Sound and Vision Magazine Dir. Responsabile: Stefano Rossi - Editore: Daniele Pensavalle
Anno 9 - N° 104 Maggio 2013 - Aut. Trib. Bassano d. G. N° 8/03 del 3.09.2003 QUESTO NUMERO È STATO REALIZZATO GRAZIE AL CONTRIBUTO VOLONTARIO DI
Giorgio Mari (VI) - Antonio Lo Giudice (VI) - Francesco Nicolli (VI) - Luca. Sartor (VE) - Fox (VI) Fabrizio Consoli (MI) - Enrica Sampong (VI) - Emanuela Virago (TV) - Lara Lago (VI) - Laura. Moneta (PN) Chiara Fantinato (VI) - Alice Lago (VI) - Marika Zorzi (VI) - Daniele Pensavalle aka DJd (VI) Viola Serena Reginato (VI) - Davide Visentin (TV) - Annalisa Tonini (TV) - Marco Poles (PN) Stefania Bordignon (VI) & Stefano Mazzocchin (VI) - Matteo Gasparetto (TV) - Francesca Del Moro (BO) Alberto Visentin Casonato (PD) - Tobia Downass (VI)
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Live Review
di Francesca Del Moro
TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI Live @ Locomotiv Club (Bologna) di Francesca Del Moro - Foto di Barbara Zagatti
Live Review Torno sempre volentieri al Locomotiv, che ha un cartellone ricchissimo di band favolose. Stasera, in particolare, ci sono i Tre Allegri Ragazzi Morti, il gruppo pordenonese nato punk ed evolutosi in un originale sound “etnico inventato”, che frulla insieme blues, reggae, dub e folk, nonché fondatore de La Tempesta, etichetta di riferimento nel panorama della musica italiana indipendente. Un gruppo che nell'arco di una ventina d'anni ha sfornato dischi sempre più belli, senza sbagliare un colpo. Stasera il palco del locale non è spartano come al solito: come in una scenografia teatrale, i disegni di Davide Toffolo, fumettista apprezzato oltre che voce e chitarra della band, ricreano il “giardino dei fantasmi”, che è piuttosto un bosco minaccioso dove un mostro fa capolino in mezzo agli alberi e due volti inquietanti, uno presumibilmente vivo e un teschio, ci guardano per tutto il concerto. Il pubblico entra alla spicciolata e cominciano a moltiplicarsi le maschere, le stesse che i TARM hanno scelto di indossare fin dagli esordi per rispondere con l'anonimato a un music business che tende a vendere soprattutto personaggi confezionati ad hoc. Non posso sottrarmi, e torno all'ingresso a prendere la mia maschera, pronta a essere risucchiata nel fumetto. Alle 23 i Tre Allegri Ragazzi Morti, più un pettirosso apparentemente vivo e a volto scoperto, fanno il loro ingresso sul palco, accogliendoci con le chitarre cadenzate di “Puoi dirlo a tutti”, tratto dall'album della svolta, PRIMITIVI DEL FUTURO. Segue “La faccia della luna”, dallo stesso disco, un momento di poetico raccoglimento che lascia il posto alla più vivace “La mia vita senza te”, che a un ritmo quasi scanzonato
di Francesca Del Moro
unisce un testo particolarmente denso, sul tema della perdita. Ed è questa una delle più significative cifre stilistiche del gruppo: il conflitto tra i testi profondi, carichi di un esistenzialismo universale, e le melodie spensierate. È il loro modo per scuotere le coscienze: a una società che tende a catalogarci, spesso a respingerci, e sempre e comunque a ingabbiarci in una serie di ritualità e doveri, si può reagire con la rabbia o il ripiegamento su se stessi, ma i TARM preferiscono farlo in modo positivo, proclamando la propria unicità, il diritto a essere “strambi”, parola che viene pronunciata più volte dal palco. Pur trattandosi di ragazzi morti, i loro dischi trasmettono una fortissima carica vitale, che però alle prime battute del concerto si percepisce meno. Le luci bianche fanno brillare i dettagli del bosco, i due volti inquietanti e le maschere dei musicisti, nonché le nostre, rilucono fosforescenti nel buio e producono un effetto straniante. Davide Toffolo indossa un costume peloso che fa pendant con barba e capelli, si muove pochissimo e somiglia a un vecchio saggio. Gli altri, con tanto di maglietta con le costole, sembrano davvero morti e tutt'altro che allegri. Ma piano piano ci si abitua alla scenografia e il concerto decolla letteralmente con il brano numero 4: quella fantastica marcetta che è “Di che cosa parla veramente una canzone?”. “One, two, three, four” urla il pubblico con una voce sola introducendo il ritornello. La batteria più che mai vigorosa e incalzante invita ad alzare le ginocchia e l'acustica è perfetta in generale. I Tre Allegri Ragazzi Morti dal vivo (uh?) sfoggiano un sound denso, corposo, definito, in cui ti godi i suoni di ciascuno strumento. Senti la chitarra che ti vibra in gola, le linee di basso che ti fanno pulsare le
di Francesca Del Moro
vene e la batteria poi è una meraviglia: a volte sembra che ti scavi fuori il cuore e per poco non lo sputi. Seguono “La via di casa”, “Bugiardo” e, in un tripudio di luci arancio che rallegrano il bosco, esplode “Alle anime perse” e la temperatura del concerto sale a mille. Fa caldissimo, a dire il vero, probabilmente perché da un pezzo non facciamo che saltellare (molti pogano, io no) e cantare a squarciagola. E poi la maschera quasi mi scioglie la faccia, ma ormai ho deciso di tenerla. Dopo “I cacciatori”, Davide chiede: “Siete pronti per il blues?” e partiamo per l'affascinante viaggio de “La fine del giorno”. Poi è la volta de “Il mondo prima”, una raffica di versi urlati dai musicisti e dal pubblico all'unisono, uno sfogo collettivo che ci spinge a fare a gara a chi grida più forte. Dopo “Il principe in bicicletta” e “Voglio”, la prima parte del concerto si chiude con “Il nuovo ordine”, proposto in una versione più ricca e angosciante rispetto al
disco, con il suo riff ipnotico di chitarra cui si sommano effetti tipo sirena della polizia. “Hai sentito il nuovo ordine? Nessun ragazzo sulla strada” e infatti il palco si svuota. Vanno via i tre ragazzi più uno: prima Davide, poi il pettirossochitarrista Andrea Maglia e, infine, dopo averci regalato uno splendido momento a due (ma quanto sono bravi?) se ne vanno anche il bassista Enrico Molteni e il batterista Luca Masseroni. Davide ritorna e prima dice che il concerto è finito (lo ripete più volte e, secondo un rito collaudato, il pubblico lo manda coralmente affanculo) ma poi avverte che ci saranno altre dieci “stupide canzoni”. Dopo un siparietto da cabaret, esegue da solo “La ballata delle ossa” e gli altri rientrano per il secondo tempo del concerto, incentrato sull'altra anima del gruppo, quella punk. Gli strumenti adesso si impastano di più, erigono pareti sonore, la voce si arrochisce e si susseguono brani trascinanti, tratti perlopiù dai primi album: dopo “Mina”, ascoltiamo infatti “Mio fratellino ha scoperto il rock'n'roll”, la cover degli Smiths “Dimmi”, “Occhi bassi”, “Ogni adolescenza”, “Francesca ha gli anni che ha”, “Quindici anni già”. Viene annunciata di nuovo la fine del concerto e la band esce ma subito ritorna per il bis. “Buh” fa Davide e attacca la meravigliosa canzone-manifesto “Mai come voi”, cui seguono “Il ritorno di Gianni Boy”, “La tatuata bella”, “Dipendo da te” e “Quasi adatti”, che chiude il concerto. Finalmente posso togliermi la maschera, e lo fanno anche i musicisti sparendo dietro le quinte. È un gesto simbolico a fine serata: ci siamo tolti la maschera e, come i TARM, ci scopriamo orgogliosi della nostra eterna adolescenza. E se a qualcuno sembra ridicolo, basta rispondere: “Non saremo mai come voi… siamo diversi”.
Live Review
di Emanuela Virago
ELITA FESTIVAL Salone del Mobile non significa solo design, avanguardia, stile. A Milano dal 9 al 14 si è anche parlato di musica con, uno su tutti, Elita. L'ottava edizione del festival ha portato al teatro Franco Parenti la musica dei migliori artisti della scena internazionale come Woodkid, Loco Dice, Ricardo Villalobos, James Holden, Lindstrom, John Talabot e moltissimi altri al grido di #WECROSSOVER. Questo hashtag è diventato infatti per una settimana il tema conduttore di diversi linguaggi - assieme a quello della musica – con cinema, exhibition design, urban food, microeditoria e persino un focus sull'autoproduzione; tutte macroaree
esplorate ed offerte a completamento del già denso cartellone di appuntamenti sull'industrial design che hanno caratterizzano questa settimana all'insegna della contemporaneità. Elita Design Week Festival ha confermato la volontà di essere non solo l'ormai attesa colonna sonora del Salone del Mobile, ma anche il polo aggregatore di tutte le forme d'arte e di intrattenimento più innovative che interessano Milano durante la settimana del design che quest'anno ha raggiunto oltre 300.000 visitatori tra la fiera fuori città e le gettonatissime zone di Brera, Tortona e Ventura Lambrate. Il francese
di Emanuela Virago
Woodkid, pseudonimo di Yoann Lemoine, poliedrico artista e videomaker di clip musicali - da Moby a Rihanna fino ai recenti Born to Die e Blue Jeans di Lana del Rey -, è stato certamente uno dei grandi protagonisti del festival. Il suo concerto di mercoledì 10 aprile con The Golden Age, il suo primo lavoro, è stata una vera e propria epopea pop dalla sinfonia potente e maestosa, con un suo sound sofisticato fra l'ancestrale e l'aristocratico. E poi i suoni più danzerecci con la new disco di John Talabot. Il norvegese Lindstrom che “governa” bene la platea con i suoi bassi ad alto contenuto di bpm e luci psichedeliche. Le ballate tra pianoforti e sintetizzatori per il song-writer John Grant. La chiusura con il live electro-psichedelico di James Holden, dj producer inglese in bilico tra sonorità techno e musica d'avanguardia, chiude in bellezza e stile una settimana densa di emozioni.
Live Review
di Antonio Lo Giudice
LORDI Live @ New Age
Il rock 'n' roll salva la vita. Quando insicurezza, insonnia ed ansia ti attanagliano cuore e gola, quando persino trovare la forza di recarti ad un concerto diventa una sfida con te stesso, allora capita che cinque finlandesi ricoperti di gommapiuma ed ammennicoli da film horror di serie Z riescano a farti tornare a casa sereno e in pace con il mondo. Questo perchè i Lordi suonano la musica più positiva e coinvolgente che si possa chiedere ad un gruppo il cui nome in siciliano significa “sporchi”. Hard rock di ispirazione anni '80 che paga tutti i suoi debiti nei confronti di Kiss, WASP, Motley Crue e anche band europee come gli Scorpions e, soprattutto, gli Accept.
Insomma, o vi sarete proiettati un'immagine di divertimento allo stato puro, oppure tornate nelle vostre camerette ad annoiarvi ascoltando Anthony and the Johnsons, manica di sfigati che non siete altro! Ieri sera, in un new age gremito, gli scandinavi hanno esaltato il pubblico per due ore, regalandoci una sfilza di ritornelli hard rock sufficienti per farci strillare sotto la doccia per almeno un paio di lustri. Già il trittico iniziare “We're not bad for the kids (we're worse)”, “Bringing back the balls to rock'n' roll” (titolo più che programmatico) e “The Riff” è endorfina allo stato puro. Stupisce come i Nostri non si squaglino sotto gli ingombranti costumi e,
di Antonio Lo Giudice
soprattutto, come riescano a suonare così maledettamente bene nonostante i chili di materiale su corpo e mani (menzione speciale per lo strepitoso bassista Ox, truccato come un toro demoniaco). Il frontman Mr. Lordi è un intrattenitore consumato e la sua voce è potente e sicura tanto nei brani aggressivi come “They only come out at night” sia in momenti più melodici come “It snows in hell”. Nella migliore tradizione “kissiana” abbondano elementi scenografici, come pistole sparafumo, coriandoli rosso sangue, bava satanica dalla bocca dei musicisti e roadie truccati come imbecilli a ballare sul palco. Parafrasando un altro dei loro classici suonati al concerto “questo è rock'n'roll”: sudore, divertimento e non voler alzare le mani davanti alle difficoltà della vita. Per noia ed introspezione, cercate altrove- qui si cantano tutti insieme inni apocrifi come “Hard Rock Halleluja”, si trova il modo di aggiornare i Black Sabbath con l'oscura “Something wicked this way comes” e si ridicolizza persino quel bamboccione di Satana, nella grandiosa “Devil is a Loser” (ascoltatela e poi provate a scordarvi il ritornello che, se ci riuscite, vi offro una birra- anche se non vi crederò mai). Chiude la serata la ruffianissima “Would you love a monsterman” (forse la loro canzone che mi piace meno) ed il ritorno a casa è infinitamente più leggero dell'andata. Grazie di esistere rock!
A V O
N
R E P
SU
Venerdi 3 - Paride & The Medle in The Mountain Jam (Filippo Rinaldi bass, Paride D'Agostini guitar, Gianni Corrado guitar , Alessandro Lupatin drums) Sabato 4 - Beniamino Noia Live plus Ale Riptapes djset Lunedi 6 - Michele Calgaro (guitar) e Alex Sipiagin (tromba) jazz open workshop VIJAZZ Venerdi 10 - Magnetofono live presentazione album VIJAZZ Domenica 12 - The Climax , blues & more Anna Ambrosini's cool band VIJAZZ Martedi 14 - Lorenzo Bonucci Trio (hammond trio) VIJAZZ Mercoledi 15 - Mece Quartet , Maurizio Mecenero band , jazz fusion VIJAZZ Venerdi 17 - Ganesh Quartet , Emanuele Gardin piano , Antonio Gallucci sax tenore VIJAZZ Sabato 18 - Rat Race Mercoledi 22 - VESPRIZ IN TOUR , djset & live band Venerdi 24 - Burlesque Night con Ketty Page Sissy LaMuerte & The Middle Tones (live) Venerdi 31 - Sound & Vision djset
C.so San Felice e Fortunato - Vicenza - Tel 0444.563725 - Email bar_sartea@yahoo.it
Villa Barbaro 4 - Maser - Treviso www.de-gusto.com - Tel 0423.565603
Punk, HC e Dintorni
di Marika Zorzi
CLOUD RAT.
QUANDO UNA VOCE FEMMINILE STRAPPA TIMPANI E CUORE
Alcuni sostengono che le voci femminili nell'ambito hc,crust e grind rendono meno di quelle maschili. Altri dicono che un gruppo sceglie una cantante solo per far tirare il cazzetto agli amici maschi e aver più pubblico. A entrambe queste categorie dico:ascoltate i Cloud Rat, stronzi. La band, che mi ha schifosamente colpita al Gusto Ago e Filo fest del 15 marzo scorso al Seven Live di Padova, e' un power trio formato da Adrian - Drums, Electronics/Samples, Madison - Vocals, Art, Lyrics e Rorik - Guitar, Design/Layouts originario del Michigan (Usa) e suona un mix tra crust e grind sperimentale. Il gruppo si d ef i n i s c e co nt ro o g n i o p p re s s i o n e , discriminazione e pro vegan e su questo,
ovviamente, si basano tutti i testi, a mio avviso, ben scritti, poetici e non superficiali. Oltre alla complessiva bravura di tutti i componenti, e' proprio la voce della cantante che ho apprezzato di più. Straziante e profonda, Madison racconta storie di ordinari abusi che i signor nessuno come noi subiscono tutti i giorni. Live, inoltre, sono meglio che in disco. I Cloud rats riescono, infatti, a trasportare chi li ascolta su un tagadà impazzito grazie a una violenza sonora disarmante che mischia sonorità tipicamente crust a pezzi grind, senza disdegnare brani più lenti e introspettivi. Vi consiglio la discografia scaricabile sul sito del gruppo: www.cloudrat.blogspot.it
SARANNO FAMOSI!
di Lara Lago
Malikah Jamilah la gemma del soul
Una ragazza di Harlem, seduta sugli scalini di casa mentre canta intrecciando capelli. Una diva d'altri tempi, lustrini in bianco e nero. Una regina d'oriente, profumata di incensi che scopre il velluto della sua voce quando nessuno la sente. Una viandante nel mezzo del deserto che incanta i beduini con le sue note e una carovana di sogni. Malikah Jamilah è tutto questo senza esserlo. E' talento, musicalità, cambiamento ma è soprattutto viaggio. Papà di Castelfranco Veneto, mamma libanese, cresciuta nel Qatar con la passione per la black music, quando la vita l'ha portata in Italia lei ha portato con sé la sua passione per il canto senza la paura di contaminarla. Ciò che è nato è uno dei più bei progetti musicali del Nord-est: “Malikah Jamilah & Souldiers”. Basso, percussioni, vinili e beat, con Giuseppe Nasdaq Di Salvo, Fabrizio Eltigre Di Salvo e Davide Guybrush Salso, incorniciano la genuinità di chi domina tante culture riuscendo ad attraversarle
tutte. Malikah ha tanto da dare e da dire, come mostrano i testi delle sue canzoni. E se la matrice soul rimane ben marcata, il genere fortunatamente no. Puoi percepire da dove filtra senza sapere dove sfocia. Sul palco risento Erykah Badu, Jill Scott, Lauryn Hill, colgo gli accenti reggae e la roots music, l'eco delle radici. Ma ciò che vedo giù dal palco mi colpisce, occhi che brillano, mani che applaudono colpite, spettatrici di un live fatto di un'altra pasta. Se ne accorgono anche i più inesperti, si posano sulla sua linea vocale e si lasciano trasportare come dune di sabbia spostate dal vento. La magia che tocca il picco nei concerti, si ricrea negli album. “Nafs I Lawwama” del 2011 è già in ristampa e intanto il quartetto di globetrotter della musica si prepara per un nuovo fresco cd. Malikah in più continua le sue collaborazioni con il panorama hip hop, featuring che rischiano di fare ombra agli mc, impreziosendoli come solo una gemma preziosa e rara riesce a fare.
BEDROOM REVOLUTION
di Sir Taylor
Johnny Burnette Rock n Roll trio S/t coral rec10041 dic 1956 Ho avuto la grande fortuna di trovare nella pila dei dischi dei miei un album di un tizio con una accattivante copertina ; lui con la bocca aperta e la chitarra in mano, tutto scalmamanato, il suo nome scritto bello grande in rosso e verde. Comunicava una gran voglia di movimento e divertimento. Di questo tizio e del suo primo disco, della storica copertina (Elvis Presley, per chi non avesse colto) ho raccontato circa un anno fa. Il pensiero che il rock and roll più del blues -perché ha il ritmo! – è il padre o la madre della musica di oggi che del ritmo fa la sua prima cifra mi porta a parlare di uno di quei grandi dischi che reputo indispensabili. L'originale magari non è alla portata di tutti ma una
ristampa è assolutamente rintracciabile e accessibile. Johnny e suo fratello erano degli appassionati di pugilato, sbarcavano il lunario facendo i pugili nella categoria dei pesi leggeri semiprofessionisti, gli elettricisti ,ma soprattutto avevano una gran passione per la musica. Il caso li fa incrociare, durante la classica bevutina serale, con un vecchio amico che condivide le due passioni dei Burnette e che diventerà il loro chitarista e la chiave di volta del successo: Paul Burlison. Rock'n'Roll trio è il primo disco di quello che viene definito Rock-aBilly ovvero un mix di rythm'n'blues e country (talora definito hillbilly). Iniziano i primi live dove vengono notati e ironia della sorte il loro
scopritore e patrocinatore fu Henry Jerome,noto compositore e produttore di smooth jazz orchestrale ,l'antitesi del rock'n'roll ! Johnny,Dorsey e Paul partecipano ad una prima session in uno studio di New York ma non si arriva a nulla di soddisfacente. Qualche mese dopo a 800 miglia da NYC, a Memphis, si ricomincia con una nuova serie di registrazioni. Sarà l'aria del sud, i sessionmen o la voglia di risultati, le session questa volta partono subito bene. Un incidente cambia il destino di questa musica: si rompe una valvola nell'amplificatore di Burlison che decide di non riparare il guasto per non perdere tempo. Questo darà un nuovo suono al rock una specie di distorsione ( o meglio una saturazione) che rende il suono della chitarra molto aggressivo,quasi selvaggio! Nel dicembre dello stesso anno,il 1956, esce l'album che oggi viene considerato come il più influente album di rock-a-billy di sempre.I brani conenuti sono semplicemente un greatest hits del genere. Alcuni dei brani composti dai nostri,
molti sono in realtà delle rivisitazioni di brani country o blues. Train Kept a Rolling rimane ad oggi una versione incredibile, cosi come la loro Tear it up o la bellissima Honey Hush-di Ted Turner-(amore, taci…), Rock Billy Boogie e ancora Baby Blue Eyes. Questi brani sono stati ripresi da personaggi del calibro di Charlie Feathers,Beatles- bbc sessions e let it be outtakes-Cramps, Robert Gordon, e gli Stray Cats che hanno reinterpretato quasi tutto il repertorio del lp!!! Il disco originale vale una fortuna. La copertina in ottimo stato (con disco inascoltabilmene distrurtto) è stato venduto poche settimane orsono a 1500$ per darvi una idea. Per fortuna è stata stampata una edizione quasi uguale con copertina cartonata identica all'originale che naviaga ormai sui 40 euro. Esiste una bella ristampa inglese del 65 con copertina differente su decca/ace record AH120 monofonica che può rappresentare una buona alernativa (siamo sulle 100gbp). Inarrivabile è il 10 pollici inglese del 57. In assoluto il feticcio più bello visto il formato cult (per chi non lo sapesse è un formato intermedio tra il lomg play ed il 45) Per i 45 con i brani migliori non si casca meglio visto che si viaggia sulle centinaia di dollari. Il rock è una strana bestia simile ad un serpente che si mangia la coda. Non sai dove inizia e dove finisce. Ascoltare questi gioielli secondo me vi dà una idea. Giusto per non dar ragione agli Skiantos (largo all'avanguardia pubblico di merda, tu gli dai la stessa storia, tanto lui non cià memoria …!).
IL MIO VINILE
RITMO TRIBALE «KRIMINALE»
Ieri avevo diciassette anni e parecchi complessi. Passavo i miei pomeriggi in taverna fingendo di studiare, ascoltando musica e leggendo Nathan Never, Lobo e qualche manga. Uno dei dischi che, in quel periodo, girava più spesso nel mio stereo era “Psychorsonica” dei Ritmo Tribale. Tra l'altro, avevo letto su “Metal Shock” che il gruppo av re b b e s u o n ato a M e st re , q u i n d i ragionevolmente vicino a dove abitavo. Peccato non aver avuto né la patente, né amici con la stessa passione, né l'autonomia o il fegato di arrangiarmi prendendo il treno con la prospettiva di passare una notte in stazione. I miei diciassette anni facevano discretamente schifo! Oggi ho trentaquattro anni e, ai vecchi complessi, si è aggiunto anche qualche loro lontano parente tornato dall'Australia. Soltanto ho più spazio per conviverci- quantomeno grazie
Antonio Lo Giudice
alle birre. Amo girare per i negozi di dischi usati e sfogliare i vinili; passerò per rimbambito, ma i cinni di oggi convinti che la musica sia solo un file da scaricare sul computer non li invidio minimamente, nonostante la facilità di trovare le traduzioni alle versioni di latino on line e le coetanee disinibite. Il supporto è metà del piacere e la settimana scorsa ho avuto un discreto botto alle coronarie quando, nella sezione alternative di un negozio a Monaco di Baviera, mi sono trovato davanti la copertina del 33 giri “Kriminale”, la terza (e migliore) opera dei Ritmo Tribale. Già la cover dell'album cala nel contesto: la foto di un ragazzino che gira in una discarica attorno al CSO Leoncavallo, sul cui muro capeggia un graffito di Atomo (noto illustratore della scena punk – alternative milanese degli anni '80). Ma il meglio è l'immagine interna delle cinque impressionanti facce da tossici che componevano il gruppo. Per dirne una, Andrea Scaglia è identico a Larsen di Marco Del Noce. Il disco, poi, è un'esplosiva miscela di punk ed hard rock perfettamente in linea con quanto stavano producendo all'epoca gruppi come Green River o Mudhoney in quel di Seattle, quando “grunge” non significava nulla e i Nirvana erano tre sfigati con un esordio che non si era filato nessuno. Insomma un pezzo di storia, per quanto poco conosciuta, che sono orgoglioso di possedere nel supporto originale.
RECORD STORE DAY
Partì nel 2007, quasi in sordina, ma con gli anni si è trasformato in una grande festa per i negozi di dischi indipendenti di tutto il mondo. Il Record Store Day è ormai considerato la festa musicale dell’anno per gli amanti della musica indie, dagli artisti, dai negozianti di dischi e dai collezionisti di musica. Un giorno speciale dedicato ai negozi di dischi indipendenti, che sono stati in gran parte decimati nell’ultimo decennio, a causa del consolidamento delle catene dei megastore e da Internet. In 7 edizioni (l’ultima si è tenuta il 20 aprile 2013) questo giorno è diventato il giorno della fantasia, della creatività, della ricerca del particolare inedito, della musica più amata, unica e ancora da scoprire. Nel record Store Day trionfano le registrazioni rare, le copertine dei vinili realizzate in edizioni speciali e limitate e i formati creativi. I dischi introvabili,
di Emanuela diVirago Dj D
ROLLING STONES FIVE BY FIVE
STEVEN WILSON LUMINOL 12"
THE BLACK KEYS - NO FUN
SIGUR ROS - HVARF / HEIM
insomma, si trovano qui. Alcuni, sono pezzi unici e vengono battuti all’asta, altri finiscono su e-bay perché il mondo intero sappia della loro esistenza, altri ancora sono disponibili per l’acquisto immediato nei negozi tradizionali e messi in vendita ad un prezzo che solo i fan più accaniti e facoltosi sarebbero disposti a pagare. Tra le rarità di quest’anno, più di 350 versioni esclusive: dalle edizioni limitate di Elephant, fatto uscire da Jack White del duo White Stripes in occasione del decimo anniversario dell’album e a due anni dalla fine del sodalizio artistico con sua sorella Meg, alle registrazioni
RECORD STORE DAY
FLAMING LIPS ZAIREEKA 4 LP VINYL BOX SET
di Dj D
NICK CAVE & THE BAD SEEDS ANIMAL X RSD 2013 7" PICTURE DISC
annesse al libro di John Densmore che racconta particolari inediti sul rapporto tra i Doors, i soldi e il successo, nonché la sua versione sulle vicende giudiziare che misero a rischio l’eredità di Jim Morrison e che causarono contrasti e rotture all’interno del gruppo. I Black Keys finiscono sul lato B di un 45 giri vestito con una bella fodera di carta, con al centro disegnato un disco arancione. Sul lato principale consegnano alla storia di quest’ultimo Record Store No Fun degli Stooges, successo che risale al 1969 e cover che appare nell’EP “Moan” pubblicato dal duo alternative rock. Tantissime sono le pubblicazioni rare ed eccezionali: Brian Eno che collabora con Grizzly Bear; il gruppo glam dei Big Star che pubblica un doppio vinile giallo
PINK FLOYD - SEE EMILY PLAY LIMITED 7" - RSD 2013
e lo vende su ebay (Nothing Can Hurt Me); un libretto mullticolore, 4 vinili e 4 CD sono pensati per accompagnare il packaging tutto particolare di ZaireeKa dei Flaming LIps, mentre Bill Densmore , prende il suo The Doors Unhinged e se lo porta in tour, accoppiando un libro e un disco indie nuovo di zecca; la Electra intanto non perde l’occasione di celebrare il mito dei Doors stampando 7" in vinile translucido di una serie encomiabile di successi a partire da Soul Kitchen. Il Record Store Day, insomma, ha trovato molte idee per stupire e appassionare e quest’anno ha un sito dedicato all’evento e mappe geolocalizzate che permettono di trovare il negozio a voi più vicino, tra quelli che hanno aderito all’iniziativa, per far sì Che la festa continui.
THE SOCIAL NOTEWORK QUANDO LA MUSICA E’ RIBELLE
IL PUNK
“...pissed off or pissed on, urine the PuNK GeNErATIOn”
A metà anni '70, si erano esaurite l' ondata hippie del “peace & love” e la luce artificiale del glam. L' industria discografica continuava a vivacchiare su quei modelli, ma inutilmente. La situazione di quegli anni era grave. Crisi ecologiche ed economiche si succedevano al galoppo. L' Italia entrava nei famigerati “anni di piombo”, gli ecologisti tedeschi assediavano la centrale nucleare di Brockdorf, Cile ed Argentina erano alle
di Annalisa Tonini
prese con durissime repressioni, in Libano si combatteva una spietata guerra civile, gli americani uscivano ufficialmente sconfitti dal Vietnam e i Khmer rossi imponevano il loro terribile regime in Cambogia. Le promesse evolutive e rivoluzionarie erano venute meno, niente età dell' Acquario, ma un risveglio che generava disoccupazione, rabbia, alienazione e depressione. Era un periodo cupo. In questa devastazione, attorno al 1975 cominciava a circolare nella East Coast la parola punk.Ai tempi di Shakespeare veniva usata per indicare le prostitute. Nello slang delle prigioni punk erano tutti quei prigionieri sodomizzati dai compagni di cella. Nelle strade newyorkesi degli anni '70, punk significava marcio, disoccupato, idiota. Evocava uno stile di vita che sostituiva ai fiori, all' amore e ai sorrisi hippie, aggressività, ghigni, e odio. Era nata la cultura del disagio. La periferia suburbana era il teatro del movimento e rappresentava una zona franca dove convergeva tutto ciò che la città aveva espulso. Tra quelle rovine nascevano modelli di etica e di estetica inediti, case dell'arte che accolglievano delle vite totalmente fuori dall' ordinario. Il movimento era spettacolare, crudo e deciso a chiudere con il passato. I Punk odiavano gli hippie e il rock prodotto negli anni '60, ad eccezione di certi “maledetti”, dall' aurea decadente e marcia. Iggy Pop, Lou Reed, Patty Smith, gli Mc5 i Velvet Underground erano i “salvatii”. Gruppi come i Rolling Stones no. Troppe pretese. Troppo jet set, troppe hit parade. Erano considerati “roba da femminucce” o “roba da hippie”. Il loro gusto era più incline a risultati nevrotici e scattosi. Bastavano basso, batteria e
di Annalisa Tonini
chitarra suonati possibilmente male. Nel punk la professionalità viene messa al bando. La musica deve picchiare, andare via veloce come un treno merci e i testi devono essere elementari e brevi. La musica è compressa, malsana, corporale e l' unione con il pubblico sigillata da sudore, sputi, snariciate, vomito e sangue.Ogni concerto era una battaglia e nessuno era al riparo nè sopra nè sotto il palco. I punk erano “contro”, il loro segno di fondo era la contestazione. Vestivano abiti antimoda, sdruciti, sintetici e giacconi con le chiusure lampo. Anche le scarpe erano di plastica. Eccedevano negli accessori: collari e bracciali da cani, catene e lucchetti, spille da balia e forchette da attaccare ai vestiti e in viso ( previo buco ).
Capelli verdi e tagliati come quelli degli internati, incorniciavano volti consumati, sporchi e colmi di durezza, senza l'ombra di un sorriso. Solo il trucco pesante e le ferite li decoravano. Per i punk non esistevano luoghi di divertimento tranne i pub che servivano a bere. La birra era punk, la colla, le anfetamine e l'eroina anche, la marijuana tollerata solo per rispetto ai rasta, dalla cui unione nasce lo Ska. Questa era la New York scoperta da Mc Laren & Westwood negli anni '70. Ed è la stessa che hanno cercato di riprodurre a Londra, all'interno di un negozio di abbigliamento malfamato di King's Road. Lì imperversava la follia, era un ambiente simile ad una galleria d'arte saccheggiata, un covo rivoluzionario scabroso. Agghindato come un centro di igiene mentale, aveva varie attrazioni tra cui un club sadomaso, un pornoshop con opere d'arte alternate ad immagini di crudele perversione. I clienti venivano trattati male ( da commessi Sid Vicious e Siouxie Sioux ), i prezzi erano altissimi e la merce veniva ritirata dagli scaffali appena cominciava ad avere successo. Ecco come è sbarcata la nuova ondata estetica e culturale punk a Londra! La boutique era diventata un luogo di culto sia per le merci e sia per i frequentatori. Una fucina in cui nacquero i Sex Pistols gli esponenti più “commerciali” del movimento. Catturarono l'interesse dei media e crearono un' immagine drammatica, anarchica, tossica, teppista, sovversiva e ribelle del punk. Nel '77 a NY la rivista underground Punk li accusò di essere un fenomeno prefabbricato e di aver in realtà ucciso il movimento. I fatti dimostrano che sulle loro ceneri è cresciuto un fenomeno di posa e di finta idignazione, fatto di pellegrinaggi a Candem Town, dr. Martins e grandi sputate.
ALBUM REVIEW
IL MAGNETOFONO
Quando ti trovi di fronte a qualcosa del genere, un disco veramente originale che difficilmente riesci ad incasellare per dare dei riferimenti a chi potrebbe comprare il cd o avvicinarsi all'ascolto, entri in crisi. Da dove possiamo incominciare ?? Intanto raccontando chi sono. Emanuele Gardin sofisticato pianista, poi Marco Penzo al contrabbasso e Alan Bedin alla voce, ; tutto il progetto Il Magnetofono ruota magicamente intorno alla personalità
di Luca Sartor
musicale di questi tre signori che sono riusciti a fare un lavoro di sintesi dei loro orizzonti musicali impressionante. Diciamo subito che l'offerta non è delle più immediate. In un mondo che ti fa credere che le cose - tutte - arrivano subito, senza fatica e magari senza spendere, questo album di brani originali richiede quanto meno un po' più di attenzione e tempo rispetto alla media delle produzioni odierne per entrare in sintonia con il messaggio. Il jazz è il linguaggio scelto nella comunicazione, il jazz che fu di Carosone, di
ALBUM REVIEW Nicola Arigliano o Fred Buscaglione o nei tempi recenti di un certo Paolo Conte o Rafael Gualazzi . Quindi decisamente alla portata di tutti ma che è anche molto raffinato. Una cosa che ti colpisce comunque è che in questo primo lavoro nessun
elemento prende il sopravvento sull'altro: la musica è magicamente al servizio della voce di Alan Bedin che fa risaltare i ricercati testi e la voce diventa spesso uno strumento che porta a far risaltare le architetture musicali. Lui, grande ammiratore e seguace degli insegnamenti di Demetrios Stratos , ci regala una grande lezione di tecnica che rimanda con i dovuti distinguo agli Area. Non vengono date indicazioni del tipo 'questo è un
di Luca Sartor
concept album' (ovvero un album che tratta una storia snocciolata via via nei testi delle canzoni - vedi Tommy degli Who) tuttavia rimane una certa atmosfera che potremo definire teatrale , direi quasi Brechtiana - mi si passi il termine. Francamente poi non riuscirei a citare un brano su altri anche perché la struttura compositiva non è quella del classico pezzo pop mirato alla classifica o alla trasmissibilità radiofonica con riff o arrangiamento accattivante. Perfino Capossela non è riuscito a sfuggire a questa maledetta regola pur venendo considerato un genio o comunque un intelletuale della scena odierna (ma bisognerebbe conoscere meglio la musica magari per capire quanto viene da altri sacchi e farine..!). In questo disco si rivaluta la canzone italiana e le registrazioni senza invasivi e imbarazzanti procedimenti elettronici. Canzoni estrmamente spontanee, mai banali o scontate . Quindi riassumendo Magnetofono ci regala veramente un grande album che sicuramente il tempo renderà un classico della musica cantautorale/teatrale/jazz , che lentamente cercherà di farsi strada in questo mondo imperfetto che in fatto di arte, oggi non regala niente, soprattutto agli artisti.
EXCLUSIVE INTERVIEW
di Fabio Baresi
LO SPIRITO DEL PIANETA
Affluenza da tutto il Nord Italia, con punte di 10.000 presenze nei week end ed una media di 7.000 visitatori a serata per due settimane, questi sono alcuni dei numeri della manifestazione Lo Spirito del Pianeta, kermesse ormai storica che porta in Italia popoli indigeni provenienti da tutti i continenti, dando voce a culture che vanno scomparendo. Il Festival si svolge al Polo Fieristico di Chiuduno (Bg), a pochi passi dal casello A4 di Grumello Telgate, dal 24 maggio al 9 giugno. Per la tredicesima edizione del festival sono previste alcune novità. A cominciare dagli ospiti: accanto ai popoli indigeni che hanno partecipato alle precedenti edizioni (fra tutti citiamo aborigeni, messicani,
pigmei, il gruppo scozzese Saor Patrol, uno degli appuntamenti più ambiti) il cartellone fa registrare anche alcune novità: il gruppo dei Dervisci Rotanti per la prima volta in Italia, e ben due tribù Indios, dall'Amazzionia brasiliana e dall'Ecuador. Molto suggestiva si preannuncia anche l'esibizione dei “Tamburi del Caucaso”; gruppo proveniente dalla Russia. Per chi volesse vivere un appuntamento dal respiro mondiale, l'appuntamento è con la Notte dei Tamburi, dove saranno presenti tutte le popolazioni invitate al Festival, e proporranno canti e danze tradizionali. Il palmares del Festival sarà poi arricchito dalla presenza di due artisti internazionali di musica celtica per la loro unica data in Italia del 2013: Susana Seivane e Kepa Junkera. In programma anche incontri, dibattiti e conferenze, su tutti segnaliamo Jessica Gordon, rappresentante delle tribù indigene del Canada, che terrà una conferenza sulla distruzione delle foreste canadesi, e dei diritti degli indigeni. Altra novità del 2013 sarà “Lo Spirito del Pianeta in cammino”: il 7 giugno partirà infatti una marcia non competitiva che arriverà poi a Vitoria, in Galizia, all'Ottavo Incontro dei Saggi del Pianeta. Il tutto con una particolare attenzione per l'ambiente. Quest'anno è stata allestita un'area camping, e
sono previsti sconti al ristorante per chi viene in bicicletta o con un'auto elettrica. L'ingresso è rigorosamente gratuito per tutti gli spettacoli, cosÏ come gratuiti sono i bus navetta dai parcheggi. Presenti laboratori artigianali ed una vasta esposizione di artigianato da tutto il mondo. Per informazioni e per il calendario degli spettacoli visitate il sito www.lospiritodelpianeta.it
WE LOVE VINYL JACK WHITE E NEIL YOUNG: passione vinile con Voice-O-Graph
Neil Young
Jack White cantante, polistrumentista, produttore discografico e molto altro, con la sua etichetta Third Man Records, sta portando avanti una vera e propria battaglia per il vinile. Quest’anno Jack White è stato anche l’ambasciatore del Record Store Day 2013. L’artista non ha mai nascosto la sua passione per i supporti fisici musicali seppur da sempre Jack White è un profondo amante anche della sperimentazione. Il musicista proprio per onorare il Record Store Day ha pubblicato in versione limitata “Elephant” album targato 2003 dei White Stripes ma ha anche onorato la questione con una cabina di registrazione “vintage”, un pezzo originale Voice-O-Graph del 1947 debitamente restaurato per l’occasione. All’interno proprio di questa cabina Jack White ha registrato una versione di “Coal miner’s daughter”, brano leggenda del repertorio country americano, interpretato originariamente da Loretta Lynn nel
1969, personalità musicale molto apprezzata da White stesso. Nashville è stata centro di queste celebrazioni mondiali proprio in onore del Record Store Day e la Third Man Records si può definire come l’etichetta rappresentativa proprio del concetto ribadito dalla giornata indetta il 20 Aprile 2013. Ricordiamo, per coloro che non lo sapessero, che la Third Man Records è una etichetta indipendente fondata da Jack White a Detroit nel 2001. Ritornando alla cabina Voice-O-Graph targata 1947 essa è particolare in quanto è l’unica cabina di registrazione su vinile del mondo, ancora esistente ed utilizzabile e tutt’oggi è considerata una reliquia musicale. Possono essere registrati 111 secondi di musica su un disco da 6 pollici e il procedimento di creazione del brano assume proprio un aspetto d’altri tempi, molto lontano dalla musica liquida a cui siamo abituati. Siamo in clima tradizione, icone storiche, vintage puro e come poteva mancare Neil Young? L’artista canadese non ha aspettato neanche un secondo e appena Jack White ha avuto la geniale idea di portare Voice-o-Graph alla sua Third Man Records Neil Young si è fiondato per provare questo pezzo storico. Al momento le registrazioni all’interno della Voice-O-Graph sembrano essere state quelle di Jack White e Neil Young ma chissà quali sono i progetti del poliedrico musicista a riguardo. Intanto non vi sono notizie sul brano registrato da Neil Young il quale come sempre cerca di mantenere un alone di mistero ma la foto postata sul sito ufficiale della Third Man Records è già un attestato di fiducia.
Via PrA’ Bordoni 43 - ZanE’ (VI) - Tel 0445.315514
KINOTERAPIA
di Matteo Gasparetto
NELLA CASA
Un film di François Ozon. Con Fabrice Luchini, Ernst Umhauer, Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner, Denis Menochet. Titolo originale: Dans la maison. GenereDrammatico Durata 105 min. - Francia
Altro film francese di altissimo livello, “Nella Casa” di François Ozon ci immerge all'interno del processo creativo di un'opera letteraria. Nel film, Germain, professore di letteratura, rimane colpito dalle doti narrative di Claude, timido sedicenne, il quale consegna periodicamente al docente dei racconti. I testi descrivono sarcasticamente la vita della famiglia di Raphael, compagno di classe al quale Claude dà ripetizioni di matematica. Germain, quindi, aiuta l'allievo nello sviluppo narrativo del racconto, spingendolo a sviluppare più a fondo i personaggi descritti.
Claude inizia così ad occupare sempre più spazio all'interno dei “Rapha”, (soprannome dato nel film) sconquassando la stabilità della famiglia. Quello che, però, era iniziato come un esercizio scrittorio, si trasforma rapidamente in un gioco voyeuristico perverso, nel quale Claude si innamora della madre di Raphael, Esther, e dal quale nemmeno il professor Germain riesce più a liberarsi. Addirittura, Germain entra fisicamente nel racconto di finzione, consigliando l'allievo in diretta, come Woody Allen seguiva i consigli del suo fittizio Bogart in “Provaci ancora, Sam”. La commedia lascia il passo a toni da thriller psicologico. La voce fuori campo, onnipresente nella prima parte del film, scompare, annullando la distinzione fra realtà e finzione, vita e racconto. Ozon afferma che, come in “Teorema” di Pasolini, Claude contamina anche la vita di Germain, sconvolgendola completamente, ma a differenza del visitatore pasoliniano, non riesce a rimanere estraneo alla manipolazione e si ritrova imprigionato nel suo stesso gioco. Claude e Germain (autore ed editore) si sono influenzati a vicenda, e ora non resta loro che sedersi su una panchina contemplando future storie da raccontare…
V) co (T cuc TEA - Vicenza tel R as - SA O GI
17 MAGGIO - ROC KA FE ’ 31 MA C G
SOUND AND VISION NIGHTCLUBBING
LA GUIDA AL VOSTRO DIVERTIMENTO NOTTURNO
I locali che trovate in questa sezione sono stati scelti e selezionati grazie ad una attenta valutazione che considera: ambiente, programmazione proposta, originalità e qualità dei servizi offerti. Tutti i locali sono stati selezionati e visitati dal nostro staff. Vi invitiamo quindi a frequentarli e fare di questi i vostri locali preferiti.
Legenda Simboli Musica: LIVE MUSIC SOFT & JAZZ
LIVE MUSIC ROCK
DJ SET
DISCOTECA
BRUSCHETTE PANINI
PIATTI FREDDI
Tipologia Locale: COCKTAILS
WINEBAR
BIRRERIA
Altro: smoking area MOSTRE
WIRELESS
GIARDINO ESTIVO
AREA FUMATORI
CLUB CON TESSERA
MEGA SCHERMO
SERVITO MEZZI PUBBLICI
ACCESSO DISABILI
CERCACI SU FACEBOOK
AMICI DEGLI ANIMALI
DISCOTECHE DISCOBAR BIRRERIE WINE BAR
NIGHTCLUBBING a Vicenza
SARTEA
Locale storico di Vicenza che da anni allieta e propone importanti novità. JND Festival Electronic Music, che ha portato il Sartea a livelli internazionali grazie ad una selezione ricercata di djs di ottimo livello provenienti dai Clubs di Berlino, New York e Londra. Ambiente liberty, affascinante e ricercato che risalta la qualità del servizio. Chiuso Lunedì C.so S. Felice 362 - VICENZA - Tel 0444.563725 www.sartea.it - www.facebook.com/bar- sartea
BARBIE MUSIC CLUB
NIGHTCLUBBING a Vicenza
l Barbie Music Bar è ormai punto di riferimento dell'ovest Vicentino per quanto riguarda la musica "live".Niente di banale, un continuo alternarsi di Band locali e non...con attenzione particolare alla musica d'autore,dj set molto vari nel genere variando dal hip hop all' house music...! Vasta gamma di birre Artigianali alla spina e in bottiglia, una grande varietà di cocktails , panini bruschette e molto altro ancora....wi-fi gratuito, mega schermo per seguire tutti gli sport..! Barbie Music Bar...non è la solita musica !
Via Bottego 20 - Arzignano - VICENZA Info FB. Barbie bar - Barbie music bar
MOC Montecrocetta
NIGHTCLUBBING a Vicenza
C'E' VITA SU MOC: immersi nella verde collina del Parco, prepariamo bruschette, piatti freddi ed insalatone con particolare attenzione alla qualità e freschezza dei prodotti...ampia scelta anche per una dieta vegetariana. Aperitivi in musica, iniziative culturali,serate DjSet...e concerti live domenica pomeriggio. Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 02.00 Email: montecrocetta@gmail.com
Via Rivana 7 Bassano d. G. Info Tel. 377.4196772 - FB: moc_montecrocetta
VINILE
NIGHTCLUBBING a Vicenza
Vinile classe 1976 punto di riferimento per artisti e promoter fuori dagli schemi della maggior parte dei locali presenti sul territorio. Recentemente rinnovato propone Live music & dj set con feste a tema o party di tendenza. Locale con sala fumatori disponibile per feste private & happening... smoking area
Via Capitano Alessio 94 - Rosà www.vinileclub.it - Tel 347.1601429
MARAKELLA
NIGHTCLUBBING a Vicenza
Sulla statale che collega Vicenza a Padova esattamente a Grisignano si trova il Marakella. Nato dall’idea di unire il dolce e il salato in un unico ed accogliente ambiente. La ciliegina sulla torta? La musica! Che accompagna gli affollatissimi aperitivi domenicali dalle 18 in poi. Da provare a tutte le ore! Marakella vi aspetta!
Via Mazzini 6 - Grisignano di Zocco Info: Roberto 349.3198097
BAR SMERALDO
NIGHTCLUBBING a Vicenza
Nel centro storico di Vicenza, in Campo Marzo, il parco più malfamato del Veneto, un locale di grande atmosfera per cuori forti. Se i peggiori bar di Caracas vi fanno una pippa lo Smeraldo fa per voi!
Campo Marzo - VICENZA INFO - Facebook: barsmeraldo
MAMA L’OCA
NIGHTCLUBBING a Vicenza
Il Mama L 'Oca é ormai un punto di riferimento per quanto riguarda la musica live e rock dj set.Vasta scelta tra aperitivi, birre artigianali alla spina e in bottiglia.Ottime bruschette, insalate e panini.Locale ufficiale Guinness.Wi-fi gratuito, Sky e Mediaset Premium.Aperto dalle 7.30 alle 02.00
Via S.Carlo 10 Costabissara Vicenza Facebook: Mamaloca Info 347.5035098 Cristiano
food music&drink
NEW AGE
NIGHTCLUBBING a Treviso
New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nord-orientale della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante stagione di live allo stato puro!
Via Tintoretto 14 - Roncade - TV Tel 0422.841052 www.newageclub.it
DE GUSTO
NIGHTCLUBBING a Treviso
It's kinda funk! La Gusteria tipica de'Gusto jezza, funkeggia e gioca al chilometro zero. Nella fantastica atmosfera di Villa Barbaro a Maser, Rosti, Giulio e Mc ti aspettano per farti rilassare, bere, mangiare e musicare. Il territorio messo in vetrina per essere gustato. Il de'Gusto è il locale per tutti e di tutti, dalla mattina alla sera escluso il lunedì allieta le tue giornate e si propone come l'alternativa alla noia del quotidiano. Il passato è passato, il presente è passato, ma il futuro deve ancora passare. Vieni a trovarci.
Villa Barbaro 4 - Maser - Treviso www.de-gusto.com - Tel 0423.565603
ROCK CAFE’
ROCK CAFE
NIGHTCLUBBING a Treviso
Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che (scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più. Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo posto. Dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00
St. dei Colli - Castelcucco - Tel 349.6027294 www.rokkafe.com
Vi consigliamo inoltre... Via Fonderia 73 - TV tel. (+39) 0422 697086 www.homerockbar.com HOME è aperto dal 2008. è stato eletto per come miglior dj bar d'Italia per 4 anni consecutivi. Il locale è stato concepito per ricreare quella sensazione, quella vibrazione, quella emozione, quel mood, quel giusto mix di semplicità, accoglienza, comfort, tranquillità e spensieratezza che potete trovare nella vostra casa. Home è un punto di ritrovo, di ristoro e di intrattenimento. E' un luogo che ha come fondamenta la musica rock. Adesso dovete solo provarlo!
HOME ROCK BAR
DEPOSITO GIORDANI
Via Via Prasecco, 13 Pordenone www.depositogiordani.it
Via Commerciale 12 Villa del Conte/Abbazia Pisani - PD Info: www.rickyspub.com Hot spot per chi ama la musica live di qualità grazie ad una crew e ad un programma bilanciato,si conferma uno dei locali più gettonati. Il meglio delle rock cover band,dell'alternativo ed indipendente, i tributi più leggendari. Dal grunge al postrock, dall'acustico al metal, dall'indie alla new wave! OPENPARTY con i migliori djs in campo rock, crossover, indie, electro! Se cercate un'alternativa al solito music pub con karaoke e cotillons, l'avete trovata.
RICKYS PUB
CHALET DE LA MOT
Baselga di Pinè - Trento Tel 380.7325710
Il Deposito Giordani offre al vasto pubblico giovanile ed all'area degli organizzatori culturali, un'opportunità in più di utilizzo di un contenitore polivalente e polifunzionale. La divisione del sito in sale e la dotazione di impianti audio, video e luci residenti permettono un accesso facilitato per promuovere e produrre serate musicali, teatrali, conferenze, corsi, feste private ed altre iniziative.
Nuova anima per il Chalet de la Mot, oltre a riaprire come pub con 6 splendide spine di selezionata birra e ospitare numerosi live e dj set, vi delizierà con il ristorante aperto dal martedì alla domenica dalle 18 alle 24.
Via Alto Adige 164 Gardolo - TRENTO Tel 0461 993261 Oltre Trento verso nord in zona Gardolo troviamo un nuovo locale “Officina Gambrinus”. Locale a 360° che offre ottimi piatti sia a mezzogiorno sia alla sera. Potete gustare sia pizze che piatti tipici trentini. Una programmazione musicale di qualità, accompagnerà i vostri weekend con i djset al Venerdì e musica live al Sabato sera. Non vi resta che provare le emozioni dell’Officina Gambrinus!
JACK THE RIPPER
OFFICINA GAMBRINUS
Via Nuova 9 - Roncà - VR Tel 045.9971260 www.jacktheripper.it
Un vero tempio del rock! Un punto d’incontro obbligatorio per la buona musica. Da qui sono passate le migliori band underground del pianeta. E se Elvis fosse ancora vivo dopo Las Vegas avrebbe scelto questo posto per esibirsi. Il Jack the Ripper è alternativo, fuori da mucchio, inossidabile, una garanzia di qualità e continuità. Rochenrol!!!
RISTORANTINO_WINE BAR_JAZZ CLUB CENA CON CONCERTINI JAZZ AND WORLD MUSIC
WWW.RIVEJAZZCLUB.IT
o i g g a M
VEN 3 MAGGIO
NICOLA MARAGLINO ironico cantautore pop
VEN 10 MAGGIO PETRAMANTE soft rock originalissimo
VEN 17 MAGGIO ESTERAS alchimie musicali e astrazioni folk
VEN 24 MAGGIO QUANTUM l’avanguardia del Jazz veneto
VEN 31 MAGGIO NICOLETTA NOE’ trio originalità unplugged
OSTERIA RIVE - VIA RIVE 14 CARTIGLIANO - INFO: 348.8265815
SAB 25 MAGGIO THE SWINGIN’ LONDON PARTY ore 22.30