RISTORANTINO_WINE BAR_JAZZ CLUB
OSTERIA RIVE _Via Rive 14 _Cartigliano_Info: 348.8265815
SUMMER IN MUSIC! Mercoledì 8 luglio KICCA & INTRIGO il groove e le atmosfere anni 70'-60' interpretati dalla magnifica italoparigina Kicca Andriollo in un concerto boongalo imperdibile
Mercoledì 15 luglio BRUNA SARDO & TRES AMI la prodigiosa voce della magnetica Bruna Sardo per una serata etno-funk di musica dal mondo
Mercoledì 22 luglio BACK TO BLACK Dj Set Esclusivo di Sound & Vision Magazine con le ricercatissime sonorità Soul/Funk ‘60/’70
Mercoledì 29 luglio 70' 80' MANIACS atmosfere e dj set tutto rigorosamente anni 80: THE GOSTHAWAY ACUSTIC TRIO
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VISION
Anno 5 - N째 65 - LUGLIO 2009 Aut. Trib. Bassano d. G. N째 8/03 del 3.09.2003
DIRETTORE RESPONSABILE: STEFANO ROSSI - EDITORE: DANIELE PENSAVALLE Grafica: DJD - Cover : Andrea Blitz Studio (VR) www.blitzstudio.it Web Designer & IconCover: Osvaldo Casanova(VI) - www.OfficineVanilla.com Redazione: S. Rossi (VI) - Ilaria Rebecchi (VI) - G. Mari (VI) - L. Lago (VI) - A. Lo Giudice (VI) - M. Visentin (VI) - F. Nicolli (VI) A. Rebecchi (VI) - A. Battista (Glasgow) - monica bosaro (Vr) - S. Calgaro (VI) - Tobia fiorese (VI) - L. Sartor (TV) Denise Zanin (VI) - Stephanie dark (TV) - Rachele Materassi (mi) - roberto dissegna (mi) S&V INFO POINT: INFO COMMERCIALI: DANIELE 349.1970263 - MATTEO 340.2797052 WEB: WWW.SOUNDANDVISION.IT - EMAIL: INFO@SOUNDANDVISION.IT MYSPACE: MYSPACE.COM/SOUNDANDVISIONZINE - FACEBOOK: CERCATECI TRA I GRUPPI!
magazine alternativo per tutti quelli che vivono le notti fatte di suoni e visioni
EDITORIALE DI DJ D
UN MONDO ALLA R VESCIA
Salve, mi chiamo Antonio. Vivo a Milano 2, in un palazzo costruito dal Presidente del Consiglio. Lavoro a Milano, in un'azienda di cui è azionista principale il Presidente del Consiglio. Anche l'assicurazione dell'auto con cui mi reco al lavoro, è del Presidente del Consiglio, così come è del Presidente del Consiglio l'assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa. Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale, di cui è proprietario il Presidente del Consiglio. Quando devo andare in banca, vado da quella del Presidente del Consiglio. Al pomeriggio, esco dal lavoro e vado a far spesa in un supermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende del Presidente del Consiglio. Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala di un circuito di proprietà del Presidente del Consiglio e guardo un film prodotto e/o istribuito da una società del Presidente del Consiglio. Oppure mi reco ad una festa dove sono sicuro di trovare molte ragazze disponibili grazie al Presidente del Consiglio, in fondo mi ritengo come lui un “utilizzatore finale” e quindi
non devo temere... Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo le TV del Presidente del Consiglio, dove i film sono continuamente interrotti da spot realizzati dall'agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio. Soprattutto, guardo i risultati delle partite, perché faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario. Quando non guardo le TV del Presidente del Consiglio, guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere. Allora mi stufo e vado a navigare un po' in internet con il provider del Presidente del Consiglio. Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet, leggo un libro, la cui casa editrice è del Presidente del Consiglio. Naturalmente, giustamente, come in tutti i paesi democratici, anche in Italia è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono poi approvate da un Parlamento d ove l a m ag gi o ra n z a è saldamente in mano al Presidente del Consiglio. Che ovviamente governa nel MIO esclusivo interesse. La vita è bella, anche se Papi si fotte mia sorella...
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ROCK I CON
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SABOTAGE BAR - VICENZA
VEN 24 LUGLIO
04/07
SPECIALE TORINO TRAFFIC FESTIVAL Il tema di quest'anno è LA TRASFORMAZIONE, così ho deciso di prendere una delle band protagoniste, geniale erede dei Depeche Mode, e seguirla prima, durante e dopo il Torino Traffic Festival, per studiarne l'arte e conoscerne le dinamiche… Ecco a voi, dunque:
LADYTRON - intervista pt.1 - la band
Da Liverpool all'Olimpo della musica
I Ladytron, band elettroclash, tra c h i t a r re, e l e t t ro n i c a e percussioni, suonano live con i sintetizzatori (d'epoca), cantano d i o s c u ri t à q u o t i d i a n a , strizzando l'occhio alla lingua bulgara che fa capolino tra l'inglese. Da "604" a "Light & Magic", passando per "Witching
hour" e il nuovo meraviglioso " Ve l o c i fe ro " i n c u i sperimentazioni, tendenza retrò, strutture elettroniche ricercate ed originalità, ammaliano l'ascoltatore come i primi New Order. Così Daniel Hunt, mi ha parlato della sua eccezionale band (fresca del
tour con i Depeche Mode) che sarà una delle punte di diamante del Torino Traffic Free Festival il prossimo 10 Luglio al fianco dei Primal Scream. "Velocifero" e le sue influenze... Suoniamo insieme da oltre 10 anni, perciò in realtà non c'è mai nulla di nuovo che ci influenzi direttamente. Col passare del tempo capiamo sempre più chi siamo e che musica vogliamo fare... Inoltre le linee vocali delle vostre canzoni sono sempre più delicate e sensuali… Perché ci sta! E' difficile, in realtà, spiegare il perché di una decisione musicale, diciamo che la dolcezza e sensualità delle voci si sposano molto bene con l'intento creativo delle stesse. Ma per i Ladytron, cosa è l'ispirazione? L'ispirazione è naturale. Nasce dalla memoria musicale e dalla vista oltre la stessa musica. Nel mio caso personale nasce anche dagli album dei My Bloody Valentine. Ladytron è un progetto musicale adorato da molti altri vostri colleghi musicisti, un po'come i Joy Division nel passato... E' vero e ne siamo onorati, è un po' come essere "la scelta delle band" o la "band delle band". E' però impegnativo, a volte ci senti la pressione dell'arte. Ma fa parte del gioco. Cosa vi accade quando scrivete? Semplicemente cerchiamo di
creare una sorta di empatia tra l'effetto intangibile su di noi e quello sul futuro ascoltatore, in modo che il risultato sia la somma di entrambe le cose, quindi un risultato emozionale. Liverpool: qual'è la scena musicale della città oggi, anni dopo i mitici Beatles? Ne sono successe di cose da allora ad oggi! Personalmente nella scena cittadina direi che gli Echo & The Bunnymen sono molto più importanti! Siete stati in tour con Depeche Mode e Nine Inch Nails. Cosa è cambiato dai vostri esordi ad oggi? Tutto! Non è umanamente comprensibile, addirittura! Ciò che aveva senso nel contesto del 1999 oggi non lo ha più o è molto differente. E' per questo che è importante progredire, anche se una fetta del tuo pubblico vorrebbe che la formula iniziale venisse da te ripetuta in continuazione, ma non ci sarebbe evoluzione! L' e v o l u z i o n e è t u t t o . Aprirete i Primal Scream a Torino: loro sono un grande esempio di trasformazione sonora. Cos'è la trasformazione per voi? Bella domanda! I Prima Scream sono un grande esempio di come una band può trasformarsi mantenendo la propria identità. Quindi forse la trasformazione sta proprio nel compromesso creativo tra identità e progresso!
NON PERDIAMOCI DI VISTA di G. Mari
Monks “Black Monk Time” Questo mese voglio continuare con i consigli per i dischi fondamentali. L'ispirazione mi è arrivata perché recentemente una piccola etichetta discografica, Light in The Attic, ha ristampato, con l'aggiunta di alcuni brani inediti l'opera prima dei Monks, “Black Monk Time”. Prima però una piccola premessa. Negli ultimi due anni i ricongiungimenti tra gruppi della scena sotterranea sono diventati il pretesto per fare i soldi e molti gruppi che ritornano insieme arrivano direttamente dai favolosi anni sessanta. Non sono d ' a c c o rd o c o n q u e s t o atteggiamento, perché durante i concerti è veramente odioso vedere questi nonni del rock n' roll agitarsi come dei gorilla impazziti. Non riesco a fare a meno di pensare che questi musicisti, quando ti va bene, danno un totale di 260 anni, e il tutto francamente e molto deprimente perché alla fine anche tu finisci per sentirti vecchio. Ovviamente i Monks h a n n o p e n s at o b e n e d i ristampare la loro opera prima e fino a qui tutto bene, in quanto i
loro vinili sono introvabili, anche le ristampe degli anni ottanta, ma ribadisco il concetto che i dinosauri stanno bene nei musei di storia naturale e non sui palchi del rock. Perché sapete cosa succede di solito ai tipi come il sottoscritto che assistono ad una di queste esibizioni ? Succede che a volte cade il mito, ma non è questo il caso in quanto non ho avuto l'opportunità di vederli suonare dal vivo, così il mio perdono è arrivato velocemente. Comunque i Monks (monaci) non si sono sottratti a questa messa in scena e sono partiti per alcuni concerti. Le cronache raccontano che sono molto appesantiti e soprattutto che non hanno voluto riproporre il loro inconfondibile vestiario clericale ! Ecco perché li ho perdonati e i Kiss da adesso p o s s o n o p u re a n d a re a nascondersi ! Quella che hanno fatto e una cosa giusta.Hanno preferito un abbigliamento più consono con nessun riferimento ai loro favolosi costumi di scena, in questo modo hanno salvaguardato la loro storica i m m agi n e c o n t a n t o d i mantellina, camicia con il
fiocchetto di ordinanza e taglio dei capelli in stile “francescano”. Black Monk Time è davvero un disco straordinario e resta uno dei miei dischi preferiti. Ho sempre stimato questo gruppo perché loro sono poco inclini al solito cliché eppoi sono molto più potenti ed incisivi dei Sonics. Probabilmente se li avessi conosciuti negli anni ottanta (periodo straordinario per le ristampe,ma non per la pecunia ) avrei lottato a loro favore, contro tutti quelli che si fermavano ad ascoltare solo ed esclusivamente i Sonics e pochi altri. I Monks hanno saputo trarre il meglio dagli effetti elettronici dell'epoca, che erano davvero pochi, ad esempio l'effetto fuzz che in mano a loro è diventato unico ed insostituibile, un vero marchio di fabbrica. Black Monk Time è un disco poco conosciuto ma non per questo meno importante, e fo rs e rap p re s e n t a l a quintessenza di quel suono primordiale che ha avuto origine dal r&b nei primi anni sessanta. Ma non è solo questo. Direi che il loro è uno stile irriverente, fuori dal tempo, pieno di ironia, e potrei sintetizzarlo così; una stravagante e scanzonata combinazione tra chitarra a 12 corde e banjo (Gary Burger & Dave Day), basta ascoltare brani come “Monk Time” e la straordinaria “Oh,How To Do Now “ tratta dal loro primo singolo per sentire qualcosa di veramente eccitante. Era certamente un suono molto innovativo e lo è tuttora, davvero impossibile non n o t a rl o, v i s t o c h e l a combinazione chitarristica ha un ottimo effetto sonoro con strumenti molto distanti tra loro. E' divertente ricordare che a tal proposito In Italia hanno ispirato una serie di gruppi beat, tra
questi val la pena di ricordare i sardi I Pelati con la loro “I Ragazzi Di Via Paal “. Comunque per quanto riguarda i Monks non è certo tutto qui. Il gruppo è formato da cinque elementi, quindi anche il basso ha la sua importanza e qui i Monks a d o t t a n o u n e f fe t t o, i l compressore, che rende il basso molto più presente. Cosa dire poi della immancabile tastiera fa r fi s a , t u t t a s c h i z z at a , insinuante ed isterica suonata da Larry Clark ? La loro base musicale è supportata da una batteria selvaggia però che sa distinguersi perché non utilizza i piatti per privilegiare il suono profondo dei timpani. Il batterista Roger Johnston lancia come dei messaggi di guerra tribale, al primo ascolto inquietanti, poi con il tempo diventano familiari perché vicini allo stile teatrale Vaudeville. A questo poi d o bb i a m o aggi u n ge re l a straordinaria voce di Gary Burger che si contrappone ai cori celestiali della band, a mio avviso una delle più belle voci del panorama musicale dell'epoca. Davvero uno spasso e il risultato è che il tutto rappresenta molto bene le performance dei loro concerti negli anni sessanta. Ipnotici,ossessivi, ma anche semplici e lineari, tanto che ogni l o ro c a n z o n e p o t re b b e rappresentare uno spot televisivo, e “ Blast Off !” è un ottimo esempio, facile quindi sentirli come dei veri e propri inni all'insegna del puro divertimento. Non c'è nessuno che tra i nuovi compositori per la TV si sia ispirato a loro ? Bene, questi signori si sono persi molto, farebbero cosa buona e giusta nel darsi un'ammenda e poi andare a pregare all'altare di questo i n c o n fo n d i b i l e gru p p o.
live review di ilaria rebecchi
EDITORS / KLIMT 1918 @ PIAZZA CASTELLO FERRARA, 24 GIUGNO '09 THE KILLERS / JULIETTE LEWIS @ ARENA VERONA, 8 GIUGNO '09
PHOTO : I. Rebecchi
Il rock internazionale non ha limiti. Né di tempo né di spazio. Così quella meravigliosa roccaforte estense trecentesca, un tempo fortezza difensiva, abbellita dalla grande piazza e dai ponti levatoi medievali, che domina la più sonora delle città e m i l i a n e, s t u p i s c e p e r suggestione così naturalmente scenografica. E, persino nell'era del digitale, location in origine difficilmente atte a palcoscenici musicali, si scoprono eccellenti per acustica impeccabile e panorama suggestivo. Sul finire di un Giugno pervaso dalla calura, nella sempre attenta alla musica Ferrara, suonò quella band soavemente post-new wave, che deve la propria arte ad artisti quali Joy Division e Bauhaus, e il proprio nome all'impiego dei suoi componenti in una redazione, anni orsono. Gli Editors, da Birmingham, sono ben educati, compiaciuti ma timidi, ma il vero protagonista è lui, quel Tom Smith autore e avvolgente voce, che ha le carte in regola per conquistare le folle, e lo stesso cognome del suo eroe dark (Robert) leader dei
PHOTO : I. Rebecchi
Cure, e che riesce a sublimare una performance di altissimo livello con una spregiudicata maestria da animale da palcoscenico in sciamaniche danze roteanti in un moto smanioso di vita e musica (e nel gesticolare ricorda persino Ian Curtis). La band inglese, a Ferrara, viene preceduta dai romani (e bravissimi) Klimt 1918, re dell'underground d'esportazione italico, tra accordi dilatati e riverberanti, una voce soave e melodie accattivanti a mitigare l'effetto di un post-rock nordeuropeo di chitarre progressive e basi massicce, in un mix incessante e dark a metà tra The Cure e Bauhaus, che i fratelli Soellner e soci manifestano decontestualizzando la modernità dell'arte dello stesso Klimt nel collasso dei valori della belle epoque di inizio '900. Geniale l'ultimo album “Just In Case We'll Never Meet Again”. Poi salgono, composti e decisi, gli Editors, e, dopo le celeberrime “The Racing Rats”, “Bullers”, “Bones” e i successi tratti da “An End Has A Start” e “The Back R o o m ” , c ' è p ro f u m o d i
consacrazione cosmica per la band, con il prossimo album “In This Light And On This Evening”, in uscita a settembre, di cui presentano live alcune perle: le migliori del loro repertorio, forti di potenti basi elettroniche e un riverbero magnetico di newelectronic-wave dalle alte potenzialità e echi alla New Order. Un ulteriore salto di qualità per gli Editors, che, ambiziosi ed appassionati, toccano temi che avvolgono la redenzione e il bisogno umano di socialità di fronte all'ipotesi della morte, in un concentrato conturbante e lisergico. Ballarono tutti, cantarono tutti, e lui, Tom, ringraziò la folla e gli estensi per aver avuto la fortuna di esibirsi in un loco così ameno. E noi ringraziammo lui per la voce, le danze ipnotiche e la divina musica manifestata. Ad inizio mese, è bene ricordare, che nel grande anfiteatro romano "fatto con arte degna di Dedalo" e
sito nella città veneta dell'Adige, Juliette Lewis aveva onorato "the city of Romeo & Juliet", con la sua canzone Romeo, omaggio blues rock ad un amore sprovveduto e senza limiti con la voce graffiante che la rocker statunitense sprigiona e la leggerezza tipica di chi ha la musica nel sangue (e il cinema), fasciata in jeans paillettati viola, accompagnata dai The New Romantiques, deliziosa e stralunata nella performance della sua “Suicide Dive Bombers”. Pochi minuti dopo salirono sul palco i Killers, per un live sold out da mesi che, come da copione, non deluderà il pubblico, tra echi dancepop anni '80, bowieani e alla Freddie Mercury, principi del foro tra palme e scenografie luminescenti, tra hit passate e i nuovi brani di “Day&Age”, nell'eco maestoso della perfetta voce di Flowers, rombo tra le platee composte dell'Arena di Verona. Prendi l'arte e mettila da parte…(di I. Rebecchi)
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LIVEREPORTMILANO LIVEREPORTMILANO ROCK in PALASHARP (?!) Milano 13.06.2009 di Antonio Lo Giudice
Gogol Bordello
Se non avete mai sentito parlare di questo festival, sappiate che è più famoso col nome di “Rock in Idro”, ma siccome la Sig.ra Moratti non ha voluto concedere l'Idroscalo (hai visto mai, tenere al chiuso questi quattro sfattoni ipertatuati potrebbe portare qualche voto in più a Potestà al ballottaggio), il pubblico è stato costretto a rosolarsi nel formo del Palasharp dal primo pomeriggio fino a mezzanotte e mezza. E, purtroppo, non posso parlarvi del concerto dei Faith No More che si è tenuto domenica 14- dovendo scegliere, ho optato per la scaletta migliore e per il giorno festivo a seguire. Del gruppo di Mike Patton mi parlerà, spero presto, l'amico Endi (e, se qualcuno di voi c'è stato, può scrivere le sue considerazioni a t o ny l g 7 8 @ h o t m a i l . c o m ) . Diciamo che il programma della
prima giornata era decisamente invitante: Flogging Molly, Gogol Bordello, Social Distortion, Babyshambles (vabbè….!) e, come headliner, i Pogues. Tuttavia, gli organizzatori hanno commesso l'errore marchiano di piazzare in apertura le performance di due delle macchine da concerto più devastanti presenti sulla piazza, con la logica conseguenza che i restanti gruppi sono parsi quantomeno moscetti. Ma andiamo con ordine: Flogging Molly- voto 9: se non sapete più che cazzo di gruppi aprire su facebook, ve lo do io uno scopo per cui vale la pena combattere. Portiamo i Flogging Molly alla prossima edizione del Brintaal di Valstagna. Raccogliamo firme, fo n d i , c o s t ri n gi a m o g l i organizzatori a prostituirsi, ma l'obbiettivo va raggiunto! Prima di morire voglio godermi di
nuovo questo devastante mix tra punk e folk irlandese sparato a 200 km/h, che non lascia tregua e ti cava anche l'anima. Alla fine del loro concerto ero senza maglietta, e si trattava solo del primo gruppo. Gogol Bordellovoto 10: un punto in più del Flogging Molly solo perché conosco le loro canzoni e, quindi, ho potuto berciarle con la mia voce stridula per tutto il tempo. Per loro ho azzardato un sottopalco, dato che mio cugino Danilo mi ha suggerito: “sta più vicino possibile, così ti godi lo spettacolo di quei due pezzi di sticchio delle coriste!”. Le coriste sono effettivamente due notevoli pezzi di sticchio, e il gruppo spacca alla grande: “Wonderlust King”, “Not a Crime”, “Stars wear in purple” sono tra i migliori esempi di pachanka odierni (l'influenza degli immortali Mano Negra non è mai stata nascosta da Eugene Hutz). Quello che succede nella conclusiva “Think Locally, Fuck Globally” è troppo pazzesco per poter essere spiegato qui- non si capiva se i musicisti stavano mettendo in scena una festa gitana, un rito vodoo di New Orleans o tutt'e due le cose. E le ragazze del pubblico ballavano sexy, quasi fossero possedute da un demone trombaiolo. Social Distortion- voto 7: come detto sopra, dopo Flogging Molly e Gogol Bordello, non sfigurare era un'impresa. Il gruppo di Mike Ness se la cava alla grande, anche perché scarica subito una tripletta di brani da quel capolavoro che fu il loro esordio
“Mommy's Little Monster”, che riempie di entusiasmo me e la quota punk del pubblico. Certo, nessuna bomba ballabile, ma sano e sudato rock underground, che evoca scenari quasi western, specie nella bellissima cover “Ring of Fire” di Johnny Cash, vero nome tutelare dei californiani. Sì, vabbè…mi aspettavo di più ! Babyshamblesvoto 6: l'idea era di andare a mangiare durante il loro concerto, perché Pete Dorhety mi sta un po' sulle palle. E poi, davanti al Palasharp, era tutto un via vai di orribili teenager anoressiche con quel cappello idiota in testa. Pertanto, avevo un buon motivo per tenermi alla larga. Invece, i Babyshambles non sono stati male- onesti mestieranti del pop inglese, capaci anche di un paio di brani azzeccati. Nulla di troppo orrido. Pogues- voto 6,5: Immagino che Shan McGowan abbia davvero bisogno di soldi per ridursi a salire sul palco in queste condizioni. Mi raccontano che anche vent'anni fa, ai concerti, ondeggiava più che camminare, ma sabato non è stato un bello spettacolo vederlo cantare due brani e poi sparire nel backstage, fino a quando qualcuno non lo andava a ripescare. Certo, che canzoni! “Stream of Whiskey”, “Sunny Side of the Street”, “The Sick Bed of Cuchulainn” e “Dirty Old Town” sono la declinazione folk della new wave- classiche ed incendiarie allo stesso tempo. Bastano da sole a fare grande un concerto. Anche con un frontman a mezzo servizio.
State a sentire! a cura di i. rebecchi
STATE A SENTIRE "Filemone e Bauci" Amor Fou
"All The Different Deaths...” In the bottle records 2009 Nicker Hill Orchestra genere: post-rock / psichedelico
hanno più nulla di sacro. Così l'omonimo brano e l'omonimo racconto firmato da Alessandro Raina sono legati tra loro dall'assoluzione poetica del confronto con un presente scialbo e privo di slancio, in cui il riflesso continuo in sé stesso diventa vortice ammorbante e temibile. Amore e vita si incontrano anche ne “Il Ticinese”, che parla di Milano e amori sbagliati, ed è sublimata da un veicolo sonoro che ha del delicatamente soft crescendo mu s i c a l e e l e t t ro n i c o e sperimentale. L'elettronica lascia poi spazio al passato nella cover di Jimmy Fontana, “L'Ultima Occasione”. Cinema e letteratura si confondono nello smarrimento poetico dell'impalpabile soluzione sonora e lirica egli Amor Fou, che rievocano ora Morricone o i Radiohead, i Calexico e Fossati, ridando onore alla tradizione c a n t a u t o ra l e i t a l i a n a e riflettendo su un passato migliore.
"Kingdom of Welcome Addiction" IAMX
voto: 8/10
Escono dal post-rock i padovani Nicker Hill Orchestra che con il secondo album, sintetizzano tutte le influenze in uno scintillante esempio di ricerca senza limiti: "All The Different Deaths... And Rebirths", che già nell'artwork 2009 rappresenta la lentezza polimorfa di una lumaca in un tetro paesaggio alla Van genere: pop-cantautori Gogh, il cui sentiero risulta lungo e misterioso. Fascino senza pause, nei 5 brani dell'album, dalla crescente “Say Goodbye”, a “I'll Bever See You Again”, voto: 7.5/10 malinconica e trasognante, e “Sailor”, sfuggente e psichedelica, dalle voci effettate a mo' di strumento. Poi Red, dalla muscolatura imponente nel postrock ipnotico, “Shit You!” , dalle atmosfere new wave, e la conclusiva “Vortex” che regala poesia sonora in un progredire incessante di ritmi. I Nicker Hill Orchestra fondono così stili e generi, ripescandovi autonomamente a plasmare Web: www.myspace.com/amorfou ambite illusioni sonore. E fanno innamorare…
Prodotto in collaborazione con Raffaele Stefani (F. Battiato, Morgan), “Filemone e Bauci” segna il ritorno sulle scene della band regina del cantautorato elevato italiano. Dopo “La Stagione del Cannibale” (2007), gli Amor Fou, nella nuova formazione a power trio (Alessandro Raina, Giuliano Dottori e Leziero Rescigno), anticipano l'album in pubblicazione il prossimo autunno, grazie a questo minialbum (digitale) che riafferma il legame tra la band e il cantautorato italiano qui riletto in chiave moderna, elettronica e profumata di cinema retrò. Scomodano le “Metamorfosi” di Ovidio per descrivere Filemone e Bauci (ospitali con Zeus ed Ermes e perciò salvati dal martirio, tramutati in alberi legati tra loro per l'eternità) che delineano quell'amore coniugale ed ordinato riflesso nell'autoaccusa di un trentenne che guarda la propria generazione e scopre che amore e vita non
61 seconds 2009 genere: electro-rock voto: 8.5/10
Chris Corner (leader degli Sneaker Pimps) è IAMX. Sulla scia dell'electro rock d'avanguardia alla Placebo e Muse, torna con "Kingdom of Welcome Addiction", consacrazione della malinconia teatrale, melodia, rock-elettronico, industrial e new wave, post-goth ed esistenziale: così IAMX indaga tra gli emisferi più combattuti dell'esistenza, tra sesso, droga, amore e la polemica nostalgica verso l'Inghilterra passata. La vocalità s'infiamma in “Nature of Inviting”, ritmata e elettronica, seguita dalla title-track dal climax ascendente e manifesto sonoro di un album assolutamente geniale. “My Secret Friend” (featuring Imogen Heap) è ballata pop-rock, “An I For An I” rievoca Depeche Mode e New Order, con un impatto mefistofelico alla Bauhaus, e “I Am Terrified”, è potenza vocale ed innovativa dal pathos straziante. Deliziosa “Think Of England”, che sotto gli abiti pop-rock rivela liriche polemiche e riflessive, e “Running” che chiude il prisma incandescente del lavoro con intimismo. Album-fusione tra rock ed elettronica, new wave e pop, stupefacente, oscuro.
"Two Suns" Bat For Lashes
Parlophone 2009 genere: dream-pop / gothic-pop voto: 8.5/10
Two Suns è uscito ad Aprile, ma non potevo non parlarne. Natasha Khan, già spalla dei Radiohead, giovane ipnotizzatrice dagli echi alla Bijork, propone un album magnetico, che fa sprofondare nel manto sonoro rarefatto e vaporoso. "Two Suns" è un concept album in cui vive l'anima dell'alter ego della Khan, Pearl, affascinante donna d'altri tempi, bionda e fatale, che va a contrapporsi all'ascesi mistica e poetica che il progetto Bat For Lashes sublima. “Glass” è calda e sacerdotale mentre il singolo Daniel ha una trama elettronica conturbante e moderna. Poi c'è “Peace Of Mind”, ballata contemporanea, “Pearl's Dream” grintosa, “Two Planets” ricorda gli Eurithmics, e la conclusiva “The Big Sleep” in collaborazione con Scott Walker, rimembra Nico e l'opera psichedelica, marziale e distorta. Un album geniale e fiabesco il cui incontroscontro tra tendenze e visioni culturali differenti diventa pace dei sensi ed estetica sonora. Celestiale.
LIVEREPORTROMA LIVEREPORTROMA
The Boys + T.V. Smith @ Init [Roma, 4/Giugno/2009] di f. Giangolini
Mi trovo con Tony e Claudia a San Lorenzo per una cena rapida a base di kebab, una passata veloce dalla piazzetta per sentire giusto che aria tira stasera. C'è movimento, c'è energia e musica, la luna è quasi piena stanotte e ci accompagna illuminando il nostro cammino fino alla fermata del bus in porta Maggiore. Andiamo al concerto dei The Boys. Cinque ragazzi degli anni 70', che insieme a Sex Pistols, The Clash e Generation x, furono tra i protagonisti della prima ondata punk. Del gruppo fanno parte il carismatico Duncan''Kid''Reid e Matt Dangerfield, che in quegli anni
convertì il suo appartamento al 47A di Warrington Crescent (Londra) in uno studio di registrazione di cui artisti del calibro di Mick Jones, Rat Scabies, Sid Vicious e Billy Idol furono regolari visitatori. The Boys sono per la prima volta in Italia dall'81 e c'è grande attesa per loro. Sul palco si presentano i ' ' T h e Va l e n t i n e s ' ' , direttamente da Bologna. Propongono vari pezzi del loro repertorio tra cui un'ottima 'listen' che merita grandi applausi. Tuttavia, oltre al ''clasheggiante'' Marzio Manni ed un JJ Stigliano che picchia duro sulla batteria alla Marky
Ramone dei tempi d'oro, i Valentines avrebbero bisogno di trovare una voce più punk, adatta per la loro musica, alzare il volume della chitarra e riempire il tutto con un bel 'wall of sound'. Una sigaretta e il palco cambia: un signore di mezza età, alla Johnny Rotten degli anni d'oro, con bellissimi jeans pitturati senza un preciso ordine, che cantava supportato dai Valentines. Capelli bianchi e corti, camicia bianca e giacchetta elegante stretta. Era Tv Smith, la voce dei The Adverts, punk band inglese degli anni '70. Una così forte carica ed energia nella folla, fonte di pura energia, che in quel momento ti fa sentire come se il tempo non esistesse più, trasportandoti in un vortice di musica, sensazioni ed emozioni. Tra i vari pezzi, propone un fantastico brano degli Adverts, 'Great Brithis Mistake', e 'Gary Gilmore's Eyes'. Tv Smith, 53 anni di pura energia. Dopo una ventina di minuti, appena il tempo di riprenderci dallo shock, arrivano loro, all'una di notte, ci siamo, ci s o n o T h e B oy s. C i n q u e elementi, un pezzo di storia del punk. Come prima impressione non mi dicono molto, Matt Dangerfield potrebbe essere scambiato senza problemi per Keith Richards, con occhialini da sole e cappello, mentre Honest
John Plein è Johnny Ramones in versione all'ingrasso. Purtroppo anche il suono non è ottimale. Il cantante Duncan 'Kid' Reid è l'unico che porta un po' di energia, sempre in movimento, canta, suona, balla e salta lungo tutto il palco, mentre gli altri sembra abbiano messo radici. Per la prima mezz'ora suonano brani inconsueti per la situazione, scarichi e a basso voltaggio. Prima noia appunto, poi, finalmente, i pezzi più cool del gruppo, come 'Terminal Love', molto bella, 'See You Later', altrettanto bella ed o re c c h i ab i l e, ' We e ke n d ' , 'Brickfield nights', intima e penetrante, poi l'ottima 'First time', che regala un esplosione del pubblico nel locale, tutti ad urlare insieme ai Boys il mitico ritornello....wo!...wowowo!!! Il concerto termina negli applausi, l'unica cosa che riesce a far mu ove re i l bu o n M at t Dangerfield, poi ci avviamo verso un altra birra e un'altra avventura. Usciamo sicuramente soddisfatti della serata che ci ha regalato l'Init, ma da una band come 'The B oy s ' c i s i a s p e t t ava sicuramente qualcosa di più, perché dei musicisti che salgono sul palco con l'orologio al polso e controllano sempre l'ora, li definiremmo quasi 'timbratori di cartellino' più che artisti.
ROCK ICONS a cura di i. rebecchi
JOE STRUMMER - THE CLASH -
Il giovane John Graham Mellor nasce in una famiglia borghese inglese, il 21 agosto 1952. Un padre ministro degli esteri per i governo britannico costringe l'intera famiglia Mellor a viaggiare tra Ankara (città natia di Joe) a Città del Messico e Bonn, fino al definitivo trasferimento a Werlingam, a sud di Londra. Iscritto di forza ad una scuola privata, parallelamente l'amore per la musica inizia ad affascinare Joe, che fin da piccolo si dilettava ascoltando Beatles, Rolling Stones, Cream, Them e The Who, pur non manifestando inizialmente il desiderio di suonare e cantare. Si narra che fu osservando Mick Jagger ballare sulle note di Not Fade Away, che sorse la spinta emozionale per il piccolo dodicenne Joe, che da
allora venne ispirato per la sua futura carriera di cantante e musicista. Dopo che il fratello maggiore David, estremista di destra con una passione pericolosa per l'esoterismo, si suicidò nel 1970, Joe fu sconvolto al punto di mollare la scuola e andarsene da casa. Joe impara a suonare a chitarra e basso, e ben presto diventa musicista di strada assumendo il nome di Woody (in onore a Woody Guthrie), suonando l'ukulele in giro per le capitali europee con Tymon Dogg (che tornerà come musicista in Lose The Skin, da “Sandinista”), fino ad entrare a far parte dei Vultures ('72-'74), la band della scuola d'Arte alla quale si iscrisse, iniziando a mostrare interesse per la vita della sinistra più rivoluzionaria. Passa poi nelle file
dei 101'ers, con cui occupò una casa, diede un'immagine definita di contorno, tra bandiere rivoluzionarie e fotto di Che Guevara e Marx, e iniziò a palesarsi come quel frontman che tutto il mondo conobbe negli anni successivi. Arrivò così il soprannome-cognome d'arte Strummer, che rimpiazzò il Woody precedente e si auto affibbiò data la sua tecnica chitarristica da “strimpellatore”, appunto. Qualche album con la band, la scrittura della prima canzone (Keys To Your Heart), la prima recensione su Melody Maker e poi la seconda folgorazione: assiste ad un concerto dei Sex Pistols nel 1976 e viene trafitto dal punk, accettando poco dopo, su pressione del futuro manager dei Clash, Bernie Rhodes, di diventare il cantante proprio della nuova band. Conobbe così Mick Jones, un giovanotto inglese amante di Rolling Stones, New York Dolls e MC5, che aveva suonato la chitarra in diverse band della scena londinese che anticipava l'avvento magico del punk, tra sound grezzo, provocazione e testi sociali. E ancora il bassista Paul Simonon e il batterista Terry Chimes (sostituito in corsa da Topper Headon): e così nacquero i Clash. Joe Strummer ne è leader indiscusso, carismatico, graffiante, poetico ed efficace: un vero punkrocker che modificherà per sempre la storia della musica. Escono così i capolavori: l'omonimo album, di debutto, nel 1977, poi “Give 'Em Enough Rope” l'anno successivo, il mitico “London Calling” nel 1979, “Sandinista!” nell'80, “Combat Rock” ('82) e l'ultimo “Cut The Crap” nell'85. “London Calling” e “Sandinista!” diventano pietre
miliari della musica, in cui il punk si mescola con differenti generi (rock, jazz, blues, reggae e funk) nella creazione di uno stile unico e originale, che pone i Clash al vertice della stessa piramide del punk-rock degli anni '70 di cui erano stati amanti e figli. Ogni brano dei due album è sapienza punk, tra liriche fulminanti contro una società appiattita verso un immobilismo sfavorevole ed ignobile, e un geniale incrocio di stili e generi che rende fruibile e d'impatto adrenalinico ogni pezzo, tra ritornelli penetranti e il gusto stravagante per la modernità più originale e meno inflazionata. In pochi anni i Clash riempiono radio, copertine e palchi, a dimostrazione di una società (non solo giovane e non solo britannica) abbattuta dalle sconfitte politiche e sociali di una classe dirigenziale di poco appeal, così bene rappresentata nel grido di rabbia e nel diritto di parola dalla band di Strummer, procacciatrice di desiderio di una ribellione mai sedata e capace di convertire il malcontento di scintilla infiammata per la reazione. Ma Joe è in continuo attrito con l'altro cardine della band, Mick Jones, al punto che nell'83, dopo l'allontanamento di Topper Headon e di Jones stesso, Strummer e Simonon si trovano da soli a dover affrontare l'epilogo della loro immensa band. Joe continua a suonare, proponendosi due anni dopo con una nuova formazione, ma è proprio “Cut The Crap” a rivelarsi un fiasco per pubblico e critica, al punto che i Clash riconosceranno (e solo a distanza di anni) la stessa esistenza della formazione dopo la fuga di Mick. Per Joe arriva anche la c e l eb ra z i o n e n e l c i n e m a (“Sid&Nancy” – 1986, “Walker” –
'88 – “Mistery Train” – '89), e la realizzazione di un album, “Earthquake Weather” nell'89, sottovalutato però da critica e pubblico. Si riappacifica poi con Mick Jones, collaborando in seguito alla scrittura di alcuni brani dei B.A.D., e negli anni '90 compare spesso durante i tour dei Pogues, fino a formare nel 1999, con Antony Genn, i Mescaleros, con cui, lo stesso anno, pubblica “Rock Art & The X-Ray Style”, suonando anche in Italia (a Bologna e Milano) fino a tutto il 2000, quando fu al fianco degli Who durante alcuni live britannici. L'anno successivo esce “Global a Go-Go”, con i suoi Mescaleros, con cui riapre un nuovo tour mondiale fatto di hit della band e della riproposizione dei grandi successi dei suoi immortali Clash. Memorabile la sua cover di Redemption Song di Bob Marley, con i Mescaleros, ennesimo dono
prezioso al mondo da parte del più umano e tangibile degli dei della musica. Joe morì d'infarto nel Somerset, a soli 50 anni, lasciando un vuoto incolmabile nella scena musicale mondiale. 8 anni dopo, l'amico di sempre e regista Julien Temple raduna star del cinema e della musica per produrre un documentario-lungometraggio sulla vita di Joe e sulla fondamentale influenza che i Clash ebbero sulle generazioni future, “The Future Is Unwritten”. Adorato e preso ad esempio, Strummer è l'icona generazionale del modus-vivendi reattivo, appassionato, fedele, partigiano, anti-modailo ed anti-divo soprattutto. Figura d'inestimabile prezzo che ha avvolto la scena mu s i c a l e d i 3 0 a n n i d i cambiamenti e di degrado socioculturale, Joe ha persuaso con il solo potere della musica e delle
parole sciami di fan (e non solo), senza atti di divismo, ma con la sola coerenza della stessa musica che da giovane aveva amato, che all'apice della creatività innovò e che negli anni a seguire seppe magistralmente possedere, nonostante un carattere schivo e timido, che lo portò da sempre a non stare mai al centro dell'attenzione, se non quando dominava incontrastato il suo palcoscenico. Cantava aspro e vissuto, magnetico e rabbioso, verace e rock, sensuale ed idolo, toccante e giovanile, come un fulmine sociale capace di attirare per reagire, nel quadro confuso a cavallo tra '70s ed '80s in cui punk era la miscela di generi diametralmente opposti, nel turbinio fugace e maestoso della contestazione orgogliosa degli slogan-ritornello di Rock The Casbah e Revolution Rock, di
Spanish Bombs e The Guns Of Brixton, così ben riassunti nella stessa memorabile copertina di “London Calling”. Joe Strummer: l'icona più coinvolgente e fedele della transizione storica, in prima linea contro nichilismo ed autodistruzione. “White riot, I wanna riot/White riot, a riot of my own/Black people gotta lot of problems/But they don't mind throwing a brick/White people go to school/Where they teach you how to be thick/An'everybody's doing/Just what they're told to/An'nobody wants/To go to jail!/All the power's in the hands/Of people rich enough to buy it/While we walk the street/Too chicken to even try it/Everybody's doing/Just what they're told to/Nobody wants/To go to jail!/Are you taking over/Or are you taking orders?/Are you going backwards/Or are you going forwards?” (di I. Rebecchi)
ELECTRO sapiens di Matteo visentin
UNDERWORLD
PH: MATTEO VISENTIN
Drive boy dog boy dirty numb angel boy....sono convinto che queste parole ricorderanno a tutti qualcosa, a chi ore ed ore di bagni di sudore ballando ininterrottamente a qualche party grande o piccolo che sia, a chi momenti significativi ed importanti della dance anni 90, a chi soltanto la colonna sonora di un film di Danny Boyle simbolo di una generazione passata ma forse non del tutto. Ma se a chiunque,o quasi, qualcosa è rimasto, significa che il lavoro di Karl Hyde e Rick Smith ha lasciato ancora una volta il segno, un segno che dai primi anni ottanta regna sovrano nella scena elettronica mondiale. Sì signori, stiamo parlando degli Underworld, i pionieri della musica dance di un certo tipo, i maestri delle sonorità forti, intense, avvolgenti, i capitani dei
dancefloor di tutto il mondo, i re incontrastati dei celeberrimi festival tedeschi ed inglesi, coloro che hanno rilanciato l'elettronica da ballo nei nineties. Il periodo in cui gli Underworld presero il volo è da analizzare con molta cura: dopo aver fatto da spalla al tour statunitense degli Eurythmics, il ritorno nella natia Inghilterra lasciò il segno a Karl e Rick. Trovarono difatti una nazione immersa in svariati rave party, dove le parole acid-house e techno stavano sempre più prendendo piede e loro fecero tesoro di quello che il rock allora stava ripudiando, ovvero quelle sonorità così crude e ficcanti che venivano ereditate dagli 80s: forse proprio per questo il fenomeno Underworld era destinato a creare qualcosa di veramente grande. Molto importante all'epoca fu l'entrata
nel gruppo di Darren Emerson( che nel 2000 si staccherà), un dj della scena acid-house britannica, assolutamente fondamentale nel preservare quella che era l'anima iniziale del duo( si pensi ai riff staccati) ed abile nell'inserire quel tocco di novità che tutt'oggi è una peculiarità degli Underworld, ovvero l'uso di chitarre e la decisa e profonda melodia nelle parti vocali. Gli anni 90 possono tranquillamente definirsi toccati e segnati dal “suono Underworld” c o n u n a l b u m , Dubnobasswithmyheadman, che anticipa i primi tocchi del drum'n bass e porta alle orecchie di milioni di ravers sonorità acide,metropolitane,oscure e le parti vocali, con frasi nonsense, rimarcano quell'idea di suono assolutamente originale che però le label snobbavano. Ma qualcosa stava cambiando e la riprova ufficiale è rappresentata dal successo mondiale del singolo Born Slippy, del quale ho accennato qualcosa all'inizio e del quale non vorrei riferire null'altro, illuso e speranzoso che chiunque abbia masticato la musica di Primal Scream, Chemical Brothers e Prodigy, insomma di coloro che hanno contribuito all'ascesa nelle classifiche della musica dance ad al suo ingresso di diritto nei
fe s t iva l ro ck , n e s ap p i a abbastanza. Dalla consacrazione ufficiale del gruppo, segnata anche da vari remix ad artisti quali Massive Attack, Depeche Mode e Bjork, ci si potrebbe aspettare il tracollo che puntualmente NON avvenne. Gli Underworld creano invece il loro autentico capolavoro, Beaucoup Fish, del 2000: un lavoro completo, ricco, vario ma ordinato,con acid-house e parti vocali da brividi. Un album che oscurerà i due successivi, A Hundred Days Off e Oblivion With Bells, ma non potrebbe essere altrimenti. Gli Underworld rimarranno comunque nella mente di tutti per aver coniugato in maniera perfetta voce, melodia e suono, senza perdersi in vicoli minimali senza sbocchi, che avrebbero portato alla lenta morte del gruppo e non avrebbero lasciato il segno in un panorama troppo facilmente ipnotizzabile dalle mode del momento e dalla cultura dello “sballo”. Per chi ancora avesse dei dubbi a riguardo, l'invito è di sentirli ma soprattutto ”viverli” l'11 Luglio al Torino Traffic Festival, unica data italiana del duo Inglese. Ah, dimenticavo, per i sapientoni filosofi della musica: il festival è gratis, muovete le chiappe e non giudicate a priori.
nuovo
Contra barche - VI
ASTRA Bar
VEN 3: DJ SET SAB 4: CONCERTO “MAURO BALDASSARE & CO.” 19-21 VEN 10: DJ SET “PAROLA” DALLE 19 SAB 11: CONCERTO “SWING OUT 5et” 19-21 VEN 17: CONCERTO JAZZ “TRIOTRONIC” 19-21
BANDS APART, all’interno del Ferrara Sotto le Stelle
15 luglio BLOC PARTY 21 luglio TV ON THE RADIO
www.ferrarasottolestelle.it
michele polga sax e live electronics,stefano senni basso e live electronics,walter paoli batteria e live electronics
SAB 18: CONCERTO JAZZ “LORENZO CONTE TRIO” VEN 24: DJ SET SAB 25: CONCERTO JAZZ “DAVID MINOTTI TRIO” VEN 31: DJ SET
TORINO TRAFFIC FESTIVAL 9 luglio: Nick Cave & the Bad Seeds 10 luglio: Primal Scream, Ladytron LE ULE B LI ELLZITE Z IMPA
11 luglio: Underworld, Crookers, The Bloody Beetroots
www.trafficfestival.com
Domenica Aperto dalle ore 16.59
STATO DI FESTINA PERMANENTE
T-SHIRT FOR SCOOTERIST
LIVE review byMATTEO VISENTIN E MR JIMMA
ABBI
CORAGGIO!
Varianti Music Festival, 7 Giugno 2009, Verona
O voi che non avete visto, abbiate coraggio o almeno la voglia di vedere, di provare, di sentire e di vivere un festival del genere: VARIANTI! Un evento dedicato alla musica indie electro/elettronica in una location che rimanda alla mente i grandi festival rock mondiali.Il 7 giugno è stato il culmine di un grande evento creato, gestito e organizzato in maniera molto professionale,un festival d'arti visive e sonore mischiate assieme all'interno di una gra n d e a re a ve rd e. Organizzatrice del “Varianti” è “Just Married”, associazione culturale che promuove lo sviluppo della musica e della c u l t u ra : c o n s ap evo l e, creativa,mai banale,e nello stesso tempo intelligente, perché capace di capire cosa
poter proporre senza azzardare e sempre in base alle proprie possibilità.Varianti intese come innumerevoli possibilità, o come fattori imprevisti capaci di diversificare l'offerta proposta, quindi voglia e volontà danno il n o m e a q u e s t a rassegna.Alleviati dal vento e dal sole si poteva gustare tutta la zona verde, “arredata” da diversi gazebi con differenti marchi, idee e proposte in una giornata calda condotta da tante band che hanno suonato una dopo l'altra sopra ad un palco/pullman.Da notare la rivoluzionaria caratteristica del fatto che le band live per questa volta sono state le “apri pista” della giornata in un palco decisamente più piccolo, e i dj invece hanno poi suonato nel cosiddetto “main stage”.Oggi
tutti fanno tutto, e forse per ogni settore si è un po' persa quella poesia nel far valere e coltivare le proprie capacità.Questo lo si trova anche nel mondo del “djismo” dove tanti ragazzini con un portatile e un po' di conoscenze trovate in giro nel web fanno vedere come sono bravi a fare i dj ma una costruzione, di qualunque tipo essa sia, se non ha delle buone fondamenta prima o poi crolla. “Just Married” l'ha dimostrato e lo dimostra, facendo capire che niente è al caso e che tutto è studiato nei minimi particolari. Difatti la giornata è stata un crescendo di emozioni, dal maestro Marco Dionigi a Pink is Punk, passando per I giovani ragazzi del Trash-Dance che hanno infiammato la platea con suoni coinvolgenti e trascinanti, degno riscaldamento per il duo belga The Glimmers. Per chi non li conoscesse, un vero esempio di tecnica sopraffina e pezzi assolutamente potenti dal rep e r t o ri o d i B e a s t i e Boys,Prodigy e Blur, oltre ov v i a m e n t e a l l e l o ro produzioni:davvero un set c o i nvo l ge n t e, c h e p o c h i dimenticheranno. Simian Mobile Disco ha( eh sì, era presente solo uno dei due componenti) proposto invece un'ora e mezza di sane battute, affinando minuto dopo minuto una capacità di preparare il pubblico, ormai molto esigente, all'attesa dei due ospiti principali della serata, e bisogna riconoscere che ci è riuscito alla grande, creando quella giusta suspence che raramente si riesce a gestire. Poi quando le ore si
facevano sempre più piccole è stato il momento dei The Bloody Beetroots, attesi fin dalle prime ore del pomeriggio da una folla pronta a scatenarsi. Bob e Tommy non hanno deluso, proponendo un set così dannatamente punk che ha provocato poghi non indifferenti e momenti di delirio puro: questo è il bello dei Bloody, sanno sempre come “prendere” il pubblico che, su loro stessa ammissione, è “come un cane, viene aizzato e poi morde”.Una prestazione senza sbavature, con pezzi come Warp, Cornelius o il remix di Timbaland Misscommunication ad esaltare le doti stilistiche dei ragazzi mascherati, carichi come sempre e coinvolgenti come pochi. Una degna chiusura di un festival che è andato oltre, riuscendo a comunicare un concetto di “festa” nel senso vero del termine, lontano dai soliti luoghi comuni di ritrovo per sballati. Il vento sta variando.
Copyright? no thanks!Lo sapete che nel mondo artistico e mediatico tutto sarebbe più facile se non esistessero gli intermediari?Non sono l'unico a crederlo, ma anche molta gente, creativi, imprenditori,fondatori di etichette discografiche, ecc. Ma purtroppo la legge non la fanno loro,bensì le solite enormi mega aziende multinazionali gestite da “mangiasoldi umani” e tutti, sotto una grande “C” come scudo protettivo.A cosa mi
ri fe ri s c o ? a l fa n t o m at i c o “Copyright”.Quante volte avreste voluto modificare la canzone di un'artista, e magari riarrangiarla e/o farla sentire nella rete e agli amici?Ma esiste la grande C, ovvero “tutti i diritti riservati”, ovvero “chiedi il permesso” ovvero “questa robba non si tocca”.La legge è chiara su cosa si debba fare per avere la t u t e l a s u u n a p ro p r i a creazione,non bisogna fare nulla, ma non dice assolutamente
MONTE CROCETTA bassano del grappa (vi)
niente su come si possa comunicare al pubblico che si vogliono concedere certi usi dell'opera.Nel momento in cui si finisce un articolo, nel secondo in cui si scatta una foto, nell'istante in cui metti il sigillo alla tua opera, la tua creazione viene, con o senza la C, automaticamente protetta.Dal momento che la “Grande C” non è obbligatoria, non c'è modo di sapere in maniera semplice se u n ' o p e ra è t u t e l a t a o meno.Allora si comincia ad andare alla ricerca di permessi e avvocati,con conseguente perdita di tempo e soldi. Qui però, entra in campo “Creative Commons”, ovvero trovare un modo semplice per dare la possibilità agli autori di comunicare in maniera chiara
che vogliono permettere alcuni usi delle loro opere.Il marchio CC identifica un insieme di licenze di diritto d'autore standard disponibili online: http://www.creativecommons.i t Nel sito troverete tutte le spiegazioni, chiarimenti e altro.Se la grande C dice: “tutti i diritti riservati”, Creative Commons dice: “alcuni diritti riservati”.
www.CreativeCommons.it
graphic by S&V
WISH LIST di A. natella aka mr. jimma
Luglio
BERICA VEN 3:OSTERIA POPOLARE DJ DAX 7: T MAR SWEDEN MERC 8: TIM SCHMIDT from d ban n ema -on folk conutry O VEN 10: KIKKA e INTRIG m!! lbu a o uov n e presentazion POPCORN e L SOU ' N ' THM RHY 17: VEN DJ SET JAZZ e R 'n' B ON VINYL CD AMAPOLA EL D NE O ZI A T N SE DOM 19: PRE ilo memoli piano, dan , oni ralph reichert sassof dudli batteria s ori j o, s s bba tra milan nikolic con TRIBOSSA, con D FOO VEN 24: MUSIC-DRINK & CULINARIO O ENT NAM PAG M CO DEGUSTAZIONE E AC by n ndo ngin Lo SAB 25: WelcomeBack Swi o de Vi + Sound & Vision Dj Set CELLA in VEN 31: CASA + LIVIO PA PIETRO SCARSO, di I ARM PPI SCO PRIMA DI con video le tra a spettacolo musicalte
C.so SS Felice e Fortunato - Vicenza - www.sartea.it
live review a cura di denise zanin LA P.F.M. A VICENZA RIPORTA LO SPIRITO DE ANDRÈ
FOTO DI DENISE ZANIN
Vicenza.Il debutto della Buona Novella, presentata da Franz Di Cioccio come inedito lavoro alla quale la band ha dedicato l'ultimo periodo lavorativo, ha concluso il festival Biblico vicentino in una afosa serata di inizio Giugno. Insomma, i PFM hanno omaggiato della loro presenza i numerosi spettatori che si sono prontamente presentati la sera del 2 Giugno 2009 in Piazza dei Signori. Ricordando che in quel lontano 1970, quando la band si chiamava ancora “I Quelli”, avvenne il brillante connubio con Fabrizio De Andrè proprio per stilare il progetto della Buona Novella.Negli anni successivi i componenti decisero di cambiare nome, trasformandosi così nella Premiata Forneria Marconi, che divenne l'unica formazione italiana a scalare le vette delle classifiche inglesi ed americane nel fulcro degli anni doro del rock progressivo. Nulla da invidiare a King Crimson, Yes, ELP, Genesis e chi più ne ha più ne metta. L'originalità del gruppo va tutt'ora apprezzata per la temerarietà con cui ha affrontato il progetto Faber: si, perché non è semplice riuscire a far combinare due stili musicali tanto elevanti quanto differenti. Da qui si possono trarre numerosi interpretazioni da parte di un pubblico sempre più
vasto, amalgamato tra fervidi sostenitori della rock band e altrettanti appassionati dello stile minimalista del solitario cantautore. Non sempre insomma è stato apprezzato questo rimembrare delle ballate dell'indimenticabile Faber arrangiate in chiave rock. A Vicenza l'effervescente Di Cioccio ha dato il meglio di se, affiancato dagli immancabili Mussida alla chitarra e Patrick Dijvas al basso, alternandosi spiccatamente tra voce e batteria, anche più volte in una stessa canzone. Il repertorio che hanno riproposto, ha toccato i grandi classici come “Bocca di rosa”, “Pescatore”, “Zirichiltaggia”, “Andrea” e molte altre. «Ricordare Fabrizio - dice Mussida - è una sfida a tempi che fanno temere che l'uomo non abbia senso. Lui invece costringeva ad affrontare temi che ci evitano di scivolare nel nichilismo per ridare speranze all'essere uomini. Farlo parlare crediamo sia una responsabilità di chi l'ha conosciuto[…] ». L'inaspettato bis (sognato dai più accaniti fan della band) ha voluto concludere il concerto con tre brani storici che hanno reso famosa la PFM : “Maestro della voce”, “Impressioni di settembre”ed “È festa”. Si ma come sempre è la festa..di chi è.
HI FIDELITY - libri che suonano di f. nicolli
DEMET RIO ST RATOS RICO R DAN DO IL “MAEST RO DELLA VOCE” Trent'anni fa, il 13 giugno 1979, si spegneva al Memorial Hospital di New York Demetrio Stratos, colpito da un'improvvisa e grave forma di anemia aplastica. Morì alla vigilia di un grande concerto tenuto all'Arena Civica di Milano davanti a quasi settantamila persone e organizzato proprio per raccogliere fondi per aiutare il musicista a sostenere le costose cure a cui era s o t t o p o s t o. I l c o n c e r t o, grandissima dimostrazione di solidarietà a favore dell'artista s i m b o l o d e l l a c re at iv i t à
dell'epoca, si trasformò dunque, purtroppo, in un sentito tributo al “maestro della voce”, per citare il titolo della famosa canzone della PFM a lui dedicata. A celebrare l'artista nel trentesimo a n n ive rs a ri o d e l l a s u a scomparsa sono stati ripubblicati dalla casa editrice Auditorium due interessanti saggi (ai quali è da aggiungerne uno in uscita per Aerostella Editore). Si tratta de “Il libro degli Area”, di Domenico Coduto, che ripercorre la storia di Demetrio e del gruppo cui il suo nome è indissolubilmente legato, e di “Demetrio Stratos. Alla ricerca della voce-musica”, di Janete El Haouli, importante monografia che analizza le straordinarie capacità vocali dell'artista e ne racconta la carriera, anche da
solista. Nato nel 1945 in Egitto da genitori greci, Efstratios Demetriou (italianizzato e ribaltato in seguito) nel 1957 si trasferisce, a causa del colpo di stato di Nasser, a Cipro per poi giungere a Milano nel '62, dove si iscrive ad Architettura al Politecnico. Dopo aver suonato e iniziato, in modo casuale, a cantare in un gruppo musicale studentesco, nel 1967 si unisce a “I Ribelli” in qualità di tastierista e cantante. Famosa la sua splendida interpretazione di “Pugni chiusi”, vera e propria canzone simbolo dell'epoca, e rimane nel gruppo fino al 1970, anno in cui comincia a dedicarsi alla ricerca musicale e vocale. Due anni dopo, con il batterista Giulio Capiozzo, fonda gli Area (per esteso Area International
LIVE REVIEW di ILARIA REBECCHI
ARGETTI
PHOTO DI AMBRA
PHOTO DI AMBRA
L'unplugged rivelatore 19 Giugno 2009 - Bar Sartea, Vicenza
Popular Group), gruppo che può essere definito la punta di diamante della scena musicale italiana (ma con riconoscimenti anche all'estero) degli anni Settanta. Con loro incide dischi memorabili, a partire dal primo album, “Arbeit macht frei” (1973) per arrivare all'ultimo lavoro, cinque anni dopo, dal titolo emblematico “1978. Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano”. Emblematico perché nei primi mesi del 1979 l'artista, che già parallelamente al lavoro col gruppo aveva intrapreso la strada della ricerca vocale e la carriera da solista (ricordiamo qui solo l'ottimo “Cantare la voce”, del 1978), con collaborazioni numerose e importanti, lascerà gli Area, bisognoso di uno spazio
artistico sperimentale proprio. Pochi mesi dopo, il 2 aprile, viene ricoverato prima a Milano e successivamente trasferito a New York a causa della grave malattia che lo aveva colpito. Gianni Sassi, patron della Cramps, casa discografica del gruppo e dell'artista, organizzò a Milano un grande concerto (definito in seguito anche il funerale del movimento politico), cui parteciparono tantissimi artisti, per raccogliere i fondi necessari a far fronte alle cure molto costose cui Demetrio era sottoposto oltreoceano. Ma la notizia della sua scomparsa, a soli 34 anni, rese vana questa lodevole iniziativa, e dalla speranza il sentimento comune si mutò in profonda tristezza.
Ricominciamo. Argetti: band post-punk, con evidenti richiami alle sonorità rock U.S.A. intrise di quel costruttivo sodalizio tra melodia e appiglio punk rivisitato in chiave contemporanea. Nei loro due album, “In My Shoes” (2004) e “Flags Of Karma” ('08) c'è l ' i n c e d e re ga l o p p a n t e dell'adrenalina che incalza di brano in brano inquadrando una band, italiana, che trova sfogo nella lingua inglese, reinventandone un utilizzo fruibile e accattivante, dal sapore della lontana California. Per questo p i a c c i o n o, e n o n s o l o. Così capita di andare a vederli nel loro primo live acustico, incastonati nel palco bohemienne di un giardino-oasi nel fulcro del caos di una non più piccola città veneta, tra alberi secolari, luci soffuse, chitarre acustiche e un'intimità spontanea a fare da cornice. E
così si svelano sotto un'altra veste: non solo sciamani del giovane punk moderno, ma ipnotizzatori nell'abile lavoro di decomposizione e ricomposizione dei propri brani (e non solo, suoneranno anche nientemeno che “Heroes” di Bowie e “Pet Sematary” dei R a m o n e s ) c e s e l l at i c o s ì finemente che ognuno è la sublimazione di sé stesso. Delicatezza non intorpidita, voce puntuale e ritmi sedati ridonano onore al passato punk-melodico, aprendo, ulteriormente, le porte del gusto per la musica suonata ed ascoltata in rigoroso rispetto. Non perdono potenza, al contrario si riconfermano completi e coerenti, mettendo in gioco l'orgoglio di essere una band punk-hc-rock per spogliarsi maliziosamente della propria essenza adrenalinica, svelando che sotto tale vestito c'è molto altro ancora. Ed è tutto ottimo!
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Stanchi degli innumerevoli baraperitivo, dei localini minimal, dei Jazzclub, della "birra a fiumi e bella gente", della musica a 360° e dei Discobar che affollano le notte della provincia? Allora il Sabotage è il vostro rifugio: Band e DJ Set R'n'R, Garage, Heavy Metal, Stoner, HardCore, HardRock e molto altro rumore a volume sostenuto: “Sabotage it's Louder than Loud!”
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Incastonato all'interno della Basilica Palladiana nel cuore del salotto vicentino tra antico e moderno, il Borsa caffè, in una nuova veste propone arte, musica, un ottima selezione di vini accompagnati da cicchetti e tartine, splendidi piatti freddi, formaggi e innovative insalate. Alla sera fantasiosi cocktails movimentati da atmosfere musicali dal vivo e selezioni di mix elettronici dei nostri Countermove resident DJ's. Chiuso Mercoledì
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Il Vintage Club si trova nella zona del centro commerciale Le Piramidi. Entrando vi accorgerete che state vivendo in un nuovo mondo fatto da tenui colori e ricercato design vintage. La sera le luci tenui esaltano il Vintage Klub, sonorità elettroniche miscelate dai migliori Djs vi porteranno a vivere nuove emozioni. D’estate vi aspetta il giardino estivo per degustare cocktails e drinks sempre all’altezza delle aspettative.
Wine Enoteca quest’anno si fa in due! La parte “vecchia” è rimasta per gli amanti della degustazione vini e degli assaggi di formaggi francesi e delle ottime cruditè di pesce. La seconda e nuovissima sala è per gli amanti dai cocktails e della ottima musica proposta ogni ven, sab e dom da selezionati djs. Lo spazio esterno ricavato nella galleria vi sorprenderà! La qualità dai vini non si discute: sono cento le etichette in mescita. Passate una serata al Wine! Diventerà il vostro locale per sempre!
Yourban Music Club è la vera nuova proposta in provincia. Uno spazio polifunzionale che ospitarà una ampia programmazione con DjSet e Live. Ma non solo: all’interno 4 sale prova insonorizzate ed attrezzate a disposizione dei gruppi, un bar sempre attivo e ampio spazio ad ogni forma di espressione artistica. Per tutti noi fuori da ogni schema ma dentro la YOURBAN Culture. www.yourban.org
Risigo..Locale ricercato, curato in ogni particolare vi offre una pausa pranzo con menù a prezzo fisso in un ambiente rilassante. Vi propone serate tranquille accompagnate da una cucina tradizionale stagionale. Alla sera, nell’atmosfera giusta, potrete cenare abbinando ai piatti scelti ottimi vini o con ottime birre in bottiglia. Chiuso Domenica
OSTERIA RIVE
SHINDY CLUB
CONTRA’ GRANDA
MONTE CROCETTA
Via Rive - Cartigliano 14 (VI) Tel. 348.8265815
Via S. Giorgio - Bassano (VI) Tel. 0424.500.000
Via Barbieri 25 - Bassano (VI) Info 347.7597201
Loc. Monte Crocetta Bassano (VI) - Tel. 0424.502017
Tra un mix perfetto di pezzi di design vintage anni ’50-’70 e di elementi tradizionali, Giovanna ha creato un locale unico nel suo genere, dove si respira un’atmosfera d’altri tempi. Pensare di essere arrivati in un esclusivo jazz club in una grande metropoli non è un azzardo! Cucina creativa, arte, musica il mix perfetto per un locale che vi darà mille emozioni tutte indimenticabili!
Lo Shindy Club da trent’anni è la discoteca dei bassanesi doc, informale ed “alternativa” offre serate di vario genere: il venerdì concerti live, il Sabato rock puro al primo piano, e musica elettronica nell’ Electric Ballroom. Avete presente la pubblicità “cosa sarebbe il mondo senza la Nutella?” Decisamente si abbina a “cosa sarebbe Bassano senza lo Shindy!”. Enjoy! . Aperto Venerdì e Sabato
Alla mattina ottime colazioni a base di spremute e centrifughe di frutta fresca, a mezzogiorno e sera a far compagnia agli aperitivi : gustosi tramezzini, stuzzichini e bruschette. Speciale il Venerdì e Sabato con ricercati cocktails e sangria accompagnati dalla selezione musicali dei djs. Disponibile per feste private. Chiuso Lunedì
L’Osteria Moderna Monte Cruz si trova a “20 metri al di sopra dell’energia negativa”. A pochi passi dal centro storico, immersa in un’oasi verde, offre un suggestivo panorama su Bassano d. G.. Una parte del locale è arredata in stile “liberty”, mentre l’altra addobbata con rarissime locandine dei film horror degli anni ‘50. Da maggio a settembre con le mod session dj set. “Un villaggio senza musica, è un villaggio morto”. Chiuso Lunedì
JACK THE RIPPER
LA LOGGIA
ZWEIBAR
NEW AGE
Via Nuova 9 - Roncà - Verona Tel 045.9971260
Corso Guà - Cologna Veneta Verona - Tel. 0442 410 41
Via Ponte Pagnano - Asolo Treviso - Tel 0423.952761
Via Tintoretto 14 - Roncade (TV) Info www.newageclub.it
Un vero tempio del Rock! Un punto d'incontro obbligatorio per la buona musica.Da qui sono passate le migliori band underground del pianeta e se Elvis fosse ancora vivo dopo Las Vegas avrebbe scelto questo posto per esibirsi.Il Jack The Ripper è alternativo,fuori dal mucchio, inossidabile, una garanzia di qualità e continuità. Rochenròl !! www.jacktheripper.it
Situato nel centro storico di Cologna Veneta Il Loggia cafè è un perfetto punto di partenza per la vostra serata. Tutti i week-end con i migliori D.j. set. Chiuso il Lunedì
Zweibar Ist Wunderbar! Ristorante non convenzionale con menù che cambia spesso e accompagnato da ottimi vini. Cocktail fatti a regola d' arte e snack diversi dai soliti, in più...... la Nostra Musica (vedi Rock Cafe). Per l' Aperitivo.... dal cicchetto, all' affettato al coltello, fino al pesce crudo. Ai piedi di Asolo e fornito di comodo parcheggio Zweibar è aperto dal Mercoledi alla Domenica dalle 17.30 all3 2.00. Prenotazioni allo 0423/952761.
New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nord-orientale della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante stagione di live allo stato puro!
RICKY’S PUB
ROCK CAFE’
CACAO AMERICAN BAR
BIG ROOSTER
St dei Colli 2 Castelcucco (TV) www.rokkaffe.com
Via Roma 7/A - Crespano d. G. Treviso - Tel 0423.538332
Borgo Vicenza (sotto Hotel Palace) Via Commerciale 12 Cittadella (PD) Villa d. Conte-Abbazia Pisani (PD)
Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che (scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più. Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo posto. Dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00 Info 3496027294 - 347737793
Locale storico reinventato dalla nuova gestione mantiene le caratteristiche che l'hanno reso famoso ; proponendo serate dalle sonorità ricercate contornate da un' atmosfera alternativa. Per tutte le info contattateci su www.myspace.com/cacao7
Ora Oxford Pub si chiama Big Rooster!!! Belle serate con birra a volontà e musica dal vivo!!! Il nuovo staff ti aspetta e ti invita a gustare le nostre nuove birre alla spina, accompagnate da un gustoso menù ricco di novità e proposte appetitose.
Chiuso il Lunedì
Hot spot per chi ama la musica live di qualità grazie ad una crew e ad un programma bilanciato,si conferma uno dei locali più gettonati. Il meglio delle rock cover band,dell'alternativo ed indipendente, i tributi più leggendari. Dal grunge al postrock, dall'acustico al metal, dall'indie alla new wave! OPENPARTY con i migliori djs in campo rock, crossover, indie, electro! Se cercate un'alternativa al solito music pub con karaoke e cotillons, l'avete trovata. Info: myspace.com/rickyspub
SUMMER FESTIVAL - Luglio/Agosto 2009 Sherwood Festival, Padova: 3 luglio: Marta Sui Tubi + Alessandro Grazian 4 luglio: Afterhours + Le Luci Della Centrale Elettrica 10 luglio: Motel Connection + Autre 11 luglio: Negrita 15 luglio: The Prodigy 17 luglio: Subsonica 18 luglio: Giuliano Palma & The Bluebeaters Ferrock, Vicenza: 16 luglio: Marta Sui Tubi 17 luglio: Tre Allegri Ragazzi Morti + The Foorty Moostachy Rock And Doc, Noventa di Piave, Ve 17 luglio: Piero Pelù 20 luglio: Frankie Hi NRG 21 luglio: Roy Paci & Aretuska 22 luglio: Velvet + Ministri 24 luglio: Hormonauts 26 luglio: Sir Oliver Scardy
A L T R O
4 luglio: Feadz + Rex The Dog, Forte Marghera, Ve 7 luglio: Elton John – Arena, Verona 10 luglio: Erol Alkan, Castelfranco 17 luglio: Motorhead + Extrema, Piazzola, Pd 18 luglio: Subsonica, Aeroporto Nicelli, Ve 18 luglio: Placebo – Castello, Villafranca, Verona 24 luglio: Simple Minds, Piazza San Marco, Ve 2 ago: Chemical Brothers - Jesolo 3 ago: Leonard Cohen- Piazza San Marco, Ve 15 ago: Surkin, Forte Marghera, Ve 26 ago: MSTRKRFT – Shindy, Bassano del Grappa, Vi
SEXTO 'NPLUGGED – Sesto al Reghena, PN: 16 luglio: Calexico 25 luglio: Petra Magoni e Ferruccio Spinetti 1 ago: Nicola Piovani 7 ago: Motel Connection 8 ago: Patrick Wolf + Cranes 1 ago: Crookers + The Bloody Beetroots - Kursaal, Lignano 16 ago: Cyberpunkers – Kursaal, Lignano MILANO JAZZIN FESTIVAL 03 luglio Simple Minds 04 luglio La notte della taranta feat Steward Copeland 05 luglio Sergio Cammariere & Fabrizio Bosso 08 luglio Erykah Badu 11 luglio Enrico Rava Quintet 13 luglio James Taylor 15 luglio 2ManyDjs 16 luglio Seal 19 luglio Herbie Hancock e Lang Lang 20 luglio G. Benson c/o Arcimboldi 22 luglio Incognito BRESCIA SUMMER FESTIVAL 14 luglio: Tracy Chapman 15 luglio: Santana 22 luglio: Burt Bacharach
PARKLIFE FESTIVAL (MI) 21 luglio: The Horrors, Caribou, Arboretum, Joe Gideon And The Shark + guests 22 luglio: Piano Magic, Rolo Tomassi, Monotonix, Dent May And His Magnificent Ukulele + guests
FESTIVAL VILLA ARCONATI (Monza) 2 luglio: Cocorosie 3 luglio: Le Luci della Centrale Elettrica + Atleticodefina 9 luglio: Ascanio Celestini 10 luglio: Calexico 13 luglio: Ivano Fossati 14 luglio: Paolo Benvegnù 15 luglio: Regina Spektor + Joan As A Policewoman 16 luglio: Gonzales 20 luglio: Sweet Billy Pilgrim + The Niro 21 luglio: Malika + Jesse Harris 23 luglio: Stefano BollanI
SUMMER FESTIVAL - Luglio/Agosto 2009 SUMMER SOUND BERGAMO 4 luglio: Jethro Tull 8 luglio: Motel Connection 9 luglio: Afterhours 10 luglio: Giorgio Canali & Rossofuoco + Jennifer Gentle 11 luglio: Derrick Morgan FESTIVAL RADIO ONDA D’URTO 14 agosto: Agnostic Front 16 agosto: Anti-Flag 19 ago: Motel Connection 20 ago: Real McKenzies 21 ago: Quintorigo 24 ago: Marlene Kuntz 26 ago: Punkreas + Assalti Frontali 29 ago: Afterhours
TORINO TRAFFIC FESTIVAL 9 luglio: Nick Cave & the Bad Seeds 10 luglio: Primal Scream, Ladytron 11 luglio: Underworld, Crookers, The Bloody Beetroots 2 luglio: Calexico + Vinicio Capossela - Giardini Juvarriani, Torino 14 luglio: !!! + My Awesome Mixtape - Spazio 211, To 15 luglio: Gossip - Spazio 211, To 19 luglio: Massimo Volume - Spazio 211, To 21 luglio: Bruce Springsteen – Stadio Olimpico, Torino 1 agosto: Anthony & The Johnsons - Venaria, To FERRARA SOTTO LE STELLE 5 luglio: Johann Johannsson 11 luglio: Massimo Volume + Fausto Rossi 15 luglio: Bloc Party + White Lies 21 luglio: Tv On The Radio + Animal Collective 22 luglio: David Byrne
3 luglio: Dj Mehdi + Feadz - Magnolia, Mi 6 luglio; Chris Cornell - Alcatraz 7-8 luglio: U2 + Snow Patrol - San Siro 10 luglio: Reset!- Magnolia, Mi 15 luglio: Mercury Rev – Lago Nord Festival, Paderno Dugnano, Mi 17 luglio: His Majesty Andre - Magnolia, Mi 30 agosto: Oasis + Kooks + Kasbian – Fiera Milano, Rho 2 settembre: The Offspring, Alcatraz, Mi
ITALIA LOVE WAVE FESTIVAL LIVORNO 17 luglio: Placebo 17 luglio: 2ManyDjs 18 luglio: Kraftwerk e Aphex Twin 19 luglio: Bandabardò e Ska-P
LUCCA SUMMER FESTIVAL 5 luglio: Dave Matthews Band 8 luglio: Anastacia, 11 luglio: Lenny Kravitz 16 luglio: James Taylor 18 luglio: Burt Bacharach 24 luglio: James Morrison 25 luglio: Moby 26 luglio: John Fogerty INSANAMENTE - CORTONA 10 luglio: Frankie Hi NRG 11 luglio: Morgan 12 luglio: Dente
FRICTION FESTIVAL MODENA 4 luglio: Emidio Clementi + Massimo Carozzi 5 luglio: Dente 13-14 luglio: Morrissey - Velvet, Rimini 27 agosto: Jethro Tull – Ravenna 9 ago: Digitalism – Echoes, Riccione 16 ago: Crookers –Echoes, Riccione 23 ago: Steve Aoki – Echoes, Riccione
ROMA 1 luglio: Vinicio Capossela & Calexico, Ippodromo le Capannelle, Roma 6 luglio: Patti Smith - Villa Ada, Roma 14 luglio: The Killers + Franz Ferdinand + White Lies - Ippodromo le Capannelle, Roma 15 luglio: Mercury Rev, Circolo degli artisti, Roma 16 luglio: 2ManyDjs - Ippodromo le Capannelle, Roma 18 luglio: Mogwai - Auditorium, Roma 22 luglio: Nine Inch Nails - Ippodromo le Capannelle, Roma 25 luglio: James Taylor - Auditorium, Roma 27 luglio: Tracy Chapman - Auditorium, Roma 28 luglio: Anthony & The Johnsons - Auditorium, Roma
Venerdì 3: djconf +dj cincilla from touch me + kappa the voice Sabato 4; dj bruno 19/71 tekhouse venerdì 10: dj conf www.myspace.com/djconf elettrohouse sabato 11: dj omar r. www.myspace.com/rdjomar deep house domenica 12 :gruppo musicale vertical venerdì 17: dj omar r. www.myspace.com/rdjomar deep house sabato 18: dj lago www.myspace.com/lagoinmusic VISTA LAGO.... venerdì 24: dj conf www.myspace.com/djconf elettrohouse sabato 25: dj origami nu- jazz venerdì 31: dj conf www.myspace.com/djconf elettrohouse sabato 1 agosto: dj richy six chic www.myspace.com/richysixchic house old school
BEDROOM REVOLUTION di sir taylor
KEVIN ROWLAND & DEXY'S MIDNITE RUNNERS TOO-RYE-AY UK LP MERCURY MERS.5 1982
Anche questo mese continuiamo il percorso musicale alla ricerca di vecchi gioielli di plastica dimenticati negli scaffali di mercatini,(vorrei dire anche) negozi di dischi che sono ormai piu' rari di molti dischi..., e vendita on line su ebay o quant'altro. Tutto è iniziato pensando alla famosa lista dei 100 dischi piu' belli cdi sempre realizzata da famosi critici musicali per poi deviare ogni tanto su vere chicche dimenticate dal mondo... e questa è una di quelle volte ! L'Irlanda oltre ad essere la patria dei THEM e dei più noti U2 ha dato origine a splendide etichette discografiche ed una miriade di gruppi poco conosciuti o d i m e n t i c a t i (undertones,waterboys,etc..)il cui valore artistico e importanza
v i e n e u n ive rs a l m e n t e riconosciuta .Nel 1979 Kevin Rowland (ex Killjoys punk band 1978 ) formava i D.Midnight Runners gruppo che dal primo singolo (Dance stance) si faceva notare finendo tra l'altro ai primi posti della classifica inglese. Il suono del primo album nell'estate del 1980 era una miscela maledettamente intrigante di Northern soul, funk e punk che stregava al primo ascolto. Un look estremamente ricercato- mutuato dal film meanstreet di Martin Scorzeseuna band dal suono compatto ,una serie di singoli mozzafiato ponevano le basi del successo internazionale. "Sono un nomade-dichiarava K.Rowland al tempo-mi sposto da una cosa all'altra.Possono sembrare cose
estreme perchè non ne vedete il collegamento: magari perchè mi sentite una volta ogni paio d'anni.Ma ogni cosa porta ad un'altra e non penso sia un problema di cambiare interessi od essere competitivi , direi che è più una questione di crescita!" Con interviste di questo stampo, il nostro uomo ci mise poco ad essere l'obiettivo preferito di una stampa musicale estremamente faziosa. Questa entrò così rapidamente in contrasto diretto con la mente della band creando una situazione infernale per il gruppo che rapidamente implose. La maggior parte dei musicistilasciando i Dexy's-continuò a suonare una miscela di soul jazz sotto il nome di BUREAU con mr Talbot alle tastiere producendo dischi rari,belli ed estremamente collezionabili; così K.Rowland da solo con Big J.Patterson era libero di cercare la nuova formula musicale per quello che oggi è considerato un gioiello di creatività musicale e godibile ascolto.Il periodo di transizione fra i due album fu riempito da un paio di singoli inediti su lp e perciò alquanto collezionabili che non facevano capire molto sulla nuova direzione musicale che i Dexys stavano per prendere. Ad ogni bbuon conto i singoli furono un clamoroso flop commerciale e portarono alla rottura con la etichetta parlophone/emi che pubblicò il primo album. Furono però riconosciuti dai critici come veri capolavori. K.Rowland veniva osteggiato come persona ma riconosciuto senza eccezioni come genio musicale!! L'incontro
con un gruppo di violinisti celtici, gli Emerald Express iniziò a mostrare le carte in mano alla band ed il nuovo corso musicale. Il look cambiò in "zingaresco chic moderno" con giacche in pelle,berretti irlandesi e capi firmati .La nuova strumentazione d e l l a b a n d i n cl u d eva flauti,banjos,violini etc rappresentando una miscela alquanto peculiare per un gruppo che voleva fare del pop da classifica! Inotre la nuova linea di comunicazione con la stampa prevedeva di non rilasciare più interviste. Il primo singolo per la mercury estratto dall'album in uscita ,"celtic soul brothers" fu accolto molto freddamente mentre il nuovo tour registrava ovunque il tutto esaurito. Per la cronaca del tour esiste un video registrato credo a Londra e un concerto della BBC che valgono la pena di essere ricercati , sicuramente al tempo i D.M.R. rappresentavano uno dei live act più emozionanti ed interessanti da vedere .Nell'estate del1982 il successivo singlo "Come on Eileen" diviene uno dei singoli più venduti dell'anno a livello mondiale; l'ipnotica linea di basso, i riff di fiati, i breaks di violini e i cori invitanti fanno di questo brano un classico di sempre. Il long playing TOO-RYEAY offre una originale ed unica miscela di soul pop etnico/celtico mai tentata prima (solo accennata da V.Morrison) che resta ad oggi unica nell'infinito mondo della musica (imitato nella formula stilistica anni piu' tardi dai grandissimi
parigini les Negresse Vertes) Nell'album trovano anche posto "Let's make it precious" assoluto gi o i e l l o d i s o u l b a l l a d (caratterizzato da un cantatorecitato veramente difficile da capire senza avere i testi sotto mano ); un omaggio a Van Morrison con "Jakie Wilson said" che pubblicato come singolo arriva al n5 delle classifiche in autunno. "Plan B" è un sentito omaggio al soul più puro, quello di Billy Whiters di 'lean on me' . Altro gioiello nell'album è "Show me" che risulta essere un remake di un brano già pubblicato come 45 dalla band nel periodo emi ( il titolo originale precedente era: I will show you ). Questo è un brano che tratta di vecchie amicizie femminili e non ,descritte quasi con approcio omosessuale facendo notare come molti super boys siano finiti per diventare degli uomini falliti. "Liars A to E" è una vetriolica descrizione del mondo della critica musicale, ovvero del mondo degli osservatori contrapposto al mondo degli autori che fanno. Nei mix 12" usciti per promuovere l'album sono inclusi alcuni inediti importanti che non trovarono spazio nell'album: tra questi TSOP ovvero l'inno del philly sound e una lunghissima Respect in versione live (Otis redding/A. Franklin). Sottolineo l'esistenza di tre mix estratti dal lp che sono molto collezionabili e benchè non costosi sono di non facile reperibilità. Nell'album trova posto anche la bellissima 'Until I believe to my soul' che è sicuramente fra i migliori
momenti dell'album. I rapporti conflittuali all'interno del gruppo, una costante delle band di K.Rowland , portano ad ulteriori cambiamenti di line up; ma siamo alla fine del nuovo capitolo. Per il nostro eroe è tempo di sparire di nuovo alla ri c e rc a d i u n a nu ova emozionante avventura che arriverà nel 1985 con 'Don't stand me down' al tempo ignorato dal pubblico ma considerato dai critici come uno dei grandissimi capolavori persi. Atro periodo di silenzio e nel 1988 esce 'the wonder' che ad oggi risulta essere l'ultimo lavoro pubblicato da K.Rowland . Per buona pace di tutti l'album originale non è particolarmente raro ed è sicuramente poco costoso (7-15 sterline massimo ) , fu stampato in diversi paesi europei con medesima grafica; ben più costosi sono i singoli e i mix. Segnalo per i collezionisti in particolare la versione remixata di 'Celtic soul brothers' uscita solo negli USA con copertina leggermente differente e il singolo 'Show me' uscito in Inghilterra con due copertine differenti: la prima molto più rara senza i testi nel retro ma inclusi come inserto.Nel 1996 l'album fu ristampato come cd rimasterizzato e remixato ( con un suono assolutamente inferiore al vinile) con parecchie bonus tracks( quelle dei mix!) un i n e d i t o i m b a ra z z a n t e ' Marguerita time' ; si trova ad un prezzo imbarazzante ( 5-7euro) c h e re n d e i l d ow n l o a d decisamente una perdita di tempo per buona pace di tutti.
LIVE REVIEW by Monica bosaro
MARLENE KUNTZ @ Teatro Romano di Verona
PHOTO DI MONICA BOSARO
I Marlene Kuntz hanno la mia stessa età. Nati nel 1987, «arrivano da lontano ma rappresentano il futuro» recita lo slogan della rassegna Tendenze 2009 all'interno della quale si sono esibiti, oltre a loro, altri artisti notevoli della scena alternativa italiana. Verona li ha accolti offrendo loro il palco, a mio avviso, più suggestivo della città: il Teatro Romano. Non servono effetti scenici, maxischermi, animazioni: solo sobri fasci di luce hanno dipinto la già pittoresca cornice, contribuendo a snellire ancor di più la figura secca ed austera del cantante Cristiano Godano. L'atmosfera non è delle più accese, vuoi per la sacralità del luogo, vuoi per il freddo pietrificante delle gradinate umide, vuoi per il pubblico per la maggior parte “maturo”. Ma forse è grazie queste condizioni che il concerto si
trasforma in un esperienza intima e spirituale, riuscendo a tenermi c o n c e n t rat a s u mu s i c a (suoni/rumori), gesta e parole marleniane in modo surreale. Oltre a Godano (voce e chitarra), la formazione storica (Tesio alla chitarra, Luca Bergia alla batteria) si è arricchita con Luca Saporiti al b a s s o e l o s t re p i t o s o ventisettenne Davide Arneodo. Alle prese con tastiere, violino, percussioni e voce, emana un'energia unica dimenandosi con eleganza e attirando la mia attenzione più di qualsiasi altra cosa. Colpa anche della sua camicia di raso a fantasia chiusa fino l'ultimo bottone, pantalone a zampa e capelli lunghi che gli coprono il viso: la mia amica sostiene fino a fine concerto che sia “una donna”, mentre io m'illudo e sogno ad occhi aperti possa essere la reincarnazione di
Robert Plant. Sporchi e dissonanti come nelle loro Spore (1991) o più melodici, come nell'ultimo album Uno (2007), con ogni canzoni si rivelano capaci rapire il pubblico in un'esperienza sonora onirica, elettrizzante e psichedelica. Chi, come me è rimasto amareggiato per non aver sentito la struggente Uno, ha avuto la piacevole sorpresa di sentirla la sera seguente, quando Godano, in più momenti ospitato sullo stesso palco dagli Afterhours, l'ha proposta e ha replicato la fantastica Impressioni di settembre, cover della PFM. Il concerto dura due ore piene e sembra non finire mai, trascinato nell'infinità da uno, due, tre bis (tra cui Canzone in Prigione che chiude il recente film di Ferrario Tutta colpa di Giuda). Un gruppo maturo i Marlene Kuntz, che
«arriva da lontano» e ne ha fatta di strada prima di potersi permettere un intenso live di due ore, senza che il pubblico, di vecchi e nuovi fan, perda una singola parola della poesia dei testi, o che non nuoti (mentalmente) nell'aria per seguire il vorticoso turbine delle dissonanti chitarre, risvegliato a tratti da incalzanti e cattivi battiti di percussioni e batteria. Dopo un concerto come questo, ripeto, un gruppo decisamente maturo, padre di molti altri gruppi dalle sonorità rock grunge psichedeliche simili (Verdena). Speriamo continuino a dare il buon esempio e che possano «rappresentare il futuro» dell'ascesa del vero rock alternativo in Italia, purtroppo dopo vent'anni definito ancora semplicemente come una «Tendenza». (di Monica Basaro)
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S&V MAGAZINE
Ogni anno nulla è dato per scontato! La crescita è un'attitudine che accompagna il Curtarock dalla prima edizione. Nuova location, nuove situazioni, nuove persone, naturalmente nuova musica, ma soprattutto nuove date : da mercoledì 22 a domenica 26 luglio. Nell'associazione Rambla si da fiducia alle realtà giovani sostenendo che l'arte non si trovi soltanto nelle grandi produzioni: è evidente che l'arte nasca sia nel garage di casa che sul grande palco. Sudore negli scantinati, dischi autoprodotti, esibizioni di alta qualità che c o mu n i c a n o u n a m o re disinteressato. Le band proposte sono realtà nascenti o nomi già conosciuti di cui abbiamo potuto
seguire lo sviluppo. Dal 2000 la consapevolezza è rimasta la stessa : offrire un palco a chi vuole far conoscere il proprio progetto artistico... e alla 10° edizione rimane uno dei principi dell'evento. Il nostro motore continua ad essere il sorriso e la sfida di non arrendersi alla scelta più semplice. Curtarock 2009 vive di una line-up in cui speriamo di aver concentrato il rodato mix di esordienti e non. E poi mostra-mercato dei libri, compravendita di dischi nuovi/usati e ampi spazi per la ristorazione tra birra artigianale e cocktail estivi.
Il programma: Mercoledì 22: Herman Medrano + Kelvin Giovedì 23: Red Worms Farm + Aucan + Bologna violenta Venerdì 24: Gli lluminati + Los explosivos + TBA Sabato 25: Mastica + Butcher mind collapse + Lleroy Domenica 26: Il teatro degli orrori + Morkobot + Elettrofandango Per informazioni su dj set, programmazione completa, partners e stand espositivi, visitate: www.myspace.com/curtarock2 007 - www.curtarock.it www.associazionerambla.it Facebook: Curtarock Festival
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inefficienza estiva.... di stephanie dark
INEFFICIENZA ESTIVA E CANNIBALISMO DI PAROLE ... ASPETTANDO GLI AFTERHOURS ALLO SHERWOOD.
L'attesa logora lo spirito. Lo spirito si fa incandescente. E' estate, questa estate che ci cola fra le gambe dici che leccarla ti dà un senso (L'Estate, Non è per sempre). Così appoggiata ad uno spaccato di vita fatta di concerti, feste, festival, album nuovi che troppo non piacciono lecco l'adrenalina cercando la mia alternativa: è la scossa più forte che ho (Lasciami leccare l'adrenalina, Hai Paura del Buio?). Ma nemmeno riempirsi di lividi per sembrare più bella può risvegliare dal torpore che assopendosi rende sterrato anche questo gigantesco campo di pensieri che si auto annulla e penso che muore la forma, il verbo ed il sapore, il desiderio, la voglia e lo stupore, muore l'idea di me che c'è nella tua mente, perciò è meglio che tu non pensi a niente (Pop, Germi). Il mio dilettantismo esplode in errori
musical grammaticali mentre fuori guardo con intensità e chiedo a te, si a te: Vieni dentro perché forse qui c'è la porta di un segreto con niente proprio in centro (Vieni dentro, Germi) e il concetto di nulla si ripete nella inettitudine che mi costringe qui ad aspettare soffermandomi sul fatto che imparare a barare e sembrare più vero sono due miserie in un corpo solo (Sangue di Giuda, Ballate per piccole iene). Un corpo che ormai, appeso ad un albero come nei migliori incubi è sbattuto dal vento fino allo strazio, fino a q u a n d o n o n t i i m p l o ro crepandomi il viso stracciami avrò la mente contorta lo so, ma non importa (Dea, Hai paura del buio) e nemmeno la mia anima si salverà, una grassa e brutta anima, senza finestra (Senza finestra, Hai paura del Buio?). S a r à u n p e ri o d o, s a r à
passeggero questo stato nel quale inseguendo ogni giorno la normalità, ci ucciderà (La gente sta male, Quello che non c'è) perché con l'abitudine ti han spento già, dando alla violenza una profondità (Posso avere il tuo deserto, Germi). Forse però sono sana così, ma è così che esser sani? (La verità che ricordavo, Non è per sempre) Non mi frega: sarò vecchia, sarò passata, ma sto per venire (Siete proprio dei pulcini, Germi) a poco serve perché queste condizioni climatiche mi rendono sterile (L'inutilità della puntualità, Non è per sempre). Aspiro con clamore una sigaretta e mentre albeggia vedo la luce del mattino, la luce di un giorno strano. Pensavo d'esser persa, e cambia il mio destino (Riprendere Berlino, I Milanesi ammazzano il sabato) ma sono le quattro e mezza e per la radio sono troppo triste, il dj non mi parlerà, sembra avere tutto così chiaro questo scemo, sembra sempre una sola la realtà (Milano Circonvallazione Esterna). Sorrido amaramente e penso che la mia sia una malattia dalla quale mai guarirò. L'attesa logora lo spirito. Oggi è mattino e mi ha afferrato lucida: se fossimo noi ad esser sbagliati, se fossimo noi pazzi e malati… HAI IL CORAGGIO O NO??? (Cose semplici e Banali, Non è per sempre).(di Stephanie Dark)
EELS HOMBRE LOBO
C´era una volta un bambino che, all´improvviso e suo malgrado, si scoprì licantropo. Un certo “E” dedicò a questo “Dog Faced Boy” una canzone. Poi il licantropo crebbe, e si fece adolescente; incontrò una ragazza bellissima e ne rimase rapito, però lui era un licantropo, e alla ragazza i licantropi piacevano ma non fino a “quel” punto; per cui il l i c a n t ro p o s p e c i a l e s i “struggeva” di desiderio per lei, e il finale ... In "Hombre Lobo", 7° album degli Eels, il finale non c´è. Aggiungete a questa trama sferzate rock e momenti di poesia assoluta, e scoprirete un disco destinato a spezzarvi le ossa e l´anima fino all´ultima nota. Capolavoro "così vicino e così lontano" - come ampiamente previsto. (DjD)
CINEREVIEW DI ILARIA REBECCHI
“NOTORIOUS”
Sono stata adolescente negli anni '90, perciò non posso non amare Kurt Cobain, il delizioso Jeff Buckley, i Pearl Jam e i primi Smashing Pumpkins. Con grande rispetto e rimpianto ricordo di quegli anni anche il rap, vero, della strada, genuino seppur già malato e fatto di faide interne, di scontri con una polizia o assente o soloviolenta, di sesso, droghe e armi. Tante. Troppe. Furono però gli anni luminosi, nonostante tutto, del rap. Gli anni in cui vide la ribalta, denunciando un malessere sociale, portando i suoi massimi rappresentanti a diventare gli eroi popolari, che tanto facilmente si arricchivano quanto difficilmente sapevano gestire il peso della fama. A differenza di un oggi in cui in molti dei loro eredi cantano per vendere e nello showbiz ci sanno stare meglio di Mick Jagger. In quegli anni il giovane Christopher Wallace di Brooklyn pubblicò il suo celebre album "Ready To Die" (1994), in quella
East Coast patriottica e malata che cercava la visibilità da tempo in mano alla West Coast. Lui era The Notorious B.I.G., uno dei più grandi mc di tutti i tempi. Oggi esce un film, "NOTORIOUS", biografia di quello stesso Christopher, che, consigliato dal giovane re del marketing, Sean Puffy Comb, adorato da subito dai fan, idolatrato da schiere di donne, diventa ricco e al contempo con enormi problemi, aiutato solo da una madre onnipresente e realista, tra tentazioni di lusso e droghe, e, in primis, pericolose rivalità con i rapper della costa opposta, capeggiati dall'altrettanto celebre Tupac Shakur. La storia è nota: Puffy eliminò Tupac, Notorious venne implicato, e ucciso, in un contendersi la scena pericoloso, brutale, dai toni atavici e da legge del taglione. Come la legge del ghetto imponeva. La pellicola, diretta da George Tillman Jr (Men Of Honor - 2000) è un viaggio di flash-back tra la Brooklyn degli anni '80 in cui il piccolo Notorious diventa spacciatore di crack, alla formazione con gli amici storici dei Junior M.A.F.I.A., al ruolo di nomi noti (Puff Daddy, Lil'Kim e Faith Evans) fino al triste epilogo-faida che fece di lui vittima ed esempio di un genere musicale. Cast: Charles Malik Whitfield, Marc John Jefferies, Sean Ringgold, Antonique Smith, Angela Bassett, Anthony Mackie, Derek Luke Regia: George Tillman jr Genere: Drammatico Durata: 122' Data di uscita: 03 Luglio 2009
live review di marilu’
DEPECHE MODE @ San Siro - Milano 18 Giugno 2009
Il 18 giugno, chissà perché, a Milano è un giorno da concerti. L'anno scorso i Radiohead all'arena civica, quest'anno i Depeche Mode a San Siro. Entrambi, ovviamente aspettati, sognati, sold out ben prima della data, e che muovono i ricordi e le emozioni delle canzoni imparate a memoria. A San Siro bisogna essere molto oculati nella scelta del biglietto, soprattutto dopo che la giunta comunale ha imposto dei limiti molto vincolanti per il volume dei concerti. Pertanto chi aveva un posto prato ha sentito bene, mentre l'acustica di chi era sugli spalti è stata da criticata dai più, in quanto il livello era decisamente basso e il suono arrivava come ovattato. L'unica cosa che mi sento di apprezzare, di questa linea politica, è che i concerti iniziano all'ora indicata, e i Depeche Mode che attaccano con “In Chains” mentre fuori dallo stadio c'è ancora un po' di luce, che pian piano scompare, è la premessa giusta perché il concerto sia da mettere nella voce “se non ci fossi venuta non me lo sarei perdonato”. La
scenografia è essenziale ma non povera. Ci avrebbero potuto stupire con effetti speciali, e invece per quasi tutto il concerto sono stati proiettati dei video, con un effetto 3D dato dalla presenza di una semisfera al centro dello schermo, che diventava un occhio, un cursore delle macchine da scrivere, la luna, una bocca, o semplicemente una lente di ingrandimento per dettagli. Dave Gahan, nonostante i recenti e non irrilevanti problemi di salute sale sul palco con la verve e la carica di sempre. Il fatto che a 47 anni, fresco di un'operazione chirurgica, si presenti sul palco con la sua solita tenuta comprendente gilet – niente maglietta - addominali perfetti è un fatto apprezzato soprattutto dalla parte femminile del pubblico. Martin Gore si presenta sul palco con una chitarra a forma di stella, lo smalto nero e il carisma che lo ha fato convivere con un leader carismatico come Dave senza esserne adombrato. E, probabilmente, questa alchimia ha permesso ai Depeche mode di essere un gruppo così longevo, p ro d u t t i vo e a n c o ra t o nell'immaginario collettivo. La set list è davvero un tuffo di emozioni, infatti il pubblico ha risposto con il maggior entusiasmo possibile sui pezzi storici, come “Walking in My Shoes”. L'apoteosi ovviamente è stata con “I Feel You” e con “Enjoy the Silence”, dove 40.000 persone che cantavano non solo hanno completamente coperto la voce di Dave, ma - con buona pace dell'amministrazione comunale – si sono impegnate per infrangere il limite dei decibel. E, secondo me, ci sono anche riuscite.
VINCI I
CHEMICAL BROTHERS
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2 AGOSTO Spiaggia del Faro - JESOLO
ARTE’ DI AMBRA REBECCHI
COME AND PLAY….. Incanto ed ombre nella fotografia di Renè e Radka
18/06/09 – 02/08/09 MNAF - Museo nazionale Alinari della fotografia piazza Santa Maria Novella 14a r - Firenze www.alinarifondazione.it
"Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che ri a s s u m o n o l ' a r t e d e l l a fotografia". Così parla Helmot Netwon della sua amata fotografia. La vera fotografia. Quella che ci rapisce al primo sguardo, che porta a vedere il mondo con occhi differenti e "persuade" a fissare con la macchina qualsiasi cosa ci stia at t o rn o i n q u e l p re c i s o istante...che per noi diventa la più stupefacente mai vista prima di allora. La fotografia. A partire dal
18 Giugno il Museo Nazionale Alinari della Fotografia ospita la mostra "Dreams and Shadows – Photographs by Renè & Radka”, ad opera di due giovani e talentuosi artisti, inseriti da tempo nel mondo della fotografia di moda: Renè e Radka. Rispettivamente tedesco e boemo di nascita, hanno lavorato per le maggiori riviste, spaziando dalle campagne pubblicitarie aventi come soggetti volti noti quali David Beckham (per Adidas) a rappresentazioni di splendide macchine di lusso, come le Aston
Martin. Dal 2006 i due giovani Hoppy: interpreti della fotografia Against Tyranny, mondiale hanno deciso di Talking about a Revolutionar addentrarsi nel mondo dell'arte, (19 giugno-19 luglio) con la loro prima personale IDEA GENERATION GALLERY “Moonage DayDream” a Berlino, seguita l'anno seguente da “Come and play with us”,fino alla più recente “Under Water” esibita nella capitale francese. La mostra presentata nella città di Firenze si propone di celebrare l'ingegno dei due giovani artisti attraverso alcune delle loro opere più significative tratte dalle Le fotografie di John "Hoppy" precedenti esposizioni, nelle quali si passa da una fotografia Hopkins sono un tuffo nella Londra incentrata sulla figura dei degli anni '60, la "Swinging bambini, insoliti “turisti” di un London" a cavallo tra l'antico della paese surreale e minaccioso dai Gran Bretagna imperiale e il colori violenti ed ombre estremamente accentuate (del moderno della cultura pop. Scatti, progetto “Come and Play with anche inediti, che il fotoreporter e us”), ai fiabeschi abitanti di un attivista politico mette ora in mostra regno senza tempo sospeso tra alla Idea Generation Gallery di acqua e sogno, un sublime Londra e che ritraggono i mutamenti viaggio attraverso i chiarissimi e monocromatici corpi di queste sociali dell'epoca: le manifestazioni creature, in eterno bilico tra la pacifiste contro l'atomica, la coda vita e la morte (da “Under per il sussidio di disoccupazione, i Water”). Tutto questo “accolto” reading dei poeti della Beat nello spazio che il comune di generation, ma anche le novità della Firenze ha concesso alla Fondazione dei Fratelli Alinari, scena musicale, dai Beatles ai Rolling simbolo della fotografia italiana, Stones. I personaggi che hanno fatto che per la prima volta presenta la storia e le scene di vita alcune personificazioni della quotidiana. fotografia al giorno d'oggi, quasi a cercare di rendere visibile agli IDEA GENERATION GALLERY occhi dei visitatori il sottile filo 11 Chance Street che unisce le prime rappresentazioni Ottocentesche London E2 7JB di questa arte ai modernissimi www.ideageneration.co.uk sviluppi d'epoca contemporanea.
exclusive interview di lara lago
LA MISS
Cresciuta a pane, Jill Scott e Diana Ross. Chiamata La Miss perché nella sua prima crew gli altri erano tutti maschietti. Con il soul che scorre nelle vene e anni passati a fare la corista in jam dove il cantato era raro quanto…una cantante che in Italia ci provi con l'R&b. Luana Corino ci sta credendo, con il suo primo lavoro da solista dal titolo “Il profumo della pioggia” che vede una cover di “Pensiero stupendo” e le collaborazioni di Tormento e Amir. E vista l'attenzione di Groove, XL Magazine, Basement e tanti altri sembra le carte in regola ci siano per diventare LaMiss del soul made in Italy. Il profumo della pioggia è un album quasi sussurrato, soprattutto nella prima parte, non tanto per le melodie quanto per lo stile del tuo cantato e della tua voce. E' un effetto ricercato o si tratta del vero stile de La Miss?
Principalmente è una cosa che ho scelto in quanto valorizzava di più il mood del disco. "Il profumo della pioggia" è un album che considero molto intimista e la scelta di interpretare i pezzi in questo modo non è stata casuale. La cosa che mi ha aiutato tecnicamente è che il mio timbro ha una consistenza piuttosto grave, che trova molto "comodo" appoggiarsi in tonalità come quelle ad esempio di "Pensiero Stupendo". Stavi per diventare l'autrice del brano che Linda portò a Sanremo. Qualche rimpianto per un'occasione sfumata? Quale potrebbe essere per te ora la tua più grande occasione? Nessun rimpianto, anzi. Ero forse troppo giovane per riuscire davvero a gestire la situazione. Se mi dovesse ricapitare l 'opportunità ora credo l' affronterei anche con molta più maturità e professionalità. Ora spero di continuare a crescere, di fare uno scalino alla volta come ho fatto fino ad ora, senza fretta. E magari chissà: cimentarmi in qualche valida collaborazione sia come autrice che come cantante. Veniamo ai testi. Su "Le donne" hai scritto delle frasi che potrebbero venire fraintese, ad esempio "Non aspettarti un discorso con un senso non lo fanno". E sì che tu potresti essere un modello di una ragazza che con obiettivi e determinazione
raggiunge le proprie ambizioni. Spiegaci. “Le donne" è un pezzo che esaspera una visione negativa dell' emisfero femminile, da non farne di tutta l' erba un fascio. Anzi per mia fortuna il 90% della ragazze con cui ho a che fare non hanno assolutamente le caratteristiche descritte in quel pezzo. Ho cercato di vedere le cose da un punto di vista più maschile e so che essendo una donna a dirle avrebbe fatto riflettere di più. lo scopo di quel pezzo sta nel farci pensare tutte su quanto si perda tempo a mettersi in competizione, nel guardare le altre rendendoci antipatiche e invidiose, quando invece quel tempo potremmo investirlo per migliorare, per costruire qualcosa, per fare delle
scelte più costruttive e per pensare a come vivere nel migliore dei modi il nostro futuro. L' ho provato sulla mia pelle e oltre a vivere più serenamente sono anche più produttiva. Ora corro, prima camminavo. Quali sono i cinque album che porteresti con te su un'isola deserta? Divorcing Neo 2 Marry S o u l d i Jag u a r W ri g h t . Collaborations di Jill Scott. Diana di Diana Ross. Southern Hummingbird di Tweet. In a Perfect World di Keri Hilson. Questi sono quelli che conosco praticamente a memoria, a prescindere dal fatto che mi piacciano di più o meno di altri. Li porterei con me perché sono fortemente legati ad un sacco di ri c o rd i . ( D i L a ra L ago )
La Pappa kebab Felafel
fajitas Prenotazioni 329.7454577 Via Gamba 147b - Discesa Ponte Vecchio - Bassano d. G.
BOOKreVIEW di Carlo mazzoni e alice lago
SPECCHI E RIFLESSI, DI LIBRI E DI OMBRE Uno di fronte all'altro, Carlo e Alice, di mese in mese, vi raccontano un libro ciascuno. Ve lo raccontano come ve lo vorreste sognare, come lo dovreste leggere, come vi resterà per sempre, nel bene o nel male, impresso nell'anima. Sarà forte, sarà crudo, sarà spesso una battaglia, una corsa verso la vittoria. Una conquista. Perchè leggere, tutto, e tanto, è sicuramente la cosa che ci può rendere migliori. MEMORIA DELLE MIE PUTTANE TRISTI Gabriel Garcìa Màrquez Mondadori raccontato da Alice Lago
Essere giornalista e avere novant'anni. Una vita alle spalle, fatta di donne, fatta di sesso, fatta d'amore. Un lento raccontare di quello che c'è stato, di quello che ogni giorno lentamente vive, di quello che si spegne con l'età. Il protagonista vive la propria vita terrena e nel suo ambito esclusivo si esaurisce. Il vecchio pensa alla morte come alla fine di tutto e, per questo, dà valore ai suoi giorni: la sua vita sono i suoi ricordi, le donne che ha avuto, e la donna-bambina presente, adorata come una dea, come una venere estatica capace di dare un senso agli ultimi anni che gli restano da vivere. Un salto nella vita di chi l'amore lo regala per soldi. Di chi se lo prende, perchè può, perchè vuole. Di chi, a novant'anni, forse per la prima volta, scopre cosa vuol dire amare. Con tutto se stesso. Non lasciandosi vincere dai giudizi, dall'età, dalle regole della società. Delgadina è la ninfa che tutti gli uomini vorrebbero avere, e allo stesso tempo, l'ultima al mondo che si desidererebbe. È tutto e il nulla. È l'emblema dell'amore, nel degrado e nel lento scorrere delle giornate. È la semplicità, e l'insegnamento naturale di come ogni istante sia struggente e gioioso. Vissuto insieme, vissuto nella contemplazione, nella passione, nell'erotico intreccio di emozioni, nella purezza di una giovinezza sbocciata troppo presto, nella ricerca, spasmodica e quantomai sublime, di non smettere mai e poi mai di sperare. Che sempre, l'amore, vince. Su tutto.
PER VOCE SOLA Susanna Tamaro Racconti Marsilio raccontato da Carlo Mazzoni
Una voce. Quattro racconti. Soffiata, sottile, lieve, che brucia, che stordisce. Una voce che è morso, che morde dentro. Sono pagine di diario, sono sfoghi che hanno tutto il sapore del dolore. Sono bastonate all'anima, rese suono. Scivola la crudeltà, le vittime si fanno concretezza di pagina in pagina, sono vittime perchè non possono scegliere e subiscono e basta. Sono voci, quattro diversi cori, che si scoprono amanti involontari di una violenza inaudita, di un destino che si abbatte senza perché, nella piccolezza di emozioni forti, ineguagliabili e purtroppo, mai più risanabili. C'è troppa infanzia negata, troppa innocenza sporcata, troppa poesia violentata in questi monologhi, che hanno tutto il sapore di lacrime lasciate scivolare nel nulla. Tutto “succede”, senza avere la possibilità, la libertà, la naturale bellezza del poter scegliere cosa essere, chi essere e come vivere. Un strappo dietro l'altro, una scia di brandelli d'anima che si perde tra le righe, un'atroce e assai inevitabile rivisitazione di quello che spesso ci ostiniamo a tenere nascosto ai nostri occhi, ai nostri pensieri, al nostro peregrinare inutile nel mondo. Per voce sola. Una voce sola. Un grido, silenzioso, che squarcia l'anima.
IL MEGLIO DEL PEGGIO DELLO SPAGHETTI WESTERN di FOX fesserie). Ma torniamo a Modern Cowboy, la cui THE MODERN COWBOY storia non potrebbe essere più banale. Il
L'ultima puntata dell' imperdibile peggio dello spaghetti western è dedicata ad un cult movie mai uscito sugli schermi, impossibile da trovare e che pochissimi eletti hanno avuto la fortuna di vedere. Vi assicuro comunque che il film esiste, visto che anch' io ho fatto parte del cast di attori (beh...in questo caso il termine “attori” è un po' grosso come possiamo immaginare dalla qualità della produzione). The Modern Cowboy fu girato alla metà degli anni ottanta tra Marostica e Bassano del Grappa e nacque da un' idea di E.C.I. Papatrin, al secolo Elio Caneva, bassista dei Plasticost, gruppo musicale della zona, che attualmente vive in Francia dove continua la sua attività di compositore dadaista, realizzando di continuo dischi in copia pressoché unica. Non è il suo primo film, un anno prima Elio aveva girato “John Gavanti”, un semi musical anch'esso di forte contenuto dada, ispirato da un disco di Summer Crane e Mark Cunningham, già fondatori dei Mars. Naturalmente il circuito di distribuzione dell'opera prima fu anch'esso inesistente, consola il fatto che si sia riusciti a consegnare una copia del prodotto personalmente a Cunningham. ( vi invio alla p a gi n a i n t e r n e t www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Cl assicAlbums/speciali/MarkCunninghamMars.ht ml per avere la prova che non sto raccontando
protagonista esce di galera, torna al paesello natìo felice di riabbracciare la sua sposa che però trova a letto con un altro. La sua furia si accanisce sulla moglie e l'amante che vengono brutalmente ammazzati. A questo punto inizia una fuga rocambolesca, aiutato da un trapper della zona conosciuto in un saloon. I due vengono catturati e torturati da una tribù indiana e liberati da un contrabbandiere di alcool. La fuga terminerà con l'uccisione del trapper da parte dello sceriffo e la cattura del protagonista. Tutto qui. Il film fu girato con una videocamera amatoriale e, tutto, dalle armi ai costumi agli attori, fu raccattato sul posto. I costumi rasentavano il ridicolo, i fucili erano giocattoli rubati a qualche nipotino come pure le pistole, i foderi e certi “gilettini” erano di un pacchiano unico. Qualcuno riuscì a procurarsi anche una coppia di speroni, naturalmente invidiato dagli altri attori. I cappelli a volte erano o troppo stretti o troppo larghi, mentre i cavalli furono sostituiti direttamente da motorini monomarcia, mentre la diligenza del contrabbandiere di alcolici fu “interpretata” da un' Ape Piaggio. Il villaggio indiano venne realizzato in riva al fiume Brenta, era formato da quattro legni con un lenzuolo tanto per avere una capanna e un pentolone usato. I soldati che attaccarono la tribù erano vestiti da alpini, il trombettiere tentò di suonare la carica ma non aveva fiato a sufficienza e la loro guida non era indiana bensì marocchina. Il saloon (perchè non poteva mancare in un film western) fu una vecchia osteria e non mancarono gli imbarazzi di una pattuglia della polizia che passando mentre si girava l'attacco pellerossa ai due fuggitivi si trovò davanti ad un gruppo di finti indiani in motorino tutti in mutande e con la faccia imbrattata dei “colori di guerra”. Le musiche furono composte da componenti dei Plasticost e da altri musicisti dei dintorni, prodotte a quel tempo con un 4 piste a cassette e ancora inedite, e l'unico momento di gloria nazionale avvenne quando un programma su Rai 3 diretto da Paolo Guzzanti e dedicato a video amatoriali, trasmise circa 20 minuti del film. La copia gliela avevo spedita io. Presentò lo spezzone indicando il mio nome, cognome ed indirizzo. Mi vergognai tanto.
electronic experiences by manuela virago - www.viragoentertainment.it
E' mercoledì 17 giugno, ore 22: ve n i a m o s ve g l i at i d a l l a trombetta di Ryanair che annuncia l'ennesimo arrivo in anticipo di uno dei propri voli… sono diventati particolarmente autocelebrativi negli ultimi tempi: i loro voli costano mediamente € 10 ma poi cercano di tassarti per il bagaglio extra, il mancato check-in online, l'imbarco prioritario e tra un po' forse anche l'aria che respiri in aereo. Ma siamo finalmente a Barcellona, città catalana dove si torna sempre con grande piacere per un giro tra i quartieri de El Born e Raval, per un po' di mare in Barceloneta, le opere di Gaudì, le gustosissime tapas e il tempo sempre splendido. Questa volta ci siamo andati però per uno scopo preciso: SONAR. Per chi non sapesse che cos'è stiamo parlando di uno dei maggiori festival internazionali di 'musica avanzata' come lo definisce Diana Simòn, responsabile marketing del festival. Con 80.000 presenze lo scorso giugno, Sonar è il punto d'incontro che raduna un pubblico di tutte le età e professioni e che trovano nell'atmosfera del festival il posto ideale per fare contatti,
vedere le nuove tendenze ma soprattutto ascoltare le migliori proposte musicali sul mercato. Quest'anno Sonar si è svolto dal 18 al 20 giugno. Noi eravamo lì per voi e ve lo raccontiamo. Sonar De Dia, dalle 12 alle 21.30 ogni giorno: i migliori gruppi e dj emergenti, showcases, demo stages. La location è prestigiosa, il centralissimo MACBA e il CCCB, l'uno Museo d'Arte Contemporanea, l'altro Museo di Cultura Contemporanea proprio a fianco della Ramblas. Si passa da SonarDome a SonarVillage fino ad arrivare a SonarHall che ospita la fiera professionisti e l'area demo con un intero s o t t e rra n e o d e d i c at o a SonarMàtica, arte del terzo millennio. L'offerta musicale è talmente interessante e varia che si fa fatica a vedere e sentire tutto e qualcuna delle p e r f o r m a n c e n o n av r à l'attenzione dovuta. Durante il giorno ci sono particolarmente piaciuti i francesi Breakbot http://www.myspace.com/doth efunkybot e Outlines http://www.myspace.com/outli nesparis, gli inglesi James Pant http://www.myspace.com/jame spants, Bass Clef http://www.myspace.com/bass
clefbass, La Roux http://www.myspace.com/larou xuk e l'americano The Wizard http://www.axisrecords.com E' anche la parata degli outfit più cool ed intriganti, fotografati dalle decine di professionisti provenienti da tutto il mondo che a Sonar ogni anno catturano immagini per riviste e blogs, senza ombra di dubbio la gente di Sonar è la parte più interessante del festival. Ed è facile imbattersi anche in artisti famosi che si mischiano alla gente normale e si godono come gli altri il festival. Sonar De Noche. Ospitato subito dopo Plaza De Espana in Fira Gran Via ha connotati totalmente diversi dal giorno: spazi immensi, mega video sparsi nelle sale, migliaia di persone che affollano
gli spazi e ballano a ritmo di musica. Tanti artisti famosi divisi tra SonarClub, SonarLab, SonarPub per 2 notti lunghissime dalle 22 alle 6 del mattino. Eccezionale lo spettacolo di Grace Jones la prima sera, seguito dell'altro live degli energici Burama Som Sistema e dai dj set di Little Boots, Mary Anne Hobbs e il ben noto Sebastian. La seconda (e purtroppo ultima serata!) hanno riempito le sale Orbital, Beardyman, Rob Da Bank, Fever Ray e Crystal Castle. Non è m a n c at o u n gi ro n e g l i autoscontri che a mò di sagra paesana hanno animato sotto le stelle il SonarLab. Sonar 2009: 118 artisti per 3 giorni e 2 notti. Possiamo tornare a Barcellona?!
PHOTO di Manuela Virago
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