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"BEST LIVE PICTURE OF THE LAST DAYS” - lo scatto più bello degli ultimi live seguiti dai nostri fotografi -
Courtney Love - HOLE @ Milano - 19 febbraio 2010 - foto di Gianluca Vinci - http://www.flickr.com/gianlucavinci
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MARZO LIVE! VEN 5 MARZO - DARIO VOLPI TRIO swing e jazz con l' inconfondibile base ritmica di Marco Carlesso, le morbide improvvisazioni di Roberto Caon al contrabasso, i vistuosismi di dario Volpi alla chitarra..
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VEN 19 MARZO - BUBAMARA e le folli danze, un ricercato progetto musicale che rinnova l'idea di jazz attraverso composizioni tutte originali del trio capeggiato dal contrabassista Nicola Bortolanza
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S & V I N F O P O I N T :
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W E B :
W W W . S O U N D A N D V I S I O N . I T E M A I L : I N F O @ S O U N D A N D V I S I O N . I T M Y S P A C E : M Y S P A C E . C O M / S O U N D A N D V I S I O N Z I N E F A C E B O O K : W W W . F A C E B O O K . C O M / S O U N D A N D V I S I O N T W I T T E R : W W W . T W I T T E R . C O M / S O U N D V I S I O N M A G
SOMMARIO
MARZO 2010
PAG 2 : “BEST LIVE PICTURE OF THE LAST DAYS”, di Gianluca Vinci (Hole) PAG 6 : “STATE A SENTIRE”: 3 album per febbraio, di Ilaria Rebecchi (The knife, Thomas Dybdahl, Edible Woman) PAG 7 : “IN BRIT” / brit-rock, di C. Cristofari & M. Peotta (Abbey Road For Sale) PAG 8 : “Kalweit And The Spokes” – exclusive interview di Ilaria Rebecchi PAG 9 : “JOAN AS POLICE WOMAN” live report di Marilù Cattaneo PAG 10 : ”GLI INDIMENTICABILI DIMENTICATI” di Fox (Kevin Ayers) PAG 11 : “KINGS ROAD”, di Marco Mantovani (Buzzcocks live report) PAG 16-17: “ROCK ICONS – James Brown”, monografia storica di Ilaria Rebecchi PAG 20 : “LOCAL NATIVES” live report di Chiara Colli PAG 22-23 : “BRETT ANDERSON”, live report di Alessandro Rocca PAG 25 : “DELPHIC” – live report di Gianluca Vinci PAG 26 : “ASSONANZE NAONIANE pt2”, di Antonio lo Giudice PAG 26 : “Sometimes I Wonder” – recensioni di DjD PAG 27 : “ELECTRO SAPIENS”, di Matteo Visentin (Crookers, Motel Connection) PAG 28-29 : “BIGGEST EVENTS CALENDAR” di I. Rebecchi PAG 30-31 : “UNDERGROUND MAP” di DjD [ trova il tuo locale preferito ] PAG 32-33-34-35 : “NIGHTCLUBBING” di S&V [ i migliori locali sostenuti da Sound & Vision! ] PAG 37 : “BEDROOM REVOLUTION”, di Sir Taylor (Milano Calibro 9) PAG 39 : “NON PERDIAMOCI DI VISTA”, di Giorgio Mari (The Sound) PAG 42 : “CHICKS ON SPEED & THE CITY” – report di E.Virago PAG 45 : “SOUL SISTA” di Lara Lago (Dan Le Sac vs Scroobius Pip) PAG 49 : “Storia di Una Voce” live report di Denise Zanin PAG 49 : “BEATRICE ANTOLINI” intervista di Paolo Agnoletto PAG 51 : “Party Review” di Emanuela Virago PAG 54 : “CINE PREVIEW”, di Ilaria Rebecchi (“Nowhere Boy” e “Alice nel Paese delle Meraviglie”) PAG 56 : “I'm Old & My Moviess Too” – di DjD (“Il Cielo Sopra Berlino”) PAG 57 : “THE ISLE OF ART”, di Ambra Rebecchi (“Roy Lichtenstein e i linguaggi dell'Arte”) PAG 58 : “S&V OFFICIAL POINTS” [ il modo più semplice di trovare Sound & Vision nella tua città ]
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“STATE A SENTIRE” di I. Rebecchi
"Tomorrow, In a Year" THE KNIFE
"Thomas Dybdahl” THOMAS DYBDAHL
"Everywhere At Once” EDIBLE WOMAN
Sleeping Star 2010 genere: Psichedelico/HC web: myspace.com/ ediblewoman
Rabid rec / V2 2010 genere: Elettronica web: www.theknife.net
Pias 2010 Genere: Folk web: myspace.com/tdybdahl
Dalla Norvegia con amore. Mai affermazione fu più azzeccata per Thomas Dybdahl che con l'omonimo album (il sesto della carriera), fa rivivere l'ebbrezza di romanticismi sospirati e sfuggevoli, maturi e cortesi, quasi cinematografici, grazie ad un impatto vocale di grande tecnica che scivola tra ambizioni alla Nick Cave e sussulti buckleyani intrisi di spigolature pop e folk che ne assemblano le speranze in persuasive soluzioni sonore acustiche e sofisticate al contempo, che ne sublimano l'essenza. Ci si perde nel cantato virile e amoroso di A Lovestory, o nella sbarazzina e corale B A Part, in cui la voce femminile abbinata a quella di Thomas in una sorta di connubio sensuale di sussurri di corteggiamento, mentre Something Real sviluppa un tessuto sonoro di stampo world, Adelaide convince in archi ipnotici e delicatezza vocale e la conclusiva If We Want It, It's Wright, tra armoniche polverose e incendio lirico di una vera e propria poesia ottocentesca in musica. Acustico e corale, sospirato e delizioso, Thomas di candida con questo album a diventare una grande realtà internazionale. E vi farà innamorare.
Basata su “L'Origine della Specie” di Charles Darwin”, “Tomorrow, In A Year” è un'opera elettronica prettamente sperimentale che trascende dall'essenza stessa della musica, per scivolare, in collaborazione con Mt. Sims e Planningrock, in una vera e propria avventura dall'alto tasso qualitativo, che Olof Dreijer e Karin Dreijer Andersson, azzardano sfondando le barriere dell'avanguardia e ricreando, soprattutto grazie alla dimensione live, orizzonti sonori e visivi in scintille materiche di grande spessore culturale, che riprendono l'epicità della lirica, il minimalismo dell'elettronica nordeuropea e una consumata pazienza talentuosa nell'eviscerare, trasformare e manifestare la creatività dell'ispirazione polivalente e decentrata dal solo ambito musicale. Ascoltare le 16 tracce di questo doppio album è un'esperienza sensoriale imperdibile, capace di ricomporre il materialismo vaporoso della psichedelica in trionfi ora post-industrial, ora post new age e ora classici, di epocali sembianze teatrali, che sconcertano e trafiggono, tra ambizioni artistiche che superano i confini delle arti e un desiderio inconsapevolmente geniale di rendere contemporanea un'opera patrimonio dell'umanità. La natura di Darwin si palesa all'ascolto di Geology, tra crudeltà sperimentali e azzardi lirici infarciti di rumori ora naturalistici (come il suono dell'acqua o il desiderio di catturare il silenzio) e ora moderni (clacson e divagazioni electro). Mai più senza!
Rubano il nome al titolo di un romanzo di Margareth Atwood, e usano basso, voce, batteria e synth, gli Edible Woman, che qualche mese fa avevano stupito con The Beat Goes On, mescolando schizofrenici sussulti psichedelici a influenze blues e hardcore per ingegnosità strumentale, tornando forti di una scrittura pop alienante ed insubordinata che scivola dal groove elettronico alle melodie più fruibili, e che non a caso sono stati protagonisti di un live forsennato ad aprire i Jesus Lizard a settembre 2009. “Everywhere At Once” è un album polimorfo, in cui cavalcate '70s si mescolano a incidenze post rock dalla modernità impressionante, trionfando nell'uso di una vocalità effettata e forzata, a mitigare l'attenzione per sonorità incendiate, dove Sligtly Shifted prostra al mondo un magnetismo ipnotico e ai limiti dello stoner, mentre A Small Space Odissey ne è il prosieguo tra palpitazioni hardcore e echi ai Doors, la title-track si poggia su un tessuto sonoro psicotico e monolitico al contempo, Goran Sarajilic lascia spazio ad aperture melodiche alla Who, come To My Brother, che bizzarramente le unisce a ragnatele rocciose a metà tra l'hardcore e la psichedelia. Come se non bastasse, al chiusa di Hi, This Is Hardcore regala una lezione di screamo e noise da manuale. Forse il punk è morto decenni fa, ma gli Edible Woman ne leggono il testamento, rendendolo contemporaneo tra approcci dal pop all'abrasione sonora.
VOTO: 8,5/10
VOTO: 9/10
VOTO: 8,5/10
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“IN BRIT” di C. Cristofari & M. Peotta
la registrazione di colonne affinché non venga dilapidata la sonore di film quali Guerre mole di storia che questo luogo ABBEY ROAD FOR SALE! Stellari, Il Signore Degli Anelli e contiene tra le proprie pareti. Nel
Crisi, debiti insoluti, fallimenti e crack finanziari sono parole che sentiamo e viviamo tutti i giorni tra telegiornali e tv. Crollano aziende, banche, "spariscono" posti di lavoro come se tutto il "nostro" mondo fosse ormai un improvvisato tavolo da poker. E in questo mondo in crisi con se stesso esce in questi giorni una notizia, che di certo non fa tremare, ma un poco riflettere si, almeno a chi possiede un po' di sensibilità riguardo al tema "storico-musicale": la EMI, celeberrima label britannica, mette ufficialmente in vendita gli Abbey Road Studios. Manco a dirlo, i motivi si vanno a trovare facilmente tra le parole citate nelle righe qui sopra. Un buco di 120 milioni di sterline, mica bruscolini! Ma partiamo dal principio. Abbey Road, è una delle tante viuzze "disegnate" nella prima periferia londinese nel quartiere aristocratico di st.John's Wood, nord-ovest di Londra. Diventa famosa grazie ai Beatles, che dedicano a questa via il titolo di un loro lavoro del 1969. La EMI qui vi acquistò una palazzina di tre piani nel lontano 1929 e dal 1931 in poi cominciò ad utilizzarla come base operativa
per le proprie registrazioni creando appunto i chiaccheratissimi Studios.1957. Abbey Road è pronta ad entrare nella storia. Cliff Richards and The Drifters registrano nello Studio2 "Move it", primo singolo rock'n'roll di produzione europea. 1962, George Martin decide di portarvici dentro i giovanissimi Fab Four, che dentro a questi studi realizzeranno il 90% di tutto il loro materiale discografico. Questo basta a consacrare in men che non si dica questa normalissima palazzina in stile georgiano a t e m p i o d e l l a mu s i c a contemporanea e meta di pellegrinaggio per decine di migliaia di fan. Ma Abbey Road non è sazia della propria celebrità e rilancia, facendo anche da "casa" a quei Pink Floyd che scriveranno poi la storia della musica postbeatlesiana. Qui vi vengono registrati tutti i loro lavori fino a "Wish You Were Here" (The Dark Side Of The Moon compreso). Dagli anni '80 in poi il "partenone" della musica viene ampliato con la costruzione all'ultimo piano della palazzina della "penthouse", utilizzata per
Braveheart per citarne alcuni. Altri artisti famosi negli anni usarono gli Studios affascinati dall'aurea creativa che sembravano contenere, tra i quali Queen, Jeff Beck, The Police, U2, Muse, Oasis, Radiohead, Blur, The Killers etc.. Vi lavorò persino lo s t o ri c o c o m p o s i t o re cinematografico Ennio Morricone. Purtroppo ne fama ne storia possono sottrarsi al declino socio-economico dei nostri giorni. Paul McCartney, legatissimo agli Studios, ha lanciato subito l'allarme per sensibilizzare altri artisti odierni nella speranza che tutto questo non finisca in mani sbagliate,
nostro immaginario Abbey Road è sicuramente una terra felice, un luogo magico, una valle incantata che ha saputo accogliere e coccolare tra le sue braccia il meglio di tutto quello che i nostri orecchi hanno potuto udire, e svegliarsi oggi vedendola come pura merce di scambio per non far affossare nella crisi gruppi finanziari dei quali, noi che amiamo la musica, ignoravano l'esistenza, pare essere come uno schiaffo in faccia di prima mattina, un caffè amaro che fa cominciare male una giornata. In tutto questo incessante "crollare" di certezze, rischia di crollare pure questo mito.
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“EXCLUSIVE INTERVIEW” di Ilaria Rebecchi
KALWEIT AND THE SPOKES
Il blues che non t'aspetti lo fanno oggi Leziero Rescigno, G e o rge a n n e K a lwe i t e Giovanni Calella che hanno unito i rispettivi e differenti panorami sonori di cui sono maestri, per un progetto creativo atto della purezza del suono e che sembra ripescare dai vecchi bauli di vinili tutta l'esperienza dei grandi folkbluesman internazionali, creando dalle ceneri un alternative rock d'avanguardia e retrò, ispirato a miti del cinema o all'opera di Hopper e alle fantasie più magiche e misteriose: e i Kalweit and the Spokes, tra poesie e chitarre ci
hanno raccontato che… S&V: Come le vostre diverse esperienze hanno contribuito alla creazione di "Around The Edges"? In realtà non sono così distanti le attitudini fra di noi, più che altro abbiamo avuto nel tempo la fortuna di collaborare, produrre e suonare con realtà diverse: dall'elettronica al folk, dalla sperimentazione al pop... S&V: Il blues è stata una conseguenza naturale della vostra fusione o una scelta ben precisa in abbinamento ai testi? I toni un po' "blues" sono una conseguenza naturale direi, 'the blues' come "la tristezza", "la melanconia",
c o m e s t at o d ' a n i m o, rispecchia bene il contenuto dei miei testi in molti casi, nati da questi tempi un po' difficili…ma non c'è solo blues nel sound, c'è anche l'urgenza e rabbia del post-punk. Il blues è alla base di tutto, certo che la voce di Georgeanne, con questi toni caldi e profondi ha sicuramente influenzato la tavolozza di suoni che abbiamo deciso di usare. La sua voce, la chitarra e la batteria sono un mix perfetto per Around the Edges. S&V: Ispirazione ed importanza dei testi? I testi sono ispirati ai miei scritti, micro-storie, e poesie di vita vissuta e quotidiana, o come risposta a quello che vedo in giro. Essendo pittrice la mia 'narrativa' tende di essere un po' pittorica nelle parole. L'arte, il momento congelato in un dipinto, spinge l'immaginazione in maniera inconsueta. S&V: L'importanza d e l l ' a r t e n e l l a vo s t ra creazione: dall'illustrazione di copertina all'ispirazione… E' tutto collegato, anzi, è strano e bello poter unire le due cose in un progetto unico dove le cose si accavallano e s'intrecciano, una sensazione molto 3-D volendo. L'arte è quello che ci spinge a fare delle cose... questo non è solo un disco per noi, è anche un'opportunità di unire diverse emozioni che arrivano dal suono, dalla vista, dalle letture.. S&V: Fate un rock
8 alternativo, appunto intriso di blues e folk se vogliamo: cosa ne pensate dell'evoluzione del rock negli anni zero appena trascorsi? E' ancora possibile fare qualcosa di originale come negli anni '70? E cambiare il mondo con la musica? Io dico che c'è quasi "Nothing new under the sun"… cioè niente di nuovo sotto il sole. Nonostante ciò, l'evoluzione del rock è fatta di forza nel mischiare l'impossibile per magari creare una cosa originale mai come prima. Sento gruppi che non riescono definirsi in un genere solo, volendo anche noi. Cambiare il mondo è impresa ardua, magari iniziare a c a m b i a re i l p e n s i e ro … S&V: La scena alternativa italiana: pro e contro di chi la vive dall'interno… E come vi spiegate il fatto che i live siano sempre pieni, ma in pochi comprino dischi e sponsorizzino chi ha realmente un seguito dal vivo? E vero quasi nessuno più compra il disco fisico... ma allo stesso tempo i live sono pieni perché ogni concerto è un evento, e la gente ha bisogno di essere in posti dove accade qualcosa. E' molto più probabile vendere dei dischi dopo il concerto, se c'è stata una bella energia e la musica è piaciuta. Ci sono comunque anche qui in Italia tante band e cantautori che hanno un bel seguito perché riescono a entrare nel cuore del pubblico.
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“Live Report” by Marilù Cattaneo (MI)
me, in this moment) La voce ne togo al cioccolato (cit). Joan si alterna alla tastiera e alla chitarra elettrica, interagisce per più di un'ora e mezza. con il pubblico, è forse la Presenta canzoni dei vecchi cantante che più di ogni altra album - compreso quello di ho sentito ringraziare chi le ha cover - e alcuni nuovi brani di permesso di essere su questo un lavoro che, se tutto andrà palco, stasera: non è solo una come previsto, uscirà all'inizio q u e s t i o n e d i b u o n e del prossimo anno. Le sue educazione, nelle sue parole interpretazioni sono come -roche e basse come la voce sempre intense e vivide, c'è davvero gratitudine e s e n t i t e e p r o f o n d e , commozione. Ti verrebbe emozionanti e intimiste, voglia di chiederle com'era, nonostante i problemi di fare l'amore con Jeff Buckley, raucedine. Le cover, si diceva, di cui è stata compagna fino ovvero un modo di porsi alla sua tragica e per alcuni davanti a qualcosa con versi irrisolta fine. Ti verrebbe un'ottica diversa, con il rischio da domandarle come si fa ad di deludere le aspettative, di andare avanti con un dolore c o z z a re c o n t ro i l t u o così lacerante, ma poi ti basta personalissimo ricordo di ascoltare le sue canzoni quella canzone. Sì, le cover come le struggenti to be loved sono sempre rischiose. Joan e save me - per trovare delle non ha paura di questo risposte. L'amicizia con confronto, lo vedi dalle scelte Antony - ha dichiarato lei - le eclettiche: e se il tributo a ha salvato la vita: nelle sue David Bowie con sweet thing è canzoni c'è traccia di tutto quasi scontato molto meno lo questo, a partire dal duetto di sono i Public Enemy di channel I defy, che purtroppo stasera zero e ancor meno la non era in setlist. Le canzoni, sciroccata Britney Spears nella per Joan, sono tutto quel che r e i n t e r p r e t a z i o n e d i le è successo. E' quindi una overprotected. Stupisce non sorpresa che chiuda il tanto che Joan renda questa concerto con una canzone canzone come la sciroccata nuova "human nature" piena non saprebbe fare nemmeno di ottimismo e di speranze e tra un milione di anni, ma che di gesti rari come "sorridere Joan as a Policewoman agli sconosciuti quando CONOSCA Britney Spears. cammino per strada". Il Sono quelle cose inspiegabili, dolore, a volte, lo riesci ad come la comparsa dei biscotti a d d o m e s t i c a r e .
risente, ma nonostante questo JOAN AS POLICE WOMAN tiene il palco magistralmente,
BERGAMO (Seriate) - 3.02.2010
Ti sorprendono i concerti in luoghi inaspettati. E' mercoledì 3 febbraio, fa freddo, a Milano ci sono sia Brett Anderson che i Dashboard Confessional (che però sono sold out), ma a Seriate - non proprio dietro l'angolo - c'è lei, Joan as a Policewoman, e non ci sono dubbi. Trasferta sia.(La misura di quanto ti piace qualcuno è direttamente proporzionale ai km che sei disposta a fare, e questa regola vale non solo per un concerto). Joan è come sempre bella da togliere il respiro e vestita malissimo. A Villa Arconati, la scorsa estate, insieme a Regina Spektor, aveva un'improbabile tutina leopardata rossa; stasera ha una camicina che sembra
l'incarto dei cioccolatini di Ambrogio (ndr: se mi garantite una fornitura annuale dei vostri prodotti con più latte e meno cacao, io vi faccio pure pubblicità indiretta), un paio di pantaloni di pelle bordeaux sformati che la penalizzano (andate a cercavi la copertina di Cover e capirete il perché) e degli stivali che spero abbia trovato a una vendita dell'esercito della salvezza. Però la sua bellezza spigolosa è qualcosa che trascende q u a l s i a s i abb i n a m e n t o discutibile. Joan non è al meglio della forma fisica, ha il raffreddore, beve tè caldo e ogni due o tre canzoni mangia una cucchiaiata di miele (Honey is the best think for
“Gli indimenticabili, dimenticati” di Fox 10
KEVIN AYERS – WHATEVERSHEBRINGSWESING
Peccato che Kevin Ayers oggi sia quasi totalmente dimenticato, anche se l'artista non ha mai compiuto sforzi per rimanere in auge a dispetto della sua capacità compositiva, tra le più sottili ed ironiche mai espresse dalla musica pop inglese. Se non altro Whatevershebringswesing è un album più visto che ascoltato, in particolare per la geniale immagine di copertina, apprezzata dai vinilomani, con un paesaggio di neonati nati da uova appena dischiuse e che rimane tra le più forti e belle espresse negli anni settanta dai disegnatori fenomenali che circolavano all'epoca. L'album è del 1971 e fu inciso con i Whole World, band nella quale militavano Lol Coxhill e Mike Oldfield, accompagnatori musicali di Kevin Ayers nei primi stupendi dischi Joy of the toy e Shooting at the Moon. Purtroppo i l c o n t i nu o gi rova ga re concertistico non era vita adatta per l'artista, amante del “viver in ozio” e poco propenso a certi stress, così sciolse il sodalizio a quanto pare pacificamente visto
che poi gli stessi musicisti appaiono in questo terzo album, importante sintesi stilistica che lo vede in fusione totale tra reminiscenze patafisiche messe in atto con i primi Soft Machine, canzonette dalle melodie accattivanti e atmosfere orchestrali nelle quali parte fondamentale spettava a quel geniaccio di David Bedford, sempre pronto ad aiutare gli amici. Nell'album una simile sintesi racchiude il mistero del sound che aleggia nell'etere quando si ascoltano stupendi capolavori come “There is loving/Among us/There is loving” e “Song from the bottom of a well” alternati a pezzi da novanta come “Stranger in blue suede shoes”, tra i portabandiera dello stile dell'artista. Whatevershebringswesing ancora oggi rimane un pilastro di quel periodo e se lo si ascolta si va addirittura oltre in un paesaggio sonoro senza tempo. Kevin Ayers fu l'anima dandy della psichedelia inglese al pari del licantropo Syd Barrett. Tutti e due reinventarono il pop.
“KINGS ROAD” di M. Mantovani
BUZZCOCKS
Nel 1977 erano tra i paladini e i fondatori del punk made in UK. Dopo Pistols e Clash ci stanno a buon diritto loro: i Buzzcocks. Vederli ora nel 2010, in Italia, fa un certo che. Pete Shelley e Steve Diggle sono due simpatici signori di mezza età, forse un po' provati dalla vita, ma che di cose da raccontare ne avrebbero a tonnellate. I Buzzcocks hanno aperto per i Sex Pistols, hanno avuto di spalla i Joy Division degli esordi e poi diviso il palco con Nirvana, Pearl Jam, per citare un paio di nomi. Non male per una band che nel 1977 si vide boicottata dalla BBC per il singolo Orgasm Addict. Il testo conteneva riferimenti sessuali t ro p p o e s p l i c i t i c o s ì
mani. Faccio un rapido conto del minutaggio dei pezzi e tra MILANO, 28.01.10 una cosa e l'altra concludo che andremo oltre quello che mi aspettavo. Venti e più canzoni di punkrock vecchio stile come quasi più nessuno sa fare e in pochi apprezzare. Le migliori ci sono tutte: Fast Cars, I Don't Mind, Ever Fallen in Love. Nonostante, qualche sbavatura e qualche problema iniziale di suono il pubblico apprezza e in molti sembrano davvero divertirsi. Le voci dovrebbero essere alzate di volume e infatti dopo qualche brano il fonico corregge il tiro. Dietro a me un inglese e uno scozzese, rispettivamente di Liverpool e l'emittente britannica si rifiutò Edimburgo, sono eccitati come di trasmettere il pezzo. In ra g a z z i n i a l ve d e re i effetti fu quasi sempre una conterranei Buzzcocks e a peculiarità della band quella di bene guardarli direi anche trattare temi riguardanti la coetanei. Veri fan e dopo s e s s u a l i t à , m a a n c h e avermi fatto volare la birra un omosessualità e bisessualità. paio di volte ci stringo amicizia. Troppo per la benpensante Lo show va avanti spedito, Inghilterra! Ora siamo a Milano senza diminuire d'intensità più di trent'anni dopo e vedere dall'inizio alla fine. Mister che alle 23 passate quei Shelley canta davvero bene e signori di Manchester non al di là dell'aspetto sembra che sono ancora saliti sul palco mi gli anni non abbiano intaccato stupisce un po'. Nessun la sua voce. Dopo quasi una contrattempo, prima ci sono ventina di pezzi lo show state delle band di spalla. Lo sembra essere al capolinea. ammetto, sono un po' scettico Posano gli strumenti e fanno sulla performance live. Chissà, finta di andarsene, ma non ci trenta o magari quaranta vuole un esperto per capire minuti li reggono… Vengo che a breve torneranno sul smentito prontamente dalla palco per chiudere col botto. scaletta che mi finisce tra le Come un po' mi aspettavo
11 lasciano tre classici per il gran fi n a l e. S a r à a n c h e l'entusiasmo generale che serpeggia, ma a me a pare che il meglio lo diano proprio alla fine. Chiudono con Oh Shit, Ever Fallen in Love e ovviamente l'immancabile Orgasm Addict. Il pubblico p a r t e c i p a at t iva m e n t e cantando le tre canzoni. Da parte loro grossi sorrisi e s t re t t e d i m a n o. U n atteggiamento molto diverso dallo show dei Pistols che vidi un paio d'anni prima. A dir poco inavvicinabili. L'opinioni positiva che serbo non sarebbe cambiata, ma certo questi sono punti in più per loro. A parte un paio di accenni di rissa ho l'impressione che la gente se la sia goduta almeno quanto me. D'accordo non siamo a Manchester, questo non è il '77 e fuori non c'è quel fervore musicale che stravolse la musica e il Regno Unito in quegli anni. Ma che piaccia o no questi signori, con brani un po' demenziali e uno stile tutto loro, una trentina d'anni fa seppero ritagliarsi uno spazio assolutamente personale in un movimento, quello punk, che sancì una svolta epocale. Forse non un capitolo, ma almeno un paragrafo della storia della musica Shelley e soci l'hanno scritto. Per una grigia sera di gennaio non è andata male.
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“ROCK ICONS” di I. Rebecchi
JAMES BROWN
Nasce il 3 maggio del 1933 in un'umile baracca a Barnwell (South Carolina) James Brown, e fin da bambino, data la povertà nella quale la sua famiglia viveva, dovette imparare a guadagnarsi da v ive re l avo ra n d o n e l l e piantagioni di cotone, o come lustrascarpe e raccogliendo mance dai soldati neri ad Augusta. Dapprima incaricato (a soli 9 anni) di procurare clienti per il bordello a cui fu affidato dal padre dopo l'allontanamento della madre, James Joseph a 16 anni già si esibisce nei piccoli malfamati locali della città, e poco dopo viene arrestato per rapina e spedito in riformatorio, dove conosce Bobby Byrd, la cui famiglia aiuterà JB ad uscire
dopo tre anni di detenzione. All'amore per pugilato e baseball, James preferisce la musica, in particolare gospel, swing e r'n'b, finché a fine '40s, entra nel quartetto vocale dei Gospel Starlighters, suonando anche pianoforte, organo e batteria, cominciando a doppiare i sucessi doo-wop dell'epoca. Fonda la sua prima band (The Flames) a metà degli anni '50, spostandosi verso il rythm'n blues, e arrivando facilmente al successo grazie all'hit intramontabile Please, Please, Please (che ad oggi ha collezionato 40 dischi d'oro), a cui seguono due album di grande successo, aperti da singoli come Try me e Night Train. In poco meno di 10 anni JB ha già inciso diversi dischi di
musica da ballo, con episodi gospel (“Try Me” '58) e azzardi strumentali (“Mashed Potatoes” '60), oltre che aver aperto le performances di mostri sacri ai quali si ispirava, come Little Willie John e Hank Ballard, varando uno show coreografico di ballo istetico, al temine del quale fingeva sempre un infarto. Ben presto diventa un performer a tutto tondo, destreggiandosi sia nelle vesti di autore che come cantante, ballerino e showman, riuscendo perfettamente a trasferire una sostanziosa carica emoriva e drammatica nella musica, senza rinunciare alla melodia, e guadagnandosi ben presto il soprannome di Mr Dynamite: il suo cantare rozzamente, le sue movenze acrobatiche e il ritmo conquistarono il mondo, tra urli e singhiozzi che passeranno alla storia. Raggiunge l'apice delle classifiche grazie a brani come It's A Man's World, Cold Sweat, I'm Black and I'm Proud e I Got You (I Feel Good), e nel 1962 viene registrato il suo concerto al Teatro Apollo da cui verrà tratto un album live cult fin dall'uscita. Con perle come “I'll Go Crazy”, “Bewildered”, “Oh Baby Don't You Weep” James si avvale di un complesso di accompagnamento condotto da Alfred Pee Wee Ellis, dove spiccano chitarre ruvide e funk, una possente sezione di fiati, figure spezzate di basso e una batteria sostenuta, in perfetto
abbinamento con il cantato sofferto e predicatorio a metà tra il crying e lo shouting che trasformarono per sempre la musica nera. James parla di amore e, soprattutto, utilizza la musica e il proprio talento di performer e autore per delineare la necessità e l'importanza per l'uomo, in particolare di colore all'epoca, di migliorare la propria posizione sociale ed individuale, attraverso l'istruzione, che egli stesso non ricevette mai suo malgrado, oltre a dipingere perfettamente lo status dell'America di quegli anni nella sfera sociale ed esistenziale. L'epoca d'oro inizia con “Out Of Sight” ('64), e per dieci lunghi anni Brown non abbandona le top charts del mondo, diventando il più grande simbolo per la gente di colore (in seguito addirittura apparendo in tv dopo l'assassinio di Martin Luther King proprio per invitare la massa alla calma). Megalomane ed esaltato, James e la sua personalità istrionica furono protagoniste di veri e propri sermoni a sfondo politico o sessuale, che con Cold Sweat e Give It Up, Mpther Popcorn e I Got The Feeling toccarono i vertici pagani di un nuovo gospel dall'alto tasso ballabile. Escono i primi classici del funk degli anni '70 (Superbad, Get On The Good Food e The Payback), nei quali sono accentuati i toni provocatori,
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“ROCK ICONS” di I. Rebecchi
mentre con King Heroin ('72) regala una vera e propria lezione di arte riuscendo nell'intento di far ballare il pubblico e di sfogare il suo e s i b i z i o n i s m o t e at ra l e. Ma James Brown non vende più come nel decennio precedente, e oltre che avere una serie di sprechi di denaro in limousine, stazioni radiofoniche e jet privati, viene denunciato come evasore fiscale,e ben presto,si trova abbandonato da fan e discografia. Si autoproclama “Padrino del Soul” sulla scia del celeberrimo film “Il Padrino”, mentre sul finire di quegli anni, conscio dell'avvento della disco-music, si dedica al cinema, ad esempio partecipando nella parte di un predicatore invasato in “The Blues Brothers” di John Landis e con “Living In America” in “Rocky IV” con Stallone. Proprio di quegli anni è il successo di Unity, in coppia con Afrika Bambaataa. Trova i suoi eredi in Michael Jackson e Prince, e negli anni zero continua a lanciare pedissequamente appelli a favore dei diritti umani, come nel 2002 per Amina Lawal, il Pavarotti & Friends for A n go l a , c o n t a n t o d i memorabile esibizione al fianco di Pavarotti in It's a Man's World. Trascorre gli ultimi anni appannato dagli eccessi della v i t a p rivat a , s p e s s o protagonista di violenze o gesti folli, probabilmente incapace dia accettare l'inevitabile
declino che nuove generazioni di artisti, band e generi musicali l'avevano portato a non essere più il maestoso e ribelle protagonista dei palchi di un tempo. Secondo artista della storia dopo Elvis, ad aver raggiunto il maggior numero di singoli nella Billboard 100, James Brown non compare però, inspiegabilmente, nell'elenco della RIAA in merito agli artisti di maggior successo degli States, e dopo una serie di album e collaborazioni di minor rilievo rispetto al luccicante periodo di inizio carriera, si spegne la notte di natale del 2006 dopo una tortuosa malattia che cercò di sconfiggere con cure stremanti, addirittura cantando ad alcuni appuntamenti live. Riconosciuto come una delle più importanti figure del XX secolo (basti citare Sex Machine o I Fell Good), James Brown seppe trasformare accortamente, con modernità e genialità, l'orgoglio e le influenze della musica gospel da cui la sua radice sociale era legata, nel moderno r'n'b, miscelandone le essenze con quelle soul e funk. Polimorfo ed istrionico attore, cantante, musicista ed autore, James fu il più grande lavoratore dello showbiz musicale dagli anni '50 al 2000, al punto che ad oggi è noto esser il più campionato della storia hip-hop, jungle e drum'n'bass mondiale. Anticipatore delle avanguardie mu s i c a l i , c o n t ri b u t o re
instancabile e cruciale nell'evoluzione della musica che oggi abbiamo, spesso criticato e poco amato da colleghi e fan, egli donò al mondo e a numerosi artisti di ieri e oggi u'infinita serie di intuizioni e sperimentazioni a mo' di nuovo vocabolario del ritmo, dei suoni e delle manipolazioni. L'energia di James Brown è il tassello più importante della sua vita, per la capacità innata di sfociare talora nel circense, stupendo e coinvolgendo le masse più differenti, grazie ad una vitalità impressionante che fece di lui uno dei più grandi performer di
sempre, capace di ricreare live la magia dello show business. R'n'B, disco, pop, rock, hip hop, house, elettronica, trip-hop omaggiano e rimasticano ad o ggi gra n p a r t e d e l l a produzione i JB. Un'inconfondibile batteria, le ritmiche funk, il sax e la sua i n c o n fo n d i b i l e vo c a l i t à mostruosamente ineguagliabile fecero di lui uno dei grandi geni della storia della black music, che divenne archetipo stesso della primaria matrice del funk, tra eleganza, carica vitale, erotismo e virilità. James Brown is real!
MARZO 2010 Venerdi 05 D.J. Conf (Deep house) www.myspace.com/djconf Sabato 06 D.J. Richy Sixchic (Deep/Vocal house) www.myspace.com/richysixchic
Venerdì 12 D.J. Conf (Deep house) Sabato 13 D.J. Bruno 19/71 (Tech house)
Venerdì 19 D.J. Omar R. (Deep house) www.myspace.com/rdjomar Sabato 20 D.J. Conf (Deep house)
Venerdì 26 D.J. Conf (Deep house) Sabato 27 D.J. Omar R. (Deep house)
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“LIVE REVIEW” di Chiara Colli (Roma)
LOCAL NATIVES
Circolo degli Artisti – Roma, 9.02.2010
Silverlake, California. Da poco più di un anno, la base dei Local Natives è qui. Più esattamente, sotto il tetto di Gorilla Manor che, prima di essere il titolo del loro album d'esordio, è il nome che i cinque ragazzi hanno dato alla loro nuova dimora, una villa nel cuore della località più indie rock nei pressi di Los Angeles. Finiti gli studi, abbandonati i lavori a tempo pieno e cambiato il nome della band da Cavil At Rest a Local Natives, Ryan Hahn (chitarra e voce), Taylor Rice (voce e chitarra), Kelcey Ayer (voce e tastiere) Matt Frazier (batteria) e Andy Hamm (basso) si concentrano sull'album. Ma è proprio con un live che comincia la loro fortuna. Non un semplice
concerto di periferia, ma il SXSW (South By Southwest) di Austin, ovvero un festivalvetrina per adocchiare i nuovi talenti, che si tiene a marzo e da cui i Local Natives escono come uno dei migliori live act dell'edizione 2009. Con l'estate il consenso verso i il q u i n t e t t o c a l i fo r n i a n o attraversa l'oceano, favorendo una calorosa accoglienza anche nella perfida Albione grazie ad un copioso tam tam nella rete già prima dell'uscita dell'album. “A un certo punto, abbiamo smesso di essere una guitar-band e abbiamo cominciato a concentrarci sulle melodie vocali”, affermeranno in un'intervista. Ma in realtà la formula Local Natives mescola
perfettamente l'attenzione alle armonizzazioni vocali a quella per le strutture sonore – con cambi di tempo, energia r'n'r e ponderate iniezioni post punk in stile Teste Parlanti avvicinandosi non solo a dei Grizzly Bear versione West Coast, ma anche a dei Foals m e n o b a l l ab i l i ep p u re irresistibilmente travolgenti. Se su disco la peculiarità dei Local Natives è quella di un suono molto curato in ogni singolo dettaglio, con armonie perfette - quasi sublimi - e giochi di voce che riportano a colonne portanti di un passato lontano (vedi Crosby Stills & Nash), dal vivo i cinque giovanissimi stupiscono piuttosto per la compattezza esplosiva del suono, per la fisicità tutt'altro che trascendentale del loro set e per l'energia intrisa di contemporaneità della loro veste live. Si scambiano di continuo ruoli e strumenti Ryan, Taylor e Kelcey, confermando la piena collaborazione che ha caratterizzato la scrittura di Gorilla Manor ed aggiungendo un'intensa poliedricità al loro impatto sonoro. A soffrire un po', in realtà, è proprio l'impasto di sfumature delle voci, soprattutto nelle tonalità più a l t e, c h e s e m b ra n o l e gge rm e n t e ap p i at t i rs i sull'asse chitarre-moog o sulla doppia percussione (batteria e
tom) con cui pulsa, incessantemente, il live. Dopo Camera Talk, Warning Sign è un combo sonico in crescendo, Wide Eyes raggiunge vette di empatia collettiva inaspettate ed Airplanes fa esplodere cori dalla platea che riescono, finalmente, a sovrastare il vociare dal fondo della sala. Perché in realtà, la nota più stonata del live non è stata qualche leggera stecca dei raga z z i s u g l i a c u t i . Sospettiamo, infatti, che parte del pubblico fosse lì, con il suo chiacchiericcio fastidioso a rovinare i brani meno aggressivi, per il dopo concerto con il (presunto) cast dell'ultimo film di Muccino. Lo si intuisce dalla varietà del target e, soprattutto, dalla cascata di “ciao, cara!” compiacenti appena si riaccendono le luci. Non curanti, sudati ed entusiasti, i Local Natives invitano ad andarli a salutare al banco del merchandising ed attaccano quel meraviglioso singolo che è Sun Hands. Ancora accecati dalla luminosità pulsante di quest'ultima cavalcata psichedelico-bucolica, usciamo sotto la pioggia capitolina. Un plauso al concerto del mese. E ad una band da non perdere di vista negli anni a venire.
nuovo
Live Review di A. Rocca
Bar
ASTRA
BRETT ANDERSON 03/02/2010 – Tunnel (Milano)
VEN 5 - Dj Set Paolo Berto SAB 6 - Live (H 19) Amici di Baldo Jam Session VEN 12 - Dj Set Alex Rock SAB 13 - Live (H 19)Lisa Genetica (Rock-TO) + Dj Wood VEN 19 - Live (H 19) Zoo CafE’ (Rock-Lucca) + Dj Rene fm Zena SAB 20 - Live (H 19) Bevily Bros + Dj Loba-lo VEN 26 - LIVE (h 19) Combo Caracas + Dj PaPU fm Marte sab 27 - live (h 19) Beautiful Peter LIVE JAZZ
Astra Taste Go
CONTRA BARCHE - VI
Bar
od!
STATO DI FESTINA PERMANENTE
Domenica Aperto dalle ore 16.59
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Avere 42 anni e sentirsene la metà, almeno fisicamente. Questo è il Brett Anderson che si affaccia alla seconda decade del duemila: sinuoso e ammiccante, affascinante e d a n z a n t e, m a a n c h e introspettivo e scavato, maturo e conscio dei puntini bianchi della barba incolta che spuntano. Si può fare il rocker tutta la vita? Certo. In Italia abbiamo esempi di claudicanti sessantenni col giubbotto di pelle e gli stivali, che ancora ci cantano di quante ventenni si portano a letto. Canzoni dello spessore di un microbo. Ora, io guardo Brett, e sono contento che abbia intrapreso la strada che più si addice ad un uomo,
quella che lo mette al riparo da ogni rischio di pateticità, che anzi gli dona la bellezza eterna. Lui, il palco se lo mangia a colazione da vent'anni, e non nasconde, tra sorrisi e gestualità trionfante, di essere adatto al suo ruolo. Sin dall'inizio, con “Hymn”, è chiaro che sarà un gran concerto, che sì, in comune agli Suede forse c'è solo la voce, ma che la grinta non manca, e che soprattutto, Anderson crede nelle sue canzoni. Non sono solo canzonette, ma frammenti di sé, corpo e sangue di Brett messi in condivisione con l'ascoltatore. “Slow Attack”, che all'ascolto casalingo può sembrare distaccato e freddo, dal vivo stupisce per coinvolgimento, grazie anche a piccoli accorgimenti che migliorano la resa di alcuni pezzi (come per esempio velocizzare “Julian's Eyes”). Difficile staccare gli occhi dal palco, con “Wheatfields” e “Frozen Roads” si sfiora l'epico, ma a smorzare l'angoscia c'è sempre una ballata rock, anello di congiunzione tra il vecchio ed il nuovo percorso. Una scaletta decisamente azzeccata. Quando attacca “Love is dead” c'è un'ovazione, quasi come fosse un pezzo
Live Review di A. Rocca
vecchio degli Suede. Il pubblico, è un bel pubblico: sala piena, pochi modaioli del “c'ero anch'io”, chiacchiericcio in fondo sì, ma meno del solito, partecipazione ed ammirazione vanno per la maggiore e il merito non può che andare all'esperienza di Brett, ma anche all'ottima band che lo accompagna, che è presente il giusto, senza eclissamenti né protagonismi. Il cantante si ritaglia anche un momento acustico, in cui, tanto per cambiare, si conferma l'effetto avvolgente domopack della sua voce. L'encore è scontato e trionfale:“Funeral Mantra” manda tutti a casa col sorriso sulle labbra, compresi quelli come me, dubbiosi in partenza
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di poter assistere ad un concerto del valore del nome in questione. Due parole (ma ne meriterebbero di più) sugli Iori's Eyes, che hanno aperto il concerto: teneri e lodevoli, da tenere sul comodino quando si fantastica sdraiati sul letto, ispiratori di viaggi di collodiana memoria. Bravi. Quando Brett si dirige verso il tour bus, uno sciame di fans lo segue, anche solo per strappargli uno sguardo, un sopracciglio alzato, o addirittura un mezzo sorriso. Lui sale nel bus, si sistema il ciuffo, e poi torna giù per le foto di rito. Brett, non ne hai bisogno di agghindarti, sei già troppo fico. C'è chi beve la cassa di Peroni prima del concerto, e chi il thè. In questo caso i risultati si vedono.
SARTEA - MARZO 2010 2 MAR - JND 2010 RALF dj, Bella ciao La terra rec. 6 Sabato - Thelonious scuola di musica e bar sartea presentano: "Francesca Bertazzo duo + thelonious vocals ensemble" 9 MAR - JND 2010 Tama Sumo & Prosumer Berghain - Panorama Bar Berlino 10 Mercoledì - Kicca & Intrigo con la formazione al gran completo... + Back To Black Dj Set - “The Best Of SoulFunk” by DjD (Sound&Vision) 13 SAB - Libera Cantoria Pisani “Gigi Sella e le 12 voci” presentazione nuovo album 16 Martedì - JND 2010 Dor, Laid -Dial record Tel Aviv/Berlino 19 VEN - "Regno di schiena" Sabrina Turri voce, A. De Rossi guitar, A. Bevilacqua bass, Simone Piccoli keyboards, Davide Devito drums, Livio Pacella poetry 20 SAB - Thelonious e bar Sartea presentano: "Thelonious school Bands + jam session" in occasione del ventennale anniversario di Thelonious School 23 MAR - JND 2010 Scott Ferguson, Ferryspark-Kinda Soul Londra 26 VEN - Back to Black Dj set “The Best Of SoulFunk” by DjD (Sound&Vision) 27 SAB - "Blake" in concerto Pearl Jam Tribute 30 MAR - Daniel Wang, Bahliu-Environ-Ghostly, NY, Berlin ::::::: entrata gratuita e cosumazione facoltativa ::::::: start open events beginnig 21.30/22.00
SARTEA - C.so S. Felice e Fortunato - Vicenza
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“Live Review”di G.Vinci (MI)
DELPHIC Circolo Magnolia, 11.02.2010 Quando arriva un nuovo gruppo, si sa, è sempre un'incognita. Se poi ci mettiamo una giornata uggiosa e una location totalmente scollegata dai mezzi pubblici il tutto si complica ulteriormente. E' anche vero che il pubblico milanese è un po' viziato, se non si tratta dei Massive Attack, molta gente faticherebbe a muoversi anche per vedersi il concerto in TV, seduto in poltrona, con i piedi stesi sul tavolino. Questa è una storia vecchia a Milano, città dalla digestione lenta, al primo appuntamento vengono quattro gatti, la seconda volta sono la metà di mille. Per quanto riguarda i
Delphic, a giudicare dal loro set up tecnologico, questo non sembra fare molta differenza, tra piccoli e grandi stage, partono già con l'intenzione di crescere molto in fretta. Fatta esclusione di un po' di sana timidezza ed inquieta pacatezza sul palco, sembrerebbe che i giovani ragazzi di Manchester siano molto decisi su quello che stanno facendo e dove vogliono arrivare. La loro storia, che risale ad appena due anni fa, è relativamente breve ma è evidente che non hanno perso tempo in sala prove, infatti anche live, oltre basi vibranti e distorsioni della chitarra decisamente imperative sono stati in grado di costruire sonorità molto pulite ed eleganti. Di fatto il loro suono si articola attraverso una
strumentazione molto complessa. Tra voce, tastiere, chitarra e batteria, si compongono di una serie di synth che circondano ogni componente del gruppo. Matt Cocksedge (il chitarrista) suona anche una batteria elettronica, il cantante James Cook usa pure una seconda chitarra, invece il tastierista Richard Boardman oltre una ricca serie tastiere partecipa agli intermezzi vocali, per quanto riguarda il batterista Dan Hadley si può dire faccia “solo” quello, ma è una macchina! Il concerto è iniziato con Clarrion Call la numero uno del loro nuovo album ed a seguire è venuto il tormentone Doubt, per quanto riguarda il resto della scaletta posso dire che il flusso continuo di filtri e riverberi che usciva dalle casse mi ha fatto
entrare in uno stato di trance che insieme alla gente che campeggiava sotto il palco mi ha portato a lasciarmi andare e ballare fino alla fine senza fare più distinzione di quello che ascoltavo. Tra un brano e l'altro, tranne qualche sporadico stacco, la musica è stata un flusso continuo caratterizzato da prolungati e psichedelici assoli di chitarra e batteria potenziati da filtri e amplificatori. Grande performance dei Delphic, forse un po' prematura per arrivare in Italia in questo momento. Ad ogni modo sono sicuro che li rivedremo, spero presto, magari in qualche evento per fashion victim, dove però faranno ingresso dalla porta principale, e probabilmente si farà difficoltà a trovare il biglietto…
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“ASSONANZE NAONIANE”di A. Lo Giudice
di “Musique Mecanique” – rivista Tre Allegri Ragazzi Morti, il cui ufficiale del movimento – leader Davide Toffolo si fece le THE GREAT COMPLOTTO P2 bulloni, cacciavite e altri oggetti ossa proprio nel GC),
Devo chiedere scusa ai miei due lettori (Domenico e Federico degli Hypnosis) per l'errata informazione nell'articolo precedente: lo split di Hitler SS e Tampax fu registrato prima del tentato tour inglese e i nostri eroi cercarono addirittura di spacciarne copie oltre manica, lanciando i vinili dal traghetto al molo a mo' di frisbee per evitare che la dogana requisisse il materiale. Ciò dovutamente precisato, torniamo a Pordenone: per quanto si possa vivere in un ambiente provinciale, ottuso e castrante (o, forse, proprio per questo), un esempio come quello dato dai due gruppi non poteva lasciare indifferente la gioventù locale. Grazie ad una sorta di “effetto Velvet Undergound” in miniatura, decine di adolescenti naoniani decisero di imbracciare gli strumenti che, ovviamente, solo una minima parte di loro aveva una vaga idea di come si suonassero. I profeti Hitler SS e
Tampax, tornati dall'Inghilterra, al posto di godersi un'effimera fama locale, optarono per la soppressione delle loro creature, formando nuovi gruppi assieme ai loro giovanissimi seguaci. Nacquero così gli Andy Warhol B a n a n a Te c n i c o l o r, i 0001101001001 (ammetto che ho ordinato le cifre col metodo randazzo), i Waalt Diisney Prod., che, assieme, a Sexy Angels, Phedolts, Mess e altri, diedero origine al “Great Complotto”, m ov i m e n t o a r t i s t i c o multimediale rappresentativo dello Stato di Naon- metropoli immaginata e desiderata, nella quale far rientrare la loro minuscola Pordenone. La filosofia del GC era “dire cose a s s u rd e n e l m o m e n t o sbagliato” e la loro politica prevedeva una buona dose di provocazione, come mandare una delegazione della nazione naoniana presso i sindaci locali, creare un gruppo (i “Mind Invaders”) assolutamente inesistente, allegare alle copie
metallici. Poi c'era la musica, ovvio! Nell'anno di grazia 1980 fu dato alle stampe un LP collettivo, dal titolo “The Great Complotto” e con un orribile foto da cartolina del campanile di San Giorgio come cover, al quale i gruppi principali del movimento contribuirono con un paio di canzoni a testa, alternate a esperimenti rumoristici e provocazioni elettroniche. Le lodevoli “Shake Edizioni” hanno da poco ristampato l'opera, dandoci così modo di ascoltare capolavori come “I'm in love with my computer” degli Andy Warhol Banana Tecnicolor (rifatta dai
“Stimolation” dei Phedolts, “Atoms for Energy” dei Sexy Angels. Per 50 meravigliosi minuti, questi ragazzini (per quello che gliene poteva, giustamente, fregare) hanno innalzato l'Italia da asfittica p rov i n c i a c u l t u ra l e a d avanguardia new wave. Pochi se ne accorsero ed il nome del Great Complotto fu presto re l e gat o a l e gge n d a underground, fino a che il peer to peer e, in generale, la diffusione di informazioni sulla rete fece riemergere questa incredibile storia di geniale incoscienza e spavalderia adolescenziale.
sometimes I wonder .... by Djd CORINNE BAILEY RAE “SEA” Website: www.corinnebaileyrae.net Mai secondo disco fu tanto atteso come questo di Corinne Bailey Rae: perché quando apparve sulle scene quattro anni fa fece impazzire sia il pubblico che gli addetti di settore con la sua voce elegante ed il suo stile pop soul raffinato. E l’attesa si è imbevuta di curiosità per capire come avrebbe tradotto in musica un fatto privato tanto imponente come la scomparsa del marito, avvenuta nel 2008. Senza remore né reticenze, Corinne si è messa a nudo, lasciando la sua anima precedere la voce ed il suono. Emozione palpabile, quasi sul punto di rottura.
EELS “END TIMES” Website: www.eelstheband.com Tutti prima o poi nel corso della vita arriviamo a fare i conti con l’amore, il Grande Amore, l’Assoluto. Quello che per sempre ricorderemo come il miglior compagno di innamoramento, quello per cui abbiamo fatto e detto cose che mai più riusciremo, quello che ci farà capire cosa significa sentire male quando uscirà dai nostri minuti quotidiani. Tutti, nessuno escluso. Anche a Mr Mark “E” Everett è successo: dopo tanti anni di matrimonio si è separato dalla moglie. E oltre a soffrire e ritrovarsi a parlare con il cane per sentirsi ancora vivo (sì, lo ha fatto) ha scritto un disco, “End Times”, uno dei più intensi della sua lunga carriera come Eels.
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“ELECTRO SAPIENS”di M.Visentin
CROOKERS – TONS OF FRIENDS scommetterci, affronteranno con MOTEL CONNECTION – H.E.R.O.I.N. da dancefloor da far sembrare il The Italian Job la passione di sempre e proprio tutto come l'inizio di un Il ritorno
La stanchezza per la figura del dj superstar ha letteralmente invaso le teste del popolo da dancefloor, è splendidamente fuori dubbio. Questa sorta di senso di vomito verso chi riempie (riempiva) le piste di battiti senza stile né passione si può considerare “lanciata” dalla scuola italiana, da chi senza dare troppo nell'occhio si sbatte da tempo per far sì che il popolo che balla torni a ballare, appunto. Bene, Phra e Bot, i Crookers per chi non li conosce, hanno fatto dell'emozione e della voglia di fare i loro capisaldi, si sono rimboccati le maniche, hanno iniziato a riempire i clubs prima e i festivals poi, hanno messo un pizzico di adolescenza in un mondo alla deriva ed ora eccoli qua con il loro primo album, “Tons Of Friends”. Per i ragazzi prescelti da U2 e Chemical Brothers come loro remixer ufficiali si appresta da oggi in poi un periodo di ancor più notorietà, di ancor più ospitate, di ancor più pressione che i due, c'è da
per questo non faranno cadere nel dimenticatoio questo strepitoso album. Perchè si tratta di un lavoro senza dubbio di spessore, qualità, intensità, spigliatezza e purezza, dove “un sacco di amici” (dai Soulwax a Igor Cavalera dei Sepultura aka Mixhell, da Samuel dei Subsonica a Fabri Fibra) si alternano e si amalgamano ai ritmi forsennati del duo italiano che sembra sprigionare energia come non mai. Proprio per la presenza di così tanti personaggi di spicco, anche molto differenti tra loro, è quasi impossibile etichettare sotto un unico genere tale lavoro, ovviamente marcato dai “giochetti” classici dei Crookers ma così vario da rendersi estremamente moderno, futuristico, fresco e scorrevole. Tante tracks che non deludono assolutamente e c'è da pensare che, anche ai meno convinti sul lavoro di Phra e Bot in questi anni, potrebbe lasciare il segno. “We love animals” è un pezzo da riempire qualsiasi sala o parco o stadio che sia, “Cooler couleur” abbina splendide armonie ad un passo dal reggae con melodie elettroniche da urlo e in “Luce” (feat. Samuel – Subsonica) si va a toccare la sfera dance più pura. Italiani, andiamone fieri!
Etichetta: Universal Anno: 2010 Genere: Electro / Fidget Voto: 8,5/10
Eccoci dinanzi all'uscita di un attesissimo album per la band torinese, un insieme di suoni, emozioni, sogni, direzioni. Strade unite e perfezionate con il prezioso aiuto di Stefano Fontana in un percorso di interazione sublime e diretta con il pubblico e le varie realtà che Motel Connection si è trovato davanti, con la spensieratezza di Samuel, la tecnica di Pierfunk, l'esperienza di Pisti e la carica dell'universo che li circonda. Sono passati otto lunghi anni da quando nelle orecchie della ge n t e s u o n ava fi n o all'esaurimento “Two”, sono passate stagioni dure e complesse che hanno plasmato e rafforzato ancor di più un gruppo limpido, intenso come p o c h i , s p e ri m e n t at o re, e s s e n z i a l e, p o s i t ivo, ELETTRONICO. Qui sta l'anima dei MC e si sente subito dalla prima track di questo affascinante lavoro, “Automatic”, per trovarne poi conferma in “Uppercut”, così splendidamente
percorso in assoluta club scene. Così infatti sarà con “Would prefer not”, ennesima perla da pista, intrigante e lineare, e “Shadows & Fire”, ipnotica, b a l l ab i l e, c a n t ab i l e, spumeggiante, fresca, tecnica al punto giusto. Uno scorrere con i fiocchi che fa intendere l'anima funkeggiante del disco e ne fa uscire tratti electro di assoluta goduria ed intensità, la stessa che si trova decisa in “All right”, dolce, soffice, bella; “File me away”, con i suoi lati minimalisti coniugati perfettamente alla voce di Samuel, apre le porte alla title-track, sentita e risentita un anno fa ma assolutamente da riportare ai lobi per gettarsi poi in danze non indifferenti. Il remix di “Boy & Girl” (pezzo del 2006) è da gustare e leccarsi i baffi, un mix di abilità e vivacità come solo l'unione di tre menti geniali poteva scaturire e “Sun” segue a ruota. Heal” chiude in maniera perfetta, sensibile ed unica un album che conferma la voglia di stupire ed andare oltre di un gruppo che da dieci anni porta floridezza ed innovazione nel s e m p re p i ù ap p a s s i t o panorama musicale nostrano. Speciale e confortante.
Etichetta: Universal Anno: 2010 Genere: Elettronica Voto: 8,5/10
MARZO 2010 GIOVEDI' 4 MARZO 2010 JOHNNY WINTER & ERIC SARDINAS (New Age-Roncade,Tv) CARMEN CONSOLI (Alcatraz-Milano) MONO (Magnolia-Milano) WHO MADE WHO (C.degli Artisti-Roma) NAIF (Vidia-Modena) LACUNA COIL (Estragon-Bologna) VEGETABLE G (Spazio Musica-Pavia) DENTE (Teatro Monteverdi-Cremona) VENERDI' 5 MARZO 2010 MOVE D (Lanificio 159-Roma) AFTERHOURS (Palageorge-Montichiari, Bs) REAL LIFE VERSION (E-20-Montecchio Maggiore, Vi) IMOGEN HEAP (C.degli Artisti-Roma) NAIF HERIN (Neon Club-Ancona) MANNARINO (Estragon-Bologna) CARMEN CONSOLI (Teatro Smeraldo-Milano) MOTEL CONNECTION (Vox Club-Nonantola, Mo) MOJOMATICS (Spazio 211-Torino) THE RUMBLE STRIPS (Rocket-Milano) CLUB NME (Tunnel-Milano) SABATO 6 MARZO 2010 TONINO CAROTONE (Bloom-Mezzago, Mi) LACUNA COIL (New Age-Roncade,Tv) NANO REC PARTY (Zion-Conegliano, Tv) THE FIRE (Auditorium Flog-Firenze) JAN GARBAREK (Teatro Comunale-Vicenza) ZOMBIE ZOMBIE (Spazio 211-Torino) CARMEN CONSOLI (Teatro Smeraldo-Milano) MORGAN (Auditorium-Lodi) ORANGE (Acropolis-Vimercate, Mi) THE RUMBLE STRIPS (Covo-Bologna) TATE SONGAN TRIO (Hiroshima-Torino) NITZER EBB (Blackout-Roma) SPILLER (Zion-Conegliano, Tv) DOMENICA 7 MARZO 2010 WALRUS (Traffic-Roma) IAMX (Magnolia-Milano) MORGAN (Teatro Comunale-Alessandria) DEAD UP WINTER TOUR (Land of Live-Milano))
LUNEDI' 8 MARZO 2010 IMOGEN HEAP (Magnolia-Milano) CRISTIANO DE ANDRE' (Teatro Smeraldo-Milano) MARTEDI' 9 MARZO 2010 FLORENCE AND THE MACHINE (Estragon-Bologna) MORGAN (Palabam-Mantova) MERCANTI DI LIQUORE (Teatro Sociale-Rovigo) INTERCITY + WINTER DIES IN JUNE (Casa139-Milano) TAMA SUMO & PROSUMER (Sartea-Vicenza) MERCOLEDI' 10 MARZO 2010 LA ROUX (Magazzini Generali-Milano) RONIN + BOLOGNA VIOLENTA (C.degli Artisti-Roma) CARMEN CONSOLI (Teatro Comunale-Belluno) ELIO E LE STORIE TESE (Teatro Politeama Greco-Lecce) AFTERHOURS (Teatro delle Celebrazioni-Bologna) MERCANTI DI LIQUORE (Teatro C. De Micheli-Copparo, Fe) GIOVEDI' 11 MARZO 2010 TONINO CAROTONE (Circolo degli Artisti-Roma) GITHEAD (Spazio 211-Torino) THE RECORDS (Magnolia-Milano) CARMEN CONSOLI (Teatro Valli-Reggio Emilia) DENTE (Teatro Perla-Bologna) GITHEAD (Spazio 211-Torino) LES CLAPOOL (Alcatraz-Milano) VENERDI' 12 MARZO 2010 TEATRO DEGLI ORRORI (Hiroshima-Torino) AFTERHOURS (Teatro Colosseo-Torino) LES CLAYPOOL (Estragon-Bologna) LISAGENETICA (Bar Bukowski-Valdagno, Vi) CARMEN CONSOLI (Fuori Orario-Taneto di Gattatico, Re) PAN DEL DIAVOLO (Spazio 211-Torino) MOTEL CONNECTION (Leoncavallo-Milano) DAMIEN* (Il Covo Club-Bologna) FRANCESCO GUCCINI (Palatrieste-Trieste) ROMA SUONA INDIE (Alpheus-Roma) IL PAN DEL DIAVOLO (Diavolo Rosso-Asti) POLAR FOR THE MASSES (Oste Live-Domodossola) GITHEAD (Init-Roma)
SABATO 13 MARZO 2010 YEASAYER (Circolo degli Artisti-Roma) LES CLAYPOOL (New Age-Roncade,Tv) TEATRO DEGLI ORRORI (Estragon-Bologna) ROBERTO VECCHIONI (Conservatorio-Milano) TONINO CAROTONE (Auditorium Flog-Firenze) CRISTIANO DE ANDRE' (Mandela Forum-Firenze) LISAGENETICA (Bar Astra-Vicenza) DANIELE LUTTAZZI (Vidia-Modena) MELLOW MOOD (Magnolia-Milano) DRINK TO ME (Locomotiv-Bologna) DOWNTOWN REBELS (Hiroshima-Torino) MOTEL CONNECTION (Velvet Club-Rimini) PREMIATA FORNERIA MARCONI (Teatro dei Fluttuanti-Argenta, Fe) IL PAN DEL DIAVOLO (Calamita-Cavriago, Re) TILL THE BEAT (Zion-Conegliano, Tv) POLAR FOR THE MASSES (Scalo San Donato-Bologna) GITHEAD (CSdiCultura-San Vito di Leguzzano, Vi)
DOMENICA 14 MARZO 2010 YEASAYER (Tunnel-Milano) KAKI KING (Conservatorio-Milano) THE CRAZY CRAZY WORLD OF MR RUBICK DRINK TO ME (Locomotiv-Bologn IL DISORDINE DELLE COSE (Magnolia-Milano) STANLEY COWELL (Teatro Manzoni-Milano) IL PAN DEL DIAVOLO (Ass.Cult.Esposta-Verona) LUNEDI' 15 MARZO 2010 IL PAN DEL DIAVOLO (Bukowski Bar-Valdagno, Vi) MARTEDI' 16 MARZO 2010 THE CRANBERRIES (Mediolanum Forum-Milano) AFTERHOURS (Teatro Smeraldo-Milano) IL PAN DEL DIAVOLO (Lio Bar-Brescia) SAXON (Estragon-Bologna) THE DAD HORSE EXPERIENCE (La Mela di Newton-Padova) DOR (Sartea-Vicenza) MERCOLEDI' 17 MARZO 2010 JADED HEART (Magazzini Generali-Milano) ELIO E LE STORIE TESE (Vaillant Palace-Genova) CALIBRO 35 (C.degli Artisti-Roma) SINALOA + THE FORENSICK (Centro Tecchio-Vicenza) THE DAD HORSE EXPERIENCE (Caffè Boglione-Bra, Cn)
GIOVEDI' 18 MARZO 2010 LEVINHURST (Spazio 211-Torino) HOT CHIP (Magazzini Generali-Milano) OBITUARY (New Age-Roncade,Tv) CRISTIANO DE ANDRE' (Palacreberg-Bergamo) VALLANZASKA (Magnolia-Milano) LE VIBRAZIONI (Hiroshima-Torino) THE DAD HORSE EXPERIENCE (Bloom-Mezzago, Mi) “La Metamorfosi” (Teatro Astra-Vicenza) VENERDI' 19 MARZO 2010 LN RIPLEY Firenze Viper LEVINHURST (Blackout-Roma) PETE TONG (Room 26-Roma) SPECRASOUL (Magnolia-Milano) TONINO CAROTONE (Tunnel-Reggio Emilia) CARMEN CONSOLI (Neon Club-Ancona) SUPERSUCKERS (Spazio 211-Torino) LE VIBRAZIONI (Live Club-Trezzo d'Adda, Mi) POLAR FOR THE MASSES (Bukowski-Valdagno, Vi) GIOVANNI ALLEVI (Vidia-Modena) MODENA CITY RAMBLERS (New Age Club-Roncade, Tv) ORANGE (Il Covo Club-Bologna) GIULIANO PALMA & THE BLUEEATERS (Flog-Firenze) MOTEL CONNECTION (Latte+-Brescia) IL PAN DEL DIAVOLO (Bloom-Mezzago-, Mi) TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI (Hiroshima Mon Amour-Torino) MASSIMO CARLOTTO (Teatro concordia-Venaria, To) MOJOMATICS (Covo-Bologna) THE DAD HORSE EXPERIENCE (Raindogs-Savona) EROL ALKAN (Magazzini Generali-Milano) CASSIUS (Vox-Nonantola, Mo) SABATO 20 MARZO 2010 LEVINHURST (Vinile-Rosà, Vi) TONINO CAROTONE (C.S.Rivolta-Marghera, Ve) A TOYS ORCHESTRA (Magnolia-Milano) MOTEL CONNECTION (Brancaleone-Roma) MY AWESOME MIXTAPE (Covo-Bologna) AFTERHOURS (Teatro Comunale-Firenze) GAZEBO PENGUINS (I Vizi del Pellicano-Correggio, Re) LE VIBRAZIONI (Vidia-Cesena) DOMENICA 21 MARZO 2010 OMAR SOSA (Teatro Donizetti-Bergamo) PINO SCOTTO + RAW POWER (Alcatraz-Milano) MERCANTI DI LIQUORE (Teatro Cagnoni-Vigevano) PAN DEL DIAVOLO DRINK TO ME (Locomotiv-Bologna) FRANCESCO RENGA (Teatro degli Arcimboldi-Milano) IL PAN DEL DIAVOLO (Locomotiv-Club-Bologna) ABOUT MARYLIN (Hiroshima-Torino) ITALIAN GODS OF METAL (Alcatraz-Milano)
LUNEDI' 22 MARZO 2010 30 SECONDS TO MARS (Palasharp-Milano) DEBORA PETRINA + BRUNORI SAS (Casa139-Milano) MARTEDI' 23 MARZO 2010 NOTWIST (Hiroshima Mon Amour-Torino) SABA ANGLANA (Auditorium Parco della Musica-Roma) AFTERHOURS (Auditorium Conciliazione-Roma) ALBOROSIE (Flog-Firenze) THE DAD HORSE EXPERIENCE (Loop Cafè-Perugia) SCOTT FERGUSON (Sartea-Vicenza) MERCOLEDI' 24 MARZO 2010 NOTWIST (Tunnel-Milano) KATATONIA (Alcatraz-Milano) KISS THIS! vs MILANO BRUCIA (Magnolia-Milano) JOANNA & LOUD SHOOTERS (United Club-Torino) MERCANTI DI LIQUORE (Teatro Toniolo-Mestre, ve) LABOROSIE (Hiroshima-Torino) THE DAD HORSE EXPERIENCE (Sinister Noise-Roma) GIOVEDI' 25 MARZO 2010 AUTECHRE (Magnolia-Milano) LINEA 77 (Flog-Firenze) ALBOROSIE (Estragon-Bologna) NOTWIST (Circolo degli Artisti-Roma) NADAR SOLO (Spazio 211-Torino) MERCANTI DI LIQUORE (Teatro Toniolo-Mestre, Ve) SERGIO CAPUTO (La Salumeria della Musica-Milano) DENTE (Auditorium Vannucci-Perugia) LE VIBRAZIONI (Viper-Firenze) “Schiena Contro Schiena” (Teatro Galletti-Domodossola) VENERDI' 26 MARZO 2010 BUD SPENCER BLUES EXPLOSION (Kalinka-Modena) AUTECHRE (Hiroshima Mon Amour-Torino) NOTWIST (Estragon-Bologna) SERGIO CAPUTO (La Salumeria della Musica-Milano) AFTERHOURS (Gran Teatro-Padova) ALBOROSIE (Live Club-Trezzo s.Adda, Mi) DENTE (Sala Vanni-Firenze) MY AWESOME MIXTAPE (Zion-Conegliano, Tv) LE VIBRAZIONI (New Age Club-Roncade, Tv) MERCANTI DI LIQUORE (Teatro Toniolo-Mestre, Ve) PREMIATA FORNERIA MARCONI (Vaillant Palace-Genova) MOJOMATICS (Urban-Perugia) JUST MARRIED (Teca-Verona) RUE ROYALE (Cà Magre Live-Isola della Scala, Vr)
SABATO 27 MARZO 2010 PORT-ROYAL (Arci Bolognesi-Ferrara) LISA GERMANO & PHILIP SELWAY (Spazio 211-Torino) ROYAL PHILARMONIC ORCHESTRA (Mediolanum F-Mi) AUTECHRE (Crash-Milano) CALIBRO 35 (Estragon-Bologna) TEATRO DEGLI ORRORI (Deposito Giordani, Pn) THE LEECHES (Magnolia-Milano) NODE (Zoe-Milano) OPA CUPA (Hiroshima-Torino) NESLI (Zion-Conegliano, Tv) THE VICKERS (Drugstore Musicheart-Lignano, Ud) AFTERHOURS (Teatro Carisport-Cesena) ALTAVOZ (Rivolta-Marghera,Ve) RUE ROYALE (C. Acropolis-Vimercate, Mi) DOMENICA 28 MARZO 2010 LISA GERMANO & PHILIP SELWAY (Sala Vanni-Firenze) MERCANTI DI LIQUORE (Teatro Toniolo-Mestre, Ve) ESDEM (Sartea-Vicenza) THE DAD HORSE EXPERIENCE (Exwide-Pisa) SLAYER (Alcatraz-Milano) LUNEDI' 29 MARZO 2010 MERCANTI DI LIQUORE (Teatro Comunale-Lonigo, vi) MARCO PAOLINI (Teatro Comunale-Lonigo, Vi) LISA GERMANO & PHILIP SELWAY (Sala Estense-Ferrara) THE DAD HORSE EXPERIENCE (Tana delle Rane- Re) SLAYER (Alcatraz-Milano) MARTEDI' 30 MARZO 2010 HAYSEED DIXIE Torino Spazio211 SERGIO CAPUTO (Teatro Concordia-Venaria, To) LISA GERMANO & PHILIP SELWAY (Covo-Bologna) DANIEL WANG (Sartea-Vicenza) SMITE THE SHEPHERD (Sabotage-Vicenza)
SOUND AND VISION
NIGHTCLUBBING Desideri richiederci informazioni per il tuo locale? Chiamaci 349.1970263 - 0424.527995 o scrivici a info@soundandvision.it
MILANO CIRCOLO MAGNOLIA
TORINO sPAZIO 211
TORINO HIROSHIMA MON AMOUR
VIA CIRCONVALLAZIONE IDROSCALO 41 MILANO - INFO : 02 7561046
VIA CIGNA 211 - TORINO INFO : 011.19705919
VIA BOSSOLI 83 - TORINO INFO : 011. 3176636
VIA 4 NOVEMBRE - MODENA
Il Circolo Magnolia, luogo di socialità, divertimento e vivo scambio culturale, è IL PRIMO LOCALE AD IMPATTO ZERO IN ITALIA. Con i suoi 102 pannelli solari da 195w l’uno, il Circolo Magnolia propone una programmazione intensa e decisamente originale: live, dj set, party, festival, rassegne teatrali, presentazioni di libri e riviste, corsi di formazione, campagne di sensibilizzazione. Non ci si annoia proprio mai qui al Magnolia!
Spazio Parallelo di Musiche Indipendenti. Che eludono le convenzioni e tendono a crearne di nuove ed attuali. Missione: dare ossigeno all'asfissia artisticaculturale scavando sotto la superficie dei consumi convenzionali in cerca di linguaggi e suoni nuovi. Non basta dire non importa. E’ semplicemente la musica a formare le nostre opinioni.
Hiroshima Mon Amour opera dal 1986 nel campo della produzione e dell'organizzazione di spettacoli e di eventi culturali. Punto di ri fe ri m e n t o n a z i o n a l e e d internazionale per i grandi eventi e i festival musicali.
Ex mattatoio recuperato, è una vera e propria sauna di suoni: funk, reggae, soul, rare grooves, afro, nu-jazz, bossa indie rock. Propone dj set e live con ospiti italiani e internazionali. Erede dello storico Left, è da dieci anni il circolo all'avanguardia nel panorama modenese per le sue proposte musicali e artistiche dove ampio spazio viene dato agli aspetti più sotterranei, sfuggenti e cool della realtà: dagli eventi dedicati ad artisti emergenti, ai concerti dei gruppi di base, al sostegno a varie campagne sociale ed umanitarie.
MODENA VIBRA www.vibra.tv
ROMA CIRCOLO DEGLI ARTISTI
FIRENZE VIPER CLUB
VIA CASILINA VECCHIA 42 INFO : 06.70305684
VIA PISTOIESE - VIA LOMBARDIA INFO : 055. 318231
BASELGA DI PINE’ - TRENTO INFO : 380.7325710
VIA DELLA CRUSCA - MESTRE Laterale Via Martiri Della Libertà
Un locale che si è sempre proposto come spazio musicale dove avanguardia, sperimentazione e rock'n'roll sono di casa: musica italiana e straniera, emergente e originale, sostegno alle scene musicali in difficoltà, qualità e novità come obiettivi nella scelta della programmazione, impegno a non chiudere fuori nessun "genere" musicale e soprattutto, negli ultimi anni ed in prospettiva, ad ospitare le altre arti.
Struttura polivalente, ritrovo per gli appassionati di musica. Qui potrai ascoltare serate all’insegna della musica rock, con programmazione di artisti internazionali il venerdì sera, mentre al Sabato troverete serate degne dei migliori club electro/house. Ottima acustica e bellissimo palco insieme a buone birre e raffinati drink rendono molto piacevole la permanenza nelle due piste da ballo del locale.
Nuova anima per il Chalet de la Mot, oltre a riaprire come pub con 6 splendide spine di selezionata birra e ospitare numerosi live e dj set, vi delizierà con il ristorante aperto dal martedì alla domenica dalle 18 alle 24.
Il circolo culturale Elefante Rosso nasce sulle tracce di un'etichetta discografica già attiva e distribuita in tutto il mondo, e che vorrebbe promuovere e sostenere varie forme essenziali nella musica e nell'arte. E' stato William Parker con il suo quartetto ad inaugurare il Music Club e a dare il via ad una serie di appuntamenti programmati e live music, workshops, seminari, artisti internazionali come Sandra Nkakè, Mark De Clive-Lowe (NZ, US) Paul Randolph (Detroit) e moltissimi altri ...
VERONA LA LOGGIA
VICENZA OVOSODO
VICENZA SARTEA
VICENZA SABOTAGE
VENEZIA TRENTO CHALET DE LA MOT ELEFANTE ROSSO
C.so GUA’ - COLOGNA V.TA INFO : 0422.41041
CONTRA’ PESCHERIE VECCHIE 12 VICENZA - INFO 0444.235315
C.so S. Felice 362 - VICENZA INFO : www.sartea.it
Viale dell’Industria 12 - VICENZA INFO : www.sabotagebar.eu
Situato nel centro storico di Cologna Veneta Il Loggia cafè è un perfetto punto di partenza per la vostra serata. Tutti i week-end con i migliori D.j. set. Chiuso il Lunedì
In centro a Vicenza Ovosodo wine bar spazia tra ottimi vini al calice, 24 tipi di spritz, stuzzicherie fresche, cordialità, allegria e tanta buona musica. Per la nuova stagione 2009/2010 Ovosodo organizza ogni Venerdì sera esclusivi Dj Set, dalla ricercata musica elettronica, alla serata Soul Funk. Aperto dalle ore 9 alle 2.
Locale storico di Vicenza che da anni allieta e propone importanti novità. JND Festival Electronic Music, che ha portato il Sartea a livelli internazionali grazie ad una selezione ricercata di djs di ottimo livello provenienti dai Clubs di Berlino, New York e Londra. Ambiente liberty, affascinante e ricercato che risalta la qualità del servizio. Chiuso Lunedì
Nell'insidioso mare magno del NordEst , tra localini minimal, spritz bar, pre-post discobar, bella gente, musica a 360 e birra a fiumi si erge sparuta un'isola di salvezza! Un covo per chi cerca e vuole il Rock senza tanti complimenti e senza troppi compromessi! Per chi bada alla sostanza più che alla forma! L'ultima spiaggia per chi cerca un informale, rumoroso ed accogliente rifugio per il cuore e per le orecchie! Dal lunedì alla domenica! Musica, live show, Djset, bere, mangiare e buone vibrazioni. Let there be rock!
VICENZA BAR ASTRA
VICENZA WAVE CAFE’
VICENZA SHINDY CLUB
VICENZA CONTRA’ GRANDA
CONTRÀ BARCHE - VICENZA INFO :
Via Capitelvecchio 136 - Bassano (SS47 Bassano - Rosà)
VIA S. GIORGIO - BASSANO D. G. INFO : 0424.500.000
VIA BARBIERI 25 - BASSANO D. G. INFO : 347.7597201
Il centro di Vicenza, al centro del mondo, nel centro della musica! “Nuovo Bar Astra” powered by his eclectic owner Mopi and his amazing staff. Music every day, music every night ,,, music inside. Taste us and you never forget us! Peace & Love!Da non perdere i mitici concerti e dj set aperitivo. Aperto tutte le Domenica dalle ore 16.59.
Vivace ed eclettico, WAVE Café vive dalla colazione del mattino all'ultimo cocktail della notte. Ottimi il ristorante e la pizzeria. DJ nel weekend, musica dal vivo coming soon e tutte le ultime novità gaming da provare sprofondati su morbidi divani.
Lo Shindy Club da trent’anni è la discoteca dei bassanesi doc, informale ed “alternativa” offre serate di vario genere: il venerdì concerti live, il Sabato rock puro al primo piano, e musica elettronica nell’ Electric Ballroom. Avete presente la pubblicità “cosa sarebbe il mondo senza la Nutella?” Decisamente si abbina a “cosa sarebbe Bassano senza lo Shindy!”. Enjoy! . Aperto Venerdì e Sabato
Alla mattina ottime colazioni a base di spremute di frutta fresca, a mezzogiorno e sera a far compagnia agli aperitivi : gustosi tramezzini, stuzzichini. Ogni sera potrete godervi i ricercati cocktails (ottimo Moijto), la sangria e una vasta selezione dei migliori vini. Al Ven e Sab i migliori djs della scena electro. Disponibile per feste private. Chiuso Lunedì
VICENZA ZIO FREAK
VICENZA SENSO UNICO
VICENZA PORTA BREGANZE
VICENZA OSTERIA RIVE
VIA GAMBA - BASSANO D. G.
VIA CASTELLETTO 6 - BREGANZE
C.SO MAZZINI 138 MAROSTICA
INFO : 345/2758203
INFO : 345/2758203
VIA RIVE 14 - CARTIGLIANO INFO : 348.8265815
L'arredamento caldo ed accogliente, e l'atmosfera che si respira ti fa sembrare a casa, le ottime birre ed i vini di grande qualità, sono sempre accompagnati da deliziosi stuzzichini, e a fare gli onori di casa ci sono Barbara, Manuela, Erika, Giulia, Alessia e Cristina che con i loro sorrisi vi conquisteranno. Organizziamo feste di laurea, compleanno addio al celibato/nubilato, eventi Sky, Musica live e serate Karaoke e con DJ. Chiuso il lunedì aperto dalle 07 alle 02.
Dentro le bellissime e storiche mura del Castello Scaligero di Marostica un'ambiente moderno, raffinato ed elegante, in contrasto con l'area circostante ti affascinerà per il calore che trasmette, Monia ti conquisterà con la bontà dei suoi “spunciotti”, le bellissime Lorena e Vania per la classe con cui servono tutte le bevande. Un piacevole giardino estivo con vista Castello Superiore sarà presto reso operativo anche d'inverno per dare, a chi desidera fumare e bere all'aperto, un po' di comfort.
Tra un mix perfetto di pezzi di design vintage anni ’50-’70 e di elementi tradizionali, Giovanna ha creato un locale unico nel suo genere, dove si respira un’atmosfera d’altri tempi. Pensare di essere arrivati in un esclusivo jazz club in una grande metropoli non è un azzardo! Cucina creativa, arte, musica il mix perfetto per un locale che vi darà mille emozioni tutte indimenticabili!
Un tributo in stile "bacaro venesian" al mitico Freak Antoni, situato in una delle vie più movimentate e cool di Bassano! Chiuso il martedì
VICENZA DUE DI PICCHE
VICENZA BARETTO
Via Gamba 17 - BASSANO D. G.
Via Ponticello 40 - Molvena (Vi) INFO : 345/2758203
TREVISO ZWEI BAR
TREVISO NEW AGE
PONTE PAGNANO - ASOLO INFO : 0423.952761
VIA TINTORETTO - RONCADE INFO : www.newageclub.it
Unico nel suo genere, il "2 di Picche" offre beer&drinks accompagnati da ottima musica rock e dintorni per momenti shanty di puro divertimento!!! Per anime Rock.
Posizionato sulla statale che va da Breganze a Marostica, con un ampio parcheggio sia di fronte che a lato, e arredato in modo un po' kitsch è particolarmente gradito ai giovani per i suoi colori vivaci e l'atmosfera sempre allegra, ravvivata dalle bellissime ragazze che vi aspettano sette giorni su sette dalle 06 del mattino fino alle 02 di notte. Oltre alle ottime birre facciamo delle Bruschette speciali, Panini, Insalatone e snack veloci adatti a tutti i gusti.
Zweibar Ist Wunderbar! Ristorante non convenzionale con menù che cambia spesso e accompagnato da ottimi vini. Cocktail fatti a regola d' arte e snack diversi dai soliti, in più...... la Nostra Musica (vedi Rock Cafe). Per l' Aperitivo.... dal cicchetto, all' affettato al coltello, fino al pesce crudo. Ai piedi di Asolo e fornito di comodo parcheggio Zweibar è aperto dal Mercoledi alla Domenica dalle 17.30 alle 2.00. Prenotazioni allo 0423/952761.
New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nord-orientale della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante stagione di live allo stato puro!
TREVISO ROKKAFE’
TREVISO ZION ROCK CLUB
TREVISO ASHA
TREVISO EDEN CAFE’
St. DEI COLLI - CASTELCUCCO INFO : www.rokkafe.com
Via Vazzoler 30b - Conegliano INFO : 349.8820213
Via Fonderia 35 - TREVISO INFO : 0422.304280
VIA 15 Luglio - TREVISO INFO 340.1275245
Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che (scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più. Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo posto. Dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00 Info 3496027294 - 347737793
Ultima citta' libera del cult movie Matrix, contestualizzando nel proprio territorio il significato che il film da' di essa. Spirito di liberta' culturale, voglia di rinnovamento socio-comunicativo, promuovere le migliori espressioni artistiche nazionali ed internazionali. La programmazione del Circolo e' concentrata sulle serate del venerdi' e del sabato con concerti dal vivo e Dj Sets a seguire. Ogni Venerdi' e Sabato: Apertura Circolo: ore 22:00
Lo scenario cosmopolita di ASHA è dedicato al loisir, al piacere spirituale in cui emozioni e sapori si ampliano in una particolare armonia di sensi. ASHA offre un'esperienza memorabile in cui decor, illuminazione, acustica, grafica e staff risultano in perfetta sintonia tra loro, in un flusso di energia globale che avvolge e coinvolge chiunque. L'ospite è cuore pulsante e protagonista, anima di in un ambiente dall'appeal internazionale.
Da qualche anno a questa parte si sta affermando come uno dei punti di ritrovo per la Treviso alternativa, quella che cerca lo spirito dell'osteria, magari con qualche accorgimento, ma senza snaturare lo stile easy dei bei vecchi tempi. La location è ricca d'atmosfera, in un ex cinema teatro, poco fuori le mura. Al Ven e Sab concerti d’autore e dj set sempre ricercati.
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“Bedroom Revolution” di Sir Taylor
v i e n e i n gaggi at o c o m e 45 giri! In Italia l'album con OSANNA "MILANO CALIBRO 9” produttore e arrangiatore un cover psichedelica strepitosa fu
LPX14 FONIT CETRA 1972
Come ho avuto modo di ra c c o n t a re i n a r t i c o l i precedenti (Blow up; Svezia inferno paradiso) la ricerca e la collezione delle colonne sonore è fonte di delizia e dolori. Il fatto inequivocabile è che raramente le colonne sonore sono stati dischi di successo,in classifica o stampate per questo con regolarità dalle etichette discografiche. Poche copie e molti appassionati, una combinazione pericolosa.Per quelle italiane poi (film totalmente italiani o compositori italiani per registi stranieri) ci si trova di fronte alla cronica disorganizzazione cialtronesca tutta italiana che non ha tenuto conto di cosa,quando e quanto è stato s t a m p at o e l i c e n z i at o all'estero. Il secondo album degli Osanna, celebre gruppo di rock progressive italiano degli anni 70 è anche una colonna sonora di discreto successo.Il titolo originale suona come” Preludio, tema, variazioni, canzona”. Il fatto che a
realizzarla fosse appunto una band rock in rapida ascesa in termini di popolarità (e non il solito compositore/ jazzista specializzato con i vari turnisti di studio) per un film che ebbe una certa popolarità nel filone polizziottesco italiano,ha reso un pò più reperibile l'opera che rimane comunque un lp molto ricercato e collezionato.Gli Osanna nascono a Napoli agli inizi del 1971 attorno ad un nucleo di ex-Showmen/Città Fro n t a l e ( E l i o d e Anna/D.Rustici/L.Brandi) e grazie ad una importante attività live si fanno notare dalle etichette italiane che li mettono sotto contratto subito.L'approdo al mondo delle colonne sonore non è occasionale e già il primo album “L'Uomo” pubblicato per la fonit (LPX10) viene registrato a questo scopo e costituisce il c o m m e n t o s o n o ro a l l e i m m agi n i d e l l o sconosciutissimo “Grazie signor P”. Il film "Milano calibro 9" di Francesco di Leo con attori del livello di Ph.Leroy e Barbara Bouchet è una torbida storia di regolamento di conti all'interno di una banda criminale italoamericana.Molta azione ben condita,come si usava,da violenza e un pò di sesso, che riesce comunque a dare pure un messaggio sociale! Il tutto ben si coniuga con la musica impegnata degli Osanna e ricca di tensioni,suspanse e drammaticità. Per l'occasione
super esperto del settore: L.E.Bacalov (Concerto grosso n1/Roma Bene/La seduzione) che dà una vena di barocco e classicismo alle composizioni. Questo bisogna dire si è sempre ben coniugato con il rock progressivo italiano.Il risultato finale è stupefacente e sicuramente risulta essere tra le colonne sonore italiane del filone poliziesco meglio riuscite, proponendo una musica evocativa ma che riesce a vivere oltre le immagini del film.Dal punto di vista collezionisticoche lo scopo della mia rubrica-è curioso notare che il disco è stato stampato in Francia(milan rec.) come lp e la title track su
pubblicato la prima volta su fonitcetra (LPX014) ed è particolarmente raro(preparatevi a sborsare almeno 100+ €per una copia perfetta). La ristampa altera pesantemente la grafica e propone una foto della band in puro stile progressive/genesis ma è meno costoso e più reperibile (50€). Esistono ben tre ristampe in cd facilmente rintracciabili e per finire potreste pure imbattervi nelle famose ristampe giapponesi supercurate per amanti del suono hi-fi edonista. Qualunque edizione scegliate sarà sempre un disco destinato ad ascolti ripetuti.
“Non perdiamoci di vista...” di Giorgio Mari
THE SOUND JEOPARDY –KOROVA 1980
I CAN'T ESCAPE MYSELF, è una canzone dei Sound, una canzone fondamentale,così tanto che ci si può costruire sopra un palazzo. Nel nostro caso i Sound,londinesi,classe 1979, probabilmente ci hanno realizzato un album, Jeopardy. E' un vinile che ha un peso s p e c i fi c o d e c i s a m e n t e alto,aggravato dal fatto che suona furiosamente, portavoce di scenari rivoluzionari e d i s p e ra t i ap p e l l i a l l a sopravvivenza rivolti alla gioventù. Jeopardy lo si ascolta d a l l a p ri m a a l l ' u l t i m a traccia,non ci sono sospensioni e cali,la tensione resta e ti incolla alle immagini che evoca,
senza lasciarti respiro. Quando uscì nel 1980 questo disco venne catalogato e allineato in modo veloce ed approssimativo insieme alla nuova ondata Wave,la critica era unanime. Una montagna di dischi meravigliosi, certo, ma difficilmente paragonabili l'uno all'atro; Psychedelic Furs, Echo & T B, U l t ravo x , X T C , S i o u x i s i e, C u re, Te o rd ro p Explodes,Magazine,U2… tutti fondamentali a cavallo di un'epoca straordinaria,per certi versi irripetibile. Dopo trenta anni posso dire che Jeopardy rappresenta con forza e originalità molti altri aspetti e scavalca con un certo impeto il
filone minimalista/wave dell'epoca e va oltre,salvandosi dalle ingiurie del tempo,perché alla fine non è altro che un ottimo album di Rock&Roll. Ma non è tutto oro quello che luccica. C'è da dire che loro sono stati meno fortunati di altri gruppi dell'epoca,ancora adesso ci si dimentica spesso dei Sound e della fondamentale ispirazione per gruppi quali; Nirvana ,Radiohead, Coldplay, Muse. Infatti restarono con la piccola etichetta londinese Korova e non firmarono mai per nessuna major. Dopo la prima metà degli anni ottanta si persero le loro tracce, molto velocemente, e anche la stampa che fu loro sostenitrice prese le distanze. A seguito di molteplici problematiche complice anche un volontario isolamento dal resto del mondo, Adrian Borland arrivò al suicidio nel 1999. Penso che il genio assoluto di Adrian Borland sia completamente racchiuso in questo disco,ma anche tutta la sua onestà affiora senza problemi. Si resta decisamente colpiti dai mille riff che fuoriescono da queste canzoni. Fu in occasione della pubblicazione in cd della loro discografia,da parte di una piccola etichetta la Renascent, che la eminente rivista musicale Mojo nel 2002 si prese la briga di definìrli di memoria Stoogesiana. Ma se anche questo è vero ancora
39 non ci siamo. La chitarra, solitaria, di questa band era di Borland e se avesse avuto una sorta di mirino sarebbe perennemente fuori fuoco, infatti non era allineata alla maggioranza dello stile chitarristico dell'epoca. Niente di trascendentale,sia chiaro, solo che i suoi semplicissimi riff in questo album suonano con una tale potenza da fare impallidire tutti gli altri. Ancora oggi sento degli echi, qualcuno tenta di riprodurre quello stile,ma non c'è niente per il momento che possa essere paragonato al suo forte senso espressivo. Eppure nonostante fossero inglesi al 100%,nonostante i loro live fossero ottimi e trascinanti come i loro dischi i Sound non decollarono mai. Avevano dalla loro,a ragione, i giornalisti più influenti dell'epoca; John PeelBBC,Steve Sutherland del MM, Pa u l M o r l ey N M E , D. McCullough di SOUNDS, che gli osannavano e questo deve aver creato il distacco con il pubblico. Il punto è che loro erano la band protetta dai giornalisti, quindi agli occhi del lettori una “band di fighetti”,perciò non potevano essere la band a largo consenso di pubblico. Questo ha segnato il loro destino. Adesso tocca al lettore scoprire la loro discografia e assaporare il loro furore artistico,e non resteranno delusi.
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po' a disagio a farne parte p e r f o r m a n c e s p e c i a l e CHICKS ON SPEED & THE CITY membri anche come artista ma i chiamata “Stranger than dell'organizzazione e fiction”: partendo da due tele
THE CITY, YOUR CITY. GRAB IT, CHANGE IT Il nostro giro a Barcellona comincia con questo motto. Siamo stati invitati dalle Chicks On Speed ad una nuova iniziativa chiamata 'The City' che si svolge a fine Gennaio durante la settimana della moda spagnola in contemporanea con The Brandery, la fiera di settore. L'appuntamento è in una l o c at i o n i n c re d i b i l e e particolarmente suggestiva, il convento De Sant Agustì vicino al maestoso Arco di Trionfo, proprio alle porte di uno dei quartieri più cool: il Born. 'The City' è un nuovo progetto nato per creare un vero e proprio trampolino di lancio per la comunità locale di creativi emergenti appartenenti al
mondo dell'arte e della moda, stabilire nuove connessioni e collaborazioni nell'ambito del design e new media e rivitalizzare in questo modo la città catalana. Si tratta di una 3 giorni di musica, installazioni, multimedia, workshops, live acts e dj set. L'evento si prefigge di far riconoscere l'importanza delle arti rigenerative. Ad accoglierci è Alex Murray-Leslie, australiana, che con Melissa Logan è front girl delle CoS: Come mai questo binomio CoS and The City? In realtà la nostra performance live è stata inserita nel programma poco prima dell'inizio dell'evento; personalmente sono curatrice dell'iniziativa e mi sentivo un
del comune di Barcellona sono grandi fan di CoS da sempre e hanno insistito per avere una nostra performance, visto anche il legame da sempre molto forte che lega arte e moda alla nostra musica sperimentale. Com'è nata l'iniziativa? Mesi fa sono stata invitata a curare questo progetto da Xavier De Balaguer, direttore del dipartimento di Arte e Moda per il comune di Barcellona, che sta sviluppando nuovi piani e strategie di comunicazione per creare un format innovativo per la settimana della moda. E' un progetto estremamente interessante ed eccitante, mancava da tempo una cosa di questa portata in città: stiamo programmando la città 0.2., la città del futuro, la città che connette, unisce e lancia artisti emergenti nel campo della pittura, della moda, delle nuove tecnologie, della musica; gli artisti sono chiamati a creare una nuova filosofia per la città, una città che è viva e vuole coltivare cultura, una città che si rinnova sempre e non muore mai. Mutamento è il nostro motto! Chi ha creato il concept della performance? L'idea è nata dopo una lunga chiacchierata con il pittore Anton Unai che è specializzato in 'action painting'. Per 'The City' Anton aveva creato una
vuote, Anton crea un mondo visivo costituito dalla propria musica e caos con oggetti e colori; utilizzando materiali che riflettono il paesaggio urbano, il lavoro di Anton resuscita e reinventa le reliquie scartate dalle masse; e noi abbiamo deciso di interagire con lui e rendere il nostro h ap p e n i n g d j s e t p i ù contestualizzato, quindi creato appositamente, per la prima volta, proprio per un luogo specifico. Il risultato è stato una vera esplosione creativa, proprio ciò che dovrebbe essere la città! E i progetti futuri? Stiamo lavorando ad un progetto segreto per Lady Gaga con un artista di base su Milano di cui sentirete parlare molto presto; inoltre stiamo sviluppando nuovi concetti musicali per l'inaugurazione della nostra prossima mostra, presso il Dundee Contemporary Arts, il prossimo 3 giugno. Da Marzo saremo comunque in tour tra Francia, Italia e Portogallo con un nuovo dj set in collaborazione col coreografo Kroot Juurak che ha anche curato la nostra performance qui a 'The City'. Sembra un vero art attack quello delle Chicks on Speed: Barcelona is in a state of c re at ive e m e rge n cy ! I l prossimo appuntamento in città è per luglio 2010.
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THE LOGIC OF CHANGE. DAN LE SAC VS. SCROOBIUS PIP
C'è il suono della modernità in “The logic of change”, il nuovo album di Dan le sac Vs. Scroobius Pip in uscita il 12 marzo. C'è il suono dell'hip hop nella sua forma più intelligente, dei break beats che fanno l'occhietto al drum 'n bass, della modernità dell'elettronica fusa assieme a liriche mai scontate. Sono irriverenti, simpatici, originali e geniali Dan le sac Vs. Scroobius Pip, il duo originario di Stanford-le-Hope, in Essex. Dopo “Angles”, con un successo di critica, “The logic of change” si preannuncia essere un ottimo prodotto per innovazione e largo bacino d ' u t e n z a , i n gra d o d i entusiasmare più gli amanti della novità che i classici cultori della golden era. A partire da “The beat”, il brano migliore dell'album: sofisticato ma allo stesso tempo orecchiabile, potrebbe provocare invidia a gru p p i s e m p re at t e n t i all'evolversi dell'hip hop, quali gli Outkast. Le altre dieci tracce
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ci conducono in un viaggio mai scontato e dalle mutevoli sfumature: si parte con “Sick tonight”, un pezzo dal ritmo serrato che piacerà molto ai b boy. Con “Five minutes” scende in campo la parte più recitata di LO STILE NON HA LIMITE questo duo, con chiari accenni LE FIRME PIÙ ESCLUSIVE E GLI ACCESSORI PIÙ TRENDY, alla slam poetry, accompagnata PER UN LOOK SEMPRE INNOVATIVO E PERSONALE. da ottimi riff strumentali. “Cauliflower” ha i toni più sussurrati e leggeri potenziati dal canto femminile. Ma è con “Great Britain” che sentiamo l'attualità elettronica arrivarci addosso con forza, e non ci SU TUTTI I CAPI E ACCESSORI. stupiremmo di trovarci a ballarla tra qualche mese nei dance floor di qualche festival di settore. “Get Better” serve da intro per attenuare il passaggio a colori più strettamente hip hop come su “Inert Explosion”. E se con “Take a claim” sentiamo il lato più minaccioso dell'album, è “Last train home” a farci sentire a casa con sonorità più street. Non manca il drum'n bass con “Snob” e neppure la ballad che va a chiudere il cd con un effetto acustico a sorpresa in “Cowboy”. Un ERIGGIO prodotto eccezionale nel senso ANCHE LA DOMENICA PO30M che si eleva dalla routine e APERTI LE ORE 19. rappresenta l'eccezione: della DALLE ORE 15.30 AL ricerca stilistica, metrica, senza V.le Diaz (ponte nuovo) – Bassano del Grappa rimanere confinati dentro ad un tel 0424.182747 info@clapstore.it - www.clapstore.it genere. Ma spaziando. Nella ci trovi pure su Facebook Iscriviti gratuitamente alla newsletter del negozio: riceverai informazioni direzione e nella logica del in esclusiva su eventi e nuovi arrivi. Per maggiori info visita il sito. cambiamento.
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“Live Review” by Denise Zanin @ Sartea (VI) 23.01.2010
STORIA DI UNA VOCE In ogni caso, amorevolmente progredire, amorevolmente regredendo… [Demetrio Stratos]
limite delle capacità umane. Gabriele Salvatores (che ha firmato la prefazione del libro di Oleari, dati i suoi stretti ed intimi contati che aveva con lo stesso Demetrio) ci ricorda quanto Demetrio e soprattutto la sua morte abbia inciso una svolta storica: “[…] il potere delle parole: stratos in greco significa alto. E forse, come in tutti i voli alti, anche quello di Demetrio ritrovo l'emblema di una utopia forte, coraggiosa, che insieme a lui si stava spegnendo, tornava
inesorabilmente sulla terraferma. Insomma un'altra tappa della storia musicale impossibile da dimenticare e che grazie agli Are(a)zione abbiamo potuto gustare sino all'ultima nota: le foto proiettate sul muro scorrevano. Ed il tempo, per un attimo, pareva essersi fermato. “Canto per te che mi vieni a sentire, suono per te che non mi vuoi capire, rido per te che non sai sognare, suono per te che non mi vuoi capire”(Area_Gioia e Rivoluzione).
BEATRICE ANTOLINI
Intervista di Paolo Agnoletto Gli Are(a)zione hanno saputo al meglio allestire la serata con una strepitosa scaletta che ha toccato i brani più significativi della storica band prog degli anni'70. Una degna rappresentazione musicale completa nella tecnicità e negli arrangiamenti: la più che audace voce di Alan ha interpretato al meglio la forza di spirito dell'autentico leader degli Area: Demetrio Stratos. Ed in particolare a lui era dedicata la serata. “Demetrio Stratos. Gioia e Rivoluzione di una voce” questo il titolo della biografia ad opera di Antonio Oleari : “una storia che parte da lontano […] una delle più grandi voci del nostro Paese, scomparsa troppo presto, trent'anni fa […]”. Lo spirito di una voce, la passione musicale e morale di una persona che con la sua musica ha saputo far riflettere,
avvicinarsi al popolo, riuscire a trasmettere quella vitalità e quella voglia di RIVOLUZIONE che ha sempre campeggiato negli spiriti ribelli dei giovani. Un libro biografico si, ma perlopiù un tesoro di perle rare: le citazioni ed i documenti in prima persona (da Paolo Tofani a Gabriele Salvatores) in esso contenute riescono incantare qualsiasi lettore, curioso o appassionato che sia. Sono vere e proprie indicazioni storiche che allegate alla fluida e precisa storia di Demetrio e compari, sa trascinarci in quell'oblio di s p e ra n z a c h e g l i A re a prodigavano. Grande maestro della voce (i PFM non a caso gli dedicarono una canzone, appunto “Maestro della voce”) Stratos portò non solo poesia sul palco, ma la tecnica della voce come strumento che riuscì a raggiungere altissimi risultati al
Bellissima, intellettuale e poetica: Beatrice Antolini ai nostri microfoni. Quando ti sei accorta di aver delle idee e delle canzoni così interessanti? Io mi sento di avere delle buone canzoni da quando ho iniziato a scriverle e cioè molto presto, sin da piccola. Per me scrivere musica è la cosa più importante, e ci tengo a dire che mi sento più autrice che cantante. Ti sono state utili le lezioni di conservatorio che hai preso?Io il conservatorio l'ho fatto a tratti e mi è servito tantissimo. Per quanto riguarda gli strumenti, il mio preferito è la batteria e adoro in generale suonare le percussioni. Ami il teatro, Carmelo Bene, Antonin Artaud ed il surrealismo. Secondo Goffman la vita è paragonabile ad un teatro dove ognuno indossa delle maschere… Io però lo chiamerei comportamentismo piuttosto che utilizzo di maschere... penso che le persone si comportino in un certo modo in determinate situazioni.Diciamo
che tutto ciò serve ad avere una vita sociale organizzata ma che spesso secondo me è limitante per alcune cose. Sei di Macerata, ma hai dichiarato che rimanendo in posti piccoli si rimane piccoli… Io sono molto più felice di essere marchigiana che di essere bolognese e non ho avuto le facilitazioni che hanno avuto altre persone. Quando hai la fortuna di nascere a Bologna o a Milano hai un sacco di possibilità. Non sarei rimasta a Macerata lì perché non succede mai niente anche se si vive molto bene. Hai collaborato con i Velvet ai quali presti la voce nel pezzo “Confusion is Best”. Con chi ti piacerebbe collaborare ancora? Io non ho ancora pensato di voler collaborare con qualcuno, sono molto egoista, mi metto semplicemente a scrivere i miei pezzi….finora sono sempre stati gli altri a voler lavorare con me. Riguardo ai Velvet mi hanno mandato una canzone bella ed ho deciso di cantarla insieme a loro.
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“Party Review” by Emanuela Virago @ Rive Jazz Club 27.02.2010
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THE SWINGIN' LONDON NIGHT PARTY NO. 2 a l t ro e n t u s i a s m a n t e appuntamento! Il prossimo? Forse Swingin' London meets the summer on the beach?! Stay tuned. And Swing.
London calling Rive Jazz Club. Il secondo appuntamento di Swingin' London Night Party organizzato nuovamente da Sound&Vision e Virago Entertainment, ha rivoluzionato, sabato 27 febbraio, l'osteria Rive di Cartigliano e tirato fuori tutto il meglio degli anni '60. Dagli impolverati ma inaspettati e ricchissimi archivi del locale, è uscito in bella mostra una vera e p ro p r i a g a l l e r i a d i arredamento vintage: divanetti originali provenienti da una vecchia discoteca, colorate poltrone d'epoca, macchine da scrivere con i tasti arrugginiti, piccoli televisori Brionvega, lampade da tavolo dalla forma inconfondibile, tavolini e appendiabiti. Si è bevuto Pimm's e Vodka Martini per tutta la sera, alternando balli scatenati a conversazioni fitte
fitte: c'era la nostra 'beat generation', quella coi valori di Jack Kerouak ma con abiti rispolverati da armadi e bauli di genitori e vecchie zie. Tanti abitini corti e svasati alla moda della celeberrima 'Twiggy' e pettinature stile Brigitte Bardot per le ragazze, camicie fantasia e cappelli a scacchi o in feltro per i ragazzi: tutti molto stylist, tutti immedesimati per una notte nella favolosa dimensione della Londra anni sessanta, gli anni della rivoluzione culturale, di una gioventù che si orientava finalmente al nuovo e al moderno. Anche stavolta la musica ha fatto da padrona di casa e alla consolle si sono alternati a far girare i dischi Giorgio, Luca, Dj D. e, per la prima volta a Swingin' London, Chiaretta. E sulle note della psicadelia si è un concluso un
photo by Settemiglia.com
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CinePreView di Ilaria Rebecchi
“NOWHERE BOY” Il giovane John Lennon
Tratto da “Imagine: growing up with my brother John Lennon”, biografia scritta da una delle sorellastre di John, Julia Baird, e s c e n e ggi at o d a M at t Greenhalgh (già autore dello script di “Control” su Ian Curtis), “Nowhere Boy”, che ha recentemente aperto l'ultimo Torino Film Festival, racconta dell'adolescenza dell'artista, che, nella Liverpool di metà a n n i ' 5 0 , s o l i t a ri o e d abbandonato dalla madre, cresce con l'autoritaria zia Mimi (Kristin Scott Thomas – “Il Paziente Inglese”, “Mission: Impossible”), forte dell'amicizia fondamentale col fedele Paul McCartney (Aaron Johnson “The lllusionist” e “Gli Ostacoli
del Cuore”). Nella pellicola, girata tra le strade di Liverpool e Blackpool, la regista Sam Taylor Wood (geniale regista ed artista concettuale nota per il corto “Love You More” e per aver collaborato con i Pet Shop Boys) offre l'occasione di immergersi nel sound dell'epoca e di assistere alla formazione della band più importante e celebre della storia della musica. John, vissuto per anni con gli zii, scopre a 15 anni che la vera madre Julia abita a pochi passi da casa sua, e il loro incontro sconvolgerà il giovane idolo già persuaso dal rock'n'roll, in una ricostruzione attenta e pregevole dell'artista, che è uguale al suo personaggio cinematografico, tra identiche smorfie, look ed ascolti. Sarà proprio la sempre assente madre Julia (Anne-Marie Duff) a supportare Lennon verso la s t ra d a d e l l a mu s i c a , nonostante la sua figura sia per John fonte di imbarazzo, problemi e complessi edipici duraturi. Una delle migliori biopic di sempre, per indagare nella storia giovanile della formazione di uno dei più grandi uomini di sempre, concentrandosi sull'emisfero proto-Beatles, fatto di tragedie familiari e meravigliosa musica nascente.
ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
Arriva dai celeberrimi romanzi di Lewis Carrol l'ispirazione dell'ultima fatica cinematografica di quel genio avanguardistico, gotico e tetro di Tim Burton. Adattamento di “Alice nel Paese delle Meraviglie” e “Attraverso lo Specchio e quel che Alice vi Trovò”, il film racconta proprio le avventure della piccola Alice, che, come noto, inseguendo un coniglio bianco finisce in un mondo surreale e meravigliosamente inquietante. Tra live action e performancecapture il classicismo fantasioso e talora infantile, apparentemente, della storia (pubblicata nel 1865, e già riproposta nel '33 da Norman Z. McLeod e per la Disney nel n o t o l u n go m e t raggi o d'animazione del '51) subisce
l'impronta della tecnologia e di una sceneggiatura al passo con i tempi. E' un'altezzosa Alice, diciassettenne e contemporanea, quella che scappa da un ambito party in stile vittoriano per seguire il Bianconiglio nel buco che la riporterà nel Paese delle Meraviglie, da lei già visitato dieci anni prima, e dove una rivolta di creature attende l'aiuto della ragazza. Non c'è più, nella proposta di Burton, il girovagare della protagonista tra le personalità e gli ambienti dei vari personaggi minori, stralunati e folli, ma viene donata una versione maggiormente coinvolgente e “per adulti” che ne rivela i tratti psicologici più interessanti. Tra parti in carne ed ossa e l'attesa per l'uscita del film in 3D non si rinuncia al lato più fiabesco della storia stessa, dove Helena Bonham Carter è la terribile regina di cuori e Anne Hathaway la Regina Bianca e il bravissimo Johnny Deep (che qui sigla la propria settima collaborazione con Burton) un Cappellaio Matto in odore di ispirazione da rockstar, per un fantasy cinematografico ispirato e di sicuro successo planetario, tanto atteso dal pubblico quanto già osannato alle prime mondiali per la critica. L'ennesimo capolavoro di Tim Burton?
“I’m old & my movies too” di DjD
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IL CIELO SOPRA BERLINO volare, sono quindi simili da tracciare: la vera fiaba, per - WIM WENDERS Wenders, è quella del cinema.
Il cinema ha bisogno di poeti: e come non definire tale qualcuno come Wim Wenders che, nell'anno di grazia 1987, ha il coraggio di filmare la storia di due angeli che sorvolano, ed amano, Berlino ed i berlinesi? Sono angeli ovviamente particolari. E di sesso maschile. Di sembianze (a parte le ali che proprio ci vogliono) tra il dimesso ed il seducente sulla tarda quarantina. Hanno " p ro p ri e t à " p a r t i c o l a ri : osservare, in bianco e nero, quanto accade in ogni angolo della città. Ascoltare, invisibili, tutto quanto si dice e, ancor più, si soffre. Ma anche del tutto normali: tanto da innamorarsi (questa volta a colori) di una bella trapezista. I confini tra gli angeli che sanno ancora amare e coloro sulla terra che non disdegnano di
Che permette di abbandonarsi all'osservazione dell'uomo, del suo modo di vivere, del suo ambiente. La possibilità di essergli vicino nei momenti di solitudine, di disperazione e di felicità. Anche nel piccolo circo si sopravvive, mentre i bambini guardano e si divertono: il volo della trapezista è un'aspirazione di armonia in una scatola chiusa. Alla fine tutti si lasciano, ognuno con la propria peregrinazione e con la propria solitudine; anche la donna, che aveva riempito l'immagine con la bellezza del suo corpo, si ritrova sola, in mezzo alla pista, allo scoperto, senza un luogo sicuro dove andare. Quando trova un compagno, fa un "lungo discorso", ma quelle parole affascinanti sono ancora un progetto, una possibilità, un mucchio di domande. Una sceneggiatura complessa, dove la poesia di un amore smuove la vita dei mortali e non solo, in una scenografia fatta di sguardi, di detriti, di specchi d'acqua. Nel luogo dove non esiste più l'avventura, dove si paga per a s s i s t e re a l l a p ro p r i a impotenza, dove il ricordo conferma la delusione del presente, il cinema stesso proietta la lontananza, dall'alto... Se avete serenità nei vostri cuori guardatelo ed ascoltate, vi farà star bene...
“THE ISLE OF ART” di Ambra Rebecchi
MEDITATIONS ON ART:
momenti dello sviluppo artistico del genio E I LINGUAGGI DELL'ARTE n ew yo r ke s e : d a i p o c o conosciuti anni '50 (molte 26 Gennaio – 30 Maggio 2010 - Palazzo della Triennale - Milano delle opere di tale periodo sono esposte per la prima volta) dettati dalla volontà di rivestire in chiave astratto/cubista la pittura “classica” dell'Ottocento statunitense, al glorioso periodo della Pop Art nel quale viene posta la firma del suo inconfondibile stile, fino ag l i u l t i m i s c o rc i d i produzione incentrati su uno sviluppo di marchio e s p re s s i o n i s t a n o n p i ù fondato sulla sola grafica. La
ROY LICHTENSTEIN
"I fumetti hanno una forma ma non tentano di raggiungere l'unità. Lo scopo è d ive rs o, l ì s i v u o l e rappresentare e io intendo unificare." Questo é il pensiero di uno dei più amati artisti del Novecento, capace di esprimere il dramma della società moderna, superficiale e aggrappata agli emblemi del consumismo metropolitano, attraverso le classiche “nuvolette” e le e s t re m e i n q u a d ra t u re “punteggiate” (ottenute attraverso una vera e propria griglia forata) dei fumetti: Roy Lichtenstein. Ed è proprio lo straordinario esponente della Pop Art il protagonista della superba
57 rassegna curata da Gianni M e rc u r i o ( a u t o re d i s t ra o rd i n a ri e m o s t re antologiche dedicate ad Andy Warhol, Jean Michel Basquiat e Keith Haring) si sposterà nel mese di Luglio a Colonia, ove vi rimarrà fino al 3 Ottobre. Un'imperdibile occasione di assistere alla magnificenza di un maestro perfettamente consapevole di andare oltre il proprio linguaggio. Quello stesso strabiliante e singolare l i n g u a g gi o c ap a c e d i portarlo dritto nel firmamento dell'arte contemporanea.
rassegna ospitata nelle stanze della Triennale di Milano a partire dal 25 Gennaio: Meditations on art. Nata dalla collaborazione d e l “ R oy L i c h t e n s t e i n Foundation” con la società di eventi Alphaomega Art e la s t e s s a Tri e n n a l e, l'esposizione include oltre cento opere, provenienti dalle più importanti collezioni del mondo ( dal Ludwig Museum di Colonia alla Borad Art Foundation di Los Angeles, passando per Il ROY LICHTENSTEIN - MEDITATIONS ON ART Ku n s t d i Vi e n n a e i l 26 GENNAIO – 30 MAGGIO 2010 - PALAZZO DELLA TRIENNALE - MILANO Gugghenheim di New York) Viale Emilio Alemagna 6 (20121) suddivise in aree tematiche +39 02724341 , +39 0289010693 (fax), +39 0272434208 info@triennale.it (figure femminili, paesaggi e www.triennale.it quant'altro) nelle quali è Orario: 10.30 - 20.30, chiuso il lunedì - Giovedì 10.30 - 23.00 possibile rivivere i differenti Intero: € 9,00 - Riduzione 1: € 6,50 under 26/ Studenti / Over 65
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