica! Che accompagna gli affollatissimi aperitivi domenicali dalle 18 in poi. Da provare a tutte le ore! Marakella vi aspetta!

Via Mazzini 6 - Grisignano di Zocco Info: Roberto 349.3198097

BAR SMERALDO

NIGHTCLUBBING a Vicenza

Nel centro storico di Vicenza, in Campo Marzo, il parco più malfamato del Veneto, un locale di grande atmosfera per cuori forti. Se i peggiori bar di Caracas vi fanno una pippa lo Smeraldo fa per voi!

Campo Marzo - VICENZA INFO - Facebook: barsmeraldo

MAMA L’OCA

NIGHTCLUBBING a Vicenza

Il Mama L 'Oca é ormai un punto di riferimento per quanto riguarda la musica live e rock dj set.Vasta scelta tra aperitivi, birre artigianali alla spina e in bottiglia.Ottime bruschette, insalate e panini.Locale ufficiale Guinness.Wi-fi gratuito, Sky e Mediaset Premium.Aperto dalle 7.30 alle 02.00

Via S.Carlo 10 Costabissara Vicenza Facebook: Mamaloca Info 347.5035098 Cristiano

food music&drink

NEW AGE

NIGHTCLUBBING a Treviso

New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nord-orientale della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante stagione di live allo stato puro!

Via Tintoretto 14 - Roncade - TV Tel 0422.841052 www.newageclub.it


DE GUSTO

NIGHTCLUBBING a Treviso

It's kinda funk! La Gusteria tipica de'Gusto jezza, funkeggia e gioca al chilometro zero. Nella fantastica atmosfera di Villa Barbaro a Maser, Rosti, Giulio e Mc ti aspettano per farti rilassare, bere, mangiare e musicare. Il territorio messo in vetrina per essere gustato. Il de'Gusto è il locale per tutti e di tutti, dalla mattina alla sera escluso il lunedì allieta le tue giornate e si propone come l'alternativa alla noia del quotidiano. Il passato è passato, il presente è passato, ma il futuro deve ancora passare. Vieni a trovarci.

Villa Barbaro 4 - Maser - Treviso www.de-gusto.com - Tel 0423.565603

ROCK CAFE’

ROCK CAFE

NIGHTCLUBBING a Treviso

Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che (scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più. Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo posto. Dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00

St. dei Colli - Castelcucco - Tel 349.6027294 www.rokkafe.com

Vi consigliamo inoltre... Via Fonderia 73 - TV tel. (+39) 0422 697086 www.homerockbar.com HOME è aperto dal 2008. è stato eletto per come miglior dj bar d'Italia per 4 anni consecutivi. Il locale è stato concepito per ricreare quella sensazione, quella vibrazione, quella emozione, quel mood, quel giusto mix di semplicità, accoglienza, comfort, tranquillità e spensieratezza che potete trovare nella vostra casa. Home è un punto di ritrovo, di ristoro e di intrattenimento. E' un luogo che ha come fondamenta la musica rock. Adesso dovete solo provarlo!

HOME ROCK BAR

DEPOSITO GIORDANI

Via Via Prasecco, 13 Pordenone www.depositogiordani.it

Via Commerciale 12 Villa del Conte/Abbazia Pisani - PD Info: www.rickyspub.com Hot spot per chi ama la musica live di qualità grazie ad una crew e ad un programma bilanciato,si conferma uno dei locali più gettonati. Il meglio delle rock cover band,dell'alternativo ed indipendente, i tributi più leggendari. Dal grunge al postrock, dall'acustico al metal, dall'indie alla new wave! OPENPARTY con i migliori djs in campo rock, crossover, indie, electro! Se cercate un'alternativa al solito music pub con karaoke e cotillons, l'avete trovata.

RICKYS PUB

CHALET DE LA MOT

Baselga di Pinè - Trento Tel 380.7325710

Il Deposito Giordani offre al vasto pubblico giovanile ed all'area degli organizzatori culturali, un'opportunità in più di utilizzo di un contenitore polivalente e polifunzionale. La divisione del sito in sale e la dotazione di impianti audio, video e luci residenti permettono un accesso facilitato per promuovere e produrre serate musicali, teatrali, conferenze, corsi, feste private ed altre iniziative.

Nuova anima per il Chalet de la Mot, oltre a riaprire come pub con 6 splendide spine di selezionata birra e ospitare numerosi live e dj set, vi delizierà con il ristorante aperto dal martedì alla domenica dalle 18 alle 24.

Via Alto Adige 164 Gardolo - TRENTO Tel 0461 993261 Oltre Trento verso nord in zona Gardolo troviamo un nuovo locale “Officina Gambrinus”. Locale a 360° che offre ottimi piatti sia a mezzogiorno sia alla sera. Potete gustare sia pizze che piatti tipici trentini. Una programmazione musicale di qualità, accompagnerà i vostri weekend con i djset al Venerdì e musica live al Sabato sera. Non vi resta che provare le emozioni dell’Officina Gambrinus!

JACK THE RIPPER

OFFICINA GAMBRINUS

Via Nuova 9 - Roncà - VR Tel 045.9971260 www.jacktheripper.it

Un vero tempio del rock! Un punto d’incontro obbligatorio per la buona musica. Da qui sono passate le migliori band underground del pianeta. E se Elvis fosse ancora vivo dopo Las Vegas avrebbe scelto questo posto per esibirsi. Il Jack the Ripper è alternativo, fuori da mucchio, inossidabile, una garanzia di qualità e continuità. Rochenrol!!!





RISTORANTINO_WINE BAR_JAZZ CLUB CENA CON CONCERTINI JAZZ AND WORLD MUSIC

WWW.RIVEJAZZCLUB.IT

L ug l io

VEN 7 GIUGNO TUNATONES Surfabilly & Rockabilly

VEN 14 GIUGNO A. VETTORE BLUES BAND Il grande bluesman ritorna!

VEN 21 GIUGNO LAVA LAVA LOVE Rock acustico forte e poetico

VEN 28 GIUGNO LA DOLCE VITA lEvento Vintage Dress Code anni ‘50 con Morris & the Magicals

VEN 5 LUGLIO NEWS FOR LULU’ incredibile esperienza nel Rock indi-acustico

OSTERIA RIVE - VIA RIVE 14 CARTIGLIANO - INFO: 348.8265815


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.