sport club dicembre 2010

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foto by Drewerik Design Studio

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Il Legionario che viene dagli States Alessio Sakara, il romano divenuto leggenda nella MMA






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FANALCOMUNICAZIONE

mulino 460 x 260

T I R I A M O L’ A C Q U A A L T U O M U L I N O .

Acea Nuove Energie attraverso la società del Gruppo Acea Ecogena S.p.A. offre la propria partnership e competenza, acquisita nel campo della produzione combinata di energia termica ed elettrica, dando l’opportunità di ottenere una sensibile riduzione dei costi energetici. Con una serie di importanti benefici. Anzitutto un risparmio di circa il 40% di energia primaria e un sensibile risparmio sulle tariffe di energia elettrica e termica; nessun onere per il Cliente: tutto è compreso nelle tariffe. E poi riduzione sui costi d’esercizio, abbattimento delle emissioni di CO2, autonomia energetica e garanzie dei rendimenti. In breve, più benessere e più serenità oggi e domani.


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FANALCOMUNICAZIONE

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T I R I A M O L’ A C Q U A A L T U O M U L I N O .

Acea Nuove Energie attraverso la società del Gruppo Acea Ecogena S.p.A. offre la propria partnership e competenza, acquisita nel campo della produzione combinata di energia termica ed elettrica, dando l’opportunità di ottenere una sensibile riduzione dei costi energetici. Con una serie di importanti benefici. Anzitutto un risparmio di circa il 40% di energia primaria e un sensibile risparmio sulle tariffe di energia elettrica e termica; nessun onere per il Cliente: tutto è compreso nelle tariffe. E poi riduzione sui costi d’esercizio, abbattimento delle emissioni di CO2, autonomia energetica e garanzie dei rendimenti. In breve, più benessere e più serenità oggi e domani.


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Sommario

sommario Dicembre 2010 Editoriale Non è un Paese per Vecchi

10 Focus Tuteliamo il patrimonio artistico

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12 Focus Giovani Talenti CERCASI

via Morlupo, 51 00191 Roma tel. 06 97600342 fax 06 97277879 www.sportclubmagazine.it info@sportclubmagazine.it Direttore editoriale Luigi Capasso

13 Cultura sportiva Onore alla Ferrari

Sport Club Anno VIII - n. 65 - Dicembre 2010

14 Diritto e Rovescio Il Vincolo di Giustizia sportiva e diritto di difesa

Direttore responsabile Luigi Capasso l.capasso@sportclubmagazine.it

15 Medicina del lavoro Gli sportivi professionisti: sportivi o lavoratori? 16 Cover Alessio Sakara, il legionario

Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004

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Editorialisti Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Daniele Popolizio Hanno collaborato a questo numero Lorenzo Arduini, Matteo Cirelli, Carlo Stigliano, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Andrea Tranquilli, Andrea Cecinelli, Luigia Latteri

20 Fiamme Gialle Generazioni di Campioni con le stellette sempre sul podio

Golf Simone Selli Sport&Finanza Marcel Vulpis Rugby Andrea Cimbrico

22 Aeronautica Di Gregorio prende il volo

Progetto grafico e Impaginazione Adversign s.r.l. grafica@sportclubmagazine.it

24 Federbocce Le Bocce uno sport giovane 28 Arti Marziali L’affascinante mondo delle arti marziali

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30 Focus Di padre in figlio

38 Rugby L’Italia va incontro al Sei Nazioni 2011 46 Riflessioni Mario Mazzucca pioniere del rugby 42 L’obbiettivo Firenze Test Match Italia-Australia 44 Orsello Cup Format in crescita con il supporto dei media

Presidente Onorario Giuseppe Capelli Pubblicità Adversign s.r.l. Davide Campanella Via Morlupo, 51 - 00191 Roma tel. 06 97600342 cell. 335 7574074

d.campanella@sportclubmagazine.it Redazione Napoli Sportform - Centro Direzionale Is. B/3 - Napoli tel. 081 19562785 - fax 081 19562657 info@sportform.it

34 Fed Cup Fed Cup per la III volta Italia

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Sport Club srl

46 48 50 54 56 60 68 78 80 84 86 88

Club news Fondazione Canottaggio Solidarietà Motori Golf Circoliamo AQUANIENE Roma tornei Fitness Sport slyle Psicologia

Stampa Arti Grafiche Agostini s.r.l. - Roma Finito di stampare nel mese di Novembre 2010

www.sportclubmagazine.it

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Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati dalla Editrice Capasso s.r.l.

Sport Club è anche su


grafica: adversign

lemlo dic 2010

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è Natale...

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via della Farnesina, 14/b - 06 3333210

via della Farnesina, 36 - 06 3338621

DONNA via della Farnesina, 24/26 06 3333783 (calzature)

via A. Gramsci, 27-27/a 06 3201440

via Placido Martini, 11/13 06 35404782 (calzature)

via Placido Martini, 10 06 35340399 (abbigliamento)

www.lemlo.com

via della Farnesina, 18/20 06 3333738 (abbigliamento)

via della Farnesina, 12 via Orti della Farnesina, 5 06 33218734 (denim) via Tacito, 9 - 06 3230341


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Editoriale

di Luigi Capasso

Non è un Paese per Vecchi e siete malinconici e tristi perché non potete più andare al Luna Park dell’Eur a fare il giro della morte: non vi preoccupate ed ascoltate il nostro consiglio … Il sole di Roma deve ancora sorgere quando i primi appassionati delle due ruote varcano la soglia di una delle 40 piste ciclabili della Capitale che si estendono su 225 chilometri di cui 115 in aree verdi e protette da vincoli paesaggistici. Il segno della croce, per chi crede, ed un malinconico sguardo al Cupolone in senso di protezione celestiale ormai è il rito propiziatorio per l’inizio di una giornata che dovrebbe essere all’insegna dello sport. Itinerari che finiscono all’improvviso, marciapiedi senza scivoli, pavimentazione che si decompone in crepe ed affossamenti e, dulcis in fundo, un mare di immondizia, un tappeto di rifiuti per un percorso ad ostacoli ad altissimo rischio e possibilità di incontrare sul cammino della speranza automobili parcheggiate alla menopeggio, tutto fatto in modo da far pensare all’ignaro appassionato che prima o poi debba spuntare da una carcassa di moto abbandonata uno che gli urli: “Tranquillo, sei su Scherzi a

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Parte”. Si leggono grandi proclami sui nostri quotidiani di investimenti sulle rotte della eco-sostenibilità, su una formazione culturale - sportiva che, prendendo il dogma dai Paesi del Nord Europa, inviti a percorrere tragitti alternativi per non esser costretti a prendere la macchina ogni mattina, ma chi si diletta (?) a percorrere le piste ciclabili è letteralmente terrorizzato. Da considerare e non è poco, anche il rischio delinquenziale che è in crescita e purtroppo tangibile, perché sono numerosi gli accampamenti dei senzatetto che, malgrado loro, sono costretti a trovare un rifugio all’addiaccio sulle anse del Tevere. Insomma, la nostra posizione è chiara: se i Signori dei Palazzo vogliono tenerci a casa, ad abbruttirci, davanti alla televisione ed ad invecchiare in modo sommesso, ci stanno riuscendo alla grande. Se invece, credono che l’Italia sia ancora un popolo di giovani sportivi e che debbano avere i mezzi, comunque appena sufficienti, per poter fare attività agonistica o amatoriale, cerchino di non pensare per un attimo al business delle Olimpiadi di Roma 2020 e tutelino gli sportivi romani che vengono considerati solo ed esclusivamente a parole. E pure bisbigliate. Pista ciclabile in Viale delle Milizie

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Focus

di Alessandro Cochi Delegato allo Sport del Comune di Roma

o sport nella Capitale non può dimenticare i suoi protagonisti e quelle persone dello spettacolo che hanno vissuto l’intensità agonistica a livello amatoriale e non. Infatti, è stato tagliato il nastro d’inaugurazione per celebrare l’apertura del rigenerato campo di calcio comunale del Savio in 6° municipio, dedicato a “Raimondo Vianello”. L’amministrazione capitolina è stata molto contenta e onorata di rendere omaggio ad un grande artista che si è sempre distinto per la sua eleganza e la sua generosità d’animo. Inoltre, siamo stati felici di restituire alla cittadinanza una bellissima struttura dove si possa praticare la meravigliosa disciplina sportiva che è il gioco del calcio. In più colgo l’occasione di rivolgere un saluto alla famiglia Stracca per la prematura morte di Roberto, punto di riferimento per tutti gli sportivi. Con lui se ne va una penna brillante del giornalismo romano. Lo sport ha il suo tempio che è il “Foro Italico”, e per chi conosce il Foro Italico, la sua storia e l’esempio unico al mondo di complesso sportivo che rappresenta per Roma e per tutti coloro che vivono lo sport, una architettura che non ha eguali e la si può considerare a tutti gli effetti una seconda casa, come per il sottoscritto.

Tuteliamo il patrimonio artistico

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È in uscita un volume che spiega la storia che va dalle sue origini fino ad oggi, con tutti i suoi passaggi che vanno dalla sua creazione sotto il fascismo, le Olimpiadi del 1960, i mondiali di Calcio che si sono disputati nel 1990, i mondiali di nuoto che si sono svolti nel 1994 e nel 2009 sottolineando che la lista non si potrebbe dire conclusa, al contrario potrebbe continuare per pagine e pagine. La cosa che voglio sottolineare che bisogna tutelare questo patrimonio senza variarne le caratteristiche con costruzioni estranee che ne alterino i parametri e

la sua fisionomia. Inoltre vorrei ricordare che Roma è sempre più protagonista nello sport sia a livello di vertice che amatoriale e nel suo carnet di appuntamenti sono previste tantissime manifestazioni agonistiche che sono entrate nella tradizione della nostra città, come il Sei Nazioni di Rugby, la Maratona di Roma, la Roma Ostia, il Concorso ippico di Piazza di Siena, gli Internazionali di Tennis, il Festival del Fitness, il Trofeo Settecolli di Nuoto, il Golden Gala, Big Gym, e Mondo Fitness, il grande beach volley e soccer solo per ci-

tarne alcuni. Inoltre lo sport di base dimostra una vitalità coinvolgente che tende a fare partecipe la cittadinanza e creare quell’aggregazione che segna un punto importante per la socialità dei giovani e non. Contenuti “esportati” e ripresi anche dalla delegazione capitolina in trasferta nella suggestiva Maratona di New York. Per questo lo sport ha un preciso compito quello di educare la gente sia a livello morale che fisico, con l’obiettivo primario di creare, costruire una società migliore dove vivere.



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Focus

di Pino Capua Consulente per il Sindaco per le politiche sportive del Comune di Roma

Giovani Talenti CERCASI l fallimento nel recente Mondiale di calcio, che qualcuno ha definito dei “matusalemme”, la crisi del bel gioco in campionato, con squadre blasonate in affanno e a corto di punti, il sovraffollamento di stranieri nelle rose delle varie società, sono evidenti segnali di malessere del calcio italiano. Il fatto è che in Italia manca la cultura dei giovani: i talenti si importano, mentre in altri Paesi si costruiscono nel tempo, con pazienza. Recentemente mi hanno colpito le dichiarazioni di vari ex campioni, che attualmente si stanno dedicando con diversi ruoli al mondo del calcio giovanile. Tutte sembrano seguire lo stesso filo conduttore: la scarsa attenzione alla corretta crescita dei giovani atleti. L'ex azzurro Vincenzo Montella, attualmente allenatore dei giovanissimi nazionali della Roma, sostenendo l'importanza di pensare alla crescita globale della persona, afferma: “Nei settori giovanili non serve vincere, non deve essere questo il fine... Ho visto colleghi schierare giocatori che magari non sapevano stoppare un pallone ma erano alti 1,90 e fisicamente possenti... In Spagna le uniche doti vere che servono a un calciatore sono la velocità di pensiero in campo e le capacità tecniche. Da noi invece conta prima il

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fisico. Ma la Spagna intanto vince a tutti i livelli, forse hanno ragione loro”. Anche Ciro Ferrara, nuovo allenatore dell'Under 21, scende in campo e criticando l'atteggiamento del calcio italiano dice: “In Italia c'è un solo obiettivo: la vittoria. E quando non arriva i giovani sono i primi a pagare. Non gli si dà il tempo di sbagliare e imparare... Il problema dei talenti che non giocano si ripercuote anche nella Nazionale maggiore che ha nelle Under il serbatoio”. Gianni Rivera, nuovo Presidente del Settore Giovanile e Scolastico, non si discosta da questi concetti, quando nel suo saluto di insediamento afferma: “Oggi si ricerca la prestazione fisica in maniera ossessiva, spesso a discapito della tecnica, mentre da un punto di vista tattico si tende ad esasperare i concetti difensivi.... Penso si debba arrivare ad una inversione di rotta, per far questo occorre lavorare con i dirigenti, con gli allenatori, con chi insegna il gioco ai più piccoli, al fine di superare l'attuale cultura tendente, soprattutto con i più giovani, a voler garantiti risultati più rapidi”. Da medico dello sport ritengo che la preparazione del giovane calciatore passi attraverso vari aspetti psicofisici: dal potenziamento muscolare alla ginnastica funzionale, dagli esercizi per la prevenzione degli in-

fortuni allo stretching, dalle metodologie posturali alla psicomotricità funzionale, ecc... Sarà l'allenatore, poi, ad insegnare le tattiche e i moduli di gioco e a far applicare le varie tecniche, sempre raccordandosi alla prepa-

razione atletica. Il buon calciatore, però, non si forma solo fisicamente: la cultura sportiva è fatta soprattutto di valori, di rispetto delle regole, di legalità. Prima si inizia, meglio sarà per il calcio italiano.


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Cultura sportiva

di Paolo Del Bene Direttore Sportivo A.S. Università Luiss Guido Carli

Onore alla Ferrari omenica 14 Novembre si è corso l’ultimo Gran Premio della stagione 2010 di Formula 1. Il circuito era quello di Abu Dhabi, sull’isola di Yas, una delle grandi isole artificiali adiacenti alla capitale degli Emirati Arabi. La Ferrari di Alonso aveva più di una chance per mettere le mani sul trofeo, ma ha sbagliato l’approccio alla gara, e il giovanissimo Sebastian Vettel, la nuova stella tedesca della Renault, ha scalato le marce e ci ha lasciati al secondo posto della classifica piloti e al terzo di quella dei costruttori. Appena qualche minuto dopo la fine del Gran Premio erano già esplose le polemiche per la sconfitta. Stampa e politici hanno attaccato senza remore la Ferrari e Montezemolo. Sono dell’avviso che questo tipo di reazione sia stata impulsiva e irrispettosa. Durante tutto il campionato mondiale la Ferrari ha gareggiato ad altissimi livelli, ha raccolto tante vittorie, e ha anche sbagliato nei momenti più delicati. Di questo è fatta l’emozione vibrante della competizione. Gli avversari sono stati altrettanto determinati e agguerriti. La gloria, nel finale, va ad uno solo di essi, ma la gara è stata condotta quanto meno a testa alta. Scagliarsi a sbranare chi ha perso, in questo modo, mi sem-

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bra la maniera peggiore per uscirne. Le critiche più rumorose sono quasi sempre quelle meno costruttive. Più in generale mi sembra che questo paese non sappia perdere, o quanto meno valutare una sconfitta e trarne il meglio per ricominciare. Questo episodio della Ferrari è molto esplicativo al riguardo. Nulla importa, né l’emozione della gara, né il talento degli avversari. Lo sport nel suo sviluppo sembra scivolare in secondo piano; si aspetta implacabili il risultato per la gloria o per la dannazione. La richiesta di dimissioni a Montezemolo da parte del ministro Calderoli ha scatenato l’i-

ra del presidente della Ferrari, il quale ha risposto: «Quando lo statista Calderoli nella sua vita avrà realizzato l'1% di quanto fatto in questi anni dalla Ferrari per il Paese in termini industriali e sportivi, a quel punto meriterà una risposta». Poi, lo stesso presidente, in un clima più pacato si è preso le sue responsabilità sulla sconfitta nel Gran Premio: «È colpa mia, in quanto presidente della Ferrari» e aggiunge: «Sabato sera eravamo convinti che avremmo vinto... è stato come quando nel calcio si sbaglia un rigore all'ultimo. Nel calcio si direbbe che abbiamo avuto paura di vince-

re e credo sia successo così» ha spiegato poi: «Alonso non c'entra, sono state decisioni che si prendono nei box. Era giù di morale ma contento di quest'anno fatto con la Ferrari, di aver fatto una stagione straordinaria». Dopo la sconfitta l'umore era pessimo: «I meccanici piangevano tutti, li ho dovuti rincuorare uno a uno e ora sono ancora più determinati a vincere». Chiedere le dimissioni a chi in 19 anni ha vinto 14 titoli mondiali mi sembra assurdo e irrispettoso per una mole evidente di lavoro portata avanti. Ma ripeto, sono convinto che questi discorsi non interessino a chi scatena questo tipo di polemica - moltissima stampa e media italiani - perché l’interesse primario è il gusto fine a se stesso della provocazione e dell’attacco, la banalissima critica al perdente, senza un pensiero alla base, senza l’intenzione di ricostruire. Tutto questo appiattisce lo sport. La mia posizione è: valutare le reali ragioni di una sconfitta, riconoscerne i lati positivi e i meriti, accettare la bravura degli avversari, e ritornare a lavorare per la bellezza dello sport. Ma in Italia si sa, si tifa contro e non a favore della propria squadra…

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Diritto e Rovescio

dell’Avv. Sabrina Rondinelli Specializzata in diritto dello sport Dottoranda di ricerca Fac. Giurisprudenza “La Sapienza” sabrina.rondinelli@uniroma1.it

Il Vincolo di Giustizia sportiva e diritto di difesa olte pronunce del Tar Lazio, hanno evidenziato l’inadeguatezza del vincolo di giustizia sportiva,perché in contrasto con il diritto di difesa sancito dalla Costituzione:il sistema realizzato dal disposto dell’art 27, Statuto Figc e dell’art 11, cgs., comprime, in modo intollerabile, il diritto del tesserato o della società affiliata di ricorrere all’autorità giudiziaria statale. Esso è contrario innanzitutto all’art.24 Cost, che garantisce ad ogni persona il diritto di ricorrere al giudice per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi. In secondo luogo, tale vincolo è contrario al principio della gerarchia delle fonti, per cui gli atti normativi ed i provvedimenti emanati da un ordinamento sovraordinato devono necessariamente prevalere sugli atti che provengono da un ordinamento settoriale. Le norme della Federazione,pertanto,non potranno mai porsi in contrasto con le norme di rango costituzionale;allo stesso modo,le norme federali che contengono tale vincolo non possono precludere il ricorso all’autorità giudiziaria statuale, in quanto norme di rango inferiore che,come tali, non possono limitare o annullare il diritto di difesa del tesserato, che gli è attribuito direttamente dalla Costituzione. Se si analizza la norma di cui all’art 3.d.l.280/2003,essa afferma: “esauriti i gradi della giustizia sportiva e

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ferma restando la giurisdizione del giudice ordinario sui rapporti tra società,associazioni e atleti,ogni altra controversia avente ad oggetto atti del Comitato olimpico nazionale italiano o delle Federazioni sportive non riservata agli organi di giustizia dell’ordinamento sportivo ai sensi dell’articolo 2, è devoluta alla giurisdizione esclusiva del giudi-

ce amministrativo”. La previsione in esame,in realtà, si pone in contrasto con il principio di cui all’art 24 Cost., nella parte in cui consente all’associato il ricorso alla giustizia ordinaria solo dopo aver esperito i rimedi interni all’ordinamento sportivo,anche per le questioni non riservate alla competenza esclusiva della giustizia sportiva. E’ bene ri-

badire, infatti, il confine tra giustizia statale e giustizia ordinaria e giustizia sportiva, non è da rilevarsi dal disposto di legge,ma come ha ribadito il Tar Lazio,dalla rilevanza economica della questione trattata che legittima l’associato a ricorrere direttamente alla giustizia ordinaria qualora lo ritenga più opportuno, ovvero qualora ritenga di ricevere da essa maggiori garanzie e un’adeguata tutela. Il recente processo al calcio (Calciopoli), ha evidenziato una eccessiva sommarietà delle procedure adottate, che vanno invece,sostituite con norme certe,compatibili con i principi costituzionali. Gli interessi sottesi allo sport generale,ed al calcio in particolare,hanno assunto da tempo una dimensione tale da rendere inammissibile che la trattazione di questioni così rilevanti,che coinvolgono anche l’immagine di società quotate in borsa,venga subordinata ad una mera logica di “tenuta” dell’ordinamento sportivo o di sollecitudine delle decisioni. Sarebbe opportuno ,a mio avviso, riformare il sistema alla luce di due principi fondamentali:garanzia dei diritti delle parti e maggiore razionalità nelle procedure adottate.Ribadisco sempre, quando mi trovo davanti ai giudici sportivi, che l’atleta è prima di tutto un uomo con i suoi diritti di difesa. A volte questo non sempre si…. ricorda!!


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Medicina del lavoro

della Prof. Antonella Miccio Docente Medicina del Lavoro, Corso di laurea in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro II facoltà di Medicina e Chirurgia Università di Roma “la Sapienza” antonella.miccio@uniroma1.it

Gli sportivi professionisti: sportivi o lavoratori? o sport è da sempre inteso come svago, divertimento. Inteso quindi in origine come attività ludica o come modo per curare il fisico è nel tempo, specie nel corso del XX secolo, diventato una professione ed un’ impresa economica di elevata importanza. Ma è nel 2000 che nasce la figura dell’atleta-lavoratore quando, con il Decreto Legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, gli sportivi professionisti dipendenti sono stati inseriti tra i lavoratori soggetti assicurati dall’ INAIL ( Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro). L’atleta-lavoratore ha così diritto, come ogni altro lavoratore, anche ad una tutela prevenzionale secondo le norme attualmente in vigore. Si delinea così il problema della valutazione dell’idoneità alla mansione specifica dell’atleta-lavoratore e a quale figura competa esprimere un tale giudizio . La sorveglianza sanitaria e la formulazione del giudizio di idoneità, che ne è il momento conclusivo e più pregnante, spetta per legge al medico competente. Ma chi è il medico competente? La norma vigente oltre a definire la figura del medico competente ne prevede le caratteristiche professionali nel possesso del titolo di specialista in Medicina del Lavoro o anche di specialista in Medicina Legale ed Igiene e Medicina Preventiva,

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purché dette specialisti frequentino “…appositi percorsi formativi universitari da definire con apposito decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministero della Salute..” percorso formativo ritenuto indispensabile in un siffatto ambito così specialistico. D’altro canto però se il giudizio di idoneità alla mansione “specifica” del lavoratore, è esclusivo appannaggio del medico competente, l’atto certificativo relativo all’idoneità della pratica sportiva agonistica dell’atleta - sempre in virtù delle numerose leggi emanate in Italia in

materia di tutela sanitaria delle attività sportive ed in particolare il D.M. 18 febbraio 1982 - è di esclusiva pertinenza dello specialista in Medicina dello Sport . Siamo quindi di fronte a due specifici ambiti di competenza quello sportivo e quello lavorativo che presentano ciascuno aspetti peculiari sia dal punto di vista medico che giuridico e necessitano, pertanto, di un approccio ma soprattutto di un percorso formativo diverso. In questo scenario se non si vuole creare un vuoto di tutela per questa categoria di lavoratori è necessaria quindi la presenza di entrambe le figure specialistiche che assolvono, nei fatti, compiti diversi, ma parimenti previsti ed obbligatori. L’ idoneità alla pratica sportiva agonistica, regolata dal rapporto giuridico tra l’atleta e la disciplina sportiva (e la relativa Federazione) è l’ atto medico da cui scaturisce una sorta di “patente” per lo svolgimento di uno specifico sport. Di contro l’idoneità lavorativa degli sportivi si inserisce nel rapporto tra l’atletalavoratore e la sua Società che rappresenta il datore di lavoro. Il Medico Sociale - specialista in Medicina dello Sport - verifica, l’assenza di controindicazioni alla pratica sportiva specifica - idoneità specifica al lavoro - indipendentemente dal contesto della Società Sportiva in cui la disciplina sportiva viene praticata Il Medico Competente

valuta le condizioni cliniche dell’atleta-lavoratore con riguardo agli organi critici bersaglio dei fattori di rischio presenti nell’ambiente di lavoro a cui è esposto l’atleta-lavoratore. Il medico Competente considera i rischi per la salute dell’atleta-lavoratore relativi all’intera attività svolta dall’atleta comprese le fasi di allenamento e di preparazione fisica e quelli legati all’organizzazione del lavoro. L’attenzione del medico competente è rivolta al lavoro dello sportivo inteso come lavoro organizzato, e conseguenza dell’organizzazione da lavoro sono taluni rischi per la salute, definiti trasversali, come quelli di natura psicosociale, che attualmente la legge valuta al pari della presenza nell’ambiente di lavoro di agenti chimici, fisici e biologici. In attesa di un intervento normativo che definisca un percorso formativo per il medico dello sport che voglia svolgere anche l’attività di medico competente definendo una figura di medico “autorizzato” – in analogia con quanto avviene per la sorveglianza sanitari dei lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti - relativamente al campo dell’attività sportiva professionistica, riteniamo che per assicurare una tutela globale a questa particolare categoria di lavoratori, le due figure nell’ambito di una società sportiva debbano coesistere.

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Alessio Sakara, il Legionario E’ il Fighter italiano più famoso del mondo. E’ tra i primi otto nel ranking mondiale del UFC. Per lui Belstaff – leggendario marchio di abbigliamento che vanta tra i suoi testimonial personaggi del calibro di Brad Pitt e George Clooney ha creato una apposita linea combact. Lo ha incontrato in esclusiva per noi di Sport Club Magazine l’Avvocato Nicola Colavita, fondatore del Golf Forense e Presidente della Associazione Forense Emilio Conte.

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a prima volta che ho sentito parlare di Alessio Sakara è stato nel 2003 durante una vacanza in Brasile. L’aeroporto di Rio de Janeiro impazzava di pubblicità per un incontro di “Valetudo” – espressione carioca che rende bene l’idea del combattimento che affrontano questi moderni gladiatori - ed Alessio, all’epoca ventiduenne, godeva della fama che in quei posti viene riservata ai calciatori. Rimasi doppiamente colpito: in primo luogo perché in Brasile consideravano una vera e propria star un ragazzo di Roma che nella sua patria era ai più un perfetto sconosciuto, e poi perché da quelle parti lo veneravano come Ronaldo, come Il Fenomeno ai tempi d’oro. Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Alessio lo scorso anno grazie ad un comune amico e capisci subito che hai davanti un personaggio dal sapore antico, che sembra provenire da un’altra epoca, uno che è passato attraverso più vite, vissute sempre da guerriero. Un Guerriero Signore, dallo stile inconfondibile. Oggi Alessio è uno dei Top Fighter più conosciu-

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ti al mondo, unico italiano a combattere nel UFC, la più importante federazione al mondo per MMA - Mixed Marzial Art - disciplina complessa che unisce diversi sport da combattimento, è un personaggio di caratura planetaria. La fama ed il successo però non hanno cambiato di una virgola la sua persona, il suo modo di essere e di apparire. Eccezionale nella sua semplicità. Allora Alessio, raccontaci un po' la tua storia? Sono cresciuto nelle case popolari di Pomezia e fin da piccolo ho iniziato a tirare di Boxe. A 13 anni vinsi la mia prima medaglia d'oro con il torneo "primi pugni". Dopo aver vinto 3 volte il campionato regionale, arrivai al titolo Italiano. Descrivi un po' il tuo sport? Le MMA sono uno sport popolarissimo in America e in altre parti del mondo, e il UFC è la federazione madre. In America fanno incassi da record ora hanno battuto anche la boxe che ha una tradizione ben Alessio Sakara con l’Avv. Nicola Colavita

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più solida. Ai nostri incontri puoi trovare gli attori e i personaggi più famosi negli USA, i biglietti per un incontro a Las Vegas sono arrivati anche a 9000 dollari in prima fila. Lo sport è una contesa tra due atleti disciplinati e di pari peso, ci sono tecniche di combattimento in piedi e tecniche di combattimento a terra. Un buon lottatore di MMA deve conoscere perfettamente tecniche di Boxe e Muay Thai e riuscire a combinarle con le principali tecniche di lotta che sono appunto il Brasilian jiu jitsu e la lotta. Come sei posizionato ora nella classifica mondiale? Nel Ranking dei pesi medi sono tra i primi 8 lottatori più forti nel mondo non solo nel UFC ma nelle classifiche di tutte le leghe e federazioni. Quando parliamo di UFC, puoi darci un idea di quale siano gli ingaggi? Ci sono grossi sponsor all' interno? Un lottatore di medio-alto livello guadagna veramente bene, negli US pagano tantissimo, molti oltre alla borsa per il match vengono pagati con una percentuale sugli incassi venduti ai ppv e si parla di cifre da capogiro. Personalmente io mi reputo molto fortunato, al momento sono sponsorizzato dal marchio Belstaff. Sono onorato che un colosso come Belstaff che sponsorizza interi film e attori come George Clooney e Brad Pitt abbia deciso di farmi entrare nella loro famiglia. Ringrazio Manuele e Michele Malenotti proprietari del marchio Belstaff per avermi dato questa possibilità, questo significa che lo sport sta veramente crescendo e che loro credono in me. Sakara l'uomo Sakara il lottatore, cosa cambia dentro e fuori dal ring? Combattere è il mio lavoro, la cosa che amo di più nella vita. Fuori dall' ottagono sono rimasto la stessa persona che ero una volta. Sicuramente la mia vita a livello economico è andata migliorando di molto, ma sono rimasto lo stesso ragazzo delle case popolari, torno sempre nel mio quartiere mia madre abita nella stessa casa dove sono nato, amo stare con la mia gente e continuo a giocare a pallone nei cortili sotto i miei palazzoni, sono arrivato a Las Vegas ma con Pomezia e Roma nel cuore. Cosa reputi fondamentale in un atleta? Avere tanto cuore, onore e umiltà. Queste sono le qualità che reputo più importanti non solo in un atleta ma in un uomo in generale.

Abbiamo visto il tuo VideoBlog e dalle visualizzazioni sta andando molto bene, pensiamo che sia un idea molto interessante, in questo modo i fan possono conoscerti meglio , come è nato e a che scopo? Giustissimo è nato proprio per far conoscere meglio la mia persona ai fan, nel videoblog mostro me fuori dal ring e spiego consigli e tecniche per aiutare i ragazzi che si stanno avvicinando a questo sport. Spiego il giusto metodo di allenamento, e perchè no, faccio anche vedere come vivo fuori dal ring. Ovviamente qualche risata non manca mai!!! Come fanno i giovani ad avvicinarsi a questa disciplina ? Non è uno sport facile. Personalmente sono in procinto di aprire una palestra nel cuore di Roma, insegnare è stare in contatto con i ragazzi è una cosa che amo, per il resto siamo riusciti a creare una federazione la Legionarivs League che partira' tra pochissimo..il nostro impegno sara' quello di far crescere i giovani attraverso il dilettantismo, organizzando tornei ed eventi e ovviamente in seguito dopo averli giustamente formati seguire i professionisti. In Italia come nel resto del mondo era necessaria un entità che promuovesse questo sport nella maniera più giusta. Abbiamo già aperto corsi di formazione istruttori, corso arbitri ecc., tutti potranno avere una parte attiva nel nostro progetto. Come ti vedi tra 20 anni? Amo combattere e cercherò farlo più a lungo possibile almeno finchè il mio fisico riuscirà a reggere. Poi mi aspetto una vita tranquilla, più rilassata possibile per stare bene con la mia famiglia. Sono padre di due bambini e voglio stare più vicino possibile a loro e a mia moglie, la donna che amo. Tutto quello che faccio e che farò è per loro, non chiedo grandi cose, solo di stare bene e vicino alla mia famiglia ed ai miei amici. Se qualcuno è interessato ad avere maggiori informazioni su di te e riguardo alle tue iniziative come è possibile informarsi? Ovviamente nel mio sito internet www.alessiosakara.tv, troverete tutte le info su di me e le mie iniziative, troverete sia mail che telefono per chiedere qualsiasi tipo di informazioni, a me ed al mio staff. Presto le MMA saranno una realtà solida anche in Italia. Parola di Legionario...

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Fiamme Gialle

1911 - 2011: lo sport Fiamme Gialle compie 100 anni. Atleti di ieri e di oggi dal 23 al 25 novembre a Roma per ricordare ottant’anni di sport con la maglia giallo verde. Momenti di grande sport rivissuti attraverso i protagonisti.

Generazioni di Campioni con le stellette sempre sul podio di Andrea Tranquilli

o Sport, essenza della vita dell'uomo, scandisce attraverso gli eventi il lento scorrere degli anni lasciando riemergere le passioni sopite solo a compleanni importanti durante i quali ricordare avvenimenti e ricorrenze che stanno a significare, per i protagonisti e per gli amanti dell'agone sportivo, il valore della memoria e le reminiscenze di lontani clamori. Conoscere il passato, quindi, ci può aiutare ad affrontare meglio il futuro apprezzando il presente. In queste pagine ripercorriamo gli avvenimenti salienti che in cento anni hanno segnato il cammino, prima pionieristico ed oggi da sfavillante protagonista, dello sport nella Guardia di Finanza. Un movimento che s'identifica con i colori gialloverdi in maniera da distinguersi tra i sodalizi che, in Italia e nel mondo, dedicano le loro energie allo sport. Una breve premessa necessaria al lettore di Sport Club per comprendere meglio un secolo di sport in cui sono stati protagonisti generazioni di Fiamme Gialle. Personaggi antichi come i marciatori degli anni '20 che vinsero il mitico "Scudo Nelli" o come Michele Tito, mitico atleta gialloverde autore della vittoria della prima medaglia olimpica a Londra 1948. Uomini che s'intrecciano con

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gli eroi del nostro tempo autori delle memorabili gesta di Grenoble 1968 con Franco Nones (primo oro nello sci nordico), Gustav Thoeni a Sapporo 1972 (primo oro nello sci alpino), e Felice Mariani a Montreal 1976 (primo bronzo nel judo), fino ad arrivare a Los Angeles 1984 con Sandro Bellucci (primo oro nella marcia). Se l'inizio del primo Conflitto Mondiale segna la fine di alcune discipline come la ginnastica, sport praticato a livello agonistico dai finanzieri, le prime avvisaglie della Seconda Guerra Mondiale lo furono inesorabilmente per la pallacanestro della quale rimane solo una fugace apparizione nel panorama sportivo italiano dell'epoca - anche se il primo tecnico della pallacanetro azzurra è stato un militare della Guardia di Finanza -. Concluso il dramma bellico, e con la ricostruzione in atto, l'Italia aveva bisogno di miti e di speranze e, quindi, lo sport fece la sua parte confrontandosi, sempre più frequentemente, con altre realtà sportive. l'atletica gialloverde arrivò subito alla ribalta nel 1948 con il bronzo conquistato alle Olimpiadi di Londra da Michele Tito nella 4x100 ? l'artefice del successo dell'atletica moderna sono, invece, Nicola Vizzoni che a Sydney 2000 ha vinto uno storico argento nel martello, e Ivano Brugnetti cha ad

Atene ha vinto l?oro nella Maratona ?, seguita, un ventennio più tardi, dallo sci con l?oro vinto nel 1968, alle Olimpiadi invernali di Grenoble, da Franco Nones nei 30 chilometri di fondo. Dopo l'atletica e lo sci nacquero altre iniziative, finalizzate sempre all'addestramento militare, che oggi sono realtà concrete e patrimonio della nazione come la creazione prima a Gaeta e poi a Sabaudia della squadra di canottaggio (1953) e di canoa (1954) ed a Roma dello judo che, invece, fece il suo ingresso nella Guardia di Finanza nel 1965. Tutte scelte, queste ultime, rivelatesi, nel tempo, azzeccate e che hanno permesso, nello judo, a Felice Mariani di salire sul podio olimpico di Montreal 1976, a Girolamo Giovinazzo a quello di Atlanta 1996 e Sydney 2000 ed a Giulia Quintavalle a quello di Pechino 2008; ad Antonio Rossi la conquista in due Olimpiadi di tre medaglie d?oro nella canoa, divenendo portabandiera della Delegazione Italiana ai Giochi di Pechino 2008. E poi ancora ad Agostino Abbagnale di conquistare l'oro nel canottaggio a Seoul 1988, Atlanta 1996 e Sydney 2000 divenendo, per questo, "l'atleta azzurro del secolo novecento" e cavaliere delle acque insieme a Simone Raineri e Alessio Sartori, anche loro protagonisti dello splendido oro di Sydney 2000.


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Negli anni '60 si aggiungono, al panorama sportivo delle Fiamme Gialle, le discipline storiche del Corpo anche il Tiro (1970) ? con il massimo fulgore nel 1996 alle Olimpiadi di Atlanta dove Roberto Di Donna riduce alla ragione l'avversario cinese e conquista l?oro nella pistola 10 metri ed il bronzo nella pistola libera ? e, a completezza delle arti marziali, il karate (1974), disciplina portatrice di grandi risultati mondiali grazie a Luca Valdesi, Lucio Maurino e tanti altri. Negli anni '80 anche lo sport, sempre più moderno e globale, diventa fenomeno di costume.

Questo determina l'uscita del movimento sportivo giallo verde dalla fase pionieristica e l'entrata in quella moderna che arriva fino ai nostri giorni. In quest'ottica, infatti, nel1982 ha fatto

l?ingresso ufficiale, nelle Fiamme Gialle, anche il nuoto. Uno sport che, dopo le partecipazioni olimpiche di Barcellona '92 ed Atlanta '96 con Renè Gusperti, Luca Bianchin, Emanuele Idini e Piermaria Siciliano, a Sydney 2000 sale alla ribalta delle cronache sportive con Domenico Fioravanti che conquista due medaglie d?oro ed incanta, con il possente fisico, il pubblico che segue i Giochi. Nel 1985 anche la vela fa il suo ingresso nella grande famiglia gialloverde con base a Gaeta. Una disciplina, quella velica, che nel 2000 riesce a vincere il Giro d?Italia e, con "Luna Rossa", arriva seconda in Coppa America. Oggi la vela gialloverde si sta preparando per la partecipazione alla prossima edizione dei Giochi di Londra nel 2012 decisa a riprendersi il podio "scippato" ai Fratelli Sibello durante le regate olimpiche di Pechino nel 2008. Per quanto riguarda gli sport del ghiaccio vanno ricordate le storiche medaglie di Anesi e Capurso vinte nel pattinaggio durante i Giochi Invernali di Torino 2006. L'ultimo sport, in ordine di tempo, entrato nel novero delle discipline praticate dalle Fiamme Gialle è la scherma la quale sta riscuotendo successi con Fontana e Aspromonte. Cento anni di impegno sportivo della Guardia di Finanza rimasto sempre al passo con i tempi e fedele alle tradizioni pur avvalendosi dell'ausilio delle tecnologie e delle migliori risorse umane. La ricetta vincente di questo successo è fatto di umiltà, lavoro, attaccamento ai colori sociali ed alle tradizioni sempre con l’orgoglio di essere al servizio dell'Italia.

Il Calendario da tavolo Fiamme Gialle compie vent’anni Sono venti gli anni scanditi dalle Fiamme Gialle attraverso il calendario da tavolo che, realizzato in sordina e con “mezzi quasi primitivi”, oggi è divenuto uno degli oggetti cult che ornano le scrivanie di dirigenti sportivi e no, di tecnici e di atleti. Un oggetto che anche quest’anno, come l’edizione 2010, è stato realizzato grazie al prezioso contributo dell’Industria Marchesi Grafiche Editoriali S.p.A. di Roma la quale ha saputo interpretare al meglio la filosofia insita nello sport Fiamme Gialle ponendo in risalto i migliori risultati conseguiti durante tutto l’arco della stagione agonistica 2010. Un lavoro che ha portato la Marchesi Grafiche, azienda nata nel 1918, ad elaborare l'impianto, l'allestimento e la realizzazione finale dalla quale è emerso il prezioso calendario 2011. La presentazione avverrà il 10 dicembre a Roma, nella splendida cornice di Spazio Novecento, location ubicata all’Eur in Piazza G.Marconi 20/B, durante il tradizionale incontro con i giornalisti. Nell’occasione saranno premiati gli atleti delle Sezioni Giovanili di atletica, canottaggio e canoa che si sono particolarmente distinti durante la stagione agonistica 2010. Saranno presentati, infine, anche i nuovi atleti dei Gruppi Sportivi “Fiamme Gialle” ed assegnati i premi speciali: Atleta dell’Anno Fiamme Gialle, ad Alessandro Pittin, ed alla carriera, a Roberto Di Donna

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Aeronautica

Di Gregorio prende il volo Lo chiamano “Frullino”. Il suo “frullare di gambe” nei primi 35 metri di gara è qualcosa che probabilmente supera quello che la scienza sportiva è in grado di studiare e affianca o avvicina concetti di fisica ed esplosività nucleare.

di Francesco Carboni

manuele Di Gregorio viene dalla calda Sicilia, è nato il 13 dicembre 1980 a Castellamare del Golfo (TP), e con orgoglio dal 2000 veste la maglia del Centro Sportivo Aeronautica Militare.a sua terza frazione con la staffetta 4x100 italiana ai campionati europei di Barcellona dello scorso luglio è stata un mix di potenza e tecnica abbinata a quella che tanti definiscono tenacia ma che chi conosce bene Emanuele sa bene essere “cattiveria”. Agonistica e sportiva ovviamente. Poteva essere oro, è stato argento e record italiano (migliorato dopo 27 anni). Questa stagione è stata per Emanuele la “ciliegina” su 3 anni che lo hanno visto crescere e uscire deciso da un vortice di infortuni da cui si è sempre rialzato con grande determinazione inseguendo quel sogno olimpico che dentro di lui sembra essere innato. Siamo sulle rive del lago di Bracciano, sdraiati sul prato della pista di atletica del Centro Sportivo Aeronautica Militare, il lago è piatto, rispecchia il cielo e le colline, un piccolo elicottero verde si alza dal vicino piazzale, il rumore intenso rompe l’atmosfera ma Emanuele sorridente appare soddisfatto e voglioso di fare un po’ “il punto della situazione”. Osserva l'aeromobile allontanarsi rumoroso verso est e fa un bel sorriso quando ini-

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ziamo a parlare di quello che è successo dopo il prestigioso piazzamento di Barcellona: “dal momento in cui siamo usciti dallo stadio fino alla mattina dopo è stata una festa interminabile e un susseguirsi di congratulazioni; per fortuna che Barcellona è una città che si presta proprio a chi ha voglia di festeggiare alla grande”. Emanuele ha portato a termine un campionato europeo da protagonista: finalista nella prova individuale dei 100 metri e poi terzo frazionista con lo squadrone italiano della 4x100: “abbiamo lavorato ad un’intensità superiore, ci siamo chiusi su questo obiettivo: volevamo il record e un piazzamento di prestigio. Sono arrivati entrambi; mentre nei 100, non partivo da finalista, pochi ci; avrebbero scommesso e io per primo; poi mi sono sentito bene ed è stato abbastanza facile”. In finale, stanco della qualificazione, ha chiuso al settimo posto in 10’’34: “è un sesto posto che mi soddisfa, è stata una finale di alto livello, e soprattutto ho preso fiducia e convinzione di poter fare bene ancora in staffetta”. Continuando a parlare della finale dei 100 metri della rassegna catalana, si sofferma su uno dei personaggi sportivi del momento Christophe Lemaitre, venti anni, francese, primo bianco ad abbattere durante questa stagione il muro “dei 10

netti”:”è un Bolt bianco, però con i piedi per terra: è timido, riservato e gentile; in partenza spesso riesco a stargli avanti, poi innesta il turbo, e crescendo può migliorarsi ancora”. Emanuele ha una storia alle spalle, un cammino sulla scala dello sport, scalino dopo scalino, alla ricerca della sua identità di atleta e del risultato che conta. Se oggi è un velocista di livello, lo deve al suo lavoro. La pista rossa di Vigna di Valle è intrisa del suo sudore e logorata in quei punti dove prova partenze e fasi lanciate. Fu nel febbario 2009 che questo cammino ha iniziato a dare i suoi frutti, a sei mesi dalla partecipazione olimpica di Pechino, a cui “Frullino” aveva preso parte correndo la prima frazione della staffetta 4x100, tornando con qualche rancore e con tanta voglia di fare meglio, arrivò una medaglia ai campionati europei indoor, in casa, a Torino. Sul pistino al coperto allestito al Lingotto, Emanuele centrò una qualificazione facile alla finalissima. Sessanta metri, tutti in accelerazione: “ho sentito che quella era la gara giusta, mi sono caricato in maniera equilibrata e con la consapevolezza che potevo calare le mie carte”. Arrivò a pari merito con il finanziere Cerutti, e da Torino partì quasi una nuova carriera. 6’’56, quarta presta-


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Scheda Atleta Medaglia di Bronzo Campionati Europei Indoor – 60mt – Torino 2009 (6’’56) Medaglia d’Argento Giochi del Mediterraneo – 100mt - Pescara 2009 (10’’21) 6° Campionati Mondiali – Staffetta 4x100 – Berlino 2009 Medaglia d’Argento Stafferra 4x100 – Barcellona 2010 – Argento Personal Best – 100mt – 10’’17

zione italiana all-time: “su questa specialità noi italiani possiamo dire la nostra, non siamo distanti dall’elite mondiale”. Il passo dopo Torino fu il campionato mondiale di Berlino, quello che ha incoronato sua maestà Usain Bolt, per il neo sergente Di Gregorio in programma c’èra il doppio impegno staffetta e 100mt individuali: “sono arrivato a Berlino in splendida forma, con la staffetta avevamo continuato a lavorare sugli input di Pechino e finalizzando meglio alcuni aspetti arrivò un ottimo sesto posto in finale. Vinsero gli extra terresti giamaicani…”. Nella prova individuale dei 100 metri, Emanuele sfumò per 3 centesimi la qualificazione alla semifinale, correndo i quarti di finale in 10’’28: “Speravo di migliorare il mio personale, probabilmente ho pagato la foga e l’emozione del primo mondiale, ho cercato di fare il mio e di vivere tutta l’esperienza iridata”. A Barcellona è stato tutto diverso, il nome di Emanuele Di Gregorio, è stato applaudito dal pubblico dello stadio di Montjuic e stimato dalla stampa che definitivamente gli ha riservato un posto nell’elite dell’atletica continentale. Non è più uno sconosciuto. È un atleta “da finale”, uno degli assi della nazionale italiana, una sicurezza per la staffetta 4x100 vicecampione d’Europa. Si alza il vento sulla pista del Centro Sportivo Aeronautica Militare, è ora di iniziare l’allenamento di oggi: “questa è la mia pista; mia, di Marco Torrieri e di Andrew Howe. Qui, ad Alcamo e a Catania ho costruito le mie gare e la mia atletica. A Catania ho conosciuto Aurora, con lei adesso condivido tutto, visto che è una velocista come me”. Alla domanda, scontata:” pronto per il matrimonio?" Ema risponde “si, siamo pronti, stiamo valutando la data migliore, per il 2011 ”. Un testimone blu “aeronautico” spunta dalla tasca dello zaino:“La vita in staffetta, mi ha insegnato qualcosa in più di quanto fin’ora abbia recepito dall’atletica” Tipo? “ho imparato a condividere, a stare in sintonia, a concentrarmi di più… per gli altri” e mentre inizia a prepararsi per il lavoro è d’obbligo la seconda domanda scontata della giornata, per chiudere e darsi appuntamento alla prossima occasione: ”Emanuele… il sogno nel cassetto da realizzare?”, la risposta non è scontata. È una bella risposta da sogno: ”bhè” , riflessione, “ Londra ormai non è tanto lontana”.

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Federbocce

Le bocce

uno sport giovane Abbiamo incontrato il Presidente della Federbocce Romolo Rizzoli, che ci ha spiegato come il fatto di etichettare le bocce solamente come passatempo per uomini anziani sia solamente un luogo comune. di Lorenzo Arduini

l mondo delle bocce è ormai entrato all’interno della cultura italiana. Lo dimostrano le espressioni tipiche di questo sport che sono usate anche nella vita di tutti i giorni come a bocce ferme e avere in mano il pallino”. Queste le parole di Romolo Rizzoli, presidente della Federazione Italiana Bocce da quasi vent’anni, che abbiamo incontrato per Sport Club.

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Qual è la situazione dell’attività bocciofila in Italia in questo momento? “Un dato che ci soddisfa molto è il numero co-

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stante, in certi periodi anche crescente, dei giovani che praticano il nostro sport, sia tesserati che non, in questi ultimi anni. Questo sicuramente grazie alla collaborazione che, già da parecchi anni, la Federazione porta avanti con il Ministero della Pubblica Istruzione. Siamo stati tra le prime Federazioni ad entrare nel mondo della scuola”. In che modo valorizzate questa collaborazione? “Andiamo nelle scuole, soprattutto ma non solo al Nord Italia, con piccoli manti sintetici che

consentono dimostrazioni pratiche direttamente all’interno delle palestre scolastiche. Grazie a questo adattamento le scuole non sono obbligate ad andare presso gli impianti delle società bocciofile, facilitando in questo modo il primo approccio con gli istituti e gli studenti. Naturalmente dopo questo primo step si portano gli alunni maggiormente interessati presso gli impianti bocciofili veri e propri”. Un altro punto di forza delle Federazione? “Sicuramente la diffusione capillare degli impianti in tutta Italia: sono 2.600, distribuiti in


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120 comuni di tutte le regioni e sono increscita le strutture sportive comunali gestite dalla nostra Federazione. Ciò ci consente di annoverare più di 600.000 praticanti, oltre ai 120.000 tesserati. Un altro punto di forza è l’altissimo numero di eventi sportivi, grandi e piccoli, che organizziamo ogni anno in Italia: sono circa 11.000 e danno la possibilità ai nostri tesserati di praticare la propria passione in maniera intensa”. Avete rapporti anche all’interno del mondo universitario? “Collaboriamo con diversi Atenei, come quelli di Urbino, Bologna e Tor Vergata attraverso il progetto Bisbocce: questo progetto ci ha consentito di organizzare corsi specifici riservati ad insegnanti laureati in Scienze Motorie, in modo da migliorare la qualità dei nostri tecnici”. Quindi la convinzione di molti riguardo l’età avanzata della quasi totalità delle persone che

Le quattro specialità delle bocce Volo: si gioca su campi rettangolari (4x27,5 metri) con fondo in terra battuta o asfalto ricoperto da un leggero strato di sabbia. Le bocce sono metalliche ed il gioco tradizionale consiste nell’avvicinare il più possibile le bocce al pallino. Raffa: si pratica su campi di gioco (4x27,5 metri) ben livellati e delimitati da tavole perimetrali Vengono usate bocce e pallino di materiale sintetico di vari colori per meglio identificarle.. La specialità prende il nome dal tiro di raffa, un tiro radente al terreno possibile per la natura liscia di quest’ultimo. Pentaque: si pratica su ogni tipo di terreno. Le bocce sono metalliche ed il gioco consiste nell’avvicinare il più possibile le proprie bocce al pallino superando eventuali ostacoli che si possono presentare sul terreno con varie tecniche. Lawnbouls: specialità diffusa nei paesi anglosassoni ed in Australia viene giocato sull’erba. Il campo e le bocce hanno dimensioni più grandi rispetto alle altre specialità Sta riscuotendo un crescente interesse anche in Italia . Il Centro Tecnico Federale di Roma - Situato in viale della Grande Muraglia - Inaugurato il 19 marzo 2010 - 24.000 metri quadrati - 8 campi di gioco - 1 palazzetto capace di contenere 600 spettatori - 1 foresteria con 15 stanze e 25 posti letto

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Federbocce

giocano a bocce rappresenta soltanto un luogo comune? “Assolutamente sì, lo dimostra il continuo abbassarsi dell’età media degli atleti italiani che vincono le competizioni internazionali, che adesso si attesta sui 20, 25 anni. Abbiamo 10.000 tesserati al di sotto dei 18 anni, oltre agli alunni delle scuole che coinvolgiamo con i nostri progetti, e mantenere come minimo invariato questo numero è il nostro principale impegno. Abbiamo sempre camminato al fianco della società italiana, adattandoci ai suoi cambiamenti: oggi utilizziamo campi sintetici, organizziamo gli eventi in palazzetti dello sport sempre pieni che rendono vivo l’ambiente, abbiamo computerizzato buona parte della nostra attività, abbassando la produzione cartacea ed abbattendo i costi. Infine gestiamo un canale on line in connubio con la RAI che ci consente di accrescere la nostra visibilità: in

occasione degli ultimi Mondiali ha registrato un grande successo. Sempre a livello di visibilità riceviamo poi parecchie attenzioni da parte di emittenti televisive regionali e locali. La presenza di un nostro dirigente all’interno di tutte le strutture periferiche del CONI è la dimostrazione dell’apprezzamento della nostra attività”. Come spiega allora il persistere di questo stereotipo? “Non neghiamo certamente il fatto che si può giocare a bocce anche in età avanzata. Questo anche perché il nostro sport è salutare anche a livello medico, sia nella prevenzione che nella cura. Questo stereotipo comunque è frutto della non conoscenza dei nostri ambienti ed il fatto che le nostre terminologie siano entrate a far parte anche del gergo quotidiano dimostra il contrario”.

Il commento del Segretario Generale Maria Claudia Vannini “Abbiamo riscontrato molto interesse nei confronti del nostro nuovo Centro che vanta una ricettività importante anche a livello alberghiero. Si tratta di un luogo che può essere utilizzato anche da altre Federazioni, non solo per convegni, ma anche per lo svolgimento di manifestazioni sportive. E’ in grado di favorire quindi una sorta di interscambio tra le varie discipline sportive. In occasione dei Campionati del Mondo della Specialità Raffa, che si sono disputati qui a settembre, abbiamo riscontrato un forte interesse da parte sia della popolazione che delle altre Federazioni”.

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Arti Marziali

L’affascinante mondo delle

n cursus honorum di tutto rispetto il suo;presidente dell’associazione dilettantistica M.A.K.A, fondatore della Scuola di Kung Fu “TIGRE NERA TEAM” vanta la conquista del titolo massimo al Campionato del Mondo WTKA All Style cat. Master - Marina di Carrara (MS) 21/10/2007. Un campione insomma, ma soprattutto un campione di umiltà, lo si capisce dalla passione con la quale descrive il mondo per cui vive e cerca sempre di migliorare…”io vivo per questa realtà”dice, “..è il mio sogno”… Antonio ha tante passioni ma è soprattutto ricercatore della vera essenza del Kung Fu Cinese e questa sua passione lo ha portato a creare uno stile basato sull’imitazione degli animali: il Dong Wu Xue, codificato e riconosciuto dalla PWKA (Professional Kung Fu Wushu Association). Lo stile si propone di proseguire sull’antica via maestra cercando di rispettare e conservare

U arti marziali “Affermano gli antichi maestri che l’uomo guerriero doveva avere lo spirito del drago lo scheletro della tigre,i muscoli del leopardo, i tendini della gru e il respiro del serpente”… con questa riflessione il maestro Antonio Di Salvo ci accompagna nell’affascinante mondo delle arti marziali

di Roberta Santoro

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menti del corpo eseguiti a corta distanza dall’avversario. Il Maestro Di Salvo vuole sottolineare che nel fantastico mondo delle Arti Marziali viene anche dedicato spazio ad attività che possano portare beneficio alla schiena e alle articolazioni delle mani e dei piedi come la WU XING o disciplina dei cinque animali la quale comprende esercizi che imitano le movenze di Tigre, Cervo, Orso, Scimmia e Gru. Forse non tutti sanno che nell’ambito delle arti marziali si ha anche la possibilità di acquisire calma e distensione mentale fino a raggiungere l’equilibrio tra corpo e mente e questa è l’essenza del TAI CHI WUDANG , raffinata arte marziale dei Monaci Taoisti di Wudang nata per accrescere la conoscenza della forza dell’energia interiore. Antonio tiene a sottolineare il ruolo positivo e benefico della disciplina sportiva nella quale crede e si sta impegnando affinchè questa arte si diffonda in maniera più capillare nel mondo sportivo ma soprattutto perché venga trasmesso il maggior numero possibile di informazioni nei confronti di una attività che spesso viene considerata erroneamente violenta mentre in realtà consente di scoprire e utilizzare le straordinarie energie nascoste in ogni essere umano, favorendo il benessere fisico e il ruolo dei canali energetici del corpo. Il Maestro Antonio Di Salvo ha promesso che ci descriverà altri affascinanti aspetti del suo mondo; è contattabile al seguente indirizzo e-mail: antoniodisalvo.skd@tiscali.it. quei criteri di saggezza che hanno generato e sviluppato le Arti marziali,e per completarsi abbraccia in una visione d’insieme anche scuole e stili differenti evidenziano i punti in comune e sottolineando la caratteristica principale dell’imitazione. Dong Wu Xue significa “studiare gli animali” e quindi imitarli significa lottare e difendersi come gli animali. Lo studio prevede:Forme Tradizionali con o senza armi,e Forme Imitative sugli animali (tao lu), Armi Tradizionali (bing qi), Combattimento Tradizionale (sanshou), Kick Boxing Cinese (sanda), Leve e Prese (qinna), Pressioni su punti vitali (dianxue). La potenza si costruisce con la ferocia che un praticante riesce a mettere negli allenamenti. L’allievo nella pratica dovrà sentirsi una tigre selvaggia che scende dalla montagna sicura e fiera o un serpente che nascosto nell’ombra studia la sua preda pronto all’attacco fulmineo o come un predatore felino…potente co-

me una tigre, sinuoso come un serpente, flessibile come un leopardo. Nei Taolu i passi devono risultare agili e veloci, in modo da potersi difendere ed attaccare simultaneamente. Ritroviamo quindi movimenti lenti ed armoniosi, statici e potenti, altri rannicchiati o ancora ampi e distesi. A dare risalto all’imitazione degli animali vi sono poi altri tre stili: - GUANG BAN TANG LANG , lo stile della Mantide della Ruota Luminosa, caratterizzato da esecuzioni di rapidissime tecniche circolari che colpiscono come lampi di luce o come una girandola di petardi. - HEI HU QUAN , lo stile della Tigre Nera che pone l’accento su tecniche dure eseguite con particolare determinazione; caratteristici i suoi attacchi di mano ad artiglio e la combinazione di agilità, istinto e forza fisica. - SHE QUAN, lo stile dell’Attacco del Serpente nel quale vengono previsti rapidi sposta-

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Di padre in figlio Tania Cagnotto al momento è una delle più belle realtà del panorama italiano degli sport in vasca. Figlia d’arte, il padre Giorgio, suo attuale allenatore, è stato uno dei più forti tuffatori del mondo negli ‘70, mentre sua madre Carmen Casteiner è stata grande protagonista della disciplina a livello nazionale negli stessi anni in cui Giorgio spopolava.

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Nello sport è accaduto spesso che i figli abbiano seguito le orme dei genitori, ragazzi e ragazze che, forse ispirati dalle gesta del padre o della madre hanno poi percorso la stessa strada, riuscendo a eguagliarli o, in alcuni casi, a fare meglio di loro; figli d’arte insomma che hanno onorato il cognome che portano. Storie di sport nelle quali legami di sangue e successi agonistici si sono intrecciati rendendo famose alcune famiglie in determinate discipline. di Marco Trozzi

uffi: Cagnotto, Tania e Giorgio Tania Cagnotto, nata a Bolzano il 15 maggio 1985 è stata la prima tuffatrice italiana ad aver vinto una medaglia nei Campionati del Mondo di nuoto, a Montreal nel 2005. Al momento è una delle più belle realtà del panorama italiano degli sport in vasca. Figlia d’arte, il padre Giorgio, suo attuale allenatore, è stato uno dei più forti tuffatori del mondo negli ‘70, mentre sua madre Carmen Casteiner è stata grande protagonista della disciplina a livello nazionale negli stessi anni in cui Giorgio spopolava. Tania, dopo aver raccolto numerosi successi nella categoria juniores, attualmente gareggia con ottimi risultati anche a livello seniores e molte sono le medaglie del suo palmarès, testimonianza di come sia una delle tuffatrici più importanti del panorama internazionale: un argento (Roma 2009) e due bronzi (Montreal

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2005, Melbourne 2007) nei Campionati del Mondo; nelle varie rassegne continentali di nuoto ha poi collezionato un argento e un bronzo nel 2002 (Berlino), un oro e un bronzo nel 2004 (Madrid), stessi piazzamenti nel 2008 (Eindhoven) ed infine due primi posti negli ultimi Campionati Europei disputatati a Budapest quest’anno. Infine, negli Europei di tuffi del 2009 a Torino si è aggiudicata tre medaglie d’oro. Tra i suo record può vantare anche i 349,20 punti ottenuti nella finale dal trampolino dei 3 metri dei Giochi Olimpici di Pechino che le sono valsi il quinto posto finale.

Ivan Zaytsev è sicuramente uno dei giovani più interessanti della pallavolo italiana

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Focus

Dino Meneghin è stato in assoluto uno dei più importanti giocatori che il nostro Paese abbia mai avuto; ha militato in tre società (Varese, Milano e Trieste) vincendo dodici scudetti, sei Coppe Italia e, a livello internazionale, sette Coppe dei Campioni, due Coppe delle Coppe, una Coppa Korac e quattro Coppe Intercontinentali. Pallavolo: Zaytsev, Ivan e Vyacheslav Da un figlio d’arte a un altro il passo è breve: nella pallavolo uno dei casi più eloquenti è quello di Ivan Zaytsev, ex alzatore ed ora schiacciatore della M.Roma allenata da Andrea Giani che sta facendo bene nel campionato di A1. Ivan, arrivato quarto con la nazionale italiana ai recenti Campionati del Mondo, è sicuramente uno dei giovani più interessanti della pallavolo italiana, un giocatore reso assai particolare dalla sua duttilità tattica. Nato a Spoleto nel 1988 ha seguito le orme del padre Vyacheslav, tra i migliori palleggiatori del panorama mondiale degli anni ‘70 salendo per ben tre volte sul podio olimpico con la nazionale russa: oro a Mosca nel 1980 (in finale contro la Bulgaria di Dimitar Zlatanov, papà di Hristo, altro figlio d’arte che per anni ha vestito la maglia azzurra) e due medaglie d’argento, la prima a Montreal nel 1976 (sconfitto dalla Polonia di Lech Lasko, padre di Michal, opposto della nazionale maschile di Andrea Anastasi) e la seconda a Seoul nel 1988. Ivan, tra l’altro, è un appassionato di beach volley e nel 2008 si è aggiudicato il titolo nazionale in coppia con Giorgio Domenghini. Basket: Meneghin, Andrea e Dino Andrea Meneghin è un ex cestista che ha giocato in Italia con le casacche di Varese, sua cit-

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tà natale, e Fortitudo Bologna. Nel 1999 proprio con la maglia della città varesina, ha vinto il campionato italiano e la Supercoppa Italiana. Trasferitosi a Bologna nel 2001, nell’arco delle due stagioni trascorse nella città emiliana, ha collezionato due secondi posti in campionato e uno in Eurolega per poi fare ritorno a Varese dove ha chiuso la carriera. In maglia azzurra, sempre nel 1999, ha vinto i Campionati Europei (il secondo e ultimo titolo continentale per l’Italia dopo quello del 1983). Andrea è figlio di Dino, attuale presidente della Federazione Italiana Basket e grande cestista del passato che ha fatto la storia di questa disciplina in Italia. Dino Meneghin è stato in assoluto uno dei più importanti giocatori che il nostro Paese abbia mai avuto; ha militato in tre società (Varese, Milano e Trieste) vincendo dodici scudetti, sei Coppe Italia e, a livello internazionale, sette Coppe dei Campioni, due Coppe delle Coppe, una Coppa Korac e quattro Coppe Intercontinentali. Nel suo invidiabile palmarès figurano inoltre una medaglia d’argento conquistata ai Giochi Olimpici di Mosca del 1980, uno oro e due bronzi ai Campionati Europei, riuscendo a collezionare ben 271 presenze in maglia azzurra. Nel 2005 è stato anche insignito del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Calcio: Maldini, Cesare e Paolo

Se si parla del Milan è inevitabile parlare della famiglia Maldini, un legame indissolubile che ha fatto la fortuna della squadra e degli stessi protagonisti che portano questo cognome. Paolo, figlio di Cesare, è stato un difensore di notevole caratura internazionale, tra i migliori di sempre per qualità tecniche, ma anche per etica e stile comportamentale. La sua carriera è durata 25 anni, tutti trascorsi in maglia rossonera (902 le presenze e 647 quelle in serie A) durante i quali ha vinto ben 26 trofei: cinque Coppe dei Campioni (otto le finali disputate), due Coppe Intercontinentali, una Coppa del Mondo per club, sette scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e 5 Supercoppe Europee. In maglia azzurra, invece, dopo essere stato il capitano per otto anni, si è dovuto accontentare di due secondi posti ai Campionati del Mondo del 1994 e a quelli Europei del 2000. Paolo è stato nominato dal Presidente della Repubblica Italiana prima Cavaliere e poi Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Papà Cesare non può vantare i suoi record: ha vinto da capitano, naturalmente in maglia rossonera, una sola Coppa dei Campioni nel 1963. Al trofeo continentale si aggiungono anche i quattro titoli nazionali, ma è da allenatore che Cesare è diventato un personaggio famoso e divertente: dopo aver guidato Milan, Foggia,


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Se si parla del Milan è inevitabile parlare della famiglia Maldini, un legame indissolubile che ha fatto la fortuna della squadra e degli stessi protagonisti che portano questo cognome. Ternana e Parma per dieci anni è stato alla guida della nazionale under 21 con la quale è riuscito a vincere tre europei consecutivi (1992, 1994 e 1996). Successivamente ha allenato anche la nazionale maggiore prima di chiudere la sua carriera sulla panchina del Paraguay con il quale è arrivato agli ottavi di finale del Campionato del Mondo del 2002. Ippica: Dettori, Lanfranco e Gianfranco Lanfranco “Frankie” Dettori è da tutti riconosciuto come il più importante fantino italiano che in Inghilterra ha intrapreso e costruito la sua incredibile carriera. Dettori è figlio d’arte: è stato proprio il padre Gianfranco (tra i migliori fantini in campo nazionale e internazionale fino alla fine degli anni ’80) a convincerlo a trasferirsi oltremanica a soli 14 anni. Lì si è potuto dedicare a tempo pieno alla sua attività, diventando ben presto un jockey dalle indiscutibili capacità tecniche. Nel 1990, a meno di vent’anni, ha vinto più di cento corse in una sola stagione, prestazione mai raggiunta dai tempi di “Stone face” (faccia di pietra, ndr) Lester Piggott, considerato uno tra i migliori fantini di tutti i tempi. L’impresa che però ha consegnato Dettori alla storia è datata 28 settembre 1996: quel giorno è riuscito a vincere sette corse su sette ad Ascot,

una delle piste più prestigiose al mondo; evento unico nella storia del galoppo inglese. Il suo carattere solare e molto disponibile gli ha permesso di conquistare il cuore degli appassionati di questa disciplina, ma è anche grazie al suo palmarès, che comprende vittorie in Gran Bretagna, Canada, Francia, Emirati Arabi, Germania, Giappone, Hong Kong, Italia, Singapore e Stati Uniti, che si è guadagnato l’onorificenza di Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico (29 dicembre 2000). Come detto, anche suo padre Gianfranco è stato un fantino di fama internazionale: dopo aver intrapreso questa carriera quasi per caso quando lavorava come uomo delle pulizie all’Ippodromo delle Capannelle (senza aver mai cavalcato prima di allora, sale su un cavallo temuto da tutti i più bravi fantini dell’ippodomo ed entra così nel mondo dell’ippica), ha avuto una carriera della stessa importanza. Gianfranco, infatti, ha ottenuto numerosi successi in Italia e in Gran Bretagna vincendo oltre tremila corse e colllocandosi al secondo posto nella classifica italiana di tutti tempi, preceduto solo da Enrico Camici. Ha conquistato tredici volte lo Scudetto italiano dei fantini ed è uno dei personaggi più conosciuti dell’ippica italiana anche ora che sono trascorsi circa vent’anni dal suo ritiro.

Lanfranco “Frankie” Dettori è da tutti riconosciuto come il più importante fantino italiano che in Inghilterra ha intrapreso e costruito la sua incredibile carriera.

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Fed Cup

Fed Cup per la III volta Italia Le atlete azzurre del tennis hanno conquistato in California la terza Fed Cup in cinque anni di Lorenzo Arduini

Dichiarazioni dei protagonisti antastiche azzurre, c’è voluto un match in più del previsto ma alla fine la terza Fed Cup è finita nella bacheca del tennis tricolore. E’ il terzo trofeo conquistato in cinque anni, su quattro finali disputate. Sul campo allestito nella “San Diego Sports Arena” (veloce indoor; 8.850 spettatori) domenica 7 novembre l’Italia ha sconfitto per 3-1 gli Stati Uniti nella finale della Fed Cup 2010. Il punto decisivo lo ha firmato Flavia Pennetta che ha battuto per 61 62 Coco Vandeweghe. Le azzurre hanno così difeso in California il titolo conquistato lo scorso anno a Reggio Calabria proprio contro gli Stati Uniti, il secondo della storia del tennis tricolore dopo quello vinto nel 2006 in finale contro il Belgio a Charleroi. La seconda giornata si era aperta con la vittoria a sorpresa di Melanie Oudin, chiamata in

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Corrado Barazzutti:“È un risultato grandioso, sono emozionato e felice. Sono ragazze straordinarie, hanno vinto per la terza volta il titolo mondiale chiudendo alla grande un 2010 strepitoso. Questo successo è per coloro che quando vincemmo la Fed Cup per la prima volta a Charleroi con il Belgio dissero che era frutto del caso, della fortuna. La squadra ha vinto lo scorso anno a Reggio Calabria e si è confermata ora a San Diego. Questa squadra ha dimostrato ancora una volta di essere la più forte del mondo”. Francesca Schavone: “Non ero al top, non avevo le giuste energie. Ero un po’ vuota, ma non di motivazioni, probabilmente avevo poche energie. La mia avversaria, dal canto suo, ha

invece giocato molto bene, mi ha preso campo ed ha sbagliato poco. Non aver portato subito il punto mi amareggia un po’, ma abbiamo vinto lo stesso e quindi sono felice. Siamo una squadra e bisogna prendersi le proprie responsabilità sia nelle vittorie che nelle sconfitte. Siamo davvero una grande squadra”. Flavia Pennetta: “ Corrado mi ha detto di stare tranquilla e di giocare come so” “Ho cercato di restare serena e concentrata, in fondo dopo potevamo anche affidarci al doppio. Meglio però chiudere il match subito”. “Sono stati tre momenti belli in egual modo ma diversi. Questo probabilmente è quello più tranquillo dei tre. È stata una vittoria voluta e cercata”.


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Fed Cup

extremis a sostituire una Bethanie MattekSands in precarie condizioni fisiche, su una irriconoscibile Francesca Schiavone: 63 61, in un'ora e quattordici minuti di gioco. L’Italia aveva chiuso la prima giornata in vantaggio per 2-0 grazie ai successi di Francesca Schiavone su Coco Vandeweghe (62 64) e di Flavia Pennetta su Bethanie MattekSands (76 62). La strada che, come detto, si era messa in discesa nella prima giornata, si è leggermente impennata nella prima parte del pomeriggio di domenica. Colpa dello sgambetto che Melanie

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Oudin, l’americanina alta un soldo di cacio sostituta dell’acciaccata Mattek, ha fatto alla Schiavone. Si è capito subito dai primi giochi che Francesca non era nella giornata migliore. Spiega l’italiana: "Ero pronta, se no avrei detto di no al mio capitano. Ma nel corso del match mi sono sentita un po’ vuota, diciamo persa. Non riuscivo a trovare le soluzioni che in altre occasioni mi vengono naturalmente". L’incontro, in verità, rimane in bilico soltanto nel primo set, quando le due ragazze si scambiano il servizio per ben sei volte. Francesca, poi, cede per 6-3 in 46’ e viene successivamente schiantata dalla Oudin, che si tro-

va 60 posizioni di classifica più indietro, nel secondo per 6-1. Il punto dell’1-2 messo a segno dagli Usa è di quelli pesanti, perché riapre una partita già chiusa e innesca pericolosi meccanismi psicologici, anche se le statistiche dicono che nessuna nazione ha mai recuperato lo svantaggio di 0-2 in una finale. La Pennetta, che forse pensava di non dover neppure scendere in campo per il suo secondo match, si è trovata così a doversi impegnare allo stremo per chiudere il confronto. Fortuna vuole che la sua avversaria sia la 18enne Coco (numero 114), una spilungona grande e grossa, ancora molto acer-


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pitano di una squadra fortissima”. Francesca Schiavone ha vinto inoltre il “The Fed Cup by BNP Paribas Heart Award”, la “giocatrice del cuore”, in occasione della finale di di Fed Cup tra Usa e Italia. Lo ha annunciato l’ITF: oltre a Francesca, erano in lizza l’altra azzurra Flavia Pennetta e le statunitensi Bethanie Mattek-Sands e Liezel Huber. Il premio vuole riconoscere il coraggio e la dedizione verso la propria squadra dimostrato dalle campionesse impegnate nella Fed Cup 2010. Attraverso la sezione dedicata al premio su www.fedcup.com gli appassionati hanno potuto votare la loro campionessa preferita. La vincitrice del sondaggio ha ricevuto un braccialetto d’argento ed un assegno di 10.000 dollari da devolvere ad un istituto di beneficenza a propria scelta: Francesca ha scelto di donarlo all'associazione "Amici di Sean onlus". Nel 2009, durante la finale tra Italia e Usa a

Reggio Calabria, il premio andò all’americana Melanie Oudin, che decise di devolvere la vincita al Children’s Hospital di Egleston di Atlanta, in Georgia. La finale era stata conquistata dalle azzurre il 25 aprile scorso a Roma, dove le nostre atlete si erano imposte sulla Repubblica Ceca per 5 – 0. Flavia Pennetta aveva conquistato il punto decisivo battendo per 76(3) 62, in un’ora e ventiquattro minuti di gioco, Petra Kvitova. La Kvitova era stata schierata dal capitano ceco Petr Pala al posto di Lucie Safarova, la numero uno ceca che nella prima giornata aveva raccolto solo due game contro la Schiavone. Sara Errani (che sostituisce Francesca Schiavone) ha arrotondato il punteggio battendo per 64 62 Lucie Hradecka: in chiusura la coppia azzurra Sara Errani/Francesca Schiavone ha firmato il "cappotto" superando per 62 64 le ceche Lucie Hradecka e Kveta Peschke.

Le Protagoniste della finale di San Diego Il 6 e 7 novembre si è giocato a San Diego, in California, la finale di Fed Cup tra Stati Uniti e Italia.

ba e con serie difficoltà a spostarsi sul campo. La Pennetta parte, comunque, con il piede sbagliato, si fa soffiare il servizio al primo gioco e la sua faccia, trasfigurata dalla tensione, la dice lunga sullo stato d’animo. “Non sono entrata nel panico, ma un po’ di nervoso mi è venuto. Ma lei era più in tensione di me”, ha raccontato la brindisina dopo il match. Infatti, l’azzurra rimedia immediatamente e travolge l’avversaria per 6-1, 6-2 in 1h20’. Segue un lungo abbraccio fra tutte le protagoniste di questi cinque anni straordinari. Dice il capitano Corrado Barazzutti: “Il mio lavoro è semplicissimo, perché ho la fortuna di essere il ca-

Il Capitano della squadra Azzur- Il Capitano statunitense Mary ra Corrado Barazzutti ha convo- Joe Fernandez ha convocato le seguenti giocatrici: cato le seguenti giocatrici: Sara Errani (n.42 singolare, n.32 doppio) Flavia Pennetta (n.23 singolare, n. 2 doppio) Francesca Schiavone (n.7 singolare, n. 43 doppio) Roberta Vinci (n.38 singolare, n.39 doppio)

Liezel Huber (no ranking in singolare, n.3 Doppio) Bethanie Mattek-Sands (n.58 singolare, n.17 doppio) Melanie Oudin (n.67 singolare, n.136 doppio) Coco Vandeweghe (n.114 singolare, n.304 Doppio, Prima Convocazione In Fed Cup)

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Rugby

L’Italia va incontro al Sei Nazioni 2011 di Andrea Cimbrico foto di Luca d’Ambrosio

l 24-16 contro Fiji diventa l’occasione per tornare a versare qualche lacrima, per rispondere a chi dice che questa Italia non è cresciuta negli ultimi anni: a Modena, nella partita che chiude il trittico autunnale dei Cariparma Test Match iniziato a Verona contro l’Argentina e proseguito a Firenze contro l’Australia, l’Italia passa i primi quaranta minuti a cercare di perdere la partita e tutta la ripresa per confezionare forse la miglior prestazione della gestione di Nick Mallett e portare a casa il risultato. L’Italrugby, Presidente Dondi e CT Mallett in testa, volevano due vittorie da questa serie autunnale che ha portato la Nazionale in tre nuove città e quasi ottantamila persone allo stadio: ne è arrivata una sola, all’ultima occasione utile, contro le Fiji decima forza del ranking IRB, ma la squadra è cresciuta cammin facendo. Opaca ed apatica contro l’Argentina, coraggiosa contro l’Australia, prima insicura e poi dominatrice contro le Fiji, l’Italia va incontro al Sei Nazioni 2011 – si inizia a Roma il 5 febbraio contro l’Irlanda – ed al Mondiale neozelandese del prossimo settembre con più sicurezza e con una rosa sensibilmente più ampia. Nick Mallett, come John Kirwan agli inizi del millennio, sta inserendo nel gruppo di senatori che hanno monopolizzato le maglie azzurre nelle ultime stagioni alcuni dei migliori frutti del movimento e delle Accademie federali. Benvenuti tra i trequarti e soprattutto il giovane mediano di mischia Edoardo Gori, schierato titolare contro l’Australia e confermato

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contro le Fiji, sono i due volti nuovi lanciati a novembre da Mallett, ma a loro si possono aggiungere i due flanker Robert Barbieri e Paul Derbyshire, diversi per peculiarità ma entrambi in grado di rilevare con efficacia una maglia pesante come la numero sette, quella lasciata libera da Mauro Bergamasco, infortunato. E non si può dimenticare nemmeno Alberto Sgarbi, che dopo aver raccolto una manciata di minuti dalla panchina nella partita di Verona è stato titolare contro Australia e Fiji mettendo in mostra un repertorio considerevole per un centro di ventiquattro anni. Tutti ragazzi che devono ancora progredire, ma che possono dire la loro in ottica iridata rappresentare l’ossatura dell’Italia post-Mondiale. O Riccardo Bocchino, che nella mezzora finale contro le Fiji ha avuto il non semplice compito di rimpiazzare Orquera, bloccato da una doppia distorsione alla caviglia, e nonostante lo scarso minutaggio stagionale ha tenuto testa in difesa ai colossi figiani, amministrando con ordine in attacco e riservando per tempi migliori il proprio repertorio di fantasista della palla ovale. Il pubblico del rugby, ancora una volta, è stato protagonista almeno al pari degli Azzurri: ammettiamolo, non è facile continuare a manifestare amore incondizionato per una squadra che, impegnata regolarmente contro avversari che la precedono nel ranking IRB, di vittorie ne raccoglie pochine. Eppure, nonostante qualche malalingua, i tifosi della Nazionale continuano a seguire e sostenere Pa-

risse e compagni: la bomboniera del “Braglia” di Modena che rimbomba dell’inno italiano durante il serrate finale conclusosi con la rimonta ai danni delle Fiji rimane uno dei momenti più caldi dell’autunno internazionale e le foto ed i commenti pubblicati dai tifosi sulla pagina Facebook della FIR (face book.com/federugby) sono la testimonianza di un amore, quello tra il pubblico e la Nazionale, che non accenna a diminuire. Non rimane che aspettare il prossimo 5 febbraio, per l’esordio in casa nel 6 Nazioni 2011, per continuare a vivere la grnade festa del rugby internazionale.


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Riflessioni

di Paolo Cecinelli Caporedattore centrale La7 Sport

Mario Mazzuca, pioniere del rugby Per la prima volta lo Stato Italiano ha dedicato un francobollo a un uomo di rugby. Si tratta dell’avvocato Mario Mazzuca, nato esattamente 100 anni fa e Pioniere di questo sport. Il Comune di Roma gli aveva già intitolato una strada, il Largo adiacente allo stadio Flaminio di Roma affollatissimo dai tifosi in occasione delle partite del 6 Nazioni.

azzuca è stato uno dei più grandi dirigenti del Coni e della Federazione Italiana Rugby, oltre 50 anni di passione e dedizione sino al giorno della sua scomparsa avvenuta nel 1983. Una vita impegnata nella diffusione e difesa dei valori educativi del rugby tra i giovani. E’ stato anche l’ideatore dei Giochi della Gioventù, una sorta di miniolimpiade riservata alle scuole, un evento per iniziare i ragazzi alla pratica dello sport agonistico. Nato a Napoli, dove aveva iniziato la carriera di avvocato nello studio del padre, venne chiamato a Roma da Giu-

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lio Onesti per entrare a far parte di un gruppo di giovani dirigenti sportivi che realizzarono il sogno di organizzare le Olimpiadi di Roma del 1960. Mazzuca ha giocato a rugby con la Partenope e poi è diventato arbitro. Un percorso che ricorda molto quello seguito, alla fine dell’800, da un altro nobile personaggio: Pierre de Coubertain.

Tutti conoscono il barone francese per aver ideato i Giochi Olimpici Moderni ma pochi sanno che, ancora prima di ideare le Olimpiadi, de Coubertain si innamorò del rugby diventando, proprio come l’avvocato Mazzuca, prima un pioniere di questo sport e poi un arbitro. Fu proprio lui a portare il rugby in Francia dove nel 1883 fondò il

primo club francese, lo Stade Francais, provocando di riflesso l’apertura di una sezione rugby anche nel Racing di Parigi, un grande club sportivo dove si praticavano tennis e atletica leggera. Dopo aver perso in guerra l’Alsazia e la Lorena, la Francia viveva una profonda crisi sociale, con una grande depressione tra i giovani. Bisognava riaccende-

re le loro speranze. Nei salotti parigini, de Coubertain aveva sentito parlare della Public School di Rugby, un college inglese dove il rettore Arnold cresceva gli studenti, prossima classe dirigente del paese, seguendo un metodo rivoluzionario. Studiare e praticare sport. Arnold riusciva così a far responsabilizzare i giovani studenti senza ricorrere alle maniere forti. Gli alunni si correggevano da soli senza l’intervento dei professori, sviluppando un gran senso di responsabilità ed autocritica. Il gioco del rugby faceva parte di questo programma scolastico, sul campo da gioco i ragazzi imparavano a comportarsi con lealtà e a rispettare le regole come nella vita. Le azioni più aspre erano comunque corrette e educative. Durante una partita non ci si poteva nascondere ma bisognava affrontare le situazioni con coraggio. Il gioco del rugby diventò il modello di riferimento da applicare nelle scuole di Parigi impostate ancora secondo il Liceo Napoleonico. Lo sport non era contemplato e nelle ore libere i ragazzi seguivano corsi di dramma, recitazione e pittura. Il rugby in Francia nacque così, grazie al barone Pierre de Coubertain.

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L’obbiettivo

Luca d’Ambrosio

Firenze Test Match Italia - Australia


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Orsello Cup

Orsello Cup format in crescita con il supporto dei media Le gare in programma a Campo Felice l’8 e il 9 gennaio prossimi di Alessandro Morucci

l via la seconda edizione della "Orsello Cup-Trofeo Provincia di Roma", in programma dall'8 al 9 gennaio prossimi a Campo Felice (AQ). Ad organizzare la manifestazione sportiva è lo Sci Club Orsello del presidente Franco Ruggeri. "Siamo uno sci club giovane, ma con l'ambizione di crescere come struttura e come territorio, promuovendo nel contempo lo sci di base", ha spiegato Andrea Ruggeri, promoter dell'Orsello Cup e consigliere FISI/CLS. "Questa seconda rassegna sportiva vede tra l'altro, ancora una volta, al nostro fianco l'Assessorato alle politiche del turismo/sport e giovanili della Provincia di Roma, guidato da Patrizia Prestipino. E' una conferma delle potenzialità di questa manifestazione e dell’attenzione per la crescita delle giovani promesse laziali/abruzzesi presenti in ambito locale...Dall'Orsello Cup 2010, sono uscite le baby-promesse Riccardo Allegrini (Sci Club Livata - vincitore del titolo italiano "cuccioli") e Beatrice Moriconi (Sci Club Monti Ernici - vincitrice del titolo italiano "baby")". Previste gare di slalom speciale e slalom gigante nelle seguenti categorie: baby (6-9 anni); cuccioli (10-11); ragazzi (12-13 anni); allievi (14-15); giovani (16-18); senior (over 19). "Nel 2010 il numero dei partecipanti è stato di 350 atleti. Quest'anno prevedia-

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mo un'ulteriore crescita in area 500", ha sottolineato Ruggeri (anche General Manager della BMS, società del gruppo Ruggeri). “A conferma dell'importanza dell'evento c'è la presenza di diversi enti locali (Provincia di Roma, Comune di Lucoli, Comune di Rocca di Cambio, Coni Comitato Regionale Lazio. Significative anche le partnership strette a livello media con “Sport Club”, Sporteconomy.it e Sporteconomy.tv, Rdm channel, Rete Oro, Roma Today, Radio Radio, Ostia tv e Sciare". L'Orsello Cup è il primo appuntamento ufficiale nel Centro Italia per la stagione sciistica 2011. Oltre che una gara di calendario FISCLS (Comitato Lazio Sardegna) è valido come Campionato Regionale Assoluto AICS Lazio. La manifestazione abruzzese organizzata grazie al supporto della BMS, farà anche da trampolino di lancio ai Campionati Regionali di Sci Alpino FISI-CLS (in programma dal 26 al 28 febbraio 2011), in coincidenza con il secondo anno di attività dello sci club laziale. Questo evento è anche un’opportunità di crescita per Campo Felice e gli impianti di risalita. “Crediamo che l’Orsello Cup possa diventare un evento sportivo fisso, di anno in anno, con l’obiettivo di far conoscere le strutture sciistiche presenti sul territorio”, ha dichiarato Andrea Lallini, titolare della Campo Felice SpA (35 chilometri di piste, nove seggio-

vie, due sciovie, una manovia e uno snowpark). “Questa terra martoriata anche dal terremoto ha bisogno di manifestazioni come questa per attrarre turismo e sportivi appassionati di sport invernali. Ci fa piacere vedere che la Provincia di Roma sia al fianco della Orsello Cup, perché proprio dal Lazio e dalla Capitale ci aspettiamo, nei prossimi anni, un flusso turistico continuo. E’ una sfida avvincente che vogliamo giocarci fino in fondo, certi di poter raggiungere obiettivi e traguardi importanti. La neve è chiaramente un attrattore turistico di alto profilo e lavoreremo nei prossimi mesi perché si possa arrivare anche ad un’offerta unica di servizi, con l’occhio sempre rivolto alla clientela”. A conferma della crescita dell’Orsello Cup in questa seconda edizione gli sponsor sono di tutto rispetto: CSquare (business & Ict consultants), Idrocalor Marrelli, Avis autonoleggio.


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Il Dott. Massimo Massarella Medico Chirurgo Specializzato in Ortopedia e Traumatologia Specialista in Chirurgia del Gomito del Polso e della Mano Vicky Piria, giovane driver italo-inglese

Automobilismo e patologie

Piloti ai “box” fratture del polso e della mano Driver costretti allo stop. Frattura prossimale dell’indice per Vicky Piria, della scuderia Team Tom Cat Racing, curata dal Dott.Massimo Massarella, Medico Chirurgo a Villa Stuart Di Paolo Brandimarte

uando sterzo, controsterzo e testacoda diventano fatali. Nei piloti, la frequenza e l’intensità delle vibrazioni, può condurre all’insorgenza di patologie del polso e della mano. La guida, e con essa il forte impatto di trazione, può provocare patologie a carico di nervi e lesioni legamentose. Le mani giunte sul volante, soggette a movimenti re-

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pentini e sterzate ad alta energia. In questo quadro, si inseriscono i traumi diretti e violenti, responsabili di fratture del polso. Non vanno poi trascurati i traumi a carico delle dita, parte integrante dell’atto di guida. Attingendo a piene mani dalla casistica, citiamo il caso di Vicky Piria, giovane driver infortunatasi lo scorso 29 settembre, in occasione di un test al Mugello. Alla


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guida della sua monoposto, il fiore all’occhiello della rassegna “Formula Abarth” esce di pista. La diagnosi desta non poche preoccupazioni all’interno del Team Tom Cat Racing: frattura di una falange prossimale dell’indice (mano destra n.d.r.). Dopo circa 12 giorni, Vittoria torna a gareggiare, grazie anche al supporto medico del Dott. Massimo Massarella, Medico Chirurgo specializzato in Ortopedia e Traumatologia presso la Casa di Cura Villa Stuart. La versione di uno degli artefici della prodigiosa guarigione: “Vicky presentava segni clinici evidenti, confermati dalla risonanza radiologica effettuata. Nel suo caso, ho privilegiato un approccio di tipo conservativo, applicando un mini-tutore di protezione. Si è trattato di un recupero efficace quanto immediato, age-

volato dalla determinazione dell’atleta”. La bontà del recupero è testimoniata dall’ottima gara disputata al Mugello lo scorso 10 ottobre, penultima prova del Campionato Italiano di Formula Abarth, nel corso della quale, la ragazza ha sfoderato un’ottima prestazione. Come detto, i piloti, proprio per la specificità della loro disciplina, vanno incontro al ripetersi di micro-traumi a carico di polso, mano e dita. Lo specialista traccia il sentiero per un pronto ritorno alla pratica sportiva: “In presenza di patologie e fratture riscontrate negli sportivi, viene proposto un trattamento non invasivo, tenendo in debita considerazione la priorità degli atleti stessi: tornare alla piena efficienza fisica nel più breve tempo possibile”. Per quanto riguarda gli accertamenti necessari, l’esame clinico disposto deve essere eseguito ad entrambi gli arti superiori, in modo da comparare il lato sano a quello malato, attraverso il c.d. range di movimento ( R.O.M.), sia del polso che delle articolazioni minori. “Oggi – continua il Dott. Massarella – esistono “splint” o tutori che garantiscono la guarigione ed il ritorno alla guida nel giro di 2-3 settimane, a patto che non vi siano frammenti scomposti”. Vicky ce l’ha fatta in appena 12 giorni. Il prossimo circuito le si schiude davanti. Il piede torna a pigiare deciso sull’acceleratore.

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Fondazione

Giornata della Fondazione in memoria di Antonio Sbardella di Alessandro Morucci

na festa per moltissimi bambini amanti del calcio. È questa la sintesi e lo spirito della “Giornata della Fondazione”, manifestazione sportiva giunta alla settima edizione e dedicata alla memoria di Antonio Sbardella, indimenticato uomo di sport che ancora oggi viene ricordato come “l’arbitro con il sorriso”. La Giornata della Fondazione, organizzata dall’Associazione dilettantistica intitolata ad Antonio Sbardella, si terrà a Roma mercoledì 8 dicembre presso il Salaria Sport Village (ex Banco di Roma via Salaria località Settebagni). La festa, che si svolge ogni anno dal 2004, rappresenta l’evento per eccellenza dell’associazione. Divenuto negli anni un “classico” del calcio giovanile laziale, vede impegnate in un torneo di calcio a 5 ben trentadue squadre di 17 società di Roma e provincia, con la partecipazione di centinaia di bambini. Questa è la prima volta che la “Giornata” viene ospitata dal Salaria Sport Village, negli ultimi due anni (2009 e 2008), infatti, la Festa si è tenuta a Palestrina, città natale di Antonio Sbardella. Le altre precedenti quattro edizioni si sono svolte, invece, due volte allo stadio Flaminio (2004, 2005) e due volte al circolo sportivo Futbolclub (2006, 2007). Antonio Sbardella è stato una figura di riferimento per gli ambienti calcistici sia per la sua attività di arbitro (ha collezionato 176 gare, è stato internazionale dal 1964 con una lunghissima esperienza nelle competizioni europee, fino ai Mondiali messicani del 1970, dove venne premiato con il Fischietto d’oro) sia come dirigente della S.S. Lazio. Scopo dell’ASD è la

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Le 17 società partecipanti: conservazione della memoria dell’opera svolta da Antonio come atleta, arbitro e dirigente, attuando iniziative che promuovono la pratica calcistica in ambito giovanile. Con la “Giornata della Fondazione”, infatti, si cerca di trasmettere ai bambini i principali valori dello sport, con l’intenzione di fargli capire l’importanza del corretto comportamento che un atleta dovrebbe avere in campo, ma è anche l’occasione per fare beneficenza, creando un sentimento di solidarietà e amicizia attraverso la partecipazione all’iniziativa “Donare Divertendosi”. Ogni anno, infatti, vengono raccolti fondi devoluti poi per la realizzazione di infrastrutture in zone del mondo disagiate. Quest’anno il ricavato della manifestazione verrà devoluto, come di consueto da qualche edizione a questa parte, all’associazione Agape Onlus (www.agapeonlus.it) per la realizzazione di un campo di calcio nel villaggio di Kimbondo nella Repubblica democratica del Congo.

Totti Soccer School, Ostiantica, Fregene, Futbolclub, Lodigiani, Borghesiana Soccer Academy, Dlf Civitavecchia, Olimpia, Ottavia, Fidene, Urbetevere, Monterotondo Scalo, Cerveteri Soccer, Boreale, Lupa Frascati, Romulea, Lion’s Soccer Skull.


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Canottaggio

Obiettivo raggiunto per l’Italia Sei Medaglie conquistate a Lake Karapiro NZL Pensando a Londra 2012 di Lorenzo Arduini

al 31 ottobre al 7 novembre si sono svolti i Mondiali di canottaggio categorie Assoluti, Pesi Leggeri e Adaptive a Lake Karapiro, in Nuova Zelanda. L'Italia ha schierato 63 atleti (14 della Nazionale Adaptive) per un totale di 19 equipaggi seguiti dai commissari tecnici Giuseppe De Capua (Senior Maschile), Josy Verdonkschot (Femminile), Giuseppe Polti (Pesi Leggeri Maschile) e Paola Grizzetti (Adaptive Rowing). Sono stati 808 gli atleti e 289 gli equipaggi giunti in Nuova Zelanda e provenienti da 49 nazioni. La Nazionale azzurra ha conquistato in tutto sei medaglie e il medagliere complessivo recita un oro, tre argenti (due nelle specialità olimpiche del quattro di coppia e del doppio pesi leggeri, uno nel due con) e due bronzi ai quali

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va sommato l'argento del 'quattro con' intellettivi nella categoria Adaptive Rowing. È stato Marcello Miani a laurearsi campione del mondo nel singolo pesi leggeri a Lake Karapiro, medaglia arrivata nell’ultima giornata di gare. Gara aggressiva per Marcello (Canottieri Ravenna), leadership conquistata poco dopo il primo quarto di gara e mai più mollata. Prima l'ungherese Galambos e poi lo slovacco Babac hanno provato a insidiarlo ma alla fine si sono dovuti arrendere incassando distacchi pari rispettivamente a 2''37 e 4''04. Le medaglie d’argento sono state conquistate nel quattro di coppia (Luca Agamennoni, Simone Venier, Matteo Stefanini, Simone Raineri) e nell doppio pesi leggeri (Lorenzo Bertini, Elia Luini). Il pontederese Lorenzo Bertini (Fiamme Oro)

La dichiarazione del campione del mondo Miani Marcello Miani (Canottieri Ravenna) “Oggi mi sentivo molto bene, ho razionalizzato l’uso delle mie energie e, poco dopo metà gara, ho lanciato l’allungo decisivo: a 500 metri dal traguardo ho capito che non mi avrebbero più preso. Dedico questo titolo mondiale a mio papà Luciano, a tutta la mia famiglia e alla mia ragazza Irene che ha sopportato questo lungo viaggio per seguirmi”.

Scheda cognome nome nato a il altezza peso inizio att. agonistica società allenatore

MIANI MARCELLO Faenza (RA) 5 marzo 1984 1,83 71 1996 S.C. Ravenna Paolo Matteucci

e il varesino Elia Luini (Aniene) hanno affrontato la finale del doppio pesi leggeri con il piglio giusto disputando una gara sempre all’attacco degli inglesi Hunter e Purchase, con il sorpasso ai danni dei padroni di casa (campioni mondiali a Poznan 2009) Uru e Taylor poco prima dei mille metri. Il quattro di coppia torna sul podio del Mondiale a distanza di otto anni con gli azzurri in testa poco dopo i 500 metri,:bellissimo testa a


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Medagliere adaptive rowing ORO ARG BRO FRA 1 1 GBR 1 1 UKR 1 1 CAN 1 HKG 1 BRA 1 ITA 1 AUS 1 GER 1 NZL 1 POR 1 RUS 1 Medagliere specialita olimpiche ORO ARG BRO GBR 4 4 1 NZL 3 1 3 GER 1 1 1 CAN 1 1 FRA 1 1 USA 1 1 CRO 1 CZE 1 SWE 1 AUS 2 2 ITA 2 GRE 1 2 BLR 1 UKR 1 CHN 1 POL 1 ROU 1 testa con la Croazia che supera gli azzurri a poco meno di 500 metri dall’arrivo. La terza medaglia d'argento per l'Italia ha portato la firma del 'due con' del genovese Paolo Perino (Sportiva Murcarolo) e del varesino Pierpaolo Frattini (Aniene) che, insieme al timoniere Andrea Lenzi (Gavirate) cedono soltanto all'Australia (1''06) e precedono di quasi due secondi la Germania dopo una gara molto generosa e condotta per oltre 800 metri. I due bronzi sono stati conquistati dalla singolista leggera Laura Milani (Fiamme Gialle) e dall'otto pesi leggeri (Luigi Scala, Davide Riccardi, Luca De Maria, Armando Dell'Aquila, Matteo Pinca, Gennaro Gallo, Livio La Padula, Bruno Mascarenhas, tim. Vincenzo Di Palma. Il CT della squadra Senior Maschile Beppe De Capua ha tenuto a sottolineare che “in questa avventura i meno giovani hanno aiutato i più giovani ad ambientarsi grazie alla loro esperienza, al loro esempio e alla loro disponibilità. Ma, in questo caso, il mio pensiero non va solo a chi è sceso in acqua a Karapiro ma anche a chi è rimasto a casa e ha fornito ugualmente un bel contributo alla preparazione del

Mondiale. Tornando al Mondiale in Nuova Zelanda, l'obiettivo sar? quello di piazzare due barche olimpiche nei primi quattro posti e tutti quanti insieme proveremo a centrare questi risultati". Analizzando poi i risultati finali del mondiale De Capua ha dichiarato: “Abbiamo raggiunto l’obiettivo preposto: siamo riusciti a piazzare due barche olimpiche nei primi quattro posti grazie al quattro di coppia e al due senza e mi piace evidenziare poi la prestazione tecnicamente molto valida del quattro senza, la medaglia nella barca non olimpica, e anche l’importante esperienza del doppio. Sono contento perché in raduno a Varese e qui a Lake Karapiro c’è stata un’applicazione impeccabile dei titolari e delle riserve: è importante proseguire la strada verso Londra 2012 con questa dedizione e ritengo che questi risultati rappresentino ulteriori stimoli per tutti. Oltre ad aver centrare l’obiettivo, ci sono altre note positive: un gruppo di giovani emergenti sta dando belle conferme insieme al sempre maggiore impegno dei veterani”.

Medagliere specialità non olimpiche ORO ARG BRO GER 4 1 AUS 1 2 ITA 1 1 2 FRA 1 1 NED 1 NZL 2 USA 1 1 SVK 1 CAN 1 CHN 1 DEN 1 HUN 1

Medagliere per specialità

ORO ARG BRO

Singolo Maschile Due senza Maschile Due con Maschile Doppio Maschile Quattro senza Maschile Quattro di coppia Maschile Otto Maschile

CZE NZL AUS NZL FRA CRO GER

NZL GBR ITA GBR GRE ITA GBR

GBR GRE GER FRA NZL AUS AUS

Singolo Femminile Due senza Femminile Doppio Femminile Quattro senza Femminile Quattro di coppia Femminile Otto Femminile

SWE NZL GBR NED GBR USA

BLR GBR AUS AUS UKR CAN

NZL USA POL USA GER ROU

Singolo Pesi Leggeri Maschile Due senza Pesi Leggeri Maschile Doppio Pesi Leggeri Maschile Quattro senza Pesi Leggeri Mas Quattro di coppia Pesi Leggeri Otto Pesi Leggeri Maschile

ITA FRA GBR GBR GER GER

SVK NZL ITA AUS FRA AUS

HUN CAN NZL CHN DEN ITA

Singolo Pesi Leggeri Femminile GER NZL ITA Doppio Pesi Leggeri Femminile CAN GER GRE Quattro di coppia Pesi Leggeri F GER USA CHN Singolo AS Femminile Singolo AS Maschile Doppio TAMix Quattro con LTAIDMix Quattro con LTAMix

FRA GBR UKR HKG CAN

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Solidarietà

Lo sport a sostegno della legalità È partita da Napoli la campagna UISP per riconquistare attraverso lo sport porzioni di territorio a rischio di degrado ed abbandono. di Lorenzo Arduini

o sport per tutti "cammina" per la legalità a Napoli: da sabato 30 ottobre a lunedì 1 novembre un folto gruppo di sportivi, provenienti da tutta Italia, ha attraversato le periferie e il centro storico del capoluogo campano. Da Napoli parte un messaggio a tutta l’Italia: vivere la città "a passo d'uomo", occuparla fisicamente camminandoci nel mezzo, sui marciapiedi e nelle strade, farlo in gruppo come si fa qualsiasi attività sportiva, creando relazioni e invitando le persone ad unirsi alla "marcia". In ognuno dei tre giorni il serpentone dei camminatori Uisp ha affrontato un diverso percorso di circa 4 Km incontrando associazioni e cittadini impegnati sul territorio contro la mafia e la camorra.

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La camminata, promossa dall’Uisp, in collaborazione con l’Università Federico II-Facoltà di Sociologia e il patrocinio del Comune di napoli ha preso il via sabato 30 ottobre alle ore 9 dal quartiere di Scampia, dalla piscina Mario Galante, un avamposto di socialità nel quartiere più difficile di Napoli. Attraverso un percorso di 4 km il gruppo di sportivi ha girato intorno al complesso di case popolari "Le Vele", ha incontrato associazioni e cittadini che quotidianamente si impegnano per la legalità, in vari ambiti, dallo sport al lavoro di strada con i ragazzi. A fine mattinata si è fatto tappa nella cooperativa sociale "La Gioiosa", spazio di aggregazione sociale del territorio, dove sono intervenuti alcuni docenti della Facoltà di Sociologia dell'Università Federico II che hanno spiegato il senso dell'iniziativa. Sono intervenuti Annamaria Zaccaria, Fabio Corbisiero e Vittorio Martone. La camminata si è conclusa nel primo pomeriggio nella sede della Federazione Italiana Antiracket in corso Umberto, con l'incontro con il suo presidente onorario, Tano Grasso. “Venire in questa stanza significa conoscere come la

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Il commento di Santino Cannavò, responsabile Ambiente Uisp “Stiamo lavorando su di una linea di confine, tra l’attività sportiva in senso stretto ed un impegno sul terreno dei diritti di cittadinanza. – dice - In questi tre giorni abbiamo confrontato differenti prospettive. Quella dei nostri dirigenti e dalla loro sempre più crescente consapevolezza dell’interrelazione tra attività sportiva e politiche del territorio. Lo sport è un ingrediente fondamentale per riconsolidare la rete sociale e far rinascere il senso di comunità. Ma ci siamo confrontati anche città di Napoli ha reagito alla camorra”, ha dichiarato. “Questo progetto dell’Uisp incontra la nostra strategia: far conoscere. E noi vogliamo far conoscere la camorra, i suoi luoghi simbolici e come la gente ha incominciato a reagire. Turismo significa cono-

con il punto di vista delle istituzioni, le amministrazioni locali, sbalordite dalla semplicità e dalla forza di questa azione che ha voluto valorizzare i punti di forza di alcuni quartieri connotati nell’immaginario come luoghi della camorra e del malaffare. Abbiamo trovato anche tanti luoghi di resistenza, nei quali gruppi e individui investono le proprie risorse personali per costruire il cambiamento. Abbiamo infine incrociato lo sguardo dei cittadini, prima incuriositi e poi contenti. Insomma, abbiamo aperta una finestra su di un mondo, e noi abbiamo gli strumenti per intercettarlo”. scere davvero la realtà della città. E’ da stupidi fermarsi al palazzo Reale o a Capodimonte se si vuole conoscere Napoli. Altri luoghi sono importanti, come il bar Seccia alla stazione, raso al suolo dalla camorra a gennaio e poi tenacemente ricostruito”.


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“Che state facendo, un film?”, “Quando ci rivedremo in tv?”: sono queste le domande più ricorrenti che ragazzi in motorino, gente che si affaccia dalle case o si sporge dai finestrini delle auto rivolge al gruppone degli sportivi Uisp, mentre attraversa Scampia, passa sotto le “Vele” o attraversa la ex zona industriale di San Giovanni a Peduccio. Le risposte, per alcuni di loro, risultano disarmanti: camminiamo, facciamo sport, vogliamo conoscere questi posti, siamo sportivi. Si capisce che presenze estranee da certi territori possono dare fastidio a qualcuno. In altri casi la gente domanda e si unisce allo spirito della camminata. E’ partita così la campagna nazionale dell’Uisp sul “camminare” ed ha preso il via da Napoli. Domenica 31 ottobre, alle 9.00, si è partiti dal quartiere S.Giovanni a Teduccio e si sono attraversate le zone della ex zona industriale, con le fabbriche dismesse della Cirio e dell'Arnone, sino al porto di Viglienza, dove si è tenuto l’incontro con la cooperativa sociale "Terra e libertà", e si è proseguiti poi nell'estrema periferia della zona cosiddetta del "Bronx", un agglomerato di case popolari che lega insieme Napoli a Portici. Lunedi 1 novembre, alle 9.00, si è partiti dal quartiere Stella e si è attraversato il Rione Sanità, un pezzo di centro storico decentrato e attraverso "l'ascensore della Sanità" si è scesi nel cuore del quartiere che prende il nome dal primo Ospedale napoletano, che risale all'epoca borbonica. Qui si è passati attraverso il "Cimitero delle fontanelle" e alle 11 si è tenuto l’incontro con padre Alex Zanotelli e i suoi ragazzi impegnati nella Rete per la Sanità. “E’ importante questa iniziativa perché parte dal basso, dall’esigenza di movimento e di riappropriazione del proprio corpo in una città che invece lo nega, come Napoli – ha detto Zanotelli, durante l’incontro con l’Uisp – i cittadini devono imparare a riorganizzarsi sul terreno dei diritti sociali. La voglia di associazionismo e di cittadinanza è al centro di un movimento che qui a Napoli è motore di rinascita. Da una parte c’è la città, con la voglia di aggregazione dal basso e di relazioni, dall’altra parte c’è l’anticittà dei poteri forti”. “Da Napoli un messaggio a tutta l’Italia: at-

traverso lo sport ognuno può dare un contributo semplice e concreto per la legalità, per riconquistare all’agibilità civile e democratica porzioni di territorio che oggi rischiano il degrado e l’abbandono” spiega Filippo Fossati, presidente nazionale Uisp, che parteciperà alla camminata. “Per sconfiggere la camorra e la paura occorre vivere la città –

Il commento di Antonio Mastroianni,presidente Uisp Campania "Risulta difficile descrivere cos'è stata questa camminata urbana: sicuramente un’esperienza da vivere. L’Uisp ha portato i suoi dirigenti a Napoli per attraversare a passo lento la città: insieme abbiamo camminanto tra i vicoli, fra la gente, pronti a fermarci, a chiedere e ricevere spiegazioni, osservando ciò che di bello Napoli sa offrire, e toccando con mano le criticità che via via sono emerse per quel che effettivamente sono. Un’esperienza come questa ci insegna che al di là delle descrizioni e narrazioni mediatiche, per capire e comprendere meglio determinate realtà, è necessario muoversi, vedere le cose dal vivo e con i propri occhi, non accontentandosi di ciò che ci viene raccontato. Si fa presto a dire Bronx o Scampia,

aggiunge Antonio Mastroianni, presidente Uisp Campania - occupare gli spazi pubblici, liberare le aree urbane dalla cappa del ricatto e dell’omertà, a cominciare da quelle periferiche. Per questo riteniamo che lo sport per tutti possa essere uno strumento importante al servizio di questi obiettivi di civiltà e di democrazia”.

a consigliare un giubbotto antiproiettile come accade nel film Benvenuti a Sud: la cosa migliore è recarsi sul posto, confrontarsi con i luoghi e con le persone che vi abitano. Con PerCorsiUrbani abbiamo constatato l’incredulità dei cittadini meravigliati di trovare un gruppo di turisti sportivi in quei luoghi descritti come ameni e invivibili. La gente ha apprezzato l'iniziativa sentendosi parte attiva del progetto, depositaria di conoscenze da condividere, o credenze da sfatare. Persone contente di essere interpellate e ascoltate. L'Uisp con questa tre giorni on the road ha centrato l’obbiettivo: realizzare ciò che si proclama, accompagnare alle parole, le azioni. Dopo aver visto quei luoghi abbiamo un titolo in più per parlare di Napoli, per farlo con cognizione di causa. Speriamo solo di poter replicare l'iniziativa anche altrove".


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Motori

Nuovo Crossover SRX…

non c’è da stupirsi, è un Cadillac! 56 di L.A.


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La nuova generazione della Cadillac, SRX, si presenta sportiva e spaziosa e con un alto livello nelle rifiniture emplicemente affascinante, si impone senza esitazioni nel mercato delle Crossover, automobili “normali” riviste in versione SUV: ecco la nuova generazione della Cadillac, SRX, che si presenta sportiva e spaziosa e con un alto livello nelle rifiniture, caratteristiche che distinguono da sempre la famosa casa americana. Frutto di un progetto totalmente nuovo, sia nel design, sia nella gamma dei propulsori, tutti hitech e ad alta efficienza, la nuova SRX rappresenta un’assoluta novità per lo stile, la raffinatezza tecnologica ed esecutiva, riuscendo a sintetizzare in modo ottimale sia una forte carica emotiva che un grande rigore funzionale. Il nuovo modello vuole avvicinarsi ancora di più al mercato europeo, dopo il fortunato sbarco del modello Cts berlina che ha conquistato da subito i palati più fini, che chiedono qualcosa di più del “semplice” lusso… La SRX sbarca in Italia mostrandosi più contenuta anche nei consumi; spigolosa e aggressiva, sarà disponibile in due versioni (2.8 V6 sovralimentata da 300 CV e 3.0 V6 da 260 CV) e sarà dotata anche del rinnovato cambio automatico con sei marce per entrambe e la scelta tra trazione anteriore ed integrale. Clay Dean, direttore Design della Cadillac afferma "La prossima generazione della SRX è il risultato del linguaggio stilistico in continua evoluzione della Cadillac, l’obiettivo è un’inconfondibile e forte presenza nel settore dei veicoli crossover".

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Dati tecnici MOTORIZZAZIONI 3.0 litri V6, distribuzione bialbero, induzione a 4 valvole. Variatore di fase, iniezione diretta di benzina. 2.8 litri V6, distribuzione bialbero, induzione a 4 valvole, turbo. TRASMISSIONE Automatica a 6 rapporti; Impianto frenante: A disco sulle 4 ruote, con servofreno, ABS e ESC. Dischi ventilati anteriori e posteriori, pinze in alluminio, anteriori a 2 pistoni, posteriori a pistone singolo. PNEUMATICI 235/65R18 - 235/55R20 DIMENSIONI ESTERNE Lunghezza mm 4833; Larghezza mm 1910 Altezza mm 1668 CAPACITÀ V6 3.0 litri: 1136 (senza pack traino) V6 3.0 litri: 1590 (con pack traino) V6 2.8 Turbo: 1590 (con pack traino)

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Motori Un concetto che viene sottolineato anche da Jim Taylor, General Manager della Cadillac: "Assieme alla nuova CTS Sport Wagon, anche la nuova SRX proverà che, con questo coraggioso sviluppo della sua gamma di modelli, Cadillac è sulla via giusta, quella che ci permetterà appunto di proporre ai nostri clienti del segmento delle vetture di prestigio il prodotto giusto al momento giusto." Il marchio Cadillac vanta da sempre uno stile ed una personalità spiccata e la nuova SRX è la sintesi di tutto ciò, confermando l’originale concetto di stile “Art & Science” che in questa versione è stato ulteriormente sviluppato per creare un prodotto di grande fascino estetico. Il profilo laterale mostra linee estremamente caratterizzate, che conferiscono grande dinamicità anche a vettura ferma e la calandra a scudo, incorniciata dai classici gruppi ottici verticali tipici di Cadillac, con le sottili luci di posizione, nonché i proiettori adattativi, sono il “vol-

to” del nuovo SRX, inserito in un corpo carrozzeria sinuoso e fluido, rastremato nella sezione posteriore, quasi come quello di una berlina sportiva. All’interno dell’abitacolo del nuovo SRX, la tradizionale cura artigianale e la precisione della moderna tecnologia si fondono in soluzioni raffinate, come l’elegante rivestimento della plancia, o il sistema di illuminazione interna, che sottolinea la classe e il comfort dell’abitacolo. Nella consolle centrale sono integrati i comandi per il sistema di climatizzazione e per quel¬lo audio, mentre il display del sistema di navigazione, quando attivo, si solleva al centro del cruscotto. Un esempio dell’attenzione che i designer hanno riservato ai dettagli è evidenziato dal logo Cadillac inserito nella soglia d’ingresso di acciaio cromato che si illumina alla apertura delle portiere anteriori. Cadillac SRX stupisce anche nella tecnologia, utilizza infatti di serie equipaggiamenti e dis-

positivi elettronici di assoluta avanguardia anche nei sistemi di informazione e intrattenimento, come il navigatore con display 3D a scomparsa, la compatibilità Buetooth, un hard disk di grande capacita integrato per la gestione dei brani registrati, due monitor video per i posti posteriori.I fari adattativi ed il portellone posteriore ad apertura assistita e regolabile su vari angoli, sono alcune altre dotazioni che equipaggiano di serie il nuovo SRX 2010. Infine come non parlare della sicurezza; i sistemi di protezione includono sensori antiribaltamento, airbag a tendina, frontali e laterali, cinture di sicurezza anteriori con pretensionatori e limitatori di carico, pedaliere di sicurezza, sistema di stabilizzazione del rimorchio. A tutto ciò inoltre va aggiunto che il nuovo SRX 2010 è stato progettato per rispondere ai parametri europei in fatto di sicurezza dei pedoni.

Le concorrenti Lexus RX Grazie al suo design avveniristico la nuova RX offre tutto lo spazio di un grande SUV, all’interno di forme dinamiche. Avvalendosi del suo elevato interasse, l’alto profilo della vettura dona un aspetto elegante e rassicurante. La tecnologia "full hybrid" integra in modo intelligente la potenza del motore a benzina e dei motori elettrici fornendo prestazioni mozzafiato con emissioni notevolmente ridotte. Emissioni CO2 (g/Km) 145; Ciclo combinato (l/100km) 6,3 Accelerazione 0-100 Km/h (sec) 7,9; Velocità massima (Km/h) 200

BMW X6. Offre il Dynamic Performance Control di serie ed il nuovo motore V8 Twin-Turbo a benzina con High Precision Injection, il propulsore più efficiente della sua categoria. Le prestazioni sono, ovviamente, del tutto eccezionali. Accelera da 0 a 100 km/h in soli 5,5 secondi, nonostante il suo peso superiore alle 2 tonnellate. Si basa sul pianale della collaudata Bmw X5, con misure però maggiorate: 23 mm in più in lunghezza e 50 mm in larghezza, che portano le dimensioni totali a 4,877 metri di lunghezza e 1,983 in larghezza. L'aerodinamicità, nonostante l'imponenza della vettura, è ottima: il suo coefficiente aerodinamico (CX) è di 0,33.

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Golf

Molinari Vince all’HSBC! L a vittoria di Francesco Molinari nell’HSBC Champions, la prima italiana in un torneo del World Golf Championships, ha dato il tocco finale al pregiato quadro stagionale dipinto dai giocatori azzurri. Dopo la grande annata 2009, con 16 successi dei pro e dieci dei dilettanti, sembrava difficile poter far meglio e invece è accaduto grazie al cambio di passo che ha accresciuto notevolmente la qualità delle affermazioni. Il top lo hanno raggiunto i fratelli Edoardo e Francesco Molinari entrando insieme nella squadra europea di Ryder Cup e contribuendo al successo contro la selezione degli Stati Uniti con acuti nei momenti topici del match. Rilevanti anche i quattro titoli conseguiti nell’European Tour, sia per il contesto in cui si sono verificati, sia per il rapporto con il passato. Infatti dalla nascita del circuito, nel 1972, alla fine del 2009 i giocatori italiani erano saliti sul gradino più alto del podio undici volte. Sono state quattro prodezze: quella ricordata di Francesco Molinari, le due di Edoardo Molinari maturate in circostanze particolari, e quella di Matteo Manassero, il diciassettenne ragazzo delle meraviglie che in sei mesi di professionismo ha battuto alcuni record di prestigio, a parte la considerazione che mai nessun pro di casa nostra aveva fatto tanto in un così breve periodo appena passato di categoria.

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Edoardo ha colto due titoli in tornei di peso (Scottish Open e Johnnie Walker Championship) in circostanze forse uniche: aveva solo quel modo per convincere il capitano continentale Colin Montgomerie a concedergli una wild card per accedere alla formazione di Ryder Cup. Spesso agli atleti saltano i nervi in tali situazioni, ma il torinese ha dato prova di una saldezza morale e fisica non comune, specie nello straordinario finale inscenato a Gleneagles quando nelle ultime tre buche non ha solo vinto il torneo, ma ha anche dato una svolta fondamentale alla sua carriera. Il secondo successo di Francesco era nell’aria da tempo e se dal primo ottenuto nell’Open d’Italia 2006 sono passati quattro anni e 125 gare disputate è stato solo un caso. Due volte c’era arrivato a un passo perdendo gli spareggi, poi però tanta attesa è stata ripagata con gli interessi, perché le gare del WGC sono quelle che più contano a livello mondiale dopo i major. Manassero ha prodotto il suo acuto in Spagna, nel Castello Masters, al 14° torneo da professionista. In tal modo è divenuto il più giovane giocatore ad aver vinto nel circuito. Il precedente record era del neozelandese Danny Lee che, nello status di dilettante, fece suo il Johnnie Walker Classic (2009) a 18 anni e 213 giorni. Inoltre con il titolo il veronese è diventato ufficialmente membro dell’European Tour e anche in questo ca-

so con un primato che ha tolto a Severiano Ballesteros il quale, quando è entrato nel 1974, aveva 17 anni e 200 giorni. A completare il quadro c’è la classifica mondiale. Francesco ed Edoardo, tra i top 50 dal 2009, in meno di due anni sono saliti rispettivamente al 15° e al 16° posto. Quanto a Manassero, con il titolo spagnolo ha fatto il suo ingresso tra i primi cento e con il successivo secondo posto nell’Hong Kong Open è balzato al 62°. Quasi incredibile. Il golf italiano, però, non si identifica solo nel fantastico trio, perché alle spalle vi sono elementi molto interessati e altri successi stagionali importanti ottenuti da Alessandro Tadini (Challenge Tour), da Matteo Delpodio (tre nell’Alps Tour e la leadership nell’ordine di merito), da Nunzio Lombardi (Alps Tour), da Marco Crespi (Stage 1 QS European Tour) e da Emmanuele Lattanzi (finale QS Alps Tour). Due i giovani

particolarmente in rilievi: il citato Matteo Delpodio e Lorenzo Gagli, vincitore del Campionato PGAI e del Campionato Open, ossia delle due gare che assegnano la palma di miglior pro nazionale.

Franco Chimenti Presidente FIG


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a cura di Andrea Cecinelli - Responsabile comunicazione del Golf Forense

PARCO DI ROMA Seconda tappa del Trofeo di Golf Sipael Grande successo – oltre gli 80 partecipanti (un numero eccezionale, per un solo giorno di gara) – per la seconda tappa del Trofeo di Golf Sipael, partito Sabato 6 novembre dall’Olgiata Golf Club di Roma e giunto per la seconda tappa al Parco di Roma Golf Club. Visti i numeri della gara d’apertura, sembrava difficile ottenere un simile successo. Invece, il Trofeo spon-

COUNTRY CLUB CASTEL GANDOLFO ll “Fiorucci European ProAm Memorial Mario Pinzi” La “tre giorni”, iniziata all’Olgiata con la disputa delle prime diciotto buche della “Fiorucci European Pro-Am – Memorial Mario Pinzi” si è conclusa con due giorni agonistici sul meraviglioso percorso del Country Club Castelgandolfo, il circolo presieduto da Marco Zanetti e diretto da Riccardo Tirotti che, con Fabrizio Prato e Giorgio Lucchetti hanno dato vita a questa meritevole iniziativa. Sul percorso di Castelgandolfo sulle seconde diciotto buche ha ha vinto la squadra di Emanuele Canonica. Nella classifica individuale per i “pro” successo di Marco Crespi che si è aggiudicato il primo premio finendo con un totale di 136 colpi nelle 36 buche. E’ doveroso, proprio per le finalità benefiche dell’invitational, ringraziare gli sponsor che hanno permesso la grande riuscita dell’evento, ma anche l’European Tour di Georges O’Grady,

sorizzato da Sipael e gestito interamente da Openevent e Annuariodelgolf.it, ha lasciato tutti, organizzatori inclusi, senza parole. L’afflusso di spettatori, insieme alla grande partecipazione di golfisti, ha permesso di vivere una bellissima domenica all’insegna di questo sport, il golf, che ogni anno richiama un pubblico di appassionati sempre più numeroso. Ad aggiudicarsi la 1° Categoria 1° netto è Stato Stefano Giuliano, mentre a prevalere nella seconda categoria netto è stato Marco Moriconi. Ad aggiudicarsi la Terza Categoria Netto è stato invece Manuel Marugan Ordonez. Carlo Scatena Fig Lazio, Franco Chimenti F.I.G. e Renata Polverini, presidente Regione Lazio. Assente per motivi di salute la vedova Letizia Pinzi, presidente del Comitato d’Onore del Memorial Pinzi, che ha lasciato ad una sua cara amica il compito di leggere un toccante saluto e ringraziamento ad amici e collaboratori del marito per averlo voluto ricordare in modo così sentito. Come sarebbe piaciuto a lui. Nella terza giornata, seguiti da molti coraggiosi appassionati, che hanno sfidato l’inclemenza del tempo, si è giocato il match play con sei grandi campioni. Ha vinto la squadra composta da Costantino Rocca, Juan Quiros ed Emilio Rodriguez su quella formata da Emanuele Canonica, Manuel Piñero e José Maria Cañizares. La premiazione davanti agli squisiti salumi Fiorucci, offerti dalla gentile sig.ra Cecilia Fiorucci, socia del Circolo, ha concluso la stupenda tre giorni allestita per ricordare Mario Pinzi. L’appuntamento è per il prossimo anno, sempre con Fabrizio Prato e Riccardo Tirotti appaiati in pole position.

OLGIATA GOLF CLUB Nel segno della solidarietà

Il personaggio lo meritava veramente un successo delle dimensioni di quello che gli incomparabili organizzatori Fabrizio Prato, general manager dell’Hotel Castello della Castelluccia, e Riccardo Tirotti, direttore del Country Club Castelgandolfo, hanno confezionato dopo giornate di contatti telefonici, mail e skype. Tirotti e Prato sono stati ancor più meritevoli in quanto non hanno conosciuto direttamente Mario Pinzi, ma parlando con chi a fianco a lui ha lavorato (Costantino Rocca e Georges O’Grady presidente dell’European Tour) hanno avuto il metro di quanto bene abbia fatto per il nostro amato sport. La “tre giorni” è iniziata all’Olgiata con la disputa delle prime diciotto buche della “Fiorucci European Pro-Am – Memorial Mario Pinzi” .

Di giorno, Silvio Grappasonni, voce del golf su Sky assieme a Mario Camicia, che tornava sul “suo” campo dell’Olgiata ha vinto assieme ai dilettanti Andrea Pischiutta, Francesco Piermarini e Marco Zonchello, con lo score di 134, lo stesso score della formazione guidata da Emanuele Canonica con i compagni dlettanti Fabio Timberland, Alessandro De Montis e Francesco Simon. Alla sera una maxi cena negli stupendi locali del “Castello della Castelluccia" elegantemente approntati da Fabrizio Prato per accogliere tanti amici di Mario, i professionisti stranieri che hanno partecipato anche al match play del terzo giorno a Castelgandolfo, maestri di golf, dirigenti di Circoli, i presidenti dei Circoli ospitanti la pro-am Andrea Pischiutta e Marco Zanetti, Carlo Scatena presidente della FederGolf Lazio, l’ospite d’onore Costantino Rocca con la stupenda famiglia di cui la moglie Antonella è la presidente della onlus “Un Birdie per la Vita” e per la quale sono andati i soldi dati in beneficienza dai partecipanti alla Pro-Am, così come per la società di ricerche “Neurone” il cui presidente Nicolò Meldolesi ha esposto le finalità e gli obiettivi. E’ doveroso, proprio per le finalità benefiche dell’invitational, ricordare gli sponsor che hanno permesso la grande riuscita dell’evento.

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Arrivederci Smart Golf Forense Più

l'Avv. Nicola Colavita ai microfoni di High Life TV

Di Andrea Cecinelli - foto di Silvia Apice e Yulyia Galycheva

a chiusura della sesta stagione del Golf Forense Più è stato uno degli eventi più esclusivi della Capitale. E’ anche quest’anno è coincisa con la pre-view della nuova Smart – la New Generation - che l’Avv. Nicola Colavita e lo staff del Golf Forense, sponsorizzato proprio dal marchio più trendy del mondo dei motori, hanno avuto la possibilità di far conoscere a tutti i golfisti forensi in una serata a porte chiuse. Una serata esclusiva targata Golf Forense, che ha chiuso ufficialmente il circuito golfistico più amato dai golfisti romani. L'unveiling - che si è consumata nello show room dello Smart Center Roma allestito in maniera im-

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l'inviata di High Life TV Angela Fiorella e l'Avv. Nicola Colavita

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Il desk di degustazione di Casale del Giglio

l'Avv. Giuseppe Lepore Segretario dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura intervistato da High Life TV

Il vice Presidente dei Giovani Giuristi e Associati, Andrea Cecinelli, ai microfoni di High Life TV

Il sarto Ilario durante l'intervista con High Life TV

Raffaella Cappiello

la bellissima Daniela Candeloro

Elisa Lo Monte

Valeria Anelli

peccabile da Raffaella Cappiello dello studio "Cappiello Design" tra fiumi di Acqua Filette, calici di Casale del Giglio e sotto gli occhi delle telecamere di High Life TV – si è svolta alla presenza dell’Ing. Gianni Bicchierai, direttore commerciale di Mercedes Benz Roma, di Valeria Brenuani, responsabile marketing di Mercedes Benz Roma, di Massimiliano Carli, direttore Smart e di Antonio Melidoni, responsabile dei rapporti istituzionali per Mercedes Benz Italia, che hanno fatto

gli onori di casa accogliendo gli oltre 200 ospiti invitati per l’occasione dall’Avv. Nicola Colavita. Tra i presenti il Presidente di Sezione del Tribunale Civile di Roma Tommaso Marvasi, l'Avv. Paolo Berruti, Consigliere Nazionale Forense, il Prof. Avv. Mario Trapani, ordinario di Procedura Penale, il caporedattore di LA7 Sport Paolo Cecinelli, l’Avv. Vania Gagliardi, procuratore capo della F.I.B.S., il Dott. Carlo Scatena, Presidente della F.I.G. La-

zio, il Dott. Marco Fabio Pulsoni el’Avv. Stefano Pulsoni. Prima che venisse presentata la nuova autovettura, l'Avv. Nicola Colavita ha voluto ringraziare tutti i partner che insieme a Smart Mercedes Benz Roma hanno consentito la realizzazione del circuito Golf Forense Più 2010 e ha dato appuntamento a giocatori, sponsor, istituzioni e media partner al prossimo anno promettendo una stagione piena di sorprese. Arrivederci Golf Forense . . . Un amico di Sport Club Magazine: Paolo Cecinelli

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Aspettando il Salone Italiano del Golf A Verona dal 5 al 7 febbraio 2011 di Andrea Tranquilli

opo il successo della scorsa edizione, torna a Verona la 5ª edizione del Salone Italiano del Golf dal 5 al 7 Febbraio 2011, una rassegna leader dedicata a golf con le sue interconnessioni: le aziende, i prodotti, i mercati, i circoli, i nuovi progetti, i praticanti, oltre ad affari, incontri e una parte mondana e sportiva. E, infine, gli sviluppi che potrà portare l’inserimento nel programma olimpico dal 2016. Con la 5ª edizione si intende capitalizzare il successo dell’anno scorso al centro fieristico della città scaligera offre una zoccolo duro di ben 120 aziende espositrici che testimonia un impegno a 360 gradi, con le migliori marche mondiali e un’ulteriore crescita del made in Italy sullo sfondo, ovviamente, di un aumento di popolarità per questo sport nel nostro paese arrivato a 100 mila praticanti con percentuali fra il 5 e il 10 di nuovi tesserati, 328 campi, campioni

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a livello internazionale quali i fratelli Molinari, Diana Luna e Giulia Sergas, e le due punte veronesi, Veronica Zorzi e il sedicenne prodigio di Negrar, Matteo Manassero. Il Salone Italiano del Golf occuperà un’area espositiva di quasi 10.000 metri quadrati, e avrà anche in questa occasione un cuore sportivo con la realizzazione di un grande Driving range (con ben 10 postazioni) allestito da “Ferro Dodici” che permetterà di provare gratuitamente le attrezzature delle migliori marche mondiali e migliorare il gioco con l’aiuto dei maestri della Federgolf veneta che da parte sua ha previsto una serie di iniziative per i giovani e le scuole. Grazie a un accordo con il Consorzio di Promozione Turistica Verona Tuttintorno e Verona Booking è stata realizzata una convenzione che garantirà un soggiorno dedicato al golf ma anche a arte e piacere. Durante il Salone saranno presenti media partners e uffici stam-

Inaugurazione, a dx Franco Chimenti Presidente FIG

pa di quotidiani nazionali e locali, saranno assicurati collegamenti con le principali emittenti televisive nazionali,saranno organizzate gare, performance ed incontri con personaggi del mondo del golf, dello spettacolo e della cultura. Il Salone si propone anche quale momento di confronto tecnico-

scientifico ed organizzativo per tutto ciò che concerne lo sviluppo delle attività e dei business che ruotano direttamente o indirettamente intorno al mondo del golf. Il golf, avrà così per il quinto anno un evento d’apertura di alto livello per promuovere la sua immagine vincente, conoscersi e divertirsi.


CON IL PATROCINIO:

FORNITORI UFFICIALI:

UN EVENTO A FAVORE DI

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA:

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Come uscire dal bunker Per molti giocatori, trovare la pallina in un bunker è un vero incubo. di Simone Selli

uesto tiro di approccio viene considerato spesso difficile sia tecnicamente che psicologicamente. La sabbia è un mezzo che frena il bastone dando a molti giocatori una strana sensazione che di solito porta ad una paura del contatto col suolo, con risultati devastanti. La sabbia invece va colpita eccome. Quello che preferisco è vedere uno swing lungo e deciso che fa volare parecchia sabbia fino al green. E’ un colpo di approccio, in cui le braccia giocano liberamente dall’alto verso il basso, in un azione che porta la suola larga del sand a pochi centimetri dalla pallina che volerà morbida sul green sollevata da un piccolo cuscinetto di sabbia. Viene detta explotion, proprio per l’effetto che il bastone provoca colpendo i granelli di sabbia. Colpite il terreno cercando di produrre solchi che iniziano vicino alla pallina (in entrata) e lontano da essa in uscita, come se fosse un’impronta di scarpa (foto). Posizionarsi bene è come al solito fondamentale. Allineate il corpo leggermente alla sinistra della bandiera e aprite la faccia del bastone in modo che punti leggermente a destra della bandiera. La pallina volerà su una linea mediana, cioè verso la bandiera (foto). Fate attenzione a dove posizionate la pallina rispetto ai piedi. Sempre un po’ più a sinistra del centro dello stance, dobbiamo

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prendere la sabbia prima della palla no? Consiglio swing decisi senza timori, in cui l’impatto con la sabbia sia cercato con tranquillità e velocità della testa del bastone. Ricordate di ruotare bene il corpo in avanti per poter mantenere la faccia del bastone aperta in tutte le parti dello swing, gomiti

alti in avanti per un colpo alto e morbido. Provate delle uscite immaginando che la faccia del sand sia uno specchio su cui guardarsi. Cercate di mantenerlo rivolto verso di voi, all’apice del backswing, all’impatto con la sabbia e ancora nel finish. È un allenamento ottimo per sentire il corretto passaggio della testa del ba-

stone sotto la sabbia Il bunker è solo un soldato, arruolato per difendere il green da colpi toppati di scarsa qualità, non per farci perdere la gara. Giocate quindi senza timore, colpite la sabbia pensando solo ad uscire e raggiungere il green e non sarà più un problema…. Buona pratica!


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a cura di Lorenzo Arduini

Club deiCircoli Sportivi Storici

Agostino De Zordo, Segretario Generale del Club Circoli Sportivi Storici

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2010 CIRCOLIAMO S CO L I SP OR T I VI

on si sono ancora spenti gli echi della quinta edizione di Circoliamo, l’”Olimpiade” dei circoli storici romani, che li ha visti affrontarsi in diversi sport e giochi. Da ricordare sicuramente la festa di premiazione finale che si è svolta presso il Roma Polo Club, entrato quest’anno a far parte del Club di Circoli Sportivi Storici. Ricordiamo che il vincitore assoluto di questa edizione è risultato il CC Aniene che ha dominato nella maggior parte delle discipline sportive previste nella manifestazione. Alla festa conclusiva erano presenti numerosissimi soci dei vari sodalizi e, in particolare, il Presidente del Roma Polo Club e padrone di casa avv. Cataldo D’Andria, il Presidente del Club dr. Antonio Buc-

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La “festa” del Circoliamo cioni, il Presidente del CC Aniene dr. Giovanni Malagò, il Presidente del CC Lazio dr. Alfonso Rossi, il Presidente del CT Eur avv. Massimo Grimaldi, il Presidente del TC Parioli dr. Maurizio Romeo, il Presidente del CC Roma dr. Andrea Tinarelli e il Presidente dello Sporting Eur dr. Bruno Albani mentre il Presidente del RCC Tevere Remo dr. Luigi Barone non ha potuto presenziare in quanto impegnato in un concomitante evento con il Sindaco di Roma. La serata è stata preceduta da una partita dimostrativa di polo con i campioni del sodalizio nel campo prospiciente la palazzina sociale; è poi continuata tra gli applausi dei partecipanti con la cerimonia di premiazione e si è conclusa con cena e brindisi all’interno dei raffinati ed accoglienti locali del Circolo

IL CLUB DEI CIRCOLI SPORTIVI STORICI E TELETHON Nell’ambito delle iniziative del Club dei Circoli Sportivi Storici a sostegno di Telethon, con il quale è stato a suo tempo sottoscritto un accordo di collaborazione, è

stato redatto il libretto dal titolo “In volo…”, ed. Progetto Cultura, curato dall’avv. Agostino De Zordo, Segretario Generale del Club. La presentazione del libretto in anteprima è in programma il 4 dicembre in occasione della nona edizione della Fiera del Libro “Più Libri più Liberi” di Roma alla presenza di numerosi ospiti. Il libretto contiene immagini e versi ed è destinato a contribuire alla raccolta di fondi per sostenere l’attività di ricerca scientifica sulle malattie genetiche di Telethon.


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CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE DUE MEDAGLIE PER I CANOTTIERI AL MONDIALE

I Mondiali Assoluti, Pesi Leggeri e Adaptive di canottaggio in Nuova Zelanda si chiudono bene per l’Italia: sono in tutto sei le medaglie conquistate dalla Nazionale e il medagliere complessivo conta un oro, tre argenti (due nelle specialità olimpiche del quattro di coppia e del doppio pesi leggeri, uno nel due con) e due bronzi ai quali va sommato l’argento del quattro con nella ca-

CIRCOLO ANTICO TIRO A VOLO

ANTICO TIRO A VOLO IL QUADRO SPORTIVO DEL TIRO A VOLO La squadra running del circolo Antico Tiro a Volo prosegue negli allenamenti in funzione dei prossimi impegni invernali, primo fra tutti "La Corsa di Miguel". Gli atleti sono i soci Paolo Luigetti, Daniele Maltese, Luca D'agostino, Guido Cecinelli, Giuseppe Barbagallo, Gerardo Pennasilico, Silvano Doneddu, Andrea Peruzy,

tegoria Adaptive. Un successo per il Circolo Canottieri Aniene che porta a casa due medaglie d’argento: sono saliti sul prestigioso podio neozelandese Pierpaolo Frattini (C.C. Aniene) con Paolo Perino (Sportiva Murcarolo) insieme al timoniere Andrea Lenzi (Gavirate) per il “due con”; ed Elia Luini (C.C. Aniene) con Lorenzo Bertini (Fiamme Oro) nel doppio pesi leggeri. Sfiora il podio, concludendo al quarto posto il due senza di Niccolò Mornati (C.C. Aniene) e Lorenzo Carboncini (Fiamme Oro) e si piazza sesto il giovane equipaggio del quattro senza con gli

atleti del circolo Vincenzo Capelli ed Andrea Palmisano insieme a Mario Paonessa e Francesco Fossi (Fiamme Gialle) che comunque chiu-

de la stagione con una finale ai Mondiali Assoluti, il titolo mondiale under 23 e il quarto posto agli Europei. Foto: (D.Seyb)

i quali svolgono un duro lavoro differenziato che prevede oltre alla corsa, il nuoto e la palestra. I coordinatori dello sport Claudio Mazzoni e Giuseppe Centro seguono la squadra del circolo con particolare attenzione, nel quadro generale delle attività sportive praticate che li vede impegnati nel calcio, nel calcetto, nel calciotto, nel tennis e nel nuoto. Il maestro Marco Fanano sta guidando il circolo nella serie B, ed i colori Rosso/Blu hanno invaso i campi da gioco più prestigiosi della categoria. La scuola tennis e la scuola nuoto hanno aperto le porte ai tanti giovanissimi entusiasti, guidati nel

rispetto della grande tradizione sportiva del circolo, che da tempo vede impegnate nell'attività fit-

ness anche molte socie tra le quali Vania Gagliardi e Laura Vessichelli.

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CIRCOLO CANOTTIERI ROMA TENNIS UNA STAGIONE RICCA DI ATTIVITÀ SOCIALI E IMPEGNI AGONISTICI A pieno ritmo sono iniziate le attività tennistiche del Circolo Canottieri Roma, impegnato sul fronte veterani e sul fronte giovanile per tutta la stagione 2010/2011. La scuola tennis infatti, organizza così le sue attività: “MiniTennis”, per allievi tra i 5 e i 6 anni che si avviano per la prima volta a calpestare i campi di terra rossa; “Principianti”, per allievi tra i 7 e gli 8 anni che hanno già un’impostazione di base; “Attività avanzata”, per ragazzi con età compresa tra i 9 e i 14 anni. Anche quest’anno il Consigliere al tennis Fernando Giu-

CIRCOLO CANOTTIERI LAZIO TRIONFO NELLA COPPA DEI VINCITORI La Canottieri Lazio in grande evidenza nella Coppa dei Vincitori. Nel Torneo che si è disputato il 14 novembre allo Sporting Eur tra i vincitori del Bottai 2010 e della Coppa dei Canottieri 2010, tre le coppe alzate al cielo su 4. Gli over 60 , i quali si sono presentati in 5 causa defezioni dell'ultimo secondo , hanno pareggiato 2 a 2 e la leggenda vuole che si siano aggiudicati la coppa alla monetina; erano già tre tornei che con l’Eur si arrivava ai rigori . Gli over 40 invece hanno vinto contro l'Aniene 5 a 4. Come per la finale della Coppa dei Canottieri si-

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stini conferma la direzione tecnica dell’esperto tennista Bruno Orecchio, che coordina nella sua squadra i tecnici Polidoro, G.Orecchio, Binetti, Felici ed il preparatore atletico Morea. Numerosi sono gli incontri agonistici e i tornei regionali e nazionali a cui la blasonata società partecipa nel corso della stagione. Primo tra tutti il Campionato a Squadre Giovanile “Trofeo Prince Cup 2010”, che ha visto schierata all’inizio di Novembre una folta flotta giallo-rossa, la quale ha portato a casa un preziosissimo secondo posto. Altro impegno, stavolta per i veterani, il 16° Trofeo di Natale, che si sta svolgendo proprio in questi giorni e dove il Circolo schiererà in campo alcuni tra i soci più competitivi come Roscioli, Roversi, Lanza, Franco, Gressani, Zenobi, Fiore, Venditti, Franchetti e Claudi. Dal punto di vista prettamente agonistico, il fiore all’occhiello della Roma resta di sicuro Andrea Stucchi, reduce da un magnifico primo posto lo scorso anno al

Campionato Nazionale Under 16. Attualmente il giovane campione si sta allenando fuori sede per preparare al meglio la nuova stagione e migliorare il suo stato di forma complessivo.

La speranza del DT Bruno Orecchio è quella di continuare nei prossimi anni questo trend positivo portando altri talentuosi giovani tennisti ai massimi livelli. Michele Petracci

no a pochi minuti dalla fine la Lazio stava sotto; ma il finale è stato caratterizzato da uno splendido gol di Vicerè con pallonnetto sul portiere in uscita bassa e da un rigore assegnato per un fallo subito sempre da Vicerè. Ieradi implacabile cecchino dal dischetto (formazione: Padovani, Basili, Ieradi, Vicerè, Minicucci, Menichelli). Gli assoluti , per il terzo trofeo, hanno vinto contro il CT Eur. Ottima la gara del tennista Amorico che ha segnato anche una doppietta. Da segnalare l'ottimo esordio di Minicucci Junior e la buona prova di Caporale (formazione: Ripesi, Municucci padre, Municucci figlio (Manuel), Amorico, Caporale, Menichelli, Bisogno ). Da segnalare infine il grande campionato che stanno facendo le nostre squadre giovanili : Under 21 ( prima in classifica con 13 punti), Juniores ( prima a 13 punti ), Allievi ( prima con 15 punti).


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e fiducioso per il futuro, come sostiene il Presidente Bruno Albani. “Questa e' una medaglia che ha un

valore speciale. Veniamo ripagati dei tanti sforzi fatti in questi ultimi anni. Per questo ci tengo a ringraziare tutti gli atleti che hanno onorato questa manifestazione ed in particolar modo l'impagabile Capitano Venanzio Giamperini, selezionatore e grande personaggio del nostro Circolo”. Si e' svolto inoltre allo Sporting Eur il Campionato Regionale di Tennis maschile e femminile riservato alla categoria under 12. In finale nel femminile la Palumbo del TC S.Marinella ha battuto Roberta Romoli dello Sporting Club Eur mentre nel maschile Vittorini del TC Quadrifoglio di Terracina ha visto la meglio su Bessire del Circolo Parioli.

canottaggio si sono allargati e diversificati, partendo dall'istituzionale Corso di Avviamento allo Sport CAS rivolto ai ragazzi che iniziano questo sport, continuando con il corso di preparazione agonistica e, per i più meritevoli, l'agonismo. Senza dimenticarci di chi comincia a

remare un po' più avanti con gli anni, ma non con lo spirito, per i quali sono disponibili varie soluzioni di apprendimento. Il canottaggio, ma anche la canoa, come missione, ecco lo spirito che anima questo circolo sempre più vicino al nostro Fiume ed ai suoi appassionati.

EUR SPORTING CLUB ORO NEL TENNIS Si respira ancora grande entusiasmo al Circolo giallo verde di Via di Vigna Murata che nell’ultima edizione si Circoliamo si è tinto d'Oro!Nella giornata conclusiva della manifestazione che vede coinvolti tutti i Circoli Storici Romani,gli atleti del Tennis hanno vinto la più insperata delle medaglie...quella d'Oro!!! Andare a vincere un torneo così importante proprio a casa del Cir-

CIRCOLO CANOTTIERI TIRRENIA TODARO IL CANOTTAGGIO A TUTTO TONDO 15 Novembre 2010 alle ore 20 un gruppo di canottieri si è ritrovato sul galleggiante del C.C. Tirrenia Todaro per rubare un attimo di tregua tra la pioggia insistente ed è partito sul fiume per un’uscita che, di notte a Roma sotto i suoi ponti illuminati e lo sfondo del cupolone e di Castel Sant'Angelo, ha avuto qualcosa di magi-

colo Parioli ,detentrice delle precedenti edizioni della manifestazione, rende il circolo orgoglioso

Club Circoli Sportivi Storici

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co. Questa è una delle manifestazioni che il circolo, in accordo con il gruppo di “Regate Clandestine”, organizza per portare tutti gli appassionati di questo splendido sport a vivere il Fiume non solo nel suo aspetto agonistico ma anche dal punto di vista di aggregazione e divertimento, chiudendo sempre le uscite con un conviviale che questa volta aveva per tema caldarroste e vino rosso. Siamo ormai alla sesta regata clandestina ed il numero dei partecipanti aumenta ad ogni avvenimento considerando anche che l'ospitalità è aperta a tutti gli appassionati. Tutto tondo anche perché da quest'anno i corsi di

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TENNIS CLUB PARIOLI

Da destra: Valentina Balzotti, Marco Mencaglia, Paolo Spezzi, Fabrizio Pennacchioli, Edoardo Mazza, il Presidente del Centenary TC Juan Maria Tintorè e il Presidente del TC Parioli Maurizio Romeo

TENNIS: IL TC PARIOLI SI È QUALIFICATO PER LA FINAL FOUR DEI CAMPIONATI EUROPEI DEI CIRCOLI CENTENARI Il Tennis Club Parioli si è qualificato per la final four dei Campionati Europei dei Circoli Centenari, la competizione internazionale voluta dal Centenary Tennis Club presieduto da Jean Maria Tintorè, che raccoglie i circoli centenari di tutto il mondo. Sabato 13 e domenica 14 novembre il circolo di Monte Antenne ha ospitato uno dei quattro gironi eliminatori: il RCT Barcelona, Cumberland LTC, La Magdalena di Santander ed appunto il TC Parioli hanno dato vita ad una straordinaria kermesse di gare di buon livello tecnico. In programma due singolari maschili over 35, due singolari maschili over 45, un singolare femminile over 30, un singolare femminile over 40, un doppio maschile (over 35+over 45), un doppio misto (donna over 30, uomo over 35) e un doppio misto (donna over 40, uomo over 45). Per il TC Parioli sono scesi in campo insieme al capitano Edoardo Mazza, che si è proposto nella doppia veste di giocatore/organizzatore, Paolo Agnesi, Valentina Balzotti, Mario Brugnoli, Daniela Cigna, Lorenzo Massari, Marco Mencaglia, Elisabetta Morici, Fabrizio Pennacchioli, Paolo Spezzi ed i grandi ex campioni del calibro di Stefano Pescosolido e Sandrine Testud; vittoria sul RST La Magdalena ed in finale sul RC di Bacellona.

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Qualificate per la final four, che si disputerà con ogni probabilità nel settembre 2011, anche il Fitzwilliam di Dublino, gli svedesi del Kungliga di Stoccolma e il TC Gi-

nevra. L'incontro si è poi concluso con una serata di gala nella quale è stata organizzata una cena per le squadre; hanno partecipato, accolti dal Presidente del

TC Parioli Maurizio Romeo, gli atleti e dirigenti dei circoli ospiti, oltre alla gradita presenza del Presidente del Centenary Tennis Club Juan Maria Tintorè.


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Roma Roma tuttincircolo tuttincircolo

news dai circoli sportivi news dai circoli sportivi news dai circoli sportivi

FUTBOLCLUB E’ tempo dei primi verdetti Il torneo di calciotto intercircoli più importante di Roma è iniziato sabato 27novembre e con al nastro di partenza 12 squadre, a caccia dell’Olgiata, grande favorita anche quest’anno e del Due Ponti, mentre c’è grande attesa per vedere all’opera il Salaria Sport Village, new entry del 2010-2011. La più importante novità, però, è la formula dei playoff che è stata modificata: dopo la regular season si formeranno tre gironi da tre squadre in base alla classifica. La prima e la seconda andranno, rispettivamente, in semifinale e ai quarti, mentre dai successivi gironi usciranno le cinque squadre che, insieme alla seconda della regular season, si lotteranno l’accesso alle semifinali in incontri di andata e ritorno. La sua conclusione è prevista per Pasqua: in contemporanea, per gli amanti del calcetto, partirà

anche la Coppa Veterani Over 50 e 60, mentre la prima giornata della Over 40 è previsto per il giovedì successivo all'inizio del 27 novembre. La Futbol League è invece già iniziata: torneo sociale di calciotto per eccellenza, 16 squadre presenti nella competizione, tutte di ottimo livello. A contendersi lo scudetto del circolo ci sono, in prima fila, il Milan del presidente Parnasi, guidata dal team manager Cancellieri, che può contare su un bomber come Simone Inzaghi. Il Liverpool di Impara, sempre pieno di talenti e il Real Madrid di Palma, che punta tutto sulle reti di Materazzi e sull’equilibrio in ogni reparto. Attenzione anche al Lyone di Pellicelli, squadra simbolo del Futbolclub e che ha tra le sue fila gente come Sperduti, Picchetti e Tommasi. Infine una grande sorpresa si sta rivelando il Brøndby di Albini, guidata dall’allenatore-giocatore Fabio Rimedio. Tra la possibilità di rivedere le gare al ristorante e il video che riprende, in diretta, tutte le partite del lunedì sera, oltre alla valutazione, sempre professionale e ben fatta di mister Ronconi sulle quo-

Il Bayer Leverkusen di Mariani contro un 'Olympique Lione di Pellicelli

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tazioni dei giocatori, c’è grande entusiasmo per questa competizione. Senza scordare il premio (un viaggio) messo in palio dal circolo: se lo porterà a casa chi riuscirà a vincere la coppa (praticamente i playoff della Futbol League) e non il campionato. Gianmatteo Colla

Il socio del mese Nome: Carlo Cancellieri

Detto: sandokan Ruolo: difensore Piede preferito: destro o sinistro Pezzo forte del repertorio: colpo di testa Squadra del cuore: Amatrice

Simone Inzaghi bomber del Milan di Parnasi


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DUE PONTI SPORTING CLUB Un giorno a New York Il Due Ponti ha organizzato per il quarto anno consecutivo la trasferta a New York, dove ha preso parte, domenica 7 novembre, alla Maratona pi첫 spettacolare e suggestiva del Mondo. Ben 4.000 gli Italiani in gara, tra cui anche il gruppo dei Parlamentari capitanati da Maurizio Lupi, presidente del Montecitorio Run-

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ning Club. Lupi ha partecipato a un brindisi augurale pre gara organizzato da Enrico Castrucci allo stand di Maratona di Roma, insieme al Presidente del Due Ponti Emanuele Tornaboni, che ha accompagnato i propri atleti a New York. Nei giorni che hanno preceduto la gara, i runners del Due Ponti hanno avuto modo di incontrare il vincitore della Maratona di New York del 1996 Giacomo Leone, l’olimpio-

nico Stefano Baldini e il record mondiale Haile Gebrselassie. La lunga giornata del 7 novembre comincia alle 6 del mattino, quando, ancora buio, gli atleti salgono sul pullman che li conduce a Staten Island, dove, dopo una lunga attesa, alle 9,40 ha inizio la gara con un colpo di cannone sparato subito dopo l’inno americano e sulle note di New York New York si inizia a salire verso il centro della nava-

ta del Ponte di Verrazzano. Quindi, bagno di folla attraversando Brooklyn tra due ali di gente festante e tante band che con la loro musica accompagnano i partecipanti; si procede verso Queens e quindi si affronta il terribile Queensboro, ponte che porta a Manhattan, e dopo la First Avenue, il Bronx e di nuovo Manhattan verso il traguardo del Central Park. Ottima prestazione di Nicola De

Luca, punta di diamante della compagine romana, che con 2h40’ ha ottenuto la 141° posizione assoluta e secondo romano; buona anche la prova di Mario Napoli (3h11’), Andrea Redaelli (3h20’), Luigia Latteri (3h22’), terza tra le maratonete romane, e Alessio Tuccini (3h30’). Poi Emma Grenga (3:43), M.Alessandra Pizzi (3:54), Elisabetta Mastrocesare (3:55) ed Enrico Guida (4:12).

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“Viene quest’anno Babbo Natale? Certo bambini!” di Alessandro Morucci

al 15 al 18 Dicembre sarà con tutti i bambini della scuola nuoto Aquaniene per festeggiare insieme alle famiglie e continuare questa piacevole tradizione. Per tutti caramelle e cioccolatini, torroncini e dolcetti. Non poteva certo mancare in un anno che ha visto momenti felici ed altri, più recenti, con non poche problematiche finalmente risolte. Verrà per salutare i più piccolini ma anche noi grandi che in fon-

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do, sulle note di Jingle Bells, riviviamo sempre antiche e splendide emozioni. Tutto lo staff di Aquaniene è pronto per condividere con noi queste vacanze natalizie all’insegna della serenità ed amicizia e per continuare a mantenerci in forma anche in questi giorni. Scoprirete così la possibilità di fare o farvi un regalo originale: non i soliti doni bensì un regalo salutare i cui benefici ci accompagneranno verso un 2011 di sport targato Aquaniene.


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Roma tornei Adidas League

Olgiata sconfitta

alla prima: presagio di vittoria! di Gianmatteo Colla

a nuova edizione dell'Adidas League ha preso finalmente il via. 11 le squadre ai cancelletti di partenza che si contenderanno la vittoria finale. Un'edizione nuova sia da un punto di vista strutturale sia organizzativo. Per quanto riguarda la formula si è deciso di strutturare in maniera diversa la fase dei playoff. Rimane l'importanza della classifica di

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regular season in base alla quale il 1° andrà direttamente alle semifinali e il 2° ai quarti. Subito dopo la fine della regular season si costituiranno 3 gironi da 3 squadre (in base alla classifica dalla 3^ alla 11^). Tutte le squadre, ad eccezione della 1^ e della 2^ classificata, accederanno alla fase a gironi dove si terrà una prima forte scrematura: passeranno ai quarti (mozzi) le prime 3 di ogni giro-

ne e le due migliori seconde. Da lì si costituiranno i quarti con formula andata e ritorno e le semifinali, per concludersi poi con la finale. Finale che si giocherà entro Pasqua, accorciando il torneo e abbreviando le fasi morte, ma concedendo allo stesso tempo ai Circoli di poter sfruttare una calendarizzazione dei tornei che sta diventando sempre più satura. Ma veniamo alle parole del campo, quelle che, alla resa dei conti, contano di più. La prima giornata ha già espresso i suoi verdetti. Sommari, iniziali ma comunque giudizi. E il campo ci parla di un Tiro a Volo messo a nuovo che ha subito fatto capire al nuovo entrato CT Belle Arti che nessuno ti regala nulla. Una bella vittoria su di un Circolo ancora in rodaggio e in cerca di affiatamento, seppur pieno di interessanti giocatori. Parte bene il Flaminio e, di contro, male il Futbolclub. Un pareggio che premia il Flaminio di Dal Bon e compagni e ridimensiona, almeno in parte, le mire del Circolo ospitante che, sulla carta, quest'anno è veramente da All Star (acquisisce Rimedio e i fratelli De Petris dall'Aniene e Cucciari dal Tiro a Volo), una bella gatta da pelare per Mister De Julis. Stesso risultato a reti bianche per Tevere Remo e Forum, due squadre molto attese: l'una perché piena di interessanti talenti, l'altra perché ormai ospite fisso del Torneo ha oliato i meccanismi e potrebbe regalarsi del-


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le soddisfazioni. Come lo scorso anno, l'Olgiata, campione in carica, esce sconfitto alla prima gara. Lo scorso anno una cinquina della Roma aveva fatto tremare i polsi di Di Biagio e company, quest'anno ci si sono messi i cugini laziali: 2 a 1 per il CC Lazio il risultato finale. Certo l'Olgiata non era al gran completo, ma in campo c'era anche un certo Cesar che forse non ha dato il meglio contro i colori che l'hanno lanciato nel professionismo italiano e se accettiamo la teoria dei corsi e ricorsi, forse anche quest'anno l'Olgiata alzerà la coppa. Esordio amaro anche per la new entry Salaria Sport Village. Il sorteggio l'ha messa di fronte a una delle favorite, il Due Ponti, a cui però ha tenuto testa fino a 5 minuti dalla fine. Sul risultato di 1 a 1, il Salaria si è poi dovuto arrendere la qualità di casa Due Ponti: 4 a 1 in 5 minuti e come direbbe Dan Peterson: “Mamma, butta la pasta!”.

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Roma tornei Pezzana

Tempo di calciomercato al Pezzana.

Arrivano i Campioni! di Alessandro Grassetti – foto di Matteo Ciambelli

assano le settimane ed il torneo Pezzana entra nel vivo. Oltre al calciotto giocato grande interesse per la finestra di mercato. Le compagini hanno potuto ampliare le rose fino alla mezzanotte di domenica 14 novembre. L’ultimo assestamento prima di cominciare la lunga cavalcata invernale, che le porterà ai play off primaverili. Molti presidenti si sono mossi con grande anticipo e sono riusciti a piazzare colpi di primissima qualità. Uno dei più attivi è stato Alfonso Lo Conte del Boca Junior (Tempio del Cinema) che è riuscito ad inserire nella rosa due Christian, uno in difesa e l’altro in attacco. In difesa spazio a Panucci ed in attacco Vieri. Tutto questo con la solita voglia di ritrovare vecchi amici e divertirsi insieme ai giocatori meno noti. E’ questa la filosofia del torneo Pezzana, divertirsi tutti insieme e perché no incontrare vecchi compagni di professionismo o dilettantismo. Altra squadra che si è mossa bene è il Manchester United (United) del presidentissimo Luca Parnasi. Oltre ad ave-

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re già in squadra nomi importanti come Alessandro Cucciari (anche allenatore), Matteo Materazzi, Dario Marcolin ed Odoacre Chierico il direttore sportivo Cancellieri ha chiuso con Simone Inzaghi. Tanti nomi importanti che si aggiungono ai tanti che già ne fanno parte. Un mercato pirotecnico anche per il Cagliari (Blitz Tre) che ha messo in lista il “principe” Giannini e lo ha fatto esordire con gol e vittoria il 22 novembre. Un colpo del duo Boccolini – De Laurentiis che permetterà al Cagliari di provare a puntare alla vittoria finale. Nella categoria Assoluti il Barcellona (Multienergy&Service) di Di Biagio e Romano sta continuando a formare un vero e proprio Dream Team. Oltre ai nomi già conosciuti si va ad aggiungere anche Francesco Dell’Anno reduce da un’operazione al ginocchio. Insomma se il buongiorno si vede dal mattino…sarà un inverno ricco di emozioni e spettacolo. Non è rimasta a guardare neanche l’Arsenal (Ristorante Ai Spaghettari) del presidente Angelo Onofri, che mette a segno i colpi Desideri e Marronaro. Ne-

gli Over 40 l’Hull City (Idea Lavoro ag. per il Lavoro) del presidente Piero Tulli è di gran lunga la più attiva. Silenzi e Venturin sono i due nomi nuovi, per una rosa da non sottovalutare. Il tutto aspettando l’esordio dell’amato Zibì Boniek nel Paris S.G. Over50 della squadra del Circolo della RAI. Questi nuovi campioni si aggiungono ai già presenti i vari Del Vecchio (capocannoniere attuale Assoluti), Tonetto,Di Livio, Aldair, Di Canio, Biagioni, Gottardi, Favalli, Cesar, Scarfone, Artistico, Maini, Orsi, Silenzi, Torrisi, etc. etc. Ci sarà infine un’ultima finestra di mercato il 30 gennaio 2011 nella quale si potranno aggiungere alle liste gli ultimi due nomi; successivamente non sarà più possibile sistemare le rose. Al Pezzana tutti possono cimentarsi e avere opportunità di parlare con grandi campioni per farsi raccontare qualche aneddoto del mondo del calcio. Grazie anche alla loro voglia di mantenersi in forma il Pezzana rimane da anni l’unico punto di riferimento per gli appassionati del calcio della capitale.



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Fitness

di Fabio Ingargiola Personal Trainer fabioingargiola@yahoo.it

La resistenza nel tennis n incontro di tennis si sa quando inizia ma non si sa quanto potrebbe durare. Questo e un fatto atipico nello sport in genere, perche di solito la prestazione è racchiusa in un arco di tempo prestabilito e rispettato. Detto ciò si può comprendere quanta importanza assume nell’ambito della preparazione tennistica lo sviluppo della resistenza. L’allenamento delle capacità aerobiche e l’aspetto che ha più ripercussioni sull’insieme che determina la prestazione, considerata solo esclusivamente dal punto di vista motorio, senza cioè valutare gli aspetti tattici, tecnici o psicologici. La resistenza si pone alla base per un corretto recupero di altre componenti energetiche, e soprattutto per sopportare carichi di lavoro via via crescenti e/o per completare al meglio una stagione agonistica,

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spesso lunga e faticosa. L’allenamento della resistenza si divide in due grandi rami: il lavoro continuo e quello interrotto da pause. Il lavoro continuo a sua volta può essere svolto con prove a velocità costante, o prove con cambi di velocità. Nell’allenamento interrotto da pause è indispensabile capire il significato delle pause in modo da organizzare al meglio i recuperi. Si possono avere pause complete (prove ripetute) o incomplete (interval training). Una considerazione importante da fare è che una partita di tennis non e una maratona, e che le distanze di gioco non superano mai i 12 mt. Questo significa che bisogna dosare sapientemente le varie tipologie di resistenza aerobica, a seconda di quale momento agonistico si trova il tennista: in fase di preparazione, o in fase agonistica. Quindi nella fase iniziale della preNella fase di recupero attiva, esercizi di destrezza con palline.

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Allenamento under 16

Classificazione di metodi per lo sviluppo della resistenza rivolti al Tennis Cosa Come Perchè Corsa di durata

Dai 20 ai 60’min di corsa continua e costante con bpm tra il 70-80 del massimale

Miglioramento capacità aerobica generale, con aumento dell’efficienza dell’apparato cardiocircolatorio, incremento della capillarizzazione sistemica, miglioramento della capacità psicologica nel sopportare lavori protratti nel tempo.

Corsa progressiva

Dai 20 ai 60’ di corsa variante da piuttosto blanda a molto elevata

Sviluppo della potenza aerobica, mezzo per stimolare gradualmente la muscolatura e l’apparato cardiaco a variazioni progressive di velocità.

Fartlek

Corsa continua con variazione di ritmo variabile. Il tempo totale può variare dai 20 ai 60 min, e le variazioni di ritmo possono essere infinite: l’esempio classico 1minuto piano 1 minuto veloce.

I ritmi cardiaci si innalzano fino a livelli anaerobici, sfiorando la soglia lattacida. Ottimo allenamento cardiaco

Prove ripetute: allenamento frazionato della potenza aerobica

Prove ripetute di tratti medio lunghi (tra 300 e 100metri): recupero tra3 e 5minuti Numero di ripetizioni tra 3 e 10

La potenza aerobica serve a migliorare la massima potenza del metabolismo aerobico, ovvero a innalzare la “cilindrata”del motore aerobico.

Prove ripetute: interval training

Prove ripetute dai 15”ai 60”.Il recupero è tra 45” e 90”. Il recupero può essere anche attivo Si può svolgere sia su distanze lineari (100-200mt) che su distanze frazionate (10-15mt.)

Soprattutto se svolto a navetta su distanze brevi, e un tipo di lavoro che ha un’alta correlazione con il modello prestativo del tennis. Le pause sono incomplete e si possono introdurre anche esercizi di destrezza con le palline durante il recupero. E’ un lavoro che coinvolge gradualmente il metabolismo lattacido in debito di ossigeno (aerobico lattacido.)

Teodori

parazione (lontano dai tornei) prediligeremo la corsa continua o progressiva, introducendo via via prove ripetute di potenza aerobica, per arrivare a ridosso della fase agonistica dove l’allenamento per la resistenza sarà svolto in maniera preferenziale con prove ripetute su distanze brevi (interval training.)Il fartlek può essere usato sia in preparazione sia come richiamo durante la fase agonistica. Buon allenamento!

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SPORT STYLE Sport style

oggetti dei desideri e novità che fanno tendenza oggetti dei desideri e novità che fanno tendenza OLYMPIA STELVIO

SECTOR EXPANDER GPS

E’ la bici ideale per chi ama i richiami al mondo anni ’70, un mezzo leggero e performante, che si muove, con eleganza ed efficienza, nel traffico cittadino. STELVIO si caratterizza per il telaio leggero, in lega d’alluminio con sezioni dei tubi molto semplici e ridotte. Proprio come 40 anni fa. Il manubrio è sportivo, ma anche comodo con un estetica minimal che rimanda agli oggetti di modernariato, tanto di moda di questi tempI. E’ dotata di cambio Shimano 7 v, la cui pratica guarnitura tripla consente di affrontare salite e sopraelevate in totale scioltezza.

Sector, che sostiene il team Expander alla Venicemarathon, lancia la sua nuova linea di orologi digitali, la Expander GPS, realizzata grazie alla collaborazione di Alex Schwazer, Medaglia d’Oro ai Giochi Olimpici di Pechino 2008 nella 50 km di marcia. Performance, velocità e distanza da misurare in ogni allenamento, con una precisione al 1/100 di secondo con tempi parziali e intermedi. La grande novità? il GPS integrato per programmare le tappe, registrare i propri spostamenti, ottenere dati di velocità, distanza e dislivello percorsi, memorizzare il punto di arrivo e di partenza garantendosi informazioni su direzione e tempi e riversare tutti i dati su PC.

DIADORA SPRINT

ROSSIGNOL SLANT NOSE

La nuova collezione Sprint della Diadora Utility propone scarpe anti infortunistiche pensate per garantire la sicurezza sul lavoro. Una linea caratterizzata da calzature dalla suola molto morbida, con all’interno un’intersuola in EVA, protetta contro l'abrasione da un film in poliuretano, ed ergonomiche, che favoriscono un’ottima flessibilità e stabilità. Sprint offre una calzata molto ampia, un puntale in alluminio e un inserto antiperforazione tessile che ne esaltano la leggerezza; da non dimenticare anche il plantare estraibile in lattice e carboni attivi che assorbe il sudore e la talloniera in EVA espansa e forata.

I nuovi scii da slalom Slant Nose della Rossignol utilizzano una tecnologia che ottimizza il rapporto con la neve agendo sulla punta. Il volume è ridotto del 15%: meno inerzia, scii più leggeri. Il baricentro è spostato in 2 direzioni: più vicino al bordo interno e più vicino alla neve, per avere con questa un maggior contatto.

CANON LEGRIA HF S21

BREMBO LIFE JACKET

Permette di girare immagini ad alta risoluzione anche in condizioni di scarsa illuminazione grazie alla presenza di un sensore CMOS HD da 8 MP e DIGIC DV III (24 Mbps). Inoltre, la memoria versatile da 64 GB Dual Flash Memory consente di registrare oltre 24 ore sulla memoria integrata e ancora più a lungo grazie agli slot per doppia scheda di memoria rimovibile. La memoria flash è leggera, a basso consumo e garantisce un avvio rapido.Per condividere più facilmente i filmati, la videocamera LEGRIA HF S21 è in grado di convertire i file AVCHD (MPEG4) in file MPEG2 più piccoli e in definizione standard, pronti per essere masterizzati su un DVD o caricati sul Web.

E’ al tempo stesso un capo d’abbigliamento e un dispositivo di sicurezza studiato per l’uso quotidiano di motociclisti e scooteristi. Al suo interno ha un sistema di sicurezza composto da un airbag, collegato ad un avvolgitore inerziale, che in caso di incidente si attiva e si gonfia in soli 80 millesimi di secondo, proteggendo la parte superiore del corpo. La collezione Brembo Life Jacket comprende capi dal design contemporaneo, ideali per essere indossati in città, dove il motociclista ha l’esigenza di un abbigliamento di sicurezza che sia al tempo stesso elegante e di stile.

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Psicologia

di Andrea Ceccarelli Psicologo dello sport, Psicoterapeuta, Gruppoanalista

ttualmente, l'evolversi del mondo professionale e scientifico all'interno dello sport e la ricerca di prestazioni sempre migliori ha generato la necessità di un'adeguata preparazione psicologica del mondo arbitrale, al pari di quella fisica e tecnica. L'arbitro di calcio, nello specifico, è investito di responsabilità rilevanti; si trova in piena "dinamica di gruppo", è al centro del campo, ha gli occhi addosso di un ipotetico nemico ( così è vissuto nella maggior parte delle volte)........Le dinamiche a carattere psicologico, individuali e di gruppo, sono innumerevoli. L'atmosfera è tesa. Ci si trova uno contro l'altro per vincere. Ci si trova davanti a tanta gente, ma poi, in fondo, soli con se stessi. Intimamente concentrati, tesi verso l'obiettivo ultimo che è quello di fare bene. Niente compagni di squadra, niente tifo, niente sostegno dell'allenatore, niente grosse somme di denaro, niente riflettori…solo passione, concentrazione e una grande motivazione. Ma ci siamo mai fermati a pensare quanto lavoro ci sta dietro alla preparazione di un arbitro? E non intendo solo il lavoro attinente all'attività fisica e alle restrizioni che un hobby come questo implica. Mi riferisco al mental training di cui necessita l'attività arbitrale. Tanto per averne un'idea, due importanti studiosi di psicologia arbitrale: R. Weinberg e P. Richardson nel loro libro Psychology of officiationg, conside-

La Formazione psicologica degli arbitri di calcio un “Mental training” imprescindibile

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rano come caratteristiche fondamentali: la motivazione, la capacità di relazionarsi, la comunicazione, la rapidità decisionale, l’autonomia di giudizio, la coerenza, la concentrazione, la fiducia in sé. Un ruolo e un linguaggio, quello dell’arbitro di calcio, che spesso risulta incomprensibile e pericoloso, perché “purtroppo” ci sono delle regole da rispettare e delle componenti fondamentali da utilizzare che non sono doti fisiche o tecniche, ma –guarda un po’- psicologiche e cognitive: il problem solving, che include palesemente la decisione, la scelta, la responsabilità, ovvero quell'autorità che solo un leader autorevole può trasmettere a giocatori, allenatori, collaboratori e pubblico. Per arrivare a questo punto l'arbitro competente dovrebbe de-strutturarsi per ristrutturarsi, mettersi in discussione con i colleghi, fare dei gruppi staff, fare riflessioni prima e dopo le partite: mettere da

parte, in quei 90 minuti, frustrazioni, ansie, paranoie varie, parti onnipotenti, narcisistiche, ego distoniche, collusive, tipiche di chi si sente sotto pressione, oppure “perseguitato” da giocatori che vogliono e pretendono tutto da lui; oppure di chi "abusa" del proprio potere e quindi maschera abilmente la propria impotenza. Quanto si investe in termini di interesse, attenzione, tempo e soldi nella formazione psicologica degli arbitri? Fino ad oggi molto poco, perché quello che conta sono solo i gol e le classifiche. Il Dipartimento di Psicologia dell'Istituto di Scienza dello Sport del Coni in collaborazione con il Prof. Cei (1991) ha condotto un'analisi di quali fossero le componenti psicologiche della prestazione arbitrale. Tra quelle considerate fondamentali si andava ad indagare quanto gli arbitri fossero allenati a potenziarle, quanto forte fosse il loro bi-

sogno formativo rispetto a queste caratteristiche. Il piccolo campione (si trattava di un'indagine preliminare e di puro valore qualitativo) formato da 94 arbitri di categoria interregionale, ha prodotto delle informazioni interessanti. Soltanto una piccolissima parte degli intervistati riferisce di avere assistito a lezioni, congressi, seminari di psicologia dello sport o a lezioni di psicologia rivolta specificatamente alla figura dell'arbitro. Posseggono, quindi, un numero limitato di conoscenze e di tecniche a cui attingere per svolgere al meglio il proprio ruolo, in particolare per mantenere costante la loro concentrazione durante la partita e per gestire con efficacia i rapporti interpersonali. Solo il 5% dei soggetti intervistati considera la motivazione come il requisito psicologico più importante ma paradossalmente sono molti, circa il 24%, a riconoscere l'importanza di un allenamento mirato a migliorarla. Stessa cosa per quanto riguarda la comunicazione, la fiducia in sé e la concentrazione. Anche i tornei romani “storici” stanno cominciando ad aggiornarsi . Ne è un esempio il famoso torneo Pezzana, con il suo organizzatore, Andrea, che mi ha chiesto quest’anno di fissare dei seminari di “formazione psicologica” mirata agli arbitri, C’è voglia di migliorarsi, di migliorare la qualità di questi prestigiosi torneidella capitale, dove tra l’altro militano ex campioni della serie A.


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