SOMMARIO DIR. RESPONSABILE: STEFANO ROSSI EDITORE: DANIELE PENSAVALLE
Live Review Marlene Kuntz (di S. Reginato) Nina Zilli (di S.Reginato) Wu Lyf (di F. Consoli) OfflagaDiscopax (di A. Cerantola) Digitalism (di E. Virago) Swingle Sister (di L. Lago) Interviste The Pretty Things (di L. Sartor) Back To Business (di S. Reginato) Cd Review Limelight - Elio e le Storie Tese (E. Zazzara) Glincolti (di D. Visentin) Plasticost (di Antonio Lo Giudice)
Anno 8 - N° 93 MAGGIO 2012 Aut. Trib. Bassano d. G. N°° 8/03 del 3.09.2003 Grafica: Daniele Pensavalle Cover by Andrea Blitz Studio (VR) www.blitzstudio.it
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Rubriche Alla Ricerca Di Un Nuovo Inizio (di ste a cura di ste) The Social Notework (di A. Tonini) Punk, HC & Dintorni (di M. Zorzi) Jimma Corner (di Jimma) BedRoom Revolution (di Sir Taylor)
QUESTO NUMERO È STATO REALIZZATO GRAZIE AL CONTRIBUTO VOLONTARIO DI
S. Rossi (VI) - G. Mari (VI) - A. Lo Giudice (VI) F. Nicolli (VI) - T. Fiorese (VI) L. Sartor (VE) - Fox (VI) - F. Consoli (MI) E. Sampong (VI) - E. Virago (TV) L. Lago (VI) - R. Crisafi (VI) - L. Moneta (TV) C. Fantinato (VI) - A. Lago (VI) E. Zazzara (RM) - M. Zorzi (VI) D. Pensavalle aka DJd (VI) - Viola (VI) D. Visentin (TV) - A. Tonini (TV) S. Bordignon (VI) & Ste (VI) C. Fascina (Madrid) FOTOGRAFI di S&V Mag Viola HCPH, Michela Del Forno, Daniele Pensavalle
ALLA RICERCA DI UN NUOVO INIZIO episodio 3
echi dal mio passato
ho rivisto un film di gus van sant degli anni '90 con matt dillon e con un cameo dello scrittore william burroughs che interpreta un anziano prete tossicodipendente. tratta l'argomento droga pesante nell'america dei primi anni '70. mi ha colpito la similitudine della storia con quello che succedeva da noi nello stesso periodo e mi ha fatto riflettere sui cambiamenti avvenuti da allora in questo variegato ambiente. dal far west di quegli anni, duro, ma tutto sommato con un'aura romantica e selvaggia, si è via via passati alla fase 'grosso businness', gestito da personaggi che solo il cinema avrebbe
di ste
rivestito di una patina mitica (mi torna alla mente 'scarface'), ma che nella realtà sono molto più squallidi. ricordo la frase che un amico mi disse in quei tempi oramai lontani: 'l'eroina sarà la terza guerra mondiale'. rimane incontestabile il fatto che almeno un paio di generazioni ne sono state duramente colpite, proprio come succede nelle guerre. dal 'fai da te' delle ricette compilate con i caratteri trasferibili per procurarsi anfetamine o prodotti a base di oppiacei, ai furti nelle farmacie; dai viaggi in oriente da cui si ritornava con modeste quantità di 'roba' da dividere fra gli amici per rientrare delle spese, fino alle organizzazioni più o meno ramificate. insomma, come diceva un noto politico, 'l'importanza del saper fare impresa'. sarebbe interessante confrontare gli articoli dei giornali di allora con quelli odierni, dove i fatti riguardanti le droghe
a cura di ste
ALLA RICERCA DI UN NUOVO INIZIO sono diventati quotidianità e dove spiccano più che altro i cospicui quantitativi sequestrati o i fantasiosi nomi dati dalle forze dell'ordine alle operazioni condotte. all'epoca invece c'era più fantasia nei nostri giornalisti: se veniva fatta un'irruzione in un appartamento dove si trovavano anche una o più donne, si sarebbe titolato l'articolo 'balletti rosa in via roma'. e nei servizi di approfondimento sul tema, i tossici sarebbero stati definiti dei novelli nichilisti e si sarebbero inventate nuove e terrificanti droghe tipo la micidiale 'alfa sensor', giusto per dare un tocco drammatico al tutto. a quel tempo, se avevi la sventura di finire in galera (e ci si andava anche per una semplice detenzione), ti poteva capitare di trovarti in qualche manicomio giudiziario, legato al letto di contenzione in stato di osservazione a discrezione dei medici responsabili, che in
di ste
quei luoghi non erano dei gran gentiluomini. io ho avuto la fortuna, se così si può dire, di essere inviato presso un manicomio civile, piantonato da agenti in un reparto chiuso da sbarre e cancelli, riempito di psicofarmaci che tutto mi facevano fuorché attenuare l'astinenza. dopo qualche giorno e un duro scazzo notturno con gli infermieri, chiedevo al medico di rimandarmi in carcere, da dove venivo poi destinato alla piccola città della follia che allora era chiamata san vittore. ma questa è un'altra storia.
brano consigliato per l'ascolto: 'the pusher' - nina simone (1974) http://youtu.be/5x80OwyXy7A
a cura di ste
Wu Lyf 29 Marzo, Magnolia (Milano) foto e testo di F. Consoli
Il mio approdo al concerto dei Wu Lyf al Magnolia avviene come una sorta di atto dovuto, carico dell'intensita' e del senso di necessita' che accompagna il prendere parte a qualcosa che ha tutta l'aria di essere un percorso di consacrazione. In un sottile equilibrio tra predestinazione e senso dell'anticipazione di chi immagina di poter dire un giorno “io li ho visti quando ancora non erano nessuno�. O quasi. Wu Lyf e' l'acronimo di World Unite! Lucifer Youth Foundation, e piu' che una band amano definirsi un collettivo, ovvero una di quelle entita' liquide ad intensita' variabile che solitamente come risultato principale generano il fatto che non capisci mai veramente chi devi aspettarti salira' sul palco, ne' a quanti attribuire l'eventuale successo. Per ora comunque del collettivo quasi nessuna traccia, ed a Milano accogliamo lo stesso quartetto di Manchester che sta collezionando una quantita' invidiabile di critiche, sperticate quanto trasversali da parte dell'intellighenzia musicale di mezzo mondo.
Complice una ingegnoso campagna di nonmarketing che li ha visti declinare interviste facendo cosi' lievitare la curiosita' per questi strani personaggi che rifiutavano di esporsi a telecamere e microfoni, a ben vedere i Wu Lyf sono divenuti la perfetta parabola dell'avvento in chiave metareligiosa. Che dunque non si esaurisce in un nome che sarebbe perfetto per un sindacato di satanisti in erba, o in un logo che ammicca alla simbologia dell'anticristo. Il loro album di debutto, “Go tell fire to the mountain� deve gli echi che avvolgono ogni singolo brano, decisamente parte della cifra stilistica della band, al luogo in cui e' stato registrato. Non un normale studio tutto luci e cursori bensi' proprio una cattedrale, quella di Saint Peter ad Ancoats vicino Manchester. Abbandonata, neanche a dirlo. Se a tutto questo sommiamo gli onnipresenti organi, o i cori ricorrenti che accompagnano il leader Ellery Roberts, il gioco e' pressoche' fatto. Quello che pero' distingue la 'parabola' dei Wu Lyf, ancorche' artistica in questo
caso, e' il miracolo che in qualche modo sono riusciti a compiere. Sono riusciti infatti a ridare corpo e realta' a quella ribellione tanto epica quanto divenuta oramai anacronistica, che sembrava definitivamente assorbita da un sistema fin troppo rodato. E' cosi' che i quattro, poco piu' che ventenni, sono riusciti a farsi rincorrere da discografia e critica, rifiutando la prima con una produzione totalmente autogestita, e addirittura facendo pagare i demo ai diversi talent scout che li hanno approcciati, e schivando o addirittura rigettando la seconda, che pur non ha mai smesso di inseguirli ed acclamarli. Al Magnolia i Wu Lyf confermano non solo quanto le aspettative sembrino effettivamente ben riposte. E se la loro eta' suona ancora una volta come uno smacco all'epica dei post-giovani cui siamo assuefatti in Italia, d'altro canto e' origine e giustificazione per tutta l'irruenza riversata sugli strumenti, nel modo di suonare istintivo e grezzo della batteria, cosi' come nelle melodie di chitarra semplici, coinvolgenti eppure mai scontate. Come a dire una semplicita' complessa che non permetterebbe a nessuno di loro di suonare in altre formazioni, per lo meno non senza perdere quell'alchimia e quell'equilibrio che solo l'unita' (guarda caso) del gruppo preserva. E poi la voce. Roberts e' il profeta carismatico a tratti schivo, camuffato sotto al ciuffo da novello attore di Beverly Hills 90210, che reinventando un Tom Waits gutturale ed accorato quanto incomprensibile, si disegna primitivo ed abile cerimoniere di una ribellione non meglio indirizzata, sebbene totalmente recepita nei toni da un pubblico di giovani e giovanissimi adepti: stupisce non poco come le prime file riescano a cantare lungo le parole smozzicate del leader. Se
oggi ancora si percepisce l'esigenza di una diversita', ebbene quella offerta dai Wu Lyf e' ben sintetizzata dal nome che loro stessi danno alla loro musica, Heavy Pop. Una sorta di anagramma, di rimpasto musicale semi-audace in base al quale i membri della band si scostano dall'esistente quel tanto che basta per suonare, tutti assieme, originali cosi' da lasciarci fiduciosi in attesa di un degno seguito. La cronaca del concerto ci parla anche di un pedale rotto dalla foga del batterista, o degli intermezzi in italiano fluente del chitarrista Evans Kati, tracagnotto umorista da minimo sindacale, o ancora di un pezzo nuovo, con accessi dubstep. Ma francamente poco importa, a noi che oggi qui ci sentiamo re magi post-moderni venuti a rendere omaggio ai nuovi astri nascenti. O quasi.
OUT OF NINA C'è chi, per descriverne il personaggio, si rifà a volti noti come Amy Winehouse o la nazionale Mina; ma Nina Zilli è questo e altro ancora. In più occasioni riconosciuta come una delle migliori nuove scoperte italiane, riesce a muoversi agilmente dal' r&b al soul, dalla musica leggera italiana alle atmosfere reggae e ska, per arrivare al blues. Ed è questo il calderone musicale da cui estrae le note che accompagnano il pubblico del teatro Geox, in un incalzare di lenti melodrammatici e ritmi in levare. Maria Chiara Fraschetta, questo il suo vero nome, è una donna di mondo. Ha vissuto in Irlanda e negli States, ha studiato canto lirico, dedicandosi al tempo stesso a suoni più rock. Non è nuova del mestiere, e lo dimostrano la sicurezza, la padronanza di voce e di
@ TEATRO GEOX 27.04.12 foto viola hcph. rece Serena Viola Re
presenza. Sale sul palco come una diva: semplice ma raffinata al tempo stesso. Ti sembra di avere di fronte una giovane donna degli anni '50, con tanto di fiore rosso in testa e una voce da leonessa. Fresca di partecipazione sanremese, dove ha saputo mostrasi per il suo vero talento (il che si nota dai molti paganti accorsi a Padova venerdì) inizia lo show con le canzoni di “L'amore è femmina”, titolo del suo ultimo lavoro e dello stesso tour. Sorprende con un'insolita versione anglofona di "Grande, Grande, Grande", perché Nina non si scosta dalle etichette che le vengono date, ma riveste bene il personaggio e celebra le sue muse. Non si fa mancare nemmeno le posture, lo stile, le movenze caratteristiche di gruppi e solisti anni '50/'60. Calca con grinta il palco, nonostante l'esasperazione di questi passi, quasi da copione. Le vere ovazioni arrivano con "Per Sempre", a confermare che è il singolo del festival ad aver fatto breccia nel cuore degli ascoltatori, ad averla proclamata anche quest'anno come uno dei volti più interessanti della scena musicale italiana. Pausa e cambio d'abito: torna on stage sulle note di "L'amore verrà" (cover di "You Can't Hurry Love" delle Supremes) e "Tutto Bene", per continuare con vecchi successi e coraggiose cover di classici americani. Lo show prende una piega più baldanzosa; le influenze reggae si sentono meno confuse. Le parole si fanno meno languide, più speranzose, tenaci. Coinvolge con il battito di mani, facendo cantare il pubblico adorante, muovendosi sinuosamente ai ritmi in levare. Accompagnata da una band di tutto rispetto, che, come la cantante, sul palco ha dimostrato "il fatto suo". Conclude concedendo un bis tanto richiesto, dimostrando che nulla ha da invidiare alla stupenda voce di Nina Simone, e trascinando musicisti e pubblico nel ballo con tanto di "cha cha cha" finale.
THE STRANGERS MARLENE KUNTZ @ New Age (TV) 20 APRILE 2012 - foto viola hcph. rece Serena Viola Re
Prima data del tour dopo l'esperienza sanremese per i Marlene Kuntz, quella del 20 aprile al New Age Club. E si presentano con un "nuovo" (sì, per ora chiamiamolo nuovo) album che prende il nome proprio dal pezzo portato sul palco dell' Ariston: “Canzoni Per Un Figlio”. Il festival non ha saputo premiarli a dovere, vista la repentina eliminazione, ma la band ha regalato una botta di emozioni con la stupenda performance sulle note di "Because the night", accompagnati dalla Sacerdotessa del Rock in persona. Di cosa si tratta quindi -Canzoni per un figlio-? Non è un disco di soli inediti (ne troviamo solo due: "Pensa" e “Canzone in prigione”), ma nemmeno un best of. E' una ricerca più intima, se così si può dire, nel riarrangiare vecchi brani "marleniani". La vena è più dolce, le chitarre più calde, e l'atmosfera del concerto si colora di queste stesse sfumature. La track list della prima parte del live, è la stessa dell'album. Pure l'ordine è uguale: si apre con "Canzone per un figlio" e si conclude con "Grazie".
Un vortice di pura poesia Godanese, dove le chitarre elettriche emergono comunque, come in “Io e me” e “Lieve", ma non disturbano; rendono solo un po' di carattere in più alla melodia. Il tutto viene addolcito dalla mancanza di pause, nessun momento di vuoto. Ogni brano è legato al successivo da una voce fuoricampo: la voce di un padre. Le parole verso un figlio, una recitazione calda e quasi affettuosa, che va ad anticipare i pezzi. E' difficile seguire il filo… il locale è pieno, le narrazioni arrivano come un fruscio all'orecchio, mentre i primi delle file si saran probabilmente chiesti quando arrivava il momento di muoversi un po'. L'aria è densa, lo scorrere lento. Ma la band non poteva certo tradire i molti affezionati che erano accorsi, memori di una band più agguerrita. Ed è con "Impressioni di Settembre" che il live prende un altro volto, quello che conosce chi non ha ancora ascoltato il loro nuovo lavoro. Si ritrova il puro rock elettrico, si aprono le danze sotto al palco, raggiungendo l'apice con "Festa mesta" e "Musa". Ci si riscopre come in una nuova dimensione… si comincia a sudare, ed il pubblico s'infiamma, nonostante la grande assente "Nuotando nell'aria", facendo a meno pure di "Sonica" ed "Ape regina". Chiudono lo show con il "Bersagliere ha cento penne", canzone partigiana, brano azzeccato visto l'avvicinarsi del 25 Aprile. Un modo, probabilmente voluto, di ricordare la storia e sensibilizzare tramite la musica. Gli anni d'esperienza della band si sentono, ma non pesano sulle spalle. Riescono a coinvolgere ed emozionare rivestendo due diverse facce, riuscendo ad essere cangianti in modo sincero, regalando uno show di qualità lirica e melodica… cose forse non apprezzate sul palco dell'Ariston, ma che riconfermano la band come una delle migliori in Italia.
MAGGIO 2012 Venerdì 4 - VIJAZZ 2012 Michele Calgaro 4et (M. Calgaro, R. Bonisolo, M. Beggio, L. Calgaro) Domenica 6 - VIJAZZ 2012 Jazz in Chet Quintet (G. Bolcato, A. Gallucci, A. Lucato, N. Ferrarin, M. Cogo) Martedì 8 - VIJAZZ 2012 Morris &The Magicals (M. Ponzio, M. Marcante, L. Pignattari, P. Fava) Mercoledì 9 - VIJAZZ 2012 Stan Brothers (F. Guidolin, G. Campagnolo, D. Stumpo) Giovedì 10 - VIJAZZ 2012 The Climax ( A. Ambrosini, B. Danieli, F. Lorusso, L. Carrer) Venerdì 11 - VIJAZZ 2012 Paride D'Agostini And The Meddle (S. Turri, P. D'Agostini, F. Rinaldi, D. Devito) Sabato 12 - VIJAZZ 2012 Magnetofono special edition "Bowie in Jazz" (A. Bedin, M. Penzo, E. Gardin) + Dj & Video Set by DjD (S&V Mag) Sabato 19 Alessandro Valle in "Abarico" loop project Venerdì 25 Bracco & I Giaguari new show + Back To Black DjSet C.so San Felice e Fortunato - Vicenza - Tel 0444.563725 - Email bar_sartea@yahoo.it
OFFLAGA DISCOPAX live @ New Age Ven 13 Aprile 2012 di Alberto Cerantola
New Age Club, 13 aprile 2012. La data e il luogo sono da tempo appuntati nel calendario per quello che si preannuncia il Concerto. D’altronde gli Offlaga Disco Pax mancavano da un po’ in queste zone e la voglia di sentirli è davvero tanta. A scaldare il numeroso pubblico di Roncade è l’esibizione tiratissima di Nicola Manzan, in arte Bologna Violenta, originario del trevigiano che dimostra, semmai ce ne fosse bisogno, che la locuzione “Nemo propheta in patria” non è sempre valida. Trenta minuti in cui si condensa nel migliore dei modi il repertorio del polistrumentista, già noto per le collaborazioni con svariati artisti tra cui Baustelle e Teatro degli orrori, che condivide con i Calibro 35 la passione per i polizieschi anni ‘70. Filo conduttore dello show è il bervismo che Nicola definisce come “un nuovo modo di vedere la vita”, un vero e proprio lifestyle libero di dogmi e pregiudizi di qualsiasi tipo. I brani proposti sono tratti dai suoi tre lavori in studio, tra i quali spicca il recente “Utopie e piccole soddisfazioni”, con la riproposizione live di un discorso di Saragat che si può sentire in “incipit” la prima traccia del disco. Il pubblico gradisce l’intensità e l’emotività che i pezzi di Bologna Violenta trasmettono e l’atmosfera raggiunge le condizioni ideali per il seguito. Sì, perché dopo il piacevolissimo antipasto arriva la portata principale della serata, tre ragazzotti dall’Emilia
portatori sani di “ideologia a bassa intensità”. Il locale strapieno freme per l’inizio del live, a maggior ragione quando il frontman Max Collini appare sul palco per sistemare i suoi strumenti del mestiere: il microfono, un leggio e uno sgabello dove sono sistemati due volumi grossi e polverosi, un modellino di un automobile e l’immancabile Toblerone (voi sapete - o dovreste sapere - perché). Ancora pochi minuti e l’esibizione ha inizio ed è subito Palazzo Masdoni, prima traccia del loro ultimo lavoro “Gioco di società”. Collini appare sul palco con dei curiosi (e finti) occhiali da vista con la montatura azzurra trovati in camerino pochi minuti prima. Una cosa che ti aspetti più da Dente che da uno come lui, ma che il pubblico dimostra di gradire. La coda strumentale del pezzo porta al centro dell’attenzione gli altri membri della band: Enrico Fontanelli alle tastiere e Daniele Carretti al basso e alla chitarra. Non ci sono pause, non servono. Il gruppo sciorina uno dietro l’altro una serie di clamorosi brani nuovi e vecchi. Si va dal trattamento di fine rapporto sentimentale di “Parlo da solo”, dove Collini racconta quante parole ha tenuto per sé, alle “Cinnamon”: le chewing gum al vero gusto da Black Panthers, da rivoluzionari. Arriva quindi la bellissima “Respinti all’uscio” ispirata dal leggendario concerto dei Police a Reggio Emilia nel 1980, famoso oltre che per la portata dell’evento anche per gli scontri causati, per citare il brano, “dai troppi convenuti rispetto alla capienza”. Concerto al quale ovviamente “noi” non siamo potuti andare per una sfilza di motivi economico-anagrafici e che lascia come strascico una serie di vetrine sfondate e un malessere urbano generale. Si continua a pescare da “Gioco di società” (suonato quasi interamente, con la sola eccezione di “Desistenza”) con il trittico “Piccola storia ultras” che raggiunge il suo punto massimo nei “coppini” che volavano se alla TV si stava ad ascoltare quel poco di buono di Almirante, “Sequoia” che racconta come a 5 anni si possano ancora mescolare i figli del dottore con i nipoti dei contadini e “Tulipani” che narra la stoica resistenza di Van Der Velde, freccia arancione
capace di staccare tutti sulla salita del Passo del Gavia in barba alla neve e al gelo. E’ il momento di un paio di Oldies but goldies e puntuali arrivano la divertente “Dove ho messo la Golf?”, che riesce nell’impresa di collegare le presidenziali brasiliane e il sequestro di un auto parcheggiata male, e “Onomastica” tratte da Bachelite, il secondo album della band. Davvero notevole la capacità di Collini di tenere il palco e coinvolgere il pubblico nonostante la sua performance non sia fatta di urla e salti ma, al massimo, di un po’ di sano ma contenutissimo headbanging a ritmo con le parti strumentali di Daniele ed Enrico. Manca, a malincuore, “Sensibile” ma per fortuna da Bachelite si pesca comunque bene: il pubblico dimostra di gradire moltissimo “Lungimiranza” (“mi sembrano tutti fuori di testa, ma dove pensate di andare?”) e la chicca “Cioccolato I.A.C.P.” che racconta, in maniera molto emotiva, l’infanzia di Max e l’origine del mito del Toblerone. Arriva il momento di un po’ di “Socialismo Tascabile” con l’ottima “Tono metallico standard” dell’“arrogante - e altezzoso - bottegaio” e la demonizzazione dell’invidia. Robespierre è il momento che tutti aspettiamo e arriva veloce, attuale e perfetto. La meravigliosa toponomastica la sappiamo tutti a memoria, tutti recitiamo di aver fatto l’esame di seconda elementare nel 1975 e di aver un travestito ai più noto come Lola come vicino di casa. Peccato non avere anche gli stessi risultati elettorali di quel quartiere “dove il Partito Comunista prendeva il 74% e la Democrazia Cristiana il 6%”. C’è ancora tempo per l’encore, brevissimo: la canzone scelta è “A pagare e morire”, storia di una pericolosa visita a casa Malboro senza R per la teorica riscossione di un affitto. Il concerto, magnifico, finisce e ci lascia con un interrogativo scomodo di Collini: “com’è possibile finire a fare da scudo ai risparmi della classe media?”. Impossibile trovare una risposta, non ce l’ha fatta nemmeno lui. “Gli Offlaga hanno davvero suonato in Via Tintoretto!” (semicit.)
DIGITALISm Live @ New Age (TV) 31.03.2012
"I Love You Dude". No, non vi siete persi l'ultimo album di Robbie Williams o di Rihanna: gli autori - con grande stupore dei più - sono i tedeschi Digitalism. A Roncade, l'ultimo sabato di Marzo, sono quasi in 600 a venirli a sentire in questo loro nuovo romanticismo elettronico. Per la prima volta al New Age – uno dei pochi club nostrani che riesce a portare nomi di qualità in Triveneto – e unica tappa nel nordest del loro tour italiano che prosegue poi a Roma, il duo di Amburgo, affiliato Kitsuné, composto da Jens 'Jence' Moelle e Ismail 'Isi' Tuefekci, è attesissimo da tanti giovani. Non appena la scenografia a cuore, loro simbolo per eccellenza, si illumina e partono le prime battute del live, gli animi cominciano a scaldare il dancefloor. Me ne sto in disparte su uno dei palchi laterali a guardare curiosa il concerto, non ho piú il fisico da classico 'sotto palco' e quando dopo la prima mezz'ora vedo un ragazzo recuperato in pista dal buttafuori di turno, intriso di sudore e con il naso sanguinante per una mossa azzardata in pista,
di Emanuela Virago
capisco di aver fatto la scelta giusta per la serata. Non si puó dire che il concerto non sia bello ma alterna momenti di grande esaltazione ad altri piú fiacchi, nonchè qualche incomprensione audio di troppo con la regia. Quattro anni fa, nel 2008, mi avevano assolutamente ipnotizzato ad I LOVE TECNO, il grande festival internazionale di musica techno di Ghent, in Belgio. Dopo il loro album d'esordio dal nome 'Idealism', che 4 anni aveva fatto risorgere la musica elettronica con quel singolo bomba e catapultato i Digitalism nell'olimpo dei djs piú acclamati, quasi ritenuti dei figli minori di mostri sacri quali Daft Punk o Cassius, forse le aspettative erano particolarmente alte. Invece le sonorità del nuovo disco, uscito l'anno scorso a luglio 2011, non sono ancora riuscite ad eguagliare il successo del primo, come in molti casi succede. 'I Love You Dude' è un disco con poche sorprese, godibile e ballabile ma lontano per originalità dal primo. C'è ancora voglia di musica elettronica. Da urlo però. E sappiamo che il duo ce la può dare. Speriamo di ricaricare le pile al prossimo concerto.
Via Zamenhof, n째 821 - 36100 Vicenza - Tel 0444.301837 - prosport@.prosport.it
B A C K T O B L A C K
THE BEST OF SOUL, MOD & FUNK FROM ‘60/’70
MAGGIO mer 16 MOC (Bassano d. G.) ven 18 ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) ven 25 SARTEA (Vicenza) dom 27 BARINN (Bassano d. G.) H 19.00 mer 30 MOC (Bassano d. G.) info backtoblack djset 349.1970263
BACK TO BLACK Artist & Records of Black Music
FLIGHTCASE
narrates by DjD
MERRY CLAYTON “Gimme Shelter” Gimme Shelter di Merry Clayton non rientra nella categoria dei capolavori assoluti ma lei ha una voce straordinaria, questo sì, assolutamente da conoscere, o meglio tutti la conoscono per quella performance straordinaria del brano che dà il titolo a questo album e che appariva in origine in Let It Bleed degli Stones. Il disco è costellato di cover: a partire da una deliziosa Country Road di James Taylor dove una sezione di fiati e delle voci femminili fantastiche sostengono una versione supersoul del brano con la voce della Clayton che non ha nulla da invidiare alle grandi vocalist del periodo. Ottima anche la cover di Tell All The People un brano "minore" dei Doors, con l'organo di Billy Preston che trasforma il brano originale in una ballata mid-tempo di grande intensità quasi gospel. Togliete il quasi è avrete una versione di Bridge Over Troubled Water di Simon & Garfunkel che rivaleggia in intensità con quella di Aretha Franklin. La voce di Merry Clayton dopo una partenza molto misurata si avvia in un crescendo inarrestabile verso vette vocali incredibili, probabilmente superando anche i suoi limiti, ad un certo punto mi sembra che la sua voce, come succede nella Gimme Shelter degli Stones, spinta oltre le sue capacità si spezzi e si strangoli creando un momento di grande intensità vocale come solo la grande musica sa fare. I've Got A Life dopo cotanto inizio pare un brano quasi normale ma in pratica è una notevole canzone firmata dal trio Rado, Ragni, MacDermott quelli che hanno scritto Hair!. Here Comes Those Heartaches Again è quasi un anti-climax dopo tanta energia, ma in effetti si tratta di un altro ottimo brano gospel scritto da James Cleveland che qui diventa una bella ballata soul. Non avendo più molto spazio non mi resta che convincervi a comperarvi questo disco, ristampato da poco dalla Repertoire in digipack o come al solito ricercare nella baia l’edizione originale in vinile, che vi darà più soddisfazioni.
The box of music production è un progetto che nasce parallelamente alla fotografia musicale live e si sviluppa nei backstage dei più grossi eventi musicali italiani tra cui Heineken Jammin festival e le serate della Tempesta. Il concept del progetto è quello di svincolarsi dalla classica rappresentazione dei live come semplice galleria di ritratti ai musicisti, l’evento musicale è una storia fatta di vite umane, emozioni e attimi nascosti che assieme creano un risultato finale. Non si tratta di semplici foto di backstage incentrate esclusivamente sulla vita dei musicisti. Il progetto, nel complesso fino ad ora inedito mette in luce la vita dietro le quinte, la produzione musicale, la macchina organizzativa e la forza umana che concretamente costruisce i grandi eventi live. Riggers, security, stampa, fotografi e in più le strutture, gli umori, la gente, il pubblico. Per la prima volta i protagonisti diventano quelle figure che spesso sono considerate la cornice dell’evento ma che in realtà ne fanno parte come il live stesso in egual importanza. “Amo il mondo del dietro le quinte, ho imparato a conoscerlo e ad immergermi nei suoi silenzi prima e dopo il caotico live. E’ un formicaio che non si ferma, che non si mette in posa, è reale quanto la vita di ogni giorno ma surreale come qualche sogno, è la condizione ideale per fotografare attimi comuni ma inusuali. Tutto è sullo stesso piano: il grande musicista, l’organizzatore, il produttore, lo spazzino sono mescolati ma viaggiano tutti alla stessa velocità e hanno un obiettivo comune, lo show. È solitamente una situazione fotografica esclusiva. Questo permette di entrare in contatto con realtà uniche. È un mondo infinito dalle mille sfaccettature che passa sempre in secondo piano rispetto lo show ma è forse il più complesso e rischioso, alla luce anche degli ultimi eventi di cronaca che hanno visto Francesco Pinna e Matteo Armellini protagonisti di identica, tragica sventura”. Approfondimenti: • http://www.zanetphoto.com
LIVE MUSIC & DJSET BIRRERIA - PANINOTECA BRUSCHETTERIA - SPUNCIOTTI INSALATONE - PAUSA PRANZO KEBAB - TAGLIATA DI MANZO BIRRE IN BOTTIGLIA ITALIANE
a seguire:
Rock Icons
Dj & Video set
the best rock selection from sixties to seventies made in Sound & Vision MadBrain
SABATO 12 MAGGIO ore 22.00
Punk, HC & Dintorni di Marika Zorzi
Culto del cargo. Jesus Ain't In Poland (ma si è fermato a Vigodarzere) Da Treviso si macina crust
Sono da Modena e tritano budella e timpani a suon di grindcore. I Jesus ain't in Poland hanno tirato giù il Seven Live di Vigodarzere sabato 14 aprile. Inutile dire che si nota subito che la furia è di casa, voce catastrofica e strumenti tiratissimi scatenano l'inferno. I quattro tirano fuori una brutalità sonora che spazza via ogni dubbio sul fatto che siano musicalmente delle macchine da guerra. Il quartetto dimostra di sapere il fatto suo anche negli arrangiamenti. Belli i fraseggi tra basso e chitarra e l'intesa negli stacchi, che rendono sempre curiosi, e mai banali, le loro composizioni. Il nome dei Jesus Ain't In Poland è piuttosto conosciuto nell'underground. Oltre ad una miriade di concerti, la band è al secondo album in attivo dopo Holobscene del 2008. Il nuovo lavoro si chiama “Freiheit Macht Frei”, “la libertà rende liberi”, ed è prodotto da GrindPromotion. Segnatevi questo nome e beccatevi un loro concerto, tornerete a casa con uno schiaffone sul faccino.
Il culto del cargo è una tipologia di movimento religioso apparsa in alcune società tribali venute in contatto con culture tecnologicamente più avanzate. Il culto è basato sulla richiesta di beni e merci (appunto i "cargo") delle culture avanzate attraverso rituali magici o pratiche religiose. Da questo prende il nome il gruppo di Treviso all'attivo già da un po' di anni. I Culto del Cargo, appunto, suonano un crust con influenze decisamente metalleggianti e velocità a go go. La voce così bassa del cantante non si sente in molti gruppi del genere e ci sta ammanetta, anche se a perderne un po' sono i testi, impegnati e in italiano. Il basso pompato, batteria bella tirata e la chitarra fanno il resto macinando riffs cupi ed aperti, parti più metalliche con un ritmo bello pesto. Il loro disco omonimo merita di essere ascoltato, anche se io li preferisco in live. Sabato 21 aprile hanno suonato al Lazzaretto di Bologna e hanno fatto scatenare la gente presente. Un vero delirio.
Swingle Singers in concerto: Un Tripudio Di Campane Tibetane di Lara Lago
Una nota. Solo cantata, gli strumenti sono in più, vanno a sporcare la perfezione del suono simpatetico. Un'altra nota, un'altra voce, sovrapposta. E via via fino ad arrivare ad un ensemble vocale tanto omogeneo quanto variegato, che spazia dalle venature pop al tango, dalle melodie che spesso senti ma alle quali non fai caso, sottofondo di film o pubblicità. Quando ce li hai là di fronte però, non puoi non farci caso. Puoi non guardarli, se chiudi gli occhi e ti lasci trasportare in altre dimensioni. Puoi non intestardirti, assaporandone l'impasto finale invece di cercare chi fa cosa, come diversi ingredienti di una ricetta perfetta. Ma non puoi restare indifferente. Mi è successo quasi per caso di vedere i Swingle Singers, in un sabato di inizio marzo, in un auditorium di Fontaniva dove Veneto Jazz è riuscito a portare quel concerto che un musicista o cantante o appassionato della musica almeno una volta in vita dovrebbe sentire. Gruppo internazionale che ha sede a Londra ma che gira tutto il mondo strappando applausi e lacrime in sordina, i Swingle Singers sono un manuale di foniatria, perché prima di
sentirli non puoi nemmeno immaginare quante cose si possano fare con la voce, quanti suoni, quante sfumature. I loro cugini di campagna del genere sono I Neri per Caso, i loro nonni forse i Manhattan Transfer. Le radici le posano su basi ben solide, sul beat box, sull'opera lirica, sulla musica tradizionale, sulla world music che raggiunge picchi esecutivi. Ma al di là dei paragoni, mai come per questo gruppo inutili, i Swingle ricordano le campane tibetane. Come loro infatti sono “strumento di contatto tra le dinamiche terrestri e le sfere celesti”. La loro composizione deriva da una lega di metalli o voci. Il sottile suono delle campane produce un profondo effetto simpatico, andando a risvegliare le zone corporee più silenti, dove magari muscolature contratte hanno perso l'elasticità e la capacità di essere in armonia. Noi l'elasticità, soprattutto quella musicale, all'ascolto, la perdiamo spesso. Ci pensano, in quasi due ore di concerto, Joanna Golsmith Eteson, Clare Wheeler, Lucy Bailey, Oliver Griffiths, Christopher Jay (C.J.), Kevin Fox e fino a questo concerto Tobias Hug a risvegliarla.
PROGRAMMAZIONE
MAGGIO GIOVEDI’ 3 MAGGIO
- ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - King Size (reggae night) - MOC (Bassano d. G. - VI) - Lorenzo Dj (Wave/Rock DjSet)
VENERDI’4 MAGGIO - NEW AGE CLUB (Roncade - TV) - Reggae Party B. Marley Trib. - BARRACUDA (Villa d’Asolo - TV) - White Noise - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - Claudio King P (reggae) - SARTEA (VI) - ViJazz2012: Michele Calgaro 4et - BARBIE M.B. (Arzignano - VI) - Live Guerrilla Radio - RIVE JAZZ CLUB (Bassano d. G.- VI) - Live: Meeting Sounds 4et - MOC (Bassano d. G. - VI) - Diego Ritz (deephouse djset) - BARINN (Bassano d. G. - VI) - DjSet by Esh - VINILE (Rosa’ - VI) - Live: Zen Circus + Misachenevica
SABATO 5 MAGGIO - DEPOSITO GIORDANI (PN) - Live: Omid Jazi - NEW AGE CLUB (Roncade - TV) - Live: Derozer - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - Lady Gisa DjSet (brokenbeat) - BARBIE M.B. (Arzignano - VI) - Live: Trylophone - MOC (Bassano d. G. - VI) - Rare Groove di E. Femia
DOMENICA 6 MAGGIO - BARRACUDA (Villa d’Asolo - TV) - Live: I Ciuffis - SARTEA (VI) - ViJazz2012: Jazz in Chet 5et
MARTEDI’ 8 MAGGIO - MOC (Bassano d. G. - VI) - Chris Montanari (Afrikan Reggae DjSet) - SARTEA (VI) - ViJazz2012: Morris & The Magicals
MERCOLEDI’ 9 MAGGIO
CONCERTI/DJSET/MOSTRE VENERDI’11 MAGGIO - DEPOSITO GIORDANI (PN) - All We Need (Rock Contest) - DISCOFRISCO (TV) - ShowCase: Two Women (indie) h 19 - NEW AGE CLUB (Roncade - TV) - Salmo LNRipley (dnb Party) - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - Jay Osai DjSet (electrowave) - SARTEA (VI) - ViJazz2012: Paride D’Agostini & The Middle - BARBIE M.B. (Arzignano - VI) - The Lonely Heart Live (Beatles trib.) - RIVE JAZZ CLUB (Bassano d. G.- VI) - Live: Knagui + A Bassa Voce - MOC (Bassano d. G. - VI) - Diego Ritz (deephouse djset)
SABATO 12 MAGGIO - DEPOSITO GIORDANI (PN) - Live: Degheio + Brain Condor - NEW AGE CLUB (Roncade - TV) - Live: Veil Maya - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - Dj Iani (Apocalypse Rock) - BARRACUDA (Villa d’Asolo - TV) - KeepItElectric - SARTEA (VI) - ViJazz2012: Magnetofono (Bowie in Jazz) + DjSet - BARBIE M.B. (Arzignano - VI) - Live: LigaMania - MOC (Bassano d. G. - VI) - Rare Groove di E. Femia - BARINN (Bassano d. G. - VI) - Nano Records Pre Party - VINILE (Rosa’ - VI) - Nano Record Party con Spiller
DOMENICA 13 MAGGIO - DISCOFRISCO (TV) - Florina Coman Art Exhibition - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - Live: Loud &Proud (country blues) - MARAKELLA (Grisignano - VI) - Live: Jazz in Chet - BARINN (Bassano d. G. - VI) - Aperitivo Musicale con Lady Gisa Dj
MARTEDI’ 15 MAGGIO - MOC (Bassano d. G. - VI) - Chris Montanari (Reggae DjSet)
MERCOLEDI’16 MAGGIO - MOC (Bassano d. G. - VI) - Back To Black DjSet by DjD
- SARTEA (VI) - ViJazz2012: Stan Brothers
GIOVEDI’ 10 MAGGIO - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - King Size (reggae night) - MOC (Bassano d. G. - VI) - Lorenzo Dj (Wave/Rock DjSet) - SARTEA (VI) - ViJazz2012: The Climax
GIOVEDI’17 MAGGIO - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - King Size (reggae night) - MOC (Bassano d. G. - VI) - Lorenzo Dj (Wave/Rock DjSet) - SARTEA (VI) -Cinecult Music: Zabriskie Point (M. Antonioni 1970)
PROGRAMMAZIONE MAGGIO VENERDI’18 MAGGIO - DEPOSITO GIORDANI (PN) - Live: The Erik McFadden Trio - DISCOFRISCO (TV) - ShowCase: Scirocco Mojado (LatinJazz) h 19 - NEW AGE CLUB (Roncade - TV) - Live: Dolcenera - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - Back To Black DjSet - BARRACUDA (Villa d’Asolo - TV) - Alex Del Duca - BARBIE M.B. (Arzignano - VI) - Live: Jam 3 Rock Band - MOC (Bassano d. G. - VI) - Diego Ritz (deephouse djset) - BARINN (Bassano d. G. - VI) - King P DjSet - RIVE JAZZ CLUB (Bassano d. G.- VI) - Live: A. Bonioli 4et
SABATO 19 MAGGIO - NEW AGE CLUB (Roncade - TV) - Live: Pornoriviste - BARRACUDA (Villa d’Asolo - TV) - Ale Rip Tapes - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - ExcuseMe DjSet - SARTEA (VI) - Live: Alessandro Valle - BARBIE M.B. (Arzignano - VI) - Live: Cardiac + Andromeda - MOC (Bassano d. G. - VI) - Rare Groove di E. Femia
DOMENICA 20 MAGGIO - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - Live: Logan Code (Rokkabilly) h19 - MOC (Bassano d. G. - VI) - Live: Rogerio Tavares (Brasilian Music)
MARTEDI’22 MAGGIO - MOC (Bassano d. G. - VI) - Chris Montanari (Reggae DjSet)
GIOVEDI’ 24 MAGGIO - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - King Size (reggae night) - MOC (Bassano d. G. - VI) - Lorenzo Dj (Wave/Rock DjSet)
VENERDI’ 25 MAGGIO - DISCOFRISCO (TV) - ShowCase: NoSound (progressive) h 20 - NEW AGE CLUB (Roncade - TV) - Live: Rocket from the Tombs - BARRACUDA (Villa d’Asolo - TV) - Reverendo Paul - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - DjSet I Maledetti - SARTEA (VI) - Live: Bracco e i Giuguari +Back To Black Dj Set - BARBIE M.B. (Arzignano - VI) - Live: La Banda del Genesio - RIVE JAZZ CLUB (Bassano d. G.- VI) - Live: Edo + Entropica (rock) - MOC (Bassano d. G. - VI) - Diego Ritz (deephouse djset) - BARINN (Bassano d. G. - VI) - DjSet
CONCERTI/DJSET/MOSTRE SABATO 26 MAGGIO - DEPOSITO GIORDANI (PN) - HipHop Night: Kaos e Dj Craim - NEW AGE CLUB (Roncade - TV) - Live: Meganoidi - BARRACUDA (Villa d’Asolo - TV) - Machete - ROCKAFE’ (Castelcucco - TV) - White Noise (indie rock) - BARBIE M.B. (Arzignano - VI) - Live: Hypnotheticall (prog metal) - MOC (Bassano d. G. - VI) - Rare Groove di E. Femia - VINILE (Rosa’ - VI) - Festival con THE BLACK LIPS @ Palasport Cittadella
DOMENICA 27 MAGGIO - VINILE (Rosa’ - Festival con : RUMATERA @ Palasport Cittadella - BARINN (Bassano d. G. - VI) - Back To Black Aperitivo Musicale
MERCOLEDI’ 30 MAGGIO - NEW AGE CLUB (Roncade - TV) - Live: Fear Factory - MOC (Bassano d. G. - VI) - Back To Black DjSet by DjD
The Social Noteworks “Quando la musica è ribelle” di Annalisa Tonini
LA BOHÈME ESISTENZIALISTA
La seconda guerra mondiale è appena finita. Fino a questo momento chi ha dettato legge su mode giovanili e su novità musicali sono stati gli americani i quali importano nella vecchia Europa uno stile di vita allegro e moderno che tutti, o quasi, si affrettano ad emulare. A Parigi le cose sembrano prendere un corso diverso. L' incontro tra le due culture si fonde e da forma ad esiti particolarissimi. Non c'è un modello che prevale sull'altro. La gravità di una Parigi distrutta che nel corso della guerra aveva perso molto e la
frivolezza importata dagli alleati subito dopo la fine del conflitto, si sintetizza nei ragazzi francesi degli anni '50 meglio conosciuti come esistenzialisti. Questo tipo di esistenzialismo non ha nulla a che vedere con Sartre e Simone De Beavoir, è un fenomeno di costume che finirà con l' affascinare i padri della Beat Generation americana ancora prima che questa esistesse. Parigi, dopo la Liberazione, si presenta come una città magica dove tutti cercano di recuperare un pezzo di gioventù che la guerra aveva portato via. Ogniuno coltiva i propri interessi con grande determinazione. Il quartiere di Saint Germain des Près ospita gli intellettuali e i bohémien più radicali che svolgono un' esistenza autonoma rispetto al resto della città, discutendo e invitando chiunque a prendere parte a quel tipo di vita. Nel “villaggio” esistenzialista ci sono librerie, laboratori artigianali, case editrici e teatri, locali storici come il Café de Flore, La brasserie Lipp e le Tabou. E' facilissimo imbattersi in Sartre, in Prèvert, in Miles Davis o in Orson Wells. Quel luogo era una fucina di creatività e nessuno poteva resistere al suo richiamo.I ragazzi che ci vivono sono perfettamente calati nella parte ed interpretano al meglio lo spirito del loro tempo. Hanno fame di cultura, di poesia, di musica e di letterature specie quella noir americana di Poe. Il mito da celebrare è Arthur Rimbaud, ma allo stesso tempo amano riempirsi la
bocca con i nomi dei filosofi che conoscono appena, ma che fanno quasi “moda” in quegli anni. Quello che amano davvero è vivere per strada a l l a gi o r n at a , dormire in alberghi pidocchiosi dove prima o poi, finiscono con l'essere cacciati per non aver pagato il conto. Ogni giorno mangiano al bistrot, ovviamente a credito. Vige la regola della condivisione. Una zuppa e una baguette possono sfamare dieci persone. In fondo, all' esistenzialista, Non interessa il cibo e nemmeno l' avere fame. Cercano di fare amicizia con i nord africani unicamente per ottenere dell' hashish. Impazziscono per il cinema d'epoca e sono i primi a considerarlo una forma d'arte. La loro protesta è votata alla noia . Si sforzano di apparire annoiati e finiscono con l'annoiarsi. Disprezzano e si disprezzano. Odiano il sole e per lo più, vestono il nero. Usano giacche lise, maglioni tarmati e maglie alla marinara. Le ragazze sono pallide, magre, tristi. I loro occhi sono segnati da occhiaie scure che evocano la loro vita notturna e che enfatizzano con tanto kajal. Si lavano poco, preferiscono gironzolare a piedi scalzi per la città o, al massimo, con scarpe da tennis indossate senza calzini. Potrebbero bere qualsiasi cosa e fumare ininterrottamente per giorni e notti intere. Sono molto fieri del loro anti salutismo. Gli esistenzialisti non progettano, non desiderano,
non anelano alla ricchezza, non nutrono nessuna speranza per il futuro, avvertono ogni loro azione come non necessaria e non definitiva, sono sprezzanti e sarcastici. Nonostante tutto si sentono investiti di uno strano senso di responsabilità nei confronti dell' umanità. Nelle loro discussioni ricorrono immancabilmente, parole come nausea, angoscia, disperazione, noia, ma non crediate che sotto questa patina dark gli esistenzialisti non sapessero divertirsi. I santuari del divertimento erano le caves dove avvolti da nebbie fumose, si poteva assistere a feste folli che h a n n o ri d i s e g n at o l ' i m m agi n e d e l l ' anticonformismo francese. Le Tabou è il vero tempio dell' esistenzialismo; si suona, ovviamente il jazz, e si assiste agli spettacoli di cabaret di Boris Vian. Ci sono concorsi letterari e concorsi di bellezza piccanti come “Miss Vizio Seno Nudo”. I giornalisti lo frequentano, scrivono pagine che riescano a dare un'idea i quello che succede lì dentro. ben presto il Tabou muore di successo, sostituito da nuovi buchi che costellano il sottosuolo di Saint Germain.
LIMELIGHT di Eugenio Zazzara (Roma)
ELIO E LE STORIE TESE “ITALYAN, RUM CASUSU CIKTI”
Dite la verità. Anche voi, nel chiuso della vostra cameretta, con i vostri amici ad ascoltare certi dischi, vi siete sentiti come quel figlio, rovinato da sporche, luride canzoni. Ma non ne potevate fare a meno: vi sentivate parte di una setta, degli iniziati a un rito demenziale eppure fresco e innovativo; i regolatevi delle vostre madri vi facevano una sega. Quel misto di tabù e novità era troppo succulento per lasciarselo scappare: soprattutto perché ti rendevi conto che, alla fine, avevi ascoltato qualcosa di unico ed esilarante. Gli Elio e le Storie Tese allora erano poco più che ragazzi, e quasi nessuno ancora li conosceva al di fuori della provincia meneghina. Ma quei pochi formavano uno zoccolo duro che, negli anni, sarebbe aumentato fino a far diventare la band un caso nazionale. Ma i fasti di quei primi anni difficilmente torneranno. Italyan Rum Casusu Çikti è un disco sensazionale, perfetto. Al di là della bravura tecnica del quintetto, enorme, a stupire rimane la capacità di trovare una miriade di idee comiche, paradossali e surreali in grado di mantenere il disco a livelli altissimi per tutta la sua durata. Per non parlare delle inesauribili citazioni sparse un po' ovunque, a conferma di una cultura musicale ampia e variegata. Ma Elio e le Storie Tese sono stati degli inarrivabili maestri soprattutto nel saper creare
un'epica generazionale, nel far sì che i ragazzi che li ascoltavano si riconoscessero nelle storie e vi si sentissero rappresentati, nell'interpretare sentimenti comuni giovanili di cui nessuno si era fatto carico fino ad allora con quella dose di ironia e irriverenza. Italyan Rum Casusu Çikti è questo e molto di più. Un gruppo che, come traccia di introduzione, inserisca un estratto de film Rocky V (quello del merlo che fa me), ti rende già impossibile immaginare il resto. Il primo riferimento arriva con i due brani successivi, Servi Della Gleba? e Servi Della Gleba che fa ovviamente il verso alle due In The Flesh watersiane. E, con il primo dei due, interviene per la prima volta uno dei protagonisti di tutto il disco: Les Mystères des Voix Bulgares, il coro delle voci bulgare della celeberrima Pipppero® (peperone, in bulgaro), che tornerà più volte ad allietarci l'ascolto. La prima bomba del disco è appunto Servi Della Gleba: su un ritornello che ricorda vagamente l'andamento di Rosanna dei Toto, Faso e Christian Meyer fanno un lavoro stratosferico, che prosegue nella strofa funkeggiante e quasi rappata, basata sul botta e risposta tra il protagonista (Elio), il ragazzo perdutamente innamorato e, quindi, servo della gleba in questione, e i suoi amici, che lo scherniscono e lo considerano ormai bollito. Ciliegina sulla torta: la telefonata finale di Faso, paradigma della prostrazione e dell'appecoronamento totale del protagonista nei confronti della sua amata. Arriva Elio sarà invece a lungo il pezzo di presentazione nei concerti della band, prima di essere scalzata da Ùnanimi. In Uomini col Borsello (Ragazza che Limoni Sola) vediamo l'illustre partecipazione dei Chieftains, nonché di Riccardo Fogli (che si autocita in Piccola Katy) e di Sir Oliver Skardy dei Pitura Freska: nel mezzo, un richiamo a Toffee di Vasco Rossi e un omaggio ai Queen di I Want it All. A chiudere, la fiaba trash di Giorgio e Piero, raccontata da Vittorio Cosma, autore di tutte le voci e collaboratore da sempre degli Elii. Il momento fantasy (se così si può definire) prosegue con un altro degli assi portanti dell'album. Il Vitello dai Piedi di Balsa inizia con un richiamo ai Beatles di Golden
Slumbers, cui segue una strofa dal ritmo sbilenco e dispari in cui vengono presentati i quattro protagonisti della storia. L'inizio della fase drammatica del brano coincide con l'intreccio vero e proprio, in cui fa capolino la voce inconfondibile di Enrico Ruggeri, mentre sul manico della chitarra passano per un attimo i Floyd di The Dark Side Of The Moon. Insomma, un caleidoscopio di testo e musica assolutamente folle, con l'apice raggiunto nel finale, tra l'intervento di Mangoni e l'arrivo del temuto orsetto. Cartoni Animati Giapponesi è un inno alla conoscenza dell'amore, con tutte le sue perversioni e deviazioni, come i vari bondaggio, rasierte e così via. Pezzo musicalmente schizofrenico, con cambi di ritmo inimmaginabili, voci ed effetti rumoristi vari, tra cui impossibile sorvolare sul campionamento della voce di Masini. Cinquecento parodia alcuni spot per la Cinquecento composti da alcuni noti cantautori italiani, cantata da Cesareo a una tonalità altissima poi rallentata in post-produzione. L'effetto è assolutamente esilarante. Protagonista di un altro brano famosissimo è Mangoni, nel ruolo del Supergiovane, supereroe al servizio dei giovani in lotta contro governo e matusa, qui rappresentati da Diego Abatantuono in versione terruncello. Brano progrock, con tanto di incursioni nel jazz e nello swing, pezzo di punta nei live e con un innumerevole quantità di riferimenti a stereotipi o presunti tali alla gioventù. Essere Donna Oggi è una feroce parodia sulla sessualità femminile in uno dei suoi aspetti da sempre più scabrosi. Da notare l'assolo finale di Cesareo, totalmente improvvisato e con effetti scelti a caso da Feiez che smanettava a casaccio. Pork & Cindy è uno dei primissimi brani del gruppo, qui ripreso con un arrangiamento più curato e con una citazione dei Led Zeppelin sul finale, nel celebre assolo di Moby Dick. Pipppero® è un caleidoscopio di rimandi: dalla ritmica presa da I've Got The Power degli Snap, a I Feel Fine e Barbara Ann fino a Ramaya. Da ricordare il videoclip assurdo e bellissimo. Il Vitello dai Piedi di Balsa – Reprise prosegue la storia
lì dove si era interrotta (con il minaccioso arrivo dell'orsetto ricchione) mentre Urna è uno schizzato heavy metal, completamente diversa dall'originale (che era fusion) e, sebbene detestata da Faso, contribuisce alla varietà stilistica dell'album, come se ce ne fosse bisogno. Dopo la cabarettistica chiusura di Arrivederci, che fa il paio con Arriva Elio, il disco si chiude con La Vendetta del Fantasma Formaggino, che ipotizza un inedito epilogo per la storia. Come sempre, un impeccabile sfoggio di bravura, tra citazioni, trovate inedite e cambi imprevedibili. Chicca finale: un'introduzione nascosta a Servi della Gleba contenuta nel finale dell'ultimo brano, riproducibile solo se rallentata e mandata al contrario (poi comunque inserita nella compilation Del Meglio del Nostro Meglio. Pur essendo rimasti sempre un unicum nella storia della musica italiana, gli Elii non si sono mai riavvicinati a queste vette, pur producendo dischi ad altissimo livello.
SONO CONTENTO
Sono contento di andare avanti con questo spazio, e mi diverte scrivere, ma non consideratemi un giornalista e/o scrittore. Mi chiedevo quanti di voi di S&V leggono i miei “svarioni”, se facessimo un sondaggio? Andate sulla mia pagina di facebook, (facebook.com/alexjimma) e scrivetemi:”io ti leggo”. Detto questo la riflessione di questa puntata è: l'essere positivi va bene, ammiro la positività di uno come Jovanotti, ma bisogna stare attenti a non camminare in una stanza buia convinti che ci sia la luce accesa. No? Ma sono certo che un'attitudine positiva nella vita, vince sempre. Noi ora stiamo vivendo un periodo importante, siamo nel pieno di un cambio generazionale artistico. Certi artisti che ci han lasciato recentemente hanno iniziato la loro carriera con la loro musica e basta, altro che pensare a come avere più click, o a come raggiungere più “fan” su facebook. E ora!? La musica c'è sempre, in modo differente, e con tecnologie diverse. E' vero però che una volta c'era più “poesia” nelle cose, ogni scoperta era un
evento, oggi invece, basta aprire una pagina web ed è tutto pronto e servito. L'internet è fantastico, ma niente è perfetto, anche la rete ha portato i suoi problemi. La musica ne ha risentito in primis, come il cinema, ma sono sicuro che chiudere un sito come “megavideo”, non servirà a niente. Bisognerebbe semmai, far tornare la curiosità e la voglia alla gente di spendere dei soldi, per un prodotto audio/video. Certo in un periodo del genere si fanno prima i conti con le bollette e il resto, ma un acquisto anche di un solo dvd, un libro o un disco, è un gesto che tutti noi dovremmo fare non solo per l'economia e per i negozi, non i centri commerciali, ma sopratutto per noi stessi, per la cultura e la vita della nostra mente. Ora in televisione e sopratutto nel web, (la televisione del futuro prossimo), possiamo trovare tra un'intervista di un cantante e quella di un regista, anche quella fatta ad uno sviluppatore di app o un game designer. Saranno queste le nuove rockstar? Coccoluto, Jovanotti, o chissà chi...se oggi avessero 20 anni cosa farebbero?
THE PRETTY THINGS IN ITALY intervista esclusiva a P.May e Dick Taylor
I Pretty Things, sono in tour in Italia per 5 date in cui ripropongono il meglio della lora produzione degli anni 60 e primi 70. Abbiamo avuto modo di fare due parole con la band -in particolare Phil May cantante originale e D.Taylor chitarrista fondatore del gruppo -prima del concerto facendoci raccontare cosa fanno ora e qualcosa del passato. S+V: E’ la prima data in Italia di questo nuovo vostro tour, da dove venite e qual è il programma a breve P. May: siamo stati in Germania dove abbiamo avuto una ottima accoglienza ,prima abbiamo fatto alcune date in Spagna. Siamo molto carichi con una gran voglia di suonare davvero. S+V: non è la prima volta che siete in Italia,ricordo l'anno scorso al festival beat e prima ancora una data negli anni 80 a Pordenone. P. M. : Il repertorio è ancora quello classico con scelte che variano dando maggiore peso a determinati album. Abbiamo proposto nel corso degli anni i nostri capolavori. S.F.: Sorrow, Parachute, Emotions e poi i nostri singoli più conosciuti. Adesso stiamo dando una luce nuova ad alcuni album che abbiamo inciso negli anni 70. S+V: Ah proprio di quelli volevo chiedervi ( e gli porgo una copia del loro sconosciutissimo Hot Licks, uscito per la Dewolf library rec). P. M.: Wow, sono molto rari questi album e poco conosciuti ! Rob Daily ci ha chiesto di riproporre i pezzi migliori della serie 'electric banana',sono tre in tutto più quello che hai in mano, per
le serate del beat Badspoke e così è nato questo minitour attorno ai migliori pezzi di quegli albums. S+V: Come sono nati quegli album comparsi praticamente senza il vostro nome, per una etichetta specializzata in musica legata alle sonorizzazioni televisive ed il cinema? Sai se alla fine i brani furono usati per qualche film? P. M.: era un momento difficile per la band nei primi anni 70 ed avevamo dei problemi legali di contratto con la nostra label oltre al bisogno di denaro.Questo ci obbligò a registrare in forma anonima questi album (electric banana, more el.banana, even more el.banana ed infine hot licks). Sono ancora affezionato ai primi tre della serie, musica che oscilla tra psychedelia e prog rock. S+V.: Io preferisco l'ultimo che ha un suono molto Stones anni 70… Furono usati per dei B-movie immagino! P. M.: veramente il termine è Blumovies , sai quei bei filmini dove c'è un sacco di azione sessuale (eh eh..). Non so' di preciso ma furono molto usati come commento musicale in moltissimi film. S+V: ho visto anche dei bellissimi disegni tuoi sul banco del merchandise. Non mi ricordavo dipingessi! P. M. sai che ero alla Art School con Keith Richards (ah è vero, conosco la storia delle due band rivali , gli faccio notare). Sono dei disegni in tre colori che poi faccio stampare. Purtroppo non ho la possibilità di girare con la tavola per i colori ad olio o acquarelli. Ho sviluppato questa tecnica personale con una variazione minima di colori. S+V: sì originali e interessanti! E' tempo di salutarci e cenare. Il concerto? Professionisti che hanno calcato le scene con Rolling Stones e Yardbirds non possono deludere. I suoni della chitarra di Taylor sono acidissimi e la voce di Phil May ancora potente e chiara. Incredibili. Mancherà l'azione sul palco ma i suoni sono magia pura : da 'roadrunner' ad 'LSD' via 'Come and see me' e 'Don't bring me down' alla finale 'Rosalyn' i brani sono snocciolati con grande precisione. Magico il set di blues acustico con slide guitar e armonica (su tutte “Honest I do”, che era nel repertorio degli Stones) . Penso sarà difficile rimpiazzare questi mostri sacri.
CD REVIEW - CD REVIEW - CD REVIEW - CD REVIEW - CD REVIEW - CD REVIEW
Glincolti Album review by Davide Visentin. GLINCOLTI “Glincolti” 2012 Label: Go Down Records
Nel marasma generale di gruppi emergenti che suonano, registrano e puntualmente si assicurano di farmi avere una copia della loro ultima fatica, ascoltare un disco come questo è un piacere, anzi una manna. Sto parlando de Glincolti, la cui miscela letale di funk, prog e fusion jazz è una continua sorpresa ed una prova di coraggio, non solo per la scelta acustica che non prevede una voce portante, ma soprattutto per il genere musicale di riferimento che ormai da anni- almeno nel nostro paese- non ha grossi artisti di riferimento su cui contare per un po' di sana promozione commerciale. 13 tracce a volte molto affini, altre molto discontinue. Si apre con alcuni brani che riecheggiano atmosfere degne della Premiata Forneria, con i loro controtempi di batteria e gli innesti di basso che ti fanno muovere il piedino; poi esplode il funky, con brani come “Hutchinson” che ti trascinano nella memoria in inseguimenti del
migliore Thomas Milian –aka “er monnezza”- in un vecchio film degli anni '70. Ma gli Oliver Onions non sono che uno dei rimandi possibili di questo disco: la miglior stagione del funky è interpellabile, dai Kool and the Gang agli Earth wind and fire. E poi c'è tutt'altra sonorità: “Sud America” latineggia parecchio, costringendomi ad andare a rispolverare la vecchia “Samba pa ti” di Carlito Santana; “Colpetti” ha il gusto retrò e le distorsioni di un film di Argento, ed i suoi riff mi ricordano alcuni gran pezzi di Simonetti e dei suoi fantastici Goblin; in “Cavalli di razza” manca solo uno che suoni una giara con le XXX sopra, l'armonica c'è: rockabilly o vecchio country che sia, questo pezzo ti trascina al galoppo, con tanto di pecora campionata nel ritornello, semplicemente geniale. Tecnicamente un disco di grande spessore: la composizione - a differenza della maggior parte dei gruppi emergenti - è curata e solida, l'esecuzione puntuale ed entusiasmante. Brava la sezione ritmica- estremamente pulita ed efficace la batteria- studiati i riff di chitarra, meravigliosi i fiati di Alessandro Brunetta, i cui innesti rappresentano davvero il valore aggiunto dell'album. Sarà che è un po' il mio genere – e lo deve essere, altrimenti un disco così può risultare forse un po' pesante per via della sua complessità sonora - e che in lavori come questi ci sguazzo come un maialino nel fango, ma consiglio questo disco a chiunque voglia scoprire la differenza tra Musica e musica anche a questo livello, tra composizione armonia e ritmo da un lato, e quattro accordi e due stecche dall'altro. Provvidenziale. Stay tuned, stay rock.
ALBUM REVIEW - ALBUM REVIEW - ALBUM REVIEW - ALBUM REVIEW - ALBUM REVIEW
PLASTICOST Di Antonio Lo Giudice
C'è, in quel di Marostica, una bella enoteca chiamata “In Vino Veritas”. Oltre alla cameriera carina, dal capello biondo corto e con un bel paio di tette ruspanti, il posto si fa apprezzare perché dentro si ascolta solo musica in vinile. Riempirsi le narici dell'odore di cartone e polvere mentre si passano in rassegna i dischi è un piacere paragonabile solo all'ingresso in un negozio di giocattoli quando eri bambino. Comunque, prima di uscire noto che, appesi sopra il portone d'ingresso in bella mostra, ci sono tre album di un gruppo che non avevo mai sentito nominare, tali Pasticost. Ovvio che un simile posto d'onore non può che essere riservato ad una vecchia gloria locale e, infatti, il barista mi informa che si trattava di una formazione marosticense attiva negli anni '80. Gaudio! Chi mi conosce sa la passione che nutro per l'underground nostrano
di quell'epoca, dal great complotto in poipertanto non mi pare vero trovare nuova musica da cercare. C'è qualche problema : a) i dischi dei Plastocost non sono mai stati ristampati; b) ultimante scaricare musica da internet è diventata un'impresa. Ergo, l'unica possibilità per ascoltare qualche brano dei nostri è youtube. Fortunatamente qualcuno ha caricato un pugno di loro canzoni e, così, riesco, quantomeno a farmi un' idea. I brani dell'omonimo EP d'esordio mi colpiscono particolarmente: la loro proposta è un calibratisimo mix tra new wave e progressive, in qualche modo analogo al mitico “The Cock” dei coevi Frigidaire Tango, mentre i due brani tratti da “Pesce-Naso” l'unico LP del gruppo, mostrano una stralunata verve cantautoriale. Ma, soprattutto, ad attirarmi c'è quell'atmosfera da provincia e cantine che avevano quasi tutti i gruppi del post punk italiano. Gli anni '80 sono una specie di buco nero tra l'esaltazione culturale del decennio precedente e l'indie (presunto) sovrano di quello successivo. Ed è per questo che la storia dei gruppi del periodo si colora di tinte epiche: all'epoca non c'era alcuna prospettiva di successo per chi non era “pop” o “mainstream”ma forse è proprio per questo che il termine “alternative” non ha mai avuto tanto senso quanto allora. In ogni caso, chi avesse modo di procurarmi registrazioni dei Plasticost è pregato di contattarmi all'indirizzo tonylg78@hotmail.com. Zio Tony vi ringrazia!
COMING SOON ... LIVE
THE BARRACUDAS
“SURFERS ARE BACK”
di Matteo Muser
Se mai vi capitasse di incappare in un ascolto di una pezzo come “Summer Fun” o “His Last Summer” o ancora, “i Want My Woody Back” , di chiudere gli occhi e lasciarvi trasportare dalla melodia, potreste immaginare di essere in tempi lontani e spensierati, spiagge soleggiate e grosse muscle cars (infatti il jingle iniziale di Summer Fun è proprio lo spot della Plymouth barracuda n.d.a.) Ma il destino volle che per i nostri 5 l'incontro avviene 13 anni dopo il 1965 e il posto non era proprio la costa ovest degli States, bensì la piovosa Londra, fulcro in quegli anni di un movimento musicale e culturale chiamato Punk Rock. E cosi per il chitarrista Robin Wills e il cantante Jeremy Gluck, accompagnati inizialmente dal bassista David Buckley e il (grandioso) batterista Nick Turner (successivamente abbandonò la band per unirsi a Stiv Bators nei Lords Of The New Church),decisero di dare vita ad una delle
Garage/power pop band più gloriose di sempre, seguendo il credo di band come Beach boys, Flamin groovies, Byrds, Seeds, Standells. Nei primissimi anni 80 Godettero subito di un discreto successo anche nelle classifiche mainstream con i singoli pubblicati per EMI "summer Fun", "his Last Summer" , "i Can't Pretend" e l' album "drop Out" contiene pietre miliari del Garage revival , anthem che non si dimenticano facilmente una volta ascoltati...e se non avete avuto ancorta la fortuna di conoscerli, consiglio vivamente di rimediare entro Luglio, già perché i Barracudas saranno in Italia per due date esclusive, 30 giugno al "Festival Beat N.20" Salsomaggiore (PR) e sabato 7 luglio al "Socorock" di Grisignano di zocco (vi). Gluck e compagni avranno affianco un chitarrista d'eccezione , Chris Wilson, già chitarra al tempo dei mitici Flamin Groovies ! Non perdeteveli! the surfers are back....
INFO@SACRUMCOR.COM - WWW.SACRUMCOR.COM Via PrA’ Bordoni 43 - ZanE’ (VI) - Tel 0445.315514
THE PORTRAIT - THE PORTRAIT - THE PORTRAIT - THE PORTRAIT - THE PORTRAIT
BACK TO BUSINESS
E' uscito il 16 aprile 2012, si chiama “TEN”: il primo lavoro targato Back to Business. Gli amanti dello ska, gli affezionati alla scena musicale bassanese, sicuramente già li conoscono, ma sotto altre vesti. La band, nata nel 2002 come “Jamburraska”, abbandona il nome ma non le liriche in levare: arricchisce le sonorità, si mette in gioco, non si fa mancare nulla. Ce ne son voluti dieci, di anni, per riuscire a confezionare questo album, ma possiamo ben dire "ne è valsa la pena". Lo stile delle origini, lampante nello ska leggero di “Change the Game” o nella reggae ballad “Se non ci sarai”, cresce e si fa maturo già in “Take your time”, pur trasmettendo sempre la voglia di essere protagonisti del proprio tempo, della propria “partita” quotidiana.
intervista a cura di Serena Reginato
L'evoluzione della band prosegue, portandoli verso suoni più rock, con brani come “Fed by the sound”, “Killer” e “Turn off the TV”, senza tralasciare il singolo “Feel”. L'anima reggae riemerge in “Perché?”, secondo brano italiano del disco. Non si fanno mancare neppure la cover; ed ecco una "Rock the Casbah" che non ti aspetteresti, che sorprende proprio nel momento in cui prendi il ritmo e sei pronto a sgolarti il ritornello. Ce n'è per tutti i gusti insomma, e difficilmente ne resterete delusi: ovunque voi siate, in qualsiasi momento lo ascoltiate, calzerà a pennello e potrà facilmente diventare la colonna sonora della vostra estate. I Back to Business nascono dalle ceneri dei Jamburraska; gruppo bassanese ormai all'attivo da dieci anni. Cosa vi portate dell'esperienza passata in questo nuovo progetto? Beh, praticamente tutto! Noi non vogliamo rinnegare ciò che siamo stati come Jamburraska, anzi! Semplicemente, in un momento così importante della nostra esperienza, abbiamo voluto sottolineare come la crescita che abbiamo avuto, ci abbia portato ad un livello di maturità e di consapevolezza tale da condurci all'uscita discografica. Un pizzico di Jamburraska rimarrà sempre nella nostra musica, perchè è ciò che ci ha distinto fin' ora e che ci ha permesso di diventare Back To Business! -Ten- è il vostro primo lavoro come band, non solo come Back to Business. Come nasce
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questo disco e cosa rappresenta per voi? Il disco nasce dall'esigenza di "incidere" concretamente la nostra storia, perchè non rimanesse solamente una bella esperienza. In effetti, come dice il titolo, dopo dieci anni di vita musicale, sentivamo il bisogno di individuare un punto d'arrivo, una meta. All'interno dell'album, infatti, ci sono brani appartenenti a tutta la nostra storia, partendo da Change the Game per arrivare a There's not Reality; pertanto ci piace pensare che questo disco sia come una meta per i Jamburraska, e, allo stesso tempo, un promettente inizio per i Back To Business. Vi muovete ormai da molto tempo nel "panorama" musicale bassanese e avete condiviso il palco con molti gruppi locali. Come viene vissuta secondo voi la musica nella nostra città? A Bassano l'attività musicale è molto viva, anche grazie a molte iniziative sia private che appoggiate dalle istituzioni locali, gli stili ci sono tutti e la voglia di "fare musica" è grande. Trovo però, che la qualità dell'ascolto non sia sempre di livello adeguato, se paragonata all'impegno e alla passione che si offre. Il mainstream italiano soprattutto, fa ancora la parte del leone, e se un gestore cerca un gruppo per aumentare i coperti, spesso si rivolge a cover band, cosa che strozza un po' la musica originale e l'espressione dei gruppi emergenti. Il lancio di Ten è stato accompagnato dall'uscita del primo singolo -Rock the Casbah-, noto brano dei Clash. Com'è nata la scelta della cover e in che modo vi siete avvicinati al ri-arrangiamento di un brano così fuori dalle vostre corde? L'idea di inserire una cover nel nostro cd ha molte motivazioni. Per prima cosa, abbiamo pensato che una cover fosse un buon modo per presentarci, nel senso di farci sentire all'interno di un pezzo già famoso, ed è stato fatto in
questa cover, dove passiamo per tutti i generi e gli stili che ci caratterizzano. In secondo luogo, nel nostro piccolo, abbiamo voluto ringraziare chi ci ha preceduto per l'ispirazione e l'esempio creativo. La terza motivazione, riguardante proprio la scelta di Rock the Casbah, è stata dettata dall'analogia, io credo, con il nostro gruppo; come infatti i Clash, gruppo punk, hanno presentato in questa canzone influenze pop e funky, noi, gruppo ska-core, abbiamo inserito nei nostri brani influenze di molti altri generi. Queste sono un po' le motivazioni principali del nostro primo singolo. Nel disco troviamo anche due brani in italiano. "Se non ci sarai", dolce ballad in levare; e "Perchè?": una canzone dal testo molto forte, accusatorio. L’INTERVISTA COMPLETA SU www.soundandvision.it
GIOV 17 MAGGIO ore 21.30
ZABRISKIE POINT (M. Antonioni- 1970) GIOV 31 MAGGIO ore 21.30 SYMPHATY FOR THE DEVIL (Jean Luc Godard - 1968) CONTROL (Anton Corbjin - 2007)
Replica : Giov 7 Giugno :
SPLITGIGS
JETHRO TULL
LO SPIRITO DEL PIANETA
Lanciato al Viper Room di Los Angeles (il locale di Johnny Depp) Splitgigs.com (http://www.splitgigs.com/) è un'idea geniale di un trio di ragazzi italiani. E' un sito che mette in contatto le band per dividere il palco e suonare in tutta Italia Se io, band X di Roma, ho la possibilità di suonare nella mia città, perché, si sa, conosco “tizio e caio”, non è detto che abbia le stesse chance a Milano, Firenze, Bologna o altrove. Se la band Y di Milano è nelle stesse condizioni, Splitgigs si chiede; “perché non mettere in contatto la band di Roma con quella di Milano o Firenze in modo che al concerto di Roma suoni il gruppo di Milano e poi la band di Milano “ritorna il favore” e fa suonare quelli di Roma a Milano?”. Oppure, io, band X di Roma o Milano non riesco in generale a trovare concerti, ma faccio parte di Splitgigs, posso chiedere aiuto ad altre band per fare da support a loro. Splitgigs diventa anche strumento per le band per aprirsi un profilo che sarà condivisibile con gli addetti ai lavori (gestori di locali, promoters), bypassando la trafila, spesso lunga e poco fruttuosa, del contatto via mail, della telefonata a cui il promoter non ha voglia di rispondere, dell'invio di link, soundcloud o mp3 che nessuno ascolterà. Con Splitgigs quindi i gestori dei locali possono utilizzare questo sito per gestire la selezione delle band.
In occasione del 40ennale di Thick As A Brick, storico album del Jethro Tull, Ian Anderson, leader indiscusso della band, ha deciso non solo di dargli un seguito, con l'uscita in Aprile 2012 di Thick as a Brick 2 (EMI), ma di celebrare quello che è di certo uno dei concept album più significativi della sua carriera e numero uno di vendite in tutto il mondo. Nel corso di tutto il 2012 Anderson, con al seguito i suoi musicisti, riporterà l'album sulle scene mondiali, riproponendolo nella sua interezza per la prima volta dal tour originale del 1972, insieme ai nuovi brani di imminente uscita e ai maggiori successi della band. Il concerto sarà una messa in scena complessa, arricchita da performance, proiezioni di filmati e altro ancora: un occasione UNICA per gli affezionati fan dei Jethro Tull e del suo leader.
Da venerdì 10 maggio a domenica 10 giugno, al Polo Fieristico di Chiuduno (BG), dodicesima edizione per LO SPIRITO DEL PIANETA, l'unico festival etnico in tutta Italia; con gruppi etnici “non professionisti” da tutto il mondo, custodi di culture che stanno scomparendo. Un'edizione, che come le precedenti, si pone tra gli obiettivi quello di reinvestire i ricavi in operazioni nei territori delle popolazioni a cui appartengono alcuni dei gruppi parteciperanno alla kermesse. All'interno del ricco programma del festival, da segnalare l'unica data italiana per Carlos Nunez (punto di riferimento mondiale per la musica celtica) e per Mediaeval Baebes, gruppo femminile di musica medievale che ha venduto milioni di dischi. Inoltre, un festival nel festival dedicato alle tradizioni della cultura bergamasca. Accanto alle esibizioni live, mostre di artigianato e gastronomia etnica. L'ingresso è gratuito, e gli spettacoli si terranno anche in caso di pioggia. Sarà inoltre attivo un servizio di bus navetta gratuito sia dalla zona industriale di Chiuduno che da Piazza Mercato (Malpensata) di Bergamo. Per informazioni www.lospiritodelpianeta.it
Ecco le date Gio 31 Maggio TORINO Teatro Colosseo Ven 1 Giugno MILANO Teatro Smeraldo Sab 2 Giugno MODENA Palasport G. Panini Casa Modena info tour www.blueskypromotion.it Tel 0547. 600093
BEDROOM REVOLUTION: STORIE DI DISCHI DA COLLEZIONE di Sir Taylor
NEIL YOUNG “N. YOUNG” US LP reprise rec RS6327
Ricordo una bellissima copertina apparso nel 94 su Record Collector , mensile inglese dedicato al collezionismo musicale, la stupenda foto di Neil Young in concerto ed il titolo 'il più grounge di tutti (the groungest of them all)'. Mi fece riflettere molto sulla nascente moda americana del grounge, tra le ultime fiammate di originalità che la musica rock ci ha regalato alla fine degli anni 80, su cosa c'era di veramente nuovo e da dove si stessero recuperando molte sonorità. Il canadese solitario era stata una mia passione da sbarbino
assieme ai suoi compari Crosby, Stills e Nash. Avevo divorato i vari '4way streets', 'dejavù' ed ero finito poi inevitabilmente su 'harvest' per capirci uno dei dischi che ha venduto di più nella storia della musica rock (il suo Dark Side Of the Moon se vogliamo). Ma furono altri gli album che mi fecero capire lo spessore del personaggio : in particolare 'On the Beach' e 'After the gold rush'. Intendiamoci, definire o incasellare la musica di Young non è possibile; lui più di Bowie ha suonato di tutto dal rockabilly al beat psychedelico, dal country rock al rock elettronico, dal grounge assieme ai Pearl Jam alle ballate acustiche in solo, sempre rimanendo fedele a sé stesso. La sua carriera poi ha più a che fare con le montagne russe che non un rimanere nelle alte sfere del rock. Stroncato od osannato dalla critica, sempre schierato politicamente con i deboli (famose le sue campagne di concerti in appoggio agli agricoltori americani che lottavano contro le banche), la sua lotta dalla dipendenza di alcol ed eroina (vedi la cover di American Stars And Bars, e i riferimenti frequenti alle droghe 'Needle and damage done', 'Tonit is the night') hanno reso la sua carriera particolarmente movimentata con una discografia sterminata e da spulciare attentamente. Le sue uscite discografiche sono tutte fino a metà anni 70 particolarmente collezionabili (ad eccezione di
BEDROOM REVOLUTION: STORIE DI DISCHI DA COLLEZIONE di Sir Taylor
Harvest) visto che non hanno venduto quantità enormi al momento della pubblicazione ma più nel lungo periodo. Così 'On the beach' – capolavoro di rock blues intimista che spiazzò non poco i suoi fans- non è un album introvabile in assoluto ma la prima edizione con l'interno copertina stampato stile carta da parati non è proprio la cosa che trovate nel negozio di dischi usati vicino a casa. Lo stesso vale per 'After The Gold Rush' – musicalmente più ortodosso ma precursore nei testi delle lotte per l'ambiente e avanti anni luce per le tematiche politiche e sociali dell'epoca- con gli inserti originali e la label bicolore rosso/nocciola (num di catalogo originale col sufisso RS) è un obbiettivo tosto da raggiungere. Ma sicuramente il posto d'onore per la rarità
spetta al disco di esordio Neil Young/RS.6327 del 1968 su reprise tricolore. Appena lasciati i Buffalo Springfield all'apice del successo dopo una furiosa litigata con S. Stills il mister mise mano al materiale che stava accantonando da qualche tempo. I problemi arrivarono in studio in fase di produzione e mixaggio finale con l'uso di una nuova apparecchiatura che creava un effetto stereo di riverbero particolare ma che deteriorava tragicamente la qualità delle registrazioni. In particolare la voce, il punto debole di N. Young venne tenuta molto bassa rispetto al livello finale della musica. La prima stampa ben riconoscibile per l'assenza di nomi sul fronte o indicazioni di sorta sulla spina laterale fu così ritirato dal mercato dopo poco per lasciare posto ad una stampa remixata (suffisso RE-1 nella matrice) e con il suo nome ben visibile nella nuova cover. L'originale americano oggi costa se in buone condizioni dai 130 ai 280$. Se volete risparmiare e ascoltare ugualmente la versione mix originale potete comprare la stampa inglese che non fu mai remixata neppure nelle ristampe degli anni 70 con 10/15$ portate a casa l'album ad oggi suona ancora come un gran bel disco.
G N I B B U L C T N ISIO V AND D N SOU
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C.so S. Felice 362 - VICENZA - Tel 0444.563725 www.sartea.it - www.facebook.com/bar- sartea
Campo Marzo - VICENZA INFO - Facebook: barsmeraldo
Via Bottego 20 - Arzignano - VICENZA Info FB. Barbie bar - Barbie music bar
Locale storico di Vicenza che da anni allieta e propone importanti novità. JND Festival Electronic Music, che ha portato il Sartea a livelli internazionali grazie ad una selezione ricercata di djs di ottimo livello provenienti dai Clubs di Berlino, New York e Londra. Ambiente liberty, affascinante e ricercato che risalta la qualità del servizio. Chiuso Lunedì
Nel centro storico di Vicenza, in Campo Marzo, il parco più malfamato del Veneto, un locale di grande atmosfera per cuori forti. Se i peggiori bar di Caracas vi fanno una pippa lo Smeraldo fa per voi!
Il Barbie Music Bar è ormai punto di riferimento dell'ovest Vicentino per quanto riguarda la musica "live".Niente di banale, un continuo alternarsi di Band locali e non...con attenzione particolare alla musica d'autore,dj set molto vari nel genere variando dal hip hop all' house music...! Vasta gamma di birre Artigianali alla spina e in bottiglia, una grande varietà di cocktails , panini bruschette e molto altro ancora....wi-fi gratuito, mega schermo per seguire tutti gli sport..! Barbie Music Bar...non è la solita musica !
JOIA
VINILE
OSTERIA RIVE
VI
Via Torino 17 - Caldogno Vicenza Tel 0444.1457169
VI
Via Capitano Alessio 94 - Rosà www.vinileclub.it - Tel 347.1601429
VI
Via Rive - Cartigliano - Tel 348.8265815 www.rivejazzclub.it
smoking area
Locale di nuovissima creazione votato alla cucina homemade; ogni piatto proposto nasce in ogni sua parte dalle mani dello chef per la Joia dei vostri palati. Un design essenziale ed aereo giocato sulle trasparenze e le geometrie per la Joia dei vostri occhi. Live set di alto livello con i migliori musicisti della scena locale e non solo per la Joia dei vostri padiglioni! Una vetrina sul gusto in ogni suo senso. En-Joia
Vinile classe 1976 punto di riferimento per artisti e promoter fuori dagli schemi della maggior parte dei locali presenti sul territorio. Recentemente rinnovato propone Live music & dj set con feste a tema o party di tendenza. Locale con sala fumatori disponibile per feste private & happening...
Tra un mix perfetto di pezzi di design vintage anni ’50-’70 e di elementi tradizionali, Giovanna ha creato un locale unico nel suo genere, dove si respira un’atmosfera d’altri tempi. Pensare di essere arrivati in un esclusivo jazz club in una grande metropoli non è un azzardo! Cucina creativa, arte, musica il mix perfetto per un locale che vi darà mille emozioni tutte indimenticabili!
MOC Montecrocetta VI
BIRRERIA PEDON VI
BARINN
Monte Crocetta Via Rivana 7 Bassano d. G. - VI Info Tel. 377.4196772 - FB: moc_montecrocetta
Via S. Antonio 12 Marostica - VI Info Tel. 348 6070213 - Chiuso Dom Matt e Lun
Viale delle Fosse 9 - Bassano del Grappa (VI)
C'E' VITA SU MOC: immersi nella verde collina del Parco, prepariamo bruschette, piatti freddi ed insalatone con particolare attenzione alla qualità e freschezza dei prodotti...ampia scelta anche per una dieta vegetariana. Aperitivi in musica, iniziative culturali,serate DjSet...e concerti live domenica pomeriggio. Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 02.00 Email: montecrocetta@gmail.com
Nuova gestione e locale completamente rinnovato per lo storico Pedon di Marostica. Bruschette, panini, toast, insalatone e "spuncioti", Kebab e Tagliata al rosmarino con patate; 5 varietà di birra alla spina (Guinness compresa) e bottiglie di birra da tutto il mondo. Una birreria dal sapore sixties, dove ascoltare musica psichedelica e garage, senza tralasciare il nostro beat... I posters dei concerti di Bill Graham per il Fillmore (U.S.A.) sono in vendita e già incorniciati; come anche il juke box e i flipper perfettamente funzionanti!
Barinn è il nuovo locale di Bassano, aperto con orari che vanno dalla colazione al dopo cena passando per l'aperitivo. Il locale ospita ogni venerdì dalle 22 a tarda notte, un dj set diverso. Barinn nasce dalla necessità di sviluppareuna valida alternativa musicale che a Bassano è lentamente scomparsa negli ultimi anni. Il locale è situato in Viale delle Fosse n.9 a due passi dalla Distilleria Nardini, aperto tutti i giorni tranne il martedì.
MARAKELLA
BARRACUDA
NEW AGE
VI
TV
VI
TV
Via Mazzini 6 - Grisignano di Zocco (VI) Info: Roberto 349.3198097
Via Cavin dei Cavai 47 - Villa d’Asolo (TV) Info: Matteo 392.9581569
Via Tintoretto - Roncade - Treviso www.newageclub.it
Sulla statale che collega Vicenza a Padova esattamente a Grisignano si trova il Marakella. Nato dall’idea di unire il dolce e il salato in un unico ed accogliente ambiente. La ciliegina sulla torta? La musica! Che accompagna gli affollatissimi aperitivi domenicali dalle 18 in poi. Da provare a tutte le ore! Marakella vi aspetta!
STAY SEVENTIES!!! Barracuda nuovo locale ideale per colazioni, pranzi & stuzzicherie, aperitivi, drinks, vini e buona birra! Il tutto riscaldato a suon di buona musica e favolosi dj set! Barracuda si propone come l'alternativa ideale per le vostre serate e vi assicura qualità e divertimento!
New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nord-orientale della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante stagione di live allo stato puro!
TESSERA
DE’ GUSTO
TV
ROKKAFE’
TV
PLETTRO
BL
Villa Barbaro 4 - Maser - Treviso www.de-gusto.com - Tel 0423.565603
St. dei Colli - Castelcucco - Tel 349.6027294 www.rokkafe.com
Via Feltrina (BL) - Adiacente alla Pizzerie La Rotonda - Tel 349.7446240 (Rudy)
It's kinda funk! La Gusteria tipica de'Gusto jezza, funkeggia e gioca al chilometro zero. Nella fantastica atmosfera di Villa Barbaro a Maser, Rosti, Giulio e Mc ti aspettano per farti rilassare, bere, mangiare e musicare. Il territorio messo in vetrina per essere gustato. Il de'Gusto è il locale per tutti e di tutti, dalla mattina alla sera escluso il lunedì allieta le tue giornate e si propone come l'alternativa alla noia del quotidiano. Il passato è passato, il presente è passato, ma il futuro deve ancora passare. Vieni a trovarci.
Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che (scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più. Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo posto. Dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00
A Quero (Bl) in via feltrina nasce "Plettro Alternative Sound" una nuova realta' musicale tutta da scoprire! Ogni venerdi' & sabato Plettro propone strepitosi live seguiti da dj set a tema tutti da ballare! Plettro alternative sound e' aperto tutti i venerdi' & sabato dalle 22.00 alle 4.00 e tutti i giovedi' & le domeniche dalle 18.00 con buffet gratuito e dj style rock! Amanti della musica vi aspettiamo!!!
OFFICINA GAMBRINUS TN
CHALET DEL LA MOT
Via Alto Adige 164 - Gardolo - TRENTO www.officinagambrinus.com - Tel 0461 993261
Baselga di Pinè (TN) - Tel 380.7325710
Oltre Trento verso nord in zona Gardolo troviamo un nuovo locale “Officina Gambrinus”. Locale a 360° che offre ottimi piatti sia a mezzogiorno sia alla sera. Potete gustare sia pizze che p i at t i t i p i c i t re n t i n i . U n a programmazione musicale di qualità, accompagnerà i vostri weekend con i djset al Venerdì e musica live al Sabato sera. Non vi resta che provare le emozioni dell’Officina Gambrinus!
Nuova anima per il Chalet de la Mot, oltre a riaprire come pub con 6 splendide spine di selezionata birra e ospitare numerosi live e dj set, vi delizierà con il ristorante aperto dal martedì alla domenica dalle 18 alle 24.
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VEN 11 MAGGIO KNAGUI + A BASSA VOCE Jazz Meets R&B
VEN 18 MAGGIO ANDREA BONIOLI 4et Il Jazz e le sue contaminazioni
VEN 25 MAGGIO ROCK CONTEST EDO + ENTROPICA VEN 1 GIUGNO MORRIS & THE MAGICALS ‘50 & ‘60 JAZZ
OSTERIA RIVE - VIA RIVE 14 CARTIGLIANO - INFO: 348.8265815
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