giugno 2012 foto Luca d’Ambrosio
L’OLIMPIADE DAGLI EFFETTI SPECIALI Nel racconto di Paolo Cecinelli com’è cambiato l’Evento negli ultimi trent’anni
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sommario
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Sport Club giugno 2012
4 That’s London 2012
editoriale
VELA
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Le Fiamme Gialle a Londra 2012
COVER
Lazio ombelico del beach volley
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Si accendono le luci sul Summer 2012
TORNEO PEZZANA
BEACH VOLLEY
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Italia Surf Expo Beach Village 2012
60 86
SURF EXPO
REGIONI/3
Wakeboarding, come volare sull’acqua
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FIAMME GIALLE
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Liguria: acquario, Sanremo e tanto sport
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Il mio amico Paul
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Gambe e glutei perfetti!
SPORT&TURISMO
FITNESS
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NOVITÀ
Sport Club srl via Morlupo, 51 00191 Roma tel. 06 97600342 fax 06 97277879 www.sportclubmagazine.it info@sportclubmagazine.it Direttore editoriale Luigi Capasso Sport Club Anno IX - n. 82 - Giugno 2012 Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004
Editorialisti Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Pino Capua, Sabrina Rondonelli, Fabio Ingargiola Hanno collaborato a questo numero Matteo Cirelli, Gianmatteo Colla, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Andrea Tranquilli, Andrea Cecinelli, Luigia Latteri, Andrea Cimbrico, Stefano Mappa, Massimiliano Morelli
Progetto grafico e Impaginazione Adversign srl grafica@sportclubmagazine.it Presidente Onorario Giuseppe Capelli Pubblicità Adversign s.r.l. Davide Campanella Via Morlupo, 51 - 00191 Roma tel. 06 97600342 cell. 335 7574074
Stampa Plus Group srl Finito di stampare nel mese di giugno 2012 Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione.
d.campanella@sportclubmagazine.it
È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati dalla Adversign srl
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editoriale
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di Luigi Capasso
NEuro calcio non ci piaci più
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on si parla più di Campionato europeo di calcio, si parla solo di “biscotto”. Non si spronano più i nostri ragazzi a raggiungere un’agognata vittoria tricolore, si inneggia un altro popolo latino ad essere orgoglioso di cercare sempre e solo la vittoria. Ma dov’è andata a morire l’etica sportiva? Dov’è tramontata la vecchia cultura della difesa della propria bandiera? Dov’è finita la sana ambizione di raggiungere un obiettivo con i propri mezzi? Il Movimento Etica e Cultura nello Sport è di questo che parla nelle scuole, nelle palestre, nei circoli sportivi. La vita come lo sport e lo sport come la vita. Dalle regole di una qualsiasi disciplina agonistica, si possono apprendere le linee guida di una corretta educazione civica per la vita di tutti i giorni. Se commetti un fallo, c’è sempre qualcuno che fischia e ti punisce. Sono anni che grazie ai nostri testimonial del mondo dello sport ascoltiamo dibattiti, convegni, talk show dove si cerca di trasmettere ai più giovani il valore della cultura sportiva. I campioni incontrano nelle aule scolastiche, nelle scuole calcio, giovani alunni che magari domani diventeranno campioni e gli raccontano quali sacrifici hanno dovuto sopportare per anni e anni e quanti parenti li hanno dovuti supportare grazie a rinunce enormi, che valevano solo la possibilità di accarez-
zare il sogno di una medaglia olimpica. Dalle cinque alle otto ore di allenamento ogni giorno, se c’è il sole o nevica, per centrare solo un obiettivo: il successo. Senza scorciatoie o deviazioni. Senza aiutini o medicinali. E poi all’improvviso, arriva lo scandalo di turno, ora ritocca al calcio scommesse con i suoi titoloni a nove colonne e le dirette dei telegiornali. E ti rendi conto che tutto ciò che hai cercato di trasmettere con entusiasmo e passione ai più giovani, tutto lo sforzo profuso per fargli capire che lo sport deve essere sano e pulito rischia di svanire. Cosa potremmo mai dire un doma-
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ni ad un piccolo tifoso che si è innamorato del suo campione ora indagato? Cosa potremmo mai raccontare al figlio che impazzito di gioia, abbraccia al padre, al suo gol leggenda del suo beniamino? Come potremmo giustificare il tutto al bambino che ha appena litigato con il suo amichetto per riavere indietro la sua figurina Panini? Non è semplice retorica, è la pura realtà. Il dramma del calcio scommesse, che bisogna estirpare con ogni soluzione, anche la più estrema, oltre ad offendere e dileggiare il gioco più seguito al mondo, acceca la luce del sogno più bello: quello dei nostri figli.
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vela
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di Paolo Cecinelli Caporedattore La7 Spor t
Il mio amico Paul Grande attesa per il premio “Etica dello Sport”, che verrà consegnato a Cayard il prossimo 24 settembre a Roma
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dere dignità a testa alta sono tornati nel mondo dorato della Coppa con ingaggi favolosi e importanti ruoli decisionali. In pratica si sono fatti consegnare i destini dell’America’s Cup. Le regole, il futuro. Alla fine l’hanno cambiata. Qualcuno dice stravolta. Dalle barche tradizionali ai catamarani. Niente più vele di tessuto tecnologico ma ali rigide d’aereo per prendere il vento. Incredibile. L’equipaggio indossa caschetti e protezioni tipo hockey su ghiaccio. Questa barche sono veloci e pericolose. Hanno compiuto una vera rivoluzione nel mondo della vela. Quello tradizionale e bacchettone. Ci sono riusciti ma non è finita qui. Adesso Paul Cayard è CEO della sfida svedese di Artemis. E’ la sua ottava partecipazione alla Coppa America. Nessuno ha fatto più di lui. Ha iniziato nel 1983 guadagnandosi il posto in barca dopo aver passato la notte a scartavetrare la carena del 12 metri S.I. di
a tolto i baffi. Un colpo di rasoio e via. Ci pensava da tempo. E’ successo una mattina davanti allo specchio, qualche mese fa. Come a voler cambiare vita. Come a voler sottolineare qualcosa. Non era la prima volta. Da studente era diventato velista apprendista, poi professionista e skipper. Poi era passato dalle regate tra le boe alla navigazione oceanica. Si sentiva fighetto e voleva diventare un duro della vela. Certificato che solo il Giro del Mondo può consegnarti. Ne ha vinto uno, alla prima partecipazione, con una barca dal nome affascinante: Pirati dei Caraibi, Walt Disney. Ne ha fatto un altro perché non era ancora soddisfatto. Secondo posto. Poi insieme a Russel Coutts ha dichiarato guerra all’ipocrisia e ai tycoons della Coppa America che avrebbero voluto imbavagliarli, limitarli. Usarli. La vela è libertà e allora hanno lanciato un progetto concorrente. Gli hanno messo paura. Senza per-
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Tom Blackhaller. Non chiedetegli quale è stata la scelta più difficile della sua vita: La risposta ve la dico io: decidere di abbandonare il timone. Passaggi di vita. Un taglio netto con il passato, come al baffo. Senza rancore, però. Esperienze troppo forti per essere cancellate da una rasoiata. Una vita piena di sfide, una dopo l’altra. Personali e di gruppo. Belle, intense e a volte traumatizzanti che l’hanno segnato. Lo stesso effetto che una raffica di vento produce sul mare. Ti entra dentro nel corpo e la senti solo dopo. Freddo o caldo che sia, l’effetto è amplificato a volte con dolcezza, altre con forza. Sempre con passione. Senza i baffi la gente fatica a riconoscerlo e lui ci scherza con ironia: “Forse è perché sembro più giovane?” mi ha confidato durante una delle nostre cene romane. Gli piace l’Italia. Paul Cayard è nato a San Francisco. Ha 53 anni. Il cognome tradi-
Paul Cayard con Raul Gardini
ph Gianna Muriani
sce origini francesi. Il papà ovviamente che ha lavorato al Teatro dell’Opera di San Francisco dove da bambino il piccolo “Paulino” giocava sul palcoscenico nelle ore di pausa. Sembrava avesse una naturale predisposizione alla comunicazione. A 8 anni la prima barca a vela, costruita dal papà. Una specie di Optimist, ritrovata proprio quest’anno e gelosamente custodita nel garage della casa dei genitori a San Francisco. Paul Cayard è cittadino del mondo. Ha lavorato con gli americani, gli italiani, i francesi, gli spagnoli, gli svedesi, i russi. In mare non ci sono confini. Parla correttamente
Per Gardini non esisteva il condizionale. Si, o no. E quella cosa si poteva fare solo con il suo Paul Cayard. Una sera glielo disse e gli fece tremare le gambe. Aveva da poco compiuto trenta anni. Decise con il cuore perché altrimenti avrebbe dovuto rinunciare. Da quel giorno però la sua vita cambiò. A Paul piace ricordare che Il Moro di Venezia è l’unica barca italiana ad aver vinto una regata in Coppa America. E’ vero. Meglio di Luna Rossa in termini algebrici che però è alla quarta partecipazione. Nella finale della Louis Vuitton Cup di quell’aprile ’92, il Moro faticava con i neozelandesi. Era sotto 3-1.
tre lingue tra cui l’italiano. La sua seconda patria. Il suo nome è inserito nell’Enciclopedia della Treccani. “velista statunitense, campione del mondo Classe Star nel 1988, ha avuto la sua prima esperienza in Coppa America nel 1983. Chiamato nel 1990 da Raul Gardini a guidare l’avventura de Il Moro di Venezia”, etc…. Ho conosciuto Paul proprio durante quella campagna. 1989-90. Isole Vergini, St. Thomas. Era lì ad allenarsi con il maxi “Passage to Venice”. C’era anche Raul con quell’idea ossessionante di voler fare la Coppa America e vincerla. Portarla a casa. A Venezia e Ravenna.
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Nella conferenza stampa Gardini attaccò ferocemente i neozelandesi. Utilizzavano una vela di prua in maniera irregolare e glielo disse senza mezzi termini. “Siete dei ladri”. Per non offendere i kiwi, Paul fece la traduzione incompleta. Intervenne Luca Bontempelli che rivolgendosi ai neozelandesi gli spiegò la cosa. Scoppiò la polemica. La mattina del giorno dopo Laurent Esquier, direttore de Il Moro, mi chiamò nel suo ufficio. C’era anche Paul Cayard. Mi chiesero di aiutarli a produrre ogni giorno un filmato-prova da portare alla giuria. Il Moro vinse la diatriba con New Zealand ed anche la
Louis Vuitton Cup. Lo studio di Paul aveva una terrazza sulla baia di San Diego. Da lì poteva controllare ogni mossa dei suoi avversari. Alle 6,30, ogni mattina di quella finale con i neozelandesi, lasciavo un cappellino di TMC sulla sua scrivania. Blue con la scritta bianca e dietro un ricamo. Ogni giorno diverso. Ricordo il primo e l’ultimo: “Forza Paul!” e “Bye Bye”. Dopo quindici anni di regate, porti e barche incontro di nuovo Paul al Circolo Canottieri Aniene di Roma. Presentava la sua partecipazione alla Middle Race insieme a Max Procopio. Rimanemmo a parlare per un po’. A parte le regate
di Brava e l’amicizia con Pasquale Landolfi non ci sentivamo quasi mai. In una di quelle pause quasi imbarazzanti parto all’attacco: “Paul, La7 trasmetterà la Coppa America di Valencia. Vieni con noi?”. “Paolo – mi disse - la Coppa io la faccio non la guardo…”. Paul Cayard in televisione fu uno spettacolo. Dietro le quinte ancora meglio. Prima riunione. Mise tutti in riga. Ci trasformò in un vero team. Motivazione e obiettivi. E poi in onda con le sue espressioni. Un misto di americano, italiano e napoletano. A spiegare qualunque cosa con una semplicità disarmante.
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diritto e rovescio
dell’Avv. Sabrina Rondinelli Specializzata in diritto dello sport Dottore di ricerca Fac. Giurisprudenza “La Sapienza” sabrina.rondinelli@uniroma1.it
La preclusione e radiazione nello sport
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n ogni caso gli organi di giustizia spor tiva che irroghino la predetta sanzione nel massimo edittale, e valutino l’infrazione commessa di par ticolare gravità, possono disporre anche la sanzione accessoria della preclusione, equivalente della radiazione, ossia dell’espulsione a vita dalla FIGC. L’ar t 14 del vecchio Codice di Giustizia Spor tiva della FIGC vigente fino al 30 giugno 2007, prevedeva che qualora l’organo di giustizia avesse valutato di par ticolare gravità
l’infrazione, irrogando nei confronti dei tesserati la sanzione nella durata massima di cinque anni, avrebbe potuto proporre al Presidente Federale la preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della FIGC. L’attuale CGS, dovendo invece adeguarsi all’ar t.18 dei principi fondamentali degli statuti federali del CONI, che stabilisce la netta separazione tra gli organi di gestione spor tiva e gli Organi della giustizia spor tiva, ha modificato la precedente disposizione, attribuendo a questi ultimi, come anticipato, il potere di disporre la preclusione (ar t.19 co.3 CGS). La CGF in sede consultiva è stata chiamata a sciogliere il dubbio su quale organo, in assenza di una normativa transitoria,abbia il potere di valutare e decidere le proposte di preclusione non ancora definite e formulare prima dell’entrata in vigore del nuovo CGS. Pendenze queste, che per la maggior par te, riguardavano le vicende di Calciopoli del 2006 ed una quarantina circa di inibiti. Più chiaramente, i cinque anni di condanna per i procedimenti di Calciopoli sono un fatto storico, ma nessun organo di giustizia aveva mai valutato se si fosse trattato di episodi talmente gravi da far meritare agli incolpa-
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ti anche la radiazione. Come chiarito dall’uf ficio legale della FIGC la sanzione dell’inibizione per cinque anni c’è già stata, differente questione, come detto, è invece valutare se questi fatti siano talmente gravi da compor tare anche la radiazione. E’ questa l’unica valutazione che deve essere rimessa agli Organi della giustizia e deve esserci un soggetto che l’attivi individuato nel Procuratore Federale. L’Alta Corte di giustizia nella sentenza sull’appello contro la radiazione di Luciano Moggi, ha stabilito che: “l’applicazione della ulteriore misura sanzionatoria ha come presupposto la precede dente condanna (..), non si tratta, dunque, di dare due diverse sanzioni per gli stessi fatti quanto piuttosto di completare un giudizio al quale mancava un ultimo segmento di valutazione rimasto pendente”. Non è questa la sede di cimentarsi in discorsi piu approfonditi di diritto, sicuramente al radiazione a vita di Mazzini, Giraudo e Moggi hanno aper to un nuovo filone dell’istituto finora poco applicato e poco conosciuto della radiazione. Ci si aspetta sicuramente che casi di radiazione ci saranno sul finire dei vari processi per i tesserati deferiti per il calcio scommesse.
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focus
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di Pino Capua Consulente per il Sindaco per le politiche sportive del Comune di Roma
Londra 2012, ci siamo!
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a cerimonia di consegna si è tenuta ad Atene nella cornice dello stadio Panathinaiko, teatro nel 1896 delle prime Olimpiadi dell'era moderna, presenti anche David Beckham e il sindaco di Londra Boris Johnson. La fiaccola su un volo speciale ha raggiunto la Cornovaglia iniziando il suo tour, lungo circa 13mila chilometri, che toccherà tutto il Regno Unito, concludendosi il 27 luglio prossimo, quando la fiamma concluderà il suo viaggio entrando allo stadio Olimpico di Londra dove si terrà la cerimonia d'apertura dei Giochi della XXX olimpiade moderna. Cuore dei giochi sarà l’Olimpic Park, che ospiterà uno
Stadio Olimpico di 80.000 posti, l’Aquatic Centre, un Velodromo, il Villaggio Olimpico e il Media Broadcasting Center. Sono previsti percorsi turistici attraverso cui si avrà modo di conoscere la storia di questi luoghi, dei Royal Docks, e delle sedi sportive oggetto di attività come boxe, judo, lancio del peso, wrestling, ping pong e taekwondo. I tour comprenderanno anche la visita ad altre attrazioni londinesi, come il Millennium Dome, il Thames Barrier Park e l’University of East London. In tutta l'Inghilterra fervono i preparativi per approntare le sedi dei giochi, dagli stadi di calcio e dalle piste da ciclismo fino agli specchi d'acqua e ai torrenti per le competizioni di vela e canottaggio. Durante i Giochi Olimpici e Paralimpici di Londra 2012 queste sedi diventeranno i campi da battaglia per i migliori atleti del mondo. In effetti se il Parco Olimpico vero e proprio sarà a Londra, moltissimi eventi si terranno in altre località in tutta l'Inghilterra. A Trafalgar Square, nel cuore di Londra, un orologio fa il conto alla rovescia contando i giorni, le ore, i minuti e i secondi che mancano all'inizio delle Olimpiadi 2012, le prime a essere ospitate dalla capitale britannica dal lontano 1948. Secondo un’inchiesta appena svolta da Sky News, il reale costo delle Olimpiadi di Londra si aggi-
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rerà intorno ai 12 miliardi di euro, ma Sebastian Coe, presidente del Comitato organizzatore, ritiene che non ci sia stato alcuno sforamento rispetto al budget previsto: lo stadio e gli altri edifici del Parco olimpico, a suo dire, sono stati completati rispettando tempistiche e costi. A tal proposito Coe ha dichiarato: “Alcune cose sono costate più del previsto, altre meno, ma nel complesso siamo rimasti all’interno della cifra di 9,3 miliardi”. Il Governo è altresì convinto che i Giochi continueranno a fruttare anche dopo la chiusura, per tutta l’Inghilterra. Si prevede, infatti, un cospicuo aumento del flusso turistico che dovrebbe continuare anche nei prossimi quattro anni, creando 60mila posti di lavoro e portando due miliardi e mezzo di sterline all’economia della capitale inglese. Non mancano le discussioni e le polemiche su quanto i Giochi in passato si siano rivelati fruttuosi per i Paesi organizzatori e quanto lo saranno questi del 2012 per l’Inghilterra, a causa della crisi economica e i tagli alla spesa pubblica. Non ci resta che attendere, ma io un interrogativo ce l’ho: il no alle Olimpiadi del 2020 a Roma ha rappresentato la rinuncia ad un’occasione straordinaria di rilancio per il nostro Paese o un segno di responsabilità? Ai posteri l’ardua sentenza.
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psicologia
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di Andrea Ceccarelli Psicologo dello sport, Psicoterapeuta, Gruppoanalista
La gestione dello stress psicologico nel calciatore professionista
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allenatore esperto ed evoluto mentalmente, dovrà inserire nel proprio programma di allenamento non solo esercizi tecnici, atletici e tattici, ma anche l'allenamento mentale, per riuscire a tirare fuori dai propri atleti tutto il loro potenziale, inserendo nel suo training tecniche di rilassamento e le modalità migliori per motivare i propri giocatori. Una delle questioni più rilevanti in psicologia dello sport è la gestione dell'arousal dell'atleta. Con il termine arousal è indicata in psicofisiologia l'intensità dell'attivazione fisiologica e compor tamentale dell'organismo: quando l'organismo deve effettare una prestazione deve attivarsi, cioè mettere in moto una serie di processi caratteristici dello stato di arousal, essi sono: 1. aumento della vigilanza e dell'attenzione (attivazione del sistema ner voso centrale); 2. i muscoli si preparano allo sforzo (attivazione del sistema muscolo - scheletrico);
3. cuore e polmoni si attivano per sopportare lo sforzo (sistema vegetativo simpatico). L'energia psichica è l'attivazione della mente e sta alla base della motivazione; quando è associata ad emozioni come eccitazione e felicità è positiva, quando è associata ad emozioni come ansia e rabbia è negativa. Lo stato di stress si verifica quando gli atleti intuiscono che c'è uno squilibrio tra quello che è chiesto loro di fare (sfida) e quello che invece essi sentono di essere capaci di fare (livello di abilità). I segnali tipici di una IPER-ATTIVAZIONE sono: ansietà; tensione e rigidità muscolare; aumento della frequenza cardiaca, respiro irregolare, innalzamento della pressione ar teriosa; af faticamento precoce; scarso controllo delle proprie reazioni emotive (scatti di rabbia); difficoltà di concentrazione e attenzione; attenzione spostata sui fattori distraenti esterni (ambiente) o interni (idee negative). In questi casi è possibile ricorrere
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ad alcune strategie per abbassare il proprio livello di attivazione: effettuare esercizi per mantenere bassa la frequenza respiratoria (respirazione profonda e regolare); esercizi di rilassamento muscolare (mezz'ora prima della partita o in campo durante le fasi più impegnative e stressanti); esercizi di focalizzazione dell'attenzione; esercizi di deconcentrazione dei fattori distraenti; sviluppare un atteggiamento mentale positivo. I segnali che caratterizzano una IPO-ATTIVAZIONE sono: sensazione di mancanza di energia (l'atleta si sente spento, fiacco); scarsa concentrazione (distrazione, attimi di confusione psicologica, indecisione); troppa riduzione della tensione e dell'ansia (mancanza di stimoli); disinteresse e demotivazione; noia e pigrizia; scarsa valutazione del tempo e incapacità di anticipazione (l'atleta non si inserisce nell'azione, non scatta, non effettua una marcatura soddisfacente); sensazione psichica di impotenza (è inutile tentare, tanto
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psicologia
non ce la faccio). Anche l'allenatore è sottoposto a stress ed essere iper o ipo-attivato come i suoi atleti; si renderà quindi necessario adottare delle strategie per abbassare o incrementare anche il livello di attivazione del coach per permettergli una direzione accurata ed equilibrata durante la gara. Lo stato di flow è il livello ottimale dell'energia psichica associato ad un adeguato livello di stress (il cosiddetto eustress o stress positivo); il flow è caratterizzato da un arousal (attivazione) funzionale al raggiungimento dell'obbiettivo sportivo. Nello stato di flow l'attenzione è orientata sul compito, l'atleta non è disturbato dai propri pensieri poiché è completamente assorbito dalla sua attività, e, infine, l'atleta sente di controllare le proprie azioni. Nel calcio, sport in cui le circostanze evolvono in maniera imprevedibile, vi è l'esigenza di variare il grado di arousal conformemente ai mutamenti situazionali. Un BASSO LIVELLO di AROUSAL è necessario prima di praticare una tecnica di visualizzazione (il giorno prima della partita e nello spogliatoio mezz'ora prima del fischio dell'arbitro); quando risulta fondamentale un'ampia analisi percettiva per decidere e reagire in modo rapido (quando si osser vano gli spostamenti degli avversari, vale a dire nella maggior parte del tempo dei novanta minuti); quando si deve eseguire un gesto tecnico accurato (ad esempio prima di un calcio piazzato o durante la messa a punto di una strategia di gara). Un MODERATO LIVELLO di AROUSAL è necessario quando il calciatore si prepara ad un calcio di rigore (compito di elevato impegno, alto dispendio energetico, coordinazione, fine dei movimenti e strategie complesse di percezione e di decisione, uno stato di eccitazione eccessivo comprometterebbe la per formance); nella durata del tempo della partita le migliori prestazioni si hanno con un moderato livello di ansia.
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esercito
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VOGLIO LASCIARE UN SEGNO ALLE OLIMPIADI 14
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esercito
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Giuseppe Giordano pronto a ricambiare la fiducia e le speranze dell’Esercito di Stefano Mappa
C
hi è Giuseppe Giordano e com’è nata la passione per il tiro a segno? Giuseppe Giordano è un Sergente Maggiore dell’Esercito Italiano, quindi un soldato con una grande determinazione e perseveranza che ha conosciuto questo sport grazie alla particolare attinenza esistente tra la mia professione e questa disciplina. Qual è stato il percorso tecnico-professionale che lo ha portato ad essere un atleta elite del tiro a segno nazionale? Ho iniziato quando ero in Brigata paracadutisti,
grazie ad un colonnello della Folgore che mi selezionò per approntare una squadra da portare ai campionati italiani Esercito di Tiro a segno. Quindi, tra una missione di pace all'estero e l’altra, ho iniziato a praticare questo sport partecipando a tutte le gare che annualmente venivano organizzate tra le Forze Armate. L’aver cominciato in tarda età, senza acquisire quei fondamentali che invece sono previsti nel percorso formativo degli junior, mi ha particolarmente penalizzato e recuperare questo gap è stato molto difficile ed impegnativo. Ricordo che ero sempre alla ricerca di nuove indicazioni ed elementi tecnici; quando gli allenatori federali ci parlavano, io li ascoltavo con molta attenzione, valutavo le loro indicazioni e cercavo di metterli subito in pratica;
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insomma, è stata molto dura. Poi un anno, durante delle gare di qualificazione agli assoluti italiani, venni contattato dall'allora tecnico Gino Beonio per entrare a far parte della nazionale; da allora è stato un continuo crescere e migliorare. Ma la svolta più importante per me, è stato il cambio del vecchio Direttore Sportivo con Valentina Turisini; Valentina ha dato subito una svolta a tutto il sistema, circondandosi di persone estremamente competenti e di primissimo livello, che hanno contribuito in maniera determinante alla crescita tecnica, non solo mia ma anche dell’intera rappresentativa azzurra. Tra questi ricordo il medico federale, Dott. Giampiero Cutolo, i fisioterapisti Giorgio Gardono e Daniele Tortorici, lo psicologo sportivo, il Dott. Claudio Robazza e
[ chiaramente gli allenatori di pistola, Zelico Todorovjc e Marco Masetti. Cosa si prova all’età di 38 anni ad aver conquistato il pass per i Giochi di Londra del 2012 nella pistola libera? L’acquisizione del pass olimpico, avvenuto grazie al terzo posto assoluto conquistato quest’anno nella pistola libera alla prova di coppa del mondo di Milano, è stato come estinguere un debito; finalmente ho potuto ripagare la fiducia in me riposta da Valentina Turisini e dal mio gruppo sportivo, il Centro Sportivo Esercito. Sente di ringraziare qualcuno per i risultati sino ad ora conseguiti? Valentina Turisini, che ha scommesso moltissimo su di me, Zeloco Todorovjc che mi ha insegnato tantissimo ed ovviamente l'Esercito che non ha mai smesso di suppor tarmi i... Ci racconta come prepara una gara di tiro a segno e se fa ricorso particolari riti scaramantici? Nessun rito scaramantico! Tantissimo lavoro, tantissimo impegno...
esercito
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Quali consigli darebbe ad una persona che vuole avvicinarsi per la prima volta alla pratica di questo sport? Pazienza e perseveranza... E poi, crearsi obiettivi concreti e raggiungibili senza partire con troppe pretese! Il tutto step by step!
caso. Quest’anno infatti, considerando che è l’anno olimpico, mi sono allenato anche nei più importati giorni festivi dell’anno come Natale, Capodanno e Pasqua.
Esiste un abbigliamento specifico ed una particolare attrezzatura per praticare il tiro a segno? Sì, ma a seconda di quale arma si sceglie; carabina o pistola hanno attrezzature diverse, ma niente di complicato e di troppo costoso. Il tiro a segno è uno sport non costoso, interessante e quindi accessibile a tutti. Non a caso i numeri parlano di oltre ? tesserati.
Cosa fa Giuseppe Giordano al di fuori della professione di tiratore? Amo stare con gli amici ma anche a casa con la famiglia, magari con un buon libro o andare a vedere un bel film al cinema. Mi piace andare in pista con la mia moto R1, fare attività subacquea e del fitness. Inoltre mi piace tantissimo ballare la musica latino americana come la bachata e la salsa! Mi piace tantissimo leggere di tutto, dai romanzi ai fantasy e fotografare.
Il tiro a segno e’ uno sport olimpico dalle grandi tradizioni, quanto spazio occupa nella sua vita? Per ora 8/10 ore al giorno, sette giorni su sette e negli ultimi tempi l’impegno è ulteriormente cresciuto. La mia giornata vede momenti dedicati all’attività fisica e momenti invece dedicati alla tecnica sulla linea di tiro: nulla è lasciato al
Quali sono i valori che lo sport le ha insegnato ed in quale maniera cerca di diffonderli nella vita di tutti i giorni? Non sottovalutare mai nessuno, rispetto per tutti a prescindere dal colore della pelle, dalla nazionalità e dalla religione. Nella vita di tutti i giorni cerco di essere onesto e disponibile con tutti. Se sto bene con tutti, sto bene anche con me stesso...
Giuseppe Giordano, nasce a Napoli il 16 luglio del 1974 e dal 1993 è un sottuf ficiale dell’Esercito Italiano. Nell’arco della sua carriera da tiratore, iniziata all’età di 26 anni, ha collezionato numerosi risultati a livello nazionale ed internazionale; tra questi il bronzo nella pistola a squadre e nella pistola libera, rispettivamente, ai campionati mondiali di Zagabria del 2006 ed ai campionati europei di Winterhentur, in Svizzera, del 2008 e l’argento continentale ad Osjek, in Croazia, l’anno dopo. Nel 2011 a Monaco e nel 2012 a Milano, Il suo palmares si arricchisce di altri due terzi posti nella pistola libera in altrettanti gare di Coppa del Mondo. Ed è propri il bronzo di Milano a consegnare a Giuseppe Giordano il pass per i Giochi Olimpici di Londra 2012. Numerose infine, le medaglie conquistate nelle varie edizione dei campionati italiani: complessivamente, Giuseppe Giordano ha collezionato 5 ori, 5 argenti e 13 bronzi.
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cover
ph Luca D’Ambrosio
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THAT’S LONDON 2012
Tutto pronto per quello che si preannuncia il piĂš grande evento mediatico della storia dello sport di Paolo Cecinelli
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Odissea nello spazio. Quello dell’etere televisiva dei Giochi Olimpici. Uno spettacolo. Sarà come entrare in un film. Londra 2012 è l’edizione più vicina ed accessibile dall’Italia degli ultimi vent’anni. Meglio di Atene 2004. Se avete una minima possibilità di andare a vedere una gara, fatelo. Partite. Dalla mattina alla sera. Come volete. Ne vale la pena. Respirare l’atmosfera olimpica è qualcosa di unico. Meraviglioso. Indimenticabile. Niente a che vedere con una partita di calcio, la finale della Champions League, i mondiali di calcio. Eventi dove la vena del tifoso ti fa sentire il più forte. Niente a che vedere con le emozioni de Il 6 Nazioni di Rugby. Dove ci sente protagonisti del match. Nessun confronto. Le Olimpiadi ti fanno sentire piccolo. Una nullità. Come trovarsi nella metropolitana di Pechino e scoprire di essere l’unico europeo su tutto il treno. Vi partecipa il più alto numero di atleti, provengono da tutto il mondo. Non importa se non avrete il biglietto per la finale dei 100 metri. Quella la potrete vedere, rivedere, sezionare, analizzare da almeno sei posizioni diverse in televisione. A casa. Le tecniche di ripresa e la tecnologia si sono evolute in maniera impensabile. Al limite della fantascienza. Bisogna sperimentare, stupire. A Barcellona ’92 venne introdotta una telecamera giroscopica montata su di un binario fissato sul tetto dello stadio. La telecamera era in grado di viaggiare alla stessa velocità degli atleti. La pista come un set cinematografico hollywoodiano. Non si bada a spese. Gli atleti sono gli attori e il pubblico le comparse. Questa volta ci sarà l’HD e il 3D ma c’è da aspettarsi novità anche nelle tecniche di ripresa. Qualità e quantità, forse troppa. Quando la televisione supera l’evento. Con la speranza che non lo soffochi. Per la prima volta le Olimpiadi verranno trasmesse in Italia da due televisioni. Sulla Rai, che ha acquisito i cosiddetti “secondi diritti in chiaro”, andranno in onda 200 ore di diretta. Potrebbero bastare, invece no. Sulla piattaforma satellitare a pagamento di Sky, detentrice dei primi diritti, ci saranno ben 12 canali dedicati. 2000 ore di diretta. Un’offerta superiore alle reali possibilità di fruizione da parte degli utenti. Ma non importa, la tv è anche questo. Esagerazione. Per fortuna non ci verrà proposto nessun Grande Fratello Olimpico. Cerchiamo di tornare con i piedi per terra (anche se si parla di etere televisivo). L’equazione è molto semplice. I giochi dureranno sedici giorni (dal 27 luglio al 12 agosto). Il
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conto è presto fatto. Sky trasmetterà circa 125 ore di diretta ogni giorno mentre la Rai 12,5. Tramite Sky il segnale sarà disponibile anche sui tablet, smartphone e pc. Facebook e Twitter dedicheranno un numero infinito di pagine. Olimpiadi senza limiti. Un’invasione. Il supermercato delle emozioni a casa vostra a portata di telecomando. La mia prima Olimpiade risale al 1984. Los Angeles. Ci andai con un accredito stampa ottenuto come “free lance”. Una telefonata ed una lettera inviata con un corriere. Poi le mani giunte a pregare, in silenzio. Finalmente mi arrivò la conferma.
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Accettato. Quando ritirai il grosso badge da portare al collo, mi sembrava di aver toccato il cielo con un dito. Ma era solo la vigilia. C’era da vedere Carl Lewis e poi gli azzurri. Gabriella Dorio, Alberto Cova, i fratelli Carmine e Giuseppe Abbagnale, i ragazzi del Pentathlon Moderno. Sembrava un Luna Park. Impiegai un mese per riprendermi. Per andare alle Olimpiadi come giornalisti oggi bisogna essere spediti, quasi impacchettati, da una testata giornalistica. Gli inviati sono sempre di meno per colpa anche della tecnologia che ci consente di essere virtualmente in qualunque parte
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del mondo con un semplice click. Ovviamente però dalla propria postazione pc. Nessun giornalista rinuncerebbe mai ad andare alle Olimpiadi. Nell’84 lo fece invece quel “burbero” di Gianni Brera che decise di rimanere a casa e scrivere i suoi commenti davanti alla televisione. Poteva permetterselo. Brera è ancora considerato a ragione il padre del giornalismo sportivo. Ha trasformato la cronaca sportiva in prosa inventando, inserendo neologismi e paragoni con la vita di tutti i giorni. Semplicità ma spiegazione tecnica del gesto. Uno stile innovativo, rivoluzionario. Contropiede
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(dalla danza), melina, abatino, goleador, rifinitura (dal gergo sartoriale) solo alcune delle parole introdotte dal grande maestro lombardo. Sono passati quasi 40 anni e le regole sono cambiate radicalmente. I giornalisti non possono più entrare nel villaggio atleti. Le postazioni da cui seguire le gare non sono in prima linea. Le interviste si possono fare soltanto nei momenti predefiniti. Il problema sicurezza ha modificato tutte le procedure. Un po’ come succede negli aeroporti dove dobbiamo essere felici che ci siano accurate e lunghe ispezioni. A Seul ’88 i controlli erano feroci ma molto facili da evitare. Almeno per la giovane e scanzonata banda di Telemontecarlo. C’era la polizia e l’esercito coreano. Facevano paura. Quel giorno mi addormentai cinque ore dietro un tabellone. Ero al Palazzo della Scherma. La
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mattina durante le eliminatorie si poteva circolare ovunque. Nessun divieto, eravamo tutti a stretto contatto con gli azzurri. A bordo pedana. A fine gare ci dissero che per le finali della sera dovevamo accomodarci in tribuna. Nel parterre nessun giornalista. Lontano, troppo. Ero insieme al mio cameraman Massimo Dalla Negra. Ci guardammo e accadde tutto in un attimo. Ci staccammo dal gruppo della stampa italiana e ci nascondemmo dietro il grande tabellone dei risultati. Gli altri uscirono, si spensero le luci e piombò il silenzio. Ci guardammo. Eravamo rimasti dentro. Mancavano cinque ore però all’inizio delle finali. Ci mettemmo a dormire, per terra sotto alcuni materassini. Nascosti come clandestini. Prima di uscire aspettammo che ci fosse un po’ di confusione e poi via. Stefano Cerioni vinse
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l’oro e noi eravamo con lui a registrare le prime parole di quel trionfo. Sono tantissime le storie olimpiche. Tutte emozionanti e diverse. Impossibile fare una classifica. A Sydney 2000 l’oro dei 400 femminili andò all’australiana Cathy Freeman. Correva a piedi nudi, come Abebe Bikila vincitore della maratona di Roma 1960 e Tokio (con le scarpe) 1964. A piedi nudi, come la sudafricana Zola Budd che senza le scarpe vinse tutto poi se le mise per le olimpiadi e non vinse più nulla. La Freeman è l’unica atleta ad aver sventolato una bandiera non ufficiale nel contesto olimpico. Quella aborigena. In quella finale c’era però una corsia vuota. La francese Anne Marie Perec non si presentò. Quel giorno uscì dal villaggio olimpico, prese un taxi e andò via. Paura, stress o forse altro. Non sapremo mai la verità.
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LE FIAMME GIALLE A LONDRA 2012 Molti gli atleti della Guardia di Finanza che hanno già staccato il “biglietto” per partecipare ai giochi olimpici in Inghilterra
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tiamo vivendo gli Europei di Calcio, ma vogliamo parlare dell’attesissima manifestazione spor tiva che animerà l’estate 2012: le Olimpiadi di Londra. Un evento al quale si stanno preparando, anzi sono già pronti, molti atleti delle Fiamme Gialle che gareggeranno in un’atmosfera universale resa ancora più entusiasmante anche dagli ospiti del mondo della musica internazionale chiamati per esibirsi rigorosamente live durante le cerimonie di aper tura e chiusura della kermesse olimpionica. Le Olimpiadi di Londra 2012 inizieranno il prossimo 27 luglio e si protrarranno fino al 22 del mese di agosto.
Nel cast degli ar tisti musicali, che faranno da cornice all’evento spor tivo, spiccano nomi altisonanti come quello degli Who, accompagnati dai Take That, dall’astro nascente di Emeli Sandè e anche da George Michael. L’organizzazione dei Giochi Olimpici ha scelto questi quattro nomi con lo scopo di riassumere in una sola serata la bellezza di cinquant’anni di musica inglese. Sappiamo, però, che durante la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi 2012 ci saranno anche alcune esibizioni di altrettanti ar tisti che canteranno e suoneranno per la loro patria. Paolo Nutini si esibirà per la Scozia, gli Stereophonics per il Galles, gli Snow Patrol per l’Irlanda del Nord mentre la potenza dell’Inghilterra verrà degnamente rappresentata dai Duran Duran. Ci sarà an-
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che un duetto che si preannuncia molto emozionante e che avrà come protagoniste Adele e Leona Lewis. Alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi alcune voci danno, invece, per sicure le esibizioni di Elton John e dell’ex Beatles Paul McCar tney. A questo par terre di artisti di fama internazionale vanno aggiunti i protagonisti del mondo spor tivo, i veri protagonisti dell’evento che ad ogni quadriennio attira l’interesse degli operatori spor tivi di tutti i Paesi del mondo. Tra questi v’è anche l’Italia che va a Londra per tentare la conferma delle medaglie vinte a Pechino nel 2008. Una Delegazione azzurra che si sta completando – sarà ufficializzata dal Coni nella prima decade di luglio – e nella quale sono già sicuri partecipanti gli atleti delle Fiamme Gial-
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le che hanno da tempo staccato il “biglietto” per i Giochi. La squadra gialloverde sarà, quindi, rappresentata, divisi per le varie discipline olimpiche praticate dalla Guardia di Finanza, dai seguenti atleti: atletica leggera - Rosaria Console (maratona), Antonietta De Martino ( salto in alto), Grenot Libania (400m), Elisa Rigaudo (marca 20km), Fabrizio Donato (salto triplo), Marco De Luca (marcia 50km), Nicola Vizzoni (mar tello), Yuri Floriani ( 3000st), Simona La Mantia (salto triplo).
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Canottaggio: Alessio Sar tori, Romano Battisti (due di coppia), Simone Raineri, Matteo Stefanini, Francesco Fossi (quattro di coppia). Judo: Antonio Ciano (81kg), Edwige Gwend (63kg), Giulia Quintavalle (57kg). Nuoto: Alessia Filippi (200 dorso), Gianluca Maglia (4x200sl), Arianna Barbieri (100 dorso), Alice Mizzau (4x100sl, 4x200sl). Scherma: Valerio Aspromonte (fioretto), Giorgio Avola (fioretto), Irene Vecchi (sciabola). Tiro A Segno: Francesco Bruno (pistola libera 50m),
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Niccolò Campriani, Marco De Nicolò (carabina 10m). Tuffi: Tania Cagnotto (trampolino 3m e 3m sincro). Vela: Filippo Baldassarri (finn), Michele Regolo (laser), Pietro Zucchettti (470), Gianfranco Sibello (49er). Oltre a questi atleti, già inseriti nella squadra olimpica, vi sono altri atleti che stanno lottando per la par tecipazione. Pronostici non è il caso di farlo, ma la speranza è quelle di confermare le quattro medaglie conquistate alle Olimpiadi cinesi del 2008.
L’
Orienteering propone sempre momenti di grande intensità agonistica che si esprimono in week end di gare di rilievo nazionale ed internazionale. In inverno ci sono gli appuntamenti di Sci, e dalla primavera all’autunno, è tempo di Mountain Bike, Corsa e Trail-Orienteering. La Corsa d’orientamento, per tradizione e numero di tesserati, rappresenta il grosso dell’attività della Fedorientamento. Le prime gare dell’anno si sono svolte in Friuli Venezia Giulia, a Monte Prat, dove ha vinto un atleta locale, più volte maglia azzurra: Marco Seppi. Il calendario ha poi visto le prove in Liguria, Trentino ed i Campionati Europei a Falun, Svezia. La rassegna continentale ha
registrato le buone prove del russo naturalizzato italiano, Mikhail Mamleev che è riuscito ad avere accesso alle finali in programma, distinguendosi in particolare sulla Long e Middle Distance. Nella prova a squadre invece, l’Italia non è riuscita a raccogliere quanto sperato dopo aver sfiorato uno storico risultato lo scorso anno in Francia. Gli atleti che hanno saputo mettersi più in evidenza sono stati il bolognese della Forestale, Alessio Tenani e l’altoatesina Christine Kirchlechner entrambi laureati Campioni d’Italia a Madonna di Campiglio nella Sprint Distance. In particolare Tenani si è ripetuto anche il giorno dopo sulla lunga distanza, nel suggestivo scenario del Lago dei Caprioli. Un successo dedicato con commozione alla sua regione, l’Emilia Romagna, messa in ginocchio dal sisma. La sorpresa di stagione è venuta dalla russa, che vive a Torino, Julia
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Shutkovskaya, destinata a diventare una delle orientiste più forti del nostro Paese, se deciderà di acquisire la cittadinanza italiana. Grandi soddisfazioni sono arrivate anche dal settore Mountain Bike sia a livello nazionale che internazionale. Il risultato più importante se lo è aggiudicato Luca Dallavalle, trentino, che con la maglia dell’Italia ha conquistato la prova di Coppa del Mondo che si è tenuta in Polonia. Dallavalle, già 3° ai Campionati del Mondo di Portogallo 2 anni fa, è ora uno dei più seri candidati al titolo iridato 2012. In Italia non ha più rivali e solo a causa di suoi errori gli avversari riescono a vincere. È successo così anche a Montaione (FI) dove per uno sbaglio ha ceduto il titolo tricolore al brianzolo Giaime Origgi. Tra le donne svetta invece Laura Scaravonati, che ha mostrato una superiorità talmen-
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orienteering
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ORIENTEERING:
IL PUNTO
Chiusa la stagione invernale dello sci orienteering, il testimone passa agli specialisti della mountain bike, corsa e orientamento di precisione
te evidente da cercare in questo 2012, il confronto con i maschi. Per lei, medaglia di bronzo ai Mondiali 2011 di Vicenza sulla lunga distanza, una stagione ancora ai massimi livelli in cerca di altre conferme internazionali. Un risultato positivo è arrivato anche dai Campionati del Mondo di Trail-Orienteering, disciplina aperta ai diversamente abili, che ha registrato in Scozia il 10° posto del milanese Remo Madella. Per lui, 9° lo scorso anno, la conferma di una crescita del movimento italiano a livelli assoluti. L’estate riserva ora molti appuntamenti importanti e di livello assoluto con i Campionati Mondiali di Corsa in Svizzera, di Mountain Bike in Ungheria, ed ai primi di settembre il Campionati Italiani sulla lunga distanza, ancora di Corsa Orientamento, in Gargano nella bellissima Foresta Umbra, affacciata sul mare.
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LAZIO OMBELICO DEL BEACH VOLLEY
Ostia e Fregene culle della disciplina, che diventò olimpica nel 1996 ad Atlanta. E a Londra un pallavolista romano, Daniele Lupo, punta al sogno a cinque cerchi di Massimiliano Morelli_ph Luca D’Ambrosio
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eanche a dirlo, neanche a cercare di offuscarne la visibilità: lo spor t dell’estate è il beach volley, anche se a dirla tutta girovagando qua e la abbiamo scoper to che il due contro due sulla sabbia ha preso piede pure durante il periodo invernale. Bando alle bazzecole, qua c’è da parlare d’uno spor t olimpico, uno degli eventi più seguiti, televisivamente per fetto, facile da capire. Anzi intuitivo, sarebbe per fino il caso di aggiungere. In attesa dell’appuntamento olimpico, c’è comunque l’oppor tunità di praticarlo sulle spiagge laziali, o per lo meno osser varlo, se non altro con la scusa di guardare, oltre a fisici più o meno scultorei,
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anche gesti atletici da applausi. «Il beach volley ha esordito di recente ai Giochi olimpici, nel 1996 in via sperimentale» spiega Andrea Burlandi, presidente del Comitato regionale Lazio, pronto a ragionare sui motivi della trasformazione in positivo della disciplina. «Il merito è stato della FIVB che riuscì a intuirne, e a “passarle” al Comitato olimpico internazionale, le grandi potenzialità in termini di spettacolarità e coinvolgimento del pubblico. Ma la cosa bella è che oggi questo vertice si salda con la base che è ancora fatta da una rete sulla spiaggia e gruppi che gio-
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cano senza tante regole o condizionamenti». E qui va anche aggiunto che il Lazio è stata regione molto intuitiva sotto questo punto di vista. «La nostra – spiega sempre Burlandi è stata una delle regioni più attente allo sviluppo del beach volley, e da una par te era per fino naturale che accadesse visto che Ostia e Fregene ne sono culle storiche. In aggiunta, lo sviluppo si è sostanziato nell'essere par te in causa nell'organizzazione di un tour regionale da ormai sette anni in maniera stabile, ha fatto conoscere il beach a buon livello sulle spiagge più disparate della regio-
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ne». E ancora: «A questo si è poi aggiunta la volontà di far fare spesso tappa nel Lazio per quel che concerne il campionato italiano. Il tutto con un massiccio impegno organizzativo e promozionale, profuso nelle manifestazioni internazionali, culminate con il grande successo del mondiale dello scorso anno». Passione beach, insomma, impiantistica ad hoc, ma anche pallavolisti che sono riusciti a emergere e a diventare protagonisti. «Senza fare tor to a nessuno – aggiunge il presidente del comitato regionale citerei Francesco Giontella, 2 volte campione del mondo
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beach volley
giovanile, e Daniele Lupo, che sta provando a farci vivere un sogno olimpico». Tutto molto bello, come direbbe Bruno Pizzul? Macché, qualche problemino c’è, e deve essere risolto: quello legato al beach volley giovanile. Secondo Burlandi «si soffre di una mancanza di programmazione e di energie economiche, quello degli under 18 è un settore in cui bisogna investire di più, altrimenti si rischierà che, esaurita la spinta propulsiva dei ragazzi giovani che abbiamo oggi nel giro delle nazionali, la base giovanile si potrà staccare dal ver tice».
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ph Luca D’Ambrosio
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xel, diventerà la casa di Carolina, la prima italiana nella storia a vincere una medaglia d’oro ai Mondiali, per i suoi soggiorni romani. “Siamo molto contenti che Carolina abbia accettato di entrare a far par te della nostra famiglia. – spiega Marina D’Agata, direttore tecnico della Scuola di Pattinaggio – È un’atleta di un talento immenso e di un cuore straordinario che ha saputo conciliare titoli e medaglie, superando gli alti e i bassi di una lunga carriera, con gli studi, la vita privata e l’impegno sociale. Un esempio di professionalità e di valori che permetterà ad Axel di offri-
re nuove oppor tunità di crescita ai suoi tesserati ma anche a tutta la città di Roma”. “Sono orgogliosa e felice di essere la madrina della scuola di pattinaggio che conta più iscritti in Italia a dimostrazione che il mio splendido spor t sta crescendo in tutta Italia. – dice Carolina Kostner – È bello sapere che tante persone condividono con me questa immensa passione, soprattutto i bambini, abbiamo bisogno di nuovi campioni! E’ inoltre importante per me sapere che quando sarò a Roma potrò venirmi ad allenare in questa attrezzatissima struttura.” LA REALIZZAZIONE DI UN SOGNO Carolina inizia a pattinare a 4 anni, così la prima vittoria arriva a soli 13 anni in una ga-
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ra internazionale mentre nel 2003 vince la medaglia di bronzo ai Mondiali junior di Ostrava. Passano solo due anni e Carolina sale sul terzo gradino del podio ai Mondiali di Mosca, un risultato che all’Italia mancava da 27 anni. Il primo record di una lunga serie che trasformeranno la giovane pattinatrice in un’icona. Nel 2006 conquista la medaglia di bronzo agli Europei di Lione ma soprattutto è scelta come por tabandiera dell’Italia alle Olimpiadi di Torino. Tutti gli occhi sono puntati su di lei, non basta però il talento per realizzare il sogno di un intero paese. Giovane, troppo giovane, per caricarsi sulle spalle la pressione fuori dalla pista e finisce al nono posto. I Giochi Olimpici lasciano degli strascichi nell’at-
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pattinaggio
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CAROLINA KOSTNER
REGINA DI ROMA A partire da oggi si dovranno aggiornare i libri di storia, Roma ha trovato il suo ottavo re. Anzi, la sua prima regina: Carolina Kostner
leta di Or tisei: a distanza di un mese si piazza dodicesima ai Mondiali. Nel 2007 deve fare i conti con un infor tunio che le impedisce di prepararsi al meglio, stringe i denti, scende in pista a Varsavia e vince il suo primo titolo Europeo. Ancora una volta Carolina por ta all’Italia un riconoscimento mai raggiunto da nessun’altra atleta azzurra. I record crescono come la sua notorietà. Al Grand Prix di Torino si mette al collo la medaglia di bronzo - nessuna italiana si era nemmeno mai qualificata alla finale - e si ripete al Grand Prix di Seul, unica pattinatrice europea presente. Nel 2008 finisce prima nel ranking Mondiale grazie al secondo titolo Europeo vinto a Zagabria e alla medaglia d’argento conquista-
ta ai Mondiali di Goteborg. Inizia una nuova annata. Un altro secondo posto, questa volta agli Europei di Helsinki, che ha segnato il passaggio di consegne con Laura Lepisto, e il dodicesimo posto ai Mondiali di Los Angeles, fanno capire a Carolina che è ora di cambiare qualcosa. È a questo punto della carriera che diventa l’ar tefice dell’intreccio di una favola che non si può spiegare solo con una solida tecnica e un’eccezionale presenza scenica irresistibili agli occhi delle giurie e del pubblico. Carolina prende in mano la sua vita con decisioni impor tanti e a metà della stagione 2009/2010 si trasferisce a Los Angeles, cambiando radicalmente lo staff che la segue nella preparazione.
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Torna subito a vincere la medaglia d’oro ai Campionati Europei di Tallinn in Estonia. La parentesi americana però è breve. Nel 2011 sale sul secondo gradino del podio agli Europei di Berna in Svizzera. Poi, nello stesso anno, ai Mondiali di Mosca, dal sesto posto temporaneo dopo il programma cor to, supera tre avversarie e si piazza al terzo posto. Carolina ai Mondiali di Nizza pennella sul ghiaccio un passo dopo l’altro. Nessuna sbavatura. Per fetta sul piano tecnico, elegante e leggera sul piano ar tistico. I giudici e il pubblico sono ammaliati e lei brilla come gli swarovsky della sua tutina attillata, da lei disegnata e realizzata da T-Shir t T-Shops. La regina è lei. Carolina svetta sul gradino più alto del podio.
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golf
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ph Scaccini
Il circuito delle gare nazionali allestito dal Comitato Organizzatore Tornei dei Professionisti della FIG è entrato nel vivo
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di Marta Centra
ieci gli eventi in programma dei quali si sono già svolti il Servizitalia Open, al GC Lignano, e il Casinò Sanremo Open, al Circolo Golf degli Ulivi a Sanremo. Nella prima occasione si è rivelato al pubblico il 23enne inglese Jack Senior, entrato come una furia nell'Alps Tour: dopo essersi imposto in Italia ha concesso il bis in Guadalupa e ora guida l'ordine di merito con un buon vantaggio. In Liguria è emerso il 26enne nordirlandese Brendan McCarroll, che ha assunto il ruolo di anti Senior, cogliendo anche lui il secondo titolo stagionale e portandosi alle spalle dell'inglese nella money list, anche se ancora a debita distanza. Nel torneo sponsorizzato dal Casinò di Sanremo, con la collaborazione della Gioielleria Sabbadini e delll’Hotel Royal e con il contributo di Sanremo Promotion, McCarroll ha inscenato un gran finale con una volata iniziata dal 14° posto e siglata da un parziale di 62 vincente. In tal modo ha lasciato a un
colpo lo svizzero Jon Andrea Noder e il torinese Alberto Campanile, autore di un'ottima prova e anche lui impegnato in un tentativo di rimonta espresso con un 64. Tra i top ten altri due giocatori italiani, Cristian Lanza, maestro del club ospitante, giunto quinto, ed Emanuele Canonica, ottavo. Quest'ultimo ha deciso di rimanere lontano dall'agonismo fino a novembre, ma ha voluto prendere parte alla gara per scaldare comunque un po' i muscoli. In questa prima parte della stagione stanno cercando di mettersi in evidenza i giovani neoprofessionisti e, in particolare, il romano Mattia Miloro e il veneziano Niccolò Quintarelli mostrano di avere buoni numeri e una certa tendenza a mettere insieme score abbastanza uniformi, che sono fondamentali per frequentare l'alta classifica. Miloro è stato in corsa per il titolo a Lignano, dove ha concluso in terza posizione, e nella stessa occasione Quintarelli è terminato quinto. Insieme a loro si stanno proponendo anche altri appena arrivati nel mondo pro come Leonardo Motta e Andrea Romano, ma non
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mancano coloro che cercano di mettere a frutto qualche anno di esperienza in più nel circuito come il veneto Joon Kim, Andrea Rota e Nicolò Ravano. Insomma anche la base dice la sua in un golf italiano dove si vince a tutti i livelli. Il Pilsner Urquell Pro Tour, sponsorizzato dal brand che fa capo al gruppo Birra Peroni, dal major sponsor CartaSi, dal fornitore ufficiale Under Armour e dal Partner ufficiale Webgolf, con Sky Sport HD media partner e con RCS Sport commercial advisor, prosegue ora con altre tappe interessanti in estate: due tornei del Challenge Tour, il Challenge Provincia di Varese e l'Acaya Open, e tre dell'Alps Tour, il Montecchia Golf Open, il Valle d'Aosta Open e il Dolomiti Open. A fine ottobre ancora Challenge Tour con il Mugello Tuscany Open e con l'Apulia San Domenico Grand Final, che porterà sul percorso del San Domenico Golf l'élite del secondo circuito continntale. Infine la conclusione a inizio novembre in chiave tutta italiana con il Campionato Nazionale Open sul tracciato del Golf Nazionale, a Sutri (ex GC Le Querce).
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golf tuttincircolo
a cura di Andrea Cecinelli Responsabile comunicazione del Golf Forense
MARCO SIMONE GOLF CLUB Al Trofeo Franco Biondi Santi Tenuta “Greppo” disputato al Golf Marco Simone Quando il vino fa rima con golf. E’ accaduto al Marco Simone con il prestigioso Trofeo “Franco Biondi Santi-Tenuta “Greppo”” - ideato dal famoso enologo di fama mondiale con circa 100 giocatori in campo. Il trofeo, che si disputerà nei circoli del Lazio e della Toscana e vanta un co-sponsor del calibro di Viaggiare e la rivista 18 Life&Style come Media partner, sarà articolato in 11 tappe e già rappresenta uno dei circuiti con più appeal del mondo del golf. La quarta edizione del circuito si prospetta ancora più ricca delle precedenti. Per i vincitori della tappa marcosimonina in prima categoria alloro a Paolo Di Bartolomeo che con 40 ha battuto di due punti Davide Balducci. In seconda pole position di Michela Lemma con 44, a sei punti da
ARCO DI COSTANTINO GOLF CLUB Prosegue la quarta edizione Biondi-Santi Continua a gran ritmo la quarta edizione del Trofeo Franco Biondi Santi Tenuta Il Greppo dopo le prove disputate a Castelgandolfo, Fioranello, Marco Simone, Golf Nazionale, Roma. Il trofeo si concluderà con la finale del 15-16 settembre all’Olgiata. All’Arco di Costantino si sono qualificati: 1° netto: Berri Daniele 35 della Prima Categoria, il Secondo Netto Koch Jacopo 271° lordo: Gargano Cristiano 25.
Giorgio Gianni e in terza vittoria di Flavio Sticozzi con 42, a un punto da Simone Proietti. Lordo a Marco Moriconi con 38, ladies a Laura Di Stefano con 37 e seniores a Grazioso Antoniolli con 40. Nearest to the pin a Federica Ferrini e driving contest a Laura Di Stefano. Numerosi i premi a sorpresa, tra cui un viaggio offerto dal co-sponsor Viaggiare e a seguire degustazione dei favolosi vini prodotti dall’azienda di Montalcino, a cura di esperti sommelier. Insomma un connubio di successo, quello tra vino e golf, ideato da Franco Biondi Santi - produttore della più alta qualità del Brunello - e dalla figlia Alessandra che da quattro anni ha abbinato il nome dell’azienda “Greppo” al mondo del golf, target appropriato per i prodotti più prestigiosi: e il Brunello è sicuramente tra questi ultimi. Il vino Biondi Santi dell’azienda Greppo cura in modo particolarissimo le sue vigne. Le rese per ettaro sono bassissime: 30-50 quintali di uva. Motivo per cui la produzione attua-
Nella Seconda categoria i qualificati sono: 1° netto: Guidi Andrea 38, 2° netto: Priori Giancarlo 37. Mentre per la terza categoria 1° netto: Castellano Aurora 36 e 2° netto: Tata Marco Vincenzo 35. I premi speciali, oltre a quelli graditissimi a sor teggio, le fantastiche bottiglie del pregiato divin nettare Biondi-Santi e i buoni Vacanze offerti dalla Azienda “Viaggiare”, sono stati a assegnati a: 1° Lady: Rotili Paola 28 1° Senior: Sacchetti Giorgio 35. Driving Contest: Daniele Berri. Nearest to the pin: Giancarlo Priori 0,56 cm.
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news dai circoli di golf le raramente supera le 80 mila bottiglie, comprese le circa 10.000 della Riserva, prodotte solo nelle vendemmie eccezionali. La vendemmia è tutta seguita manualmente. Inizia a metà settembre - dopo un’accuratissima selezione dell’uva e destinando solo la prima scelta alla futura Riserva - proveniente dai vigneti che hanno 10 anni per quell’annata e oltre 25 per la Riserva.
La seconda edizione della prestigiosa “Roma Classic by Laura Biagiotti Parfums” La Città Eterna è da sempre nei pensieri della stilista Laura Biagiotti che non a caso ha dedicato al Natale di Roma una gara di golf all’insegna della sua fragranza più famosa: Roma. La prestigiosa Roma Classic by Laura Biagiotti Parfums, nel solco della grande tradizione golfistica della capitale, è stata giocata il 21 aprile sullo splendido campo abilmente modellato dall’architetto statunitense Jim Fazio con tanti personaggi del mondo dello sport, della cultura e
PARCO DI ROMA GOLF CLUB Company Golf Challenge al Parco di Roma Golf Club Lunedì 11 Giugno si è disputata presso il circolo di Roma Nord una tappa del Company Golf Challenge, organizzata interamente dalla Absolute Golf. La Company Golf Challenge è un circuito studiato e realizzato per of frire un’occasione d’incontro sul green per manager, clienti e ospiti di riguardo delle aziende coinvolte. Un torneo che negli anni ha visto la par tecipazione di importanti aziende, tut-
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delle istituzioni. In competizione Giacomo Crosa del Tg5 ma anche attori come Michael Reale e Davide Devenuto di “Un posto al sole” e campioni come Michael Mair. In campo anche il principe Filippo Pacelli. In premiazione il presidente del club Fabio Virgilii, Laura Biagiotti, Sabatino Leonetti, vice presidente del Consiglio Provinciale, Silvana Giacobini e il presidente della Fig Franco Chimenti, che ha promesso di portare di nuovo al Marco Simone l’Open d’Italia, colpito dalla sua bellezza. Primo premio di prima categoria a Stefano D’Orazio che con 39 ha battuto di tre lunghezze Fabrizio Avenati. In seconda categoria vittoria di Sandro Balsamà con 39, a un punto da Adelaide Ventura. In terza vittoria di Leonardo Pagni che con 42 ha battuto di due punti proprio Michael Reale. Ladies a Carla Barattelli con 38 e seniores a Caterina De Gasperis con 38. I lordo con 39 a Marco Moriconi. Competizione ma anche spazio per i neofiti, che dalle 14 alle 16 hanno potuto usufruire presso il driving range delle lezioni.
te impegnate a raggiungere le finali, disputate come tradizione nei migliori resort. Ma ora passiamo ai vincitori: la squadra che si è aggiudicata nella Categoria Unica il 1° Premio Netto era composta da Gioia Loprete, Prisca Taruffi, Isabella Bronzini e Antonella Barchesi Ghenzi. 2° Premio netto, invece per la squadra composta da Alessandro Calicchio, Attilio Ber tozzi, Anna Dalessioe Rossano Tacconi. Primo Premio Lordo per la squadra composta da Gioia Loprete, Prisca Taruffi, Isabella Bronzini e Antonella Barchesi Ghenzi.
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golf forense
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JAGUAR GOLF FORENSE PIU’ 2012: L’ANTICRISI di Andrea Cecinelli_ph Yulyia Galycheva
L'Avv. Nicola Colavita
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La bellissima Francesca Mercantini con il Maestro di Taglio Ilario
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egli ultimi mesi in Italia, come in tutta Europa, serpeggia una parola che, il solo pronunciarla destabilizzerebbe un intero paese: la crisi economica. La fondamentale domanda che ci si pone è sempre la stessa: come si può combatterla? Uno strumento che potrebbe darci un grande aiuto è sicuramente il settore spor tivo. I dati ISTAT parlano chiaro: in Italia circa 36 milioni di persone praticano attività spor tiva e di questi quasi 15 milioni la praticano in maniera organizzata. Tutti questi dati ci possono far venire in mente domande come: la crisi può essere contrastata con lo spor t? La quantità di denaro che ruota attorno al “sistema spor t” è da capogiro. Stiamo parlando di circa 25 Miliardi di Euro di fatturato annui, in percentuale potremmo dire che tutti gli italiani hanno speso circa il 3,2% del loro budget complessivo annuo per acquistare attrezzi spor tivi o ser vizi legati alla loro disciplina preferita. Possiamo per questo dire che il business che ruota attorno allo sport è sorretto da tutti quegli appassionati che nei ritagli di tempo o nei giorni liberi dedicano intere ore alla par tecipazione ai co-
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L'Avv. Nicola Colavita durante il cerimoniale di premiazione del Jaguar Golf Forense Più 2012
sì detti “grandi eventi spor tivi”. Eventi che si fondano essenzialmente, anche, sulla par tecipazione di aziende che sponsorizzano la manifestazione in cambio di visibilità. Ad essersi affacciata, con grandi risultati, a questo “nuovo mondo “ è stata anche la Federazione Italiana Golf, che è riuscita negli anni a promuovere la propria disciplina spor tiva, da sempre considerata di nicchia. Il golf, specialmente nel nostro paese, può essere considerato un importantissimo antibiotico al pericoloso virus della crisi. L’Italia, infatti, possiamo considerarla come il paese che, più degli altri vive di “pane e turismo”, grazie alle bellezze ar tistiche, storiche e architettoniche e proprio il turismo è uno dei punti cardini della politica della F.I.G. Il Prof. Franco Chimenti, Presidente della Federazione Italiana Golf ha più volte ricordato che la tipologia di turisti golfisti por ta soldi alle città. E che soldi! In media il turista golfista spende circa il doppio di un turista tradizionale. A dare un impor tante contributo alla promulgazione di questo così nobile spor t è dal 2005 il circuito del Golf Forense, ideato dall’Avv. Nicola Colavita, che con l’Adesione del Presidente della Repubblica e sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Consiglio Regionale del
Lazio e della FederGolf Lazio è considerata la manifestazione golfistica più apprezzata nel Lazio. Il Golf Forense è il classico esempio di “grande evento” che riesce a coinvolgere impor tanti sponsor come Jaguar, Nespresso, Gruppo 24 Ore, l’esclusiva casa d’aste internazionale Sotheby’s e ancora The Bridge, Valtur, Wilson, Acqua Filette, Casale del Giglio e Sanatrix per citare i marchi più rappresentativi. Il JAGUAR GOLF FORENSE PIU’, in quanto a comunicazione e organizzazione, lo possiamo considerare uno dei migliori circuiti golfistici territoriali anche per la costante attenzione all’aspetto mediatico. La sua for tuna è dovuta anche all’innovativa formula che
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Il Dott. Daniele Maver, presidente di Jaguar Land Rover Italia, ai microfoni del TG5
l’Avv. Colavita ha creato unendo l’attività spor tiva sul campo con quella relazionale. È proprio questo uno dei punti di forza di questa tanto seguita manifestazione che al termine di ogni stagione registra sempre nuovi record. Nel 2011 per esempio sono circolate più di mille persone durante le quattro tappe del circuito. Sono proprio gli eventi come questo, che riescono a mobilitare una grande quantità di persone e di aziende, che possono fare la differenza anche in periodi di crisi. E il Golf Forense da questo punto di vista può essere un esempio da seguire. Spor t, pubbliche relazioni, comunicazione e tanta passione: la formula vincente del Golf Forense.
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CIRCOLO CANOTTIERI ROMA BRUNO MASCARENHAS E I GIOCHI OLIMPICI L’atleta simbolo del nostro Circolo, e ora direttore sportivo della sezione canottaggio, ci racconta le sue impressioni, qualche aneddoto, curiosità sfiziose in vista di Londra 2012, che come ogni edizione olimpica si aprirà con le gare di canottaggio. Lui che due edizioni fa (Atene 2004) è salito sul terzo gradino del podio, con il suo quattro senza pesi leggeri, ad Atene ha assaporato il gusto della medaglia, e la gioia di far parte della spedizione azzurra.
Altre nazioni forti quest’anno? “Le squadre emergenti quest’anno sono la Nuova Zelanda e l’Australia. Tanti titoli e barche in finale, per queste due nazioni, e qualche titolo del mondo. I paesi oceanici, insomma, daranno del filo da torcere a tutti! Quattro anni fa era stato il momento della Cina, dei paesi Asiatici, e dei paesi del nord Europa”. Le donne sono competitive? “Dal punto di vista italiano è un grande obiettivo quello di aver raggiunto la qualificazione. Anche se solo una imbarcazione parteciperà ai Giochi, altre due sono state sul filo del rasoio per farlo. Nella specialità non abbiamo mai avuto nessuna donna qualificata: è già questo un primato. Ma dal punto di vista internazionale livello è molto alto, quindi possibilità di medaglia non ne abbiamo. Pur troppo”
Quante medaglie vinceremo? “Dunque: una medaglia sicuro, e due in forse. Per essere positivo e ottimista, quindi, dico tre”. Curiosità sulle Olimpiadi di quest’anno, tu che sei sempre molto vicino a tutti gli azzurri? “Per i canottieri questo appena passato è stato un anno di grandi sacrifici: da settembre dell’anno scorso, si sono fatti pochi giorni a casa. Uno o due, ogni due mesi. Per un totale di 320 giorni in collegiale, di raduno. Molti al centro federale di Piediluco, altri, gli assoluti, i senior e le donne, a Varese”. Tu che l’hai vissuta pure l’anno scorso, che esperienza sono i giochi? “In questa trasferta ci saranno molti atleti alla loro prima esperienza: sono loro che devono godersi ogni minuto e ogni momento della spe-
Allora, Bruno, come siamo messi? “Di sicuro nei pesi leggeri troviamo un buon valore dal punto di vista fisiologico e tecnico. Fino ad ora una sola medaglia internazionale abbiamo vinto, e si spera che la preparazione attenta e mirata dia buoni frutti. Il medagliere olimpico par te sempre con le medaglie dei canottieri, quindi ci auguriamo che anche quest’anno si parta subito alla grande. Nei pesi leggeri abbiamo due equipaggi, per la nazionale femminile un equipaggio solamente, poi ci sono gli assoluti: quattro di coppia, quatto senza, due senza, il doppio. In totale 21 canottieri della squadra azzurra. Siamo il numero più numeroso degli azzurri di tutti gli spor t del Coni”. L’imbarcazione più forte qual è? “L’obiettivo medaglia è per due equipaggi dei pesi leggeri. E in maggior misura puntiamo tutto sul doppio, unico equipaggio medagliato all’ultima Coppa del Mondo. Elia Luini e Lorenzo Ber tini erano con me nel 4 senza ad Atene, quando vincemmo il bronzo”.
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dizione. Ricordi unici si por teranno a casa. Alterneranno momenti di gioia, a stati di ansia, mischieranno euforia e concentrazione pre-gara. Che for tunati che siete, in bocca al lupo ragazzi!”. Consigli? “Devono restare bene concentrati, godersi ogni attimo di questa esperienza. Ma sono tutti professionisti, lo sanno fare. Devono vivere appieno l’area olimpica, anche dopo le loro gare, per vivere tutto lo spirito olimpico. Gli atleti più for ti di tutto il mondo di tutti gli spor t saranno riuniti in un solo posto: sarà una esperienza magica”. Come sarà il campo di gara? “Il campo di gara è a Heathrow. Si tratta di un campo di gara ar tificiale molto buono come logistica, ma i problemi sono dati dalle condizio-
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ni atmosferiche. Se si alza vento ci sono corsie sfavorite. Perché c’è uno spazio molto ampio e senza alberi. Sfavoriti al centro, favoriti quelli agli argini”. Cosa ti ricordi della tua medaglia di Atene? “Alle Olimpiadi se prendi la medaglia diventi l’oggetto di tutto, gira tutto intorno a te! Ovunque ti fermano, al villaggio olimpico diventi un idolo. Se hai una maglietta di una squadra olimpica la gente ti ferma, e ci metti un’ora a percorrere tutto il villaggio. Quando ho preso quella medaglia, ci ho lasciato il cuore”. Il ricordo più bello dell’ultima olimpiade di Pechino? “A Pechino abbiamo sbagliato la gara che ci avrebbe fatto andare in finale. E’ stato bello comunque, con la gente in delirio. Scorte e poliziotti per farci passare. Ricordo ogni istante, secondo per secondo”. Quali altri sport seguirai? “Tranne il calcio, tutti. Dopo il canottaggio, però, metto l’atletica. Comunque, tifo tutti gli azzurri. E auguro una buona Olimpiade ai ragazzi italiani…nessuno escluso!”.
diale e la connazionale Irina Bremond, che occupa la centotrentottesima posizione. E’ prevista inoltre la partecipazione della nostra Nastassja Burnett, la sorpresa degli ultimi Internazionali BNL d’Italia, e quella di Anna Floris, attualmente numero 191 del mondo. Le qualificazioni al torneo si terranno nei giorni di sabato 23 e domenica 24
REALE CIRCOLO CANOTTIERI TEVERE REMO AL VIA LA NONA EDIZIONE DEL TORNEO ITF FEMMINILE “SMA CUP SANT’ELIA” Si svolgerà a Roma, dal 25 Giugno al 1 Luglio 2012, presso la prestigiosa sede del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, in via dei Campi Sportivi n.5 – Lungotevere dell’Acqua Acetosa snc – il torneo femminile internazionale del circuito Itf. Si affronteranno, nello storico club capitolino, alcune tra le atlete più promettenti della nuova generazione, nelle gare di singolo e doppio. A contendersi il ricco montepremi di $ 25,000 ci saranno, tra le altre, giocatrici del calibro di Caroline Garcia, numero 133 del ranking mon-
TENNIS CLUB PARIOLI CAMPIONE REGIONALE DEGLI UNDER 14 MASCHILI E DI SERIE D1 Il Tennis Club Parioli è campione regionale under 14 maschile, nella final four che si è disputata sui campi del circolo di Monte Antenne lo scorso week end, la squadra del capitano Roberto meneschincheri, che ha chiamato in difesa dei colori sociali Gian Marco Moroni, Federico Benedetti, Andrea Bessire e Michele Maria fenoaltea, ha battuto in semifinale il Circolo della Ferratella per 2 a 0 ed in finale per 2 a 1 l'ASD Atlas Rai. La squadra si è anche qualificata per la fase di macroarea che si disputerà ad Olbia dal 29 al 31 agosto.
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Eventuali finali nazionali a fine settembre. Altra buona notizia dal settore agonistico del TC Parioli, la squadra formata dai soci del sodalizio, è campione regionale di serie D1 ed è stata promossa in serie C. Dopo uno straordinario cammino iniziato lo scorso 15 aprile che ha visto la squadra pariolina primeggiare nella fase a gironi con 8 punti, il team bianco verde ha superato nel tabellone ad eliminazione diretta il T2 di Frosinone per 4 a 0, gli Ulivi B per 4 a 2, e nella Final Four che si è disputata domenica 17 sui campi del Due Ponti Sporting Club, il Circolo Nomentano per 5 a 1 e nella finalissima il Villa Aurelia per 4 a 0. Interpreti di questo successo, importante per l'attività agonistica sociale, Ugo Biagianti, Francesco Bessire, Guglielmo Bonapace, Riccardo Grassi, Pierdanio Lopriore, Marco Mencaglia, Francesco Meneschincheri, Massimo Ribechi, guidati dal capitano Paolo Spezzi.
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giugno. Dopo la brillante edizione dello scorso anno, in cui si è imposta Karin Knapp, firmando il primo trionfo italiano nell’ottava edizione del torneo, riparte uno degli appuntamenti più attesi della stagione tennistica del circuito professionistico, forte di un’ esperienza organizzativa, strutturale e ambientale di assoluta qualità.
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FUTBOLCLUB ...E ALLA FINE SORRIDE IMPARA. GIANNINI SI CONSOLA CON LA COPPA Dopo un altro anno fantastico, grazie all’eterna lotta tra Impara e Giannini, il torneo sociale di calciotto è terminato con entrambe le squadre che si sono aggiudicate un trofeo a testa: a Impara la Futbol League e a Giannini la Futbol Cup. Par tiamo, in ordine cronologico, dalla coppa: la finale tanto attesa è stata sregolata come tutta la competizione. Dalle goleade ai risultati a sorpresa, anche l’ultima gara ci ha regalato un’emozione dopo l’altra: alla fine, però, a sorridere sono stati i blancos, che si sono imposti grazie a un pirotecnico 4-3. Tutto facile all’inizio per i Cancellieri & co che si sono
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por tati a più riprese in vantaggio e sul 4-1 hanno un po’ mollato la corda rischiando un clamoroso recupero da par te di Impara. I play off, invece, sono stati più equilibrati e hanno rispecchiato quanto emerso dalla regular season: in semifinale sono approdate Palma e Pellicelli che hanno provato a mettere un po’ di pressione a Chelsea e Real Madrid che, invece, le hanno spazzate via con tre gol di differenza ciascuna. La finalissima, però, ha riservato amarezza ai dominatori del calciotto: i blues, infatti, hanno sorpreso mister Cancellieri e alla fine hanno alzato lo scettro di campioni del circolo, grazie al 2-0 maturato sul campo. Per un torneo terminato ecco subito un degno erede, questa volta di calcio a 5: è quasi terminata la preparazione di team e calendario e il 7 giugno inizia il Social Europe. Le regole sono simili a quelle del calciotto: massimo due tesserati in campo (C1 per il calcio a 5 e Promozione per quello a 11) e un’età dei
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giocatori che in campo deve sempre eguagliare i 180 anni. Proprio a questo proposito si stanno formando diversi team composti da tutti over 40, in modo da non doversi trovare in difficoltà a ogni cambio. Sulla carta, se si segue la tradizione, i favoriti sono Angeli, Gallo, Pellicelli e Nussbaum che, in questo torneo estivo di calcio a 5, arrivano sempre in fondo. Oltre ai “soliti” Salluzzo, Perazza, Noli, Parente e Angelucci ci sono la new entr y di Cancellieri, che prova a cimentarsi in questa nuovo disciplina dopo aver fatto piazza pulita nelle altre, il gradito ritorno della squadra Briganti e due novità assolute come Chini e Gorelli. Non resta che attendere che un paio di settimane per dare il calcio d’inizio di questo nuovo, avvincente, torneo sociale che vedrà tutte e 16 le squadre lottare per salire sul gradino più alto che, secondo le indiscrezioni, prevede come primo premio una decina di PSP, per por tare dalla realtà del Futbolclub alla vir tuali-
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Il socio del mese Nome: Piergiorgio Luciani
Nome: Piergiorgio Cognome: Luciani Detto: Bierhoff Ruolo: Attaccante Piede Preferito: Destro Pezzo Forte: Ti rompe... e poi ti riaggiusta al Fisio Club Squadra del Cuore: AS Roma
tà della playstation il gioco più bello del mondo.
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DUE PONTI SPORTING CLUB IL MESE DELLO YOGA VIP TENNIS VINTAGE Le racchette di legno continuano ad avere un gran fascino: tanti i personaggi del mondo dello spettacolo e del giornalismo che sono inter venuti all’appuntamento annuale con il torneo Yoga Vip Tennis Vintage, giunto all’8° edizione. Schierati rigorosamente in completini bianchi, si sono dati battaglia sulla terra rossa, imitando i grandi Campioni dei “Gesti Bianchi”, a volte anche rischiando la brutta figura perché il ritorno alle vecchie racchette in legno, dopo l’utilizzo di quelle moderne, è davvero difficile. La vittoria finale è andata al regista Fausto Brizzi e all’attore Giuseppe Morrone, con ottimi trascorsi da tennista, che hanno battuto la coppia formata dall’ex calciatore Vincent Candela e Alex Nuccetelli. Semifinalisti due attori Sebastiano Somma e Ninni Bruschetta da un lato e, dall’altro, Veronica Voto di Sky Tg24 e Paco Rizzo. Presente anche Roberta Beltrame, campionessa degli anni ’60, doppista compagna della Lazzarino e sette volte campionessa italiana di doppio, che ogni anno onora con la sua presenza questo evento. Dopo aver incrociato le racchette, la lunga e faticosa giornata si è conclusa con la cena di premiazione, cui hanno preso parte, oltre ai partecipanti, tanti amici che non giocano ma che sono intervenuti per applaudire i vincitori: Simona e Fiamma Izzo, Samantha de Grenet, Samuela Sardo, Eleonora Brigliadori, Janet De Nardis, il Principe Giovanelli, Raimondo Todaro, Angelica Livraghi, Deme-
tra Hampton, Barbara Livi, Flavia Frazzi, Massimo Ciavarro,Elisabetta Rocchetti, Nathalie Caldonazzo, Cecilia Gayle, Daniele Pecci, Francesco Giuffrida,Flavia Vento, Roberta Garcia, i giornalisti Luigi Contu, Fabrizio Ferragni, Francesca De Grimani,Carlotta Mannu, Maurizio Masciopinto, Direttore Relazioni Esterne e Cerimoniale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Gianni Giacomini Presidente del XX Municipio. Guest Event è stata la mostra “Il Made in Italy nel Tennis” allestita all’interno del Circolo dal noto collezionista e storiografo del tennis Salvatore Sodano, che ha esposto più di 40 modelli di racchette dell’azienda Castle, ritenute vere e propri gioielli dagli “intenditori”.
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TROFEO DI BILIARDO INTERCIRCOLI ROMA 2012 Prosegue e si avvicina al giro di boa il trofeo che vede sfidarsi sul panno verde i principali circoli della Capitale. Antico Tiro a Volo, Circolo Canottieri Aniene, Circolo Canottieri Roma, C.T. Eur, Eur Sporting Club, T.C. Parioli, R.C.C Tevere Remo e Veio Sporting Club si affrontano, divise in due gironi, nelle tre specialità del biliardo ovvero boccette, 8-15 e stecca 5-9 birilli. Siamo ormai al termine della prima fase del torneo, è infatti in corso il terzo dei tre turni di qualificazione previsti dal regolamento. Al termine dei tre turni sapremo quale degli otto circoli par tecipanti potrà disputare la poule finale: di ogni girone, solo i primi due circoli classificati in ciascuna specialità avranno accesso alle semifinali e finali. Si devono disputare ancora le gare di ritorno del terzo turno ma è già possibile trarre alcune conclusioni: nella specialità boccette sono ormai delineati i due primi due accoppiamenti delle semifinale, C.C Roma e T.C. Parioli che hanno dominano infatti incontrastate i rispettivi gironi, affronteranno il C C Aniene il CC Roma e l’ Eur Sporting Club il T.C. Parioli. Più in bilico invece è la situazione nelle specialità 8-15: saranno gli ultimi incontri diretti a stabilire chi si posizionerà al primo posto tra T.C. Parioli e Veio Sporting C. da un lato e Canottieri Aniene e Canottieri Roma dall’altro. Infine, per quanto riguarda la terza specialità stecca 5-9 birilli, si sono classificati, con un turno d’anticipo, sia l’Eur Sporting C. che l’Antico Tiro a volo, l’ultima giornata stabilirà chi fra il Veio sporting club e il C.T. Eur da un lato e il C.C. Aniene e Tevere Remo le affronteranno in semifinale. Le partite si fanno sempre più avvincenti e nessuno dei circoli vuole rima-
nere fuori dalla poule finale. Per scoprire chi si qualificherà alla nuova fase tenete d’occhio il sito www.biliardointercircoli.com, sviluppato dalla web agency Liquid Factory, che segue ormai da due anni il Trofeo e si occupa anche di documentare le partite con video e foto, e date un’occhiata a Facebook e Twitter (@biliardocircoli), i più importanti social network della rete, su cui il trofeo ha i propri profili e interagisce con giocatori ed appassionati dello sport.
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VEIO SPORTING CLUB 1° TORNEO SOCIALE DI BILIARDO Ci voleva l’invito alla competizione per generare nuova affluenza in uno dei locali più confortevoli della club house del Veio Spor ting Club. Stiamo parlando del 1° Torneo Sociale di biliardo, ottimamente organizzato da Marco e Mario Critelli, e con il contributo di Fineco, che ha offerto uno straordinario set di trofei per i finalisti. Le tre discipline in programma (pool 8/15, italiana e boccette) hanno saputo creare nei due mesi di svolgimento della manifestazione un bel collante tra i partecipanti, incuriositi e motivati da quella che per il Club di Via di Grottarossa ha sicuramente rappresentato una piacevole novità nel pacchetto degli appuntamenti agonistici. Con un giocatore, Valentino Fabiani – peraltro socio recente del Veio – che ha raggiunto la finale in tutti e tre i tabelloni, aggiudicandosi però soltanto la disciplina “boccette” su Maurizio Costantini. A Cataldo Cappadozzi e Sergio Del Ninno, invece, il podio rispettivamente nell’”italiana” e nel “pool 8/15”, a coronamento di una pianificazione complessa e che ha coinvolto, in totale, più di trenta giocatori. Ma con l’arrivo della bella stagione non si poteva non pensare ad allestimenti di gare en plein air di sicura presa sulla voglia di aggregazione dei soci. Ecco così che nell’arco di due sole e caldissime domeniche tra maggio e giugno si è consolidata l’abbronzatura di tennisti e beach-tennisti che hanno partecipato a due mini tornei “instant” di doppio giallo. In entrambi gli eventi, la voce grossa l’ha fatta l’esperienza di Piero Stampatori che, in coppia con Da-
niele Rea sulla terra rossa e con Alessandro Zambelli sulla sabbia ha potuto aggiungere alla sua galleria personale di premi di una vita di sportivo autentico un navigatore satellitare e l’ennesima coppa.
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Si accendono le luci sul Summer 2012 Come ogni estate che si rispetti non può mancare il Summer del Pezzana. Il torneo estivo dei Campioni che da 6 anni accompagna le calde serate romane di Alessandro Grassetti_ph Matteo Ciambelli
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n appuntamento che anno dopo anno raccoglie sempre più consensi tra i calciatori, che dopo una stagione lunga ed estenuante vogliono vogliono un divertimento di alto livello. La categoria regina del Summer sono gli Assoluti, che mettono in mostra grandissime individualità. Si fatica anche a racchiudere in poche righe le innumerevoli personalità che scendono in campo, sempre all’insegna del divertimento. Aspettando le tanto attese fasi finali la copertina di questo inizio torneo spetta a tre compagini: l’USA (Tristargold.it), il Brasile (Studio Commerciale Rombolà- Ristorante San Marco) e l’Uruguay (Blitz 3). Le prime due si stanno dando battaglia nel gruppo B. Da una parte l’esperienza di mister Boccolini, veterano del Pezzana e sempre attento nel formare una ro-
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sa di grande livello. Per i verdeoro invece il solito gruppo che da diverse estati ben figura nel Summer, come sempre guidati da mister Rombolà. Giocatori di livello assoluto anche nel Girone A dove i ragazzi di mister De Laurentiis stanno comandando agevolmente la compagnia. Oltre a loro ai play off la sorpresa Francia (Bar La Palma), l’Inghilterra (Carrot’s), l’Italia (Studio Legale Traisci) e la Spagna (Prince Club Roma). Ancora un posto da assegnare dove nell’ultima giornata si daranno battaglia l’Irlanda (Ristorante Stai Manzo), il Giappone (Ristrutturando 2006) e l’Olanda (Roma Nice). Dall’ultima settimana di giugno il via ufficiale alle fasi finali. Nel torneo Over 40 invece le regine sono la Costa d’Avorio (Consulting & Assistance) e la Spagna (Gruppo Siri). Per tutte e due le compagini punteggio pieno ed inizio di torneo scoppiettante, con tante altre formazioni blasonate lasciate ancora dietro. E’ solamente l’inizio ma
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è comunque importante piazzarsi nel modo migliore nel girone, per poi affrontare le fasi finali nella posizione più comoda. Nel Girone A possono già festeggiare Portogallo (Bibbò Arredamenti) e Germania (Airon Eco Tribe). Nel raggruppamento B invece l’Argentina (Papero Giallo) ha già il pass per i quarti di finale. Discorso diverso nella categoria Over 50, dove nell’unico girone da dieci compagini le ultime due saranno eliminate alla fine del girone. Al comando c’è la sorpresa Russia (MB 77 – Idea Carni) che vince anche lo scontro diretto contro l’Olanda e vola solitario in testa al gruppo. Una nuova formazione solida e compatta con il gioiello Filippis in attacco, vero mattatore della compagine. Dietro a loro gli inseguitori, capeggiati dall’Italia (Frollan Pesca) che si daranno battaglia fino all’ultimo. Attenzione anche ai campioni dell’invernale, la Francia (Antico Tiro al Volo), che nei play off non regaleranno niente.
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Gatorade Futsal Confederation5 Cup Una splendida finale ha incoronato il Circolo Canottieri Roma come vincitrice della II Edizione della Gatorade Futsal Confederation5 Cup disputata presso l’Adidas Futbolclub di Roma
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opo un’intensa 3 giorni di spor t, con la par tecipazione di 20 squadre di 5 dif ferenti Paesi è infatti lo storico Circolo romano a sollevare l’ambita coppa, con un netto 5-3 sui pur bravi Francesi del Fùtbol Fùtbol® Ar tigues. A completare l’opera il meritato riconoscimento a Stefano Bresin come Miglior Giocatore del Torneo, ma è stato il gioco di squadra la vera arma in più del Canottieri, tatticamente perfetto. I ragazzi dell’Adidas Futbolclub hanno sfiorato la Finale – conquistata lo scorso anno – imbattendosi in semifinale nei “bleus” di Artigues che hanno espresso il talentuoso Ste-
phane Poirier, Capocannoniere del torneo con 16 reti. A completare il podio, il 3° posto del Fùtbol Fùtbol® Bordeaux ex-aequo con gli arancioni padroni di casa. L’Evento ha avuto inizio con la Cerimonia Inaugurale, splendidamente diretta dall’agenzia Baldoria tra bandiere ed inni Nazionali delle 5 Nazioni presenti: oltre ad Italia e Francia, le Comunità romane di Messico, Georgia e Perù hanno contribuito all’internazionalità della manifestazione, disputando al meglio la competizione che ha tra l’altro visto i biancorossi di Lima disputare un ottimo Quarto di Finale. L’«Evento nell’Evento» è stato senza dubbio il Parco Tematico sull’Ambiente e l’Eco-Sostenibilità, aperto dalla Dirigenza dell’Adidas Futbolclub con il classico taglio del nastro e visitato
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dai moltissimi spettatori che hanno potuto scoprire, oltre ad attrattive di carattere turistico sulla Georgia, una Mostra Fotografica “verde” con ventuno foto in onore dell’Agenda 21 – sorta di “eco-manuale” verde dell’ONU con le linee guida sul rispetto ambientale. Ed infine il sostegno dell’AMA Roma, che ha patrocinato l’Evento, si è espresso in uno Stand informativo e sull’installazione di un’Area Ecologica per la raccolta differenziata. Un momento molto piacevole si è avuto, appena dopo il Drink di Benvenuto, con l’estrazione di 2 cofanetti regalo Smartbox: in palio weekend da favola per i fortunati vincitori. L’appuntamento è quindi alla III Edizione della Futsal Confederation5 Cup, 7-9 Giugno 2013 sempre presso lo splendido Adidas Futbolclub di Roma.
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Prof. Fabio Pigozzi
VILLA STUART, P LO SPORT IN SICUREZZA
Il Centro Medico di Eccellenza FIFA opta per la prevenzione: idoneità sportiva, esami accurati e Servizio d’Urgenza h24. di Paolo Brandimarte
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revenzione, tutela della salute e lotta alle mor ti improvvise. Su questi pilastri si regge “Lo Spor t per la Vita, non la Vita per lo Spor t”, il progetto ideato da Villa Stuart Sport Clinic ed incentrato sulla visita di idoneità spor tiva, con identico trattamento sanitario riservato ad atleti professionisti e dilettanti. La struttura di Via Trionfale ha messo in atto un’autentica rivoluzione nel campo dell’idoneità sportiva e salvaguardia dell’atleta: indagini rigorose e controlli accurati minimizzano il rischio di anomalie cardiache. Le tragedie di Morosini, Curi, Puerta e Bovolenta ribadiscono la necessità di un ocu-
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Il parere del Prof. Fabio Pigozzi: “L’introduzione dell’ecocardiogramma ha dimostrato potenzialità nell’individuare precocemente anomalie morfologiche asintomatiche” Villa Stuart, visite per Samuel Eto'o
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IL MEDICO RISPONDE
linea diretta con specialisti in or topedia • fisiatria reumatologia • medicina dello sport • radiologia scienza dell'alimentazione
Scrivete a:
puerio@topphysio.it L'Istituto di Medicina dello Sport di Roma (Villa Stuart Sport Clinic)
lato monitoraggio: tutelare la salute dei nostri ragazzi diventa imperativo categorico. Il programma di prevenzione sanitaria promosso da Villa Stuar t assume i connotati di un vero e proprio check – up: visita di ingresso con enfasi sulla predittività delle malattie ed inter venti correttivi, studio dei dis – paraformismi legati ad appoggio e postura dei piedi, ginocchio, bacino e colonna ver tebrale, valutazione dietologica ed ecocardiocolordoppler (volto a testare lo stato di salute del cuore, ndr). Il pacchetto prevenzione comprende anche una copertura assicurativa per gli atleti che subiranno infor tuni chirurgici nel corso dell’attività sportiva ( per maggiori informazioni su costi, federazioni e società spor tive aderenti rimandiamo al sito www.imsdiroma.it – Tel. 06.35528393). Tra i vantaggi del protocollo medico sanitario annoveriamo anche la Card per accedere al Ser vizio d’urgenza Diagnostica, Ortopedia e Traumatologia dello Spor t, operativo 24 ore su 24. Alla card è associato un codice personale che consente l’accesso al fascicolo sanitario online, consultabile ed aggiornabile in qualsiasi momento, dal por tale www.imsdiroma.it. Visite di idoneità e morti improvvise: ne parliamo con il Prof. Fabio Pigozzi, Presidente della Federazione Internazionale di Medicina dello Sport (FIMS) e Direttore Scientifico di Villa Stuart Sport Clinic, ritenuto uno dei massimi esperti in materia di medicina sportiva ed antidoping del nostro paese.
Via Trionfale 5952 (Balduina) PER APPUNTAMENTI ED INFORMAZIONI: 06.35528393 - 06.35528394
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Prof. Pigozzi, come prevenire il triste fenomeno delle mor ti in campo? “Minimizzare il rischio della morte improvvisa sul campo è una grande sfida per la medicina dello sport. Esistono validi strumenti primo fra tutti lo screening pre-partecipativo, ossia la visita di idoneità sportiva, unitamente alla ottimizzazione della pianificazione del trattamento delle emergenze sul campo”. Villa Stuart Sport Clinic propone un protocollo di prevenzione sanitaria e tutela della salute. In che cosa consiste? “Viene posta grande attenzione alla valutazione di parametri importanti da un punto di vista funzionale ed in termini di prevenzione non solo della mortalità ma anche della morbilità. L’introduzione dell’ecocardiogramma, ad esempio, ha dimostrato potenzialità nell’individuare precocemente anomalie morfologiche asintomatiche”. Ci spiega l’importanza della visita medica per idoneità sportiva agonistica e non? “Come già sottolineato, sia la visita di idoneità agonistica sia quella non agonistica costituiscono un validissimo filtro epidemiologico, in quanto consentono l’accertamento dello stato di salute di un soggetto generalmente asintomatico e dunque in apparente assenza di patologie”.
LIGURIA:
ACQUARIO, SANREMO E TANTO SPORT
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Il derby Genoa-Sampdoria, i trionfi della Pro Recco, il talento di Fabio Fognini: il contributo ligure allo sport non si fa mai attendere di Francesco Carci
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ici Liguria e pensi subito all’Acquario di Genova, alle Cinque Terre e al Festival di Sanremo: un patrimonio artistico e culturale invidiabile, che fa della regione ligure una delle regioni più belle d’Italia. E anche lo sport, dal calcio al tennis, dalla pallanuoto alla pallavolo, offre iniziative molto interessanti. Partendo dal calcio, si pensa subito al derby e alla grande rivalità tra il Genoa e la Sampdoria. Il “Genoa Cricket and Football Club” (questo è il nome ufficiale della squadra di calcio) è la società italiana di calcio più antica, nata il 7 Settembre 1893. Fu la prima squa-
dra in assoluto a usare le maglie di gioco con i colori rossoblu, seguita, poi, da diverse squadre. La società ligure vanta un palmares invidiabile, con la vittoria di ben nove scudetti e di una Coppa Italia. I primi anni furono, dunque, molto positivi: il Genoa, insieme al Milan e al Grande Torino, restò diverso tempo ai vertici della classifica. Poi, dal secondo dopoguerra in poi, ci furono diversi alti e bassi. Storica rimase, nella stagione 1991/1992, la vittoria in Coppa Uefa ai danni del for tissimo Liverpool all’Anfield. Ma, purtroppo, a questi momenti di gloria, si accompagnarono momenti meno felici, come le diverse retrocessioni in Serie B, l’ultima nel 1995. Da quell’anno, iniziò un periodo nerissimo per il Grifone, che ri-
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uscì a tornare in Serie A soltanto dieci anni dopo. Negli ultimi anni, il Genoa è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nella massima serie, grazie a un gioco spettacolare (specialmente in casa) e al supporto sempre molto forte del pubblico rossoblu. La stagione appena terminata, tuttavia, è stata un vero e proprio disastro: tre allenatori in panchina, risultati negativi e retrocessione in B evitata all’ultima giornata. Un “annus horribilis” da dimenticare in fretta; non a caso, il presidente Preziosi sta già costruendo una squadra più forte rispetto all’anno passato. Anche l’altra squadra di Genova, la Sampdoria, è contraddistinta da un passato di vittorie e delusioni. L’Unione Calcio Sampdoria
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(chiamata semplicemente Samp o Doria) è nata più tardi, il 1° Agosto 1946. Nata come la seconda squadra di Genova, la Doria visse un periodo straordinario a partire dal 1979, quando Paolo Mantovani diventò presidente del club blucerchiato. La famiglia Mantovani prese la squadra in serie B e la portò presto ai vertici del calcio italiano ed europeo. Oltre all’incredibile scudetto della stagione 1990/1991, la Samp vinse anche quattro Coppe Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa delle Coppe. Gran merito di questi trionfi va alla coppia d’attacco Vialli-Mancini, un tandem straordinario che fece sognare i tifosi blucerchiati. Nel 2002, la famiglia Mantovani cedette la società a Riccardo Garrone, tuttora proprietario della squadra. Sotto la presidenza dei Garrone, ci fu un piccolo ridimensionamento (dovuto anche allo strapotere economico di Juventus, Milan e Inter) e parecchi alti e bassi. Anche i tifosi della Doria poterono assistere ad un calcio spettacolare della squadra, in particolare con le coppie d’attacco Bazzani-Flachi e Pazzini-Cassano, che fecero ricordare gli indimenticati Vialli e Mancini. Tuttavia, il passato recente è stato a dir poco drammatico: nella stagione 2010/2011 è arrivata la tanto clamorosa, quanto inaspettata retrocessione in Serie B; e pensare che l’anno precedente, la squadra raggiunse i preliminari di Champions League. Anche quest’anno le cose non sono andate per il meglio: ci si aspettava un campionato cadetto di vertice e invece la squadra dovrà cercare di tornare in serie A solo attraverso i playoff. Quello che accomuna i tifosi di Genoa e Sampdoria è la grande passione, un tifo molto caldo e la qualità di giocatori, che spesso finiscono nelle grandi squadre. Nel Genoa, infatti, hanno giocato grandi giocatori come Skhuravy, vero beniamino dei tifosi, Aguilera, Nappi e Milito. Personaggi di spicco hanno vestito anche la maglia blucerchiata: i già citati Vialli e Mancini, ma anche lo storico capitano Vierchowod, Moreno Mannini e Palombo. Troppo spesso, purtroppo, ci sono stati incidenti durante il derby. Episodi che macchiano una for tissima passione, che non dovrebbe trasformarsi mai in violenza. Merita una citazione l’ottima stagione dello Spezia Calcio, vincitore del girone B della Lega Pro e tornato così, dopo quattro anni, in serie B. Dopo questo doveroso approfondimento sul calcio, passiamo alla pallanuoto. La Liguria ospita, infatti, la dominatrice assoluta del campionato di pallanuoto: la Pro Recco. Nata nel 1913, la Pro Recco, soprattutto dagli anni Novanta in poi, sta scrivendo pagine di storia im-
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portanti, grazie a un’infinita serie di trofei vinti. La squadra ligure è molto vicina alla conquista del settimo scudetto consecutivo (dominio che persiste dal 2005-2006), mentre dall’anno scorso partecipa anche al campionato della Lega Adriatica, dove vi partecipano le principali squadre croate, montenegrine e slovene. Nella bacheca della Pro Recco ci sono, in totale, ben 26 scudetti, 7 Coppe Ita-
lia, 7 Coppe dei Campioni e 4 Supercoppe Len. Insomma, un vera corazzata che rende fieri e orgogliosi tutti i cittadini liguri, da sempre appassionati a questo sport, un po’ snobbato dalla stampa nazionale. Passiamo al tennis. Dal 2003 si svolge a Genova, solitamente durante la prima settimana di Settembre, l’Atp Challenger di Genova. Nel pieno della stagione sul cemento, questo
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torneo, seppur dia pochi punti per la classifica generale, offre la possibilità ai giocatori che preferiscono giocare sulla terra rossa di mettersi in luce. L’edizione del 2011 è stata vinta dal promettente slovacco Martin Klizan, che ha battuto l’argentino Leonardo Mayer per 63 61. Sempre a proposito di tennis, Sanremo ha dato i natali a Fabio Fognini. Nato il 24 Maggio 1987, Fognini è attualmente numero 45 del ranking mondiale Atp. Quest’anno il tennista ligure ha sfiorato la prima vittoria di un torneo Atp, perdendo in finale a Bucarest contro il francese Simon. Comunque la carriera di Fognini è stata tutto un crescendo: il momento migliore è arrivato lo scorso anno, quando Fabio riuscì a conquistare i quarti di finale del Roland Garros, dopo una vittoria epica al quinto set contro lo spagnolo Montanes (match che Fognini vinse praticamente zoppicando per un infortunio alla caviglia). L’età e il talento sono dalla sua par te, se trovasse anche maggiore continuità, Fognini potrà scrivere pagine importanti per questo sport, da troppo tempo alla ricerca di un grande campione. Sono nati in Liguria anche calciatori importanti. Citiamo Simone Vergassola, ex Sampdoria e attualmente capitano del Siena, Marco Carparelli, goleador del Genoa nei primi anni Duemila, e Stefano Eranio, storico centrocampista del Genoa e del Milan, oltre che della nazionale Italiana. Concludiamo con il ciclismo. In Liguria è presente, infatti, l’arrivo di una delle corse classiche dello spor t in bici: la mitica Milano – Sanremo. La gara, forse la più prestigiosa tra le corse di un giorno, si svolge ogni anno nella seconda metà di Marzo, di Sabato. L’edizione di quest’anno è stata vinta dall’atleta australiano Simon Gerrans.
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Sport Village For You Torna, nella splendida location del Porto Turistico di Roma l’evento sportivo organizzato dall’Aics Roma-Sport, cultura e tante iniziative per un’estate mozzafiato
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opo il successo della 1^ edizione torna dal 30 giugno al 15 luglio 2012 l’attesa 2^ “Sport Village For You” la manifestazione che darà alla lunga estate sul litorale romano una significativa impronta all’insegna dello sport, del divertimento, della cultura e della socializzazione, in una location straordinaria e ricca di fascino. L’evento, organizzato dal Comitato Provinciale di Roma dell’AICS, si svolgerà anche quest’ anno nella magica location del Porto Turistico di Roma a Ostia, dove l’Associazione Italiana Cultura e Sport che quest’anno festeggia i 50 anni di attività, allestirà un Villaggio sportivo che rispecchia pienamente la propria filosofia, ovvero promuovere lo sport con particolare attenzione alle attività meno diffuse e meno praticate. Nel ricco programma in calendario in questo 2012 saranno previsti show di altissimo livello con atleti professionisti, esibizioni dei vari sport, lezioni propedeutiche per i neofiti. Associazioni, tecnici e dirigenti, con i loro atleti, per due settimane saranno i veri protagonisti dell’evento. Saranno organizzati stage e tornei ed il pubblico avrà a disposizione qualifi-
cati istruttori per apprendere in maniera ludica ed aggregante le discipline preferite. Le attività saranno gratuite, rivolte a tutte le fasce d’età e saranno svolte nella massima sicurezza. Il villaggio sarà estremamente curato e capace di ospitare le attività più diverse. Sarà allestito un ring per il pugilato ed il wrestling, 4 campi per l’attività del minitennis, una piscina per le attività del diving con corsi per adulti e bambini, un palco per la musica e la danza dove si esibiranno gruppi di Associazioni affiliate all’AICS, un area allestita per il roller e tutte le attività del pattinaggio, due tatami per le arti marziali, un’area parkour per provare l’emozione della disciplina nata in Francia che sta raccogliendo entusiastiche adesioni in tutto il mondo. Nel ricco programma di eventi gli appuntamenti più significativi sono previsti il 30 giugno con la festa di apertura, il 5 luglio con una serata dedicata ai festeggiamenti per i 50 anni dell’AICS; un maratonina organizzata per il 7 luglio; la pedalata notturna non competitiva che andrà in scena fra tutti coloro che vorranno iscriversi; il 12 luglio il Roller Day organizzato nelle due serate di chiusura il 14 e 15 luglio con le evoluzioni dei migliori skaters italiani e internazionali. L’offerta per il pubblico non sarà però soltanto di carattere sporti-
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vo. Sono in programma numerosi eventi culturali, saranno organizzate visite guidate ad Ostia Antica e convegni a tema sociologico e sportivo. Fra i partner della corrente edizione la LIPU che attraverso i suoi operatori cercherà di diffondere il proprio messaggio a tutela della fauna volatile all’interno del villaggio. Il Porto Turistico di Roma, dove si svolgerà la manifestazione è una realtà tutta da godere. Ricostruito vicinissimo al sito antico, si rifà alla struttura originaria, cosa che rende la nuova costruzione suggestivamente "imperiale", ma il Porto di Roma di oggi non è studiato per gestire commerci o campagne militari, bensì è progettato a beneficio degli amanti del diporto e dei turisti di tutto il mondo. Il Porto di Roma ospita negozi ed attività commerciali di ogni tipo: supermercato, banca, posta, negozi di ricambi e accessori per la nautica, boutique di griffe famose, ristoranti, agenzie nautiche, edicola, per un totale di 75 esercizi commerciali. La "piazzetta" e la "passeggiata" sono gli elementi strutturali intorno a cui ruota la vita del centro commerciale. Il pubblico potrà cimentarsi tutti i giorni con le strutture sportive fisse dalle 19:00 alle 24:00. Dalle 21 in poi, tutte le sere spettacoli musicali, balletti, spettacoli sportivi e show di wrestling.
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Italia Surf Expo Beach Village 2012 Torna Italia Surf Expo, dopo 14 anni si conferma l’evento principe di settore più seguito dagli addetti ai lavori e dai media nazionali, kermesse che ogni anno raccoglie sempre maggiori adesioni dai “big” sponsor dell’extra settore
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ole, spiaggia, onde e un meraviglioso castello a disegnare la car tolina di Italia Sur f Expo 2012, il più grande evento di “surf culture” d’Italia che dal 13 al 15 luglio invaderà la costiera laziale di Santa Severa. Giunto alla sua quattordicesima edizione Italia Surf Expo racchiude la massima espressione dell’estate vista dagli occhi appassionati degli amanti del mare. Sur f, Sup, Windsur f, Indoboard, Skateboard, Bug Jump, tutti insieme per una manifestazione
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che vuole unire diversi mondi all’insegna del diver timento e del lifestyle, parola chiave di un progetto voluto e creato dal rider Alessandro Marcianò, “sur f ambassador” del nostro Paese oltre che atleta di assoluto livello. Grazie al supporto della Regione Lazio, della Provincia di Roma e del Comune di Santa Marinella, quest’anno il beach village avrà un allestimento ancora più imponente, ideale per i beach night par ty che caratterizzeranno le lunghe notti dal venerdì alla domenica e per le famose sfilate con le splendide modelle in bikini che saranno accompagnate dalla musica dei migliori dj del settore.
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Ma non solo par tner di settore; infatti ogni anno sempre più aziende multinazionali decidono di legare la loro immagine ad un settore che nel tempo è preso sempre di più come punto di riferimento per le major che mirano a conquistare un target decisamente interessante, attivo ed attento alle mode. I main sponsor di quest’anno saranno Ford, che presenterà in anteprima il nuovo pick up Ranger e poi ancora Acer con il suo ultrabook, il notebook più sottile e veloce al mondo. Prima assoluta anche per Vodafone che sponsorizzerà i beach par ty e sarà presente con un fantastico concorso “istant win” dove si potranno vincere fantastiche tavole da sur f personalizzate e firmate dai campioni del circus nazionale ed internazionale. Anche il Gruppo Campari sarà presente all’e-
vento attraverso il brand S.Teresa, il Ruhm premium più famoso in Venezuela, per firmare la notte a ritmo dei cocktail più originali. Come non citare Dab, la birra nuda e cruda più famosa al mondo, che firmerà la sua presenza ‘on the beach’ con uno spettacolare Open Bus a due piani dove il pubblico potrà provare un’esperienza unica sul mondo della birra e dei suoi segreti. Red Bull con i sui allestimenti esclusivi ed il Gruppo Sanpellegrino chiudono la par te dei par tner legati al beverage. Non poteva mancare la parte viaggi, con Tap Portugal e Kings Holiday, binomio perfetto per volare e soggiornare negli spot più ricercati per gli amanti dell’onda perfetta per sprigionare la propria energia che potrà essere raccolta durante la 3 gg di S.Severa grazie alla collabora-
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zione con un altro big come Tirreno Power. In ultimo si conferma per il terzo anno la partnership strategica tra Italia Sur f Expo e Radio 105 Network radio ufficiale della kermesse, che dopo il successo delle precedenti edizioni, affianca anche quest’anno l’animazione del village con tante novità on air. Tra le altre novità di questo 2012 il ritorno tra i par tner della Ducati, che farà sfrecciare sulla spiaggia i suoi nuovi modelli presentandoli in grande stile al pubblico presente, organizzando test drive mozzafiato. Un binomio quello tra Italia Sur f Expo e Ducati, messo in luce poche settimane fa presso il Ducati Store di Roma alla presenza dell’astro nascente della superbike, Davide Giugliano, pilota del team Althea Racing. Tante le attività previste, tutte assolutamen-
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te gratuite. Si par te con le lezioni di sur f ad opera della rinomata Rip Curl School of Sur f, passando per i corsi di windsur f promossi dalla XRay Windsur f Academy di Raimondo Gasperini, terzo nel campionato italiano wave 2012, fino ai primi passi alla scoper ta del Sup (acronimo di Stand Up Paddle), la nuova disciplina che ha invaso le spiagge di tutto il mondo per la sua duttilità e accessibilità, grazie all’impegno della Starboard Academy. Confermata anche la par tecipazione dell'inventore dell'Indoboard, Hunter Joslin, che verrà in Italia per svelare le ultime tecniche di allenamento. Ampio spazio sarà riservato anche ai contest: l’Eurosupa Beach Race “3 stelle” (montepremi € 2000,00), un contest che si preannuncia di alto livello con la par tecipazione dei
paddlers più agguerriti d’Europa, la Grinch Session, gli atleti di tutte le discipline verranno lanciati a tutta velocità in trick pazzeschi a due passi dalla riva, e l’Indoboard contest, con tantissimi premi in palio. Come ogni anno, infine, le emozioni trasmesse dai giovani talenti della Sur f Ar t, dall’illustratore piemontese Marco Simeoni fino a Gabriele Sciusco, Alessia Veltrone, Nicoletta Pucci e Gian Luca Gentile, tutti presente con opere davvero sorprendenti; e dall’attenzione di Sea Sheperd per la cura e difesa del mare, con foto, video e tutte le informazioni per la salvaguardia dell’ambiente marino. Il Film Festival, con le proiezioni surf più esclusive da tutto il mondo sarà come sempre un momento emozionante dove il pubblico potrà gustarsi le onde più belle e grandi al mondo!
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E proprio in questa occasione la 20th Centur y Fox presenta in esclusiva l’ultima creazione di Timur Bekmambetov (co-prodotto da Tim Bur ton) “La leggenda del cacciatore di Vampiri”, verrà proiettato un trailer d’effetto che anticipa l’uscita ufficiale in tutti i cinema il 20 luglio! Subito dopo la sera si accende con le sfilate in bikini delle splendide ragazze ISE-Girls della Maroldi agency per dare il via agli attesissimi beach-par ty notturni sotto il castello Odescalchi. Infine ci sarà spazio come da tradizione per lo shopping con gli stand dei principali marchi di settore, tra cui Hot Buttered, che curerà la t-shir t ufficiale dell’evento e dello staff ed ancora Skull Candy, Emu, 69Slam, Oakley, Hobie, Hinano, Paddle Sur f Hawaii, Wakekiki, Sector9, Reef….e tanti altri.
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i segreti di un campione 64
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Il desiderio di vincere la sfida al millesimo di secondo: raccontata nel film sul Moto GP e Valentino Rossi
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osa succederà quando le luci rosse si spegneranno alle due del pomeriggio? È il momento del Moto GP. Per i prossimi quarantacinque minuti, venticinque giri, settanta miglia, ruota contro ruota, fianco a fianco a duecento all’ora… cosa succederà?”. È la domanda che ciascun pilota pone a se stesso nel momento in cui sale sulla propria motocicletta e si prepara a sfidare la sor te e a dare il meglio di sé, per dimostrare di essere “il più veloce”. Essere più veloci degli altri e rimanere in sella: sono i principi fondamentali a cui ogni motociclista deve attenersi, gli obiettivi da tenere sempre a mente se si vuole puntare alla vittoria. E a raccontarcelo direttamente, con le sue parole, è qualcuno che di vittorie, dall’inizio della propria carriera, ne ha collezionate moltissime, conquistando il titolo mondiale in quat-
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tro classi differenti (125, 250, 500 e Moto GP): Valentino Rossi. In Fastest, diretto dal regista Mark Neale, il campione si confessa davanti alla macchina da presa, condividendo con i propri fan emozioni, rischi e segreti di un mestiere entusiasmante, ma anche pericoloso. In questo filmdocumentario, narrato nella versione originale dal popolare attore Ewan McGregor, abbiamo l’occasione di rivivere l’avvincente Motomondiale del 2010, con un duello al cardiopalma fra Rossi e il suo principale sfidante, il giovane motociclista spagnolo Jorge Lorenzo. Dopo la proiezione evento del 4 aprile, dal 20 giugno Fastest arriva in Dvd e Blu-Ray con inclusi numerosi approfondimenti e contenuti extra; il film comprende filmati assolutamente inediti e inter viste a Rossi e agli altri protagonisti di quella spettacolare stagione del motociclismo mondiale, come Jorge Lorenzo, Ben Spies, Dani Pedrosa, Casey Stoner ed il compianto Marco Simoncelli, amico e collega di Rossi, tragicamente scomparso per un incidente in pista lo scorso 23 ottobre.
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«Adoro correre in moto, mi diver to.» racconta Valentino alla cinepresa di Mark Neale, nel corso delle inter viste realizzate durante il Gran Premio del 2010 «Corro nei circuiti migliori del mondo con la migliore moto del mondo, cercando di andare il più veloce possibile. Finché provo questo piacere e questa passione per le gare di moto, perché dovrei restare a casa?». Mentre si alternano le sequenze delle inter viste e le riprese delle gare nei maggiori circuiti mondiali, il film por ta alla luce tutto il senso di eccitazione dei piloti, l’adrenalina che precede la gara, l’ebbrezza del trionfo ed il peso della delusione, ma anche la fatica e lo stress psicologico che accompagnano questi giovani centauri una gara dopo l’altra. Oltre alle gare ufficiali, Fastest ci mostra an-
che un aspetto più privato e quotidiano di Valentino Rossi, con inter viste ai suoi familiari e a suo padre Graziano, un celebre pilota degli anni Settanta, ritiratosi dall’agonismo dopo un drammatico incidente nel 1982. Il film documenta inoltre alcuni lati della vita di Valentino e dei piloti: in inverno, ad esempio, i motociclisti del Moto GP hanno l’abitudine di allenarsi con il motocross, una pratica che tuttavia può riser vare qualche rischio. Ecco cosa ha dichiarato Valentino a questo proposito: «Allenarsi con il motocross è molto impor tante. È impor tante sia per il fisico che per la mente, ed è davvero diver tente. Il motocross mi piace molto. Mio padre insiste continuamente, mi ripete: “Non devi fare il motocross, è troppo pericoloso!”. Molti piloti di Moto GP si sono infor tunati con il moto-
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cross, in quanto abbiamo l’istinto ad andare veloci, ma ci manca la tecnica. Il motocross è molto pericoloso a causa dei salti e dei dossi. Nel Moto GP si cade sull’asfalto, quindi si scivola e si cade nel fango». Il fulcro di Fastest, tuttavia, rimane il Gran Premio, una sfida al millesimo di secondo che, di settimana in settimana, oppone i piloti più veloci del mondo in una gara in grado di tenere con il fiato sospeso milioni di appassionati. Una volta sull’asfalto, ogni pilota è solo con la propria motocicletta, e sa di poter contare unicamente sulla propria abilità e prontezza di riflessi. «Avver to sempre una profonda connessione con la motocicletta» dice Valentino, «perché credo che la moto abbia un’anima. Sento che siamo in sintonia, ci parlo… Quando a gennaio arriva la
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nuova moto, è come se fosse una ragazza. Il Moto GP è uno spor t di squadra, ma quando inizi la gara, in quel momento cruciale sei da solo con la tua moto». La testimonianza di Valentino Rossi prosegue con alcune riflessioni sull’intenso spirito agonistico che per vade l’atmosfera del Gran Premio, sollevando tensioni e accentuando la rivalità fra persone che, al di fuori del circuito, in alcuni casi sono legati da grande amicizia. «Devi essere il più veloce» spiega Valentino, «ma anche tattico, calmo, non devi far ti schiacciare dalla pressione. Il motociclismo è uno spor t diver tente perché con le moto c’è più lotta con gli avversari. Questo è il motociclismo, quindi è giusto che ci siano dei bei duelli, come, nel mio caso, con Biaggi e Gibernau, e poi quello con Stoner a
Laguna Seca». Fastest si sofferma anche su un momento molto difficile per la carriera di Valentino Rossi, che i suoi fan ricordano sicuramente: il grave incidente del 5 giugno 2010, durante le prove per il Gran Premio d’Italia al circuito del Mugello, quando Valentino cadde dalla moto ripor tando una frattura di tibia e perone, che lo costrinse a saltare ben quattro Gran Premi. Un periodo molto duro e tormentato, che Valentino ha descritto a Mark Neale con parole dalle quali emerge tutta la frustrazione di un pilota costretto a rimanere lontano dalle corse: «Pochi giorni dopo la caduta non pensi a niente, né alla gara né alla moto. Ti fa male, non riesci a dormire e ti arrabbi. Mi fa uno strano ef fetto vedere il Gran Premio in televisione, non mi emozio-
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na af fatto. Lo sento come una cosa molto distante. Non me l’aspettavo: pensavo che, vedendo la gara… invece ero molto tranquillo. Penso solo a guarire per tornare presto a correre». Per for tuna, Valentino Rossi ha superato anche questa prova, sfoderando una grinta ed una determinazione che gli hanno permesso di tornare a montare in sella alla sua motocicletta e di riprendere la competizione, più risoluto che mai. Oggi, ad oltre quindici anni dal suo esordio nel Motomondiale nell’ormai lontano 1996, Valentino Rossi resta il maggiore fenomeno del motociclismo internazionale, nonché uno dei piloti più amati di tutti i tempi; e Fastest rappresenta l’ennesima testimonianza della sua incredibile popolarità e di un talento assolutamente unico.
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Henry Morrogh
e la sua scuola piloti all’Autodromo del Sele 68
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Durante i 40 anni di attività la Scuola di Pilotaggio di Henry Morrogh ha addestrato migliaia di giovani da tutte le parti d’Italia e da ogni angolo del mondo di Giulio Scaccia
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a Henry Morrogh Racing Drivers School ha ricominciato da più di un anno il suo lavoro sul Circuito del Sele di Battipaglia. Henry Morrogh ha iniziato a Vallelunga nel 1968, per poi spostarsi a Magione. Dal 2011, insieme a Giovanni Ciccarelli, nel ruolo di Direttore amministrativo e Massimo Torre, ex pilota di F. 3000 ed istruttore capo della scuola, è impegnato a dare nuova linfa vitale alla scuola. L’istruttore irlandese ha avuto come suoi allievi nomi importanti come Elio De Angelis, Emanule Pirro, Alessandro Nannini, Andrea De Cesaris, Nicola Larini, Teo Fabi, Bruno Giacomelli, Eddie Cheever, Giovanna Amati ed un campione del mondo di Formula 1, Jacques Villeneuve, figlio del grande Gilles. Da sempre il nome della scuola piloti è associato alla guida, alla velocità, alla pista. “Noi vogliamo insegnare la guida, prima di tutto” – dice Henry Morrogh – “Ci dedichiamo all’insegnamento che deve anche essere utile per la guida
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di tutti i giorni. Vogliamo fare assaggiare la monoposto e la pista ad un costo contenuto. Oltre ai nostri corsi, c’è molta gente che vuole correre e intendiamo dare la possibilità a tutti di provare l’emozione di fare una gara”. Il 2011 è stato un anno ricco di soddisfazioni per il team della Henry Morrogh Racing Drivers School, che è riuscita anche ad aggiudicarsi il Witner Trophy della Formula 2000 Light. Sul tracciato di Varano de’ Melegari. Massimo Torre e Giovanni Ciccarelli hanno conquistato il trofeo con le due Formula 3 Dallara 302 motorizzate Mugen Honda, le stesse a disposizione degli allievi. Altra novità importante di quest’anno è rappresentata dal Campionato Allievi HMRDS 2012, che ha l’obiettivo di premiare i migliori allievi partecipanti della stagione in corso. Alla presentazione del Campionato ha presenziato anche un ospite d’onore, Emanuele Pirro. Il pilota romano, in Formula 1 dal 1989 al 1991, vincitore di 5 edizioni della 24 Ore di Le Mans e allievo della Scuola nel 1974, ha voluto far provare ai due giovani figli le emozioni che solo una monoposto può regalare.
La rivista mensile CAR ha provato la coupé della casa nipponica di Riccardo Cacace
Mazda MX-5 Non sarà al top del comfort, ma quanto a esperienza di guida non è niente male
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iccola e accattivante l’ultima MX-5 è una coupé dal carattere vivace e dalle linee sportive. Si chiama Phoenix Reloaded 2012, è in versione limited edition fissata a 112 esemplari e rispetto all’ultimo modello è rimasta sostanzialmente invariata, infatti il design sembra essere stato aggiornato per scongiurare semplicemente il pericolo di risultare datato. La calandra è stata ridisegnata con linee più sportive e spigolose, sempre mantenendo la sua morbidezza, ed essendo nera crea un pia-
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cevole nonché sportivo contrasto con la carrozzeria. I fari sono leggermente più inclinati e seguono la linea del cofano che quasi sfiora gli sporgenti passaruota anteriori. Ai lati della calandra troviamo i fendinebbia alloggiati in due accattivanti rientranze nella carrozzeria ed inseriti in una plastica nera che, coordinata con la calandra stessa, accentua il contrasto di colori. Anche il posteriore rimane fedele al modello precedente: i due piccoli terminali di scarico si integrano con il sottoscocca in plastica nera, i gruppi ottici posteriori hanno uno stile prevalentemente circolare ed il terzo stop è integrato con il pannello di chiu-
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sura del vano del tetto ripiegabile. La strumentazione interna è semplice e senza fronzoli, contagiri e tachimetro sono puliti, perfettamente leggibili e di notte lo sfondo si tinge di un arancione intenso, mentre le lancette si illuminano di bianco. Tra contagiri e tachimetro troviamo l’indicatore della pressione dell’olio, un tocco da vera auto sportiva. Il volante multifunzione ospita i comandi per radio, telefono e cruise control, mentre sulla plancia al posto dell’autoradio è inserito un navigatore touchscreen che svolge anche la funzione del-
la precedente strumentazione. Allungando la mano si può sganciare il tetto rigido tramite una leva e premendo un pulsante in pochi secondi la macchina è scappottata. Una volta seduto alla guida ho notato che nonostante la posizione di guida da auto sportiva, le dimensioni ridotte dell’auto e del parabrezza la visibilità sia anteriore che posteriore è oltre le mie aspettative. Dopo aver esaminato questa Mazda nel dettaglio posso dare vita al motore 1.8 litri da 126 cavalli. Girata la chiave il motore si accende a circa 1.500 giri/min per poi assestarsi al minimo dopo poco tempo. Innestata la prima la partenza è scattante, si percepisce immediatamente che ai bassi regimi la spinta è particolarmente vigorosa, infatti uscendo dal cancello del parcheggio per un momento è intervenuto l’ESP. Anche se devo ammettere che c’era un po’ di brecciolino per terra. Già nel primo tratto di strada sono rimasto sorpreso dalla straordinaria maneggevolezza dell’auto: lo sterzo è tagliente, preciso ed immediato, al minimo input del guidatore sul volante la MX-5 ha già aggiustato la traiettoria, tanto che in alcune occasioni può risultare eccessivo. Inoltre vengono trasmesse all’abitacolo anche le più piccole imperfezioni del terreno. La tenuta di strada è ottima, in curve ad alta velocità rimane incollata all’asfalto, anche se si sente che il posteriore ha meno presa; inoltre nelle curve più strette, mentre le ruote po-
steriori spingono vigorose, l’avantreno non accenna minimamente a cedere ad un fastidioso sottosterzo. Nelle manovre strette è abbastanza maneggevole anche se lo sterzo oppone una leggera resistenza, dato che ha un’impostazione sportiva, ed il muso tocca il marciapiede prima di quanto ci si aspetti. Ma in compenso ha un ottimo raggio di sterzata. Il motore, come ho già accennato, ai medi regimi esprime tutta la sua coppia in maniera fluida e regolare, però quando ci si avvicina alla zona rossa la spinta viene meno e bisogna passare alla marcia successiva. In compenso però, il suono del motore è accompagnato da un inebriante sibilo di fondo. Il cambio, come lo sterzo, è una delle cose che preferisco della MX-5, è preciso, impostato e veloce. Il cambio montato sulla versione di prova è un manuale a cinque rapporti, di conseguenza ad ogni marcia puoi assaporare tutto quello che ha da offrire il motore senza dover cambiare appena premuto l’acceleratore. Per sfruttarlo al massimo ammetto che bisogna innestare le marce con decisione e gestire il pedale della frizione con accuratezza, ma non è certo un problema dato che è dannatamente divertente. In conclusione, la MX-5 certo non eccelle per il comfort, tanto che sembra si stare su una sorta di go-kart omologato per circolare per strada, ma d’altro canto è proprio da quelli che si comincia la carriera da pilota.
MAZDA MX-5 Scheda tecnica Prezzo 26.750 Euro Motore quattro cilindri in linea da 1.789 cc, 126 cv a 6.500 giri/min, 167 Nm a 4.500giri/min Trasmissione manuale a 5 rapporti, trazione posteriore Prestazioni 0-100 in 9.9 secondi, 198 km/h, 14,2 km/l, 167 g/km di CO2 Peso 1.075 kg In vendita ora
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Wakeboarding,
come volare sullâ&#x20AC;&#x2122;acqua
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“Non ci è mai piaciuto farci considerare uno sport estremo, perché l’estremo significa arrivare a morire invece in questo sport c’è una grossa evoluzione continua”, esordisce così Cesare Comollo, unico allenatore qualificato riconosciuto dal Coni, che in esclusiva ai microfoni di SportClub spiega le dinamiche e le caratteristiche principali del wakeboarding di Luca Parmigiani
I IL VIAGGIO
Periodo: ottobre-maggio Durata: 1-2 settimane Livello di difficoltà: medio-basso Suggerimento: affidarsi ad istruttori qualificati
l wakeboarding è una disciplina molto giovane, essendo nata negli Stati Uniti in Florida sul finire degli Anni Ottanta quando dei ragazzi che praticavano sci nautico e surf in giornate di riposo hanno iniziato ad usare delle tavole dietro a delle barche. Da lì questo sport si è evoluto tantissimo, dai materiali fino alle aziende costruttrici tanto che ora la la stessa Florida è considerata La Mecca del wakeboarding, perché sono presenti molti laghi e ci sono delle strutture all’avanguardia con un bagaglio culturale molto ampio. In poche parole, il wakeboarding consiste nell’essere trasportati da una barca agganciati a una corda tramite l’ausilio di un bilancino e di una tavola; con l’aiuto delle onde, gli atleti professionisti possono compiere anche acrobazie o salti durante l’escursione. L’evoluzione del wakeboarding si è avvicinato recentemente più verso lo snowboard, con il quale condivide molti esercizi di preparazione, che rispetto allo sci nautico. Tuttavia, con quest’ultima disciplina condivide la presenza di acqua piatta perché se si è in presenza di acque mosse o agitate la scia della barca non è lineare e si vanifica di conseguenza il divertimento di questo sport. Il wakeboarding si pratica nei laghi e in Italia, nonostante si sia partiti in ritardo, questa di-
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sciplina ha portato diversi successi sia in ambito europeo che mondiale (in tutto il mondo il Bel Paese si posiziona ai margini del podio). Nella nostra penisola, uno dei posti più amati dai turisti è il lago di Viverone, che si trova in Piemonte in provincia di Biella, dove la presenza di molti ghiacciai con un piano d’acqua liscio e tutti boschi intorno rende questo luogo molto simile ai panorami della Florida, considerata come detto poc’anzi la patria di questo spor t. Proprio in questa località ha sede la L.S.N. School of wakeboard, che rappresenta la più importante scuola italiana di wakeboard conosciuta anche all’estero per la professionalità ed esperienza. Nel resto del mondo, molto affascinante è Dahab, sul Mar Rosso, a circa un’ora e mezza dalla cosmopolita Sharm El Sheikh (100 km di distanza). Il wakeboarding è ideale da praticare in questo luogo durante l’inverno visto che in Egitto le temperature sono sempre abbastanza calde anche durante la stagione fredda, sui 25-26 gradi. Il wakeboarding, infatti, è uno sport piacevole da praticare con il caldo e durante l’estate è preferibile muoversi verso il Nord, come appunto l’appena citato lago di Viverone. Cittadina rilassante di circa 1300 abitanti, situata sulla costa sud-orientale della penisola del Sinai, Dahab è dotata di eccellenti ristoranti e hotel ed offre la possibilità di fare diverse attività di immersioni e surf. A lasciare incan-
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clubstyle sport&turismo
tati i turisti sarà lo spirito di Dahab, un mix di relax e senso d’avventura che renderà questo posto indimenticabile. D’altronde lo stesso nome Dahab (che tradotto dall’arabo significa “oro”) fa capire la bellezza di questa località, divenuta negli ultimi anni un rinomato centro turistico; la cittadina si è ripresa in maniera energetica dopo l’attentato kamikaze del 2006 in cui morirono diciotto persone e ne restarono ferite più di settanta. Il wakeboarding può essere provato da tutti, come ci conferma lo stesso Cesare Comollo, tecnico della Nazionale azzurra per un decennio (dal 1999 al 2009): “Io ho insegnato a tutti, dai bambini fino a persone di 64 anni, anche a chi non aveva mai messo una tavola sui piedi, poi certo chi vuole andare avanti e diventare più acrobatico deve avere qualità coordinative perché si tratta comunque di uno sport di freestyle”. In ultimo, per chi vuole provare a fare quest’esperienza, è consigliabile rivolgersi a una scuola competente e seria, con maestri ed istruttori qualificati che forniscano l’attrezzatura giu-
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sta, come per esempio il giubbottino salvagente (da indossare sempre e in ogni caso) e tavole che non siano obsolete. Il personale qualificato avrà come principale scopo quello di non far spaventare i turisti alle prime armi ma bensì di regalare quel divertimento che quelle stesse persone cercano intraprendendo questa nuova avventura.
IL WAKEBOARDING - Nasce negli Anni ‘80 in Florida - Si pratica nei laghi - Presenza di acqua piatta - Usare sempre giubbotto salvagente e tavole non obsolete
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clubstyle golf
Per un timing perfetto... aspetta lâ&#x20AC;&#x2122;onda!
O di Simone Selli
gni giocatore di golf ha ben chiara la sensazione magica di uno swing ritmato, leggero, che in modo quasi inspiegabile esprime potenza, ritmo ed equilibrio. Ma come ripeterlo con continuitĂ e consapevolezza spesso e soprattutto per i giocatori alti di hcp rimane un mistero che spesso viene associato al fato o ad una condizione psicologica. Un motivo tecnico importantissimo va ricercato in un momento critico dello swing ad ogni latitudine, chiamato inversione. Come dice la parola, e' quel punto del meccanismo, apice del backswing, in cui ogni parte del corpo impegnata nel caricamento rotazione verso destra, inverte il senso di marcia verso il basso e verso sinistra, contro l'oggetto da colpire. Se seguiamo rigorosamente l'aspetto didattico bisognerebbe aggiungere per la precisione, che tutti i movimenti organizzati nella salita invertiranno la loro rotta, nell'ordine inverso. Qua-
si tutti i giocatori di golf al di sopra di 10 di hcp trovano difficolta' proprio in questo reparto del meccanismo. Di solito l'ansia prodotta nel cercare di far volare la pallina con direzione e potenza, fa muovere il corpo per primo, di solito la parte alta, lasciando le braccia e il bastone pericolosamente indietro al corpo. Lo spostamento della schiena prodotto dalla spinta delle spalle, produrra' inesorabilmente colpi poco potenti con quella fastidiosa curvatura a destra, vista come una iattura da tutti i giocatori di golf. Non dimenticate mai che per sviluppare una buona velocita' della testa del bastone, non e' necessaria la forza fisica. Per essere convinti di questo, basta guardare gli swing armonici e potenti di bambini e donne dalle caratteristiche fisiche non certo da culturisti. Nel momento dell'inversione quindi, lasciate che il bastone cada, scendendo naturalmente verso il terreno, con il corpo che vi sembrera' aspettare un momento, interminabile, che in realta' dura un attimo. Va interiorizzato, metabolizato, bisogna
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regolare e rallentare un orologio interno che scandisce il tempo ancora troppo incalzante, abbandonando cosi' quella frenesia, tipica del giocatore incerto, che ha scelto la muscolarita' a discapito della tecnica e dell'equilibrio. Spesso penso al surfista che sale sull'onda, nel momento giusto, per le sue discese virtuose, per governare le forze senza cercare di dominarle. La discesa del bastone si comporta in fondo allo stesso modo. Aspettate che prenda l'onda nel momento giusto, senza strapparlo via in anticipo, non prenderebbe velocita', senza lasciarlo indietro correndo via col corpo, sareste sommersi poco dopo. Lasciatelo scivolare su quella curva che porta alla pallina, veloce, libero, in modo che possa immagazzinare tutta quella spinta, naturale, tipica di un gesto potente e armonioso. La pallina volera' dritta e lunga sempre piu' spesso, lo swing vi sembrera' elegante e quasi inconsapevole dandovi la sensazione del piacere puro... come cavalcaste davvero un onda. Buona pratica.
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clubstyle salute
a cura di Walter Giuliani Fisioterapista del C.C. Aniene, trainer del team di tennis serie A1
L’epicondilite Anche definita “gomito del tennista”, ha un’incidenza del 2% sulla popolazione italiana, il 5% di questi è rappresentato da sportivi
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l gomito comprende tre ar ticolazioni: omero-ulnare, omero-radiale e radio-ulnare prossimale. Ar ticolazione perno dell’ar to superiore posto tra la spalla e il polso, il gomito posiziona la mano nello spazio. Le patologie del gomito sono varie e provocano impor tanti deficit di movimento. Sono classificate in: patologia traumatica(fratture, lussazioni), patologia ner vosa(sindrome del canale ulnare o radiale), patologia degenerativa(ar trosi), patologia infiammatoria. La pato-
logia più frequente è l’epicondilite. L’epicondilite è una tendinopatia inserzionale del tendine comune dei muscoli estensori del polso e delle dita. I muscoli che si inseriscono a livello epicondilare(epicondilo laterale) sono: estensore radiale breve del carpo, estensore comune delle dita, estensore del quinto dito, estensore ulnare del carpo, supinatore. Si presenta a tutte le età, ha, però, una maggiore incidenza tra la quar ta e la quinta decade di vita. Nel 75% dei pazienti coinvolge il braccio dominante. La diagnosi viene eseguita dal medico che valuterà la sintomatologia clinica descritta dal paziente, la positività dei test di valutazione ed esami strumentali (ecografia, radiografia o RMN). Dal punto di vista clinico si presenta con algia palpatoria a livello dell’epicondilo laterale, dolore e tumefazione locale. Il dolore si può irradiare al braccio, all’avambraccio ed è risvegliato dai movimenti di estensione e supinazione. L'obiettivo della riabilitazione è permettere al soggetto di tornare a svolgere le attività di vita quotidiana e l'attività spor tiva nel minor tempo possibile e con la massima fun-
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zionalità. La terapia in caso di dolore acuto consiste nell'utilizzo di FANS (farmaci antiinfiammatori non steroidei) per via sistemica o locale; crioterapia; interruzione dell’attività spor tiva per mettere a riposo il tendine; utilizzo di tutori immobilizzanti “di controforza”, che vengono applicati due dita distalmente alla zona dolente dell'epicondilo; fisioterapia; terapie fisiche. Nel caso l’epicondilite sia resistente alle terapie fisiche, il medico deciderà se procedere con infiltrazioni cortisoniche, infiltrazioni di gel piastrinico op-
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clubstyle salute
pure il ricorso ad onde d’ur to focalizzate. Nel 95% dei casi l'epicondilite viene trattata in maniera conser vativa. Esercizi di rinforzo muscolare in “concentrica”, in particolare esercizi di potenziamento degli estensori delle dita con un elastico, esercizi di potenziamento della flesso-estensione con e senza peso. Un valido aiuto nel recupero del tono-trofismo e della propiocettività muscolare si ha con l’utilizzo giornaliero della “NSD Powerball”, attraverso la quale, sono stati ottenuti risultati evidenti.
Una tecnica è quella del taping neuromuscolare. I muscoli non sono solo legati ai movimenti del corpo, ma anche al controllo della circolazione dei liquidi venosi e linfatici, della temperatura corporea ecc., per tanto un funzionamento non appropriato degli stessi induce differenti tipologie di sintomi. Per un paziente sportivo l’applicazione del Taping Neuro Muscolare – TNM può rendersi necessaria in condizioni opposte di attività o di riabilitazione o recupero. Durante l’attività fisica il Tape si applica con tecniche tese ad ottenere: so-
stegno del muscolo per migliorare la contrazione muscolare, per ridurre l’affaticamento muscolare, per aumentare la ROM (ampiezza di movimento)e per correggere i problemi delle articolazioni e tendini e migliorare gli allineamenti imprecisi causati da spasmi e muscoli accorciati sostenendo i tendini lesionati/indeboliti. Nel 5% dei casi l'epicondilite richiede un inter vento chirurgico, in par ticolare quando il paziente presenta sintomi refrattari che non rispondono ad almeno sei mesi/un anno di un programma
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terapeutico ben controllato. Nonostante il trattamento riabilitativo nel 95% dei casi sia risolutivo, è impor tante che vengano adottate tutte le misure necessarie affinchè la patologia non si manifesti. La prevenzione rispetto la patologia dell'epicondilite può essere promossa mediante una preparazione tecnico-atletica idonea in particolare per fezionando il gesto tecnico corretto, riscaldamento, allungamento, potenziamento muscolare, adozione di tutori a controforza, e uso di attrezzatura idonea.
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clubstyle fitness
di Giuliano D’Ambrosio Consigliere Lazio Federazione Italiana Rugby
Stare in forma seguendo 7 regole d'oro
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a sedentarietà contribuisce, insieme ad altri fattori di rischio, allo sviluppo di diverse malattie croniche, in par ticolare quelle che gravano sull’apparato cardiovascolare. Non fare movimento, infatti, contribuisce al peggioramento del metabolismo del glucosio e concorre all’aumento della pressione sanguigna e del grasso corporeo. Tutti fattori che non solo accrescono il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2 ma, nel caso in cui già si soffra di queste patologie, ne enfatizzano gli effetti negativi. L’attività fisica è un fattore di protezione della salute e non ha nulla a che vedere con l’uso di farmaci e sostanze farmacologicamente attive, naturali e sintetiche, vietate nello spor t. La lotta all’uso di tali sostanze rappresenta un impegno globale contro un’emergenza sanitaria che impegna anche il nostro Paese per tutelare non solo l’etica spor tiva, ma soprattutto la salute di chi pratica un’attività sportiva anche a livello amatoriale. ph Luca D’Ambrosio
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clubstyle fitness
L'esercizio fisico, preferibilmente di tipo aerobico, non deve essere necessariamente intenso: sono sufficienti 30 minuti di movimento (cammino, nuoto, bicicletta, ecc) al giorno, per almeno cinque volte a settimana, per godere di molti benefici Le 7 regole per rimane in forma Secondo Enrico Arcelli, medico spor tivo e dietologo, già professore associato presso il Dipartimento di Scienze dello Sport, Nutrizione e Salute dell'Università di Milano, in vista di due eventi come gli Europei di calcio e le Olimpiadi che, presumibilmente, spingeranno i tanti appassionati di sport ad allenarsi di più "è bene sfruttare l'onda sportiva che normalmente segue queste importanti manifestazioni per inserire una sana attività fisica e corrette abitudini alimentari nel proprio stile di vita. Ma sottoporsi ad allenamenti eccessivi o a grossi sforzi in maniera drastica non serve, oltre ad essere rischioso per chi non è abituato a un costante sforzo fisico; come non è consigliato ricorrere a diete drastiche come quelle che escludono completamente alcune categorie di cibi. Fare 30 minuti al giorno di attività fisica; dormire almeno 7-8 ore a notte; ridurre drasticamente pane, pasta e tutti i cibi grassi, privilegiando quelli ricchi di proteine. E ancora: bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno; non arrivare mai affamati all'inizio dell'allenamento.
Sono le 7 'regole d'oro' per restare sempre in forma ma nello specifico:
Attività fisica per tutti? Un regolare esercizio fisico che aiuti a prevenire le malattie croniche, a proteggere da condizioni disabilitanti, a eliminare i fattori di rischio, è utile a tutte le età. Per i ragazzi, oltre agli effetti benefici generali sulla salute, l’attività fisica aiuta l’apprendimento, rappresenta una valvola di sfogo alla vivacità tipica della giovane età, stimola la socializzazione e abitua alla gestione dei diversi impegni quotidiani. Per gli adulti, invece, non è sempre facile trovare tempo libero per fare attività fisica e le attività lavorative, che sono spesso sedentarie, non aiutano cer to in questo senso. Gli effetti benefici sarebbero però numerosi, anche limitandosi a fare movimento con tempi e intensità moderati. Piccoli accorgimenti come fare le scale invece che prendere l’ascensore, o non usare la macchina e andare a piedi, possono già essere utili per incominciare. Infine per gli anziani, l’evidence dimostra che svolgere attività spor tive aiuta a invecchiare bene. Aumentano le resistenze dell’organismo, rallenta l’involuzione dell’apparato muscolare, scheletrico e cardiovascolare e ne traggono giovamento anche le capacità psico-intellettuali. A qualsiasi età, prima di intraprendere un’attività fisica costante, è comunque fondamentale il consiglio e il parere del medico sulla propria condizione personale: per una conferma dell’assenza di par ticolari controindicazioni, oltre che per un suggerimento sul tipo e sull’intensità dell’attività che si può intraprendere. In par ticolare, se durante lo svolgimento di una prestazione fisica si presentano disturbi, è consigliabile sospendere la prestazione stessa. Tra i segnali di allarme più comuni: difficoltà di respirazione, dolore al torace, palpitazioni, nausea, svenimento, dolori muscolari accentuati, offuscamento della vista, ver tigini e stanchezza eccessiva.
1) compiere almeno 30 minuti al giorno di attività fisica, da intensificare progressivamente se si desidera arrivare a un allenamento costante più articolato e impegnativo; 2) bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno liscia o, se si vuole con gas, escludendo le bevande alcoliche e quelle ricche di zucchero; 3) consumare a ogni pasto principale verdure crude o bollite e frutta anche negli spuntini, escludendo il consumo di cibi grassi come quelli fritti; 4) ridurre drasticamente la quantità dei cibi ricchi di carboidrati concentrati e raffinati (pane, riso, patate, pasta, ecc); 5) privilegiare cibi ricchi di proteine di valore biologico elevatissimo e di vitamine, come il salmone; 6) non arrivare, mai affamati all'inizio dell'allenamento; 7) dormire almeno 7-8 ore a notte per aiutare il corretto funzionamento del metabolismo e ricaricare le energie per l'allenamento.
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clubstyle atletica
del Prof. Sergio Cocozza Insegnante di Educazione Fisica e Tecnico della Nazionale di atletica leggera
Come diventare dei velocisti Tutti gli atleti, di qualunque disciplina sportiva si tratti, vorrebbero poter diventare piu veloci
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er prima cosa occorre individuare in quale disciplina sportiva voglio farlo. Ad esempio per un lanciatore del peso è sicuramente diverso che per un maratoneta ma anche per un centometrista essere piu veloci e’ diverso da un lanciatore.L’errore piu comune è continuare ad usare le stesse velocita di allenamento sulle stesse distanze.Facciamo un esempio di allenamento nella corsa di mezzofondo sui 5000 mt.Quando vogliamo allenare l’intensità dobbiamo sganciarci dal vincolo quantità. E’ necessario ridurre sensibilmente l’allenamento per arrivare a correre ritmi piu veloci del solito. Se normalmente in periodo competitivo mi alleno correndo 6/8x
1000 mt a velocità sotto soglia con rec. 2’/2’30’’, nel momento in cui voglio aumentare la mia velocità devo ridurre molto e correre 3x 1000 mt con un livello di 10/15’’ piu forte dell’allenamento standard sopracitato. In questo caso ho migliorato la mia velocità su distanze di gara dai 1500 ai 5000 mt. E’ evidente che non basta questo tipo di allenamento per migliorarsi ma sicuramente si è sulla strada buona. Negli sport di situazione tipo calcio, basket, pallamano, hockey, lo sviluppo della velocità è ancora più esasperata dalla distanza metrica ridotta. Stimolare salve di impulsi neuromuscolari per le esecuzioni di movimenti rapidi e dinamici tipo corsa skippata a velocità elevatissime è un’indicazione molto utile per molti sport. Gli atleti di lunga lena come maratoneti e sciatori di fondo
hanno necessità diverse rispetto a sport di situazione o di potenza ma anche per loro sviluppare una maggiore velocità di movimento significa migliorare sulla propria distanza di gara. Oggi l’attività di potenziamento muscolare con i pesi è usata da tutti compresi maratoneti, ciclisti e sciatori di fondo. Certamente gli esercizi saranno rivolti ad allenare la forza resistente piu che la potenza. Si è visto che per migliorare la resistenza alla forza bisogna comunque incrementare anche un certo livello di potenza. L’esempio calzante per dimostrare ciò è il seguente. Prendi un “Tapascione” (amatore che corre pensando di essere un campione), al suo allenamento costituito da l’uso dei soliti muscoli e quindi dei soliti angoli articolari, gli introduci del potenziamento muscolare con esercizii a carico naturale, con i pesi e lo fai correre su distanze brevi e veloci. Succede che questi comincia a migliorare sensibilmente con prestazioni a lui sconosciute fino ad allora. Proprio questo rappresenta un modello di allenamento nuovo ed innovativo in certe programmazioni moderne. Se chiedi ad un tennista come ha fatto a migliorare di molto la sua prestazione ti dirà che è diventato più forte e quindi più veloce e gra-
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zie a questo il suo livello agonistico è molto migliorato. Con il seguente semplice schema cercheremo di evidenziare un modello di allenamento settimanale legato ad una preparazione atletica di sviluppo della forza e della velocità per un calciatore di buon livello. Lu- riscald.+esercizi con ostacoletti vari+esercizi di potenz.con pesi+ 10x30mt al massimo della velocità+10’ corsetta defaticante Ma- riscald.+esercizi di rapidità e andature di potenziamento muscolare+partitella con campo calcetto+ 1000mt di corsa molto sostenuta Me-riscald.+pesi+esercizi di tiro in porta+ partita su campo di calciotto+10’ defaticamento Gi-riscald.+6x60 mt in pista con particolare attenzione alla rapidità ed alla tecnica di corsa+esercizi di palleggio e schemi di gioco Ve-riscald.+prova schemi di gioco partita+ scatti da 10 mt a volontà Sa-riposo Do-Partita! E’ evidente che si possono proporre tanti schemi di allenamento per lo sviluppo della forza e della rapidità. Questo è solo un piccolo esempio di come strutturare delle settimane allenanti per il gioco del calcio ma le variabili intercambiabili sono tante.
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clubstyle naturopatia
a cura di Daniela de Vincentiis Naturopata - Operatore di prano-pratica ddevincentiis@gmail.com
I Fiori di Bach e lo sport Trentotto essenze floreali per ritrovare il nostro equilibrio psico fisico, affrontando le varie problematiche legate alle emozioni che prevalgono in noi
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Fiori di Bach, per la loro azione delicata e priva di effetti collaterali, possono trovare impiego nell'ambito della pratica spor tiva come uno strumento dolce e naturale che ci sostiene in vari momenti e situazioni: dalla mancanza di concentrazione allo stress prima di una gara, dalla stanchezza psico fisica alla rigidità con se stessi, dalla eccessiva criticità verso gli altri all'insicurezza e alla paura, e via dicendo. In tutto sono 38 essenze floreali. Allenarsi da soli o in una squadra ci pone di fronte
a varie problematiche legate prevalentemente al carattere e quindi alle emozioni che prevalgono in ognuno di noi, sopratutto in alcune circostanze. La floriterapia agisce a livello emozionale, aiutandoci a riarmonizzarci. Quanti problemi sorgono quando non riusciamo a controllare le nostre emozioni e facciamo prevalere le più forti e negative? In una visione olistica del benessere, invece, la nostra serenità e dunque il nostro equilibrio psichico riveste un'impor tanza quanto la cura del nostro fisico e del nostro spirito. Tutti e tre questi aspetti contribuiscono insieme al raggiungimento del nostro equilibrio psico-fisico. A titolo di esempio, se pensiamo ad una persona che teme di non farcela, perché insicura e scettica rispetto alle proprie capacità e valore, Larch (Larice) è il fiore che maggiormente le si addice. E' il rimedio dunque di chi si aspetta il fallimento perché si sente inferiore agli altri, di chi ha paura del nuovo e non rischia in nessuna situazione per timore di non essere adeguato. La frase tipica di queste persone è spesso : "Non ce la farò mai". Oltre ad uno stato ansioso, questa condizione comporta spesso pro-
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blematiche muscolo scheletriche e per questo motivo gli sportivi, sia per le prove continue cui sono sottoposti, sia per le algie muscolari, traggono beneficio dall'assunzione di questo fiore. L'assunzione dei Fiori è molto semplice così come era semplice il pensiero del suo scopritore, il Dott. Edward Bach. Il suo metodo da oltre mezzo secolo continua a rappresentare un valido sistema terapeutico integrativo in grado di migliorare le debolezze caratteriali laddove una disfunzione è il risultato di uno squilibrio emozionale.
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clubstyle fitness
di Fabio Ingargiola Personal Trainer fabioingargiola@yahoo.it
Gambe e glutei perfetti! Uno degli obiettivi principali nell’allenamento al femminile è tonificare gli arti inferiori. Ma cosa si deve fare per raggiungere questo risultato senza aumentarne la circonferenza?
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a premesso che la macchina biologica tra i due sessi e sostanzialmente la stessa: la differenza è data dal patrimonio proteico (massa muscolare) e dalle caratteristiche ormonali. Le donne rispetto agli uomini sono più leggere, hanno lo scheletro diverso (bacino), ormoni androgeni più bassi e pliche sottocutanee più spesse. Le problematiche più frequenti nelle donne sono un metabolismo basale basso e una percentuale di massa grassa maggiore a quella di massa magra. Questo quadro abbinato a vita sedentaria e alimentazione scorretta, determina sovrappeso, adiposità localizzata, formazione di cellulite e anche obesità. La distribuzione del grasso nelle donne è solitamente concentrata a livello trocanterico e degli arti inferiori: arti superiori tendenzialmente magri senza significativi accumuli di grasso, arti inferiori con accumuli di grasso e cellulite, (struttura ginoide); ci sono anche donne con una maggiore distribuzione di grasso nella parte superiore del corpo e gambe più magre (struttura androide), o donne con una struttura cosiddet-
ph Luca D’Ambrosio
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ta mista, ovvero con una distribuzione uniforme di grasso in eccesso. Quella ginoide tuttavia è la tipologia più comune, quello in cui si può rispecchiare la maggior parte delle donne, e su questa oggi ci soffermeremo. Purtroppo è il problema più difficile da risolvere, poiché gli adipociti situati nella parte inferiore del corpo sono più portati a stoccare il grasso piuttosto che a smaltirlo. Per quanto riguarda l’allenamento della parte superiore è necessario non ipertrofizzare eccessivamente i muscoli degli arti (bicipiti soprattutto) ma insistere su distretti muscolari che avvicinano e allontanano gli arti superiori dal tronco (deltoidi rotondi e dorsali) per migliorare la proporzione tra distretto superiore e inferiore. Attenzione al lavoro sui muscoli pettorali: un eccessiva tonicità e aumento della massa magra potrebbe andare a discapito del tessuto molle, col risultato di una diminuzione del seno e aumento del muscolo pettorale. Meglio lavorare sul pettorale alto, per contribuire ad un effetto “push up”, necessario anche un lavoro in funzione preventiva rinforzando la muscolatura addominale, parascapolare e trocanterica. Rigurado invece gli arti inferiori, il
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clubstyle fitness
problema principale è che non usufruiscono della spinta diretta di una pompa pulsante come il cuore, con il risultato di una cattiva circolazione e ristagno di liquidi. Il modo migliore per intervenire su questo problema è stimolare la circoalzione partendo dal piede. Il piede contiene delle strutture per facilitare il ritorno linfo-venoso (soletta venosa di leyar) e la spremitura di questa struttura favorisce la pompa muscolare e dunque il ritorno del sangue ai distretti superiori. Fortemente consigliato dunque è iniziare la prevenzione verso la cattiva circolazione e ritenzione idrica dalla stimolazione del piede. Per questo l’allenamento propiocettivo è molto efficace: si tratta di esercizi anche molto semplici come camminare sull’avampiede, camminare con la parte esterna e interna del piede e sul tallone o rullando il piede. Tutto questo é ancora più efficace se svolto su una superficie instabile come un prato morbido e, quando possibile, anche sulla spiaggia a piedi nudi. L’allenamento fun-
zionale propiocettivo prevede ovviamente molte altre possibilità, utilizzando attrezzi come i discosit, tappeti elastici, bosu, tavolette di freeman e kinesis. Sono molto efficaci esercizi sia su appoggio classico che monopodalico (su un solo arto) a occhi chiusi e combinando fra loro vari esercizi. Si possono eseguire circuiti propiocettivi ad alto e basso impatto seguendo questi principi, ottenendo ottimi risultati per la riduzione della circonferenza delle cosce e glutei grazie appunto al miglioramento della circolazione. Un circuit training propiocettivo consiste nell’alternanza di vari esercizi di muscolazione per 20/30 secondi di lavoro (che corrisponde a circa 25 ripetizioni), avendo cura di non superare tale tempo per non alzare troppo i livelli di lattato.. Le varietà di circuito sono molte: circuito a stazioni nel quale si passa da un esercizio all’altro correndo piano o camminando; circuito intensivo, dove si esegue per tre (o 2 o 4) volte lo stesso esercizio per poi passare alla stazio-
ne successiva. Oppure un circuito in cui agli esercizi si alternano inserti di lavoro aerobico che variano dai 30 secondi ai 10 minuti . Si possono svolgere circuiti con l’utilizzo di una resistenza (elastici, kettelbel, piccoli pesi) alternando un esercizio per la parte inferiore del corpo con uno per la parte superiore : questo genera un richiamo continuo di sangue e linfa nei distretti impegnati nell’esercizio con relativo miglioramento della circolazione sanguigna e linfatica. Il tempo di esecuzione, la scelta e la sequenza degli esercizi dipendono dal soggetto in base alla valutazione svolta dal personal trainer o dal professionista del settore. Oltre all'allenamento con circuiti propiocettivie e attività aerobica, vorrei sottolineare l’importanza dell’allungamento muscolare, soprattutto delle zone maggiormente affette da adiposità localizzata e cellulite, perché una retrazione muscolare dei tiranti muscolari può peggiorare la situazione; quindi mantenere una buona elasticità a livello di tensore della fa-
scia lata, glutei, retto femorale, ischiocrurali, sartorio, adduttori e gastrocnemio, può comunque migliorare l'aspetto estetico di questi punti. Tutto questo va accompagnato a una dieta bilanciata e non esasperata: l’errore più frequente è quello di associare a uno stress nutrizionale quello motorio. La loro somma potrebbe rappresentare uno stress generale eccessivo, tale da spingere nella curva di caduta:aumento dei valori ematici del cortisolo con relativa ritenzione idrica e peggioramento estetico. Quindi e necessario comportarsi in maniera equilibrata sia a tavola che durante l’allenamento: inutile saltare i pasti, costringersi a diete eccessivamente basse di carboidrati, ma puntare ad una alimentazione corretta da poter mantenere per un lungo periodo. Assolutamente consigliato affidarsi a un professionista del settore piuttosto che al fai da te.. Solo la costanza e la pazienza porteranno a risultati sicuri e duraturi. Buon allenamento.
ph Luca D’Ambrosio
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novità ] mode [ tendenza desideri mode tendenza novità esideri clubstyle
novità
LEGO LONDRA 2012
Anche Lego partecipa alle Olimpiadi di Londra 2012, con una squadra composta ovviamente dalle sue storiche minifigure. Il team ufficiale che difenderà i colori della Union Jack sarà composta da 9 minifigure che rappresentano alcuni degli sport più importanti: nuoto, arti marziali, atletica, sollevamento pesi, ginnastica artistica, e molti altri.
NOBILE KITEBOARD 2HD 2012
SAKURADA ONITSUKA TIGER
La Nobile 2HD è solo alla sua seconda release, eppure è già una delle tavole più conosciute ed apprezzate. Già premiata dal team Nobile come tavola dell'anno nel 2011, quest'ano la 2HD si presenta ancora più accattivate. Aggiornata con i nuovi pad, strap e pinne easy setting che quest'anno sono di serie su tutta la gamma Nobile 2012.
Il modello Sakurada prende il suo nome dal Sakurada Gate, la più famosa zona di Tokyo dove si pratica jogging. Basato su un modello running sviluppato nel 1981, verrà riproposta in edizione limitata in versione vintage, con pelle trattata e rinforzi in suede all’esterno, in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012.
SLAM GUANTO LUFF H-PERF
EVOKE MIO UNION JACK BY PURE
Tra i prodotti più tecnici, dedicati in modo specifico alla vela, Slam propone il nuovo guanto mezze dita in nylon, amara, Kelver e neoprene. Con il polso regolabile ha la par te superiore in nylon e lycra, mentre il palmo in nylon e poliuretano.
Pure presenta un gioiellino: è Evoke Mio Union Jack, radio digitale in edizione speciale per commemorare il decimo anniversario del marchio Pure e della radio Evoke. Ma non solo. È infatti anche l’occasione per celebrare il Giubileo di Diamante della Regina Elisabetta e i Giochi Olimpici di Londra 2012, che avranno inizio il 27 luglio. Sei le nuove tinte di Evoke Mio: rosa, paprika, seagrass, pepe, salvia e senape, con una finitura effetto pelle bicolore e frontale color crema abbinato.
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