marzo 2012 foto FIR/GETTY IMAGES
AVE ROMA, RUGBISTI TE SALUTANT I sostenitori azzurri aspettano il primo successo stagionale al 6 Nazioni
sommario
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sommario
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Sport Club marzo 2012
6 Quanto è duro sostenere la propria squadra
CULTURA SPORTIVA
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Lo Stadio Olimpico per la riscossa
DIRITTO E ROVESCIO
Il 18 marzo la maratona di Roma diventa un film
COVER
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OLIMPIADI Siate pronti. Sta arrivando la “chiamata”
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Il “salva-cuore” per tutti gli sportivi
SPORT&TURISMO
Riparte il campionato di Hockey su prato
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KITSURF
TORNEO PEZZANA
Parapendio, volare sentendosi liberi
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Profumo di Londra odore di business
MARATONA
Stanno arrivando i primi verdetti della stagione
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Il sogno infranto del popolo sportivo
editoriale
SALUTE
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HOCKEY
Sport Club srl via Morlupo, 51 00191 Roma tel. 06 97600342 fax 06 97277879 www.sportclubmagazine.it info@sportclubmagazine.it Direttore editoriale Luigi Capasso Sport Club Anno IX - n. 79 - Marzo 2012 Reg. trib. di Roma n. 591/2004 del 30-12-2004
Editorialisti Paolo Cecinelli, Franco Chimenti, Alessandro Cochi, Paolo Del Bene, Pino Capua, Sabrina Rondonelli, Roberto Serdoz, Fabio Ingargiola Hanno collaborato a questo numero Lorenzo Arduini, Matteo Cirelli, Gianmatteo Colla, Marco Trozzi, Alessandro Morucci, Enrico Morucci, Andrea Tranquilli, Andrea Cecinelli, Luigia Latteri, Roberto Cundari, Valentina Altavilla, Andrea Cimbrico, Giorgio Cimbrico
Progetto grafico e Impaginazione Adversign srl grafica@sportclubmagazine.it Presidente Onorario Giuseppe Capelli Pubblicità Adversign s.r.l. Davide Campanella Via Morlupo, 51 - 00191 Roma tel. 06 97600342 cell. 335 7574074
Stampa Plus Group srl Finito di stampare nel mese di marzo 2012 Salvo accordi scritti o contratti di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione.
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È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati dalla Adversign srl
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editoriale
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di Luigi Capasso
Roma 2020 è andata a Monti…
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ai il tempo è stato così malvagio e tiranno. Nessuno poteva prevedere che la contestualità economica sociale di eventi globali pregiudicasse un sogno coltivato per anni. Si capiva che l’aria era cambiata. Era una sensazione che si percepiva nelle ultime settimane quando sul nostro Belpaese echeggiavano come in una vallata della Val di Susa le urla disperate del Governo Monti. Che tra una forbiciata a destra ed una rastrellata a sinistra preludeva ad un prossimo futuro di totale austerità e atti di fede. Addio Roma 2020. Ti abbiamo cercato, ti abbiamo voluto, ti abbiamo corteggiato e anche amato ma te ne sei andata nel momento più bello. Lo avevano ormai capito tutti e anche i super testimonial last minute, non potevano certo credere che il Premier avallasse una spesa a progetto di tale entità, sebbene garantita da un business plane ineccepibile ma pur sempre un Evento che, con annessi e connessi, avrebbe visto l’ipotetica luce negli anni a venire. Sull’onta del diniego alla Roma olimpica l’emozione ha fatto parlare tutti, si sono ascoltate le più disparate ipotesi, i più suggestivi giudizi e si sono scritti i più struggenti necrologi ma ora è già arrivato il momento di non pensarci più e di voltare pagina immediatamente. Si deve guardare oltre ed in una direzione ben precisa, delineata e chiara. Lo sport
professionistico a Roma rischia di scomparire. Questo è l’urlo disperato di Sport Club che sembra cadere costantemente nel vuoto. Una nostra vecchia battaglia di sensibilità mediatica che non avrà i ritorni planetari come le Olimpiadi ma quantomeno nazionali. La rugby Roma è sparita, la pallanuoto è affondata,il rischio che scompaia la pallacanestro Virtus se non trova un nuovo imprenditore è assolutamente concreto, la pallavolo vive in un limbo di incertezza e di totale distacco da par-
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te della proprietà tanto che ha portato alle dimissioni il suo direttore generale: che dobbiamo fare? Cominciamo a parlarne. Organizziamo un bel tavolo per un dialogo tra parti, tanto qui nella Capitale siamo i re. La possibilità che dalla prossima stagione ci si nutra di solo calcio in questa città è più che realistica e possibile e, allora si, che il popolo sportivo di Roma si sentirebbe privato di qualcosa di importante e vitale. E sarebbe la volta ‘bbona che si incazzasse pure. Altro che le Olimpiadi.
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focus
di Alessandro Cochi Delegato alle politiche sportive di Roma Capitale
Roma 2020 o no, ancora Capitale dello sport. Nonostante tutto Il no del Governo al sogno olimpico è stato certamente un brutto colpo per tutto lo sport italiano e romano. E non solo
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l di la delle considerazioni economiche e politiche sulla decisione, dell’occasione perduta, credo di poter dire, senza tema di smentite, che lo Sport nella nostra città, proprio in questo mese di febbraio, e nel prossimo futuro, ha dimostrato e dimostrerà di essere più vivo che mai, pronto a rilanciare la sfida e a dare lustro a Roma Capitale. Come non andare orgogliosi dei quasi 60.000 che hanno gremito l’Olimpico in occasione di Italia-Inghilterra di rugby, sfidando freddo ghiaccio, neve, blocchi del traffico se non con catene. Bravi agli uomini del Coni e della Protezione Civile capitolina che hanno permesso di giocare quando altrove sarebbe stato impossibile. Una nottata da non dimenticare. (Vero Diego
e Bruno?). Come non essere fieri degli oltre 13.000 protagonisti attivi sui 21 Km e poco più, della Roma Ostia, ormai ad alti livelli internazionali. Come non proiettarsi verso i prossimi grandi appuntamenti che certamente sapranno coinvolgere e regalare tante grandi emozioni. Parlo della Maratona di Roma ormai imminente, degli Internazionali di Tennis, del Concorso Ippico di Piazza di Siena, del Golden Gala di Atletica Leggera, eventi dal grande impatto mediatico, capaci di portare a Roma i più grandi protagonisti mondiali delle specifiche discipline e di coinvolgere un numero sempre crescente di spettatori. Aumentando anche il pil nonostante ..lo spread del ministro Gnudi, dove ogni punto vale per lui ben tre Olimpiadi (!). Non me ne voglia signor Ministro ma è una frase che ci vorrà un po’ di tempo per essere dimenticata da diversi cittadini romani ed italiani. Perciò ha perso chi non ha creduto nel progetto, evocando solo fantasmi, scandali e catastrofismi. Parlando troppo poco di Roma 1960 e di Barcellona 1992 per esempio e delle recenti riuscite di grandi eventi sportivi e non. La finale di Champions in fondo è solo del lontano…2009. Lo sport è più che mai vivo ed attivo. Merito di tanti dirigenti i quali, facendo leva sulla passione e grande professionalità, fanno in modo che gio-
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vani e meno giovani possano praticare sport, che si possano svolgere regolarmente i campionati di ogni disciplina ad ogni livello, fanno proselitismo e scoprendo nell’ insieme nuovi talenti. Fino a che tutto questo patrimonio, umano e tecnico, non sparirà, lo sport romano, Olimpiadi o no, continuerà ad essere protagonista. E mi piace mettere in piazza iniziative come quella dell’ Asd Piazza Bologna Corse, sconosciuto ai molti: un team motociclistico di un gruppo di amici che sono un impiegato, un meccanico, un carrozziere e un commesso, che hanno destinato le loro non troppo grandi risorse per affrontare una stagione con tante spese e senza alcun ritorno dal punto di vista economico. Il teatro della loro storia è Piazza Bologna, sono tutti nati e cresciuti in quel quartiere di “italica identità”. Così come i ragazzi del team Gajarda, questo il nome della prima monoposto costruita dagli studenti di Ingegneria dell'Università Sapienza di Roma. Auspicando poi che non siano altri cervelli in fuga, ma soprattutto chi come in questi casi ha realizzato i propri sogni di gloria… Aspettando magari Roma 2060 anziché 2020. Ma non fermerete gli sportivi, tutti nessuno escluso, ottimisti per natura ! Al contrario di chi non ha voluto investire nel futuro dei giovani e meno giovani del terzo millennio.
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cultura sportiva
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di Paolo Del Bene Direttore Sportivo A.S. Università Luiss Guido Carli
Il sogno infranto del popolo sportivo La speranza che molti sportivi avevano è stata infranta sul nascere. La motivazione principale è una sola: la crisi finanziaria e i provvedimenti economico-politici
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e parole del Presidente Monti sono state molto chiare: «Non ci sentiamo di prendere un impegno finanziario che potrebbe gravare in misura imprevedibile negli anni a venire». È innegabile che l’Italia stia vivendo un momento molto delicato e probabilmente non è responsabile impegnarsi in una spesa di questo tipo, ma al di là di questa scelta più o meno condivisibile, credo che il nostro paese stia vivendo un momento difficile non soltanto sul piano spor-
tivo, un momento che coinvolge diversi campi, non c’è un vero e proprio ricambio generazionale. Inoltre cosa non di poco conto, nel passato abbiamo visto come eventi di tale por tata sono stati gestiti con poca lungimiranza, i Mondiali di Calcio del 1990 e i Mondiali di Nuoto del 2009 hanno fatto vedere come le spese possano gonfiarsi in modo imprevedibile, e pur troppo ci hanno anche mostrato come tante infrastrutture non siano poi state completate o usate a dovere. Lo spor t in questo momento non riesce ad essere immune dal male atavico di questo paese, le cose che si fanno non hanno una visione rispetto al futuro e lo spor t pur troppo rispecchia questo stato di cose. Per tanto vedo questa fase dello spor t italiano come un segnale di una grave involuzione. Ora credo sia giusto discutere, confrontarsi, allargare il tavolo di discussione, sono convinto che ci sia bisogno di una scossa, di un progetto, in definitiva di una vera e propria riforma spor tiva, che coinvolga tutti i piani interessati: dalle scuole elementari ai massimi palcoscenici spor tivi. Questa idea sembra molto radicale poiché siamo culturalmente abituati a vivere lo sport in un certo modo, con diver-
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si limiti e pregiudizi, ma è essenziale cominciare poco a poco in un cambiamento. Non vorrei che queste mancate Olimpiadi siano il preludio di un tonfo ben più doloroso, non è giusto ricominciare solo quando si è toccato definitivamente il fondo. Sappiamo che lo spor t è par te integrante della nostra cultura ed è naturale che un momento politico così delicato abbia risonanza su ogni ambito delle nostre vite. Questa può essere l’occasione di rinascere tutti insieme, di appoggiare ai piani economici di risanamento, piani paralleli per rivitalizzare lo spor t. Cer tamente dovremmo andare in una direzione che abolisca sprechi inutili e che al contrario faccia fruttare le ricchezze del mondo sportivo. Vedo queste mancate Olimpiadi come un segnale in questa direzione. Le città ancora in corsa per ospitare i trentaduesimi Giochi Olimpici nel 2020 sono Baku, Doha, Istanbul, Madrid e Tokyo. Staremo a vedere se sapranno meritarsele, intanto quest’anno i Giochi vanno a Londra e tra quattro anni a Rio de Janeiro. Credo che dovremmo trasformare il rammarico che proviamo nel vedere le Olimpiadi così lontane, in forza per rialzarci e per ripensare seriamente al nostro spor t.
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diritto e rovescio
dell’Avv. Sabrina Rondinelli Specializzata in diritto dello sport Dottore di ricerca Fac. Giurisprudenza “La Sapienza” sabrina.rondinelli@uniroma1.it
Quanto è duro sostenere la propria squadra Illegittimo il rilascio della “tessera del tifoso” attraverso l’abbinamento obbligatorio ad una carta di credito ricaricabile emanata dall'istituto bancario incaricato inscindibilità del legame intercorrente tra la tessera del tifoso e la carta di credito emessa da un istituto bancario incaricato rappresenta infatti “una pratica commerciale scorretta ai sensi del Codice del Consumo. L’ordinanza resa dai Giudici del Consiglio di Sato viene a toccare uno dei temi più controversi della recente normativa contro la violenza degli stadi: “la tessera del tifoso” e le sue condizioni (nonché modalità) di rilascio. L’interpretazione fornita dal Consiglio di Stato potrebbe aprire nuovi scenari, sino a spingersi
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verso una declaratoria d’illegittimità o una mera revisione delle circa 800 mila tessere del tifoso sinora messe in circolazione da parte dei club calcistici. La Codacons e la Federsupporter si erano rivolte all’Autorità Antitrust italiana, segnalando il fatto che, in diversi casi, la compilazione dei moduli di richiesta per ottenere la relativa “tessera” comportava in via automatica e non opzionale l’emissione di una car ta cd.”revolving”. L’Antitrust italiana si era pronunciata per l’archiviazione della segnalazione di tale pratica commerciale, ritenendola corretta. Le parti avevano quindi impugnato il provvedimento innanzi al TAR del Lazio che ha respinto in fase successiva il ricorso. Ma in appello il Consiglio di Stato, ha stabilito che non è corretto ai sensi della disciplina generale dei diritti del consumatore, costringere il tifoso, che intenda sottoscrivere la tessera di affiliazione alla sua squadra del cuore (anche per poter usufruire dei relativi servizi, in primis l’ingresso nel settore dello stadio riservato alla tifoseria ospite), a sottoscrivere altresì una carta di credito, emessa da par te dell’istituto bancario. Si tratta della prima pronuncia resa da un organo giurisdizionale che prende esplicita previsione in merito ad uno dei temi più controversi della re-
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cente legislazione contro la violenza negli stadi:la tessera del tifoso. Quale sarà allora, l’epilogo finale della tessera del tifoso? La risposta non è facile, gia alla vigilia del deposito della sentenza del Consiglio di Stato, l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, ha sostenuto che “la pronuncia dell’organo amministrativo non influisce sulla legittimità della tessera del tifoso che continuerà ad essere necessaria per andare in trasferta”. Tuttavia, nella medesima presa di posizione viene precisato che tale pronuncia “riguarda soltanto l’abbinamento inscindibile tra la tessera del tifoso ed uno strumento di pagamento bancario” laddove si è voluto altresì sottolineare che l’ordinanza nulla ha a che vedere con le finalità proprie della tessera del tifoso”. Ma è proprio , a mio avviso, con riguardo a tali finalità che le pratiche commerciali connesse al suo rilascio hanno suscitato le maggiori perplessità, in ordina alle quali la stessa giustizia amministrativa ha precisato che la tessera del tifoso è stata “istituita per finalità di prevenzione generale in funzione di una maggiore sicurezza negli stadi”.Vedremo gli accadimenti futuri di questa tessera che doveva tutelare il tifoso, e invece il tifoso l’ha percepita come un incubo.
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focus
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di Pino Capua Consulente per il Sindaco per le politiche sportive del Comune di Roma
Un’occasione mancata Nel momento storico attuale ospitare le Olimpiadi del 2020 a Roma, sarebbe stato un onore ma anche un’opportunità di riscatto per l’intero Paese l parere negativo espresso dall’attuale governo rispetto alla candidatura della città di Roma, ha rappresentato secondo me un’occasione mancata per l’Italia intera. Il mio pensiero va in particolar modo a tutti quei giovani ancora in cerca di un’occupazione. Le Olimpiadi avrebbero dato loro qualche chance in più per avere finalmente uno sbocco lavorativo e, inoltre, avrebbero contribuito allo sviluppo a livello economico e infrastrutturale di tutto il Paese. Il sindaco Gianni Alemanno e i presidenti Pescante e Petrucci, non hanno nascosto la loro amarezza per questa decisione, dato anche l’impegno profuso a favore della candidatura della nostra Capitale. Lo stesso Pescante ha preferito dimettersi da vicepresidente del Cio, non per polemica contro il mancato appoggio del governo che stima e comprende, ma per un suo imbarazzo “a rappresentare un Paese che all’ultimo momento si è tirato indietro”. Petrucci da par te sua è sempre convinto che il progetto per Roma 2020 era ben fatto. “Si trattava di una candidatura 'seria e credibile' ma il momento economico non lo consentiva e il mondo dello sport rispetta la decisione del Governo”. E’ plausibile che pur di fronteggiare una seria
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crisi economica si impongano agli Italiani dei sacrifici, ma al popolo bisogna dare anche delle motivazioni, delle opportunità, dei segnali di fiducia nel futuro. Bisogna far crescere il Paese anche con degli investimenti non solo con dei tagli. Nel Piano strategico di sviluppo di Roma Capitale era indicata una Pianificazione, appunto strategica, come strumento capace di intervenire in un contesto di forti vincoli di bilancio e si proponevano degli obiettivi tra cui ricordo in particolare: un’amministrazione amica dello sviluppo e dei cittadini, per superare le inefficienze e l'arretratezza che hanno determinato un muro tra la burocrazia capitolina e la società romana,le imprese e i cittadini; un nuovo equilibrio nella struttura urbana, per riordinare e sviluppare il sistema infrastrutturale e il modello di mobilità, governare l’assetto urbanistico con una forte attenzione alle periferie, puntare a una più elevata qualità ambientale in termini di efficienza e di risparmio delle risorse, quelle energetiche innanzitutto; una cittadinanza attiva in una comunità partecipata, affidata alla nuova e solidale interpretazione dei diritti e dei doveri di ogni cittadino e di ogni immigrato, secondo i principi di sussidiarietà e reciprocità; una
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Capitale della qualità, della formazione, della ricerca e della cultura, per la competitività delle imprese, la formazione dei giovani e dei lavoratori; una dimensione internazionale di Roma Capitale, attraverso un nuovo ruolo delle istituzioni di eccellenza, preposte all’alta formazione, rendendole competitive in particolare nell’area mediterranea, del turismo, degli eventi culturali e spor tivi, di progetti che proiettino la città nello scenario mondiale. Ha ragione chi afferma che non bisogna lasciarsi prendere la mano dal perseguire programmi grandiosi e colossali di realizzazione e di sviluppo: un’ esagerata forzatura in tal senso sarebbe incappata in costi proibitivi, ma non bisognava partire da zero per dar vita ad un evento sportivo economicamente sostenibile. Costruire cattedrali nel deser to non ser ve. Roma, del resto, possiede un buon parco impianti: senza commettere follie la Capitale avrebbe avuto le carte in regola per ospitare delle Olimpiadi, forse più economiche, ma più umane e non meno ricche di fascino, se si pensa agli splendidi scenari che la città offre a costo zero. A Roma l'Olimpiade avrebbe trovato la sua cornice ideale: lo sport al centro della cultura plurimillenaria della Città Eterna.
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rugby
] di Paolo Cecinelli Caporedattore centrale La7 Spor t RugbyLa7
La solitudine dei numeri 10
C Daniel Carter
antava Francesco De Gregori “Un calciatore non si giudica mai per un calcio di rigore...”, commentando le sventure dal dischetto di Bruno Conti, Ciccio Graziani o Paulo Roberto Falcao. Tanta arte che si sgretolava sul dischetto nei momenti cruciali. Sembra però che nel rugby le cose siano un pò differenti. Se sbagli un calcio decisivo sparisci nell'anonimato. Agli specialisti dalla piazzola, considerando anche il diverso grado di difficoltà rispetto ai rigoristi del pallone, è richiesto un livello di infallibilità che non ha uguali nel mondo del calcio dove agli ar tisti dal tocco geniale è concessa più di una distrazione. Nel rugby no, i calciatori devono essere dei veri cecchini. Freddi, glaciali, capaci di non farsi condizionare da un improvviso refolo di vento sul collo che gli fa gelare la schiena, insensibili al compor tamento del pubblico e insensibili anche al momento della par tita. Devono essere dei calcolatori. "È tutta una questione di allenamento, tecnica e testa" racconta Jonny Wilkinson in una delle sue biografie. Allenamento quasi maniacale il suo, viene da aggiungere. Nel periodo d'oro della sua carriera (quando
giocava con la squadra del Newcastle Falcons) teneva sempre in auto una sacca con quattro palloni, una pompa super professionale, ed un piccolo strumento per misurare la pressione di gonfiaggio. Jonny si fermava sul ciglio della strada appena poteva. Gli bastava una porta ed un campo non necessariamente d'erba. Un'ora e mezza a calciare palloni. 40-50 volte a provare posizioni e rincorse. A capire come colpire il pallone. Da sotto, con il collo, con la par te interna del piede. Un'infinità di varianti per non parlare della posizione sul suppor to di plastica che regge il pallone in piedi. Ma non è finita perchè in una fase successiva ci si dedica anche all'effetto da imprimere all'ovale. A banana oppure contrario. Come fosse uno swing nel golf o come fosse la battuta di un tennista. I materiali si sono evoluti moltissimo. Le tecniche anche. Calciare un pallone di oggi è molto più facile che negli anni '70 quando erano di cuoio e dopo dieci minuti sotto la pioggia cambiavano peso e forma diventando delle saponette incontrollabili. Foto bianco e nere che ricordano i calciatori del passato. Quando c'era
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vento, o il campo era troppo duro, il tallonatore si sdraiava a terra e teneva il pallone diritto con un dito sulla punta superiore facendo attenzione a toglierlo un attimo prima del calcio. Il neozelandese Daniel Carter da bambino si è allenato nel giardino di casa. Suo padre aveva fatto montare una por ta dietro il caseggiato e il piccolo Daniel calciava l'ovale dalle posizioni più disparate. Su Youtube potete trovare un simpatico video in cui l'aper tura AllBlacks prova a centrare i pali dalla strada. Più si va indietro negli anni, più i racconti sono coloriti e forse anche romanzati. Negli anni '60 si calciava di punta ma le scarpe dei giocatori di rugby avevano la punta quadrata con un rinforzo di metallo. Calciavano quelli più grossi perchè più for ti. Si credeva che la gittata di una pedata fosse direttamente proporzionale alla forza del giocatore. Stile zero. Inguardabili. Negli anni '70, invece, arriva la grande trasformazione tecnica e stilistica. Ci pensano i gallesi, eleganti da far invidia ad un barone. Piedi piccoli, scarpe leggere e movimenti flessuosi. Un tocco e... zac! Il pallone arrivava dall'altra par te del campo.
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rugby
Jonny Wilkinson
] La nazionale di rugby è alla ricerca del mediano d'apertura. Un ruolo che dopo Diego Dominguez ha visto alternarsi tredici giocatori in nove anni
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[ ] LO STADIO OLIMPICO PER LA RISCOSSA cover
Incredibile attesa e spasmodica “caccia al biglietto� per la seconda ed ultima partita casalinga degli azzurri contro la Scozia foto FIR/Getty Images
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bituati al catino del Flaminio, con gli spalti a picco sul prato, casa del rugby azzurro dall’esordio nel Torneo il 5 febbraio del 2000 – e chi se la dimentica la vittoria per 34-20 sulla Scozia? – all’inizio i tifosi dell’Italrugby, non tutti ma qualcuno sì, di fronte all’Olimpico hanno un poco storto il naso. Troppo grande, troppo lontano dal campo, inevitabilmente destinato a non essere pieno. Qualcuno, forse, si è financo preoccupato di pericolose contaminazioni, temendo di veder trasformata la festa del 6 Nazioni in qualcosa di diverso, di meno pulito. L’11 febbraio ha spazzato via in un colpo tutte le preoccupazioni, oltre ai tanti centimetri di neve caduti improvvisamente su Roma e sul parco del Foro Italico: per la sfida al XV della Rosa l’Olimpico era tutto esaurito e solo le condizioni meteo a dir poco ingenerose che hanno avvolto l’Italia in quel fine settimana hanno fatto sì che circa quindicimila possessori dei biglietti per la prima volta del 6 Nazioni nella casa di Roma e Lazio e della grande atletica internazionale del Golden Gala non fosse straboccante di pubblico. Ma chi c’era, chi ha vissuto le ore precedenti al calcio d’inizio, chi – è il caso, tra gli altri, del direttore degli impianti del CONI Diego Nepi – ha passato la notte precedente nella pancia dello Stadio per consentire al francese Garces di dire che sì, si poteva giocare, ha vissuto uno delle giornate più magiche e brillanti da punto di vista organizzativo che lo sport italiano possa ricordare. Sul campo, avrebbe potuto essere altrettanto, forse anche di più perché mai come quell’11 febbraio Parisse e compagni sono andati ad un passo dalla vittoria – sarebbe stata la prima di sempre – contro il Paese che il rugby lo ha inventato quasi duecento anni fa. Di rapina la meta di Venditti che ha strappato il primo boato ai tifosi, indimenticabile la galoppata dai propri ventidue sino in mezzo ai pali di Tommy Benvenuti, uno dei golden boy dell’Italrugby che ha messo tutti nelle condizioni di passare l’inter vallo del match riscaldati dall’entusiasmo di un successo alla portata. Poi le cose hanno preso una piega diversa, un errore difensivo ha rimesso gli inglesi in partita e tutti sappiamo come quel 15-19 finale abbia lasciato l’amaro in bocca a Sergio Parisse, immenso trascinatore del gruppo azzurro, ed a tutta la squadra. Ma, come ha fatto giustamente notare il collega Ales-
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] sandro Fusco, penna ovale de “Il Tempo” strappata al football americano, per i tifosi vecchi e nuovi presenti quel giorno la percezione è stata quella della vittoria. Questa è la grande, meravigliosa forza del rugby italiano e dei suoi fans, un qualcosa che non sembra oggi aver riscontro altrove. Così, due settimane dopo a Dublino sono saliti cinquemila – sì, CINQUEMILA – tifosi italiani ma, soprattutto, la prevendita per la partita contro la Scozia del 17 marzo (probabilmente state leggendo Sport Club proprio sugli spalti dell’Olimpico prima del calcio d’inizio) ha accelerato improvvisamente e nemmeno la brutta prova contro i verdi d’Irlanda (42-10 nell’astronave dell’Aviva Stadium) ha modificato il ritmo con cui i biglietti per la sfida agli highlanders sono andati bruciati, esauriti. Se con l’Inghilterra, vuoi anche per la buona presenza di tifosi ospiti stimabile in sette/ottomila sudditi di Sua Maestà, il soldout era tutto sommato qualcosa di immaginabile, in pochi avrebbero scommesso su uno Stadio Olimpico pieno per la par tita che, spesso e volentieri, assegna il cucchiaio di legno. Invece, et voilà, ad una settimana dalla partita trovare un biglietto per l’Olimpico è diventato virtualmente impossibile, con buona pace di tutti coloro che avevano stor to il naso all’idea di abbandonare il vecchio, caro Flaminio. Presentando il Sei Nazioni ai primi di gennaio il Presidente della FIR Giancarlo Dondi, con prevendite già consistenti per l’Inghilterra in tasca, aveva detto che con un buon successo di pubblico tornare in uno stadio meno capiente avrebbe avuto poco senso ed aveva parlato dell’Olimpico come di una nuova grande sfida. Dondi, di sfide, se ne intende: ha traghettato l’Italia nel Sei Nazioni due anni dopo la sua prima elezione nel 1996; ha aper to all’ingresso italiano in Celtic League, creato le accademie federali, reso la FIR un’azienda fiorente ed una delle più ricche federazioni del panorama nazionale. Con l’Olimpico, lui ed i suoi collaboratori hanno vinto ancora una volta, por tando oltre 120.000 persone allo stadio in due par tite concentrare in poco più di un mese, avvicinato al rugby migliaia di nuovi appassionati affascinati dall’atmosfera dentro e fuori lo stadio, con il suggestivo Terzo Tempo Peroni Village organizzato in una cornice unica, quello dello Stadio dei Marmi. Tornare indietro, adesso, sarà davvero difficile.
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18 Febbraio 2012 LA “DEL MONTE FINAL FOUR” SERIE A1
Luca d’Ambrosio
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rugby
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LA SFIDA CHE INFIAMMA GLI UNIVERSITARI E’ tutto pronto per il IV atto dell’ormai rituale incontro tra le formazioni di rugby dell’ASD LUISS Roma e dell’ASD Bocconi Milano che si disputerà sabato 17 marzo al Campo Cus di via di Tor di Quinto 64 di Roma. di Danila Di Biase
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evento, denominato ‘UNIMATCH LUISS-Bocconi’, è nato quattro anni fa da un’idea dell’Associazione Sportiva LUISS, che ha potuto fare affidamento sin da subito sulla collaborazione dell’Università Luigi Bocconi di Milano, oltre che sul patrocinio della Federazione Italiana Rugby (FIR) e del Comitato Regionale Rugby Lazio. Il Vice Presidente Esecutivo dell’A.S. LUISS, Francesco Spanò si esprime così sull’UNI-Match LUISS-Bocconi: “Essere arrivati al 4° anno di questa manifestazione è qualcosa che ci rende orgogliosi e felici, perché questa sfida è diventata ormai una ‘classica’ ed è molto importante per le nostre Università. Rimane forte il messaggio che vuole trasmettere quest’evento, ovvero quello, da un lato, della competizione strettamente sportiva che si limita al campo da gioco, e dall’altro l’importanza che ha lo sport di fortificare il senso di amicizia tra ragazzi. I giocatori che scenderanno in campo sono studenti che in futuro faranno parte della nostra classe dirigente, quindi è anche attraverso momenti come questi che l’Università deve permettere loro di fortificare i valori più alti dello sport ma soprattutto della vita, che spesso si equivalgono.” Un impegno che conferma quanto le due società sportive vogliano portare anche in Italia, come succede oltre-Manica, quell’atmosfera magica che si respira in prossimità di un match così importante ed emozionante tra due realtà in costante crescita. L’obiettivo dell’ASD LUISS e dell’ASD Bocconi è stato quello di far diventare que-
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sta gara, che si disputa con cadenza annuale, la ‘classica’ sportiva più attraente tra le sfide universitarie del nostro Paese. Per il quarto anno consecutivo, quindi, le formazioni di rugby delle due Università si sfideranno all’insegna del fairplay per ottenere una vittoria importante sul campo e poi festeggiare comunque tutti insieme nel successivo ‘terzo tempo’, come concerne ad ogni sfida di questo sport che si conferma nobile e portatore di sani principi ed alti valori. La sfida tra le due squadre vede attualmente la formazione milanese in vantaggio per 2-1, dopo la vittoria dell’anno scorso che le ha permesso di portarsi avanti in questa competizione tra due team che anno dopo anno lavorano per crescere e diventare esempi vincenti a livello Nazionale. E’ Paolo Del Bene, Direttore Sportivo dell’A.S. LUISS, a parlare di quest’importante appuntamento per tutto il movimento sportivo dell’Università romana: “Abbiamo creato quest’evento con l’obiettivo di rafforzare il valore della competizione sana, tra gli studenti di due Atenei prestigiosi come la LUISS ‘Guido Carli’ e la Bocconi di Milano, che ha già dato lustro alla storica sfida tra Oxford e Cambridge che ogni anno prendono parte al ‘Varsity Match’ in Inghilterra. Siamo felici di poter ospitare la squadra della Bocconi e siamo certi che vivremo una giornata all’insegna dello sport e dell’amicizia”. Alessandro Ciarlo, Presidente dell’Associazione Sportiva Bocconi, manifesta il suo entusiasmo per il quarto appuntamento dell’“Uni-Match LUISS-Bocconi”: “Questa manifestazione riscuote molto interesse all’interno del nostro Ateneo, con gli studenti che magari non prestano molta attenzione ai risulta-
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ti delle squadre di calcio, di basket, ma questo match è molto sentito anche da coloro i quali non vi partecipano. La novità di quest’anno per noi è che faremo una cena con i Laureati romani della Bocconi, e a questa serata parteciperà anche il Direttore dell’Associazione Laureati Bocconi, Gianfranco Minutolo. Sarà un modo per rivedere i nostri ex-studenti e per presentare loro la squadra di rugby che poi il giorno dopo scenderà in campo. Per quanto riguarda la partita in sé, sarebbe meglio se vincesse la LUISS per pareggiare i conti e rendere così ancora più entusiasmanti le gare dei prossimi anni, anche se ovviamente farò il tifo per la mia squadra”. Ludovico Bruschini e Andrea Paolucci, rispettivamente Capitano e vice-Capitano della squadra di rugby dell’A.S. LUISS, commentano così l’impegno del prossimo 17 marzo: “Siamo consapevoli che questa sia la partita dell’anno, che attendiamo sempre con concentrazione e che speriamo questa volta ci permetta di gioire e pareggiare i conti con i ragazzi di Milano. E’ un appuntamento a cui teniamo in maniera particolare, anche perché speriamo che possa permettere ad uno sport come il rugby, che in Italia è considerato, di diffondersi il più possibile, soprattutto all’interno della nostra Università. Sarà anche questa volta una bellissima sfida, che noi ovviamente speriamo di vincere, ma poi una volta usciti dal campo di gioco finiranno tutte le ostilità e prolungheremo il nostro terzo tempo assistendo al match del ‘Sei Nazioni’ Italia-Scozia, che ci permetterà di conoscerci meglio con i nostri avversari e fortificare il legame di rispetto e amicizia con loro, fattori che hanno già contraddistinto le precedenti edizioni”.
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A Debrecen dal 21 al 27 maggio va in scena l’Europeo di nuoto. La città ungherese ospita la rassegna in sostituzione di Anversa, attanagliata dalla crisi economica
IL NUOTO AZZURRO SI SPOSTA: DA RICCIONE A LONDRA, PASSANDO PER DEBRECEN di Massimiliano Morelli
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arà anche stavolta disciplina capace di dare soddisfazione al comitato olimpico nazionale. Il nuoto ormai non è più sorpresa, ogni quattro anni riesce a incrementare il bottino di medaglie della spedizione azzurra. Non interessa sapere di chi siano i meriti del presente né le responsabilità dei risultati che prima non arrivavano. Roba che dopo anni di interrogativi e delusioni (dicevamo sempre, magari in maniera qualunquista: ma
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come è possibile che un Paese circondato da tanto mare non riesce a produrre campioni?) e qualche sprazzo di gioia (la Calligaris e Marcello Guarducci, tanto per citare due nomi storici dell’ar te natatoria) quando sono arrivati i primi allori s’è cominciato – finalmente – a pensare in grande, pur continuando a volare bassi. Sogni, tanti, molteplici aspirazioni. Per tutti, nessuno escluso. Sogni come quelli che vive la romana Alessia Filippi, che fantastica Londra 2012 pur consapevole del fatto che il ritorno in vasca, avvenuto in occasione dei campionati italiani assoluti primaverili di Riccione, avrebbe potuto crearle qualche grattacapo. «Per questa stagione – aveva spiegato alla vigilia - arrivando da due anni difficili, a livello di risultati è tutto un po’ incer to ma sognare in grande non costa nulla». Poi aveva aggiunto: «Sicuramente in vasca si presenta una nuova Alessia: più professionista e pre-
parata mentalmente. Quindi ora penso a nuotare, poi imposteremo il resto della stagione». Una stagione che, scavalcato l’appuntamento sulla riviera romagnola, por terà gli azzurri prima a Debrecen, in Ungheria, per i Campionati europei in programma dal 21 al 27 maggio, poi a Londra, sede dei Giochi, dal 28 luglio al 4 agosto. Sogni, tanti, scrivevamo. Come quello di Paolo Bossini, che a Riccione è tornato in vasca dopo più di un anno di assenza dalle competizioni dopo che gli diagnosticarono un tumore linfatico. «In soli 5 mesi, da quando ho ricominciato ad allenarmi, ho perso 22 chili», ha spiegato il nuotatore del Canottieri Aniene, che ha alle spalle due esperienze olimpiche: fu quar to nel 2004 e ottavo nel 2008. E l’Olimpiade la sogna anche Erika Ferraioli, argento nella 4x100m all’Europeo di Eindhoven nel 2008 e bronzo sempre nella staffetta 4x100m all’Europeo in vasca cor ta di Stettino del 2012.Ma prima c’è la
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rassegna continentale di Debrecen, nello “Swimming Pool Complex” dove mancherà la Russia, a meno di smentite dell’ultima ora. Lì, a due ore di volo dall’Italia, si disputerà un Europeo anomalo, visto e considerato che si ritorna in Ungheria a distanza di appena cinque anni, complice la rinuncia all’organizzazione da par te della città di Anversa, priva di risorse economiche per un appuntamento del genere. L’Europeo di nuoto sincronizzato invece si svolgerà a Eindhoven in data ancora da definire. E la città olandese, che ha già ospitato l’Europeo di pallanuoto, sarà anche sede del torneo continentale di tuffi dal 15 al 20 maggio. Ultima annotazione, prima degli Assoluti erano qualificati all'Olimpiade di Londra 2012 i medagliati a livello individuale del Mondiale di Shanghai 2011: Federica Pellegrini, oro nei 200 e 400 stile libero, Fabio Scozzoli, argento nei 50 e 100 rana e Luca Dotto, argento nei 50 stile libero.
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maratona
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IL 18 MARZO
LA MARATONA DI ROMA DIVENTA UN FILM La 18^ edizione della Maratona di Roma Acea si svolgerà il 18 marzo 2012 con partenza (ore 9.00) e arrivo nel cuore della romanità: il Foro Romano di Marta Centra
er questa edizione è stato ulteriormente migliorato, rispetto agli ultimi anni, ciò che rende la prova capitolina unica al mondo: il percorso. Quarantadue chilometri di arte, archeologia, architettura, storia millenaria della Città Eterna. Ecco cosa attende i partecipanti della Maratona di Roma, ormai stabilmente nel gotha mondiale per qualità tecnica e numero d'iscritti (oltre 16.000), addirittura la più bella del mondo secondo la rivista di running più letta in Europa, Runner's World UK. Oltre 500 monumenti e meraviglie aspettano i runner lungo il tracciato di 42,195 chilometri. Tra questi, Bocca della Verità, Piazza San
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Pietro, Piazza Navona, Fontana di Trevi, Piazza Venezia, Fori Imperiali, Piazza del Popolo, Circo Massimo, Piramide. E sempre più numerosi sono i podisti stranieri che apprezzano l'evento: il 43% degli iscritti, infatti, provengono da oltre 80 paesi esteri. E proprio grazie al fascino intramontabile del percorso, la Maratona di Roma 2012 è stata scelta dalla casa cinematografica statunitense “26.2 Productions” come set per il sequel della fortunata pellicola “*Spirit of the Marathon”, *vincitrice di due premi internazionali di cinematografia. Il lungometraggio* “Spirit of the Marathon II – La Maratona di Roma”* sarà girato durante l’evento e uscirà nelle sale di tutto il mondo nel 2013, celebrando così la Capitale a livello universale. Oltre al gradimento del grande pubbli-
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co anche la qualità degli atleti internazionali è cresciuta nel tempo: la Maratona di Roma, infatti, è la prova sulla distanza italiana che detiene le migliori prestazioni assolute in campo maschile e femminile (rispettivamente 2:07.17 e 2:22.53). L'edizione numero 18 sarà come sempre ricca di atleti internazionali di grande valore, sia in campo maschile che femminile, sia per ciò che concerne la gara riservata ai disabili, che tra l’altro vedrà al via Alex Zanardi. L’evento capitolino, come di consueto, farà vivere alla città una giornata indimenticabi-
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maratona
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le grazie anche alle migliaia di cittadini che partecipano alla “RomaFun - La Stracittadina", la passeggiata non competitiva di 4 chilometri. Oltre 85.000 gli iscritti della passata edizione: un numero che potrà essere raggiunto ancora una volta grazie alle dozzine di charity che hanno aderito al RomaFun Charity Program, il progetto di solidarietà per loro ideato. Come da tradizione, la maratona vivrà già nei giorni precedenti la gara grazie al Marathon Village, il grande expo che dal 15 al 17 marzo aprirà i battenti al Palazzo dei Congressi dell'Eur, con
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120 espositori del settore presenti e molteplici eventi sportivi e culturali in programma. Infine l’altra novità di questa edizione. Oltre che sul territorio nazionale con la diretta di 4 ore su LA7, la Maratona di Roma 2012 sarà trasmessa, per la prima volta nella storia dell’evento, in diretta in altri 50 paesi del mondo. Insomma, gli occhi di tutto il mondo saranno puntati sulla Capitale il 18 marzo, per ammirare le bellezze di una città unica al mondo attraverso un evento sportivo divenuto ormai patrimonio nazionale.
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pesistica
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SOLLEVAMENTO PESI: PRIMA DELLA VITTORIA IL CAMBIAMENTO Il presidente Antonio Urso spiega come è mutata una federazione che ieri si chiamava Fipfc e oggi Fipe di Massimiliano Morelli
nno olimpico, con il mirino diretto su Londra. Un obiettivo impor tante, cui puntano gli atleti di ogni disciplina. Compresi i ragazzi del sollevamento pesi, che si allenano e preparano la trasfer ta europea di Antalya, in Turchia, per agguantare il pass. Un appuntamento fissato ad aprile per il quale si sta lavorando in palestra così come negli uffici federali, dove si ragiona anche sul presente e sul futuro di una federazione solida e pun-
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tuale nelle sue manovre. Il presidente Antonio Urso spiega da par suo le novità della Fipe (Federazione Italiana Pesistica) e gli sviluppi significativi sul piano della qualità, sottolineando anche l’entità e la varietà della proposta. In maniera particolare sotto il punto di vista dei tecnici. Presidente Urso, esiste oggi una nuova classificazione dei tecnici? «Il Consiglio federale ha deliberato il nuovo sistema di classificazione dei Tecnici Fipe, i nuovi regolamenti e programmi didattici dei Corsi di formazione e le nuove modalità di aggior-
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namento per il mantenimento delle qualifiche federali che di seguito illustriamo». Qual è la principale innovazione? «La principale innovazione riguarda la nuova classificazione dei Tecnici federali che dai vecchi 4 livelli passa ai nuovi tre livelli: 1° Livello “Allenatore-Personal Trainer”; 2° Livello “Istruttore-Personal Trainer Senior”; 3° Livello “Personal Trainer Master - Spor t Specialist”». Le qualifiche acquisite sino a oggi restano pienamente valide? «Si, ma non saranno più alimentate; dal 2012 i Corsi di Formazione attribuiscono le nuove denominazioni». Cosa consentono le innovazioni nella classificazione e la riforma strutturale dei regolamenti tecnico-didattici dei Corsi di Formazione? «Consentono anche di razionalizzarne lo svolgimento pratico e di renderlo maggiormente coerente e integrato con tutti i diversi piani di formazione, aggiornamento ed alta specializzazione offer ti dalla Fipe e da Nsca Italia». Parliamo dunque di modifiche in toto? «Cer to, le modifiche non riguardano solo gli aspetti formali ma anche e soprattutto quelli tecnici e programmatici dei regolamenti didattici; pur mantenendo e incrementando le ore di pratica della disciplina olimpica della
pesistica, si è cercato di soddisfare la sempre crescente richiesta di “professionalità” proveniente dal mondo dello “spor t” e dunque delle Federazioni spor tive nazionali riconosciute dal Comitato olimpico nazionale, nonché dal vasto mondo del fitness e del wellness che all’interno del mondo spor tivo oramai si collocano». Sono riforme collegate allo Statuto? «Queste novità si accompagnano non solo cronologicamente alla più importante riforma
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dello Statuto federale degli ultimi decenni, che ha visto la trasformazione della vecchia Fipcf in Fipe e l’ingresso non casuale del fitness e del wellness tra gli oggetti dell’attività di competenza federale, come vere e proprie attività spor tive: fare fitness e wellness d’ora in poi significherà a tutti gli effetti fare spor t, e la Fipe si candida autorevolmente con i propri tecnici ad acquisire autorità ed autorevolezza necessarie per diventare l’eccellenza nel sistema della formazione sportiva italiana».
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[ ] TRE METRI SOPRA L’ACQUA esercito
Noemi Batki, la tuffatrice dell’Esercito, è già in volo verso Londra di Stefano Mappa l 1°caporal maggiore Noemi Batki, ef fettiva da 2007 al Centro Spor tivo Olimpico dell’Esercito, nasce a Budapest (Ungheria) il 12 ottobre 1987 ed all’età di 3 anni si trasferisce in Italia con la mamma Ibolya Nagy, nota tuffatrice Ungherese degli anni novanta e da sempre sua allenatrice. Nel corso della carriera da atleta, Noemi ha conseguito numerosi ed importanti risultati nazionali ed internazionali; tra questi spiccano la medaglia d’oro al “Grand Prix FINA” di Roma in coppia con Francesca Dallapè dal trampolino dei 3 metri e la medaglia d’argento e di bronzo conquistate con Tania Cagnotto, rispettivamente, al “Grand Prix FINA” di Montreal (Canada) dalla piattaforma dei 10 metri ed in Coppa Europa a Stoccolma (Svezia) dal trampolino dei 3 metri. A Bangkok (Thailandia), in occasione delle Universiadi del 2007, Noemi ottiene il suo primo oro individuale, nella prova dal trampolino di 1 metro. Sempre lo stesso anno, in campo nazionale, si lau-
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rea per due volte campionessa Italiana nel sincro dai 3 metri ed ottiene un terzo posto dal trampolino dei 3 metri. Il 2008 segna un anno molto importante per la carriera della giovane tuffatrice dell’Esercito Italiano: alla Coppa Europa di Stoccolma (Svezia), nella prova del sincro dai 3 metri conquista un oro con il caporal maggiore Francesca Dallapè (Esercito) ed un argento con Tania Cagnotto nella prova dalla piattaforma dai 10 metri, mentre è agli Europei di Eindhoven (Olanda) che arriva la prima medaglia importante della sua carriera: il bronzo nel sincro dai 10 metri, con Tania Cagnotto. Lo stesso anno, in coppia con Francesca Dallapè, conquista il pass per le Olimpiadi di Pechino nella prova del sincro dai 3 metri, impegno che affronterà classificandosi al sesto posto assoluto. Ai Campionati Europei 2010 di Budapest (Ungheria), si aggiudica un argento dalla piattaforma dei 10 metri, mentre agli Europei del 2011 di Torino, con il punteggio di 346.35 punti si laurea campionessa d’Europa dalla piattaforma dei 10 metri e si aggiudica il
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pass per i Giochi Olimpici di Londra 2012. Noemi Batki è stata la prima atleta azzurra della Federazione Italiana Nuoto ad aggiudicarsi il “pass” per i Giochi Olimpici di Londra 2012. Come ti sei preparata per conseguire questo importante traguardo? Il 2011 è stato un anno di duro lavoro e di sacrificio, alla ricerca, dopo l’argento dell’europeo di Budapest, di una conferma e di uno sbocco sul panorama mondiale, in vista delle Olimpiadi. Ho avuto la possibilità di fare due collegiali all’estero che mi hanno permesso di confrontarmi con diverse realtà, al termine dei quali ho lavorato con costanza e intensità alla ricerca di quell’insperato oro di Torino che mi ha poi garantito la sicurezza della partecipazione ai Giochi. Quali sono le emozioni e le persone legate a questa importante qualificazione? La vittoria dell’europeo di Torino è stata una piccola sorpresa, in quanto puntavo indubbia-
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mente al podio ma la vittoria e la conseguente qualificazione era un pensiero a cui non avevo dato troppo peso, per non caricarmi di ansie inutili. La medaglia dell’anno prima era stata un’emozione indescrivibile e tuttora credo di poterla definire la più grande della mia vita, ma essendo stato il mio primo exploit non ero certo arrivata a Torino con la sicurezza di una campionessa rodata che voleva difendere il titolo. Mia madre/allenatrice, Nagy Ibolya e il mio preparatore atletico, Fabrizio Mezzetti, sono indubbiamente le persone che, con la loro stretta collaborazione, mi hanno garantito la stabilità e il sostegno necessari che mi hanno permesso di crescere a ritmi vertiginosi e ad arrivare al top in pochissimo tempo. Devo ringraziare però anche il Centro Sportivo dell’Esercito, senza il cui appoggio non avrei potuto lavorare in serenità. Come stai preparando la tua seconda esperienza ai Giochi Olimpici? Mi sveglio alle 7 per iniziare la prima sessione di allenamento alle 8:30. Inizio con un’ora di ginnastica a secco (con il preparatore) per poi allenarmi in acqua fino alle 11 circa. La pausa pranzo preferisco passarla a casa, riposandomi e preparandomi mentalmente per la sessione del pomeriggio, che generalmente è un po’ più impegnativa. Alle 14:30 sono di nuovo in piscina, e dopo un’oretta di riscaldamento a bordo vasca entro in acqua a tuffarmi fino alle 16:45, al cui termine talvolta effettuo ancora un piccolo potenziamento muscolare aggiuntivo, che dipende dal carico di lavoro del periodo. Quale ricordo porti dentro di te, dei Giochi Olimpici di Pechino 2008? Allo stesso momento mi sembra passato un sacco di tempo, oppure solo un anno. Pechino è stato un importante traguardo della mia vita, che mi ha permesso di coronare il percorso di 4 anni, svolto in coppia con la mia compagna di tuffi sincronizzati Francesca Dallapè. Alla nostra prima Olimpiade abbiamo vissuto l’esperienza con quello stupore e meraviglia caratteristici di chi si gode il momento, ma anche con un pizzico di incoscienza in quanto non avevamo niente da perdere, essendosi qualificate solo 8 coppie, il risultato era assicurato; inoltre, gareggiando il primo giorno non abbiamo fatto in tempo a renderci conto della moltitudine di persone sugli spalti e della rilevanza dell’evento. Pechino 2008: se potessi tornare indietro, quali errori o esperienze non ripeteresti e
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esercito
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quali gioie vorresti rivivere? Non penso vorrei cambiare le cose e non vorrei nemmeno tornare indietro. L’unica cosa che tuttora mi infastidisce un po’, è stato il piccolo errore nel mio ultimo tuffo che non mi ha permesso di essere pienamente soddisfatta della mia prestazione; sicuramente ho imparato qualcosa da quell’esperienza e tutto quello che ho vissuto mi ha fatto crescere e diventare quella che attualmente sono. A Londra mi presento come un’atleta affermata, in una specialità individuale, e mi gioco tutto. In gara siamo una trentina e non ho più le garanzie di Pechino. Questa è una sfida personale e intendo portarla fino in fondo. Ibolya Nagy, nota tuffatrice ungherese degli anni ‘90 è la tua attuale allenatrice, ma anche la tua mamma. Come riesci a gestire il doppio ruolo di atleta e figlia? Sono veramente contenta di potermi allenare con mia mamma, il nostro rapporto è molto proficuo, ci conosciamo a vicenda e sappiamo i nostri limiti. Tuttavia questo non ci impedisce di migliorare giorno dopo giorno e lei riesce sempre a stimolarmi ad evolvermi ed a ricercare la perfezione giorno dopo giorno. Non nego che ci sono stati periodi meno sereni, ma senza gli scontri non c’è crescita. Ci sono stati momenti difficili nella tua carriera da tuffatrice? Ci sono stati vari momenti in cui il mio coraggio ha vacillato, in quanto i tuffi sono uno sport in cui ci vuole una buona dose di incoscienza e spavalderia. In particolare all’età di 13 anni ho dovuto allontanarmi per un po’ dalla piscina in quanto le tensioni avevano superato il divertimento. Ma la passione è riaffiorata dopo circa 10 mesi e da lì non mi sono più fermata. Qual è stato il momento della tua vita da donna che porti nel tuo cuore con grande orgoglio? Purtroppo o per fortuna i miei momenti migliori sono ancora tutti legati allo sport, in quanto sono ancora in una fase della vita in cui mi dedico interamente a questo aspetto. Le mie emozioni più grandi sono legate all’europeo di Budapest, che ha segnato il mio debutto nel mondo dei campioni, e mi sono commossa quando la mia dedica della medaglia che avevo fatto ai soldati in Afghanistan è stata non solo ascoltata ma anche apprezzata dagli stessi destinatari che per un lungo periodo mi hanno mandato messaggi di ringraziamento online. È stato meraviglioso scoprire che con un così piccolo gesto, si può ottenere così tanto.
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Pensi che lo sport riesce ancora a trasmettere “sani valori” tra i giovani di oggi? Credo assolutamente che uno dei compiti di uno spor tivo sia trasmettere al fianco delle emozioni e delle gioie anche i valori e i principi necessari per ottenerli. Lo sport fine a se stesso non porta lontano, penso che il poter diffondere una buona morale di quello che si sta facendo sia uno degli obiettivi più intriganti di noi atleti, perché comporta innanzitutto la necessità di comportarsi da esempio, inoltre la riscoperta continua di noi stessi man mano che cresciamo e ci adattiamo alle nostre credenze. Doping: il tuo punto di vista su questo problema e cosa pensi di consigliare ai giovani di oggi che si avvicinano allo sport. Per for tuna nei tuffi il doping è un fatto marginale, in quanto l’unica cosa che ogni tanto qualcuno tenta è di aumentare la resistenza nell’allenamento, oltre alle classiche droghe che pur troppo saltuariamente qualcuno assume. Io credo che lo spor t sia un modo di vivere, e il doping, così come altre cose, sono fattori che ostacolano il vero senso dell’agonismo. Che gusto c’è nel barare, per ottenere la vittoria? Credo che a parità di risultato una medaglia d’oro guadagnata col sudore valga molto di più di una ottenuta con le polverine.
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PROFUMO DI LONDRA ODORE DI BUSINESS
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Quando mancano circa quattro mesi all’inizio della XXX edizione dei Giochi Olimpici di Londra, procedono a tappe forzate i lavori oltremanica per regalare agli amanti dello sport una manifestazione che gli organizzatori sperano possa rimanere nella storia di Marco Trozzi
n un periodo in cui il dibattito sulla reale necessità di un progetto come quello olimpico imper versa in Italia nell’ambito delle note vicende dell’af faire Roma 2020, in Gran Bretagna ci si prepara ad ospitare i più di 10mila atleti delle trentadue discipline in programma.
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È noto a tutti che i Giochi Olimpici rappresentino il momento di massima visibilità per lo spor t, il non plus ultra della categoria, ma mai come in questo periodo, in cui le note vicende economico-finanziarie europee e mondiali condizionano la vita reale di molti paesi, l’opinione pubblica è sempre più divisa tra gli aspetti emozionali dell’evento e quelli reali che necessariamente tengono conto delle
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sfaccettature politico-sociali ed economiche. I GIOCHI. UN BUSINESS O SOLO UN AGGRAVIO PER I CONTRIBUENTI? Man mano che ci si avvicina alla fatidica data del 27 luglio aumentano le polemiche sui costi di un evento come le Olimpiadi così come si avvicendano sempre più incalzanti i dibattiti sugli aspetti finanziari dei Giochi e le
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conseguenti ripercussioni, positive o negative, che inevitabilmente avranno sull’economia della Gran Bretagna. Quando nell’ottobre del 2005 si riunì per la prima volta il Comitato Organizzatore dell’edizione 2012, il bilancio fu stimato in circa 9 miliardi di sterline, cifra che, a quanto ripor tato dall’ultimo repor t finanziario dello scorso 28 febbraio sul sito internet del dipar timento per la cultura media e spor t (dcms, www.culture.gov.uk), sarebbe rimasta invariata. Naturalmente c’è chi è pronto a scommettere che in realtà le spese saranno destinate a salire con l’avvicinarsi dell’evento fino a ipotizzare quasi una triplicazione dell’iniziale ipotesi di spesa. Al di là dei reali o presunti bilanci di cui è impossibile parlare in
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olimpiadi
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questo momento, sarebbe oppor tuno attendere la conclusione dei Giochi per una valutazione oggettiva della situazione anche perché la storia recente insegna, e il caso della Grecia è significativo a riguardo, che la possibilità di crescita per un paese e il suo eventuale dissesto finanziario sono le due tragiche facce della stessa medaglia. Spesso il presentare documenti totalmente falsi, proprio come accaduto da par te delle autorità politiche elleniche, può mettere in ginocchio un’intera nazione anche a distanza di circa un decennio dallo svolgimento dei Giochi anche se è giusto specificare che l’attuale situazione del paese non è dettata cer tamente esclusivamente da Atene 2004.
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I PROGETTI LEGATI ALL’IMPIANTISTICA Come da tradizione degli ultimi anni, anche l’edizione 2012, almeno nelle intenzioni iniziali, sarà all’insegna dell’eco sostenibilità e della fruibilità degli impianti al termine dei Giochi; allo stesso modo si punterà sulla riqualificazione di alcune aree della città. Nel caso specifico di Londra, gli organizzatori hanno deciso di posizionare il Parco Olimpico nell’Est End, una delle zone più degradate del Regno Unito e il motivo è stato proprio la possibilità di sfruttare gli ingenti fondi statali messi a disposizione, cercando così di realizzare una nuova zona urbana dotata di uno dei più grandi parchi urbani in circolazione, un contesto di elevata qualità di vita. Il primo obiet-
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olimpiadi
] GLI IMPIANTI Earls Court - Pallavolo. Capienza ExCeL - Judo, Lotta, Pesi, Pugilato, Scherma, Taekwondo, Tennistavolo Greenwich Park - Pentathlon, Sport equestri Hampton Court Palace - Ciclismo Horse Guards Parade - Beach volley Hyde Park - Nuoto di fondo, Triathlon Lord's Cricket Ground - Tiro con l’arco North Greenwich Arena - Ginnastica, Pallacanestro
tivo della progettazione è quello della riqualificazione urbana e ambientale, prima ancora dell’allestimento di un sito idoneo ai Giochi. Proprio questo è stato il manifesto programmatico della candidatura inglese: fare delle Olimpiadi una possibilità di crescita del Paese. Il progetto è ar ticolato in tre Masterplan - con il termine Master Plan si identificano le strategie di indirizzo attraverso le quali uno o più soggetti pubblici e-o privati delineano le azioni di programmazione finalizzate all’ottenimento di un risultato -: il primo è il Masterplan dei Giochi Olimpici; il secondo della fase cosiddetta di transizione ed il terzo è il Masterplan della Legacy (eredità). Il primo si occupa delle Olimpiadi vere e proprie e detta i tempi e gli spazi legati al periodo di svolgimento dell’evento. Il secondo si occupa della trasformazione del sito da Parco Olimpico a zona urbana dotata di residenze, uffici, negozi, esercizi commerciali, laboratori industriali, alberghi, ed è gestito dall’ODA (Olympic Deliver y Authority, l’ente incaricato della gestione del Parco Olimpico nonché del processo di adattamento del sito alle future esigenze della città). Il terzo Masterplan (della Legacy) è il punto focale del progetto, l’obiettivo è quello di fare di un’area tra le più sottosviluppate del Regno Unito, una zona verde urbana ad elevata qualità. La visibilità, la disponibilità di fondi e di investimenti garantiti dall’evento olimpico può con-
sentire di guardare all’obiettivo di lungo periodo, adattando di volta in volta le opere previste per i Giochi senza sprechi, così ad esempio dei quindici impianti realizzati o in fase di costruzione, quelli che saranno davvero utili alla città del 2020 saranno solo quattro, di cui due resteranno immutati e altri due saranno trasformati; lo stadio da 80mila spettatori, ad esempio, è considerato sovradimensionato per le normali esigenze di una città. Per tanto a fine evento sarà ridotta la capacità fino a 25mila posti e la stessa cosa accadrà per lo Stadio del Nuoto. Nelle intenzioni iniziali degli organizzatori ogni opera è stata progettata pensando alla sua doppia versione, quella di opera funzionale ai Giochi, che esaurisce nell’arco di circa un mese il suo programma, e quella di opera che resta a servizio della comunità e delle generazioni future negli anni a seguire. Al momento non è dato sapere se questo accadrà realmente, anche perché la storia recente insegna che spesso le intenzioni iniziali sono ben diverse dall’effettiva realizzazione dei progetti studiati, ma almeno in questa fase è impor tante attendere gli sviluppi futuri. IL SOGNO A CINQUE CERCHI DI ROMA 2020 SFUMATO In attesa dell’inizio dei Giochi e delle valutazioni su ciò che realmente accadrà nella capitale del Regno Unito dal punto di vista or-
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Olympic Park - Atletica, Ciclismo, Hockey, Nuoto, Nuoto sincronizzato, Pallacanestro, Pallamano, Pallanuoto, Pentathlon, Tuffi The Mall - Atletica, Ciclismo The Royal Artillery Barracks - Tiro a segno, Tiro a Volo Wembley Arena - Badminton, Ginnastica Wembley Stadium - Calcio Wimbledon - Tennis
ganizzativo, un pensiero non può che andare alla fine del sogno della candidatura olimpica della Capitale per il 2020. Tra ragione e sentimento ha prevalso la prima, l’illusione che Roma potesse ospitare i Giochi dopo l’edizione del 1960 è svanita, schiacciata dall’insoppor tabile peso di una realtà economica che in questo momento non lascia spazio all’immaginazione. In attesa che il Paese maturi una reale coscienza civica che possa offrirgli un futuro realmente migliore non resta che osser vare gli altri e cercare di imparare, se ci sarà modo di farlo.
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Foto di gruppo
I tre atleti paralimpici, da sx Francesca Porcellato, Fabrizio Sottile e Mar tina Caironi
La firma del protocollo tra il Presidente del CONI Gianni Petrucci, il Comandante Generale della Guardia di Finanza Gen.C.A. Nino Di Paolo e il Presidente del CIP Luca Pancalli
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fiamme gialle
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LA GUARDIA DI FINANZA APRE ALLO SPORT PARALIMPICO Firmati i protocolli d’intesa tra Guardia di Finanza, Comitato Olimpico Nazionale Italiano e Comitato Italiano Paralimpico. I primi atleti ad essere tesserati per le Fiamme Gialle sono: Fabrizio Sottile, Martina Caironi e Francesca Porcellato o scorso 22 febbraio per o spor t gialloverde è stata una data storica poiché, presso il Comando Generale della Guardia di Finanza, sono stati firmati i protocolli d’intesa con il Comitato Olimpico Nazionale Italiano ed il Comitato Italiano Paralimpico finalizzati a consolidare la collaborazione esistente ed a sviluppare il patrimonio spor tivo nazionale aprendo, di fatto, le porte degli impianti spor tivi del Centro Spor tivo alle attività paralimpiche. I protocolli sono stati sottoscritti dal Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Petrucci, dal Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli e
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dal Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale di Corpo d’Armata Nino Di Paolo. Petrucci ha voluto sottolineare che: “La grande sensibilità che ogni giorno la Guardia di Finanza mette a disposizione dello sport con grandi risultati, garantendo un impor tante contributo al nostro spor t” e che i Gruppi Spor tivi Fiamme Gialle continuano ad essere: “La società che ha vinto più medaglie alle ultime Olimpiadi, che ha più atleti e più investe nello spor t”. Pancalli ha ricordato, invece, che: “Inseguire da anni il sogno, da uomo di spor t e da cittadino, di poter inorgoglire vedendo atleti paralimpici vestire la tuta delle Fiamme Gialle. Mentre il grande spor t italiano continua a dare lezioni di cultura e civiltà a questo paese, oggi si scrive una pagina impor tante dello spor t italiano”. Il Ge-
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nerale Nino Di Paolo ha sottolineato infine che: “La determinazione con cui i Comitati hanno voluto stringere e confermare rapporti di collaborazione con la Guardia di Finanza, costituisce la migliore manifestazione dell’apprezzamento che atleti e tecnici delle Fiamme Gialle hanno saputo conquistare sul campo, grazie ad una tradizione spor tiva che ha dato lustro al nostro Paese. Una considerazione frutto di impegno, passione e sano spirito agonistico, valori che si sono tradotti in risultati di pregio e di cui tutti gli Italiani vanno fieri”. Presenti alla firma del protocollo anche i primi atleti che entreranno a far par te della neo istituita Sezione Paralimpica Fiamme Gialle: Francesca Porcellato (sci nordico), Mar tina Caironi (atletica leggera) e Fabrizio Sottile (nuoto).
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golf
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RISULTATI TRICOLORE
Traguardi di rilievo per gli atleti professionisti che rappresentano la nostra nazione nella stagione appena iniziata di Marta Centra ono andati subito a segno i professionisti italiani nella stagione appena iniziata e il successo ha avuto qualche analogia con quello dello scorso anno: è arrivato nello stesso mese di febbraio, nello stesso torneo - il Samanah Open in Marocco - e sul medesimo percorso del Samanah CC. Cambiano il protagonista e la collocazione in calendario dell’evento, infatti la gara è entrata nell’Alps Tour - dopo che lo scorso anno era nell’EPD Tour - e a imporsi è stato Matteo Delpodio: il 27enne torinese nel 2010 autentico mattatore del circuito con tre titoli e la prima posizione nell’ordine di merito. Nel 2011 l’autore della prodezza era stato Nino Bertasio, il 23enne italiano nato a Zurigo, subito a segno alla prima gara tra i pro e poi vincitore dell’ultima stagionale - Campionato Open a San Domenico Golf -, quasi a completare un ciclo. Delpodio non rimarrà nell’Alps Tour, poiché può giocare a livello superiore nel Challenge Tour, ma è andato in Marocco per testare le sue condizioni di forma, sicuramente ottime, anche alla luce del secondo posto conseguito una settimana prima nel-
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l’Open Le Palmeraie. La scaramanzia, anche se nessuno ovviamente lo ammette, è una delle componenti nascoste del mondo golfistico e pertanto aver ripreso il discorso da dove era cominciato lo scorso anno, molto positivo per i colori azzurri, sicuramente da qualcuno è stato letto come un segno del destino in una stagione che chiama gli azzurri nuovamente a grandi impegni con l’obiettivo finale di avere almeno un atleta nella squadra continentale di Ryder Cup. Nel frattempo, però, la Federazione guarda ben più avanti, ossia verso le Olimpiadi di Rio de Janeiro, nel 2016, quando il golf farà il suo rientro nei Giochi dopo oltre un secolo. Il presidente Chimenti, il Consiglio Federale e i tecnici hanno cominciato a lavorare in questa prospettiva sin dal giorno successivo a quello in cui il CIO ha annunciato il reintegro della disciplina. Al recente Salone di Verona si è tenuta, su tale tema, una conferenza stampa alla quale hanno preso parte lo stesso Chimenti, Donato Di Ponziano - neo-presidente della PGA europea -, e Massimo Scarpa - team manager delle squadre Nazionali. Chimenti ha ricordato i successi agonistici del golf tricolore che nel 2012 può vantare sette giocatori nel Tour europeo. “Al loro talento e al loro
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valore – ha aggiunto – va il merito di questi risultati sul campo. Ma la Federazione, con i suoi tecnici e le sue strutture, continuerà a seguirli e a sostenerli anche in futuro, per poter raggiungere tutti insieme traguardi ancora più alti e prestigiosi”. Di Ponziano ha spiegato le procedure di selezione che in base alle graduatorie mondiali ammetteranno i primi 60 giocatori e le prime 60 giocatrici di tutto il mondo alle gare di Rio de Janeiro. “Sono sicuro – ha affermato – che fra quattro anni la nostra rappresentativa sarà in grado di competere con quelle degli altri Paesi, per difendere degnamente la bandiera italiana”. Infine Scarpa ha illustrato i metodi e le tecniche che la Federazione ha adottato per assistere al meglio i giocatori. Oltre a tre raduni invernali, in cui gli azzurri hanno la possibilità di allenarsi insieme, di scambiarsi le rispettive esperienze e di confrontarsi reciprocamente, lo staff federale lavora in stretto contatto con i maestri dei singoli atleti, seguendoli costantemente anche nella preparazione psicologica. “Possiamo ancora progredire – ha concluso – nell’ulteriore rafforzamento della squadra femminile, ma la qualità e l’impegno delle nostre proettes sono già una garanzia per il futuro”.
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golf tuttincircolo
news dai circoli di golf
a cura di Andrea Cecinelli Responsabile comunicazione del Golf Forense
OASI GOLF CLUB A tutto golf All’Oasi Golf Club un weekend di sole ha finalmente accolto i golfisti che hanno par tecipato a due piacevoli giornate di gare. Sabato 25 Febbraio ha visto i giocatori impegnati in un altro appuntamento con la Easy Cup, gara apprezzata anche dai non classificati che ambiscono all’acquisizione dell’hcp. Ancora una volta graditissimo sponsor il centro estetico Genesi City Beauty Farm di Aprilia, che mette in premio i migliori trattamenti per il benessere del golfista, quali la
“Culla di Olos” e l’”Atelier des Delices”. Inoltre vista l’accoglienza entusiasta dei Soci, la titolare del Centro ha regalato alle prime 15 Socie che si prenotano un Open Day gratuito di trattamenti estetici e rigeneranti nella giornata del 8 marzo prossimo. Domenica 26 Febbraio si è svolta invece per il secondo anno l’“Elba Golf Apar tments”, una gara attesa dagli amici golfisti soprattutto per i premi messi in palio: settimane di ospitalità presso l“Elba golf Apar tments”, complesso residenziale inaugurato nel 2006, situato sulla strada provinciale per Porto Azzur-
ro a pochi chilometri dal capoluogo dell’Isola, Portoferraio, posizionato ai margini del campo da golf Acquabona, un percorso collinare molto panoramico a circa metà strada fra Portoferraio e Porto Azzurro, nel magnifico ambiente naturale che l'Isola d'Elba offre ai suoi visitatori. Tutto il campo si snoda tra boschi di lecci, pini marittimi ed eucalipti. I profumi nell'aria, il silenzio, i volatili del Parco Naturalistico dell'Elba, la vista che si estende ai golfi e la vista dell'entroterra albano fanno da cornice ad un gioco che si presenta interessante ed allo stesso tempo impegnativo.
PARCO DI ROMA GOLF CLUB Si è svolta Presso il Prestigioso circolo Di Roma Nord, Sabato 25 Febbraio e Domenica 26 Febbraio 2012 la Jet S.R.L. Cup. Dopo la violenta nevicata che si è abbattu-
ta sulla Capitale, i green del Parco Di Roma Golf Club, hanno permesso la realizzazione di una gara organizzata come meglio non si poteva. La Jet S.R.L., leader nel settore dei Golf Car, può considerarsi estremamente soddisfatta per la riuscita della gara svoltasi su di uno scenario più unico che
raro. Ma passiamo ai vincitori. A prevalere nella Terza Categoria, 1° Netto, è stato Federico Nuzzo. Nella Seconda Categoria, 1° Netto per Alessandro Rega; mentre a prevalere nella 1° Categoria, 1° Netto è Stato Giovanni Trioni. Ad aggiudicarsi il primo Premio Lordo è stato Mauro Pompei.
Delli Paoli Carini per la Mediolanum Private Banking, da Fabrizio Bianchi per l'AIRG e Claudio Magoni per l'Olgiata golf club ed il Rotary Club Olgiata, abbiamo gustato un eccellente buffet offerto dallo sponsor. Il Rotary International fin dal
1988 è fortemente coinvolto nella battaglia per l'eradicazione della polio nel mondo. La sfida lanciata dalla Bill & Melinda Gates Foundation a favore della nostra battaglia è stata vinta: al 17 gennaio di quest'anno abbiamo raccolto più di 202,6
milioni di dollari. Oltre alla sovvenzione di 355 milioni di dollari la Bill & Melinda Gates ne hanno donati altri 50 per rafforzare la nostra partenship. L'AIRG nel 2011 ha raccolto ben 200.000 dollari per la campagna anti polio.
Jet S.R.L. Cup
OLGIATA GOLF CLUB All'Olgiata per sconfiggere la poliomelite Si è svolta sullo splendido campo da golf dell'Olgiata, si è svolta la prima di innumerevoli gare A.I.R.G., Associazione Italiana Rotariani Golfisti, sponsorizzate per il corrente anno e per quello successivo dalla prestigiosa banca Mediolanum. La gara si è svolta su due giornate di sole, su un campo che dopo le recenti nevicate ha tenuto alla perfezione. A parte i soci del club stesso, hanno partecipato alla gara una ventina di rotariani del distretto 2080 tra cui alcuni membri della squadra campione distrettuale 2011. Dopo la premiazione presieduta dall'ing. Mario Viola e dal Dottor Gustavo
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golf forense
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GOLF FORENSE PIU’: L’ECCELLENZA DEL GOLF di Andrea Cecinelli_foto di Michela Alessia Marcato e Silvia Apice
Il Dott. Carlo Scatena durante una premiazione del Golf Forense
L'Avv. Nicola Colavita con il Dott. Carlo Scatena
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L'Avv. Nicola Colavita con Margherita Ramaciotti, DJ del Golf Forense
Francesca Fichera
Alcune ragazze dello Staff del Golf Forense
L'ex calciatore Zibì Boniek
abato 14 e domenica 15 aprile al Parco di Roma Golf Club, prenderà il via l’ottava stagione del Golf Forense. Una miscela per fetta di spor t, comunicazione, un sincronismo per fetto di gioco e pubbliche relazioni. Tutti questi particolari sono a conoscenza del Dott. Carlo Scatena, Presidente della F.I.G. Lazio, imprenditore di professione, grandissimo conoscitore di spor t e grande sostenitore del Golf Forense, che noi di Sport
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club abbiamo voluto incontrare. Presidente Scatena, sono ormai diversi anni che la F.I.G. Lazio patrocina il Golf Forense Più. Come giudica il circuito? “Lo definisco sicuramente un circuito di eccellenza, per come viene organizzato, per come viene gestito e per come viene sponsorizzato. Il Golf Forense è l’unica manifestazione golfistica che può vantare il patrocinio della FederGolf Lazio e questo per me è sempre motivo di grande orgoglio. Per non parlare del target di altissimo profilo al quale si rivolge: no-
tai, avvocati, magistrati e medici. Tutti professionisti di alto livello che sanno anche esprimere un ottimo golf. E per questo faccio i complimenti – anche a nome della Federazione – all’Avv. Nicola Colavita, che è il cuore, il motore e l’anima della manifestazione.” Quale è l’apporto che il Golf Forense può dare allo sviluppo del Golf? “Sicuramente una grandissima pubblicità e visibilità. La visibilità che il Golf Forense da al movimento Golf è grandissima. Inoltre l’Avv. Colavita è riuscito ad avvi-
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cinare e appassionare tantissimi professionisti, trasmettendo loro grande entusiasmo per questa disciplina spor tiva. Il brand Golf Forense è un marchio di grande valore da por tare all’interno dell’attività federale come un fiore all’occhiello, un grandissimo veicolo promozionale per questo spor t che in Italia sta aumentando sempre di più i propri iscritti. Faccio, per questo, un grandissimo in bocca al lupo all’Avv. Colavita ed a tutto lo staff del Golf Forense in vista dell’edizione 2012!” Scaldate i motori. Il Golf Forense Più sta per ripar tire.
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] [ TUTTINCIRCOL Roma tuttincircolo
news dai circoli sportivi storici news dai circoli sportivi storici a cura di Lorenzo Arduini
Club deiCircoli Sportivi Storici
Agostino De Zordo, Consigliere del Club Circoli Sportivi Storici
L’importanza della privacy nelle Associazioni sportive
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l legislatore, con il d.l. n. 5/2012 ancora in attesa di conversione, ha soppresso l’obbligo di tenuta di un aggiornato Documento Programmatico sulla Sicurezza introdotto a suo tempo dal Testo Unico delle disposizioni in materia di protezione dei dati personali (D.Lgs. n.196/2003 cd. Codice della Privacy). Nonostante i tentativi di semplificazione la normativa è ancora estremamente complessa, anzi continua ad essere fonte di numerosi fraintendimenti come è accaduto per la cd. “autocertificazione” (introdotta dall’art. 29 del D.L. n. 112/2008 conv. nella L. n.133/2008) che, a modifica del testo originario dell’art. 34, consentiva al legale rappresentante della Associazione sportiva a di-
no e la cui inosservanza comporta gravose sanzioni: l’omessa o inidonea informativa costituisce violazione amministrativa punita con una sanzione da 6mila ad 36mila euro; la mancata adozione delle misure minime di sicurezza (compresa, prima della abrogazione, la redazione del DPS) e il trattamento illecito dei dati è punita con la sanzione da euro 10mila ad euro 120mila e sanzionata penalmente con l’arresto sino a 2 anni o ammenda da 10mila a 50mila euro; la mancata osservanza dei provvedimenti emessi dal Garante (v. ad es. quello sulla videosorveglianza) è punita con la sanzione da 30mila a 180mila euro; In caso di più violazioni o di banche dati di particolare rilevanza la sanzione aumenta da un minimo di 50mila ad un massimo di 300mi-
chiarare sotto la propria responsabilità che la stessa aveva adottato le prescritte “misure di sicurezza” il che comportava, nonostante il lodevole proposito di semplificazione, una ulteriore responsabilità in capo al legale rappresentante nell’eventualità di dichiarazione suo malgrado mendace. Comunque anche tale possibilità è stata eliminata dal citato decreto legge, sempre salvo conferma in sede di conversione. Ciò non toglie che la particolare natura personale e in taluni casi sensibile dei dati (si pensi alle informazioni sulla salute, alla documentazione medica per tesseramenti etc.) imponga all’Associazione una osservanza rigorosa e costante delle prescrizioni e cautele imposte per la sicurezza del trattamento, che non sono venute me-
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la euro, con possibilità, in talune ipotesi più gravi, di vederle raddoppiate o addirittura quadruplicate. E questo senza tralasciare il danno di immagine e il fatto che l’eventuale trattamento illecito dei dati, ovvero senza l’adozione degli accorgimenti previsti, legittimerebbe anche la richiesta di risarcimento dei danni in sede civile da parte dell’interessato. Il DPS ora abrogato rappresentava, quindi, una utile e forse indispensabile strumento di riepilogo e verifica delle misure tanto ad uso interno quanto ad uso esterno in caso di ispezioni da parte della Autorità, restando altrimenti difficoltosa la dimostrazione del rispetto delle misure di sicurezza e la mancanza di responsabilità dell’associazione con ricadute, in caso di violazione, sull’intero corpo sociale.
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news dai circoli sportivi storici news dai circoli sportivi storici
EUR SPORTING CLUB IN MEMORIA DI DARIO SGROI Vi racconto una storia. La storia di un gruppo di ragazzi legati a doppio filo da un’amicizia atavica e imprescindibile e che hanno fatto di questo legame un’arma contro l’insussistenza di un modello troppo spesso deludente. Ognuno diverso dall’altro in quanto a esperienze e peculiarità, ognuno
trasforma in muta rassegnazione: l’incantesimo si è spezzato allorchè è venuta a mancare la sua fonte ispiratrice. E i ragazzi con la tristezza nel cuore, si sforzano di riaversi da quel sogno infranto. Cercano di colmare il vuoto creato dall’assenza e di trovare conforto nel ricordo dell’inesprimibile bellezza del suo sorriso. Ebbene, questi ragazzi non dimenticheranno mai la meraviglia di quel sorriso e anzi, lo porteranno sempre con sè, convinti che niente e nessuno potrà mai opacizzare la sua fulgida brillantezza e il suo potere salvifico. Roberto Sabatini
con un proprio credo e una propria attitudine, ma tutti accomunati da un medesimo sentire relativo al valore quasi sacro di essere parte di un disegno preordinato. Questi ragazzi sono cresciuti insieme e insieme hanno condiviso gioie, molte, e anche dolori, e, insieme, sono stati capaci di superare gli ostacoli che solo la vita vissuta con pienezza e sfrontatezza riesce a proporre. Si sentono immortali perché sanno che, insieme, niente gli è precluso. ….E poi in un attimo le loro certezze si sgretolano come un castello di carte, il loro ottimismo si
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Club Circoli Sportivi Storici
dei
IL 28 GENNAIO 2012, SI E’ CONCLUSO IL TORNEO SOCIALE INTITOLATO ALLA MEMORIA DEL NOSTRO AMICO E SOCIO DARIO SGROI. DI FRONTE AD UN PUBBLICO NUMEROSO ED APPASSIONATO SI SONO SVOLTE LE FINALI CHE HANNO VISTO LA VITTORIA RISPETTIVAMENTE NEL SINGOLO MASCHILE DI ANDREA FRATTALI CHE HA AVUTO LA MEGLIO IN DUE SET SUL SEMPRE FORTE AMATO ALESSANDRO E NEL SINGOLO FEMMINILE L’OUTSIDER PILATI SERENA HA SCONFITTO IN DUE SET LA PUR BRAVA CRISTIANO MONICA.
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] [ TUTTINCIRCOL Roma tuttincircolo
news dai circoli sportivi storici news dai circoli sportivi storici
CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE STORIE DI SPORT, STORIE DI DONNE. UN SUCCESSO ANNUNCIATO Sala d’onore del Coni stracolma. In prima linea Gianni Letta, Gianni Petrucci, Luca Pancalli, Raffaele Pagnoz-
zi, Manuela Di Centa, insomma , tutto il mondo dello “sport che conta” ha risposto all’appello del Presidente del Canottieri Aniene, Giovanni Malagò, quando nel giorno della Festa della Donna ha presentato la sua opera prima Storie di sport, storie di donne edito da Rizzoli il cui ricavato andrà devoluto interamente a favore della disabilità dello sport femminile. “L’èlite del nostro sport è Donna. Noi prendiamo atto felici di questa sana rivoluzione. In nessun altro set-
Giusy Versace: nel libro l’incredibile storia dell’atleta
tore si è realizzato un simile sorpasso di qualità” è da queste parole del compianto maestro Candidò Cannavo, che Malagò prende spunto per redigere a quattro mani, con la giornalista del settimanale “A” Nicoletta Melone, una galleria di ritratti e segreti dello sport al femminile. E, considerato che si preannuncia che la leadership maschile crollerà già a par tire dal medagliere di Londra 2012, lasciare in secondo piano i successi delle atlete rosa sarebbe davvero imperdonabile, perché sono sempre loro ad aver regalato allo sport nostrano le più grandi soddisfazioni degli ultimi vent’anni. Da Ta-
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nia Cagnotto a Josefa Idem, da Carolina Kostner a Federica Pellegrini, da Paola Protopapa all’incredibile e commovente storia di Giusy Versace. Un dolce dipinto, scritto con il fioretto, che fotografa diciassette testimonianze esclusive e appassionate che aiutano a scoprire atlete molto diverse tra di loro ma incredibilmente vicine nella grandiosità del saper vivere e affrontate lo specifico della disciplina scelta. Con un solo elemento in comune: l’essere italiane. E come ha detto alla platea presente il moderatore della conferenza stampa Jacopo Volpi, un libro da leggere tutto d’un fiato in un paio di notti…
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THE SPORT CLUB Risveglia la tua forma…è primavera Aquaniene ti aspetta per farti scoprire un’emozionante vita sportiva e sociale in una struttura d’eccellenza in Italia: tre piscine (di cui una olimpionica), aree fitness, l’Aquakids ludoteca per i più piccoli, l’Adidas Store per l’abbigliamento sportivo, la zona wellness e l’accogliente Aquacafè per il tempo libero prima e dopo lo sport. Prossima apertura dell’acconciatore Aquastyle e dell’estetica Aquapoint&beauty.
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FUTBOLCLUB LA NEVE NON STOPPA IL FUTBOLCLUB: ADIDAS LEAGUE E COPPA VETERANI DI NUOVO IN CAMPO Dopo le due settimane di stop causate dalle secolari, quanto spettacolari, nevicate a Roma, l’attività del Futbolclub ha ripreso a pieno regi-
Roma tuttincircolo
me e più calda che mai per riprendere il ritmo dopo la pausa provocata dalle avverse condizioni meteo. Per quanto riguarda l’Adidas League alti e bassi per le due squadre Orange: il Futbolclub Blu sta faticando più del previsto nel torneo di calciotto più bello e duro interircoli della capitale. Tutto bene, invece, per il Futbolclub che tra gennaio e febbraio sta conoscendo solo vittorie, la più impor tante delle quali contro la vincitrice delle ultime stagioni, l’Olgiata S.C., battuta al termine di una vera e propria battaglia, con il punteggio di 4-3. Gli Orange, però, restano
al quar to posto, distanti ben cinque punti dalla favorita di questa edizione, l’ambizioso Due Ponti, che precede United Roma e C.C. Roma. La capolista sta letteralmente abbattendo, giornata dopo giornata, tutte le avversarie, grazie alle sue bocche da fuoco in avanti: Andrea Moretti (7 gol), Matteo Materazzi e Luca Munari (5 gol a testa). Più difficile, invece, la vita del Futbolclub in Coppa Veterani: le tre squadre degli Over 40 galleggiano a metà della classifica dominata dall’Antico Tiro a Volo che si trova con un breve vantaggio sulle dirette inseguitrici Vil-
Il socio del mese Nome: Angelo Di Livio
Nome: Angelo Cognome: Di livio Detto: Soldatino Ruolo: Giocatore di fondo al Calcio Tennis Piede Preferito: Destro Pezzo Forte: Palla smorzata di petto sotto rete
la Flaminia Blu e Flaminio S.C. Tra i marcatori, quasi tutti dei primi tre team, spica Alessio Sanchioli a 8 reti, seguito dal suo compagno di squadra Marco Siciliani a 5: in vetta resta sempre Massimiliano Dal Bon del Flaminio S.C. con ben 15 marcature. Buona la situazione nell’Over 50 dove le due squadre Orange sono una appaiata e l’altra subito a ridosso dell’Antico Tiro a Volo, questo anche in virtù del 4-3 nel derby Orange in cui assoluto protagonista è stato Antonello Sestito, autore di una bella tripletta. Assoluta supremazia Orange nell’Over 60 dove il Futbolclub pare non avere rivali, primeggiando con 12 punti, frutto di quattro vittorie in altrettante partite e un bel +8 sulla seconda. Una macchina da gol condita di ingredienti come Corrado Di Mauro e Massimo Perazza che con, rispettivamente 6 e 5 reti, comandano la classifica dei bomber. Manca ancora molto dato che le fasi finali, di entrambi i tornei, ci saranno a metà maggio, ma le speranze di vittorie nelle ultime due categorie e di recupero nelle prime due fanno intravedere per un inizio di primavera in fiore. Gianmatteo Colla
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Roma tuttincircolo
DUE PONTI SPORTING CLUB L’ENTUSIASMO DEI SOCI ANCHE ALLA ROMA OSTIA Domenica 26 febbraio, ore 7,15: il pullman con 52 atleti del Due Ponti parte alla volta dell’Eur, la zona di partenza della Roma Ostia, la Mezza Maratona più partecipata d’Italia, giunta alla sua 38° edizione. Dopo la Corsa di Miguel, è il secondo importante appuntamento podistico di richiamo per il maggior numero di runners del Due Ponti che si ritrovano con il solito entusiasmo per affrontare una prova importante, cui ci si prepara con estrema attenzione. Che Nicola De Luca sia stato il primo degli atleti Due Ponti a tagliare il traguardo non fa più notizia, ma,
questa volta, registriamo la conquista del record personale, chiudendo la gara in 1h 12’57”. Secondo, il trainer Sergio Cocozza, seguito da Saul Guerra e l’inossidabile Mario Napoli; tra le donne, primeggiano Luigia Latteri e Camilla Monteduro. Ancora un record per Maurizio Paglione che ha tagliato per la 28° volta il traguardo della Roma Ostia.
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torneo Pezzana
Stanno arrivando i primi verdetti della stagione di Luca Parmigiani
Siamo alla vigilia delle fasi finali del 35° Pezzana Invernale. Aperte le iscrizioni al Pezzana Estivo
entre stiamo scrivendo si concludono le regular season della 35esima edizione del Torneo Pezzana Invernale. Ci sarà l’insolita appendice del recupero delle due giornate a cavallo del mese di febbraio, eccezionalmente rinviate per neve. E poi via ai play off. Nel Torneo principe, la categoria Assoluti, oltre ai già citati Vasco da Gama (CasinoVenice.it) e Milan (Studio Spadafora-DeRosa), nelle ultime settimane si sono rifatte sotto il sempre forte Racing (Nice Car) e la sorprendente Sampdoria (Car test e Mazza Factory), con Flamengo
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(Studio Traisci) e Cagliari (BlitzTre) a seguire. Ma negli Assoluti sappiamo anche che dalle retrovie può esserci sempre la sorpresa di squadre come il Boca che sanno esprimersi proprio nelle partite “dentro/fuori” al meglio. Nell’Over40 è sempre il Flamengo (Gruppo Siri) a comandare i giochi e oramai si può dire che nessuno potrà più raggiungerlo. Alle spalle del Flamengo sono in quattro a lottare per gli altri due posti di accesso diretto ai Quar ti di finale: i campioni in carica della Juventus (Rezza), il Boca (Papero Giallo), il Paris S.G. (Securtex e FarcoGomme) e la Sampdoria (TreA). Ma attenzione che almeno fino alla tredicesima in classifica sono tutte potenziali vincitrici nei play off. Per l’Over50 sonpo ancora i campioni dell’Ar-
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torneo Pezzana
senal (Antico Tiro A Volo) a qualificarsi primi nella regular season. Segue a stretto giro il sorprendente Barcellona (Bambu’s Bar Parioli). Più distanti il Chelsea (ASD Alitalia), i campioni dell’estivo 2011 del Genoa (Frollan Pesca), il Manchester City e la Fiorentina (Ristorante San Gallo). Dai primi di aprile allora si farà sul serio fino alle finali previste per Lunedì 23 aprile, in una festa finale che si preannuncia speciale per lo sport ma anche perché l’Associazione Torneo Pezzana organizzerà una festa speciale per tutti i suoi amici che interverranno presso il Centro Sportivo della Polizia di Stato: pizza forno a legna, panini con porchetta, da bere a volontà e una ricca premiazione finale dei protagonisti della stagione invernale. Ma non ci sarà neanche il tempo di sedimentare i fatti invernali che dal 2 maggio si riprenderà con il Torneo Pezzana Summer edition 2012. Tante già le richieste di informazioni e molte le prenotazioni in questi giorni per un torneo che si preannuncia scoppiettante. La formula vincente degli anni passati sarà riproposta: due gironi da 8 squadre e alla fine della regular season play off (tra le prime quattro di ogni girone) e play out (tra le altre). Per una finale prevista per Giovedì 12 luglio, in piena estate!!! Il consiglio per chi fosse interessato è quello di affrettarsi. Per maggiori informazioni chiamare il cel. 3403738509 o collegarsi al sito di riferimento: www.torneopezzana.com. Lo spettacolo e le sorprese al Pezzana non finiscono mai.
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salute
Dott.ssa Simona Cerulli Medico Chirurgo Specializzato in Medicina Fisica e Riabilitazione
Progetto Pubalgia
LA PUBALGIA SI CURA A VILLA STUART
Villa Stuart Sport Clinic, in collaborazione con FIFA e Comitato Regionale Lazio LND promuove il progetto Pubalgia: per i calciatori, la visita e l’inquadramento diagnostico sono gratuiti. Il diktat della Dott.ssa Simona Cerulli: “Una diagnosi corretta è determinante per la guarigione” di Paolo Brandimarte
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ott.ssa Cerulli, ci illustri propositi e peculiarità alla base del progetto Pubalgia. “Villa Stuart Sport Clinic, in collaborazione con FIFA e Comitato Regionale Lazio LND propone il progetto Pubalgia. Previo appuntamento telefonico (06. 35528433), i calciatori con sindrome dolorosa potranno recarsi in clinica (Via Trionfale, 5952 – Roma): la visita e l’inquadramento diagnostico sono gratuiti”.
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Per essere sottoposto a visita, quali documenti deve portare il calciatore? “È impor tante che l’atleta si faccia rilasciare dalla società spor-
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salute
tiva di appar tenenza una richiesta di visita medica per pubalgia. Con la suddetta dichiarazione, redatta su car ta intestata, il calciatore ha diritto ad una visita medica fisiatrica con accer tamento diagnostico (ecografia o radiografia, ndt)”. Che cos’è la pubalgia e quali sono le cause che la determinano? “La pubalgia è una sindrome dolorosa, le cui cause sono molteplici. Statisticamente, la patologia può
essere imputata a diversi fattori tra cui: sovraccarico funzionale dei muscoli adduttori, lesione della parete addominale e/o inguinale (Sports Hernia), patologia dell’anca ed alterazioni posturali. Non vanno poi dimenticati gli altri elementi in grado di determinare la sindrome dolorosa ovvero disformismi degli arti inferiori, calzature inadeguate e superfici sconnesse”. Come mai i calciatori sono così esposti al rischio “pubalgia”?
“Effettivamente, la pubalgia miete vittime soprattutto nel calcio. La causa scatenante è la condizione di sovraccarico in cui l’atleta gioca e si allena. Ancora, il rischio è correlato alle dinamiche ed ai gesti tecnici del calcio (salti, dribbling, tiri, contrasti e cambi di direzione), a cui si aggiunge la corsa su terreni accidentati”. La pubalgia è ritenuta il “male oscuro” del calcio. Cosa rende difficile la diagnosi?
“ Le difficoltà risiedono nella complessità della regione pubica e nel sovrapporsi di altre patologie che rendono il quadro clinico complesso ed incerto. Grazie all’esperienza maturata nella gestione dei calciatori, Villa Stuar t (Centro Medico di Eccellenza FIFA, ndr) è in grado di individuare le possibili cause attraverso la visita medica fisiatrica e gli eventuali riscontri di natura diagnostica (ecografia o radiografia): una diagnosi corretta è determinante per la guarigione”.
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mtpereira.villastuart@eurosanita.it Villa Stuart Sport Clinic Progetto Pubalgia Per i calciatori la visita e l'inquadramento diagnostico sono gratuiti. Per appuntamenti e informazioni: - 06. 35528433 (Reception Centrale) - fgiometti.villastuart@eurosanita.it
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junior club
E’ tempo dei primi esami alla Junior Club Entra nel vivo il torneo di calcio studentesco organizzato dal Corriere dello Sport di Giorgio Burreddu_ph Maura Cesolini
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econtestualizzato, svestito dei suoi preziosismi, regredisce al naturale punto di par tenza: l'aspetto puramente ludico. Undici contro undici, un pallone, due porte, la ricerca forsennata del gol alla faccia dei tatticismi. E' l'essenza del calcio. Ma chi ha scelto lo Junior Club ha trovato di più. Ha trovato un piccolo sogno da vivere nell'arco di quattro mesi. Quello organizzato dal Corriere dello Sport al Wellness Town di via Francesco Giangiacomo, zona Ardeatino-Tor Marancio, non è solo un torneo giovanile per tutte le scuole della capitale, è l'evento che ogni appassionato di calcio tra i quindici e i diciassette anni vorrebbe poter vivere. Almeno una volta nella vita. Gratuitamente sono stati predisposti due autobus griffati che ti prelevano e ti riportano dalla scuola al
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campo. Ci sono le mute nuove di zecca. Il tè caldo negli spogliatoi fra il primo e il secondo tempo. C'è il trofeo che sembra la coppa dalle grandi orecchie della Champions, solo che questa ha il Colosseo serigrafato sopra. E c'è un giornale, il Corriere dello Sport, che conferisce al tutto un senso di unicità e forza. Con le cronache delle partite in tempo reale via web (all'indirizzo: http://juniorclub.corrieredellosport.it), la official fan di Facebook (http://www.facebook.com/CorrieredelloSport.JuniorClub) e pagine del quotidiano dedicate durante tutta la settimana. E poi video, highlights, interviste: quanto di più vicino esiste al mondo dei professionisti. Invece sono studenti, 960 in tutto per 45 scuole iscritte. Preso in concessione da Mario Casali alla fine degli Anni 90, l'ex campo Omi oggi è diventato Wellness Town, la città dello sport del Terzo Millenio. Qui si disputano le gare, su quello che un tempo vide nascere cam-
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junior club
pioni del calibro di Agostino Di Bartolomei e Lionello Manfredonia. Lo stesso campo che negli Anni 60 allietava le serate estive a Roma Sud con il mitico Nistri, trofeo di spicco ancora prima del Viareggio. Forse per questo, per restare ancorati all'eroico, si è scelto di lasciarlo com'era. Tanto che quel terreno in pozzolana conferisce allo Junior Club un pizzico di epicità che non guasta mai. Lo possono testimoniare bene le due categorie protagoniste, Allievi e Juniores, che dal 16 gennaio scorso camminano sulla road to cup. Già, perché un altro aspetto da sottolineare è quello legato all'ultima emozione, alla finalissima. Se per i più piccoli si è scelto Wellness Town come palcoscenico del 12 maggio, sarà lo stadio Flaminio ad ospitare
le due finaliste della Juniores il prossimo 19 maggio. Ma sport significa anche fair-play, rispetto dell'avversario. E un altro punto fondamentale dello Junior Club è proprio legato all'etica. Ogni giocatore, gli arbitri, i tecnici-professori hanno scelto di firmare il Patto Etico. Ne viene presa visione prima di ogni partita, ricordando che la competizione è più sana e divertente se tutti rispettano le regole nel rispetto degli altri. La bestemmia non è ammessa. Il comportamento anti-sportivo neppure. Anche il rendimento scolastico viene preso in considerazione. Motivi che hanno spinto moltissimi enti ad aderire all'iniziativa. Le istituzioni: Roma Capitale, la Provincia e la Regione. Il Miur (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ri-
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cerca) e il Senato. Le sponsorizzazioni. E poi la Lega di Serie B, la Figc, il Coni. Anche le società SS Lazio e As Roma hanno voluto esserci così come il Movimento per l'Etnica nello Sport, naturalmente. L'attenzione al comportamento va di pari passo a quello medico. A bordocampo un dottore e un massaggiatore sono pronti all'intervento in caso di necessità. E anche le figure che gestiscono la macchina organizzativa non potevano che essere di primissimo livello. La saggezza di Gildo Giannini, ex osservatore della Roma, è stata messa al servizio della parte tecnica. Lo spirito organizzativo di Massimo Macagni, e la capacità gestionale di Alessandra Bacchetti, punto di raccordo tra le scuole e i vari enti coinvolti, non sono da meno.
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junior club
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novità
Quando la carta
prende il volo Torneo Red Bull Paper Wings il campionato mondiale di aereoplanini di carta di Marta Centra
uesta attesissima terza edizione ha visto protagoniste le principali università di tutto il Pianeta. Marterdì 13 marzo ci saranno le qualifiche nel capoluogo lombardo. Aerodinamici e ben calibrati, resistenti e performanti, gli aeroplanini di carta non sono solo un gioco da ragazzi! Possono diventare un'avvincente sfida sportiva grazie al Red Bull Paper Wings, il primo campionato mondiale di aeroplanini di carta riservato agli studenti universitari di ogni angolo del Pianeta. L'evento, che si svolge ogni tre anni, è alla terza edizione e ha raggiunto cifre di partecipazione davvero impressionanti: 10.000 piloti provenienti da 48 Paesi nel 2006, 37.000 piloti di 83 Paesi nel 2009 e per l’edizione 2012 si stanno attualmente svolgendo le tappe di qualifica in più di 85 nazioni. Per partecipare e dare libero sfogo alle proprie attitudini di pilo-
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ta, occorre un unico requisito: essere studenti universitari, dopodiché basta collegarsi al sito www.redbullpaperwings.com ed effettuare la registrazione per avere accesso alle qualifiche.In Italia, le selezioni avvengono attraverso 18 tappe di qualifica in altrettante università sparse su tutto il territorio nazionale. La terza edizione del Red Bull Paper Wings prenderà ufficial-
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mente il via il 15 febbraio presso l'Università La Sapienza di Roma e si concluderà con la Finale Nazionale, in programma il 30 marzo presso la nuova e avveniristica sede delle Car tiere Paolo Pigna SpA ad Alzano Lombardo, Bergamo. Il 13 marzo alle ore 12.30 si svolgono le qualifiche della tappa di Milano presso la Palestra Cus di via Valvassori e l’attesissima Finale Nazionale si disputerà il prossimo 30 marzo con la possibilità, una volta qualificati di andare alla finalissima Mondiale il 4 e 5 maggio nella romanitica Salisburgo in Austria.
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kitesurf
Siate pronti. Sta arrivando la “chiamata” Un’inedita gara di endurance e orientamento che mette alla prova abilità tecniche e capacità strategiche. Il Kitesurf sta per sbarcare in laguna di Marta Centra
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on Red Bull si vola. A distanza di cinque anni dall’ultimo evento nella scena italiana del Kitesurf la multizonale del Beverage che investe molto nello sportspettacolo torna con un format nuovo, senza precedenti. Non è una long distance e neanche una classica kitesurf race, si tratta di un nuovo contest, una gara di endurance cross e orienteering che mette alla prova abilità tecniche e capacità strategiche e che vedrà gli atleti impegnati in un testa a testa attraverso le lagune di Grado e Marano per tagliare il traguardo a Lignano Sabbiadoro. Tra il 10 aprile e il 10 maggio, appena si presenteranno le condizioni meteo per lo svolgimento della gara, sarà chiamato l’evento. In 40 si troveranno a Grado sulla spiaggia della Tenuta Primero per la partenza e ogni partecipante riceverà una mappa insieme ad una bussola per orientarsi nella zona lagunare dell’Al-
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to Adriatico e trovare la strada più breve per raggiungere la meta. La distanza da coprire sarà di circa 40 km, da percorrere inter vallando l’uso del kite all’uso delle proprie gambe laddove la profondità non sarà sufficiente a permettere la navigazione . Gli atleti potranno tracciare il loro percorso individualmente secondo lo studio della mappa e con l’ausilio della bussola ma saranno obbligati ad attraversare dei way point prestabiliti. Chi desidera partecipare al Red Bull Kite-O deve inviare la propria candidatura sul sito www.redbull.it/kite-o e compilare l’apposito form. Il comitato organizzatore prenderà in esame tutte le richieste e selezionerà 30 di queste in base ai risultati degli ultimi 4 anni e alle skill tecniche. I 30 fortunati andranno ad aggiungersi a 10 top rider che invece riceveranno l’invito per l’evento. L’evento è ammesso anche alle donne, unica condizione per tutti i partecipanti è un’età superiore ai 16 anni.
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motori
VALLELUNGA una realtĂ unica nel suo genere
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motori
Tutto è partito da un ippodromo diventato poi lo storico Autodromo di Vallelunga, oggi è un polo tematico e multifunzionale alle porte di Roma sempre più aperto al pubblico: appassionati di motori, ma anche aziende per attività di ogni tipo, da meeting all’attività di formazione, e soprattutto alle famiglie di Giorgio Burreddu_ph Maura Cesolini
l fianco del noto e storico Autodromo, infatti, oggi sorge il Centro Guida Sicura ACI-SARA, un’area OffRoad, Rally e Adventure, un Centro Congressi, un albergo ed altre attività e servizi. Questo impegno a 360° rende ACI Vallelunga la struttura più completa del panorama italiano con una punta di eccellenza nell'ambito del perseguimento di politiche di gestione sempre più improntate alla sostenibilità e all'atten-
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zione per l'ambiente. Dal 2011 il sole alimenta interamente il polo di Vallelunga! I pannelli fotovoltaici, infatti, sono in grado di produrre oltre 1,2 milioni di kWh in un anno, circa il 30% in più rispetto al consumo dell'intero complesso di Vallelunga. Per questo si può affermare che l'installazione dell'impianto fotovoltaico evita l'emissione nell'atmosfera di 625 tonnellate di CO2 su base annua. Torniamo allo storico Autodromo, il “Piero Taruffi”, così titolato in onore del grande pilota e ingegnere che proprio di Vallelunga ha disegnato il tracciato, ,van-
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motori
ta una ricca storia ed è da sempre un punto di riferimento per tutti gli appassionati. Dal 1951 è proprio tra queste curve che sono state scritte pagine importanti dell’automobilismo Italiano. Un circuito molto tecnico apprezzato dai top driver delle 2 e 4 ruote, ideale per il collaudo di nuovi modelli, racing o stradali, test tecnici, prove libere ed eventi in pista con molti partecipanti. Con la nuova configurazione, la pista nel 2004 ha ricevuto l'omologazione FIA per i test di Formula 1 diventando un punto di riferimento per i test di diversi team. L'attività di test coinvolge il tracciato nel periodo invernale e vede scendere in pista anche molte categorie differenti, come WTCC, Le Mans Series, FIA GT e Formula Superstars e tutti i campionati nazionali ed internazionali. Nell'estate 2006 sono state realizzati nuovi box e nel bien-
nio 2007 / 2008 l'Autodromo ha ospitato il Campionato mondiale Superbike. Nel 2004 Vallelunga apre un’importante finestra sulla sicurezza stradale con la realizzazione del Centro di Guida Sicura ACI-SARA è una struttura all’avanguardia in Europa che impiega le più moderne tecnologie per insegnare i principi della guida in sicurezza per i guidatori di ogni tipo di veicolo: auto, moto, scooter, veicoli industriali, camper e furgoni, autobus e pullman. Durante i corsi vengono simulate, nella massima sicurezza, le condizioni di pericolo riscontrabili nella guida di tutti i giorni e i partecipanti imparano a controllare le proprie reazioni, a conoscere i comportamenti del mezzo e ad intervenire nella maniera migliore per controllare il veicolo. L’impianto, realizzato con grande attenzione e rispetto per l’ambiente, è compo-
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sto di cinque aree nelle quali è possibile riprodurre tutte le situazioni di pericolo come l’aquaplaning, la guida in condizioni di scarsa aderenza, il sottosterzo ed il sovrasterzo. I corsi vengono effettuati utilizzando tecnologie evolute quali resine a bassa aderenza applicate sull’asfalto, muri d’acqua che simulano ostacoli improvvisi, piastre per indurre l’improvvisa sbandata dei veicoli e dispositivi per la simulazione della scarsa visibilità. Il Centro ha una potenzialità di oltre 18.000 corsi all’anno rivolti a tutti i guidatori, con particolare attenzione ai neo-patentati e soprattutto a tutti coloro che utilizzano quotidianamente i veicoli per lavoro. Si può partecipare ai corsi utilizzando le auto, le moto, i furgoni o i mezzi industriali del Centro Guida Sicura (le auto sono MINI, grazie ad una partnership con BMW Group
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motori
Italia) oppure si può guidare il proprio veicolo. È possibile ogni tipo di personalizzazione del corso a seconda delle esigenze di formazione dell’azienda per il proprio persona, ai sensi delle leggi che regolano al sicurezza sul lavoro. Obiettivi fondamentali della guida sicura: apprendere i principali comportamenti corretti di guida ai fini della sicurezza, preparare il guidatore ad affrontare le situazioni di guida in condizioni critiche, ma soprattutto trasmettere la consapevolezza del pericolo che spesso si corre in strada a causa della disattenzione, dell’eccessiva confidenza. Inoltre il corso di guida sicura garantisce uno sconto sull’assicurazione RC. Sara Assicurazioni, da sempre partner del centro di Vallelunga, riserva sconti per tutti coloro che hanno frequentato un corso di guida sicura presso il Centro Guida Sicura ACI-
SARA. Non solo motori perché a Vallelunga nasce un Centro Congressi Considerato tra i più innovativi d’Europa è il contesto ideale per qualsiasi evento. La nuova struttura è stata realizzata con tecnologie e materiali che garantiscono il massimo della scalabilità senza rinunciare al comfort ed un design assolutamente all’avanguardia. Sorge su una collina proprio al centro dell’Autodromo e gode dello spettacolo naturalmente offerto proprio dalla pista, il Centro Congressi è anche dotato di grandi spazi esterni per manifestazioni, concerti ed eventi di tipologie differenti, oltre ad ampi parcheggi. Modularità innovazione ed esclusività. Sono questi i concetti base del nuovo business center. La sala, mediante pareti compattabili, può ospitare fino 1.600 persone per eventi di ogni ti-
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po: convegni, feste, cene di gala, concerti, presentazioni, fiere e quanto altro. Non finisce qui, Vallelunga è anche dotata di grande aree per l’attività in fuoristrada: fango e polvere per un’esperienza off-road indimenticabile e senza compromessi. Grazie alla creazione di guadi, ponti sospesi, fondi sconnessi , ghiaia e passaggi su tronchi ,potrai vivere l’emozione e il brivido dell’Off-Road direttamente sulla tua pelle oppure provare l’adrenalina di un vero tracciato Rally. In queste aree Vallelunga ospita continuamente attività formative, di presentazione, prove dinamiche e divertenti e le attività di team building outdoor, molto in voga nelle grandi e piccole aziende per aumentare la fiducia nel proprio gruppo, migliorare i rapporti interpersonali favorendone la comunicazione la collaborazione ed il gioco di squadra.
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motori
Audi A1 La rivista mensile CAR ha provato la versione cinque porte della piccola sportiva tedesca
Sportback
di Riccardo Cacace
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motori
La Casa dei quattro anelli prova a sfidare Mini nel segmento delle compatte da famiglia udi lancia sul mercato la A1 Sportback, versione quattro porte dell'ultima citycar della Casa di Inglostadt. Sono in Spagna, più precisamente a Girona, per capire cosa spingerà l'acquirente a scegliere la A1 Sportback. Audi, con il nuovo modello, ha lanciato anche un innovativo 1.4 con tecnologia Cylinder on Demand, che consente di viaggiare a due cilindri in situazioni di carico parziale, ma non sono qui per questo. Il mio obiettivo è uno, la 1.4 TFSI da 185 cavalli e cambio a 7 marce. Impaziente di partire, metto in moto il piccolo millequattro, ancora prima di finire di caricare i miei bagagli. Dopo un piccolo brontolìo il motore si assesta al minimo, borbottando maliziosamente. Ci vuole ben poco per prendere confidenza con questa A1, i comandi sono diretti e reattivi, e tutto funziona esattamente come dovrebbe. Lo sterzo, passato un piccolo e trascurabile punto morto, si dimostra preciso e comunicativo, non al massimo delle
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potenzialità della Casa, ma comunque di alto livello. Accelerando, il piccolo 1.4 da 185 cavalli e 250 Nm di coppia, che sfrutta una doppia sovralimentazione con turbina e compressore per raggiungere i 227 km/h e scattare da 0 a 100 km/h in soli 7 secondi, scalpita per arrivare il prima possibile alla linea rossa, fissata a 7.000 giri. Grazie alle cambiate-lampo dell'S-tronic doppia frizione, non si percepiscono cali di potenza nella progressione dalla prima alla terza marcia, e i freni dotati di dischi anteriori autoventilanti, nonostante le dimensioni non proprio mastodontiche, consentono di divertirsi in tutta sicurezza, assicurando frenate precise e modulabili. È arrivato il momento di tirarle il collo, sono arrivato nel punto più tortuoso dell'itinerario, e subito sposto la leva del cambio dalla modalità Drive a Sport. Le cambiate si fanno ancora più veloci, o forse è solo una mia impressione, e si comincia a fare sul serio. Sin da subito non posso che apprezzare la leggerezza e l'agilità di questa nuova A1, risultato dell'utilizzo di acciai ad alta ed altissima resistenza che, proprio grazie alle loro
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qualità strutturali hanno permesso una considerevole riduzione del peso, aumentando allo stesso tempo la rigidità del telaio. Portando questa A1 al limite l'entusiasmo viene mitigato da alcuni piccoli difetti, più che tollerabili su un'auto del genere. Esagerando non è difficile accusare un forte sovrasterzo, più che controllabile però, grazie all'elevata aderenza offerta dagli pneumatici 215/40 R17, e alla precisione dei freni. In curva l'assetto si dimostra per ciò che è, un ottimo compromesso tra l'utilizzo sportivo ed il comfort di marcia. L'intervento dell'ESP è fortunatamente poco invasivo e perdona parecchi errori, ma eliminandolo completamente si riesce a sfruttare meglio la cavalleria del motore, che offre il picco di potenza a 6.200 giri al minuto, esattamente il range in cui, in curva, l'ESP tende a tagliare. Ma tutto questo ha un costo, e anche abbastanza salato. Se nel ciclo misto il piccolo 1.4 riesce a percorrere circa 17 km/l, sfruttando al massimo le potenzialità di questa A1 Sportback non si riesce ad andare oltre i 7,5 km/l, decisamente troppo. Passo e carreggiata sono identici alla versione tre porte, per cui da fuori le differenze sono impercettibili, salvo che per il terzo vetro laterale e la diversa posizione del montante posteriore. La versione in prova è allestita con il pacchetto S-line, che comprende il doppio terminale di scarico lucidato, paraurti e minigonne sportivi, cerchi in lega da 16'' ed uno spoiler sul tetto ben più pronunciato rispetto al modello di serie. Il frontale mostra forti richiami ai modelli più grandi, come la calandra single frame
ed i baffi a LED nei fari anteriori. Anche per la A1 è disponibile l'opzione Xenon Plus, che porta su questa piccola citycar le funzionalità avanzate per i proiettori anteriori già viste sui modelli Premium della Casa. All'interno invece, la novità è il maggiore spazio a disposizione, grazie al tetto più alto di 11 mm rispetto alla hatchback che consente una migliore abitabilità sia nei sedili anteriori che nel divanetto posteriore. Inoltre la A1 Sportback esce di fabbrica in configurazione quattro posti, con la possibilità di aggiungere l'omologazione per la quinta seduta senza alcun costo aggiuntivo. La console centrale è dominata, al centro, dai comandi per controllare il sistema multimediale Audi MMI plus e dai grandi pomelli del sistema di climatizzazione. Sul cruscotto, invece, spicca il piccolo, ma ben leggibile, schermo del navigatore satellitare, che consente la visualizzazione in tempo reale delle cartine di Google Maps, compresa la funzione Street View. L'allestimento S-line comprende dettagli satinati su volante e cambio, nonché i bellissimi sedili a guscio, che nonostante l'aspetto prettamente sportivo, sono morbidi e confortevoli. Un dettaglio che sicuramente verrà apprezzato dai più giovani è la quantità di gadget tecnologici di cui la A1 è dotata, che vanno dal sistema audio Bose con 14 altoparlanti capace di sviluppare 465W di potenza, alla possibilità di sfruttare il telefono veicolare bluetooth del computer di bordo come un hot spot per la navigazione internet via wi-fi (WLAN), funzione questa che rientra nel pacchetto Audi Connect.
AUDI A1 SPORTBACK 1.4 TSFI S-TRONIC Scheda tecnica Prezzo 27.380 Euro Motore 1.390 cc, 185 cv a 6.200 giri/min, 250 Nm a 2.000 giri/min Trasmissione 7 marce S-tronic, trazione posteriore Prestazioni 0-100 km/h in 7 sec, 227 km/h, 16,9 km/l, 139 g/km Peso 1.215 kg In vendita ora
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sport&turismo
Parapendio, volare sentendosi liberi
Volare è sempre stato il grande desiderio dellâ&#x20AC;&#x2122;uomo, fin dai tempi della leggenda di Icaro fino ad arrivare alle prime macchine volanti primitive costruite da Leonardo da Vinci di Luca Parmigiani
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sport&turismo
IL VIAGGIO Periodo: primavera Ore indicate: mattina al presto o verso il tramonto Livello di difficoltà: medio Suggerimento: seguire una scuola per l’apprendimento delle tecniche
egli ultimi 20 anni si è iniziato a diffondere un nuovo spor t, il parapendio, che permette agli amatori e ai professionisti di vivere nuove sensazioni in aria, vedendo il mondo e la terra dall’alto verso il basso. Per chi pratica questo spor t, il momento più emozionante è il decollo, ossia quando si staccano i piedi dalla terra ferma dividendosi così dalla propria ombra. In aria poi si mescolano sensazioni di liber tà mentale e psicologica, essendo totalmente immersi in un’altra realtà, lontano da tutto ciò che rappresenta la terra, con tutti i suoi pensieri, problematiche e paure. Anche se stiamo parlando di uno spor t relativamente giovane, ormai i luoghi migliori per praticare il parapendio sono stati tutti scoper ti, dal Sudamerica fino all’Europa. Uno dei più belli e dal panorama mozzafiato è la spiagga di Oludeniz, zona ovest della Turchia. Spiagge dorate e acque cristialline fanno da cornice al-
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le maestose montagne dalle quali spiccare il volo e ammirare così il panorama dall’alto che apparirà molto simile alle car te geografiche dell’atlante. Oludeniz è facilmente raggiungibile; il villaggio infatti dista pochi chilometri dall’aeropor to di Dalaman, costa occidentale della Turchia a 3 km circa da Fethiye; successivamente bastano 40 minuti in taxi per arrivare alla bellissima spiaggia ammirata da tutti i turisti. La caratteristica che rende questo posto famoso è il fatto di decollare da un punto altissimo (1900 mt) e arrivare sopra al mare con ancora sufficiente quota (1600 mt) per poter provare manovre acrobatiche visto che sotto il mare offre ampi margini di sicurezza. Non solo Oludeniz però: la Turchia offre anche altri paesaggi molto suggestivi come Çavuşin in provincia di Nevşehir o la città di Erzincan. Erzincan si trova nell’Anatolia orientale mentre invece Çavuşin è situata nella zona centrale del Paese ed entrambe le località offrono spunti interessanti per gli amanti di questo spor t. Per praticare il parapendio è di fondamentale impor tanza conoscere le
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sport&turismo
IL PARAPENDIO -Le escursioni in volo possono durare anche diverse ore -Conoscenza indispensabile della metereologia -Record del mondo: 10 ore -In Italia 10000 praticanti circa
condizioni atmosferiche; infatti valutare in maniera errata le condizione atmosferiche può fare a volte la differenza tra volare in sicurezza e rischiare la vita. Il parapendista esper to infatti cerca di sfruttare l'aria calda (termiche) come fanno gli uccelli veleggiatori e con par ticolari tecniche di pilotaggio riesce inoltre ad individuare le correnti ascenzionali e a rimanerci dentro guadagnando così quota e salendo in alto. I momenti della giornata indicati per compiere il “volo” sono la mattina presto e il tramonto perché a partire dalle 11 del mattino il riscaldamento del sole comincia ad avere i suoi effetti e le masse d'aria cominciano a muoversi verso l'alto e si staccano le prime bolle di aria calda; andando avanti con la giornata, le termiche assumono una regolarità ciclica (l'aria in queste ore può essere turbolenta e regalare brutte sensazioni ai piloti poco esper ti) che durano fino a che il sole sta in alto nel cielo, poi verso sera quando il sole comincia a tramontare, l'intensità diminuisce e l'aria diventa nuovamente calma. Il periodo migliore per volare è la primavera perché le termiche raggiungono in questo periodo il massimo dell'altezza e della potenza. Sembra paradossale ma il nemico numero uno del parapendio è il for-
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te vento: le condizioni ottimali per volare infatti sono vento debole e assenza di precitazioni o neve. Un volo con il parapendio può durare anche centinaia di chilometri (basti pensare che il record del mondo è di 10 ore di volo). Per i meno esper ti o per le persone alle prime armi, è utile seguire una scuola per l'apprendimento delle tecniche e avere una conoscenza della meteorologia, che come detto precedentemente rappresenta l’aspetto primario da valutare per volare senza pericoli. Tuttavia, bastano pochi giorni di training per poter essere pronti ad un lancio con dislivelli di centinaia di metri visto che il mezzo può risultare facile da manovrare soprattutto se volato in aria calma. Per curare nei minimi dettagli la propria esperienza, si può consultare il sito Internet www.paraglidingmap.com, dove sono aggiornate in tempo reale le temperature meteo, la velocità e la direzione del vento di tutti i luoghi del mondo in modo che si possano valutare attentamente se ci siano le condizioni adatte per poter praticare questo spor t. Anche se il parapendio è ancora poco conosciuto, pian piano questo spor t sta crescendo anche in Italia dove si contano circa 10000 praticanti dei quali 6000 iscritti regolarmente alle associazioni.
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golf
Sei alla ricerca di colpi pi첫 potenti? Non picchiare e tieni la schiena ferma di Simone Selli
uando si inizia a giocare a golf, si ha sempre un unica ossessione, sollevare la pallina e spedirla il piu' lontano possibile. L'istinto e la forza messa in gioco, provocheranno di cer to degli spostamenti della spina (asse di rotazione). Sia tra i principianti, ma anche tra giocatori piu' esperti, l'errore piu' ricorrente e' quello di spostare il busto in avanti nella ricerca di un colpo potente, invece di produrre velocita' per il bastone usando le rotazioni. Questo spostamento, provochera' quasi sempre quel colpo tanto odiato dai golfisti di ogni latitudine: il pull slice. La pallina parte dritta verso sinistra, per poi curvare decisamente verso destra, con scarsa poten-
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za e precisione. E' molto facile applicare la forza in questo modo e per chiunque. Il gioco del golf e la chiara necessita' di produrre colpi precisi, ci obbligano pero' ad un meccanismo piu' ripetitivo, ruotando il corpo intorno alla spina, asse portante della rotazione durante il caricamento e attraverso l'impatto con la pallina. Questa affascinante rotazione, si puo' spiegare anche con il semplice concetto di forza centrifuga e centripeta. Applichiamo di certo delle spinte per far viaggiare la pallina anche a 300 metri di distanza, ma al contempo dobbiamo opporre la stessa quantita' di energia contraria che ci permetta di ruotare come un legnetto per accendere il fuoco, senza spostare la schiena e impattare la pallina nel centro. Immaginate di colpire la pallina con il pugno di un pugile peso massimo che cerca il ko. Per mante-
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nere una corretta centralita' dello swing dovrete opporre una uguale resistenza, dovrete cioe' bilanciarvi con un altro pugile peso massimo che sostenga il lato sinistro. Se il corpo continua a spostarsi in avanti, significa che la spinta, e' ancora superiore alla resistenza. Abbassate quindi l'intensita' della spinta del downswing, per permettere al corpo di sostenersi, mantenendolo in asse anche nella fase dell'impatto e attraversamento. A questo punto avrete scoperto quella magica armoniosa centralita' che produce colpi potenti con minor impegno fisico e senza fatica. Avrete scoperto uno dei segreti del golf: non forzare. La distanza viene prodotta solo da un corretto swing eseguito con armonia e elasticita', ma questo in fondo lo sappiamo tutti... Pugno contro pugno e buona pratica.
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atletica
del Prof. Sergio Cocozza Insegnante di Educazione Fisica e Tecnico della Fidal
Allenamento conclusivo in vista della maratona di Roma Abbiamo davanti le ultime settimane di allenamento pre-gara, tutti i migliori suggerimenti per affrontare la corsa attraverso la nostra Capitale bbiamo corso una certa quantità di km per le cinque settimane delle 10 totali precedenti la gara di maratona, gli allenamenti hanno previsto velocità da lento/lungo (fino a 32/34 km) con frequenze cardiache intorno ai 140 battiti minuti, velocità da corsa media (fino a 27/28 km) e sedute con velocità elevate e frequenze cardiache intorno ai 160/170 battiti minuto su distanze frazionate che possono variare tra 1000 mt e 3000 mt. Ora abbiamo davanti le ultime 4/5 settimane di allenamento pre gara, cosa fac-
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energetico. Cosa fa migliorare la capacità di sopportare meglio le variazioni di velocità in gara? Applicare i seguenti strumenti di allenamento in questo ordine di importanza: 1) Corsa variata tra 10” in meno e 10” in più rispetto alla velocità di gara su distanze frazionate. Provare a correre su terreni irregolari. 2) Ripetute su distanze tra 1000 e 5000 mt cercando di correre la seconda parte della distanza più veloce rec.2’ correndo piano. 3) Salite: distanze fino a 10x60 mt con pendenze elevate, 200 e 400 mt, x 4 serie con pendenze dolci. 4) Potenziamento muscolare: esercizi ed andature volte al rafforzamento muscolare. Anche esercizi in palestra con la pressa in modalità monoarto o con entrambi gli arti sono indicati a tale scopo. 5) Corsa media al 94% della velocità di gara su distanze fino a 25 km. Ricordiamoci che il maratoneta deve avere la capacità di correre a lungo e non avere cali di resistenza. Questa capacità si estrinseca in un miglioramento energetico metabolico e con un rafforzamento muscolare di resistenza alla forza. Anche una mezza maratona come la romaostia può essere di aiuto per avvicinarsi alla maratona di Roma. Una gara di 21 km su un percorso varia-
ciamo? Secondo molti eminenti autori e preparatori di atletici nelle ultime settimane tutto è finalizzato a “percepire” meglio la velocità di gara e a correrla in modo quasi del tutto automatica. Quali sono gli strumenti per arrivare a ciò? Il maratoneta neofita ha esigenze diverse rispetto a quello più esperto e deve lavorare molto sull’acquisizione di sensazioni positive e di facilità di corsa alla velocità di gara. A tale scopo egli correrà molte ripetute a velocità piu sostenuta della gara e userà delle variazioni di ritmo per impare a sentire i cambiamenti. Ricordiamoci che su una gara da 42 km anche la minima oscillazione di ritmo può causare un grande dispendio
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to e ondulato può aiutare per trovare quella capacità di correre ad una velocità più forte della imminente maratona. Quanto più l’atleta diventa evoluto tanti più saranno i mezzi di allenamenti che dovrà usare per incrementare la sua prestazione. Nel principiante il solo parametro allenante di riferimento è il volume perché la capacità aerobica è tutta da costruire, ma a mano a mano che si migliora tanto più dovrà stimolare una determinata componente in cui è carente. La mente e il suo modo di percepire e sopportare la fatica sono altre variabili imprescendibili nella costruzione di un processo allenante. E’ vero che chi si avvicina a specialità di questo tipo è già predisposto a sforzi in questa direzione ma certi allenamenti sulla lunga distanza e con una durata importante aiutano a sviluppare certe caratteristiche mentali proprie del maratoneta. Infine ricordiamo sempre che correre una maratona non è slegato dallo stile di vita che abbiamo tutti i giorni dell’anno. Alimentarsi bene, bere molta acqua, reintegrare le sostenze nutritive perse e dormire un numero di ore sufficienti a recuperare è una condizio sine qua non al correre una maratona in buona salute. Un grande in bocca al lupo a tutti i maratoneti romani!
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nutrizione
a cura della Dott.ssa Maria Cassano Nutrizionista
Un alleato per dimagrire bene La valutazione del dimagrimento attraverso l’esame bio-impedenziometrico l dimagrimento è un evento molto delicato per il nostro organismo, in quanto coinvolge vari organi e tessuti. Quando si dimagrisce, specie se velocemente, non si perde solo massa grassa, ma anche massa magra. Poiché i muscoli sono importanti per consumare le kilocalorie che introduciamo mangiando, è bene perdere meno massa muscolare possibile. Cosa fare quindi? Dimagrire lentamente, introdurre o incrementare l’attività fisica e monitorare la perdita di peso attraverso l’esame bioimpedenziometrico.
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COSA È L’ESAME BIOIMPEDENZIOMETRICO (BIA)* Si tratta di un esame bioelettrico indolore per l’analisi della composizione corporea a livello qualitativo e quantitativo. Consente di valutare la massa grassa, la massa magra, lo stato idrico e lo stato nutrizionale. Per quanto concerne l'obesità / soprappeso la valutazione Bioimpedenziometrica è un dato fondamentale per monitorare la perdita di peso in quanto permette di valutare quanto grasso c'è nel corpo prima di iniziare la dieta, di avere una stima del metabolismo
trainer e palestre. Oggi, essendo ampiamente noti i limiti dei regimi dimagranti basati sulla sola privazione alimentare, si suggerisce un approccio più allargato alla persona e al suo stile di vita. Protocolli alimentari personalizzati vengono affiancati a regolare attività fisica. Una efficace prevenzione consiste,
basale, di escludere o valutare l'entità di eventuali stati di ritenzione idrica e disidratazione, di dimostrare che la dieta sta realmente facendo perdere tessuto adiposo, e non altri tessuti più importanti. LA BIOIMPEDENZIOMETRIA NELL'ALLENAMENTO* L’utilizzo della bioimpedenza è altrettanto importante nell’allenamento sportivo. Il primo passo nella stesura di un valido programma di allenamento è la conoscenza oggettiva della composizione corporea. Le tecniche per la rilevazione della composizione corporea sono varie (nir, plicometria, antropometria, ultrasuoni, densitometria, BIA, assorbimetria, isotopi, attivazioni neutroniche, tobec) ma solo alcune offrono risultati attendibili, ripetitivi, non invasivi. L'analisi BIA (Bioelectrical Impedance Analysis), risponde pienamente a tutte le esigenze. Questo bioanalizzatore è clinicamente e scientificamente validato a livello internazionale da oltre 2.000 studi scientifici pubblicati e viene utilizzato dalla maggior par te delle squadre di calcio di serie A e B, dagli olimpionici di spada e fioretto, dalla Nazionale di tennis, dai centri di Coverciano e dell'Acquacetosa oltre che da numerosi personal
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quindi, in un insieme di atteggiamenti e di regole che dovrebbero divenire la base della nostra vita quotidiana in modo costante e regolare, e non per un periodo limitato, affinché i risultati ottenuti non vengano persi nel tempo e diventino una nuova condizione di esistenza a scopo preventivo.
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salute
di Giuliano D’Ambrosio Direttore Sportivo U.S. Primavera Rugby Consigliere Lazio Federazione Italiana Rugby
Il “salva-cuore” per tutti gli sportivi Un braccialetto elettronico potrà aiutare gli sportivi a prevenire problemi di cuore durante l'attività fisica on è raro sentire di sportivi che purtroppo sono stati colpiti da morte cardiaca improvvisa. In Italia i casi di morte per infarto correlato allo sport riguardano soprattutto il calcio (44 per cento dei casi) e a seguire il basket (10 per cento). Il dispositivo, si chiama IClife, progetto ideato in Spagna da Hugo Alberto Ferrer dell'Università Jaume I di Castellò, è in grado di rilevare oltre alle pulsazioni cardiache anche alterazioni del ritmo indotte dall'uso di sostanze dopanti, per cui secondo l'ideatore potrebbe essere utile anche per ridurre i costi delle analisi antidoping. Ma l'utilizzo più importante sarebbe quello di rappresentare una sorta di “salvavita” per atleti di ogni tipo, professionisti e non piccole anomalie dell'attività del cuore che si possono riscontrare già un'ora prima di una morte cardiaca improvvisa. Infatti alla pri-
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ni delle squadre primavera né tantomeno da chi pratica spor t per diletto; in futuro forse i braccialetti saranno più economici, per ora occorre affidarsi alla prevenzione che, come ammette lo stesso Ferrer, nel nostro Paese è davvero all'avanguardia: «L'Italia è l'unico Paese ad aver messo in atto ormai da decenni controlli cardiaci sugli atleti, attraverso elettrocardiogrammi ed ecocardiogrammi
ma anomalia cardiaca riscontrata, il braccialetto invia tre segnali d'allarme: il primo al monitor del braccialetto stesso per avvertire chi lo indossa, il secondo all'assistenza medica dell'impianto sportivo in cui si allena l'atleta e il terzo all'ospedale più vicino in modo che sia pronto ad accogliere un eventuale paziente. «Tutto ciò - afferma lo studioso - è per abbassare i tempi di inter vento per il soccorso: i primi 4-5 minuti dopo un arresto cardiaco sono infatti fondamentali per salvare la vita della vittima ed evitare complicazioni permanenti».Ma quanto costano questi utili braccialetti “anti-infarto”? «Una volta migliorati i prototipi, il braccialetto, il monitor e le antenne per la trasmissione dati non dovrebbero costare più di 20mila euro: meno dei 180mila euro necessari per fare controlli cardiovascolari a tappeto ogni settimana a una squadra di 25 calciatori professionisti», risponde Ferrer. Certo però non è una spesa che per il momento potrà essere sostenuta dai ragazzi-
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sotto sforzo: grazie a questo l'incidenza di morte cardiaca improvvisa sui campi da gioco è scesa dell'89 per cento». Se potessimo accorgerci per tempo che il cuore di uno sportivo sta andando in sofferenza potremmo salvare i circa mille under 35 che ogni anno muoiono per mor te cardiaca improvvisa, spesso proprio mentre praticano sport o dopo una competizione.
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sport
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hockey
Riparte il campionato di Hockey su Prato Dopo la lunga, e consueta, sosta invernale, sabato 10 marzo si riaccendono i riflettori sul calendario italiano 2011/12, del quale si disputa la decima giornata, la prima del girone di ritorno di Andrea Cecinelli
e partite si erano fermate il 12 novembre 2011 e avevano visto, ancora una volta, l’HC Bra vincente; la squadra piemontese, con nove partite vinte su altrettante disputate, aveva consolidato il primo posto in classifica chiudendo a quota 27 punti (11 in più dell’ultima avversaria pre-sosta, l’HC Roma De Sisti), battuta per 4 reti a 2 proprio in Piemonte e seconda in classifica a pari merito con i sardi dell’HC Suelli, vincenti (3-1) contro la penultima in classifica Nicogen Butterfly, squadra intenzionata (in questo girone di ritorno) a portare a casa i punti necessari per risalire la classifica. Tra le rivelazioni della prima fase, i (neopromossi) siciliani della Polisportiva Valverde (a 12 punti) che al “Comunale”, per 3 reti a 2, avevano portato a casa una preziosa vittoria contro un’altra piacevole sorpresa della stagione, la Tevere Eur, sodalizio a un passo dai Play off, grazie ai loro tredici punti in classifica. A lottare per la Final Four anche il Cernusco e la squadra isolana SG Amsicora, battuta fuori casa proprio dai ragazzi di Ballachanda, che grazie al 4-3 del Comunale di Cernusco, hanno trascorso l’inverno al quarto posto. Finora altalenante il rendimento della PiùUnica Paolo Bonomi, terzultima e l’anno scorso quarta forza del torneo, che ha chiuso l’andata (al “Gabrielli” di Rovigo), con un pareggio (3-3) contro l’Hockey Team Bologna Pilot Pen fanalino di coda con soli 2 punti. La squadra felsinea è l’unica a non aver mai centrato una vittoria in campionato e il ritorno all’hockey (prato) giocato la porta ad affrontare chi, invece, finora ha sempre
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e solo vinto: l’HC Bra capolista. Ben tre i derby in programma per questa riapertura di campionato. La sfida lombarda, che si terrà al “Comunale” di Cernusco Sul Naviglio, vedrà la squadra di casa ospitare la PiùUnica Paolo Bonomi (all’andata la sfida fini in pari, 1-1): con un successo i locali potrebbero scalare ulteriormente la classifica, anche in considerazione del turno insidiosissimo che spetta all’HC Suelli, impegnato nell’atteso derby di Cagliari contro l’SG Amsicora.
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Trasferta a Catania per l’HC Roma De Sisti, campione d’Italia in carica, che trova nella Polisportiva Valverde una delle squadre più efficienti nelle partite interne (tre successi su quattro partite): un dato che fa, di questa partite, una delle più aperte di giornata. Chiusura per un altro derby (di giornata), quello che all’Acqua Acetosa di Roma oppone le capitoline Nicogen Butterfly e Tevere Eur; la squadra di Cirilli è avanti di 6 punti rispetto alla formazione allenata da Grossi.