foto Paolo Caruana
aprile 2012
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IN VOLO VERSO LONDRA 2012 Rientrato dall’infortunio Andrew Howe è pronto a riprendersi la scena
sommario [
sommario
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Sport Club aprile 2012
4 Questi vecchietti della Superbike
CULTURA SPORTIVA
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La forza di Howe
SUPERBIKE
Il tennis torna a brillare al Foro Italico. Come ogni anno
COVER
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Sciabola e fioretto per un trionfo azzurro
Al Pezzana è l’ora dei vincitori
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64 86
TORNEO PEZZANA
MARATONA
Canyoning, una discesa tutta da vivere
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FIAMME GIALLE
TENNIS
La Race for the Cure 2012
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Roma non è stata costruita in un giorno
editoriale
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Dite basta a... palestre, macchinari e musica assordante
SPORT&TURISMO
FITNESS
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NOVITÀ
Sport Club srl via Morlupo, 51 00191 Roma tel. 06 97600342 fax 06 97277879 www.sportclubmagazine.it info@sportclubmagazine.it Direttore editoriale Luigi Capasso Sport Club Anno IX - n. 80 - Aprile 2012 Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004
Editorialisti Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Pino Capua, Sabrina Rondonelli, Roberto Serdoz, Fabio Ingargiola Hanno collaborato a questo numero Lorenzo Arduini, Matteo Cirelli, Gianmatteo Colla, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Andrea Tranquilli, Andrea Cecinelli, Luigia Latteri, Roberto Cundari, Valentina Altavilla, Andrea Cimbrico, Giorgio Cimbrico
Progetto grafico e Impaginazione Adversign srl grafica@sportclubmagazine.it Presidente Onorario Giuseppe Capelli Pubblicità Adversign s.r.l. Davide Campanella Via Morlupo, 51 - 00191 Roma tel. 06 97600342 cell. 335 7574074
Stampa Plus Group srl Finito di stampare nel mese di aprile 2012 Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione.
d.campanella@sportclubmagazine.it
È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati dalla Adversign srl
Redazione Napoli Sportform - Napoli tel. 081 19562785 - fax 081 19562657 info@sportform.it
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Golf Simone Selli Direttore responsabile Luigi Capasso l.capasso@sportclubmagazine.it
Rugby Andrea Cimbrico
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editoriale
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di Luigi Capasso
Erano 300 giovani e forti. Ci hanno ridato speranza
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e Olimpiadi sono oramai alle porte. E, mai come per questa edizione estiva, la Terra d’Albione avrà un particolare significato per il prossimo futuro della nostra amata Italia. I riflettori sparano una luce abbagliante in un flashback particolare, perché la storia del nostro Belpaese chiede allo sport un segnale, forte e deciso. Abbiamo bisogno che l’immagine della nazione venga ripulita, in tutto e per tutto, e che possa emergere nuovamente l’Italia dei nostri Avi quella forte, coraggiosa, indomita, mai vinta. Stiamo vivendo in un limbo devastante, una recessione economica insopportabile, un crollo delle Istituzioni pazzesco, una perdita dei “sani valori di una volta” a dir poco preoccupante, una fotografia del Paese, di fronte al mondo intero, promiscua e codarda. La considerazione della politica è sotto zero dopo gli incredibili scandali e le tante mazzette di inizio primavera ed è proprio per questo motivo che gli sportivi Azzurri che scenderanno in gara durante le Olimpiadi di Londra avranno, loro malgrado, sulle spalle una scure pesante come un macigno perché avranno il compito di tornare a far sorridere, svagare e anche sognare un popolo che negli ultimi tempi è diventato triste e dimesso. Non si parla di mero vittimismo, ma di sana realtà quotidiana raccontata da chi, nonostante tut-
to, riesce ancora a viaggiare e si vergogna nel constatare quanto siamo caduti nel ridicolo. Ai 300 giovani e forti, tanti sono gli atleti previsti dal Coni, gli chiediamo di farci rivedere sventolare il Tricolore, far volare la nostra bandiera in cielo a testimo-
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nianza che sappiamo ancora vincere e che riusciamo ancora ad essere i migliori, i più forti, i più veri. Ed ogni volta che sentiremo suonare l’inno di Mameli, sarà come mettere un piccolo pezzo nel grande mosaico della nostra serenità.
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ROMA CAVALLI foto di Luca d’Ambrosio Giusy Versace: nel libro l’incredibile storia dell’atleta
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focus
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di Alessandro Cochi Delegato alle politiche sportive di Roma Capitale
Anche lo sport ha il suo Piano Regolatore Atteso da tutti gli adetti ai lavori, il Prisp è realtà
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percorsi per il running, e piccoli impianti, di proprietà pubblica e privata. Non vorrei risultare eccessivamente enfatico ma credo che si tratti di una svolta epocale che ci consente di mettere a disposizione dei romani un’enorme banca dati di tutti gli impianti disseminati sul territorio dei 19 Municipi. Il censimento degli impianti ci consente di capire, nei singoli territori, quali sono le discipline più praticate, quali sono le carenze più evidenti, dove intervenire e dove consentire la realizzazione di nuovi progetti. È anche grazie alle richieste che ci sono arrivate da parte dell’utenza nel corso di questi anni che abbiamo potuto predisporre l’apertura di alcuni centri laddove ce n’era bisogno e molti ne potremo aprire nel prossimo futuro. Il Prisp ci permetterà di dare consigli a quanti vogliono costruire, suggerendo la zona più scoperta e la disciplina più ricercata, il tutto in funzione di quanti abitanti sono presenti sul territorio e delle loro esigenze. In questo modo ci poniamo l’obiettivo di ottimizzare gli spazi. In tempi di crisi, vista la ristrettezza dei bilanci, diventa fondamentale la giusta programmazione e la corretta gestione delle risorse a disposizione. Tutti potranno accedere ai dati dal sito internet www.sportincomune.it. Il si-
stato un lavoro che ci ha impegnato per quattro anni ma che alla fine, risultati alla mano, ha ripagato gli sforzi fatti da tutto il Dipartimento Sport in collaborazione con “Sapienza” Università di Roma e la Facoltà di Scienze Motorie del Foro Italico. Recentemente abbiamo potuto presentare in Campidoglio il Piano Regolatore degli Impianti Sportivi di Roma (Prisp), una capillare mappatura di tutte le strutture dove è possibile praticare lo Sport in nella nostra Città, circa 2.500, tra cui 1.700 palestre per giochi di squadra, 1.100 spazi per il wellness, 231 campi scoperti, più innumerevoli spazi all’aperto, tra cui
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to ha avuto di recente un completo restyling per renderlo ancora più funzionale, con una “mascotte” che accompagna il navigatore attraverso tutte le aree del portale. Sarà possibile anche trovare comunicati stampa, bandi di gara, organigrammi, tariffari degli impianti sportivi, calendario degli eventi, oltre ad interviste ad atleti famosi di ieri e di oggi. Basterà inserire la disciplina preferita e la zona in cui si vive per verificare dove è collocato l’impianto più vicino da poter frequentare, con tutte le informazioni al riguardo. Credo che tutto rappresenti una risposta importante, che certamente non risolve le carenze strutturali laddove sono presenti, ma che costituiscono il modo più moderno e funzionale per ottimizzare l’utilizzo dell’attuale patrimonio impiantistico e per offrire al cittadino un indirizzo alle proprie esigenze di praticare lo Sport. Il diritto all’attività fisica e al benessere è inalienabile e noi Pubblici Amministratori abbiamo il dovere, anche al cospetto delle attuali difficoltà, di garantire a tutti, giovani e meno giovani, l’opportunità di praticare la disciplina preferita, possibilmente senza allontanarsi troppo da casa. Un obiettivo che, nei limiti del possibile, grazie al Prisp stiamo cercando di raggiungere.
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cultura sportiva
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di Paolo Del Bene Direttore Sportivo A.S. Università Luiss Guido Carli
Roma non è stata costruita in un giorno n estate, dopo 20 anni di presidenza della famiglia Sensi, la squadra è passata ad una cordata di investitori americani, sancendo così l’inizio di una nuova epoca, e di conseguenza dando inizio ad una stagione di innumerevoli cambiamenti, delusioni, sogni, ed esaltazione. Gli americani, capitanati dal bostoniano Thomas Di Benedetto, stanno cercando di mettere le radici per un progetto sportivo a lungo termine, che si ramifichi sul piano tecnico, economico, ma soprattutto culturale, parola oggi molto ambigua e spesso abusata, ma in questo caso scelta con attenzione. Quella che da diversi mesi viene chiamata “rivoluzione culturale”, in casa Roma risponde ad una specie di nuovo comandamento; questa squadra deve rinnovarsi in tutto e per tutto, ambire ad un respiro europeo non solo per i risultati, ma soprattutto per lo stile, per la mentalità, per la trasparenza di intenti e per la qualità del calcio giocato. Questo, che sulla carta è un progetto ambizioso e nobile, richiede tempo, lavoro e pazienza, ma soprattutto richiede la collaborazione di tutta la tifoseria. Troppe volte abbiamo visto una dirigenza che cambia strada alle prime difficoltà, influenzata anche da contestazioni e fischi. Quest’anno la tifoseria giallorossa si è trovata faccia a faccia
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con una squadra appena nata, nuova quasi in tutto, ed ha dovuto decidere in che modo comportarsi di fronte alle prime sconfitte cocenti, e alle prime evidenti difficoltà. Quando la cordata americana rappresentata da Thomas Di Benedetto ha deciso ad acquistare l’A.S. Roma, essendo loro profani del nostro gioco, hanno anche saggiamente scelto un direttore sportivo che si occupasse della sfera tecnica, ovvero di tutto quello che riguardasse la parte sportiva: i nuovi acquisti, le cessioni, lo staff, le strategie di mercato e non ultimo, l’allenatore. In questa interessante “rivoluzione culturale”, termine che a Roma è diventato sinonimo di utopia per alcuni e di speranza per altri, si è decisa una linea precisa, basata sull’innesto di tanti giovani talentuosi, provenienti sia da fuori, che dalle giovanili. La squadra, munita di tante forze fresche, aggiunte ad un’ossatura di giocatori d’esperienza, vuole promuovere un calcio offensivo, tecnico, spettacolare e divertente, ed inoltre, particolare da non sottovalutare, vincente. Sulla carta sembra tutto molto bello e molto facile, e soprattutto, quando alla televisione gioca il Barcellona, sembra un algoritmo reale da raggiungere. Franco Baldini, il Direttore Generale dell’A.S. Roma, ha scelto nell’allenatore spagnolo
Luis Enrique la guida secondo lui più giusta per interpretare questo tipo di mentalità e di calcio. Un uomo totalmente estraneo al calcio italiano, forgiato nella disciplina calcistica del Barcellona, sia da giocatore, sia da allenatore del Barcellona B (le giovanili del Barcellona da cui la prima squadra si nutre di talenti), portatore di un calcio altamente offensivo, fatto di possesso palla e di tecnica individuale. Un uomo di 42 anni, alla sua prima esperienza da allenatore in una squadra di prima categoria. Detto questo, il 18 Agosto 2011, la Roma perde contro lo Slovan Bratislava nei preliminari di Europa League e poi pareggia al ritorno, uscendo subito dalle competizioni europee. Inoltre il tecnico sostituisce Francesco Totti tra i fischi dello Stadio Olimpico. È il disastro. Il progetto della Roma inizia in salita. La tifoseria è spaesata, forse sognava un esordio spettacolare, ma il bel calcio non si vede, e i tanti giovani in campo sono sparuti e disorientati. L’11 Settembre 2011 si gioca la prima di campionato, la Roma gioca in casa contro il Cagliari. Il risultato è di 2 a 1 per i sardi. Il disastro continua, ma a fine partita accade qualcosa di inatteso e impensabile: la tifoseria della Roma è in piedi e applaude i propri giocatori. È questa la rivoluzione culturale? La tifoseria ac-
Quest’anno, una tifoseria che nel bene e nel male non si è mai annoiata, è stata quella della Roma
cetta il progetto a lungo termine, accetta il rischio di un cammino difficile, accetta la costruzione di qualcosa che all’inizio sarà fragile ma poi darà i suoi frutti. La fiducia nel lavoro e in un’idea astratta, per la prima volta diventa più importante del risultato immediato. Oggi la Roma, in un’altalena di risultati, tra vittorie spettacolari e umilianti sconfitte si trova ancora in lotta per il terzo posto. I tifosi hanno vissuto un anno difficile, con due derby persi e la possibile uscita da ogni traguardo, ma in tanti hanno ancora fiducia nel nuovo corso. Ogni brutta sconfitta della Roma però è anche seguita dalle critiche di chi è convinto che si sia sbagliata strada sin dall’inizio. In questo panorama caotico e contrastante, la nuova società della Roma sembra tirare dritto con decisione, la fiducia a Luis Enrique è totale, ed egli rimarrà anche il prossimo anno, qualsiasi sia
la posizione il classifica a fine stagione. Devo dire che è raro vedere una condotta simile nel panorama calcistico italiano, dove tutto è al servizio dell’immediato risultato. Probabilmente la Roma avrebbe potuto cambiare più di un allenatore quest’anno, cercando di raggiungere qualche punto in più, chiedendo di coprirsi in difesa e di strappare qualche pareggio in più, ma tutta la coerenza e le grandi promesse sarebbero svanite in un soffio. Il risultato occasionale non fa una squadra vincente, c’è bisogno di solide fondamenta, e la Roma sta cercando di costruirsele. Ripensando alle prime parole pronunciate da Thomas Di Benedetto in un’importante intervista pubblica, possiamo capire che il progetto aveva l’intenzione di essere solido sin dall’inizio. Oggi quella frase sembra calzare a pennello:” Roma wasn’t built in a day”. Roma non è stata costruita in un giorno.
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filosofia
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di Andrea Ceccarelli Psicologo dello sport, Psicoterapeuta, Gruppoanalista
Conquistare terreno e non tirarsi indietro
’ L
etimologia latina del termine ('ad': verso, contro, allo scopo di; e 'gradior': vado, procedo, avanzo) indica un movimento in avanti verso qualcuno: tale movimento non necessariamente racchiude l'intenzione di fare del male. Nel suo significato originario “aggressività” non ha un valore distruttivo, ma assertivo, di vicinaza, di movimento, di contatto. Aggressione ha un significato patologico quando oltrepassa un limite. L’aggressività, in questo senso, appare come una forma indispensabile alla sopravvivenza della specie umana se viene intesa come “spinta in avanti”. Violenza ed aggressività quindi non sono sinonimi. C’è una frase attribuita a Marco Bollesan (ex Terza linea centro già due volte campione d'Italia con Partenope Napoli e Rugby Brescia, e più volte nazionale) che nel mondo della palla ovale è nota e – credo – anche ampiamente condivisa: “Il rugby è aggressività, è guerra. Ma dopo viene la pace più bella del mondo”. In questa frase si dice molto del rugby. Si dice dello spirito battagliero che non deve mancare, e della voglia di condividere, di “lottare” tutti assieme, compagni e avversari, con rispetto e amore per questo sport. Ricordo di aver sentito qualche allenatore incitare prima del match i propri ragazzi ricordando loro che quella che si apprestavano a
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fare su quel campo era una guerra. Un modo, proprio o improprio, di invitarli a tirare fuori una qualità che nel rugby è ritenuta essenziale: l’aggressività. Chiaramente, una delle principali barriere che un genitore dovrebbe superare è l’idea che il rugby sia uno sport violento e pericoloso (mandereste volentieri i vostri figli in guerra?), tagliato per spiriti guerrie-
ri e bambini aggressivi. Quale è il rito che nell’immaginario collettivo simboleggia il rugby nel modo più emozionante e spettacolare? La Haka dei Maori. Haka deriva da “ha” (soffio) e “ka” (incendiare), significa quindi “accendere il respiro”. A cosa serve? Ad intimorire, a palesare in modo chiaro e impressionante l’aggressività della squadra degli
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filosofia
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Il termine “aggressività” evoca la caratteristica di un comportamento negativo, per lo più violento. Ma da vocabolario non è realmente così All Blacks. Ma torniamo all’aspetto psichico e comportamentale. L'aggressività del bambino si esprime in modi ed intensità diverse e in vari momenti della giornata: tensioni oppositive il bambino le può manifestare in famiglia, a scuola, nelle competizioni sportive, osservando gli altri, così come leggendo fiabe o guardando cartoni animati in televisione. Ora però non ci spingiamo troppo oltre, cerchiamo di rimanere tra le “linee del campo” perché l'aggressività è un argomento trattato e ritrattato più volte, in questo secolo, dalle diverse scienze psicologiche e sociali (antropologia, psicologia, sociologia). Le varie teorie, da Freud a Lorenz, sono molte e dibattute: chi la considera causata prevalentemente da fattori innati, chi da fattori acquisiti o ambientali. Secondo lo scienziato Lorenz, ad esempio e alla sua teoria etologica, l’aggressivita è vista come un’energia latente che è specifica del comportamento umano e animale, immagazzinata automaticamente
per la sopravvivenza. Essenzialmente l’aggressività, per uno psicologo sportivo, è una manifestazione fondamentale della muscolatura e del movimento, come spiega in ‘Bioenergetica’ lo psicanalista americano Alexander Lowen: “L’aggressività risulta dal flusso di eccitazione che percorre il sistema muscolare, specialmente i grossi muscoli della schiena, delle gambe e delle braccia. Questi muscoli servono a stare in piedi e a muoversi. Il significato originario della parola aggressione è ‘muoversi verso’, azione che dipende dal funzionamento di questi muscoli”. E’ naturale quindi che ogni bambino possieda, nel bouquet delle sue qualità, anche la caratteristica di aggressività. Se è troppo elevata i comportamenti saranno distruttivi, viceversa se è troppo scarsa avremo atteggiamenti depressivi. “Il bambino compete e vuole vincere per natura (sono parole di Vincenzo Prunelli, medico neuropsichiatra, psicologo dello sport, psicanalista) ma per lui la
gara significa giocare e misurarsi, mentre la vittoria o la sconfitta sono solo momenti che non influiscono sui suoi comportamenti”. L’aggressività può essere positiva: “Ognuno, e specie un bambino, vuole superare situazioni di disagio e d’inadeguatezza nei confronti di chi vive una condizione superiore. E allora, l’impulso a ottenere una supremazia, o anche solo l’affermazione delle proprie qualità, diventa la spinta dell’evoluzione e di una crescita armonica e costruttiva”. Sulla modulazione della aggressività si può lavorare, Scrive il dottor Marcantognini - Psicologo dello Sport che ha collaborato con la FIR e l’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche -: “L’aggressività può essere allenata, come anche la consapevolezza del proprio livello di energia direzionata appunto ad andare avanti, elementi fondamentali per migliorare le qualità rugbistiche dell’allievo. La conoscenza, la modulazione e quindi l’allenamento dell’aggressività avvengono mediante
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uno strumento primario e indispensabile che è il contatto. Il gioco del rugby prevede la possibilità di allenare l’aggressività in quanto il contatto è una condizione necessaria al gioco, ma il contatto che avviene nei momenti di gioco non è l’unica forma possibile. Il contatto ha tante sfumature, esiste il contatto con se stessi, con le proprie sensazioni ed emozioni, con il terreno, e poi il contatto con gli altri. Il contatto con gli altri può essere di tanti tipi: oculare, verbale, non verbale e finalmente fisico. Ma il contatto fisico non è solo quello massivo del gioco vero e proprio, ma può essere modulato su tanti livelli. Fare allenamento del contatto, nel rugby, significa fare allenamento dell’aggressività e del giusto “dosaggio” al fine prettamente sportivo, competitivo, nel rispetto della disciplina sportiva e del gruppo. Questo significa far crescere, attraverso questo nobile e formativo sport di gruppo, la persona e di conseguenza il bambino, il giocatore, l’uomo.
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diritto e rovescio
dell’Avv. Sabrina Rondinelli Specializzata in diritto dello sport Dottore di ricerca Fac. Giurisprudenza “La Sapienza” sabrina.rondinelli@uniroma1.it
I poteri dell’Arbitro nelle partite di Calcio L’arbitro detto anche direttore di gara o ufficiale di gara è colui che assicura il rispetto delle regole, stabilite dall’Ifab, dalla FIFA e dalla FIGC, durante una partita di calcio
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ll’arbitro è conferita tutta l’autorità necessaria per far osservare le regole di gioco nell’ambito della gara che è chiamato a dirigere e controllare. Il compito ufficiale dell’arbitro è quello di controllare che una gara di calcio si svolga sotto l’osservanza delle regole di gioco, coadiuvato, se presenti, dagli assistenti arbitrali, dagli assistenti di porta e dal quarto uomo. L’arbitro è l’unico cronometrista della gara e deve prendere nota degli episodi accaduti nel corso della stessa. Può interrompere temporaneamente la gara, sospenderla o interromperla definitivamente a sua discrezione, al verificarsi di ogni infrazione alle regole o a seguito di interferenze esterne, di qualunque genere esse siano. L’arbitro deve intervenire su segna-
lazione dei suoi assistenti ufficiali per quanto concerne incidenti non direttamente controllati. Deve inoltre far in modo che nessuna persona non autorizzata entri sul terreno di gioco, deve indicare la ripresa della gara dopo un’interruzione del gioco, deve inviare alle autorità competenti un rapporto con le informazioni relative a tutti i provvedimenti disciplinari adottati nei confronti dei calciatori e/o dirigenti, e a tutti gli altri incidenti eventualmente accaduti prima, durante e dopo la gara. Quello che è importante sapere e che le decisioni dell’arbitro che si riferiscono ai fatti di gioco sono inappellabili e l’arbitro può modificarle a suo insindacabile giudizio solo in caso si renda conto egli stesso di aver sbagliato o, a sua discrezione, a seguito della segnalazione di un assistente o del quarto ufficiale che lo porti a ritenere errata una sua decisione prima che il gioco sia stato ripreso o la gara non sia terminata. Le gare dei campionati di vertice ed internazionali normalmente vedono la presenza di quattro ufficiali di gara (arbitro, assistenti e quarto uomo). In alcune manifestazioni UEFA, oltre all’arbitro, ai due assistenti e al quarto ufficiale, viene designato un assistente di riserva, il cui scopo è sostituire un assistente in caso di infortunio o nel caso in cui venga dispensato dalle proprie funzioni dall’ar-
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bitro, e due arbitri di porta, che hanno scopo di controllare i contatti nell’area di rigore ed anche verificare se il pallone abbia superato la linea della porta. Nelle gare dei campionati nazionali e regionali, le gare vengono dirette da soli tre ufficiali (arbitro e assistenti), formando la cosiddetta “Terna arbitrale”. Normalmente anche le gare di Eccellenza e Promozione sono dirette dalla terna. In Italia, a causa del numero insufficiente di arbitri federali, nei campionati giovanili il competente organo Tecnico Provinciale dell’AIA, può autorizzare un dirigente della società ospitante a ricoprire il ruolo del direttore di gara. Per la categoria pulcini e piccoli amici, tutto ciò non avviene, infatti, sarà un semplice istruttore a dirigere la gara, senza per altro indossare la divisa e utilizzare i cartellini gialli e rossi. L’arbitro durante le partite di calcio è il soggetto più contestato a volte a ragione da parte dei tifosi. Molte volte mi sono trovata in situazioni dove un referto arbitrale magari azzardato o non approfondito bene, ha fatto chiudere la carriera a molti giocatori soprattutto nel settore giovanile. Il mio augurio è quello sempre che dietro ad una divisa arbitrale ci sia un uomo che obiettivamente e con coscienza valuti i fatti accaduti in campo, ma la mia vuole essere una realtà e non solo una… speranza!
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focus
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di Pino Capua Consulente per il Sindaco per le politiche sportive del Comune di Roma
I miti non muoiono mai Alla notizia della morte di Giorgio Chinaglia ho sperato fino all’ultimo che si trattasse di un pesce d’aprile
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ong John, inclinando la testa da un lato, in un gesto familiare ai tifosi biancocelesti, quello che preludeva spesso ad un’azione inarrestabile, ha fatto il suo ultimo dribbling. Giorgio Chinaglia per me ha rappresentato un mito, una bandiera, fin da quando, ancora ragazzo, seguivo le sue gesta in curva. Con il suo modo di essere, sia in campo che fuori, ha fatto diventare la Lazio una squadra in grado di competere ai massimi livelli. L'ho ammirato e giustificato anche quando, da presidente, era ritornato a Roma per il dannato amore che aveva verso i colori biancocelesti e purtroppo non aveva conseguito i risultati che tutti speravano. E' sempre stato un uomo buono e forse fin troppo ingenuo nei rapporti con il prossimo: molte persone hanno approfittato del suo nome e della sua fama che avevano oltrepassato i confini dell'Oceano. Quando l’avventura con la squadra romana si concluse e Chinaglia si trasferì in America nei Cosmos, mise in ombra perfino Pelè, suo compagno di squadra. La fama di Chinaglia negli States crebbe a dismisura, diventò un idolo come a Roma. Eppure, ai suoi inizi, pochi, vedendo il suo incedere dinoccolato e la potenza fisica consona più ad un giocatore di rugby che ad un calciatore, avrebbero scommesso su di lui, nemmeno un intenditore di cal-
cio come Omar Sivori che lo definì “un elefante chiuso in una cristalleria”. Come si sbagliava! Molti hanno ricordato il gesto che fece a Valcareggi per una sostituzione in Nazionale a Monaco, ai Mondiali del 1974, nella gara contro Haiti. Al momento del cambio, con un plateale cenno del braccio mandò a quel paese l’allenatore, per poi abbracciarlo pentito negli spogliatoi. A me però piace di più ricordare la discesa sulla fascia destra sul campo di Wembley, sempre con la maglia della Nazionale, che si concluse con un tiro in porta respinto dal portiere dell'Inghiterra ma che permise a Capello, rimasto sempre suo caro amico, di ribadire in gol e conquistare la prima vittoria della Nazionale Italiana in terra inglese. Un giorno, quando, oramai conclusa l’avventura di dirigente, ave-
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va brillantemente avviato l'attività di commentatore sportivo, ci incontrammo in uno studio televisivo e disse che mi aveva sempre ammirato per la mia professione e che mi avrebbe voluto come medico della Lazio il giorno che fosse tornato: per me, che avevo nei suoi riguardi una sorta di soggezione avendolo eletto mio idolo ai tempi del primo scudetto della Lazio, fu come guadagnare un'altra specializzazione! Se davvero Giorgione ha commesso qualche errore, sono sicuro che l'ha fatto solo per amore della Lazio: la Lazio di Pino Wilson, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici, Renzo Garlaschelli, di Vincenzo D'Amico e di Luigi Martini, di Mario Frustalupi e Giancarlo Oddi ma principalmente la Lazio di Chinaglia e del grande papà Tommaso Maestrelli. “Nostalgia Chinaglia”? Si, tanta.
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superbike
] di Paolo Cecinelli Caporedattore centrale La7 Spor t SbkLa7
Questi vecchietti della Superbike...
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ompie 25 anni il Mondiale Superbike. Il Campionato delle“derivate di serie” dove corrono le Ducati, quelle vere, e piloti come Max Biaggi, Marco Melandri e Carlos Checa. Un traguardo importante. Nel corso di questi anni la Superbike ha subito il confronto con il più ricco e veloce Motomondiale (ora MotoGp) ma è riuscita comunque a sopravvivere e costruirsi sopratutto una propria identità che oggi costituisce un valore assoluto per chi va in moto. Il mondo della Superbike è quello più vicino ai motociclisti, agli appassionati, a quelli che vivono tutti i giorni sulla moto, a quelli che la usano come fosse un giocattolo e la pren-
dono per fare soltanto un “giretto” o per un’uscita su di una strada provinciale piena di curve. Ecco, la Superbike identifica in maniera diretta tutta questa passione. Una passione socialmente trasversale, che non ha età. La MotoGp a confronto appare come una vetrina illuminata dove però è vietato avvicinarsi. Vietato entrare. Rimanete fuori, siamo solo noi i privilegiati. Vietato battere il campione. Vietato fargli domande scomode. Tutto deve essere controllato, perché ogni cosa deve produrre un profitto economico. Vietato essere liberi. Ecco nella MotoGp manca proprio questo concetto che invece è l'essenza pura dell'andare in moto. Meno male che la differenza tra le due categorie sia soprattutto nelle moto. Quelle della MotoGp sono prototipi, esemplari unici. Costruiti esclusivamente per scendere in pista. Nella Superbike, invece, sono derivate da quelle in commercio (da qui la definizione “derivate di serie”). Modificate e adeguate per resistere alle sollecitazioni che una gara in pista può trasferire su telaio e sospensioni. La centralina elettronica è diversa per sfruttare più cavalli e poi qualche altro accorgimento. Il mondo della Superbike è considerato dagli appassionati una sorta di metafora: chiunque possiede una moto superbike
Marco Melandri attacca con la sua BMW
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diventa magicamente protagonista della vittoria del proprio beniamino. Come succede dopo che una Ferrari vince una gara in Formula Uno, quando improvvisamente è più facile incontrare per strada una Ferrari. Non si tratta di esibizionismo ma soltanto di condivisione del piacere di appartenere a una stessa grande famiglia. Ecco la Superbike genera proprio questo tipo di sensazioni. Coinvolgimento passionale come una tribù. Le formule dei due campionati sono cambiate parecchie volte nel corso di questi venticinque anni. All’inizio il Motomondiale era riservato ai motori due tempi. Marmitte a spillo e suoni tipo zanzare giganti. La Superbike invece è rimasta sempre uguale e fedele ai motori quattro tempi. Scarichi a tromboncino e rumore pieno che ti passa da parte a parte. Coinvolgimento sonoro. Una musica. Sino a dieci anni fa, Sbk e MotoGp, erano come due religioni diverse. Ora invece tutto è diventato più armonioso. Le differenze tecniche sono minime e i tifosi amano qualunque corsa in moto senza fare differenze. La natura della Superbike è stata quella di sperimentare prima di tutti gli altri campionati formule e regolamenti. Il format delle qualifiche per stabilire la pole position di un gran premio di Formula Uno, quello
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superbike
] Compie 25 anni il Mondiale Superbike. Il campionato che identifica realisticamente il sogno di ogni motociclista
Carlos Checa nella gara di esordio in Australia
con le minisessioni ad esclusione progressiva, arriva per esempio proprio dal mondo della Superbike che cominciò a utilizzarlo con successo prima di tutti gli altri campionati motoristici. Anche l’utilizzo della mono gomma, una sola marca di pneumatici per tutti, è stata lanciata dalla Superbike. Il paddock, lo spazio riservato ai Team con le strutture tecniche e l’hospitality, nella Sbk è aperto a tutti. Compri il biglietto ed
entri. Vai in giro, incontri piloti. Come fosse un grande villaggio turistico, ti salutano tutti. Vedi le moto, senti i rumori e annusi gli odori. Nessuno ti dice nulla. Sembra di essere aDisneyWorld. Un paradiso. Nelle gare della Superbike ci sono 25 piloti in griglia di partenza, più le wild card. Uno spettacolo. In MotoGp per far numero hanno dovuto aggiungere un'altra categoria. Ma in compenso ci sono i soldi. Il mon-
do della Sbk deve necessariamente accontentarsi di quello che rimane. La cultura, la gloria, lo stile, l’ambiente e la passione per fortuna non si possono comprare. Nel recente passato sono stati fatti diversi paragoni tra le due categorie, a volte anche troppo semplicistici. Qualcuno ha detto che la Superbike è un campionato per pensionati, qualcun’altro invece che la MotoGp non è un campionato spor tivo ma un complesso di operazioni finanziarie in cui il fatto di correre è marginale. In verità l’età media dei piloti emergenti in Superbike è più alta rispetto alla MotoGp ma quelli presenti in griglia sono in grado di battere anche i grandi campioni. Nel team campione del Mondo Ducati Althea di Genesio Bevilacqua c’è il ventiquattrenne romano Davide Giugliano, nel Team Red Devilsil genovese Niccolò Canepa e nel Team Pata Ducati Lorenzo Zanetti. Loro rimangono in gara, a lottare per il podio, sino all’ultimo giro. La differenza è proprio questa.
Davide Giugliano al box della Ducati Althea campione del mondo
Niccolò Canepa con la fidanzata
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[ La Federazione Italiana Rugby ha ufficializzato che il Cariparma Test Match tra la Squadra Nazionale e la Nuova Zelanda, Campione del Mondo in carica, si disputerà sabato 17 novembre 2012 allo Stadio Olimpico di Roma di Andrea Cimbrico
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CARIPARMA TEST MATCH
a partita contro gli All Blacks – ha dichiarato il Presidente della FIR, Giancarlo Dondi, commentando la scelta della sede – non può che disputarsi in uno dei palcoscenici più prestigiosi dello sport mondiale e per questo, vista anche l’indisponibilità dello Stadio Giuseppe Meazza ed alla luce del successo organizzati-
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rugby
vo del recente RBS 6 Nazioni, abbiamo scelto lo Stadio Olimpico di Roma”. “Ringrazio il CONI per aver immediatamente accettato di mettere a disposizione l’impianto del Foro Italico e mi auguro che le due partite del Torneo disputate recentemente all’Olimpico possano rappresentare per noi un punto di partenza su cui costruire un nuovo, grande successo di pubblico. Sono certo che la sfida ai Campioni del Mondo, come già nel 2009, si tradurrà in un nuovo, grande manifesto del nostro
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sport da diffondere in tutto il Paese”. Le sedi degli altri due Cariparma Test Match in programma nel mese di novembre 2012 verranno ufficializzate a breve da FIR, che prosegue le trattative con le amministrazioni di Torino per la gara del 10 novembre contro Tonga e di Bologna per la partita del 24 novembre contro l’Australia. Dettagli su modalità e tempi della prevendita e sui prezzi dei biglietti dei Cariparma Test Match verranno resi noti quanto prima sul sito ufficiale della FIR, www.federugby.it
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LA FORZA DI HOWE Guardare in faccia la realtĂ , avere a che fare con le ambizioni, ricominciare tutto o quasi tutto da capo, in poco tempo, senza quasi rendersene conto: questo ha fatto Andrew Howe in meno di un anno di Francesco Carboni_ph Paolo Caruana
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ossiamo dirlo: next stop London? O è ancora troppo presto? Perché se possiamo dirlo, abbiamo una serie domande, tante curiosità e un punto interrogativo grande: Andrew torna per essere protagonista? In una tranquilla mattina di quasi primavera ci troviamo con mr. Howe sulla pista dello stadio Raul Guidobaldi di Rieti: “chi si ferma è perduto” esordisce Andrew, infortunatosi il 26 luglio scorso, “ho ripreso a muovermi già 2 giorni dopo l’operazione. Stavo attraversando un buon periodo e l’infortunio arrivò proprio sul più bello, non ne voglio nemmeno parlare”. Guarda avanti con l’entusiasmo che non è mai calato e lo sguardo simpatico che l’ha reso celebre. Ventisette anni, fidanzatissimo, ad Atene 2004 scese in pista con le medaglie di campione del mondo juniores dei 200 metri e di salto in lungo conquistate qualche mese prima a Grosseto, a Pechino si presentò sulla pedana del salto in lungo con la medaglia d'argento conquistata un anno prima ai campionati mondiali di Osaka dove saltò 8 metri e 47 centimetri e fu secondo solo a panamense Saladino. A Londra Howe si vuole presentare con la voglia di prendersi una rivincita e dire la sua sul palcoscenico sportivo più importante in assoluto. Come non mai stavolta partecipare significa prendersi una bella vittoria o soddisfazione, a seconda dei punti di vista. “Sono sempre sceso in pedana sentendo come la responsabilità di dovermi esprimere al massimo delle mie possibilità e soprattutto per me è sempre stato importante sentire la carica delle persone che mi sono vicine e che credono in me” dice Howe sorridente “tutto questo deve generare grinta, più ce n’è e più si salta lontano”. Il reatino sta portando avanti un programma di lavoro serrato per recuperare al massimo l’attività agonistica, “ho il minimo per Londra, centrato al Golden Gala dello scorso anno, adesso serve conquistare la fiducia dello staff tecnico della nazionale”; Andrew vinse la gara dei 200 metri del Golden Gala 2011 imponendosi con un brillante 20’’31 che lo catapultò alla ribalta e lo lancio verso il mondiale di Daegu che poi fu costretto a saltare per l’importante infortunio in cui incappò durante un allenamento sulla pista dello stadio di Rieti “mi sto allenando molto bene qui sulla nuova pista del Guidobaldi, mia madre tiene sotto controllo tutto e mio fratello Jeremy è il mio compagno di allenamento, parlare di Londra mi sembra un dovere ma non voglio forzare chi è chiamato a comporre la squadra azzurra”, l’aviere capo Howe è convi-
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to: “pensare a Londra, parlare di Londra, lavorare costantemente a costruire l’Olimpiade è un qualcosa di cui ho proprio bisogno e che sto cercando di concretizzare ogni giorno che passa”. “La risposta sul se torno per essere protagonista, è scontata. Non mi alleno per la gloria di essere un’atleta, mi alleno per essere sempre al top, per riprendermi da quella che poteva essere una catastrofe, se avrò l’opportunità di dire la mia la dirò a modo mio”. Howe dopo il mondiale 2007 che lo decretò il numero due al mondo con la spettacolare finale dove la sfida contro il panamense Saladino si risolse all’ultimo salto, ritornò alle competizioni attraversando un periodo di vicissitudini continue che segnarono la stessa Olimpiade di Pechino e che hanno visto una parziale risoluzione nell’operazione effettuata nel settembre 2009 dal luminare olandese Orawa il quale pu-
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lì un tendine arrugginito dal troppo stress e ripristinò l’assetto funzionale di un atleta scalpitante; dopo l’importante operazione il recupero fu attento e monitorato sia dallo staff federale che dalla onnipresente mamma Renè. Quando ai Campionati Italiani 2010 Andrew atterò 16 centimetri sopra gli 8 metri c’erano tutte le condizioni per dire che era tornato. Il resto della stagione servì a preparare l’annata 2011 che doveva coronare un recupero completo.Parte alla grande il 2011, dopo un paio di incoraggianti apparizioni indoor, Andrew scende in pista al Golden Gala, il meeting di atletica leggera più importante d’Italia, una delle vetrine sportive più prestigiose d’Europa. Torna a correre i 200 metri, la specialità che l’ha reso celebre a cui vuole puntare in vista dei mondiali per velocizzarsi e togliersi belle soddisfazioni: “io mi sono scoperto saltatore, nasco velocista e continuo
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a sentirmi un velocista”. Pronti via è subito in testa, lo Stadio Olimpico esplode, Andrew è felice, mamma Renè esulta in lacrime: 20’’31 il miglior tempo in Europa sui 200 metri del momento. Quello che è successo dopo qualche settimana evoca tristezza: “non ho mai pensato di mollare ma sono consapevole che potevo essere costretto a farlo” dice Andrew, “l’infortunio, la dinamica, il momento, tutto quello che c’è stato intorno potevano chiudere la mia carriera. Se non fosse stato per la prontezza con cui sono stato operato e le attenzioni che non mi sono mai mancate, oggi potremmo raccontare una storia con un punto”. Invece un punto non c’è. “Sto correndo, mi sento in forma e non vedo l’ora di scendere in pista” meglio di così forse non si può, “mi sono ripromesso di essere positivo sempre, tutto quello che verrà lo dedicherò a chi ha sempre creduto in me”.
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1 Aprile 2012 ACEA ROMA VS BENETTON TREVISO
Luca d’Ambrosio
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IL SOGNO È SEMPRE PIÙ BLU Londra e l’Olimpiade. Fabio Scozzoli costruisce il progetto di una vita intera di Stefano Mappa
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l caporal maggiore Fabio Scozzoli nasce a Lugo (RA) il 3 agosto 1988, inizia l’attività natatoria all’età di 7 anni e consegue i primi successi nelle categorie giovanili già dall’età di 11 anni. Al termine degli studi da perito meccanico, si de-
dica a tempo pieno al nuoto e nel 2009 entra a far parte della sezione agonistica del Centro Sportivo Esercito. Tra il 2009 ed il 2011, si aggiudica ben 13 titoli italiani e numerosi altri piazzamenti a podio nelle più importanti gare nazionali, europee e
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mondiali, abbattendo anche, numerosi record individuali. Il 2009 celebra il suo debutto in campo internazionale; ai Giochi del Mediterraneo di Pescara consegue il terzo posto nella staffetta 4x100 misti mentre alle Universiadi di Belgrado con-
quista due medaglie d’argento, una nei 50 ed una nei 100 rana. Lo stesso anno, alla coppa del mondo di Berlino, migliora il record italiano dei 50 rana portandolo a 26”25, mentre agli europei in vasca corta di Istanbul, pur ottenendo un 4° posto nei 100 rana, con il tempo di 57”01 stabilisce il nuovo record italiano della specialità. L’anno seguente, Fabio Scozzoli si consacra atleta di livello mondiale; ai campionati europei di Budapest vince un oro nei 50 rana ed un bronzo nei 100 mentre ai campionati del mondo di Dubai in vasca corta, è argento nella prova dei 100. Nel 2011, in occasione dei mondiali di Shangai, si aggiudica due argenti, rispettivamente nei 50 e 100 rana (con record italiano a 59”42) e pochi giorni dopo, nel contesto dei campionati italiani assoluti, stabilisce anche il record europeo sulla distanza dei 50 con il tempo di 26”11, risultati che consentono a Fabio la conquista del “pass” per i Giochi Olimpici di Londra 2012. Il 2011 non poteva infine che chiudersi sotto i migliori auspici; agli Europei indoor di Stettino, vince ben tre medaglie; un oro nella staffetta 4x50 misti e nei 50 rana ed un bronzo nei 100. Fabio Scozzoli, classe 1988, così giovane e già un pesante bagaglio di successi; chi o cosa ti ha fatto appassionare a questo sport? La mia attività di nuotatore, senza molta convinzione, ha inizio all’età di 7 anni. Ho iniziato a nuotare perchè già lo faceva mia sorella; di conseguenza i miei genitori portavano anche me in piscina e come succede in molti casi analoghi fui iscritto ai corsi di scuola nuoto; devo confessare che all'inizio, questo sport non è che mi piacesse molto! Poi con il tempo, grazie anche ai miei amici
in vasca, ho iniziato ad appassionarmi ed a crederci.
Credo che il nuoto fortunatamente, sia ai margini di questo problema, con pochissimi casi, è un ambiente sano ed è ancora più bello per questo!
Quando sono arrivati I primi risultati importanti? Il primo titolo italiano juniores nei 100 rana nell'estate 2005! E’ stata una bella vittoria perché mi ha reso par ticolarmente felice e consapevole dei miei mezzi. Per un atleta è impor tante avere delle cer tezze, e per quanto mi riguarda, questo primo risultato mi ha dato lo slancio necessario per affrontare con più determinazione il futuro di nuotatore.
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Come ti sei avvicinato e perché hai scelto la specialità della rana e le relative distanze? Nel nuoto non si sceglie subito la propria specialità; da piccoli ti insegnano tutti e quattro gli stili, poi, quasi per vocazione naturale ci si orienta verso una specialità; lo stesso discorso è valido anche per la scelta della distanza; nel mio caso, pur non essendo un velocista puro, mi sono trovato a mio agio verso le gare su distanze corte e non a caso, che i migliori risultati sono giunti sulle prove dei 50 e dei 100. Per il resto, ho mantenuto sempre bene an-
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esercito
] lora mi guarderò indietro pensando a quanto di buono ho fatto, magari sperando di essere diventato un idolo per le prossime generazioni, così come io ne ho avuti tanti! Hai quindi un atleta modello a cui ti ispiri? Certamente: Massimiliano Rosolino nel nuoto e Filippo Inzaghi nello sport! Il 2011, ti ha regalato importanti medaglie mondiali e, grazie ad esse, la possibilità di partecipare ai Giochi Olimpi di Londra 2012. Come vivi questo momento e quali pronostici ti senti di fare? Mi sento di dire che non andrò ai Giochi Olimpici di Londra solo per partecipare; lavoro tanto per por tare a casa qualcos’altro che una semplice presenza; gareggerò al massimo delle mie possibilità per non tornare a casa col rimpianto che avrei potuto fare di più. Quali sono i valori che lo sport ti ha insegnato? Lo sport ed il nuoto in particolare, insegna la lealtà, ma anche la grinta di combattere e competere testa a testa; ti insegna a perdere e a rialzarti e a porti degli obiettivi e raggiungerli con enormi soddisfazioni. E' davvero una scuola di vita. Per non parlare dell'ambiente sano in cui ti fa crescere. Uno sportivo in più' e' un ragazzo in strada in meno.
che gli altri 3 stili e infatto ho vinto 3 titoli italiani assoluti nei 100 misti. Detieni 2 primati italiani ed uno europeo, questo ti crea pressioni o ti sprona a migliorare ancora? I record sono fatti per essere battuti, non mi creano altre pressioni, mi alleno sempre per migliorarmi e quei record rappresentano il mio limite raggiunto. Nel 2010 ti sei consacrato atleta di livello in-
ternazionale. Da quell’anno molti altri importanti successi hanno arricchito il tuo palmares, portandoti nell’elite del nuoto mondiale. Come riesci a gestire questo momento così esaltante? Sentendomi sempre il solito Fabio, non guardo tanto indietro perche ora non c'e' tempo per godersi i successi acquisiti; sono nei miei anni migliori e come atleta voglio raccogliere il massimo possibile, cercando di mantenere sempre, nelle mie specialità, le posizioni di vertice. Quando poi un giorno deciderò di smettere, al-
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Ringrazi qualcuno in particolare per i risultati ottenuti? Tante persone sono le persone a cui devo indirizzare i miei ringraziamenti; il mio allenatore Thomas prima di tutti; è grazie a lui che ho ottenuto i risultati che si conoscono; inoltre, il mio pensiero va immancabilmente all’Esercito Italiano per aver creduto in me sin dal primo giorno in cui sono stato contattato su campi di gara e soprattutto per il significativo apporto tecnico ed amministrativo che mi offrono. Senza di loro non avrei mai potuto dedicarmi a tempo pieno al nuoto e probabilmente non avrei ottenuto i risultati che ho ottenuto. chiaramente non posso tralasciare la mia societa civile, l'Imolanuoto, i miei genitori che mi hanno appoggiato e aiutato in tutte le mie scelte, la mia ragazza Carlotta che mi dà stabilità e tutti i miei compagni di squadra e di allenamento, senza dimenticare tutte le persone che tifano per me! Questione doping, il tuo punto di vista su questo problema. Credo che il nuoto fortunatamente, sia ai margini di questo problema, con pochissimi casi, è un ambiente sano ed è ancora più bello per questo!
Sportclub Aprile 2012_bassa_ok.pdf 2-05-2012 10:56:56 - 33 - (PANTONE (Cyan) (Magenta) (Yellow) (BlacK) 227 CVV) 232 872 C)
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] IL TENNIS TORNA A BRILLARE AL FORO ITALICO. COME OGNI ANNO tennis
Al via tra un mese la 69esima edizione degli Internazionali d’Italia che anche quest’anno infiammeranno i cuori delle migliaia di appassionati che affolleranno l’impianto capitolino di Marco Trozzi
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l rinomato torneo che accoglie i migliori tennisti del panorama internazionale andrà in scena dal 12 al 20 maggio per la sua seconda edizione in veste di combined event cioè, come avviene nei quattro tornei del Grand Slam, con match di entrambi i sessi disputati nell’arco di una stessa giornata. Nel segno della continuità rispetto allo scorso anno la 69esima edizione che, come detto, si concentrerà nell’arco di nove giorni con sessioni di gara diurne e notturne disputate sui campi per gli incontri di singolare e doppio con la concomitanza di match maschili e femminili. Trentesimo appuntamento del Circuito ATP 2012 (maschile dunque) e venticinquesimo di quello WTA (femminile), gli Internazionali d’Italia fanno parte dei nove tornei del World Tour Masters 1000 assieme a Indian Wells, Miami, Monte Carlo, Madrid, Toronto, Cincinnati, Shangai e Parigi, in sostanza i migliori tornei al mondo, secondi per importanza solo alle quattro prove del Grand Slam: Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e Us Open (di competenza ITF come Coppa Davis e Fed Cup). La qualità straordinaria del torneo è certificata dalla presenza nel tabellone femminile delle prime 25 tenniste al mondo. Il torneo Wta, infatti, a differenza di quello maschile, non prevede la partecipazione automatica di tutti i big. La non obbligatorietà non ha impedito l’allestimento di un campo di partecipazione di primissimo ordine con tutte le migliori interpreti al via, comprese ovviamente le quattro eroine di Fed Cup, Schia-
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vone, Vinci, Pennetta ed Errani. L’unica assenza tra le Top30 è quella della ceca Lucie Safarova. Maria Sharapova avrà quindi il suo bel da fare se vorrà difendere il titolo dello scorso anno. La spietata Azarenka di questo inizio di stagione avrà la motivazione ulteriore di voler vendicare la sconfitta per ritiro patita nel 2011 proprio dalla russa. Nel tabellone maschile non manca nessuno, a cominciare dal numero uno del mondo, il serbo Novak Djokovic, a caccia del suo terzo trofeo romano (dopo quelli del 2008 e 2011) e campione in carica. Cercherà di vendicare la sconfitta subìta in finale Rafael Nadal, a caccia del sesto titolo capitolino dopo le affermazioni del 2005, 2006, 2007, 2009 e 2010. La speranza di tanti tifosi è che possa essere la volta buona per Roger Federer, sconfitto nelle due finali raggiunte nel 2003 e 2006. Per l'Italia, in attesa dell'attribuzione delle wild card, entra di diritto in tabellone Andreas Seppi. Il primo giocatore fuori dal main draw è il brasiliano Thomaz Bellucci, numero 45 Atp. Continuità, ma anche tante novità nel 2012: la venue del Foro Italico presenterà un’importante new entry, la “SuperTennis Arena”, un secondo “show court” da 3.500 posti appositamente realizzato e reso molto più confortevole rispetto al Campo n.10 dello scorso anno. Un vero e proprio gioiello realizzato per garantire al pubblico presente al Foro Italico uno spettacolo migliore e innovativo, arricchito dall’apporto della più moderna tecnologia. Il nuovo stadio prende il nome dal canale SuperTennis, la tv della Federazione Italiana Tennis,
La storia
host broadcaster del torneo femminile, che garantirà agli appassionati immagini suggestive e spettacolari grazie alle quali gli incontri saranno esaminati ai raggi X. Proprio il canale interamente dedicato al tennis darà la possibilità a tutti gli amanti della disciplina di accedere ai più esclusivi luoghi del Foro Italico e scoprire così tutti i retroscena più affascinanti del torneo.
Un torneo per tutti Come lo scorso anno tutti avranno la loro chance di partecipare e vincere gli Internazionali BNL d’Italia. La Federazione Italiana Tennis ha infatti nuovamente organizzato dei tornei di pre-qualificazione maschile e femminile in programma dal 20 al 29 aprile in diversi circoli d’Italia. L’iniziativa, adottata anche dalla federazione statunitense che ogni anno lancia tra aprile e giugno dei tornei di pre-qualificazione allo Slam americano aperti a tutti i tesserati senza vincolo di livello o classifica, nel 2011 ha riscosso grandissimo successo in Italia: sono stati quasi novecento, infatti, i partecipanti ai tornei organizzati in tutta la penisola. Per gareggiare basta avere la tessera FIT e possono iscriversi anche i non classificati. Guardando i tabelloni del 2011 si può notare la presenza anche di giocatori di livello internazionale: tra gli uomini Enrico Burzi, Stefano Galvani e Marco Viola; tra le donne Martina Di Giuseppe, Erika Zanchetta, Anastasia Grymalska ed Alessia Virgili. I tornei organizzati non prevedono montepremi in
denaro ma - cosa ben più allettante - i vincitori saranno invitati a partecipare al torneo di prequalificazione degli Internazionali BNL d’Italia in calendario al Foro Italico di Roma il 9 e 10 maggio. La FIT, inoltre, consentirà a tutti i partecipanti del Lazio l’accesso gratuito all’impianto per assistere ai match sabato 12 maggio, e a quelli delle altre regioni domenica 13 e lunedì 14. Ai tabelloni di pre-qualificazione maschile e femminile del Foro Italico saranno ammessi i vincitori dei sette tornei disputati nelle varie località italiane, oltre ad un giocatore e una giocatrice estratti a sorte tra coloro che hanno raggiunto le semifinali dei singoli tornei e agli otto giocatori direttamente ammessi al tabellone su indicazione del settore tecnico nazionale. Il torneo di prequalificazione del 9 e 10 maggio determinerà le quattro wild card ammesse ai tabelloni delle qualificazioni maschili e femminili degli Internazionali BNL d’Italia. Queste le sedi prescelte: Lombardia: Motonautica Pavia (maschile) e Tennis Voghera (femminile), Pavia. ; Toscana: TC Pistoia (maschile, Pistoia) e CT Siena (femminile, Siena); Abruzzo: CT Teramo (maschile, Teramo) e CT Vasto (femminile, Chieti); Lazio: CT Oasi Pace (maschile, Roma) e Tennis Mania (femminile, Roma); Sicilia: Circolo del Tennis Palermo (maschile e femminile, Palermo); Emilia: ASD Tennis Siro (maschile, Bologna); Veneto: Oasi 2mila (femminile, Padova); Campania: CT Grumo Nevano (maschile, Napoli) e TC Vomero (femminile, Napoli).
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Organizzati per la prima volta nel 1930 al Tennis Club Milano, gli Internazionali d’Italia maschili vennero disputati nella Capitale per la prima volta solo cinque anni più tardi, mentre quelli femminili sbarcarono in riva al Tevere nel 1950 al termine dell’interruzione (1936-1949) dovuta al secondo conflitto bellico mondiale. Il primo vincitore fu lo statunitense Bill Tilden che ebbe la meglio sull’italiano Umberto de Morpugo, mentre nel tabellone femminile la prima regina degli Internazionali fu la spagnola Lilí de Álvarez anche lei vincitrice su un’atleta italiana: Lucia Valerio. Da allora molti sono stati i campioni e le campionesse che si sono avvicendati sul trono degli Internazionali d’Italia: tra gli uomini il giocatore che si è imposto il maggior numero di volte è lo spagnolo Rafael Nadal (cinque: 2005, 2006, 2007, 2009, 2010) protagonista assoluto insieme a Roger Federer degli ultimi anni, mentre tra le donne la regina degli Internazionali d’Italia è un po’ più datata: la statunitense Chris Evert, anche lei “pentacampionessa” con le vittorie nel 1974, 1975, 1980, 1981, 1982. Nadal ed Evert sono i tennisti che sono riusciti ad imporsi più volte di tutti, ma nel corso degli anni il pubblico italiano ha potuto ammirare i migliori atleti della disciplina: agli Internazionali d’Italia, infatti, hanno partecipato e vinto atleti del calibro di Pietrangeli, Năstase, Borg, Panatta, Noah, Lendl, Wilander, Muster, Curier, Agassi, Nadal e Djokovic nel maschile e King Smith, Maleva, Graf, Sabatini, Martinez, Pierce, Hingis, le Williams, Seles, Jankovic e Sanchez nel femminile, in definitiva l’élite della disciplina.
I trionfi italiani Nelle precedenti sessantasette edizioni disputate sono stati nove i successi italiani, sei dei quali nel maschile (1933 Emanuele Sartorio, 1934 Giovanni Palmieri, 1955 Fausto Gardini, 1957 Nicola Pietrangeli, 1961 Nicola Pietrangeli, 1976 Adriano Panatta) e i rimanenti tre nel femminile (1931 Lucia Valerio, 1950 Annelies Ullstein-Bossi, 1985 Raffaella Reggi). Dopo ventisette anni di digiuno, la speranza è che il tricolore possa tornare a sventolare più in alto di tutti, molte delle aspettative nazionali sono riposte nel gruppo femminile che negli ultimi anni è stato assoluto protagonista nella Fed Cup. Tra queste ragazze c’è Francesca Schiavone che dopo la vittoria al Roland Garros del 2010 spera di imporsi per la prima volta davanti al pubblico di casa. Inutile nascondere che molte delle aspettative dell’intero movimento nazionale sono riposte proprio in lei.
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paralimpiadi
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GIUSY VERSACE È CAMBIATA LA VITA, NON IL CUORE di Massimiliano Morelli ella e solare, radiosa, mora, svelta col pensiero e unica nello sdrammatizzare le siruazioni. Giusy Versace è una donna speciale, che si è ricostruita da sola dopo un terribile incidente stradale che le ha tagliato le gambe e cambiato la vita. E' stata forte nel carattere e nel fisico, tanto che s'è rimessa in gioco, nel lavoro così come nello sport.
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Londra è ormai dietro l'angolo. Lei come sta vivendo l'attesa preolimpica? «Forse solo adesso inizio davvero a realizzare che siamo ormai vicini al grande obiettivo e che invece, da quel lontano febbraio del 2010 - prima volta che indossai protesi da cosa - sono passati ben 2 anni. Continuo ad allenarmi con grande determinazione e costanza anche se sono reduce da una frattura scomposta al polso che mi ha costretta a stare ferma per quasi due mesi. Ma credo molto in quello che faccio e non mollo soprattutto perchè ho la grande fortuna di essere allenata da Andrea Giannini, ex campione di salto con l'asta, oggi mio allenatore ma soprattutto una grande persona che sta credendo in me». Sa già con chi dovrà confrontarsi? Conosce le sue avversarie? Si è data un traguardo, un obiettivo? «Nel mondo paralimpico si gareggia per categorie a seconda del tipo di invalidità. Attualmente, in tutto il mondo, siamo solo 4 le donne amputate bilaterali di gamba come me (T43), 2 o 3 a livelli davvero alti ma in contesti internazionali come può essere la paralimpiade di Londra, saremo accorpate alle amputate monolaterali (T44) che hanno tempi di accredito migliori dei nostri. Alcune di loro corrono già da almeno 6 anni e sono molto forti ma non mi spavento. Corro perché mi diverto e mi sento viva se poi vinco, ancora meglio. Il mio obiettivo è di andare sotto i 16" in una gara ufficiale poiché l'ho già fatto l'anno scorso ma trattandosi di gara provinciale senza giudici riconosciuti dalla federazione non mi fu riconosciuto valido il tempo».
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[ Cosa rappresentava lo sport prima dell'incidente e cosa rappresenta oggi? «Prima era solo una svago, un modo per scaricare la tensione accumulata a lavoro. Oggi, è una grande fetta della mia nuova vita». A proposito dell'incidente, e a prescindere dalle ovvie risposte legate alla mobilità, cosa è cambiato nella sua testa? «Tante cose... Dal modo di vestire, agli accorgimenti per non cascare sotto la doccia ma soprattutto ho imparato a guardarmi allo specchio pensando non più a ciò che non ho ma a ciò che è rimasto di me. E poi sono molto critica con i tecnici, se mi fanno le gambe storte li rimprovero... Io le avevo dritte» (e sorride, ndr) Lei non si nasconde, poco dopo l'incidente, quando ha potuto permetterselo, è tornata in spiaggia, ha continuato insomma a vivere la sua vita, senza rintanarsi come fanno purtroppo molti altri ragazzi: è stata una sfida con se stessa? O la voglia di dare un esempio? «Prima di tutto una grande sfida con me stessa ma grazie all'infinito amore delle persone che mi stanno accanto mi sono sempre sentita forte e loro mi hanno insegnato a non vergognarmi mai. Sono nata e cresciuta a Reggio Calabria e anche se vivo a Milano ormai da 14 anni non potevo immaginarmi una vita senza la spiaggia, senza il mare. Io ho bisogno di sentirne anche solo il profumo. Quando ho incrociato lo sguardo di gente ignorante che mi guardava come se fossi un mostro,a volte forse anche infastidita dalla mia presenza, ho deciso che non mi sarei mai nascosta per dare lo stimolo a quanti invece ancora oggi si vergognano. Perchè farlo? Che lo facessero i delinquenti! Io non ho fatto nulla di male, ho solo accettato il volere di Dio a testa alta». Cognome importante, interessi lavorativi nel campo della moda, da parte sua, ma non nell'azienda di famiglia. Perché? «Sono sempre stata molto determinata e ribelle. Sin da piccola facevo cer te litigate con i miei. Si sono separati quando avevo 13 anni e già allora amavo disegnare e viaggiare. Iniziai a lavorare nel campo della moda per caso, non nello stile bensì nel commerciale, ero brava a vendere. Feci la gavetta perché dovevo dimostrare loro che potevo farcela senza l'aiuto di nessuno. È stata dura soprattutto in una città come Milano e soprattutto con un cognome "pesante" come il mio. Ma ho vinto! Quando i traguardi li raggiungi sudando e non perchè qualcuno ti ci ha accompagnato, il successo vale molto di più. Io, oggi, devo dire grazie a
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poche persone e sono quelle che negli anni passati, agli inizi, hanno creduto in me perché mi chiamavo Giusy e non Versace». Se le chiedo di chiudere gli occhi e di pensare a un momento qualsiasi della sua vita, cosa le viene in mente? «Il giorno dell'incidente e l'incredibile voglia di vivere che ho provato!». Londra 2012 è un punto d'arrivo o un punto di partenza? «Assolutamente un grande punto di partenza. Uno dei tanti obiettivi che mi sono prefissata e che mi aiuteranno a diventare più forte ed equilibrata di ora». Neanche un riccone come Murdoch e neanche Gastone, il cugino di Paperino, hanno il sorriso sulle labbra come lo ha lei. Come fa a essere sempre sorridente? «Sono fortunata perché ho una grande fede e un bel carattere. Forse l'ho ereditato da papà. A volte è un rompi scatole come tanti, in passato per un periodo non ci siamo parlati, ma lui ha un grande dono: riesce a sdrammatizzare ogni cosa e quindi vive meglio! Ho imparato a farlo anche io, me lo ha insegnato lui. Io amo troppo la vita, ritengo che sia un grande dono di Dio nonostante le numerose sofferenze che ci tocca affrontare. Mi piace ridere, mi piace stare in compagnia, mi piace leggere, andare al cinema, viaggiare, cucinare, disegnare, ballare, correre. Ci sono persone che pur avendo le proprie gambe tutte queste cose non possono farle. Non potrei non ridere alla vita oggi, farei davvero peccato». Smile a parte, c'è mai stato qualcuno che l'ha fatta arrabbiare? «Ovvio che si! Due cose più di tutte: in primis i dirigenti dell'azienda per cui lavoravo che dopo l'incidente anziché reintegrarmi mi hanno trattata da invalida, come fossi un peso. Dietro la scrivania a fare i solitari per almeno un anno se non più . Ma ho avuto la forza di riprendermi i miei spazi e oggi sono felice di fare la consulente. Guadagno di meno ma ho più tempo da dedicarmi ad altre cose che mi riempiono il cuore, vedi l'associazione di cui sono presidente che mi permettere di regalare speranza alla gente (www.disabilinolimits.org). Il secondo punto, si riferisce a quelli che sostenevano che io non potessi correre cercando di scoraggiarmi. L'ho trovato molto triste e mi ha fatto davvero arrabbiare. Per fortuna io non porto rancore, ho un animo troppo buono! Ho risposto con i fatti e questo mi ha ripagato alla grande».
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La testimonianza della rinascita di Giusy, campionessa italiana paralimpica sui 100 metri, che ci racconta il suo rimettersi in gioco
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orienteering
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APPENA CONCLUSA LA LUNGA STAGIONE 2012 Lo sport dell’orienteering sugli sci ha archiviato un’altra intensa stagione ricca di duelli sportivi in tutto il mondo. Gli azzurri guidati dal CT Nicolò Corradini si sono spinti quest'anno anche oltre oceano, negli USA con le prime prove di Coppa del Mondo andate in scena a fine gennaio di Stefano Mappa
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n California, al Lago Tahoe, la disciplina dello Sci-O ha trovato una sede naturale per le sue gare. Unici requisiti: paesaggi mozzafiato, boschi non troppo fitti e ovviamente la neve. Nella stagione che si è appena conclusa infatti, la neve, è stata una variabile molto importante visto che alcune gare sono state spostate o addirittura cancellate per la sua assenza. In particolare, a livello nazionale sono saltate le prove in Friuli Venezia Giulia e Veneto, ad Asiago. Il secondo blocco di gare importanti a livello internazionale, si è invece svolto nei Paesi dell’Est, a metà tra Europa ed Asia, come il Kazakistan e l’Ucraina. Nella nazione kazaka si è gareggiato in condizioni meteo impor tanti con il termometro che è sceso fino a -25° ed i concorrenti costretti a coprirsi più del solito per riuscire ad affrontare le prove. Difficile rendere al meglio con quel freddo, anche per atleti provenienti da regioni fredde come il Trentino Alto Adige. Le 2 trasferte, a Sumy e Almaty hanno comunque evidenziato buoni risultati da par te degli italiani che hanno registrato nella giovane Ele-
na Iagher le migliori per formances. Esperienze interessanti sotto tutti i punti di vista quelle nei 2 Paesi dell’ex U.R.S.S. che hanno lasciato intravedere notevoli doti organizzative e margini di crescita. In particolare la nazione kazaka, ricchissima di petrolio e minerali, è parsa come un grande Paese in rampa di lancio. Tanto per citare un solo esempio, quello di Astana, capitale spuntata dal nulla negli ultimi anni. “Tra 10 anni con una crescita a questo livello, assisteremo ad un vero e proprio miracolo economico” – hanno raccontato gli atleti reduci dalla trasferta. La Coppa del Mondo si è poi conclusa nella pa-
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tria dello sci, a Boden, in Svezia a fine marzo. A livello mondiale ormai le nazioni leader sono: Russia, Norvegia, Svezia e Finlandia. Ogni tanto qualcuno riesce ad inserirsi in questo oligopolio ma al momento è un duello contro dei giganti inarrivabili. Il numero uno è stato il finlandese Staffan Tunis, giovanissimo ma già in grado di battagliare contro il russo Andrey Grigoriev e lo svedese Peter Arnesson. Lo sci in rosa dice Svezia una volta in più, grazie a Josephine Engstroem e Marte Reenaas. A contendere loro la leadership la norvegese Tove Alexandersson. A livello nazionale invece le cose vanno in direzione Trentino. È questa la regione regina dello Sci-Orienteering grazie al Campione d’Italia sulla lunga distanza Gabriele Canella del Monte Giner che anche quest’anno si è confermato atleta da battere. Suo infatti il tricolore messo in palio nei boschi di San Felix (BZ) dopo una lotta a colpi di secondi con l’altoatesino Thomas Widmann. Fra le donne invece il duello è ancora fra Alto Adige e Trentino rispettivamente fra Johanna Murer e Elena Iagher. Una più esperta, l’altra più talentuosa ed è riuscita ad aggiudicarsi il titolo di Campionessa Italiana 2012.
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fiamme gialle
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SCIABOLA E FIORETTO PER UN TRIONFO
AZZURRO
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e prime medaglie sono state appannaggio dell’allievo finanziere Camilla Mancini e dal finanziere Beatrice Monaco. Eccellente è stata la condotta di gara di Camilla Mancini artefice di un’entusiasmante rimonta nei confronti della russa Zagidullina che, da un passivo di 8-13, le ha inflitto un parziale di 7 a 0 portandola a vincere il match col punteggio di 15-13. Subito dopo, per l’accesso in finale, si è sbarazzata della Kiefer (bronzo mondiale assoluto a Catania 2011) con lo stesso punteggio 15 a 13, per
poi arrendersi nella finalissima per l’oro, nel derby azzurro, alla compagna di nazionale Alice Volpi. Bronzo, invece, per Beatrice Monaco che si è arresa, per l’accesso per la finale primo e secondo posto, solo all’azzurra Volpi. Beatrice, aveva esordito nel tabellone dei 64 superando la venezuelana Gil Pinero per 15-7 e poi, nelle 32, la coreana Ko per 15-10, prima di avere ragione della polacca Golebiowska per 15-13. Argento per Daniele Garozzo divenuto neo vicecampione del mondo per essersi arreso in finale solo al russo Safin per 15 a 8. L’avventura di Daniele è cominciata contro il danese Rahbek che l’ha liquidato con un 15 a 4,
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nei 32esimi ha battuto l’irlandese Cusack 15 a 7, negli ottavi il russo Lichagin 15 a 13, mentre nei quar ti la stessa sor te è toccata, nel derby azzurro, a Lorenzo Nista 15 a 14. In semifinale, ha avuto ragione del greco Nakis col punteggio di 15 a 8. Bronzo, infine, nella sciabola femminile grazie a Martina Petraglia – il papà è stato velista nelle Fiamme Gialle – che si è confermata ai vertici mondiali con la conquista della medaglia di bronzo, bissando così il successo dello scorso anno. A fermare l’ascesa di Martina è stata Caterina Navarria, che nello scontro italico, l’ha battuta per 15 a 12. Infine si è fermato, nel tabellone degli ottavi,
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fiamme gialle
Dal 3 al 7 aprile a Mosca, presso l’Olimpijskiy dei Giochi Olimpici di Mosca 1980, si sono svolti i Campionati del Mondo Giovani di scherma. Ben sei erano gli atleti gialloverdi che sono saliti sulle pedane moscovite ed hanno conquistato quattro medaglie: 2 d’argento e 2 di bronzo
il finanziere Enrico Berrè che, nella sciabola, nel corso dell'assalto contro lo statunitense Dershwitz, poi conclusosi col punteggio di 1510 per l'americano, ha avvertito un riacutizzarsi di un infortunio alla coscia destra. Nel tabellone dei 64 aveva avuto la meglio sull'inglese Miller per 15-7 e, nei 32 aveva sconfitto nel turno dei 32 il russo, padrone di casa, Ibragimov per 15-14, al termine di un assalto al cardiopalma. Con questo primo appuntamento del 2012 la scherma gialloverde dimostra di essere sempre più in vetta alle classifiche mondiali confermando e consolidando anche la bontà della scherma azzurra.
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rugby
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LA PRIMAVERA RUGBY RICORDA NICOLA ALONZO Aperto per la ricorrenza il campo 3 di rugby dell'Acqua Acetosa a 400 bambini under 14 di Massimiliano Morelli
una bellissima giornata di sole al Centro Spor tivo Giulio Onesti: i campi dell’Acqua Acetosa ospitano il Primo Torneo Nicola Alonzo, un distaccamento del torneo Beppe Brucato per la categoria Under 14. Le 18 squadre provenienti da tutta Italia si sono sfidate nel Torneo per ricordare un grande maestro di rugby che ha contribuito all’educazione e alla crescita personale e spor tiva di centinaia di rugbisti di tutte le età. La società US Primavera è riuscita ad organizzare un impor tante evento spor tivo in
È
concomitanza con la par tita del VI Nazioni disputatasi il 17 Marzo 2012, raccogliendo più di 400 giovani atleti. Il Presidente della US. Primavera Lorenzo Zileri Dal Verme ha spiegato come è nata l’idea di dedicare un torneo ad una figura di eccezionale impor tanza per il rugby romano. “Determinati personaggi hanno bisogno di essere ricordati ed onorati in un mondo come quello del rugby: chi insegna rugby insegna un modo di vita, e Nicola era una di queste persone. L’ambizione delle società di rugby giovanile come la US Primavera è di trasmettere ai ragazzi un modo di essere migliore e più propositivo, seguendo l’esempio e
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gli insegnamenti di Nicola” “Una degli elementi più affascinanti del mondo del rugby è lo spirito di amicizia tra gli avversari: nel vero spirito di questo spor t, gli atleti del Parma, presenti a Roma per la partita del VI nazioni, hanno cenato in compagnia dei loro coetanei e sono stati da loro ospitati per la notte. La US Primavera è sempre presente nel mondo del minirugby, e vogliamo che il torneo Nicola Alonzo diventi un evento tradizionale che affianchi lo storico torneo Beppe Brucato” Almeno 3 generazioni di rugbisti allenati da Nicola si sono infatti riunite oggi per montare le strutture e fornire assistenza agli atle-
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ti ed alle società, in memoria di un grande uomo, educatore e maestro. La presenza di squadre da tutta la penisola rende questo evento ancora più impor tante. Piero Alonzo, figlio di Nicola, si è voluto soffermare su quello che il rugby ha rappresentato per suo padre, e quanto felice sarebbe stato Nicola se avesse potuto partecipare a questo evento.” Questo è il più grosso regalo che avrebbero potuto fare a mio padre: Nicola ha passato 40 anni ad occuparsi dei ragazzi del minirugby, cercando di creare un vero legame con i ragazzi, e la presenza di così tanti giovani coinvolti nell’organizzazione del torneo è il simbolo del suo successo.
rugby
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“Ho avuto la ‘sfortuna’ di avere Nicola come allenatore: in quanto suo figlio, non avevo diritto ad un trattamento di favore, anzi probabilmente era più duro con me che con gli altri ragazzi. Per questo diventa anche difficile per me chiamarlo papà. Il profondo coinvolgimento nel mondo del rugby di Nicola ha portato ad alcuni piccoli dissidi con la sua famiglia, gelosa dell’attenzione, della passione e del tempo che mio padre riusciva a trovare per il rugby. Alla fine della morale però, la presenza e la partecipazione di così tanti giovani nell’organizzazione del torneo simboleggia il trionfo della passione di mio padre” Nicola è stato una figura storica del rugby ro-
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mano, un autentico pilastro intorno al quale questa disciplina è cresciuta e si è evoluta. Chiunque abbia avuto il privilegio ed il piacere di conoscerlo ne ha sempre ammirato l’educazione e la signorilità, oltre che la profonda conoscenza del rugby. La presenza dei ragazzi di Nicola a tutti i livelli organizzativi del torneo è testimonianza dell’eccellente lavoro da lui fatto in qualità di educatore e rugbista. La disponibilità dell’US Primavera ad organizzare un torneo per celebrare la memoria di un grande uomo e maestro simboleggia l’impatto e l’eredità lasciata da Nicola nelle società in cui ha collaborato.
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rugby
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LA NUOVA ZELANDA SBARCA AL ROMA SEVEN Tutto è pronto per il Roma Seven 2012 e il grande Rugby si fa bello di Marta Centra
enerdì 18 e Sabato 19 Maggio presso lo Stadio dell’Acqua Acetosa 24 team, 500 giocatori e giocatrici provenienti da tutto il mondo si daranno battaglia a colpi di placcaggi e mete in un fantastico week end di Rugby ad altissimo livello che culminerà con la finale prevista in notturna alle 23.30 di Sabato 19 Maggio.Dopo il 6 Nazioni
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di Rugby, come ogni anno, arriva il Roma Seven, il Torneo Internazionale di Rugby Seven 1° in Italia, 3° in Europa e 9° al Mondo per importanza. Il Rugby a Sette sta conquistando tutti! Nato a Melrose in Scozia nel 1883, è cresciuto così tanto da eguagliare la fama del Rugby a 15, tanto da divenire Sport Olimpico a partire da “Rio de Janeiro 2016”. Grande il fermento, grande l’attesa per il Roma Seven 2012 giunto oramai alla sua 11a edizione. Le
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più forti squadre al mondo, maschili e femminili, saranno a Roma per contendersi l’ambito trofeo della Roma Seven Cup. Confermata la straordinaria presenza della Francia e della Nazionale del Kenya, quinta potenza al mondo e che ritorna per la seconda volta nella capitale, senza dimenticare l’ambiziosa nazionale della Georgia ed i terribili samoani. Attesissima l’Italia del Rugby che punta al titolo. Ma la squadra da battere resta la “ROMA SEVEN”.
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rugby
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Il Superclub ad inviti che nel 2011, ha potuto vantare tra le proprie fila i famosi “ALL BLACKS” , tra cui DJ Forbes (Best IRB Seven Player 2008) e Tomasi Cama , sotto la guida del guru mondiale del Rugby Seven Gordon Tietjens. Davvero imperdibile la loro Haka! Davvero strabilianti la loro fantasia e le loro funamboliche giocate. Tra le squadre femminili i riflettori saranno puntati sulle “AOTEAROA New Zealand Maori”, considerato il miglior team femminile al mondo e che ritorna al Roma Seven per difendere i titoli conquistati nel 2010 e nel 2011 dall’assalto di Nazionali ambiziose ed agguerrite come la Russia e la Nazionale Italiana in rosa. Che spettacolo ! Un vero Mondiale di Rugby a Sette. Questo è il Roma Seven con il suo Villaggio Ospitalità, la cena di gala, le sue eleganti e bellissime donne ed uno sport vero ed appassionante come il Rugby. Un torneo davvero straordinario, che il mondo ci invidia, in una cornice di Sport e Mondanità. Uno spettacolo esserci! Appuntamento quindi al 18 e 19 Maggio allo Stadio dell’Acqua Acetosa. Vietato mancare! www.romaseven.com
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golf
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La Federazione Italiana Golf non perde di vista tutti gli obiettivi nella sua azione che ormai da vari anni è ad ampio raggio
Bubba Watson, vincitore del primo Masters 2012
LA STAGIONE GOLFISTICA È ENTRATA NEL VIVO di Marta Centra osì, preceduto da una serie di incontri e riunioni preparatorie con le varie Associazioni ambientaliste, è nato un “Protocollo d’intesa” con una serie di impegni reciproci, per aprire un tavolo di confronto e intensificare un’azione comune in favore dell’eco-golf. Lo hanno sottoscritto il presidente della FIG, Franco Chimenti e i presidenti di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, del WWF Italia, Stefano Leoni, della Federparchi, Giampiero Sammuri, di MareVivo, Rosalba Giugni. e la responsabile Ufficio Ambiente e Paesaggio del FAI, Costanza Pratesi. In linea con il programma internazionale GEO (Golf Environment Organization), a cui partecipano già diverse Associazioni ecologiste di altri Paesi, il Protocollo individua e condivide innanzitutto “l’obiettivo primario di difendere il territorio, la natura e il paesaggio, come patrimonio dell’intera collettività e risorsa fondamentale anche per l’industria del turismo”. Da qui, una serie di impegni concreti che la FIG – nell’ambito dei compiti e delle responsabilità di una Federazione sportiva – intende promuovere presso i circoli affiliati: dalla salvaguardia dell’assetto idrogeologico del territorio a quella degli aspetti paesaggistici, dalla riduzione al minimo nell’uso dei fertilizzanti e dei fitofarmaci al-
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la tutela della biodiversità, dal risparmio di acqua a quello energetico. Da parte loro, le Associazioni firmatarie del documento si sono dichiarate “disposte a un confronto propositivo, anche tramite le proprie organizzazioni territoriali, affinché venga avviata una riqualificazione ambientale degli impianti esistenti e l’eventuale creazione di nuovi impianti avvenga in base ai criteri di sostenibilità”. D’intesa con la Federgolf, verrà istituito inoltre un “tavolo tecnico di lavoro” per individuare i principi e le metodologie più idonei per realizzare questo programma. Tornando ai major, di cui si diceva all’inizio, il Masters è stato vinto dallo statunitense Bubba Watson, un giocatore in crescita che nelle buche finali è riuscito a mantenere la freddezza necessaria per agganciare il sudafricano Louis Oosthuizen e poi batterlo alla seconda buca di spareggio. Un risultato a sorpresa, sia perché quest’ultimo aveva preso un discreto vantaggio grazie a un albatross, (ossia ha guadagnato tre colpi tutti insieme imbucando la palla con il secondo colpo in un par 5, un evento rarissimo nel golf), e poi perché in fatto di esperienza Oosthuizen poteva già vantare un successo in un major (Open Championship, 2010). Sono scesi in campo Francesco ed Edoardo Molinari. Il primo ha iniziato molto bene, portandosi dopo un giro in quarta posizione, poi la sua prestazione è sta-
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ta altalenante e alla fine si è classificato 19°, con il rammarico di non essere arrivato per soli due colpi tra i primi dodici che hanno acquisito il diritto a tornare ad Augusta l’anno prossimo. Edoardo Molinari, invece, è finito in retrovia (57°), ma deve avere ancora pazienza per ritrovare la buona condizione. Ha saltato, infatti, quasi tutto l’allenamento invernale per un incidente al polso e ora si trova in ritardo rispetto agli altri. Di positivo, comunque, l’aver superato il taglio in tali condizioni.Sorpresa anche nel Nabisco Champioship, in California, dove la coreana Sun Young Yoo ha bruciato la superfavorita taiwanese Yani Tseng, numero uno mondiale e già tre volte vincitrice in stagione. Le coreane, che golfisticamente hanno invaso gli Stati Uniti con poca gioia dei responsabili LPGA Tour e degli sponsor poiché non sono affatto comunicative e non suscitano grandi entusiasmi, hanno dominato il torneo con otto presenze nelle prime quattordici posizioni. Per la prima volta è scesa in campo nel Nabisco la romana Diana Luna, che quest’anno ha deciso di guardare anche al LPGA Tour. Ha concluso al 56° posto, ma ha dimostrato di poter competere degnamente in una dimensione diversa da quella continentale specie nel secondo giro quando con un 68 ha realizzato uno dei migliori punteggi di giornata. E’ uscita a metà gara Silvia Cavalleri.
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golf tuttincircolo
news dai circoli di golf
a cura di Andrea Cecinelli Responsabile comunicazione del Golf Forense
CASTELGANDOLFO Il Trofeo Franco Biondi Santi a Castelgandolfo Un amore classico del nostro Bel Paese si è unito con la crescente passione degli sportivi italiani, vino e golf hanno finalmente trovato il giusto feeling. Una sinergia che si sta sviluppando grazie a Franco Biondi Santi , enologo di fama mondiale, produttore della più alta qualità dello storico Brunello. La garanzia del successo è assicurata. Sono quattro anni che la figlia Alessandra Biondi Santi ha abbinato il nome dell'azienda “il Greppo” al mondo del golf, target appropriato per i prodotti più prestigiosi, ed il brunello senza ombra di dubbio appartiene a questa riconosciuta eli-
te. All'esordio avvenuto quattro anni fa al circolo Parco di Roma & c.c. volle essere presente anche il presidente della Fig Franco Chimenti, grande estimatore del vino Biondi Santi, nonché grande amico di Franco Biondi Santi, anche lui presente per l'evento. Le tre edizioni del Trofeo hanno toccato i circoli più blasonati dello stivale: da Royal Park di Torino al golf di Asiago,dall' Olgiata, passando per l'Argentario, fino all'Acaya. Il vino Biondi Santi dell'azienda il Greppo cura in modo particolarissimo le sue vigne. Le rese per ettaro sono bassissime, da 3050 q.li di uva per ettaro. Motivo per cui la produzione attuale raramente supera le 80 mila bottiglie, comprese circa 10.000 bottiglie di Riserva, prodotte solo nelle vendem-
OLGIATA GOLF CLUB Volvo Italian Golf Challenge Autostar Cup all’Olgiata E’ primavera: voglia di correre con auto scoperte, e allora perché non scegliere una Volvo? Intanto gli appassionati golfisti hanno dato sfogo ad uno sfavillante weekend nei
PARCO DI ROMA GOLF CLUB Emblema Golf Classic Tour 2012 al Parco di Roma Si è disputato presso il Parco di Roma nel weekend 31-marzo – 1 aprile un’appassionante gara: Emblema Golf Classic Tour 2012. Favoriti da una splendida giornata primaverile, un centinaio di giocatori hanno par tecipato alla attesa gara, una 18 buche stableford per giocatori suddivisi in tre categorie. Al termine della appas-
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mie eccezionali. La vendemmia è eseguita tutta manualmente, inizia a metà settembre dopo una accuratissima selezione dell'uva destinando solo la prima scelta alla fututra Riserva, proveniente dai vigneti che hanno 10 anni per quello dell'annata e oltre 25 per la Riserva. La quarta edizione del circuito si prospetta ancora più ricca delle prece-
denti: le gare di selezione avverranno questa volta soltanto nel Lazio e nella Toscana e per i giocatori più “valorosi” sono previsti numerosi premi tra cui un viaggio offerto dal co-sponsor Viaggiare. Media partner del circuito sarà la rivista 18 Life&Style che ben si accorda con il prestigio del vino Brunello. Mario Cappelli
giorni del primo fine settimana di aprile. All’Olgiata ha vinto con 42 punti Andrea Romano, primo netto della Prima Categoria davanti a Fabio Prodosmo (39) e Stefano Broglia (38) ma è stato Leonardo Sbarigia (32) il giocatore che ha guadagnato il Premio Lordo. Un premio è andato anche a Tareq Aref,
principe afgano per anni capo del cerimoniale della Fao in quanto primo tra i possessore di una Auto Volvo. In Seconda Categoria successo di Giorgio Iacobelli (45) davanti a Francesco Ferrara e Carla Merlo (44). I premi speciali sono stati vinti dalla Lady Patrizia Nuzzo (39) e il Senior Carlo Gianni (38).
sionante competizione in Prima Categoria il Primo netto con 41 punti è risultato Niccolò Capacchietti del Parco di Roma davanti a Stefano Moruzzi, mentre il Primo lordo è stato Giorgio De Filippi con 38 punti. Successo di Alessandro Rega (40 punti) nella seconda Categoria davanti a Niccolò Saligari, mentre la Terza categoria è stata appannaggio di Francesco Figliuzzi (41) su Andrea Fioretti. Premi speciali alla Lady Olimpia Ciardi e al Senior Mauro Spallone.
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golf forense
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GOLF FORENSE PIU’ 2012: IL FASCINO DELLE NOVITÀ di Andrea Cecinelli_ foto di Damiano Rosa l countdown è cominciato e tutti gli elementi fanno presagire che Il 2012 sarà un’altra grandissima stagione ed un anno di grandi cambiamenti. Primo tra tutti quello del nuovo Title Sponsor. Dopo una Partnership durata tre anni con Smart e Mercedes Benz Roma, il Golf Forense ha aperto le porte di casa a Jaguar Italia, un azienda che certo non ha bisogno di presentazione, un marchio che nel mondo del Golf è presente da diversi anni e che renderà ancora più affascinanti le tappe di questo fortunato circuito. Come da tradizione la “Prima” andrà in scena al Parco di Roma Golf Club, nelle due giornate di sabato 14 e domenica 15 Aprile. In queste date si aprirà l’ottava edizione del Golf Forense Più. “Otto anni di grande lavoro e di grandissime soddisfazioni nei quali si è riusciti a dare a questo cir-
I L'Avv. Nicola Colavita con Francesca Iannettone
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golf forense
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Gli Avv.ti Giandomenico Magrone e Livia Furlotti Magrone
Vanessa Sampaolesi
cuito una identità ben precisa. Avere poi raggiunto quest’anno una partnership con un brand come Jaguar, un marchio che da sempre è espressione di fascino ed eleganza, è un’ulteriore conferma sulla bontà del lavoro svolto, oltre che per me un grandissimo onore” - il commento del Presidente del Golf Forense Avv. Nicola Colavita. Anche quest’anno il Golf Forense ha voluto confermare il suo impegno nel sociale promuovendo la devoluzione del 5 per mille della dichiarazione dei redditi in favore dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Tanti i nuovi partner che quest’anno affiancheranno la manifestazio-
Vanessa Kelly
ne: Rome Sotheby’s International Realty, il partner tecnico Wilson Staff, Valtur e Nespresso solo per citarne alcuni. Dopo la tappa inaugurale, il calendario prevede altre due tappe: il 15 Settembre al Golf Roma Acquasanta e la chiusura all’Olgiata Golf Club, il 20 e il 21 Ottobre. Anche quest’anno ci sarà il premio finale della Golf Forense Top, una speciale classifica che somma i punteggi ottenuti nelle tre tappe e che permetterà alla coppia vincitrice di essere ricordata per sempre nell’albo d’oro di questa particolare manifestazione. Pronti, partenza, via. Il Jaguar Golf Forense Più 2012 è cominciato. Il Dott Carlo Massi
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] [ TUTTINCIRCOL Roma tuttincircolo
news dai circoli sportivi storici news dai circoli sportivi storici
Club deiCircoli Sportivi Storici
Agostino De Zordo, Consigliere del Club Circoli Sportivi Storici
Circoli e sponsorizzazioni uello delle sponsorizzazioni è un tema caldo in questo periodo soprattutto per i sempre più frequenti rilievi avanzati al riguardo dall’Amministrazione finanziaria che ne contesta la inerenza con conseguente esclusione della deducibilità nel periodo d’imposta interessato. L’attuale normativa consente e riconosce, infatti, la piena deducibilità delle sponsorizzazioni effettuate in favore delle associazioni spor tive dilettantistiche fino al tetto di euro 200mila. Lo strumento utilizzato recentemente dall’Agenzia delle Entrate per negare la deducibilità di tali spese da par te del soggetto che le ha sostenute è costituito dalla pretesa antieconomicità dell’o-
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l’operazione per attestarne la effettività. E ciò per evitare defatiganti contestazioni e consentire alle associazioni non profit di continuare
perazione, in quanto derivante da scelte illogiche dell’imprenditore o per la sproporzione tra i costi sostenuti e il ritorno economico del messaggio o per la scarsa inerenza della “pubblicità” con il settore di attività dell’azienda. In sostanza l’Agenzia delle entrate sostiene la “inutilità” della sponsorizzazione ponendola in relazione ad un astratto quanto poco verificabile incremento (non quantomeno del fatturato ma addirittura) dell’utile. Sarà quindi necessario, come del resto già in precedenza, formalizzare contrattualmente il rapporto tra le par ti dando conto delle motivazioni della scelta fatta al fine di pubblicizzare presso l’utenza individuata i prodotti, marchi e ser vizi aziendali; nel contempo verificare la congruità dell’investimento rispetto ai ricavi dell’Azienda e, infine, conser vare traccia documentale di tutta
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a conseguire dalla aziende risorse impor tanti e spesso vitali per lo svolgimento delle loro attività non solo spor tive ma anche culturali e sociali.
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news dai circoli sportivi storici news dai circoli sportivi storici
REALE CIRCOLO CANOTTIERI TEVERE REMO LA FESTA DELLE SCUOLE Si è svolta mercoledì 14 marzo nei pressi di Piazza Mancini la festa che raduna tutti gli alunni delle scuole che hanno par tecipato al progetto “Remare a scuola” con il Circolo Canottieri Tevere Remo. Daniela Sanna come sempre in prima fila per organizzare tutto al meglio e radunare quanti più ragazzi possibili al fine di reclutarli nella scuola remiera del circolo anche in previsione degli anni futuri. Grande entusiasmo anche da parte dei professori che hanno ade-
Club Circoli Sportivi Storici
dei
rito al progetto impegnandosi in prima persona e talvolta anche uscendo in barca con i propri alunni affrontando le acque del Tevere che in fin dei conti tutta questa paura non fa. “Oggi abbiamo avuto un enorme successo rispetto agli scorsi anni. Quasi trecento i ragazzi che hanno par tecipato a questa festa, segno che stiamo lavorando nella maniera giusta”. Queste le parole di Daniela alla fine dell'evento mentre saluta tutti i professori che vanno via felici dopo aver passato una giornata diversa di sport con le proprie classi. “Speriamo di riuscire a reclutare quanti più allievi possibili per le nostre scuole remiere e dare un valido ricambio agli atleti che andranno a far parte della squadra agonistica nei prossimi anni”. Michele Petracci
Sapori d'Oriente Vi a C a s s i a 9 2 7 / M - 0 0 1 8 9 R o m a Te l . 0 6 / 3 0 3 6 5 0 0 2 Vi a G i u l i a 2 0 1 - 0 0 1 8 6 R o m a Te l . 0 6 / 6 8 3 0 7 8 3 2
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FUTBOLCLUB FUTBOL LEAGUE E FUTBOL CUP: GIANNINI METTE DAVVERO PAURA Terminata la regular season la primavera presenta, in contemporanea, Futbol Cup e play off della Futbol League che decreteranno chi siederà sul gradino più alto del torneo sociale per antonomasia del circolo. Dopo le 13 gare di campionato i verdetti sono i seguenti: Impara e Giannini, come da pronostico, hanno sbaragliato la concorrenza e chiudendo al primo posto con 37 punti si sono già assicurate le semifinali delle fase a eliminazione diretta.
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Sul terzo gradino del podio un grande Stigliano che, con un finale mozzafiato, ha recuperato posizioni su posizioni e precede, nell’ordine, le altre “grandi” come Pellicelli, Giovannetti e Palma. Ai play off anche Angelucci, Noli, Iorio e Mencucci mentre in Coppa si sono qualificate anche Albini e Giovannoni. Dopo un mese di stop la Futbol League si riapre con nessuna sorpresa anche negli ottavi: sul velluto Palma e Pellicelli, rispettivamente con quattro e due gol di differenza, mentre hanno faticato più del previsto Stigliano e Giovannetti che si sono imposti con un solo gol di scarto sulle avversarie. Ai quarti “mozzi” ci attendono quindi Bayern Leverkusen vs Milan e Palmeiras vs Bayern Monaco che decreteranno le due outsider che incontreranno le strafavorite Real Madrid e Chelsea per assicurarsi il pass per la finale di fine maggio. Più lunga, combattuta e imprevedibile
appare la Futbol Cup, con tre gironi da quattro squadre e direttamente, al termine di scontri di sola andata, le semifinali tra le tre capolista e la migliore seconda. Nel girone A Giannini imperversa inarrestabile, con 20 gol in tre partite: un buon allenamento per tenersi in forma prima del rush finale. Nel gruppo B ti aspetti una risposta di Impara ai Blancos e invece ecco spuntare Iorio che con 9 punti in tre gare e 3 gol a partita (tre dei quali nel fantastico 3-2 contro il Chelsea) accede alle semifinali. Un minimo di consolazione per i Blues che grazie al 6-1 su Albini accedono al tabellone delle top four come migliore seconda grazie alla differenza reti: anche qui un brivido per Impara dato che Palma, l’altra candidata al ripescaggio, ha chiuso 8-0 contro Noli, sfiorando l’impresa della qualificazione per un solo gol! Nell’ultimo raggruppamento cadono Stigliano e Pelli-
Il socio del mese Nome: Giuliano Zoppis
Nome: Giuliano Cognome: Zoppis Detto: Zoff-is! Ruolo: Portiere Piede Preferito: Le mani Pezzo Forte: Sempre presente agli allenamenti del circolo Squadra del Cuore: AC Milan
celli e a sorridere, questa volta, è Angelucci che batte tutte e tre le avversarie e si qualifica come prima. Insomma due squadre su quattro che non ti aspetti contenderanno ai Blancos, sicuramente la squadra più forte e in forma del momento, anche la Coppa: per gli accoppiamenti delle semifinali tutto rimesso alle urne e chissà che non esca un Real Madrid vs Chelsea per farci gustare il big match subito ad aprile senza aspettare metà maggio (dove invece potrebbe essere lo scontro finale dei play off tra le due big). Gianmatteo Colla
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DUE PONTI SPORTING CLUB PRIMAVERA, STAGIONE DEL TENNIS La primavera è la stagione del tennis per antonomasia e si entra nel clou della stagione anche al Due Ponti, in realtà già molto attivo per tornei sociali anche nella stagione invernale e per presenza nei tornei capitolini invernali e federali, in cui già molte squadre del circolo sono impegnate. Quest’anno, il programma tennistico del Due Ponti è ancora più ricco di attesa per l’importante debutto in Serie B. Dopo aver conquistato il titolo regionale di Serie C 2011 e la promozione in Serie B, Emanuele e Pietro Tornaboni, con la collaborazione del d.t. Alessio Palladino, hanno costruito una squadra che ambisce alla conquista della Serie A, confermando le giovani promesse Cristiano Compagnone e Federico Teodori, prodotto del vivaio del circolo, Gabriele Noce, Salvatore Carbone
ranking col numero 180 della classifica ATP, di cui si ricorda una bellissima vittoria contro il francese Richard Gasquet. Insomma, il Due Ponti Tennis Team, diretto da Alessio Palladino, e formato dai tecnici Alessio Varriale, Dario Berrettini e il preparatore atletico Roberto Pisci-
e GianMarco Toccini, che da sempre gioca per i colori del Due Ponti. Punta di diamante della compagine, insieme al quotato Stefano Tarallo, ex 150° della classifica ATP, importante pedina per la promozione in serie b, sarà il nuovo acquisto Leonardo Azzaro, categoria 2.3, best
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telli, è pronto a scendere in campo per questa nuova importantissima e avvincente sfida, per la quale potrà contare anche sulla giovanissima promessa Federico Bonacia, che si allena con il team dal 2007 e ha raggiunto la 30° posizione nella classifica europea Under 14.
PerchĂŠ limitarsi a correre o a passeggiare la domenica mattina quando si possono trascorrere ben tre giorni da dedicare alla salute, allo sport e al benessere nello splendido scenario dello Stadio delle Terme di Caracalla?
La Race for the Cure 2012 56
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maratona
Rosanna Banfi e Maria Grazia Cucinotta madrine della Race
a “Race for the Cure”, manifestazione che da 12 anni si svolge a Roma per sostenere la lotta ai tumori del seno, torna dal 18 al 20 maggio per una XIII edizione ricca di novità e di iniziative organizzate dalla “Susan G. Komen Italia” alle quali par tecipare dal venerdì alla domenica mattina insieme alle due testimonial storiche dell’evento, Maria Grazia Cucinotta e Rosanna Banfi.
L TRE GIORNI DI SALUTE, SPORT E BENESSERE per la lotta ai tumori del seno 57
IL VILLAGGIO DELLA SALUTE ALLE TERME DI CARACALLA Il Villaggio della Salute, aper to fin da venerdì 18 maggio, sarà caratterizzato da moltissime attività ideate non solo per gli spor tivi ma anche per le famiglie, i gruppi di amici e i semplici visitatori. Oltre agli stand dei numerosi sponsor della manifestazione e ad un’area giochi per i bambini, sono previsti laboratori della prevenzione sui tumori del seno e della cer vice uterina, rivolti in par ticolare a gruppi selezionati di donne che non accedono agli ordinari programmi di screening
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senologici per motivi sociali, economici e culturali. Inoltre, esami gratuiti di prevenzione dei tumori della pelle e delle malattie della tiroide; incontri con gli esper ti ed angoli di informazione per saperne di più su alimentazione e prevenzione dei tumori, sui danni del fumo, sulla prevenzione delle malattie della tiroide con l’uso del sale, sul linfedema, sulla tutela sul lavoro delle donne operate e molto altro. Spazio anche alla bellezza con esperte make-up ar tist a disposizione delle visitatrici. LA CORSA DI 5 KM E LA PASSEGGIATA DI 2 KM DELLA DOMENICA MATTINA Al termine di questo intenso weekend, torna l’appuntamento con la corsa e la passeggiata aper ta a tutti: grandi e bambini, uomini e donne, competitivi e non competitivi. Tutti ai nastri di partenza alle ore 10 di domenica 20 maggio per correre o passeggiare insieme tra le meraviglie del centro di Roma, dalle Terme di Caracalla fino al Colosseo. Con un contributo minimo di 13 euro si riceverà la borsa
gara con gli omaggi degli sponsor, il pettorale ricordo e la nuova t-shir t dell’edizione 2012. Si può correre o passeggiare, sia sul percorso di 5km che su quello di 2km. L’organizzazione tecnica è a cura del Gruppo Sportivo Bancari Romani.
Race chiedendo la speciale maglia e cappellino rosa per unirsi al gruppo delle “Donne in Rosa”, le vere protagoniste della Race! Per loro ci sarà anche un’area riser vata al Villaggio, con tante iniziative all’insegna della condivisione e del relax.
LE “DONNE IN ROSA” – LE PROTAGONISTE DELLA RACE L’obiettivo principale della Race for the Cure (che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio di Roma Capitale, Provincia di Roma, Consiglio Regionale del Lazio, CONI, FIDAL, Policlinico Gemelli e con il contributo di IPASVI, Federfarma Roma e Collegio Ostetriche Roma), è quello di raccogliere fondi ed esprimere solidarietà alle “Donne in Rosa”, donne che hanno affrontato personalmente il tumore del seno e che testimoniano che da questa malattia si può guarire, come fa da molti anni la ‘madrina’ Rosanna Banfi. Chiunque abbia avuto un’esperienza con il tumore del seno o lo sta ancora combattendo può iscriversi alla
L’IMPEGNO DI TANTE AZIENDE NELLA RACE FOR THE CURE Tante aziende hanno scelto di par tecipare alla Race formando una squadra o sostenendo la manifestazione con il proprio contributo. Dallo sponsor nazionale Johnson & Johnson a Divani & Divani, Gioco del Lotto, Banca del Fucino e QVC. Inoltre, il media sponsor La7; gli altri media partner come RaiNews, Diva Universal, RadioRadio e Metro; Neutrogena (sponsor delle “Donne in Rosa”); Internazionali BNL d’Italia (par tner ufficiale) e Lete (fornitore ufficiale).
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COME ISCRIVERSI Per iscriversi o saperne di più si può chiamare lo 06.3540551 o visitare il sito www.race-
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LA SUSAN G. KOMEN ITALIA PER LA LOTTA AI TUMORI DEL SENO La Susan G. Komen Italia è una organizzazione senza scopo di lucro, basata sul volontariato, che opera dal 2000 su tutto il territorio nazionale nella lotta ai tumori del seno ed è il primo affiliato europeo della “Susan G. Komen for the Cure” di Dallas, la più grande istituzione internazionale impegnata da circa 30 anni in questo campo. La causa di cui si occupa l’Associazione ha una grande rilevanza sociale e coinvolge direttamente o indirettamente moltissime famiglie italiane. I tumori del seno, che colpiscono una donna su nove nel corso della vita, rappresentano infatti le neoplasie maligne più frequenti tra le donne e la principale causa di morte nella popolazione femminile sopra i 35 anni. Ogni anno in Italia si registrano più di 40.000 nuovi casi di tumore del seno, con una diagnosi ogni 15 minuti. E sebbene le possibilità di guarigione siano piuttosto alte, sono oltre 11.000 le donne che perdono ancora la loro battaglia. C’è quindi ancora molto da fare, sia per rendere la malattia sempre più curabile, sia per aiutare le tante donne italiane ad affrontare questa esperienza con meno paura, con maggiori informazioni e con un atteggiamento più determinato e positivo. Tra gli obiettivi della Susan G. Komen Italia: • PROMUOVERE LA PREVENZIONE SECONDARIA cioè la diagnosi precoce, strumento di grande efficacia per ridurre la mortalità della malattia • AIUTARE LE DONNE CHE SI CONFRONTANO CON LA MALATTIA a disporre di informazioni adeguate ed aggiornate e di maggiori opportunità per il recupero del pieno benessere fisico e psichico for thecure.it per iscriversi da subito con carta di credito o per consultare l’elenco degli altri punti iscrizione attivi a Roma e nel Lazio. Si può anche par tecipare alla Race formando una squadra, iscrivendo almeno 10 persone entro il 26 aprile e vincere il premio per il team più numeroso o più simpatico e originale della propria categoria (aziende, circoli sportivi, ospedali, scuole, etc. - info: squadre@komen.it) UTILIZZO DEI FONDI I fondi raccolti con la Race for the Cure saranno destinati a promuovere la diagnosi precoce, il benessere psico-fisico delle donne operate, l’aggiornamento degli operatori sanitari e l’acquisto di apparecchiature di diagnosi e cura attraverso progetti che saranno realizzati principalmente da altre associazioni, in una filosofia di condivisione e di non competizione. Questi progetti si andranno ad aggiungere agli oltre 150 già realizzati in undici anni grazie alla generosità dei par tecipanti e degli sponsor.
• CONTRIBUIRE A MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLE CURE favorendo l’aggiornamento continuo degli operatori sanitari, il sostegno a giovani ricercatori e il potenziamento delle strutture cliniche • GENERARE RISORSE ECONOMICHE per la realizzazione di progetti propri e per aiutare altre associazioni attive nel campo ad operare con più efficacia Oltre a svolgere programmi propri, la Komen Italia ha sostenuto 156 progetti di altre associazioni grazie ai fondi derivanti da uno straordinario evento come la “Race for the Cure”, una mini maratona di solidarietà di 5 km (che si svolge ogni anno a Roma, Bari, Bologna e Napoli) con la quale è stato possibile raccogliere e distribuire in dodici anni più di un milione e seicentomila euro. Inoltre, dal 2000 la Komen Italia ha offerto 154 borse di studio semestrali o annuali a giovani medici e infermieri per permettere loro di specializzarsi nella diagnosi e cura dei tumori del seno presso centri di eccellenza in Italia ed all’estero. La Susan G. Komen Italia, che ha sede a Roma ma che opera su tutto il territorio nazionale, ha stabilito nel 2007 due attivissimi comitati regionali in Puglia (Bari) e in Emilia Romagna (Bologna) e nel 2009 anche in Campania (Napoli). Per ulteriori informazioni: www.komen.it 59
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A scuola si accende
la Virtus Roma 60
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virtus roma
Acea Energia e la Pallacanestro Virtus Roma insieme per “accendere” l’energia nelle scuole di Luca Parmigiani
cea Energia, title sponsor della Pallacanestro Virtus Roma nella stagione sportiva 2011/2012, ha realizzato “Energia a scuola – Vivi l’energia a modo tuo”, un progetto didattico riser vato alle scuole primarie del Comune di Roma, che si pone l’obiettivo di far conoscere ai cittadini romani e soprattutto ai più giovani, il rappor to tra l’energia e tutte le attività umane, tra cui lo sport, promuovendo uno stile di vita sano che coniughi movimento ed energia come garanzia di salute e benessere. IL PROGETTO: Al progetto par tecipano dieci scuole per un totale di quarantaquattro classi, alle quali è stato fornito gratuitamente un kit di par tecipazione “Energia a scuola” contenente materiale didattico con approfondimenti su tre temi: energia, movimento e sport. Ad ogni classe iscritta è stato chiesto di realizzare uno slogan che coniugasse i temi dell’energia e del movimento, ispirato al claim “Vivi l’energia a modo tuo”. Le dieci classi vin-
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citrici, ideatrici dello slogan migliore, verranno premiate alternativamente prima delle tre par tite che la Pallacanestro Vir tus Roma giocherà al Palazzetto dello Spor t il 1°, il 15 ed il 29 Aprile. Dopo le premiazioni i ragazzi avranno la possibilità di assistere insieme a genitori ed insegnanti alla par tita della squadra della loro città da una tribuna riser vata e di esibire i propri lavori. LE SETTIMANE DELL’ENERGIA: Nelle dieci scuole che hanno aderito all’iniziativa, dal 21 Marzo al 24 Aprile, verranno realizzate cinque “settimane dell’energia”. Ogni settimana, esper ti di Acea Energia ed i Campioni giallorossi andranno ad incontrare gli alunni di due scuole per creare momenti educativi e di diver timento, durante i quali, i giovani par tecipanti ed i giocatori presenti avranno modo di confrontarsi ed interagire tra loro sul tema dell’energia e del movimento e sul rappor to che lega questi due elementi. Gli atleti della Pallacanestro Vir tus Roma racconteranno agli studenti la loro esperienza e saranno poi a loro disposizione per rispondere a domande e curiosità.
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adidas league
Dall’Adidas League alla serie A in una sola settimana di Gianmatteo Colla
Sicuramente in questo mese più che l’andamento dell’Adidas League a far notizia è l’ingaggio di Massimo Mutarelli da parte dell’Atalanta
vincolato da mesi, si è tenuto in forma proprio grazie al torneo di calciotto interircoli più importante della capitale e adesso la chiamata dei bergamaschi per un ritorno in Serie A dove ha già vestito la maglia di Lazio, Genoa, Bologna e Palermo, nel recente passato. Da quanto si evince sui campi del Futbolclub il suo stato psico-fisico è dei più ottimali: metronomo del C.C. Lazio, dopo un inizio difficile ha trascinato i suoi a una rimonta inaspettata che è valsa il secondo posto, grazie anche al recupero della 7° giornata, proprio contro i padroni di casa, battuti 2-1. E’ stato sicuramente il duel-
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lo più interessante degli ultimi tempi, quello tra Futbolclub e C.C. Lazio che si sono contesi fino all’ultimo il gradino del podio alle spalle della capolista che vale l’accesso diretto ai quarti, mentre per il primo posto ormai i giochi erano già chiusi grazie alla marcia trionfale del Due Ponti. La squadra in cui militano Marcolin e Franceschini ha terminato la regular season con 26 punti, frutto di otto vittorie, due pareggi e una sola sconfitta in undici partite che gli è valso di guardare tutti gli avversari dall’altro in basso. Alle sue spalle proprio C.C.Lazio e Futbolclub che chiude al terzo posto, a pari merito con lo United Roma a 21 punti, ma con una miglior differenza reti: quinto l’esordiente Progetto Grajau e solo sesta l’Olgiata sconfitta nell’ultima giorna-
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adidas league
ta da una doppietta del redivino Matteo Materazzi. Adesso subito via ai play off: la formula sarà la stessa della scorsa edizione, con tre gironi da tre squadre in base alla posizione in classifica. Nel girone A il Futbolclub se la vedrà con l’Antico Tiro a Volo e il Flaminio S.C. mentre nel B lo United Roma è atteso dal C.C. Roma e dall’altra squadra di casa, il Futbolclub Blu. Chiude il gruppo C con il Progetto Grajau che si vedrà di fronte Forum S.C. e, soprattutto, l’Olgiata. A fine aprile ci saranno i quarti dove il C.C. Lazio aspetta le tre capolista e le migliori due seconde per scontri di andata e ritorno che decideranno quali altri quattro squadre contenderanno al Due ponti a metà maggio l’accesso alla finalissima. Tutto può ancora succedere, soprattutto se Futbolclub e Olgiata ritroveranno il brio di inizio stagione e se i loro campioni dimostreranno tutto il loro valore. Il richiamo della Serie A per Mutarelli ha messo in luce non che il massimo campionato italiano è in crisi di talenti quanto che l’Adidas League, da anni miglior torneo di calciotto tra circoli romani, sta raggiungendo tassi tecnici e livelli di gioco altissimi, grazie anche alla presenza di ex giocatori del calcio professionistico che rendono sempre più serrato, imprevedibile e avvincente l’esito finale del torneo più bello di Roma.
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torneo Pezzana
Al Pezzana
è l’ora dei vincitori di Giorgio Burreddu_ph Maura Cesolini l Pezzana è pronto per vestirsi a festa. Il 23 aprile sarà la grande serata del torneo Pezzana, dal 1978 presente nei Circoli più prestigiosi di Roma. Dopo 7 mesi di gare finalmente si potranno incoronare le regine delle tre categorie: Assoluti, Over 40 ed Over 50. Sarà l’occasione per stare tutti quanti insieme, all’insegna di una pizza forno a legna, panini con prchetta e bibite. Un modo per festeggiare chi sul campo trionferà e
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chi magari potrà gioire per i premi dei cosiddetti “migliori”. La compagini che potranno festeggiare la coppa fair play, ambito riconoscimento che nel Pezzana conta, e non poco, come una delle discriminanti per i passaggi di turno in caso di parità. Chelsea di Giancarlo Badolato (Assoluti), Boca Junior di Massimo Berardi (Over40) e Fiorentina di Roberto Rossi (Over50) sono i vincitori del Fair Play. Ed allora spazio a chi ha segnato più gol, come Claudio De Sousa del Cagliari, che nella categoria Assoluti ha sbaraglia-
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to una folta concorrenza. Dietro di lui Zirilli, Del Vecchio e Iannuzzi in rappresentanza dei tanti giocatori scesi in campo nella stagione invernale. Come non ricordare anche Danilo Passerotti della Sampdoria che mentre scriviamo con 13 segnalazioni rappresenta il giocatore più votato della categoria. Un riconoscimento ai blucerchiati autori di una stagione da incorniciare. E poi tutti in piedi per la finalissima che metterà di fronte il meglio della categoria. Naturalmente sarà anche la serata della categoria Over 40, con
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torneo Pezzana
Il 7 maggio inizia il torneo estivo, Summer Edition 2012, con quasi cinquanta team ai nastri di partenza
la telecronaca in diretta di tutte le finali e perciò con l’incoronazione di Edoardo Artistico come miglior cannoniere. 50 gol rappresentano un bottino invidiabile per un calciatore che non ha bisogno di presentazioni. Di certo la concorrenza è stata forte per l’attaccante del Flamengo, con Daniele Di Filippo che potrebbe essere premiato come uno della top eight. Come anche per Fabio De Sibi e Mario Apuzzo, altri due nomi che hanno illuminato le notti d’inverno del Pezzana. E poi come non ricordare la categoria over 50
con il bomber Fernando Silva della Fiorentina. I suoi gol hanno trascinato i viola del presidentissimo Brizzi tra le prime 4 della categoria, cosa inaspettata alla vigilia. Applausi anche per Fabrizio Proietti del Manchester City e Antonello Scarpinella del Barcellona. Gli ingredienti per una grande serata ci sono tutti, al resto penseranno i numerosi spettatori che assieperanno le tribune del Circolo della Polizia. Il 23 aprile è vicino, consigliamo di non mancare! Subito dopo, Lunedì 7 maggio, partirà Summer Edition 2012 con qua-
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si cinquanta team ai nastri di partenza. La formula vincente dello scorso anno sarà replicata con fase a gironi e poi da fine giugno le migliori disputeranno la coppa del Mondo e le altre giocheranno per la Coppa d’Europa. Gli Assoluti saranno “open” e per tutte le età, l’Over40 per tutti i nati fino al 1972 e un fuoriquota del 1973. Per l’Over50 tutti i nati fino al Insomma tutti i giocatori nati prima del 1963 e due fuoriquota del 1964. Anche la Summer Edition è in partenza, non perdetevi il finale previsto per il 12 luglio.
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salute
VILLA STUART, LA FISIOTERAPIA SI VESTE DI “ROSA” Riabilitazione per Corinna Dentoni e Stefania Okaka. La tennista e la pallavolista si raccontano tra analogie, carriera e speranze
elle, giovani, tra le più promettenti a livello nazionale. Seppur provenienti da discipline distanti, la tennista Corinna Dentoni e la pallavolista Stefania Oka-
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di Paolo Brandimarte
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ka presentano affinità e punti di contatto. Entrambe nate nell’89, Corinna e Stefania si stanno sottoponendo a ciclo di sedute fisioterapiche presso la Casa di Cura Villa Stuart. Tra massaggi, sorrisi e tecarterapia, le atlete accettano di buon grado la nostra intervista.
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salute
Curiosità: nel 2007, chiude l'anno con un record di 48 vittorie e 28 sconfitte. Corinna, che tipo di infortunio hai avuto? “Uno stiramento alla gamba destra”. Possiamo considerarti pienamente ristabilita? “Assolutamente si. Sabato 25 disputerò un torneo a Civitavecchia”.
Corinna Dentoni Tennista italiana, nata il 30 luglio1989 a Pietrasanta (LU), Corinna Dentoni è 258° Ranking WTA Singles (aggiornata al 3 aprile 2012, ndr). Di recente, si è sottoposta con buon esito a visita di idoneità sportiva presso l’Istituto di Medicina dello Sport di Roma (Villa Stuart Sport Clinic).
Un avvio di 2012 non propriamente esaltante. Quali fattori hanno condizionato il tuo rendimento? “Non sono partita malissimo, anzi stavo disputando buone gare. Purtroppo i risultati non arrivavano e di conseguenza ho perso un po’ di fiducia. Poi è arrivato anche l’infortunio che mi ha fatto perdere diversi punti in classifica”. Fisioterapia, allenamenti e tempo libero: come si svolge la tua giornata “tipo”? “Adesso che ho terminato il ciclo di fisioterapia a Villa Stuart, sono impegnata in due sedute giornaliere, divise tra tennis ed atletica”.
IL MEDICO RISPONDE
mtpereira.villastuart@eurosanita.it L'Istituto di Medicina dello Sport di Roma (Villa Stuart Sport Clinic)
Stefania Okaka Pallavolista italiana, nata il 9 agosto 1989 a Castiglione del Lago (PG), Stefania Okaka milita nella Cariparma SiGrade Volley. Nel 2009, la schiacciatrice ex Futura Volley Busto Arsizio è stata operata di artroscopia dal Prof. Pier Paolo Mariani. Curiosità: Ha un fratello gemello, Stefano, attaccante del Parma. Stefania, come procede il recupero a Villa Stuart? “Bene, tra un mese e mezzo circa dovrei essere pronta. Sto curando l’instabilità del tendine popliteo e conto di rientrare per la prossima stagione”. Nel 2009 l’operazione con il Prof. Mariani. La sofferenza, il faticoso recupero e la rinascita: che ricordo hai di quel periodo? “Di certo è stato un periodo difficile e non nascondo di aver pensato anche di smettere. Sono stata operata al ginocchio sinistro una prima volta a Busto e successivamente, dal Prof. Mariani. La sfiducia era tanta considerato che stavo facendo molto bene nella massima serie. All’improvviso l’infortunio: fortunatamente, la grinta e la determinazione mi hanno permesso di recuperare”.
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linea diretta con specialisti in or topedia • fisiatria reumatologia • medicina dello sport • radiologia scienza dell'alimentazione
Scrivete a:
Quali i prossimi impegni? “Come detto, sabato 25 scenderò in campo per il torneo di Civitavecchia (25.000 dollari, ndr)”.
Quanto ha influito il lavoro svolto dallo staff della clinica? “Molto, mi hanno dato una grande mano sia dal punto di vista delle cure che del supporto psicologico”.
Via Trionfale 5952 (Balduina) PER APPUNTAMENTI ED INFORMAZIONI: 06.35528393 - 06.35528394
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Possiamo considerare la conquista della Coppa CEV (con la maglia della Futura Volley Busto Arsizio, ndr) il punto più alto della tua carriera? “Di certo, la Coppa CEV è un traguardo prestigioso anche se non vissuto da protagonista a causa dell’infortunio. Il campionato europeo con la Nazionale Juniores rimane una grande conquista, davvero emozionante”. Come ti vedi da “grande”? “Una vita normale, con una famiglia e dei figli”.
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surf
L’evento più hot dell’estate Dal 13 al 15 luglio torna sotto il castello di Santa Severa l’Italia Surf Expo di Giorgio Burreddu_ph Maura Cesolini
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ono passati 9 mesi esatti ed i lavori per la 14° edizione di Italia Surf Expo sono già in pieno svolgimento. Il più grande evento d'Italia dedicato alla sur f culture e al beachstyle, che richiama ogni anno migliaia ragazzi e ragazze vogliosi di provare nuove emozioni, è pronto a tornare in grande stile. Dopo le ultime eccitanti edizioni che hanno visto protagonisti grandi nomi dello spettacolo con le Kris & Kris, Mitch e Squalo, Gabri
Gabra, affiancati a testimonial d'eccezione come il campione hawaiiano Sunny Garcia, oltre alla collaborazione con il tour nazionale di Radio 105, in diretta radiofonica dalla spiaggia e un vastissimo pubblico dalla penisola intera registrando un "record" di oltre 20.000 presenze, il SURF EXPO 2012 si preannuncia ancora una volta l'appuntamento da non perdere. Le date da segnare sull'agenda sono il 13, 14 e 15 luglio, con due settimane di anticipo rispetto alle date usuali di svolgimento. La location è sempre nella splendida spiaggia ai piedi
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del Castello di Santa Severa, a pochi km da Roma. La forte collaborazione con la Provincia di Roma, in par ticolare con l’Assessore per lo sport Patrizia Prestipino, ha dato un grande impulso per la crescita di questo evento ormai di interesse internazionale. Moltissime le novità, in particolare nuovi "contenuti" che arricchiranno il Surf Village, per dare ancora maggiore opportunità ad un pubblico in forte crescita di anno in anno. Non è un caso infatti che ITALIA SURF EXPO sia diventato un "must" anche per le troupe tv di Rai, Mediaset e Sky che da an-
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surf
ni ormai realizzano importanti servizi sulle maggiori tg nazionali. Continuano le numerose collaborazioni con alcuni tra i marchi più importanti del settore come: Rip Curl, Hot Buttered, Starboard, Oakley, EMU Australia, 69 Slam, Indoboard, Hobie Sup, Hinano, Skull Candy, Reef, Bic Sport, Go Pro, e molti altri brand avranno l'opportunità di mettersi in mostra con il ricco programma-eventi composta da: SURF of SCHOOL - SUP ACADEMY - SKATE DEMPO/CONTEST - WINDSURF X RAY ACADEMY - BATTLE WINCH CONTEST - BIKINI FASHION SHOW- BUG
JUMP - SUP EURO CONTEST - INDOBOARD CONTEST - VIDEO PREMIERE - SURF ART + ECO SHAPERS - BEACH PARTY e ancora tante altre sorprese... Anche nell'ambito della prevenzione il SURF EXPO è da sempre legato a grandi organizzazioni mondiali come la Sea Shepherd, protagonista con una mostra fotografica shock e la presentazione della video premiere "ICONS OF ALOHA" con clip inedite e molto d'effetto! Poi la surf art, momento irrinunciabile per ogni edizione, che quest'anno grazie al noto illustratore Marco Si-
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meoni sarà parte delle grafiche che verranno utilizzate per pubblicizzare il SURF EXPO. Simeoni sarà nuovamente ospite esponendo alcune opere inedite e molto vicine al mondo del boardsport. Ma le collaborazioni e le media-partnership sono solo all'inizio, molti altri grandi nomi, che vi presenteremo ad uno ad uno, saranno coinvolti da qui a breve. E' già iniziato dunque il count-down verso quello che sarà l'evento più "hot" della summer 2012. Non resta quindi che seguirci con i prossimi aggiornamenti su tutti i canali che preferite!
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basket
Abbiamo intervistato Mauro RUFINI, ideatore del premio Retina d’Oro di Marta Centra
Premio Retina d'Oro Prestige
a Barack Obama inquantacinque anni, quasi una vita trascorsa in banca ma anche un passato da ex cestista e allenatore di pallacanestro con una passione sconfinata per lo sport della palla a spicchi che lo ha spinto a ideare nel 2000 il premio "Retina d'Oro" un appuntamento che nel giro di pochi anni ha varcato i confini nazionali per raggiungere l'Europa e ora anche l'America con l'NBA, simbolo riconosciuto e marchio di qualità ed eccellenza del basket italiano e non solo. Roma, Milano, Toronto, Mosca, Madrid, Barcellona sono solo alcune delle tappe che il Premio ha fatto in questi anni. Come ha anche sottolineato il Presidente della Fip Dino Meneghin « la Retina d’Oro è una tradizione che è già diventata storia…». E il 15 marzo scorso alla presenza di funzionari dell’Ambasciata Americana è stato consegnato a Roma il Premio Speciale “Retina d’Oro Prestige” che UniCredit Basket ha voluto assegnare al presidente Usa Barack Obama. Grandi personaggi dello sport a livello mondiale ed eminenti personalità del mondo istituzionale sono entrati nell’Albo d’Oro della manifestazione: da Mario
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Draghi, che ha un passato giovanile da cestista a Gianni Petrucci presidente del Coni, Luca Pancalli, Walter Veltroni, Gianni Rivera, Valerio Bianchini, Dino Meneghin, Dejan Bodiroga, Ettore Messina, Sergio Scariolo, Andrea Bargnani, Danilo Gallinari, Gianluca Basile, Manuela Di Centa e tanti altri ancora. Mauro Rufini, da Presidente del Premio vive questa passione nel tempo che gli impegni e le responsabilità di lavoro gli lasciano. Per lui il basket è soprattutto «una passione infinita senza limiti di tempo e di spazio per una disciplina sportiva giocata in ogni angolo del globo. Con la Retina d'Oro siamo andati oltre l'aspetto puramente agonistico, ci siamo interrogati sulla sfida educativa dello sport, per far emergere i valori postivi dell'attività sportiva. Riconoscimenti alla tecnica, ai risultati sportivi ma anche e soprattutto ai valori etici e alle qualità umane e morali dei premiati. In questi anni poi come parte integrante della nostra missione abbiamo sentito forte l'esigenza di generare attenzione su temi sociali, aiutare e realizzare progetti di utilità sociale destinati ad avere un impatto durevole come le straordinarie esperienze del basket in carrozzina del S. Lucia e quella del progetto basket e autismo per uno sport veicolo d'inclusione sociale
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e di abbattimento di tutte le barriere». «I valori che animano il nostro premio sono in sintonia con quelli che dovrebbe esprimere lo sport come il radicamento sul territorio, la valorizzazione dei talenti, l'imprenditorialità, la dimensione internazionale, il gioco di squadra, la volontà di raggiungere obiettivi sfidanti. Il valore delle persone, valori come impegno, responsabilità e solidarietà valgono per le aziende come per i team sportivi specialmente in momenti difficili come quello attuale». Il premio, che in questi anni ha guardato anche al sociale, promuoverà sempre più iniziative solidali, editoriali e di promozione dello sport secondo un'ottica e una ricerca instancabile del talento, dell'eccellenza, della qualità, di valori etici, sociali e culturali. E tra i sogni nel cassetto Rufini ne ha uno a stelle e strisce: «Il basket è un fenomeno planetario, ma quando pensi alla pallacanestro il Paese che ti vien subito in mente è l'America dove c'è l'NBA e il basket rispecchia l'anima delle città, di chi le abita e le vive. Dopo il premio ad Obama, un presidente che non smette mai di amare - come noi - questo sport al punto di aver messo un campo di basket alla Casa Bianca, vorremmo stabilmente portare la Retina d'Oro anche in America!».
VALLE D'AOSTA piccola regione tanti sport
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regioni/1
Approfondimento su sport, curiosità e personaggi sportivi nati in una regione all’avanguardia per quanto riguarda sci e hockey su ghiaccio, ma non solo di Francesco Carci
a Valle d’Aosta, con i suoi 3.200 km2 di super ficie ed i circa 127.000 abitanti, rappresenta la più piccola delle venti regioni italiane e la meno popolata. Ciò nonostante, non mancano attività sportive e personaggi spor tivi, più o meno famosi, nati in questo territorio. L’intento di questa rubrica è, appunto, quello di approfondire ed evidenziare le manifestazioni spor tive presenti nelle regioni e citare quei personaggi spor tivi nati nella regione di cui ci stiamo occupando. Il clima freddo e alpino della Valle d’Aosta (durante l’inverno le precipitazioni
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di pioggia e neve sono praticamente costanti) favoriscono inevitabilmente le attività collegate alla neve e al ghiaccio. Cer vinia, SaintRhemy, Champorcher e Torgnon sono solo alcune delle località dove gli appassionati di sci si recano per trascorrere una giornata sulla neve; ma tra le località alpine della Valle d’Aosta, merita un piccolo approfondimento lo splendido comune di Courmayeur. Popolato da circa 3.000 abitanti e confinante sia con la Francia che con la Svizzera, il comune di Courmayeur è conosciuto soprattutto per la presenza della montagna più alta d’Italia e d’Europa: il Monte Bianco (4.810 metri). E’ inevitabile, quindi, che in questi luoghi le prin-
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cipali attività sportive siano lo sci alpino, lo sci di fondo, l’hockey sul ghiaccio e il trekking. Tuttavia, nonostante la bellezza del paesaggio e la presenza costante di neve, il calendario ufficiale della Coppa del Mondo di Sci non prevede alcuna tappa in Valle d’Aosta. Le uniche gare in programma in Italia sono, infatti, in Val Gardena, in Alta Badia ed a Bormio. Quest’anno, però, la Federazione Internazionale Sci (FIS) ha designato la località di Courmayeur come sede ospitante delle finali della Coppa Europa di Sci Alpino dal 13 al 19 Marzo. Si tratta di una disciplina seconda soltanto alla sopracitata Coppa del Mondo di Sci, dove hanno gareggiato le giovani
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regioni/1
promesse di questo sport, che un domani potranno dire la loro a livelli più elevati. L’edizione di quest’anno ha sorriso ai nostri colori, visto che lo slalom femminile è stato vinto dalla bergamasca Michela Azzola, mentre la gara maschile è andata al francese Nicolas Thoule, che ha rimontato dopo il parziale secondo posto della prima manche. Due vittorie che, comunque, non hanno messo in discussione il primato della classifica generale: per quanto riguarda le donne, la Coppa era già stata vinta matematicamente dall’altoatesina Lisa Magdalena Agerer, con un netto vantaggio sulle italiane Enrica Cipriani e Sofia Goggia, a cui va il merito di aver contribuito a un podio tutto tricolore. Nella categoria maschile, la Coppa è andata all’austriaco Florian Scheiber, che ha bissato il successo ottenuto nel 2009. Oltre agli atleti professionisti, a gioire sono stati anche gli organizzatori di que-
sta edizione, che ha avuto un buon successo e che ha fornito ulteriore prestigio alla località di Courmayeur. Ma non c’è solo lo sci. Sempre a Courmayeur, infatti, è andato in scena dal 6 al 12 Febbraio la seconda edizione dell’ATP Valle d’Aosta Open di Tennis. Mentre i vari Federer, Nadal e Djokovic si contendevano a Melbourne l’Australian Open (vinto poi dal Serbo), il Challenger di Courmayeur è stato vinto dall’olandese Igor Sijsling, che si è imposto in finale contro il tunisino Malek Jaziri con il punteggio 63 64. Vittoria a sorpresa per l’olandese, che non era testa di serie e che non ha perso nemmeno un set durante tutto il torneo. Nessun italiano era presente nel tabellone principale, a dimostrazione che le soddisfazioni in questo spor t provengono soprattutto dal circuito femminile. Il doppio è stato vinto dalla coppia francese Herbert/Texeira, che si è imposta in due set con-
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tro la coppia Brown/Marray con il punteggio 76(5) 64. Courmayeur è anche il punto di riferimento dell’hockey sul ghiaccio valdostano. Il comune ha ospitato la squadra dell’Hockey Club Courmaosta, vincitrice anche di una Coppa Italia nel 1998. La squadra, poi, si è sciolta nel 1999. Da allora Courmayeur ospita il club Les Aigles du Mont Blanc, che milita nelle serie minori. La Valle d’Aosta, caratterizzata da montagne alte e da un clima alpino, ha le caratteristiche necessarie per ospitare le gare di un altro sport importante: il Ciclismo. Dal 1962, infatti, si disputa, tra la fine di Agosto e l’inizio di Settembre, il Giro della Valle d’Aosta. Si tratta di una corsa a tappe riservata ai dilettanti e riconosciuta dall’UCI Europe Tour. L’edizione del 2011 è stata vinta dall’italiano Fabio Aru, giovane ciclista classe ’90 considerato una delle promesse del ciclismo italiano. Per quanto riguarda il
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calcio, bisogna registrare l’ottimo campionato della Valle d’Aosta, in vetta al girone A della Serie D. A poche giornate dal termine del campionato, la squadra valdostana si sta giocando, in un vero e proprio testa a testa contro il Chieri, l’accesso ai campionati professionistici. Dopo questa panoramica sui maggiori spor t seguiti e praticati nella Valle d’Aosta, chiudiamo dando spazio a qualche personaggio spor tivo di rilievo nato in questa regione. Su tutti, merita un approfondimento l’attaccante del Chievo Verona, Sergio Pellissier, nato ad Aosta il 12 Aprile 1979. In un calcio moderno dominato (forse troppo) dal business, dai contratti faraonici e dallo scarso attaccamento alla maglia, la carriera di Pellissier rappresenta sicuramente una piacevole eccezione. Cresciuto nel Torino, il bomber valdostano approda al Chievo nella stagione 2000/2001. Dopo una piccola parentesi in
prestito alla Spal nel gennaio 2001, Pellissier non si muoverà più dalla società gialloblù, diventando l’idolo della tifoseria scaligera e la vera bandiera del club. Proprio quest’anno, in occasione del gol messo a segno a Novara il 2 febbraio, Pellissier ha raggiunto la quota di 100 gol in serie A con la maglia del Chievo. Un traguardo storico sia per lui che per la squadra del Presidente Campedelli. Un’altra grande soddisfazione è arrivata nel Giugno 2009, quando l’attaccante valdostano ha esordito con la maglia della Nazionale, guidata allora da Marcello Lippi, nell’amichevole contro l’Irlanda del Nord, vinta dagli azzurri per 3-0. Soddisfazione doppia, visto che Pellissier, pochi minuti dopo il suo ingresso in campo, ha siglato la rete del definitivo 3-0 con una bellissima rovesciata. Tanta umiltà ed un grande senso di appartenenza alla maglia fanno di Pellissier uno degli esempi più validi in que-
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sto calcio che sta perdendo sempre più i valori etici e morali. Merita, infine, un cenno anche il terzino sinistro della Juventus Paolo De Ceglie, nato il 17 Settembre 1986 ad Aosta. Cresciuto nel settore giovanile bianconero, De Ceglie, dopo una positiva parentesi al Siena nella stagione 2008/2009, è tornato a Torino dove è riuscito a ritagliarsi uno spazio impor tante nella squadra juventina. E’ notizia di pochi giorni fa il suo rinnovo contrattuale con la “Vecchia Signora” fino al 2017, segnale di quanto la dirigenza bianconera creda nelle potenzialità del ragazzo. De Ceglie ha giocato anche con l’Under 21 e, considerando la carenza di terzini sinistri nel nostro campionato, ha tutte le car te in regola per essere convocato nella Nazionale maggiore di Cesare Prandelli. I Campionati Europei non sono poi così lontani.
Nuova Twingo GT Gordini La rivista mensile CAR ha provato la entry level della gamma Gordini di Riccardo Cacace
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motori
Torna la Twingo con i badge Gordini, questa volta però con un carattere decisamente più mite a Twingo GT Gordini nasce come entry level della gamma Gordini, aggiungendosi alla Clio e alla Wind, e si va ad inserire tra le Twingo di serie e le più sportive RS. Esteticamente, infatti, riprende molti dei dettagli introdotti con l’ultimo restyling della Twingo, come i grandi fanali ai lati della calandra, i nuovi proiettori anteriori ridisegnati con la nuova palpebra sportiva (decisamente azzeccata su un allestimento del genere) ed i fari posteriori divisi in due parti, aggiungendo però alcuni dettagli esclusivi come i badge Gordini, i paraurti specifici, i cerchi in lega da 15” “Turini”, il piccolo spoiler posteriore e le cornici a contrasto per i fendinebbia. All’interno è tutto rivestito in tessuto bicolore nero e blu, ci sono inserti satinati e badge Gordini sparsi un po’ ovunque ed i sedili sono quelli sportivi della versione RS, non disponibili sul modello precedente, e che, devo ammettere, sono stati un’ottima sorpresa per il comfort e la tenuta laterale che riescono ad offrire grazie ai cuscini laterali rinforzati! In perfetta sintonia con la pedaliera sportiva in alluminio. Altri dettagli specifici sono il volante rivestito in pelle con due bande bianche al punto zero e la veste grafica del contagiri, che fortunatamente è rimasto dietro al volante, staccato dal resto della strumentazione che si trova invece al centro della console. Alla guida si sente la differenza rispetto ad una RS spaccaschiena, l’assetto è molto più confortevole ma comunque sportivo, e permette di togliersi più di qualche sfizio quando le si vuole tirare il collo. Il motore è il 1.2 TCe della Twingo-solo-GT, un piccolo turbo da 100 cavalli, che potrebbero sembrare pochi rispetto ai 133 della RS, ma che risultano invece adeguati sulla GT, una citycar che pesa solo 980 kg senza eccessive pretese sportive. Per divertirsi, comunque, bisogna rimanere intorno ai 3.000 giri al minuto, questo vuol dire giocare spesso e volentieri con la piccola leva del cambio, un manuale a cinque rapporti che si è dimostrato all’altezza del-
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la situazione, se non fosse per la mancanza di una marcia overdrive, soprattutto nei lunghi trasferimenti autostradali, durante i quali sembra ancora di viaggiare in un frullatore anche a velocità legali, proprio come nella Gordini che avevo provato qualche tempo fa. Senza arrivare al limite, e volendosi semplicemente divertire, invece, il discorso cambia e la Twingo GT Gordini si rivela ben accondiscendente e precisa, grazie anche alla generosa gommatura che assicura un ottimo grip e all’impianto frenante che, nonostante non sia stato concepito appositamente per questo tipo di utilizzo, va più che bene. In città è difficile trovare qualche difetto a questa Twingo, i consumi e le emissioni sono abbastanza contenuti, si parla di 17,5 km/l e 132 g/km di CO2, e le dimensioni ridotte permettono di districarsi agevolmente nel traffico cittadino. Il motore, inoltre, gira a regimi più umani ed il comfort acustico torna a livelli accettabili. La Twingo GT Gordini viene venduta con radio bluetooth Mp3 da 80W con funzione vivavoce e riconoscimento vocale, limitatore elettronico di velocità, climatizzatore automatico e sedili posteriori indipendenti e regolabili di serie, l’ESP invece è disponibile solo su richiesta.
RENAULT TWINGO GT GORDINI Scheda tecnica Prezzo 13.950 Euro Motore 1.149 cc, 100 cv a 5.500 giri/min, 155 Nm a 3.500 giri/min, turbo Trasmissione manuale a 5 rapporti, trazione anteriore Prestazioni 0-100 km/h in 9,8 sec, 185 km/h, 17,5 km/l, 132 g/km Peso 980 kg In vendita ora
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sport&turismo
Canyoning, una discesa tutta da vivere 80
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“Non basta davvero una vita per godere delle meraviglie che il torrentismo regala, nonostante si viva nella civiltà del tutto si compra. Non tutto si può acquistare; il canyoning è da vivere”, si possono riassumere con queste parole, dette dall’addetto stampa nazionale dell’Associazione Italia Canyoning Christian Roccati, cosa rappresenta davvero il canyoning di Luca Parmigiani
l canyoning (le cui prime escursioni in stile moderno par tono dal XIX secolo) è sostanzialmente la disciplina che pratica chi scende in strette gole, chiamate tecnicamente forre, percorse dall’acqua che le ha scavate in migliaia di anni. Spesso il canyoning o torrentismo viene confuso con altri spor t, come canoa, rafting, kayak ma la particolarità di questa disciplina è che la discesa nelle forre avviene a piedi tramite l’ausilio di una corda. Anche se nel canyoning possiamo imbatterci in ostacoli come cascate, laghetti o scivoli, questa disciplina outdoor non è uno spor t estremo e l’unica caratteristica che può farla sembrare pericolosa è il fatto che non si può tornare indietro e l’uscita avviene solo al termine della discesa. Le mecche del canyoning sono l’isola della Reunion e la Francia, che rappresenta la terra dei maestri, visto che i primi esploratori di questa disciplina furono proprio francesi come Édouard-Alfred Mar tel. Si può scegliere tuttavia di praticare questo spor t in una località come la Thailandia, dove si può rilassare
I IL VIAGGIO Periodo: da ottobre ad aprile Durata: due settimane Livello di difficoltà: medio Suggerimento: seguire un corso di primo livello
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corpo e mente, lontano dai problemi o dallo stress della realtà quotidiana. La Thailandia offre diversi spunti per tutti gli amanti di questo spor t, che siano loro professionisti o persone alle prime armi; i due luoghi principali per scendere nelle forre sono Phang Nga e il Doi Inthanon National Park. Phang Nga si trova nella provincia di Phuket, la principale destinazione balneare del Paese, a sud della Thailandia, a circa 800 km dalla capitale Bangkok; gli imponenti faraglioni che sorgono dal mare sono la vera car tolina di Phang Nga, dove si può vivere nella più completa tranquillità e rilassatezza la propria vacanza, perché non c’è quel turismo di massa che invece anima la vicina Phuket, per merito delle sue splendide spiagge. Grazie al panorama offer to da Phang Nga, è possibile ammirare le bellezze del luogo anche attraverso la canoa o il kayak, “fratelli” del canyoning. Frequentata maggiormente da nordeuropei, Phang Nga si può raggiungere noleggiando un’auto dopo che si è sbarcati all’aeropor to di Phuket; in alternativa, ci si può avvalere dei ser vizi regolari di autobus che hanno come base di partenza Phuket Bus
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sport&turismo
L’EQUIPAGGIAMENTO - corde per la discesa in artificiale (di solito si usano corde di progressione e una in sicurezza); - bloccanti, connettori, deviatori e discensori meccanici; - imbragatura; - scarpe specifiche; - muta e sottomuta traspirante; - casco, frontale e fischietto per il codice dei comandi; - barili stagni e zaino pvc per il trasporto materiali;
Terminal con lo spostamento nelle varie province di Phuket. Altro sito dal panorama molto attraente è il Doi Inthanon National Park, che si trova nella parte settentrionale del Paese, a circa 60 km da Chiang Mai; soprannominata il tetto della Thailandia per via della sua altezza, il parco offre una visione che lascerà incantati i turisti grazie anche alla presenza di diverse cascate (come per esempio Mae Klang Falls, Wachiratan Falls, Siriphum Falls e Mae Ya Falls). Un tour al Doi Inthanon National Park prevede la sveglia alle 7 del mattino e l’arrivo a destinazione verso le 9.30. Dopo un breve briefing con gli istruttori, si può iniziare la discesa che terminerà verso ora di pranzo. Le prospettive offerte da questo parco sono un vero e proprio colpo d’occhio per tutti. Oltre alla Thailandia, altri luoghi dove poter praticare il canyoning sono la Svizzera, molto conosciuta tra gli addetti ai lavori, la Grecia, la Spagna, la Corsica, il Brasile, gli Stati Uniti e l’Austria. Ovviamente da non trascurare tutti i paesaggi che regala l’Italia, come
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per esempio l’Ossola, che si sta imponendo a livello nazionale. In Italia ci sono due enti a cui far riferimento per praticare il canyoning e sono l’ACI al quale da due anni si è affiancato il CAI. L’ACI, che si ispira alla grande scuola francese, offre anche la possibilità di effettuare un corso base di primo livello ed imparare le basi tecniche per muoversi in “ambiente forra”, in modo da avere una conoscenza preliminare di questo spor t agendo di conseguenza in totale sicurezza. I praticanti in Italia si stimano in una cifra che varia dai mille alle tremila persone. Cosa può regalar ti il canyoning ce lo spiega per concludere ancora un volta Christian Roccati, in esclusiva alla redazione di Spor tClub: “Mai come nel torrentismo mi sono sentito a casa, rilassato, sereno e contento. Il torrentismo unisce, insegna ed è davvero per tutti; per chi cerca la sua realizzazione nell’adrenalina e per chi nella quiete trova un sereno stacco dal mondo, preser vando la vita grazie a procedure e tecnica”.
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T B R U O L P C S e zion o u b i r n a st n di che amriale i o v to ro r ti spo tti colo e ama e n azi ico a tu mag à voce sionist o s d im Il pr ita che r t profe u grat lo spo
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golf
Golf e luoghi comuni di Simone Selli
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antissimi i circoli nati in questi ultimi 20 anni, pochi riser vati, elitari e snob, molti aper ti a tutti e a quote affrontabili dalla maggior par te delle famiglie. Dobbiamo poi aggiungere che la federazione consente ai neofiti il tesseramento libero, cioè si può essere dei giocatori tesserati, senza l’obbligo di una iscrizione ad un club. La presenza sul territorio di numerosi campi pratica, che ad un costo molto basso inoltre, permette a chiunque di avvicinarsi a questo fantastico gioco senza il rischio di intaccare il budget familiare. Grazie a queste ed altre politiche intelligenti mirate alla diffusione del golf, il numero dei giocatori è cresciuto notevolmente, oggi infatti siamo più di 100.000 tesserati. Chi insegna ogni giorno come me, si imbatte in qualcosa che ancora non ci permette di crescere come meriteremmo, quanto almeno gli altri paesi europei. Sono, i “luoghi comuni”. Il golf negli anni 70/80 era davvero riser vato e chiuso. I circoli erano pochi e vi si poteva accedere solo se presentati e a quote sociali salatissime e l’attrezzatura di buona qualità era venduta a prezzi da capogiro. Tutto questo e per molti anni, ha modificato il concetto di spor t, facendolo diventare nella maggior par te dei casi, un bene alla portata di pochi danarosi fruitori. Oggi dopo 40
anni, con tutte le possibilità che abbiamo per iniziare e vivere questo fantastico mondo al costo di una palestra, l’idea è rimasta per tanti sempre la stessa, costoso e per uomini di età pensionabile. Vivo in una città fantastica, per cer ti versi ancora provinciale e calda come un paesino d’altri tempi. Puoi incontrare ogni giorno, ovunque, persone sconosciute dalla battuta sempre pronta, anche se non vi conosce. Infondo è la città dei Rugantino, abitata da un popolo disincantato da secoli, governato da molti ma sottomesso da nessuno, dove Pasquino, con satira e sonetti, parlava per la gente povera che soffriva di vessazioni. Roma è così, il romano è così. E oggi è ancora come una volta, se hai voglia di puntare l’orecchio per scoprire l’uso fantastico della battuta e della metafora. Dal fornaio, sotto casa, al benzinaio, al bar per un caffè, ovunque potrete imbatter vi in personaggi dall’ humor ficcante, dai tempi comici per fetti e dal volto solcato dalla storia, pronto a regalar vi una perla di saggezza con intonazione romanesca DOC. Qualche anno fa per far vi un esempio, mi trovavo fermo al semaforo con i finestrini abbassati per la calura. Un motociclista passando tra la mia macchina e un camion, sorpassa con la ruota alzata. Uno sguardo di complicità con il camionista che abbassandosi mi dice: “quello all’anagrafe c’ha er nome scritto a matita…” Alber to Sordi, Verdo-
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ne, Proietti? Torniamo al golf ora, per dir vi che svolgo l’attività di maestro in un bellissimo campo pratica al centro di Roma, accanto ad una pista ciclabile percorsa ogni giorno da migliaia di persone, romani. Dal battitore, per una magia sconosciuta ed un acustica degna di Santa Cecilia, si sentono tutti i commenti che ciclisti, podisti, camminatori, pattinatori fanno passando di fronte al campo pratica. Alcuni mi intristiscono ripor tandomi ai luoghi comuni mai abbattuti, come quando bambini molto interessati gridano entusiasti e il genitore risponde: “no tesoro questo è uno spor t da grandi”. Altri esilaranti come quel ciclista lanciatissimo come Moser, sul cur vone vicino al battitore, che urlò: “ ce li avessi io i sordi vostri”. Mentre tirava una bella signorina, un corridore: “Quello è uno spor t da vecchi, che stai a fa li sotto?”. Ancora un ciclista passando: “ i sordi tuoi… er fisico mio”. Due podisti a passo lento verso: “a taighereee… me te ricordavo più for te eh?”. Abbandonare i luoghi comuni è quello che ci por terà lontano, abbattere questo muro che ci divide dalle persone sarà la chiave di volta di un meccanismo vir tuoso e naturale che permetterà al golf di entrare nelle case di tutti, finalmente senza diffidenze e senza paure. Chi ama la vita, ama il golf. Spargi la voce. Buona pratica.
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atletica
del Prof. Sergio Cocozza Insegnante di Educazione Fisica e Tecnico della Fidal
La preparazione atletica del corridore Appena ritornato dalla mezza maratona di Berlino ho potuto constatare che il movimento dei runners nel mondo cresce di anno in anno in modo esponenziale
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erano 30 mila partenti che sono stati incitati da circa 350 mila persone lungo l'intero tracciato della gara. I tanti partecipanti erano persone molto diverse tra loro. Non sembravano essere stati tanto attenti alla preparazione della gara, piuttosto erano impegnati nel portare a termine il loro compito a qualsiasi costo e nel piu breve tempo possibile. Par tendo proprio da quest'ultimo aspetto vorrei fare delle considerazioni spero utili per tutti. Quando partecipi ad una gara accetti l'idea che tu voglia dare il massimo e migliorare la velocità di corsa. Il punto e': come farlo? La maggior parte degli amatori ancora oggi pensa che la velocità sia legata alla quantità di km percorsi ad ogni singolo allenamento. Cer tamente questo e' vero ma non e' il solo parametro da tener di conto. Oggi si e'visto che occuparsi di piu stimoli metabolici e muscolari permette un incremento della velocità di gara più
strada giusta per cominciare a definirti un atleta. È evidente che sono e saranno solo i risultati in gara a differenziare i livelli di prestazione tra un atleta ed un altro. Il potenziamento muscolare con andature ed esercizi di ginnastica generale e specifica condotti da un esper to sono estremamente utili per imparare ad usare più muscoli insieme e migliorare la tecnica di corsa; ricordiamo che è proprio quest'ultima a permettere molti miglioramenti di prestazione. Anche in palestra con l'ausilio dei pesi si possono ottenere dei miglioramenti sul piano tecnico e del potenziamento muscolare. Dedicandoci poi all'incremento delle potenze aerobiche e lattacide con l'ausilio di ripetute in pista su distanze medio-brevi, avremo messo le basi per una vera e propria crescita prestativa costante, almeno nei primi 8 anni di attività atletica. Si assiste spesso all'allenamento fai da te ma bisogna invece affidarsi alle cure esperte di mani competenti di un tecnico dell'atletica leggera. Solo così si pongono le basi corrette per un rapporto tra un professionista ed un aspirante atleta, do-
rapido e meno traumatico. I maratoneti piu forti sono molti veloci su pista e provengono quasi sempre da distanze piu brevi. Diventare veloci e reattivi in pista, sui cross e su gare brevi fa migliorare sensibilmente di più che fare solo tanti km a tutti gli allenamenti. Perchè ciò? Il muscolo si rafforza e diventa piu reattivo, le fibre muscolari coinvolte diventano sensibilmente di più, la tecnica di corsa migliora ed è piu economica, la velocità di movimento aumenta. Cosa fare per trasformarsi da "tapascioni" ad atleti? il punto è: dove ripongo la mia attenzione nella gestione dell'allenamento e della gara? Se questa e' rivolta a tanti km, tanti allenamenti quantitativi, tante gare su strada, tante maratone allora stai cer to che ti puoi definire un bel tapascione e la tua vita sportiva ed agonistica sarà indirizzata in quella direzione. Se invece la tua energia è indirizzata a migliorare la tua componente reattivo-muscolare, alla tecnica di corsa, alla velocità di corsa, alla crescita della potenza aerobica, della capacita' lattacida, a gare su pista o a gare brevi e veloci allora stai sulla
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ve è previsto il giusto riconoscimento nel caso di successo ed un altrettanto giusto allontanamento nel caso di mancato risultato. Insomma questo movimento sportivo atletico è in crescita ma ha necessità di tanta professionalità per la sicurezza e la felicità di tutti noi appassionati di questo magnifico sport.
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fitness
di Fabio Ingargiola Personal Trainer fabioingargiola@yahoo.it
Dite basta a... palestre, macchinari e musica assordante L’ultima frontiera del fitness prevede solo un prato verde e il peso del proprio corpo, sia che si chiami bootcamp, athletic camp o circuit functional training, l’importante è stare all'aria aperta e vivere l’esperienza dell’allenamento a contatto con la natura i si allena all'aper to nel parco con esercizi a corpo libero ad alto o basso impatto. Il sistema di allenamento tiene infatti in gran conto il differente stato di forma dei par tecipanti, ma contrariamente ad altri allenamenti di gruppo, dove si impongono classi diversi per livelli diversi, nel bootcamp avere diversi livelli di preparazione diventa un'oppor tunità per allenarsi meglio tutti e tutti insieme. Uno dei punti di forza di una lezione del genere è che ognuno puo modulare l’intensita dello sforzo in base al suo grado di allenamento. Non è una lezione sulla musica, dunque ognuno va al suo ritmo, ma allo stesso tempo nessuno rimane indietro: oggi riesco a fare 5 movimenti in 30 secondi,
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fra un mese riusciro a farne 20 nella stessa unita di tempo. E’ molto impor tante il ruolo dell istruttore-trainer che si relaziona in maniera diretta con ogni allievo, che motiva tutti, decide il ritmo della classe e modula l’intensita dello sforzo in base al livello generale dei par tecipanti. Il risultato è una lezione sempre differente, un gruppo che cresce e migliora e risultati concreti e misurabili. Molto spesso le lezioni vengono impostate come una lezione privata, nel senso che si stabilisce un obiettivo con ogni allievo, si controlla lo stato di partenza o attraverso test di efficienza fisica o tramite misurazione del grasso coporeo e circonferenze. Tutto questo sempre nell’ambito della lezione (subito prima o dopo). Colloquio con l’allievo, misurazione dello stato di par tenza, stabilire l’obiettivo e... si parte. Il gruppo, l’aria aper ta, l’atmosfera solidale, il carisma e la grinta del trainer creano un mix
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fitness
molto efficace che permette ad ognuno di sentirsi parte di un progetto comune, di un esperienza di allenamento lontana da una lezione classica in palestra, dove tra la musica assordante e la staticita’ della classe (ognuno sta nel suo metro quadrato e non si sposta) si perde l’esperienza di condivisone e di amicizia che puo nascere in una classe di gruppo all aper to impostata in questo modo. I risultati non tarderanno ad arrivare, gia dopo 6/8 settimane di allenamento potrai vedere netti miglioramenti sulla forza, la resistenza, l’agilita la flessibilità. Il tutto abbinato a una sana alimentazione permette incredibili e visibili miglioramenti anche sul girovita e il grasso corporeo. L’istruttore puo decidere di variare l’allenamento con piccoli attrezzi come elastici, corde, pesetti o tutto cio che la creatività e l’esperienza da trainer gli suggerisce. L’obiettivo comune di questi corsi è molto spesso dimagrire e tonificare, no aumentare la massa musolare: corpo asciutto, definito e soprattutto ef ficiente; per questo diventa un allenamento rivolto sia a donne che uomini, soprattutto agli uomini che per tutta una serie di motivi non si avvincinerebbereo mai ad una lezione di gruppo di step o aerobica. E come la mettiamo con la brutta stagione? Di fatto ci si allena anche con il freddo o sotto la pioggia: giacchettino, cappuccio e via ad allenarsi. In alternativa ovviamente si puo spostare la lezione in un posto al chiuso, l’importante rimane sempre… non fermarsi! Il gruppo dei par tecipanti che si allenano insieme, sia con esercizi singoli che in batteria o a cop-
pie, costituisce uno spirito cameratesco e goliardico necessario ad affrontare prove ed esercizi anche molto intensi diver tendosi condividendo la fatica e la gioia per i risultati ottenuti. L’allenamento generalmente spazia da un corpo libero ad alta intensita, a un circuit training, a allenamento funzionale. Spesso viene associato a un impostazione militaresca (bootcamp) ma non e il solo target che si puo dare a un alezione di gruppo all’aria per ta: puo essere più atletico (basato sulla corsa), più tecnica (functional training) o prendere spunto dalla prepugilisitica o dalle ar ti marziali. Il tratto comune rimane allenarsi insieme, faticare e ottenere risultati concreti e misurabili. Buon allenamento (all’aria aperta) a tutti! Per chi vuole informazioni piu dettagliate puo visitare la mia pagina facebook: Fabio Ingargiola Personal Trainer Oppure segui la lezione su questo link: http://youtu.be/hrewKzVG-hQ
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La Panini fa
le “convocazioni” Esce il tradizionale album di figurine sugli Europei di calcio 2012 di Andrea Cecinelli
a Panini ha scelto la "sua" Nazionale per la partecipazione agli Europei di calcio, a circa due mesi dall’inizio della competizione in Polonia e Ucraina. Mentre il CT Cesare Prandelli sta ancora mettendo a punto la squadra, infatti, l’Azienda modenese ha pubblicato la nuova collezione di figurine "UEFA Euro 2012™", appena uscita nelle edicole in Italia e che sarà distribuita in oltre 80 paesi. Tra i "convocati" dalla Panini, ci sono anche Antonio Di Natale e Mario Balotelli. "I tempi tecnici di realizzazione della collezione ci obbligano ad anticipare le scelte del CT Cesare Prandelli e degli allenatori delle altre Nazionali del torneo europeo", ha spiegato Antonio Allegra, direttore Mercato Italia Figurine e Card di Panini. "Una collezione veramente speciale poiché, grazie alla sua grande diffusione, rappresenta idealmente il concetto di ‘unione’ contenuto nella Costituzione europea: fin dalle prime edizioni, questa raccolta ha infatti permesso ai collezionisti di tutta Europa di condividere la stessa passione, riconoscendo nella figurina uno strumento di scambio che ha anticipato di diversi anni la moneta unica europea”. La collezione "UEFA Euro 2012™" è articolata in 540 figurine adesive (di cui 40 speciali olografiche), da raccogliere in un album da 64 pagine.
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Ognuna delle 16 squadre partecipanti agli Europei è rappresentata dalle figurine singole di 20 calciatori, oltre ad un puzzle di 4 figurine con la squadra schierata, altre 3 figurine sulle star “in action” e infine il logo della Federazione e la mascotte. Per la Nazionale italiana, le 3 figurine “in action” sono dedicate a Gianluigi Buffon, Daniele De Rossi e Mario Balotelli. Tra le altre nazionali, diverse sono le star “in action” che giocano in Italia, tra cui Wesley Sneijder, Miroslav Klose e Zlatan Ibrahimovic. Per ogni squadra, sono indicate anche una serie di dati e informazioni: girone di appartenenza e relativo calendario, piazzamenti storici nella competizione, eventuali edizioni vinte, statistiche, sito internet della Federazione e lista dei giocatori. Oltre alle pagine dedicate alle 16 nazionali, la collezione "UEFA Euro 2012™" è articolata anche in altre sezioni. Nella prima, sono presenti l’Albo d’Oro della competizione, con le figurine istituzionali UEFA del logo, dello slogan e della mascotte ufficiale, il logo “UEFA Respect” e ad una speciale figurina olografica dello storico stabilimento Panini di Modena. Vi sono poi 4 pagine dedicate ai due Paesi ospitanti, che contengono 24 figurine sulle città e gli stadi in Polonia e Ucraina, oltre al programma delle partite in ogni città. Altre 2 pagine sono dedicate allo slogan “Creating history together” promosso dalla UEFA e contengono anche le due mascotte ufficiali Slavek e Slavko. In altra se-
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zione, è presente invece il programma completo della competizione, con le figurine del pallone ufficiale e un puzzle da 2 figurine del trofeo. Segue la sezione sulla “UEFA European Football Championship”, con 4 pagine sulla storia delle finali già disputate e 2 figurine per ogni nazionale vincitrice (tra cui, dunque, anche 2 figurine sull’Italia campione nel 1968).