volume 1/4
No Home. Turin
Atelier Progetto Urbanistico C
Politecnico di Torino A.A. 2018-2019 Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Progetto Sostenibile
Urbanistica: Angelo Sampieri Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello collaboratori: Beatrice Agulli e Quirino Spinelli
OASIS
SocialUP
Andrea Alaimo Silvestru Cania Alessia Craveri Cristian Dallere
Giorgia Autretto Elena Costanzo Flaminia Marafelli Alessia Raniolo
GENERATE/GENERATION
AGRICOLTURAE
Daphne Fabbri Vittorio Falaschi Riccardo Mattioli Greta Montecchia
Christophe Bovet Alessia Cavallini Andres Cruz Giulia Viglianco
THE WOOD-STOCKS Francesco Alovisi Denise Ricucci Paola Robba Francesca Sismondini Simone Spaccasassi
HUG Nicole Basano Francesca Fera Alessandro Paracchino Bianca Ruggiero
THE STUDENT HOTEL TORINO Samuele Folli Maddalena Martina Giulio Massetani Carlo Musso Michele Simonetti
IN-BETWEEN Ivana Alestra Irene Chegai Lucrezia Cilia
T.I.P. Deborah Biffanti Giulia Dello Vicario Stefano Guerra Andrea Guidi
LIFE&LAB Alessia Gotta Andrea Gruppo
LEVEL UP Christian Monaco Giovanni Titone
OASIS
Andrea Alaimo Silvestru Cania Alessia Craveri Cristian Dallere
No Home. Turin
Atelier Progetto Urbanistico C
Politecnico di Torino A.A. 2018-2019 Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Progetto Sostenibile
Urbanistica: Angelo Sampieri Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello collaboratori: Quirino Spinelli e Beatrice Agulli
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INDICE Premessa: Torino Santa Rita 1. Lo spazio percepito · Margini · Densità fisica e sociale · Leggibilità e complessità · Nodi e percorsi · Sicurezza e insicurezza · Stabilità e sorpresa · Concavità e convessità
2. Morfologie urbane e usi del suolo · Spazi edificati · Spazi aperti · Funzioni · Mobilità
3. Forme e pratiche dell’abitare · Abitazioni · Mercato immobiliare · Sistemi d’isolamento · Abitanti
4. Oasis
· Costruzione di uno scenario urbano · Strategie · Oasis
Allegati
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Premessa: Torino Santa Rita La porzione di città oggetto di studio è inserita all’interno della Circoscrizione II della città di Torino; il quartiere Santa Rita, nello specifico, si presenta come un luogo in cui il tessuto urbano risulta decisamente variegato e sempre aperto a nuove interpretazioni. L’intera circoscrizione II è testimonianza della Torino preindustriale caratterizzata da edifici rustici e dall’agricoltura intensiva. Questi edifici hanno perso la loro funzione produttiva originaria, ma in alcuni tratti mantengono il loro impianto architettonico in cui si possono intravedere gli elementi tipologici tipici del settecento e dell’ottocento. L’approccio che si è seguito per conoscere e studiare l’area è partito dalla volontà di analizzare, in modo quanto più dettagliato possibile, il tessuto urbano e tutte le sue caratteristiche, dagli aspetti morfologici e funzionali alla dimensione percettiva, in modo da integrare differenti discipline: la sociologia e l’urbanistica. Scendendo di scala si è passati all’analisi dell’abitare all’interno di una porzione di città con delle caratteristiche peculiari, in cui la più evidente risulta sicuramente essere la differenza morfologica del costruito rispetto al tessuto immediatamente limitrofo; altri aspetti e caratteristiche
hanno permesso di descrivere questo luogo sotto molteplici punti di vista. L’area studiata nel dettaglio presenta una forte connotazione residenziale, per lo più caratterizzata da singoli edifici di piccole dimensioni, frazionati a loro volta in grandi unità abitative dove ogni proprietario ha la possibilità di formare la propria realtà privata isolandosi fisicamente dalle relazioni con lo spazio esterno. Dopo un’accurata analisi si è passati alla formulazione di una proposta progettuale con l’intento di aumentare il valore commerciale delle unità abitative esistenti, che oggi sono prive di mercato, e con la volontà di creare degli spazi di condivisione per la città. Gli interventi pensati quindi si concentrano sia sullo spazio costruito, ovvero le abitazioni, sia sullo spazio aperto.
1. Lo spazio percepito
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Margini Partendo quindi dall’analisi è stato fondamentale effettuare una serie di sopralluoghi nell’area d’interesse con l’obiettivo di comprendere sempre di più le dinamiche della vita in questo piccolo pezzo di città. In primo luogo è stato importante condividere le differenti percezioni di ognuno di noi per approfondire la conoscenza del posto; attraverso l’elaborazione di mappe mentali, raffigurate qui a destra, abbiamo potuto capire il criterio con cui differenziare le diverse aree di interesse durante l’analisi sociale. Approcciandoci all’area di studio, dopo una prima analisi sommaria di tutte quelle che sono le macro caratteristiche del quartiere, abbiamo delineato i margini dell’area di interesse, stringendo quindi il campo ad un’analisi più ristretta e mirata. Si è scelto corso Siracusa, una via molto trafficata che segna un evidente cambiamento nella morfologia del costruito, via Boston, che seppur di minore importanza rispetto alla precedente segna anch’essa un cambiamento significativo, corso Giovanni Agnelli (che diventa poi corso IV Novembre), anch’essa come via trafficata e infine via Mombarcaro, specialmente per la volontà di includere all’interno dello studio piazza Santa Rita, spazio cardine per le dinamiche interne al quartiere.
mappe mentali
9
2 4
1
3
6 5
MARGINI DI SUTURA
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piazza santa rita chiesa
(1)
via mombarcaro
corso siracusa
(2)
(3)
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piazza santa rita edifici commerciali
(4)
via boston
(5)
corso giovanni agnelli
(6)
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Densità fisica e sociale Successivamente si è passati all’analisi percettiva degli spazi in modo da comprendere meglio alcuni aspetti relativi alla vita in questa porzione di città. Nello specifico il focus è stato fatto nell’area di forma triangolare facilmente leggibile attraverso le cartografie. E’ bene precisare che ogni spazio della città è percepito in modo differrente da ogni individuo, questo perchè entrano in gioco i fattori soggettivi. Ogni città è articolata con una serie di spazi molto diversi tra loro ed ognuno di questi presenta una maggiore o minore densità al suo interno. Il compito della progettazione è fare in modo che questi spazi collaborino tra di loro di modo da creare all’interno del tessuto urbano un rapporto equilibrato. Il quartiere di Santa Rita, nel suo complesso, presenta una moltitudine di caratteristiche differenti, come già abbiamo precedentemente accennato, ed è inoltre percepito come uno spazio tendenzialmente molto frammentato, con spazi spesso molto leggibili ed altri molto complessi, con zone ricche di stimoli ed altre monotone e povere. Riferendoci al caso studio la densità fisica dell’isolato in questione è considerata media in riferimento agli edifici adiacenti che possiedono una densità fisica alta in quanto si tratta di costruzioni con più di sette piani fuori terra. Con densità fisica
nulla indichiamo invece le aree industriali, le scuole e gli spazi commerciali. Legata al concetto di densità troviamo anche il concetto di focalizzazione. Spazi più focalizzati sono caratterizzati dalla presenza di una funzione dominante nell’area oltre ovviamente a quella residenziale, mentre spazi meno focalizzati sono caratterizzati dalla presenza di molteplici attività. Così come si è detto per la densità fisica e la densità sociale, anche la focalizzazione e la densità sociale, intrecciati, possono produrre una griglia di combinazioni che descrivono uno spazio.
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DENSITÀ FISICA ALTA DENSITÀ FISICA MEDIA DENSITÀ FISICA BASSA
densità fisica
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Dal punto di vista dell’analisi, è stato fondamentale intrecciare e combinare le diverse percezioni per poter comprendere le dinamiche della vita all’interno degli spazi. Per questo motivo l’analisi della densità sociale è stata associata alla focalizzazione. E’ bene precisare che per densità sociale si intende quella grandezza che indica la densità delle interazioni sociali nelle parti di città analizzate, mentre per focalizzazione si intende l’eventuale presenza di funzioni dominanti che favoriscano la concentrazione di persone all’interno di un’area. E’ intuibile che la densità sociale non è un dato costante ma può variare in base a molteplici fattori, ad esempio l’orario. Le fotografie a lato descrivono la scuola statale in via Gorizia, il mercato di corso Sebastopoli e lo spazio prospicente la chiesa di Santa Rita. Si può notare che allo stesso orario gli spazi sono vissuti e popolati diversamente.
(1), lo spazio del (2) e lo spazio chiesa di santa rita (3)
scuola statale in via gorizia
mercato in corso sebastopoli prospicente la
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3
1
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DENSITÀ SOCIALE ALTA DENSITÀ SOCIALE MEDIA DENSITÀ SOCIALE BASSA FOCALIZZATO NON FOCALIZZATO
densità sociale e focalizzazione lunedì 08 aprile 2019 - ore 8:30
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Come anticipato precedentemente, la densità sociale è un parametro che permette di fare delle considerazioni attraverso il fattore tempo. Per questo motivo sono state eseguite una serie di cartografie per lo studio della densità sociale dell’area affinchè si potessero percepire le corrispondenti variazioni di densità in relazione all’utilizzo degli spazi e all’orario. Nelle fotografie a lato sono raffigurati il parco Rignon, con una densità relativamente alta nel tardo pomeriggio, lo spazio prospicente la chiesa di Santa Rita il quale, nello stesso orario, presenta una densità sociale quasi nulla. Infine viene ripreso un angolo di piazza Santa Rita che, come si può notare, nelle prime ore del mattino risulta densamente popolato, principalmente da persone anziane.
parco rignon santa rita
(2)
(1),
spazio prospicente la chiesa di
e uno spazio di piazza santa rita
(3)
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3 2
1
DENSITÀ SOCIALE ALTA DENSITÀ SOCIALE MEDIA DENSITÀ SOCIALE BASSA FOCALIZZATO NON FOCALIZZATO
densità sociale e focalizzazione marzo 2019 - ore 17:30
G iovedì 28
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Leggibilità e complessità L’area d’interesse è uno spazio ad alta leggibilità in quanto la rete viaria ortogonale che la attraversa, come in tutta la città di Torino, rende facile l’orientamento e la conoscenza degli spazi seppur possiedano una molteplicità di stili architettonici differenti e non rispettino una grossa omogeneità nell’allineamento degli edifici. Allo stesso tempo risulta anche particolarmente complesso come spazio, data la pluralità di stili architettonici e caratteri morfologici diversificati che stimolano l’interesse verso la conoscenza dell’isolato. E’ molto interessante notare che all’interno di quest’area ci sia un grande numero di elementi tipologici differenti, dal complesso industriale alla villa di proprietà. Inoltre, un fattore che incrementa l’orientamento e, di conseguenza, la leggibilità di questi spazi è la presenza di una serie di landmark a scala di quartiere come la ciminiera, sita accanto alla centrale del latte in via Filadelfia, la biblioteca Villa Amoretti sita al centro del parco Rignon e la chiesa di Santa Rita da Cascia situata nell’omonima piazza. Quest’area presenta altresì landmark a lungo raggio come lo stadio olimpico e, da alcuni scorci, è possibile vedere anche il grattacielo dell’Intesa Sanpaolo e quello della Regione Piemonte.
dall ’ alto : la ciminiera della centrale del latte (1), la chiesa di santa rita (2) e villa amoretti nel parco rignon (3)
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2
1
3
ALTA LEGGIBILITÀ E ALTA COMPLESSITÀ ALTA LEGGIBILITÀ E BASSA COMPLESSITÀ LANDMARK A CORTO RAGGIO LANDMARK A LUNGO RAGGIO BASSA LEGGIBILITÀ E ALTA COMPLESSITÀ BASSA LEGGIBILITÀ E BASSA COMPLESSITÀ
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Nodi e percorsi Nella città, gli spazi urbani sono solitamente delimitati da una serie di tracciati lungo i quali gli utenti, gli insider e gli outsider, si muovono. Solitamente i percorsi possono essere colti con la struttura viaria ma non sono semplicemente attribuibili a questi. Anche i nodi sono punti cardine nello studio del tessuto urbano, questi caratterizzano molto le interazioni tra città e società. I nodi sono punti posti in luoghi strategici della città nei quali l’osservatore può entrare, relazionarsi e muoversi. Questi possono essere o di congiunzione, quando si tratta di luoghi d’attraversamento ed interscambio modale di trasporti, oppure di concentrazione, ovvero luoghi di addensamento di caratteri fisici e sociali; spesso questi ultimi sono anche luoghi di congiunzione. Nel caso specifico dell’area vi sono due nodi di congiunzione, ovvero di interscambio di trasporti, nell’incrocio tra via Gorizia e corso Sebastopoli; tra via Filadelfia, via Gorizia e corso Orbassano identifichiamo un incrocio importante di percorsi veicolari principali del quartiere. Piazza Santa Rita è stata identificata come nodo di concentrazione in quanto, oltre ad essere un nodo di congiunzione, ospita anche l’omonima chiesa e numerosi esercizi commerciali che favoriscono lo sviluppo delle interazioni sociali.
in alto il nodo di congiunzione su via filadelfia (1), a metà e in basso i nodi di concentrazione di piazza santa rita (2) e di via gorizia (3)
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3 2
1
PERCORSI VEICOLARI NODI DI CONCENTRAZIONE PERCORSI PEDONALI E CICLABILI NODI DI CONGIUNZIONE
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Sicurezza e insicurezza Per quanto riguarda le sensazioni di sicurezza ed insicurezza è stato possibile osservare il fatto che ci si trova in un quartiere in cui una grande percentuale di popolazione è anziana, questo significa che molti spazi sono vissuti in modo abituale e di conseguenza è consueto che si sia creata una fitta rete di conoscenze tra le persone. Questo fenomeno fa sì che l’area d’interesse sia percepita come un’area molto sicura, dove ogni spazio risulta quasi familiare; gli unici spazi che presentano una lieve percezione di insicurezza sono gli assi viari principali che, come ribadito più volte, sono arterie molto trafficate. In questo caso è importante sottolineare che, in questo tipo di analisi, entrano in gioco molteplici fattori soggettivi, motivo per cui le considerazioni effettuate devono essere lette con criticità da parte del lettore, in quanto non possono essere considerate sentenze assodate.
dall ’ alto verso il basso
(1), (2), (3);
spazi che
lasciano percepire la sicurezza ed insicurezza
dell ’ area
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3
2 1
SICUREZZA INSICUREZZA
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Stabilità e sorpresa La dimensione emotiva della percezione, in contrasto a quella che è la dimensione cognitiva, definita da leggibilità e complessità, è caratterizzata dal senso di stabilità e sopresa. Così come nei casi precedenti la stabilità e la sorpresa, unite in una matrice, generano una serie di combinazioni possibili che aiutano a comprendere a fondo le caratteristiche degli spazi oggetto di analisi. Calandoci nello specifico del nostro caso, l’area è sicuramente percepita come uno spazio con alta stabilità e sicurezza, in quanto gli ambienti lasciano intendere di essere in uno spazio molto familiare e libero da grossi pericoli. L’impressione che si ha è quella di un luogo con un basso livello di sorpresa, non ci sono infatti spazi stimolanti poiché l’attività prevalente nell’area è quella residenziale. E’ interessante precisare che nonostante ciò, in alcuni spazi la sensazione è quella di non essere in uno spazio urbano; questo è dato dal fatto che l’area d’interesse presenta notevoli differenze dal punto di vista morfologico. Questo aspetto, in alcuni casi, aumenta la sensazione di sorpresa in quanto alcuni edifici risultano interessanti dal punto di vista architettonico.
dall ’ alto verso il basso (1), (2), (3); spazi del lotto che conferiscono sensazione di stabilità e sorpresa
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1 3
ALTA STABILITÀ E ALTA SORPRESA ALTA STABILITÀ E BASSA SORPRESA BASSA STABILITÀ E ALTA SORPRESA BASSA STABILITÀ E BASSA SORPRESA
2
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Concavità e convessità Per quanto riguarda l’analisi dei caratteri morfologico-percettivi dell’ambito locale selezionato, l’isolato a forma triangolare, si è scelto di fare alcune considerazioni relative ai tre angoli di quest’area. Questi ultimi sono stati ritenuti punti strategici anche nella fase di progetto. L’analisi effettuata ha evidenziato la presenza di spazi concavi, i quali trasmettono una sensazione di attrazione verso il centro degli stessi, ma anche di spazi convessi che a loro volta tendono a respingere verso l’esterno. Un esempio di spazio concavo è stato individuato in corrispondenza dell’edificio circolare, sede della banca Intesa Sanpaolo, in prossimità dell’incrocio tra corso Orbassano e corso Sebastopoli. Per quanto riguarda gli spazi convessi, sono stati individuati due spazi importanti, il primo è l’incrocio tra via Gorizia e corso Sebastopoli, nodo di concentrazione con un carattere notevolmente introspettivo dal punto di vista morfologico; il secondo è l’incrocio tra via Filadelfia, corso Orbassano e via Gorizia, spazio accessibile ma quasi interamente circondato da ostacoli quali recinzioni o siepi.
in alto un esempio di concavità nell ’ angolo tra corso sebastopoli e corso orbassano (1) e a metà (2) e in basso (3) spazi di convessità
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3
1
2
CONCAVITÀ CONVESSITÀ
2. Morfologie urbane e usi dei suoli
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Spazi edificati Da una prima analisi, in cui sono emersi gli aspetti più legati alla dimensione percettiva degli spazi, si è passati ad un’analisi più incentrata sulla morfologia del costruito. Quest’analisi è stata effettuata con molta attenzione in quanto la caratteristica più evidente dell’area oggetto di studio è sicuramente il fatto di avere delle diversità importanti dal punto di vista morfologico. Questa peculiarità conferisce all’area triangolare un aspetto molto particolare. Le suddette diversità sono dovute al fatto che gli spazi limitrofi al lotto triangolare sono densamente costruiti e di conseguenza generano una densità fisica molto elevata; all’opposto, all’interno del “triangolo” gli spazi edificati sono ridotti, basti pensare che l’edificio più alto presenta quattro piani fuori terra, contro i dieci degli edifici circostanti. Questo aspetto si è rivelato importante in quanto è stato stimolante al fine di poter capire le dinamiche di vita all’interno di questi edifici e sicuramente per elaborare considerazioni relative al possibile cambiamento di questi spazi.
il triangolo : corso orbassano in alto (1), via gradisca in mezzo (2) e via gorizia in basso (3)
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3
2
1
planivolumetrico
sezione a - a
sezione b - b
STRADA
sezione c - c
PAVIMENTATO PRATO MARCIAPIEDE RECINZIONE MURO COSTRUITO
sezione d - d
sezione e - e
0
12
30
60 m
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morfologia
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RESIDENZIALE SERVIZI INDUSTRIALE ISTRUZIONE COMMERCIALE CULTO
morfologie e funzioni
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vista assonometrica dell ’ area allo stato attuale
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0
30
75
150 m
38
Spazi aperti Durante l’analisi della morfologia è stato inevitabile soffermarsi sullo studio degli spazi aperti, intesi come spazi privati e spazi pubblici. Per poter capire gli usi del suolo è stato fondamentale fare un sopralluogo mirato a documentare le tipologie di pavimentazioni, dal suolo minerale, quali pavimentazioni cementizie, lapidee o asfalti, a pavimentazioni vegetali, come terra battuta, orti o prati. Un aspetto interessante che è emerso è sicuramente la consistente presenza di vegetazione, probabilmente uno dei motivi per il quale questa piccola porzione di città viene chiamata l’Oasi di Santa Rita. Una caratteristica contrastante a quanto sopra citato è il fatto che lo spazio minerale è notevolmente superiore a quello vegetale; questo aspetto può essere considerato consueto in quanto in città è raro trovare un’area densamente costruita come questa con ampi spazi vegetali.
dall ’ alto :
(1) , (2), (3);
alcuni esempi degli spazi aperti dell ’ isolato
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1 3
2
SPAZIO MINERALE SPAZIO VEGETALE ALBERI SU SUOLO PUBBLICO ALBERI SU SUOLO PRIVATO
spazi aperti
0
500
Funzioni
RESIDENZIALE SPAZI PUBBLICI ATTREZZATI IN COSTRUZIONE AMMINISTRAZIONE INDUSTRIALE SERVIZI ISTRUZIONE FORZE DELL’ORDINE COMMERCIALE CULTO RESIDENZIALE E COMMERCIALE SANITARIO
SPORT
1500 m
DISMESSO
500
41 2000 m
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Mobilità L’area oggetto di studio è situata a ridosso della piazza principale del quartiere, piazza Santa Rita, ed è delimitata da due dei corsi principali di Torino che lambiscono il quartiere, corso Sebastopoli e corso Orbassano. Già da un primo e meno approfondito sopralluogo conoscitivo, lo spazio è subito percepibile come peculiare in alcuni suoi aspetti, soprattutto quelli morfologici. A lato due immagini ripropongono la presenza di iniziative di mobilità sostenibile; la stazione Blue Torino in alto e la stazione Tobike in basso, entrambe situate nelle vicinanze di piazza Santa Rita. I trasporti pubblici, come nella maggior parte della città, faticano a sostenere il carico di utenti nelle ore di punta, come testimoniano le interviste rilasciate dagli abitanti. Per sopperire a queste esigenze sarà certamente risolutiva l’apertura della linea 2 della metropolitana che passerà in prossimità dell’area, con la speranza che ciò riduca fortemente la persistente sovrabbondanza di autoveicoli in transito .
in alto la stazione di blue torino (1), una fermata del bus su corso sebastopoli (2) e in basso la stazione tobike in piazza santa rita (3)
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3 1
MOBILITÀ CICLABILE MOBILITÀ CON TRASPORTI PUBBLICI PROGETTO PER LA NUOVA LINEA DELLA METROPOLITANA LINEE DI TRASPORTO PUBBLICO STAZIONE BLUE TORINO
2
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MOBILITÀ CICLABILE MOBILITÀ CON TRASPORTI PUBBLICI PROGETTO PER LA NUOVA LINEA DELLA METROPOLITANA STAZIONE BLUE TORINO ACCESSI PEDONALI ACCESSI CARRABILI
mobilità ; analisi dettagliata dell ’ isolato oggetto di studio
3. Forme e pratiche dell’abitare
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Dopo aver analizzato gli aspetti relativi alla morfologia degli spazi si è passati allo studio delle abitazioni, partendo dall’individuare le diverse forme di abitare sino ad analizzare alcuni caratteri peculiari delle proprietà private come per esempio i sistemi di isolamento, intesi come elementi divisori tra lo spazio privato e quello pubblico. In questa fase è stata studiata quella che poi viene definita l’area di progetto, ovvero la porzione triangolare del quartiere caratterizzata dalla presenza di edifici con due o tre piani fuori terra con una densità abitativa relativamente bassa. L’area oggi è caratterizzata da quattro isolati, tre con funzione prevalentemente residenziale e uno, quello centrale, ospitante due scuole. Per analizzare in modo dettagliato gli edifici e per poter capire su quale spazio intervenire è stato realizzato un abaco dell’abitare, strumento molto utile per approfondire le caratteristiche degli spazi su cui si è basata la proposta di progetto. Come detto prima, una particolare attenzione è stata rivolta agli angoli di questo “triangolo” in quanto rappresentano tre spazi con un elevato potenziale in termini di relazioni con la città, caratteristica che ha permesso di sviluppare parte del nostro intervento.
gli angoli : corso sebastopoli e via gorizia (1), via gorizia e corso orbassano (2) e corso orbassano e corso sebastopoli (3)
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1
3
2
LEGENDA ABITAZIONI OSTRUZIONE VISIVA TOTALE
SPAZIO VEGETALE
ACCESSI VEICOLARI
OSTRUZIONE VISIVA PARZIALE
SPAZIO MINERALE
ACCESSI PEDONALI
OSTRUZIONE VISIVA BASSA
navigatore dell ’ abaco dell ’ abitare
50
Abitazioni
1
2
3
4
51
52
5
6
7
8
53
54
9
10
11
12
55
56
13
14
15
16
57
58
17
18
19
20
59
60
21
22
23
24
61
62
25
26
27
28
63
64
Mercato immobiliare
Per poter approfondire l’analisi sull’abitare è stata eseguita una ricerca immobiliare per comprendere al meglio le dinamiche di mercato. Per esempio, proprio nell’Oasi di Santa Rita, è stato possibile trovare un’offerta di compravendita di un appartamento circondato dal verde, ristrutturato e parzialmente arredato pronto per essere abitato; l’appartamento si trova al secondo di tre piani.
fotografie interne di un appartamento dell ’ edificio 4
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Un importante dato ricercato è stato quello relativo alla compravendita di una grande villa dei primi anni cinquanta del 900 inserita in un rigoglioso parco privato, nel cuore del quartiere di Santa Rita. La grande peculiarità di questa abitazione è il collegamento verticale tra i piani che avviene tramite un’ampia rampa circolare. L’appartamento di circa 250 mq è composto da molteplici ambienti.
fotografie degli spazi interni ed esterni dell ’ edificio 27
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Sistemi d’isolamento Durante la fase di analisi conoscitiva degli spazi privati si è scelto di approfondire il tema dei sistemi di isolamento, intesi come ostruzioni e barriere che suddividono le pertinenze private rispetto al sedime stradale ed agli edifici adiacenti. Le tipologie di isolamento sono state classificate in base al grado di ostruzione visiva che presentano. A partire da elementi come le semplici ringhiere, le quali favoriscono la visibilità degli spazi privati, fino ad arrivare a muri di cinta molto alti, i quali non permettono allo sguardo di posarsi all’interno. Sono molto ricorrenti anche gli edifici che presentano ringhiere con addossate siepi, o altro tipo di vegetazione, riducendo in parte la visibilità dall’esterno verso l’interno. Un’altra peculiarità riscontrata è la presenza di sistemi di isolamento visivo molto ostruttivi tra cortili interni adiacenti, creando così una chiusura ed una netta separazione tra i lotti dell’area in esame. Questo permette di comprendere come i residenti tendano ad isolarsi e quindi a creare il proprio spazio privato, mantenendo le distanze dagli utenti degli edifici adiacenti.
dall ’ alto :
(1), (2), (3);
esempi di sistemi d ’ isolamento
67
3
2 1
OSTRUZIONE VISIVA NULLA OSTRUZIONE VISIVA MEDIA OSTRUZIONE VISIVA TOTALE ACCESSI VEICOLARI ACCESSI PEDONALI
sistemi d ’ isolamento
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sistemi d ’ isolamento : gradiente
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sistemi d ’ isolamento presenti
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Abitanti Gli elaborati che seguono riguardano le indagini svolte con una ricerca che si basa infatti su una metodologia indiretta compiuta per mezzo di interviste agli utenti. Il campione di soggetti non è stato scelto con criteri di rappresentatività statistica, ma in quanto particolarmente adatto a fornire informazioni approfondite sul tema dell’indagine. Per la somministrazione delle domande si è scelto di effettuare le indagini in giorni differenti, al fine di proporre un campione difforme. I soggetti vengono scelti quali persone a conoscenza di un determinato fenomeno e sono ritenuti qualificati in quanto si ritiene che, per il ruolo svolto o per la loro conoscenza del contesto, siano in possesso di conoscenze dettagliate e siano anche in grado di esprimere, più di altri, valutazioni critiche e proposte progettuali. Il campione degli intervistati è stato scelto cercando di variare l’età ed il sesso in modo da avere riscontro da soggetti di tipologia differente di tutta la popolazione presente in zona. Questo approccio è particolarmente adatto per indagini che riguardino i problemi di ambiti territoriali delimitati quali un quartiere urbano, un comune di dimensione medio piccola o un insieme di piccoli comuni. La scelta delle domande è stata strutturata in base ai temi emersi dalle percezioni soggettive avute durante la prime fasi di osservazione ed analisi.
Per questa ragione i temi emersi costituiscono una conferma delle sensazioni avute fin dall’inizio. In una seconda fase si è proceduto con delle domande riguardanti il progetto proposto, concentrandosi sulla possibilità di pedonalizzare l’area. Vengono messi in risalto in particolare i concetti legati alle poche attività presenti nell’area, agli spazi non molto curati ed all’inciviltà di parte della popolazione rispetto ai beni pubblici. L’unica area di ritrovo presente è più a sud, il Parco Rignon all’interno del quale si possono svolgere attività in mezzo ad una cornice verde e rigogliosa; tuttavia, escluso il parco, le altre aree verdi presenti sono “poco curate, non manutenute e trattate incivilmente dai padroni dei cani” dice l’intervistato 1. Nonostante qualche piccola problematica legata alla gestione degli spazi pubblici, la zona risulta ben servita e con buone prospettive a lungo termine. Il progetto per la realizzazione della seconda linea della metropolitana, che transiterebbe in prossimità dell’area, è vista come una grande opportunità dagli abitanti, i quali usufruirebbero di un ulteriore collegamento con il centro città. Ciò permetterebbe di ridurre sensibilmente il carico veicolare che grava sulle strade limitrofe incrementando l’efficacia dell’intervento di pedonalizzazione dell’area e rendendo più gestibili i flussi di persone e di veicoli.
71
ETÀ
SESSO
LUOGO
GIORNO
Intervistato 1
49
Femmina
Via Baltimora
Venerdì PM
Intervistato 2
53
Femmina
C.so Orbassano
Venerdì PM
Intervistato 3
80
Maschio
Via Gradiscca
Venerdì PM
Intervistato 4
75
Femmina
Via Gorizia
Venerdì PM
Intervistato 5
16
Maschio
Via Gorizia
Venerdì PM
Intervistato 6
60
Maschio
C.so Sebastopoli
Mercoledì AM
Intervistato 7
81
Maschio
Via Baltimora
Mercoledì AM
Intervistato 8
37
Femmina
Via Gradiscca
Mercoledì AM
Intervistato 9
52
Femmina
Via Baltimora
Mercoledì AM
Intervistato 10
45
Femmina
Via Baltimora
Mercoledì AM
Intervistato 11
64
Maschio
Via Monesiglio
Mercoledì AM
Intervistato 12
58
Femmina
Via Gorizia
Mercoledì AM
Intervistato 13
88
Maschio
Via Gorizia
Mercoledì AM
Intervistato 14
73
Femmina
C.so Orbassano
Mercoledì AM
Intervistato 15
78
Femmina
Via Gorizia
Mercoledì AM
Intervistato 16
55
Femmina
Via Baltimora
Mercoledì AM
Intervistato 17
37
Maschio
Via Filadelfia
Mercoledì AM
Intervistato 18
32
Femmina
Via Baltimora
Mercoledì AM
Intervistato 19
58
Maschio
C.so Sebastopoli
Mercoledì AM
Intervistato 20
48
Femmina
Via Monesiglio
Mercoledì AM
Intervistato 21
68
Maschio
Via Baltimora
Mercoledì AM
72
intervistati
73
Le problematiche riscontrate maggiormente riguardano l’intenso traffico automobilistico che rende la zona di progetto caotica ed inquinata. Anche trovare parcheggio è molto difficoltoso, “durante le partite, data la vicinanza dello stadio, ci sono macchine parcheggiate anche sui marciapiedi, la situazione è diventa invivibile!” dice l’intervistato 6. La pedonalizzazione dell’area prevista dal progetto andrebbe a risolvere questa problematica aumentando la qualità della vita e la tranquillità degli spazi, ora principalmente fruiti da persone anziane. I campioni all’interno dell’area di progetto percepiscono prevalentemente una sensazione di sicurezza tranne per quanto riguarda i servizi commerciali; i negozianti infatti, per questioni legate ad atteggiamenti criminali isolati, si sentono più insicuri sul luogo di lavoro. A parte queste problematiche legate a piccoli furti ai servizi commerciali, l’isolato analizzato sembrerebbe neccessitare di una rigenerazione urbana e del verde pubblico oltre ad un aumento della fruizione da parte degli utenti esterni. Questi interventi sono in linea con le idee di progetto, le quali vertono sulla riqualificazione urbana, con il progetto di un rain garden. Il frazionamento degli edifici esistenti punta ad aumentare il valore economico degli immobili, mentre l’inserimento di luoghi di
ritrovo e condivisione attrezzati mirano ad aumentare la fruizione dell’area. Perchè ciò accada l’area di progetto verrà resa interamente pedonale, facendo si che si formi una piazza pubblica completamente accessibile. Gli utenti intervistati hanno reagito positivamente a queste idee di progetto. L’idea di vivere nell’Oasi di Santa Rita si rispecchia con gli ideali di chi vive l’area e che ha scelto di abitare in uno spicchio di città che si differenzia in tutto dallo scenario urbano tipico della città di Torino.
4. Oasis
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Costruzione di uno scenario urbano E’ ormai noto che al giorno d’oggi il cambiamento climatico stia notevolmente modificando l’intensità e la frequenza dei fenomeni atmosferici; si riscontrano sempre più di frequente fenomeni come per esempio le piogge alluvionali, meglio conosciute come “bombe d’acqua”, che, in molte occasioni, portano a conseguenze disastrose. Per far fronte a questo problema attuale, ispirandosi ai recenti interventi urbanistici del nord Europa, in città come Copenaghen, la proposta progettuale a breve illustrata vuole porsi ambiziosamente come soluzione ai danni provocati dai fenomeni sopra descritti. Per questa ragione il progetto è fondato sulla definizione di un nuovo spazio pubblico trattato attraverso scelte progettuali relative al drenaggio del suolo. E’ bene precisare che con il termine drenaggio si intende sia la proprietà del terreno di lasciar percolare l’acqua per via gravitazionale, sia gli interventi predisposti dall’uomo per sfruttare l’acqua in eccesso facendola defluire in un sistema di raccolta. Quindi uno dei principi cardine dell’intervento di progetto è quello di recuperare le risorse idriche con lo scopo di riutilizzarle per le abitazioni, che a loro volta subiscono delle trasformazioni interne. In breve, il progetto si inserisce nello scenario precedentemente descritto cercando di risolvere questi fenomeni
sempre più frequenti attraverso differenti soluzioni, ispirate ai cosiddetti rain garden, applicate in una piccola realtà. La forte peculiarità di questi interventi riguarda la concezione di spazi meteoropatici che si modificano attraverso le condizioni meteorologiche e che favoriscono il benestare degli utenti. Il progetto consiste anche nell’inserimento di attrezzature ottenute attraverso la rivisitazione dei sistemi di isolamento che, se prima ricoprivano una funzione di separazione tra il pubblico e il privato, nello scenario ipotizzato diventano strutture di condivisione. Questi nuovi elementi sono pensati per poter essere utilizzati come svago, interazione, sosta, gioco e coltivazione . Ciò contribuisce a rendere questi spazi parte integrante di un sistema di interazioni sociali e connessioni con la città. Ad una scala maggiore lo scenario è costituito da interventi localizzati ai singoli edifici, con lo scopo di aumentarne il valore immobiliare; nello specifico si è previsto il frazionamento delle unità immobiliari in appartamenti di dimensioni minori. Ciò permetterebbe, in uno scenario di intensa mobilità degli abitanti, dai più ridotti nuclei familiari ai singoli individui, di ottenere spazi commisurati alle proprie necessità abitative.
80
81
0
30
75
150 m
82
Strategie
frammentazione
›
frazionamento degli spazi abitati al fine di densificare l’abitare
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azioni : frammentazione
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1
erosione
›
progettazione di spazi capaci d’inserirsi nel tessuto urbano e sociale
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azioni : erosione
(1)
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potenziamento
›
offrire
attrezzature
di
condivisione
per
svolgere attivitĂ e recupero delle risorse idriche attraverso i rain garden
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Apertura - eliminazione degli ostacoli
Sosta - panchina metallica
Coltivazione - orti urbani
Protezione - spazio coperto
Condivisione - spazio per la conversazione
Sosta - stalli per biciclette
Gioco - muro per l’arrampicata
azioni : potenziamento . i sistemi
d ’ isolamento
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Recupero delle risorse idriche
Drenaggio veloce - asfalto drenante
Drenaggio medio - ghiaia
Drenaggio lento - superficie vegetale
Specchio d’acqua temporaneo
Filtraggio naturale
azioni : potenziamento . i sistemi di recupero delle risorse idriche
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DRENAGGIO
FILTRAGGIO ACCUMULO
USO IRRIGUO
USO DOMESTICO
funzionamento del sistema di filtraggio delle acque meteoriche
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1
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relazione
›
progettazione di spazi strategici in forte relazione con il tessuto urbano
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azioni : relazione
(1)
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azioni : relazione
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azioni : relazione
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no home stato di fatto
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no home residence
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Oasis Per la realizzazione di questi nuovi spazi e servizi accessibili a tutti si è deciso di formare delle “oasi” verdi, ispirate ai cosiddetti rain garden. Questi “giardini della pioggia” si presentano come delle leggere depressioni del suolo ricoperte a verde simili a delle aiuole. Posizionate lungo i principali percorsi pedonali ricavati all’interno dell’area di progetto, queste nuove oasi così formate hanno lo scopo di gestire e controllare le grandi quantità d’acqua piovana provenienti principalmente dai tetti degli edifici, dalle sedi stradali e dalle grandi aree pavimentate. Tali sistemi-giardino, contribuiscono notevolmente alla riduzione dell’inquinamento idrico intercettando e trattenendo l’acqua piovana riducendo anche il cosiddetto effetto “runoff ”, ovvero il ruscellamento idrico. Per limitare il verificarsi di questo fenomeno sono stati utilizzati differenti materiali in base alla loro velocità di drenaggio, dall’asfalto permeabile con drenaggio veloce, alla ghiaia con drenaggio medio fino agli avvallamenti vegetali con drenaggio lento dovuto all’accumulo e filtraggio dell’acqua. Questi materiali permettono il totale assorbimento dei liquidi da parte di tutta la superficie minerale e vegetale, formando così uno spazio pubblico composto da oasi di materiali differenti che hanno ispirato il concetto di Oasis. È evidente come i rain garden possano
essere, in ambito urbano, una valida ed economica soluzione per contrastare la contaminazione delle acque ed un importante strumento per ridurre i danni connessi alle calamità naturali. Il principio è quello di aumentare la superficie di spazio pubblico a disposizione della popolazione proponendo la trasformazione delle strade veicolari, a favore di una viabilità prettamente pedonale. Ciò renderebbe l’area una grande piazza in grado di formare uno spazio concavo, completamente accessibile, che attragga la città all’interno dell’oasi. Come anticipato in precedenza, è stata rivolta una particolare attenzione agli angoli dell’area, da noi denominati “approdi”. Questi edifici, in forte relazione con la città, sono stati pensati come spazi con un forte carattere concavo dal punto di vista percettivo, in modo da favorire l’accesso alla nuova piazza urbana.
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CONCAVITÀ CONVESSITÀ CONCAVITÀ TUBOLARE
concavità e convessità di progetto
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azioni : erosione
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versatilitĂ degli spazi
GENERA E ION Daphne Fabbri Vittorio Falaschi Riccardo Mattioli Greta Montecchia
INDICE 1. ABITARE A MIRAFIORI NORD Margini Densità fisica Densità sociale Nodi Focalizzazione
2. LO SPAZIO PERCEPITO Leggibilità | Complessità Stabilità | Sorpresa Sicurezza | Insicurezza Concavità | Convessità Funzioni manifeste | Funzioni latenti Abitanti Ribalta | Retroscena Le interviste
3. LO SPAZIO COSTRUITO: GLI ISOLATI Isolato 1: edifici a corte di proprietà pubblica Isolato 2: edifici in linea di proprietà pubblica Isolato 3: edifici a corte di proprietà mista Isolato 3: appartamenti di proprietà privata Elementi di criticità Mercato Immobiliare Lo stato attuale dell'immobile
4. GENERA E ION
No Home. Turin
What If?
Atelier Progetto Urbanistico C
Interventi Lo spazio pubblico
Politecnico di Torino A.A. 2018-2019 Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Progetto Sostenibile
Urbanistica: Angelo Sampieri Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello collaboratori: Quirino Spinelli e Beatrice Agulli
Lo spazio privato
500 m
inquadramento torino
250 m
inquadramento mirafiori nord
1. ABITARE A MIRAFIORI NORD L’area di progetto è situata nella periferia Sud di Torino, nel quartiere di Mirafiori Nord, passato alla storia sopprattutto per l’impianto industriale della FIAT. Nel 1939 venne inagurata la sede della casa automobilistica nella zona sud della città, che doveva essere destinata alla produzione di nuovi modelli; l’obiettivo fu di breve applicazione a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la quale oltre ad occupare gli operai, danneggiò significativamente lo stabilimento a causa dei bombardamenti. Il triste evento però, portò ad una ricostruzione massiva dell’insediamento e del suo intorno, che venne inagurato nel 1956 con il nuovo nome di “Mirafiori Sud”.
Se nel secolo scorso i flussi migratori nel Settentrione interessarono le popolazioni del sud Italia, oggi coinvolgono le popolazioni di alcuni Paesi in condizioni di povertà. Questo fenomeno, unito alla crisi dell’industria italiana, ha comportato radicali cambiamenti all’interno del quartiere di Mirafiori Nord, dove sono pochi gli operai rimasti delle industrie circostanti e l’età media degli abitanti è aumentata significativamente.
L’espansione dell’azienda, unita al fenomeno dei grandi flussi migratori che hanno coinvolto la città di Torino negli anni 50’ del secolo scorso, hanno portato alla formazione di un nuovo insediamento abitativo intorno ai cancelli della FIAT, il quale partecipò al piano INA-Casa che ha portato all’aggiunta di 1500 alloggi da assegnare ai dipendenti.
9
capitolo
1
capitolo
1
MARGINI
Dopo un’ attenta analisi dell’area , sono stati rilevati i margini, identificabili come elementi che circorscivono una porzione di città avente un linguaggio simile, architettonico e morfologico, oltre che demografico. I margini sutura più signficativi che delimitano l’area oggetto di studio, sono formati dagli assi viari (Corso Cosenza a nord-est , Corso Tazzoli a sud-ovest, Corso Agnelli a est e Corso Orbassano a ovest) maggiormente trafficati e con una maggiore sezione stradale.
1 250 m
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>
Il margine barriera, inteso come elemento lineare che separa in modo netto gli spazi urbani, è identificabile con l’alto muro di recinzioni dello stabilimento della FIAT, chiaro elemento duro di demarcazione con il fronte stradale.
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>3
>1
3
MARGINI SUTURA MARGINI BARRIERA
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capitolo
1
capitolo
1
DENSITÀ FISICA
Successivamente abbiamo individuato tre diversi gradi di densità fisica; nelle aree a nord-est su Corso Cosenza occupate da edfici residenziali, la densità fisica registrata è molto piu alta, in quanto vi sono edifici che raggiungono 11 piani, rispetto alle zone più a sud-ovest dove gli edifici ragiungono 2-3 piani fuori terra, destinati a plessi scolastici o esercizi commerciali. L’area più a sud su Corso Tazzoli si identifica come zona prettamente residenziale a media densità occupata principalmente da edfici a corte che raggiungono un’altezza massima di 4 piani.
250 m
3
2
>
Nell’elaborare l’analisi della densità fisica, definita come il rapporto tra numero di abitanti e la superficie di un’area, è stata effetuata un'analisi della consistenza edilizia per restituire i diversi numeri di piani degli edifci presenti nell’area.
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>1
2
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In seguito ai sopralluoghi effettuati è stato possibile comprendere come il quartiere nella sua dimensione fisica risulti avere una destinazione d’uso prevalentemente resindenziale. Tuttavia sono stati individuati, in modo puntuale, edifici non residenziali ad uso pubblico, quali il supermercato, le scuole, la chiesa e piccole attività commerciali.
3
CONSISTENZA EDILIZIA 1-2 3-4 5-6 7 - 11
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capitolo
1
capitolo
1
DENSITÀ SOCIALE
250 m
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DENSITÀ BASSA DENSITÀ MEDIA
Margini Barriera
DENSITÀ ALTA
Successivamente all’analisi della densità fisica, è stato possibile analizzare la densità sociale nel quartiere in esame. Tale analisi permette di individuare la numerosità e la ricchezza delle interazioni sociali e la superficie di un’area. Sono state svolte due analisi in due giorni diversi della settimana, il primo sopralluogo è stato effettuato di mercoledi e il secondo di domenica, nella fascia oraria compresa tra le 10 e le 12 del mattino, analisi che hanno restituito esiti differenti. In generale si è osservato come la zona sia caratterizzata da poche interazioni sociali, trattandosi di una zona per lo più residenziale. In particolare nel sopralluogo di mercoledì, trattandosi di un giorno feriale, le maggiori interazioni sociali sono state riscontrate in prossimità del mercato coperto in via Don Giovanni Grioli, punto di attrazione per i residenzi della zona. Nel sopralluogo effettuato di domenica, trattandosi di un giorno festivo, le maggiori interazioni sono state osservate nei pressi della piazza Dante Livio Bianco di fronte alla chiesa del Gesù Redentore. Si è osservato inoltre una buona frequentazione dei giardini e parchi pubblici presenti all’interno dell’area, popolati prevalentemente da famiglie con bambini e anziani.
1 250 m
2
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Margini Sutura
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capitolo
1
capitolo
250 m
MERCOLEDÌ FASCIA ORARIA 10 - 12
Mercoledì fascia oraria 10:00- 12:00
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DENSITÀ ALTA DENSITÀ MEDIA
DENSITÀ BASSA
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DOMENICA FASCIA ORARIA 10 - 12
Mercoledì fascia oraria 10:00- 12:00
Densità media
Densità media
Densità bassa
Densità bassa
DENSITÀ ALTA
DENSITÀ BASSA
DENSITÀ MEDIA
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capitolo
1
capitolo
1
NODI
250 m
2
>
Nella zona studiata, sono stati individuati principalmente quattro nodi che assumo la caratteristica di nodi di congiunzione, attraversamenti e congiunzione di percorsi, posizionati rispettivamente nei punti di margine che definiscono l’area. I nodi di concentrazione rilevati sono: i plessi scolastici, la chiesa, i campi sportivi e le attività commerciali all’interno dell’area. Questa tipologia di nodi è rappresentata da luoghi in cui è presente un particolare addensamento di attivtà.
1
2
3
>
I nodi sono dei luoghi strategici posizionati all’interno di una città, nei quali un osservatore può entrare o grazie ai quali si muove. Si identificano due tipologie: congiunzione e concentrazione.
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1
3
CONGIUNZIONE CONCENTRAZIONE
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19
capitolo
1
capitolo
1
FOCALIZZAZIONE
1 250 m
1 2
>
2
>
Dopo aver svolto le analisi della densità fisica e sociale all’interno del quartiere, per poter effettuare l’analisi della focalizzazione si sono analizzati aspetti fisiologici legati all’area. All’interno dell’area sono state individuate come aree maggiormente focalizzate i più grandi esercizi commerciali, quali il supermercato e il mercato coperto in via Don Giovann Grioli. wwRisultano invece poco focalizzati i parchi e i giardini pubblici dislocati all’interno del quartiere, in quanto non vengono svolte specifiche funzioni e per questo motivo risultano poco frequentate.
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ZONA DENSA NON FOCALIZZATA ZONA DENSA FOCALIZZATA ZONA A BASSA DENSITÀ FOCALIZZATA ZONA A BASSA DENSITÀ NON FOCALIZZATA
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2. LO SPAZIO PERCEPITO In seguito ai sopralluoghi effettuati, si è riscontrato come nell'area presa in esame la percentuale di spazio costruito è nettamente più alta degli spazi aperti, seppur frequenti, all'interno del quartiere. Il quartiere infatti è oggi un quartiere dormitorio, dove la maggior parte dei residenti, per lo più anziani, svolgono le loro attività al suo interno. La funzione principale del quartiere è quindi quella residenziale. È possibile distinguere varie tipologie edilizie , per lo più destinate ad edilizia popolare. Inoltre il quartiere ospita i principali servizi necessari alla vità di una comunità, dagli esercizi commerciali e istituti scolastici, ma non gode di spazi attrattivi che richiamano possibili inividui esterni. Coloro che frequentano maggiormente il quartiere sono infatti residenti e/o non residenti che si spostano unicamente per motivi lavorativi. Punto a favore è sicuramente la presenza di spazi aperti verdi, seppur poco curati e in stato di abbandono, dislocati all'interno del quartiere, che rompono la monotona scansione residenziale offrendo ai cittadini spazi di aggregazione dove ritrovarsi.
23
capitolo
2
capitolo
2
LEGGIBILITÀ | COMPLESSITÀ
Sin dai primi sopralluoghi l’area in esame è risultata di facile comprensione. In particolare la regolarità dell’impianto urbano, costituito da stecche alte e coerenti fra di loro dal punto di vista architettonico, accompagnato da una monitonia dei suoi insediamenti, ha determinato un diffuso livello di alta leggibilità. Risulta in generale un quartiere a bassa complessità, con spazi comprensibili, ma privi di stimoli particolari. La fascia su Corso Cosenza, definita da un agglomerato di edifici multipiano, con le sue forme slegate dagli insediamenti operai più a sud rappresenta uno dei pochi casi di zona con una maggiore complessità.
1 250 m
2
>1 >
>3
2
3
COMPLESSITÀ LEGGIBILITÀ
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25
capitolo
2
capitolo
2
STABILITÀ | SORPRESA
1 250 m
2
Inoltrandosi all'interno del quartiere invece la sensazione di sorpresa è riscontrabile in prossimità del supermercato e in particolar modo nel mercato coperto, che con le sue forme geometriche che si discostano da quelle presenti all'interno del quartiere, offre differenti scenari di vita quotidiana.
3
>
L'area di studio, definita da spazi regolari e di facile lettura, risulta essere omogenea per quanto riguarda le sensazioni di stabilità e di sorpresa, le quali risultano essere alta per la stabilità e bassa per la sorpresa. Nell'area sono presenti spazi aperti che risultano familiari, prevedibili e rassicuranti. Le sensazioni di alta stabilità e sorpresa bassa, sono rintracciabili nei giardini e aree verdi frequentati principalmente da bambini e anziani.
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SORPRESA
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capitolo
2
capitolo
2
SICUREZZA | INSICUREZZA
250 m
2
>
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>
Inoltre la presenza di giardini pubblici, con elementi di arredo o gioco in condizioni di usura o con tracce di vandalismo, potrebbero suscitare sensazioni di spaesamento o di inutilizzo di aree, che seppur attrezzate, non trasmettono senzazioni di benessere o sicurezza.
1
>
La sensazione di sicurezza o di insicurezza sono percezioni strettamente soggettive. L’area di studio risulta fin da subito una zona tranquilla, che presenta però delle caratteritiche che possono suscitare sensazioni di insicurezza, quali la scarsa presenza di persone lungo la strada.
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1
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SICUREZZA
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capitolo
2
capitolo
2
CONCAVITÀ | CONVESSITÀ
1 250 m
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>
I fenomeni di concavità e convessità sembrano alternarsi in maniera piuttosto omogenea all’interno all’area. Gli spazi concavi sono quegli spazi “centripeti” che trasmettendo la sensazione di essere attratti all’interno. Questa percezione si manifesta per lo più nella parte più alberata del giardino Pietro Nenni, nel parco di fronte al liceo artistico statale Renato Cottini Succursale e nel giardino del palazzetto del ghiaccio Tazzoli. Qui gli alti e folti arbusti creano un luogo in cui è forte il senso di concetrazione verso l’interno. Nella medesima categoria sono stati individuati un mercato coperto e una piazza caratterizzata dalla presenza di un anfiteatro. Si tratta di spazi caratterizzati da elementi architettonici che con la loro forma e dimensione delimitano lo spazio, trasmettendo la sensazione di contenimento e chiusura. La convessità, cioè la sensazione di essere spinti verso l’esterno è riconoscibile all’interno dei medesimi spazi verdi, ma in aree che presentano caratteri diversi. Questi luoghi sono connotati da una rada vegetazione che lascia intendere la volontà in fase di progettazione di aprire lo spazio, trasmettendo la sensazione di essere “in campo aperto”. Gli assi viari invece sono chiari esempi di concavità tubolare, come Corso Enrico Tazzoli con la sua pista ciclabile centrale rispetto alla sezione stradale, le alberate lungo corso Giovanni Agnelli e corso Siracusa .
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CONCAVITÀ TUBOLARE CONCAVITÀ CONVESSITÀ
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capitolo
2
capitolo
2
FUNZIONI MANIFESTE | FUNZIONI LATENTI
1 250 m
2
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Per quanto riguarda gli aspetti funzionali/ comportamentali dell’ambito sociale, è importante analizzare le varie funzioni che identificano l’area. Si distinguono due tipi di funzioni: manifeste e latenti. Per funzione manifesta si identifica un luogo il cui utilizzo si attiene alle intenzioni progettuali iniziali, e si caratterizza perciò come uno spazio solido. Tale funzione è riscontrabile nella piazza Dante Livio Bianco adiacente alla chiesa del Gesù Redentore, trattandosi di un luogo di attività religiose e spazi aperti di aggregazione. Una funzione è latente invece, quando assume un carattere fragile e mal progettato, che ha portato con il tempo ad un’alterazione e succesivo cambiamento della funzione progettuale. Si identificano come funzioni latenti ambivalenti i giardini pubblici non correttamente progettati e lo spazio aperto davanti al polo scolastico, con elementi di arredo o gioco usurati e con tracce di vandalismo. Non sono state riscontrate funzioni latenti complementari, ovvero che arricchiscono le funzioni manifeste senza entrare in conflitto con esse.
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FUNZIONI MANIFESTE FUNZIONI LATENTI AMBIVALENTI
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capitolo
2
capitolo
2
ABITANTI
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Con lo studio della popolazione, possiamo notare come la maggioranza residenziale connoti l’area studiata. Non avendo la presenza di funzioni che attraggano turisti, la popolazione non residente che si trova nell’area è dovuta a motivi lavorativi o di istruzione, quindi ricadendo rispettivamente nelle classificazioni di “al lavoro” e “fruitrice” . Oltre ai molti istituti scolastici, sono presenti molti giardini e spazi verdi che nelle ore diurne vengono frequentati da bambini con i rispettivi accompagnatori; inoltre, con meno frequenza, sono presenti anche persone a passeggio col cane, ritrovando la categoria “animali”. Analizzando nello specifico la categoria dei “residenti”, si può notare che l’area è abitata da persone anziane, le quali possono andare a creare un’ulteriore categoria, i “flaneur”, nelle ore feriali.
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3
INSTRUZIONE
PARCO ATTREZZATO
GIARDINO PUBBLICO
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capitolo
2
capitolo
2
RIBALTA | RETROSCENA
1 250 m
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1
>
All’interno di un ambito sociale vi è un’alternanza di momenti sociali di esposizione e momenti di privacy. Le culture codificano le situazioni in base al loro carattere “privato” o “pubblico” e spesso la struttura spaziale può favorire la distinzione tra tali situazioni, ma è il comportamento effettivo che ne sancisce la distinzione tra “ribalta” e “retroscena”. Nella zona i luoghi di ribalta sono stati individuati nei poli scolastici, nei luoghi religiosi e nelle vicinanze delle attività commerciali, quali supermercato e mercato coperto. In questi luoghi i soggetti si comportano in maniera più controllata potenziando l’immagine che trasmettano agli altri. Atteggiamenti di retroscena sono stati rintracciati in prossimità degli edifici residenziali, spazi definiti dalla presenza di recinzioni, dove le persone non svolgono attività a contatto con il pubblico, assumendo un comportamento più spontaneo e tranquillo.
> 3
3
RIBALTA RETROSCENA
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capitolo
2
capitolo
2
LE INTERVISTE
Al fine di orientare il nostro esercizio progettuale, tale da rispondere alle esigente della popolazione insediata e di dotare la zona in esame di servizi mancanti, è stato adottare il medoto delle interviste dirette alla popolazione, interviste effettuate a campione a soggetti scelti non secondo criteri di rappresentatività statistica, ma in quanto particolarmente adatti a fornire informazioni approfondite sul tema dell'indagine. Questi vengono scelti in quanto "testimoni" di un determinato fenomeno e sono ritenuti "qualificati" in quanto si ritiene che, per la loro conoscenza del contesto, siano in possesso di conoscenze dettagliate in grado di esprimere, più di altri, valutazioni critiche. Le interviste sono state sottoposte a venti soggetti, uomini e donne, di diversa età, residenti o lavoratori all'interno del quartiere; queste sono state svolte in due giorni differenti, in particolare in un giorno feriale e in un festivo, per intercettare opinioni e percezioni diverse legati ai modi in cui viene vissuto il quartiere. In un fase introduttiva all'intervista, si è annotato il sesso e l'età, per poi procedere con la formulazione di 5 domande, riguardanti aspetti generali e connotativi della zona, volte a comprendere il grado di apprezzamento di chi le frequenta. In una prima parte viene chiesto all'interv-
38
istato se risiede nella zona o se la frequenta esclusivamente per motivi lavorativi, per poi indagare il grado di apprezzamento dei servizi e/o dei luoghi presenti. Ai campioni degli intervistati sono state poste le seguenti domande: 1. Abitate nella zona? Se sì, da quanto tem-
po?
2. Quali
sono gli aspetti positivi e/o negativi
3. Quali
sono i luoghi che frequentate mag-
della zona?
giormente?
4. Come li valuta in una scala da 1 a 5? 5. Che spostamenti fa di solito nell’arco della giornata? 6. Come
privati?
si sposta?
Utilizza
mezzi pubblici o
La maggior parte degli intervistati sono risultati, come previsto, residenti nella zona, mentre la minoranza ha dichiamato di frequentare la zona esclusivamente per motivi di lavoro. Come già compreso sin dai primi sopralluoghi effettuati, l'area in esame assume una funzione principalmente residenziale, dove la maggior parte dei residenti è costituita per lo più da anziani, molti dei quai risiedono nelle case popolari dell'ATC.
Nel corso delle interviste alcuni di questi hanno sottolineato lo stato di disordine in cui versano le loro corti, non soggette ad una corretta e costante manutenzione.
che ne denuncia la scarsa manutenzione e l'utilizzo improprio da parte di alcuni soggetti;
"Le nostre corti non vengono curate da nessuno, l’erba è sempre alta e noi pensionati ci paghiamo regolarmente tutte le utenze.."
ti peggiorando negli anni e soprattutto in
La popazione fruitrice del quartiere si suddivide, per tipologia, in tre categorie: residenti, residenti-lavoratori e esclusivamente lavoratori. Da tali considerazioni ne è scaturita la scelta dei luoghi dove effettuale le interviste (scuole, mercato, giardini e attività commerciali). Di seguito si riporta per ognuna delle tematiche riscontrate una breve sintesi delle risposte ricevute.
• SICUREZZA: si sono riscontrati pareri discordanti tra i vari cittadini: alcuni non hanno mai percepito insicurezza, altri imvece affermano che la zona in esame, pur risultando sicura, è soggetta a sporadici casi di delinquenza;
• SERVIZI: elemento positivo della zona, in quanto la maggior parte degli intervistati risulta soddisfatta sia dei servizi necessari che il quartiere offre sia per l'efficienza dei servizi pubblici che rendono gli spostamenti verso le diverse zone limitrofe comodi e veloci;
• LUOGHI DI AGGREGAZIONE: la zona risulta carente di spazi attrativi e di aggregazione sia per i giovani del quartiere che per possibili individui esterni;
"E’ una zona molto ben servita e ci sono molti collegamenti con i mezzi pubblici in direzione del centro."
• GIARDINI: risultano essere numerosi, ben distribuiti e vissuti dalla popolazione
"I
parchi pubblici nel quartiere sono anda-
primavera è facile trovarli con l’erba incolta e sporchi."
"Prima
si viveva bene, c’erano più delinquenti
ma si viveva bene.
Adesso la situazione è peggiorata si vive peggio."
"..non c’è
nessun interesse nella zona, è un
quartiere molto noioso con solo residenze e persone anziane, non ci sono locali o posti dove andare con gli amici. ritrovo.."
Manca un luogo di
Queste interviste sono risultate fondamentali per rafforzare l'idea progettuale, in particolare per dotare e restituire al quartiere spazi per la collettività.
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capitolo
2
capitolo
2
250 m
SESSO
ETA'
RESIDENTE| NON RESIDENTE
GIORNO
ORA
LUOGO
1
M|F
15|16
NON RESIDENTE
SABATO
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SCUOLA
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RESIDENTE
SABATO
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PARCO
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26
NON RESIDENTE
SABATO
12.15
MERCATO
4
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50 circa
RESIDENTE
SABATO
12.35
MERCATO
5
F
40 circa
NON RESIDENTE
MERCOLEDÌ
10
PARCO
6
F
40 circa
RESIDENTE
MERCOLEDÌ
10.20
PARCO
7
F
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RESIDENTE
MERCOLEDÌ
11.15
PARCO
8
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75
RESIDENTE
MERCOLEDÌ
12
BAR
9
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NON RESIDENTE
MERCOLEDÌ
12.15
BAR
10
F
75
RESIDENTE
MERCOLEDÌ
12.35
BAR
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M
60 circa
RESIDENTE
SABATO
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SCUOLA
12
F
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RESIDENTE
SABATO
11
PARCO
13
M
60
RESIDENTE
MERCOLEDÌ
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CORSO TAZZOLI
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M
35 circa
RESIDENTE
SABATO
11.15
PIAZZA D. L. BIANCO
15
F
50 circa
RESIDENTE
MERCOLEDÌ
11.25
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16
M
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RESIDENTE
SABATO
12
PIAZZA D. L. BIANCO
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35 circa
NON RESIDENTE
MERCOLEDÌ
12.20
VIA SAN REMO
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M
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MERCOLEDÌ
11.45
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RESIDENTE
SABATO
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PIAZZA D. L. BIANCO
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F
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SCUOLA
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9 8
7
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INTERVISTATI
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3. LO SPAZIO COSTRUITO: GLI ISOLATI Si è compreso sin dai primi sopralluoghi come l'area a ridosso della Fiat, fosse caratterizzata da spazi urbani ben definiti, in cui risulta riconoscibile la separazione tra la dimensione privata e pubblica. In particolare, restringendo l'analisi ad una porzione del quartiere, procedendo da Corso Tazzoli per spingersi fino ad una porzione di via Bernardo de Canal, l'area si caratterizza per il suo carattere residenziale. Risulta infatti, composta da un tessuto edilizio principlamente formato da edifici multipiano a corte e in misura minore in linea. All'interno dell'area la sfera pubblica si caratterizza da numerosi complessi edilizi di proprietà ATC, intervallati da spazi aperti collettivi. La separazione tra la sfera pubblica e privata assume una dimensione fisica, per mezzo di recinzioni, passaggi e barriere vegetali, che oltre a definire gli spazi , ne modificano le relazioni.
l'aspetto. Lo spazio interno collettivo risulta ad oggi poco valorizzato, essendo utilizzato prevalentemente come raccolta rifiuti e parcheggio auto, sottovalutandone le potenzialità. L'isolato 2 definito da corso Tazzoli, via Eleonora d'Arborea, via Giacomo Dinae via S. Remo, a differenza del precedente, si configura come isolato in
linea,
caratterizzato da quattro fabbricati con altezze di cinque piani, delineati da uno spazio circostante per i parcheggi. Infine
si
è
analizzato
l'
isolato
3
circoscritto da via Giacomo Dina, corso Giovanni Agnelli, via Carlo del Prete e via Lamberto de Bernardo. L'isolato a corte, si caratterizza per la presenza di manufatti pubblici e privati. Gli edifici pubblici di proprietà ATC hanno un'altezza che varia dai 3 ai 4 piani fuori terra, mentre l'edificio privato presenta dimensioni consistenti
In particolare possiamo notare come l'isolato 1, definito da corso Tazzoli, corso Agnelli, via Giacomo Dina e via Lamberto de Bernardi, si configura come isolato a corte chiuso con edifici che variano da tre a quattro piani, intervallati da bassi fabbricati, che mostrano nelle facciate interne alla corte l'aggiunta di vani ascensori colorati che ne connotano
ospitando 10 piani fuori terra. Nello spazio interno della corte ,utilizzato esclusivamente come spazio di raccolta rifiuti e parcheggio auto, la separazione tra dimensione pubblica e dimensione privata viene fortemente sottolineata mediante una recinzione che instaura anche un limite fisico.
43
capitolo
3
capitolo
via
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gia co
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tipologie edilizie studiate
44
45
capitolo
3
capitolo
3
ISOLATO 1: edifici a corte di proprietà pubblica
ANNO DI COSTRUZIONE 1926
via gia c
UTENZA ATC
om od ina
i rd na er b e
via
NUMERO DI ALLOGGI 180
od rt be m a
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TIPOLOGIA Corte
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o c ri en o zz ta li
46
c
47
capitolo
3
capitolo
3
ISOLATO 2: edifici in linea di proprietà pubblica
ANNO DI COSTRUZIONE ante 1947 -57 UTENZA ATC Servizi
via
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gia co mo d
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NUMERO DI ALLOGGI 150 TIPOLOGIA Linea
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48
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49
capitolo
3
capitolo
3
ISOLATO 3: edifici a corte di proprietà mista 1
ANNO DI COSTRUZIONE 1942 UTENZA ATC Privati
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la
NUMERO DI ALLOGGI 200 TIPOLOGIA Corte
a vi o m o c ia g a in
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3
50
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51
capitolo
3
capitolo
3
ISOLATO 3 : appartamenti di proprietà privata E lementi
di criticità
Si è iniziato ad approfondire lo studio sull'isolato 3 che, per la sua morfologia e la sua doppia utenza, ha suggerito riflessioni interessanti. Dopo numerosi sopralluoghi, sono state riscontrate le seguenti criticità:
spazio aperto
• i margini di confine risultano essere definiti da una recinzione fisica, che regola gli accessi sia pedonali che carrabili; • la convivenza di due tipologie d'utenza differenti, quella pubblica dell'ATC e quella privata, ha portato, attraverso una recinsione, ad une netta separazione degli spazi all'interno della corte; • nonostante la grande disposizione di suolo, questo viene utilizzato solo come spazio di rimessa, passaggio e sosta delle auto, e risulta essere privo di spazi attrezzati per l'aggregazione degli abitanti;
B PU
IC BL
PR
I
O
T A V
O
recinzione
• la qualità dell'abitare all'interno dell'edificio in alcuni casi risulta essere bassa in alcuni casi.
edificato 52
53
capitolo
3
capitolo
3
M ercato I mmobiliare
250 m
Dopo avere confrontato le tipologie edilizie all'interno dell'isolato, si è scelto di approfondire l'edificio a stecca di corso Giovanni Agnelli. Si tratta di una massiccia stecca residenziale altamente densificata che si sviluppa per tutta l'estensione dell'isolato. Per pensare a possibili interventi che possano modificare il modo di abitare all'interno dell'edificio, è stata effettuata un'indagine sul mercato immobiliare di eventuali alloggi in vendita. Indagine che fa riferimento ad annunci immobiliari pubblicati negli ultimi mesi, da cui è emerso un prezzo al m2 che oscilla dai 1150 €/m2 ai 1500 €/m2. In generale salendo di piano, aumenta anche il prezzo sul mercato che però risulta essere pur sempre molto basso. Inoltre gli appartamenti in vendita o vuoti sono molto pochi, pari a 5 quadrilocali di circa 90 mq l'uno, dislocati lungo tutta la manica dell'edificio. Alcuni hanno subito delle modifiche recenti.
54
www.idealista.it
www.idealista.it
www.idealista.it
90 m
85 m
95 m 2
2
2
1522 €/m 2
1647 €/m 2
1157 €/m 2
7 o piano
7 o piano
2 o piano
26 Marzo 2019
11 Marzo 2019
7 Novembre 2019 55
capitolo
3
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AA
B B
B
A A'
Accessi alla corte 56
Giardini
Ghiaia
Aree pavimentate
pianta del piano terra
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3
capitolo
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seziona aa
sezione bb
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capitolo
capitolo
stato attuale dell ' immobile
3
PIANTA PIANO TIPO
Lo
3
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Si tratta di un edificio residenziale di 10 piani fuori terra che ospita 132 alloggi. Ăˆ presente un ingresso principale su strada che funziona come accesso alla corte interna dell'isolato. Da qui 6 ingressi posti in corrispondenza dei vani scala conducono agli appartamenti. Ogni piano ospita 12 alloggi, quindi per ogni vano scala ci sono 2 unitĂ abitative; queste variano dai 60 ai 140 m2, rigidi nella loro suddivisione interna, dove gli ambienti e le loro relative funzioni risultano essere frammentati e poco flessibili. La popolazione che abita l'immobile è prevalentemente anziana, ma vi sono anche famiglie con figli.
Accessi all'edificio Accesso alla corte Alloggi
Accessi agli alloggi Vani scala 60
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4. GENERA E ION L'analisi approfondita dei fenomeni insediativi dell'area ha portato ad una soluzione progettuale che potesse far fronte alle esigenze di lavoratori e all'elevata richiesta di alloggi per studenti, offrendo possibili soluzioni legate all' abitare temporaneo. Mirafiori Nord è un quartiere figlio della generazione operaia degli anni 50 del secolo scorso, quando il quartiere è stato pensato per ospitare una popolazione di lavoratori migranti dal Sud Italia. Col tempo sono cambiati i motori delle attività all'interno del quartiere, ma a rimanere sono gli abitanti, una fetta di popolazione anziana, e un grande patrimonio residenziale in alcuni casi ormai obsoleto. È possibile ripensare questi luoghi? Si può pensare ad un riuso del patrimonio residenziale in chiave più contemporanea, in una raealtà come quella odierna dove la temporaneità dell'abitare è protagonista nelle nostre vite? La stecca residenziale in esame e la sua corte di pertinenenza è l'oggetto di questa sperimentazione, che cerca di trasformare questo luogo sulla base dei concetti di temporaneità e flessibilità.
Il Generate, generatore di utenze e stimoli nuovi, ospita alloggi messi a disposizione a studenti e lavoratori. Il programma vuole incentivare l'integrazione tra gli attuali residenti e la nuova popolazione, che trova nel Generate spazi nuovi e dinamici. Oltre alle residenze, sono presenti spazi di lavoro co-working, aule studio, laboratori, spazi per lo sport, usufruibili da residenti e non. Si è prefigurata una sequenza cronologica di interventi. Lo schema distrubitivo a fasce verticali ha suggerito le modalità d'intervento: si parte da uno scenario zero in cui il programma trova una sua prima applicazione nella rifunzionalizzazione della corte e in una porzione di edificio, ospitante un numero limitato di alloggi distribuiti mediante un solo vano scala.. In questo modo si innesca il processo generativo, auspicando che in uno scenario X futuro possa coinvolgere l'intero edificio.
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capitolo
4
capitolo
4
WHAT IF? Sono stati pensati possibili modi di ripensare il patrimonio edilizio che caratterizza il tessuto urbano di Mirafiori Nord. Effettuando una ricerca degli alloggi disponibili negli ultimi 6 mesi sul mercato immobiliare, è emerso che nella stecca sono pochi gli appartamenti attualemente vuoti o in vendita. Allo stesso tempo l'edificio è una realtà che vede un numero consistente di affittuari che gestiscono autonomamente gli alloggi di loro proprietà. Ripensare una nuova forma di abitare implicherebbe quindi il conivolgimento di questi soggetti. Che cosa succederebbe se i proprietari cooperassero nella gestione delle loro proprietà nel dar vita ad una nuova macchina dell'abitare? Si tratterebbe di mettere a disposizione i m2 di proprietà e destinarli ad un'abitare temporaneo. Gli affituari, figure ormai obsolete in questo scenario, sarebbero i generatori e gestori dell'operazione. Questo comporterebbe anche degli interventi architettonici che risolleverebbero il prezzo di mercato dell'immobile e quindi dei nuovi alloggi. w Da un'analisi delle fattibilità è emerso anche che l'operazione sulla stecca di Corso Giovanni Agnelli 148 potrebbe essere ripetibile in tipologie analoghe presenti all'interno di Mirafiori Nord.
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ripetibilità del programma
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INTERVENTI
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riposizionamnto parcheggi
ricostruzione
concentrazione
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permeabilitĂ
spazi verdi
svuotamento primi due livelli
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4
LO SPAZIO PUBBLICO Lo spazio pubblico è una componente fondamentale nell'organizzazione dell'isolato, in quanto ha il duplice scopo di dotare il complesso di nuovi spazi e di implementare quelli già esistenti nel quartiere. Essi si generano a partire del disegno di facciata della stecca: si tratta di una griglia generata dalla maglia strutturale dell'edificio. Il disegno, che ha dettato la distribuzione degli spazi interni, coerentemente viene ripreso nel disegno del suolo all'interno della corte. Il disegno regolare ha suggerito l'uso di una struttura modulare in acciaio di dimensione 4 x 4 x 4 m per riorganizzare lo spazio della corte. Essa funge da supporto allo spazio aperto, che sarà dotato di un campo da gioco, ampie aree verdi e aree attrezzate per lo sport e il loisire. Nuove funzioni sono destinate ai residenti e non, pensate per trasformare la corte in un nuovo contenitore polifunzionale all'interno del quale si possono trovare spazi per il lavoro e lo studio, ma anche per lo svago, come una palestra, una caffetteria e una serra urbana . Tutto viene reso esclusivamente pedonale aggiungendo anche ulteriori accessi per i pedoni. I parcheggi esistenti sono stati spostati all'esterno dell'isolato dove gli spazi di sosta si presentano attualmente pressochè inutilizzati.
SCHERMATURA ORIZZONTALE
SCANSIONE PROSPETTO SCHERMATURA VERTICALE
MODULO 4x4x4m
ESTENSIONE GRIGLIA
PLAYGROUND
MODULI
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SERRA
ATTREZZATURA SPORTIVA
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capitolo
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AA
B
B
AA 1
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Caffetteria Market Zona ristoro Spazi smart working
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Serra
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Fab Lab
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Spazio polifunzionale
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Palestra Aula studio
6 Portineria
Aree coperte Accessi algli edifici
Pavimentazione Accessi alla corte
Giardini Accessi agli alloggi
pianta del piano terra
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sezione aa
sezione bb
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DATI EDIFICIO Numero alloggi: 30 Numero ospitanti per piano: 8 Piano tipo: 245.20 m2 Alloggio tipo: 21 m2 Spazi comuni: 490 m2 DATI CORTE Palestra | Aula studio: 96 m2 Serra: 24 m2 Spazio Polifunzionale: 48 m2 Fab lab: 32 m2 Zona ristoro | Spazi smart working: 48 m2 74
scenario
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LO SPAZIO PRIVATO
Alla base della progettazione del prospetto si è voluto riprendere la scansione della facciata presisitente. Partendo dalla griglia ottenuta da tale scomposizione della struttura a vista, è stata ricomposta la facciata ricollocando gli elementi opachi e quelli trasparenti.
pianta piano tipo
Per enfatizzare il rapporto tra il complesso abitativo e lo spazio aperto, l'intervento progettuale prevede lo svuotamento dei primi due livelli di una porzione di edificio per creare una maggiore permeabilità sia visiva che fisica con la corte interna. All'interno del Generate, l'organizzazione interna è stata concepita in modo tale da sfruttare al massimo la disponibilità degli spazi. I primi due piani sono stati pensati per accogliere uno spazio a doppia altezza che possa ospitare il maggior numero di servizi comuni necessari alla nuova utenza, quali spazi per lo studio e lo svago e un locale di servizio destinato a lavanderia.
pianta piano soppalcato
I piani superiori sono stati progettati infine per accogliere esclusivamente residenze ricavando il maggior numero di alloggi. Il piano tipo prevede l'inserimento di 5 alloggi posti a nord-ovest che si affacciano sulla corte interna, ciascuno fornito da un bagno indipendente; lo spazio comune si configura invece, come uno open space che ospita una cucina e spazio living in cui i vari inquilini posso ritrovarsi per condividere condividere momenti conviviali.
pianta piano primo
pianta piano terra
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sezione trasversale
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DATI EDIFICIO Numero alloggi: 132 Numero ospitanti per piano: 22 Piano tipo: 1160 m2 Alloggio tipo: 21 m2 Spazi comuni: 1145,8 m2 DATI TERRAZZA Superficie: 1200 m2 80
scenario x
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esterno
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corte
esterno
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interno
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spazi comuni
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alloggio
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THE WOOD-STOCKS Francesco Alovisi Denise Ricucci Paola Robba Francesca Sismondini Simone Spaccasassi
No Home. Turin
Atelier Progetto Urbanistico C
Politecnico di Torino A.A. 2018-2019 Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Progetto Sostenibile
Urbanistica: Angelo Sampieri Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello collaboratori: Quirino Spinelli e Beatrice Agulli
INDICE 1. Trasformazioni incompiute lungo Corso Cosenza Lo spazio interrotto Margini, Nodi e Landmark Densità Fisica Densità Sociale Lo spazio percepito dall’outsider Prossemica Lo spazio percepito dall’insider Percorsi e mobilità
2. Costruzione del supporto Morfologia del suolo Morfologia del costruito
3. La natura ripetibile Programma The wood-stocks Frutticoltura Orticoltura Selvicoltura What if?
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1. TRASFORMAZIONI INCOMPIUTE LUNGO CORSO Cascina Roccafranca, attualmente centro COSENZA culturale, e Villa Amoretti in Parco Rignon, ad oggi biblioteca civica.
La porzione di Torino su cui si stabilisce la nostra area di progetto rientra nella Circoscrizione II che unisce Mirafiori e Santa Rita. L’area di Santa Rita è l’area residenziale più densamente popolata di Torino, e trae il suo nome dalla parrocchia neogotica dell’architetto don Valotti. Piazza Santa Rita, con il suo mercato, è il polo più importante di questa parte di Torino, caratterizzata da viali di grande scorrimento e due tipi di costruito: l’isolato chiuso, verso Santa Rita, e i condomini indipendenti talvolta frutto di sviluppo seriale, verso Mirafiori. Anche l’edilizia del welfare è stata pianificata in serie in quella fase di espansione repentina che ha interessato Torino tra gli anni ‘50 e ‘70. Il quartiere Mirafiori Nord invece è in continuità con la frazione Gerbido del Comune di Grugliasco che, pur essendo al di là della suddivisione amministrativa, presenta le stesse caratteristiche. Il quartiere di Mirafiori Nord, come tutto il contado di Torino, non era interessato da borgate, bensì da molte grandi tenute e ville padronali concesse alla nobiltà. Nel 1700, gli unici edifici esistenti erano quindi grandi cascine a corte lombarda abitate dai mezzadri e ville tra le quali oggi sopravvive la Cascina Giajone (attuale sede della Circoscrizione),
Il veloce sviluppo urbanistico non sempre ha consentito una pianificazione attenta e coerente. In alcuni punti le pianificazioni incompiute si sono sovrapposte le une con le altre. Le primissime strade della zona risalgono al primo dopoguerra e il loro tracciato seguiva la maglia dei campi, probabilmente ignorando il piano per la nuova cinta daziaria che fin dal 1915 prefigurava l’attuale Piazza Pitagora e le attuali Via Tempio Pausania e Via Monte Novegno, che erano invece perpedicolari alla cinta daziaria (attuale Via Guido Reni). A partire dal 1972 i piani regolatori hanno predisposto l’area per la creazione del prolungamento di Corso Cosenza. Dall’altro lato lo attende Corso Gaetano Salvemini. Fino ad oggi questa grande arteria di scorrimento non è stata realizzata per il suo evidente impatto, l’elevato costo e perchè, anche in assenza del corso, il traffico è scorrevole e l’aspettativa di espansione in direzione di Grugliasco si è ridotta e non richiede più un simile irrobustimento della viabilità.
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LO SPAZIO INTERROTTO L’area di Piazza Pitagora è stata pianificata fin dal 1915, nell’ambito del piano per la nuova cinta daziaria. Il nuovo recinto correva lungo l’attuale via Guido Reni, che quindi costeggiava un muro e non aveva svolte in direzione ovest. Corso Orbassano era l’unica grande strada, ed è stato a lungo l’unico collegamento stradale tra Torino e Pinerolo. Piazza Pitagora, non ancora nota con questo nome, era concepita come l’intersezione tra questo corso e la nuova circonvallazione che doveva servire l’anello di espansione, la quale tuttora in questo punto forma il gomito tra gli attuali Corso Siracusa e Corso Cosenza. Nonostante la prima pianificazione, l’edificazione suburbana in questa zona non ha seguito i sedimi stradali previsti. Tutti gli edifici fino agli anni Cinquanta non hanno seguito le strade del piano del 1915, ma strade dettate dal disegno dei campi. Nel corso di pochissimo tempo, entro gli anni Sessanta, l’espansione edilizia ha cambiato radicalmente l’area, e in questo frangente viene finalmente applicato il tracciato delle vie pensate circa cinquant’anni prima, che vengono chiamate Via Monte Novegno e Via Tempio Pausania. La crescita demografica ha raggiunto il picco di un milione 203 mila abitanti nel 1974. A partire dal 1973 inoltre era stato abolito definitivamente il dazio, con l’istituzione dell’imposta sul valore aggiunto (IVA). La città quindi era
priva di cinta, e poteva espandersi. L’emergenza abitativa al suo apice è stata risolta riducendo la densità abitativa della città degli anni Sessanta, creando nuovi quartieri, tra cui la “città giardino”, i complessi di condomini sui terreni del Gerbido e della Cascina Giajone. È nata così l’idea di realizzare corso Gaetano Salvemini, inteso come prolungamento di Corso Cosenza, per costruire una nuova direttrice a supporto dell’espansione. A partire da quegli anni il tratto mancante tra Corso Siracusa e Via Guido Reni è stato così preservato dalle nuove costruzioni. La necessità di demolire diversi edifici, per quanto di dimensioni modeste, ha opposto un grosso ostacolo al completamento di quest’opera, in particolare perché già a fine anni Settanta le prospettive di espansione della città si sono fortemente ridimensionate ed il progetto, per quanto spesso riproposto nelle sedi comunali, è rimasto incompiuto. Era previsto che la direttrice CosenzaSalvemini terminasse in una nuova circonvallazione, ancora più esterna di via Guido Reni, che doveva risultare dalla congiunzione di Corso Settembrini, Via Crea e Corso Marche. Anche questo progetto è rimasto incompiuto.
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mappa mentale con trama del tessuto stradale
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mappa mentale con l ’ edificato
10
il tratto itnerrotto
11
MARGINI, NODI E LANDMARK La nostra area d’analisi è delimitata a Nord dal Parco Natale Re in Via Boston, a Sud da Corso Orbassano, a Est da Corso Siracusa (Fig. 3) e a Ovest da Via Guido Reni (Fig. 2). I margini sono quindi classificabili come margini sutura permeabili, considerando il fatto che sono tutti grandi assi viari ad alto scorrimento e sono percepibili direttamente sul luogo. Eccezione viene fatta per Via Boston, la quale risulta avere un’affluenza decisamente minore. Per questo abbiamo rafforzato la nostra idea di margine sia attraverso la presenza del Parco Natale Re, sia per il cambiamento di tipologia edilizia la quale all’interno della nostra area risulta avere isolati tendenzialmente chiusi, mentre al di fuori dell’area è caratterizzata da un’espansione edilizia seriale di condomini a stecca. Inoltre, riteniamo che la nostra stessa area di progetto si possa dire a cavallo di un margine, perchè la predisposizione ad una via ad alto scorrimento da realizzare ha creato una scucitura del tessuto urbano. Per quanto riguarda invece i luoghi strategici di questa porzione di città, abbiamo individuato il nodo di congiunzione di Piazza Pitagora (Fig. 1) definito dall’intersezione tra Corso Siracusa e Corso Orbassano; non risultano invece esserci nodi di concentrazione in quanto la nostra area di analisi è prettamente residenziale, senza particolari luoghi di interesse sociale. Infine, non risultano esserci particolari riferimenti che consentano un facile
orientamento, all’interno dell’area, per chi non conosce il luogo. Allo stesso tempo però la presenza di Parco Rignon, immediatamente fuori dalla nostra area, con al suo interno la Biblioteca Amoretti, ha consentito di identificare un landmark ad ampio raggio.
schizzo villa amoretti , parco rignon .
MARGINI E NODI 12
VILLA MORETTI VILLA AMORETTI
CORSO SIRACUSA
CORSO GUIDO RENI
PARCO NATALE RE
PIAZZA PITAGORA
CO
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NODO ELEMENTO FUNZIONALE ELEMENTO FISICO LANDMARK
0
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margini , nodi e landmark
MARGINI E NODI
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figura figura
1 ( in alto ): P iazza P itagora 2 ( in basso ): V ia G uido R eni
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figura
3: C orso S iracusa
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DENSITÀ FISICA Per l’analisi della densità fisica, non si fa riferimento alle sensazioni e percezioni del singolo individuo, ma è un dato oggettivo: è il rapporto tra il numero degli abitanti e la superficie di un’area. Va da sé quindi che un edificio a torre avrà una densità fisica alta, in quanto occupa uno spazio ridotto, ma si estende in altezza potendo ospitare numerosi appartamenti, una villetta bifamiliare o un edificio a tre piani avranno una densità fisica media, mentre un’area verde avrà una densità fisica bassa o nulla. Nella nostra area sono stati infatti identificati come aree a densità bassa o nulla il Parco Natale Re, la scuola per l’infanzia in via Monte Novegno, un isolato con edifici principalmente bassi e l’area abbandonata in Corso Cosenza 121. Tutti gli altri isolati si dividono invece tra densità alta e densità media. A questo tipo di analisi ne è stata associata un’altra relativa all’altezza dei piani, in cui siamo andati ad individuare l’altezza di ogni edifico. Da questa si nota quindi la marcatissima diversità tra le case suburbane ad un piano risalenti all’anteguerra, i piccoli condomini dell’immediato dopo guerra e i grandi progetti speculativi degli anni ‘60-’90 che pervadono l’area con i loro 10 piani. La zona è inoltre caratterizzata non solo da edifici di altezze diverse, ma anche da tipologie edilizie completamente differenti: condomini con isolato semichiuso, case operaie suburbane e
condomini indipendenti. Abbiamo poi effettuato un’analisi dell’attacco a terra degli edifici, dalla quale è emerso che la maggior parte dei piani terra sono residenziali e garage, a differenza invece dei corsi principali, quali Corso Orbassano, Corso Siracusa e Via Guido Reni, in cui risultano esserci piccoli negozi e due grandi magazzini. Risultano invece poco presenti gli spazi sportivi, i luoghi culturali e il terziario.
16
DENSITA’ NULLA / BASSA DENSITA’ MEDIA
0
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densità fisica
200m
DENSITA’ ALTA
DENSITA’ FISICA
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1 PIANO 2 - 5 PIANI 6 - 9 PIANI 10+ PIANI
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altezza dei piani
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AUTORIMESSE EDILIZIA RESIDENZIALE A ISOLATO SEMI-CHIUSO EDILIZIA RESIDENZIALE ALTA INDIPENDENTE
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morfologia del costruito
EDILIZIA DI CARATTERE SUBURBANO
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EDILIZIA DI CARATTERE
FABBRICATI PERTINENZIALI
SUBURBANO
EDILIZIA RESIDENZIALE ALTA INDIPENDENTE
EDILIZIA RESIDENZIALE A ISOLATO SEMI-CHIUSO
assonometrie morfologia del costruito
A
B
C
A
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C
20
0
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linee di sezione
100m
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sezioni territoriali
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0
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analisi piani terra
200m
RESIDENZIALE
SPORTIVO
GARAGE E MAGAZZINI
SANITARIO
COMMERCIALE: PICCOLI NEGOZI
CULTURALE
COMMERCIALE: GRANDI MAGAZZINI
TERZIARIO
ISTRUZIONE
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DENSITÀ SOCIALE La densità sociale si identifica come il rapporto tra la numerosità e ricchezza delle interazioni sociali e la superficie di un’area. Tendenzialmente, la quantità di interazione sociale aumenta in luoghi in cui si possono svolgere delle funzioni che attraggono le persone, oppure in un ampio spazio pubblico. Per esempio in luoghi in cui si concentrano attività attrattive come esercizi commerciali, bar, servizi turistici, la densità sociale sarà elevata. Al contrario, un luogo in cui risulta esserci un forte consumo di suolo a fronte di pochissimo scambio sociale, ad esempio parcheggi, la densità sociale sarà bassa o nulla. L’analisi sociologica della nostra area è stata effettuata in tre giornate diverse e in tre fasce orarie diverse, in modo tale da verificare quanto le situazioni cambiassero. Essendo la nostra un’area puramente residenziale con scarsità di spazi pubblici e con pochi esercizi commerciali considerevoli, la densità sociale è risultata essere tendenzialmente bassa in tutti i sopralluoghi. Infatti, la zona è frequentata e vissuta dagli stessi residenti che svolgono le loro azioni quotidiane, in particolar modo da una fascia d’età avanzata (Fig. 4). Il primo sopralluogo è stato effettuato mercoledi 6 marzo indicativamente dalle 10 del mattino fino all’ora di pranzo. Come scritto precedentemente la densità sociale si presenta come omogeneamente bassa, fatta eccezione per Corso Orbassano che, per la presenza di piccole attività commerciali di prima
necessità, animano la via (Fig. 5). Allo stesso tempo, anche Corso Siracusa risulta essere frequentato, anche se con meno intensità rispetto a Corso Orbassano, per la sua ampiezza e perchè sono presenti principalmente esercizi commerciali riguardanti beni di seconda necessità. Via Guido Reni, invece, seppur appare come mediamente frequentato, rimane un luogo principalmente di grande scorrimento, al contrario delle vie interne attraversate solo dai residenti. Nel secondo sopralluogo, svolto dal primo pomeriggio fino alle 17.30 di venerdì 22 marzo, la situazione non ci è apparsa molto diversa dalla precedente. Ciò che cambia è che Corso Orbassano è meno frequentato rispetto alle ore del mattino, mentre il Parco Natale Re appare più vissuto per la presenza di bambini che giocano dopo l’orario scolastico. Il sopralluogo serale, effettuato invece venerdi 12 aprile, ha riscontrato, come già ci aspettavamo, una densità sociale quasi nulla, per l’assenza di esercizi commerciali attrattivi nelle ore serali. Per i motivi espressi precedentemente circa la dominante quantità di residenze nella nostra area, l’unico elemento di focalizzazione è la scuola pubblica per l’infanzia in Via Monte Novegno.
VOCE 24
DENSITA’ NULLA/BASSA DENSITA’ MEDIA DENSITA’ ALTA ELEMENTO DI FOCALIZZAZIONE
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densita ’ sociale
( giorno 6/03/2019
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10.00 - 12.30)
DENSITA’ SOCIALE GIORNO 6/03/2019 ORE 10.00 - 12.30
VOCE
Lorem ipsum 25
DENSITA’ NULLA/BASSA DENSITA’ MEDIA DENSITA’ ALTA ELEMENTO DI FOCALIZZAZIONE
0
100
200m
DENSITA’densita SOCIALE ’ sociale GIORNO 20/03/2019 ORE 14.30 - 17.00 ore 14.30 - 17.30)
( giorno 22/03/2019
VOCE
Lorem ipsum 26
DENSITA’ NULLA/BASSA DENSITA’ MEDIA DENSITA’ ALTA ELEMENTO DI FOCALIZZAZIONE
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100
200m
densita ’ sociale
( giorno 12/04/2019
ore
21.30 - 23.00)
DENSITA’ SOCIALE GIORNO 12/04/2019 ORE 21.00 - 23.00
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figura figura
4 ( in alto ): corso orbassano , sopralluogo 6/03 5 ( in basso ): corso siracusa , sopralluogo 6/03
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riferimento fotografico
LO SPAZIO PERCEPITO DALL’OUTSIDER
L’analisi cognitiva e l’analisi emotiva della percezione portano rispettiavamente alla definizione di leggibilità e complessità, stabilità e sorpresa. Uno spazio è leggibile quando rende semplice la comprensione degli spazi stessi e l’orientamento dell’individuo all’ interno di essi; contrariamente uno spazio è complesso quando soddisfa lo stimolo di una più approfondita comprensione. Di conseguenza uno spazio può essere ben leggibile e allo stesso tempo ricco di stimoli, può essere comprensibile ma banale e povero di stimoli, o può addirittura essere sia privo di forma, e quindi poco leggibile, che povero di stimoli determiando quindi sia una bassa leggibilità che una bassa complessità. La stabilità e la sorpresa riguardano invece la parte emotiva dell’individuo. La percezione di stabilità indica la sensazione del singolo di “sentirsi a casa”, e quindi di trovare in alcuni luoghi dei riferimenti, la sorpresa invece si riferisce alla sensazione di volersi mettere alla prova, di voler esplorare e ampliare le proprie esperienze. Anche in questo caso uno spazio “familiare”, e quindi considerato uno spazio ad alta stabilità, può essere sia povero che ricco di stimoli, ci può essere uno spazio inquietante, quindi con bassa stabilità, ma ricco di stimoli, oppure si può trovare uno spazio sia inquietante che povero di stimoli. La nostra area di analisi pur essendo per la maggior parte residenziale ha una struttura degli isolati decisamente
complessa in quanto non omogenea. In particolar modo in Corso Cosenza, dove le sensazioni sono state differenti seppur in uno spazio così ridotto. L’accostamento di alti e bassi fabbricati e la presenza di piccole case operaie ed edifici abbandonati sono risultati per noi come luoghi sia di bassa leggibilità che bassa stabilità, ma allo stesso tempo hanno attirato la nostra attenzione identificandoli quindi come ricchi di stimoli. Abbiamo riscontrato anche la presenza di luoghi sia di alta stabilità che alta sorpresa come le Torri Pitagora, mentre con stabilità e sorpresa bassa abbiamo riscontrato la presenza di Corso Salvemini, poco fuori dalla nostra area, che per essere un corso cosi ampio è risultato essere completamente inattivo e di conseguenza desolante. Per quanto riguarda invece la sicurezza, la nostra area è risultata tendenzialmente sicura, soprattutto nelle ore diurne, essendo comunque frequentata, come gia detto in precedenza, principalmente da anziani o famiglie. Solo durante il sopralluogo serale è stata riscontrata una senzazione di insicurezza nelle vie più interne, in quanto molto buie, nel parco Natale Re, perchè vuoto e non molto illuminato, e la zona di Corso Cosenza, che ha portato invece ad avere una sensazione di spaesamento.
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4
3 2
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2
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LEGGIBILITA’ E COMPLESSITA’ STABILITA’ E SORPRESA
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alta
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leggibilità e complessità
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STABILITÀ bassa
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alta
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stabilità e sorpresa
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INSICUREZZA
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200m
sicurezza e insicurezza
SICUREZZA
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PROSSEMICA La struttura fisica dello spazio non produce automaticamente aggregazione, tuttavia può favorirla o sfavorirla. Un fattore importante per quanto riguarda l’aggregazione è l’organizzazione spaziale che regola le distanze tra gli interlocutori. Questo tipo di organizzazione è detta prossemica. Per quanto riguarda la prossemica delle panchine la posizione di una panchina è considerata intima quando la distranza tra esse è fino a 45 cm (Fig.8) , è considerata personale dai 45 ai 120 cm (Fig. 7), sociale tra 1 e 2 m o 3 e 6 m (Fig. 11), mentre è considerata pubblica quando sono distanti dai 3 ai 6 m o dai 7 ai 9 m (fig. 9 e 10) . Sono quindi, per esempio, adatte alla comunicazione personale quando le panchine sono disposte una di fronte all’altra, a cerchio oppure quando sono ben affiancate. Una struttura rigida a L invece sarà sicuramente poco adatta alla comunicazione. L’analisi svolta nella nostra area di progetto in primo luogo ha riscontrato una quasi totale assenza di luoghi adatti alla comunicazione personale, e una povera quantità di panchine. La presenza di panchine è stata riscontrata all’interno del Parco Natale Re con una disposizione adatta ad uno spazio pubblico aperto (Fig. 6). Lungo il tratto di Corso Orbassano invece abbiamoriscontrato la presenza di panchine principalmente in posizione pubblica o sociale, mentre all’interno dell’area cani nel tratto di Corso Cosenza è
una posizione adatta alla comunicazione personale (Fig. 7).
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6 9
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10
CONI OTTICI INTIMA PERSONALE SOCIALE
0
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riferimento fotografico
PUBBLICA
PROSSEMICA
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figura
figura
7 ( in
6 ( in alto ): P arco N atale R e A rea C ani in C. C osenza
basso ):
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figura figura
8 ( in 9 ( in
alto )
: C orso C osenza : P arco N atale R e
basso )
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10 ( in alto ): P iazza P itagora 11 ( in basso ): C orso S iracusa
figura figura
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LO SPAZIO PERCEPITO DALL’INSIDER
Per ricercare un contatto con i residenti della zona, comprendere la loro relazione con lo stato di fatto,e la loro percezione dello stesso, abbiamo realizzato delle interviste ai passanti. Alla fine dell’intervista, abbiamo sondato la ricezione di un progetto di rinaturalizzazione come il nostro, anziché del prolungamento di Corso Cosenza. Non è stato selezionato un campione, ma sono state raccolte 26 testimonianze, di cui 23 residenti in zona, un’insegnante dell’asilo residente nel quartiere accanto, un fruitore della locale palestra, ed un ex-residente del quartiere venuto ad incontrare un amico. Generalmente gli esercenti e i lavoratori in zona hanno declinato l’intervista. Il gruppo di intervistati è caratterizzato come segue: su 26, 18 erano donne e 8 erano uomini. 9 erano pensionati e anziani (~+65 anni), 2 erano studenti di scuola superiore, 2 studente universitarie, di cui una fuorisede, i restanti 13 erano persone in età lavorativa, tra cui un numero di probabili casalinghe compreso tra 2 e 4. Su 26 intervistati, 5 accompagnavano dei bambini e 7 accompagnavano un cane, 2 sono stati intervistate insieme, 2 da soli in presenza di altre persone, gli altri singolarmente. Sul totale di 26 intervistati, 3 hanno dichiarato di risiedervi da oltre cinquant’anni, altri 3 di esservi cresciuti o di avervi vissuto tutta la vita, 5 interviste sono state realizzate mercoledì 29 maggio 2019, dalle 14,30 alle 15,10. Le
restanti 21 interviste sono state realizzate mercoledì 5 giugno 2019, dalle ore 10,20 alle ore 13,40. La scelta dell’ora è legata alla maggiore densità sociale, in quanto si tratta di un quartiere prevalentemente residenziale. Il mercoledì inoltre è giorno di mercato sia in Via Nitti (Mirafiori Nord), sia a Santa Rita, per cui è sembrato indicato per incontrare un più ampio numero di passanti. L’intervista è stata redatta per distinguere i residenti dai non residenti, ma venivano comunque domandate a tutti una serie di impressioni sul numero e la qualità delle attrezzature, sulla sensazione di sicurezza e cura, sulla presenza e la partecipazione agli eventi, sui trasporti e la viabilità. Gli intervistati sono stati guidati dalla nostra intervista, strutturata ma a risposta aperta. Alla fine abbiamo lasciato ad alcuni intervistati la libertà di divagare, e il tempo di esprimere per intero i ragionamenti: come abbiamo tenuto in conto la possibilità di risposte sbrigative, o il diniego dell’intervista da parte di alcuni, così era prevedibile che alcuni approfittassero dell’occasione per aprirsi e condividere ricordi e punti di vista.
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Domande: 1– Abita nella zona?– Ha scelto di vivere in questa zona? Perché? 2– Secondo lei è un quartiere sicuro? 3– È una zona attrezzata nei servizi di prima necessità? Scuole, ospedali, negozi 4- Frequenta o conosce spazi di aggregazione, associazioni, eventi organizzati dal comune? 5– Considera gli spazi aperti (marciapiedi, giardini) abbastanza curati? 6– Considera la zona ben collegata con il centro? 7– Cosa aggiungerebbe se potesse aggiungere qualcosa che secondo lei manca? 8– E invece toglierebbe qualcosa, di cui secondo lei c’è troppo? 9– Se si è fatta/o un’idea sull’area, preferirebbe la realizzazione del corso o inserire più natura?
Con queste 26 interviste sono state confermate le percezioni avute come outsider durante l’analisi svolta in sito inizialmente. È stato quindi constatato che l’area del Corso Cosenza è irrisolta sotto gli occhi di tutti. Alla popolazione che abita da lungo tempo nella zona è ben nota la vicenda urbana, e alcuni sono pratici anche con i termini tecnici, vivendo in prima persona i disagi legati alle case vincolate. Il quartiere è considerato tranquillo, ed il senso di insicurezza emerge soprattutto da fattori e convinzioni personali, più
che da una percezione condivisa. I servizi sono considerati nella media, anche se specialmente i meno anziani sperano nella realizzazione della metropolitana. L’unico fattore di tensione è parso quello dei cani, che costituiscono una forte presenza nel quartiere. Generalmente, a parte alcune persone indifferenti, il progetto di riforestazione così come delineato a termine delle intervista è sembrato convincente, o quantomeno, migliore del corso, a patto, secondo alcuni, di un’adeguata manutenzione.
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riferimento luogo interviste
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INTERVISTE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26
SESSO F M F F F M F F F M F F F M F M F M F F M F M F F F
ETĂ€ ~80 ~70 ~55 ~30 28 ~75 ~65 ~55 ~80 ~70 27 ~30 ~30 ~60 ~30 17 23 ~30 ~40 ~35 72 33 ~60 ~35 15 ~30
GIORNO mer 29-5 mer 29-5 mer 29-5 mer 29-5 mer 29-5 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6 mer 5-6
ORA 14,36 14,48 14,57 15,02 15,09 10,23 10,31 10,40 10,51 10,55 11,14 11,24 11,24 11,30 11,42 11,47 11,55 12,15 12,20 12,20 12,27 12,57 13,05 13,16 13,25 13,37
LUOGO V. Ragusa/C.so Cosenza Via Filadelfia/Via Ragusa Giardino Natale Re Giardino Natale Re Giardino Natale Re Posteggio Via Castelgomberto Alla porta di casa sua Passante via Castelgomberto Via Monte Novegno Panchine P.zza Pitagora Davanti a Torri Pitagora Area cani C.so Cosenza Area cani C.so Cosenza Panchina al sole c.so Cos. Giardino Natale Re Giardino Natale Re Via Tempio Pausania Palestra Via Castelgomberto Giardino Natale Re Giardino Natale Re Giardino Natale Re Area cani C.so Cosenza Interno Via Castelgomberto Giardino Asilo Dumbo Fermata bus Via G. Reni Area cani C.so Cosenza
tabella riassuntiva degli intervistati
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PERCORSI E MOBILITÀ L’intera mobilità nell’area è a piedi e su gomma. Le strade sono fortemente gerarchizzate in viabilità primaria e secondaria, rendendo molto scorrevoli i grandi viali, a scapito dei pedoni che dispongono per esempio di pochi punti di attraversamento. La viabilità primaria è articolata in un asse radiale, che è Corso Orbassano e collega il centro con i sobborghi, e due circonvallazioni, una piú interna costituita da Corso Cosenza, Corso Siracusa (e che procede intorno alla città con i corsi Trapani, Lecce, Potenza e Grosseto) ed una più esterna, costituita da Via Guido Reni (che procede con le vie Mazzarello, De Sanctis, Pietro Cossa, Sansovino). La mobilità su rotaia potrebbe essere introdotta con la futura metropolitana 2 di Torino, che fermerebbe in Piazza Pitagora, incrocio di Corso Cosenza con i Corsi Siracusa ed Orbassano, e anche in Piazza Omero, che è l’origine di Via Guido Reni, e quindi di tutta la relativa circonvallazione di Torino. Questi nuovi snodi dei trasporti potrebbero richiedere un intercambio con i mezzi privati, oppure limitarsi a beneficiare le immediate vicinanze degli utenti prossimi che le raggiungeranno a piedi, bici o piccoli mezzi. La viabilità secondaria, che nell’area è disordinata perchè risalente a pianificazioni differenti stratificatesi nella stessa zona, garantisce l’accesso a tutti i lotti, ma in modo fortemente disarmonico.
L’ipotesi di realizzazione del corso era effettivamente volta ad armonizzare la viabilità di quest’area, creando tuttavia una ridondanza di percorsi a grande scorrimento. Ridurre lo spreco di spazio asfaltato garantendo comunque la circolazione e l’accesso ai molti ingressi carrai ed alle molte rampe, può senz’altro lasciare spazio a funzioni più significative per il quartiere e la città.
VOCE 43
PERCORSO AUTOMOBILISTICO PERCORSO COMMERCIALE
0
100
200m
percorsi
VOCE 44
TRASPORTO PUBBLICO FERMATE MEZZI PUBBLICI TRAFFICO VEICOLARE FERMATA METRO LINEA 2 0
mobilitÃ
100
200m
2. COSTRUZIONE DEL SUPPORTO in uso, probabilmente per il fatto che sono rivolti verso Corso Cosenza in previsione che lo si realizzi, ma fintanto che non è realizzato, risultano spazi poco congeniali al commercio. Fin dal primo sopralluogo sono emerse molte osservazioni sullo stato di fatto, e sui vincoli che esso pone a qualsiasi progetto. L’edificazione è densa, complessa, poco allineata, addirittura intermittente, tante sono le discontinuità di filo stradale e di altezza alla gronda. Il carattere privato o condominiale di questa edilizia è accentuato da caratteristiche estetiche e architettoniche autoreferenziali, appartenenti a varie epoche costruttive, aderenti comunque ad alcuni tipi molto comuni a Torino. L’unico edificio originato da un progetto originale è il complesso delle Torri Pitagora all’angolo con Corso Siracusa, di Jaretti e Luzi, che è stato anche tra i primi nella zona a sfruttare l’altezza massima di 10 piani fuori terra. Tutti gli edifici dagli anni 70 in poi sono dotati di garage sotterranei e rampe, ed in generale tutti gli isolati presentano al loro interno fabbricati ad uso autorimessa. Delle aiuole private fanno da filtro tra la strada e alcuni condomini, e di solito sono piantumati con sempreverdi di circa quaranta-cinquant’anni, ormai di altezza notevole, e cespugli ornamentali. I piani terreni sono prevalentemente residenziali o pilotis. Solo alcuni edifici hanno proposto i pian terreni commerciali, sebbene alcuni non risultino
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fotografie
MORFOLOGIA DEL SUOLO Per comprendere meglio il rapporto che la nostra area di progetto ha con gli spazi che la circondano è stata effettuata un’analisi riguardante i suoli. Questo ha aiutato a definire quale fosse la qualità e la tipologia delle parti minerali, delle parti vegetali e delle alberature. La classificazione è avvenuta, per quanto riguarda l’analisi dei suoli minerali, suddividendo in pavimentazione, marciapiedi e asfalto stradale. Per i suoli vegetali e le alberature invece ci è sembrato opportuno evidenziare le zone dedicate a prato e differenziare i piccoli arbusti, gli alberi da 5 a 15 metri e quelli superiori a 15 metri. Da questa analisi si nota come nella nostra area la parte di suoli minerali sia nettamente superiore rispetto a quella vegetale e alberata, e si nota inoltre come i suoli vegetali siano invece sporadici e per la maggior parte privati, con solo due aree verdi pubbliche attrezzate nella nostra zona (Fig. 12). Ciò che più ci ha fatto riflettere è come la “linea” di Corso Cosenza, seppur disordinata, si contraddistingua dal resto dell’area per la sua presenza di spazi aperti vegetali, ma alcuni completamente abbandonati, altri poco curati (Fig. 13).
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figura figura
12 ( in alto ): suolo vegetale pubblico 13 ( in basso ): suolo vegetale privato
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suolo vegetale
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suolo minerale
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fotografie
MORFOLOGIA DEL COSTRUITO Nella visione utopica quindi in cui il tratto di Corso Cosenza possa essere riqualificato e rifunzionalizzato aprendosi ad ampi spazi verdi produttivi, abbiamo cercato di capire come un’idea simile potesse dialogare con gli edifici che affacciano sull’area. Questa riflessione è avvenuta analizzando l’edificato direttamente confinante con il tratto del Corso interessato. La popolazione dell’area è stata calcolata stimando il numero di alloggi per piano moltiplicato per il numero dei piani (scomputando piani terreni commerciali, di servizio o pilotis) e contando una popolazione di due persone ad alloggio. Il dato è tratto dal numero medio di componenti per nucleo familiare nel Comune di Torino al 2018. Ogni dieci alloggi ne è stato inoltre sottratto uno in relazione al dato per gli alloggi sfitti al 2017, che è intorno al 10% del totale delle unità abitative in città. Abbiamo inoltre cercato di individuare quali fossero gli accessi agli edifici dividendoli in accessi carrabili e pedonali (fig. 14 e 15), e di posizionare i vani scala e gli ascensori in modo da capirne l’ingombro.
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figura
14 ( in
alto ): accesso carrabile e pedonale all ’ edifi -
cio abbandonato al civico figura
15 ( in
121
di
C orso C osenza
basso ): accesso pedonale alle torri
P itagora
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30 sc B
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33 A
23 A
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30 sc B
30 sc A
N°piani: 9 Appartamenti per piano: 3
N°piani: 9 Appartamenti per piano: 3
N°piani: 9 Appartamenti per piano: 3
N°piani: 6 Appartamenti per piano: 2
N°piani: 6 Appartamenti per piano: 2
N°piani: 3 Appartamenti per piano: 2
Persone: 54
Persone: 54
Persone: 54
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Persone: 24
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COSTRUITO
ACCESSO CARRAIO
ASFALTO
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Ap per
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CORPI SCALA/ASCENSORI
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144/13
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N°piani: 8
N°piani: 8
N°piani: 2
N°piani: 3
N°piani: 1
N°piani: 2
N°piani: 2
N°pian
Appartamenti per piano: 2
Appartamenti per piano: 2
Appartamenti per piano: 2
Appartamenti per piano: 2
Appartamenti per piano: 1
Appartamenti per piano: 2
Appartamenti per piano: 2
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Persone: 32
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Persone:
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N°piani: 1 ppartamenti r piano: 1 Persone:
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N°piani: 4 Appartamenti per piano: 2
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N°piani: 7 Appartamenti per piano: 3
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Persone:
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Persone: 32
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Persone: 18
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assonometrie morfologia del costruito
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trittico di
C. C osenza
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dittico tipologie facciate di
C. C osenza
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3. LA NATURA RIPETIBILE
Nel progetto di un’area in cui le precedenti pianificazioni sono fallite, è utile individuare ciò che ha impedito la realizzazione dei piani novecenteschi: potevano avverarsi in una città in pieno slancio economico e demografico, ma questo slancio non c’è stato e non è probabile che ritorni. Nella sensibilità dei nuovi tempi, tra i pianificatori come tra i cittadini, si avverte che se anche tornasse lo slancio, non sarebbe utile spenderlo per realizzare certi piani del passato. È secondo un’altra idea di città che deve essere impostato un programma, soprattutto se si spera di compierlo davvero da qui in avanti. Partendo dalle superfici vegetali attuali, espandendole a spese di superfici abbandonate e rade, strade sotto-utilizzate e ridondanti, si può inserire quantità significative di natura utile in città. La natura potrà crescere e creare piccole fonti di valore economico -legna, frutta, ortaggi- ma anche e soprattutto ombra e ossigeno. I sentieri e gli attraversamenti fruibili dagli abitanti evitano che l’inserimento naturale diventi un margine che separa in due parti il quartiere, ma non bisogna intendere la rinaturalizzazione come un
sistema di parchi attrezzati e aperti. Alcune aree saranno private, altre pubbliche ma chiuse, per ridurre le spese di manutenzione a carico del Comune e proteggere il valore economico prodotto dalla natura stessa nel medio e lungo periodo.
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Nel Settecento Torino era una piccola e agguerrita città fortificata sperduta in una pianura agricola. Dedicare lo spazio entro le mura a dei giardini era un lusso riservato solo ai Re, i Principi di Carignano suoi parenti, e gli illustri Principi di Cisterna, tutti gli altri nobili dovevano costruirlo fuori città. Sono nate così molte tenute di villeggiatura in aperta campagna alcune delle quali sono state inghiottite dalla città moderna che si è espansa. Nell’Ottocento sono cadute in disuso le mura delle fortificazioni e la città ha trasformato le ‘allées’, nei ‘boulevards’ moderni con l’invasione dell’auto privata. Nonostante ciò la collina torinese oggi appare come il polmone della città, essendosi riformati dei boschi fitti e ormai maturi.
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0
250 500m
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PROGRAMMA L’obiettivo del progetto è di ripensare una discreta varietà di aree e superfici, accomunate dalla caratteristica di essere poco sfruttate e trattate come residuali, senza un’idea di progetto, poiché il disegno che il Piano regolatore intendeva realizzare era quello del Corso Cosenza. Le aree non occupate da fabbricati ed incluse nel progetto sono pari a 19146mq, quasi due ettari. Di questi, 7510mq sono al corrente di proprietà privata, pari al 39%. Il resto è pubblico, ed è ripartito in quattro tipi: la viabilità e i parcheggi pubblici, che con 9020mq costituiscono la voce più ingombrante, l’area cani di 1020mq, la bocciofila di 580mq e tre aiuole a prato, che sommate contano 1013mq. Secondo il progetto si manterranno i 7013mq di superfici vegetali, tra cui molti giardini esistenti, e si aumenteranno di 12133mq, sottraendo spazio a strade, depositi, cortili e sedimi minerali vari. Questi metri quadri di superficie minerale, attualmente interessati da impermeabilizzazioni più o meno impattanti, dovranno essere trattati nella loro stratigrafia, talvolta con l’apporto di terreno per recuperarli a suolo fruttifero. Il progetto si articola in tre tasselli, che tratteranno la superficie come segue: Il tassello 1 sarà di 8200mq e sarà prevalentemente aperto, come un parco pubblico ma privo di arredo urbano. Un’area di 3000mq al centro del tassello sarà recintata e gestita da un’azienda agricola, e conterrà le attività di frutticoltura.
4700mq saranno orti e giardini privati delle case basse e dei piccoli condomini del tassello 2, attraversati da un percorso pubblico che dà l’accesso alle varie proprietà. Gli altri due tasselli sono considerati quindi di proprietà pubblica. Il 75% della superficie del tassello 3 sarà recintata, costituendo un’area di 6500mq (0,6ha) adibita a silvicoltura. Il restante sarà anch’esso piantumato, ma sarà attraversabile tramite dei sentieri. Nel complesso, sarà ristretto l’accesso a 14200mq (il 74% del totale), mentre saranno aperti circa 5000mq il 26%).
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analisi stato di fatto delle superfici minerali e vegetali
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programma delle superfici minerali e vegetali di progetto
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TIPI DI SPAZI La nostra idea di progetto per riqualificare e rifunzionalizzare il tratto di Corso Cosenza tende quindi a ricreare quell’asse che non venne mai costruito ma con una visione più sostenibile. La scelta di una rinaturalizzazione del territorio torinese nasce dalla volontà di voler promuovere la creazione di boschi e foreste, attraverso la piantumazione di alberi, all’interno delle città che spesso sono fortemente alterate dall’attività dell’uomo, così da potenziare la capacità naturale di assorbimento del carbonio atmosferico oltre che prevenire un ulteriore consumo di suolo. La sfida è quindi quella di aumentare gli spazi verdi alberati, reindirizzando il traffico delle auto e, potenziando la disponibilità di trasporto pubblico elettrico, su rotaia, oltre che la mobilità dolce. In ogni caso la paintumazione di alberi, da sola, può migliorare la qualità di vita delle persone, la qualità dell’aria e generare anche un ritorno economico. Considerando la molteplicità dei caretteri che sorgono in quest’area, come si è potuto notare dalle analisi effettuate e descritte precedentemente, la nostra prima decisione è stata quella di dividere l’asse in tre tasselli. Il primo tassello affaccia, in parte, su Piazza Pitagora e sarà dedicato principalmente alla produzione agricola in quanto al suo interno è previsto un frutteto recintato, e l’edificio presente in questo tassello verrà utilizzato per lavorazione e produzione. Tutto ciò sarà comunque circondato da un bosco pubblico permeabile. Il secondo tassello
alcuni edifici, rappresenta per il nostro progetto il nucleo abitativo, considerato come un nuovo modo di abitare all’interno del quale ogni appartamento avrà il suo appezzamento di terreno per la coltivazione. All’interno di questo tassello abbiamo comunque previsto dei percorsi pubblici ciclo-pedonali consentendo quindi ai passanti di attraversasre un’area di orti in piena città, e al nostro progetto di avere una continuità tra i tasselli. Il terzo tassello invece sarà di nuovo un’area produttiva ma, a differenza del primo, al suo interno avrà una porzione di bosco recintata dedicata alla selvicoltura collegato quindi ad un edificio per la lavorazione e lo stoccaggio. La scelta delle alberature da piantumare nei tasselli, è avvenuta in primo luogo consultando il Regolamento del Verde Pubblico e Privato di Torino il quale prevede la classificazione delle specie di alberi e delle quote massime. Abbiamo quindi ricercato le specie che potessero consentire un maggiore assorbimento di CO2 in ambiente urbano. Per quanto riguarda invece le forme di questo progetto, esse dipendono da una griglia di 7x7 metri che definisce la posizione degli alberi ad alto fusto. Questa griglia verrà quindi utilizzata sia per il posizionamento degli alberi all’interno del bosco permabile, sia per la definizione degli orti. A questa griglia ne abbiamo aggiunta una seconda, sempre di 7 metri x 7 metri, traslata, in modo tale da creare una griglia di 3,5x3,5 metri all’interno del frutteto del primo tassello.
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TILE
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SILVICOLTURA
- BOSCO PER SIVLICOLTURA - EDIFICIO PER LAVORAZIONE E STOCCAGGIO
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ORTI
- ABITAZIONI PRIVATE - ORTI PRIVATI PER LE
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FRUTTICOLTURA
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- COOPERATIVA AGRICOLA KM 0 - FRUTTETO PER PRODUZIONE - BOSCO PERMEABILE
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programma
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PERCORSI
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2 SPAZI PRODUTTIVI PRIVATI TILE
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BOSCO PERMEABILE GRIGLIA
7X7M
SESTO D’IMPIANTO PER ABERI DA FRUTTO GRIGLIA
3,5 X 3,5M
SESTO D’IMPIANTO PER ALBERI AD ALTO FUSTO GRIGLIA
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forme
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masterplan
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specie di alberature piantumate
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FRUTTICOLTURA Il primo tassello del nostro progetto è concepito come un’area produttiva, agricola, piantumata con alberi da frutto, circondata da un bosco permeabile. Attualmente l’area è attraversata da una strada obliqua, mentre il resto della superficie è in parte recintata come area verde dismessa, in parte trattata a parcheggi pubblici e condominiali. Nella nostra ipotesi la strada esistente viene rettificata, continua a dare l’accesso a tutti i civici del lato nord e infine svolta in via Castelgomberto. Così l’area vegetale esistente verrebbe allargata, dando spazio al tassello di progetto. Il nucleo produttivo ha l’obiettivo di sperimentare la frutticoltura in un’area intensamente urbanizzata. Tale esperimento può essere affidato ad un’azienda appaltatrice, oppure ad un’associazione di quartiere. A seconda del tipo di gerente, il piccolo fabbricato esistente, che viene mantenuto, potrebbe variare leggermente il suo assetto di “base operativa”. Questo fabbricato è alto due piani fuori terra, con l’apparenza di una casa bifamiliare. Il bosco permeabile intorno all’area produttiva ha una funzione doppia: serve come parco pubblico e come filtro tra la città e l’area produttiva. In questo modo non nega totalmente la fruizione di questo lotto di progetto, che essendo direttamente affacciato allo snodo di Piazza Pitagora è esposto più direttamente a flussi di persone, in particolare nell’ipotesi che si apra
la stazione della seconda linea della metropolitana. L’accesso sarebbe possibile attraverso camminamenti informali, come sentieri, e non si troverebbero panchine, né altre attrezzature, ma si lascia la possibilità di passeggiare nel bosco e attraversarlo. D’altro lato piantumando fittamente il contorno anche con alberi di grande altezza, si permette alla natura di competere con gli edifici alti, e si protegge la funzione di frutticoltura dall’eccessivo smog.
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pianta e sezione tile
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ORTICOLTURA Come descritto nel capitolo riguardante le forme, il secondo tassello del nostro progetto è quello che prevede un nuovo modo di abitare, decisamente diverso rispetto all’abitare attuale della città di Torino. L’idea è stata quella di creare queste abitazioni all’interno dei bassi e alti edifici presenti nel tassello ad ognuna delle quali è dedicato un orto privato di 49m2, seguendo quindi sempre la griglia 7x7m, per la coltivazione. Di conseguenza gli edifici sono stati pensati con un piano terra come degli abitanti della palazzina dedicato a magazzino per gli attrezzi utili alla coltivazione. Al centro del tassello è presente un edificio comune per gli abitanti del tassello con al piano terra una sala comune, al piano sopra invece una grande serra per consentire quindi anche la coltivazione al coperto. I percorsi ciclo-pedonali all’interno del tassello consentono agli abitanti della città di esplorare questo nuovo modo di abitare. La distinzione tra ciò che è pubblico e ciò che è privato è quindi obbligatorio e avviene, per quanto riguarda gli orti degli edifici, attraverso uno steccato, mentre tra gli orti e le abitazioni abbiamo ipotizzato delle siepi che consentano ai proprietari degli orti di entrare all’interno dei loro terreni senza passare attraverso uno spazio pubblico, e non permettono invece ai passanti di entrare all’interno dell’area privata potendo comunque passeggiare
lateralmente agli orti.
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pianta e sezione tile
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1 attivitĂ degli utenti legate alla stagionalitĂ delle specie naturali presenti
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SELVICOLTURA Il terzo tassello invece è dedicato alla selvicoltura di alberi latifoglie. Abbiamo infatti ipotizzato la presenta di un bosco recintato, come detto in precedenza, che occupasse la maggior parte della superficie del tassello, con all’interno querce, frassini, pioppi e platani per poterne ricavare il legname, e al suo interno è stato posizionato un edificio per la lavorazione e lo stoccaggio del materiale. All’esterno rispetto al bosco per la selvicoltura è prevista invece una sottile piantumazione di altri alberi ad alto e medio fusto per creare il bosco permeabile attraversato da sentieri per consentirne il passaggio. La scelta degli alberi per il nostro progetto è avvenuta anche secondo il loro ciclo di vita. Sono infatti stati scelti alberi con lunghezze di vita diverse e periodi di crescita diversi in modo tale anche che, quelli per la selvicoltura, possano essere tagliati per le loro lavorazioni in momenti diversi senza quindi trovarsi mai nella condizione in cui gli alberi risultano essere tutti tagliati, dando quindi una percezione di vuoto e di “tabula rasa”. Abbiamo quindi effettuato una previsione di come il bosco potrà crescere, dal momento della sua piantumazione fino alla crescita di tutte le specie. Partendo quindi da una situazione iniziale in cui tutti gli alberi sono stati piantati, successivamente nell’arco di 20 anni gran parte degli alberi avranno iniziato a crescere e alcuni saranno arrivati anche
alla loro altezza definitiva, arrivando fino ai successivi 30 anni in cui il bosco sarà definitivamente densificato e la percezione sarà sicuramente diversa rispetto alla sensazione di spaesamento che si provava precedentemente all’interno di questo tratto di Corso Cosenza.
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anno
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crescita degli alberi
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schema taglio degli alberi
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stagionalitĂ delle specie naturali
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WHAT IF? 86
Una città in calo demografico può arrivare ad un equilibrio inserendo la natura nell’infrastruttura urbana meno densamente sfruttata, può ruralizzare alcune aree dismesse, che nella visione espansiva del Novecento erano state inglobate, impermeabilizzate e rese infruttifere e minerali. Allestire queste aree dove possibile, scegliendone le essenze, è un modo di governare un fenomeno che rischia di avvenire comunque nel corso di una contrazione urbana di inedite proporzioni.
ripetizione dei tasselli
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P iazza S aluzzo , T orino
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C orso S an M aurizio , T orino
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V ia P o , T orino
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“La forme della cittĂ e la salvezza della natura che la circonda sono un problema unico.â€? Pier Paolo Pasolini
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HUG
High Urban Garden
Nicole Basano Francesca Fera Alessandro Paracchino Bianca Ruggiero
No Home. Turin
Atelier Progetto Urbanistico C
Politecnico di Torino A.A. 2018-2019 Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Progetto Sostenibile
Urbanistica: Angelo Sampieri Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello collaboratori: Quirino Spinelli e Beatrice Agulli
INDICE Premessa Il patrimonio ATC Santa Rita Torino
1. Percezioni Il tessuto urbano Gli spazi aperti Il quartiere abitato
2. Morfologie e funzionamenti
3. Le case popolari di Via Tripoli
4. Hug La distribuzione Lo spazio aperto I laboratori Le residenze
Allegati
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PREMESSA
Il nostro progetto si inserisce all’interno di un isolato costituito da due edifici di case popolari gestite dall’ente ATC, nel quartiere di Santa Rita. La volontà di intervenire proprio sull’ edilizia popolare è derivata da una prima fase di analisi in cui ci siamo resi conto che, se da una parte questa costituisce un’eccezione all’interno del tessuto del quartiere, dall’altra ha una presenza importante all’interno della città di Torino al punto da assumere in alcuni casi la valenza di veri e propri quartieri. Tutto ciò ci ha portato ad interrogarci sul tema dell’abitare e a seguito di indagini e riflessioni, ci siamo resi conto di come il sistema della casa popolare sia rigido e chiuso in se stesso. Pertanto, lo scenario che qui prefiguriamo, è quello di un nuovo modo di abitare che sia temporaneo, in cui il concetto di casa di proprietà viene meno in favore di uno più versatile. Il nostro progetto inoltre, si rivolge principalmente ad individui che devono essere re-inseriti all’interno della società e questo si attua attraverso un programma che vede il lavoro come motore trainante a cui l’abitare diviene subordinato. Il nostro intento infatti, è quello di destin-
are due piani in ciascun edificio ad attività lavorative laboratoriali e artigianali attraverso le quali l’individuo possa sentirsi parte di una collettività e contribuire alla produzione di manufatti per la comunità e non solo. All’interno dei due edifici prevediamo inoltre una serie di servizi collettivi che possa rendere sostanzialmente autonoma la struttura. Allo stesso tempo però, promuoviamo un dialogo di questa con la città attraverso la progettazione dello spazio aperto. Il nostro obbiettivo è quindi quello di arrivare ad una struttura che funzioni come una macchina produttiva indipendente ma aperta alla città.
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P atrimonio ATC a T orino
IL PATRIMONIO ATC
Partendo dall’analisi del patrimonio di edilizia pubblica torinese, avvenuta attraverso l’osservazione del XII Rapporto dell’Osservatorio sulla Condizione Abitativa della Città di Torino, si può evidenziare il fatto che il 3,5% delle unità abitative presenti nel territorio cittadino è riconducibile all’edilizia popolare. Questo dato risulta in linea con la media nazionale italiana, che corrisponde circa al 4% dei complessi abitativi totali. La maggior parte di questi, ovvero il 68%, si configura in edifici costruiti tra l’inizio del secolo scorso fino agli anni ottanta del ‘900, il 14% nel periodo tra il 1980 e il 1990, e il 18% sono stati costruiti negli ultimi due decenni.1 Un motivo fondamentale per il quale la costruzione della maggior parte dell’edilizia popolare si colloca durante il boom economico è conseguenza del fatto che “si indirizzava su aree solitamente più esterne alla città, l’ampiezza e i costi delle quali si prestavano alla realizzazione dei consistenti quartieri di edilizia a basso costo”.2 Di conseguenza, tutti i complessi di edifici pubblici, ad esclusione di alcune eccezioni, presentano elementi comuni caratterizzati dalla progettazione di blocchi residenziali ripetuti in diversi luoghi indistintamente, causando così una non
identità specifica e la mancanza del senso di appartenenza al determinato luogo. Ad esempio, possiamo menzionare la standardizzazione dei fronti stradali e privati, che delinea la divisione interna degli appartamenti. Un’altro aspetto che assume un ruolo fondamentale nell’edilizia sociale è quello dello spazio aperto, che però spesso risulta mal progettato o addirittura non visto come elemento di progetto con una propria funzione specifica, ma come spazio che ha l’unica funzione di distanziare fra loro due o più edifici. Pertanto anche questo aspetto fa si che vi sia una scarsa identificazione e senso di appartenenza a un luogo da parte degli abitanti del complesso, dando origine a forme di disagio abitativo, da cui ne scaturisce una vulnerabilità sociale. Oggi, a Torino, sono presenti circa 17.770 appartamenti di edilizia residenziale pubblica, 11.344 dei quali appartenenti all’ATC. Quest’ultima, infatti, ha un ruolo fondamentale nella risoluzione dei problemi collegati al disagio abitativo.
1. Città di Torino - Direzione servizi sociali, area edilizia residenziale pubblica, XIII Rapporto dell’ Osservatorio sulla condizione abitativa della città di Torino, Torino, 2016. 2. Daniela Adorni, Maria D’Amuri, Davide Tabor, La casa pubblica. Storia dell’Istituto autonomo case popolari di Torino, Viella, Roma, 2017, pag. 121
QUARTIERE 9 ANNO DI COSTRUZIONE 1920 AREA TOTALE 3 741 mq SUPERFICIE COPERTA 1 718 mq FABBRICATI 2 ALLOGGI 78 VANI 396
QUARTIERE 11 ANNO DI COSTRUZIONE 1926 AREA TOTALE 5 145 mq SUPERFICIE COPERTA 2 518 mq FABBRICATI 2 ALLOGGI 77 VANI 502
QUARTIERE17 ANNO DI COSTRUZIONE 1920 AREA TOTALE 3 741 mq SUPERFICIE COPERTA 1 718 mq FABBRICATI 2 ALLOGGI 78 VANI 396
QUARTIERE 22 ANNO DI COSTRUZIONE 1938 AREA TOTALE 6 601 mq SUPERFICIE COPERTA 2 745 mq
QUARTIERE 10 ANNO DI COSTRUZIONE 1920 AREA TOTALE 46 283 mq SUPERFICIE COPERTA 13 968 mq FABBRICATI 37 ALLOGGI 555 VANI 2 003
QUARTIERE 13 ANNO DI COSTRUZIONE 1924 AREA TOTALE 31 611 mq SUPERFICIE COPERTA 3 364 mq FABBRICATI 26 ALLOGGI 444 VANI 1 540
QUARTIERE 21 ANNO DI COSTRUZIONE 1924 AREA TOTALE 2 635 mq SUPERFICIE COPERTA 1 421 mq FABBRICATI 1 ALLOGGI 78 VANI 317
QUARTIERE 23 ANNO DI COSTRUZIONE 1929 AREA TOTALE 15 000 mq SUPERFICIE COPERTA 2 888 mq
FABBRICATI 2
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ALLOGGI 254
ALLOGGI 193
VANI 758
QUARTIERE 25 ANNO DI COSTRUZIONE 1942 AREA TOTALE 7 300 mq SUPERFICIE COPERTA 2 768 mq
VANI 752
QUARTIERE 28 ANNO DI COSTRUZIONE 1950 AREA TOTALE 1 231 mq SUPERFICIE COPERTA 468 mq
FABBRICATI 2
FABBRICATI 1
ALLOGGI 214
ALLOGGI 30
VANI 754
VANI 127
S chede
di alcuni quartieri
ATC
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IL QUARTIERE
Come già accennato, l’ area oggetto di studio è situata all’interno del quartiere di Santa Rita nella parte sud- ovest di Torino, tra il quartiere Crocetta a Nord, Mirafiori a Sud e Lingotto ad est. Dalle prime analisi è emerso come il quartiere funga da area “filtro” data appuntola sua posizione tra uno dei quartieri più benestanti di Torino, la Crocetta, e le zone periferiche di Mirafiori e Lingotto. Il quartiere, all’epoca borgo, ha origine con l’assedio da parte dei francesi nel 1706 quando il comandante del contingente francese pose il suo quartier generale nella Cascina Oliverio. L’area era ricca di poderi e di cascine immerse nei campi, per tale motivo si può intuire che fosse un’area prettamente agricola dove tutte le attività ruotavano intorno alle cascine, ognuna delle quali aveva una sua storia di famiglia. Solo negli anni venti del Novecento, quando il quartiere stava diventando sempre più popoloso, un giovane prete lottò per ottenere dei finanziamenti dalla Curia e dalle famiglie più agiate così da poter edificare la Chiesa da cui prenderà il nome lo stesso quartiere, ovvero la Chiesa di Santa Rita da Cascia. Il quartiere rimase un’area in cui dominava l’agricoltura fino a quando l’insediamento della FIAT e quindi i processi di
industrializzazione, portarono ad enormi flussi migratori, soprattutto dal sud Italia, e quindi le poche cascine iniziarono a diventare palazzine e successivamente enormi palazzi residenziali. Oggi invece, si presenta come un’area di tipo residenziale, con un’alta densità sia fisica che sociale, caratterizzata da una presenza importante di plessi scolastici e di servizi.
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D all ’ alto : M appa mentale - primo sopralluogo M appa mentale - secondo sopralluogo
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V ia
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C orso S irac usa
Per arrivare a comprendere più a fondo l’area, abbiamo deciso di analizzare i dati relativi alla popolazione del quartiere. Grazie al Piano di Sviluppo Annuale del 2017/2018 redatto dalla Commissione di Quartiere di Santa Rita, ci è stato possibile fare alcune riflessioni sulla popolazione residente. Si deve però tenere conto che i dati analizzati fanno riferimento all’intero quartiere di Santa Rita e che quindi la nostra area occupa solo una percentuale del territorio su cui sono state svolte le indagini del PSA.
n
za
Attualmente il quartiere di Santa Rita, delimitato da Via Tirreno, Corso Cosenza, Corso Unione Sovietica e Corso Siracusa, presenta una superficie 3,57 Km2 ed insieme a Mirafiori Nord, costituisce la Circoscrizione 2 della città. La popolazione residente nel Quartiere al 31/12/2016 era pari a 53.868 persone. Ciò che è interessante osservare, sono i dati relativi al numero di cittadini stranieri che risultano essere pari al 10,1% di tutti gli abitanti del quartiere. Un altro aspetto interessante è quello della composizione dei nuclei familiari da cui emerge la quantità ingente, pari al 44% del totale, di nuclei monocomponente. Un ultimo aspetto rilevante è quello relativo all’età media, relativa però all’intera Circoscrizione 2. Nel 2015 era pari a 48 anni, tale dato porta la Circoscrizione ad essere la più anziana fra tutte quelle della città.
E stensione
del quartiere
S anta R ita
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RESIDENTI 10,1%
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STRANIERI 10,1%
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NUCLEI FAMILIARI
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PROVENIENZA
P opolazione del quartiere S anta R ita F onte : P iano di S viluppo A nnuale 2017/2018
4. C orso G iovanni A gnelli
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PERCEZIONI
Fin dal primo sopralluogo è stato immediato individuare i margini che definiscono il perimetro della zona di indagine . In particolare ne abbiamo individuate due tipologie diverse: di sutura e di barriera. Quello di sutura è situato lungo l’importante e storico asse viario di Corso Agnelli di fronte l’ex area olimpica in cui si trovano lo Stadio Olimpico e il PalaAlpitour, due poli attrattivi che mettono in comunicazione l’area residenziale di Santa Rita con la zona del Lingotto. I restanti margini, detti di barriera, sono definiti lungo altri importanti assi viari quali Corso Cosenza a sud, che separa nettamente la Circoscrizione 2 dalla Circoscrizione 5, Corso Orbassano ad Ovest, dove è evidente la differenza della morfologia urbana non più caratterizzata da isolati chiusi e densi fisicamente ma da villette indipendenti circondate dal verde, infine, Corso Sebastopoli a Nord dove la presenza del Mercato segna un confine netto tra l’area residenziale vissuta dagli abitanti e l’area dell’ ex ospedale militare e delle caserme.
4. C orso G iovanni A gnelli
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MARGINE DI BARRIERA MARGINE DI SUTURA
M argini
1600m
D all ’ alto : 1. C orso S ebastopoli 2. C orso O rbassano 3. C orso C osenza
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TESSUTO URBANO
L’area indagata è caratterizzata da una morfologia architettonica piuttosto omogenea, fatta eccezione per alcuni isolati che si presentano più irregolari. La zona presenta una configurazione per lo più leggibile dovuta alla regolarità del tessuto residenziale composto, nella maggior parte, da isolati chiusi. Abbiamo quindi analizzato la densità fisica, ovvero il rapporto fra il numero di abitanti e la superficie dell’area considerata. In questo caso sono stati individuati solo due livelli, uno nullo e uno alto. Quello nullo si trova in corrispondenza dei plessi scolastici, dell’ edificio per uffici collocato nella parte nord dell’area, e dei giardini di quartiere. Per quanto riguarda quello alto, invece, si trova in corrispondenza degli edifici residenziali in quanto tutta la zona è caratterizzata dalla presenza di fabbricati generalmente fra gli 8 e i 10 piani fuori terra.
E dificio
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V ia F iladelfia
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1600m DENSITÀ ALTA DENSITÀ NULLA
D ensità
fisica
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D all ’ alto : 1. D ensità alta - angolo V ia G orizia ,C orso C osenza 2. D ensità nulla -P iazza C arlo M ontanari 3. D ensità alta -V ia B altimora
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DENSITÀ SOCIALE
Rappresenta il rapporto tra numerosità e ricchezza delle interazioni sociali e la superficie dell’area considerata. Dato che questo tipo di densità è variabile in funzione del momento di osservazione, l’ indagine è stata ripetuta più volte a diverse ore del giorno e in diversi giorni della settimana. Alla fine di queste osservazioni sono stati scelti due casi ritenuti rappresentativi, ovvero il lunedi mattina e il sabato pomeriggio. Ciò che emerge da queste due analisi è soprattutto la presenza di una densità medio-alta in corrispondenza degli esercizi commerciali posti al piano terra degli edifici residenziali che, attraendo un discreto numero di persone, rendono l’area popolata anche durante i giorni settimanali. Un altro aspetto interessante è quello riguardante il mercato che si svolge durante tutta la settimana e che attrae molte persone provenienti anche da altri quartieri.
D all ’ alto : 1. D ensità alta - mercato di C orso S ebastopoli 2. D ensità bassa - giardino S alvador L uria 3. D ensità nulla - pub su C orso C osenza
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DENSITÀ ALTA DENSITÀ MEDIA DENSITÀ NULLA ATTIVITÀ COMMERCIALI AL PIANO TERRA
D ensità
sociale -L unedì mattina
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1600m DENSITÀ ALTA DENSITÀ MEDIA DENSITÀ NULLA ATTIVITÀ COMMERCIALI AL PIANO TERRA
D ensità
sociale -S abato pomeriggio
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FOCALIZZAZIONE
Dopo aver osservato quali zone fossero luogo di numerose interazioni sociali, abbiamo identificato le aree focalizzate che abbiamo individuato nelle scuole, nei guardini e nel mercato di Corso Sebastopoli.
D all ’ alto : 1. M ercato di C orso S ebastopoli 2. S cuola P rimaria -C arlo C asalegno 3. A rea attrezzata di V ia B oston
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200m
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ZONA FOCALIZZATA
F ocalizzazione
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LANDMARK
Il quartiere di Santa Rita ha sempre avuto una forte identità sociale data soprattuto dalla presenza di alcuni elementi simbolo che rendono il quartiere riconoscibile all’interno di tutta la città di Torino. Data appunto l’abbondanza di landmark che aiutano a leggere l’area di studio, è stato necessario fare una triplice distinzione di questi : ad elevato, medio e basso raggio. Nella prima categoria rientra lo Stadio Olimpico, mentre nella seconda categoria abbiamo ritenuto opportuno inserire quegli elementi che hanno un’importante valenza sociale e storica per tutto il quartiere come la Chiesa di Santa Rita, il Mercato su Corso Sebastopoli e l’Università di economia su Corso Unione Sovietica. Infine nella terza categoria abbiamo definito i landmark a breve raggio, ovvero quelli riconosciuti per lo più dai residenti, come la chiesa lungo Via Boston, i campetti sportivi del Circolo della Stampa lungo Corso Agnelli e la Gelateria “La Romana” su Corso Sebastopoli.
D all ’ alto : 1. L andmark 1-S tadio O limpico 2.L andmark 7-U niversità di E conomia 3. L andmark 4-P arrocchia N atale del S ignore
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1600m
200m
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200m
1600m LANDMARK AD AMPIO RAGGIO LANDMARK A MEDIO RAGGIO LANDMARK AD BREVE RAGGIO
L andmark
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LEGGIBILITÀ E COMPLESSITÀ
Da questa analisi emerge come l’area risulti generalmente molto leggibile e poco complessa grazie alla presenza di un tessuto per lo più omogeneo e alla disposizione delle strade lineare e all’allineamento degli edifici con il fronte strada. Troviamo però delle eccezioni rappresentate dagli isolati nella zona a nord dell’area che risultano avere una complessità più elevata a causa della loro composizione articolata ed eterogenea che si traduce in una difficile lettura dell’isolato in quanto tale. Per quanto riguarda la zona ad ovest dell’area invece, si trovano delle aree caratterizzate da una complessità ed una leggibilità non elevate, dovute alla presenza di spazi aperti di modeste dimensioni che però risultano essere di difficile interpretazione.
1. B assa 2.B assa
D all ’ alto :
leggibilità , alta complessità - strada privata
V ia T ripoli F er ruccio N ovo complessità -V ia G orizia su
leggibilità , bassa complessità - giardino
3. A lta
leggibilità , bassa
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1600m
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200m
1600m BASSA LEGGIBILITÀ-ALTA COMPLESSITÀ BASSA LEGGIBILITÀ-BASSA COMPLESSITÀ ALTA LEGGIBILITÀ-BASSA COMPLESSITÀ
L eggibilità - complessità
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NODI
Ciò che si può notare è che molti nodi si trovano in corrispondenza di piazze, ovvero luoghi di forte concentrazione sociale, o incroci particolarmente significativi, che collegano diverse vie importanti per il quartiere. Di conseguenza è stato possibile differenziare i nodi di concentrazione dai nodi di congiunzione ma in alcuni casi abbiamo ritenuto che presentassero entrambe le caratteristiche. In questa categoria rientrano Piazza Santa Rita e Largo Sebastopoli in cui abbiamo notato un’ aggregazione forte di persone ma anche l’importanza che rivestono in quanto collegamento fra aree diverse del quartiere. Abbiamo invece individuato l’ area davanti allo Stadio come solamente di concentrazione e al contrario, l’incrocio che unisce Corso Orbassano con Via Gorizia e Via Filadelfia come di sola congiunzione in quanto funge da solo collegamento.
D all ’ alto : 1. N odo 1- P iazza S anta R ita da C ascio 2. N odo 2-P iazzale G rande T orino 3. N odo 3 -L argo C orso S ebastopoli
31
1600m
1
3
2
200m
0 0
200m
1600m
nodi di concentrazion nodi di concentrazion nodi di concentrazion nodi di congiunzione nodi di congiunzione nodi di congiunzione nodi di concentrazion nodi di concentrazion nodi di concentrazion
NODI DI CONCENTRAZIONE E CONGIUNZIONE NODI DI CONGIUNZIONE NODI DI CONCENTRAZIONE
N odi
32
SPAZI APERTI
Le analisi che seguono vogliono restituire le percezioni date dagli spazi aperti dell’area. Complessivamente abbiamo notato come la zona trasmetta una sensazione di sicurezza dovuta alla conformazione degli spazi che favoriscono l’inclusione, e alla regolarità del tessuto. In generale si può concludere che la zona sia particolarmente tranquilla e che, anche nel caso di rilevamento di funzioni latenti, queste non si pongono in contrasto con quelle manifeste; inoltre i fenomeni di appropriazione risultano assenti.
P iazzale G rande T orino
33
Z ona
insicura - giardino
F erruccio N ovo
SICUREZZA E INSICUREZZA
Durante i sopralluoghi la sensazione avuta è stata quella di sicurezza, in quanto ci si trova in una zona residenziale principalmente abitata da famiglie e anziani. In corrispondenza delle vie principali, invece, si genera un senso di inquietudine e minore sicurezza, dovuto al traffico e agli spazi molto ampi che si creano tra gli isolati, così come nel giardino in prossimità del confine sud dell’area, dove lo spazio ampio, poco illuminato e caratterizzato da vegetazione incolta, trasmette una sensazione di insicurezza.
ZONA INSICURA ZONA SICURA 0
200
400
1000m
34
S pazio
concavo - strada privata su
V ia T ripoli
SPAZI CONCAVI E CONVESSI
All’interno dell’area abbiamo idividuato alcuni spazi concavi, ovvero caratterizzati da una sensazione centripeta, come si percepisce all’interno dei quattro edifici che costituiscono il lotto a nord. Abbiamo invece individuato come spazio concavo, caratterizzato da una sensazione centrifuga, il giardino a sud dell’area. Abbiamo inoltre individuato una concavità tubolare in Via Baltimora dove, la strada di ridotte dimensioni, delimitata da edifici alti, invoglia a dirigersi in direzione dello stadio che si vede in fondo alla strada.
SPAZI CONVESSI SPAZI CONCAVI CONCAVITÀ TUBOLARE
0
200
400
1000m
35
A lta
stabilità , bassa sorpresa - edifici in
V ia F iladelfia
STABILITÀ- SORPRESA
Abbiamo osservato come l’area risulti nel complesso stabile poichè composta per la maggior parte da un tessuto residenziale omogeneo. Abbiamo percepito il mercato come stabile dal momento che risulta familiare ma con una sorpresa alta dovuta alla caoticità e alla ricchezza di stimoli imprevedibili. Infine abbiamo considerato il giardino a sud dell’area un luogo poco stabile in quanto genera un senso di inquietudine e con una sorpresa bassa.
BASSA STABILITÀ-BASSA SORPRESA ALTA STABILITÀ-ALTA SORPRESA ALTA STABILITÀ-BASSA SORPRESA
0
200
400
1000m
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S pazio
di ribalta - scuola secondaria di
primo grado
A lessandro A ntonelli
SPAZI DI RIBALTA E RETROSCENA
Abbiamo individuato come luoghi di robalta i plessi scolastici e l’edificio per uffici nella parte nord dell’area poichè abbiamo osservato che in questi luoghi le persone si comportano in modo controllato. Al contrario i luoghi individuati come di retroscena sono quelli in cui abbiano notato un comportamento più informale, ovvero i parchi e i giardini della zona.
SPAZI DI RIBALTA SPAZI DI RETROSCENA 0
200
400
1000m
37
F unzione
latente - mercato di
C orso S ebastopoli
FUNZIONI MANIFESTE E LATENTI
Abbiamo identificato come funzioni manifeste i plessi scolastici, la chiesa di Via Boston e i giardini. Abbiamo invece identificato come funzione latente complementare il mercato di Corso Sebastopoli dal momento che risulta arricchire la funzione manifesta al punto da costituire un polo attrattivo per la zona.
FUNZIONI LATENTI FUNZIONI MANIFESTE 0
200
400
1000m
38
IL QUARTIERE
L’ultima parte di indagini riguardanti le percezioni, è quella relativa alla ricerca sociale. Questa, è un’attività di pianificazione e progettazione che, tramite strumenti analitici, permette di approfondire le caratteristiche e le problematiche di un contesto specifico. La ricerca sociale si divide in diverse fasi e metodi di analisi. Nel nostro caso ci siamo occupati di un’analisi sociale svolta attraverso metodo diretto qualitativo, nello specifico quello dell’intervista a “testimoni qualificati”, questo approccio è infatti particolarmente adatto all’indagine che riguarda problemi in ambiti territoriali limitati e ciò ci ha permesso di poter analizzare diversi aspetti dell’area. Quindi, sono state sottoposte a circa una ventina di persone delle interviste guidate aperte, strutturate e standardizzate. Il lavoro si è svolto in diverse fasi. La prima è stata quella di individuazione, a seguito delle analisi svolte precedentemente, di alcune questioni chiave che avremmo voluto approfondire durante le interviste. La seconda è stata quella di definizione della traccia delle interviste sulla base degli elementi individuati nella fase precedente. La finalità della stesura è in-
39
P ersone
in
C orso G iovanni A gnelli
oltre quella di comprendere se le nostre percezioni siano uguali o meno a quelle dei residenti. La terza fase è stata quella del pre-testing delle domande su sei persone per capirne l’efficacia. La querta fase è stata invece quella della somministrazione delle interviste ad una decina di persone circa.
4. 5. 6.
7. Ogni componenete ha perciò svolto 4 interviste, ad un campione vario di persone, intercettate in punti diversi dell’area scelta per lo svolgimento della ricerca. Ricordiamo comunque che le interviste non hanno valore statistico.
nire ad abitare in questa zona? Se si, perchè? Se no, perchè? Ritiene che questo sia un luogo sicuro? Ritiene che i mezzi pubblici siano sufficienti? Con quale frequenza usufruisce dei giardini/parchi pubblici? Rispondono alle sue esigenze? Cosa vorrebbe che fosse migliorato o aggiunto all’interno del quartiere?
1. Vive in questa zona? Se si, da quanto? Se no, per quale motivo si trova qui? 2. Se abita nella zona da più di 5 anni, quali cambiamenti ha notato, sia posi-
Con la prima domanda abbiamo capito che la maggior parte degli intervistati è composta da residenti del quartiere, solo qualche persona si trovava nella zona per altri motivi, in particolare per il mercato e per i centri sportivi che quindi abbiamo capito avere una grande valenza, non solo per gli abitanti di Santa Rita ma anche per quelli dei quartieri limitrofi. La seconda domanda invece, nella totalità dei casi, ha avuto un collegamento forte con la sesta. Tutti gli intervistati infatti, si sono trovati d’accordo nel dire che uno dei pochi cambiamenti che hanno notato è relativo alla gestione degli spazi aperti adibiti a giardini o parchi. Tutti hanno notato che con il cambio di amministrazione questi luoghi sono diventati sporchi e mal tenuti, l’erba non viene tagliata e le foglie secche non vengono raccolte. Questo in particolare è stato uno dei punti su cui gli intervistati sono tornati più volte durante
tivi che negativi, nel corso del tempo? 3. Consiglierebbe ad altre persone di ve-
l’intervista, sottolineando l’importanza che hanno per loro questi spazi.
Nella prima fase di lavoro ci siamo posti tre argomenti da trattare che a noi sembravano particolarmente interessanti, in particolare relativi alla sicurezza, agli spazi aperti pubblici e ai mezzi di trasporto. Dal momento che ci interessava avere un riscontro da parte sia dei residenti nel quartiere che da persone di passaggio abbiamo elaborato una serie di domande iniziali per approfondire questo aspetto. Abbiamo dunque elaborato un totale di sette domande:
40
Anche per quanto riguarda la terza domanda abbiamo rilevato un collegamento con un’altra questione, ovvero quella trattata nella quarta domanda. Molti degli intervistati infatti, consiglierebbero ad altre persone di abitare nella zona perchè si sentono sicuri a vivere questi spazi e perchè ci fanno notare come questo sia “uno dei pochi quartieri dove esiste ancora un rapporto umano fra gli abitanti”. La quinta domanda invece, è finalizzata a capire se i mezzi pubblici, soprattutto quelli che collegano il quartiere con il centro, siano sufficienti o no, in quanto attraverso le analisi ci era parso che la zona, nonostante non sia molto vicina al centro, fosse comunque ben collegata. Attraverso le interviste abbiamo riscontrato dei pareri discordanti a riguardo. Molti non si interessano ai mezzi pubblici perchè utilizzano un mezzo privato, ma chi ne usufruisce si divide in due schieramenti, chi ritiene che siano insufficienti perchè il passaggio avviene di rado e chi invece ritiene che i mezzi esistenti siano più che sufficienti. Abbiamo comunque riscontrato come queste diverse visioni siano influenzate dall’età dell’intervistato. Infine con l’ultima domanda posta abbiamo voluto chiedere se ci fossero possibili migliorie da apportare al quartiere. Quasi tutti gli intervistati si sono di nuovo trovati d’accordo nel dire che “la zona è abbastanza autonoma ci sono negozi di tutti i tipi e non serve andare fino in centro”.
41
1600m
200m
0 0
200m
1600m
L ocalizzazione
interviste
42
MORFOLOGIE
A seguito dell’analisi percettiva, siamo passati ad un’indagine più approfondita ed oggettiva, relativa alla morfologia del costruito. Seppur a primo impatto la conformazione degli isolati sembrerebbe essere disomogenea e complessa, anche a causa della coopresenza di edifici funzionalmente differenti (autorimesse, attività commerciali, residenze) e del diverso trattamento degli spazi aperti privati, è in realtà emerso che la quasi totalità degli isolati assume una configurazione chiusa.
in quanto presentano una conformazione interna privata che viene separata dall’esterno tramite cancelli che permettono l’accesso pubblico ad esclusivo uso pedonale, limitando invece quello carrabile ai soli residenti. Il secondo caso, invece, è quello dell’isolato che ospita due edifici di palazzine popolari ed un supermercato. Pur sembrando aperto ad una prima analisi è risulato essere completamente delimitato da barriere che non consentono l’accesso nè a veicoli nè a persone che non siano i residenti.
Pertanto abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione sull’analisi di cinque isolati “tipo” che abbiamo ritenuto essere particolarmente significativi, compresi tra Via Filadelfia e Corso Sebastopoli, che, pur essendo tutti isolati chiusi si articolano in 5 differenti modalità. Tra tutti, abbiamo ritenuto interessanti due casi in particolare. Il primo è quello del gruppo di quattro isolati che si trovano tra Corso Orbassano, Via Baltimora, Via Tripoli e Via Filadelfia. Ad un primo sguardo, sembrerebbero quattro isolati distinti, invece ad un’analisi più approfondita è emerso come questi si comportino invece come un isolato unico
E dificio
in
V ia G orizia
44
D all ’ alto : 1. E dificio in V ia F iladelfia 2. E dificio in C orso G iovanni A gnelli 3. E dificio in C orso G iovanni A gnelli
45
700m
100m
0 0
100m
800m
ISOLATO CHIUSO
T ipologia
isolati
46
BARRIERE FISICHE E VISIVE
Come già anticipato, nonostante si parli di isolati chiusi, le modalità con cui i cinque isolati “tipo” si presentano sono differenti, in particolare per quanto riguarda il concetto di chiusura e quindi di rapporto con lo spazio esterno e con le persone che lo vivono. In questa analisi abbiamo deciso di rappresentare sinteticamente questo tipo di rapporto tramite due tipologie di barriera: una fisica ed una fisica e visiva. Nel primo caso, gli isolati sono totalmente impermeabili e non permettono né l’accesso né la vista verso il loro interno (ad eccezione degli ingressi ad uso privato), in quanto gli edifici costituiscono una barriera che chiude completamente il fronte stradale. Nel secondo caso, ci si trova di fronte a una barriera fisica, come un cancello o una recinzione, che però permette la permeabilità visiva e, talvolta, l’attraversamento o il passaggio ad esclusivo uso pedonale.
D all ’ alto : 1. B arriera fisica -V ia F iladelfia 2. B arriera fisica -V ia T ripoli 3.B arriera fisica e visiva -V ia B altimora
47
700m
2
3
1
100m
0 0
100m
800m
BARRIERA FISICA E VISIVA BARRIERA FISICA
B arriere
fisiche e visive
48
CONNESSIONI INTERNE
In seguito alla definizione del tipo di barriera, abbiamo individuato la tipologia di accessi e le strade private presenti all’interno dei vari isolati. Mentre gli isolati chiusi con barriere fisiche e visive presentano perlopiù ingressi dal fronte stradale che portano direttamente alle autorimesse all’interno delle corti, quelli che presentano barriere di tipo esclusivamente fisico hanno una configurazione differente. E’ evidente come ci sia una viabilità interna all’isolato stesso che serve gli spazi, e permette ai residenti di accedere alle autorimesse, anche quando l’accesso non avviene direttamente dalla strada.
1. I nterno 2. A ccesso 3. A ccesso
di un edificio in di un edificio in di un edificio in
D all ’ alto : V ia B altimora V ia B altimora V ia B altimora
49
700m
1 2 3
100m
0 0
100m
800m
ACCESSO STRADA PRIVATA CANCELLATA
C onnessioni
interne
50
VIABILITA’
Per comprendere meglio le morfologie degli isolati abbiamo deciso di analizzare la viabilità esterna a questi. Nonostante la zona sia piuttosto lontana dal centro città, è comunque ben collegata. E’ infatti servita da diverse linee sia di autobus che tram, che passano principalmente nelle strade che abbiamo individuato come limite dell’area e anche in Via Tripoli. Lungo queste strade è inoltre presente la pista ciclabile.
D all ’ alto : 1. C orso S ebastopoli 2. C ontroviale di C orso G iovanni A gnelli 3. C orso G iovanni A gnelli
51
700m
1 3
100m 2 0 0
100m
800m
PISTA CICLABILE
PARCHEGGIO PUBBLICO
CONNESSIONE ESTERNA PRINCIPALE
FERMATA MEZZI PUBBLICI
CONNESSIONE ESTERNA SECONDARIA
LINEA AUTOBUS
P P
LINEA TRAM
V iabilitÃ
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DESTINAZIONI D’USO
Analizzando le destinazioni d’uso ci siamo resi conto di come la zona sia quasi totalmente ad uso residenziale, nonostante ciò vi sono anche servizi per lo più collocati al piano terra degli edifici che rendono l’area indipendente. Sono inoltre presenti alcuni plessi scolastici, servizi di vario genere e due complessi industriali posti all’interno del grande isolato a sud est dell’area. Ciò che emerge dall’analisi è la mancanza di uffici e ambienti destinati al lavoro.
D all ’ alto : C. C avour 2. E dificio per uffici in V ia T ripoli commerciali in C orso G iovanni A gnelli 1. L iceo
3. S ervizi
classico
53
700m
1
2
3
100m
0 0
100m
800m
RESIDENZIALE
AUTORIMESSA
MISTO RESIDENZIALE-COMMERCIALE
UFFICI/COMMERCIO
INDUSTRIALE
PLESSO SCOLASTICO
D estinazioni d ’ uso
4 1
5
2
3
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AUTORIMESSE
EDIFICI
SCUOLA
UFFICI
SCALA 1:500
N avigatore
S cheda
isolato
1
56
AUTORIMESSE
EDIFICI
SCALA 1:500
S cheda
isolato
2
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AUTORIMESSE
EDIFICI
SCALA 1:500
S cheda
isolato
3
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AUTORIMESSE
EDIFICI
SCALA 1:500
S cheda
isolato
4
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EDIFICI
SCALA 1:500
S cheda
isolato
5
60
61
LE CASE POPOLARI DI VIA TRIPOLI
caserme poco distanti, ma anche alle adiacenti “Case Basse”, ovvero delle baracche che sorgevano poco distanti e ospitavano i profughi della Prima Guerra Mondiale, poi abbattute alla fine degli anni Sessanta.
Il quinto isolato prima decostruito, è costituito dal complesso delle case popolari compreso tra Via Tripoli, Via Baltimora, Via Castagnevizza e Corso Sebastopoli. Questo venne edificato a partire dal 1909 durante il primo periodo IACP (19081920), in seguito alla lottizzazione della nuova Piazza d’Armi avvenuta l’anno precedente con la definizione del primo piano regolatore della città di Torino. Da quanto emerge dalle fonti, il progetto originale, a cura dell’Ingegnere Giacomo Fochesato, era di due edifici di cinque piani, per un totale di 313 alloggi di piccola metratura, con spazi ad uso commerciale nel piano terreno. Nonostante si tratti di edilizia popolare, è possibile notare come ci sia stato il tentativo di ricerca stilistica, in particolare dai prospetti riprendono le linee curve dell’Art Nouveau, così come le curve dei ferri battuti dei balconi e dei corpi scala angolari. Originariamente, come abbiamo potuto vedere da una targa posta in uno degli androni, e come ci è stato raccontato dall’affittuario di uno degli appartamenti, in questi edifici vi risiedevano anche militari e funzionari dell’esercito. Questo era dovuto sia al fatto che lavoravano nelle
F oto
storica dal libro
fondazione
1967
“S essantennio
1907/1967 ”, IACP, T orino
di
62
Allo stato attuale, troviamo 2 edifici di 5 piani fuori terra e uno semi-interrato delle cantine che fuoriesce per un metro, ad eccezione della stecca su Corso sebastopoli in cui le cantine non sono presenti. Esistono invece solamente 200 trilocali, al posto dei 313, di cui la gestione è a carico dell’ente ATC. Di questi abbiamo ottenuto una pianta “tipo” grazie alla quale siamo riusciti a ricostruire la composizione dell’edificio. Anche gli esercizi commerciali che secondo il progetto iniziale dovevano essere collocati su tutto il piano terreno, ora invece sono presenti solo nella stecca su Corso Sebastopoli.
Interessante è anche lo spazio aperto. I due edifici sono chiusi all’esterno da recinzioni che impediscono l’accesso sia carrabile che pedonale. Internamente, lo spazio fra i due edifici è attualmente adibito a parcheggio, così come quello che separa uno dei due blocchi dal supermercato Ekom. Per quanto riguarda la zona compresa fra le maniche di ogni edificio invece, troviamo uno spazio del tutto inutilizzato, in cui sono presenti una fila di dissuasori che perimetrano l’area, dove si accumulano vecchi motorini, biciclette e mobili. Nel complessio abbiamo osservato come lo spazio aperto, così come il costruito, siano caratterizzati da una situazione di degrado e da particolare sporcizia.
Per quanto riguarda i soggetti che abitano questi due edifici sono di ceto sociale basso e in prevalenza anziani. Uno degli aspetti principali che abbiamo studiato approfonditamente prima di procedere con il progetto è quello distributivo, ogni edificio è servito da otto vani scala, tre posti su ciascuna delle due stecche e due posti nell’angolo che collega la stecca al corpo centrale. Nello specifico questi ultimi due, che ci sono parsi particolarmente interessanti data la loro forma del tutto inaspettata, servono l’appartamento posto nell’angolo e quelli nel corpo centrale. I restanti sei invece, angusti e non particolarmente illuminati, servono due appartamenti per piano. V ano
scala angolare
63
64
F oto
storiche dal libro
fondazione
“S essantennio
di
1907/1967 �, IACP, T orino 1967
65
D all ’ alto : F ronte su C orso S ebastopoli S pazio centrale ai due edifici I nterno della corte
66
SISTEMA DISTRIBUTIVO
INGRESSO SCALE INGRESSO APPARTAMENTO
0
5
10
20m
67
TIPOLOGIE ABITATIVE
BILOCALE TRILOCALE
0
5
10
20m
68
TRILOCALE
SUPERFICIE: 64,6 M2 NUMERO ALLOGGI: 72 VANI TOTALI: 216
69
BILOCALI
SUPERFICIE: 55M2 NUMERO ALLOGGI: 24 VANI TOTALI: 48
70
ATTIVITÀ COMMERCIALE
SUPERFICIE: 60 M2 NUMERO SPAZI COMMERCIALI: 9 VANI TOTALI: 18
71
SISTEMA STRUTTURALE
SETTI PORTANTI
0
5
10
20m
72
73
74
75
HUG
Lo scenario che qui proponiamo non si limita ad un nuovo modo di abitare, ma include l’aspetto del lavoro in modo preponderante. Immaginiamo che in questa nuova realtà il lavoro stesso crei un polo attrattivo, nello specifico per particolari soggetti che necessitano di essere re-introdotti all’interno della società, al punto tale che l’abitare diventi una necessità subordinata al lavoro. Alla luce di queste considerazioni, e dello studio sulle condizioni attuali dei due edifici, abbiamo sviluppato un progetto che mira alla risoluzione di alcuni aspetti problematici, attraverso quattro interventi principali. Nello specifico questi riguardano la distribuzione, lo spazio aperto, la trasformazione delle residenze e l’introduzione dei laboratori.
E sploso
progetto
76
SPAZIO APERTO
DISTRIBUZIONE
OBIETTIVO
AZIONI
EFFETTI
•
Migliorare la distribuzione esistente
•
Introdurre gli ascensori
•
Addizione di un nuovo volume per la distribuzione
•
Accesso tramite ballatoio
•
Introduzione di due ascensori
•
Introduzione di nuove funzioni per favorire l’aggregazione
•
Migliorare la qualità degli spazi aperti esistenti
•
Rendere il lotto permeabile
•
Introdurre la vegetazione
•
Rigenerazione degli spazi esistenti
•
Introduzione di vegetazione
•
Apertura del lotto alla città
•
Miglioramento della qualità degli spazi pubblici e di pertinenza
77
RESIDENZE
LABORATORI
•
•
Introdurre spazi destinati al lavoro
Sostituzione di due piani di residenze con spazi laboratoriali
•
Trasformare gli appartamenti esistenti
•
Introduzione di residenze temporanee
•
Riconfigurazione degli appartamenti esistenti
•
Frazionamento di alcuni appartamenti
• •
Creazione di spazi comuni per le residenze temporanee
•
Creazione di una realtà economica indipendente
•
Introduzione di un’abitazione temporanea
•
Reinserimento di individui nella società attraverso il lavoro
•
Aumento del numero degli alloggi e quindi di ospiti
•
Miglioramento della qualità degli spazi interni
P rogramma
78
LA DISTRIBUZIONE
Questo intervento risponde alla necessità di inserire gli ascensori, che attualmente risultano assenti, ed eliminare alcuni dei vani scala esistenti, in quanto sono presenti in numero eccessivo. Abbiamo deciso di mantenere unicamente i due vani scala angolari esistenti per servire gli appartamenti presenti all’interno del corpo centrale dei due edifici. L’idea progettuale è quindi quella di concentrare il sistema distributivo all’interno di un nuovo volume posto davanti alle maniche dei due edifici e distante un metro, nel punto più vicino. Tale volume, retto da pilastri, si sviluppa solo a partire dal terzo piano fuori terra in quanto i primi due piani degli edifici sono occupati da spazi laboratoriali dotati di un sistema distributivo indipendente. L’accesso alle residenze, in questo modo, avviene da un ballatoio che si estende a partire dal nuovo volume e che circonda tutto il perimetro interno degli edifici. Lo stesso ballatoio, in alcuni casi, entra all’interno dell’edificio sottraendo dello spazio alle abitazioni e trasformandolo in giardini d’inverno o in uno spazio di ingresso più ampio, condiviso da due alloggi antistanti.
Successivamente, abbiamo deciso di arricchire l’ intervento destinando alcune parti del volume, sia ad un piano che a doppia altezza, alle funzioni precedentemente menzionate, in modo da rendere questo spazio vivo e non unicamente utilizzato a scopo distributivo. Infine, abbiamo deciso di integrare la vegetazione all’interno del progetto. Data l’assenza di alberature e spazi vegetali allo stato attuale, e data l’importanza che questi assumono all’interno del quartiere, abbiamo ritenuto fondamentale integrare questo aspetto all’interno dell’intervento, portando in altezza la vegetazione.
79
ESISTENTE
VOLUME DISTRIBUTIVO
BALLATOI
C oncept
80
P rospetto
frontale - scala
1:500
81
P rospetto
lato corte interna - scala 1:500
82
V ista
volume distributivo
83
V ista
volume distributivo
84
LO SPAZIO APERTO
Questo intervento è stato pensato per risolvere il problema della scarsa qualità degli spazi aperti che attualmente insiste sul lotto. Il punto di partenza per il progetto del suolo, è stato l’individuazione delle nuove funzioni da inserire al piano terra e uno studio dei flussi. Partendo da queste considerazioni, abbiamo pensato due spazi di natura differente. Il primo, più formale, si genera nell’area compresa fra i due edifici e assume la connotazione di un viale pubblico, progettato sia per il passaggio che per la sosta delle persone. L’obiettivo che volevamo raggiungere, rendendo permeqabile questo viale, è quello di un maggiore dialogo con la città. Questa intenzione di apertura si è tradotta nell’uso di una matrice, avente la forma di un cono ottico, per il disegno degli spazi. La forma scelta è stata riproposta sia davanti agli ingressi presenti al piano terra che agli estremi del viale. Per questo spazio abbiamo pensato ad un suolo duro, in pietra, con alcune aree dove è stato inserito un suolo perkmeabile e degli alberi. Il secondo invece, in corrispondenza delle corti interne, è uno spazio neutro, carat-
terizzato da un suolo libero, utilizzabile per differenti attività. La necessità di avere un suolo di questa natura deriva dalla collocazione al piano terra di spazi dedicati ad attività laboratoriali, che necessitano di un suolo tecnico per il passaggio di materiali o possibili lavorazioni. Questo è il motivo per cui questo spazio è caratterizzato dall’assenza di vegetazione che, però, abbiamo portato in altezza come spiegato nel precedente paragrafo. Abbiamo quindi pensato ad un suolo duro, realizzato in cemento lisciato colorato di un azzurro tenue. Infine, a seguito dell’analisi fatta sui flussi, abbiamo ritenuto necessario aprire una strada fra il supermercato Ekom ed il primo edificio. Avendo collocato i magazzini di pertinenza laboratoriale nella manica adiacente alla nuova strada, questa sarà utilizzata esclusivamente per il carico e lo scarico delle merci e come parcheggio per i dipendenti.
C oncept
85
FLUSSO PUBBLICO FLUSSO PRIVATO ADDIZIONE
P ianta
piano terra
86
87
88
PAVIMENTAZIONE IN PIETRA
ALBERATURA
SUOLO VEGETALE
A ssonometria
viale pubblico
89
V ista
viale pubblico
90
I LABORATORI
L’intervento relativo ai laboratori rappresenta il punto focale del nostro lavoro. Il nostro progetto, come già detto in precedenza, si rivolge a persone problematiche che devono essere reintegrate nella comunità. Abbiamo deciso che questo passaggio possa avvenire attraverso il lavoro, con il quale le persone possano contribuire in modo concreto alla produzione di manufatti e oggetti di diversa natura, che saranno poi venduti sempre all’interno di questa struttura. Il punto di partenza è quindi stato quello di sostituire i primi due piani fuori terra degli edifici, attualmente adibiti a residenze, con uno spazio a doppia altezza soppalcato destinato ad attività lavorative. Abbiamo pensato a spazi versatili che si possano adattare con facilità a diversi tipi di lavorazioni e attività. Sono previsti ampi spazi in cui poter effettivamente compiere le lavorazioni, da qui l’idea di avere delle doppie altezze che possano ospitare anche macchinari imponenti. Una parte degli spazi è stata invece dedicata agli uffici, questi potrebbero ospitare start-up o altre tipologie di attività. Ci immaginiamo, infatti, che le singole maniche, che nel funzionamento sono indipendenti fra loro, possano essere af-
fittate da privati che le utilizzeranno a loro discrezione. La tipologia di lavorazione non sarà quindi necessariamente artigianale ma potrà essere variabile.
91
PIANTA PIANO PRIMO
LABORATORIO RESIDENZA TEMPORANEA SPAZIO COMUNE
0
5
10
20m
92
LABORATORIO-Piano Terra
7 6 5 4
3
2 1
9
1. UFFICIO 20 MQ 2. BAGNO 12 MQ
6. UFFICIO 22 MQ
3. MAGAZZINO 47 MQ
7. BAGNO 15 MQ
4. MAGAZZINO 47 MQ
8. LABORATORIO 163 MQ
5. BAGNO 12 MQ
9. ENTRANCE 45 MQ
8
93
LABORATORIO-Piano Primo
4
3 5
2
6 1
1. UFFICIO 32 MQ 2. LABORATORIO 60 MQ 3. LABORATORIO 60 MQ 4. UFFICIO 37 MQ 5. UFFICIO 28 MQ 6. UFFICIO 28 MQ
94
V ista
laboratorio - corte interna
95
LE RESIDENZE
L’intervento delle residenze è in stretta relazione con quello dei laboratori. Nello scenario che immaginiamo, le persone che faranno parte del programma non saranno necessariamente della zona, ma potrebbero provenire da tutta la città. Partendo da questo presupposto e considerando che queste persone potrebbero non avere una casa di proprietà, si rende necessario poter offrire a chi lavora in queste strutture un’abitazione. Ci è sembrato chiaro, quindi, che in questo caso il lavoro assuma una connotazione talmente forte da creare esso stessa la necessità dell’abitare, che di fatto ne risulta subordinata. L’idea di abitazione che abbiamo non è unicamente quella di una residenza di proprietà ma di una temporanea, che permetta un ricircolo di individui. Dunque, abbiamo pensato di riorganizzare gli appartamenti già esistenti, realizzando una parte di residenze permanenti e una di residenze temporanee. Le prime sono collocate nei piani sovrastanti i laboratori, mentre le altre coesistono con essi al piano terra ed al primo piano e sono collocate nel corpo centrale dei due fabbricati, a cui vi si accede dai due vani scala angolari già presenti allo stato attuale.
Pertanto abbiamo anche previsto la presenza di una serie di servizi ad uso comune, non solo per gli ospiti delle residenze temporanee ma anche per i proprietari delle residenze permanenti.
96
PIANTA PIANO TIPO
RESIDENZA PERMANENTE SISTEMA DISTRIBUTIVO SPAZIO COMUNE
0
5
10
20m
97
RESIDENZE PERMANENTI
3 5 3 7 6
8 9
5 4 3
2 8
3
7
2
1
6 8 9
1. STANZA MATRIMONIALE 28 MQ 2. STANZA MATRIMONIALE 20 MQ 3. CUCINA 18 MQ 4. BAGNO 12 MQ 5. STANZA MATRIMONIALE 18 MQ 6. BAGNO 12 MQ 7. CUCINA 15 MQ 8. BAGNO 9 MQ 9. CUCINA 20 MQ
98
RESIDENZE TEMPORANEE
4 2 1 3
3 3
3 1
1. STANZA SINGOLA13 MQ 2. STANZA SINGOLA 11 MQ 3. BAGNO 3 MQ 4. CUCINA 55 MQ 5. STANZA SINGOLA 9 MQ
5
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V ista
spazio comune
100
101
V ista
ballatoio
A ssonometria
progetto
102
103
THE STUDENT HOTEL TORINO Samuele Folli Maddalena Martina Giulio Massetani Carlo Musso Michele Simonet ti
No Home. Turin
Atelier Progetto Urbanistico C
Politecnico di Torino A.A. 2018-2019 Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Progetto Sostenibile
Urbanistica: Angelo Sampieri Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello collaboratori: Quirino Spinelli e Beatrice Agulli
INDICE 1. La città, il quartiere, la torre Torino Sud: il quartiere di Mirafiori Il QUIPP: l’ex quartiere ippodromo di Torino “Torre Mirafiori” di Jaretti e Luzi
2. Spazio costruito e percepito Le densità ed il costruito La focalizzazione, i servizi e le attrezzature I nodi ed i collegamenti Il suolo I regimi di proprietà La percezione cognitiva ed emotiva Gli aspetti dell’ambito locale Le geografie sociali
3. Condizioni di criticità La gestione degli spazi aperti Il mercato immobiliare
4. The Student Hotel in Europa
5. The Student Hotel Torino Il centro fuori dal centro Le strategie Il programma funzionale Gli spazi progettati:
La torre
L’attacco a terra ed il coworking
Il nuovo volume di servizio
Gli spazi aperti
6. Appendice Interviste alla popolazione locale
5
1_ LA CITTÀ, IL QUARTIERE, LA TORRE
Torino Sud: il quartiere di Mirafiori
Più nello specifico, la nostra area di lettura rappresenta un tessuto insediativo particolare e differente che si rapporta quotidianamente con l’immenso complesso della FIAT, con i numerosi parchi pubblici attrezzati e con gli isolati residenziali tipici.
L’area di Mirafiori Sud, quartiere simbolo e zona di espansione industriale torinese, costituisce uno dei più grandi quartieri della città e corrisponde alla Circoscrizione X. Il quartiere è noto alla storia di Torino per l’impianto industriale automobilistico della FIAT del XX secolo, il più grande d’Europa, che ha reso questa zona una delle più popolose della città. Dagli anni Cinquanta, Torino divenne meta di grandi migrazioni interne dovute appunto all’espansione industriale; all’inizio degli anni Sessanta la popolazione del quartiere decuplicò e ciò rese necessario un intervento mirato di edificazione. Questo fatto però favorì anche uno studio attento dei collegamenti del quartiere con il centro della città e con i quartieri confinanti ed un tentativo di dare maggior benessere agli operai che arrivavano inizialmente dai dintorni della città, poi dal Nord Est ed infine anche dal Sud Italia. Vi sono tre grandi caratteristiche del quartiere: un’architettura di edifici residenziali di otto-dieci piani, una grande presenza di spazi aperti ed aree verdi e la presenza delle industrie.
La zona è attraversata da Corso Unione Sovietica che rappresenta il collegamento diretto con la città e da un sistema di strade secondarie che si immettono nel corso principale. Il sistema viario, visto come elemento lineare che separa i diversi spazi, costituisce un importante margine capace anche di mettere in relazione gli spazi che attraversa permettendo una maggiore permeabilità, contrariamente a quel che accade con lo stabilimento della FIAT che separa in modo netto questi spazi urbani negando ogni tipo di permeabilità. Vi sono tre margini evidenti: a Ovest lo stabilimento della FIAT che si presenta come elemento imponente e fortemente differente dal tessuto, mentre a Nord e Sud la zona è ritagaliata da ampie arterie viarie decisamente percepibili, quali Corso Traiano e Via Onorato Vigliani. Sul fronte Est invece l’individuazione di un solo margine è stata più complicata dal momento che passeggiando per il quartiere non si percepisce una frontiera netta ma la città si presenta unitaria. Essendo tuttavia presente un aumento di densità del costruito, della dimensione della strada e della fascia verde di pertinenza, Corso Benedetto Croce ci è sembrato più adatto come margine.
6
0
La
1000
2000m
cittĂ metropolitana di
T orino
PARCO GIUSEPPE DI VITTORIO
VIA
ON
OR
ATO V
IGL
VIA PIO VI
VIA NICHELINO
IAN
I
O UN
IONE
SOVI
O IN OR I S T TT CU NE PA
ETICA
CORS
O UN
IONE
VIA CERCENASCO
I
CORSO TRAIANO
VIA PIACENZA
FIAT
CAMPI SPORTIVI
CORSO BENEDETTO CROCE
PIAZZALE CAIO MARIO SOVI ETICA CORS O UN IONE
SOVI ETICA
7
CORS
O PARC NETTI N COLO
0
200
400m
I
margini
8
M argine S ud M argine O vest M argine N ord
9
I l M argine E st : C orso B enedetto C roce V ia P iacenza V ia P io VII
10
Il QUIPP: l’ex quartiere ippodromo di Torino Mirafiori Sud è un quartiere della periferia della città di Torino e deve il suo nome al castello della famiglia Sabauda “Miraflores” fatto costruire nel 1585 dal Duca Carlo Emanuele I di Savoia come regalo per la giovane moglie Caterina, figlia del Re di Spagna. Fino ai primi anni del Novecento si presenta come una vasta area rurale, meta fuori porta preferita dai torinesi. Con l’arrivo della ferrovia nel 1884 vi fu un primo grande cambiamento che favorì il contatto con la città. Nel 1906 venne inaugurato nell’area tra gli attuali Corso Unione Sovietica, Via Croce, Via Vigliani e Corso Tazzoli il nuovo ippodromo, cuore di un’ippica di rango. Emblema della modernità e diretto dai nobili, l’ippodromo presentava 1800 metri di pista, rendendosi adatto alle corse piane ed a quelle ad ostacoli oltre che a luogo di incontri e scommesse, favoriti dalla presenza di uffici telegrafici e telefonici all’avanguardia. La società proprietaria dell’area, la società Campo Mirafiori, rivestì un ruolo cruciale per la ricostruzione del quartiere che sfociò nel 1958 con l’elaborazione della convenzione urbanistica. Lo stabilimento della Fiat nacque tra il 1936 ed il 1939 segnando l’inizio dello sviluppo dell’edilizia residenziale sia destinata agli operai che al nuovo ceto di impiegati.
La lettura del QUIPP ci permette di conoscere la città in un momento di grande trasformazione negli anni del “miracolo economico” che porta Torino ad affermarsi come “città fabbrica”. Questo quartiere infatti rappresenta un esempio significativo di “piano consensuale di sistemazione” che consiste in una convenzione urbanistica tra la città ed i proprietari delle aree a sviluppo edilizio, situazione in cui i privati ebbero una grande importanza per la ricerca e la realizzazione dello status ricercato in quegli anni dalla nuova classe di impiegati; rappresenta inoltre un modello di trasformazione frequente nel dopoguerra. I progettisti del nuovo quartiere, l’ingegnere Giorgio Rigotti e l’architetto Mariarosa Renoglio, sfruttano la prescrizione di “fabbricazione isolata” e decidono di curare le altezze dei fabbricati connettendo palazzi ad alta densità di 10 e 14 piani con quattro fronti liberi tramite edifici più bassi. Le destinazioni d’uso sono prettamente residenziali con i piani terreni realizzati per le attività commmerciali. Uno spazio importate viene riservato alla vita pubblica ed ai luoghi di incontro incentivati dal piano con edifici, come le scuole ed i centri sportivi, ma anche con gli spazi aperti destinati al mercato rionale ed ai giardini pubblici. Viene prevista una grande quantità di aree pedonali pensate anche come porticati affiancati alla circolazione veicolare. La disposizione dei parcheggi denuncia la volontà di mantenere il flusso veicolare il più possibile esterno al quartiere, rendendosi permeabile solamente in alcuni punti in direzione Nord-Sud.
11
F onti storiche fotografiche e cartografiche
12
1961
1967
1973
E voluzione
e sviluppo del quartiere
13
“Torre Mirafiori” di Jaretti e Luzi La Torre Mirafiori di Jaretti e Luzi nasce da un’imposizione urbanistica lasciando poca libertà ai progettisti. L’idea iniziale di creare un “piccolo grattacielo per la nostra piccola città di provincia” viaggia parallela al profilo indicato nel piano Rigotti come un involucro di massimo ingombro entro il quale inserire liberamente i volumi. Nonostante ciò, l’ufficio comunale ha inteso il profilo indicato come un preciso volume che l’edificio deve materializzare. Il progetto, teso a realizzare questa prescrizione, ha materializzato l’impianto a farfalla con una struttura basamentale in cemento armato dipinta di nero con colonne tonde di grandi dimensioni per l’elevato numero di piani e solai dal bordo nero da sostenere. Questa struttura nera serve come base di appoggio per le pareti di tamponamento a scacchi di mattonbianco e klinker lucido smaltato di colore giallo-arancio, le ringhiere dei balconi costituite da pannelletti appoggiati in grigliato elettrosaldato rosso, gli armadi-ripostiglio a garitta in vetroresina color turchese. Gli armadi sono stati ragione di numerosi tamponamenti
stradali perchè con la loro forma insolita a razzo distraggono gli automobilisti nell’incrocio. La torre policroma ha una facciata scandita in verticale dai pilastri e dalle riquadrature regolari, vivacizzata dagli accostamenti cromatici. Sono infatti presenti tubazioni gialle a faccia vista, così come le canne della spazzatura, una piscina sul tetto coperta da un gonfiabile tricolore, una centrale termica sull’altro tetto coperta da una volta curva industriale rivestita in coccoon azzurro con fumaioli tricolori. La pianta è “a farfalla” con il blocco scalaascensori posizionato nel centro per separare le due parti rettangolari. Una piastra bassa lega la torre alla “gemella” sul retro ed all’edificio adiacente lungo Corso Unione Sovietica. I primi tre piani sono a filo mentre lo sbalzo della struttura superiore è sostenuto da mensoloni triangolari. La struttura è in cemento armato con pilastri circolari abbinati sul perimetro e singoli, di maggiori dimensioni, all’interno. La torre ha quindici piani, la parte inferiore è destinata ad uffici e negozi. Gli alloggi invece sono sei per piano, i due più grandi occupano le testate laterali; il quarto piano è interamente destinato a monocali mentre all’ultimo piano gli alloggi sono dei duplex con scala a chiocciola interna. La copertura è piana con la centrale termica emergente, coperta da una volta parabolica in cemento armato e chiusa da vetrate. I serramenti sono metallici, i parapetti dei balconi in grigliato elettrosaldato rosso, i ripostigli in vetroresina turchese, su disegno, collocati sui balconi ad accentuare il gioco cromatico.
14
P rospetto N ord
15
P iante
piano terra , ottavo , tredicesimo
16
Particolare volume per la piscina
La volta industriale
Ringhiere in grigliato rosso La pianta a farfalla si restringe ai primi tre piani e al tredicesimo
Tamponamenti a scacchi bianchi e gialli Armadi-ripostiglio turchese
Una gabbia nera di enormi colonne e solai
Facciata scandita verticalmente da pilastri che sono piĂš sottili salendo
Mensole triangolari per lo sbalzo
I
caratteri compositivi della torre
Tende arancio
Piastra di legame con un’altra torre simile
17
La
facciata , la torre gemella e l ’ atrio
19
2_ SPAZIO COSTRUITO E PERCEPITO
La zona dell’ex Quartiere Ippodromo è caratterizzata da un’eterogeneità di spazi a diversa densità fisica e si presenta oggi come la più alta del quartiere. Con densità fisica si intende il rapporto tra il numero di abitanti e la superficie totale mentre per densità sociale il rapporto tra la numerosità e la ricchezza delle interazioni sociali sulla superficie. La presenza di torri residenziali di 15 piani e di stecche di 7 e 10 piani riporta un’alta-media densità fisica affiancata però da edifici residenziali di pochi piani che ne presentano una bassa per diventare poi nulla con gli edifici pubblici e commerciali. Il quartiere è influenzato fortemente dalla presenza delle scuole che conferisce alle zone circostanti un’alta densità sociale così come il mercato di piazza Guala. Le aree verdi presenti tra le corti sono invece scarsamente popolate e vissute durante la giornata nonostante siano accessibili a tutti. I fronti commerciali che si affacciano sulle vie principali sono ben vissuti e caratterizzati da un buon numero di persone, osservazione diametralmente opposta alle passerelle coperte studiate in realtà appositamente per questo fine. Un ottimo luogo di incontro e di socialità è rappresentato invece dalle zone aperte attrezzate nei pressi delle scuole.
Nonostante la funzione dominante sia senza dubbio quella residenziale, importante sul territorio è la presenza di diversi poli di istruzione ed educazione primaria e secondaria e di zone legate alla pratica di attività sportive, quali centri sportivi e palestre ma anche aree attrezzate all’aperto. Le funzioni pubbliche, come per esempio le scuole ed i centri sportivi, sono posizionate all’interno del quartiere diventandone quindi il fulcro mentre il perimetro è caratterizzato dalla presenza di attività commerciali al piano terreno. L’arteria principale, Corso Unione Sovietica, collega il quartiere con il centro di Torino oltre ad essere la separazione fisica tra la zona residenziale di lettura e lo stabilimento industriale della FIAT con l’annesso parcheggio. I margini della zona sono particolarmente serviti dai mezzi pubblici che non penetrano all’interno del costruito. Il sistema dei percorsi rappresenta il modo reale con cui noi osserviamo, viviamo e percepiamo la città. Peculiarità di quest’area sono indubbiamente i percorsi pedonali coperti che attraversano il lotto e lo distinguono dall’abitato circostante e la presenza di un elevato numero di percorsi ed aree pedonali. Sono presenti differenti tipologie di luoghi strategici che possiamo distinguere in nodi di congiunzione che rappresentano essenzialmente i punti di incontro tra le grandi arterie viarie ed in nodi di concentrazione che si riferiscono invece anche ai punti di incontro sociali.
20
La densità ed il costruito
3
1
2
100 m
DENSITÀ NULLA 0
100
200m
DENSITÀ BASSA DENSITÀ MEDIA DENSITÀ ALTA
La
densità fisica
21
La
densitĂ del costruito
22
1 3 2
100 m
1 - 3 PIANI 0
100
200m
4 - 6 PIANI 7 -9 PIANI 10 - 12 PIANI 13 - 15 PIANI
Le
altezze
23
Le
torri , gli edifici a stecca e gli edifici bassi
24
1 2
3
100 m
DENSITÀ BASSA 0
100
200m
DENSITÀ MEDIA DENSITÀ ALTA
La
densità sociale , martedì ore 10.00
25
Le
aree ad alta densitĂ sociale : le scuole e i portici
26
1
3
2
100 m
DENSITÀ BASSA 0
100
200m
DENSITÀ MEDIA DENSITÀ ALTA
La
densità sociale , sabato ore 15.00
27
Le
aree ad alta densitĂ sociale :
i portici , l ’ impianto sportivo e il parco
28
La focalizzazione, i servizi e le attrezzature
2
1
3
100 m
SPAZI APERTI FOCALIZZANTI 0
100
200m
FOCALIZZAZIONE EDUCATIVA FOCALIZZAZIONE SPORTIVA
La
focalizzazione
29
Le
scuole
30
2
1
3
100 m
SUOLI PUBBLICI AD ACCESSO REGOLATO 0
100
200m
PARCHI PUBBLICI EDIFICI SCOLASTICI SERVIZI COMMERCIALI
I
servizi e le attrezzature
31
I
portici , le attivitĂ commerciali
interne alle corti ed il mercato
32
I nodi ed i collegamenti
3 2
1
100 m
NODI DI CONGIUNZIONE 0
I
nodi
100
200m
NODI DI CONCENTRAZIONE
33
La
grande rotonda , il parco ed il parcheggio
34
2
3
1
100 m
PEDONALE 0
100
200m
PEDONALE COPERTO CICLABILE MEZZI PUBBLICI VEICOLARE PEDONALE ATTRAVERSO GLI EDIFICI
I
percorsi
35
Il
percorso pedonale , il portico
ed il piazzale dei mezzi pubblici
36
3
2
1
100 m
PEDONALE 0
100
200m
PEDONALE COPERTO CICLABILE MEZZI PUBBLICI VEICOLARE PARCHEGGI
La
mobilitÃ
37
La
pista ciclabile ,
C orso U nione S ovietica
ed il percorso pedonale coperto
38
39
Il quartiere si comporta come “polmone verde” della zona dal momento che sono presenti grandi aree verdi con numerosi ed alti alberi. Molto spesso però queste aree verdi sono private, circondate da siepi e da recinzioni e quindi impediscono alla popolazione di entrarvi liberamente. Le corti invece sono tutte accessibili sia dal punto di vista carrabile che pedonale, ad eccezione dell’isolato della Torre Mirafiori che presenta delle limitazioni carrabili. La percezione di questi luoghi è molto soggettiva ed è rappresentata per noi da un soggetto universitario, giovane, abituato alla città ed alla sua vita frenetica, in cerca di stimoli ed ispirazione, curioso ed aperto alle novità . Dal punto di vista cognitivo, abbiamo cercato di individuare quattro luoghi simbolo della combinazione tra leggibilità e complessità, dal momento che ve ne sono alcuni in cui è più semplice orientarsi, come il giardino pubblico Pietro Rava, ed altri nettamente più stimolanti, il nostro isolato tipo esagonale così come l’area del mercato di Piazza Guala. Invece per quanto riguarda la dimensione emotiva, questa area è caratterizzata da numerosi spazi in cui ci si possa sentire facilmente a casa, come per esempio i portici commericali di Via Francesco Guala che ricordano le vie centrali della città, ma anche da spazi poveri di stimoli che creano una leggera inquietudine, come il passaggio tra le abitazioni in Via Onorato Vigliani. Successivamente, ci siamo concentrati
sulla percezione della sensazione di sicurezza ed insicurezza e ci siamo trovati in accordo sul fatto che sia una zona pressochè sicura in generale, che alcune zone suscitino più inquietudine causata da un’illuminazione più scarsa piuttosto che da una troppo breve distanza tra gli edifici e che la presenza di un traffico intenso sia facilmente controllata grazie ad una netta distinzione tra i flussi carrabili e pedonali ed alle aiuole di protezione che affiancano i marciapiedi. Per concludere il nostro ciclo di analisi, abbiamo osservato questo ambito locale, luogo inteso come ambiente di relazioni sociali circoscrivibile da margini fisici e simbolici e definito nel tempo. Dal punto di vista funzionale-comportamentale, dopo aver distinto le funzioni in manifeste e latenti, abbiamo individuato come funzioni latenti complementari l’utilizzo ambivalente della piazza del mercato e degli edifici commerciali interni alle corti previsti inizialmente come parcheggi e come funzione latente conflittuale invece il parcheggio abusivo sul marciapiede lungo Corso Unione Sovietica. Il carattere morfologico-percettivo invece si relaziona al rapporto tra gli spazi aperti e gli spazi edificati; possiamo infatti trovarci in spazi convessi lungo i corsi pricipali in cui gli edifici arretrano e racchiudono degli spazi aperti ed in spazi concavi quando attraversiamo le corti. Possiamo infine parlare di “concavità tubolare” quando ci troviamo in spazi contenuti ma con un carattere allungato, come le aree verdi presenti tra le corti.
40
Il suolo
3 1
2
100 m
SUOLO MINERALE 0
Il
suolo
100
200m
SUOLO VEGETALE
100 m
41
Il
verde tra le corti , il grande parcheggio ed il viale alberato
42
I regimi di proprietà
3
1
2
100 m
SUOLO PUBBLICO 0
100
200m
SUOLO PRIVATO ACCESSO REGOLATO PRIVATO PUBBLICO
I
regimi di proprietà
43
Il
verde privato , la scuola pubblica e gli edifici residenziali privati
44
La percezione cognitiva ed emotiva
LEGGIBILITÀ
bassa
COMPLESSITÀ
alta
alta
La
leggibilità e la complessità
bassa
45
46
STABILITÀ
bassa
SORPRESA
alta
alta
La
stabilità e la sorpresa
bassa
47
48
3
1
2
100 m
BASSA SICUREZZA 0
La
100
sicurezza
200m
MEDIA SICUREZZA
49
Le
aree con percezione di sicurezza minore : le aree verdi e l ’ isolato a sud - est
50
Gli aspetti dell’ambito locale
3
1
2
100 m
FUNZIONE MANIFESTA 0
100
200m
FUNZIONE LATENTE COMPLEMENTARE FUNZIONE LATENTE CONFLITTUALE
I
caratteri funzionali
-
comportamentali
51
La
chiesa , il marciapiede - parcheggio e la residenza universitaria
52
3
2
1
100 m
CONVESSITÀ 0
100
200m
CONCAVITÀ CONCAVITÀ TUBOLARE
I
caratteri morfologico
- percettivi
53
U na
zona convessa , una concava e una concavitĂ tubolare
54
Le geografie sociali
L’intervista è stata precedentemente progettata per quanto riguarda i temi, le domande e le aree dove fermare le persone intervistate. I temi analizzati riguardano ciò che è stato messo in luce con le analisi a diverse scale precedentemente mostrate. Le domande selezionate per le interviste sono di genere standardizzato e vertono su diversi argomenti al fine di indagare su aspetti morfologici, percettivi e soggettivi. Come prima prerogativa è stata fornita ai soggetti intervistati una planimetria per confinare l’area di interesse. Con questa stessa mappa riportiamo i punti dove sono state eseguite le interviste, che si sono concentrate nei punti focalizzanti dell’area quali il parco tra la scuola materna e la media, il secondo parco di fronte alla scuola elementare, il mercato di piazza Guala, il piazzale Caio Mario e la polisportiva Vianney. Le restanti sono state distribuite nei nodi di concentrazione del quartiere o all’interno di quest’ultimo. Al fine di compiere un’indagine più precisa e meglio distribuita abbiamo selezionato soggetti di diverso genere e età così da poter ascoltare opinioni e sensazioni differenti. Per lo stesso motivo abbiamo intervistato abitanti del quartiere, lavoratori e anche passanti che conoscevano l’area. Inoltre le interviste sono state svolte in tre giornate differenti della settimana il mercoledì, il venerdì e la domenica, in diversi orari con l’obiettivo di poter indagare sui diversi ritmi giornalieri. Dalle interviste condotte abbiamo potuto notare come molte delle nostre
percezioni da outsiders, per lo piu basate sulle letture planimetriche dell’area ed i sopralluoghi, corrispondano abbastanza con quelle dei suoi abitanti. Un’ opinione condivisa dalla maggioranza è che l’area si configuri come una piccola città nella città, dove sono presenti servizi che soddisfano le neccesità primarie inoltre sono anche molto apprezzate le tre scuole, asilo, elemetari e medie. Queste per una giovane madre sono state il motivo per cui si è traferita “Abbiamo cambiato quartiere perché qui è più rifornito di attività rispetto a quello di prima e la scuola è vicinissima a casa. ” (intervistato 4). Come unici servizi mancanti sono risultati attività per giovani, come sottolinea qualcuno bar chic oppure club che possano animare il quartiere durante la sera. Il quartiere inoltre è risultato esser detto ben collegato al centro grazie alla presenza delle linee 4 e 18, che fanno capolinea in Piazzale Caio Mario. La maggior parte delle persone intervistate passa oppure ha passato il proprio tempo libero nella area del Polisportivo Vianney, confinante con la parrocchia. Qui è stato possibile intervistare persone di tutte le età, dal signore anziano che gioca a bocce ai ragazzi che seguono l’estate ragazzi. Gran parte delle persone ha poi risposto che proprio la polisportiva è un punto di incontro in cui socializzare e passare il tempo libero. Altre aree molto sfruttate dagli abitanti sono risultate essere i giardini presenti davanti alle scuole, specialmente la do-
55
menica; tuttavia alla domanda corrispettiva, alcuni intervistati hanno denunciato la mancanza di manuntenzione di esse e chiedevano che fossero mantenute e attrezzate come il vicino Parco Vittorio. A riguardo delle zone verdi private presenti fra i palazzi compresi tra via Onorato Vigliani e Via Nichelino, esse sembrano essere considerate piu aree di passaggio piu che di effettiva sosta e fruizione dei proprietari “Quando torno a casa mi piace passare tra gli spazi verdi quelli tra gli edifici speculari (...)” (intervistato 2). Inoltre un passante apprezza questi spazi anche se se si intuisce un senso di rammarico per non poterne usufruire “I giardinetti tra i condomini sono molto particolari, dando un senso di tranquillità che non sembra neanche di stare a Torino. Peccato che siano recintati.” (intervistato 5). Tuttavia proprio le aree aperte, ben sfruttate nell’arco della giornata, sono risultate essere fonte di insurezza alla sera, alcuni riportano la presenza di spacciatori “ (...) poi ci sono bottiglie di birra di qua e di la. A livello di spacciatori ho sentito che purtroppo spacciano e si drogano(...)” (intervistato 16), e ragazzi che fanno baldoria, altri si sentono insicuri per la mancanza di movimento “Quando torno a casa verso la sera alcune facce mi spaventano un po’, infatti preferisco passare da Corso Unione che è più frequentato” (intervistato 2), attribuita al fatto che tutte le attività commerciali presenti chiudano per l’ora di cena. In generale, a causa della popolazione del quartiere prevalentemente composta da anziani e giovani famiglie, il quartiere
non risulta essere popolato alla sera. L’intervista si conclude con una domanda relativa all’idea di progetto, in particolare l’aggiunta dello studentato nella Torre Mirafiori. In generale l’idea è stata accolta di buon grado, in molti hanno apprezzato il fatto di portare ragazzi più giovani e cultura nel quartiere “Oh si! Poi tutto quello che si fa per gli studi e la cultura io sono d’accordo. Biblioteche e ritrovi per gli studenti sarebbe l’ottimale” (intervistato 21), altri hanno apprezzato l’idea di avere un nuovo polo per attività quotidiane con spazi che fossero sfruttati durante tutto l’arco della giornata. Inoltre in particolare un intervistato ci ha fatto notare che una residenza universitaria “c’è già vicino a Corso Traiano perché un mio compagno di Economia sta lì. Da quel che mi racconta però non è che sia un granché, spesso dice che non ci sia nulla da fare rispetto alle residenze universitarie che ci sono in centro(...)” (intervistato 12). Da queste interviste si è appreso che in generale la popolazione del quartiere è felice e soddisfatta di come esso funzioni, sia come infrastrutture che come spazi aperti, tuttavia mancherebbero attrattive per i ragazzi in età giovanile.
56
Corso Traiano 12
tica
24
e Sovie
Union Corso
10
22
Scuola media
13
7
Scuola materna
21
4
6
11
23
Via Guala
Piazzale Caio Mario
Polisportiva Vianney
9
1 18
5
3
17
Chiesa
19
Torre 2
14
16 Piazza Guala 8
20
Scuola elementare
Via Onorato Vigliani
15
Corso Benedetto Croce
25
100 m
SOGGETTI INTERVISTATI 0
C arta
100
200m
dei luoghi delle interviste
57
a. Per quale motivo conosce il quartiere? E’ un abitante, un lavoratore o di passaggio? b. Sono sufficienti i servizi o reputa che manchi qualcosa? c. C’è un luogo dove ci si incontra e si svolgono attività in comune? d. Cosa pensa degli spazi aperti? e. Il quartiere è ben collegato al centro?
DOMANDE E DATI DEI SOGGETTI INTERVISTATI
f. Ritiene il quartiere sicuro? g. Cosa ne penserebbe dell’aggiunta di una residenza universitaria nel quartiere?
SESSO
ETA’
TIPOLOGIA
GIORNO
ORA
LUOGO
1
M
30
Lavoratore
Mercoledì
17.25
Negozio Via Guala
2
F
52
Passante
Mercoledì
17.45
Area verde tra gli edifici
3
M
55
Lavoratore
Mercoledì
18.00
Negozio davanti alla scuola
4
F
36
Abitante
Mercoledì
18.15
Uscita scuola
5
F
25
Passante
Mercoledì
18.45
Spazio verde vicino alla scuola
6
M
21
Lavoratore
Mercoledì
19.10
Bar Corso Unione Sovietica
7
M
76
Abitante
Mercoledì
19.30
Torre Mirafiori
8
F
68
Abitante
Venerdì
11.35
Mercato Piazza Guala
9
F
16
Passante
Venerdì
11.50
Polisportiva Vianney
10
F
34
Lavoratore
Venerdì
12.15
Negozio Via Guala
11
M
36
Lavoratore
Venerdì
12.35
Negozio Corso Traiano
12
M
20
Abitante
Venerdì
12.50
Piazzale Caio Mario
13
F
32
Passante
Venerdì
13.05
Piazzale Caio Mario
14
F
47
Lavoratore
Venerdì
13.20
Via Onorato Vigliani
15
M
53
Passante
Venerdì
13.50
Corso Benedetto Croce
16
F
74
Abitante
Domenica
15.00
Spazio verde attrezzato
17
M
75
Abitante
Domenica
15.30
Polisportiva Vianney
18
M
63
Abitante
Domenica
16.20
Polisportiva Vianney
19
M
55
Abitante
Domenica
17.00
Chiesa
20
F
16
Abitante
Domenica
17.30
Spazio verde attrezzato
21
F
72
Abitante
Domenica
17.45
Spazio verde vicino alla scuola
22
M
15
Abitante
Domenica
18.00
Spazio verde vicino alla scuola
23
F
41
Abitante
Domenica
18.20
Area verde tra gli edifici
24
M
38
Abitante
Domenica
19.15
Area verde tra gli edifici
25
M
27
Lavoratore
Domenica
19.30
Ristorante sotto la torre
59
3_ CONDIZIONI DI CRITICITÀ
L’isolato della Torre Mirafiori presenta una molteplicità di altezze che lo caratterizza. Nonostante l’efficiente rete di collegamento con il centro e con i paesi circostanti e la vicinanza ai poli universitari, riporta alcune criticità importanti che interessano prevalentemente la gestione degli spazi aperti e la presenza di un mercato immobiliare congelato. La corte accessibile da Via Onorato Vigliani mostra un interno corte molto disorganizzato e con spazi male utilizzati. Gli edifici sono prettamente residenziali e quindi l’isolato richiede una grande quantità di aree destinate al parcheggio privato che tuttavia non sono disegnate o pensate dando vita ad una fruizione non corretta dello spazio interno. I fabbricati di due piani che fungono come connessioni tra le stecche e le torri presentano spesso delle superfetazioni di scarsa qualità architettonica. Infine, le due torri sono collegate tra loro da un edificio che si divide compositivamente a metà ispirandosi alla torre adiacente ma non dialogando nella sua interezza. Per quanto riguarda la gestione degli spazi aperti si riscontrano difetti sia legati allo
spazio interno alla corte che a quello verde circostante. Lo spazio interno appunto non è adeguato per le attuali funzioni che è destinato a svolgere, non è organizzato in modo da fornire una distinzione dei percorsi ed una facile fruizione dello spazio: uno spazio grande viene quindi percepito come piccolo per il mancato disegno del suolo. Al contrario invece le aree verdi presenti tra una corte e l’altra, distinte in aiuole e delimitate da siepi, si presentano come spazi non sfruttati dalla popolazione locale a causa della loro privatizzazione e delle varie recinzioni che si aggiungono alle siepi. L’altro grande aspetto critico dell’isolato riguarda la presenza sul mercato immobiliare di appartamenti sovradimensionati e cari per le richieste del mercato attuale. Un aspetto interessante di questa “crisi immobiliare” è senza dubbio il fatto che vi sia una grande concentrazione di appartamenti sul mercato nella Torre Mirafiori (cinque in vendita ed altrettanti in affitto) rispetto all’intero quartiere. Questo fatto è da collegare certamente alla qualità architettonica superiore della torre rispetto agli edifici circostanti ed alla presenza al suo interno di grandi appartamenti destinati ad una classe un tempo emergente ma ormai invecchiata che molto spesso non riesce a trasferire l’immobile ai propri parenti. Gli interni, come del resto anche i prospetti della torre, presentano un accentuato gusto pop anni Sessanta sottolineato dalla scelta dei colori accesi e dei materiali di rivestimento, mantenendo quindi elevato il prezzo dell’immobile.
60
CORS
O UN IONE SOVIE TICA
Stato di fatto
M asterplan
0
stato di fatto
12
24m
61
VIA NICHELINO
PRIVATE GARDEN
PARKING
PRIVATE GARDEN
VIA ONORATO VIGLIANI
62
7 4
piani abitati appartamenti da
4
persone per piano
PARCHEGGIO CARRABILE
S ezione territoriale trasversale E difici di testa su V ia V igliani
PEDONALE AREE A VERDE EDIFICIO SEZIONATO
63
8
appartamenti da
4
9
piani abitati
persone per piano
PARCHEGGIO CARRABILE PEDONALE AREE A VERDE EDIFICIO SEZIONATO
S ezione territoriale trasversale E difici residenziali a stecca e P archeggio centrale
64
2
piani commerciali o residenziali
PARCHEGGIO CARRABILE
S ezione territoriale trasversale E difici connettori con destinazione
PEDONALE mista
AREE A VERDE EDIFICIO SEZIONATO
65
2
14 piani abitati appartamenti da 5 persone + appartamenti da 3 persone per piano 2
PARCHEGGIO CARRABILE PEDONALE AREE A VERDE EDIFICIO SEZIONATO
S ezione territoriale trasversale T orri residenziali su V ia N ichelino
66
La gestione degli spazi aperti
Le
criticità dell ’ interno corte : i parcheggi disorganizzati e la mancata distinzione dei percorsi
67
Le
criticitĂ esterne alle corti : le aree verdi
68
Il mercato immobiliare
N. appartamenti in vendita nella Torre Mirafiori: 8 N. appartamenti in vendita nel restante isolato: 2 Prezzo medio al m2 nella Torre Mirafiori: 2000 € Prezzo medio al m2 nel restante isolato: 1550 €
Le
criticità legate alle unità abitative in vendita
69
L a “T orre M irafiori ”
di
J aretti
e
L uzi
70
Piano: 12 Locali: 5 Metratura: 160 m2 Prezzo: 348.000 € Prezzo al m2: 2.175 €
SOGGIORNO CUCINA CAMERA BAGNO RIPOSTIGLIO
L e criticità legate alle unità immobiliari U nita abitativa A F onte : www . immobiliare . it 30-05-2019
71
U nita abitativa A: la zona giorno , l ’ ingresso e la vista dal balcone
72
Piano: 5 Locali: 3 Metratura: 130 m2 Prezzo: 178.000 € Prezzo al m2: 1.370 €
SOGGIORNO CUCINA CAMERA BAGNO RIPOSTIGLIO
L e criticità legate alle unità immobiliari U nita abitativa B F onte : www . immobiliare . it 30-05-2019
73
U nita abitativa B: la zona giorno , l ’ accesso al balcone e la vista su P iazzale C aio M ario e la F iat
74
Piano: 8 Locali: 3 Metratura: 85 m2 Prezzo: 145.000 € Prezzo al m2: 1.705 €
SOGGIORNO CUCINA CAMERA BAGNO RIPOSTIGLIO
L e criticità legate alle unità immobiliari U nita abitativa B F onte : www . immobiliare . it 30-05-2019
75
U nita abitativa C: la zona giorno , la cucina e la vista su P iazzale C aio M ario
76
Piano: 10 Locali: 4 Metratura: 90 m2 Prezzo: 135.000 € Prezzo al m2: 1.500 €
SOGGIORNO CUCINA CAMERA BAGNO RIPOSTIGLIO
L e criticità legate alle unità immobiliari U nita abitativa D F onte : www . case . tuttoaffare . com 30-05-2019
77
U nita abitativa D: la zona giorno , la zona notte ed il balcone
78
Piano: 12 Locali: 2 Metratura: 40 m2 Prezzo: 63.000 € Prezzo al m2: 1.575 €
SOGGIORNO CUCINA BAGNO RIPOSTIGLIO
L e criticità legate alle unità immobiliari U nita abitativa E F onte : www . affittoprotetto . it 30-05-2019
79
U nita abitativa E: la zona giorno , la cucina e la vista sulla corte interna
81
4_ THE STUDENT HOTEL IN EUROPA
The Student Hotel nasce ad Amsterdam per volontà dell’imprenditore scozzese Charlie MacGregor. Nel 1982 i MacGregor iniziano a costruire residenze studentesche per conto dell’Università di Edimburgo. La missione è quella di creare gli spazi migliori per aiutare gli studenti a sentirsi ispirati e a cambiare il mondo. Con “spazi migliori” non si intendono solo camere ben strutturate o dotate di tutti i comfort, né ambienti comuni con servizi modernissimi ma con un’atmosfera stimolante e una community inclusiva e internazionale. “Nel tempo abbiamo capito che è questo il tipo di ambiente che davvero ispira chi lo abita a dare il massimo. The Student Hotel è un luogo che fa crescere chiunque abbia, o conservi, la mentalità di uno studente: libera, aperta, curiosa, avventurosa. Un luogo senza età, né pregiudizi.” Gli Student Hotel sono pensati come luoghi fluidi, ibridi, dove i confini sono sfumati e quindi inclusivi; spazi di incontro per studenti, viaggiatori, professionisti digitali, nomadi creativi, spiriti imprenditoriali, in perenne contatto e scambio in locali di design per il co-living e il co-working. Sono edifici strutturati con a mente un unico modello: camere e monolocali completamente arredati, cucine (indipendenti o comuni), aree di co-working flessi-
bili, lounge e sale per il relax, biblioteche, cabine per visualizzazioni Ted Talks, tavoli da ping-pong, palestre, ristoranti aperti tutto il giorno, bici di design, lavanderie, sale riunioni, auditori, eventi, piscine (in certe località), infrastrutture e locali in condivisione ed enormi lounge per ritrovarsi insieme. Tre sono gli Student Hotel particolarmente caratterizzanti secondo il nostro parere e si trovano rispettivamente ad Amsterdam, a Firenze ed a Eindhoven. Il primo, una volta sede della stamperia del giornale Trouw and Parool, è stato convertito in un hotel/co-working con 574 camere e attrezzato con spazi come palestra, auditorium per 150 persone ed un ristorante-cafè. Il progetto di Firenze invece, prima apertura di The Student Hotel in Italia, consiste in una rifunzionalizzazione di Palazzo Sogno ex sede degli uffici delle Ferrovie dello Stato. Sono state inserite 390 camere con servizi annessi come coworking, cortile/piazza pubblica , concept store e piscina panoramica sul tetto. La torre di Eindhoven alta 80 metri sorge dove una volta era collocato il vecchio ufficio delle poste, vicino alla stazione centrale. E’ pensata come nodo di collegamento tra la Technical University di Eindhoven, la Design Academy ed il centro della città. Il sito faceva parte di un progetto di sviluppo urbano arrestatosi con la crisi del 2008 e l’investimento di The Student Hotel punta a far ripartire lo sviluppo dell’area.
82
7 sedi in Olanda 5 sedi in Europa
6 5 s e d i e n t ro i l 2 0 2 3 a 20 minuti da centri universitari fruiti da collegamenti con centri turistici e zone commerciali. Spazi tra 12000 e 15000 m2
Location
studenti locali e internazionali,
THE STUDENT HOTEL, EUROPA
Utenti tipo
famiglia, amici degli ospiti e turisti
AMSTERDAM CITY CAMERE 571 METRATURA 28000 m2
GRONINGA CAMERE METRATURA
635 14000 m2
AMSTERDAM WEST CAMERE 707 METRATURA 27000 m2
DRESDA CAMERE METRATURA
306 12800 m2
EINDHOVEN CAMERE METRATURA
400 13500 m2
BARCELLONA CAMERE METRATURA
500 21200 m2
ROTTERDAM CAMERE METRATURA
484 20500 m2
BERLINO CAMERE METRATURA
475 17100 m2
L’AIA CAMERE METRATURA
309 12000 m2
FIRENZE CAMERE METRATURA
390 22000 m2
MAASTRICHT CAMERE METRATURA
378 18750 m2
PARIGI CAMERE METRATURA
191 6500 m2
No totale di camere
4400
2
+
2+
T he S tudent H otel
in
E uropa
+2
83
T he S tudent H otel , E indhoven L ounge B ar interno B ar e Z ona relax
84
Tre casi studio: Amsterdam, Firenze ed Eindhoven
m
rda
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in:
m 15
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10
ce in:
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T he S tudent H otel A msterdam C ity N umero di C amere : 571 S uperficie : 28000 m 2 C osto : 60 milioni € S ervizi : cafè - ristorante , palestra , sale studio , lounges , noleggio bici , lavanderia , meetingrooms , auditorium e co - working P rezzi C amere H otel : variabile S hortstay : €58 per giorno ( min 21 S emestre : da €861 per mese
giorni )
U
it ers niv
te ms
85
A uditorium R istorante C amera S tandard
86
ura
15 min: ce
ntro
i ett ud rchit t li S A eg to di d ità en ers rtim v i Un ipa in: ze, D m 12 Firen di
T he S tudent H otel F irenze L avagnini N umero di C amere : 390 S uperficie : 22’000 m 2 C osto : 57 milioni € S ervizi : C o - working , fitness area , ristorante e cocktail bar , noleggio bici , concept store , piscina , meeting rooms , piazza pubblica P rezzi C amere H otel : variabile S hortstay : €64 per giorno ( min 21 S emestre : da €867 per mese
giorni )
87
P iscina C ortile
C amera S tandard
88
12
mi
n:
Un
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ho ve n
2m
in:
T he S tudent H otel E indhoven N umero di C amere : 400 S uperficie : 13’500 m 2 C osto : 30 milioni € S ervizi : cafè - ristorante , palestra , sale studio , meet ing rooms , noleggio bici , aree workshop , lounges , auditorium
P rezzi C amere H otel : variabile S hortstay : €37 per giorno ( min 21 S emestre : da €690 per mese
giorni )
ce
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89
A uditorium C ollab C amera S tandard
91
5_ THE STUDENT HOTEL TORINO
L’isolato della Torre Mirafiori presenta un grande potenziale dovuto alla sua vicinanza con Corso Unione Sovietica che, essendo un’importante arteria di collegamento con il centro della città ed i paesi limitrofi, permette di spostarsi velocemente sia utilizzando mezzi privati che il servizio pubblico. Da sottolineare anche la notevole vicinanza a diversi poli universitari (facoltà di Design e Comunicazione, facoltà di Economia e Management per citarne alcuni) e la caratteristica di essere circondato da percorsi pedonali coperti ed aperti che attraversano anche le aree verdi poste tra le diverse corti. Pricipalmente per questi motivi si è deciso di effettuare un notevole investimento e di trasformare la Torre Mirafiori nel nuovo The Student Hotel di Torino. I primi piccoli interventi consistono nell’aprire un nuovo varco interno alla corte, perpendicolare all’accesso attuale, dando importanza al piano terra della torre ed all’accesso su Corso Unione Sovietica. In questo modo si vanno a ridefinire tutti gli spazi aperti, sia quelli interni alla corte che quelli verdi esterni. Le aree verdi sono infatti state organizzate ed attrezzate con l’aggiunta di un campo utile sia per dare sfogo agli inquilini del The Student Hotel che per focalizzare maggiormente
l’attenzione su questa nuova zona. La parte interna alla corte invece viene riorganizzata con una nuova copertura leggera per i parcheggi verso Via Onorato Vigliani mentre un nuovo edificio viene a porsi come divisione della corte in due aree. La parte più verso la Torre Mirafiori viene arredata con delle aree a verde e si rende partecipe di diverse funzioni grazie all’edificio posto centralmente che si riversa su di essa. Al suo interno possiamo infatti trovare un’attività commerciale sul fronte stradale, un club centrale ed un parcheggio per le bici sul fronte opposto. Anche i percorsi sono stati riorganizzati dando più imporanza al traffico lento; infatti è stato aperto un grande varco pedonale e la pista ciclabile attraversa completamente l’isolato. The Student Hotel invece presenta un unico accesso su Corso Unione Sovietica e si struttura in modo da concentrare nei piani del basamento le funzioni comuni e nella zona centrale il discorso più privato delle camere. Il basameno racchiude in sè un’ampia zona dedicata al co-working con postazioni mobili ed un auditorium, una palestra, una lavanderia, alcune zone dedicate al relax, al benessere ed alla lettura. La parte centrale è dedicata appunto alle attività più private del The Student Hotel e presenta diverse soluzioni e combinazioni di camere e relative zone giorno comuni ai ragazzi. Gli ultimi piani della torre sono invece destinati a servizi per il pubblico ed ospitano infatti un grande bar, un ristorante, una zona per eventi e per lo svago ed una piscina panoramica sulla copertura.
92
8K
m 5
Km
aut o: 6 mi n bici: 9m in
i: 15min mezz
mezzi: 25
bici: 26
min
Km
mezz i: 30
3
min
au to: 14 mi n
bic i:32
min
au to: 23 mi n
Il centro fuori dal centro
Le
infrastrutture , i collegamenti ed i punti di interesse
Politecnico di Torino Design
93
Università di Torino Campus Luigi Einaudi
Università di Torino “Palazzo Nuovo” Indirizzi Umanistici
Università Telematica Università di Torino Scienze della vita e Biologia
Politecnico di Torino Ingegneria
Politecnico di Torino Architettura
Università di Torino Anatomia e Farmacologia
2,8 km Università di Torino Scienze Mediche Università di Torino Economia e Management
Residenze Universitarie Sedi Universitarie
Politecnico di Torino Architettura
Biblioteche Impianti Sportivi Stazioni ferroviarie
SAA - School of Management
Corsi d’acqua Ferrovie Connessioni
Università di Torino Scienze Pediatriche
Percorsi Ciclabili Linea Metro 1 Linea Metro 2 Autostrade Zona Centro Parchi
94
Le strategie
STATO DI FATTO
PROGETTO
le demolizioni e le costruzioni
DEMOLIZIONI
demolizioni
nuovi volumi
demolizioni
nuovi volumi
NUOVI VOLUMI
95
STATO DI FATTO
PROGETTO
PARCHEGGIO AREE A VERDE
G li
spazi aperti
96
STATO DI FATTO
PROGETTO
PEDONALE CICLABILE
I
flussi pedonali e carrabili
VEICOLARE VEICOLARE SOTTERRANEO
97
Il programma funzionale BLU CARS
BUS
PROJECT AUDITORIUM
MEETING GREEN SQUARE OR
RAISED SQUARE
BIKE PARKING
TOBIKE
CLUB
GREEN FILTER
COVERED AREA
SHOP
CYCLE PATH
CO-WORKING
MULTI-SPORT FIELD
GREEN FILTER
PATH
HALL
CYC LE
RELAX AREA
CYCLE PATH
PLAY GROUND
BUS
PARKING
CYCLE P ATH
SHADED PARKING
DENSE GREEN
CYCLE PATH
98
PARKING
CLUB
SQUARE
TERRACE
CO-WORKING
GARAGE
POOL
EVENTS
BAR
OM
RECREATION I l programma funzionale
MON
RESTAURANT
OM
NG
99
100
PARKING
PARKING
GAR
CLUB
SQUARE
CO-WORKING
101
GARAGE
POOL
EVENTS
BAR
ROOM
RECREATION
COMMON
ROOM
RESTAURANT
SHORTSTAY LAUNDRY
PLAYROOM
SILCENCE ROOM MEETING ROOM
SHOP
GARAGE
GYM
SQUARE
WELLNESS
HALL RELAX
POOL
RECREATION
ROOM ROOM ROOM
ROOM
MON
NG
TERRACE
ROOM
Il
programma funzionale
102
PARKING
GA
PUBLI
CO-W CO-W
AUDITORIU
LAUNDRY
PLAYROOM
SILCENCE ROOM MEETING ROOM
SHOP
GARAGE
GYM
SQUARE
UBLIC TERRACE
CO-WORKING CO-WORKING
WELLNESS
103
HALL RELAX
POOL
RECREATION
ROOM ROOM ROOM
ROOM
COMMON
G
SHORTSTAY
ROOM ROOM
ROOM ROOM ROOM
SHORTSTAY SHORTSTAY PLAYROOM
MEETINGROOM WELLNESS
DITORIUM WORK RELAX
Il
programma funzionale
O UN IO
CORS
NE S OVIET ICA
104
Il
masterplan
0
12
24m
BUS
105
R EL A ARE X A
AUDITORIUM
VIA NICHELINO
HALL
BUS
BLUE TORINO CARS
MULTI-SPORT FIELD
CLUB TO-BIKE SHOP
BIKE PARKING
PLAYGROUND
SHADED PARKING
PARKING
BUS
VIA ONORATO VIGLIANI
106
Gli spazi progettati
107
L’ assonometria
di progetto
108
15 camere per brevi soggiorni per piano 2 piani
THE STUDENT HOTEL, TORINO
30 camere per brevi soggiorni
12 camere standard per studenti per piano 7 piani 84 camere standard per studenti
Utenti tipo
Servizi
Servizi Pubblici
T he S tudent H otel
a
T orino
studenti locali e internazionali, dottorandi, tirocinanti, professori, famiglia, amici e turisti
lavanderia, sala giochi e svago, sale del silenzio e della concentrazione, sale per gli incontri e le conferenze, palestra, sale relax, spazi flessibili per il co-working, auditorium e zone comuni
piscina panoramica, ristorante, bar, spazi per la ricreazione, terrazza per gli eventi e terrazza conviviale
109
Il
nuovo modo di vivere la
T orre M irafiori
110
L’ attacco a terra ed il C oworking : la hall , la sala relax e l ’ auditorium le meeting rooms e la terrazza conviviale
111
PIANO DODICESIMO
PIANO OTTAVO
PIANO QUINTO
LOCALI PUBBLICI CAMERE PRIVATE ZONE COMUNI PRIVATE VANO SCALA
La
riorganizzazione degli spazi interni
alla torre : il rapporto tra aree comuni e aree private
112
Il
nuovo volume di servizio
113
G li
spazi aperti :
il nuovo campo polivalente ed il parcheggio coperto
114
L eisure H ub W ork A rea
115
S hort
stay
C ommon R oom S tudent R oom