dicembre 2012
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RED DEVILS... COMING SOON Per la prima volta in Italia le soccer schools del Manchester United
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sommario
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Sport Club dicembre 2012
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Quando il male super il bene Anche in Olanda
CULTURA SPORTIVA
Arrivano le soccer schools dello United in Italia
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Questa insopportabile leggerezza dell’essere
COVER
Nicola Alberani: vi svelo i segreti della mia Virtus
DOPING
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FIAMME GIALLE
BASKET
Trentino Alto Adige
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Mercedes CLS Shooting Brake
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MOTORI
REGIONI/7
Golf in California
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Presentata la monografia che parla di un secolo di sport Fiamme Gialle
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Prima della maratona
SPORT&TURISMO
ATLETICA
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FITNESS
Sport Club srl via Morlupo, 51 00191 Roma tel. 06 97600342 fax 06 97277879 www.sportclubmagazine.it info@sportclubmagazine.it Direttore editoriale Luigi Capasso Sport Club Anno IX - n. 85 - Dicembre 2012 Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004
Editorialisti Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Pino Capua, Sabrina Rondonelli, Fabio Ingargiola Hanno collaborato a questo numero Matteo Cirelli, Gianmatteo Colla, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Andrea Tranquilli, Andrea Cecinelli, Luigia Latteri, Andrea Cimbrico, Stefano Mappa, Massimiliano Morelli
Progetto grafico e Impaginazione Adversign srl grafica@sportclubmagazine.it Presidente Onorario Giuseppe Capelli Pubblicità Adversign s.r.l. Davide Campanella Via Morlupo, 51 - 00191 Roma tel. 06 97600342 cell. 335 7574074
Stampa Plus Group srl Finito di stampare nel mese di dic 2012 Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione.
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È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati dalla Adversign srl
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editoriale
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di Luigi Capasso
Padre di una buona idea
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sidente del Coni e dopo 14 anni di governo Petrucci si profila l'investitura sul trono più alto del suo braccio destro, Raffaele Pagnozzi. Non siamo d'accordo. Non abbiamo niente sulla persona, ci mancherebbe altro, pensiamo solo che si debba cambiare. Assolutamente. A prescindere dal lavoro fatto in tutto questo tempo, non abbiamo la voglia e non c'è il tempo per entrare nel merito. Vogliamo solo tagliare con il passato, dire basta con l'usato sicuro (definizione di Petrucci). C'è bisogno di cambiare rotta, modificare il tragitto, prefissarsi un altro punto di arrivo. Cosa ci ha fatto Petrucci? Niente, assolutamente niente. Ed è questo il punto, che ci costringe a prendere una posizione, netta e decisa. In otto anni di vita Sport Club non abbiamo mai avuto un contatto da par te del Coni, mai una telefonata, mai un commento, diretto o indiretto, alle mille problematiche poste all'attenzione del mondo dello spor t. Abbiamo distribuito milioni di copie, grazie al web abbiamo mensilmente decine di migliaia di lettori da tutta Italia e mai dal Palazzo del Potere abbiamo avuto un segnale.
on bisogna mai giudicare nessuno. Ne ho fatto un dogma nella mia vita. Dietro ogni compor tamento c'è sempre una giustificazione, dietro ogni azione c'è sempre una motivazione, dietro ogni pensiero c'è sempre una riflessione. Ma questo vale per le persone, non per il lavoro. Il lavoro è oggettivo, se raggiungi dei risultati sei bravo, se non li raggiungi vai a casa. Ci avviciniamo alle elezioni del prossimo Pre-
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Ci avrebbe fatto piacere, molto piacere, avere un confronto, un dialogo, un lampo di vita. Magari ci avrebbero detto che eravamo una testata ridicola, insignificante, povera di cuore e spirito, che non aveva alcun peso nello estabiliment dello spor t, ma l'indifferenza no. Uccide e mortifica. Ti fa sentire l'ultimo baluardo che lancia frecce nel vuoto. Ed è per questo che vogliamo un Coni vicino al mondo mediatico, che non si autocelebri ma che cerchi il confronto con la gente, per davvero. Vogliamo un Coni con dirigenti che indossino un maglione in più ed una cravatta in meno, che facciano un sorriso in più, che non ti salutino solo ed esclusivamente in base alla persona con cui stai vicino. Vogliamo un Coni che ammetta le proprie debolezze ed i propri errori, che frequenti meno i salotti e piùi campetti di periferia, che passi meno tempo a lucidare medaglie e più ore a tinteggiare le palestre delle scuole. Che ceda la mano chi ha passato decenni al Palazzo H e faccia emergere i giovani che hanno tante proposte e progetti per arricchire il nostro domani. Non ci vuole tanto, basterrebbe solo una buona idea.....
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cultura sportiva
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di Paolo Del Bene Direttore Sportivo A.S. Università Luiss Guido Carli
Quando il male supera il bene. Anche in Olanda La notizia, ha letteralmente sconvolto tutta l’Europa, e ha rimesso il tema della violenza giovanile e dello spor t come specchio della società al centro delle discussioni. I tre ragazzi sono stati accusati di omicidio colposo e violenza, il loro club è stato ritirato da tutte le competizioni. Tutti i campionati dilettantistici olandesi si sono fermati e salteranno il prossimo turno in segno di cordoglio verso la famiglia della vittima. Anche i campionati professionistici faranno un minuto di silenzio prima delle partite per unirsi al lutto. Ma tutta questa mobilitazione non sembra poter rendere giustizia ad un episodio così estremo ed insensato. Neanche il tentativo di vederlo come avvenimento isolato, casuale, ci mette in condizione di comprenderlo. La reazione di questi ragazzi giovanissimi di fronte ad una persona, a causa di una partita, demolisce tutto le speranze che dovrebbe avere il gioco e lo sport di costruire persone consapevoli e migliori, più serene e sane. La mia opinione è che l’unica soluzione possibile è continuare ad insistere sull’educazione, fin nelle scuole, riguardo l’importanza della cultura e dell’etica sportiva, e più
l Nord Europa è spesso elogiato per i suoi modi civili e per la sua vivibilità, ma questa volta un episodio tragico e terribile ha spazzato via tutto quel credito, e nella pacifica Olanda tanti non riescono a capacitarsi dell’ accaduto. Il 4 Dicembre, nella periferia di Amsterdam, tre ragazzi tra i 15 e i 16 anni, al termine di una partita di calcio, hanno aggredito e ucciso un guardalinee. L’uomo si chiamava Richard Nieuwenhuizen, aveva 41 anni.
I Il Presidente FIFA Joseph Blatter
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in generale l’educazione ai valori del rispetto e della tolleranza. E’ solo in questo modo che si possono prevenire questi episodi, perchè nessuna punizione potrà ripagare un gesto ormai compiuto. Sulla questione, si è espresso anche il presidente Fifa Joseph Blatter: “Sono sconvolto. La violenza è un problema di tutta la società e per questo può verificarsi anche sui campi di calcio. Ma questo sport è una forza del bene, anche grazie all'esempio e agli sforzi di persone come Richard Nieuwenhuizen”. Inoltre ha parlato anche l’allenatore dell’Ajax ed ex calciatore olandese Frank De Boer: “Come possono dei ragazzini di 15 e 16 anni andare fuori di testa in quel modo? Come sono stati cresciuti? Dobbiamo fare qualcosa, perché tutto ciò è pazzesco”. Come dice Blatter lo sport è una forza del bene, nel senso che dovrebbe veicolare esclusivamente valori positivi, mentre troppe volte questo impegno viene contraddetto. E’ difficile e molto triste, ma comunque dobbiamo e vogliamo ripartire oggi con nuova forza e nuovo impegno, nel creare attorno allo sport, un clima positivo e di crescita comune.
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focus
di Alessandro Cochi Delegato alle politiche sportive di Roma Capitale
Lo Sport a Roma non conosce la crisi
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+ Sei Nazioni”: al prezzo di soli 10 euro a sfida. E non è cer to quello del rugby l’unico esempio. La nostra città, in questi ultimi anni, ha mostrato al mondo, in tante occasioni, la propria capacità organizzativa e la forza par tecipativa della sua gente: dalle competizioni mondiali ospitate, alle classiche quali gli Internazionali di Tennis, il Golden Gala o il Concorso Internazionale di Piazza di Siena, dalle corse su strada che attirano appassionati da ogni latitudine (tra pochi giorni, ultimo appuntamento dell’anno, si svolgerà la We Run Rome, la corsa di San Silvestro), ai tanti avvenimenti di ogni disciplina che la nostra città ha tenuto con successo a battesimo in una rinnovata spinta vitale. Citarli tutti, per la lunghezza dell’elenco, sarebbe impresa difficile in questo breve spazio. Ed allora, un solo esempio, trai tanti, quello del ciclismo. Negli ultimi anni Roma ha ospitato la tappa finale del Giro d’Italia del Centenario con il suggestivo arrivo all’ombra del Colos-
ncora una volta Roma ha dato prova di essere Capitale dello Spor t. L’ultimo esempio è dato dallo strepitoso successo ottenuto dal test match della Nazionale Italiana di Rugby allo Stadio Olimpico contro gli All Blacks: ad applaudire gli eroi della palla ovale erano in 72.000. Un numero eccezionale di presenze, che paragonato ai 35.000 spettatori che hanno assistito alla gara contro l’Australia al Franchi di Firenze, città candidata dal suo Primo Cittadino a ospitare il Sei Nazioni, mette subito in luce la vocazione spor tiva della Capitale. E le sue lungimiranti strategie di promozione dello spor t rispetto ad altre città italiane. Oltre che dal calore del pubblico romano, il successo della sfida è stato dettato anche dall’impegno dell’Amministrazione Capitolina che, attraverso una serie di iniziative, direttamente promosse o condivise, alimentano la passione per il rugby e, più in generale, per lo spor t. Basta pensare al successo riscontrato con la promozione dei mini abbonamenti “1+3 All Blacks
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seo, il Girodonne, la Coppa del Mondo di ciclismo Paralimpico, la Granfondo Campagnolo, i Campionati Italiani e del Mondo di Ciclocross, la 24ore di Roma in Mountain Bike oltre alle classiche romane come il Gran Premio della Liberazione. Una fer vente attività legata al ciclismo spor tivo, ma senza dimenticare la pratica di base, come è avvenuto, ad esempio, per la chiusura al traf fico, nella prima domenica del mese, di strade nel quar tiere di Tor Vergata. Nella nostra attività legata alla promozione e alla cultura dello sport, non posso non rimarcare l’opera della rivista Spor t Club Magazine che, ormai da tanti anni, racconta lo sport in ogni sua forma: quello di ver tice e quello di base. Raccolgo le sollecitazioni dell’editore Luigi Capasso di raccontare alcuni momenti estratti dagli appuntamenti mensili dello spor t romano. In slalom, tra i tanti, che rileggo sull’agenda e che meriterebbero, ognuno, un lungo racconto per l’impegno, la professionalità e la passione dei tanti organizzatori di
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spor t a Roma, voglio porre l’accento sul saluto all’attività della nostra far falla azzurra Elisa Santoni. Ad organizzare tutto, al Palazzetto dello Spor t, è stata la Polimnia Ritmica Romana, la vecchia società della Santoni, presenti le sue compagne e le tante giovanissime che guardano ad Elisa come ad un mito: capitano della squadra nazionale italiana di ginnastica ritmica, ha conquistato 3 titoli mondiali, 100 medaglie in Campionati Internazionali e due meda-
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focus
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grande boxe tricolore. A presentare la Kermesse, un par terre di assoluto livello: Franco Falcinelli e Antonio del Greco, Presidente e Vicepresidente Vicario della Fpi, Francesco Montini, Presidente del Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro, Flavio D’Ambrosi, Presidente del Comitato Regionale Lazio, e il campione Rober to Cammarelle. Infine, con l’inaugurazione a Ostia del PalaFijlkam, un altro centro federale si aggiunte a quelli fortemente voluti dalla nostra Amministrazio-
glie Olimpiche. Celebra un appuntamento storico anche il Club Scherma Roma che ha festeggiato il cinquantesimo dalla sua fondazione e la conquista di ben 30 scudetti. Sempre in questo mese, in Campidoglio, nella suggestiva cornice della Sala del Carroccio in Campidoglio si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione dei 90mi Campionati Italiani Elite, che dall’11 al 16 dicembre faranno di Roma il punto nevralgico della
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ne: dalle bocce al calcio dilettantistico, dalla pallamano all’hockey, da tiro con l’arco al nuoto sempre più discipline hanno oggi la propria casa madre. Abbiamo voluto pensare al nuovo Centro Olimpico della Federazione Fijlkam, Judo, Lotta, Karate, Arti Marziali, in ottica pluridisciplinare con la possibilità di ospitare specialità anche come ginnastica, boxe, danza. Un punto di riferimento importante per un centro come Ostia, particolarmente vitale a livello sportivo.
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psicologia
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di Andrea Ceccarelli Psicologo dello sport, Psicoterapeuta, Gruppoanalista
Le componenti neuropsicologiche del ciclista in gara: gambe, testa e cuore!
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uali sono i pensieri che attraversano la mente di un ciclista mentre compie lo scatto decisivo all'inizio della salita ? In questo caso il dialogo interno è un fattore determinante per il conseguimento del risultato: Le gambe "girano", come si dice in gergo ciclistico, ma i pensieri dell'atleta sono pensieri positivi, pieni di fiducia nei propri mezzi fisici e mentali. E quanto conta la coesione di gruppo nel mettere a punto "il muro", come, ad esempio, in una par tita di pallavolo ? Il fattore-squadra, come nel giro d'Italia o in altre competizioni minori, cercato e ricercato in allenamento, non è soltanto uno schema tattico applicabile automaticamente, ma è soprattutto un fattore umano che trova la sua forza nelle adeguate relazioni interpersonali fra gli atleti del gruppo. Per vincere ci vogliono gambe, cuore e testa: la condizione fisica e le capacità tattiche e motorie dell'atleta sono il fondamento su cui costruire una buona performance, ma se aggiungiamo ad esse il controllo emotivo sulle situazioni ed abilità mentali sviluppate ed allenate, si pongono le condizioni necessarie per ottenere un buon risultato.
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La concentrazione nell'esecuzione dei tiri liberi nella pallacanestro, saper mantenere la calma nel tirare un calcio di rigore nel calcio, la forte motivazione che sostiene l'atleta nella 50 km nello sci di fondo, l'abilità di eliminare i fattori di distrazione e di prestare attenzione solo al percorso nello slalom speciale dello sci alpino: queste sono solamente alcune delle caratteristiche psicofisiche che contribuiscono al successo di un atleta o di un'intera squadra e che portano al risultato La psicologia dello sport , applicata al ciclismo come in altre attività sportive,si differenzia dalla psicanalisi e dalla psicologia clinica per i suoi fini e le sue metodologie: non è una psicologia del profondo che opera alla ricerca di una psicopatologia ( ad esempio nel caso di Pantani, dove molti clinici hanno parlato di depressione e di disturbo dell'umore) , ma è piuttosto una psicologia dell'azione che si pone come obiettivo la comprensione a 360° dell'uomo e della sua preparazione mentale per giungere ad un obiettivo. A questo punto, nello specifico, ci resterà utile parlare di condizionamento e adattamento neuropsicologico, quindi muscolare. La contrazione muscolare, indispensabile per il movimento, è permessa innanzitutto dal funzionamento dell’apparato “neuro-psico-fisiologico”. La volontà di chi pedala stimola l’organo centrale nervoso a trasmettere, attraverso il nervo motore, l’ordi-
ne di movimento al muscolo. Questo processo, che è volontario, determina un dispendio energetico dal punto di vista nervoso che, se non allenato, ostacola la facilità di pedalata. All’atto pratico, questo ostacolo è la sensazione di mancanza di automatismo del gesto atletico che si avverte quando si sale in bicicletta per la prima volta o dopo un lungo periodo di sosta. La avvertono tutti, anche i professionisti dopo la pausa invernale, e scompare via via che ci si allena, più rapidamente in chi pedala da molti anni (o in chi vi presta particolare attenzione) e più lentamente (o niente affatto) in chi va in bicicletta da poco tempo o si allena poco e malamente. Quando si inizia l’allenamento si deve dunque “pensare” alla pedalata. Bisogna cioè fare attenzione a come ci si muove in bicicletta, a come i muscoli lavorano, a come far girare le gambe. L’obiettivo è quello di far diventare automatico l’im-
pulso che deve arrivare ai muscoli per il movimento. Inoltre, un buon “allenamento” del sistema nervoso migliora anche la precisione di guida e la bontà delle scelte tecnico-tattiche durante lo sforzo, nonché la percezione di ogni cosa che accade. Non bisogna stancarsi mai di controllare e correggere la pedalata finché lo sforzo mentale necessario alla corretta esecuzione del gesto, diminuendo gradatamente, avrà lasciato spazio a un automatismo assoluto di movimenti perfetti. C’è però da ricordare una cosa: il sistema nervoso è quello che si affatica per primo durante lo sforzo. Ciò è facilmente avvertibile in quanto l’intensità degli impulsi che arrivano ai muscoli diminuisce e la contrazione si fa meno ampia e regolare. A questo corrisponde una pedalata più pesante, disunita e meno energica. in tutti questi casi è fondamentale. Ancora di più, però, la capacità psicologica deve venir fuori per supe-
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rare dei momenti delicati in cui la forza fisica sembra non bastare più. Stiamo parlando delle crisi cui un ciclista può andare incontro e della relativa capacità di superarle e dei momenti in cui per qualche infortunio non ci si può allenare e si vedono i sogni allontanarsi. Un ciclista veramente cosciente di tutte le cose che fa, forte psicologicamente ed esperto, sarà certamente in grado di pedalare nel migliore dei modi nella stragrande maggioranza delle situazioni, e per di più, con il tempo, anche senza accorgersene. Potrà, con l’esperienza, sopperire (nei limiti del possibile) a un eventuale momento di scarsa forma fisica o a una situazione di inferiorità atletica nei confronti degli avversari. In quesi casi si potrà dire di lui «ha vinto (o si è salvato) con l’esperienza». E la “pedalata economica”, che anche all’esperienza è dovuta, in queste situazioni, gioca sempre la sua parte.
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rugby
] di Paolo Cecinelli Caporedattore centrale La7 Spor t RugbyLa7
Il prezzo della vittoria
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inque sterline. Cinque miserabili sterline. La Rugby Football Union, la federazione inglese, ha deciso di celebrare la vittoria sugli All Blacks promovendo sul proprio sito internet uno sconto di cinque sterline a chi acquisterà la maglia ufficiale della nazionale. Sbrigatevi gente, fatevi sotto. La vendita è aperta. Entrate nel supermercato virtuale, riempite il vostro carrello. Il prezzo è fissato a 49,99 sterline, come in un Outlet. Che brutta cosa! Come si può mer-
cificare in questa maniera un’impresa storica come la vittoria sugli invincibili neozelandesi? Quando si parla di soldi, gli inglesi sono peggio degli scozzesi. Nella pubblicità della promozione non c’è alcun accenno ai dettagli delle maglie. Fondamentali per i collezionisti. Nessuna scritta stampata o meglio ricamata sulla manica che ricordi la partita, il giorno, il luogo. Niente. Semplici magliette, fondo di magazzino. Una vera e propria svendita per riempire le casse federali.
A destra: aereo personalizzato, accoglienza spettacolare: tutto fa All Blacks, una leggenda lunga oltre un secolo. Il primo test-match ufficiale dei “tuttineri” risale al 15 agosto 1903, quando la Nuova Zelanda giocò contro l’Australia al Sydney Cricket Ground e la sconfisse 22-3 davanti a 30.000 spettatori. Ma la selezione neozelandese aveva già disputato 13 partite, fra il 1884 e il 1901, contro il New South Wales. (ph Olycom/Rex). Sotto: la promozione dello sconto offerto sulle maglie dell’Inghilterra vincitrice
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Un altro stile invece i neozelandesi che per ogni tour europeo, ed ogni Coppa del Mondo, mettono in vendita sul loro sito ufficiale (sotto la voce Memorabilia) un’esclusiva serie limitata di 500 maglie ufficiali con le firme di tutti i giocatori. La maglia, con tanto di stemmi, scudetti e scritte originali, viene montata in un elegante quadro con cornice di legno. Il tutto per un valore di 2.000,00 dollari neozelandesi (circa 1.300,00 euro). Roba da intenditori.
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rugby
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1925, Twickenham. Gli “invincibili” All Blacks consegnano la mascotte a Giorgio V, Re d’Inghilterra, prima di un test match
Potrebbe essere sufficiente questo confronto sulle diverse strategie di marketing per capire le differenze culturali tra chi il gioco l’ha inventato (gli inglesi) e chi invece celebra ogni par tita come fosse una funzione religiosa. La leggenda degli All Blacks risale al 1905 quando vennero a giocare per la prima volta in Europa. Ventisette ragazzi timidi ma generosi, che sorpresero tutti per la forza e la velocità, un manager e un allenatore. Par tirono a fine luglio da Auckand a bordo di una motonave neanche troppo grande per giungere in Inghilterra dopo circa 40 giorni di navigazione. Giocarono 36 par-
tite perdendo una sola volta con il Galles per 3-0. L’arbitro non convalidò una meta ai neozelandesi ma gli All Black, che allora venivano chiamati Originals, non protestarono. Qualche anno più tardi sul letto di morte Bob Deans, l’autore di quell’azione, giurò di aver segnato regolamente e di essere stato portato indietro successivamente dai gallesi. Agli All Blacks del rugby sono legate diverse leggende come quella del nome, nato per un errore del tipografo di un giornale che scrisse “All Blacks”, tutti neri, anziché “All Backs”, ovvero tutti trequarti, il reparto costituito dai giocatori più veloci. Anche l’Haka, la danza maori
che si celebra prima degli incontri, ha contribuito a rendere popolare la nazionale neozelandese. Poi c’è la storia, gli incontri recenti passati e quelli che verranno. Gli All Blacks sono una delle squadre più vincenti e popolari del mondo. Hanno oltre il 75% dei match disputati vinti. Un record. Quest’anno hanno disputato 14 partite, vincendone 12, pareggiandone 1 e perdendo una sola volta. Con l’Inghilterra a fine novembre. Il rugby neozelandese è unico. Fatto di tecnica, classe e potenza. Un misto di valori con una componente selvaggia che soltanto chi nasce e cresce dall’altra parte del mon-
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do, nelle isole del Sud Pacifico, può avere. Questione di Dna. Quando giocarono per la prima volta a Twickenham, Re Giorgio V, impressionato per le doti atletiche dei neozelandesi rispetto ai suoi giocatori, chiese al suo entourage cosa mangiassero di speciale questi sudditti dell’Impero. Gli risposero: pesce, verdure, frutta. La prima partita di rugby in Nuova Zelanda l’organizzò un certo Charles Munro, 18 contro 18 per non escludere nessuno dei presenti. Giocarono in un giardino botanico dove non venne distrutto neanche un fiore. Ecco, questo è il rugby degli All Blacks. Rispetto.
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rugby
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L’INIZIO DI UN NUOVO CICLO? Può darsi e sembrano averlo capito i circa 127.000 spettatori che hanno assistito al trittico di partite della Nazionale a Brescia, Roma e Firenze di Andrea Cimbrico_ph Luca d’Ambrosio
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l piede di Luciano Orquera impatta sul pallone quando il settantottesimo minuto, al “Franchi” di Firenze, è passato da pochi secondi: il numero dieci azzurro ha giocato contro i Wallabies australiani la sua miglior par tita internazionale, forse la più brillante della sua carriera. Il calcio da quaranta metri, centrale, sarebbe la banalissima ciliegina sulla tor ta, la “O” di Giotto della ciambella cucinata da Jacques Brunel per fermare l’Australia per la prima volta nella storia. Invece il Lucianino nazionale tira su la testa un attimo troppo in fretta per intuire la direzione dell’ovale, si apre quel tanto che basta per far sì che la palla voli di una spanna, forse due, a lato del palo. Finisce 19-22 per l’Australia, l’urlo liberatorio dello stadio fiorentino per il pareggio inseguito e meritato da Parisse e compagni con una ripresa deluxe resta strozzato nelle 34.850 gole del “Franchi”. Una vittoria con Tonga, due sconfitte con Nuova Zelanda ed Australia ed un bilancio autunnale che, impresa solo sfiorata con i Wallabies a par te, non può che essere positivo per l’Italrugby che approccia l’RBS 6 Nazioni 2013. Perché se è vero che la prestazione contro i colossi tongani, al “Rigamonti” di Brescia, aveva restituito a Jacques Brunel un’Italia incompiuta ed ancora alla ricerca di gioco ed identità, le due sconfitte contro i neozelan-
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rugby
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desi campioni del mondo in un Olimpico straboccante di tifo e di affetto per Parisse e compagni e contro l’Australia a Firenze hanno regalato una Nazionale capace di unire la voglia di lottare, combattere e difendere metro su metro tanto cara a Nick Mallett – lo rivedremo, da avversario, sulla panchina della Scozia? – ma anche di provare a muovere palla come mai in passato, di provare a giocare ed imporre il proprio gioco come predicato da Brunel sin dal suo insediamento al timone di “Azzurra”. L’equilibrio, l’alternanza tra il gioco di avanti e trequar ti invocata dal CT di Courrensan sta lentamente facendo capolino in un gruppo azzurro dove l’esperienza del pacchetto di mischia – Ghiraldini e Zanni sono tra i migliori nel ruolo in Europa, Minto è stato la rivelazione autunnale, Cittadini si è confermato validissima alternativa a Castrogiovanni – inizia finalmente ad andare a braccetto con una linea arretrata giovane, brillante, desiderosa di giocare quando se ne presenta la possibilità: Gori, a ventidue anni, comincia ad avere il carisma necessario per prendere in mano la squadra, Orquera con Brunel ha ritrovato fiducia ed un sistema di gioco a lui congeniale, Sgarbi e Benvenuti sono coppia consolidata nel mezzo. Ed Andrea Masi, a trentuno anni e rinvigorito dall’esperienza nel massimo campionato inglese con i London Wasps, non è mai parso così in forma.
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E’ l’inizio di un nuovo ciclo? Può darsi e sembrano averlo capito i circa 127.000 spettatori che hanno assistito al trittico di par tite della Nazionale a Brescia, Roma e Firenze: un allegro esercito azzurro che il 3 febbraio si ritroverà ancora all’Olimpico di Roma (ticket.federugby.it per i biglietti) per la prima giornata dell’RBS 6 Nazioni 2013: subito Italia v Francia, subito il Trofeo Garibaldi da provare a riconquistare contro i galletti vice-campioni del mondo ripetendo l’impresa del 2011. L’Italia vista a novembre è parsa tra le più in forma dell’Emisfero Nord e puntare a crescere ancora, a confermare lungo gli ottanta minuti ciò che contro gli All Blacks si è visto per un’ora e contro l’Australia nel secondo tempo è l’obiettivo principale che gli uomini diretti da Brunel si sono dati e vogliono perseguire. “Novembre ha restituito delle indicazioni, ma il 6 Nazioni fa storia a se, inutile dire oggi se l’Italia può stare tra le prime tre del Torneo o meno con in mano i soli risultati dei test di autunno” ha predicato realismo Brunel dopo la gara contro gli australiani. “Se tra qualche anno, all’inizio del 6 Nazioni, i giornali scriveranno che anche l’Italia è tra nella posizione di lottare per vincere il Torneo allora sì, saremo sulla strada giusta” ha confidato nell’ultimo incontro con la stampa di novembre. L’impressione, da fuori, è che la strada giusta sia stata già imboccata da un pezzo.
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ARRIVANO LE SOCCER SCHOOLS DELLO UNITED IN ITALIA! di Danila Di Biase
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] Per la prima volta nel nostro Paese i coach delle giovanili dei Red Devils insegneranno calcio ai nostri ragazzi. E non mancheranno le sorprese…
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a prossima estate Chianciano Terme si prepara per accogliere i diavoli. Non c’entrano le profezie dei Maya o altri scherzi del destino, si tratta dei ‘Red Devils’ che dal 30 giugno al 13 luglio 2013 saranno ospiti della città toscana per la ‘Manchester United Soccer Schools’. Un evento straordinario, organizzato da ‘Training Camp Italia’, per il nostro Belpaese e per tutto il movimento calcistico nazionale che per la prima volta ospiterà i
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La sinergia tra il Manchester United e Chianciano Terme nasce grazie al MECS, Movimento per l’Etica e la Cultura nello Sport, che nel settembre del 2011 ha ospitato a Roma Sir Alex Ferguson, manager ed allenatore della squadra inglese, a cui è stato assegnato il prestigioso ‘Premio per l’Etica nello Sport’ nell’Università di Roma Tor Vergata.
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Manchester United Soccer Schools ITALIA manutdsoccerschools.com Chianciano Terme (Siena) – Albergo 4 stelle
1° settimana 30 giugno 2013 - 06 luglio 2013 2° settimana 7 luglio 2013 - 13 luglio 2013 Training di calcio: coach ufficiali delle giovanili del Manchester United Ad ogni partecipante verrà consegnato un kit NIKE A fine corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione firmato da Sir Alex Ferguson
Prezzo euro 790,00 POSTI LIMITATI Per informazioni Associazione Training Camp Italia Via Morlupo, 51 00191 Roma 393.9802432
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Coach delle giovanili della gloriosa società inglese che insegneranno calcio ai ragazzi italiani dai 7 ai 15 anni. La sinergia tra il Manchester United e Chianciano Terme nasce grazie al MECS, Movimento per l’Etica e la Cultura nello Sport, che nel settembre del 2011 ha ospitato a Roma Sir Alex Ferguson, manager ed allenatore della squadra inglese, a cui è stato assegnato il prestigioso ‘Premio per l’Etica nello Spor t’ nell’Università di Roma Tor Vergata, e che ha poi preso parte al seminario ‘IncontriAMO lo Spor t’ presso l’Universita LUISS ‘Guido Carli’. L’head-coach del Manchester United ha così potuto appurare in prima persona l’impegno che il MECS mette in campo per fare dell’etica la parola d’ordine per i giovani che si proiettano nel mondo dello sport, troppo inquinato da soldi ed interessi extra che fanno distogliere l’attenzione da quelli che sono i reali obiettivi di chi decide di diventa-
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re un vero sportivo, come la crescita psicofisica, il rispetto per se stessi, per i propri compagni e per gli avversari, oltre al divertimento, l’allegria e la passione che devono essere le prerogative soprattutto per i più piccoli. La ‘Manchester United Soccer Schools’, progetto vincente della società d’oltre-Manica, si pone proprio questo fine per i suoi giovani allievi che, vivendo quotidianamente e a 360° il calcio, possono imparare non solo le regole del gioco in sé, ma a stare insieme, a confrontarsi con gli altri allenandosi con dedizione e cura per crescere e migliorare sotto tutti gli aspetti. Le due settimane in cui i ragazzi entreranno a far parte del ‘mondo Manchester United’ non ser viranno loro solo per approcciarsi in maniera ancora più intensiva al calcio, ma agli allenamenti mattutini seguiranno lezioni pomeridiane di inglese, con ‘football-themed’, corso organizzato dalla Oxford University Press. Dal momento del loro arrivo fino al giorno della partenza, tutti i ragazzi che prenderanno par te alla ‘Manchester United Soccer Schools’ vivranno in un clima amichevole e confortevole e saranno seguiti in ogni momento con cura, per rendere il loro soggiorno “the experience of lifetime”.
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QUESTA INSOPPORTABILE LEGGEREZZA DELL’ESSERE di Marco Trozzi l doping protagonista delle cronache spor tive non è di cer to una novità, ma quando a finire sulle pagine dei più importanti quotidiani nazionali e internazionali sono atleti che hanno fatto la storia delle loro discipline l’eco generata dalle stesse notizie è davvero straordinaria. Sì perché l’effetto domino che si crea è qualcosa che mette in discussione
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sia la credibilità della carriera dello spor tivo, sia quella del movimento a cui appar tiene. Ovviamente la colpa del singolo non può ricadere indistintamente su tutti i protagonisti, ma quando l’analisi dei fatti fa luce sugli intrecci tra un atleta e chi governa lo sport come nelle più avvincenti e lugubri spy stor y, evidenziando un filo conduttore tra accusati e accusatori, allora è giusto interrogarsi su come le istituzioni spor tive mondiali faccia-
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no davvero di tutto per debellare l’uso indiscriminato di farmaci e sostanze che garantiscono il miglioramento delle prestazioni. Affermare che il doping sia il male dello sport moderno è probabilmente la più grande delle banalità, ma capire cosa spinge un essere umano a rinnegare i principi fondamentali dello sport non lo è. Certo, probabilmente, è ancora più difficile rivedere e correggere l’immagine di un atleta che si rivela per quello che real-
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Ancora tante leggende dello sport sono cadute nella trappola del doping
mente è: un campione debole, incapace di accettare il proprio ridimensionamento e la propria inadeguatezza a stare un gradino sopra gli altri come accadeva qualche tempo prima. I recenti fatti di cronaca poi hanno messo a nudo verità scomode e terribili che riguardano nomi del calibro di Lance Armstrong e Lanfranco “Frankie” Dettori. Casi di doping profondamente differenti e che è giusto analizzare attentamente nelle loro diversità, ma
che testimoniano come la “farmacia del diavolo” non chiude davvero mai… Lance Armstrong Par tiamo dalla fine: il 22 ottobre 2012 l’Uci (Unione Ciclistica Internazionale), facendo propria la sentenza della Usada (Agenzia Antidoping statunitense) annulla i risultati ottenuti dal texano dal 1 agosto 1998 in poi. In sostanza toglie all’atleta a stelle strisce,
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eroe moderno in grado di vincere tutto in sella alla sua bici, ma soprattutto in grado di sconfiggere una malattia terribile come il cancro, i 7 Tour de France conquistati consecutivamente (dal 1999 al 2005). In una sola parola: cancellato. Una sentenza shock arrivata al termine di un iter giudiziario che par te da lontano, basato sulla testimonianza di undici suoi ex compagni che hanno raccontato di un Armstrong capace
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di fornire eritropoietina (Epo) durante le gare. Quella emersa è un’immagine profondamente diversa da quella che tutti avevano del campione in grado di vincere contro tutto e tutti, un vero e proprio Dottor Jekyll e Mr Hide: fuoriclasse assoluto in pista, ma anche uomo di cuore che con la fondazione Live Strong ha dedicato la sua vita alla lotta al male che stava per stroncare la sua esistenza, il cancro. Sì perché Lance Armstrong fino al 22 ottobre scorso era un uomo ammirato da tutti per la sua tenacia, capace di superare i problemi dovuti a un’infanzia difficile. Dopo gli inizi nel triathlon si è dedicato al ciclismo con risultati straordinari: un Campionato del Mondo a Oslo nel 1993, sette titoli di Re di Francia, e un bronzo olimpico a Sidney nel 2000. Ma ora tutto è cambiato perché le mille pagine del dossier redatto dall’Usada inchiodano Armstrong senza possibilità d’appello. Tutto è cominciato il 19 luglio 2010 quando, mentre si stava correndo il Tour de France, si incontrarono segretamente nella sede dell’Interpol a Lione le polizie d’Italia, Francia, Spagna, Francia, Svizzera e Stati Uniti in compagnia dell’agente federale Jeff Novitzky e il numero uno dell’Usada Travis Tygart. I loro obiettivi erano Armstrong e il suo preparatore Michele Ferrari (altro personaggio di spicco dell’inchiesta e dottore della Us Postal all’epoca dei fatti in oggetto). A coordinare quella che ad oggi rappresenta la più vasta inchiesta internazionale sul doping nello sport e sul suo fatturato economico è il pubblico ministero della Procura di Padova, Benedetto Roberti. Il giorno seguente Floyd Landis accusò Armstrong, suo capitano nella US Postal, ammettendo di aver fatto uso di doping. Il 22 luglio dello stesso anno Landis rivelò di aver effettuato due trasfusioni di sangue in presenza del texano. Il 19 gennaio 2011 il settimanale Spor t Illustrated accusò Armstrong d’aver favorito il doping di squadra nella Motorola del 1990; il 21 aprile Tylor Hamilton rivelò di aver visto il texano iniettarsi eritropoietina (Epo) durante il Tour de France 1999, l’anno della prima vittoria. Il 3 febbraio di quest’anno la giustizia federale Usa ha archiviato l’inchiesta su Lance, ma quella sportiva non ha fatto la stessa cosa, con l’Usada che è andata comunque avanti. Quattro mesi e dieci giorni dopo, il 13 giugno 2012, l’Agenzia Antidoping statunitense ha aper to un procedimento disciplinare per doping contro Armstrong e cinque tra tecnici e dottori della squadra sponsorizzata dall’azienda che gestisce i ser vizi postali e telegrafici per conto dello Stato d’oltreoceano. Circa un mese più tardi – 10 luglio
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2012 – l’Usada ha squalificato a vita i dottori Michele Ferrari e Luis del Moral, con il preparatore Pepe Mar ti nell’ambito del sistema di doping del team Us Postal. Il 20 agosto il giudice della cor te federale di Austin ha respinto il ricorso di Armstrong; 3 giorni dopo l’Usada ha radiato Armstrong con l’epilogo di ottobre che tutti conoscono. In questi due anni e mezzo è stato raccolto moltissimo materiale, una quantità tale di intercettazioni e documentazione di ogni genere, tra cui appunto, le testimonianze che hanno permesso di arrivare alla sentenza che ha riscritto, in negativo, la storia del ciclismo mondiale. Ciò che più ha lasciato perplessi è stato leggere di una vera e propria organizzazione a delinquere che si è occupata in tutti questi anni non solo di distribuire sostanze dopanti a moltissimi corridori, ma anche di creare una fitta rete di rappor ti che ha fruttato molti soldi agli ar tefici di questa losca vicenda. A un ciclista come Armstrong, la cui notorietà è stata schiacciata dal crollo del castello di menzogne sul quale aveva costruito il suo impero, non rimane che la sua associazione, con la quale in tutti questi anni ha fatto veramente tanto per moltissime persone, ma che qualcuno ha già ribattezzato Lie Strong, la grande menzogna. Alex Schwazer Tra la vicenda di Armstrong e quella di Schwazer esiste un minimo comune denominatore: Michele Ferrari, nato a Ferrara il 26 marzo 1953, medico italiano e preparatore in varie discipline messo al bando dal Coni nel 2002. Dopo aver iniziato la carriera medica con svariate ricerche e pubblicazioni sulla soglia anaerobica di numerosi atleti, Ferrari si dedicò allo sviluppo di programmi d'allenamento per ciclisti professionisti. Uno dei primi successi fu la preparazione di Francesco Moser per il raggiungimento del record dell’ora nel 1984, ottenuto surclassando nettamente il precedente primato di Eddy Merckx. Nel 1999, però, Ferrari ammise pubblicamente l’uso di autotrasfusioni, allora non rilevabili, per il raggiungimento del record e fu squalificato dalle autorità ciclistiche. In seguito, lavorò, sempre in ambito spor tivo, con i dottori Francesco Conconi e Luigi Cecchini. Ancor più celebre è però, come detto, il legame che unì il dottor Ferrari alla squadra US Postal. Ferrari è ormai un personaggio molto controverso che qualcuno definisce scienziato, ricercatore, o addirittura il “Mito” (Armstrong) qualcun altro semplicemente uno “stregone” che aiuta sì gli sportivi a raggiungere risultati ec-
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cellenti, ma con mezzi assolutamente illeciti. Ebbene Michele Ferrari è lo stesso medico che Schwazer contattò per acquisire una migliore metodologia di allenamento, una frequentazione vietata e ingiustificabile e che ha por tato al consueto non lieto fine. D’altronde Michele Ferrari ha costruito la sua fortuna sul principio secondo il quale “E’ doping solo quello che si trova nei controlli” e sull’assioma che recita: “Se fossi un atleta prenderei tutto quello che non viene beccato”. Un personaggio, dunque, molto discusso che nella maggior parte dei casi lascia dietro di sé una lunga scia di polemiche legate ai suoi metodi lavorativi e che spesso hanno delle ripercussioni non da poco nelle carriere dei vari at-
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leti che gli avvicinano. Proprio Schwazer in una recente intervista al TG1 e a Vanity Fair ha raccontato che il rapporto tra lui e Ferrari è stato molto breve e che non è stato Ferrari a consigliarlo nell’utilizzo di Epo, ma tutti sanno come sia finita la carriera del maratoneta che nel frattempo ha voltato pagina abbandonando lo sport. Alex ha poi raccontato di come, soprattutto nei paesi dell’Est Europa, quella del doping sia una pratica molto diffusa, favorita anche l’inesistenza di controlli a riguardo. Frankie Dettori Il panorama spor tivo mondiale però recentemente ha subìto anche lo scossone del caso Dettori, il fantino più famoso al mondo
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grazie a quell’indimenticabile 28 settembre 1996 quando ad Ascot fu in grado di vincere sette corse su sette, evento unico nella storia del galoppo inglese. Il jockey italiano, riuscito a costruire la sua fortuna dopo essere emigrato oltremanica a soli 14 anni, è stato infatti trovato positivo alla cocaina. La notizia è stata resa nota solo a metà novembre, ma i fatti risalgono al 16 settembre scorso quando a Parigi è stato sottoposto a un controllo antidoping durante una competizione di preparazione all’Arc de Triomphe. “E’ stata una follia, ma non sono un drogato”. Questo l’unico commento di Frankie alla notizia piombatagli addosso come un fulmine a ciel sereno. Un’ammissione di colpevo-
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lezza confermata anche dalle dichiarazioni del suo legale che ha parlato così a riguardo: “La sostanza assunta dal mio assistito non poteva cambiare la sua prestazione in gara”. Proprio su questo punto si baserà la difesa di Dettori che probabilmente ammetterà l’assunzione, ma per uso personale, provando che la quantità era minima. Per Dettori però si tratta di una ricaduta considerato che già nell’autunno del 1993, a 23 anni, la polizia trovò una quantità minima di cocaina all’interno della sua auto. All’epoca gli fu impedito di correre in Estremo Oriente la Japan Cup e la lezione sembrò essere stata imparata, ma a giudicare da ciò che è accaduto recentemente forse la parola fine non
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è stata ancora scritta. Solo Dettori può sapere se il rappor to che lo legava alla cocaina sia realmente terminato; cer to è che la sua immagine potrebbe cambiare radicalmente. Ottobre è stato sicuramente il mensis orribilis per quanto riguarda il doping. Un male che però in molti combattono quotidianamente. Tra questi c’è anche Alessandro Donati che dopo una lunga permanenza nel Coni durata 35 anni, è attualmente consulente della Wada, l’Agenzia mondiale Antidoping. Donati il 12 novembre ha presentato il suo ultimo libro dal titolo Lo spor t del doping, chi lo subisce, chi lo combatte. Trecento lunghe pagine nelle quali il professore denuncia moltissimi casi di illeciti spor tivi che coinvolgono
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numerose stelle dello spor t nazionale. Il documento rappresenta una ricostruzione dettagliata del doping italiano, puntando l’indice anche contro i ver tici dello spor t degli ultimi trent’anni; una vera e propria denuncia shock che lascerà il segno. Il professore non risparmia proprio nessuno: politici di ogni schieramento, altri medici coinvolti in casi scottanti proprio come Michele Ferrari o il suo mentore Francesco Conconi, numerosi azzurri che hanno regalato titoli e notorietà all’Italia, insomma un racconto spietato che riscrive tante storie dello spor t nostrano e che in molti sperano possa dare la scossa giusta per poter scrivere realmente la parola fine a questa piaga del ventunesimo secolo.
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NICOLA ALBERANI: “VI SVELO I SEGRETI DELLA MIA VIRTUS” Per molti la Virtus doveva fare i conti con un budget ridotto rispetto agli anni precedenti, ma questo si è rivelato il motore di un nuovo corso fatto di idee e voglia di stupire di Fabrizio Cicciarelli_foto di Luca d’Ambrosio
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ra la squadra di Claudio Toti è tornata ad entusiasmare i tifosi e a far innamorare il popolo vir tussino dopo l’ottimo avvio in campionato. Nicola Alberani, General Manager della società capitolina, ci racconta come ha progettato questa macchina grintosa e affamata.
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Un inizio positivo, sia per i risultati che per l’entusiasmo suscitato nel pubblico. Dove vuole arrivare questa Virtus? Diciamo che l’appetito vien mangiando. L’obiettivo di fondo è diver tire i tifosi con una squadra che lotta su ogni palla e non molla mai. E’ chiaro che dopo un inizio così possa venire voglia di alzare il tiro: ci piacerebbe toglierci qualche soddisfazione in più di una tranquilla salvezza… Ad esempio i playoff? Per ora guarderei di più alle Final Eight di Coppa Italia: dobbiamo fare il massimo per raggiungerle. I tifosi hanno dimostrato grande entusiasmo al di là dei risultati. Vale anche per il presidente Toti? Il presidente non è uno che esterna emozioni in modo clamoroso, però mi dicono che rispetto agli anni scorsi qualche sorriso in più lo stia facendo. Speriamo di continuare a regalargliene altri. Gigi Datome, vero e proprio simbolo di questa squadra, in questo momento è senza dubbio il miglior giocatore del campionato, dopo essersi ritagliato uno spazio importante nella Nazionale. Secondo lei dove può arrivare? Datome è un giocatore che non ha limiti, per lui è un anno di crescita e deve continuare a fare una grande stagione. Nel suo background manca un’annata da leader di una squadra che vince par tite. Se prosegue su questa strada e guida la Virtus Roma verso una stagione positiva può ambire guardare davvero in alto. Dipende solo da lui. Facciamo un passo indietro: chi è Nicola Alberani e come si avvicina al mondo del basket? Uno che già a 15 anni comincia per passione a visionare giocatori grazie ai primi Superbasket e a tutte le riviste di pallacanestro americana disponibili e grazie all’aiuto di Pillastrini, all’epoca coach di Forli, riesce ad avvicinarsi alla prima squadra. Poi con Renato Pas-
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quali nel 1997 arriva il primo incarico formale nella costruzione di un roster di Serie A. Nutre simpatia per qualche squadra di basket? Da forlivese la Virtus Bologna ha un fascino tutto suo, una squadra che nella mia infanzia ha significato molto. Però ora Roma è veramente il massimo. Quando è arrivata l'opportunità della Virtus? E cosa ha significato per lei? Erano i primi di giugno. Avevo diverse proposte ma le ho lasciato cadere nella speranza che questa si concretizzasse perché far bene
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a Roma vale doppio, è un onore essere qui. Sarà un fregio per tutta la vita aver occupato questo ruolo, che però vuole essere punto di partenza. Palcoscenici ed obiettivi diversi, ma cosa cambia tra fare basket in una grande città o in provincia? In uno scenario di provincia hai più pressione perché la domenica ci sono poche alternative al basket, mentre a Roma devi lottare per convincere la gente a seguirti. Qui hai l’attenzione di grandi media, ma nel quotidiano la tensione che sentivo a Forlì era dieci volte maggiore.
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Quali sono per lei i requisiti necessari che deve avere un giocatore? Guardo alla persona prima che al giocatore, le qualità umane sono prioritarie rispetto all’aspetto tecnico. Dal punto di vista sportivo sicuramente l’atletismo è molto impor tante nel gioco di oggi. Qual è l'acquisto che le ha dato maggiori soddisfazioni? Rodney Monroe: dopo una difficile operazione al ginocchio, con l’innesto del tendine di un cadavere, era finito a Cipro. Un giocatore dato per bollito che diventa miglior marcatore pri-
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ma in A2 e poi in A1, a 22 anni è stato l’acquisto che mi ha portato alla ribalta. Ci direbbe il nome di un giocatore che porterebbe sempre in una sua squadra? Bobby Jones: è uno che da sempre il massimo, fa tanto dentro e fuori dal campo. E’ una persona positiva, un ragazzo con delle qualità e che credo sia sottovalutato. Il basket italiano vive un momento di flessione, il ritorno di Petrucci alla guida della FIP è la scelta giusta per rilanciare il movimento? Senz’altro, Petrucci è un grande appassiona-
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to di basket, conosce bene sia lo sport che la politica e a leggere le ultime dichiarazioni mi pare abbia già inquadrato problemi e aree di intervento: ci aspettiamo molto da lui, sono sicuro che farà benissimo. Le squadre dispongono di budget minori rispetto agli anni scorsi: in futuro si tornerà ad investimenti importanti o si dovrà puntare di più sul settore giovanile? Credo che il mondo come era prima, non solo sportivo, non lo rivedremo per un bel pezzo. Siamo in un’epoca in cui paga lavorare molto sia sui giovani che nella ricerca prospetti inte-
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ressanti. In futuro lo scouting sarà sempre più importante. In prima squadra troviamo Matteo Tambone, classe 1994, prodotto del vivaio virtussino: crede che possa avere prospettive interessanti? È un ragazzo che può aspirare a vivere di pallacanestro, sta dimostrando qualità importanti in allenamento. L’anno prossimo sarà chiave per lui: bisognerà decidere se inserirlo immediatamente ad alto livello con le responsabilità che ne derivano oppure mandarlo a cercare minuti in una serie inferiore. Ma è un ragazzo che ha davvero talento.
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PRESENTATA LA MONOGRAFIA CHE PARLA DI UN SECOLO DI SPORT FIAMME GIALLE Il 20 novembre, a Torino, è stata presentata la Monografia “1911/2011 Storia e protagonisti dei Gruppi Sportivi Fiamme Gialle”, edita dalla De Agostini-Novara. di Claudio Tranquilli
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ra le autorità presenti il Gen.C.A. Saverio Capolupo, Comandante Generale della Guardia di Finanza, il Sindaco di Torino, Piero Fassino, il Presidente del CONI, Gianni Petrucci, l’Amministratore Delegato della DeAgostini, Gianluca Pulvirenti, il Segretario Generale del CONI, Raffaele Pagnozzi, il Presidente della Federazione Tiro con l’Arco, Mario Scarzella, ed il Presidente della Federazione Italiana Canottaggio, Giuseppe Abbagnale. Il primo intervento è stato quello del Gen.B. Domenico Campione, Comandante del Centro Sportivo della Guardia di Finanza ed autore della Monografia, insieme a Claudio Tranquilli, Gerardo Severino e Gabriele Di Paolo, che ha fatto un excursus dei cento anni di storia sportiva della Guardia di Finanza con particolare riferimento alla prima gara svoltasi proprio a Torino nel lontano 1911 in occasione del Cinquantenario dell’Unità d’Italia. Ha evidenziato, altresì, che il ricavato di 1500 copie, della Monografia, edizione speciale, sarà interamente devoluto per un progetto in favore dello sport nei territori dell’Emilia colpiti dal terremoto. Gianni Petrucci, invece, nel ringraziare il Comandante Generale della Guardia di Finanza per quello che l’Istituzione sviluppa in favore dello sport ha definito il sodalizio gialloverde “un piccolo CONI con all’interno persone straordinarie”. Ringraziamento da parte di Petrucci anche per il Col. Vincenzo Parrinello ed il Generale Domenico Campione per l’impegno costantemente profuso in favore dei giovani. Il Gen.C.A. Saverio Capolupo intervenendo ha ringraziato il Sindaco di Torino, per aver ospitato la presentazione della Monografia delle Fiamme Gialle, la De Agostini, per aver seguito la stessa per i due anni di intenso lavoro, e tutti gli autori per la realizzazione del-
Gianni Petrucci nel ringraziare il Comandante Generale della Guardia di Finanza per quello che l’Istituzione sviluppa in favore dello sport ha definito il sodalizio gialloverde “un piccolo CONI con all’interno persone straordinarie”.
l’Opera affermando che avere tra le mani la monografia ha provato emozione poiché in essa è contenuta la storia di un secolo di imprese sportive compiute da tanti finanzieri. Inoltre ha evidenziato che: “Sono cambiati gli uomini, le strategie e l’organizzazione, per essere sempre al passo con i tempi e le nuove sfide che lo sport ha lanciato nel corso dei decenni, ma la passione di quegli uomini ed i valori della sana competizione sono rimasti immutati ed hanno costituito le fondamenta del nostro secolo di storia sportiva. Storia di cui la Guardia di Finanza è incredibilmente fiera: per i prestigiosi risultati agonistici conseguiti dai nostri atleti, per le migliaia di
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giovani del nostro territorio che dalle Olimpiadi di Roma del ’60 in poi sono stati avviati all’attività agonistica e portati a risultati d’eccellenza mondiale, per la sempre più stringente collaborazione con C.O.N.I. e federazioni sportive ed, infine, per il nostro contributo organizzativo in molti dei più importanti eventi sportivi tenutisi in Italia negli ultimi anni”. L’ultimo intervento è stato quello del Sindaco Piero Fassino il quale ha ringraziato tutta la Guardia di Finanza, il Comandante Generale Gen.C.A. Saverio Capolupo, il Gen.B. Domenico Campione, per aver scelto Torino per la presentazione del libro, ed il Presidente del CONI Gianni Petruc-
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Piero Fassino ha espresso soddisfazione e orgoglio per la nascita dello sport Fiamme Gialle a Torino ed ha evidenziato come la cerimonia di oggi coincida con l’avvio del cammino verso il 2015 quando Torino sarà la Capitale Europea dello Sport. ci ed il Segretario Generale Raffaele Pagnozzi per la loro presenza. Ha espresso soddisfazione e orgoglio per la nascita dello sport Fiamme Gialle a Torino ed ha evidenziato come la cerimonia di oggi coincida con l’avvio del cammino verso il 2015 quando Torino sarà la Capitale Europea dello Sport.
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LA STORIA E LE FINALITA’ DEL CENTRO SPORTIVO ESERCITO Sport e formazione negli oltre 100 anni di gloriosa storia del Centro Sportivo Esercito di Stefano Mappa
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l Centro Sportivo dell’ Esercito nasce il 1 gennaio del 1960 in concomitanza della 14esima edizione dei Giochi Olimpici di Roma e si affilia alle Federazioni sportive nazionali d’interesse, con le finalità di incentivare e sviluppare la pratica sportiva tra tutti i militari alle armi, favorire la fusione tra Esercito e Paese tramite la partecipazione a gare federali nazionali ed internazionali, contribuire allo sviluppo del potenziale sportivo nazionale, mantenere il collegamento con le altre Forze Armate, i Corpi Armati dello Stato ed i vari organismi civili sportivi, avviare alla pratica sportiva i giovani mediante la costituzione di Sezioni amatoriali e giovanili. Prima di quella fatidica data, lo sport militare
aveva visto muovere i primi passi intorno alla metà dell’ ‘800 a Torino con la Scuola di Ginnastica Militare, Ente di formazione che operò a stretto contatto con la “Reale Ginnastica Torino”, presieduta dal Tenente della Brigata Guardie, Riccardo di Netro, Ufficiale del corpo dei Bersaglieri decorato con la medaglia d’argento al Valor militare nella battaglia di Novara. La Reale Ginnastica Torino si prese cura della pratica e della diffusione di specialità come la scherma, l’equitazione, il tiro a segno ed il nuoto dando vita ad un movimento che incentivò una progressiva espansione dello sport sia per fini istituzionali sia per fini agonistici, tanto che ai Giochi Olimpici di Parigi del 1900, l’Italia conquistò due medaglie d’oro: una nell’equitazione con il S.Ten. di Cavalleria Gian Giorgio Grissini nella
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prova di salto in elevazione, l’altra nella scherma con il Maestro Antonio Conte nella sciabola. Da quel momento, tanti altri atleti militari elevarono in gloria il tricolore, collezionando, ai Giochi Olimpici estivi ed invernali, ben 63 medaglie, di cui 33 d’oro, 17 d’argento e 13 di bronzo. Tra queste ricordiamo i cinque ori conquistati nella scherma nel 1920 da Nedo Nadi ad Anversa, il doppio oro olimpico di Giorgio Zamparini nella ginnastica a Parigi nel 1924 e di Oreste Puliti nella scherma, ad Amsterdam nel 1928. Esaltanti furono altresì, le due medaglie d’oro nel ciclismo di Attilio Pavesi a Los Angeles nel 1932, l’oro ottenuto a Garmish da Enrico Silvestri, Luigi Perenni, Stefano Sartorelli e Sisto Sciligo nella pattuglia sci da fondo e tiro, ed il
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bronzo nel pentathlon moderno a Berlino 1936 di Silvano Abba, medaglia d’oro al Valor Militare cui oggi è intestato il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito. Tra i maggiori protagonisti delle Olimpiadi moderne ricordiamo, tra tutti, l’Ufficiale di Cavalleria Piero D’Inzeo, vincitore di 6 fantastiche medaglie nel salto ad ostacoli: nel 1956 a Mel-
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bourne e nel 1960 a Roma si aggiudicò un bronzo ed un argento, mentre a Tokio nel 1964 ed a Monaco nel 1972 vinse un bronzo. L’edizione dei Giochi Olimpici di Roma del 1960 ha altresì visto trionfare Livio Trapè e Antonio Bailetti nella 100 chilometri a squadre di ciclismo insieme a Franco Musso e Francesco De Piccoli nel pugilato, tradizione, quest’ultima, mantenuta quattro anni dopo a Tokio da Cosimo Pinto e Fernando Atzori. Gli anni novanta, hanno visto invece primeggiare gli sport invernali; ben otto sono in totale le medaglie conquistate dagli atleti della Sezione Sport Invernali di Courmayeur. Tra queste spiccano in particolar modo: l’oro, i tre argenti ed il bronzo vinti da Marco Albarello nello sci di fondo nelle edizioni dei Giochi Olimpici di Albertville, Lillehammer e Nagano, l’argento di Gianfranco Martin nella combinata dello sci alpino di Albertville nel 1992 e l’oro e l’argento di Mirko Vuillermin nello Short Track a Lillehammer nel 1994. Gli anni 2000 hanno visto protagonisti, negli sport invernali, Katia e Mara Zini artefici di un bronzo nello short track ai Giochi Olimpici di Torino nel 2006 e Giuliano Razzoli oro nella slalom speciale a Vancouver nel 2010, mentre tra gli sport olimpici estivi, Mauro Sarmiento, con l’argento ed il bronzo nel Taekwondo, rispettivamente a Pechino 2008 e Londra 2012. Oggi il Centro Sportivo Esercito opera su tutto il territorio nazionale con 6 Sezioni decentrate contribuendo a rafforzare, sia in Italia sia all’estero, l’immagine della Forza Armata: tra queste, oltre al Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito di Roma, evidenziamo la Sezione Sport invernali di Courmayeur, la Sezione equitazione di Montelibretti, la Sezione di paracadutismo e motonautica di Pisa e Piacenza ed infine la Sezione di pentathlon militare a Lecce.
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IL CENTRO SPORTIVO OLIMPICO DELL’ESERCITO Il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito ha sede a Roma presso la caserma intitolata alla Medaglia d’Oro al Valor Militare, Cap. Silvano ABBA; nasce il 1 ottobre del 2008 a seguito delle seguenti trasformazioni organiche: · dal 02/03/1957 al 14/03/1990 come 1^ Compagnia Speciale Bersaglieri Atleti; · dal 15/03/1990 al 07/06/1992 come 1° Centro Sportivo Esercito; · dall’8/06/1992 al 20/12/1997 come 1° Reparto Speciale Atleti; · dal 21/12/1997 all’11/07/1999 come Battaglione Atleti dell’Esercito; · dal 12/07/1999 al 30/09/2008 come Centro di Addestramento Ginnico Sportivo dell’Esercito. Il principale compito istituzionale del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito è quello di impiegare gli atleti Volontari in ferma pluriennale ed in servizio permanente d’interesse nazionale; attraverso la Presidenza societaria, che ha sede allo Stato Maggiore dell’Esercito, gestisce l’attività sportiva nazionale ed internazionale delle Sezioni agonistiche elite e giovanili; è dotato di moderni e funzionali infrastrutture, programma ed organizza stage con le Federazioni Nazionali, ed infine svolge corsi a carattere formativo con l’ausilio di tecnici federali, docenti Universitari e personale abilitato Istruttore Militare di Educazione Fisica. Le discipline sportive praticate presso il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito sono: l’atletica leggera, il ciclismo, la ginnastica, il judo, la lotta, il karate, il nuoto, i tuffi, il pentathlon moderno, il pugilato, la scherma, il sollevamento pesi, il taekwondo, il tiro a segno, il tiro a volo ed il triathlon.
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LE ATTIVITA’ ISTITUZIONALI Tra le attività d’eccellenza svolte dal Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito, oltre all’agonismo, un ruolo di assoluto rilievo è ricoperto dalla formazione. Ogni anno l’Esercito pianifica ed organizza a favore dei volontari in servizio permanente e degli allievi Sergenti, i corsi per Aiuto Istruttore di Educazione Fisica ed i corsi per Tecnico di Attività Sportive, finalizzati alla formazione di base ed alla specializzazione del personale militare nel campo delle discipline sportive a carattere addestrativo come il tiro, la difesa personale, l’orienteering, il nuoto, e l’atletica leggera. Il corso di Aiuto Istruttore di Educazione Fisica, ha la durata di cinque settimane e fornisce le conoscenze metodologiche, didattiche, teoriche e pratiche necessarie all’ organizzazione ed allo svolgimento di una lezione di educazione fisica, mentre quello per Tecnico di Attività sportive, della durata di 16 settimane, si articola su quattro fasi: la prima, detta di “formazione di base”, mantiene gli stessi contenuti del corso di Aiuto Istruttore di Educazione Fisica; la seconda, assume la denominazione di
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esercito
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fase di “specializzazione” e fornisce le conoscenze didattiche e metodologiche, teoriche e pratiche necessarie alla programmazione, al coordinamento ed allo svolgimento dell’attività attività fisica e sportiva, ed al mantenimento dell’efficienza operativa di tutto il personale militare. La terza fase prevede un periodo di “tirocinio pratico” presso i Dipartimenti dello Sport, durante il quale gli allievi, oltre ad apprendere le nozioni di base di pubblica informazione, di amministrazione e di impiantistica, collaborano con i tecnici ed i Dirigenti delle Sezioni agonistiche nella gestione tecnico-amministrativa degli atleti e dei loro impegni sportivi. Il corso si chiude con la fase di “specializzazione federale”, durante la quale il personale frequentatore par tecipa presso la Federazione Italiana Pesi e Cultura Fisica e la Federazione Italiana di Atletica Leggera al corso di tecnico di 1° livello, e con istruttori della Federazione Italiana Nuoto al corso di assistente bagnanti. Le materie trattate nell’iter formativo di base e di specializzazione dal personale docente del Centro Spor tivo Olimpico dell’Esercito e da
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quello delle Federazioni Nazionali, sono a carattere sia teorico che pratico; una parte della formazione è costituita da lezioni frontali tenute nelle aule multimediali, su materie come l’anatomia e fisiologia, la traumatologia ed il primo soccorso, la teoria dell’allenamento e la scienza dell’alimentazione ed infine la psicologia dello sport ed il doping; un’altra parte della formazione è invece a carattere pratica e si svolge presso le varie strutture sportive e polifunzionali del Centro. Sul campo sportivo si tengono le lezioni di preparazione organica e muscolare, di metodologia e didattica dell’allenamento; presso piscina del Centro gli allievi frequentatori, dopo essere stati selezionati in base alle proprie capacità natatorie, sono sottoposti a cicli formativi finalizzati all’acquisizione della capacità di galleggiamento e delle tecniche di nuoto negli stili del dorso, dello stile libero e della rana ed allo svolgimento degli esercizi propedeutici al salvamento. Vi sono altresì le cosiddette discipline a carattere addestrativo-militare; tra queste, c’è il tiro sportivo, che prevede fasi di lezione frontale in aula, comprendenti le basi di psicologia del ti-
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ro sportivo, i principi della sicurezza e la conoscenza delle armi; a seguire, presso il poligono di tiro del Centro, sono programmate le fasi pratiche rivolte all’apprendimento delle tecniche di puntamento e scatto, utilizzando armi sportive ad aria compressa per il tiro a metri 10. Vi è poi la difesa personale, secondo la disciplina della lotta ravvicinata militare e tecnica del disarmo, finalizzata a fornire le basi dell’autodifesa, elemento fondamentale della formazione operativa del militare. L’addestramento alla difesa personale si pratica nella palestra polifunzionale del Centro, sede di allenamento degli atleti delle discipline olimpiche del pugilato, del judo e del taekwondo. E’ altresì praticato il Campo di Addestramento Ginnico Sportivo Militare che, insieme al percorso ad ostacoli Internazionale, consente l’acquisizione delle tecniche di superamento degli ostacoli, e l’orienteering, finalizzato alla conoscenza delle nozioni di base della topografia e della cartografia, all’uso della bussola ed all’apprendimento delle tecniche di navigazione sul terreno. Per entrambe le materie, sono previste fasi di lezione frontale in aula e periodi pratici presso
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l’area addestrativa “Gen. Bonivento”, della Cecchignola. Infine, il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito, ha riposto grande attenzione allo sviluppo di progetti sportivi in favore dei giovani, dai 10 ai 17 anni. A tal fine sono state costituite le Sezioni giovanili di atletica leggera con 300 ragazzi, di nuoto con circa 100 tesserati tra agonisti e iscritti alla scuola nuoto e sezioni di difesa personale, focalizzando l’attenzione, in quest’ultimo caso, sulle discipline del taekwondo e del karate. LE INFRASTRUTTURE La struttura del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito nasce il 1 marzo 1957 per decisione dell’allora Regione Militare Centrale, VIII Comando Militare Territoriale; oggi ospita numerosi impianti ed attrezzature sportive in grado di soddisfare le esigenze tecniche degli atleti della Forza Armata, del personale interno e delle Sezioni giovanili. Grandi lavori strutturali sono iniziati ad ottobre 2009 con il rifacimento della palazzina alloggi dotata di camere singole e doppie attrezzate di tutti i confort, (una sala tv, di una cucina e di una sala computer), del campo sportivo, delle 2 tri-
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bune di cui una completamente coperta, della piscina, del campo di pallamano e del centro fisioterapico. Il campo sportivo, situato al centro della struttura, dispone di una pista di atletica leggera regolamentare con 6 corsie, conforme alle norme vigenti Fidal-IAAF. Il campo di calcio, coperto da un splendido manto erboso, dispone di una tribuna coperta con 1100 posti a sedere e una scoperta di circa 800, di spogliatoi accoglienti e di un impianto di illuminazione a lampade al neon che permette numerose attività serali. Ci sono anche due palestre: una polifunzionale dove vengono praticati principalmente gli sport da combattimento e un’altra di muscolazione, dotata di macchinari di ultima generazione e bilancieri olimpionici dove si svolge l’attività di preparazione fisica e riabilitativa. La piscina di 25 mt., anch’essa moderna e adeguata agli standard federali, risulta efficiente e organizzata per lo svolgimento delle attività natatorie agonistiche e di formazione. L’attività di tiro si svolge in un poligono da 10 metri completamente coperto ed idoneo alla pratica del tiro con la pistola e la carabina ad aria compressa. Il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito si avvale inoltre dell’area “Bonivento”, zona adiacente alla città militare, nella quale vengono organizzate le attività pratiche di orienteering e le esercitazioni addestrative del campo di addestramento ginnico sportivo militare Internazionale, degli allievi frequentatori dei corsi. Grazie all’accordo tra Stato Maggiore Esercito, Federazione Italiana Pallamano e CONI, nel 2012 è stato costruito un campo di pallamano coperto utilizzato per gli stage dalle rappresentative internazionali e dalla nazionale giovanile di handball femminile, in raduno permanente presso il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito in vista dei Giochi Olimpici di Rio De Jainero del 2016. Grande attenzione è stata infine rivolta alla sezione sanitaria; dal 2011, dispone di un centro medico sportivo fisioterapico all’avanguardia con personale specializzato nella riabilitazione e la cura degli atleti. Per quest’ultima attività, sono infatti in dotazione numerose attrezzature come per esempio la “Bosco System”, macchinario altamente professionale, utilizzato per la valutazione della forza. Oggi il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito, con le sue attività, i suoi campioni e le sue moderne infrastrutture ed attrezzature rappresenta il fiore all’occhiello della Forza Armata; un Centro sportivo altamente qualificato in grado di valorizzare le proprie risorse umane e garantire un costante e professionale servizio non solo al personale militare ma anche ai tanti giovani che quotidianamente vi praticano l’attività sportiva.
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golf
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Stagione da ricordare per Alessandro Tadini chiusa con la ‘carta’ continentale e la vittoria nel Campionato Nazionale Open
SEI AZZURRI NELL’EUROPEAN TOUR di Marta Centra aranno ancora sei gli italiani con ‘carta’ piena nell’European Tour 2013. Non c’erano dubbi che rimanessero nel circuito Francesco Molinari, Edoardo Molinari e Matteo Manassero e neanche che Lorenzo Gagli non potesse sopperire a un avvio di stagione un po’ incerto, perché il fiorentino ha tanta classe da poter rimediare a ogni situazione e così è stato. Sono entrati Alessandro Tadini, che comunque a più riprese ha giocato nel tour maggiore, e ci è arrivato per la prima volta Matteo Delpodio, il 27enne torinese classificatosi 14° nella maratona di 108 buche alla Qualifying School in Spagna e quindi entrato tra i 28 promossi. Sono invece usciti Andrea Pavan e Federico Colombo, dopo un'annata piuttosto amara, ma la prima esperienza tra i giocatori più forti d’Europa molto spesso richiede un pedaggio pesante a inizio carriera. Hanno comunque tempo e temperamento per recuperare la posizione perduta. Nel circuito continentale ci sarà anche Nicolò Ravano, che si è guadagnato, sempre nella QS, una categoria 14. Non è molto, ma qualche gara potrà disputarla e, con un po’ di fortuna, po-
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trebbe migliorare la propria condizione e giocare di più, portando insomma le presenze nel massimo arengo continentale da sei e.. mezzo a sette. Ha anche il merito di aver regalato un’altra vittoria alla causa azzurra, poiché si è imposto nello Stage 2 della QS in Catalogna. E alla fine i successi dei professionisti italiani sono diventati in totale nove per la straordinaria impresa di Matteo Manassero, che ha colto il terzo titolo nel Singapore Open dove ha battuto con un eagle alla terza buca di spareggio il sudafricano Louis Oosthuizen, il quale ha al suo attivo anche un major. Il veronese ha stupito ancora con un altro record: è il primo ad aver vinto tre tornei nell'European Tour prima di aver compiuto vent’anni. Tadini ha conquistato la ‘carta’ con una condotta molto intelligente. Lo scorso anno aveva ottenuto la promozione nell’European Tour, ma con poche possibilità di giocare. Così a metà stagione ha capito che non avrebbe più recuperato e ha fatto un passo indietro, dedicandosi nuovamente al Challenge Tour. Scelta giusta avallata da un successo (Ecco Tour Championship), da tanti piazzamenti e dall’ottavo posto nell’ordine di merito finale, dopo l’Apulia San Domenico Grand Final, che ha concluso la stagione sul per-
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corso del San Domenico Golf. Poi ha aggiunto la classica ciliegina sulla torta andando a vincere da dominatore sul percorso del Golf Nazionale il Campionato Open, la più longeva gara italiana e l’ultima del Pilsner Urquell Pro Tour perfettamente allestita dal Comitato organizzatore Tornei dei Professionisti della FIG. Oltre che dal brand che fa capo al gruppo Birra Peroni, il Pro Tour è stato sponsorizzato dal Major sponsor CartaSi, dal Fornitore ufficiale Under Armour, dal Partner ufficiale Webgolf. Media partner: Sky Sport HD; Commercial advisor: RCS Sport. Nell’occasione ha fatto il suo debutto nel mondo dei tornei golfistici come major sponsor, Continental, primo produttore europeo di pneumatici e nuovo fornitore ufficiale della Federazione Italiana Golf. Tadini ha lasciato un po’ di corda agli avversari nei primi tre giri, poi con un gran 64 conclusivo ha superato il giovanissimo romano Mattia Miloro, secondo con cinque colpi di ritardo dopo essere stato leader nel terzo turno con tre di margine sullo stesso vincitore. Terzo posto per un altro laziale, Nunzio Lombardi, e per il comasco Gregory Molteni e ampie note di merito per il dilettante Renato Paratore, che ha combattuto alla pari con i professionisti terminando settimo.
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golf tuttincircolo
a cura di Andrea Cecinelli Responsabile comunicazione del Golf Forense
CIRCOLO GOLF ROMA ACQUASANTA i vincitori di questo mese Presso il circolo più antico d’Italia si è disputata la ormai classica Medaglia Mensile. I soci del Golf Club hanno “festeggiato” così l’arrivo del freddo e dell’autunno, in una sfida all’ultimo colpo. Ma ora passiamo ai vincitori: 1^ CATEGORIA 1° NETTO CRISTIANO BOMBACCI 69 1° LORDO JONATHAN BALDELLI 72
OASI GOLF CLUB Coppa Famiglia & Amici Già dalla denominazione della gara si è anticipato il tema della giornata,una Louisiana a coppie che ha permesso un momento di condivisione sportiva con i propri parenti o amici di gioco. Nonostante il clima amichevole non son mancati momenti di “ tensione” data la confidenza che si istaura nella coppia dedita al raggiungimento di un ottimo risultato. Come non fare un cenno ai premi messi in palio, prosciutti e vini locali che hanno entusiasmato i fortunati vincitori. Nella club-house si è
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news dai circoli di golf
2° NETTO FABRIZIO DE GREGORI 70
ACQUASANTA GOLF CLUB
2^ CATEGORIA 1° NETTO MARCO FORTUNATO 39 2° NETTO STEFANO TARQUINI 37
Golf Bellettini Championship
3^ CATEGORIA 1° NETTO EDOARDO DE GREGORI 35 2° NETTO STEFANO DE LUCA 25
In alto i calici!Sabato 1 e domenica 2 Dicembre è andata in scena al Parco di Roma Golf Club la Coppa del Bicchiere Alessandra Biondi Santi. Il prestigioso circolo di Roma nord ha ospitato sui suoi perfetti green una gara impeccabile nell’organizzazione che ha avuto un’importante seguito.
1° SIGNORE ANTONELLA BARCHIESI GHENZI 36 1° SENIORES STEFANO MANCA 34
svolta la cerimonia di premiazione; nel suo intervento la padrona di casa Marina Lanza ha “ringraziato” Giove Pluvio per aver concesso una giornata di sole estivo, nonostante una preannunciata giornata di pioggia ed altresì ricordato ai Soci che è ormai leggibile sul sito il Programma di Attività Giovanile dell’Oasi i cui Corsi partono il 18 gennaio. 1°COPPIA NETTO: GIORGETTI FRANCESCO RENNA FRANCESCA CL.58 2°COPPIA NETTO: BOZZATO LEANDRO OLIVIERI ANTONIO CL.62 3° COPPIA NETTO: CASARIN MILO CATALDO LEONARDO CL.64
Ma ora passiamo ai vincitori: Nearest to the pin SAVERIO CASTILLETTI (PDR) mt 0,77 Driving contest DIEGO DOLCE (PDR) Penultimo score CLAUS BECH (PDR) 19 1° senior FRANCO USAI (PDR) 6 bicchieri 45 1° lady PAOLA CALDANI (PDR) 10 bicchieri 44 3^ Categoria 2° netto LIVIA BALDUCCI (PDR) 12 bicchieri 48 1° netto SIMONETTA CELINDANO (PDR) 12 bicchieri 54 2^ Categoria 2° netto LILIANA STEPANOV (PDR) 12 bicchieri 50 1° netto ROMANO VATRELLA (PDR) 12 bicchieri 54 1^ Categoria 2° netto CLAUDIO USAI (PDR) 10 bicchieri 48 1° lordo SIMONE BETTONI (PDR) 12 bicchieri 45 1° netto LUCA COLUCCI (PDR) 8 bicchieri 52
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golf forense
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JAGUAR GOLF FORENSE PIÙ 2012: SILENZIO, PARLANO I VINCITORI DELLA GOLF FORENSE TOP di Andrea Cecinelli_ph Yulyia Galycheva
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n altro anno di Golf Forense Più è giunto a termine e noi di Spor t Club come sempre siamo pronti a redigere il bilancio di questi 12 mesi. Un bilancio che, di anno in anno, continua a dare grandissime soddisfazioni all’Avvocato Nicola Colavita, ideatore e organizzatore
della manifestazione. Dal 2005, infatti, il Golf Forense Più ha accresciuto notevolmente i propri numeri coinvolgendo nelle proprie gare i professionisti del mondo del diritto e della medicina romana oltre ai volti noti del mondo dello spettacolo, dello spor t e della politica italiana. Numeri che rendono il circuito un punto di riferimento nello scenario delle gare laziali e così esclusivo
da avere l’alta adesione del Presidente della Repubblica e i patrocini istituzionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Consiglio Regionale Lazio e della Federazione Italiana Golf Lazio. La possiamo considerare proprio un’ottima annata questa del Golf Forense Più, iniziata al Parco di Roma Golf Club, proseguita al Golf Roma Acquasanta e terminata all’Olgiata Golf Club.
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Tre tappe, tutte all’insegna del tutto esaurito, che hanno permesso di raccogliere più di 700 contatti tra giocatori e ospiti del cocktail di premiazione. Tutto l’evento è stato firmato dal brand automobilistico Jaguar Italia che per il primo anno ha acquistato i diritti di Title Sponsor. In questo numero abbiamo incontrato L’Avv. Luca Nicolao e il Dott. Giacomo Dussoni vincitori della
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golf forense
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I vincitori della Golf Forense Top Avv. Luca Nicolao e Dott. Giacomo Dussoni
L'Avv. Nicola Colavita con Lucilla Quaglia
L'ex ministro degli esteri Franco Frattini con la moglie Stella Coppi sui green
Il Presidente di Jaguar Land Rover Dott. Daniele Maver
Giacomo Crosa
Dott Giacomo Dussoni e l'Avv. Luca Nicolao
Golf Forense Top, una speciale classifica che prende in considerazione tutti i punteggi totalizzati dalla stessa coppia in tutte le tappe del circuito, e gli abbiamo fatto qualche domanda sul circuito più amato dai golfisti del Lazio: il Golf Forense Più.
di cambiamenti e il prestigio che ha continuamente aumentato. Credo che sia l’unica gara golfistica amatoriale patrocinata da così tante istituzioni e nella quale sono presenti diverse aziende che suppor tano economicamente il circuito.
Dott. Dussoni come giudica l’organizzazione delle gare dello Jaguar Golf Forense Più? Questa è una domanda facilissima. È il migliore circuito a cui io abbia mai par tecipato. È molto difficile trovare in Italia una gara organizzata così nel par ticolare. Ogni suo dettaglio è minuziosamente curato e forse è anche questo che gli amanti del golf, fanno di tutto per poter vi par tecipare. Sono ormai diversi anni che partecipo a questo torneo e mi sono accor to, anno dopo anno, i gran-
Cos’è che rende questa manifestazione diversa dalle altre competizioni golfistiche? Devo proprio dire che questa è una competizione molto affascinante specialmente per il tipo di aria che si respira. Tutti noi golfisti sia se piove, sia con il freddo, sia con il caldo torrido siamo sempre pronti a giocare questa splendida gara che nel finale regala emozioni e attimi di allegria con il cocktail di premiazione dove ci ritroviamo insieme a parlare delle più svariate tematiche.
Avvocato Nicolao come le è sembrato il livello tecnico della manifestazione? Sicuramente il livello tecnico della manifestazione è notevolmente aumentato. Sul green negli ultimi anni ho trovato oltre ai classici giocatori amatoriali anche golfisti molto esper ti. E questo non fa altro che assegnare punti positivi alla competizione perché oltre a diver tirci miglioriamo di tappa in tappa anche il nostro golf. Devo però doverosamente spendere alcune parole anche per il livello tecnico della organizzazione del circuito. Come ha detto il mio compagno è raro trovare gare di golf preparate così minuziosamente. L’attenzione al dettaglio è davvero impressionante e sono sicuro che Il Golf Forense potrebbe anche azzardare, in un futuro, tappe a livello nazionale.
Cosa significa Golf Forense per un avvocato? Il Golf Forense è un modo, per noi avvocati, di affrontarci oltre che nelle aule di tribunale, anche sui green più esclusivi della Capitale passando una giornata di golf senza pensieri e senza le preoccupazioni della vita quotidiana. La nostra è una categoria di professionisti che si sposa molto bene con uno spor t relazionale come il golf. Passare diverse ore sul green assieme ad altri giocatori facilita le pubbliche relazioni che sono alla base di ogni libera professione. E nel Golf Forense l’aspetto relazionale è molto importante e molto presente. Infatti il senso del cocktail di premiazione è anche questo: of frire un momento di tranquillità per permettere agli ospiti di curare le loro pubbliche relazioni.
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news dai circoli sportivi storici news dai circoli sportivi storici
CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE ADDIO ALLO STORICO GALLEGGIANTE Era da 50 anni che fendeva le acque del nostro amato tevere. Con la sua Prua rivolta verso i nostri vicini della tevere remo, è rimasto sempre li’ senza mai muoversi o tradirci. Nemmeno una crepa. Mai nulla di importan-
te da farci preoccupare. Era una sicurezza. Nessuno ha mai immaginato un circolo senza Galleggiante. L’anno scorso l’avevamo restaurato, ma l’anima è rimasta sempre la stessa. Ci tenevamo i nostri tesori, le nostre amate barche. Alcune storiche che hanno servito centinaia di atleti.. Altre nuove appena spacchettate. Ebbene, la sera del 14 novembre nel corso di una piena straordinaria, a causa dell’impatto con una grossa “isola” di alberi e detriti ha deciso di lasciarci. Alcuni nostri consoci hanno vissuto in diretta quegli attimi. Molti hanno pianto. Impotenti hanno assi-
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news dai circoli sportivi storici news dai circoli sportivi storici
REALE CIRCOLO CANOTTIERI TEVERE REMO NUOVI SUCCESSI ALLA KINDER E SILVER SKIFF Il 10 novembre a Torino sotto una pioggia battente la squadra degli allievi e cadetti ha ben figurato raggiungendo nuovamente un risultato eclatante per il canottaggio. La Kinder Skiff è una regata di fondo in singolo (7.20), che raccoglie un innumerevole quantità di iscrizioni
a livello giovanile. Si svolge ogni anno a Torino nel tratto di fiume Po che va dal RSC Cerea nel Parco del Valentino fino a poco dopo il Ponte Balbis con giro di boa, per un totale di 4000 metri. Ottavia Ravoni vince la medaglia d'oro battendo ben 22 iscritte Allieve C provenienti da tutta Italia facendo registrare un tempo finale di 20' e 19''. Un tempo davvero ottimale calcolando che avrebbe preso la medaglia anche nella categoria superiore Cadette. Partenza un po' lenta, ma una gara in crescendo come è nelle sue capacità. Colpo su colpo il ritmo si fa mar tellante facendo emergere il suo carattere da pas-
Club Circoli Sportivi Storici
dei
stito a quel terribile evento. Siamo accorsi a decine dall’ultimo dei ragazzi al Presidente. Una solidarietà straordinaria. Tutti avvertivamo che un pezzo della nostra storia stava scomparendo. Lo abbiamo ritrovato schiantato contro Ponte Milvio, ma ancora intatto. Era come volesse dirci che non voleva tradirci.. ma proprio non ce l’aveva fatta a resistere a quell’impatto. Voleva comunque dimostrarci il suo amore e permetterci di recuperare i nostri gioielli che custodiva intatte nella sua pancia. Non ce lo siamo fatti dire due volte.. Due nostri allenatori sono scesi con due fantastici vigli del Fuoco e hanno recuperato parecchie barche. Alle 3 della mattina sono risa-
liti fuori dal galleggiante sani e salvi e due ore dopo è affondato. Adesso ci sarà il momento della ricostruzione. In questo periodo di “spanding review” forse non sarà politicamente corretto immaginare di spendere dei soldi per ricostruire un Galleggiante sul fiume. Ma per noi è rimettere in piedi una struttura che rappresenta la nostra “mission”. Migliaia di ragazzi (circa 300 l’anno) sono passati su quel galleggiante per uscire in barca e sognare una grande avventura sportiva o semplicemente come fanno molti nostri soci più anziani, trascorrere un oretta spensierata, lontano dai rumori della città, in mezzo al fiume con il solo rumore dell’acqua.
sista, che la porta alla vittoria in un tratto di fiume gremito di spettatori nel cuore di Torino. Tommaso Braghetti vince nella stessa categoria Allievi C maschile la medaglia d'argento a pochi secondi dall' oro. Penalizzato da una partenza con il pettorale 96, Tommaso non si fa scoraggiare e parte subito forte. La determinazione è tanta e altrettanta la concentrazione che lo porta con una buona tecnica efficace fino agli ultimi metri, quando ha ancora energie per attaccare gli altri singolisti e chiudere con un tempo di 19' e 45''. Ottimi risultati anche nelle categorie superiori. 11 i chilometri da
percorrere per loro in una gara che diventa di livello internazionale con atleti che arrivano da tutto il mondo per testare il proprio stato di forma. Primo tra tutti per la Tevere Remo il singolista Simone Angeloni che si piazza all'undicesimo posto tra gli Under23 chiudendo con un 45' e 25''. Segue poi Alessandro Padoa che conclude invece con 45' e 51'' piazzandosi al decimo posto tra gli Junior A. Una gara di passaggio dunque, ma che regala grandi successi a livello giovanile e che pone le basi nelle categorie superiori per la nuova stagione agonistica 2012/2013. Michele Petracci
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news dai circoli sportivi storici news dai circoli sportivi storici
TENNIS CLUB PARIOLI
IL TC PARIOLI È SALVO Nel play off che si è disputato domenica 25, il Circolo romano ha conquistato una doppia salvezza, sui propri campi, con le sue squadre impegnate nel campionato maschile e femminile. I ragazzi hanno battuto per 4 a 3 i veneziani del TC Cà Del Moro, è servito il doppio di spareggio, vinto dalla coppia Dustov/Fago, per decretare la squadra che ha raggiunto in A2 i già retrocessi TC Sarnico, TC Pistoia e CT Palermo, sconfitto sempre per 4 a 3 nell'altro play out salvezza dal CT Rovereto. La squadra femminile ha vinto agevolmente per 3 a 0 contro il CT Albinea, con i successi di Greta Arn, Martina Caregaro e Beatrice Lombardo che hanno dominato le emiliane retrocesse in A2, insieme alle piemontesi dell'AS Le Pleiadi di Moncalieri. E' soddisfatto il Presidente del Tennis Club Parioli, Maurizio Romeo:" il 2013 è stato un anno importante per tutti i nostri atleti a livello individuale ma i numerosi infortuni ed i punti di penalizzazione ci hanno costretto a triplicare gli sforzi per rimanere nella massima serie con la squadra femminile e maschile. Dobbiamo essere orgogliosi dei nostri atleti - continua Romeo - provenienti in gran parte dal nostro vivaio, che hanno difeso con grande spirito di appartenenza i colori sociali". La squadra di A1 del TC Parioli, da sinistra: Martina Di Giuseppe, Greta Arn, Martina Caregaro, il capitano Roberto Meneschincheri, Nastassja Burnett, Erika Zanchetta, il DT Vittorio Magnelli, Roberta Vinci, Adriana Lavoretti e Beatrice Lombardo Genova per 4 a 3. Domenica 2 dicembre il CC Aniene farà visita all'Ata Battisti Trento, mentre il Ten-
nis Club Italia For te dei Marmi affronterà sempre in trasfer ta il TC Castellazzo. Nei play off femminile ricordiamo che il TC Prato attende nella finale di Rovereto la vincente del playoff in programma per domenica 2 dicembre fra il Club Nomentano, che sfiderà in casa le sarde del TC Cagliari. E' stata una stagione par ticolare per il Tennis Club Parioli, determinata dalla volontà del Consiglio Direttivo di ottimizzare e razionalizzare i costi nell'ottica del risparmio. Una decisione che ha por tato ad investire sui giovani, rinunciando agli ingaggi dei giocatori professionisti già af fermati, con due formazioni, costruite dallo staff tecnico che ha puntato sugli atleti più promettenti del vivaio, spazio quindi a Thomas Fabbiano, Francesco Bessire, Riccardo Chessari, Matteo Fago, Riccardo Grassi, Stefano Valenti e al giovanissimo Gian Marco Moroni, neo campione d'Italia under 14, e Mar tina Caregaro, Mar tina Di Giuseppe, Adriana Lavoretti, Erika Zanchetta e la sorprendente Beatrice Lombardo, classe 1996, che hanno avuto tutti la grande oppur tunità di fare esperienza nella massima serie e di giocare al fianco di atleti più esper ti come l'ungherese Greta Arn e l'uzbeko Farrouhk Dustov. Pur troppo il Parioli quest'anno, oltre alle assenze di Rober ta Vinci e Nastassja Burnett impegnate nella loro attività internazionale, ha dovuto fare i conti anche con la penalizzazione di due punti inflitta alla squadra maschile dal TNAS per un disguido burocratico all'atto dell'iscrizione e ai diversi infor tuni che hanno limitato le presenze in campo e condizionato i risultati della squadra femminile. Sono estremamente felice per questi due risultati - è il commento del direttore tecnico Vittorio Magnelli ottenuti attraverso grandi difficoltà. Grande onore alla squadra ve-
neziana del TC Cà del Moro per la grande spor tività e per l'impegno profuso in campo. Meritavano sicuramente anche loro miglior sorte. Il TC Parioli conferma lo spazio che gli compete nel tennis nazionale. Un grande ringraziamento a tutti, consiglio e soci e del Circolo che ieri ci hanno sostenuto sino a tarda sera, ma soprattutto ai due capitani Roberto Meneschinecheri e Vincenzo Colaguori, ai ragazzi e alle ragazze - continua Magnelli - per il loro attaccamento ai
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colori sociali e per il grande impegno. Sono stati davvero straordinari. Soddisfazione anche per il capitano della squadra femminile Rober to Meneschincheri - Le ragazze hanno dimostrato un grandissimo senso di appar tenenza al circolo, combattendo giornata dopo giornata nonostasnte i problemi fisici che hanno condizionato il rendimento di alcune di loro. Davvero complimenti a tutte loro per una permanenza nella massima serie soffer ta ma meritatissima.
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news dai circoli sportivi storici news dai circoli sportivi storici
CIRCOLO CANOTTIERI TIRRENIA TODARO 48TH HEAD OF THE CHARLES – REGATTA BOSTON (MA) La Head of the Charles è una regata che si svolge a Boston, Stato del Massachusetts, nella terza settimana di Ottobre sul fiume Charles con un percorso di tre miglia (circa 4.800 metri) che si snoda dal grande bacino nel centro della città via via risalendo il fiume nel suo tratto cittadino tra anse e ponti. E’ la regata più importante degli Stati Uniti che in circa dodici ore, suddivise nei due giorni del fine settimana, vede partecipare più di 9.000 canottieri, 1900 imbarcazioni di tutte le tipologie e circa 300.000 spettatori assiepati sugli argini del fiume. Il Sabato gareggiano i master e la domenica gli atleti. Quando con i miei compagni del Circolo Canottieri Tirrenia Todaro di Roma abbiamo deciso ad aprile di partecipare alla regata con l’otto fuoriscalmo, pensavo che la cosa fosse uno scherzo. Da una parte per la difficoltà logistica di trovare una imbarcazione disponibile e, dall’altra, per il poco tempo a disposizione per gli allenamenti di otto attempati signori sempre impegnati con il lavoro quotidiano. A ciò si aggiunga che tre ottavi dell’equipaggio non erano neppure assidui frequentatori del remo. Ma avevamo sottovalutato la tenacia del nostro allenatore e timoniere, il mitico Dario, che un ora dopo ci aveva già imbarcato sull’otto yole per un allenamento di prova sul biondo Tevere. Con costanza e determinazione siamo passati dalla yole al fuoriscalmo ed a giugno abbiamo pure avuto la conferma della disponibilità della barca. Insomma tutto era pronto.
Partiamo da Roma con un comodo volo alle 11 della mattina del giovedì arrivando a Boston alle due del pomeriggio locali. L’impatto è con una citta bellissima. Molto britannica. Accanto a case di stile vittoriano si stagliano grattacieli nonché i classici costosissimi condomini americani con tanto di concierge e receptionist. Il tutto nell’azzurro intenso del cielo, il verde dei giardini che corrono lunghe le sponde del fiume Charles ed i vividissimi e molteplici colori autunnali degli alberi e delle piante. Insomma veramente uno spettacolo unico dove il fiume recita il ruolo del prim’attore con i suoi colori cangianti e le sponde affollate dai gazebo, la gente, i rowing club e le barche. Il Sabato arriviamo di buon ora al nostro Club. La giornata è splendida, sole e niente vento. Alle 9,24 ci sarà la nostra partenza. Quella dei Senior Master 8, 50+. Accanto a noi sfilano canottieri ultracinquantenni di quasi due metri di altezza... “mamma mia quanto so grandi sti americani!!”. Per fortuna partiamo quarantunesimi su quarantaquattro, così non dobbiamo subire l’onta di troppi “incroci”. E’ uno spettacolo incredibile di barche e colori. Il fiume è pieno di boe e un errore di percorso si paga pesantemente, dai 20 secondi di penalità sino all’esclusione. Poi c’è Weeks Footbridge con le sue correnti e la sua curva. Per fortuna è una Head Race, quindi le barche partono già lanciate con un intervallo di 15 secondi. Speriamo di arrivare sotto gli archi del primo ponte da soli !!! Il nostro Dario ci porta sicuro alla warm-up zone, la zona di riscaldamento, cento metri a monte della linea di par tenza. La facciamo un paio di giri e ci disponiamo in coda agli altri otto in attesa del nostro turno. Ci siamo quasi…. GO, GO, PRESSURE !! urlano i giudici di gara, ma per un loro errore, poco dopo ci intimano uno stop. Accortisi dell’er-
rore, la giuria ci ridà il via ma oramai il numero 42 cerca di infilarsi avanti a noi. Il nostro timoniere non demorde e ci chiama subito le palate nonostante lo stop improvviso abbia accorciato una barca che era invece partita bene, lunga e distesa. Ma oggi è il nostro giorno e al primo ponte, il BU-Rail Road Bridge, passiamo avanti noi. La Barca però è ancora “corta” e sconta lo stop dell’avvio sino al successivo ponte, il River Street Bridge. Finalmente prendiamo il nostro passo. Dario azzecca perfettamente la traiettoria del temutissimo Weeks Footbridge e addirittura all’Anderson Bridge, dopo aver chiamato una serie di ripetu-
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Club Circoli Sportivi Storici
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te palate, riusciamo a passare una imbarcazione tra le grida della folla: “.taliani...taliani!!!”. Il nostro timoniere Dario, abituato a ben altre battaglie, vorrebbe anche passare un'altra imbarcazione ma oramai l’equipaggio ha dato il massimo delle sue possibilità. La Barca è lunga e distesa e dopo l’ultimo ponte, l’Eliot Bridge, tagliamo la linea di arrivo. Siamo felici, il tempo è in linea con quello degli altri master italiani che hanno partecipato in passato alla regata. Non male per un gruppo che non è costituito tutto da “canottieri abituali”. Insomma siamo soddisfatti ed alle 11 siamo di nuovo in giro per la città a goderci questo fine settimana.
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FUTBOLCLUB DALLA FUTBOL LEAGUE AL CAMP NOU: CHI VINCE IL TROFEO MSC DIVENTA PER UNA NOTTE UN BLAUGRANA! La Futbol League, giunta all’Ottava Edizione, si prepara a regalare una stagione da sogno a tutte le squadre. Saranno quattordici i Team che si contenderanno lo scettro del circolo che, come ogni anno, cambia qualche regola per cercare di mantenere sino in fondo lo spettacolo, l’agonismo, un alto tasso tecnico e l’equilibrio tra le partecipanti. Sul primo punto non c’è che dire, nel circolo Orange si sogna a occhi aper ti: in campo ex campioni come Angelo Di Livio, Rober to Baronio, Giuseppe Giannini, Vincent Candela, Dario Marcolin, Obertan Biagioni, Stefano Desideri e molti altri. Ma anche molta simpatia: persino alcuni personaggi dello spettacolo come Brenno Placido ed Emanuele Propizio indosseranno gli scarpini sul fantastico terreno del Futbolclub. Ma le sorprese
VEIO SPORTING CLUB UN DICEMBRE CHE VALE… DOPPIO! Conclusosi con la vittoria di Emilio D’Errico e Gianluca Abbate e con la partecipazione straordinaria della campionessa del mondo over 55 Roberta Beltrame, si è svolto nei giorni scorsi presso il Veio Sporting Club il torneo “Vintage”, un’origina-
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non sono finite: grazie alla collaborazione con Junior Team e Radio Radio le par tite verranno riprese e mostrate, in differita, sul canale 196 del digitale terrestre (Radio Radio Tv). Se questo non bastasse a motivare tutti i par tecipanti ecco anche svelato il premio finale: grazie a MSC Crociere che diventa lo sponsor d’eccezione, chi vincerà la Supercoppa finale potrà volare direttamente a Barcelona, sponda Blaugrana, con la possibilità di calcare il Camp Nou per contendersi l’ultimo trofeo stagionale. E proprio la Supercoppa rappresenta la grande novità nel regolamento. Come al solito ci sarà un massimo di età in campo, 280 anni, e dopo la Regular Season inizieranno le Coppe. La vincente del campionato e le altre migliori classificate scenderanno in campo per alzare l’Orange Champions mentre le squadre di metà-bassa classifica lotteranno per accaparrarsi l’Orange League. E chi vince le coppe potrà, appunto, godersi la vacanza nella terra catalana per espor tare un po’ di Orange anche nel campo da gioco di Messi & co. Passano gli anni, cambiano i nomi (su cui c’è da raccontare un bell’aneddoto, dato che per com-
porli si sono uniti il cognome del presidente del team e il nome della squadra di cui por tano i colori), ma le squadre da battere sono sempre loro: Impara, Pellicelli, Palma e Iorio (ex Cancellieri e Giannini). La prima giornata lo dimostra alla grande: Pellicelli si impone con un 6-2 su Mencucci, Iorio regola 5-1 Gatti mentre Angelucci/Palma fatica ma alla fine ha la meglio su Ciccotti per 4-3. Iniziano bene il cammino le due new entr y Hakim e Censi, men-
le iniziativa presa dal nostro Direttore Sportivo Mirko Nasoni, durante il quale i nostri numerosissimi soci, oltre a divertirsi e a trascorrere una piacevole giornata, si sono sbizzarriti nell’ esibire un abbigliamento d’epoca ed accessori dei mitici anni ‘40 ‘50 ‘60 ‘70. Nel mese di novembre, a causa del forte maltempo, gran parte delle attività sono state rallentate ma grandi sono i progetti in programma nei prossimi mesi; tra i vari eventi anche il torneo di doppio over 120 maschile, che vedrà i soci sfidarsi durante tutto il mese di dicembre. Coglia-
mo l’occasione per rivolgere a tutti i circoli colpiti dall’esondazione del Tevere e costretti a sospendere le loro attività sportive e sociali, un sincero augurio di rapida e totale ripresa offrendo loro tutta la nostra solidarietà e collaborazione. Come ogni anno, vedremo e festeggeremo l’alba del 2013 dalla splendida terrazza del Veio Sporting Club: cena, musica dal vivo e fuochi d’artificio aspettano soci e non soci il 31 dicembre presso il nostro circolo! Con l’entusiasmo di sempre inviamo a tutti i più calorosi auguri di Buone Feste!
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tre c’è grande attesa per il campionato di Stigliano che è passato dai mister della Scuola Calcio ai genitori dei ragazzi della scuola calcio. Non resta che mettersi comodi in tribuna o sul sofà per godersi l’evento più caldo della stagione, il Sociale per eccellenza, che quest’anno come non mai promette scintille e, soprattutto, tanto e tanto diver timento per tutti. Gianmatteo Colla
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DUE PONTI SPORTING CLUB MASTER NUOTO 2012-2013 Seguendo una ormai consolidata tradizione, anche quest'anno si è tenuta la serata augurale della stagione master nuoto 2012-2013. Un’occasione per tutta la squadra di nuoto master del Due Ponti e del Cassiantica per tirare le somme degli ottimi risultati ottenuti nella passata stagione 2011-2012 e per riorganizzare le forze e l’entusiasmo per affrontare i prossimi obiettivi. La serata è stata condotta dal patron Pietro Tornaboni che, affiancato dalla raggiante madrina Laura Terribili, ha voluto complimentarsi con tutta la squadra per i risultati conseguiti tra cui figura la vittoria di squadra nei Campionati Italiani di Fondo svoltisi a Scanno. Ma se la squadra del Due Ponti si è distinta figurando sempre tra i primi posti delle più importanti manifestazioni annuali, a livello individuale non è stata di certo da meno. In primis figurano i ben 9 primati italiani della Signora dei Ma-
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dimenticare inoltre il nuovo speciale appuntamento delle Worlds Master Game di Torino 2013 che, pur non rientrando nel circuito ufficiale, si preannuncia di particolare interesse. Piacevole novità della serata sono state le premiazioni simpatia assegnate a chi è stato ed è protagonista oltre che in vasca anche
ster Due Ponti Rita Androsoni accompagnata dagli altri primatisti italiani Renata Marting, Giulio Teodori e Laura Moltedo. Moltissimi poi i titoli di Campione italiano tra cui figurano Rosalba Musso, Carole Smith, Pietro Odoardi, Alfredo Musy, Giulio Teodori, Ottavio Missoni, Rita Androsoni, Laura Moltedo Mijatov Zoraida, Franca Pasquini Antonella Ramelli, Alfredo Paoletti, Rezeda Aleeva , Pia Astone, Maira Elena Marani. Quest’ultime tre atlete campionesse italiane anche nei campionati di fondo e mezzo fondo. Risultati di tutto rilievo a cui si aggiundono Marcello Guarducci e Barbara Grillo che come al solito si distinguono per gli ottimi punteggi ottenuti nella classifica supermaster. Unanime e corale ringraziamento per le tante vittorie ottenute è stato riconosciuto ai 4 tecnici Marco Pomponi, Gianni Butera, Barbara Verginelli e Filippo Nesta che hanno rinnovato il loro massimo impegno per guidare la squadra in una nuova stagione che confidiamo sia coronata da maggiori successi. Tanti gli appuntamenti della prossima stagione tra cui i Campionati Regionali, quelli Italiani e soprattutto gli Europei che si terranno ad Eindhoven in Olanda dal 31 agosto al 7 settembre 2013. Da non
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sul piano vasca o negli spogliatoi o meglio ancora a tavola, in tutte quelle occasioni in cui è possibile ritrovarsi a cena. Serata quindi ricca di celebrazioni e di appuntamenti ma più che altro una vera e propria festa animata da tanta simpatia e da un sano spirito competivo che fa ben sperare in vista degli ambiziosi obiettivi futuri.
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torneo Pezzana
Un nuovo anno con un menù davvero ricco di Alessandro Grassetti
i avvicina a lunghe falcate la fine dell’anno e con esso i primi giudizi e bilanci. Il torneo Pezzana non fa eccezione e prima della fine del 2012 si potranno delineare molte cose, a par tire dalle qualificate alla Coppa, che si disputerà nel mese di gennaio 2013. Un mese duro, anzi durissimo, nella categoria Assoluti dove si comincia a fare lo sprint per il finale della competizione
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“Apertura”. Occhi puntati sullo scontro al vertice tra Sampdoria (Mazza Factor y) e Manchester United ( Rete Sport) in programma il 3 dicembre. La settimana successiva tutti in piedi perché Roma ( Ristrutturando 2006) e Racing Santander (Nice Car) si ritroveranno una di fronte all’altra. Confermarsi oppure fermarsi alla prova del nove? E’ la domanda che si pongono gli appassionati di questa categoria. Sarà una chiusura di anno con il botto per i ragazzi di mister Stefano Mugavero e il presidente Alessandro Presutti,
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impegnato nell’ultima settimana contro la corazzata Sampdoria, allenata da mister Colacitti, specialista del torneo Pezzana. In tutto questo attenzione al West Ham (TristarGold.it) che avrà partite meno complicate. Anche per gli Over 40 sarà un dicembre intenso, con le squadre impegnate alla ricerca di punti play off e punti fondamentali per la qualificazione alla coppa. Il mese si aprirà con Flamengo (Gruppo Siri) – Perugia (Frankie Garage). Una sfida da non perdere con i ragazzi del patron Massimo Santopadre alla
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torneo Pezzana
ricerca della vera consacrazione. E’ proprio legata a loro, poi, la storia del mese del Pezzana. Hanno chiesto, ed ottenuto dall’organizzazione, il cambio di nome, da Chelsea a Perugia. Questo perchè Santopadre è proprietario del Perugia Calcio, ed ha omaggiato i suoi giocatori delle maglie ufficiali. Anche questo è il torneo Pezzana. Tornando al campo il 2012 si chiuderà con Sampdoria – PSG (Farcogomme e Stazione Agip Farcomeni), match clou della decima giornata, il 14 dicembre. Anche qui un campionato
equilibrato che verrà deciso nel nuovo anno, in cui verranno assegnati i primi titoli. Lo stesso discorso vale anche per gli Over 50, categoria sempre più competitiva. Basti pensare ai tempi, divenuti oramai da più di un anno di 30 minuti anche se senza la regola del fuorigioco. La voglia di giocare e stare insieme nel segno del fair play, che il Pezzana vuole sempre come regola principale. Nel freddo di dicembre occhi puntati su Torino (Frollan Pesca) - Chelsea (Alitalia), sfida per decidere gli ordini di classifica. Una settimana dopo
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altro big match per il Chelsea, che avrà di fronte la Fiorentina (Ristorante San Gallo). Per i viola un torneo da protagonisti, che potrebbe diventare trionfale nel nuovo anno. Per tutti gli appassionati, dirigenti e giocatori appuntamento al 2013, con la possibilità di divertirsi sempre al torneo Pezzana. Ci chiede il presidente Andrea Antenucci e lo staff del Pezzana di augurare alla redazione di Sportclub, al Corriere dello Sport, a Radio Rete Sport, a Gentilini, a MarcoPoloshop.it e a tutti i lettori un sereno e felice Natale.
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salute
Dott.ssa Simona Cerulli Medico Chirurgo Specializzato in Medicina Fisica e Riabilitazione
Progetto Pubalgia
LA PUBALGIA SI CURA A VILLA STUART Villa Stuart Sport Clinic, in collaborazione con FIFA e LND, promuove il progetto Pubalgia: per i calciatori, la visita e l’inquadramento diagnostico sono gratuiti. Il diktat della Dott.ssa Simona Cerulli: “Una diagnosi corretta può essere determinante per la guarigione” di Paolo Brandimarte
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salute
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ott.ssa Cerulli, ci illustri propositi e peculiarità alla base del progetto Pubalgia. “Villa Stuart Sport Clinic, in collaborazione con FIFA e LND, propone il progetto Pubalgia, con l’obiettivo di contrastare una delle patologie più diffuse tra i calciatori. Previo appuntamento telefonico (Tel. 06. 35528433), i calciatori con sindrome dolorosa potranno recarsi in clinica (Via Trionfale, 5952 - Roma): la visita e l’inquadramento diagnostico sono gratuiti”. Per essere sottoposto a visita, quali documenti deve portare il calciatore? “È importante che l’atleta si faccia rilasciare una richiesta di visita medica per pubalgia da parte della società di appartenenza. Con la suddetta documentazione, il calciatore ha diritto ad una visita medica fisiatrica con accertamento diagnostico (ecografia o radiografia, ndr)”.
Che cos’è la pubalgia e quali sono le cause che la determinano? “La pubalgia è una sindrome dolorosa, le cui cause sono molteplici. Statisticamente, la patologia può essere imputata a diversi fattori tra cui: sovraccarico funzionale dei muscoli adduttori, lesione della parete addominale e/o inguinale (Sports Hernia), patologia dell’anca ed alterazioni posturali. Non vanno poi dimenticati gli altri elementi in grado di determinare la sindrome dolorosa ovvero disformismi degli arti inferiori, calzature ina-
deguate e superfici sconnesse”. Come mai i calciatori sono così esposti al rischio “pubalgia”? “Effettivamente, la pubalgia miete vittime soprattutto nel calcio. La causa scatenante è la condizione di sovraccarico in cui l’atleta gioca e si allena. Ancora, il rischio è correlato alle dinamiche ed ai gesti tecnici del calcio (salti, dribbling, tiri, contrasti e cambi di direzione), a cui si aggiunge la corsa su terreni accidentati”.
Cosa rende difficile la diagnosi? “Le difficoltà risiedono nella complessità della regione pubica e nel sovrapporsi di altre patologie che rendono il quadro clinico complesso ed incerto. Grazie all’esperienza maturata nella gestione e recupero dei calciatori, Villa Stuar t (Centro Medico di Eccellenza FIFA) è in grado di individuare le possi-
bili cause attraverso la visita medica fisiatrica e gli eventuali riscontri di natura diagnostica (ecografia o radiografia): una diagnosi corretta può essere determinante per la guarigione”.
06.35528433
IL MEDICO RISPONDE
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linea diretta con specialisti in or topedia • fisiatria reumatologia • medicina dello sport • radiologia scienza dell'alimentazione
La pubalgia è ritenuta il “male oscuro” del calcio.
VILLA STUART SPORT CLINIC
Scrivete a:
puerio@topphysio.it
Progetto Pubalgia: per i calciatori, la visita e l'inquadramento diagnostico sono gratuiti. Per appuntamenti e informazioni: Reception Centrale
06.35528433 fgiometti.villastuart@eurosanita.it
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sociale
Metti un campione a cena Campioni olimpici ai fornelli per la onlus romana Sport Senza Frontiere che aiuta bambini e ragazzi in situazioni di difficoltà attraverso lo sport di Alessandro Grassetti
apesante dorate al profumo di lime su crema di porri: è questa l’elaborata ricetta che il plurimedagliato campione olimpico Roberto Cammerelle ha cucinato davanti ad una ghiotta platea di 250 persone che sono intervenute mercoledì 28 scorso alla cena di raccolta fondi organizzata dalla onlus Spor t Senza Frontiere da Eataly, il “tempio” dell’eccellenza gastronomica italiana che ha aper to da pochi mesi i battenti anche a Roma. E dopo di lui è toccato a Carlo Molfetta, oro nel Taekwondo (Paccheri alla zucca e pecorino, con ragù di capesante e fiore di zucchina croccante), a Fabrizio Donato (Astice con cavolo nero e cipolla caramellata con patate bollite) e dulcis in fundo alla bella Elisa Santoni, capita-
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no delle “Far falle” della ginnastica ritmica italiana (Mousse di ricotta alla vaniglia con purea di cachi). Un’idea gustosa e inedita quella di vedere come se la cavano i campioni ai fornelli, scaturita dalla onlus romana Spor t Senza Frontiere che si occupa di aiutare bambini e ragazzi in situazioni di difficoltà attraverso lo spor t. Lo scopo della Onlus è quello di utilizzare lo spor t come strumento di inclusione sociale, benessere psico-fisico, educazione e prevenzione attraverso l’organizzazione di corsi spor tivi pluridisciplinari gratuiti in collaborazione con una rete solidale di Associazioni spor tive e la super visione di coordinatori, allenatori, mediatori culturali, psicologi e l’assistenza sanitaria garantita da una preziosa convenzione con L’O.P. Bambin Gesù. Un progetto iniziato nel 2009 dall’Athlion Roma Pentathlon Moderno e
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raccolto dalla Onlus nata nel maggio 2011 per farne un’iniziativa più strutturata, effcacie e diffusa sul territorio non solo romano ma Nazionale ed Internazionale come dimostrano gli ultimi progetti par titi a Ferentino e Sarajevo. Durante la serata è stato illustrato con un videogiornale l’ultimo anno di attività della Onlus che ad oggi è riuscita ad inserire nel proprio programma oltre 80 bambini e ragazzi provenienti da differenti realtà e contesti segnalati dalla Comunità di S.Egidio e dalle Scuole del territorio. Tra gli altri ospiti della serata Giovanni Bruno, Luca Corsolini e Cristina Chiuso di Sky Spor t, par tner di SSF, il CT della pallanuoto Sandro Campagna e la ginnasta Giorgia Campana insieme agli altri campioni tutti testimonials appassionati di Spor t Senza Frontiere.
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etica sportiva
Al via l’Eticampionato di Basket ASI-MECS di Eleonora Massari_ph Luca d’Ambrosio
on la festa di aper tura che si è svolta sabato primo dicembre presso il Palaluiss di Roma, ha avuto uf ficialmente inizio il primo Eticampionato di Basket ASI(Alleanza Spor tiva Italiana)-MECS (Movimento per l‘etica e la cultura nello spor t). Un grande evento che ha coinvolto le 18 società, centinaia di piccoli atleti, genitori e dirigenti, tutti accumunati dalla passione per il basket e
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dalla voglia di divertirsi e dar vita ad un campionato dove i valori fondamentali sono lealtà, equità, amicizia, tolleranza e rispetto di compagni, regole ed avversari. Un campionato etico, appunto. Anche Gianni Rivera, presidente del MECS, non ha voluto mancare alla festa inaugurale del campionato, così come Lorenzo D’Ercole, campione dell‘Acea Virtus Roma e Paolo Del Bene, direttore Sportivo della LUISS. Achille Sette, responsabile marketing e comunicazione ASI e Roberto Cipolletti, Presidente ASI Roma, a margine della manifestazione si sono di-
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chiarati entrambi soddisfatti di questa sinergia con il MECS che sta dando vita a questo campionato, che si sta imponendo sulla scena del basket capitolino sia per le numerose adesione, sia per i valori che porta con se. Presente anche Silvia Delmirani, che con impegno e professionalità, curando ogni aspetto organizzativo della manifestazione, ne ha reso possibile la realizzazione. I primi a partire, già dal mese di dicembre, saranno i campionati che interessano le categorie Under 14 ed Under 12, mentre per le categorie Aquilotti e Scoiattoli il via è previsto per gennaio. Pri-
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ma dell’inizio di ciascuna partita, per trasmettere un messaggio di amicizia e sana competizione sarà svolta una gara di tiro a squadre miste, facendo giocare insieme i ragazzi delle due squadre. Al termine della gara di tiro, e prima dell’inizio della partita, sarà letto da due rappresentanti delle squadre il Giuramento dell’Atleta dell’Eticampionato che recita: “A nome di tutti i partecipanti, prometto che prenderò parte ad EtiCampionato rispettando i compagni, gli avversari, gli allenatori e gli arbitri, giocando sempre per divertirci ma non dimenticando di comportarci correttamente.”
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TRENTINO ALTO ADIGE: I trionfi del volley si festeggiano nelle Dolomiti
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I successi della corazzata Trentino Volley, dominatrice in Italia e nel mondo, e tanti sport invernali in una delle regioni italiane dove si vive meglio di Francesco Carci
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hi vive in Trentino-Alto Adige deve ritenersi assolutamente for tunato. Popolato da circa un milione di abitanti e situato nella parte più settentrionale dell’Italia, il Trentino è circondato da catene montuose, laghi, valli e boschi di rara bellezza e il clima alpino, mai troppo rigido, rappresenta un confor t in più per gli amanti della montagna e per gli abitanti del territorio. Non è un caso che, recentemente, le Dolomiti siano diventate pa-
trimonio dell’Unesco. Normale, dunque, che gli spor t principali in questa regione siano quelli invernali, sci e hockey su ghiaccio su tutti. Parlando di spor t, iniziamo proprio dall’hockey su ghiaccio, attività molto seguita da queste par ti. L’Hockey Club Bozen-Bolzano (società nata nel 1933) è la squadra italiana più titolata, con all’attivo ben 19 scudetti ed è una delle squadre più famose anche all’estero (i tifosi ricorderanno la prestigiosa vittoria del torneo “Sei Nazioni” nel 1994). Il 12 Aprile scorso, L’HC Bolzano si è laurea-
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to Campione d’Italia, grazie alla vittoria al “Palaonda” (il palazzetto che ospita le gare in casa della squadra biancorossa) sulla rivale Valpusteria. Si è trattato, appunto, dello scudetto numero 19 per la società del presidente Massimo Otto e guidata dall’allenatore Adolf Insam. Nel palmares della squadra, ci sono anche tre Coppe Italia e tre Super Coppe Italiana. La città di Bolzano, sempre per quanto concerne l’hockey su ghiaccio, è protagonista anche al femminile. Quest’anno, infatti, è arrivato il terzo scudetto consecutivo per l’Eis-
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hockey Verein Bozen 84 (meglio conosciuta come EV Bozen). Questi successi, sia maschili che femminili, testimoniano il successo di questo spor t, che in altre regioni viene snobbato o addirittura non è nemmeno conosciuto. Se Bolzano può essere definita la capitale dell’hockey, l’altra città del Trentino-Alto Adige, il capoluogo Trento, non può che essere la capitale della pallavolo. Il Trentino Volley è una società giovane, nata nel 2000 e sponsorizzata dal gruppo Itas Diatec. Dopo anni di progettazione e sacrificio, in cui la dominatrice del campionato era la Sisley Treviso del gruppo Benetton, la squadra del presidente Diego Mosna, a par tire dalla stagione 2007/2008, è riuscita a vincere una serie incredibile di trofei, forse andando al di là di ogni più rosea previsione. I numeri parlano chiaro: 2 scudetti (con tre secondi posti fan-
no cinque finali play-off consecutive), 2 Coppe Italia, 1 Super Coppa Italiana e, in ambito internazionale, la bellezza di 3 Champions League e 4 Coppe del Mondo per Club, tre delle quali vinte in tre anni consecutivi: un record. Il ricordo più bello di questi trionfi è sicuramento quello della stagione 2010/2011, quando la corazzata di coach Stojcev riuscì a vincere Campionato, Champions League e Coppa del Mondo per Club: il cosiddetto triplete, per usare un termine che va molto di moda nel calcio. Bisogna, inoltre, aggiungere che il successo dell’Itas Trentino non è ripagato soltanto dalle coppe da inserire nella bacheca della società. Il capolavoro dei dirigenti, infatti, è stato quello di aver creduto in uno spor t praticamente sconosciuto in questo territorio e di aver generato una forte passione negli abitanti trentini, tanto che il “PalaTrento”, il palazzetto che ospita le gare dell’Itas, viene spesso scelto come sede per le par tite della Nazionale di Pallavolo. Un ulteriore motivo di orgoglio per il popolo trentino. In una regione dove le protagoniste sono le montagne, con le Dolomiti che regalano un panorama straordinario, le strutture per gli spor t invernali non possono che essere di altissimo livello. E infatti, in Trentino si possono trovare piste da sci di eccellente qualità e strade per fette per le corse ciclistiche. Ma il clou delle attività spor tive non è solo d'inverno, perché anche in estate la bellezza dei paesaggi offre la possibilità di escursioni, trekking e percorsi in mountain bike.
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Ovviamente gli organizzatori della Coppa del Mondo di Sci non potevano non tener conto della bellezza di queste montagne e hanno, pertanto, scelto la mitica pista della Gran Risa di la Villa come sede di due gare di Coppa del Mondo (slalom gigante e slalom speciale maschile). Quest’anno la gara dello slalom gigante, disputata il 18 Dicembre 2011, è stata vinta dal nostro Massimiliano Blardone, quindi la soddisfazione per i tifosi è stata doppia. Altre località sciistiche prese d’assalto dagli amanti dello sci sono Cor vara Alta-Badia, Or tisei e Madonna di Campiglio, tutte località di gran moda anche durante le vacanze natalizie. Le salite in mezzo alle montagne e le discese fino a valle offrono una grande oppor tunità per il ciclismo. E infatti, il ciclismo vanta un’antica e radicata tradizione nel Trentino. Oltre a ospitare ogni anno almeno un paio di tappe del Giro d’Italia, in Trentino-Alto Adige si svolge nel mese di Aprile il tradizionale “Giro del Trentino”, riconosciuto dal 2005 dal circuito Uci Europe Tour. L’importanza del Giro del Trentino è quella di vedere all’opera sia diversi giovani, pronti a cimentarsi nelle competizioni più impor tanti del ciclismo, sia quella, per gli atleti stessi, di allenarsi per il Giro d’Italia, che inizia tradizionalmente poche settimane dopo il Giro del Trentino. L’edizione di quest’anno è stata vinta da Domenico Pozzovivo, che è riuscito ad avere la meglio sul favorito e più celebre Damiano Cunego, che vanta ben tre vittorie in questa competizione (2004, 2006 e 2007).
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Dunque, tanto interesse per gli spor t invernali, per il volley e per il ciclismo. E il calcio? Il Trentino è una delle poche regioni in cui lo spor t più popolare e più amato dagli italiani riscuote scarso interesse. Infatti i risultati sono quelli che sono: il Bassano Vir tus quest’anno ha disputato il campionato di Prima Divisione di Lega Pro, ma si è classificato all’ultimo posto, retrocedendo così in Seconda Divisione. E’ andata meglio all’F.C. Sudtirol-Alto Adige, classificatosi settimo, a un passo dai playoff. La squadra è stata allenata da Giovanni Stroppa, che, grazie al gioco brillante che è riuscito a imporre alla squadra altoatesina, è stato scelto come allenatore dal Pescara. Un’eredità pesante: quella di non far rimpiangere Zdenek Zeman.
Chiudiamo con un piccolo omaggio a un personaggio spor tivo nato in questa regione, il tennista Andreas Seppi. Nato a Bolzano il 21 Febbraio 1984, Seppi, nell’ultimo anno, ha regalato momenti importanti per il tennis italiano. Dopo aver navigato per anni intorno alla 50° posizione, infatti, l’anno scorso è arrivato, quasi inaspettato, il salto di qualità. Il 18 Giugno 2011 Seppi ha vinto il torneo di Eastbourne (torneo che precede l’inizio di Wimbledon), vittoria importante perché l’ultimo titolo ATP era stato vinto da Filippo Volandri a Palermo addirittura nel 2006 e, inoltre, nessun italiano aveva mai vinto prima un torneo sull’erba. Ma Seppi non si è accontentato: quest’anno in Qatar ha raggiunto i quar ti di finale ed è stato eliminato da Federer, riuscendo co-
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munque a conquistare un set; a Maggio ha vinto il suo secondo titolo Atp della carriera nella terra rossa di Belgrado; agli Internazionali di Roma ha disputato un grandissimo torneo e ancora una volta si è dovuto arrendere ai quar ti di finale davanti a Sua Maestà Federer. Dopo un deludente Roland Garros, ha sfiorato il bis nel torneo di Eastbourne, dove ha raggiunto la finale, persa poi contro Roddick. A Wimbledon ha pagato un po’ di stanchezza ed è stato eliminato al primo turno dall’uzbeko Istomin. In uno spor t dove le soddisfazioni giungono quasi esclusivamente dal circuito femminile, ci voleva un exploit anche in campo maschile. Speriamo che quella di Andreas non sia stata l’unica parentesi positiva per il nostro tennis.
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Mercedes CLS Shooting Brake La rivista mensile CAR ha provato la station wagon della casa tedesca di Carmelo Bongiovanni
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motori
Uno stile unico, un’identità inconfondibile. La CLS Shooting Brake, va all’assalto delle “normali” station wagon, con la consapevolezza delle proprie capacità
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motori
hooting Brake. Come i veicoli utilizzati per le battute di caccia in Inghilterra negli anni Sessanta e Settanta. Quelle vetture sportive a due porte che univano il lusso e lo stile di una coupé a un vano bagagli e un portellone più ampi rispetto alla media. Da qui il nome della nuova CLS, una vettura chiaramente dedicata a chi teme di rimanere convenzionale. Pensata per chi viaggia con stile, che in nessun modo vuole rinunciare alla sportività e men che meno a un vano bagagli generoso. Parlo di architetti, collezionisti, viaggiatori, persone non disposte a scendere a compromessi e che si meritano una forma di sportività mai vista prima d'ora. Osservo le proporzioni: sorprendenti, ma allo stesso tempo coerenti con l'idea che è alla base dell’architettura della Coupé. Con questa CLS di seconda generazione, Mercedes sembra aver rivisitato la versione precedente in chiave innovativa, raggiungendo degli standard stupefacenti in termini di design e di qualità. Il cofano slanciato, i finestrini bassi e privi di cornice, il tetto spiovente verso la parte posteriore che si protende fino alla coda… sono tutti dettagli che danno l'impressione di un'auto pronta allo scatto. Eppure concedono alla vettura una silenziosa eleganza, rifinita da moderni rivestimenti artigianali. Rimango incantata dal bagagliaio do-
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ve l’essenza pregiata del legno di ciliegio americano, restituisce all’autovettura la raffinatezza dei ponti degli yacht. Per questa CLS Shooting Brake, Mercedes-Benz offre innumerevoli possibilità di personalizzazione: scelta tra cinque tonalità per gli interni, cinque versioni di inserti e tre qualità di pelle. È disponibile in cinque motorizzazioni (due a gasolio e tre a benzina) tutte con cambio automatico a 7 marce e funzione ECO stop/start. Il modello d’ingresso è la CLS 250 CDI BlueEFFICIENCY da 150 kW (204 cv) che grazie ai 5,3 litri di gasolio sui 100 chilometri, rende il consumo di carburante nel ciclo combinato eccellente per questa classe di potenza a fronte di emissioni di CO2 di 139 grammi per chilometro. Seguono i due motori a sei cilindri: CLS 350 CDI BlueEFFICIENCY da 195 kW (265 cv) e CLS 350 BlueEFFICIENCY da 225 kW (306 cv) nonché CLS 500 BlueEFFICIENCY con motore V8 biturbo da 300 kW (408 cv). Il modello più sportivo della Serie Shooting Brake rimane la CLS 63 AMG Shooting Brake con un V8 biturbo AMG da 386 kW (525 cv) e 700 Nm di coppia, dotato di cambio sportivo a 7 marce SPEEDSHIFT MCT AMG. Per la versione «Edition 1», limitata al primo anno dopo il lancio sul mercato, i valori salgono a 410 kW (557 cv) e 800 Nm. Già disponibile in Italia a partire da 61.761,00 Euro della CLS 250 CDI BlueEFFICIENCY, ai 117.512,50 Euro della CLS 63 AMG.
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MERCEDES-BENZ CLS SHOOTING BRAKE Scheda tecnica Prezzo a partire da 61.761 Euro Motore 2.987 cc V6, 4 valvole per cilindro, 265 cv a 3.800 giri/min, 620 Nm a 1.6002.400 gini/min Trasmissione automatica a 7 rapporti Prestazioni 0-100 km/h in 6,6 sec, 250 km/h, 16,6 km/l, 159 g/km Lunghezza 4.956 mm Larghezza 1.881 mm Altezza 1.416 mm Peso 1.910 kg In vendita Ora
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formula 1
Vettel campione del mondo, per la terza volta consecutiva Il tedesco batte il ferrista Alonso in un’ultima gara tirata fino alla fine piena di colpi di scena di Giulio Scaccia a notizia è questa: Sebastian Vettel, classe 1987, nato ad Heppenheim in Germania, vince il suo terzo titolo mondiale consecutivo. Un risultato che, già di per se, lo fa rientrare tra i grandi dello spor t dei motori. Ma c’è di più. E’ riuscito, nel vincere in
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sequenza, dove erano arrivati solo due grandissimi campioni: Juan Manuel Fangio e Michael Schumacher. Ma niente paragoni. Prendiamo solo atto del risultato numerico, comunque di rilievo assoluto. Era prevista una lotta serrata fino in fondo e così è stata. Vettel è arrivato con un vantaggio rassicurante di 13 punti all’ultima gara su Alonso; il vantaggio frutto dell’abili-
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tà del tedesco e del dominio assoluto dimostrato dalla Red Bull nella seconda par te della stagione. Dall’altra par te un Fernando Alonso, eroico fino alla fine, anche se forse nelle ultime due gara un po’ rassegnato, con una Ferrari che non è mai stata la macchina più veloce del lotto. Il Gran Premio del Brasile, come spesso accade, ha riser vato molte sorprese. Alla
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formula 1
par tenza Vettel ha sbagliato ed ha perso posizioni, alla Cur va 4 è entrato in collisione con la Williams di Bruno Senna ed a quel punto il miracolo per la Ferrari sembrava fatto. Miracolosamente la Red Bull ha riportato solo lievi danni e Vettel ha agevolmente recuperato fino ad una posizione che matematicamente gli garantiva la vittoria finale. In tutto questo l’incognita della pioggia intermittente, che ha tenuto piloti, team, addetti ai lavori ed appassionati, con il fiato sospeso fino alla fine. A poco è ser vito il podio conquistato da Alonso e Massa. Un’ultima delusione per Fernando Alonso e per i tifosi della Ferrari, ma questa volta ser viva davvero più di un miracolo. Si chiude così una bellissima stagione, combattuta, ricca di gare emozionanti. Alcune note da sottolineare, oltre ai tre titoli consecutivi di Sebastian Vettel, che fanno il paio con i tre consecutivi nel mondiale costruttori della Red Bull. Il Gran Premio del Brasile è stata l’ultima
gara di Michael Schumacher. Il sette volte campione del mondo aveva già annunciato il suo ritiro. E’ stato un fine settimana emozionante per lui, la squadra Mercedes e per tutti i suoi tifosi e per chi ama la Formula 1. E’ il ritiro di uno dei più grandi piloti visti in pista. Un pilota che per più di 20 anni ha segnato in maniera indelebile ed a suon di record il Circus della Formula 1. Il Gran Premio del Brasile è stata l’ultima gara in McLaren di Lewis Hamilton. L’anglocaraibico, cresciuto nella scuderia di Woking, passerà nel 2013 alla Mercedes. Più di un rimpianto in casa McLaren, qualche mugugno tra i suoi tifosi, momenti toccanti per Lewis. La sensazione che è un arrivederci e non un addio. L’appuntamento è a marzo, in Australia. Sarà l’ultimo anno dei motori aspirati (forse), che lasceranno nel 2013 spazio al ritorno dei motori turbo. Vettel punterà al poker, Alonso e la Ferrari a rompere il digiuno.
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sport&turismo
Golf in California
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sport&turismo
LA VACANZA Livello: medio Durata: 2 settimane Clima: mediteranno nelle coste meridionali, più rigido in quelle settentrionali
E’ uno sport per ricchi? E’ questo il dilemma principale che si sente quando si parla di golf. Il dibattito sembra acceso perché sono molte le opinioni, anche autorevoli, di chi esclude che questa disciplina sia esclusivo appannaggio della classe élite di Luca Parmigiani
el confronto tra le diverse idee, c’è in ogni modo un dato di fatto: il golf in Italia sta crescendo anno dopo anno, tanto che gli iscritti hanno superato la cifra dei 100mila tesserati nel 2011. La crescita del movimento si può allargare anche a confini internazionali, tanto che il golf farà par te delle discipline olimpiche a par tire dalle Olimpiadi del 2016 in programma a Rio de Janeiro in Brasile. Crescita for te, netta, testimoniata per quanto riguarda l’Italia dai grandi risultati degli atleti del nostro Paese, come Matteo Manassero, neanche ventenne, vincitore recente del Barclays Singapore Open o Francesco Molinari, vincitore sempre nel 2012 dell’Open di Spagna. Insieme al fratello Edoardo Molinari ha vinto la coppa del mondo di golf nel 2009, prima affermazione di una coppia italiana e ha partecipato alla Ryder
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Cup del 2010, risultando decisivo per la vittoria finale. In totale, nell’anno solare 2012, le vittorie dei professionisti italiani sono nove: un numero che ben racconta la valenza e il talento degli azzurri. Tornando alla storia del golf, vige una sor ta di paternità storica tra Scozia e Olanda per quanto riguarda le origini: in Italia il golf arriva nel Novecento, con la formazione nel 1927 della Federazione Italiana Golf, che nasce dall’associazione dei Circoli di Firenze, Palermo, Stresa, Torino e Villa d’Este; già l’anno successivo poi la FIG entra a far par te del CONI. Con il passare degli anni, il numero dei circoli aumenta considerevolmente così come il numero dei tesserati, fino ad arrivare alla nascita nel 1982 della Scuola Nazionale di Golf. A detta dei più esper ti, il golf promuove la crescita di valori come la lealtà spor tiva, visto che i giocatori sono arbitri di se stessi e la pratica di questo spor t por ta a dei risultati curiosi per quanto riguarda la salute. E’ stato sti-
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sport&turismo
mato, infatti, che chi gioca a golf ha un’aspettativa di vita più alta rispetto ai coetanei, circa cinque anni in più. Poteri miracolosi quindi di una disciplina che recentemente sta attraendo sempre più giovani. E in questo i risultati spor tivi lo dimostrano. Il golf è praticato in tantissime zone del mondo; tuttavia, per gli amanti di questa disciplina, il top è rappresentato dai campi negli Stati Uniti, con la California che possiede alcuni dei green dai panorami mozzafiato e affascinanti. Situato all’Ovest degli Stati Uniti, a stretto contatto con l’Oceano Pacifico, la Ca-
lifornia è al terzo posto per super ficie di tutti gli States ed è una meta ambita dai turisti che desiderano passare una vacanza da queste par ti. Uno dei green più incantevoli è senza dubbio Pebble Beach Golf Links, nella contea del Monterey: progettato da Jack Neville e Douglas Grant, il green ha ospitato alcuni dei più impor tanti tornei del mondo, come l’U.S. Open Championships. Il panorama è semplicemente fantastico e unico: il campo, infatti, si affaccia sulla costa frastagliata del Pacifico e il gran fascino del green lo rende tra
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i più appetibili come luoghi per praticare il golf. Altro campo spettacolare, sempre nella California, è il Cypress Point Club: il fascino di questo green è dato dalle tre buche che si affacciano direttamente sull’Oceano Pacifico e che aggiungono quel tocco in più d’esclusività alla pratica di questa disciplina. Campi spettacolari, come detto, che si inseriscono in una cornice paesaggistica di primo livello, il top dell’eccellenza: la California non per caso è il sogno di tanti turisti, che pongono questa località in un ipotetico podio di preferenze per la loro vacanza. Los Ange-
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sport&turismo
les, San Diego e San Francisco sono infatti sensazionali car toline di presentazione e località di grande spessore turistico. Per quanto riguarda il clima, infine, la grande estensione in latitudine rende molto varie le condizioni climatiche. Per questo motivo, rimanendo sulle zone che si affacciano sull’Oceano Pacifico, la costa meridionale ha un clima simile a quello mediterraneo, con inverni poco piovosi ed estati calde mentre la costa settentrionale ha degli inverni più rigidi e stagioni estive più fresche con temperature attorno ai 20°.
IL GOLF In Italia: la FIG nasce nel 1927 Tesserati: più di centomila Risultati sportivi: Matteo Manassero e i fratelli Molinari Curiosità disciplina olimpica dal 2016
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sociale
Festival del Cuore 2012 Lo sport con l'imprenditoria al servizio dei bambini bisognosi di Angela Giovacchini
Luca Pezini consegna ad Andrea Di Maso la maglia di Zanni
Alessandro Tonolli
Valentina Mezzaroma
La cena di gala a Spazio900
Sabina Stilo e Nicola Pietrangeli
na serata densa d'emozioni quella di lunedì 3 dicembre nello splendido scenario di Spazio 900 all'Eur. Anche quest'anno il charity event, giunto alla quinta edizione, ha regalato un sorriso a chi è in difficoltà. La cena di gala, promossa da Generazione Sviluppo Onlus e dal suo deux machina Andrea Di Maso, ha visto il mondo dell'imprenditoria, dello sport e dello spettacolo stringersi in cerchio per la solidarietà. L'evento, che quest'anno era patrocinato dalla Provincia di Roma e da Unindustria, è stato magistralmente presentato dalla bellissima Sabrina Stilo che, esibendo delle qualità canore al di fuori dal comune, ha riscosso tantissimi applausi. Durante la cena esibizione delle Div4s, quartetto canoro di bellissima presenza e grande talento sicuramente sentiremo parlare moltissimo di loro. Mentre al termine della stessa spazio alla ballabilissima musica dal vivo di Frankye & Canthina Band, gruppo che ha condotto tutti nelle danze sino a notte inoltrata. Evento di solidarietà dicevamo, quest'anno grazie ai fondi raccolti hanno ricevuto sostegno ARES 118 (grazie al contributo ben
5 ambulanze nel Lazio potranno essere allestite a misura di bambino!), Caap Afrika (l'Associazione monegasca presieduta dal Principe Alberto II°), Salvamamme Onlus, Idee di Movimento Onlus e Oncologia per l'Africa Onlus. Oltre ai fondi raccolti grazie agli amici imprenditori di Di Maso, ulteriori soldi sono stati raccolti grazie alla riffa nella quale tra i vari premi spiccavana la maglia indossata dall'azzurro Alessandro Zanni nel recente test match dell'Olimpico tra Italia e Nuova Zelanda. La maglia, consegnata per conto del Presidente federale Gavazzi da Luca Pezzini è stata preceduta da un filmato emozionale della partita contro gli All Blacks che ha suscitato grande attenzione. Alessandro Tonolli ha provveduto in proprio a consegnare la maglietta da capitano della Virtus Roma Basket, Valentina Mezzaroma ha invece messo in palio la maglia del bomber del Siena Calaiò. Grandi applausi infine per il mitico Nicola Pietrangeli che, salito sul palco ha riscosso una grande e meritatissima ovazione. L'appuntamento con la sesta edizione del Fedtival del Cuore è per il 2013, intanto l'istrionico Andrea Di Maso ha partorito una nuova accattivante avventura : a marzo uscirà il libro "Volere per volare"!
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danza
Era iniziata cosi’...
31 agosto 2008! Federica Giovanforte, all’epoca una diciassettenne di Ronciglione (VT), dopo anni di studio della danza, prima presso scuole private e successivamente presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, coronava il suo sogno di entrare nel mondo professionale di questa magnifica arte dopo severe selezioni. di Luca Pezzini ederica studiava in Accademia, dove con la professoressa Laura Martorana frequentava e coltivava la passione per la Danza Contemporanea. La prof. Aveva colto il talento di Federica appena tredicenne e la seguì con assiduità fino a prepararla per il Concorso Internazionale di Spoleto 2008 diretto dal noto professor Alberto Testa, uscendone premiata come una delle vincitrici e assegnataria di una borsa di studio presso il “Laban Center di Londra”. Nell’ambito del concorso viene notata dal celebre coreografo francorumeno Gigi Gheorghe Caciuleanu che le propone di entrare al Conservatorio Regionale di Boulogne presso Parigi, dove Federica ha studiato con la maestra Ruxandra Racovitza. Alla fine dell’anno accademico 2009 effettua gli esami di fine corso e gli viene attribuito il giudizio di “Tre Bien avec le felicitations de la giury”. Federica, subito, cerca nuove sfide con se stessa e partecipa al concorso per l’ingresso al Conservatorio Nazionale Superiore di Musica e Danza di Parigi (CNSMDP) dal quale ne esce, per l’ennesima volta, vin-
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citrice venendo iscritta direttamente al 2° anno accademico. Inizia così il suo nuovo percorso che la por terà fino ad i giorni odierni a superare, con esito positivo, l’esame di giugno 2012 con il quale ha ottenuto il “cer tificato di danzatrice”. Durante l’anno accademico appena concluso Federica, grazie alla generosità intellettuale di una sua professoressa di danza classica, Anna Maria Galeotti, che l'ha messa in contatto con il coreografo di fama internazionale Maestro Mauro Bigonzetti, ha potuto respirato la magia dell'arte e della danza professionale. Prima del riposo estivo Federica danzerà,sulle coreografie di Ghislan Grellier, con altri tre ragazzi del Conservatorio presso la Cattedrale Saint Michel & Gudule di Bruxelles (Belgio) per il pubblico di un giovane cantante lirico emergente: Roman Dayez. Il sogno di Federica, dopo lunghi sforzi, si sta pian piano materializzando, ora occorre un ultimo spunto, trascorrere il prossimo anno tra l’approccio al palcoscenico offertole dalla Compagnia Giovanile del Conservatorio (Junior Ballet) e le audizioni che affronterà per poter essere scrittura da qualche Compagnia.
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naturopata
a cura di Daniela de Vincentiis Naturopata - Operatore di prano-pratica ddevincentiis@gmail.com
Raffreddore e influenza Come allontanare i malanni di stagione con terapie naturali non convenzionali che aiutano a depurarsi e a rinforzare il sistema immunitario
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affreddore ed influenza sono comuni infezioni di origine virale e che per tale motivo, tranne nel caso in cui si sviluppino infezioni secondarie, non richiedono l'intervento di terapie antibiotiche. Resta salva l'opportunità della vaccinazione antinfluenzale per le categorie più a rischio, quali anziani, persone affette da malattie cardiache o respiratorie croniche o semplicemente persone che non possono assentarsi dalla propria attività lavorativa. Tuttavia, considerando che le infiammazioni sono un modo con cui il nostro corpo cerca di liberarsi da tossine, bloccare queste reazioni naturali potrebbe non solo aumentare il livello di intossicazione ma anche portare ad un ulteriore indebolimento del nostro organismo. Oltre dunque a depurarci, dovremmo cercare di rinforzare il nostro sistema immunitario. Le terapie naturali, come l’omeopatia e la fitoterapia, ma non solo, agiscono in tal senso, affiancandosi alle terapie convenzionali con il vantaggio di lavorare in maniera preventiva e delicata sul terreno costituzionale di ognuno. Cosa possiamo fare in concreto e da dove iniziare? Lo stile di vita e
essenziale dalle proprietà antisettiche, antibatteriche, antimicotiche ed antinfiammatorie, confermate dalla ricerca scientifica. Tra vari integratori a sostegno del nostro sistema immunitario, si annoverano: la rosa canina, l’echinacea ed il propoli, dalle proprietà antinfiammatorie e antivirali, potendo essere usato quest’ultimo anche come spray per la gola. La papaya fermentata, il macerato glicerico di ribes nigrum ed integratori a base di alga klamath, sono solo alcuni esempi di ciò che esiste in commercio. Ma
una moderata attività fisica influiscono senza dubbio sul nostro sistema immunitario. Vari studi hanno dimostrato che in coloro che svolgono una regolare attività fisica (che potrebbe anche semplicemente essere quella di camminare 45 minuti al giorno) l’incidenza del raffreddore si dimezza rispetto a coloro che non praticano alcun esercizio e ciò grazie ad una maggiore presenza di cellule natural killer, che sono la prima linea difensiva contro gli attacchi virali. L’alimentazione: negli alimenti freschi e biologici si trovano tutti i principi attivi di cui l’organismo ha bisogno per contrastare l’influenza: vitamine, soprattutto i gruppi A, C, e D; le fibre che con i fermenti lattici ci aiutano a mantenere in equilibrio la nostra flora batterica; i sali minerali, che eliminati durante episodi influenzali, vanno sempre reintegrati assumendo molti liquidi. A livello di ciò che la natura ci offre, un valido rimedio è lo zenzero, dall'attività antivirale molto forte: in particolare, contribuisce ad alleviare l'irritazione alla gola, provoca una sudorazione terapeutica e sembra agire su vari tipi di batteri. Può essere assunto come tisana o aggiunto a zuppe e verdure. Per il mal di gola, si può ricorrere al tea tree oil (Melaleuca alternifolia) che è un olio
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l’elenco è lungo. Inoltre le modalità e posologie di assunzione devono essere debitamente valutate. La prudenza nell’assunzione di tali integratori, vale a dire nella scelta delle modalità e posologia, non è mai troppa e il fai da te è da escludere categoricamente perché ciò che offre la natura può avere un’azione importante. Occorre consultare un medico o un operatore del benessere per partire da un’anamnesi approfondita e beneficiare quindi del trattamento più mirato e più efficace possibile.
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salute
di Giuliano D’Ambrosio Consigliere Lazio Federazione Italiana Rugby
“Io esisto” La nuova campagna di Telethon dal 9 al 16 dicembre
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a macchina di Telethon si rimette in moto con una campagna di comunicazione, 'Io esisto', che vedra' comparire nei prossimi giorni i bambini affetti da malattie genetiche rare, anche insieme ai loro genitori, in foto e video sui giornali, in tv e su internet. Il tutto finalizzato alla raccolta di fondi con un coinvolgimento anche dei social network, del mondo scolastico, e la tradizionale maratona televisiva sulle reti Rai che quest'anno durerà otto giorni, dal 9 al 16 dicembre. ''Telethon - ha affermato Montezemolo - ha dato un apporto fondamentale in tre direzioni: l'investimento massiccio nella ricerca, l'aver portato la ricerca nelle case degli italiani, e soprattutto i risultati di vent'anni di ricerca, che grazie alla generosità dei cittadini sta dando le prime risposte alla speranza delle famiglie che hanno bambini e familiari con malattie gravissime, perche' stiamo arrivando alle prime terapie grazie agli accordi con importanti aziende farmaceutiche di livello mondiale''. Di ricerca ha parlato anche Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione: ''Oggi ci sono 23 malattie per cui la ricerca sta sviluppando stra-
tegie di cura. Per alcune di queste la terapia sta gia' dando risultati sui pazienti, per le altre il percorso dal laboratorio alla clinica e' stato avviato. Ma le patologie nel mirino di Telethon - ha sottolineato sono molte di piu', basti pensare che fino ad oggi ne sono state studiate quasi 500 delle oltre 7.000 conosciute''. L'efficienza del sistema Telethon e' stata riconosciuta dal ministro Profumo, che ha presentato una serie di iniziative che nei prossimi giorni coinvolgeranno anche le scuole e che ''si rifletteranno su 30 milioni di italiani. La scuola - ha detto - puo' diventare un elemento con cui cambiare il paese''. Tra i partner di Telethon, l'Ad di BNL Fabio Gallia ha espresso ''orgoglio'' per aver ''contribuito, con gli oltre 223 milioni raccolti in oltre 20 anni di partnership, a una delle eccellenze italiane''. Coinvolta anche la grande distribuzione con le catene Auchan e Simply, le librerie 'Giunti al Punto' e l'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato con i maggiori operatori di giochi. La raccolta fondi passera' anche dal telefono attraverso il numero unico 45507, attivo dal 29 novembre al 18 dicembre, con cui donare un euro via sms e dieci euro con chiamata da numero fisso.
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fitness
a cura di Antonella Longo Personal Trainer www.antonellalongo.com - info@antonellalongo.com
Signore, il gluteo si allena in sala pesi Tutte le donne sognano un fondoschiena da ballerina brasiliana, ma quante sono davvero disposte a fare dei sacrifici e ad allenarsi con dei carichi adeguati per migliorarne l’aspetto? mmettiamolo, signore, molte di noi, forse le più timide, preferiscono nascondere il proprio lato b sotto i vestiti piuttosto che prendere un peso in mano. Altre, le “splendide”, danno voce alla propria invidia attribuendo la bellezza di un fondoschiena per fetto ad una mera questione di for tuna. Ebbene, chiamatelo pure “fattore C”, ma sappiate che in questo caso la fortuna si allena in palestra e precisamente in sala pesi! Avere questo tipo di “for tuna” è possibile! finiamola con il nascondere la nostra pigrizia dietro il falso preconcetto che associa l’allenamento femminile con i pesi alla tanto temuta iper trofia da body builder. Diffidate dalle pozioni magiche, non parliamo di miracoli. E’ vero, la conformazione di base dei glutei è e sarà sempre frutto dei caratteri ereditari e della propria costituzione genetica. Questo significa che an-
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che un allenamento costante e davvero funzionante non potrà stravolgerne la conformazione, ma se l’obiettivo è la forma e il benessere, sappiate che bastano 20 minuti di High Intensity Interval Weight Training, tre volte a settimana, per avere il vostro fondoschiena come non lo avete mai visto. Con il giusto allenamento e un’alimentazione corretta si possono raggiungere risultati davvero straordinari, non solo in termini di rimodellamento e tonicità, ma anche di stabilità e postura. Proviamo a capire quali sono gli errori da evitare quando si allenano i glutei e quali le mosse da giocare per migliorare il proprio aspetto e benessere generale. Forse non tutte sanno che i glutei sono costituiti da 3 muscoli diversi. Il grande gluteo, il muscolo più grande del fondoschiena, si trova dietro il bacino e, quando tonico, conferisce il tanto desiderato aspetto bombato. Il medio gluteo, sul fianco, è responsabile del suo sollevamento e arrotondamento. il piccolo gluteo, non visibile este-
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riormente, regola e limita l’accumulo della sovrastante massa adiposa. Essendo dei muscoli, se vengono poco sollecitati, è facile che cedano, ma se vengono allenati in armonia con il resto del corpo, non è solo il loro aspetto a migliorarsi. I glutei infatti, insieme agli addominali, stabiliscono l’inclinazione del bacino rispetto alla colonna vertebrale. Allenarli in armonia con il resto della muscolatura non ha solo finalità estetiche, ma ci permette di correggere e prevenire problemi posturali e di sbilanciamento del baricentro assicurando il benessere di tutto il corpo. Il gluteo inoltre è uno dei muscoli più forti del nostro apparato muscolare, di conseguenza ha bisogno di stimoli molto intensi. Questa considerazione ci porta ad identificare come primo errore da evitare gli allenamenti a bassa intensità fatti di serie infinite di slanci in tutte le posizioni. Così facendo si va incontro ad una grande produzione di acido lattico con il risultato di avere nelle zone critiche un buon precursore della cellulite. La parola d’ordine per allenare il gluteo (e non solo) è INTENSITA’. A questo punto tutte si
domanderanno:”ma se mi alleno con carichi pesanti non finirò per ingrossare troppo gambe e glutei?” Non temete, donne, diventare body builder non è così facile! Sfatiamo il mito. I pesi non ingrossano. Alla donna manca il corredo ormonale atto a provocare un’ipertrofia significativa del muscolo. Nel ciclo fisiologico di allenamento vi è una prima fase, di durata soggettiva, che comporta un lieve aumento dei volumi muscolari, seguita poi da una fase di rimodellamento e riduzione degli stessi volumi con una maggiore tonicità dei gruppi muscolari allenati. La donna possiede circa il 40% in meno di fibre muscolari rispetto all’uomo e la sua produzione di testosterone (l’ormone decisivo nello sviluppo muscolare) è molto inferiore (da 10 a 100 volte più bassa), quindi non riuscirà mai a costruire masse muscolari confrontabili con quelle di un uomo. Un altro falso mito è quello di credere che allenandosi più a lungo e sudando di più, necessariamente si otterranno maggiori risultati. Niente di più sbagliato. Dopo serie infinite di slanci in sessioni di lavoro aerobico che superano mediamente i 50 minuti, la produzione
endogena di cor tisolo, l’ormone dello stress attivatore del catabolismo (perdita della massa muscolare), aumenta notevolmente. Una donna che seguisse un simile programma di allenamento più volte la settimana, come accade spesso quando si seguono corsi di aerobica, non solo non dimagrirà, ma perderà molta massa muscolare per effetto del cortisolo che cannibalizza i suoi muscoli. I livelli di stress elevatissimi abbasserebbero ulteriormente il suo metabolismo e l’allenamento risulterebbe sempre meno produttivo e funzionale quando non deleterio. L’attività fisica ad alta intensità e di breve durata induce un dispendio calorico maggiore non solo nell’unità di tempo in cui viene svolta, ma soprattutto nelle 24 ore successive quando l’organismo sarà costretto a consumare maggiori energie per riassestarsi. Inoltre, più importante è la massa muscolare, maggiore è l’intensità che si può sviluppare in sede di allenamento, più elevato il dispendio calorico, più elevato il metabolismo e più agevole il dimagrimento in termini di massa adiposa localizzata. Ecco perché anche per perdere massa
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grassa l’allenamento con i pesi risulta maggiormente efficace. La prossima volta che vi recate in palestra abbandonate i vostri preconcetti sui pesi. Almeno per i primi tempi, fatevi seguire da un professionista che potrà personalizzare il vostro allenamento secondo le vostre esigenze e la vostra struttura fisica perché ricordate che carichi, serie, ripetizioni e tempi di recupero fanno la differenza! Gli esercizi dovranno essere prevalentemente multi articolari, cioè dovranno coinvolgere più di un’articolazione per volta. In par ticolare per modellare gambe e glutei niente è più efficace dello squat al Multipower con carico. La scelta del Multipower, a differenza dello squat tradizionale, permette di eseguire il movimento in accosciata con i piedi più avanti, permettendo un coinvolgimento maggiore del gluteo e un allineamento corretto della zona lombare evitando di gravare troppo sulle ginocchia. A seguire, stacchi da terra e affondi con manubri. Tre esercizi mirati per stimolare forza e tonicità massimizzando il lavoro nell’unità di tempo per glutei di marmo: belli, alti , sodi.
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del Prof. Sergio Cocozza Insegnante di Educazione Fisica e Tecnico della Nazionale di atletica leggera
Prima della
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maratona
erché tutti i runners che cominciano a correre vogliono cimentarsi in una maratona? Fa bene correre la maratona o più maratone? Cominciamo ad analizzare il primo punto considerando che la corsa è diventato un grande business e la maratona è la sua massima espressione. Ma come si è arrivati a questo? Stiamo vivendo ormai da tanti anni una crisi di valori piuttosto generalizzata che passa dalla mancanza di interessamento per la politica, al poco interesse per la spiritualità. A questo va aggiunta una forte crisi della famiglia e del mondo del lavoro. Aggiungiamoci l’uso massiccio della tecnologia, con i social network a dettare le regole dei rapporti interpersonali ed eccoci proiettati in questo nuovo 22° secolo senza più continuità con il passato.Quali sono i nuovi obiettivi personali più in voga al momento?E cosa resta in cui credere? Molto semplice: il culto del corpo con la sfida dell’andare oltre i propri limiti. Cosa incarna meglio della Maratona un
ph Luca d’Ambrosio
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atletica
concetto cosi palese? Ogni corridore pensa che sfidarsi significa correre 42.195 metri ed è disposto a tutto pur di raggiungere questo traguardo, incurante dei risvolti negativi e dei pericoli a cui va incontro. Scherzosamente si dice che il calcetto e la maratona l’abbiano inventati gli ortopedici! E quanto lavorano fisioterapisti, osteopati, medici in generale e farmacie da quando ci sono milioni di malati di maratona! Dopo questa parentesi sociologica per spiegare il perché ci sia stato un incremento così massiccio dei praticanti maratoneti vediamo ora cosa possiamo imparare per non diventare dei “tapascioni” professionisti. Da sempre prima di iniziare una preparazione per la maratona gli atleti si misuravano con distanze più brevi dove potevano imparare una migliore tecnica di corsa, migliorare la velocità di contrazione muscolare ed aumentare i loro gradienti i forza. Se non vuoi che questi 42 km diventino il tuo calvario durante e dopo la gara devi ar-
rivarci preparato a dovere. Dov’è il grande equivoco? Preparato a dovere non vuol dire con solo una montagna di km percorsi senza nessuna considerazione per le velocità di allenamento, la preparazione muscolare e la tecnica con cui si corre. L’avvento degli africani nelle corse lunghe ha reso più equivoci i parametri di cui sopra. Perchè? Loro hanno una motivazione che noi non abbiamo, hanno fame e voglia di riscatto, noi no, siamo un popolo di pigri sia fisico che di ambizioni più in generale. Loro sono molto preparati fisicamente dallo stile di vita che hanno, i bambini vanno a scuola di corsa noi ci andiamo con il sedere sul sellino del motorino, loro mangiano molto più naturale di noi che mangiamo tonnellate di carne rossa e tantissimi cibi lavorati e poco nutrienti. Loro hanno muscoli molto magri e molto forti, noi siamo più grassi e pingui. Loro hanno l’anca prona che facilita l’azione di corsa noi no. Insomma se da una parte l’avvento degli straordi-
nari atleti africani ha portato una rapida evoluzione della specialità maratona è vero anche che ha sdoganato la gara dalle realtà esclusive delle discipline olimpiche. Troviamo molti corridori che non hanno mai corso in pista,mai nei cross ma che hanno fatto diverse 42 km. Mi sono trovato spesso a parlare con atleti amatori neofiti che chiedevano di essere allenati per la maratona come obiettivo principale non considerando il fatto fondamentale che se non diventi più veloce la tua maratona sarà scadente. Se prendiamo in esame atleti che si cimentano da poco sulla distanza vedremo che a furia di far chilometri, all’inizio, le loro prestazioni avranno un’ascesa notevole ma che nel giro di poche gare subiranno un ristagno prestativo dovuto al fatto che non si sono curati altro di aumentare le distanze percorse. La stagnazione dei personal best time è spesso accompagnata da infortuni più o meno gravi per i motivi sopraindicati. Con grande sponta-
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neità sento di poter affermare che le gare di maratona andrebbero centellinate e durante il corso dell’anno agonistico andrebbe fatto un lavoro di costruzione dell’atleta che veda coinvolti a 360° tutti i meccanismi di risintesi energetica nonché diverse funzioni muscolari anche poco (all’apparenza) correlate con la distanza della maratona. Se vedessimo piu amatori correre in pista distanze dai 400 ai 3000 mt, gareggiare sui cross nei periodi invernali, mi sentirei di affermare con certezza che la distanza olimpica dei 42 km verrebbe corsa dagli atleti suddetti con maggiore facilità e con tempi migliori. Attenzione a non diventare vittime dei tour operator che propinano il turismo sportivo con dosi massicce di pubblicità. Se proprio vi “scappa” una maratona chiedete al tecnico che vi segue di farvi correre anche distanze brevi e veloci nell’anno che precede la competizione. Solo cosi otterrete risultati ottimizzati e consoni alle vostre vere capacità atletiche.
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di Fabio Ingargiola Personal Trainer www.impactotraining.com
Mangia meglio non meno Alcuni consigli per una corretta alimentazione
1. Non digiunare o saltare i pasti: saltare i pasti rallenta il metabolismo, digiunare intacca la tua massa magra: perdi peso, ma non grasso, con conseguenze estetche disastrose, e danni per la tua salute. 2. Aggiungi uno spuntino la mattina e uno nel pomeriggio a i tre pasti principali: gli spuntini regolarizzano l’assunzione di cibo, evitano attacchi di fame e tengono attivo il metabolismo. 3. Mangia con calma, seduto e mastica lentamente: perchè occorrono almeno 20 minuti prima che il cervello percepisca il senso di sazietà: mangiando piano mangi meno e faciliti la digestione. 4. Bevi almeno 2 litri di acqua al giorno: per bilanciare le perdite fisiologiche giornaliere (sudore, urina, ect.) e permettere agli organi vitali un ottimale svolgimento delle loro funzioni. 5. Non mangiare dolci dopo cena: non conta solo cosa mangi, ma anche quando lo mangi. Al termine della giornata l’attività metabolica é ridotta al minimo e pertanto le calorie introdotte vengono trasformate soprattutto in grasso di deposito. 6. Non esagerare con bibite gassate e zuccherate: perchè contengono zucchero ed hanno perciò tante calorie pur essendo povere di valore nutritivo. L’organismo non ne percepisce l’apporto energetico, non ci si sente sazi e si introducono perciò molte calorie in più che non bevendo acqua. 7. Non fare diete monotematiche (ad esempio la dieta del minestrone, cappucino, ect.): perchè rischi la tua salute senza ottenere risultati reali: una restrizione calorica severa e senza logica abbassa il metabolismo e aumenta la capacità del corpo di assorbire i nutrienti presenti negli alimenti. Quindi anche un piccolo "sgarro alimentare" (inevitabile con una dieta sbilanciata) verrà immagazzinato dal corpo sotto forma di adipe. 8. Mangia almeno 4 porzioni di frutta e verdura al giorno: per assicurarti il giusto apporto di vitamine, sali minerali e fibre. Per depurare l’organismo e prevenire malattie (tumori). 9. Non bere alcolici o superalcolici: stesso discorso del punto 6, in più l’alcool è ricco di calorie e povero di principi nutritivi (1gr=7kcal). Attenzione dunque al vino e ai cosidetti “digestivi” (che NON fanno digerire) dopo cena. 10. Limita al minimo condimenti elaborati, salse, fritti, fast food, merendine e insaccati: perche’ sono ricchi di grassi saturi e idrogenati, conservanti e coloranti. Tante calorie e poche propietà nutritive, tanto colesterolo: in breve, cibo spazzatura.
ph Luca d’Ambrosio
'obiettivo è che tu perda grasso, non muscoli. Per fare questo la tua alimentazione deve essere bilanciata e deve seguire semplici regole. Nell’ulltimo articolo ho parlato dell’Afterburn effect e dei ri-
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sultati eccezionali che si possono ottenere in 8 settimane di allenamento ad alta intensità (www.impactotraining.com) ma se finito l’allenamento mangi trash food, alcool e merendine i risultati NON arriveranno. Leggi bene questi 10 semplci consigli e allenati alla giusta intensita’: i tuoi addominali ti ringrazieranno.
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