Una Fiaba dedicata alla Luna

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Provincia di Macerata

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Legambiente Marche

Ringraziamenti Un ringraziamento personale a Lucia Tancredi, Maurizio Ferracuti, Paolo Trognoni, Pietro Vitale, Carlo Scheggia, Carla Scodanibbio, Michele Togni, Sabrina Pandolfi e Donatella Ricci per la loro indispensabile collaborazione, grazie. Un sentito ringraziamento rivolgo a Paola Nicolini per la sua disponibilità e professionalità. Grazie agli illustratori e artisti amici che con il loro lavoro gratuito hanno permesso la realizzazione di questo libro. A tutte le insegnanti e gli alunni delle scuole primarie delle Marche che hanno aderito all’iniziativa e che ci hanno narrato le loro storie e donato le loro emozioni. ® diritti riservati a tutti gli alunni delle scuole primarie marchigiane


“O graziosa luna, io mi rammento Che, or volge l’anno, sovra questo colle Io venia pien d’angoscia a rimirarti:” Giacomo Leopardi

Quando la Luna è protagonista L’acqua, la Terra, il Sole, il Vento. Ogni anno un tema differente, ma sempre legato all’Ambiente. Questa ottava edizione del progetto - concorso regionale “C’era una Foglia” vede protagonista la Luna. Dall’anno scolastico 2003/04, questo progetto ha coinvolto circa 5000 alunni ed alunne di 109 scuole primarie marchigiane: numeri che danno l’idea dell’importanza dell’iniziativa che ha già raccolto 445 lavori di gruppo o singoli. “C’era una foglia” è un progetto che intende motivare i bambini a pensare “liberamente” all’Ambiente, incentivando un percorso di educazione ambientale attraverso il loro immaginario, e a concepirlo come una risorsa, come spazio vitale e come luogo di integrazione di culture diverse. L’obiettivo è proporre agli insegnanti percorsi di educazione scientifica e strumenti didattici da utilizzare in classe, riconoscendo il loro ruolo primario e assicurando libertà nell’approccio comunicativo con i propri alunni. I lavori sono tradotti in più lingue, grazie anche all’aiuto dei genitori dei giovani scrittori: dallo spagnolo al tunisino, dall’inglese al romeno, dal macedone all’arabo, fino al bosniaco. Le diverse identità culturali possano essere una ricchezza così, come nella natura, i diversi colori dell’arcobaleno creano qualcosa di straordinariamente bello. La Luna oggi è protagonista, da sempre fonte ispiratrice per il genere umano e protagonista di numerose mitologie e credenze popolari. Le storie, le fiabe e soprattutto le poesie che leggerete raccontano la Luna vista con gli occhi di un bambino, lo stesso che è in ognuno di noi.

Robertino Perfetti Presidente dell’Associazione SpazioAmbiente


Fare scienza con le storie Si possono ipotizzare “almeno due tipi distinti di modelli del mondo costruito dagli esseri umani - uno che rappresenta il mondo della natura e l’altro quello della cultura o dell’esistenza umana. Data la nostra passione ideologica per la comprensione scientifica, abbiamo sempre avuto la tendenza a sottovalutare la profonda differenza tra queste due sfere, di conseguenza, a trascurare l’incommensurabilità tra questi due ambiti e la difficoltà che comporta il tentativo di ridurli l’uno all’altro” (Bruner J. S. 1994, p. 67). Mentre il pensiero razionale è dunque finalizzato all’adattamento dell’uomo al suo ambiente fisico, il pensiero narrativo sostiene l’interazione con gli altri esseri umani e aiuta a dare un senso all’esperienza. Da questo punto di vista, sia nella filogenesi sia nell’ontogenesi, il pensiero narrativo, così a lungo trascurato, è nato prima del pensiero scientifico. Lo dimostra nella filogenesi la presenza di storie, miti e leggende con cui gli uomini hanno cercato di darsi conto delle origini della vita. Ne è una prova, nella crescita d ogni individuo, la comprensione precoce che i bambini hanno di tutto quanto è narrato sotto forma di fiaba o di storia. Il pensiero narrativo segue un andamento che si potrebbe dire aperto, nel senso che la meta finale del ragionare narrativo non ha un modello già stabilito e condiviso dalla comunità cui si appartiene. Ciò è quanto invece avviene con il pensiero scientifico, che si potrebbe invece definire chiuso, in quanto il suo andamento deve poter assicurare il ricongiungimento con una conoscenza già data e per lo più condivisa. Dal momento che il procedimento narrativo è per sua natura aperto, esso si serve di quanto già presente nell’orizzonte culturale di appartenenza e, anzi, ne costituisce in qualche modo il mezzo di stabilizzazione.Tuttavia esso contribuisce allo stesso tempo anche al suo continuo rinnovamento. Infatti i significati culturali tipici di una popolazione o di un gruppo di persone mutano nel tempo, grazie alla spinta di fenomeni di tipo sociale, economico, sociologico, ecc. Identificare nel narrare una pratica sociale porta a riconsiderare, e reinterpretare, i processi di socializzazione e di acculturazione nonché la loro dimensione educativa, attribuendo priorità alla condivisione di un mondo di significati e di valori rispetto alla vicinanza fra le persone e all’assoggettamento comune a norme sociali e giuridiche. L’insegnamento delle materie scientifiche è spesso sentito come un problema, sia dagli insegnanti sia dagli allievi. Si avverte perciò la necessità di creare dei ponti tra le teorie ingenue e le relative codificazioni linguistiche utilizzate dall’alunno e quelle tipiche dei modelli scientifici che, per definizione, hanno due caratteristiche importanti: l’organizzazione sistematica e la ricchezza di vocabolario.


Fare scienza con le storie Qualsiasi sia l’argomento da proporre, nei processi di insegnamento-apprendimento in campo scientifico per prima cosa è importante far emergere i modi in cui gli alunni hanno codificato una conoscenza più o meno implicita e consapevole attorno agli argomenti che si intende proporre. Quale miglior modo se non le storie? Le narrazioni incontrate nell’età infantile costituiscono infatti il primo luogo di condivisione dei significati non solo fra adulti e bambini, ma anche dei bambini fra di loro. Bruner scrive che non sappiamo veramente tutto sullo sviluppo del pensiero narrativo e tuttavia esistono due certezze storicamente condivise intorno a esso: la prima è che i bambini debbano conoscere il patrimonio narrativo tradizionale della loro cultura, perché esso struttura e nutre l’identità personale; la seconda è che l’invenzione narrativa stimola l’immaginazione ed è perciò d’aiuto a trovare il proprio posto nel mondo, perché per questa operazione è necessario un certo grado di attività immaginativa. Questo libricino di prodotti narrativi di bambini assolve potentemente a due obiettivi molto importanti: la conoscenza del mondo attraverso l’esercizio dell’immaginazione e la condivisione dei significati che favorisce il senso di appartenenza alla comunità, anche con bambini e adulti provenienti da altre culture.

Bibliografia BRUNER J. S., La ricerca del significato, trad. it., Bollati Boringhieri, Torino 1992. BRUNER J. S., Modelli di mondo, modelli di menti, in Ceruti M., Fabbri P., GIORELLO G., PRETA L. (a cura di), Il caso e la libertà, Laterza, Bari 1994. BRUNER J. S., La fabbrica delle storie, Laterza, Bari 2002. NICOLINI P. (a cura di), Conoscere il corpo, Franco Angeli, Milano 2000.

Prof.ssa Paola Nicolini Psicologia dello sviluppo e Psicologia dell’educazione Università di Macerata


“… Se sulla Luna potessi andare e da lassù la Terra mi metterei a guardare … Cara Luna dove sei? Noi bambini ti aspettiamo….” Le Fiabe dedicate alla Luna ci descrivono il mondo fantastico e lo stupore verso quella sua tenue luce riflessa, irradiata nella notte. I bambini e le bambine che hanno partecipato al concorso scelto dall’Associazione Spazio Ambiente narrano un mondo immaginario e ci dicono quanto il sogno sia bello … ma, intrecciando la fantasia alla realtà, ci ricordano che sulla Terra qualcosa non va. Questa preoccupazione evoca l’importanza dell’azione umanitaria verso i bambini che vivono in quelle parti del mondo flagellate dalla guerra e dalla povertà. La scelta di SpazioAmbiente di dedicare questa pubblicazione ad Emergency mette in correlazione l’alto valore educativo e formativo del progetto che vede i bambini protagonisti quali scrittori delle Fiabe sulla Luna e il programma Sierra Leone di Emergency che vede i bambini destinatari delle cure sanitarie del Centro pediatrico di Goderich, principali vittime della guerra civile che ha devastato la Sierra Leone nell’ultimo decennio. Ringraziamo, quindi, l’Associazione SpazioAmbiente e il Presidente Robertino Perfetti per il sostegno al programma adottato da alcuni gruppi di volontari marchigiani di Emergency (Macerata, Fermo e Jesi) per contribuire ai lavori di ampliamento della struttura sanitaria, iniziati lo scorso autunno. Un grazie infinito ai bambini e alle bambine che hanno partecipato al concorso. Il loro entusiasmo sarà un motivo in più per diffondere in ogni dove la cultura di pace e di solidarietà.

Gruppo Volontari Emergency di Macerata




Scuole Primarie

Provincia di Ancona

Illustrazione di Roberta Torregiani


Le rose della luna Nell’anno 2253 il pianeta Terra era invaso dalle fabbriche e completamente inquinato. Solo una famiglia protestava per un mondo migliore, ma nessuno era dalla loro parte. Così il papà, la mamma e i due bambini, presi i semi delle ultime piante terrestri, abbandonarono la Terra per andare a vivere sulla Luna. La famiglia fu bene accolta dai lunatici che erano molto intelligenti e simpatici. I quattro vivevano una vita tranquilla, in una valle, dove c’era l’acqua. Avevano piantato i semi e le piante avevano prodotto l’ossigeno. Il papà era molto orgoglioso, soprattutto di un cespuglio di rose che non smetteva mai di fiorire. Sulla Terra, alcuni scienziati, osservando la Luna con il telescopio, videro le rose e capirono che il satellite era abitato anche dagli uomini. Subito pensarono di impossessarsene per costruirci altre fabbriche e per trasferirci i rifiuti della Terra, perciò partirono per una missione esplorativa. Quando allunarono, furono bene accolti dalla popolazione che li condusse dai terrestri. Gli scienziati rivelarono alla famiglia le loro intenzioni e chiesero il suo aiuto, promettendole che sarebbe diventata ricchissima.

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Le rose della luna Ma la famiglia ormai aveva tutto quello che desiderava da tanto tempo, perciò rifiutò. Poi, tutti e quattro pensarono che cosa fare per salvare la Luna. Essi costruirono dei grandi specchi che, grazie alla luce del Sole, proiettavano sulla Terra l’immagine del cespuglio di rose. Alla vista di quell’immagine, gli uomini ricordarono come era bello il loro pianeta prima che le fabbriche e i rifiuti lo soffocassero e intimarono agli scienziati di ritornare solo dopo aver capito come rimediare il disastro ambientale. Messi alle strette, gli scienziati chiesero aiuto agli abitanti della Luna. I lunatici insegnarono loro quello che gli uomini avevano dimenticato: a utilizzare l’energia pulita del Sole, a consumare di meno, a differenziare i rifiuti, a riciclare. La famiglia dei terrestri insegnò a piantare alberi e fiori. Lavorarono tutti insieme e salvarono la Terra e la Luna. La famiglia tornò sulla Terra per andare a trovare i parenti e portò in vacanza con sé i suoi amici lunatici che decisero di restare a vivere su quel pianeta dove fiorivano sempre le rose, come sulla Luna!

Autore: Classe VA - VB Scuola primaria “Alessandro Maggini” - Ancona

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Scuole Primarie

Provincia di Macerata

Illustrazione di Alfonsina Ciculi


L… come Luna - Dai Mario, devi finire i compiti - risuonò la voce della mamma. Il bambino non ne voleva proprio sapere, ma prese il suo libro e uscì sotto il porticato. Si sedette e ripeteva: - A...come albero, B…come bosco, L…come luna. - Mi hai chiamato? L’allegra vocina proveniva da chissà dove; Mario si guardò intorno…ma non vide nessuno. - Ehi, amico guarda in alto! Sollevò gli occhi, notò nel cielo color azzurro una grande palla giallastra, con due occhioni allegri, la bocca sorridente e due braccia lunghissime che arrivavano quasi vicino a lui. - Bambino, vuoi venire a casa mia? - Subito, ma come faccio? - Alzati sulle punte.. mi allungo io un po’ di più, tu siediti sopra le mie mani… non ti preoccupare… ecco… così stai comodo…andiamo, si parte!!! In breve Mario si sentì sollevare. Notava, con occhi sbalorditi, che le cose diventavano sempre più piccole, i monti sempre più lontani e la terra era ormai una pallina microscopica. Gli era sempre sembrata vicina la luna, a due passi…invece il viaggio durò abbastanza a lungo. - Siamo arrivati, scendi - esclamò la luna con voce dolce ed allegra. Mario non riusciva a camminare, quasi volava, le parole gli uscivano a fatica e gli girava la testa. - Non ti preoccupare - gli spiegò la luna - qui è tutto più leggero che da te, ma ti abituerai in fretta. Io non mi fermo mai, giro intorno a me stessa, intorno alla terra e con lei intorno al sole, sono velocissima! Mario aveva tanto caldo, notò non lontano il mare e si avvicinò per fare il bagno…ma era solo polvere cosmica. Vedeva montagne, crateri … e correva veloce verso di loro per vedere come erano fatti. - Attento devi imparare a conoscere bene questi luoghi, possono essere pericolosi. - Io non ho paura di nulla - rispose Mario - andiamo a fare un giretto? - Certo, partiamo subito. La luna lo prese per mano e rispose alle sue domande. Gli raccontò dell’origine dei suoi crateri, della mancanza di atmosfera e quindi del fatto che non ci sono venti, piogge e vegetazione, del caldo e del freddo che ci sono e delle persone che tanto tempo fa arrivarono sulla sua

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superficie e Mario vide la bandiera che avevano lasciato. Gli svelò anche un segreto, com’è la sua faccia nascosta, quella che gli uomini non vedono, ma gli fece anche giurare di non raccontarlo a nessuno. Mario era così stanco che quasi si addormentò fra le braccia della sua amica promettendole che sarebbe rimasto lì per sempre. Appena sveglio, chiese da mangiare, ma… non c’era niente di buono. Continuarono però a viaggiare e la luna gli raccontava le storie della sua vita e quello che osservava da lassù. Si era fatto buio. - Luna, con te sto bene, imparo tante ore, ma io voglio tornare dalla mia mamma - sospirò il bambino. - Certo piccolo, ora ti riporto a casa, ma ti aspetterò qui - rispose il satellite terrestre. Per l’ora di cena Mario era di nuovo seduto nella veranda della sua casa, proprio in tempo perché la mamma lo stava cercando. Il bambino non raccontò mai a nessuno della sua avventura: era un segreto da custodire gelosamente. Di notte spesso usciva di fuori, guardava la luna, la chiamava forte e lei sembrava donargli un fascio di luce tutto per lui. Mario studiò tanto, diventò grande e realizzò il suo sogno: ritornare dalla sua amica. Un bel mattino partì una navicella con a bordo lui ed alcuni compagni, arrivarono sulla luna e rimasero lì a lungo perché vi avevano sistemato una stazione di studio e di ricerca. - Bentornato amico mio, ti ho atteso a lungo, ma ora sei qui, sono felice di vederti e di poter stare con te. Rimasero insieme tutto il giorno perché avevano tante cose da raccontarsi. - Guarda - esclamò Mario - quanti messaggi per te hanno scritto mio figlio che frequenta la classe prima e alcuni suoi compagni! Prendili, sono per te, leggili! La luna li scorreva con gli occhi in fretta: voleva sapere quello che i bambini della Terra pensavano di lei… “Amica luna, nonno ti guarda sempre perché a seconda della tua forma pianta i semini nell’orto ed anche la mamma dice che la mia sorellina nascerà quando “ fa la luna”.

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L… come Luna “Buna, luna ajuta tu toate persoanele, fale s-a fie un pic mai buna si fale sa iubeasca copiii.” “Hana un te schicoi e me bon te endoroi dua te kthem ne vendin tim e ti takoj fqint temi.” “Querida luna, te quiero mucho porque gracias a ti la noche no me da miedo màs.” “Moon, you are so beautiful and shining! Please help us to keep our planet clean:” - Che bello - esclamò la luna - i bambini dicono che mi vogliono bene, che grazie a me non hanno paura del buio e che li faccio sognare. Alcuni sperano nel mio aiuto per affrontare i tanti problemi della vita e per rendere più pulito e sicuro il Pianeta Terra. Grazie Mario, mi hai reso tanto felice, cercherò di far del mio meglio per non deludere le aspettative dei miei piccoli amici. Si abbracciarono a lungo ed estesero quell’abbraccio a tutte le persone buone e generose che amano e rispettano il mondo in cui vivono tanti esseri diversi. Quella notte il cielo brillava come non mai.

Autore: Classe I Scuola Primaria “San Claudio” - San Claudio (MC)

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Illustrazione di Laura Staffolani


Il sogno di Lulù Tanto tempo fa in una casina di campagna circondata da un giardino sempre fiorito, abitava una bambina di nome Lulù. Era piccola ed esile con delle lunghe trecce bionde che incorniciavano un visetto dolce e sempre sorridente. Viveva felice con i suoi genitori che l’amavano tanto e realizzavano ogni suo desiderio. Tutte le sere prima di andare a dormire, s’incantava a guardare la luna che splendeva alta nel cielo: era così lucente e luminosa! La bambina avrebbe voluto tanto andare lì e scoprire chi viveva in quel luogo così misterioso. Purtroppo sapeva che quel desiderio non si sarebbe mai avverato! Ma una notte, dopo che la sua mamma le aveva letto una fiaba sulla luna, Lulù si addormentò e cominciò a sognare… Nel sogno incontrò Violetta, una fatina dai capelli fucsia con dei ciuffi turchini che volava nel giardino della sua casa. Violetta le chiese:”Cara bambina, chi sei e dove vai?”. Lulù le rispose:”Mi chiamo Lulù e voglio andare sulla luna!”. “Sei davvero fortunata ad avermi incontrata, perché io abito proprio lì e ti posso accompagnare. Vuoi?” disse la fatina. Lulù non stava più nella pelle: avrebbe esaudito il suo più grande desiderio. Violetta prese per mano la bambina e volarono insieme verso la luna. Volarono volarono fino giungere a destinazione. Lulù non credeva a ciò che vedeva: fiumi di cioccolata, case di panna montata, alberi di zucchero filato e montagne di gelato! “Che bello! Questo posto è meraviglioso! Non lo dimenticherò mai!””esclamò Lulù estasiata. Violetta le spiegò che ogni notte scendeva sulla Terra per regalare un sogno a ciascun bambino. Lulù corse a giocare con i divertimenti della luna, nuotò nel cioccolato e mangiò tanto zucchero filato. Ma presto arrivò il momento di tornare a casa. Così Violetta la prese per mano e la riportò nel suo lettino. La fatina buona le soffiò sul viso polvere di stelle e Lulù si svegliò improvvisamente. “È stato proprio un bel sogno!” pensò la bambina, che la notte successiva si sarebbe di sicuro addormentata con la speranza di sognare ancora la sua luna.

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El sueño de Lulù (Spagnolo)

Tanto tiempo atrás en una casita de campo rodeada de un jardín siempre florido, viía una niña de nombre Lulù. Era pequeña y gracil con dos largas trenzas rubias, era siempre dulce y sonriente. Vivía feliz con sus padres que la amaban tanto y realizaban cada uno de sus deseos. Todas las noches, antes de acostarse, Lulù se encantaba a ver la luna que brillaba alta en el cielo: ¡Era así lucente y luminosa! La niña habría querido tanto ir allí y descubrir quien vivía en aquel lugar así misterioso. Aunque sabía que aquel deseo no se sería realizado! Pero una noche, después que su madre le había leido un cuento acerca de la luna, Lulù se dormió y empezó a soñar… En el sueño encontró Violetta, una hada de cabello fucsia con tufos azules, que volaba en el jardín de su casa. Violetta le pidió: “Querida niña, ¿quien eres y a donde vas?” Lulù le contestó: “ ¡Yo soy Lulù y quiero ir a la luna!” “Eres de verdad afortunada de haberme encontrada, porque yo vivo allí y te puedo acompañar. ¿Quieres?” Preguntó la hada. Lulù no estaba más en la piel: rápido habría exaudito el deseo más grande. Violetta tomó la niña por la mano y juntos volaron hasta la luna. Volaron por tanto tiempo hasta llegar a su destino. Lulù no creía lo que veía: lagos de chocolate, casas de crema batida, arboles de azúcar y montañas de helado. “¡Que bello! ¡Este lugar es maravilloso! Nunca lo olvidaré. Exclamó Lulù entusiasmada. Violetta le explicó que cada noche descendeba sobre la tierra para regalar un sueno a cada niño. Lulù siguió jugando con las diversiones de la luna, nadó en el chocolate y comió tanto azúcar. Muy rápido llegó el momento de regresar a su casa. Así Violetta la tomó por la mano y la devolvió a su cama. La hada buena le sopló en su cara polvo de estrellas y Lulù se levantó de pronto. “¡Ha sido absolutamente un sueño bonito!” pensó la niña. La noche siguiente si sería de seguro adormecido con la esperanza de soñar de nuevo su luna. Autore: Classe II Scuola primaria “Quartiere Pace” - Macerata

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A passeggio con te Luna che splendi nel cielo, cosa guardi da lassù? Qualche sera sei tonda e piena come una magica sfera, lucente e luminosa osservi il mondo curiosa. Quando ti mostri a metà, pari donare sorrisi di felicità; a volte però ti spezzi in due e sembri avere le corna di un bue. Calante o crescente sei comunque splendente, ci fai sempre sognare e nella oscurità noi ci sentiamo cullare. Le stelle ti fanno compagnia e quando cominci a brillar ti diverti a fare la star. Nelle notti d’estate ti rifletti nel mare pronta ad ascoltare musica e parole

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A passeggio con te che i ragazzi hanno nel cuore: quando le chitarre senti suonare un abbraccio tu intendi regalare. Luna, lasciati guardare e con il cuore da te arrivare per poter come i primi astronauti passeggiare! Tu luna, illumini ogni umano e lo prendi ogni giorno per mano; arrivi nelle profondità del mare, dove pesci e delfini si rincorrono a nuotare, giri intorno al mondo e lo guardi a tutto tondo, sfiori le savane con le scimmie e le banane, e nella giungla tropicale sorvoli il misterioso mondo animale. Sei sempre sorprendente, nei nostri disegni appari commuovente, bianca, gialla, arancione, alta nel cielo blu pronta ad accogliere volti col naso all’insÚ!

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Ne shetitje me ty (Albanese)

Hene qe shkelqen ne qiell,c’fare shikon qe aty lart? Disa mbremje e rrumbullaket dhe e plote Si nje top magjik, e shndritshme e drite plote e shikon boten kureshtare. Kur tregohesh gjysem hene, dhuron shume buzeqeshje te lumtura Ndonjehere copetohesh ne dysh E dukesh sikur ke briret e demit. Lind e perendon je gjithmon e shkelqyeshme, na ben gjithmon te enderrojme dhe ne erresire ne ndihemi te ledhatuar. Yjet te bejne shoqeri, e hur fillon te shkelqesh zbavitesh duke u ber si yll. Ne netet e veres ti reflekton ne det gati te degjosh musike e fjale

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A passeggio con te qe femijet kane ne zemer: kur degjon melodite e kitarave perqafime pret qe te dhurosh. Hene,ler qe te te shikojne e me zemer te arrime ne ty e per te shetitur mbi ty si astronautet e pare! Ti hene,ndricon cdo njeri dhe e kap per dore cdo dite; dhe arrin ne fund te detit ku peshqit dhe delfinat notojne, rrotullohesh pertej botes dhe e shikon te gjithen, prek Savanat qe hane majmunet e bananet, e ne xhunglen tropikale vezhgon boten misterioze te kafsheve. Je gjithmon befasuese dhe ne vizatimet tona je mallengjyese, e bardhe,e verdhe,portokalle, lart ne qiellin blu gati per te mirepritur fytyrat qe shikojne lart!

Autore: Classe III Scuola primaria “Quartiere Pace� - Macerata

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Perchè la luna è il satellite della terra Tanto, tanto tempo fa nacque una leggenda: la leggenda della Luna. Si dice che questa leggenda sia vera, ma per gli scienziati no. Però parla davvero della Luna. La Luna in origine era formata da tre piccoli pianeti: uno si chiamava Luce, un altro Ombra e l’ultimo Sonno. I pianeti avevano questo nome perché rappresentavano la Luna: Luce perché la Luna luccica, Ombra perché la Luna appare sempre di notte e Sonno perché la Luna fa venire Sonno. Questi tre pianeti un tempo erano molto distanti tra loro, ma si unirono lo stesso perché erano amici e presero poi il nome di Luna, il satellite della Terra. All’inizio erano di tre colori: giallo, nero e azzurro. La Luna per mischiare i colori ci mise un giorno ed è per questo che la Luna appare sempre di notte. Circa duecento milioni di anni fa, nell’era Mesozoica, quando sulla Terra apparvero dei lucertoloni chiamati dinosauri, quelli erbivori che mangiavano erba e quelli carnivori che mangiavano solo carne, nella Luna si formò un cerchietto: era il figlio della Luna. Un giorno un asteroide venne incontro alla Luna, la colpì e la ruppe. Il figlio della Luna cadde allora sulla Terra e fu proprio la meteora di cui ancora oggi si parla, quella che fece sparire i dinosauri. La Luna in seguito si riformò, ma si accorse che non aveva più il suo piccolo. E’ per questo che la Luna ruota ancora oggi intorno alla Terra, per cercare il suo piccolo perché senza di lui non può vivere.

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¿Por qué la Luna es el satélite de la Tierra? (Spagnolo)

Hace mucho, mucho tiempo nació una leyenda: la leyenda de la Luna. Se cuenta que esta leyenda es verídica, pero los científicos no lo confirman. Pero habla ciertamente de la Luna. La Luna originariamente estaba formada por tres pequeños planetas: uno se llamaba Luz, otro Sombra y el último Sueño. Los planetas tenían este nombre porque representaban a la Luna: Luz porque la Luna brilla, Sombra porque la Luna aparece siempre de noche y Sueño porque la Luna favorece el sueño. Estos tres planetas en aquel tiempo estaban muy distantes uno del otro, pero posteriormente se unieron porque eran amigos y adoptaron el nombre de Luna, el satélite de la Tierra. Al principio eran de tres colores: amarillo, negro y azul. La Luna para mezclar los colores empleó un día y es por esto que la Luna aparece siempre de noche. Hace unos doscientos millones de años, en la era Mesozoica, cuando aparecieron en la Tierra unos grandes lagartos llamadas dinosaurios, algunos herbívoros que comían hierba y otros carnívoros que comían sólo carne, en la Luna se formó un círculo: era el hijo de la Luna. Un día un asteroide se chocó con la Luna la golpeó y la rompió. El hijo de la Luna cayò en la Tierra y fue justamente el meteorito del que aún se habla, el que causó la extinción de los dinosaurios. La Luna seguidamente se recompuso, pero se dio cuenta que ya no tenía a su pequeño. Es por ello que la Luna gira aún hoy alrededor de la Tierra, para buscar a su pequeño, porque si él no puede vivir.

Autore: Classe III Scuola primaria “Pietro Santini” - Loro Piceno (MC)

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Illustrazione di Lorenzo Sabbatini


Il compleanno della Luna Marilù C’era, anzi c’è una luna gialla gialla che contenta balla tra le stelle. Il suo nome è Marilù. Il giorno della sua festa di compleanno, mentre beve il succo d’arancia gialla, ad un certo punto si accorge che tra gli invitati c’è un’intrusa: Aurora, la stella del mattino. Le guardie dell’alba cercano di mandarla via… ma, messa alla porta, la stella non ne vuole sapere di andarsene. Giocano a nascondino ma…è tardi e Aurora non se ne va, non vuol sapere di lasciare il suo posto perchè deve iniziare a dar luce al nuovo giorno. Marilù si rende conto che non c’è più tempo, chiede ancora dieci minuti per far mangiare a tutti gli invitati la grande torta al cioccolato e glassa bianca illuminata dalle stelle amiche che hanno preso il posto delle candeline. Arriva Sole e dona a Marilù un bellissimo vestito bianco da indossare tutte le volte che vuol apparire di giorno. La luna fa cenno alle guardie dell’ alba di lasciar passare Aurora e di apparire in tutta la sua bellezza mentre le stelle vanno a dormire.

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Iid milad (Tunisino)

Kena hunaka nejma safraa safraa fariha tarkusu baina Annujumi Tusamma marilu’Innahu yaumu iidu miladiha bainama kanat tatanaualu Aastra al burdukali al asfaru faj-atan ra-at baina al Maduuina nijmata assabehi aurora. Nadhrat liha wa taradet-ha lakinnaha rafadhat. Laiibu loobata al ghommaidha laken aurora lan tadhhib Tatarkkabu dhan-a al yauma al jaded. Marilu’ inna al wakta muta-akkhiran tatlubu aashru Daka-ika kai yatanawalu al murattabat allati adha-at bi Zamilatiha annujum iiwatha asshumuii kharajat assshamsu Wa aatat li marilu’ thauban abiadha jamilon li tartadihi Kulluma aradat. Annajmatu amarat horrasa al fajri an tadh-har aurora Bi jamalia bainama dhahara baki annaumi.

Autore: Classe I A Scuola primaria “Salvo D’Acquisto” - Camerino (MC)

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Buio sulla terra C’era una volta la luna che brillava nel buio della notte, ma le stelle invidiose della sua luce la prendevano in giro dicendole: -Sei troppo lucente per noi stelle! Sei troppo luminosa e dai anche fastidio ai bambini sulla terra perché vedendo la tua luce di sera, fanno i capricci per andare a letto presto… e inoltre sei anche brutta! La luna molto triste e dispiaciuta di ciò si mise a piangere e se ne andò. Così le notti sulla terra erano sempre buie. Peter come tutte le sere andò nella sua cameretta per giocare un po’ prima della buonanotte, con la sua amica luna, ma questa non arrivò. Si affacciò dalla finestra ma vide che fuori era tutto buio. Allora chiese alla sua mamma perché la luna non stava più al suo posto;la mamma gli rispose che non lo sapeva. Nel frattempo, le stelle nel cielo si vantavano che ora erano loro le più lucenti ma nella terra questa luce non arrivava, non arrivava neppure nelle case dei bambini! Tutte le mamme ed i papà iniziarono a preoccuparsi della scomparsa della luna e si chiedevano cosa fosse successo,… dove fosse andata… e come avessero fatto i loro figlioli a non aver paura del buio perché la luna era la lucina naturale per tutti i bambini della terra. Se lo domandava anche Peter perché lui prima di addormentarsi ci giocava a nascondino. Il bambino disperato non volle più andare a letto e neanche a scuola. Allora la luna capì quanto fosse importante la sua presenza per la terra e così ritornò al suo posto ancora più lucente di prima. Le stelle si scusarono molto e le dissero: -Perdonaci luna perché noi senza la tua luce abbiamo avuto molta paura, ed inoltre la nostra luce non brillava così tanto come quando c’eri tu! Da quel giorno non la presero più in giro e i bambini sulla terra andarono a dormire contenti e felici.

Autore: Classe I B Scuola primaria “Salvo D’Acquisto” - Camerino (MC)

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La Luna e le Stelle La luna, tutti i giorni, fa delle lunghe dormite perchè durante la notte è impegnatissima a tenere buone e calme le sue figlioline. Infatti, quelle birichine di stelline non fanno altro che litigare perchè una dice di essere la più luminosa, un’altra si vanta perchè è la prima che appare nel cielo, altre, invece, sanno solo prendere in giro le più timide e meno luminose. La luna pensa di dover trovare una soluzione che possa sembrare un gioco. Dice alle stelline che per le prime sere sarà lei a raccontare a tutte loro delle belle storie, riguardanti la vita sulla Terra. Dopo, seguendo il suo esempio, ogni stellina dovrà raccontare ciò che ha visto accadere sulla Terra. Le stelline accolgono con entusiasmo la proposta della loro mamma e si accovacciano ai suoi piedi, curiose di ascoltare la prima storia. Nella prima storia, la luna racconta alle sue figliole dell’importanza che i popoli antichi davano alle stelle. Essi, infatti, nei lunghi viaggi, si orientavano guardando la loro posizione nel cielo, in particolare la stella polare. Una sera la luna racconta la storia della stella cometa che guidò i re magi fino alla culla del bambino Gesù. Le stelline ascoltano attentamente la loro mamma interrompendo solo con delle esclamazioni di meraviglia e, piene di stupore, spalancano i loro curiosi occhietti, diffondendo maggior chiarore e luminosità tutt’intorno. L’ultima storia che la luna racconta fa riflettere sull’importanza dell’obbedienza.

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Iid milad La luna spiega alle sue figliole che disubbidendo possono fare la fine di quelle stellina che non andò a dormire, cadde dalla via Lattea nel mare e si trasformò da stella celeste a stella marina. Quando arriva il momento delle stelle, Saputina, la più curiosa della volta celeste, non vede l’ora di raccontare a tutte ciò che ha visto fare in una parte del mondo, dagli uomini, sulla Terra. Dice di aver visto abbattere gli alberi di una fitta foresta, considerata il polmone del mondo. Con tono triste e voce tremante descrive il disagio degli animali nel doversi cercare nuovi rifugi e della difficoltà che trovano nell’adattarsi a un nuovo modo di vita. Il giorno successivo la stellina Nottambulina non riesce a riposare. Non vede l’ora di raccontare alla sua mamma e alle sue sorelline che, proprio a causa di quello che ha raccontato Saputina, la Terra trema, sbuffa, esplode ed è in gravi condizioni di salute. Dopo aver sentito tutte queste cose la stellina Riparina propone di lanciare un messaggio: tutte le stelline prese per mano devono formare una scritta sulla volta celeste, visibile dalla Terra in cui si dice: “LA NATURA TI APPARTIENE E TU NE SEI PARTE. PROTEGGILA!”. La luna accoglie la proposta e aiuta le sue figliole a compiere la bella missione. Riusciranno mamma luna e le piccole stelline a sensibilizzare gli animi degli uomini?

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The Moon and the Stars (Inglese)

The Moon, every day, slept for a long time because during the night she was very busy keeping her children good and calm. In fact those naughty stars did nothing but quarrel because one claimed to be the brightest, another boasts to be the first to appear in the sky and they just poke fun at the more timid and less shiney ones. The Moon thought to find a solution which seemed like a game. She told the stars that for the first few evenings she would tell them all beautiful stories about the life on the Earth. Then, following her example, each star must tell what they had seen on the Earth. The stars eagerly paid attention to the suggestion of their mother and gathered around her feet, curious to hear the first story. In the first story, the moon told her children about the importance which the people of old gave to the stars. On long journeys they were guided by the position of the stars in the sky, in particular the North star. One evening the moon told the story of the comet which guided the Magi to the crib of baby Jesus. The little stars listened carefully to their mother, interrupting only with exclamations of amazement and full of wonder, widening their curious little eyes, spreading more light and brightness all around. The last story which the moon told was about the importace of obedience.

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Iid milad The moon explained to her children that disobedience could be the end of those little stars that do no go to sleep, they fall from the Milky Way into the sea and change from heavenly stars to starfish. When the time came for the star, Saputina, the most inquisitive in the heavenly sky, she could not wait to tell everyone what she had seen in a part of the world, of men, on the Earth. She said she saw the felling of trees in a dense forest, considered the lungs of the world. With a sad tone and a trembling voice she described the misery of the animals who must find new shelter and of the difficulty they had in adapting to a new way of life. The next day the star Nottamulina could not rest. She could not wait to tell his mother and her sisters that, because of what Saputina had said, the earth trembles, snorts explodes in sickness. Having heard all this Riparina suggested leaving a message: all the stars, holding hands, must form a message across the sky, visible from Earth which said: ”NATURE BELONGS TO YOU AND YOU ARE PART OF IT. LOOK AFTER IT!.” The moon welcomed the idea and helped her children to accomplish their mission. Did they succeed in changing the hearts and minds of men?

Autore: Classe II A - IIB Scuola primaria “Ugo Betti” - Camerino (MC)

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La Luna e... la sua gemella La Luna non sapeva mica di essere la sola a girare attorno a quella grande palla di Terra che il Sole illuminava ogni dì. Infatti ogni qualvolta guardava giù ne vedeva un’altra come lei che la salutava dalla Terra. Era tonda quando essa era piena, aveva una grande gobba se era a spicchio, pancia a levante se calante, pancia a ponente se crescente, sembrava proprio lei, era per lei la sua gemella. Infatti non poteva sapere che sulla Terra mille e mille specchi aveva: laghi, mari ed oceani le facevano trovare sempre la sorella che non aveva. Non importava però affatto saper la verità, se un po’ d’ignoranza le donava compagnia e gran felicità.

Autore: Classe IIIB Scuola primaria “Ugo Betti” - Camerino (MC)

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La luna in serena compagnia C’era una grande aria di festa giù sulla Terra, la gente si preparava in grande armonia, per l’arrivo del Natale. Tutti erano indaffarati in mille preparativi ed in cerca di regali da porre sotto i grandi abeti allestiti per l’occasione, luci, lumini, ghirlande, luminarie d’ogni genere avevano creato in tutte le città una sorta di cielo calato sulla Terra. Era talmente vero che le persone il cielo non lo guardavano mica più! Si soffermavano a guardare gli addobbi luminosi e non arrivavano più ad osservare la grande volta celeste, lassù oltre le luci del Natale! Lassù qualcuno si sentiva assai solo! Guardava in basso, sulla Terra, tutto quel via vai di gente imbacuccata fra pacchi e pacchetti, non si degnava più di neppure un semplice sguardo alla lucente Luna! Eppure lei non aveva smesso di calare sulle valli innevate il suo splendente bagliore che faceva riflettere, come scintille i cristalli di neve. Si faceva specchiare nell’acqua dei laghetti e delle fontane, con la speranza che qualcuno s’accorgesse finalmente di lei. Macchè, nulla di fatto; non rimaneva che cercare il suo amico Sole, per avere un po’ di compagnia, ma lo si sa, lo sanno tutti, anche la Luna lo aveva da sempre sperimentato: lui va sempre avanti e lei, la luna corre dietro, una corsa infinita per acchiappare la sua luce, ma mai neppure una sola parola, nemmeno un semplice discorsetto!!! Che noia, che barba, che gran malinconia!!! Tutti sotto a festeggiare e lassù neppure la cometa di passaggio in quell’anno, eppure giù di sotto se ne vedevano a migliaia appese e luccicanti, intermittenti e scoppiettanti!!! <<Che disperazione! Sono sola e abbandonata quassù nessuno mi considera, nessuno pensa a me! Che gran sfortuna essere chiamata Luna!!! Eppure sono stata musa ispiratrice di mille poesie e che dire delle tante canzoni e canzonette che mi hanno dipinto come grande ammaliatrice!!!>>

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La Luna e... la sua gemella Sentendo tali lamenti qualcuno si preoccupò, non s’era mai sentito, nella volta celeste, una sofferenza simile, era la stella polare che s’intenerì, ma era troppo, troppo lontana dalla posizione della Luna, cosa fare, come aiutare, chi chiamare per colmare il vuoto di chi si sentiva solo, che appariva certo più immenso del vuoto dell’universo celeste. La stella polare, così intenerita salì sul grande carro dell’orsa maggiore e via!!! Galoppando a più non posso arrivò in ogni angolo della galassia e chiamò a salire su le tante stelle che incontrava, esse da subito non furono entusiaste di salire su quel carretto un po’ vecchiotto per andare chissà dove, ma poi sentirono la spiegazione, la causa era di forza maggiore: a Natale non si poteva rifiutare d’aiutare chi era solo! E allora via, con grande entusiasmo tutte là verso la Luna si sparpagliarono a corona per farle compagnia. si fermarono attorno a lei, alcune più vicine, altre più lontane, ma tutte insieme a pulsare in allegria. Ecco allora l’armonia, non solo sulla Terra si sentiva atmosfera di gran festa, ma anche lassù la Luna potè finalmente gustare la gran felicità: sentirsi bene, vicini con la voglia di stare insieme in serena compagnia. Arrivò il Natale e passò pure la cometa che puntò la testa sopra la capanna, ma s’allungò la coda per tenerla lì con loro, a far festa su nel cielo e cantare il vero Natale!!!

Autore: Classe IIIA Scuola primaria “Ugo Betti” - Camerino (MC)

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Illustrazione di Lorenzo Sabbatini


Bianca sulla luna Non molto tempo fa viveva, in una casetta nascosta tra le montagne innevate, una ragazzina di nome Bianca. La mamma, morta ormai da qualche anno, l’aveva chiamata così perché aveva il volto candido come la luna piena, i capelli splendenti come la luce, il cuore pulito e per questo le faceva indossare un vestito bianco come le nuvole. Bianca era una ragazza molto buona ed ubbidiente, la sua mamma le aveva insegnato a rispettare il prossimo e ad essere educata anche con le persone non troppo gentili. - Una ragazza per bene deve essere sempre cortese con tutti, solo in questo modo potrà raggiungere la felicità ed esaudire ogni suo desiderio. Le ripeteva ogni sera la mamma con la sua voce tenera e dolce volgendo lo sguardo verso la luna. Queste sagge parole la accompagnavano oramai ogni giorno da quando la sua povera mamma l’aveva lasciata a causa di una malattia incurabile. Dopo qualche tempo il babbo, che era un boscaiolo e doveva lavorare per mantenere la piccola, preoccupato per la figlia che aveva poco tempo per studiare perché doveva svolgere le faccende domestiche, decise di prendere in moglie la figlia di un falegname che abitava poco distante e che, nonostante la tenera età, non era ancora riuscita a trovare marito. Il giorno delle nozze si stava avvicinando e nonostante Bianca avesse poca simpatia per la matrigna, che era molto maleducata, decise di mostrarsi ugualmente garbata e amichevole con lei ricordando le affettuose parole della mamma. Nicole, la matrigna, si mostrò fin dal primo giorno per quello che era una donna malvagia e cattiva che costringeva la piccola, una volta tornata a casa da scuola, a lavorare in casa e, terminate le faccende domestiche, a studiare fino a notte fonda. Nulla era cambiato, anzi, il lavoro era raddoppiato perché la matrigna era molto esigente e pretendeva: cenette gustose, biancheria sempre profumata e stirata, casa splendente, il giardino ben curato…tutto senza che il babbo si rendesse conto di nulla, anzi, era convinto che il merito di tutto quell’ordine in casa fosse della moglie.

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Bianca sulla luna Una sera Bianca, mentre terminava i suoi compiti al chiarore della luna, rimase impressionata dal grande bagliore che si diffuse nella stanza. Non le era mai capitata una cosa del genere qualche volta, nelle notti di luna piena, lo splendore della luna illuminava le pagine del quaderno alleviando lo sforzo dei suoi fragili e stanchi occhietti, ma una luminosità così intensa non l’aveva mai ricevuta. Doveva esserci qualcosa di magico e, senza pensarci su, uscì fuori e cominciò a correre, correre fino a rimanere quasi senza fiato, in un battibaleno si ritrovò nell’oscurità del bosco fitto e cupo, si fermò e provò un brivido di paura, ma anche un piacevole senso di libertà. Poi volse lo sguardo verso la Luna accecante, un fascio luminoso la colpì, irradiò il suo corpo e le sussurrò parole rassicuranti. Improvvisamente la bambina si trovò trasformata in una gattina dal pelo bianchissimo e soffice, le sue agili zampe le permisero di riprendere la corsa con maggiore sveltezza e ora il raggio luminoso illuminava il sentiero come se volesse condurla in un posto ben preciso. In un baleno si ritrovò ai piedi di un albero di betulla dalla corteccia bianca argentea, la piccola era stata molte volte nel bosco con il suo babbo, ma non si era mai accorta di questa strana pianta. Il raggio di luce illuminò la cima dell’albero e la gattina vi si arrampicò e si sedette su uno dei suoi rami che avevano lo stesso colore della sua folta chioma. Da qui la Luna sembrava vicinissima, Bianca credeva quasi di poterla raggiungere con uno dei suoi spediti salti quando si accorse che il fascio di luce aveva formato un sentiero in cielo, lo attraversò, ma la Luna che sembrava così vicina non arrivava mai. Ad un certo punto Bianca desiderò delle ali per raggiungerla e magicamente le spuntarono candide e leggere, solo allora capì di essere capitata in un mondo magico dove tutto era possibile: bastava solo crederci. In poco tempo atterrò sulla Luna, appoggiò le sue zampe sulla roccia che era fredda come il ghiaccio e provò nuovamente un brivido di paura. Si guardava intorno con stupore, un mondo magnifico. Un po’ più in là scrutava un torrente grande e lungo tutto ghiacciato come un’immensa autostrada lunare.

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Bianca sulla luna Ai lati della cascata si intravedevano grandi rocce che sembravano immense montagne cupe e opache. Grandi nubi avvolgevano i pianeti intorno come gli anelli di Saturno. La Luna le appariva immensa, molto più grande di come se l’era immaginata fino ad oggi: una pallina gelida dispersa in un immenso cielo stellato. Il cielo era azzurro come il mare quieto e infinito come la terra. In lontananza si percepivano grandi punte che sembravano le torri slanciate del castello delle fiabe adagiate su una collina rocciosa. Presa da questo paesaggio incantato Bianca cadde in un cratere e si trovò a scendere.., scendere.., scendere all’infinito, la sua caduta durò un’eternità. Quando finalmente toccò i piedi a terra era tutta sudata e si accorse di essere tornata la ragazzina di sempre. Si asciugò la fronte con il suo splendente abito bianco, poi si stropicciò gli occhi offuscati dalla nebbia tutt’intorno e in lontananza vide l’immagine di una figura umana che si avvicinava. Più quella forma si avvicinava e più appariva nitida: era un uomo con una divisa bianca, alto e possente. Raggiunta la bambina le chiese: “Terrestre, cosa ci fai qui sulla Luna?” Bianca tremolante e timorosa, scoppiò a piangere senza dire nulla. L’uomo allora che era il Presidente lunare e anche una persona nobile, generosa e altruista la prese delicatamente per mano e la accolse nel suo grandioso palazzo dove i suoi ministri la ospitarono come fosse una regina. La fecero sedere in una comoda poltrona di velluto rosso intorno ad un tavolo ovale apparecchiato con ogni sorta di pietanza, calici di cristallo e posate d’argento. Dopo aver mangiato la rassicurarono e, sentendosi pienamente a suo agio in un ambiente così familiare e con delle persone tanto gentili, Bianca raccontò tutta la sua triste e umile storia. Il presidente e i ministri si intenerirono, quindi, decisero di fare una riunione privata per aiutare la fanciulla. La riunione durò più di un’ora. Nel frattempo Bianca si era addormentata nella confortevole poltrona e fu svegliata dalla voce del presidente dalla tunica bianca che le disse:

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Bianca sulla luna - Io e i miei ministri abbiamo deciso di premiarti per la tua gentilezza, ubbidienza e umiltà anche nei confronti della tua matrigna che non lo merita. Tieni questa splendente pietra lunare, portala con te, ti aiuterà a ritornare a casa ed essere felice, basta che chiudi gli occhi e lo desideri. Con queste parole Bianca ripensò alla sua mamma e una lacrima le accarezzò la guancia. Bianca afferrò la pietra scintillante, chiuse gli occhi e desiderò ardentemente di ritornare a casa per riabbracciare il suo babbo, era stata così tanto lontano da casa o perlomeno così le era sembrato. Quando riaprì gli occhi si ritrovò nel suo caldo e comodo lettino, ma si accorse subito che qualche cosa era cambiato. Bussarono alla porta della sua cameretta, erano il suo babbo e Nicole che le portavano la colazione a letto e con un bacio sulla fronte le auguravano il buon giorno. Nicole aveva un volto luminoso e due occhi affettuosi che le ricordavano la sua dolce mammina, anche le sue carezze non erano più pesanti come quelle di una volta, ma soffici e delicate. Bianca guardò sul comodino e vide la pietra lunare che aveva ricevuto in dono allora si rese conto che non era stato solo un sogno. Da quella notte Bianca, ogni sera prima di addormentarsi, osserva la Luna che si riflette nella pietra lunare e scorge in essa il volto della mamma e la sua delicata voce che le sussurra: - Piccola mia, la tua cortesia ti ha premiata ora vivi con amore ogni giorno insieme alla tua nuova famiglia. E dolcemente si addormenta.

Autore: Classe IVC Scuola primaria “C. Seri” - Mogliano (MC)

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La luna che accarezza il lago Qualche tempo fa, in una splendida notte d’estate, una bambina di nome Francesca dai capelli dorati come il bagliore della luna che riflette nel lago, se ne stava accoccolata nel suo soffice lettino ad aspettare l’arrivo del nuovo giorno. Si girava e rigirava tra le coperte, ma nulla da fare i suoi occhietti azzurri proprio non volevano saperne di chiudersi. La piccola, che amava sognare ad occhi aperti, decise di prendere dal cassetto del suo comodino uno dei libri che la mamma le leggeva quando era ancora piccola. Aprì una pagina a caso e rimase abbagliata da un potente fascio di luce che andò a colpire i suoi delicati occhietti, la luce era talmente potente che Francesca fu costretta a coprire il volto con le mani e con questo gesto il libro le scivolò e andò a finire sotto il letto. Quando la luce svanì lei si scoprì il volto e con un po’ di paura si sporse per cercare di capire che cosa fosse successo, ma del libro più nessuna traccia: guardò sotto il letto, sotto il comodino, sotto la sedia ma niente di niente quando ad un certo punto, proprio da sotto il letto, sentì una vocina che le disse: “Cara bimba, io sono la lucina dei desideri. Questa notte tocca proprio a te! Vai fuori, sulla riva del laghetto, guarda la luna negli occhi ed esprimi un tuo sogno. Vedrai che domattina, quando li riaprirai, sarà esaudito”. Poi il silenzio vuoto della stanza. Francesca non credeva proprio alle sue orecchie ma, poiché le cose bizzarre la stuzzicavano, uscì in silenzio, aprì delicatamente il portone di casa e andò ad aspettare la luna. Ad un certo punto questa si mostrò in tutto il suo splendore: aveva il volto candido come la neve, gli occhi luminosi come il sole, la bocca delicata come una rosa e i capelli argentei. Era avvolta da un vasto cielo stellato e il suo lussuoso abito era sfumato da un’aurora boreale. Francesca non l’aveva mai vista così, sembrava una fata, la guardò dolcemente ed essa come una tenera mamma si abbassò e si abbassò fino a sfiorare il lago. Quella tenera carezza raggiunse il volto della piccola che si ritrovò la faccina tutta bagnata. - Cosa fai qui tutta sola? Disse la Luna. La piccola aveva la lingua incollata al palato

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Bianca sulla luna e non riusciva ad emettere nessun verso, provò diverse volte ma nulla. Poi si sentì ancora accarezzare dall’acqua che la splendida creatura aveva sfiorato, qualche gocciolina le entrò in bocca e la sua lingua improvvisamente si sciolse e pronunciò queste parole: - Io desidero tanto essere bella come te. La luna allora le rispose: - Vedi piccina mia, la mia bellezza è solo apparente, tu stessa te ne sei accorta solo ora eppure io brillo in cielo tutte le notti! Quello che tu desideri in realtà lo possiedi già, è nel tuo cuore, devi solo tirarlo fuori. E accarezzando delicatamente il lago se ne andò. Francesca tornò a casa, oramai era molto tardi e si addormentò subito. Il mattino seguente, quando la mamma la chiamò per andare a scuola, non voleva proprio alzarsi, si sentiva stanca e aveva ancora molto sonno ma la mamma la costrinse. Fece colazione e poi, come al solito, si incamminò a piedi con lo zaino sulle spalle. Strada facendo cominciò a pensare a quello che le era accaduto durante la notte e piano piano si convinse che era stato solo un sogno. Poi guardò in cielo e, mentre il sole rosso fuoco già spuntato da dietro la collina riscaldava tutt’intorno, si accorse che la Luna opaca ancora era alta nel cielo, la guardò e ebbe l’impressione che le stesse facendo l’occhiolino. Assorta da questi strani pensieri la bimba era giunta ormai davanti al portone della scuola, stava per entrare quando si accorse che Damiano, il bullo della scuola, picchiava Stefano, un bambino della prima, per avere le sue carte da gioco. Francesca aveva una gran paura di questo Damiano che aveva due anni più di lei e frequentava la quinta classe: un tipo alto e grosso, dai capelli lunghi, gli occhi scuri e pungenti e una voce tenebrosa, se poteva se ne stava volentieri alla larga ma, in quel momento, non ci pensò due volte, corse in classe e gridò: - Maestra, maestra corri, Damiano sta picchiando un bambino più piccolo! La maestra la seguì e, dopo averlo rimproverato con parole dure, lo condusse dal preside che avvertì subito i suoi genitori. Dalla porta socchiusa della presidenza Francesca vide Damiano che la raggelava con il suo sguardo tenebroso e il suo cuore palpitò, per fortuna la ma-

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La luna che accarezza il lago estra le appoggio un braccio sulla spalla e la rassicurò: - Stai tranquilla Francesca non ti accadrà nulla perché hai fatto la cosa giusta. E lei con una strana sensazione di serenità annuii. La giornata trascorse serenamente: la bambina tornò a casa, come al solito fece i compiti, andò un po’ fuori a giocare e guardò i cartoni. Poi il sole tramontò, si fece di nuovo notte e dopo aver cenato la mamma l’ accompagnò nella sua cameretta, le rimboccò le coperte e le diede il bacio della buona notte. Francesca però non riusciva a prendere sonno: si girava, rigirava, nascondeva la testa sotto il cuscino, stringeva forte gli occhi e contava…contava nella speranza di prendere sonno, niente da fare. Non Riusciva a fare a meno di pensare a quello che le era capitato la notte precedente ed era anche preoccupata di dovere rincontrare, l’indomani, Damiano. Ad un certo punto si alzò di scatto e si recò al lago ad aspettare la “Luna fatata”: attese dieci minuti, un quarto d’ora, mezz’ora ma niente poi, stanca, si addormentò. Fu svegliata da uno spruzzo d’acqua, si stropicciò gli occhi e quando finalmente li aprì trovò accanto a sé la Luna: era scesa talmente in basso che si era adagiata proprio sulla superficie del lago e da lì la osservava teneramente. Francesca avvertì dentro di sé la strana sensazione di serenità del giorno precedente, poi si specchiò nel lago e vide la sua immagine avvolta da un vasto cielo stellato, indossava un lussuoso abito sfumato da un’aurora boreale, aveva il volto candido come la neve, gli occhi luminosi come il sole, la bocca delicata come una rosa e i capelli argentei. La Luna le sussurrò: - Il tuo desiderio è stato esaudito, grazie al tuo gesto di coraggio e di generosità hai ritrovato la tua bellezza interiore, portala sempre con te e non ti dimenticare mai di sfoggiarla. Così la Luna risalì alta nel cielo, accarezzò per l’ultima volta il lago e bagnò il candido volto di Francesca che se ne tornò contenta nel suo lettino. Da quella notte Francesca, prima di chiudere gli occhi, ringrazia la Luna per il dono ricevuto. Autore: Classe IVA Scuola primaria “C. Seri” - Mogliano (MC)

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Illustrazione di Valeria Colonnella


Sognando la Luna C’era una volta un bambino a cui, quando andava a letto, piaceva tanto prima di addormentarsi guardare la luna con le stelle intorno. Quando si addormentava si immaginava che la luna fosse accanto a lui e dentro di sè aveva un desiderio: arrivare sulla luna, stare con lei e parlarle come fanno i poeti ed i pittori. Una notte d’estate, c’era la luna piena: un raggio lo accarezzava. Improvvisamente quel filo d’oro lo prese per mano. Volò nel sonno ed ammarò sulla luna come fanno gli astronauti. Sentì una voce amica e capì che era lei che gli parlava e gli raccontava la sua storia. <<Quando ero giovane, anch’io, di notte mi sentivo sola ed avevo paura del buio perché non si vedeva niente . Allora decisi di avvicinarmi al sole ma la sua presenza, caldissima, mi stava scottando e stavo per esplodere. Il grande sole, mio amico, mi spedì così dall’altra parte del mondo dove mi raffreddai. Per farmi vincere la paura del buio e la solitudine mi inviò accanto piccole meteoriti per illuminarmi. Da allora esse sono le mie amiche stelle ed io risplendo solo di notte, col mio bel colore giallo. Penso così di fare compagnia a tanti bambini e spero, anche, che i grandi non mi infastidiscano troppo con tutti i loro viaggi ed esperimenti e se ne ritornino presto sulla terra >>.

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Sognando la Luna (Macedone)

Nuk ishte një herë një fëmijë që, kur ai shkoi në krevat, e bëri këtëpara se të bie në gjumë duke parë hëna me yjet rreth. Kur ju bie në gjumë duke imagjinuar se hëna është pranë tij dhe brenda tij kishtenjë dëshirë për të arritur në hënë, të jenë me të dhe flasin sipoetëve dhe piktorëve. Një natë vere, hëna ishte e plotë, një rrezegoditur fije ari që papritmas mori dorën e tij. Ai fluturoi në gjumin e tij dhe spërkati poshtë në hënë si astronautët do. Ai dëgjoi një zëmiqësor dhe e dinte se ajo ishte duke folur për atë dhe i tha <<Historia e tij Kur isha i ri kam ndjerë vetëm në natën dhe kisha frikë të errët, sepse ju nuk mund të shoh ndonjë gjë. Kështu që vendosa të marrë më pranë diellit, por prania e tij, shumë e nxehtë,unë isha i nxehtë dhe ishte gati të shpërthejnë.diell i madh, mikuim, kështu që ai më ka dërguar në anën tjetër të botës ku kamftohur. Për mua të kapërcyer frikën e vetmi të errët më dërgoimeteorites tjetër të vogël për të ndriçuar mua. Që atëherë, ata janëmiqtë e mi dhe unë shkëlqim me yjet gjatë natës, me ngjyrë tëverdhë nice time. Unë mendoj se një kompani për të bërë fëmijëkaq shumë dhe unë shpresoj gjithashtu se madhe unë nuk e mërzitshumë me të gjitha udhëtimet e tyre dhe eksperimente, dhe se së shpejti do të kthehet në tokë>>.

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Sognando la Luna (Arabo)

Autore: Classe IIA Scuola primaria “San Vito” - Recanati (MC)

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Ballerina intorno alla terra Cara Luna dove sei? Noi bambini ti aspettiamo! Cosa fai lassù? Sorvegli il mondo senza giudicarlo. Brilli nella notte e di giorno non ci sei più. Forse ti spegni? Cadi giù? Sei bianca e luccicante come una lampada, satellite gioioso e luminoso, brillantino per ogni bambino giochi a nascondino con il mondo, sembra quasi un girotondo. Tu fai innamorare la gente. Oh piccola Luna aspettiamo il tuo ritorno nella notte ad illuminare i nostri cuori. Risplendi ancora su questa Terra buia ed impotente. Sei la nostra consolazione. Quando ti guardiamo la speranza rinasce e continuiamo il cammino verso la felicità.

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Balerina în jurul pâmîntului (Romeno)

Dragā luna unde eşti? Noi copii te aşteptâm! Ce faci acolo sus? Supraveghezi lumea fārā sā judeci. Luminezi în noapte şi ziua nu mai eşti deloc oare te stingi? Cazi jos? Eşti albā şi strālucitoare ca o veiozā satelit jucāuş şi luminos luminitā pentru fiecare copil joci pituluşul cu lumea. Of, micā lunā, aşteptām întoarcerea ta în noapte sā ne luminezi inimile strāluceşte încā pe acest pāmînt întunecat şi fārā putere eşti consolarea noastrā cînd te privim speranţa renaşte continuām sā mergem spre fericire.

Autore: Classe VB Scuola primaria “Via dei Politi” - Recanati (MC)

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Scuole Primarie

Provincia di Fermo

Illustrazione di Laura Medei


Il sogno lunare di Azzurra C’era una volta, tanto tempo fa, una stella di nome Azzurra che era figlia della Luna. Una notte la piccola stella, seduta sul suo letto dotato di due elegantissime tende dorate, non riusciva a dormire. Quando Mamma Luna se ne accorse gettò un po’ della sua polverina magica sulla sua bambina per farla addormentare ma la magia non funzionò: Azzurra continuava a rigirarsi nel letto senza dormire. Allora la Luna chiamò Azzurra e la fece salire sulla sua groppa dorata. Mamma Luna cominciò a cullarla e piano piano la piccola stella si addormentò e, dopo poco tempo, iniziò a sognare. Sognò che una ricca regina e la sua bambina stavano viaggiando in compagnia di una volpe parlante. Percorrevano il cielo a bordo di una navicella che, all’improvviso, si ruppe. Stavano per precipitare nel mare quando… il sogno si interruppe. E ne cominciò un altro. In questo la Luna giocava con le altre stelle quando, ad un tratto, arrivò il Sole che, con prepotenza, disse a tutti di fermarsi. Voleva, infatti, comandare su tutti. Le piccole stelle allora si fecero coraggio e riuscirono a fargli capire che in fondo erano tutti uguali, ognuno aveva una sua importanza, e così alla fine il Sole divenne loro amico. Mentre la piccola stella faceva questi strani sogni Mamma Luna iniziò a cantarle una dolce ninna nanna. La Terra, che dormiva poco più in là, sentendo una melodia così bella si incuriosì e volle avvicinarsi. La Luna, lusingata, fece fermare la Terra e iniziò a girargli intorno per farle ascoltare la sua dolcissima ninna nanna. Ben presto i due pianeti si innamorarono e dal loro amore nacque una nuova stella che chiamarono Stella Cometa.

Autore: Classe III Scuola primaria “Monaldi” - Fermo (AP)

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«Luna dimmi…» Luna, luna preziosa tu che al buio sei maestosa. Dimmi luna graziosa tu che illumini la radura e sei un dono della natura. Dimmi chi di notte fai innamorare e il primo bacio fai dare. Quale creatura puoi aiutare o desiderio realizzare. Tu piccolo punto dell’universo infinito che nella notte fai sperare che cosa ci vuoi annunciare. Qualcuno ti ha toccato chissà cosa ha provato! Io posso solo guardarti e pien d’emozione ammirarti.

Autore: Classe VA Scuola primaria “Monaldi” - Fermo (AP)

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La regina del cielo La Luna era da sempre regina del cielo. Un gruppo di stelle spesso si metteva in cerchio intorno a lei per proteggerla, ma anche per renderla più bella. La Luna era molto premurosa verso le sue amiche che considerava delle figlie. Le avvertiva quando si avvicinava un meteorite che poteva esplodere, così potevano evitarlo cambiando la loro posizione. L’amore che la Luna provava per le sue stelle era risaputo in tutto il cielo. Un giorno un vento fortissimo scaraventò la stella-figlia più piccola molto lontano e al suo posto arrivò una stella perfida e invidiosa di tutto ciò che faceva la Luna. Era da tempo che covava quest’odio! La Luna capì subito che qualcosa non andava, così decise di far parlare la stella malvagia per capire cosa voleva. «Senti, cara Luna, scegli me come tua stellina preferita, dato che io sono la più brillante. Ti sarò fedele in tutti i momenti di difficoltà!» disse la stellina cattiva. In quel momento giunse la stellina smarrita che aveva ritrovato la strada di casa grazie all’Orsa Maggiore, ad Orione, al Sagittario e ad altre costellazioni. La Luna subito riconobbe la sua stellina e le disse: «Piccola mia, finalmente sei tornata! Non permetterò più che succeda un’altra volta questa tragedia. Non ci separeremo mai più. Ho preso uno spavento non vedendoti!» La Luna diede subito ordine alle sue stelline guardiane di riportare la malvagia nella sua costellazione, con l’ordine che non sarebbe più potuta tornare in quella zona del cielo. Intorno alla Luna ritornarono la pace, l’allegria, la serenità.

Autore: Classe IIA Scuola primaria “Cavour” - Fermo (AP)

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Una luna speciale Dove sta la LUNA di giorno? Voi risponderete che, anche di giorno, la LUNA gira intorno alla Terra perché è un suo satellite. Invece no. C’è una storia che non conoscete e che ora noi vi raccontiamo. Di notte LUNA era molto felice. Giocava con le amiche stelline. Il Sole, suo padre, la illuminava e la riscaldava e lei era molto ammirata, specie nelle notti di LUNA piena. Di giorno però LUNA era triste; doveva restare sola e nascosta perché le amiche stelline tornavano nella loro casa e il babbo Sole era occupato a illuminare e riscaldare la Terra. Un giorno tanti alieni si avvicinarono a LUNA e volevano occuparla; per fortuna un furioso temporale li spaventò e li costrinse a cambiare rotta. Un’altra volta lo Scorpione delle Tenebre stava per pungerla quando un’astronave accese i fari abbaglianti. Lo Scorpione, accecato, scappò lontano e LUNA fu salva. LUNA non ne poteva più di stare sola: aveva sempre più paura. Un giorno si avvicinò tanto tanto alla Terra e vide, in una scuola primaria, una classe di bambini che con le loro maestre parlavano, scrivevano, giocavano ed erano tanto felici. Il desiderio di stare con loro fu così forte che in un attimo LUNA si trasformò in una bambina! Così LUNA ogni giorno arriva nella nostra classe; entra, ci saluta ondeggiando con la manina il bel ciuffetto di capelli legati sopra la testa; ci guarda ed è contenta di stare con noi. Qualche volta ci apre gli zaini: è curiosa di sapere cosa ci teniamo. Ci viene vicino, ci sorride, ci tocca per invitarci a giocare. Nella corsa è veloce come un fulmine! Noi siamo felici di stare a scuola con LUNA e vogliamo un mondo di bene a questa nostra compagna speciale!

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Jedan specijalni mjesec (Bosniaco)

Gdje je MJESEC po danu? Vi odgovarate da i po danu mjesec kruži oko Zemlje zato što je on njen satelit.Ali ne. Ima jedna priča koju neznate pa ćemo vam je ispričati. U noći MJESEC je mnogo sretan. Igra se sa prijateljicama zvijezdama. Sunce, njegov otac, obasjava i grije i on bude mnogo zadivljen osobito u nociva kad je pun MJECEC. Zato po danu MJESEC je tužan i mora ostati sam i sakriven zato što prijateljice zvijezde vraćaju se njihovoj kujći a i otac Sunce bude zauzet obasjavanjem i grijanjem Zemlje. Jedan dan mnogi se približili i željeli zauzeti i otuđiti MJESEC, na sreću jedna bijesna oluja ih prepala i primorala da promjene pravac. Drugi put Skorpion sa Venere želio ga ubosti kad jedan svemirski brod upali svijetla.Skorpion osvijetljen bježi daleko MJESEC se spasi.MJESEC više nije mogao biti sam;sve više se bojao. Jedan dan se mnogo približio zemlji i vidi,u jednoj osnovnoj školi, jedan razred djece sa svojim učiteljicama pričaju, pišu, igraju se i bili su mnogo sretni. Želja da bude sa njima bila je tako jaka da se MJESEC u jednom trenutku pretorio u dječaka! Tako MJESEC svaki dan dolazi u naš razred; uđe pozdravi se talasajući sa rukom lijepi repić kose svezan na vrh glave;gleda nas i sretan je što je sa nama. Poneki put otvori rusake da vidi šta imamo.Dođe blizu, smije se, bira nas i poziva na igru. U trci je brz kao munja!Mi smo sretni biti u školi sa MJESECOM i želimo jedan dobar svijet sa ovim našim specijalnim društvom!

Autore: Classe IA Scuola primaria “Cavour” - Fermo (AP)

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Scuole Primarie

Provincia di Ascoli Piceno

Illustrazione di Federica Ricci


La magia della Luna La Luna piena è una Luna speciale la guardi, la osservi è un incanto spaziale, se poi si rispecchia nel nostro bel mare l’incanto lo vedi l’incanto è reale. Un nastro argentato un ponte fatato che ti conduce dove vuoi tu tra magia e fantasia realtà, scienza, astronomia. Tu non lo sai, non lo puoi immaginare Ciò che la Luna ti può indicare: - Ora che è appena passato il Natale siamo già a calcolare quanto tempo c’è da aspettare prima che arrivi la prossima data della vacanza tanto desiderata, la Santa Pasqua, la bella festa con l’uovo, il pulcino e la chiocciola in testa. Quando a marzo, il ventuno, entrerà la primavera la sera si vestirà di fresco carica dell’odore del bianco e dolce mandorlo in fiore, alza lo sguardo, cerca la Luna, non avrai bisogno di fortuna la vedrai lì, nello spazio, esplosiva, nuova, tonda e gioiosa… è quello il momento che annuncerà festosa che la domenica che seguirà la santa Pasqua arriverà. Autore: Classe IIIB Scuola primaria “Bice Piacentini” - San Benedetto del Tronto (AP)

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La luna La luna nel pozzo S’è fatta un bel bozzo A testa in giù urla LA…LE…LI…LO…LU……

Autore: Classe IB Scuola primaria “Bice Piacentini” - San Benedetto del Tronto (AP)

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Grazie Luna Se sulla Luna potessi andare di lassù la Terra mi metterei a guardare. Sono certo che vedrei non più azzurro, non più verde, tanto grigio solamente! I colori li vedrò sbiaditi, da un denso fumo intorpiditi. - Che succede sulla Terra laggiù? O bella luna, rispondimi tu. - Caro bambino sei preoccupato? Il tuo pianeta è ammalato! L’aria, la terra e perfino il mare hanno smesso di respirare. La Natura si è stufata perchè da tutti è calpestata. Tutte quante le persone devono cercare una soluzione se nel mondo voglion restare e non qui sulla Luna venire ad abitare. - Io son piccolo ed impotente, come aiuto la mia gente?

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Grazie Luna Tu sei amica della Terra e di noi tutti quanti, aiutami a trovare come quel velo grigio sollevare. -Torna sul tuo pianeta e fa alla tua gente una proposta sorprendente: -Non sprecate, non sporcate, rispettate gli animali; solo così non finiranno le risorse naturali. A pieni polmoni potrete respirare se anche i rifiuti imparate a differenziare; se gli oggetti non saranno tutti buttati potranno, poi , essere riciclati! Solo allora il fumo grigio si dissolverà e il mondo intero brillerà. Anch’io sarò più illuminata perchè la mia luce è dalla vostra Terra mandata. Da quassù così meglio vi governerò e a non sbagliare mai più vi ispirerò. - Ciao, bella Luna, il tuo consiglio ci porterà fortuna!

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Grazie Luna (Arabo)

Autore: Classe IIIA Scuola primaria “Bice Piacentini” - San Benedetto del Tronto (AP)

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Illustrazione di Emilia Pieroni


Indice Presentazione (Robertino Perfetti) Fare scienza con le storie (Prof.ssa Paola Nicolini) Scuole Primarie Provincia di Ancona Illustrazioni di Roberta Torregiani

3 4 10

Titoli:

Le Rose della Luna

12

Scuole Primarie Provincia di Macerata Illustrazione di Alfonsina Ciculi - Laura Staffolani - Lorenzo Sabbatini - Valeria Colonnella

14

Titoli:

L...come Luna Il sogno di Lulù A passeggio con te Perchè la luna è il satellite della terra Il compleanno della luna Marilù Buio sulla terra La luna e le stelle La luna e la sua gemella La luna in serena compagnia Bianca sulla luna La luna che accarezza il lago Sognando la luna Ballerina intorno alla terra

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16 22 24 28 32 34 36 40 41 46 50 56 60


Scuole Primarie Provincia di Fermo Illustrazione di Laura Medei

62

Titoli:

Il sogno lunare di azzurra Luna dimmi... La regina del cielo Una luna speciale

64 65 66 67

Scuole Primarie Provincia di Ascoli Piceno Illustrazione di Federica Ricci - Emilia Pieroni

70

Titoli:

72 73 74

La magia della luna La luna Grazie luna

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Illustrazione di copertina Teodosio Campanelli

Illustratori: Alfonsina Ciculi Valeria Colonnella Laura Medei Emilia Pieroni Federica Ricci Lorenzo Sabbatini Laura Staffolani Roberta Torregiani

Associazione culturale

SpazioAmbiente c /o Centro Informativo Turistico Via Capocastello, 35 - San Ginesio (MC) www.spazioambiente.org info@spazioambiente.org






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