Sport Club Magazine Maggio 2012

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maggio 2012

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FERMI TUTTI, VADO A LONDRA Il grande sogno della piccola ginnasta bresciana Vanessa Ferrari




sommario

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sommario

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Sport Club maggio 2012

4 Il mio sogno libero

VELA

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Gli 80 anni di Piazza di Siena

COVER

Compeed Golden Gala 2012

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Il nuovo vento dell’America’s Cup

editoriale

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EQUITAZIONE

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Te la dò io l’America

BASEBALL

FIAMME GIALLE

Un successo di pubblico per l’edizione 2012

50

L’acqua a Roma si fa estrema

C come Canopy, C come Costa Rica

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SPORT ESTREMI

TORNEO PEZZANA

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Allenamento funzionale il futuro del fitness

SPORT&TURISMO

FITNESS

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NOVITÀ

Sport Club srl via Morlupo, 51 00191 Roma tel. 06 97600342 fax 06 97277879 www.sportclubmagazine.it info@sportclubmagazine.it Direttore editoriale Luigi Capasso Sport Club Anno IX - n. 81 - Maggio 2012 Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004

Editorialisti Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Pino Capua, Sabrina Rondonelli, Roberto Serdoz, Fabio Ingargiola Hanno collaborato a questo numero Matteo Cirelli, Gianmatteo Colla, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Andrea Tranquilli, Andrea Cecinelli, Luigia Latteri, Roberto Cundari, Valentina Altavilla, Andrea Cimbrico, Giorgio Cimbrico

Progetto grafico e Impaginazione Adversign srl grafica@sportclubmagazine.it Presidente Onorario Giuseppe Capelli Pubblicità Adversign s.r.l. Davide Campanella Via Morlupo, 51 - 00191 Roma tel. 06 97600342 cell. 335 7574074

Stampa Plus Group srl Finito di stampare nel mese di maggio 2012 Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione.

d.campanella@sportclubmagazine.it

È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati dalla Adversign srl

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editoriale

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di Luigi Capasso

God save Manchester

U

n film giallo non avrebbe provocato tale adrenalina. Un thriller di Stanley Kubrick dovrebbe prendere esempio dalle emozioni trasmesse in un lasso temporale di soli 120 secondi. Non parliamo di una pellicola concorrente al festival di Cannes o di Venezia, ma del finale di campionato della Premier League. Un susseguirsi di altalenanti cambi di umori, speranze ed illusioni che hanno fatto il giro del mondo come in un trailer di un film blockbuster. I fatti li conoscete fin troppo bene ed è per questo motivo che mi soffermerei ed analizzerei una semplice circostanza. L’enorme civiltà in cui si è vissuto un evento già formalizzato come “il più emozionante nella storia del calcio inglese”. Ma se al posto del City di Mancini e dell’United di “sua maestà” Sir Alex Ferguson ci fossero state due squadre italiane della stessa città e dello stesso campanile: cosa sarebbe potuto succedere? Nostro malgrado, c’è da pensare al peggio. Anche perché questo per il calcio tricolore è stato un anno horribilis e l’idea che una cosa del genere potesse succedere in Italia ci può far solo tremare. E pensare che Manchester, grande come un paio di quar tieri di Roma, ha vissuto in modo sereno e composto il sogno e al tempo stesso l’incubo che ogni tifoso

di calcio immagina, ha semplicemente dell’incredibile. Il brutto anatroccolo è diventato cigno dopo ben 44 anni perché dal lontano 1968 che il City viveva all’ombra e con i complessi d’inferiorità del gigante United. Ebbene, perdere un campionato negli ultimi secondi solo ed esclusivamente a causa di una misera dif ferenza reti non ha provocato il minimo malessere sociale in tutta la città. I Citi-

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zens ed i Red Devils sbollita la sbornia e la stragoduria del “Crazy Sunday” sono tornati a vivere la loro vita normale e tradizionale di ogni lunedì mattina. Di sicuro resteranno per anni ricordi ed atmosfere memorabili, ma il suppor ter inglese ha troppo rispetto dell’avversario per concedersi a folle festeggiamenti e non ricordarsi che come diceva Nick Hornby c’è sempre un’altra domenica.


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focus

di Alessandro Cochi Delegato alle politiche sportive di Roma Capitale

Roma, al centro dello sport. Sempre Olimpiadi o meno, la Capitale si trova nella condizione di rimanere sotto i riflettori del Mondo sportivo

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pica di Roma, ma per sottolineare come, nonostante la crisi, sia possibile rimanere nell’elite internazionale dello Sport percorrendo nuove strade. L’elenco delle manifestazioni è lunghissimo, dal Torneo del “Sei Nazioni” di Rugby, che ormai dal 2000 vede la Nazionale azzurra fare il “pieno” di spettatori, agli Internazionali di Tennis, passando per il Concorso Ippico di Piazza di Siena, la Maratona di Roma, le finali di Coppa Italia di Calcio e il Golden Gala di Atletica leggera, che lo scorso anno ha visto 50.000 persone gremire l’Olimpico per applaudire Usain Bolt. E naturalmente ho citato solo le manifestazioni più note, quelle che trovano spazio sulle copertine dei giornali di tutto il mondo. La crescita della pratica sportiva ad alto livello, tuttavia, è misurabile anche dall’attività del Podismo come la mezza maratona Roma-Ostia, la più partecipata d’Italia, la Corsa di Miguel, la Race For The cure, la Run for Food, la Corsa dei Santi, la Roma No Limits sul Tevere, la Corsa Futurista, l’Appia Run, per finire con la We Run Rome che si corre il 31 dicembre e ripropone l’appuntamento tanto caro ai romani della maratona di S.Silvestro. Ed ancora da eventi come il Derby di Canottaggio sul Tevere e Mondofitness, un villaggio estivo dedicato allo Sport che per tre mesi permette

ltre alla sua capacità di proporre eventi dall’alto valore tecnico e di calamitare le attenzioni degli sportivi scatenando il loro entusiasmo, occorre ricordare la professionalità organizzativa maturata negli anni da dirigenti appassionati che, con grande capacità imprenditoriale, riescono a proporre manifestazioni dall’inconfutabile appeal, reperendo risorse economiche che non gravano sulla spesa pubblica. Mi preme dire questo non per polemizzare con il Governo Monti, che in nome di motivazioni serie non ha ritenuto opportuno dare corpo alla candidatura olim-

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ai romani di cimentarsi in numerose discipline. L’elenco potrebbe continuare citando gli eventi che nei quattro anni del mio mandato hanno avuto come scenario la Capitale, tra i quali i Mondiali di Volley, Nuoto, Pugilato e le finali di Champions League. Tutto questo ha avuto un rilievo mediatico straordinario, ha portato a Roma un turismo attivo, è servito a diffondere un’immagine positiva della Città, con un’evidente ricaduta in materia di presenze sul suo territorio. Investire nello Sport, in altre parole, è stato certamente più produttivo che farlo in altri settori. Da questi inconfutabili dati si può, e si deve, partire per non riporre le armi, per affrontare con ancor maggior vigore la strada intrapresa. Sono convinto che dalla sinergia fra Roma Capitale e imprenditoria privata si possano sviluppare nel prossimo futuro progetti di grande rilevanza, realizzare insieme eventi e nuove strutture che possano essere lasciate in eredità alle nuove generazioni. E se è vero che Roma Olimpica avrebbe potuto costituire l’occasione di crescita e di sviluppo non solo per il mondo sportivo ma anche per la società civile, è altrettanto certo che Roma, potrà continuare a vivere un luminoso futuro attraverso il grande volano che è lo Sport. In attesa di tempi migliori.



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diritto e rovescio

dell’Avv. Sabrina Rondinelli Specializzata in diritto dello sport Dottore di ricerca Fac. Giurisprudenza “La Sapienza” sabrina.rondinelli@uniroma1.it

Il calcio scommesse: un male incurabile Ancora una volta sul finire del campionato ci troviamo di fronte ad un vero terremoto nel calcio

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tore. Colui che riceve la somma di denaro impegnandosi all’eventuale pagamento della vincita pone, invece in essere il secondo comportamento vietato dall’art.6 consistente, come detto, nell’accettare una scommessa. Ovviamente l’art.6 prevede che i comportamenti vietati abbiano ad oggetto “ i risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIFA della Uefa e FIGC. Molto spesso pero ci troviamo per responsabilità oggettiva deferita la societa di appartenenza del tesserato che ha commesso solo un tentativo di illecito. E’ questo il punto per me principale delle scommesse. E’ giusto deferire e quindi penalizzare una societa per responsabilità oggettiva solo per un tentativo di scommessa? Ebbene il nostro codice di giustizia sportiva a mio avviso non prevede la punibilità del tentativo, infatti il nostro legislatore si è limitato a stabilire il divieto di effettuare o accettare scommesse..di agevolare scommesse di altri, senza prevedere, esplicitamente, che anche gli atti diretti a porre in essere le condotte vietate. Pare quindi corretto ritenere che in relazione ai divieti in commento, l’ipotesi tentata non possa considerarsi punibile a differenza, ad esempio del tentato illecito sportivo che invece è espressamente sanzionato dall’art.7 del Codice di Giustizia Sportiva. La prova

a norma contenuta nell’art.6 del Codice di Giustizia Sportiva prevede, il divieto per i soggetti dell’ordinamento federale, i dirigenti, i soci e i tesserati delle società “appartenenti al settore professionistico” di “effettuare o accettare scommesse, direttamente o per interposta persona, anche presso soggetti autorizzati a riceverle, o di agevolare scommesse di altri con atti univocamente funzionali alla effettuazione delle stesse, che abbiano ad oggetto i risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIFA della UEFA e della FIGC. Il tesserato il quale effettui , accetti o agevoli scommesse relative ad incontri a cui partecipa o comunque organizzati nell’ambito FIFA o UEFA o FIGC, ponga in essere una condotta contrastante, principalmente con i doveri di comportamento (lealtà, correttezza e proibità). Và detto principalmente che i comportamenti vietati consistono da una parte nell’effettuazione e nell’accettazione delle scommesse e dall’altra nell’agevolazione di scommesse effettuate da persone diverse dal soggetto agente. Effettuare una scommessa, significa come è noto, corrispondere una somma di denaro ad un soggetto che la riceve e che, contestualmente, si impegna a restituirla,maggiorata della vincita, qualora si verifichi il risultato prescelto dallo scommetti-

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della violazione delle scommesse, può derivare da piu fonti: rinvenimento delle ricevute alle scommesse, documenti di qualsiasi genere, dichiarazioni accusatorie di testimoni o concorrenti nel fatto illecito (si veda il calciatore Gervasoni), o elementi ricavabili dalle intercettazioni telefoniche o ambientali o dai tabulati telefonici. Ovviamente la sanzione si basa sia per il tesserato che per la società in base alla gravità della sanzione e al tipo di coinvolgimento diretto o indiretto della società che del tesserato. Una importante novita in relazione alla sanzione è che i soggetti deferiti possono “patteggiare” e quindi rinunciare alla celebrazione del dibattimento e chiudere il procedimento disciplinare con l’applicazione di una sanzione decisamente piu mite di quella che sarebbe loro applicata in caso di condanna. Sicuramente ancora ne riparleremo visto che ancora siamo agli inizi di un ‘estate che vedrà protagonista come l’anno scorso, lo svolgimento presso la FIGC del processo per le scommesse. Speriamo che si possa estinguere questo fenomeno, molto presto,visto che a mio avviso oscura il calcio e tutti i lati positivi,in Italia il calcio è lo sport più amato e seguito, ma chi lo pratica a mio avviso non deve dimenticare i principi di lealtà e correttezza cardini dell’ordinamento sportivo.


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filosofia

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di Andrea Ceccarelli Psicologo dello sport, Psicoterapeuta, Gruppoanalista

La formazione individuale e sociale attraverso lo sport el Medioevo prevalse un’educazione religiosa, fondata prevalentemente sulla rinuncia ai beni terreni in vista della vita ultraterrena dell’uomo. Il corpo, considerato lo strumento mediante il quale l’anima poteva purificarsi per raggiungere Dio, non doveva essere valorizzato ma piuttosto mor tificato in funzione dei valori ben più alti dello spirito. A differenza dell’età medioevale, l’Umanesimo, richiamandosi ai valori della classicità greca, valorizza la natura e la corporeità e stimola l’autonomia individuale.La pedagogia mira all’educazione dell’uomo integrale ed attribuisce grande impor tanza alla cura del corpo: l’educazione fisica, l’igiene e l’estetica sono considerate determinanti per lo sviluppo armonioso della persona. Nell’età moderna nasce l’educazione fisica come disciplina autonoma: si considera il corpo come oggetto di educazione specifica, sia per mantenersi in forma ed in buona salute, sia per favorire lo

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sviluppo di qualità specifiche, come l’agilità, la forza e la resistenza fisica. Oggi il corpo è considerato come elemento fondamentale della persona. La scelta e la pratica di un par ticolare spor t connota la personalità di un individuo: ogni sport possiede una propria immagine sociale. E’ possibile individuare una classificazione gerarchica delle preferenze per gli spor t in funzione dell’appar tenenza ad una diversa classe sociale. Diversi studi dimostrano che i genitori dei soggetti con alta motivazione al successo sono essi stessi molto motivati ed hanno quindi agito come modelli primari. Si è anche visto che i bambini che sono stati spinti all’indipendenza ed a fare af fidamento sulle proprie forze hanno più probabilità degli altri ad avere successo in ciò che faranno”(Canestrari) Per quanto riguarda la motivazione al successo nello spor t, caratteristica costante è la capacità di

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impegnarsi molto duramente nell’attività presente e di porsi delle mete sempre più avanzate rispetto a ciò che si potrebbe raggiungere senza troppe difficoltà. Lo sport può influire profondamente sulla formazione della personalità: favorisce lo sviluppo delle potenzialità fisiche e psichiche, l’affermazione dell’originalità e della creatività, contribuisce a sviluppare il senso di responsabilità, lo spirito di cooperazione e di autocontrollo, il rispetto delle regole; migliora i rappor ti interpersonali, favorisce la socializzazione e la capacità di inserirsi nei gruppi. L’attività spor tiva, inoltre, facilita l’inserimento del fanciullo in un gruppo, lo abitua alla convivenza e alla tolleranza sociale; rafforza il suo controllo emotivo e lo spinge a rispettare l’altro, considerandolo non come un avversario, ma come un compagno con il quale confrontarsi, misurarsi e migliorare; non un antagonista, ma un collaboratore per il conseguimento di scopi comuni.


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filosofia

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Gli antichi Greci curavano il corpo ed attribuivano grande importanza all’educazione fisica, fondamento dell’educazione integrale dell’uomo, necessaria a conseguire armonia ed equilibrio

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vela

] di Paolo Cecinelli Caporedattore centrale La7 Spor t VelaLa7

Il nuovo vento dell’America’s Cup

È

rimasta solo Lei. La Coppa. Tutto il resto è cambiato: velisti, velai, barche, regole. Tutto tremendamente nuovo. Tutto diverso. Uno stacco impressionante con il passato, con i centosessantuno anni di storia. Come se la vecchia brocca d’argento di ventiquattro chilogrammi avesse viaggiato nel tempo, attraversando il Grande Anello di Stargate. Come se fosse un’astronave. Come in una storia fantastica. Un film. Del vecchio mondo sono rimaste po-

che cose. Qualche skipper, qualche velista, qualche progettista, qualche ingegnere. Pochi. Per il resto è tutta gente giovane. Ventiquattro anni al massimo ma con tante idee rivoluzionarie da scombinare ogni certezza. La passione invece è rimasta, questo gioco non esisterebbe senza la passione. Quella degli armatori, in primo luogo, e quella degli uomini che poi la fanno. Si perdono alcuni riferimenti a lavorare in questo magico mondo della Coppa America frequentato da gente che ha abolito dal proprio vocabolario la parola “sacrificio”. Si lavora senza timbrare il cartellino. Fino a quando le energie te lo consentono. Scelte di vita. Se la Coppa si disputa dall’altra par te del mondo questi missionari della vela sono pronti a partire subito, insieme alla propria famiglia, e rimanere tre anni lontano dal proprio paese. C’è qualcosa di religioso nella grande famiglia dell’America’s Cup. Ci si sente cittadini del mondo con il pericolo che tutto il resto diventi eccessivamente banale. Basta poco per farti sognare. Una folata di vento sul collo, per esempio, appena prima del tramonto, quando sei ancora in banchina. Impossibile fare paragoni. Il cambiamento è stato storico. Enorme, con effetti devastanti. Una bom-

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ba al napalm. Niente più monoscafi ma catamarani. Niente più vele ma ali rigide come quelle degli aerei. Niente più uomini grinder a girare con forza le manovelle ma bottoni da premere. Qualche scotta è rimasta ancora, ma presto spariranno anche quelle. In acqua però lo spettacolo è adrenalinico. Siamo passati dal valzer al rock’n roll. Un cambiamento traumatico. Accelerazioni impressionanti, barche sbandate che si reggono su uno solo dei due scafi, velocità incredibili. Un luna park. Era cominciato tutto nel 1851 per una scommessa tra quegli aristocratici degli inglesi e un gruppo di arroganti americani. Il nuovo mondo che sfidava il vecchio continente in una regata a vela intorno all’Isola di Wight, nel canale de La Manica, per il predominio platonico dell’Atlantico. I britannici, c’erano anche gli irlandesi, si presentarono con una flotta di 13 imbarcazioni, gli americani con una sola barca. Rivoluzionaria. A chiglia piatta, in grado di planare anche a bassa velocità. Vinsero gli Stati Uniti. Sul traguardo vedendo arrivare una sola barca la Regina d’Inghilterra chiese chi fosse il secondo e gli risposero: “Maestà, non c’è secondo”. La Coppa ora è un evento multimediale, disegnato per i giovani che non vogliono conquistare il


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Dopo Napoli anche Venezia ospita le regate delle World Series di Coppa America. Sono tante le novità, il fascino è immutato

mondo ma soltanto viverlo. Tutti insieme, più siamo meglio stiamo. Condividiamo. Con Facebook e Twitter. Questa è la maniera di sentirsi protagonisti. Quando l’approccio è sbagliato i cambi generazionali fanno male. Se invece ci si lascia traspor tare è come rinascere a 50 anni. Bellissimo. Mai avere paura delle nuove tecnologie, mai avere troppe cer tezze. Curiosità e voglia di imparare e mettersi in discussione. E’ quello che è successo in Coppa America. Due personaggi hanno creduto in questo nuovo progetto: Russell Coutts e Paul Cayard. Due icone della vela, due personaggi che volevano cambiare le cose già dopo il 2003 ma i loro armatori (Ellison e Ber tarelli dopo) non glielo permisero. Furono messi sotto contratto e poi bloccati, come l’impresario nella canzone di Bennato ”di noi ti puoi fidar”. Successivamente avevano tentato, senza for tuna, di mettere paura ai poteri for ti della Cop-

pa America lanciando un campionato parallelo. Un nuovo mondo in cui lo spettacolo tornasse un privilegio e dove fossero abbattute le barriere che dividono gli uomini e non le idee. Il loro percorso è stato un mare in tempesta ma alla fine sono riusciti a realizzare il sogno. Hanno convinto gli stessi uomini che li avevano bloccati con contratti milionari, Larr y Ellison e l’avversario di sempre Patrizio Ber telli a credere nella nuova Coppa America. Si sono aggiunti gli immancabili neozelandesi e il giovane petroliere svedese Torbjorn Tornqvist. Anche la Korea e la Francia sono per il momento presenti e sperano di arrivare alle finali di San Francisco. La sfida è difficile come mai. In primo luogo i soldi, l’energia, gli uomini e la tecnologia. Sembra una guerra. Un po’ come quella prima sfida del 1851 quando gli americani vinsero grazie all’innovativo disegno della barca. Idee, tutto lì.

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La Federazione Italiana Rugby informa che i biglietti per il Cariparma Test Match Italia vs Nuova Zelanda di sabato 17 novembre e gli abbonamenti per l’edizione 2013 dell’RBS 6 Nazioni saranno in vendita tramite i canali di FIR e Listicket a partire da lunedì 4 giugno di Andrea Cimbrico opo aver accolto oltre centoventimila spettatori per i due incontri interni degli Azzurri nel Torneo 2012, lo Stadio Olimpico di Roma tornerà ad ospitare la Nazionale in quattro occasioni tra novembre e marzo, cominciando con l’attesissima sfida del 17 novembre con gli All Blacks - che si presenteranno nella Capitale con indosso la corona di Campioni del Mondo conquistata lo scorso ottobre davanti al proprio pubblico – per poi proseguire con le sfide dell’RBS 6 Nazioni contro la Francia (3 febbraio), il Galles (23 febbraio) e l’Irlanda (16 mar-

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rugby

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ABBONAMENTI SPECIALI RIVOLTI AI PIÙ GIOVANI ED ALLE FAMIGLIE zo) nella quinta ed ultima giornata del Torneo, alla vigilia di San Patrizio. Nei prossimi giorni verranno annunciati i prezzi dei tagliandi, tra cui uno speciale abbonamento-Olimpico per i settori di curva e distinti rivolto in particolare ai più giovani ed alle famiglie, per continuare ad offrire un’opportunità per assistere a tutti i quattro grandi appuntamenti di sport e di festa dentro e fuori lo Stadio Olimpico a condizioni particolarmente vantaggiose e per continuare a coinvolgere ed avvicinare gli appassionati agli Azzurri, proseguendo sulla strada del “Rugby, passione italiana” tracciata nel corso dell’ultimo 6 Nazioni. Sul fronte dell'attività nazionale, concluso il PRO12 con il

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nono posto della Benetton Treviso e la dodicesima piazza conquistata dagli Aironi, resta ancora da assegnare il titolo di Campione d'Italia 2011/2012. A contenderselo, con l'inedita formula della serie di finale, saranno il neopromosso Cammi Calvisano - tornato al vertice del movimento dopo tre stagioni nelle serie minori - e gli Estra I Cavalieri Prato, alla prima finale della loro giovane storia (il club toscano è stato fondato nel 2000). Mentre SportClub viene stampato finale 1 sarà già stata giocata il 12 a Prato, mentre Calvisano potrà sfruttare la Finale 2 e l'eventuale Finale 3 il 19 ed il 26 maggio per provare a conquistare il terzo titolo della storia del club.



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IL MIO SOGNO LIBERO Vanessa Ferrari ci riprova. Londra deve essere il suo nuovo trampolino di lancio di Stefano Mappa

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hi è Vanessa Ferrari? Vanessa Ferrari è una ragazza di 22 anni che sin da piccola coltiva con passione ed amore lo sport in particolare, quelle discipline nelle quali la forza, la destrezza e l’eleganza hanno la caratteristica di far emergere la femminilità. Alle manifestazioni di ginnastica alle quali prendi parte, è solito incontrare moltissimi piccoli atleti, dai cui volti trasparisce entusiasmo e voglia i divertirsi: quali sono i ricordi più significativi della tua infanzia da ginnasta. Nel rivedere in movimento tanti piccoli atleti, effettivamente rivivo i momenti più belli della mia infanzia; comunque i ricordi più belli, sono quelli legati al divertimento che provavo nell’esibirmi ed alle amicizie che sono nate nella palestra che frequentavo quotidianamente. Comunque, entrare in una palestra era come entrare in un tempio; l’atmosfera che si respirava era quella di un luogo quasi sacro, nel quale tutte noi ascoltavamo ed eseguivamo con la massima concentrazione e compostezza gli insegnamenti dei nostri istruttori.

Oggigiorno però, su molti campi di gara e quindi anche all’interno delle palestre, assistiamo, con sempre maggiore frequenza, ad atteggiamenti invadenti da parte di molti genitori nei confronti dei propri figli: come commenti questo fenomeno? Sicuramente non condivido l’atteggiamento di quei genitori che a tutti i costi cercano di inter ferire con l’operato degli istruttori; nel mio caso, ricordo molto bene di aver stabilito delle condizioni ben precise con i miei genitori; per me fare la ginnastica doveva essere un diver timento e non un’imposizione


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] finalizzata al conseguimento del risultato. Sotto questo punto di vista sono stata molto for tunata. Nella tua carriera da atleta hai mai assistito a comportamenti di questo genere: in questo caso, a questi giovani atleti, quali consigli daresti? Si pur troppo ciò si è verificato spesso. Se dovessi però dare dei consigli in merito, direi loro quello che molto tempo fa io dissi ai miei genitori e precisamente: dai bordi delle pedane di gara o di allenamento, l’unica persona preposta a dire cosa fare e come fare un determinato esercizio è soltanto il mio allenatore e nessun altro! Indubbiamente sono stata molto decisa, anche se, conoscendoli bene, sapevo che più di tanto non avrebbero inter ferito. Le esperienze vissute da piccola hanno sicuramente contribuito alla crescita ed alla maturazione della Vanessa Ferrari di oggi: quando hai capito di avere i numeri per diventare una campionessa? Gli anni 2003-2004 sono stati quelli in cui iniziai a capire, grazie ai risultati che avevo sino ad allora conseguito, di poter diventare un’atleta di livello internazionale; a quel tempo avevo 13-14 anni e considerando che nella ginnastica i risultati si iniziano ad ottenere già in tenera età, i vari successi che iniziai collezionare mi por tarono a capire che il futuro mi avrebbe riser vato grandi soddisfazioni. Infatti, in quegli anni, da junior, vinsi i campionati italiani e mi piazzai al secondo posto al concorso generale agli Europei 2004 di Amsterdam. Quali sono stati i risultati più esaltanti che hai conseguito in carriera? Negli anni 2006-2007 credo di aver raccolto i migliori risultati; nel 2006 vinsi l’oro nel concorso generale ai mondiali in Danimarca e conquistato l’argento agli Europei in Grecia; l’anno successivo vinsi la world cup, gli Europei ed ottenni un terzo posto ai mondiali di Germania. Nella carriera da atleta, Vanessa Ferrari non ha soltanto conosciuto momenti di gloria, purtroppo ha anche vissuto momenti non positivi: puoi dirci qual’ è stato il momento più difficile della tua vita da atleta? La non positiva per formance ai Giochi Olimpici di Pechino dovuta ad un fastidioso problema al tendine e l’operazione che qualche tempo dopo ho dovuto sostenere per cercare di tornare la Vanessa Ferrari di qualche

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anno prima, hanno sicuramente lasciato un segno indelebile dentro di me. La ripresa è stata lunga e faticosa, tanto che solo da pochi mesi sto ritrovando me stessa. Il riconquistare la fiducia in se stessi e soprattutto essere fisicamente integri è molto impor tante per un atleta; spero di aver ripreso la giusta strada. Dopo l’operazione la ripresa è stata lunga e difficile: come hai affrontato questi momenti? Il mio allenatore mi ha aiutato molto; è stata la persona che mi ha seguito sempre da vicino incoraggiandomi e dandomi le giuste motivazioni. Infatti dopo gli europei del 2009, do-

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ve vinsi l’argento nel corpo libero, insieme a lui ho cominciato a vedere le cose con più serenità; ciò ha accresciuto, conseguentemente il senso di fiducia nei miei mezzi: praticamente mi sembrò di rinascere una seconda volta. In tutto questo c’è una persona in particolare che vorresti ringraziare? Chiaramente Enrico Casella, il mio allenatore e tutti coloro che mi sono stati sempre vicino ed hanno creduto in me. In quale delle quattro specialità della ginnastica senti di poter dare il meglio e quali risultati pensi di poter conseguire in futuro?

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Sono convita di poter fare bene in tutte e quattro le specialità, sia alle travi che nel corpo libero che nelle parallele; in merito al volteggio, sono ancora un pò indietro in quanto sto cercando di curare in maniera par ticolare il salto. Comunque è questione di tempo pian piano mi porterò a pari ed allora... ne vedremo delle belle! In occasione degli Europei di Milano del 2009, nei quali hai vinto un argento, hai dedicato la medaglia ad un’importante gruppo sportivo militare, l’Esercito Italiano: com’è nato questo feeling? Il feeling è nato in occasione del campionato


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di serie A 1 in cui vinsi il titolo a squadre; uno dei responsabili del Centro Sportivo Esercito, alla luce di miei risultati, mi contattò proponendomi di entrare nel loro gruppo sportivo; chiaramente uscendo da un periodo nero, l’apprendere che un importante Gruppo sportivo Militare gradiva la mia presenza all’interno della loro organizzazione, mi riempì di gioia, tanto che, subito dopo aver conquistato la medaglia d’argento agli Europei, pensai di dedicargliela. Ciò fece molto notizia ma se oggi sono qui sorridente e serena è grazie anche a loro. Da oltre due anni sei quindi un atleta del Centro Sportivo Esercito: come vivi questa nuova esperienza ed in quale maniera l’Esercito contribuisce alla tua crescita? L’esperienza di indossare una divisa, per lo più nell’Esercito, è stata sin dal primo giorno di

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servizio, molto emozionante; dal 30 di novembre del 2009, sono effettiva al Centro Sportivo Olimpico di Roma anche se la sede principale dei miei allenamenti è presso la sede della mia ex società di Brescia. A Roma ho conosciuto tanti amici e campioni; molti di essi li avevo già incontrati ai Giochi Olimpici di Pechino per cui è stato come entrare in una grande famiglia, in cui determinati valori sono molto sentiti. L’Esercito indubbiamente mi ha offerto una grande opportunità; oltre a garantirmi una sicurezza economica mi assiste e mi assiste in tutte quelle necessità di ordine tecnico e logistico; ciò mi permette di praticare con serenità la professione di atleta. Credo che sia il massimo per un atleta. A Londra, lo scorso febbraio, hai conquistato la qualificazione per i Giochi Olimpici

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2012, come sta procedendo la preparazione e quali obiettivi ti poni per questa tua seconda Olimpiade? I positivi risultati conseguiti negli ultimi due anni sono sicuramente degli indici di riferimento molto importanti per il proseguimento della preparazione in vista dei Giochi Olimpici di Londra 2012; al momento, i miei allenamenti sono finalizzati a stabilizzare gli esercizi e cercare di incrementare alcuni attrezzi nei quali sono un po’ indietro di preparazione. La preparazione è ancora molto lunga e come detto, par ticolarmente attenta ad equilibrare le prestazioni nelle varie specialità. Comunque la cosa non mi preoccupa, sono convinta di far bene. A Londra, l’obbiettivo principale è quello di star bene mentalmente e fisicamente per giocarmi tutte le mie carte per una buona prestazione.


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DOVE LA MODA È PASSIONE! VANESSA FERRARI

nasce a Orzinuovi in provincia di Brescia il 10 novembre 1990, ed all’età di 14 anni inizia la carriera da ginnasta. Alla prima manifestazione internazionale, i campionati europei Juniores di Amsterdam nel 2004, conquista la medaglia d’argento individuale nel concorso generale (sua specialità) ed il bronzo alla trave e nel concorso generale a squadre. L’anno successivo, ed ultimo nella categoria juniores, ai Giochi del Mediterraneo ad Almeria in Spagna, guadagna l’oro in tutte le specialità. Il passaggio nella categoria senior (2006), viene consacrato con la medaglia d’oro a squadre e l’argento individuale al corpo libero ai campionati europei di Volos in Grecia. Il risultato che però la fa passare alla storia, è quello ottenuto ai campionati mondiali di Aarhus in Danimarca; in quell’occasione, Vanessa si proclama campionessa del mondo nella specialità del concorso generale e conquista due bronzi, rispettivamente, alla trave ed al corpo libero. Nell’edizione 2007 dei Campionati Europei, disputatisi in Olanda ad Amste rdam, è oro nel concorso generale ed al corpo libero, mentre ai mondiali di Stoccarda in Germania con il bronzo al concorso generale, ottiene il pass per partecipare ai Giochi Olimpici di Pechino, dove a causa di una tendinite non perfettamente guarita, non va oltre l’undicesima posizione nella classifica generale. In ambito nazionale Vanessa vanta ben 5 titoli nel concorso generale, 3 alla trave ed alle parallele asimmetriche, 2 al corpo libero ed infine 1 argento al corpo libero ed 1 bronzo al volteggio. A gennaio del 2012 infine, ha par tecipato al Test Event di Londra valevole come ultima prova di qualificazione per le Olimpiadi, dove vince la medaglia d’oro al concorso generale ed al corpo libero e si aggiudica il pass per i Giochi Olimpici di Londra.

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ph Luca D’Ambrosio

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[ ] GLI 80 ANNI DI PIAZZA DI SIENA equitazione

Al via dal 24 al 27 maggio la grande festa per il concorso equestre piÚ ammirato nel mondo. La storia d’Italia passa per Piazza di Siena di Andrea Cecinelli

1938 Gutierrez su Osoppo record del mondo di elevazione mt. 2,44

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Emanuele Gaudiano salta il Muro della Potenza nell'edizione del 2011

a storia d’Italia ci è raccontata da libri , palazzi antichi e opere dei più grandi artisti che hanno trovato nel nostro paese la massima ispirazione. Parte di questa storia è anche il concorso ippico più famoso al mondo che trova nello scenario di villa Borghese la più bella e suggestiva cornice che il mondo intero abbia mai potuto ammirare. Tutto questo è il Concorso Ippico Internazionale di Piazza di Siena che quest’anno è arrivato a spegnere le ottanta candeline. La manifestazione, sin dalla sua prima edizione nei lontani anni ’20, è sempre stata il fiore all’occhiello delle giornate primaverili romane e anche quest’anno si riproporrà nei giorni 24, 25, 26 e 27 Maggio per festeggiare assieme al popolo romano ed equestre, un compleanno ricco di emozioni e novità. Il Presidente della Federazione Italiana Sport Equestri Avv. Andrea Paulgross insieme a tutto l’en-

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tourage guidato dal Segretario Generale dott. Sergio Bernardini e al comitato organizzatore coordinato dal Dott. Mauro Antonelli sono pronti per dare inizio all’80° edizione di questo importante evento che fa parte della Super League, il circuito che raduna gli otto CSIO più prestigiosi al mondo nel quale gareggiano i migliori cavalieri a livello internazionale. Questo compleanno ha coinciso con una data molto importante per la Federazione. Dopo anni, infatti, la F.I.S.E. sarà l’unica organizzatrice dell’evento, tornando padrona e gestendo direttamente tutto l’ambito organizzativo e amministrativo della competizione equestre, dopo la lunga parentesi di alcune società che hanno gestito fino ad oggi l’evento, acquistandone tutti i diritti dalla Federazione stessa. Il 2012 sarà l’anno “zero”. L’anno dal quale tutto ripartirà, seguendo le bellissime tradizioni del passato. La grande novità rispetto al passato sarà l’apertura totale del villaggio. Chiunque, senza aver bisogno di un ac-

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credito particolare avrà la possibilità di girare liberamente, durante la giornata, tra gli stand della ex area VIP che la sera si trasformerà in un magico luogo di incontro dove potersi rilassare ascoltando musica soft, ammirando lo splendido scenario della Villa che tutto il mondo ci invidia. Proprio un ottimo lavoro quello del Principe Marcantonio Borghese che nella seconda metà del 1700, commissionò agli architetti Mario e Antonio Asprucci uno spazio all’interno del suo bel “giardino di casa” dedicato a feste campestre e a palii. Lo scopo era quello di far rivivere a Roma i suoi ricordi Senesi, città origine della sua famiglia, famosa per il celebre e antico Palio. Il Principe morì, però, senza aver visto completato il progetto. Nel lontano 1922 si organizzò il primo concorso equestre. Successivamente nel 1926 la FEI, Federazione Equestre Internazionale, inserì la manifestazione nel calendario delle gare internazionali, a seguito delle eccellenti prestazioni


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Panoramica Piazz di Siena anni '20

G. Kelly e Ranieri di Monaco

CAROSELLO DEI CARABINIERI Benito Mussolini premia Germania 1931

ottenute dai cavalieri italiani nei concorsi all’estero e nelle ultime Olimpiadi. Quell’anno, come nel successivo, queste gare si disputarono all’ippodromo di Villa Glori mentre nel 1928 furono trasferite all’Ippodromo dei Parioli. Solo nel 1929 ha inizio la storia internazionale del concorso che tutto il mondo ci invidia. A parteciparvi erano solo quattro Nazioni (Francia, Polonia, Spagna e Italia) e l’italiano Sandro Bettoni fece l’en plein con tre vittorie individuali e aggiudicandosi, assieme alla sua squadra, la coppa delle nazioni. Piazza di Siena 2012 rivivrà tutti quei momenti storici che hanno caratterizzato il panorama equestre italiano, ripercorsi con un’area appositamente allestita dove verrà riprodotto parte dell’archivio fotografico della F.I.S.E. Un archivio di grandissimo valore con foto che hanno fatto la storia sia del concorso che della città di Roma. Il programma, quest’anno, proporrà anche diverse gare in notturna, per valorizzare ancor più

il grande patrimonio artistico che presenta Villa Borghese, facendola rivivere anche la sera riconsegnandogli lo scettro di manifestazione regina delle notti romane. Tornerà anche quest’anno l’asso canadese Eric Lamaze, vincitore lo scorso anno del Gran Premio Roma e reduce della recente tragedia che ha coinvolto il suo cavallo Hickstead, scomparso di aneurisma durante la 4° tappa della World Cup di salto a ostacoli alla Fieracavalli di Verona, sconvolgendo il pubblico presente e l’intero mondo dell’equitazione. Ospite attesissima sarà la Presidentessa della FEI, la Principessa Haya di Giordania, figlia di Re Hussein di Giordania e moglie dello sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti. Una presenza che darà al concorso quel tocco di regalità che mancava da anni. Ma ora tutti in sella… l’80° CSIO di Piazza Di Siena è pronto per accogliere tutti gli amanti, ma anche i profani, dell’equitazione.

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L’appuntamento da non perdere è come sempre quello del Carosello dei Carabinieri che, come da tradizione, si svolgerà quest’anno alle ore 18.00 di Domenica 27 Maggio. Il Primo debutto a Piazza Di Siena, avvenne il 3 Maggio del 1983, in occasione delle nozze tra Tommaso di Savoia e Isabella di Baviera. La prima edizione del carosello fu il 9 Luglio del 1933 in occasione dei festeggiamenti del 119° anno della fondazione dell’Arma. Le varie formazioni indossarono le proprie divise storiche dando così origine all’appellativo “Carosello Storico”. Il momento più emozionante risulta, senza dubbio, la carica a sciabole sguainate. I due squadroni si lanciano al galoppo rievocando la storica battaglia a Pastrengo, il 30 Aprile 1848, quando le sorti di una battaglia della prima guerra di indipendenza furono decise da tre squadrone di Carabinieri a cavallo.


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fiamme gialle

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COMPEED GOLDEN GALA 2012 Torna l’appuntamento annuale con il Compeed Golden Gala, il meeting internazionale di atletica leggera (giunto quest’anno alla trentaduesima edizione), terza tappa del circuito Samsung Diamond League IAAF, in programma giovedì 31 maggio allo Stadio Olimpico di Roma dodici mesi dall’edizione 2011, salutata da circa 48.000 spettatori, la “regina” atletica torna di scena sulla pista e sulle pedane dell’impianto capitolino. Nel primo evento Diamond League su suolo europeo della stagione. Roma ha già annunciato il trio delle meraviglie: a sfidarsi sui 100 metri, ancora una volta, ci saranno i giamaicani Usain Bolt (campione e primatista del mondo, nonché campione olimpico), Asafa Powell (ex primatista del mondo della distanza sprint) e il francese Christophe Lemaitre (lo sprinter bianco più veloce

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di sempre, triplo campione europeo a Barcellona 2010). Un match (il primo nella stagione olimpica) che sta certamente richiamando l’attenzione degli appassionati di tutto il mondo, ma che non sarà l’unico spunto di interesse del Compeed Golden Gala 2012. Tra le sfide di maggior appeal, spicca senz’altro quella sui 5000 metri tra la keniana Vivian Cheruyot (due medaglie d’oro su 5000 e 10000 metri ai Mondiali di Daegu, lo scorso settembre) e l’etiope Meseret Defar (campionessa olimpica sui 5 chilometri in pista ad Atene 2004); quella nel salto con l’asta tra l’australiano Steven Hooker (olimpionico a Pechino 2008 e iridato a Berlino 2009) e il francese Renaud Lavillenie (campione europeo e

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doppio bronzo mondiale); quella degli 800 metri donne tra la sudafricana Caster Semenya (oro mondiale a Berlino e argento lo scorso anno a Daegu), la russa Savinova (oro nel mondiale coreano), e le keniane Janet Jepkosgei (oro mondiale a Osaka 2007 e argento olimpico a Pechino un anno dopo), e Pamela Jelimo (oro olimpico a Pechino e iridata indoor ad Istanbul nel marzo scorso). E poi ancora tra gli italiani spicca gli atleti delle Fiamme Gialle che sono schierati nella 4 x 400, con Claudio Licciardello e Andrea Barberi, nella 4 x 100, con Simone Collio e Fabio Cerutti, bei n1500 femminile, con Margherita Magnani, nei 3000 siepi, con Yuri Floriani, negli 800, con Giordano Benedetti, e nel Triplo,


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fiamme gialle

] con Simona La Mantia. Oltre a questi protagonisti sono numerosi i nomi degni di ulteriore sottolineatura come David Greene (Gran Bretagna, il campione del mondo di Daegu) nei 400hs; Ezekiel Kemboi (Kenya, campione mondiale 2011 ed olimpico 2004) nei 3000 metri siepi; Robert Harting (Germania, campione del mondo a Berlino 2009 e Daegu 2011) nel lancio del disco; Lashinda Demus (Stati Uniti, oro mondiale a Daegu 2011) nei 400 metri ostacoli; Yamile Aldama (Gran Bretagna, oro mondiale indoor a Istanbul lo scorso marzo) nel salto triplo dove è attesa in pedana anche l'azzurra, campionessa europea indoor, Simona La Mantia; Valerie Adams (Nuova Zelanda, campionessa olimpica a Pechino e tripla campionessa mondiale – tre ori nelle ultime tre edizioni) nel getto del peso; Mariya Abakumova (Russia, campionessa del mondo e argento olimpico) nel lancio del giavellotto. Protagonisti annunciati nell'alto maschile sono il russo Dmitrik (argento mondiale a Daegu), il sorprendente greco Chondrokoukis (iridato indoor ad Istanbul) e il giovane talento del Qatar, Barshim quest'anno già a quota 2,37 in sala. L'olimpionica Shely-Ann Fraser-Pryce guida il trio di giamaicane sui 100 metri composto anche da Sherone Simpson e Kerron Stewart, che a Pechino si erano divise l'argento. I 1500 femminili saranno, invece, banco di prova per l'etiope Genzebe Dibaba, fresca del titolo mondiale al coperto, opposta alla connazionale con passaporto del Bahrein, Yusuf Jamal, ex iridata della specialità.

ph Luca D’Ambrosio

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QUALE ALLENATORE PER I SETTORI GIOVANILI? Un ruolo molto delicato che incide nella crescita dei nostri ragazzi di Attilio Lombardozzi

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o stato attuale delle società sportive che si interessano di giochi sportivi di squadra mette in evidenza un fenomeno alquanto strano e piuttosto diffuso. E’ facile constatare, infatti, che le squadre partecipanti ai campionati delle categorie giovanili vengono affidate, il più delle volte, ad allenatori non proprio esperti. Per essere più chiari si può dire che criteri piuttosto strani provocano una stretta correlazione che si manifesta tra l’età e, quindi, l’esperienza dell’allenatore e quella dei giovani atleti. La logica, quanto meno bizzarra, che se ne deduce, dice che man mano che l’allenatore acquisisce conoscenze, competenze, esperienza e cultura, viene “promosso”; si ritiene, cioè in grado di allenare squadre composte da giocatori di età più elevata impegnati in competizioni più significative. La promozione è, quindi, auspicata dai giovani allenatori la cui ambizione massima è quella di diventare, un giorno, allenatore della “prima” squadra. Questa giustificata, non fosse altro che per motivi economici, aspettativa può essere in un certo senso interpretata, in maniera del tutto paradossale, come “tendenza al massimo livello d’incompetenza”, quella, cioè, corrispondente al livello massimo raggiunto e stabilizzato per mancanza di capacità (!) atte a consentire ulteriori promozioni. La morale che scaturisce da queste constatazioni dice che chi è bravo ad allenare i giovani è destinato a... non allenarli! Queste non del tutto ironiche considerazioni sono utili per mettere in evidenza che i settori giovanili delle società sportive vengono spesso considerati ambiti di secondaria importanza sicuramente utili, invece, per dare la possibilità ai giovani allenatori di acquisire esperienza. Chi tra questi si dimostra efficiente è subito promosso e lascia il campo all’incompetente di turno. Le riflessioni esposte sullo stato attuale della gestione dell’attività giovanile nelle società sportive, non tutte per la verità, fanno dire che operare nei settori giovanili e quindi a contatto con i giovani non significa possedere minori capacità e competenze, ma essere in grado di dimostrare caratteristiche e conoscenze adatte ad affrontare le problematiche particolari tipiche dell’età giovanile. Per passare dall’analisi forse un po’ pessimistica della situazione alle proposte operative è necessario stabilire con attenzione due aspetti: i limiti dell’attività giovanile e gli obiettivi che sono ad essa pertinenti. Le concezioni più avanzate riguardanti la metodologia dell’allenamento dei giovani tendono

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sempre più al superamento della divisione in settori distinti e separati del processo di allenamento per considerarlo, come fa Filin (1978), come un continuum in cui si distinguono diversi stadi di sviluppo la cui caratteristica fondamentale sta nel fatto che ognuno di essi costituisce la premessa per il successivo sia per i contenuti che per le metodologie attuate. Lo sviluppo della carriera sportiva di un atleta, corrispondente ai criteri esposti , sarà caratterizzata da quattro periodi: - fase della preparazione preliminare (coincide con l’età scolare); - fase della specializzazione sportiva iniziale

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(dagli undici ai tredici anni); - fase dell’allenamento approfondito (fino ai 16/17 anni); - fase del perseguimento di un elevato livello di prestazioni (fino all’età ottimale). Così concepito l’allenamento sportivo assume un andamento curriculare caratterizzato da eventi peculiari (fasi sensibili) che richiedono una programmazione pluriennale ed una attenta organizzazione capace di garantire lo sviluppo armonioso della personalità dei giovani atleti. In questo senso Muller (1988), Martin, Carl e Lehnerz (1977) propongono il “ principio della specializzazione crescente al momento giusto”


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per favorire il raggiungimento di prestazioni massime nell’età ottimale. In questa prospettiva i settori giovanili delle società sportive devono predisporre l’attività in maniera tale che a partire dalla fase di reclutamento fino alla scoperta del talento e la sua conseguente “consacrazione” si ponga la massima attenzione alle procedure di allenamento/insegnamento per renderle il più possibile coerenti con gli obiettivi educativi che sono i presupposti fondamentali per raggiungere le massime prestazioni sportive. Il grande campione si distingue, infatti, per l’e-

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focus

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quilibrio dei suoi comportamenti in campo e fuori dal campo, per la capacità di assumere ruoli di leader o gregario all’interno del gruppo, per la sicurezza, l’autonomia, la generosità; doti, queste, che devono essere coltivate il più presto possibile e che richiedono operatori particolarmente competenti. Gli studi e le ricerche che indagano sull’attività giovanile, a tal proposito, pongono in netta evidenza nel quadro della formazione degli allenatori le dimensioni psicologiche, pedagogiche e sociologiche, al punto tale che è sempre più lecito af-

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fermare che nell’allenamento giovanile l’oggetto d’insegnamento è molto meno importante del metodo con cui si insegna. Indipendentemente dalla istituzione che lo gestisce (federazioni sportive, comitati periferici, società sportive o scuola), l’allenamento dei giovani va interpretato assolutamente come processo individuale di formazione che deve realizzarsi mirando a tre obiettivi capaci di fidelizzare il giovane alla pratica sportiva: - sollecitare interessi e motivazioni attraverso la psicologizzazione dei programmi; - promuovere lo sviluppo equilibrato della personalità favorendo la scoperta, l’accettazione e l’espansione del SE’; - promuovere l’inclusione attraverso l’individualizzazione delle proposte per far vivere esperienze di successo. Un forte ostacolo al rispetto delle indicazioni esposte è dato, paradossalmente, dalle istituzioni (scuola e federazioni sportive) che dovrebbero invece agevolare i compiti di chi si dedica allo sport dei giovani. Capita, infatti, che l’indizione di campionati delle categorie giovanili sia regolamentata essenzialmente sulla suddivisione per fasce d’età e non sui diversi livelli di sviluppo delle capacità di gioco come sarebbe più logico. Questo accorgimento sarebbe auspicabile soprattutto per garantire incertezza sull’esito delle competizioni e per non indurre gli allenatori a procedure fuorvianti tendenti a considerare la gara soprattutto per il prodotto (il mero risultato) e non per il processo (il contributo che può dare ai percorsi formativi). E’ illuminante, a tal proposito, il monito del pedagogista sportivo Ervin Hahn: “il modo di gareggiare degli adulti porta la mentalità delle gare serie (!) anche nelle categorie giovanili”. Il settore giovanile non è fine a se stesso, ai campionati di categoria non si partecipa con la speranza di riempire le bacheche delle società con “targhe e coppette” che gratificano solo i dirigenti più sprovveduti. Il suo scopo non è quello di formare squadre ma di “formare” personalità. Chi vince nei campionati giovanili si preoccupa spesso più di “utilizzare” i giovani piuttosto che svilupparne i presupposti della prestazione per predisporli al raggiungimento di risultati più significativi nel futuro. Questi comportamenti sono profondamente errati perché enfatizzando i risultati delle gare giovanili si corre il rischio di creare facili e pericolose aspettative nei giovani e in chi è a loro interessato ma, ancor di più, perché non si colgono le predisposizioni dell’organismo proprie delle “fasi sensibili” che caratterizzano lo sviluppo ontogenetico della persona. E’ fin troppo evidente che se si accetta l’idea di concepire i settori giovanili come “luoghi” di for-


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mazione, chi vi opera, a qualsiasi livello, deve avere precise competenze. L’allenatore di giovani atleti non può essere considerato un tale non in grado o, peggio, non ancora in grado di allenare giocatori adulti, ma deve caratterizzarsi soprattutto per alcuni tratti di personalità che lo predispongono a “lavorare” con i giovani perché sta bene con i giovani e sta bene ai giovani. I ragazzi devono essere attratti dal suo modo di agire che ispira fiducia perché è pronto a capire piuttosto che a giudicare, perché li incoraggia piuttosto che punirli, perché è sempre disposto ad aiutarli per risolvere i piccoli problemi che ogni ragazzo deve affrontare in famiglia a scuola o con gli amici. Per questi motivi dovrà mostrare capacità d’interagire con le altre agenzie formative: la scuola e soprattutto la famiglia. La pazienza, la perseveranza, l’interesse per i “suoi” ragazzi e l’accettazione incondizionata per ognuno di loro ma soprattutto la lealtà nei rapporti interpersonali sono valori irrinunciabili per il tecnico che vuole avere successo con i giovani. A quelli che si riconoscono in questo caratteristico profilo di operatore sportivo deve essere rivolto con forza l’invito a rinunciare alla famigerata “promozione” verso settori, a torto, più considerati e purtroppo più remunerati. I tecnici dei settori giovanili non possono essere considerati dei semplici allenatori ma sono a tutti gli effetti degli insegnanti; in loro le funzioni educative sono di gran lunga prevalenti su quelle riferite alla trasmissione di nozioni. Questo concetto può essere facilmente condiviso se si pone al centro dell’organizzazione del settore la figura del giovane atleta. La questione, così posta, fa risaltare, però, un fenomeno veramente paradossale. Capita, cioè, che ragazzi di 11/13 anni nella scuola media frequentano lezioni di Educazione Fisica impartite da insegnanti a cui è richiesta la laurea di primo livello (3 anni) la laurea magistrale (2 anni) un anno di tirocinio e, come non bastasse, l’esame di abilitazione all’insegnamento. Gli stessi ragazzi, però, possono frequentare corsi di allenamento presso le società sportive in cui (è sorprendente la… coerenza) sono il più delle volte seguiti da personaggi di tutt’altre culture scelti, il più delle volte, per il pregio che hanno… di costare poco! Le attività motorie proposte ai ragazzi, indipendentemente dal luogo dove si svolgono, hanno sempre funzioni educative; non devono essere allenatori, quindi, ma insegnanti, gli unici operatori in grado di assolvere compiti che per importanza e complessità non devono essere affrontati con superficialità. Alcune federazioni sportive sembrano aver compreso il problema, l'invito all'adeguamento è rivolto alle altre.

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baseball

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TE LA DÒ IO L’AMERICA [] 34


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Conquistare gli Stati Uniti, sportivamente parlando, si può di Marco Trozzi

a testimonianza più eloquente è Alessandro Liddi, terza base dei Seattle Mariners che nello scorso aprile ha fatto il suo esordio da titolare nel match contro i Texas Rangers dopo essere stato il primo italiano ad essere convocato nella Major League di baseball nel settembre 2011. Liddi sta riscrivendo la storia italiana di questo spor t facendo registrare un numero sempre maggiore di presenze nel campionato in

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corso, alle quali si aggiunge il primo fuori campo in assoluto per un giocatore del nostro paese nella Major (diventati cinque nel frattempo). Quello che Alex è riuscito a compiere è una specie di impresa sportiva, ma anche un evento che assume una valenza sociale da non sottovalutare essenzialmente per due motivi: il primo perché il baseball rappresenta lo spor t per eccellenza negli Stati Uniti, il secondo perché in Italia non si ha un’impor tante tradizione spor tiva di questa disciplina.


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Chi è Alex Alessandro, Alex, Liddi nato a Sanremo il 14 agosto 1988 è cresciuto agonisticamente nelle fila del Sanremo Baseball Club A.S.D., da cui nel 2005 - ancor prima di esordire in prima squadra nei campionati italiani - è stato prelevato dai Seattle Mariners, che lo hanno fatto maturare nei Peoria Mariners, formazione loro affiliata che milita nella Minor League Baseball (nel campionato delle matricole, dove giocano molte seconde squadre delle franchigie nordamericane professionistiche). Liddi, nell’agosto dello stesso anno, è stato promosso al campionato Classe A, passando ai Wisconsin Timber Rattlers, coi quali ha collezionato undici presenze. Con i Timber Rattlers ha trascorso la stagione 2007 e quella 2008, diventando uno dei protagonisti della compagine. L’anno successivo è passato agli High Desert Mavericks, con i quali è stato nominato California League MVP, aggiudicandosi in seguito anche il titolo di California League Player of the Year. Nel settembre dello stesso anno è stato anche

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baseball

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selezionato come Mariners Organization Player of the Year; in sostanza una serie di riconoscimenti che lo hanno portato alla ribalta del panorama nazionale anche se a livello non professionistico. Pochi mesi dopo, però, Liddi è entrato definitivamente nella rosa dei Seattle Mariners (all’interno dell’inactive roster). Al contempo è stato inserito prima nella rosa titolare dei West Tenn Diamond Jaxx (Campionato Classe Doppio A) e, dal marzo 2011, in quella dei Tacoma Reiniers, società affiliata ai Mariners che milita nel campionato Classe Triplo A, il più importante fra quelli aderenti alle Minor Leagues, l’equivalente della nostra serie B. Nel settembre 2011, come detto, i Seattle Mariners lo hanno convocato nel roster della prima squadra, facendone il primo giocatore italiano della storia della MLB. Una storia tutta da raccontare Quello che più sorprende del 23enne emigrato negli States all’età di soli di 17 anni è la sua incredibile capacità di guadagnarsi sul campo,

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match dopo match, sempre maggiore spazio migliorando costantemente le sue prestazioni e le sue statistiche personali. Alex rappresenta l’esempio per eccellenza di come la gavetta e i sacrifici possano condurre al raggiungimento degli obiettivi e di come un atleta, anche se nato in un paese che non ha notevole tradizione in una determinata disciplina sportiva, possa comunque nutrire reali speranze di diventare un fuoriclasse. Andare a vivere dall’altra parte dell’oceano quando si è ancora adolescenti rappresenta una sfida affascinante, ma anche un cambiamento di vita radicale che in mancanza di un obiettivo vero può facilmente sfociare in un fallimento. La storia di Alex Liddi, però, racconta di un ragazzo che ha saputo aggrapparsi al suo sogno di diventare un giocatore professionista, girovagando da una parte all’altra degli Stati Uniti prima di cominciare a ottenere un record dopo l’altro fino a diventare, chissà, il primo italiano a scrivere la storia del baseball a stelle e strisce.



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golf

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ph Scaccini

Una vittoria, la terza in carriera, e tutte le prospettive della stagione sono cambiate

FRANCESCO MOLINARI È VOLATO AL 29° POSTO NEL WORLD RANKING di Marta Centra rancesco Molinari con uno straordinario giro finale in 65 colpi, a coronamento di una prestazione da incorniciare, si è imposto al Real Club de Golf di Siviglia nell'Open di Spagna, che festeggiava la centesima edizione e dove i giocatori di casa erano particolarmente motivati. In special modo Pablo Larrazabal e Alejandro Cañizares, che sono stati gli ultimi ad arrendersi, secondi a tre colpi dal torinese. Il titolo ha rilanciato Molinari nel world ranking, che dal 44° posto è volato al 29°, scacciando i fantasmi di una possibile uscita dai "top 50" con la conseguenza di dover rinunciare a major e tornei del WGC, ossia gli otto che più contano nel calendario planetario. Gli oltre 333.000 euro di premio lo hanno portato al settimo posto nell'ordine di merito europeo, che concede innegabili vantaggi sempre in chiave di partecipazione, a parte l'aspetto economico (più di 700.000 euro intascati dall'inizio dell'anno). Dulcis in fundo, ha fatto un bel salto anche in una delle due graduatorie speciali (quella che tiene conto dei risulta-

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ti nel continente) per la selezione della squadra europea di Ryder Cup, dove ora è a ridosso del quinto posto, l'ultimo utile per andare a difendere i colori europei nella sfida con gli americani al Medina CC nell'Illinois (28-30 settembre). "Non è impresa facile - ha detto Francesco - perché tutti vorremmo far parte del team continentale, quindi la concorrenza è alle stelle. Però sono sulla buona strada e con qualche altra settimana su questo livello potrò giocarmela. Per ora conta essere tornato alla vittoria che mi mancava da 18 mesi. Non vorrei dare l'impressione di essere presuntuoso, però la sentivo nell'aria. Da tempo sto giocando bene in tutte le zone del campo e mi sento mentalmente sicuro. In queste condizioni è evidente che se poi capita anche la giornata giusta arriva al titolo". E la giornata giusta si è manifestata con i sette birdie in 14 buche nell'ultimo giro e con un vantaggio di quattro colpi sulla concorrenza a quattro buche dal traguardo. A quel punto un atteggiamento prudente sarebbe stato legittimo. "Non ci ho pensato nemmeno. Mi sono comportato come se i quattro colpi li avessi di svantaggio, ossia continuando ad attaccare, tanto che ho rischiato an-

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che di mettere una palla in acqua". Molinari contro corrente, insomma, e anche una risposta a chi lo aveva visto qualche volta 'conservativo'. A Siviglia è finita con la foto a tre: lui, la moglie Valentina e il figlio Tommaso. "E' la prima vittoria da padre. Infatti quando mi sono imposto nel HSBC Champions, nel 2010, Tommaso non era nato. E' stata una giornata perfetta conclusa con la mia Inter che ha battuto il Milan, anche se non ho sorriso tanto per il successo in campionato della Juventus". I titoli di Francesco Molinari hanno tutti un sapore particolare: il primo l'ha ottenuto nell'Open d'Italia (2006), dove era dal 1980 che un italiano (Massimo Mannelli) non trionfava; il secondo l'ha collocato ai vertici mondiali avendolo colto in uno dei prestigiosi quattro tornei del WGC, il mini circuito mondiale. Il terzo è maturato nel ricordo di Severiano Ballesteros, il grande campione deceduto da un anno. "Vincere in Spagna - ha concluso Molinari - nel centenario dell'Open e a pochi giorni dall'anniversario della scomparsa di Ballesteros è stato veramente qualcosa di speciale". Infine una nota statistica. Molinari ha firmato la vittoria italiana n. 19 nell'European Tour.


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golf tuttincircolo

news dai circoli di golf

a cura di Andrea Cecinelli Responsabile comunicazione del Golf Forense

FIORANELLO GOLF CLUB

Se comincia a piovere quando stanno rientrando gli ultimi giocatori, si può dire che la gara è ben riuscita. E infatti si è trattato di un gran successo ancor prima della gara per via dei preziosi premi messi in palio dai due sponsor del quarto Trofeo Franco Biondi Santi, cioè “Viaggiare” e la stessa preziosa casa vinicola produttrice del migliore Brunello e che hanno spinto tanti giocatori ad iscriversi e tentare… tanti birdie. La gara, la classica formula stableford su 18 buche, ha dato il seguente responso: Primo netto 1° Categoria Riccardo Carbone con 41 pun-

ti davanti a Marco Cacciamani (37), mentre il Primo Lordo è rusultato Andrea Ranellucci (36), tutti giocatori soci del Fioranello e quindi profondi conoscitori del campo di Santa Maria delle Mole. Per la 2° Categoria la vittoria ha arriso a Giuseppe Grillo (39) a pari merito con il giocatore di Castelgandolfo Edoardo Schiavella. Per la 3° Categoria vittoria di Antonio Gazzellone (36), che quando non gioca è il Delegato al Turismo di Roma Capitale, davanti al cugino Giacomo (34) entrambi soci del locale Circolo sui colli laziali. Tanti i premi speciali, oltre all’originale, suggerito da Maurizio de prosperis, al penultimo classificato (non si consegna all’ultimo perché sarebbe una sorta di “ciapano’”) . Il Pri-

ACQUASANTA GOLF CLUB

OLGIATA GOLF CLUB

Coppa del Presidente al circolo dell’Acquasanta

Storia e tradizione si sfidano sul green nella Capitale

Si è svolta presso il circolo del Golf Roma Acquasanta la tradizionale Coppa Del Presidente. Come ogni anno i green del circolo più antico d’Italia si sono riempiti di appassionati che senza sosta praticano lo sport dei Lord inglesi. La gara si è svolta come meglio non si poteva: una giornata soleggiata passata in una delle cornici più belle della campagna romana. Ma ora passiamo ai vincitori: ad aggiudicarsi il 1° Premio Netto è stato Pierpaolo Paoluzi; 2° Netto invece per Alberto Alfiero. A prevalere nella 2° Categoria 1° Netto è stato Eugenio Carlucci.

Ritorno a Roma del circuito Rolex Golf 2012 con la gara di sabato 12 maggio che per il secondo anno consecutivo è stata ospitata dall’Olgiata Golf Club ancora in collaborazione con il Rivenditore Autorizzato Brusco Gioiellerie. Dalle Alpi alla Piramide, quella Cestia, uno dei simboli della capitale. Un passo davvero breve che, nel giro di una sola settimana ha portato la carovana targata Rolex dalle Langhe alla Città Eterna per la tradizionale gara capitolina che, per il secondo anno consecutivo, ha visto protagonisti il percorso dell’Olgiata Golf Club, circolo ospitante sorto nell'area che fa parte del territorio dell'antichissima e potente città etrusca di Veio, e la collaborazione del Rivenditore Autorizzato Brusco Gioiellerie, realtà romana con due esclusivi punti vendi-

La seconda tappa del “Franco Biondi Santi”

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mo Junior Lamberto Ugolini (35), Jacopo Albertoni il “nearest to the pin” , Jacopo Rubini 1° Junior Club, Maria Pia Ducci Primo Lady con 28 punti e il Driving a Natalia Polikarenkova. Tutti i premiati, hanno avuto l’onore di ricevere gli agognati doni dalle mani del Presidente uscente Massimo Nati nella sua ultima uscita al Fioranello di cui logicamente rimar-

rà affezionato socio, il tutto mentre si chiudevano le urne per la nomina del nuovo Presidente. A fianco di Nati, sotto la regia del direttore Alessandro Pace, la premiazione avvenuta dalle mani della Signora Alessandra Biondi Santi, ideatrice del Torneo e dal dott. Carlo Dell’Olmo di Viaggiare. Mario Cappelli

ta, all’Eur e ai Parioli. Si sono sfidati in 150 sul prestigioso campo a nord di Roma e almeno 70 sono rimasti in lista d’attesa, ma alla fine hanno vinto Andrea De Cicco e Andrea Pischiutta (Presidente del circolo ospitante), 1° netto e 1° lordo della 1a categoria, Michel Lemonnier, 1° netto della 2a categoria e Cristina Gazzella, 1° netto della 3a categoria. Il premio della categoria Ospiti se lo è invece aggiudicato Mauro Caporossi. Leit motiv di tutte le gare rimangono sempre un sano spirito di competizione e la con-

sapevolezza di partecipare ad un evento sempre unico, reso ancora più prezioso dalle chicche enogastronomiche offerte dagli ormai consolidati partner del circuito: Donnafugata, con i suoi profumati vini di Sicilia, e Nestlè Italia con i suoi brand Acqua Panna, S. Pellegrino e Antica Gelateria del Corso. Il prossimo appuntamento con il circuito Rolex Golf 2012 è per sabato 26 maggio presso il Golf Club Trieste per la gara in collaborazione con l’Orologeria Dobner e l’Orologeria La Montre. Luciana Elefante

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golf forense

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JAGUAR GOLF FORENSE PIU’ 2012 di Andrea Cecinelli

L'Avv. Nicola Colavita con il Presidente di Jaguar Italia Daniele Maver e le ragazze dello Staff del Golf Forense

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golf forense

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Il Dott. Carlo Massi, vincitore del premio Jaguar Lifestyle

Il Presidente della FIG Lazio Dott. Carlo Scatena con Cinzia Pallaro, vincitori nella Cat. Amici del Golf Forense

La bellissima Veronica Sciacca

Il Dott. Daniele Maver, Presidente di Jaguar Italia

L'attore Claudio Amendola

tanding ovation e boom di iscritti per l’aper tura del Jaguar Golf Forense Più 2012, nonostante il violento nubifragio che ha investito la Capitale. I mondi del diritto e della medicina romana si sono scontrati a colpi di swing e drive sui green del Parco di Roma Golf Club per la Tappa di aper tura del Jaguar Golf Forense più 2012, nella due giorni di Sabato 14 Aprile e Domenica 15 Aprile. La violenta pioggia

non ha fermato gli oltre 220 iscritti alla manifestazione ideata e organizzata dall‘Avvocato Nicola Colavita. Numeri che fanno invidia ad una Major. E come ad ogni “Prima” che si rispetti, anche in questo caso il par terre degli ospiti e dei par tecipanti alla gara è stato dei migliori. Oltre ai volti noti dello spettacolo e della classe dirigenziale romana erano presenti il Presidente della F.I.G. Lazio Dott. Carlo Scatena, l’ex Calciatore di Serie A Lorenzo Marronaro, l’attore Claudio Amendola, la nota pena-

lista Avv. Livia Rossi, il Consigliere Nazionale Forense Avv. Paolo Berruti e il Presidente di Jaguar Land Rover Italia, Dott. Daniele Maver. La gara ha visto il successo nella 1^ CATEGORIA NETTO della coppia composta da Luca Galea e Davide Balducci. La coppia composta da Francesco e Paolo Vitali de Bonda si è piazzata al secondo posto. La coppia formata da Giorgio Bove e Tommaso Pani si è imposta nella 1° CATEGORIA LORDO. La 2^ CATEGORIA NETTO ha visto vincitori la coppia forma-

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ta da Danielle D’Okhuysen e Paolo Giuntarelli. Tra le signore, nella CATEGORIA LADIES, meritata vittoria della coppia formata da Virginia Paglialunga e Francesca Petitto. Meritatissimo infine il successo nella Categoria Amici per la coppia composta dal Presidente della FIG Lazio Carlo Scatena e Cinzia Pallaro. Adesso un lungo stop. Il Jaguar Golf Forense ripar tirà il 15 Settembre al Golf Roma Acquasanta per una seconda tappa più spettacolare che mai. Sempre nel nome dell’eccellenza.


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CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE TUTTI ALL’ATTACCO Grande fermento all’Aquaniene, in uno degli Eventi più impor tanti di Maggio. Testimonianza dell’invincibile connubio del Circolo Canottieri Aniene con i Top Player del mondo dello sport. Si sono riuniti dieci atleti italiani sotto l’edida del Mercedes Benz Team indossando i colori Mercedes-Benz in occasione del lancio della nuova Classe A. Flavia Pennetta (tennis), Aldo Montano (scherma),

Filippo Magnini (nuoto), Stefano Tempesti e Maurizio Felugo (pallanuoto), Niccolò Mornati e Lorenzo Carboncini (canottaggio), Mauro Sarmiento (taekwondo), Rober to Cammarelle (boxe) e Simone Collio (atletica leggera): dieci campioni uniti da passione, impegno, spirito di squadra e continua ricerca dell’eccellenza, valori pienamente condivisi dalla nuova Classe A, ambasciatrice della nuova sportività del Marchio con la Stella. Un invito a fare squadra che Mercedes-Benz vuole estendere ben oltre lo sport. I dieci atleti, selezionati tra diverse discipline, rappresentano, infatti, i testimonial ideali dei valori del Marchio e saranno coinvolti in numerose iniziative legate, in particolare, all’ultima novità firmata Mercedes-

Benz. L’undicesima stella della squadra Mercedes-Benz è, infatti, la nuova Classe A: giovane, sportiva e tecnologica, espressione di una nuova identità pronta ad affermarsi nel segmento delle compatte. La nuova Classe A scrive un nuovo capitolo nel segmento delle compatte, con una vettura dal design dal forte impatto emozionale, che ridefinisce il concetto di dinamismo e sportività. Per la prima volta, infatti, nello sviluppo di una compatta con la Stella sono stati coinvolti, fin dalle fasi di progettazione, gli specialisti AMG. Il risultato è la versione più dinamica di questo modello: la Classe A Sport ‘engineered by AMG’, in cui l’affinità estetica con il Concept CLASSE A risulta particolarmente eviden-

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te. La Classe A Spor t dispone di esclusivi cerchi in lega AMG a 5 razze nel formato 18 con pneumatici 235/ 40 R 18, di colore nero lucido e torniti a specchio, e pinze freni verniciate di rosso. Numerosi dettagli estetici rivelano le particolari doti dinamiche dei modelli A 250 Sport e A 220 CDI Sport, che si distinguono per un avantreno sviluppato da AMG e l’assetto tarato di conseguenza. L’espressività del modello è sottolineata anche da una serie di dettagli rossi sullo spoiler frontale e sulla grembialatura posteriore AMG. All’interno, il contrasto tra allestimenti neri e particolari rossi continua: le cuciture contrastanti sul volante e sui sedili sono di questo vivace colore, così come le cinture di sicurezza.


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Il 12 e 13 maggio, sotto un sole quasi estivo, Sabaudia ha ospitato il terzo appuntamento più impor tante della stagione remiera 2012, confermando di essere un campo di regata ottimale per la pratica del canottaggio. Il meeting nazionale allievi, cadetti, ragazzi e master ha ottenuto una consistente par tecipazione da par te di tutte le società del centro e sud d'Italia, che hanno por tato i propri atleti con l'intento di verificare la preparazione agonistica in vista degli appuntamenti più importanti di fine stagione. Immancabi-

le la presenza del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo che ha fatto sentire la sua forza in tutte le categorie previste dal programma. A par tire dai master, la medaglia di bronzo è stata conquistata dal quattro di coppia di Pangrazi, P.Scuriatti, L.Scuriatti, Picone; seconda posizione invece per Alessandra Mancini nel singolo master femminile. La domenica, il lago agitato, non ha fermato il doppio di Fiori, Scuriatti C. che stravince la sua finale por tandosi a casa la medaglia d'oro. Quarto posto invece per Celesti, Gazzi, penalizzati dal vento sin dalla par tenza. Ottimo banco di prova anche per la squadra ragazzi di Marco Massai che riesce a conquistare due argenti con il due senza femminile di Leoni, Puglia, e il doppio di Sportelli, Di Prete. Due bronzi col quattro senza maschile di Avellino, Moroli, Calabrese, Roncolini e il singolo di Spor telli.

Una valanga di allievi e cadetti capitanati da Daniela Sanna, coadiuvata da Petracci e Follaro, ha letteralmente invaso il campo di regata. In ogni gara era presente un'imbarcazione della Tevere Remo e in quasi tutte le specialità si sono ottenute medaglie di ogni genere. Alla fine un ricco bottino di 11 ori, 7 argenti e 3 bronzi sarà portato a casa dalla sola scuola remiera, a conferma del fatto che il lavoro por tato avanti dalla società in questi mesi è stato del tutto ottimale. Michele Petracci

CIRCOLO CANOTTIERI ROMA GRANDE SUCCESSO PER GLI INTERNAZIONALI UNDER 12 NICOLA PIETRANGELI

Anche quest’anno in concomitanza del torneo dei big, si sono disputati sui campi del Circolo Canottieri Roma gli Internazionali BNL d’Italia Under 12 "Nicola Pietrangeli", giunti alla loro terza edizione. Il torneo, inserito nel Tennis Europe, ha visto la partecipazione sia in campo maschile che femminile dei migliori 32 giocatori del ranking internazionale

ITF. Il circuito, a cui possono partecipare atleti provenienti da ogni parte del mondo, rappresenta per i giovani talenti l’evento agonistico più importante in Europa. L'inglesina Jones e il bulgaro Andreev sono i neo campioni. Le due finali sono state molto combattute ed hanno visti sconfitti, nel femminile, la promettente italiana Piccinetti e, nel maschile, il campioncimo russo SHEYNGEZIKHT. Nicola Pietrangeli, incollato sulla sedia della tribuna del campo centrale del circolo, intervistato da un cronista televisivo, commentava così le partite di finale. "Tra qui e il Foro Italico, se non fosse per la potenza dei colpi e la velocità della palla, non c'è poi tanta differenza!! Questi bambini hanno già nella testa la voglia di vincere e di diventare campioni! Basta metterli in campo e lo spettacolo è assicurato!". Foto di Paolo Pagliai

REALE CIRCOLO CANOTTIERI TEVERE REMO UNA PIOGGIA DI MEDAGLIE AL TERZO MEETING NAZIONALE

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Club Circoli Sportivi Storici

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FUTBOLCLUB FUTBOL LEAGUE, SOCIAL ELEVEN E SOCIAL EUROPE: IL FUTBOLCLUB CALA IL TRIS! Si vanno concludendo Futbol League e Futbol Cup ma non per questo termina l’attività al Futbolclub: motori subito riaccesi per altri due nuovi tornei che ci terranno occupati nei mesi primaverili, a ridosso dell’estate e, quindi, delle meritate vacanze. Per quanto riguarda il torneo di calciotto i play off sono alla stretta finale: Palma, trascinato dalle doppiette di Storneli e Bucri, ha superato con un netto 5-1 Stigliano, guadagnandosi la semifinale contro Impara nella par te alta del tabellone. Nella parte bassa Pellicelli, calando il poker contro Giovannetti nel 4-1 finale, se la vedrà contro la corazzata Giannini. La Coppa, invece, sembra preludere all’esito finale dei play off: finale Giannini vs Impara, come da pronostico. E non poteva essere diversamente visto tutto quello che entrambi i team hanno lasciato intravedere durante l’intera stagione: il Real Madrid ha regolato 6-1 Angelucci, grazie a doppio Conforto e a due gol d’autore firmati da Giannini e Baronio. Inarrivabile anche Impara che si prende la rivincita su Iorio, qualificatosi come prima nel Gruppo B, con una bella manita (5-0). Maggio, oltre che mese di verdetti per il torneo sociale per eccellenza, è anche il mese del calcio a 11: in programma al Futbol Campus c’è il Social Eleven, che torna per la sua terza edizione. Ancora si stanno limando i dettagli, ma sono trapelate alcune notizie: sei squadre, divise in due gironi da tre ciascuno. Al termine della regular season i play off con o finale secca o semifinale e finale tra

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le prime due di ogni gruppo. Di sicuro non ci saranno le due big mentre pare cer ta la fusione tra le squadre della Futbol League di Pellicelli e Stigliano per quella che diventerebbe la favorita numero uno alla vittoria finale. Grande attesa poi per il torneo di calcio a 5, ormai una tradizione di giugno, che inizierà il 6 e si giocherà seguendo il tabellone di Euro 2012: sedici squadre, quattro gironi da quattro, naturalmente in campo solo le nazionali che si affronteranno in Polonia e Ucraina. Il calendario andrà di pari passo con quello degli Europei, con un minimo di elasticità quando giocherà la nazionale di Prandelli e nella fase finale che terminerà prima della finalissima di Kiev del 10 luglio. Gianmatteo Colla

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Il socio del mese Nome: Dario Ortisi

Nome: Dario Cognome: Ortisi Detto: Super Dario Ruolo: Difensore Piede Preferito: Destro Pezzo Forte: Il gol decisivo nella Futbol League Squadra del Cuore: AS Roma


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DUE PONTI SPORTING CLUB TUTTE LE NOVITÀ DELL’ESTATE A metà anno già si può dire che anche nel 2012 il Due Ponti sta raccogliendo i frutti dell' intenso oltre che appassionato lavoro dei suoi trainer: impor tanti raggiungimenti nel nuoto, nell'anno di debutto dell'Agonistica, l'avventura della serie B e il passaggio al tabellone nazionale già di due compagini (Ladies 45 e Over 50) nel tennis, ottimi piazzamenti dei runners sia nelle gare romane che sulle strade del Mondo, tantissima attività di fitness con master class che ogni domenica richiamano un elevato numero di soci. L'impor tante novità della prima gara podistica svolta nel circuito interno del circolo (Il Miglio del Due Ponti) che ha richiamato non solo i runners tesserati ma anche tantissimi soci che hanno provato l'ebbrezza dell'agonismo per la prima volta. E, inoltre, gli appuntamenti fissi del calendario primaverile: il Torneo Coccinelle di Doppio Giallo e l'8° edizione dello Yoga Vip Tennis Vintage, con la mostra di racchette in legno che ogni anno richiama tanti visitatori, in programma il 7 giugno. Quest'anno c'è una grossa novità che renderà l'estate dei soci e di tutti i Romani molto più piacevole: il Due Ponti è anche a Fregene! Allo stabilimento Levante 7.2, nato dal sodalizio di Emanuele e Pietro Tornaboni con Fabiano Lofaro, Alber to e Andrea Cecere, si vive il mare a 360°: sole e relax, sicuramente, ma anche la possibilità di proseguire i propri allenamenti in spiaggia con

tutte le attività seguite dagli istruttori Due Ponti e Cassiantica (acqua gym, spinning, hidro bike, nuoto, tonificazione, yoga, air fit, stretching, posturale), oppure di dedicarsi a imparare o perfezionare alcune discipline come beach tennis, beach volley, vela, canoa, sur f, sub, apnea. Il fulcro dell'attività sportiva e sociale è la piscina di ultima generazione (20x10) con altezza adatta a lezioni e scuola nuoto. E poi tanto relax: uno dei lati della piscina è completamente dedicato all'idromassaggio, con bocche lombari e doccia cer vicale per godersi il tramonto con un drink in mano. Il bordo piscina sarà dedicato di giorno a lettini "riser vati" e la sera a eventi e cene a tema con piano bar. Perché cer to non manca la componente dell'ottima cucina e del divertimento a partire dalla festa di inaugurazione che si svolgerà il 1° giugno.

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TROFEO DI BILIARDO INTERCIRCOLI ROMA 2012 È tornato anche quest’anno, ma in una nuova veste, il trofeo di biliardo che vede sfidarsi i maggiori circoli della capitale nelle specialità boccette, stecca 5/9 birilli e 8-15. La terza edizione del Trofeo Circoli Storici si era conclusa con la schiacciante vittoria del Circolo Canottieri Aniene in ben due delle tre specialità e la conseguente assegnazione al circolo del coppa generale. Quest’anno, dopo la rinuncia alla partecipazione del Circolo Canottieri Lazio, la manifestazione ha assunto una nuova identità e dal 12 aprile è in corso la prima edizione del Trofeo Intercircoli Roma 2012. A sfidarsi sul panno verde, divise in due gironi per specialità, sono: Antico Tiro a Volo, Circolo Canottieri Aniene, Circolo Canottieri Roma, C.T. Eur, Eur Sporting Club, T.C. Parioli, R.C.C Tevere Remo e il nuovo arrivato Veio Sporting Club che all’esordio nella manifestazione può già vantare un ottimo primo posto nel suo girone di 8-15. La prima fase del torneo si articola in due gironi di qualificazione suddivisi in tre turni di incontri andata/ritorno con sviluppo dinamico. Ogni incontro prevede due singolari ed un doppio. Sia i singolari che il doppio, in tutte le specialità, vengono disputati al meglio dei tre set. Al termine dei tre turni si formerà pertanto una classifica determinata, nell’ordine, da: punti incontro, differenza set e differenza partite. Il trofeo sta entrando nel vivo: è cominciato il secondo turno della fase a gironi, in cui le vincenti del primo turno incontrano le perdenti e e le squadre sono più cariche che mai. Alla Poule Finale, ovvero semifinali e finale, accederanno solo i primi due circoli classificati in ciascuna specia-

lità. Chi riuscirà a qualificarsi? Per essere aggiornati sull’andamento del trofeo è possibile visitare il sito www.biliardointercircoli.com, dove vengono inseriti i risultati sempre aggiornati di gara in gara e le foto i video delle partite oppure dare un’occhiata a Facebook, dove trovere la pagina ufficiale dell’evento, e Twitter (@biliardocircoli), i più importanti social network della rete, su cui il trofeo ha i propri profili e interagisce con giocatori ed appassionati dello sport.

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VEIO SPORTING CLUB RICORRENZE E BILANCI Festeggia il suo tredicesimo anno di vita, il Veio Sporting Club, ed i suoi Presidenti Gennaro Leone ed Elio Paolozzi, nel tirare le somme, hanno pieno titolo per esternare orgoglio e soddisfazione. Il Club, collocato in una zona di Roma nord particolarmente benedetta dal verde e dall’intensità dei suoi panorami, ha mantenuto molti degli impegni strategici prefissati. Dal miglioramento in progress di tutti i servizi e degli elementi strutturali che ne fanno - a detta perfino di alcuni competitor - una location di invidiabile bellezza (il patrimonio botanico, i campi da tennis costantemente curati, la piscina, la ristorazione raffinata, la palestra con macchinari di ultima generazione ecc….) ad una sapiente programmazione delle varie attività sportive, sia agonistiche sia prettamente amatoriali, nel rispetto dei desideri dei tanti Soci che, in un simile contesto, vogliono essere motivati e coinvolti, magari anche a sorpresa. Il tennis, leva principale delle attività spor tive del Veio, ha fatto registrare nell’ultimo biennio un bel crescendo di risultati e promozioni. Con la prestigiosa conquista di un posto in serie C, sia per il settore maschile che per quello femminile, e con la conferma di un costante impegno dei responsabili della Scuola ad accreditare sempre più il valore tecnico ed etico espresso dalle formazioni Under. E poi la piacevole novità del biliardo, disciplina or ora qui rivitalizzata dallo svolgimento di un divertentissimo torneo sociale, ma an-

che dalla par tecipazione ad un “Intercircoli” dove la squadra del Club di via di Grottarossa si è rivelata assai competitiva. Ma per il Veio Sporting Club il piacere di misurarsi con altri sodalizi non riguarda soltanto tennis e biliardo, poiché anche nel bridge è dimostrato come la rappresentativa interna da anni dica la sua. Si annoverano, infatti, nel libro d’oro del Circolo piazzamenti altissimi nei tanti tornei intercircoli finora disputati.

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torneo Pezzana

Un successo di pubblico

per l’edizione 2012 Dopo otto mesi il torneo Pezzana saluta tutti con una festa degna del nome altisonante della manifestazione. Vincono Vasco (Assoluti), Juventus (Over40) e Arsenal (Over50) di Alessandro Grassetti_ph Matteo Ciambelli

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torneo Pezzana

n evento che ha visto sempre e comunque protagoniste le squadre, che per otto mesi si sono date battaglia per arrivare alla data fatidica del 23 aprile. Un giorno scritto in rosso sul calendario per le compagini scese in campo. Nella categoria Assoluti è il trionfo del Vasco da Gama (casinovenice.it), che per tutta la stagione ha comandato la compagnia. Uno squadrone composto da tanti ex calciatori, Gigi Di Biagio, Marco Del Vecchio, Max Tonetto, Roberto Baronio, Alessandro Romano, solo per citarne alcuni. Sicuramente ci siamo dimenticati qualcuno ma bisognerebbe inserire tutta la distinta per rendere omaggio ai campioni degli Assoluti. Una vittoria maturata sul campo contro un grande Racing Santander (Nice Car), alla sua terza finale consecutiva, che ha spaventato

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i campioni sfiorando l’impresa. A loro va un complimento par ticolare per il rendimento delle ultime stagioni, sempre protagonisti nella serata conclusiva, alzando al cielo anche la Coppa due anni fa. Nella serata di festa non si può non raccontare invece la favola della Juventus (Rezza Spa), categoria Over 40. Secondo successo consecutivo ed una finale giocata alla per fezione. Per i bianconeri comandati da Emanuele Palladino un trionfo in tutti i sensi. Una vittoria griffata in finale da un super Dario Marcolin, ex Lazio e Cremonese tra le tante. Un trascinatore che ha portato avanti fino alla fine i suoi compagni che contavano la presenza anche di Giovanni Roma, altro faro di questa pluridecorata compagine. Una battaglia sportiva vinta contro un gagliardo Boca Junior (Papero Giallo) che non ha mai mollato per tutta la stagione. E’ stata anche la sfida

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tra ex compagni, con Yuri Picciotti tra le fila dei gialloblu che la scorsa stagione ha partecipato al “triplete” bianconero. Il 23 aprile 2012 sarà un giorno da ricordare anche per l’Arsenal, gruppo storico dell’Antico Tiro al Volo. Sono loro i trionfatori nella categoria Over 50 per il secondo anno. Il degno coronamento di una stagione vissuta da protagonisti annunciati e culminata con la vittoria contro la sorpresa del torneo, la Fiorentina (Ristorante San Gallo). Per i gunners altro alloro da mettere in una già ricca bacheca. Un plauso a tutte e due le contendenti per uno spettacolo bellissimo nel segno del fair play. Per la Serie B Over40 ha vinto il titolo la Lazio (A&A Medical Equipments) di Enea Lenzi. E’ stata anche la serata per i tanti premi individuali, che potranno essere consultati sul sito www.torneopezzana.com


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calcetto

Pronta la sfida di 20 squadre provenienti dai 5 continenti Ritorna la Confederation5 Cup, per la gioia dei calcettari

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due passi dallo Stadio Olimpico di Roma e dal Foro Italico, all’interno di quello che è stato il Villaggio Olimpico degli Atleti della Grande Olimpiade di Roma ’60, l’Adidas Futbolclub è il “tempio” del Calcio per tutti gli appassionati romani grazie al suo prestigio ed alla sua inimitabile atmosfera: il luogo perfetto per un Torneo Internazionale, la II Edizione della GATORADE Futsal Confederation5 Cup organizzata dall’ASDCT IL FUOCO DI OLYMPIA. Forti del successo della Prima Edizione, sostenuta da Roma Capitale e dalla Presidenza della Repubblica Italiana per festeggiare i 150 Anni del nostro Paese, l’Evento 2012 vede 20 Squadre di 5 diversi Paesi contendersi il trono conquistato lo scorso anno dal Futbol Futbol® 31 Aucamville, talentuosa squadra Francese. Il via ufficiale Venerdì 1° giugno alle ore 17.45 con la Cerimonia Inaugurale seguita dal Drink di Benvenuto a dare il fischio d’inizio, mentre alle ore 20 vi sarà l’estrazione del cofanetto regalo Smartbox aperta a spettatori e partecipanti; le partite di sabato cominceranno alle 9, mentre gli Ottavi di Finale sono previsti per le ore 17 ed a seguire i Quarti. La domenica mattina Semifinali e Finalissima (alle ore 12): il torneo si concluderà con la cerimonia di premiazione che si terrà nella terrazza dell’Adidas Futbolclub. Le Istituzioni confermano per questa II Edizione il loro supporto e Roma Capitale, Provincia di Roma e Regione Lazio hanno infatti concesso il Patrocinio all’Evento, anche grazie alla tematica ambientale che arricchirà la manifestazione. L’”Evento nell’Evento” è infatti rappresentato dal Parco Tematico sull’Ambiente e l’Ecosostenibilità che l’Adidas Futbolclub ospiterà Venerdì 1° giugno dalle ore 17 alle 22. Tra i vari Stand, oltre ad attrattive di carattere turistico, si potranno scoprire i Progetti più virtuosi a sostegno della Natura e coerentemente la GATORADE Futsal Confederation5 Cup sarà un Evento il più possibile ad “impatto zero” per supportare concretamente le politiche ambientali (installando in collaborazione con AMA Roma un’Area Ecologica per la raccolta differenziata): ponendosi quindi l’ambizioso obiettivo di contribuire alla diffusione di quei “piccoli gesti quotidiani” che possono rafforzare l’ecosostenibilità del nostro Pianeta. Ed infine una Mostra Fotografica sull’Ambiente e l’Eco-Sostenibilità: ventuno foto in onore dell’Agenda 21 – sorta di “manuale” verde dell’ONU con le linee guida sul rispetto ambientale - , scattate da appassionati Fotografi di tre differenti generazioni che hanno posto l’accento su quei virtuosismi ambientali che ci fanno ben sperare per il futuro, ma anche su quelle macchie che devono spronare tutti a dare il proprio contributo per migliorare il nostro Territorio.



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salute

L’instabilità di spalla “miete” vittime tra gli sportivi. Tra i più colpiti, gli atleti di “lancio”: tennis, golf, pallamano e baseball. Il parere del Dott. Simone Cappato

Dott. Simone Cappato Medico Chirurgo Specializzato in Ortopedia e Traumatologia

a spalla rappresenta l’articolazione più mobile di tutto il corpo umano. Tale caratteristica di mobilità espone il soggetto al rischio di instabilità di spalla, condizione in cui l’articolazione presenta una predisposizione a lussarsi o sublussarsi durante i movimenti ed esercizi fisici: tra i più colpiti, gli sportivi di “lancio” ovvero gli atleti di tennis, golf, pallamano e baseball. L’instabilità di spalla comprende sia la lussazione che la sublussazione gleno – omerale, che possono avvenire per eventi traumatici, lassità costituzionale, gesti sportivi ripetuti. Il Dott. Simone Cappato, Medico Chirurgo a Villa Stuart, illustra gli aspetti salienti dell’instabilità di spalla: cause, sintomatologia, diagnosi e terapia.

LUSSAZIONE L TRAUMATICA DI SPALLA ED INSTABILITÀ NELLO SPORTIVO di Paolo Brandimarte

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salute

Dott.Cappato, cosa si intende per lussazione di spalla? “Solitamente, per lussazione di spalla si intende una lussazione anteriore, quando l’ omero perde la par ticolarità con la porzione della scapola chiamata glena e si por ta in posizione antero-inferiore. Esistono poi casi più isolati e rari di lussazione posteriore”. Lussazione traumatica di spalla: con quali sintomi si manifesta? “For te dolore, braccio flesso sostenuto dalla mano valida, perdita del profilo della spalla. Ancora, impossibilità di eseguire qualunque movimento del braccio”. Veniamo all’instabilità di spalla. Quali le cause responsabili? “Una spalla può lussarsi o per un trauma diretto( lussazione traumatica, ndr) o per una lassità costituzionale in cui si ha un cedimento delle strutture che stabilizzano la testa omerale (lussazione traumatica). Si hanno poi casi di sfiancamento delle suddette strutture in pazienti che praticano attività sportiva di lancio per la ripetitività del gesto atletico”.

IL MEDICO RISPONDE

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linea diretta con specialisti in or topedia • fisiatria reumatologia • medicina dello sport • radiologia scienza dell'alimentazione

Scrivete a:

puerio@topphysio.it L'Istituto di Medicina dello Sport di Roma (Villa Stuart Sport Clinic)

Instabilità di spalla: cosa accade agli atleti di “lancio”? “Si può realizzare un progressivo sfiancamento, allungamento della capsula antero-inferiore e dei legamenti anteriori, con conseguente dolore e perdita di efficienza del gesto atletico. La conseguenza di ciò è la minor capacità di stabilizzare la testa omerale e si possono determina-

Via Trionfale 5952 (Balduina) PER APPUNTAMENTI ED INFORMAZIONI: 06.35528393 - 06.35528394

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re instabilità minori con parziali distacchi del cercine e dell’ ancora bicipitale. Chiaramente, in questi casi basta un evento traumatico di minore entità per provocare una lussazione anteriore”. Diagnosi: quali esami strumentali vengono effettuati? “In caso di lussazione traumatica o traumatica anteriore sono utili sia RMN ma soprattutto la Tac eseguita in comparativa con la spalla contro laterale. Succede infatti che in ogni lussazione venga consumata una piccola porzione ossea anteriore della glena e con la tac è possibile valutare il deficit osseo. Questo sarà impor tante per decidere il tipo di inter vento da effettuare”. In caso di instabilità di spalla, che genere di trattamento si privilegia? “Nelle persone giovani, al di sotto dei 25 anni, la percentuale di recidiva in seguito ad una prima lussazione è molto alta. Consiglio sempre ai più giovani di stabilizzare la spalla per evitare di avere problemi più impor tanti in futuro. In pazienti di età avanzata, soprattutto in caso di un primo episodio traumatico, si predilige il trattamento conser vativo associato ad un protocollo fisioterapico di rinforzo”.


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PIEMONTE NON SOLO TORO VS JUVE


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Il ricordo del Grande Toro, i trionfi della “Vecchia Signora”, le Olimpiadi invernali 2006 e i personaggi nati in questa regione, vera risorsa per lo sport di Francesco Carci

ici Piemonte e pensi subito al calcio. E non può essere altrimenti, visto quello che hanno rappresentato nella storia del pallone sia il Torino che la Juventus. Sarebbe irrispettoso aprire questo articolo senza raccontare brevemente la storia di quello che fu chiamato il “Grande Torino”. Siamo negli anni ’40 del secolo scorso, c’era Mussolini, il fascismo, la Seconda Guerra Mondiale. Ma c’era anche il mitico Toro, forse la squadra italiana di calcio più forte di sempre. Costruito magistralmente dal presidente Ferruccio Novo e ospitato dal mitico impianto del Filadelfia, il Torino divenne presto la squadra dominatrice del campiona-

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to italiano. La corazzata formata, tra gli altri, da giocatori come Silvio Piola, Valentino Mazzola e Mario Rigamonti, riuscì a vincere cinque campionati consecutivi (il primo nella stagione 1942-1943, l’ultimo in quella 19481949; per due anni il campionato fu diviso in gironi regionali a causa della guerra). Praticamente tutta la Nazionale Italiana era composta dai giocatori granata. Un dominio incontrastato, ma purtroppo arrivò l’immane tragedia di Superga. Il 4 Maggio 1949, tornando da Lisbona, dove il Toro si era recato per l’incontro di Coppa Campioni contro il Benfica, l’aereo che ospitava tutto lo staff granata si schiantò, a causa della nebbia, su un giardino posto dietro la Basilica di Superga. Morirono trentuno persone, fu una delle più gran-

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di sciagure del secolo. La fine più tragica per una squadra di invincibili. Tra declini e rinascite, il Torino non raggiunse più i grandi livelli del vecchio Grande Toro. Oggi la squadra si trova in Serie B, anche se sembra imminente il ritorno in Serie A. Sicuramente la categoria che meritano sia la piazza che i tifosi granata. La città di Torino ha, comunque, il privilegio di ospitare un’altra squadra che ha scritto pagine di storia importanti per il calcio italiano: la Juventus. Nata nel 1897, la Juve è la squadra più titolata d’Italia ed è legata, da quasi un secolo, alla famiglia Agnelli. Soprannominata la “Vecchia Signora”, la Juventus, secondo alcuni sondaggi, risulta essere la squadra più tifata in Italia, ma, al tempo stesso, anche la squadra


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più odiata. E in effetti, la Juve è sempre stata così: o si ama o si odia. Autoritaria, sfacciata, cinica, nella Juventus hanno militato alcuni dei più grandi giocatori di sempre: da Zoff a Bettega, da Platini a Zidane, dall’indimenticato Scirea fino a Del Piero. Nel palmares della società non manca niente; eppure negli ultimi anni, la società bianconera ha vissuti momenti difficilissimi, forse i peggiori di sempre. Nell’estate del 2006, infatti, a seguito dell’inchiesta “Calciopoli”, la squadra è stata privata di due scudetti vinti nelle stagioni 2005 e 2006 ed è stata retrocessa, per la prima volta nella storia del club, in Serie B. Un vero terremoto per i milioni di tifosi juventini, che hanno dovuto assistere alla par tenza di tantissimi campioni e soppor tare anni di lenta e faticosa risalita. Forse questo è l’anno zero per la Juventus. Tornato come presidente un Agnelli (Gianni Agnelli, figlio di Edoardo) e scelto come allenatore Antonio Conte,

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per anni capitano della squadra, la Juve sembra tornata la squadra for te e spietata di un decennio fa. Imbattuta in campionato (ed è un record), la “Vecchia Signora” si appresta a vincere il suo 30° scudetto sul campo (che secondo la Federazione sarebbe il 28°, ma la polemica giudiziaria non ci interessa). Al di là del tifo, è una notizia positiva per il calcio italiano il ritorno ad alti livelli della “Vecchia Signora”. Con il Torino sempre più vicino alla promozione nella massima serie, finalmente l’anno prossimo si potrà assistere al derby Juve-Toro, che manca ormai da troppi anni. Restando al calcio, oltre a Torino e Juventus, non c’è molto da aggiungere. Il livello delle altre squadre piemontesi è modesto, ma meritano una citazione l’Alessandria, che quest’anno ha festeggiato il centenario, e il Cuneo, che sta disputando un ottimo campionato in Seconda Divisione ed è una delle candidate alla promozione in Prima Divisione.

Un anno storico per lo spor t piemontese fu il 2006. A Torino, infatti, di disputarono i XX Giochi Olimpici Invernali. Torino vinse nel 1999 il ballottaggio contro Sion e l’edizione fu straordinaria, sia dal punto di vista dell’organizzazione strutturale, sia per i risultati spor tivi. L’Italia, infatti, chiuse con ben undici medaglie, di cui cinque d’oro. Da ricordare, su tutti, Armin Zoggeler, vincitore della medaglia d’oro su slittino e primo atleta a vincere quattro medaglie in quattro diverse Olimpiadi. Un vero record. La sede di Torino non fu scelta a caso. Infatti, in Piemonte sono presenti diverse località sciistiche all’avanguardia. Su tutte citiamo Sestriere, Artesina e Bardonecchia. Per quanto riguarda gli altri sport, da diversi anni si disputa, a fine Giugno, l’Atp Challenger Torino di Tennis. E’ un torneo minore, ma con un ricco montepremi e numerosi giocatori di buona categoria. L’edizione del 2011 è stata vinta dall’argentino Carlos Berlocq, giun-

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to alla terza vittoria in questo torneo, dopo quelle del 2005 e del 2007. Nella Lega A di Basket gioca la Casale Monferrato, piccolo comune in provincia di Alessandria. Dopo diverse ottime stagioni in Lega Due, è arrivata, l’anno scorso, la promozione a sorpresa nella massima serie. Quest’anno, tuttavia, la squadra ha pagato un po’ di inesperienza e la retrocessione in Lega Due è molto probabile. Infine il ciclismo. Ogni anno in Ottobre si disputa il Giro del Piemonte. Si tratta di una mini corsa di due giorni, che anticipa una delle corse classiche del Ciclismo italiano, il Giro della Lombardia. Dopo due vittorie consecutive del belga Gilber t, l’edizione del 2011 è stata vinta dallo spagnolo Daniel Moreno. Anche qui si parla di un evento minore, ma che mette in vetrina diversi giovani corridori dal futuro promettente. Chiudiamo citando alcuni personaggi spor tivi famosi nati in questa regione. Abbiamo già parlando del legame tra la famiglia Agnelli e la Juventus. Di tutta la famiglia Agnelli, ricordiamo lo storico Avvocato Gianni Agnelli, nato a Torino il 12 Marzo 1921, presidente della Fiat e per anni Presidentissimo della “Vecchia Signora”. Un esempio di stile, professionalità e ironia. Il 27 Marzo 1969 nacque a Torino Gianluigi Lentini. Vero e proprio beniamino dei tifosi granata, Lentini ha iniziato a giocare nel Torino nel 1986, ancora minorenne. Nel 1992 venne comprato dal Milan per la cifra record di 18,5 miliardi e diventò il pupillo del Presidente Berlusconi. Ma l’esperienza rossonera fu al di sotto delle aspettative e anche in Nazionale le cose non andarono benissimo. Così, dopo un anno all’Atalanta, Lentini tornò al Torino, dove giocò dal 1997 fino al 2001, prima di chiudere la sua carriera nel Cosenza. Nonostante i fine anni Novanta furono anni molto negativi per il Torino Calcio, Lentini giocò alla grande, dimostrando un talento e una fantasia che ebbero in pochi. Infatti è considerato tuttora una delle bandiere della società granata. A Torino sono nati anche Franco Lerda, allenatore lo scorso anno dei granata, e Sean Sogliano, uno dei direttori generali più apprezzati nell’ambiente calcistico. Giocatori nati a Torino e attualmente militanti in Seria A sono Federico Balzaretti, Simone Loria, Gianluca Comotto e Andrea Mantovani. Una regione che vive di spor t e che ha ospitato i trionfi di Torino e Juventus, non può essere priva del derby stracittadino. Ci auguriamo che l’attesa per questo grande derby sia finalmente terminata e magari di rivedere il Torino a livelli ben più prestigiosi di quelli che ha vissuto negli ultimi anni.


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sport estremi

L’acqua a Roma

si fa estrema

A pochi minuti da Corso Francia l’acqua si fa grintosa. E all’interno di un’ansa naturale, luogo inaspettato quasi misterioso, lo sci nautico la fa da padrone di casa ue laghi artificiali che formano un ferro di cavallo, lunghi più di un chilometro ciascuno, creati dalla scavazione di inerti, metri e metri di sabbia che operano come filtro, e l’acqua più per fetta e pulita è lì, immobile, come due piscine, per fetta per scivolarci sopra, a disposizione di quelle discipline che pochi sanno essere “Sport Estremi”. Una struttura par ticolare, povera in un cer to senso ma proprio per questo magnifica perché integrata completamente nella natura nella quale è incorniciata… un’oasi. Certo è una sfida, un progetto nuovo nel quale uno spor t

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così poco conosciuto viene tanto celebrato. Tutte le discipline previste dalla FISW sono qui praticate con il coraggioso presupposto che all’attività strettamente agonistica, target naturale date le per fette caratteristiche tecniche dei piani d’acqua, si affianca l’insegnamento: quello con la I maiuscola, perché prima di tutto è ai giovani che il Centro Sportivo è dedicato. Lo sci nautico è uno sport individuale: il binomio preparazione fisica e concentrazione mentale sono indissolubili e allora, proprio per i più giovani, l’insegnamento allo sforzo, l’insegnamento all’autodisciplina, l’insegnamento all’impegno, l’insegnamento all’umiltà, è conditio! E come conseguenza intrinseca a tale

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approccio, guarda caso in questo luogo lo sport individuale diventa gregario. Perché è questa la vocazione della PDT EXTREME: si sta insieme, in famiglia, in gruppo, dove gli spazi aperti, gli elementi naturali e l’acqua orientano gli animi verso la passione. E’ proprio questo apparato spor tivo, unico per le peculiarità che offre, a garantire quella straordinarietà che è tanto apprezzata: spazi e strutture del tutto irripetibili. I due specchi d’acqua, ad uso esclusivo, con condizioni tecnico/sportive ideali (in nostro nuovo record italiano ne è la conferma) consentono la pratica di tutte le discipline dello sci nautico e del wakeboard poiché i requisiti che tali specialità richiedono sono diversi. La localizzazione in una grande capitale e il


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CALENDARIO NAZIONALE/INTERNAZIONALE DISCIPLINE CLASSICHE E WAKEBOARD PARCO DEL TEVERE EXTREME 2012 DATA 14/15 Luglio 2012 5/6 Luglio 2012 31 ago/1/2 Sett 2012 7/8/9 Settembre 2012 8/9 Settembre 2012

NOME DELLA MANIFESTAZIONE 1° ROMA INTERNATIONAL QUALIFICAZIONI TROFEO TOPOLINO TROFEO TOPOLINO 2° PARCO DEL TEVERE CUP FINALE WAKE ZONE CUP

clima che permette praticarlo lungo l’intero arco dell’anno (la PDT Extreme è aper ta tutti i giorni di tutto l’anno dal mattino al tramonto) non fanno che accentuarne la incomparabilità. Nello specchio d’acqua amicalmente denominato Lago 1, vengono praticate le Discipline Classiche: Slalom, Figure e Salto. E Piedi Nudi. Le classiche si praticano con uno o due sci e le proprietà tecniche impongono motoscafi in grado di solcare l’acqua quasi a lasciarla immobile. Qui il gesto tecnico è altamente rigoroso. Nel lago 2, vengono esercitati il Wakeboard, wakeskate e wakesurf: ovvia l’intuizione, l’onda è regina, e dove c’è onda... c’è freestyle. Come lo snowboard, si pratica con una tavo-

DISCIPLINA CLASSIC CLASSIC + WAKE CLASSIC + WAKE CLASSIC WAKEBOARD

QUALIFICA INTERNAZIONALE NAZIONALE INTERNAZIONALE INTERNAZIONALE INTERNAZIONALE

la (guai a chiamarla sci!) sfruttando l’abbrivio dell'onda generata dal motoscafo per fare salti, tricks di ogni genere ed evoluzioni spettacolari, e tra i professionisti, la condizione più pregiata è la “monster wake” che fa volare ancora più in alto. E' uno sport adatto a tutti, e grazie alla sua facilità di approccio non obbliga il principiante ad una cur va di apprendimento troppo lunga concedendo grandi soddisfazioni immediate. L’impegno principale di PDT Extreme è quello di consentire a tutti coloro che lo desiderano di provare, iniziare, continuare e migliorare, per godere, infine e comunque, di una peculiare, strana, appagante insolita emozione che ciascuna di queste discipline dona.

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OMOLOGAZIONE Record Capability Regionale LS Record Capability Record Capability

LOCALITA’ Roma Roma Roma Roma Roma

ORGANIZZATORE PARCO DEL TEVERE PARCO DEL TEVERE PARCO DEL TEVERE PARCO DEL TEVERE PARCO DEL TEVERE

SLALOM • FIGURE • SALTO WAKEBOARD • WAKESKATE WAKESURF • PIEDI NUDI Via Tiberina al km 8,3 - +39.334.2945130 www.parcodeltevere.com - info@parcodeltevere.com


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appuntamenti

Pronti a sgranchire le gambe Mondofitness sbarca nel XX Municipio per la tredicesima edizione. Aumentano le attività sportive e i momenti d'intrattenimento di Massimiliano Morelli uest'anno verranno a “spiare” i segreti di Mondofitness persino da Milano, perché pure il capoluogo meneghino sta pensando bene di attivarsi al fine di regalare alla popolazione un'idea vincente come quella che quest'anno sbarca nel XX Municipio per la tredicesima volta. Forse al parco Lambro, se non al Castello Sforzesco. Fatto sta che per Mondofitness il tentativo di carpirne i segreti da parte dei lumbard rappresenta l'ennesimo “colpo” dell'evento più “in” dell'estate romana, lontano anni luce dagli stereotipi d'un ambiente compassato e poco consono a chi fa sport, come ce ne sono tanti – purtroppo – perfino nella capitale. Mondofitness, si sa, è il villaggio più sportivo di Roma, capace di regalare verve e smalto a chi oltrepasserà i battenti della palestra a cielo aperto più grande della capitale (e non solo), dal 6 giugno al 7 settembre, per un totale di 94 giorni “all inclusive” di attivi-

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tà sportiva, nella ormai consueta ma non abitudinaria location di viale Tor di Quinto: 30.000 metri quadrati all’aria aperta per il fitness, il welness, il beach e le discipline tradizionali. Lo scorso anno si presentarono in 400.000, quest'anno le sensazioni sono legate al fatto che presumibilmente si scavalcherà quella soglia, e bisognerà cominciare a fantasticare pure un ulteriore ed ennesimo ampliamento delle venti aree presenti, tutte attrezzatissime. Fitness, sala pesi, indoor cycling, rowing, striding, water area, parkour e skate park, arti marziali, boxe competition, mondo beach, functional training, quelle di maggiore appeal. Ma appeal lo mantengono pure le zone ideate per rilassarsi, i punti di ristoro, le aree del benessere e del divertimento. Novità del 2012 la piscina da 25 metri che sarà gestita insieme a un entusiasmante programma di acquagym compreso di bike e tappeto in acqua. Spettacolo e intrattenimento, musica e risate. Nell’area eventi si esibiranno artisti nazionali e internazionali, e ci sarà spazio per concerti ed

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eventi teatrali. In più, come sempre a Mondofitness, sarà allestita una grande area bambini, uno spazio interamente gestito da animatori esperti che, durante tutto il periodo estivo coinvolgeranno il pubblico dei più piccoli con giochi di gruppo, strutture di palloncini colorati e spettacoli di micro magia. E anche quest’anno sarà attivo il campus estivo Ciapà, particolarmente attento alle esigenze dei più giovani. Da Ciapà partiranno iniziative disparate, da quelle legate alle attività sportive a quelle didattiche, realizzate per imparare divertendosi oltre a laboratori creativi di disegno, pittura, canto, ballo che confluiranno in uno spettacolo finale organizzato dagli stessi ragazzi. Un evento importante, cui hanno presenziato lo scorso anno tanto il sindaco Gianni Alemanno quanto il Delegato allo sport di Roma Capitale Alessandro Cochi, uno di quelli che si fa davvero in quattro per lo sport. Aperto sempre, dalle 10 a mezzanotte, con buona pace dei pantofolai e di chi vive perennemente stravaccato in poltrona.



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[ ] La mia Africa clubstyle

novità

Nacque nel Continente Nero il fenomeno Sabona che dura da oltre mezzo secolo

“See it, feel it, trust it”

uperare il tempo, andare oltre ogni moda. Così arriva il successo. Se poi si parla di classe, eleganza e buongusto devi entrare nella testa della gente per rimanere in auge. Poi, se sono 62 anni che si cavalca l’onda vuol dire che qualcosa di eccezionale si è fatto. Sabona, che in dialetto zulu Sud africano significa “have a nice day” (buona giornata), produce e commercializza rame sottile e braccialetti magnetici in tutto il mondo da quando a Roma si disputavano le olimpiadi: dal lontano 1960. Fino ad oggi si calcola siano stati 12 milioni gli articoli venduti nel catalogo dei prodotti Sabona. Nacque il tutto in una piovosa Londra, quando un aristocratico francese Vicomite Jacques d’Orthez insieme a sua moglie, Moira Lister, in una casa a Cadogan Square, ebbero la geniale intuizione di commercializzare nel Vecchio Continente, rendendolo un prodotto di altà qualità, i benefici che emettevano quei curiosi braccialetti che conobbero nei loro lunghi viaggi in Africa. La scelta della qualità produttiva e del fine artigianato resero immediatamente l’Azienda inglese leader incontrastata proprio nella realizzazione di braccialetti di ogni genere. In Italia Sabona è rappresentata e distribuita in esclusiva da Ary’s di Arianna Sordi. Suo padre, Amos Sordi, un amateur golfista, scoprì i benefici del bracciale dal 1994 quando iniziò a giocare a Golf in Argentina dove viveva con la famiglia. Un grande amico professionista argentino, Roberto De Vincenzo, lo ha aiutato a comprendere l’effetto terapeutico del rame. Braccialetti assolutamente naturali che non causando il benché minimo effetto collaterale, possono essere indossati ed esibiti con orgoglio tutto il giorno e tenuti la notte, portando notevoli ed importanti benefici al corpo umano grazie alla produzione di rame. Abbiamo incontrato Amos Sordi e gli abbiamo posto alcune domande generiche per capire al meglio questo fenomeno che ha attecchito con grandi numeri e successo anche nel mondo che ci stà più a cuore, quello dello spor t. Inoltre, ulteriore fiore all’occhiello, sono le varie linee che caratterizzano il catalogo con una par ticolare attenzione verso il mondo dei più giovani. Si possono trovare di tutti i colori i braccialetti elastici e di tessuto, tutti rigorosamente con il magnete.

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novità

Qual è la differenza tra un braccialetto di rame ed un braccialetto magnetico? Rame Sabona è un antinfiammatorio naturale, per questa ragione può contribuire ad allievare il dolore spesso associato ai reumatismi e l’artrite. Tra le qualità dei magnetici è quella di aiutare la circolazione in generale.

Nel mondo sportivo, quali sono gli atleti che hanno indossato i vostri prodotti? Molto diffusi nel campo del golf con atleti testimonial eccezionali come Seve Ballesteros e Justin Leonard, nel tennis come Lindsay Davenport e grande diffusione nel mondo della vela e del surf.

Qual è la prerogativa principale ed essenziale del successo dei braccialetti Sabona? Gli ioni negativi che producono sono molecole inodore, insapore ed invisibili che vengono inalate in abbondanza in determinati ambienti e che, una volta, raggiunti il sangue possano contribuire alla chimica dell’umore.

E tra i Vip dello spettacolo e della politica? Abbiamo avuto l’onore di vedere indossare il nostro bracciale al Principe Filippo Duca di Edimburgo, al Principe Raniero di Monaco, a Roger Moore, a Michael Caine, a Robert Wagner, a David Niven, a Dizzy Gillespie, a Elizabeth Taylor, a Norman Mailer, insomma un infinita ed innumerevole quantità di celebrities che hanno fatto dell’eleganza e la classe la loro prerogativa.

Che consigli possiamo dare a chi indossa un Sabona? Indossarlo costantemente, 24 ore al giorno, perché i benefici potrebbero essere maggiori. Pulirlo nella stessa maniera con cui lo fareste con gli altri gioielli, ogni quindici giorno e considerare che la durata media è di circa due anni. Abbiamo visto che nella vostra gamma ci sono dei prodotti specifici per atleti? Siamo specializzati e specialisti nel campo delle fasce elastiche applicabili a tutti gli arti più importanti per fare agonismo sportivo. Gomitiere, ginocchiere, cavigliere e busti sono tutti prodotti termici che riescono a dare un notevole sollievo e calore agli sportivi nel momento della performance, rendendo le prestazioni tanto agevoli quanto sicure per il proprio corpo.

“Fiore all’occhiello, sono le varie linee che caratterizzano il catalogo con una particolare attenzione verso il mondo dei più giovani. Si possono trovare di tutti i colori i braccialetti elastici e di tessuto, tutti rigorosamente con il magnete”

Via Cortina D’Ampezzo, 379/385 06.3050995 - 342.5055291 arys015@hotmail.it ph Luca D’Ambrosio

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Come prepararsi per una

missione impossibile

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cinema&sport

el film Mission impossible – Protocollo Fantasma c’è una scena che avrà lasciato senza dubbio tutti gli spettatori con il fiato sospeso: è quella, ambientata a Dubai, in cui l’agente segreto Ethan Hunt, lo storico protagonista della famosissima serie cinematografica, scala la facciata del gigantesco grattacielo conosciuto come Burj Khalifa, ovvero l’edificio più alto al mondo. Un gigante di vetro di ben 828 metri d’altezza, sul quale Tom Cruise si arrampica con l’agilità degna di un supereore come Spider-Man. Trucchi del cinema? Solo in minima par te: vi sorprenderà sapere, infatti, che l’intrepido Tom ha girato questa scena personalmente, senza ricorrere all’aiuto degli stuntman, grazie ad una preparazione atletica a dir poco invidiabile (e che di sicuro non si attribuirebbe ad un uomo di quasi cinquant’anni). Una ripresa difficile? Sicuramente, ma del resto il regista del film, Brad Bird, non poteva cer to lasciarsi scappare l’occasione di mettere a confronto il celebre agente segreto con il grattacielo più alto mai costruito… una vera missione impossibile! «È un edificio splendente, meraviglioso, che si eleva quasi fino a toccare il cielo.» dice Bird; gli fa eco Tom Cruise: «Sono sempre alla ricerca di strutture nuove, pensando a come poterle scalare, e da cui avrei potuto lanciarmi.». Con l’aiuto di Dave Schulz, un trainer specializzato che aveva già collaborato a film come Cliffhanger e Ver tical limit, Cruise si è allenato per mesi interi su un set costruito ad hoc per rappresentare un pezzo del Burj Khalifa. Dopo la lunga preparazione, le riprese sulla facciata del ‘vero’ Burj Khalifa sono durate per ben quattro giorni. Il coordinatore stunt, Gregg Smrz, ha testato personalmente la facciata del palazzo, trovando anche un punto in cui la luce del sole non riscaldasse la super ficie in maniera eccessiva (durante il giorno, infatti, il vetro esterno del Burj Khalifa diventa incandescente, fino a superare i cento gradi). Paula Patton, la par tner femminile di Tom Cruise nel film, racconta così l’indimenticabile esperienza delle riprese a Dubai: «Stavamo girando una scena in cui Brandt afferra Ethan per una gamba, e di conseguenza tengo Brandt che lo lascia cadere fuori dalla finestra. Ho visto Tom appeso fuori dal Burj Khalifa, che molto tranquillamente, guardandomi, mi ha detto “Hey, Paula”, ed io devo aver risposto “Ciao”. Ho guardato in basso ed ho realizzato che, non so come, mi ero

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Alla soglia dei cinquant’anni, Tom Cruisesi mostra ancora in splendida forma in Mission impossible – Protocollo Fantasma: ecco i segreti della sua preparazione per l’ultimo filmdella saga, che dal 23 maggio sarà disponibile in DVD e in Blu-ray

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cinema&sport

spor ta totalmente in avanti, fuori dalla finestra. È stato incredibile ritrovarsi fuori da quell’edificio. Ad ogni modo, sei sopraffatto dalla bellezza della città. Non riuscivo a credere a quel che stavo facendo». Non è stato semplice girare scene così pericolose evitando di far correre troppi rischi a Tom Cruise e alle altre persone coinvolte. Al di là dell’invidiabile forma fisica di Cruise, l’attore era equipaggiato con una massiccia imbracatura collegata ad un sistema di cavi; delle sottilissime corde speciali, simili a quelle di un pianofor te, lo hanno tenuto attaccato alla super ficie del grattacielo. Il risultato, grazie alle abilità tecniche del team guidato da Smrz e alla sorprendente agilità di Tom Cruise, è una delle sequenze più tese ed avvicenti dell’intera serie di Mission impossible. C’è un’altra scena di grande impatto in Protocollo Fantasma: quella in cui Ethan si lan-

cia fuori da una finestra, afferra la propria cintura, compie un gran salto dallo spigolo dell’edificio, scivolando su un cavo elettrico fino ad arrivare sul tetto di un furgone, per poi rotolare sulla strada e sfuggire agli agenti russi che gli stanno dando la caccia. «Attualmente è una delle acrobazie più impegnative di tutto il film, per indice di difficoltà.» afferma il coordinatore stunt Gregg Smrz; «Abbiamo fatto prove su prove sulla scena, fino alla nausea, quindi alla fine eravamo pronti per metterlo in atto. Tom, con poche riprese, l’ha completato con successo.». Continua Smrz: «Tom vuole fare tutto, anche quando non è necessario. Ci sono state riprese in cui i produttori si stavano realmente innervosendo, perché lui insisteva nel volerle ripetere. Gli dissi: “Tom, nessuno si accorgerà che non sei realmente tu. Non c’è ragione che tu lo faccia. La tua controfigura può tranquilla-

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mente farlo mentre tu osservi”. Mi ha guardato e mi ha detto: “Ma io mi sto divertendo.”». Un entusiasmo, quello di Tom Cruise, che ha contagiato anche gli altri membri del cast, che hanno eseguito in prima persona quasi tutte le scene d’azione e di lotta, forti di un allenamento di ben quattro mesi insieme al loro preparatore atletico, Rob Alonzo, specializzato nel training agli attori di Hollywood. Il regista Brad Bird è stato pienamente soddisfatto dell’andamento delle riprese e delle prestazioni atletiche di Tom Cruise e degni altri attori: «Sono d’accordo con Tom: quando è lui a girare la scena dà qualcosa in più, e il pubblico lo avverte. Non tanto perché puoi vedere il viso dell’attore, ma una persona come Tom aggiunge intensità alla per formance proprio perché è un attore. Quando cade, mostra esattamente il viso sofferente di chi si è fatto male. È un’interpretazione, e penso


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cinema&sport

che la gente noti la differenza. È il sogno di ogni coordinatore stunt perché si immedesima completamente. Vuole conoscere tutti gli aspetti di come si esegue un’acrobazia e di come si pianifica; e quando arriva il giorno della prova è preparatissimo. È fatto per questo genere di film.». Mission impossible – Protocollo Fantasma è disponibile in Dvd, Blu-Ray e in due inediti BoxSet con l’intera saga cinematografica. Nel Dvd e nel Blu-Ray, oltre al film campione d’incassi al botteghino, sono presenti numerosi contenuti speciali, inclusi vari extra incentrati proprio sulla preparazione di Tom Cruise e degli altri attori per le scene d’azione e sulla realizzazione delle sequenze più difficili, impegnative e spettacolari della pellicola, con le immagini del dietro le quinte (incluse le riprese dell’arrampicata sul Burj Khalifa) per scoprire tutti i segreti di una “missione impossibile”.

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appuntamenti

Roma Motor Show: i nuovi valori globali [] 70


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appuntamenti

Quest’edizione del Roma Motor Show si arricchisce di eventi e appuntamenti unici, ponendo l’attenzione sul concetto di MOBILITA’ in tutte le sue sfaccettature radizione e cambiamento, queste sono da ben 65 anni le caratteristiche del Roma Motor Show, la più longeva Rassegna Motoristica italiana organizzata sin dal 1947 dalla storica rivista di settore Motor e l’unico salone capitolino automobilistico “en plein air”, che anche nel 2012 rinnova il suo appuntamento con l’affezionato pubblico, che si ritroverà a Roma a fine maggio con un’affluenza calcolata intorno alle 100.000 presenze. Il 25 maggio si tiene la tradizionale conferenza inaugurale che ha luogo al Circolo Canottieri Aniene e durante la quale vengono consegnati gli ambiti premi “Comunicazione Auto 2012” e “Addetto Stampa 2012”, i tradizionali Motor Award e i nuovi premi “S.MO.S.SA.”; si tratta di riconoscimenti che riguardano il nuovo progetto promosso dalla rivista Motor e dal Roma Motor Show per la “Sensibilizzazione alla MObilità Sicura e SAggia” e il cui scopo è quello di “smuovere” appunto la sensibilità di tutti su alcune piccole regole di civiltà che, ahinoi, sono andate per-

T

se nel quotidiano sociale ma anche nella connivenza urbana dove spesso a pagarne le conseguenza più gravi sono i più deboli. Questa sensibilità nasce anche da un passato curioso della nuova sede che il 26 e 27 maggio ospita la manifestazione: si tratta dello Stadio Paolo Rosi (ex delle Aquile, comunemente chiamato «dell’Acqua Acetosa») che fu la sede scelta per l’apertura ufficiale dei Giochi Paralimpici di Roma 1960. Ed ecco che oggi rivive quello stesso spirito pioneristico che vede ospite dello Stadio la prima rassegna motoristica italiana, il Roma Motor Show che, fra gli altri, vanta anche il Patrocinio del Comitato Italiano Paralimpico. La 57ma edizione del Roma Motor Show si fa poi anche por tavoce di vari progetti di rilevanza sociale della Croce Rossa in memoria di Sergio Favìa del Core, recentemente scomparso e al quale è dedicata la manifestazione, oltre che essere l’occasione ufficiale di consegna di un Nissan Evalia donato dall’organizzazione del Roma Motor Show alla FIDAL Lazio per gli atleti in trasfer ta. Oltre alla consueta esposizione della produzio-

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ne motoristica nazionale e internazionale, diverse saranno le iniziative in programma: oltre al collaudato percorso di sicurezza stradale “Rosso, Giallo, Verde” dedicato ai bambini, ci sono altre aree dedicate ai test-drive e alla guida sicura, da segnalare la “Green Zone”, un’area dove sono esposte vetture elettriche o ibride che il pubblico può provare su un circuito all’interno dello stadio, l’Area 4x4 dove si svolgono esibizioni mozzafiato di veicoli off-road e uno spazio dedicato al modellismo radiocomandato con gare drift. Il programma, che riserva molte altre sorprese, prevede numerosi eventi: dalla parata inaugurale dei mezzi speciali dei Corpi dello Stato, al “Concorso di eleganza della Carrozzeria” riservato alle vetture d’epoca, alla sfilata Ferrari con l’elezione di Miss Roma Motor Show al gran finale con una tappa del campionato Elaborare/Emma, il tutto arricchito da diversi momenti di spettacolo. Un appuntamento dunque da non mancare che, come vuole la migliore tradizione del Roma Motor Show, si contraddistingua anche per l’ingresso gratuito!


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tennis

Serata di gala agli Internazionali di Tennis Una serata particolare quella di mercoledì 16 maggio al Villaggio VIP del Foro Italico el corso della splendida cena organizzata alla Terrazza Corona dal patron della Segnalet (Official Supliers dell’'evento tennistico) Andrea Di Maso, in collaborazione con Lux Eventi e lo Sheraton Golf Parco dè Medici, sono stati premiati due dei più forti tennisti di tutti i tempi. Stiamo parlando di Nicola Pietrangeli e Lea Pericoli che nell'occasione hanno ricevuto due opere realizzate in esclusiva per loro. Alla cena hanno partecipato ospiti del mondo dello sport, dello spettacolo e della politica. Tra questi il senatore Stefano De Lillo, il Presidente di Sviluppo Lazio Massimiliano Maselli, il Direttore degli Impianti CONI Diego Nepi, il Direttore Generale di Unindustria Maurizio Tarquini, Luca Pezzini della Federugby,il Coman-

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dante della Guardia Costiera Carlo Nigro, la show-girl Sabrina Stilo, il presentatore/giornalista Fabio Alescio e tanti manager. Si è trattato di una cena informale, molta commozione alla consegna dei due premi : due quadri realizzati per l’occasione dallo stesso Di Maso che mediante una tecnica di resine avevano le foto dei due inglobate nell’opera. Durante la cena, approfittando della terrazza all’'aperto, tra una chiacchiera ed una stretta di mano c'è chi ne ha approfittato per fumare un sigaro cubano e chi ha preferito sorseggiare i cocktail dei barman. La serata, scorsa sulle note di un pianista da pianobar, ha avuto l'apice quando gli ospiti, con una Stilo in gran spolvero in testa, hanno iniziato a cantare. Al termine della stessa tutti al concerto di Gigi d’'Alessio, anche lui in precedenza ospite alla cena.

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La rivista mensile CAR ha provato la fuoristrada della casa giapponese di Riccardo Cacace

TOYOTA LAND CRUISER

60TH ANNIVERSARY


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motori

Land Cruiser festeggia i sessant’anni con una serie commemorativa. Qualche fronzolo in più, ma la sostanza non cambia uale modo migliore per festeggiare i sessant’anni di onorata carriera di una delle icone del mondo dei fuoristrada, se non arricchire tutti i modelli e tutte le versioni con un badge commemorativo? Devono aver ragionato così alla Toyota quando hanno presentato la Land Cruiser 60th Anniversary, quella che a conti fatti risulta essere l’undicesima serie di Land Cruiser, dotata di cerchi in lega da 18” pollici, terminali di scarico cromati e vetri posteriori oscurati, e qualche badge sparso qui e lì. Nulla di nuovo insomma, dal punto di vista estetico, visto che la Land Cruiser aveva recentemente subito qualche ritocco estetico per conferirle quell’inconfondibile look caratterizzato dalla generosa calandra cromata e dai grandi fari a goccia squadrata che si allungano verso il posteriore, creando una linea di cintura che si riallaccia visivamente alle bombature dei parafanghi posteriori terminando nel portellone posteriore. All’interno si nota sin da subito l’ampio spazio a disposizione per ognuna delle tre file di sedili, che permette alla Land Cruiser di vantare un’abitabilità interna davvero invidiabile. Senza parlare della comodità delle sedute. La posizione di guida rialzata assicura una visuale ottimale, non ostacolata neanche dai grandi montanti anteriori, che si rivela indubbiamente utile negli spostamenti cittadini per governare al meglio i quasi cinque metri di ingombro di questa Land Cruiser. In effetti questa Toyota non è propriamente compatta, ed in città risulta spesso goffa ed impacciata a causa delle sue dimensioni, ed anche i consumi in queste situazioni ci suggeriscono che forse non siamo nel suo habitat naturale. Già negli spostamenti più lunghi la situazione migliora, i consumi si normalizzano e si riscopre migliore di tante altre berline più blasonate, regalando un comfort di guida inaspettato, dovuto soprattutto ad una silenziosità eccellente. Davvero non mi sarei mai aspettato che un’auto del genere potesse regalare delle “performance” simili.

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motori

Ma è dove l’asfalto finisce per lasciare spazio a ghiaia, sassi, fango e sporcizia che la Land Cruiser si sente davvero a casa. Tanto per cominciare, grazie al sistema MST (Multi-terrain Select) che agisce su risposta dell’acceleratore, freno e controllo di trazione, potremmo scegliere la modalità più adatta al fondo che stiamo attraversando. Non mancano, poi, la possibilità di bloccare i differenziali per avere a disposizione tutta la motricità degli assi e le ridotte. Si possono anche scegliere tre modalità per gli ammortizzatori, tra Comfort, Sport e Normal, ma personalmente ero talmente preso dal momento che non mi sono neanche preoccupato di vedere in che modalità stavo viaggiando. Lanciando questa Land Cruiser per qualche strada non battuta, all’inizio si dovranno fare i conti con uno strano beccheggio, davvero fastidioso finché non si arriva a capire che in realtà è tutto perfettamente sotto controllo. I freni, invece, si sono rivelati sempre pronti e all’altezza della situazione. Volendo invece mettere alla prova le sue qualità fuoristradistiche vere e proprie, abbiamo abbandonato l’idea di sgommare sulla ghiaia per dedicarci a qualche sana scalata, scoprendo con piacere che in realtà eravamo a bordo di un trattore. Nonostante le gomme in dotazione non siano prettamente da off-road, su fondi non troppo viscidi e anche su pendenze notevoli l’arram-

picata della Land Cruiser sembra inarrestabile. E grazie alla funzione Crawl, che agisce sui freni consentendo di controllare al meglio la discesa, si affrontare in completa tranquillità anche pendenze importanti. Una chicca davvero utile in fuoristrada sono le telecamere sparse in ogni angolo dell’auto, che a seconda della modalità selezionata tramite l’MST, utilizzeranno una grafica specifica per controllare al meglio la posizione delle ruote o che potranno tornare utili anche solo per controllare eventuali ostacoli all’esterno rimanendo comodamente seduti alla guida. In questo test in fuoristrada non ci siamo fatti mancare proprio niente, anzi, abbiamo cercato di mettere in difficoltà questa Land Cruiser anche quando apparentemente non ce n’era la possibilità (Vedi il cratere in foto), e abbiamo scoperto che i limiti di questa 4x4 sono davvero alti. Più di una volta ho pensato di non riuscire a superare un qualche ostacolo, e non per sfiducia nel mezzo, ma vuoi per i suoi 420 Nm di coppia, vuoi per i 190 cavalli o per la motricità sempre ottima, ci sono sempre riuscito in totale sicurezza. Probabilmente alla Toyota non avrebbero potuto festeggiare in modo migliore un traguardo così importante. Questa giapponesona merita davvero la fama ed il rispetto conquistati in sessant’anni di carriera. Un vanto che, da oggi in poi, farà bella mostra di sé sulle carrozzerie di tutte le Land Cruiser.

TOYOTA LAND CRUISER 60TH ANNIVERSARY Scheda tecnica Prezzo 55.350 Euro Motore 2.982 cc, 190 cv a 3.400 giri/min, 420 Nm a 1.600 giri/min Trasmissione automatica a 5 rapporti e riduttore, trazione integrale permanente Prestazioni 0-100 km/h in 11,7 sec, 175 Km/h, 12,3 km/l, 213 g/km Peso 2.315 kg In vendita ora


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sport&turismo

C come Canopy, C come

Costa Rica

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sport&turismo

Adrenalina, coraggio e divertimento; il canopy è uno degli sport più diffusi della Costa Rica, grazie alle sue foreste verdeggianti, ai tantissimi parchi, montagne, fiumi e cascate che fanno di questo Paese una meta ambita da chi è amante delle escursioni di Luca Parmigiani drenalina, coraggio e divertimento; il canopy è uno degli sport più diffusi della Costa Rica, grazie alle sue foreste verdeggianti, ai tantissimi parchi, montagne, fiumi e cascate che fanno di questo Paese una meta ambita da chi è amante delle escursioni. Tutto ciò è stato inoltre certificato da uno studio dell’organizzazione non governativa “The New Economics Foundation” (NEF) secondo la quale la Costa Rica è il Paese dove ci si sente più in armonia con l’ambiente; e non potrebbe essere altrimenti, grazie alla grande varietà di fauna esotica e piante tropicali che si trovano in questa striscia di terra che collega l’America Settentrionale a quella Meridionale. Uno dei primi esploratori di questa disciplina fu Darren Hrenjuk, che prendendo spunto dall’infinita ricchezza naturale della Costa Rica, inventò nei primi Anni Novanta i Canopy Tour, che sono diventati dei veri e propri must per chi organizza un viaggio in questo luogo. Il canopy, una sorta di via di mezzo tra escursione e sport estremo, consiste nell’essere ap-

A IL VIAGGIO Periodo: dicembre/aprile Durata: due settimane Escursione: da un’ora e mezza a due ore e mezza Livello di difficoltà: medio

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pesi a una corda e “volare” da una banchina all’altra, poste in taluni casi anche a 130 metri dal suolo e collegate da robusti cavi d’acciaio. Imbracatura, casco di protezione e guanti sono sufficienti per provare questa esperienza, che durante la discesa regalerà forti brividi di adrenalina, associati a una stupenda quanto originale visione della natura dall’alto verso il basso, tra variopinti tucani e la rigogliosa vegetazione tipica della Costa Rica. Le mete più ambite dei canopy tour sono Arenal e Monteverde, ma non si possono tuttavia trascurare i parchi nazionali del Tortuguero e Braulio Carrillo, che testimoniano la sterminata abbondanza della natura. Nella zona dell’Arenal, famosa perché è presente il vulcano ancora attivo e il lago omonimo, il canopy tour, che si trova a dieci minuti dal villaggio di La Fortuna, consiste nell’attraversare undici piattaforme per un’escursione che dura circa due ore. E’ possibile scegliere tra tre orari diversi per la partenza: alle 8, alle 10.30 o alle 13. Nella riserva naturale di Monteverde, è possibile invece scegliere il nostro canopy tour formato da diciotto piattaforme e quindici cavi, costruiti nella foresta amazzonica, che si esten-


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sport&turismo

L’EQUIPAGGIAMENTO - pantaloni lunghi o corti; - casco di protezione; - guanti; - scarpe da trekking o da ginnastica; - repellente per gli insetti. dono per più di due miglia (record di lunghezza di tutti i canopy tour della Costa Rica), con l’opportunità quindi di sentirsi completamente immersi nell’ambiente per una durata complessiva dell’escursione pari a circa due ore e mezza. Sono previste due partenze la mattina (ore 8.30 e 11) e due nel pomeriggio (ore 13 e 14.30). La zona di Monteverde si trova a pochi minuti dal centro di Santa Elena, a circa quattro ore dalla capitale San Josè. Passiamo ora al Parco Nazionale del Tortuguero, zona nord-ovest del Paese, dove il Canopy Tour è composto da undici piattaforme, quattro ponti sospesi e sette cavi. Quest’area è la più varia dal punto di vista ecologico del Paese, grazie alla presenza di undici diversi tipi di habitat naturali e alla grande mescolanza della fauna con la foresta pluviale che si affaccia sulla costa caraibica e che permette ai turisti di poter godere della grande biodiversità della zona. La durata dell’escursione è di un’ora e mezza. Tutti i canopy tour iniziano con un briefing delle guide che danno informazioni preliminari sulle discese; l’attività, infatti, viene

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sempre svolta sotto la costante assistenza di guide specializzate pronte ad intervenire raggiungendo la persona in difficoltà e portandola all’estremità del cavo. L’abbigliamento consigliato è pantaloni lunghi o corti, scarpe da trekking o scarpe da ginnastica, magliette e repellente per insetti; per chi vuole vivere l’esperienza dei canopy tour è utile affidarsi a tour operator competenti ed esperti che assicurino la massima sicurezza e qualità delle attrezzature da utilizzare durante le discese. Infine, per quanto riguarda il clima, la Costa Rica è un Paese tropicale dove si alternano due stagioni: quella secca e quella umida. Le due stagioni si diversificano dalla presenza, nella stagione umida, di forti precipitazioni di breve durata anche se c’è da aggiungere che non vi sono enormi sbalzi di temperatura da una stagione all’altra. Per i viaggi è preferibile prenotare nel periodo che va tra la fine di dicembre e la metà di aprile, che coincide con il periodo della stagione secca; in questo arco temporale, che è quello più scelto dai turisti, i prezzi sono ovviamente più alti.



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golf

Impatto perfetto: una corsa a tre velocità di Simone Selli

impatto è senza dubbio il momento cruciale di un meccanismo complesso, organizzato ed esplosivo. La pallina si trova al centro di un lungo percorso, che va visto come un punto di passaggio dove il bastone raggiunge la massima velocità. In questo preciso momento, la posizione del giocatore è molto simile a quella della partenza, ad eccezione dei fianchi che impegnati nella rotazione e trasferimento del peso in avanti, si trovano più ruotati verso il bersaglio. Il difficile è proprio questo. Bisogna organizzare un corpo e una rotazione- propulsione e un sistema di leve che viaggiano a differenti velocità, che percorrono quantità di strada diverse. Il corpo, situato al centro di questo meccanismo, compiendo una rotazione sull’asse della schiena, percorre meno strada di tutti e al-

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la velocità più bassa, circa 5 kilometri orari. Pensate ora che un gesto tecnicamente corretto e potente come quello di un professionista può portare il bastone a colpire la pallina a oltre 140 miglia, circa 250 Km orari. Con un movimento così organizzato quindi, si riesce a generare una impensabile velocità, sincronizzando alla per fezione il centro dello swing lento come una tartaruga e la periferia dello stesso lanciata come una formula 1 sul rettilineo di Monza. A pensarci è logico, bisogna far arrivare insieme al “traguardo” un attrezzo che percorre molta strada e che quindi a tempo di immagazzinare velocità durante il suo tragitto e un corpo motore che di strada ne percorre pochissima ad una andatura lenta, continua, senza esitazioni. I segmenti intermedi di questo magico meccanismo, braccia e mani, correranno a velocità intermedie, lasciando che gli snodi, liberi, consentano alle leve di moltiplicarne l’intensità. Questo è difficile per un dilettante

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quanto per un professionista. Dovete cercare di interpretare lo swing vedendolo sempre nel suo insieme, nel rispetto sia della velocità che dell’equilibrio. Praticate anche tanti movimenti senza pallina, per cercare di interiorizzare e gestire la tecnica del golf a prescindere dall’obiettivo ansiogeno di colpire, sostituendolo con quello di attraversare e finire. Vi siete mai accorti che nei movimenti senza la pallina il bastone produce quel meraviglioso fruscio che spesso durante il colpo non sentite? Meditate giocatori meditate. Se per ora quindi non riuscite a coprire distanze siderali, aspettate con pazienza e praticate con continuità, la lunghezza dei colpi è un fattore sicuramente tecnico. Il driver più lunghi della vostra vita arriveranno nel momento in cui abbandonerete la forza e riuscirete a sincronizzare la velocità di una tartaruga, di una lepre e di una formula 1. Provateci e buona pratica.


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atletica

del Prof. Sergio Cocozza Insegnante di Educazione Fisica e Tecnico della Fidal

Preparazione atletica allenamento per tutti gli sport Molti anni fa lo sport di squadra era caratterizzato da un’elevata capacità tecnico/tattica e ciò sembrava essere la sola cosa a poter fare la differenza tra un atleta e un altro rmai da molti anni, con il raffinarsi dei programmi di allenamento e con la cura del potenziamento muscolare, questa tendenza è molto cambiata. Sono state introdotte le figure dei preparatori atletici a sostegno degli allenatori e tutto è cambiato. Questi incredibili strumenti di suppor to atletico sono stati importati dalla regina di tutti gli spor t: l’atletica leggera. Dai grandi campioni della velocità, dei salti, della resistenza, noi preparatori atletici abbiamo trasferito i loro metodi di allenamento ai vari sport che negli anni hanno richiesto le nostre figure professionali e i risultati sono stati del tutto sorprendenti. Le capacità tecniche sono state maggiormente valorizzate da potenza e resistenza e ciò ha portato anche a una certa diminuzione di alcuni tipi d’infortuni. Abbiamo riscontrato molta differenza prestativa anche a livello dello sport amatoriale. Con l’introduzione di una preparazione atletica specializzata e con una moltitudine di atleti avanti negli anni abbiamo avu-

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preparatori atletici sul mercato e i risultati che le squadre hanno portato negli ultimi anni sono sotto gli occhi di tutti. Anche il running che si era reso stagnante con estenuanti sedute di allenamento kilometriche ora è divenuto più performante e più divertente con incontri atti a migliorare la velocità, la potenza di contrazione muscolare, la resistenza generale e la potenza aerobica, la capacità alattacida come la potenza lattacida. Queste sedute di addestramento atletico possono essere svolte anche in forma collettiva e trasversale a molti sport per cui si possono raggrup-

to risultati sorprendenti nel calcio, nel nuoto o nel tennis. Anche l’atletica leggera dei master, i “vecchi” di questo sport, ha avuto una spinta in avanti tanto da eguagliare molte prestazioni di questi atleti con quelle degli assoluti ed ha costretto la federatletica a rivedere i calendari agonistici permettendo agli atleti master di gareggiare con i più giovani. Durante le sedute di allenamento determinate andature ed esercizi di potenziamento muscolare appropriato, permettono a un atleta, anche non giovanissimo, di poter sfruttare risorse, fino a quel momento a lui sconosciute. Abbiamo inoltre riscontrato capacità di reattività e di potenza muscolare che hanno permesso a molti atleti di eccellere nei loro sport grazie a sessioni di allenamento finalizzate a migliorare alcuni aspetti tecnici o metabolici. Il rafforzamento di alcune capacità ha permesso anche di affinare andature di gara più elevate e finali di gara più sostenuti. Nei giochi sportivi la preparazione atletica è diventata obbligatoria da molti anni in tutte le squadre professioniste e non. I circoli sportivi della capitale si sono muniti dei migliori

ph Luca D’Ambrosio

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pare diversi gruppi di specialità sportive rendendo il tutto più gradevole e socievole. Se la preparazione atletica è ormai diventata oggetto di sperimentazioni acquisite da molti anni e da tutti gli sport, è altresì prevedibile che la prossima frontiera del risultato agonistico sia la riprogrammazione propriocettiva della postura specifica dello sport praticato. Ci sono gruppi di atleti che stanno sperimentando nuove tecniche di allenamento in questa direzione e abbiamo già le prove che la preparazione atletica del futuro sarà orientata anche in questa direzione.


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nutrizione

a cura della Dott.ssa Maria Cassano Nutrizionista

Come rimanere giovani. Anche con lo sport Alimentazione antiaging: riequilibrare il pH per combattere l'invecchiamento causare l’invecchiamento del nostro corpo, non è solo il tempo che passa. Un’errata alimentazione, abitudini comportamentali aggressivi contro il nostro organismo (per esempio, il fumo o l’alcool) o un’insufficiente ossigenazione attraverso il respiro facilitano l’accumulo di piccole sostanze chimiche chiamate “Ioni Idrogeno” che contribuiscono all’invecchiamento del nostro corpo. Il nostro organismo non è in grado di rimuovere gli ioni idrogeno in ec-

A

cesso e questo si trasforma in “acidosi corporea” che possiamo definire un “inquinamento” di cui non sempre si è consapevoli, ma che può dare segnali attraverso l’invecchiamento precoce dell’organismo. Più un corpo è acido, più tende a invecchiare. L’effetto si ripercuote anche sull’aspetto della pelle: la cute, infatti, è lo specchio che svela se una persona ha un eccesso di ioni idrogeno nei tessuti e negli organi. Per questa ragione dobbiamo cercare di fare assolutamente sport, trovando la disciplina adatta che ci accompagni negli anni a mantenere uno stile di vita sportivo ed atletico. Cosa fare per conoscere la nostra acidità corporea? Per conoscere se l’organismo ha in atto un inquinamento acido, basta un semplice esame delle urine. Potete misurare il pH anche a casa vostra acquistando in farmacia piccole striscioline di carta reattiva con degradazione di colori, da immergere nell’urina, oppure attraverso l’utilizzo di un pHmetro, piccolo strumento capace di fornire l’esatto valore di pH. Il valore deve essere superiore a 6. Se minore di 5 significa che il vostro organismo si trova

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in uno stato di acidosi. Come contrastare l’acidosi corporea? Per contrastare l’acidosi corporea va scelta un’alimentazione che blocchi gli ioni idrogeno e sia in grado di tamponarne l’eccesso. Tutta la frutta e la verdura hanno una valida ed efficace azione contro l’acidità tissutale. Inoltre, è un errore saltare la prima colazione, perché si rischia che l’acidità corporea notturna si prolunghi nella giornata con effetti degenerativi sulle cellule.


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atletica

a cura di Daniela de Vincentiis Naturopata - Operatore di prano-pratica ddevincentiis@gmail.com

Sport e naturopatia Sappiamo bene quanto un'alimentazione equilibrata, l’esercizio fisico e la serenità mentale, siano alla base del nostro equilibrio psico-fisico a connessione tra mente e corpo è ben antica: fino a circa 300 anni fa tutte le filosofie e medicine consideravano mente e corpo come un unicum. Oggi lentamente ci stiamo riappropriando di questa antica visione olistica dell'uomo e dunque della salute e della malattia, tramite il ricorso sempre più diffuso a metodi alternativi, tra le quali a titolo di esempio: la naturopatia, l'omeopatia, la fitoterapia, le tecniche di rilassamento, l'osteopatia e che considerano l'uomo proprio in questa ottica. Metodi che possono offrire le basi per salutari cambiamenti compor tamentali perchè richiamano l'impor tanza dell'individuo nella sua multidimensionalità. E senza ovviamente dimenticare il ruolo essenziale della medicina tradizionale, prendere consapevolezza e responsabilizzarci rispetto a cosa ci fa stare bene e male aiuta a mantenerci in salute. Se ci soffermiamo in particolare sull'esercizio fisico, praticare anche una moderata attività sportiva, purchè ci dia piacere, comporta una serie innumerevoli di vantaggi:

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• aumenta una sostanza chimica (prodotta dal cer vello) che aiuta i neuroni a crescere e creare connessioni. La vita è un equilibrio dinamico che andrebbe continuamente cer-

• aumenta l'afflusso di sangue, che tra l'altro migliora anche l'aspetto della pelle (perchè maggiormente vascolarizzata); • si rafforza l'apparato cardiovascolare, respiratorio, osseo e muscolare; • migliora il sonno, • diminuisce l'ansia; • diminuisce il tasso di colesterolo; • si regola la pressione arteriosa; • migliora la costipazione e un ciclo doloroso; • si modifica il livello di serotonina, che è il neurotrasmettitore sul quale vanno proprio ad agire gli antidepressivi. La serotonina si concentra al 90% nell'intestino e in percentuale minore nelle piastrine e nel cervello. I neuroni che producono serotonina aumentano la loro attività con l'attivazione dei muscoli del corpo, a dimostrazione dunque che l'attività fisica aumenta la disponibilità di serotonina cerebrale. Gambe e memoria vanno dunque di pari passo, contrariamente al famoso proverbio che dice che non ha memoria ha buone gambe; • aumentano le difese immunitarie; • diminuisce la stanchezza, oltre al peso; • diminuisce lo stress;

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cato e sollecitato. Se impariamo ad ascoltarci di più e a prenderci cura nella nostra interezza avremo uno strumento in più per vivere pienamente e con un gusto forse diverso.


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fitness

di Fabio Ingargiola Personal Trainer fabioingargiola@yahoo.it

Allenamento funzionale il futuro del fitness La preparazione fisica dovrebbe sempre avere un approccio globale e non analitico: il principio base è che il cervello riconosce i movimenti e non i muscoli l concetto di allenamento è troppo spesso considerato “lineare”, nel senso che si cerca un condizionamento di un solo distretto muscolare con il solo scopo di aumentare la capacità dello stesso di esprimere maggiore forza, o addrittura di cercare di isolarlo il piu possibile, come nel classico Body building. Per forza intendo l'espressione completa del termine, quindi forza veloce, esplosiva e massima. Ognuno di noi svolge svariati movimenti nello spazio che gli permettono di impostare relazioni con l'ambiente circostante; quando queste capacità di adattamento sono limitate o addirittura interrotte, come spesso accade dopo un intervento chirurgico o un infortunio che resetta "momentaneamente" le afferenze propriocettive (ovvero i segnali informativi che provengono dalla periferia verso il Sistema Nervoso Centrale ), il nostro sistema di elaborazione dati non riuscirà più a controllare gli stimoli che provengono dai muscoli, determinando una perdita di equilibrio, quindi una scarsa gestione del corpo nello spazio e una carenza di stabilità. Allenarsi in questo senso diventa dunque una necessità per

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esprimere maggior forza nel gesto specifico e per prevenire vizi di postura che potrebbero creare presupposti per piccoli o grandi infortuni. Questo approccio deve essere esteso anche ai fruitori dei centri fitness, in quanto allenare movimenti e non muscoli, in altre parole è una continua ricerca di equilibrio che utilizza come strumento di base la propriocezione attraverso tutta una serie di muscoli profondi, per il mantenimento della posizione durante l'esecuzione del movimento. Le sollecitazioni di questi muscoli profondi, incrementano le potenzialità del gesto, il quale senza l'ausilio di questi "stabilizzatori" potrebbe risultare carente. Nell'allenamento funzionale si cerca quindi la stabilizzazione reclutando quei muscoli che in esercizi classici intervengono in percentuali molto ridotte o quasi nulle. Questo tipo di approccio necessita di un lavoro sui tre piani dello spazio: frontale, sagittale e trasverso. Si recuperano quindi quelle serie di condizioni che permettono all'individuo di relazionarsi a 360° e su tutti i tre piani dello spazio con l'ambiente circostante. Il risultato è un allenamento sicuramente piu divertente, perchè le combinazioni di movimenti diventano potenzialmente in-


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finite, più intenso, perchè coinvolgendo piu distretti muscolari e ricercando l’ equilibrio l’impegno sia mentale che fisico e inevitabilmente maggiore, ed infine più soddisfacente, i risultati in virtù del maggior coinvolgimento psico fisico arrivano prima rispetto ad una allenamento lineare. Mai provato a fare delle alzate laterali seduto su una fitball con un piede alzato e gli occhi chiusi? I muscoli coinvolti in questo gesto sono: deltoidi, addominali, trasversi e paravertebrali, per quanto riguarda il mantenimento dell’equilbrio, quadricipite per la gamba alzata e flessore per la gamba appogiata a terra. Lo stesso movimento eseguito su un classico macchinario da palestra sollecita solamente il muscolo direttamente cionvolto nel movimento ovvero il deltoide. Le conseguenze positive sono facilemte intuibili. Questo può essere esteso a qualsiasi movimento classico del body building che può essere modificato, ese-

guito con attrezzi differenti, in situazioni di instabilità e alternato a esercizi cardiovascolari. Oppure eseguendo esercizi completamente diffrenti, più complessi o con un coinvolgimento di ancora piu distretti muscolari. Ecco il functional training. Questa disciplina si puo avvalere di attrezzi assolutamente versatili, che sfruttano il peso corporeo, che permettono molteplici movimenti su tutti i piani dello spazio. Sto parlando di elastici, trx, discosit, kettelbel, tappetti elastici, fitball e simili. Tutti attrezzi molto leggeri, poco ingombranti e poco costosi. Un bravo personal trainer è in grado di utilizzare tutti questi attrezzi nella maniera migliore adattandosi perfettamente alle esigenze del cliente, creando allenamenti sempre differenti (eliminado la classica noia da sala pesi) molto efficaci e molto intensi. Questo è il futuro del fitness. La richiesta della stragrande maggioranza dei fruitori dei centri fitness è stare i forma, es-

sere sani, avere un corpo asciutto con la giusta quantità di muscoli, agili e flessibili. L’allenamento funzionale risponde in maniera perfetta a queste esigenze. L’era del body building è finita. Sono davvero pochi coloro i quali vogliono pompare i loro muscoli in maniera esagerata. I centri fitness si stanno adattando in maniera più o meno rapida a questa tendenza. Oltreoceano in realtà questo non è affatto una novità, e pian piano anche in Italia molti centri fitness stanno cambiando pelle. Perché puntare ancora su macchinari da palestra ingombranti e costosissimi che permettono l’allenamento di un solo distretto muscolare? Con un solo attrezzo funzionale, ad esempio il trx, che costa al massimo 200 euro, è possibile allenare tutti i distretti muscolari, occupando anche poco spazio. Quindi perchè non attrezzare le palestre in questo modo, magari investendo più soldi nella formazione degli istruttori così che si

possano dedicare in maniera piu attenta ad ogni cliente proponedo routine di allenamento efficaci. Ovviamente il discorso è più ampio e bisogna tenere conto di molte variabili impostando tutto il centro fitness in questa direzione, così da far capire fin dal momento dell’iscrizione al cliente la diffrenza dell’allenamento funzionale rispetto al metodo classico. Le due metodiche possono anche convivere e integrarsi una all’altra, ovviamente, proprio perchè come dicevo all’inizo, l’allenamento deve avere un approccio globale. Ma in realtà non ci vuole molto a capire che il futuro del fitness sta virando in maniera sempre più decisa verso un approccio funzionale all’allenamento. Quindi prepariamoci a vedere anche in Italia, mi auguro il più presto possibile, sale pesi con sempre meno enormi macchinari e molti più attrezzi o aeree dedicate all’allenamento funzionale. Buon allenamento funzionale a tutti.

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Fughe per la vittoria Venti racconti per sconfiggere le malattie della vita. I proventi saranno destinati alla fondazione Borgonovo per la lotta alla SLA l Salone Internazionale del Libro di Torino ha ospitato la presentazione del libro “Fughe per la vittoria, 20 racconti per sconfiggere le malattie della vita”, firmato dall’Osvaldo Soriano Football Club, la nazionale italiana scrittori, edito da Bimed con l’incipit di Stefano Borgonovo. I proventi saranno interamente destinati alla Fondazione per la lotta alla Sla. A partire dal luglio 2011, e in particolare da un incontro con Alessandra Borgonovo tenutosi al Giffoni Film Festival, gli scrittori dell’Osvaldo si sono messi a disposizione della Fondazione Borgonovo per contribuire alla raccolta fondi per la ricerca. Venti i racconti del volume curato da Andrea Iovino e Paolo Verri, venti storie scritte nel corso degli anni dagli scrittori dell’Osvaldo Soriano Football Club e oggi riunite in una edizione che ha la copertina realizzata dai ragazzi dell’Istituto Europeo di Design di Torino coordinati da Sandra Raffini. I racconti sono di Carlo D'Amicis, Luigi Sardiello, Carlo Grande, Francesco Forlani, Marco Mathieu, Paolo Sollier, Mirko Romano, Stefano Lazzarini, Francesco Trento, Claudio Menni, Enrico Remmert, Emiliano Zannoni, Valerio Aiolli, Sandro Santori, Marco Bernini, Marco Cassardo, Alessandro Bianchi,

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Davide Longo, Emiliano Audisio, Gian Luca Favetto. “Il fuoco violento che mi aveva avvolto fino a poco prima si quietò per tornare a essere la semplice fiamma perpetua della vita”, cosi Stefano Borgonovo partendo da un’affermazione di una commedia di Oscar Wilde, “Una donna senza importanza”, termina la scrittura del suo incipit portando a testimonianza di tutti quanto sia stato difficile, complicato e per certi versi crudele, il suo percorso di vita, inizialmente si sente perso, spaesato, smarrito, perché impotente di fronte al corso degli eventi ed al galoppare della malattia stessa, fino ad arrivare ad un punto dove si sente pervadere da un fuoco che lui stesso definisce “fastidioso”, che a tratti brucia, mangia ossigeno, fino quasi ad arrivare ad ustionare la pelle, un fuoco che divampa forte, prepotente e che lo fa uscire da quel torpore fisico “imposto” dalla malattia, e lo fa nuovamente ritornare a vivere e a guardare il mondo con occhi nuovi e capire che il senso della vita consiste nel riscoprirsi innamorato della propria esistenza. Con Borgonovo, tante firme illustri unite per finanziare la ricerca. Firme celebri in grado di raccogliere fondi con l’obiettivo ultimo di finanziare la ricerca contro la “Stronza”, come la definisce lo stesso Borgonovo.

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