ROKKCAFFE FEBBRAIO ) 0 7 (afro t a e b ep) t o s r f b A u v6 BeD all) h & e D c ( n a funk) o d c t y s e C o a s7 regg s co p ( i d P u ing u l) die n o n i s ( v13 K k n e D (fu j us e M c D x y E lu x ) s14 e lack b d B c o i t n ack lettro e ( v20 B ov e o r ia) G p t o funk) a c F t s s o 1 r o 2 t s isco p n i ( re d a Y u j n ndie i m24 D ( e tel) M o e m s z u xc (jaz o t v27 E r e ss i o B e l A s28
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20 FEBBRAIO - ROCK CAFE’ (TV) 21 FEBBRAIO - SARTEA (VI)
EDITORIALE 1.0
di DANIELE P. (The Editor)
MISSING DEMOCRACY Le dittature si insinuano in una società in maniera subdola, mistificando sempre le loro ipocriti e nefaste intenzioni, mascherandole con un velo di falsa democrazia. L'ascesa di una dittatura ha bisogno di alcuni presupposti, di alcuni ingredienti che hanno la caratteristica di far crescere nel popolo una voglia di cambiamento. Quali sono questi presupposti? Il primo presupposto è l'esistenza di una crisi economica e la povertà diffusa. Mi pare che oggi siamo sulla buona strada. Ma cosa fare se questo bisogno non c'è? Lo si costruisce, lo si inventa, lo si produce. Allora prima si devono creare le condizioni per una crisi e poi si dovrà salutare colui che, astutamente, farà credere al popolo che quella crisi la risolverà. E' stato così per il fascismo di Mussolini. L'Italia aveva bisogno di un uomo forte? E' la storia del nostro odierno fascismo che si sta compiendo, giorno dopo giorno. Stanno portando l'Italia ad una condizione di tale crisi che il popolo, prima o poi, sarà costretto a eleggerlo loro “salvatore”. Sembra di veder concretizzata la metafora del vetraio che, per creare più lavoro per sè, manda il proprio figlio a rompere i vetri delle finestre. Creare le giuste condizioni, questo è l'imperativo dei nostri politici, possono contare sui mass-media più potenti (Tv, giornali, ancora non internet, ma presto riusciranno a controllare anche questo con leggi ad personam) per la loro propaganda e per crearsi l'appoggio delle varie mafie che tessono di continuo oscure trame, nonché di un ingente capitale. Il più potente tra loro ha già conquistato due dei tre poteri dello Stato, gli manca quello giudiziario. Gli altri lavorano sodo per creare povertà, il ministro della pubblica istruzione ignoranza (utile per generare schiavi), quello della difesa l’orgoglio militare, gli altri solo imbecillità e faziosità eccetera.
Potrà questo essere il nostro futuro?
WAK E UP MILK
P WAKE U MILK ING S S I M CY
A OCR M E D
di Dj D (alias The Editor)
QUANTO POCO X-FACTOR AD X-FACTOR una cassiera di un supermercato (senza nessuna offesa per le cassiere) Giusi Ferreri che riesce a far vendere del suo disco 250mila copie, cose da far rabbrividire, viste le statistiche vendita dei cd in Italia. Quest’anno sull’onda dell’entusiasmo e ricordando le parole di Morgan, dette al Musica Maestro! Appunto “musica”, di sottoscritto: “Scardinerò il sistema questo il programma musicale più seguito dall’interno, l’ignoranza della gente deve dell’ultimo anno (ha un anno di vita...) finire, io sarò il paladino del nuovo doveva occuparsi: trovare i nuovi Battisti, i rinascimento dell’italia musicale!” mi sono nuovi Battiato piuttosto che la nuova Mina detto : “DjD c..o perdi sta serata a o la nuova Carmen Consoli. In postazione settimana per guardarti sto nuovo di comando i soliti tre “giudici” : Morgan, rinascimento italiano, non puoi non esserci Mara Maionchi e la sempre più tettuta televisivamente anche tu”. Così visionati Simona Ventura. Il primo anno un trio delle alcuni provini iniziali, il baraccone di Rai2 è meraviglie visti gli ascolti e visti i risultati ... andato in onda! La prima puntata l’ho assimilata abbastanza in fretta, nessun sussulto oltre alla pura curiosità di vedere i S&V INFO POINT: concorrenti ed il mio paladino Info Commerciali: 349.1970263 rinascimentale. La seconda, mi rendo conto Web che qualcosa già non funziona più, il www.soundandvision.it nervosismo la fa da padrone, mi sembra di Email assistere ad Amici e di rinascimento info@soundandvision.it neppure l’ombra, anzi un ritorno al Myspace medioevo. I concorrenti scelti non mi myspace.com/soundandvisionzine sembrano abbiano grosse qualità individuali Facebook o di gruppo tali da supportare la mia Cercateci tra i gruppi! attenzione. Inoltre l’inserimento del pur bravo Tommasini, ha trasformato il programma un un videoclip musicale senza fine, dove la coreografia riempe quello che in questo momento sembra non emergere da questo format : la musica. Per il rinascimento musicale ... facciamo un’altra volta Morgan.
Anno 5 - N° 60 - Febbraio 2009 Aut. Trib. Bassano d. G. N° 8/03 del 3.09.2003 Direttore Responsabile: Stefano Rossi - Editore: Daniele Pensavalle Grafica di DJD - Cover : Andrea Blitz Studio (VR) - IconCover: Osvaldo Casanova Officine Vanilla Redazione: S. Rossi (VI) - Ilaria Rebecchi (VI) - L. Lago (VI) - A. Lo Giudice (VI) -Dunia (VI) - F. Nicolli (VI) A. Battista (Glasgow) - G. Mari (VI) - MrCury (VI) - D. Bedin aka DjDax (VI) - L. Sartor (TV)
EDITORIALE 1.0
MUSIC
RECENSIONI a cura di DjD
JOEY CAPE Bridge Label: Bad Taste Records Web: myspace.com/joeycape “Bridge” è il primo lavoro solista di Joey Cape cantante dei Lagwagon ed è interamente acustico. Un lavoro che esalta i toni docili della musica, l'equilibiro fra voce e suoni, intessendo una matassa delicata dall'impatto piacevole. L'album comprende pezzi scritti con The Playing Favorites (The Ramones Are Dead), Lagwagon (Memoirs And Landmines, B side, Errands, Mission Unaccomplished) e altri con gli Afterburner (Canoe e Non Sequitur). Il titolo del set “Bridge” (ponte) sta a indicare in maniera metaforica un cambiamento, una connessione tra due realtà, quella vissuta in passato da Joey e quella che sta sviluppando nel presenta come autore e performer. Un gesto coraggioso da sostenere.
DEERHOOF Offend Maggie Label: Kill Rockstars Web: deerhoof.killrockstars.com Poche band riescono ad essere impalpabili ed inafferrabili quanto i Deerhoof, gli enfant prodige a stelle e strisce del rock sperimentale; perché decostruiscono in maniera maniacale ogni suono, e lo rinforzano con quel tanto di schizofrenia che basta a renderli geniali. Ogni loro album è la conferma di un talento inequivocabile e irripetibile, in cui l’amalgama sonoro sfiora la melodia e la reinterpreta. “Offend Maggie” è un’ulteriore conferma del fatto che distorto è bello, e che impossibile da riprodurre non per forza significa lontano dai comuni canoni del sentire. Quello che rende questo disco speciale è però l’anima: mai sono stati così emozionanti e toccanti.
ESSIE JAIN The Inbetween Label: Leaf Web: essiejain.com La voce di Essie non è la stessa di quella di Joan Baez ma con questo secondo disco, la songstress britannica dimostra certe affinità ai testi e allo spessore dell'artista folk americana. Dalle note a fil di nervi che aprono Here We Go fino all'inospitalità tetra di I Remember It Just Like This, "The Inbetween" è quieto ma disperato, un testamento emaciato dei tempi che corrono e che riempiono i cuori di molti con tanta disillusione. Le composizioni di Jain, spesso streminsite e fatte solo di piano o chitarra acustica, sono oscure e fanno trapelare un senso di sfiducia: vedi testi di Please. In base allo stato d'animo con il quale si ascolta il disco, "The Inbetween" può essere catartico.
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Intervista di Luca Sartor / Review di A. Lo Giudice / Photo di Dj D / Sostegno morale di Osvaldo Casanova
WHATEVER HAPPENED TO ... THE STRANGLERS storia, intervista e cronaca del concerto
Che gli Stranglers fossero dei mostri sacri della musica rock, molti lo avevano capito già dal loro primo singolo nel gennaio 1977. Che ci sarebbero rimasti come prime star per più di t re n t a n n i , c re d o c h e i n pochissimi lo avrebbero scommesso. Attivi già dal 1974 nei sobborghi di Londra come Jonny Sox ed in seguito Wanderlust, registrarono nei primi anni della loro cariera due demos per un totale di 7 brani (inclusi nel cd "the early ye a rs " ) s i s t e m at i c a m e n t e rifiutati dalle etichette interpellate. Un ottimo manager ed un gran lavoro di studio
assicurarono agli Stranglers una soddosfacente attività live che li mise subito in luce. Associati alla nuova ondata musicale del punk, tuttavia se ne discostavano palesemente per l'uso stupendo delle tastiere (che ricordavano molto I Doors) e la grande tecnica che tutti e quattro i membri dimostrarono di possedere. Il 4 luglio 1976 furono gli Stranglers ad aprire brevemente per le 2 band americane che suonarono alla Roundhouse di Londra (con Ramones e Flaming Groovies) aprendo ufficialmente la stagione del punk inglese, ma creandosi una marea di nemici
invidiosi (inclusi i Pistols che fino ad allora potevano definirsi grandi amici!). Il primo singolo Grip/London Lady entro' di botto al n.25 della classifica nazionale, nonostante fosse stato boicottato dalla BBC, eccetto John Peel che lo suonò con costanza. In soli 6 giorni un intero album, inizialmente intitolato Dead On Arrivals, fu registrato. Rattus Norvegicus,il titolo definitivo uscì in aprile 1977 piazzandosi al n4 per ben 34 settimane. Fino alla fine anni 70 gli Strangolatori hanno saputo proporre un incredibile sequenza di indimenticabili classici del punk tra cui vale la pena di ricordare Peaches, No More Heroes, 5 Minutes, Nice and Sleazy, fino alla strepitosa reinvenzione di un classico di Bacharac "Walk on by" che inizialmente fu dato solo come 45 giri omaggio nel loro 3°Lp"Black and White"!! A questo punto avviene un cambio di direzione musicale e i brani divengono meno melodici e più ricercati con delle intriganti vene sperimentali che il pubblico ben recepisce, a differenza del loro produttore M.Rushent e della label. Inoltre sia J.J.Burnel che H.Cornwell, diedero inzio in quel periodo alle produzioni soliste parallele che crearono non pochi attriti nella band. Tra alterne vicende
ed episodi sfortunati come l'arresto della band dopo un concerto a Nizza negli anni 80 per incitamento a pubblici disordini (vedi il brano"Nice in Nice" = bello a Nizza....!) i nostri e ro i , b e n c h è f u o ri d a l mainstream della musica rock tutto elettronica e neoromantic sfornano una serie di gioiellini tra cui vorrei ricordare assolutamente "Golden Brown" (un dolce valzer con venature barocche),"La folie","Always the sun" e "Strange little girl"questo fu il primo brano scritto dagli Stranglers e rifiutato da tutte le labels, United Artist inclusa che se lo vide rifilare come ultimo singolo per chidere gli obblighi contrattuali. La nuova label la Epic diede una discreta libertà alla band che continuo' a sfornare se non capolavori, sicuramente album e singoli di buon successo fino ai giorni d'oggi. Gli Stanglers restando sempre uniti con una formazione pressochè originale (dipartura di H.Cornwel alla fine degli 80s) e facendo dei saltuari tour si sono anche differenziati da quella ondata di reunion talora patetiche che ha purtroppo contraddistinto parecchi gruppi del vecchio punk 77. I nuovi album sempre contraddistinti dal suono del basso di JJ.Burnel e le tastiere di Greenfield hanno ricevuto dalla
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Intervista di Luca Sartor / Review di A. Lo Giudice / Photo di Dj D / Sostegno morale di Osvaldo Casanova
stampa ampi riconoscimenti e si dimostreranno pure degli ottimi successi in termini commerciali!! Ho avuto modo di vederli sul palco altre volte, ma devo ammettere che la potenza del live è rimasta quella di sempre, grazie al martellante basso di J.J. e l'inconfondibile suono di D.Greenfield alle tastiere (un vero mago). Jet Balck lo storico batterista, giunto ormai ai 70anni, provato da una vita molto spericolata.. talora prende delle licenze, ma diciamolo ha saputo scegliere un valido sostituto poco più che ventenne; mentre H. Cornwell inizialmente sostituito da John Ellis (ex-vibrators/king Crimson etc.) nei primi anni 90 è oggi rimpiazzato da Baz Warne, ex roadie ma chitarrista e cantante dotato di grande talento!! ...e il concerto? Il live decolla da subito con Grip- il loro primo singolo - per poi tuffarsi in una sequenza mozzafiato di s t o r i c h e h i t s : 5minutes/peaches/nice and sleazy. Due brani più recenti e si entra nel repertorio degli anni 80 con No Mercy/Always the Sun/Strange Little Girl/Golden Brown/ The Raven; quest'ultima in una versione assoluta! Gli Stranglers come da tradizione sono di poche parole. Nessuna presentazione dei brani (ce n'è bisogno?) e nessun convenevolo
con i fan sotto il palco, sono fatti così, burberi di natura quando sono in azione. La calda atmosfera del New Age e la buona acustica li conquista e si parte per Walk on by in una versione quasi psychedelica, decisamente doorsiana con un lunghissimo assolo di chitarra e tastiere!!! Burnell è in gran forma e si lancia pure in qualche salto stile Townsend/Who. Hanging Around/C'mon/Strighten Out ci guidano alla seconda cover della serata - peraltro anche singolo di successo- la stupenda All Day and All of the night di Ray D av i e s / K i n k s. L e c ru d e Douchess e Tank ci portano alla chiusura del concerto. Una breve pausa poi senza farsi pregare troppo si riparte con il primo bis Nuclear Device- stupendo brano punk rock dalle intriganti melodie sul rischio guerra atomica - e a seguire Something Better Change. Altra pausa per il finale definitivo con l'attesa No More Heroes. Se qualcuno aveva dei sospetti sulla qualità dei live degli Stranglers penso abbia avuto modo di chiarirsi le idee: sul palco non c'è nè per nessuno. Posso solo dire che assieme ai Wire sono la band che torno a vedere più volentieri e che sono a prova di delusione!!! Totali e definitivi, com'è stato il punk. D o p o d i l o ro ? p o c o o niente...purtroppo.
THE INTERVIEW L'intervista: ho avuto modo di intervistarli in passato e posso dirvi che benchè abbiano la fama di essere molto chiusi verso questo genere di cose e rilasciare molto raramente imterviste, nel 1991 a Cremona dopo il concerto JJ. mi disse sorridendo: spegni il registratore e vieni a mangiare con noi !!! C o m e s e m p re i gra n d i dimostrano una umiltà e disponibilità che raramente trovi nelle band ultime arrivate ai 15minuti di celebrità. S&V: allora JJ.come và la tua pratica marziale,dove sei arrivato ora? JJ. beh sono tornato da non molto da una vacanza di qualche settimana in Giappone, dove ho superato l'esame per il 7°dan di cintura nera!
S&V: cosa mi puoi dire del vostro ultimo album "suite XVI", ha un suono e una grafica abbastanza crepuscolari, quasi medioevali. Ci sono forse dei riferimenti ai tempi che stiamo vivendo?? JJ: sicuramente l'album è influenzato dai tempi. I nostri testi sono sempre stati attenti all'attualità e a quello che succede intorno. Devo pure confessare che i nostri ultimi due album sono stati nella storia della band quelli che hanno venduto di più. Chissà forse perchè in realtà non abbiamo mai avuto un buon rapporto con stampa e critici musicali che molto spesso ci stroncavano i lavori per partito preso! Loro se ne sono andati, ma noi siamo sempre qui! S & V: ve ro, n e l l i b ro 4 5 revolutions dedicato alla musica p u n k / wave s o n o c i t at e moltissime recensioni di grandi riviste musicali con stroncature imbarazzanti! a rileggere quei giudizi sono veramente incredibili! JJ: alla lunga la verità, quello che piace alla gente emerge. E' stata molto dura in passato non lo nego, ma ci siamo presi le nostre soddisfazioni! Sai tutto iniziò la sera in cui aprimmo ai Ramones nel 76, ci fu una mega rissa fuori dal locale causata da una incomprensione tra me e P. Simenon (dei futuri Clash). Ci
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Intervista di Luca Sartor / Review di A. Lo Giudice / Photo di Dj D / Sostegno morale di Osvaldo Casanova
trovammo noi ,i Sex Pistols, i Ramones e qualche altro da una parte, i futuri Clash, dei giornalisti e qualcun altro dall'altra. Da quella sera per noi tutto è sempre stato più difficile che per altre band.... S&V: da dove viene il titolo curioso del tour? Greatest hits tour fortytwoforty? JJ: viene dalla voglia di farci conoscere alle nuove generazioni, ricordando a tutti l’enorme qualità del nostro repertorio che può vantare ben 42 singoli nei top40 a livello mondiale! Credo siano poche le band che possono vantare in 30 anni di attività ininterrotta un simile curriculum. La nostra tournee non ha niente a che vedere con certi penosi reunion tour di adesso. Noi ci siamo sempre stati: qualche volta più attivi altri anni meno ma non ci siamo mai sciolti come band e abbiamo continuato a suonare insieme, componendo nuovo materiale valido per i nuovi album. S&V: infatti mi ricordo del concerto del 91 in cui c'era J. Ellis che poi non ha continuato con voi. JJ: con John siamo rimasti in ottimi rapporti, ma aveva la sua carriera e i suoi progetti che non combinavano con quello che stavamo facendo. Tieni presente poi che Baz, il roadie ormai Strangler a tutti gli
effetti, oltre a cantare in modo simile a Houghes Cornwel suona la fender telecaster che ha un suono molto più adatto a quello che facciamo (Ellis suonava una stratocaster ndr). S&V: ascoltando molto del rock di oggi ci si accorge che la maggior parte dei suoni e lo stile musicale è stato clonato da tre grandi band contemporanee agli Stranglers ovvero Sounds, Wire, New Order. Pensi che gli Stranglers hanno degli eredi in qualche modo? JJ: difficile imitare il suono delle tastiere di Dave o il mio basso. Moltissimi hanno rifatto i nostri brani (Tori Amos, Martina T. Bird, etc) e non solo rock bands! La verità è che il nostro suono è rimasto unico e continua ad esserlo oggi! del resto Peter Hook (New Order) ha confessato che il suo suono di basso e la sua tecnica mi devono moltissimo! Posso dirti che nostri fan dichiarati sono J. C o cke r ( P u l p ) , M i ke Watt(Minuteman/Stooges), K a t e B u s h , T i m Burgess(Charlatans). Non rimane che salutarci con il sincero auspicio di poterli rivedere quanto prima in un posto cool come il New Age e riproporsi di prendere gli lp/cds che avevo trascurato di prendere negli ultimi anni, da quanto ho visto e sentito questa sera non potrebbero che stupirmi!!
ANOTHER POINT OF VIEW BY A. LO GIUDICE Come tutti i grandi innovatori, gli Straglers sono tra i gruppi più sottovalutati a cui possa capitare di suonare un venerdì sera a Roncade “in the middle of fucking nowhere”. Ma, a differenza dei sopravvalutati o di chi, comunque, vive di rendita, gente come gli Stranglers, dal vivo, spacca culi a due a due finchè non diventano dispari ancora dopo trent'anni di onorata carriera. Sarà la rabbia per essere stati tra gli inventori del punk (probabilmente) e della new wave (sicuramente), senza che il loro nome venga ricordato così spesso come quello dei vari Ramones, Sex Pistols, Clash, etc, sarà la soddisfazione di riuscire ancora, dopo tanti anni e tante frustrazioni, a far uscire di testa una piccola platea di afficionados (mia sorella- 21 anni- è stata letteralmente spazzata via dal pogo feroce di un folto gruppo di 40-50enni), ma questi tre vecchietti (più, alla batteria, un bravissimo giovincello da poco in sostituzione del mitico Jet Black che, alla fine degli anni '70, aveva già più di quarant'anni- fate un po' i vostri calcoli!) hanno inaugurato alla grande il mio 2009 concertistico. L'inizio è una cannonata in faccia: “(get a) grip (on yourself)” è troppo la mia loro canzone preferita! Anzi, aspettate un attimo che cerco tra i miei dischi “Rattus Norvegicus”. Fatto! Dicevo, mentre sto saltando attaccato alla transenna, si
succedono gioielli come “Peaches”, “Skin Deep”, “Always the Sun”, “Golden Brown”, “Hanging Around” oltre alle cover “Walk on By” (stravolta da un torrenziale intermezzo strumentale) e “All Day and All of the Night”. Pochi fronzoli tra una canzone e l'altra: JJ Burnell al basso e Baz Warne alla chitarra radono tutto al suolo, mentre alla (ri)costruzione della melodia ci pensa Dave Greenfield dietro le tastiere. Quest'ultimo, ad un certo punto, accenna anche un pezzo danzereccio, che fa scatenare gli altri due come dei Tony Manero con l'artrite (al che, Daniele, vicino a me, commenta “è la definitiva morte del punk!” ed io “Beh, ha anche la sua età”- poi realizzo che l'età del punk è circa la mia e mi tiro una gran grattata di palle). L'apice dello concerto si raggiunge con la pazzesca “Tank”, durante la quale sembra quasi che un carro armato sovietico, perso in giro per la marca, sfondi la parete del New Age. Bis e tris con le arcinote “Something Better Change” e “No More Heroes”. Alla fine ero così su di giri che, dopo aver scroccato la sigaretta di rito (rito di quando la mia morosa è altrove), sono rimasto una mezz'oretta a ballare (scaletta fichissima: Gang of Four, Devo, Cure, New Order, Yazoo), finchè non sono uscito dal locale con le orecchie che fischiavano: sono soddisfazioni!
SIMPLY THE BEST
OGNI FINE SETTIMANA DJ SET ORGANIZZAZIONE CENE E COMPLEANNI SU PRENOTAZIONE
VIA GARIBALDI 26 - LONIGO (VI)
MUSIC
di CAZALE
BASSANO SOTTOTERRA Positive Monkeys
L'underground bassanese non finisce di stupire. I tredici minuti di musica “avanti” contenuti in questo cd dei Positive Monkeys potrebbero allinearsi a una q u a l s i a s i p ro d u z i o n e contemporanea indie inglese o americana. L'intro di apertura nasconde una sottile influenza dub che affiora da un sound tipicamente occidentale, tanto basta a renderli sufficentemente interessanti. “Somekind'Judge” conduce involontariamente a certe sonorità del miglior periodo new wave (Siouxie nel caso specifico) ma il dosaggio dei singoli strumenti è più delicato e moderno pur mantenendosi impetuoso. Il brano rimane anche l'episodio migliore della mini raccolta. Meno immediate le due traccie seguenti ma non per questo meno interessanti.
La voce di Iva, la sua liricita' e le s u e s c e l t e a r m o n i c h e, caratterizzano l'opera mentre la band mantiene una certa discrezione che permette alla c a n t a n t e d i e s p ri m e rs i liberamente, i fraseggi di chitarra (specialmente in “Secret Birth”) sono quanto di meglio si potesse fare in situazioni così articolate, mai leziosi o scontati. Un esordio che ancora mi fa pensare se davvero in questa ricca e infelice cittadina qualcosa si stia muovendo sottoterra sperando così di continuare a recensire mese dopo mese realtà interessanti alla faccia del silenzio assoluto di chi avrebbe il compito di guidare e favorire artisti che nulla chiedono rispetto a quel che danno…..e soprattutto potrebbero rendere questo l u o go m e n o t ri s t e.
MUSIC
Intervista eclusiva di Ilaria Rebecchi
CASADOR
Il nuovo scenario artistico di Alessandro Raina (voce degli Amor Fou ed ex dei Giardini di Mirò), ricrea atmosfere oniriche in un raffinato progetto solista sotto lo pseudonimo di Casador, per un ep intitolato “The Puritans” che in 3 canzoni dipinge la storia dell'episodio della spada di Damocle, a manifesto del passaggio alla maturità di un uomo dei giorni nostri. Ciao Alessandro, hai voglia di illustrarci il perché della scelta di un nome d'arte? A: Il principe di Casador è un personaggio di Totò in 'Miseria e nobiltà', ed è un soprannome che un amico mi diede per celebrare il mio culto del maestro De Curtis. Volevo eclissare il mio vero nome che a l l ' e s t e ro n o n c re d o funzionerebbe molto. "The Puritans" è scritto e cantato in inglese, ma che racconta una storia che appartiene alla
nostra tradizione antica… A: Trovo che la cultura popolare italiana e anche il suo costume, almeno fino ai primi anni '80, abbia un grandissimo appeal e contenga moltissime fonti di ispirazione per un autore. Peraltro Damocle era già stato citato da Lou Reed e Nick Cave. Cosa ti ha colpito dell'episodio della spada di Damocle a cui fai riferimento nell'ep? A: Trovo che la storia di Damocle descriva uno stato di cose molto moderno, che si
ripropone nei secoli. La vanità che porta all'autodistruzione, la crudele parzialità dei giudizi del popolino che invidia il potere che non ha, con i suoi luoghi comuni e le sue meschinità. Quanto ha influito nella tua scrittura di "The P u ri t a n s " l a re c e n t e esperienza Amor Fou? Leziero Rescigno, ad esempio, ti a c c o m p ag n a a n c h e c o n Casador. E per quanto riguarda i testi? A: I testi che scrivo sono episodi a sé stanti o quasi, poiché ho sempre scritto. Leziero e l'esperienza fatta con lui ed altri in Amor Fou è un riferimento, soprattutto per me che ho iniziato molto tardi a fare musica. Questo EP esiste però soprattutto grazie alla generosità di Paolo Mauri, (che lo ha prodotto insieme a me), un fonico che ha influenzato la storia della new wave e del rock alternativo italiano, di cui da ragazzino leggevo le ' i m p re s e ' s u i gi o rn a l i
s p e c i a l i z z a t i . Quali sono le tue principali influenze, ed in particolare gli ascolti o le letture che hanno contribuito alla creazione di questo ultimo ep? A: Gli ascolti vertono su un chiaro recupero della canzone, in un periodo in cui sono esplosi una serie di nomi di grandissima tendenza che in genere mi hanno lasciato indifferente poiché non sono riuscito a capire a chi si rivolgessero e dicendo cosa. Parlo di progetti molto diversi c o m e M G M T, Va m p i r e Weekend, CSS, Justice e tanti altri. Probabilmente sono esigenze sorpassate ma io continuo ad essere più ricettivo nei confronti di chi, oltre ad intrattenere, ha qualcosa da dire. Quindi The National e Feist su tutti, Radiohead, Wilco, Fleet Foxes, Bon Iver, Cat Power, e i miei amici A Classic Education, oltre a tante vecchie cose.
MUSIC
INUDIBILIA “L’EQUIVOCO PIACERE DI FLAGELLARSI LE ORECCHIE” di A. Lo Giudice
JOHN ZORN ALLA FERMATA DELL'AUTOBUS
Zum-pa-pa, zum-pa-pa, zumAUAUUAUUAUUUAUUUABRRR RRR tataratatatatà! Eccovi in una riga, un brano (testo e/o musica) dei Naked City del sassofonista John Zorn. Immaginate un cartone
della Warner in cui, di punto in bianco, Bugs Bunny diventi idrofobo e si avventi sul collo di come cavolo si chiama- il c a c c i at o re, i n s o m m a - , lacerandogli la carotide in un
tripudio splatter! Oppure Gatto Silvestro che, finalmente, la faccia finita con Titti sbattendogli quella testina da stronzo invertito contro il muro, con le cervella che colano lentamente verso il pavimento e i sacrosanti applausi del pubblico a casa. Tutto ciò potrebbe avvenire nei trenta secondi in cui, in media, si consumano i pezzi dei NCcinque jazzisti di vaglia (oltre a mister Zorn, Bill Frisell, Wayne Horvitz, Fred Frith e Joey Baron) e Yamatsuka Eye, urlatore da m a n i c o m i o. “ A r t e c o m e terrorismo, o viceversa” è la definizione data sul “Mucchio Selvaggio” e io la sottoscrivo pienamente. Aggiungo anche che, per chi come me non ha molta simpatia per le masturbazioni jazzistiche, è un sadico piacere vedere questa arte, nobile e sborona, aggredita e violata in una gang bang di generi “bassi” (dal
grind metal di Napalm Death e Carcass prima maniera, al country, dal punk hardcore al flamenco). In qualche modo, mi viene in mente la scena di apertura di “Giù la testa”- col peone Juan Mirando che rapina e violenta la dama dell'alta società (anche se alla porcona non sembra dispiacere la situazione). Oh, intendiamoci, è roba che una persona sana di mente non può ascoltare per più di cinque minuti! Già se resisti fino al sesto, probabilmente, sei in potenza un omicida seriale, uno di quelli che vanno alle feste vestiti da Babbo Natale e con un uzi in mano e, mentre la gente si scambia gli auguri, tu U U U A A A A R ATAT TA TTATTATABUMRATTATABUMBUMT TATTATA! p.s. ringrazio i mitici Santarita Sakkascia per il titolo. p.s. ringrazio i mitici Santarita Sakkascia per il titolo.
MUSIC
“ROCK ICONS” di Ilaria Rebecchi
Perché abbiamo i dreadlocks? Perché ci mantengono puri, ci tengono lontani da babilonia. Se io avessi i capelli ben rasati mi accoglierebbero in luoghi come le discoteche e perderei la mia integrità. Il rock si accompagna alle luci al neon, all'illuminazione artificiale mentre il reggae non ha bisogno di una discoteca o di un club, può essere ovunque, meglio tra le colline. Bob Marey nacque il 6 Febbraio del 1945 nel villaggio di Rhoden Hall, nella regione di St.Ann's Bay, dall'amore di Norval Sinclair Marley, capitano di marina inglese e di Cedella Booker, diciottenne giamaicana, in quella stessa Giamaica che portò all'esaltazione attraverso la popolarità della propria musica e la rivendicazione della libertà degli ideali che accompagnarono, e, ad oggi fanno parte della musica reggae. Le sue celeberrime canzoni, che riescono tuttora ad unire e a far ballare persone di estrazioni sociali agli antipodi, in ogni parte del mondo e in ogni genere di situazione, hanno fin dagli esordi dato voce alle lotte dei poveri e degli emarginati della società,
palesandone così ogni libertà d'espressione... Il rapporto anomalo con il padre Norval, prima diseredato dalla famiglia d'origine per la relazione scandalosa con la futura moglie, poi fuggitivo dal suo stesso amore subito dopo le nozze, poi totalmente assente nella vita di Bob se non in rarissime occasioni, come il giorno della sua nascita, ed in seguito morto alla sola età di 10 anni dell'artista, ebbe un ruolo fondamentale nella formazione educativa e psicologica di Bob, cresciuto con la sola madre con cui si trasferì in adolescenza nel degrado dei sobborghi di Kingston, capitale della Giamaica, che fin da subito penetrarono nell'immaginario creativo di Marley, per poi essere delineati sostanziosamente in diversi episodi della propria carriera. Bob dipinse gli ideali della cultura rasta, basata sulla disperazione delle classi più emarginate e sfruttate e sulla conseguente volontà di ribellione, spesso mai attuata a favore invece di una meno
violenta connotazione ideologica. Violenza e negatività dello stesso movimento rasta vennero infatti molto spesso criticate nei testi di Bob Marley. Emarginato in primis (soprattutto per la bassa statura) e soprannominato dagli amici "Tuff Gong", il giovane Bob lascia a 15 anni la scuola per lavorare come elettricista, stringendo così amicizia con Neville O'Riley Livingston, "Bunny", che lo introdurrà ben presto al mondo della musica insegnandogli i primi accordi di chitarra e facendogli ascoltare i più alti successi radiofonici del momento attraverso un'emittente di New Orleans. Così Marley e Bunny costruiscono le proprie chitarre con bambù, corteccia intrecciata e fili elettrici al posto delle code, assaporando i fasti di artisti come Elvis Presley e degli Impressions. Incontrano Joe Higgs, cantante locale devoto Rastafari, che diventerà poi il mentore di Bob, che nel 1962 registra Judge Not e One Cup Of Coffee, i primi singoli rilasciati dalla Beverly's sotto lo pseudonimo di Bobby Martell. L'anno successivo Bob Marley, Bunny Livingston, Peter
McIntosh, Junior Braithwaite, Beverley Kelso e Cherry Smith fondano il gruppo ska The Teenagers, che cambieranno nome in seguito in The Wailing Rudeboys ed infine The Wailers, che nel '66 si trovarono dimezzati e videro lo stesso Marley divenirne il leader ufficiale, oltre che autore della maggior parte dei testi. Lo stesso anno Bob sposa Rita Andreson Marley, già componente delle I Threes, coriste della band, dalla quale avrà tre dei suoi ben 13 figli, tra cui è bene ricordare David, Stephen, Damian e Ziggy che ad oggi continuano la tradizione della musica del rinomato padre con la band Melody Makers. In quel periodo Marley aderisce al movimento Rastafariano e inizia a sfoggiare quel look che ne decreterà l'emblema per l'eternità, ovvero i classici dreadlock. Marley e la sua band si uniscono al gruppo The Upsetters, producendo per non oltre un anno, un grande quantitativo di canzoni e perle storiche considerate dalla critica la miglior produzione dei The
Wailers. Dal 1968 al '72 Bob e la moglie, insieme a Bunny e Peter McIntosh produssero un restauro di alcune canzoni vecchie per la JAD Records, e Marley si prepara all'uscita dell'album dei The Wailers "Catch A Fire", (1973), che riscosse approvazioni su band mondiale e fu seguito solo un anno dopo da "Burning", celeberrimo full lenght tra cui spiccarono fin dall'inizio Get Up, Stand Up e I Shot The Sheriff, coverizzata persino da Eric Clapton che contribuì così a regalare ulteriore successo al crescente astro popolare di Bob. Nel '74 i The Wailers si sciolgono nel mistero, tra voci di litigi dei membri della band e di ambizioni soliste di ognuno di essi, ma Marley continuò incessantemente a suonare sotto il nome di Bob Marley & The Wailers, con nuovi componenti, tra cui i fratelli Carlton, Aston Barrett ("Family Man"), Junior Marvin e Al Anderson alla chitarra, Tyrone Downie e Earl Lindo detto "Wya" alle tastiere, Alvin Patterson "Seeco" alle percussioni e le I Threes (Rita Marley, Judy Mowatt e Marcia Griffiths). Il 1975 fu l'anno del successo planetario di No Woman, No Cry, tratto dall'album "Natty Dread", che anticipò di un anno l'uscita di "Rastaman Vibration". A fine 1976 fu organizzato lo "Smile Jamaica", un concerto di levatura mondiale ed organizzato dal governo dello stato al fine di chetare gli animi dei due differenti gruppi politici in guerra, ma qualche giorno prima, Bob, la moglie ed il manager Don Taylor vennero attaccati da un gruppo armato nella residenza dello stesso Marley, rimanendo feriti gravemente. Nonostante ciò il concerto si tenne e Bob suonò asserendo a motivazione della sua perseveranza "Perché le persone
che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un giorno libero... Come potrei farlo io?!". Nel 1976 infine Marley si trasferì in Inghilterra dove registrò "Exodus" e " K aya " , d u e a l bu m fondamentale della storia della musica al punto che alcuni singoli sono ad oggi attuali e concreti (Jamming, One Love, Three Little Birds e Waiting In Vain). L'anno seguente gli fu diagnosticato un melanoma maligno ad un alluce e Bob rifiutò di curarsi a causa dei dogmi del Rastafarianesimo, secondo cui il corpo umano doveva rimanere integro. Nel 1978 organizzò un nuovo concerto politico in patria, lo "One Love Peace Concert", dove su richiesta dell'artista, i due leader opposti (Michael Manley e Edward Seaga) si incontrarono sul palco stringendosi la mano. L'attivismo socio-politico di Marley ebbe il proprio apice con la creazione dell'album "Survival" (1979), che conteneva brani come Africa Unite, Wake Up And Live e Zimbawe, che seppero l'estasi creativa e festaiola di sonorità
reggae con la gravità lirica di testi incentrati sulle sofferenze dei popoli africani, al punto che Marley, l'anno successivo, venne invitato a l l e c e l eb ra z i o n i p e r l'indipendenza dello Zimbawe. Nello stesso anno "Uprising" concluse la carriera artistica di Bob: fu un album catartico e mistico, in cui brani dalle più svariate sfaccettature si fondevano in esempi di libertà sociale, mix culturali ed estasi musicale. Su tutte la splendida Forever Loving Jah e Redemption Song ("... emancipate yourselves from mental slavery, no one but ourselves can free our minds... "). Ma fu anche l'anno del tour mondiale che vide Marley protagonista in live in tutta Europa (100.000 spettatori al Meazza di Milano il 27 Giugno) e negli Usa, dove due concerti al Madison Square Garden di New York, ebbe un collasso a Central Park a causa del cancro che aveva conquistato terribilmente molti organi del suo corpo. Il 23 settembre 1980 cantò per un'ultima maestosa volta allo Stanley Theatre di Pittsburgh. Dopo il concerto fuggì in Germania
da specialisti di malattie terminali, che però non poterono trattare il suo male perché già troppo esteso. L'11 Maggio 1981 morì a Miami rivolgendo le ultime profetiche parole al figlio Ziggy: "Money can't buy life". L'eroe della Giamaica venne salutato con funerali di stato, in una cerimonia che aveva in sé elementi della tradizione ortodossa, Rastafari ed etiopica. Fu sepolto in una cappella vicina a dove era nato con al sua Gibson Les Paul "Solid Body", una pianta di marijuana, il suo pallone da calcio, un Bibbia e l'anello che era solito indossare ogni giorno. Così dopo la pubblicazioni postuma di “Confrontation” con la celebre B u f fa l o S o l d i e r, n e l l ' 8 3 , l'inserimento nella Rock an Roll Hall of Fame e la vittoria del Grammy alla carriera nel 2001, nel 2006 a Bob Marley viene intitolata persino una porzione di Church Avenue, ribattezzata così la Bob Marley Boulevard. Piccoli onori ad un esimio artista che modificò l'assetto strutturale d e l l a mu s i c a m o n d i a l e, appoggiandovi spiritualità e socialità e divenendo così quell'icona multiforme celebrata da tutti, un po' per il modus vivendi simbolo di pace, un po' per quel look così non-studiato quanto imitato e sintesi di un unico pensiero di libertà, un po' per quella musica così fruibile, ballabile e sincera, quanto ragionata, intensa, coltivata dalle ceneri tribali ed elevata a meccanismo universalmente riconosciuto e amabile. Nel sogno dell'eternità di quella stessa musica, morendo combattendo per la libertà anziché vivendo in schiavitù, che essa sia sociale o intellettuale. Del resto “Chi ha paura di sognare è destinato a morire”.
MUSIC
STATE A SENTIRE!.. di Ilaria Rebecchi
Web: www.myspace.com/drewandrews Web: www.myspace.com/penelopesullaluna
"My Little Empire" - Penelope Sulla Luna Nagual Records genere: post rock-alternative - voto: 8 "My Little Empire" è l'assioma vincente della personalità costruttiva post-rock sintetizzata attraverso l'essenza solostrumentale. Penelope Sulla Luna è una band ferrarese che concentra la propria attenzione sonora verso la più smaniosa sperimentazione, dal nu-metal, new wave, rock ed elettronica, ricreando atmosfere prelibate in "My Little Empire", sublimate attraverso la comunicazione musicale oltre il testo, allo scopo di costruire intrecci di note elegantemente assemblate, un po' a rifocillare la scia dei Giardini di Mirò, e graffiando sia con episodi (Last Show On The Radio e Butterfly Dama #1 e #2 su tutte) di cui colpisce la matrice soundtrack emozionante, sia in momenti malinconici (Melodia-per teste rotte sugli scogli- e Space Donut) con attimi elettronici calibrati, ed agitazioni (Fortunadrago e Third Brain Drain) ammalianti nella miscela più ruvida del rock. Atmosfere alla Mogway, ipnotismi puliti, malinconie nelle chitarre, avvolgenti richiami dal nostalgico al penetrante, a tratti soffocante da quanto intenso. Da sottolineare la ghost track che riversa in urla strazianti hardcore-metal l'indefinito dipinto emotivo del sogno che circonda impalpabile l'intero album, a mo' di risveglio da un lungo sogno intrecciato in varietà multiformi di canzoni ora rilassate ora potenti. Geniale!
"Electric Arguments" The Fireman MPL 2008 genere: pop voto: 8.5
"Only Mirrors" - Drew Andrews genere: pop-rock-acustica voto: 7.5 "Only Mirrors" è il primo album solista di Drew Andrews, talentuoso chitarrista di The Album Leaf e Via Satellite. Undici canzoni che dipingono atmosfere al miele, tra sessioni acustiche di chitarre lievi ed un songwriting riflessivo che svela la capacità di autore dell'artista. "Only Mirrors" sviluppa la tematica privata dell'adozione, che snocciola verità impensate, rivelazioni assolute e conoscenze, in matura età, dei reali genitori, in particolare del padre musicista e produttore Sven-Erik Seaholm, legato dal filo invisibile della musica al figlio. Colpisce la sostanziale impalpabilità da Andrews creata, tra semplici accordi e liriche che toccano l'emotività dell'ascoltatore, dalla title track, eccellente e eterea, ad Angeli ballata pop-rock, passando per When I Say You're Right, That Means You're Wrong che dal beffardo equivoco su cui riflette riesce a svilupparsi molto malinconicamente. Poi Hospitals Again, dall'incipit lieve che si esalta nell'evoluzione in ballata country-elettronica con basi minimali persino. Trading Faces è orecchiabile e la finale Wide Awake conferisce sonorità tra il beatlesiano, il radioheadiano e il Nick Drake con intrusioni ultra-moderne che ne coronano lo spirito pop-rock. Da avere!
Nel 1993 Sir Paul McCartney rinvigorì la sua già nobile carriera affiancandosi il bassista dei Killing Joke, detto Youth, per sperimentare nuovi orizzonti sonori (ambient, elettronica e dance) con un nuovo parallelo progetto solista nel totale anonimato. Così dopo gli album“Strawberries Oceans Ships Forest” e "Rushes", ecco “Electric Arguments”, sempre con lo pseudonimo di The Fireman, fatto di eclettismo ispirato tra echi radioheadiani e ruvidità alla mitica Helter Skelter. Un album per intenditori del pop-rock sperimentale, tra la blues Nothing Too Much Out Of Sight, a Two Magpies, brano alla Beatles, ovviamente. Poi il singolo, Sing The Changes, orecchiabile, pieno di echi evocativi, a cui fanno seguito la misteriosa e delicata Travelling Light, e Highway, di beatlesiana memoria modernizzata da sonorità brit-pop dell'ultimo decennio. Light From The Lighthouse, corale, Dance 'Til We're High un piccolo capolavoro di climax ascendente e sperimentale. Lifelong Passion è una ballata delicata, Is This Love? sempre più mistica ed onirica. In chiusura la fatiscente Lovers In A Dream, dalle atmosfere tribali e psichedeliche, tra tradizione e futurismo sonoro. Eccezionale. Poi Universal Here, Everlasting Now è lounge-ambient-elettronica e Don't Stop Running vive nel soave trio falsetto-mandolino-chitarra. Creatività assoluta per il re della musica mondiale, tra delizie sonore e stupori sperimentali.
RISTORANTE - WINE BAR VEN 6 FEB Ghost Way Duo (pop ‘80) VEN 13 FEB Misty Monkeys (Rock & Blues) VEN 20 FEB Crime (Trib. Metallica) VEN 27 FEB 4th Dimension + Marco Angelo (Power Metal) SAB 28 FEB Still Horse (Trib. Bon Jovi) Tutti i Mercoledi’ sera “Gnoccolada”! Assaggi di gnocchi a Euro 15 (Menu’ Fisso) V i a d e l l I n d u s t r i a 1 8 P i o v e n e R o c c h e t t e P r e n o t a z i o n i 0 4 4 5 . 6 5 0 0 0 5 C h i u s o l a D o m e n i c a
Programma Live Febbraio 09
GIO 5 - Zero1 (rock) SAB 7 - MAYA MOUNTAINS + Autrage (stoner/rock) GIO 12 - BLINde Selen (hard rock) SAB 14 - ROLLING PAPERS BAND (funky) GIO 19 - Painkiller (punkrock) Sab 21 - the legendary kidcombo gio 26 - antenna trash (electropunk) sab 28 - demons (punkrock)
Contra barche - VI
nuovo
ASTRA Bar
UNICO CLUB ITALIANO DI UKULELE
Domenica Aperto dalle ore 16.59
Venerdi 06 D.J. Conf (House music) HOUSE DEPARTMENT www.myspace.com/djconf Sabato 07 D.J. Omar R. (Deep house) www.myspace.com/rdjomar Venerdì 13 D.J. Omar R. (Deep house)
uo arco Merc Ven 6 - M ssarre & Rossato D a ld a t B (OMB) Sab 7 ion Dj Se Acustiche und & Vis e o c S c a in 3 1 V Ven tina+Le ck) Jack Can heBestRo (T t e jS Dom 15 D ck - Alex Ro ) jSet Ven 20 eons (Live gae Acustico) + D g i P 2 1 S2 (Reg Nesta king Ven 27 - vernicoli (Live) I Ta Sab 28 -
Sabato 14 D.J. Conf (House music) Happy Birthday YUPPIE Venerdì 20 D.J. Conf (House music) Sabato 21 D.J. Omar R. (Deep house) Venerdì 27 D.J. Conf (House music) Sabato 28 D.J. Bruno 19/71 (Tech house)
STATO DI FESTINA PERMANENTE
MUSIC
a cura di A. Battista
EXCLUSIVE
MEET THE SKATALIES
The Skatalites (Copyright: Anna Battista)
S&V: Che effetto vi fa salire sul palco dopo tutti questi anni? Sk: È sempre emozionante come la prima volta. Gli anni sono passati, ma la band non si è mai stancata di produrre musica. In un certo senso nulla è cambiato per noi dal 1964, se
non una cosa: abbiamo ora un pubblico più vasto. Ci sono molti più giovani tra i nostri fan e abbiamo ammiratori un po' in tutto il mondo, dall'Europa agli Stati Uniti, dalla Russia al Giappone. S&V: Uno dei primi cambiamenti nella musica
giamaicana c'è stato grazie a l l ' i n t ro d u z i o n e d e l l e percussioni burru, ma è stato con gli Skatalites che la musica in Giamaica ha subito un'ulteriore trasformazione, è vero? Sk: Sì, dal momento che siamo stati I primi a dar vita a un nuovo genere musicale, lo ska. Abbiamo preso la melodia dal calypso e l'abbiamo modulata sui nostri ritmi per dar vita a questo nuovo genere. Molte altre band affermano al giorno d'oggi di aver lanciato lo ska, ma non è vero. Sono stati i primi componenti della band, Roland Alphonso, Lord Tanamo, Lester Sterling e Lloyd Brevett, a dar vita allo ska nel 1957-58, lo ska è nato con noi. La prima session di ska della nostra band è stata registrata nel 1959. S&V: Cosa rappresenta lo ska per la vostra band e per la Giamaica?
S k : L o s k a è l a vo c e dell'indipendenza giamaicana e la nostra band è un simbolo dell'indipendenza del nostro paese. S&V: Tra gli album degli Skatalites ce n'è uno registrato nel 1975 presso lo Studio One e mixato da King Tubby, il re del dub, cosa ricordate di lui? Sk: Alcuni dei componenti originali degli Skatalites erano musicisti dello Studio One, quindi conoscevano bene King Tubby. Era un uomo molto gentile e disponibile, sempre pronto ad aiutare i musicisti. S&V: Alcuni dicono che la parola “ska” viene dal termine "skavoovie", è vero? Sk: No, 'skavoovie' s i g n i fi c a e s s e n z i a l m e n t e 'bassista'. La parola 'ska' viene dal suono prodotto dal ritmo upbeat della chitarra, che produce una sequenza simile a uno 'ta-ta-ta-ta-sk-ska-ska'.
MUSIC
a cura di Ilaria Rebecchi
UNIVERSAL EXPERIENCE
MUSIC
a cura di Dj Dax
OLTRE I CONFINI DEL DJ SET E CLUB NIGHT
TIME TO DJ
JAZZ NOT DEAD Quinta scoppiettante edizione del festival di musica elettronica Jazz Not Dead, che animerà le serate vicentine con il mix esplosivo di djset d'avanguardia e performance elettroniche di alcuni dei nomi più importanti della scena contemporanea. A partire dal 3 Febbraio, fino a fine Marzo, ogni martedì presso il Bar Sartea, si svilupperà l'edizione 2009 che ha nel titolo stesso, Universal Experience, tutta la mondanità sonora più accattivante, e che porterà un po' di Berlino, Londra, New York e Tokyo a Vicenza. Da Daniele Baldelli noto dj che ha ispirato centinaia di artisti in Italia e all'estero, poi Secondo, ovvero Radovan Scasascia, from London, celebre per i progetti AM/PM e per la partecipazione a DE9 Transitions di Richie Hawtin, e Nick Curly, fondatore delle modaiole etichette 8Bit e Cécille Records, che ha rifocillato la scena house mondiale, e, a fine Febbraio Prosumer, con il purismo house del miglior after-hour berlinese. Il mese di Marzo si aprirà con l'eccellente performance dell'assai noto Leo Mas, noto per i dj–set all'Amnesia di Ibiza che
hanno portato alla nascita il fenomeno house. Una settimana dopo sarà la volta di Sevensol & Bender da Leipzig, e ancora la regina della Club Culture berlinese Tama Sumo, dal carismatico sound raffinato, poi Move D, pseudonimo di Dave Moufang, tra gli artisti più hot della scena europea, per finire in bellezza con Daniel Wang, tra i più rinomati artisti del momento a sublimare l'atmosfera sfavillante di questo prestigioso fe s t iva l m a d e i n I t a ly. Organizzato dal noto dj e giornalista vicentino Dax Dj, che aprirà tutte le serate in cartellone, Jazz Not Dead vivrà parallelamente nella mostra fotografica delle opere di Enrico Rizzato che nella scorsa edizione ha ritratto tutti gli artisti partecipanti. A completare il pacchetto, una sigla (ascoltabile sul myspace del Bar Sartea), curata appositamente da Alessio Mari8 (“Fell It”), e dulcis in fundo, durante tutte le serate, le performance dj-set saranno accompagnate da moderni “Visual” di Fux proiettati dentro e fuori il locale.
Scusate il primo numero di Gennaio è arrivato all'improvviso e non ho avuto tempo di confezionare l'articolo per S&V. Rimedio subito questo mese ricco, come ormai saprete, di importanti appuntamenti per tutti gli amanti della musica elettronica, house.. un grande impegno e grande emozione: JND Festival 2009. In queste settimane sono bombardato di richieste di DJs/Band che vogliono a tutti i costi sottopormi il loro sound, le loro produzioni (per favore inviatele tramite SoundCloud): a volte è difficile dare giudizi; sapete al giorno d'oggi chiunque si professa produttore e mettidischi.. ahimè l'originalità e la qualità scarseggia! Per quanto riguarda le produzioni musicali questo mese è andato di scena il NAMM: super fiera Californiana per gli appassionati di musica sia analogica, che digitale. Tra le novità per producer e dj smanettoni: il nuovo Ableton Live 8, che si arrichisce di diavolerie e miglioramenti vari.. Le nuove "devices" l'Akai APC40 (Ableton Performance Controller) e dalla Native-Instruments la Maschine, una interessantissima macchinad ru m m a c h i n e, gro oveb ox , campionatore completamente interfacciabile con il computer.. Insomma c'è voglia di "manualità",
qualcosa che si discosti dall'uso del mouse e del banale "click"! Un sacco di interfacce, strumentazioni.. ma la musica elettronica continua ad essere in crisi colpa dell'impoverimento economico e culturale della gente! E' di queste ore la chiusura della storica Label di Rotterdam "Clone" importantissima per la scena elettronica indipendente ed i circuiti underground. Eccovi, da leggere tutto d'un fiato, il comunicato stampa! "At this moment we don't understand the popularity of many artists and releases....or... actually we do! We do, to a certain level, because we've tried many things when we just started our journey into music when we were teenagers and when we started the label +/- 15 years ago! By now we do understand the tricks and formulas of dance music and the different users. However using these tricks and formulas just to ensure maximum effect would be betrayal to our own musical ethics because our goal with Clone records is to entertain ourself with the music we release (and to be clear... with the music...and not the side effects)." Ecco queste parole son davvero di effetto, ma la speranza non è l'ultima a morire! Vi annuncio che parecchi colleghi e djs che fino a poco tempo fa erano totalmente "passati" al digitale, cioè all'acquisto o scaricamento di mp3, ora son ritornati al VINILE! Eh sì il caro disco 12 pollici non tramonterà mai. Finchè c'è passione, la musica underground vivrà ancora a lungo! .. E chi non compra i dischi è uno sfigato, lasciatemelo dire! Per info e ap p ro fo n d i m e n t i : w w w. my s p e c e. c o m / d a x d j o www.family-house.net.
VINTAGE
a cura di Sir Taylor
BADROOM REVOLUTION THE SPECIALS “MORE SPECIALS" UK LP 2TONE records CHR TT5003
Sapete,trovo molto strano che nella WORLD CRITICS LIST 77/87 (...non che sia parola divina!) sia assente un album come quello di cui mi accingo a raccontare alcune curiosità . Sarà un fatto, ma da estremo estimatore dei Beatles trovo comunque assurdo mettere in un elenco siffatto ben quattro album dei baronetti e non trovare posto per un disco veramente importante come il secondo lp dei ragazzi di Coventry, di cui vi premetto sono fanatico ammiratore. Tra marzo ed aprile di quest'anno ci sarà peraltro la sospirata ed attesissima reunion della formazione originale, e forse anche un nuovo album in studio! Comunque l'importanza e il valore della band di Jerry Dammers nell'ambito della musica della fine 70 non è stato mai abbastanza evidenziato pienamente per cui, fiato alle trombe..... Partiamo dal fatto che Dammers oltre al merito di aver formato una band notevole, creato appositamente uno stile-
suono o genere musicale è riuscito nell'arco di pochi anni e con molto duro lavoro a creare una label la cui immagine è divenuta famosa quanto e più della musica stessa. Il logo di Walt Jabasco in giacca bianco e nera è diventato sinonimo di musica ska e trasformato in una potente icona fi n i t a i n u n a m a re a d i merchandise spesso illegale (pins, t-shirts, posters etc) . La bustacopertina della 2tone è considerata tra le più memorabili ed interessanti assieme ai lavori di Jamie Reid (copertine/posters promo dei Sex Pistols) o la copertina di Sgt Peppers'l.H.C.B. La label di Dammers inoltre mise sotto contratto una buona quantità di gruppi divenuti altrettanto o più famosi degli Specials stessi (vedi Madness, Selecter, The Beat poi divenuti Fine Young Cannibals ) e fino alla fine del 1980 solo due singoli non riuscirono ad entrare la top ten dei dischi più venduti! Sicuramente il loro primo disco "The Specials" è fantastico - vi piaccia o no il lavoro di produzione di Elvis Costellocon la rivisitazionerivitalizzazione del genere bluebeat e ska (ovvero una rivisitazione tropicale del soul funk americano dei primi 60s originatasi in Giamaica) che diventa una miscela esplosiva di punk, rock, soul dai testi taglienti e spinto dal potente basso di Sir Horace Gentleman e dalle
esplosive piroette ritmiche di John Bradburry. Così dopo due anni di tour in cui la band suona sostanzialmente la stessa sequenza di brani diventa necessario creare dei nuovi brani che permettano di restare il suono hype del momento! Gli Horizon studios ospitano le nuove sessions che saranno prodotte da J. Dammers stesso e Dave Jordon e vedranno una serie di illustri ospiti come L.Thompson- sax dei Madness-Le Gogos al completo, Rhoda Dakar dalle Bodysnatchers. Al cambio di stile musicale ci pensa mr. Dammers stesso che nel frattempo ha sviluppato un amore per l'easy listening, le colonne sonore la musica exotica e quello che sarà chiamato di lì a poco acid jazz. brani come "I Can't Stand It" o "Pearl's Joe Café'" sono un grosso passo avanti rispetto il suono riginario della band che girava intorno allo ska-reggae roots, per poi finire a Holiday Fortnite probabilmente il brano meno Specials che abbiano mai registrato (storia di una vacanza tropicale in un aereo che finisce malino....). In More Specials trova spazio la rivisitazione di un classico del northern soul quale "Sock tTo 'Em J.B. “All'epoca le recensioni furono concordi con esternazioni di stima ; la risposta dei fans a livello mondiale fu meno concorde facendo tuttavia entrare il lp al numero 5 degli album più venduti per 13 settimane!! Comunque la pensiate fà riflettere che un brano di questo ellepi Hey Little Rich Girl è stato recentemente incluso nel secondo lavoro di Amy Whinehouse, giusto per ribadire la modernità della musica dopo quasi venti anni! Il materiale
prodotto per realizzare More Specials si rivelò più abbondante del necessario e fu così deciso di allegare alle prime 100.000 copie del disco un singolo ed un poster con uno scatto differente della copertina; oggi una copia stampa inglese, mint completa di poster e singolo puo' arrivare alle 25 gbp. Interessante notare che il disco fu stampato in molti paesi con varianti fotografiche importanti e quindi collezionabili! Sicuramente l'edizione italiana Ancora Specials è interessante così come la stampa spagnola Mas Specials e quella francese (forse la più rara) Special Plus. In America oltre allo scatto fotografico della copertina (non c'è Rohoda Dakar ) fu cambiato il track listing per includere il singolo di successo Rat Race uscito fra i due album. Sorvolo sui differenti design della label che talora includeva il logo della Chrisalys casa distributrice della 2Tone al tempo, o addirittura escludeva il logo di W.Jabasco/2tone per dare ampio spazio alla farfalla del logo chrysalis(varianti blue/bianco/nero o verde/rosso). Nel 2002 è uscito il cd rimasterizzato (edizione con cop uk per tutto il mondo )che include anche 2 video clip del tempo : Ghost Town e Rat Race, direi da avere visto che si trova per pochi
THE BEST OF THE SPECIALS
euro. Sicuramente molto collezionabili sono i singoli tratti da qs album con varianti grafiche e di b side importanti. Stereotypes (capolavoro dedicato all'alcolismo giovanile) e Do Nothing, entrambi in versione notevolmente remixata -con aggiunta di tastiere o edit di linee ritmiche- furono i brani scelti come singolo per spingere l'album. In europa hanno avuto una abbondante variazione grafica di copertina e di versioni scelte ( ad es. in Italia il 45 Do Nothing presenta la stessa versione del lp e la bside è White Man ATC&A anchesso dal lp in sostituzione della cover di Dylan, Maggie's Farm!!!! super assurdo ma super collezionabile). Segnalo anche il 45 promo giapponese con copertina pazzesca di Hey Little Rich Girl scelta pressochè unica-e di Rat Race. Oggi questi singoli arrivano facilmente alle 80 sterline e sono raramente offerti in vendita. Il top spetta al 45 francese "Sock It To'Em J.B." ricercatissimo dai fans e dj mod (mai visto in vendita, quotato probabilmente 120-150 sterline). Come al solito vi invito a scrivermi visitando il mio sito sirtaylor.com per chiarimenti o altro (rispondo in tempi secolari, ma rispondo) o ci si vede nei miei saltuari ed erranti djsts. Nel frattempo auguro a tutti un buon ascolto.....
Ci si dovesse limitare al CD e alla selezione dei brani, quest’opera sarebbe inevitabilmente da considerare come l’ennesimo greatest hits riguardante gli Specials. Certo, finalmente qualcosa di davvero ufficiale e completo: un disco solo ripercorrente tutti e otto gli anni della storia del seminale gruppo inglese, anche quelli successivi alla diaspora (e la presenza di Nelson Mandela e Racist Friend sono lì a testimoniarlo). Però, insomma, dovessimo fermarci a questo: ecco un ulteriore tentativo di tributo da parte della casa discografica, questa volta cavalcante l’onda della prossima reunion. Ma attenti a non liquidare il titolo troppo facilmente, perché perdereste il piccolo capolavoro intenzionato a rappresentare l’altra metà del cielo. Come scorrere quasi un decennio di storia musicale e dello “stile” inglese nel giro di poco meno di un’ora. Sedici video dalle ventenni origini sino alla trentenne conclusione del viaggio. Dalle scacchiere 2 tone degli esordi di fine ’70 (Gangster, A Message To You Rudy), al modus vivendi tipicamente anni ’80 del periodo con Jerry Dammers padre padrone della formazione. Un DVD, diviso tra tracce video e su pellicola, che sottolinea l’evoluzione (o involuzione) della carriera degli Specials. Le prime, attraverso la rimasterizzazione in digitale dei video dei brani e di registrazioni dal vivo, che ripercorrono il periodo iniziale della storia del gruppo, culminante con Ghost Town; mentre, le seconde, facenti luce sugli anni del secondo corso, successivo alla separazione dell’81, proposto su pellicola come apparve nei televisori dei primi anni ’80.
NIGHT
LIVE MUSIC
BIRRE SCELTE
WINE BAR
DJ SET
COCKTAIL BAR
FOOD
SELECTED S&V
CLUBBING
I MIGLIORI LOCALI PROPOSTI DALLO STAFF DI SOUND AND VISION I locali che trovate in questa sezione sono stati scelti e selezionati grazie ad una attenta valutazione che considera: ambiente, programmazione proposta e originalità. Tutti i locali sono stati selezionati e visitati dal nostro staff. Vi invitiamo quindi a frequentarli e fare di questi i vostri locali preferiti.
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BAR ASTRA
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SABOTAGE
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Contrà Barche Vicenza
C.so San Felice 362 Vicenza - www.sartea.it
Viale dell’Industria 12 (VI) www.sabotagebar.eu
P.zza dei Signori (VI) myspace.com/borsacaffe
Stanchi degli innumerevoli baraperitivo, dei localini minimal, dei Jazzclub, della "birra a fiumi e bella gente", della musica a 360° e dei Discobar che affollano le notte della provincia? Allora il Sabotage è il vostro rifugio: Band e DJ Set R'n'R, Garage, Heavy Metal, Stoner, HardCore, HardRock e molto altro rumore a volume sostenuto: “Sabotage it's Louder than Loud!”
Incastonato all'interno della Basilica Palladiana nel cuore del salotto vicentino tra antico e moderno, il Borsa caffè, in una nuova veste propone arte, musica, un ottima selezione di vini accompagnati da cicchetti e tartine, splendidi piatti freddi, formaggi e innovative insalate. Alla s e ra fa n t a s i o s i c o ck t a i l s movimentati da atmosfere musicali dal vivo e selezioni di mix elettronici dei nostri Countermove resident DJ's. Chiuso Mercoledì
Il centro di Vicenza, al centro del mondo, nel centro della musica! “Nuovo Bar Astra” powered by his eclectic owner Mopi and his amazing staff. Music every day, music every night ,,, music inside. Taste us and you never forget us! Peace & Love!Da non perdere i mitici concerti e dj set aperitivo. Chiuso Domenica
Locale storico di Vicenza che da anni allieta e propone importanti novità. JND Festival Electronic Music, che ha portato il Sartea a livelli internazionali grazie ad una selezione ricercata di djs di ottimo livello provenienti dai Clubs di Berlino, New York e Londra. Ambiente liberty, affascinante e ricercato che risalta la qualità del servizio. Chiuso Lunedì
LIVE MUSIC
BIRRE SCELTE
WINE BAR
DJ SET
COCKTAIL BAR
FOOD
SELECTED S&V
OSTERIA DEL TEMPO PERSO
WINE ENOTECA
YOURBAN
RISIGO
Via Paolo Lioy 36 (VI) Tel. 340.2113919
Via Garibaldi - Lonigo (VI)
Via 51° Stormo - Thiene (VI) Tel. 0445.374482
Via dell’Industria - Piovene(VI) Tel. 0445.650005
ARCI
L'Osteria del Tempo Perso unisce l'esigenza del pranzo veloce con quella di una cena tranquilla a base di bruschette e piatti locali. Ogni giovedì si serve Trippe alla Veneta ed ogni Venerdi “Baccalà alla Vicentina” ad un prezzo fisso molto conveniente. La Carta Vini è ricca e prevede tutte etichette di prestigio: cicchetti e spuncioti vengono creati al momenti in abbinamento al vino scelto e secondo l'estro dell'oste. Disponibile per feste di laurea e feste a tema. Chiuso la Domenica.
Wine Enoteca quest’anno si fa in due! La parte “vecchia” è rimasta per gli amanti della degustazione vini e degli assaggi di formaggi francesi e delle ottime cruditè di pesce. La seconda e nuovissima sala è per gli amanti dai cocktails e della ottima musica proposta ogni ven, sab e dom da selezionati djs. Lo spazio esterno ricavato nella galleria vi sorprenderà! La qualità dai vini non si discute: sono cento le etichette in mescita. Passate una serata al Wine! Diventerà il vostro locale per sempre!
Yourban Music Club è la vera nuova proposta in provincia. Uno spazio polifunzionale che ospitarà una ampia programmazione con DjSet e Live. Ma non solo: all’interno 4 sale prova insonorizzate ed attrezzate a disposizione dei gruppi, un bar sempre attivo e ampio spazio ad ogni forma di espressione artistica. Per tutti noi fuori da ogni schema ma dentro la YOURBAN Culture. www.yourban.org Aperto Venerdì e Sabato
Risigo..Locale ricercato, curato in ogni particolare vi offre una pausa pranzo con menù a prezzo fisso in un ambiente rilassante. Vi propone serate tranquille accompagnate da una cucina tradizionale stagionale. Alla sera, nell’atmosfera giusta, potrete cenare abbinando ai piatti scelti ottimi vini o con ottime birre in bottiglia. Chiuso Domenica
SHINDY CLUB
WHY NOT?
CONTRA’ GRANDA
MONTE CROCETTA
Via S. Giorgio - Bassano (VI) Tel. 0424.500.000
Via Roma - Bassano (VI)
Via Barbieri 25 - Bassano (VI) Info 347.7597201
Loc. Monte Crocetta Bassano (VI) - Tel. 0424.502017
Lo Shindy Club da trent’anni è la discoteca dei bassanesi doc, informale ed “alternativa” offre serate di vario genere: il venerdì concerti live, il Sabato rock puro al primo piano, e musica elettronica nell’ Electric Ballroom. Avete presente la pubblicità “cosa sarebbe il mondo senza la Nutella?” Decisamente si abbina a “cosa sarebbe Bassano senza lo Shindy!”. Enjoy! . Aperto Venerdì e Sabato
Chi non rimane ipnotizzato dal brillìo di un cocktail appena versato in un bicchiere? Prima o dopo cena e anche durante i pomeriggi più lunghi e noiosi il Why Not Cafè è un"porto franco" per la gioventù bassanese. Questo lounge bar, rosso come un Negroni e dorato come uno Stinger, può aggiungere brio alla tua serata grazie anche a un ricco dj-set. Chiuso Lunedì
Alla mattina ottime colazioni a base di spremute e centrifughe di frutta fresca, a mezzogiorno e sera a far compagnia agli aperitivi : gustosi tramezzini, stuzzichini e bruschette. Speciale il Venerdì e Sabato con ricercati cocktails e sangria accompagnati dalla selezione musicali dei djs. Disponibile per feste private. Chiuso Lunedì
L’Osteria Moderna Monte Cruz si trova a “20 metri al di sopra dell’energia negativa”. A pochi passi dal centro storico, immersa in un’oasi verde, offre un suggestivo panorama su Bassano d. G.. Una parte del locale è arredata in stile “liberty”, mentre l’altra addobbata con rarissime locandine dei film horror degli anni ‘50. Da maggio a settembre con le mod session dj set. “Un villaggio senza musica, è un villaggio morto”. Chiuso Lunedì
LIVE MUSIC
BIRRE SCELTE
WINE BAR
DJ SET
COCKTAIL BAR
FOOD
SELECTED S&V
JACK THE RIPPER
LA LOGGIA
ZWEIBAR
PUNKY REGGAE PUB
Via Nuova 9 - Roncà - Verona Tel 045.9971260
Corso Guà - Cologna Veneta Verona - Tel. 0442 410 41
Via Ponte Pagnano - Asolo Treviso - Tel 0423.952761
Via Barbarigo 15 Liedolo di S. Zenone
Un vero tempio del Rock! Un punto d'incontro obbligatorio per la buona musica.Da qui sono passate le migliori band underground del pianeta e se Elvis fosse ancora vivo dopo Las Vegas avrebbe scelto questo posto per esibirsi.Il Jack The Ripper è alternativo,fuori dal mucchio, inossidabile, una garanzia di qualità e continuità. Rochenròl !! www.jacktheripper.it
Situato nel centro storico di Cologna Veneta Il Loggia cafè è un perfetto punto di partenza per la vostra serata. Tutti i week-end con i migliori D.j. set. Chiuso il Lunedì
Z we i b a r I s t Wu n d e r b a r ! Ristorante non convenzionale con menù che cambia spesso e accompagnato da ottimi vini. Cocktail fatti a regola d' arte e snack diversi dai soliti, in più...... la Nostra Musica (vedi Rock Cafe). Per l' Aperitivo.... dal cicchetto, all' affettato al coltello, fino al pesce crudo. Ai piedi di Asolo e fornito di comodo parcheggio Zweibar è aperto dal Mercoledi alla Domenica dalle 17.30 all3 2.00. Prenotazioni allo 0423/952761.
Juke boxe: va in continuazione. Pizza: ma dove la trovi fino alle 2?! Sala fumatori: panoramica e arieggiata..Giochi da tavolo: tanti per chi ha le gambe “stracche”. Allegria: non si capisce se è di più questa o la birra! Staff: vedi nell'enciclopedia….e cani sciolti a 4 e 2 zampe. Se pensi che qualcosamanchi: vieni e vedi che ti s b ag l i ! ! Te l 0 4 2 3 . 9 6 9 6 2 5 www.punkyreggaepub.com Chiuso il Lunedì
ROCK CAFE’
CACAO AMERICAN BAR
NEW AGE
RICKY’S PUB
St dei Colli 2 Castelcucco (TV) www.rokkaffe.com
Via Roma 7/A - Crespano d. G. Treviso - Tel 0423.538332
Via Tintoretto 14 - Roncade (TV) Info www.newageclub.it
Via Commerciale 12 Villa d. Conte-Abbazia Pisani (PD)
Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che (scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più. Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo posto. Aperto dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00 Info 3496027294 - 3477377937 Chiuso il Lunedì
Locale storico reinventato dalla nuova gestione mantiene le caratteristiche che l'hanno reso famoso ; proponendo serate dalle sonorità ricercate contornate da un' atmosfera alternativa. Per tutte le info contattateci su www.myspace.com/cacao7
New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nordorientale della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante stagione di live allo stato puro!
Hot spot per chi ama la musica live di qualità grazie ad una crew e ad un programma bilanciato,si conferma uno dei locali più gettonati. Il meglio delle rock cover b a n d , d e l l ' a l t e r n at i vo e d indipendente, i tributi più leggendari. Dal grunge al postrock, dall'acustico al metal, dall'indie alla new wave! OPENPARTY con i migliori djs in campo rock, crossover, indie, electro! Se cercate un'alternativa al solito music pub con karaoke e cotillons, l'avete trovata. Info: myspace.com/rickyspub
Chiuso il Lunedì
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FEBBRAIO 2009 Ven 6
Mar 10
Dom 15
- CONTRA’ GRANDA (Bassano) - King P (crunk - dhall)² - SARTEA (VI) - JND: SECONDO (fm London) ² - CONTRA’ GRANDA (Bassano) - LRST (electro) ² - BAR ASTRA (VI) - Marco Merc Dj Set² - WHY NOT (Bassano) - Kali Dj Set (funk disco 80)² - WINE (Lonigo) - Remember 80/90 Dj Fiore² - SARTEA (VI) - DIODATI 4et (Roma)± Mer 11 - SABOTAGE (VI) - Live: Zippo + Brain Washing Machine± - BAR ASTRA (VI) - Live:Jack Cantina (OMB)± - SABOTAGE (VI) - The Review Dj: Ramones² - SABOTAGE (VI) - The Cover up Dj Set by Dj X² - RISIGO (Piovene R.) - Live: Ghost Way Duo (pop 80)± - RICKYS PUB (PD) - Girl From Hell Party (HBDay Paola) ² - RICKYS PUB (PD) - The Warning Live (Hrock 80) ± - WINE (Lonigo) - Remember 70/80/90 Dj Beppe² - ROCKCAFE’ (TV) - Afrobeat Dj Set ² - PUNKYREGGAE (TV) - Live: Slide+Duffy Punk ± - NEW AGE (TV) - Napalm Death± - RICKYS PUB (PD) - The Gonzales live± - LOGGIA CAFE’ (VR) - Dj Conf (House Music) ² Gio 12 Mar 17 - FUCINA CONTROVENTO (VE) - Live: Alpha Blondie± - SARTEA (VI) - The Black Atlantic (NL) + K. Janssen (NL)± - SABOTAGE (VI) - The Review Dj: Disturbed² - SARTEA (VI) - JND: NICK CURLY (London/Berlin)² Sab 7 - JACK THE RIPPER (VR) - Live:Blinde Selen (Hard Rock)± - SHINDY (Bassano) - Rock Night: Nirvana DayOff ² - SARTEA (VI) - Klaptonite (Blues Clapton fm VI)± Mer 18 Ven 13 - BAR ASTRA (VI) - Live: Baldassarre & Rossato Duo± - SABOTAGE (VI) - The Review Dj: Antharx² - TOTEM (VI) - Live: The Electric Diorama± - CONTRA’ GRANDA (Bassano) - Frankie (soulful-funk) ² - BAR ASTRA (VI) - Sound & Vision Dj Set² - RICKYS PUB (PD) - Oparty Dj Set by “5” Rain ² - SABOTAGE (VI) - live: Kings of Damnation (pd)± - SABOTAGE (VI) - Live: Antares + Pletipus± - WINE (Lonigo) - Cool House Music Dj Mursia² - YOURBAN (Thiene) - Live: GigaPaluusa± - WINE (Lonigo) - Remember 80/90 Dj Fiore² - RISIGO (Piovene R.) - Live: Misty Monkeys (rock&blues)± Gio 19 - ROCKCAFE’ (TV) - Cyco (DnB & DubStep) Dj Set ² - RICKYS PUB (PD) - Big Guns Live (Skid Row Trib band)± - SABOTAGE (VI) - The Review Dj: BioHazard² - NEW AGE (TV) - Suonica Live± - UNWOUND (PD) - Live: East Rodeo± - RICKYS PUB (PD) - SuperHorrorFuck (Ve) Live ± - RICKYS PUB (PD) - Fear No Beer Live (Acoustic) ± - JACK THE RIPPER (VR) - Live:PainKiller (punk) ± - LA GABBIA MC (PD) - Live: Punkreas ± - ROCKCAFE’ (TV) - Claudio P (reggae Dancehall) ² - CACAO (TV) - Live: Hypnosys ± - JACK THE RIPPER (VR) - Maya Mountains+Autrage± - NEW AGE (TV) - Eric Singer Project ± - LOGGIA CAFE’ (VR) - Dj Omar R. (Deep House) ² - LOGGIA CAFE’ (VR) - Dj Omar R. (Deep House) ²Ven 20 - DEPOSITO GIORDANI (PN) - Live: Skiantos± - SHINDY (Bassano) - I Love Minimal (House) ² - CONTRA’ GRANDA (Bassano) - Dj Stra (elettronica)² Sab 14 Dom 8 - BAR ASTRA (VI) - Alex Rock Dj Set² SHINDY (Bassano) We Are Revo+Cadillac Fun Drivers± - WHY NOT (Bassano) - Butch Dj Set (electro funk)² - SABOTAGE (VI) - Vulgar Power (Vi)± - SARTEA (VI) - Di Maestro Dj Set² - SABOTAGE (VI) - Live: The Sexstress (Garage)± - SARTEA (VI) - Morris & The Magicals Live ± BAR ASTRA (VI) Concerto Aperitivo a sorpresa± - WINE (Lonigo) - One Shot 70/80/90 Dj Ricky² - TOTEM (VI) - Live: Dufresne+Kid On Moon+ Cruel Boxes± - SABOTAGE (VI) - Live: Grand Sound Heros (TV)± - PUNKYREGGAE (TV) - Live: Secret Agent Man + Svetlanas± - WINE (Lonigo) - Remember 80/90 Dj Fiore² TOTEM (VI) Live: Dave Muldoon (indie USA)± - RICKYS PUB (PD) - Combat Clash (Clash Trib. Band)± - WINE (Lonigo) - Cool House Music Dj Mursia²- RISIGO (Piovene R.) - Live: Crime (Metallica Trib.)± - RICKYS PUB (PD) - Mr. Brownestone (GnRoses Trib)± - YOURBAN (Thiene) - Aut Party 2± ² - RICKYS PUB (PD) - StarFucker Live (rnr)± - ROCKCAFE’ (TV) - BackToBlack by Djd(Soul Funk) ² - LA GABBIA MC (PD) - Live: Hormonauts ± - CACAO (TV) - Live: Grass Factory ± - NEW AGE (TV) - OJM 6 EEViac Rock Show± - ROCKCAFE’ (TV) - Excuse me (indie nudisco) ² - LOGGIA CAFE’ (VR) - Dj Conf (House Music) ² - NEW AGE (TV) - Suonica Live± - ZION ROCK CLUB (TV) - Live: Caparezza± - JACK THE RIPPER (VR) - Live: Rolling Papers Band± - LOGGIA CAFE’ (VR) - Dj Conf (House Music) ² - DEPOSITO GIORDANI (PN) - Live: Bandabardò±
FEBBRAIO 2009 Sab 21
Gio 26
- SHINDY (Bassano) - Carnevale: Dress Yourself² - SARTEA (VI) - Immanuel (Indie Swe)+Zoysie (Vi) ± - CONTRA’ GRANDA (Bassano) - King P (crunk-dhall)² - SABOTAGE (VI) - The Review Dj: Wednesday13² - BAR ASTRA (VI) - Live : Pigeons± - NEW AGE (TV) - Iron Maiden Tribute Conv.± - SARTEA (VI) - Back To Black DjSet ² - JACK THE RIPPER (VR) - Antenna Trash (electropunk)± - TOTEM (VI) - Live: Suinage (poprock)± - WINE (Lonigo) - “Prohibition” Djs Lodomes & Andy² - SABOTAGE (VI) - Live: Colour Haze (DE)+ Underdogs(VE)± Ven 27 - YOURBAN (Thiene) - The New Dark Night ² - SHINDY (Bassano) - Pink Floyd Overnight ² - ROCKCAFE’ (TV) - FatGroove (electronic) ² - CONTRA’ GRANDA (Bassano) - Dj Esh (electro)² - CACAO (TV) - Carnevale Party ² - SABOTAGE (VI) - Wings Of Love + Ready To Fall ± - NEW AGE (TV) - Orange Live± - WINE (Lonigo) - Remember 80/90 Dj Fiore² - RICKYS PUB (PD) - Live: Knife (Metalcore)± - YOURBAN (Thiene) - Selezioni Prov. Italia Wave± - JACK THE RIPPER (VR) - Live: The Legendary Kid Combo± A MILANO: - RISIGO (Piovene R.) - Live: 4th Dimension+ M. Angelo± - LOGGIA CAFE’ (VR) - Dj Omar R. (Deep House) ² - RICKYS PUB (PD) - Live: SnowBlind (B. Sabbath Trib) ± Oasis - 2 Feb - Dutch Forum - DEPOSITO GIORDANI (PN) - Festival Electro House²- LA GABBIA MC (PD) - Live: Linea 77 ± Garbo - 3 Feb - Magnolia Kaiser Chief - 5 Feb - Alcatraz - ROCKCAFE’ (TV) - Excuse Me (indie nudisco)² Mogway - 10 Feb - Rolling Stone CACAO (TV) Live: Trutz ± Dom 22 - NEW AGE (TV) - Indiependance: Bugget Out± Emiliana Torrini - 12 Feb - Magazzini Generali - WHY NOT (Bassano) - ESH Dj Set (electro)² - LOGGIA CAFE’ (VR) - Dj Conf (House Music) ² A TORINO: - SABOTAGE (VI) - Live: Fantomatici (VI)± - SARTEA (VI) - Rossa jazz 4et (VI) ± Twisted Wheel - 7 Feb - Spazio 221 Bandabardò - 7 Feb - Hiroshima Mon Amour - WINE (Lonigo) - One Shot 70/80/90 Dj Ricky² Sab 28 Hormonauts - 13 Feb - Hiroshima Mon Amour - PUNKYREGGAE (TV) - Live: Why Not Loser+ Scacciapensieri± - SHINDY (Bassano) - Poison Deluxe + The Twinkless ± Party Shank - 21 feb - Spazio 221 - UNWOUND (PD) - Live: Yuppie Flu± - BAR ASTRA (VI) - I Tavernicoli Live± Frankie Hi Nrg - 27 Feb - Hiroshima Mon Amour Wire - 27 Feb - Spazio 221 - SARTEA (VI) - Cyco + Live ² ± LUN 23 - NEW AGE (TV) - Soulfly + Incite± - TOTEM (VI) - Live: Amia Venera Landscape (metalcore TV)± A BOLOGNA: - SABOTAGE (VI) - Live: Rumatera (Ve) ± Oxford Collapse - 5 Feb - Locomotive Mar 24 - WINE (Lonigo) - House Passion Dj Ricky² Mogway - 9 Feb - Estragon - YOURBAN (Thiene) - B Special Night² - SARTEA (VI) - JND: PROSUMER (Berlin) ² The Damned - 13 Feb - Estragon - YOURBAN (Thiene) - Kris Roe fm The Ataris ± - RISIGO (Piovene R.) - Live: Still Horse(BonJovi trib.)± On Mars - 14 Feb - Locomotive - RICKYS PUB (PD) - Live: B.B.K. (Korn Trib Band)± IlMouse - ROCKCAFE’ (TV) - Dj Yani (retroscopia) ² Genio - 14 Feb - Covo - PUNKYREGGAE (TV) - Carneval with Dj RobyOne²- LA GABBIA MC (PD) - Live: Linea 77 ± Tiromancino 21 Feb - Estragon - RICKYS PUB (PD) - NightSide (gothic metal)± - ROCKCAFE’ (TV) - Alessio Berto (jazzmotel) ² - NEW AGE (TV) - Jeffree Star± - ZION ROCK CLUB (TV) - Live: Maximo Park± A FIRENZE: Mer 25 - JACK THE RIPPER (VR) - Live: Demons (punkrock)±Il Genio - 7 Feb - Flog - SARTEA (VI) - Prl ² - LOGGIA CAFE’ (VR) - Dj Bruno 19/71 (Tech House) ²Pacifico - 12 Feb - Viper Club - SABOTAGE (VI) - The Review Dj: Sepultura² Negrita - 13 Feb - Sashall - RICKYS PUB (PD) - Oparty Dj Set by “Lord Screamin’” etc ± Meg - 14 Feb - Flog Oasis - 24 Feb - Mandela Forum Cristina Donà - 4 Mar - Viper Club
PENSIERI...
di STEFANO ROSSI STEFANO-ROSSI@STEFANO-ROSSI.COM
PERCHE’ SANREMO E’ SANREMO PensieroZero
Dal 17 al 21 febbraio prossimi torna il tormentone di Sanremo, un festival che da qualche anno si è “avvitato” su se stesso
perdendo credibilità e valore come vetrina della musica italiana. Domanda a bruciapelo: chi ha vinto l'edizione dello scorso anno? Poche le novità annunciate – la presenza virtuale di Mina... -, ancor meno temiamo saranno quelle sul palco dell'Ariston, all'insegna del “non restare fermo se puoi restare immobile” o del “formula che NON vince non si cambia”. P re n d i a m o s p u n t o d a un'occasione in parte mancata: Sanremo.59, rassegna – o meglio gara – web che vede una cinquantina di esordienti darsi battaglia dal sito della m a n i fe s t a z i o n e (www.sanremo.rai.it). Dopo una prima selezione, i cinquanta malcapitati sono stati messi in
un'anonima pagina, ciascuno con un video registrato in quattro e quattr'otto che i navigatori possono vedere e poi votare. Via sms. VIA SMS? Certo, al modico costo di 0,75 euro a voto. Prima occasione persa per i musicisti e per il pubblico, vinta da chi organizza che con questo ricaverà un tot di soldini... Fatto sta che non si sa quanti siano i voti (e quindi gli eurini...), ma non si sa neanche a che punto sia la competizione, anche se la classifica viene aggiornata – dicono – in tempo reale. E poi, perché una persona dovrebbe pagare per votare? Casomai dovrebbe essere il contrario... Inoltre, ci sembra una sorta di “guerra tra poveri”. Molti immagineranno tanti giovani artisti alla ricerca di un posto al sole, ingenui esordienti con tanta passione e poca speranza.
Pochi sono così, gran parte di loro ha alle spalle agenti, produttori ed etichette che lavorano per sfruttare al massimo quel minimo di visibilità che una rassegna del genere può portare. Nel gruppo ci sono anche alcune realtà vicentine. I PensieroZero, di Montecchio Maggiore; ma anche i Monrau (per quanto di Padova) hanno un chitarrista, Nicola Tamiozzo, e un autoreproduttore, Federico Pelle, vicentini, così come la cantante Chiara Schiavinotto, in arte di Nico, ha alle spalle un vicentino, il compositore e musicista Michele Vezzaro. Concludiamo con una chicca. Aprendo il sito di Sanremo, appare in alto un bel banner pubblicitario di una (poco) nota marca di caffè. Con i complimenti firmati Pippo Baudo. Un caso?
Dom 01 ESH (electro music) Dom 08 Butch (electro funk) Dom 15 Kali (funk disco from ‘80) Dom 22 Esh (electro music)
Via Roma - Bassano del Grappa (VI) - Chiuso il Lunedì
MUSIC
a cura di Lara Lago
EXCLUSIVE
ENRICO NORDIO X S&V
Quando voi starete leggendo questo articolo, Enrico Nordio o sarà entrato nella rosa dei concorrenti di XFactor più amati dal pubblico e per questo ancora in corsa per la vittoria, o sarà rientrato nella sua Chioggia e sarà ritornato a dirigere il coro gospel “J24” che segue da sei anni, a cantare nei Vge Vocal Project e a far crescere la sua professione di fonico. Ma oggi, a pochi giorni dalla prima puntata dell'XFactor serale, quando Mara Maionchi si è dichiarata colpita dalla sua voce, seconda solo a quella di Mango, quando Morgan non ha avuto remore nel descrivere come il suo canto gli parli direttamente al cuore, quando un arrangiamento swing di “Take on me” degli A-ah, accompagnato da un video del 27enne veneziano che si diverte sulla neve, ha reso il palco di Raidue il suo habitat naturale in un' amalgama perfetta fatta di talento e classe, la seconda probabilità sembra essere alquanto remota. Alla vigilia della sua partenza per gli studi televisivi milanesi, la sera di
dicembre in cui l'abbiamo intervistato nel backstage di un concerto, Enrico era proprio come lo si vede ora sul palco: determinato. A rimanere all'interno del programma il più possibile, a imparare e assorbire da “quel piccolo genio della musica italiana che è Morgan”, a mostrare al pubblico il suo pianeta più umile dei tanti che compongono la sua galassia, a sfruttare al meglio l'intelligenza e la vivacità musicale che lo contraddistinguono. Per non sprecare l'opportunità di una vita. Com'è nata la tua idea di partecipare ad Xfactor? Volevo partecipare già l'anno scorso poi alcuni problemi di gola mi hanno fatto rimandare il tutto a quest'anno. Nel primo provino fatto a Milano ho cantato “I gotta get thru this” di Daniel Bedingfield. Dopo i tre sì dei giudici sono approdato al bootcamp di Marostica, una due giorni con Morgan e Andrea Rodini. La mia scelta di cantare “Rospo” dei Quintorigo ha convinto Morgan a portarmi al secondo giorno. Alle 2.49 di notte ci hanno assegnato i pezzi da cantare l'indomani: il mio sarebbe stato “Take on me” degli A-ah. Da Marostica siamo arrivati agli 8 finalisti. La prova finale è stata nuovamente a Milano: “Thrue the barricade” degli Spandau Ballet mi ha aperto le porte del serale. Morgan come motivazione della sua scelta ha rivelato di essere stato colpito dall'emozione che riesci a trasmettere quando canti, cosa pensi di dover migliorare dal lato dell'interpretazione? Credo sia p ro p ri o l ' e m o z i o n e. E ' u n sentimento che conta tantissimo quando si canta, la gente guarda
cosa una persona trasmette. Io devo imparare a gestirla, a non lasciarmi troppo isolare nell'esecuzione. Cantare per me è liberatorio. Qual è l'aspetto che ti ha colpito maggiormente durante i provini? Di sicuro l'altissimo tasso tecnico che n o n m i a s p e t t avo. M i h a piacevolmente colpito vedere come tutta la gente che è stata selezionata ai provini, tra i ventimila partecipanti, avesse alle spalle un grandissimo bagaglio musicale e sentisse l'esigenza di sperimentare. La produzione poi si è dimostrata molto disponibile. Non ho visto falsità, era come vedere tante formichine da lavoro. All'indomani della partenza, quali sono le tue aspettative per questa esperienza? Quello che vorrei è imparare tutto ciò che ci sarà da imparare. Per me Morgan è un piccolo genio della musica italiana, credo mi farà crescere molto. Una situazione di
forte pressione emotiva come XFactor sarà un bel banco di prova. C'è il pericolo che possano voler stravolgere la mia personalità, in genere io sono molto serio, anche nell'approccio del pezzo. Se mi proporranno di cambiare look e carattere risponderò: proviamo! Il mio fine sarà quello di potermi dire “Sono bravo”. Ma secondo te che cos'è l'XFactor? E' l'amore, la dedizione e il rispetto nei confronti della musica. E' una delle arti più nobili e più popolari e proprio per questo va rispettata. Da anni mi impongo di studiare canto dalle 6 alle 8 ore al giorno. Gli ultimi pronostici prima che inizi la trasmissione? Se vengo cacciato a casa nella prima serata un po' mi arrabbio: mi piacerebbe poter star lì ad imparare il più possibile. Certo, la vittoria di questa seconda edizione italiana mi potrebbe davvero cambiare la vita.
JAZZ
a cura di Luca Sartor
EXCLUSIVE
Una chiaccherata con
NICOLA CONTE Il nuovo disco di Nicola Conte, RITUALS, uscito in Italia per Schema Records è ancora una volta un punto di svolta e un riferimento in ambito nu jazz. Sono trascorsi quattro anni un tempo enorme considerando la velocità con cui si consumano le mode, la musica e altro - dal precedente OTHER DIRECTIONS e ci si trova nuovamente davanti ad un album ben riuscito fin troppo atteso come riprova del valore effettivo del produttore/musicista. Il suo quarto lavoro può sembrare anche troppo perfetto e curato nei minimi dettagli da risultare quasi poco spontaneo. Però chi conosce Nicola conosce la sua certosina pignoleria, la sua profondità e la sincera ricerca della perfezione che lo ha portato a questi eccelsi risultati non a caso o per fortuna, ma a seguito di un grandissimo faticoso impegno che solo la genuina passione fà superare. Nell'album sono inclusi i testi dei brani, cosa ormai rara visto fra l'altro la difficoltà nel trovare dei messaggi interessanti fra le parole di qualche produzione recente, e colpisce la semplicità e la poesia con cui argomenti importanti come l'amore, l'odio, la difficoltà di trovare un senso nel vivere di oggi sono affrontati. Imusicisti ospiti sono di altissimo livello, sopratutto a livello cantanti (Chiara Civello, Jose' James, Kim
Sanders, Philip Weiss, Alice Ricciardi) che fanno scivolare l'intero disco in modo leggero annullando le distanze temporali da capolavori degli anni 60 e70 usciti dalla penna di Horace Silver, H. Hancock o Blue Mitchel. Manca talora l'innovazione e un pizzico di sperimentazione che è comunque compensata dalla sintesi musicale a tutto tondo creata da N. Conte che porta sicuramente ad un risultato di notevole orignalità e ben riconoscibile dalla pletora di imitatori generata negli ultimi anni. A distanza ormai di qualche mese dalla p u b b l i c a z i o n e ( e u ro p e a e giapponese) del disco ho raggiunto telefonicamente Nicola per questa breve intervista. S&V.: Ci puoi dire qualcosa sulla preparazione di RITUALS durata quasi tre anni? E' legata alla necessità di cercare un nuovo stile e nuove idee o... N.C.: In questo ampio lasso di tempo in realtà ho lavorato moltissimo sia dal vivo con la band (ndr il nucleo base degli high five ) che in studio : per produrre remix di altri compositori e per comporre i nuovi brani e cercare le giuste sonorità. Le idee le avevo ben chiare da subito, ma il livello delle collaborazioni molto alto con grossi impegni da parte di tutti i musicisti e ospiti coinvolti, alcuni disaccordi con
la label che poi ha portato al p a s s a g gi o c o n l a universal/verve/impulse hanno forzatamente dilatato i tempi. Personalmente preferisco fare uscire un lavoro quando mi soddifa, non per mere esigenze di mercato o di immagine. Peraltro abbiamo lasciato alla Schema per il prossimo album concordato che sarà una raccolta di remix e originali, una buona quantità di inediti (tra cui una splendida versione di CHARADE di H. Mancini ndr). S&V.: A proposito di collaborazioni, che mi dici di GREG OSBY, come sei arrivato a lui ? N.C.: Con lui ci conosciamo dai tempi del "fez" , alla fine degli anni 80 lui collaborava con M'BASE Collective.Ho aspettato un po' di tempo il che mi ha permesso di maturare la giusta esperienza per chiedere la sua collaborazione! E' stato grandioso, umile e disponibile e mi ha dato una grandissima lezione. Poi come ben sai nel disco c'è Gianluca Petrella, barese come me, con cui ho collaborato più volte in passato e che è considerato ormai il miglior trombonista a livello mondiale e ancora Fabrizio Bosso sicuramente fra i trombettisti più preparati e originali. S&V.: mi hanno molto colpito i cantanti Chiara Civello e José James... N.C.: sì, Chiara Civello è ormai un grossa realtà internazionale del jazz vocale italiano, voce incredibile e pronuncia perfetta p e r fe z i o n at a d a l l a l u n ga permanenza all'estero. J.James mi è stato presentato da Giles Peterson, le sue qualità vocali sono perfettamente evidenziate nei brani che esegue,per uno di questi ha anche composto i testi. S&V: ecco proprio lì volevo portarti : notevole lavoro sulla tecnica di scrittura con citazioni colte... N.C.: diciamo che al momento è il mio interesse maggiore, perfezionare la tecnica discrittura dei testi per arrivare a poter raccontare una storia e suscitare emozioni come hanno fatto Tenco, Gino Paoli, Paolo Conte o addirittura i Radiohead per uscire dal genere: scrivono delle stupende
canzoni di "protesta" ma piene di poesia! S&V: la musica è una materia nobile ma molto soggettiva, pensi che il jazz sia un genere ancora attuale? N.C.: molti lo ritengono un genere difficile ,complicato o noioso ma in realtà è ancora estremamente attuale. Il jazz concede spazi immensi alla creatività e al gusto estetico basato sulla propria sensibilità; John Coltrane non voleva insegnare agli altri sassofonisti come suonare, voleva esprimere sè stesso attraverso la musica al di là del fattore tecnico : era l'uomo, la sua spiritualità, il mondo che lo circondava, la società e le sue contraddizioni. Se la musica diventa solo un fattore di analisi perde il suo significato, infatti senza poesia la musica non puo' andare da nessuna parte : diviene solo uno dei tanti p ro d o t t i s u g l i s c a f fa l i d e l supermercato. Le case discografiche non possono lamentarsi se li dischi non si vendono o se si scaricano da internet. Oggi tutto viene appiattito e uniformato per facilitare il consumo rapido, bisogna fermarsi un attimo e riflettere... S&V: per finire, oltre al musicista e produttore, conosco il N.Conte dj e conoscitore/collezionista, cosa mi dici di questa tua attività complementare? N.C.: negli ultimi tempi ho passato più tempo a s u o n a re e p e r fe z i o n a re l a conoscenza tecnica della chitarra. I djset visto il poco tempo, sono stati selezionati in locali particolari, fondalmentalmente all'estero con l'eccezione del Micca club aRoma. Questo genere musicale comunque coinvolge ancora molta più gente di quanto si possa pensare anche se da noi le cose sono più difficili a causa della gestione dei locali, più che del potenziale pubblico. Per quanto riguarda i remix, ho ancora parecchie richieste, soprattutto per il Giappone, ma chiaramente la mia musica ed la dimensione live con la band hanno la priorità! (Un grazie a Danilo Durante agli uffici della Schema per la grossa collaborazione fornita.)
STYLE
elmetti e maschere da
fondamentali della mostra è la
capi di stilisti internazionali selezionati da Saillard in collaborazione con Maria Luisa Frisa per la parte italiana. “Non è stato difficile selezionare tutto questo materiale, ma abbiamo d ov u t o p re n d e re d e l l e decisioni,” racconta Toscani. “Abbiamo cercato di mettere in mostra solo vestiti da lavoro comperati sul mercato adesso, quindi non c'è niente di retorico, nostalgico o modaiolo tra i capi selezionati. I capi e gli accessori in mostra sono gli stessi che le aziende comprano oggi per i loro operai. Abbiamo inoltre deciso di non esporre uniformi come quelle da guerra, ma di dare importanza solo agli abiti per attività lavorativa e non di rappresentanza.” Uno dei temi
disegnano per una necessità e non per estetica o per paura di non apparire,” Toscani spiega. “In Italia c'è un incidente ogni 7 ore, l'italiano non sembra volersi vestire da lavoro, forse pensa che non sia abbastanza chic. Mi ha colpito la ricerca dei materiali per la sicurezza, lo studio di c o m e l e i n n ova z i o n i t e c n o l o gi c h e i m p i e gat e permettano di operare in condizioni più sicure. Non siamo i soli ad aver forse individuato una connessione tra il workwear e la moda, ma di certo siamo stati i primi a renderci conto di quanto fosse importante re n d e re o m aggi o a c h i veramente disegna per la condizione umana, per l'essere e n o n p e r l ' ap p a r i re. ”
a cura di Anna Battista saldatura, 15.000 immagini sul sicurezza sul lavoro. “Le aziende www.pittiworkwear.it/workwear.swf tema del lavoro, video e ben 70 che producono workwear
LAVORO, SICUREZZA E MODA: OLIVIERO TOSCANI SU “WORKWEAR” Una interessante mostra alla Stazione Leopolda di Firenze esplora il rapporto tra abiti da lavoro e moda.
“È da un po' di anni che volevo fare una mostra su questo tema,” confessa Oliviero Toscani parlando della mostra 'Workwear - Lavoro Moda Seduzione' recentemente organizzata presso la Stazione Leopolda di Firenze. “Come fotografo di moda per decenni ho visto l'influenza del mondo del lavoro su bravi stilisti internazionali come JeanCharles de Castelbajac. Ho avuto l'occasione nel tempo di fotografare veri abiti da lavoro nel corso della mia carriera e di fare servizi e reportage su q u e s t o t e m a . ” L' eve n t o “Workwear”, curato da Toscani in collaborazione con Olivier Saillard, ricercatore del Musée des Arts Decoratifs di Parigi, esplora infatti il legame che esiste tra l'estetica funzionale degli abiti da lavoro (workwear),
progettati per facilitare il movimento del corpo e proteggere i lavoratori, e le creazioni di vari stilisti come Armani, Chanel, Prada, Comme des Garçons, John Galliano e Yohji Yamamoto. Per Toscani la mostra è più di un semplice dialogo tra la moda e l'abbigliamento da lavoro, l'evento vuole infatti aiutare a “ripensare” la moda. “La moda n o n d eve p e rd e rs i i n m a s t u r b a z i o n i e t e ro o omosessuali e in tutti questi compacimenti estetici ed epidermici che non hanno ragione di esistere,” dice Toscani, “gli stilisti devono tornare a disegnare per l'essere umano.”. La mostra raccoglie un'ampia selezione di capi: 300 completi da lavoro, da tute ignifughe a tute spaziali; 2.500 dispositivi di protezione come
VIRTUAL
a cura di Anna Battista
INDIPENDENTI SI NASCE: CHE CAMILLE È STATA UNA MISSIONE QUELLA CHE HA ISPIRATO L'AMERICANA CAMILLE LORIGO A LASCIARE IL SUO PAESE E A TRASFERIRSI NELLE FREDDA GLASGOW PER APRIRE NEL CUORE DELLA CITTÀ UNA BOUTIQUE MOLTO SPECIALE: CAMBIARE LE ABITUDINI DEI COMPRATORI BRITANNICI, FACENDO LORO CONOSCERE GIOVANI STILISTI E DESIGNER INTERNAZIONALI.
Cosa ti ha ispirato ad aprire la boutique Che Camille? Mi sono sempre interessata al mondo della moda, ma non ho mai amato le spietate regole di questa industria. È stata questa la ragione principale per la quale ho scelto di s t u d i a re c o mu n i c a z i o n e all'università invece che moda. Dopo l'università ho viaggiato per mezza Europa e vissuto in varie nazioni, dalla Francia alla Polonia, incontrando giovani creativi che mi hanno ispirato molto. Una volta arrivata in Scozia, ho deciso che
questo era il paese giusto dal quale lanciare la mia sfida all'industria della moda e mi sono rimboccata le maniche, iniziando una nuova vita e una nuova carriera. Quanto è difficile gestire una boutique indipendente nel centro di una città con centinaia di catene di abbigliamento e accessori? L'aspetto più difficile è educare la gente e far capire ai nostri potenziali compratori che acquistare in un negozio come il n o s t ro è u n ' e s p e ri e n z a totalmente diversa dall'acquistare in una catena. La gente in Gran Bretagna non è più abituata ad acquistare capi fatti su misura di alta qualità e a interagire con un sarto o uno stilista, vestendosi al di fuori di quella uniforme dettata loro da riviste commerciali specializzate. Chi ci visita avverte subito che c'è una differenza
tangibile tra il nostro negozio e i capi o gli accessori in vendita nelle varie catene, per taglio, qualità e materiali. Inoltre la nostra boutique è dotata anche di uno spazio-laboratorio che affittiamo a giovani stilisti che vengono qui a lavorare e di un piccolo angolo allestito come uno studio fotografico. Entrare in questa boutique rappresenta quindi un'esperienza tutta nuova per chi ci visita. Cosa ti piacerebbe aggiungere alla boutique? Una piccola biblioteca con libri sulla moda, il design e la fotografia. Mi piacerebbe che la gente utilizzasse il nostro spazio come un luogo d'incontro dove ap p ro fo n d i re l e p ro p r i e conoscenze del mondo dell'arte, della cultura e della moda.
www.checamille.com
STYLE
a cura di Anna Battista
TERMOMETRO BRITANNICO: COS'È IN/OUT NEL REGNO UNITO IN CANCELLERIA SUPERCOSTOSA – Come quella dello stilista Giles Deacon per la ditta Smythson. Proprio quando pensavate che l'era degli appunti e delle lettere cartacee fosse finita... JUMPSUITS – Un trend orrido ma di moda sia per le donne che per gli uomini. Impratiche e orrende le tute da meccanico anni 80 sono tornate. GIACCHE CON LE SUPERSPALLONE – Un incrocio tra un giocatore di rugby e un samurai. La nemesi di chiunque abbia preso in giro la propria mamma che negli anni 80 si era data al power-look. GIOVANISSIME BAND ELECTRO POP – Ormai e confermato: da La Roux a Little Boots, queste ragazzine androgine dal look alla David Bowie conquisteranno la scena musicale del 2009. ABITI DAI COLORI VIVACI INDOSSATI CON COLLANT BIANCHI – Un incrocio tra un look conservatore, quasi vittoriano, e un look piuttosto
OUT LA SETTIMANA DELLA MODA – Ridimensionata, accorciata e stressata, la London Fashion Week sembra essere passata in secondo piano. IL TARTAN – Basta, è rigorosamente out anche in Scozia. ACQUISTARE CASE IN ITALIA – Meno case agli inglesi ricchi in fuga da Londra...grazie all'euro in salita. BLOG DEDICATI ALLE MODELLE – Non importa più a nessuno spiare la “cool” Agyness Deyn mentre va a spasso per New York. LEGGINGS IN COLORI METALLICI, CON INSERTI OLOGRAFICI O TEMPESTATI DI PAILLETES – È ufficiale: non donano a nessuno tranne che alla solita schiera di modelle anoressiche.
CINEMA
a cura di Ilaria Rebecchi
Se “Gomorra”, dall'omonimo libro di Saviano, non ha portato in patria il premio come migliore film straniero, deludendo le schiere di fan del nuovo neorealismo cinematografico, i Golden Globes 2009 hanno fatto da anteprima, come ogni anno, alla notte degli Oscar del prossimo 22 febbraio. Cinema: quell'arte meravigliosa che riassume tutte le forme di creatività in una sola materia scintillante e briosa, pensante ed appassionata al punto da essere in grado di coinvolgere esseri umani d'ogni credenza, insieme alla musica. Chi può dimenticarsi di quel “Marcello, come here!” pronunciato dalla giunonica Anita Ekberg ne “La Bella Vita” felliniana, o della frase di Marion ne “Il Cielo Sopra Berlino” “Il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia?”. Ha vinto come miglior film straniero “Valzer con Bashir”, un intrigante progetto cinematografico israeliano più che mai attuale, animato e drammatico al punto da unire la potenza del videogioco alla realtà della guerra che entra nelle nostre case ci scuote di vergogna e rabbia. E ha trionfato “The Millionaire” (miglior film, miglior regia -Danny Boyle, miglior sceneggiatura e colonna sonora) nel raccontare la storia di un giovane indiano che ripercorre attraverso le domande indovinate al noto quiz la storia della dolorosa vita tra miseria, delinquenza, amori perduti e speranze mai sedate (peccato per quel finale troppo in
stile Bollywood effettivamente). Kate Winslet vince come miglior attrice drammatica non protagonista (“The Readers” – in uscita a maggio) sia protagonista per la recente pellicola al fianco del ritrovato Leonardo DiCaprio in “Revolutionary Road”, film splendido nel dipingere umori e malumori di una comune coppia di metà anni'50 alle prese con dubbi e rimpianti tra sogni artistici e responsabilità, e Mickey Rourke, vince per “The Wrestler”. Colin Farrell per “In Bruges” tra i non drammatici e Sally Hawkins tra le donne per “Happy Go Lucky”. Se il cinema è l ' A r t e c o n t e m p o ra n e a p e r antonomasia, eccone la conferma. Arte celebrativa nel premiare il compianto Heath Ledger per quel “The Dark Knight” che lo ha visto interprete di un Joker irriverente, folle e smisurato nella pazzia che diventa delinquenza che diventa arte che diventa magia nera. Arte creativa per il premio a “Wall-E”, la storia animata del robot innamorato che cambia il destino di un'umanità sporca. Ed infine musica, con la premiazione come miglior canzone originale per “The Wrestler” a Bruce Springsteen, ovvero The Boss of popular rock music. In attesa dei prossimi Academy Awards, ecco l'essenza inebriante del cinema che diventa realtà (e viceversa), ad Hollywood tra abiti da sera e effetti speciali immaginifici, e qui per quel cinema italiano poco aiutato a riemergere ma mai morto, fatto di attori veri, storie romanzate e concrete, registi d'avanguardia, scenografie teatrali e quel tocco di manierismo metaforico a rendere ogni battuta mistero pungente, drammatico ed ironico insieme, senza i retaggi della società all'italiana, fatta di passaparola, amicizie e raccomandazioni, come “Gomorra” dipinge e denuncia.
“My name is Harvey Milk and I want to recruit you” Un uomo, un progetto, una causa, un grande amore, un'unica salvezza: Harvey Milk, attivista dei diritti degli omosessuali che riuscì ad essere eletto supervisor in quella San Francisco da lui esaltata nelle proprie diversità sino ad allora sopite o addirittura condannate. La storia drammatica di un'icona, ispiratore, eroe e politico, raccontata attraverso la macchina da presa di Gus Van Sant ("Will Hunting - Genio Ribelle" e "Paranoid Park") nella figura del sempre magnifico Sean Penn, in odore di Academy Award. Storia di coraggio perpetrata attraverso occhi sinceri, e delicati, nella California '70s benpensante ed attaccata a fasulli miti ideologici con la scusante di una religione opprimente più che ottimista. Dai primi anni '70, con un Milk hippie e innamorato di Scott Smith (James Franco magistrale nel distacco appassionato) nel quartiere di Castro, ai primi scontri con la polizia violenta, al reclutamento di folle, alle alleanze di strategia, fino al grande progetto di difesa dei diritti. Il tutto delineato con grande coerenza biografica e dipinto con maestria cinematografica e dolcezza visiva e spirituale. La passione per la fotografia ed in primis per l'opera, glorificata e promossa a fonte d'ispirazione, la paterna passione di Milk per suoi amanti, la tenerezza verso quel futuro giovanissimo attivista, Cleve Jones (un Emile Hirsh meritevole dell'Oscar), sottratto dalla strada ed esaltato nelle capacità
sociali. E poi Sean Penn che non delude mai, tra sorrisi al sapore di miele e delicati gesti, a metà tra l'artista e l'uomo,nell'interpretazione di un Milk ispirato e ispiratore, tra comizi al megafono e attenzione soave nei confronti degli emarginati, con il peso terribile di molte morti a l l e s p a l l e. L' u o m o - e r o e rappresentato con astuzia e fedeltà al contempo, in scenari '70s dai colori non sgargianti, a contrastare lo stesso fenomeno hippie troppo lontano dai problemi reali della società dell'epoca, nella cornice sonora più universale, da David Bowie a Giuseppe Verdi, passando per momenti dance. Il tutto raccontato dalla stessa voce di Milk, nelle autoregistrazioni reali prima della morte per mano del consigliere Dan White (Josh Brolin), l'anti-eroe negativo, folle e dedito più alla all'invidia che agli ideali. Una vita racchiusa in due frasi, dalla dichiarazione intima a Scott "40 anni e non ho fatto nulla di cui essere orgoglioso", a "Se una pallottola dovesse entrarmi nel cervello, possa questa infrangere le porte di repressione dietro le quali si nascondono i gay nel Paese", nella passione civile ed etica del primo p o l i t i c o d i c h i a rat a m e n t e omosessuale degli USA, tra scene romantiche e momenti turbolenti, sublimate dalla finale veglia funebre per Milk con un'enorme folla di gente comune che silenziosamente si muove per la città notturna. Uno dei migliori film degli ultimi anni.
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a cura di Gustave
BUON COMPLEANNO, ROSEMARY rispondere. Ancora tremavo. Si? risposi con un fremito nella voce. Rosemary, ti ho cercato. Dove sei? Non ho molto tempo. Devo camminare in fretta. Sto andando al Forte. Mi hanno detto che sta per essere distrutto. Mi interruppi. Per poi riprendere, colpevole. Scusami. Non avrei dovuto dirtelo. Ho già ricevuto notizia della sua demolizione. Ormai tardi. E già incenerito dal tempo trascorso e dai rancori insepolti. Ritorna a casa. Riattaccai senza ribattere. Da lungo tempo mi chiedevo come l’impazienza e l’indolenza potessero coesistere in un unico lembo di spirito. In quella rigida c o n t ra dd i z i o n e, s ep p u r svogliatamente, continuai il tragitto verso il Fortino di carta che si poggiava sulla riva bagnata. Gli orpelli, assieme ai loro colori acrilici e alle frasi di congedo, erano ormai disintegrati sotto ai miei occhi. Era avvenuto in un istante di lucidissima collera. Una lumaca tigrata di rosso correva veloce sull’erba bruciata. Fuggiva dalla sua dimora ormai resa fumo bianco e vapore. Osservavo con sguardo immobile lo sfacelo delle loro luminose coerenze. Il cielo, attraversato da un chiaro stupore, rattrappiva le forme all’abbandono del crepuscolo. Artifici e inganni nascevano dal residuo scuro trasportato dal vento. Il piroscafo di vetro se ne andava oltre le frasche arruffate dall’aria notturna. Attorniata soltanto dai miei sensi e dal prurito della prima luna indispettita dal freddo, me ne andai anch’io verso il mio lento sollievo.
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Una fetta di pane tostato un po bruciato al centro e uno strato spesso di marmellata di cedro. Due limoni spremuti senza zucchero. Ingurgitai il tutto senza troppa curiosità. E mi preparai ad uscire. Un cappotto nero stretto ai fianchi. Una sciarpa di panno ruvido color senape avvolta intorno al collo. La prima nevicata dell’inverno, in ritardo rispetto agli anni passati, lasciava ancora qualche traccia su entrambi gli orli della striscia di asfalto. Le scarpe di stoffa leggera raccoglievano ad ogni passo tracce umide di terriccio. Il cuore raffreddato e le sensazioni rimaste accese anche dopo il tramonto rabbrividivano assieme. Il lago era buio e bugiardo come l’occhio scuro di una civetta. L’inverno si strofinava sulla pelle infiammata. Un sicuro presentimento. Non sarei riuscita a tallonare quell’immagine tanto a lungo. L’aria di fine febbraio era ancora troppo leggera. Densa quando incontrava il mio respiro. Sussultai allo squillo del telefono. Il fluttuo veloce dei pensieri e il buio che invadeva strada e figure mi avevano distolto da me stessa, dalla mia presenza fisica e dal luogo verso cui ero diretta. Sentivo un trillo impacciato provenire dal fondo della borsa. Non avevo ricordato di spegnere la suoneria prima di uscire. Sapevo che se avessi sentito la sua voce avrei turbato ogni precario equilibrio. Avrei riesumato dal suo scomodo giaciglio la mia ruvidissima rabbia rivestita di ovatta. Come già sapevo in cuor mio, alla vista di quel nome ingombro di vocali e memorie non potei non
FORTUNECOOKIE
a cura di Anna Battista
L'INIZIO DI UNA NUOVA ERA. PER TUTTI. L'insediamento alla Casa Bianca di Barack Obama, il primo Presidente americano di colore, è stato un momento magnificamente decisivo sia per l'America che per il resto del mondo. Obama rappresenta una grande speranza per l'America, la sua elezione rende infatti più vicina la possibilità di uscire dalla guerra e dalla recessione e di restaurare i valori democratici del paese. Il nuovo Presidente rappresenta però soprattutto l'unione di un mondo multiculturale: la sua e l e z i o n e h a ra g gr u p p at o p e r s o n e d i nazionalità, fasce d'età, credenze religiose e orientamenti sessuali diversi, la sua vittoria è stata celebrata dal Kansas al Kenya, ed è per questo che ha un sapore unico, una rilevanza storica senza paragoni. L'elezione di Obama rappresenta il compimento di un percorso di maturazione degli Stati Uniti e il risveglio di quegli ideali – uguaglianza, libertà e democrazia – sui quali il paese si fonda. Se Obama è l'alba di una nuova era, va pure ricordato che arriva alla Casa Bianca in un momento di grave crisi, la peggiore dai tempi della “Great Depression”. La causa della situazione in cui il mondo intero verte oggi è l a s re g o l at a av i d i t à d e l c ap i t a l i s m o industriale e finanziario che ha prodotto su s c a l a g l o b a l e i n e g u a g l i a n z a s o c i a l e,
aumento della povertà e una fallimentare strategia economica. La crisi è globalizzata, ma non sono “globalizzati” i diritti umani, i diritti dei bambini e dei lavoratori. Oggi più che mai c'è quindi bisogno di agire e lottare. Tra le nuove parole recentemente coniate nella lingua inglese c'è “equanomics”, un termine davvero molto interessante, che riunisce l'uguaglianza e il rispetto per l'essere umano ai principi finanziari ed economici. È un termine che dovremmo adottare tutti nel mondo perchè riunisce due concetti: il dovere di affrontare nuove sfide e di costruire un mondo migliore per tutti. Le sfide che Obama affronterà saranno tante, ma le sue sono indirettamente anche le nostre. Non pensate che restaurare valori come democrazia e libertà siano uno dei tanti doveri che attendono solo il nuovo Presidente americano. Questo è anche il nostro dovere, da mettere in pratica anche nel nostro paese. Se si può cambiare in America, si può cambiare anche in Europa, in Italia e nelle nostre città. Avete gioito con Obama alla sua elezione e al suo insediamento? Avete certamente assistito a un momento storico. Ora però rimboccatevi le maniche con lui: il viaggio verso il cambiamento è appena iniziato.
[Anno nuovo, rubrica nuova. Avete presente i biscottini cinesi della fortuna con quei curiosi bigliettini al loro interno che contengono un saggio consiglio? Questa rubrica è un po' come quei biscotti, contiene in poche righe un messaggio che, si spera, ispirerà in qualche modo I lettori.]
CHIUSO TUTTO FEBBRAIO GRANDI NOVITA’ A MARZO
CINEMA
a cura di DjD
CINEMA: DA VEDERE A FEBBRAIO
IL PRIMO RESPIRO Francia Anno: 2007 Regia: Gilles de Maistre Secondo una leggenda talmudica, al momento di venire al mondo, il neonato possiede tutte le conoscenze che ha acquisito nelle vite precedenti. In quel momento gli appare un angelo che gli intima di non rivelarle a nessuno. L’angelo posa il dito sul labbro del bambino
e il neonato dimentica tutto per entrare nella vita. Del gesto dell’angelo resterà una sola traccia: la piccola fossa tra il labbro superiore e la base del naso... Ed è in quel momento che il neonato emette il suo primo grido. Tre anni di lavoro, quindici mesi di riprese, dieci storie, dieci paesi… ma nove mesi per tutti! IL PRIMO RESPIRO di Gilles De Maistre racconta la storia più universale di tutte: la nascita di un bambino. Vista nelle diverse culture di tutto il mondo: dalla Francia agli Stati Uniti, dall’India al Brasile, dal Giappone alla Siberia. Nell’azzurro di una piscina, tra i delfini, o sulle rive del Gange con l’aiuto di una guaritrice, in una sala operatoria oppure in una foresta con amici intorno che suonano e cantano.
USATO ALLO STATO PURO ANNI 60’-70’-80’-90’-2000
I LOVE SHOPPING U.S.A Anno: 2009 Regia: P.J. Hogan Becky, l'eroina spendacciona creata dalla scrittice di bestseller Sophie Kinsella è diventata protagonista di un film. A interpretarla è la "Miss Borat" Isla FisherRebecca Blomwood é una maniaca dello shopping, tanto presa dal vizio
delle compere, che il suo lavoro non le garantisce uno stipendio adeguato a mantenere le sue abitudini. Decide allora di cercarne uno più remunerativo, ma per uno strano scherzo del destino, trova un posto come giornalista per un quotidiano economico, dove si occuperà di una rubrica che consiglia come investire i propri soldi... Riuscirà ad essere all'altezza della situazione?
COOPERATIVA FERRACINA I
I
L
ORARI : 10-12.30/15.30-19.00 CHIUSO DOMENICA-LUNEDI’-VENERDI’
Cooperativa Sociale Onlus, Via Spin 57 Romano d’Ezzelino Tel 0424382202 int. 1 - mercatino@coopferracina.it
G33K pr0n
a cura di Stefano Calgaro
Secondo I. J. Good, statistico inglese e crittografo assieme a Alan Turing durante la seconda guerra mondiale, l'ultima invenzione che l'umanità avrà bisogno di realizzare sarà la macchina ultra-intelligente. In un saggio del 1965 definisce questa macchina come una macchina in grado di superare ogni attività intellettuale di qualunque essere umano per quanto intelligente. Ma dato che tra le attività intellettuali dell'uomo rientra la capacità di progettare macchine, la macchina ultra-intelligente sarà in grado di progettare macchine sempre più
intelligenti, instaurando un processo ricorsivo di auto-incremento di intelligenza che renderà la capacità intellettiva dell'uomo obsoleta. I primi stadi di aumento dell'intelligenza della super-macchina saranno relativamente modesti, ma porteranno a incrementi via via più notevoli in lassi di tempo sempre più brevi. Nel 1983 lo scrittore e matematico Vernor Vinge ha chiamato Singolarità l'evento che coincide con la costruzione della prima macchina ultra-intelligente, stimando dieci anni dopo che tale
evento occorrerà con ogni probabilità tra il 2005 e il 2030. Con la Singolarità arriverà un conseguente sviluppo tecnologico senza p re c e d e n t i , a c c o m p a g n at o dall'aumento della produttività e secondo le stime più ottimiste dal raddoppiare del fatturato economico mondiale ogni sette giorni. I due modi principali per la creazione di intelligenze superiori sono l'amplificazione dell'intelligenza umana come la conosciamo oggi, oppure lo sviluppo di intelligenze artificiali (AI). La prima ipotesi può rivelarsi efficace solo per il breve o medio termine, oltre il quale cercare nuove tecniche di miglioramento diventa sempre più difficile. Le menti migliorate con interventi di bioingegneria o ingegneria genetica, con droghe nootropiche o con interfacce neurali dirette rimarranno comunque vincolate ai limiti del cervello umano. Il Singularity Institute for Artificial Intelligence (SIAI) propone invece un avanzamento verso la Singolarità con l'uso di
intelligenze artificiali: le AI avranno accesso al proprio codice sorgente, e quindi alla possibilità di modificarsi in modi non prevedibili dalla mente umana che le avrà sviluppate. Naturalmente sono in discussione diversi problemi etici all'interno della comunità che si occupa della Singolarità. Che valore ha la vita di una AI, se di vita si può parlare? Come deve essere istruita una AI per non essere pericolosa? E se la nuova intelligenza superiore giungesse alla conclusione che la razza umana è dannosa per l'ecosistema planetario? O ancora, se giudicasse la vita biologica stessa come un superfluo accidente nel più grande — e per noi menti inferiori incomprensibile — quadro cosmico? La AI sarà egoista o altruista? Non mi auguro che, per un eccesso di zelo nel risolvere un problema matematico posto da un incauto ingegnere, una AI decida di trasformare il Sistema Solare in un gi ga n t e s c o c a l c o l at o re. Probabilmente non avremmo neanche il tempo di dire “ops!”.
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KULT MOVIE
a cura di FOX (Plasticost)
L' IMPERDIBILE PEGGIO DELLO SPAGHETTI WESTERN
Ormai al tramonto dello spaghetti western ecco comparire un film che inserirei tra i “cattivoni più cattivoni” del genere. El Macho cerca inutilmente di riportare in auge un genere che sta esaurendo le proprie cartucce utilizzando un espediente noto: l'utilizzo di un personaggio famoso, magari in fase calante, a traino della pellicola. Non è quindi un caso isolato. Come già segnalato in passato nel Far West del Belpaese si possono t ra n q u i l l a m e n t e i n c ro c i a re presentatori di quiz, cantanti e vallette. El Macho lancia sul grande schermo Carlos Monzon, il pugile argentino noto per avere interrotto i primati del nostro Nino Benvenuti e per la sua vita intensa e furibonda conclusasi tragicamente. Non fu questo il suo primo film, debuttò in un poliziesco, sempre nostrano ed anch'esso piuttosto truculento, ma è con questo titolo che egli divenne una meteora consolidata del cinema italiano, dal quale nacque il soprannome che il pugile si portò fino alla scomparsa. El Macho, forse per la presenza di Monzon, è considerato da molti come un cult movie del genere; ma mi chiedo: cosa non è cult in un universo cinematografico così assurdo
come quello dello spaghetti western? Le assurdità erano una prerogativa fondamentale e le idee balzane si sprecavano. Qui il pugile addirittura interpreta due parti, quella del protagonista e contemporaneamente del suo sosia. Non si parla ma si fa a pugni seriamente, senza tanti scoppiettii sonori Budspenceriani bensì con una durezza che ha fatto diventare questo film, appunto, un cult. La storia riguarda l' ormai quotidiano colpo alla diligenza carica d' oro messo a segno da Hidalgo, un criminale incallito dalle lussuose abitudini, prima fra tutte la passione per lo champagne con conseguente lancio di bicchieri ovunque egli sia. A raccogliere i rimasugli dei colpi del bandito ecco arrivare El Buitre, uno sciacallo che si prende il poco che rimane nelle tasche dei poveruomini in fin di vita, dando loro il colpo di grazia tra versi biblici recitati. Purtroppo gli va male e viene colpito alle spalle. Lo sceriffo, quel genio, nota nel cadavere le fattezze di El Macho, un giocatore d'azzardo dal pugno facile potente e preciso. Minacciato di essere arrestato El Macho accetta di sostituirsi a El Buitre ed infiltrarsi nella banda di Hidalgo, pur sapendo che dovrà subire umiliazioni a non finire. Non mancano avvenenti signorine e banchieri corrotti, ma l'essenza che rende la pellicola un' imperdibile peggio, è la struttura del film basata sugli incontri di western-boxe di Monzon, che non sono scazzottate “saloonesche” ma veri e propri ring dove il nostro esibisce quella invidiabile tecnica che lo portò ad una carriera folgorante. Una specie di Bruce Lee del pugno, che affronta con la spavalderia nota al pugile, le avventure quasi grottesche narrate nel film. Diretto da Marcello Andrei, poco adatto al western all'italiana, come del resto si vede nel risultato finale di El Macho, il film vede tra gli interpreti anche un giovane Miguel Bosè.
LIBRI
a cura di Francesco Nicolli
HI FIDELITY- LIBRI CHE SUONANO
“UN GIORNO QUALUNQUE TI RICORDERAI…”. CIAO, FABER
“Fabrizio De André & PFM. Evaporati in una nuovola rock”, a cura di Guido Harari e Franz Di Cioccio, Chiarelettere, 2008.
11 gennaio 1999. Sono passati 10 anni dalla scomparsa di Fabrizio De André, il più grande cantautore italiano ma anche uno fra i nostri grandi poeti contemporanei. Moltissime le manifestazioni, gli spettacoli e gli eventi organizzati nell'occasione di questo decimo anniversario; tra le celebrazioni, davvero innumerevoli, meritano una menzione particolare la mostra a lui dedicata a Genova, al Palazzo Ducale, e l'edizione straordinaria di “Che tempo che fa”, che Raitre ha trasmesso in prima serata proprio la scorsa domenica 11 gennaio. Naturalmente anche l'editoria in questi ultimi mesi ha reso omaggio al cantautore genovese con la pubblicazione o la riproposta di biografie e saggi. Tra tutti brilla per originalità e qualità il volume intitolato “Fabrizio De André & PFM. Evaporati in una nuvola rock”, edito da Chiarelettere, diario ufficiale della “mitica” tournèe di Faber con la Premiata Forneria Marconi, iniziata alla fine del 1978 e protrattasi nell'anno successivo. Il libro è curato da Guido Harari, fotografo di fama internazionale (per vent'anni uno dei fotografi personali di De André), e Franz Di Cioccio, batterista e frontman della PFM, e raccoglie, oltre
a numerose immagini, molte delle quali inedite, le testimonianze di chi quell'esperienza l'ha vissuta in prima persona. Si celebra così un altro anniversario, quello dei trent'anni trascorsi da quella m e rav i g l i o s a t o u rn é e. C h e rappresentava qualcosa di inedito e “rivoluzionario”: un cantautore e una band rock insieme, sullo stesso palco! Proprio a Franz Di Cioccio spetta il merito di aver convinto De Andrè a lanciarsi nell'avventura, una sera a cena a casa del cantautore; in quel periodo Faber si era trasferito in Sardegna, per riavvicinarsi alla terra e ritrovare, forse, l'ispirazione. La PFM era invece all'apice del successo, di ritorno da un fortunato tour negli Stati Uniti. Sono proprio le parole di Fabrizio a illustrare i suoi sentimenti a proposito del progetto: “L'idea di un tour con un gruppo rock sulle prime mi spaventò, ma il rischio ha sempre il suo fascino: proprio per questo un tour insieme alla PFM poteva risolversi in una grande avventura. All'epoca ero tormentato da interrogativi sul mio ruolo, sul mio lavoro, sull'assenza di nuove motivazioni. La PFM mi risolse il problema, dandomi una formidabile spinta verso il futuro, stimolandomi a rimettermi a creare per non morire.
La nostra tournée è stata il primo esempio di collaborazione tra due modi completamente diversi di concepire ed eseguire le canzoni”. Le fotografie di Guido Harari sprigionano allo stesso tempo intensità, spontaneità e poesia, e accanto ad esse, grazie alle testimonianze e ai ricordi in primis degli autori, ma anche degli altri componenti della PFM, nonché di Dori Ghezzi e Cristiano De André, emerge non solo il racconto di quello straordinario periodo, ma anche un originale ritratto di Fabrizio De André, dei suoi umori, dei suoi tormenti, della sua cultura e del suo genio. E poi non bisogna dimenticare il clima di tensione sociale di quegli anni; la protesta e la contestazione non potevano non investire anche gli spettacoli di De André, visto sempre come un “borghese”. Naturalmente la cassa di risonanza di quelle azioni era notevole, e in alcune occasioni si sfiorarono conseguenze gravi per gli artisti, fatti oggetto di lancio non solo di insulti ma anche di oggetti
contundenti. Su un piano più prettamente musicale, per comprendere quanto fu importante il tour per De André basta pensare che negli anni a venire il cantautore ripropose in concerto le versioni delle sue canzoni con gli stessi arrangiamenti eseguiti dalla PFM in quella tournée. Il libro, dunque, colma un vuoto: grazie a parole e immagini possiamo rivivere la magia che finora abbiamo solo potuto ascoltare, con il disco in due volumi “In concerto”. S e c o n d o Fra n z D i C i o c c i o “raccontare oggi quell'esperienza […] è la voglia di far conoscere altre emozioni, oltre a quelle che il disco ha concesso solo all'udito. Il pubblico che ha vissuto con noi quell'avventura e i più giovani che ne hanno potuto fiutare solo la leggenda hanno avuto finora le rose. Oggi vi mostriamo anche qualche spina, che forse ora fa sorridere. Su tutto, gli umori e la difficile stagione di un tempo, che hanno motivato noi artisti a realizzare il nostro sogno. Controvento”.
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